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La Vecchiaia Cicerone Analisi Grammaticale
La Vecchiaia Cicerone Analisi Grammaticale
La Vecchiaia Cicerone Analisi Grammaticale
O Tite, si quid ego adiuero curamve levasso, Quae nunc te coquit et versat in pectore fixa, Ecquid erit praemi?
Traduzione = è lecito, infatti, rivolgermi a te Attico con gli stessi versi con i quali quell’uomo non ricco, ma
pieno di lealtà si rivolge a/si è rivolto a/ si indirizza a/rivolge a Flamminio
quamquam certo scio , non ut Flamininum , Sollicitari te, Tite, sic noctesque diesque;
quamquam congiunzione concessiva e significa sebbene, eppure
certo = avverbio che significa certamente
scio è un verbo di IV coniugazione , scire significa sapere che in questo caso introduce una frase infinitiva
non ut Flminium = frase accidentale dove però non sono presenti le virgole
Sollicitari : verbo deponente all’ infinito presente
Nocteseque diesque = complemento di tempo continuato ( come il complemento di moto a luogo ce l’abbiamo con
in / ad + accusativo, ma nella maggior parte delle volte lo troviamo con l’accusativo semplice)
Esempio → Io so che tu stai preparando l’esame, la frase soggettiva è la frase che risponde alla domanda chi / che
cosa? E completa il significato del verbo rispondendo a questa domanda
Esempio → È necessario che tu prepari l’esame. Poi c’è questa che è la frase soggettiva, è necessario , che è la frase
principale non ha il soggetto quindi il soggetto lo fa la frase che segue ovvero che cosa? Che tu prepari l’esame
Entrambe le frasi, oggettive e soggettive, rispondono alla domanda “chi /che cosa?”, solo che la soggettiva non ha il
soggetto nella frase principale, mentre l’oggettiva si.Queste frasi rispondono alla domanda chi / che cosa si chiamano
oggettive e soggettive e sono introdotte dal che dopo del quale troviamo il verbo all’infinito con il soggetto non posto
al nominativo, il soggetto della frase ce l’abbiamo all’accusativo. Esempio → Io so che tu combatti = Scio te (te
all’accusativo del pronome personale tu) pugnare.
Traduzione = Eppure certamente io so che tu , non come Flamminio , ti tormenti / agiti durante le notti e i
giorni
novi enim moderationem animi tui et aequitatem, teque non cognomen solum Athenis deportasse, sed
humanitatem et prudentiam intellego.
Intellego =
verbo che regge l’intera frase che significa io capisco, so , conosco
si lega a moderationem e aequitatem
il verbo deporta(vi)sse è una forma sincopata nel senso che è stato tolto, e molto spesso succede per quanto
riguarda gli infiniti perfetti, questa forma è deportavisse
teque : introduce un’infinitiva , te è il soggetto seguito da que enclitico
Athenis : complemento di moto da luogo, però non abbiamo la preposizione davanti perché questo è un nome di
città( vedi eo Romam). Quando abbiamo il nome di città non bisogna mettere la preposizione davanti e in più
abbiamo , in questo caso, Athenis al plurale perché è un pluraria tantum = nome che declino al plurale , ma che
hanno significato al singolare come castra, castrorum ; Siracusa , Sicracusarum ; sono nomi di origine
generalmente greca che stanno al plurale, ma vengono tradotti al singolare
→ Appunto che riguarda l’infinitiva: se il verbo dell’infinitiva è al presente significa che stiamo in un rapporto di
contemporaneità con la sovraordinata = se nella principale ho il presente devo mantenere il regime di
contemporaneità, non devo andare né indietro né avanti nel tempo. Invece, come in questo caso ho un perfetto (
deportavisse) devo andare indietro nel tempo.
L’infinitiva esprime un rapporto di anteriorità con la sovraordinata, questo lo capiamo perché abbiamo un
infinito passato
Traduzione = infatti io conosco la moderazione del tuo animo e l’equilibro, l’equità , la ponderatezza, e so che
tu hai riportato non solo il cognome da Atene, ma anche l’umanità e la prudenza/ saggezza
Et tamen te suspicor eisdem rebus quibus me ipsum interdum gravius commoveri, quarum consolatio et
maior est et in aliud tempus differenda.
Suspicor
è anche in questo caso è un verbo deponente (= i verbi deponenti sono facilmente individuabili perchè molto
spesso sono anche seguiti da accusativi)
Significa sospetto, credo
La congiunzione in italiano che segue sospetto è il che, quindi pensiamo subito che siamo difronte ad
un’oggettiva e in latino viene resa dall’infinito che in questo caso è commoveri
Commoveri = infinito presente passivo ( fa in eri,sappiamo che è passivo) , commovo è il presente
dell’indicativo → se si tratta di un l’infinito presente abbiamo un’infinitiva con un rapporto di contemporaneità
Et = congiunzione copulativa
Tamen = tuttavia
Te = soggetto dell’infinitiva commoveri
Eisedm rebus = res ha vari significati che cambiano in base al contesto
Quibus = pronome relativo
Me ipsum = pronome personale all’accusativo; ipsum di cui il nominativo è ipse , solo che ipsum sta all’accusativo
Interdum = a volte
Gravius = è un comparativo che significa più gravemente , perché quando io devo fare i comparativi degli
avverbi io devo mettere – ius , quindi significa più gravemente. Quindi lui è turbato, questo gravius andrebbe
messo dopo “tu sia turbato” più gravemente/ in maniera più grave.
≈
Gravius è un comparativo → le terminazioni del comparativo o sono – ior o sono – ius
- ior si usa per i nomi maschili e femminili
- ius si utilizza per i neutri solo che gravius è un maggiorativo, un comparativo di maggioranza per l’avverbio
grave che significa gravemente, per cui lo traduciamo in maniera più forte/ fortemente turbato ; la traduzione
ideale è in maniera più forte perché abbiamo gravius è un maggiorativo / comparativo di maggioranza
dell’avverbio
Se io vado a cercare gravius sul dizionario non me lo dà, mentre grave me lo da e mi da gravis,grave però
sappiamo che grave può essere anche un avverbio quindi significa più grave
Traduzione = E tuttavia io sospetto /credo che tu sia turbato (io penso che → lo metto in un rapporto di
contemporaneità ma al passivo = io penso che in italiano siamo nella sfera del dubbio, quindi lo traduciamo con
il congiuntivo presente perché bisogna dare un’idea di contemporaneità) più gravemente/ in maniera più
grave/forte dalle stesse preoccupazioni / cose dalle quali io stesso lo sono a volte turbato
In questo caso Cicerone mette suspicor come verbo della principale (= io credo che) il quale regge due subordinate
infinitive:
Una che ha il soggetto che è te (commoveri)
Un’altra che ha il soggetto me ipsum è l’altro soggetto dell’altra infinitiva che ha sempre commoveri come verbo
È come se si fa un rombo:
Quarum è un altro pronome relativo, genitivo plurale, che si riferisce a eisdem rebus, a quelle cose
I verbi sono est e differenda
Differenda → viene dal verbo differo che è un composto del verbo (di)fero e è un gerundivo che unito al verbo
sottinteso est fa la famosa perifrastica passiva
≈
Gerundivo → si forma in questo caso il nesso -nd : differ- dove c’è la vocale tematica e il nesso – nd…cosa cambia
il gerundivo dal gerundio? Che il gerundivo fa da aggettivo e quindi lo possiamo declinare e andare a legare al nome
al quale si riferisce.
In questo caso differenda sta al nominativo singolare femminile e si riferisce a consolatio che è femminile
Quindi la frase per semplificarla sarebbe: consolatio differenda est
Maior: in questo caso lo mettiamo con il significato di difficile, ma va bene anche più grande
Quarum consolatio et maior est→ siamo difronte a una relativa
Traduzione = la / il confronto/consolazione di queste/ delle quali è sia più grande / maggiore e da rinviare in
un altro tempo
Commento = Poi vedremo lungo l’opera di Cicerone queste cose che lo affliggono sono le gravità, le impervie
della vecchiaia e dice che il rimedio e la consolazione è da cercarsi in un altro tempo ovvero nell’opera che
scrive Cicerone
Traduzione = io voglio che sia tu che io stesso (ora vado ad individuare il soggetto dell’infinitiva) siamo
sollevati/alleggeriti da questo peso della vecchiaia che è comune a me e a te che o già avanza o certamente ci
assale/ si sta avvicinando
etsi te quidem id modice ac sapienter, sicut omnia, et ferre et laturum esse certo scio
Scio =
→ ancora una volta lui parla in prima persona
→ Per la maggior parte delle volte introduce una frase oggettiva e in questo caso abbiamo anche i due infiniti
che sono ferre e laturum esse
Ferre= infinito presente del verbo fero, che ha vari significati quindi possiamo mettere “affronti”, “porti”,
“sopporti”
Laturum esse= infinito futuro del verbo fero
Infinito futuro: participio futuro (urus- ura- urum) + infinito presente ( in questo caos esse) del verbo sum
Traduzione = volendo (gerundio) / poiché voglio (perché c’è cum che può avere una sfumatura causale)
scrivere qualcosa sulla vecchiaia, ma tu mi occorri/soccorri/ viene incontro/compari/comparivi/ occorrevi a
me degno questo regalo, per il quale ci serviamo entrambi / del quale entrambi ci serviamo a
vicenda/comunemente
Mihi quidem ita iucunda huius libri confectio fuit, ut non modo omnis absterserit senectutis molestias,
sed effecerit mollem etiam et iucundam senectutem.
Il soggetto è confectio, la preparazione
Huius libri è un pronome dimostrativo che va a legarsi a libri
Fuit = fu/ è stata
La frase consecutiva
Qui siamo difronte a una frase consecutiva: che riusciamo ad individuare perché ci sono dei segnali / delle spie
nelle frasi precedenti che ci dicono che sta arrivando una frase consecutiva. Queste spie sono:
‡ it/ ita che significa così
‡ Tam che significa tanto
‡ Adeo che significa a tal punto
‡ Aggettivi di II classe tipo tantus, a, um ; o di II classe come talis, tale
Quando abbiamo nella frase precedente parole o termini di questo tipo e questa frase è seguita da ut + congiuntivo
sappiamo di essere difronte a una frase consecutiva; quindi, ci esprime una conseguenza di quello che ha espresso
nella sovraordinata.
Come traduciamo la consecutiva? Non segue la consecutio temporum, quindi i suoi tempi non dipendono dal
tempo della frase precedente. Quindi quando nella consecutiva ho:
‡ il congiuntivo presente → lo traduciamo con l’indicativo presente
‡ Il congiuntivo imperfetto→ lo traduco con l’indicativo imperfetto
‡ Il congiuntivo perfetto→ lo traduco o con il passato prossimo o con il passato remoto
Quindi noi abbiamo in questo caso, dal punto al punto, una frase consecutiva seguita poi da un’avversativa introdotta
dalla congiunzione avversativa sed
Traduzione = La preparazione di questi libri è stata così piacevole/gioconda che ( il soggetto è sempre
confetio) non solo ha alleviato i fastidi/ le molestie della vecchiaia, ma ha reso ( effecerit) la vecchiaia gioconda
e dolce ( mollem)
Numquam igitur satis digne laudari philosophia poterit, cui qui pareat, omne tempus aetatis sine molestia
possit degere.
Aggettivi II classe . Gli aggettivi di II classe dipendono dalla III declinazione almeno nella parte delle
terminazioni: la terminazione omnis si riferisce a maschile e femminile / la terminazione omne si riferisce ai
neutri, nella III declinazione abbiamo nei casi diretti le stesse terminazioni
Molestiae è ablativo perché preceduto dalla preposizione sine che vuole l’ablativo
Traduzione= Mai, dunque, la filosofia potrà essere lodata abbastanza degnamente/ in maniera così / tanto
/abbastanza degna, alla quale colui che obbedisce/ ascolta (pareat) può (possit) trascrorre/passare tutto il
tempo della vita senza fastidi/dolori/molestie/difficoltà
3. Sed de ceteris et diximus multa et saepe dicemus; hunc librum ad te de senectute misimus.
Multa =
accusativo, deriva dall’aggettivo di I classe multus, multa , multum
il genere è neutro = quando abbiamo questi nomi neutri che sono vaghi , in questo caso è un aggettivo
sostantivato, lo dobbiamo tradurre molte cose
saepe = avverbio di tempo, significa spesso
de ceteris = complemento di argomento , quindi anche questo caso possiamo tradurlo sugli altri argomenti
filosofici / cose
misimus = perfetto del verbo mitto , significa inviare ; paradigma = mitto, mittis, misi, missum , mittere
( italiano= mittende che invia)
ad te= complemento di moto a luogo , a te
hunc libro= complemento oggetto + attributo , hunc è un pronome che però in questo caso funge da
aggettivo
de senectute = ablativo di argomento
Traduzione = Ma abbiamo detto e spesso diciamo molte cose : (noi) abbiamo spedito/ inviato a te questo libro
sulla vecchiaia
Adesso l’autore spiegherà un po’ come imposterà la sua opera
Omnem autem sermonem tribuimus non Tithono, ut Aristo Cius, (parum enim esset auctoritatis in
fabula), sed M Catoni seni,
Qui abbiamo una frase finale molto particolare: questo è un modo in cui si può fare la finale , non sempre,
scelto dagli autori, solo quando c’è un comparativo. Quando c’è un comparativo ,se questo è preceduto da
quo è una forma declinabile, è sempre fissa, si fa finale : una modo di fare la finale è di far precedere la
forma indeclinabile quo al comparativo di maggioranza o di minoranza che segue.
Auctiortatem = la figura di Marco Porcio Catone il Vecchio, sebbene sia vissuto in tempi antichi, fino alla fine
, e ancora oggi, ha lasciato il suo alone leggendario ; iniziatore della retorica, anche storiografico
Traduzione= affinché il discorso / l’orazione/ l’eloquio potesse acquisisse maggiore autorevolezza / autorità
apud quem Laelium et Scipionem2 facimus1 admirantis3 quod is tam facile senectutem ferat,eisque eum4
respondentem.
apud = segue sempre l’accusativo ed è un complemento di luogo che significa presso, in questo caso apud
quem significa presso il quale/ colui, quindi significa nella sua abitazione
facimus = il verbo sta sempre alla I persona plurale perché è dall’inizio del paragrafo è il soggetto sottinteso
noi
admirantis = participio presente del verbo deponente admiror che è un composto del verbo miror
(guardare) , però potrebbe essere anche aggettivo di II classe che significa meravigliandosi o ammirando
quod = introduce una frase causale con quod + congiuntivo ferat ( per il fatto che lui supporti tanto
facilmente la vecchiaia)
ferat = verbo portare (fero)
admirantis si lega a eum = perché il verbo , participio presente, che transita su eum , accusativo ( e non
soggetto) e l’unico che può farlo ovvero il participio presente admirantis
eum = pronome determinativo accusativo che significa lui
is = pronome determinativo dativo che significa a lui
respondentem = participio presente si lega a eis
eis = pronome determinativo dativo plurale che significa a loro
Il participio presente
Traduzione= Presso il quale abbiamo fatto / rappresentato ( se pensiamo agli accusativi Laelium et
Scipionem) Lelio e Scipione che ammiravano (admirantis) / ammiranti / che si stupisco/ stupendosi come sia
/ in che modo / per il fatto che lui (sup)porti tanto (tam) facilmente la vecchiaia, lui che risponde loro
Qui si eruditius videbitur disputare quam consuevit ipse in suis libris, attribuito litteris Graecis,
quarum constat eum perstudiosum fuisse in senectute.
Videbitur = futuro semplice, verbo videor che significa appunto sembrare, quando è passivo
Si = periodo ipotetico, quindi introduce una protasi; l’apodosi del periodo ipotetico latino c’è a introdurla quam
Eruditius = quando si fa un comparativo di maggioranza di un avverbio si utilizza ius, quindi significa “in maniera
più erudita”
Qui = è un pronome relativo, ma noi nell’italiano corrente non iniziamo mai la frase con “il quale” , il latino lo fa
però questa cosa qui è il nesso relativo
Consuevit = la traduzione di consuo significa essere soliti, siamo all’indicativo perfetto ( abbiamo il tema – vi)
Ipse = pronome
In suis libris = complemento di stato in luogo che significa nei suoi libri
Attribuito litteris Graecis = frase incidentale
Attribuito = imperativo futuro semplice (attribuito, attribuitote , attribuunto che può essere tradotto o con il
congiuntivo esortativo oppure con il futuro semplice (= che molto spesso ha quest’idea di comando) è esortativo,
ti impone anche un consiglio
Quarum = pronome relativo quindi abbiamo un’altra relativa, è al genitivo plurale quindi si riferisce alle lettere
greche/ alla letteratura greca
Constat = significa si sa/ è constatato FRASE RELATIVA SEGUITA DA UN’INFINITIVA
Traduzione= Se questo* sembrerà discutere / parlare in maniera più erudita di come lui stesso (ipse) ha
solitamente fatto/fece solitamente nei suoi libri delle quali si sa che lui fosse (eum) molto studioso nella
vecchiaia
Sed quid opus est plura? Iam enim ipsius Catonis sermo explicabit nostram omnem de senectute
sententiam.
Sed opus est plura = Ma a che è necessario dire altro / ma che bisogno c’è di dire altro
Iam = già
Enim = infatti
Sermo , sermonis
Ipsius = gentivo del pronome ipse che si lega a catone
Sententiam = pensiero , convinzione
Traduzione = Già infatti il discorso dello stesso Catone chiarirà / espliciterà tutta il nostro pensiero
( sententiam) tutto il nostro sapere/ tutto ciò che pensiamo sulla vecchiaia
II
Discussione immaginaria sulla vecchiaia che comprende il cato maior, questo famoso catone
Scipio Saepe numero admirari soleo cum hoc C Laelio cum ceterarum rerum tuam excellentem,
Marce Cato, perfectamque sapientiam, tum vel maxime quod numquam tibi senectutem gravem esse
senserim,
rerum = conoscenza di tutti gli elementi , infatti Catone ha scritto tante cose sulla storia, cultura ha è stato
anche uno storico, ha scritto la prima opera storica romana, storiografica, quindi ha una sua importanza
perché questo dice che è il sapiente di tutte le arti
maxime = avverbio che significa soprattutto , specialmente ,eccellente
senserim = uno dei verbo che mi vanno a introdurre l’infinitiva ( accusativo + infinito) , significa avvertire ,
esse = infinito del verbo sum, la copula dell’aggettivo di II classe gravis , e a due uscite
è un congiuntivo che si va a collegare con il cum ceterarum
cum + certerarum ( cum + congiuntivo) = proposizione causale
cum e tum sono correlati = da una parte …dall’altra
senectutem = accusativo che ci serve per formare l’infinitiva
tibi = pronome personale dativo II persona singolare ( tu ,tui, tibi, te , te – sui ,sibi, se ,se)
Traduzione = Spesso io (soggetto sottinteso) sono solito ammirare / meravigliarmi (che cosa?) con Gaio Lelio
la tua sapienza/ conoscenza perfetta , Marco Catone, ed eccellente di tutti gli argomenti , ma dall’altra parte non
dando la sensazione che mai la vecchiaia fosse grave a te
quae plerisque senibus sic odiosa est, ut onus se Aetna gravius dicant sustinere.
ut onus…sustire = (con ut + congiuntivo posso avere= finale o dichiarativa, volitiva) è una subordinata
consecutiva perché ho una spia che sta nella frase reggente ( che possono essere o tale, così ,tanto) che
è sic che significa tanto
ut si lega con dicant perché ut vuole il congiuntivo presente = quando nella consecutiva abbiamo un
congiuntivo presente lo dobbiamo tradurre con un indicativo presente
quae =
‡ nesso relativo, ovvero un pronome relativo che viene messo all’inizio del periodo, quindi dopo i due punti, punto
e virgola o punto, lo traduciamo , dato che in italiano non siamo soliti iniziare la frase così, quando abbiamo il
nesso relativo noi lo traduciamo con un pronome dimostrativo
‡ Quindi lo traduciamo con questa o al massimo con essa , riferito ovviamente alla vecchiaia
‡ È un costrutto ostico, ma è possibile individuarlo attraverso due fattori: 1 che sta sempre a inizio periodo e 2che si
ricollega all’elemento della frase precedente;
‡ Ovviamente si ricollega solo per il genere e il numero, mentre il caso è indipendente
‡ Dato che sta a inizio frase questo pronome relativo noi lo possiamo tradurre in italiano con il/la quale , quindi lo
mettiamo con il pronome dimostrativo, quindi si traduce questa
‡ Capita per il nesso relativo, questo è molto frequente, espressioni come quamobrem , quale causa o quare sono
delle formule che sono chiamate indeclinabili e tutte e tre abbastanza largamente si traducono per questo motivo
Comparativo di maggioranza
Traduzione = Scipione e Lelio, voi sembrate meravigliarvi/ sembra che vi meraviglate di un argomento / una
cosa non certo difficile/ non difficile affatto
Quibus enim nihil est in ipsis opis ad bene beateque vivendum, eis omnis1 aetas 2 gravis est;
qui autem omnia bona a se ipsi petunt, eis nihil malum potest videri quod naturae necessitas
adferat.
PETO/ QUERO + A/AB + ABLATIVO
Qui = altro nesso relativo
Peto = si usa per chiedere/aver
Omnia bona = tutte le cose buone, Quero = si usa per avere
neutro
A se ipsi = da sé stessi significa chiedere a sé stessi, quando vogliono significare a sé
Petunt = dato che c’è il costrutto stessi fanno come in italiano “chiedere a qualcuno”
a/ ab + ablativo significa chiedere Possono significare, con questo costrutto (a/ab + ablativo) a chi
a sé stessi richiedo qualcosa, sono il destinatario della domanda/richiesta
eis = altro pronome determinativo
ablativo
adferat = composto del verbo fero (fero ,fers, fert,ferimus, fertis, ferunt)
potest = altro verbo irregolare* , è una sorta di composto di sum perché fa possum, potes, potest,possumus,
potestis, possunt
I verbi irregolari → sono nolo, volo , malo , possum, sum ai quali si aggiungono vero, eo e i loro composti
Quo in genere est in primis senectus, quam ut adipiscantur omnes optant, eandem
accusant adeptam; tanta est stultitiae inconstantia atque perversitas.
Obrepere aiunt eam citius, quam putavissent. Primum quis coegit eos falsum putare?
obrepere = avvicinare , fa da verbo dell’infinitiva
aiunt = verbo presente della frase principale reggente che introducono la frase infinitiva oggettiva ( =
perché il soggetto è sottinteso) è viene dal verbo aio che è un verbo difettivo che significa sostenere
eam = essa, ovvero la vecchiaia che fa da soggetto all’accusativo dell’infinitiva
citius = complemento di maggioranza dell’avverbio cito , prima di Citius quam →Introduce una
quam = mi accompagna citius comparativa
putavissent = viene da puto, sta al congiuntivo piuccheperfetto (c’è il tema – isse)
primum = è un avverbio di tempo, prima / in primo luogo
primum (…) putare= frase interrogativa diretta
quis = pronome interrogativo che significa chi
coegit = perfetto del vergo cogo
falsum = il falso / una cosa sbaglia , non è legato a nulla
PUTO
che significa reputare, verbo molto importante perché è quel verbo che a Roma utilizzavano per dire “io
penso” , in italiano io dico “ io penso che tu domani verrai/ sei bravo” , quindi loro dicono “ego puto te
bonum esse” ,quindi fanno molto messo l’infinitiva
In questo caso significa sostenere, pensare tutta questa sfera
Traduzione = (loro) dicono che essa (la vecchiaia) si avvicini / insinui prima/ più in fretta di quello che
avessero pensato. In primo luogo, chi ha costretto/costrinse questi a reputare/stimare queste cose false / una
cosa sbagliata
Qui enim citius adulescentiae senectus quam pueritiae adulescentia obrepit?
Quam = ci fa pensare che è una frase comparativa perché abbiamo citius ancora una volta , mi da la
comparazione
Citius = complemento di maggioranza dell’avverbio cito , prima di
Qui = pronome interrogativo che può avere diversi significati , non è come il quis sopra perché dato che la
frase sta così lo possiamo tradurre “in che modo/come? “ è un elemento che mi da un’interrogazione dato
che stiamo difronte a un’interrogativa diretta
Obrepit = significa avvicinarsi e viene la seconda volta viene omesso
Senectus e adulescentia= sono i nominativi ed entrambi soggetti con lo stesso verbo
‡ È come se adulescentia riprendesse il verbo obrepit quindi è come se a obrepit si riferissero sia
adolescenza che vecchiaia
‡ tutte e due stanno al nominativo perché il quam li mette in relazione con lo stesso caso
Vediamo quindi un parallelismo tra le due frasi che hanno la stessa struttura
Enim = infatti
Traduzione = infatti la vecchiaia si avvicina più velocemente all’adolescenza di quanto l’adolescenza si
avvicini più velocemente alla puerizia?
Deinde qui minus gravis esset eis senectus, si octingentesimum annum agerent quam si
octogesimum?
Siamo difronte a delle cifre romane
Deide = poi
qui
Snectus = soggetto
Eis = per coloro / costoro
Agerent = congiuntivo imperfetto da ago , portare , ago + età significa compiere/avere gli anni
Actingentesimum = 800 anni / 800esimo anno di vita , aggettivo di anno
Quam si = piuttosto che
Traduzione = Poi in che modo la vecchiaia sarebbe meno grave /gravosa per coloro / costoro se avessero
piuttosto che l’80esimo?
Praeterita enim aetas quamvis longa cum effluxisset, nulla consolatio permulcere
posset stultam senectutem.
Cum effluxissiet = cum + congiuntivo , quindi un cum narrativo che ha come soggetto la frase prima
Soggetto è aetas che si collega all’aggettivo participio praeterita
Aetas= età / vita
Praeterita= aggettivo participio del verbo pretereor
Posset = congiuntivo imperfetto che si può tradurre in italiano con il congiuntivo presente o condizionale
presente
Enim = infatti
Quamvis longa= complemento concessivo
Permulcere = significa rendere piacevole/addolcire
Traduzione = Nessuna consolazione potrebbe rendere piacevole la stolta vecchiaia infatti essendo l’età / la/ il
tempo vita passata/o sebbene lunga/ per quanto essendo scorso ( gerundio passato )
Quindi : Infatti essendo la vita/l’età /il tempo passato, sebbene lungo/ a , scorso/a nessuna consolazione
potrebbe rendere piacevole/migliore/addolcire la stolta vecchiaia
Quocirca si sapientiam meam admirari soletis (quae utinam digna esset opinione vestra nostroque
cognomine!), in hoc sumus sapientes, quod naturam optimam ducem tamquam deum sequimur eique
paremus; a qua non veri simile est, cum ceterae partes aetatis bene descriptae sint, extremum actum
tamquam ab inerti poeta esse neglectum.
soletis =
‡ il verbo solere fa da verbo fraseologico, servile nel senso che va ad appoggiarsi al verbo admirari
‡ verbo soleo, quindi presente, II persona plurale
admirari = infinito presente passivo, qui non fa una frase infinitiva, è deponente ha la forma del verbo
admiror che è un composto del verbo miror che significa guardare, mentre admiror significa guardare
se introduce il periodo ipotetico
hoc =pronome dimostrativo neutro ablativo
quod = introduce una frase dichiarativa perché il quod riprende l’hoc nella frase sovraordinata, significa
quindi “siamo sapienti in questo” e mi dice quello in cui siamo sapienti
sequimur =siamo difronte anche qui a un verbo deponente , il verbo sequor
tamquam = tanto quanto / come / allo stesso modo
paremus = è passato poi a imparare, ma qui ha il significato di obbedire
eis = pronome determinativo ablativo
a qua non veri simile est =significato molto simile all’italiano, è una frase principale reggente che va a
introdurre una frase soggettiva perché il soggetto non c’è
(a) qua =
nesso relativo, è innanzitutto un ablativo di provenienza perché preceduto dalla proposizione a ;
in questo caso il pronome relativo qua, visto che siamo in presenza di un nesso relativo, lo traduciamo
con il pronome dimostrativo, quindi “da questa”
Si trova tra la frase reggente e la frase soggettiva
cum(…) sint = Cum + narrativo , quindi cum + congiuntivo* in questo caso con valore temporale
descriptae sint = perfetto del modo congiuntivo, il soggetto è partes che si lega all’aggettivo di prima classe
ceterae che significa altre
esse =ci indica la frase infinitiva soggettiva
extremum actum = il soggetto che sta all’accusativo , l’atto estremo / l’ultimo atto (si collega sempre a
aetatis ,ovvero della vita)
neglectum =
viene dal verbo neglego , è un aggettivo participio passato che si lega al verbo sum per fare appunto il
passivo, che significa trascurare
lo lego a extremum actum infatti sta all’accusativo
ab inerti poeta =
da un inabile / inesperto poeta
Da notare la concordanza e l’aggettivo di II classe inerti , che all’ablativo fa in – i
*Sappiamo che nella consecutio temporum del cum narrativo che se stiamo con un tempo principale alla frase
sovraordinata e c’è un tempo principale che è est che è appunto un presente indicativo quindi siamo nella sfera
dei tempi principali. Quindi se troviamo un tempo principale nella frase reggente e poi un perfetto nella frase
subordinata va a finire che abbiamo un rapporto di anteriorità; quindi nel descripae sint lo dobbiamo tradurre
con un gerundio al passato o composto.
Analisi del periodo : nesso relativo (A qua) + frase reggente che introduce una soggettiva + tra la frase
reggente e la soggettiva c’è il cum narrativo
Traduzione = Se (voi = sottinteso) siete soliti ammirare la mia sapienza, in ciò siamo sapienti, che noi
seguiamo la natura ottima conduttrice / guida tanto quanto/come un dio e obbediamo a lei ; da non è
verosimile che essendo state (siamo a un gerundio passato) le altre parti/ periodi della vita descritte bene che
l’ultimo atto/ estremo (della vita) sia trascurato come / allo stesso modo che da un inesperto poeta
Sed tamen necesse fuit esse aliquid extremum et, tamquam in arborum bacis terraeque fructibus
maturitate tempestiva quasi vietum et caducum, quod ferundum est molliter sapienti.
Quid est enim aliud Gigantum modo bellare cum dis nisi naturae repugnare?
Bellare = combattere, solitamente si usa pugnare
Cum dis = ablativo di compagna / relazione, dis ablativo plurale di deus , abbiamo questa particolare forma
Repugnare = vuole il dativo, significa anche opporsi a , se ho il dativo in naturae è normale perché
repugnare lo vuole
Gigantum modo = gigantes è di III declinazione quindi gigantum sta al genitivo plurale, quindi va insieme e
significa al modo dei giganti.
Traduzione = che altro è infatti il combattere con gli dei al modo dei Giganti se non ( è ) il ripugnare la natura?
(Quindi lui in pratica sta facendo un parallelismo tra l’azione di combattere con gli dei e quella di ripudiare la
natura : quindi significa “ che cos’è questo se non quest’altro” , ha questo significato )
6. Laelius Atqui, Cato, gratissimum nobis, ut etiam pro Scipione pollicear, feceris, si, quoniam
speramus, volumus quidem certe senes fieri, multo ante a te didicerimus, quibus facillime
rationibus ingravescentem aetatem ferre possimus.
Cato Faciam vero, Laeli, praesertim si utrique vestrum, ut dicis, gratum futurum est. Laelius
Volumus 1 sane, nisi molestum est, Cato, tamquam4 longam aliquam viam confeceris, quam nobis
quoque ingrediundum sit, istuc, quo pervenisti videre 2 quale sit3
Traduzione =veramente lo farò, Lelio, soprattutto se come tu dici se sarà una cosa gradita a entrambi voi / se
sarà grata a entrambi , vogliamo per davvero / veramente se non è molesto / se non è molesto ( per lui),Catone,
vedere come / in che modo tu sei pervenuto qui / in questo punto/ in questo luogo come se tu abbia percorso
una qualche lunga via che anche noi dobbiamo imboccare/ dev’essere percorso
IV
10. Ego Q Maximum, eum qui Tarentum recepit, senem adulescens ita dilexi, ut aequalem;
Traduzione = Io da adolescente ho amato Quinto Fabio Massimo colui che* conquistò Taranto , **come un
coetaneo / ***io adolescente ho amato il vecchio Quinto Fabio Massimo colui che ha conquistato Taranto come
un mio coetaneo ;
erat enim in illo viro comitate condita gravitas, nec senectus mores mutaverat. Quamquam eum
colere coepi non admodum grandem natu, sed tamen iam aetate provectum.
Hic et bella gerebat ut adulescens, cum plane grandis esset, et Hannibalem iuveniliter exsultantem
patientia sua molliebat;
è una frase abbastanza speculare: perché abbiamo un soggetto + et nella prima frase la prima cosa che
andiamo a fare è andare a vedere se nella frase successiva c’è un et correlativo che si tradurrebbe sia…sia
hic = si traduce con questo ed è il soggetto che è Quinto Fabio Massimo
bella = viene da bellum (= nominativo singolare neutro), è neutro della II declinazione per questo fa bella
esset= congiuntivo imperfetto del verbo sum che si lega a o a ut oppure a cum , sta noi decidere
cum esset = assume l’accezione concessiva
ut = congiuntivo
molliebat = imperfetto che traduciamo con indebolire
exsutantem = participio che si lega ad Hannibalem , o lo traduciamo esultante oppure facendola alla
relativa “che imbaldanziva / esultava / era esultato in modo giovanile
Traduzione= questo non solo combatteva battaglie/ faceva guerre come un adolescente pur essendo
chiaramente / evidentemente grande sia indeboliva con la sua pazienza ( perché la sua tecnica era quella di non
attaccare il nemico ma di logorarlo) Annibale esultante di giovinezza / in modo giovanile
Commento = cioè ci sta dicendo che questo era vecchio e con la sua pazienza andava a scontrarsi con un
Annibale imbaldanzito / esultate per la sua pazienza. Quindi vediamo contrapposti un Annibale più infervorito
e un Quinto Massimo più cauto)
Unus =va ad indicare la singolarità , il fatto che l’uomo ha fatto quella cosa da solo
Restituit = ha diversi significati, non solo restituire ma anche ristabilire
Rem = la repubblica, lo stato, la cosa pubblica
Nobis = dativo
Cunctando = gerundio ablativo che assume una funzione strumentale, significa con il temporeggiare / con il
prendere tempo
Rumores = è passato all’italiano rumor, sostantivo di III declinazione le dicerie / i pettegolezzi / le voci di
popolo
Saluntem = salute significa il bene, la salvezza dello stato
Claret = rischiare, illumina , appare, splende
Viri = sostantivo vir che si lega a gloria , particolarità che fa l’uscita in – ir nella seconda declinazione
Traduzione= un solo uomo ha restituito/reso/ risollevato lo stato a noi con il temporeggiare/ con il prendere
tempo, infatti non poneva/ non metteva le dicerie (perché c’erano molti senatori che criticavano la sua
strategia) davanti alla salute,/salvezza dunque dopo/ in seguito la gloria dell’uomo ora splende / appare più
grande
cum quidem me audiente Salinatori (qui amisso oppido fugerat in arcem) glorianti atque ita dicenti;
'Mea opera, Fabi, Tarentum recepisti,' 'Certe,' inquit ridens, 'nam nisi tu amisisses numquam
recepissem.
Inquit = verbo della principale, è uno di quei verbi indeclinabili, invariabili che troviamo solo al perfetto e
significa disse, si usa con tale frequenza nei discorsi diretti che è diventata una formula quindi lo
traduciamo sempre disse
Salinatori = è un dativo di III declinazione a cui si va a unire glorianti e dicenti
Amisso oppido = ABLATIVO ASSOLUTO
Oppido = ablativo del sostantivo oppidum, neutro di II declinazione
Amisso =ablativo del participio perfetto, composto del verbo mitto , si comporta come un aggettivo di I
classe
Participio perfetto
1) Prendiamo il supino : in questo caso mitto , mittis, misi,misum, mittere
2) Misum = tolgo la – um e poi metto us, a, um e si comportano come aggettivi della I classe
Quando io ho un participio perfetto ablativo unito a un sostantivo all’ablativo mi forma il costrutto
dell’ABLATIVO ASSOLUTO che può essere tradotto o con una causale o con una temporale oppure con il
participio passato
Glorianti e dicendi
Sono due participi presenti che sono legano a genere, caso e numero a Salinatori
Glorianti e dicendi = participi presenti che traduciamo con una relativa
Mea opera = complemento di mezzo
Quinto Fabio Massimo = vocativo
Ridens = participio presente , si comporta come un aggettivo di II classe
Ammisisses =amitto, composto del verbo mitto
Nam (…) recepissem= classico periodo ipotetico dell’irrealtà al passato e si fa con l’associazione di due
congiuntivi piuccheperfetti e si traduce uno con il congiuntivo trapassato (amississes) e uno con il
condizionale passato ( recepissem)
Traduzione = disse (soggetto sottinteso = Quinto Fabio Massimo) ridendo al Salinatore (il quale dopo aver
perso la città era stato/rimasto/ si è rifugiato nella rocca) che glorificava /si vantava e che diceva cosi : “ Quinto
Fabio tu hai riconquistato per mia opera/grazie al mio operato” “certamente infatti se tu non avessi perso mai
l’avrei ripresa/riconquistata”
V
13.Quorsum igitur haec tam multa de Maximo? Quia profecto videtis nefas esse dictu miseram fuisse
talem senectutem.
Quorsus= a che scopo
De Maximo =complemento di argomento
Haec= pronome dimostrativo
Igitur = dunque
Quia = introduce una causale
Videtis = video, II persona singolare
Fuisse = infinito , siamo difronte a un’infinitiva , infinito perfetto/ passato
VERBO SUM → il verbo essere latino ha l’infinito presente che si fa esse , poi ha l’infinito passato che si fa dal
tema del perfetto + s , quindi viene fuori fuisse , poi c’è l’infinito futuro che si fa o fore e futurm esse
Dictu =supino che si traduce con a dirsi/a farsi che introduce una frase infinitiva di cui il soggetto è la
vecchiaia
Senectutem = soggetto dell’infinitiva che si lega all’aggettivo di II classe miseram
Traduzione = A che scopo, dunque, così tante parole su Fabio Massimo? Poiché certamente avete visto che è
nefasto che una tale vecchiaia fosse misera
Nec tamen omnes possunt esse Scipiones aut Maximi, ut urbium expugnationes, ut pedestres
navalesve pugnas, ut bella a se gesta, ut triumphos recordentur.
ut= si lega a recordentur , ut + congiuntivo che in questo caso mi introduce non una finale, ma una frase
completiva
recordentur = recordor verbo deponente che significa ricordarsi
anche il secondo ut si ricollega a recordentur
pedestres = aggettivo di II classe che significa di terra
triumphos = accusativo di II declinazione
Traduzione = tuttavia non tutti possono essere Scipioni o Massimi che sono in grado / che possono ricordare/
che ricordano espugnazioni di città ,battaglie navali e campestri guerre condotte da loro o trionfi
est etiam quiete et pure atque eleganter actae aetatis placida ac lenis senectus, qualem accepimus
Platonis,
pure, pure , eleganter = avverbi di modo
senectus = soggetto , la vecchiaia
actae = è un genitivo che si lega come appunto genitivo participio passato a aetatis, ora il participio perfetto
actae viene dal verbo ago che significa fare, trascorrere, andando a vedere in questa circostanza possiamo
tradurre*
aetatis = genitivo di aetas che è un sostantivo di III declinazione, concorda in genere numero e caso con
actae
Platonis =genitivo
Qualem =pronome relativo che si riferisce a senectus
Traduzione = la vecchiaia è lieve/ dolce e tranquilla anche di una vita *passata in maniera
tranquilla,/tranquillamente onesta/onestamente, elegantemente (= questa frase si contrappone alle vite dei
massimi e degli Scipioni che avevano fatte queste battaglie) della vita passata , prendiamo quella di Platone
qui uno et octogesimo anno scribens est mortuus, qualem Isocratis, qui eum librum, qui
Panathenaicus inscribitur, quarto et nonagesimo anno scripsisse se dicit, vixitque quinquennium
postea;
qui = introduce una subordinata relativa, non traduciamo “il quale” non è del tutto corretto, nella
grammatica italiana si traduce con il “che” se quel caso ha funzione di soggetto o di complemento oggetto,
sennò se ha altre funzioni lo traduciamo con “il quale” “di cui”, quindi se ha funzione di genitivo e di
complemento oggetto
mortus = si collega a qui relativo
scribens = participio scrivendo del verbo scribo che lo possiamo tradurre quando ha questa funzione
verbale con il gerundio, oppure se vogliamo con la frase temporale o causale
qualem = lo stesso di sopra ed è come se fosse inteso l’accepimus
dicit = mi introduce infinitiva
scripsisse = infinito perfetto che regge l’infinitiva
se = accusativo del pronome personale latino “lui” che mi fa da soggetto dell’infinitiva
eum = aggettivo determinativo che possiamo tradurre con questo/quello (indifferente in base alla
situazione) e si lega a libro , eum libro complemento oggetto
qui (…) inscribitur = proposizione relativa , il qui si lega però a libro *
inscribitur = verbo inscribo , passivo ma non deponente , composto di scribo
postea =avverbio di tempo
Le frasi relative si comportano spesso e volentieri come delle matriosche che vanno una dentro l’altra in base
all’elemento a cui si collegano: il qui sta esterno e si collega a Isocrate e all’interno di questa frase relativa c’è un
ulteriore relativa che si lega a librum
Infinito Perfetto
Come si costruisce?
1. prendo il tema del perfetto: la III voce del paradigma, quindi di mitto, mittis, misi, missum, mittere
2. da questo misi tolgo la i e ho mis e questo si chiama tema del perfetto, si forma togliendo la i alla prima
persona del perfetto indicativo
3. a questo punto per fare il perfetto dell’infinito io devo aggiungere – isse
mi dà un rapporto di anteriorità rispetto alla principale, quindi se ho il presente nella frase principale devo
andare indietro, devo andare al passato, in un tempo passato*
≠infinito presente nell’infinitiva mi dà un rapporto di contemporaneità con la frase principale
Analisi del periodo = frase principale ( accepimus qualem Isocratis) frase relativa(qui se dici) ,
infinitiva(scripsisse se eum librum), frase relativa ( qui Panathenaicus inscribitur)
Traduzione = che a 81 anni nel suo ottantunesimo anno (di vita) è morto scrivendo / mentre scriveva, (è
sottinteso prendiamo = accepimus) quella di Socrate ( e poi c’è la stessa costruzione di sopra = la relativa che
parte con il “qui”) ,1° relativa il quale dice che infinitiva lui ha scritto* quel libro che2° relativa è chiamato / si chiama
Panatenaico a 94 anni / nel novantaquattresimo anno di vita dopo che ( il soggetto è sempre qui ovvero
Socrate) questo visse un quinquennio ( quindi in pratica altri cinque anni)
15. Etenim, cum complector animo, quattuor reperio causas, cur senectus misera videatur: unam,
quod avocet a rebus gerendis; alteram, quod corpus faciat infirmius; tertiam, quod privet fere
omnibus voluptatibus; quartam, quod haud procul absit a morte.
Cum = in questo caso dato che non è seguito da congiuntivo possiamo tradurre con “quando”
Complector = verbo deponente che ha diversi significati, possiamo tradurlo con penso
Animo = ablativo , che possiamo tradurre con “dentro di me”
Reperio = coniugazione passiva
Videatur = verbo videor che al passivo ha significato di sembrare
Quod = è un quod causale, introduce una causale
Avocet = distrarre/ distogliere/allontanare
Gerendis= gerundivo del verbo gero che significa fare che si lega a rebus
Rebus = che è l’ablativo di res di IV declinazione
Cropus = neutro della III declinazione
Infirmius = complemento di maggioranza (che si rende con il tema aggettivale/il tema dell’aggettivo al quale
si unisce -imus, ≠ - ior che invece è per il maschile e il femminile) di infirmus
Fere= pressappoco, generalmente, per lo più
Privet = dal verbo privo
Voloptatibus = ablativo plurale
Ominibus voluptatibus = complemento di privazione reso con l’ablativo
Absit = ab + sum questo è il composto
Haud procul = non lontano oppure si può tradurre con vicino
Traduzione = Quando io penso dentro di me ritrovo quattro cause perchè/per cui/ per le quali la vecchiaia
sembra/appare misera una (di queste cause) che mi allontana /mi distoglie dalle cose che devono essere
fatte/dalle cose da fare, l’altra che renda il corpo più debole, la terza che privi /tolga (colui che è vecchio) da
tutte le cose desiderate/da tutti i desideri ,i piaceri , la quarta( e questa è la più importante) che non allontani /
sia troppo lontana dalla morte
Earum, si placet, causarum quanta quamque sit iusta una quaeque, videamus.
Earum = è un genitivo plurale del pronome determinativo is,ea,id che si collega a causarum
Si placet = presente, se piace
Earum casuarum =complemento partitivo che è fatto con genitivo plurale ( il genitivo è uno dei modi per
fare il partitivo)
Videamus = verbo video, tempo presente I persona plurale
Una quaeque = ciascuna
Quanta = quanto , quindi mi indica quanto è importante , quindi quantità
Sit = imperfetto presente del verbo sum
Iusta = aggettivo che si collega a quanta
Traduzione = di queste cause se piaccia/se siete d’accordo/ se piace vediamo di ciascuna quale e quanta sia
giusta/ quanto importante sia e quanto giusta
VI
A rebus gerendis senectus abstrahit. Quibus?
A rebus gerendis = gerundivo, siamo in presenza di una perifrastica passiva costruita con il gerundivo
Quibus = dai quali, pronome dimostrativo
Traduzione = La vecchiaia distoglie dalle cose da fare/ che devono essere fatte. Da quali? ( si chiede)
An eis, quae iuventute geruntur et viribus? Nullaene igitur res sunt seniles quae, vel infirmis
corporibus, animo tamen administrentur?
An = congiunzione disgiuntiva, in questo caso, dato che siamo in presenza di un’interrogativa, quando
appunto “an” è messo nella frase interrogativa anziché tradurlo “o” , dobbiamo aggiungere il “forse”
Eis = da quelle
Quae= pronome relativo che si lega a eis
Geruntur = lo traduco al passivo presente perché non c’è il complemento d’agente
Viribus = in questo caso è un ablativo e dato che è un ablativo semplice e quindi non ci sono preposizioni
davanti mi fa pensare che sia un complemento di mezzo
Nullaene = introduce una negazione viene da nullus
Infirmis corporibus = complemento di mezzo
Administrentur = verbo passivo che non è deponente perché viene dal verbo administro , quindi si traduce
al passivo
Tamen = congiunzione avversativa
Animo = ablativo di mezzo, si traduce “con l’animo”
Traduzione = o forse da quelle (ovvero da quelle cose) che sono fatte in gioventù e con le forze/ energie
( perché quando uno è giovane ha le forze). Perciò / dunque (qui parte l’interrogativa) non ci sono cose /
attività che con i corpi infermi / malati/ vecchi tuttavia si compiono / fanno/ amministrano? ( dice è vero
senz’altro che uno è vecchio e non può richiedere cose che richiedono forze, energie, ma si domanda “dunque
non ci sono cose che con i corpi malati sono amministrate, quindi si portano avanti, sono fatte/ amministrate
nell’animo , quindi nella mente)
Nihil ergo agebat Maximus, nihil L Paulus, pater tuus, socer optimi viri, fili mei?
Maximus = soggetto
Agebat= a questo verbo si legano sia Maximus che L. Paulus
Poi abbiamo una sfilza di genitivi uno legato all’altro:
‡ Optimi viri = fa un’unità sintattica
‡ Fili mei =altra unità sintattica
L. Paulus = secondo soggetto che si lega a nihil
Traduzione = (se è così: sottinteso, ovvero se è vero che in vecchiaia uno non può fare niente perché è vecchio
e abbiamo quelle quattro cause che abbiamo detto) dunque niente faceva Quinto Massimo, (niente faceva)
Lucio Paulo, tuo padre, suocero dell’ottimo uomo di mio figlio (non faceva nulla = agebat nihil va sottinteso)
18. Nisi forte ego vobis, qui et miles et tribunus et legatus et consul versatus sum in vario genere
bellorum, cessare nunc videor, cum bella non gero.
Nisi = negazione
ego = soggetto, chiaramente significa io che lo collego a occhio al pronome relativo qui
versatus = viene dal verbo verso che significa condurre, è il passivo perfetto (il passivo perfetto = participio
passato + verbo sum)
qui = pronome relativo nominativo che si lega a ego
miles , tribunus, legatus, consul = nominativi che si legano a qui , sono una sorta di apposizioni “ io sia
soldiato, tribuno , legato , console”
videor = passivo di video che al passivo significa sembrare
gero = senso figurato, qui è al presente
bella = neutro plurale
Traduzione = Se io, che io sono stato implicato / mi sono dedicato/ ho esercitato/ occupato/ messo dentro la
posizione di soldato, tribuno, legato/ambasciatore e console in vario genere/ in ogni specie di guerre a meno
che io non sembri a voi stare in ozio ora che non faccio guerre
At senatui, quae sint gerenda, praescribo et quo modo; Karthagini male iam diu cogitanti bellum
multo ante denuntio; de qua vereri non ante desinam quam illam excisam esse cognovero. Quam
palmam utinam di immortales, Scipio, tibi reservent, ut avi reliquias persequare!
Senatui = dativo di IV declinazione
Sint gerenda = perifrastica passiva
Gerenda = gerundivo che essendo un aggettivo si lega a bella
Que = neutro relativo
Sint= congiuntivo presente
Karthagini = dativo che si lega al dativo cogitanti del participio presente di cogito
Male e Diu= avverbi
qua = nesso relativo, qua pronome relativo singolare che si riferisce a Cartagine
de + qua = costruzione che va ad unirsi con vereor, deponente, che significa preoccuparsi
vereri = ver deponente, forma passiva, ma significa attivo che sta all’infinito presente passivo del verbo
vereor perchè è desinam che lo introduce questo infinito
ante = si lega a quam , sono correlative
cognovero = futuro anteriore che mi dà anteriorità rispetto a desinam, è un tema del perfetto che viene da
conosco
excisam esse = infinitiva che mi da contemporaneità quindi lo devo mettere allo stesso tempo di cognovero;
excisam è passivo del verbo excido
illam =pronome dimostrativo (illae, illa, illud) all’accusativo che mi fa da soggetto della frase infinitiva
reservent = verbo reservo, congiuntivo presente che è usato nelle frasi indipendenti per fare un’esortazione
Scipio = vocativo, III declinazione
Di immortales = soggetto , Di = plurale di deus
Tibi = dativo del pronome personale tu
Quam palmam = nesso relativo nonché complemento oggetto del verbo resevent
Utinam = avverbio che introduce un’esclamazione, si traduce “voglia il cielo che” mi va a concordare il senso
con il congiuntivo
Palma = I declinazione
Reliquas = accusativo di persequare
Analisi del periodo= mette il futuro semplice nella prima frase ( praescibo) e successivamente mette il futuro
anteriore per creare appunto anteriorità come dice lo stesso futuro
Traduzione = e al senato prescrivo / consiglio quali siano le guerre da fare/ combattere e in che modo (poi
abbiamo la solita diatriba/ il solito astio di Catone contro Cartagine) Denuncio / dichiaro guerra molto prima a
Cartagine che pensa male/in maniera violenta/ malvagia già da lungo prima (io = soggetto sottinteso) non
smetterò di preoccuparmi di questa (ovvero di Cartagine) prima che avrò saputo che quella (Cartagine) sarà
stata distrutta/demolita/rasa al suolo. Voglia il cielo che gli dei riservino a te, Scipione, quella palma ( la palma
ha il significato per il romani della vittoria) / ( dal punto di vista figurato) / vittoria (quindi fa un invito a
Scipione di distruggere Cartagine) come di proseguire/ compiere/ continuare le cose lasciate dall’avo. (Gli fa
quest’augurio perché questo Scipione è un discendente dello Scipione Africano che nonostante avesse sconfitto nella
seconda guerra punica Cartagine, Annibale e i cartaginesi, non la rade al suo; quest’opera di distruzione verrà fatta solo più
tardi, nel 146 a.C.)
/ Parentesi /
Modello: Hic, Haec, Hoc, Questo → significa che l’oggetto che io indico mi sta vicino
CASI SING. M. SING. F. SING. N. PLUR. M. PLUR. F. PLUR. N.
Nom. Hic Haec Hoc Hī Hae Haec
Gen. Huius Huius Huius Horum Harum Horum
Dat. Huic Huic Huic Hīs Hīs Hīs
Acc. Hunc Hanc Hoc Hos Has Haec
Abl. Hōc Hāc Hōc Hīs Hīs Hīs
Modello: Ille, Illa, Illud, quello → se indico qualcosa che mi sta lontano
Modello: Iste, Ista, Istud, codesto/ a → Se dovessi indicare qualcosa vicino a chi ascolta e lontana da chi
parla, non si utilizza troppo però codesto, ha un significato dispregiativo
Traduzione = Presso gli Spartani a coloro che occupavano una magistratura importantissima venivano
chiamati / sono chiamati anziani così come sono (loro vengono chiamati anziani perché effettivamente lo sono)
VII
21.At memoria minuitur. Credo, nisi eam exerceas, aut etiam si sis natura tardior..
At = congiunzione avversativa (la principale insieme a sed) che significa ma
Minuitur = dal verbo deponente minuor che significa diminuire (accento sulla u)
Credo = sta al congiuntivo che è il modo della soggettività, quindi, è meglio utilizzare suppongo, penso
Eum = accusativo del pronome determiantivo is , ea, id
Eerceas= imperfetto presente
Aut = congiunzione disgiuntiva “o (…)o”
Sis = il soggettivo sottinteso è tu
Tardior = comparativo di maggioranza dell’aggettivo di I classe tardus, tarda ,tardum
Temistocle =grande politico ateniese
Traduzione = Ma la memoria diminuisce. Suppongo/ Credo se non si eserciti questa (quindi la memoria) o
anche se tu sia di natura più tarda/ o se si è in natura più tardi/ ottuso/ tardo di mente ( la natura diminuisce se
tu non ti eserciti a memorizzare le cose oppure se per natura sei tardo, significa che la memoria compare).
Themistocles omnium civium perceperat nomina; num igitur censetis eum, cum aetate processisset,
qui Aristides esset, Lysimachum salutare solitum?
Themistocles = nominativo, viene da un nome greco
Perceperat = piuccheperfetto indicativo
Nomina = accusativo neutro plurale di nomen (i nomi in -en della III sono neutri come carmen e sono
imparisillabi quindi fanno in – un al genitivo plurale) , non abbiamo nomin al nominativo perché avviene
l’apofonesi essendo la vocale interna alla parola e quindi basta che per risalire tolgo la terminazione e ho il
neutro (≠ se avessi avuto un maschile o un femminile: ad esempio leonis con questo basta che tolgo la
nasale e tutto quello che segue quindi leo ed ho il nominativo)
Omnium civium = genitivo plurale
Civium-= civis, civis è un parisillabo di III declinazione che ha genere maschile, femminile varia
Ominium =aggettivo a II uscite di II classe, omnis, omne
Igitur = dunque
Num = quando c’è il punto interrogativo, e quindi ci troviamo di fronte a un’interrogativa diretta, questo
significa “forse che?”, è una congiunzione che va ad introdurre un’interrogativa
Censetis = II persona plurale, verbo censeo
Eum = fa da soggetto all’infinitiva introdotta da censetis
Cum processisset = cum narrativo che indica appunto l’avanzare dell’età
Aetate = ablativo di limitazione (va al limitare il campo all’interno del quale lui ha avanzato) III
declinazione, aetas, aetatis
Processiset = significa avanzare , andare avanti
Solitum = completa il significato del verbo salutare e si lega al nominativo
Aristides= nominativo
Traduzione = Temistocle aveva imparato i nomi di tutti i cittadini; forse che dunque ritenete/creduto (quindi
si rivolge agli altri due ) che lui ( quindi siamo difronte a un’infinitiva) salutasse solitamente, essendo avanzato
nell’età , Aristide chiamandolo Lisimaco?
Equidem non modo eos novi, qui sunt, sed eorum patres etiam et avos, nec sepulcra legens vereor,
quod aiunt, ne memoriam perdam; his enim ipsis legendis in memoriam redeo mortuorum
Le dichiarative e le volitive hanno lo stesso significato delle infinitive; quindi, vanno a completare il senso del
verbo.
Traduzione = io non solo conosco coloro che sono (in vita, che ci sono effettivamente) , ma anche i padri di
questi e gli avi, non ho paura / mi preoccupa/ io non mi preoccupo, leggendo i sepolcri ( si riferisce con una
sineddoche alle iscrizioni sepolcrali), come dicono , di perdere la memoria infatti leggendo quelli io riporto/
ritorno nella memoria dei morti
Nec vero quemquam senem audivi oblitum, quo loco thesaurum obruisset; omnia, quae curant,
meminerunt; vadimonia constituta, 1qui 3sibi,6cui 4ipsi 2debeant5
Audivi = perfetto del verbo audio
Vero = si traduce sempre in verità
Quemquam = pronome indefinito
Obruisset = piuccheperfetto del congiuntivo del verbo obruo che significa nascondere
Oblitum = è il supino del verbo obliscor che significa scordare, dimenticare è un verbo deponente e di solito
i supini hanno il significato di fare una finale se c’è un verbo di movimento, ma in questo caso ha un
significato particolare ; ha come sottinteso sit , sta all’accusativo perché lega con senem che fa da soggetto
ed è un verbo , obliscor, che sta al passivo e si costruisce oblitum sit e oblitum sta allo stesso caso di senem
perché vuole così la costruzione del sistema del passivo al perfetto
Meminerunt = perfetto , è particolare perché quando sta al perfetto lo traduciamo non al passato
prossimo/passato remoto, come dovrebbe essere, ma al presente con il corrispettivo della colonna a
sinistra ( questo vale per tutti i verbi che troviamo nella colonna di destra). Che si comportano ci sono
solo tre verbi : novi, odi e memini (→ vedi novi sopra che abbiamo tradotto al presente)
Vadimonia constituita = ablativo assoluto
Debeant= congiuntivo presente
qui si lega a debeant e poi a sibi Frase correlativa che ha un significato molto intrecciato
Ipsi si lega a debeant e poi va a cui
Traduzione= Né in verità non ho mai sentito/ ascoltato/ricordo nessun vecchio che si sia dimenticato in che
luogo avesse nascosto il tesoro, (loro = soggetto sottinteso)si ricordano le cose che hanno a cuore, gli affari
stabiliti i quali debbono ridare qualcosa a loro ( cui debenat sibi) loro stessi in persona devono qualcosa ad altri
(ipsi debeant cui)
(loro si ricordano che devono qualcosa ad altri, ma allo stesso tempo si ricordano che altri devono qualcosa a
loro coloro i quali debbano qualcosa a loro, loro stessi debbono qualcosa a qualcuno/al quale, significa che si
ricordano chi deve qualcosa a loro e loro se devono qualcos’altro, si ricordano la reciprocità dei favori)
23. Num igitur hunc, num Homerum, Hesiodum, Simonidem, Stesichorum, num, quos ante dixi,
Isocraten, Gorgian, num philosophorum principes, Pythagoram, Democritum, num Platonem, num
Xenocraten, num postea Zenonem, Cleanthem, aut eum, quem vos etiam vidistis Romae, Diogenem
Stoicum, coegit in suis studiis obmutescere senectus? An in his omnibus studiorum agitatio vitae
aequalis fuit?
num = introduce un’interrogativa che significa forse che
dixi= perfetto
philosophorum = genitivo partitivo che significa “ i primi tra”
Traduzione = Forse che dunque questo, forse che Omero, forse che Esiodo, Simonide, Stesicoro, forse che
quelli che ho detto prima, (io soggetto sottinteso) Isocrate, Gorgia, forse che i primi filosofi, Pitagora ,
Democrito, forse che Platone, forse che Senocrate, forse che più tardi Zenone e Cleante o colui che voi avete
visto a Roma, forse la vecchiaia ha costretto / ridotto questi ( sono tutti gli accusativi sopra) a rimanere in
silenzio /zittirsi/ non avere più voce nelle loro opere / nei loro studi? O in tutti questi l’attività / l’applicazione
degli studi fu eguale /uguale / contemporanea alla vita
Age, ut ista divina studia omittamus, possum nominare ex agro Sabino rusticos Romanos, vicinos et
familiares meos, quibus absentibus numquam fere ulla in agro maiora opera fiunt, non serendis, non
percipiendis, non condendis fructibus.
Age = suvvia, ebbene
Ut omittamus =finale
Omittamus = tralasciare
Divina = aggettivo I classe
Possum = verbo irregolare (possum,potes, potest, possumus, potestis, possunt) come volo, nolo, malo
Ex agro Sabino = ablativo di provenienza ( ex + ablativo)
Vicinos (…) meos = apposizione di Romanos e concorda in genere, caso e numero con il sostantivo
Vicinos = aggettivo sostantivato
Nomquam = mai, complemento di tempo
Quibus absentibus = pronome relativo + aggettivo participio presente del verbo ab + sum (composto di sum
che significa appunto non esserci, essere assenti) , è un complemento di mezzo significa che senza il loro
d’aiuto non si farebbe nulla
Maiora= comparativo di maggioranza
Serendis , percipiendis, condendis = tre aggettivi gerundivi che si legano tutti a fructibus e si formano tre
perifrastiche passivi (gerundivo + sum in questo caso sottinteso)
Traduzione = Ebbe tralasciamo/ affinché omettiamo questi studi divini /straordinari/prodigioso possiamo
nominare i contadini romani dell’agro Sabino / dall’agro Sabino, miei vicini e familiari/amici, con i quali assenti
nessuna opera diventa più grande nel campo, non i frutti/ i che devono essere coltivati/ piantati, non ( i frutti)
che devono essere raccolti , non ( i frutti) che devono essere riposti/ messi a riparo
Possiamo tradurla con un infinitivo sostantivato quest’ultima parte: con i frutti non da coltivare, da raccogliere,
da mettere al riparo, gli diamo questo senso con il da davanti e quindi il senso del dovere della perifrastica
passiva
Quamquam in aliis minus hoc mirum est; nemo enim est tam senex qui se annum non putet posse
vivere: sed idem in eis elaborant quae sciunt nihil ad se omnino pertinere.
Serit arbores, quae alteri saeclo prosient, ut ait Statius noster in Synephebis.
Mirum= deponente miror
Aliis =aggettivo neutro che non ha il sostantivo legato quindi aggiungiamo*
Nemo (…) senex= principale reggente
Qui (…) putet= relativa impropria (= con questo si intende si intende qualcosa che va a fare qualcosa
che non gli spetta come in questo caso la relativa che fa da consecutiva ) che ha una sua sfumatura di
consecutiva perché c’è tam , è una di quelle spie che mi va ad introdurre una consecutiva
Posse viere = infinitiva dove posse fa da verbo servile a putere, in particolare è un’oggettiva completiva che
si fa in latino con l’infinitiva
Idem = plurale
Elaborant = composto del verbo laboro , I coniugazione
Que = neutro , complemento oggetto di sciunt
Nihil = negazione
Pertinere= significare riguardare solo se dopo c’è ad + accusativo
Omnino = avverbio di omnes
Serit= verbo sero che significa piantare
Prosient = sta al futuro semplice da prosieo
Alteri saecolo= dativo
Secolo = ha sia l’accezione di secolo che quella di generazione (gli antichi pensavano che una generazione
corrispondesse a 100 anni)
Ut = è seguito da ait
Ait= da aio, parlare dire
Traduzione = sebbene nelle altre attività* , questo meraviglia meno / in maniera minore, nessuno infatti è
tanto vecchio da non reputare che lui possa vivere un anno ( nonostante sia il più vecchio di tutti ha ragione/ se
la sente di poter vivere un altro anno perché è vecchio): ma i medesimi si affannano in quelle cose che sanno
non riguardarli del tutto.
Pianta gli alberi che danno frutti / gioveranno all’altra generazione
(significa quindi fai cose che gioveranno ai posteri)
25 Nec vero dubitat agricola, quamvis sit senex, quaerenti, cui serat respondere: 'Dis immortalibus,
qui me non accipere modo haec a maioribus voluerunt, sed etiam posteris prodere. '
Nec vero dubitat agriclae= principale
vero = in verità
agrocola = soggetto di dubirat e serat, è una particolarità come poeta, nauta, atleta che anche se finiscono in
-a questi sono della I declinazione
quamvis sit senex = frase concessiva
quaerenti = participio presente del verbo quero che significa chiedere, sta al dativo
cui = dativo di vantaggio
Cui quaerenti = relativa
Qui voluerunt= frase relativa
me = accusativo, soggetto dell’infinitiva
me non accipere (…) maioribus = infinitiva
sed = segue dopo questa congiunzione avversativa un’altra frase infinitiva che si fa però con il verbo
prodere
prodere= trasmettere
haec = pronome neutro che traduciamo queste cose
modo= solo
maioribus = complemento ablativo di provenienza/ origine, “da loro”
posteris =dativo plurale da posterus , dovrebbe essere forse anche un aggettivo di I classe sostantivato
Traduzione = In verità l’agricoltore, sebbene/ per quanto sia vecchio, a colui che chiede (quindi la traduciamo
come una relativa) / al chiedente/ a uno che gli chieda per chi semini non dubita/ esita a rispondere “per gli dei
immortali i quali vollero che io non solo prendessi queste cose dagli antenati, ma ( sempre sottinteso me) le
tramandassi anche ai poster/ discendenti
VIII
Et melius Caecilius de sene alteri saeclo prospiciente quam illud idem:
Edepol, senectus, si nil quicquam aliud vitii apportes tecum, cum advenis, unum id sat est, Quod diu
vivendo multa, quae non volt, videt.
È omesso dice e quindi abbiamo i due punti = dovrebbe essere discorso diretto obliquo
pospicente = aggettivo participio presente che si lega a senex che ha funzione nominale e significa “ il
vecchio che guarda al secolo successivo” , pospicio quindi ; quando dico che qualcosa è prospicente a
qualcos’altro significa che sta difronte perché guarda
Edepol = interiezione che significa “per Polluce”
Vitii= genitivo di vitium che è neutro
Senectus = personificata
Sat= sufficiente
Vivendo = ablativo del gerundio che ha valore strumentale
Volt = volo , volere
Apportes= porterai
Quicquam = nessuno
Traduzione = E Cecilio disse sul vecchio che guarda alla generazione successiva/ al secolo successivo meglio di
quanto dice: per Polluce/ Suvvia, vecchia ( si rivolge direttamente alla vecchiaia) se nessun altro malanno
apporterai con te quando arrivi uno è sufficiente poiché (il vecchio) con il vivere a lungo vedi molte cose che
non vuole
Si augura che la vecchiaia non porti troppi malanni.
26.Iucundum potius quam odiosum. Ut enim adulescentibus bona indole praeditis sapientes senes
delectantur, leviorque fit senectus eorum qui a iuventute coluntur et diliguntur, sic adulescentes
senum praeceptis gaudent, quibus ad virtutum studia ducuntur; nec minus intellego me vobis quam
mihi vos esse iucundos.
iucundum e odiosum = l’abbiamo allo stesso caso perché c’è il quam
sapientes= sapiens, sapientis
praeditis = praeditus significa dotato di e vuole l’ablativo dopo
fit= fio, fis, fit, diventare
qui = introduce una relativa
quibus= ablativo di mezzo perchè non è accompagnato da preposizione
virtutum = genitivo tra preposizione e sostantivo
studia, studium = neutro plurale
esse =introduce infintiva
mihi =accusativo di me
vobis =dativo di vos , II persona plurale
me(…) iucundos= sono due infinitive incrociate e collegate dal quam che mette a paragone la prima
proposizione infintiva con la seconda dove c’è la stessa costruzione: costruzione chiastica perché ci
- nella prima il me come soggetto e il vobis come dativo sono i due accusativo esterni e i due
accusativi interni quindi Abba ,
quindi impostazione incrociata del
- nella seconda c’è il vos all’accusativo e il mihi al dativo
Traduzione = Giocondo piuttosto che odioso : come infatti i vecchi saggi si dilettano con gli adolescenti dotati
di una buona indole. La vecchiaia di coloro che sono ammirati /venerati e amati/ scelti dalla giovinezza diventa
più lieve ; così gli adolescenti godo ai consigli degli anziani, per mezzo dei quali sono condotti agli studi delle
virtù; io capisco/ mi accorgo che io sia grato/giocondo a voi non meno di quanto voi siate grati/giocondi a me
27.Nec nunc quidem vires desidero adulescentis (is enim erat locus alter de vitiis senectutis), non
plus quam adulescens tauri aut elephanti desiderabam. Quod est, eo decet uti et, quicquid agas,
agere pro viribus.
vis = sostantivo della III declinazione particolare perché fa:.
FEMMINILE
SINGOLARE
Nom. vis
Gen. roboris, vis
Dat. robori, vi
Acc. vim
Abl. vi
Voc. vis
PLURALE
Nom. vires, vis
Gen. virĭum
Dat. virĭbus
Acc. vires, vis
Abl. virĭbus
Voc. vires
Roboris e robori sono due casi ( un genitivo e un dativo) che sono stati presi da un altro sostantivo perché vis
difettava del genitivo e del dativo e quindi hanno preso roboris e robori in prestito da un altro termine. È uno di
quei pochi sostantivi che all’accusativo fa vim , quindi – im.
32 Sed redeo ad me. Quartum ago annum et octogesimum; vellem equidem idem possem gloriari
quod Cyrus, sed tamen hoc queo dicere, non me quidem eis esse viribus, quibus aut miles bello Punico
aut quaestor eodem bello aut consul in Hispania fuerim aut quadriennio post, cum tribunus militaris
depugnavi apud Thermopylas M'Glabrione consule; sed tamen, ut vos videtis, non plane me
enervavit, non adflixit senectus, non curia vires meas desiderat, non rostra, non amici, non clientes,
non hospites.
Ad me = complemento moto a luogo figurato
Gloriari = infinito perfetto
Possam = congiuntivo imperfetto del verbo possum
Vellem = congiuntivo imperfetto del verbo volo
Queo = modo che significa potere
Sed tamen = congiunzioni
Me = accusativo che è soggetto dell’infinitiva
Esse = verbo dell’infinitiva
Quibus = complemento di mezzo si collega a eis viribus
Eis = dativo di possesso
Fuerim= presente del verbo sum al perfetto
Militareis= militaris, militaris è un aggettivo della II classe
Manio Acilio Glabrione consule = ablativo assoluto, è un ablativo nominale , quindi una particolare forma di
ablativo assoluto dove ci sono due sostantivi uno che fa da nome e uno che sta in funzione predicativa
Traduzione = Ma ritorno a me. Faccio 84 anni. Io vorrei che io potessi essere glorificato quanto/ come Ciro
( riferito a Ciro il Grande) ma tuttavia posso dire questo, che io non sono di tali forze di cui ero dotato (di cui
ero dotato sia stato) o quando ero militare nella guerra punica o questore nella medesima guerra o console in
Spagna o quattro anni più tardi quando combattei tribuno militare presso di Termofili sotto il console Manio
Acilio Glabrione; ma tuttavia come voi vedete , la vecchiaia non mi ha indebolito, non mi affigge
completamente/pienamente ; il senato / la curia, i nostri, gli amici , i clienti e gli ospiti sentono la mancanza
delle mie forze.
XI
Non sunt in senectute vires? Ne postulantur quidem vires a senectute. Ergo et legibus et institutis
vacat aetas nostra muneribus eis, quae non possunt sine viribus sustineri. Itaque non modo, quod
non possumus, sed ne quantum possumus quidem cogimur.
sunt = ha lo stesso significato di prima ovvero di esserci
postulantur = da postulo
a senectute = complemento di provenienza / moto da luogo figurato
legibus = da lex, legis è in questo caso un complemento di limitazione
vacat = da vaco e in questo caso vuole il dativo muneribus eis
muneribus = muneris viene da munos (apofonia)
sustineri = infinito passato di sustineo
sine = vuole l’ablativo quindi in questo caso viribus , quindi abbiamo complemento di limitazione che si fa
con l’ ablativo semplice
Traduzione = le forze non ci sono in vecchiaia? Non sono richieste/ non si desiderano/ non si domandano
(magari dalla società) le forze dalla vecchiaia. Dunque sia nelle leggi / istituzioni la nostra età è esente/evita a
quei obblighi che non possono essere sostenuti/ fatti senza forze. Dunque non solo siamo costretti a fare quello
che non possiamo, ma (non siamo costretti) anche quanto possiamo.
Resistendum, Laeli et Scipio, senectuti est, eiusque vitia diligentia compensanda sunt, pugnandum
tamquam contra morbum sic contra senectutem; habenda ratio valetudinis, utendum
exercitationibus modicis, tantum cibi et potionis adhibendum ut reficiantur vires, non
opprimantur. Nec vero corpori solum subveniendum est, sed menti atque animo multo magis; nam
haec quoque, nisi tamquam lumini oleum instilles, exstinguuntur senectute Et corpora quidem
exercitationum defatigatione ingravescunt, animi autem exercendo levantur.
senectuti = dativo
diligentia = ablativo semplice che indica un complemento di mezzo in questo caso
habenda = si lega a ratio
utendum = vuole l’ablativo e in questo caso abbiamo exercitationibus modicis
ut reficiantur = ut+ congiuntivo in questo caso imperfetto
corpori = dativo
senectute = complemento di mezzo
exercitationum =genitivo di exercitatio
exercendo= ablativo del gerundio che è un aggettivo sostantivato che ha funzione strumentale
perifrastica passiva = compensanda est – pugnandum – utendum - adhibendum, - subveniendum est
Traduzione = Lelio e Scipione alla vecchiaia c’è da resistere, i suoi vizi sono da compensare con la diligenza, è
da combattere / c’è da combattere contro il morbo così come contro la vecchiaia , la ragione / il riguardo della
salute c’è da avere/ c’è bisogno/ da avere riguardo della salute; c’è da servirsi/ utilizzare/ da fare uso di modici
esercizi ( quindi non stancare troppo il corpo vuole dire) , c’è da avvalersi tanto di cibi e di pozioni/ bevande,
affinché le forze vengano ristorate, ma non oppresse. In realtà/verità non c’è solo venire in contro da
riguardare solo al corpo, ma molto di più alla mente e all’animo; infatti, queste facoltà se tu non instilli olio
tanto quanto / come alla lucerna (se non gli dai continuo olio queste si spengono) sono annientate / estinte per
mezzo della vecchiaia. La molta fatica / stanchezza delle esercitazioni, appesantisce i corpi , ma gli animi si
sollevano facendo /con il fare esercizio/ esercitandosi
Ita enim senectus honesta est, si se ipsa defendit, si ius suum retinet, si nemini emancipata est, si
usque ad ultimum spiritum dominatur in suos.
Senectus = nominativo
honesta= aggettivo di I classe
ius = neutro
suum= aggettivo possessivo che si lega a ius
emancipata= aggettivo participio perfetto che viene da emancipo che significa sottomettersi
nemini = dativo del pronome indefinito nemo che significa nessuno ( nemo, nullius, nemini,neminem, nullo)
usque ad = preposizione temporale che si traduce con fino
dominatur = da dominor che è deponente
spiritum = maschile perché fa spiritus
ultimum =si lega a spiritum
Traduzione = così, infatti, la vecchiaia è rispettabile/ onesta se lei stessa si difende, se mantiene il suo diritto,
se non è sottomessa a nessuno, se fino all’ultimo domina lo spirito verso/ sui / i suoi.
Adsum amicis, venio in senatum frequens utroque adfero res multum et diu cogitatas, easque tueor
animi, non corporis viribus.
adsum = uno di quei composti che vogliono del verbo sum che vogliono il dativo che significa stare sopra/
stare nel mezzo
amicis= possiamo tradurlo anche all’accusativo, quindi come un complemento oggetto
utro = avverbio
cogitatas= participio perfetto del verbo cogitare
multum diu = avverbi
tueor = verbo deponente, presente indicativo che significa sostenere
eas= accusativo plurale pronome determinativo
non = negazione che si lega con viribus
viribus= da vis, roboris ed è in questo caso visto che è ablativo semplice quindi ablativo di mezzo
animi e corporis= stanno al genitivo, quindi complemento di specificazione
Traduzione = assisto agli amici, vado al senato frequentemente e porto a entrambi /tutti e due/ l’uno e l’altro
(quindi sia verso gli amici che verso il Senato, la repubblica) cose pensate/ragionate molto/ per molto tempo e
a lungo, io sostengo queste non con le forze del corpo , ma della mente
Sequitur tertia vituperatio senectutis, quod eam carere dicunt voluptatibus. O praeclarum munus
aetatis, siquidem id aufert a nobis, quod est in adulescentia vitiosissimum!
Sequitor = verbo deponente che viene da sequor
quod = proposizione causale (se fosse stato neutro avrei avuto nella frase prima un neutro)
carere = significa appunto essere carente, participio presente è carente
eam = ovvero la vecchiaia
siquidem = avverbio
id = pronome determinativo neutro si riferisce a munus , ovvero al dono dell’età
aufert= composto del verbo fero ,ovvero au – fero che significa portare via
a nobis = complemento di allontanamento
vitiosissimum = superlativo assoluto
Traduzione = segue il terzo/ la terza rimprovero/ accusa/biasimo della vecchiaia, poiché dicono che questa sia
priva di piaceri (fisici). O lietissimo /chiarissimo dono dell’età, semmai questo (si riferisce al dono) porta via da
noi quello che in/nell’ adolescenza quello che è molto vizioso/ riprovevole.
44. Quorsus igitur tam multa de voluptate? Quia non modo vituperatio nulla, sed etiam summa laus
senectutis est, quod ea voluptates nullas magno opere desiderat. Caret epulis extructisque mensis et
frequentibus poculis; caret ergo etiam vinulentia et cruditate et insomniis.
De voluptate = complemento di argomento
Quod = introduce una causale
Nullas va con voluptates
Magno opere = avverbio che significa vivamente
desiderat= indicativo presente di desidero
caret = presente indicativo, III persona singolare del verbo careo che esige il dativo che indica la carenza
della vecchiaia
epolum = neutro di II declinazione, viene dal verbo epulor, deponente che significa banchettare
extruo = participio del verbo extruo che significa banchettare, imbandire
cruditate =da cruditas , cruditatis
vinulentia e credutate = dativo
Traduzione = perché dunque/ a che fine/ a che scope così tante parole sulla voluttà? Perché non solo l’accusa
della vecchiaia / non c’è nessuno rimprovero è nulla, ma è anche una massima/grande lode della vecchiaia
quello che è un rimprovero in realtà è una lode) , poiché questa non desidera vivamente nessun piacere.
Manca/è carente ( la vecchiaia) di banchetti solenni, mense imbandite e di frequente/continui boccali ; dunque
è carente di sbornia , di indigestione e di notti insonne.
45 Sed quid ego alios? Ad me ipsum iam revertar. Primum habui semper sodalis -sodalitates autem
me quaestore constitutae sunt sacris Idaeis Magnae Matris acceptis- Epulabar igitur cum sodalibus
omnino modice, sed erat quidam fervor aetatis; qua progrediente omnia fiunt in dies mitiora.
alios = accusativo di alius, alia, aliud
il verbo dico, parlare, è sottinteso
revertar = sta al futuro semplice, III declinazione che ha sia carattere deponente che attivo
ad me = moto a luogo figurato (complementi così necessitano di un verbo di movimento)
primum = avverbio di tempo
habui = perfetto del verbo habeo
sodalitates = sodalizi, banchetti pubblici
quaestore = queste cariche pubbliche possono essere messe all’ablativo semplice che possiamo tradurre
“quando io ero questiore”
sacris = ablativo plurale di sacer, sacri quindi II declinazione
acceptis =participio passato/perfetto ablativo plurale accipio ,accipis, accepi, acceptum , acceptere
sodalitates= femminile
sacris acceptis = ablativo assoluto che possiamo tradurre participio passato (= qui il soggetto subisce l’azione
espressa dal participio) + nome
Idaeis = Ideo è un aggettivo
Epulabar = indicativo imperfetto da epulor che significa banchettare
Fiunt = fio è un verbo semideponente che significa diventare
Progrediente = participio presente (= ha senso attivo) del verbo progredior che significa avanzare
Qua progrediente = ablativo assoluto
Qua si riferisce a aetatis
Mitiora= comparativo di maggioranza di mitis,mitis di II classe che si riferisce a omnia che significa tutte le
cose (= neutro sostantivato quindi devo aggiungere vicino “cose”)
Traduzione = Ma perché io parlo degli altri’. Io già ritornerò indietro a me stesso (quindi torno con me stesso,
quindi se prima ha parlato degli altri adesso ritornerà a parlare a se stesso). Prima ebbi sempre degli amici
fedeli -i sodalizi, / le sodalità infatti, furono costituiti da me questore/ quando io ero questore introdotti/presi i
culti Idei della Grande Madre – banchettavo dunque con i miei compagni, complessamente senza dubbio/
certamente in maniera (non del tutto) moderata, ma era il fervore dell’età, avanzando/poiché avanzava questa,
tutte le cose diventano nel tempo/nei giorni più moderate/miti/modeste
50. Quid in levioribus studiis, sed tamen acutis? Quam gaudebat bello suo Punico Naevius! quam
Truculento Plautus, quam Pseudolo! Vidi etiam senem Livium; qui, cum sex aniis ante quam ego natus
sum fabulam docuisset Centone Tuditanoque consulibus, usque ad adulescentiam meam processit
aetate.
levioribus = comparativo di maggioranza che significa leggeri
acutis = di ingegno , di intelligenza
cum docuisset (congiuntivo piucheperfetto che traduco con il gerundio passato) = cum narrativo che introduce
una temporale
sex aniis ante quam ego = formula proprio che significa sei anni prima della mia nascita
Centone Tuditanoque consolibus =ablativo assoluto nominale , non c’è il participio però dato che si tratta di
consoli significa “essendo consoli/ quando erano consoli Centone e Tuditano”
Processis aetatis = visse
Traduzione = Chi godeva negli studi più leggeri, ma tuttavia acuti, quanto Nevio nella sua Guerra Punica, chi
quanto Plauto nel Truculento o nel suo Pseudolo? Ho visto/vidi anche il vecchio Livio ( si riferisce a Tito Livio)
che avendo scritto/trasmesso/ insegnato / messo in scena una favola /storia/dramma sei anni prima della mia
nascita essendo consoli/ quando erano consoli Centone e Tuditano visse fino alla mia adolescenza
Venio nunc ad voluptates agricolarum, quibus ego incredibiliter delector; quae nec ulla impediuntur
senectute et mihi ad sapientis vitam proxime videntur accedere.
quibus= ablativo, complemento di mezzo che indica gli agricoltori
quae = nesso relativo
videntur = il costrutto videor mette al dativo la persona a cui sembra la cosa e che quindi la mette come
soggetto della frase e in questo caso il dativo è mihi
mihi = va a fare da soggetto
ad sapientis vitam= abbiamo il genitivo tra la preposizione e il sostantivo che segue
ad vitam = moto a luogo figurato
proxime = avverbio che significa più vicino
Traduzione = Vengo ora al piacere degli agricoltori, io mi diletto incredibilmente con loro, questi non sono per
nulla ostacolati dalla vecchiaia e a me sembra che accedano questi/ loro si avvicinino alla vita dei sapienti/ a
me sembra che gli agricoltori avvicinarsi/ si avvicinino di più alla vita dei sapienti.
Habent enim rationem cum terra, quae numquam recusat imperium nec umquam sine usura reddit,
quod accepit, sed alias minore, plerumque maiore cum faenore.
Cum terra = complemento di unione
Rationem = ha anche significato di rendiconto
Quaae = introduce una relativa
Imperium = ha anche significato di comando delle truppe o del potere
Nec umquam = coordinata alla relativa quae
Quod = pronome relativo neutro che introduce una relativa
Accepit = il soggetto di questo verbo è la terra
Cum faenore = complemento di unione
Sed=introduce un’avversativa
Faenore = viene da faenus che significa guadagno, profitto e si lega con maiore
Aliias = significa altre e sottinteso volte
Traduzione = loro hanno un rendiconto con la terra, la quale non rifiuta mai il comando/ l’impero, né
restituisce mai senza interessi ( vuol dire che qualcosa ridà indietro) quello che prende , ma lo restituisce
alcune volte minore( quindi con una quantità inferiore) , altre volte con una quantità maggiore (frumento se
vogliamo) con guadagno.
Quamquam me quidem non fructus modo, sed etiam ipsius terrae vis ac natura delectat.
frucus = IV declinazione nominativo , soggetto
vis e natura = abbiamo altri due nominativi, soggetti
delectat= singolare
ipius= ipse, ipsa, ipsium
vis = III declinazione di vis, roboris
Traduzione = In verità non solo il frutto/ prodotto mi diletta, ma anche la forza e la natura della stessa terra
Qui parte tutto il processo di germogliazione:
Quae cum gremio mollito ac subacto sparsum semen excepit, primum id occaecatum cohibet (ex quo
occatio, quae hoc efficit, nominata est).
quae = nesso relativo e dato che sta al singolare si riferisce alla terra
semen = neutro che fa semen, seminis
primum = avverbio
id = neutro, pronome relativo
occaecatum = predicativo del complemento oggetto id perché sta al neutro , quindi va a completare il
significato del verbo cohibet
ex quo = complemento di provenienza
occatio = termine tecnico che significa erpicatura ( erpice rotante), occatio significa accecare e ha preso il
gergo tecnico di erpicatura
Traduzione = La terra prende/accoglie la semina sparsa con un grembo addolcito/ammorbidito/bagnato e
rivoltato/smosso (il terreno della semina è un terreno che accoglie il seme quando viene adacquato e smosso
con l’aratro), prima(la terra) racchiude il seme ( id) accecato (quindi è come se lo prende e lo avvolge) (da ciò/
da questo l’erpicatura è nominata che fa questo).
deinde tepefactum vapore et compressu suo diffundit et elicit herbescentem ex eo viriditatem, quae
nixa fibris stirpium sensim adulescit culmoque erecta geniculato vaginis iam quasi pubescens
includitur;
tepectum = predicativo dell’oggetto ed è al participio passato che viene dal verbo tepefacio che significa
risaltare
elicit= da elicio IV coniugazione, che significa venir fuori
ex eo =complemento di moto da luogo figurato
herbescentem = participio che si riferisce a viriditatem che viene viriditas che significa verde, risalendo al
tema del presente erbesco che significa germogliare, diventare erba
sensim = avverbio che significa a poco a poco
quae = proposizione relativa
nixa = participio passato
erecta = participio passato
adulescit = da adulescens
pubescens =participio presente
includitur = passivo del verbo includo
erecta= participio passato
vaginis= significa guaina ed è all’ablativo plurale
culmo = in cima, al culmine
Traduzione = Poi dilata / diffonde/ allarga/ ingrandisce ancora una volta il seme con il vapore e la sua
pressione e finalmente fa uscire/evoca qualcosa di verde / che diventa erba, la quale (quindi questo qualcosa di
verde) che a poco a poco cresce la quale cresce appoggiata sugli steli delle radici; e erigendosi in cima viene
chiusa all’interno di guaine come se giungesse alla pubertà.
ex quibus cum emersit, fundit frugem spici ordine structam et fcontra avium minorum morsus
munitur vallo aristarum
structam = participio passato/perfetto che sta all’accusativo del verbo struo che significa
accumulare,costruire, disporre e in questo caso è meglio disporre
minorum = comparativo di maggioranza
Traduzione= Quando emerge da queste (quindi da queste guaine) produce/ diffonde/ effonde un frutto
disposto modo della spiga / nello stesso modo /nell’ordine della spiga e si difende con il vallo/lo steccato / il
baluardo contro il morso degli uccelli più piccoli
Satiari delectatione non possum, ut meae senectutis requiem oblectamentumque noscatis. Omitto
enim vim ipsam omnium, quae generantur e terra; quae ex fici tantulo grano aut ex acini vinaceo aut
ex ceterarum frugum aut stirpium minutissimis seminibus tantos truncos ramosque procreet
delectatione = delectatio, delectationis è il piacere?
Satiari = verbo attivo , infinito presente
Senectutis = genitivo di senectus
Quae = introduce una relativa
Tantos si lega a truncos e romosque
Traduzione= Non posso essere sazio attraverso questo piacere? Ometto infatti la forza stessa di tutte quelle
cose che sono generate dalla terra; la quale è capace di generare/genera tanti tronchi e rami dal piccolo grano
di fico o dal vinaccio del chicco (d’uva) o dai piccolissimi semi di altri cereali (frugum) o delle altre piante
Malleoli, plantae, sarmenta, viviradices, propagines, nonne efficiunt, ut quemvis cum admiratione
delectent?
Traduzione= Magliuolo, talee, tralci / sarmenti, barbatelle, propaggini, non fanno si dilettino/ di dilettare
chiunque con ammirazione? (= frase dichiarativa)
Vitis quidem, quae natura caduca est et, nisi fulta est, fertur ad terram, eadem, ut se erigat claviculis
suis quasi manibus quicquid est nacta, complectitur; quam serpentem multiplici lapsu et erratico
ferro amputans coercet ars agricolarum, ne silvescat sarmentis et in omnis partis nimia fundatur.
vitis = nominativo
fertur= verbo fero
natura = ablativo di limitazione
ut se erigat= proposizione finale
quam = relativo
serpentem = participio presente che traduciamo con una frase relativa, dato che si lega a quam ha un valore
nominale quindi fa da aggettivo e non da verbo
amputans = participio presente di amputare, fa da verbo e quindi lo traduciamo con il gerundio
ferro = complemento/ablativo di mezzo
quam = nesso relativo
ne silvescat= finale negativa, silvesco dove sco significa diventare
ne fundantur = finale negativa, lo traduciamo con il riflessivo
omnes partes= accusativo di moto a luogo
coercet= II coniugazione
ars = soggetto
agricolarum =genitivo plurale
lapsus ed erratico = sono due ablativi
silvescat = si lega a fundantur
Traduzione= la vite è (presa limitatamente) nella natura/per sua natura è caduca/tende a cadere, se non è
sostenuta, questa stessa per elevarsi si aggrappa /intreccia con i suoi viticci come se fossero mani a qualsiasi
cosa ha raggiunto/viene raggiunta; la tecnica degli agricoltori questa che serpeggia affinché non diventi
bosco/una selva di rami, affinché non si estenda troppo in tutte le direzioni.
53. Itaque ineunte vere in eis, quae relicta sunt, exsistit tamquam ad articulos sarmentorum ea, quae
gemma dicitur,
ineunte vere = ablativo assoluto formato dal verbo in – eo che fa eun al participio presente, quindi è un
participio presente che fa ablativo assoluto con vere, ablativo di ver, la stagione della primavera, possiamo
tradurlo con una locuzione.
Relicta sunt = perfetto indicativo (participio passato legato al nome + legato a sum) del verbo relinquo
Ea = pronome determinativo femminile singolare
Gemma= predicativo del soggetto, quindi, va a completare il significato di dicitur (= quando siamo difronte a
questi verbi appellati di solito siamo difronte a un predicativo)
Sermentorum = genitivo plurale
Ae quae gemma = soggetto di tutta la frase
Traduzione= All’inizio della primavera (la primavera entrando/che entra) ,quella che è detta gemma
germoglia / spunta in quelle parti che sono state lasciate/ che sono rimaste ( = quindi significa che non sono
state tagliate, perché abbiamo visto che alcune parti di questa vite sono state tagliate perché l’agricoltore le ha
uccise) fino alle giunture dei rami.
a qua oriens uva se ostendit, quae et suco terrae et calore solis augescens primo est peracerba
gustatu, deinde maturata dulcescit, vestitaque pampinis nec modico tepore caret et nimios solis
defendit ardores.
carent = careo vuole sempre l’ablativo di privazione
a qua = nesso relativo che mi indica un ablativo di origine, ma anche di moto da luogo
oriens = participio presente di orior ( = Oriente ≠ Occido che è passato all’italiano uccidere)
se = pronome personale accusativo che vale anche per dopo
calore = calor, caloris III declinazione
suco = sucus, suci II declinazione
calore e suco = sono due ablativi di mezzo
primo e deinde = sono due frasi tra loro correlate
gustatu = supino senza la consonante finale(= es. amatu lo traduciamo ad amarsi)
maturata= participio passato/perfetto del verbo maturo
tepore = tepor , teporis III declinazione
defendit (se) = c’è un se sottinteso
nimios = aggettivo di I classe si lega ad ardores
Traduzione= Da questa l’uva si estende / presenta sorgendo da questa (nel senso che da questa gemma piccola
poi viene fuori l’uva) la quale cresce/diventa grande/ingrandisce sia con il calore del sole sia con il succo/la
linfa della terra, prima è acerba a gustarsi, poi (una volta/in seguito) maturata addolcisce / diventa più dolce,
rivestita con/di pampini/grappoli (rivestimento dell’uva che la difende dal sole) non manca del giusto tepore e
si difende gli eccessivi ardori del sole.
Qua quid potest esse cum fructu laetius, tum aspectu pulchrius?
Qua quid = è un nesso relativo
Qua = secondo termine di paragone (= le comparative in latino si fanno con tema aggettivale e vado a
mettere ior , se è maschile o femminile, ius se è neutro)
Laetius = aggettivo riferito al neutro qua che sta al neutro
Cum fructu = carattere di unione
Aspectu = ablativo semplice, complemento di limitazione
Traduzione= Che cosa può essere più lieto o più dolce nell’aspetto?
Cuius quidem non utilitas me solum, ut ante dixi, sed etiam cultura et natura ipsa delectat,
adminiculorum ordines, capitum iugatio, religatio et propagatio vitium, sarmentorum ea, quam dixi
aliorum amputatio, aliorum immissio.
utilitas = nominativo
dixi = perfetto, stiamo in un discorso diretto quindi è bene tradurlo con un passato prossimo ( il perfetto
possiamo anche tradurlo anche con il passato remoto, trapassato remoto che però non troviamo quasi mai)
delectat = regge sia utilitas , sia cultura e natura ipsa
aliorum = genitivo plurale
Traduzione= non solo l’utilità della quale/ di questa mi diletta, come ho detto prima, ma anche la
cultura/coltivazione e natura / conformazione stessa, gli ordini dei pali di sostegni, fissare i capi, la
relegazione / legatura e la propagazione delle viti, e quella dei rami, l’amputazione di alcuni sarmenti,
l’immissione degli altri.
Quid ego irrigationes, quid fossiones agri repastinationesque proferam, quibus fit multo terra
fecundior? Quid de utilitate loquar stercorandi?
quid (….) quid = anafora
fit = verbo semideponente
agri = genitivo di ager, agri
fecundior = è un comparativo di maggioranza che viene dall’aggettivo fecundus
de utilitate = complemento di argomento riferito da utilitas che è il nominativo
stercorandi = gerundio che traduciamo con un infinito sostantivato che significa seminare, concimare
Traduzione= perché / a che scopo io dovrei proferire/trattare di irrigazioni, vangature e zappature del campo?
Con i quali la terra diventa molto più feconda? A che fine/ scopo/ perché parlerei dell’utilità della
seminazione/della concimazione?
54. Dixi in eo libro, quem de rebus rusticis scripsi; de qua doctus Hesiodus ne verbum quidem fecit,
cum de cultura agri scriberet At Honerus, qui multis, ut mihi videtur, ante saeculis fuit, Laeten
lenientem desiderium, quod capiebat e filio, colentem agrum et eum stercorantem facit.
De qua = nesso relativo
Cum+scriberet= cum + congiuntivo
De cultura = complemento di argomento
Fuit= ha il significato di esistere
Mi = la persona a cui sembra
Seculis e multis =stanno al genitivo
Lenientem = participio presente che sta in accusativo e si lega a desiderium
Desiderium = è desiderio, ma in questo caso è meglio tradurre nostalgia
E filio = complemento, dativo di provenienza
Colendem = si lega a Laeten
Traduzione= ho scritto quello che ho detto in questo libro sulle cose rustiche: di questa cosa il dotto Esiodo
non fece parola scrivendo di agricoltura, scrivendo di agricoltura, e Omero, come mi sembra, che fu di molti
secoli prima di me (lui è di molti secoli prima) , come a me sembra, rappresenta ( così è più opportuno tradurre
facit) Laerte che lenisce/indebolisce la nostalgia, che lo prendeva/ che prendeva lui dal figlio/ a causa della
lontananza del figlio, che coltiva il campo e concima esso.
Nec vero segetibus solum et pratis et vineis et arbustis res rusticae laetae sunt, sed hortis etiam et
pomariis, tum pecudum pastu, apium examinibus, florum omnium varietate. Nec consitiones modo
delectant sed etiam insitiones, quibus nihil invenit agri cultura sollertius.
Colendem = si lega a Laeten
Res rusticae = nominativo
Sollertius= comparativo di maggioranza che si lega a nihil
Segetibus, pratis, vineis, arbustis , examinibus, varietate = ablativi di mezzo/ causa per mezzo dei quali
l’agricoltura è bella, dilettevole, prova piacere
Quibus = complemento di mezzo
Traduzione= In verità non solo le attività agricole sono liete / piacevoli per i prati, per i vigneti e per gli
arbusti/piante, ma anche per gli orti, per i frutteti, ma anche per la pastura delle pecore, per gli sciami delle api,
per la varietà di tutti i fiori. (quindi poi ora continua a lodare l’agricoltura) Non dilettano solo il piantare/ la
piantagione/ la semina, ma anche gli innesti con i quali l’agricoltura non trova nulla di più ingegnoso.
55.Possum persequi permulta oblectamenta rerum rusticarum, sed haec ipsa, quae dixi, sentio
fuisse longiora: ignoscetis autem. nam et studio rusticarum rerum provectus sum, et senectus est
natura loquacior, ne ab omnibus eam vitiis videar vindicare.
permulta = superlativo assoluto che anziché essere fatto con issimus,issima,issimum questo superlativo è
fatto con il prefisso per perché in alcuni casi come in questo caso per, a volte abbiamo prae, gli aggettivi
diventano superlativi grazie a questa possibilità che offre la lingua latina con il prefisso per
ipsa= accusativo di ea perché vanno a costruire la frase infinitiva che ha data da fuisse (infinito nel sistema
del perfetto si fa aggiungendo -isse al tema del perfetto) , si riferisce a oblectamenta
que dixi = relativa
oblectamenta = neutro della III declinazione di oblectamen, oblectamentis che significa divertimento, gioia
longior = comparativo di maggioranza dell’aggettivo di longus infatti c’è ior , è un neutro
ignoscetis = futuro semplice
autem = introduce un’avversativa
provectus sum = perfetto
esam = indica la vecchiaia
videar = congiuntivo presente, in questo caso ha il significato di affrancare
Sed venio ad agricolas, ne a me ipso recedam. In agris erant tum senatores, id est senes, siquidem
aranti L Quinctio Cincinnato nuntiatum est eum dictatorem esse factum; cuius dictatoris iussu
magister equitum C Servilius Ahala Sp Maelium regnum adpetentem occupantem interemit.
Traduzione= Ma vengo agli agricoltori, affinché non mi allontani da me stesso (in quanto lui agricoltore), i
senatori, cioè i vecchi, un tempo erano nei campi, così come si annunciò a Lucio Quinzio Cincinnato che arava/
mentre arava che lui era stato fatto dittatore; su ordine di questo dittatore il capo della cavalleria Gaio, Servilio
Ahala, uccise Spurio Melio che cercava di occupare il regno.
65. At sunt morosi et anxii et iracundi et difficile sense : si quaerimus, etiam avari. – Sed heac
morum vitia sunt , non senectutis ; ac morositas tamen et ae vitia dem iustae sed quae probari posse
videatur: contemni se putant, despici, illud: praeterea in fragili corpore odiosa omnis offensio est
at = congiunzione avversativa
morum = significa carattere
posse= verbo possum che sta all’infinito
videatur =verbo videor che significa sembrare
omnis = aggettivo di II classe a due uscite
Traduzione= Ma i vecchi sono scontrosi, ansiosi, iracondi e difficili, se vogliamo, sono anche avari. – Ma questi
sono vizi del carattere ( va in base ad ogni persona se uno è più iracondo , più intrattabile o più avaro) ; ma
l’uggiosità e questi vizi che ho detto hanno qualche motivo di scusa, che non sembra giusta ma che può essere
approvata/ forse non proprio legittima , ma tale che sembri poter essere approvata : si ritengono ( i vecchi)
poco considerati, disprezzati, presi in giro , inoltre ogni offesa è odiosa in un corpo fragile ( quando il corpo è
fragile è difficile rispondere all’offesa quindi diventa oltre modo difficile risponde)
XIX
Quarta restat causa, quae maxime angere atque sollicitam habere nostram aetatem videtur:
appropinquatio mortis, quae certe a senectute non potest esse longe. O miserum seme qui mortem
contemnendam esse in tam longa aetate non viderit! Quae aut plane neglegenda est si omnino
exstinguit animum, aut etiam optanda si aliquo eum deduci ubi sit futurus aeternus ; atqui tertium
cete nihil inveniri potest. 67 .Quid igitur timeam, si aut non miser post mortem aut beatus etiam
futurus sum?
Quae = pronome relativo femminile singolare
Maxime= superlativo di magnus
Nostram aetatem= accusativo, quindi complemento oggetto
Esse = infinitiva
Contemnendam = gerundivo che si lega a mortem
Qui = pronome relativo
Quae = nesso relativo che traduciamo con un pronome determinativo
Negligenda = gerundivo (= ha la terminazione di un aggettivo) perché si lega a quae
Optanda = non viene ripetuto est perché lo da per sottinteso
Eum = si riferisce ad animum
Aliquo= ablativo
Sit futurus= perifrastica attiva che indica predestinazione/destinazione fatta con il congiuntivo presente e
con futurus che è il participio futuro del verbo essere che significa “sia destinata ad essere in eterno”, è una
particolare perifrastica attiva perché di solito non ha due verbi sum vicini
Inveriri = infinito presente di invenio
Timeam =
Futurus sum = perifrastica attiva che si forma participio futuro + verbo sum dove futurus è il participio
futuro del verbo sum che significa destinato ad essere
La perifrastica attiva = mi indica sempre o intenzionalità, imminenza, predestinazione può essere trovata
Traduzione = resta il quarto motivo/ causa la quale/che sembra tormentare grandemente/ al massimo e
temere in affatto la nostra età: l’avvicinarsi/l’avvicinamento della morte, che certamente non può essere
lontano dalla vecchiaia. Oh, misero/infelice il vecchio che non considera/ha compreso che in una così lunga vita
la morte è da disprezzarsi! Questa o è da trascurare apertamente se estingue, se uccide, distrugge del tutto
l’animo o è da optare/desiderare se conduce l’animo in qualche posto dove sia destinata a vivere l’anima in
eterno; e certamente non può essere trovata una terza. (quindi dice che ci sono due possibilità e non può
esserne trovata una terza) Che cosa dovrei temere se dopo la morte sono destinato a non essere misero/
infelice o a essere addirittura beato?
70. Neque enim histroni ut placeat peragenda fabula est, modo in quocumque fuerit actu probetur;
neque sapienti usque ad “plaudite” veniendum est;breve enim tempus aetatis satis longum est ad
bene honesteque vivendum
Abbiamo qui il paragone fra l’attore e il saggio e infatti poi due costruzioni quasi identiche che sono fabula est e
peragenda est
Traduzione= dunque infatti la fabula/il racconto/ la scena non è da terminare/ prolungare come piace
all’attore, ma in modo che venga apprezzato in qualunque atto si trovi, al saggio non deve venire/non si viene
all’ “applaudire” ( il saggio non deve farsi applaudire, non deve arrivare al punto di far stimolare l’applauso: il
saggio se dice una giusta l’applauso rimane) ; infine anche un tempo breve della vita è abbastanza lungo per
vivere bene e onestamente.
85. His miihi rebus,Scipio, id enim tecum Laelio admirari solere dixisti, levis est senectus; nec solum
non molesta, sed etiam iucunda. Quod si in hoc erro, qui animos hominum immortales esse credam,
libenter erro, nec mihi honc errorem quo delector;dum vivo, extrorqueri volo; sin mortuus ut
qudam minuti philosophi censent nihil sentiam, non vereor ne hunc errorem meum philosophi
mortui irrideant. Quod si non sumus mortaales futuri, tamen exstingui homini suo tempore
optabile est: nam habet natura, ut aliarum omnium rerum, sic vivendi modum;senectus aliarum
omnium rerum, sic vivendi modum, senectus autem aetatis est peractio tamquam fabulae, cuius
defetigationem fugere debemus praesertim adiuncta satietate.
Parla Cicerone sotto le vesti di Catone e fa una sorta di conclusione del suo trattato sulla vecchia.
Scipio = vocativo
His rebus mihi= ablativo di causa
Cum Laelio = complemento di compagnia
Dixisti= introduce un’infinitiva
Credam = presente congiuntivo
Essa = infinitiva
animos =nominativo che sta all’ accusativo che regge la frase infinitiva
extorqueri = verbo dell’infinitiva da storcere che significa togliere
quod= è un quod causale quindi lo traduco con “poiché”
hoc = pronome dimostrativo all’ablativo
in hoc = stato in luogo figurato
qui credam= è una dichiarativa che spiga qual è la cosa in cui sbagliata
esse credam= infinitiva
errorem = soggetto della frase infinitiva
immortales= predicativo del soggetto
nec si lega a volo
libenter= avverbio
erro= sta al presente indicativo
credeam = congiuntivo presente
dum introduce una temporale, significa mentre e viene sempre seguito da un indicativo ( = anche se in
questo caso abbiamo il perfetto e quindi abbiamo tutti verbi storici), questa è una regola latina poi sta a noi
tradurre in maniera giusta e appropriata
extorqueri = introduce un’altra infinitiva, passivo del verbo extorceo , estorcere / portare via le parole in un
interrogatorio in italiano
quo =ablativo
delector = colui che si diletta
mortus = participio passato del deponente moreor
sin = si + ne, introduce un’ipotetica negativa
sentiam = congiuntivo che traduciamo con futuro
censent = da censeo
minuti = aggettivo di I classe minutus, a, um, significa piccoli però non significa che sono piccoli , ma che
sono di scarso livello, quindi utilizza questo aggettivo morbido per dire che sono scarsi
vereor = verbo deponente che significa temere
ne = volitiva (altro modo per fare la frase completiva quindi oggettiva o soggettiva)
mortui = participio passato del verbo moreor
quod si = protasi negativa, anche qui
irridenant = congiuntivo del verbo irrideo composto del verbo rideo di II coniugazione significa prendere in
giro una sentenza
futuri = participio futuro del verbo sum*
optabile = neutro
homini = dativo singolare
suo tempore= ablativo
tempore= neutro della III declinazione, fa tempora al plurale come corpus ,corpori che fa corpora al plurale
aliarum omnium rerum = tre genitivi plurali
vivendi = gerundio genitivo (= il gerundio è un tempo infinito però sostantivato quindi prendiamo l’infinito
e mettiamo le preposizioni in base al caso)
habet = presente
natura= nominativo
ut = non lo traduciamo con come perché non c’è il congiuntivo ( si può fare anche con il gerundivo/genitivo
+ causa/gratia , oppure con il supino se questo è preceduto da un verbo di movimento)
aetas= aetas, aetatis femminile
fabulae = genitivo di fabula
peractio = peractio, peractionis è III declinazione
cuius = pronome relativo che sta al genitivo
fugere= fugo, III declinazione, significa mettere in fuga, mentre fugio significa fuggire
adiuncta satietate = ablativo assoluto , satietate è l’ablativo assoluto di satietas
Participio futuro = in questo caso traduciamo siamo destinati perché quando abbiamo il participio futuro se lo
troviamo con funzione nominale, quindi che fa da aggettivo, ha le stesse identiche funzioni della perifrastica
attiva in base al contesto:
imminenza
predestinazione: in questo caso “siamo destinati” è predestinazione
intenzionalità
La perifrastica attiva si forma participio futuro + verbo sum(è l’indicatore del tempo della perifrastica
attiva) :
esempio sono destinato ad amare quindi utilizzo per il verbo sum al presente indicativo e quindi diventa
amaturus sum che significa sono destinato/sono in procinto di amare;
se io dico io in procinto/ ero destinato ad amare io invece del verbo sum metto non il verbo essere
dell’indicativo presente perché sto parlando all’imperfetto quindi metto il verbo essere all’imperfetto
quindi metto amaturus eram :
stessa cosa con tutti gli altri verbi
Se trovo solo il participio futuro senza la perifrastica attiva non ci metto “sono destinati ad amare” , ma
mettiamo solo “, destinati ad amare”, ma l’idea dell’imminenza, della \1predestinazione ci va sempre , ci da
l’idea di una posteriorità imminente
Traduzione= La vecchiaia è lieve a me, Scipione, per queste cose/ argomentazioni, con Lelio hai detto che tu
con Lelio siete soliti meravigliarvi di questa cosa; la vecchiaia non è solo molesta, ma è anche piacevole. Poiché
io erro/ mi sbaglio in questo, ovvero, nel credere che gli animi degli uomini siano immortali, io sbaglio
liberamente/piacevolmente, non /nemmeno voglio, mentre/finché vivo, che a me sia tolto/mi sia portato
via/mi sia confutato questo errore nel quale mi diletto, se una volta morto non sentirò nulla come i filosofi
scarsi ritengono, io non ho paura/ temo che i filosofi una volta morti irridano / prendano in giro questo mio
errore. Poiché/perché se non siamo destinati ad essere immortali, tuttavia è preferibile all’uomo/ per l’uomo
nel suo tempo / estinguersi a tempo giusto; infatti, la natura ha un modo/limite di vivere/della natura, come di
ogni altra cosa/ così come tutte le altre cose ( la natura ha un confine, un limite del vivere : tutto è destinato a
finire, a morire); (poi si ritorna al tema della trattazione che è la vecchiaia) la vecchiaia è infatti l’ultima parte/
il confine/ ultimo atto della vita (l’autore vuole fare una metafora tra lo spettacolo teatrale e quella che è la vita
dell’uomo) così come il finale della commedia, della quale dobbiamo fuggire/evitare la stanchezza ( = quella che
emerge all’ultimo atto della commedia che è anche pesante) soprattutto una volta raggiunta la sazietà ( gli
diamo un valore temporale)
Haec habui de senectute quae dicerem : ad quam utinam pervenitas, ut ea quae ex me audistis re
experti probare possitis.
haec = pronome dimostrativo neutro sostantivato che significa queste cose
habui = perfetto
quae dicerem= relativa impropria
dicerem = congiuntivo imperfetto del verbo dico
perveniatis= si rivolge un’altra volta a Scipione e a Lelio
ad quam= modo a luogo e il quam si riferisce alla vecchiaia
ea = pronome determinativo, è antecedente relativo del pronome relativo quae
ex me = complemento di provenienza
audistis= perfetto
re= ablativo di res
possitis= congiuntivo esortativo
Traduzione= ho avuto/ebbi/avevo avuto queste cose sulla vecchiaia da dire: possiate pervenire/ arrivare
voglia il cielo a queste cose/ a quanto che avete da me udito, una volta esperti/ con l’esperienza