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CAP 1

- Noi per pensare al dominio maschile rischiamo di ricorrere a modi di pensiero che sono
essi stessi il prodotto di tale dominio.
- Obiettivo libro: trattare l’analisi etnogra ca delle strutture oggettive e delle forme
cognitive di una società storica particolare (berberi di Cabilia), come lo strumento di un
lavoro di socioanalisi dell’inconscio.
La costruzione sociale dei corpi
- Gli attributi e gli atti sessuali sono investiti da una serie di determinazioni
antropologiche e cosmologiche.
- L’opposizione maschile / femminile si inserisce in un sistema di opposizioni omologhe
(alto/basso; duro/molle; sopra/sotto) => questi schemi di pensiero registrano come
di erenze naturali tratti distintivi (corporei) che vengono quindi ‘naturalizzati’, resi
normali. Questi schemi vengono confermati dal corso del mondo.
- La divisione tra i sessi sembra rientrare nell’’ordine delle cose’, è normale, naturale. È
una divisione arbitraria, socialmente costruita.
- La forza dell’ordine maschile si misura dal fatto che non deve giusti carsi -> divisione
del lavoro / struttura del luogo (luogo d’assemblea o di mercato x uomo vs casa x
donna) / struttura del tempo.
- È attraverso il corpo che si costruisce la di erenza tra i sessi => la di erenza anatomica
appare come la giusti cazione naturale della di erenza socialmente costruita tra i
generi e della divisione sessuale del lavoro.
La de nizione sociale degli organi sessuali è il prodotto di una costruzione attraverso
l’accentuazione di di erenze.
- Associando l’erezione fallica alla dinamica vitale del gon amento che è presente in
tutto il processo di riproduzione naturale, la costruzione sociale degli organi sessuali
registra simbolicamente alcune proprietà naturali indiscutibili -> contribuisce a
trasmutare l’arbitrario del nomos sociale in necessità della natura (physis).
- I dominati applicano a ciò che li domina schemi che sono il prodotto del dominio -> i
loro atti di conoscenza sono atti di riconoscenza, di sottomissione.
- Nel Rinascimento non esisteva neanche un termine anatomico per de nire il sesso
femminile, perché considerato composto dagli stessi organi di quello maschile, ma
diversamente organizzati.
- Gli schemi che strutturano la percezione degli organi sessuali si applicano cosi al corpo
stesso che viene ad avere il suo alto e il suo basso (maschile vs femminile).
- Cintura = simboleggia la barriera sacra che protegge la vagina. Una donna con una
cintura ben stretta è considerata casta e pura.
- Attraverso la mediazione della divisione sessuale degli usi legittimi del corpo si
stabilisce il nesso fra fallo e logos: l’uomo fronteggia, guarda in faccia, negli occhi,
prende la parola pubblicamente; la donna, in Cabilia, si tiene lontana dai luoghi
pubblici, risponde con un ‘non so’, ha lo sguardo rivolto verso i suoi piedi.
- Lo stesso atto sessuale è pensato in funzione del principio del primato della
mascolinità -> l’uomo è quello che ‘sta sopra’.
- Godimento maschile = è in parte il godimento del godimento femminile (anche per
questo le donne ngono un orgasmo).
Rapporto sessuale = rapporto sociale di dominio; ciò dipende dal fatto che è costruito
attraverso il principio di divisine tra il maschile, attivo, e il femminile, passivo.
Desiderio maschile = desiderio di possesso, come dominazione erotizzata;
Desiderio femminile = desiderio della dominazione maschile, come subordinazione
erotizzata.
- Per un uomo la peggior umiliazione consiste nell’essere trasformato in donna,
nell’essere femminilizzato.

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L’incorporazione del dominio
- Il fallo è il simbolo della virilità, del punto d’onore (nif) propriamente maschile, e può
essere istituito dalla visione del mondo androcentrica.
- L’organizzazione simbolica della divisione sociale del lavoro e di tutto l’ordine naturale
e sociale è determinata non dalle necessità della riproduzione biologica, ma il suo
fondamento è costituito da una costruzione arbitraria del biologico e del corpo
maschile e femminile.
- La sociodice maschile legittima un rapporto di dominio inscrivendolo in una natura
biologica che altro non è per parte sua se non una costruzione sociale naturalizzata.
- Il nomos arbitrario che istituisce le due classi nell’oggettività assume i tratti di una
legge di natura.
- Inscritto nelle cose, l’ordine maschile si inscrive anche nei corpi attraverso le
ingiunzioni tacite che la routine della divisione del lavoro o dei riti comportano -> le
donne vengono esclude dai compiti più nobili, vengono ammaestrate ad atteggiare il
corpo, vengono assegnati loro compiti inferiori.
- Rito di istituzione => divide che ne è degno da chi non lo è mai stato (le donne) e chi è
pronto da chi è troppo giovane per a rontarlo. È quindi una delle operazioni di
di erenziazione per accentuare i segni esteriori.
Riti di separazione = separare glio da madre. Le glie sono esentate da questo. È un
lavoro di defemminilizzazione o maschilizzazione. Al glio vengono tagliati i capelli, uno
dei legami simbolici che lo lega al mondo materno, gli vengono regalati un vestito
nuovo, un pugnale, un lucchetto e uno specchio; la madre gli mette un uovo nel
cappuccio. All’ingresso del mercato il ragazzo rompe l’uovo, apre il lucchetto e si
guarda allo specchio.
- La morale femminile invece si impone con una disciplina di ogni istante, che investe in
tutte le parti del corpo e che si esercita tramite i vincoli dell’abbigliamento e
dell’acconciatura.
- Morale dell’onore maschile = qabel = far fronte, guardare in faccia, postura del leone
=> spetta agli uomini compiere i lavori più spettacolari e pericolosi (macellazione dei
bovini, aratura o mietitura, guerra e omicidio);
Morale della sottomissione femminile = piegarsi, sottomettersi, abbassarsi => alle
donne sono assegnati i lavori privati e nascosti, domestici (cura dei bambini e degli
animali, orticoltura e giardinaggio), sono relegate allo spazio del villaggio, della casa,
degli utensili -> le donne possono solo divenire ciò che sono, confermando così il loro
essere naturalmente votate al basso, al piccolo, al futile.
- Gli uomini (e le donne) possono solo ignorare come sia la logica del rapporto di
dominio che riesce a imporre e a inculcare nelle donne tutte le proprietà negative che la
visione dominante attribuisce alla loro natura.
- Intuizione femminile = le donne sanno meglio identi care un’emozione rappresentato
non verbalmente e decifrare l’implicito di un dialogo.
- Le donne possono esercitare un potere soltanto accettando di cancellarsi -> ma è una
battaglia persa, perché le strategie che adottano le donne (come la magia x causare
l’impotenza maschile) hanno comunque come fondamento la visione androcentrica.
- Le donne possono solo confermare il pregiudizio sfavorevole contro il femminile =>
logica della maledizione.
La violenza simbolica
- La precedenza universalmente riconosciuta agli uomini si a erma nell’oggettività delle
strutture sociali e delle attività produttive e riproduttive, fondate su una divisione
sessuale del lavoro di produzione e riproduzione, che riserva all’uomo la parte miglior.
Tutti i membri della società hanno come matrici dei pensieri e delle azioni questi
habitus (disposizioni) => la visione androcentrica della riproduzione biologica e sociale

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riceve l’oggettività di un senso comune -> anche le donne applicano ai rapporti di
potere questi schemi di pensiero => subiscono una violenza simbolica = una violenza
puramente spirituale e priva di e etti reali.
- Le strutture di dominio sono il prodotto di un lavoro incessante (quindi storico) di
riproduzione cui contribuiscono agenti singoli (fra cui uomini, con violenza sica e
violenza simbolica) e istituzioni, famiglie, chiesa, scuola, stato.
- I dominati applicano categorie costruite dal punto di vista dei dominanti ai rapporti di
dominio => così li fanno apparire come naturali => questo porta a autovalutazione e
autodenigrazione (come le donne cabile rappresentano il loro sesso come una cosa
de citaria e ripugnante le donne moderne non si accettano per i canoni imposti dalla
moda).
- La logica paradossale del dominio maschile e della sottomissione femminile (spontanea
ed estorta) si capisce solo se si dà per vero che ci sono e etti durevoli (disposizioni
spontaneamente adattate all’ordine) che l’ordine sociale esercita sulle donne (e gli
uomini).
- La forza simbolica è molto potente perché si esercita in modo invisibile e insidioso,
tramite la familiarizzazione con un mondo simbolicamente strutturato.
- Agorafobia socialmente imposta => quando la donna acquisisce libertà formali (diritto
di voto, accesso a tutte le professioni…) l’autoesclusione si sostituisce con l’esclusione
dichiarata -> l’espulsione dai luoghi pubblici condanna le donne a spazi separati,
l’agorafobia porta le donne ad escludersi spontaneamente dall’agorà.
- Non bisogna assegnare alle donne la responsabilità della loro stessa oppressione
insinuando che addirittura a loro piace esser dominate, per una sorta di masochismo
insito nella loro natura. Le disposizioni sono talmente inculcate nelle percezioni e nei
pensieri di tutti (comprese le donne) che fanno sembrare ‘normale’ il dominio maschile.
-Filoso a della coscienza (Marx) -> sbagliata perché non tiene conto del fatto che le
strutture sociali inscritte nel corpo producono opacità e inerzia nella coscienza.
-Linguaggio dell’immaginario -> ancora + sbagliato perché la visione androcentrica non
è un’ideologia, ma un sistema di strutture inscritte durevolmente nelle cose e nei corpi.
- => il fondamento della violenza simbolica non risiede in coscienze misti cate (che
sarebbe su ciente e facile illuminare), ma in disposizioni adattate alle strutture di
dominio di cui sono il prodotto.
- Violenza simbolica si compie attraverso un atto di conoscenza e di mis-conoscenza
che si e ettua al di là della coscienza e della volontà.
Le donne nell’economia dei beni simbolici
- Le disposizioni (habitus) sono inseparabili dalle strutture (habitudines) che le producono
e le riproducono.
- In questo contesto le donne possono apparire solo cime oggetti o simboli la cui
funzione è quella di contribuire all’accrescimento del capitale simbolico (l’onore)
detenuto dagli uomini.
Le donne sono strumenti simbolici della politica maschile: il matrimonio assegna loro lo
statuto sociale di oggetti di scambio, di strumenti di produzione o riproduzione del
capitale simbolico e sociale (Lévi-Strauss).
In Cabilia l’acquisizione dei capitali simbolico e sociale è l’unica forma di
accumulazione possibile => le donne sono valori da conservare e proteggere, possono:
-produrre alleanze = capitale sociale;
-essere alleati = capitale simbolico.
- La visione semiologica e quella economicista (marxista) non tengono conto (come fa
invece Lévi-Strauss) del fatto che gli uomini agiscono come soci-avversari uniti da un
rapporto di eguaglianza nell’onore, e quindi dal dominio.

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- Disimmetria radicale: quella fra
-UOMO = soggetto, responsabile e signore della produzione e della riproduzione;
-DONNA = oggetto dello scambio, prodotto trasformato di questo lavoro.
- L’economia dei beni simbolici si impone a tutto l’universo sociale, non soltanto
all’economia della produzione economica, ma anche all’economia della riproduzione
biologica.
In Cabilia l’opera femminile di gestazione e parto viene annullata a vantaggio del lavoro
maschile di fecondazione => la logica mitico-rituale privilegia l’intervento maschile nel
ciclo della procreazione e in quello agrario, nel matrimonio etc.. tutto questo attraverso
riti pubblici e collettivi -> a scapito dei periodi di gestazione (quello della terra e quello
della donna) che vengono considerati rituali facoltativi.
- Divisione sessuale:
1. Divisione delle attività produttive -> mantenimento del capitale sociale e simbolico
(che assegna agli uomini il monopolio).
2. Disposizioni dei protagonisti dell’economia dei beni simbolici, cioè delle donne
(ridotte a oggetti di scambio) e degli uomini (a cui è imposto di acquisire la propensione
a prendere sul serio tutti i giochi seri).
Gli uomini ‘devono’ per se stessi, per restar segni di una certa idea di uomo, fare un
investimento primordiale nei giochi sociali (illusio).
Le donne sono escluse da tutti i luoghi dei giochi più seri dell’esistenza umana
(assemblea, mercato).
Virilità e violenza
- Anche gli uomini, come le donne, restano vittime della rappresentazione dominante.
- Essere un vir = avere una virtus.
La nobiltà e il punto d’onore (nif)
-governano l’uomo d’onore, senza l’intervento di alcuna costrizione esterna
-l’onore o re anche all’uomo l’opzione di non essere all’altezza, di non riuscirci
-sono il prodotto di un lavoro sociale di inculcazione per cui un’identità sociale si
inscrive in una natura biologica e diviene habitus = legge sociale incorporata.
- Amor fati = amore del destino = inclinazione corporea a realizzare un’identità costituita
in essenza sociale e trasformata in destino; è l’amore del dominante e del suo dominio.
- L’uomo si vede imporre la tensione a dover a ermare in ogni circostanza la sua virilità =
capacità riproduttiva, sessuale e sociale, attitudine alla lotta e all’esercizio della
violenza => è un carico.
- La virilità produce anche vulnerabilità, che porta all’investimento in tutti i giochi di
violenza maschili che sono adatti ad evidenziare i segni della mascolinità e della virilità
=> molti riti di istituzione comportano vere e proprie prove di virilità (es. le bande di
delinquenti che operano stupri collettivi) ed hanno la loro radice nella paura di perdere
la stima o l’ammirazione del gruppo.
- La virilità è dunque una nozione relazionale, costruita contro la femminilità, in una sorta
di paura del femminile e in se stessi.

CAP 2
- La descrizione etnologica di un mondo sociale costruito tutto intorno al dominio
maschile abita ciascuno di noi => inconscio storico, legato cioè a un lavoro di
costruzione storica.
La mascolinità come nobiltà
- Le “potenzialità oggettive” (Max Weber) (o “attese collettive”) sono inscritte nella
sionomia dell’ambiente familiare sotto la forma dell’opposizione tra l’universo pubblico
e i mondi privati (spazio pubblico vs casa). Esse tendono a inscriversi nei corpi sotto
forma di disposizioni permanenti.

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- La logica della ‘vocazione’ produce incontri armoniosi tra le disposizioni e le posizioni
grazie a cui le vittime del dominio simbolico portano avanti il loro compito di
sottomissione. Le vocazioni sono l’anticipazione di ciò che il posto promette e
permette => le opportunità oggettive si mostrano nella gerarchia della divisione del
lavoro (medico/infermiera..) ma anche in tutte le manifestazioni delle di erenze tra i
sessi (abbigliamento, acconciatura…).
- Gli uomini così compiono atti discriminatori escludendo le donne e riducendo le loro
rivendicazioni a capricci o riducendole alla loro femminilità (con una battuta sull’aspetto
sico o sull’acconciatura) -> la violenza simbolica opera nell’ordine delle intenzioni
inconsce.
- Logica del doppio standard = disimmetria nella valutazione delle attività maschili e
femminili. Se gli uomini compiono compiti inferiori (da donna), allora questi sono subito
nobilitati o tras gurati (uomo sarto).
- Impotenza acquisita = evocazione esercitata sulle donne, che vengono portate a
pensare che non sono capaci di fare determinate cose, perché riservate ai maschi, e
alla ne anche loro cominciano a pensarlo (‘se qualcuno pensava che una valigia fosse
troppo pesante per me, inspiegabilmente, anche io la ritenevo tale’).
- Femminismo:
-Universalista => inscrive nella de nizione universale dell’essere umano proprietà
storiche dell’uomo virile, costruito in opposizione alla donna;
-Di erenzialista => dimentica che la di erenza appare solo quando si accetta di
guardare il dominato dal punto di vista del dominante.
L’essere femminile come essere-percepito
- Gli schemi in cui un gruppo deposita le proprie strutture fondamentali (grande/piccolo,
forte/debole) si interpongono tra ogni agente e il suo corpo.
- Il corpo percepito è doppiamente determinato socialmente:
1) è un prodotto sociale che dipende dalle sue condizioni sociali di produzione
attraverso diverse mediazioni (condizioni di lavoro, abitudini alimentari..), la hexis
corporea (il sico) e l’atteggiamento, il portamento, sono la ‘natura’ della persona;
2) l’uso degli schemi percettivi, che colgono queste proprietà corporee, dipende dalla
posizione occupata nello spazio sociale -> le tassonomie sociali contrappongono le
proprietà fra dominanti e dominati (magro/grosso, elegante/rozzo..).
=> lo sguardo non è oggettivo, ma dipende dalla posizione di colui che percepisce e di
colui che è percepito e di quanto hanno inculcati gli schemi di percezione e di
valutazione inconsci.
- L’esperienza pratica del corpo è continuamente ra orzata dalle reazioni che il proprio
corpo suscita negli altri.
Se c’è sproporzione tra il corpo socialmente richiesto e l’immagine del corpo che si
rispecchia negli sguardi e nelle reazioni degli altri => c’è più probabilità di vivere il
corpo nell’imbarazzo, nella timidezza, nel disagio (corpo alienato).
- Uomini -> insoddisfatti delle parti del loro corpo che ritengono ‘troppo piccole’;
Donne -> insoddisfatte delle parti del loro corpo che ritengono ‘tropo grandi’.
Il loro essere è un essere-percepito (è condannata a percepirsi attraverso le categorie
dominanti maschili), sono poste in uno stato di insicurezza corporea, di alienazione
simbolica (esistono attraverso lo sguardo degli altri, in quanto oggetti accoglienti,
attraenti, disponibili).
Le donne sono sotto lo sguardo continuo degli altri e sono condannate a provare lo
scarto tra il corpo reale, cui sono incatenate, e il corpo ideale cui si sforzano di
raggiungere.
Situazione di double bind => se agiscono come uomini mettono in discussione il diritto
naturale dei maschi alle posizioni di potere; se agiscono come donne sembrano
incapaci e non all’altezza della situazione.
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La visione femminile della visione maschile
- Virginia Woolf: To the lightouse (Al faro) => evocazione dei rapporti tra i sessi libera da
tutti i luoghi comuni del sesso. Il lettore capisce solo dopo il comportamento del signor
Ramsey e l’inquietudine della moglie. Contraddizione: all’inizio Ramsay appare un
personaggio maschile paterno e formidabile, alla ne invece infantile. Le sue previsioni
sono verdetti, cioè hanno il potere di avverarsi. Il tono secco del padre (‘Ma -disse il
padre in piedi in piedi di fronte alla nestra del salotto- no sarà bello’) si oppone alla
comprensione materna (‘Ma potrebbe anche essere bello. Io credo proprio che sarà
bello’). Ramsay suscita nei gli un’emozione estrema, al punto che James vorrebbe
ucciderlo.
- L’illusio originaria, che costituisce la mascolinità, è alla radice di tutte le forme della
libido dominandi, cioè di tutte le forme speci che di illusio che si generano in diversi
campi -> essendo dotato della libido dominandi, l’uomo ha il privilegio di darsi ai giochi
per il dominio (come la guerra) mentre alla donna spetta occuparsi dei bambini e delle
cose da bambini; ma l’uomo è un bambino che tenta di fare l’uomo.
- Le donne sono educate e preparate per entrare nel gioco per procura, cioè in una
posizione esterna e subordinata a quella maschile, e ad accordare alla cura maschile
una sorta di attenzione intenerita e di comprensione duciosa, generatrice anche d’un
profondo senso d’insicurezza.
- La socializzazione di erenziale dispone gli uomini ad amare i giochi di potere e le
donne ad amare gli uomini che li giocano -> il carisma maschile è il fascino del potere.

CAP 3
Il lavoro storico di destoricizzazione = naturalizzazione
- Per sfuggire all’essenzialismo occorre ricostruire la storia del lavoro storico di
destoricizzazione, cioè la storia della ricreazione protratta delle strutture oggettive e
soggettive del dominio maschile che si è sviluppata ininterrottamente, da quando
esistono uomini e donne.
- La ricerca storica deve quindi anche stabilire lo stato del sistema degli agenti e delle
istituzioni, famiglia, chiesa, stato, scuola… che hanno contribuito a sottrarre più o
meno completamente nella storia i rapporti di dominio maschile.
In altre parole la storia deve analizzare le trasformazioni dei meccanismi e delle
istituzioni incaricate di garantire la perpetrazione dell’ordine dei generi (che favoriscono
il riprodursi della divisione dei generi).
-Famiglia => è qui che si impone l’esperienza precoce della divisione sessuale del
lavoro.
-Chiesa => visione pessimistica delle donne e della femminilità, inculca una morale
dominata dai valori patriarcali (dogma dell’inferiorità innata delle donne); agisce anche
sulle strutture dell’inconscio con il simbolismo dei testi sacri e la liturgia.
-Scuola => trasmette i presupposti della rappresentazione patriarcale.
-Stato => ra orza patriarcato privato con un patriarcato pubblico -> gli stati moderni
hanno inscritto nel diritto di famiglia tutti i principi fondamentali della visione
androcentrica.
- Tutta la cultura dotta no a un’epoca recente non ha cessato di imporre modi di
pensiero e modelli arcaici (es. tradizione aristotelica: uomo= principio attivo / donna=
elemento passivo).
- Il lavoro storico di destoricizzazione è il lavoro costante di di erenziazione cui gli uomini
e le donne non cessano di essere sottoposti, e che li porta a distinguersi
mascolinizzandosi o femminilizzandosi.

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I fattori di cambiamento
- La comparsa di nuovi tipi di famiglia e l’accesso alla visibilità pubblica di nuovi modelli
di sessualità (omosessualità) contribuiscono a spezzare la catena degli habitus e ad
allargare l’ambito dei possibili in materia di sessualità.
- Un fattore di cambiamento importante è l’accesso delle donne all’istruzione e quindi
l’indipendenza economica.
-Accesso delle bambine all’insegnamento secondario e superiore -> ha comportato
una trasformazione rilevante della posizione delle donne nella divisione del lavoro: forte
aumento della presenza delle donne nelle professioni intellettuali (ma ancora poche
hanno posti di autorità e responsabilità).
-A parità di condizioni, le donne continuano a occupare sempre posizioni meno favorite
e sono sempre meno pagate degli uomini. Le posizioni dominanti che le donne
occupano con frequenza sono nell’ambito della produzione e circolazione dei beni
simbolici (editoria, giornalismo, media, insegnamento).
Gli uomini continuano a dominare lo spazio pubblico e il campo del potere (economico
soprattutto, sulla produzione), mentre le donne si orientano verso lo spazio privato
(domestico, luogo della riproduzione) dove si perpetua la logica dell’economia dei beni
simbolici, o verso i servizi sociali ed educativi, oppure verso gli universi di produzione
simbolica (campo letterario…).
- Due proprietà:
1) le donne sono separate dagli uomini da un coe ciente simbolico negativo che
connota negativamente tutto ciò che esse sono o fanno;
2) le donne restano separate le une dalle altre da di erenze economiche e culturali.
- Le ragazze, attraverso i richiami all’ordine sociale ‘sessualmente’ ordinato da parte di
genitori e insegnanti, incorporano sotto forma di schemi di percezione i principi della
visione dominante, che le porta a trovare normale o addirittura naturale l’ordine sociale
così com’è -> ri utando così le carriere o i curricula da cui sono escluse.
Economia dei beni simbolici e strategie di riproduzione
- Un altro fattore determinante del perpetuarsi delle di erenze è la permanenza
dell’economia dei beni simbolici (di cui il matrimonio è elemento chiave).
- Le famiglie borghesi non hanno mai smesso di investire nelle strategie di riproduzione,
soprattutto matrimoniali, per conservare o aumentare il loro capitale simbolico.
- Le donne sono rimaste con nate all’universo domestico, al lavoro domestico ->
permette di mantenere la solidarietà e l’integrazione della famiglia attraverso
organizzazioni ordinarie (cena che riunisce la famiglia) o straordinarie (compleanni,
feste..) destinate ad assicurare il mantenimento dei rapporti sociali e il prestigio della
famiglia.
Questo lavoro domestico è spostato sul terreno della morale e del sentimento, per il
fatto che non è retribuito => per questo le donne sono più inclini degli uomini alle
attività di bene cenza (perché poco portate a pensare il lavoro in termini di equivalenza
monetaria).
- Il mondo sociale funziona come un mercato dei beni simbolici dominato dalla visione
maschile.
- Il peso che ricade nel corpo (nel ‘ sico’) è maggiore per la donna rispetto che per
l’uomo. Nelle donne la cosmesi e l’abbigliamento sono fondamentali, negli uomini
invece si guardano di più i segni sociali della posizione sociale (uniforme..).
Essendo socialmente portate a trattare se stesse come oggetti estetici, le donne si
vedono a dare, nella divisione del lavoro domestico, la responsabilità di tutto ciò che
ha a che fare con l’estetica (cura dell’ambiente e dell’arredamento della casa,
dell’abbigliamento dei gli e spesso anche del marito).

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Dunque anche all’interno dell’impresa le donne sono invitate a svolgere questo ruolo
(attività di presentazione e di rappresentanza, di ricevimento e accoglienza).
- Queste donne sono portate ad appropriarsi ad ogni costo delle proprietà distinte
perché distintive dei dominanti -> è come se il mercato dei beni simbolici, di cui le
donne sono vittime ma anche grazie al quale possono ottenere un’emancipazione
professionale, concedesse loro le apparenze della libertà, solo per ottenere meglio la
loro devozione e sottomissione.
La forza della struttura
- La sessualità che noi intendiamo è un’invenzione storica che si è andata operando
mano a mano che si realizzava il processo di di erenziazione dei diversi campi e delle
loro logiche speci che.
- Gli schemi dell’inconscio sessuato non sono “alternative strutturanti fondamentali” (-
Go man), ma strutture storiche e di erenziate, nate da uno spazio sociale anch’esso
di erenziato.
- Le opposizioni inscritte nella struttura sociale dei campi servono da supporto a
strutture cognitive spesso registrate in sistemi di aggettivi (forte/debole, grande/
piccolo..) che permettono di produrre giudizi etici, estetici e cognitivi.
Es università-> diritto e medicina / scienze (hard) e lettere (soft).
- La condizione femminile può esser portata alla luce solo se si mette in rapporto
l’economia domestica, quindi la divisione del lavoro e dei poteri che la caratterizza, con
i diversi settori del mercato del lavoro.
La struttura dello spazio professionale pone dei vincoli a quella dello spazio domestico
(donne che hanno successo professionale ‘pagano’ con un minor successo nell’ordine
domestico, es divorzio-fallimento con i gli..).
Proscritto sul dominio e l’amore
- L’amore forse è la sola eccezione alla legge del dominio maschile.
Amor fati => l’amore è dominio accettato, misconosciuto come tale.
- L’in uenza misteriosa dell’amore può esercitarsi anche sugli uomini, come ci
dimostrano tutte le gure di donne mitologiche fascinose (Eva tentatrice, Circe
ammaliante o maga male ca..) -> il dominio degli uomini sembra dominato, annullato e
la violenza virile paci cata e civilizzata.
- Rapporti fondati su:
-reciprocità = sentirsi ‘giusti cati ad esistere’;
-disinteresse => rapporti destrumentalizzati, fondati sulla gioia di dare gioia.
Sono tutti tratti dell’economia degli scambi simbolici.
- Amore puro = arte per l’arte dell’amore, è un’invenzione storica; la sua aura di mistero è
comprensibile da un punto di vista antropologico => fondato sulla sospensione della
lotta per il potere simbolico, il riconoscimento reciproco può portare allo stato di
fusione e di comunione (‘perdersi l’uno nell’altro’). Il soggetto innamorato può ottenere
riconoscimento solo da un altro soggetto.
- Mutuo riconoscimento, scambio di giusti cazioni di esistere e ragioni d’essere,
testimonianze reciproche di ducia -> sono tutti segni della reciprocità perfetta che
conferisce al circolo in cui si chiude la diade amorosa il potere di rivaleggiare con tutte
le consacrazioni che normalmente si chiedono alle istituzioni e ai riti della società.
Conclusione
- Se l’unità domestica è uno dei luoghi in cui il dominio maschile si manifesta nel modo
più visibile, il principio della perpetuazione di questi rapporti di forza risiede in istanze
come la chiesa, la scuola o lo stato, e nelle azioni politiche di esse.
- Solo un’azione politica che consideri realmente tutti gli e etti di dominio che si
esercitano attraverso la complicità tra le strutture incorporate (negli uomini e nelle

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donne) e le strutture delle grandi istituzioni, potrà contribuire alla progressiva
decadenza del dominio maschile.

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