Venite avanti, cadaverucoli da quattro soldi.

Non pensate che solo perché

adesso avete appreso come muovervi nell’Orto siate pronti a diventare degli
eroi. Potete fare i gradassi quanto volete con i vostri compagni di bevute, ma
sappiamo tutti che la sola vista di una frontiera vi fa tremare fino all’ultimo
ossicino dei piedi. Ne ho visti di morti come voi: pensano che un feretro col
loro nome sopra e qualche misero potere, li renda già degni di una statua
nella piazza della mortopoli.

E non guardatemi in quel modo!

Schiena dritta!
Mandibola serrata!

Ahr ahr ahr. Vi sto solo prendendo in giro. Dovreste vedere la vostra faccia.
Sia chiaro, non mentivo sulla vostra scarsa attitudine all’avventura. Ma non
temete, Lady Danielle è qui per prendervi per mano e accompagnarvi sul
sentiero dell’eroe.

In queste pagine troverete ben dieci avventure, oltre a personaggi e luoghi

delle Terre di Stoltardia e dell’Orto, che vi eleveranno da cadaveri da quattro
soldi fino a superstar del mondo dei morti. I vostri ritratti verranno affissi sui
muri di locande e di Tomb & Breakfast e i vostri nomi saranno sulla lingua
(o sui denti) di tutti i risorti.
Tutto quello che dovete fare è aprire queste pagine e prepararvi a un viaggio
che cambierà per sempre la vostra... morte!

Preparatevi all’avventura e lasciate che il vostro epitaffio venga per sempre

impresso nelle Cronache della Cripta.
Cronache della Cripta
 In memoria di…
Autore: Simone “Aces” Morini
Editing: Laura Cardinale
Proofreading: Mattia Ventura
Impaginazione: Giulia Bernardini
Direzione Artistica: Vincenzo Pratticò
Illustrazioni: Davide de Bellis, Edoardo Campagnolo, Giovanni D’Agostino,
Yugin Maffioli, Daniele di Parma, Angelo Peluso, Fabio Porfidia,
Vincenzo Pratticò, Giulio Primo, Lodovico Sartirana
Playtester Affossati: Lorenzo Fossetti, Francesco Giannarini,
Eleonora Lago, Vincenzo Pratticò, Alessandro Sani, Gregorio Taddei

RINGRAZIAMENTI SPECIALI
È la prima volta che pubblico ben tre manuali dello stesso progetto editoriale in un solo rush. E men-
tre sto scrivendo queste stesse parole, dopo aver completato il manuale base e aver ormai quasi ultimato
questo, penso già alle pagine del Necrocomicon. Quello di Unglorious è stato il progetto più ambizioso
in cui mi sia mai imbarcato e, come sapete, il primo ad aver visto la luce grazie a Kickstarter. Anzi,
grazie a voi.
Ma a differenza degli altri, oltre che a tutti coloro che hanno contribuito alla sua nascita, Cronache
della Cripta è dedicato ai Traghettatori che hanno ideato le avventure che lo compongono e che hanno
accettato di accompagnarmi in questo viaggio, credendo in Unglorious sin dall’inizio con entusiasmo,
tanto da voler diventare parte integrante della sua storia. Colleghi, amici e associazioni hanno messo,
letteralmente, le loro anime nello scrivere queste avventure e così come loro, ringrazio anche tutti i revi-
sori, i tester e i co-autori, citati a loro volta in ogni contenuto che troverete fra queste pagine.
Un altro ringraziamento speciale va a quegli autori il cui contributo non è stato purtroppo sbloccato,
ma che hanno ugualmente partecipato al progetto con grande passione, supportandomi (sia moralmente
che mediaticamente) durante i caotici giorni del Kickstarter. Abbraccio quindi i ragazzi di D20 Nation,
di Tin Hat Games, de Il Salotto di Giano, di Forum Sententiam e de La Tavola Rotonda APS, oltre
a Michela Giannoni (Gamer Mamma) e Andrea Barbaglio (AKA l’Orco Durbghâsh), con la spe-
ranza di poter contare su di loro anche per i prossimi viaggi, stavolta puntando ancora più in alto.

- Simone

TRAGHETTATORI
Ecco a voi gli autori dei contenuti di Cronache della Cripta!
Andrea Felicioni, Francesco Panitti, Andrea Rossi e le seguenti realtà:

P ubblicato da Aces Games e stampato presso Standartu Spaustuve - 2021 Distribuito da:
Tutti i contenuti presenti in questo manuale sono protetti dalle leggi
del Copyright © Aces Games 2021
 Dedicato agli Eroi dell’Esumazione
Questa pagina è un riverente inchino e un ringraziamento personale ai finanziatori del Kickstarter.
Avete creduto in noi, nelle nostre capacità e nella nascita di un mondo irriverente e scanzonato, vivo ma
soprattutto morto.
Grazie a tutti e a tutte. Dal più profondo del nostro cuore di Secco.

Lorenzo Acquafresca, Alessia, Valter Antonelli, Arethya, Matteo Ariti, Arkàn, Francesco Aurilio, Tiberio Azzarà, Andrea Back,
Guido Baldi, Stefano Banci, Nicola Barsotti, Pasquale Bartolo, Calogero Bellavia, Roberto Bellesia, Davide Bellidori, Pietro Beltrami,
Francesco Benetti, Gabriele Berardi, Pietro Bergamaschi, Beriadir, Edoardo Bertilorenzi, Matteo Bertocci, Lorenzo Bertoldo, Matteo
Bertuzzi, Andrea Besio, Mirko Biagiotti, Tigei Bianchi, Andrea “Profeta Penta-dimensionale” Biasone, Matteo “Biso” Bisanti, Marzia
Tara Blasi, Steven Bocchetto, Andrea Bogani, Davide Bombardelli, William Bonacina, NecroNico Borgogni, Diego Bosi, Mario
“Superslaad” Bosisio, Matteo “Boris” Botti, El Bove, La Brigata di Sottomonte, Enrico Brunetti, Ivan “Drazius” Brutto, Silvia Camilli,
Stefano Camillini, Lorenzo Camusso, Thomas Capacci, Frank Capra, Stefano Cardinale, Antonio Carlucci, Michele “Pauly” Carlucci,
Daniele Carosi, EdSyl CaRu, Massimiliano “Mattolomeo” Cascio, Davide Cassarino, Vincenzo Cavaliere, Laura Cazzari, Marco
Ceccarelli dal “Granducato di Gubbio”, Centauri78, Champs, Diego “Sid” Cianfriglia, Alessio Ciardini, Antonio Ciocca, Angelo Cione,
Andrea Cioni, Claudia Cirillo, Cisca, Alessio Coccaro, Marco Colasuga, Gianluca Colombo, Romolo Antonio Compiacente, Andrea
“Redmorgan” Conforti, Leonardo “Lennardio” Cordio, Cesare Costantini, Stefano Dainelli, Fantini Dalen, Lochar Damundo, Daniele ed
Elisa, Danni da Cringe, Simone “MrMuffin” Davoli, Claudia De Luca, Giacomo “TrueOgre” De Simone, Steve Debenedetti, Giacomo
Del Gracco, Dario Flavio Dell’Orto, Elias Geir Della Schiava, Fulvia Della Torre, Diego Demichelis, Niccolò Di Macio, Aëren Di
Nairon, DiegoPit, Dr. Glowcat, Darth Dreddolo, Enrico Drusiani, Elena, Antonino di Etemenanki, Morris Fabbri, Francesco Faccin,
Michele “Ekidna” Facco, Matteo “Mennotz” Fallani, Enrico Nemo Falsetti, Fanfo, Alessandro Favarotto, Nicholas Feliciani, Demis
Felotti, Maurizio Ferrero, Alessandro Ferretti, FilippoB, Mirko “Cobo” Fistill, Viktor Flamingo, Sir.Magnus Fortesque, Lorenzo “The
Fox” Fossetti, Raffaele Frumenti, Fungoroth, Daniele Fusetto, Gioele G., Andrea “Gaglio” Gagliardi, Andrea Galassi, Marco “QG”
Galvanin, Sergio Gambillara, Gaspare “Poweranza” Garagnani, GdR Addicted, Geeno14_15, Marco Generoso, Francesco Giannarini,
Gianpaolo, Donato Giardini, Daniele “Barone” Giordano, Mattia Giorgetti, Alessandro Ansaloni Giustiniani, Luca e Marlena Granai,
Francesco “Darghat” Grassi, Martina “Girina” Grosso, Pasquale Giudice, Alberto Grasselli, Francesco Grillini, Sergio Grillo, Vittorio
Guerriero, Simone Guerrini [In Taverna da Kurt], ilGiula, Kevin, Kruker, Moreno La Rocca, Mauro Lalli, Dario Landi, Alberto
Lanforti, Georgia Leggio, Lemac, Matteo Leto, Christopher Thomas Lezer, Stefano Liggeri, Il Giova della Locanda Shakespiriana per
Moschettieri!, Juri Loi, Lollo, Carmelo Lonero, LoZioMaury, Freddy Luca, Matteo Lucchini, Valerio Lucido, Khang Luong, Massimo
Raffaele Timoteo Maci, I Madiotti, Marcello Maestri, Multiversorum Magistri, Diego Magrini, Alessandro Mala, Maurizio Maltese,
Maurizio Maltoni, Roberto Mandrioli, Tatiana Maniero, Roberto “Dercas” Mannucci, Serena Mantovani, Simone Mantua, Emiliano
Marchetti, Andrea Marcone, Marghens&Bisbi, Roberto Marinelli e Fener, Giacomo Marini, Ivan Marri, Nicola Martelli, Marco
Marzano, Mattia, Lorenzo Mazzoli, Fabio “Meck” Mecarone, Menog, Aurora e Greta Micolucci, Marco Oreste Migliori, Davide C.
Milano, Erika Rosa Mineo, Mokathode, Momi, Danny Monti, Emanuele Montorfano, David “Gareth” Moretti, Giovanbattista Moro,
Lorenzo “Quaqquaraqquello” Mosca, Alberto Motta, Alessandro Mura, Fabrizio “Pyros88” Nava, Need Games!, Gianni Negrini, Nelson,
Leonardo Nencioni, Alessio Neri, Nicolò, No Dice Unrolled, Alessandro “Rumorebianco” Nosenzo, Jacopo Olivieri, Stefano Oppo,
Francesco P., Emiliano Pace, Mattia Paganelli, Luca “Asekar” Pagani, Nico Pagg, Simone Pagliani, Giovanni “Shintiara RPG” Pala,
Francesco “Sisco” Panitti, Paolo Panzolini, Luca Papagna, Luca Papisca, Mirko Paradisi, Michele Paroli, Marco “kRaM” Patrocchi,
Simone PepperCoB Polimeni, Sonia Perazzolo, Matteo Perego, Christian Peretto, Davide Peruzzi, Lorenzo Pesiri, Alessandro “Sommo”
Pettirossi, Alessandro Pietrantonio, Riccardo “Cugì” Pinna, Gianluca “Khriman” Poccianti, Andrea Murphy Polin, Angelo Portanome,
Marco Possani, Marco Pode Potestio, Alessio Principe, Daniela Proia, Tao Provaroni, Marco Puglielli, Enrico “Iraes” Ragusa, Fabio
Raponi, Simone Raspi, Patrizio Re, Fra Rega, Fabio Renzetti, David Resetti, Danilo Silvio Riccio, Marco Ricò, Andrea “Riggiman”
Riggi, Andrea Romani, Luca Rubbianesi, Caterina Rugi, Alessandro “Rusty” Rustignoli, RyooMare, Matteo Salpietro, Duccio Salvia,
Matteo Sanfilippo, Stefano Sanna, Santhaklaus, Francesco “Magjus” Santoro, Mattia Sarti, Alessandro Savino, Elia “Yule” Schiavinato,
Manlio Scotti, Daniele Scudiero, Claudio Serena, Matteo Settembrini, Federico Sfameni, Ruggero Signoretti, Niccolò Signorini,
Silvio, Skizzo, Sofferenzio, Marco “Spacez” Spazzoli, Paolo Spaziosi, Spellforger, Davide Stagnoli, Milo “Wu_aka_Bahamuttone”
Stefani, Giovanni Stefanini, Daniele Barbanera Stocchi, Manuel Strali, La Sudditanza D’Illerom, Fabrizio T., Gregorio Taddei, Stefano
Tagliaferri, Mario Valerio Terribile, Thorak, Giuliano Tinazzi, Alessio Tirapelle, Matteo “Screetch” Tirelli, Mirko Tomsi, El Trico, Carlo
Alberto Trisciuzzi, Fabio Turato, Marco Urizzi, Daniele “Valtry” Valtriani, Elisa Vanoli, Marcello Ventilati, Mattia Ventura, Gionny
Armando Verrone, Matteo Brvno Viegi, Francesca Viganò, Martina Viglietta, Dario Vinattieri, Enzo Violante, Claudio Vitale, Claudio
Vitali, Simone Zambardino, Simone Zannoni, Diego Guido Zappelli, Oscar Zini, Andrea Zuanelli.
 Epitaffio
Cap.1 - Avventure
1-ACRIMONIA, CITTÀ DELL'ODIO.......8
Un Problema d’Amore.............................11
Problemi Di Famiglia..............................12
Palazzo della Fine della Pazienza................15
2- LO SCRIGNO DI DAVY BONES...20
Spiegate le Membra!............................... 22
La Richiesta di Barbamorta...................... 23
La Dimora di Davy Bones....................... 27
Inganno in Stile Piratesco........................ 30
3- LO SPIRITO DEGLI SPIRITI......32
In Alto i Calici...................................... 34
Il Piede nella Fossa................................ 36
Alla Distilleria....................................... 38
Bevi che fa Sangue................................. 42
4- THE BONES BROTHERS...........46
Gardenhouse Rock................................. 48
Sweet Home Sacroturno.......................... 52
Everybody Needs Somebody to Fight......... 54
Gimme Some Help................................ 56
5-TESTA O CROCE.......................58
Un Bicchiere di Troppo.......................... 60
Il Sonno della Memoria Genera Mostri....... 65
La Fortezza Dimenticata......................... 68
Le Sorti di Valensia................................ 70
6-BENVENUTI A WALMORT.........72
Benvenuti al Walmort............................. 74
Ancora un’altra Tacca............................. 79
7-IL GRATTACAPO.......................84
Il Burattino - Sessione 1.......................... 86
Corri Testa - Sessione 2........................... 89
Dannate Cornacchie - Sessione 3............... 92
8-LA CASA DELLE BAMBOLE......... 94
Un Gioco da Ragazzi.............................. 96
Nella Casa delle Bambole........................ 98
Il Cimitero dei Balocchi.........................103
9-IL TRIANGOLO DELLE PERDUDA.106
Quindici Morti…..................................108
Il Triangolo…No!................................. 112
Amor che Annienta............................... 115
10- IL DOMINIO DEL CORVO CIECO.118
Alla Marcicorte.................................... 120
L’altra Faccia dei Cipressi....................... 127
Il Palazzo del Corvo Ciseco..................... 135
Cap. 2 - Luoghi
IL CIRCO DI MORIA ORFEY........ 143
UFFICIO DI MORTKETING......... 147
MANAUSOLEO
DELLA NOTTE CADENTE...............151
Cap.3 - Mostri dalla Cripta
Cavo.................................................. 157
Kraken............................................... 158
Morte-fata........................................... 159
Sirena................................................160

Salve a tutti voi, giovanossi!

Come ve la passate nell’Orto? Avete già iniziato a regolare i vostri conti
in sospeso, oppure siete troppo attanagliati dalla paura di emergere? Ahr ahr
ahr state tranquilli, è più che comprensibile. Per quante avventure abbia-
te già affrontato in superficie, niente vi ha preparato a quello ciò che vi
attende nei prossimi viaggi. Insomma, dovete ancora... farvi le ossa!

Anzitutto mi presento: il mio nome è Lady Danielle, avventuriera dei
Campi di Sale ed eroina leggendaria del mondo dei morti. Ebbene sì, ho
accumulato abbastanza rccomandazioni da potermi fregiare di questo titolo
e se vi state chiedendo cosa stiao aspettando per consegnare il mio Cer-
tificato di Morte, la risposta è molto semplice: non ne ho alcuna voglia!
Sento che, nonostante gli acciacchi dell’età e l’osteoporosi, ho ancora molto
da raccontare e altrettanto da scoprire. Il mondo è un luogo troppo vasto
per non sfruttare l’eternità concessaci, non trovate?

Comunque quest’oggi sono qui, al vostro servizio, proprio per fare in
modo che anche voi possiate raccontare la vostra storia attraverso le
avventure che vivr... in cui vi imbarcherete.

La vostra guida nell’Orto vi ha già detto tutto ciò che c’è da sapere
sul nostro mondo e su quello dei vivi, ma io non sono qui per farvi da
cicerone con altre noiose spiegazioni, ma per farvi entrare nel VIVO
dell’azione. Molti morti si sentono a disagio, se non addirittura terroriz-
zati, al solo vedere il proprio Certificato di Morte. Pensano “non ce la
farò mai a portare a termine i miei Cconti in sSospeso, figurarsi a di-
ventare un grande eroe” e magari passano mesi, se non anni, a deprimersi
passeggiando per le strade della mortopoli o riversi su qualche bancone di
una locanda polverosa. Le solite anime tormentate, insomma.

La mia cura a questo debilitante “malanno post-mortem” è una sola:
buttarsi a capofitto, o, per meglio dire, emergere a capo dritto. Non vi ripeto
neanche quello che ogni Musone vi direbbe, ovvero di spuntare quelle fastidio-
se voci scritte sul Certificato di Morte, prima di pensare ad altro. Perché se
è vero che la vita è una sola e preziosa, lo stesso vale per la morte, se non
a più giusta guisa, dal momento in cui potete divertirvi a fare a spadate con
orchi e draghi senza pensare al freddo, al caldo, alle malattie o ai morsi della
fame. A meno che non incontriate una lattuga zannuta. A me è successo.

Grazie alle pagine di questa pratica guida verso la gloria vi trovere-
te ad affrontare un’impresa dietro l’altra, fino ad accumulare così tante
raccomandazioni da poterle impilare e usare come sgabello. Beh, forse non
così tante, ma abbastanza da garantirvi l’accesso agli aldilà più agognati...
oppure continuare la vostra avventura eterna e, chissà, magari un giorno
potremmo ritrovarci fianco a fianco per viaggiare assieme.

E ora non perdiamo altro tempo, giovanossi. Lucidate il vostro scudo, strin-
gete di qualche buco in più le cinghie dell’armatura e preparatevi alla gloria!
ACRIMONIA, CITTÀ DELL'ODIO 8
 Avventura di: I Cercatori di Atlantide
Testi: Yari Montorsi
Lunghezza: 2-3 sessioni
Livello di Rischio: 3

“ Tra uomini e donne non ci può essere amicizia. Ci può essere passione, ostilità, adorazione, amore
ma non amicizia.”

[Sir Oscarlo, Il Selvaggio]

Si dice che nessuna città del Regno Sacroturno batta Acrimonia in quanto ad acredine, astio e riven-
dicazione di delitti. Tutti, in quella città, sembrano odiarsi per moltissimi motivi diversi, e nessuno ha
idea del perché. Varonia, il suo rispettivo quartiere nella mortopoli di Stoltardia, è invece la fossa più
affettuosa di tutto l’Orto; questo è ovviamente un grosso problema per Sir Benuscito, sovrintendente
di Varonia ed ex signore di Acrimonia e dei suoi domini, il quale tiene molto alla reputazione sua e dei
suoi sudditi.
Ma come mettere fine al fastidioso sentimento d’amore che regna sovrano a Varonia? Semplice…
distruggere l’odio di Acrimonia!
 10
BACKGROUND
Sir Benuscito, sovrintendente di Varo-
nia, si trova in una situazione drammatica:
pur essendo la parte “morta” di Acrimonia,
una delle città più prolifiche di defunti per
omicidio, il suo distretto è divenuto la di-
mora degli innamorati. Pare infatti che, per
un qualche bizzarro motivo, chi si odia in
vita sia destinato ad amarsi una volta tra-
passato. Questo ovviamente ha portato una
ACRIMONIA, CITTÀ DELL'ODIO
grande quantità di anime a disinteressarsi
dei propri Conti in Sospeso e Varonia, dun-
que, straripa di anime; la cosa peggiore è
che non siano così dannate come dovrebbe-
ro! I Musoni stanno facendo pressioni a Sir
Benuscito che, in qualità di sovrintendente,
ha la responsabilità di assicurarsi che i mor-
ti di Varonia seguano il loro naturale corso
e trovino la strada verso l’aldilà.
Sir Benuscito è dunque convinto che la
soluzione al problema sia eliminare la fon-
te dell’odio ad Acrimonia, così da riportare
il giusto equilibrio di risentimento anche a
Varonia.
L’obiettivo dei morti ingaggiati per que-
sta missione sarà la perfida Gilda Postmatri-
moniale, un’associazione arrivista e cinica
che fa di tutto per mantenere vivo l’odio ad
Acrimonia. A capeggiare la perfida società
in veste di CEO vi è una coppia famosa in
tutta Stoltardia: Romualdo e Giuliva, inten-
zionati a distruggere ogni forma d’amore
nel mondo.
SINOSSI
Sir Benuscito contatterà con un an-
nuncio un gruppo di valorosi morti pronti
all’avventura, affinché lo aiutino con la sua
drammatica situazione.
Sir Benuscito ha i contatti di una cop-
pia di amanti di Acrimonia grazie ai quali
i morti, una volta tornati in superficie, po-
tranno mettersi al lavoro. Il primo obiettivo
sarà proprio riappacificare le loro famiglie,
per poi penetrare nella Gilda Postmatri-
moniale, scoprendo così che Romualdo e
Giuliva, oltre a essere in realtà due mor-
ti vendicativi, fanno affidamento su di un
macchinario amagico generatore di odio:
l’Insensibilizzatore.
Questo marchingegno sta facendo scivo-
lare rapidamente Acrimonia nel cinismo più
completo e, per una misteriosa legge del con-
trappasso, sta mutando anche gli animi dei
morti giunti a Varonia, facendoli sprizzare
gioia e amore da tutti (anche se pochi) i pori.
Distrutto l’Insensibilizzatore, l’equili-
brio di astio e amore tornerà finalmente sia
ad Acrimonia sia, soprattutto, a Varonia.
MORTI (E VIVI) NON GIOCANTI
Caino: Il cocchiere che scorterà i morti
ingaggiati verso il distretto di Varonia. È un
Ventoso piuttosto anziano, dall’aria sognan-
te, la mascella scomposta e i vestiti rattop-
pati. Il suo aspetto tuttavia è in contrasto
con la sua galanteria e affabilità.
Sir Primo Benuscito: Sovrintendente
di Varonia e, un tempo, regnante di Acri-
monia. È un Secco dall’ampio torace e
dai lunghi baffi neri come la pece, simili a
quelli di un pescegatto. Indossa un tricorno
malandato e abiti sfarzosi, nonostante siano
stati adeguatamente riadattati dall’Orto. Il
soprannome deriva dai numerosi matrimoni
in vita, sempre fieramente finiti in disastrosi
divorzi a favore di amanti più focose.
È molto suscettibile sul motivo della sua
morte, che non rivelerà a nessuno. Si voci-
fera sia stato assassinato durante una battuta
di caccia da suo cugino nonché attuale re-
gnante di Acrimonia, Sir Entratio.
Romualdo Mortecchi & Giuliva Ca-
pometti: Una coppia di Ventosi, entrambi
affascinanti: lui, dalla voce angelica e il fi-
sico statuario; lei, dallo sguardo intenso e
la pelle di un cianotico candore. Insomma,
sanno di essere belli da mozzare il fiato!
Nonostante il loro ruolo nella Gilda, i due
sono perdutamente innamorati. In vita è sta-
to impedito loro di frequentarsi e il dolore è
stato così grande da decidere di togliersi la
vita. Ora, tornati nel mondo dei vivi, han-
no deciso di progettare l’Insensibilizzatore,
così da vendicarsi su tutta Acrimonia per
l’aspro destino che li ha portati alla morte.
Tristana Lacrimosa: Una Necroamante
in erba di appena 22 anni, minuta ed estrema-
mente graziosa. Non è interessata a mettere i
bastoni fra le ruote ai morti, ma solo a risol-

vere il problema di Acrimonia, così da vivere
felice e contenta con Isonza, sua amante.
Isonza Tristepianto: Ultimogenita del-
la famiglia Tristepianto. Una ragazza di 24
anni forte e risoluta. È intenzionata ad aiu-
tare a risolvere la situazione astiosa di Acri-
monia, così da poter vivere liberamente al
fianco di Tristana, sua amante.
Un Problema d’Amore
“Miei carissimi morti, vi prego di recarvi
con estrema urgenza presso la mia residen-
za. Ho inviato un cocchiere che vi trasci-
nerà fino a destinazione. Abbiate cura che
non si ammazzi... di nuovo”
[Annuncio di Sir Primo Benuscito,
Sovrintendente di Varonia]
Ad attenderli al punto d’incontro, in una
delle molte piazze del centro nevralgico
della mortopoli, si trova una carrozza sgan-
gherata e apparentemente vecchia quanto i
Musoni. Alla guida si trova Caino, il coc-
chiere incaricato di scortare i morti a Varo-
nia. L’invito non lascia alcuna informazione
approfondita riguardo la natura del proble-
ma e non indica altro se non la necessità di
celerità e una “ragguardevole ricompensa”.
Parlando con Caino durante il viaggio,
questi inizierà a raccontare loro la storia sua
e di Acrimonia:
“Siamo diretti a Varonia, recente-
mente divenuta la patria dell’amore
nell’Orto! Persino la mia amatissima
Adele, che in vita era un’adorabile bi-
scia velenosa, adesso è una delle più
ferventi sostenitrici del vero amore.
Pensate che fu proprio lei a guidare
la carrozza che mi spiaccicò! Eh sì,
qualsiasi cosa stia succedendo lassù
ad Acrimonia, quaggiù i rapporti non
potrebbero essere più felici e densi di
passione!”
11
Il viaggio in carrozza è traballante, caoti-
co ed estremamente scomodo. Caino sembra
conoscere a memoria tutte le viuzze della
mortopoli, lungo le quali il mezzo sganghe-
rato sfreccia rasentando marciapiedi, boney
e vecchine che attraversano il selciato.
Una volta varcati i confini di Varonia,
sarà subito palese il fatto che il distretto tra-
bocchi di anime innamorate intenzionate a
passare l’eternità insieme, tanto che uffici
ACRIMONIA, CITTÀ DELL'ODIO
pubblici e gestori di pensioni non sanno più
dove mettere le anime. A causa della scarsi-
tà di energia morta normalmente portata dal
compimento dei Conti in Sospeso, perfino
l’ectocolla inizia a scarseggiare, tanto che le
strutture sembrano disfarsi al solo guardar-
le. L’unica che sembra scampare da questa
ecatombe amorosa è il palazzo di Sir Be-
nuscito, difeso a vista da guardie e pieno di
acredine e odio, com’è giusto che sia.
Varonia è l’immagine stessa dell’a-
more in versione morta: ovunque si vol-
ti lo sguardo, i suoi abitanti si scambia-
no effusioni, passeggiano mano nella
mano, scrivono poesie d’amore, attac-
cano lucchetti alle recinzioni e ai can-
celli, ormai piegati dal loro peso; ogni
cosa sembra in qualche modo accop-
piata, moltiplicata e raggruppata. Le
pensioni e le case traboccano di amanti
al balcone, intenti a godersi il suono di
cento serenate che si sovrappongono
l’una all’altra.
Ma c’è anche chi protesta contro
tale sfacciata espressione di smielatez-
za: i pochi che si oppongono ostentano
cartelli come “Abbasso l’Amore!” e
“Odiate gli altri come voi stessi!”, so-
stando nei pressi dell’angusto palazzo
centrale, una struttura stretta e alta,
schiacciata ai lati come a testimonia-
re la pressione soffocante di così tanto
amore.
 12
Caino scorterà i morti oltre l’entrata del
palazzo e fino all’ufficio di Sir Benuscito:
un luogo asciutto, oltremodo minimale e
per nulla accogliente, quasi repulsivo.
Il sovrintendente attende seduto e rivol-
to verso la grande finestra che dà sulla piaz-
za di Varonia. Al suo fianco, su un posatoio
per uccelli, si trova un gufo Molle intento
ad emettere lamenti strazianti (e proprio per
questo, tanto adorato dal suo padrone).
ACRIMONIA, CITTÀ DELL'ODIO
“Ben arrivati. Agonia, saluta i nostri
ospiti… ma non metterci troppo entu-
siasmo. Desiderano qualcosa da bere?
Spiacente, non c’è nulla per voi. La si-
tuazione come avrete notato è tragica e
io ho bisogno di qualcuno disposto ad
andare in superficie per indagare sulla
Gilda Postmatrimoniale, la cui fonda-
zione coincide con l’inizio dei nostri
problemi. Ad aspettarvi a impresa com-
piuta ci saranno ben 20 buoni, 2 licenze
e persino 1 raccomandazione a testa.”
Sir Benuscito racconta ai morti la situa-
zione di disagio che il suo distretto si trova
ad affrontare, chiedendo loro di quietare la
quantità di odio di Acrimonia, terra un tem-
po sotto il suo dominio, al fine di ristabili-
re l’equilibrio anche a Varonia. Li inviterà
loro ad emergere nelle catacombe di Palaz-
zo Lacrimosa, il centro di Acrimonia, usan-
do la frontiera per il Regno Sacroturno. Lì
troveranno ad attenderli Isonza e Tristana,
quest’ultima giovane ma fedele Necroaman-
te. I due contatti avranno quindi il compito di
scortare i morti in città, così da indagare sulla
misteriosa e sinistra Gilda Postmatrimoniale.
Problemi Di Famiglia
“Il nostro amore passerà oltre ogni ostacolo.
E se così non fosse, diciamo che possiamo
rimanere amici.”
[Tristana Lacrimosa,
nobildonna di Villa Lacrimosa]
Una volta emersi, i morti si troveran-
no nelle catacombe di Palazzo Lacrimosa,
luogo di riposo di molti capostipiti della
famiglia reale: tutti sacroturni devotissimi

all’eptacaidecaismo o a qualsiasi altra re-
ligione ci fosse prima, rappresentati con
statue pasciute e sorridenti e dai nomi al-
tisonanti come Sanfelice, Gioiapastello e
Soncontento. Una rapida occhiata ai sotter-
ranei angusti farà notare la presenza di una
figura intenta a pregare davanti a una statua,
circondata da candele e segni sul pavimen-
to. Si tratta di Tristana Lacrimosa, una dei
loro contatti.
Che i personaggi si presentino o meno,
Tristana verrà allertata dall’olezzo di tra-
passo. Una volta presentatasi, informerà i
morti su un inconveniente capace di com-
plicare seriamente la missione.
“Isonza, colei che avrebbe dovu-
to aiutarvi nell’impresa assieme a
me, è stata rinchiusa nelle sue stanze.
Aveva appena trafugato le chiavi del
Palazzo della Fine della Pazienza, il
quartier generale della Gilda Postma
trimoniale in cui dobbiamo infiltrarci!
Dobbiamo trarla in salvo se vogliamo
riuscire a penetrare nella struttura senza
farci notare!”
Tristana è visibilmente agitata e preoc-
cupata per Isonza; basteranno un paio di
domande riguardo al loro rapporto affinché
la Necroamante confidi che Isonza è la sua
amata e che, a causa dell’odio reciproco
delle rispettive famiglie, di cui i capostipiti
sono fratelli, sono costrette a vivere la loro
relazione nella prigionia del segreto. Que-
sto è il motivo per cui le due giovani sono
intenzionate a indagare sulla radice dell’o-
dio di Acrimonia.
In ogni caso, Tristana darà ai personaggi
tutte le informazioni necessarie sulla Gilda
Postmatrimoniale.
“La Gilda Postmatrimoniale è for-
mata da avvocati single e crudeli, spe-
cializzati in divorzi, recentemente inse-
diatisi ad Acrimonia. Beninteso, l’odio
è sempre esistito in queste strade, ma
dal loro arrivo tutto è peggiorato dra-
sticamente. Il clima di guerra civile,
13
assieme al caos del Regno Sacroturno,
stanno spingendo Acrimonia al punto di
non ritorno. Sia io che Isonza abbiamo
recentemente scoperto che i nostri ti-
mori riguardo a un possibile coinvolgi-
mento della Gilda nei recenti disordini,
erano più che fondati!
All’interno del loro quartier gene-
rale, infatti, hanno progettato e creato
l’Insensibilizzatore, un macchinario
ACRIMONIA, CITTÀ DELL'ODIO
amagico in grado di generare tristezza
e cinismo, rabbia e individualismo. Se
non lo distruggiamo in tempo, Acrimo-
nia verrà spazzata via e l’amore a Va-
ronia esploderà definitivamente, gene-
rando uno squilibrio di energia morta
nell’Orto!”
A questo punto i personaggi saranno
posti di fronte a una scelta: salvare Ison-
za irrompendo a Villa Tristepianto, oppu-
re andare dritti verso il Palazzo della Fine
della Pazienza ed entrare con la forza. In
quest’ultimo caso Tristana si dimostrerà
molto scontrosa nei confronti dei personag-
gi e li aiuterà il meno possibile durante il
compimento dell’impresa.
LE STRADE DI ACRIMONIA
Quale che sia la scelta dei personaggi,
Tristana darà loro degli stracci per camuf-
farsi, così da passare inosservati fra le stra-
de della superficie.
Acrimonia è una città di circa cinquemi-
la abitanti, costruita sulle pendici di una col-
lina. Al centro svetta il palazzo dei regnanti,
una sfarzosa struttura dalle mura bianche
(ma dagli interni sudici e disordinati) dentro
la quale ora siede il cugino di Sir Benuscito,
Sir Entratio, che si dice lo abbia assassinato
durante una battuta di caccia.
Le case appaiono visibilmente danneg-
giate con segni di bruciature, le persiane
ricoperte di pugnali e frecce. Ogni cosa
trasmette odio e sembra gridare a gran
voce “Lasciami stare! Non infastidirmi!”,
dai prati inondati di fiorellini viola chia-
mati “Scordati di Me” al canto timido de-
gli uccelli, bruscamente interrotto dall’a-
stio dei cittadini.
 14
Acrimonia è molto pericolosa per tutti
coloro che sono accoppiati: agli angoli del-
le strade predicatori improvvisati e strilloni
professano il bene dello stare da soli, men-
tre gli avvocati della Gilda Postmatrimo-
niale, con le loro tuniche grigie e i ghigni
maligni, vanno in giro proponendo servizi
vantaggiosi per le pratiche di divorzio.
Mentre attraversano le strade, con un
💀 test di Sensorialità (6+) i personaggi
ACRIMONIA, CITTÀ DELL'ODIO
potranno osservare un gruppetto di cittadini
armati intenti ad assalire una piccola botte-
ga, intenta a vendere invano articoli per in-
namorati e oggetti che trasmettono allegria.
Potranno inoltre scorgere varie reclute di
Gaudiovivi aggirarsi sole con fare guardin-
go e sospettoso. Se i personaggi interroghe-
ranno Tristana o un qualsiasi altro cittadi-
no riguardo alla loro presenza, verranno a
sapere che i Gaudiovivi abbiano da tempo
saputo della presenza di morti non meglio
identificati e siano intenzionati a spazzarli
via sotto ordine di Sir Entratio.
Se i personaggi passeranno a fianco di
un Gaudiovivo, questi li smaschererà subito
grazie al suo potere di individuazione dei
morti, costringendoli a combattere o a fug-
gire per le strade della città.
Guida allo Scontro: I Gaudiovivi di ron-
da nelle strade sono Reclute (vedi al capitolo
9 del Manuale Base, “Bestiario”). Una vol-
ta scoperti i morti non perderanno tempo a
chiamare rinforzi e vi si getteranno subito
contro, affamati di morte-morte e di gloria!
SALVANDO ISONZA
Se i personaggi sceglieranno di trarre in
salvo Isonza, Tristana li scorterà immedia-
tamente davanti a Villa Tristepianto, em-
blema stesso della lotta contro la famiglia
Lacrimosa.
Svoltato un altro angolo, si staglia
improvvisamente davanti a voi villa
Tristepianto. Un misero cancello ritorto
sbarra la strada verso il cortile interno,
disseminato di attrezzi da giardinaggio
arrugginiti e soffocato da edere rinsec-
chite e da arbusti dai rami adunchi. Il
giardino di piante morte separa l’in-
gresso dall’angusta casa padronale, un
edificio in pietra disposto su due piani
in cui persino le arcate delle finestre pa-
iono guardarvi accigliate.
Se interrogata sull’astio fra le due fami-
glie, Tristana racconterà che derivi da una
gara di recitazione, la stessa in cui lei e Ison-
za si conobbero. Isonza vinse, ma la famiglia
Lacrimosa ebbe da ridire con i giudici del
concorso. Poi da cosa nasce cosa e, com’è
solito ad Acrimonia, un semplice disguido si
tramutò ben presto in un odio viscerale.
Con un 💀 test di Sensorialità (5+) sarà
possibile udire il canto triste di una fanciul-
la. È Isonza, che intona un lamento cano-
ro tipico degli Arcimonici, essendo questi
amanti dei cliché e della drammaticità. La
sua voce proviene da una torre adiacente
alla villa, ma troppo lontana dall’ingresso
per farsi udire senza alzare la voce.
Le mura che circondano la casa e il cor-
tile sono alte quasi tre metri e, disposti lun-
go tutto il cornicione, vi sono conficcati dei
pezzi di vetro appuntiti. Due guardie fanno
costantemente la ronda lungo il perimetro.
Gli unici due modi per entrare sono: apren-
do il cancello con un 💀 test di Manualità
(7+) o attraversando il muro parzialmente
crollato, a ovest della proprietà, con un 💀
test di Atletica (7+).
In ambo i casi le guardie potranno sco-
prirli, quindi sarà necessario calcolare i tem-
pi di passaggio della ronda prima di agire.
La torre è chiusa a chiave, a sua volta
in possesso del Gaudiovivo Sir Mandante
Senzaritorno, il capo del reggimento di am-
mazzamorti di stanza ad Acrimonia, ora al
soldo della famiglia Tristepianto. Sir Man-
dante fa la ronda nel cortile interno assieme
ai suoi due fedeli cani da caccia Azzannati-
bie e Mordiperone.
Con un 💀 test di Furtività (7+) sarà
possibile avvicinarsi alla torre senza farsi
notare, per poter così comunicare libera-
mente con Isonza, affacciata a una finestra

balconata a sei metri da terra. Isonza può
scendere usando le lenzuola come corda, ma
la loro lunghezza è sufficiente a farle rag-
giungere al massimo i tre metri di altezza da
terra. Saranno i personaggi a dover trovare il
modo di aiutarla, fermo restando che potran-
no sempre prendere le chiavi di Sir Mandan-
te, rubandogliele o sconfiggendolo.
Nota che dei rumori sospetti potrebbero
allertare o far intervenire le due guardie di
ronda all’esterno.
Una volta liberata Isonza si getterà fra le
braccia della sua amata, per poi consegnare
ai personaggi la chiave del magazzino del Pa-
lazzo della Fine della Pazienza. Alla doman-
da di Tristana sul suo imprigionamento, Ison-
za dirà che sua madre ha sospettato fosse una
Necroamante dopo aver trovato, in uno dei
risvolti del suo abito, due mignoli di sacerdo-
te eptacaidecaista, custoditi per la sua amata.
Isonza dirà inoltre che tutti e tre i suoi
fratelli si trovano in questo momento pro-
prio nel quartier generale della Gilda, dove
si sono offerti volontari come cavie per te-
stare i nuovi effetti dell’Insensibilizzatore.
Guida allo Scontro: Sir Mandante Sen-
zaritorno è un Gaudiovivo Spegni-morte,
mentre Azzannatibie e Mordiperone sono
Cani da Caccia (vedi al capitolo 9 del Ma-
nuale Base, “Bestiario”). Non perderà tem-
po a rivolgersi alle guardie oltre il cancello
e, anzi, impedirà loro di immischiarsi al-
meno finché non sarà in difficoltà (nel caso
quindi abbia più di tre ferite o i cani siano
stati messi fuori gioco).
Le guardie invece sono Sentinelle di
Quartiere (vedi al capitolo 9 del Manuale
Base, “Bestiario”).

A. A.Avventurieri Cercasi

La signora Altasotta richiede
i servigi di un gruppo di morti
che la aiutino a far scendere il
suo gatto dall’albero. È morta
cercando di riprenderlo lei stessa.
15
Palazzo della Fine
della Pazienza
“L’amore è cieco, eh? Beh, allora ringra-
zio chi gli ha infilato due dita negli occhi!”
[Romualdo Mortecchi,
CEO della Gilda Postmatrimoniale]
ACRIMONIA, CITTÀ DELL'ODIO
Dopo aver salutato Isonza e preso la
chiave, Tristana scorterà i morti nei pressi
del palazzo.
Affacciato su una gigantesca piaz-
za spoglia si erge un edificio alto non
meno di quindici metri, dall’aspetto
squadrato e simile in tutto e per tutto
a un cubo. Numerose feritoie corrono
lungo tutte le facciate e, se non fosse
per il nome, più che un palazzo sembre-
rebbe un carcere. Pare che gli architetti
non avessero tempo per orpelli estetici
e decorazioni, né tantomeno per ascol-
tare i pareri contrastanti dei vecchi che
assistevano ai lavori.
Il Palazzo della Fine della Pazienza era
un tempo il museo storico di Acrimonia
che, pur avendo mantenuto la sua funzione,
è divenuto anche la sede della Gilda Post-
matrimoniale e casa dell’Insensibilizzatore.
Il palazzo è sorvegliato in ogni momento
da guardie dallo sguardo truce, piccioni ad-
destrati a trovare gli amanti (per sganciare
loro spiacevoli sorprese dall’alto) e piccole
Arte-fate alimentate da rabbia e amagia.
Il piano di Tristana per permettere ai
morti di penetrare nel palazzo è quello di
richiedere una visita guidata allo sportello
informazioni, dove una zelante, petulante
e agghiacciante impiegata sarà ben lieta di
mostrare le meraviglie del museo dell’astio.
Una volta dentro, dovranno individuare il
magazzino e aprirlo con la chiave di Isonza.
Tristana non entrerà con i morti, per non
correre il rischio di essere scoperta.
In questo frangente più che mai i morti
dovranno sapersi camuffare senza tradire il
loro aspetto (o il loro tanfo).
 16
Il giro turistico passa attraverso varie fasi
della storia di Acrimonia: dalla scoperta del
luogo, ad opera di selvaggi iracondi, fino
alla fondazione della città vera e propria, la
quale prende il nome dai fratelli Acrimonio-
si, antenati delle famiglie Lacrimosa e Tri-
stepianto. La lunga e interminabile trafila di
scontri e di battaglie dentro e fuori la città
è mostrata con meticolosità ed entusiasmo.
ACRIMONIA, CITTÀ DELL'ODIO
DEPOSITO
DELL’INSENSIBILIZZATORE
Il magazzino, che è in realtà un labora-
torio, si trova al secondo piano e ospita l’In-
sensibilizzatore: il macchinario assomiglia
in tutto e per tutto a un gigantesco cuneo, alto
più di quattro metri, la cui punta poggia su
di un disco nero rotante. Il laboratorio è una
grande stanza che occupa quasi per intero
uno dei piani del palazzo ed è pieno di scien-
ziati così concentrati da non notare chi va e
chi viene. Attorno al macchinario, gettati alla
rinfusa su grandi tavoli, si trovano pergame-
ne e fogli che, fra le altre cose, illustrano le
funzionalità dell’Insensibilizzatore.
Insensibilizzatore Versione 1.00
ATTENZIONE: usare questo stru-
mento con cautela! Possibili effetti
indesiderati sono: scontri, battaglie,
guerre, pandemoni, litigi, cattiverie e
rabbia quanto basta.
L’Insensibilizzatore è un macchi-
nario che riesce, grazie alla rotazione
del suo corpo principale, a riprodurre
un suono impercettibile simile a quel-
lo delle unghie sulla lavagna. Questa
sonorità -invisibile- copre un raggio di
diversi chilometri, all’interno dei quali
tutte le forme di vita divengono enorme-
mente più inclini alle ostilità, scatenan-
do istinti rabbiosi nelle personalità più
labili.
NOTA: Non sovralimentare né com-
plimentarsi con il capo progettista!
Con un 💀 test di Amagia (6+) è pos-
sibile notare che il macchinario è alimen-
tato da un liquido giallastro accumulato in
serbatoi vicini. Indubbiamente la sostanza
deriva dall’ectocolla!
È possibile danneggiare il macchinario
con almeno tre colpi da minimo 4 danni o
effettuando un secondo 💀 test di Amagia
(7+) (altrimenti un 💀 test di Manualità
(8+)) per interrompere l’apporto di liquido
agendo su un gruppo di leve, pulsanti e ma-
nopole, alla base della struttura.
Al minimo cenno di sabotaggio, gli
scienziati (dieci in tutto il laboratorio), cor-
reranno ad avvertire le guardie del palazzo,
che si precipiteranno sul posto in meno di
un minuto.
Con un 💀 test di Sensorialità (6+)
è possibile scorgere un post-it attaccato
all’Insensibilizzatore, con su scritto:
In caso di danneggiamento o di mal-
funzionamento, consultare il progetto
originale nell’ufficio di Romualdo e
Giuliva.
PS. Procurarsi un’armatura prima
del colloquio.
Il Mostro di Ectocolla!
Nel caso in cui il macchinario venga
distrutto, i serbatoi esploderanno liberan-
do un amalgama violaceo che i personaggi
riconosceranno essere marcicolla! Il grumo
rabbioso, avvolto attorno a tanti piccoli pez-
zetti di cadaveri trascinati dall’Orto, pren-
derà forma divenendo un Marcicolloso, che
si scaglierà contro i personaggi.
Guida allo Scontro: Le guardie della
Gilda Postmatrimoniale sono Militi Ga-
gliardi (vedi al capitolo 9 del Manuale
Base, “Bestiario”), mentre il Marcicolloso
è un Grumo Contaminante (vedi al capitolo
9 del Manuale Base, “Bestiario”) che pos-
siede un Secco Ossosacro con un totale di
12 PA e le capacità Puzzle d’Ossa e Fenden-
te d’Ossa (vedi al capitolo 7 del Manuale
Base, “Corpo del Morto”). Il serbatoio da cui

è uscito gli fa da protezione (armatura leggera
e scudo leggero) e da arma (Arma Pesante -
Contatto - Affondo/Taglio, 3 danni).
UFFICIO DIRIGENZIALE
L’ufficio dirigenziale è situato all’atti-
co del palazzo. Una grossa scrivania è al
centro della stanza, circondata da schedari
e da rastrelliere per armi, armature lucidate
17
“Il motivo per cui abbiamo creato
l’Insensibilizzatore? Ma è semplice!
Volevamo che tutti in questa città potes-
sero vivere infelici e separati, come al
tempo le nostre famiglie fecero con noi.
E quale miglior luogo per testare il po-
tere del nostro macchinario, se non una
città già per metà affondata nel ranco-
re? Ovviamente si tratta solo del primo
esperimento, volto a testarne le poten-
zialità, così da riprodurlo e trasportar-

ACRIMONIA, CITTÀ DELL'ODIO

a specchio. A seconda di quanto caos han-
lo in altre città! Se in vita non abbiamo
no fatto i personaggi, Romualdo e Giuliva
potuto amarci, nessuno potrà farlo!”
potrebbero aspettare o meno il loro arrivo,
facendosi trovare pronti allo scontro. Con
un 💀 test di Sensorialità (7+) o una volta Guida allo Scontro: Romualdo è un
iniziato lo scontro, i personaggi potranno Ventoso di tipo Poltergeist, con 9 Punti Ani-
scoprire che in realtà i due sono entrambi ma e le capacità Manipolazione a Distanza e
Ventosi, magistralmente truccati per somi- Terremoto Strutturale (vedi al capitolo 7 del
gliare a dei normali viventi. Manuale Base, “Corpo del Morto”); è inol-
tre equipaggiato con un’armatura leggera e
una spada corta (Arma Leggera - Contatto
Gli sguardi di Romualdo e Giuliva
- Affondo/Taglio, 2 danni).
sono densi dello stesso odio e accesi
Giuliva invece è una Ventosa di tipo Ecto-
da un’aria di sfida e di malignità mai
morfo, con 9 Punti Anima e le capacità Spa-
vista. Si muovono all’unisono come fos-
rizione e Volo Sgambettante (vedi al capitolo
sero un solo corpo e uno finisce le frasi
7 del Manuale Base, “Corpo del Morto”); è
dell’altra. Si potrebbe dire che siano la
inoltre equipaggiata con un’armatura leggera
coppia più affiatata di Acrimonia e che
e una balestra (Arma Leggera - A Distanza,
quindi vadano contro a tutte le creden-
Gittata Breve - Affondo, 2 danni).
ze della città ma, soprattutto, dell’orga-
Mentre Giuliva prenderà il volo colpen-
nizzazione che hanno fondato. Qualco-
do a distanza con la sua balestra, Romual-
sa di strano si cela dietro ai loro sinistri
do scaglierà addosso ai personaggi le armi
movimenti, che avete tutto il tempo di
della rastrelliera (Armi Pesanti di ogni
osservare mentre, beandosi delle loro
tipo, 3 danni).
rispettive voci, si gettano in un teatrale
Se uno dei due cade o viene ferito gra-
monologo.
vemente (4 o più danni letali o 1 o più dan-
ni misti), l’altro smetterà di combattere
Se i personaggi hanno distrutto l’Insen- chiedendo ai personaggi di risparmiare la
sibilizzatore, Romualdo e Giuliva ne sa- vita a entrambi, con la promessa di ritor-
ranno al corrente e, una volta arrivati nel nare nell’Orto, abbandonando i loro sogni
loro ufficio, racconteranno il motivo della di odio reciproco. A quanto pare, nessuno
sua creazione e la fondazione della Gilda dei due riesce a rinunciare all’amore, specie
Prematrimoniale. In caso contrario, neghe- quando il loro legame è in pericolo.
ranno della sua esistenza e, se infastiditi,
avvertiranno le guardie affinché scortino
all’esterno i personaggi.
In ogni caso basterà provocarli aperta-
mente per indurli allo scontro.
ACRIMONIA, CITTÀ DELL'ODIO 18

I Piani dell’Insensibilizzatore
Con un 💀 test di Manualità (5+) è
possibile trovare sulla scrivania di Romual-
do e Giuliva un foglio che riporta i proget-
ti di creazione dell’Insensibilizzatore: una
serie di appunti confusionari e di formule
scientifiche incomprensibili (perché scrit-
te davvero male). C’è anche scritto che la
marcicolla venisse introdotta ad Acrimo-
nia grazie al contatto con un Custode delle
Urne, tale Trikortrit.
Queste informazioni possono essere det-
te dai due dopo un efficace interrogatorio o
nel caso si arrendano.
CONCLUSIONE
Una volta terminato il loro compito, i mor-
ti potranno raggiungere Tristana all’esterno
della Gilda e farsi così scortare di nuovo alle
catacombe del palazzo reale, grazie alle qua-
li potranno tornare nell’Orto e riscuotere la
loro ricompensa da Sir Benuscito.
La fine della Gilda Postmatrimonia-
le e la distruzione/spegnimento dell’In-
sensibilizzatore porteranno Acrimonia
alle vecchie abitudini e a un più pacato,
seppur presente, odio comune. Trista-
na e Isonza riusciranno a far accettare
alle rispettive famiglie il loro amore e
vivranno per sempre felici e contente,
anche se non mancheranno delle sonore
sberle da ambo le parti (dopotutto, sono
sempre Acrimoniche).
Varonia è ugualmente salva e, pian
piano, anche fra le sue strade inizierà a
instaurarsi un equilibrio più confacen-
te alle abitudini dei loro ospiti. Ci sarà
amore, ma ci saranno anche piatti rotti,
grida alle tre del mattino, tradimenti e,
soprattutto, tanti morti che, pur di usci-
re di casa, se ne andranno a risolvere i
propri Conti in Sospeso.
19
L’Amore Trionfa
Da leggere nel caso in cui Romualdo
e Giuliva non siano morti-morti e i perso-
naggi non li abbiano consegnati ai Musoni
dell’Orto.
E che dire dell’amore? Di quello
vero, che sopravvive alla morte ma che
soprattutto è tanto grande da generare
un odio altrettanto grande, come quel-
ACRIMONIA, CITTÀ DELL'ODIO
lo di Romualdo e Giuliva? Non certo il
tipo di amore sano, ma la sofferenza di
un cuore infranto può causare più danni
di un cataclisma… figuriamoci quando
i cuori sono due!
Forse un giorno li rincontrerete mano
nella mano a godersi una passeggiata in
qualche parco dell’Orto, o a Vilezia, il
distretto delle gondole. O forse chissà,
magari li troverete in fila al Centro di
Smistamento, in attesa di librare le loro
anime verso l’amore più eterno che una
coppia possa mai desiderare.
SUGGERIMENTI PER GLI
EROI INTRAPRENDENTI
Dopo questa impresa, se i personaggi
hanno saputo del coinvolgimento di Trikor-
trit nello spaccio di marcicolla, l’avventura
può continuare con “Il Dominio del Corvo
Cieco”, dove i morti verranno ingaggiati
per porre fine ai traffici del sinistro Custode
delle Urne.
Nota comunque che Il Dominio del Cor-
vo Cieco è l'ultima avventura di questo ma-
nuale e di conseguenza la più ardua. È con-
sigliabile far assaporare prima altre imprese
ai morti e mantenere comunque questo col-
legamento per il futuro.
 Avventura di: Kraken APS
Testi: Leonardo Nencioni, Gianluca Poccianti
Revisione: Leonardo Nencioni, Gianluca Poccianti, Marco Potestio
Lunghezza: 2-3 sessioni
Livello di Rischio: 4

“Quando navighi per anni e anni come ho fatto io, riesci a vedere cose tanto portentose che mille anni
sulla terra non basterebbero a eguagliarle. Ora che son morto, non vedo l’ora di vedere cosa mi atten-
de nell’abisso degli abissi.”

[Capitano John Requiem]

Prima di imbarcarvi in questa avventura, è bene che conosciate i mari che andrete a solcare. Di segui-
to viene presentata la storia del Mar dei Sarcossi, dove si svolgerà parte di questa memorabile impresa,
fra colpi di cannone e vele spiegate, arrembaggi e mostri abissali.

IL MAR DEI SARCOSSI
Giù nell’Orto, oltre le fatiscenti e sfa-
sciate strutture della mortopoli di Stoltardia,
ove i Campi di Sale a ovest si costellano di
porti e moli d’attracco, si estende il Mar dei
Sarcossi con le sue isole e i suoi misteri, con
le sue scelleratezze e i suoi sovrani.
In principio gli abitanti del Mar dei Sar-
cossi, ovvero i marinai defunti nei mari di
Stoltardia, erano perlopiù criminali e as-
sassini, abituati a una vita piratesca di sac-
cheggi e ruberie e che, anche da morti, non
erano intenzionati a seguire alcuna legge.
Tale condotta portava inevitabilmente alla
morte-morte di svariate anime, fra cui quel-
le degli onesti marinai.
E fu proprio nel momento di più alta
mortalità mai registrata nel Mar dei Sarcos-
si che un Ventoso, conosciuto con il nome
di capitano Macabr, si mise a capo di un
manipolo di uomini ed eliminò queste ani-
me perfide, conquistando uno dopo l’altro
i porti sotto il loro dominio. I Fratelli delle
Ossa erano nati.
MORT ROYAL
Dopo il trionfo sui banditi, il Capitano
Macabr fondò e rese prospero il porto sim-
bolo del suo dominio sul Mar dei Sarcossi:
Mort Royal; qui nacque una particolare co-
stituzione stilata in accordo fra il capitano
e l’Orto stesso e basata sulla garanzia che,
finché i pirati e i marinai del Mar dei Sar-
cossi avessero continuato a osservare le
leggi del mondo dei morti, avrebbero potuto
auto-governarsi e persino avere le proprie
frontiere, sebbene limitate al passaggio ver-
so i mari di Stoltardia.
Ben presto Mort Royal e tutti i porti e le
isole abitate del Mar dei Sarcossi divennero
un punto di riferimento non solo per i mor-
ti in mare, ma anche per tutte quelle anime
che, per un motivo o per l’altro, non si sen-
tivano a proprio agio nell’affollatissima e
fin troppo burocratizzata mortopoli.
Soprattutto Mort Royal iniziò ad attirare
sempre più anime, incluse quelle più mar-
ce che, pian piano, iniziarono a tessere le
loro ragnatele di attività più o meno lecite.
21
Finirono per tramutarsi negli stessi fuori-
legge che il Capitano Macabr e i suoi erano
riusciti a estirpare con grande fatica.
I porti del Mar dei Sarcossi (Mort Royal
per primo) si riempirono di criminali inten-
zionati a portare a termine gli affari più lo-
schi, rischiando in questo modo di rompere
il patto tra il capitano e i Signori dell’Orto,
qualora fossero stati scoperti.
LO SCRIGNO DI DAVY BONES
IL PORTO DI MORTUGA
Nonostante il numero crescente di cri-
minali a Mort Royal e nei porti limitrofi,
la stretta sorveglianza del capitano Macabr
e dei suoi alleati impediva di portare a ter-
mine i loschi affari. I pirati decisero quindi
di salpare alla volta di una delle coste dei
Campi di Sale, proprio al limite tra il Mar
dei Sarcossi e l’oceano inesplorato del mon-
do dei morti, ove in poco tempo costruirono
moli e banchine, taverne e bordelli, mercati
di merce rubata e di documenti contraffat-
ti. Il ribattezzato Porto di Mortuga diventò
quindi il ricettacolo di tutti i banditi e i pi-
rati giunti nel Mar dei Sarcossi, i quali non
si limitavano a infrangere le leggi dell’Or-
to, arrivando a danneggiare i commerci da
e verso tutti quei porti ancora ligi alla giuri-
sdizione di Mort Royal, ma attaccavano an-
che le navi di passaggio, saccheggiandone
i carichi.
Certo, anche prima del proliferare dei
filibustieri ogni tanto scoppiava qualche li-
tigio, spesso risolto a colpi di cannone e fil
di sciabola, ma tutto sommato la situazione
rimaneva sempre sotto controllo e perciò i
Signori dell’Orto chiudevano un occhio. A
volte due.
Quando, tuttavia, seppero del dilagare
incontrastato della criminalità da Mortuga,
diedero un ultimatum al capitano Macabr:
se questi non avesse risolto il problema e
debellato i pirati dal Mar dei Sarcossi, il
loro accordo sarebbe caduto e ogni marina-
io di quelle acque sarebbe stato marchiato
come bandito in fuga dalla mortopoli.
Per il capitano Ventoso e i suoi alleati
era dunque il tempo di rimettere mano alle
sciabole.
 22
L’ARRIVO DEL KRAKEN
Ma proprio quando le flotte di pirati di
Mortuga e le navi di Macabr furono pronte
allo scontro, nel Mar dei Sarcossi piombò
qualcosa che distrusse quasi del tutto en-
trambe le fazioni: il Kraken!
Questa creatura gargantuesca e dalla
miriade di tentacoli mangiucchiati dai pe-
sci piombò nelle oscure e torbide acque del
Mar dei Sarcossi, distruggendo imbarca-
LO SCRIGNO DI DAVY BONES
zioni e stritolando marinai. Inutili furono i
tentativi di abbattere la bestia e così le due
fazioni furono costrette a ritirarsi.
Tutt’oggi il Kraken continua a minaccia-
re il Mar dei Sarcossi, impedendo tanto al
capitano Macabr quanto ai pirati di Mortu-
ga di prevalere sul rispettivo nemico.
Spiegate le Membra!
“La vita è crudele, dici? Sappi che la
morte può essere anche peggio. O almeno,
così dicono!”
[Davy Bones, Necroamante Collezionista]
I mari dell’Orto: quale luogo affasci-
nante per tutti i marinai che, anche dopo la
morte, non riescono ad allontanarsi dal ri-
chiamo delle onde. E anche se queste onde
non sono certo limpide e cristalline come
quelle del Mondo Mora, sono ugualmente
dense di misteri e di leggende, di creature
misteriose e di bestie acquatiche che conti-
nuano a nuotare placidamente in quella so-
stanza volatile e liquida che erroneamente
viene scambiata per acqua.
Ed è oltre le sponde dei Campi di Sale, a
ovest della mortopoli di Stoltardia, che due
grandi forze si sono schierate in una guerra
all’ultima tibia per il dominio del Mar dei
Sarcossi. Una guerra che forse sta per giun-
gere al termine. Riuscirà una sola ciurma di
marinai improvvisati a far cessare le ostili-
tà? Oppure farà pendere l’ago della bilancia
in favore di una delle due flotte nemiche?
Issate le vele e serrate le membra. È tempo
di salpare!
BACKGROUND
Il famoso pirata Edward “Barbamorta”
Tic, autoproclamatosi signore del porto di
Mortuga, intende arruolare una ciurma di
morti da mandare nel mondo dei vivi per
affrontare il Necroamante Davy Bones, un
farabutto che si diverte a rinchiudere nel
suo scrigno amagico le anime di coloro che
sono morti nei mari vicino alla sua dimora
nel Regno Lugubrio.
I corpi delle vittime, privati in questo
modo della loro essenza, giungono nell’Or-
to come fantocci di carne, ossa ed ectopla-
sma, buoni neanche per incatramare il ponte
di una nave. Tic, ormai vecchio e spaventato
dalle pene del tormento eterno, intende fer-
mare Davy Bones e offrire lo scrigno delle
anime al capitano Macabr, come gesto per
un’alleanza definitiva fra i pirati e i marinai
onorevoli del Mar dei Sarcossi.
I morti che si faranno avanti dovranno
dunque trovare e sfidare Davy Bones e i
suoi scagnozzi, per poi recuperare lo scri-
gno amagico e riportarlo nell’Orto.
SINOSSI
Una volta accettata la missione e salpa-
ti per il Mar dei Sarcossi, i morti dovranno
raggiungere la frontiera che li porterà nella
Baia dei Derelitti, vicino a cui si staglia la
torre di Davy Bones. Una volta giunti dal
Necroamante, questi rivelerà loro che lui e
Tic fossero un tempo compagni di viaggio e
che fu proprio il capitano a commissionar-
gli la forgiatura dello scrigno, che di certo
non vuole consegnare a Macabr. Le ani-
me contenute nello scrigno servono infatti
a sfamare, e quindi controllare, il Kraken,
il mostro abissale recentemente piombato
nell’Orto che ha fatto bruscamente arrestare
la guerra fra Mortuga e Mort Royal. Per il
mostro abissale il contenuto dello scrigno
è un pasto succulento, tanto che Davy Bo-
nes ha assicurato a Tic che, dopo una bella
scorpacciata di anime, il Kraken sarà ai suoi
completi ordini, garantendogli così il domi-
nio nel Mar dei Sarcossi.
I morti ingaggiati quindi serviranno solo
per portare lo scrigno da un piano all’altro
ed eliminare Davy Bones, divenuto ormai

inutile e fastidioso. Saranno inoltre loro,
una volta portata a termine la missione, le
prime vittime del mollusco distruttore.
Tornati al cospetto di Barbamorta, spet-
terà ai morti decidere il da farsi in base alle
informazioni recuperate durante l’avventu-
ra. Lo sconfiggeranno o si uniranno a lui?
Riusciranno a smascherarlo o il vecchio
(molto vecchio) lupo di mare riuscirà a go-
vernare sul Mar dei Sarcossi?
23
dovrà farlo una seconda volta, appena Bo-
nes sarà giunto anch’egli nell’Orto).
Linus: Un pirata Molle robusto, spacco-
ne e attaccabrighe proveniente da una delle
regioni più meridionali del Regno Sacrotur-
no, fatto questo evidenziato dal suo caratteri-
stico accento. Si dice che la sua dipartita sia
legata a una scommessa su chi fosse in grado
di mangiare più orecchie di orco (le famose
orchecchiette alle cime di clava). Comanda

LO SCRIGNO DI DAVY BONES

la sua nave col pugno di ferro e nel più puro
stile piratesco. Egli è l’unico nell’Orto a co-
MORTI (E VIVI) NON GIOCANTI noscenza dei piani di Barbamorta.
Davy Bones: Un vecchio pirata che
adesso si diletta nelle arti necroamantiche,
divertendosi a rapire le anime di coloro che
muoiono nei pressi della Baia dei Derelitti.
Un tempo era il secondo ufficiale di Edward
La Richiesta di
Tic. Una volta morto il suo capitano, i due
sono rimasti in contatto. Quando il Kraken
Barbamorta
è apparso nell’Orto, Barbamorta ha com- “Qual è la più grande vergogna d’un
missionato a Davy Bones la costruzione di pirata divenuto Secco quando entra in
un oggetto che potesse aiutarlo, in qualche una taverna? Dover chiedere sempre uno
modo, a controllare il morto più grande che straccio insieme alla bevuta!”
si fosse mai visto. Una sfida imperdibile per
[Edward "Barbamorta" Tic]
un Necroamante!
Edward “Barbamorta” Tic: Questo
Secco di grande mole e vestito con abiti Da giorni nell’Orto circola una miste-
pirateschi all’ultimo grido, sfoggia con or- riosa lettera d’ingaggio per un’impresa non
goglio il costato intarsiato dalle pallottole ufficiale e che, per un motivo o per un altro,
che lo hanno ucciso: sparate dal tenente finisce nelle mani dei personaggi. La lettera
Robert Maynard, quest’ultimo sfidato a dice solo:
mettere alla prova la sua presunta immor-
talità. Capitano in vita e capitano in mor-
“Oziosi topi di sentina, anche se
te, è temerario quanto scorbutico. Un vero
siete morti non è un buon motivo per
lupo di mare, sebbene abbia ormai perso
battere la fiacca! Se avete voglia di av-
tutta la pelliccia.
venture, bordate e di un forziere colmo
Per quanto si sforzi di avere un porta-
di documenti -non contraffatti- vi aspet-
mento saldo e regale, i numerosi tic da cui è
to alla “Rotonda di Bare”, locanda del
afflitto (che gli sono valsi la storpiatura del
Porto di Mortuga. La pace nel Mar dei
cognome) lo fanno apparire come un am-
Sarcossi potrebbe dipendere da voi!
masso di ossa traballanti e scomposte.
Altra cosa di cui va fiero è la sua folta E portatevi anche qualche buono
barba, ispida e incolta come un cumulo di per offrire da bere al vecchio Tic!”
paglia nera, segretamente incollata al volto
con nastro adesivo e cerotti.
Ora che il suo vecchio compagno Davy Edward “Barbamorta” Tic, Capitano.
Bones ha costruito e riempito lo scrigno
atto a controllare il Kraken, Barbamorta in-
tende eliminarlo, così da togliere di mezzo
i testimoni del suo piano (già conscio che
 24
Il Porto di Mortuga si trova nei Campi
di Sale a ovest della mortopoli, a un giorno
di cavallo. Non è facile da trovare e, a tale
scopo, i morti dovranno chiedere informa-
zioni sulla strada da seguire, con la dovuta
discrezione. Le taverne sono sempre un’ot-
tima risorsa, così come i centri estetici, ben
noti per le chiacchiere che custodiscono.
Potranno accorgersi di esser giunti al
porto grazie agli alti alberi delle navi e al
LO SCRIGNO DI DAVY BONES
caos che permea i dintorni.
Non appena varcati i confini del fa-
migerato Porto di Mortuga venite subi-
to investiti da un olezzo di perdizione,
misto a decomposizione. Catapecchie
ritorte segnano il passaggio fra stradi-
ne piene di pirati rissaioli, filibustieri
che tracannano liquami dai teschi dei
loro nemici (che nel frattempo si lamen-
tano sonoramente), leziose Molli che
spacciano le sinuosità dei loro corpi e
cori di canzonacce che sostano nell’a-
ria come una nebbia intossicante.
Dopo quattro spallate ad altrettanti
morti ubriaconi e un paio di bottiglie
schivate a stento, vi trovate davanti a
una grossa capanna su due piani: i fori
di proiettile e le finestre spalancate pro-
iettano all’esterno una forte luce gialla-
stra, accompagnata da sonori rutti e da
imprecazioni di ogni genere.
Sopra la porta d’ingresso sganghe-
rata, un cartello mostra la scritta “Ro-
tonda di Bare”. È tempo di incontrare il
capitano Tic.
Una volta giunti al punto d’incontro, tro-
veranno un Secco, corrispondente alla de-
scrizione del capitano Barbamorta, intento
a tracannare, una strana brodaglia bluastra.
Sotto di lui si spande un’enorme chiazza di
liquido, che gocciola incessantemente dal
costato.
Siede da solo davanti a un piccolo tavolo.
Ovunque i personaggi posino lo sguardo, po-
tranno vedere morti che giocano a carte, che
bevono, che sbraitano e che si accoltellano.


I movimenti inconsulti del capitano
rendono difficile frenare le risate, ma
non serve conoscere la sua fama di as-
sassino per capire che sia più saggio
soffocare anche la più piccola smorfia
di derisione.
“Ah, quindi sareste voi i morti pron-
ti a rischiare l’anima? Ma che razza di
marinai siete? Puah, mi verrebbe vo-
glia di appendervi all’albero maestro a
testa in giù… se solo non foste gli unici
a essersi fatti avanti. Da queste parti i
pochi pirati rimasti hanno ormai troppa
paura sia a emergere che a prendere il
largo, attanagliati dal terrore di finire
fra le fauci del Kraken.
Vedete, sono stanco di questa guerra
fra me e il capitano Macabr. Visto che
quel vecchio cocciuto d’un ectoplasma
non intende neanche parlare di una tre-
gua con Mortuga, tocca al più saggio
fra i due (ovvero il sottoscritto) fare il
primo passo.
Nel Regno Lugubrio abita un Necro-
amante di nome Davy Bones: ha costrui-
to un forziere amagico in cui imprigiona
le anime dei morti in mare su cui riesce
a mettere le mani. Dite quel che volete,
ma non mi va giù l’idea che un qualche
damerino incipriato giochi con le anime
degli uomini delle onde; per farla bre-
ve, quello che voglio è che mettiate fuori
gioco Davy Bones e che mi portiate lo
scrigno, cosicché io possa darlo al ca-
pitano Macabr in segno di pace. Mi rac-
comando, non lasciatevi prendere per la
barba dalle parole di quel Necroamante:
egli è il più codardo, vigliacco e bugiar-
do fra tutti quei maledettissimi stregoni.
La paga? Beh, oltre alla mia eter-
na stima e amicizia, vi darò ben trenta
buoni a testa, oltre a due licenze e una
raccomandazione ciascuno! Al vostro
ritorno vi aspetterò sull’Isla de Verte-
bra Cruz, un mio piccolo atollo a un
giorno di navigazione da qui. Affare
fatto, razza di bucanieri irranciditi?”

“El Dictator” e “Il Fuente”
La Rotonda di Bare non serve certo le
banalità delle taverne della mortopoli, ma
roba da veri pirati in grado di torcere budel-
la e casse toraciche.
L’intruglio più famoso è El Dictator, il
rum bevuto da ogni pirata che si rispetti.
Viene distillato dalla Colla da Zucchero, un
particolare tipo di ectocolla che si genera
25
VIAGGIO AI CONFINI
DELL’ORTO
Stretto l’accordo con Tic, il gruppo verrà
scortato da Sdentato, il Musone Rimosso di
Barbamorta, presso i pontili dove li attende
la barca scelta per l’impresa: una goletta a
due alberi che viene presentata come “No-
stra Signora dell’Incoroneta”.
Il capitano della bagnarola mezza scas-

LO SCRIGNO DI DAVY BONES

lungo le coste sferzate dalle onde dell’Or- sata, un Molle di nome Linus, è già stato
to, usata persino per arricchire i piatti delle messo al corrente dell’impresa ed è pronto
cucine dei porti. a scortare i morti verso la frontiera del Mar
Un bicchiere di El Dictator costa 2 buo- dei Sarcossi.
ni e cura, a scelta, 2 danni letali o 1 danno
misto… se si riesce a tenerlo nello stomaco.
Dopo averlo tracannato, infatti, tira 1d10.
Con il risultato di 1 lo vomiti per intero,
rendendo vano il suo effetto curativo.

E perché non accompagnare El Dictator

con Il Fuente? Questo sigaro è realizzato
con le foglie del Torbacco, una pianta che
cresce nelle torbide mangrovie limitrofe
alle coste, caratterizzato dal retrogusto di
torba e muffa.
Il Fuente costa 3 buoni e fintanto che
viene fumato (la sua durata è di circa mez-
z’ora), ottieni +1 al massimale dei Punti
Anima. Subisci una ferita letale quando,
al termine di una scena in cui hai fumato Il
Fuente, torni ad avere tutti i PA.
 26
Non appena l’ammasso di legna e
le locande del Porto di Mortuga.
muschio morto inizia a scivolare sopra
I due morti a bordo della Volante, distan-
le acque torbide dell’Orto, una nebbia
te appena un centinaio di metri, intimeranno
innaturale si innalza dal letto marino:
ai personaggi di farsi riconoscere. A questo
il capitano Linus la chiama “La Fiatel-
punto sarà possibile tentare di convincer-
la delle Anime Trapassate”. La nave ne
li a farli passare dicendo loro che sono in
viene ben presto inghiottita e, nonostan-
missione per conto dell’Orto (mentendo),
te non si riesca a vedere a un palmo dal
corrompendoli con 10 buoni a testa, oppure
naso, Linus sembra molto tranquillo e
ingaggiando uno scontro diretto.
sicuro di sé nel navigarvi attraverso.
LO SCRIGNO DI DAVY BONES

“Mettetevi comodi: fra circa un paio
d’ore dovremmo uscire da questa stra-
maledetta nebbia e trovarci proprio di
fronte alla grande cascata verso il mon-
do dei vivi. Eh già! Vi aspettavate una
tipica e banale frontiera? Tranquilli, vi
avvertirò io quando dovrete iniziare a
reggervi forte, ahr ahr ahr!”
Il rumore sommesso di una cascata ride-
sta i morti dalla noiosa traversata e, come
predetto, la nave esce subito dopo dalla
Fiatella delle Anime Trapassate, trovandosi
poco distante dal bordo del Mar dei Sarcos-
si, ma anche da una piccola imbarcazione
che Linus, con uno sbuffo, dice essere una
Volante della Guardia Costoliera.
Queste navi, continua a spiegare Linus,
salpano da Mort Royal con il compito di con-
trollare le acque vicine al Porto di Mortuga,
per impedire ogni tentativo pirata di attraver-
sare la frontiera verso il mondo dei vivi.
Le Volanti sono barche di ridotte dimen-
sioni che, tuttavia, compensano con una
straordinaria velocità grazie alle coppie di
Ippocamposanti che le trainano. Queste
creature marine del Mar dei Sarcossi, simili
a cavallucci marini, sembrano la versione
equina dei Musoni, poiché appaiono co-
stantemente scocciate e avvilite.
Le Guardie Costoliere, sebbene stipen-
diate da Mort Royal, non sono famose per
la loro integrità morale. Ciò però non signi-
fica che non prendano sul serio il loro lavo-
ro di impedire traffici illegali con il Mondo
Mora. Questo non li ha resi molto simpatici
alle compagnie di pirati, i quali li considera-
no solo degli stupidi in divisa (sono molte le
barzellette che li riguardano e che animano
Guida allo Scontro: La Volante si get-
terà all’attacco se le guardie scopriranno
che la nave è salpata dal Porto di Mortuga
o se i personaggi attaccheranno per primi.
Grazie agli Ippocamposanti la piccola bar-
ca può muoversi di ben 50 metri per turno,
portando i due marinai ad attaccare mante-
nendosi a distanza.
Entrambi i morti sono Molli di tipo Pu-
stolente, con 8 Punti Anima: uno di loro ha
la capacità Rigetto Indelicato, l’altro Vesci-
che Ammortizzanti (vedi al capitolo 7 del
Manuale Base, “Corpo del Morto”); tutti
e due sono inoltre equipaggiati con armature
leggere e due archi da caccia (Arma Leggera -
A Distanza, Gittata Media - Affondo, 2 danni).
In un modo o nell’altro, una volta tol-
ta di mezzo la Volante, la nave procederà
spedita oltre il bordo del Mar dei Sarcossi,
per poi lasciarsi trascinare da un colossale
gorgo di flutti vorticosi.

A.A.Avventurieri Cercasi

I fratelli Budrovich hanno
bisogno di volontari che vogliano
provare il loro nuovo modello di
“Arte-fata seppellitrice: per un
funerale automatizzato”.

La Dimora
di Davy Bones
“Anche la più nobile delle anime può
essere comprata: tutto sta a trovare il
giusto prezzo. Vedete, persino i Gaudiovivi
non sono esenti da questo principio. E poi
sono molto meglio delle guardiucole che si
possono assoldare in paese!”
[Davy Bones, Necroamante Collezionista]
Dopo un salto che sembra non finire mai,
la Nostra Signora dell’Incoroneta riemerge
dalle acque di una zona costiera conosciuta
come Baia dei Derelitti, che Linus annuncia
essere prossima alla costa occidentale del
Regno Lugubrio. Qui è dove Davy Bones
cattura le sue anime!
27
Carcasse di navi affondate e lugubri
suoni, che ricordano lamenti di anime
agonizzanti, permeano il tetro paesag-
gio intorno a voi. Visti gli ostacoli e le
acque basse, Linus è riluttante a proce-
dere oltre e, dopo una sonora scatarra-
ta sul ponte, annuncia:
“Salite a bordo della scialuppa e
risalite il fiume fino alla torre di Davy
Bones. Non potete sbagliarvi! Io sarò
LO SCRIGNO DI DAVY BONES
qui ad aspettarvi al vostro ritorno… In-
tanto cercherò di capire come tornare
nell’Orto, perché sia maledetto e stra-
dannato se qualcuno me l’ha detto!”
L’avvicinarsi alla costa evidenzia la pre-
senza di una fitta vegetazione su entrambi
i lati del torrente. Una volta imboccato, è
possibile scorgere a ovest il profilo di un
villaggio fluviale a circa un chilometro di
distanza. L’estuario del fiume, che vomita
 28
acqua giallastra direttamente nell’azzurro
cristallino del mare, è in parte bloccato da
un meccanismo di chiuse e di porte metal-
liche, al momento serrato solo per metà.
Dalla guardiola adiacente alla chiusa si ode
d’improvviso una voce che intima ai morti
di fermarsi e di farsi riconoscere.
Una guardia cittadina, che si an-
nuncia rumorosamente come Filossero
LO SCRIGNO DI DAVY BONES
Cadinpiedi, spunta dalla porticina del-
la guardiola: è vestito con abiti sem-
plici e armato di tutto punto con spada
e balestra.
“È mio preciso dovere interrogare
tutti coloro che intendono attraversare
il territorio del villaggio di Moracai-
bo. Orsù dunque ditemi, CHI SIETE?
QUANTI SIETE? E COSA PORTATE?”
Mentre Filossero avanza le sue domande,
con un 💀test di Sensorialità (6+) sarà pos-
sibile scorgere altre due figure, una su ogni
sponda del fiume, avvicinarsi di soppiatto
all’altezza dell’imbarcazione sfruttando la
vegetazione come copertura. Una volta notati
sarà facile riconoscerli come Gaudiovivi, an-
che se le armature e i cappucci non mostrano
colori candidi e lucenti, ma neri e sinistri.
L’acqua del fiume in quel punto è pro-
fonda mezzo metro, ma l’unico modo per
attraversare la chiusa con l’imbarcazione è
quello di salire con un 💀test di Atletica
(6+) sulla guardiola ed effettuare un 💀test
di Tuttofare (7+) per azionare il meccani-
smo di apertura. Inutile dire che sia Filosse-
ro che i Gaudiovivi cercheranno di impedir-
lo a ogni costo.
Guida allo Scontro: Sia Filossero che i
Gaudiovivi sono al soldo di Davy Bones e
hanno l’ordine di non far passare nessuno
oltre la chiusa. Le domande della guardia
serviranno solo a distrarre i morti dall’af-
fiancamento dei Gaudiovivi, che passeran-
no immediatamente all’attacco non appena
posizionatisi.
I Gaudiovivi sono Reclute, mentre Filos-
sero è una Sentinella di Quartiere (Guardia
Cittadina) (vedi al capitolo 9 del Manuale
Base, “Bestiario”).
Superata l’avversità, il gruppo potrà ri-
prendere il viaggio per risalire il fiume. La
vegetazione si fa man mano più intricata e
il corso d’acqua, ora ben più profondo, si
snoda tra anse tortuose e fitte mangrovie,
generando la spiacevole sensazione di esse-
re continuamente osservati.
Sul far della sera giungono finalmente in
vista della presunta abitazione di Davy Bo-
nes, una tipica torre ritorta da Necroaman-
te, attorno alla quale persino la vegetazione
non osa avvicinarsi. Un piccolo molo in le-
gno consente l’ormeggio della scialuppa e
porta all’attenzione la presenza di un’altra
barca, poco più grande della loro.
A separare il molo dall’angusta torre, vi
sono poco più di duecento metri.
Davanti a voi si staglia una rinsec-
chita e attorcigliata torre non più alta
di una decina di metri, alla cui base è
possibile scorgere due grosse vasche
in pietra. Ad accogliervi, una decina di
metri prima dell’ingresso, vi è una gab-
bia cigolante, sospesa su di un massic-
cio sostegno di legno e al cui interno
è possibile scorgere una figura umanoi-
de completamente ricoperta di pece e
di piume, che emette dei mugolii som-
messi. Non appena giunti in prossimi-
tà dell’ingresso, la porta della torre si
spalanca e una figura più bizzarra del
bizzarro stesso si fa avanti, sfoggiando
un sorriso beffardo e un portamento
esageratamente regale.
Il suo vestiario è un misto fra quello
di un Necroamante e quello di un pi-
rata, con tanto di tricorno con piuma
dorata e un lungo cappotto da ufficiale
di un viola smorto. Il trucco bianco gli
soffoca il volto e lo fa somigliare a una
maschera teatrale. L’incavatura delle
guance viene accentuata da due gran-
di cerchi color pesca, che a loro volta
incorniciano un sorriso di denti neri
come la notte.

Il braccio è assente e sostituito da
una protesi in legno coperta di mollu-
schi e di buchi grandi come noci. Sulla
spalla, infine, sfoggia un grande tucano
dall’aria persa, truccato come il suo
padrone e altrettanto inquietante.
“Miei cari e sgraditi ospiti, permette-
temi di presentarmi: il mio nome è Davy
Bones. Posso supporre che sia stato il
vecchio Barbamorta a mandarvi qui?
Oh, sciocche, sciocche anime. Burattini
senza vita. Lasciate che getti un po’ di
luce sulla vostra oscura impresa…”
Se lasciato parlare, Davy Bones raccon-
terà ai personaggi il segreto dello scrigno,
ovvero che le anime in esso contenute ser-
vono a sfamare e a controllare il Kraken e
che Barbamorta è interessato a servirsene
per ottenere finalmente il controllo sul Mar
dei Sarcossi. Proporrà quindi di portargli un
falso scrigno, che imprigionerà invece la
sua anima. Ovviamente Davy Bones non ha
alcun interesse su chi comanderà in quella
fetta di Orto, ma è altresì intenzionato a ven-
dicarsi di Tic, poiché ha compreso che Tic
abbia pagato dei morti ignari per eliminarlo,
così da non lasciare testimoni della sua male-
fatta ai danni delle anime intrappolate.
Che lo scrigno le catturi è infatti vero,
ma Davy Bones dirà ai morti che, se accet-
teranno le sue richieste, potranno portarsi
nell’Orto ben due Urne (Urna del Regnante
Spietato e del Cercatore Dannato).
Guida allo Scontro: Se i morti non ac-
cetteranno le richieste di Davy Bones o se
cercheranno di attaccarlo, questi risponderà
all’offensiva. Bones è un Poser Oscuro (Ne-
croamante) (vedi al capitolo 9 del Manuale
Base, “Bestiario”) che richiamerà immedia-
tamente a sé i guardiani della torre, le sirene
Serena e Ombrosa, che usciranno immedia-
tamente dalle vasche per unirsi allo scontro
(vedi al capitolo 3, “Mostri dalla Cripta”).
Quando Davy Bones starà per morire (4
ferite) scomparirà in una nuvola di fumo
viola, fuggendo così alla sua giusta puni-
zione ma lasciando incustodito il suo pre-
zioso scrigno.
29
Se i personaggi sconfiggeranno il Ne-
croamante, potranno anche decidere di trar-
re in salvo la figura rinchiusa nella gabbia,
effettuando un 💀test di Manualità (7+)
per aprirla. Una volta ripulito dalla pece,
si scoprirà che il prigioniero è un Secco:
Aronne da Travalle, un esploratore dei mari
dell’Orto (visibilmente ubriaco) giunto dal
Triangolo delle Perduda, luogo misterioso e
maledetto persino dai morti.
LO SCRIGNO DI DAVY BONES
Aronne racconterà di trovarsi lì perché
a conoscenza che Bones conservi il Kra-
killion, l’unico oggetto capace di calmare
definitivamente il Kraken, liberandolo dal
controllo di chicchessia e, soprattutto, di
farlo desistere dal continuo desiderio di di-
struzione e morte-morte.
Nella torre di Davy Bones, oltre agli og-
getti e ai soprammobili tipici di un Necroa-
mante, vi sono due piccoli scrigni, entrambi
in legno intarsiato e intrisi di energia necro-
amagica, e un carillon a forma di tentacolo
che, se aperto, emetterà un suono malinconi-
co e assordante. Per capire quale dei due scri-
gni sia quello contenente le anime da libera-
re, è necessario un 💀test di Amagia (8+).
Se aperto, le anime all’interno torneranno
immediatamente nell’Orto. Un 💀 test di
Sensorialità (7+) sull’altro scrigno (vuoto)
porterà a scorgere delle istruzioni scritte così
in piccolo da essere appena leggibili:
Scrigno Cattura-Anima
Istruzioni per l’Uso: Aprire di fron-
te al morto la cui anima si desidera in-
trappolare e citare la frase -Vien con
me *nome del morto* fra l’onde blu.
Vien con me per non uscir più.-
Per liberare l’anima, invece, ba-
sterà aprirlo e dire -*Nome del mor-
to*, or sei libero. Torna a casa più
veloce d’un piffero.-
Nota: migliorare la filastrocca del
rilascio.
Attenzione: lo scrigno può contenere
una sola anima!
 30
Se i personaggi accetteranno l’accordo di
Davy Bones, sarà lui stesso a spiegare loro
come utilizzare lo scrigno contro Barbamorta.
Dal momento in cui è stato salvato,
Aronne offrirà ai personaggi di prendere il
Krakillion, con la promessa di andare a tro-
varlo sull’Isla de Cucaracha.
LO SCRIGNO DI DAVY BONES
Inganno in Stile
Piratesco
“Si dice che l’alito del Kraken sia di
gran lunga più pericoloso della sua mole.
Lasciare l’Orto con il ricordo di quel tanfo
nauseabondo non sarebbe da augurare
neanche alla più dannata delle anime!”
[Aronne da Travalle,
navigatore dei mari dell’Orto]
Una volta tornati alla Nostra Signora
dell’Incoroneta, Linus annuncerà fieramen-
te ai morti di aver scoperto come tornare
nell’Orto. Svitando un tappo sottocoperta,
infatti, la bagnarola si inabisserà rapida-
mente, per poi piovere dall’alto nel Mar dei
Sarcossi con un tonfo che metterà a dura
prova la sua già scarsa resistenza.
Adesso spetterà ai personaggi decidere
come gestire il termine dell’impresa.
Se non fermato, Linus navigherà ver-
so l’isola di Vertebra Cruz dove, come da
accordi, Edward Tic sarà pronto ad acco-
glierli. Vertebra Cruz non è altro che un
fazzoletto di terra con una piccola bosca-
glia rinsecchita e un laghetto al centro. Nel
mezzo Barbamorta vi ha costruito una goffa
struttura di pietra scura, orlata da merli, con
le bocche di quattro cannoni che si affaccia-
no come guardiani silenziosi.
Linus porterà la nave vicino alla spiag-
gia, dove ad attendere i personaggi ci sa-
ranno il capitano e Sdentato, entrambi an-
siosi di sapere come sia andato il viaggio in
emersione della ciurma.

“I SARCOSSI SONO MIEI!”
Se i personaggi ignorano quali siano
i piani di Barbamorta e gli consegnano lo
scrigno, non appena avranno ripreso il largo
egli richiamerà il Kraken con l’intenzione
di ucciderli-ucciderli.
Mentre apre lo scrigno, Barbamorta
recita frasi in una lingua bizzarra. Le
decine di anime in esso contenute fuo-
riescono sotto forma di densi rivoli di
fumo pallido, per poi venire risucchia-
te dal mare. Al termine del rituale, una
sonora e rauca risata esce dal costato
di Edward Tic, prima che pronunci le
parole “Vieni a me… KRAKEN!”
Qualche minuto dopo, la nave e il
mare vengono scossi da una forza invi-
sibile. L’abisso ribolle facendosi ancora
più nero e lo specchio d’acqua si gonfia
fino a rompersi in una spuma bluastra,
dalla quale emerge l’enorme sagoma
del leggendario Kraken, la creatura
mitologica temuta da ogni marinaio,
vivo o morto che sia. Tentacoli massicci
come alberi maestri iniziano a ondeg-
giare oltre il corpo oblungo dell’essere,
il cui alito pestilenziale avvelena tutta
l’aria circostante.
Guida allo Scontro: Il Kraken (vedi al
capitolo 3, "Mostri dalla Cripta") è pronto
a scatenare il caos, mosso dalla fame e dal
fastidio di essere stato chiamato.
Un modo per far allontanare il Kraken una
volta per tutte è quello di gettare il Krakillion
nelle acque vicine. Lo stridio assordante si
tramuterà in una dolce melodia non appena
sprofondato e, come per miracolo, la bestia
ne verrà attratta ad afferrare la fonte della
melodia, per poi inghiottirla. A quel punto
gli istinti violenti del Kraken verranno messi
a tacere e la bestia potrà finalmente riposare
in pace sul fondale del Mar dei Sarcossi.
In seguito allo scontro, i personaggi po-
tranno anche suonarle di santa ragione a
Barbamorta e riscuotere così la taglia sulla
sua testa, corrispondente a ben 40 buoni e
3 licenze.
31
Guida allo Scontro: Barbamorta è un
Secco di tipo Falciatore, con 12 Punti Ani-
ma e le capacità Falce Scelta, Mietitore Pas-
seggero e Teletrasposso (vedi al capitolo 7
del Manuale Base, “Corpo del Morto”). È
inoltre armato con un Pistolorto (Arma Pe-
sante – Da Fuoco, Gittata Media - 3 danni)
e una Sciabola del Capitano (Arma Pesante
- Contatto - Affondo/Taglio, 3 danni).
LO SCRIGNO DI DAVY BONES
“SALPIAMO INSIEME?”
Se i personaggi hanno lo scrigno e co-
noscono i piani di Barbamorta, potrebbero
voler entrare a far parte della sua ciurma e
regnare insieme sul Mar dei Sarcossi, come
pirati fuorilegge. Il capitano accetterà la
proposta di buon grado e non scatenerà con-
tro di loro il Kraken, ma da quel momento
saranno sotto i suoi ordini.
I morti appena arruolati seguiranno il
suo nuovo capitano o, da bravi pirati, fa-
ranno il doppio gioco e lo consegneranno a
Mort Royal?
“MAI FIDARSI D’UN
NECROAMANTE…”
Se i personaggi hanno lo scrigno di Davy
Bones e citeranno la frase per intrappolare
Barbamorta, la sua anima vi verrà rinchiusa
e il suo corpo cadrà a terra come un sacco
di patate. Nel caso lo scrigno venga conse-
gnato ma la formula per l’intrappolamento
non citata, Edward Tic, infuriato, attaccherà
i morti (vedi sopra).
SUGGERIMENTI PER GLI
EROI INTRAPRENDENTI
Dopo questa impresa, se i personaggi
hanno salvato Aronne e sono intenzionati
ad andare a fargli un saluto come promesso,
l’avventura può continuare con “Il Triango-
lo delle Perduda”. I morti verranno portati
a indagare su uno dei luoghi più misteriosi
dei mari delle Terre di Stoltardia.
 Avventura di: Nerdosterone
Testi: Enrico Drusiani
Revisione: Enrico Drusiani, Gaspare Garagnani, Paolo Pigozzi
Playtester: Gabriele Berselli, Enrico Drusiani, Claudio Federzoni, Gaspare Garagnani, Paolo Pigozzi
Lunghezza: 2-3 sessioni
Livello di Rischio: 3

“Dicono che per reggere meglio l’alcool si debba essere a stomaco pieno. E che problema c’è? È da
quando sono morto che il mio è gonfio di terra!”
[Manlio Beviben, della Distilleria Beviben]

Stringete il boccale e siate pronti a immergervi nell’impresa più bevereccia di questo manuale. Ma
prima, mettetevi comodi e godetevi l’avvincente storia della distilleria Beviben, dei suoi diavoli e del
suo spirito (e non solo quello dei suoi spettri).
Nota che i paragrafi che seguono trattano le vicende che interessano anche lo svolgimento dell’av-
ventura e quindi svelate durante l’impresa.

LA DISTILLERIA BEVIBEN
Questa storia ha inizio nella Distilleria
Beviben, fantasma dell’omonima distilleria
nel Regno Sacroturno che, in seguito a un
grande incendio, riapparve nell’Orto con
somma gioia del fondatore Gabriello Bersi
Beviben (anch’egli deceduto).
A gestire la distilleria al momento della
sua distruzione era Manlio Beviben, figlio
di Gabriello. Egli riceveva sovente visite
dal padre in emersione, che lo incoraggia-
va e consigliava nell’interesse di mantenere
prospera l’impresa di famiglia. Fu proprio
questa loro complicità ad aiutare Manlio a ri-
costruire la fabbrica dalle sue ceneri. Questo
legame unico fuse la nuova distilleria con il
fantasma di quella che ora si erge nell’Orto.
Senza sapere come, infatti, parte del
whisky contenuto nelle botti della distilleria
di Manlio spariva, per poi riapparire come
Spirito degli Spiriti (o Parte degli Angeli,
come viene chiamata dai viventi) nelle botti
di quella di Gabriello. Tale bevanda, usata
specialmente come ingrediente per svaria-
ti cocktail in tutto l’Orto, vanta numerosi
e inefficaci tentativi di imitazione, oltre al
rancore di svariati concorrenti.
Sotto la direzione di Manlio la nuova di-
stilleria andava a gonfie vele e sia lui che
i suoi operai non smettevano di racconta-
re come Gabriello avesse salvato molti di
loro dall’incendio. Le voci riguardo alle sue
prodezze arrivarono però fino alle orecchie
dei Gaudiovivi, che non ne furono assolu-
tamente contenti, decidendo tosto di aprire
un’indagine sulla questione.
IL MESTOLO DELLA DISCORDIA
A volte il destino gioca brutti scherzi,
specie quando mette in fila alcune coinci-
denze ad arte per causare il peggiore dei
disastri. Mentre nel mondo dei vivi i Gau-
diovivi iniziavano a investigare, nell’Orto il
più acerrimo fra i concorrenti dei Beviben,
tal Bagamonte de Levalossis, proprietario
della modesta distilleria e taverna “La Mesce-
ria dei Colpi Gobbi”, decise di scoprire quale
fosse il segreto dello Spirito degli Spiriti.
Iniziò quindi a seguire Gabriello durante
33
le sue emersioni, scoprendo le visite al fi-
glio, fatte per mantenere vivo il legame fra
le due distillerie. Bagamonte, quindi, ordì
un piano per colpire slealmente la concor-
renza: sottratto un travestimento da diavo-
lo a un teatro, con il quale in caso di av-
vistamento sarebbe stato scambiato per una
creatura amagica, entrò di soppiatto nella
distilleria di Manlio e rubò uno dei barili,
nella speranza che una volta nell’Orto si tra-
LO SPIRITO DEGLI SPIRITI
mutasse nello Spirito degli Spiriti.
Ma Bagamonte non aveva fatto i conti con
Manlio Beviben, noto per il suo buon cuore,
pareggiato solo dal suo carattere energico e
temerario. Alle prime urla degli operai del
turno di notte, accorse brandendo un enorme
mestolo di bronzo, che iniziò a sbattere in te-
sta al diavolo costringendolo alla fuga verso
un fiume vicino. Il furfante quindi, usando la
botte come imbarcazione, riuscì a scappare
attraverso i flutti a cavallo del bottino.
L’ULTIMO BICCHIERE
Il mattino seguente i Gaudiovivi bus-
sarono alla porta di Manlio, che ripeté la
prodezza della notte precedente scacciando
a mestolate i cavalieri incappucciati… una
scortesia che gli costò la testa quando questi
tornarono con i rinforzi.
Con la morte di Manlio, la distilleria del
mondo dei vivi passò a Panzarello Buondi-
dio Beviben, troppo giovane e scosso da-
gli eventi della soprannominata “Notte del
Diavolo” per opporsi alla proposta della
Spegni-morte Gaudioviva, Gigliola Blasta-
morti, di prendersi cura della difesa della
distilleria contro l’intrusione dei morti.
Poco dopo il suo insediamento, quan-
do Manlio apparì a Panzarello così come
suo padre aveva fatto con lui, questi fuggì
terrorizzato a chiamare i Gaudiovivi, che
presero misure drastiche. Gigliola ordinò di
rimuovere tutti i ritratti dei parenti defunti e
gli oggetti a essi legati, per poi benedire ogni
angolo della struttura; scoperto il legame fra
le due distillerie, inoltre, le botti vennero av-
volte in drappi amagici per sigillarne i poteri.
Da quel giorno neanche una goccia di
Spirito degli Spiriti giunse nell’Orto.
 34
I Beviben (nonché decine e decine di
bevitori defunti) rimasero sconvolti dalla
notizia, ma un taverniere più di ogni altro,
di nome Gaspacchio Godipiede, venne dan-
neggiato dalla mancata fornitura dello Spi-
rito degli Spiriti, la quale rischiava di far
chiudere per sempre la sua taverna.
Ed è proprio fra i tavoli di questo dispe-
rato imprenditore che ha inizio l’avventura
dei nostri morti.
LO SPIRITO DEGLI SPIRITI
In Alto i Calici
“Il Necroni non è solo un cocktail. Il
Necroni è come l’abbraccio caldo di una
donna, come la sensazione di quando ti
getti a letto dopo una giornata di duro
lavoro, come il cuore che batte al pensiero
della tua amata. A differenza di tutto ciò,
però, il Necroni costa, quindi fuori i buoni
o FUORI DAI PIEDI!”
[Gaspacchio Godipiede, gestore della
taverna Il Piede nella Fossa]
Per quanto si beva davvero bene a “Il
Piede nella Fossa”, il cavallo di battaglia
della Taverna è il Necroni, cocktail com-
posto da bevande e spezie più o meno note
nell’Orto, fra cui lo Spirito degli Spiriti,
estratto in gran segreto dalla Distilleria Be-
viben. Sono giorni però che il carico di botti
nuove si fa attendere e il ritardo è preoccu-
pante. Senza lo Spirito degli Spiriti, il Ne-
croni semplicemente non può esistere!
Riuscirà un gruppo di morti valorosi
(quanto volenterosi di tracannare un po’ di
Necroni) a scoprire la causa della mancata
fornitura dello Spirito degli Spiriti e infine
a permettere che questo torni di nuovo a
gonfiare le botti della Distilleria Beviben?
In alto i calici: l’avventura inizia!
BACKGROUND
La taverna Il Piede nella Fossa è uno
dei locali per avventurieri fra i più famo-
si dell’Orto, nonché piacevole nido di fuga
dall’asfissiante burocrazia fatta di carte bol-
late, postille e triplici copie di triplici copie
di documenti non meglio identificati. Tra
quelle quattro mura ogni giorno i morti più
valorosi sono soliti prendersi una pausa tra
un Conto in Sospeso e l’altro, riposando vo-
lentieri le terga lungo il periglioso cammino
verso la gloria. Decine di brindisi, di storie
narrate da piccoli e grandi avventurieri e in-
numerevoli amarezze affogate nel fondo di
boccali consunti, hanno portato gli avven-
tori di questa taverna a sentirsi più a casa
lì che non sotto il tetto che in vita riparava
loro la testa.
Ma tutto è cambiato da quando il pro-
prietario, Gaspacchio “Gas” Godipiede, ha
affisso all’uscio della taverna un grosso car-
tello con su scritto “Chiuso”.
Dentro, con la testa tra le mani, il morto
singhiozza qualcosa riguardo alla fornitura
dell’ingrediente segreto del Necroni, la be-
vanda in assoluto più amata nell’Orto e che,
da giorni, non giunge alla taverna. Senza il
Necroni, Gas è vicino al nome della taverna
più di quanto non sia mai stato, sentendosi
così svuotato da non riuscire neanche a man-
dare avanti quel che resta della sua attività.
L’unico modo per far riaprire Il Piede
nella Fossa e salvare il buon vecchio Gas,
è capire che fine abbia fatto la fornitura di
Spirito degli Spiriti.
Un’occasione non solo per aiutare chi,
con tanto gaudio, ha sempre allietato le no-
iose giornate dei morti, ma anche per essere
portati in trionfo da tutti i fidati clienti della
taverna e, magari, avere anche qualche be-
vuta gratis!
SINOSSI
Gaspacchio Godipiede chiederà ai morti
di indagare sul perché il rifornimento di Spi-
rito degli Spiriti tardi così tanto ad arrivare
dalla Distilleria Beviben. Nel frattempo,
anche Bagamonte de Levalossis, concor-
rente di Gaspacchio quanto della suddetta
distilleria, ha saputo del ritardo dello Spirito

degli Spiriti (rifornimento di cui egli non ha
mai goduto) e ha ordinato a Tonfo de Man-
no e i fratelli Buffaldi, di indagare. Questi
seguiranno quindi i personaggi con l’inten-
to di mettere loro i bastoni fra le ruote e,
al contempo, mettere le mani sullo Spirito
degli Spiriti.
Alla distilleria li aspetteranno Manlio
e Gabriello che, una volta liberato da una
botte famelica che l’aveva divorato, dirà ai
personaggi che sia essenziale emergere nel
mondo dei vivi per indagare sul mistero.
Qui, nella distilleria ora gestita dal nipote
Panzarello, scopriranno della presenza dei
Gaudiovivi, i quali costringono Beviben a
pagarli per proteggere la distilleria dai morti.
Oltre a stazionarvi, pronti a eliminare
qualsiasi cadavere in emersione, i Gaudio-
vivi hanno posto dei sigilli sulle botti, così
da bloccare il legame fra il mondo dei vivi
e l’Orto, che garantiva l’apporto quotidiano
di Spirito degli Spiriti.
Una volta rimossi i sigilli e sconfit-
ti i Gaudiovivi, i morti potranno tornare
nell’Orto e godersi finalmente un boccale (e
possibilmente molti altri) di buon, vecchio
e polveroso Necroni.
MORTI (E VIVI) NON GIOCANTI
Bagamonte de Levalossis: Secco come
la sua anima, oltre che bieco e malvagio. È il
proprietario della Mesceria dei Colpi Gobbi,
nota per vendere beveroni dal dubbio sapore
che placano la sete solo in parte, costringen-
do così a ordinarne sempre degli altri.
Bagamonte, detto anche Colpogobbo
a causa di una cifosi pronunciata, si vanta
di aver inventato svariati cocktail come il
Chiodo Arrugginito (consistente in un chio-
do di bara affogato in un dito di Essenza
Grama) e il Daimuori, un cocktail in grado
di non far resuscitare i morti. Mai più. Non
parla mai d’affari con gente sobria, a costo
di offrirgli egli stesso da bere.
Gabriello Bersi Beviben: Abitan-
te dell’Orto da quando, ubriaco fradicio,
andò a sbattere contro il portone della sua
distilleria, per poi inciampare e cadere in
un pozzo vicino. Viste le saltuarie fughe di
Gabriello, guidate dalla sua quasi perenne
35
ubriachezza, nessuno fece troppo caso alla
sua assenza. Il suo corpo nel frattempo ebbe
tutto il tempo di dissolversi in fondo al poz-
zo, per poi spuntare nell’Orto come Ventoso.
Uno dei suoi Conti in Sospeso, su cui non
tardò a lavorare, prevedeva di guidare il fi-
glio Manlio nel mantenimento dell’impresa
di famiglia.
Bersi, il suo secondo nome da morto, de-
riva dal fatto che si dice abbia provato più
LO SPIRITO DEGLI SPIRITI
di una volta a bersi persino l’anima.
Gaspacchio “Gas” Godipiede: Vento-
so, bonaccione e affabile, gestore de Il Pie-
de nella Fossa, nonché amante delle chiac-
chiere, dei piedi e del bere bene. Noto per
sfoggiare un sorriso amichevole e bonario
persino quando tira le sue sberle, di una po-
tenza inenarrabile.
Gigliola Blastamorti: Spegni-morte dei
Gaudiovivi, severa e fredda come il ghiac-
cio. Prima di essere una guerriera è anche
un’attenta osservatrice e investigatrice, che
prende estremamente sul serio qualsiasi
traccia di apparizione degli abitanti dell’Or-
to, contro cui si scaglia con zelo incredibile.
Manlio Beviben, Il Pacato: È il figlio di
Gabriello, un Molle grande e grosso, rico-
noscibile dalla testa inchiodata al resto del
corpo tramite un anello per botte rivettato
e dal suo inseparabile mestolo di bronzo a
due mani. Manlio è come uno dei prodotti
della sua distilleria: buono ed estremamente
infiammabile.
Panzarello “Buondidio” Beviben: Le
somiglianze di Panzarello col padre Manlio
si limitano alla corporatura importante e al
carattere mite e devoto, simile anche a quel-
lo del nonno. Per il resto non è coraggioso
né temerario, tanto che in seguito alla Notte
del Diavolo, durante la quale Bagamonte de
Levalossis penetrò nella distilleria per ruba-
re un barile di whisky, è rimasto terrorizzato
da tutto ciò che riguarda il soprannaturale,
le creature amagiche e, soprattutto, i morti.
In realtà sogna segretamente di rivedere il
genitore, il solo che possa ravvivare le braci
del suo ardore nascosto.
 36
Tonfo de Manno e i Buffaldi: Tonfo è
il Molle a capo degli sgherri di Bagamonte.
Come suggerisce il nome, è particolarmen-
te propenso a usar la mano pesante, specie
quando non riesce a risolvere le cose con
la materia grigia (quasi sempre). I fratelli
Buffaldi, Ugolino e Ubaldone, sono rispet-
tivamente un Secco e un Molle. Il primo,
alto e allampanato, si emoziona con un non-
nulla e, quando accade, diviene incapace di
LO SPIRITO DEGLI SPIRITI
formulare una qualsiasi frase di senso com-
piuto. È compito di suo fratello Ubaldone
tradurre quel che dice, quando ne ha voglia.
Questi infatti è perennemente stanco, pessi-
mista e svogliato. Non mette neanche in fila
due pensieri, per quanto gli risulta faticoso.
Il Piede nella Fossa
“Presto o tardi, lo Spirito degli Spiriti
sarà mio! Così nessuno mi chiamerà più
Bagamonte lo Scroccabuoni, Bagamonte
l’Annacquato e Bagamonte il Secco Visci-
do. No dai, quest’ultimo mi piace, spero di
mantenerlo.”
[Bagamonte de Levalossis, gestore della
Mesceria dei Colpi Gobbi]
L’avventura ha inizio con il gruppo di
morti che, appena tornati da una delle loro
imprese, decidono di festeggiare come si
deve con un bel boccale di Necroni a Il Pie-
de nella Fossa.
Giunti sul posto, però, notano che non
c’è il benché minimo movimento: dall’in-
terno della ritorta struttura, incastrata fra
due case oblunghe, non si intravedono luci
e neanche i tipici boccali lanciati da un ta-
volo all’altro, né si odono le tipiche risa e le
ordinazioni degli avventori.
Ciò che lascia sgomenti i morti è il car-
tello appeso all’ingresso con su scritta la
parola “CHIUSO”! La porta tuttavia è solo
accostata e una delle ante sbatte timidamen-
te, mossa da un’aria debole. Non resta che
entrare e scoprire cosa sia successo.
Il silenzio, il buio e i tavoli vuoti
hanno soffocato del tutto la tipica at-
mosfera accogliente della taverna, del-
la quale tuttavia si possono ora apprez-
zare meglio gli svariati cimeli, come le
Grappe ai Piedi Famosi disposti dietro
il bancone: tale collezione consiste in
barattoli pieni di vinaccia, dove sguaz-
zano piedi gentilmente concessi dai
morti-morti delle arti più varie e che,
prima di andare al Centro di Smista-
mento, hanno deciso di rendere omag-
gio al loro locandiere preferito, consa-
pevoli della sua bizzarra passione.
Nella penombra, sferzata solo dalla
luce bluastra dell’esterno, emergono i
profili dei tavolini mangiati dal tempo,
dalla morte e dalle forchettate. Solo po-
che figure siedono in religioso silenzio,
con i volti diretti verso una figura pia-
gnucolante seduta davanti al bancone.
Un Ventoso grande e grosso che fa pio-
vere a terra lacrime di ectoplasma.
Dalla cucina esce d’un tratto la figu-
ra tondeggiante di una Molle dalla pel-
le giallognola, Antonina Zuppabuona,
che porge a Gaspacchio un bicchiere di
Zombibbo.
“Coraggio tesoro, bevi e fatti forza.”
Ad assistere alla triste scena ci sono an-
che gli avventori più famosi e fedeli della
taverna: il Ventoso Astio de Cerusici e i
Secchi Don Pagliani. Il primo si dice sia l’a-
nello di congiunzione tra l’ospite dell’Orto
e il Musone. Tiene fede al suo nome met-
tendo nelle sue invettive un’energia e una
creatività mai viste, pur mantenendo un’e-
spressione facciale tra il tedio e lo schifo,
così marcata da far invidia al più mesto dei
burocrati dell’Orto.
Gli altri sono gemelli (e per degli am-
massi d’ossa è tutto dire) caratterizzati da
una tranquillità e una compostezza quasi
regali. Don ha un paio di baffi lunghi e ben
curati, che si diverte ad appiccicare al fratel-
lo durante le conversazioni, quando l’inter-
locutore si distrae. Quando poi quest’ultimo

torna a rivolgersi al fratello che è convinto
essere Don, questi, gentilmente, gli dice che
Don sia l’altro. Lo scherzo va avanti da così
tanto che oramai entrambi vengono chiama-
ti “Don”. Dal forte credo religioso, i due
sono noti per essere in grado, con il dovuto
compenso, di sistemare qualsiasi faccen-
da spinosa, dall’aggirare un controllo alla
frontiera al far sparire un morto divenuto un
po’ troppo scomodo.
FLASHBACK DI CALCI E PUGNI
Gas chiederà ai morti di andare a con-
trollare cosa sia successo alla distilleria. Per
convincerli, e se il passato del gruppo glielo
consente, gli ricorderà di come siano ancora
in debito con lui dall’ultima rissa nel locale.
La rissa può essere giocata come fla-
shback, quindi seguendo le normali regole
del combattimento. Lo scenario è quello
de Il Piede nella Fossa in una delle sue ti-
piche giornate di bevute e festeggiamenti
dopo qualche ardua impresa. A scatenarla
sono Tonfo de Manno e i fratelli Buffaldi,
37
tre piantagrane che sono soliti frequentare
la bettola di Bagamonte de Levalossis.
Il loro intento è chiaramente quello di
attaccar briga all’interno della taverna, in-
sultando il proprietario, la qualità delle sue
bevande e chi le tracanna. Prima che Gas
possa intervenire per calmare le acque, la
lingua tagliente di Astio arriva a incendia-
re gli animi e, così, partono i primi boccali,
che centrano il gruppo di morti e li trascina-
LO SPIRITO DEGLI SPIRITI
no in un litigio destinato a sfociare in una
sana rissa.
Guida allo Scontro: Tonfo e i Buffaldi
si scaglieranno subito contro i personaggi,
benché non abbiano intenzione di far loro
troppo male. Il loro desiderio è solo quello
di danneggiare il locale e di portare scom-
piglio. Infatti se le cose dovessero mettersi
male batteranno in ritirata. In alternativa,
verranno buttati fuori dagli astanti al termi-
ne del secondo round di combattimento.
Tonfo de Manno è un Molle di tipo Car-
nefrolla, con 8 Punti Anima e le capacità
Furia Molle e Riserva Energetica. Non ha
 38
armi a parte i suoi poderosi ceffoni (Arma
Leggera - Contatto - Contusione, 2 danni).
Ugolino è un Secco di tipo Danzatore, con 7
Punti Anima e la capacità Danza Ossuta. È
inoltre equipaggiato con un Randello (Arma
Leggera - Contatto - Contusione, 2 danni) e
uno Scudo Leggero. Ubaldone è un Molle
di tipo Pustolente, con 7 Punti Anima e la
capacità Rigetto Indelicato. È inoltre equi-
paggiato con un’Armatura Leggera (AD 1)
LO SPIRITO DEGLI SPIRITI
e una fionda (Arma Leggera - A Distanza,
Gittata Breve - Contusione, 2 danni) (vedi
ai capitoli 6 e 7 del Manuale Base, “Corre-
do del Morto” e “Corpo del Morto”).
Se sono stati i personaggi a mettere in
fuga Tonfo e i Buffaldi, potranno ricordare a
Gas che sia lui a essere in debito, in quanto
hanno difeso il locale e il suo onore. In tal
caso, Gas prometterà loro di offrigli un giro
di bevute gratuite una volta al giorno, se de-
cideranno di aiutarlo nell’indagine.
Prima che i personaggi si mettano in
marcia verso la Distilleria Beviben, Gas
darà loro una bottiglietta piena di un liquore
dal colore rossastro.
“Consegnate questa bottiglia a Ber-
si Beviben. In questo modo capirà che
vi mando io e che quindi si può fidare!”

A. A.Avventurieri Cercasi

Nel Regno Lugubrio, un
bandito ha osato uccidere un
cervo del re. Suddetto cervo
cerca degli investigatori per
risalire al suo omicida.
Alla Distilleria
“Ci sono due cose importanti nella vita,
così come nella morte. Una di queste è il
bere… l’altra non me la ricordo.”
[Gabriello Bersi Beviben, Mentore della
Famiglia Beviben]
La strada per arrivare alla distilleria por-
terà i personaggi poco fuori della mortopoli.
Dovranno attraversare un boschetto rattrap-
pito, per poi spingersi in una stretta gola
fino a una pianura, arrivando così sul bordo
di una scogliera, il cui sentiero scende fino
a un edificio decadente e circondato dalla
vista desolante dei Campi di Sale.
Durante questo viaggio i personaggi
verranno seguiti a debita distanza da Tonfo
e dai Buffaldi, di cui è possibile avvertire la
presenza tramite un 💀test di Sensoriali-
tà (7+). Se scoperti, se la daranno a gambe
senza mostrarsi.
Se invece i personaggi non scovassero
gli inseguitori, questi sfrutteranno la ve-
getazione per superarli e posizionarsi al di
sopra della gola, da cui hanno in mente di
provocare una frana nel momento in cui i
personaggi passeranno.
GOLA STROZZATA
Se gli sgherri di Bagamonte riusciranno
a provocare la frana, ogni giocatore dovrà
effettuare un 💀test di Atletica (7+) per
non venire colpito dai detriti e quindi subire
3 danni non letali. Fatto ciò Tonfo e Ugoli-
no si lasceranno cadere dal bordo della gola
proprio davanti ai personaggi, mentre Ubal-
done apparirà dietro di loro per bloccare la
ritirata. I tre non passeranno subito all’at-
tacco, limitandosi a chiedere ai morti il mo-
tivo della loro passeggiata verso la distille-
ria; anche loro sono stati messi al corrente
della problematica riguardante la consegna
dello Spirito degli Spiriti e Bagamonte è più
che mai interessato a saperne di più.
Se i personaggi faranno presente che non
hanno scoperto ancora niente, Tonfo e Ugo-
lino, dubbiosi, si distrarranno per discutere
fra loro gli ordini del capo. Non sapendo

cosa fare, si limiteranno a costringere i per-
sonaggi a seguirli alla Mesceria dei Colpi
Gobbi, minacciandoli di morte-morte se
non dovessero accettare.
Se i personaggi si rifiuteranno o provo-
cheranno Tonfo sottolineando la stupidi-
tà del loro assalto, questi andrà su tutte le
furie, spingendolo ad attaccare assieme ai
suoi due compagni.
Guida allo Scontro: Gli sgherri at-
taccheranno fulminei, ma se la daranno a
gambe se messi alle strette (ovvero, appena
almeno due di loro avranno 3 o più danni le-
tali o 1 o più danni misti). Se invece saranno
i tre ad avere la meglio, potranno proporre
ai personaggi di arrendersi e di andare as-
sieme alla Mesceria dei Colpi Gobbi come
prigionieri.
I profili di Tonfo e degli Ubaldi sono già
stati menzionati, ma ora i loro equipaggia-
menti sono cambiati.
Tonfo è equipaggiato con un’armatura
leggera (AD 1) e un Martello da Rissa (Arma
Pesante - Contatto - Contusione, 3 danni).
Ugolino è equipaggiato con uno Spadi-
no Amagico (Oggetto Amagico - Contatto
- Affondo/Taglio, 1 danno) ed è in grado di
lanciare gli incantesimi Proiettile di Fuoco
e Sepoltura.
Ubaldone è equipaggiato con un’arma-
tura leggera (AD 1) e una balestra (Arma
Leggera - A Distanza, Gittata Breve - Af-
fondo, 2 danni), (vedi al capitolo 6 del Ma-
nuale Base, “Corredo del Morto”).
LA MESCERIA DEI COLPI GOBBI
Se i personaggi si lasceranno catturare o
scortare da Tonfo e dai Buffaldi, torneranno
alla mortopoli, dove verranno portati alla
Mesceria dei Colpi Gobbi.
L’edificio davanti al quale vi trovate
è diviso in due parti: la taverna, all’ap-
parenza moderna (per quanto possa
sembrarlo un edificio nell’Orto) sembra
incollata a un capannone massiccio,
rigonfio e ben più decadente, coper-
to di rinforzi metallici e sopra il quale
39
svettano e si attorcigliano comignoli in
ottone, sbuffanti vapori vomitevoli.
La Mesceria del Colpi Gobbi, il cui
nome svetta da un cartello a cavallo
fra i due edifici, è noto non tanto per la
qualità dei suoi distillati e delle bevu-
te che rifila ai suoi clienti, quanto per
i prezzi, così ribassati che non c’è da
stupirsi se le brodaglie prodotte faccia-
no tanto schifo, e per le gare di bevute a
LO SPIRITO DEGLI SPIRITI
ostacoli, che è sovente organizzare.
Dentro, oltre a una folta marmaglia di
gente, molti dei quali ex clienti de Il Piede
nella Fossa, sbraita con fare festante il ma-
ligno Bagamonte de Levalossis, ben lieto
dell’aver da poco saputo dei problemi dei
suoi due principali concorrenti. Ghignante
più del solito, il Secco non lesina insulti ai
suoi rivali e agli intrugli che usano per fare
i loro beveroni.
I personaggi verranno rinchiusi nel ma-
gazzino sul retro della locanda, legati mani
e piedi e con un bavaglio alla bocca. Potran-
no sentire chiaramente Tonfo vantarsi per la
cattura e fantasticare sulle ricompense che
il capo concederà loro.
Nel frattempo, i personaggi avranno giu-
sto qualche minuto per liberarsi tramite un
💀test di Manualità (5+) o un 💀test di
Atletica (6+).
A questo punto potranno aprire la por-
ta sul retro senza farsi notare (test di Ma-
nualità (6+)), o aprire la porta che conduce
alla sala principale della taverna e affronta-
re nuovamente i tre sgherri, stavolta in un
combattimento fino alla morte-morte, e Ba-
gamonte, che si arrenderà non appena Ton-
fo e i suoi verranno sbaragliati.
Effettuando un 💀test di Sensorialità
(5+) dentro il magazzino sarà possibile tro-
vare una botte di Spirito degli Spiriti (ormai
vuota) con sopra il marchio della Distilleria
Beviben e un costume da diavolo rosso.
Portando queste informazioni a Manlio
o a Gabriello, questi ricompenseranno i
morti con 1 Licenza, 1 Feticcio Fermaiella
e 2 Palle di Ectocolla.
 40
BEVIBEN NELL’ORTO Appena avvicinatisi all’ingresso, i perso-
Quando i personaggi giungeranno final- naggi potranno udire chiaramente un uomo
mente alla Distilleria Beviben… sbraitare qualcosa riguardo al ritrovare suo
padre. D’un tratto il portone si spalancherà
e dall’altra parte apparirà l’imponente figu-
Davanti a voi si staglia una massic-
ra di Manlio Beviben, infastidito dalla pre-
cia struttura in legno annerito, peren-
senza dei personaggi finché questi non gli
nemente fumante, come se un grande
faranno vedere la bottiglia data da Gas. A
incendio fosse stato appena domato.
questo punto Manlio si calmerà e spiegherà
Ciò che resta delle grandi finestre vi
loro che lo Spirito degli Spiriti, da diversi
permette di scorgere l’interno dei due
LO SPIRITO DEGLI SPIRITI

giorni, ha cessato di giungere nella distille-

piani della struttura. Al piano terra
ria, raccontandogli anche del legame con il
sono ammassate botti sgangherate che
mondo dei vivi che permetteva questo rifor-
portano fieramente il simbolo dei Bevi-
nimento continuo.
ben (una B “sdraiata” con sopra una
grande botte gocciolante), mentre al
primo piano si aprono gli uffici ammi- “Se volete sapere la mia, qui c’è lo
nistrativi… con altre botti ammassate. zampino dei Gaudiovivi: gli stessi che
mi hanno fatto questo bel regalo” dice
Un manipolo di morti in fermento
Manlio indicandosi il collo rivettato.
sgambetta da un piano all’altro, apren-
“E ora, come se non bastasse, il mio
do tutte le botti e facendo precipitare
vecchio è scomparso. Nessuno l’ha vi-
dalle finestre quelle ormai vuote.
sto allontanarsi, quindi secondo noi è
Davanti all’ingresso si staglia un ancora qui da qualche parte! E poi c’è
cortile d’erba rinsecchita, con al centro anche quel diavolo: non mi stupireb-
un vecchio pozzo in pietra. be sapere che si nasconda lui dietro a
tutta questa grande macchinazione di
Un cartello sullo stipite del porto- morte, sparizione e di sabotaggio ai
ne recita “Distilleria Beviben: Dove il nostri danni!”
Cordiale è di Casa”.

“QUEL DIAVOLACCIO MALEDETTO!”

Se i personaggi chiederan-
no delucidazioni su questo
fantomatico diavolo, Manlio
racconterà loro della Notte del
Diavolo, durante la quale ha
cacciato a mestolate un piccolo
demone intrufolatosi nella distille-
ria, e che riuscì, nonostante le bot-
te, a rubare un barile di whisky.
Manlio dirà loro che si ricorda
bene del diavolo per via della
sua postura ingobbita e del
suo alito flatulento, come di
“distillato andato a male”.
Con un 💀test di Per-
sonaggi e Casate (5+) è
possibile riconoscere in
questa descrizione il ge-
store della Mesceria dei

Colpi Gobbi, Bagamonte de Levalossis, e del
suo risentimento verso i Beviben. Il test non
è invece necessario nel caso sia stato giocato
il Flashback di Calci e Pugni, poiché i perso-
naggi conoscono già Bagamonte. Né servirà
nel caso in cui abbiano già visitato il magaz-
zino e trovato il travestimento e la botte.
Se i personaggi vorranno, potranno an-
dare a indagare alla Mesceria per trovare il
travestimento da diavolo e la botte trafugata
41
che si spande dall’interno;
4) Stanza segreta di Gabriello.
Nota per il Traghettatore: Non mostrare
subito la mappa intera ai personaggi, ma sco-
prila di volta in volta, così da far trovare loro
la strada nel labirinto di botti accatastate.

LO SPIRITO DEGLI SPIRITI

dalla distilleria. Vedi paragrafo precedente.
In questo caso ovviamente i personaggi non
saranno rinchiusi nel magazzino, ma do-
vranno trovare il modo per penetrarvi.
In ogni caso Manlio chiederà l’aiuto dei
personaggi per ritrovare suo padre e per ri-
solvere il mistero della distilleria, offrendo-
si di ricompensarli con 30 buoni, 2 licenze
e un barilotto di Spirito degli Spiriti a testa.
Da questo momento i personaggi avran-
no libero accesso alla distilleria, suddivisa
in tre sezioni: al piano terra vi sono una di-
stesa di botti mezze fracassate e due file di
fusti in ottone per la distillazione. Salendo
una scala sgangherata si può arrivare al pri-
mo piano, comprendente gli uffici, le stanze
per la degustazione e le camere da letto di
Manlio, di Gabriello e degli operai. I sotter-
ranei, invece, sono adibiti a cantina.
Effettuando un 💀test di Sensorialità
(6+), nella stanza di Gabriello si può trovare
La Botte Assetata
un diario da cui, una volta aperto, cadrà una La cantina è un labirinto di botti lasciate
piccola chiave. Le pagine riportano la storia a invecchiare (come se essere morte non ba-
della distilleria fino alla morte di Manlio e stasse). È qui che vengono tenute le botti più
parlano anche di una stanza segreta in can- pregiate, contenenti lo Spirito degli Spiriti.
tina, "dove posso concedermi qualche bic- Con un 💀test di Sensorialità (7+)
chierino extra senza essere disturbato." (inutile nel caso in cui i personaggi abbiano
letto della stanza segreta), è possibile scor-
gere una parete di colore diverso dalle altre
Mappa Cantina e con una serratura parzialmente celata da
1) Ingresso della cantina, con scale e una patina di ragnatele. È possibile aprire
piani inclinati per permettere la movimen- la porta con un 💀test di Manualità (7+) o
tazione delle botti; con la chiave trovata nel diario di Gabriello.
2) Operaio Secco che si sta concedendo
una pausa suonando il banjo. Conosce un
po’ la storia della distilleria e dei proprie- Aprendosi con uno sfregare di pietra
tari; è un po’ sordo, quindi non ha sentito il e un cigolio di cardini arrugginiti, la
trambusto ai piani superiori; parete mostra l’accesso a una piccola
3) Ingresso alla stanza segreta di Ga- stanza, sufficiente ad accogliere un ta-
briello, riconoscibile anche perché alla base volo sgangherato cosparso di bicchieri-
del muro mobile c’è una chiazza di liquore ni da degustazione, una sedia distrutta
 42
e una botte anonima sistemata nell’om-
bra di un angolo buio. I segni di una
colluttazione (nonché di svariati ubria-
camenti) sono evidenti.
La botte è in realtà uno Scrigno Amagi-
co che Gabriello nutriva con lo Spirito degli
Spiriti. Quando questo è venuto a mancare,
lasciata a secco, la creatura si è inghiottita il
suo padrone, che ora attende di essere libe-
LO SPIRITO DEGLI SPIRITI
rato dalle sue interiora mefitiche. Osservan-
do la botte è possibile notare che, a differen-
za di tutte le altre, non presenta il marchio
dei Beviben. Con un 💀test di Amagia
(6+) è invece possibile avvertire una pre-
senza vivente. Anzi, due per l’esattezza.
Guida allo Scontro: La botte è un Bau-
le Dentuto (vedi al capitolo 9 del Manuale
Base, “Bestiario”) che attaccherà non ap-
pena i personaggi si avvicineranno a distan-
za di morso.
Una volta liberato, Gabriello ringrazierà
i personaggi deliziandoli con la storia della
distilleria e suggerendo loro che non ci sia
tempo da perdere: è necessario andare nel
mondo dei vivi per scoprire la causa della
secchezza delle preziose botti. Li scorterà
quindi verso la frontiera del Regno Sacro-
turno, emergendo nei pressi della distilleria.
Spetterà a loro decidere se portare Gabriello
e/o Manlio (o nessuno).
Profilo di Gabriello: Gabriello Bersi
Beviben è un Ventoso di tipo Ectomorfo,
con 8 Punti Anima e le capacità Passa Ma-
teria e Volo Sgambettante. È equipaggiato
con un Bicchierino da Degustazione (Og-
getto Amagico) ed è in grado di lanciare gli
incantesimi Ringiovanimento e Maestro del
Terrore (vedi ai capitoli 6 e 7 del Manuale
Base, “Corredo del Morto” e “Corpo del
Morto”).
Profilo di Manlio: Manlio Beviben è
un Molle di tipo Pustolente, con 8 Punti
Anima e le capacità Passa-Marciume e Ve-
sciche Ammortizzanti. È equipaggiato con
un’armatura leggera (AD 1) e con un Me-
stolo Educatore (Arma Pesante - Contatto
- Contusione, 3 danni) (vedi ai capitoli 6 e 7
del Manuale Base, “Corredo del Morto” e
“Corpo del Morto”).
Il Genio di Tonfo
Se durante il viaggio verso la distilleria,
Tonfo e i Buffaldi sono stati scoperti e quin-
di messi in fuga, faranno la loro apparizio-
ne bussando al portone e spacciandosi come
garzoni mandati da Gas de Il Piede nella
Fossa a indagare sul mancato rifornimento
di Spirito degli Spiriti.
Sia i personaggi che Manlio capiscono su-
bito che si tratta di impostori, ai quali è forse
ora di suonare qualche mestolata sul cranio.
Guida allo Scontro: Per i profili e gli
equipaggiamenti, vedi Guida allo Scontro
nel paragrafo Gola Strozzata. Se verranno
messi alle strette, tramite le stesse cause
descritte nel paragrafo appena menziona-
to, Tonfo e i Buffaldi si arrenderanno invo-
cando pietà.
Se interrogati, confesseranno di esse-
re al soldo di Bagamonte de Levalossis e
daranno loro le chiavi del magazzino della
Mesceria.
Bevi che fa Sangue
“Io c’ero quando hanno giustiziato
Manlio. Era tanto massiccio il suo collo
che al boia gli ci sono voluti quattro colpi
d’ascia prima di staccargli la capoccia!”
[Bottenzio il Cavatappi, operaio della
distilleria Beviben]
Alla frontiera del Regno Sacroturno,
il Musone dirà ai personaggi che il luogo
di emersione più prossimo alla distilleria
pare sia proprio la cantina, in quanto l’edi-
ficio risulta costruito sopra i resti di un an-
tico cimitero (non indiano, sia beninteso).
Durante le sue emersioni, Gabriello non
si è mai posto il problema, ma parrebbe
effettivamente questo il motivo per cui la
distilleria dell’Orto sia così legata a quella
del mondo dei vivi.

Il Musone comunicherà inoltre che il
livello di rischio del luogo di emersione è
pari a 3, in quanto il luogo è sorvegliato da
un manipolo di Gaudiovivi.
Una volta emersi, uscendo da sotto le
travi smosse della distilleria, i personaggi
si troveranno davanti a una cantina piena sì
di botti, ma tutte cosparse da sigilli e nastri
che portano il simbolo dei Gaudiovivi. La
cantina è deserta, mentre al piano terra si
trovano una decina di operai che si trasci-
nano a fatica avanti e indietro, somigliando
più a Musoni che non agli operai entusiasti
di cui la distilleria andava ben fiera.
Ci sono anche 2 Gaudiovivi, che è possi-
bile aggirare con un 💀test di Furtività (7+).
LITE DI FEDE
Al secondo piano, nell’ufficio direttivo,
si trovano la Gaudioviva Gigliola Blasta-
morti e Panzarello Beviben, presi in una
lite che è possibile ascoltare semplicemente
avvicinandosi alla porta chiusa della stanza.
“Cerca di capire, Gigliola: sono
solo preoccupato!” Dice una voce tre-
mante e sommessa, subito sovrastata da
un’altra imperiosa e tonante.
“Perché? Perché il tuo vecchio non-
no non si fa più vedere? Se quell’ecto-
plasma rachitico di Gabriello dovesse
mettere il muso fuori dall’Orto, troverà
la mia ascia ad attenderlo!”
“No… è solo che, beh, da quando non
c’è più le cose non vanno molto bene…”
“Panzarello, mi stai forse dicendo
che desideri l’appoggio dei morti? Sai
che questa tua affermazione è tacciabi-
le di eresia?”
“Ma… guarda i registri, Gigliola…
gli incidenti sono aumentati e la qualità
del nostro prodotto è pessima! Ricevia-
mo reclami ogni giorno!”
“E con ciò? È il giusto prezzo da pa-
gare per tenere lontani i morti.”
“Lo so ma… non abbiamo abbastanza
43
denaro. Se continua così non potrò più per-
mettermi di pagare i miei operai e di man-
tenere la vigilanza tua e dei tuoi uomini…”
“Fattacci tuoi e dei tuoi operai! Il ser-
vizio dei Gaudiovivi ha il suo prezzo! O
devo forse pensare che questo è tutto un
tuo piano per liberarti di noi? Non vor-
rai mica che la distilleria venga data di
nuovo alle fiamme… vero?”
LO SPIRITO DEGLI SPIRITI
“Io… no, nossignora… ma non si
potrebbe provare a togliere almeno quei
sigilli dalle botti? Forse il legame con
l’Orto, beh, è indispensabile per mante-
nere la qualità dei nostri prodotti.”
“… Farò finta di non aver udito nes-
suna di queste tue ultime parole. E ti
conviene non ripeterle più, piccolo in-
grato! E ora vedi di far quadrare quei
conti: i miei uomini e io aspettiamo la
nostra provvigione e non ammetto altri
ritardi. CHIARO?”
“… Sì, sissignora…”
Finita la discussione, i personaggi po-
tranno nascondersi in una delle stanze a
fianco per evitare di essere visti da Gigliola
che, uscendo dall’ufficio di Panzarello, si
dirigerà al pianterreno.
Adesso i personaggi hanno due scelte:
interloquire con Panzarello per convincer-
lo a ribellarsi ai Gaudiovivi oppure gettarsi
contro Gigliola e i Gaudiovivi senza il sup-
porto degli operai.
Distillato di Rivolta
Vedendo i morti, Panzarello avrà quasi
un infarto. Non griderà immediatamente,
ma se i personaggi non riusciranno a con-
vincerlo a prestare loro ascolto in pochi se-
condi, chiamerà Gigliola a gran voce, che
giungerà armata e pronta allo scontro.
I personaggi potranno fare leva sul lega-
me verso i suoi antenati, sulle difficoltà che
nell’Orto stanno avendo a causa della sua
scelta di lasciar entrare i Gaudiovivi e sulle
parole che hanno appena udito.
 44
Se i personaggi saranno abbastanza con-
vincenti, Panzarello uscirà dal suo ufficio
a fianco dei morti e, affacciandosi al piano
terra, convincerà i suoi operai a ribellarsi
contro i Gaudiovivi e a cacciarli una volta
per tutte. Gigliola, ovviamente, non perderà
tempo a gridare al tradimento e a scagliarsi
contro i morti.
A Cranio Basso
LO SPIRITO DEGLI SPIRITI
La scelta meno diplomatica consiste
nell’attaccare immediatamente i Gaudiovi-
vi senza quindi l’appoggio di Panzarello e
degli operai, che fuggiranno terrorizzati alla
vista dei morti.
Guida allo Scontro: Come ogni Gau-
diovivo, Gigliola e i suoi combatteranno
fino alla morte. Gigliola Blastamorti è un
Gaudiovivo Spegni-morte, mentre i suoi due
uomini sono Gaudiovivi Reclute (vedi al ca-
pitolo 9 del Manuale Base, “Bestiario”).
Se gli operai combattono a fianco dei
morti, prima dell’inizio dello scontro, tira
1d6+1 per stabilire il loro ordine durante
il combattimento. Nel loro turno possono,
a scelta del Traghettatore, gettarsi su di un
Gaudiovivo (test con Difficoltà 7+) impe-
dendone i movimenti per 1 round, oppure
colpirne uno con i loro mestoli (Arma Leg-
gera - Contatto - Contundente, 2 danni).
CONCLUSIONE
Sconfitti i Gaudiovivi e rimossi i sigilli
dalle botti, i morti potranno tornare nell’Or-
to e ricevere la loro ricompensa. Nel caso
abbiano fatto fuggire Panzarello, ci vorrà
qualche giorno e il supporto di Gabriello
prima che lo Spirito degli Spiriti possa tor-
nare a riempire le botti della distilleria. Se i
personaggi avranno invece convinto Panza-
rello a sbarazzarsi dei Gaudiovivi, verranno
accolti nell’Orto con un buon bicchiere di
Spirito degli Spiriti, che non ha tardato a ri-
comparire nell’Orto.
Il Piede nella Fossa non tarda a ri-
aprire i battenti, lasciando che i fedeli
clienti si riversino come un torrente sui
tavolini, i quali aspettano solo di reg-
gere il peso di un buon bicchiere di Ne-
croni.
Se qua dentro c’è qualcuno che me-
rita di lasciarsi cadere su di uno sga-
bello e ricevere i festeggiamenti di un
evento tanto sperato, quelli siete pro-
prio voi! Perciò, cari morti di ventura,
stringete le falangi attorno al manico
del boccale, levatelo in alto e rovescia-
tevelo in bocca, senza preoccuparvi di
dove andrà.
Ah, la gloria. QUELLO è il vero in-
grediente segreto di ogni buona bevuta!

La Parte del Diavolo
Se i personaggi avranno scoperto il se-
greto della Notte del Diavolo, ci sarà ancora
una cosa da sistemare: Bagamonte de Leva-
lossis. Se lo vorranno, potranno quindi aiu-
tare Manlio anche in quest’ultima impresa
personale, in cambio dell’eterna ricono-
scenza della famiglia Beviben.
Il piano di Manlio per vendicarsi del
“diavolo” consiste nel nascondersi all’inter-
no delle botti recanti il marchio dei Beviben
e farle accompagnare da una lettera, nella
quale si invita Bagamonte a godere del ge-
neroso omaggio nella speranza di una futura
collaborazione pacifica fra le due distillerie.
Giunte le botti, de Levalossis sarà trop-
po abbagliato dalla loro vista per sospettare
qualcosa, e certamente occupato a meditare
su come sbarazzarsi dell’odiata concorren-
za, ora che dispone di una tale riserva di
prezioso liquore. Non appena le botti ver-
ranno stipate nel magazzino, Manlio darà il
segnale di saltare fuori e, lui per primo, ve-
stito da diavolo, si getterà contro Bagamon-
te brandendo il mestolo di cui il suo cranio
ha ancora un vivido ricordo.
Manlio non vuole uccidere Bagamonte,
ma solo dargli una sonora ripassata, alla
quale i personaggi potranno prendere parte,
dispensando qualche ceffone anche a Tonfo
e ai Buffaldi.
FONTI D’ISPIRAZIONE
(NON ALCOLICHE)
Morti sospette, storie di diavoli e di te-
ste cadute: molte delle cose che avete letto
sono realmente accadute e sono state abil-
mente riadattate dai ragazzi di Nerdostero-
ne per arricchire quest’avventurosa impresa
dall’alta gradazione alcolica!
Angels’ Share, La Parte degli Angeli:
In quest’avventura, i viventi chiamano così
Lo Spirito degli Spiriti. Tuttavia, è un termi-
ne realmente esistente e che fa riferimento
alla parte di whisky evaporata (solitamente
dal 2% al 12%) durante il suo invecchia-
mento nelle botti. Tale processo può essere
limitato avvolgendo le botti nella plastica.
45
Decapitazione alla distilleria Kilbeg-
gan, Irlanda: Così come Manlio, anche
John McManus, il figlio del proprietario di
questa distilleria, viene decapitato, in segui-
to all’accusa di sedizione da parte del go-
verno inglese, nel 1798. Si dice che dentro
l’edificio, di tanto in tanto, si sentano passi,
strani rumori, canzoni e addirittura parole
sussurrate nelle orecchie dei visitatori e de-
gli operai.
LO SPIRITO DEGLI SPIRITI
Fantasma Salvatore, Distilleria Buf-
falo Trace, Kentucky: Nella nostra storia,
durante l’incendio che distrusse la distilleria
Beviben, il fantasma di Gabriello si getta fra
le fiamme per salvare gli operai. Allo stesso
modo, in questa distilleria americana, poco
prima di un crollo strutturale nello stabili-
mento, gli operai hanno udito una voce urla-
re “Get Out!”, ovvero “Fuori di qui!”. Quel
misterioso avvertimento salvò molte vite.
La Leggenda del Diavolo Furfante,
Bowmore, Scozia: Bagamonte non è stato
il primo “diavolo” ad aver preso il largo a
bordo di una botte. Una leggenda del 1837
nata in questa cittadina scozzese, narra in-
fatti di un diavolo che, in fuga da una chiesa
dove aveva tentato di intrufolarsi, si rifugiò
nella distilleria locale. Qui, riuscito a trafu-
gare una botte di whisky, la calò nel fiume,
usandola come imbarcazione di fortuna per
scappare dalla folla inferocita.
Il Pozzo della Morte, distilleria Wor-
ts, Canada: Gabriello non è stato il solo ad
aver trovato la fine nel fondo di un pozzo.
Si dice infatti che nel 1834, James Worts
si sia suicidato gettandosi nel pozzo vici-
no alla sua distilleria, come conseguenza
dell’enorme dolore causato dall’aver perso
la moglie, morta di parto.
Gli operai affermano di aver visto il fan-
tasma di James Worts aggirarsi nello stabi-
le, intento ancora a lavorare.
 Avventura di: Francesco Panitti e Andrea Rossi
Testi: Francesco Panitti
Revisione: Francesco Panitti, Andrea Rossi
Lunghezza: 2-3 sessioni
Livello di Rischio: 4
“So che ti ho lasciata il giorno prima del nostro matrimonio con trecentocinquanta invitati, dove tuo
zio ha fatto di tutto per ingaggiare i migliori cuochi del reame e tuo padre si è indebitato con il racket
delle imprese funebri… ma è perché sono morto, baby!”

[Giovanni “Joe l’Ernia” Belusco, musicante dell’Orto]

In una delle molteplici piazze della mortopoli sta per iniziare il concerto più sgangherato mai orga-
nizzato. Sembra che un gruppo di avventurieri con il vezzo della musica si sia riunito e abbia formato
una band dal nome “Bones Brothers”. Sotto al palco si sono radunati ben quindici spettatori!
Il cantante scalda la voce accostando la bocca al suo stesso femore staccato, mentre il resto della band
prova gli strumenti: chi possiede un liuto ricavato da una botte, chi una batteria (di pentole) e chi invece
suona la sua stessa cassa toracica come uno xilofono.
Causa della quasi totale incapacità di mettere due note in fila, i nostri improvvisati eroi del palcosce-
nico finiscono per fare una pessima figura. Il pubblico lancia loro di tutto, compresa una pergamena che
menziona una gara artistica indetta da Re Papilio. Può partecipare chiunque, dai figuranti teatrali agli
artisti di strada, dai giullari a… le band musicali! I primi classificati, cita la pergamena, verranno coperti
d’oro (tradotti quindi in una valanga di buoni nel mondo dei morti).

È giunto il momento per i Bones Brothers
di portare finalmente a termine un’impresa
in grado di unire coraggio e doti artistiche!
C’è solo un piccolo problema, oltre al fatto
che all’evento assisteranno probabilmente
un buon numero di sacerdoti eptacaidecaisti
e Gaudiovivi: la gara si terrà tra tre giorni e,
come tutti ben sanno, passare da una frontie-
ra ufficiale potrebbe richiedere molto tempo.
BACKGROUND
Come narrato, questa avventura inizia con
il gruppo di personaggi che, tra un’impresa
e l’altra, decidono di mettere su un gruppo
musicale improvvisato. A dispetto del titolo
dell’avventura, possono scegliere qualsiasi
nome per la band, così come gli strumenti
suonati da ciascun membro (che dovranno
essere aggiunti all’equipaggiamento).
Dopo aver visto la pergamena ed essere
fuggiti dalla pioggia di insulti e di oggetti
lanciati loro addosso, la prima cosa che do-
vranno fare per non rischiare di perdere l’e-
vento, è quella di trovare un modo per pas-
sare da una frontiera illegale. Il caso vuole
che vengano avvicinati da una certa Sorella
Mary, una vecchia monaca eptacaidecaista,
scorbutica quanto famosa, che dice di poter-
li far emergere in un orfanotrofio non trop-
po distante dal luogo della gara.
In cambio, vuole che le venga riportata
la sua vecchia bacchetta dell’educazione.
Non resta altro che sfidare la sorte, aggi-
rare la burocrazia ed emergere per la fama,
la gloria e soprattutto, i buoni!
SINOSSI
Il momento di provare il valore di que-
sta neonata band di morti è appena giunto!
Non resta che mettersi in marcia alla vol-
ta di Borgo Papilio. I morti emergeranno
nell’orfanotrofio di Portapiano, dove avran-
no la prima occasione di mettere alla prova
le loro abilità musicali o di combattimento.
Scampati a una monaca in armatura e
una folla inferocita, i morti giungeranno
nella Foresta del Grido Perenne, in cui do-
vranno riuscire a trovare il Necroamante in
47
pensione Maauri, che, a dispetto di quel che
si dice dei Necroamanti, pare essere sem-
pre disposto ad aiutare i morti in emersione,
specie per imprese tanto sconsiderate.
Grazie al suo aiuto i personaggi potran-
no presentarsi nel luogo della gara senza de-
stare sospetti. Ma l’evento è, in realtà, una
montatura dello scaltro e sadico Re Papilio,
intenzionato ad attirare nella sua trappola le
Regine, un quartetto di dame morte che, da
I BONES BROTHERS
tempo, infestano il Regno Sacroturno.
A questo punto la scelta sarà se trarre in
salvo le Regine (e magari consegnarle alla
giustizia dell’Orto) o tornarsene nel sepol-
cro senza niente in mano, se non la gloria
di essere la prima, nonché unica, band più
famosa dell’Orto.
MORTI (E VIVI) NON GIOCANTI
Maauri: Necroamante in pensione che,
una volta abbandonata la smania di pos-
sessione di morti, si è dimostrato essere un
prezioso alleato di ogni anima che intenda
passare inosservata nel Regno Sacroturno.
Molti nell’Orto conoscono Maauri, i suoi
agganci e i suoi poteri e sono ben disposti a
pagare il giusto prezzo per usufruirne.
Avere un debito con Maauri può dimo-
strarsi più prezioso persino di una racco-
mandazione fresca di stampa!
Principe Cispiano: Uno dei figli di Re
Papilio e, per l’esattezza, il più viziato e in-
contentabile. La sua specialità è quella di far
perdere le staffe al padre. Ci ha preso così
tanto gusto da odiare a prescindere qualsi-
asi cosa ami e viceversa. La gara musicale
indetta da Re Papilio è un altro esempio dei
capricci del figlio.
Sorella Mary: Una monaca eptacaide-
caista, morta di infarto dopo aver saputo
che due dei suoi orfanelli fossero diventati
dei criminali, a causa di una sua bacchettata
troppo forte. Gestisce una piccola frontiera
illegale nei sotterranei di un monastero del-
la mortopoli, collegata all’orfanotrofio che
gestiva in vita.
La pelle estremamente tirata e dura, tipi-
ca degli Impagliati, ha reso la sua espressio-
ne persino più severa e arcigna.
 48

Gardenhouse Rock “Vi permetterò di usare la mia fron-

“Siamo in missione per conto dell’Orto.
Anzi no, per conto nostro!”
[Hellwood “Danno Acre” Bluse,
musicante dell’Orto]
Mentre stanno parlando di come poter
raggiungere per tempo il luogo della gara,
I BONES BROTHERS
tiera, ma a una condizione: dovete ri-
portarmi la mia bacchetta punitiva.
L’unico oggetto che avrei voluto nel
mio corredo e, ovviamente, l’unico che
in resurrezione non ho trovato! Sperare
che i Musoni facciano in modo di far-
melo riavere è uno spreco di tempo; per
questo mi serve il vostro aiuto!”

nientemeno che il cortile della cattedrale di
Re Papilio, i personaggi vengono avvicinati
da Sorella Mary, che ha sentito della gara e
sta appunto cercando dei morti volenterosi
di salire al più presto nel Regno Sacroturno.
Al vostro fianco, senza che ve ne ac-
corgiate, vedete d’un tratto una monaca
Impagliata la cui vista vi fa trasalire:
la lunga toga bianco sporco, merlata di
nero, veste un corpo rinsecchito, di cui
si possono scorgere le ossa ben pronun-
ciate di spalle e gomiti, la cui sporgenza
ne aumenta l’austerità.
Sorella Mary spiega che la bacchetta,
con la quale ha magistralmente educato
anche gli orfani più turbolenti, si trova nel-
le mani di Sorella Agata, nuova direttrice
dell’orfanotrofio. Visti i dettami eptacaide-
caisti a cui tutte le monache sono votate, è
impossibile che Sorella Agata le dia volon-
tariamente la sua preziosa bacchetta. Senza
di essa, persino la frontiera illegale è inu-
tile, poiché Sorella Mary intendeva
usarla per tornare a educare come
si deve quegli orfanelli disub-
bidienti.

“Mi pare d’aver sentito che abbiate

una certa qual fretta di partecipare a un
evento nel Regno Sacroturno. Io posso
farvici arrivare ben prima di quanto
non riuscireste mai per vie… legali.”

La proposta di Sorella Mary è semplice:

in cambio dell’aiuto dei morti, questi po-
tranno usare la frontiera illegale che gesti-
sce e che permette di sbucare in un cimitero
monacale vicino all’orfanotrofio che dirige-
va quando era in vita. Nel cimitero, spiega,
sono sepolte molte sorelle passate a miglior
vita a causa di infarti, ulcere fulminanti e
accumuli di bile mortali causati dalla diffi-
cile educazione degli orfani di quella parte
del reame.
L’orfanotrofio è a due giorni di cavallo
dal luogo della gara.

VENITE PIÙ VICINI
Sorella Mary scorterà il gruppo attra-
verso la mortopoli fino ad arrivare a uno
sgangherato monastero, sopra cui sono sta-
te accatastate una dozzina di case oblunghe,
tenute insieme da un rigonfio amalgama di
ectocolla, fresca di incollaggio.
L’interno dell’edificio è persino più di-
sadorno e malmesso, ma non c’è tempo per
una visita e neanche per una preghiera. So-
rella Mary farà subito scendere i morti nei
sotterranei attraverso una scala angusta, ce-
lata dietro una statua mobile.
Giunti alla fine di quella che pareva
una discesa verso gli inferi, attraversa-
te una serie di corridoi tanto umidi che
le gocce d’acqua trasudanti dalle pare-
ti si susseguono in rivoli quasi ininter-
rotti. Dopo cinque minuti di traversata
claustrofobica e labirintica, vi si para
davanti una bara ritta, incastonata nel
muro, con tanto di maniglia a mo’ di
porta, circondata dalle fiamme bluastre
di mille candele.
“Questo è il passaggio. Attraver-
satelo e tenete fede ai patti. Ah, e se
davvero volete andare a esibirvi sotto il
naso di Re Papilio, vi conviene passare
da Maauri, il Necroamante in pensio-
ne. Lo troverete nella sua dimora, a un
giorno di cammino a nord-est dell’orfa-
notrofio. E ora andate!”
Come Sorella Mary aveva predetto, i
morti spuntano nel cimitero adiacente a una
struttura in legno scuro, torva e massiccia,
alta una dozzina di metri e da cui si erge un
campanile, che mostra i segni di diverse ripa-
razioni. In lontananza, a circa due chilometri
a nord, si scorgono i profili di un modesto
villaggio eretto sulle sponde di un fiume.
Con un 💀test di Geografia (6+) lo si rico-
nosce come il Trevere, che scorre nei pressi
della cattedrale di Re Papilio. Su un cartello,
non troppo distante dall’ingresso principale,
si legge “Orfanotrofio di Portapiano”.
Sorella Mary non poteva però sapere che
il vecchio cimitero è ora usato come campo
49
coltivato; sfortuna ha voluto che, proprio
mentre i morti emergevano, un gruppetto
di quattro monache intente a zappare li ab-
biano visti e si siano lasciate cogliere dal
terrore. Due cadono a terra morte stecchite
per lo spavento; le altre gettano le braccia
in aria e corrono disperate verso la struttura.
Anche un paio di bambini vicini scapperan-
no e, con un💀test di Sensorialità (6+),
sarà possibile vederne uno prendere la stra-
I BONES BROTHERS
da verso il villaggio, pronto ad avvertire gli
abitanti dell’arrivo dei morti.
Se i morti agiranno entro venti minuti
dall’emersione, abbandonando per tempo
l’orfanotrofio, eviteranno di vedersi circon-
dati da una folla di villici rabbiosi. In ogni
caso per recuperare la bacchetta di Sorella
Mary dovranno affrontare Sorella Agata:
un’amazzone del Regno Guerranico che, pri-
ma di educare mocciosi, educava i guerrieri
sanguinari del suo contingente personale.
Agata, avvertita tempestivamente
dell’arrivo dei morti, non tarderà a indossare
la sua vecchia armatura e a uscire dalle sue
stanze per affrontarli faccia a faccia. L’uni-
co modo per impedirle di passare all’attac-
co (oltre a darsela a gambe levate) è quello
di convincerla dei loro propositi innocui e
volti unicamente a riportare a Sorella Mary
la sua bacchetta. Facendo leva sugli anni di
onorato servizio della monaca, Sorella Aga-
ta verrà persuasa a dar loro la bacchetta, a
patto che spariscano dalla sua vista.
Due metri e dieci di muscoli, a sten-
to contenuti da una toga visibilmente
sofferente, si gettano nel cortile con la
foga e il portamento di un bovino adira-
to. Sotto un elmo più volte raddrizzato
a martellate, si cela un volto massiccio
e ingrugnito, con capelli biondi come
mazzi di fieno che si fanno strada da
sotto il metallo.
Avanzando trascina con sé una mo-
naca, che tenta disperatamente di chiu-
dere la cinghia del massiccio pettorale
rinforzato.
 50
“Questo non è posto per i morti! Ma
non temete, Sorella Agata è qui per far-
vi tornare nella fossa a suon di cazzot-
toni! Fatevi avanti. Lasciatevi guardare
in faccia, prima che ve la rompa!”
In una mano brandisce un enorme
randello chiodato, mentre nell’altra la
preziosa (nonché ben più temuta) bac-
chetta dell’educazione.
I BONES BROTHERS
Non appena scelto il campione che do-
vrà affrontarla, questa utilizzerà subito la
capacità Duello Marziale. Se anche altri
morti prenderanno parte allo scontro, Aga-
ta si arrenderà quando avrà 3 o più ferite.
Se invece l’uno contro uno viene rispettato,
combatterà fino alla morte.
Tocca Farli Calmare

Se i villici riusciranno a intercettare i

Guida allo Scontro: Solo Sorella Aga-
ta prenderà parte allo scontro, chiedendo di
sfidare il campione del gruppo in un testa a
testa all’ultimo sangue (od osso). Le altre
monache sono troppo terrorizzate per alzare
anche solo un dito, preoccupandosi invece
di proteggere i bambini. Sorella Agata è un
Milite e con la Bacchetta dell’Educazione
(Oggetto Amagico, Contatto, Contundente,
2 danni) è in grado di lanciare gli Incante-
simi Dardo Amagico e Specchio Riflesso
Gagliardo (vedi al capitolo 9 del Manuale
Base, “Bestiario”).
morti, circonderanno immediatamente l’e-
dificio costringendoli alla resa e, inevita-
bilmente, alla morte-morte. I personaggi
potranno tentare la fuga facendo crollare
il campanile (basterà danneggiarlo con un
colpo da 3 danni) o far suonare la campana
e creando quindi lo scompiglio necessario,
oppure esibendosi in un concerto improvvi-
sato, col quale cercare di calmare (e perché
no, appassionare) la folla adirata.
È l’occasione per un riscaldamento pri-
ma della grande gara!

Il Violino d’Oro

Si narra che non molto tempo fa, quando l’amagia era già arrivata nel
Mondo Mora, uno degli dèi infernali riuscì a varcare i confini dell’aldilà e
dell’Orto, giungendo nel Regno Sacroturno camuffato da venditore di calzini
e spezie... non aveva le idee molto chiare di cosa facesse un mercante del
mondo dei vivi. Il suo scopo era quello di rubacchiare qualche anima prima
di tornare nel suo scomodissimo trono fiammeggiante. Durante il suo pel-
legrinaggio udì una soave musica provenire da un boschetto. Avventurandosi
nella vegetazione, il demonio incontrò un giovane violinista squattrinato: la
preda ideale! La creatura infernale gli offrì un violino d’oro, ma solo se fosse
riuscito a batterlo in una gara musicale, altrimenti si sarebbe preso la sua
anima.

Il demonio iniziò a suonare. Era maledettamente bravo... ma il giovane era
più furbo. Mentre il suo avversario era concentrato sulla sua melodia, gli rubò
il carretto, lasciandolo con il suo violino e un biglietto con su scritto: “Scusa
per il furto, ma dove DIAVOLO l’avrei potuto vendere un violino d’oro?”
 51

Regole per il Concerto

Queste semplici regole, utilizzabili anche per future prove simili, sono atte
a simulare i componenti della band nell’atto di suonare i loro strumenti.
Scegliete una canzone, una qualsiasi, mettetela come sottofondo della scena e
accordate i dadi!

I BONES BROTHERS

In base alla complessità della canzone e al tipo di pubblico (se aggressivo o
meno), il Traghettatore stabilisce un valore di A spettativa, dandogli un valore
che va dal 5+ al 9+. Il personaggio che si occuperà della base della canzone
(può essere un chitarrista, un batterista, un pianista e così via) inizierà per
primo. Dovrà effettuare un 💀test di Intrattenimento con difficoltà adatta
all’A spettativa. L a differenza fra il risultato e il valore dell’A spettativa,
stabilirà il modificatore dei tiri del resto della band. P er esempio, se l’A spet-
tativa è 6+ e il risultato del test è 9, tutti gli altri membri della band ricevono
+3 ai loro test (differenza positiva fra 6 e 9). Se il risultato del test fosse in-
vece 4, tutti gli altri membri riceverebbero -2 ai loro test (differenza negativa
fra 6 e 4). Questo valore si chiama Ritmo.

Ora spetta ai membri della band effettuare i loro 💀test di Intrattenimento.
P er ogni successo ottenuto, l’esultazione da parte del pubblico aumenta di
+2. In caso contrario, diminuisce di -2. Quando un personaggio ottiene un
successo, può spendere 1 PA per far ricevere +1 al test successivo di un altro
componente della band a sua scelta.



I personaggi possono effettuare un solo turno di suonata o continuare finché
non termina la canzone scelta. In quest’ultimo caso, una volta che tutti i mem-
bri hanno effettuato il loro test, si riparte dal personaggio che si occupa della
base e che può quindi ritirare il 💀test di Intrattenimento per stabilire il Rit-
mo (quindi il modificatore ai successivi test degli altri personaggi) e così via.



Al termine della canzone o del turno di suonata, se l’esultazione è pari o
superiore all’A spettativa stabilita dal Traghettatore, il pubblico applaudirà
entusiasta, dimenticandosi per qualche momento qualsiasi sentimento di rabbia
o di violenza. In caso contrario, il pubblico non sarà soddisfatto e potrebbe
lanciare ai musicanti qualsiasi cosa (possibilmente più dannosa di qualche ca-
volo marcio) o attaccarli direttamente!
 52
Sweet Home
Sacroturno
“Sono tre giorni per Sacroturno. Abbiamo
la carne irrigidita, mezza faretra piena,
siamo morti e abbiamo gli strumenti musi-
cali… è ora di risorgere!”
[Hellwood “Danno Acre” Bluse,
I BONES BROTHERS
musicante dell’Orto]
In un modo o nell’altro, una volta fuggiti
dall’orfanotrofio e dall’ira di Sorella Agata,
i personaggi dovranno decidere quale strada
prendere: se ascoltare il consiglio di Sorella
Mary e andare a trovare il famoso Necro-
amante Maauri o dirigersi direttamente al
luogo della gara. In ogni caso caso dovran-
no prima recuperare dei cavalli o un pas-
saggio, entrambi reperibili (di nascosto) al
villaggio di Portapiano.
Se i personaggi optano per non andare
da Maauri e trovano il mezzo di trasporto
adatto per raggiungere il luogo della gara
per tempo, leggi direttamente Everybody
Needs Somebody to Fight. In caso contra-
rio, prosegui qui di seguito.
Come Sorella Mary aveva detto, dopo
una noiosa giornata di cammino attraverso
le vallate verdeggianti del Regno Sacrotur-
no, i personaggi arriveranno al limitare di
una foresta, da cui provengono delle grida
che vanno dal sommesso all’agghiacciante.
Con un 💀test di Geografia (7+) è possibi-
le riconoscere quella macchia boschiva come
la Foresta del Grido Perenne: nei suoi tron-
chi vive una specie di termite gigante (tanto
quanto ingorda) che divora legno senza so-
sta, tanto che gli arbusti sembrano dei grandi
colapasta. Il vento, attraversando questi fori,
si diletta nel creare lamenti da far rabbrividi-
re, fino a vere e proprie urla improvvise.
Una volta inoltratisi nel cuore della fo-
resta, i personaggi dovranno effettuare un
💀test di Sensorialità (6+) per identificare
le tracce ben esposte di un piccolo carretto,
unica traccia di vita che, a sua volta, forma
la via di un sentiero ben scavato in mezzo
alla vegetazione.
Ciò che i personaggi non sanno è che
il sentiero è in realtà la trappola di un troll
della foresta. Se lo seguiranno fino in fon-
do, infatti, arriveranno davanti a un laghetto
delimitato da rocce, accuratamente disposte
in circolo. La bestia amagica si sta conce-
dendo un bagno rinfrescante. Niente, tutta-
via, gli impedirebbe di passare all’attacco.
La massiccia figura dalla schiena
gibbosa si porta a fatica un braccio
dietro il collo, raschiandosi lo sporco
dal groppone con una manciata di ric-
ci di castagna. Sembra che dentro quel
piccolo spiazzo, libero dagli alberi, i
lamenti della foresta trovino una loro
armonia, suonando così una piacevole
melodia che il bestione accompagna
con un canto rauco, seppur a suo modo
affascinante.
La performance artistica, tuttavia, si
interrompe di colpo, quando il troll si
volta così rapidamente che quasi tutta
l’acqua del laghetto schizza fuori dal
bacino. Il bestione, alzandosi in piedi,
rivela d’essere ancora più grosso di
quanto aveste immaginato. La fronte
sporgente schiaccia tre occhi, bui come
serrature, che a stento trovano spazio
in quel muso che pare essere intaglia-
to rozzamente in una roccia. Difficile
pensare che una bocca tanto sgraziata
abbia poc’anzi emesso dei suoni tanto
appassionanti.
“Bene bene” la sua voce è come il
russare di un porco dal fondo di una
grotta. “Chi abbiamo qui? Ossicine,
pelle bluastra, membra cadenti. Non
certo la compagnia che mi aspettavo,
ma mi accontenterò. Io sono Korposo.
Ditemi, anime malconce, cosa andate
cercando nella mia foresta?”

Come tutti i troll, Korposo non perde oc-
casione per mentire, dicendo ai personaggi
che, se saranno in grado di reggere il ritmo
di una sua esibizione canora, gli dirà dove
potranno trovare Maauri. La menzogna sta
nel fatto che, anche se i personaggi doves-
sero vincere, Korposo gli dirà la strada da
seguire solo per poi passare immediatamen-
te all’attacco.
La sfida richiede che i personaggi metta-
no mano agli strumenti e che accompagnino
il canto di Korposo (segui le Regole per il
Concerto già descritte).
Suggerimento Canoro: Mettendo una
canzone che prevede un duetto, anziché ti-
rare i dadi, il personaggio che interpreta il
cantante del gruppo potrà realmente cantic-
chiare al ritmo del brano. In questo modo,
se secondo il Traghettatore la sua esibizione
è stata soddisfacente, si considera automa-
ticamente superato il suo 💀test di Intrat-
tenimento.
Guida allo Scontro: Korposo è un Co-
losso Subdolo (vedi al capitolo 9 del Ma-
nuale Base, “Bestiario”) che però non ha
nessuna voglia di morire. Si arrenderà se ri-
dotto a uno stato critico, implorando per la
salvezza. Se i personaggi lo risparmieranno,
darà in cambio una Gomma Togli-disono-
re, presa da un Molle dall’aria arcigna dopo
averlo pestato ben bene.
53
MAAURI, AIUTACI TU!
La casa di Maauri sorge incastonata in
un costone roccioso e appare quasi del tutto
avviluppata da un fitto intrico di piante ram-
picanti, che salgono sulle pareti della cata-
pecchia in pietra per poi abbracciare il sof-
fitto e proseguire sulla parete soprastante.
Il vapore caldo e il rumore di una piccola
cascata portano lo sguardo dei personaggi
fino allo sbocco di una sorgente termale, a
I BONES BROTHERS
una ventina di metri dall’abitazione. L’ac-
qua sgorga dalla parete rocciosa in un get-
to delicato, andando a riempire una grande
vasca ammantata da una nebbia tenue. A
quanto pare, in questa foresta, tutti amano
farsi il bagno.
Avvicinandovi scorgete sempre me-
glio il profilo di una figura molto anzia-
na che sperate (invano) non sia com-
pletamente nuda. Il corpo pare essere
una prugna schiacciata con un pugno
e poi arrotolata come si fa con l’impa-
sto di una torta. In barba all’acqua, i
foltissimi capelli riccioluti se ne resta-
no irti a incorniciare un volto che pare
aver raggiunto la pace… e almeno i
cent’anni di età.
Vedendo i morti, Maauri viene scosso da
un brivido di eccitazione e si affretta a coprire
le sue vergogne (no, in realtà lo fa piuttosto
lentamente) prima di andare loro incontro.
Ha un fare molto accomodante, come
tutti i Necroamanti del resto, ma nei suoi
occhi, a stento visibili sotto le palpebre ca-
denti, si può leggere la sincerità pura di un
individuo che ha realmente intenzione di
aiutare le anime emerse dall’Orto.
Accompagnati i personaggi dentro casa,
cosparsa in ogni angolo di trine, centrotavo-
la merlettati e ritratti di Maauri con svariati
morti, più o meno famosi, il Necroamante
si farà raccontare della gara a cui intendono
partecipare.
Maauri li metterà in guardia sulla perico-
losità di una tanto audace impresa, ma sarà
disposto ad aiutarli testando su di loro un
 54
particolare fondotinta datogli da una vec-
chia amica circense, una certa Moria Orfey.
Maauri dice che il cosmetico è un com-
posto amagico in grado non solo di far ap-
parire più giovani e belli, ma anche di ren-
dere vani i poteri di localizzazione dei morti
da parte dei Gaudiovivi.
Aratrio e Maauri
I BONES BROTHERS
Con un 💀test di Sensorialità (7+) sarà
possibile notare che, fra le presine finemen-
te ricamate appese accanto al camino, ce n’è
una da cui spunta l’angolo di una busta mol-
to particolare. Sarà possibile prenderla con
un 💀test di Manualità (6+): è una racco-
mandazione! Ma non una qualunque: una
di Aratrio dell’Aia, il primo eroe dell’Or-
to di Stoltardia. Se interrogato sul docu-
mento, Maauri racconterà di come Aratrio
abbia sconfitto in una partita a scacchi un
grande Necroamante. In quello scontro fra
menti, durato ben sei giorni, in palio c’e-
ra proprio l’anima dell’eroe. Se egli avesse
vinto, il Necroamante avrebbe abbandonato
per sempre i suoi propositi dannosi contro
i morti.
Quel Necroamante era Maauri. Una vol-
ta vinto e ottenuto la raccomandazione, tor-
nò per donargliela in segno di amicizia e in
ricordo del loro patto.
La raccomandazione può essere scam-
biata nel mercato nero dell’Orto per una
raccomandazione falsa e un’Urna a scelta.
Così però Maauri tornerà a rivestire i suoi
abiti di crudele Necroamante.
Grazie alla maestria nel make-up di Ma-
auri e al fondotinta di Moria Orfey, il trucco
dei morti sembrerà così realistico che par-
ranno tornati in vita! Come ultimo omaggio,
Maauri metterà a disposizione il suo carretto
trainato da un robusto cavallo, con cui i mor-
ti potranno giungere alla gara per tempo!
Se si saranno mostrati gentili con lui,
il Necroamante darà anche 2 Palle di
Ectocolla e 10 Eptini.
Everybody Needs
Somebody to Fight
“Io li odio i Gaudiovivi di Sacroturno…”
[Giovanni “Joe l’Ernia” Belusco,
musicante dell’Orto]
Ora la band potrà finalmente raggiunge-
re Borgo Papilio e il cortile della cattedrale
che ospiterà il grande e tanto atteso evento.
Borgo Papilio non è certo il nome
adatto per quella che è invece un’enor-
me città, dove ricchezza e fede nel dio
Septendecim si mischiano a formare
prodigi di architettura d’un bianco can-
dore. Persino la casa più modesta pare
essere un tempio o un luogo di culto.
Enormi scudi, effigi sulle pareti e drap-
pi (chissà quante volte sostituiti), mo-
strano il simbolo dell’eptacaidecaismo:
la grande campana incrociata con la
chiave dell’aldilà. A contribuire al fasto
della città, vi sono inoltre gli addobbi
per l’evento per cui avete rischiato l’os-
so del collo: locandine appese a ogni
angolo mostrano i concorrenti in gara.
E guardate, persino voi! Un momento:
ora che le osservate bene le vostre non
sono locandine pubblicitarie ma… TA-
GLIE! La voce delle monache morte di
crepacuore all’orfanotrofio ha già fatto
il giro di tutta Sacroturno e in questo
momento siete più che mai nel posto
sbagliato, al momento sbagliato.
Ma come si suol dire: siete in bal-
lo… muovete le membra!
Nota che se i personaggi sono stati truc-
cati da Maauri non avranno alcun problema
all’ingresso, ma in caso contrario dovranno
trovare il modo di camuffarsi a dovere.
Il tempo stringe e le iscrizioni chiude-
ranno a breve. Giunti al cancello del cortile,
oltre il quale si può scorgere un enorme pal-
coscenico circondato da svariate centinaia
di spettatori, i morti verranno fermati da

una guardia e da un notaio, che li informerà
che per iscriversi sia necessario pagare ben
7 Eptini! Praticamente un furto.
LE FOGNE SACRE
Per arrivare al palco senza passare dal
cancello, e quindi senza iscriversi, è possi-
bile anche passare sotto le fogne della città,
trovando l’unica uscita che consente di sbu-
care nel cortile, esattamente dalla fontana
centrale. Per aprire uno dei tombini è neces-
sario un 💀test di Manualità (7+), mentre
per orientarsi nelle fogne (in cui si può solo
procedere a carponi) è necessario un💀test
di Sensorialità (8+). Per ogni fallimento
del test, una parte di trucco dei personaggi
(in caso ce l’abbiano) se ne andrà trascina-
to via dalla sporcizia. Con tre fallimenti, il
trucco si perderà del tutto.
La cattedrale di Re Papilio. Non
c’è occhio, di vivo o di morto, che non
possa rimanere rapito dalla maestosità
di questa chiesa, che da sola potrebbe
ospitare un intero villaggio. I profi-
li aguzzi delle guglie si scontrano col
candore del marmo e del ferro bianco
che ricoprono l’immenso edificio, dalla
cui vetta sporge una gigantesca campa-
na che, come un volto proteso, domina
tutto il cortile. Certo, sarebbe bello en-
trare e farci un giro, ma per ora meglio
accontentarsi del palcoscenico.
Tutto intorno non vi è solo l’allesti-
mento teatrale, ma anche bancarelle,
lunghe tavolate imbandite, saltimban-
chi e stand gastronomici. Ma non c’è
tempo neanche per quello: la gara sta
ormai per iniziare!
Re Papilio in persona, con moglie
e figli, incluso il viziato principe Ci-
spiano, stanno già prendendo posto
sugli scranni dell’alto terrazzo della
cattedrale.
55
LE BAND IN GARA
Oltre ai personaggi, vi sono altri sette
partecipanti, ognuno caratterizzato da un
genere musicale e da un valore preimposta-
to di Aspettativa, che i personaggi dovranno
sostenere se vorranno vincere.
I 99 Passafosse: Questo gruppo di tre te-
nori adora esibirsi agli eventi, dove riscuo-
te anche un meritato successo. Chiunque li
I BONES BROTHERS
abbia ascoltati non si fa problemi a definirli
divini (anche se al cospetto di Re Papilio è
meglio tenere per sé un simile commento).
Musica lirica (5+).
Gli Alchimusici: Laddove vi sono la
musica, il teatro e la danza, questo gruppo
di tre alchimisti ha aggiunto un pizzico di
ingegneria amagica. Aspettatevi un grande
spettacolo pirotecnico.
Musica Elettronica (7+).
I Congiunti di Campagna: I suoi quat-
tro membri sono braccianti, cacciatori e taglia-
legna. Tutto sommato sembrano tranquilli, ma
quella strana bevanda alcolica che iniziano a
tracannare poco prima della gara, sembra già
cambiare il loro approccio, da morigerato a
più… fisico.
Musica Country (6+).
I Gaudi-People: I Gaudiovivi agisco-
no sempre in gruppo e, tra un massacro e
un’estorsione, perché non trovare il tempo
per della buona musica? Si dice che abbiano
un… sorriso contagioso.
Musica Metal (7+).
I NecroAmari: Anni e anni di amore
verso la morte, l’occulto e tutto ciò che li
riguarda, gli sono valsi produzioni di poe-
sie, sonetti, endecasillabi e persino opere
teatrali. Questo amore a senso unico ha
causato in alcuni una certa frustrazione,
così da arrivare a esternare in maniera arti-
stica tutto il loro dolore.
Musica Classica (5+).
I Tre Amagi: Lo studio dell’amagia
richiede tempo e dedizione, ma conduce
a grandissimi risultati. Terribili certo, ma
grandissimi! Come, ad esempio, conoscere
a memoria tutte le formule amagiche che,
se pronunciate adeguatamente, hanno anche
una certa musicalità. Il problema è che alcuni
di questi canti funzionano fin troppo bene nel
 56
richiamare le forze amagiche: spesso, duran-
te le loro esibizioni, non restava nessuno a
richiedere un bis… a volte non restava nes-
suno e basta.
Musica Rap (7+).
Le Regine: Queste regali signore, coi
loro strumenti a corda, compongono un
quartetto elegante, ma anche un po’ so-
spetto. Sono infatti fin troppo guardinghe,
questo forse perché in realtà sono quattro
I BONES BROTHERS
regine decedute e ricercate dall’Orto perché
macchiatesi di crimini verso la vita. Viag-
giano di regno in regno per godersi la liber-
tà che tanto avevano agognato in vita, ma
che i loro obblighi coniugali non avevano
mai concesso. Sono passate da una vita di
lusso a una vita bohémien e sono solite apri-
re i loro spettacoli con delle rapsodie.
Basterà un 💀test di Sensorialità (6+)
per riconoscerle.
Musica Sinfonica(8+).
SVOLGIMENTO DELLA GARA
I gruppi non si esibiranno singolarmen-
te, ma si sfideranno sul palco in una singo-
lar tenzone artistica. Prima di tutto, quindi,
il Traghettatore dovrà estrarre casualmente
le band che si scontreranno nelle varie man-
che. Le regole sono le stesse del concerto
descritte nelle pagine precedenti, con la
differenza che la base scelta dovrà essere in
linea con il genere suonato dalla band av-
versaria, come scritto nella descrizione.
Per determinare i vincitori di due band
di Personaggi Non Giocanti, basterà elimi-
nare quella con il valore di Aspettativa infe-
riore e così via fino alla finale!
All’ultimo scontro, quando ormai re-
stano solo due concorrenti in gara, viene
richiesto di lasciar perdere gli strumenti e
di far divertire il principe Caspiano: viene
dunque concesso di usare qualsiasi espe-
diente, dalle amagie agli schiaffi in faccia,
dai rutti sonori alle barzellette di cattivo gu-
sto. Di tutto, purché il principe si diverta!
Ciascun personaggio dovrà quindi esibirsi
(da solo, in coppia o tutti insieme), e narrare
nel modo più divertente e scenografico pos-
sibile la scena pensata, allo scopo di vincere.
Gimme Some Help
“Sei mai stato inseguito da una folla ar-
mata, da un distaccamento di guardie, da
una moglie arrabbiata, da un complesso
di musicisti campagnoli e dai soldati di un
esercito? Sì? Davvero? Racconta!”
[Cab Coffinway, cantastorie dell’Orto]
Per quanto s’impegnino, i personaggi non
riusciranno a portarsi a casa il premio tanto
agognato… perché non c'è alcun premio!
La voce perentoria e profonda di Re
Papilio ammutolisce ogni eco e ogni
mormorio lungo tutto il cortile. “Signo-
re e signori, spero che quest’oggi vi siate
divertiti tanto quanto me e la mia fami-
glia. Devo ammetterlo, non amo i poeti,
detesto il canto e trovo puerile il teatro.
Perché l’ho fatto, oltre che per accon-
tentare -di nuovo- il mio amato figliuolo
Cispiano? Perché era l’unico modo per
far venire qui un gruppo molto speciale.
Sulla loro prudenza, alla fine, ha vinto la
vanità. Ospiti che, per essere precisi, non
solo non appartengono a questo nostro
bel reame… ma neanche a questo mondo.
Gaudiovivi, a voi l’onore di farli a pezzi!”
I personaggi temeranno d’esser stati sco-
perti ma, in realtà, le armi si dirigono verso
la band delle Regine. Una volta circondate
scateneranno i loro poteri mostrandosi per
quello che sono veramente: quattro donzel-
le morte venute dall’Orto.
A questo punto i personaggi avranno
due opzioni: darsela a gambe sfruttando lo
scompiglio generale, oppure aiutare le Re-
gine a sfuggire alla cattura.
In ogni caso, nel cortile si genererà uno
scompiglio totale, tanto che le guardie sa-
ranno impegnate a guidare i cittadini verso
le uscite del cortile, tentando al contempo
di evitare qualsiasi incidente dovuto al caos
della fuga. In combattimento resteranno un
totale di sei Gaudiovivi, intenti più che mai
a trasformare le quattro Regine in quattro
mucchietti di polvere.

La Cavalcata delle Valchirie
Se i personaggi sceglieranno di gettarsi
in soccorso delle Regine, si troveranno ad
affrontare due dei sei Gaudiovivi. Una volta
finito lo scontro, le Regine saranno riuscite
a far indietreggiare i loro attentatori di quel
tanto che basta per avere una possibilità di
fuga. A questo punto ringrazieranno i per-
sonaggi e, qualora si fossero mostrati come
morti, li inviteranno a seguirle fino alla fon-
tana del cortile, sotto la quale si apre il de-
dalo di canali fognari con cui riusciranno a
fuggire da Borgo Papilio.
Guida allo Scontro: I Gaudiovivi sono
due Spegni-morte (vedi al capitolo 9 del
Manuale Base, “Bestiario”) e, ovviamente,
si batteranno fino alla morte.
Bad Ol’ Boys
Se i personaggi non avranno attirato
l’attenzione, potranno assistere ai Gaudio-
vivi che fanno a pezzi le Regine, dopodiché
fuggire dal cortile mescolandosi alla folla di
cittadini nel panico.
57
CONCLUSIONE
C’è chi ama l’arte, chi non la comprende
e chi, come Re Papilio, è riuscito a usarla
per i suoi scopi di epurazione dei morti. A
ciascuno il suo!
Se i personaggi avranno salvato le Regi-
ne, queste confideranno di avere una taglia
di 20 buoni e 2 licenze su ciascuna di loro,
più un premio di 1 raccomandazione nel caso
venissero portate tutte e quattro nell’Orto.
I BONES BROTHERS
Nel caso in cui le Regine fossero già
polvere, i morti torneranno nell’Orto a
mani vuote. O forse no? Dopotutto la loro
impresa verrà ricordata per sempre tanto dai
cittadini di Borgo Papilio quanto dai morti,
i quali sapranno in fretta che una band di
cadaveri è riuscita a esibirsi davanti all’em-
blema stesso dell’eptacaidecaismo riuscen-
do a tornare indietro per raccontarlo.
Questo vuol dire solo una cosa: sold out
assicurato per tutti i prossimi concerti!
 Avventura di: Andrea Felicioni
Lunghezza: 2-3 sessioni
Livello di Rischio: 4
“Come diceva quel proverbio? Un popolo senza memoria è un popolo senza… ah sì, astemi! Forza
Ricardo, apri quella botte di Mescal, che questo giro lo offre la casa!”

[Heliodoro, locandiere de L’Ocarina Sorda]

I nostri trapassati verranno ingaggiati per recuperare una misteriosa reliquia tra i vicoli di una delle
città più pericolose del Regno Bandito: Valensia, la città senza memoria.
Nonostante la sua pessima fama, Valensia si distingue per una particolare legge che, a suo modo,
mantiene in equilibrio la società. “Legge della Moneta” la chiamano, ordinamento grazie al quale ogni
disputa o contenzioso può essere deciso dalla sorte. Non importa il ceto sociale di appartenenza o la
carica rivestita, si può sempre ricorrere al lancio della propria Moneta del Fato e stabilire amagicamente
chi può imporre la propria volontà e chi no.
L’amagia che permea queste monete è un fenomeno di cui nessuno si interessa più a Valensia, ma è
legata a una maledizione antica che pare essersi perduta nella labile memoria dei suoi cittadini. Eppure
esiste ancora qualcuno che ricorda di un piccolo soldo bucato in grado di generare, controllare e distrug-
gere tutte le divise maledette della città. È proprio questo oggetto amagico l’epicentro di questa vicenda.
Riusciranno i nostri morti a recuperarlo?

BACKGROUND
Ogni giorno nell’Orto sembra sempre lo
stesso, un vero e proprio mortorio. Nel mi-
gliore dei casi si può sperare che sia un po’
meno noioso di quello che lo ha preceduto.
Una volta all’anno però questo piattu-
me viene scosso dalla puntuale richiesta di
Narcisa Ariàs, una misteriosa Secca ormai
divenuta la barzelletta preferita dei Musoni
dell’archivio. La sua “leggenda” ha origi-
ne dall’incarico (sempre uguale, anno dopo
anno) di recuperare un’antica moneta buca-
ta, reliquia appartenente alla sua famiglia e
apparentemente perduta tra le pericolose vie
della città di Valensia, nel Regno Bandito.
Tale incarico, però, ha validità per sole 24
ore, per poi essere sistematicamente ritira-
to dalla committente delusa. Questo limite
temporale ha fatto sì che i morti, a volte
per pigrizia o più spesso per mancanza di
tempo, ignorassero ogni volta l’annuncio
senza troppi ripensamenti. Quest’anno il
destino della richiesta fugace, però, è de-
stinato a cambiare.
Narcisa è convinta che solo durante i
festeggiamenti per il “Giorno del Morto”
vi siano le giuste condizioni per inviare un
gruppo di morti a Valensia e iniziare le ri-
cerche di questo prezioso oggetto. Ecco spie-
gato il motivo della brevissima permanenza
dell’incarico sulle bacheche degli archivi.
Riportare il “Soldo Bucato” a Narcisa
farà guadagnare un’ottima ricompensa, ov-
vero 45 Buoni, 3 licenze e 1 raccomandazio-
ne per ogni morto che riuscirà nell’impresa.
SINOSSI
Sebbene il compito dei morti possa sem-
brare piuttosto lineare, l’intreccio non lo è
di certo: innanzitutto, Narcisa Ariàs non è
una Secca e, a dirla tutta, non è nemmeno
morta! E’ una vivente in grado di approfit-
tare delle alterazioni amagiche del “Giorno
dei Morti” per raggiungere l’Orto e utilizza-
re i suoi servizi per il breve periodo dell’e-
vento annuale.
Narcisa Ariàs, il cui vero nome è Narcisa
Arianna di Mansilla, ultima erede della de-
caduta famiglia ducale di Valensia, intende
59
riprendere il controllo della città e restaura-
re la vecchia monarchia, approfittando della
smania di imprese dell’Orto. Per riuscirvi
ha bisogno di ritrovare il Soldo Bucato e di-
struggere le Monete del Fato che esso con-
trolla.
Pochi conoscono, infatti, la storia di
queste monete create da tre fratelli Necro-
amanti, che forgiarono dapprima il Soldo
Bucato e, in seguito, una Moneta del Fato
TESTA O CROCE
per ogni valensiano e la sua progenie. Così
facendo, crearono uno strumento che esaudì
il più grande desiderio degli abitanti della
città: liberarsi dal giogo della monarchia e
raggiungere l’agognata indipendenza. Da
quel giorno, infatti, il potere delle monete
venne usato per risolvere ogni disputa, ag-
girare qualsiasi regola, annullare ogni au-
torità e appianare le disparità, consegnan-
do qualunque verdetto nelle eque mani
del caos. Con la cacciata dei Mansilla e
la conseguente indifferenza nei confronti
delle leggi da loro imposte, iniziò a vigere
l’unica e sola legge della moneta.
Una volta raggiunta Valensia ed esplorato
le sue strade festose, i personaggi giungeran-
no al cospetto dei tre Necroamanti che rac-
conteranno loro la storia del Soldo Bucato e
li indirizzeranno verso colei che ritengono
possa averlo trafugato. Si tratta di Dorotea,
la figlia di Heliodoro, locandiere de L’Oca-
rina Sorda, ora tramutata in un mostro privo
d’anima, dal potere delle Monete del Fato.
Dorotea consegnerà il Soldo Bucato ai gio-
catori nella speranza che venga distrutto e
le venga restituita l’anima, insieme alle sue
vere sembianze e a quelle di tutti i valensiani,
anch’essi vittime del suo stesso fato.
Con il Soldo Bucato in mano spetterà ai
personaggi stabilire se consegnarlo a Narcisa
oppure tenerlo per il suo misterioso potere.
MORTI (E VIVI) NON GIOCANTI
Canuto, Macario e Lucrecia, i Fratel-
li Necroamanti: I tre antichi Necroamanti,
creatori delle Monete del Fato. Il vino, l’a-
ria salmastra e la spensieratezza di Valensia
li hanno cambiati, tanto da non ricordare
più niente del loro passato, compresi i loro
 60
terribili piani: fortuna che almeno i Cavi li
aiutano nelle faccende di casa.
I tre vivono nascosti nella fortezza ab-
bandonata fuori Valensia e si atteggiano a
grandissimi stregoni, malgrado il luogo in
cui vivono e il loro stile di vita riflettano
tutt’altro: passano le giornate a bere, a li-
tigare e a oziare, fingendosi i signori del-
la fortezza in rovina e controllando i Cavi
come fossero i loro servi.
TESTA O CROCE
Desperado, il Gaudiovivo Innamorato:
Desperado è un Gaudiovivo che non agi-
sce per fama o per denaro ma per il fuoco
ardente della passione. I morti dovrebbero
prepararsi al suo irresistibile fascino poiché
adotta delle tecniche di caccia a dir poco
eccentriche che lasciano spiazzato, a prima
vista, ogni morto che incroci. Inizialmente
individua le sue prede e, successivamente,
tenta di affascinarle con le sue doti musicali
e con il suo charme latino, poi le fredda con
l’archibugio nascosto nella custodia della
sua chitarra, eliminandole con singolare ef-
feratezza.
Heliodoro, il Locandiere: gestore de
L’Ocarina Sorda, è un archivio vivente di
dicerie e pettegolezzi. La sua folta barba,
scura come gli abissi dell’oceano, nasconde
un paio di labbra perennemente contratte in
una smorfia burbera. Apparentemente scon-
troso e duro, nasconde un cuore colmo di
tristezza a causa di sua figlia Dorotea, allon-
tanatasi da lui perché affascinata dal potere
delle Monete del Fato.
Narcisa Arianna di Mansilla: cono-
sciuta nell’Orto come Narcisa Ariàs, è in
realtà Narcisa Arianna di Mansilla, ultima
discendente della nobiltà che un tempo go-
vernava Valensia. E’ intenzionata a distrug-
gere (o forse controllare) le Monete del
Fato e restaurare la monarchia, avvalendosi
dell’aiuto di un gruppo di morti.
Ramon e la Banda dei Cuorandagi: È
il capo di una strampalata banda di furfanti
che, oltre a commettere crimini di ogni sorta,
sembra avere a cuore le sorti di chi è rima-
sto solo. A prima vista può sembrare un ra-
gazzino, a causa della sua statura ridotta, ma
un’occhiata ravvicinata rivela i segni dell’età
adulta, dove ogni ruga e cicatrice raccontano
una storia di strada e di brigantaggio.
Un Bicchiere
di Troppo
“Quindi mi stai dicendo che con questa
festa, un tempo, si celebravano i morti?
Che noia dico io! Se ci tengono così tanto
che organizzino, che ne so, il Giorno del
mo… ah già, hic!”
[Gilberto Bebedor, Ubriacone di Valensia]
Come ogni anno, Narcisa se ne va in
giro per la mortopoli di Stoltardia a cercare
qualcuno disposto ad aiutarla nella sua fret-
tolosa impresa. Anche il gruppo di giocatori
verrà avvicinato dalla Secca e, appena que-
sti accetteranno l’incarico, emergerà subi-
to una piccola complicazione: il tempo sta
già per scadere! Nel Regno Bandito, infat-
ti, mancano poche ore alla mezzanotte che
segna ufficialmente la fine del Giorno dei
Morti. La committente appare subito pre-
occupata del poco tempo rimasto e farà di
tutto per spingere i morti a partire.
Nonostante tenti di mantenere un
portamento composto, la dama alta,
slanciata e dal passo corto ed elegante,
che quasi la fa apparire fluttuante, non
riesce a trattenere un tremito nervoso,
il quale si trasmette a tutto il velo nero
che ricopre completamente il suo corpo.
“Non c’è tempo da perdere, miei sal-
vatori. Ogni anno che passa il prezioso
Soldo Bucato rubato alla mia famiglia
si perde sempre di più fra le strade di
quella città di perdizione e di maligni-
tà! Non appena sarete giunti a Valensia
raggiungete la locanda de L’Ocarina
Sorda e parlate con Heliodoro che for-
se saprà darvi qualche indizio utile. Ma
badate a non fare il mio nome: non ci si
può fidare di nessuno in quel tugurio!”
Nel Giorno del Morto tutti gli ospiti
dell’Orto sono ben accetti fra le strade di
Valensia e non sarà necessario quindi ca-
muffarsi, come spiegherà Narcisa. La dama

si mostrerà alquanto reticente a rispondere
alle domande sul Soldo Bucato, dicendo il
meno possibile, specialmente riguardo la sua
vera identità, nel caso dovessero sorgere dei
dubbi. Narcisa spiegherà, al gruppo in pro-
cinto di avviarsi alla frontiera, anche la legge
della Moneta del Fato (descritta di seguito).
“Mi raccomando: riportatemi il Sol-
do Bucato prima del sorgere del sole.
Io vi aspetterò sull’altopiano a sud di
Valensia. Oltre alla ricompensa, otter-
rete la mia eterna gratitudine. Buona
fortuna, anime dell’Orto.”
MONETE DEL FATO: SÌ O NO?
La prima e fondamentale decisione che
il Traghettatore dovrà prendere riguarda la
possibilità che i personaggi, dopo la loro
emersione, trovino o meno nel loro equi-
paggiamento una Moneta del Fato. Come e
quando questa sia scivolata nelle loro tasche
potrebbe essere motivo di approfondimento
durante la vicenda.
Qualora il Traghettatore decidesse di
non concedere le Monete del Fato ai per-
sonaggi, si configurerebbe la situazione più
semplice: i valensiani tenterebbero di far
valere la legge della Moneta sul gruppo sen-
61
za però ottenere alcunché; sui nostri mor-
ti, banalmente, l’amagia delle monete non
funzionerà.
Affidando una Moneta del Fato a cia-
scun personaggio, viceversa, l’intero grup-
po andrà incontro a una serie di possibilità
decisamente più interessanti: il possessore
di una Moneta del Fato, la cui libertà viene
limitata da un altro, può immediatamente
invocare l’amagia delle monete pronun-
TESTA O CROCE
ciando la fatidica formula: “Ti vincolo alla
legge della Moneta e, se vincerò, potrò...”,
completandola con l’evento che intende
far accadere qualora vincesse il lancio del-
la moneta.
Il destinatario di tali parole non può sot-
trarsi al vincolo e deve rispondere con una
formula ben precisa: “Accetto il vincolo
della moneta, ma se vincerò, io potrò…”
specificando cosa avverrà qualora vinca lui.
A quel punto il vincolante farà scegliere al
vincolato fra Testa o Croce e lancerà la mo-
neta. A risultato ottenuto, l’amagia permet-
terà al vincitore di ottenere il premio pattui-
to senza opposizione dell’altro.
Un possessore può vincolarne un altro
arrogandosi persino il diritto di ucciderlo.
In questo caso, il vincolato non può far al-
tro che rispondere scommettendo sulla vita
dell’avversario e lanciando la moneta che
porterà alla morte di uno dei due contendenti.
È importante specificare che il potere
della Moneta del Fato è vincolato a un solo
bersaglio e ad eventi che si scateneranno
solo su di lui. Allo stesso modo, affinché si
avveri, la formula del vincolato dev’essere
in linea con la formula del vincolante. Per
esempio: se il vincolante invoca la legge
della moneta per ridurre al silenzio il vin-
colato per un giorno intero, quest’ultimo di
rimando, qualora dovesse vincere, può ren-
dere cieco, sordo o muto il vincolante, per
lo stesso tempo. In questo esempio le due
formule coincidono fra di loro sulla perdita
sensoriale da parte di uno dei due scommet-
titori. Un altro modo per allineare le due
formule, sempre in questo esempio, è ba-
sarsi comunque sulla “perdita” di qualcosa:
l’uso di una gamba, di una capacità fisica o
mentale o persino di un oggetto.
 62
Visto l’enorme potere conferito dal-
le monete si potrebbe subito pensare a un
abuso di tale pratica, anche e soprattutto
per le dispute più futili. Fortunatamente la
situazione non è così grave in quanto l’an-
gosciante sensazione di vuoto che assale
chiunque perda un lancio, limita l’applica-
zione indiscriminata di questa legge. È un
dolore interiore talmente profondo da far
TESTA O CROCE
perdere immediatamente il senso di onni-
potenza che una vittoria può trasmettere. Si
dice, inoltre, che chiunque perda troppi lanci
consecutivi, sia destinato a una fine triste e
solitaria, lontana da tutti gli affetti più cari.
Se i personaggi possiedono le Monete
del Fato possono vincolare o essere vinco-
lati da altri possessori in un qualsiasi mo-
mento dell’avventura (ricordiamo che ogni
valensiano è in possesso di una personale
Moneta del Fato). Questo favorisce una
vasta gamma di situazioni, anche centrali
nello svolgimento della storia, che possono
essere risolte in pochi istanti attraverso un
semplice lancio.
Lancio della Moneta del Fato

Il nostro consiglio è quello di simu-
lare realmente il lancio (tranquilla-
mente rappresentabile da ogni tipo
di moneta, meglio se unica o par-
ticolare) e stabilire chi vince, tra i
giocatori o il Traghettatore.

Ogni volta che i personaggi esco-
no sconfitti da un lancio, oltre agli
effetti della scommessa, perdono 4
P unti Anima e il massimale di P un-
ti Anima riceve -1 fino alla fine del
Giorno dei Morti. Se in questo modo
i P unti Anima dovessero arrivare a
0, il morto subisce un danno leta-
le. Se invece il massimale dei P unti
Anima raggiunge lo 0, il morto muo-
re-muore.
EMERSIONE DI LUSSO
Presso la frontiera del Regno Bandito,
che si staglia in tutta la sua sgangheratezza, è
possibile notare diversi manifesti che pubbli-
cizzano, come ogni anno, il Giorno del Mor-
to. E’ prevista addirittura una fila prioritaria
per i morti che intendono emergere proprio
dal cimitero di Valensia. I manifesti citano:
“Valensia attende tutte voi, anime
dell’Orto! Per sole 24 ore potrete gira-
re fra le sue strade e godervi i festeg-
giamenti di una delle ricorrenze più im-
portanti per tutte le anime trapassate.
Volete danzare mano nella mano con
una ballerina ancora di carne e san-
gue? Farvi una bevuta con un vecchio
compagno, a differenza vostra, scampa-
to all’impiccagione?
Il cimitero di Valensia vi aspetta e
per una volta, sarete voi… le anime del-
la festa! Occhio comunque ai Gaudiovi-
vi. Loro non rispettano mai le usanze!”
Il piccolo cimitero della periferia di Va-
lensia, solitamente luogo anonimo, freddo e
spoglio, durante il Giorno del Morto appare
del tutto diverso. La luce del sole calante,
e una distesa di candele accese, illumi-
nano una scena esemplificativa di ciò che
sta accadendo in città: il cimitero è pieno
di persone ubriache che, nel migliore dei
casi, dormono di un sonno profondissimo
mentre, nel peggiore, sono riversate su loro
stesse a causa dagli effetti dovuti al pessimo
vino valensiano. Non manca chi cerca di ri-
tagliarsi un momento di passione dietro una
piccola cappella o chi, cogliendo l’occasio-
ne, è intento ad alleggerire qualche tasca.
Davanti ai personaggi, oltre un gruppo di
case che si estende lungo il sentiero, dal ci-
mitero verso il centro cittadino, si staglia la
città di Valensia, dalle caratteristiche piccole
abitazioni bianche con tetti piani, dalle fine-
stre decorate con fiori colorati e dal profumo
di mare che giunge dalla baia. Dalle vie illu-
minate della città si odono risate, musiche,
canti e spari, che arrivano rumorosi alle orec-
chie dei personaggi (sempre che le abbiano).

Esplorando il cimitero i morti possono
scoprire diverse cose utili, oltre a notare al-
cuni dettagli che, al momento, sembreranno
inspiegabili.
Che Trucco è Questo?: Tutti gli abi-
tanti collassati nel cimitero sono vestiti con
abiti e trucchi caratteristici: i loro volti sem-
brano maschere mostruose o teschi colorati
mentre i lunghi abiti sono impreziositi da
sbuffi voluminosi e colori a dir poco sgar-
gianti. Guardandosi bene, i personaggi non
sembrano affatto fuori luogo qui.
Offerte? Per Noi?: Spostando qualche
corpo sonnecchiante, i morti verranno incu-
riositi dalle offerte che circondano le bare.
Tra questi oggetti si trovano cibo, cimeli di
famiglia, gioielli e persino qualcosa di utile
per i nostri morti:
2 bottigliette di Succo d’Anima, 1 Fetic-
cio Fermaiella, 1 rotolo di Nastro Ectoade-
sivo e 1 Contenitore Sottomorto medio.
Trafugandoli, tuttavia, si corre il rischio
di venir scambiati per furfanti o di entrare in
concorrenza con qualche losco tombarolo.
Petali Sfuggenti: Con un 💀test di
Sensorialità (6+) è possibile notare che in
alcune aree del cimitero si trovano dei pic-
coli mucchietti di petali viola scuro. Con un
💀 test di Natura (7+) si potranno identi-
ficare come una particolare specie di ca-
lendula che probabilmente cresce solo in
quella regione. Il loro colore non è la sola
stranezza che li caratterizza: se i morti pro-
vano anche solo ad avvicinarsi, un dolce
venticello disperderà altrove i petali, sfug-
gendo al loro tocco.
Tutti, persino il più ubriaco tra i pre-
senti, saprà dire (o meglio, farfugliare) ai
personaggi che L’Ocarina Sorda si trova
nel porto della città. La strada che separa il
piccolo cimitero dal porto non è lunga, ma
attraverserà inevitabilmente tutta la città e i
suoi grandi festeggiamenti.
63
BAGORDI IN CITTÀ
Questa fase servirà al Traghettatore per
far assaporare i pericoli di Valensia e per
mostrare ai personaggi in che modo la città
sia stata plasmata dalla legge della moneta.
Di seguito vengono elencati una serie
di incontri tra i quali il Traghettatore può
attingere in ogni momento e che danno il
loro meglio quando ostacolano i personaggi
e scombussolano i loro piani.
TESTA O CROCE
Che la Festa Cominci!: I personaggi
vengono separati perché investiti da una pa-
rata di folla in delirio, carri con fiori colorati
e fantocci di scheletri sovradimensionati in
cartapesta. I morti potrebbero venire scam-
biati per figuranti in costume oppure accom-
pagnati sui coloratissimi carri colmi di fiori,
ballerini indiavolati e offerte funebri. Non
sarà facile uscire da questa bolgia.
Mano alle Monete: Un ubriaco viene
malamente cacciato da una locanda, cadendo
sui personaggi. Lo sconosciuto, in un impeto
rabbioso, deciderà di prendersela con uno di
loro, invocando la legge della moneta.
“Ti vincolo alla legge della moneta
e, se vincerò, tutti i tuoi abiti cadranno
a brandelli!”
Se il disperato perderà il lancio, oltre a
subire la ritorsione della Moneta del Fato,
verrà visto perdersi nei vicoli lasciando die-
tro di sé alcuni petali neri.
Passione di Ferro: Nel mezzo di una
via del centro, un gruppo di mariachi sta
suonando una serenata al balcone di una
bellissima ragazza. Intorno a loro si è for-
mata una piccola folla danzante quando,
improvvisamente, irrompe sulla scena una
seconda banda. La musica s’interrompe,
i due gruppi si squadrano rapidamente e,
dopo un breve e tesissimo stallo, scoppia
uno scontro a fuoco che getta nel caos la via
e i vicoli circostanti. I personaggi si ritro-
vano tra i due fuochi, coinvolti nello scon-
tro, e possono agire in favore di uno dei due
gruppi o cercare di tirarsene fuori, non sen-
za prendersi qualche proiettile.
TESTA O CROCE 64

Piccoli Cuori Randangi: Questo è l’u-
nico incontro che il Traghettatore dovreb-
be proporre nelle prime fasi dell’avventura
poiché interessa la trama principale.
I morti vengono accerchiati da un grup-
po di bambini vestiti e truccati per la festa,
che cercano di intenerire i personaggi nel
tentativo di ottenere dolci e piccole offer-
te. Ciò di cui i personaggi sono all’oscuro è
che gli infanti siano complici di una truffa:
il loro compito è quello di distrarre le vitti-
me mentre alcuni ladri, di soppiatto, com-
pletano il borseggio. Sono membri della
banda dei Cuorandagi, guidata dall’eccen-
trico Ramon.
Con un 💀test di Banditismo (5+) è
possibile scoprire l’inganno ed evitare così
di essere derubati, ma sarà comunque im-
possibile acciuffare i ladri, che in ogni caso
si dilegueranno lasciando a terra un mes-
saggio enigmatico.
“Ci dispiace, ma sei stato deruba-
to da un Cuorandagio. Suvvia, non è il
caso di farne un dramma, anzi! Se vuoi
puoi continuare ad aiutarci! Come? È
molto semplice: quando in città incon-
trerai un’anima sola e affranta, accendi
un piccolo cero sulla sua finestra e noi
l’aiuteremo.”
Vino che Scende Bene: Da una via se-
condaria, che si inerpica verso le alte perife-
rie della città, piombano improvvisamente
dozzine di botti piene di vino valensiano,
ben noto per la sua pessima qualità. I fusti
corrono lungo la discesa e travolgono tut-
to e tutti, compresi i personaggi. L’impatto,
oltre a causare 3 danni non letali a ciascuno
dei personaggi (evitabili effettuando un 💀
test di Atletica (7+)), li travolge con una
sensazione di ubriachezza tipica più dei vi-
venti che non dei morti.
65
Il Sonno della
Memoria Genera Mostri
“Se solo avessi accettato la mia romantica
proposta, non mi troverei costretto a suonar-
ti una delle mie serenate. A dirla tutta poi,
penso sia meglio evitare le ballate e passare
direttamente a una bella marcia funebre.”
TESTA O CROCE
[Desperado, il Gaudiovivo Innamorato]
Una volta che i personaggi saranno ri-
usciti ad attraversare la città, più o meno
difficilmente, arriveranno finalmente al
porto di Valensia dove non sarà difficile in-
dividuare L’Ocarina Sorda, fra baracche di
pescatori e imbarcazioni ormeggiate.
La locanda de L’Ocarina Sorda è la
perfetta incarnazione dello spirito della
città e di ciò che sta vivendo in questa
peculiare giornata: un caos rumoroso,
ebbro, gioioso, romantico a volte, ma a
tratti imprevedibile e violento.
L’oste Heliodoro è un omone corpu-
lento e ridanciano, il perfetto padrone di
casa nonostante l’atmosfera delirante.
Non sarà molto semplice parlare con
Heliodoro, visti i bagordi sfrenati, ma i per-
sonaggi potranno avere l’occasione di una
breve chiacchierata tra schiamazzi, bicchieri
frantumati e qualche scazzottata al bancone.
Chiedendo del Soldo Bucato non otter-
ranno informazioni utili, tuttavia non sarà
difficile capire la sua particolare ostilità ver-
so le Monete del Fato e tutto ciò che riguar-
da l’amagia. Le monete maledette, racconta
con tristezza, gli hanno portato via tutto ciò
che aveva di più caro. Alle sue spalle si può
vedere un quadretto in cui è ritratto abbrac-
ciato a una giovane ragazza dai lunghi ca-
pelli neri, legati con un nastro rosso. Sulla
cornice è scritto Heliodoro e Dorotea.
A parte questo, l’oste suggerirà qualche
luogo misterioso che, a sua detta, potrebbe
rappresentare un buon punto d’inizio per
le indagini.
 66
Moli Svaniti: Si trovano nella parte più
remota e meno frequentata del porto di Va-
lensia, spesso immersa in una fitta nebbia
che la brezza marina non riesce a disperde-
re. Sono il rifugio ideale per bande di ladri,
ricettatori e canaglie di vario genere. Chi sa
muoversi in certi ambienti, laggiù potrebbe
trovare cose davvero interessanti.
Quartieri Dimenticati: Pare che i quar-
tieri dimenticati siano un luogo sempre più
TESTA O CROCE
tetro e inquietante di cui nessuno ne com-
prende il motivo. I suoi abitanti a poco a
poco se ne sono andati, vittime di queste
sensazioni oscure, lasciando deserta quella
parte di città. Ora che la festa ha concentra-
to tutta la popolazione nelle vie centrali, po-
trebbe essere il momento ideale per scoprire
cosa nascondono.
La Rocca Silente: Appena fuori Valen-
sia, si trova una piccola torre abbandonata e
divorata dal tempo. Si tratta di un luogo in
rovina ignorato dai valensiani e di cui nes-
suno ricorda il motivo della sua costruzione.
D’un tratto, prima che i personaggi esca-
no dalla locanda, la scena viene rubata da
un individuo sinistro che si avvicina, pre-
sentandosi come Desperado, meglio cono-
sciuto come il Gaudiovivo Innamorato. In-
dossa una cappa nera che lascia intravedere
una pesante armatura lucente, sotto il braccio
tiene un elmo di raffinata fattezza e, cosa più
inquietante, decorato con un gran bel sorri-
so. Il sorriso reale, invece, sotto dei massicci
baffi a pettine, è fasullo quanto gelido.
Per il momento non farà altro che pre-
sentarsi ai personaggi, mostrandosi affabile
e persino amichevole, pur trasmettendo una
certa inquietudine nei suoi modi di fare.
Da questo momento Desperado, pur
sempre tenendo fede al suo modus operan-
di, agirà per eliminare i personaggi tentan-
do di affascinarli e di disorientarli e, quan-
do questo non sarà possibile, tentando di
ostacolare i loro piani. Dopo l’incontro alla
locanda, quindi, Desperado potrà riapparire
in un qualsiasi momento della storia, so-
prattutto nei più cruciali, fino a quando non
verrà sconfitto o reso inoffensivo.
Guida allo Scontro: se provo-
cato apertamente, Desperado non
rinuncerà ad attaccare i personag-
gi. Nel caso in cui il primo scontro
avvenga nella locanda, dopo due
round di combattimento il Gau-
diovivo se ne andrà, sparendo fra
le ombre del porto, per poi torna-
re saltuariamente a mostrarsi.
Desperado è un Araldo Sma-
gliante (vedi al capitolo 9 del Ma-
nuale Base, “Bestiario”).
INDAGINI IN CITTÀ
La fase che si apre dopo l’in-
contro alla locanda porterà i morti
alla scoperta di alcune zone della
città. La via che porta al Soldo Bu-
cato è quella che conduce alla rocca
abbandonata (descritta nella prossima
sezione), tuttavia l’esplorazione dei
quartieri dimenticati e dei moli svaniti
porterà a risvolti tutt’altro che secondari.

I Moli Svaniti
Nei pressi del porto di Valensia i fe-
steggiamenti diventano più intensi. Tutta-
via, avvicinandosi ai moli orientali, si nota
come la graduale diminuzione dei passanti
venga accompagnata da una nebbia che si fa
via via sempre più fitta, a indicare l’arrivo
ai moli svaniti. Non si può più procedere
senza sospettare a giusta guisa di ogni mini-
mo movimento o rumore.
In questa fase esplorativa i personaggi
potranno imbattersi nel nascondiglio di una
delle tante bande criminali che operano a Va-
lensia (a discrezione del Traghettatore), ar-
ricchendo l’incontro con i dettagli seguenti.
Nastro Blu: Quando la festa finirà, ov-
vero dopo la mezzanotte, diverse squadre di
ladri si riverseranno nelle strade per deru-
bare gli ubriachi e chi si attarda. Solo chi è
in possesso di uno specifico nastro azzurro
ricamato verrà lasciato in pace. Nel nascon-
diglio della banda si possono trovare tali
nastri, utili per evitare ulteriori problemi
dopo la fine dei festeggiamenti, altrimenti
possono anche essere donati ad altri abitanti
della città.
L’Ultimo Lancio: I ladri sono molto
preoccupati per l’operazione che stanno
pianificando, poiché molti di loro hanno
recentemente perso diversi lanci con le Mo-
nete del Fato. Temono di essere costretti a
farne altri, se scoperti, rischiando così di
perdere ancora una volta… l’ultima, per
essere precisi. Se uno dei banditi dovesse
perdere un lancio, i personaggi vedrebbero
lo sventurato scomparire in una nuvola di
petali neri.
Ladri di Ladri: Il covo dei banditi na-
sconde diverse cose utili, tuttavia per ripu-
lirlo senza farsi scoprire (passando così allo
scontro diretto) è necessario un 💀test di
Furtività (7+). Fra vestiti, cianfrusaglie
e argenteria, i personaggi possono trova-
re: 24 Eptini, due pistole (Arma da Fuoco
Leggera - Gittata Breve, 2 danni), un fucile
(Arma da Fuoco Pesante – Gittata Breve,
3 danni), 2 armature leggere (AD 1) e 1
scudo pesante.
67
Guida allo Scontro: I banditi di Valensia
sono Villici o Fanti Cenciosi (vedi al capitolo
9 del Manuale Base, “Bestiario”). Non com-
batteranno fino alla morte e scapperanno se
uno di loro cadrà a terra morto o nel momento
in cui due di loro o più avranno 3 o più ferite.
I Quartieri Dimenticati
I Quartieri Dimenticati, a est della città,
TESTA O CROCE
saranno lo scenario in cui i morti faranno il
loro primo incontro con i Cavi.
Camminare tra queste vie trasporterà
i personaggi in una dimensione totalmen-
te diversa da quella da cui provengono: le
case, i cortili e i vicoli che li circondano
sono immersi in un silenzio irreale e gli
unici suoni percepibili provengono dai fe-
steggiamenti in lontananza.
Nelle abitazioni non vi è alcun segno di
vita, la luce è quasi totalmente assente e i pe-
tali presenti nel cimitero sono sparsi ovunque.
Raggiungendo il cuore dei Quartieri Di-
menticati, il gruppo può notare che, di tanto
in tanto, le finestre di una casa vengono il-
luminate da una luce molto debole. In caso
decidessero di avvicinarsi, noteranno come
l’edificio sia circondato da sinistre creature
amagiche, intente ad osservare gli abitanti
al suo interno e affacciati alle finestre. Si
tratta di persone sole, deboli e affrante, ed è
possibile che il loro pianto arrivi alle orec-
chie dei personaggi prima che si accorgano
delle creature nascoste all’esterno.
Gli esseri, che spiano i cittadini im-
pauriti, si muovono nell’ombra come se
questa li accompagnasse in ogni loro
passo silenzioso. Ciascuno di loro è alto
come due adulti uno sopra all’altro e ciò
che li ricopre non è pelle ma petali di un
viola tenebroso. Non hanno testa, bocca
e neppure occhi, ma al centro del petto
sfoggiano un grande foro che permette
di guardarci attraverso. Le loro braccia
ciondolano affusolate e snodate come
tentacoli, mentre quelle che dovrebbe-
ro esser gambe, si assottigliano fino a
somigliare a spilli, rendendo un mistero
anche il loro semplice restare in piedi.
 68
I personaggi possono intervenire e scac-
ciare i Cavi, i quali si riveleranno avversari
tenaci ma inclini alla fuga (soprattutto se
danneggiati in maniera grave).
Potranno inoltre accendere un cero e ri-
chiamare così l’aiuto tempestivo della ban-
da dei Cuorandagi (vedi incontro casuale
“Piccoli Cuori Randagi”) capeggiata dal
loro capo, Ramon. Questa opzione può es-
sere un’ottima occasione per ottenere l’aiu-
TESTA O CROCE
to dei banditi nel prosieguo dell’avventura.
I Cuorandagi, dopotutto, saranno più che
disponibili a fornire supporto a qualunque
indagine che coinvolga le Monete del Fato
e l’oscuro destino che accomuna le persone
che abusano della legge della moneta.
Guida allo Scontro: In tutto ci sono
tre Cavi (vedi al capitolo 3, “Mostri dalla
Cripta”), ciascuno dei quali attaccherà su-
bito i personaggi qualora si avvicinassero,
ma senza spendere alcun PC per stabilire
l’ordine del combattimento. Se uno di loro
riceve 3 o più ferite, si allontanerà con fare
spaventato.
La Fortezza
Dimenticata
“Taci Canuto! Non abbiamo maledetto una
città intera per vivere assillati dalle tue la-
mentele! Non sarà il castello che sognava-
mo, ma è quello di cui avevamo bisogno.”
[Lucrecia, la Necroamante]
La rocca abbandonata, che tutti defini-
scono come un vecchio rudere abbandona-
to, è in realtà la dimora dei tre Necroamanti,
creatori delle Monete del Fato, che i perso-
naggi dovranno affrontare per portare a ter-
mine la loro impresa.
LO STUPIDO, LO STUPIDO E…
LO STUPIDO
La grande rocca, con le sue mura man-
giucchiate, appare desolata e in rovina, sim-
bolo perfetto di ciò in cui Valensia si sta ra-
pidamente tramutando dopo l’avvento della
legge della Moneta. Non che i sovrani ban-
diti, suoi ultimi abitanti, abbiano mai brillato
nell’amministrare la città, ma l’immagine di
questa fortezza decaduta trasmette l’anarchia
di un popolo che, probabilmente, non troverà
mai un regnante in grado di rappresentarla.
A differenza dei castelli di stampo me-
dievale, la rocca si sviluppa prevalentemen-
te in orizzontale: le mura che la difendono
non sono così alte ed è sprovvista di torri o
maschi svettanti sulle altre strutture. È piut-
tosto un borgo fortificato, un agglomerato
di abitazioni, magazzini, stalle e caserme
che convergono verso un palazzo centrale.
In passato sembra sia stata preda di innume-
revoli saccheggi.
Non sarà difficile penetrare sfruttando i
muri crollati ma una nutrita schiera di Cavi
renderà ogni tentativo di esplorazione più
difficile del previsto. Queste creature non
sembrano le stesse incontrate nei Quartieri
Dimenticati ma piuttosto una strana via di
mezzo tra dei servitori e dei guardiani della
fortezza. Con un 💀test di Amagia (6+) è
possibile notare che la loro volontà è eviden-
temente influenzata da qualcuno o qualcosa.
Con dei 💀test di Furtività (da 5+ a
8+) i personaggi potranno aggirare la loro
sorveglianza e avventurarsi fra le rovine
dalla fortezza, recuperando qua e là alcuni
oggetti utili, fra cui: 2 Contenitori Sotto-
morto piccoli, 12 Eptini, 1 licenza contraf-
fatta e una balestra (Arma Leggera - A Di-
stanza, Gittata Breve - Affondo danni).
Una volta raggiunto il grande salone del
palazzo centrale, i personaggi conosceran-
no finalmente la causa di tutti gli eventi che
hanno stravolto Valensia: i Necroamanti
Canuto, Macario e Lucrecia.

Si sa che il Necroamante medio non
brilla certo in intelligenza, ma questo
trio sembra portare tale verità a un livel-
lo più alto: a discapito del loro aspetto di
ultrasessantenni, litigano come tre moc-
ciosi viziati, bisticciando e lanciandosi
frecciatine l’un l’altro su chi sia il più
forte, il più intelligente e il più scaltro.
La donna sembra la più calma non-
ché carismatica, con il suo ampio col-
lare ad ali di pipistrello e un fisico che
tradisce la sua età avanzata. La sua
autorità è favorita, al contrario, dagli
altri due stregoni ingobbiti dall’età, con
occhi strabuzzanti e labbra contratte,
che evidenziano la loro già evidente
scioccaggine.
Forse un tempo potevano incutere
timore, ma oggi non rappresentano pra-
ticamente più alcuna minaccia.
Una volta avvistati i morti, i Necroa-
manti si presenteranno ben volentieri e, in-
terrogati, racconteranno la storia del Soldo
Bucato così come la ricordano:
I tre tornano nuovamente a bistic-
ciare per stabilire chi racconterà la
storia quando Lucrecia, battendo ru-
morosamente il tacco a terra, fa zittire
gli altri due, per poi iniziare a narrare:
“Giungemmo a Valensia al solo scopo
di rovesciare la monarchia. Allora era-
vamo DAVVERO scaltri e abili. Cream-
mo così le Monete del Fato, al fine di
mettere il potere decisionale nelle mani
dei cittadini, togliendolo ai banditi che
li governavano. Ora non ricordiamo più
come le distribuimmo, ma sicuramente
non ci siamo fatti notare! Ahimè, il tem-
po, e forse l’influenza stessa delle mone-
te, hanno ormai offuscato le nostre menti.
Ma ovviamente non ci limitammo
solo a questo, creammo infatti una
moneta speciale, il Soldo Bucato, con
il potere di assorbire una piccola par-
te dell’anima per ogni lancio perso.
Avrete sicuramente visto i nostri servi
dal cuore forato. Sono valensiani la cui
69
anima è stata completamente assorbi-
ta dal Soldo Bucato a causa delle loro
molteplici perdite ai lanci.
Oh, ma è da molto tempo che ab-
biamo perso il Soldo Bucato! Abbiamo
smesso di cercarlo, però, da quando
nessuno di noi è più in grado di ricorda-
re a cosa ci servisse. Tuttavia, ora che
ci penso, la sua sparizione coincise con
quella di un Cavo dal comportamento
TESTA O CROCE
molto singolare, che hanno visto ag-
girarsi per le strade del porto, con un
nastro rosso legato a una delle braccia.
C’è chi afferma persino di averlo sen-
tito piangere con singhiozzi femminei”.
La Cava di cui i Necroamanti parlano è
Dorotea, la figlia scomparsa di Heliodoro. I
personaggi potranno arrivare a questa rive-
lazione ricordando le parole dell’oste, non-
ché il quadretto alle sue spalle che ritraeva
la ragazza con un nastro rosso fra i capelli.
Per giungere alla conclusione dell’avventu-
ra, i morti dovranno tornare al porto e recu-
perare la reliquia dai petali di Dorotea.

A.A.Avventurieri Cercasi

Nel Regno Sacroturno Re
Papilio ha fatto un annuncio sul
Sacro Graal, un calice che pare
avere poteri amagici incredibili. Il
comunicato riguarda la formazione
di una squadra di ricerca com-
posta da sei Gaudiovivi, sotto il
comando di Reartu Penzolo.

Il “Sacro Graal” è qui da noi.
Si tratta dell’oggetto difettoso di
un Corredo del Morto che ha
il potere di essere sempre pieno
di vino. Si richiede a un gruppo
di morti valorosi di portarlo ai
Gaudiovivi prima che facciano
troppi danni.


 70
Le Sorti di Valensia
“Qualunque cosa accada, vedi di rinca-
sare prima della mezzanotte! Sai bene che
razza di canaglie si possono incontrare
quando la festa finisce.”
[Oliveiro El Grave,
Bandito dei Moli Svaniti]
TESTA O CROCE
Poco dopo il colloquio con i Necroamanti,
la mezzanotte viene annunciata da un grande
scampanare che risuona da ogni via della cit-
tà: il Giorno del Morto è appena finito.
L’ULTIMO RICORDO
DI DOROTEA
Come un fuoco di carta e sterpaglie, i fe-
steggiamenti al porto si sono spenti con la
velocità con cui erano divampati. Le strade
in breve tempo diventano deserte e le poche
persone ancora in giro, riescono a stento a
tenersi in piedi, cercando qualunque soste-
gno che li aiuti a percorrere la via di casa.
Non resta che recarsi nuovamente al
porto e trovare Dorotea. È un Cava molto
guardinga e, per individuarla fra i vicoletti
bui, è necessario un 💀test di Sensorialità
(7+). Dev’essere inoltre chiamata con il suo
nome e con estrema dolcezza, altrimenti
sarà impossibile avvicinarla.
Per rendere le ricerche ancor più compli-
cate, il Traghettatore può utilizzare tutti gli
spunti indicati in precedenza, come l’arrivo
di qualche criminale del porto o, se non è
ancora stato sconfitto, il Gaudiovivo Despe-
rado che in questa sua ultima apparizione
combatterà fino alla morte.
Superate queste sfide e raggiunta Doro-
tea, basterà chiederle con delicatezza di dar
loro il Soldo Bucato.
Ogni petalo dell’alta figura sem-
bra tremare, tanto che alcuni di essi
piovono dal suo corpo, adagiandosi
timidamente a terra. Il nastro rosso ac-
compagna il movimento fluente del suo
braccio, dal quale si materializza una
piccola moneta con un foro al centro.
Anche chi non ha mai visto un incante-
simo, è in grado di percepire il grande
potere di quell’oggetto semplicemente
guardandolo.
La creatura poi si stringe le braccia
intorno al corpo, flettendosi in un inchi-
no che potrebbe sembrare di ringrazia-
mento quanto di scusa. Un attimo dopo
riuscite a vederla svoltare in una viuzza
celata dalle ombre, in cui svanisce an-
cora una volta. L’ultima.
IL VALORE D’UN SOLDO BUCATO
Come aveva promesso, Narcisa atten-
derà i morti sull’altopiano a sud di Valensia.
Al loro arrivo si accorgeranno subito che
non sia sola ma, al contrario, accompagnata
da un piccolo esercito. Gli stendardi e i ves-
silli volteggianti dalle tende che circondano
la base dell’altopiano sono quelli dei Man-
silla (riconoscibili con un 💀test di Perso-
naggi e Casate (7+)) i precedenti regnanti
di Valensia. La committente, inoltre, non ha
più il velo a coprirle il volto che si mostra
senza pelle cadente o trasparente e con nes-
sun osso esposto. Narcisa è una vivente!
La dama si presenterà come ultima di-
scendente dei nobili banditi, antichi re-
gnanti di Valensia. Manifesterà, inoltre, la
sua intenzione a distruggere con un rituale
amagico il Soldo Bucato non appena sarà
in suo possesso e con esso tutte le Monete
del Fato, per poi marciare per le strade di
Valensia con i suoi soldati. Com’è facile in-
tuire, per lei non sarà difficile riconquistare
una città sonnecchiante che sta ancora smal-
tendo la sbornia dei festeggiamenti. Narcisa
inoltre assicurerà i morti sulla validità del

contratto, così come la ricompensa con do-
cumenti autentici, tranne le raccomandazio-
ni, che sono contraffatte.
Istinto Monarchico
Se i personaggi consegneranno la mo-
neta a Narcisa, otterranno le ricompense
pattuite, dopodiché potranno assistere alla
distruzione del Soldo Bucato e alla con-
71
Prendi e Metti in Tasca
Se i personaggi si rifiuteranno di conse-
gnare la moneta a Narcisa, questa ordinerà
ai suoi soldati di assalirli e prenderla con la
forza. Spetta a loro ora sfuggire al linciaggio
e decidere cosa fare del Soldo Bucato e delle
anime intrappolate al suo interno, consci del
fatto che un oggetto del genere, capace anche
di restare intatto una volta giunto nell’Orto,
farà gola a ogni singolo Custode delle Urne

seguente marcia sulla città che regalerà
qualche anima all’Orto. Prima che Narcisa
giunga alla rocca, i Necroamanti, avvertiti
i trambusti, se la saranno già data a gambe,
senza più il desiderio di tornare a Valensia.
Già alle prime luci dell’alba, la città sarà
di nuovo sotto lo stemma dei Mansilla e il
Giorno del Morto sarà abolito, in favore di
una settimana di festeggiamenti che pren-
derà il nome di Giornate di Narcisa.
TESTA O CROCE
di ogni mortopoli del Mondo Mora.
Narcisa dovrà aspettare un altro anno
prima di poter rientrare nell’Orto e tentare
così di impadronirsi del Soldo Bucato, ma
potrebbe anche ingaggiare qualche morto
mercenario per accelerare i suoi piani.
In ogni caso, una volta distrutto il Soldo
Bucato, i Cavi prenderanno nuovamente le
sembianze degli abitanti a cui le Monete
del Fato avevano rubato l’anima, compre-
sa Dorotea, che potrà finalmente ritornare
da suo padre.

Re Sviatatoslav, lo Spiantato

Sebbene alcuni possano definirla un demonio, la regina Canta Rina non è nata dalle
fiamme dell’inferno, ma da una madre e da un padre, ed è di quest’ultimo che voglio
parlarvi. Se non avete vissuto in una fossa (o se non ci siete rimasti bloccati dopo
la vostra dipartita) avrete già sentito nominare Re Sviatatoslav, il più grande sovrano
che il Regno Rasputio abbia mai avuto. Quando il Regno si trovava in guerra con
le terre a oriente, lontane da Stoltardia, Re Sviatatoslav fremeva per andare in prima
linea, raggiungendole a cavallo di Bisonte Nero, il cannone da battaglia di sua
stessa progettazione. Si vantava della potenza del suo gioiello, in grado di abbattere
anche le mura più solide e il reggimento più compatto. Il soprannome Lo Spiantato gli
è stato attribuito nell’Orto, dove è arrivato dopo essersi fatto legare a una delle palle
del cannone per farsi sparare oltre le mura di una fortezza. Solo parte del suo corpo è
arrivata dall’altra parte.

Potrai immaginare la sorpresa di tutti noi (e anche la sua) quando è arrivato nell’Orto
a cavallo del suo fedele cannone, legalmente rientrante fra gli oggetti del suo Corredo.
 Avventura di: Fantasika
Testi: Lollo B, Michele “Pauly” Carlucci, Monica Cecchetti, Emanuele Corno
Revisione: Francesco “Woodclaw” Castelli
Playtester: Daniele Albricci, Andrea “Driziel” Bergamelli, Michele “Pauly” Carlucci, Monica
Cecchetti, Emanuele Corno, Simone Erbeia, Daniele “Scudo” Scudiero, Marco “Schizzo” Taddei
Lunghezza: 3-4 sessioni
Livello di Rischio: 4
“Hai sentito delle nuovissime tessere a tacche di Walmort? Che dici, andiamo? Ho visto che è uscito il nuo-
vo modello di mise da bara da -Il Calzino Destro-, ed è pure firmato da Louis Morton! Ti prego caro!”

[Sertinia Mentalto, Duchessa delle Serate Mortane]

Con l’aumento di ospiti nell’Orto, le mortopoli diventarono decisamente più animate: sorsero nego-
zi, taverne, armerie e ogni tipo di servizio che un morto potesse desiderare. Non passò molto prima che
qualcuno pensasse di creare una struttura che potesse riunire assieme quanti più locali di questo genere.
Questa struttura oggi esiste e si chiama Walmort, il centro commerciale più famoso dell’Orto!
Visto che qui si può trovare davvero di tutto, non possono certo mancare gli articoli più loschi, pe-
ricolosi e soprattutto illeciti. Il centro stesso è costruito sopra una frontiera illegale, che veniva (e viene
tutt’ora) usata per il contrabbando con i mercati del mondo dei vivi. Da un po’ di tempo, tuttavia, la sua
funzione pare divenuta molto, molto più sinistra.

BACKGROUND
Da qualche giorno orde di clienti so-
vreccitati stanno letteralmente invadendo il
Walmort. La causa è l’avvento delle nuo-
vissime tessere a tacche, che si dice diano
la possibilità di ottenere premi fantastici
ed esclusivi. Come tutti, anche i perso-
naggi sono curiosi, tanto da arrivare a ri-
spondere all’annuncio di un certo Demizio
Collotetro, proprietario di un negozio di
musica del Walmort. Ha richiesto un ser-
vizio di disinfestazione per liberare il suo
negozio dalle muffe ectoplasmatiche che
gli stanno divorando strumenti e spartiti.
Di certo un’impresa affatto gloriosa, ma
almeno darà l’occasione di fare un po’ di
shopping!
SINOSSI
Quello che i morti non sanno è che al
Walmort, nel frattempo, tre ricercatori del
Regno Rasputio stanno sfruttando la frontie-
ra illegale, che sorge proprio nei sotterranei
del centro commerciale, per catturare mor-
ti ignari al fine di costruire la Morte-fata:
un’Arte-fata alimentata dalla necroamagia e
assemblata con metallo e membra morte.
Per riuscirvi, i tre hanno ideato un mali-
gno sistema di tessere a tacche, con lo sco-
po di rendere i morti dipendenti dallo shop-
ping. Ogni punto sulla tessera, infatti, oltre
ad avvicinare il cliente all’ambito premio di
un non meglio specificato “oggetto esclu-
sivo”, lo spinge sempre di più a fare altri
acquisti. Alla settima tacca, la Necroaman-
te Nina, mente del trio, diviene in grado di
sfruttare il potere della tessera per condurre
il morto ad attraversare la frontiera illegale,
che porta dritta fra le loro braccia.
I morti dovranno capire cosa sta succe-
dendo, destreggiandosi tra folle in preda
allo shopping compulsivo, negozianti nei
pasticci e loschi figuri che si aggirano per i
corridoi e le corsie, per poi arrivare dinnan-
zi ai ricercatori e alla Morte-fata… speran-
do di non diventarne parte.
73
MORTI (E VIVI) NON GIOCANTI
Bogdano Moccolo: Un piccoletto scal-
tro, schivo e vigliacco. Oltre a essere un fa-
moso amago, è anche un uomo di cultura
e un rinomato erudito. Collabora con Ugo
e Nina unicamente perché costretto dai so-
vrani di Rasputio, che lo hanno inviato sotto
copertura a indagare sugli esperimenti della
Morte-fata.
Nina del Mortis: Un tempo il suo co-
BENVENUTI A WALMORT
gnome era Montis, ma ha deciso di cam-
biarlo dopo aver abbracciato la dottrina Ne-
croamantica. È lei che ha ideato le tessere a
tacche e che ha corrotto il luogo di emersio-
ne della frontiera illegale di Walmort, per
far giungere i morti fra le sue braccia.
Peppone il Corto: Un Molle erculeo e
dalla poca pazienza (oltre che intelligenza),
caratterizzato da un bizzarro gonnellino in
feltro che sfoggia con orgoglio. È un morto
ormai completamente assoggettato a Nina
del Mortis. È stato lui, infatti, con l’aiuto
dei suoi scagnozzi, a eliminare i vecchi pro-
prietari del Walmort, trafugarne gli atti di
proprietà e a portarvi le tessere a tacche. Il
gonnellino che indossa fieramente è l’ogget-
to con cui Nina lo controlla, e lo stesso con
cui mostra la sua stazza sovrumana. Tolto
quello, infatti, diventa un tappetto gracilino.
Ugo Svalbardio: Alchimista a cui si
deve la realizzazione dei progetti della
Morte-fata. Grosso, grasso e dalla voce to-
nante, è assolutamente convinto che non vi
sia nulla di meglio di un morto molto grosso
per eliminarne molti altri. Il suo è un inte-
resse puramente scientifico, condito da una
folle brama di potere.

A.A.Avventurieri Cercasi

Un Necroamante del Regno
Rasputio ha aperto una rivendita
di pezzi di ricambio per morti,
con forti sconti. Va fermato
prima che ci prenda sottogamba.
 74
Benvenuti
al Walmort
“Prevedo che in un futuro molto lontano,
luoghi come questo tappezzeranno il mon-
do dei vivi. E allora, sarà il caos. Un caos
che neanche quaggiù hanno mai visto!”
[Rottario Rotulendro,
BENVENUTI A WALMORT
inserviente del Walmort]
il Walmort è il più grande (nonché il
solo) centro commerciale dell’Orto, situato
al limitare della mortopoli, fra la frontiera
del Regno Mamatera e quella del Regno
Lugubrio.
Tutti sanno come arrivare al Walmort.
In pochi sanno come uscirne… senza aver
comprato niente!
Nota che in alternativa per iniziare l’av-
ventura è possibile scegliere uno qualsiasi
tra i problemi di negozi e negozianti elen-
cati più avanti.
Il polo commerciale ha una caratteri-
stica struttura a bara (la più appropria-
ta per accogliere gli abitanti dell’Orto)
costruita in legno marcescente di prima
qualità e del colore di un feretro lascia-
to troppo tempo sotto terra. Il tutto è vi-
stosamente drappeggiato da grandi teli
funerari in raso, cangianti dal viola al
rosso spento. Le finestre ricordano i fori
causati nelle casse da morto da topi e
vermi e l’illuminazione interna è forni-
ta da una moltitudine di candelabri e di
fiaccole tremolanti.
Come in ogni ora, anche adesso il
piazzale antistante l’ingresso brulica di
morti che escono trascinando pesanti
borsoni pieni di articoli o che si affret-
tano ad entrare per riempire le bisacce
e svuotare i borselli.
Appena entrati vi trovate nella pas-
seggiata centrale gremita di morti e lar-
ga abbastanza da lasciare ampio spazio
per osservare le vetrine dei negozi, senza
causare ingorghi o rallentamenti. Un
gruppetto di piccoli Ventosi vi sfreccia
accanto, divertendosi a zigzagare tra
la folla fino a passarci letteralmente
attraverso.
Ovunque sorridenti negozianti ac-
colgono e servono i clienti, gettando
un’occhiata compiacente a chiunque
passeggi incrociando il loro sguardo.
All’entrata una coppia di morti distri-
buisce degli ossi di seppia, spiegando che
si tratta delle nuovissime tessere a tacche
del Walmort. Un lato mostra la mappa del
centro commerciale, mentre l’altro è adibito
all’accumulo di tacche. Per ogni 10 buoni
di spesa presso uno dei molteplici negozi,
il proprietario segna una tacca con l’ausilio
di uno speciale taglierino. Arrivati a 7 tac-
che, il cliente riceve un non meglio definito
“oggetto amagico gratuito”, ritirabile pres-
so L’Ufficio in Fondo al Corridoio (esatto, è
proprio così che si chiama).
Con un 💀test di Amagia (8+) sarà pos-
sibile capire che la tessera sia essa stessa un
oggetto amagico (anche se non sarà possibi-
le potenziarlo tramite l’acquisto di licenze)
che, all’aumentare delle tacche, fa crescere
nel possessore il desiderio di fare compere.
Con un 💀test di Sensorialità (8+) sulla
folla si possono infatti notare moltissimi
morti diretti all’uscita, fare poi dietro front
lamentando di essersi scordati qualcosa. Si
infilano subito in un altro negozio per rice-
vere qualche altra tacca, fino a quando non
diventano schiavi della Necroamante Nina.
Un altro modo per accumulare tacche
è svolgere particolari servizi ai negozianti,
che le potranno proporre come pagamento
al posto dei buoni.
Giunti al Walmort i morti potranno
esplorarlo liberamente, tenendo conto che:
- Se uno di loro dovesse completare la
tessera, dovrà effettuare un 💀test di Ama-
gia (7+) o cadere imbambolato sotto l’in-
cantesimo della Necroamante, che farà sì
che si diriga all’Ufficio in Fondo al Corri-
doio (vedi “Pazzi per lo Shopping”);

- Nel caso portassero a termine due mis-
sioni dei negozianti o se cercassero di uscire
dal Walmort, verranno avvicinati dai loschi
figuri della banda di Peppone il Corto (vedi
“Peppone il Corto e i suoi Scagnozzi”);
- Se arrivassero a scoprire cosa sta suc-
cedendo, noteranno una figura incappuccia-
ta e sfuggente (uno degli scagnozzi di Pep-
pone) andare verso una delle due porte in
fondo al corridoio, oltre i negozi. Seguen-
dola (test di Furtività (7+)) arriveranno
fino ai sotterranei e, quindi, all'Ufficio in
Fondo al Corridoio. Se falliscono il test, la
figura si accorgerà di loro e scapperà ad av-
vertire i ricercatori (in entrambi i casi, vedi
“I Sotterranei del Walmort”).
INCONTRI CASUALI
I corridoi del Walmort sono un posto si-
curo… di solito.
Ogni volta che il Traghettatore lo deside-
ra, mentre i morti si aggiranno per i corridoi
del centro commerciale, può tirare 1d10 e
confrontare il risultato con la lista sottostan-
te. Se il risultato non comprende nessuno di
questi eventi, allora non succede niente.
Gli eventi possono avvenire una volta sola.
Il Falsario (3)
I giocatori vengono avvicinati da un
Ventoso dall’aria anonima e fin troppo so-
spetta, che gli propone di falsificare 3 tacche
sulla tessera per la modica cifra di 17 buoni.
Le tacche sono autentiche e avranno lo
stesso effetto di quelle normali, compreso il
desiderio crescente di fare acquisti.
Il Bizzarro Complottista (7)
Camminando lungo il corridoio, i gio-
catori verranno avvicinati da un Molle
malmesso e in avanzato stato di decompo-
sizione pustolentica, che alterna farfuglii
incomprensibili a grida assordanti, mentre
continua a guardarsi intorno con fare para-
noico. Fra le frasi comprensibili, dice cose
come “Shhh, loro sentono! Loro osserva-
no… Shhh!” o “LORO ci vogliono tutti
nell’Inferno del Mal di Denti!”
75
Se lasciato parlare, arriverà anche a dire
“Lo sapete che nei sotterranei ci sono delle
ossa? E una porta, NON DIMENTICATEVI
LA PORTA! La porta per i giardini del re,
quello viverniano!” e infine “I beccamor-
ti sono pazzi e la loro pazzia è contagiosa!
Tutta colpa dell’ectocolla. L’ectocolla vie-
ne usata dai poteri forti per controllarci,
come marionette!”
Se interrogato non dirà altro, limitandosi
BENVENUTI A WALMORT
a ripetere continuamente le stesse frasi, per
poi accostarsi ad altri clienti e ricominciare
con i suoi deliri.
Teiere Fameliche (10)
D’un tratto, delle grida allarmanti scop-
piano proprio dietro ai morti che, voltando-
si, vedranno cinque grosse teiere sbeccate e
dotate di denti aguzzi, saltellargli incontro.
Non sembrano amichevoli. Al contrario,
sembrano affamate
Guida allo Scontro: Le teiere sono
Scrigni Famelici (Bauli Dentuti) (vedi al ca-
pitolo 9 del Manuale Base, “Bestiario”) ma
con sole 5 ferite e nessun parametro di AD.
Con un’azione a difficoltà 6+ e 2 Punti
Anima, la teiera può sputare un getto di ec-
toplasma bollente che riceve +2 al tiro per
colpire (Arma Leggera – A Distanza, Gitta-
ta Breve – Da Fiamma, 2 danni).
LUOGHI E NEGOZI
DEL WALMORT
È ora di mettere mano al portafogli e di
avventurarsi nella giungla di negozi del Wal-
mort, con i suoi beni esotici, i servizi sconta-
ti e i negozianti che si affannano per attirare
clienti come mosche sulla m… ercanzia!
Sebbene sia a dir poco febbrile l’atmo-
sfera del Walmort da quando sono miste-
riosamente comparse le tessere a tacche, i
morti che possono permettersi di spendere
ben 70 buoni sono pochi (sebbene questo
non impedisca agli altri di ingolfare i ne-
gozi). Quei pochi, tuttavia, sono già nelle
grinfie dei tre ricercatori.
 76
Armeria “Il Paradiso Della Rotula”
La vostra spada vi ha salutato? Il vostro
arco si è ammosciato? La vostra armatura
si è ammaccata? Niente paura: Il Paradi-
so della Rotula è la soluzione! Scudenzio
Lunghistesi, il Molle che gestisce il nego-
zio, potrebbe insultarvi (a ripetizione) per
come trattate i vostri averi, ma offrendogli
un bel bicchiere di qualsiasi-cosa-di-forte
(meglio se parecchi), diventerà amiche-
BENVENUTI A WALMORT
vole nonché disposto a mostrare la sua…
merce particolare.
Nel negozio sono disponibili armi, ar-
mature e scudi sia normali che potenziabili
tramite Licenze (vedi al capitolo 6 del Ma-
nuale Base, “Corredo del Morto”).
Retrobottega: Una volta rabbonito,
Scudenzio mostrerà gli articoli più partico-
lari, giunti grazie ai malamortosi che fre-
quentano il centro commerciale, che com-
prendono Ampolle dei Poteri Rubati e Pezzi
di Corredo Trafugati (vedi al capitolo 6 del
Manuale Base, “Corredo del Morto”).
Farmacia “T’Incollo Il Collo”
Il gestore Nicolajus Della Croce, mas-
siccio e tarchiato Ventoso, continua il suo
lavoro da vivo anche nell’Orto, rassicuran-
do tutti i clienti sul loro stato di salute. Nel
caso sia decisamente compromesso (e già
star nell’Orto non è proprio una festa) vi
consolerà con un bonario: “Su, su: un po’ di
ectocolla e passa tutto!”
Riserva di Calcio: Nicolajus ha biso-
gno di qualcuno che vada a recuperare al-
meno 4 ossa di bestie amagiche decedute,
grandi almeno quanto il femore di orco o
la testa di un gobbalin. Il farmacista spiega
che gli servono per produrre la Glittocolla,
uno speciale tipo di ectocolla che ha la ca-
ratteristica di essere coperta da piccoli pun-
tini luminosi, simili a glitter. Per ogni osso
consegnato (massimo 6) pagherà 5 buoni.
Se i personaggi faranno ritorno da Nico-
lajus dopo un paio di giorni, questi darà loro
un campione gratuito di Glittocolla che, ol-
tre ai normali effetti, è in grado di curare 4
PA. Tuttavia, se la si consuma più di una
volta al giorno, il morto perde i propri Po-
teri del Morto per 4 ore… chissà cosa c’è
davvero dentro!

Libreria “Le Mille E Una Morte”
Tomi polverosi e smangiucchiati, per-
gamene crepitanti di inutili consigli della
nonna e opuscoli contro l’artrite sono i ca-
polavori che troverete in questa libreria am-
muffita. Pauliandro Micucci, l’ispido Secco
libraio e proprietario, vi aiuterà a trovare
quello che state cercando, sempre che sia
disposto a venderlo (è abbastanza geloso
dei suoi libri!).
Avido di Sapere: Il libraio sta cercando
di recuperare un tomo chiamato “Anatomia
Comparata Malformante”, attualmente in
possesso del famoso alchimista Ugo Sval-
bardio. In cambio del suo ritrovamento,
prometterà ai personaggi un compenso di
ben 30 buoni e 2 tacche sulla tessera cia-
scuno. Se questi accetteranno, Pauliandro
indicherà loro la posizione del passaggio
che porta alla frontiera illegale del Walmort
(vedi “Sotto Walmort”).
Negozio di Contenitori Sotto-Morto
“Il Barattolo”
Avete trovato un tesoro nel mondo dei
vivi? Bravi! E adesso come intendete con-
servarlo? Bleggio Cravasto, Molle baratto-
laio, ha il Contenitore Sottomorto su misura
per ogni bene da proteggere dalla decaden-
za dell’Orto.
Boom di Acquisti: Una rapida occhiata
sugli scaffali è sufficiente per notare come
le mensole siano piuttosto spoglie. Se inter-
rogato, Bleggio spiegherà che, dall’avven-
to delle tessere, gli affari stanno andando a
gonfie vele e molti più clienti sono interes-
sati all’acquisto, specialmente qualche lo-
sco figuro che si aggira per il Walmort.
Negozio Di Musica “Messa Da Requiem”
Entrando si notano immediatamente le
pile di spartiti malconci e di strumenti tarla-
ti ma, soprattutto, l’assenza del negoziante.
Si ode una melodia lamentosa venire da un
angolo buio dello stanzone dove, fra stru-
menti a corda e a fiato dalle fogge (e consi-
stenze) più disparate, le corde di un vecchio
liuto vengono pizzicate senza che nessuna
mano le stia toccando. Niente di arcano: in
77
realtà è il proprietario, Demizio Collotetro,
che, grazie ai suoi poteri di Infestatore, per
passare il tempo si impossessa degli stru-
menti del negozio.
Maledette Muffe!: Demizio ha un pro-
blema di infestazione di muffe ectopla-
smatiche: ammassi spugnosi di un verde
luminescente che divorano la carta degli
spartiti e il già fragile legno degli strumenti.
Se riusciranno a eliminarle senza rovinare
BENVENUTI A WALMORT
gli strumenti, darà loro 10 buoni a testa. Le
muffe si trovano agli angoli superiori del
muro e lungo tutte le pareti dietro agli scaf-
fali; sono estremamente appiccicose e si at-
taccano a qualsiasi superficie con cui entra-
no in contatto. È possibile grattarle via con
un 💀test di Manualità (7+) o bruciarle.
In quest’ultimo caso, però, le fiamme lam-
biranno strumenti e spartiti, mandando su
tutte le furie Demizio, che getterà i morti
fuori a calci senza pagarli.
Negozi di Vestiti “Il Calzino Sinistro”
e “Il Calzino Destro”
Volete rinnovare il vostro look? Sma-
niate per essere i trapassati più al passo coi
tempi? Acquistando in uno di questi due
negozi sarete i più cool dell’Orto! Il pro-
prietario del Calzino Sinistro, Teofrasio
Buddini, è un Ventoso elegante e altezzo-
so, che passa la maggior parte del tempo a
guardare dall’alto in basso i clienti, almeno
finché non acquistano gli abiti che, con fare
invadente, sceglie appositamente per loro.
L’altra sua occupazione principale è parlare
male di Gurlunda Quartidimanzo, proprieta-
ria del “Calzino Destro”, altro negozio di ve-
stiti proprio davanti a questo. Gurlunda è una
Molle fascinosa (per quanto possibile), ele-
gante ed estremamente altezzosa. Inutile dire
che i due si odiano a morte. Letteralmente.
“Ma Come ti Desti?”: Teofrasio e Gur-
lunda passano la maggior parte del tempo
a urlarsi contro da un lato all’altro del cor-
ridoio principale. Per calmarli (seppur mo-
mentaneamente) sarà necessario un 💀test
di Intrattenimento (6+) così da attirare la
loro attenzione sul primo passante vestito
male. A questo punto sarà possibile parla-
re con uno dei due a scelta. Sia Teofrasio
 78
che Gurlunda intendono creare una linea di
capi d’abbigliamento che testimoni la dura
vita nei Campi di Sale. Perciò, in base a chi
decideranno di aiutare, questi chiederà ai
personaggi di andare a recuperare gli abiti
di avventurieri morti-morti nelle lande sel-
vagge dell’Orto.
Sono disposti a pagare 10 buoni ogni
4 capi di vestiario (al massimo 16 capi).
Il negozio che si deciderà di aiutare avrà
BENVENUTI A WALMORT
grande lustro e sorpasserà di gran lunga la
fama dell'altro
Osteria “L’Oca ‘Nda ‘Rrosto”
Centro nevralgico della movida dell’Or-
to, la L’Oca ‘Nda ‘Rrosto è una tappa fissa
per tutti i visitatori del Walmort. L’ottima
(si fa per dire) birra di palude e l’aromatico
vino di ceneri vengono serviti nella cornice
di un locale arredato per somigliare a una
grande tavolata dopo un lauto banchetto: le
sedie e i tavoli in ossa di morterna sono get-
tati alla rinfusa, le tovaglie in pelli arrostite
sono perennemente macchiate e ammassi di
stracci spugnosi variopinti sono appiccicati
alle pareti, mimando resti di cibo scagliati
da un tavolo all’altro.
Questa movimentata osteria è gestita da
Cornelio Gallo, un Molle di bassa statura
e dal pessimo carattere, sempre accompa-
gnato dal suo amabile e iracondo pennuto
non-morto: Ceppo. Benché conosca parec-
chie dicerie e pettegolezzi, Cornelio tende a
farsi i fatti propri e, a meno di essere ade-
guatamente “motivato”, risponde a qualsia-
si domanda emettendo un rutto mefitico.
Dicerie… di Petto: Con 5 buoni, Cor-
nelio parlerà di tutti gli altri negozi e dei
loro problemi, oltre a mettere in guardia i
morti da un certo Peppone il Corto, un co-
losso nerboruto che si circonda di brutti cef-
fi e che pare importunare chiunque voglia
uscire dal Walmort senza aver fatto abba-
stanza compere.
Ristorante “Il Re Sepolto”
Dove il gusto di morto è di casa.
Il Re Sepolto è il ristorante più frequen-
tato del Walmort. Giupitio Grassocci, cuoco
e proprietario, è un Secco convinto di essere
un luminare della cucina, ma la mancanza
di lingua e palato lo rendono poco affidabi-
le. Assaggiare i suoi piatti è come giocare
a freccette con un cieco: potrebbe colpire
il bersaglio quanto gli altri giocatori. Il suo
piatto più famoso è il Biancomangiare, pre-
parato con farina di ossa, una spruzzata di
ectoplasma e crisantemi tritati fini.
VenTOPI: Ultimamente Giupitio ha
avuto problemi con alcuni elusivi ratti fan-
tasma, che saccheggiano la dispensa e bu-
cano i sacchi di farina d’osso facendo un
vero macello. Lo chef è disposto a pagare
15 buoni ciascuno se lo riusciranno a libera-
re dai ratti. Per farlo è necessario un 💀test
di Animalismo 7+ oppure ingaggiare uno
scontro all’ultima mestolata, che metterà a
soqquadro la cucina e farà scendere il com-
penso da 15 a 10 buoni.
Guida allo scontro: I ratti fantasma agi-
scono come un solo bersaglio e sono con-
siderati una bestia amagica (6 danni) con
6 Punti Anima totali e le abilità Atletica e
Furtività. Attaccano tramite il morso (Arma
Leggera – Contatto – Affondo, 2 danni).
Con un’azione a difficoltà 7+ e 2 Punti Ani-
ma, i ratti possono ricoprire il corpo di un
bersaglio che per liberarsi deve effettuare
un 💀test di Atletica (6+) all’inizio di ogni
suo turno, oppure ricevere 2 danni automa-
tici. È possibile attaccare normalmente i rat-
ti anche se ricoprono un bersaglio, dal quale
si possono staccare durante il loro turno con
un’azione.
Fintanto che sono sul corpo di un bersa-
glio possono attaccarlo con il morso rice-
vendo +2 al tiro per colpire.
Sotto Walmort
I due accessi ai sotterranei si trovano
lungo i muri perimetrali della struttura, vi-
cini a Il Barattolo e la farmacia T’Incollo il
Collo. Le porte sono sorvegliate dagli uo-
mini di Peppone il Corto e per superarli sarà
necessario un 💀test di Furtività (7+).
Se i personaggi vengono scoperti, vedi
“Peppone Il Corto E I Suoi Scagnozzi”.

SPA “La Morte Ti Fa Bella”
Volete una ventata di freschezza nella
vostra mefitica vita? Desiderate ravvivare
il vostro look cadaverico? Il Riposo Eter-
no vi stressa? I muscoli che non avete più
sono tutti incriccati? Godetevi un salubre
trattamento con fanghi del camposanto o
un rilassante massaggio su pietra tombale.
Le sapienti mani del Secco Vannio Marchio
sapranno farvi rinascere!
PAZZI PER LO SHOPPING
Se uno o più personaggi completano
la tessera punti, verranno avvicinati dagli
sgherri di Peppone il Corto, che li inviterà
a riscattare il premio dirigendosi all'Uffi-
cio in Fondo al Corridoio. Appena scese
le scale, chi ha sette tacche sulla propria
tesserà perderà il controllo delle sue azio-
ni e si limiterà a percorrere a passo svelto
il corridoio fino ad attraversare la porta in
fondo (vedi “Egli Vive!”).
Ancora un’altra Tacca
“Non lo faccio per soldi e neanche per la
fama. Lo faccio perché posso farlo. E poi
perché mi stavo annoiando.”
[Nina del Mortis,
Necroamante del Regno Rasputio]
Ora basta gironzolare per i negozi e tra-
cannare liquami in taverna. In questa se-
zione vengono presentati gli scenari finali
dell’avventura, i punti salienti e l’incontro
con i ricercatori e la temibile Morte-fata.

A. A.Avventurieri Cercasi

Donzella in pericolo. Una
giovane è stata catturata da
sette gobbalin risorti mentre
era andata a porgere i saluti
alla nonna. Richiesto intervento
immediato.
79
PEPPONE IL CORTO
E I SUOI SCAGNOZZI
Peppone il Corto si aggira per il Walmort
come un cane da guardia, circondato da tre
scagnozzi che lo seguono ovunque vada,
mentre altri quattro badano ai due ingressi
verso i sotterranei. Questi non sanno niente
del controllo che Nina ha esteso sul loro capo,
né sono abbastanza intelligenti per arrivarci
BENVENUTI A WALMORT
da soli. Sono però ben consapevoli che sia
grazie a lui che ora controllano il Walmort,
sebbene si guardino dal dirlo in giro.
Nel caso si realizzino i due scenari de-
scritti nella sezione Benvenuti a Walmort,
Peppone e i suoi si avvicineranno ai perso-
naggi con un’offerta di lavoro, consistente nel
recuperare il cappuccio di un Beccamorto.
Dopo essersi presentato come “Pep-
pone il Corto”, nome che tradisce la
sua enorme stazza, con un’altezza su-
periore ai due metri, il gorilla fetente si
mostrerà molto amichevole, spiegando
il lavoro che ha in mente di proporvi
mentre vi spinge nuovamente fra la folla
del centro commerciale. Con entrambe
le braccia spalancate, cinge due di voi,
schizzando tutt’intorno fiotti di saliva
putrida e zaffate di sigaro masticato.
“Sapete, vi ho visto in giro e so rico-
noscere il talento quando lo vedo! Nei
Campi di Sale a ovest di qui, a circa due
ore di cammino, pare si aggiri questo
Beccamorto ok? È proprio una vera
SECCATURA e ha già fatto SECCHI
quattro dei miei. Ahahah, capita l’asso-
nanza…?
Comunque, voglio la sua testa; o
meglio, il suo cappuccio, cosicché pos-
sa vantarmi di averlo abbattuto. Avrete
una ricompensa generosa: una tessera
COMPLETA per ciascuno! Sapete, ho
le conoscenze giuste qua dentro!”
 80
In realtà il cappuccio del Beccamor-
to serve ai tre ricercatori per completare
la Morte-fata e, se riusciranno ad abbat-
terlo, saranno loro stessi a riportarglielo.
Effettuando un 💀test di Amagia (7+) su
Peppone si potrà percepire che il gonnelli-
no è un oggetto dagli strani poteri arcani e
indubbiamente fabbricato dalle mani di un
Necroamante.
Se i personaggi rifiuteranno il lavoro,
BENVENUTI A WALMORT
Peppone li lascerà andare per la loro strada,
ma sarà pronto ad attaccarli se li troverà a
sgattaiolare nei sotterranei.
Guida allo Scontro: Peppone è un Mol-
le di tipo Carnefrolla, con 9 Punti Anima e
le capacità Furia Molle e Riserva Energe-
tica (vedi al capitolo 7 del Manuale Base,
“Corpo del Morto”); è inoltre equipaggiato
con un’armatura leggera, un Maglio Tozzo
(Arma Pesante - Contatto - Contusione, 3
danni) e il Gonnellino Sconcio, che aumen-
ta di 1 i danni letali e i danni misti che può
ricevere prima di morire-morie.
I suoi scagnozzi sono invece Sentinelle
di Quartiere (vedi al capitolo 9 del Manuale
Base, “Bestiario”) e sfruttano la capacità
Protezione Sempre Garantita per protegge-
re Peppone. Inoltre, al posto della capacità
Allarme! hanno Rissa Caotica che, con un’a-
zione e al costo di 3 Punti Anima, gli con-
sente di effettuare un attacco gratuito contro
un bersaglio che è stato appena colpito da un
altro scagnozzo, anche se non è il suo turno.
Nota che questa capacità può essere sfruttata
una sola volta per combattimento.
Cacciatori di… Cappucci
Se i personaggi accetteranno l’impre-
sa, una volta giunti nel luogo indicato da
Peppone, dovranno individuare la tana del
Beccamorto. Per farlo, saranno necessari
un 💀test di Sensorialità (6+) o di Natu-
ra (6+), per individuare due grandi solchi
lasciati dalle falci del Beccamorto e che, se
seguiti, porteranno proprio davanti al suo
sorriso agghiacciante.
Se invece non riusciranno a trovarlo nel
giro di una mezz’ora, sarà questo a piomba-
re loro addosso cogliendoli di sorpresa.
Guida allo Scontro: Il Beccamorto
(vedi al capitolo 9 del Manuale Base, “Be-
stiario”) appare ferito (10 danni anziché
15) e una delle sue catene è mezza rotta (-1
ai tiri per colpire), forse a causa di un recen-
te scontro. Che un altro gruppo di morti sia
stato mandato lì da Peppone?
Se i personaggi riusciranno nell’impre-
sa, tornando al Walmort con il cappuccio
del Beccamorto, troveranno gli scagnozzi
di Peppone che diranno loro di andare nel
suo ufficio, la cui posizione coincide con
L’Ufficio in Fondo al Corridoio.
I Sotterranei del Walmort
Una volta attraversata una delle due por-
te, i morti si troveranno di fronte a una tor-
tuosa scala che si perde nell’oscurità, arri-
vando a un tetro corridoio in cui si alternano
una serie di porte sbarrate in ferro. La porta
in fondo al corridoio è socchiusa e pare non
esserci neanche un lembo di luce. In realtà è
la frontiera illegale! Attraversandola i morti
si troveranno nel mondo dei vivi.
IL LABORATORIO
I morti emergeranno in una piccola
chiazza di terra smossa circondata da una
recinzione sgangherata. Davanti a loro si
trova una struttura in rovina che, attraverso
le finestre illuminate, lascia intravedere una
grande quantità di scaffali colmi di libri.
Tutt’intorno il paesaggio è spoglio e freddo.
Con un 💀test di Geografia (6+) potranno
capire di trovarsi nel Regno Rasputio.
Una volta entrati in quella che pare esse-
re una grande cattedrale, tramite un 💀test
di Personaggi e Casate (7+) i personaggi
potranno anche individuare il tomo “Ana-
tomia Comparata Malformante” cercato dal
libraio del Walmort (vedi “Luoghi e Negozi
del Walmort”).
La struttura è scarsamente illuminata dal
fuoco stanco di una dozzina di torce ma, no-
nostante ciò, è visibile un enorme portone
sul lato ovest, che conduce nel laboratorio
dei tre ricercatori.

Al centro di un vasto stanzone cir-
colare vedete quello che sembra un
tavolo da sperimentazione alchemica
ingombro di alambicchi, pozioni e stra-
ni liquidi fumanti. La parete opposta
all’ingresso è occupata da una sagoma
alta circa tre metri, coperta da un telo
in parte scostato a lasciar intravedere
un’enorme mano rigonfia e coperta di
cicatrici. Sul muro attorno alla sago-
ma ci sono strani simboli esoterici che
emettono una luce violacea e che, assie-
me a fiaccole dalla luce incerta, illumi-
nano debolmente la stanza.
In un angolo si trova una grossa ca-
tasta di oggetti gettati alla rinfusa ma,
a rendere il tutto più inquietante, sono
i lamenti costanti provenienti da un
grande pozzo situato vicino al tavolo,
chiuso da una grata metallica.
Mentre osservate questo sinistro
scenario, tre figure sbucano dall’om-
bra: una donna magrissima e cada-
verica, vestita con gli abiti tipici dei
Necroamanti, e due uomini: uno molto
alto e altrettanto grasso, e uno basso,
vagamente simile a un roditore, che si
guarda intorno ansiosamente. L’uomo
grasso si avvicina alla grata e, pic-
chiando il piede sopra di essa grida
“Silenzio, maledetti mucchi di putri-
dume!”. Dopodiché la donna si lamen-
ta fra sé e sé: “Altro materiale? Avevo
detto a quello sciocco di Peppone di
far ritirare le tessere!”
La donna è la Necroamante Nina del
Mortis, il piccoletto è l’amago Bogdano
Moccolo e l’uomo corpulento è l’alchimista
Ugo Svalbardio.
A questo punto, essendo nel mondo dei
vivi, la tessera perderà man mano i suoi po-
teri, finché lentamente tutti i morti assog-
gettati dal suo potere ritorneranno in sé. Se
interrogati, i tre ricercatori diranno ai per-
sonaggi qual è il piano dietro alle tessere
del Walmort, il cui uso è mirato ad attirare
quanti più morti nella loro trappola, al fine
di sminuzzarli e prendere le parti miglio-
81
ri per creare una grande Arte-fata di carne
morta, più ubbidiente di quelle classiche.
A questo punto ai personaggi verrà data la
possibilità di lasciare il laboratorio sulle pro-
prie gambe (o almeno su una delle due) se ac-
cetteranno di portargli il cappuccio di un Bec-
camorto (lo stesso di cui parlava Peppone).
Se i personaggi l’hanno già con loro,
potranno semplicemente decidere se conse-
gnarglielo o meno. Se invece non ce l’hanno
BENVENUTI A WALMORT
ma accetteranno di recuperarlo, dovranno
tornare nell’Orto per compiere l’impresa,
mentre uno di loro verrà tenuto in ostaggio
nel laboratorio come garanzia.
Egli Vive (più o meno…)!
Se i personaggi decideranno di conse-
gnare il cappuccio ai ricercatori, la Necroa-
mante si farà avanti afferrandolo avidamen-
te e urlando di gioia come una bambina.
A questo punto, i tre si metteranno subito
all’opera: Ugo scosterà il velo dalla sagoma
rivelando il colosso di carne, mentre Bogda-
no farà lievitare il cappuccio del Beccamor-
to fino a farlo posare laddove c’è soltanto
un supporto sferico di ferro, che dovrebbe
ricordare una testa.
Lo straccio nerastro, che fra le sue
pieghe mostra ancora il ghigno malva-
gio del Beccamorto, si adagia attorno
alla sfera metallica, emettendo una luce
verdastra che subito si espande a tutto
il resto del corpo. D’un tratto il colos-
so inizia a muoversi, agitando il corpo
formato da pezzi di cadaveri di foggia
e colori fra i più disparati, pistoni che
ora si agitano in balzi sbuffanti e grossi
rivetti di metallo a tenere fermo il grot-
tesco mosaico cadaverico.
Tuttavia, già dai primi momenti,
sembra essere tutto meno che ubbidien-
te, in quanto le sue braccia iniziano ad
agitarsi contro i tre ricercatori, sca-
gliandoli in ogni direzione della stanza.
 82
Bogdano fuggirà in preda al terrore non
appena rialzatosi, mentre la Morte-fata si
divertirà a strapazzare Nina e Ugo fino al
trapasso, per poi attaccare i personaggi.
Guida allo Scontro: Qualora i perso-
naggi attacchino la Morte-fata (vedi al ca-
pitolo 3, “Mostri dalla Cripta”) prima che
abbia eliminato Nina e Ugo, si getterà con-
tro di loro. In questo caso, la Necroaman-
BENVENUTI A WALMORT
te e l’alchimista si limiteranno ad assistere
allo scontro, per poi attaccare chi alla fine
rimarrà in piedi.
Nina è una Poser Oscura (vedi al capitolo
9 del Manuale Base, “Bestiario”), mentre
Ugo è un Umano Incantatore con 7 PC; è
inoltre equipaggiato con un Gettafiamme
(vedi al capitolo 6 del Manuale Base, “Cor-
redo del Morto”) e con delle Bombe di Gas
Allucinogeno (gittata media) che hanno lo
stesso effetto dell’incantesimo Ipnosi Sem-
plice (vedi al capitolo 6 del Manuale Base,
“Corredo del Morto”).
Quasi Senza Testa
Se i personaggi attaccheranno i ricer-
catori o si rifiuteranno di dare loro il cap-
puccio del Beccamorto, Bogdano attiverà
l’Arte-fata che, sebbene non sia ancora
pronta ad attivarsi, comanderà grazie a un
ingombrante telecomando cosparso di val-
vole, che dovrebbe aiutarlo a dirigerne i
movimenti.
Il piccolo ometto si affanna ad affer-
rare quello che sembra essere un bloc-
co malmesso di legno e cavi, ma la cui
funzione diventa chiara non appena il
colosso carnoso inizia a muoversi scon-
nessamente, agitando il corpo formato
da pezzi di cadaveri di foggia e colori
fra i più disparati, pistoni che ora sus-
sultano in balzi sbuffanti e grossi rivetti
di metallo a tenere fermo il grottesco
mosaico cadaverico.

Guida allo Scontro: I profili sono gli
stessi precedentemente descritti, con la
differenza che in questo caso la Morte-fata
agirà solo nel turno di Bogdano, che dovrà
spendere una delle sue azioni per fargliene
compiere una. Nina e Ugo invece agiran-
no normalmente, allo scopo di abbattere i
personaggi.
Nota che in ciascuno dei due scenari,
83
di creazione della Morte-fata, ideata per es-
sere la prima Arte-fata sotto il comando di
viventi in grado di abbattere i morti. Oltre a
questo, troveranno anche… gli atti di pro-
prietà del Walmort!
Se i personaggi decideranno di tener-
li per sé otterranno il controllo del centro
commerciale, con tutto ciò che ne consegue,
dai sostanziosi ricavi in buoni agli obblighi
riguardo al pagamento delle utenze; senza

con un 💀test di Manualità (7+) i perso-
naggi potranno aprire la grata che chiude
il pozzo, liberando i 4 morti rinchiusi al
suo interno. Se il combattimento è ancora
in corso, questi recupereranno le loro armi
dal mucchio di oggetti nell’angolo della
stanza, aiutandoli.
IL DESTINO DEL WALMORT
Finito lo scontro o se i personaggi avran-
no il modo di esplorare il laboratorio, po-
tranno trovare il diario contenente i progetti
BENVENUTI A WALMORT
poi parlare dell’umore dei negozianti, da
tenere sotto controllo per evitare degli spia-
cevoli scioperi! Questi documenti, tutta-
via, attestano la proprietà di un edificio che
comprende una frontiera illegale. Dunque
il suo possesso, qualora venisse scoperto,
potrebbe far apparire più di un Marchio del
Disonore sulle teste dei nuovi proprietari
(oltre a portare alla confisca dell’edificio!).
Se invece porteranno gli atti di proprietà
a un Musone dell’Orto degli uffici del Cas-
sasto, riceveranno in cambio 60 buoni, 3 li-
cenze e 1 raccomandazione a testa.

La Tana del Crisantemo

Si dice che da qualche parte, nel sottosuolo nel Regno Mamatera, si trovi una
preziosa reliquia appartenente al regno dei morti: il Crisantemo Scarlatto.
Nonostante il suo nome, non si tratta di un fiore, ma di una sfera di energia
creata dai Signori dell’Orto per comunicare con i viventi. Dovete infatti sapere
che in un tempo molto lontano i sovrani dell’Orto se ne andavano passeggiando in
superficie, dove antiche tribù li vedevano come divinità oscure. Come biasimarli.
Per cercare di spiegare loro chi fossero in realtà, non avendo altro mezzo a
disposizione, crearono il Crisantemo Scarlatto. Toccandolo, i viventi potevano
parlare direttamente con i Signori dell’Orto, ascoltandone i pensieri. Non essendo
però abituati a ragionare nel nostro idioma, i Signori dell’Orto ottennero l’effetto
contrario, comunicando un insieme di frasi orribili, agghiaccianti e sinistre,
confermando così la loro forma diabolica e tenebrosa.

Fu con immensa rabbia che i Signori dell’Orto scagliarono il Crisantemo nel
terreno ma, invece di romperlo, affondò nelle profondità del Regno Mamatera. Si
trova ancora laggiù, pronto a essere toccato da chiunque sia curioso di sapere cosa
frulla in testa a un’ombra di trenta metri.


 Avventura di: Caldera
Testi: Claudia Cirillo e Simone Zambardino
Revisione: Daniele Bruno, Alessandro Mattia Chiappetta, Claudia Cirillo, Pakito Longofilo e Simone Zambardino
Playtester: Associazione Caldera al completo!
Lunghezza: 1-3 sessioni
Livello di Rischio: 3
“Rimani sempre vigile, concentrato sul bersaglio e sulla mercanzia. E soprattutto… non perdere la testa!”

[Capo, capobanda della gang dei Mortinfidi]

L’Orto: il luogo più “vivo” (si fa per dire) e pieno di attività sulla faccia della terra (e sotto) da dopo
l’avvento dell’amagia! Abitato da una così grande moltitudine di morti desiderosi di vivere (sempre si fa
per dire) ancora tante avventure, da dare origine ogni giorno a numerose storie. E ogni giorno, più spesso
di quanto ci si aspetti, esse si intrecciano in maniera inaspettata, imprevedibile e paradossale.
Quest’avventura ne è un esempio perfetto: essa è composta da tre parti, che possono essere giocate
da un unico gruppo in tre sessioni diverse o in multitavolo con tre gruppi differenti in un’unica sessione.
Le parti di cui si compone quest’avventura vengono descritte facendo riferimento a un unico gruppo
di giocatori ma, nel caso di multitavolo, varierà il modo in cui entreranno in contatto con i committenti
delle varie imprese.

BACKGROUND
Nel Regno Sacroturno vi è un piccolo
paesello, vittima da anni degli esperimenti
folli di Mastro Geppone: alchimista autodi-
datta e fucina di idee fallimentari. Sarà pro-
prio la sua ultima invenzione, una macchi-
na amagica impazzita creata da un grosso
ceppo che spingerà Mastro Fragola, un al-
tro alchimista e amico di Mastro Geppone,
a chiedere aiuto ai nostri “eroi” allo scopo
di fermare la creatura, che vaga liberamen-
te attaccando chiunque le si pari davanti.
Quello che gli avventurieri non sanno è
che la situazione è più complicata di quan-
to sembri, e quella che appariva come una
semplice missione è solo l’inizio di un’av-
ventura colma di intrighi, voltafaccia e lotte
per il potere tra la malavita dell’Orto.
SINOSSI
Nonostante ciò che si dice, i numerosi
danni causati da Ceppo sono dovuti alla sua
smodata vivacità mista a goffaggine, oltre a
un’ingenuità quasi infantile; tutto ciò porta le
sue azioni a essere spesso fraintese e perce-
pite come violente… anche perché lo sono.
Ad aver incontrato la ferocia di Ceppo,
oltre ai cittadini di Callenze, è stata una
banda di morti criminali che, avendo accet-
tato la stessa missione che Mastro Fragola
proporrà ai personaggi, sono andati a cac-
cia dell’Arte-fata. Durante lo scontro però,
i defunti hanno avuto la peggio e dopo che
il loro capo (di nome Capo) è stato deca-
pitato (l’ironia…), sono fuggiti spaventati,
lasciando lì testa e copricapo.
Ora, è importante sapere che all’inter-
no di questa banda di derelitti, il ruolo del
leader viene assegnato al membro che in-
dossa uno speciale cappello del Corredo del
Morto. Proprio per questo motivo Bel Phe-
dora, uno dei sottoposti di Capo, ha deciso
di approfittare della situazione, tornando
quindi a recuperare il prezioso cappello e
assumendo così il ruolo di nuovo capoban-
da. Tuttavia, inebriato dal nuovo status, du-
rante la fuga da Ceppo anche Bel Phedora
ha perso la testa, sbattendo contro il ramo di
un albero (sempre più ironico, vero?).
85
Vagando alla cieca nel tentativo di tro-
vare il sentiero per recuperare la sua testa, il
morto è stato catturato dai cittadini del vil-
laggio di Zeppo Cornacchia, che hanno de-
ciso di farne uno spaventapasseri cosicché
badi agli stormi di corvi che da mesi non
danno pace alle loro colture. La sua testa,
nel frattempo, è stata ritrovata da una com-
briccola di gobbalin defunti in emersione
nel mondo dei vivi, che l’hanno portata nel
IL GRATTACAPO
loro nascondiglio nei Campi di Sale.
Lo so, sembra impossibile credere a una
storia così assurda e inverosimile, ma ogni
evento appena narrato è un fatto accertabile.
A crederci maggiormente dovranno essere
i nostri eroi, i quali si troveranno involon-
tariamente (e a loro insaputa) ad aiutare i
morti decapitati a recuperare teste, corpi e
cappello, per poi dover rimettere tutto nel
posto giusto.
MORTI (E VIVI) NON GIOCANTI
Capo (corpo): Eh già, si chiama proprio
così! Tornato nell’Orto senza testa (e senza
cappello!), Capo è stato abbandonato dai
suoi compagni dopo qualche giorno, ormai
privo di ogni rispetto. Passa il suo tempo
alla ricerca di qualcuno che lo possa aiutare
a recuperare la cosa senza la quale non può
più vivere (o morire o… vabbè, avete capi-
to) e che ha per lui un’importanza primaria:
il cappello!
Capo (testa): La testa di Capo è la vera
MENTE del gruppo di vagabondi, un tempo
sotto il suo comando. Una testa autoritaria,
austera e dallo sguardo incattivito da una
vita di brigantaggio. Tutto sommato, una
bella testa.
Ceppo: È l’Arte-fata creata da Mastro
Geppone, un grosso pezzo di legno dalla
forma di un burattino, con tanto di cappello
a punta e lungo naso. Come tutte le creazio-
ni di Mastro Geppone, anche Ceppo è sta-
to fallimentare; tuttavia non si è limitato a
sfuggire al controllo del suo padrone, ma lo
ha anche malmenato a morte! Si è poi reca-
to nella città di Callenze, che infesta con la
sua “violenta e distruttiva goffaggine”.
 86
Bel Phedora (corpo): Criminale mem-
bro della banda di Capo, autore del furto del
cappello e vittima di un destino crudele e
beffardo. Una volta decapitato, infatti, si è
ritrovato vittima di un villaggio governato
da un Gaudiovivo, che ha deciso di usarne il
corpo come spaventapasseri riempiendolo
di paglia e piazzandogli una zucca sorriden-
te laddove un tempo c’era la testa. Se pensate
però che questo non sia abbastanza, vi basti
IL GRATTACAPO
sapere che alla testa è andata anche peggio.
Bel Phedora (testa): Rapita dai Gob-
babig, un gruppo di Gobbalin palestrati che
l’hanno portata al loro covo nei Campi di
Sale e gettata in un campo di Tapis Roulant
amagici (sì, avete letto bene!) dove rotola
e impreca urlando, ora dopo ora, in attesa
che qualcuno la salvi. La fortuna vuole che
Capo sia più interessato a recuperare il suo
cappello (ancora ben piazzato sulla testa del
ladro) che la sua testa, quindi Bel Phedora,
tutto sommato, ha buone probabilità di ve-
nire tratto in salvo da chi verrà mandato alla
ricerca del cappello.
Mastro Fragola: Prima di rimane-
re strozzato a causa di una fragola, di cui
andava ghiotto, questo alchimista regalò a
Mastro Geppone il grosso ceppo da cui poi
è nato… Ceppo. Una volta saputi i disastri
causati dalla creazione del suo amico, ha
iniziato a reclutare avventurieri nell’Orto
nella speranza di trovare qualcuno che fos-
se in grado di fermarla. È un Secco gentile,
che nella sua posa ingobbita mostra il peso di
anni di duro lavoro e di invenzioni brillanti.
Mastro Geppone: Alchimista dal carat-
tere buono e affabile, ha dato vita al ceppo
regalatogli da Mastro Fragola. Come tutte
le sue creazioni, tuttavia, Ceppo si è rivela-
to dannoso per lui, quanto per la sua città.
Dopo essere stato ucciso da Ceppo è risorto
come Ventoso ma, anziché risolvere i suoi
Conti in Sospeso, passa tutto il suo tempo
chiuso in casa a piangere disperato per il de-
stino toccato agli abitanti di Callenze.
Il Burattino - Sessione 1
“C’era una volta.... - Un re! -, diranno
subito i miei giovani lettori. No, c’era una
volta un ceppo di legno!
E ogni volta che arrivava, facevi meglio a
scappare se non volevi ritrovarti nell’Orto
in un batter d’occhio (tempi burocratici
permettendo).”
[Mastro Fragola,
Alchimista del Regno Sacroturno]
In questa prima sessione lo scopo dei
morti sarà quello di emergere nel cimitero
del piccolo paesino di Callenze, nel Regno
Sacroturno, per sconfiggere Ceppo, una
creatura di legno amagico intagliata a fog-
gia di burattino e ora sfuggita al controllo
del suo creatore.
UNA SCHEGGIA FASTIDIOSA
Mentre i personaggi staranno gozzovi-
gliando in una taverna (che originalità, eh?)
verranno interrotti da un Secco vegliardo,
che li prega di aiutarli con un’impresa tanto
urgente quanto cruciale.
Il vecchio Secco si presenta sempli-
cemente come l’alchimista Mastro Fra-
gola. Il nome ha un’origine facilmente
intuibile: alla base del collo, adagiate
sullo sterno, sono infatti ben visibili due
grosse fragole avvizzite, più che proba-
bile causa della sua morte. “Vedete, mi
sento responsabile di un increscioso in-
cidente. Anni fa regalai a un mio amico,
tale Mastro Geppone, alchimista come
me, seppur dilettante, un grosso ceppo
di legno intriso di amagia. Lo avevo
fortunosamente sradicato io stesso, non
visto dalle creature amagiche della zona.
Pensavo che l’amagia potesse bi-
lanciare le scarse qualità pratiche del
mio amico; sono stato ingenuo, ma non
avevo intenzione di fare alcun male! Le
scarse capacità di Mastro Geppone,
unite all’amagia del ceppo, diedero vita
a un enorme burattino che prese vita,

ma non come un balocco per intrattene-
re i più piccoli, bensì come una macchi-
na amagica impazzita ed estremamente
pericolosa. Il mio amico doveva ancora
darle un nome, quando il burattino fece
di lui la sua prima vittima. Nel corso
degli anni nessuno è riuscito a sconfig-
gere il soprannominato Ceppo (e nessu-
no a quanto pare aveva voglia di dargli
un nome fantasioso), lasciando così che
continuasse a seminare il panico nel
paesino di Callenze e dintorni. Ho già
chiesto ad altri avventurieri di aiutar-
mi in questa impresa, ma sono fuggiti
al primo incontro o sono stati spediti
nell’aldilà senza neanche il tempo di
timbrare il Certificato di Morte.
Se voi ci riuscirete, vi darò 40 buo-
ni e 2 licenze ciascuno e farò anche in
modo che chi di voi abbatterà Ceppo
abbia una raccomandazione. Aiutate-
mi, vi prego!”
Mastro Fragola indicherà dove abiti Ma-
stro Geppone. Se andranno a trovarlo, sarà
barricato in casa, sopraffatto dalla vergogna
e dai sensi di colpa, interessato a non vedere
nessuno. Non ha nemmeno la forza di risol-
vere uno dei suoi Conti in Sospeso più im-
portanti, che coincide proprio con l’impresa
richiesta da Mastro Fragola.
Pronti a emergere, i morti dovranno re-
carsi alla frontiera di Stoltardia, dove il Mu-
sone al banco comunicherà loro che Callen-
ze non sia considerato particolarmente
pericoloso, avendo un livello
di rischio pari a 1, qua-
si prossimo allo 0. La
frontiera è comoda-
mente collegata con
il modesto cimitero
del paesino.
87
Dopo che vi siete scrollati la terra
di dosso, vedete aprirsi davanti a voi un
tipico paesino pianeggiante di Sacro-
turno, con piazze, stradine e vicoli mol-
to pittoreschi, ma di un colore bianco
smorto. Quelle che un tempo dovevano
essere state graziose casette, sono ora
coperte di edera che si innalza dalle pa-
reti in pietra fino ai tetti rossi, mostran-
do a poco a poco un villaggio lasciato
all’incuria del tempo. Dev’essere stata
IL GRATTACAPO
una ridente cittadina non molti anni fa,
ma adesso appare semi deserta, mentre
i pochi abitanti che vedete si stanno af-
frettando a rientrare in casa.
I callenzesi non stanno scappando dai
morti, dei quali non hanno alcuna paura ma,
come diranno se interrogati, fuggono dall’ar-
rivo del burattino demoniaco, che è stato av-
vistato pochi minuti prima nella piazza del
mercato. Le voci corrono veloci a Callenze,
grazie a un ingegnoso sistema di funi e cavi
visibili al di sopra dei tetti e che i cittadini
usano per spostarsi da una parte all’altra del-
la cittadina con rapidità. Certo, le morti per
cadute accidentali sono aumentate esponen-
zialmente dall’introduzione di questo inge-
gnoso metodo, ma ogni callenzese è pronto
ad affermare che non ci sia nessunissima
correlazione.
 88
UN CAPO DI TROPPO
Che i personaggi si dirigano nella piazza
del villaggio o che comincino a esplorarlo
senza meta, d’un tratto qualcuno cercherà
di attirare la loro attenzione con un insisten-
te “Psst ehi! Ehi sono qui!”. A parlare è la
testa di un morto, abbandonata su una pan-
china (o, qualora stessero usando il sistema
di corde soprelevate, su un terrazzo o dentro
una cesta per i panni).
IL GRATTACAPO
La testa dirà di chiamarsi Capo e di es-
sere il boss di uno dei tanti gruppi di avven-
turieri mandati a sconfiggere Ceppo. Ciò
che chiede è di essere riportato nell’Orto;
racconterà di come lui e la sua banda sia-
no stati sbaragliati dal burattino e di come
lui sia stato decapitato e lasciato lì dai suoi
compagni, i quali si sono premurati di por-
tare nell’Orto solo il suo corpo.
Con un 💀test di Attitudine al Bandi-
tismo (6+) sarà possibile riconoscere Capo
come il boss di una banda di criminali che,
tanto in vita quanto nel trapasso, sono soliti
portare avanti affari illeciti in ambo i mondi.
Se scoperta la sua vera identità, o se
invogliato a parlare di sé (Capo è notoria-
mente un grande egocentrico), dirà anche
che lui e i suoi compari siano soliti fingersi
rispettosi avventurieri allo scopo di imbro-
gliare qualche committente gonzo. È così
che hanno incontrato Mastro Fragola.
Se interrogato sul perché i suoi compa-
gni non siano tornati a riprenderlo, Capo
mentirà dicendo che è perché se la fanno
sotto di incontrare di nuovo il burattino. La
verità, che potranno strappargli di bocca
deridendolo o trattandolo con sufficienza, è
che i suoi uomini hanno perso rispetto per
lui da quando il suo sottoposto, Bel Phe-
dora, è tornato di soppiatto a togliergli di
testa il suo prezioso cappello, simbolo che
nella loro banda stabilisce chi abbia il di-
ritto di comandare.
Finito il dialogo con Capo si comince-
ranno a vedere panchine scaraventate in aria
e alberelli sradicati gettati in ogni direzione:
sintomo che Ceppo stia arrivando! Se Capo
verrà portato con i personaggi, darà loro due
informazioni utili per sconfiggere il buratti-
no: teme il fuoco più di ogni altra cosa, oltre
a danneggiarlo gravemente, e, nonostante sia
una macchina, è un po’ tonto e può essere
facilmente distratto se gli viene lanciato in
testa qualcosa di abbastanza duro.
È dunque tempo di elaborare un piano,
prima di vedersi staccare la testa di dosso!
Guida allo Scontro: Ceppo è un’Ar-
te-fata (vedi al capitolo 9 del Manuale
Base, “Bestiario”) composta da Botte di
Ottone (12 danni, AD 2), Zampette (5 metri
per azione), Propulsione a Scoppio (+2 ai
danni inflitti) e Caldaia Amagica (+2 PC);
è inoltre equipaggiato con il Martello del
Mastro (Arma Pesante - Contatto – Contu-
sione, 3 danni). Contro di lui, tutti i danni
da fiamma ignorano l’AD e ricevono +1 ai
danni.
Sconfitto il burattino, i morti potranno
tornare nell’Orto, ma non prima di essere
portati in trionfo dagli abitanti di Callenze,
usciti in massa dalle proprie abitazioni per
festeggiare l’abbattimento del burattino.
Una volta nell’Orto, la testa di Capo ver-
rà immediatamente sequestrata dal Musone
della frontiera per degli accertamenti, volti
a stabilire la sua identità e a ricongiungerlo
con il suo corpo, magari dopo averlo segna-
to con un Marchio del Disonore.
Inoltre, in aggiunta alla ricompensa di
Mastro Fragola, riceveranno anche 15 Buo-
ni e 1 Licenza ciascuno.
Nota Multitavolo: Giungendo nell’Orto
e portando con sé la testa di Capo, questa
non verrà presa in consegna dai Musoni.
Qui, infatti, i personaggi di questo gruppo
si incontreranno con gli altri aventi la testa
e il corpo di Bel Phedora.
Riceveranno ugualmente la ricompensa
di Mastro Fragola.

Corri Testa - Sessione 2
“Guarda, non mi scocciano gli allenamenti
estenuanti, le corse senza fine e il coach,
che diventa sempre più duro man mano che
ci avviciniamo alla partita… però la palla
che mi urla insulti e oscenità ogni volta che
la calcio mi sembra un po’ troppo, ecco.”
[Zatlan Gobbalinovich,
capitano titolare dei Gobbabig]
L’obbiettivo di questa seconda missione
prevede che i personaggi accompagnino il
corpo di Capo a recuperare quella che cre-
dono essere la sua testa, dispersa nei Campi
di Sale. Capo, in realtà, se ne frega della te-
sta e vuole unicamente recuperare il prezio-
so cappello, ora sul suo rivale, con il quale
potrà finalmente tornare a capeggiare la sua
banda. Insomma, un sacco di capi e di teste.
PARLA PIÙ FORTE
Tornati soddisfatti nella solita taver-
na, dopo essere stati premiati per la loro
impresa, proprio dopo il primo brindisi i
personaggi vengono interrotti un’altra vol-
ta, ma stavolta... da un corpo senza testa!
Sbattendo contro ogni tavolo, muro e sedia,
il morto cercherà in tutti i modi di attirare
l’attenzione dei personaggi indicando insi-
stentemente in una direzione.
Nel caso in cui i personaggi abbiano
fatto la conoscenza di Capo, potrebbero
facilmente realizzare che quel corpo gli
appartenga. In ogni caso questi continuerà
a insistere puntando in una direzione che,
seguita, i personaggi capiranno che con-
duca nei Campi di Sale. Nota che è inutile
cercare di dialogare con il corpo di Capo:
tanto non sente! Per non perderli di “vista”,
infatti, resterà sempre a contatto con uno di
loro, afferrandolo per le vesti o avvinghian-
dosi fastidiosamente a lui.
89
Il corpo del morto ha un abbiglia-
mento decisamente appariscente, com-
posto da pantaloni a righe azzurre e
gialle, camicia arancio, giacchetta
nera corta con grossi bottoni dorati e
un fazzoletto rosso intorno al collo che,
ovviamente, gli cade in continuazione.
Si esprime freneticamente gestico-
lando, intagliando frasi sconnesse sui
tavolacci della taverna e usando quello
che potrebbe essere un codice morse (o
IL GRATTACAPO
solo un modo per fare ancora più rumo-
re) sbattendo piatti, cucchiai e boccali.
Ad un certo punto afferra una saliera
e cominciare a condirvi q.b., forse per
attirare la vostra attenzione giusto pri-
ma di mostrarvi una bella quantità di
buoni, coi quali sembrerebbe disposto a
pagare questa impresa.
Dopotutto, il conto alla taverna non
si paga certo da solo.
Accompagnati dal corpo di Capo, i no-
stri eroi si avvieranno verso i Campi di Sale,
superando nel giro di un’ora: una lugubre
foresta di alberi morti-ma-non-troppo, che
tentano di ghermirli con i propri rami; una
pila di bambole di porcellana rotte che sem-
brano seguirli con lo sguardo; una distesa di
ruote di carro abbandonate. Intorno a que-
ste ultime potrebbero notare una moltitudi-
ne di piccole impronte che, esaminate con
un 💀test di Natura (6+) o uno di Amagia
(5+), potrebbe farle risalire a dei gobbalin,
apparentemente sovradimensionati.
Si tratta infatti dei Gobbabig, gobbalin
palestrati ora più che mai fissati con il man-
tenere in salute il proprio corpo morto.
I GOBBABIG
Dopo aver superato anche la distesa di
ruote, i personaggi si ritroveranno ad attra-
versare un deserto di sabbia biancastra e
scricchiolante a perdita d’occhio. Con un
💀test di Sensorialità (8+) sarà possibile
scorgere un rigonfiamento strano proprio
sotto una delle dune più basse. Si tratta di
un bandito celato dalla sabbia, pronto ad as-
salire i personaggi. Qualora non effettuino il
IL GRATTACAPO 90

test, i personaggi verranno colti di sorpresa.
In ogni caso, un bandito che si apposta con
l’intento di rapinare qualcuno in un deserto
non è esattamente il primo della classe alla
scuola di Furti&Estorsioni.
Il Secco balza in piedi e, ancor pri-
ma che la sabbia abbia finito di percor-
rere le sue ossa come una clessidra rot-
ta, estrae un coltellaccio e ve lo punta
contro, ma immediatamente dopo spa-
lanca le orbite ed esclama “Capo, sei
tu! Ah no, non sei tu…”
Se interrogato sulla sua esclamazione
(prima o dopo di venire brutalmente mal-
menato), dirà di essersi confuso scambian-
do quel corpo morto per il capo della sua
banda. Il bandito, comunque, vedendo che
i morti sono avventurieri ben equipaggiati e
in superiorità numerica, poserà il coltello e
si preparerà ad appostarsi nuovamente sotto
la sabbia, nell’attesa di una preda più facile.
Arrivati finalmente alla meta, i perso-
naggi si troveranno davanti a una scena a
dir poco particolare.
Davanti a voi si staglia un’enorme
pianura colma di tapis roulant amagici
(una specie di tappeti mobili). Vi corro-
no su dei gobbalin, a volte in due o tre
sullo stesso. In mezzo a queste creature,
ben più sviluppate muscolarmente di un
qualsiasi altro loro simile, si trova una
testa che viene calciata da un tappeto
all’altro, urlando e gridando aiuto. In
testa porta un cappello verde a tesa lar-
ga, con una lunga piuma che ondeggia
a ogni suo movimento.
Qua e là, inoltre, sono stati innalzati
dei grandi bandieroni a strisce verdi e ros-
se con sopra scritto “Forza Gobbabig”!
I Gobbabig sono troppo impegnati ad
allenarsi per dare peso ai morti. Non li at-
taccheranno neanche se si avvicinassero
ai tapis roulant, limitandosi al massimo a
incitarli ad aumentare la potenza di corsa.
91
Qualora i personaggi provassero invece ad
acchiappare la testa, i Gobbabig tenteranno
di fermarli: ormai è parte integrante del loro
ciclo di allenamento e non possono perderla.
Guida allo Scontro: I Gobbabig sono
Gobbalin Strappaunghie (vedi al capitolo
9 del Manuale Base, “Bestiario”) con 6
danni anziché 5. Proveranno ad attaccare i
personaggi in quattro. Se sconfitti, gli altri
IL GRATTACAPO
ammetteranno con rispetto la superiorità dei
morti, pensando piuttosto a tornare ad alle-
narsi per diventare ancora più forti.
Non appena Capo si avvicinerà alla te-
sta, i personaggi noteranno che appartiene
a un Secco e non a un Molle! Prima ancora
di venire afferrata, la testa saluterà il corpo
chiamandolo Capo e presentandosi ai morti
come Bel Phedora. Spiegherà loro il signi-
ficato che il cappello ricopre per la banda e
racconterà di quando salirono insieme a Cal-
lenze per cercare di distruggere il burattino,
di come Capo perse la testa e di come Bel
Phedora tornò di soppiatto a rubargli il cap-
pello, lasciandolo lì a marcire (ancora di più).
Continua inoltre col raccontare che,
mentre compiva il furto, fu attaccato dal bu-
rattino e, correndo per mettersi in salvo, finì
con lo schiantarsi contro un albero, perden-
do anche lui la testa, trovata dai Gobbabig
che si stavano allenando nei paraggi.
Finita la storia, Capo si avvicinerà alla
testa, che cercherà nel frattempo di dime-
narsi, maledicendo il suo ex capo. Egli la
afferrerà per strapparle di dosso il cappello
e la getterà nuovamente sui tapis roulant.
A questo punto Capo farà capire ai morti
che sia l’ora di riaccompagnarlo nella mor-
topoli dove, prima di andare a riscattare la
sua testa (quella vera stavolta), li ricompen-
serà con 60 buoni.
Nota Multitavolo: Anziché andare a re-
cuperare la sua testa dai Musoni, il corpo di
Capo e la testa di Bel Phedora si imbatte-
ranno nei personaggi del primo gruppo, che
portano con sé la testa di Capo, nell’esat-
to momento in cui il terzo gruppo tornerà
nell’Orto con il corpo di Bel Phedora.
 92
Dannate Cornacchie
- Sessione 3
“Ho adempiuto al mio dovere da Gaudio-
vivo per una vita intera ricattando, sfrut-
tando, estorcendo denaro e commettendo i
crimini più disparati, e come vengo ricom-
pensato?! Con un paesino schifoso dove ci
sono più cornacchie che spighe di grano!”
IL GRATTACAPO
[Giacomo La Torcia, Gaudiovivo]
Quest’ultima parte dell’impresa si
sbloccherà nel caso in cui i personaggi rac-
colgano il grido di aiuto di Bel Phedora, il
quale chiederà loro di aiutarlo a recuperare
il suo corpo, intrappolato nel paese di Zep-
po Cornacchia.
In caso di multitavolo, invece, sarà un
boney ad avvicinare i morti, per poi scor-
tarli dal Musone della frontiera di Sa-
croturno, che li ingaggerà per recuperare
il corpo di un morto intrappolato. Nota
che, in quest’ultimo caso, i morti non
avranno con loro la testa di Bel Phedora.
Un’altra avventura rocambolesca attende i
morti? Sicuramente li aspetta un’altra fila
alla frontiera per Sacroturno.
ZEPPO CORNACCHIA
Una volta giunti davanti al banco di ac-
cettazione della frontiera per il Regno Sa-
croturno, il Musone informerà i morti che
il luogo di emersione più vicino a Zeppo
Cornacchia è un minuscolo cimitero in una
macchia, sito a una manciata di chilometri
dalla città. Dirà loro che la zona è un livello
di rischio 2, in quanto a capo del villaggio
c’è un Gaudiovivo.
Una volta emersi, i morti si troveran-
no cinti da un groviglio di rovi e di rami
adunchi e rinsecchiti, segno di un cimitero
abbandonato alla natura. Una volta libe-
ratisi e attraversata la macchia boschiva,
si ritroveranno nei pressi di una cittadina
tutt’altro che ridente.
Zeppo Cornacchia appare come un
piccolo paesino rurale, perlopiù com-
posto da campi e fattorie. Sopra di esso
il cielo è scuro e terso e l’aria è gremita
dal gracchiare di decine di corvi, che
svolazzano tutt’intorno, posandosi su
campi, steccati e financo persone.
È evidente che questi uccellacci siano
una vera e propria piaga per gli zeppocor-
nacchiesi che, a causa di ciò, non brillano
certo per simpatia verso il prossimo. Nu-
trendosi anche di carcasse, i corvi tormente-
ranno volentieri i Molli del gruppo, qualora
ve ne siano.
Gli abitanti di Zeppo Cornacchia odiano
i morti per due motivi: il primo è che fan-
no parte di quella vasta gamma di cose che
odiano a prescindere e la seconda riguarda
il loro capovillaggio. Si tratta di un Gaudio-
vivo che, in cambio dei suoi servigi, invece
di farsi pagare con moneta sonante ha pre-
ferito gestire il villaggio e avere così vitto e
alloggio assicurati.
Con un 💀test di Sensorialità (7+), o
nel caso in cui i personaggi abbiano portato
la testa di Bel Phedora, potranno individua-
re uno spaventapasseri diverso dagli altri:
oltre alla paglia e agli stracci che lo rico-
prono, si possono scorgere delle ossa di uno
scheletro ben legate. Al posto della testa,
sfoggia una testa di zucca fresca di intaglio.
Una volta avvicinatisi al corpo, in base
a com’è stata giocata la sessione, potranno
presentarsi due diversi scenari.
Standard: La testa di Bel Phedora non
riesce a contenere un grido di gioia (o di in-
dignazione) nel rivedere il proprio corpo.
Multitavolo: Avvicinatisi i personaggi,
il corpo verrà percorso da un tremito di im-
pazienza, forse per aver percepito la presen-
za di altri morti (o forse per fatale casua-
lità) e riuscirà a slegarsi, per poi scappare
tutto intorno al campo sbattendo e inciam-
pando ovunque.

In ogni caso, i morti verranno scoperti e
raggiunti rapidamente da un gruppo di con-
tadini armati e, ovviamente, dal Gaudiovivo
Giacomo La Torcia.
Guida allo Scontro: I tre contadini che
si getteranno all’attacco sono Ferventi Ep-
tacaidecaisti Villici, mentre Giacomo La
Torcia è un Gaudiovivo Recluta (vedi al
capitolo 9 del Manuale Base, “Bestiario”)
che, come fa intuire il suo nomignolo, ha
una passione per la piromania, ostentata dal
possedere un Gettafiamme (vedi al capitolo
6 del Manuale Base, “Corredo del Morto”).
Se Giacomo dovesse essere ucciso, i
contadini correranno ad attivare una vicina
mietitrebbia che, in realtà, si rivelerà essere
un’Arte-fata composta da Botte di Ottone
(12 danni, AD 2), Zampette (5 metri per
azione), Braccine Pieghevoli (+1 ai danni
inflitti) e Forno Amagico (+4 PC); è inol-
tre equipaggiata con la Lamatrebbia (Arma
Pesante – Contatto – Da Taglio, 3 danni).
Una volta attivata i contadini fuggiranno
per timore di venire investiti dalla loro stes-
sa macchina. Salendo nel posto di controllo
dell’Arte-fata ed effettuando un 💀test di
Manualità (7+) sarà possibile prenderne il
controllo. In questo modo l’Arte-fata agirà
durante il turno del morto che la sta guidan-
do, potendo questi decidere se compiere
un’azione per conto suo o se farla invece
compiere dall’Arte-fata.
Durante il combattimento i corvi pun-
zecchieranno insistentemente tutti i Molli
presenti, che ricevono -1 a tutti i test fisici.
Inoltre, se un morto qualsiasi dovesse per-
dere un pezzo del corpo, i corvi ci si gette-
ranno sopra e lo porteranno lontano di una
decina di metri, per poterlo beccare in santa
pace. Per metterli in fuga, e quindi recupera-
re il pezzo, basterà avvicinarsi e spaventarli.
Terminato lo scontro, tutto quello che i
personaggi dovranno fare sarà ricongiun-
gere la testa di Bel Phedora al suo corpo e
tornare nell’Orto, dove riceveranno una ri-
compensa di 2 licenze contraffatte ciascuno.
93
Nota Multitavolo: I Musoni ricompen-
seranno i personaggi con 30 buoni e 2 licen-
ze ciascuno. A questo punto, tutti i gruppi si
ritroveranno gli uni con gli altri portando con
sé i vari pezzi dei morti, pronti per essere ri-
congiunti e, quindi, tornare a farsi la guerra.
MAL DI TESTA
Anche se tutti i pezzi sono tornati al loro
IL GRATTACAPO
posto, l’animosità fra Bel Phedora e Capo
non è affatto finita. Chi dei due ha il cap-
pello avrà indubbiamente l’appoggio del
resto della banda di criminali, ma proprio
per questo motivo l’altro sarà ancora più in-
tenzionato a portarglielo via, possibilmente
facendolo fuori una volta per tutte.
A questo punto, i personaggi potranno
schierarsi con l’uno o con l’altro, deciden-
do così il destino della banda di fuorilegge,
oppure andare per la loro strada e disinte-
ressarsi completamente alla questione.
Avere a che fare con la criminalità
dell’Orto troppo da vicino non è mai con-
sigliato, specie per dei morti che intendo-
no elevarsi allo status di leggenda. Avere
però il supporto di un gruppo di banditi, per
quanto sgangherato, potrebbe certo tornare
utile soprattutto se si decidesse di esplorare
i canali sotterranei dell’Orto o di fare una
gita nei Campi di Sale.
Che la fine di questa avventura possa
portare a una svolta nei principi morali dei
personaggi?

A.A.Avventurieri Cercasi

Capitano Sparviero, il morto
con diciotto Marchi del Disonore,
è sfuggito alle Monache della
Falce. La caccia da parte di
tutti morti dell’Orto è aperta!
 Avventura di: Genitori di Ruolo
Testi: Davide Maulini e Alessandro Savino
Lunghezza: 2-3 sessioni
Livello di Rischio: 3
“Ho dedicato la mia intera vita a far divertire i più piccoli e a crescere una grande famiglia di legno,
fili e amagia. I primi due ingredienti li avevo sempre a disposizione. Il terzo, dovevo recuperarlo in
qualche modo!”

[Marcetto Balemortera, Giocattolaio Risorto]

Anche per i morti, talvolta, è tempo di baloccarsi, ma per quelli in cerca di gloria, questo può signifi-
care tutt’altro che gingillarsi con qualche pupazzo. Questa impresa getterà un gruppo di morti avventu-
rosi fra case di bambole, giocattolai trapassati e marionette dai poteri sensazionali.
Sebbene tutte le imprese di questo manuale siano adattabili anche a un gruppo di giocatori più gio-
vani, questa in particolare è stata studiata per far simpatizzare i più piccoli con l’ambientazione di
Unglorious e la sua rimarcata ironia, a discapito delle tonalità lugubri di cui si veste. Allo stesso modo,
naturalmente, non ha una fascia d’età necessaria per essere giocata: insomma, essere adulti non vi pre-
cluderà alcunché!

BACKGROUND
I personaggi, trovatisi ad assistere a una
sensazionale esibizione di marionette, ver-
ranno avvicinati dal giocattolaio, nonché
imbastitore dello spettacolo, Marcetto Bale-
mortera. Chiederà loro di recuperare dal mon-
do dei vivi Putridocchio, il suo capolavoro.
Dovranno quindi raggiungere la Casa
delle Bambole di Balemortera nel Regno
Lugubrio, ora gestita dal tetro Sonsemp De-
press, e portare nell’Orto la marionetta che,
si dice, abbia la capacità di entrare nel mon-
do dei morti, nonostante scorra ancora la vita
nel suo corpo artificiale. Una creazione tan-
to particolare potrebbe fornire risvolti unici
nella comprensione del legame fra amagia e
Orto… Ma se anche così non fosse, ci scap-
perà comunque una buona ricompensa!
SINOSSI
Dopo essere stati ingaggiati da Marcetto
Balemortera, i morti emergeranno nel Re-
gno Lugubrio per dirigersi verso la Casa
delle Bambole, venendo tuttavia intercettati
da Sonsemp Depress, in realtà un Necroa-
mante che intende costringerli a portare a
termine un’impresa per suo conto, con la
quale ha intenzione di carpire il segreto dei
balocchi di Marcetto.
Giunti a destinazione, i morti scopriran-
no che una delle stanze della casa è in realtà
un portale verso l’Orto. Pare che un’enti-
tà maligna vi abbia gettato Putridocchio e
molte altre bambole. Si tratta di Chucky, un
altro burattino creato da Marcetto allo scopo
di vegliare sugli altri balocchi, ma impazzi-
to proprio a causa di Putridocchio, dopo che
questi ha cercato di controllarlo mentalmen-
te sfruttando i poteri psichici di cui dispone.
Risolto il mistero della Casa delle Bam-
bole e attraversato il passaggio che porta in
un luogo remoto dei Campi di Sale, i per-
sonaggi dovranno liberare Putridocchio dal
controllo perverso di un Beccamorto, che lo
tiene intrappolato per il suo sollazzo, assie-
me a tutte le altre bambole.
Sconfitta la creatura, i morti potranno fi-
nalmente riportare il burattino miracoloso a
Marcetto, che li ricompenserà come promesso.
95
MORTI (E VIVI) NON GIOCANTI
Chucky: Piccola Arte-fata creata da
Marcetto con il compito di tenere in ordine
la Casa delle Bambole. Dopo aver subito
un tentativo di controllo psichico da par-
te di Putridocchio è impazzito, iniziando a
gettare le bambole nella Tana dei Cocco-
drilli, la frontiera illegale celata nella Casa
delle Bambole.
Il Gatto Morto e la Volpe Ammaccata:
LA CASA DELLE BAMBOLE
Due delle attrazioni di Sonsemp Depress,
anch’esse gettate da Chucky nella Tana dei
Coccodrilli. Sono rimaste intrappolate nei
Campi di Sale, come Putridocchio, e aspet-
tano che qualcuno vada a soccorrerli.
Marcetto Balemortera: Ospite dell’Or-
to da ormai un paio d’anni, è risorto come
Molle dopo essersi strangolato da solo du-
rante la prova di un nuovo filo per muovere
le sue marionette: più robusto, più reatti-
vo… e più mortale, a quanto pare. Nono-
stante sia originario del Regno Lugubrio,
veste abiti sgargianti e sfoggia sempre un
ampio sorriso di denti marci, che svanisce
immediatamente non appena gli viene chie-
sto il segreto delle sue marionette.
Putridocchio: È il capolavoro di Marcet-
to: un’Arte-fata non solo in grado di usare
poteri telepatici e telecinetici, ma anche di
passare dal mondo dei vivi all’Orto a piaci-
mento, pur non essendo effettivamente morta.
Ogni volta che dice una bugia o che usa il suo
potere, il suo corpo di legno e ferro marcisce.
Da quando Chucky l’ha gettato nella
Tana dei Coccodrilli è rimasto intrappolato
nei Campi di Sale, costretto a usare i suoi
poteri per intrattenere un Beccamorto.
Sonsemp Depress: Un Necroamante
che si spaccia per giocattolaio. Sin dalla
morte di Marcetto ha preso in gestione la
Casa delle Bambole per cercare di carpire il
segreto di Putridocchio. L’unica cosa che è
riuscito a creare, tuttavia, sono degli anima-
li parlanti (e morti) che sfoggia come attra-
zione. Ad accompagnarlo ovunque vada c’è
sempre Scurignolo, un’Arte-fata a cui è sta-
ta insegnata una sola cosa: abbattere i morti
disubbidienti. Oh già, e anche a fare il tè.
 96
Un Gioco da Ragazzi
“Esseri meccanici che passeggiano
nell’Orto? Puah, ai miei tempi non si la-
sciavano risorgere cavi e bulloni!”
[Musona Lolla,
riguardo alle Arte-fate defunte]
In una delle molteplici piazze della
mortopoli di Stoltardia c’è un grande affol-
LA CASA DELLE BAMBOLE
lamento di morti in religioso silenzio, im-
pazienti di assistere allo spettacolo di Mar-
cetto Balemortera.
Il carretto scassato e variopinto di
Marcetto se ne sta lì, al centro della
piazza, circondato da una folla di spet-
tatori col fiato sospeso (come tutti, del
resto) e in trepida attesa di vedere il
grande maestro dei balocchi con le sue
creazioni. Anche la vostra attenzione
viene inevitabilmente rapita da una così
solenne platea e non appena vi ferma-
te, cercando di sollevare le teste sopra
quelli che già se le sono staccate per
vedere meglio, ecco un fuoco d’artificio
colorato esplodere dalla cima del car-
retto, seguito subito dopo da Marcello e
dai suoi burattini.
Il Molle, tanto secco da sembrare
appunto un Secco, piroetta e danza as-
sieme alle marionette: c’è Favilonya,
la Necroamante buona; Beccagonzo,
il Beccamorto panciuto e pasticcione;
Tarlo e Mattarlo, i due vermetti gemelli
e molti altri ancora, alcuni mossi da un
groviglio tentacolare di fili e altri dota-
ti di vita propria. Lo spettacolo è così
rocambolesco e affascinante che sia gli
adulti che i piccini ne rimangono egual-
mente estasiati.
Con un 💀test di Sensorialità (5+) sarà
possibile notare l’aria triste e pensierosa di
Marcetto, ben nascosta dalle sue movenze
giullaresche. Di quando in quando, inoltre,
sembra puntare proprio il gruppo di perso-
naggi. Finito lo spettacolo, infatti, non tarderà
ad avvicinarsi a loro con un’offerta di lavoro.
Le mie creazioni sono fantastiche,
non c’è che dire, ma non avere con me
il mio capolavoro mi rende talmente
triste da stare man mano spegnendo la
mia passione verso questo mestiere. Vi
chiedo solo di andare nella mia vecchia
dimora nel Regno Lugubrio, la Casa
delle Bambole di Mr. Balemortera, e
recuperare Putridocchio. È una piccola
Arte-fata unica nel suo genere che, fra
le altre cose, può giungere qui nell’Orto
senza aver incontrato la morte.
Riportatela fra le mie braccia e vi
ricompenserò più che adeguatamente!
Se interrogato sul suo mestiere in vita,
Marcetto racconterà di come fosse diventato
in grado di creare delle Arte-fate pacifiche e
di dimensioni ridotte, grazie a una speciale
miscela di amagia da lui stesso creata, e con
cui dava vita a balocchi dilettevoli con cui i
bambini potevano persino giocare.
Racconterà anche che Putridocchio sia
un’eccezione, frutto di un esperimento più
intraprendente che ha dato vita a una ma-
rionetta senziente, a cavallo fra i due mon-
di e con la peculiarità di marcire quando
dice bugie.
Marcetto non dirà molto altro sulle par-
ticolari peculiarità di Putridocchio, ma con
un 💀test di Furtività (7+) sarà possibile
trafugare il suo diario, un piccolo quader-
netto che spunta visibilmente da una tasca
delle braghe.
Per lo svolgimento di questa impresa,
Marcettò si dirà pronto a pagare 35 buoni,
2 licenze e, grazie ai suoi agganci nel mon-
do dell’intrattenimento mortifero, persino 1
raccomandazione ciascuno!
Diario d’un Folle Giocattolaio
Sul diario di Marcetto è scritto che, in
seguito alla sua creazione, Putridocchio ini-
ziò a sviluppare poteri telecinetici e telepa-
tici; gli appunti continuano con la specula-
zione riguardo a una possibile evoluzione di

tali poteri nel corso del tempo.
Proseguendo nella lettura, i personaggi
potranno anche leggere dell’esistenza di
un’altra bambola speciale di nome Chucky:
una sorta di custode della Casa delle Bam-
bole che ogni sera rimette in ordine gli altri
balocchi e ripara quelli danneggiati. Vi è
anche scritto che la parola d’ordine per po-
terlo comandare è Capellone.
Il diario prosegue con una vasta serie di
appunti e progetti di creazione per bambole
sempre più complesse, con teorie riguardo
alla possibilità di far entrare nell’Orto l’a-
magia e, quindi, le sue bambole, senza la
necessità di distruggerle. Parrebbe che sia
riuscito in questo intento proprio con la cre-
azione di Putridocchio.
Nelle ultime pagine, il diario parla di
una stanza segreta sita nella Sala del Grande
Ballo. Pare che si possa aprire posizionando
in un certo modo le marionette lì presenti,
come mostrato nella pagina a fianco, prima
di suonare la campana centrale.
BALOCCO TARLATO
Una volta giunti alla frontiera del Regno
Lugubrio, il Musone competente dirà ai
personaggi che il punto di emersione più vi-
cino alla Casa delle Bambole sia una cripta
di famiglia, a un paio d’ore di marcia dalla
destinazione. Aggiungerà anche che, essen-
do gente del Regno Lugubrio, i cittadini li
accoglieranno ben volentieri, ma altrettanto
potrebbe fare un Necroamante dall’identità
sconosciuta, che abita proprio fra la cripta e
la Casa delle Bambole.
E per dei morti avvicinarsi a un Necroa-
mante sorridente non è MAI una saggia idea.
Comunque l’emersione è come sempre:
piena di terra e di umidità. Ad arricchire il
tutto, una fitta nebbia si dipana sotto quello
che pare un cielo cinereo.
La cripta consiste in una struttura
fatiscente sita in cima a una piccola
collina, da cui domina il resto del cimi-
tero sottostante. Una recinzione in ferro
ritorto e pietra smangiucchiata cinge
quello che sembrerebbe essere un luogo
97
di sepoltura per chi non può permettersi
letti interrati a cinque stelle. La nebbia
è così densa da sembrare schiacciarvi,
ma attraverso la sua coltre acquosa è
possibile scorgere le sagome delle lapi-
di, più un’altra in movimento fra di esse.
Prima ancora che voi riusciate a ve-
dere lui, lui ha già visto voi e sta venen-
do a passo svelto nella vostra direzione.
LA CASA DELLE BAMBOLE
Il visitatore misterioso appare come un
uomo di media statura, ma con un collo
troppo stretto per una testa troppo grande,
dalla quale cadono fitti capelli corvini lun-
ghi fino alle spalle. Difficile dire che età ab-
bia: a seconda di come le rughe segnano le
movenze delle sue labbra, lunghe e sottili,
potrebbe avere trent’anni… così come cin-
quanta! L’uomo si presenta come Sonsemp
Depress, il nuovo proprietario della Casa
delle Bambole. Dice di venire spesso al ci-
mitero a piangere sulla tomba della sua po-
vera nonnina, trapassata ormai da due anni.
Anche se è vero che sia il successore di
Marcetto, Sonsemp ometterà di dire un’al-
tra grande verità: prima di essere un giocat-
tolaio, è un Necroamante. Ha preparato una
trappola proprio davanti alla tomba di Mar-
cetto, dove cercherà di spingere i morti con
la scusa di confortarlo mentre piange la sua
cara Mestinia.
Con un 💀test di Amagia (6+) sarà
possibile scorgere di sfuggita uno scettro
amagico, simile a quelli dei Necroamanti,
penzolare dalla cinta di Sonsemp. Con un
💀test di Sensorialità (6+), invece, sarà
possibile notare che una grossa porzione di
terreno antistante alla tomba è diversa dal
resto del suolo e presenta un tappeto di erba
e fogliame accuratamente disposti, come se
fossero stati piazzati manualmente.
Avvicinandosi alla tomba (quindi poco
prima di cadere nella trappola, se i perso-
naggi non saranno stati abbastanza attenti),
si potrà leggere sulla lapide il nome di Mar-
cetto Balemortera.
La trappola consiste in una buca profon-
da tre metri dalle pareti e il fondo metallici,
così da impedire alle prede di fuggire scivo-
lando nell’Orto. Una volta che i personaggi
 98
saranno caduti all’interno, Sonsemp getterà
la maschera e si congratulerà con se stesso
per l’ottimo lavoro, ordinando al contempo
alla sua grossa Arte-fata Scurignolo di avvi-
cinarsi e di tenere sott’occhio le sue nuove
prede. Sarà possibile uscire dalla buca con
un 💀test di Atletica (7+), ma non appena
qualcuno farà un tentativo, si passerà subito
allo scontro.
LA CASA DELLE BAMBOLE
Nella Casa delle
Bambole
“Di notte qui accadono cose molto strane.
Dai riflessi degli specchi o delle finestre
vedo cose muoversi, ombre di passaggio, e
odo ticchettii di piccole gambette di legno.
Perché mi guardi così? Mica avevo bevu-
to! Beh, non ancora almeno.”

A questo punto Sonsemp proporrà ai per-

sonaggi di aiutarlo a risolvere un problema [Giulio Broncioloni,
nella Casa delle Bambole, per cui ha appun- ex assistente di Marcetto]
to bisogno di qualcuno in grado di andare
e venire a piacimento dall’Orto. Spiegherà Una volta giunti alla Casa delle Bambole,
che in una delle stanze della casa si trova un i personaggi si troveranno davanti a una strut-
passaggio verso il mondo dei morti, dove tura imponente che, a quanto pare, Sonsemp
pare che una misteriosa presenza stia but- ha adibito a museo. Forse per arrotondare.
tando le sue creazioni, assieme alle bambo- L’edificio sorge in mezzo a un cortile cir-
le di Marcetto, dalle quali spera di scoprire colare delimitato da siepi rinsecchite oltre
il segreto celato dietro la creazione di Pu- le quali, in lontananza, è possibile scorgere
tridocchio. La missione sarà dunque entrare i profili di una città tipica del Regno Lugu-
nella casa di notte, scoprire chi sia l’intruso brio: storta, buia e vegliata da nuvole grigie.
nella casa e usare il passaggio per riportare
indietro le bambole. Se accetteranno, Son-
La grande magione a un singolo
semp spiegherà che, durante la notte, molte
piano e dai tetti a punta affusolati si
bambole e marionette di Marcetto, compre-
estende in quattro diverse ali a forma-
se le sue creazioni, si animano e gironzola-
re una tozza croce. Dall’esterno sem-
no liberamente nella casa. Ed è allora che la
bra tutt’altro che un luogo per bambi-
misteriosa entità colpisce.
ni, anche se c’è da dire che nel Regno
Se rifiuteranno la proposta verranno la-
Lubugrio è proprio così che piacciono
sciati lì. Per un paio d’ore Sonsemp e Scu-
le attrazioni: tetre e anguste! Del ros-
rignolo saranno appostati poco distanti, non
so acceso delle pareti rimangono solo
in vista e pronti ad attaccare qualora i morti
vestigia di vernice smangiucchiata, qua
dovessero mettere il muso fuori. Sarà pos-
e là rattoppata con grandi dipinti che
sibile comunque udirli con un 💀test di
rappresentano le attrazioni del museo:
Sensorialità (8+). Dopo due ore, invece, se
burattini dai larghi sorrisi, bambole
ne andranno, ma in questo caso i morti li
con folti riccioli (ovviamente neri) e…
rincontreranno lungo la strada verso la casa.
animali impagliati. Già, pare che Son-
semp ci abbia messo del suo per attira-
Guida allo Scontro: Sonsemp è un Necro-
re quanti più visitatori possibile.
amante (Poser Oscuro), mentre Scurignolo è
un’Arte-fata (vedi al capitolo 9 del Manuale
Base, “Bestiario”) composta da Arbusto (5 Ora spetta ai personaggi scegliere in che
danni, AD 1), Treppiedi Ammortizzato (10 modo entrare nella Casa delle Bambole. Se
metri per azione), Braccine Pieghevoli (+1 ai sono accompagnati da Sonsemp non sarà
danni inflitti), Casseruola e Sensore Amagi- ovviamente necessario scegliere e, in ogni
co (Sensorialità); è inoltre equipaggiato con caso, verranno fatti entrare di notte.
il Mazzuolo Tosto (Arma Pesante - Contatto
– Contusione, 3 danni). Una volta sconfitto
Sonsemp, l’Arte-fata si disattiverà.

Guida Turistica
Se i morti giungono alla Casa delle
Bambole di giorno, noteranno un gruppetto
di circa venti persone in attesa di entrare per
la visita guidata, a cui potranno aggiunger-
si al costo di 2 Eptini ciascuno. I visitatori
verranno accompagnati dal vecchio Giulio
Broncioloni, lo svogliato inserviente della
Casa delle Bambole e, ancor prima, aiutante
del fu Marcetto Balemortera. Il tour durerà
venti minuti scarsi, durante i quali Giulio
presenterà sommariamente le quattro parti
in cui si divide la Casa delle Bambole, per
poi riportare tutti all’ingresso dove si trova
il bancone dei souvenir.
Durante la visita i morti non potranno
muoversi liberamente: ci sono troppi occhi
e inoltre Giulio ammonirà chiunque si se-
pari dal resto del gruppo. Per restare nella
casa una volta finito il tour sarà quindi ne-
cessario trovare un espediente per separarsi
dal gruppo senza essere notati, oppure na-
scondersi con un 💀test di Furtività (7+)
durante gli spostamenti.
99
Nota che se Giulio avrà il sospetto che
ci siano degli intrusi, andrà a chiamare le
guardie in città, che accorreranno nel giro di
venti minuti. Il custode conosce inoltre tutti
i segreti della Casa delle Bambole, compre-
so che i suoi abitanti si animino durante la
notte. Non sa però che Sonsemp sia in realtà
un Necroamante e, se interrogato a riguardo,
dirà semplicemente che non si fida di lui. Sa
anche che è Chucky, la bambola guardiana,
LA CASA DELLE BAMBOLE
a gettare nella Tana dei Coccodrilli le bam-
bole di Marcetto e le creazioni di Sonsemp,
ma ha troppa paura di smascherarlo perché
teme una sua vendetta.
Sarà disposto a svelare tutto solo se sa-
prà che i personaggi siano stati ingaggiati
da Marcetto per ritrovare Putridocchio.
Giocare col Buio
Per intrufolarsi nella Casa delle Bambo-
le senza essere visti, i personaggi dovranno
aspettare il tramonto, quando anche l’in-
serviente Giulio avrà lasciato la casa, ma
 100
non prima di aver chiuso tutte le porte. Le
finestre hanno le inferriate, ma sarà comun-
que possibile cercare di scassinare il porto-
ne principale con un 💀test di Manualità
(8+) o forzare l’entrare sul retro, che porta
alla Sala del Grande Ballo, con un 💀test
di Manualità (7+).
UNA NOTTE ALL'OSSARIO
LA CASA DELLE BAMBOLE
Una volta liberi di muoversi all’interno
della Casa delle Bambole, i personaggi po-
tranno iniziare a indagare nelle sue stanze.
L’interno della casa è un inno tetro
al mondo dei balocchi: il pavimento di
assi dissestate è cosparso di piccoli tre-
nini dalle ciminiere aguzze, carretti con
ruote triangolari e piccoli ingranaggi
sparsi ovunque. Lungo le pareti si af-
facciano teche, pilastri e portantine da
cui svettano bambole dalle fogge e dal-
le espressioni più disparate, dai ghigni
senza vita di mostriciattoli tentacolati ai
visi cadaverici e malinconici di bambole
dai grandi occhi di un azzurro glaciale.
Ogni colonna è tinta di nero e intagliata
con motivi ondeggianti, mentre gli archi
che si alternano lungo tutti i corridoi la-
sciano cadere cordami di ragnatele che,
in rari casi, si tengono aggrappati da
una parete all’altra, formando altalene
ondeggianti di seta appiccicosa.
Durante la notte una bambola potrebbe
seguirli con lo sguardo, un’altra cadere a
terra con un tonfo sordo e un’altra ancora
farsi trovare in una posa diversa. Anche se
i personaggi sospettano (o sanno) cosa ac-
cada nella casa di notte, le bambole teme-
ranno di mostrarsi apertamente ai personag-
gi e tantomeno vorranno parlare con loro,
spaventate che Chucky possa gettarle nella
Tana dei Coccodrilli.
Di seguito sono presentate le varie zone
della casa da poter esplorare.
Il Cupo Giardino
Situato dall’altra parte dell’ingresso,
il Cupo Giardino è una versione rivisitata
e malridotta di uno zoo, ma con animali
impagliati di piccole e medie dimensioni
(cani, scimmie, uccelli e così via) messe in
posa all’interno di gabbie dalle fogge più
bizzarre. Due di queste sono vuote e con un
💀test di Natura (6+) sarà possibile esa-
minare la peluria rinsecchita al loro interno,
per stabilire che appartengano a un gatto e
a una volpe.
Così come alcuni burattini amagici, an-
che questi animali sono in grado di muover-
si e persino parlare, con la differenza che
non sono affatto balocchi, ma animali morti
ai quali è stato insegnato a restare perfetta-
mente immobili, salvo durante la notte. Tut-
ti loro sono in grado di parlare, ma hanno
un’intelligenza infantile.
Se interrogati riveleranno di un’ombra
maligna che sbuca dai muri per rimettere
in ordine le bambole non appena si accorge
che abbiano cambiato posto, mentre porta
nella Tana dei Coccodrilli quelle danneg-
giate o anche solo ammaccate. Diranno an-
che che quella stessa ombra ha portato via
il gatto e la volpe, perché non la smettevano
di grattarsi.
Se chiederanno informazioni su Putri-
docchio, gli animali diranno che sia stata la
prima vittima dell’ombra.
Diranno anche che è Sonsemp ad aver
dato loro il dono della parola e ad averli rin-
chiusi in quelle gabbie (otto in tutto, ognuna
apribile con un 💀test di Manualità (5+)),
costringendoli a intrattenere i visitatori e
impedendogli di tornare nell’Orto. Chiede-
ranno quindi ai personaggi di liberarli e di
riportarli a casa.
Sala del Grande Ballo
Questo grande stanzone, situato in fondo
all’ala ovest, sembra rappresentare un misto
fra una veglia funebre e una sala da ballo di
cattivo gusto: drappi color viola e blu scuro
pendono dal soffitto, ondeggiando fino a por-
tare lo sguardo a una campana sita al centro
della stanza. Tutt’intorno diciassette coppie
di marionette vestite a funerale sembrano

attendere di ballare un tenebroso valzer.
Se i personaggi guarderanno a terra po-
tranno notare delle piccole fessure quadra-
te, profonde ciascuna una decina di centi-
metri. Si tratta degli incavi dove le coppie
di marionette possono essere posizionate, a
formare infinite combinazioni di ballerini.
Su un lato della stanza è presente un qua-
dro che ritrae perfettamente la sala da ballo
stessa, con le marionette rappresentate in
ogni loro minimo dettaglio. Se osservato at-
tentamente, con un 💀test di Sensorialità
(6+) sarà possibile notare che la posizione
di due coppie di marionette non corrisponda
a quella del quadro.
Se i personaggi le sistemeranno nel giu-
sto ordine e suoneranno la campana, tutte le
coppie inizieranno a volteggiare e il pavi-
mento stesso si muoverà circolarmente per
mimare le movenze di una danza affasci-
nante. Il pavimento si fermerà in una posi-
zione specifica, rivelando delle scale strette
che scendono in una stanza segreta.
La Dispensa Amagica: La stanza se-
greta pare essere un piccolo laboratorio. Il
soffitto è basso tanto da mostrare i segni di
ripetute capocciate. Su un lato si trova un
tavolo sgangherato cosparso di appunti e, su
quello opposto, un piccolo armadietto con
all’interno una decina di fiale di vetro col-
me di un denso liquido violaceo iridescente.
Con un 💀test di Amagia (7+) sarà possi-
bile capire che si tratti di un fluido amagico
molto particolare per la creazione di piccole
Arte-fate intelligenti.
Lo stesso test effettuato sugli appunti ri-
velerà che il fluido amagico è in grado an-
che di riparare i burattini.
Con un 💀test di Tuttofare (7+) sarà
invece possibile decifrare alcuni progetti di
costruzione, sparsi fra gli appunti sul tavo-
lo, che riportano i passi per la creazione di
Putridocchio e di Chucky, una bambola cre-
ata per vegliare sulla Casa delle Bambole
durante la notte.
Bere una fiala di fluido amagico permet-
te di rigenerare immediatamente ogni dan-
no misto o letale, ma per ciascuno di essi,
il personaggio riceve -1 al massimale dei
Punti Anima per 1 ora.
101
Tana dei Coccodrilli
Questa stanza, grande quanto la Sala
del Grande Ballo, è situata in fondo all’a-
la est e consiste in un pozzo profondo circa
quattro metri, in fondo al quale, posizionati
sui punti cardinali, vi sono quattro enormi
coccodrilli finti con le fauci spalancate. Il
pavimento del pozzo è rialzato e contiene
una serie di scivoli, ciascuno dei quali porta
dritto a una delle quattro bocche zannute.
LA CASA DELLE BAMBOLE
Il cartello, posto dall’altra parte della
stanza, mostra il disegno di un coccodrillo
che piange, con sotto scritto:
“Benvenuto nella Tana dei Cocco-
drilli! Prova a gettare qualcosa nel poz-
zo e guardala finir dritta in una delle
loro bocche… prima che si mettano a
frignare per i sensi di colpa. Se dai loro
da mangiare molte cose, piangeranno
così tanto che il livello dell’acqua si
alzerà, portando in superficie i tesori
sommersi nella loro tana! Coraggio,
perché non provi? Solo attento a non
finirci dentro anche tu!”
Questa attrazione non è mai stata com-
pletata. Infatti se i personaggi proveranno a
gettare qualcosa non accadrà niente… nien-
te di apparente, almeno. Osservando l’in-
terno delle fauci dei coccodrilli sarà infatti
possibile vedere un buio totale, tipico delle
frontiere dell’Orto. Un 💀test di Amagia
(5+) confermerà l’ipotesi che si tratti di una
frontiera.
Probabilmente su questi grossi rettili mec-
canici le fiale di amagia di Marcetto hanno
avuto un effetto collaterale: anziché farli
piangere ogni volta che inghiottivano qualco-
sa, hanno creato un passaggio verso l’Orto.
Se i personaggi non hanno ancora incon-
trato Chucky, apparirà qui, nel tentativo di
gettare i morti nelle fauci dei Coccodrilli
(vedi più avanti).
 102
Laboratorio
Il laboratorio è senza dubbio la stanza
più piccola e al contempo più interessante
dell’intera casa, posta a metà fra la porta
d’ingresso e il crocevia degli altri corridoi.
È qui che un tempo Marcetto dava vita alle
sue creazioni; ovunque si possono vedere
strumenti da lavoro, teste e parti di bam-
bole appese e ancora senza colore, oltre a
mucchietti di polvere di legno. Ora che il
LA CASA DELLE BAMBOLE
laboratorio viene usato da Sonsemp vi sono
anche strumenti di imbalsamazione, ben
meno entusiasmanti.
Mirga, la Strega Rotta: Sopra una men-
sola, a circa due metri di altezza, si trova la
bambola un po’ malridotta di una streghetta,
che non appena vedrà i morti chiederà loro
di aiutarla a rimettersi a posto. Appare im-
paurita e disperata, dicendo che l’unico mo-
tivo per cui Chucky non l’ha ancora gettata
nella Tana dei Coccodrilli, è perché è troppo
in alto e non riesce a prenderla.
Dice di chiamarsi Mirga, ma non ag-
giungerà altro finché non verrà riparata con
un 💀test di Tuttofare (7+), necessario a
riattaccarle un braccio, una gamba e per
riordinarle i connotati del volto, distorti in
una smorfia ridicola.
Una volta fatto Mirga dirà ai personaggi
che l’ombra maligna di cui tutti parlano sia
Chucky, impazzito quando Putridocchio ha
provato a usare su di lui i suoi poteri psichi-
ci. Chucky allora, preso dalla follia, lo ha
gettato nella Tana dei Coccodrilli e, da quel
momento, si aggira nella Casa delle Bam-
bole per sistemare ogni balocco che provi
a cambiare posto, oltre a gettare nelle fauci
dei coccodrilli quelli malmessi.
Mirga dirà che tutte le altre marionette
sono terrorizzate, ma lei non ha paura, sa-
pendo che, oltre la follia del bambolotto, si
nasconde un animo buono e gentile. Infine
sussurrerà ai personaggi qual è secondo lei la
parola d’ordine per far rinsavire Chucky, an-
che solo per qualche momento: Capellone.
Se i personaggi non lo hanno ancora
incontrato, apparirà dopo questo dialogo
(vedi sotto).
CHUCKY,
LA BAMBOLA ANTIPATICA
Per attirare Chucky allo scoperto i per-
sonaggi potranno iniziare a spostare le bam-
bole o a danneggiare il museo. Altrimenti
apparirà quando giungeranno nella Tana dei
Coccodrilli, tentando di gettarli nel pozzo, o
dopo aver parlato con Mirga.
Da una delle pareti vedete scostarsi
un piccolo pannello, che scivola di lato
accolto dalla penombra della casa. Poi
un’ombra rapida e furtiva viene sputata
fuori dal passaggio, cadendo incerta-
mente in piedi dopo una rocambolesca
capriola. Riuscite a scorgere solo i pro-
fili di un piccolo ometto danzante che,
dopo essersi scosso la polvere di dosso,
balza nel fascio di luce proiettato da
una delle finestre, mostrandosi ai vostri
occhi.
Il balocco di legno è alto circa no-
vanta centimetri e vestito da bambino,
con una maglietta a strisce bianche e
rosse e una salopette consumata. I suoi
capelli rossicci, che un tempo dovevano
piovergli intorno alla fronte a forma-
re una scodella, ora spuntano in ciuffi
scarmigliati e annodati gli uni agli al-
tri. Il suo viso è sporco e il corpo pieno
di ragnatele. Non appare rabbioso né
violento. Solo molto, molto scocciato.
Chucky dirà ai personaggi che anche
loro sono bambole rotte e, come tali, devo-
no essere gettati nella Tana dei Coccodrilli.
A questo punto, salterà loro addosso.
Chucky non reca alcun danno ai per-
sonaggi, ma per uno scherzo dell’amagia,
pare riuscire a staccare i pezzi dei morti
semplicemente torcendoli. In questo modo
può smontarli pezzo per pezzo.
Se viene pronunciata la parola Capello-
ne, Chucky rinsavirà per poco più di un mi-
nuto, mostrando un carattere docile quanto
spaventato e raccontando ai personaggi di
come sia impazzito dopo che Putridocchio
ha provato a usare su di lui i suoi poteri

psichici. Parlerà anche della stanza segreta
nella Sala del Grande Ballo, sebbene non
sappia come entrarci. Dirà che solo le cure
amorevoli di Marcetto potrebbero farlo rin-
savire del tutto.
Chucky è quindi la causa non solo della
sparizione di Putridocchio, ma anche delle
altre marionette, oltre che delle creazioni di
Sonsemp Depress.
Non resta quindi che gettarsi nelle fauci
dei coccodrilli.
Il Cimitero dei
Balocchi
“A mio credere il burattino è bell’e morto;
ma se per disgrazia non fosse morto, allora
sarebbe indizio sicuro che è sempre vivo.”
[Sonsemp Depress,
Necroamante Giocattolaio]
Una volta attraversato il passaggio verso
l’Orto i morti verranno sputati in una grot-
ta nei Campi di Sale. Impossibile dire dove,
rispetto alla mortopoli di Stoltardia. Appena
fuori dalla caverna buia, si troveranno di-
fronte a una distesa di pezzi di bambole rotte
a circondare un grande albero di ectocolla,
che fuoriesce da una spaccatura nel terreno.
Non appena i personaggi si avvicineran-
no all’albero, la distesa di balocchi inizierà
a muoversi: bambole rotte, marionette at-
torcigliate nei loro fili e pupazzi zoppicanti
emergeranno assieme, portandosi tutt’intor-
no al tronco. Con loro persino un gatto e una
volpe spelacchiati, indubbiamente morti.
Tutte queste creature hanno sguardi ine-
betiti e rivolti al vuoto, come se si muoves-
sero sotto il controllo di un’altra entità. Gli
unici che sembrano immuni a questo effetto
sono i due animali parlanti, che si avvicine-
ranno ai personaggi tentando di trovare il
coraggio per parlare.
103
“Finalmente qualcuno è arrivato,
dovete aiutarci! Se siete qui vuol dire
che siete venuti dalla Casa delle Bam-
bole, non è forse così? Quel dannato
Chucky ci ha gettati tutti qui, ma adesso
non riusciamo più a tornare indietro!
Quest’albero: Putridocchio è lì dentro!
I suoi poteri sono fuori controllo. Dove-
te aiutarci a tornare indietro, stare qui
è una noia mortale!”
LA CASA DELLE BAMBOLE
Oltre a questi farfuglii, il gatto e la volpe
diranno che nella grotta da cui i personaggi
sono appena usciti si trovi un Beccamorto,
che costringe i balocchi a intrattenerlo con
ben tre spettacoli al giorno, senza ovviamen-
te dar loro la possibilità di tornare indietro.
Diranno anche che per mettere in piedi de-
gli spettacoli soddisfacenti, Putridocchio è
costretto a controllare mentalmente tutte le
bambole gettate lì da Chucky, ma ogni volta
che usa i suoi poteri, così come ogni volta
che dice bugie, marcisce.
Proprio sotto quella che chiamano “La
Piazza dello Spettacolo” si trovava una
vena di ectocolla, emersa da sottoterra non
appena ha avvertito il decadimento del cor-
po di Putridocchio. Si è avvolta lentamente
al suo corpo, fino a ricoprirlo del tutto.
La loro unica salvezza è sconfiggere il
Beccamorto.
BECCA LA MORTE
I personaggi potranno aspettare che il
Beccamorto esca dalla sua tana per uno de-
gli spettacoli, per poi coglierlo di sorpresa.
In alternativa, potranno affrontarlo nella
grotta, dove però è buio pesto e quindi sareb-
bero bersagli facili per le sue falci fameliche.
Guida allo Scontro: Se preso alla sprov-
vista, il Beccamorto (vedi al capitolo 9 del
Manuale Base, “Bestiario”) riceve -2 ai
💀test di attacco durante il suo primo tur-
no di combattimento. Non attaccherà i ber-
sagli che siano a meno di un metro dall’al-
bero di ectocolla, con il timore di ferire la
sua fonte di intrattenimento.
 104
Una volta sconfitto il Beccamorto, Pu-
tridocchio allenterà il controllo sui balocchi
che, una volta ripresisi, si getteranno imme-
diatamente nella grotta e nella frontiera per
la Casa delle Bambole. Per ringraziarli del
loro aiuto e prima di tornare anch’essi nel
mondo dei vivi, il gatto e la volpe daranno ai
personaggi una Palla di Ectocolla ciascuno.
carpire il segreto di Marcetto e creerà delle
Arte-fate malvagie (a dimensione di guer-
ra) per creare caos e scompiglio nell’Orto.
La Casa delle Bambole, invece, diventerà
un luogo dove i più meschini abitanti del
Regno Lugubrio potranno acquistare auto-
mi capaci di andare e venire dall’Orto senza
esservi legati.

Lentamente l’ectocolla si restringe SUGGERIMENTI PER GLI

LA CASA DELLE BAMBOLE

e torna nella fessura nel terreno, mo-

strando il corpo esile di un burattino
di legno tarlato, con due grandi botto-
ni neri come occhi e un cappello rosso
in testa. Dalla posizione rannicchiata
sembra quasi che stia dormendo. Pro-
babilmente lo farebbe, se solo potesse.
D’un tratto una delle sue gambe viene
percorsa da un tremito, di quelli che ci
colgono quando si hanno sogni tormen-
tati, rendendolo persino più umano di
quanto non sia. Non resta altro che por-
tarlo dal suo padrone, che magari gli
darà una bella strigliata per aver usato
in maniera sconsiderata i suoi poteri,
lo stesso che poi probabilmente lo ab-
braccerà come un figlio, dal quale non
si separerà mai più.
EROI INTRAPRENDENTI
Una volta riportato Putridocchio a Mar-
cetto, questi dirà loro che se sono interessati
a un’altra impresa, anche un suo amico e
collega, tale Mastro Fragola, è alla ricerca
di un gruppo di morti volenterosi di aiuta-
re. L’avventura potrà quindi continuare con
“Il Grattacapo”, dove i personaggi verran-
no ingaggiati per fermare un’Arte-fata che
terrorizza il paese di Callenze, trovandosi
inoltre a dover mettere qualche testa… al
posto giusto.

Sonsemp Content
Se i morti avranno accettato di aiuta-
re il Necroamante, una volta tornati nel-
la Casa delle Bambole questi semplice-
mente li ringrazierà (in maniera anche
piuttosto sbrigativa) senza dargli alcuna
ricompensa. Se i morti protesteranno, il
Necroamante li minaccerà di annientar-
li con i suoi poteri. In ogni caso, dopo
aver aiutato Sonsemp, questi riuscirà a
 105

Roberta la Bambola

LA CASA DELLE BAMBOLE

Un paio di religioni fa, prima che l’eptacaidecaismo divenisse la moda
clericale, nelle Terre di Stoltardia si professava il cartolicesimo. Il credo
si professava attraverso una fitta corrispondenza fra Regni. Lo scopo
delle missive era quello di avviare una reciproca confessione, facendo
sì che mittenti e destinatari divenissero confessori gli uni degli altri.
Col tempo, oltre a cartoline e lettere, i fedeli iniziarono a spedire
doni... fra i quali Roberta la Bambola. Roberta venne spedita da un
mittente ignoto del Regno Lugubrio a una felice famigliola del Regno
Rasputio. Quando i benevoli genitori, Yakov ed Eva, diedero Roberta
al figlio Bayav, non potevano certo sapere di star regalando l’anima di
un cavaliere assassinato, intrappolata da imbottiture di lana e da una
scorza di stoffa giallognola.

Bayav non se ne separava mai: la faceva sedere a tavola con il resto
della famiglia, passava ore a pettinarla e, soprattutto, a parlarci. Non
c’è niente di strano in un bambino che parla con i suoi giocattoli,
almeno finché questi non iniziano a rispondergli. Ripreso gradualmente
possesso delle sue capacità, Roberta (o Diego Laiella, come diceva di
chiamarsi) chiese a Bayav di procurargli un’armatura, una spada e un
cavallo. Ovviamente tutto su misura. Bayav portò il coperchio di un
pentolino in ottone, un coltello da burro e il suo gatto Mielo. Roberta
si accontentò. Partì così con il suo nuovo equipaggiamento alla volta
del Regno Lugubrio, con l’intenzione di scoprire chi l’avesse trasformato
e vendicarsi. Fuggito di casa, Bayav divenne il suo scudiero.

Se durante i vostri viaggi vi capita di incontrare una bambola con
folti riccioli dorati, vestita come un coperto al ristorante e in sella a
un gatto scheletrico, accompagnata da un uomo di circa cinquant’anni,
potrete sempre unirvi a loro alla ricerca di un famigerato stregone
intrappola-anime, che per decenni è riuscito a scampare alla furia di
Diego “Roberta” Laiella.


 Avventura di: Aces Games
Testi: Simone Morini
Lunghezza: 2-3 sessioni
Livello di Rischio: 4

“Come sono morto? Bella domanda: vorrei tanto ricordarmelo. Ma se sei curioso, prova a offrirmi un
altro goccetto e vedrò di spremermi ancora di più le meningi. Alla salute!”

[Herman il Gaudioebbro, di Isla de Cucaracha]

Fra le distese innevate del Regno Rasputio e al di là della meschinità del Regno Bandito, le onde del
Mar Strozzo danzano portando con sé terribili e sinistri segreti. Ed è proprio in un mare che abbonda di
pirati e di Gaudiovivi assetati di midollo osseo che i morti si ritroveranno a svolgere questa impresa. E
non in un mare qualunque, ma nel Triangolo delle Perduda, una delle tratte più pericolose da quando le
imbarcazioni che l’attraversano hanno iniziato a sparire.
La nave è pronta, i cannoni ben oliati e le acque dell’Orto pronte a farvi emergere. Mancano solo i
salvagenti: ma d’altronde, i morti galleggiano.

BACKGROUND
Venuti a sapere che il nuovo ufficio por-
tuale dei Musoni di Isla de Cucaracha sia
disposto a pagare una ricompensa folle per
un’impresa nei mari dell’Orto, i morti non
perderanno tempo: si avventureranno nei
Campi di Sale in direzione dell’attracco per
il traghetto e, da lì, sull’isola, dove li aspet-
ta il Musone incaricato di accogliere gli av-
venturieri volontari.
Qui scopriranno che Isla de Cucaracha,
da qualche tempo, sia minacciata dai relitti
di decine di imbarcazioni, che si materia-
lizzano nell’Orto dopo che qualche forza
sconosciuta le fa affondare nel mondo dei
vivi, più precisamente nel Triangolo delle
Perduda. I brigantini, i velieri e le scialup-
pe ingombrano i mari e i cieli circostanti
l’isola. Alcune, di tanto in tanto, smettono
di fluttuare, cadendo al suolo e mettendo in
pericolo gli isolani. I morti ingaggiati finora
hanno subìto lo stesso destino: le loro navi
sono state distrutte e le loro anime ora viag-
giano verso il Centro di Smaltimento per un
inaspettato ultimo saluto all’Orto.
Come se non bastasse, le vittime di
questi misteriosi affondamenti non sem-
brano ricordare niente di come siano finiti
nell’Orto e quindi interrogarli si è dimostra-
to totalmente inutile.
Toccherà ai nostri aspiranti eroi prende-
re il timone e navigare verso il Triangolo
delle Perduda, per svelare così i sinistri mi-
steri che quella tratta marina custodisce.
SINOSSI
Dopo aver raggiunto Isla de Cucaracha
e aver accettato l’impresa, i personaggi do-
vranno assoldare qualcuno che li conduca
al Triangolo delle Perduda. Un Gaudio-
vivo dal cervello (quel poco non ancora
marcito) annebbiato dall’alcool, di nome
Herman, farà al caso loro. Anch’egli mor-
to nel Triangolo ed esperto di quelle acque
sebbene, come gli altri, non ricordi niente
del suo trapasso. Ciò che non sanno è che
il Triangolo delle Perduda è pattugliato dal
Gaudiovivo Malemanlio, in cui si imbatte-
ranno subito dopo essere emersi. Dopo che
107
i personaggi verranno sconfitti dai cannoni
del vascello e fatti naufragare in una piccola
isola apparentemente deserta, scopriranno il
rifugio abbandonato di Irianna, la promessa
sposa di Herman e di cui questi ha perdu-
to ogni ricordo. Tramite una nota lasciata
proprio da Herman, i personaggi verranno a
conoscenza di come egli sia stato assassina-
to da Malemanlio, un tempo il suo secondo
ufficiale, dopo aver espresso il desiderio di
IL TRIANGOLO DELLE PERDUDA
fuggire con Irianna. A quel punto Herman
ricorderà di come Malemanlio gli abbia ru-
bato il Cuore Rosso, il pegno d’amore che
aveva promesso di portare alla sua sposa e
motivo per cui l’anima della sua amata con-
tinua a vagare inquieta in quelle acque. Ed è
proprio la stessa Irianna che, credendo che
il suo amato l’abbia abbandonata, scatena
la sua furia cieca sulle navi di passaggio nel
Triangolo delle Perduda.
Una volta che i nostri eroi saranno riu-
sciti a strappare il Cuore Rosso dalle grinfie
di Malemanlio e a riconsegnarlo a Irianna,
la maledizione sarà spezzata e lei ed Her-
man potranno finalmente ricongiungersi.
MORTI (E VIVI) NON GIOCANTI
Herman Desombra: Un Gaudiovivo
della vecchia guardia che ha trovato la sua
fine per mano del suo secondo, Malemanlio
Taleggio. Non ricorda niente di tutto questo
né di Irianna, l’amata cui aveva promesso
che sarebbero fuggiti insieme. Sarà la guida
dei morti attraverso le acque del Triangolo
delle Perduda.
Irianna di Lusascia: Una giovane fug-
gita dal monastero eptacaidecaista in cui i
genitori l’avevano rinchiusa. Dopo aver
viaggiato attraverso il Regno Rasputio giun-
se a una città portuale del Regno Bandito,
dove conobbe e si innamorò di Herman. I
due decisero di fuggire insieme, ma morì
sull’isola dove si erano dati appuntamento,
ancora ad attenderlo. La sua anima inquieta,
ignara che Herman non la raggiunse perché
assassinato, vaga ora nel Triangolo delle
Perduda abbattendo ogni nave che incroci.
Malemanlio Taleggio: Un Gaudiovivo
tra i più spietati, crudeli e pericolosi delle
 108
Terre di Stoltardia. Ha ucciso il suo ex su-
periore Herman Desombra prendendo il
posto di capitano sul Sanguisole, dopo che
questi aveva espresso la volontà di fuggi-
re con Irianna e abbandonare così l’ordine.
In seguito ha rubato il Cuore Rosso, pegno
d’amore fra Herman e Irianna.
Quindici Morti…
IL TRIANGOLO DELLE PERDUDA
“Pensavo che i Musoni non potessero mo-
strarsi più scocciati di così, ma finora non
ne avevo mai visto uno lasciare la sua scri-
vania per andare in trasferta fuori dalla
mortopoli. Se ti dico che aveva il muso che
strusciava per terra non è tanto per dire.”
[Bestella Laciancia, ciarliera professionista]
I Personaggi verranno a sapere dei guai
di Isla de Cucaracha ovunque si trovino: ne
parlano nelle taverne, i boney affiggono vo-
lantini d’ingaggio e i Musoni non parlano
praticamente d’altro (fra loro, s’intende).
Questa singolare pubblicità non è tanto per
l’impresa in sé (per altro, da quel che si dice,
molto ben pagata) quanto perché coinvolge
il primo ufficio dei Musoni al di fuori della
mortopoli: la capitaneria di porto di Isla de
Cucaracha. Questo primo tentativo da parte
dei Signori dell’Orto di mettere in contatto
le realtà burocratiche delle varie mortopoli,
ha acceso molti dibattiti nei salotti della no-
biltà banditesca dei Campi di Sale, dove sia
i pirati che i trafficanti della costa sono ben
poco felici di avere tra i piedi quegli “scri-
bacchini dai menti penzolanti”.
Ai personaggi giungerà voce che l’uni-
co traghetto in partenza dal porto del Mar
Ri-morto diretto a Isla de Cucaracha sal-
perà fra poche ore. Il prossimo, se va bene,
ci sarà fra quattro mesi (è condotto da un
Musone, naturalmente).
A piedi impiegherebbero troppo tempo,
quindi i morti dovranno noleggiare dei ca-
valli (se non ne hanno): 10 buoni al giorno a
testa per dei cavalli Secchi, 20 per dei cavalli
Ventosi, più comodi e soprattutto più veloci!
Per raggiungere il porto i personaggi do-
vranno cavalcare in direzione sud dalla mor-
topoli fino a imbattersi nelle scogliere che
affacciano sullo spettacolare Mar Ri-morto,
con le sue acque nerissime, che sembrano lo
specchio del cielo dell’Orto, e le sue onde
generate da un vento assente, che si infran-
gono in spruzzi di schiuma bianchissima.
Da qui dovranno procedere verso ovest fino
a trovare l’attracco del traghetto, segnalato
da enormi cartelli di legno senza scritte: i
Musoni avranno voluto risparmiare tempo.

Prima di Tutti!
Prendendo i cavalli Ventosi, i morti riu-
sciranno a raggiungere l’attracco appena in
tempo, salendo sul traghetto assieme ad altri
cinque morti, tutti in visita ai propri parenti
sull’isola. Il traghetto è una bagnarola che
somiglia più a una grossa carrozza funebre
priva di tettuccio e di ruote. Il Musone alla
guida, che indossa un bizzarro berretto az-
zurro con una banda nera alla base, tiene
delle redini che affondano nelle profondità
marine come se stesse governando un ron-
zino. Chissà cos’è, in realtà, a trascinare
l’imbarcazione…
Il traghetto è grande abbastanza per por-
tare una dozzina di anime. Non c’è posto per
i cavalli, che vengono legati al molo con la
promessa che verranno ritrovati lì al ritorno.
Aspettateci!
Se i personaggi avranno preso i cavalli
Secchi, arriveranno al porto che il traghetto
è appena partito. Potranno comunque ten-
tare di prendere la rincorsa e saltare con i
cavalli effettuando un 💀test di Atletica
(7+) o di Animalismo (6+). Se il test avrà
successo i morti piomberanno con i loro de-
strieri sul ponte del traghetto, facendolo rol-
lare pericolosamente e facendo saltare qual-
che pezzo agli altri passeggeri. Infuriato, il
Musone capitano li multerà di ben 10 buoni
a testa. Se non li avranno, gli verranno de-
curtati dalla paga dell’impresa.
Se falliscono o preferiscono non provare
a saltare, vedi qui di seguito.
Troppo Tardi
Se i personaggi non saranno riusciti a
prendere il traghetto (magari perché non
hanno preso i cavalli), incontreranno Li-
scaglio Malamo, un vecchio pescatore
Ventoso con un vistoso Marchio del Diso-
nore sulla fronte che si proporrà di portarli
a Isla de Cucaracha per la modica cifra di
5 buoni a testa.
Una volta a bordo della piccola barca a
vela, che sfreccia rapida portata da corren-
ti invisibili, il vecchio Liscaglio cercherà
di rubare un oggetto (non del Corredo del
109
Morto) da ogni morto, effettuando per cia-
scuno un 💀test di Furtività (6+), abilità
in cui è addestrato. Per impedire il furto, i
personaggi potranno tenerlo d’occhio ef-
fettuando un 💀test di Sensorialità (7+),
cogliendolo così sul fatto.
ISLA DE CUCARACHA
Il viaggio dura circa 3 ore (4 con la barca
IL TRIANGOLO DELLE PERDUDA
di Liscaglio), ma prima ancora di scorgere
i profili di Isla de Cucaracha, i personaggi
potranno iniziare a farsi un’idea del motivo
del loro prossimo ingaggio.
Quelli che da lontano sembravano
scogli irregolari affioranti dalle profon-
dità marine, avvicinandosi si rivelano
essere relitti di imbarcazioni, immobi-
li sul pelo dell’acqua come fermate al
fondale da uno spillone invisibile. Vele
stracciate, scafi divelti e tavole sospese
a mezz’aria tutte intorno, fatte schizzare
da chissà quale forza e ora immortalate
dall’aria dell’Orto, che ne ha decretato
l’ultimo sospiro.
Man mano che l’imbarcazione si av-
vicina all’isola, i cui profili si mostra-
no ora come il guscio di una tartaruga
appena affiorata dall’acqua, altri scafi
morti si uniscono alla conta del cimi-
tero di prue e di poppe, ma invece che
starsene immoti sferzati dalle onde del
mare, aleggiano nel cielo, roteando
svogliatamente come appesi a fili di un
burattinaio.
Poi d’un tratto, come se uno di questi
sostegni immaginari si fosse spezzato,
vedete un grosso veliero precipitare con
un mugugno, schiantandosi in acqua.
L’onda generata si innalza fino a sol-
levare il vostro scafo, per poi spingervi
bruscamente su uno dei moli dell’iso-
la… distruggendolo completamente.
 110
Come suggerito dalla scena appena de-
scritta, l’arrivo dei morti non passerà affatto
inosservato. Dopo aver impattato contro il
molo, l’imbarcazione scivolerà fra le abi-
tazioni dell’isola, poco più che uno sputo
di terra bastante per accogliere il porto (o
almeno quel che ne resta) e una ventina di
capanne, in mezzo alle quali si staglia un
grande edificio in pietra dai profili austeri e
netti: la capitaneria di porto.
IL TRIANGOLO DELLE PERDUDA
Armeria di Robert Gun
A est della capitaneria di porto si trova
quella che, a prima vista, sembra semplice-
mente la prua di una nave distrutta, ma un
cartello penzolante dal pennone suggerisce
che si tratti di un negozio: per la precisio-
ne, l’Emporio di Robert Gun. Attorno alla
struttura fatiscente è possibile notare una
grande varietà di cannoni in vendita, dai più
piccoli a quelli pronti per essere ficcati nelle
pance di galeoni da guerra.
Robert Gun è un Ventoso il cui corpo ap-
pare trafitto da almeno una ventina di spade.
Appesi alle else e alle punte fuoriuscenti dal
suo esile ectoplasma, sfoggia gli articoli in
vendita della sua bottega: armi da fuoco di
prima qualità!
Proiettili per Tutti i Gusti: Le armi da
fuoco vendute da Robert costano 2 buoni in
più di quelle normali (5 se Pesanti) ma i pri-
mi 3 colpi che sparano ricevono +1 al tiro
per colpire, oltre a +1 ai danni quando as-
sestano un Colpo Violento. Nel magazzino
ha anche un Gettafiamme e uno Scioglitore
con uno sconto del 10% ciascuno!
Robert dirà di avere in vendita anche
armi potenziabili con licenze, ma non ha il
permesso per venderle.
Se i personaggi faranno la spia al Musone
della capitaneria di porto, questi si adopererà
subito per organizzare la chiusura dell’attivi-
tà e la marchiatura di Robert, oltre a ricom-
pensare i morti con 1 licenza ciascuno.
La Capitaneria di Porto
L’edificio indubbiamente più solido di
tutta l’isola e l’unico ad avere un aspetto
ufficiale, così come tutte le strutture gesti-
te dai Musoni. Anche se il tetto a spiovente
potrebbe lasciar intendere che si tratti di una
casa, la sua forma, stretta e allungata come
un salsicciotto schiacciato tra due sassi, la
rende più somigliante a una torre. Non drit-
ta ovviamente, ma sgangherata e cadente.
L’unica stanza al suo interno è quasi del
tutto occupata da un’enorme scrivania co-
sparsa di pergamene e grossi faldoni. Il Mu-
sone al suo interno, che indossa un cappello
da marinaio messo di sbieco sulla testa cal-
va, sta appendendo dei fogli gocciolanti a
dei fili tesi tra una parete e l’altra, come si
fa con il bucato della domenica.
Tutta la struttura in effetti sembra che sia
stata appena tirata fuori dall’acqua. Proba-
bilmente è una caratteristica architettonica
degli edifici dell’isola.
Fatte le dovute presentazioni, il Musone
illustrerà ai personaggi l’impresa che sono
chiamati a svolgere per conto dell’Orto.
“Prego, mettetevi scomodi, ci vorrà
molto. Sapete già del Triangolo del-
le Perduda? E del fatto che da mesi
le navi che attraversano quel tratto di
mare vengano abbattute? E che ce le ri-
troviamo qui, con il rischio che presto o
tardi seppelliscano l’isola? Bene, allo-
ra sapete già tutto. O quasi.
Quello che non sapete è che tutti i
morti che ora abitano l’isola fanno par-
te degli equipaggi delle navi abbattute
e che nessuno di loro riesce a ricordare
come sia finito qui. Parlano di vortici
d’acqua, di una luce blu accecante e di
un forte puzzo di pesce, anche se di que-
sto si lamentano più che altro quando
ormai sono già qui.
Dei morti mandati prima di voi sono
tornate solo le navi, che già prima erano
poco più che relitti galleggianti. A dif-
ferenza loro, voi avrete la fortuna (ma
dipende dai punti di vista) di avere al
vostro fianco un marinaio che conosce

bene quelle acque. Si chiama Herman, è
un Gaudiovivo della vecchia scuola, di
quelli che prima di attaccare un morto
valutano quanto possa valerne la pena.
Lo troverete nella taverna: consegnate-
gli questo permesso di emersione e sa-
prà cosa fare. Se riuscirete a scoprire
e fermare la maledizione (o qualunque
cosa sia) che aleggia sul Triangolo del-
le Perduda, verrete ricompensati con 40
buoni e 4 licenze a teschio.”
I Resti del Porto
Anche prima dell’arrivo dei Personaggi,
il porto dell’isola era poco più sofisticato di
una manciata di tavole di legno tarlato get-
tate nei pressi della spiaggia. Oltre a mari-
nai dall’aria persa, capitani che urlano ordini
che neanche loro capiscono e pescatori im-
pigliati nelle reti, qui si aggira Carmolle, un
vecchio Molle dalla pelle rigonfia che emette
un flaccido scalpiccio a ogni movenza.
Si aggira ricurvo fra le imbarcazioni a
mostrare a chiunque i suoi beni di prima
qualità (o almeno così li presenta) recu-
perati dai relitti più famosi dei diciassette
mari. Indossa un lungo cappotto marrone
che definire logoro sarebbe un complimen-
to e l’unico occhio di cui dispone gli cion-
dola davanti allo zigomo. Molti rimangono
schifati dal modo in cui lo tiene fra le dita,
muovendolo per scrutare i suoi interlocutori
da capo a piedi.
Se interrogato, Carmolle sarà ben lieto
di raccontare qualche ottima storia marina-
resca di quando era un pirata e solcava le
acque dell’Oceano Rantolio. A parte questo,
sarà in grado di raccontare di tutte le per-
sonalità e dei luoghi dell’isola (non che ve
ne siano molti). Dirà anche di avere qualche
informazione su Herman, che lui definisce
“il Secco più spugnoso che abbia mai co-
nosciuto”, con chiara allusione ai suoi pro-
blemi di… spirito. Se i personaggi vorranno
queste informazioni, dovranno scegliere se
acquistare beni da Carmolle per il valore di
10 buoni, pagarlo con 5 buoni o sfidarlo al
suo gioco preferito: Sasso, Carta, Falangi!
In ogni caso, le informazioni riguardano
111
il fatto che Hector non ricordi niente del
suo passato di vivente, né del modo in cui
è morto, anche se alcuni marinai di passag-
gio a Isla de Cucaracha e che l’hanno rico-
nosciuto, affermano che avesse una sposa
nel mondo dei vivi; una donna che Hector
avrebbe abbandonato, spezzandole il cuore.
Nella sua saccoccia Carmolle ha: 1 Palla
di Ectocolla, 2 armi a scelta del Traghetta-
IL TRIANGOLO DELLE PERDUDA
tore (costano 2 buoni in meno ma ricevo-
no -1 al tiro per colpire), 2 rotoli di Nastro
Ectoadesivo, 1 boccetta di Cartamesta e 3
Talismani dell’Eroe. Nell’ordine: un unci-
no di plastica, una benda da occhio su cui è
stampato un simpatico polipo sorridente e
un tricorno con un solo corno.
Sasso, Carta, Falangi!: Si tratta del co-
mune gioco sasso, carta, forbici, con l’ag-
giunta di una componente di abilità: è uno
dei giochi da taverna preferiti nell’Orto!
Consiste nel cambiare rapidamente la posi-
zione delle proprie falangi, così da mutare
forma della mano in risposta all’avversario,
al fine di batterlo.
Dopo che i due contendenti hanno calato
la mano, effettuano un 💀test di Iniziativa
(come per stabilire l’ordine dei combattenti
durante uno scontro). Chi ottiene il risultato
maggiore può dichiarare vittoria o spendere
1 PA per cambiare la posizione delle falangi
così da sconfiggere l’avversario.
Taverna “Lo Scarafaggio Bendato”
Una bettola sgangherata su tre piani. Ac-
canto alla porta d’ingresso si trova il menù,
che riporta piatti come “Zuppa del Giorno
(non chiedeteci quale)”, “Lisca di Tonno in
Scatola” o “Spada di Pesce Spada: siete pre-
gati di non brandirla all’interno del locale”.
I quattro tavoli, ricavati da botti, sono occu-
pati da morti che cercano di ricordare come
siano finiti nell’Orto, congetturando su chi
possa avergli inferto il colpo di sciabola
mortale o da quale parte della nave siano
caduti. Dietro il bancone si trova una Secca
dalle ossa grosse con indosso un suggestivo
collare di denti di squalo, probabilmente un
tempo serratisi attorno al suo collo.
 112
Una volta entrati vedranno la Secca, di
nome Barishka, impegnata a rimproverare
uno dei morti seduti al bancone. Davanti
alla figura, china sul piano di legno tanto da
nascondere la testa, sono sparpagliati una
mezza dozzina di boccali vuoti.
“Stavolta ce li hai i buoni per pagare?”
Continua a ripetere Barishka, ogni volta
avvicinando sempre più la testa a quella
dell’avventore che, se fosse vivo, potrebbe
IL TRIANGOLO DELLE PERDUDA
anche sembrare morto.
Si tratta di un Secco, Herman, il Gau-
diovivo che i personaggi dovranno recluta-
re per giungere nel Triangolo delle Perduda.
Senza mostrargli il permesso di emersione
firmato dal Musone della capitaneria di
porto, non scambierà coi personaggi che
qualche farfuglio incomprensibile. Tutta-
via, se questi si offriranno di pagare il suo
conto alla taverna (20 buoni), Herman si
dimostrerà molto riconoscente per tutto il
resto dell’avventura, cercando di difendere
i personaggi in caso si trovassero in perico-
lo. Normalmente, invece, non rischierebbe
affatto la morte-morte.
Il Triangolo…No!
“Voglio i cannoni pronti e le vele spiegate.
Se ci dice bene, oggi spediremo ben due
navi di nuovo nel mondo dei morti. E vi
assicuro che quando avranno assaggiato il
ferro del Sanguisole non ci sarà frontiera
che li faccia tornare indietro.”
[Capitan Malemanlio Taleggio,
Araldo Smagliante]
Con riluttanza e quelli che per un esse-
re vivente potrebbero essere i postumi di
una sbornia, Herman accompagnerà i per-
sonaggi alla bagnarola che useranno per
emergere. Si tratta di uno sloop, una piccola
imbarcazione a vela doppia, sgangherato e
malmesso da prua a poppa.
L’unica cosa affascinante della bar-
ca che vi trovate davanti è che non sia
ancora affondata: lo scafo presenta più
riparazioni di quanti buchi sfoggino le
vele. Nonostante Herman la presenti so-
lida come una balena, è evidente come
persino per gli standard dell’Orto que-
sta barca sia a dir poco imbarazzante.
Nonostante sia dotata di cannoni, non
riuscite a immaginare come possa so-
stenere una battaglia, che sia contro
una nave avversaria o contro uno stor-
mo di gabbiani in post-digestione. E
parlando di gabbiani, notate che un uc-
cello scheletrico ha fatto il nido proprio
nella bocca di uno dei quattro cannoni.
“Quella è Tanya”, dice Herman. “È la
mia gabbianella portafortuna! Ha de-
ciso che quel cannone è la sua casa,
quindi non provate a infastidirla né a
scacciarla o vi getto fuoribordo!”.
Che altro dire se non VENTO IN
POPPA… sperando che non spezzi
l’albero.
Nonostante l’evidente stato di ebrez-
za, non appena mette piede sul ponte della
nave, Herman dimostrerà di sapere il fatto
suo: con movenze scattanti (seppur trabal-
lanti come un tavolo con due gambe) ap-
pronta la nave, solleva l’ancora e spiega le
vele. Nonostante non tiri neppure un alito
di vento, come mossa da una bufera, la bar-
caccia viene spinta a largo a velocità im-
pensabile, lasciando dietro di sé una scia di
schegge di legno, ciuffi di polvere lanugino-
sa e pagliuzze del nido di Tanya.
Mentre i personaggi saranno costretti a
reggersi per non cadere fuori bordo, Her-
man resta attaccato al timone senza appa-
rente fatica, sghignazzando e serrando i
denti attorno al collo di una bottiglia tirata
fuori da chissà dove.
D’un tratto lo sloop entra in un banco
di fitte nuvole nerastre, in cui fulmini viola
lampeggiano e illuminano profili nebulosi.
La corrente si fa sempre più trascinante e
porta dritta a un maelstrom di dimensioni gi-
gantesche, che risucchia la barca come l’ac-
qua di un gabinetto. Stavolta i personaggi

dovranno effettuare un 💀test di Atletica
(6+) per non cadere in mare. In questo caso
emergeranno comunque nel mondo dei vivi,
ma fuoribordo.
L’ASSALTO DI MALEMANLIO
Il Triangolo delle Perduda è un famo-
so luogo d’emersione di ciurme di morti,
motivo per cui il Gaudiovivo Malemanlio
pattuglia questo tratto di mare a bordo del
suo vascello, il Sanguisole, intenzionato a
rispedire nei fondali dell’oblio tutti i mari-
nai defunti che incrocia.
Il caso vuole che Malemanlio e la sua
ciurma di mercenari (e, cosa più importan-
te, i suoi dieci cannoni) stiano giusto at-
traversando la zona di emersione dei per-
sonaggi, che si troveranno a meno di venti
metri dal fianco sinistro del veliero, una
nave grande quattro volte la loro e che la
sovrasta con la sua stazza.
Un ragazzo poco più alto di un me-
tro e cinquanta scatta in piedi sul para-
petto della nave che, minacciosa, si sta-
glia a tribordo. Ha un sorriso crudele e
lunghi capelli castani che ondeggiano
al vento. Potrebbe sembrare un nobile
fanciullo appena scappato di casa, ma
l’armatura che indossa fa pensare a un
soldato di grande esperienza. Con una
mano si regge a una delle sartie e con
l’altra solleva un massiccio elmo sopra
la testa, per poi lasciarlo calare a rico-
prirla del tutto. Sopra vi è intagliato un
ampio sorriso.
I personaggi (quelli che sono ancora a
bordo, almeno) vedranno che il mantello
del Gaudiovivo è fermato al petto da un
grosso rubino intagliato a forma di cuore.
Con un 💀test di Personaggi e Casate
(7+) sarà possibile riconoscerlo: appartiene
ai Desombra (nobili del Regno Lugubrio) e
più precisamente alle donne della famiglia
o alle mogli.
Se a Malemanlio viene accennato o
chiesto qualcosa riguardo ai Desombra,
dimostrerà di non saperne alcunché. Ma il
113
tempo di parlare non sarà troppo perché,
non appena avvistati i morti, il Gaudiovivo
darà ordine di preparare i cannoni.
Nel mondo dei vivi lo sloop di Herman
non potrà sfruttare la velocità che aveva
nell’Orto e a nulla servirà cercare di com-
battere: è destinato a colare a picco sotto le
cannonate del veliero. Le palle di cannone
di Malemanlio sono state forgiate dagli ar-
maioli dei Gaudiovivi e, di conseguenza,
IL TRIANGOLO DELLE PERDUDA
sono capaci di uccidere i morti. Una canno-
nata infligge 4 danni letali e stacca da una
alle tre parti del corpo.
IL NAUFRAGIO
Una volta affondata la nave, Malemanlio
si allontanerà esultando con i suoi uomini
per la vittoria, ma senza assicurarsi che tutti
i morti siano… morti-morti.
A questo punto i personaggi si troveran-
no in mare aperto. Non c’è terra in vista e
mancano solo sei ore al tramonto. Grazie ai
molteplici pezzi dello sloop potranno co-
munque improvvisare una zattera. Con un
💀test di Geografia (7+) potranno capire
di essere sopra al Pozzo Nero, una sorta di
voragine formata da due grandi montagne
sottomarine che convoglia i resti di tutte le
navi affondate in quella zona e nelle vici-
nanze: motivo per cui si tratta di un luogo
di emersione. Sempre come risultato del
successo del test (oppure chiedendo a Her-
man), sarà possibile sapere che la cima di
una di queste montagne forma un isolotto a
est, a non più di una decina di chilometri da
dove si trovano adesso.
L’isola è poco più di un fazzoletto di ter-
ra, di cui Herman ricorda vagamente l’esi-
stenza. Naturalmente non ricorda di avervi
nascosto la sua amata Irianna, con la pro-
messa di ritornare a prenderla.
I morti giungeranno sull’isola quando
ormai è già buio… giusto in tempo per ve-
der scomparire la barca di Irianna.
 114
La notte è scesa, lasciandovi nell’o-
scurità più completa. Non siete affati-
cati (del resto come potreste) ma anche
restare a galla combattendo contro i ca-
pricci della corrente non è affatto diver-
tente. D’un tratto all’orizzonte vedete
accendersi una luce azzurra che, oltre
alla superficie quieta del mare, illumina
i profili aguzzi di un piccolo isolotto a
IL TRIANGOLO DELLE PERDUDA
un’altra mezz’ora di bracciate. Quando
finalmente i vostri stivali toccano la su-
perficie rocciosa dell’isola, avete solo il
tempo di strizzare gli occhi in direzione
del bagliore, per scorgere una sagoma
indefinibile emanare una luce a più di
dieci chilometri di distanza.
Ma è giusto il tempo di un respiro
e, così com’è giunta dal nulla, al nulla
ritorna, spegnendosi nel silenzioso ri-
spetto dell’oscurità.
Effettuando un 💀test di Sensoriali-
tà (7+) sulla sagoma prima che sparisca,
farà distinguere una piccola imbarcazione
a remi, su cui si staglia una figura indistin-
guibile.
Per esplorare l’isola, così come per av-
venturarsi di nuovo nelle acque del Trian-
golo delle Perduda, è necessario attendere
il giorno.
L’ISOLA DELLA PROMESSA
Una volta spuntato il sole, i personaggi
potranno vedere che l’isola sia circolare,
composta prevalentemente da rocce, e aven-
te al centro un picco di circa dieci metri. Alla
base dell’altura l’acqua si infrange su dei
massi più piccoli, cosparsi di piante acquati-
che e licheni rosati, che la fanno somigliare a
una distesa irregolare di fiori di ciliegio.

Con un 💀test di Sensorialità (6+) o
comunque dopo un’attenta esplorazione
dell’isola (saranno sufficienti meno di quin-
dici minuti) si potranno notare chiare tracce
di presenza umana che, con un 💀test di
Natura (6+), sarà possibile far risalire ad
almeno tre mesi prima: sul picco roccioso
sono stati fissati dei paletti di legno a for-
mare una scala, ci sono i resti di una vela
ormai ammuffita e divorata dalle alghe ma,
soprattutto, ci sono brandelli di corda che
conducono a un nascondiglio, la cui entrata
è nascosta da due grandi massi.
Il Nascondiglio di Irianna
Il passaggio nascosto porta a una grotta
angusta e umida con i chiari segni di un rifu-
gio di fortuna. Anche se l’acqua ha ormai in-
vaso gran parte del pavimento pietroso è an-
cora possibile scorgere i resti di un giaciglio
improvvisato. Al di sopra è appesa una picco-
la mensola in legno, con candele, un pettine
da donna e una pistola carica. Con un 💀test
di Sensorialità (7+) o di 💀Manualità (6+)
sarà possibile recuperare una lettera che gal-
leggia fra i detriti e la paglia del giaciglio.
Qui e oggi, io, Herman Dasombra,
prometto a te, mia dolce Irianna, che
l’amore che ci lega non conoscerà con-
fini, non conoscerà il tempo né la morte.
Ti lascio queste parole prima di tornare
in patria, così da consegnare il mio cap-
puccio e dare le mie dimissioni da capi-
tano del Sanguisole, poi tornerò da te.
Fra quattro notti accendi il lume che ti
lascio. La sua è una luce speciale, capa-
ce di brillare anche nella notte più buia.
Ti porterò il mio cuore rosso.
Per sempre tuo, Herman
Non appena Herman leggerà la lette-
ra, o nel caso in cui qualcuno gli riferisca
il contenuto, ricorderà ogni cosa: prima di
proferire parola resterà come in uno stato
catatonico, poi la sua solita vena di suf-
ficienza e i suoi modi da ubriaco cronico
115
verranno sostituiti da una trista consapevo-
lezza: ha abbandonato il suo amore, Irianna,
una giovane monaca del Regno Rasputio in
fuga dai dettami dell’eptacaidecaismo.
Racconterà del loro amore impedito dal-
le rigidi tradizioni della famiglia Dasombra,
di come sia tornato in patria nel Regno Lu-
gubrio per trafugare il Cuore Rosso, simbo-
lo d’amore per le donne e le promesse della
famiglia Dasombra e di come il suo ufficia-
IL TRIANGOLO DELLE PERDUDA
le in seconda Malemanlio, dopo aver appre-
so che volesse dare le dimissioni, lo abbia
assassinato accusandolo di imperdonabile
tradimento verso l’Ordine dei Gaudiovivi.
Il motivo per cui non ricordava niente
è legato a un potere di cui pochi, a parte
Herman e Malemanlio, sono a conoscenza,
ovvero che il Triangolo delle Perduda sia
intriso di amagia, che si nutre dei ricordi di
chi perde la vita fra le sue onde.
Herman crede che il bagliore azzurro vi-
sto la notte precedente sia la sua Irianna che,
ormai defunta, è rimasta per qualche ragio-
ne intrappolata nel Triangolo delle Perduda.
Chiederà quindi ai personaggi di aiutarlo ad
attendere nuovamente la notte per andare da
lei e cercare un modo per liberarne l’anima.
Amor che Annienta
“Una volta ho visto un bagliore azzurro
tanto lucente da spegnere il cerchio della
luna. Non so cosa fosse o da dove pro-
venisse, ma ti assicuro che in quella luce
c’era tanta oscurità come nel più profondo
degli abissi.”
[Regidiar Skolpendr, navigatore solitario]
Qualche ora dopo il tramonto i perso-
naggi vedranno una barca spettrale ma-
terializzarsi sulla costa dell’isola, vicina
all’ingresso del rifugio. Inizierà ad allon-
tanarsi senza avere nessuno a bordo. Poi,
d’un tratto, quando si troverà a circa mezzo
chilometro dall’isola, apparirà una figura
luminosa in piedi, illuminando tutt’intorno
con un fascio di luce azzurra. La stessa che i
personaggi hanno visto la notte precedente.
 116
Verrà però illuminato anche un profi-
lo ben più pericoloso: il Sanguisole che,
avvistata la barca, sembra ora muoversi nel-
la sua direzione. Herman farà di tutto per
spronare i personaggi ad andare in soccorso
di Irianna, senza ovviamente sapere che non
sia lei in pericolo, ma Malemanlio.
INFINE RICONGIUNTI
IL TRIANGOLO DELLE PERDUDA
Raggiungendo Irianna (a nuoto o con
un’imbarcazione di fortuna) vedranno la
sua espressione rabbiosa e concentrata.
Ignorerà Herman e chiunque altro, come se
vedesse solo la nave di Malemanlio: sembra
intenzionata ad abbatterla.
Non appena il Sanguisole si avvici-
na alla barca, vedete il bagliore azzurro
concentrarsi in una grande sfera attor-
no a Irianna e prendere la forma di otto
enormi tentacoli di luce, che iniziano a
vibrare minacciosamente, pronti a di-
struggere l’ennesima nave. Nei suoi oc-
chi leggete non solo la rabbia, ma an-
che la tristezza e la disperazione di un
cuore abbandonato; un cuore che solo
in questo stato di dannazione può farsi
carico di tanta distruzione. Perché se il
Triangolo delle Perduda ammutolisce i
ricordi dei morti, Irianna è colei che li
consegna alle acque dell’Orto.
A questo punto i personaggi dovranno
riuscire a prendere il Cuore Rosso dal pet-
to di Malemanlio prima della fine del terzo
turno di combattimento, quando i tentacoli
di Irianna distruggeranno la nave e faran-
no affondare la reliquia (vedi, “Maledizione
Senza Fine”).
Guida allo Scontro: Malemanlio è un
Gaudiovivo (Araldo Smagliante) (vedi al
capitolo 9 del Manuale Base, “Bestiario”)
e uno degli incantesimi di cui dispone è
Volo, che userà per piombare sui personag-
gi. I mercenari invece sono delle Guardie
Cittadine (Militi Gagliardi) (vedi al capito-
lo 9 del Manuale Base, "Bestiario") armati,
fra le altre cose, con torce e frecce incen-
diarie. Se il Sanguisole è abbastanza vicino,
due di loro proveranno a lanciarsi con delle
corde sulla barca di Irianna o sull’imbarca-
zione dei giocatori effettuando un 💀test di
Atletica (6+). Se Irianna viene attaccata i
tentacoli si muoveranno immediatamente a
difenderla, colpendo l’aggressore e inflig-
gendogli automaticamente 4 danni letali.
Irianna tornerà in sé non appena avrà
ricevuto il Cuore Rosso, gettandosi in se-
guito fra le braccia del suo amato e ponen-
do così fine alla maledizione del Triangolo
delle Perduda.
Le due anime, finalmente tornate
in possesso dei loro ricordi, spendono
ancora un attimo delle loro eternità per
guardarsi negli occhi. Uno sguardo con
cui chiedono perdono l’uno per il suo
abbandono e l’altra per la sofferen-
za partorita dal suo dolore. Non serve
altro; né rimproveri, né domande. Ora
non resta che chiudere i pensieri e le
parole alla preziosità di questo momen-
to. Un momento che ricorda che anche
una volta che la vita si è spenta, la luce
dell’amore non smette di brillare.
MALEDIZIONE SENZA FINE
Se i personaggi lasceranno che Male-
manlio si avvicini a Irianna, assisteranno
alla distruzione della sua nave da parte dei
tentacoli di luce. Qualora i personaggi non
siano riusciti a recuperare il Cuore Rosso
in battaglia, questo affonderà insieme a Ma-
lemanlio, e l’anima inquieta dello spettro
continuerà ad abbattere tutte le navi di pas-
saggio con la furia di un cuore destinato a
rimanere spezzato.
L’impresa si considera fallita… ma non
del tutto perduta. Una volta che Malemanlio
giungerà nell’Orto, infatti, fuggirà nei Campi
di Sale, dove si tramuterà in un Beccamorto.
Con sé avrà tuttavia il Cuore Rosso, uno de-
gli oggetti del suo Corredo del Morto. Non è
troppo tardi per spezzare la maledizione e far
tornare in sé lo spettro di Irianna.
 117

IL TRIANGOLO DELLE PERDUDA

 Avventura di: Aces Games
Testi: Simone Morini
Lunghezza: 5-6 sessioni
Livello di Rischio: 5
“Deshfinire il mio lavoro uno schcierzo è come dire sche gli dèi hanno schreato un parcho-sgiochi per
essheri viventi in penschione. Io non schgioco con il caosh. Io lo schtudio. Non miro al pothere, ma
alla conoshghscenza. Se poi il caosch mi porta ansche potereh, tanto meglio!”

[Trikortrit, il Corvo Cieco]

In questa avventura, la più difficile proposta da questo tomo, i morti si troveranno ad affrontare una
delle creature più potenti e malvagie dell’Orto di Stoltardia: Trikortrit, il Custode delle Urne, anche chia-
mato il Corvo Cieco. Le sue ricerche sulla marcicolla, da cui è ossessionato, l’hanno portato a esplorare
le miriadi di possibilità concesse dalla divoratrice di ectocolla, linfa vitale dell’Orto.
L’esistenza di Trikortrit si regge su due scopi precisi: l’ampliamento delle proprie conoscenze (come
ogni scienziato che si rispetti) e gettare l’Orto nel caos (come ogni criminale che si rispetti). Uno dei suoi
ultimi esperimenti lo ha portato a spingersi ad attaccare la mortopoli di Stoltardia, ma i morti chiamati a
indagare su questo grave attentato scopriranno che questo non sia altro che un banale giochetto, se para-
gonato a tutte quelle che sono le trame che si diramano dalle dita del Corvo Cieco, mosse con destrezza
da fili che mirano a imbrigliare l’equilibrio del mondo dei morti.

Questa avventura può essere giocata da
sola o come prosecuzione dell’avventura
Acrimonia, la Città dell’Odio. In quest’ul-
timo caso, facendo domande in giro su
Trikortrit, i personaggi verranno indirizzati
a parlare con Apatia (vedi più avanti). Dirà
loro che l’unica personalità dell’Orto che,
quasi certamente, ha avuto a che fare con
il Corvo Cieco, è la strega dei sotterranei
Foglialercia. I personaggi quindi potranno
partire da L’Altra Parte dei Cipressi.
Nota che l’aver portato a termine l’im-
presa di Acrimonia non impedirà al Tra-
ghettatore di far giocare ai personaggi an-
che la prima parte di quest’avventura.
BACKGROUND
La mortopoli di Stoltardia è in preda al
caos: folle di morti fuggono rifugiandosi
negli uffici dei Musoni, nei saloni estetici
e nelle locande del centro, gridando che la
marcicolla sta per inghiottire la mortopoli.
I personaggi, ormai valorosi avventurieri
dell’Orto, verranno dunque chiamati al co-
spetto della dirigenza del Dipartimento di
Espulsione della Marcicolla, dove i Musoni
responsabili chiederanno loro di arrestare
l’avanzata di questa tremenda piaga svilup-
patasi dal vicino Castello dei Plumncake.
Se non riusciranno a fermarla, la marcicolla
dilagherà nelle strade della mortopoli, con-
dannando lei e tutti i suoi abitanti.
Inutile dire che il rischio è altissimo,
ma pari è la ricompensa che aspetta i morti
ingaggiati.
SINOSSI
Una volta giunti al Castello dei Plumnca-
ke, i morti dovranno scendere nei sotterra-
nei e distruggere il nucleo della marcicolla.
A quel punto scopriranno che la marcicol-
la abbia iniziato a invadere il castello solo
dopo che gli abitanti hanno sentito della
musica dai sotterranei. Proveniva da un ca-
rillon, in cui era stata fissata una foglia nera.
I morti scopriranno in seguito che la foglia
sia il simbolo di Foglialercia, una strega che
abita nei canali sotterranei e che si dice offra
119
servigi alle personalità malfamate più note
dell’Orto. È dunque il momento per i nostri
eroi risorti di avventurarsi nei sotterranei
alla sua ricerca. Una volta trovata, dirà che il
carillon le sia stato commissionato, ma non
rivelerà il nome. Se i personaggi sono for-
tunati, riusciranno ad acciuffare l’acquiren-
te poco dopo. Si tratta di Katie, la sorella di
Maria, padrona del Castello dei Plumncake.
Katie dirà di aver accettato di commissionare
IL DOMINIO DEL CORVO CIECO
la costruzione del carillon e di averlo porta-
to nei sotterranei su richiesta di Trikortrit. In
cambio le aveva promesso che sarebbe final-
mente riuscita a spodestare l’odiata sorella.
Katie indicherà ai personaggi la strada
da seguire per arrivare fino al palazzo di
Trikortrit. Ciò richiede la riemersione nel-
le Paludi di Potpourri e lo sfruttamento di
una frontiera illegale che collega un antico
altare cerimoniale al palazzo del Corvo Cie-
co. Una volta arrivati, i personaggi scopri-
ranno che la dimora di Trikortrit è ricavata
dalla mano di un gigante, il cui corpo gia-
ce nell’oscurità di una profonda voragine.
Esplorando i laboratori verranno a cono-
scenza di tutti gli esperimenti del Custode
delle Urne che, nel frattempo, è collegato a
un macchinario con cui mira a prendere il
controllo del gigante addormentato.
Quando i giocatori giungeranno al suo
cospetto avranno solo due strade tra cui sce-
gliere: sconfiggere il Corvo Cieco e diven-
tare le nuove leggende dell’Orto o unirsi a
lui e diventare potenti morti gonfi di corru-
zione, in lista d’attesa per l’inferno.
MORTI (E VIVI) NON GIOCANTI
Apatia: È la Musona responsabile del
Dipartimento di Espulsione della Marci-
colla. Come tutti i Musoni è autoritaria e
austera, ma qualcosa la rende unica: un’ac-
conciatura color viola acceso. Si dice in-
fatti che sia un po’ troppo esuberante per
gli standard dei Musoni.
Apatia sarà il principale collegamento
fra i personaggi e la pericolosa impresa
che dovranno svolgere per conto dell’Orto.
Si potrebbe quasi dire un’amica. No, non
esageriamo.
 120
Foglialercia: Un tempo era una poten-
te maga a capo della tribù dei Pestafoglia,
dove era solita studiare, testare e promuo-
vere le proprietà curative e nutritive delle
foglie degli alberi che sorgevano nella sua
terra. Con le foglie battezzava i nuovi nasci-
turi, curava malanni e preparava torte nien-
te male. Giunse la sua fine quando, mentre
era in pellegrinaggio in una zona a lei sco-
IL DOMINIO DEL CORVO CIECO
nosciuta del Regno Mamatera, usò le sue
amate foglie per pulirsi dopo il giornaliero
richiamo della natura; foglie di una pianta
che non conosceva; foglie che si dimostra-
rono essere a dir poco velenose e che la spe-
dirono nell’Orto dopo una discreta agonia;
ma almeno pulita.
Da quando è scivolata per errore nei
sotterranei della mortopoli ed è riuscita a
cavarsi fuori dal corpo di un Cupoverme,
Foglialercia ha deciso di restare nei cuni-
coli ad allevare la bestia da cui era appe-
na emersa e a portare avanti le sue ricerche
lontana dai Musoni, cercando al contempo
di arrotondare con qualche favore a morti
non proprio onorevoli.
Geco Lanterna: Il servitore di Trikortrit.
Quando ancora respirava era un giovanotto
al servizio di un alchimista appassionato di
una nuova, strabiliante sostanza chiamata
“polvere nera”, i cui granelli, estremamen-
te infiammabili, parevano avere un ottimo
valore sul mercato. Geco decise quindi di
rubarne un po’ e di portarli nottetempo a dei
banditi suoi conoscenti. Tutto andava a me-
raviglia, finché a Geco non venne chiesto di
avvicinare di più la candela al prodotto, in
modo da poterlo vedere meglio… e PUFF!
Ecco arrivare Geco nell’Orto, pronto a ser-
vire un altro illustre scienziato.
Trikortrit, il Corvo Cieco: Quando
ancora i Custodi delle Urne erano conside-
rati fedeli servitori dei Signori dell’Orto,
Trikortrit già contrabbandava ai banditi i
contenitori di anime. Si dice che sia nato da
una stilla di energia morta densa di maligni-
tà. Un bel curriculum, se non altro neces-
sario per il suo attuale impiego di signore
della marcicolla.
Alla Marcicorte
“Il Castello dei Plumncake è un’istituzione
da queste parti. La loro nobile casata me-
rita di essere ricordata con una struttura
confacente al loro retaggio. E poi pagano
un sacco di tasse di proprietà che all’Or-
to fanno molto comodo… Devono essere
salvati a tutti i costi!”
[Apatia, Musona responsabile del
Dipartimento di Espulsione della Marcicolla]
L’avventura avrà inizio con la brusca in-
terruzione di ogni genere di sollazzo o di
attività ricreativa che i morti stessero in-
traprendendo, fosse vagare per bancarelle
o brindare all’ennesima impresa valorosa-
mente portata a termine.
Grida sconnesse si alzano fino al
cielo plumbeo della mortopoli, river-
sando il panico in ogni via come un’on-
da tempestosa. Ovunque ci sono morti
che si rintanano dentro barili e che cer-
cano riparo nei locali, boney che si ac-
cavallano gli uni sugli altri in un goffo
rotolare e persino uccelli che solcano il
cielo in stormi rattrappiti. Lo spavento
genera spavento (o forse è solo desi-
derio di uniformarsi alla massa) e così
altri morti iniziano a correre e a urlare
senza neanche saperne il motivo, allun-
gando la catena di anime sbraitanti.
Ai personaggi basterà fermare qualche
morto per capire cosa stia accadendo, rac-
cogliendo così informazioni che, sebbene
estremamente confusionarie, portano tut-
te alla stessa conclusione: la marcicolla è
entrata nella mortopoli. Com’è noto a tut-
ti, la sostanza maligna si limita a infestare
i Campi di Sale, nutrendosi dell’ectocolla
che sparutamente vi emerge. Ma se dovesse
davvero iniziare a spandersi lungo la mor-
topoli di Stoltardia, la inghiottirebbe senza
lasciare scampo a nessuno dei suoi abitanti.
La situazione è estremamente critica!
I personaggi a questo punto potranno di-
rigersi verso la fonte del caos o interpellare

i Musoni. Nel secondo caso verrà loro pro-
posto un ingaggio immediato e, quindi,
verranno mandati a parlare d’urgenza con
i Musoni della sede del Dipartimento di
Espulsione della Marcicolla (fondato pro-
prio in quell’istante). Altrimenti verranno
intercettati direttamente da Apatia, Musona
responsabile del Dipartimento, che, con la
tipica calma e inflessibilità dei suoi simili,
li inviterà ad accettare l’incarico volto a sal-
vare il destino della mortopoli.
Una volta entrati nella sede provvisoria
dell’ufficio, un magazzino per le scope usa-
to dai boney pulitori, verrà illustrata la situa-
zione ai personaggi: pare che la marcicolla
abbia iniziato a espandersi dai sotterranei
del Castello dei Plumncake, nobile casata
del Regno Guerranico. L’ordine è quello di
giungere al castello, situato su un alto colle
a est della mortopoli, al confine fra la città
e i Campi di Sale, indagare sull’accaduto,
individuare e distruggere il punto di crescita
della marcicolla.
La ricompensa sarà di ben 50 buoni, 3
licenze e 1 raccomandazione ciascuno.
IL CASTELLO DEI PLUMNCAKE
Inizialmente i personaggi si troveranno
a fare a spallate con il grande marasma di
morti riversatosi per le strade, ma rapida-
mente i loro passi si faranno sempre più
agili e la strada sempre più silenziosa, così
come le strutture che la affiancano.
Presi dal panico, i morti hanno letteral-
mente abbandonato la parte della città pros-
sima al castello che, dopo circa un paio d’o-
re di camminata, si lascerà scorgere oltre i
tetti aguzzi delle dimore.
Il sentiero che conduce alla struttura
odora di morte… e di yogurt scaduto.
Le ultime case cedono il passo alla
strada in salita che conduce alle por-
te del Castello dei Plumncake. Le sue
mura sono torreggianti e severe, con
terrazze pronunciate che paiono busti
impettiti. Man mano che vi avvicinate
vedete rivoli di sostanza giallastra al-
121
lungarsi oltre le crepe e fra i mattoni,
serpeggiando a terra in serpenti gibbo-
si più o meno rigonfi. A un occhio ine-
sperto potrebbe sembrare comune ecto-
colla, ma voi sapete che sia bene starne
alla larga, perché oltre la sua scorza
molliccia si trova un cuore di marce-
scenza e malignità, pronto a intrappo-
larvi fra le sue spire.
Sebbene con un ritmo calmo e lento
IL DOMINIO DEL CORVO CIECO
come quello di una lumaca, vedete le
radici di marcicolla allungarsi a vista
d’occhio verso la città.
D’innanzi al ponte levatoio, abbas-
sato e pronto ad accogliervi, domina lo
stemma dei Plumncake: un massiccio
tronchetto, simile a un tozzo di pane,
circondato da spade dalle punte rotte
nel vano tentativo di trafiggerlo.
Il cortile interno è quasi del tutto ingom-
bro di rivoli di marcicolla: troppo deboli per
riuscire a possedere un morto, ma comun-
que da non sottovalutare. Con un 💀test di
Personaggi e Casate (6+) si ricorderà che
quella dei Plumncake è una casata di guer-
rieri del Regno Guerranico al servizio di
Braga, nonché una delle poche a preferire i
più comuni castelli ai rozzi capannoni, tipi-
ci dei sovrani dell’isola. Come molte strut-
ture nobiliari dell’Orto, il castello ha la sua
controparte nel mondo dei vivi, governato
dal Duca Volrado, cugino della defunta (e
qui padrona di casa) Maria Plumncake.
Da questo momento i morti potranno
esplorare liberamente il castello e le stanze
elencate di seguito (ovvero quelle ancora non
totalmente contaminate dalla marcicolla).
Contaminazione Dilagante: I morti
hanno un’ora di tempo per distruggere la
marcicolla prima che questa prenda total-
mente possesso del castello.
Ogni venti minuti il Traghettatore dovrà
tirare 1d10 e confrontare il risultato con
la lista sottostante. La stanza colpita verrà
inghiottita dalla marcicolla insieme al suo
ospite (se presente), che diverrà quindi un
Marcicolloso (vedi al capitolo 9 del Ma-
nuale Base, “Bestiario”). Le stanze che
IL DOMINIO DEL CORVO CIECO 122

non hanno valori numerici verranno in-
ghiottite tutte al termine dei 60 minuti. Se il
risultato del dado corrisponde a una stanza
già contaminata, tira di nuovo.
Se la stanza contaminata è quella in cui
si trovano i personaggi, questi dovranno
uscire immediatamente per non essere tra-
mutati in Marcicollosi.
Atrio
Il grande e sontuoso (forse una volta)
ingresso del castello. Ai lati dell’ampia pas-
seggiata che conduce al trono, si stagliano
colonne mangiucchiate e tenute insieme
da quei pochi grumi di ectocolla ancora
incontaminata. Dalla cima di ciascuna on-
deggiano arazzi che ritraggono i Plumnca-
ke defunti: tutti nobili guerrieri e guerriere
che hanno ormai raggiunto l’aldilà, volenti
o nolenti.
In fondo, posizionati sopra un rialzo di
quattro gradini, ci sono due troni che, con un
💀test di Personaggi e Casate (7+), sarà
possibile ricondurre ai due attuali padroni
del castello, la Duchessa Maria Plumncake
e Martin Brokdamn; la prima morta nel let-
to nuziale a causa dell’alito e delle flatulen-
ze pestilenziali del marito, e quest’ultimo
decapitato il giorno seguente, dopo essere
stato accusato d’omicidio.
Ai lati delle sedute ci sono due porte: la
più piccola a sinistra conduce alle cucine e
l’altra, a destra, conduce alle scale verso il
piano superiore.
Camera di Katie (9-10)
In fondo al corridoio, oltre una porta di
legno fetente, delle scale a chiocciola con-
ducono alla cima di una torre, in cui si tro-
vano le stanze di Katie Plumncake, l’invi-
diosa sorella minore di Maria. Sembra sia
intenta a fare le valigie. Una moltitudine di
capelli nerissimi, resi svolazzanti dal suo
essere Ventosa, le avvolgono quasi tutto il
corpo. Appena si accorgerà della presenza
dei personaggi si metterà a urlare tanto forte
da causare 1 danno letale a tutti.
123
Katie Plumncake, lo Spettro Urlante:
Secondo alcune leggende, Katie verreb-
be chiamata banshee, gli spiriti tormentati
dediti ai piagnistei e alle grida assordanti.
La sua storia non è nota ma forse, grazie
alle sue manie di protagonismo, sarà ben
disposta a raccontarla o, per meglio dire,
a urlarla, dal momento che qualsiasi frase
pronunci, anche la più tranquilla, diventa
uno strillo.
IL DOMINIO DEL CORVO CIECO
Inizierà come sempre lamentandosi di
sua sorella Maria che, in quanto primogeni-
ta senza altri fratelli maschi, ereditò titolo e
castello, da governare assieme a un marito
valoroso e giusto, mentre a lei comprarono
soltanto un guardaroba nuovo. I piagnistei
continueranno elencando tutta una serie di
premure che i genitori avrebbero avuto nei
confronti di Maria e non nei suoi tanto che,
per attirare l’attenzione, era solita fingere di
buttarsi dalla torre del castello… salvo quel
giorno in cui scivolò dal davanzale, finendo
spiaccicata al suolo.
Urla sempre proprio perché il grido di
terrore precedente allo schianto fu tanto
grande da seguirla nell’Orto.
Riguardo alle valigie che sta riempien-
do, Katie dirà che ormai il castello sia per-
duto e non resti altro che darsela a gambe.
In realtà è palese che voglia lasciare sua
sorella a morire-morire, vedendo nella di-
struzione del castello la giusta punizione
per Maria e Martin.
Dopo aver raccontato la sua storia ri-
sponderà al massimo a due domande, pri-
ma di annoiarsi e interrompere un discorso
a metà, se necessario. Prenderà le valigie e
imboccherà la scala diretta al primo piano.
La Tiara Abbandonata: Effettuando
un 💀test di Sensorialità (7+) nella stan-
za, sarà possibile trovare una tiara lucente,
ornata con quattro gemme rosse a goccia,
pendenti dalla struttura circolare. Sarà faci-
le notare come le gocce librino in aria, indi-
cando in direzione di Katie. Nella fretta si è
dimenticata di prendere un oggetto del suo
Corredo del Morto.
 124
Cappella Interna (1-2)
Al piano superiore, a circa metà del cor-
ridoio dove si aprono le camere da letto, si
trova la cappella del castello, parzialmente
nascosta da un ingresso strettissimo (qua-
si più una feritoia). Vi si venera Mors, dio
della guerra e protettore dei guerrieri risorti.
Qui, raccolta in preghiera con la faccia ri-
volta all’icona divina, si trova Sorella Dun-
kel, che si occupa delle funzioni religiose
IL DOMINIO DEL CORVO CIECO
del castello.
Sorella Dunkel: Con un 💀test di Per-
sonaggi e Casate (8+) sarà possibile ricor-
dare la storia di una monaca di nome Dun-
kel, murata viva in un castello nel Regno
Guerranico, poiché venerava i demoni degli
inferi affinché maledicessero la dinastia dei
Plumncake. Di vero, come dirà la stessa
Sorella Dunkel se interrogata a riguardo,
c’è solo che sia stata murata viva, ma non
per punizione, bensì per un incidente. A
quanto pare Eamort, il manutentore, fresco
di assunzione, volle dimostrare il suo zelo
tappando ogni spiffero e ogni crepa del ca-
stello; giungendo davanti alla stretta aper-
tura che porta alla cappella, pensò che si
trattasse di una grossa crepa e che dovesse
quindi essere riparata. Il lavoro fu impec-
cabile, tanto che prima che qualcuno se ne
accorgesse, Sorella Dunkel era già bella che
morta e risorta.
A giudicare dall’ossatura (l’unica cosa
che le resta), la monaca dev’essere stata una
donna di grande costituzione e la severità nel
suo atteggiamento lascia intendere che più di
una volta abbia messo volentieri mano al suo
randello per inculcare un po’ di sana fede.
Sorella Dunkel non dirà molto sulla con-
taminazione. A dire il vero non sembra ne-
anche preoccuparsene molto, convinta che
Mors giungerà in soccorso del castello.
Inviterà i morti a unirsi in preghiera con
lei: se lo faranno perderanno dieci minu-
ti preziosi, ma grazie alla benedizione del
dio riceveranno +1 a tutti i tiri per colpi-
re per un’ora, mentre il successivo Colpo
Violento (sempre se portato entro l’ora)
infliggerà +1 danno.
Cucine (3-4)
A giudicare dall’ampiezza della stan-
za, si direbbe che gli abitanti del castello
tenessero alla buona cucina tanto quanto
alla guerra. Naturalmente le dispense non
traboccano di pani e di dolciumi pregiati e
sul fuoco del camino non gira un porcello
grasso, ma è comunque ben fornito di cose
più appetibili per un morto.
Da qui è possibile recuperare: bottiglietta
di Bava di Zio Olfio (x2), lattina di Succo d’A-
nima, rocchetto di Filo di Zia Barb e rotolo di
Nastro Ectoadesivo (x2). Durante la ricerca è
possibile effettuare un 💀test di Sensorialità
(6+) per recuperare il doppio degli oggetti.
Accanto al camino una porticina sganghe-
rata conduce all’esterno, nel retro del castello.
Boney Impaurito: Mentre i Personag-
gi esplorano la cucina, udiranno d’un tratto
dei colpi frenetici provenire da un mobilet-
to alto. Aprendolo con un 💀test di Ma-
nualità (5+) troveranno al suo interno un
boney terrorizzato, che tenta di nascondere
qualcosa stretta tra le manine tremolanti. Si
tratta di 3 Palle di Ectocolla, che probabil-
mente ha voluto portare in salvo dalla con-
taminazione.
Il boney chiederà di andare con i per-
sonaggi per essere protetto e, al termine
dell’impresa, venire scortato fuori dal ca-
stello. Se decideranno di aiutarlo, il boney
si dimostrerà utile poiché materializzerà
sulla sua fronte i minuti rimanenti alla tota-
le contaminazione. Se invece prenderanno
le Palle di Ectocolla con la forza, fuggirà
terrorizzato per non farsi più vedere.
Magazzino di Eamort (5-6)
Nel cortile retrostante la sala del trono
si trova il magazzino degli attrezzi (nonché
laboratorio) di Eamort, il manutentore del
castello. Si tratta di una modesta struttura
in pietra con un tetto di paglia a spiovente,
crollato in più punti a lasciar intravedere un
soffitto filaccioso.
Eamort se ne sta dentro il magazzino,
pronto a far fuoco con il suo fucile (Arma
da Fuoco, Pesante - A Distanza - 3 danni)
non appena sentirà qualcuno avvicinarsi.

Se i personaggi si accosteranno alla porta,
quindi, uno di loro verrà colpito da una sal-
va di proiettili che abbatterà anche la porta.
Al contrario, se si avvicineranno con
un 💀test di Furtività (7+) Eamort non
si accorgerà della loro presenza e non sarà
quindi pronto ad aprire il fuoco neanche una
volta aperta la porta. Con un 💀test di Sen-
sorialità (8+) sarà possibile avvertire la sua
presenza nell’edificio.
Eamort, La Mummia Calcificata: Ea-
mort è risorto come Impagliato dopo che
un secchio del suo supersigillante, lasciato
aperto sopra una scala, gli si è rovesciato in
testa, tramutandolo in una perfetta statua. Il
suo corpo appare quindi cosparso di una so-
stanza giallastra, indurita e sgretolata in più
punti a mostrare una mummia rinsecchita.
Una volta che Eamort avrà visto che i
personaggi non sono Marcicollosi si scuserà
per averli attaccati, raccontando di come la
marcicolla abbia iniziato a diffondersi dai
sotterranei, divorando l’ectocolla presente e
usandola come mezzo di diffusione.
In ogni caso non sa niente di come la
marcicolla sia arrivata fin lì.
Eamort supplicherà i personaggi di por-
tare in salvo anche gli altri abitanti del ca-
stello, sapendo dove dovrebbero essere na-
scosti (ammesso che non siano ancora stati
contaminati). Gli unici di cui non sa niente
sono Maria e Martin, i proprietari del ca-
stello, per cui è ancora più in pensiero.
L’Ectodiserbante: Eamort darà ai per-
sonaggi anche l’Ectodiserbante, un compo-
sto di sua creazione che ha scoperto essere
molto efficace non solo contro le erbacce
dell’Orto, ma anche contro la Marcicolla.
Se l’Ectodiserbante viene spruzzato su un
Marcicolloso, con un risultato di 8-10 su
1d10, la marcicolla si staccherà immedia-
tamente dal suo corpo. Nel contenitore c’è
Ectodiserbante sufficiente per 4 spruzzate.
125
Sala dei Trofei (7-8)
Poco dopo l’ingresso per la cappel-
la si apre una grande stanza che, seppur
fatiscente, diroccata e lercia come tutte le
altre, rivela una magnificenza degna dell’a-
la di un museo. Si tratta della Sala dei Tro-
fei dei Plumncake, in cui sono stati raccolti
tutti i cimeli di battaglia che nel mondo dei
vivi sono stati perduti, come gli stendardi
rubati ai nemici e le coppe dei tornei.
IL DOMINIO DEL CORVO CIECO
Lungo le pareti vi sono armature soffo-
cate dalla polvere, di cui a stento si scorgo-
no sparute schegge di lucentezza. Con un
💀test di Sensorialità (7+) sarà possibile
notare che una di queste indossi un paio di
pattini. Non appena i personaggi vi si avvi-
cineranno, si animerà di colpo iniziando a
volteggiare e a sbraitare per tutta la stanza,
frantumando teche e roteando una grossa
ascia, minacciando gli intrusi.
Friedewald Plumncake, Campione su
Ruote: Con un 💀test di Personaggi e Ca-
sate (6+) sarà possibile ricordare che Frie-
dewald, anche chiamato Flagello dei Brioss,
oltre a essere cugino di Maria Plumncake e
fratello di Volrado, fosse uno dei più grandi
condottieri al servizio di re Braga. Si dice
che con le sue cariche riuscisse a rompere
anche le formazioni più compatte. Si con-
traddistingueva per lo strabiliante talento
con i pattini. Quando assaltava la casa di un
nemico era solito indossarli e sfrecciare nel
salone mozzando gambe e braccia, teste e
tronchi. Incontrò la sua fine nella casa dei
Brioss, nemici giurati. I guerrieri, sapendo
del suo particolare modo di combattere ne-
gli spazi chiusi, tesero poco prima del suo
assalto un filo di diamante ad altezza collo.
Così, al suo passaggio sfrecciante, venne
semplicemente decapitato: si dice che il suo
cadavere continuò a gironzolare per un inte-
ro minuto, prima di cadere a terra ed essere
in seguito gettato tra le fiamme.
Friedewald è convinto che i personag-
gi siano degli intrusi ed è pronto a passare
all’attacco se questi non dimostreranno il
loro valore mostrandogli le loro Raccoman-
dazioni: se queste sono complessivamente 1
o 2, si infurierà e passerà all’attacco; con 3
o 4 si limiterà a gettarli fuori dalla sala; con
 126
5 o più li considererà suoi pari e si unirà a
loro per salvare il castello.
Guida allo Scontro: Friedewald è un
Ventoso di tipo Poltergeist, con 13 Punti Ani-
ma e le capacità Calamita Spettrale, Manipo-
lazione a Distanza, Manipolazione di Massa
e Terremoto Strutturale (vedi al capitolo 7
del manuale base, “Corpo del Morto”); è
inoltre equipaggiato con un’armatura pesan-
IL DOMINIO DEL CORVO CIECO
te e l’Ascia Ammazzabrioss (Arma Pesante
– Contatto - Taglio, 3 danni) e con i poteri
Motolama e Nervo-Arma (vedi al capitolo 6
del manuale base, “Corredo del Morto”).
Sotterranei
Scendendo nei sotterranei del castello, la
marcicolla si farà sempre più densa e rigon-
fia, impedendo l’accesso alla cantina e alle
celle, lasciando aperto solo un passaggio
che si snoda in un cunicolo buio, fino ad ar-
rivare a una grossa ragnatela di marcicolla
che sigilla una porta in legno massiccio e
ferro arrugginito.
Se un personaggio toccherà la marcicolla
verrà immediatamente trasformato in un Mar-
cicolloso. Lo stesso accadrà con la marcicolla
sulla porta, che però si staccherà per infestare
il morto, liberandola. Un altro modo per ri-
muovere la marcicolla dalla porta e attraver-
sarla, è usare uno spruzzo di Ectodiserbante
di Eamort (vedi “Magazzino di Eamort”).
Nota per il Traghettatore: Essendo
questo un labirinto, svela la mappa ai per-
sonaggi solo gradualmente man mano che
attraversano i cunicoli.
Maria Plumncake e Martin Brok-
damn, Nobili Contaminati: Superata la
porta, i personaggi si troveranno in una
stanza circolare dall’alto soffitto e nelle cui
pareti sono scavati loculi a loro volta ospi-
tanti i cadaveri della dinastia Plumncake.
Dopo che le loro anime hanno attraversato
i cancelli degli aldilà, i loro corpi sono stati
riposti qui a eterna testimonianza del loro re-
taggio. È qui che il cuore della marcicolla si è
sviluppato e ora, all’interno della sua massa
contaminante, tiene intrappolati i due Crostel-
lani, ostaggi immoti dell’anatema molliccio.
La nobiltà non li rende immuni alla
marcicolla, che si estende ad afferrarli
con centinaia di dita mollicce. Le radi-
ci giallastre convergono in un’enorme
massa pulsante che ricopre quasi tut-
ta la parete davanti a voi. Sembra aver
percepito la vostra presenza, perché ini-
zia a fremere e a contorcersi in spasmi
d’eccitazione. A ogni respiro, ora più
affannoso e frenetico, la massa di marci-
colla spinge il suo liquido contaminante
attraverso le sue radici fino ai corpi nei
loculi, che vedete iniziare a scattare con
spasmi quasi impercettibili.
Fra i rotoli rigonfi della massa gialla
riuscite a scorgere i volti di due morti, un
uomo e una donna, che paiono immersi
in un sonno ermetico.
È ora di disinfestare!
Guida allo Scontro: Il Marcicolosso
è un essere con 15 danni, AD 1 e 12 Punti
Anima. Durante il suo turno può attaccare
usando i tentacoli come frusta (Arma Pe-
sante – A Distanza, Gittata Breve – Contu-
sione, 3 danni), tentare di afferrare un per-
sonaggio per tramutarlo in un Marcicolloso
(azione, 3 PA, difficoltà 8+, gittata breve)
oppure spingere un personaggio (azione,
difficoltà 6+, gittata breve) contro una delle
pareti dove sono i cadaveri.
Un personaggio tramutato in Marcicol-
loso può essere liberato infliggendo 2 danni
al tentacolo che lo intrappola. Nota che que-
sti danni non hanno AD e non infliggono al-
cun danno al Marcicolosso, che si limiterà a
ritrarre il tentacolo contaminatore.
Quando un personaggio inizia o termina
il suo turno a meno di un metro dai morti
nei loculi, il Traghettatore dovrà tirare 1d10
e confrontare il risultato con l’elenco di
azioni che segue.
1-2, “Gustoso!”: Le bocche dei morti
burattini iniziano a mordere il personaggio,
infliggendogli 1 danno che ignora le armature.
3-4-5, “Via Questo!”: Le mani dei morti
burattini strappano via un’arma impugnata dal
morto. Per riprenderla dovrà spendere un’azio-
ne e superare un 💀test con Difficoltà 6+.

6-7-8, “Resta Qui!”: Le mani dei morti
burattini afferreranno il personaggio, im-
mobilizzandolo sul posto e impedendogli di
effettuare qualsiasi azione fisica finché non
riuscirà a liberarsi spendendo un’azione e
superando un 💀test con Difficoltà 5+.
9-10, “Uno di Noi!”: Uno dei morti bu-
rattini si lascerà cadere sul personaggio. In
questo modo la marcicolla si allungherà a
ricoprirne le membra, tramutandolo in un
Marcicolloso.
Nota che attaccare il Marcicolosso non
danneggerà Maria e Martin, anche se in-
trappolati al suo interno.
Una volta sconfitto il Marcicolosso lui,
come tutta la marcicolla che infesta il castel-
lo, si ritirerà e appassirà, liberando le stanze
e, soprattutto, Maria e Martin, che cadranno
a terra liberi dalla sostanza giallo-violacea.
Assieme a loro, cadrà a terra anche una pic-
cola scatola, di foggia pregiata.
Una volta che Maria e Martin si saranno
ripresi, i personaggi potranno interrogarli
sull’accaduto.
“Che disastro! Che sventura! Vedi
caro? Ti avevo detto di non scendere
quaggiù!”
“Ma mia cara, mia mela avvelenata,
sei stata tu a dirmi di andare a control-
lare quando abbiamo iniziato a sentire
quella strana musica!”
“Intendevo che IO non sarei dovuta
scendere, mia dolce metà flatulenta, ma
mi hai chiamato con così tanta insisten-
za che alla fine ho dovuto cedere. Per la
seconda volta stavi per condannarmi, ti
rendi conto?”
“Mio cappio al collo, non potevo sa-
pere cosa sarebbe accaduto. Ti prego di
perdonarmi, pulcino rancido.”
127
A detta di Martin, la musica proveniva
dalla scatoletta: un carillon contenente al
centro un pezzo di metallo nero come la not-
te, dalla forma di una foglia appassita. Dirà
anche che la musica sembrava aumentare
d’intensità man mano che la terra sotto di
lui tremava. Poi, di colpo, sia lui che Maria
sono stati travolti da un’esplosione di mar-
cicolla saettante dalle crepe del suolo.
Un 💀test di Amagia (7+) rivelerà che,
IL DOMINIO DEL CORVO CIECO
nonostante sia rotto, il carillon continua a
essere intriso di una forte energia amagica.
L’altra Faccia
dei Cipressi
“Anche la morte ha bisogno di essere vista
da un’altra prospettiva; questo è il motivo
per cui molti di noi scendono nei sotterra-
nei: alcuni sperano di ritrovare loro stessi,
altri di scoprire il significato della loro
morte (o di ricordarne il motivo) e altri
ancora sono semplicemente stanchi del so-
vraffollamento. Io? Non saprei, stavo mal
volentieri in compagnia anche prima!”
[Ulna la Storta, guida dei canali sotterranei]
Una volta tornati alla sede del Diparti-
mento di Espulsione della Marcicolla, nel
frattempo divenuta una grande struttura
piena di Musoni che sembrano raccogliere
informazioni più dettagliate sulla sostan-
za divoratrice dell’ectocolla, i personaggi
verranno indirizzati da Apatia per ritirare
la loro ricompensa. Se vedrà il carillon o
se gliene parleranno, specie facendo riferi-
mento al simbolo contenuto al suo interno
o alla possibile relazione con la marcicolla,
trasalirà chiedendo che le venga immediata-
mente mostrato per un esame più accurato.
Coi lineamenti contratti da un’espres-
sione di sgomento, rara nel repertorio di un
Musone, Apatia affermerà che il carillon
proviene dal laboratorio della strega Fo-
glialercia, una Molle del Regno Mamatera
ricercata che si dice abiti da qualche parte
nei canali sotterranei della mortopoli. La
 128
Musona proporrà quindi ai personaggi di
andare a cercarla, al fine di interrogarla ri-
guardo al carillon.
La ricompensa sarà di 40 buoni e 3 li-
cenze ciascuno.
I morti a questo punto dovranno infil-
trarsi tra la criminalità, senza far sapere
di essere in missione per conto dell’Orto.
Avranno tre modi per entrare nei canali sot-
IL DOMINIO DEL CORVO CIECO
terranei collegati al laboratorio di Foglialer-
cia: come suggerito da Apatia, potrebbero
recarsi alla locanda L’Ebirraffio, dove gira
voce ci sia un passaggio segreto per i sotter-
ranei; effettuando un 💀test di Attitudine
al Banditismo (7+) i personaggi potranno
ricordare di una galleria di passaggio nei
Campi di Sale gestita da Mangusto e la sua
banda di ladruncoli; altrimenti, andando in
giro a fare domande, verranno avvicinati da
Ulna la Storta, guida dei canali sotterranei
che, dietro lauto compenso, li scorterà nella
loro missione.
Tutti a L’Ebirraffio
Giungendo a L’Ebirraffio, i personaggi
noteranno subito che si tratti di una locanda
a dir poco malfamata, che ospita sfaccia-
tamente la malamorte. All’interno i tavoli
sono occupati da morti che, legate alla cin-
tura, hanno saccocce piene di documenti
contraffatti e coltelli a cui la carne risorta
non è affatto sconosciuta.
Non ce n’è uno che non sfoggi con or-
goglio uno o più Marchi del Disonore che,
nella penombra della catapecchia, appaiono
come turpi fari violacei.
Non appena i personaggi varcheranno la
soglia, avranno addosso gli occhi di tutti gli
avventori della locanda e, specialmente, del
proprietario, Yakov, un grosso e sbilenco
Molle che passa da un tavolo all’altro ser-
vendo da bere e parlando sommessamente.
Bravi Morti: Se nessuno dei personaggi
ha un Marchio del Disonore gli verrà impe-
dito di sedersi e di ordinare da bere e non ci
sarà possibilità di strappare informazioni a
Yakov. Se anzi dovessero insistere, verran-
no buttati fuori.
Morti Dispettosi: Se i personaggi han-
no in totale almeno 2 Marchi del Disonore,
potranno pagare Yakov con 100 buoni (trat-
tabili a 50 con un 💀test di Attitudine al
Banditismo (6+) o di Economia (7+)) per
essere scortati sul retro del locale e, attraver-
so una botola, andare nei canali sotterranei.
Aggiungendo altri 20 buoni, Yakov dirà loro
come raggiungere la dimora di Foglialercia.
Compagni del Crimine: Se i perso-
naggi hanno in totale 3 o più Marchi del
Disonore, Yakov (così come tutti gli altri
clienti della locanda) li tratterà come amici,
accompagnandoli gratuitamente al passag-
gio verso i sotterranei e dicendo loro dove
trovare Foglialercia.
Serpe Mangia-Serpi
Il rifugio di Mangusto si trova a nord, a
due ore di cammino dalla mortopoli. Qualo-
ra i personaggi esprimessero il desiderio di
recarvisi, Apatia metterà a loro disposizione
dei cavalli Secchi.
Le lande che portano a destinazione sono
famose per essere la discarica dei rifiuti che i
cittadini di Stoltardia non riescono a smaltire
né a differenziare: cocci di vasi e di giare,
pezzi d’intonaco, frammenti di vetro, vas-
soi spiegazzati e così via. Alcune di queste
schegge sono grandi come case e se ne stan-
no conficcate a terra come piovute da altezze
inimmaginabili, mentre altre sono così sottili
da unirsi a formare tempeste di polvere di
mattone e di cristallo: un autentico fastidio.
La grotta stessa di Mangusto non è che
un gigantesco salvadanaio tondeggiante, ro-
vesciato a testa in giù e per metà rotto a for-
mare una volta d’ingresso. La fessura oriz-
zontale, che potrebbe accogliere un soldo
grande quanto una carrozza, è immersa nel
terreno e custodisce l’ingresso ai canali sot-
terranei.
Mangusto il Secco, un mercante con ve-
sti pompose e un ampio cappello piumato,
se ne sta lì a ridacchiare con altri tre briganti
di chissà quale impresa banditesca appena
portata a termine. L’interno del salvadanaio
è un museo di merce rubata e di spazzatura
recuperata nei Campi di Sale.
Gli unici modi per sfruttare il passaggio

sono fingersi criminali al suo pari o sconfig-
gere lui e i suoi lacchè.
Compagni di Ribalderia: Con un
💀test di Attitudine al Banditismo (7+) i
personaggi potranno avvicinarsi a Mangu-
sto fingendosi dei furfanti suoi pari (anche
un solo successo è sufficiente). Se a questo
punto gli chiederanno di approfittare del
suo passaggio per giungere da Foglialer-
cia, Mangusto accetterà, ma in cambio di
una commissione: dovranno portargli un
sacchetto di polvere d’osso di Gaudiovivo;
spiegherà che sia rischioso andare nei sot-
terranei con tale merce addosso e lui certo
preferisce non rischiare. Mangusto minac-
cerà inoltre i personaggi di fare la spia ai Mu-
soni se non porteranno a termine il compito.
Guida allo Scontro: Mangusto e i suoi
sono ebbri di Essenza Grama, quindi non
possono spendere PA per incrementare il
risultato del tiro di iniziativa. Durante il
primo turno ricevono inoltre -1 a tutti i test
fisici. Mangusto è un Secco di tipo Dan-
zatore, con 11 Punti Anima e le capacità
speciali Concerto Toracico e Danza Ossuta
(vedi al capitolo 7 del Manuale Base, “Cor-
po del Morto”); è inoltre equipaggiato con
dei Coltelli da Lancio (Arma Leggera – A
Distanza, Gittata Breve – Affondo, 2 danni).
Gli sgherri sono tutti Secchi senza par-
ticolari poteri ed equipaggiati nel seguente
modo: uno con Arco da Caccia (Arma Leg-
gera – A Distanza, Gittata Media – Affon-
do, 2 danni), uno con Spada Bandita (Arma
Leggera – Contatto – Affondo/Taglio, 2
danni) e un altro con Torcia Infuocata
(Arma Leggera – Contatto – Contusione/
Fiamma, 2 danni).
Guida Sepolcrale
Se i personaggi andranno in giro facendo
domande su come raggiungere il laboratorio
di Foglialercia, dopo circa un’ora di ricerca
infruttuosa si accosterà a loro una giovane
Molle con un sorriso tutti denti (principal-
mente perché le manca quasi tutta la pelle
ai lati della bocca). Con una posa curva e
sospetta oltre ogni modo, non cesserà un
129
attimo di guardarsi attorno diffidente, sen-
za rendersi conto che in questo modo attiri
ancor di più l’attenzione.
La Molle, coperta quasi interamen-
te da una logora cappa marrone, dirà di
chiamarsi Ulna la Storta e, saputo del desi-
derio dei personaggi di scendere nei canali
sotterranei, si offrirà di aiutarli in cambio
di ben 4 licenze.
Se accetteranno, Ulna li accompagnerà
IL DOMINIO DEL CORVO CIECO
nella sua dimora, una catapecchia che sem-
bra più un corridoio, schiacciata com’è da
altre due strutture: una macelleria (rivendita
di pezzi di morto) e un negozio ittico (pesci
rossi già morti). Scendendo le scale, di cui
è principalmente composta la casa, si arriva
dritti nei canali sotterranei.
TRAVERSATA MADIDA
I canali sotterranei sono un dedalo di
cunicoli umidi, alcuni stretti come i fianchi
d’un serpente e altri che si aprono in im-
mense caverne, con viottoli che si snodano
lungo pareti sprofondanti verso il centro
dell’Orto. Scendere quaggiù senza una gui-
da o indicazioni su dove andare è il modo
più facile per perdersi in eterno o per finire
fra le fauci di un Cupoverme.
I sotterranei della mortopoli hanno
un aroma tutto loro: un misto di per-
dizione, malvagità e puzza di piedi. Le
flebili torce bluastre sembrano voler
illuminare a loro piacimento le miriadi
di cunicoli, alcuni scavati dai Cupover-
mi e altri dagli indaffarati banditi, de-
siderosi di ricavarsi la propria nicchia
grattando la terra marcia dell’Orto. In
questa groviera di passaggi, piazze di
scambio e locali sotterranei, dove la
volta è costellata di radici penzolanti e
di fondamenta di edifici per metà spro-
fondati, è comprensibile come gli occhi
dei Signori dell’Orto non riescano a
penetrare, a differenza della Monache
della Falce che vengono saltuariamen-
te mandate a stasare qualche passag-
gio. Benvenuti nei cunicoli.
 130
Il laboratorio di Foglialercia si trova
esattamente sotto la frontiera del Regno
Mamatera, a un centinaio di metri dalla
terra che sorregge la grande bara. Avven-
turandosi nei cunicoli, i personaggi si im-
batteranno in molti gruppi di avventori alla
ricerca di merci di contrabbando, reietti,
nobili curiosi di esplorare i sotterranei in
cerca di un brivido post-mortem e persino
altri avventurieri che, come loro, sono sce-
IL DOMINIO DEL CORVO CIECO
si per conto della direzione dell’Orto e che
cercheranno in tutti i modi di confondersi
con la massa di farabutti.
Gli habitué di questi tetri condotti sanno
bene che fra loro si aggirino degli infiltra-
ti e, proprio per questo, sono estremamen-
te sospettosi, rendendo necessaria estrema
cautela, a meno che non si voglia far scopri-
re la legalità (o i nobili scopi) della propria
spedizione. Molti morti valorosi sono sem-
plicemente svaniti nell’abbraccio dei sotter-
ranei, a riprova che il coraggio qui serva a
ben poco, se non si hanno delle straordina-
rie doti di recitazione.
Guardami in Fronte: Più Marchi del
Disonore (intesi come complessivi) avran-
no i personaggi, maggiori saranno le loro
possibilità di passare inosservati. Non aver-
ne neanche uno attirerà l’attenzione degli
abitanti dei sotterranei, che potrebbero av-
vicinarsi per far loro qualche domanda in
merito alla visita. Averne tre o più farà sì
che nessuno si avvicini e neppure li degni
di uno sguardo.
Ogni volta che un personaggio verrà
messo in difficoltà da un’azione o da un in-
terrogatorio, lui o un suo alleato dovranno
superare un 💀test di Attitudine al Ban-
ditismo (7+, -1 per ogni Marchio del Di-
sonore) per non correre il rischio di essere
scoperto.
Nota che nessuno disturberà i personag-
gi nel caso li accompagni Ulna.
In generale, comunque, un atteggia-
mento violento e burbero, condito con
minacce colorite e offese dirette, sarà un
buon modo per raggirare gran parte degli
abitanti dei sotterranei.
Ratti Guardiani
In prossimità dell’ingresso al rifugio di
Foglialercia i cunicoli si faranno sempre
più stretti e bui, tanto da rendere necessa-
rio l’ausilio di una fonte d’illuminazione
adeguata, oltre a costringere i personaggi a
camminare in fila indiana e, spesso, con il
corpo messo di traverso. I Secchi potrebbe-
ro non avere problemi in tal senso.
A un tratto i morti sbucheranno in uno
spiazzo del diametro di una manciata di
metri, davanti a due porte che sembrano
essere state ricavate rozzamente da tronchi
d’albero. I cardini sono molto robusti e cia-
scuna di esse presenta una massiccia catena
chiusa da lucchetti altrettanto robusti. Con
un 💀test di Amagia (6+) si potrà inoltre
percepire una forte presenza amagica dietro
ciascuna porta.
La roccia intorno ai due ingressi è co-
perta dalla fitta peluria di decine di ratti
incollati alle pareti che, non appena notati,
si lasceranno cadere a terra, in un groviglio
di membra scheletriche con giusto qualche
ciuffetto di pelliccia ispida.
Le bestiacce dagli occhietti rossi
si accavallano le une sulle altre in un
amalgama di ossicini luridi e bocche
squittenti, colte da una frenesia improv-
visa che, nella sua confusione, pare es-
sere frutto di un’esercitazione provata
più e più volte. I ratti arrivano così a
comporre una montagnola di corpi in
apparente equilibrio, tradita da cedi-
menti che, istintivamente, vi fanno pro-
tendere le mani in avanti, nel tipico ge-
sto di chi intende proteggere qualcuno
da una rovinosa caduta.
D’un tratto, dall’apice della struttura
murina, alta quanto un uomo adulto, uno
dei ratti si rizza impettito su due zampe.
Battendosi un pugnetto chiuso sul petto
si schiarisce la gola, come se stesse pre-
parandosi per un’importante orazione.
“Benvenuti dinanzi alle sacre porte
di madama Foglialercia, cadenti turi-
sti.” Per quanto il ratto cerchi di im-
postare una voce profonda e ferma, le

parole escono dalla sua bocca come da
quella di un pupazzetto a carica. “Sia-
mo lieti che siate riusciti a giungere fin
qui senz’ammacchi né lacrime, ma la
vostra baldanza non è ahimè sufficien-
te a consentirvi d’aver udienza con la
nostra meger… ehm, madama. Dovrete
formulare una sola richiesta. Siete an-
cora in tempo a voltar le terga e andar-
vene, ma se restate sappiate che le vie
sono soltanto due: quella verso Foglia-
lercia o quella verso l’aldilà!”
Come detto dall’emissario dei ratti, i
personaggi dovranno quindi scegliere se
andarsene, provare a superare la prova o
attaccare il cumulo di ratti (sarà sufficiente
infliggere loro almeno un danno affinché si
disperdano lasciando cadere la chiave dei
lucchetti). In quest’ultimo caso, o se prove-
ranno ad andarsene dopo aver udito la pro-
va, verranno attaccati dagli Amatauri, che
sfonderanno la porta scagliandosi loro con-
tro (vedi più avanti). La richiesta da porre è
legata al seguente indovinello:
“Dovete sapere, cari turisti caden-
ti, che vi sono due porte, ma solo una
conduce al laboratorio di Foglialer-
cia. L’altra vi trascinerà verso la mor-
te-morte! Potete darmi un solo ordine
volto ad aprire quella giusta ma, chissà,
potrei agire onestamente o fare il con-
trario di quel che chiedete. Riuscirete
ad avere salvo il collo e procedere nella
grotta delle meraviglie, oppure il desti-
no calerà su di voi più lesto d’una lepre
e più impietoso d’una scure?
Quale porta volete che apra?”
La richiesta da formulare al ratto è: “Se
sei disonesto, apri la porta della morte-mor-
te”. Se il ratto è disonesto, farà il contrario di
quanto gli è stato appena richiesto e aprirà
quindi la porta verso Foglialercia. Invece, se
è onesto, aprirà la porta verso il laboratorio.
Una volta posta la richiesta, dalla mas-
sa di ratti spunterà una grossa chiave che
il capo-muta userà per togliere il lucchetto,
131
spalancando poi la porta scelta. Dietro quel-
la di sinistra si trovano due Amatauri, che si
scaglieranno contro i personaggi.
Guida allo Scontro: I due bestioni, alti
più di due metri, sono Amatauri Alfa Sec-
chi (vedi al capitolo 9 del Manuale Base,
“Bestiario”), ciascuno con una massiccia
ossatura umanoide e un enorme teschio di
ratto dagli occhi fiammeggianti per testa. A
IL DOMINIO DEL CORVO CIECO
causa del luogo angusto in cui si trovano a
combattere, sia i personaggi che gli Ama-
tauri ricevono -1 a tutti i test fisici. Una
volta sconfitti, il ratto parlante si mostrerà
molto colpito e, convinto che i personaggi
siano delle specie di divinità, aprirà loro la
porta verso il laboratorio di Foglialercia.
LA MEGERA MADAMA
DEL SOTTOBOSCO
Una volta attraversata la porta del labo-
ratorio, i personaggi si troveranno a cam-
minare in un lungo corridoio angusto, rac-
chiuso tra due pareti di roccia dai profili
aguzzi e dai riflessi verdastri, resi vividi da
una luce proveniente dalla grotta in fondo
al passaggio.
Davanti a voi si apre un’enorme
volta rocciosa dalle pareti levigate,
che la rendono simile a una cupola. La
sua sommità si perde nell’oscurità dei
sotterranei mentre, al centro del pavi-
mento dissestato, l’acqua di un laghetto
profondo quanto una pozzanghera illu-
mina di verde le pareti circostanti.
Il vostro sguardo si perde nella va-
stità di questo luogo che, per quanto
soffocante, ha un suo sinistro fascino. Il
silenzio regnante tutt’intorno viene d’un
tratto spezzato da un gorgoglio caver-
noso proveniente dal buio sopra di voi.
L’orrore vi lascia senza fiato (ci sia-
mo capiti…) quando vedete calarsi dal-
la sommità buia della caverna, il muso
carnoso di un Cupoverme gigantesco, la
cui bocca potrebbe facilmente inghiotti-
 132
re per intero una frontiera. Lo struscia-
Se interrogata sul Cupoverme, dirà che
re delle sue carni contro la parete risuo-
si chiama Mindy, un esemplare unico nel
na in un lamento ottenebrante, mentre
suo genere, che la inghiottì quando si perse
gocce di saliva luminescente vanno a
nei canali sotterranei. Foglialercia raccon-
unirsi alla pozza verde. Uno di questi
terà di come non solo riuscì a uscirne, ri-
grumi di bava contiene quella che sem-
trovandosi nella grotta dove ora abita, ma
bra una figura femminile, che, una volta
anche di come le due strinsero amicizia.
adagiatasi al centro della pozzanghera,
Da allora la strega si prende cura di Mindy
si drizza in piedi scrollandosi di dosso
che, nel frattempo, continuava a crescere e
il liquido mefitico. La sua posa è drit-
a scavare. Ora però, continuerà a raccontare
ta come il tronco d’un albero (seppure
IL DOMINIO DEL CORVO CIECO

Foglialercia, la sua bestiola è troppo vicina

divorato dalle termiti) e in mano tiene
alla superficie e rischia di far sprofondare
una grande staffa. Anzi no, aspettate…
la frontiera del Regno Mamatera, posta pro-
sembra più un enorme spazzolino!
prio sopra le loro teste. Ella dirà di essere
“Hai delle carie grosse quanto la sola in grado di tenere a bada il vizio di
stalle, vecchia mia! Dovrò pulirti più Mindy di mordicchiare la roccia.
spesso là dentro”, dice guardando il
Cupoverme, prima che questi si ritiri
nell’oscurità, quasi vergognandosi.

Una volta avvicinatisi a Foglialercia,

questa si mostrerà incredibilmente lieta di
avere dei visitatori. Il suo corpo di Molle
è vestito di abiti composti da foglie intrec-
ciate, intriso dalla bava del colosso che la
rende luminescente come la pozza dove
sta passeggiando. Intorno al collo porta un
complesso intrico di rami secchi, simile a
una gorgiera.
La strega si mostrerà molto disponibile
e affabile (oltre che svitata), presentandosi
come amaga, veggente, astrologa, alchimi-
sta, cuoca e addestratrice di animali.

Foglialercia potrà offrire ai personaggi i
seguenti servigi.
Incanta-Morte (20 buoni): Foglialercia
struscerà sul corpo del morto delle grandi fo-
glie orticanti, che (oltre al fastidio) daranno
la possibilità di scegliere al morto di perdere
un pezzo del corpo casuale invece di subire
un danno letale (massimo per 3 volte).
Talismano di Foglialercia (50 buoni):
Foglialercia darà al morto uno speciale ta-
lismano composto da foglie intrecciate e
pietre nere da indossare come braccialetto.
Ogni volta che lo vorrà, mentre sta per tor-
nare nel mondo dei morti, potrà spendere
5 Punti Anima e subire 2 danni letali per
spuntare nel laboratorio di Foglialercia an-
ziché dalla frontiera.
Rigenerazione (20 buoni): Foglialercia
darà al morto un fagotto di foglie dal sapore
orribile che, mangiato, rigenererà all’istante
tutti i Punti Anima e curerà tutte le ferite.
Ripulita (30 buoni): Foglialercia può
cancellare un Marchio del Disonore stru-
sciando sulla fronte del morto una foglia
bianca, che diventerà nera e appassirà, ormai
corrotta dalla malvagità appena rimossa.
Se i personaggi mostreranno a Foglialer-
cia il carillon, dirà loro di averlo costruito
su commissione, spiegando che la musica
emessa è in grado di attirare la marcicolla
anche a chilometri di distanza. Spiegherà
che la marcicolla sia senziente e, come tale,
è conscia dei rischi che corre avvicinandosi
a una mortopoli. La musica del Marcillon
(così lo chiama) è infatti composta affinché
la marcicolla risponda ai richiami inibendo
al contempo il suo senso dell’orientamento.
Foglialercia affermerà di non aver avuto
idea dell’uso che ne avrebbero fatto ma, no-
nostante ciò, si rifiuterà categoricamente di
dire chi sia il committente. Segreto profes-
sionale! Se i personaggi la minacceranno o,
peggio, la attaccheranno, Mindy pioverà dal
soffitto per divorarli, causando una valanga
che li seppellirà completamente.
133
INSEGUIMENTO NEI CANALI
Senza aver cavato un aracnobulbo dal
buco, non appena i personaggi varcheranno
la porta d’uscita del laboratorio, vedranno
un’ombra incappucciata fuggire dall’altra
parte del corridoio, proprio come se fosse
stata colta in flagrante a seguirli.
Per raggiungere l’inseguitore è necessa-
rio effettuare due successi consecutivi in un
💀test di Atletica (7+) oppure infliggergli
IL DOMINIO DEL CORVO CIECO
2 danni, dopo i quali cadrà a terra imploran-
do pietà.
Effettuando un 💀test di Sensorialità
(6+) prima di varcare la soglia, potranno
accorgersi della presenza di qualcuno che li
spia e potranno cercare di cogliere di sor-
presa l’inseguitore, bloccandolo prima che
riesca a fuggire.
Potrebbe essere Katie Plumncake (se è
sopravvissuta alla prima parte dell’avven-
tura) o Geco Lanterna, il fedele servitore di
Trikortrit.
In ogni caso entrambi racconteranno di
come il Custode delle Urne Trikortrit, an-
che chiamato il Corvo Cieco, stia portando
avanti svariati esperimenti sulla manipola-
zione della marcicolla. Ha fatto commis-
sionare a Katie il Marcillon, promettendole
in cambio il potere e la fama che le furono
rubate dalla sorella Maria, prima in vita e
poi in morte.
Al Custode delle Urne serviva qualcu-
no in grado di potersi muovere liberamente
fra il mondo dei vivi e il mondo dei morti e
che potesse piazzare il Marcillon in un pun-
to specifico della mortopoli: il Castello dei
Plumncake.
Sia Katie che Geco, oltre a raccontare
tutto ciò (il secondo sotto opportuni stra-
pazzamenti), indicheranno ai personaggi il
modo per giungere al palazzo di Trikortrit:
dovranno emergere nelle Paludi di Potpour-
ri, nel Regno Mamatera, e da lì andare alla
ricerca di un antico altare cerimoniale in cui
si cela un passaggio verso il nascondiglio
del Corvo nei Campi di Sale, luogo altri-
menti irraggiungibile.
 134
MORTI A RAPPORTO!
Una volta tornati nella mortopoli, i per-
sonaggi potranno aggiornare Apatia sugli
ultimi sviluppi. La Musona li accompa-
gnerà direttamente alla frontiera del Regno
Mamatera, facendo loro saltare la fila grazie
alla sua autorità, e proponendo stavolta di
fermare Trikortrit: alla ricompensa promes-
sa per interrogare Foglialercia, aggiungerà
altri 50 buoni, 3 licenze e 2 raccomanda-
IL DOMINIO DEL CORVO CIECO
zioni a testa. Nota che la ricompensa sarà
valida anche se andranno da lei dopo aver
sconfitto Trikortrit.
Se interrogata sul Corvo Cieco, Apatia
dirà che si tratti di uno dei Custodi delle
Urne più anziano e potente dell’Orto, oltre
che scienziato dalla mente superba. Un tem-
po era persino in combutta con Sir Marcil-
lotto colui che, durante un litigio, lo ferì al
volto rendendolo cieco. Da allora nessuno
sentì più parlare di Trikortrit, il cui nome
continua tuttavia a essere sussurrato appe-
na, per paura che possa tornare da un mo-
mento all’altro.
LA PALUDE DI POTPOURRI
Il Musone alla frontiera annuncerà ai
giocatori la presenza di un punto di emer-
sione proprio al centro della palude: un
vecchio cimitero pagano (per gli eptacaide-
caisti almeno). Il livello di rischio è 3: pare
che nei dintorni si nascondano bestie pronte
a far sprofondare le loro prede nel silenzio
delle acque paludose; con un bel sasso lega-
to al piede, se necessario.
Una volta attraversata la porta della
frontiera, l’oscurità vi risucchia come al
solito, per poi sputarvi all’improvviso su
un isolotto terroso assieme a un fiotto di
melma. Scrollata di dosso l’accoglienza
della palude, ammirate la desolazione di
un paesaggio abbracciato da una nebbia
spessa, che pare respirare e serpeggiare
rapidamente intorno a voi, quasi a vo-
lersi assicurare che non possiate vedere
niente che lei non desideri.
Riuscite a malapena a scorgere
qualche tronco d’albero rinsecchito
che proietta i suoi rami in suppliche
spoglie, e chiazze di melma bruna che
delimitano i pochi sentieri percorribili.
Difficile capire quanto tempo ancora
vi concederà il sole, prima che veniate
avvolti dall’oscurità più completa.
Ora i personaggi dovranno riuscire a
trovare l’altare cerimoniale. Per farlo, do-
vranno effettuare tre 💀test di Sensorialità
(5+, 6+ e 8+) che rappresentano la marcia
nella palude. Per ogni fallimento, oltre ad
azzerare gli altri successi già ottenuti, il
Traghettatore dovrà tirare 1d10 e confron-
tare il risultato con l’elenco di eventi casuali
descritti di seguito.
Quando tutti gli incontri si saranno ve-
rificati almeno una volta o nel caso in cui
i personaggi riescano nei test, arriveranno
all’altare.
Nota che ciascuno di questi test può es-
sere effettuato da personaggi diversi.
Se Katie è con loro, i personaggi riceve-
ranno +1; +2 se invece sono con Geco.
Alligatore Goloso (1-2-3): Un alligato-
re, ben nascosto dal letto paludoso, spunterà
all’improvviso mordendo un morto, che su-
birà 3 danni non letali e perderà un pezzo
casuale, che verrà trascinato in profondità.
Radice Dispettosa (4-5): La radice di
un albero amagico si avviluppa alla caviglia
del morto, per poi sollevarlo e catapultarlo
a 1d10*10 metri di distanza.
Bomba di Gas (6-7): Una pozza d’ac-
qua paludosa inizierà a gonfiarsi a dismisu-
ra. Se i morti tenteranno di farla esplodere
verranno travolti da un getto ustionante che
causa 1 danno letale a chiunque si trovi in
un raggio di 10 metri e non sia al riparo.
Se lasciata stare, la bolla di gas si sgonfierà
senza recare alcun danno.
Pescatore di Mota (8-9): I morti si im-
batteranno in un vecchio pazzo che afferma
di star pescando in “questo bellissimo lago”.
Anche se la sua canna da pesca è un basto-
ne, persino privo di lenza, sembra sapere

per certo dove si trovi l’altare. Per poterlo
assumere come guida chiederà di aiutarlo a
pescare un pesce bello grosso. I personaggi
potranno immergersi nell’acqua e recupe-
rarne uno con un 💀test di Atletica (7+)
ma, una volta consegnato, il vecchio non li
accompagnerà dove sperato, bensì alla latri-
na della sua casa in mezzo alla palude. Un
vero e proprio altare per lui!
Squadra di Morte Gobbalin (10): Tre
gobbalin morti (vedi al capitolo 9 del Ma-
nuale base, “Bestiario”) piomberanno sui
personaggi dagli alberi soprastanti, sfer-
rando un attacco gratuito prima che inizi il
combattimento.
L’altare si trova oltre un guado com-
posto da tronchi di legno sistemati appo-
sitamente a formare un ponte. È un piano
di roccia sgretolata da cui spuntano due
colonne dai profili rozzi, giunte tra loro a
formare un arco. In mezzo, conficcata nel
piano, se ne sta dritta l’impugnatura di una
grossa chiave di bronzo, grande quanto un
essere umano adulto. Con un 💀test di Sto-
ria (6+) sarà possibile attribuire l’altare alla
religione dei Padri Colossi, praticata nelle
Terre di Cupidardia. Gli adepti costruivano
grandi piramidi a gradoni che fungevano da
rifugi per i loro dèi giganti, i quali poteva-
no entrarvi dalla sommità una volta aperto
il passaggio tramite la Chiave del Riposo. I
personaggi si trovano quindi sulla cima di
un’antichissima piramide, probabilmente
sprofondata nella palude.
Per aprire il passaggio dovranno quindi
girare la chiave, che si smuoverà solo con
lo sforzo congiunto di almeno sei braccia.
Una volta aperto, non resta che scende-
re di nuovo nella tetra oscurità e ancora più
giù, fino al regno di Trikortrit.
135
Il Palazzo
del Corvo Cieco
“Sono stato a Cupidardia, sai? Laggiù ci
sono esseri più alti persino della luna e
del sole, ma per quanto grandi, anche loro
muoiono e anche loro vengono quaggiù...
E pensare che già adesso ci lamentiamo
per il poco spazio!”
IL DOMINIO DEL CORVO CIECO
[Eymortich,
Pellegrino Eptacaidecaista dell’Orto]
Una volta affrontato il viaggio di ritor-
no nel mondo dei morti, condito dal tipico
senso di disorientamento e dal sapore di
tumulazione che impasta la bocca, i perso-
naggi si troveranno davanti a uno spettacolo
annichilente.
Rientrate nei Campi di Sale accom-
pagnati da uno sbuffo di polvere nera
che, come voi, esce da una fessura sca-
vata in una parete rocciosa. Vi trovate
nella parte interna di un anello di mon-
tagne scure, che circondano un baratro
più profondo dell’inferno stesso e le
cui vette sono così alte e così acumi-
nate che sembrano voler pugnalare gli
dèi. Ma tutto questo è niente se para-
gonato a ciò che i vostri occhi vedono
spuntare dal centro della voragine: po-
trebbe sembrare una struttura rocciosa
dai profili singolari, ma una seconda
occhiata è sufficiente a riconoscere in
quell’edificio torreggiante una mano
di grandezza colossale, coperta in ogni
sua parte da strati di metallo, che la ve-
stono come un’armatura.
Se ne sta lì immobile, legata a un
corpo tanto grande da far impallidire la
stazza dei Signori dell’Orto ma che for-
tunatamente, grazie al buio della vora-
gine, potete solo immaginare. Al centro
del palmo, rivolto verso l’alto, è adagia-
ta una gigantesca zucca intagliata in un
ghigno maligno, con occhi e bocca che
sprigionano una luce arancione quasi
accecante. Le cinque dita d’artiglio si
IL DOMINIO DEL CORVO CIECO 136

protendono verso l’alto; dalla punta del
medio, adornata a somigliare alla cima
di una torre, spicca un fiotto continuo
di fumo bluastro, che illumina a tratti
un pezzo di cielo dimenticato dagli dèi.
L’unico modo per entrare nel palazzo
è seguire il sentiero di ponticelli, a ma-
lapena sospesi fra le colonne di pietra
irregolari che svettano dalla voragine.
L’entrata per il palazzo di Trikortrit è
alla base dell’avambraccio del gigante. Non
appena i personaggi iniziano ad avvicinarsi,
la zucca roteerà nella loro direzione, gettan-
dogli contro un fascio di luce che, per quan-
to sembri calda, emana un freddo tombale.
Una volta varcata la soglia d’ingresso,
priva di qualsivoglia portone (e di cam-
panello), i personaggi si troveranno in un
edificio dalle pareti interne che paiono di
carbone e in cui sono stati intagliati gradini
irregolari che giungono fino alla sommità,
ovvero la base del palmo della mano, dove
è possibile notare il meccanismo di cinghie
rotanti e cuscinetti che permette alla zucca
di muoversi liberamente. Dalla cima della
tromba delle scale piovono grossi tubi che,
intrecciandosi, si conficcano nel pavimento,
scendendo chissà dove.
Le scale terminano in una botola, che
porta proprio dietro alla grande zucca e
quindi dinnanzi alle cinque dita, ciascuna
delle quali è una diversa torre dove potersi
avventurare. È il momento di cercare il pa-
drone di casa!
Volta-Lanterna: Se i giocatori non han-
no preso Geco nella parte “Inseguimento
nei Canali”, lo troveranno nella torre del
Pollice. Oltre a essere il servitore di Trikor-
trit, Geco è famoso per essere un codardo
sotto tutti gli aspetti. Ai personaggi basterà
minacciarlo per farsi dire praticamente tutto
sul suo padrone e sugli esperimenti che sta
portando avanti in tutte le torri, tranne che
nell’Indice, poiché è l’unica dove non gli è
consentito di entrare.
Dirà inoltre che è lì che Trikortrit passa
ormai gran parte del suo tempo, lasciando lui
137
a mandare avanti i lavori di tutte le altre torri.
Geco dovrà essere tenuto ben saldo in
ogni momento, perché cercherà costante-
mente di scappare.
IL POLLICE NERO
Il pollice gigante è interamente adibito
a laboratorio per la crescita artificiale del-
la marcicolla. Salvo che per una passerella
IL DOMINIO DEL CORVO CIECO
circostante la parete, il pavimento è stato
scavato al fine di ospitare una grande massa
di marcicolla, tenuta al sicuro da una cupola
contenitiva di pura energia morta.
Se i personaggi non hanno incontrato
Geco nella parte “Inseguimento nei Canali”
lo troveranno qui, intento a riparare un gua-
sto ad alcune leve installate in un pannel-
lo nella parete opposta rispetto all’entrata.
Ci sono ben quarantacinque leve, ciascuna
delle quali, se azionata, rilascia una piccola
scossa elettrica in una certa zona della va-
sca, che stimola la massa di marcicolla in
un punto specifico.
Se azionate casualmente, la massa di
marcicolla si innervosirà tanto da far tre-
mare il laboratorio. Non riuscendo a fran-
tumare la cupola di energia, inizierà infatti
a dimenarsi nella vasca, distruggendo gra-
dualmente le pareti fino a spezzare a metà
il pollice.
Se ciò dovesse accadere, i personaggi
dovranno sbrigarsi a uscire, se non vorran-
no venire trascinati nell’oscurità dell’oblio
insieme a un pezzo di dito gigante.
IL TRONO MEDIO
Il dito medio è la dimora personale di
Trikortrit. Qui non ci sono vasche, leve o
campioni di marcicolla, ma un sontuoso let-
to (come se ne avesse bisogno) circondato
da cimeli di ogni sorta provenienti dal mon-
do dei vivi: quadri con grandi sovrani, reli-
quie religiose poste dentro teche di cristallo,
teste di drago e di viverna imbalsamate e
tomi trafugati dalle librerie di Sacroturno.
Tutto lascia a intendere che Trikortrit sia
un avido collezionista e, a giudicare dalla
quantità di oggetti, deve avere una riserva
illimitata di contenitori sottomorto!
 138
Con un 💀test di Sensorialità (6+) si
potrà individuare sotto al letto un grosso
cassetto, apribile con un 💀test di Manua-
lità (9+). Qui si trova: contenitore sotto-
morto piccolo (x4), contenitore sottomorto
medio (x2), contenitore sottomorto grande
(x2) e un’Urna del Cavaliere Nero.
Dietro alla testata del letto si trova una
grossa scrivania ingombra di pergamene, li-
bri sull’alchimia e appunti che svelano i se-
IL DOMINIO DEL CORVO CIECO
greti e le funzioni delle altre torri. Per deci-
frarli è necessario un 💀test di Amagia (7+).
L’ANELLO DEBOLE
L’anulare della grande mano, dove
Trikortrit sta portando avanti un esperimen-
to per controllare la marcicolla con la musi-
ca. La torre è piena di strumenti musicali di
ogni foggia e grandezza, da un piccolo liuto
che penzola proprio vicino all’ingresso a un
enorme organo che copre quasi per intero
la parete nord. Riposti su uno scaffale quasi
altrettanto grande, vi sono strani contenito-
ri pieni di campioni di marcicolla, con so-
pra attaccati cartellini come “Campione N.
84, Ballate, reazione assente”, “Campione
N.102, Jazz, reazione deludente”, “Cam-
pione N.20, Musica di Carillon, reazione
ottima” e così via. Con un 💀test di Sen-
sorialità (7+) sarà possibile notare che sia
ai barattoli che agli strumenti sono attaccati
dei piccoli congegni sferici simili a pomel-
li. Un 💀test di Amagia (8+) permetterà di
capire che gli strumenti sono direttamente
collegati alla marcicolla: determinate note
faranno reagire il campione corrispondente,
ma l’unica reazione visibile sarà quella sca-
turita dalla musica di un carillon, che farà
agitare la marcicolla tanto da far quasi ca-
dere il barattolo in cui è contenuta.
IL MIGNOLO SPEZZATO
All’interno della torre corrispondente al
mignolo, si trovano quattro grandi cilindri
di vetro su cui è attaccato un tubo snoda-
bile. Uno dei cilindri è vuoto, mentre negli
altri tre stride e si contorce la marcicolla,
facendo ondeggiare bruscamente tentaco-
li gommosi viola e gialli, come se volesse
liberarsi. Lungo la parete si trovano inve-
ce delle massicce botti di metallo, aventi al
centro dei buchi della stessa ampiezza dei
tentacoli marcicollosi.
Con un 💀test di Sensorialità (6+) sarà
possibile notare un post-it vicino a una delle
vasche:
ATTENZIONE! Prelevare la mar-
cicolla adoperando gli appositi tubi di
trasferimento e versarla direttamente
nelle botti contenitive. Cinque minuti
di trasferimento equivalgono a mezza
botte piena (o vuota?). NON aprire le
vasche senza la supervisione del signor
Trikortrit!
Nota: nella prossima spedizione ad
Acrimonia, mettere un peluche omag-
gio per scusarsi del ritardo dell’ultima
consegna.
SPEDIZIONI:
Prima Luna Nuova – Acrimonia, Re-
gno Sacroturno (marcicolla terminata!).
Seconda Luna Nuova – Palazzo Va-
siljio, Regno Rasputio.
Quarta Luna Nuova – Negozio di
Dolciumi di Mamma Racchia, Regno
Lugubrio.
Quinta Luna Nuova – Armeria di
Vulkano, Regno Guerranico (ultima
consegna non pagata, non spedire!).
Con un 💀test di Amagia (8+) si ca-
pirà che questa marcicolla è stata allevata
e trattata per poter sopravvivere nel mondo
dei vivi, il cui ecosistema è stato riprodotto
all’interno delle vasche. Rompere il vetro fa-
cendola entrare a contatto con l’aria dell’Or-
to, la farà appassire irrimediabilmente.
L’INDICE DI MORTALITÀ
Trikortrit si trova nell’indice della mano
gigantesca, alle prese con il suo più grande
esperimento. Il laboratorio è una giungla di
tubi penzolanti che, giunti a terra, striscia-
no per qualche metro prima di infilarsi a

capofitto nel pavimento. Si tratta degli stes-
si tubi che i personaggi hanno visto nell’a-
vambraccio del gigante e, con un 💀test di
Sensorialità (7+), sarà possibile seguirli
fino ad arrivare alla loro estremità: il corpo
di Trikortrit.
Seguite con lo sguardo i tubi fino a
vederli convergere in una specie di sar-
cofago privo di coperchio, incastonato
nella parete davanti a voi a un paio di
metri di altezza. Dentro di esso giace
immobile il corpo del Corvo Cieco, am-
mantato in una cappa rosso sangue e
con il becco semi aperto. Sembra quasi
che dorma un placido sogno, ma chissà
cosa potrà mai sognare una creatura di
questo genere. Dal volto e dalle brac-
cia, giunte due al petto e due al ventre,
potete vedere che il piumato è a chiazze
in più punti, rivelando una pelle bian-
chiccia e tirata a rivestire un corpo ben
più alto di quello degli altri suoi simili.
D’un tratto il rapace ha uno spasmo, un
tremito improvviso che si trasmette alle
decine di tubi circostanti. Un ciuffo di
questi tentacoli artificiali si stacca dal
sarcofago, facendo fluttuare in avanti il
corpo di Trikortrit. Impossibile dire se
ora i suoi occhi sono aperti dato che,
proprio sopra il becco, al loro posto c’è
una profonda cicatrice orizzontale.
Da chissà dove, un altro tubo ha ti-
rato fuori un lunghissimo cilindro, an-
ch’esso rosso, che adagia sulla testa
quasi calva del corvo. Ora che ha la sua
corona, il re è pronto a parlare.
“Piaschere di conoschervi. Io mi
schiamo Trishkortrishk. Avete shudato
tantho per arrivhare quich da me. Che
cosha voletshe dal buono veschio corvo
schiecoh?”
A parlare non sembra una delle entità
più maligne dell’Orto, ma un vecchio che
stenta ad articolare le parole e che probabil-
mente non sa neanche chi si trova davanti.
Geco, se presente, farà di tutto per scappare,
139
terrorizzato chissà perché dalla presenza del
suo signore. Questi parlerà molto lentamen-
te, cercando di prendere tempo e di distrar-
re i personaggi mentre posiziona i suoi tubi
proprio dietro di loro, pronto ad attaccare.
Se interrogato riguardo a quanto sta
succedendo, Trikortrit dirà, con tono quasi
ingenuo, che lui è semplicemente un vec-
chio scienziato che ha deciso di esplorare le
possibilità della marcicolla: marcicolla che
IL DOMINIO DEL CORVO CIECO
reagisce alla musica, marcicolla cresciuta
artificialmente, marcicolla in grado di so-
pravvivere nel mondo dei vivi e soprattut-
to… marcicolla connettiva.
Il Corvo e il Gigante
Prima di attaccare i personaggi, Trikor-
trit dirà che quei tubi portano fino al cuore
del gigante: uno dei colossi che a Cupidar-
dia venerano come dèi. Giunto nell’Orto
anni fa, continuerà Trikortrit, il gigante
cadde dal cielo con una violenza tale che
all’impatto frantumò il suolo, sprofondan-
dovi per centinaia di metri. Le montagne
che circondano la voragine altro non sono
che “spruzzi di terra morta calcificata”,
come li apostrofa il Corvo.
In seguito alle ferite inferte da Marcil-
lotto, dopo che esser stato sorpreso a ver-
sargli della marcicolla nell’armatura, forse
per cercare di prenderne possesso, il Corvo
fuggì nei Campi di Sale, costretto a un esi-
lio cieco e senza meta… fino al giorno in
cui il gigante cadde dal cielo e lo travolse,
trascinandolo nelle profondità dell’Orto.
Trikortrit racconterà di come il gigante,
con la sua caduta, abbia disturbato il sonno
di una gargantuesca massa di marcicolla,
che non ha tardato a saettare verso il suo
corpo prendendone possesso. Prima di ve-
nire travolto, il gigante riuscì soltanto a pro-
tendere una delle sue braccia verso l’alto, in
quel disperato gesto di chi tenta di soprav-
vivere all’annegamento.
“E indhovinathe un po’ schi chiera
in quella mano? IOH!”
 140
Trikortrit dirà che, per quanto la mar-
cicolla lo avesse ricoperto, il gigante era
troppo pesante perché potesse controllarlo,
limitandosi quindi a tenerlo fermo nelle sue
grinfie. Il laboratorio che ha costruito sa-
rebbe dunque servito per studiare a fondo i
poteri di quella sostanza maligna, al fine di
sfruttarla per il suo progetto più ambizioso:
connettersi con la marcicolla del gigante e
usare i suoi poteri da Custode delle Urne
IL DOMINIO DEL CORVO CIECO
per riuscire finalmente a muoverlo. In que-
sto modo il gigante non sarebbe stato solo
il suo servo, ma un corpo condiviso con la
sua mente.
I tubi servono a trasferire l’essenza di
Trikortrit nel gigante poiché, secondo lui,
solo una mente disposta ad accogliere e
controllare la marcicolla può renderla ub-
bidiente. E chi meglio di un Custode delle
Urne per tale scopo?
A questo punto, Trikortrit metterà da-
vanti ai personaggi due scelte: unirsi a lui e
portare avanti i lavori di smercio della mar-
cicolla nel mondo dei vivi (coi quali tenterà
di creare una connessione con l’Orto), ri-
manendo al suo fianco quando il gigante si
risveglierà, oppure affrontarlo.
Guida allo Scontro: Trikortrit è un
Custode delle Urne (vedi al capitolo 9 del
Manuale Base, “Bestiario”). Oltre alle 2
azioni, durante il suo turno può spendere
2 Punti Anima ed effettuare un 💀test con
Difficoltà 6+ per far muovere uno dei suoi
tubi e intrappolare un personaggio che si
trovi all’interno della stanza. Per liberarsi
è necessario effettuare un 💀test con Diffi-
coltà 7+ o distruggere il tubo con un colpo
in grado di infliggere almeno 2 danni.
Per ogni tubo distrutto inoltre (anche
quelli immobili) Trikortrit perde un’azione
(massimo 1) del suo turno successivo.
A BRACCETTO COL DEMONIO
Se i personaggi dovessero accettare la
proposta di Trikortrit, questi li nominerà
suoi guerrieri personali e, per prima cosa,
chiederà loro di consegnare la marcicol-
la del Mignolo ai clienti a cui è destinata.
Terminate le consegne, il Corvo Cieco sarà
riuscito a completare il suo esperimento e il
gigante potrà finalmente prendere vita sotto
il suo controllo.
Il corpo colossale emerge dall’om-
bra con movenze da burattino. La
mano, ormai divenuta il palazzo del
possente Trikortrit, viene comandata a
porgersi davanti al petto del gigante,
con la zucca che, fremente, si muove in
ogni direzione, illuminando i Campi di
Sale circostanti con il suo freddo fascio
luminoso. Il Corvo non era davvero cie-
co, dopotutto. In ogni caso, quello non
sarà più il suo nome ora. A breve verrà
chiamato il Corvo Distruttore.
E voi, morti ormai corrotti, siete i
suoi campioni.
SCHERZETTO O SCHERZETTO
Se Trikortrit dovesse venire ucciso, la
marcicolla lo avvertirà e inizierà a ribel-
larsi al corpo del gigante, nel quale si sente
ormai intrappolata. I personaggi potranno
sentirla stridere dal fondo della voragine,
emettendo un’eco capace di raggelare per-
sino il midollo osseo.
Ora i personaggi dovranno fuggire il più
velocemente possibile prima che il gigante,
libero dalla marcicolla, si ridesti finalmente
dal suo letargo, per iniziare così il suo cam-
mino nel mondo dei morti.
Ora non resta che tornare alla mortopoli
e raccontare tutto ad Apatia che, incredula,
li ricompenserà.


 141

Le


vostre
Le
Le vostre
vostre
gestagesta
gesta
verranno
verranno
verranno
narrate
narrate
narrate
nellenelle
nelle
taverne
della
taverne
mortopoli
della mortopoli
per i decenniper ia decenni
venire. Canteran-
a venire.
no Canteranno
canzoni e scriveranno
canzoni e scriveranno
ballate così ballate
rumorose
da arrivare
così rumorose
fin lassù,
da arrivare
dove i Gaudiovivi,
fin lassù, dove dietroi ai
loro
Gaudiovivi,
sorrisi, stringeranno
dietro ai loroi denti
sorrisi,dalla
stringeranno
rabbia nel

IL DOMINIO DEL CORVO CIECO

sapere
i dentichedalla
il titolo
rabbia dinelleggenda
sapere affianchi
che il titoloi nomidi
di
leggenda
altri morti,
affianchi
mentre
i nomii Necroamanti
di altri morti,faranno
mentrea
gara
i Necroamanti
per riuscire faranno
ad accaparrarsi
a gara peri vostri
riuscire
nolenti
ad
accaparrarsi i vostri
servigi. nolenti servigi.


Godetevi la fama. Godetevi la gloria.

Quella


Quella
gloriagloria
che in
chevita
in vita
non non
vi è vistata
è stata
conces-
concessa.
sa.
 Contenuto di: Two Little Mice
Testi: Simone Formicola, Rico Sirignano
“Non potrei vivere senza circo! È un grande zibaldone in cui invecchi e, spesso, persino muori, senza
neanche accorgertene.”

[Moria Orfey]

Tra una battuta di caccia, un aumento delle tasse e una guerra per il controllo dell’amagia, anche i
bravi e nobili signori di Stoltardia si ritrovano persi nel più plebeo dei sentimenti: la noia.
Per rifuggire alla straziante solitudine dei loro castelli e delle fredde roccaforti, che con i loro gelidi
spifferi rendono più visibile l’incombenza del prossimo trapasso, questi ricchissimi nobilastri non pos-
sono far altro che affidarsi alle cure di cantastorie, giullari, saltimbanchi, prestigiatori, musici e artisti di
vario genere.
L’idea di esibirsi per i signori di Stoltardia (e di arricchirsi disgustosamente alle loro spalle) fa gola
proprio a tutti; non c’è anima viva che non desidererebbe entrare a corte guadagnandosi le grazie di un
potente e i morti non sono da meno.
 144
IL CIRCO È IN CITTÀ
In tutte le fiere delle Terre di Stoltardia,
banditori da quattro soldi si sgolano per
convincere il pubblico che il loro spettacolo
sia il più straordinario di tutto il continente.
Ma ciascuno di loro mente spudoratamente,
perché il più grande spettacolo a cui possiate
assistere nella vostra vita (ma anche dopo)
è, e sarà sempre, quello offerto dal circo di
Moria Orfey, la più grande presentatrice e
IL CIRCO DI MORIA ORFEY
talent scout da entrambi i lati dell’Orto.
Giorni prima del suo arrivo, come per
amagia, nei regni non si sente parlare d’al-
tro e i signori locali fanno a gara a inviare
i loro messaggeri per aggiudicarsi il primo
spettacolo del tour. Si prodigano in doni e
salamelecchi nella speranza che la bella e
rotonda Moria pianti il suo grande tendone
viola nelle piazze delle loro città. All’arrivo
della piccola carovana colorata, ogni paese
si addobba a festa e inizia un improvvisato
carnevale di eventi, balli e immancabili tac-
cheggi ai danni degli spettatori imbambolati.
Tutto questo trambusto è decisamente
esagerato, ma comunque meritato, poiché lo
spettacolo di Moria Orfey è veramente il più
grande e meraviglioso di tutta Stoltardia.
Soltanto sotto il tendone di Moria si può
assistere a prodigi senza fine! Ci si può me-
ravigliare nel vedere un uomo segare in due
la sua assistente, una contorsionista riuscire
a chiudersi in un barattolo, una donna così
forte da sostenere un cavallo sulla punta
delle dita e un mangiatore di spade in grado
di ingoiare l’intera armeria di una caserma!
Nessun altro essere vivente, in tutta
Stoltardia, potrebbe imitare i mirabili artisti
di Moria, e per un buon motivo: sono tutti
già trapassati da un pezzo!
LA GRANDE MASCARATA
Saltuariamente, nelle Terre di Stoltardia,
appaiono dei morti che, invece di cercare la
gloria a fil di spada, sperano di trovarla cal-
cando le scene. Quasi tutti, sfortunatamen-
te, sono relegati in qualche buco di periferia
poco più grande della loro fossa. Chi riesce
a farsi un nome, però, diventa rapidamente
un esempio per tutti, principalmente perché
viene macellato dai Gaudiovivi, sempre
pronti a infliggere una pena esemplare ai
morti, soprattutto se impegnati a intrattene-
re i viventi.
Non va molto meglio a quelli che inve-
ce trovano un agente, un produttore o un
protettore apparentemente armato di buone
intenzioni, che si rivela poi essere un lurido
Necroamante. Non è raro infatti sentire di
questo o di quell’altro giovane defunto che
arriva dalla campagna in cerca di successo,
ritrovandosi poi adescato e ingannato: una
vera tristezza!
Dinanzi a queste tremende prospetti-
ve, non è difficile capire cosa abbia spinto
il genio di Moria Orfey a organizzare una
fantastica mascherata, truccandosi pesan-
temente e indossando maestose parrucche,
per camuffarsi da vivente. Schiacciata da
una mandria di elefanti con i quali si stava
esibendo, è in realtà una Ventosa. Alcuni di-
cono che i grandi pachidermi siano stati vo-
lutamente aizzati da qualcuno presente tra
il pubblico: probabilmente un concorrente.
Tutti gli artisti che lavorano nel suo cir-
co, come lei, sono belli che morti e solo
grazie ai loro abili travestimenti riescono
a esibirsi davanti a nobili, Necroamanti e
Gaudiovivi, riuscendo perfino a spillargli
un bel gruzzoletto.
Non è tutto frutto, però, delle abilità
di make-up artist di Moria, una menzione
d’onore va allo speciale cerone giallastro
preparato grazie alla necroamagia, e la
cui ricetta è custodita gelosamente. Dona
nuovamente colorito ai cadaveri e permet-
te, oltretutto, di eludere il temuto fiuto dei
Gaudiovivi e di qualunque altra creatura sia
in grado di “sniffare” la morte, impedendo
quindi di percepire la presenza dei trapassa-
ti durante le loro esibizioni.
Finché il pubblico sarà convinto che i
bravi artisti del circo Orfey siano ancora
vivi, tutte le loro mortali prodezze appari-
ranno più che sensazionali. Da qui il loro
enorme successo!

Il Grande Ululì
Prestigiatore; uomo di intrattenimento;
vivo… il grande Henry Ululì non è nessuna
di queste cose!
Appare in scena vestito sempre impec-
cabilmente: con l’abito nero, il cilindro in
testa e tanta di quella cipria da lasciarsi die-
tro una nuvola profumata. I suoi numeri di
levitazione, sparizione e riapparizione non
hanno eguali in tutta Stoltardia e non c’è da
meravigliarsi, poiché per un Ventoso come
lui non sono poi così difficili!
Per non parlare poi dei suoi grandi nu-
meri di escapologia, in cui si fa personal-
mente incatenare dal più grosso e nerboru-
to degli spettatori presenti e poi chiudere
in una cassa piena di scorpioni e di grossi
scarafaggi con delle piccole code di carta,
giusto per fare numero.
Un altro grande numero di Ululì consiste
nel tagliare a metà la sua assistente Vermi-
shka, una Secca svampita per la quale ha
un debole. Si vocifera che per quante volte
lui le abbia spezzato la colonna vertebrale a
colpi di sega, altrettante lei gli abbia spez-
zato il cuore.
Mirtilda, la Contorsionista
La brava gente di Stoltardia è abituata
a zappare i campi, andare a dormire e poi
tornare a zappare i campi. Non c’è quin-
di da sorprendersi che gli venga il mal di
schiena semplicemente a star seduti per
tutta la durata dello spettacolo, figuriamoci
poi a vedere le esibizioni dell’esile Mirtilda
dai capelli viola, che si ripiega su se stessa
come se non avesse le giunture. Incredibile
a dirsi, il suo segreto è proprio questo: l’as-
senza di giunture! Una condizione talvolta
spiacevole per un Molle ma utile per la sua
carriera di contorsionista.
In scena, la bella e giovane Mirtilda di-
mostra una leggiadria senza eguali e le sue
articolazioni sono sciolte quanto i cuori dei
suoi innumerevoli spasimanti. Al termine
dello spettacolo, però, qualunque preten-
dente che avesse la possibilità di vederne
il vero aspetto, avrebbe sicuramente da ri-
dire: è volgare, sguaiata e rozza bevitrice
(per non parlare della pelle marcita). Non
145
si conosce ancora qualcuno che abbia af-
frontato uno dei suoi proverbiali rigurgiti
dall’aroma di fossa senza poi perdere i sensi
e qualche ora di memoria.
Capitan Sviato, l’Uomo Cannone
Non si vede tutti i giorni un ragazzo
bello e valoroso come un cavaliere e che,
come tale, indossa un’armatura scintillante
IL CIRCO DI MORIA ORFEY
e un elmo appuntito, ma non per recarsi alla
pugna, quanto per diventare la stravagante
munizione di un cannone.
Quando Capitan Sviato entra in scena,
Moria si prodiga a narrare le sue grandi ge-
sta in battaglia, raccontando nei minimi par-
ticolari dei nemici sconfitti sul campo, salvo
omettere quel particolare scontro in cui ven-
ne ferito alle spalle, perdendo tragicamente
la vita. Di fatto Sviato è un giovane Molle,
un trapassato che si fa beffe del pericolo fa-
cendosi sparare dal suo cannone, macchina
da guerra per cui nutre un profondo amore.
Le disavventure in battaglia l’hanno alla
fine portato a preferire l’artiglieria alla più
nobile ma rischiosa carica a cavallo.
Mo, la Donna Forzuta
Mo è forse una delle donne più brutte
che si siano mai viste ma di certo nessuno
osa dirlo ad alta voce, poiché è anche la più
grande, imponente e forte che possiate mai
trovarvi davanti. Sotto la parrucca bionda e
boccolosa da contadina e la cuffia merlet-
tata, il suo volto inespressivo è come una
maschera funebre perennemente imbron-
ciata... Anzi, è proprio così. In realtà Mo è
un’Arte-fata ribelle, deceduta e risorta, di cui
nessuno conosce la provenienza e che deve il
suo nome all’unica sillaba che riesce a pro-
nunciare con la sua profondissima voce.
Qualunque sia la sua storia, oggi Mo ob-
bedisce più o meno diligentemente alle gen-
tili richieste di Moria Orfey, esibendosi in
fantastici numeri in cui dimostra la sua for-
za taurina e in gare di braccio di ferro o di
schiaffoni sul viso, che fruttano un gran bel
guadagno e, talvolta, qualche anima in più
nell’Orto. Più di un Gaudiovivo si è trovato
la mano stritolata dalla potenza meccanica
 146
del braccio pneumatico di Mo, che si gon-
fia come un bicipite esplosivo sotto la sua
delicata veste di seta. Cionondimeno tutti
hanno sempre fatto buon viso a cattivo gio-
co e si sono ritirati mestamente, non troppo
desiderosi di far sapere in giro di essere stati
sconfitti da una donna.
Mo è indubbiamente il capolavoro este-
tico di Moria Orfey che stenta a credere, a
volte, di come qualcuno non si accorga che
IL CIRCO DI MORIA ORFEY
il seno di Mo sia una rotondeggiante botte
in legno e ferro.
Gola Profonda, il Mangiatore di Spade
Sono necessari molti anni per allenare
i muscoli del collo e della gola affinché si
rilassino completamente, permettendo a un
artista di ingoiare una spada intera, dal de-
bole al forte, fino ai baffi.
Occorre molto meno tempo per farsi am-
mazzare in battaglia e risvegliarsi senza né
muscoli né gola, così come è successo a quel
Secco che al circo chiamano Gola Profonda.
Ironia della sorte, pare che in vita questi
fosse grasso da far spavento e che amasse
rimpinzarsi di dolci e di salumi fin quasi a
scoppiare. Qualcuno azzarda che morì non
per le ferite riportate in battaglia, quanto per
la sofferenza del suo povero cuore affannato
durante una vergognosa ritirata. Quale che
sia il suo passato, oggi Gola Profonda si
ricopre di batuffoli di cotone e protesi rea-
listiche per entrare in scena e ingoiare una
spada dopo l’altra sotto gli occhi attoniti de-
gli spettatori.
Essendo questo mangiatore di spade un
uomo veramente pieno di difetti, e ancor
di più un essere scevro da qualunque vir-
tù, è veramente difficile dire quale sia la più
bieca stortura del suo carattere. Ciò che più
preoccupa il circo, probabilmente, è la sua
voglia di punzecchiare i vivi e di mettere
continuamente in pericolo la grande masche-
rata, chiamando sul palco qualche nobile si-
gnore e addirittura spacciandosi per un Gau-
diovivo, facendo comunella con loro.
 Contenuto di: Morgengabe
Testi: Chiara Listo, Giuseppe Vitale
“Il meraviglioso angolo di Orto dove noi, i rinomati Morten e Gabe - per un modico prezzo- ci occu-
peremo di te e faremo in modo che la tua morte sia ricca di fama e di ricchezza. Ti renderemo celebre
e apprezzato, non importa quanto disperata sia la tua situazione! Approfittane subito!”

[Volantino Pubblicitario dell’Ufficio Mortketing]

Siete appena morti e non sapete dove sbattere quel che resta della vostra testa? Avete sentito parlare
della gloria eterna ma non sapete neanche dove sia di casa? Tutti i vostri compagni defunti sembrano
passarsela meglio di voi? Non temete, anime sperdute! L’ufficio mortketing di Mortengabe è pronto a
esaminare il vostro caso e a darvi non solo la speranza di diventare dei morti leggendari, ma anche gli
strumenti per farlo!
 148
RISORGERE CON STILE
L’ufficio si erge in un luogo lugubre e
buio dell’Orto, situato in una stradina se-
condaria di una via poco conosciuta, chiama-
ta “Via della Fame”. Qualcuno tuttavia ha
rimpiazzato la “e” di Fame con una “a”, così
da renderne più appetibile il nome. Ora è
universalmente nota come “Via della Fama”!
Seguendo tutte le indicazioni alla lette-
ra, pena lo smarrirsi fra i gli stretti vicoli
UFFICIO DI MORTKETING
di quest’angolo di mortopoli, si giunge a
un’insegna opaca, appesa a una catapecchia
sgangherata, con su scritto “MortenGabe –
Ufficio Mortketing”.
Una campanella logora annuncerà la
vostra entrata con un suono metallico che
serpeggia in un’atmosfera caotica, polve-
rosa’ e cupa.
Ma, come spesso dice uno dei due diret-
tori, Giuseppe Mortale, “Non fatevi spaven-
tare dalla prima impressione: dovreste vede-
re quanti tristi figuri ho portato al successo!”
Nella sala d’attesa, ci sono delle sedie
malmesse e un distributore d’acqua, il cui
contenuto melmoso fa sospettare che si tro-
vi lì solo per bellezza.
Seduti ci sono sempre almeno due o
tre morti… sempre gli stessi. Se ne stanno
immobili e coperti di ragnatele, tanto che i
maligni ipotizzano siano morti una seconda
volta aspettando il loro turno. L’ipotesi più
probabile è che vengano pagati per stare lì
come elemento di arredo.
Non ci sono finestre, però qualcuno le ha
disegnate sulle pareti.
Sulla carta da parati verde pisello, e qua-
si del tutto scrostata, sono esposti numero-
si poster dai colori assurdamente accesi, in
cui sono annoverate tutte le onorificenze di
MortenGabe. Alcune sono foto di morti sor-
ridenti, sotto i quali sono scritte frasi come
“LUI ha raggiunto la gloria in tre settima-
ne!” o “Buonissimo con le patate”, mentre
altri riportano titoli come “Il più grande
esorcismo dell’anno!”
Alternate ai poster, alcune mortografie
seppiate raffigurano i proprietari dell’ufficio
intenti a stringere mani. Talvolta, solo quelle.
Giunto il vostro turno, verrete accom-
pagnati nel cuore pulsante (più o meno)
dell’ufficio!
Giuseppe “Gabe” Mortale
Il più delle volte ad accogliervi sarà
Gabe, al secolo Giuseppe Mortale. È un
Molle dalla stazza gargantuesca ma dai
modi gioviali; ama dare pacche sulle spalle
dei clienti con le sue mani umidicce, apo-
strofandoli con “cara” o “caro”, se non ad-
dirittura “carissima” o “carissimo”.
Ascolterà attentamente tutti i vostri
problemi poi, dopo avere annuito più volte
silenziosamente e in segno di partecipazio-
ne, vi proporrà il giusto pacchetto di servi-
zi su misura.
La punta di una grossa penna per scrive-
re gli fuoriesce vistosamente dall’orecchio.
In giro si dice che stesse redigendo un docu-
mento notarile, sua mansione in vita, quan-
do si è addormentato, cadendo proprio sulla
penna che teneva ritta fra le dita.
Come si suol dire: troppo lavoro am-
mazza!
Chiara “Morten” Dolore
Assieme a Gabe vi è Morten, al secolo
Chiara Dolore, anch’essa direttrice dell’uf-
ficio. Di solito non si mostra subito, limitan-
dosi a fluttuare invisibile attorno al cliente,
grazie ai suoi poteri di Ventosa. Se questi
accetta l’accordo proposto da Gabe, Morten
si paleserà e passerà all’infestazione, duran-
te la quale volteggerà attorno al morto ri-
cordandogli alcune sue massime: “le parole
sono importanti” o “la corretta comunica-
zione prima di tutto” e anche frasi più strane
come “fai in modo di generare hype!”.
La sua pelle è cosparsa di piccoli graffi
simili ad artigli di un gatto. Una cosa gra-
ziosa, se non fosse che il gatto è stato la
causa della morte e quei graffi sono solo una
minima rimembranza di quelli che hanno
causato il disfacimento delle sue membra.
Chissà cosa gli fosse preso a quella be-
stiola! In ogni caso, poco dopo anche quella
palla di pelo è arrivata a grattare alla porta
dell’ufficio di mortketing: lassù non era ri-
masto più nessuno a dargli la pappa.
 149

IL CIRCO DI MORIA ORFEY

 150
SERVIZI OFFERTI
Anche se il loro ufficio è sporco, lugubre,
lontano dallo sguardo dei Musoni, con un
forte odore di pelo bagnato (e sepolto), è l’u-
nica attività ufficialmente riconosciuta dai Si-
gnori dell’Orto per lo svolgimento di imprese
ufficiali e risoluzione dei Conti in Sospeso.
Nei loro fascicoli, stipati in schedari
senza fondo, sono raccolti lavori di ogni ge-
nere, accuratamente selezionati in base alle
UFFICIO DI MORTKETING
esigenze del cliente, così da poter creare
l’eroe che è destinato a diventare!
Possedendo una copia originale dei re-
gistri di emersione, inoltre, possono indiriz-
zare i morti ai luoghi in cui risolvere i loro
Conti in Sospeso, potendo dar loro inoltre
consigli sulla risoluzione e persino agganci
con altri morti o addirittura esseri viventi.
Le imprese gestite sotto le amorevo-
li, rachitiche e cadenti braccia di Morten
e Gabe hanno una percentuale di riuscita
del 97% e le morti dei clienti, registrate
nell’ultimo anno, sono le più basse a livel-
lo storico… Paragonate a quali dati? Fate-
vi gli affari vostri!
Di seguito vengono presentati alcuni
servizi offerti dall’agenzia.
Rinnovo dell’Immagine
Il servizio di Rinnovo dell’Immagine vie-
ne principalmente chiesto dai morti deside-
rosi di redenzione o di cancellazione di uno o
più Marchi del Disonore così da restaurare la
propria immagine agli occhi della comunità
e soprattutto dei Signori dell’Orto.
Il tristo bandito omicida potrebbe do-
ver aiutare le vecchiette ad attraversare la
strada per ottenere il pubblico plauso, o il
cavaliere vendicativo dovrà chiedere scusa
alla famiglia colpita dalla sua furiosa rap-
presaglia. L’organizzazione di queste im-
prese avverrà in modo plateale per colpire
l’attenzione di quanti più morti possibile!
Per questo servizio gli incidenti sono
all’ordine del giorno. Dopotutto, la strada
per la fama è irta di pericoli!
Un’impresa che includa un Rinnovo
dell’Immagine ha un costo di 25 buoni e una
volta portata a termine, oltre a recare gran lu-
stro al proprio nome e alle proprie gesta, ha
il potere di togliere un Marchio del Disonore.
Amico dei Mortali
Tramite un servizio volto a stabilire e
consolidare il legame con i viventi, si offre
la possibilità di contattare non solo i cari ri-
masti in vita, ma anche personalità utili al
raggiungimento di qualche scopo ben pre-
ciso. Tramite l’apparizione durante le se-
dute spiritiche, per esempio, sarà possibile
influenzare le decisioni dei viventi oppure,
se vi interessa solo apparire al meglio nel
mondo dei vivi, potrete sottoporvi a una se-
duta di trucco che farebbe sembrar vivo per-
sino un mucchio di ceneri dentro a un’Urna.
Non è raro che qualche morto, volente o
nolente, riesca a sfruttare le sedute spiriti-
che con lo stesso successo di una frontiera.
Morten e Gabe, tuttavia, possiedono uno
speciale registro, aggiornato in tempo reale,
in cui appaiono tutte le sedute attive nelle
terre di Stoltardia. Pagando 10 buoni per
ciascun morto è possibile, inoltre, emergere
utilizzando la seduta spiritica come portale,
avendo circa un minuto di invisibilità.
L’altra funzionalità di questo servizio è
la possibilità di comunicare con un vivente.
Al costo di 15 buoni, Morten e Gabe posso-
no organizzare una seduta spiritica inversa
con cui instaurare un botta e risposta con la
mente di un mortale per un minuto.
Attenzione: non è garantito che l’inte-
ressato non rimanga terrorizzato.
Resurrezione Completa
Nessuno è mai riuscito a ottenere l’ul-
tra-esclusivo servizio di Resurrezione
Completa. Morten e Gabe parlano di una ri-
cerca complicatissima che necessita dell’in-
terazione di numerose persone facoltose del
mondo, vive o morte, interessate al ritrova-
mento della famosa Pietra della Resurrezio-
ne, di cui anche i due direttori pare siano
alla ricerca da anni.
Per aggiudicarsi questo servizio, e ave-
re tutto il necessario per avviare l’impre-
sa, è necessario aver raggiunto un grado
di gloria più che ragguardevole ed essere
interessati non tanto al raggiungimento
dell’aldilà più esclusivo del riposo eterno,
quanto a fare il passo inverso: risorgere…
come un grande eroe!
Servizio non adatto ai deboli di ossa.
 Contenuto di: Mana Project Studio
Testi: Michele “Mike” Paroli, Angelo Peluso

“Eroi dell’Orto in cerca di buoni e di imprese poco gratificanti, aiutateci a far rinsavire gli inquilini
del Manausoleo della Notte Cadente! Vi offriremo anche da bere.”

[Annuncio anonimo appeso fuori da ogni ufficio dell’Orto]

Molto tempo fa, un noto cavaliere del Regno Lugubrio, servitore di un avo di Piutetro (Re Ben-
piùtetro), decise di fondare un maestoso sepolcro. Codesto signorotto, rispondente al nome di Sir
Michael Mana, voleva che il suo mausoleo fosse il più opulento della penisola. Un luogo dove poter
seppellire i membri della sua altolocata famiglia e i suoi amici altrettanto conosciuti, come il grande
Enghel Von Pelo.
Com’è risaputo, con l’avvento dell’amagia e il successivo aumento della mortalità, il Regno Lu-
gubrio divenne una meta accogliente per le anime dell’Orto e il soprannominato Manausoleo, proprio
grazie alla sua maestosità e notorietà, si trasformò in un ricercato resort turistico per vivi e morti. A
dimostrazione di ciò, sul cartello posto al grande cancello, si leggeva infatti “Un angolo di Sublime
Deprimenza per i più Deprimenti amanti del Sublime”.
L’intestazione venne poi tolta perché gli avventori si scocciavano a leggerla per intero e soprattutto
perché Sir Michael, ormai defunto e risorto, non era mai soddisfatto di come l’avesse dipinta.
Che bei tempi quelli in cui la biblioteca interna del Manausoleo, colma di testi amagici, era gremita
 152
di Secchi in cerca di conoscenza e i loculi del sotterraneo erano sempre prenotati nei fine settimana. Ora
i gestori del Manausoleo, però, sono molto meno accoglienti verso gli ospiti a causa di una maledizione,
si dice scagliata dai Necroamanti, per non avergli pagato la tassa per l’occupazione di quel pezzo di ter-
ra. “Siamo già seppelliti da lapidi di bollette inviateci dall’Orto!” furono le ultime parole di Sir Mana
ai Necroamanti. Già allora si lamentava delle consistenti difficoltà economiche che, poco tempo dopo,
avrebbero portato il sepolcro alla rovina.
Il Manausoleo della Notte Cadente appare ora fatiscente (anche per gli standard del Regno Lugubrio)
e si dice addirittura che la licenza per gli alcolici non venga rinnovata da due anni! Chiunque desideri
esplorarlo dovrà armarsi di pazienza e portare abbracci consolatori verso i suoi derelitti residenti.
Il povero Michael, custode della biblioteca amagica, passa ormai il tempo lanciando e dando fuoco
MANAUSOLEO DELLA NOTTE CADENTE

ai suoi vecchi tomi, allontanando chiunque s’avvicini al piano di sopra. Von Pelo, invece, continua a
gridare e a predicare che “Presto la notte eterna scenderà e saremo perduti!”, dando vita a superstizioni
legate al cambiamento climatico e alle “Scie Alchemiche”. Bah!

Oltre ad essere stato un famoso resort per vivi, morti, vorti, eccetera, il Manausoleo era anche un
importante punto di collegamento tra l’Orto e il mondo dei vivi. Aiutare Sir Mana e Von Pelo a tornare in
sé e a spezzare la maledizione, lo riporterà ai suoi antichi fasti e a essere di nuovo un punto di emersione,
fra i più sicuri del Regno Lugubrio.
Li convincerebbe, inoltre, a rinnovare la licenza per gli alcolici.

INGRESSO DEL MANAUSOLEO teca. Ai lati del portone principale si trovano

L’imponente Manausoleo della Notte
Cadente si staglia, dall’alto di una collina,
su un cortile esterno cosparso di crisantemi
e di lapidi ritorte. Rispecchia il puro stile
Lugubrio con le sue statue inquietanti, infe-
riate nere come l’oscurità e tendaggi oppor-
tunamente mangiucchiati dal tempo.
Il piano terra ampio si compone di un
grande ingresso a cui segue un’imponente
navata centrale, anticamente adibita a luogo
di culto per divinità ormai dimenticate (o, per
meglio dire, obbligatoriamente dimenticate).
Entrando nell’edificio ci si trova davanti
a quella che sembra essere la hall in rovina
di un albergo. Si notano subito le macerie
di un bar, con le scaffalature piene di vetri
infranti e qualche bottiglia superstite in cui
nuotano inquietanti lumi fatui e la grande
statua di un Bull Terrier antropomorfo ar-
mato di spadone. Nessuno ha mai capito
che diamine fosse e, quando veniva chiesto
a Sir Michael, questi bofonchiava qualcosa
riguardo a un suo caro amico, pittore e col-
lezionista di bestie esotiche.
Superato l’ingresso si trovano delle sca-
linate impervie e dall’architettura distorta,
che conducono a una balconata che affaccia
sul rosone posteriore e, più su, alla biblio-
tre porte in legno marcito: la prima conduce
a un lungo corridoio angusto e quindi al ma-
gazzino del Manausoleo, la seconda alle ca-
tacombe/alloggi e la terza alla sacrestia/sala
da ballo, dove si dice che leggiadre Ventose
si esprimessero in sublimi balli a mezzaria e
dove i Secchi più estroversi trascinassero gli
spettatori a danzare il ballo del Crak Crak.
IL MAGAZZINO DI VON PELO
Nel grande magazzino macabro, privo
di illuminazione e ora coperto di ragnatele,
vengono custodite bare ed elaborate lapidi
illustrate, un tempo utili alla pubblicità del
resort. Sugli ampi tavoli, che costeggiano
tutto il perimetro interno dello stanzone,
sono cosparsi stracci e pergamene ricche di
disegni che tradiscono la mente d’un pazzo.
Il gravido silenzio che aleggia nel magaz-
zino viene sporadicamente interrotto da risate
malsane e grida di frasi complottiste. A emet-
tere questi agghiaccianti monologhi è Von
Pelo, reso quasi invisibile dalle scartoffie che
lo sommergono. Sta redigendo un tomo dal ti-
tolo “Ormai è buio: manuale di sopravviven-
za al buio del buio. Come non rabbuiarsi al
cospetto del buio. Alla fine, v’è solo il buio”.

Enghel Von Pelo è un Molle, un tempo
un valoroso guerriero, inseparabile dalla
sua vecchia spada, oggi usata principal-
mente come stampella. La sua espressione
poco lucida manifesta un evidente bisogno
d’essere compreso, soprattutto nella sua
crociata contro la notte eterna, di cui blatera
in continuazione.
La Ricerca degli Occhi-Ali di Von Pelo
153
LE CATACOMBE
In questi corridoi stretti, sudici e polve-
rosi, si osservano una moltitudine di nicchie
in cui solevano adagiarsi i morti in vacanza.
Esattamente sotto la hall, inoltre, si trova la
cripta maggiore contenente i sarcofagi di
lusso in cui riposavano i principali azionisti
del resort, oltre a Sir Mana e Von Pelo. In
questa stanza vuota, in cui neanche i due si-
gnori del Manausoleo tornano più, uno de-

MANAUSOLEO DELLA NOTTE CADENTE

gli Occhi-Ali si crogiola nella desolazione:
Molti sostengono che la fissazione di è Occhio Pigro.
Von Pelo per l’oscurità sia nata a seguito
della maledizione dei Necroamanti, che
lo ha anche privato dei suoi Occhi-Ali, la-
sciandolo in una miopia senza fine. Riuscire
a convincere gli Occhi-Ali a ricongiunger-
si a lui, quindi, gli darebbe l’opportunità di
tornare come prima: non certo un’aquila,
ma comunque dignitosamente più sobrio e
creativo, specie nel lamentarsi.
In questa missione, non priva di esau-
rimenti nervosi, i personaggi dovranno
scendere nelle catacombe e riuscire ad ac-
chiappare i due bulbi svolazzanti di Von
Pelo. Impresa che non sarà affatto semplice,
quindi… occhio!
 154
Occhio Pigro
Questo triste, sconsolato, moscio, de-
relitto, stanco, lagnoso, lento, depresso e
solitario bulbo svolazzante, si riconosce
dall’espressione triste, sconsolata, moscia
e... diamine, avete capito!
Nonostante sia sprovvisto di bocca e
labbra, continua a lagnarsi che tutti lo riten-
gano inutile e che preferiscano suo fratello:
Occhio Buono. Ciò nonostante non fa nul-
MANAUSOLEO DELLA NOTTE CADENTE
la per smentirli. Ad ogni tentativo di farlo
uscire dalla cripta, incitandolo al compi-
mento di un qualsivoglia sforzo, trova mille
scuse possibili e inizia a piangere, grazie
alla sua capacità di lacrimare a comando.
Sarà ostico riuscire a convincerlo a riunirsi
a Enghel, il suo padrone.
Da quando la maledizione lo ha allon-
tanato da Von Pelo, nutre un segreto rancore
nei confronti della polvere che gli si piazza
addosso e delle mani con cui potrebbe ri-
pulirsi ma di cui è sprovvisto. Aiutarlo col
prurito e con la pulizia del suo bulbo irritato
potrebbe farvi guadagnare la sua gratitudine!
Occhio Buono
Come suggerisce il nome, è l’occhio
buono tra i due. Svolazza rapidamente nei
corridoi delle Catacombe, risultando par-
ticolarmente difficile da acciuffare, anche
se in realtà nessuno ci ha mai provato. Da
sempre è tronfio d’orgoglio per essere l’oc-
chio-ala più furbo, acculturato e, per questo,
elogiato. Parla solo con chi dimostri di esse-
re al suo livello.
Si vanta di avere agganci ai piani alti
dell’Orto, dove sua cugina Cataratta ha il
posto fisso.
Per guadagnarvi la sua attenzione sarà
sufficiente adularlo o dimostrarsi più altez-
zosi di lui. Una volta fatto ciò, non sarà dif-
ficile convincerlo a seguirvi fino al cranio
di Von Pelo.
LA BIBLIOTECA AMAGICA DI
SIR MICHAEL
Abbandonate ogni speranza, oh voi che
salite verso la grande biblioteca, perché Sir
Michael non è in vena!
Sin dagli ultimi gradini sarà possibile
udire lo scoppiettio del falò di tomi e una
voce sommessa e lamentosa sussurrare “...è
normale che un Avviamento a Calci sia un
po’ in ritardo…”.
Appena qualcuno varca la soglia della
biblioteca, Sir Michael scatta in piedi infi-
lando le mani nel grande fuoco ed estraendo
libri infuocati da scagliare contro gli intrusi,
gridando: “Ho finito l’amana! L’amana!”.
A tratti poi si calma, gemendo e imprecando
per aver appena distrutto una copia preziosa
o un tomo a tiratura limitata... per poi rico-
minciare.
Filosofi, amagi e alchimisti che hanno
ascoltato i deliri di Sir Michael, stanno an-
cora dibattendo su cosa sia questa misterio-
sa amana, giungendo alla conclusione che
possa trattarsi di una mano femminile, o di
un qualche antico rituale previsto dall’al-
trettanto misterioso Avviamento a Calci.
Sir Michael Mana era un tempo il fiero
custode di questo piano e dei preziosi tomi
che lo arricchivano, ormai ridotti quasi del
tutto a cataste fumanti. La maledizione che
lo ha privato della sua amana lo ha reso cie-
camente furioso e chiunque intenda placar-
lo dovrà armarsi di diplomazia, temperanza
e di uno scudo robusto.

Ripristinare il Mana
Questo servizio risulta di titanica difficol-
tà, poiché i personaggi dovranno capire che
accidenti va cercando questo cavaliere, per
poi doverglielo restituire in qualche modo.
Sir Michael sembra essere molto su-
scettibile alla spossatezza (lanciare libri lo
stanca fisicamente, la tristezza nel distrug-
gere opere d’arte lo sfianca nello spirito)
e le sue membra da Molle risentono dello
155
GLI ANTICHI FASTI
Aiutare i residenti del Manausoleo della
Notte Cadente a spezzare la maledizione e
a ritrovare la sanità mentale, riporterà in at-
tività un grande e famoso resort del Regno
Lubugrio, garantendo alle anime dell’Orto
un passaggio sicuro da e verso il mondo
dei vivi. I Personaggi diventeranno inoltre
membri onorari del Manausoleo, ottenendo,
così, un biglietto in grado di far evitare la

MANAUSOLEO DELLA NOTTE CADENTE

sforzo continuo. Prima di approcciarsi a lui fila, qualora dovessero emergervi.
sarà necessario farlo stancare, stando nel Questo è un lavoro che richiederà le doti
frattempo attenti a schivare i suoi libri in- di avventurieri (nonché di badanti) leali,
fuocati! che non temano di sentirsi ripetere sempre
Apparirà chiaro, interrogandolo, che la le stesse cose e che siano in grado di affron-
maledizione dei Necroamanti lo abbia pri- tare il buio più buio che il buio conosca.
vato dell’amagia come conseguenza di un
tardivo Avviamento a Calci, a suo dire.
Sarà inoltre facile capire che Sir Michael
andasse davvero orgoglioso delle sue capa-
cità arcane e che l’amagia fosse la sua ra-
gione di vita (e di non-vita). Ciò è reso più
evidente dal termine amana: l’unione del
suo cognome alla parola amagia.
Per riportare Sir Michael alle energie
d’un tempo, i personaggi dovranno:
- Dargli da bere il suo amato whiskey
(che potranno recuperare nella hall) finché
non gli uscirà dalle orecchie;
- Individuare e raccogliere uno dei suoi
libri più preziosi, parlandone bene ed elo-
giandolo con convinzione;
- Tranquillizzarlo e assecondarlo, soste-
nendo con fervore la normalità, per un Av-
viamento a Calci, di un po’ di ritardo (qua-
lunque cosa sia);
- Regalargli un oggetto anche solo appa-
rentemente amagico (un libro, una statuetta
o un artefatto) raccontando una storia ri-
guardante la sua preziosità (anche inventata
andrà benissimo!).
Cavo 157

“È sempre stato incuriosito da quei mostri tentacolati. Alla fine, per sperimentare la trasformazio-
ne che tanto lo affascinava, ha iniziato a sfidare se stesso di fronte allo specchio lanciando la
Moneta del Fato finché non si è tramutato in uno di loro. Di lui ormai non è rimasto niente,
se non quel bel bastone da passeggio ornato d’oro. Il MIO bastone!”

[Tolemano Garcia Sepulcro,profanatore di tombe]

La maledizione delle Monete del Fato Tipo: Elementale Amagico (10-15 feri-

MOSTRI DELLA CRIPTA

intrappola le menti degli abitanti di Valen-
sia quanto i loro corpi. Che sia morto o vivo,
chiunque abusi del potere di questi cimeli
amagici prima o poi finisce col tramutarsi in
un Cavo: l’essenza stessa della disperazione
silente dell’anima. Le monete tuttavia non
assimilano soltanto lo spirito, ma anche il
corpo materiale che, dopo aver raggiunto la
corruzione massima, prende la forma di un
ammasso umanoide di petali viola scuro.
Il nome, attribuito dagli abitanti di Va-
lensia, deriva dalla caratteristica di avere
un foro al centro del petto, proprio come
l’oggetto da cui ha preso forma la loro ma-
ledizione. I Cavi sono infatti strettamente
legati ai tre Necroamanti che controllano
Valensia e che hanno creato il Soldo Bucato
e le Monete del Fato. Questo è il motivo per
cui i Cavi neotrasformati si recano istintiva-
mente verso la torre dei Necroamanti, pro-
teggendola da intrusi, guastafeste e curiosi.
Tuttavia, anche se i Cavi hanno perso ogni
tratto degli esseri umani che erano un tem-
po, si dice che la loro trasformazione possa
subire un processo inverso qualora la male-
dizione del Soldo Bucato venisse spezzata.
E che succede quando un Cavo muore?
Per sfortuna dei corpi umani da cui sono
stati generati, quando incontrano la morte
essi non giungono nell’Orto e i petali che
li compongono semplicemente si disper-
dono, mentre l’anima viaggia direttamente
nell’aldilà, prima ancora che il suo Certifi-
cato di Morte venga compilato.
te, AD 1), Florido.
Livello: Petalo Tagliente (1), Senza-
cuore (2).
Punti Coraggio: 11 (1), 12 (2).
Abilità: Furtività (1), Sensorialità Avanza-
ta (1), Atletica (1), Furtività Avanzata (2).
Equipaggiamento: Tentacoli Floreali
(1) (Arma Leggera – A Distanza, Gittata
Breve – Contusione/Taglio, 2 danni).
Capacità Speciali
Corpo Florido (1): Il corpo dei Cavi è
composto sostanzialmente di petali, in gra-
do di comprimersi o separarsi tra loro. All’i-
nizio di ogni suo turno un Cavo può spende-
re 1 PC e scegliere di indurire il suo corpo,
ricevendo +1 all’AD contro i danni da af-
fondo o da taglio, oppure renderlo leggero
come il vento. In quest’ultimo caso perde
la sua AD, ma sarà in grado di muoversi in
ogni direzione (fino a un’altezza massima
di 10 metri) e i suoi attacchi con i Tentaco-
li Floreali potranno colpire da una Gittata
Media anziché Breve.
Turbine Fragrante (2): Azione, 3 PC,
difficoltà 7+. Mentre il Cavo è in volo si può
scomporre e creare così un turbine di petali
taglienti. All’attivazione del potere e all’i-
nizio di ogni suo turno, chiunque si trovi in
un raggio di 20 metri subisce 1 danno letale
che ignora le armature e riceve -2 a tutti i
test fisici. Mentre il Turbine Fragrante è at-
tivo, il Cavo non può effettuare altre azioni
a meno che non torni nella sua forma, con
un’azione e la spesa di 1 PC. In alternati-
va, per interrompere il potere è necessario
infliggere 1 danno al suo petalo madre, di
colore viola acceso e che, a differenza degli
altri, rimane immobile al centro del turbine.
 158
“Si dice che quella cosa non sia stata creata dall’amagia, ma che abbia abitato i fondali oceanici
per tempo immemore. Ora che è morta mi chiedo quali siano i suoi Conti in Sospeso e, soprattutto,
se abbia una famiglia lassù…”
[Dantessa Virbeara, leggenda dei Campi di Sale]
In vita questa creatura degli abissi so-
leva dormire un sonno pacifico, interrot-
MOSTRI DELLA CRIPTA
to soltanto dai morsi della fame che, una
volta all’anno, la costringevano ad andare
a caccia. Si crede che queste marce culina-
rie l’abbiano portata dalla sua terra natale,
nel continente di Cupidardia, fino ai mari di
Stoltardia, dove incontrò la sua fine dopo
aver divorato un banco di tonni dell’Orto.
Oltre al fatto che si trattava perlopiù di li-
sche affilate, una volta trovatisi nell’appa-
rato digerente del Kraken i pesci iniziaro-
no a cercare una via d’uscita attraverso la
morbida carne del mollusco.
Una volta deceduto, i Musoni di Stoltar-
dia si misero le mani fra i (radi) capelli, non
avendo mai gestito il trapasso di una creatu-
ra tanto grande. Aspettare i tempi di decom-
posizione era impensabile, quindi decisero
di fare uno strappo alla regola, gettandola
nel Mar dei Sarcossi saltando tutte le proce-
dure di trapasso.
Da morto, le abitudini del Kraken non
sono cambiate poi molto, con la differenza
che ora non c’è banco di tonni che possa an-
nientarlo, né sonno che possa farlo desistere
da una caccia eterna a base di anime.
Tipo: Bestia Amagica (70 ferite, AD 3,
movimento 30 metri), Fieride.
Livello: *.
Punti Anima: 30.
Abilità: Animalismo Avanzato, Senso-
rialità Avanzata.
Equipaggiamento: Putrentacoli (Arma
Pesante - A Distanza - Contusione, 5
danni, Colpo Violento 6-10).
Capacità Speciali
Danza Tentacolare: Quando è semplice-
mente ad agitare i suoi tentacoli. Chiunque
si trovi in un raggio di 50 metri dal Kraken
Kraken
all’inizio del proprio turno deve tirare 1d10.
1-4: Non succede niente.
5-8: Il tentacolo si abbatte vicino al ber-
saglio, che subisce 2 danni e viene sbalzato
di 2d10 metri in una direzione casuale.
9-10: Il tentacolo si abbatte sul bersaglio,
che subisce gli effetti dell’arma Putrentacoli.
Durante il suo turno inoltre, al costo di
un’azione, il Kraken può sferrare un attac-
co con i Putrentacoli su un bersaglio abba-
stanza grande per lui (come una casa, una
barca o un carro).
Pianto del Mollusco: Il Kraken è un
essere molto sensibile come dimostrano i
suoi piagnistei di dolore. Ogni volta che il
Kraken subisce 2 o più danni letali da un
singolo danneggiamento o attacco, emette
un singhiozzio assordante. Durante il loro
turno successivo, tutti i bersagli che si tro-
vano entro 20 metri dal Kraken e che sono
in grado di udirlo, non possono effettuare
Azioni Eroiche e i costi in PA di tutti i loro
poteri, incantesimi e cure costano il doppio.
Il Kraken, invece, perde un’azione del suo
turno successivo.
Risucchio Gorgogliante: Azione, 5 PA,
difficoltà 8+. Quando il Kraken spalanca le
fauci in mare crea un vortice che risucchia
chiunque si trovi in acqua ed entro 20 metri da
lui. I bersagli inghiottiti scivolano nel corpo
del Kraken, venendo schiacciati dagli spasmi
delle sue carni e prosciugati della loro anima.
Un morto inghiottito può spendere le
sue azioni solo per tentare di uscire dal
Kraken passando per uno dei molti buchi
del suo corpo. Potrà quindi effettuare un
💀test di Atletica (7+) o cercare di inflig-
gere almeno 4 danni complessivi in un tur-
no. All’interno del corpo, l’AD del Kraken
viene annullata.
All’inizio di ogni turno in cui un morto
si trova nel Kraken perde 2 PA e subisce 1
danno letale che ignora le armature.
Morte-fata 159

“Senti un po’ signor -non credo a niente di quello che dice mia moglie-: se ti dico che ho visto
passeggiare nel cimitero la tomba di nonna Elsa attaccata alla bara del prozio Fetestio e alla
testa ciondolante della zia Settintia, vuol dire che è vero! E fra i due ti ricordo che non sono io
quella che tiene un fiasco di vino sul comodino accanto al letto!”

[Cassatra da Corvantez, del Regno Lugubrio]

I Necroamanti non smettono mai di Capacità Speciali

MOSTRI DELLA CRIPTA

esplorare le infinite possibilità concesse dal-
la manipolazione dei cadaveri e dell’energia
morta. Quando poi uno di loro riesce a unire
le conoscenze arcane a quelle dell’alchimia,
potrebbe arrivare a cimentarsi nella creazio-
ne di una Morte-fata. Al contrario delle co-
muni Arte-fate, le Morte-fate non vengono
mosse dall’amagia ma dall’energia dell’Or-
to, che i Necroamanti riescono a strizzare
non solo da pezzi di cadaveri, ma anche da
lapidi, bare e monili cimiteriali.
Le Morte-fate sono quindi sepolcri se-
moventi, fosse comuni da guerra e com-
posizioni di carcasse con il solo scopo di
soddisfare le volontà del loro padrone. Così
come le loro cugine Arte-fate, tuttavia, an-
che loro tendono ad avere funzionamenti
capricciosi. I Necroamanti riescono però
spesso a trovare il modo di controllarle a
dovere: serve il dono di un particolare ci-
melio proveniente dall’Orto, come la pen-
na di un Musone, un dente di Cupoverme
o il cappuccio di un Beccamorto. In questo
modo la Morte-fata diventa una fedele com-
pagna e una distruttrice performante.
Tipo: Costrutto Amagico (Lapide di Ot-
tone – 12 ferite, AD 2)
Livello: *.
Punti Coraggio: 12.
Abilità: Manualità, Sensorialità.
Equipaggiamento: Treppiedi Ammor-
tizzato (10 metri per azione), Propulsio-
ne a Ectoplasma (+2 ai danni inflitti),
Bruciatore di Ectocolla (+2 PC), Lancia
d’Osso (Arma Pesante – Contatto – Af-
fondo, 2 danni).
Cannonarto: Azione, 1 PC, difficoltà
6+. La Morte-fata può scagliare uno dei
suoi arti superiori a Gittata Breve. I bersa-
gli colpiti dall’arto subiscono l’attacco della
Lancia D’Osso. Anche una volta staccato,
l’arto può muoversi liberamente con le stes-
se regole di quelli dei morti.
La Morte-fata può richiamare automati-
camente a sé un arto spendendo un’azione
e 1 PC.
Esplosione Divoratrice: Il congegno
esplosivo equipaggiato su una Morte-fata
è ben diverso da quello delle normali Ar-
te-fate. Il funzionamento dell’Esplosione
Divoratrice è il medesimo dell’Esplosione
Amagica (vedi al capitolo 9 del Manuale
Base, “Bestiario”) con la differenza che la
Morte-fata può attivarlo quando vuole con
un’azione a difficoltà 8+, spendendo 5 Punti
Coraggio e sacrificando 3 ferite. Inoltre, per
ogni 10 PC e PA consumati dall’esplosione,
riceve, a sua scelta, +1 all’AD (massimo
+3) o +1 ai danni (massimo +3) fino al ter-
mine del suo turno successivo.
Nota che la Morte-fata può utilizzare
questo potere solo se ha ricevuto un dono
dall’Orto.
 160
“Gambe belle come quelle vi giuro che non ne ho mai viste. Peccato per tutto il resto!"
[Gertrudo da Tonfanocca, divorato e digerito da una Sirena]
Quando una nave viene colta da una
tempesta di vento amagico e affonda, dai
suoi relitti nascono le Sirene; esseri che la
mitologia dipinge come splendide donne
MOSTRI DELLA CRIPTA
dalla voce ammaliante, capaci di catturare
il cuore e la ragione di ogni marinaio… ti
piacerebbe. Nel Mondo Mora, infatti, sono
praticamente dei pesci con gambe umane.
Non attraggono i marinai con le loro voci,
più simili a una conversazione tra due man-
giatori di bistecche da competizione che
non a un soave richiamo, ma sfoggiando le
loro gambe affusolate, mentre nascondono
il resto del corpo dietro rocce o sott’acqua.
Al contrario di quello che si potrebbe de-
durre dal loro aspetto ittico (a volte di orata, a
volta di nasello e a volte di tonno) riescono a
vivere sott’acqua tanto quanto in superficie,
organizzando in ogni caso assalti che preve-
dono calci distruttivi e morsi disgustosi.
Tipo:Umanoide Amagico, Mezzo-Fieride.
Livello: Sgorbio Ittico (1), Modella a
Scaglie (2), Miss Squama Bagnata (3).
Punti Coraggio: 6 (1), 8 (2), 11 (3).
Abilità: Atletica (1), Furtività (1), Sen-
sorialità (1), Atletica Avanzata (2), Fur-
tività Avanzata (2), Sensorialità Avanza-
ta (3), Tuttofare (3).
Equipaggiamento: Calci Affusolati (1)
(Arma Leggera - Contatto - Contusione,
2 danni), Armatura Leggera (2), Arma-
tura Pesante (3).
Capacità Speciali (viva)
Predatrici Sensuali (1): Quando una
Sirena attua un’imboscata, riceve +2 al tiro
di dado per stabilire l’Iniziativa. Inoltre, du-
rante il primo round di combattimento, tutti
gli avversari ricevono -1 al tiro per colpirla.
Muscoli Strangolanti (2): Azione, 1
PC, difficoltà 6+. Se la Sirena si trova ad
almeno 2 metri da un bersaglio di taglia non
superiore a un troll, può balzargli addosso
Sirena
e avvinghiarsi con le gambe attorno al suo
collo. A questo punto la Sirena può effettua-
re un’azione e spendere 1 PC per infliggere
un danno al bersaglio (non letale per i mor-
ti). Nel caso in cui il bersaglio sia un morto,
effettuando un’azione e spendendo 2 PC,
può staccargli la testa, ponendo fine alla pre-
sa. Per liberarsi il bersaglio deve effettuare
un’azione a difficoltà 6+, +1 per ogni turno
dopo il primo in cui risulta intrappolato.
Bel Bocconcino (3): Azione, 2 PC, dif-
ficoltà 7+. La Sirena spalanca la bocca af-
ferrando un bersaglio di stazza umana o in-
feriore, dopodiché, effettuando un’azione e
spendendo 1 PC, può iniziare a inghiottirlo.
Dopo 3 PC spesi in questo modo, il bersa-
glio viene inghiottito del tutto e l’unica cosa
che può fare per liberarsi è aprire il ventre
della Sirena dall’interno (o sperare che qual-
cuno lo faccia per lui). Il bersaglio inghiotti-
to riceve -2 ai test fisici e -1 ai danni inflitti e
all’inizio di ogni turno in cui si trova all’in-
terno della Sirena, subisce 1 danno letale.
La Sirena può inghiottire un solo bersa-
glio per volta, che può sputare a piacimento
effettuando un’azione e spendendo 1 PC.
Capacità Speciali (morta)
Silhouette Affilata (1): La parte supe-
riore del corpo di una Sirena risorta è spo-
glia di ogni brandello di carne, a mostrare
un torace fitto di lische taglienti.
La Sirena riceve +1 ai danni inflitti in Ca-
rica. Qualunque bersaglio si trovi a meno di
un metro da lei all’inizio del suo turno subi-
sce 1 danno letale con un risultato di 8-10.
Tramite la capacità Bel Bocconcino, la
Sirena morta non può più intrappolare i suoi
bersagli. Una volta inghiottiti, le scivolano
da sotto la testa, pettinandosi con le lische
affilate e subendo così 3 danni letali.
 161

Allora, giovanossi, siete ancora tutti interi? Quanti di voi sono riusciti ad
arrivare a questo punto e quanti invece se ne sono partiti per il viaggio di sola
andata verso l’aldilà? Pensavate che la strada verso la gloria fosse facile come quella
per andare al mercato? Non ricordo più le volte che io stessa sono stata a un
passo dalla morte-morte, ma ogni volta che scampavo alla seconda bussata della
mietitrice diventavo sempre un po’ più forte e sempre un po’ più conscia dei miei
poteri. Spero che la stessa cosa sia accaduta anche a voi. La fine di un grande
viaggio ci lascia sempre con un filo intricato di emozioni, le quali necessitano di
essere svolte a una a una con pazienza, prima di essere analizzate e comprese e
prima anche di poter assimilare tutto ciò che ci hanno lasciato.
Che dire, io non ho altro da aggiungere né altro da insegnarvi: ma anche se la strada
verso la gloria è giunta al termine, ricordate che ci sono moltissime altre zone di mondo
che aspettano di accogliervi con i loro segreti e i loro pericoli, ben lungi dal somigliare
anche solo vagamente a quelli che avete imparato ad affrontare da queste parti.
Forse ci rincontreremo un giorno, magari proprio in quelle terre remote.
Dopotutto chissà a cosa può portarci la contemplazione dell’eternità: l’avventura
in assoluto più lunga e pericolosa nella quale un morto potrà mai imbarcarsi.

LA CASA DEGLI ASSI

La Aces Games nasce nel 2019, ma i suoi natali risalgono all’ormai lontano 2013, seppure con un
altro nome, quello di Eleven Aces. In quello stesso anno abbiamo pubblicato il nostro primo Gioco di
Ruolo, il post-apocalittico Nameless Land. Dieci manuali e cinque anni dopo nasce il secondogenito, il
teslapunk Heavy Sugar. Allargatasi la famiglia, era dunque necessario anche “trasferirci” in una casa più
grande, che oggi si lascia riconoscere con il simbolo dell’asso di picche, all’interno del quale si deline-
ano i profili di oggetti ben noti a noi giocatori, quali dadi e matite.
La nostra famiglia continua ad allargarsi nel 2019 con la seconda edizione di Nameless Land e, l’an-
no seguente, con l’inizio dei lavori sul terzo figlio, Unglorious, che ora appunto stringete tra le mani.

Grazie al vostro supporto e al vostro entusiasmo, contiamo di darvi sempre di più e di continuare al
contempo a rispettare la qualità dei nostri prodotti, sulla quale non ci sacrificheremo mai.

Fateci avere le vostre impressioni e tenetevi aggiornati sul sito www.acesgames.it, tramite la
newsletter e attraverso le pagine Facebook della Aces Games e dei nostri prodotti, oppure scrivete al
nostro indirizzo email info@acesgames.it

Vi aspettiamo!
162
Unglorious
Questo secondo manuale di Unglorious non sarà certo l’ul-
timo. C’è ancora molto di cui vorremmo scrivere e ancora mol-
ti i personaggi che vorremmo farvi riesumare, magari non solo
quelli morti in terre fantasy piene di draghi, stregoni e cavalieri
in armatura. Insomma, la morte dopotutto abbraccia l’essere
vivente in ogni tempo e in ogni luogo, quindi perché non do-
vrebbe farlo anche Unglorious?
Ma per il momento non vogliamo darvi troppe anticipazioni
(vizio che, tanto per restare in tema, potremmo definire addirit-
tura mortale); vi consigliamo soltanto di tenere gli occhi aperti
sul gruppo e sulla pagina Facebook di Unglorious per non per-
dervi nessuna delle nostre prossime novità.
Nel frattempo, è ora di far emergere altri personaggi deceduti
e di gettarli nel mondo scanzonato di questo GdR necro-fantasy!

Nameless Land
Cosa sei disposto a fare per sopravvivere?
Nel mondo post-atomico di Nameless Land è più che mai ne-
cessario avere una risposta pronta a questa domanda, perché fra
le lande devastate, le città in rovina e le orde di mutanti e di raz-
ziatori, ogni più piccola risorsa e ogni decisione possono fare la
differenza fra la vita e la morte.
Il cibo e l’acqua valgono più dell’oro, i deserti saranno la vostra
nuova casa e il sangue sarà la nuova moneta di scambio, fatto sgor-
gare fra i vicoli degli insediamenti o fra i granelli di sabbia che, come
quelli in una clessidra, scandiscono rumorosamente quel che resta
delle vostre vite.
Armate i vostri sopravvissuti, avventuratevi in un mondo deva-
stato dalle testate nucleari e minacciato dalla piaga delle radiazioni
e delle biomacchine. Costruite il vostro equipaggiamento con gli
scarti del vecchio mondo, salite a bordo del vostro mezzo arruggi-
nito e puntate il volante verso l’orizzonte. Là, dove una nuova sfida
per la sopravvivenza vi sta già aspettando.
La domanda è: sarà l’ultima?

Heavy Sugar
Lontano dai sepolcri e dalle lande radioattive, si erge una
città idilliaca, ma che nasconde nelle sue strade l’incubo di una
società volta al totale controllo e assoggettamento dei propri
cittadini.
Con Heavy Sugar vi invitiamo a gettarvi fra i palazzi di Balhan
City, metropoli degli anni ruggenti trasportata in una distopia te-
slapunk in cui tutto è dominato dall’energia elettrica; energia che
voi personaggi, i mutinear, potrete controllare con l’ausilio delle
vostre menti, potenziate e deviate dai poteri del blink.
Preparatevi a immergervi in un mondo folle di automi as-
sassini alti tre metri, copricapi per il controllo neuronale alla
moda, gangster sanguinari, manicomi sfornanti orde di psi-
co-cerebri e voi… con il potere di comandare tutto questo.