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Heiddeger

Essere tempo Heiddeger esponente dell’esistenzialismo 900centesco non volle farsi definire
esistenziialista.
La sua adesione al nazismo, rimarrà sempre all’interno dell’ideologia, studio dell’essere l’obbiettivo
dell’prea Essere e tempo ? È riuscire a raggiungere il significato dell’essere cos’è l’essere ?
Rifacendosi ai classici della filosofia Parmenide, platone ecc.
Ogni domanda cela il : ciò che si domanda, ciò a cui si domanda e ciò che si ritrova.
L’uomo pone all’essere questa domanda, l’uomo è l’esserci, ma tra tutte le cose che ci sono
nell’universo l’uomo è l’unico essere in grado di porsi delle domande sulla propria eistenza.
Così inizia l’analisi esistenziale :
L’esistenza dell’esserci è una possibilità di comprendere l’essere
L’uomo è possibilità d’esistenza, siamo progetti, siamo ciò che scegliamo di essere, l’uomo è
l’artefice del proprio esistere.
La scelta è un problema che si pone ad ogni singolo uomo.
Ogni uomo vive una domensione ontica , si pone domande rispetto alla sua vita singola,
particolare ; accanto a questa vi una ricerca della comprensione della vita ontologica, ciò del senso
dell’essere universale, per comprendere la dimensione ontologica bisogna partire da quella
particolare, dove possiamo individuare l’essenza dell’essere più profondo.
L’esserci ha la caratteristica di esserci nel mondo, in rapporto con le cose, l’uomo si prende cura
delle cose, l’oggetto prende un signifiicato diverso a seconda del progetto che costruisce l’uomo.
L’uomo utilizza le cose e decide come, noi uoini abbiamo una visione globale delle cose, il mondo è
un rimando di significati, i significati non sono all’nterno delle cose, ma come il mondo è
interpretato e progettato dall’uomo.
L’uomo è gettato nel mondo in relazione con le cose, significa prendersi cura di esse, il progeteto
avviene a partire dall’utilizzo delle cose, le cose significano se utili al nostro progetto, l’uomo è
una possibilità di progetti, gli uomini devono relazionarsi con piu possibilità d’esistenza, abbiamo
pc iu modi per stare al mondo, cambiando anche la visione delle cose attorno a noi.
(Abbracciare le piu possibilità significa vivere esistenza aprta, con piu possibilità, verso gli altri, le
altre cose), abbiamo due modi di stare in relazione con gli altri : quando ci prendiamo cura di loro
dandogli delle cose, non delle cure autentiche, questa è una cura di esistenza assieme agli altri,
invece se noi aiutiamo gli altri ad essere ad essere liberi e a prendersi cura di se, viviamo in una
dimensione di coesistenza, desiderando la libertà reciproca

Secondo heiddeger esistono due tipi d’esistenza inautenatica : dove la progettazione della vita è
inautentica, ovvero, anonima, del si, basandosi sul si dice, sulla curiosità dell’inutile, Heiddeger
capisce che l’esistenza nella società di massa nel mondo capitalistico sarà un’esistenza inautentica.
L’uomo ha abbandonato il dialogo del parlare con il chiacchereare, in quanto poco impegnativo.
La curiosità non è pi fondamentale è un divertissement, senza porondità, senza dialogare e senza
andare in profondità avviene l’equivoco
In questa situazione l’uomo diviene cosa tra le cose reificazione
L’esistenza inautentica è la cura, lo scambio utilitaristico, come la società dello spettacolo
Per uscire da questa condizione bisogna pensare a tutte le possibilità che l’uomo ha e pensare a
l’unica vera e certa, ovvero, la morte.
L’unica cosa autentica nella vita è la morta, ci porta a perseguire, bisogna anticiparla, vivere con la
morte, questo non ha come prodotto il suicidio, ma la consapevolezza, questo portando l’unico
sentiemento autentico, l’angoscia, la quale ci porta a percepire il nulla e comprendere la nostra
finitudine
(la paura al contrario è oggettiva, verso un determinato ente, l’angoscia è generLE +una condizione
metafisica.)
L’uomo è una nullita, la radice dell’esserci è il nulla questo porta alla vita autentica, che porta alla
comprensione dell’unica vera possibilità fibale, ovvero la morte, quest’accettazione rende l’uomo
autentico

Esistenza inautentica, esistanza della deiezionew.

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