METABOLISMO AZIONE BIOCHIMICA DEL DIGIUNO SOGGIORNI DIGIUNO
Pochi conoscono i complessi adattamenti
biopsichici dell'organismo umano al digiuno; anche alcuni nutrizionisti ignorano alcuni aspetti della fisiologia e della biochimica del digiuno e ripetono luoghi comuni infondati Tra i luoghi comuni pi ripetuti dai disinformati vi sono i seguenti: il digiuno determina notevoli perdite di proteine e scarse perdite di grassi il digiuno intossica l'organismo perch porta alla formazione dei corpi chetonici Sarebbe sufficiente una lettura dei comuni testi di fisiologia e biochimica per capire che questa una interpretazione superficiale ed inadeguata della profonda commutazione indotta dalla sospensione della nutrizione.
RICERCHE SUL DIGIUNO
Il fisiologo Chossat pubblic nel 1843 ricerche su colombi e formul una legge (legge di Chossat) secondo la quale le perdite dei tessuti durante il digiuno sono di entit inversa all'importanza del tessuto per la sopravvivenza dell'organismo, per cui gli organi vitali vengono conservati indenni o con la minima perdita il pi a lungo possibile.
Il primo studio scientifico del digiuno sull'uomo fu condotto nel
1888 da Luigi Luciani (1840-1919), uno dei maggiori fisiologi italiani, professore di fisiologia all'universit di Firenze, che osserv in modo analitico e accurato il digiuno di 30 giorni di Giovanni Succi. Pubblic le sue osservazioni nel libro "Fisiologia del digiuno", 1889. Chi desidera questo testo ormai introvabile pu richiedercelo via e-mail. Qui ci limitiamo a riportare alcune sue conclusioni (pag. 51-52): Succi pot sostenere 30 giorni di inanizione completa senza mai varcare i limiti dell'equilibrio fisiologico, senza passare dalla stato di salute a quello di malattia... La pretesa impossibilit di un lunga sospensione dell'alimentazione un pregiudizio... (pag 152-153): Durante il digiuno le funzioni vitali per Il Luciani si conservano nei limiti delle oscillazioni normali: questo vale per la termoregolazione, la circolazione, l'attivit cardiaca, la respirazione, la funzione renale, le attivit muscolari, le attivit nervose, la cenestesi, che la risultante di tutte le percezioni sensoriali e viscerali... Va sempre pi diminuendo il consumo della riserve proteiche, mentre si mantiene pressoch costante il consumo del grasso... Luciani conclude affermando che il digiuno sicuramente guidato da centri regolatori, altrimenti non si potrebbe spiegare questo grande equilibrio fisiologico Francis Gano Benedict dell'istituto Carnegie di Roxbury, uno dei maggiori fisiologi del 900 e forse il maggior studioso del metabolismo, scrisse nel 1915 "Studio sul digiuno prolungato", uno studio sul digiuno di 31 giorni di A. Levanzin, giungendo a conclusioni analoghe a quelle del Luciani
FISIOLOGIA E BIOCHIMICA DEL DIGIUNO
Perdite di grasso, perdite di proteine e formazione dei corpi
chetonici Durante il digiuno il corpo attinge alle sue riserve, che in un soggetto normale potrebbero essere sufficienti a fornire energia al corpo per alcuni mesi. Mentre le riserve di grasso sono notevolissime (circa 556.000KJ), notevoli quelle di proteine ( circa 100.00 KJ), quelle dei glicidi o zuccheri sono molto scarse (circa 6700 KJ), sotto forma di glicogeno e queste riserve si esauriscono rapidamente, possono far fronte pi o meno al bisogno di un giorno. La maggior parte dei tessuti in grado di utilizzare per le sue necessit le riserve di grassi e di proteine, ma il cervello e il sistema nervoso centrale richiedono invece glucosio (zucchero semplice) come unica o prevalente fonte di energia. Le riserve di zucchero possono coprire per un sol giorno queste richieste. Il corpo sintetizza prontamente glucosio dalle proteine: ecco allora che si osserva all'inizio del digiuno un gran consumo di proteine, tale che se questa sintesi continuasse il corpo non potrebbe sopravvivere per pi di tre settimane. Contemporaneamente aumentano i corpi chetonici nel sangue, come avviene sempre quando si ha un elevato consumo di proteine in carenza di zuccheri. Elevato consumo proteico!! formazione di corpi chetonici !! (sostanze acide che possono determinare pericolose acidosi, come avviene nel diabete, come avviene nell'acetone che colpisce spesso i bambini piccoli):
ma allora i detrattori del digiuno hanno
ragione!!! Niente affatto!!!! MA COME??????
George F. Cahill jr dell'Elliott P. Joslin Resarch laboratory della
Diabetes Foundation ha per primo dimostrato che il cervello, a digiuno, utilizza i corpi chetonici invece del glucosio. Ricercatori dell'universit di Oxford hanno in seguito dimostrato che il cervello dotato del complesso enzimatico necessario a metabolizzare i corpi chetonici. Durante il digiuno la chetonemia un fatto fisiologico che dimostra come il corpo geneticamente preparato al digiuno: quando i corpi chetonici raggiungono nel sangue un valore soglia, scatta nelle cellule nervose il metabolismo dei corpi chetonici, che diventano nutrienti indispensabili e per niente tossici. Non appena scatta questo adattamento non occorre pi sintetizzare zuccheri dalle proteine (il ruolo del glucosio stato sostituito dai corpi chetonici!) ed il consumo proteico rapidamente si riduce al minimo, mentre diventa massimo il consumo dei grassi. Alto cosumo proteico, scarso consumo di grassi, formazione di corpi chetonici tossici durante il digiuno! Quante volte l'avete sentito affermare da sedicenti esperti del metabolismo: ebbene gli "esperti" semplicemente ignoravano che questo avviene solo in una breve fase iniziale di adattamento biochimico dopo la quale: I CORPI CHETONICI DIVENTANO NUTRIENTI PER LE CELLULE NERVOSE e rimangono costanti come dosaggio nel sangue (con valore un po' pi elevato rispetto a chi si alimenta normalmente perch solo questa loro maggiore presenza nel sangue fa scattare L'ADATTAMENTO DELLE CELLULE NERVOSE AI CORPI CHETONICI) Il CONSUMO PROTEICO si abbassa al minimo, preservando queste riserve preziose il CONSUMO DEI GRASSI, cio delle riserve per eccellenza, aumenta e si mantiene elevato.
Pertanto, a parte il brevissimo periodo
iniziale di transizione, il corpo si adatta rapidamente in modo ottimale al digiuno in modo da poter rimanere in condizioni fisiologiche il pi a lungo possibile: ed i corpi chetonici sono indispensabili perch questo avvenga. Anche le moderne ricerche quindi confermano quanto gi osservato da Chossat, da Luciani, da Benedict e da numerosi altri studiosi Tutti i testi di fisiologia moderni contengono queste nozioni ed inspiegabile che anche esperti della nutrizione non li conoscano: consigliamo loro di comprarsi un buon testo di biochimica, ad es. Biochimica di Mathews e van Holde Casa Editrice Ambrosiana e di aprirlo ad. es. a pagina 786, al paragrafo "digiuno"
DIGIUNO E SELEZIONE NATURALE
D'altra parte un minimo di riflessione pu farci capire che il corpo umano, come quello dei mammiferi in generale , non pu non essere adattato al digiuno: questa condizione si pu presentare ad un essere vivente con tale frequenza che il corpo deve, per selezione naturale, essersi adattato. In modo particolare il digiuno in natura la condizione in cui un animale si trova quando ammalato: se un lupo, una volpe, un orso si ammala o ferito e non pu pi andare a cercarsi il cibo, chi glielo porta? Al povero animale non resta che andarsi a rintanare in un luogo poco accessibile e starsene l senza mangiare. Per selezione naturale il digiuno pertanto diventato in molti esseri viventi la condizione ideale per guarire.
Ed infatti un istinto guida gli animali, anche quelli
domestici, al riposo e al rifiuto del cibo in caso di malattia: chiunque abbia avuto un cane o un gatto pu averlo osservato.