“Alessandro Scarlatti”
Palermo
Diploma di II livello
in Canto Lirico
10 Marzo 2022
Maestro al Pianoforte:
Marcello Iozzia
“Lunge da lei per me non v’ha diletto!... De’miei bollenti spiriti…Oh mio rimorso!”
(La Traviata II/1)
INDICE
Giuseppe Verdi (Roncole di Busseto, Parma 1813 - Milano 1901) fu senza dubbio
una figura dominante nella cultura musicale italiana del XIX secolo per la sua
originalità di compositore, ma anche per i positivi legami che egli ebbe con la società
del suo tempo. Al contrario di tanti artisti dell'Ottocento che manifestavano disagio e
perfino disprezzo per il mondo borghese che li circondava, Verdi dimostrò sempre un
forte interesse per le idee e i valori della società in cui viveva, la quale a sua volta lo
amò e lo apprezzò come uno dei suoi più autentici rappresentanti.
L’aspetto che marca il melodramma verdiano consiste nella forte drammaticità che
egli riesce a dare ai suoi personaggi. Nelle sue opere sono i sentimenti a
caratterizzare i ruoli dei personaggi e a definire i conflitti e gli intrecci delle
situazioni. Ciò gli consente di mettere in evidenza la complessità dei rapporti, il
trasporto delle passioni, il peso delle responsabilità del potere e l'impossibilità di
sottrarsi al destino, condizione che non riguarda soltanto il singolo ma la vita di un
popolo. I sentimenti personali, di fronte alle grandi questioni di principio e a valori
che trascendono l'ambito individuale, sono in tale modo destinati ad essere sacrificati
per il trionfo di un interesse ideale superiore.
Corrado è esiliato un'isola dell'Egeo insieme alla sua amata Medora. Un giorno è
stanco della sua prigionia e decide di andarsene e di sconfiggere l'odiato pascià turco
Seid a Corone, con un attacco di sorpresa. Seid viene a sapere dell’azione, ma non se
ne cura e festeggia anticipatamente nel suo palazzo la vittoria sui corsari a cui
partecipa Gulnàra, prediletta di Seid, che lei odia. Corrado, con una falsa identità,
irrompe nel bel mezzo della festa, combattendo contro Seid, mentre i suoi corsari
tentano d'incendiare le navi ottomane. Ma l'impresa fallisce: sconfitti i corsari,
Corrado è condannato a morte. Gulnàra però si è innamorata di Corrado e durante la
notte uccide Seid per liberarlo. I due tornano sull'isola dove trovano Medora che, alla
falsa notizia che l'amato era morto, si è avvelenata. Quando Corrado scopre la morte
di Medora, ignorando le preghiere di Gulnàra, si suicida gettandosi dalla scogliera.
“Ah sì, ben dite…guerra…Tutto parea sorridere …sì: de’corsari il fulmine”
Atto I - Scena 2
Un’aria cantata da Corrado, Capitano dei Corsari e pirata del Mar Ionio, che promette
al re di salvare il paese dalla crisi.
CORRADO:
Ah sì, ben dite... guerra...
Perenne, atroce, inesorabil guerra
Contro gli uomini tutti;
Io per essi fui reo... tutti gli abborro!
Temuto da costor ed esecrato
Infelice son io, ma vendicato!
Tutto parea sorridere
Al viver mio primiero:
L'aura, la luce, l'etere
E l'universo intero;
Ma un fato inesorabile
Ogni mio ben rapì.
Più non vedrò risorgere
Dell'innocenza il dì.
L’opera parla dell’amore ostacolato tra il giovane Rodolfo, figlio del conte di Walter,
e Luisa, figlia del vecchio soldato Miller. Il padre di Rodolfo è contro il loro amore
dato che vorrebbe il figlio sposo della cugina e duchessa Federica. Rodolfo non vuole
separarsi dalla sua amata a tal punto di minacciare al padre di rivelare a tutti che, per
impossessarsi della contea, ha ucciso il signore legittimo, suo cugino.
“Quando le sere, al placido”
Atto II - Scena 10
Dopo che Rodolfo legge la lettera in cui Luisa le scrisse falsamente di non averlo mai
amato resta amareggiato e deluso.
ALFREDO:
DUCA
DUCA