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IL DIAGRAMMA DI STATO FERRO-CARBURO DI FERRO

Una parte del diagramma di stato ferro - carbonio e’ riportata nella figura qui sotto.

Figura 21. Diagramma di stato ferro-carburo di ferro.

Questa porzione del diagramma complessivo e’ comunemente nota come diagramma di


stato ferro-carburo di ferro (Fe3C).
Durante il riscaldamento, prima della fusione, il ferro puro subisce due cambiamenti della
struttura cristallina (trasformazioni allotropiche o polimorfiche). A temperatura ambiente,
la forma stabile, chiamata ferro a ha una struttura cristallina CCC. A 912 °C il ferro a
subisce una trasformazione polimorfica in ferro g caratterizzato da una struttura cristallina
CFC. Questa fase persiste fino a 1394 °C; a questa temperatura il ferro g di struttura CFC
ridiventa una fase CCC nota come ferro d. Con il procedere del riscaldamento, a 1538 °C
il ferro finalmente fonde. Tutti questi cambiamenti sono indicati lungo l’asse verticale di
sinistra del diagramma di stato.

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L'asse delle composizioni nella figura si estende solo fino al 6,70% in peso di carbonio. A
questa concentrazione si forma il composto intermedio carburo di ferro o cementite
(Fe3C). Questa composizione e’ rappresentata da una linea verticale nel diagramma di
stato, all'estremita’ di destra.
Il sistema ferro-carbonio puo’ pertanto essere diviso in due parti: una parte ricca in ferro,
riportata in figura, e l'altra (non mostrata) corrispondente alle composizioni comprese tra
6,70% e 100% di carbonio (grafite pura).
In pratica, tutti gli acciai e le ghise hanno contenuti di carbonio inferiori a 6,70%. Di
conseguenza, ai fini pratici, si considera soltanto la porzione riportata del diagramma
ferro-carbonio.
La figura 21, piu’ propriamente, dovrebbe essere definita diagramma di stato Fe-Fe3C in
quanto la cementite, Fe3C, e’ considerata come un componente. La consuetudine e la
convenienza impongono che la composizione venga espressa come "percentuale di C"
piuttosto che come "percentuale di Fe3C" (6,70% di carbonio corrisponde a 100% di
Fe3C).
Il carbonio e’ un'impurita’ interstiziale nel ferro ed e’ in grado di formare soluzioni solide
sia nel ferro a, che in quello g e d. Le soluzioni che si ottengono vengono chiamate
rispettivamente ferrite a , austenite (fase (g)) e ferrite d. Nella figura 21 si possono
osservare i campi relativi a queste fasi (a), (g) (austenite) e (d)
Nel ferro a, avente struttura CCC, il carbonio si puo’ sciogliere solo in concentrazioni
molto basse; la solubilita’ massima e’ 0,022% a 727°C. La solubilita’ limitata si spiega
se si considerano la forma e la dimensione delle posizioni interstiziali del reticolo CCC
che rendono difficile l’accoglienza degli atomi di carbonio. Anche se presente in
concentrazioni relativamente basse, il carbonio influenza in maniera molto significativa le
proprieta’ meccaniche della ferrite a. Questa particolare fase ferro - carbonio e’
relativamente tenera; essa puo’ essere fatta diventare magnetica a temperature inferiori a
768 °C (punto di Curie) ed ha una massa in volume di 7,88 g/cm3. La figura sottostante e’
una microfotografia della ferrite a.

Figura 22. Microfotografie (a) della ferrite a (90x) e (b) dell’austenite (325 x).

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L' austenite, quando il carbonio e’ il solo elemento di lega, non e’ stabile al di sotto dei
727 °C, come indicato nel diagramma Fe-C. La solubilita’ massima del carbonio
nell'austenite (2,11%) si ha a 1148 °C. Questa solubilita’ e’ approssimativamente 100
volte maggiore di quella massima relativa alla ferrite CCC, poiche’ le posizioni
interstiziali del reticolo CFC hanno configurazioni tali che, quando gli atomi di carbonio le
riempiono, le deformazioni imposte agli atomi di ferro circostanti sono molto minori. Le
trasformazioni di fase che coinvolgono l'austenite sono molto importanti nel trattamento
termico degli acciai. Addizionalmente, si precisa che l’austenite non e’ magnetica.
A rigore, il diagramma di stato ferro-carburo di ferro non e’ un vero diagramma di
equilibrio perche’ la cementite non e’ un composto all'equilibrio. Tuttavia, considerando
che la velocita’ di decomposizione della cementite e’ estremamente bassa, virtualmente
tutto il carbonio nell'acciaio sara’ presente come Fe3C anziche’ come grafite. Quindi il
diagramma di stato ferro-cementite e’ valido per tutti gli scopi pratici.
Come e’ noto ai tecnici siderurgici, aggiunte di silicio alle ghise accelerano fortemente la
reazione di decomposizione della cementite che porta alla formazione di grafite.

Nel diagramma Fe-C sono visibili le regioni bifasiche. Si puo’ notare che per il sistema
ferro-cementite esiste un eutettico che si forma a 1148 °C e che contiene 4,30% C. Esso si
chiama ledeburite e si forma secondo la reazione eutettica.
Il liquido solidifica per formare le fasi austenite e cementite. Naturalmente, il successivo
raffreddamento fino a temperatura ambiente dara’ luogo ad altri cambiamenti di fase.
Se si osserva il diagramma di stato nella zona compresa fra la temperatura di 912 °C e
quella di circa 600 °C, per tenori di carbonio inferiori a 1,5%, si puo’ notare che le linee di
confine fra le diverse fasi presentano un andamento simile a quello tipico delle linee che
confluiscono nel punto eutettico: anch’esse confluiscono in un unico punto che viene pero’
chiamato eutettoide. Mentre l'eutettico e’ un microcostituente solido di composizione
definita che cambia di stato, passando a fase liquida, ad una temperatura caratteristica, si
definisce eutettoide ancora un microcostituente solido di composizione definita che
subisce variazioni microstrutturali ad una temperatura caratteristica, ma che, in queste
variazioni, rimane in fase solida. Analogamente all'eutettico, il punto caratteristico
dell'eutettoide e’ un invariante. Nel caso del diagramma ferro-carbonio le coordinate del
punto invariante dell'eutettoide sono 0,77% C e 727 °C. Gli eutettoidi si formano secondo
reazioni perfettamente analoghe a quelle di formazione degli eutettici. Nel caso in esame
la reazione, chiamata eutettoide, puo’ essere rappresentata dalla formula:

g Æ a + Fe3 C

la quale indica che, durante il raffreddamento, la fase solida (g) si trasforma in ferrite a e
cementite. I cambiamenti di fase di tipo eutettoide descritti dall'equazione precedente sono
molto importanti. Essi sono fondamentali per il trattamento termico degli acciai.

Le leghe ferrose sono quelle in cui il ferro e’ il componente primario. Esse possono
contenere sia il carbonio che altri elementi di lega. Lo schema usuale di classificazione
delle leghe ferrose, che e’ basato sul contenuto di carbonio, ne comprende tre tipi: ferro,
acciaio e ghise. Il ferro commercialmente puro contiene meno dello 0,008% di carbonio.
Secondo il diagramma di stato, a temperatura ambiente esso e’ composto esclusivamente

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della fase ferrite a. Le leghe ferro-carbonio che contengono tra 0,008% a 2,11% di
carbonio sono classificate come acciai. Nella maggior parte degli acciai la microstruttura
consiste sia di fase (a) che di fase Fe3C. Nel raffreddamento fino a temperatura ambiente,
una lega situata entro questo campo di composizioni deve passare attraverso almeno una
parte del campo di fase (g). Le microstrutture distintive si formeranno in seguito. Sebbene
un acciaio possa contenere fino a 2,11% C, in pratica e’ raro che le concentrazioni di
carbonio oltrepassino l’1,0%. Fanno eccezione a questa regola gli acciai per utensili, nei
quali il carbonio puo’ arrivare a 2%. In questo caso, pero’, sono presenti dei carburi duri,
diversi dalla cementite. Le proprieta’ e le varie classificazioni degli acciai sono oggetto di
varie normative nazionali ed internazionali. Le ghise sono classificate come leghe ferrose
contenenti tra 2,11 e 6,70% C. Tuttavia le ghise commerciali solitamente contengono
meno del 4,5% C.
Nota. Puo’ apparire strano che basse percentuali di carbonio (0÷2% in peso) quali sono
quelle contenute negli acciai possano far assumere al ferro l’interessantissima
combinazione di proprieta’ tecnologiche (resistenza a trazione, duttilita’, durezza,
tenacita’, saldabilita’, ecc) che caratterizzano gli acciai. A questo proposito si rifletta sulla
seguente considerazione. Il 2 % in peso di carbonio nelle leghe ferro-carbonio
corrisponde, in realta’, a circa il 9 % di carbonio in termini di numero di atomi (vedi
diagramma Fe-C), percentuale di se’ gia’ non trascurabile. Ogni 100 atomi di lega si
avranno, dunque, 9 atomi di C e 81 di Fe. Questi 9 atomi di carbonio possono influire
sulla struttura del ferro piu’ di quanto possa sembrare ad una prima vista. Il carbonio,
infatti, entra nella struttura cristallina del ferro quando questo si trova ad elevate
temperature, sicuramente superiori alla temperatura eutettoide di 727 °C. In queste
condizioni il ferro si presenta con una struttura CFC. Ogni cella elementare di questa
struttura contiene 4 atomi.
Dunque 81 atomi di ferro corrispondono approssimativamente a 20 celle elementari. Il
carbonio, come gia’ osservato, e’ un’impurezza interstiziale nel reticolo cristallino del
ferro. I 9 atomi considerati dovranno, percio’, trovare collocazione all’interno dei vuoti
interstiziali delle 20 celle elementari individuate. Approssimando, dunque, la proporzione
e’ di 10 atomi di C ogni 20 celle di Fe. Per ragioni entropiche e di minimizzazione
dell’energia del sistema gli atomi di carbonio sono vincolati a disporsi nelle celle del ferro
in modo non sequenziale.
Indicativamente si posizioneranno una cella si’ e una no. Il 50 % circa delle celle
elementari del ferro conterra’ dunque un atomo di carbonio. Considerando il problema in
quest’ottica, il contributo del 2 % in peso di carbonio non appare piu’ insignificante. Anzi
appare evidente come esso influenzi notevolmente la microstruttura del ferro e come, di
conseguenza, ne modifichi le proprieta’.

SVILUPPO DI MICROSTRUTTURE IN LEGHE FERRO-CARBONIO

Vengono ora discusse molte delle diverse microstrutture che si possono trovare negli
acciai e le loro relazioni con il diagramma di stato ferro-carbonio. La microstruttura che si
sviluppa dipende sia dal contenuto di carbonio che dal trattamento termico. La discussione

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seguente e’ limitata al raffreddamento lentissimo delle leghe d'acciaio, cioe’ in condizioni
tali da mantenere continuamente l'equilibrio.
I cambiamenti di fase che avvengono nel passaggio dalla regione della fase (g) al campo
delle fasi (a) e Fe3C sono relativamente complessi e simili a quelli gia’ descritti per i
sistemi eutettici. Consideriamo, per esempio, una lega di composizione eutettoide (0,77%
C) la quale viene fatta raffreddare da una temperatura situata entro la regione della fase
(g), diciamo da 800 °C, cioe’ partendo dal punto a della figura 1.19 e procedendo secondo
la linea verticale xx'.
Inizialmente la lega e’ composta interamente dalla fase austenite, con una composizione di
0,77% C. La microstruttura corrispondente e’ riportata nella figura 23 (inserto circolare
superiore).

Figura 23. Rappresentazioni schematiche delle microstrutture per una lega Fe-C di composizione
eutettoide (0,77 %) che viene raffreddata, in condizioni di equilibrio, da una temperatura
superiore ad una inferiore rispetto alla temperatura eutettoide.

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Quando la lega si raffredda non avviene nessun cambiamento fino al raggiungimento della
temperatura eutettoide (727 °C). Quando si scende al di sotto di questa temperatura, al
punto b, l'austenite si trasforma secondo l'equazione eutettica. Per la precisione, l'austenite
contenente 0,77% C si decompone per formare della ferrite a, contenente una minore
concentrazione di carbonio (0,022% C), e della cementite che, come e’ noto, presenta un
contenuto di carbonio notevolmente piu’ alto (6,7%). Questo cambiamento di fase implica
la presenza di processi diffusionali del carbonio poiche’ tutte e tre le fasi devono avere
composizioni diverse.
La microstruttura di quest' acciaio eutettoide che viene raffreddato lentamente passando
attraverso la temperatura eutettoide e’ simile a quella tipica di una lega di composizione
eutettica, cioe’ e’ caratterizzata da strati alternati di lamelle delle due fasi (ferrite a e
Fe3C) che si formano simultaneamente durante la trasformazione. In questo caso gli
spessori delle lamelle sono approssimativamente nel rapporto 8 a 1. La microstruttura,
rappresentata schematicamente nella figura 23 (cerchietto collegato al punto b), e’
chiamata perlite perche’, quando viene esaminata al microscopio a basso ingrandimento,
essa si presenta simile a madreperla.
La figura 24a e’ una microfotografia di un acciaio eutettoide che mostra la perlite. La
perlite esiste in grani spesso definiti "colonie". Entro ogni colonia gli strati sono orientati
essenzialmente nella stessa direzione. La direzione degli strati varia pero’ da una colonia
all'altra. Gli strati chiari, piu’ spessi, sono della fase ferrite a, mentre la fase cementite si
presenta sotto forma di lamelle sottili, prevalentemente di colore scuro. Molti strati di
cementite sono cosi’ sottili che i confini delle fasi adiacenti sono indistinguibili; questi
strati appaiono scuri a quest'ingrandimento. Dal punto di vista meccanico la perlite ha
proprieta’ intermedie tra quelle della ferrite a, che e’ duttile e tenera, e quelle della
cementite, che e’ dura e fragile.
La disposizione a strati alternati si forma perche’, per arrivare a questa struttura, sono
necessarie delle lunghezze relativamente piccole dei percorsi di diffusione del carbonio. Il
successivo raffreddamento della perlite dal punto b della figura 23 produrra’ cambiamenti
nella microstruttura praticamente insignificanti.

Nota. Quando si parla di rapporto approssimativo di 8 a 1 tra le lamelle di ferrite a e di


cementite si intende in termini di peso. Cio’ puo’ essere facilmente dimostrato sulla base
del diagramma ferro-carburo di ferro.
Considerando una lega di composizione globale eutettoide (0,77 % di C), si traccia la linea
di collegamento che si estende completamente attraverso il campo (a + Fe3C) alla
temperatura di 727 °C. Applicando la regola della leva sono cosi’ facilmente determinabili
le frazioni ponderali di cementite e di ferrite che si formano durante il raffreddamento
della lega attraverso la temperatura eutettica:

6,70 - 0, 77
Wa = = 0,888
6, 70 - 0,022

0, 77 - 0,022
WFe3 C = = 0,112
6, 70 - 0,022

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(a)

(b)

Figura 24. Microfotografie di acciai eutettoidi che mostrano la microstruttura perlitica. (a) Gli
strati di ferrite a corrispondono alla fase chiara, quelli di cementite sono sottili e la maggior
parte di essi appaiono scuri. 500 x. (b) La cementite qui appare sotto forma di lamelle chiare
immerse in una matrice ferritica scura. 5000 x.

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Dato, inoltre, che le masse in volume della ferrite a e della cementite sono tra loro molto
simili (ferrite: 7,86 g/cm3, cementite: 7,694 g/cm3), anche il rapporto in termini di volume
tra le lamelle di questi due componenti sara’, approssimativamente, sempre di 8 a 1. Cio’
e’ facilmente determinabile procedendo in modo analogo a quanto visto in un precedente
problema risolto

88,8 g 3
n (a ) = 3
= 11, 3 cm
7,86 g /cm

11,2 g 3
n (Fe3 C ) = 3
= 1, 46 cm
7,694 g/cm

11,3 cm 3
V (a) = = 0,886
11,3 cm 3 +1,46 cm 3

1, 46 cm 3
V (Fe3C ) = = 0,114
11,3 cm 3 + 1, 46 cm 3

Il risultato ottenuto sembra apparentemente in disaccordo con la microfotografia riportata


in figura 24a e, in genere, con tutte le microfotografie delle perliti. In esse, infatti, la
predominanza della ferrite a non sembra cosi’ rilevante. Va pero’ osservato che le
proporzioni quantitative tra le fasi nelle micrografie non sono necessariamente
corrispondenti alle reali. L’alterazione e’ dovuta a vari fattori che influenzano il risultato
dell’analisi micrografica. Si pensi, ad esempio, che la sezione rappresentata non
necessariamente e’ realizzata esattamente perpendicolare alle lamelle che, peraltro, non
sono esattamente planari. Inoltre le lamelle possono apparire “ispessite” a causa della non
perfetta planarita’ della superficie del campione e, soprattutto, della differenza di durezza
tra le due fasi presenti (durezza Brinell: ferrite a ª 70, cementite ª 550). La cementite si
trovera’, infatti, ad un livello sopraelevato rispetto alla ferrite, piu’ tenera e piu’ scavata.
Va poi tenuto in considerazione che le proporzioni calcolate sono riferite ad una perlite
ottenuta in condizioni ideali di equilibrio, mentre la microfotografia in figura 24a si
riferisce ad una perlite reale, in cui localmente queste proporzioni possono non essere state
rispettate. La teoria, comunque, vuole che le sommatorie di tutte le superfici ferritiche e
cementitiche rispettino il rapporto calcolato di 8 a 1.
La microfotografia in figura 1.20b evidenzia una predominanza quantitativa della ferrite a
che piu’ si avvicina a quella sopra calcolata.

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Leghe ipoeutettoidi
Passiamo ora a descrivere le microstrutture delle leghe ferro-cementite (carburo di ferro)
che hanno composizioni diverse da quella eutettoide. Esse sono analoghe al quarto caso
descritto per il sistema eutettico. Consideriamo in figura 25 una composizione C0 a sinistra
dell'eutettoide, compresa cioe’ tra 0,022 a 0,77% C.
Una lega di questo tipo viene definita lega ipoeutettoide (ovvero ‘meno che eutettoide’). Il
raffreddamento di una lega di questa composizione e’ rappresentato da uno spostamento
verso il basso lungo la linea verticale yy' nella figura 25. A circa 875 °C (punto c) la
microstruttura consistera’ interamente di grani della fase (g), come evidenziato
schematicamente in figura (cerchietto collegato al punto c). Nel raffreddamento fino al
punto d, cioe’ fino a circa 775 °C, si attraversa la linea di confine fra il campo monofasico
(g) e quello bifasico (a +g): si arriva cioe’ all'interno della regione di esistenza di entrambe
le fasi (a) e (g). A 775 °C entrambe queste fasi coesistono, come indicato dall'inserto
circolare collegato al punto d.

a +
g
f

Figura 25 Rappresentazioni schematiche delle microstrutture per una lega ferro-carbonio di


composizione ipoeutettoide C0 (contenente meno di 0,77% C) che viene raffreddata, in condizioni
di equilibrio, dalla regione di fase austenitica fino al di sotto della temperatura eutettoide.

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La maggior parte delle particelle minute di (a) si formera’ lungo i bordi originari dei grani
della fase (g). Le composizioni sia della fase (a) che (g) possono essere determinate
usando l’appropriata linea di collegamento. Esse corrispondono, rispettivamente, a circa
0,020% e 0,37% C.
Nel raffreddare una lega attraversando la regione di coesistenza delle fasi (a) e (g), la
composizione della fase ferrite a varia con la temperatura, secondo la curva di confine fra
la fase (a) e le fasi (a +g), cioe’ secondo la linea MN. Al diminuire della temperatura,
procedendo secondo questa linea, il tenore di carbonio aumenta leggermente. Dall'altra
parte, la variazione di composizione dell'austenite durante il raffreddamento avviene lungo
la linea di confine fra la fase (g) e le fasi (a +g), cioe’ lungo la linea MO. Si osserva che
tale variazione di composizione e’ maggiore rispetto a quella della ferrite a.
Il raffreddamento dal punto d fino al punto e, situato ancora nella regione (a+g) ma
proprio sopra l'eutettoide, fa aumentare la frazione della fase (a ) e genera una
microstruttura simile a quella mostrata dall’inserto circolare collegato al punto e, con le
particelle di (a) che diventano piu’ grandi. A questo punto, le composizioni delle fasi (a)
e (g) possono essere determinate costruendo una linea di collegamento alla temperatura Te.
In questo modo si rileva che la fase (a) contiene 0,022% C, mentre la fase (g) ha la
composizione eutettoide, con 0,77% C.
Se la temperatura viene abbassata di pochissimo al di sotto dell' eutettoide, cioe’ fino al
punto f, tutta la fase (g) che era presente alla temperatura Te (con composizione eutettoide)
si trasformera’ in perlite, secondo la reazione eutettoidica. Virtualmente, quando si
attraversa la temperatura eutettoide non ci sara’ alcun cambiamento nella fase (a) che
esisteva al punto e. Infatti la fase (a) sara’ presente come una fase costituente una matrice
continua che circonda le colonie isolate di perlite. La microstruttura al punto f apparira’
simile allo schema dell'inserto circolare corrispondente nella figura 25. In questo modo la
ferrite a e’ presente sia nella perlite che come fase (a) separata che si e’ formata durante
il raffreddamento procedendo attraverso la regione bifasica (a+g).

Figura 26 Microfotografia di un acciaio contenente 0,38 %C. Microstruttura di perlite e ferrite


proeutettoide. 635 x.

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La ferrite presente nella perlite si chiama ferrite eutettoide, mentre l’altra ferrite, formatasi
al di sopra della temperatura Te, si chiama proeutettoide (questo termine significa ‘prima
dell'eutettoide’). Le indicazioni corrispondenti sono riportate nella figura 25.

La fig. 26 rappresenta una microfotografia di un acciaio contenente 0,38% C. Le aree


chiare estese corrispondono alla ferrite proeutettoide. Per la perlite la spaziatura tra gli
strati di ferrite a e di Fe3C varia da grano a grano. Una parte della perlite appare scura
poiche’ molti strati, distanziati di pochissimo, non vengono "risolti" (cioe’ separati
nell'immagine) in corrispondenza dell' ingrandimento considerato. Si deve anche osservare
che in questa microfotografia sono presenti due microcostituenti: la ferrite proeutettoide e
la perlite. Questi due microcostituenti sono sempre presenti nelle leghe ipoeutettoidi
ferro-carbonio che vengono fatte raffreddare lentamente fino ad una temperatura inferiore
a quella dell'eutettoide. Le quantita’ relative di a proeutettoide e perlite possono essere
determinate in modo simile a quello descritto per i microcostituenti primari ed eutettici. Si
usa la regola della leva applicata ad una linea di collegamento che si estende dal confine
fra le fasi (a) e (a+Fe3C) (0,022% C) alla composizione eutettoide (0,77% C). La perlite
e’, infatti, il prodotto di trasformazione dell' austenite avente quest’ultima composizione.
Consideriamo, per esempio, in figura 27 una lega di composizione C0’. In questo caso la
frazione di perlite, Wp, puo’ venir determinata secondo la formula:
' '
T C - 0,022 C 0 - 0,022
Wp = = 0 =
T + U 0,77 - 0,022 0,75

Figura 27 Parte del diagramma di stato Fe-Fe3C utilizzato nel calcolo delle quantita’ relative dei
microcostituenti proteuttoidici e perlitici per composizioni ipoeutettoidi C0’ e ipereutettoidi C1’.

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In modo analogo, la frazione di a proteuttoide, Wa, si calcola come segue:

' '
' U 0,77 - C0 0, 77 - C 0
Wa = = =
T + U 0, 77 - 0,022 0,75

Naturalmente, sia le frazioni di (a) totale (eutettoide e proeutettoide) che di cementite


sono determinate mediante la regola della leva applicata ad una linea di collegamento che
si estende completamente attraverso la regione di fasi (a + Fe3C), cioe’ da 0,022% C a
6,7% C.

Leghe ipereutettoidi

Trasformazioni e microstrutture analoghe risultano per le leghe ipereutettoidi, contenenti


cioe’ tra 0,77 e 2,11% C, quando queste vengono fatte raffreddare da temperature
comprese entro il campo di fase (g). Con riferimento alla figura 28, consideriamo una lega
di composizione C1. Un raffreddamento di questa corrisponde ad uno spostamento
verticale verso il basso lungo la linea zz'.

Figura 28 Rappresentazioni schematiche delle microstrutture all’equilibrio per una lega ferro-
carbonio di composizione ipereutettoide C1 (contenente tra 0,77% a 2,1 % peso di C) che viene
raffreddata, a partire dalla regione di fase austenitica, al di sotto della temperatura eutettoide.

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Al punto g sara’ presente solo la fase (g), con una composizione C1. La sua struttura
apparira’ come quella mostrata nell’inserto circolare collegato al punto g, saranno cioe’
presenti solo dei grani di fase austenitica.
Quando si arriva, diciamo, al punto h, si entra nel campo bifasico (g+ Fe3C) dove iniziera’
a formarsi la fase cementite attorno ai bordi dei grani iniziali di fase (g), in modo simile
alla formazione della fase (g) in figura 25, punto d. Questa cementite e’ chiamata
cementite proeutettoide. Il termine indica che essa si forma prima della reazione
eutettoide. Naturalmente, al variare della temperatura, la composizione della cementite
rimane costante (6,70% C). La composizione della fase austenite, invece, cambiera’
secondo la linea PO, spostandosi verso l'eutettoide. Con l'abbassamento della temperatura
immediatamente sotto l’eutettoide, cioe’ al punto i, tutta l’austenite residua, di
composizione eutettoide, si trasforma in perlite. In questo modo la microstruttura
risultante consiste di due microcostituenti: la perlite e la cementite proeuteuttoide (inserto
circolare collegato al punto i della figura 28).
Nella microfotografia di un acciaio contenente 1,4% C (figura 29), notiamo che la
cementite proeutettoide appare chiara. Poiche’ essa ha lo stesso aspetto della ferrite
proeutettoide (figura 26), si puo’ incontrare una certa difficolta’ nella distinzione tra gli
acciai ipoeutettoidi e ipereutettoidi sulla sola base del confronto tra le microfotografie
delle due microstrutture.

Figura 29 Microfotografia di un acciaio contenente 1,4% di C. La microstruttura consiste in una


rete di cementite proeuteuttoide bianca che circonda le colonie di perlite. 1000 x.

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Nel caso di acciai legati ipereutettoidi, le quantita’ relative dei microcostituenti perlite e
cementite proeutettoide possono essere calcolate in modo analogo a quello gia’ visto per i
materiali ipoeutettoidi. In questo caso la linea di collegamento da impiegare si estende tra
0,77 e 6,70% C.
Per una lega avente composizione C1’ nella figura 28, le frazioni di perlite, WP, e di
cementite proeutettoide, WFe3C, sono date dalle seguenti espressioni della regola della leva:

' '
X 6, 70 - C1 6,70 - C1
Wp = = =
V + X 6, 70 - 0,77 5,93
' '
V C - 0,77 C1 - 0, 77
WFe3 C = = 1 =
V + X 6,70 - 0,77 5,93

PROBLEMA RISOLTO

Per una lega contenente 99,65% Fe e 0,35% C che si trova ad una temperatura appena
sotto l'eutettoide, si determinino:

(a) le frazioni delle fasi ferrite totale e cementite;


(b) le frazioni della ferrite proeutettoide e della perlite;
(c) la frazione di ferrite eutettoide.

SOLUZIONE

(a) Questa parte del problema viene risolta con l'applicazione delle espressioni della
regola della leva utilizzando la linea di collegamento che si estende completamente
attraverso il campo bifasico (g+Fe3C). Facendo riferimento alla figura 25, C0 individua
la composizione globale della lega (0,35% C). Le frazioni ponderali delle fasi ferrite
totale e cementite sono date rispettivamente da:

6,70 - 0,35
Wa = = 0,95
6,70 - 0,022

0,35 - 0,022
WFe3C = = 0,05
6,70 - 0,022

(b) Le frazioni della ferrite proeutettoide (W_’) e della perlite (Wp) si determinano
mediante la regola della leva, tracciando la linea di collegamento che si estende
soltanto fino alla composizione eutettoide. Le espressioni da usarsi sono quelle
corrispondenti alle equazioni viste in precedenza. In tal modo si ha:

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0,35 - 0,022
Wp = = 0,44
0,77 - 0,022

' 0,77 - 0,35


Wa = = 0,56
0,77 - 0,022

(c) Tutta la ferrite e’ presente o sotto forma proeutettoide o eutettoide (nella perlite). La
somma di queste due frazioni di ferrite deve eguagliare la frazione di ferrite totale,
deve cioe’ essere:

(a) W_’ + W_e = W_

(b) dove W_e indica la frazione della lega costituita da ferrite eutettoide. I valori di W_ e
W_’ sono stati determinati nelle parti precedenti (a) a (b), pertanto si ottiene

(c) W_e = W_ - W_’ = 0,95 – 0,56 = 0,39

RAFFREDDAMENTO IN CONDIZIONI DI NON EQUILIBRIO

Nell'analisi dello sviluppo delle microstrutture delle leghe ferro-carbonio si e’ ipotizzato


che, durante il raffreddamento, siano continuamente mantenute le condizioni di equilibrio.
Cio’ significa che si suppone che, ad ogni nuova temperatura, sia sempre disponibile un
tempo sufficiente affinche’ le composizioni delle fasi e le loro relative quantita’ varino in
accordo a quanto predetto dal diagramma di stato Fe-Fe3C. Nella maggior parte dei casi,
pero’, queste velocita’ di raffreddamento sono tali da rendere praticamente impossibile il
mantenimento delle condizioni di equilibrio. Tali condizioni, peraltro, spesso non sono
neanche richieste. In molte occasioni, infatti, sono preferibili delle condizioni di
non-equilibrio.
Nel caso di raffreddamento in condizioni di non equilibrio si debbono considerare due
effetti di rilevante importanza pratica:

(1) l'occorrenza di cambiamenti di stato o di trasformazioni a temperature diverse da


quelle predette dalle linee limite di fase sul diagramma di stato;

(2) l’esistenza, a temperatura ambiente, di fasi di non equilibrio che non appaiono nel
diagramma di stato.

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