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11 Ier. 5,14.
STILE ORALE E INTERVENTO DEL TACHIGRAFO 409
prensione, tanto delle cose quanto delle parole trasmesse, sia con la rifles-
sione e 10 studio dei credenti, i quali le meditano in cuor loro, sia con la
esperienza data da una piu profonda intelligenza della cose spirituali, sia
per la predicazione di coloro i quali con la successione episcopale hanno ri-
cevuto un carisma sicuro di verita".
19 A.Manzoni, Pentecoste, w. 41-44.
20 A Clemente e stata attribuita anche una seconda lettera. Eusebio af-
ferma che "gli antichi non ne fecero uso": cfr Eusebio, Hist. Ecel. 111, 16; Gi-
rolamo dice che "fu rigettata dagli antichi": cfr. Hieron. De viris illustr., XV; I
Canoni Apostolici, n. 85, la pongono tra le scritture canoniche; la tradizione
manoscritta: Codex Alexandrinus, sec.V, Codex Hierosolimitanus, sec. XI, la ver-
sione siriaca in un codice di Edessa, sec. XII, riportano sotto il norne di
Clemente la prima lettera ai Corinti e una seconda lettera. Il Quacquarelli,
dopo aver denominato questo scritto: "la cosiddetta II di Clemente", affer-
ma: "La I e la II Clementis sono inserite tra le epistole cattoliche e il corpo
paolino": cfr I Padri Apostolici, Traduzione, introduzione e note a cura di
A. Quacquarelli, Roma 1978, pp. 47-48. Letterature autorevoli, pur informa-
te delle problematiche sull 'autenticita di questo scritto, continuano a de-
nominarla: "Seconda di Clemente": cfr G. Bosio, E. dal Covolo, M. Marita-
no, p. 78. 80. La critica va ben oltre l'autenticita di questa seconda lettera, e
a proposito dei Padri Apostolici afferma: "se si fa eccezione per Ignazio di
Antiochia, non si puo dire che siano degli "autori " nel senso moderno deI
termine": P.F. Beatrice, I Padri Apostolici e la letteratura sul martirio, in Credere
oggi, IV, 3, maggio-giugno 1984, pp. 29-30.
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31 Ibid. 1,3,10.
32 Ibid. 2,1,2.
33 [bid. 4,2,7.
34 [bid. 5,4,19.
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Mysterion dal mistero alla mistica, Citta deI Vaticano 1998, p. 212.
39 Sacr. 6,5,26. Lettura dei Maurini, deI Botte, deI Faller. Adottano I'edi-
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zione critica deI Faller e traducono da essa, Iosef Schmitz, Henry Chadwick,
Gabriele Banterle.
40 Sacr. 6,5,26. Lettura nell'edizione critica di Erasmo, Genelio e Coste-
due letture: qodno. La lettera q con il segno di taglio sull'asta inferiore, VIII
secolo, si legge quod; la seconda lettera, unita alla lettera d, nel nostro caso,
se si ritiene che abbia tratteggi comuni sovrapposti che formano un tut-
t'uno con la d, idealmente si separano e si legge a;' se si ritiene che la se-
conda lettera, pur unita alla q e alla d, non ha tratteggi comuni con queste,
si pUD leggere con queste lettere come unica parola: quod; le lettere no con
segno superiore di abbreviazione scritte di seguito aHa d si possono ritenere
forma contratta dno e leggerle: domino; oppure se si ritiene la d unita alla q e
separata da no, si legge: quod non: CEr A. Cappelli, Lexicon abbreviaturarum,
Milano 1967 , p. 302. Ancora piu convincente e la lettura quod a Domino se si
7
delle opere di S. Ambrogio, in Aevum, 29, 1955, p. 21, nota 2: "Mi ehiedo se pro-
prio le parole, appena eitate, dalla eonelusione deI VI diseorso: "docuimus,
quod non didicimus, non potrebbero essere indizio di opera appartenente al
prineipio dell'attivita eateehetiea di Ambrogio Veseovo: non sentirei diffi-
eoltä. a distanziare il De Sacr. dal De Myst. ehe ne e la rielaborazione lettera-
ria. Non e forse azzardato il pensare ehe veramente queste espressioni va-
dano ravvieinate all 'inizio della attivita magisteriale di Ambrogio perehe
hanno meno signifieato, se non vedo male, spostate avanti nel tempo,
quando eerto e meno vivo il eontrasto tra il dovere d'insegnare e il sentire
di non aver suffieientemente appreso".
43 Cfr G. Coppa, in S. Ambrogio, I sacramenti, Torino 1969, p. 767.
47 Ambr. Cain et Ab. 1, 1, 1. Nella Lett. 77, 3 (= M:aur. 22), [SAEMO 21]
49 [bid.
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54 Sacr. 1,1,l.
55 F. Probst, Die Liturgie des viertenjahrhunderts, Münster 1893, pp. 232-239.
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Vigiliae Christianae 6, 1952, pp.168-169: "le De Sacramentis n'est pas une oeuvre
litteraire, ni meme un travail publie par Saint Ambroise: ce sont des ser-
mons catechetiques qui ont ete ecrits par un tachygraphe ".
422 V.DIMURO
61 Ibid., p. 171: "en tout cas il est tres peu probable, a mon sens, que
nous ayons a faire ici ades notes preparatoires de Saint Ambroise. Le carac-
tere tres special de la langue et du style du traite rend la these du tachy-
graphe extremement plausible".
62 F. Petit, Sur les Catecheses post baptismales de saint Ambroise, in Revue
Bhlidictine 68 (1958), p. 256: "s'il (De Sacramentis) nous est parvenu c'est vrai-
semblablement grace aux notes tachygraphiques d'un auditeur".
63 B. Botte, SCh 25 bis, 1961, p. 16.
64 Cfr. Ch. Mohrmann, Observations sur le De Sacramentis et le De
Mysteriis de saint Ambroise, in Ambrosius Episcopus, Milano 1976, p. 105.
65 Idem, Le style oral, p. 170.
66 Cfr. [bid., p. 170.
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67Augustinus, Confessiones,6,l.
68Augustinus, Contra Academicos 2,9,22: "Fatto dunque venire uno steno-
grafo perehe il frutto deI nostro lavoro non andasse al vento, non ho per-
messo ehe qualehe eosa andasse perduta", 1,1,4: "Ho voluto tuttavia far tra-
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beata vita,69 nel De Ordine,70 il suo metodo di traserivere "a causa della
memoria, eustode non sempre fedele dei pensieri", annotare tutto
integralmente anehe eon partieolari, per l'informazione degli assen-
ti e per rieordare e divulgare "per 10 meno agli amiei e familiari".
L'importanza data da Agostino all'annotazione e quindi massi-
ma. Ma il metodo di annotare, ordinando - nella eondizione di mae-
stro e seolarea - la traserizione, quasi sempre e mantenuto, anehe
nella eondizione di diseepolo e di uditore, annotando e traserivendo
personalmente.
Inoltre la tradizione di opere agostiniane a noi pervenuta, nel
molto importante eodiee Sangallensis 188, eontiene il De Sacramentis,
non eon il norne di Ambrogio, ma tra le opere di Agostino. Un simi-
le errore di attribuzione e di eolloeazione era frequente e potrebbe
trovare le stesse giustifieazioni eomuni ad altri errori dello stesso ti-
po, potrebbe perö anehe trovare spazi problematiei piu ampi ehe le
parole excepto alterius, presenti in quel eodiee e riferite al De
Sacramentis, laseiano intravedere. L'espressione excepto alterius e esa-
minata attentamente dal Faller il quale rileva ehe e uniea in tutta la
raeeolta deI eodiee Sangallensis 188, quindi si puö ritenere eome in-
dieazione ehe il suo autore e diverso da quelli nominati nel eodiee.
Lo stesso studioso gesuita diee perö di preferire la lettura excepta, e
nota ehe excipere e un'espressione seientifiea per esprimere serittura
veloce. Rileva perö ehe riveste maggiore inlportanza la parola
alterius, notando ehe questo 'altro' rimane seonoseiuto,71 eioe eolui
serivere a causa della memoria, eustode non sempre fedele dei pensieri, gli
argomenti delle nostre frequenti diseussioni"; [bid. 1,4,10: "Vorrei ehe mi si
leggesse (diee Alipio) il diseorso ehe dite di aver tenuto durante la mia as-
senza".
69 Augustinus, De Beata Vita 3,18: "Ordinai ehe le sue parole fossero tra-
raeeogliere tutti gli interventi... Nello stesso tempo se ci fosse sembrato op-
portuno di traserivere qualehe parte dei nostri diseorsi, si eliminava la ne-
eessita di dire un'altra volta e si evitava 10 sforzo di rieordare"; [bid. 11,7,21:
"Abbiamo eontinuato la diseussione ehe il nostro stilo non ti permette di
perdere"; [bid. 1,10,29: "(Trigezio) preso da religioso timore, voleva ehe le
sue parole non fossero traseritte. Lieenzio insisteva ehe fossero eonservate";
[bid. 1,10,30: "Dovremo darei pareeehio da fare perehe questi nostri seritti
siano noti per 10 meno ai nostri amici e familiari".
71 Cfr O. Faller, Was sagen die Handschriften zur Echtheit der sechs Predigten
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78 Ibid., p. 177.
79 G. Lazzati, pp. 27-28.
80 Sacr. 1,3,9-10.
81 Ibid. 3,2,15.
82 Ibid. 3,1,3.
83 Ibid. 3,1,4.
84 Ibid. 1,6,20-22.
85 Ibid. 1, 3, 3.
86 Ibid. 1,3,10.
87 Ibid. 5,2,7.
88 Ibid. 5,4,19.
89 Ibid. 1,3,10.
90 Ibid. 3,1,4.
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