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Diagramma Fe-C

Il ferro ed il carbonio si combinano tra loro per dare un carburo di formula Fe3C
contenente il 6,67% in peso di carbonio, che prende il nome di cementite; pertanto nel
seguito si descriverà quella regione del diagramma di stato che riguarda le leghe con
tenore di carbonio compreso tra lo 0 e il 6,67%.
Nella figura sono riportati il diagramma completo ferro-carbonio con linee
tratteggiate, e il diagramma completo ferro-cementite con linee continue.
Quest’ultimo, al di sotto di una temperatura pari a circa 810°C, rappresenta condizioni
di metastabilità, poichè il carburo di ferro ha la tendenza a decomporsi secondo la
seguente reazione per dare ferro e grafite:

Fe3C  3Fe +C
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Diagramma ferro-
cementite
(linee continue);
ferro-grafite
(linee tratteggiate).

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La velocità di decomposizione della cementite in assenza di opportuni catalizzatori
(ad esempio il silicio) è estremamente lenta a temperature prossime a quella
ambiente e tale velocità cresce fortemente con la temperatura (pertanto a
temperatura prossima a quella ambiente il carburo di ferro esiste come tale per
tempi infinitamente lunghi). In generale, per leghe con tenore di carbonio maggiore
del 4,3%, la cementite primaria, formatasi sopra 1147°C, si può dissociare anche
con raffreddamenti abbastanza rapidi, mentre per leghe con tenore di carbonio
compreso tra il 2,06% e il 4,3% la cementite formatasi a 1147°C, si decompone più
difficilmente; infine per leghe con tenore di carbonio minore del 2,06% la
cementite si separa a temperature tra 1147°C e 723°C e non si dissocia in modo
significativo.
Concludendo, secondo i dati termodinamici, le vere condizioni di equilibrio stabile
a temperature minori di 810°C sono presentate dal diagramma ferro-carbonio
(grafite) che ha andamento analogo al precedente, ma con le linee leggermente
spostate verso l’alto e a sinistra; invece a temperature superiori a 810°C le
condizioni di equilibrio stabile sono rappresentate dal diagramma ferro-cementite
(anche se molto spesso i due diagrammi sono riportati assieme).
E’ necessario infine sottolineare che da un punto di vista pratico per lo studio degli
acciai interessa esclusivamente il diagramma di stato ferro-carburo di ferro, mentre
per lo studio delle ghise presenta interesse anche quello ferro-carbonio (grafite).

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Varietà allotropiche del ferro
Il ferro puro è polimorfo e può presentarsi in diverse modificazioni allotropiche, ossia:
- ferro  (Fig. -a), a reticolo cubico a corpo centrato (c.c.c.), stabile fino a 911°C, ma
ferromagnetico solo fino a 769°C (punto di Curie) dove perde appunto le sue proprietà
magnetiche. Alcuni autori designano la varietà non magnetica del ferro  come ferro .
Essa non va considerata come una varietà allotropica del ferro, non avendo un reticolo
cristal1ino diverso dal primo, ma presentando solo una diversa distribuzione degli
elettroni nei vari livelli di energia. A differenza infatti delle trasformazioni allotropiche
che si manifestano ad una ben determinata temperatura, la trasformazione magnetica
avviene in un dato intervallo temperatura. Così la temperatura di 769°C deve essere
considerata approssimata;
- ferro  (Fig.-b), a reticolo cubico a facce centrate (c.f.c.), stabile tra 911°C e 1392°C;
- ferro  (Fig-a) a reticolo cubico a corpo centrato (c.c.c.) stabile tra i 1392°C e i 1536°C
(punto di fusione del ferro).

Struttura cubica a corpo centrato del ferro 


(a); e a facce centrate del ferro  (b).

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Il graduale raffreddamento del ferro puro inizialmente allo stato liquido porta alla sua
solidificazione a 1536°C; i cristalli formatisi hanno un reticolo cubico a corpo centrato.
Continuando con il raffreddamento, alla temperatura di 1392°C, avviene la trasformazione
allotropica del ferro  in ferro  che alla temperatura di 911°C a sua volta si trasforma in ferro
.
Le costanti reticolari delle diverse varietà allotropiche del ferro in funzione della temperatura
sono riportate nella figura. Si deve innanzitutto rilevare che esse crescono linearmente al
crescere della temperatura e che l’andamento del parametro reticolare del ferro  giace sul
prolungamento (estrapolato) di quello del ferro .

- Costanti reticolari delle varietà allotropiche


del ferro in funzione della temperatura.

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In particolare è importante notare le brusche variazioni subite dalle costanti reticolari,
passando da una varietà allotropica ad un’altra, cioè a 911°C da un valore di a = 2,86 Å
per il ferro  ad uno di 3,63 Å per il ferro γ a 1392°C da 3,63 Å per il ferro  ad un
valore di 2,93 Å per il ferro .
Per concludere, poichè la diversità tra le costanti reticolari del ferro  e ferro  è dovuta
al solo effetto della dilatazione termica con il crescere della temperatura, si deve
ritenere che il ferro  ed il ferro  rappresentino una identica fase a reticolo cubico a
corpo centrato, che possiede una lacuna di esistenza nell’intervallo di temperature
compreso tra 911°C e 1392°C, intervallo nel quale è stabile il ferro .
Il fenomeno della trasformazione del ferro da magnetico a non magnetico non
introduce alcuna sostanziale modifica nel diagramma di stato Fe—Fe3C. Infatti
la trasformazione magnetica è generalmente segnalata su tale diagramma con
una linea tratteggiata parallela all’asse delle composizioni all’altezza di circa
769°C. Il tenore di carbonio non influisce sulla temperatura della
trasformazione. Inoltre tale trasformazione non altera la solubilità del carbonio
nel ferro.
In base a quanto si è ora detto il ferro non magnetico verrà nel seguito
considerato identico al ferro .
Ricordiamo infine che il carbonio è solubile nel ferro-γ in quantità notevole (la
massima solubilità si ha a 1147°C con un tenore di carbonio pari a 2,06%),
mentre non è praticamente solubile nel ferro  (massima solubilità a 723°C pari
allo 0,02%). Quest’ultima solubilità è di scarso interesse pratico e viene spesso
trascurata nello studio del diagramma ferro-carburo di ferro. 6
Cementite
La cementite è il composto tra ferro e carbonio, di formula Fe3C. Ha un reticolo
cristallino ortorombico complesso e si presenta nei prodotti siderurgici come
prodotto duro e fragile. Negli acciai essa assume diverse morfologie, ovvero: a
globuli (cementite globulare), a laminette alternate a quelle di ferrite (cementite
eutettoidica o cementite nella perlite), o a laminette depositate al bordo dei
grani di perlite (cementite secondaria o cementite ipereutettoidica) .
La cementite manifesta, come il ferro , una trasformazione magnetica senza
alterazione della struttura reticolare. Tale trasformazione è senza isteresi e si
estende per un certo intervallo di temperatura.

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Fasi e costituenti strutturali
Nello studio dei fenomeni che si verificano nelle leghe ferro-carbonio è necessario
prendere in considerazione da una parte la formazione, modificazione e scomparsa di
talune fasi e dall’altra, la natura, la morfologia e la cinetica di formazione di taluni
costituenti strutturali.
Questi sono due argomenti distinti nel senso che il primo, riferendosi alle fasi, alla
varianza, ecc., stabilisce i concetti fondamentali per la conoscenza completa del
diagramma Fe—Fe3C dal punto di vista termodinamico; il secondo, invece,
riferendosi alla quantità, alla morfologia, alla distribuzione e alla proprietà dei singoli
costituenti strutturali, mette in evidenza i concetti essenziali sui quali si fonda la
messa a punto dei trattamenti termici dei prodotti siderurgici allo scopo di ottenere le
migliori e desiderate proprietà complessive finali.
Sono infatti i costituenti strutturali che con le loro proprietà individuali, la loro forma,
la loro dimensione, la loro distribuzione e i loro rapporti in peso, caratterizzano a
livello macroscopico la lega, conferendo ad essa determinate proprietà medie, e
quindi rendendola adatta per certe applicazioni.
Nel caso del diagramma ferro-carburo di ferro, la denominazione delle fasi è:
- fase liquida o soluzione di carbonio nel ferro liquido;
- fase , fase  (austenite), fase α (ferrite);
- fase Fe3C (cementite).
Quando invece si tratta di costituenti strutturali eterogenei, cioè dell’eutettico
(formato da austenite satura eutettica e cementite) o dell’eutettoide (formato da ferrite
 eutettoidica e cementite) vanno usate rispettivamente le denominazioni di 8
ledeburite e di perlite.
I punti critici
Le temperature alle quali hanno luogo le trasformazioni da un varietà allotropica all’altra
vengono indicate con la lettera A (anomalia) seguita da un indice numerico stabilito
convenzionalmente. Per il ferro puro esse sono così indicate: A4, temperatura della
trasformazione γ   (1392°C); A3, temperatura della trasformazione   γ ( 911°C).
Talvolta in alcuni testi viene indicata con A2 la temperatura di Curie, che, come si è detto, è di
assai limitata importanza per il metallurgista.
Nel caso di leghe la trasformazione da una fase ad un altra non avviene ad una temperatura
fissa, bensì entro un intervallo di temperatura. Si definiscono pertanto punti critici delle leghe
a base di ferro i seguenti:
A4 : temperatura corrispondente a quella di equilibrio fase γ-tracce di fase . Al di sotto di essa
è stabile l’austenite, al di sopra aumenta progressivamente la ferrite . Nel diagramma Fe-
Fe3C il luogo dei punti A4 al variare del contenuto in carbonio è costituito dalla linea NJ.
A3 : temperatura corrispondente a quella di equilibrio fase γ-tracce di fase . Al di sopra di
essa è stabile l’austenite (o austenite + cementite per gli acciai con tenore di carbonio
compreso tra 0.8 e 2.06%), sotto incomincia a formarsi la ferrite . In figura corrisponde alla
spezzata GSM. Per le leghe ferro-carbonio vengono definiti due ulteriori punti critici:
A1 : temperatura corrispondente all’equilibrio austenite eutettoidica (0,8% di C)-perlite.
Corrisponde alla linea PM a 723°C nel diagramma di fig. l. Per acciai ipereutettoidici, cioè
con tenore di carbonio compreso tra 0,8 e 2,06%, si ha A3 = A1; Acm: temperatura
corrispondente all’equilibrio austenite-tracce di cementite. Tale punto critico compare
solo per acciai ipereutettoidici, ovvero con tenore di carbonio compreso tra 90,8 e
2,06% e corrisponde alla linea SE di figura
Le transizioni di fase non avvengono nella pratica alle temperature previste in
base ai diagrammi di stato, ma presentano dei ritardi dovuti a fenomeni di
isteresi la cui entità dipende dalla velocità di raffreddamento o di
riscaldamento. Pertanto si usa distinguere i punti critici denotando con “e” (es.
Ae3) quelli determinati in condizioni di equilibrio, con “c” (es. Ac3) quelli
determinati al riscaldamento e con “r” (es. Ar3) quelli al raffreddamento. In
pratica può essere utile indicare anche la velocità di riscaldamento o di
raffreddamento con la quale i punti critici sono stati determinati.

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Fenomeni alla solidificazione di leghe con tenore di carbonio minore del 2.06%
(Acciai)
Incominciamo ora lo studio del diagramma ferro-carburo di ferro; si tratta cioè,
partendo da una lega completamente allo stato liquido, di mettere in evidenza tutte le
modificazioni che avvengono nel sistema (in termini di fasi e di costituenti
strutturali) quando questa lega viene raffreddata molto lentamente fino a temperatura
ambiente.
Per motivi di chiarezza e di uso pratico faremo una distinzione fra leghe con tenore
di carbonio minore o uguale a 2,06% (acciai) e leghe con tenore di carbonio
compreso fra 2,06% e 6,67% (ghise). Inoltre, per una generica lega, i fenomeni al
raffreddamento verranno descritti facendo un’ulteriore distinzione tra:
a) fenomeni alla solidificazione, cioè fenomeni che avvengono fino a quando
l’ultima goccia di liquido si è solidificata;
b) fenomeni al raffreddamento, cioè fenomeni che avvengono quando si porta la
lega, completamente solidificata, fino a temperatura ambiente.
Inoltre, parlando degli acciai si esamineranno separatamente le leghe con tenore di
carbonio minore o uguale a 0.51% e le leghe con tenore di carbonio compreso tra
0.51% e 2.06%.

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Leghe con tenore di carbonio minore o uguale a
0,51%
Si deve innanzitutto studiare la regione superiore
del diagramma ferro-carburo di ferro, cioè quella a
diretto contatto con la verticale del ferro puro, e a
tale scopo la ingrandiamo opportunamente come
riportato nella figura. Nel seguito le diverse linee
verranno assimilate a delle rette per semplificare la
costruzione del diagramma. In figura si sono
evidenziate: con AB la retta di liquidus, con AH
quella di solidus, con HN e con JN la retta di
formazione nel corso del raffreddamento dalla
soluzione solida  dei primi nuclei di soluzione
solida γ e viceversa, nel corso del riscaldamento,
dalla soluzione solida γ dei primi nuclei di
Nel campo AHB sono in equilibrio le
soluzione solida δ.
fasi δ ed il liquido, in quello HNJ le
La retta HJB è l’ orizzontale peritettica e il punto
fasi  e γ ed in quello JBCE la fase γ e
B, il punto di transizione.
il liquido. Infine nel campo NJE sono
I cristalli di soluzione solida δ sono stabili nel
stabili i cristalli di soluzione solida γ e
campo AHN; la massima solubilità del carbonio
al di sopra della retta ABC è stabile il
nel ferro δ si ha alla temperatura peritettica
liquido.
(1493°C) ed è circa dello 0,10%.
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Si supponga di partire da una lega fusa C1, minore di
quello corrispondente al punto H (<0,10%), e di
lasciarla raffreddare molto lentamente. Quando essa si
porte alle temperatura del punto S1’, situato sulla retta
di liquidus AB, cominciano a separarsi i primi nuclei di
soluzione solida δ, la cui composizione si legge nel
punto di incontro della orizzontale per S1’ con la retta
di solidus AH. Il raffreddamento continua allora più
lentamente con i nuclei di soluzione solida δ che si
vanno via via accrescendo ed arricchendo in carbonio
secondo la retta AH, mentre il liquido con essi in
equilibrio modifica la propria composizione chimica
secondo la retta AB. Quando il punto rappresentativo
del sistema giunge in S1’’, scompaiono le ultime tracce
di liquido e la lega è praticamente tutta solidificata
nella soluzione solida δ, avente la stessa composizione
chimica del liquido di partenza.
Se ora si prosegue nel raffreddamento, dal punto
S1IVcomincia a nuclearsi e successivamente ad
accrescersi nella fase la soluzione solida γ (fenomeno
di smiscelamento) la cui composizione chimica varia
secondo la retta JN. E’ solo allorchè il punto
rappresentativo del sistema arriva in S1V c’é solo la 13
soluzione solida γ, che resta l’unica fase presente.
Lega con un tenore di carbonio pari a C2. Quando il punto rappresentativo del sistema
incontra la retta di liquidus AB in S2’, ha inizio la solidificazione con formazione dal liquido
dei primi nuclei di cristalli di soluzione solida δ, la cui composizione chimica
successivamente si modifica secondo la retta di solidus AH. La solidificazione procede
regolarmente fino a quando il punto rappresentativo del sistema perviene in Sp2. Qui
compaiono i primi nuclei di una terza fase, ovvero di soluzione solida γ J (0,16%) ,
accanto alle fasi preesistenti, ovvero la soluzione solida δH (0,10% C) e il liquido LB
(0,51% C).
Tale fase compare a seguito delle trasformazione peritettica, ovvero della reazione
a . δH + b . LB  γJ
nella quale i coefficienti a e b valgono:

Il sistema è invariante e si ha pertanto un arresto nella


diminuzione della temperatura fino alla completa
scomparsa della fase liquida.
A questo punto il sistema δH e γJ , riprende a
raffreddarsi con la soluzione solida γ che varia di
composizione chimica lungo la retta JN ed aumenta la
propria percentuale in peso, e con quella δ che 14
viceversa diminuisce la propria percentuale in peso,
Il sistema è invariante e si ha pertanto un
arresto nella diminuzione della temperatura
fino alla completa scomparsa della fase liquida.
A questo punto il sistema, solidificato e
costituito dalle due soluzioni solide coniugate
δH e γJ , riprende a raffreddarsi con la soluzione
solida γ che varia di composizione chimica
lungo la retta JN ed aumenta la propria
percentuale in peso, e con quella δ che
viceversa diminuisce la propria percentuale in
peso, modificando il proprio tenore di carbonio
lungo la retta HN. Quando la soluzione solida γ
si è portata alla composizione chimica del
punto S2’’, uguale a quella del liquido di
partenza, la fase  è del tutto scomparsa.

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Lega liquida di composizione C4, a destra del
punto J, la differenza sostanziale, che si
riscontra nei fenomeni alla solidificazione
rispetto al caso precedente si ha in Sp4 dove ha
ancora luogo la trasformazione peritettica con
arresto nella diminuzione della temperatura, ma
questa volta però al termine della
trasformazione peritettica si ha la completa
scomparsa della soluzione solida δH e si ha,
come risultato finale, un sistema in cui sono in
equilibrio la fase solida γJ e la fase liquida LB.
Come conseguenza di ciò, la solidificazione
della lega termina nel punto S4’’, con
formazione della sola fase solida γ di
composizione chimica corrispondente a quella
del liquido di partenza.

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Riassumendo si può dire che nei casi di leghe Fe-C con C < 0,51% si ottiene, come
risultato della solidificazione ed eventualmente di un breve raffreddamento
successivo, la formazione di cristalli di soluzione solida γ di tenore in carbonio
uguale a quello del liquido di partenza.
Nello studio ulteriore del diagramma ferro-carburo di ferro si può allora trascurare
il campo di esistenza della soluzione solida δ e quindi, nel tracciare il diagramma
completo, si tiene in generale conto della semplificazione ora introdotta (vedi per
esempio figura successiva).

Diagramma di stato
semplificato Fe - Fe3C
per lo studio delle
leghe ferro-carbonio
con C<2,06%.

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Leghe con tenore di carbonio compreso tra
lo 0,51% e il 2,06%
I fenomeni che avvengono durante la
solidificazione di una lega fra lo 0,51% ed il
2,06% si semplificano non dovendosi
prendere in considerazione la trasformazione
peritettica. Così, una lega individuata dal
punto S3 comincia a solidificare in S3’,
depositando nuclei di cristalli di soluzione
solida γ di composizione chimica pari a quella
del punto T. Il liquido e la soluzione solida γ,
che si va formando da esso, modificano
gradualmente le proprie composizioni,
rispettivamente lungo le rette di liquidus AC e
di solidus AE.
La solidificazione ha termine nel punto S3’’’
con la scomparsa delle ultime gocce di liquido
e la formazione di una soluzione solida γ di
composizione chimica pari a quella del liquido
di partenza. Dal punto di vista dei costituenti
strutturali, al termine della solidificazione di
una lega a tenore di carbonio minore del
2,06% si è in presenza di sola austenite.
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Fenomeni alla solidificazione di
leghe con tenore di carbonio
compreso tra 2.06% e 6.67%
Si prendano ora in esame i fenomeni
che avvengono nel corso della
solidificazione di leghe con tenore di
carbonio maggiore del 2,06% (ghise) e
per ragioni di chiarezza si consideri
nell’ordine una lega con contenuto di
carbonio minore di 4,3% (ghisa
ipoeutettica) , una lega con contenuto
uguale al 4,3% (ghisa eutettica) e una
lega avente più del 4,3% (ghisa
ipereutettica).

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Lega S1 : nel punto S1’ ha inizio la solidificazione del
liquido con formazione di γH. Tali cristalli si
accrescono al procedere del raffreddamento,
modificando la loro composizione lungo la retta di
solidus AE, mentre il liquido, con essi in equilibrio, va
diminuendo in quantità variando la propria
composizione lungo la retta di liquidus AC. Per
esempio, alla temperatura T1’’la soluzione solida
omogenea γM è in equilibrio con il liquido di
composizione chimica pari a quelle del punto N e il
rapporto in peso fra solido e liquido è uguale a quello
dei segmenti S1’’N e S1’’M. Quando il sistema si trova
a una temperatura di poco superiore a quella
dell’eutettico si è in presenza di una soluzione solida
primaria γE in equilibrio con il liquido di composizione
eutettica C. Alla temperatura eutettica compaiono i
primi cristalli di Fe3C e la solidificazione del liquido
eutettico procede a temperatura costante (condizione di
invarianza per la presenza di due fasi. solide γE e Fe3C
e di una liquida LC) fino a quando si è completata la
formazione dell’eutettico, denominato ledeburite,
formato da una miscela di soluzione solida γ (austenite
Diagramma Fe - Fe3C semplificato e completo; (b) e (c) diagramma dei
costituenti strutturali e delle fasi presenti per le leghe ferro-carbonio alla
eutettica satura; punto E) e di carburo di ferro
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temperatura di 1147°C al termine della solidificazione. (cementite eutettica punto F).
Per quanto si riferisce ai costituenti
strutturali, la lega alla fine della
solidificazione risulta formata da cristalli
primari di austenite satura dispersi in una
matrice di ledeburite.

(a) Diagramma Fe - Fe3C semplificato e


completo; (b) e (c) diagramma dei costituenti
strutturali e delle fasi presenti per le leghe
ferro-carbonio alla temperatura di 1147°C al
termine della solidificazione.

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Nel caso di una lega fusa di tenore di
carbonio maggiore di 4,3%, punto S3, la
solidificazione inizia nel punto della
linea di liquidus CD con separazione di
cristalli primari di carburo di ferro,
deposizione che continua con il
raffreddamento fino alla orizzontale
eutettica. Qui avviene a temperatura
costante la solidificazione del liquido
eutettico con formazione di ledeburite.
La lega risulta pertanto costituita, al
termine della solidificazione, da cristalli
di cementite primaria in una matrice di
ledeburite.

22
Per la lega eutettica, infine, la
solidificazione ha inizio nel punto
C e procede a temperatura costante
fino a quando tutto il liquido
eutettico non si è solidificato. La
struttura è interamente ledeburitica,
non essendosi depositati in
precedenza nè cristalli primari di
austenite nè di cementite.

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A titolo riassuntivo viene riportata nel diagramma
di fig. -b la percentuale in peso dei costituenti
strutturali presenti ad una temperatura di poco
inferiore a 1147°C, in funzione del tenore di
carbonio. Si può notare che i costituenti strutturali
sono: solo austenite non satura per leghe con C%<
2,06%; austenite satura primaria e ledeburite per
leghe con 2,06% < C% < 4,3%, ledeburite per la
lega eutettica (C = 4,3%) infine cementite primaria
e ledeburite per leghe con C% > 4,3%.
Questa figura può essere ulteriormente completata
per dare le fasi presenti dopo completa
solidificazione semplicemente unendo il punto E’
al punto F (Fig. 7-c). In particolare il punto D sulla
verticale CC’ individua graficamente la
percentuale in peso del Fe-γ eutettico (austenite
eutettica) e del Fe3C eutettico (cementite eutettica)
presenti nella ledeburite.
Se infine si unisce E con D e D con F’ si possono
evidenziare i triangoli EDF e E’DF’ i quali
permettono di conoscere le percentuali in peso di
Fe-γ (austenite eutettica) e di Fe3C (cementite
eutettica) presenti nella ledeburite, in funzione
24 del
tenore di carbonio.
Fenomeni al raffreddamento di leghe
(allo stato solido) ferro-carbonio con
tenore di carbonio minore di 2,06%
Nel considerare i fenomeni che avvengono
nel corso del raffreddamento di leghe ferro-
carbonio con C% minore di 2,06% allo
stato solido si fa ancora riferimento al
diagramma completo e semplificato di
figura.
E’ necessario innanzitutto, prima di
descrivere i fenomeni al raffreddamento,
tener ben presente due aspetti fondamentali
tipici del diagramma ferro-carburo di ferro,
ossia la diminuzione di solubilità del
carbonio nel Fe-γ al diminuire della
temperatura (vedi linea ES) e l’esistenza
della trasformazione allotropica del Fe-γ in
Fe-α (spezzata GSK).
Diagramma di stato semplificato Fe - Fe3C per Premesso questo, riprendiamo nell’ordine
lo studio delle leghe ferro-carbonio con la descrizione dei fenomeni al
C<2,06%. raffreddamento di una lega eutettoidica
(C% = 0,8%), ipoeutettoidica (C% < 0,8%)
ed ipereutettoidica (C% > 0,8%) in termini
25
di costituenti struttura1i e di fasi.
Nella lega S1, contenente esattamente lo 0,8%
di carbonio.: l’austenite, non satura anche con
l’abbassarsi della temperatura, si raffredda
senza subire modificazioni fino alla orizzontale
eutettoidica (723°C). Qui avviene la
trasformazione eutettoidica dei cristalli di
austenite eutettoidica, tramite un meccanismo
di nucleazione ed accrescimento di noduli del
costituente strutturale eutettoidico, denominato
perlite, formato da laminette alternate di
cristalli di ferro α e di carburo di ferro. La
temperatura rimane costante (invarianza per la
presenza di tre fasi Fe-γ, Fe-α, Fe3C) fino a
quando tutta l’austenite si è trasformata in
perlite il cui tenore medio di carbonio è pari
allo 0,8%. Tale successione di fenomeni è stata
visualizzata schematicamente nella successiva
figura.

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Questa lega a temperatura
ambiente è costituita da sola perlite,
nella quale sono presenti le due fasi
Fe-α e Fe3C nelle percentuali in
peso:

Rappresentazione schematica delle strutture


assunte da un acciaio eutettoide nel corso di un
lento raffreddamento.

27
Nella lega ipoeutettoidica S2’: l’austenite si
raffredda senza subire trasformazioni fino al
punto S2, situato sulla linea GS. In questo punto
si ha la comparsa dei primi cristalli di ferrite α
primaria i quali si accrescono al diminuire della
temperatura: contemporaneamente l’austenite si
arricchisce in carbonio secondo la linea GS.
Come si raggiunge in SE2 la orizzontale
eutettoidica, compare accanto alla ferrite α ed
all’austenite eutettoidica (in percentuali in peso
che stanno inizialmente tra loro come i
segmenti SE2 S e SE2 P), un primo nodulo di
perlite.
La temperatura rimane costante (invarianza per
la presenza di tre fasi Fe-α, Fe-, Fe3C) fino a
quando tutta l’austenite di composizione
eutettoidica si è trasformata in perlite. La lega
risulta pertanto costituita a temperatura
ambiente da cristalli di ferrite α primaria in una
matrice di perlite ed in termini di fasi ancora e
solo da Fe-α e Fe3C.
Le trasformazioni che avvengono sono state
schematicamente visualizzate nella figura
28
successiva.
Rappresentazione schematica delle strutture
assunte da un acciaio ipoeutettoidico nel corso
di un lento raffreddamento.

29
Lega ipereutettoidica S3: l’austenite si raffredda senza
subire trasformazioni fino a quando diventa satura
(punto S3V) sulla retta SE. Si ha allora la segregazione
di cristalli di cementite secondaria al contorno dei
cristalli di austenite satura. La cementite è detta
secondaria per distinguerla da quella chiamata primaria
che si separa dal liquido nella zona del diagramma
ferro-carbonio a temperatura maggiore di 1147°C e per
tenori di carbonio maggiori del 4,3%, e da quella
chiamata terziaria che si può separare dalla ferrite α a
temperatura minore di 723°C e tenore di carbonio
minore o uguale a 0,02%.
La formazione di cementite continua al diminuire della
temperatura attraverso un accrescimento dei cristalli,
sotto forma di laminette disposte lungo i contorni dei
Pertanto la lega a temperatura grani di austenite. Come conseguenza, l’austenite si va
ambiente risulta costituita da cementite impoverendo di carbonio secondo la linea ES, fino a
secondaria e da perlite. In termini di quando raggiunge il tenore di carbonio dello 0,8% in
fase si ha ancora la presenza di Fe-α e corrispondenza della orizzontale eutettoidica. La
Fe3C uniche fasi stabili a temperatura percentuale in peso di questa austenite sta a quella della
ambiente, che però hanno variato il cementite secondaria come il segmento SE3K sta a
proprio rapporto in peso rispetto al quello SE3S. La temperatura della lega rimane costante
caso precedente. fino a quando tutta l’austenite eutettoidica si è
30
trasformata in perlite.
La distribuzione della cementite
secondaria nella struttura dell’acciaio
si presenta come una rete a maglie
tendenzialmente continua e regolare
che non contorna, però, totalmente i
noduli di perlite.
In altre parole la cementite secondaria
si presenta in forma di sottili lamine
che contornano i grani di austenite.
Occorre osservare però che i grani di
austenite non sono mai completamente
circondati dalla cementite secondaria
poichè la massima quantità di
cementite secondaria che si può
separare in un acciaio ipereutettoidico
Rappresentazione schematica delle strutture è quella di un acciaio al 2,06% di
assunte da un acciaio ipereutettoidico nel corso carbonio e vale circa il 21,5%, come si
di un lento raffreddamento può facilmente verificare. Le
trasformazioni ora descritte sono state
visualizzate schematicamente nella
figura.
31
Fenomeni al raffreddamento di
leghe con tenore di carbonio
maggiore del 2,06%
I fenomeni che avvengono nel corso
del raffreddamento di leghe ferro-
carbonio allo stato solido con C% >
2,06%, hanno luogo nella austenite
satura primaria o nella ledeburite che,
come si è detto, contiene l’austenite
eutettica satura nella percentuale in
peso del 51,5%. La cementite eutettica
della ledeburite o la cementite primaria
rimangono totalmente inalterate.
Per quanto riguarda l’austenite
primaria satura (o eutettica) essa si
modifica nel senso di diminuire il
proprio tenore di carbonio secondo la
retta ES mediante la formazione di
cementite secondaria fino a portarsi
alla temperatura eutettoidica ad un
tenore di carbonio dello 0,8%. Qui essa
si trasforma isotermicamente nella
perlite che rimane poi tale fino a 32
temperatura ambiente.
Per la lega eutettica solidificata i fenomeni al
raffreddamento dal punto di vista dei
costituenti strutturali sono deducibili dalla
figura.a , a partire dalla orizzontale eutettica

a) Diagramma schematico e semplificato Fe


- Fe3C; b) e c) costituenti strutturali,
rispettivamente all’inizio e fine della
trasformazione eutettoidica nella ledeburite
trasformata contenuta in leghe ferro-carbonio
con C ≥ 2,06%.

33
La solidificazione aveva dato origine alla ledeburite formata da austenite eutettica
(in percentuale in peso pari al 51,5%) e da cementite eutettica (in percentuale in
peso pari al 48,5%). Nel corso del raffreddamento, mentre la cementite eutettica
rimane inalterata, l’austenite eutettica si va via via impoverendo in carbonio
secondo la linea ES attraverso la formazione di cementite secondaria e a 723°C
si porta ad un tenore di carbonio pari allo 0,8%. Alla temperatura eutettoidica,
nella lega sono presenti la cementite eutettica (48,5%), la cementite secondaria e
l’austenite eutettoidica. Per quanto riguarda le percentuali in peso della cementite
secondaria e dell’austenite eutettoidica all’inizio della trasformazione eutettoidica,
esse si ricavano semplicemente ricordando che a 723°C la cementite totale
(ossia la cementite eutettica più la cementite secondaria) sta all’austenite
eutettoidica come il segmento SSE2 sta al segmento SE2K ovvero:

Tenendo conto ora del fatto


che la cementite eutettica è
rimasta percentualmente
invariata si ha:
- cementite eutettica = 48,5%;
- cementite secondaria =
cementite totale - cementite
eutettica = 11,1%
- austenite eutettoidica =
34
40,4%
Una costruzione grafica è facilmente
eseguibile. Infatti basta riportare, in fig -b, sulla
verticale CC’, il segmento CH, corrispondente
alla percentuale in peso di austenite eutettoidica
(pari al 40,4%) e verificare che il
prolungamento della retta FH passa per il punto
S’ situato sulla verticale per S e che il segmento
DH, corrispondente alla percentuale in peso di
cementite secondaria, ha un valore pari a
11,1%. Il diagramma si completa congiungendo
D e H con E e F ottenendo così i costituenti
strutturali presenti nella ledeburite trasformata
in leghe Fe-C con C > 2,06% a temperatura di
poco superiore ai 723 °C (per esempio a 723 °C
+ 1 °C).

35
A questo punto nella lega a temperatura di 723
°C avviene la trasformazione completa
dell’austenite eutettoidica in perlite. Pertanto, al
termine di tale trasformazione, nella lega sono
presenti la cementite eutettica per il 48,5%, la
cementite secondaria per l’11,1% e la perlite
per il 40,4%, che rimangono tali fino a
temperatura ambiente.
Ricordando ora che la perlite è costituita dal
12% di cementite eutettoidica e dall’88% di
ferrite eutettoidica, nella lega lediburitica
trasformata sono presenti a temperatura
ambiente:
- cementite eutettica = 48,5%
- cementite secondaria = 11,1%;
- cementite eutettoidica = 4,85%;
- ferrite  eutettoidica = 35,55%

36
La costruzione grafica di fig. -b, viene pertanto
completata in quella di fig. -c, semplicemente
riportando sulla verticale CC’ un segmento CI
pari alla percentuale in peso di ferrite
eutettoidica (35,55%) e verificando che il
prolungamento del segmento IF passi per il
punto G’ sulla verticale per G e che il segmento
HI, corrispondente alla percentuale di
cementite eutettoidica, sia pari al 4,85%. Si
completa infine il diagramma congiungendo il
punto I con i punti E ed E.

a) Diagramma schematico e semplificato Fe


- Fe3C; b) e c) costituenti strutturali,
rispettivamente all’inizio e fine della
trasformazione eutettoidica nella ledeburite
trasformata contenuta in leghe ferro-carbonio
con C ≥ 2,06%. 37
- Per la lega contenente il 2,06% di carbonio i fenomeni che avvengono
nel corso del raffreddamento a partire da 1147°C con la lega
completamente solidificata possono essere descritti così:
- la lega è inizialmente costituita interamente da austenite satura.
Dall’austenite satura si forma per segregazione la cementite
secondaria, mentre la austenite si impoverisce di carbonio secondo la
linea ES. Al raggiungimento della temperatura eutettoidica, i costituenti
strutturali della lega sono la cementite secondaria e l’austenite
eutettoidica nelle percentuali in peso che corrispondono ai segmenti
SSE4 e SE4J , ovvero:

38
Alla temperatura di 723°C l’austenite
eutettoidica, la cui percentuale in peso è pari
all’88,5%, si trasforma completamente in
perlite. Pertanto da una temperatura di poco
inferiore a quella eutettoidica fino a
temperatura ambiente, le lega è costituita da
cementite secondaria (21,5%) e perlite
(88,5%). Se, infine, si tiene conto che le
perlite è e sua volta formate dal 12% di
cementite eutettoidica e dall’88% di ferrite α
eutettoidica, nella lega si distinguono:
- cementite seconderia = 21,5%;
- cementite eutettoidica = 9,4%;
- ferrite eutettoidica = 69,1%.

39
Infine per una lega di composizione ipereuttica dopo la solidificazione è
costituita da ledeburite e da cementite primaria. Nel corso del raffreddemento
successivo solo le ledeburite si trasforma nel modo già descritto nel caso
precedente. Pertanto, al di sotto della orizzontale eutettoidica, i costituenti
strutturali sono la ledeburite trasformata e la cementite primaria.

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A titolo riassuntivo nella tabella seguente sono riportate le fasi e la loro
collocazione nei diversi costituenti per le leghe ferro-carbonio al di sotto
della temperatura eutettoidica; tra queste sono di nuovo riportate quelle
con carbonio maggiore o eguale a 2,06% .

Quadro riassuntivo dei costituenti strutturali e delle fasi nelle leghe 41


Fe-C con tenore di carbonio maggiore o eguale a 2,06% (ghise).
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