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DERMATOLOGICA
DIRETTORE: PG CALZAVARA-PINTON
IMMUNOGLOBULINE EV
PRODUZIONE E MECCANISMI D'AZIONE
Le immunoglobuline sono state utilizziate da più di cinquant'anni nel
trattamento dei deficit primitivi e secondari immunologici.
L' introduzione di questa terapia in ambito dermatologico é recente ed é dovuta
primariamente all’assenza di trials randomizzati/controllati e secondariamente
agli elevati costi del trattamento. Nel 2008 sono state prodotte le prime linee
guida sull’utilizzo delle immunoglobuline endovenosa. Sino ad allora erano
apparsi in letteratura numerosi case-series e singoli casi clinici dimostranti
l’effettiva utilità del trattamento in numerose patologie. Per ciò che concerne
l’ambito dermatologico, le uniche linee guida inerenti l’argomento disponibili
sono quelle europee prodotte dall' EADV nel 2016.
Si consiglia l’esecuzione nelle prime due giornate di Creatinina alla fine delle
infusioni mentre al quarto giorno utile una nuova valutazione generale
ematochimica
VELOCITÀ INFUSIONALE
Circa il 20-50% dei pazienti in trattamento con IgEv possono presentare effetti
collaterali. Tuttavia soltanto il 2-6% presenta effetti gravi. La maggioranza di
essi é dose dipendente ed é associabile alla velocità infusiva.
Si distinguono reazioni immediate (durante l’infusione e sino a 6 ore dopo di
essa) che includono le forme IgE mediate o quelle dose indotta come cefalea e
febbre e talvolta i processi tromboembolici. Le reazioni ritardate includono
invece cefalea/meningite asettica, insufficienza renale acuta, emolisi e eventi
tromboembolici quali trombosi venosa, infarto del miocardio e stroke ischemico.
Bibliografia
https://farmaci.agenziafarmaco.gov.it/aifa/servlet/PdfDownloadServlet?
pdfFileName=footer_002278_025266_FI.pdf&retry=0&sys=m0b1l3
- Diagnosi certa
- Fallimento/controindicazione ai trattamenti usuali
- Rapida progressione o ricaduta della malattia
- Miglioramento documentato dopo somministrazione di Ig
Dalakas MC, Illa I, Dambrosia JM, Soueidan SA, Stein DP, OteroC, et al. A
controlled trial of high-dose intravenous immuneinfusions as treatment for
dermatomyositis. N Engl J Med.1993;27:1993---2000.3
Per le malattie bollose, esiste un’importante letteratura che conferma l’utilità del
trattamento in pazienti con pemfigo foliaceo, pemfigo volgare, epidermolisi
bollosa e pemfigoide cicatriziale. Tuttavia sono segnalati in letteratura risposte
terapeutiche in pemfigoidi bollosi estesi , malattia ad IgA lineare o pemfigoide
gestazionale.
In tutti questi ambiti, il trattamento con immunoglobuline risulta essere sempre
di seconda linea in associazione a steroide ed a steroid sparing agents. Sono
eccezioni i casi in cui sono presenti evidenti controindicazioni all’utilizzo di
steroide (necrosi asettica testa femorale, diabete scompensato, ecc.), dove tuttavia
le immunoglobuline hanno un ruolo di adiuvante associate ad
immunosopressori. Anche nei casi di malattie bollose recidivanti trattate con
Rituximab é possibile l’associazione con Ig endovena.
Cho YT, Chu CY, Wang LF. First-line combination therapy with rituximab and
corticosteroids provides a high complete remission rate in moderate-to-severe
bullous pemphigoid. Br J Dermatol.2015;173:302---4.20.
Malattia di Kawasaki
Altre Vasculiti
Per ciò che concerne invece le altre vasculiti sistemiche, il trattamento con
immunoglobuline viene considerato come terapia di seconda linea in caso di
mancata risposta a steroidi e immunosoprressori/controindicazioni ad essi. Il
dosaggio utilizzato é sempre di 2 gr/kg di peso corporeo ogni 4-6 settimane. La
valutazione dell’efficacia viene valutata al 6 ciclo di trattamento con un massimo
di 18 cicli.
Buoni risultati sono stati ottenuti per la granulomatosi di Wegener, la poliarterite
nodosa, la poliangite microscopica, la Churg-Strauss, cosi come nella sindrome
antifosfolipidi
Seo E, Yu JJ, Jun HO, Shin EJ, Baek JS, Kim YH, et al. Prediction of
unresponsiveness to second intravenous immunoglobulin treatment in patients
with Kawasaki disease refractory to initial treatment. Korean J Pediatr.
2016;59:408---16.29.
Il dosaggio sembra essere maggiore rispetto a quelli utilizzati per altre malattie
immunomediate (3gr/kg di peso corporeo). Il frazionamento in genere viene
eseguito in 3-5 sedute e deve tenere conto delle possibili complicanze della
patologia (insufficienza renale, insufficienza cardiaca, overflow di liquidi). Il
trattamento con IgEv può essere associato a trattamento di supporto mentre
non si hanno dati chiari sull’associazione con steroide/ciclosporina. Il
trattamento viene eseguito in un unico ciclo.
Huang YC, Ly YC, Chen TC. The efficacy of intravenous immunoglobulin for
the treatment of toxic epidermal necrolysis: a systematic review and meta-
analysis. Br J Dermatol 2012; 167: 424–432.
Barron SJ, Del Vecchio MT, Aronoff SC et al. Intravenous immunoglobu- lin in
the treatment of Stevens-Johnson syndrome and toxic epidermal necrolysis: a
meta-analysis with meta-regression of observational studies. Int J Dermatol
2015; 54: 108–115.
IgEv possono essere considerate una opzione terapeutica nei pazienti con
pioderma gangrenoso refrattario a terapie convenzionali (steroidi sistemici o
Ciclosporina). La letteratura per questa indicazione propone solo case reports e
piccoli case series. Anche in questo caso, il trattamento é di natura adiuvante in
associazione alla terapia di base, anche se esistono segnalazioni di buoni risultati
in monoterapia. il dosaggio delle Immunoglobuline ricalca quello di altre
patologie autoimmuni/disimmuni (2 gr/kg di peso corporeo frazionato in 2-5
giorni per 4/6 settimane e per almeno 6 cicli )
Biliografia
Jolles S, Hughes J. Use of IGIV in the treatment of atopic dermatitis, urti- caria,
scleromyxedema, pyoderma gangrenosum, psoriasis, and pretibial myxedema.
Int Immunopharmacol 2006; 6: 579–591.
Bibliografia
Kim EJ, Yoon SY, Park HS, Yoon HS, Cho S. Pulsed intra-venous
immunoglobulin therapy in refractory ulcerated livedoid
ALTRE INDICAZIONI