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Tessuto adiposo e infiammazione sistemica

Article · June 2012

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5 authors, including:

Edoardo Dalla Nora Giovanni Vigna


University of Ferrara Azienda Ospedaliera di Ferrara, Italy
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SEE PROFILE SEE PROFILE

F. Di Vece Angela Passaro


University of Ferrara University of Ferrara
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APPROFONdIMENtI FISIOPAtOlOGICI

tESSUtO AdIPOSO
E INFIAMMAzIONE SIStEMICA
EdOARdO dAllA NORA, lUCA tEStONI, GIOVANNI B. VIGNA,
FRANCESCA dI VECE, ANGElA PASSARO
Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale, Sezione di Medicina Interna,
Gerontologia e Nutrizione Clinica, Università di Ferrara

SommARIo
Numerose evidenze sperimentali hanno dimostrato che l’obesità, in particolare quella viscerale, è
caratterizzata da uno stato di infiammazione cronica di basso grado.
Di fronte ad un cronico eccesso di nutrienti il tessuto adiposo va incontro a modificazioni di tipo
adattativo tese a soddisfare le esigenze metaboliche. Parallelamente all’ipertrofia degli adipociti si
assiste ad una modificazione di tipo funzionale dell’adipocita caratterizzata da un alterato pattern
di secrezione delle adipochine. L’organo adiposo in toto va incontro inoltre a modificazioni nella
composizione cellulare, incluse alterazioni nel numero, fenotipo e localizzazione di cellule stromali
e del sistema immunitario. Il tessuto adiposo dei soggetti obesi, ed in particolare dei soggetti obesi
con disfunzione metabolica, è caratterizzato dalla presenza di un infiltrato infiammatorio con ma-
crofagi attivati, linfociti T e adipociti disfunzionanti. Questa condizione si traduce in un aumento
dell’espressione e della secrezione di adipochine ad azione pro infiammatoria in grado di deter-
minare a livello sistemico uno stato di infiammazione di basso grado, di peggiorare la sensibilità
insulinica e di contribuire allo sviluppo delle complicanze metaboliche e cardiovascolari associate
all’obesità. L’insieme delle evidenze raccolte negli ultimi anni ha rivelato che l’alterazione del cross
talk tra adipociti e cellule del sistema immunitario è fondamentale nel determinare l’infiammazione
a livello del tessuto adiposo. La comprensione di questo complesso network cellulare potrà fornire
nuovi target molecolari per il trattamento dell’obesità e delle sue complicanze.
Parole chiave: tessuto adiposo, infiammazione.

Introduzione comorbilità come il diabete, la dislipide-


mia, ed in ultimo la malattia cardiovasco-
Nelle ultime decadi si è assistito ad un lare che costituisce una delle principali
preoccupante aumento nei paesi industria- cause di morte nei paesi industrializzati ed
lizzati dell’incidenza e prevalenza dell’obe- una delle più importanti voci in termini di
sità e del soprappeso. L’obesità quasi in- costi per la salute pubblica. Numerose evi-
variabilmente si associa ad altri fattori di denze sperimentali hanno dimostrato che
l’obesità, in particolare quella viscerale, è
Indirizzo per la corrispondenza
Dott. Edoardo Dalla Nora
caratterizzata da uno stato di infiammazio-
Dipartimento di Medicina Clinica e Sperimentale ne cronica di basso grado (1, 2) che con-
Sezione di Medicina Interna, Gerontologia tribuisce allo sviluppo delle complicanze
e Nutrizione Clinica associate all’eccesso ponderale.
Università di Ferrara
Via Savonarola, 9 - 44100 Ferrara Per decenni il tessuto adiposo è stato
E-mail: dlldrd@unife.it considerato un organo che passivamen-
tessuto adiposo e infiammazione sistemica

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te accumula, sotto forma di trigliceridi, elevati livelli di proteina C reattiva (PCR)


l’eccesso di energia introdotta con gli ali- circolante (5) ed elevati livelli di PCR e
menti. Tale visione è stata completamente IL 6 predicono lo sviluppo di diabete (6).
sovvertita dagli studi compiuti negli ultimi Analogamente soggetti sottoposti ad un
anni che hanno dato all’adipocita ed al tes- programma multidisciplinare finalizzato
suto adiposo la dignità di un nuovo organo al calo ponderale mostrano una parallela
endocrino in grado di secernere numero- riduzione dei livelli circolanti di PCR e IL6
se sostanze bioattive (3, 4). (7).
Il tessuto adiposo è in grado di rispon- Di fronte ad un eccessivo introito di
dere a stimoli di derivazione centrale e a energia, l’adipocita è in grado di imma-
fattori circolanti, integrando quindi segna- gazzinare lipidi andando incontro a mo-
li da altri organi e rispondendo mediante dificazioni di dimensioni drammatiche a
la secrezione di un gran numero di sostan- seconda delle esigenze metaboliche. Tale
ze metabolicamente attive che globalmen- aumento di dimensioni non comporta una
te costituiscono le adipochine o adipocito- sola modificazione morfologica dell’adipo-
chine. cita ma anche alterazioni di tipo funzionale
Alla famiglia delle adipocitochine ap- con una modificazione del pattern di se-
partengono proteine ma anche molecole crezione delle adipochine. Parallelamente
non proteiche che possono avere effetti su a queste modificazioni di tipo funzionale
diversi organi e processi fisiologici come l’“organo adiposo” in toto va incontro a
sulle funzioni endocrine, sul bilancio ener- modificazioni nella composizione cellula-
getico, sul sistema cardiovascolare e sul re, incluse alterazioni nel numero, fenoti-
sistema immunitario. po e localizzazione di cellule stromali e del
Negli ultimi anni sono state identificate sistema immunitario.
nuove sostanze, secrete dal tessuto adipo- L’adiposopatia (adiposopathy o sick
so, in grado di promuovere l’infiammazio- fat) è definita come una condizione pato-
ne ma anche di molecole ad azione anti-in- logica del tessuto adiposo e dell’adipocita
fiammatoria e con un effetto benefico sulle caratterizzata da alterazioni anatomiche,
complicanze metaboliche dell’obesità. strutturali e funzionali che contribuiscono
Il tessuto adiposo deve quindi essere allo sviluppo delle comorbilità associate
visto come un organo che attivamente all’obesità (e.g. diabete, ipertensione, di-
partecipa a numerosi processi fisiologici, slipidemia, steatosi epatica).
in grado di “comunicare” con altri organi Sebbene il tessuto adiposo sia preva-
ed influenzarne la funzione. Allo stesso lentemente formato da adipociti, altri tipi
modo è comprensibile come lo stesso tes- cellulari rivestono un ruolo chiave nella
suto adiposo, quando mal funzionante, sia funzione e struttura del tessuto adiposo
in grado di compromettere la funzionalità come pre-adipociti, macrofagi, fibroblasti
di altri organi. e cellule vascolari. In condizioni di obesità,
nell’animale da esperimento e nell’uomo,
il tessuto adiposo appare infiltrato da un
Adiposopatia e infiammazione
gran numero di macrofagi. L’entità di tale
del tessuto adiposo
infiltrato correla direttamente con il grado
L’obesità si associa ad uno stato cronico di adiposità e con lo stato di infiammazio-
di infiammazione sistemica di basso gra- ne sistemica mentre correla inversamente
do: i soggetti obesi sono caratterizzati da con la sensibilità insulinica (8, 9). L’infiltra-
Edoardo dalla Nora, luca testoni, Giovanni B. Vigna, Francesca di Vece, Angela Passaro

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to macrofagico appare maggiore nel tessu- rarefazione della vascolarizzazione del tes-
to adiposo viscerale, rispetto al tessuto adi- suto adiposo con una conseguente ipossia
poso sottocutaneo (10), in accordo con la tessutale (16). Questo stato di ischemia
stretta correlazione che esiste tra questo relativa potrebbe contribuire ad innescare
distretto e le complicanze metaboliche as- una serie di risposte infiammatorie come
sociate all’obesità. Un drastico calo ponde- conseguenza di una necrosi adipocitaria
rale, come quello ottenuto con la chirurgia indotta dall’ischemia e al conseguente re-
bariatrica, risulta in una significativa ridu- clutamento di macrofagi. Inoltre l’obesi-
zione del numero di macrofagi nel tessuto tà si associa ad una down regolazione di
adiposo ed in una riduzione dei fattori pro- fattori anti-infiammatori come l’adiponec-
infiammatori circolanti (11). tina e ad una up-regolazione di fattori pro-
Da un punto di vista fisiopatologico di- infiammatori che attivano l’endotelio ed
versi meccanismi possono giocare un ruo- inducono la disfunzione endoteliale (17).
lo nel determinare l’infiltrato macrofagico. Un ultimo meccanismo in grado di in-
La morte adipocitaria, determinata da ne- nescare i processi infiammatori a livello
crosi semplice o da fenomeni apoptotici, del tessuto adiposo è costituito dal flusso
costituisce di per sé uno stimolo all’attività di acidi grassi liberi (FFA). Sebbene il tes-
fagocitica mediata dai macrofagi: in effet- suto adiposo non sia generalmente consi-
ti, a livello istologico, i macrofagi si ac- derato un target di lipotossicità, un ecces-
cumulano intorno agli adipociti necrotici sivo afflusso di FFA o un’eccessiva lipolisi
nel tessuto adiposo di animali e soggetti espongono l’adipocita ad un eccessivo ca-
obesi in strutture simili a corona (crown rico di acidi grassi. Gli FFA possono lega-
like structures) (12). La presenza di que- re il complesso TLR4, attivando la risposta
ste crown like structure potrebbe riflettere infiammatoria (18).
uno stato proinfiammtorio dovuto, almeno In questo complesso rimodellamento
in parte, a una ridotta capacità del macro- del tessuto adiposo in corso di obesità,
fago di “ripulire” il tessuto adiposo dalle non solo l’adipocita va incontro a modifica-
cellule apoptotiche. In accordo con questa zioni morfologiche e funzionali. I macro-
ipotesi Pajvani et al., utilizzando modelli fagi presenti a livello del tessuto adiposo
transgenici di lipoatrofia, hanno osservato infiammato sono fenotipicamente molto
che nel tessuto adiposo di questi animali, differenti rispetto ai macrofagi residen-
parallelamente ad una massiva apoptosi ti nel tessuto adiposo normale. Nel 2007
adipocitaria, si assiste ad un rapido accu- Saltiel et. al. (19) hanno evidenziato che
mulo di macrofagi (13). Un secondo mec- l’obesità si associa alla “polarizzazione”
canismo fisiopatologico attraverso il quale dei macrofagi da un fenotipo antinfiam-
viene a formarsi l’infiltrato macrofagico matorio M2, attivato in maniera alternati-
è costituito dall’attività chemiotattica: vi va e tipicamente presente in condizioni di
sono numerose evidenze che dimostra- bilancio energetico negativo, ad un feno-
no un ruolo della via MCP-1/CCR2 nel tipo M1, attivato in maniera classica, con
determinare l’accumulo di monociti nel caratteristiche pro infiammatorie. Recenti
tessuto adiposo, in corso di obesità (14, studi hanno inoltre evidenziato la presen-
15). Anche la vascolarizzazione del tes- za di cellule T a livello del tessuto adiposo
suto adiposo sembra svolgere un ruolo che potrebbero essere coinvolte nel de-
fondamentale nella genesi dell’infiltrato terminare la polarizzazione del macrofago
infiammatorio: l’obesità si associa ad una verso uno specifico fenotipo. Feuerer et
tessuto adiposo e infiammazione sistemica

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al. (20) hanno evidenziato che nel tessuto livello delle cellule dell’infiltrato infiamma-
adiposo del topo magro sono abbondante- torio.
mente rappresentati linfociti T CD4+ che Il classico ormone di derivazione adipo-
sembrano svolgere una azione protettiva, citaria è la leptina, clonata nel 1994 (24).
inibendo i macrofagi pro infiammatori. Al Questo ormone è secreto in maniera pro-
contrario, la presenza di linfociti T CD8+ porzionale alla massa grassa totale. Evi-
e fattori correlati ai Th1 possono promuo- denze sperimentali mostrano che la lepti-
vere il reclutamento di macrofagi e la loro na aumenta la produzione di TNF e IL6 da
polarizzazione verso un fenotipo pro in- parte dei monociti e stimola la produzione
fiammatorio (21). di CC- chemokines ligands (CCL3, CCL4
Il tessuto adiposo contiene inoltre fibro- e CCL5) da parte dei macrofagi attraver-
blasti che rivestono un importanza fon- so l’attivazione del signaling JAK2-STAT3
damentale nella produzione della matrice (25). Inoltre la leptina sembra in grado di
extracellulare. Recenti evidenze mostrano polarizzare i linfociti T verso un fenotipo
come in corso di adiposopatia i compo- Th1 a sfavore del fenotipo Th2 (26).
nenti della matrice vengano prodotti in La resistina è una proteina dimerica
eccesso; tale fattore potrebbe peggiorare secreta dal tessuto adiposo, inizialmen-
la disfunzione del tessuto adiposo interfe- te identificata nelle cellule 3T3-L1 (27). I
rendo con l’espansione degli adipociti (22) livelli di resistina correlano con la massa
e numerose evidenze sperimentali sugge- di tessuto adiposo e con i livelli di insuli-
riscono che l’espansibilità dell’adipocita no resistenza, in modelli murini di obe-
possa svolgere un ruolo chiave nel preve- sità su base genetica o indotti dalla dieta
nire le complicanze metaboliche associa- (27). L’infusione di resistina è in grado di
te all’obesità e a fenomeni di lipotossicità determinare una marcata insulino-resi-
(23). L’insieme di queste evidenze sug- stenza a livello epatico nel topo (28), tut-
gerisce che una corretta “comunicazione tavia l’esatto meccanismo di azione della
intracellulare” è fondamentale per il cor- resistina non è noto e gli studi prodotti
retto funzionamento del tessuto adiposo. fino ad ora non sono conclusivi. È stato
ipotizzato un possibile effetto diretto della
resistina sulla funzione endoteliale: usan-
Infiammazione e adipochine
do come modello di cellule endoteliali di
A partire dalla fine degli anni ’80 sono safena umana Verma et al. (29) hanno os-
state identificate numerose sostanze, se- servato che la resistina è in grado di pro-
crete dal tessuto adiposo, in grado di pro- muovere il rilascio di endotelina-1 e di au-
muovere l’infiammazione ma anche mo- mentare l’espressione di VCAM-1 e della
lecole ad azione anti-infiammatoria e con monocyte chemoattractant chemokine-1
un effetto benefico sulle complicanze me- (MCP-1) mentre sembra ridurre l’espres-
taboliche dell’obesità. La complessa archi- sione del TNF- receptor associated fac-
tettura del tessuto adiposo, comprendente tor 3 (TRAF3), un inibitore del signalling
diversi tipi cellulari, e le modificazioni a del CD40. Altri autori hanno dimostrato
cui va incontro il tessuto adiposo in corso che la resistina è in grado di promuovere
di obesità, rendono tuttavia difficile deci- l’espressione di VCAM-1, ICAM-1 e della
frare se alcune delle adipochine ad azione pentraxin 3, un marker di infiammazione
infiammatoria vengano espresse prevalen- che mostra una alta omologia con la pro-
temente a livello adipocitario o piuttosto a teina C reattiva (30).
Edoardo dalla Nora, luca testoni, Giovanni B. Vigna, Francesca di Vece, Angela Passaro

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Figura 1 - Rappresentazione schematica delle modificazioni del tessuto adiposo in corso di obesità.

La visfatina (già nota come pre B cell svolgere un ruolo nel metabolismo gluci-
colony enhancing factor) è stata inizial- dico come dimostrato dalla riduzione della
mente identificata come un modulatore sensibilità insulinica indotta dalla sua som-
della differenziazione dei linfociti B. Suc- ministrazione, nel topo (34). Nell’uomo
cessivamente è stata identificata come una elevati livelli di RBP4 si associano alla pre-
adipochina, attivamente prodotta e secreta senza di alterazioni metaboliche inquadra-
dal tessuto adiposo e in particolare dal tes- bili nel contesto della sindrome metaboli-
suto adiposo viscerale (31). L’espressione ca (35); inoltre, in condizioni di obesità, la
della visfatina correla con l’adiposità visce- RBP4 appare un marker di obesità visce-
rale nell’uomo e in modelli animali di obe- rale e di infiammazione sistemica (36).
sità e i suoi livelli sono stati riscontrati au- Il TNFa è una citochina pro infiamma-
mentati nei soggetti obesi e diabetici (32). toria prodotta principalmente dai monoci-
Le sue concentrazioni correlano inoltre ti e dai macrofagi e svolge un ruolo cen-
positivamente con IL6 e PCR (33). trale nell’infiammazione e nelle malattie
La RBP4 è una proteina responsabi- autoimmuni. L’espressione del TNF è au-
le del trasporto del retinolo (vitamina A) mentata nel tessuto adiposo di modelli ani-
nell’organismo secreta dal fegato ma an- mali di obesità e di diabete tipo 2 (37) e la
che dall’adipocita (34). La RBP4 sembra neutralizzazione del signalling del TNF in
tessuto adiposo e infiammazione sistemica

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animali obesi comporta un miglioramento topi deficitari di IL 18 appaiono iperfagici


della sensibilità all’insulina. A livello mo- e hanno caratteristiche metaboliche che
lecolare il TNF attenua la fosforilazione richiamano la sindrome metabolica (47).
insulino-mediata di IRS1 nel muscolo e nel Un’altra adipochina recentemente iden-
tessuto adiposo, promuovendo la insulino- tificata è la lipocalin2, un membro della
resistenza (38). I livelli di TNF sono au- superfamiglia delle lipocalin proteins, che
mentati nel tessuto adiposo nel plasma de- include anche la RBP4 (48). Le lipocalins
gli individui obesi e la riduzione del peso legano e trasportano varie molecole li-
corporeo in questi individui si traduce in pofiliche come retinoidi, acido arachido-
una riduzione dell’espressione di TNF nico e steroidi. La lipocalin 2 è espressa
(39). Gli studi clinici sull’uomo che han- abbondantemente nel tessuto adiposo di
no testato la possibilità di inibire il TNF soggetti obesi (49) e la sua espressione è
per migliorare la sensibilità insulinica non indotta da stimoli infiammatori attraver-
sono tuttavia conclusivi e la somministra- so l’attivazione del fattore nucleare-KB
zione di agenti anti-TNF a pazienti con dia- (NFKB) (50). Modelli animali deficitari di
bete di tipo 2 ha portato a una riduzione lipocalin 2 mostrano un aumentata sensi-
dei marcatori di infiammazione sistemica bilità insulinica (51); questo più favorevole
senza un miglioramento della sensibilità profilo metabolico è stato attribuito all’ini-
insulinica (40). Anche Il 6 è una citochi- bizione del’arachidonato 12-lipoxigenasi,
na infiammatoria che può essere coinvolta un enzima correlato all’infiammazione e
nell’insulino-resistenza associata all’obesi- all’insulino-resistenza. Recenti evidenze
tà. I livelli plasmatici di IL 6 appaiono au- hanno dimostrato che anche l’ANgPTl2
mentati nei soggetti obesi (7), si riducono (angiopoietin-like protein 2) svolge la fun-
dopo calo ponderale (41) e sembrano pre- zione di una adipochina e promuove l’in-
dire la possibilità di sviluppare il diabete fiammazione e l’insulino-resistenza (52). I
(6). Tuttavia il ruolo di IL 6 nell’insulino livelli di ANGPTL2 sono elevati nel plasma
resistenza rimane controverso: IL 6 può e nel tessuto adiposo in topi obesi; inoltre
sopprimere l’azione dell’insulina sull’epa- i livelli circolanti di ANGPTL2 correlano
tocita attraverso un meccanismo mediato positivamente con l’adiposità, i markers
dall’espressione di SOCS3 (42) ma anche di insulino resistenza e con i livelli circo-
il topo knock out per IL 6 mostra insulino- lanti di PCR, nell’uomo. La delezione di
resistenza (43). ANGPTL 2 porta a una riduzione dell’in-
Il 18 è una citochina pro infiammato- fiammazione, con una down regolazione
ria, prodotta anche dal tessuto adiposo, i delle citochine pro infiammatorie e un mi-
cui livelli sierici sono aumentati negli indi- glioramanto del profilo metabolico nei topi
vidui obesi e si riducono dopo calo ponde- resi obesi con una dieta ipercalorica. Al
rale (44). Elevati livelli di IL 18 sono inoltre contrario l’attivazione costitutiva nel tes-
stati riscontrati nella placca ateroscleroti- suto adiposo comporta un peggioramento
ca nell’uomo e potrebbero essere un mar- dell’infiammazione e della resistenza insu-
ker di placca “instabile” (45). Il ruolo di linica. L’ANGPTL2 innesca una cascata in-
IL 18 tuttavia, rimane controverso: l’ove- fiammatoria a livello delle cellule endote-
respressione di IL 18 nel ratto risulta in liali, attraverso le integrine, promuovendo
una aumentata espressione di molecole di il rimodellamento dei vasi sanguigni e la
adesione endoteliale e infiltrazione macro- chemiotassi dei macrofagi (52).
fagica della parete vascolare (46) mentre i L’espressione di CCl2 o mCP1 appare
Edoardo dalla Nora, luca testoni, Giovanni B. Vigna, Francesca di Vece, Angela Passaro

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elevata nel tessuto adiposo, in diversi mo- nectina, e SRFP5, più recentemente iden-
delli murini di obesità, ma anche nell’uo- tificata come una adipochina.
mo (53). Nel topo, elevati livelli di CCL2, L’adiponectina è un ormone multime-
originati dal tessuto adiposo, sono suffi- rico che circola a livelli che sono inversa-
cienti ad innescare, a livello del tessuto mente correlati con la massa del tessuto
adiposo, il reclutamento dei macrofagi e adiposo. Una volta sintetizzata l’adiponecti-
l’infiammazione e parallelamente a peg- na forma trimeri e successivamente oligo-
giorare la tolleranza glucidica e la sensibi- meri formati da 4 a 6 trimeri. Al contrario
lità insulinica (14). della leptina, i livelli circolanti di adiponec-
In accordo con queste osservazioni, la tina correlano con la sensibilità insulinica
delezione di CCL2 protegge il topo dall’in- in modelli murini di obesità ed insulino
fiammazione del tessuto adiposo e dalle resistenza sia genetici che correlati alla
alterazioni metaboliche che conseguono dieta (55). Nei soggetti obesi i livelli cir-
alla somministrazione di una dieta ricca colanti di leptina sono ridotti rispetto agli
di grassi. Analogamente la delezione nel individui magri (56). Inoltre le produzione
topo di CCR2 (CC chemokine receptor 2), di adiponectina è inibita da stimoli di tipo
il recettore di CCL2, comporta una curva infiammatorio come IL 6 e TNF (3) ma
di accrescimento sovrapponibile a quella anche dall’ipossia e dallo stress ossidativo
dei topi wild type, tuttavia il topo KO non (57).
mostra segni di infiammazione del tessuto Diverse evidenze cliniche supportano
adiposo e mantiene la sensibilità insulini- un ruolo dell’adiponectina nelle compli-
ca, dopo dieta ad alto contenuto di grassi canze metaboliche associate all’obesità:
(15). i suoi livelli correlano inversamente con
CXCl5 è secreta dai macrofagi all’in- il tessuto adiposo viscerale, i suoi livelli
terno della frazione vascolo-stromale e sono ridotti nei diabetici e inoltre i sogget-
appare correlata all’infiammazione del tes- ti con elevati livelli di adiponectina risul-
suto adiposo e all’insulino resistenza (54). tano protetti dallo sviluppo di diabete tipo
I livelli circolanti di CXCL5 sono più ele- 2 (3). Il ruolo protettivo dell’adiponectina
vati negli obesi insulino resistenti, rispet- nei confronti delle complicanze metaboli-
to agli obesi metabolicamente “normali”; che dell’obesità è ben supportato da nu-
inoltre i livelli di CXCL5 si riducono dopo merose evidenze sperimentali in modelli
alcune settimane di restrizione calorica. A murini di delezione o overespressione del
livello molecolare CXCL5 interferisce con gene dell’adiponectina.
il signalling insulinico attraverso l’attiva- Gli effetti dell’adiponectina sembrano
zione della via di JAK-STAT attraverso il mediati da un’aumentata capacità di ossi-
suo recettore CXC-chemokine receptor 2 dare gli acidi grassi in muscolo e fegato,
(CXCR2). La somministrazione di anticor- probabilmente attraverso l’attivazione del-
pi anti CXCL5 migliora la sensibilità insuli- la AMP-activated protein kinase (AMPK)
nica in differenti modelli animali di obesi- (58) con conseguente riduzione dell’ ac-
tà; inoltre la delezione del gene di CXCR2 cumulo ectopico di trigliceridi in questi
migliora la sensibilità insulinica nel topo organi. Diversi studi hanno investigato
sottoposto a dieta ricca di grassi (54). l’associazione tra adiponectina e markers
Oltre alle molecole pro infiammatorie, il di infiammazione. I livelli plasmatici di adi-
tessuto adiposo produce alcune molecole ponectina correlano inversamente con i li-
ad azione antinfiammatoria come l’adipo- velli di PCR nei pazienti diabetici e obesi e
tessuto adiposo e infiammazione sistemica

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bassi livelli di adiponectina sono associati è dimostrata in grado di ridurre la quan-


con elevati livelli di PCR in soggetti sani e tità di proteina e l’espressione dei relativi
non obesi (3, 59). Il TNF, le cui concentra- mRNA in cellule endoteliali (62).
zioni sono aumentate nell’obesità e negli Recentemente è stata identificata
stati di insulino resistenza, è in grado di SFRP5, una nuova adipochina con pro-
ridurre la produzione di adiponectina (60). prietà antiinfiammatorie, che mostra un
Specularmente l’adiponectina sembra in effetto benefico sulla disfunzione meta-
grado di inibire la produzione e l’attività bolica associata all’obesità (63). SFRP5 si
del TNFa (61) e il topo KO per l’adipo- comporta come un modulatore solubile,
nectina presenta elevati livelli circolanti di in grado di sequestrare proteine WNT,
TNFa. Diversi studi hanno riportato per prevenendone il legame con i loro recet-
l’adiponectina anche un possibile effetto tori. SFRP5 è molto espressa nel tessuto
diretto a livello della parete vasale. adiposo bianco, dei roditori, tuttavia si pre-
L’adiponectina possiede una attività senta down regolata nel tessuto adiposo di
antinfiammatoria e può modulare in ma- roditori obesi come nel tessuto adiposo
niera negativa il processo aterosclerotico. viscerale di soggetti obesi con insulino re-
L’adiponectina può inibire l’espressione sistenza e infiammazione del tessuto adi-
di alcune molecole di adesione come la poso (63). WNT5a, che è antagonizzato da
vascular cell adhesion molecule 1 (VCAM- SFRP5, risulta up regolato nei depositi di
1), E- selectina e intracellular adhesion grasso e il rapporto WNT5a/SFRP5 appa-
molecular-1 (ICAM-1). L’adiponectina si re aumentato nell’obesità. WNT5a svolge

Figura 2 - Cross talk tra adipociti e macrofagi. SFRP5 si comporta come un modulatore solubile, in grado
di sequestrare proteine WNT, prevenendone il legame con i loro recettori. SFRP5 è espressa nel tessuto
adiposo bianco. WNT5a svolge un ruolo in una varietà di disordini infiammatori.
Edoardo dalla Nora, luca testoni, Giovanni B. Vigna, Francesca di Vece, Angela Passaro

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un ruolo in una varietà di disordini infiam- Y, Walsh K. Obesity, adiponectin and vascu-
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