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avoriox

FEDERICO  L'avorio è il materiale di cui sono composti i denti e


le zanne dell'elefante.
Viene utilizzato soprattutto per oggetti d'arte e ornamentali e
tasti di pianoforte, sebbene ora questi ultimi vengono per lo
più fatti con una materia plastica che non ingiallisce.Il colore
dell'avorio è il caratteristico bianco-avorio, che ingiallisce nel
tempo. La densità relativa è di 1,87.
Le migliori qualità sono quelle ricavate dalle zanne di peso
superiore ai 35 kg, lunghe a volte 1,8 m.L'avorio che si ricava da
animali morti da molto tempo è di colore grigio e di qualità
inferiore.L'avorio più tenero, che si ricava dagli elefanti che
vivono su altipiani, ha un valore maggiore di quello duro e più
fragile ricavato da animali che vivono nelle pianure.
Le principali zone di provenienza dell'avorio sono le coste
occidentali dell'Africa, l'India e l'Asia meridionale.Si ricava un
tipo di avorio, ma di minore pregio, anche dalle zanne
dell'ippopotamo, del tricheco e di altri animali, oltre che dai
mammut fossili della Siberia.L'odonto Lite è un avorio che si
ricava dai fossili di mammut della Russia.
Proprietà dell'avorio
L'avorio può essere segato facilmente e trasformato in sottili
lamine per usi ornamentali. Prende una bella lucidatura.L'avorio
artificiale è composto solitamente da celluloide o da resine
sintetiche.
L'avorio vegetale, usato per bottoni e altri oggetti di piccole
dimensioni, si ricava invece dalla noce d'avorio, detta noce
tagua in Colombia ed Ecuador e jarina in Brasile.La noce
d'avorio è il seme di una palma nana, Phytelephas macrocarpa,
che cresce nell'
Modifica America
con tropicale. Le noci hanno un diametro di
l'app Documenti
circa 5 Effettua
cm, crescono a grappoli e racchiuse in gusci. Hanno un
gli ultimi ritocchi, inserisci commenti e
bel colore bianco
condividi con altreepersone
una per struttura
apportare uniforme.
Si lavorano facilmente
modifiche contemporaneamente.e si indurisce per esposizione all'aria.
Trattengono facilmente i coloranti e prendono una bella
lucidatura. NO, GRAZIE INSTALLA L'APP
Una noce simile, detta noce dom, viene utilizzata in Eritrea per
fare bottoni e articoli vari.
FRANCESCA  L’avorio è un materiale versatile, utilizzato nel
corso dei secoli per produrre monili a tema sacro e
religioso (come in Cina o in Alaska), gioielli, sculture e oggetti
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religioso (come in Cina o in Alaska), gioielli, sculture e oggetti
decorativi… Insomma, è diventato prezioso principalmente a
causa delle sue proprietà estetiche. In epoca più recente, però,
è stato anche ampiamente utilizzato per la costruzione di tasti
per pianoforti, tessere del domino e palle da biliardo. Tra l’altro,
l’invenzione della plastica è avvenuta proprio in seguito alla
necessità di trovare un materiale alternativo col quale fare le
palle da biliardo!
la caccia agli elefanti
La caccia agli elefanti è uno degli aspetti più terribili della
storia dell'avorio. Nei primi anni del ventesimo secolo, oltre alla
triste moda dei "safari", si vide un rapido aumento della
richiesta di avorio. Questo fu legato ad una crescente
produzione di gioielli, oggetti per la casa, tessere del domino e
persino tasti per il pianoforte. Pensate che negli anni ‘30 gli
Stati Uniti consumavano annualmente circa 200 tonnellate di
avorio.Gli elefanti in Africa, nel frattempo, iniziarono a ridursi a
10 milioni, passando a un solo milione nel 1979
Fortunatamente nel 1999 e nel 2008 la Convention on
International Trade in Endangered Species (CITES) – che tutela
oltre 35 mila specie di animali e vegetali – ha imposto il divieto
di cacciare elefanti per l’avorio e, per questo motivo, alcuni
stati africani hanno bruciato pubblicamente le loro riserve di
questo bianco materiale, così da mandare un forte messaggio
e segnare un punto di svolta nell’economia dei rispettivi
Paesi.Ciononostante, oggi sono rimasti meno di un milione di
elefanti.
Il tra"co illegale
La maggior parte dell’avorio – talvolta chiamato anche “oro
bianco” – proviene dai Paesi dell’Africa Centrale. Secondo le
stime del 2021 della Commissione Europea, anche se le leggi ne
hanno bandito la produzione e il tra"co, la caccia all’avorio
causa ogni anno la morte di 20-30 mila elefanti. L’export di
questo materiale è oggi rivolto principalmente verso Paesi
:
questo materiale è oggi rivolto principalmente verso Paesi
asiatici come Cina, Myanmar e Vietnam.Secondo le stime della
Wildlife Justice Commission, il prezzo dell’avorio sul mercato
nero è in calo: fino al 2014 si poteva raggiungere la folle cifra di
2000 dollari al kg (per quello di elefante) mentre già nel 2017 si
era attorno ai 200 dollari al kg. Nel 2020 il prezzo era di circa 92
dollari al kg: quindi, se consideriamo che una zanna pesa in
media tra i 50 e gli 80 kg, il suo valore poteva aggirarsi
indicativamente tra i 5000 e i 7000 dollari.
CARLOTTA
Ritrovamenti archeologici europei indicano che l'avorio delle
zanne di mammuth fosse utilizzato in tempi preistorici come
materiale per creare piccoli oggetti scolpiti, ra"guranti
animali e talvolta figure umane, in particolare famose sono
alcune veneri paleolitiche rinvenute in scavi in grotte.
Alcuni bracciali appartenenti ad un gruppo di reperti
presumibilmente risalenti al 4000 a.C. sono considerati i più
antichi tra gli oggetti del passato, rinvenuti per lo più nel
corso di scavi archeologici operati nel bacino del
Mediterraneo. Ritrovati a Mostagedda, in una tomba
dell'Egitto predinastico, i bracciali, piuttosto piccoli,
potrebbero essere stati ornamento di donne o bambini,
forse come oggetti di distinzione sociale o tribale.
In India sono stati rintracciati reperti di lavorazioni con
avorio a Taxila, risalenti al II secolo a.C.[7]
Fiorente fu l'arte cretese dell'avorio come testimoniato dalle
statuine rinvenute nel Palazzo di Cnosso, e da qui si trasferì
sul continente.
Documenti scritti testimoniano l'uso dell'avorio in Grecia,
dove lo scultore Fidia realizzò magnifiche ed enormi statue
delle divinità tra cui quella di Zeus, statua composita da
elementi in oro ed avorio, dette crisoelefantina, che non
sono giunte sino a noi, ma di cui l'antichità era a
conoscenza. Le donne greche e romane usavano collane,
bracciali, pettini, spille, fermacapelli in avorio, materiale
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bracciali, pettini, spille, fermacapelli in avorio, materiale
usato anche nelle decorazioni degli interni delle case e
anche delle navi da parata. Una spilla per capelli, ritrovata
nella Britannia romana, testimonia della di#usione
dell'avorio sino ai margini del mondo mediterraneo.
Anche in Etruria non mancarono esempi di produzioni di
statuette e tavolette in stile fenicio e nel mondo romano si
di#use ampiamente l'arte eburaria che raggiunse il suo
massimo splendore durante la sua epoca finale, confermata
dai dittici come quello di Probiano e di Stilicone.
L'Africa, che poteva godere direttamente dell'uso di questo
materiale, ne faceva pur sempre oggetti di pregio che
avevano spesso funzione religiosa e sociale. Tra quelli più
recenti di questo tipo erano certamente alcuni bracciali del
Benin in cui appare il tentativo di riproporre forme mutuate
dai gioielli di stile europeo. Essi sono ornati con figure in
altorilievo e propongono immagini di soldati con la corazza.
Risalgono al XVI secolo, quando il Benin, un impero dalla
struttura complessa, il cui sovrano era ritenuto di origini
divine, allargò il suo dominio sui territori circostanti. Le
figure militari fanno ritenere di uso virile i due bracciali.
In Europa alla fine del primo millennio l'avorio era sfruttato
per creare oggetti non solo ornamentali, ma anche liturgici,
e raggiunse una ricca e pregevole produzione nel mondo
bizantino. In età romanica divennero usuali soprattutto i
pastorali e i reliquiari architettonici, mentre nell'Età
gotica la Francia assunse il primato di queste attività
artistiche.[7]

In Sicilia e Spagna gli Arabi che vi si erano insediati


facevano un grande uso dell'avorio che trattavano in
maniera particolare, riuscendo a tagliare circolarmente le
zanne degli elefanti in fogli sottili con cui poi ricoprivano
cofanetti in legno che istoriavano e su cui incidevano le
sure del Corano o scrivevano testi sacri. La Chiesa
richiedeva lavori particolari, come reliquiari, pastorali,
immagini della Madonna e dei Santi, crocifissi,
:
immagini della Madonna e dei Santi, crocifissi,
acquasantiere. Principi e re collezionavano oggetti d'ogni
genere tra cui straordinari avori preziosamente incisi.
Capolavoro assoluto è il ciclo degli Avori Salernitani del XII
secolo e frutto di varie maestranze, nonché unica opera
giunta quasi nella sua interezza fino ai giorni nostri, e
ra"gurante scene bibliche.
L'avorio venne utilizzato anche per costruire i pezzi del
gioco degli scacchi.
La tendenza al collezionismo si fece più frequente dal XVI
secolo in poi, anche per il desiderio di acquisire raccolte di
naturalia e artificialia, ovvero di oggetti strani prodotti
spontaneamente dalla natura e di oggetti originali creati
dalle mani dell'uomo che vanno a confluire nelle cosiddette
Wunderkammer, ossia le Camere delle meraviglie, che
ospitavano mostri di natura e opere d'arte ricercate, perle,
coralli, zanne di elefante al naturale e oggetti d'avorio
abilmente lavorati.
Dal 1600 in poi, almeno per quattro generazioni, alla corte
dei re di Danimarca non solo fu collezionata una quantità
incredibile di oggetti acquistata o ricevuta in dono dai
sovrani, ma essi stessi si dilettarono a lavorare l'avorio
servendosi del tornio, cosa che anche le dame di corte
consideravano un passatempo prediletto. Il castello di
Rosenborg, presso Copenaghen, custodisce ancora il banco
da tornitore appartenuto a Sofia Maddalena moglie di
Cristiano V.
In quei secoli dalla Germania e dalle Fiandre giunse sino in
Sicilia una copiosa produzione di oggetti in avorio acquisita
sia dai privati sia dalla Chiesa.
Dal XII al XVII secolo vengono creati oggetti di varia
destinazione, come per esempio degli agorai, che erano
considerati indispensabili componenti dei corredi delle
fanciulle nobili. Di grandezza variabile dai 14 ai 40
centimetri, erano tutti minuziosamente intagliati e istoriati
con immagini della vita dei Santi e con gli stemmi della
famiglia a cui apparteneva la damigella proprietaria
:
famiglia a cui apparteneva la damigella proprietaria
dell'oggetto. La parte superiore dell'agoraio recava i buchi
per gli aghi che vi dovevano essere conservati.
Nella produzione tedesca talvolta ai motivi sacri si
sostituivano quelli profani tratti dal mondo classico, come la
scultura, opera di un anonimo maestro del XVII secolo, che
riproduce il cavaliere romano Marco Curzio nell'atto di
immolarsi agli Dei per salvare Roma. La scultura, come altre
di pregevole fattura, è ospitata nel Museo degli Argenti di
Palazzo Pitti, a Firenze.
Altre opere di carattere devozionale furono create in
Sicilia tra il XVII e il XVIII secolo: sculture riproducenti
l'immagine della Madonna, soggetti ispirati ad argomenti o
personaggi delle Sacre scritture, presepi o parti di essi.
Sebbene di queste opere non si conoscano i nomi degli
autori, per molti riferimenti è possibile attribuirle a
maestranze trapanesi abituate a lavorare anche il corallo.
Molte di esse, pervenute sino al XX secolo come tanti altri
oggetti da wunderkammer, si trovavano nel Museo di San
Martino delle Scale presso Palermo, il cui contenuto è ora
stato suddiviso tra la Galleria Regionale della Sicilia e il
Museo Nazionale di Palermo.
Tra la fine del XVIII e l'inizio del XIX secolo l'interesse per la
lavorazione dell'avorio andava diminuendo.
L'unico filone lavorativo che resisteva era quello riferibile ad
oggetti di interessi femminili.
Agorai di limitate dimensioni, oggetti posti in vendita come
souvenir, collane, braccialetti, orecchini, monili di poco
prezzo avevano ancora un certo mercato, come crocifissi,
rosari, cornici.
Dalla fine del secolo XX in Europa la maggior parte di questi
oggetti è andata in disuso: l'avorio è ricercato solo se di
esso si trova qualche pezzo realizzato nel passato e che
perciò rientra nel mercato dell'antiquariato. La domanda
odierna è comunque notevole in Asia e in Africa e il prezzo
si mantiene ovunque piuttosto alto per l'impossibilità di
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si mantiene ovunque piuttosto alto per l'impossibilità di
reperire la materia prima, vincolata dai divieti di raccolta e
commercio delle zanne imposti per legge.
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