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CICLO BRETONE: TEMI, CARATTERISTICHE

I poemi del ciclo bretone comprendono una vasta produzione di romanzi in versi e
in prosa, ispirati ad antichissime leggende d’armi e d’amore di origine celtica.
Narrano le straordinarie avventure di re Artù e dei cavalieri della Tavola Rotonda,
così chiamati perché si riunivano attorno a una tavola di forma circolare, per
sottolineare l’uguale importanza e dignità di ciascuno.

I poemi del ciclo bretone si diffusero verso la metà del XII secolo nel Nord della
Francia, accanto ai poemi del ciclo carolingio.

L’iniziatore del filone del ciclo bretone è considerato il cronista inglese Goffredo di
Monmouth che compone fra il 1135 e il 1137 l’Historia regum Britanniae (Storia
dei re di Bretagna). L’opera ebbe un grande successo negli ambienti colti e nelle
corti.

Il ciclo bretone, di ispirazione epico-amorosa, si differenzia profondamente da


quello carolingio. Infatti, mentre nel ciclo carolingio prevalgono il motivo religioso,
il senso dell’onore e del sacrificio a Dio, alla patria, al sovrano, nel ciclo bretone i
temi predominanti sono l’avventura, la magia, l’amore.

La magia s’intreccia strettamente all’avventura. Infatti il cavaliere nelle sue


avventure incontra spesso strani esseri: mostri, giganti, maghi, fate; ed è spesso
vittima di incantesimi e protagonista di vicende fantastiche.

Elemento caratteristico della materia bretone è anche l’amore. È infatti pensando alla
sua dama che spesso il cavaliere compie staordinarie imprese; è attraverso l’amore
per lei, ricambiato o respinto, che prova gioie o tormenti.

Nei romanzi del ciclo bretone, pertanto, la donna e l’amore acquistano un ruolo di
primo piano e ispirano famose storie amorose come quelle di Lancillotto e
Ginevra e di Tristano e Isotta.

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