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Gastaldi
Quindi, in condizione di dieta equilibrata, il valore medio di ADS si aggira intorno al 10%. Si è
visto che questa ADS inizia ad aumentare notevolmente circa mezz’ora dopo il pasto e raggiunge i
valori massimi 2-3 ore dopo (si attenua dopo 4-5 ore). In realtà, un’infusione endovenosa di una
soluzione di aa provoca una ADS e questo dimostra quindi che non è strettamente legata all’attività
digestiva assorbente, in quanto tali aa non devono subire tutto il processo digestivo e di
assorbimento, ma sono direttamente utilizzabili.
Un’ulteriore spesa energetica deriva dall’attività fisica e ha un valore molto variabile a seconda del
tipo di sforzo fisico: lo studente che sta tutto il giorno seduto consuma molte meno calorie (2500
kcal) di una persona che va a correre oppure del boscaiolo che deve tagliare legna per tutto il giorno
(7000).
Per poter studiare la spesa energetica di base si devono avere condizioni ottimali e quindi il soggetto
deve rimanere sdraiato, con gli occhi chiusi, rilassato mentalmente, in un ambiente confortevole e a
digiuno da 12 ore (assenza di ADS). A questo valore si aggiungerà poi il metabolismo delle varie
attività.
L’energia introdotta deriva da lipidi, carboidrati e proteine, mentre il dispendio energetico dipende
da metabolismo basale, ADS, attività fisica e anche dal calore rilasciato dal nostro organismo.
L’energia, presente all’interno dei principi nutritivi ottenuti dal cibo e non utilizzata subito, viene
immagazzinata come riserva e potrà essere utilizzata nel periodo lontano dai pasti. In particolare, la
maggior parte delle riserve è costituita da grassi (localizzati negli adipociti del tessuto adiposo); ma
possiamo anche avere piccole quantità di riserva sotto forma di proteine e di glucosio,
immagazzinato come glicogeno.
L’utilizzo delle riserve proteiche, però, segnala una condizione di squilibrio tra dispendio
energetico e assorbimento. Dagli studi è risultato evidente che il consumo energetico nel sesso
maschile è maggiore rispetto a quello femminile, già nei primi anni di vita.
L’APPARATO DIGERENTE
L’apparato digerente è l’apparato che permette di utilizzare gli alimenti introdotti dall’esterno. Lo
possiamo immaginare come un canale che, partendo dalla bocca, attraversa tutto il corpo fino ad
entrare nuovamente in comunicazione diretta con l’esterno a livello del canale anale. Quindi, il
lume del canale digerente è in continuità con l’esterno e anche gli elementi che introduciamo sono
da considerarsi elementi esterni poiché non sono ancora propriamente internalizzati. La vera e
propria internalizzazione si ha a livello delle zone del digerente in cui vengono assorbiti i principi
nutritivi, liberati in seguito alla degradazione del materiale alimentare.
Gli alimenti hanno tre diverse funzioni:
1. plastica: costruzione e riparazione delle cellule dei tessuti
2. energetica: fornimento dell’energia necessaria al metabolismo basale e all’attività fisica
3. regolatrice dei processi biochimici (esempi: gli enzimi sono proteine e quindi vengono
costituiti con aa; le vitamine e altri microelementi introdotti con la dieta rientrano nella
formazione di coenzimi e cofattori)
I principi nutritivi possono essere di due tipi a seconda del fatto che rilascino energia o meno: di
tipo calorico (carboidrati, grassi e proteine) e di tipo non calorico (sali minerali, fibre, vitamine e
acqua).
In base alla quantità di principi nutritivi che vengono utilizzati possiamo distinguere micronutrienti
(vitamine, minerali, acqua) e macronutrienti (proteine, lipidi e carboidrati); è una distinzione che ci
permette di determinare i livelli di quantità giornaliere necessarie.
L’assunzione di alimenti è necessaria per mantenere lo stato di salute, ma di per sé non è
sufficiente, in quanto è fondamentale che ci sia una regolazione delle quantità introdotte. Questo
principio è rappresentato dalla piramide alimentare, che ci mostra la distribuzione degli alimenti
presenti in una dieta ottimale (alla base della piramide abbiamo prevalentemente frutta e verdura,
poi carboidrati, poi olio di oliva, più in alto i composti di origine animale come latte e derivati,
successivamente le carni bianche e il pesce e all’apice abbiamo carni rosse e dolci). È interessante
notare che questa piramide è inversamente proporzionale alla piramide ambientale e questo ci
mostra che gli alimenti che dovrebbero essere maggiormente introdotti sono anche quelli che hanno
un impatto ambientale minore (e viceversa).
Della Torre Paolo – Andreossi Gloria 3
L01 – 05.07.2016 – Fisiologia gastroenterica – Prof. Gastaldi
La valvola ileo-ciecale evita il retropassaggio del materiale dal cieco al tenue. Nel crasso è presente
una popolazione batterica molto più marcata rispetto al tenue e, per questo, il retropassaggio
porterebbe ad un’invasione batterica con conseguenze patologiche.
FUNZIONI SECONDARIE
5. funzione omeostatica: permette il mantenimento delle corrette concentrazioni di composti
nell’organismo, aiuta a mantenere l’omeostasi (glucosio, acqua, ioni, vitamine...)
6. funzione di tipo escretorio: attraverso le feci vengono eliminati prodotti derivanti dalla
degradazione di composti endogeni (ad esempio eme o pigmenti biliari) oppure esogeni (ad
esempio farmaci o sali di metalli pesanti)
7. funzione emodinamica: il plesso venoso della cavità addominale corrisponde ad un’importante
riserva di sangue che può essere mobilizzata in condizioni di ipovolemia o in seguito a calo di
pressione arteriosa
Processi relativi all’alimentazione: introduzione, attività meccanica e chimica, digestione e
liberazione di principi nutritivi, processo di assorbimento ed internalizzazione, eliminazione
attraverso le feci di ciò che non è stato assorbito.
LA DIGESTIONE
La digestione comprende la trasformazione del cibo in molecole che l’organismo può utilizzare,
l’assorbimento dei principi nutritivi e l’eliminazione dei prodotti di scarto. Nel lume del tenue si
viene quindi a creare una miscela di monosaccaridi (glucosio, fruttosio e galattosio), aa (che devono
essere utilizzati per costruire nuove proteine), acidi grassi e glicerolo. Esistono due tipi di
digestione: una meccanica e una chimica.
Le secrezioni possono avere funzione digestiva, protettiva o regolatoria, e vengono prodotte da
cellule e ghiandole, proprie o accessorie. Il succo digestivo non contiene solo enzimi, ma anche altri
composti con varie funzioni come quella protettiva (ad esempio l’immunoglobulina A contenuta
nella saliva), oppure fattori di crescita. La funzione regolatoria si riferisce principalmente agli
ormoni, che non entrano mai a far parte dei succhi digestivi.
Le ghiandole e le cellule presenti lungo il canale alimentare sono:
cellule Goblet del canale alimentare, caratterizzate da granuli di muco che vengono secreti
con azione lubrificante
cripte del Lieberkuhn, rappresentate da introflessioni dell’intestino tenue e responsabili della
secrezione di enzimi, acqua ed elettroliti
ghiandole tubulari contenute nella mucosa gastrica, le parietali secernono la componente
inorganica (HCl), mentre le principali la componente enzimatica (pepsinogeno)
ghiandole più complesse, accessorie: salivari, pancreas e fegato
Uno dei secreti più importanti è il muco, che non ha funzione strettamente digestiva, ma è in grado
di lubrificare il canale (favorendo l’avanzamento del bolo) e di difenderlo da potenziali sostanze
dannose, derivanti dalla secrezione di succhi e dal contatto diretto con il materiale alimentare.
Tampona (tampone acido-base) l’azione degli enzimi ed evita che agiscano sull’epitelio (ad
esempio nel succo pancreatico si ha la secrezione di enzimi con attività proteolitica che a contatto
con la membrana cellulare andrebbero a degradare le componenti proteiche e fosfolipidiche).
Promuove, inoltre, l’adesione delle particelle fecali.
Un altro secreto è costituito dai succhi digestivi, i quali hanno una composizione abbastanza
costante (acqua, elettroliti, enzimi, anticorpi). Da un punto di vista quantitativo, ogni giorno un
individuo produce circa 10 litri di succhi, così suddivisi: 1,2 l di saliva, 4 l di liquido intestinale, 1,5
l di bile e 1,5 l di succo pancreatico.
Anche l’intestino produce grandi quantità di succhi, nonostante non ci siano ghiandole; il succo
intestinale a differenza di quello gastrico non contiene enzimi (gli enzimi presenti nel lume
intestinale non derivano da un processo di secrezione, ma sono enzimi liberati dalle cellule che si
sfaldano dalla mucosa, oltre ad enzimi presenti sui microvilli).
dipende da riflessi brevi mediati dai plessi enterici, che partono da neuroni presenti all’interno del
canale alimentare. L’estrinseco dipende, invece, da riflessi lunghi che nascono da stimoli dentro o
fuori il canale e coinvolgono centri del SNC e del SNA.