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STILE ORALE E INTERVENTO DEL TACHIGRAFO

NEL DE SACRAMENTIS DI AMBROGIO DI MILANO

La lettura deI De Sacramentis e l'esame della spinosa questione del-


la sua autentieita hanno riehiesto preeisi riferimenti alla eultura di
stile orale; migliore valutazione della testimonianza e lettura dei ma-
noseritti; attenzione all,opera deI taehigrafo e aHa sua identita; analisi
deI linguaggio. Infatti, la forma e i eontenuti deH'opera indieano
ehiaramente la sua appartenenza aHa eultura di stile orale e sono
maggiormente eomprensibili se rapportati ad essa; il problema del-
l'autentieita, speeialmente per quanto attiene la elocutionis diversitas
e l'uso deI testo biblieo, trova valida soluzione in un eontesto eultu-
rale di stile orale; la testimonianza dei eodiei e la loro lettura diretta
eonfermano la valenza spirituale di questa opera e la sua autentieita
ambrosiana; l'intervento-mediazione deI taehigrafo, attraverso la
serittura, rende visibile il linguaggio,l ehe e eome veste della eultura
di stile orale.
E' utile eonsiderare questi argomenti. MareelJousse eoHoea que-
sta eultura neH'ambiente etnieo palestinese, eioe in "un ambiente
eulturale ben determinato: queHa frazione deI 'popolo deHa Bibbia'
ehe abitava aneora, nel primo seeolo deHa nostra era, nella terra
una volta detta di Canaan e aHa quale il eonquistatore romano diede
il norne di Palestina".2 Di questa eultura, ehe esprime pensiero e
modi di tipo orientale e di eivilta eontadina,3 ha benefieiato 1'0eei-
dente eon il suo eammino di pensiero, eon la sua esperienza religio-
sa simboliea e eontemplativa. Le tre grandi religioni monoteiste:
ebraiea, eristiana, islamiea - dette anehe religioni deI libro - potreb-
bero essere definite religioni della parola, perehe si trasmettono

1 Cfr F. de Saussure, Cours de Linguistique Generale, Paris 1922, trad. it.,

Corso di linguistica generale, Bari 1970, p. 35.


2 G. Baron, in M. Jousse, La manducation de la parole, Parigi 1975, trad. it.,

La manducazione delta parola, Roma 1980, p. 8 nota 4. lbid. p. 20 nota 2. p. 23.


3 Cfr M.Jousse, p. 20.
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partieolarmente attraverso una eultura di stile orale parlato. A que-


sto proposito faeeiamo immediato riferimento aHa Bibbia; ai Padri,
meritano partieolare menzione i Padri Apostolici perehe "per la loro
antiehitä. ed importanza, seguono immediatarrLente i Vangeli e gli
seritti eanoniei deI Nuovo Testamento";4 alle opere mistagogiehe am-
brosiane.
I libri ispirati deH'Antieo edel Nuovo Testamento, in qualehe
misura e in modi differenti, anehe aleuni testi di altre esperienze re-
ligiose e eulturali, doeumentano ehe la parola di Dio e all'origine
della storia di tutto eiö ehe e ereato. Questa stessa parola onnipo-
tente effieaee rende possibile e realizza eiö ehe Dio eosi dispone:
"Come la pioggia e la neve scendono dal cielo
e non vi ritornano senza aver irrorato la terra,
senza averla fecondata e fatta germogliare,
cosi ehe dia seme al seminatore e pane a chi nlangia,
cosi sara della Parola uscita dalla mia bocca;
non ritornera vuota a me
senza aver operato quanto e mio desiderio
e senza aver realizzato ciö per cui l'ho mandata".5

Paolo paragona la parola divina aHa semente e al pane eon effetti


di frutti di giustizia: "eolui ehe fornisee la semente al seminatore
prowederä pure il pane in eibo e moltiplieherä la vostra semente e
aumenterä i frutti della vostra giustizia".6 In questa eeonomia di po-
tenza e di effieaeia, la parola di Dio "e prossirrLa alla eomunitä dei
eredenti, e operante dentro di essa".7 Gesu proelama beati eoloro
ehe l'aseoltano e la eustodiseono. 8 Giaeomo afferma la neeessitä di
eonoseerla, ma anehe di attuarla: non solo uditori, ma faeitori. 9 E'
parola ehe, a differenza dell'erba ehe si seeea edel fiore ehe appas-
sisee, permane in eterno, non passerä. mai,10 vieIle posta eome fuoeo
ardente sulle labbra profetiehe,l1 e affidata agli Apostoli e ai Disee-

4 G. Bosio, E. dal Covolo, M. Maritano, Introduzione ai Padri della Chiesa,


Secoli I e II, Torino 1990, 1998 4 r, p. 37.
5 Is. 55,10-11.
6 2 Cor. 2,10
7 Lc. 11,28.
8 Cfr Lc. 11,28.
9 Cfr Iac. 1,22.
10 Mt. 24,35.

11 Ier. 5,14.
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poli affinehe anche essi l'annunzino sui tetti, la proclamino aperta-


mente alla luce,12 la portino fino ai confini della terra, al mondo in-
tero, a ogni creatura. 13
Tutto questoe fedelmente e senza interruzione realizzato: gli
Apostoli e i Discepoli ricevono 10 Spirito deI Risorto, adempiono la
loro missione, trasmettono il Dono ricevuto e l'eredita e missione
loro affidate, percio la Chiesa nella potenza dello Spirito Santo con-
serva medita vive il messaggio evangelico, l'annunzia con "l'attrattiva
della parola viva e sonante".14 Questo metodo, proprio della cultura
orale, si fonda su una tradizione orale ehe e stata considerata supe-
riore alla tradizione scritta: "finche furono vivi gli Apostoli e i loro
immediati discepoli, la loro parola viva ebbe maggiore attrattiva ed
autorita di qualsiasi scritto. Papia, accanto 0 addirittura al di sopra
della tradizione scritta, poneva la tradizione orale di coloro ehe ave-
vano conversato con gli Apostoli 0 con i loro discepoli".15 Osservia-
mo subito ehe, in questo caso e anche nel rapporto tra le due opere
mistagogiche anlbrosiane, sia la tradizione orale sia la tradizione
scritta appartengono alla cultura di stile orale: cultura di stile orale
parlato, cultura di stile orale scritto. 16
Ancora oggi la tradizione della cultura di stile orale permane ed
e cosi descritta: "chi dice 'tradizione' dice, con cio, trasmissione di
elementi viventi, in precedenza ricevuti ed elaborati di secolo in se-
colo all'interno dell'ambiente etnico. Qui gli elementi tradizionali
sono viventi perle-lezioni di stile orale: perle lentamente 'cristalliz-
zate', metodologicamente 'infilate' in recitazioni ordinate e cantate,
al fine di favorire la loro vivente 'utilizzazione"'.17
Anche attraverso questo stile la traditio cristica, apostolica, profe-
tica ha trasmesso e utilizzato l'autentica parola vivente, senza inter-
ruzione e nel continuo progresso. 18 Si ascolta cosi quasi una riso-

12 Cfr. Mt. 10,27.


13 Cfr. Me. 16,15.
14 G. Bosio, E. dal Covolo, M. Maritano, p. 35.
15 [bid.
16 Piu innanzi si troveranno elementi dimostrativi di questa affermazio-
neo
17 M.Jousse, L'anthropologie du geste, Parigi 1974, trad. it., L'antropologia del
gesto, Roma 1979, p. 37.
18 Dei Verbum, 11, 8b: "Questa tradizione di origine apostoliea progredi-
see nella Chiesa eon l'assistenza dello Spirito Santo: eresee infatti la eom-
410 V.DIMURO

nanza moltepliee della voee della Spirito, ehe:


"come la luce rapida
piove di cosa in cosa,
e i color vari suscita
dovunque si riposa".19

In questa luee e possibile rieordare le opere dei Padri dei primi


seeoli della Chiesa: la Didaehe, la Lettera di <=:lemente Romano ai
Corinti,20 le Lettere di Ignazio di Antioehia, la :Lettera di Barnaba, il
Pastore d'Erma, l'A Diogneto, le Apologie di Giustino, le opere di
Atenagora, di Ireneo, di Ippolito di Roma, speeialmente l'autore-
vole Traditio Apostoliea, le opere di Origene, di Basilio, di Gregorio
di Nazianzo, di Gregorio di Nissa, di Gregorio 'Taumaturgo, di Ciril-
10 e di Giovanni di Gerusalemme, di Giovanni. Crisostomo, di Teo-
doro di Mopsuestia, e tra i latini, di Cipriano, di Ambrogio, di Ago-
stino. Questi Autori e opere sono autorevoli e si pongono a diversi
livelli nella eontinuita della tradizione di stile orale, 0 meglio, di eul-

prensione, tanto delle cose quanto delle parole trasmesse, sia con la rifles-
sione e 10 studio dei credenti, i quali le meditano in cuor loro, sia con la
esperienza data da una piu profonda intelligenza della cose spirituali, sia
per la predicazione di coloro i quali con la successione episcopale hanno ri-
cevuto un carisma sicuro di verita".
19 A.Manzoni, Pentecoste, w. 41-44.
20 A Clemente e stata attribuita anche una seconda lettera. Eusebio af-
ferma che "gli antichi non ne fecero uso": cfr Eusebio, Hist. Ecel. 111, 16; Gi-
rolamo dice che "fu rigettata dagli antichi": cfr. Hieron. De viris illustr., XV; I
Canoni Apostolici, n. 85, la pongono tra le scritture canoniche; la tradizione
manoscritta: Codex Alexandrinus, sec.V, Codex Hierosolimitanus, sec. XI, la ver-
sione siriaca in un codice di Edessa, sec. XII, riportano sotto il norne di
Clemente la prima lettera ai Corinti e una seconda lettera. Il Quacquarelli,
dopo aver denominato questo scritto: "la cosiddetta II di Clemente", affer-
ma: "La I e la II Clementis sono inserite tra le epistole cattoliche e il corpo
paolino": cfr I Padri Apostolici, Traduzione, introduzione e note a cura di
A. Quacquarelli, Roma 1978, pp. 47-48. Letterature autorevoli, pur informa-
te delle problematiche sull 'autenticita di questo scritto, continuano a de-
nominarla: "Seconda di Clemente": cfr G. Bosio, E. dal Covolo, M. Marita-
no, p. 78. 80. La critica va ben oltre l'autenticita di questa seconda lettera, e
a proposito dei Padri Apostolici afferma: "se si fa eccezione per Ignazio di
Antiochia, non si puo dire che siano degli "autori " nel senso moderno deI
termine": P.F. Beatrice, I Padri Apostolici e la letteratura sul martirio, in Credere
oggi, IV, 3, maggio-giugno 1984, pp. 29-30.
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tura di stile orale.


Come osserva ancora ilJousse, questa cultura richiama la memo-
ria vivente di quanto accaduto, i gesti soggiacenti viventi espressivi
ritmici, la voce, l'intellettualita non inaridente e sterile, ma apporta-
trice di grandi benefici, tutto ciö ehe costituisce l' essere vivo co-
sciente espressivo palpitante. Nella cultura di stile scritto i nostri
studi libreschi ci tengono fermi sui meccanismi della parola scritta e--
non sui gesti incisivi deI reale,21 invece nella cultura di stile orale e
di continuo rievocata la gestualita. Cosi si sintetizzano e si rafforza-
no reciprocamente memoria e senso della gestualita, quasi come
"1' eternizzazione deI gesto di un istante".22 Gia nella Poetica di Aristo-
tele troviamo: "l'uomo eilphI mimatore fra tutti gli animali e per
mezzo deI mimismo egli acquisisce tutte le cognizioni".23 Ambrogio
nelle due opere mistagogiche, con maggiore precisione nel De
Sacramentis, di continuo richiama il significato dei gesti.
Sono particolarmente interessanti anche alcuni caratteri deI pen-
siero edelI' espressione della cultura di stile orale: tende a essere pa-
ratattico invece ehe ipotattico; aggregativo piuttosto ehe analitico;
ridondante con ripetizioni deI gia detto; dal tono agonistico; enfati-
co e partecipativo piuttosto ehe oggettivo e distaccato; omeostatico,
senza definizioni e lasciando ehe le parole acquisiscano significato
dal contesto in cui sono pronunziate; senza ordine alfabetico 0 cro-
nologico 0 di altro tipo, ma secondo l'immediatezza di chi parIa e
I'importanza data agli argomenti; situazionale piuttosto ehe astratto
e perciö vicino all'esperienza umana. 24
La vita e la storia degli uomini hanno bisogno della cultura di sti-
le orale ehe trasmette pensieri e parole in forme viventi. Questa tra-
dizione ordinariamente non irrompe in modo traumatico nelle civil-
ta, quasi sorgente ehe sgorga rompendo la superficie delle rocce,
ma come acqua zampillante ehe si dirama - anche secondo una im-
magine ambrosiana - e viene a costituire quasi un sistema venoso e
arterioso della terra ehe gli appartiene. Con altra immagine si po-
trebbe dire ehe questa tradizione non si configura come precipita-

21 CEr M.Jousse, L'antropologia, p. 70.


22 Cfr Idem, p. 104.
23 Aristotele, Poetica, 4, 2.
24 Cfr W. J. Ong, Orality and Literacy. The Technologizing 01 the Word, Lon-
don 1982, trad. it., Oralita e smttura le tecnologie delta parola, Bologna 1986, pp.
65-79.
412 V.DIMURO

zione ehe si eonquista spazi distruggendo, separando, laseiando il


vuoto di un passaggio rovinoso, ma eome linfa vitale ehe rinvigorisee
e vitalizza aridita e seeehezze.
La eultura di stile orale, presente in Oriente, e passata nella ro-
manita e nei paesi di eivilta eristiana assumendo eonnotazione oeei-
dentale e latina, anehe attraverso Ambrogio. Infatti, egli era latino,
ma greeo di origine;25 aveva eonoseenza della lingua greea; si era
formato nello studio di Filone, di Eusebio, di Origene, di Basilio; sul
piano eeelesiale e pastorale era intervenuto -anehe se non sempre in
modo feliee- in eontroversie e disordini dei Cristiani di Oriente. E'
aeeertato il suo rapporto eulturale ed eeelesiale eon l'Oriente. Per
suo merito rieeviamo un'esperienza vivente, ehe aiuta a eomprende-
re le eivilta deI passato, a superare ostaeoli e confini. Questa espe-
rienza si pone in dimensioni eosmiehe, interagisee in ogni tempo e
eivilta dell'uomo, e vissuta in special modo nella Chiesa perehe, an-
ehe dopo l'interiorizzazione della serittura eillento passaggio dalla
eultura orale a quella seritta,26 si preferiva e aneora si preferisee
l'aseolto piu ehe la vista. Ambrogio stesso affer:ma ehe l'udito serve
da garanzia, mentre inveee la vista puo sbagliare. E eosl argomenta:
erediamo 0 per aver visto 0 per aver udito, ma la vista spesso sbaglia,
l'aseolto si fonda sulla fede. 27 Questo eriterio trova eonferma nellin-
guaggio, infatti, neUe eateehesi mistagogiehe deI De Sacramentis e
usato: 43 volte il verbo audire; e 7 volte aures; 24 volte il verbo videre, e
7 volte oculi; 15 volte il verba credere, solo 6 volte il verbo considerare;
nel De Mysteriis si trova: 6 volte il verbo audire, e 3 volte aures; 5 volte
il verbo videre, e 8 volte oculi; 23 volte il verba credere, 5 volte il verba
considerare.

25 Cfr O. Faller, Ambrogio, in Enciclopedia Cattolica, C~itta deI Vaticano 1949,


cc. 985-986: "La famiglia senatoriale e cristiana della gens Aurelia fu di origine
greca, come si puo congetturare dai nomi Ambrosius, Uranius Satyrus (suo
fratello), Sotheris (parente martire della persecuzione dioclezianea). Risie-
deva pero da Iungo tempo aRoma". [bid. col. 987: "11 pensiero della sua ( di
Ambrogio) ascesi e greco, proveniente da Atanasio, Origene, Filone, e in
seguito anche da Basilio; ma vita, veste, moderazione sono romane".
26 Cfr W.]. Ong, p. 161, ivi cit.: The Presence ofthe Word, London 1967, pp.
53-87; Rhetoric, Romance, and Tecnology, Ithaca e London 1967, pp. 23-48.
27 Ambr. in Luc. 4, 71, [Sancti Ambrosii Episcopi ~lediolanensis Opera =
SAEMO 11], p. 356: Omnia enim quae credimus vel visu credimus vel auditu.
Visus saepefallitur, auditus in fide este
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Altre espressioni caratteristiche di stile orale si possono ravvisare


in figure retoriche e ritmi studiati profondamente in rapporto al bi-
Iateralismo deI corpo edella gestualitä. fisica, a formule bilanciate di
parallelismi e di antitesi, a ritmismi e mimismi. 28
11 De Sacramentis presenta numerosi esempi che provano, anche
in questo, la sua appartenza allo stile orale. Giä. all'inizio deI I libro
troviamo: et Romae fideles dicuntur, qui baptizati sunt, et pater noster
Abraham ex fide iustificatus est, non ex operilJUS. 29 Questa frase, avulsa da
una cultura di stile orale, presenta non poche difficoltä. di inter-
pretazione, partieolarmente per le due eongiunzioni et. Queste con-
giunzioni et... et, seeondo una eoncezione di stile orale, evidenziano
un bilateralismo ehe da una parte vede Roma e dall'altra Abramo.
Questo bilateralismo, a sua volta, presenta un parallelismo di appar-
tenenza aRoma e ad Abramo; aneora un parallelismo: aRoma si
appartiene perehe a lei fedeli, ad Abramo si appartiene col rieono-
seerio "nostro padre". Altro parallelismo e tra fideles e fide: fedeltä. a
Roma eon il battesimo, giustifieazione ex fide e non ex operilJUs. 30 Non
e arduo immaginare, sempre secondo la eultura di stile orale, ehe
queste forme di bilateralismo e di parallelismi fossero accompagnate
e meglio espresse anehe eon la gestualitä. bilaneiata e simmetriea deI
eorpo.
Nel De Sacramentis sono molto frequenti le sentenze gnomiche, i
bilanciamenti, i parallelismi, i mimismi - almeno presunti - i chiasmi,
le antitesi, le ripetizioni e raddoppiamenti, gli iperbati, gli ossimori.
Sono figure retoriche ehe rendono per cosl dire scultoree le espres-
sioni di pensiero, ma oltre ehe per motivi di eleganza, la cultura di
stile orale si serviva di esse eome forme teeniche per faeilitare la
memoria. Con grande frequenza Ambrogio fa ricorso a esse, infatti,
spesso nella stessa frase si accumulano molte figure retoriche.
Proponiamo ora solo alcuni esempi:
Vidisti, quae uidere potuisti oculis tui carpons et humanis conspectibus,
non uidisti illa, quae operantur, sed quae uidentur. Illa multo maiora sunt,
quae non uidentur quam quae uidentur, quoniam quae uidentur, temporalia
sunt, quae autem non uidentur, aeterna. 31

28 Cfr M.Jousse, L 'antropologia, pp. 201-224.


29 Sacr. 1,1, l.
30 Importante la preposizione ex, indiea provenienza e origine, ehiarisee

eosi anehe il problema della giustifieazione, ehe proviene dalfamore di Dio,


non dalle opere, ehe perö devono essere eoerenti.
414 V.DIMURO

11 rapporto visibile - invisibile, temporale - eterno e qui espresso


con cadenze ritmiche ma ancora phI con sentenze gnomiche ehe a
loro volta contengono parallelismi, bilanciaIIlenti antitesi e con-
trapposizioni, ripetizioni, chiasmi.
Sunt baptismata gentium, sed non sunt baptis:mata. Lauacra sunt,
baptismata esse non possunt. Caro lauatur, non culpa diluitur, immo in illo
lauacro culpa contrahitur. Erant baptismata Iudaeorum, alia superjlua, alia
in figura. Et figura ipsa nobis profecit, quia ueritatis est nuntia. 32

Una dottrina non semplice e di non facHe comprensione, inse-


gnata in modo tanto efficace e incisivo, costituisce un capolavoro di
intelligenza e di chiarezza ehe si comunica attraverso una padro-
nanza linguistica duttile alla incisivita di pensiero. Le immagini pa-
rallele e contrastanti, con chiasmi, con ripetizioni di termini e di as-
sonanze, con tono sentenzioso e solenne, ben esprimono anche a li-
vello linguistico una dottrina autorevole e chiara, parallela e contra-
stante con opinioni confuse e tormentate: sunt, sed non sunt; sunt,
esse non possunt; ... caro lavatur, non culpa diluit'ur; non culpa diluitur,
immo culpa contrahitur.
Deposuisti peccatorum senectutem, sumpsisti gratiae iuventutem. 33

Con questo parallelismo contrastante e bilanciato, con antitesi di


verbi e di sostantivi: deporre - assumere, vecchiaia - giovinezza, pec-
cato - grazia, il pensiero e incisivo e diviene memorizzabile secondo
10 stile gnomico, sistemi mnemonici e modelli ritmici propri dello
stile di cultura orale.
o homo, faciem tuam non audebas ad caelum adtollere, oculos tuos in
terram dirigebas, et subito accepisti gratiam Christi.. omnia tibi peccata
dimissa sunt. Ex malo servo factus es bonus filius. 34

La condizione di vita e di comportamenti, la grazia di Cristo e il


perdono dei peccati, la trasformazione da cattivo servo a buon figlio,
il nuovo rapporto con Dio sono espressi in modo sintetico, plastico,
intimo, sempre utilizzando formule stilistiche di. stile orale. La storia
di salvezza trova efficace e felice sintesi nell'antitesi ex malo seroo
bonus filius.

31 Ibid. 1,3,10.
32 Ibid. 2,1,2.
33 [bid. 4,2,7.
34 [bid. 5,4,19.
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Si puo eontinuare aneora a lungo eon altri riferimenti ed esempi


simili.
Fanno parte dello stile orale anehe i ritmismi,35 eomunemente so-
no detti cursus 0 elausole. 11 De Sacramentis e stato studiato anehe sot-
to questo aspetto,36 purtroppo pero era sfuggito ehe questa opera e
di stile orale, e ehe e stata eomposta nella seeonda meta deI seeolo
IV, pereio in modo indebito e stato aeeentuato il fatto ehe in essa la
prosa ritmiea prevale sulla prosa metriea, e si e eoneluso affermando
la non autentieita ambrosiana.
Altro elemento di rilevante importanza nella eultura di stile orale
e la eoseienza ehe l' oratore ha di essere preso da una forza superio-
re nel suo diseorso. Platone la definiva Jluviu, e affermava ehe per i
pensatori e per gli oratori fosse eome dono divino. 37 Dionigi l'Aero-
pagita, parlando di eolui ehe eonsiderava suo maestro: "il divino Ie-
roteo", afferma ehe questi non interpretava le Seritture in modo
semplieemente libreseo, ma seeondo la eomprensione spirituale eor-
rispondente a un'ispirazione, ehe non puo essere aequisita eon un
sempliee studio. 38
In questo eontesto di eultura di stile orale riteniamo si debba
leggere una espressione tipiea ehe eonnota la eonelusione e l'intera
opera De Sacramentis. Questa espressione eostituisee un'autorevole
testimonianza dottrinale sulla predieazione, in partieolare, sulle ea-
teehesi mistagogiehe. Infatti, al termine delle sue eateehesi, An1bro-
gio diee la sua esperienza di predieatore e mistagogo. Le sue parole
pero sono state lette in modi diversi e poi interpretate al di fuori di
una eultura di stile orale.
Queste le due letture:
1. Docuimus pro captu nostro, forsitan quod non didicimus; ut
potuimus, expressimus;39

35 Cfr M. Jousse, Etudes de Psychologie linguistique: Le style oral rythmique et

mnemotechnique chez le Verbo-moteurs, in Archives de Philosophie 2/4 (1924);


Idem, L 'antropologie, pp. 51. 138. 141.
36 Cfr M. R. Delaney, A study of the Clausulae in the Works of St. Ambrose,
Washington 1934.
37 Cfr PIat, Fed, 22, 29.

38 Cfr Dionigi I'Aeropagita, I Nomi divini 2,9, PG 3, 648B; L. Bouyer,

Mysterion dal mistero alla mistica, Citta deI Vaticano 1998, p. 212.
39 Sacr. 6,5,26. Lettura dei Maurini, deI Botte, deI Faller. Adottano I'edi-
416 V.DIMURO

2. Docuimus pro captu nostro jorsitan quod a Domino didicimus; ut


potuimus expressimus. 40

Le due letture ora riportate presentano evidenti differenze: quod


non didicimus e quod a Domino didicimus, sul piano paleografico sono
invece molto simili. 41
Al di lä. della trascrizione edella lettura paleografica, le interpre-
tazioni di questo testo sono state molteplici. 11 Lazzati l'interpreta

zione critica deI Faller e traducono da essa, Iosef Schmitz, Henry Chadwick,
Gabriele Banterle.
40 Sacr. 6,5,26. Lettura nell'edizione critica di Erasmo, Genelio e Coste-

rio; lettura nell'edizione Romana deI Montalto.


41 11 testo paleografico potrebbe essere il seguente, quasi simile per le

due letture: qodno. La lettera q con il segno di taglio sull'asta inferiore, VIII
secolo, si legge quod; la seconda lettera, unita alla lettera d, nel nostro caso,
se si ritiene che abbia tratteggi comuni sovrapposti che formano un tut-
t'uno con la d, idealmente si separano e si legge a;' se si ritiene che la se-
conda lettera, pur unita alla q e alla d, non ha tratteggi comuni con queste,
si pUD leggere con queste lettere come unica parola: quod; le lettere no con
segno superiore di abbreviazione scritte di seguito aHa d si possono ritenere
forma contratta dno e leggerle: domino; oppure se si ritiene la d unita alla q e
separata da no, si legge: quod non: CEr A. Cappelli, Lexicon abbreviaturarum,
Milano 1967 , p. 302. Ancora piu convincente e la lettura quod a Domino se si
7

considera la scrittura minuscola corsiva deI V secolo, infatti essa presenta la


lettera a con la forma cosi detta onciale corsiva che si confonde facilmente
con la lettera d, oppure, la lettera a, diventando sernpre piu aperta, si con-
fonde con la lettera u. Cfr G. Cencetti, Compendio di Paleografia Latina, Caso-
ria - Napoli 1966, pp. 32-33. L'edizione critica dei codici conservati si attiene
alla prima lettura quod non, che si trova in essi attestata, questo pero non
impedisce di poter giungere a ricostruire con congetture anche un codex
deperditus deI V secolo. Abbiamo personalmente COIIlpulsato 1'Edizione Ro-
mana: Sancti Ambrosii Mediolanensis Episcopi Opera ex editione Romana, Parisiis
MDCIII, co!. 378; l'edizione curata da Erasmo e rivista da Costerio: Omnia
quotquot extant D. Ambrosii Episcopi Mediolanensis opera, primum per Des.
Erasmum Roteradamum, mox per Sig. Genelium, deinde per alios eruditos viros
diligenter castigata, nunc vero postremum per Ioannem Costerium, Basileae MDLV,
p. 446. Le due edizioni presentano la stessa lettura: quod a Domino didicimus.
I Maurini avevano notato che questa lettura era riportata solo dall 'Edizione
Romana: Rom. edit. sola, jorsitan quod a Domino didici'mus: cfr Sancti Ambrosii
Mediolanensis Episcopi opera Omnia, Tomi secundi et ultimi pars prior, Pari-
siis 1845, c. 461. Il Botte e il Faller nelle loro edizioni critiche non danno
nessuna notizia di queste varianti.
STILE ORALE E INTERVENTO DEL TACHIGRAFO 417

come confessione di umilta e riconoscimento di insufficienza da


parte dell'Autore. Perciö ipotizza di poter datare il De Sacramentis
verso l'inizio dell'episcopato di Ambrogio, quando cioe era ancora
poco versato nella dottrina teologica. 42 11 Coppa ha presente l'af-
fermazione deI Lazzati, ritiene perö retoriche quelle espressioni di
Ambrogio e perciö da non sollecitar troppo univocamente. 43 Botte
fa riferimento in nota al De Officiis 1,1,4. 44 Banterle 45 cita il Lazzati, il
De Officiis 1,1,4, il De Cain 1,1,1 e il De Sacramentis 4,6,29.11 Pizzolato ri-
conosce ehe Ambrogio "pregia l'azione divina nell'esegesi, reputa
questa frutto congiunto d'una infusio domini e di una inventio sensus".46
Quindi, nessuna interpretazione riportata considera nell'insieme
della cultura di stile orale edel carisma della predicazione, questa
affermazione di Ambrogio.
Gli studiosi concordano con quanto per primo il Lazzati ha ipo-
tizzato. Ma qual e il senso dell'interpretazione data alle parole attri-
buite ad Ambrogio? Se il maestro non ha imparato cosa insegna?
Ambrogio, dopo aver espresso certezze anche in modo autorevole,
mette in dubbio la serieta deI suo insegnamento? 10 sminuisce? vuo-
le relativizzare tutto e creare perplessita e confusione in chi ha
ascoltato le sue catechesi? Sarebbe tutto assurdo e distruttivo! Pur

42 Cfr G. Lazzati, L 'autenticitii del De Sacramentis e la valutazione letteraria

delle opere di S. Ambrogio, in Aevum, 29, 1955, p. 21, nota 2: "Mi ehiedo se pro-
prio le parole, appena eitate, dalla eonelusione deI VI diseorso: "docuimus,
quod non didicimus, non potrebbero essere indizio di opera appartenente al
prineipio dell'attivita eateehetiea di Ambrogio Veseovo: non sentirei diffi-
eoltä. a distanziare il De Sacr. dal De Myst. ehe ne e la rielaborazione lettera-
ria. Non e forse azzardato il pensare ehe veramente queste espressioni va-
dano ravvieinate all 'inizio della attivita magisteriale di Ambrogio perehe
hanno meno signifieato, se non vedo male, spostate avanti nel tempo,
quando eerto e meno vivo il eontrasto tra il dovere d'insegnare e il sentire
di non aver suffieientemente appreso".
43 Cfr G. Coppa, in S. Ambrogio, I sacramenti, Torino 1969, p. 767.

44 Cfr B. Botte, in SCh 25, p. 107.

45 Cfr G. Banterle, in SAEMO 17, p. 15 e nota 36.

46 L.F. Pizzolato, La dottrina esegetica di sant 'Ambrogio, Milano 1978, p. 295.

Lo stesso studioso rileva ehe Ambrogio sottolinea il preponderante valore


dell'infusio rispetto all'interpretatio, ma rivendiea eome altrettanto legittimo
metodo dell'esegeta, quello della ratio. C'e quindi un'infusio eeeezionale,
ehe fa parlare all'agiografo illinguaggio divino, e un'infusio naturale. lbid.
p.296.
418 V.DIMURO

eondivisa da molti, non sembra aeeettabile l'interpretazione deI


Lazzati, pereio, analizzando il testo, ne proponiamo un'altra. Ci so-
no dati positivi autorevoli e eertezze: docuimus, expressimus; vi sono
modalita e limiti: pro captu nostro, ut potuimus; vi e una forma dubita-
tiva e di ineertezza: forsitan, eapaee di minare l'intero insegnamento:
ignoranza di chi insegna, oppure di aeereditarlo rieonoseendo per
lui ispirazione e earisma. In quel forsitan Ambrogio vive e sintetizza il
problema teologieo della predieazione, della sua predieazione: eio
ehe egli ha insegnato e il risultato umano della sua eultura, 10 ha
imparato, 0 forse non l'ha imparato ed e stato infuso in lui e ispira-
to? In questo seeondo easo la sua predieazione sarebbe mistero della
sua voee e saeramento della parola infusa e ispirata. Da parte deI
predieatore potrebbe essere illusione presumere questo eon eertez-
za, forsitan indiea una presa di eoseienza umile in limiti di fragilita
umana.
Per la eoseienza di Ambrogio e per la eoseienza eeelesiale sareb-
be eeeessivo e fuorviante sentire rivelata e ispirata la predieazione
post apostoliea, ma anehe in questo la eonoseenza della eultura di
stile orale mette in grado di eomprendere ehe le prime generazioni
eristiane usavano i termini rivelazione ispirazione in modo piu im-
mediato e meno prudente di oggi. Lo stesso Ambrogio, seeondo la
cultura di stile orale, offre un insegnamento bilanciato tra le gran-
dezze ehe Dio opera e i condizionamenti umani. 11 Veseovo parIa di
seienza infusa dal Signore: Dominus infudit;47 sente ineertezze, eapa-
cita e limiti, eondizionamenti: forsitan, pro captu nostro, ut potuimus...
nell'esprimere eose piu grandi, "forse" non imparate ma infuse.
Tommaso nella Summa tratta l'argomento della ereativita umana,
l'ammette, ma non virtute propria, sed instrumentaliter, in quantum agit
in virtute alterius. 48 E, continuando la sua argomentazione, l'Aquinate
conferma e preeisa: causa secunda instrumentalis non participat
actionem causae superioris, nisi inquantum per aliquid sibi proprium
dispositive operatur ad effectum principalis agentis. 49 L'Angelieo "e ben
eonsapevole ehe l'industria umana e insufficiente a svolgere quella

47 Ambr. Cain et Ab. 1, 1, 1. Nella Lett. 77, 3 (= M:aur. 22), [SAEMO 21]

Ambrogio manifesta di non sentirsi in grado di predieare, ma diee espres-


samente ehe leggendo le Seritture largitus est Spiritus sanctus ... quo dignum
aliquid proferamus.
48 S. Th., I, q. 45, a.5.

49 [bid.
STILE ORALE E INTERVENTO DEL TACHIGRAFO 419

ehe a suo avviso e la phI nobile di tutte le attivita pratiehe (eioe la


predieazione): oeeorre una partieolare assistenza dello Spirito San-
to, perehe egli si riserva di distribuire generosamente i suoi doni e i
suoi earismi",50 per meriti personali, per il bene della eomunita, per
la grazia ehe in ogni eondizione e missione di vita assiste e eompen-
sa le insuffieienze umane. Aeutamente e stato affermato ehe la pre-
dieazione eristiana si qualifiea per mezzo di eio ehe l'uomo non e in
grado di dire da Se. 51 La dottrina eattoliea ammette e distingue ehe
per la predieazione non si tratta dell'ispirazione bibliea ma di una
possibile ispirazione immediata e transitoria. 11 Vatieano II rieonosee
ehe il ministero della parola e esereitato multiformiter secundum
diversas audientium necessitates et praedicantium charismata. 52
Illieto annunzio della salvezza eon la predieazione e il eammino
di pensiero e di progresso nella eoseienza eeelesiale si e andato eom-
piendo partieolarmente nelle aree eulturali di stile orale e attraverso
la mediazione di questa eultura. In rapporto a essa possiamo leggere
il De Sacramentis e il De Mysteriis. Infatti, queste due opere mistagogi-
ehe ambrosiane appartengono alla eultura di stile orale: il De
Mysteriis si presenta eome appunti di stile orale non parlato, ma
seritto; il De Sacramentis, inveee, eome opera di eultura di stile orale
parlato e registrato da un taehigrafo. Illoro valore eonsiste nell'es-
sere prineipalmente testimonianza della grande tradizione eristiana
di stile orale ehe partita da Cristo e dagli Apostoli si eontinua nella
Chiesa. 53
11 De Mysteriis presenta uno stile sintetieo, serrato, eategorieo, ge-
rarchico, inizia eol riferirsi a quanto insegnato, e ordinato nella for-
ma, vi sono premesse preeise, illinguaggio risente di una prudenza
ehe sa ben proteggersi ed artieolare teoria e pratiea, esperienza e
prineipi, eiö ehe e vissuto e eio ehe e eomandato.
11 De Sacramentis inizia senza premesse e eon immediatezza; inizia
eol riferirsi non a quanto insegnato, ma a quanto eelebrato e ai sa-

50 B. Mondin, Predicazione, in Dizionario enciciopedico dei pensiero di San


Tommaso d 'Aquino, Bologna 1991, p. 488.
51 CfrL. Coenen, Predicazione, in Dizionario dei concetti bibiici dei Nuovo Te-
stamento, Bologna 1976, p. 1386.
52 Presbyterorum Ordinis, 11, 4. Cfr Dei VerlJum, 11, 7-10.

53 B. Botte, p. 40: "C'est, avant tout, un temoignage de la grande tradi-


tion chretienne qui, partie du Christ et des Ap6tres, se continue dans
l'Eglise".
420 V.DIMURO

cramenti ricevuti: De sacramentis quae accepistis sermonem adorior;54 ri-


sente maggiormente dello stile orale parlato, percio e analitico, non
organico, esortativo, marcatamente comunitario, ripetitivo e incisivo
nell'esposizione dottrinale, nelle citazioni bibliehe, nellinguaggio.
Un'attenta analisi dello stile orale parlato deI De Sacramentis aiuta
a capire piu profondamente i contenuti delle due opere, a chiarire
e ad armonizzare il problema delle loro differenze e somiglianze,
delloro stile, dell'originalita, dell'autenticita, della datazione.
Stile orale-parlato deI De Sacramentis. La questione dello stile deI
De Sacramentis e di certo complessa, trova tuttavia una sua logica
spiegazione alla luce di quanto sopra affermato nel merito alla cul-
tura di stile orale, ehe conosciamo attraverso opere scritte, ma com-
prese male se staccate dalloro originario ambiente culturale.
11 modo di conoscere proprio della cultura di stile scritto stenta a
comprendere la sua tradizione-trasmissione, pereio dal XVI al XX
secolo le due opere mistagogiche ambrosiane, aneora piu 10 stile
orale parlato deI De Sacramentis e la elocutionis diversitas tra questi e il
De Mysteriis, hanno costituito una vera crux philologorum.
La civilta e cultura di stile orale si esprime quasi sempre eon 10
stile parlato, ma questo stile e solo una sua cornponente espressiva.
La Mohrmann identifiea stile orale con stile parlato; stile scritto con
eiö ehe viene eomposto e seritto a tavolino. Dieiamo subito ehe 10
stile parlato potrebbe scadere e ridursi in ehiaechiere oziose con po-
verta di pensiero e di espressione, ma puo anehe risalire alla grande
tradizione di stile orale, parlato 0 seritto. Qui consideriamo stile ora-
le parlato, quello ehe il Probst, il Morin, il Petit, il Botte, e in special
modo la Mohrmann definiseono e analizzano come stile orale, tout
court.
La tesi dello stile orale, ehe abbiamo preeisato come stile orale
parlato, ha donato apporti di novita e ha eontribuito a un reale pro-
gresso scientifieo nello studio deI De Sacramentis. Per la prima volta,
alla fine deI XIX secolo, il Probst ipotizzo per questa opera mistago-
giea una redazione stenografica di questi discorsi pronunziati da
Arnbrogio. 55 L'anno seguente, 1894, il Morin espresse questa sua opi-"
nione: "Une particularite fort remarquable peut etre consideree
comme un indice de ce que ces six discours, eux aussi, out du etre

54 Sacr. 1,1,l.
55 F. Probst, Die Liturgie des viertenjahrhunderts, Münster 1893, pp. 232-239.
STILE ORALE E INTERVENTO DEL TACHIGRAFO 421

reeuellis furtivement par quelque membre de l'assemblee".56 Contro


questa teoria si pronuneio aleuni anni dopo 10 Sehermannn. 57 Per
lungo tempo questi studi non ebbero aleuna risonanza. Dopo trenta
anni, nel 1928, il Morin ripropose questo stesso argomento: il De
Sacramentis e eertamente di Ambrogio ma, argomenti di gran peso
mostrano ehe De Sacramentis non sarebbero altro ehe note stenogra-
fiehe, non un'opera seritta di Ambrogio. 58 Dopo oltre venti anni,
1949, il Botte, pubblieando l'edizione eritiea da lui eurata, la tradu-
zione e le annotazioni deI De Sacramentis edel De Mysteriis, si interro-
ga sull'origine deI testo De Sacramentis: "Mais ce texte, d'ou le tenait-
il?" e eosi argomenta: si potrebbe supporre ehe Ambrogio li faeesse
annotare questi suoi diseorsi da un taehigrafo, ma non ne sappiamo
niente. E' probabile pereio ehe siano note personali buttate giu ra-
pidamente. Diee quindi i motivi di questa sua opinione: I'ultimo di-
seorso e ineompleto, pereio 0 bisogna ritenere ehe il taehigrafo fos-
se staneo e si fosse addormentato, oppure ehe l'autore fosse molto
oeeupato e non avesse avuto il tempo di eompletare il suo testo. 11
Botte ritiene piu plausibile questa seeonda ipotesi, ehe pero eon giu-
sto senso di misura propone solo eome sua impressione e supposi-
zione. 59
Ch. Mohrmann, poehi anni dopo, eon la sua nota eompetenza
intervenne nel merito e preeiso ehe il De Sacramentis non e un'opera
letteraria, ne un lavoro pubblieato da Ambrogio, ma queste sono ea-
teehesi seritte da un taehigrafo. 6o Quindi, dopo oltre cinquanta anni,
e rafforzata la tesi deI Probst. Ma la filologo di Nimega va oltre e al
Botte ehe in un primo momento aveva eseluso l'ipotesi di un taehi-

56 G. Morin, Que les six livres De Sacramentis et l'Explanatio Symboli ad


initiandos attribues a S. Ambroise appartiennent a un meme auteur, in Revue Bene-
dictine 9 (1894), p. 344.
57 T. Schermann, Die pseudoambrosianische Schrift De Sacramentis in Romi-
sche Quartalschrift, 17 (1903), pp. 36-53 e 237-255.
58 G. Morin, Pour l'authenticite du De Sacramentis et de l'Explanatio Sym-
boli De Sacramentis Ambroise, in Jahrbuch Liturgiewissenschaft 1929, p. 88: "des
arguments de tres grand poids montrent que S., lui aussi, ne saurait repre-
senter que des notes stenographiques, non un ouvrage ecrit d 'Alnbroise ".
59 CEr. B. Botte, SCh 25,1949, pp. 17-18.

60 Ch. Mohrmann, Le style oral du De Sacramentis de Saint Ambroise, in

Vigiliae Christianae 6, 1952, pp.168-169: "le De Sacramentis n'est pas une oeuvre
litteraire, ni meme un travail publie par Saint Ambroise: ce sont des ser-
mons catechetiques qui ont ete ecrits par un tachygraphe ".
422 V.DIMURO

grafo per la stesura deI De Sacramentis, risponde ehe potrebbe essere


aeeaduto ehe questi fosse distratto, 0 ehe avesse perso una parte del-
le sue note. La stessa studiosa passa poi a dimostrare ehe si trova at-
testato il servizio di un taehigrafo eomandato oppure oeeasionale
quando il veseovo predieava. E eonelude ehe in ogni easo non e af-
fatto probabile ehe siano note preparatorie di Arnbrogio, ma il ea-
rattere dello stile linguistieo rende deI tutto plausibile la tesi ehe sia
stato un taehigrafo a traserivere le eateehesi.<il 11 Petit e dello stesso
avviso: il De Sacramentis ci e pervenuto grazie a un uditore taehigrafo
ehe ha annotato le eateehesi. 62 Le argomentazioni della Mohrmann
eonvineono il Botte ehe nella sua seeonda edizione delle opere mi-
stagogiehe di Arnbrogio eosi afferma: "l'etude de M.lle C. Mohr-
mann montre ä.l'evidenee le earaetere de style oral de ces sermons,
ce qui confirme l'hypothese de sermon pris par un taehygraphe".63
Aneora dopo undiei anni la Mohrmann torna a trattare deI De
Sacramentis e ribadisee ehe in questa opera abbiamo un rapporto ste-
nografieo di eateehesi pronunziate da Arnbrogio, informa inoltre
ehe il Botte nella seeonda edizione si e detto d'aeeordo eon l'ipotesi
deI taehigrafo. 64
Dopo gli interventi puntuali e autorevoli della Mohrmann tutti
hanno aeeettato la tesi ehe non Ambrogio, ma un taehigrafo ha an-
notato Ie prediche mistagogiche deI De Sacramentis. Ma Ia stessa illu-
stre studiosa di Nimega poue aneora un interrogativo: "Mais l'exi-
stenee de ces taehygraphes est-elle prouvee?".65 E riferisee l'osserva-
zione deI Botte: noi non sappiamo nulla nel merito. 66
Pone inoltre la questione: Ambrogio ha ordinato ehe un tachi-
grafo riprendesse le sue eatechesi, oppure easualmente sono state
riprese di volta in volta da qualehe uditore? Diee ehe in easi analo-

61 Ibid., p. 171: "en tout cas il est tres peu probable, a mon sens, que

nous ayons a faire ici ades notes preparatoires de Saint Ambroise. Le carac-
tere tres special de la langue et du style du traite rend la these du tachy-
graphe extremement plausible".
62 F. Petit, Sur les Catecheses post baptismales de saint Ambroise, in Revue
Bhlidictine 68 (1958), p. 256: "s'il (De Sacramentis) nous est parvenu c'est vrai-
semblablement grace aux notes tachygraphiques d'un auditeur".
63 B. Botte, SCh 25 bis, 1961, p. 16.
64 Cfr. Ch. Mohrmann, Observations sur le De Sacramentis et le De
Mysteriis de saint Ambroise, in Ambrosius Episcopus, Milano 1976, p. 105.
65 Idem, Le style oral, p. 170.
66 Cfr. [bid., p. 170.
STILE ORALE E INTERVENTO DEL TACHIGRAFO 423

ghi si trovano seguiti l'uno e l'altro procedimento. Si puo ritenere


ehe per Ambrogio sia accaduto cosi, comunque la Mohrmann esclu-
de ehe siano note dello stesso vescovo.
Per la prima volta poniamo ora il quesito: chi potrebbe essere
stato il tachigrafo deI De Sacramentis? Ricerche e precisazioni sul-
l'anonimo tachigrafo di questa opera non hanno mai avuto ulteriori
sviluppi nemmeno a livello di ipotesi, ma sia per il problema del-
l'autenticita ambrosiana di questa opera edella sua datazione, sia
sul piano codicologico deI suo piu antico manoscritto, sia a livello di
valutazione letteraria, l'indagine sulla persona deI tachigrafo puo far
conseguire progressi scientifici.
Proponiamo una nostra ipotesi. Pensiamo come tachigrafo di
questa opera 0 una persona ehe faceva questo per professione, mol-
to allenato nel suo lavoro, oppure un annotatore occasionale. Non
si puo escludere ehe sia stato un neofita, di certo molto istruito, as-
siduo nel frequentare le catechesi e le prediche di AInbrogio, abile e
diligente nel cogliere con fedelta il pensiero deI vescovo ehe predi-
cava. Le prediche mistagogiche annotate sarebbero state conservate
tra le proprie opere e poi, da altri, confuse con esse.
Da questo insieme di indizi e di congetture si puo ricavare un
profilo deI tachigrafo, e ci permette di porre un altro interrogativo:
il tachigrafo deI De Sacramentis potrebbe essere Agostino?
Questo nostro interrogativo trova qualehe non debole fonda-
menta:
- Agostino e stato battezzato da Ambrogio la notte di pasqua deI
387, certamente ha partecipato alle catechesi mistagogiche da lui
tenute la settimana seguente. .
- Lo stesso Agostino dice il suo impegno e la sua massima atten-
zione alla predicazione di Ambrogio. Egli comincio studiosius ad
ecclesiam currere, et in Ambrosii ora suspendi. 67 Cio non implica da parte
di Agostino l'azione di annotare i discorsi ascoltati, tuttavia, questa
sua attenzione e gia un dato positivo lontano dalla distrazione e vi-
cino al prendere nota, se questo atto fa parte dell'abitudine di chi
ascolta.
- Ancora, Agostino documenta nel Contra Academicos,68 nel De

67Augustinus, Confessiones,6,l.
68Augustinus, Contra Academicos 2,9,22: "Fatto dunque venire uno steno-
grafo perehe il frutto deI nostro lavoro non andasse al vento, non ho per-
messo ehe qualehe eosa andasse perduta", 1,1,4: "Ho voluto tuttavia far tra-
424 V.DIMURO

beata vita,69 nel De Ordine,70 il suo metodo di traserivere "a causa della
memoria, eustode non sempre fedele dei pensieri", annotare tutto
integralmente anehe eon partieolari, per l'informazione degli assen-
ti e per rieordare e divulgare "per 10 meno agli amiei e familiari".
L'importanza data da Agostino all'annotazione e quindi massi-
ma. Ma il metodo di annotare, ordinando - nella eondizione di mae-
stro e seolarea - la traserizione, quasi sempre e mantenuto, anehe
nella eondizione di diseepolo e di uditore, annotando e traserivendo
personalmente.
Inoltre la tradizione di opere agostiniane a noi pervenuta, nel
molto importante eodiee Sangallensis 188, eontiene il De Sacramentis,
non eon il norne di Ambrogio, ma tra le opere di Agostino. Un simi-
le errore di attribuzione e di eolloeazione era frequente e potrebbe
trovare le stesse giustifieazioni eomuni ad altri errori dello stesso ti-
po, potrebbe perö anehe trovare spazi problematiei piu ampi ehe le
parole excepto alterius, presenti in quel eodiee e riferite al De
Sacramentis, laseiano intravedere. L'espressione excepto alterius e esa-
minata attentamente dal Faller il quale rileva ehe e uniea in tutta la
raeeolta deI eodiee Sangallensis 188, quindi si puö ritenere eome in-
dieazione ehe il suo autore e diverso da quelli nominati nel eodiee.
Lo stesso studioso gesuita diee perö di preferire la lettura excepta, e
nota ehe excipere e un'espressione seientifiea per esprimere serittura
veloce. Rileva perö ehe riveste maggiore inlportanza la parola
alterius, notando ehe questo 'altro' rimane seonoseiuto,71 eioe eolui

serivere a causa della memoria, eustode non sempre fedele dei pensieri, gli
argomenti delle nostre frequenti diseussioni"; [bid. 1,4,10: "Vorrei ehe mi si
leggesse (diee Alipio) il diseorso ehe dite di aver tenuto durante la mia as-
senza".
69 Augustinus, De Beata Vita 3,18: "Ordinai ehe le sue parole fossero tra-

seritte. Feci cenno ehe si trascrivessero anehe queste"..


70 Augustinus, De Ordine 1,2,5: "Eravamo rieorsi all 'impiego dello stilo per

raeeogliere tutti gli interventi... Nello stesso tempo se ci fosse sembrato op-
portuno di traserivere qualehe parte dei nostri diseorsi, si eliminava la ne-
eessita di dire un'altra volta e si evitava 10 sforzo di rieordare"; [bid. 11,7,21:
"Abbiamo eontinuato la diseussione ehe il nostro stilo non ti permette di
perdere"; [bid. 1,10,29: "(Trigezio) preso da religioso timore, voleva ehe le
sue parole non fossero traseritte. Lieenzio insisteva ehe fossero eonservate";
[bid. 1,10,30: "Dovremo darei pareeehio da fare perehe questi nostri seritti
siano noti per 10 meno ai nostri amici e familiari".
71 Cfr O. Faller, Was sagen die Handschriften zur Echtheit der sechs Predigten
STILE ORALE E INTERVENTO DEL TACHIGRAFO 425

ehe aveva veloeemente traseritto.


A nostro avviso quello seonoseiuto puo essere identifieato in Ago-
stino, ehe sarebbe quindi redattore deI De Sacramentis, non suo Au-
tore. Questa ipotesi viene a risolvere diversi problemi: la frapposi-
zione deI De Sacramentis nelle opere di Agostino; la data di eomposi-
zione di questa opera;72l'identitä della persona deI taehigrafo.
Si possono sollevare argomenti eontrari all'ipotesi di Agostino re-
dattore di questa opera mistagogiea ambrosiana, ne abbiamo pensa-
ti alcuni, ma appaiono ineonsistenti. E' di eerto valida l'obiezione
ehe nel merito non ci sono notizie, ma Agostino non ci ha informati
di tutto eio ehe ha fatto, ne e giunta a noi ogni notizia ehe egli abbia
voluto trasmetterei. Comunque: quod non est in actis non est in mundo,
tuttavia, salvo migliore giudizio, non maneano indizi e notizie indi-
retti ma validi, anehe a motivo dell'opera degna di apprezzamento
eompiuta dal taehigrafo deI De Sacramentis.
Dopo aver tentato di identifieare la persona deI taehigrafo si e
anehe in grado di vedere rafforzate le ragioni ehe la Mohrmann
esponeva a sostegno della tesi delI' esistenza di un taehigrafo per il
De Sacramentis,73 inoltre si puo rilevare ehe la eultura di stile orale
presenta in questa opera le earatteristiehe deI linguaggio parlato,
eioe dello stile orale parlato. Infatti, la filologo di Nimega porta
numerosi esempi dello stile ehe lei definisee orale e ehe, pur eon
dovuto ossequio verso l'illustre studiosa, alla luce di quanto sopra
eonsiderato, preeisiamo eome linguaggio parlato, stile orale parlato.
La Mohrmann, infatti, rileva un linguaggio parlato, eon i ties del-
l'oratore, eon le sue abitudini, eon ripetizioni ed omissioni ehe ea-
ratterizzano un diseorso improvvisato, non seritto se non eon qual-
ehe nota affrettata. E' di notevole interesse questa sua affermazione:

S. Ambrosii de Saeranlentis?, in Zeitschrift für Katholische Theologie 53 (1929),


pp. 41-45.
72 Vi e un eonsenso quasi unanime nel ritenere il De Sacramentis steno-
seritto deI De Mysteriis, ma un attento esame interno e moltepliei raffronti
fra le due opere indieano inveee ehe il De Sacramentis segua nel tempo il De
Mysteriis. Si propone ora ehe la datazione deI De Sacramentis si possa fissare ,
anehe per motivi storieo pastorali, intorno agli anni 385-390, eon esattezza,
nel 387. L'Universita "Federieo 11" di Napoli, Faeolta di Lettere e Filosofia,
ha qualifieato eon lode la dimostrazione di questa tesi.
73 Cfr Ch. Mohrmann, Le style oral, p. 171: "Le earaetere tres special de la

langue et du style du traite rend la these du taehygraphe extremement


plausible. En effet, le style du De Sacramentis est tipiquement un style oral".
426 V.DIMURO

il earattere tutto partieolare della lingua e dello stile deI De


Sacramentis attesta ehe questo non e un doeum.ento in lingua popo-
lare. 11 voeabolario e quello della lingua eolta, i.~ molto eonservatore,
molto piu di quello dei diseorsi di Agostino. Presenta nel merito
esempi dettagliati.
Nel trattato De Sacramentis, eosi la Mohrmann, troviamo 28 volte
l'espressione hoc est,74 due volte si trova l'espressione id est. 75 Hoc est
appartiene alla lingua eolta e' letteraria, id est aHa lingua corrente e
piuttosto popolare. Passa inoltre a raffrontare questi dati eon la
Peregrinatio Aetheriae, ehe e di earattere molto popolare. In Agostino
id est e molto frequente, ma l'aristoeratieo Ambrogio non usa il po-
polare id est, ma il distinto hoc est. 76
11 sistema sintattieo in De Sacramentis e molto libero, tuttavia la fi-
lologo di Nimega osserva ehe non si puo qualifieare volgare. Le li-
eenze ehe sorprendono in Ambrogio sono da attribuire aHo stile
orale, aHa lingua parlata di un uomo eolto. Questo stile si addiee
inoltre aHa eateehesi ehe riehiede una forma sempliee e limpida.
Nel De Isaac 10 stesso Ambrogio afferma ehe se neeessario, un dotto-
re si deve mettere a liveHo della gente semplice, ma si riehiede, an-
eora piu di ogni altra predieazione, un eontatto intimo tra il predi-
eatore e l'uditore, eome un sennocinatio e dialogo. L'uditorio non
deve essere reso passivo nell'aseolto. Questo spiega la frequenza del-
le questioni nel De Sacramentis, e, eosi la Mohrmann, questo proee-
dimento e sempliee e serve per far parteeipare aHa dimostrazione.
Sembra a questo punto ehe la stessa studiosa abbia intuito non sem-
plieemente 10 stile orale, n1a la eultura di stile orale nel linguaggio
parlato.
11 FaHer ha notato la propensione di Ambrogio a porre questioni,
e rileva ehe in De Sacramentis questo fatto e spesso rieorrente fino a
dare l'impressione ehe sia un tie deH'oratore. Anehe questo argo-
menta eonvinee ehe il sermone non e stato preparato a tavolino. Le
questioni derivano dal earattere diretto deHo stile di Ambrogio, ehe
eerea eostantemente il eontatto eon i suoi uditori, eostituiseono eo-
me un elemento di dialogo tra predieatore e uditore.
11 dialogo, 10 stile parlato, sono earatterizzati anehe da molti altri

74 Con esattezza la troviamo 44 volte di cui 4 volte riportata nelle citazio-


ni bibliehe.
75 Precisiamo, tre volte.
76 Cfr. Ch. Mohrmann, Le style oral, p. 172.
STILE ORALE E INTERVENTO DEL TACHIGRAFO 427

tratti. La paratassi, sotto le sue diverse forme, le frasi si staccano, la


giustapposizione presenta i membri deI periodo uno accanto all'al-
tro. Nel De Sacramentis ci sono di frequente questi esempi di stile
orale. E' rifiutata la proposizione infinitiva ehe e la massima espres-
sione di ipotassi. Questa proposizione e sostituita da altre proposi-
zioni subordinate con congiunzioni. Questa tendenza si manifesta in
tutte le opere di Ambrogio. La Mohrmann fa anche un calcolo delle
proposizioni: nel De Sacramentis si trova una proposizione infinitiva e
due proposizioni subordinate con congiunzione. Questa frequenza
supera non solo quella presente nelle altre opere ambrosiane, ma
anche quella dei sermoni di Agostino.
Le congiunzioni. Ancora l'illustre filologo presenta un calcolo
delle congiunzioni: Ambrogio usa 25 volte quod, 22 volte ut, 1 volta
quoniam.
Altro aspetto: la giustapposizione dei membri dell'enunziato.
Giustapposizioni di frasi brevi, senza subordinazione, con paratassi e
stile diretto, danno quasi un'impressione di ingenuita.
Ch. Mohrmann osseIVa: "Le style du De Sacramentis est un style
tres expressioniste",77 sopprime tutto quanto e di carattere seconda-
rio e tiene conto solo dell'essenziale. Vi sono elementi strettamente
necessari, il verbo e messo in rilievo quando esprime un'azione, e as-
sente quando e formulata un'idea generale, la sintassi e molto ru-
dimentale, l'intonazione e la dizione dell'oratore rimpiazza i mezzi
sintattici (stile orale). Si rileva uno scadimento sintattico, ma la frase
diviene molto plastica. Ci sono parentesi, ma l'intonazione mantie-
ne l'unita della frase di cui si interr0111pe l'unita sintattica. Ci sono
anche anacoluti.
Questo stile ehe mette in rilievo ciö ehe domina nel soggetto par-
lante si manifesta nella posizione iniziale deI verbo, cosa molto fre-
quente nel nostro trattato. La posizione iniziale sembra conferire al
verbo un valore preminente, 10 evidenzia, segnala il carattere ecce-
zionale della frase. Serie di frasi brevi con verbo iniziale descrivono
10 svolgimento della funzione liturgica (8 2,5,14). E' rilevante anche
l'elemento nominale, attraverso la frase nominale pura. E' ancora
sintassi rudimentale ehe perö non manca di forza espressiva.
La Mohrmann conclude il suo studio sullo stile orale deI De
Sacramentis, notando l'alta frequenza delle questioni, il generale ri-

77 eh. Mohrmann, Le style aral, p. 175.


428 V.DIMURO

lassamento deI sistema sintattico nella costruzione della frase, la


tecnica della successione di frasi paratattiche e il suo stile diretto, la
messa in evidenza sia deI verbo sia dell'elemento nominale, e cosi
conclude: "dans tout cet asserublage d'elements libres et rudimen-
taires se manifeste le caractere spontane de ces discours improvises
et saisis sur la bouche meme de l'eveque de Milan".78
11 Lazzati 79 ha presente 10 studio della Mohrn1ann, e offre ulte-
riori apporti di esempi, ne riportiamo alcuni seguendo il suo sche-
ma:
1. paratassi: Deinde accessisti propius, vidisti fontern, vidisti sacerdotern.
Ingressus es, vidisti aquam, vidisti sacerdotern, vidisti levitam;80
Isti, lavisti, venisti ad altare, videre coepisti ;81
In mari ternpestas furit, stridunt procellae, sed piscis natat, non
dernergitur quia natare consuevit. 82
2. parentesi e incisi: Succinctus sacerdos, licet enim. et pres&yteri fecerint,
tamen exordium ministerii a summo est sacerdote. Succinctus, inquam,
sacerdos pedes tibi lavit ;83
Tune Moyses virgam tenebat... dopo una digressione, riprende:
tenebat virgam Moyses. 84
3. anteposizione deI verbo: Vidisti fontern, vidisti et sacerdotern;85
Ingressus es, vidisti aquam, vidisti sacerdotern, vidisti levitam.86
4. accentuazione dell'elemento nominale: Bonae aquilae circa altare:
ubi enim corpus ibi et aquilae;87
Bona praesumptio sed moderata;88
Vere totum ubi tota innocentia, tota pietas" tota gratia, tota
sanctificatio. 89
5. anacoluti. 11 riferimento piu evidente e al De Sacramentis 3,1,4, dove
vi sono frequenti cambiamenti di soggetto. 90

78 Ibid., p. 177.
79 G. Lazzati, pp. 27-28.
80 Sacr. 1,3,9-10.
81 Ibid. 3,2,15.
82 Ibid. 3,1,3.

83 Ibid. 3,1,4.

84 Ibid. 1,6,20-22.
85 Ibid. 1, 3, 3.

86 Ibid. 1,3,10.

87 Ibid. 5,2,7.
88 Ibid. 5,4,19.

89 Ibid. 1,3,10.
90 Ibid. 3,1,4.
STILE ORALE E INTERVENTO DEL TACHIGRAFO 429

11 Rettore della Cattolica rileva nel De Sacramentis il poco ordine


espositivo, particolarmente per quanto riguarda le figure battesima-
li; il tono deI parlare familiare, con proposizioni brevi, con ripeti-
zioni, con interrogazioni, con liberta sintattica. Inoltre, in De
Sacramentis 1,5,13-14, si riscontrano il discorso diretto; la costruzione
paratattica; il dialogo quasi drammatico; le ripetizioni; alcuni carat-
teristici modi di dire propri dello stile orale parlato; le clausole ac-
centuative con maggiore frequenza delle clausole metriche. 91
Ancora il Lazzati giunge per il De Sacramentis a una valutazione
letteraria che, insieme allo stile orale comunemente inteso, quasi la-
scia intravedere una cultura di stile orale: "non va dimenticato che
tali opere - De Sacramentis, Explanatio- rappresentano un unicum co-
me quelle che sole segnano una vera differenza la quale, perö, non
e tra modi di scrivere, ma tra il modo di parlare di Ambrogio nelle ca-
techesi e il suo modo di scrivere, unicum cui le opere nate da predi-
cazione si avvicinano piu 0 meno secondo il grado di rielaborazione
subita".92
Concludiamo rilevando che per la prima volta e proposta ora la
lettura deI De Sacramentis di Ambrogio nel contesto della civilta - cul-
tura di stile orale; si distingue e precisa, nella stessa cultura, 10 stile
orale parlato e 10 stile orale scritto; ci si interroga inoltre sulla per-
sona dei tachigrafo dei De Sacramentis e si ipotizza che il neofita Ago-
stino sia il tachigrafo di questa opera mistagogica.
Speriamo di aver offerto con questo studio qualche apporto utile
che renda piu profonda la comprensione deI De Sacramentis; meno
intricata la questione della sua autenticita ambrosiana; piu sicura la
data della sua composizione; meno problematica la sua presenza nel
codice Sangallensis 188; maggiormente attenta l'indagine sul tachi-
grafo di questa opera che, anche per merito suo, e documento
estremamente interessante dellatino corrente come lingua viva 93 e

91 G. Lazzati, pp. 29-32.


92 lbid. p. 38. Per Ia valutazione Ietteraria delle opere di Ambrogio, Laz-
zati presenta una tripliee distinzione: 1) prediehe giunte senza ritoeehi, nel
testo stenografieo: De Sacramentis. e I'Explanatio; 2) prediehe pubblieate do-
po Ia revisione da parte di Ambrogio, eon diversi gradi di ritoeehi, fino alla
seomparsa dello stile parlato, sono Ia maggior parte; 3) opere seritte. Il Laz-
zati sostiene anehe ehe vi sia una qual eerta sistematieita nelle opere ambro-
siane. Cfr pp. 47-48.
93 Cfr. Ch. Mohrmann, Le style oral, p. 177.
430 v. 01 MURO

dona una piu eompleta eonoseenza della persona e dell'azione pa-


storale dei veseovo Ambrogio.
A giusto titolo si pensa di poter estendere al De Sacramentis eiö
ehe nell'edizione dei De Mysteriis, voluta da Paolo VI, si trova eosi af-
fermato: ... sunt illius institutionis series et continuatio, quae ab Apostolis
ad nos usque pervenit, ac nostrum tempus curn praeteritis futurisque
aetatibus conglutinat atque coniungit. 94

Vineenzo Di Muro
Piazza Scilla 2
00178 - Rama Capannelle

94 Pauli VI iussu, (Operi proemiatus est Johannes Coppa) , De Mysteriis,

Typis poliglottis Vaticanis MCMLXXIV, p. 18.

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