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Immigrazione italiana nelle Americhe

I primi italiani diretti nelle Americhe si insediarono nei territori dell'Impero spagnolo già
nel Cinquecento. Erano principalmente liguri della Repubblica di Genova, che lavoravano in
attività e commerci legati alla navigazione marittima transoceanica. Il flusso nella regione
del Río de la Plata crebbe negli anni trenta dell'Ottocento, quando nelle città di Buenos
Aires e Montevideo sorsero delle vere colonie italiane. Dopo l'Unità d'Italia (1861) vi fu una
notevole emigrazione dall'Italia verso l'Uruguay, che raggiunse il suo apice negli ultimi
decenni dell'Ottocento, quando arrivarono oltre 110.000 emigranti italiani. Nel 1976 gli
uruguaiani con discendenza italiana erano oltre un milione e trecentomila (cioè quasi il 40%
del totale della popolazione, includendo gli italo-argentini residenti in Uruguay).
La simbolica data d'inizio dell'emigrazione italiana nelle Americhe è considerato il 28
giugno 1854 quando, dopo ventisei giorni di viaggio da Palermo, giunse nel porto di New
York il piroscafo Sicilia. Per la prima volta raggiungeva le coste statunitensi una nave a
vapore battente la bandiera di uno stato della penisola italiana, in questo caso il Regno delle
Due Sicilie. Due anni prima era stata fondata a Genova la Compagnia Transatlantica di
Navigazione a Vapore con il Nuovo Mondo, il cui principale azionista era re Vittorio
Emanuele II di Savoia. Il suddetto sodalizio commissionò ai cantieri navali di Blackwall i
grandi piroscafi gemelli Genova e Torino, varati rispettivamente il 12 aprile ed il 21
maggio 1856, entrambi destinati al collegamento marittimo tra l'Italia e le Americhe.
L'emigrazione nelle Americhe fu di cospicue dimensioni a partire dalla seconda metà
dell'Ottocento e fino ai primi decenni del Novecento. Quasi si esaurì durante il fascismo, ma
ebbe una piccola ripresa subito dopo la fine della seconda guerra mondiale. L'emigrazione
italiana di massa nelle Americhe terminò negli anni sessanta del Novecento, dopo
il miracolo economico italiano, anche se continuò fino agli anni ottanta del Novecento
in Canada e Stati Uniti d'America. Le nazioni dove più si diressero gli emigranti italiani
furono gli Stati Uniti d'America, il Brasile e l'Argentina. In questi tre Stati al 2017 vi erano
circa 64,15 milioni di oriundi italiani. Una quota importante di italiani si trasferì in Uruguay.
Quote più o meno consistenti di emigranti italiani si diressero anche in Venezuela,
Canada, Cile, Colombia, Perù, Messico, Paraguay, Cuba e Costa Rica.

Emigrazione italiana in Argentina

Costituì, insieme all’emigrazione spagnola, la spina dorsale della società di questo stato
sudamericano. I primi gruppi di italiani iniziarono a emigrare in Argentina già nella seconda
metà del XVII secolo. Il flusso di immigrazione italiana in Argentina divenne un fenomeno di
massa tra il 1880 e il 1920, quando l'Italia era segnata da problemi sociali ed economici
interni. La cultura argentina ha legami significativi con quella italiana in termini di lingua,
costumi e tradizioni. Si stima che una percentuale compresa tra il 50 e il 60% della
popolazione (pari a oltre 20 milioni di argentini) abbia una discendenza italiana
completa o parziale. Secondo il Ministero dell'Interno italiano, nella Repubblica Argentina,
vivono, inclusi gli argentini con doppia cittadinanza, 527.570 italo-argentini.

Emigrazione italiana in Brasile

Gli italo-brasiliani sono il maggior gruppo etnico con discendenza italiana, completa
o parziale, che si trova al di fuori dell'Italia. San Paolo, in particolare, è la città dove è
presente la più popolosa comunità al mondo con ascendenza italiana. Gli Stati federati
brasiliani dove è più cospicuo l'insediamento di discendenti di italiani sono, oltre a San
Paolo, Minas Gerais e Rio Grande do Sul: la più alta percentuale è presente nello stato sud-
orientale di Espírito Santo (60-75%). Piccole città del sud del Brasile, come Nova Veneza,
hanno il 95% della popolazione di origini italiane.

Immigrazione italiana in Canada

Il flusso più consistente è cominciato all'inizio del XX secolo, quando oltre centomila italiani,
principalmente dall'Italia meridionale, si trasferirono in Canada. Negli anni del secondo
dopoguerra, e fino agli anni settanta del XX secolo, il Canada conobbe un secondo picco
emigratorio, principalmente dal sud e dal nord-est dell'Italia, anche con la presenza di sfollati
dell'esodo giuliano dalmata. Quasi un milione di discendenti di italiani risiedono nella
provincia dell'Ontario, che rende questa area una delle zone con maggiore
concentrazione di italo-canadesi. Le città canadesi con maggiore insediamento di
discendenti di emigrati italiani sono Hamilton, nell'Ontario, con ben 24.000 residenti aventi
legami con la sola città siciliana di Racalmuto, Vaughan, che si trova vicino a Toronto, e la
città di King, appena a nord di Vaughan, dove più del 30% della popolazione totale ha
ascendenze italiane.

Immigrazione italiana negli USA

A partire dalla fine del XIX secolo e fino agli anni trenta del XX secolo, gli Stati Uniti
d'America sono stati una delle destinazioni principali degli emigrati italiani, con la maggior
parte di essi insediatasi, perlomeno inizialmente, nell'area metropolitana di New York. Altre
importanti comunità italo-americane si sono poi sviluppate, grazie a spostamenti interni,
a Boston, Filadelfia, Chicago, Cleveland, Detroit, Saint Louis, Pittsburgh, Baltimora, San
Francisco e New Orleans.
Gli emigranti italiani negli Stati Uniti provenivano principalmente dalle regioni meridionali
d'Italia. Gli italo-americani, noti per vivere in una comunità etnica affiatata e orgogliosa delle
proprie origini, hanno avuto una grande influenza nello sviluppo della moderna cultura
americana, in particolare nella regione nord-orientale del Paese. Tali peculiarità sono state
spesso rappresentate nel cinema e nella televisione statunitensi tramite personaggi che
recitano con uno spiccato accento italo-americano. Sebbene molti non parlino
correntemente l'italiano, secondo un censimento degli Stati Uniti del 2000, oltre 1 milione di
essi parla l'italiano a casa come seconda lingua. New York City resta la città dove è
presente la più cospicua popolazione di origine italiana dell'America settentrionale,
con il quartiere di Staten Island che ospita almeno 400.000 persone che rivendicano
ascendenze italiane complete o parziali. Degni di nota, negli Stati Uniti, per la loro
consistenza numerica, sono gli italiani dello Utah, di Filadelfia e di New Orleans. Sebbene
l'immigrazione italiana nel Nord America abbia avuto come caratteristiche principali una
provenienza prettamente meridionale e la tendenza a formare varie "Little Italies" all'interno
di grandi realtà urbane ben consolidate, esistono rare eccezioni, come Tontitown,
nell'Arkansas, città interamente fondata da coloni veneti alla fine del XIX secolo.

Emigrazione italiana in Venezuela

Un'altra comunità italiana molto cospicua è in Venezuela, che si è sviluppata soprattutto


dopo la seconda guerra mondiale. Sono circa 1 milione le persone con almeno un
antenato italiano, corrispondente a circa il 4% della popolazione totale. Gli italo-
venezuelani hanno ottenuto risultati significativi nella moderna società del Venezuela.
L'ambasciata italiana calcola che un quarto delle industrie venezuelane non collegate
al settore petrolifero siano direttamente o indirettamente possedute e/o gestite da italo-
venezuelani.

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