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In ricordo del giorno della sua consacrazione, nel 1963, voglio parlare di un’altra chiesa livornese, la Chiesa

di Nostra Signora del Rosario. Essa è un luogo di culto cattolico di Livorno, situato in via Mangini, nel luogo
in cui si trovava la chiesa della comunità siro-maronita. A Livorno, la presenza di arabi e maroniti risale al
XVII secolo, ma solo nel Settecento alcuni confessori maroniti furono ufficialmente riconosciuti dalle
autorità granducali. Nel corso dell'Ottocento, l'importanza della comunità cresce notevolmente.

Persino Raffaello De Ghantuz-Cubbe, vescovo della città tra il 1832 e il 1840, discendeva da una famiglia
aleppina. Tracce della presenza maronita si trovano nelle lapidi sepolcrali presso il Santuario di Montenero e
nel chiostro della chiesa della Madonna. La comunità aveva anche un altare nella chiesa di Santa Caterina,
nel quartiere della Venezia Nuova. Nel 1888, la comunità ottenne l'uso di una piccola cappella settecentesca
in via Mangini, precedentemente dedicata a Santa Maria Maddalena dei Pazzi.

Dopo il restauro, la cappella fu aperta ai fedeli nel 1890, e nel 1900 fu eretto un campanile con quattro
campane. Nello stesso anno, la chiesa fu elevata al rango di parrocchia. Dopo la Seconda Guerra Mondiale,
sulla posizione dell'antico tempio maronita, fu costruita una chiesa di architettura contemporanea,
cancellando così le tracce della struttura originaria.

Fonti
G. Panessa, La Livorno delle Nazioni. I luoghi della preghiera, Livorno 2006
G. Piombanti, Guida storica ed artistica della città e dei dintorni di Livorno, Livorno 1903

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