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Histoire du Soldat.
Una finestra sulla letteratura degli strumenti a percussione.
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Histoire du Soldat. Una finestra sulla letteratura degli strumenti a percussione.
INDICE
Premessa
Bibliografia
Sitografia
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Histoire du Soldat. Una finestra sulla letteratura degli strumenti a percussione.
Premessa
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Histoire du Soldat. Una finestra sulla letteratura degli strumenti a percussione.
CAPITOLO PRIMO
L'OPERA
Siamo in Russia nel contesto della Rivoluzione d’Ottobre del 1917. Igor Stravinskij è
un compositore ormai affermato in tutta Europa, ha conosciuto il grande successo de
L’uccello di fuoco e de La sagra della primavera, composizione, quest’ultima, che ha
diviso il panorama musicali fra le contestazioni dei più “tradizionalisti” e l’entusiasmo
delle avanguardie. Tutto ciò non basta a garantire una vita serena e agiata.
«Questo periodo, la fine del 1917, fu uno dei più duri della mia vita. Profondamente
abbattuto dai lutti successivi che mi avevano colpito, mi trovavo per di più in una
situazione economica delle più difficili. La rivoluzione comunista, che aveva da poco
trionfato in Russia, mi privava delle ultime risorse che mi giungevano ancora di tanto in
tanto dal mio paese.»1
Vive in Svizzera già dal 1915. Nonostante il successo, la guerra lo ha però messo in
difficoltà economiche, le stesse che affliggono altri suoi amici svizzeri, con i quali
decide di collaborare per provare a risollevarsi dalla difficoltà economica.
Insieme all’amico librettista Charles-Ferdinand Ramuz e al direttore Ernest Ansermet
concepisce un’opera teatrale itinerante, da camera che possa essere sufficientemente
snella nell’apparato organizzativo per essere portata in giro per le rappresentazioni.
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Stravinskij, I., Cronache della mia vita, Milano, Feltrinelli, 2013
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Histoire du Soldat. Una finestra sulla letteratura degli strumenti a percussione.
La sua trama in due atti racconta con carattere allegorico le vicende di un soldato che
condanna la sua stessa anima scendendo a patto col diavolo.
Atto Primo
Nel bel mezzo della Prima Guerra Mondiale, un soldato russo di nome Joseph, di
ritorno dalla guerra, si ferma vicino a un ruscello per riposare. Prende dal suo zaino i
suoi oggetti cari, tra cui un violino, che inizia a suonare, attirando l’attenzione di un
"vecchio soldato", ma dietro queste sembianze si cela il diavolo.
Costui prima chiede di poter acquistare lo strumento, ma al rifiuto del soldato gli
propone uno scambio: in cambio di alcuni oggetti cari (un medaglione portafortuna, uno
specchio, la fotografia della fidanzata e, soprattutto del suo strumento del cuore) lui gli
donerà un libro magico che può prevedere il futuro e fare conquistare ricchezze. Joseph
accetta, condannando inconsapevolmente e definitivamente la sua anima.
Il diavolo propone di stare insieme tre giorni, in cui Joseph gli insegnerà a suonare il
violino e il vecchio gli insegnerà a usare il libro: ma all'insaputa di Joseph il diavolo
muta i tre giorni passati nella sua abitazione in tre anni, trasformando il ritorno al
villaggio nativo del soldato in un incubo.
Joseph allora sceglie di utilizzare il libro, arricchendosi abbondantemente, ma
insoddisfatto del solo denaro riesce a riacquistare i suoi antichi oggetti e il suo caro
violino dal diavolo (stavolta travestito da anziana mercante) per scoprire purtroppo di
non sapere più suonare.
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Atto Secondo
Joseph, deluso, si libera degli oggetti, distrugge il libro ed abbandona il villaggio per
raggiungere un luogo lontano e sconosciuto. Fermandosi in una locanda incontra un
soldato che si offre di aiutarlo: è ancora il diavolo. Nel frattempo apprende da un
banditore passante che la Principessa, figlia del Re, è afflitta da un sonno eterno (che si
scopre essere una maledizione inflitta dal diavolo). Il soldato sconosciuto spinge Joseph
a provare a guarire la ragazza. Il diavolo, adesso sotto le sembianze di un violinista
virtuoso, si diverte a provocare Joseph. Il narratore esorta il giovane a reagire.
Così il soldato sfida il diavolo, riesce a batterlo a carte ed a distrarlo, infine
recuperando il violino costringe il diavolo a danzare fino allo sfinimento. Entra allora
nella stanza della principessa e, suonando il suo violino, riesce a curare la principessa
dalla maledizione e a sposarla.
Ma riecco il diavolo, che maledice Joseph, che potrà restare in vita solo all'interno dei
confini del regno.
Caduto in tentazione dalla nostalgia, però, il soldato viene incoraggiato dalla
principessa e varca il confine del regno per recarsi nel suo villaggio natale. Alle porte
del regno lo aspetta il diavolo, che finalmente reclama la sua anima portandolo via con
una marcia trionfale.
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interpretative che si rivela essere non solo una soluzione apprezzata dal pubblico, ma un
momento di rivoluzione e trionfo per la musica da camera e per il ruolo futuro del
percussionista multi-strumentista.
L'organico dell'ensemble scelto dall'autore si traduce in una piccola orchestra che
comprende due strumenti per sezione più il set di percussioni.
Per quanto riguarda gli archi, gli strumenti scelti sono il violino, che avrà un ruolo
fondamentale in quanto il protagonista è, appunto, un virtuoso violinista, e il
contrabbasso; tra i fiati sceglie il clarinetto e il fagotto; tra gli ottoni la cornetta e il
trombone e infine il multi-set del percussionista.
Questa combinazione è data dalla possibilità di ogni strumento di avere sia la capacità
di interpretare uno strumento accompagnatore, sia di mettersi in risalto tematicamente e
contrappuntisticamente, senza lasciare in secondo piano l'aspetto timbrico necessario
all’atmosfera di cui necessitano le scene teatrali dell'opera.
CAPITOLO SECONDO
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IL PERCUSSIONISTA
2.1 Il multi-set.
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DESCRIZIONE: A battuta 64 della Marcia del soldato la struttura della frase ritmica
costringe a ripetere lo schema su accenti sempre diversi.
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DESCRIZIONE: L'inizio della Marcia reale con un 5/8, poi subito 2/4 non modula lo
schema ritmico delle percussioni, che continueranno fino a battuta 10 in contrattempo.
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Nella prima danza, il Tango, invece, dall’inizio fino a battuta 34 le sole percussioni
accompagnano in un complesso incastro ritmico un inizio dettato dal violino, simile ad
una cadenza ed apparentemente solistico.
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Infine Stravinskij cede il finale alle percussioni, che vengono lentamente abbandonate
dagli altri strumenti lasciandole in un crescendo concluso da un finale tronco.
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CAPITOLO TERZO
EREDITÀ ED INFLUENZA
Inoltre Kraft introduce alla sinistra della grancassa un hi-hat con pedale a scopo
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Nel 1987 il percussionista James Blades contribuisce alla pubblicazione di una nuova
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Il tamburello verrebbe invece colpito sul legno impedendo alla pelle di vibrare dando
come risultato un suono più secco.
3.3 Il prototipo del percussionista itinerante.
Le necessità economiche del periodo non impedirono quindi a Stravinskij di
realizzare un’idea che si rivelerà avere una solidità tale da generare un'eredità ideologica
intorno sia allo studio del kit stesso, che all'idea del percussionista "multi-esecutore":
idea poco sfruttata fino ad ora da parte del compositore.
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del compositore nei confronti delle percussioni, favorendo nel successivo periodo
storico musicale un elevatissimo impulso alla ricerca e una significativa richiesta.
Bibliografia
Carr M. A., Stravinsky I., Stravinsky's histoire du soldat: a facsimile of the sketches,
Middleton, A-R Editions, 2005
Goldenberg M. e Cirone A. J., Modern school for snare drum: with a guide book for
the artist percussionist, New York, Alfred Music, 2002
Stravinsky I., Carewe J., Blades, J., Histoire du soldat, Londra, Chester Music, 1987
Stravinskij, I., Chroniques de ma vie, Parigi, Editions Danoel, 1935; Cronache della
mia vita, Milano, Feltrinelli, 2013
Stravinskij, I., Histoire du soldat / Lue, Jouée et Dansée en Deux Parties, testo di
Ch.F. Ramuz, partitura, Chester Music, 1987-1992
Stravinskij, I., Craft, R., Colloqui con Stravinsky, Torino, Einaudi, 1977.
Sitografia
fondation-igor-stravinsky.org
it.wikipedia.org
youtube.com
bibliotechediroma.it
lafilharmonie.com
philharmoniedeparis.fr
flaminioonline.it
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