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Amy Küng

RENZO E L’AZZECCA-GARBUGLI
Capitolo III – I promessi Sposi

L’episodio raccontato si colloca nel terzo capitolo de I Promessi Sposi di Alessandro Manzoni, nel
quale Lorenzo sotto consiglio di Agnese si reca dall’avvocato Azzecca-Garbugli in cerca di un aiuto a
livello penale per le complicazioni del suo matrimonio. Renzo gli spiega il suo problema, e
l’avvocato ispeziona le grida riguardanti la faccenda, inconsapevole del malinteso; infatti, pensava
che egli fosse un bravo in cerca di una via di scampo dalle sanzioni. Renzo gli fa notare l’equivoco e
il dottore lo scaccia malamente preso alla sprovvista.
La prima scena (da r. 1 a r. 35) è incentrata sull’arrivo di Renzo e della sua richiesta d’aiuto.
In queste righe si può notare come vengono descritte le dinamiche all’interno dell’ambiente, che
cominciano con l’invito a entrare dopo “un grande inchino” di Renzo (vedi r. 1) e successivamente
con l’avvocato che “s’accomodo sul seggiolone” (r.12) mentre l’interlocutore era “ritto davanti alla
tavola, con una mano nel cocuzzolo del cappello” (rr.12-13). Nella scena seguente (da r.36 a r. 126)
l‘Azzecca-Garbuglio „s‘alzo dal suo seggiolone“ (r.36) ed inizia a recitare le grida riguardanti la
faccenda. Mentre nella terza e ultima scena (da r.127 a r.172) Renzo fa notare l‘equivoco e
l‘avvocato „aggrottando le ciglia, aggrinzando il naso rosso, e storcendo la bocca” (rr.159-160) lo
manda via.
Queste specificazioni delle posizioni prese dai personaggi e le espressioni che fanno hanno un
ruolo molto importante nel testo perché gli danno un valore più teatrale. Questa caratteristica è
inoltre accentuata dalla grande presenza di dialoghi generalmente corti, tranne per alcune
eccezioni, come durante la lettura delle grida. Manzoni è conosciuto per questo tipo di testo e
vuole rendere lo scritto più scorrevole e più comico, in modo da poter trattare dei temi impegnativi
con più facilità. Creando questa commedia parla dell‘importanza della parola, tema molto presente
all‘interno di tutto il romanzo, che riguarda la lotta parlata tra due interlocutori che cercano di
vincere la conversazione e dove una piccola incomprensione come nel caso di questo episodio
porta all‘aumento delle complicazioni della storia. Ma introduce anche il tema del potere e della
giustizia attraverso il personaggio dell‘avvocato Azzecca-Garbugli. Il quale è un uomo di potere
grazie al suo lavoro e si suppone dovrebbe proteggere la moralità, al contrario è ironicamente
corrotto. In effetti sarebbe stato propenso di aiutare un bravo a svincolare la legge ma si oppone in
modo categorico a qualsiasi collaborazione con un uomo sfortunato con il solo desiderio di sposare
la sua promessa.
È disposto ad andare contro la giustizia e per il suo scopo ha bisogno di conoscere la legge, dunque
studia tutte le grida inerenti la circostanza. Le grida sono molte e spesso anche in contrapposizione
tra loro, in quanto ogni nobile emetteva le sue al momento del bisogno. Il dottore cerca di usare
questo a suo favore trovando le disposizioni con pene più leggere o con un facile svincolo. In
questo caso la grida nominata (rr.52-75) rilasciata da “Il Signor Gonzalo Fernandez de Cordova”
(rr.54-55) ha una “pena pecuniaria e corporale, ancora di relegatione o di galera, e fino alla
morte…” (rr.70-72).

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