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endocrinologia
23 Gennaio 2020
By Redazione Bonehealth
Recentemente è stato scoperto che il microbiota intestinale, influenzando il metabolismo ISCRIVITI ALLA NEWSLETTER
dell’ospite, le sue funzioni immunitarie e la secrezione di ormoni, impatta sul
metabolismo osseo.
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Rispetto a topi ovariectomizzati cui non sono stati somministrati probiotici, nel modello
murino carente di estrogeni ma con alimentazione integrata con Lactobacillus reuteri è
stato osservato un significativo aumento di massa ossea corticale.
Confrontando topi privi di germi (GF) con topi nutriti convenzionalmente, uno studio ha
dimostrato che il micobiota intestinale, influendo sul metabolismo dell’ospite, influenza la
densità ossea. I topi GF hanno ottenuto un aumento del 50% del volume osseo
trabecolare e corticale del femore.
Lipopolisaccaridimmuni
Disordini nel microbiota intestinale possono influire sulla permeabilità delle cellule
dell’intestino aumentandone il pH, riducendo l’assorbimento di calcio e accrescendo
l’immissione in circolo di lipopolisaccaridi (Lps). Questi ultimi – che sono stati associati a
infiammazioni croniche low-level – possono condurre a disturbi metabolici e infiammazioni
e giocano un ruolo chiave nel metabolismo osseo. Diversi esperimenti sui ratti hanno
dimostrato che elevate dose di Lps provocano una riduzione del volume e la perdita di
tessuto osseo suggerendo che gli Lps possano ridurre la densità minerale. In particolare,
sono state rilevate la perdita di tessuto osseo femorale, la riduzione del volume
trabecolare delle metafisi tibiali prossimali, la diminuzione della densità minerale nelle
vertebre lombari e una upregulation dei mediatori infiammatori (interleuchina (IL) -1,
cicloossigenasi (COX) -2, e TNF) nella regione metafisaria.
Acidi biliari
Il microbioma gioca un ruolo significativo anche nel metabolismo degli acidi biliari,
soprattutto per la sua influenza sulla sintesi degli acidi secondari come l’acido
deossicolico, dovuta a batteri anaerobici presenti nell’intestino. Gli acidi biliari secondari,
a loro volta, possono avere effetto sul metabolismo osseo. In particolare, l’acido litocolico
monoidrossilato (LCA) è una sorta di ligando di VDR, il recettore della vitamina D che ne
regola gli effetti biologici, tra i quali la gestione della codifica dei geni della osteoporina,
della osteocalcina e di RANKL, che controlla direttamente il ricambio osseo. Negli studii,
LCA ha ridotto la capacità della vitamina D di attivare i geni dell’osteocalcina e del RANKL
rispettivamente del 79% e del 56%. A causa dell’effetto su VDR e della tossicità sugli
osteoblasti, l’LCA potrebbe giocare un ruolo anche nella patogenesi dell’osteoporosi. Su
modello murino, inoltre, LCA ha causato danni ai mitocondri degli osteoblasti anche in
concentrazioni di 100|M e ha ridotto del 72% l’espressione dell’enzima 1a, 25-
diidrossitamina D3 24-idrossilasi (CYP24A1) coinvolto nel metabolismo della stessa
vitamina D.
Gli acidi grassi a catena corta – prodotti nell’intestino per fermentazione di carboidrati
indigeribili e di proteine – potrebbero avere un effetto sul metabolismo osseo a causa
della loro influenza sulla sintesi del fattore di crescita insulinosimile IGF-1, un ormone
noto per avere effetto sulla crescita ossea. Negli studi su topi, infatti, questo ormone
aumenta la sua concentrazione in seguito a somministrazione di SCFA, e lo stesso effetto
si ottiene trapiantando microbiota normale in topo GF (germ free) o somministrando
antibiotici che colpiscono i batteri responsabili della fermentazione che genera SCFA. Gli
effetti dell’IGF-1 sul metabolismo osseo, comunque, non sono chiari dato che i ricercatori
hanno ottenuto risultati spesso discordanti. Le differenze riscontrate potrebbero essere
legate alla durata della colonizzazione, all’età o al ceppo dei topi utilizzati nei test.
Studi condotti su topi in condizioni sterili hanno infatti evidenziato una maggior quantità
di osso trabecolare e un minor numero di cellule CD4+T e TNF (cellule progenitrici degli
osteoclasti nel midollo osseo) rispetto al gruppo di controllo cresciuto in condizioni
normali. Altri studi riportano la possibilità che i probiotici aumentino la densità ossea e
riducano l’infiammazione intestinale (più negli uomini che nelle donne) e hanno analizzato
la stretta relazione tra perdita ossea e condizioni infiammatorie.
Cellule Th17
Producendo interleuchina-17 (IL-17) e molte altre citochine, come IL-22, le cellule Th17
sono importanti per l’attivazione delle risposte immunitarie innate. Inoltre, svolgono un
ruolo significativo nella resistenza delle mucose contro batteri e funghi. Alcuni studi sui
topi testimoniano l’influenza dell’ambiente intestinale sulle cellule Th17 grazie all’effetto
dei batteri filamentosi segmentati. Il trapianto di questi batteri in topi GF ha infatti indotto
un aumento nel numero di cellule Th17. Le cellule Th17 sono un sottoinsieme di cellule
CD4+T che può condizionare il metabolismo osseo, ad esempio può produrre un effetto
pro-osteoclastogenesi e svolge un ruolo chiave nella perdita di osso in carenza di
estrogeni. Nelle donne, l’aumento del siero IL-17 è strettamente correlato
all’osteoporosi e la sua eliminazione (o impiego dell’anticorpo anti-IL17) può
prevenire la perdita ossea.
Cellule Treg
Le cellule CD4+FOXP3+Treg sono stabilmente presenti nella mucosa intestinale e hanno
effetto sul sistema immunitario intestinale e sistemico. La carenza (o l’inattivazione) di
cellule Treg è associata ad alcune malattie infiammatorie croniche. L’espansione delle Treg
può essere indotta dalla presenza di batteri della classe Clostridia, un gruppo
normalmente presente nel tratto intestinale e nella vagina umani. I Treg influiscono sul
metabolismo osseo regolando la formazione degli osteoclasti mediante
secrezione di IL-4, IL-10 e TGF-β e bloccando il riassorbimento osseo.
Wnt
La via di segnale Wnt svolge un ruolo vitale nello sviluppo precoce degli embrioni animali,
nella formazione degli organi, nella rigenerazione dei tessuti e in altri processi fisiologici.
Il pathway Wnt/β-catenina può essere attivato da alcuni batteri come il Fusobacterium
nucleatum e Bacteroides fragilis. Anche la funzione osteoblastica risulta regolata,
dall’infanzia alla maturità, dalla segnalazione Wnt/β-catenina. Per esplorare la funzione di
questo percorso sugli osteoblasti, la β-catenina rappresenta un obiettivo chiave, dato il
suo ruolo nel pathway della Wnt/β-catenina, che regola la trascrizione del gene target
Wnt. Nei topi è stato dimostrato che nel passaggio dalla fase immatura a quella di
maturità, l’impoverimento della β-catenina può inibire la differenziazione degli osteoblasti
e aumentare la differenziazione degli osteoclasti, con conseguente diminuzione della
massa ossea.
Ormoni sessuali
Gli studi sull’associazione tra microbiota intestinale e ormoni sessuali in persone sane
hanno condotto a molti risultati contrastanti, data anche la diversa composizione del
microbioma nei due generi in termini di specie e funzioni. Nei maschi, ad esempio, sono
risultati maggiormente abbondanti Ruminococco, Bacteroides, Eubacterium e Blautia
mentre nelle femmine era più presente Treponema. Tuttavia, queste differenze
potrebbero anche essere dovute allo stile di vita specifico e a fattori culturali legati al
genere, piuttosto che agli ormoni sessuali. È stato anche riportato che i microbioti
intestinali possono influenzare l’equilibrio degli steroidi e, in alcune specie, hanno la
capacità di metabolizzare gli ormoni sessuali e di influenzarne l’attività.
Gli ormoni sessuali, a loro volta, hanno effetto sul metabolismo osseo. Numerosi studi
hanno confermato in particolare il ruolo degli estrogeni, per i quali sono presenti recettori
su osteociti, osteoblasti, osteoclasti e cellule stromali del midollo osseo. Gli estrogeni
sono risultati in grado di indurre l’apoptosi degli osteoclasti e di inibire quella degli
osteoblasti ed è emerso che, in carenza di estrogeni, il ciclo di ricambio osseo viene
attivato più frequentemente. Oltre ad avere un’influenza diretta sulle cellule ossee, gli
estrogeni hanno effetto sul ciclo di ricambio osseo anche in modo indiretto, regolando lo
stress ossidativo e il sistema immunitario. L’eliminazione degli estrogeni ha ridotto la
capacità degli osteoblasti maturi, stimolando la produzione di citochine proinfiammatorie
come TNF, IL-7 e IL-1. Il TNF, in particolare, gioca un ruolo importante nella perdita ossea
nei topi ovariectomizzati attraverso l’attivazione dei recettori di NF-kB (RANK) e
l’induzione delle cellule Th17 (vedi paragrafo “Cellule Th17”).
Le ricerche hanno dimostrato anche un ruolo degli androgeni (AR). Gli AR inibiscono il
riassorbimento osseo e risultano essenziali per la maturazione dell’osso trabecolare
durante la crescita. Assumono inoltre un ruolo significativo nella protezione dello spessore
corticale e nella resistenza all’invecchiamento. I meccanismi con cui gli ormoni sessuali
influenzano il metabolismo osseo sono molto complessi e saranno necessari ulteriori studi
per confermare se i microbioti intestinali possono influenzare direttamente il metabolismo
osseo agendo su di essi.
Leptina
La leptina è un ormone che regola processi fisiologici come la massa ossea, il dispendio
energetico e l’appetito. Alcune evidenze collegano i microbioti a questo ormone. L’impiego
di vancomicina nei ratti, ad esempio, può causare una forte diminuzione dei livelli di
leptina e l’ormone risulta positivamente correlato alla presenza di un gran numero di
specie di batteri (come Lactococcus, Mucispirillum, Lactobacillus e Bifidobacterium) e
negativamente correlata ad altri (come Clostridium, Prevotella, Bacteroides e
Allobaculum). La leptina può avere un effetto sul metabolismo osseo agendo su recettori
(ObRb) situati sul medesimo nucleo del tronco encefalico che secerne serotonina, la quale
ha effetto positivo sulla massa ossea). Quando la leptina si lega a ObRb inibisce
l’espressione del gene Tph2 e riduce il rilascio di serotonina. L’eliminazione di questi
recettori serotoninergici produce fenotipi murini con elevata massa ossea rispetto
all’eliminazione dei recettori per la leptina situati sul nucleo arcuato (ARC) o
nell’ipotalamo ventrale (VMH). Sul VMH, inoltre, sono presenti recettori della serotonina
(Htr2c) la cui eliminazione provoca una grave perdita ossea. Il fenomeno è causato dalla
downregulation della formazione ossea e upregulation del riassorbimento osseo legato
all’aumento dell’attività del nervo simpatico.
Tuttavia, la maggior parte dei risultati devono essere ulteriormente convalidati con studi
sull’uomo, dato che i risultati finora sono stati ricavati principalmente da studi su animali.
La ricerca
Lishan Li, Shitao Rao, Yanzhen Cheng, Xiaoyun Zhuo, Caihong Deng, Ningning Xu, Hua
Zhang, Li Yang Microbial osteoporosis: The interplay between the gut microbiota and
bones via host metabolism and immunity Microbiologyopen. 2019 Aug; 8(8): e00810.
Published online 2019 Apr 18. doi: 10.1002/mbo3.810
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