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DISCORSO PRESENTAZIONE BIOTEK

l successo degli atleti non siano soltanto dieta e preparazione atletica ma, a fare la differenza, sarebbe
anche il loro microbiota intestinale. Sarebbe dunque la flora batterica e non solo, dato che tra i miliardi di
germi e batteri vi sono anche virus e funghi, a rendere più o meno performanti gli sportivi – e ovviamente
non solo loro. L'analisi genomica del microbiota potrebbe insomma fornire un giorno non solo la carta di
identità del nuovo Usain Bolt, ma anche contribuire a migliorare le performance di atleti e gente comune.
Secondo gli scienziati il microbiota degli atleti è 'avanti', brucia meglio i carboidrati, sintetizza più
aminoacidi, e sa pure come disfarsi in tempo record dell'insidioso acido lattico che si accumula nei muscoli
dopo una gara.

Il microbiota umano è l'insieme di tutti i microrganismi presenti nel nostro corpo, che albergano nelle parti
a contatto con l'esterno. Il più importante è quello intestinale. La composizione del microbiota varia nel
corso della vita e può essere modulata: in modo fisiologico, attraverso la dieta, con l'allattamento al seno o
con latte artificiale, con parto cesareo o naturale; in modo patologico per esempio per una gastroenterite
infettiva, se si assumono antibiotici o inibitori di pompa protonica (farmaci anti-acido).

Migliori performance Il microbiota si ritiene avere ancora tante sorprese in serbo. L'ultima in ordine di
tempo è la scoperta che potrebbe contribuire a modulare le performance atletiche. George Church,
professore di genetica ad Harvard e di scienze della salute e tecnologia ad Harvard e al MIT, oltre che
membro fondatore del Wyss Institute for Biologically Inspired Engineering, è andato a valutare se ci fossero
differenze tra il microbiota di atleti professionisti e di gente comune. La scelta è caduta sui partecipanti alla
maratona di Boston, il cui microbioma è stato prelevato (campioni di feci) prima e dopo la gara, rivelando
delle alterazioni di composizione, in particolare a carico di un particolare tipo di batteri in grado di
metabolizzare l'acido lattico, batteri del genere Veillonella è risultata particolarmente abbondante. I
ricercatori hanno ottenuto risultati simili studiando la flora intestinale di altri 87 atleti prima e dopo
l'allenamento.

Viste le premesse, il team ha provato ad impiantare la Veillonella nell'intestino di alcuni topi e ha scoperto
che questi non solo miglioravano le performance sportive sulla ruota del 13% - cioè correvano più a lungo
prima di fermarsi sfiniti - ma riducevano l'incidenza dei processi infiammatori, piuttosto comuni in chi corre
su lunghe distanze. Il motivo è risultato evidente quando i ricercatori, tracciando il lattato attraverso il
flusso sanguigno e fino all'intestino, hanno appurato che i batteri di Veillonella lo aggrediscono e lo
scindono in altri composti non tossici. Il team ha quindi somministrato ai roditori lo ione propionato, un
sottoprodotto della scissione del lattato, ottenendo lo stesso effetto positivo sulla resistenza degli animali
allo sforzo.
I ricercatori invitano alla prudenza: non è dimostrato in alcun modo che si possano ottenere sugli umani gli
stessi risultati riscontrati sui topi.

L'idea di Church e dei suoi collaboratori non è tanto quella di creare una super pastiglia che faccia correre
più forte o più a lungo, ma piuttosto quella di studiare integratori di nuova generazione che aiutino gli atleti
riducendo i tempi di recupero dopo uno sforzo prolungato. Non sembra quindi un caso che il dottor Church
sia tra i fondatori di FitBiomics, azienda di biotecnologie che lavora nel campo degli integratori alimentari a
uso sportivo con un focus specifico sulla Veillonella e altri batteri.

In ogni caso serviranno (molti) altri studi per validare le conclusioni ottenute utilizzando modelli murini
(topi di laboratorio) e per valutare gli effetti collaterali di un'eventuale integrazione a base di Veillonella o di
ione propionato. E, verifiche scientifiche a parte, bisognerà anche tenere conto dell'etica dello sport: gli
integratori batterici saranno considerati doping?

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