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Anno 5 - N. 37 (#198) Poste Italiane Sped. in A.P. - D.L. 353/2003 conv. L. 46/2004 art. 1, c1, DCB Milano - Supplemento culturale settimanale da vendersi esclusivamente in abbinamento a Corriere della Sera 1,00 0,50 + il prezzo del quotidiano. In CH Tic. Fr 1,00

#198

Domenica
13 settembre 2015
EURO 0,50

Nathalie Djurberg e Hans Berg

per il Corriere della Sera

2 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA



DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

corriere.it/lalettura

Il dibattito delle idee

Orizzonti

ILLUSTRAZIONE DI FRANCESCA CAPELLINI

Materiali spessi un atomo:


la riscossa del mondo piatto

8
di LUCIA SORBA e GIULIO GIORELLO

Libri

La punteggiatura
diventa il nuovo zodiaco
ILLUSTRAZIONE DI LUCA DALISI

18
di GIUSEPPE ANTONELLI

Sguardi

Anteprima Leconomista Robert Reich, gi ministro di Clinton, sostiene


che monopoli e strapotere dei grandi gruppi abbiano snaturato lo
spirito originario e vitale della libera iniziativa. Bisogna ridistribuire la
ricchezza subito, nella fase in cui viene prodotta. Lo sostiene in un libro,
che esce in Italia prima che negli Usa, e in un colloquio con la Lettura

Il capitalismo
minacciato
dai capitalisti

Artisti a Nord, artisti a Sud


Dialogo al Lac di Lugano

28

dal nostro inviato a New York MASSIMO GAGGI

di ARTURO CARLO QUINTAVALLE

Maschere

La bella addormentata
ora danza come nel 1890

34
di VALERIA CRIPPA e VIVIAN LAMARQUE

Percorsi

Ancora qui
Il mio viaggio nel tempo

40
graphic novel di RICHARD McGUIRE

ecnologia e globalizzazione hanno


di certo prodotto grossi cambiamenti nel mondo del lavoro, ma
lestrema disparit nella distribuzione dei redditi che stiamo sperimentando ormai da troppi anni
deriva soprattutto dal nostro modo di organizzare il mercato. Con la scusa di non lasciare
spazio a chi vuole pi Stato, la coalizione di interessi che da
decenni domina lAmerica ha ostacolato in tutti i modi ladeguamento delle regole alla nuova realt economica. E senza
regole efficaci per mantenere il sistema in un equilibrio socialmente accettabile, il capitalismo non funziona. Fin dalle prime battute dellincontro de la Lettura con Robert
Reich per discutere di Come salvare il capitalismo, il suo
nuovo libro (uscito in questi giorni in Italia per Fazi addirittura qualche giorno prima della pubblicazione negli Stati
Uniti), il celebre economista liberal dellUniversit di Berkeley, ministro del Lavoro di Bill Clinton, mette le mani avanti:
Partecipo a moltissimi dibattiti sui temi pi disparati, ma
ogni volta, prima o poi, si finisce l: la difesa del libero mercato da ogni interferenza esterna, niente nuove regole. Come
se il mercato esistesse in natura e non fosse una creazione
degli uomini.
Per il maggior dinamismo degli Stati Uniti rispetto allEuropa ce lo siamo spesso spiegato anche con la complessit delle normative in vigore e con lalto costo del welfare nella Ue. Fin dai tempi di Guido Carli, in Italia si discusso di
lacci e lacciuoli soffocanti. Una cosa replica Reich
sono le stratificazioni burocratiche, unaltra le regole per far
funzionare bene un sistema economico. Norme che a volte
andrebbero addirittura alleggerite: ad esempio quelle che
proteggono troppo a lungo o in modo troppo esteso certi
brevetti, offrendo un vantaggio eccessivo a molti grandi
gruppi, ormai talmente potenti da avere la forza di opporsi a
ogni cambiamento: bollano ogni correzione come unalterazione delle regole del libero mercato. Balle che ci beviamo
ormai da decenni. Ma non stato sempre cos nella storia
americana. Da dove vogliamo partire? Nel libro cito Edward
Ryan, presidente della Corte Suprema del Wisconsin che nel
1873, parlando agli universitari del suo Stato, disse: Un giorno dovremo pur chiederci chi deve decidere: la ricchezza o
luomo? Chi deve guidare: il denaro o lintelletto? E gli incarichi pubblici a chi devono andare? A uomini liberi e istruiti o
a servi feudali del capitale aziendale?.
Quella per era lAmerica selvaggia dei robber baron, magnati dediti alla concorrenza sleale. Certo. Poi alla fine dellOttocento arriva la legge antitrust, lo Sherman Act. E allinizio del XX secolo a frenare gli abusi dei capitalisti senza scrupoli e a spezzare i monopoli fu un presidente conservatore:

ROBERT REICH
Come salvare il capitalismo
Traduzione
di Nazzareno Mataldi
FAZI
Pagine 332,  22
Bio-bibliografia
Robert Reich (1946) stato
segretario al Lavoro nel
primo mandato
presidenziale di Bill Clinton
(1993-97). Docente della
University of California a
Berkeley, collabora con
New York Times e Wall
Street Journal. Fazi ha
pubblicato anche Aftershock
(2011), Supercapitalismo
(2008), Perch i liberal
vinceranno ancora (2004)

Theodore Roosevelt. Uno che attaccava quelli che chiamava i


malfattori delle grandi ricchezze, sostenendo che, oltre a
opprimere i lavoratori, mettevano in pericolo la stessa esistenza dello Stato.
Reich sostiene che, dopo lera di progresso e crescita equilibrata del secondo dopoguerra, negli ultimi trentanni abbiamo vissuto uninvoluzione: Fino agli anni Settanta il benessere si diffondeva anche tra i lavoratori pi umili. Poi la
svolta: oggi la sperequazione nella distribuzione dei redditi
la pi acuta degli ultimi 80 anni.
Ma perch la politica non riesce pi a introdurre correttivi? Perch le lobby imprenditoriali sono troppo potenti? O
perch i tycoon di oggi non sono pi gli odiosi padroni delle
ferriere di un tempo, molto visibili nel loro mondo di acciaio
e carbone, ma i principi rinascimentali delle tecnologie
digitali dai meccanismi geniali, impalpabili e invisibili in
uneconomia sempre pi complessa? Le due cose insieme:
il potere si spostato verso le lite economiche a causa della
complessit tecnologica e finanziaria delleconomia. La gente fa pi fatica a capire. La complessit non spiega tutto, ma
consente alle grandi coalizioni di interessi di accumulare il
denaro col quale nascondono il modo nel quale stanno piegando leconomia nella direzione per loro pi favorevole.
Fanno il loro gioco, ma lo fanno indebolendo sistematicamente la politica e lautorit di chi fa le regole.
Dalle industrie farmaceutiche che pagano le compagnie
dei medicinali generici perch non mettano sul mercato i loro prodotti a basso costo, al monopolio agro-industriale di
fatto della Monsanto, agli abusi delle societ che distribuiscono le connessioni a banda larga, al mercato plasmato da
Amazon, nel libro di Reich si raccontano molti casi controversi e anche vere e proprie horror story del capitalismo Usa.

Ma alla fine a cambiare il mercato, a far sparire decine di


milioni di posti di lavoro, soprattutto levoluzione della tecnologia. Lo stesso Reich in passato aveva previsto un calo
drastico delloccupazione in molti settori e nel libro racconta
di un amico che da casa sua a Tucson progetta, produce (con
una stampante 3D) e vende (su internet) una macchina capace di rilevare certi elementi inquinanti nellaria. Tutto da solo. vero, sono mutamenti radicali. Ma penso ugualmente
che nel valutare le nostre difficolt di oggi, negli Usa e in Europa, stiamo dando un peso esagerato allimpatto di globalizzazione e tecnologia, mentre sottovalutiamo linfluenza
della politica. I problemi che dobbiamo affrontare, a
Washington come a Roma, hanno pi a che fare con le decisioni politiche che con leconomia. Viviamo in societ molto
ricche: i margini per correggere la rotta sono ancora ampi.

CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 3

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

RiLettura
di Claudio Colombo

Ma non li usiamo. Il problema che man mano che il potere


economico si concentra al vertice della piramide, la stessa
cosa accade al potere politico. Cos torna la filastrocca del
gi le mani dal libero mercato. Anche quando si tratterebbe solo di eliminare nuovi monopoli o di evitare eccessive
concentrazioni nelleconomia digitale.
Cresce anche uneconomia in parte alternativa a quella dei
grandi gruppi tradizionali: i servizi on demand forniti da
molte start up a clienti che li richiedono attraverso smartphone e app. Servizi erogati da personale che lavora quando
richiesto, senza rapporti stabili. Reich critica anche questo
modello. La precariet, dice, ridurrebbe addirittura la capacit di apprendere. S, leccessiva irregolarit negli orari di
lavoro pu provocare problemi gravi. Stress, limpossibilit
di programmare la propria vita: accantonare le risorse per
mettere su casa, sposarsi, fare figli, prepararsi alla pensione.
Ma la precariet pu ridurre anche la capacit di apprendere. Non ne parlo nel libro: in un articolo che ho scritto alla
vigilia del Labor Day ho citato i dati di una ricerca dellEcono-

bologna 14 settembre
libreria coop ambasciatori

Essa rimane ancora oggi carne e sangue della


civilt. Distrutta o finita Roma, io credo che il
mondo perderebbe lequilibrio sulla traiettoria
delle sue orbite, e precipiterebbe miseramente
nel vuoto. Modesta proposta a Ignazio

mic Policy Institute. Lavorare in modo saltuario, a volte con


turni lunghi o di notte, alla lunga riduce le capacit cognitive
del lavoratore e anche dei suoi figli, inevitabilmente trascurati da chi deve accettare pi lavori per sbarcare il lunario.
Quali sono le terapie possibili? Alcune delle misure proposte nel libro o sono interventi molto costosi che vengono
discussi da anni, ma sembrano di difficile applicazione, come lintroduzione di un salario minimo universale, o sono
innovazioni suggestive, ma tutte da inventare anche sul piano giuridico e finanziario, come la condivisione dei benefici
dei brevetti tecnologici. Deve nascere, e spero che nasca
dalla crescente consapevolezza della gente, un movimento
di massa per la creazione di un nuovo sistema di contrappesi
nellinteresse di quei cittadini, la grande maggioranza, che
non hanno condiviso i guadagni delleconomia degli ultimi
decenni. Non si pu andare oltre nello schiacciamento del
ceto medio. I modi possono essere diversi. Si pu tassare la
ricchezza di pochi, ma si rischia di fare unoperazione statica
di redistribuzione del benessere esistente anzich promuo-

roma 15 settembre
la feltrinelli colonna

piacenza 26 settembre
festival del diritto

Editori Laterza

Gianrico Caroglio

con parole precise

breviario di scrittura civile

Marino, attuale sindaco della capitale: rileggersi


larticolo che Virgilio Lilli, firma del Corriere,
dedic alla Citt eterna. Titolo: Vivere a
Roma. Conclusione: si viveva benissimo.
Ottantanni fa. (La Lettura, dicembre 1935)

vere la creazione di nuova ricchezza. Un approccio pi sensato pu, allora, essere quello di condividere in modo pi ampio la ricchezza futura, con misure come lattribuzione a
ogni cittadino di una certa quota dei benefici economici
prodotti da quei brevetti.
Allarmi per le gravi conseguenze anche politiche della fine del ceto medio vengono lanciati da almeno 10 anni: non
successo nulla. Reich, che ha lavorato con Bill Clinton e conosce bene la famiglia, pensa che Hillary potrebbe e vorrebbe cambiare rotta? La politica da sola non ce la fa: servono
una presa di coscienza e uniniziativa della societ. Il punto
non togliere ai ricchi per dare ai poveri con le tasse, ma darsi regole che portino verso una pi equa distribuzione gi
nella fase di produzione della ricchezza, anzich redistribuire a posteriori. Complicato? S. Ma essenziale, perch nelle
condizioni attuali una societ non pu durare. Non una sfida per la tecnologia o leconomia: una sfida per la democrazia.
RIPRODUZIONE RISERVATA

t a
vi eri
no libr
in

ravenna 13 settembre
palazzo rasponi

Steve Lambert (1976),


Capitalism works for me!
True / False (2011,
installazione, mixed media),
courtesy Charlie James
Gallery, Los Angeles, Usa

Lorbita di Roma

4 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

Post it

Il dibattito delle idee

di Stefano Righi

Risparmi in bottiglia
Cercate un investimento alternativo? Puntate su
una bottiglia di whisky. Purtroppo non baster
passare al supermercato se volete vedere il
valore del vostro investimento aumentare del
34% in un anno, come accaduto in Gran

Bretagna, dove nei primi sei mesi del 2015 sono


state battute in asta 20.638 bottiglie da
collezione. Il pi prezioso? Un Karuizawa,
whisky giapponese del 1960. C chi ha pagato
76.933 sterline per averne una bottiglia.

Futuro prossimo
Per lo scienziato francese ci
saranno automi in grado di
riconoscere le emozioni altrui e
le loro cause, ma non
di accettare la reciprocit.
Nessuna legislazione per
potr considerare esseri
artificiali come fossero viventi

Zaven Par (1961, Fort de lEau, Algeria),


Lindberg Flug (2002, installazione sonora.
dimensioni variabili): lartista, naturalizzato
francese, attualmente vive a Rio de Janeiro;
nel 1996 aveva creato la sua prima
marionetta elettronica seguita nel 1999
da una versione in forma digitale

I robot ci ameranno, niente paura


dal nostro corrispondente a Parigi
STEFANO MONTEFIORI

ersonalit diverse come Stephen


Hawking o Elon Musk mettono
in guardia sulla potenza e i pericoli soprattutto sociali e politici
dellintelligenza artificiale. Lo
psichiatra e psicanalista francese Serge
Tisseron, che da tempo dedica la sua ricerca alle conseguenze psicologiche e individuali delle nuove tecnologie, in questi
giorni invece ha pubblicato un saggio (Le
jour o mon robot maimera. Vers lempathie artificielle, Albin Michel) in cui riflette su come la psiche umana reagir allavvento di robot capaci di mimare le nostre
emozioni.
Lempatia artificiale un rischio per
lempatia umana?
Nellessere umano il termine empatia
designa diverse facolt: quella di identificare le emozioni dellaltro; quella di comprendere la sua rappresentazione del
mondo e dunque la ragione delle sue emozioni; infine laccettazione della reciprocit, preludio al senso morale e alla giustizia. I robot empatici saranno dotati solo
delle prime due dimensioni dellempatia.
Non potr che trattarsi di unempatia parziale, ma sufficiente a consentire diverse
forme di manipolazione. Inoltre, i robot
potranno comunicare in tempo reale ai loro produttori tutto quel che il proprietario
dir e far. Dovremo fare attenzione a non
dimenticarlo mai.
Per quando possiamo attenderci la
nascita di robot capaci di imitare i sentimenti?
Sono gi in funzione in certe case di riposo e scuole. In Giappone, il robot Pepper pensato per un uso individuale, a casa. Ci sono molte persone sole e il mercato
considerevole.
Perch offrire un robot con un cuore sar la priorit dellindustria?
La messa a punto dei robot estremamente costosa. Bisogner dunque venderne molti. E per riuscirci, lindustria cerca
gi di farci credere che provino vere emozioni. Il capo di Softbank ha presentato il
robot Pepper sostenendo che ha un cuore. Questa confusione estremamente
pericolosa.
Il rischio che preferiremo un robot
docile e soprattutto prevedibile a un essere umano incostante e umorale?
Tutto dipender da come saranno programmati. Per essere venduti in grandi
quantit, i robot saranno concepiti per
piacerci il pi possibile. Li chiamo robot
Nutella, creati allunico scopo di lusinga-

Serge Tisseron esplora lempatia fra uomini e macchine


La tecnologia porta speranze, basta non confonderla con noi

i
Il personaggio e il libro
Lo psicoanalista e psichiatra
francese Serge Tisseron
(Valence, 1948) membro del
Centro di ricerca sulla
psicoanalisi dellUniversit
Parigi VII Denis Diderot. Le
jour o mon robot maimera. Vers
lempathie artificielle (ovvero,
Il giorno in cui il mio robot
mamer. Verso lempatia
artificiale) pubblicato da
Albin Michel (pp. 208,  16)
Biblio-filmografia
Centrale nel libro Ma anche gli
androidi sognano pecore
elettriche?, scritto da Philip K.
Dick nel 1968, proprio il
rapporto tra uomini e androidi:
il romanzo stato ristampato
questanno da Fanucci
(traduzione di Riccardo
Duranti, pp. 256,  15). Dal
testo Ridley Scott ha tratto nel
1982 il film Blade Runner,
debitore anche di Metropolis,
girato da Fritz Lang nel 1927.
Tisseron cita Her (2014) di
Spike Jonze con Joaquin
Phoenix che si innamora di un
sistema operativo con la voce
di Scarlett Johansson

re il nostro gusto. Ma le tecnologie finiscono sempre per modificare il nostro funzionamento psichico e le nostre aspettative
sociali. Internet e telefonino ci hanno resi
intolleranti allattesa. Con lavvento dei
robot Nutella, finiremo per pretendere
dai nostri simili che anche loro facciano
come i robot e non ci contraddicano mai.
Lattaccamento affettivo ai robot dipende dal loro aspetto antropomorfo?
No, pensate a R2D2 in Guerre stellari.
Sembra un barile, ma noi gli prestiamo volentieri delle emozioni. Il robot Paro, che
assomiglia a una specie di piccola foca immobile coperta di pelliccia, suscita un
grande attaccamento presso gli anziani. Se
vogliamo un robot che possa cambiare
una lampadina elettrica sul soffitto al posto nostro, in quel caso che allora deve
avere due braccia e due gambe come noi.
Quali sono le strutture psichiche
umane che entrano pi in gioco nellinterazione con i robot?
La tendenza a proiettarci nellaltro e a
identificarci con laltro. Con tre rischi: la
confusione dei punti di riferimento che
danno alluomo un valore superiore rispetto alle macchine; la dimenticanza dei
rischi che i robot faranno correre alla nostra vita privata; limpoverimento delle relazioni con i nostri simili.
Tra i vari film sul tema, qual a suo
avviso quello che racconta meglio situazioni che potrebbero realmente verificarsi?
Il migliore Her di Spike Jonze. Il protagonista crede di comunicare come se
avesse davanti una vera persona, ma il robot programmato per rinviargli esattamente quel che si aspetta. Potrebbero svilupparsi un giorno forme di robot-dipendenza come si parla oggi di cyber-dipendenza. Dobbiamo cominciare a
rifletterci.
Nel suo libro lei racconta laffetto che
alcuni soldati americani hanno dimostrato di provare per i loro robot antimine. uno scherzo della mente o c
qualcosa di etico in questo atteggiamento? In futuro, in presenza di robot sempre pi sofisticati, sar ragionevole riconoscere loro una dignit, dei diritti?
Alcuni soldati americani si sono attaccati in effetti ai loro robot al punto di rischiare la vita per loro, mentre altri continuano a considerarli come delle semplici
macchine. Riconoscere dei diritti ai robot
sarebbe pericoloso, perch baseremmo il
nostro approccio legislativo su quelli tra



Tesi

UNINVENTIVA
RIPARATRICE
di DONATELLA DI CESARE

he cosa vuol dire avere una


coscienza ecologica? Non
dimenticare il futuro cos
risponde Hans Jonas sollevando per
primo, tra i filosofi, il problema del
rapporto con lambiente nellet della tecnica.
Immaginare la sventura delle
prossime generazioni il solo modo
di elaborare strategie che permettano di arginare la devastazione della
terra, inghiottita nella logica della
produzione e del consumo, ridotta a
serbatoio. Gli esseri umani sono ormai da tempo pazienti e medici di un
male che hanno autonomamente
prodotto. Ma per quanto possa essere acuta, la coscienza ecologica di
fronte agli interessi dellindustria,
alle necessit energetiche, alle esigenze del mercato, sembra risolversi
in belle parole e buoni propositi.
Pur dovendo vivere allombra di
una incombente calamit, non si
dovr tuttavia cedere alla rassegnazione. Non si tratta di fare, inventare, creare. Per troppo tempo la creativit umana si contrapposta al
creato. La natura non pu pi sopportare la nostra inventiva. Da tempo lancia segnali inequivocabili.
Assumersi una responsabilit verso
lecosistema vuol dire chiedersi in
che modo, con quella stessa inventiva, si possa accogliere il compito che
ancora resta: la riparazione del mondo.
RIPRODUZIONE RISERVATA

noi che sono pi portati a fare confusione.


lerrore che compie a mio avviso Kate
Darlin, la ricercatrice del Mit: propone che
delle leggi proteggano i robot contro i maltrattamenti, non per il dolore che i robot
stessi potrebbero provare, ma in ragione
del dolore che i loro proprietari potrebbero sentire, credendo che soffrano. Secondo me questo non farebbe che aggravare il
rischio di confusione tra simulazione e vere emozioni, e tra i robot e le creature sensibili che sono gli animali e gli umani.
Per chi non crede allanima, e considera luomo come un insieme di materia, organi e circuiti nervosi, il robot potrebbe servire anche a soddisfare il sogno umano di creare la vita?
S, certamente. A mio parere, la sua
creazione risponde innanzitutto al desiderio di raggruppare tre regni che lessere
umano stato obbligato a separare sin dalle origini: i suoi simili, con i quali comunica attraverso la voce e le espressioni; gli
oggetti, che crea e padroneggia; e infine le
immagini, che luomo si aspetta agiscano
da intermediarie tra lui e i mondi invisibili. Una volta creati dei robot umanoidi ai
quali potremo dare lapparenza di una persona amata scomparsa, per esempio, questi tre regni saranno riuniti. Chi tra noi
vorr credere che quel robot sia un essere
vivente potr farlo, ma nessuna legislazione dovr mai assecondarlo.
Lei si considera pi affascinato o preoccupato dallavvento dei robot dotati di
empatia? pi ottimista o pessimista
davanti allo spazio assunto dalla tecnologia nelle nostre vite?
I robot sono portatori di speranze formidabili, soprattutto nel campo della sanit e delleducazione, ma a condizione che
noi si sia in grado di anticipare il loro avvento. Le leggi e leducazione sono sempre
in ritardo sulla tecnologia, e spesso le persone che sviluppano una tecnologia non
pensano alle implicazioni legali e etiche
delle loro creazioni. Dobbiamo incoraggiare la costruzione di robot che favoriscano le relazioni tra gli uomini. Per questo i
software che domani equipaggeranno i
robot dovranno essere oggetto di un largo
dibattito pubblico. Serviranno delle misure in favore dellopen source e della protezione della vita privata. E dovremo insegnare ai nostri figli a programmare queste
macchine secondo i loro desideri, senza
perdere mai il gusto dellumano.
@Stef_Montefiori
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6 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

Due parole in croce

Il dibattito delle idee

di Luigi Accattoli

Bergoglio contro gli escalofonisti


Il Papa li aveva chiamati arrampicatori (23
aprile 2013), carrieristi e nepotisti (22 maggio
2013), cristiani vantaggisti (5 giugno 2014); e
aveva suggerito loro di andare verso il Nord e
fare lalpinismo invece di venire in chiesa per

Storia Guerra in Vietnam e corsa alla Casa Bianca del 1968. Cos
la sete di potere trad linteresse nazionale (prima del Watergate)

Scrupoli zero:
laltro caso Nixon

DON FULSOM
Treason. Nixon
and the 1968 Election
PELICAN PUBLISHING
Pagine 336, $ 32.95

di MARCELLO FLORES

otizie di un comportamento
scorretto di Richard Nixon, nelle elezioni presidenziali del
1968, per sconfiggere il democratico Hubert Humphrey, erano apparse fin dalle settimane successive
su alcuni organi di stampa. Il Washington
Post e il Chicago Daily News riferivano
di legami intercorsi tra laspirante presidente, allepoca un privato cittadino, e il governo del Vietnam del Sud. E nel gennaio
1969, quando Nixon non si ancora insediato alla Casa Bianca, il St. Louis Post-Dispatch titola in prima pagina: I colloqui
di pace sono stati rinviati da Saigon in seguito a pressioni repubblicane?
Un libro recente, scritto da un giornalista
che aveva seguito nel 1968 la campagna di
Nixon e insegna adesso allAmerican University, Don Fulsom, racconta in ogni dettaglio la vicenda, sulla base di documenti
che sono stati via via declassificati. E sostiene, come recita il titolo Treason, che si tratt di un vero e proprio atto di tradimento,
come oggi ritengono alcuni costituzionalisti intervistati e come allora lo giudicarono

il presidente uscente Lyndon Johnson e il


leader della minoranza (repubblicana) in
Senato, Everett Dirksen in una telefonata
che si pu adesso ascoltare. Johnson: Non
dovrebbero fare una cosa simile. Questo
tradimento. Dirksen: Lo so.
La campagna elettorale del 1968 era stata
tutta incentrata sulla guerra in Vietnam e,
dopo lassassinio di Robert Kennedy in giugno, la convention democratica di Chicago,
teatro di proteste e violenze, aveva scelto
Humphrey contro il candidato pacifista
Eugene McCarthy. Johnson aveva annunciato in marzo che non si sarebbe ricandidato e si era dedicato, da allora, a cercare di
trovare una soluzione per la guerra, la principale preoccupazione per gli elettori americani. Nel maggio erano iniziati i colloqui
di pace a Parigi, accompagnati da una riduzione dei bombardamenti e in settembre i
dirigenti comunisti di Hanoi avevano accettato che sedesse al tavolo anche il governo di Saigon. Ma solo il 31 ottobre, a una
settimana dalle elezioni, che Johnson annuncia la fine dei bombardamenti sul Vietnam del Nord, per accelerare un risultato

arrampicarsi (5 maggio 2014). Ma ora non


potendone pi, c da supporre Bergoglio ha
lanciato un neologismo imparabile e li ha
chiamati escalofonisti (3 settembre 2015): da
escala, cio scalatori. Come a dire: non ho parole.

Stefan Brggemann
(1975; Mexico City),
No in 12 different colours
(2009, neon): nel 2012
Brggemann era stato
tra i protagonisti al Macro
di Roma della Neon.
La materia luminosa dellarte

tangibile. Inaspettatamente, per Johnson e


gli Usa, il 2 novembre il capo del governo
sudvietnamita, Nguyen Van Thieu, annuncia che si rifiuta di andare a Parigi.
Che cosa era successo? Nixon era riuscito
a convincerlo attraverso loperazione
Little Flower, gestita dalla dragon lady cinese Anna Chennault, vedova di un generale americano di attendere la propria elezione per avere un accordo pi favorevole,
sabotando cos il tentativo di Johnson. A informare Nixon dellandamento dei colloqui
di Parigi era uno degli inviati di Johnson,
Henry Kissinger, che raggiunse proprio

con Nixon lapice della propria influenza


politica.
Johnson e Humphrey non parleranno
dellaccaduto, per paura di indebolire il loro Paese, mentre Nixon riprese la guerra,
lampli con i bombardamenti in Cambogia e divenne poi il primo presidente costretto alle dimissioni della storia Usa. Il
primo ufficio che i suoi uomini scassinarono nellazione illegale che provoc il caso
Watergate fu quello di Larry OBrien, che
Johnson e Humphrey avevano messo a parte di quanto successo nel 1968.
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CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

Segnali di fumo
di Alessandro Trevisani

Il dibattito delle idee

Agatha Christie sulla china


A 36 anni Agatha Christie assapora il successo
e la felicit con un marito sposato di corsa, poco
prima che lui parta per la Grande guerra. Ma
ecco che la scrittrice scompare una notte di
dicembre. Di lei resta lauto, abbandonata sulla

riva di uno stagno. Che fine ha fatto la giallista?


Anne Martinetti e Guillaume Lebeau affidano
Agatha. I misteri di una vita (Edizioni Bd, pp. 120,
 15,90) alle chine di Franc, per un fumetto stile
ligne claire a met tra Herg e Satrapi.

Intervista Il filologo dantista ha scritto un giallo e apprezza Radio Deejay. Non ama invece la satira politica, per la quale ha vinto un premio

Renzi funziona. Fabio Volo di pi


di TERESA CIABATTI

Claudio Giunta: il premier parla da semplificatore puerile


ma al governo non servono i pensierosi, ci vuole entusiasmo
linguaggio, la determinazione di quando aveva venticinque anni pu essere un
coglione infrequentabile, uno di quelli
che si schiantano facendo bungee jumping. O pu essere un condottiero.
Mi sembra chiaro in quale delle due
categorie cada Renzi. Credo che non sia
mai rimasto sveglio la notte a domandarsi:
ma non star sbagliando tutto? Del resto
anche Napoleone mica stava sveglio.
Berlusconi?
Stava sveglio.
Lei scrive un romanzo giallo, Mar
Bianco, in cui fa sparire tre uomini tormentati, non tre entusiasti. forse un
modo di stare dalle parte degli entusiasti
pur essendo tormentato?
Pi semplice: il tormento dei tormentati genera dramma. E in un giallo serve un
dramma che inneschi lazione.
Perch ha scritto un giallo?
Volevo provare a fare qualcosa di simile
a La donna della domenica di Fruttero e



ormalista, filologo medievista,


oggi tra i pi importanti studiosi di Dante, Claudio Giunta,
44 anni, distingue da una
parte il professore universitario, dallaltra il saggista-scrittore. Perch
Giunta, oltre agli scritti accademici, tra cui
un commento alle Rime di Dante Alighieri
per i Meridiani Mondadori, scrive saggi, e
adesso anche un romanzo giallo Mar Bianco (Mondadori). Per lultimo saggio Essere
#matteorenzi (Il Mulino) ha appena vinto il
premio Satira Politica Forte dei Marmi.
La sua satira politica?
Non mi piace la satira politica, non mi
fa ridere, e non saprei farla.
Che cos allora Essere #matteorenzi?
Una specie di etnografia, un tentativo
di descrivere Renzi da osservatore partecipe: un quadro quadretto, poche pagine
il pi possibile oggettivo, ma con me
dentro.
Dov lei, nel libro?
Sono la voce che racconta e tenta di far
ridere, e sono la contro-voce che nel libro
si chiama amico snob.
Come nasce lidea?
Ero a Trento quando Renzi venuto al
Festival dellEconomia. Da allora ho iniziato a studiarlo: sono andato alla Leopolda,
mi sono letto i suoi libri, buono quello in
cui ripubblica le email scritte quandera
presidente della Provincia, molto meno
quelli pi programmatici, quelli con un
tentativo di visione; poi ho ascoltato i
suoi discorsi, visto i suoi interventi televisivi.
Che cos la simpatia di Renzi?
Nel libro dico che Berlusconi era un
raccontatore di barzellette, Renzi un battutaro. Con un repertorio di battute di livello medio basso anche per un uomo politico, battute che persone normali, in condizioni normali, accoglierebbero alzando
gli occhi al cielo: sine qua non, cio siamo
qua noi (risata), condivido la mia opinione (risata).
Autoironico?
Per finta. Il sottotesto sempre: guardate come sono autoironico, anche se potrei prendermi infinitamente sul serio.
Lo definisce un entusiasta, giusto?
Sempre nel libro dico che non c altro
presidente del Consiglio nella storia re-

i
Il professore
Nato a Torino nel 1971,
Claudio Giunta (nella foto)
insegna Letteratura italiana
allUniversit di Trento.
Filologo medievista, ha
curato con Guglielmo Gorni
e Mirko Tavoni il Meridiano
Mondadori con le Rime di
Dante (2011). Visiting
professor in varie universit,
ha pubblicato per il Mulino
un libro sul Giappone, Il
Paese pi stupido del mondo
(2010), e la raccolta di saggi
Una sterminata domenica
(2013). Si inoltre occupato
del mercato dellarte in Come
si diventa Michelangelo
(Donzelli, 2011). Con Essere
#matteorenzi (Il Mulino,
2015, pp. 80,  8), ha vinto
il premio Satira Politica Forte
dei Marmi. appena uscito il
suo romanzo giallo Mar
Bianco (Mondadori,
pp. 286,  19,50 )

Tra le righe
Scherzando il leader del Pd
sottintende: Guardate
come sono autoironico,
anche se potrei prendermi
infinitamente sul serio

pubblicana a cui Marcello Maloberti


si adattino meno (1966), Amen (2012 bene aggettivi co- neon rosso, courtesy
me tormentato o dellartista, Galleria
introspettivo. Per- Raffaella Cortese, Milano.
sino Veltroni ha i
suoi luoghi oscuri, e li infila nei romanzi.
Renzi no. A Matteo Renzi estranea lidea
di conflitto. La descrizione delle cose umane che offre ai suoi ascoltatori quasi sempre una descrizione polare, manichea,
puerilmente semplificatoria: ci sono i buoni professori e i cattivi professori, e perch
la scuola funzioni bene sufficiente tenere
i buoni e licenziare i cattivi; ci sono i ricchi
e ci sono i poveri, e il problema della povert si risolve convincendo i ricchi ad essere
generosi.

Nel libro lamico snob, che critica


Renzi, chi rappresenta?
il disilluso, quello che sa, perch ha
studiato, che le cose sono infinitamente
pi complicate di come dice Renzi, e quindi finisce per essere un pessimista, uno votato allinazione. Sono io, appunto, nei
miei momenti di cattivo umore.
Una critica a Renzi dellamico snob?
Nel libro gli faccio dire Questo uno
che dice Ci metto la faccia! uno che dice
che quando il tal dei tali parla di Firenze
deve sciacquarsi la bocca! Lo so che assurdo, ma quando in treno sento la voce
dellaltoparlante che dice Concediti una
pausa di gusto!, io penso a Matteo Renzi.
Quando il cameriere al bar dice bollicine
invece di spumante, a me viene in mente la
faccia di Matteo Renzi...
E lamico snob non ha ragione?
Non ha ragione se si parla di politica,
che un ambito della vita in cui le paturnie
degli intellettuali non hanno senso, e lentusiasmo pu contare pi dellintelligenza.
Uno slogan renziano come LItalia deve fare lItalia allamico snob fa venire voglia di
vomitare, e un po anche a me, ma se funziona....
Un politico deve essere ottimista?
Non pu vivere contro il proprio tempo. Un intellettuale pu: a volte deve, persino.
Nel libro scrive che un quarantenne
che conserva la mentalit, la frenesia, il



Tesi

KIM MISSIONARIA
VS. KIM FANATICA
di MARCO VENTURA

a passato cinque notti in prigione


Kim Davis, per essersi rifiutata di
registrare matrimoni tra coppie
dello stesso sesso. In quanto ufficiale di
stato civile nel Kentucky, Kim era tenuta
a garantire a quelle coppie il diritto alle
nozze riconosciuto loro dalla Corte suprema. In quanto cristiana, si sentiva in
obbligo di non cooperare al male, di non
consentire lodiosa estensione del matrimonio a relazioni contro natura.
Il giudice federale Benning ha disposto
la reclusione e ha poi rilasciato Kim,
intimandole di non interferire con la
registrazione dei matrimoni gay. Per chi
la pensa come il giudice, la cella in cui
stata rinchiusa Kim la necessaria risposta a una libert religiosa falsa: in nome
della quale lannuncio del missionario si
trasforma nellaggressione del fanatico.
Per Kim Davis, invece, in quella cella s
voluta rinchiudere la libert religiosa
vera. Quella in nome della quale il credente adempie la volont del Creatore.
Alle migliaia di sostenitori che al suono di Eye of the Tiger lattendevano fuori
del carcere, la donna ha rivolto un commosso appello a render gloria a Dio, e a
non mollare. Serviamo il Dio vivente,
ha scandito Kim al microfono: Egli qui
e sa esattamente perch ciascuno di noi
qui.
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Lucentini. Non ci sono riuscito, venuta


fuori unaltra cosa, pi nera.
Chi lei: un accademico, un saggista,
o uno scrittore?
Io passo quasi tutto il mio tempo a studiare, leggere tesi, preparare lezioni, parlare con gli studenti. Poi scrivo cose non accademiche.
Cosa la impegna di pi?
Una volta Roberto Gervaso intervist il
tennista Bjrn Borg e gli chiese: La impegna di pi un set con McEnroe o un set con
Connors?. E Borg: Mimpegna tutto, anche un set con mio nonno.
Il racconto-saggio su Radio Deejay nel
suo libro Una sterminata domenica,
quanto studio ha richiesto?
Ascolto sempre Radio Deejay, ogni
mattina. Per scrivere il saggio ho solo aumentato la dose. Ero in Australia a insegnare, e al pomeriggio ascoltavo i podcast,
2-3 ore al giorno per un mese.
Perch scrivere di Radio Deejay?
Perch mi piace, e a me piace scrivere
delle cose che mi piacciono, mi piace elogiare: molto pi facile criticare, invece
elogiare, spiegare perch una cosa buona, pi difficile. E poi perch la radio merita di essere studiata, specie se una radio
che ha milioni di ascoltatori.
Ma se tutti da Matteo Renzi a Linus
sono un buon soggetto di studio per
letnografo, su Fabio Volo lei si sbilancia
di pi, perch?
Il modo in cui Fabio Volo fa la radio
(anche la Tv) praticamente perfetto. Per
c una lunga nota in cui distinguo bene
professoralmente, com giusto il deejay dallo scrittore.
Esiste un rapporto fra Radio Deejay e
Matteo Renzi?
Vuol dire se c una ragione per cui uno
si occupa di Radio Deejay e insieme di
Matteo Renzi? No, sbagliato cercare sempre la connessione.
Perch?
Non c nessun bisogno di far tornare
tutto, dimostrando che ogni singola pagina che si scrive un frammento di qualche
colossale Intero. Non c nessun Intero,
nessun principio ispiratore o organizzatore, almeno nel mio caso. Semplicemente,
mi interessano molte cose molto diverse
tra loro. Come a tutti.
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8 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA

SCOPER
TE

di MARIA FILOMENA LORETO

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

Ecco la mappa delle isole fredde


Un tempo emerse, ora sinabissano
tudi condotti negli ultimi decenni
nellOceano Atlantico e Indiano hanno
svelato un fondale costellato da lunghe
catene montuose le cui cime rocciose,
emerse per alcuni periodi, vivono una vita
da isola, ospitando colonie di uccelli marini
(sule e sterne) e grossi granchi. Queste isole,
dette fredde, sono fondamentali nel ciclo
migratorio di molte specie marine. Recenti
studi, condotti dalla giovane ricercatrice
Camilla Palmiotto presso lUniversit di

Bologna e lIsmar-Cnr di Bologna, hanno


permesso di ricostruire la loro evoluzione.
Attraverso lanalisi morfologica,
morfotettonica (da sismica a riflessione) e
geochimica (datazioni isotopiche dello
stronzio) stato possibile individuare e
datare diverse di queste isole fossili. La pi
famosa la Vema (Oceano Atlantico), lunga
pi di 50 chilometri e larga solo 3, che
fiancheggia lomonima faglia trasforme. Ma
perch queste isole sono dette fredde?

Queste isole subiscono una tettonica di tipo


verticale: dal fondale oceanico risalgono fino
ad emergere oltre il livello del mare lungo
profonde fratture, le faglie trasformi. Sono
quindi formate da materiale di crosta
inferiore e mantello superiore, e non da
rocce vulcaniche calde. stato osservato
che queste paleoisole, un tempo emerse,
vengono erose e troncate dallazione del
mare, divenendo per un certo periodo
piattaforme carbonatiche, per poi
inabissarsi. Le attuali isole San Pietro e
Paolo, appartenenti al Brasile, presenti lungo
la faglia trasforme San Paolo (Atlantico) e
con le quali i dati delle paleoisole sono stati
Stormi sulle isole di San
confrontati, nei prossimi milioni di anni
Pietro e Paolo (foto concessa vivranno lo stesso fato.

dal dottor Enrico Bonatti)

Orizzonti

RIPRODUZIONE RISERVATA

Marco Petrella il #twitterguest


Marco Petrella (Roma, 1958) illustratore e
disegnatore di fumetti. Ha collaborato, tra le altre
testate, con Cuore e nel 2013 ha pubblicato
Stripbook (Edizioni Clichy), raccolta delle
recensioni disegnate uscite ogni settimana su
lUnit per una decina danni. Nel 2014 alla
galleria Nuages di Milano ha esposto nella
collettiva Booking accanto a Moebius, Muoz,
Altan, Semp, Toppi. Da oggi su Twitter consiglia
un libro al giorno ai follower de @la_Lettura.

Nuovi linguaggi, scienze, filosofie, religioni

Fisica Flatlandia non pi solo letteratura ma un eccezionale filone di ricerca

La rivincita
del mondo piatto
di LUCIA SORBA

a rivista Nature, in un articolo dello scorso


giugno spiritosamente intitolato 2D or not 2D,
stima che possano esistere circa 500 materiali
bidimensionali, contando oltre al grafene e
ai materiali composti da un solo elemento, come silicene, fosforene, germanene anche altre tipologie come i singoli strati di ossidi metallici e di cristalli
detti dicalcogenoidi di metalli di transizione. Potremmo definirla la rivincita di Flatlandia, nel senso
che gli scienziati si stanno chiedendo ormai gi da un
secolo come mai il mondo che conosciamo abbia tre dimensioni e che cosa succederebbe se ne togliessimo
una, un po come si narra nel racconto fantastico scritto
da Edwin Abbott nel XIX secolo, Flatlandia, in cui un
mondo piatto entra in contatto con un essere in tre
dimensioni (3D). Dopo tanti anni di grande successo,
sia tra gli studenti e gli studiosi affascinati dal curioso
approccio a una problematica di fisica cos importante,
sia tra i critici e i semplici lettori che hanno invece visto nel racconto una sorta di satira letteraria della societ vittoriana e del positivismo, oggi Flatlandia potrebbe
conoscere un successo del tutto impensabile per il suo
autore. Da inquietante invenzione distopica nel mondo creato da Abbott non si sta affatto bene, vigono un
rigido classismo e unottica limitata che riduce tutto a linee a prefigurazione di una realt fisica che prospetta
possibilit di sviluppo anche materiale di straordinario
interesse.

Questa evoluzione un dono della meccanica quantistica che, sin dallinizio del XX secolo, ha permesso di
sviluppare modelli per comprendere almeno a livello teorico la cosiddetta bassa dimensionalit, cio che cosa accade nella materia quando una delle sue dimensioni si riduce fino allordine dei nanometri (i milionesimi
di millimetro). Successivamente, i fisici hanno imparato
a realizzare dispositivi bidimensionali (2D) inserendo in
una matrice di sostegno pochi strati atomici di un mate-

Sono circa 500 i materiali sottilissimi


estesi su un singolo strato atomico
E aprono un universo di opportunit
riale, per cui gli elettroni sono costretti a muoversi soltanto su due dimensioni.
Va chiarito che per i fisici esiste una differenza pratica
fondamentale tra un oggetto bidimensionale e uno tridimensionale: nel primo caso, la terza dimensione consente di controllare e manipolare le propriet delloggetto, cosa che nella normale tridimensionalit non
permessa, poich non abbiamo una quarta dimensione.
Cosa significa, in concreto? La corrente elettrica che attraversa un dispositivo a due dimensioni, per esempio,
essendo confinata in un piano controllabile sia dallo
spazio superiore, sia da quello sottostante; ci ha avuto
un enorme impatto tecnologico e ha permesso di realizzare transistor ultraveloci utilizzati oggi nei nostri cellulari e computer.
Al di l dellenorme interesse teorico, quindi, gli studiosi hanno da tempo previsto per questi materiali prospettive applicative di grande utilit. La ricerca in questo
settore per di estrema difficolt: non basta prendere
una sorta di mattarello per appiattire la materia e anche i primi dispositivi, che pure possedevano propriet
bidimensionali, erano in realt sempre oggetti in tre dimensioni, poich per molto tempo non siamo riusciti a
isolare i pochi strati atomici del materiale piatto dalla
matrice estesa in cui erano inseriti. Anzi, la teoria prevedeva che essi nel mondo tridimensionale non potessero
essere stabili, cio esistere indipendentemente dalla
materia normale in cui venivano intrappolati.
Le cose sono cambiate una decina di anni fa, quando
stato scoperto un metodo per isolare un solo piano
atomico di carbonio da un cristallo di grafite, il grafene.
Questo risultato che nel 2010 valso il premio Nobel
per la fisica ad Andre Geim e Konstantin Novoselov, due
fisici dellUniversit di Manchester ha suscitato grande interesse nel mondo scientifico e non solo, poich ha
permesso di ottenere un materiale con caratteristiche
uniche: ottimo conduttore elettrico, trasparente alla luce, flessibile, leggero ed estremamente stabile. Nel frattempo abbiamo capito anche che il grafene che maneggiamo nei laboratori stabile grazie a unimpercettibile

Il convegno
Grafene e materiali
bidimensionali sono il tema
del workshop internazionale
GraphITA, in programma
presso larea del Consiglio
nazionale delle ricerche di
Bologna (via Piero Gobetti,
101) da domani, luned 14,
fino al 18 settembre. Oltre
260 tra scienziati e tecnici,
provenienti dalla ricerca
pubblica e dallindustria,
discutono di ricerca e
impiego tecnologico. Il
programma spazia dalla
scienza ai progressi nella
sintesi e produzione del
grafene, fino alle
applicazioni nei settori
dellenergia, dei materiali
compositi, dellelettronica
flessibile e allinterazione
con la materia vivente.
Previsto il lancio di
Graphene Factory, nuovo
portale che offre ai suoi
utenti contenuti e
informazioni su grafene e
materiali bidimensionali
Lautrice
Lucia Sorba direttore
dellIstituto
di nanoscienze del Cnr

corrugazione, come a dire che nel mondo reale un singolo piano atomico pu esistere solo se la sua natura bidimensionale diviene imperfetta. Da allora la ricerca
sul grafene e sui materiali bidimensionali decollata.
Non a caso, lavorano nel settore anche tanti ricercatori
italiani e ben 16 istituti del Consiglio nazionale delle ricerche. E lUnione europea ha disposto per la ricerca sul
grafene una Flagship con finanziamento di un miliardo di euro che ci si augura porti, nellarco di un decennio, a ulteriori, sostanziali avanzamenti: vi partecipa
una compagine che comprende in totale 23 partner italiani, la presenza nazionale pi cospicua (tra cui il Cnr
con gli Istituti nanoscienze, per la microelettronica e i
microsistemi e per la sintesi organica e fotoreattivit), e
142 tra universit, istituti di ricerca e imprese provenienti da 23 Paesi.

Lisolamento del grafene stato facilitato da una propriet della grafite, che un cristallo di Van der Waals,
cio composto da piani atomici sovrapposti debolmente legati tra di loro. Questa propriet in realt sfruttata
inconsapevolmente quando scriviamo con una matita
su un foglio di carta: lattrito della mina che scorre sul
foglio sufficiente a rompere i deboli legami tra i piani
atomici, che si sfaldano e restano sulla carta a formare la
traccia scura.
Tra i materiali tridimensionali esistono metalli, semiconduttori e isolanti, quindi con propriet molto diverse tra di loro. Anche i materiali a due dimensioni esprimono peculiarit assai differenti: per esempio, il grafene un semimetallo i cui elettroni si muovono nel piano
come se non avessero massa e pertanto potrebbe essere
utilizzato in transistor ad alta frequenza, mentre il fosforene un semiconduttore e potrebbe essere molto pi
adatto per applicazioni in transistor a basso consumo
energetico. Negli ultimi anni, per, singoli piani atomici
sono stati ottenuti anche da altri cristalli Van der Waals,
come il bisolfuro di molibdeno (MoS2) e il nitruro di bo-

CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

ILLUSTRAZIONE
DI FRANCESCA CAPELLINI

Geometria I frattali nei fiocchi di neve e altri segreti

Le dimensioni
non finiscono mai
di GIULIO GIORELLO

La versione di Pratchett

Ma no, la realt un disco


di CRISTINA TAGLIETTI

he il mondo sia piatto lo sanno bene i lettori di Terry


Pratchett (ragazzi ma non solo), che da sempre se lo
immaginano come un disco circolare sorretto da quattro
elefanti appoggiati sul dorso di una enorme tartaruga che gira
nello spazio. La saga del Mondo Disco (in Italia uscita da
Salani e Tea) arrivata all ultima puntata, quarantunesima
della serie, direttamente in testa alle classifiche inglesi. The
Shepherds Crown ha venduto oltre 50 mila copie in tre giorni
ed esce a sei mesi dalla scomparsa del suo autore. I libri di
Pratchett offrono, attraverso la non banale declinazione
comica del fantasy, una satira sui clich della letteratura e su
temi sociali, religiosi, culturali. I suoi maghi sono inetti, i lupi
mannari vegetariani, gli elfi cattivi, gli alchimisti inventano Holy
Wood, la Morte viene licenziata. Pratchett cavalca tutti i temi,
dalla storia antica al femminismo, dal totalitarismo alla societ
dei consumi. Pu essere spietato o demenziale, ma piatto mai.
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ro (BN). Tutti questi materiali bidimensionali stanno


consentendo di realizzare nuovi sistemi con propriet
ancora diverse dai materiali originari che li costituiscono, a confermare gli straordinari orizzonti che questo
settore di ricerca dischiude.
La prossima sfida che molti scienziati immaginano ,
paradossalmente, di partire dai materiali bidimensionali per costruire nuovamente strutture tridimensionali, impilando strati di differenti materiali 2D ognuno
con propriet diverse. Lobiettivo ottenere dispositivi
completamente nuovi: veri e propri materiali mai esistiti prima, con potenzialit ancora inedite. Altra idea
esplorata di recente quella di ridurre ulteriormente la
dimensionalit, ritagliando strisce sottilissime dal
piano atomico e creando cos anche mondi a una dimensione e quindi oggetti con propriet ancora diverse.
In particolare, strisce di grafene potrebbero essere lelemento base di transistor per dispositivi superpotenti di
nuova generazione.
Se nel racconto di Flatlandia gli abitanti sono delle figure geometriche che si muovono su un piano e lincontro con la sfera proveniente da Spacelandia provoca una
reazione di sconvolgimento, diciamo per restare alla
metafora letteraria di Abbott che la ricerca scientifica
sembra voler rendere possibile un dialogo tra mondi
a diverse dimensioni.
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offia un vento di ribellione


contro la tracotanza che
vorrebbe limitare le dimensioni a due o tre o a
qualsiasi numero che non
sia infinito. Esclama cos il protagonista di Flatlandia (1884), racconto a pi dimensioni dovuto alla fantasia del versatile reverendo
Edwin Abbott (1838-1925). Leroe
della storia (disponibile in italiano
in tre edizioni: Adelphi, a cura di
Masolino dAmico; Bollati Boringhieri, a cura di Michele Emmer;
Einaudi, a cura di Claudio Bartocci)
un Quadrato, che invita i lettori a
immaginare un enorme foglio di
carta in cui Linee Rette, Triangoli,
Quadrati, Pentagoni, Esagoni e altre figure si muovono liberamente
per tutta la superficie, senza per
avere il potere di elevarsi al di sopra
di essa o sconfinare al di sotto. A
lungo, non diversamente dai suoi
compatrioti, questo Quadrato pensante ha ritenuto che Flatlandia
coincidesse con lintero universo.
Un giorno lincontro con un essere
tridimensionale, una Sfera che ha
attraversato quella superficie piana, lo ha costretto ad ammettere
che nel cosmo ci sono pi cose di
quante ne sogni la misera filosofia
del suo Paese. Lo straniero gli ha
comunicato una sorta di Vangelo
delle tre dimensioni; anzi, perch
non ammetterne una quarta? E perch limitarsi a un numero finito?
Con queste domande scandalizza la
stessa Sfera che lo ha ammaestrato,
per la quale dimensioni superiori a
tre non sono che passatempi
mentali! Lallegoria di Abbott diventa cos come scrive Bartocci
unopera plurivoca, che riunisce in s conoscenza, politica e teologia.
Negli stessi anni in cui il racconto di Abbott veniva offerto al pubblico, i matematici avevano gi cominciato a svincolare la geometria
dalle ristrettezze dello spazio dellesperienza quotidiana. Cos Bernhard Riemann, nella dissertazione Sulle ipotesi che stanno alla base della geometria (1854), aveva ridefinito la disciplina come lo
studio dello spazio con un numero
qualsiasi di dimensioni. Se i punti
di un piano sono identificati da due
numeri e i punti dellusuale spazio
tridimensionale da tre, per analogia i punti di uno spazio a n dimensioni sono identificati da n
numeri; n quella che oggi i matematici chiamano dimensione topologica, perch una deformazione continua senza strappi e incollature (come si vuole in topologia) la
lascia invariata.
La Quarta Dimensione era ancora considerata, alla fine dellOttocento, una regione ove potevano
aggirarsi spettri e fantasmi come sostenevano spiritisti tipo
Alfred Russel Wallace, lestroso
concorrente di Darwin, o Arthur
Conan Doyle, linventore del razionale Sherlock Holmes o prendere forma le immaginarie escursioni
della Macchina del tempo (1895) di

H.G. Wells. Pochi anni dopo quella


elusiva dimensione avrebbe fornito
ladeguato scenario per la relativit
di Einstein. In una conferenza del
1908 Hermann Minkowski avrebbe
proclamato che lo spazio in s e il
tempo in s erano destinati a svanire come pure ombre, e solo una forma di unione tra i due avrebbe conservato una realt indipendente.
Non stata questa lunica modalit in cui sono proliferate varianti
della nozione di dimensione. Il
fiocco di neve ideato nel 1904
dallo svedese Helge von Koch definito come il limite di una successione di curve ottenute iniziando
con un triangolo equilatero e dividendo a ogni passo ciascuno dei lati in tre parti uguali, rimuovendo
quindi le parti centrali e sostituendole con due segmenti di uguale
lunghezza che vengono cos a formare nuovi triangoli equilateri, rivolti verso lesterno e pi piccoli. Se
dividiamo un oggetto geometrico
in N parti, uguali per forma alloriginale, ma rimpicciolite di un fattore r, possiamo definire una nuova
dimensione data dal rapporto del
logaritmo di N col logaritmo di r.
Nel caso di una figura euclidea come il Quadrato di Abbott, questa
dimensione coincide con quella topologica. Ma per la curva di Koch,
essendo N=4 e r=3, il rapporto dei
logaritmi risulta 1,26 e la nuova
dimensione non pi un numero
intero, ma un numero reale, opportunamente approssimato da una
frazione. Per questo un oggetto del
genere detto frattale.

La realt, ancora una volta, batte


la fantasia: i frattali non sono pure
astrazioni. Infatti, servendosi di
occhio, di mano, e poi del computer, il matematico Benot Mandelbrot (1924-2010) ha trasformato le
intuizioni di Koch e altri pionieri in
una disciplina coerente e ha rivelato che i frattali (il termine suo) sono davvero ubiqui. Oltre ai fiocchi
di neve, sono tali le nuvole, i fulmini, le catene dei monti, gli alberi
e basta rivolgerci al nostro ortolano
per un frattale di dimensione allincirca 2,3: il cavolfiore.
Mandelbrot, che si autodefinito (nellautobiografia pubblicata
postuma, edita in Italia nel 2014 da
Rizzoli col titolo La formula della
bellezza) un profugo dellintelletto, potrebbe essere lui stesso il
soggetto di un racconto a pi dimensioni. Come Flatlandia solo
un frammento del cosmo, anche il
Paese elegante e semplice, ove le
curve sono tutte lisce, solo una
piccola regione del pi complesso
e pi ricco mondo delle figure
complicate e rugose. Mandelbrot si lamentato di non aver
nemmeno subito un processo per
eretica sedizione! Ma nel campo
dellinvenzione matematica come gi intuiva Abbott non esiste
alcuna ortodossia.
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10 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 11

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

Sopra le righe

Orizzonti Estetica

di Giuseppe Remuzzi

Sporcarsi fa bene alla salute


Ci laviamo troppo? Forse s, al punto che i
bambini delle fattorie, che vivono fra la polvere
e a contatto con la terra, si ammalano meno di
altri (di asma e malattie respiratorie, il lavoro
su Science). Perch? C endotossina nelle

fattorie una componente della parete dei


batteri che li protegge e centra anche il
sistema immune. Insomma, ai bambini giocare
almeno qualche volta nella terra e nella polvere
senza paura di sporcarsi dovrebbe far bene.

Visioni e percezioni
Il proliferare infinito di
icone suscita riflessioni
apocalittiche o
rassegnate. Horst
Bredekamp le affronta
criticamente ma si
dimentica del web

Isaac Julien (Londra, 1960), Ten Thousand Waves


(2010): linstallazione dellartista-filmaker (finalista
nel 2001 del Turner Prize) si basa sulla immersione
totale del visitatore ottenuta grazie alla continua
proiezione di immagini su nove maxi schermi

di VINCENZO TRIONE

mmagini ovunque. Ci ossessionano. Ci


assediano. Spesso esito parossistico
dellindustria dellintrattenimento, si
insinuano nella nostra quotidianit attraverso vari dispositivi: giornali,
smartphone, web. Ci avvolgono e ci dominano. Si propagano disegnando lidentit delliconosfera attuale. Violano ogni aura, ogni
staticit. Si consegnano come motivi migranti, indifferenti alla site specificity. Circolano e si moltiplicano, trasgredendo ogni
autorit e ogni autenticit. Simulacri che
non sostano mai, tendono a essere dappertutto. Alimentano un caos indistinto nel
quale confluiscono eventi minimi di breve
durata. Come uno sciame di insetti che volano in ogni direzione e trasmettono un fitto
vociare.
Intorno a noi, un profluvio di icone pronte a essere immediatamente consumate.
Senza profondit, prive di ogni spessore poetico e semantico, non sbocciano n risplendono: semplicemente esistono. Appena ne affiora una, subito viene sostituita da
unaltra e da unaltra ancora, in un corteo che
non ci lascia il tempo di riflettere. Anche se,
talvolta, nellepoca della mediacrazia, alcune immagini permangono, imponendosi
nella nostra memoria, fino a influenzare gesti e relazioni: sono immagini il cui valore
pu essere, di volta in volta, testimoniale,
simbolico, propagandistico. Tra i casi pi
recenti, gli scatti che documentano le di-

Noi le creiamo, loro vivono da sole


Senza immagini la realt non c
struzioni archeologiche dellIsis e quelli che
ritraggono il bambino siriano senza vita a
Bodrum.
Dinanzi a tali scenari, sono possibili diversi atteggiamenti. Considerare questo
brusio un fenomeno irreversibile, cui occorre adeguarsi, pur se criticamente, come suggerisce David Joselit in Dopo larte. Oppure,
si pu contestare apocalitticamente questa
invasione di riproduzioni addomesticate
che restituiscono una realt ottimizzata,
annullando loriginario valore iconico dellimmagine, come invita a fare Byung-Chul
Han in Nello sciame.
Su un fronte diverso si situa Horst Bredekamp in Immagini che ci guardano. Un
impegnativo trattato, frutto di anni di ricerche. Denso di rimandi dottrinari, fortemente legato alla metodologia warburghiana,
questo manifesto dei visual studies si offre
come una sorta di navigazione in mare aper-



Scenario
La rete una geografia
che mette in crisi strategie
interpretative consolidate,
impossibile non tenerne
conto nel mondo di oggi

to che, nel condurci dai territori dellarte


greca alle ri-locazioni filmiche di Pasolini e
Bill Viola fino alle decostruzioni dellarchitettura postmoderna, mira a elaborare una
stimolante ecologia iconografica.
Secondo Bredekamp, le immagini si danno come spazi ambigui e sfuggenti. Per un
verso, sono un nostro prodotto; per un altro,
possiedono una vita propria. Sono un artefatto umano, ma detengono una loro autonomia che le allontana da noi e le eleva rispetto alle cose inanimate: non sono destinate a cambiare n a mutare. Si pongono
sempre sulla soglia tra staticit e dinamismo. Le contempliamo, e intanto ci contemplano. quel che accade quando ci troviamo
al cospetto di tanti capolavori del passato:
fissiamo negli occhi i protagonisti di quei
quadri, mentre ci sentiamo spiati da essi. Un
sortilegio: ne siamo tutti inconsapevoli prede.
Le immagini, perci, non sono solo oggetti, ma posseggono lo statuto di soggetti
attivi. Custodiscono una segreta volont,
una misteriosa performativit. Tendono a
delineare i contorni di un altro mondo: definiscono un ambiente ulteriore e, insieme,
neutralizzano quello in cui sono ospitate.
Nel momento in cui vengono toccate dal nostro sguardo, passano da uno stato di latenza a una liberazione di energheia. Non
si limitano a subirci, ma determinano specifiche esperienze percettive e comportamen-

Bibliografia
I tre testi citati in
questarticolo sono usciti
da poco: Horst
Bredekamp, Immagini che
ci guardano. Teoria dellatto
iconico (edizione italiana a
cura di Federico
Vercellone, traduzione di
Simone Buttazzi, Raffaello
Cortina Editore, pagine
382, 29); Byung-Chul
Han, Nello sciame
(traduzione di Federica
Buongiorno, Nottetempo,
pagine 107,  12); David
Joselit, Dopo larte
(traduzione di Karen
Tomatis, Postmedia Books,
pp. 95,  14,90)

ti, agendo nella sfera della nostra esistenza.


La sfida, ci dice Horst Bredekamp, sta nel relativizzare lo spazio dellio alla luce dellattivit intrinseca delle immagini. Che non si
trovano davanti o dietro la realt, ma la costituiscono: non ne sono unemanazione,
ma una condizione necessaria.
Su queste basi si fonda quellatto iconico (complementare allatto linguistico)
intorno a cui ruota il discorso critico dello
storico dellarte tedesco, che sembra oscillare tra linteresse per il divenire della contemporaneit e una certa nostalgia per le forme
del passato. Anche se sorretto dal bisogno di
comprendere la civilt dei media, egli preferisce dedicarsi soprattutto allo studio di pratiche e di generi classici: quadri, sculture,
incisioni, stampe, architetture, film.
Pur acuta, suggestiva e segnata da inattese connessioni tra discipline poco contigue,
la sua analisi si concentra in modo particolare su creazioni che si prestano ancora a una
fruizione rallentata, meditata, approfondita.
E, tuttavia, sembra sottrarsi al confronto con
luniverso della Rete. Una geografia che mette in crisi categorie e strategie interpretative
consolidate, costringendoci a inventarne altre. Labirinto perturbante senza confini, che
esige una mobilitazione totale. Costellazione di immagini liquide. Che ancora in attesa di unermeneutica capace di decifrare i
mobili paesaggi della postmedialit.
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12 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

Edward Burtynsky / courtesy Admira, Milano

EDWARD
BURTYNSKY

ACQUA
SHOCK

dal 3 9 al 1 11 2015
Una mostra

orario:
marted, mercoled, venerd, e domenica
dalle ore 9.30 alle ore 20.30
gioved e sabato
dalle ore 9.30 alle ore 22.30
luned chiuso, ultimo ingresso
unora prima della chiusura

Palazzo della Ragione Fotograa


Piazza dei Mercanti, 1
www.palazzodellaragionefotograa.it
Info: 02 43353535
Ufcio stampa stampa@palazzodellaragionefotograa.it

Un progetto

In collaborazione

CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 13

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

Greche
di Alice Patrioli

Orizzonti Antropologia

Io ti canto in griko
Una bella ragazza ride delle sofferenze del suo
amante, ma lui la paragona al fiore del
garofano e al volo leggero della primavera.
Da dieci anni io ti guardo dice linnamorato
deriso. E lo dice in griko, il dialetto di origine

ellenica parlato in alcune localit del Salento:


evo se kanon deka kronu panta. La canzone
tradizionale Rirollalla del gruppo Canzoniere
grecanico salentino (nellalbum Quaranta)
risuona di accenti greci e dei ritmi della taranta.

Beni immateriali La disputa sulla vetta pi alta degli Usa, leredit controversa del colonialismo: in gioco c il controllo dellimmaginario

Il monte mio e lo battezzo io


di ADRIANO FAVOLE

al mese scorso la vetta pi alta


degli Stati Uniti, con oltre 6 mila
metri, non si chiama pi
McKinley, in onore di William
McKinley, 25 presidente americano, bens Denali, un nome degli indigeni Koyukon che significa alto. la fine
di una contesa aperta ufficialmente nel
1975, quando lo Stato dellAlaska chiese
ladozione del nome Denali nella cartografia federale. Ad opporsi stato, fino ad oggi, lo Stato dellOhio, di cui era originario
McKinley (che, per inciso, non mise mai
piede in Alaska). Qualche mese fa lantropologo Alan Boraas aveva provocatoriamente proposto di cambiare il nome dellOhio (derivato dallirochese Ohi-yo,
Grande fiume) qualora la proposta non
fosse stata accettata. Lo stesso Boraas ricorda che forse la denominazione pi corretta dellex McKinley sarebbe Dghelay Kaa
(di difficile pronuncia), il nome che gli viene dato dai nativi Denaina, che vivono anchessi nei dintorni, e vuol dire grande
montagna. Dare, e ancor pi, ridare i nomi ai luoghi una faccenda complessa, che
presenta spesso ben pi di due contendenti. Denali per , a parere di Boraas, un
buon compromesso perch soddisfa le richieste delle popolazioni Inuit e perch il
primo a salire sulla cima fu il ventenne
Walter Harper, un Koyukon reclutato dal
celebre esploratore Harry Karstens.
Limposizione di nomi ha accompagnato un po ovunque la conquista coloniale.
Battezzare laghi, fiumi, cime e catene montuose, citt e villaggi parte integrante della colonizzazione dellimmaginario, come
la chiama Serge Gruzinski. anche in questo modo che la dominazione militare diviene controllo politico e ideologico. Non
c allora da stupirsi che i processi di decolonizzazione o, come il caso dellAlaska, il
progressivo riconoscimento della presenza e dei diritti dei popoli indigeni, portino
con s trasformazioni onomastiche. Basta
guardare ai numerosi casi africani: Lopoldville, la capitale del Congo belga, divenne
Kinshasa; lAlto Volta fu ribattezzato da
Thomas Sankara nel 1984 Burkina Faso,
La terra degli uomini integri, unendo
due termini delle lingue mor e bamanankan, rispettivamente delle etnie Mossi
e Dioula. Altre volte prevalgono scelte condivise: proprio in fronte a Kinshasa sorge

Chi d il nome ai luoghi domina la memoria dei popoli


In Alaska, Oceania, Alto Adige: un conflitto sempre aperto

Bibliografia
Alla questione dei nomi di
fiumi, luoghi e persone tra
gli Shuar dellAmazzonia,
Maurizio Gnerre,
etnolinguista, ha dedicato il
libro La saggezza dei fiumi.
Miti, nomi e figure dei corsi
dacqua amazzonici (Meltemi,
2003). Il libro mette in luce i
saperi relativi allambiente,
alle piante, agli animali e
alle persone che si celano
nei molti nomi dei fiumi
amazzonici, cos come il
venire meno delle voci
indigene e limposizione
coloniale dei toponimi.
Cristiano Tall, antropologo
culturale, in un libro di
imminente pubblicazione
dal titolo Sentieri di parole.
Lingua, paesaggio e senso del
luogo in una comunit
indigena del Messico del Sud
(Seid), dedicato alla
comunit Huave, analizza il
valore della toponimia
nativa e del suo recupero in
tempi recenti (anche
attraverso cause
giudiziarie), come forma di
di recupero di autostima per
la comunit locale. Ai
significati e alle pratiche
legati al dare nomi agli
essere umani nelle varie
culture, Gabriele Vom Bruck
e Barbara Bodenhorn hanno
dedicato il volume An
Anthropology of Name and
Naming (Cambridge
University Press, 2006)
Resta poi fondamentale su
questi temi il libro di Serge
Gruzinski La colonizzazione
dellimmaginario (a cura di
Duccio Sacchi,
Einaudi, 1994)

Brazzaville, la capitale della Repubblica del


Congo, che prende il nome dallesplorator gentile Pietro Savorgnan di Brazz,
friulano. Libreville, la capitale del Gabon, e
la Liberia raccontano le difficili vicende
delluscita dalla schiavit.
I nomi (e le loro variazioni) delle cime
pi alte, delle capitali, persino degli Stati ci
colpiscono in modo particolare, ma soprattutto nel microtessuto dei nomi locali
che opera la colonizzazione dellimmaginario, come mette in evidenza Maurizio
Gnerre in un volume dedicato allAmazzonia, La saggezza dei fiumi. I processi di
onomatizzazione (dare nomi a luoghi e
persone), come li chiamano gli specialisti,
sono spesso distruttivi. La sistematica cancellazione della toponomastica nativa
equivale alla distruzione di un patrimonio
immateriale fatto di conoscenze e storie
inscritte nel paesaggio, il deposito linguistico di una memoria condivisa.

In epoca precoloniale, i gruppi politici e


parentali Kanak che abitavano lisola melanesiana della Nuova Caledonia si muovevano costantemente sul territorio, sfruttando
la temporanea fertilit dei terreni disboscati. Nel tempo, i clan disegnavano traiettorie complesse segnate dal diffondersi di
nomi (torrenti, colline, massi, montagne)
che permanevano nella memoria collettiva
attraverso le genealogie, una sorta di geografia o topografia degli antenati. La colonizzazione francese di met Ottocento
spazz via le denominazioni locali, che
vengono oggi faticosamente recuperate
dalla memoria orale e diventano strumento di rivendicazione delle terre. Allo stesso
modo, la battaglia degli aborigeni australiani per il riconoscimento dei native title,



Tesi

GLI SCIAMANI
DI KIM JONG-UN
di MARCO DEL CORONA

a Corea del Nord brandisce orgogliosa il suo Juche: ideologia nostrana


fatta di materialismo dialettico pi
ultranazionalismo pi militarismo pi
autarchia. Eppure nel Paese di Kim Jongun riemerge lo sciamanesimo, religione
ancestrale della penisola coreana.
Tornano rituali accantonati a lungo,
dice la fuggitiva Kang Mi-soon, che ha
lasciato Pyongyang nel 2014 e da gennaio
vive a Seul. Kang racconta di come la
catastrofe alimentare negli anni Novanta
e le croniche difficolt del regime abbiano
prodotto sia disaffezione verso i vertici
sia diffusi traumi psichici. Vacilla la lealt politica, si cerca altro. Nelle campagne,
ma anche tra lembrionale classe media
di Pyongyang, gli sciamani si fanno
avanti. Economia di mercato dellanima.
Si moltiplicano pure le truffe, sedicenti
guaritori chiedono denaro e riso, poi spariscono. Le pratiche superstiziose sono
fuorilegge ma, riferisce ancora Kang, le
autorit non sembrano essere particolarmente zelanti. Il fenomeno ricorda leffervescenza spirituale nella Cina de-maoizzata degli anni Ottanta e Novanta. Dir
il tempo se si tratta di un trend passeggero: in Nord Corea, in fondo, un grande
sciamano c, e si chiama Kim Jong-un.
@marcodelcorona
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i titoli nativi Graeme Patterson (1980),


sulla terra, passa The Mountain (2012,
attraverso la rico- installazione, particolare),
struzione della to- Halifax (Canada), Art
ponomastica in- Gallery of Nova Scotia
digena.
Il caso Kanak mostra quanto sia pregnante la colonizzazione dellimmaginario
geografico: lisola fu chiamata (e si chiama
tuttora ufficialmente) Nuova Caledonia da
James Cook che mirava a riprodurre il
Regno Unito in Oceania. Infatti il Nuovo
Galles del Sud uno degli Stati australiani,
la Nuova Britannia una grande isola al
largo di Papua Nuova Guinea, le Nuove
Ebridi erano un arcipelago che solo nel
1980 prese il nome nativo di Vanuatu (da
vanua che significa la terra o il paese). La Nuova Caledonia si trova secondo
gli atlanti in Melanesia, un termine di chiaro taglio razzista con cui vennero indicale
le isole abitate da popolazioni di pelle scura, utilizzando letimologia greca melas,
essendo il latino niger gi impegnato in
terre dAfrica! E infine Kanak, letnonimo
che oggi utilizza con orgoglio la stessa popolazione indigena, parola di origine
hawaiiana che i colonizzatori europei utilizzarono in senso spregiativo per indicare
gli abitanti del Pacifico, una parola ripresa
in una forma grafica nuova (da canaque a
kanak) durante i moti nazionalisti degli
anni Ottanta del secolo scorso.
La querelle sui nomi un aspetto importante delle politiche e delle relazioni interculturali e non mancano esempi nel nostro
Paese. Litalianizzazione forzata dei toponimi operata dal regime fascista, a volte
con effetti comici come la trasformazione
del Col du Beaux Soleil in Soleglio Bue (valle Maira) ha lasciato strascichi fino a oggi.
Montagne come il Cervino-Matterhorn
stentano a trovare un nome ufficiale condiviso. Province autonome come il Trentino e lAlto Adige hanno scelto la strada del
multilinguismo. Il riconoscimento dello
statuto di lingua minoritaria ha comportato la possibilit della doppia denominazione per i paesi delle valli occitane del Nord
Ovest. I nomi che diamo ai luoghi sono tuttaltro che etichette convenzionali, ma condensano rappresentazioni culturali, rapporti di potere, storie che guardano al passato e persino prospettive di futuro.
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Dallalto in basso, da destra a sinistra


Martina Bacigalupo (Agence VU), Shirin Neshat (Gladstone Gallery e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo), Diane Arbus (M. & E. Woerdehoff von Graffenried),
Bettina Rheims, Nan Goldin (Guido Costa Projects), Catherine Opie (Regen Projects e Fondazione Sandretto Re Rebaudengo), Donna Ferrato

14 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA


DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

SGUARDO DI DONNA

DA DIANE ARBUS A LETIZIA BATTAGLIA

LA PASSIONE E IL CORAGGIO

VENEZIA / TRE OCI 11.09 > 08.12.2015

a cura di Francesca Alfano Miglietti

25 donne 25 storie
25 sguardi sul mondo

Un progetto di

Con

In collaborazione con

Mostra in collaborazione con

CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 15

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

Cotture brevi

Orizzonti Visual data

di Marisa Fumagalli

Un pesce mica tanto povero


Quando preparo un vasetto, prendo in
mano le acciughe delicatamente e le
controllo una a una, perch mi piace vederle
cos belle. Poi, il vasetto parte per la sua
strada e non so dove arriver. Lamore per

il lavoro di Marietta, filettatrice. Personaggio


di una storia di famiglia e di impresa (lunga
130 anni) attorno a un pesce povero, oggi
rivalutato: Alice o acciuga?, a cura di Irene
Rizzoli (Mondadori Electa, pp. 189,  26).

Nonostante la tecnologia e i flussi migratori, il livello di scolarizzazione


rimane il motore della crescita professionale e dunque della retribuzione.
In un universo dove, pi che altrove, regna la diseguaglianza

Societ

La mappa dellistruzione tra i pianeti dei salari


Tipo
di contratto

Avvocato

Tipo
di professione

Tempo indeterminato

Et

Fino a 24 anni

Commercialista
Tempo determinato

Designer graco

25-34 anni

Docente universitario
Interinale

Funzionario superiore di partito politico

35-44 anni

Insegnante di scuola elementare

Area geograca

45-54 anni
>122.500

>122.500

Nord
45-54Italia
anni

>4

Muratore
Operaio siderurgico

2.25
-2.49
2.5-2.749 2.75-2.99

9
3-3.24

9
-3.4
3.25

22
.534.
99

Livello
di istruzione

Micro (no a 10 dipendenti)

65 anni e pi

.49

99

Sud Italia e isole

.49

110
-12
2.4
9

110
-12
2.4
9

3.7
5-3
.99
9

Dimensioni
dellazienda

Ufciale di polizia

22
10-

74
-3.
3.5

.99
0-9

2-2
.24
9

22
10-

1
51.7

Tecnico di laboratorio biologico

.99

55-64 anni

Centro Italia
.99
0-9

749
0-1.

Ortolano
Fruttivendolo

9.
10
.597

22
.534.
99

49
97.
8535-4
7.49
.99
47.5-59.99 60-72.49 72.5-84

Agricoltura

Scuola dell'obblig0
Piccola
Piccola(da
(da1111a
a50
50dipendenti)
dipendenti)

.
109
.597
49
97.
85-

35-4
7.49
.99
47.5-59.99 60-72.49 72.5-84

Settore
economico

NON
NonLAUREATI
laureati

99

Medico di base

Industria di processo

Diploma di scuola professionale

Industria manifatturiera

Diploma di media superiore


Edilizia
LAUREATI
LAUREA

Media
Media(da
(da5151a
a250
250dipendenti)
dipendenti)

Utilities

10

15

20

25

30

Dottorato di ricerca
35-4
7.49
.99
47.5-59.99 60-72.49 72.5-84

35

40

45

Finlandia

Francia
Regno Unito
Olanda
Italia
Spagna
Portogallo
Rep. Ceca
Slovacchia
Ungheria

Ucraina

ta (anche salariale), funziona ancora. Anche se non offre pi le certezze di un tempo.


A seguire le linee curve della distribuzione dei salari dellet presente vengono in mente tante cose.
Il sale, moneta con la quale i legionari romani venivano pagati, non
pi una moneta da tempo. Ma il salario naturale di Adam Smith o
quello definito necessario da John
Stuart Mill appaiono spesso di nuovo sulla scena dei redditi contemporanei. Redditi il pi delle volte a
livelli di poco superiori alla sussi-

stenza. Mentre quel vecchio motto


sindacale del salario come variabile indipendente, che occup gran
parte degli anni Settanta, appare un
vecchio slogan se si osservano le
trattative contrattuali dellet presente. Causa e vittima dellinflazione allora, elemento centrale nella
competitivit oggi.
Eppure il mondo appare proprio
come te lo aspetti, se lo vedi con la
lente delle retribuzioni. Il Paese-miraggio resta ancora la Svezia mentre
lindustria manifatturiera cede ancora il passo ai servizi finanziari.

>122.500
99

.
109
.597

Totale
49
97.
85-

35-4
7.49
.99
47.5-59.99 60-72.49 72.5-84

Come I salari in Italia


si legge Indicatore

Fonti:
JP Salary Outlook 2015
www.wageindicator.org
www.iltuosalario.it

Bulgaria

embrano tanti pianeti, in


qualche modo immobili.
Nonostante la tecnologia,
nonostante la diffusione
dei saperi, nonostante la
mobilit sociale accelerata dalle
possibilit del virtual mondo e degli
spostamenti a basso costo tra un
Paese e laltro. Anche se c una cosa
che lascia ben sperare: nonostante
tutto, il grado distruzione, che
qualche volta viene messo in discussione come occasione di cresci-

22
.534.
99

La visualizzazione evidenzia
le differenze salariali esistenti
nel mondo del lavoro in Italia
tra dirigenti, quadri, impiegati
e operai e tra diverse professioni.
Gli indicatori rappresentati ne
evidenziano lentit per area
geograca, tipo di contratto, et,
dimensioni dellazienda, livello
distruzione e settore economico.
Nella parte inferiore della
visualizzazione vengono
confrontate tre differenti fasce
salariali (stipendio basso,
stipendio medio, stipendio
alto) in diversi Paesi europei.

Belgio

di NICOLA SALDUTTI

.49

49
97.
85-

Svezia

110
-12
2.4
9

110
-12
2.4
9
99

99

22
.534.
99

49
97.
85-

9.
10
.597

22
10-

Servizi nanziari

Master di II livello
.49

.
109
.597

35-4
7.49
.99
47.5-59.99 60-72.49 72.5-84

.99
0-9

22
.534.
99

Commercio

Servizi

Laurea magistrale

22
10-

22
10-

Grande (oltre
1.000 dipendenti)

.49

Master di I livello

.99
0-9

.99
0-9

110
-12
2.4
9

Medio-grande
Medio-grande(da
(da251
251a
a1.000
1.000dipendenti)
dipendenti)

>122.500

>122.500

Laurea triennale

Differenze
retributive per
inquadramento:
lunghezza della linea = salario
colore
spessore
=qualica
=esperienza
dirigenti
5 anni
di esperienza
quadri
impiegati
operai

10 anni
di esperienza

Variabili il dato relativo allesperienza


viene indicato solo nel caso
delle diverse tipologie
di professioni

+ Retribuzione mensile in euro (migliaia)


* Retribuzione annuale in euro (migliaia)
Il confronto con lEuropa
stipendio basso

stipendio medio

stipendio alto

stato
dato non disponibile

Inutile scomodare la giusta mercede dellenciclica Rerum novarum


per osservare un mondo denso di
ineguaglianze, dove Piero Sraffa
sollev suggestivamente la questione se il salario dovesse essere in
qualche modo avvicinato di pi al
Gli autori
Visualizzazione e analisi dei dati sono a cura
di Federica Fragapane e Francesco Majno,
information e communication designer.
Portfolio: www.behance.net/FedericaFragapane e www.behance.net/francescomajno

minimo

massimo

sistema sociale che non al valore del


contributo produttivo di chi lo riceve (Enciclopedia Treccani).
Perch e tutte le sfere-pianeta
sono l a dimostrarlo il salario resta uno degli argomenti in assoluto
pi controversi, a maggior ragione
se vero, come ci ricorda lOcse, che
la media del reddito in Italia, rispetto al resto dei Paesi industrializzati,
supera di poco i 35 mila dollari annui: oltre 11 mila dollari in meno.
Distanze, divari, ineguaglianze, appunto.
RIPRODUZIONE RISERVATA

16 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 17

18 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA

IL CLAN
DESTINO
di MARCO RIZZI

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

Profezia come intervento politico


E Bergoglio sembra Machiavelli
el libro La salvezza e il pericolo (Donzelli,
pp. 116,  17), passato quasi sotto
silenzio, Adriano Labbucci si misura a
fondo con un aspetto della figura di papa
Francesco che fin qui non stato
adeguatamente messo a fuoco, ovvero il
tratto profetico di molti suoi gesti, percepiti
come strappi al protocollo o modi di fare
spontanei e un po naf. Uno su tutti,
limprovviso stop del corteo papale a
Betlemme in prossimit del muro che divide

Israele dai Territori palestinesi, per permettere


al pontefice di avvicinarvisi e soffermarsi in
raccoglimento. Gesto profetico perch legava
politica e spiritualit, conflitto israelopalestinese e forma della preghiera al Muro
del pianto. La profezia, infatti, a lungo stata
parte integrante del discorso politico, tuttaltro
che un utopico annuncio di qualcosa
inarrivabile. Ne consapevole persino
Machiavelli, quando nellultimo capitolo del
Principe indossa i panni del profeta per

Libri

Il libro di Adriano
Labbucci dedicato a
papa Francesco

Ciak, si legge

di Cecilia Bressanelli

Romanzi, saggistica, poesia, ragazzi, classifiche

esortare i Medici a liberare lItalia dai barbari.


Nella Pasqua ebraica, la sera della cena si
apparecchia la tavola e si lascia una sedia
vuota: la sedia del profeta. Il vuoto della
profezia anche il vuoto della politica. Lautore
conclude con un duplice interrogativo: sulla
spinta di Francesco, la politica sapr tornare a
prendere posizione, a dire da che parte sta in
questo mondo diviso? A sua volta, sapr papa
Francesco condurre effettivamente la Chiesa
sul cammino del discernimento di ci che
realmente il cuore del messaggio cristiano? Il
primo viaggio pastorale di papa Francesco
stato a Lampedusa. Allora quel gesto sembr
cadere nel vuoto. Linattesa apertura delle
frontiere di questi giorni lo colloca forse in una
luce differente.
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Uccelli, furti e colore rosso


Viaggio di nozze in crociera nei mari del Sud per
Marnie. In cabina il marito legge Animals of the
Seashore di Horace G. Richards e, come chi studia
il comportamento animale, osserva la giovane
sposa: strana ossessione per il colore rosso,
attrazione verso il furto. Nel 1964 Hitchcock
dirigeva Marnie, mistero sexy dal romanzo di
Winston Graham. Protagonisti Sean Connery,
gi James Bond, e Tippi Hedren, un anno dopo Gli
uccelli. Scarso successo al botteghino, purtroppo.

Scrittura La grammatica non d regole certe e la mente trova il nuovo zodiaco

... )! ; Di che segno sei? , - *


Punteggiatura per locchio, per lorecchio, ora per il cuore
Linterpunzione ci descrive (e il punto fermo fa litigare)
di GIUSEPPE ANTONELLI

i che segno sei? Punto, virgola o punto e virgola?


I segni di punteggiatura stanno diventando un
po come quelli zodiacali. Percepiti sempre pi
come indicatori di una certa personalit (i due
punti ragionano da filosofi, le virgolette copiano sempre gli altri, le parentesi tendono a isolarsi). O addirittura come rivelatori dellumore di un dato momento. Di
che segno vi sentite stamattina? Esclamativo! Interrogativo? Di sospensione.

Questione di gusti

ILLUSTRAZIONE
DI LUCA DALISI

Certo, allinterno della norma grammaticale le regole


della punteggiatura hanno sempre avuto un loro statuto
speciale. Al punto che, come notava un manuale scolastico
di fine Ottocento, anche i migliori grammatici finiscono
per levarsi dimpiccio col dire che la punteggiatura si deve
imparare colluso. Una percezione soggettiva della punteggiatura, daltra parte, c sempre stata. Luso della virgola sembra sciolto da ogni regola o legato soltanto al capriccio dello scrittore, notava in quegli stessi anni il filologo Giuseppe Rigutini, censurando il fittissimo uso delle
virgole nella seconda edizione dei Promessi sposi. Per gli
scrittori, appunto, era una questione di gusti. Se Manzoni
amava le virgole, dAnnunzio le aborriva (costrutto molto
virgolato costrutto molto bacato) e Carducci le evitava
nelle enumerazioni: Finita la villeggiatura, me la batto tra
laure i raggi gli zefiri e lombre a veder ballare le stelle. La
lineetta, usata spesso da Foscolo nelle Ultime lettere di Jacopo Ortis, era considerata da Leopardi come il segno di
unallarmante deriva: Che questo ingombro di lineette,
di puntini, di spazietti, di punti ammirativi doppi e tripli,
che so io?, sbottava nel suo Zibaldone il 22 aprile 1821. Poi
continuava, profetico: Sto a vedere che torna alla moda la
scrittura geroglifica, e i sentimenti e le idee non si vogliono
pi scrivere ma rappresentare, e non sapendo significare le
cose colle parole, le vorremo dipingere e significare con segni, come fanno i cinesi.
Profetico perch sembra gi prevedere lallora imprevedibile avvento degli emoticon, le faccine che cercano di
rendere iconicamente (cio, grosso modo, come dei geroglifici) le emozioni di chi scrive. La prima fu usata dal giovane informatico americano Scott Fahlman nel 1982; era



Trasformazione
Linflusso degli emoticon e degli
emoji sta cambiando anche la
percezione collettiva dei segni
tradizionali. E comunque a
dominare sono le emozioni



Evoluzione
Negli sms, in chat e nei social
network la punteggiatura gode di
una centralit e di unautonomia che
finora aveva conosciuto
soltanto nei fumetti



Il punto e virgola
Nella lingua inglese se la passa molto
peggio rispetto a quanto succede in
italiano. I manuali di seduzione lo
sconsigliano perch come truccarsi
per andare in palestra

neanche a dirlo una faccina sorridente :-). In fondo, bastava ruotare lo sguardo di novanta gradi perch la punteggiatura assumesse tutto un altro aspetto.
Con lavvento degli emoji, provenienti dal Giappone, il
passaggio ai pittogrammi sembra compiuto. Al posto delle
faccine si usano disegnini gi pronti che riproducono oggetti e situazioni di ogni tipo e ormai coi segni di punteggiatura non hanno pi nulla a che spartire. Secondo una ricerca dellamericana Global Language Monitor, la parola
pi usata in Rete nel 2014 stata proprio lemoji che rappresenta un cuoricino pulsante (al secondo posto, sia detto
per inciso, cera lhashtag, lultimo nato tra i segni della
nuova interpunzione: #).

Tra simboli e sentimenti


evidente che linflusso di emoticon ed emoji sta cambiando anche la percezione collettiva dei segni di punteggiatura tradizionali. Nell ambito di una scrittura che
per frequenza, utenti, mezzi molto diversa da quella tradizionale, anche la punteggiatura oggi interpretata in
modo diverso. Un tempo si oscillava tra la punteggiatura
per lorecchio (mirante a rendere soprattutto le pause
del discorso) e quella per locchio (pi attenta alle scansioni logiche e sintattiche). Oggi sarebbe forse pi giusto
parlare di punteggiatura per il cuore. Il sentiment della
punteggiatura diventato sentimentale: a dominare sono
come per emoticon ed emoji le emozioni.
Negli sms, in chat, nei social network la punteggiatura
gode di una centralit e di unautonomia che finora aveva
conosciuto solo nei fumetti. In una storia di met anni Settanta, Snoopy assiste a una diatriba tra il suo amico Woodstock e altri uccellini gialli. Tutta la discussione avviene per
mezzo di cartelli in cui disegnato un segno di punteggiatura. Quando alla fine la spunta la virgola, Snoopy commenta: Sono contento che abbia vinto Sto sempre per il
proletariato.
In una concezione simbolica della punteggiatura la virgola lelemento pi debole, pi fragile, pi delicato. Di
qui latteggiamento protettivo mostrato anche di recente in
un libro come Between You and Me. Confessions of a Comma Queen scritto da Mary Norris, a lungo editor del New
Yorker e considerata, come ricorda il sottotitolo, la regi-

CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 19

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

Psicologia Sofferenza, guarigione

Traumi e lutti
incidono il corpo:
liberarsi si pu
di GIANCARLO DIMAGGIO

na delle virgole (virgola, in inglese, comma). Il capitolo


specifico sintitola, giocando su una vecchia canzone di Boy
George, Comma Comma Comma Chameleon.
In un libro sulle nuove forme di scrittura quel capitolo si
sarebbe potuto chiamare, parafrasando un titolo dei Massive Attack, Karma Comma. In rete, infatti, luso delle virgole e degli altri segni di punteggiatura sembra affidato al
karma individuale pi che a una serie di regole condivise.
Le licenze che prima erano riservate agli scrittori appaiono
adesso un diritto di tutti, il che rende la punteggiatura molto pi libera. In alcuni casi persino licenziosa. Su una maglietta pubblicizzata in vari siti internet c scritto: The
comma sutra. Making grammar sexy since 1875 (da noi,
in realt, il comma sutra fa pensare pi che altro alle contorsioni di certo linguaggio giuridico). Ma proprio qui sta il
punto, verrebbe da dire; perch invece questuso della punteggiatura sempre pi distante dalla grammatica. Le sue
implicazioni, pi che linguistiche, sono psicologiche.

Psico-punteggiatura?
Prendiamo il caso del punto fermo. Si diffusa da qualche tempo lidea che il punto fermo abbia nel dialogo
telematico una valenza ostile, che corrisponda a un atteggiamento aggressivo. La questione stata sollevata un
paio danni fa da Ben Crair in un articolo del New Republic: Nelle mie conversazioni online la gente non lo utilizza semplicemente per chiudere una frase, ma per segnalare una cosa del tipo non sono contento di come si stia
mettendo la conversazione. Di qui un uso che si starebbe
facendo sempre pi raro.
Nel lungo dibattito che ne seguito, qualcuno ha scritto
che a uccidere il punto fermo sarebbe stato il punto esclamativo. Forse per via di quella forma da pugnalettaccio
dellenfasi, da daga delliperbole, da alabarda della retorica che tanto infastidiva il giornalista e scrittore Ugo
Ojetti (la sua celebre invettiva risale al 1928). La vera alternativa, per, quella che in questo mondo sempre connesso
consente di non chiudere mai del tutto la comunicazione,
unaltra: Applico alla vita i puntini di sospensione cantava Morgan che nellincosciente non c negazione ... .
Solo che il punto tuttaltro che morto e sepolto. A testimoniarlo, negli stessi anni e negli stessi Stati Uniti, luso

Bibliografia
Sullargomento della
punteggiatura, su regole
e storia della grammatica
segnaliamo i seguenti testi:
Mary Norris, Between You and
Me. Confessions of a Comma
Queen (W. W. Norton &
Company, pp. 240, $ 24,95);
Bice Mortara Garavelli,
Prontuario di punteggiatura,
(Laterza, pp. 170,  12);
Lynne Truss, Virgole per caso.
Tolleranza zero per gli errori
di punteggiatura (traduzione
di Annalisa Carena, Piemme,
pp.219,  9,90); Francesca
Serafini, Questo il punto.
Istruzioni per luso della
punteggiatura, (Laterza,
pp. 160,  8,50); Simone
Fornara, La punteggiatura,
(Carocci, pp. 128,  12).
Storia della punteggiatura
in Europa, a cura di Bice
Mortara Garavelli
(Laterza, pp. 670,  58)
Gli appuntamenti
Gioved 24 settembre negli
Stati Uniti si festeggia il
National Punctuation Day
mentre in Italia venerd 25 e
sabato 26 settembre si tiene
a Santa Margherita Ligure
(Genova) il primo Festival
della punteggiatura

Dodici anni fa, nel suo Prontuario di punteggiatura, Bice Garavelli notava il diffondersi di un atteggiamento che
definiva estremismo interpuntorio. Ovvero la tendenza a
usare solo due segni: la virgola e il punto. A caratterizzare la
nuova percezione collettiva , invece, un radicale relativismo interpuntorio. La sensazione diffusa che non esista
una punteggiatura oggettivamente corretta, ma che luso
dipenda di volta in volta dai diversi contesti e dai diversi ( proprio il caso di dirlo) punti di vista. Uninterpretazione soggettiva e contingente dettata dal prevalere della
funzione emotiva su tutte le altre. Come per il punto e virgola, che nella lingua inglese se la passa molto peggio rispetto a quanto succede in italiano. I manuali di seduzione
lo sconsigliano, perch dicono usare un punto e virgola in chat un po come truccarsi per andare in palestra.
Ma a sconsigliarlo sono anche i manuali di scrittura creativa, forti di affermazioni come questa di E.L. Doctorow:
Detesto i punti e virgola. Non hanno nulla a che fare con il
raccontare una storia. O come quelle lapidarie di
Kurt Vonnegut, per cui i punti e virgola non rappresentano assolutamente niente. Dimostrano solo che avete fatto
luniversit. E poi: Quando Hemingway si ucciso, ha
messo un punto fermo alla sua vita. La vecchiaia somiglia
piuttosto a un punto e virgola.
In inglese il tanto detestato segno porta il nome di semicolon. E proprio Semicolon project si chiama uniniziativa
lanciata nei mesi scorsi che deliberatamente rovescia il
senso delle parole di Vonnegut. Il progetto invita chi abbia
sofferto di ansia o depressione, chi in passato abbia seriamente pensato al suicidio, a disegnare sul polso o su unaltra parte del corpo un punto e virgola. Il punto e virgola
rappresenta una frase che lautore avrebbe potuto chiudere, ma ha deciso di non farlo. Quellautore sei tu e la frase
la tua vita. Metterci la faccina non basta pi: la punteggiatura va vissuta sulla propria pelle.

i chiami Tom. una domenica di luglio,


famiglia e amici sentono lodore che si
spande dal barbecue. Un flash nel cervello, scappi via, nel tuo studio di avvocato, bevi Jack Daniels fino ad ubriacarti. Il caldo, il fumo, il vociare dei bambini. Pum. Ti
hanno riportato in Vietnam, dove avevi visto corpi
bruciati, il tuo plotone massacrato. Non sei fuggito da casa, ma dalle foreste umide e opprimenti.
Il tuo corpo ti ha riportato l, non puoi tollerarlo.
Ti chiami Marilyn. Sei infermiera. Esci con
Michael, lo hai conosciuto al circolo del tennis,
da quattro anni non passavi la serata con un uomo. Al ristorante parlate di musica, cinema, bevete un po, ridete. Andate a casa. Finite a letto, non
ricordi bene quello che successo. Nella notte
senti il suo corpo vicino. Dentro ti si fa ghiaccio,
sciolto da unesplosione di rabbia. Lo insulti, lo
tempesti di pugni. Lui non capisce e non ti rivolger la parola mai pi. Tuo padre ha abusato di te
quando avevi otto anni. Crac. Tua madre ti rimproverava perch lo facevi arrabbiare.
Ti chiami Valerio. Sei al parco giochi con tuo
figlio. Vedi una mamma che allatta il figlio. Hai
un accesso di dolore a un braccio, la paura ti sommerge. Vorresti correre da un medico. Non temi
linfarto, ma di avere una malattia neurologica e
non puoi spiegarlo a tuo figlio mentre gioca a
pallone. Resti l, paralizzato, con gli occhi sbarrati, estraneo a quello che succede intorno. Tua
moglie, anni prima ha avuto un tumore al seno,
diagnosticato durante lallattamento. Tre anni di
battaglie, poi morta. Pum. Aveva sintomi alle
braccia quando la malattia arrivata al cervello.
Storie vere, sono pazienti
con i traumi psichici di cui
parla Bessel van der Kolk nel
bellissimo Il corpo accusa il
colpo (Raffaello Cortina). Vite
spezzate da eventi unici e
veloci o terribili e ripetuti.
Siete stati in Iraq, allAquila la
notte del terremoto, in un
reparto di ospedale mentre
per mesi una persona cara
cercava di sopravvivere? L11
settembre lo avete sentito,
per rubare il titolo a Safran
BESSEL
Foer, Molto forte, incredibilVAN DER KOLK
mente vicino? Allora questo
Il corpo
libro parla di voi.
accusa il colpo
Il trauma non si imprime
Traduzione
solo nella memoria, quella
di Sara Francavilla
e Maria Silvana Patti la parte meno difficile. I riRAFFAELLO CORTINA cordi si potrebbero mettere
da parte. Il trauma incide i
Pagine 501,  33
suoi segni con uno scalpello
nel vostro corpo. Scava molto. Nel profondo del
cervello c lamigdala, una mandorla che spara
emozioni, centro di attivazione di rabbia e, soprattutto, paura. Le botte della vita la istruiscono
ad accendersi facilmente. Uno stimolo minimo
innesca lallarme. Intanto la corteccia mediale
prefrontale, la parte deputata a dire Ok, ok,
solo fumo, stai tranquillo, non ti si brucia casa,
funziona meno. Il trauma fa questo scherzo, attiva la sirena e manda in pensione i saggi che vi
dicono di stare tranquilli. Fa altro: altera il sistema immunitario, che a volte si indebolisce, altre
volte vi spara addosso fuoco amico, generando
malattie autoimmuni. Congela i muscoli o li tende allo spasimo, torce le viscere attraverso lazione del nervo vago. Scolpisce memorie cattive dentro di voi.
Van der Kolk il trauma lo ha studiato a fondo
dai tempi in cui curava i veterani del Vietnam. Sa
che cosa serve per riparare i danni. Intanto uno
psicoterapeuta aggiornato, che sappia far da testimone al dramma e aiuti a riorganizzare in una
storia sensata i frammenti dellesperienza. E mentre vi fa ricordare lorrore, vi aggancia al mondo
intorno finch capite: non sta succedendo pi.
Poi, calmare il corpo, spegnere gli allarmi: farmaci se serve, e molta mindfulness, la meditazione
che rinvigorisce le aree sagge del cervello mentre
prestate attenzione al respiro che placa lanimo.
Imprigionati nel passato, non vivete pi con chi vi
sta vicino, quindi: ridare vita al corpo. Arti marziali, yoga, danza, teatro.
Valerio inizia un corso di fitboxe coreografata.
Calci e pugni al sacco e si balla. Entrando in sala
vedeva la sua immagine nelle specchiere e aveva
paura. Poi iniziava la musica, One Day, Baby Well
Be Old, listruttore incalzava. Jab, montante,
gancio, tre-e-quattro, schiva, calcio circolare,
stabilizza, mambo kick. Valerio riprende ad agire, a vivere, impara a svincolarsi da servomeccanismi che amplificavano vortici su vortici di dolore
alle prime avvisaglie dellautunno.

RIPRODUZIONE RISERVATA

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vincente che Obama ne ha fatto durante la sua seconda


campagna elettorale, aggiungendolo al suo slogan che
prometteva di andare avanti. Forward.. Fermo. Sicuro.
Perentorio.

Segni di vita

20 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

Mani in alto
di Roberto Iasoni

Libri Narrativa
Racconti

Sudafrica hitchcockiano
Amato da Graham Green (Fu il primo a
comprendere il valore drammatico
dellavventura in un ambiente familiare), John
Buchan (Perth 1875 - Montral 1940) lautore
dei Trentanove gradini, da cui Hitchcock trasse Il

Il filologo Giovanni Fontana esplora i confini (labili) tra follia e salute


Un esordio che lascia senza respiro e senza risposte, ma con tante domande

club dei 39. Lintrigo internazionale de Il destino


di David Crawfurd (traduzione di Elisa Porziani,
Castelvecchi, pp. 92,  17,50) ambientato in
Sudafrica e non meno hitchcockiano: traffico
di diamanti, rivolte zul, memorie di riti satanici.

Giallo-rosa Giovanna
Zucca e un caso allIkea

Vertigini, gorghi e occasioni mancate


Foto di famiglia con fantasmi

Il delitto
coi puntini
sulla

di PAOLO DI STEFANO

di IDA BOZZI

i
GIOVANNI FONTANA
Breve pazienza di ritrovarti
INTERLINEA
Pagine 119,  12

vere. Sono anche racconti di occasioni


mancate che in genere sovrappongono (e
confondono) diversi piani narrativi e molteplici punti di vista su incubi, rovelli, trasalimenti.
infatti la mobilit della narrazione, la
sua pluralit vocale ad aggirare la fissit ossessiva e claustrofobica, quel fuoco incandescente che viene restituito per approssimazioni e per variazioni minime, per impercettibili slittamenti di tempi e di luoghi
(e anche di stile), per calibrate increspature
liriche (spesso notevoli), per scambi sotterranei tra prima e seconda persona, capaci
di sommuovere e aprire una narrazione che
altrimenti correrebbe il rischio della monocromia.

Il secondo racconto, Coricarsi presto,


che prende avvio da un pranzo di famiglia
allargato, una ricerca della distanza giusta
tra Guido e la sorella Virginia, assalita dallangoscia di essere invasa dal fiotto bituminoso di parole che filtra dagli interstizi
della porta e si allarga rapidamente sui riquadri del vecchio parquet: o non il
sussurro del fratello che chiede di essere
salvato dal precipizio della psicosi?
Si potrebbe leggere il libro di Fontana inseguendo il senso di colpa: Dovera (Virgi-

nia) quando lui si lasciato cadere di sotto?


A centinaia di chilometri di distanza, come quasi ogni giorno
negli ultimi ventanni. Tra loro, che non
sanno se odiarsi o amarsi, sar un procedere a tentoni cercando di non toccarsi ma finendo comunque, in una notte pi minacciosa delle altre, per sfiorarsi e per scoprire, con felice sorpresa, una epifanica possibilit di condivisione.
Capita, ogni tanto, di riuscire ad annullare le distanze. Sembra un miracolo, ma pu
capitare. Capita che la malattia cos come la morte del padre, nellultimo racconto
riesca ad aprire smagliature e varchi, a
svelare verit inattese, a rivelare luci, colori
nuovi a occhi che sembravano per sempre
invagati dal buio. Improvvisamente vero verde il verde,/ il sole vero sole, vero il
bosco, scrive Rilke in una poesia che comincia Ma quando te ne andasti: capita
che trascinati recitiamo/ qualche istante
la vita non pensando allapplauso.

na flebile trama gialla lo


spunto del romanzo giallorosa di Giovanna Zucca, ssassinio allIkea (la dieresi sulla A
fa il verso alla grafia svedese dei
prodotti del grande magazzino, e
questo fa intendere al lettore che il
tono del libro comico): Amilcare,
amante trentennale di Anna Laura,
viene trovato assassinato in un
mobile letto esposto nel grande
magazzino, a
Padova. Le
narrazioni che
dovrebbero
guidarci nel
mondo provinciale intorno allomicidio
sono due: le
divagazioni in
prima persona
di Erminia,
migliore amica
GIOVANNA ZUCCA di Anna Laura,
ssassinio allIkea e la narrazione
in terza persoFAZI
na che segue
Pagine 286,  16
le indagini
della questura, dove sboccia la passione tra il commissario Loperfido
e lispettrice Luana. La trama noir
volutamente secondaria, ed un
peccato, perch la coppia Loperfido-Luana quella raccontata meglio, la pi simpatica e quella che
cresce di pi nel libro. Linteresse
focalizzato pi sulle vicende sentimentali delle amiche Erminia e
Anna Laura, ma la narratrice Erminia d spesso troppo per scontato,
trancia giudizi che non trovano
sostegno nella storia, a volte si perde in un chiacchiericcio che vorrebbe essere ironico e invece lascia
scettici come davanti a un pettegolezzo (perch mai i figli dellucciso
sono chiamati i bradipi? E quando il marito innamorato delle prime pagine diventa il marito bolso
che spunta a met libro? E cos via).
Insomma una lettura lieve, che non
sempre riesce a esserlo.

RIPRODUZIONE RISERVATA

RIPRODUZIONE RISERVATA

Ottonella Mocellin Nicola Pellegrini, Ecco


il guaio delle famiglie
(2014, installazione)

Stile



Stile



Storie



Storia



Copertina



Copertina



Photo F. Fratto

l racconto, si sa, in Italia non un genere fortunato. Poco intreccio per un


Paese che ama le trame (non solo letterarie), respiro breve per un Paese
che predilige le ampie volute. Non
sempre le cose sono per cos nette: e se
qualcuno avesse voglia di leggere un libro
di racconti dal respiro ampio, che a tratti
lascia senza respiro e senza risposte, ma
con tanti punti interrogativi legga questo libro desordio.
Giovanni Fontana un filologo, allievo
di Cesare Segre, si laureato sui cantari
quattrocenteschi, ha studiato la poesia di
Mario Luzi e quella di Giorgio Orelli, si occupato anche di prosatori come Emilio Tadini ed Elsa Morante, insegna da anni in un
liceo ticinese. Il titolo, Breve pazienza di ritrovarti, proviene da una poesia inedita del
padre dellautore, Pio Fontana, che stato
un ottimo studioso, tra laltro, dellAriosto e
dei contemporanei, Pavese in particolare. Il
sottotitolo, Nel gorgo di salute e malattia,
richiama un poema dellamato Luzi e niente sarebbe stato pi adatto a definire il circuito spiraliforme, che anche una vertigine mentale, entro cui si svolgono i singoli
racconti e il libro nel suo insieme. Gorgo
che confonde e inghiotte limmagine pi
calzante del movimento che avviene nella
mente di molti dei personaggi, toccati come sono, in vario modo, dallinsania, dalla
follia, dallallucinazione che stanno loro accanto. Fontana va sondando gli esili diaframmi, i confini permeabili tra equilibrio e abisso, tra salute e malattia, il lento
insinuarsi di questa in un tessuto apparentemente sano, lerosione, i primi segnali
che affiorano, il suo erompere inatteso, i
suoi effetti persecutori, le sue onde sismiche che oltrepassano le generazioni.
Sono per lo pi interni familiari, piccole
crudelt ed escursioni sentimentali nei
rapporti tra genitori e figli, tra fratelli, oppure di coppie in bilico tra dono totale di s
e repulsione. Rapporti resi precari da memorie che tornano pressanti e insostenibili. O da equivoci. Nel bellissimo testo iniziale, Organza, lio infetto di Bruno emerge
grazie alla voce narrante di Anna che ricorda un episodio a dir poco inquietante avvenuto anni prima dentro un box, mentre in
parallelo (corsivato e chiuso tra le parentesi
di una segregazione psichiatrica) scorre il
flusso delluomo, che converge verso la
stessa immagine fantasmatica: un velo, un
mascheramento, uno scherzo feroce che
non pu che rivelarsi fatale nel rapporto tra
i due, rimanendo come una cisti che nessun intervento chirurgico potr mai rimuo-

Spettacoli, corsi, incontri, letture,


mostre, passeggiate per esplorare
il rapporto che abbiamo con le piante
e con lambiente in cui viviamo.
Alla ricerca della buona pianta anche in citt!

17.00 LINTELLIGENZA DELLE PIANTE


Da Luned 14 a Sabato 19 settembre
Stefano Mancuso
Orto Botanico di Brera
CORSO DI FITOTERAPIA E ACQUERELLO BOTANICO 18.30 COME LE ARTI RACCONTANO LE PIANTE
WORKSHOPS E STAFFETTA DI GREEN KNITTING
Gianluca Balocco, Vittorio Cosma,
Per info e iscrizioni: www.labuonapianta.it

Venerd 18 settembre
Palazzo di Brera - Sala Napoleonica
17.30 LE PIANTE NEL MITO E NELLARTE
Eva Cantarella e Lucia Tomasi Tongiorgi
21.00 PIANTALA! Claudio Bisio
22.00 ALL YOU CAN EAT Diego Parassole

Sabato 19 settembre
Palazzo di Brera - Sala Napoleonica
11.00 VIETATO NON CALPESTARE LE AIUOLE
Agroecologia in citt
Dibattito aperto con esperti e Istituzioni

Michelangelo Pistoletto e Marco Buzzini


21.00 IL DILUVIO SOTTO DI NOI Lella Costa

Domenica 20 settembre
10.00 ORTO BOTANICO DI BRERA

PARTENZA PASSEGGIATA BOTANICA

Michele Serra presenta Botanica Urbana


10.30 DALLORTO BOTANICO AI GIARDINI MONTANELLI
Riconoscimento delle piante spontanee
in citt con i botanici Aboca
11.30 GIARDINI INDRO MONTANELLI

LA NATURA TRA LE RIGHE


Reading con Vanessa Diffenbaugh, Michela Murgia
e Andrea Vitali. Con Vittorio Cosma, pianoforte

13.30 PASSEGGIATA DAI GIARDINI MONTANELLI

AL GIARDINO DELLA GUASTALLA


14.30 GIARDINI DELLA GUASTALLA

LA NATURA TRA LE RIGHE


Reading con Roberto Vecchioni
15.30 DAL GIARDINO DELLA GUASTALLA

ALLA TRIENNALE
Riconoscimento delle piante spontanee
in citt con i botanici Aboca
17.00 TRIENNALE DI MILANO - ATTRAVERSO LALBERO
Mostra e intervento di Tullio Pericoli
17.30 TRIENNALE DI MILANO - LA NATURA TRA LE RIGHE
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Fino al 31 ottobre
Pinacoteca e Orto Botanico di Brera

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A MIL ANO DAL 14 AL 20 SETTEMBRE

CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 21

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

Cittadini
di Edoardo Vigna

Libri Narrativa
Fantastico

La capitale delle startup femminili


Ha battuto la Boston sede del Mit (ferma al 29%)
e pure la Silicon Valley di San Francisco (24%);
ha stracciato Seattle e Berlino (inchiodate
addirittura al 9). E con una quota rosa del 30%,
linsospettabile Chicago in tre soli anni s presa

il titolo di capitale delle startup fondate da


donne. Un risultato non casuale: organizzazioni
femminili e grandi aziende hanno lavorato per
creare le condizioni migliori. E per una volta, non
ci sarebbe niente di male nel copiare.

Con Linondazione Adrin Bravi imprime un ritmo nuovo alla capacit di trattare le
storie. Rimane fedele allo stile vicino a una quotidianit incantata e sorprendente. E dietro
il mondo sommerso dalla piena sta un ricordo personale dellinfanzia a Buenos Aires

Dentro una barca ma sopra il giardino


di ALESSANDRA IADICICCO

ome se, scrutando in controluce


la sua scrittura, si potesse riconoscervi la sua fisionomia. In fondo
questo lo stile, no? Lespressione, nella forma, di un carattere, di
un modo di essere. Adrin Bravi un tipo
minuto, fine, delicato. Ha cinquantanni ma
di quelli che hanno laria delleterno ragazzo, per non dire bambino, forse per il piacere e il divertimento che mette nelle cose che
fa. Parla con un lievissimo accento sudamericano, molto esotico e charmant, lui che
nato in Argentina, a Buenos Aires, e il suo
italiano tutta una poesia: come tipico di
chi acquisisca come proprio, nella vita e nellarte, un idioma diverso dalla madrelingua.
Vive in Italia, a Recanati, il paese di Giacomo
Leopardi ma anche di suo padre e di sua
madre che vi erano nati prima di emigrare,
durante la guerra, in Argentina, e dove
Adrin, in cerca delle proprie radici, allinizio degli anni Ottanta ha scelto di ritornare.

Dopo gli esordi in lingua castigliana, dal


2004 scrive romanzi in italiano: Restituiscimi il cappotto, La pelusa, Sud 1982, Il riporto, Lalbero e la vacca, tutti usciti da Nottetempo tranne il primo pubblicato da Fernandel e lultimo edito da Nottetempo in
collaborazione con Feltrinelli. Sono libri
poetici e spassosi, fiabeschi e pensosi. Storie di una quotidianit feriale e incantata
tratteggiate col nitore di un apologo e puntualmente animate da una sorpresa. Libri
che si leggono col sorriso sulle labbra, lo
stesso con cui forse sono stati scritti. Nel
suo ultimo romanzo, Linondazione, chi lo
ha gi letto riconoscer al volo la voce e il
volto di Bravi: il tono assorto e stupito della
sua prosa, lo sguardo affilato e indulgente
con cui, tra le righe, tiene docchio i suoi
personaggi senza fargliene passare una. Ma
Bravi, che un maestro nel non rifare se
stesso, che con ogni nuovo titolo riuscito a
fare un passo pi in l in termini di sapienza
e di originalit, allultima narrazione ha impresso in tutta naturalezza un ritmo
affatto nuovo.
il ritmo del fiume, il Ro Sauce: lui a
decidere la sorte del paesino immaginario
che sorge sulle sue rive e a segnare landatura del racconto di quellinondazione che arriva lenta e inesorabile come il destino, inattesa e travolgente come il pi intimo e remoto dei ricordi, misteriosa e seducente come il tempo. Preceduta da pochi segnali
decifrabili solo col senno di poi i rami
degli alberi che si muovevano senza vento,
lodore pi intenso delle cose, laria umida e
come carica di un certo timore , lacqua
era salita nello spazio di una notte a som-

ADRIN BRAVI
Linondazione
NOTTETEMPO
Pagine 184 , 13

mergere le case. E gli abitanti se ne erano


andati, non esattamente in preda al panico:
I riosaucini erano tutta gente di fiume, che
non andava mai di fretta, nota lautore, che
della corrente del Ro aveva appena rilevato
lantico passo rassegnato. Solo il vecchio Ilario Morales era rimasto. Per nessuna ragione al mondo avrebbe abbandonato il luogo
della sua infanzia e dei suoi morti ancora
un po troppo vivi per lasciarli soli. Cos,
trasferitosi nella soffitta della grande casa di
famiglia con pochi oggetti ben lontani dallessere beni di prima necessit i vinili
delle opere liriche adorate dal suo patrigno,
le foto incorniciate, i guantoni che trentanni prima gli aveva regalato il pugile Carlitos
Monzn vive per tutta la durata della piena di pane secco e ricordi. Non completamente solo. In quel paesaggio surreale dove
ci si muove in barca sulla distesa liquida da
cui affiorano solo i tetti delle case, appare
tutta una sfilata di figurette grottesche e colorate. Il turco Hasan, sentenzioso gestore



Personaggi
Il vecchio Morales si rifugia
nella soffitta con i vinili di
opere liriche, le foto
incorniciate e i guantoni
che gli ha regalato Monzn



Paesaggio surreale
Ci si muove
sulla distesa liquida da cui
emergono solo i tetti delle
case. Tutti hanno voltato
le spalle a Ro Sauce

Straniera Ricardo Menndez Salmn: la perdita di un figlio e il potere della scrittura

Con lo stesso titolo di Ian McEwan


un secondo inizio che nasce da una fine
di MARCO OSTONI

n giorno scriverai di tutto


questo. Prostrata dal dolore pi
grande, la perdita del figlio di
pochi anni, Elena predice ad Antares, il
marito romanziere, che con la scrittura
prover a uscire dalla voragine di quella
morte. Ma prevede anche il possibile esito
di tanta sfida: Io ti odier per questo.
Rivelandosi, in entrambi i casi, unacuta
Cassandra. Il valore e i limiti della
letteratura, le reali possibilit che ha la
parola scritta di curare le ferite pi profonde
della vita, sono il cuore di Bambini nel
tempo, nuovo romanzo del
44enne scrittore spagnolo Ricardo
Menndez Salmn, che mutua con esplicite
analogie il titolo di un celebre romanzo del
1987 di Ian McEwan. un libro, il suo, che
ne raduna di fatto tre. Il primo, potente e
amaro: la storia delleffetto disgregante
della morte di un figlio su una coppia che si
scopre indifesa di fronte a un lutto
intollerabile (e qui emerge con pi evidenza
il riferimento allo scrittore britannico). Il
secondo, spiazzante e dissacratorio: il
tentativo di narrare, immaginandola,

linfanzia che i Vangeli hanno negato al


Bambino di Nazareth, Ges, in una sorta di
impossibile compensazione. Il terzo, forse
un po ostentatamente lirico: il racconto di
un nuovo incontro e di un possibile nuovo
inizio sotto i cieli di Creta, lisola dove il
mito si insinua in ogni anfratto e il tempo
resta sospeso. Con una scrittura matura, che
alterna agilmente i diversi registri imposti
da ciascuna sezione, Menndez Salmn
compone un vero e proprio inno alla
scrittura, ossimoro benedetto: sole nero,
luce tenebrosa, lampo oscuro sul bianco
primordiale della pagina. Ma soprattutto
strumento prezioso per dare parola alla
rovina, per dire la morte e provare cos a
combatterla. Scrittura che pare dunque non
discostarsi molto da una forma di religione:
in principio era il Verbo...
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Stile



Storia



Copertina



dellosteria di Andreas Franke (1967),


Guadalupe, i due foto da The Sinking World
sciacalli, pi goffi (2010, courtesy dellartista)
che loschi, Piede
Felpato e Trombettista, che vorrebbero razziare le case inondate di fango (ma il fiume
non molla la sua preda), il dandy Cisnero,
che anche con lacqua fino al collo si preoccupa di allisciarsi i capelli allindietro col
pettine, e poi rumeni nostalgici, cinesi
cianfrusagliari Ma tutti costoro hanno
voltato le spalle a Ro Sauce. Sentendosi traditi dal fiume, lo hanno tradito.
Morales li guarda a distanza, e a tratti gli
appaiono come fantasmi, come creature
fantastiche, come se non fossero mai esistiti davvero. Lui lunico che accetta la
nuova conformazione imposta alla terra dal
Ro, una forma magica, onirica: mai pi
avrebbe pensato di remare sopra le strade, o
di stare sopra il giardino dentro una barca,
gli sembrava una specie di chimera. Fantastico, come un insetto preistorico, gli appare lelicottero della protezione civile che
ruota sulla provincia inondata. Fantastici gli
yacar, cio gli alligatori, i pigri bestionistatua che prendono a nuotare per Ro Sauce. Fantastica perfino la mappa del paese
comera, con le sue strade sterrate e i muretti scorticati, ormai sommersi dallonda del
tempo. Nel finale, che non si vuole svelare
qui, Morales sceglier a suo modo di restare
sottacqua, in una dimensione in cui il futuro solo un ricordo.
Sveliamo invece, su confidenza dellautore, che nel passato di Adrin Bravi una storia
di inondazione c. un ricordo lontano,
unimmagine cos remota che non credo
corrisponda pi alla realt, racconta.
Quando aveva meno di 4 anni e viveva nel
barrio di San Fernando a Buenos Aires, una
zona lambita dal Lujn, un affluente del Ro
de la Plata, accadeva spesso che il fiume
straripasse e che al mattino ci si ritrovasse
con mezzo metro di fango in casa. Allora
mia mamma mi metteva sul tavolo, allasciutto, ad aspettare. Da quel quartiere i
Bravi se ne sarebbero andati presto. E
Adrin, proprio come i compaesani di Morales, avrebbe voltato le spalle al suo fiume e
alla sua terra. Ma dei riosaucini, gente di fiume che non va mai di fretta, avrebbe conservato lindole e un misterioso senso del tempo: del tempo che, come lacqua, scorre, s,
ma anche sale, sommerge, trattiene in s,
restituisce magicamente quel che era stato.
RIPRODUZIONE RISERVATA

RICARDO
MENNDEZ SALMN
Bambini nel tempo
Traduzione di Claudia Tarolo
MARCOS Y MARCOS
Pagine 221,  15

Stile



Storia



Copertina



22 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

Incanti
di Ranieri Polese

Libri Officina

Carne e maciello
Quando i migranti eravamo noi. E quando
ancora luso virale della fotografia non
diffondeva globalmente limmagine della
tragedia. Cera per la canzone, la grande
canzone napoletana. Nel 1925, parole di

Libero Bovio, musica di Francesco


Buongiovanni, si canta Lacreme napulitane.
I chaggio perzo patria, casa e onore, i so
carne e maciello: so emigrante: una volta
eravamo noi la carne da macello.

Personaggi Ann Goldstein mette in inglese Ferrante


(e Pasolini, e Levi...): Ecco perch lAmerica la ama

Esperimenti I ragazzi del liceo bolognese Galvani


hanno lavorato sui racconti di Bernard Friot. Con libert

Elena, lamica geniale


che io non conosco

Compagni di classe
traduttori sul serio

di COSTANZA RIZZACASA DORSOGNA

di SEVERINO COLOMBO

ei traduttori, a meno che non siano un Montale o una Nanda Pivano, si parla spesso troppo poco. E
per, notava lAtlantic, lostinazione di Elena Ferrante nel tener
nascosta la propria identit ha involontariamente acceso, negli Stati Uniti, un faro su
Ann Goldstein, il capo dei correttori del
New Yorker che ha tradotto in inglese tutte le sue opere, oltre a Pasolini, Baricco, Piperno, Leopardi e Primo Levi (di cui a fine
mese uscir lopera omnia, da lei anche curata). Sempre presente a una lettura o al lancio
di un suo libro, Goldstein ha dato un volto alla Ferrante. Tanto che per un paio di amiche
la scrittrice sarebbe proprio lei. un po
uno scherzo, ovviamente. Non credo che
qualcuno ci creda davvero. Ma simbolicamente forse rappresenta un pi generale bisogno del lettore moderno di trovare una
persona dietro il libro.
Ferrante fever, febbre Ferrante, titolava il New Yorker in occasione delluscita di Storia della bambina perduta. Perch gli americani sono pazzi di lei?
La saga de Lamica geniale ci immerge
nelle vite di Elena e Lila. Famiglie, amici, matrimoni: tutto ci che accade loro in sessantanni. Vediamo questi personaggi lottare,
invecchiare, a volte morire. uno degli
aspetti che rendono i suoi libri cos appassionanti. Non sono tanto le circostanze: la
maggior parte di noi non cresciuta nella
miseria di un rione della periferia napoletana. Ci identifichiamo con le loro storie. La
capacit di Ferrante di scavare nelle emozioni commovente.
Come ne diventata traduttrice?
Dopo il 2001 i suoi editori, Sandro e Sandra Ferri (E/O, ndr), decisero di sbarcare negli Usa. Soprattutto, volevano pubblicare
Ferrante, per anni rifiutata dalle case editrici
americane. Stabilirono che la prima uscita di
Europa Editions sarebbe stata I giorni dellabbandono, e chiesero ad alcuni traduttori
di sottoporre una prova. Era la prima volta
che la leggevo, lho amata allistante.

Dove ha imparato litaliano?


Al college avevo seguito due volte lo stesso seminario su Dante. Anni dopo, al New
Yorker, dove lavoro dal 74, scoprii che anche altri colleghi volevano studiare la lingua.
Organizzammo un corso: la prima insegnante fu la figlia di Maristella Lorch, celebre
dantista della Columbia University. In Italia
cerco di venire almeno due volte lanno. Il
grande rimpianto non avervi mai vissuto.
Come riesce a rendere i termini gergali
o dialettali della prosa di Ferrante?
Lei usa pochissimo il vernacolo. Spesso
quando incontro una parola in dialetto, o in
un italiano intraducibile, il trucco che adotto
quello di citare la parola originale e poi
spiegarla. Se ricompare, la scriver solo in
vernacolo.
NellItalia sessista, la speculazione sullidentit della Ferrante si indirizzata a
lungo su autori maschili. Anche in America stato cos?
No. Del resto, gli scrittori con cui stata
identificata non sono molto noti da noi. Io
non ho mai pensato che potesse essere un
uomo. E non ricordo, nella nostra letteratura, episodi in cui unautrice con pseudonimo
femminile sia stata presunta maschio.
Non vi siete mai incontrate?
Non le ho mai neanche parlato. E non
comunichiamo direttamente per email.
Quando ho iniziato a tradurla, se avevo una
domanda la ponevo alleditore, che gliela
inoltrava. In seguito si resa un po pi disponibile, ma avendo avviato questo nonrapporto, non ho mai desiderato cambiarlo.
Lei non legge le bozze dei manoscritti tradotti, io non sento il bisogno di conoscerla
pi di quanto gi non la conosca.
Quale libro della Ferrante preferisce?
I giorni dellabbandono. Forse, banalmente, perch il primo che ho tradotto.
Ora sto traducendo La Frantumaglia, la collezione di lettere e interviste che uscir in inglese in inverno.
@CostanzaRdO
RIPRODUZIONE RISERVATA

i S
Lamericana Ann Goldstein la
responsabile dei correttori del
New Yorker, dove lavora dal
1974. Ha tradotto anche Pasolini,
Baricco, Piperno, Leopardi e
Primo Levi (di cui a fine mese
esce lopera omnia, da lei curata)

BERNARD FRIOT
Storie di quadri
(a testa in gi)
IL CASTORO
Pagine 128,  13,50
Dagli 11 anni
Esce gioved 17 settembre

teso nel letto, Tot non


dorme. linizio di una
della ventotto Storie di
quadri (a testa in gi) di
Bernard Friot, libro di racconti nati prima, dopo e intorno alla visione di opere darte che sta per uscire in
Italia. Loriginalit del volume di Friot trova
risonanza in un lavoro di traduzione, che
pu rappresentare anche un modello per il
futuro.
Il lavoro stato realizzato dalle classi 4 G,
4 H e 3 G della sezione internazionale di
francese EsaBac del liceo Luigi Galvani di
Bologna, nellanno scolastico 2013-14.
Lidea vincente anche dal punto di vista didattico spiega Michela Mengoli, docente
del Galvani e referente del seminarioconcorso Seuils per studenti traduttori
quella di lavorare insieme. Il traduttore
sempre meno un mestiere che si fa da soli e
sempre pi una attivit di gruppo o, come
nel caso del testo di Friot, di coppia. E aggiunge Mengoli: Questo testo, che ci stato
proposto da Grazia Gotti e David Tolin dellAccademia Drosselmeier, ha una natura
molto particolare, perch non appartiene a
un genere preciso e presenta una variet di
registri, tonalit e sfumature. Insomma
unopera perfetta per esercitarsi in un lavoro
di traduzione.
Ogni coppia di studenti si misurata con
una storia, poi, tutti insieme hanno collaborato al lavoro di revisione. Abbiamo diviso
il brano a met racconta a la Lettura
Emma Lolli, 18 anni, allora in terza, che oggi
frequenta la V G e che ha lavorato con la
compagna Maria Chiara Cloutier e ognuno ha tradotto la sua parte, poi ce le siamo
scambiate per correggerle. La loro storia
intitolata Sorpresa: Abbiamo avuto solo un
dubbio su un vocabolo che aveva a che fare
con il mondo dei volatili. Abbiamo chiesto
alla prof.
Per altri giovani traduttori i dubbi sono
stati: come far parlare un dio? i bambini
francesi e italiani sono golosi delle stesse
cose? Il racconto di apertura ha per protago-

nista Apollo. una ILLUSTRAZIONI


d i v i n i t m a p a r l a DI ANNA RESMINI
slang, un aspetto che
ai ragazzi piaciuto molto, ricorda Maria
Luisa Vezzali, docente del Galvani, poetessa e consulente per la traduzione. Nel racconto La bambina grassa, invece, i dolci
francesi sono stati adeguati al gusto italiano
(e al suono della nostra lingua): Bavarese
alle fragole, torta di mele, bign, charlotte ai
lamponi, delizia alle pere. La prima versione aggiunge Vezzali era letterale,
nella successiva sono stati tenuti presenti
aspetti di metrica e fonetica.
Ulteriori dubbi di traduzione sono stati
sottoposti direttamente allautore in un incontro che Friot ha avuto con docenti e ragazzi nella primavera dello scorso anno alla
Fiera dei libri per ragazzi di Bologna. Ricorda Bernard Friot: Con i ragazzi ho discusso
di letteratura, lingua, traduzione e di come il
senso di una frase si gioca su una sola parola. E aggiunge: I ragazzi hanno fatto un ottimo lavoro.
Laura De Nuzzo, oggi studentessa alla
Bocconi, ha partecipato al progetto ma non
si limitata alla traduzione (con Claudia Vatalaro) del racconto Alla mostra. Ho seguito lorganizzazione e la grafica dei testi; mi
sono appassionata; unesperienza che mi
stata molto utile, ad esempio per strutturare
il piano di studi.
Nellincontro con Friot alcuni ragazzi
hanno perfino chiesto (e ottenuto) il permesso di cambiare sesso a un personaggio.
Cos, se a qualcuno venisse in mente di leggere loriginale francese scoprirebbe che
non c nessun Tot steso nel letto a dormire, al suo posto c, invece, Lili, un personaggio femminile.
Dal 18 al 27 settembre Friot in Italia per
un tour che lo vedr anche nelle vesti di guida al Museo degli Eremitani, a Padova, e al
Museo del Novecento, a Milano. Il nuovo libro un invito rivolto a bambini e adulti a
guardare i quadri con la fantasia. Raccontare
storie un modo di interpretare il mondo.
RIPRODUZIONE RISERVATA

CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 23

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

Stanze
di Angela Urbano

Libri Poesia
Auto-antologie
Giancarlo Sissa ha
raccolto parte della
propria produzione,
legata a una mitologia
esistenziale toccata
dal gusto della sconfitta

Lenigma di una morte


I resti di Federico Garca Lorca non sarebbero
nella fossa comune di Vznar in cui il poeta fu
gettato dopo la fucilazione, nel 1936. I
franchisti li avrebbero traslati in un luogo
segreto di Madrid, vicino alla famiglia. Lo

rivela Marta Osorio in El enigma de una muerte


(Editorial Comares, pp. 308,  21), basato sulla
corrispondenza tra lo storico Agustn Penn e
Emilia Llanos, amica di Lorca, informata dei
fatti da una persona importante.

Potrei dirvi che mi manca il bere


una culla di foglie e poesia con la sosta
senza comprare in libreria
non ingabbio pi il desiderare
lo chiamo adesso e posso quasi
confessare che mi manca
abbastanza spesso e dunque s
qualche volta anche il bere quando,
pi spesso nel buio che s'annuncia,
so di non sapere...

Potrei dirvi che mi manca il bere


il sapore di certi liquori almeno
ma in realt in realt vi dico
quando mi sveglio mattino
e non inferno e nella noia
mi alleno, non mi maledico,
pedalo in bicicletta, non freno
la mia voglia d'inverno, ma senza fretta,
e di lavoro non voglio parlare proprio,
sono poco produttivo, bens veglio
copio, trascrivo l'eresia del nulla, mi provo
vivo, durante lente passeggiate stremo
nauseato il furore del passato mi invento

Da Autoritratto (Poesie 1990-2012)


di Giancarlo Sissa (Mantova, 1961)
edito da Italic
C.d.S.

Maledetto ma non troppo


di ROBERTO GALAVERNI

iflettere per generazioni in poesia lascia sempre il tempo che


trova. Lo sappiamo, si rischia in
ogni caso di diluire nella genericit o nella sociologia quel qualcosa dirriducibilmente individuale che la
poesia porta sempre con s. Qualsiasi considerazione dipende poi dai poeti e dai libri che volta a volta si sono presi come riferimento. E da questo punto di vista i nomi
e i titoli, e di conseguenza gli argomenti,
possono completamente cambiare. Cos,
se penso ai poeti che pi apprezzo tra i nati
negli anni Sessanta, cio di una generazione che anche la mia Dal Bianco, Donati, Sissa, Franzin, Iacuzzi, Riccardi, Zuccato, Bonito, Raimondi, Gibellini, Socci e forse qualche altro con loro posso dire soltanto che per chi ha iniziato a scrivere versi
a ventanni o poco pi, la poesia era probabilmente la passione pi astrusa e fuori
luogo che si potesse coltivare. Perfino la
contrapposizione tra politica ed estetica
che aveva improntato gli anni precedenti
era venuta meno. Non un caso che tranne
uno o due questi poeti siano tutti nati e
cresciuti al di fuori della cosiddetta grande
editoria, che a differenza dei fratelli maggiori e tanto pi di chi venuto dopo, non
si siano organizzati o auto-promossi attraverso alcuna antologia, e che si siano distinti soltanto col tempo, in lunghi anni di
presa di coscienza e di riconoscimento reciproco. Comunque sia, ci hanno creduto,
hanno avuto una loro forza e tenuta. Credo
sia un merito che gli si debba riconoscere.

Mi ha spinto a queste riflessioni la rilettura delle poesie che Giancarlo Sissa, mantovano del 1961 da pi di tre decenni residente a Bologna, ha raccolto in una propria
auto-antologia, Autoritratto (Poesie 1990
2012), uscita per le edizioni Italic. Il volume comprende testi tratti dai suoi quattro
libri, tre di versi e uno, lultimo, di brevi
prose, da Laureola (1997, Book Editore) a Il
bambino perfetto (2008, Manni), con laggiunta di qualche inedito. Il motivo non si
trova per in una mera questione editoriale, bens nel taglio a tratti drammaticamente, fieramente generazionale della sua
poesia, e ancor pi nel suo destino di poeta che per sussistere non ha avuto bisogno,
quasi fosse contro la sua stessa natura, di
alcuna legittimazione dallalto, ma semplicemente del riconoscimento e dellamicizia poetica di alcuni lettori autorevoli, se
non deccezione. Penso dapprima a Giovanni Giudici, che individuando subito la
qualit melodica del suo primo libro lo
aveva definito un tenero poeta damore,
ma con loriginalit di una sobria grazia
che gi in partenza dissipava fumosit e
scorie, insomma, ogni sospetto di pur facile sentimentalismo.
Da quei primi, gi esatti versi, Sissa ha
compiuto un cammino piuttosto lungo.

GIANCARLO SISSA
Autoritratto
Postfazione
di Alberto Bertoni
ITALIC PEQUOD EDIZIONI
Pagine 164,  15

Ha via via sporcato, strappato, ingiuriato la


sua poesia quanto a temi, figure, ritmi, sonorit, parallelamente a una sua piccola
ma autentica stagione allinferno esistenziale, e a una specie di sofferto, a tratti anche compiaciuto autolesionismo che gli ha
fatto rifiutare qualsiasi orizzonte di pacificazione che non trovasse un riscontro effettivo di verit nella sua vita. Eppure
quella spinta melodica, quel trascinamento ritmico e prosodico fondato anzitutto
sulle rime, le semi-rime, le assonanze, le
riprese sonore, gli enjambement, non gli
mai venuto meno.
Sissa costruisce la sua poesia anzitutto
grazie allipersensibilit dellorecchio, che
possiede buonissimo. Nella postfazione
ad Autoritratto, Alberto Bertoni ha parlato
con ragione dimmaginazione acustica. Il
principale veicolo di persuasione dei versi
di Sissa, molto pi che concettuale o filosofico, infatti di natura musicale. I suoi
poeti, che talora ha anche tradotto, sono
non a caso i simbolisti francesi, primo fra
tutti Verlaine, e poi Lorca e Machado. Ed
vero che un po di maledettismo, di vita
spericolata, o meglio bastonata, di estetica
della sconfitta, come il poeta stesso la
chiama, talora pu avvertirsi in questi versi. Ma altrettanto vero che nella poesia di
Sissa c sempre qualcosa di non compromissorio e di senza ritorno che rende
estremamente credibile la sua mitografia
poetica: lamore, la passione fisica, il bere,
la solitudine, leterna immaturit, i malanni fisici e psicologici, linedia, la polemica



Generazione
Lautore appartiene a un
gruppo di nati negli anni
Sessanta non organizzato:
figure che si sono distinte
soltanto col tempo



Percorso
Dagli inizi in poi non gli
mai venuta a mancare una
spinta melodica fondata
sulle rime, le assonanze, le
riprese sonore

anti-borghese, laffinit con la notte, il disgusto di se stesso. Tutto in una particolare


mescolanza dironia, sarcasmo, rabbia e
passione.
Il fatto che Sissa ha raggiunto una posizione estremamente proficua per mettere la vita in versi (questa formula di Giudici rappresenta a tutti gli effetti il nord
della sua bussola poetica), abbassandola al
livello dellasfalto cittadino o della sua
amata pianura, e togliendo a se stesso ogni
scopo, doppi fini, ambizioni, desiderio
daffermazione o anche solo del cosiddetto
benessere. Al livello dei marciapiedi e anche pi gi. Credo sia questo il tratto pi
notevole e specifico di questo poeta nello
scenario della nostra poesia. Non un caso
che sia uno dei pochissimi capaci di parlare di chi patisce, di chi lavora duramente,
di chi ha perso, di chi vive ai margini, senza retorica, senza ideologia, ma semplicemente da pari a pari, a tu per tu. Proprio
come un cane randagio che, non visto, conosce e si riconosce negli anfratti della citt, nellelemosina del tempo/ nellintimo
fallimento di ognuno/ io per primo senza
esitazioni/ io smarrito in altre stazioni
senza/ cielo in misere consunte passioni /
schiavo di altra vergogna/ o via crucis di
trascorsa menzogna.
RIPRODUZIONE RISERVATA

Stile



Ispirazione



Romania Mircea Cartarescu nasce dalla dissidenza, non politica ma estetica, al regime. E ora tra i maestri

Un irridente Baudelaire postmoderno, alla faccia di Ceausescu


di DANIELE PICCINI

gni scrittore, ogni letteratura ha la


propria leggenda. Quella di Mircea
Cartarescu (1956) passa per il
Cenacolo del Luned, in cui si riunivano a
Bucarest, nei primi anni Ottanta, i migliori
poeti di una generazione. Era la Bucarest
comunista, plumbea e di regime: l, guidati
dal critico Nicolae Manolescu, i giovani
scrittori gravitanti intorno alla facolt di
Lettere discutevano, leggevano i propri
lavori, si affinavano. Erano ancora gli anni
di Ceausescu: non era una dissidenza
politica, la loro, ma poetica. La leggenda
del Cenacolo del Luned si nutre di
esperienze di gruppo, di tentativi di
evadere dal buio circostante (come un
bicchiere, Bucarest si era riempita della
notte suona un verso di Cartarescu), ma
soprattutto si alimenta del sogno della
letteratura.
Sar anche per questo che lo scrittore
uscito da quella palestra capace di

composizioni labirintiche. La parola


letteraria produce un organismo vivo, un
piccolo cosmo, e interroga lenigma
dellesistente. Chi abbia letto le prime due
parti della trilogia narrativa Abbacinante
(edite in Italia da Voland, come gli altri testi
in prosa dellautore) sa come Cartarescu sia
capace di costruire universi, di portare
linterrogazione ai limiti del pensabile.
Anche nei suoi versi, che possiamo scoprire
grazie allantologia Il poema dellacquaio
(traduzione di Bruno Mazzoni,
Nottetempo), lo scrittore romeno evoca
ipotesi vertiginose, crea mondi in cui gli
oggetti prendono vita (come nel testo che
intitola il libro), inventa apologhi surreali.
Cartarescu emula la gloriosa avanguardia
della Beat Generation e gioca con
lelencazione, con le forme, mettendosi a
lato della poesia, sospendendola per
rivolgersi al lettore, come un Baudelaire
postmoderno.

Usando lironia, il tono colloquiale, le


allusioni (ad esempio al poeta romeno del
XIX secolo Eminescu), la sua scrittura
attraversa e mima lo spettacolo del
mondo e tuttavia non rinuncia a guizzi di
assolutezza: Mattine felici accanto al
fornello, guardando come le stelle di
ghiaccio/ lentamente si sciolgono
mattine felici/ quando la neve si posa, si
posa, si posa/ fra gli edifici. Oh, Signore/
perch mi offri delle mattine felici? [...].
Nel finale dello stesso testo, il poeta torna
poi al ludus, a spiazzare giocosamente il
lettore: cos sembra dirci che nella sua
poesia c tutto, anche gli opposti, anche
ci che abbaglia la percezione, sorprende.
RIPRODUZIONE RISERVATA

MIRCEA CARTARESCU
Il poema dellacquaio
Traduzione di Bruno Mazzoni
NOTTETEMPO
Pagine 272,  12

Ispirazione



Traduzione



24 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

Libri Pordenonelegge

Amici a 8 mila metri: Simone Moro e Mario Curnis


In una terra di montagne, un libro sulle vette e
su unamicizia tra alpinisti. In occasione del
festival esce il volume In cordata (Rizzoli, pp.
252 pi un sedicesimo a colori,  18), di Mario
Curnis e Simone Moro, due alpinisti di

generazioni diverse che insieme hanno


scalato anche lEverest. Gli scalatori ne
parleranno domenica 20 allo Spazio
ITASincontra, in piazza della Motta (ore 15),
insieme a Luca Calzolari e Roberto Mantovani.

Bilanci Viviamo una mini-era segnata dalla realt a tutti i costi,


anche in letteratura: per dire, Knausgrd ha la nausea al pensiero
di scrivere fiction. Ma con linvenzione che scopriamo la verit

Il cuore a nudo non basta


Bisogna fare gli acrobati
di ADAM THIRLWELL



Filosofia
Mi sento solo nel mio tempo. Quel
che si privilegia linflazione
dellinteriorit. Nellestetica che va
ora di moda c una sostanziale
negazione della storia



Scelte
Tutti quanti, in fin dei conti, sono
ora nel business del racconto. E in un
periodo simile, la vera novit si
annida in travestimenti
molto pi metaforici



Esempio
Proust ha inventato il pi grande
narratore-scrittore mai esistito e un
paesaggio in cui nomi reali e inventati
coesistono. La creazione avvia una
trasformazione fondamentale

i sembra una verit universale che il sentirsi soli nel proprio tempo sia una condizione che sempre esistita. Se si sfogliano i libri di storia, si vedono grandi e
nobili spiriti lamentare che, per qualche
ragione, lepoca in cui vivono non fatta per loro. Devo
ammettere che ultimamente anchio, nel mio piccolo,
mi sento sempre pi solo nel mio tempo. Sono un giovane romanziere, e dal mio osservatorio londinese
sento che latmosfera letteraria in cui mi trovo, a Londra ma potrebbe essere Milano, New York o Buenos
Aires piuttosto falsata o confusa. S, la scena letteraria, nel breve tempo del mio apprendistato, sembra
attratta da idee che trovo insoddisfacenti o incomplete.
Non una situazione che mi piace: sentirmi estraniato dalla mia epoca. Quello che voglio fare qui presentare quindi qualche annotazione sulle mie crescenti perplessit, una piccola mappa per riuscire a riorientarsi in futuro.

Come cominciare? In questa nostra mini-era, il gusto vigente focalizzato sulla realt. La critica sconfina
nella sociologia, la narrativa tende allepica realistica o
alle confessioni senza ritegno. Quel che sembriamo
privilegiare linflazione dellinteriorit, sia che il romanziere tratti temi di importanza mondiale, sia che
parli di s. Viviamo in unepoca in cui, nel mondo letterario, chic dire la cosiddetta verit. Mentre ovviamente la fiction il contrario della verit. Per questo leroe
della nostra mini-era probabilmente lo scrittore di
memoriali Karl Ove Knausgrd, la cui vena di depressione potrebbe esemplificarne i principi: Il solo pensiero di scrivere un romanzo, di inventare personaggi
in una trama inventata, mi d la nausea.
Qui sorgono subito dei problemi.
Il primo di natura storica. Nellestetica che va ora di
moda c una sostanziale negazione della storia. Quante rivoluzioni delle avanguardie hanno comportato
una retorica del reale! da quando Cervantes ci ha
raccontato degli inganni della mente. E hanno sostenuto la retorica dellassenza di forma, da quando Laurence Sterne, Proust e Gadda hanno contaminato i loro
romanzi con le sostanze dissolventi del pensiero saggistico. stata Clarice Lispector, in La Passione secondo
G. H., a dare una esemplare definizione di questa svolta estetica verso il non-estetico, con la preghiera di
avere il grande coraggio di resistere alla tentazione di
inventare una forma...
Di Lispector consideriamo per anche laudacia. Nel
suo romanzo c un bellissimo passaggio in cui dice:
Ho scritto ondate di mutismo, cosa che non avrei
mai fatto prima, perch ho sempre rispettato la bellezza e la sua intrinseca moderazione... Ho infine perso
lintero impianto del buon gusto? Ma tutto qui quel
che ho guadagnato? Devo aver vissuto cos prigioniera

Lo scrittore Adam Thirlwell


nato nel 1978 a Londra,
dove tuttora vive. Il suo
romanzo desordio, tradotto
in trenta Paesi, Politics
(2003) pubblicato in Italia
da Guanda come i
successivi, La fuga (2010) e
Mademoiselle O (2010).
membro del Metaphysical
Club della Domus Academy
di Milano. Un suo libro
sperimentale non rilegato,
Kapow!, edito da Visual
Editions nel 2012, incluso
nella collezione permanente
dellArt Institute of Chicago

Il libro
Tenero & violento, di Adam
Thirlwell, edito da Guanda
(traduzione di Riccardo Cravero,
pp. 364,  18,50)
Lappuntamento
Thirlwell sar a Pordenone
il 20 (Istituto Vendramini, ore 15)
intervistato da Tullio Avoledo

da sentirmi ora pi libera solo perch non temo pi la


mancanza di estetica....
C qui unardita saggezza che distingue lamore di
Lispector per largomento che espone dal gusto alla
moda. sensibile alla complessit filosofica atteggiamento visibilmente assente nella melodrammatica
nausea di Knausgrd. Perch la vera obiezione che il
gusto contemporaneo muove alla fiction temo sia etica, non estetica. Possiamo chiamare questo atteggiamento protestante, filisteo o semplicemente americano. A seconda della nostra collocazione, possiamo scegliere il peggiorativo che ci piace di pi... Lerrore rimane per lo stesso: a) pensare che quel che fittizio sia
immorale; e b) pensare che il mondo sia cos facilmente accessibile alla nostra intelligenza.
Provare noia per i soliti romanzi va benissimo! Quella di chi si annoia una posizione nobile e corretta. Ma
la via duscita da queste convenzioni non credere felicemente nella realt, come se la storia della filosofia
non fosse mai stata scritta. Quel che il romanzo richiede, sempre, lopposto del realismo: lirreale. (Ovviamente nulla di tutto questo una novit. Faccio Odalische per fare il nudo, osservava Matisse, limperatore
delle apparenze. E come fare il nudo senza che sia costruito?)
Consideriamo la nostra et in senso pi ampio. Let
dellinformazione elettronica! Sembra brillante ma naturalmente, come ogni et, ha i suoi demoni oscuri.
Perch, mentre nellet digitale potrebbe sembrare che
qualcosa come la realt sia la valuta corrente, e che il
mondo di Instagram e SnapChat rappresenti let dellio nudo let del reality show, non della telenovela
, non sono sicuro che questo sia vero. In realt, siamo nella grande era della fiction. Tutti, in fin dei conti,
sono ora nel business della costruzione narrativa. E in
un periodo del genere, la vera novit nellarte della fiction si annida in travestimenti molto pi metaforici.
Perch c qualcosa di antiquato nellidea apparentemente contemporanea del reale. Che si tratti di romanzo realistico o di uno sfogo memorialistico, alla base
c sempre la convinzione modernista che i progressi
nellarte della narrativa consistano nellaumento nella
sua comprensivit nellinclusione di materiale prima trascurato. Il modernismo stato in parte un grande smantellatore di quel che Lispector chiamava lintero impianto del buon gusto. Ma mentre condivido questimpegno verso lassenza di forma, verso un oggetto il
pi letterale e comprensivo possibile, non sono per
sicuro che basti se si auspica un ideale del genere
il puro incremento della tendenza a mettersi a nudo. La
vera invenzione consisterebbe nellampliare lambito
delle tonalit estetiche permesse... Dopo tutto, nuove
tonalit si affacciano nellatmosfera in Technicolor attorno a noi in cui il superficiale sforzo di essere affabili coesiste con unespressione di s molto pi profonda, degradata (i toni volgari, invidiosi, disperati, degli
aggiornamenti e dei post dei blog), e questi toni dipendono dalla vischiosa mescolanza di distanza e intimit

CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 25

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

Teatro con Bianconi, reading con Piccolo e il romanzo di Azza Filali


Spettacoli, parole e teatro al festival di
Pordenone: gioved 17 La resurrezione della
carne, il recital di Francesco Bianconi dei
Baustelle (ore 21.30); il 18 alle ore 15 lincontro
con la tunisina Azza Filali che conversa con

Camilla Baresani (ore 15). Sabato 19 il reading


del premio Strega 2014 Francesco Piccolo (ore
21.30); sempre il 19, al Palaprovincia, il rave
letterario Carnediromanzo con Natalino
Balasso e Massimo Cirri (ore 22).

Il punto sul mondo con Abravanel, de Bortoli e Galli della Loggia


In rassegna anche i temi delleconomia, della
filosofia, della storia. Il 16 settembre il
filosofo Carlo Sini interviene sulletica del
quotidiano, e in particolare su La lettura come
pratica del viver bene allo Spazio Bcc (ore

10.30); il 19 al Palaprovincia, leconomista


Roger Abravanel spiega che La ricreazione
finita (ore 11); e il 20 si discute di Un buon uso
pubblico della storia con Ferruccio de Bortoli
e Ernesto Galli della Loggia (ore 11).

divenuta la norma nella piazza digitale. Ma la tonalit,


naturalmente, una mediazione tra lo scrittore e il lettore. Perci credo che per gestire correttamente questa
estraneit un romanziere debba creare una struttura
narrativa simile alla norma vigente in ambito digitale
dove il molto intimo contemporaneamente impersonale. Lideale produrre nel lettore quel senso
claustrofobico che tutti riconosciamo grazie alla nostra esistenza digitale e per fare questo il romanziere dovr fornire al lettore i mezzi per comprendere come costruito il romanzo. Il lettore deve sentirsi in dialogo con il narratore assente del romanzo. Abbiamo bisogno, in altre parole, di progressi non solo nel
contenuto, ma anche nella struttura narrativa.
Si consideri lesempio di Marcel Proust. In Alla ricerca del tempo perduto, Proust ha inventato il pi grande
narratore-scrittore mai esistito che in un romanzo
in cui i confini tra reale e irreale sono estremamente
sfocati ha reso possibile non solo produrre la nota ambiguit sul fatto che il narratore si chiami effettivamente Marcel, ma anche creare un paesaggio vago, da sogno, in cui nomi reali coesistono con quelli inventati, e
personaggi di fantasia sono inseriti in veri dipinti. E la
ragione per cui Proust ha potuto creare unatmosfera
cos ambigua e strana che ha esposto e poi sfruttato
in modo tanto giocoso e singolare la costruzione del
suo romanzo. Il suo romanzo basato sullesposizione
della struttura. Laperta ostentazione di quel che fittizio gli permette di condurre i suoi intricati e malinconici giochi con il tempo.

Dal 16 al 20 settembre con 32 anteprime

Viaggio in Italia, al centro la poesia

on lidea di una cultura inclusiva, che possa


spaziare dalle discussioni letterarie alle
contaminazioni pop, torna per la sedicesima
edizione Pordenonelegge: circa trecento incontri dal 16
al 20 settembre nella citt friulana intorno al tema Crisi
vs futuro. Due scrittori francesi tengono a battesimo il
festival. Sono Daniel Pennac che lo inaugura il 16 ed
Emmanuel Carrre che riceve il 19 il Premio FriulAdria
La storia in un romanzo; e poi i ritorni al romanzo di
David Leavitt e della scrittrice Ann-Marie MacDonald,
la tunisina Azza Filali e liraniana Azar Nafisi, i mondi
agli antipodi dellucraino Andrej Kurkov e
dellargentino Marcelo Figueras: in tutto saranno 32 le
anteprime nazionali e internazionali. Numerosi gli
autori italiani, ma addirittura un festival nel festival
sar lo spazio della poesia: tra gli incontri, quelli con
Francesco Targhetta, Franco Buffoni, Claudio Damiani,
Antonio Riccardi, e le presentazioni dei nuovi libri di
Milo De Angelis o del poeta e traduttore spagnolo Juan
Carlos Reche. Una conversazione a tre, guidata da

Eraldo Affinati, far incontrare la regista Francesca


Archibugi e il protagonista del suo biopic, il poeta
Pierluigi Cappello, per la presentazione del dvd del film
Parole Povere (edito da CG Entertainment). E poi, i
narratori: bestseller come Corrado Augias, Roberto
Vecchioni, Massimo Gramellini e Concita De Gregorio
affiancano nelle giornate dibattiti con scrittori di vaglia
come Marco Missiroli e Mauro Covacich, Margherita
Oggero e Letizia Muratori. Oltre agli incontri dedicati
alla saggistica di storia, scienza e filosofia, da citare un
filone nuovo, intitolato Viaggio in Italia, alla ricerca
dellidentit dei diversi territori. Otto scrittori
racconteranno al pubblico aree del Paese che abitano
nei loro romanzi: Giuseppe Culicchia, Mauro Corona,
Tiziano Scarpa, Sandra Petrignani. Per le
contaminazioni con il cinema, le conversazioni con
Silvio Soldini, Ivan Cotroneo e altri sceneggiatori e
registi, e per i giovani scrittori il fight reading a colpi
di inediti. (i.b.)
RIPRODUZIONE RISERVATA

Flight, performance degli


acrobati australiani
Strange Fruits
(Roma, 27 luglio 2000)
Foto Ap/Gregorio Borgia

Questo quel che penso. Questo il quadro del mio


isolamento dal mio tempo. Naturalmente, voglio
quanta pi verit possibile. Ma per me essa pu essere
generata solo da forme abilmente metaforiche. Questa
la sapienza ultramoderna che ho trovato in Proust, e
in Tenero & violento, il romanzo che ho scritto in questo periodo di crescente isolamento. Voglio pertanto
inserire un piccolo omaggio al mio maestro nellarte
della realt romanzesca: Ho avuto la visione molto
chiara di un libro in cui avrei registrato la mia esperienza totale, sapevo come avrebbe dovuto essere:
avrebbe dovuto contenere tutti i toni che nessuno apprezza la Ripugnanza, la Tenerezza, la Povert, la
Volgarit, la Noia, il Disgustoso e il Grazioso. In queste
tonalit tremende vorrei raccontare la mia storia kawaii, senza che vi sia distanza tra me e la persona assente a
cui parlo. Lo vedo come una cosa continua, una piccola
cascata con gorghi e vortici. Perch ho sempre e solo
voluto vivere. E la vera vita e questa non una mia
scoperta la vita che stata infine scoperta e illuminata, e quindi lunica a esser stata davvero vissuta,
quella che si osserva a ritroso, da qualche punto lontano tra le nuvole, e una parola che descrive quel tipo di
prospettiva potrebbe forse essere letteratura. O, se non
letteratura, almeno un parlare.
Ecco qui, pensavo, sono un figlio borghese del capitalismo globale. Ma raccontare la storia della nostra
generazione globale la mia generazione che vive ancora in casa, che allo stesso tempo pura innocenza e
pura corruzione, puro fascino e pura malizia, che ha
ereditato il processo digressivo e incontenibile del digitale come propria tremenda condizione richiede
mosse narrative acrobatiche. Le confessioni non sono
sufficienti. C bisogno di una trama potente e folle,
piena di sangue e capovolgimenti e, soprattutto, c bisogno di una costruzione potente e folle, dove il lettore
assente in dialogo costante con il narratore assente e
implorante...
Perch inventare? Questa una domanda che tutti
gli scrittori devono farsi ogni giorno ma non credo
che la risposta sia rifiutare la categoria della finzione.
La risposta molto semplice. Facciamo dei modelli immaginari perch in questo modo creiamo delle dinamiche pi profonde, pi ricche di quelle che potremmo scoprire per caso, nel corso della vita quotidiana.
Giocando con linvenzione scopriamo delle verit. O,
come ha osservato Roland Barthes in un saggio su
Stendhal, notando la trasformazione che dai suoi diari
porta alla ricchezza dei suoi romanzi, Quel che avvenuto tra i Diari di viaggio e La Certosa di Parma la
scrittura. Il processo della scrittura segna una trasformazione ontologica fondamentale. Stendhal lo sapeva.
In una copia di Il rosso e il nero, ora nella Biblioteca
Sormani di Milano, c questa sua annotazione:
Roma, 24 maggio 1834. Quando ero giovane ho
scritto delle biografie (Mozart, Michelangelo), che in
un certo senso erano storie. Mi pento di averlo fatto.
Credo che nelle piccole come nelle grandi cose sia quasi impossibile raggiungere la verit almeno una verit che sia abbastanza attendibile. Monsieur de Tracy
soleva dirmi: la verit si pu trovare solo nei romanzi.
Ogni giorno che passa vedo pi chiaramente che altrove incontriamo solo ostentazione.
(Traduzione di Maria Sepa)
ADAM THIRLWELL

26 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

Legenda

Libri Le classifiche

A parit di percentuale di vendita, la


posizione determinata dal valore
novit
decimale non in100 titolo pi venduto (gli altri in proporzione) dicato in classifica

(2) posizione precedente

1 in salita
5 in discesa

S
R
N

stabile

rientro

Millennium, Jo Nesb e Pedro Chagas Freitas: stranieri al comando


Camilleri primo negli italiani e papa Francesco insegna a sorridere
La pagella
di Antonio DOrrico
David Lagercrantz
Quello che non uccide
Marsilio

Top 10

ebook

voto

8 1
(3)

Lagercrantz bravo 1
quasi come Larsson 2

100

(1)

accio parte dei larssoniani persi (nel


senso dellautore di Millennium).
Sono stato addirittura a Stoccolma a
ripercorrere le vie battute dai suoi
eroi. Ho visto la casa di Mikael
Blomkvist e quella di Lisbeth Salander, il
miglior personaggio della letteratura recente.
E ho rimpianto quello che poteva essere e
non stato e, cio, gli altri sette romanzi che
Larsson aveva immaginato ma non scritto
perch morto a 50 anni dinfarto nella
redazione del suo giornale (sono stato anche
l). Si disse allora che la sorte di Larsson era
segnata perch aveva fumato troppe sigarette,
bevuto troppi whisky, mangiato troppe
schifezze fast food. Sar. Ma di quella morte
improvvisa, che spezz il sogno di Larsson e
dei suoi 80 milioni di lettori, non ho mai dato
la colpa allo stile di vita dellautore bens al
dio capriccioso della letteratura che, come
disse Capote, assieme al
dono della scrittura ti d
uno scudiscio con cui
fustigarti. In quanto
larssoniano perso, non
ho guardato di
malocchio, anche solo
per far dispetto a quel
dio crudele, lidea che
David Lagercrantz
proseguisse la Trilogia.
David Lagercrantz, 53 Lagercrantz il felice
anni (foto Karlsson) biografo di Zlatan
Ibrahimovic, un
personaggio a suo modo larssoniano. Era la
persona giusta. Per come Larsson laveva
congegnata, Millennium una macchina
narrativa quasi capace di autoriproduzione.
Infatti, dopo qualche cigolio iniziale, il
meccanismo ha ricominciato a funzionare, il
mondo di Lisbeth e Mikael a girare attorno ai
temi epocali della violenza contro i deboli,
della corruzione e avidit universali, della
possibilit orwelliana che i computer
diventino pi intelligenti degli umani e
instaurino una dittatura da Grandi Fratelli.
Lagercrantz abile come Larsson nella
suspense. Lo meno in qualche dialogo
eccessivamente didascalico e (per
timidezza?) nellaffrontare il lato
sentimentale dei personaggi e dei luoghi. Ma
stato molto bravo, allaltezza della difficile
eredit che gli toccata. Il suo un piccolo
miracolo.
RIPRODUZIONE RISERVATA

88

3
5

50

4
43

5
40

6
39

7
36

8
34

30

Pedro Chagas Freitas


Prometto di
sbagliare
Garzanti, 16,90

28

Marcello Simoni
Labbazia
dei cento delitti
Newton Compton, 9,90

9
(-)

10
(8)

Rizzoli, 10
Anna Todd
Un cuore
in mille pezzi. After
Sperling & Kupfer, 17,90

(6)

Einaudi, 20
Andrea Camilleri
La targa

(-)

Sperling & Kupfer, 14,90


Jo Nesb
Scarafaggi

(-)

Rizzoli, 16
Anna Todd
After

(4)

Mondadori, 19
John Green
Citt di carta

(5)

Piemme, 19,50
E. L. James
Grey

(2)

David Lagercrantz
Quello che
non uccide
Marsilio, 22
Paula Hawkins
La ragazza del treno

Narrativa italiana

di Alessia Rastelli

LAntartide
del 1999
gela i rivali
Le novit (senza laiuto
delle promozioni)
dominano nella classifica
digitale. Conquistano la
vetta settimanale le
avventure in una grotta
dellAntartide narrate da
James Rollins ne La citt di
ghiaccio, romanzo uscito
nel 1999 negli Stati Uniti e
pubblicato per la prima
volta in Italia a fine agosto.
Ledizione elettronica al
primo posto su Net-eBook,
libreria del sito
Mediaworld.it. Seguono
gialli, thriller e storie
sentimentali, che si
confermano tra i generi pi
letti su ereader e tablet. In
seconda posizione Quello
che non uccide, quarto
volume della serie
Millennium, firmato da
David Lagercrantz, nel
difficile ruolo di non far
rimpiangere Stieg Larsson.
Al terzo posto Una famiglia
quasi perfetta, debutto
letterario del medico
britannico Jane Shemilt
sulla scomparsa di una
quindicenne che sconvolge
la vita della madre. Quarto,
Pericolose tentazioni
dellamericana Lora Leigh,
in cui lindagine su un
omicidio si mescola con la
passione tra un agente e
unaffascinante testimone.
Chiude in quinta posizione
J Nesbo con Scarafaggi,
secondo romanzo della
serie con protagonista il
poliziotto Harry Hole, uscito
in Italia due settimane fa.
Questa volta linchiesta si
svolge a Bangkok e
riguarda la morte di un
diplomatico norvegese.

@al_rastelli
RIPRODUZIONE RISERVATA

(6) 1 36

Andrea Camilleri
La targa
Rizzoli, 10

Andrea Camilleri primo nella classifica di categoria


con un racconto gi uscito con il Corriere e proposto
oggi da Rizzoli in una nuova edizione. Si dimezza la
presenza italiana in top 10: oltre a Camilleri (settimo)
resiste il giallista Marcello Simoni, decimo. Negli
Italiani scala sette posti il romanzo davventura di
Marco Buticchi che mescola leggenda e attualit.

(2) S 28
2
Marcello Simoni
Labbazia
dei cento delitti
Newton Compton, 9,90

(1) 5 28
3
Antonio Manzini
Era di maggio
Sellerio, 14

Narrativa straniera

(3) 1 100

David Lagercrantz
Quello che non uccide
Marsilio, 22

La top ten parla straniero (otto titoli su dieci) e ha


un nuovo re: David Lagercrantz che con il quarto
atto della saga Millennium scavalca il thriller di
Paula Hawkins e leros di J. L. James; in salita il
romanzo Citt di carta, storia di adolescenti in fuga
diventato ora film. Due new entry: il norvegese Jo
Nesb e il portoghese Pedro Chagas Freitas.

(1) 5 88
2
Paula Hawkins
La ragazza
del treno
Piemme, 19,50

(2) 5 50
3
E. L. James
Grey
Mondadori, 19

Saggistica

(1) S 17

Carlo Rovelli
Sette brevi lezioni
di fisica
Adelphi, 10

Il podio si rinnova per due terzi. Il leader resta il fisico


Carlo Rovelli, dietro arrivano due novit: Oriana Fallaci
con una raccolta di articoli dedicati allislam; e il
celebre neurologo appena scomparso Olivier W. Sacks
con una delle sue opere pi note. Tra le new entry
anche papa Francesco, su fede e allegria, e la
biologia quantistica di Al-Khalili e McFadden.

(-) N 12
2
Oriana Fallaci
Le radici
dellodio
Rizzoli, 20

(-) N 11
3
Oliver W. Sacks
Luomo che
scambi sua moglie
per un cappello
Adelphi, 11

Varia

(1) S 21

Marie Kondo
Il magico potere
del riordino
Vallardi, 13,90

(2) S 15
2
Giulia Enders
Lintestino felice
Sonzogno, 16,50

La classifica
James Rollins
1 100
La citt di ghiaccio
Nord,  8,99
ePub con Adobe Drm
2 81 David Lagercrantz
Quello che non uccide
Marsilio, 13,99
ePub con Adobe Drm
Jane Shemilt
3 72
Una famiglia quasi...
Newton Compton,  2,99
ePub con Social Drm

Ragazzi

Lora Leigh
4 63
Pericolose tentazioni
Mondadori,  3,99
ePub senza Drm
5 54

Jo Nesb
Scarafaggi
Einaudi,  9,99
ePub con Adobe Drm

(-) N 12

AA.VV.
Minions.
La storia
Fabbri, 8,50

(4) 1 10
2
AA.VV.
Minions.
Megasticker
Fabbri, 10,90

Stati Uniti
1
Sue Grafton

2
Harper Lee

3
Louise Penny

Go set a
Watchman

The Nature of The


Beast

Marian Wood/Putnam, $ 28.95

Harper, $ 28.99

Minotaur, $ 27

(31 agosto-6 settembre 2015)

CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 27

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

Il podio del critico


di Cristiano Cupelli

700

Il numero
di Giuliano Vigini

Cristiano Cupelli (Roma, 1973) ricercatore di diritto


penale allUniversit di Roma Tor Vergata e docente di
Diritto penale delle scienze mediche presso la Luiss;
autore di pubblicazioni, tra le quali le monografie, edite
da Edizioni Scientifiche Italiane, La responsabilit penale
dello psichiatra (2013) e La legalit delegata (2012).

1
Daniele Giglioli

2
Martin Suter

3
Giuseppe Amarelli

Critica della vittima

Allmen e le libellule

Liquirizia

Nottetempo, 12

Sellerio, 13

Rubbettino, 10

Citt e cibi, pozzi e passeggiate: una guida alle guide turistiche


Visto il positivo andamento dellannata turistica in Italia e
limponente afflusso di visitatori a Milano per lExpo, si
suppone che anche qualche guida turistica in pi sia stata
venduta. Sulle oltre 700 guide uscite tra maggio e agosto
2015, almeno la met sono dedicate a citt e localit

italiane, e si pu notare che sono sempre pi dettagliate e


specializzate (guida ai luoghi salesiani, mappa dei sapori
nelle aree protette liguri, le pi belle passeggiate nelle
colline torinesi, fonti e pozzi sacri della Sardegna, ecc.);
126 di questi titoli coprono Milano in tutti i suoi aspetti

storico-culturali e commerciali, ed facile prevedere che


tra poco anche su Roma, con il Giubileo straordinario, si
registreranno per le guide turistiche sviluppi interessanti.
Gi in questi mesi sono stati pubblicati 112 titoli e si
suppone che nei prossimi raddoppieranno.

(Elaborazione a cura di GfK. Dati relativi alla settimana dal 31 agosto al 6 settembre 2015)

(4) S 23
4
Elena Ferrante

(16) 1 17
(14) 1 15
6
8
Maurizio Maggiani
Marco Buticchi

(11) 1 14
(9) 5 13
10
12
14
Elena Ferrante
Concita De Gregorio AA. VV.

Lamica geniale

Il Romanzo
della Nazione

Il segno
dellaquila

Storia di chi fugge


e di chi resta

Mi sa che fuori
primavera

e/o, 18

Feltrinelli, 17

Longanesi, 18,60

e/o, 19,50

Feltrinelli, 13

(3) 5 22
5
Andrea Camilleri

(5)517
7
Nicola Lagioia

(10) 1 15
9
Elena Ferrante

(12) 1 13
(8) 5 13
11
13
Elena Ferrante
Giorgio Faletti

(15) S 10
15
17 (-) N 10
Maurizio de Giovanni Claudia Serrano

(13) 5 9
19
Luca Bianchini

La giostra
degli scambi

La ferocia

Storia del nuovo


cognome

Storia della
bambina perduta

La piuma

Anime di vetro

Mai pi cos vicina

Dimmi che credi


al destino

Sellerio, 14

Einaudi, 19,50

e/o, 19,50

e/o, 19,50

Baldini & Castoldi, 13

Einaudi, 19

Giunti, 12

Mondadori, 17

(5) 1 43
4
John Green

(-) N 39
6
Jo Nesb

(7) 5 30
8
10 (8) 5 13
Pedro Chagas Freitas Fred Vargas

(9) 5 12
12
Lucinda Riley

(-) N 10
14
James Dashner

(12) 5 9
16
E. L. James

(13) 5 9
18
E. L. James

(17) 5 8
20
Glenn Cooper

Citt di carta

Scarafaggi

Prometto
di sbagliare

Tempi glaciali

Langelo
di Marchmont Hall

La fuga.
Maze Runner

Einaudi, 20

Garzanti, 16,90

Einaudi, 20

Giunti, 11,90

Fanucci, 14,90

Cinquanta
sfumature
di nero
Mondadori, 10

Dannati

Rizzoli, 16

Cinquanta
sfumature
di rosso
Mondadori, 10

(4) 5 40
5
Anna Todd

(6) 5 34
7
Anna Todd

(18) 1 14
9
James Rollins

(-) N 13
11
Nicolas Barreau

(11) 5 11
(10)59
13
15
Jamie McGuire
E. L. James

(14) 5 9
17
Jane Shemilt

(16) 5 8
19
Markus Zusak

After

After 2. Un cuore
in mille pezzi

La citt
di ghiaccio

Parigi sempre
una buona idea

Uno splendido
disastro

Una famiglia
quasi perfetta

Storia di una
ladra di libri

Sperling & Kupfer, 14,90

Sperling & Kupfer, 17,90

Nord, 13,90

Feltrinelli, 15

Garzanti, 9,90

Cinquanta
sfumature
di grigio
Mondadori, 10

Newton Compton, 9,90

Frassinelli, 16,90

(-) N 7
(11) 1 5
4
6 (5) 5 6
8
Gabriele Romagnoli Massimo Recalcati
Giuseppe Cloza

(8) 5 4
10
Papa Francesco

(-) N 4
12
Papa Francesco

(10) 5 3
14
16 (-) N 3
Clarissa Pinkola Ests Hannah Arendt

(9) 5 3
18
Papa Francesco

(13) 5 3
20
Papa Francesco

Solo bagaglio
a mano

Le mani
della madre

Felicit
in questo mondo

Laudato si

Donne che
corrono coi lupi

Socrate

Laudato si

Laudato si

Feltrinelli, 10

Feltrinelli, 16

Soka Gakkai, 2,75

San Paolo, 2,50

Dio ride.
Umorismo e gioia
nella fede
Piemme, 15

Frassinelli, 14

Raffaello Cortina, 11

Edb, 2

Piemme, 9

(2) 5 6
5
Eugenio Borgna

(3) 5 5
7
Papa Francesco

(4) 5 4
9
Malala Yousafzai

(-) N 4
11
J. Al-Khalili

(-) N 3
13
Vittorio Sabadin

(7) 5 3
15
Aldo Cazzullo

(6) 5 3
17
Tiziano Terzani

(-) N 3
19
Jon Krakauer

Parlarsi.
La comunicazione
perduta
Einaudi, 11

Laudato si

(con C. Lamb)
Io sono Malala

J. McFadden
La fisica della vita

Elisabetta
lultima regina

Possa il mio
sangue servire

Un indovino
mi disse

Aria sottile

San Paolo, 5,90

Garzanti, 12,90

Bollati Boringhieri, 24

Utet, 16

Rizzoli, 19

Tea, 5

Corbaccio, 19,90

5
Favij

(-) N 5
6
E. Mozzi, G. Negri

(9) 14
7
Marco Bianchi

(-) R 4
8
Daniele Novara

(-) R 4
(-) R 4
9
10
Benedetta Parodi
E. Mozzi, G. Negri

Io mi voglio bene

Urlare
non serve a nulla

Molto bene

Le ricette
del dottor Mozzi

Mondadori , 18,50

Bur, 13

Rizzoli, 9,90

Coop. Mogliazze, 17

(6) 1 10
(4) S 6
3
4
P. Mozzi, M. Mozzi
Andre Agassi

(7) 1 5

(-) R 10
16
Silvia Zucca

(17) 5 10
18
20 (19) 5 8
Sveva Casati Modignani M. Gramellini

Turisti in giallo

Guida astrologica
per cuori infranti

La vigna
di Angelica

C. Gamberale
Avr cura di te

Sellerio, 14

Nord, 16,40

Sperling & Kupfer, 19,90

Longanesi, 16

(7) 5 11

L. Ziglio
La dieta
del dottor Mozzi
Coop Mogliazze, 19

Open.
La mia storia

Sotto le cuffie

Einaudi, 14

Mondadori Electa, 12,90

Le ricette
del dottor Mozzi.
Mangiare con gusto...
Coop Mogliazze, 17

(7)19
3
AA.VV.

(-) R 8
4
R. J. Palacio

(6) 1 8
5
AA.VV.

(1) 5 8
6
AA.VV.

(-) N 8
7
AA.VV.

(-) R 7
8
R. J. Palacio

(-) R 7
9
AA.VV.

(-) R 7
10
J. K. Rowling

Minions.
Il libro gioco

Wonder

Quadrottino.
Paw Patrol

Frozen.
Con adesivi

Inside out

Il libro di Julian.
A Wonder Story

Harry Potter e la
pietra filosofale

Fabbri, 8,90

Giunti, 9,90

Edibimbi, 3,50

Disney, 3,50

Disney, 6,90

Giunti, 7,90

Una squadra
speciale.
Paw Patrol
Edibimbi, 4,90

Inghilterra

Francia

Tea, 5

Salani, 10

Germania

1
Terry Pratchett

2
Jeffrey Archer

3
Jamie Oliver

1
2
David Lagercrantz
Giulia Enders

3
AA.VV

1
D. Lagercrantz

2
Drte Hansen

3
Gnter Grass

The Shepherds
Crown

Mightier Than
the Sword

Everyday
super food

Millnium 4 - Ce
qui ne me tue pas

Le charme discret
de lintestin

Larousse de poche

S. Larsson
Verschwrung

Atles Land

Vonne Endlichkait

Doubleday Childrens, 20

Pan, 7.99

Michael Joseph, 26

Actes Sud, 23

Actes Sud, 21,80

Larousse, 7,90

Heyne, 22,99

Knaus, 19,99

Steidl, 28

28 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA

CAN
TIERI

di GIANLUCA PELUFFO

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

Per Savona un simbolo dello Stato


in bilico tra la citt e il porto
idea di partenza per la nuova sede
dellAutorit portuale di Savona quella
di un edificio come essere vivente: il
viaggio, lo sguardo, il movimento degli occhi
sono le azioni che ledificio corpo mette
in atto. Cos la sua forma quella di una
persona accovacciata, che tiene le gambe
piegate e gira lo sguardo a 360 gradi, a Nord,
Est, Ovest, Sud. La composizione quindi un
dialogo fra un elemento orizzontale (il ponte
sopra la ferrovia portuale, che ospita

Sguardi
.

Pittura, scultura, fotografia, design, mercato

lingresso al pubblico, la sala convegni e tutti i


servizi comuni) e i due elementi verticali,
lappoggio a terra (lingresso al di qua del
varco doganale) e la torre (al di l del varco),
23 metri x 23 di lato, che ospita gli uffici.
Questa posizione, a cavallo fra citt (urbanit)
e porto (un altrove), la chiave espressiva
delledificio come passaggio e connessione
fra i due territori, fisici e amministrativi. La
torre presenta a ognuno dei quattro lati degli
ultimi quattro piani uno sbalzo, che contiene

Sulla strada
di Davide Francioli

Studio 5+1AA (Alfonso


Femia e Gianluca Peluffo),
Autorit portuale di Savona

le sale riunioni: la concretizzazione dello


stesso sguardo del viaggiatore verso tutte le
direzioni possibili. Il linguaggio si esprime
attraverso una composizione geometrica
semplice: container rivestiti di una pelle
metallica cangiante, nei colori del verde, blu e
argento. Non una scelta di rarefazione, ma di
ricchezza espressiva legata allincidenza della
luce nel giorno e nelle stagioni, o rispetto al
movimento dello sguardo. Anche in questo
caso, si cercato di interpretare il ruolo
delledificio pubblico come monumento
contemporaneo, capace di rappresentare
unistituzione o unAutorit e di assumere su
di s il compito di connettere il cittadino alle
istituzioni. Ledificio, dopo quattro anni di
cantiere, sar inaugurato nel corso del 2016.
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Gli occhi di Michael Jackson


Il 29 agosto scorso Michael Jackson avrebbe
spento cinquantasette candeline. The King of
Pop, leggenda mai dimenticata, ci ha lasciato
sei anni fa mentre si trovava a Los Angeles per
un concerto. Nella stessa citt gli rende ora
omaggio il murale di Owen Dippie. Lo street
artist neozelandese lo ha ritratto soffermandosi
su un dettaglio del viso: inconfondibili, in mezzo
agli occhi, i ricci scuri che si muovevano al ritmo
di Thriller e Billie Jean.

Il dialogo a distanza tra artisti di epoche diverse in una


delle quattro mostre che celebrano linaugurazione del Lac

Nord e Sud
sulla via del lago
In viaggio attraverso le Alpi
Lugano scruta i due versanti

iS

di ARTURO CARLO QUINTAVALLE

Gli appuntamenti
Si inaugurato ieri a Lugano
il Lac, il nuovo centro culturale
progettato dallarchitetto Ivano
Gianola e dedicato alle arti
visive, alla musica e alle arti
sceniche (Piazza Bernardino
Luini 6, CH-6901 Lugano).
Linaugurazione si svilupper
per altri due fine settimana
fino al 26 settembre con un
programma che prevede (tra
laltro) lo spettacolo teatrale
La Verit della Compagnia Finzi
Pasca, che avr come sipario
la grande tela Tristano e Isotta
di Salvador Dal.
Le quattro mostre
Le mostre inaugurate ieri al
Lac (Info Tel +41 58 866 4200;
www.luganolac.ch) sono
quattro: Orizzonte Nord-Sud
Protagonisti dellarte europea ai
due versanti delle Alpi 18401940 (fino al 10/01/2016); In
Ticino. Presenze darte nella
Svizzera italiana 1840-1960
(fino al 28/02/2016); la
personale dedicata a Andy
McCall (fino al 30/01/2016);
Teatro di Mnemosine di Giulio
Paolini (fino al 10/01/2016)
Le immagini
A destra: Caspar Wolf
(1735-1783), Il Ponte
del Diavolo (1777). Al centro:
Giorgio de Chirico (18881978), Lotta di Centauri (1909).
In alto: Sophie Taeuber-Arp
(1889-1943), Personaggi,
animali e anfore (1926)

i comincia dalle Alpi, Il ponte del diavolo di


Caspar Wolf (1777), un orrido, il torrente fra le
rocce, larco sospeso sulla schiuma delle acque. Goethe, nel Viaggio in Italia, parlando di
quelle cime, scrive: Noi le crediamo morte
per la loro fissit, le crediamo inoperose a causa del loro vago stato di quiete. Ma gi da tempo non riesco ad
astenermi dallattribuire la maggior parte dei mutamenti che si producono nellatmosfera a una forza interiore che tacitamente, occultamente emana da esse.
Ecco il mistero, ecco il sublime, ecco una chiave possibile per leggere il viaggio che anche cammino, scoperta, conoscenza. Perch questo stato sempre il
viaggio al Sud, viaggio di formazione; lo stato per il
narratori, per i pittori, i poeti, gli studiosi della natura;
di questo ben consapevole Marco Franciolli che, nel
catalogo della mostra Orizzonte Nord-Sud (di cui curatore con Guido Comis) al Lac di Lugano appena inaugurato, del viaggio coglie la dimensione europea.
Dalle terre del settentrione dunque si viaggia verso
lItalia, i pittori per formarsi sullarte antica e sul Rinascimento, ma, nel caso dei narratori, per scoprire forse
altro, il negativo, il demoniaco, come Horace Walpole
ne Il castello di Otranto (1764) che inizia il romanzo gotico. Del demoniaco, dunque, cercheremo le tracce
proprio nelle opere in mostra, che costruita accostando artisti a Nord e Sud delle Alpi. Wolf si confronta con
Giovan Battista Piranesi che scava nellantico come rovina e, insieme, memoria del tempo. Poi ecco un viaggio diverso, quello di Turner con le sue trascoloranti
luci delle valli e dei monti, visione sospesa che evoca la
pittura di Hubert Robert e quella dei vedutisti veneziani, a cominciare da Francesco Guardi. Quindi ecco il
confronto fra Arnold Bcklin e Giorgio de Chirico, da



Faccia a faccia
Caspar Wolf , con il suo orrido
montano, trova echi in Piranesi,
come Turner sta in consonanza con le
vedute veneziane di Guardi.E ancora:
Adolf Wildt e Ferdinand Hodler

una parte Lotta di centauri (1872), forme sfatte nel segno di Rubens, dallaltra Lotte di centauri (1909) dove il
modello si trasforma, cupe figure sotto un cielo corrusco; cos ecco lantico contemplato di Bcklin di fronte
allangoscia del Centauro morente del pittore di Volos,
dove il corpo si fa roccia spezzata sotto il cielo azzurro.
Dello stesso segno il confronto fra Adolf Wildt e
Ferdinand Hodler: Wildt legato alle Secessione viennese, a Koloman Moser e a Egon Schiele, che racconta

unossessione di morte che forse muove da Nietzsche,


e Ferdinand Hodler attento al Rinascimento italiano
ma pi ancora a Courbet e a Rodin; dunque Lora sacra (1911) dipinta dallo svizzero densa di angoscia come i quadri con lamata Valentine sul letto di morte.
Un altro momento significativo della mostra il confronto fra Medardo Rosso e Giovanni Segantini: le figure di Medardo appaiono come attraverso un velo, di
cera, marmo o bronzo non importa, forme che si disfano nel dialogo con Rodin e con Degas; dallaltra
una visione nuova della
montagna e del lavoro,
un rifiuto della citt e lo
spazio della Engadina ripensato attraverso Millet
e Pissarro.
Con Felix Vallotton e
Felice Casorati si confrontano due culture:
Vallotton formato a Parigi, Casorati attento alle
Secessioni, il primo che
isola le figure nel segno
di una raffinata, tradizionale scrittura pittorica, il
secondo che sceglie il
vuoto, lassenza, come ne
La donna e larmatura
(1921). In mostra ancora
la analitica descrizione
degli oggetti del pittore
ot to c e n te s c o A l b e r t
Anker e le sublimi, architettate nature morte di
Giorgio Morandi. Quindi
lo spazio futurista di Giacomo Balla e le immagini
giocose di Fortunato Depero; ma forse, di Balla, si
potevano proporre le immagini realiste degli inizi, documenti civili legati
alla fotografia. Poi ecco
un blocco di importanti
opere di Sophie TaeuberArp formatasi a Monaco,
attenta alla musica, alla

CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 29

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

A fianco: lamericana
Ivy Nicholson, una
delle prime top model
e musa di Andy Warhol,
accanto a un sarcofago
etrusco in una sala
del Museo Nazionale
di Villa Giulia (Roma,
1956, vestito Gattinoni,
gioielli Luciana De
Reutern). Sotto:
la Paolina Borghese
di Antonio Canova alla
Galleria Borghese (Roma,
1947, vestito Balzani).
Nella foto grande: Ala
Marinetti, secondogenita
del poeta e scrittore
futurista Filippo
Tommaso Marinetti,
fotografata da Pasquale
De Antonis al Tempio
della Fortuna Virile
(Roma, 1949, vestito
Simonetta Visconti)

Riscoperte Antichit, moda, cinema: Pesaro ripropone Pasquale De Antonis, fotografo geniale

Sembra Venere in pelliccia


Paolina Borghese: allora clic!
dal nostro inviato a Pesaro STEFANO BUCCI
danza, al teatro al tempo di Dada-Zurigo fra 1916 e
1919: marionette per Il re cervo (1918) e progetti grafici,
texture astratte del secondo decennio importanti anche per comprendere le ricerche a venire della
Bauhaus. E poi un dialogo finalmente diretto, quello
fra Max Bill e Luigi Veronesi, sulla ricerca di unarte assoluta, non legata alla rappresentazione ma alla matematica e allarmonia musicale.
Nodo della rassegna, senza confronto a Sud delle
Alpi, il gruppo delle opere di Paul Klee; il pittore, formatosi a Monaco, attento alle Secessioni, ma anche, e
per un breve momento, al Futurismo, racconta di aver
scoperto il colore nel corso del viaggio in Tunisia
(1914), ma in realt il colore lo scopre a Parigi nel 1912
vedendo le pitture di Robert Delaunay.

Ecco, in mostra, Luna piena fra le mura (1919) attenta anche alla scomposizione del Cubismo analitico, e poi Rosso-violetto x giallo-verde graduato (1922)
dove i toni dei colori si scalano fra i segni della piramide, del quadrato e lo spazio misurato della citt. Ancora, il pittore, in Paesaggio (1932), propone una dimensione evocativa dello spazio: tracce di monti, della citt, di una casa con finestre, le forme scomposte da
una vibrante serie di tocchi. Ma il mito del viaggio al
Sud, i colori, le luci, nel corso degli anni Trenta si trasformano in segni di angoscia: lartista, malato, sente
lapprossimarsi della fine, ed ecco apparire un segno
nero come in Senza titolo (1940) dove le case diventano scomposti frammenti, mentre in altri dipinti appare le forma di un volto, presenza ossessiva accanto allartista, come nel caso di Doppio (1940). Dunque il
viaggio al sud non solo gioia, scoperta, ma anche angoscia di morte, come nel romanzo gotico. Lultimo
confronto fra Alberto Giacometti e Lucio Fontana, i
passi lunghi de Luomo che cammina (1960) del primo
e il gesto che segna i Concetti spaziali del secondo:
due modi per rappresentare lalienazione.
Se si legge il viaggio al sud nel segno di Edmund
Burke e del suo trattato sul Sublime (1751), come suggerisce Guido Comis, si ha forse la chiave per comprendere il senso della mostra: viaggio al sud dunque
come scoperta dellantico, del colore, di unaltra luce,
certo, ma anche di quello spazio corrusco del naturale dove si incontra il divino.
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emmeno lallestimento al limite del minimalismo (panneggi neri, scritte e pannelli


semplicissimi ma comunque ben comprensibili) riesce a mortificare una mostra
sorprendente come quella che il Palazzo
Mosca di Pesaro dedica a Pasquale De Antonis (19082001), fotografo di dive, dee, di mostri sacri, come lo
aveva definito il poeta Leonardo Sinisgalli. Personaggio forse non notissimo al grande pubblico ma professionista eccellente, De Antonis stato autore tra gli
anni Quaranta e i Cinquanta di immagini cult come la
Paolina Borghese del Canova impellicciata: impellicciata in senso letterale, perch nella Galleria Borghese
di Roma alla statua fu fatta indossare una sontuosa
cappa di volpe bianca firmata Balzani. O come lErmafrodita dormiente con i sandali (stesso procedimento).
O, ancora, come la top model americana Ivy Nicholson
(la musa di Andy Warhol che qualche tempo pi tardi
sarebbe diventata una homeless) abbracciata a un
sarcofago etrusco nel Museo di Villa Giulia.
Il fascino del progetto fotografico messo in piedi da
De Antonis sta nella sua complessit o, meglio, nella
sua voglia di contaminazione. Perch le sue immagini,
perlopi in bianco e nero, nascono dalla volont di
riunire due elementi fondamentali dellidentit italiana: la moda (quella degli atelier romani, da Schubert a
Gattinoni, da Capucci a Simonetta Visconti) e larte
classica (quella che delle antiche rovine, dal Mausoleo
di Cecilia Metella alle Terme di Diocleziano, davanti
alle quali le modelle si mettono in posa).
C di pi. Tutto questo accadeva in un preciso contesto storico, quel dopoguerra che vedeva il nostro
Paese protagonista di uneccezionale rinascita stilistica
e imprenditoriale. De Antonis racconta dunque unItalia che si modernizza ma che non dimentica la propria
storia. A cominciare dalla provincia piena di curiosit
e voglia di nuovo. Perch Pasquale nasce a Teramo e
scatta le prime istantanee al Campanile del suo
Duomo, apre il primo studio nel 1934 a Pescara, dove si
era trasferito per seguire lazienda di famiglia e dove
conoscer Ennio Flaiano, e soltanto pi tardi scapper
a Roma per frequentare il Centro sperimentale di cinematografia. E sar proprio a Roma che inizier la collaborazione e lamicizia con Irene Brin, giornalista e
scrittrice che lo avrebbe convinto a intraprendere la
carriera di fotografo. La Brin era la proprietaria della
famosa Galleria Obelisco, in via Sistina 146, e grazie a
lei Pasquale sarebbe entrato nel gruppo del Caff

i
Lappuntamento
Pasquale De Antonis
La fotografia di moda,
Pesaro, Palazzo Mosca /
Musei Civici,
a cura di Giorgio
Bramante Donini
e Riccardo De Antonis,
fino al 31 ottobre 2015
(Info Tel 199 151 123;
www.pesaromusei.it),
Catalogo Grapho 5,
Fano (pp. 128, 15)
Il personaggio
Pasquale De Antonis
(Teramo, 1908Roma, 2001) apre il suo
primo studio nel 1934 a
Pescara. Nel 1936
si trasferisce a Roma
per studiare al Centro
sperimentale di
cinematografia.
Negli anni Quaranta,
inizia a frequentare il gruppo
di intellettuali e artisti
che faceva capo
al Caff Greco, realizzando
servizi fotografici dedicati
in particolare alla moda,
al cinema, al teatro,
alle gallerie, ai musei

Greco (dal compositore Goffredo Petrassi allo scrittore


Carlo Levi). Inizier a lavorare come fotografo di scena
e conoscer Visconti, Strehler, Squarzina, Zeffirelli;
ritrarr Silvana Mangano, Sibilla Aleramo, Gianna
Manzini, Gina Lollobrigida. Diventer insomma il
fotografo di dive, dee, di mostri sacri.
Una sezione particolare della mostra curata dal figlio Riccardo (anche lui fotografo) e da Giorgio Bramante Donini poi dedicata ai ritratti che richiamano
idealmente la grande tradizione della pittura italiana,
del Rinascimento e soprattutto del barocco (la donna
con la faccia rossa, il ritratto della figlia di Marinetti al
Tempio della Fortuna Virile, i posati sullAppia Antica). Ma anche stavolta De Antonis non un semplice
pittorialista ma un fotografo tout court, assillato (dietro unapparenza placida da professore) dalla voglia di
cambiare linguaggi e soggetti. Per questo inizier il
proprio percorso fotografando i ricchi borghesi pescaresi per poi realizzare gli scatti delle feste popolari
della sua terra, diventando uno dei pionieri della fotografia etnografica italiana. Mentre, dopo la moda e
larte antica, concluder idealmente il suo tragitto
sotto il segno dellavanguardia: con gli scatti dedicati
alla sfilata-performance alla Galleria Gavina, in occasione della prima romana del film di Stanley Kubrick
2001 Odissea nello spazio, dove si vede lavveniristica
linea Alluminio di Germana Marucelli. Immagini che
sembrano lontanissime anni luce dai ritratti stilosi
della Brin alla Galleria Obelisco o dalla atmosfera fatata, fatta di tramonti, di rovine, di basiliche, di musei,
di gallerie darte che dialogano con gli abiti: i Giardini
della Farnesina per un vestito di Carosa, lo studio di
Consagra per uno di Myricae. Ma grazie alla sua grandissima padronanza tecnica e alla sua sensibilit pu
con spirito divertito permettersi citazioni delluniverso
pittorico.
Ultimo consiglio. Palazzo Mosca, oltre alla mostra di
De Antonis, ospita nella sua prima sala uno dei capolavori del Rinascimento italiano: la Pala dellIncoronazione della Vergine (1475) di Giovanni Bellini. Vale una
sosta. Peraltro compresa nel prezzo del biglietto.
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Allestimento



Rigore scientifico



Catalogo



30 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

In punta di piedi
di Giovanna Scalzo

Sguardi Discussioni
Confronti

Danza a capitoletti
La danza parla francese: le posizioni del
corpo, combinate con i passi, formano un
infinito elenco di termini. Ad aiutare le giovani
ballerine interviene Elisabetta Simeons
Bongi, con un vero e proprio dizionario della

danza. Il libro analizza ogni passo con schede


dettagliate e sequenze di disegni stilizzati e
chiari, ben lontani dai soliti bozzetti tecnici
(Passi di danza. Dizionario illustrato del
balletto, Cult Editore, pp. 200,  10).

Due citt mediterranee, due diverse visioni della creativit e del suo compito nella societ contemporanea
La Biennale evoca ideologie del passato mentre nella capitale greca prevale la partecipazione civica

Venezia e Atene, c di mezzo il mare


di ROBERT STORR

iedo in riva a un lago in mezzo ai boschi nordamericani, dopo aver trascorso mesi molto intensi facendo il giro dellEuropa. In questo viaggio,
mi son guardato dal seguire gli itinerari migratori del mondo dellarte, ovvero ho saltato la
Fiera dellArte di Basilea cos come il bagno di folla alla
Biennale di Venezia nei giorni di apertura. la prima volta in tanti anni che manco a questultima. Una serie di
fattori ha contribuito alla mia decisione di aspettare a visitare la manifestazione finch il contingente professionale non si fosse disperso: in particolare, il desiderio di
evitare di dover assistere alla farsa del direttore delledizione di questanno, Okwui Enwezor, che fa finta di disprezzare lo spettacolo di cui stato protagonista.
Non si era mai vista prima la retorica di un direttore
cos palesemente in contraddizione con la realt della
mostra che questo presiede. A voler credere alle sue dichiarazioni pubbliche, Enwezor non ha assolutamente
niente a che fare con i collezionisti, i mercanti darte e
latmosfera carnevalesca delle mostre internazionali,
sebbene nessun curatore attivo abbia organizzato cos
tante manifestazioni o servito volentieri altrettanti padroni istituzionali. Infatti, se dovessimo prenderlo alla
lettera, Enwezor sarebbe lerede diretto dei combattenti
per la libert post-coloniali della met del XX secolo, ma
con abiti eleganti su misura pi che traumi di guerra.
Inoltre, vorrebbe farci credere di essere il difensore delle
comunit emarginate contro il pensiero dominante, dei
deboli contro i forti, sebbene, in modo imbarazzante,
non abbia apparentemente niente da ridire sullimprovvisa chiusura, da parte dellamministrazione veneziana,
del progetto della moschea realizzata in una chiesa sconsacrata ad opera dellartista svizzero Christoph Bchel.
N ha onorato limpegno preso nei confronti del collettivo anonimo di cineasti siriani Abounaddara di
presentare la loro satira amara su Bashar Assad in modo
tale da raggiungere realmente un pubblico, censurandoli quindi efficacemente. Quando gli artisti hanno protestato, Enwezor li ha insultati, come solito fare quando
messo in discussione. In breve, difficile trovare qualcuno pi abile e di successo nel trarre vantaggio dal mondo
dellarte agendo da mediatore e, al contempo, atteggiandosi a rivoluzionario. Eppure, evidente che i poteri forti
del mondo dellarte fra le maschere contraddittorie di
Enwezor (dellabile mediatore piuttosto che dello spaccone demagogico) abbiano riconosciuto perspicacemente quella a cui credere, facendo di Enwezor il loro
delfino.

Il massimo dellironia dellostentazione di Enwezor


la sua teatralit nella lettura pubblica de Il capitale di
Marx. La trasformazione di un denso testo economico in
una interpretazione artistica indica la contemporanea
estetizzazione e feticizzazione del radicalismo autentico
delle passate avanguardie, che oggi imperversa nei circuiti accademici, museali e della Biennale. Ma proprio
come la guerra nei Balcani accese inaspettatamente le
Biennali negli anni Novanta, gli eventi di questestate
hanno evidenziato lincapacit di cos tanta arte politica di rendere conto delle realt politiche, soprattutto
larte che teorizza gli avvenimenti attuali. Infatti, chi
volesse osservare lazione economica e politica del capitalismo globale del XXI secolo farebbe meglio a leggere le notizie quotidiane da Bruxelles e Atene piuttosto
che ascoltare la recita di unopera del XIX secolo, la cui
complessit non pu essere compresa o afferrata in una
serie di letture pubbliche.
Il caso ha voluto che mi trovassi ad Atene quando
scoppiata la crisi, allinaugurazione di un festival dellaudiovisivo di tre giornate dal tramonto allalba organizzato da me in collaborazione con altri tre curatori:
Barbara London, Kalliopi Minioudaki e Francesca Pietropaolo. Il programma delle prime due notti ha incluso un
misto di opere di artisti che andavano da Cindy Sherman,
ZimmerFrei, Chantal Akerman, e Olga Chernysheva, ad
Alterazioni Video, Gary Hill, Wangechi Mutu, Bill Viola
and Yang Fudong. Lultima notte stata dedicata a tutte
le cinque parti del ciclo Cremaster di Matthew Barney.
Come per gli altri, lopera di Barney stata proiettata su
schermi situati allaperto di fronte a un prato gigantesco,
un po come se avessero fuso la cornice di un anfiteatro
greco classico con quella di un concerto rock e un cinema drive-in americano. Il pubblico affluiva mentre il sole
tramontava, e i fan irriducibili si trattenevano fino allalba.
Il festival era giusto un ingrediente di una settimana di
concerti, eventi sportivi, spettacoli circensi e partite di
scacchi (condotte da Garry Kasparov) che avevano luogo
nei giardini del nuovo Centro della fondazione culturale

Stavros Niarchos, ancora in costruzione al confine tra


Atene e la citt portuale del Pireo. Il vasto complesso progettato da Renzo Piano abbina una nuova imponente Biblioteca nazionale a un nuovo, grandioso Teatro nazionale. Questultima unenorme struttura inserita in un
padiglione di vetro, che si erge sullampio pendio del
parco in cui si estende quasi tutto il resto del campus Snfcc, un padiglione il cui tetto sensibile alla luce produce
la maggior parte del fabbisogno di energia elettrica del
centro e degli edifici annessi.

VALUTAZIONI DI
STRUMENTI MUSICALI
Sothebys Roma
Piazza SS Apostoli 61
mercoled 23 settembre
Sothebys Milano
Corso Venezia 16
gioved 24 settembre
Cremona
venerd 25 settembre
Per prenotare
un appuntamento
011 544898
0338 9955547
valentina@ingleshayday.com
www.ingleshayday.com

Principalmente frutto dellingegno di uno dei nipoti di


Niarchos, Andreas Dracopoulos, co-direttore della fondazione, Snfcc non solo una nuova sede internazionale
di manifestazioni, ma rappresenta anche un segnale innovativo nella filantropia europea. Progettato e interamente finanziato dai privati, dopo il suo completamento,
lintero complesso sar messo in condizione di assumersi tutte le responsabilit del suo futuro successo o fallimento. In qualunque eventualit, specie quelle emerse
durante linaugurazione del sito a giugno, rappresenta
una scommessa e anche un gesto patriottico, come quello di un membro di una famiglia greca il cui patriottismo
si spinge fino al pagamento delle tasse e allincitare coraggiosamente gli altri a fare altrettanto. Tale impegno
prosegue con donazioni elargite attraverso la sua fondazione di famiglia, non ultimi i 200 milioni di euro donati
da Snfcc per alleviare il peso sulle spalle dei suoi concittadini gravemente colpiti dalla stagnazione del Paese,
met dei quali sono stati spesi per promuovere loccupazione e la formazione professionale per i giovani.

Il ruolo mio e dei miei colleghi in questa impresa stato marginale, ma il fatto che gli artisti invitati a presentare i loro video abbiano prontamente accettato senza alcun compenso suggerisce che ci sono vie alternative allimpasse ideologica che attanaglia il mondo dellarte
quando opera secondo le logiche tradizionali. Kant sosteneva che la vera arte fosse intrinsecamente disinteressata. Da scettico sessantottino quale sono mi difficile
accettarlo, per cui condivido alcuni valori critici a volte
sposati, ma troppo spesso scimmiottati da cos tante
pratiche recenti nel mondo dellarte e delle manifestazioni artistiche. In ogni caso, linteresse per qualunque
dei due ambiti pu e dovrebbe trascendere la fama,
il guadagno o le mode intellettuali. Nel caso di Snfcc, i
finanziatori filantropici hanno allocato il loro capitale secondo i loro dichiarati convincimenti, e gli artisti hanno
investito il loro capitale artistico secondo i loro principi,
con il risultato che un pubblico greco provato e demoralizzato ha potuto assistere a opere lungimiranti, attraverso un mezzo di comunicazione contemporaneo, senza
costi o barriere sociali.
Gli oratori e i demagoghi professionali possono svalutare tali sforzi ritenendoli ingenui o peggio, ma per una
settimana, appena prima che leconomia greca crollasse
e la societ greca cominciasse a perdere i pezzi, una piccola utopia fiorita sotto il cielo luminoso del Mar Egeo.
Non appena il cielo diventa pi scuro nuvoloso, si pu
solo sperare che non sar dimenticata la dimostrazione
che la Grecia capace di andare avanti con ottimismo,
anche sullorlo del precipizio.
(traduzione di Ettore Claudio Iannelli)
RIPRODUZIONE RISERVATA

Venezia
La cinquantaseiesima
Biennale darte curata da
Okwui Enwezor
si intitola All The Worlds
Futures e rimarr aperta
ai Giardini e Arsenale
fino al 22 novembre 2015
(www.labiennale.org)
Atene
Lo Stavros Niarchos
Foundation Cultural Center,
progettato da Renzo Piano,
attualmente in fase
di costruzione nella baia
di Phalironis e comprender
(tra laltro) la National
Library of Greece
e la National Opera.
Una volta concluso,
nel 2016, il complesso,
costo previsto 566 milioni
di euro, sar donato
alla nazione greca
Linstallazione
In alto: Maria Papadimitriou
(Atene, 1957),
Why Look At Animals?
Agrimik (2015, particolare):
linstallazione rappresenta
la Grecia alla Biennale
di Venezia in corso

CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 31

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

Voci dal mondo


di Sara Banfi

Sguardi Le mostre
Antologica

di PAOLO CONTI

toria di un artista migrante, nato


apolide e che oggi vorrebbe tornare in quella condizione, libero da
appartenenze nazionali perch
mi sento cittadino del mondo.
Una ragione c, ed legata a unimmagine
che segnerebbe qualsiasi vita: tanto, troppo
simile a quelle che vediamo tra le decine di
migliaia di immigrati che approdano in Europa disperati, perseguitati, affamati.
Siamo alla fine del 1948, o forse i primi
mesi del 1949, i ricordi sono confusi: una
coppia cosmopolita, formata da Janusz Kokocinski, polacco con sangue in parte georgiano, che ha conosciuto i gulag sovietici in
Kamchatka ed finito sul fronte adriatico
col Secondo corpo darmata polacco, e Elena Kostantinovna Glovatskaya, russa di
Kiev, fuggita dalla Russia e sopravvissuta fino allItalia dipingendo ritratti, si ritrovano
sul porto di Genova. Apolidi. Lunica loro
ricchezza il piccolo Alessandro, nato per
un caso del destino (e del marasma europeo
di quel tempo) a Porto Recanati il 3 aprile
1948. Si imbarcano su una nave militare inglese per raggiungere lArgentina, il Nuovo
Mondo, sanno che laggi ci sono colonie di
russi e forse c una vita diversa che li attende. Lontani dalle follie dellEuropa, dal nazismo, dal comunismo, dalle persecuzioni.

Poco prima dellattracco a Buenos Aires,


il naufragio. Alessandro Kokocinski lo racconta sorridendo, ma dai suoi occhi azzurri
traspare se non unemozione comunque un
lampo: Era una vera carretta, cominci a
imbarcare acqua. Sotto cerano i pi deboli,
donne e bambini. Affogarono in molti. Mi
salvai perch mia madre mi tenne sollevato
sulle braccia chiss per quanto tempo, con
lacqua che le arrivava alla bocca. Sopravvissuti per caso. Il caso il compagno di tutta
lesistenza di questo artista che dal 17 settembre propone alla Fondazione Roma Museo-Palazzo Cipolla di Roma una sua mo-

Il bello di visualizzare il peggio


Visualizzare il peggio. Ecco il mantra di Chris
Hadfield, astronauta in pensione ed ex
comandate della Stazione spaziale
Internazionale. il consiglio che d ai giovani in
cerca di lavoro in una video-intervista pubblicata

nella sezione occupazione giovanile dellIlo.


Prepararsi al peggior scenario possibile; in
questo modo racconta tra 5 mila candidati
riuscito a essere selezionato. E a realizzare il
suo sogno: cantare Space Oddity nello spazio.

Memoria e fantasia, pezzi storici e inediti alla Fondazione Roma Museo-Palazzo Cipolla
Omaggio a un talento apolide: Il ruolo dellintellettuale? Fino agli anni Ottanta cera, oggi sparito

Il naufragio, gli indios, il circo, lItalia


Kokocinski, vita di un artista nomade

Lartista
Alessandro Kokocinski (sotto)
nato a Porto Recanati
(Macerata) nel 1948 da madre
russa e padre polacco. Ha
lavorato in un circo, vissuto a
Buenos Aires, per rifugiarsi poi
in Cile e quindi in Europa. A
Roma accolto da Rafael
Alberti, Alberto Moravia,
Carlo Levi
Lesposizione
Kokocinski. La Vita e la Maschera:
da Pulcinella al Clown si apre il
17 settembre alla Fondazione
Roma Museo - Palazzo Cipolla,
in via del Corso 320 a Roma
(fino al 1 novembre).
Lingresso libero: luned 1520, dal marted alla domenica
11-20, ultimo ingresso alle
19.30. Info: tel. 06. 69924641
o al sito www.mostrakocinski
roma.it e www.fondazionero
mamuseo.it. Il percorso in sei
sezioni. Molti gli inediti forniti
personalmente dallartista e
dalla Fondazione che porta il
suo nome
(www.kokocinski.org)

Le immagini e il catalogo
Qui sopra: Come la mia notte spogliata delle
stelle (bronzo patinato, 2012); in alto: Cercando
lillusione (olio su tela, 2012). A fianco,
centrale: Secondo vestito di luna (bassorilievo su
tela a tecnica mista: cartapesta, olio, tessuto,
carta, 2013). In alto a sinistra: Liberato dalla
pesantezza (installazione: bronzo, rame,
vetroresina, ceramica, argento, 2013-14);
sotto: Poesia (tecnica mista su pergamena,
2013: particolare). Il catalogo della mostra
pubblicato da Skira (pp. 128,  29) e contiene
saggi di Paola Goretti, della narratrice Margaret
Mazzantini, di Fabio Lazzari e di Tiziana Gazzini
stra, La Vita e la Maschera: da Pulcinella al
Clown. Chi conosce la sua produzione ritrover le figure rarefatte, che emergono da
una indefinibile nebbia di memorie e fantasia, assorte nei loro pensieri figli di pianeti
lontani. Sei sezioni Larena, Pulcinella,
Petruska, Sogno, Clown, Maschera interiore con una ricca serie di inediti messi a
disposizione da questo artista sottile, dal
tratto personale elegantissimo come potrebbe esserlo indifferentemente quello di
un lord britannico o di un misterioso asceta
slavo, e dalla Fondazione a lui intitolata.
Quelle maschere, ancora una volta, dimostrano come il legame tra la fantasia, lesperienza personale e quindi il prodotto finale
sia indispensabile per approdare a una poetica di fondo.
Quei clown, avvolti nelle loro nubi, hanno una radice biografica che aumenta il fascino del racconto di una vita: Quando arrivammo in Argentina dice a la Lettura
decidemmo di dirigerci verso il Nord,
dove sapevamo di queste colonie russe.
Non le trovammo e fummo adottati da una
comunit nomade di indios guaran. Sono
cresciuto ignorando il significato del concetto di propriet personale ma nutrendo
un immenso rispetto per la natura, per i
suoi ritmi. Poi dovemmo tornare a Buenos
Aires e io ebbi un rigetto per quel mondo
che vedevo violento, sporco, anche perch

lunico alloggio che trovammo fu nella zona


pi degradata del porto industriale, ancora
oggi ritenuta pericolosissima. Ancora un
passo e Alessandro sarebbe diventato un
adolescente di strada consegnato alla
malavita, a una probabile morte precoce.

E qui suo padre e sua madre compiono


un gesto perfettamente in linea con le loro
non-radici di apolidi: affidano Alessandro a
un circo uruguayano a conduzione familiare: Non ho pi rivisto per anni i miei genitori. Ho girato per tutto il Sud America. Ho
fatto di tutto, lacrobata sui cavalli, lo scenografo. Ma nelle pause lavoravo anche come
metalmeccanico. Ho fatto solo la prima elementare a scuola. La mia vera istruzione si
compiuta l, nel circo. E sono ancora grato
ai miei genitori per quella intuizione. Mi
hanno salvato. Perch lo hanno consegnato non solo al piccolo circo uruguayano ma
soprattutto alluniverso dellarte, a una concezione planetaria dellesistenza, al facile
dialogo con la materia fantastica.
Poi c stata la vita, un inizio da grafico, la
fuga dalle dittature, prima dallArgentina e
poi dal Cile, lapprodo in Italia (un ritorno,
infatti ha due passaporti, argentino e italiano), lamicizia con i tanti intellettuali di
quella irripetibile stagione italiana: Rafael

Alberti e poi Alberto Moravia, ovviamente


Pier Paolo Pasolini, Carlo Levi, quindi le
amicizie e gli scambi con Ennio Calabria,
Renzo Vespignani, Alberto Sughi, Ugo Attardi, Lorenzo Tornabuoni. Arriva il successo, anche commerciale. E qui riemerge la
sua natura pi intima, quella dellapolide.
Riappaiono anche le radici libere della trib
degli indios Guaran: Nel 1985 lasciai tutto.
Sentivo che gli obblighi legati alle richieste
pressanti dei mercanti mi toglievano la libert. Direi, il respiro. E cos il nomade
torna sulle strade del mondo. Dieci anni di
viaggi: lOriente, la Thailandia, la Cina, anche lAustralia.
Infine il rientro in Italia: Io non ho rimpianti nella vita, ma guardandomi indietro
mi dispiace di aver abbandonato lItalia per
cos lungo tempo. Ora, da anni, vivo a Tuscania. Ho ritrovato la cultura del rispetto
per lambiente, per il paesaggio da consegnare ai posteri, per i rapporti veri tra gli esseri umani. Il ruolo dellintellettuale oggi?
Fino agli anni Ottanta cera, era solido e
chiaro. Oggi non c pi. sparito. E allora,
Maestro, perch organizzare una mostra
sulla propria produzione? Una pausa: Veramente me lo chiedo anchio. E nello
sguardo trasparente, nel sorriso un po
stanco, si materializza unironia antica di
secoli.
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32 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA

Sguardi

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

ilCartellone
.

Diario di un secolo brevissimo


rivoluzionario come una canzone

acconta in forma darte italiana il Secolo Brevissimo dopo


quello Breve, il tempo chiuso fra la Caduta del Muro e quella delle
Torri Gemelle. E, come annuncia il titolo della mostra, apre le porte
verso il futuro: Liberi tutti, con le parole della band torinese dei Subsonica
uscite proprio a met percorso, nel 1999. Mani in alto fuori di qua/ Non
resteremo pi prigionieri/ Ma evaderemo come Steve Mc Queen, diceva la
canzone, traccia di un approccio (anche sociale, non social) al percorso
espositivo con cui il Museo Ettore Fico (fino al 18 ottobre, www.museofico.it) riunisce e snoda le opere dentro un ventennio che stato tante cose,
ma anche quello in cui nellarte tutto (ri)cominciato. Lelenco degli artisti
lungo: 80 per 186 opere, da Maurizio Cattelan (sotto: Untitled, 1995, Courtesy Armin Linke), Paolo Canevari, Vanessa Beecroft e Mario Dellavedova,
che introduce col maiuscolo slogan fiorito Ahi, disperata vita. Disperazione, ma con libert di creare. E di lanciare quellinfantile grido di battaglia che vuole impedirci di nasconderci ancora. (edoardo vigna)

TORINO

MONZA

PEGGY GUGGENHEIM COLLECTION

Tutti pazzi per il Cremlino


e il realismo alla sovietica

Pollock, la creativit
in un (mega) murale

ei metri di lunghezza. Una piccola


prateria su tela dove le forme abitano
in libert. Murale (sotto), lopera pi
grande di Jackson Pollock (1912-1956), in
mostra alla Collezione Peggy Guggenheim
(fino al 16 novembre, www.guggenheim-venice.it) dopo un restauro durato 18 mesi.
Proveniente dallUniversity of Iowa Museum
of Art, arriva per la prima volta in Italia, a
cura di David Anfam. Considerata una delle
opere pi importanti dellarte americana
del Novecento, stata realizzata nel 1943 per
lappartamento newyorchese della famosa
collezionista. Il monumentale Murale ha
tirato una riga sulla storia della pittura statunitense, c un prima e un dopo. Qui Pollock riversa la sua fascinazione per lOvest,
un viaggio verso la nuova frontiera della
creativit. Il risultato tellurico. Una scena
dove si intravedono confusamente figure
avanzare, in un vortice di linee e colori. Ma
poco conta: emergono il gesto, lazione. Che
si trasformeranno nel dripping, il gocciolamento del colore che ha reso famoso Pollock. (alessandro zangrando)

ggi pu stupire il fascino intenso che il mito dellUnione Sovietica, compresa la corrente artistica
del realismo socialista, esercit sul mondo
culturale italiano nel dopoguerra. Ma il fenomeno ebbe
allepoca un grande rilievo e merita la riconsiderazione
critica proposta dalla mostra Guardando allUrss. Realismo socialista in Italia dal mito al mercato, allestita a
Mantova presso le Fruttiere di Palazzo Te fino al 25 ottobre dalle curatrici Vanja Strukelj, Francesca Zanella e
Ilaria Bignotti sulla base di unidea di Arturo Calzona.
La rassegna d conto dellarte legata al regime (sotto:
Anatolij Cernov, Festa del grano), ma non solo. Registra
le scosse determinate dopo il 1956 dalla destalinizzazione. E dedica ampio spazio al Premio Suzzara, che dal
1948 al 1974 venne destinato ad autori dindirizzo realista le cui opere trattassero i problemi del lavoro. Senza
contare che oltre al mito dellUrss, alimentato dal Pci, vi
era anche lantimito, nel complesso certo pi giustificato, promosso dagli anticomunisti. (antonio carioti)

MUSEO ETTORE FICO

FRUTTIERE PALAZZO TE

MANTOVA

TRENTO

VENEZIA

CECINA (LI)

FONDAZIONE HERMANN GEIGER


GALLERIE PIEDICASTELLO

Emergency in Afghanistan:
lo sguardo di Mario Dondero
ARENGARIO / CASA DEGLI UMILIATI

Gogol, La Fontaine e la Bibbia:


la grafica sogno, parola di Chagall

e la potenza del colore che anima i soggetti visionari di Marc Chagall


(1887-1985) ha incantato i visitatori della mostra tenutasi al Palazzo
Reale di Milano nello scorso inverno, protagonista a Monza fino al
prossimo 6 gennaio sar la forza delle linee e dei tratti delle incisioni dellartista russo; esposte oltre trecento acqueforti che compongono i tre
grandi cicli grafici dedicati alle Anime morte di Gogol, alle Favole di La
Fontaine (sopra: La Vecchia e le due Serve, 1952) e alla Bibbia. Lesposizione Chagall, la grafica del sogno, ospitata negli spazi dellArengario e della
Casa degli Umiliati, sede dei Musei Civici di Monza (www.museicivicimonza.it), ruota intorno a quella parte meno conosciuta, ma non meno interessante della produzione di Chagall di cui lui stesso ebbe a dire: Qualcosa
mi sarebbe mancato se, a parte il colore, non mi fossi impegnato, ad un
certo momento della mia vita, anche con lincisione. Esposte anche opere
di Picasso, Matisse, Rouault che approfondiscono il rapporto che legava
Chagall e questi artisti al mercante darte Ambroise Vollard. (chiara pagani)

on sono un artista, sono un fotoreporter. Ho


sempre pensato che in fotografia sia importante la verit. E la denuncia. Lo stile di Robert
Capa mi ha ispirato pi di qualsiasi altro, soprattutto per la
sua semplicit, uno sguardo senza facili estetismi. Troppa
estetica uccide la verit: questa la visione del mondo di
Mario Dondero. E la verit del grande fotografo si pu
vedere (sino al 1 novembre alle Gallerie Piedicastello di
Trento, www.museostorico.it) in una mostra sul lavoro di
Emergency (dal 1999 a Kabul) che interpreta pienamente lo
spirito etico della sua idea di fotografia (sopra). La mostra
In Afghanistan un intenso viaggio dentro il prezioso e
difficile lavoro dei medici di Emergency in quel tormentato teatro di conflitti. Dondero (Milano, 1928), grande leone
del fotogiornalismo, anche in queste immagini in cui ritrae la devastazione della guerra, il dolore delle vittime e il
lavoro di chi cerca di portare un aiuto mantiene fermo il
suo sguardo poetico con cui difende, sopra ogni cosa, la
dignit di ogni essere umano. (gianluigi colin)

I filosofi di Tinguely
sono solo giocattoli

affoni, tuta blu, attrezzi da lavoro,


ruote, fili, ingranaggi e macchine in
movimento. Cos Ren Burri fotograf il suo amico Jean Tinguely (1925-1991).
Un inventore, un operaio, un pensatore
che credeva che le sue opere immediate e
un po dissacranti fossero perfette per i
bambini. Tinguely era tutto questo e tutto
questo emerge alla Fondazione Culturale
Hermann Geiger di Cecina (Livorno) dove
fino al 20 settembre (www.fondazionegeiger.org) rimarranno in mostra I filosofi,
omaggio ai pensatori che lo hanno formato. Le sculture di Heidegger, Bergson, Engels, Kropotkin, Wedekind, Wittgenstein,
Burckhardt e Wackernagel provengono dal
Museo Tinguely progettato a Basilea da
Mario Botta e inaugurato nel 1996 (sopra:
Jean-Jacques Rousseau. Filosofo, 1988). Il
movimento del pensiero (che personalmente lavrebbe portato allabbandono del
marxismo degli anni giovanili) ben rappresentato prima di tutto nello slancio
delle sculture, ben lontane da ogni impostazione monumentale. (cristina taglietti)

CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 33

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

Documenta
di Chiara Campara

MAXXI

KUNSTHAUS

Paradossi sonori e al neon


Nannucci dialoga con Hadid

John Waters, fascino


del trash dautore

Le parole delladolescenza
Si chiama Mots dados e indaga il mondo
delladolescenza a partire dalle parole scritte.
il nuovo progetto del giovane artista Irvin
Anneix, che da pi di un anno colleziona scritti
di teenager (piccoli messaggi sui diari, lettere,

email, sms, post sui blog) per costruire un


corpus coerente e vario. Ne trarr una serie di
letture, un documentario interattivo e
uninstallazione per lo Studio 13/16 del Centre
Pompidou. Si pu seguire qui: mots-ados.com.

SPRUETH MAGERS
ncipit aperto: asserzione o punto interrogativo? racchiusa nel titolo, Where to start from, la sfida al senso
comune di Maurizio Nannucci. Fiorentino, classe 1939,
dagli anni Sessanta Nannucci sperimenta linguaggi e tecniche diversi. Ai suoi paradossi filosofici, ovvero la capacit di guardare oltre, il Maxxi dedica la personale, a cura di
Bartolomeo Pietromarchi, allestita fino al 18 ottobre nella
Sala 3 (www.fondazionemaxxi.it). Due gli inediti: la grande scritta al neon More than meets the eye sulla facciata
del museo progettato da Zaha Hadid (dono dellartista,
far parte della collezione permanente del Maxxi) e linstallazione sonora Sound samples. Luce, ambiente, colore, immagine, parola... Un viaggio nel quale, ai nuovi lavori, si affiancano pezzi storici come la grande parete in
neon bianco There is another way of looking at things
(sotto: The missing poem is the poem, 1969). Opere nate
per dialogare con larchitettura sottolinea Anna Mattirolo, direttore del Maxxi Arte ma che negli spazi di
Hadid assumono unaltra vita. (maria egizia fiaschetti)

ROMA

PALERMO

enicotteri Rosa (1972), Hairspray


(1988), Cry Baby (1990) sono alcuni dei
film che hanno fatto di John Waters
(Baltimora, 1946) unicona di stile. Enfant
terrible del cinema indipendente americano, non solo regista ma anche artista visivo. La Kunsthaus di Zurigo (www.kunsthaus.ch) dedica a Waters la retrospettiva
How Much Can You Take? che raccoglie,
fino al 1 novembre, quaranta opere tra
storyboard e lavori tridimensionali, donati
al museo dal collezionista This Brunner, che
rivelano una faccia nascosta di un talento
multiforme. Le sue opere criticano i codici
comunicativi del sistema dellarte ed espongono senza piet le fobie della fabbrica dei
sogni hollywoodiana: come avviene nella
serie Tragedy (2015) che riproduce lo scalpo
dellattrice Jayne Mansfield, morta nel 1967,
o nellimmagine della star a quattro zampe
Lassie sottoposta a interventi chirurgici
(sotto: Reconstructed Lassie, 2012). A completare la personale, il 23 settembre una
performance live: This Filthy Wolrd, oneman show di 90 minuti. (cecilia bressanelli)

Scusate, ma lartista assente


Keith Arnatt contro il sistema

Londra vale la pena assentarsi, dal brusio di Piccadilly o dalla quiete


di Green Park, per esplorare The Absence of the artist, piccola ma
illuminante mostra che la galleria Sprueth Magers dedica a Keith
Arnatt (www.spruethmagers.com, fino al 26 settembre). Nato nel 1930 a
Oxford e morto nel 2008 in Galles, Arnatt figura chiave (e dimenticata)
dellArte Concettuale. LAssenza dellartista raccoglie lavori del periodo
1967-1972 come Self-Burial, Portrait of the artist as a Shadow of his Former
Self (sotto) o i buchi e gli specchi dei Mirror-lined Pit. Ombre sui marciapiedi, enigmi sui muri, paradossi e sparizioni che mettono in gioco anche la
presenza dellosservatore. Cos Arnatt saggiava la forza della fotografia, arma che poi us nella sua guerra (ricambiata) al mondo dellarte. Autosepoltura, sequenza di nove ritratti che mostrano lautore scomparire sotto terra,
and in onda sulla tv tedesca. Una al giorno, per due secondi, interrompeva
un programma nellora di punta. Senza spiegazioni o commenti. Se qualcuno lo rifacesse oggi, alla nostra tv, che meraviglia. (michele farina)

ZURIGO

BERLINO

LONDRA

NEW YORK

PALAZZO BRANCIFORTE

Grand Tour da collezionisti


alla maniera di Goethe

a Sicilia come la vedevano i visitatori tra il Settecento


e lOttocento. Epoca di Grand Tour, di viaggi culturali e di viaggiatori colti, di memorabili reportage (Goethe su tutti) ma anche di ispirazioni artistiche per disegnatori, incisori, paesaggisti. Alle opere di questi ultimi
dedicata la mostra intitolata Uno sguardo al Grand Tour
attraverso le collezioni della Fondazione Sicilia, inaugurata a luglio a Palermo, a Palazzo Branciforte, e aperta fino
al 1 novembre (www.palazzobranciforte.it). Cinquantadue opere grafiche (sopra: Peter De Wint, Temple of Juno,
Girgenti, 1821) e diciotto volumi, che sono stati realizzati
tra il 1776 e il 1845 e appartengono alle collezioni della
Fondazione, sono esposti in diverse aree del palazzo,
principalmente in Cavallerizza (34 opere raffiguranti, tra
laltro, antichit greche di Segesta, Selinunte e Agrigento,
lOrecchio di Dioniso, il Teatro Greco di Taormina) e in un
ambiente al primo piano, rinominato Sala del Grand
Tour, che ospiter in via permanente altre opere (molte
sulle Eolie) e i diciotto volumi. (fulvio bufi)

MOMA

I peccati giovanili
di Gilbert & George
BERLINISCHE GALERIE

Ricostruzione di una metropoli:


cos larchitettura divent politica

on sal verso il cielo solo il Muro, negli Anni Sessanta, a Berlino. La


citt, al culmine delle tensioni della Guerra Fredda, fu anche una
sfida di Architettura, tra Est e Ovest. Sfida vinta, alla fine, dallOccidente: molti dei palazzi della Berlino socialista costruiti nei Sessanta,
soprattutto quelli voluti dal regime comunista, sono stati spianati dopo
la riunificazione tedesca. Operazione dovuta, secondo alcuni; cancellazione di un pezzo di storia a opera dei vincitori, secondo altri. Sullarchitettura di quel decennio e sul confronto che comport ci si pu fare
unidea in una mostra che si aperta il 29 maggio e chiuder il 26 ottobre
alla Berlinische Galerie della capitale tedesca (www.berlinischegalerie.de). Radikal Modern presenta circa 300 lavori progetti, fotografie,
disegni di 30 architetti e urbanisti che hanno ridato forma alla citt
(sopra: Dieter Urbach, Marx-Engels-Platz, 1972), in quel decennio ancora
segnato profondamente dai bombardamenti: da Ludwig Mies van der
Rohe a Manfred Zumpe, da Walter Gropius a Josef Kaiser. (danilo taino)

ltimi giorni al Moma di New York per


vedere la mostra sugli inizi del sodalizio artistico e umano tra Gilbert
Prousch (1943) e George Passmore (1942)
che si incontrarono da studenti, nel 1967,
alla St. Martins School of Art di Londra.
Artisti inglesi concettualisti in lotta contro
le lite culturali del tempo, i due Passmore, unadolescenza vissuta in povert e
senza un padre a Plymouth, mentre Prousch era arrivato a Londra dallAlto Adige,
nato a San Martin de Tor e cresciuto nella
scuola darte di Selva di Val Gardena
cominciarono a stupire con le loro provocazioni artistiche e le loro sperimentazioni
gi alla fine degli anni Sessanta. La mostra
del Moma, Gilbert & George: the Early Years (fino al 27 settembre, www.moma.org)
copre proprio il periodo dagli esordi del 69
al 76 (sopra: The Red Sculpture Album,
1975). Stabilito che tutto arte, compresi i
loro dialoghi, i due artisti sfidarono lestablishment del tempo presentandosi come
sculture viventi col volto coperto di vernice
metallizzata. (massimo gaggi)

34 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA

FUORI
SCENA
di ENRICO PAROLA

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

Code di turisti e posti solo ascolto


35 anni in biglietteria alla Fenice
n questi anni la tecnologia ha
rivoluzionato anche la biglietteria: da
noi l80 per cento del pubblico compra
il biglietto online e arriva in teatro con la
pagina web stampata o salvata sullo
smartphone. Con 35 dei suoi 62 anni
trascorsi alla biglietteria del Gran Teatro la
Fenice, Nadia Buoso ricorda le lunghe code dei
turisti che sognavano di assistere a unopera
in uno dei teatri pi belli e famosi del mondo.
Non tutto informatizzato, ogni giorno

arrivano telefonate da Russia, America,


Giappone... Le mie collaboratrici devono
conoscere molte lingue. Ci sono alcuni
spettacoli che si vendono con grande anticipo:
online tutta la stagione 2016, le recite di
Traviata sono quasi esaurite; il concerto di
Capodanno sold out da due mesi. Viene
ancora qualcuno in biglietteria? S, c
comunque tanta gente; per loro teniamo
sempre alcuni posti per ogni spettacolo.
Inoltre i turisti non si fermano a Venezia

Maschere
.

Teatro, musica, danza, cinema, televisione

Riletture

Siamo sprofondati
nel sonno del bosco
(il risveglio
anche peggio)
di VIVIAN LAMARQUE

he lungo lungo sonno. Cento anni di


sonno ininterrotto. E, come da titolo
originale, La belle au bois dormant, a
cadere addormentato un intero bosco e
non la sola protagonista. Un intero bosco
di dormienti. Se in una di queste sere, assenti da
decenni madri e padri chini a narrarci accanto al
letto, provassimo a leggercela noi, a noi questa
antichissima fiaba rielaborata da Charles Perrault
nel 1697, dove ci porterebbe? Che cosa ci direbbe?
Quali echi in noi vecchi bambini del terzo
millennio risveglierebbe e con quali nuove note
risuonerebbe a noi pi vicina?
Oggi la bella nel bosco addormentato si fa a
tratti grandiosa metafora della tragedia epocale
che stiamo vivendo e che, proprio perch la stiamo
vivendo, in molti ancora non riescono a vedere. Un
intero mondo di cento e cento anni dimenticati
muove verso di noi. Che cosa sono quelle torri
che spuntano da quel bosco? chiede dopo cento
anni il principe, boh, forse regno degli spiriti, gli
rispondono. E quando, grazie allincantesimo,
riuscir a farsi strada tra la vegetazione fittissima e
giunger al castello la visione gli geler il sangue,
ovunque, appoggiati qua e l, corpi di uomini e di
animali come fantocci senza vita. Tutti sino
allultima guardia, servitore, cuciniere, tutti e tutto,
persino lo spiedo con i fagiani, persino il fuoco
sotto lo spiedo, tutto dorme in un silenzio surreale.
E allorigine? Una iniquit, unesclusione. Le
sette fate madrine invitate al battesimo e lottava
no. Perch no? Perch da cinquantanni non la si
vedeva pi in giro. Se non ti vedo non esisti. Mi
dimentico di te. E dopo il mancato invito, una
seconda iniquit: al suo non gradito apparire al
castello, un posto a tavola rimediato in fretta, sette
piatti doro alle altre fate e a lei no, sette cucchiai
forchette coltelli ricoperti di diamanti e rubini a
loro e a lei no. Cos il cammina-cammina del male,
della maledizione, ha inizio. Tutto un mondo l
che sparir, tutto un altro mondo qui che di loro
per cento anni si dimenticher. Poi un bel giorno il
principe arriva, Siete voi? gli chiede la bella
Ce ne avete messo del tempo. Dopo tanto dormire
il risveglio. Tutti insieme e tutti affamati
naturalmente. Oggi meriterebbe una narrazione
questo risveglio, intanto per la fiaba corre alle
felici nozze di principe e principessa e alla nascita
dei figli Aurore e Jour. Versioni ridotte e cartoni
animati omettono tutta la seconda drammatica
parte del testo originale di Perrault. Anche questa
trae origine da un nucleo di male: lo sposo che si
allontana per muovere guerra allo stato confinante.
Pagine e pagine cruente, i figlioletti che lorchessa
vuole divorare ma che, come in Biancaneve, il
personaggio buono salver uccidendo al posto loro
un agnellino e un capretto ecc. ecc.
Dopo il lungo sonno, dopo il risveglio, ancora
un lungo estenuante camminare, minacce, pericoli
in agguato, ma questa volta sotto gli occhi di tutti.
Il dovere di vedere. E soprattutto, peu
dloquence et beaucoup damour.
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Nadia Buoso, 62 anni,


bigliettaia alla
Fenice di Venezia

Incisioni
di Renzo Matta

soltanto un giorno: da venerd a domenica ci


sono sempre tre rappresentazioni, se non si
trova posto per la sera stessa, per lindomani
magari s. C una categoria di posti che viene
venduta solo in loco: Fino a due anni fa si
poteva acquistare qualsiasi posto via internet;
poi se i posti erano molto laterali o indietro, la
gente si lamentava, anche se gli facevi notare
che aveva speso 30 euro invece che 150; cos
abbiamo identificato due categorie, specificate
sul retro dei biglietti: Scarsa visibilit e Solo
ascolto. Chi viene sa che spende poco e sa
dove andr a sedersi. Qualche polemica
sorge ancora: C chi passa da certi tour
operator e si accorge di aver pagato 300 euro
per un biglietto da 80: stiamo studiando
alcune procedure per risolvere il problema.
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La musica della cabina telefonica


laltro Phil Collins: non il leggendario batterista
dei Genesis, ma lartista britannico, 45 anni. Che
ha voluto chiudere la sua ultima creazione in un
cofanetto in 500 copie con due vinili a 33 giri,
testi dautore e altri materiali, My Hearts In My
Hand... E dentro? Le conversazioni telefoniche
di senzatetto registrate da una cabina dentro un
ricovero di Colonia, montate su musica. Il patto
era: parlate con chi volete, io vi registro. Il
risultato: unoperazione di struggente poesia.

Danza Alla Scala il balletto nella versione del 1890 recuperata da Alexei
Ratmansky. Con i movimenti di allora e il ruolo di Carabosse en travesti

LAddormentata
torna sui suoi passi
Gesti piccoli e veloci, cos la volle Petipa
E la strega cattiva sotto sotto un uomo
di VALERIA CRIPPA

a si sarebbe presa per un angelo, tantera


bella; lo svenimento non aveva fatto impallidire i bei colori del suo incarnato,
aveva le guance ancora rosee e le labbra
come il corallo; soltanto, aveva gli occhi
chiusi, ma si sentiva respirare dolcemente e questo indicava
che non era morta. Il sonno ti fa Bella, parola di Charles
Perrault. Nellimbalsamare in un letargo secolare la pi famosa delle sue fanciulle in fiore, lo scrittore le assicura un
solido e radioso avvenire. Sonno salvifico che mette al riparo la quindicenne dalla maledizione mortale di Carabosse,
vendicativa strega esclusa dal battesimo della principessina
ma anche sonno ibernante, in attesa di un miracolo che la
riporti in vita, del Principe che liberi il volo nuziale del vissero felici e contenti. Se, come scriveva Italo Calvino, le
fiabe rappresentano il catalogo dei destini che possono
darsi a un uomo e a una donna, la sorte riservata alla Bella
addormentata sembra dibattersi nel conflitto tra stasi e movimento, vincolo al dogma ed emancipazione, passato e
presente. Sullarchetipo della fanciulla dormiente si sono
abbattuti gli strali delle femministe irritate dal modello di
donna passiva e afasica, mentre la psicoanalisi ha letto, nel
sonno centenario, la metafora del periodo letargico che segna la psicologia della pubert e quindi un percorso iniziatico (Bruno Bettelheim), il limbo ribollente dellinconscio
alle soglie dellet fertile (Marie-Louise von Franz).
Lunga vita, in letteratura, ebbe il tema della Bella Addormentata, dalle origini orientali allapprodo in Occidente nel
XIV secolo (Troilo e Zellandina dal Roman de Perceforest)
fino alla Francia di Perrault, che pubblic la fiaba nel 1697
tra I racconti di Mamma lOca, e alla Germania dei Fratelli
Grimm che la inserirono nelle Fiabe del focolare nel 1812 e
allItalia di Calvino che spos la versione del Pentamerone
di Basile. Se i Grimm introducono, tra le varianti, il bacio
del Principe che resuscita la Bella (da loro chiamata Rosaspina), in Basile la ragazza viene visitata dal nobile mentre dorme imperturbabile restando incinta dei gemelli Sole
e Luna.
Perrault regala una seconda parte grand-guignol con la
Bella e il Principe divenuti genitori di Aurora e Sole e mi-

Ledizione americana
La bella addormentata nel
bosco, nella coreografia
originale di Marius Petipa
messa in scena e integrata da
Alexei Ratmansky su musica di
Ptr Ciajkovskij, ha debuttato
con lAmerican Ballet Theatre
nel marzo scorso a Costa
Mesa, in California, e in giugno
al Metropolitan di New York.
La nuova, sfarzosa edizione
stata prodotta dallAbt (400
costumi, acconciature e
gioielli) insieme alla Scala di
Milano (scene dipinte)
La prima italiana
Il balletto debutter in Italia
alla Scala di Milano dal 26
settembre al 23 ottobre con la
compagnia, gli allievi della
Scuola e lorchestra del Teatro
milanese diretta da Vladimir
Fedoseyev, con Svetlana
Zakharova (Aurora), David
Hallberg (il Principe) e
Massimo Murru (en travesti nei
panni di Carabosse). Scene e
costumi di Richard Hudson
ispirati allallestimento di Lon
Bakst per i Balletti Russi
nel 1921 a Londra
(www.teatroallascala.org, tel.
02.72003744)

nacciati dalla madre di lui, una regina-orchessa che ordina


al cuoco di corte di cucinarle, in una squisita salsa Robert,
nipotini e nuora. La fortuna della fiaba di Perrault si deve a
Luigi XIV, il Re Sole, fatalmente attratto dalla bellezza effimera: il sovrano lanci il balletto, arte in cui amava esibirsi
fin da bambino, e fond lAcadmie Royale de Danse a Parigi, nel 1661. Durante il regno illuminato (1643-1715) del re
ballerino, cui venne dedicato il passo di danza dellentrechat royal, il genere letterario del racconto di fate prosper rispecchiando la corte sfarzosa di Versailles e, tra il
1785 e il 1789, fu raccolto nel Cabinet des Fes.

Ma come riusc a sgusciare la Bella addormentata da


quel fatato scrigno letterario per incarnarsi in una nuova vita, tuttaltro che passiva, danzando sui palcoscenici del
mondo? Ci volle, anche qui, lintervento di un principe. A
San Pietroburgo, nel 1888, il direttore dei Teatri Imperiali
Ivan Aleksandrovic Vevoloskij, principe e grande estimatore del Re Sole, propose a Ciaikovskij la commissione di un
balletto a serata intera tratto dalla fiaba di Perrault (venne
tagliata la seconda parte horror): Vorrei realizzare la messinscena nello stile di Luigi XIV. Su un tale soggetto si pu
dare libero corso alla propria immaginazione e creare melodie nello spirito di Lully, di Bach, di Rameau. Se lidea vi
aggrada, perch non iniziate a comporre la musica? Per
concludere una quadriglia di tutte le fiabe di Perrault assolutamente necessaria. Bisogna mettere insieme il Gatto
con gli Stivali, Pollicino, Cenerentola, Barbabl con le mogli. Il balletto Spjacaja krasavica (la Bella in russo) debutt con clamoroso successo il 3 gennaio 1890 al Mariinsky: Vevoloskij disegn i costumi, affid le scene ad Andreev, Bocharov, Ivan, Levogt e Shishkov e volle per la coreografia il maggior artefice del balletto tardo-romantico
russo, il marsigliese Marius Petipa, con cui firm il libretto
(da allora la protagonista si chiam Aurora).
Cos nacque il balletto dei balletti, essenza del classico e trionfo dellopulenza zarista, croce e delizia dei suoi
interpreti (Ladagio della Rosa per Aurora), esempio ideale

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 35


Nelle immagini: lo spettacolo negli Stati
Uniti con i ballerini dellAmerican Ballet
Theatre. Nella foto in alto: Isabella Boylston
nel ruolo di Aurora al debutto al
Metropolitan di New York con lAbt. Al
centro: Craig Salstein interpreta la strega
Carabosse en travesti. Sotto: Diana Vishneva
nelle vesti di Aurora durante lanteprima
del balletto in California

di purezza e rigore dello stile e della struttura tardo-romantica. Nellinanellarsi di pura danza, dassieme, variazioni,
pas de deux saldati dalla pantomima, la fiaba si astrae in un
ampio respiro e la tecnica si illumina della presenza brillante delle ballerine italiane, allora trionfanti in Russia: Carlotta Brianza fu lAurora del debutto al fianco di Pavel Gerdt, il
Principe Dsir, Enrico Cecchetti si sdoppi nel ruolo di Carabosse, en travesti, e in quello dellUccello Blu. Da allora
stata gara tra i coreografi per legare il proprio nome al capolavoro, ideale per mettere a regime lefficienza di un corpo
di ballo.
Chi si cimentato in ricostruzioni pi o meno libere delloriginale di Petipa (in Occidente approd quella di Sergeev), da Nureyev e MacMillan a Grigorovich, chi ha preferito
solcare il mare aperto della rilettura: tra le visioni pi ardite,
lAurora tossicodipendente di Mats Ek. Al capezzale della
Bella accorre ora il russo Alexei Ratmansky, ex direttore
del Balletto del Bolshoi e, dal 2009, coreografo residente allAmerican Ballet Theatre che si impegna a risvegliarla nello
sfarzo delle origini. Per non tradire Petipa.

La nuova, opulenta edizione (400 costumi) prodotta dallAmerican Ballet Theatre insieme al Teatro alla Scala per 6
milioni di dollari (budget accreditato dalla stampa statunitense) ha debuttato in marzo con lAbt e le stelle Diana Vishneva e Marcelo Gomes in California, in giugno al Metropolitan di New York, promossa dalla critica. Ora Ratmansky si
prepara al secondo round, italiano: dal 26 settembre al 23
ottobre la sua Bella debutter alla Scala (subentra a quella di
Nureyev) con la compagnia milanese e, nei ruoli principali,
Svetlana Zakharova e David Hallberg. Con la perizia di un
restauratore nel riportare alla luce un affresco originale, il
47enne Alexei, pietroburghese, ricorso alle notazioni di
Vladimir Ivanovic Stepanov, un sistema di codificazione del
movimento pubblicato a Parigi nel 1892 in Alphabet des
mouvements du corps humain ispirato ai principi della notazione musicale. I balletti di Petipa spiega Ratmansky
a la Lettura furono codificati quando il maestro era settantenne, i Teatri Imperiali temevano di perderne il repertorio. Limportanza di questi documenti immensa: come
scoprire gli interi manoscritti di Leonardo. Un vero tesoro e
un miracolo senza precedenti nella storia del balletto. Con
la moglie Tatiana, ha studiato il sistema per attingere a Petipa senza intermediazioni: Nelle notazioni, ogni articolazione del corpo segnata, se stesa o flessa, ogni movimento
descritto nel dettaglio, pass, punta, mezza punta. Ho
scoperto che la coreografia, per me simbolo dellarmonia e
del fascino del classico, molto pi sofisticata. E ho imparato molto sulla coordinazione. Molti passi non vengono pi
eseguiti: piccoli giochi, battute, ronds de jambe. Interessanti, li user nelle mie creazioni future.
Dal 1890 cambiata la fisicit dei ballerini: lAurora di
Carlotta Brianza era minuta e (ai nostri occhi) tozza, quella
di Zakharova sar longilinea. La tecnica, inoltre, volge allatletismo, con estensioni esasperate. Oggi i movimenti tendono a essere grandi e lenti, in Petipa erano piccoli e veloci:
Aurora aveva una vivacit femminile e un dinamismo che si
sono persi. Ecco allora la prima sfida di Alexei: indurre i
ballerini a fare tabula rasa. Alcuni sono rimasti scioccati
dal vero Petipa, non pareva abbastanza esaltante: Dov
larabesque penche, dov il dvelopp?, mi chiedono. La
seconda sfida riguarda il pubblico, abituato ai virtuosismi.
Scoprir loriginale. Compreso il personaggio della strega
Carabosse en travesti: alla Scala lo danzer ltoile Massimo
Murru.
Ratmansky ha chiesto allo scenografo britannico Richard Hudson di ispirarsi allallestimento del 1921 di Lon
Bakst per i Balletti Russi a Londra per il quale Diaghilev rischi la bancarotta. Ho fatto ricerche nelle biblioteche e
online svela a la Lettura Hudson, vincitore del Tony
Award per il musical The Lion King e ho studiato i costumi di Bakst a Londra, nelle collezioni del Victoria and Albert
Museum e al Museum of London. Non ho copiato nulla, la
tavolozza di colori mia. I tut sono pi lunghi, resi rigidi
da strati di pizzo. Le scene, pittorico-architettoniche e pastorali, sono state dipinte alla Scala, i cappelli realizzati dal
laboratorio romano Pieroni, mentre costumi, acconciature
e gioielli escono da sei laboratori di New York. Opulenza?
La Bella una fiaba e tale deve apparire. Minimalista non
avrebbe magia.
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36 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 37

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

Scatti flessibili
di Fabrizio Villa

Maschere Musica
Palcoscenico

da Parigi PAOLO GIORDANO

Un secolo in Vogue
Levento previsto nel 2016, dall 11 febbraio
al 22 maggio, ma gi se ne parla. Per celebrare
i primi cento anni di Vogue Gran Bretagna la
National Portrait Gallery di Londra annuncia
una grande mostra. Vogue 100, A Century of

Style esporr 280 scatti dei pi grandi artisti


che hanno fotografato per la rivista della
Cond Nast, tra i quali Mario Testino, David
Bailey, Irving Penn e Patrick Demarchelier.
Immagini che hanno fatto la storia della moda.

Come per Barthes e Simenon, le creazioni pi sorprendenti e durature nascono spesso dal lutto
Cos in concerto a Parigi accade anche per il geniale cantautore americano, il 21 settembre a Milano

Dolore a nudo: Ti perdono, madre


Il requiem elettronico di Sufjan Stevens

i sono artisti complessi, sperimentali, perfino ipertrofici, che


a un certo punto della carriera rinunciano a mostrare la propria
tecnica per concepire unopera
pi semplice, scabra e personale. Spesso,
questi squarci aperti allimprovviso sullintimit coincidono con un lutto appena sofferto. La scomparsa di qualcuno di vicino
rende momentaneamente futile lutilizzo
di tanti espedienti, del cerebralismo, e
spinge verso una forma pi nuda ed essenziale. Altrettanto spesso, si tratta delle creazioni pi sorprendenti e durature di quegli artisti. Si ha una sensazione del genere
scorrendo gli appunti disarmati di un teorico come Roland Barthes sulla perdita
della madre. E si prova qualcosa di simile
leggendo la lettera che un vero ipertrofico
come Georges Simenon scrisse alla terribile Henriette dopo la morte di lei.
A marzo scorso Sufjan Stevens, uno fra i
cantautori pi geniali e venerati della nostra epoca, ha pubblicato il suo personale
congedo dalla madre deceduta pochi anni
prima, Carrie, con la quale ebbe un rapporto discontinuo e a dir poco complicato.
Come gli scritti degli autori menzionati
lalbum di Sufjan Stevens, Carrie & Lowell,
breve, spoglio, struggente eppure affilato
come un bordo di carta ben teso fra le dita.
Undici ballate: soltanto voce accompagnata da una chitarra acustica, talvolta da un
pianoforte o da un ukulele; pochi altri suoni ambientali, sempre discreti, e quasi
nessuna evoluzione. Lopposto esatto, insomma, di ci che il musicista espresse nel
suo disco precedente, The Age of Adz, dove
certe suite orchestrali si trasformavano in
continuazione e parevano non finire mai.

Si ascolta Carrie & Lowell dapprima trasognati, quasi che si trattasse di un disco
leggero, poi lo si sente sprofondare nelle
viscere, qualche centimetro pi in fondo a
ogni passaggio. Il 21 settembre Sufjan Stevens porter Carrie & Lowell al Teatro della
Luna di Assago, per lunica data italiana
del suo tour. A Parigi ha suonato al Grand
Rex, sotto larco rosso del teatro storico, in
un ambiente sontuoso e insieme pacchiano che si accordava bene al flusso di ricordi impolverati del disco. Alle spalle della
band, su uno schermo suddiviso in fasce
staccate luna dallaltra, scorrevano filmati
dellinfanzia di Sufjan, e panorami risalenti forse allo stesso periodo: un lago circondato da conifere, un canyon, un mare di
nuvole scure.
Carrie, la madre di Sufjan, era psichicamente instabile, aveva una tendenza allalcolismo e allabuso di stupefacenti. Spariva per mesi, spesso vagabondando. Abbandon Sufjan allet di appena un anno.
Lui crebbe con il padre, ma ci furono alcune estati, in Oregon, quando era ancora
molto piccolo, nelle quali la vide insieme
al patrigno, Lowell. Quando Carrie si separ anche da lui, Sufjan la perse di nuovo a
lungo.
Il disco costruito sui resti dei pochi
momenti con lei, senza sentimentalismo,
senza rabbia, piuttosto con gli occhi
asciutti di chi conosce da tempo la propria
ferita. Scene, oggetti, frammenti, tutti apparentemente marginali, ma che nella
scarsezza diventano leggendari: uno yogurt al limone, un posacenere caduto, una
mattina al negozio di videocassette. Gli arrangiamenti che Sufjan Stevens porta in
concerto sono pi misticheggianti e insieme pi poderosi di quelli dellalbum, ma
ne rispettano lintroversione.
Per due ore, con inquietudine controllata, Sufjan passa da uno strumento allaltro
e talvolta accenna delle mosse di ballo, come un adolescente che prova i passi nella
camera chiusa a chiave. Il tastierista Steven
Moore, con la barba bianca e le vesti abbondanti, assomiglia a un Baba. Tiene le
braccia spalancate verso le luci artificiali

Lartista
Sufjan Stevens, cantautore di
quarantanni, nato a Detroit,
e cresciuto in Michigan e in
Oregon. Il suo nome, di
ascendenza persiana, legato
al movimento spirituale
Subud cui avevano aderito i
genitori. Stevens ha allattivo
undici album. Lultimo disco
Carrie & Lowell: rimanda fin
dal titolo alla madre, Carrie,
da poco scomparsa, e al
patrigno Lowell Brams, ed
composto da 11 tracce.
Stevens sar in concerto
luned 21 settembre al teatro
della Luna di Assago (Milano),
unica data italiana del tour
mondiale che chiuder la
parte europea a fine
settembre. Riportiamo la
traduzione del testo con cui si
conclude larticolo di Paolo
Giordano: Ti perdono, madre,
posso sentirti/ e ho tempo
per esserti vicino/ ma ogni
strada porta ad una fine/ s,
ogni strada porta a una fine
Le immagini
A destra: un momento del
concerto di Stevens al Gran
Rex di Parigi (Getty Images).
Sopra: Joel Sternfeld (1944),
Gresham, Oregon, giugno 1979
(stampa a colori,
courtesy dellartista)

per quasi tutto il tempo e anche lui rimanda alla prima infanzia di Sufjan, nella comunit religiosa dove gli venne assegnato
quello strano nome persiano. Dawn Landes, eterea, intreccia alla voce di Sufjan la
propria e si muove nella penombra del
palco come unincarnazione della sua anima. un concerto con unatmosfera quasi
soverchiante. In certi istanti sembra di percepire davvero la presenza di Carrie, evocata dallaldil con tutti i suoi disastri e ancora imprendibile. I versi che Sufjan canta
sono tutti per lei, infestati di spettri.

Ricordo che una ventina di anni fa,


quando lelettronica iniziava a dilagare
nelle produzioni musicali, serpeggiava il
timore che i bravi musicisti si sarebbero
presto estinti. Ebbene, sembra essere accaduto il contrario. Esiste una schiera di
artisti, ora nel pieno della loro maturit
(insieme a Sufjan Stevens, altri come
Rufus Wainwright, Ben Gibbard, Justin
Vernon e almeno tre membri dei Radiohead presi separatamente), che gi giovanissimi non strimpellavano, bens padroneggiavano una variet di strumenti
diversi, come se li avessero fra le mani da
sempre. E che, nel frattempo, hanno unattenzione costante allensemble, da veri
compositori. Sono tutti dei secchioni, dei
perfezionisti, tutti megalomani a loro modo. Ma quando accade che inciampino in
un dolore pulsante dellesistenza, come
Sufjan Stevens alla morte di Carrie, sanno
generare dei miracoli di sensibilit. Immortali, ci che mi viene da dire. I forgive you, mother, I can hear you/ And I long
to be near you/ But every road leads to an
end/ Yes, every road leads to an end.
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38 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

Terra straniera

Maschere Cinema

di Alessandra Coppola

Il viaggio di chi sente il fuoco bruciare


La barca scossa dalle onde, paura, buio, la voce
di tuo figlio che dice: Non voglio andare in
Europa. Il regista olandese Morgan Knibbe
ricostruisce lapprodo dei rifugiati. Il Nord visto
da Those who feel the fire burning, quelli che

sentono il fuoco bruciare (Milano Film Festival,


gioved 17, Spazio Oberdan, ore 19): Lobiettivo
era cercare di capire cosa provassero. Il desiderio
di raggiungere la prospera Europa e la delusione
sconvolgente nello scoprire che non c posto.

Anteprima Il poemetto di Elio Pagliarani sugli anni del miracolo economico diventato una pellicola che
sar proiettata al festival di Milano. Nel cast anche Elio delle Storie Tese oltre a disegni e scene di repertorio

La ragazza Carla tornata:


fa la dattilografa in un film
Immagini e volti per limpiegata del boom
di FRANCESCO CEVASCO

Le immagini
Nella pagina accanto, due
fotogrammi del film La
ragazza Carla, tratto
dallomonimo poemetto di
Elio Pagliarani: il primo, in
alto, una delle illustrazioni
realizzate per la pellicola da
Gabriella Giandelli; il
secondo, sotto, un frame
tratto dal materiale di
repertorio utilizzato per
ricreare la Milano
degli anni del boom

uesta la storia di una di


noi. la storia di La ragazza Carla. Carla Dondi fu
Ambrogio, di anni/ diciassette, primo impiego stenodattilo/ allombra del Duomo, come la descrive Elio Pagliarani, poeta.
Per capirci qualcosa si comincia da
qui, dal poeta. Lui, questa storia, a
scriverla ci ha messo dal settembre
1954 allagosto 1957. Adesso questa
storia diventata anche un qualcosaltro di indefinibile. Film? Documentario? Recita? Boh: chi la vedr al prossi-

mo Milano Film Festival decider. Nel


frattempo si pu provare a raccontare...
Siamo nel primo dopoguerra. Il
boom economico sta per scoppiare
ma non ancora, quasi. Lombelico
dItalia, comunque, Milano. Qui si vive, o meglio, si sopravvive. Con il lavoro che bene o male si trova. Sottopagato, daccordo, forse; certamente pagato
poco. Ma, in fondo, con 26 mila lire al
mese (pi contingenza) ci puoi campare. La ragazza Carla nasce in questo
mondo. La mamma poi sar vedova.

Per tirar su qualche soldo fa pantofole.


Calde, spesse e sobrie, senza esagerare
con i fiocchetti che non servono a
niente. Magari la signora Erminia
(quella che ha lalito che sa di liquore)
le pagher tra due anni ma pazienza.

Parole arrabbiate
Intanto, per, Carla cresciuta e con
due (sofferte) mila lire al mese pu fare la scuola per imparare a scrivere a
macchina (con dieci dita!). Ed ecco
che, alle parole arrabbiate di Pagliarani, si sovrappongono le immagini del

film La ragazza Carla (parole arrabbiate perch il poeta per le ingiustizie


sociali, si capisce, sindignava). Non
proprio come il Pirellone del Luciano
Bianciardi di La vita agra che voleva
buttarlo gi con la dinamite, ma comunque un fallico simbolo del potere
maschile nel mondo del lavoro. Tanto
che la nostra Carla trova s lavoro, ma
non passa molto tempo che...
Quel bieco padrone della Transeocean limited import export company,
il signor Pratk, allunga su di lei non
proprio le mani, ma uno sguardo...

CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 39

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

Note blu
di Claudio Sessa

Le pistole di un altro Bergoglio


Ogni tanto si torna a esplorare i rapporti
fra jazz e romanzi di genere (Kingsley
Amis lo fece con la fantascienza in Nuove
mappe dellinferno). Ora Franco Bergoglio
pubblica per Arcana Sassofoni e pistole

(pp. 330, 17,50), ricognizione sul noir


condotta come lindagine di un occhio
privato. Cosa lega detective e jazzisti? La
ricerca della verit. E la vitale necessit di
improvvisare.

Discussioni Azzerati i fondi

Via la voce
a tre milioni
di coristi
di NICOLA CAMPOGRANDE

Uno sguardo sudato, malato. Unto come un ragno. Blasfemo come le sue
bestemmie: si sente autorizzato dal
suo essere un Dio del lavoro, quello
che d da mangiare alla gente; gli impiegati gli devono essere riconoscenti
perch li paga anche quando lui non
guadagna. Dice Carla: Ho paura,
mamma Dondi ho paura/ c un ragno
ho schifo mi fa schifo alla gola/ io non
ci vado pi.// Nellufficio B non cera
nessuno/ mi guardava con gli occhi
acquosi/ se tu vedessi come gli fa la
vena/ ha una vena che si muove sul
collo/ Signorina signorina mi dice/
mamma non ci posso pi stare/ venuto vicino che sentivo...

Pagliarani e Saibene la descrivono


con lo stesso distacco appassionato:
nelle parole del poeta le periferie che
sono umane perch la gente ci vive,
nelle immagini del regista quel bianco
e nero darchivio che non soffre la polvere del tempo. Era gi, un poco, la Milano da bere: anche Carla prende laperitivo e se lo mescola/ con un po di
vergogna/ e in tram le gira la testa.
Si capisce che Pagliarani ieri e chi lo
rilegge oggi in questo film, in questa recita, in questi disegni che compaiono a sorpresa, in queste immagini
di vecchi fotografi, in queste spruzzate
di colore che illuminano la pellicola
come un arcobaleno, in queste musiche che sconfinano da Natalino Otto a
Giorgio Gaber Milano la amano
davvero, nonostante tutto. E nonostante la dedica che il poeta mette in
testa ai suoi versi: Un amico psichiatra mi riferisce di una giovane impiegata tanto poco allenata alle domeniche cittadine che, spesso, il sabato, si
prende un sonnifero, opportunamente dosato, che la faccia dormire fino al
luned. Ha senso dedicare a quella ragazza, questa Ragazza Carla?.

met settembre, quando


riaprono le scuole, nel nostro Paese si ricomincia a
cantare e tre milioni di persone, distribuite tra migliaia
di cori, per due volte alla settimana
riprendono a provare (dati singingeurope.org). Lo faranno per tutto lanno,
dedicandosi a repertori diversi dalla
polifonia rinascimentale al gospel, dai
canti di montagna al pop, dalla musica
dei compositori viventi al gregoriano
e molti di loro si prepareranno per
concerti, scambi, piccole tourne o
magari per esibizioni internazionali di
alto profilo, come quelle che hanno
visto protagonisti i cori italiani al Festival Europa Cantat svoltosi lo scorso
luglio a Pcs, in Ungheria, dove 5 mila
cantori da tutto il continente si sono
radunati.
Ora, immaginate che quei tre milioni
di persone tra qualche anno non trovino pi direttori di coro in grado di guidarle, perch nessuno ha pi potuto
frequentare stage e seminari di perfezionamento. Immaginate che dalle loro
mani spariscano le partiture, perch al
pi grande editore di musica corale nel
nostro Paese (che unassociazione
no-profit) sono state tagliate le gambe.
Immaginate che il Coro Giovanile italiano, costituito da ragazzi di tutta Italia,
formazione-bandiera che ci rappresenta allestero, non esista pi, perch le
risorse necessarie a pagare i viaggi dei
cantori per partecipare alle prove sono
state azzerate. Tocca purtroppo immaginare anche che il nostro Paese non sia
pi rappresentato in seno alla federazione europea dei cori (Eca-Ec) e alla
federazione mondiale (Ifcm), che non
possa mai pi organizzare un festival
internazionale come quello di Torino
nel 2012, che sparisca il Festival di Primavera di Montecatini, al quale partecipano ogni anno centinaia di bambini e
ragazzi, che cessi la convenzione con la
Siae per semplificare lorganizzazione
dei concerti, che sospenda le pubblicazioni la preziosa rivista Choraliter e
cos via.
, purtroppo, ci che accadr nel
prossimo futuro, se non viene trovata
rapidamente una soluzione al dramma
che sta vivendo in queste settimane la
Feniarco, Federazione nazionale italiana delle Associazioni regionali corali, il
soggetto che, grazie al lavoro di tre
persone e allapporto di decine di volontari, tiene in piedi il sistema corale
italiano.
La chiusura, che dietro langolo,
viene imposta dallazzeramento del
contributo ministeriale per i prossimi
tre anni, dopo che anche la Feniarco
stata inserita nel gruppo di soggetti
storici della musica italiana non pi
sovvenzionati per via dei nuovi criteri
oggettivi che il ministero dei Beni
culturali ha provato ad adottare, con
risultati unanimemente ritenuti sconcertanti. Ci che preoccupa che, mentre la sparizione di un festival, di unorchestra, di una societ di concerti lasciano un vuoto immediatamente percepibile, la scomparsa di una
federazione di cori rischia di essere
invisibile. Non basta laver contribuito
per anni alla maturazione musicale del
Paese: secondo i calcoli ministeriali, il
tessuto sociale della coralit italiana
non merita di essere mantenuto in vita,
e dunque i 160 mila euro erogati lo
scorso anno (erano stati circa 130 mila
dal 1986 al 2013) sono stati cancellati
con un tratto di penna. Uno dei nostri
direttori di coro pi apprezzati, Lorenzo
Donati, da quando ha appreso la decisione del ministero dirige con il lutto al
braccio. Saremo costretti ad imitarlo?

RIPRODUZIONE RISERVATA

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Nel labirinto
Nel film queste e altre mille parole
risuonano attraverso la voce pacata,
come deve essere, dellattrice Carla
Chiarelli, che sa vestirsi da Ragazza
Carla senza tradire il suo, della ragazza, talento (o maledizione) a farsi trascinare dallonda del destino che a volte assomiglia a quei binari del tram
che cerano a Milano: storti e a curve
che quasi non sai dove ti portino. Ovviamente questo film (ma un film?)
ha un regista, Alberto Saibene. Lo
chiamano esordiente. Non si direbbe
dalla malizia con cui maneggia le immagini delle signore in tailleur che
dalle parti di piazza del Duomo a Milano salgono sulle 600 Fiat essendo costrette a mostrare un poco le gambe. O
dal gioco di quegli schizzi a colori che
macchiano il film (in bianco e nero)
con astuti rimandi ad oggi.
Di schizzi, nella storia di Carla, o
meglio, nel film che la racconta, ce ne
sono altri (chiss se al poeta sarebbero
piaciuti). Alcuni sono veri spari nel buio. Siparietti di Elio (non Pagliarani ma
quello delle Storie Tese). Questo Elio si
traveste da giornalista che cura una rubrica tipo La posta del cuore per un
improbabile ebdomadario. C del vero in quello che dice, c del comico e
c quello che gli viene meglio
del surreale. Ci porta in un labirinto
vagamente borgesiano che per non ci
allontana troppo dalla storia di Carla.
Ma rieccola, Carla. Aveva detto alla
mamma che quel maiale schifoso del
signor Pratk eccetera... Ma siamo nella Milano, nellItalia, di quegli anni.

Il poeta
Elio Pagliarani (1927-2012,
in alto) ha lavorato in ambito
editoriale. Il poemetto La
ragazza Carla usc sulla rivista
Menab nel 1960 e in
volume due anni dopo per
Mondadori. Il libro Tutte le
poesie (1956-2005), curato
da Andrea Cortellessa,
edito da Garzanti
Il film e la sorpresa
La ragazza Carla interpretato
da Carla Chiarelli e Elio
(Stefano Belisario, qui sopra),
regia di Alberto Saibene. Il
progetto di Luca Bigazzi,
Carla Chiarelli, Carlotta
Cristiani, Gianfilippo Pedote,
Simone Pera. Il film il titolo
a sorpresa del XX Milano Film
Festival, in corso fino al 20
settembre: giorno, luogo e ora
della proiezione saranno
svelati via social e sul sito
www.milanofilmfestival.it

Dal 45 al 65. Quando un posto di lavoro valeva quanto e pi di qualsiasi altra


cosa. E infatti scrive il poeta: La vedova signora Dondi/ forse si sar spaventata/ ma non ha dato tempo a sua figlia/ Non ti ha nemmeno toccata/ gli
chiederemo scusa/ fin che non ne trovi un altro/ tu non lascerai limpiego.

Natalino Otto e Giorgio Gaber


Non c rivolta in Carla. C una malinconica rassegnazione. C londa che
ti culla, che ti spinge, di questa citt.
La Grande Citt! La capitale morale,
macch morale: economica dItalia.
Che ti frulla il cervello, ma hai limpressione che ti ami. E nel film la vedi
bene.



Dal 1945 al 1965


Le signore in tailleur, le
600 Fiat in piazza del
Duomo, le periferie, i tram
Sono state impiegate pure
immagini darchivio

40 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

Percorsi
.

Racconti, date, biografie, inchieste, reportage

Graphic novel
di Richard McGuire


Mentalmente stiamo
sempre viaggiando
nel tempo, tutti presi
dai ricordi del passato
e dalle proiezioni di
quello che dobbiamo
fare. Ben di rado ci
troviamo realmente
qui, nel momento
presente. Lidea di
questo qui reale
davvero fugace


La vita umana va e
viene costantemente,
scorre come un
fiume. questa la
sensazione che voglio
dare al tempo.
Osservando il flusso
inarrestabile del
tempo, cogliamo una
prospettiva a lungo
raggio nella quale le
nostre vite appaiono
assai piccole, dove
ognuno afferra il suo
momento e recita
la sua parte

Lautore

(
Ancora qui
Richard McGuire collabora regolarmente con il
New Yorker. Le sue opere sono apparse sul
New York Times, su McSweeneys e altrove.
Ha partecipato come autore e regista ai film
Loulou et autres loups (2003) e Peur(s) du Noir
(2007); ha inoltre ideato e prodotto una propria
linea di giocattoli ed il fondatore, nonch
bassista, della band Liquid Liquid. Su la Lettura
del 7 giugno uscita una sua conversazione con
la scrittrice Valentina DUrbano.

CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 41

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

Il libro e gli appuntamenti


Di McGuire uscito questanno in Italia il
volume Qui (traduzione di Steve Piccolo, Rizzoli
Lizard, pp. 304,  25), del quale la graphic novel
inedita pubblicata in queste pagine uno spin
off (i testi sono dello stesso McGuire, nella
traduzione di Rita Baldassarre). Lautore sar
tra gli ospiti internazionali attesi al Lucca Comics
& Games (dal 29 ottobre al 1 novembre) e al
festival internazionale del fumetto BilBolBul
(dal 19 al 22 novembre a Bologna).


Volevo che si leggesse
come una poesia,
come ununica voce


Cerco di cogliere quei
momenti casuali in
cui ci si ritrova
esposti, indifesi. La
mia ricerca punta qui:
registrare questi
piccoli momenti. Il
mio motto rendere
piccole le cose grandi
e grandi le piccole.
In ultima analisi,
vorrei trasmettere
musicalit nel
ritmo delle pagine.
Nei momenti di calo
di tensione, in quei
momenti intermedi e
transitori, ecco, qui mi
sembrato di trovare
il senso della vita.
Non mio scopo dare
giudizi sulla societ,
anche se questo mi
pare inevitabile

42 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

Percorsi Geografie
al

Mont

RUSSIA

iU

Mosca

Lozva

Yekaterinburg

Una troupe ha trascorso tre settimane nella prigione


peggiore della Russia. I suoi 260 detenuti hanno ucciso
complessivamente 800 persone. Viaggio ai confini della
disperazione, dove per si accendono lampi di umanit

Noi non ci pentiamo


Tra i dannati del carcere Aquila Nera
Meglio morti: non si pu cambiare
da Lozva (Russia) MARK FRANCHETTI

iN

Il luogo
La prigione russa Colonia 56,
conosciuta con il nome di
Aquila Nera, si trova negli
Urali, 400 chilometri a nord di
Yekaterinburg e a quasi
2.500 chilometri a nord est
dalla capitale, Mosca. Per
raggiungere la prigione, da
Yekaterinburg, occorrono 8
ore di viaggio in auto.
Attualmente vi sono rinchiusi
260 detenuti. Durante
linverno le temperature
scendono fino a meno 45
gradi centigradi
Le immagini
A fianco: un secondino di
guardia; nella pagina accanto,
dallalto: detenuti allinterno e
allesterno del carcere; la
porta di una cella con le
indicazioni del prigioniero

el cuore profondo della Russia, circondata da


foreste impenetrabili pi grandi della Germania, si trova una prigione che non ha uguali.
La zona un tempo ospitava i famigerati gulag.
Denominata Colonia 56 dalle autorit, tra i
detenuti e i bassifondi criminali conosciuta come Aquila Nera. un carcere solo per assassini. Sono 260 uomini,
i detenuti. Collettivamente, hanno ucciso oltre 800 persone. Dietro le sue mura ci sono terroristi, sadici, psicopatici, omicidi seriali, stupratori che hanno ammazzato le loro vittime, sicari della mafia russa, assassini di bambini,
esponenti della malavita organizzata. Ci sono anche uomini che hanno ucciso in un raptus di follia o in preda allalcol. Sono considerati i criminali tra i pi pericolosi di
tutto il Paese. Per loro, Aquila Nera rappresenta la fine
della corsa, un pozzo buio senza ritorno.
Le condizioni di vita, dietro le cinque recinzioni sormontate da filo spinato, le torrette di sorveglianza e le pattuglie dotate di cani poliziotto, sono le pi repressive consentite dalle istituzioni penitenziarie, e il regime carcerario di Putin, come tante altre cose nel suo Paese, non lascia scampo. Il senso di lontananza e di isolamento dal
mondo esterno drammatico e
sconvolgente. Prima della costruzione di una nuova strada,
qualche anno fa, la prigione si
trovava a 14 ore di macchina dalla
citt pi vicina, Yekaterinburg
negli Urali. Ancora oggi occorrono 8 ore di percorrenza. Se si proviene dalle regioni pi lontane, si
viaggia in treno per giorni.
La sensazione di lontananza
inasprita dal fatto che Aquila Nera circondata interamente da
foreste, un oceano verde che si
estende per centinaia di chilometri in tutte le direzioni. Gli inverni freddissimi durano sette
mesi lanno. Le temperature
scendono fino a 45 gradi sotto zero e la regione resta sepolta sotto
3 metri di neve, sprofondata nel
buio e sferzata dalle bufere di
vento che scendono dallArtico.
Le brevi estati sono soffocanti e
infestate di zanzare.
La prigione, un insieme di edifici fatiscenti risalenti allera sovietica, non dispone ancora di fognature. I detenuti utilizzano dei secchi nelle loro celle, che poi svuotano
allesterno una volta al giorno. Una linea telefonica per il
direttore stata installata solo qualche anno fa. Nel fabbricato che ospita gli ergastolani, una fortezza di mattoni
rossi a due piani, costruita negli anni Sessanta, i prigionieri sono costretti a restare nelle loro celle 23 ore al giorno. Lunica ora daria al giorno si trascorre in un minuscolo cortile, da soli o a coppie. Attraverso le maglie della recinzione metallica si vede solo il cielo. Ogni cortile si af-

faccia su un fossato, dove gli uomini vuotano i secchi di


escrementi. La puzza insopportabile. Le celle degli ergastolani sono di dodici metri quadrati, da condividere in
due, oppure quattro metri quadrati per una sola persona.
Le celle pi piccole sono talmente anguste che basta appoggiare la spalla a una parete e tendere un braccio per
toccare la parete opposta. Finire rinchiusi l dentro anche
solo per qualche istante d la sensazione di essere sepolti
vivi. Ai detenuti consentito fare la doccia una sola volta
alla settimana. Durante i primi dieci anni di carcerazione,
gli ergastolani possono ricevere un piccolo pacco ogni 12
mesi e due visite allanno, ciascuna per quattro ore al massimo, dietro un vetro spesso. Non ammesso nessun contatto fisico.
Aquila Nera talmente isolata, e i parenti dei detenuti
sono per la maggior parte talmente indigenti, che alcuni
prigionieri qui non vedono un parente da 18 anni. I detenuti hanno a disposizione un televisore e qualche libro.
Possono tenere con s qualche effetto personale e spendere fino a 700 rubli (9 euro) al mese nello spaccio del carcere. Durante il giorno vietato restare distesi sul letto e,
tranne che per qualche raro privilegiato, non ci sono lavo-

ri da svolgere. Nessun carcerato mai evaso da Aquila Nera e sono in pochissimi ad averci provato. Solo i pi forti
riescono a sopravvivere in queste condizioni, quelli che
sono pi forti mentalmente, dice a la Lettura Vladimir
Eremeev, 64 anni, condannato per omicidio, che ha trascorso pi di 40 anni nelle prigioni sovietiche e russe.
Un terzo degli ergastolani impazzisce. Tutti gli altri sanno che usciranno di qui solo nella cassa da morto.
Nel 2000 sono stato il primo giornalista straniero ad
avere accesso ad Aquila Nera. Di recente, dopo oltre sei
mesi di trattative per concordare un permesso dalle autorit della prigione, ho fatto ritorno in compagnia di Nick
Read, un regista pluripremiato, e una troupe televisiva.
Insieme, abbiamo trascorso 21 giorni allinterno del penitenziario per realizzare I Condannati, un documentario
su alcuni dei prigionieri rinchiusi in quel mondo desolato. Nessuna troupe straniera ha mai ottenuto il permesso
di restare cos a lungo, e senza vincoli di sorta, in una prigione russa, tantomeno in una fortezza impenetrabile e
remota come Aquila Nera. Abbiamo intervistato oltre 50
detenuti sui loro delitti e castighi, e tra questi abbiamo selezionato sei prigionieri, ai quali abbiamo chiesto di raccontare la loro storia. Abbiamo provato a esplorare come
cambiano la mente e lanimo di un uomo, quando resta
segregato in una cella di quattro metri quadrati per 23 ore
al giorno per decenni. Quale speranza resiste, quando
ogni speranza morta? A che cosa si aggrappa un uomo,
quando viene spogliato di tutto? Esiste il pentimento, esiste la redenzione? E perch taluni carcerati sostengono
che la pena di morte sarebbe una punizione pi umana e
misericordiosa della condanna a vivere ad Aquila Nera?
In Russia la pena capitale rimasta in vigore fino al
1996, quando il presidente Boris Eltsin la revoc per consentire al Paese lingresso nel Consiglio dEuropa. Nellera
sovietica, i criminali come quelli incarcerati ad Aquila Nera venivano giustiziati con un colpo alla nuca e seppelliti
in segreto in tombe senza nome. Quando venne varata la
moratoria, il governo fu costretto a decidere sul destino
dei detenuti richiusi nel braccio della morte in attesa di
esecuzione capitale. Scelse di risparmiar loro la vita e di
commutare la sentenza in 25 anni di reclusione. Sono trascorsi 19 anni da allora e oggi restano solo 170, degli antichi condannati a morte, a scontare la loro pena in un carcere di massima sicurezza, e sono tutti rinchiusi ad Aquila
Nera. Gli altri 90 prigionieri nella prigione sono stati condannati allergastolo per omicidio, dopo la sospensione
della pena di morte. Non tutti i detenuti nel braccio della
morte hanno reagito con sollievo alla notizia che gli era
stata risparmiata la vita, in cambio di 25 anni di carcere
durissimo. Per alcuni, la prospettiva si rivelata insopportabile. Sono stato lultimo dice Eremeev ad avere la condanna commutata. Quando uno dei carcerati che
era con me nel braccio della morte ha visto il decreto presidenziale che trasformava la pena di morte in 25 anni di
reclusione... cinque minuti dopo si impiccato. Un altro
lo ha fatto tre giorni dopo, con le mutande. Il terzo si
conficcato un arnese nel cuore. Pensa che coraggio, trafiggersi a morte. Se mi avessero giustiziato, mi avrebbero

CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 43

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

Soglie
di Franco Manzoni

risparmiato tutta questa tortura e questa angoscia. Scontare 25 anni non una sensazione piacevole, nemmeno
per uno come me.
Gli ergastolani condannati dopo la moratoria del 1996
sono rinchiusi in celle, mentre gli antichi condannati a
morte, ai quali stata risparmiata la pena capitale, vivono
in comunit, in una vecchia caserma di legno, costruita in
epoca sovietica. Gli scampati, come vengono chiamati
gli antichi condannati a morte, dormono in stanzoni sovraffollati, mangiano in mensa ma soprattutto hanno il permesso di passeggiare allaperto e godersi un po
di sole e di aria fresca. I detenuti malati di tubercolosi sono isolati in un edificio a parte. Il regime pi mite accordato agli ex condannati a morte semplicemente il risultato di incongruenze legali, scaturite dalle modifiche apportate al codice penale sovietico quando il Paese si lasci
alle spalle il regime comunista. Le differenze non riflettono la convinzione, tra le autorit, che i detenuti scampati siano meno pericolosi degli ergastolani, n i loro crimini meno raccapriccianti. Sono tutti uguali, hanno
commesso reati inenarrabili, dice Subkhan Dadashiov,
direttore di Aquila Nera dal 1986. Sono qui da 29 anni e
non ho mai provato compassione per nessuno di loro.
Francamente, preferivo la pena di morte. Se qualcuno
non mi capisce, vuol dire che non ha mai guardato negli
occhi uno di questi assassini. Per me la pena di morte
lunica soluzione.
Dadashiov, 53 anni, vive in una casetta di legno a poche
centinaia di metri dal perimetro del penitenziario, in un
paesino di meno di 200 abitanti, per la maggior parte
guardie carcerarie. Dalla sua stanza da letto gli giunge il
ronzio dei sensori del perimetro esterno. Insieme alla
moglie ha allevato tre figlie in questo cupo isolamento e
quando gli ho chiesto se, dopo quasi tre decenni, non fosse diventato anche lui un carcerato, ha sorriso, sfoggiando due incisivi doro. Sono arrivato qui che avevo 24 anni, adesso ne ho 53, niente male. Perfino gli ex condannati a morte fanno solo 25 anni, io ne ho fatti 29. Buffo, no?
Ci scherzo su, dicendo che loro sono arrivati con una condanna, io con un contratto. Quando siamo arrivati qui, allinizio, mia moglie mi ha fatto una sola domanda mentre
ci inoltravamo sempre pi nella foresta: perch non ci sono macchine che viaggiano in direzione opposta?.
La prigione talmente isolata che quando la sua vecchia Volga sovietica in panne, Dadashiov non ha altra
scelta che farsela aggiustare dagli ex condannati a morte
nel cortile del carcere. Il direttore si fa tagliare i capelli dal
barbiere del penitenziario che, in un raptus di gelosia, ha
ammazzato moglie e suocera. Si fa servire i pasti in ufficio
dal suo maggiordomo, un uomo sulla sessantina, pacato e cortese, che ha ammazzato sei persone e che mi ripete, in tono paterno, che non mangio a sufficienza.
I detenuti si attengono a una severa gerarchia e a un insieme di tacite regole assai complesse. In fondo alla graduatoria ci sono gli emarginati, ovvero coloro che hanno ucciso donne e bambini, oppure hanno commesso crimini a sfondo sessuale. Nella palazzina degli scampati,
costoro dormono in disparte e mangiano al loro tavolo,

Melodie e preghiere
Un affresco di camere dellinfanzia. Come in
un sogno ritrovano fisicit i genitori e la
nonna, riappaiono oggetti, specchi, mobili, si
sentono gli odori della cucina e del pane nella
raccolta Stanze con case di Letizia Dimartino

(Giuliano Ladolfi, pp. 84,  10). Nata a Messina


nel 1953, sullonda dei ricordi lautrice medita
sulla fragilit umana e sullincalzare di un
tempo fugace allora e cos adesso, mentre i
versi diventano melodie e preghiere.

con i loro piatti e posate. Gli altri non si degnano di stringere loro la mano n di accettare alcunch da loro, nemmeno una sigaretta. Uno degli emarginati Andrei Lebedev, che nei primi anni Novanta ha stuprato e ucciso una
ragazza e ha passato sei anni nel braccio della morte, per
poi vedersi commutare la pena in 25 anni di carcere. Qualche anno fa la vittima di uno stupro gli ha scritto, nel tentativo di scavare nella mente di uno stupratore e assassino. I due hanno tenuto in vita una corrispondenza, dalla
quale nata unamicizia che ha portato al loro matrimonio dietro le sbarre.
A differenza degli ergastolani di Aquila Nera, agli
scampati sono concesse visite coniugali in una foresteria tenuta sotto chiave. Lebedev e la moglie hanno avuto
anche due figli, un maschio che oggi ha nove anni e una
femmina di sette. Il padre gli ha parlato per telefono, ma
non li ha ancora incontrati di persona: troppo giovani per
visitare la prigione. Non gli stato ancora detto per quale
motivo il padre si trova dietro le sbarre. Nel fabbricato degli ergastolani, dove i detenuti possono vedere un congiunto per un totale di 8 ore lanno (le visite qui sono ancor pi rare che nel settore degli scampati), abbiamo
filmato due riunioni. La prima tra Maksim Kiselev e sua
madre. Un sociopatico, Kiselev si ricorda soltanto di essersi ubriacato, di aver iniziato una rissa e di essersi svegliato con un coltello in mano e 6 persone a terra, tra le
quali anche una donna e un bambino di 10 anni. La donna
non vedeva il figlio da cinque anni e aveva percorso 8 mila
chilometri, tra andata e ritorno, per potergli parlare per 4
ore dietro un divisorio di vetro spesso. In lacrime, dice
che sar lultima volta che vedr suo figlio, perch non ha i
soldi per rifare il viaggio.
Se tu fossi rimesso in libert, saresti un pericolo per la
societ? chiedo a Kiselev, 33 anni, che preferisce restare
chiuso in una cella singola da quattro metri quadrati, dove sopravvive sepolto in un suo mondo immaginario.
Certo che lo sarei mi risponde senza esitare . Vedrei
la gente che si gode la bella vita e vorrei farlo anchio. Ma
io non ho mai lavorato. Allora mi metterei a rubare, a
ubriacarmi e ad ammazzare di nuovo. Perch se hai ucciso
una volta, ucciderai ancora.
Ho imparato ad apprezzare lonest brutale con la quale
si sono aperti a me per parlare dei loro reati, rimpianti,
redenzione, mancanza di rimorsi, libert e famiglia, pazzia e speranza. Io ho ucciso, come faccio a pentirmi?,
dice Eremeev, il vecchio detenuto con pi di 40 anni di
carcere sulle spalle. Che senso ha parlare di pentimento?
Come fanno assassini e sadici come noi a chiedere perdono? Un uomo che ha ammazzato 3 o 4 persone, che ha ammazzato donne e bambini che senso ha il pentimento?
Nessuno cambia. Una volta tornato libero, un uomo potrebbe anche non commettere pi reati e condurre una vita normale, ma quello non pentimento. Se vuoi davvero
pentirti, vai a spararti oppure prendi una corda e impiccati. Quello s che sarebbe pentimento per i tuoi peccati.
solo davanti a Dio che ci pentiremo. Nellaltro mondo.
(traduzione di Rita Baldassarre)
RIPRODUZIONE RISERVATA

Il reportage
Corrispondente da Mosca del
Sunday Times, il
giornalista Mark Franchetti
aveva visitato la prigione
russa Aquila Nera nel 2000.
Un anno fa vi tornato e si
fermato per tre settimane per
girare un documentario, The
Condemned. Oltre a
Franchetti, produttore, hanno
lavorato al documentario
anche il regista e direttore
della fotografia Nick Read,
leditor Jay Taylor, i
compositori Smith & Elms e il
fotografo Dmitry Beliakov,
autore delle immagini qui
pubblicate (www.
thecondemneddoc.com). La
gallery completa delle foto
sul sito online de la Lettura
www.corriere.it/la-lettura

44 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

Percorsi Il racconto
In principio furono la provincia e letture voraci, da Dostoevskij a Tolkien. Soprattutto
lavversione per Sartre, mandarino arbitrario e dispotico, e per la sua idea di letteratura
Un incontro con Vargas Llosa cambi la mia visione. Ma la rivelazione avvenne altrove

di JAVIER CERCAS

oethe ha osservato che bisogna fare molta attenzione a ci che si vuole diventare da grande, perch si pu finire per riuscirci. Naturalmente ha ragione, ma cosa succede con ci
che non si vuole in alcun modo diventare da
grande? Non bisogna forse stare attenti anche a quello?
Non si pu forse finire per riuscirci, proprio perch lo si
voleva evitare?
Questa storia tratter di una questione terribilmente
passata di moda; cos passata di moda che in realt non
so nemmeno bene come formularla: la responsabilit
dello scrittore suona pomposo, sebbene non pi che
lattualit della figura dellintellettuale; limpegno
dello scrittore o la letteratura impegnata suonano
antidiluviane. In realt, tutte queste espressioni cominciavano a suonare pompose e antidiluviane gi trentacinque anni fa, quando io ne compivo diciotto e quando,
proprio la settimana successiva, nella sua casa di rue Edgar-Quinet, nel quartiere di Montparnasse a Parigi, moriva Jean-Paul Sartre, forse il grande intellettuale francese del XX secolo e senza dubbio la perfetta incarnazione
dello scrittore impegnato. Per me, per, allora Sartre era
il contrario di uno scrittore, o almeno il contrario dello
scrittore che sarei voluto diventare.

Non difficile spiegare i motivi di quellavversione.


Nel 1980, cinque anni dopo la morte di Franco, io ero un
adolescente dellEstremadura trapiantato in Catalogna
che aveva trascorso la propria infanzia cattolica guardando la televisione, giocando a tennis e leggendo romanzi davventura e libri di storia, e che in qualche momento aveva deciso, per puro istinto, di combattere le
angosce delladolescenza e lo sconcerto dello sradicamento sostituendo la letteratura alla religione e abbandonando tutto o quasi tutto per lei, compresi la televisione e il tennis; la mia famiglia non era libresca, io non
conoscevo nessuno scrittore e, sebbene condividessi le
letture con alcuni amici del quartiere, ero privo di consiglieri, sicch sul mio comodino si alternavano, in un disordine totale, Dostoevskij e Oscar Wilde, Melville e
Thomas Mann, Isaac Asimov e J. R. Tolkien, Edgar Allan
Poe, Hermann Hesse e gli scrittori del modernismo spagnolo: Unamuno, Azorn, Baroja, Valle-Incln, Antonio
Machado. Finch non scoprii Borges. E poi Kafka. E subito dopo un numeroso gruppo di grandi narratori latinoamericani: da Garca Mrquez a Vargas Llosa, da Cortzar e Rulfo a Bioy Casares e Cabrera Infante. E cominciai a sognare vagamente, timidamente: era come sognare di diventare astronauta di diventare scrittore.
Uno scrittore, come ho detto, molto diverso da Sartre,
se non del tutto opposto. E dire che a quei tempi conoscevo a stento lopera di Sartre: avevo visto rappresentate
alcune delle sue opere teatrali, che non mi erano piaciute; avevo letto con pi sforzo che piacere i tre volumi de
Le vie della libert e, con pi piacere che sforzo, La nausea e Le parole; avevo anche letto alcuni dei suoi saggi,
ma non i suoi grandi libri filosofici, e avevo a stento sfogliato Che cos la letteratura?, forse convinto che non

Limpegno
danza il pasodoble
in Giappone
avesse il minimo interesse. Perci quello che mi infastidiva di Sartre non poteva essere la sua opera, per quanto
mi annoiasse o mi disgustasse; quello che mi infastidiva
era la sua figura, o meglio lidea che, in modo un po approssimativo o impressionistico, mi ero fatto di lui dalla
mia impreparata periferia di ragazzo di provincia: un
mandarino arbitrario e dispotico, pi noto per le sue capricciose virate politiche e per il suo sostegno a regimi
totalitari che per la sua opera letteraria, un tiranno intellettuale, solenne e presuntuoso, un noioso scrittore realista di seconda categoria che, per disgrazia della letteratura, ma anche della politica, predicava lobbligo di subordinare la letteratura alla politica. Non conoscevo
troppo bene la traiettoria intellettuale e politica di Sartre, ma quella era la penosa e succinta idea che avevo di
lui, e, siccome Sartre era il prototipo dellintellettuale e
dello scrittore impegnato, per me gli scrittori impegnati
e gli intellettuali erano come lui: individui a cui importava pochissimo la letteratura (o a cui importava molto
meno della politica, supponendo che fossero interessati
alla politica), gente frivola e irresponsabile che parlava
di tutto senza conoscere nulla, arrivisti che usavano le
buone cause per fare carriera letteraria e che firmavano
senza sosta manifesti inutili e nascondevano la loro incapacit letteraria e il loro disprezzo per la letteratura
dietro la loro ipocrita frenesia di attivisti.
Era, insisto, il contrario di ci che volevo essere. Ma
cosa volevo essere? Che tipo di scrittore aspiravo a emulare? Che tipo di letteratura sognavo di scrivere? Non lo
so con esattezza, perch si sa ci che si vuole scrivere
soltanto quando lo si gi scritto. Per curioso: nel
1980, lanno della morte di Sartre, John Barth pubblic
su The Athlantic Monthly un saggio intitolato The Literature of Replenishment (Postmodern Fiction); io lo
lessi soltanto tre anni pi tardi, quando Quim Monz
colui che introdusse il postmodernismo narrativo in Catalogna lo tradusse in catalano insieme a un altro saggio di Barth, precedente ma collegato a questo, in cui lo
scrittore statunitense parlava soprattutto di Borges: The
Literature of Exhaustion.
In ogni caso, io lessi quei due testi quasi come un manifesto di una nuova letteratura: la letteratura postmoderna. Era quella la letteratura che volevo scrivere? Credo di s. E comera quella nuova letteratura? Ho gi detto
che non mi era troppo chiaro e, per fortuna, nemmeno
Barth lo chiariva troppo; sapevo o intuivo soltanto che
doveva essere antirealista, antisolenne, antisentimentale, ironica, metaletteraria, irriverente, perfino cinica; e,
inoltre, che doveva concepire se stessa come un gioco,
anche se, siccome continuavo ad avvertire che la letteratura era una cosa assolutamente seria, il gioco doveva
essere un gioco in cui ci si giocava tutto; soprattutto, e
per quanto mi interessassero la politica e la storia, doveva essere una letteratura pura, libera da adesioni politiche e concessioni ideologiche. I miei eroi erano i narratori latinoamericani, a patto che dimenticassero il loro
debito verso Sartre e il loro impegno politico, o a patto
che li estirpassero dai loro romanzi. I miei eroi erano i
narratori postmoderni nordamericani elogiati da Barth,
compreso lo stesso Barth (e anche qualcuno non norda-

mericano, come Italo Calvino). Il mio eroe era Borges,


che sembrava ignorare con olimpico intellettualismo la
politica e la realt, indifferente alla storia, rinchiuso nella sua biblioteca infinita. Il mio eroe era Kafka, cos disinteressato a quanto non fosse la lucidit vertiginosa
dei propri incubi, cos assorto in essi che il 2 agosto del
1914, dopo aver saputo che si era appena scatenato un
terremoto bellico che avrebbe cambiato la faccia della
Terra, se ne and tranquillamente a nuotare prima di
scrivere quella sera sul suo diario: La Germania ha dichiarato guerra alla Russia. Pomeriggio, lezione di
nuoto.

Lo scrittore spagnolo
Javier Cercas nato a
Ibahernando, in
Estremadura, nel 1962. Gi
docente universitario, ha
raggiunto il successo
internazionale come autore
di romanzi di contenuto
storico e civile, nel 2001, con
Soldati di Salamina (edito da
Guanda nel 2004). Tra le
opere, La velocit della luce
(2006), Anatomia di un
istante (2010) e il recente
Limpostore, tutte per Guanda

Pubblichiamo in queste pagine


la prima delle tre parti di un
racconto di Javier Cercas.
Le altre due saranno online
sul sito de la Lettura
www.corriere.it/la-lettura

Tutto questo era o sembrava essere agli antipodi di


Sartre, della figura dellintellettuale e della letteratura
impegnata, o almeno dellidea che io ne avevo allora.
Detto ci, naturale che i miei due primi romanzi, Il movente e Linquilino, possano essere letti come libri quasi
prototipicamente postmoderni, e non sorprender che
nel 1987, quando venne pubblicato il primo, me ne andai negli Stati Uniti con la segreta intenzione di diventare uno scrittore nordamericano postmoderno; non sorprender nemmeno il fatto che, come qualunque giovane scrittore o aspirante scrittore, in quel periodo io lottassi per costruirmi una tradizione propria,
esclusivamente mia, e che, a quello scopo, facessi la tesi
di dottorato su un singolarissimo scrittore spagnolo, allora molto pi noto come cineasta che come scrittore,
un radicale e isolato pioniere letterario, il primo scrittore postmoderno del mio Paese: Gonzalo Surez; n, naturalmente, sembrer strano che, negli anni Novanta,
ironizzassi a mansalva sugli scrittori e intellettuali impegnati, al punto che non mi sarebbe costata alcuna fatica
sottoscrivere le parole scritte da Tony Judt alla fine di un
duro saggio sullirresponsabilit e limmoralit dei grandi intellettuali francesi del primo dopoguerra, a cominciare da Sartre: Un rifiuto di occupare il posto dellintellettuale forse il pi positivo dei passi che possono
compiere i pensatori moderni nel loro impegno per
giungere a un accordo con la propria responsabilit nel
nostro passato recente e comune.
Quello che invece sorprender una cosa che accadde
a met del 2001. Agli inizi di quellanno era stato pubblicato il mio quarto romanzo, Soldati di Salamina, e a settembre Mario Vargas Llosa pubblic un esagerato elogio
del libro, che mi lasci perplesso. Ci che mi lasci perplesso non fu, chiaro, lelogio in s, per quanto esagerato; come scrisse Jules Renard, quando qualcuno mi
fa un elogio, non c bisogno che me lo ripeta due volte:
lo capisco al primo colpo. No: ci che mi lasci perplesso fu il motivo principale dellelogio. In effetti, alla
fine dellarticolo Vargas Llosa affermava: Chi credeva
che la cosiddetta letteratura impegnata fosse morta deve
leggerlo (Soldati di Salamina) per sapere quanto viva,
quanto originale e arricchente possa essere nelle mani
di un romanziere come Javier Cercas. Io non conoscevo
personalmente Vargas Llosa, per era uno degli eroi letterari della mia giovent e soprattutto dopo quellar-

CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 45

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

Sushi style
di Annachiara Sacchi

Larte di ricucire le ferite


Trasformare il dolore in qualcosa di prezioso.
Ricucire una ferita senza nasconderla. Anzi,
valorizzarla con il metallo pi importante. il
concetto alla base del kintsugi, tecnica
artistica giapponese che usa loro liquido o in

polvere (a volte anche largento) per riparare


e saldare gli oggetti di porcellana caduti in
frantumi. Le linee di sutura si chiamano
keshiki, paesaggio, perch cambiano come la
natura. Una nuova bellezza.

i
Il libro
Di Javier Cercas da poco
uscito per Guanda il romanzo
Limpostore
(traduzione di Bruno Arpaia,
pagine 416, 20). Il libro
racconta la storia di Enric
Marco, sedicente militante
antifranchista e combattente
della guerra civile spagnola,
smascherato nel 2005 da
uno storico: non ha mai
partecipato alla guerra e non
mai stato prigioniero nel
lager. La vicenda loccasione
per Cercas di sperimentare
una narrazione che fiction
nella fiction, per raccontare i
diversi piani di realt e
menzogna del personaggio
Lappuntamento
Nellambito delliniziativa
Officina Expo a Milano (un
ciclo di incontri che prosegue
nel periodo di Expo il festival
Officina Italia), a cura di
Alessandro Bertante e
Antonio Scurati, uno degli
appuntamenti in programma
la lectio magistralis con
Javier Cercas. La lezione dello
scrittore spagnolo si svolge
luned 14 settembre al
Castello Sforzesco e ha come
tema Il futuro degli
intellettuali (ore 18.30,
ingresso libero fino a
esaurimento posti)
La rassegna
La caratteristica della
rassegna che le conferenze
degli autori si terranno in
luoghi scelti dal Comune di
Milano come simboli della
citt e saranno associate a
una delle grandi opere darte
che vi sono ospitate. Nel caso
di Cercas, la lectio del Castello
Sforzesco avr come sfondo
la Piet Rondanini di
Michelangelo. I prossimi
incontri saranno
il 24 settembre con Paul
Preciado al Museo del
Novecento davanti al Concetto
spaziale di Lucio Fontana e il
15 ottobre con Alessandro
Baricco davanti allUltima
Cena di Leonardo
ticolo che contribu in maniera decisiva a trasformare in
un best seller un libro destinato ad avere una manciata
di lettori, e che mi fece diventare uno scrittore professionale ero pi che mai pronto a sorvolare sulla sua lealt a Sartre e alla letteratura impegnata, e perfino sulla
sua eminente condizione di intellettuale. Per, Dio santo, pensai leggendo quella frase tremenda con cui terminava larticolo, adesso viene fuori che anchio sono uno
scrittore impegnato? Com possibile cadere cos in basso? questo il prezzo del successo?
Cos, qualche giorno dopo, esattamente l11 settembre
del 2001, quando conobbi Vargas Llosa, la prima cosa
che feci fu ringraziarlo per il suo articolo, ma la seconda
fu ricordargli che mi aveva definito scrittore impegnato.
Ci vediamo fuori aggiunsi. Vargas Llosa si mise a ridere. Eravamo seduti in un ristorante pieno di fantasmi,
come lui stesso scrisse anni dopo, in una strana sera in
cui Madrid sembrava essere rimasta deserta e come in
attesa dellannientamento nucleare; quando smise di
ridere, lo scrittore peruviano mi spieg cosa intendesse,
a quel punto, con letteratura impegnata. Ci che disse fu
pi o meno la stessa cosa che in realt aveva gi detto nel
suo articolo: impegnata era, per lui, la letteratura che
non un mero gioco n un semplice passatempo, la letteratura seria, quella che rifugge dal facilismo e osa affrontare, con la massima ambizione, grandi questioni
morali e politiche. Chiesi a Vargas Llosa di farmi un
esempio attuale di scrittore impegnato; me ne fece due,
che a quellepoca conoscevo soltanto di nome: il sudafri-

cano J. M. Coetzee e il giapponese Kenzaburo Oe.


Che io ricordi, quella sera non parlammo pi della
faccenda. Tuttavia, negli anni successivi Coetzee e Oe divennero due autori importanti per me. Li conobbi entrambi personalmente, ma non ebbi mai loccasione di
chiedere a Coetzee se si ritenesse uno scrittore impegnato e cosa intendesse lui con letteratura impegnata;
invece una volta mi decisi a chiedere a Oe che aveva
fatto la tesi di dottorato su Sartre, che aveva importato la
letteratura impegnata in Giappone e che forse il pi influente intellettuale giapponese cosa fosse per lui la
letteratura impegnata. Accadde durante un dialogo
pubblico che avemmo a Tokio, nellautunno del 2010; la
sua risposta fu pi rivelatrice che lusinghiera.

Disse che, quando aveva letto la traduzione giapponese di Soldati di Salamina, aveva molto attirato la sua attenzione una scena, ricorrente nel romanzo, in cui un
giovane soldato repubblicano, aggrappato a un fucile,
balla un pasodoble, una popolare composizione musicale spagnola. Disse che non sapeva cosa fosse un pasodoble e che lo domand al figlio, Hiraki. Noi lettori di Oe
non ignoriamo chi suo figlio, perch forse lopera dello
scrittore giapponese non si comprende senza di lui: Hiraki era stato un bambino nato con gravi carenze mentali, tante che i medici avevano consigliato a Oe di lasciarlo
morire; ma Oe non aveva dato loro retta, e adesso Hiraki,

grazie allamore e alle cure della madre e del padre, non


soltanto vivo ma un prestigioso compositore musicale. Cos Oe, a quanto raccont quel giorno a Tokio, domand al figlio cosa fosse un pasodoble, anche se il figlio non pot aiutarlo molto, perch a lui interessa soltanto la musica classica. Alla fine, non ricordo come, Oe
scov un pezzo con un ritmo di pasodoble nella prima
parte del preludio della Carmen, di Bizet, prese sua moglie e, nel salotto di casa, si mise a ballare quella strana
musica con lei, sotto lo sguardo del figlio Hiraki, come
laveva ballata, o come immaginava che lavesse ballata,
in un bosco remoto di un paese remoto, settantanni prima, il soldato repubblicano del mio romanzo. questa
la letteratura impegnata concluse Oe. Una letteratura
che timpegna interamente, una letteratura in cui si viene talmente coinvolti che non soltanto la si vuole leggere, ma anche vivere.
Non posso assicurare che fossero esattamente quelle
le parole di Oe; posso assicurare che lidea era esattamente quella. Almeno a partire dal mio spettrale 11 settembre 2001 con Vargas Llosa a Madrid, io intuivo che mi
sbagliavo, che bisognava riformulare tutto specialmente lidea della letteratura impegnata, ma anche
quella dellintellettuale , che bisognava tornare allinizio; quel giorno a Tokio, con Oe, capii che era imprescindibile farlo.
(traduzione di Bruno Arpaia)
JAVIER CERCAS

Nellimmagine: Sylvia Palacios


Whitman (1941), Passing Through
(1977), performance realizzata
alla Sonnabend Gallery di New
York (courtesy dellartista,
fotografia di Babette Mangolte)

46 LA LETTURA CORRIERE DELLA SERA

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

Ultime mode

Percorsi Controcopertina

di Isabella Bossi Fedrigotti

Il coat in double felt, il bra in pizzo, i pant in lana


bonded e labito cut out in jersey. La nuova
moda, pardon fashion, servita. Ma capiranno le
lettrici delle riviste di abbigliamento, anche
quelle non troppo agguerrite, che di cappotto in

doppio feltro si tratta, di reggiseno in pizzo, di


pantaloni in lana cotta e di vestito tagliato nel
jersey? E sar cos brutto scrivere didascalie in
bellitaliano, idioma del Paese che in fatto di
moda non dovrebbe essere secondo a nessuno?

Patrimonio italiano La cittadina altoatesina sorge


sulla strada romana che un per secoli i mondi
latino e germanico. Qui giunse persino il culto
del dio Mitra. Con una vivacissima fioritura darte

AUSTRIA
Alto Adige

La lingua del doppio feltro

Vipiteno

Bolzano
Trento

ITALIA

Nellorecchio c Spirito
La strana Annunciazione di Vipiteno in odore di eresia
Cos Giotto ispir tre fratelli (e c un Papa allinferno)
dal nostro inviato a Vipiteno (Bolzano) CARLO VULPIO

on certo frequente che affreschi a tema


religioso, meravigliosi e suggestivi, vengano guardati con una certa diffidenza, al
punto da essere accusati di eresia, come
accaduto ai dipinti della piccola chiesa di
Santo Spirito, nel centro della altoatesina
Vipiteno, o meglio, della sudtirolese Sterzing. La chiesa, completamente affrescata da Giovanni
(Hans) di Brunico con i fratelli Erasmus e Cristoph agli inizi del XV secolo, una delle pi belle chiese gotiche della
regione e i suoi affreschi si ispirano in maniera evidente a
quelli che Giotto aveva dipinto nella Cappella degli Scrovegni, a Padova.
I tre fratelli di Brunico e molti altri artisti sudtirolesi furono letteralmente catturati dalla lezione di Giotto e ne fecero tesoro, dimostrandosene allaltezza. Ma a Sterzing
parlavano (e parlano) tedesco, e tedesca la massima medioevale secondo cui laria delle citt rende liberi. Una
convinzione che qui aveva radici profonde ben da prima
che questo motto fosse coniato e che continuasse a caratterizzare per sempre la vita delle popolazioni di questa regione.
Laria, i tre artisti di Brunico la respirano a pieni polmoni, almeno quanto quella delle Alpi, e gli affreschi di
Santo Spirito ne sono la prova. Ecco quindi la grande scena
dellAnnunciazione, in cui la libert di espressione artistica nella raffigurazione di uno dei grandi episodi biblici
non tiene conto della dottrina e si spinge non solo a mostrare il concepimento di Maria per aurem, attraverso
lorecchio, da parte dello Spirito Santo, una colomba, che
le vicino, ma fa vedere il Bambino non ancora nato
insomma, il feto che porta sulle sue esili spalle una croce e in volo procede dal Padre (rappresentato dal sole) verso la Madre. Una scena forse mai vista. Una troppo libera
interpretazione. Dunque, uneresia. Per giunta, annidata
in un affresco superlativo.
La singolare Annunciazione non un guizzo isolato. Ba-

sta volgere lo sguardo alla parete opposta della chiesa ed


ecco il Giudizio finale, unaltra scena grandiosa incredibilmente sfregiata dallapertura di una finestra proprio
sulla figura di Cristo giudice in cui ci sono i buoni e i
cattivi come in tutti i giudizi universali, con i primi che risorgono, si rivestono ed entrano nella Gerusalemme celeste e gli altri che invece, stravolti rincagnati, vengono spinti tra le grinfie dei demoni dallarcangelo Michele armato
della propria spada. La sorpresa altra libert, altra eresia che tra i malvagi ci sono preti, cardinali e anche un
Papa, nudi come gli altri dannati, ma riconoscibili dai segni propri del loro stato, le mitrie e la tonsura.

La libert degli artisti, senza dubbio, ma anche il terreno fertile della crescente contestazione nei confronti di
una Chiesa troppo ricca, troppo sazia, troppo corrotta,
troppo tutto. In cui i segnali di smottamento diventano
scosse telluriche che nel giro di qualche decennio cambieranno il volto dellEuropa settentrionale, dove nel 1517, con
le 95 Tesi affisse dal frate agostiniano Martin Lutero sul
portone della chiesa di Wittemberg, trionfer la Riforma
protestante. E tuttavia, dieci anni pi tardi e 700 chilometri pi a sud, sar proprio a Sterzing, cittadina di robuste
radici cattoliche, che esploder la rivolta degli anabattisti,
movimento radicale ispirato alla Riforma e guidato da Michail Gaismair, che considerava lo stesso Lutero un moderato, se non proprio un venduto ai prncipi tedeschi.
Lutopia di uguaglianza sociale ispirata al Vangelo propugnata da Gaismair e dagli anabattisti anneg nel sangue. Lui fu assassinato da alcuni sicari a Padova, dove si era
rifugiato, mentre i suoi compagni che non furono massacrati ripararono in Moravia. Non venne per spento il sentimento di libert, di autonomia, di autodeterminazione
dei tirolesi, che antico ed era gi saldo nel XIII secolo,
quando i padri fondatori, conti svevi o forse bavaresi,

concentrano i propri sforzi sul Tirolo, regione strategica


per il controllo di ogni tipo di traffico sulla via del Brennero. Nel XIII secolo, con Mainardo II, nasce anche Sterzing,
e prende forma quella che si pu definire unentit statuale moderna, che cancella il sistema feudale e diviene subito invisa a nobili ed ecclesiastici, tanto che anche Mainardo II, come il suo riferimento Federico II di Svevia, fa
labitudine alle ripetute scomuniche papali.
Larte prodotta a Sterzing per continuer a essere arte
religiosa e per di pi ispirata a figure e vicende che celebrano la carit nei confronti di pellegrini, malati, poveri,
persone sole. Prima di tutto perch Sterzing anche una
delle tappe del pellegrinaggio verso Santiago de Compostela e poi perch ha gi maturato una forte tradizione
ospedaliera, intesa nel senso proprio del termine, di
ospitalit e accoglienza dei viandanti e dei bisognosi, prima ancora che in senso sanitario. La chiesa di Santo Spirito, per esempio, costruita nel 1399, fa parte dello stesso
corpo di fabbrica del nuovo ospedale costruito in citt in
seguito alle inondazioni del Rio Valler, che avevano compromesso il vecchio ospedale. Mentre un altro ospedale,
ancora pi antico, del 1298, quello annesso alla chiesetta
anchessa dedicata al Santo Spirito della Commenda
dellOrdine Teutonico, il cui Gran Maestro, nel 1226, era
stato nominato Principe dellImpero proprio da Federico
II.
Questa seconda Santo Spirito, che cronologicamente
la prima, stata poi dedicata a santa Elisabetta (patrona
dellOrdine Teutonico) ed una graziosa chiesa barocca
affrescata a met del Settecento da Matthus Gnther, in
cui spicca la pittura illusionistica della cupola, architetture dipinte che sembrano la continuazione dellarchitettura reale. Ma nella Santo Spirito affrescata da Hans e i
suoi fratelli che si resta catturati. Come abbiamo gi detto
per lAnnunciazione e il Giudizio finale, anche le altre scene della vita di Cristo la Strage degli innocenti, lAdorazione dei Magi, lOrto degli ulivi, il Bacio di Giuda, la Fla-

CORRIERE DELLA SERA LA LETTURA 47

DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

Viva Liala!
di Roberta Scorranese

Gatti e parole
Una donna molto ricca, una gatta e
uneredit. Come va a finire? Che la riccona
lascia tutto alla gatta Ofelia. E poi questa,
dincanto, diventa una bellissima ragazza. In
Ofelia (traduzione di Bruno Oddera, Elliot, pp.

192,  17,50), c tutto lumorismo raffinato


di Florence Stevenson, la cui vita stessa
sembra un romanzo: nata a Los Angeles nel
1922, visse una florida carriera di scrittrice, a
cui antepose solo lamore infinito per i gatti.



Una copertina
due artisti

gellazione, Ges davanti a Pilato, Ges che porta la croce,


la Resurrezione sono tutte di chiara marca giottesca e
sono state restaurate due volte, prima nel 1939 e poi nel
1989, dopo essere sopravvissute per caso persino alla peste
del Seicento grazie a una provvidenziale copertura di calce.
Non si salvata invece la scena della Crocifissione, dietro laltare, che ha lasciato una grande nicchia vuota, riempita in qualche modo dal bellissimo Cristo crocifisso tardogotico, in legno, realizzato nella seconda met del XV
secolo da Hans Harder. Il quale anche lautore del Cristo
Portacroce ligneo e dei busti di Ges e dei dodici apostoli
che si trovano nella grande chiesa gotica ai margini del
centro abitato, dedicata alla Madonna e meglio nota come
Nostra Signora delle Paludi.

Questa chiesa una Hallenkirche, cio una chiesa a sala, in cui la navata centrale e le due laterali hanno la stessa altezza, affinch la luce possa illuminarla in ogni parte
allo stesso modo, sia per affermare un principio di uguaglianza tra i fedeli, sia per esaltare i colori delle volte affrescate nel Seicento probabilmente da Josef Ritterle, il cui
Giudizio universale, scrive Alberto Perini in Vipiteno. Una
storia, un ritratto (edito dallAssociazione per la storia e
per il museo di Vipiteno), ricorda quello della Cappella
Sistina in Roma, poich anche qui si agitano tumultuariamente corpi muscolosi ed atletici travolti dal cataclisma
del dies irae.
Il capolavoro gotico di Nostra Signora per laltare ligneo a portelle alto 12 metri (met del XV secolo) di Hans
Multscher, tedesco di Ulm, il migliore artista del legno del
suo tempo. Per la verit, dellaltare di Multscher, nella
chiesa di Nostra Signora, sono rimaste solo le cinque statue (Maria e quattro sante), mentre le altri parti tra le
quali i dipinti su tavole in legno di alburno (Annunciazio-

Le immagini
Qui sopra, la volta della chiesa
di Santa Elisabetta a Vipiteno
affrescata da Matthus
Gnther, esempio di pittura
illusionistica in cui le
architetture dipinte sembrano
la continuazione
dellarchitettura reale. In alto:
la chiesa di Santa Elisabetta e
la Commenda dellOrdine
Teutonico. Nella pagina
accanto: gli affreschi della
chiesa di Santo Spirito,
sempre a Vipiteno, realizzati
da Giovanni (Hans) di Brunico
con i fratelli Erasmus e
Cristoph agli inizi del XV
secolo. A sinistra, sopra: Il
Giudizio finale, con san Michele
Arcangelo che spinge i
dannati verso i demoni; sotto:
un particolare del Giudizio
finale; a destra, nella foto
grande: lAnnunciazione. La
scena mostra il concepimento
di Maria per aurem, attraverso
lorecchio, da parte dello
Spirito Santo rappresentato
da una colomba
e fa vedere il Bambino, non
ancora nato che, portando
sulle spalle una croce, procede
dal Padre (il sole) verso la
Madre (servizio fotografico
di Lucia Casamassima
/Ag. Lara)

ne, Salita al Calvario, Flagellazione, Dormitio Virginis) e


le statue dei guardiani Giorgio e Floriano si trovano nel
Museo Multscher, allestito in unala della Commenda dellOrdine Teutonico, che nella storia di Sterzing/Vipiteno
ha avuto a lungo un ruolo di primo piano. Infatti, attraverso le vicende di questordine religioso cavalleresco nato
durante le Crociate, smembratosi in seguito alla Riforma
(una parte divent protestante, laltra rimase cattolica) e
soppresso due volte, prima da Napoleone e poi da Hitler,
si possono comprendere meglio conflitti, rancori, turbolenze, incomprensioni, che ancora oggi condizionano la
vita delle popolazioni di questa regione e che, quando incrociano la storia e larte, si traducono in domande fatali.
Come questa: ma Sterzing una volta era effettivamente Vipiteno?
La risposta che non lo sappiamo. Forse s. Perch di
sicuro una Vipitenum cera, ma non si sa esattamente dove
fosse. Sappiamo che limperatore Claudio, nella prima
met del I secolo dopo Cristo, conquist questi territori e li
inglob nella provincia Raetia, completando la via imperiale Claudia Augusta, lunica strada transalpina che attraverso il Brennero raggiungeva la citt sveva di Augsburg
(Augusta Vindelicum), mentre Settimio Severo, nel 201, se
ne prese cura, facendo riparare ponti e strade. Sappiamo
anche che grazie a questa importantissima via di comunicazione arriv fin qui persino il culto orientale del dio Mithra, testimoniato da una bellissima stele in bassorilievo
custodita nel Museo archeologico di Bolzano, e che questa
regione divent ricca, colta, ospitale. E sappiamo, infine,
che Sterzing/Vipiteno uno dei borghi pi belli dItalia, o
del Tirolo, o meglio ancora dEuropa, e che tra le sue opere
darte ne ha una da togliere il respiro: la Gola di Stanghe,
unopera darte naturale, lunica al mondo in cui lacqua
delle cascate ha tagliato come burro chilometri di altissime pareti di marmo bianco. Un paradiso. O anche lanticamera dellinferno. Dipende.
RIPRODUZIONE RISERVATA

Una stratificazione di
colori che
sintersecano in una
sequenza armonica,
rivelando un disegno
a carboncino: palme,
vegetazione tropicale, un paesaggio
esotico come metafora di un mondo
arcaico in cui perdersi, per poi ritrovarsi ed
esorcizzare cos ogni paura e conflitto
interiore. Lopera, frammento di un video
rielaborato appositamente per la
Lettura, lultimo lavoro della coppia
darte (e nella vita) degli svedesi Nathalie
Djurberg e Hans Berg (Lysekil, 1978;
Rttvik, 1978), ormai autori affermati del
giovane panorama internazionale: Leone
dargento alla Biennale di Venezia, mostre
alla Tate di Londra, al Pompidou di Parigi,
dal 17 settembre alla Galleria Gi Marconi a
Milano. Lei (a dispetto del suo volto
delicato) nota per le sue figure di
plastilina dense di mostri e incubi, messe in
scena con video surreali, cupi e grotteschi.
E lui, da compositore e musicista, le
complice nel dare vita a una cornice sonora,
ipnotica e avvolgente per animazioni e
installazioni, spesso trasgressive, ma
sempre ricche di simbolismi che evocano
con potenza le angosce del nostro
presente. Forse, ha davvero ragione
Adorno: Il compito attuale dellarte
introdurre caos nellordine. (gianluigi colin)

COURTESY GALLERIA GI MARCONI/MILANO

ISABEL ASHA PENZLIEN

La giungla della nostra vita

Supplemento culturale del Corriere della Sera


del 13 settembre 2015 - Anno 5 - N. 37 (#198)
Direttore responsabile
Vicedirettore vicario
Vicedirettori

Supplemento a cura
della Redazione cultura

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DOMENICA 13 SETTEMBRE 2015

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