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Ossidiana Lossidiana un vetro vulcanico denso, solitamente privo di bolle, la cui formazione dovuta ad attivit vulcaniche effusive.

e. La sua nascita del tutto accidentale ed causata dal repentino raffreddamento, a basse temperature o in acqua, di magmi molto fluidi, con alto contenuto siliceo e quasi completamente privi di gas. Tale roccia costituita principalmente da silice (biossido di silicio 70-75%), da ossidi di ferro (magnetite ed ematite) e da magnesio. Essa pu contenere, inoltre, diversi microcristalli, quali quarzo, fedelspati e silicati ferrosomagnesiaci. Le impurezze del ferro e del magnesio generano diversi tipi di colorazione, che possono variare dal nero al grigio scuro o al mogano, inoltre, possono essere presenti al suo interno anche sottili striature di colore verde o porpora. Lossidiana reperibile in tutti i continenti, infatti sono presenti giacimenti lungo lintera dorsale montuosa dellAmerica occidentale, nella Siberia orientale, in Islanda, nella Nuova Zelanda, in Polinesia, in Melanesia, in Africa orientale, nella penisola Arabica, in Cina Orientale, nel Giappone, sui Carpazi e in Anatolia centrale. Essa reperibile inoltre in alcune isole dellAtlantico centrale, nellEgeo sulle isole di Antiparos, Melos e Gialy, e soprattutto in quattro isole del Mediterraneo occidentale: a Pantelleria, nellarea del Monte Arci in Sardegna, a Lipari ed a Palmarola. Lossidiana ha rappresentato una notevole risorsa per le popolazioni preistoriche, tant vero che stata rinvenuta in siti archeologici distanti migliaia di chilometri dalla pi vicina fonte di approvvigionamento. Ai giorni doggi essa possiede un valore archeologico immenso, data la quantit limitata delle fonti di approvvigionamento e la sua ottima capacit di conservarsi nel tempo, lossidiana un fossile guida molto valido nella ricostruzione degli scambi commerciali e culturali in epoca preistorica. Le testimonianze pi antiche delluso di questa materia risalgono al Paleolitico inferiore africano. A Melka Kunture, in Etiopia, i siti compresi tra 1.700.000 e 200.000 anni fa, mostrano un diffuso impiego di ossidiana proveniente dai vicini affioramenti

Sulla scorta delle ricerche attuali possiamo affermare che nellarea del Mediterraneo centro-occidentale luso dellossidiana cominciato nel Neolitico inferiore, nonostante rari manufatti provenienti da contesti pre-neolitici siano stati trovati sia nel livello V dellEpigravettiano finale dellArma dello Stefanin in Liguria, che a Perriere Sottano (Ramacco, Catania), dove un singolo frammento di ossidiana di Lipari stato datato al VIII millennio a.C.. A questi due manufatti si potrebbe aggiungere quello del Riparo Blanc del Circeo (Latina), dove stata ritrovata una scheggia del vetro vulcanico sotto uno scheletro. Lossidiana ci permette di stabilire che la sepoltura non pu essere che coeva o posteriore allarrivo in loco del vetro vulcanico e quindi pi recente dellet epipaleolitica che contraddistingue il Riparo Blanc. In Italia la prima ossidiana neolitica fu rinvenuta in Liguria, nel contesto delle Arene Candide, facente parte della Cultura della Ceramica Impressa. Lipotesi pi accreditata per spiegare la diffusione del minerale nel Medite rraneo centrale durante il neolitico inferiore di natura diffusionistica, si pensa che luso dellossidiana come materia atta alla scheggiatura sia stato importato dal Vicino Oriente insieme alle tecniche agricole e a quelle di allevamento. Infatti nell area del Mediterraneo orientale i pi antichi manufatti sono stati rinvenuti in Argolide presso il sito di Franchthi e risalgono alle fasi finali del Mesolitico, prima del 6000 a.C. Quasi tutti i reperti in ossidiana ritrovati in siti archeologici nel Mediterraneo centrale ed analizzati, provengono da uno dei giacimenti della nostra penisola. In Italia, oltre allossidiana dei giacimenti mediterranei, sono stati trovati soltanto due pezzi di ossidiana dei Carpazzi: uno a Grotta della Tartaruga vicino Trieste e laltro a Sammardenchia di Pozzuolo presso Udine. Mentre gli unici rinvenimenti di ossidiana di Melos ad ovest dei Balcani sono rappresentati da tre manufatti provenienti dalla Grotta del Leone di Agnano nei pressi di Pisa . Da questi dati si evince che in tutto il Mediterraneo il sistema di scambio dellossidiana appare molto chiuso con scambi quasi inesistenti tra il Mediterraneo orientale e quello occidentale. Lipari stata probabilmente la fonte di approvvigionamento del Mediterraneo centrale pi sfruttata durante tutto il neolitico, infatti la sua ossidiana presente in

moltissimi siti dellet del Rame di tutta la Penisola italiana. Tale condizione oltre che allottima qualit del minerale dovuta essenzialmente a due fattori. Innanzitutto alla privilegiata posizione geografica dellisola nel Mediterraneo, essa, era facilmente raggiungibile dalla Sicilia e dalla Calabria, infatti, a dimostrazione di ci vi lalta percentuale di ossidiana lipariota rinvenuta in siti calabresi. Inoltre la grande capacit delle Civilt Eoliane di navigazione e di penetrazione nei mercati esteri ha fatto in modo che il minerale circolasse con notevole facilit . Lossidiana di Palmarola stata sfruttata durante tutto il neolitico, in Italia ha avuto una diffusione prevalente nelle ragioni centrali del Lazio e dellAbruzzo, ma presente anche in Campania, in Puglia, in Friuli, in Liguria e nelle Isole Tremiti. Lassenza di insediamenti preistorici stabili sullIsola ci fa pensare che lossidiana venisse estratta dalle popolazioni laziali e poi commerciata in tutta Italia. Essa veniva innanzitutto trasportata sino ai pi vicini siti costieri del Circeo, quali Selva Piana, Casarini e La Botte, dove era sottoposta ad una prima selezione per poi essere distribuita ai siti limitrofi di Romasino a Setteville e di Le Caprine. Da queste localit, risalendo la valle dellAniene o altre valli appenniniche, gli antichi mercanti di ossidiana trasportavano il prezioso vetro vulcanico al Fucino, ove stato trovato a S. Stefano di Ortucchio, e da l fino al versante adriatico abruzzese. Infine il minerale veniva commerciato o nelle regioni del sud ed alle Isole Tremiti, oppure a nord fino al Carso triestino, infatti nella grotta della Tartaruga (Trieste) lossidiana presente in un contesto del tardo Neolitico, soprattutto sotto forma di lame. Lossidiana sarda del Monte Arci, oltre che a rappresentare ovviamente lunica fonte di approvvigionamento per la Sardegna e la Corsica, si diffusa principalmente nelle regioni del centro nord, dalla Toscana alla Lombardia. Nella Francia Provenzale il vetro ossidiano pi comune, infatti raggiunge l85% dellossidiana rinvenuta e sottoposta ad analisi. Lossidiana di Pantelleria ha avuto come bacino di distribuzione sostanzialmente la Sicilia e lAfrica del nord, ma mentre nellIsola siciliana stata affiancata a quella lipariota, in nord-Africa stata egemone.

Labitato pi antico dellisola quello di Mursia, risalente allEt del Bronzo, tuttavia sappiamo con certezza che Pantelleria fosse stata gi frequentata in tempi pi remoti. Ad avvalorare questa convinzione sono stati una serie di rinvenimenti, come quello di ossidiana pantesca a Malta nel contesto della facies di Ghar Dalam, risalente al Neolitico Antico o il rinvenimento del minerale nei livelli a ceramica impressa della Grotta dUzzo in Sicilia e sullisola di Levanzo. Lossidiana in epoca preistorica veniva principalmente usata come materia prima nella costruzione di utensili ed armi. Questo tipo di industria conosce il suo massimo splendore nel Neolitico, successivamente con lavvento dei metalli, il minerale viene rivalutato e da semplice roccia atta alla fabbricazione di arnesi rudimentali diviene un materiale di pregio per la realizzazione di splendidi gioielli, sigilli, sculture e tanti altri oggetti decorativi. Abbiamo svariate testimonianze di oggetti di prestigio in ossidiana conservati nei musei di tutto il mondo. Possiamo citare un bel sigillo a cilindro risalente circa al 1800 a.C., che stato rinvenuto a Mari, in Siria orientale, e che conservato a New York presso la collezione Jonathan P. Rosen. Il cilindro riporta una iscrizione del proprietario, un certo Iaush-Addu, re di Buzuran, che citato anche in alcune tavolette cuneiformi in argilla, le quali ne hanno permesso la corretta datazione.

Uno scarabeo etrusco in ossidiana del III sec. a. C. conservato a Roma in una collezione privata. Esso rappresenta probabilmente Eracle e la cerva ed stato inciso ad intaglio con tecnica parzialmente a globulo. Un interessante gemma incisa in ossidiana, risalente al III sec. d.C., conservata presso la collezione di gemme antiche del Museo Civico di Bologna. ovale ed incisa su entrambe le facce. Una faccia reca lincisione di Serapide stante con una iscrizione su due linee concentriche, mentre laltra faccia reca lincisione di un cane e del serpente Chnoubis a testa leonina. Nella villa Ariana di Stabiae, vicino Napoli, sono state rinvenute quattro magnifiche coppe in ossidiana, datate tra la seconda met del I sec. a.C. ed il primo quarto del I sec. d.C. . Le coppe sono esempi di manifattura alessandrina e probabilmente

dovevano far parte di un pi numeroso insieme di vasi. Queste costituiscono un documento di eccezionale valore sia per il pregio dei materiali impiegati (oro, malachite, lapislazzuli, coralli) che per la raffinatezza della tecnica di esecuzione. Lossidiana frequentemente visibile anche negli impasti delle ceramiche romane. La Pantellerian Ware una ceramica da forno contenente al suo interno grossi granuli del vetro vulcanico, questi le consentivano una resistenza al calore molto elevata, addirittura superiore a tutte le altre ceramiche del periodo. Per tali motivi la Pantellerian Ware stata diffusa in tutto il bacino del Mediterraneo, permettendoci di ricostruire svariate rotte commerciali antiche. In Italia, oltre che alla Pantellerian Ware, sono state rinvenute nei pressi di Padova svariate anfore nel cui impasto sono evidenti ed abondanti grossi inculsi di ossidiana di Lipari. Meritevoli di una particolare attenzione sono una serie di pratiche magiche, rituali e apotropaiche legate allossidiana e radicate in molteplici culture. Portentosa contro gli incubi, la pietra nera lucentissima, dopo essere stata lavorata a forma sferica, era lo strumento ideale per evocare potenze sovrannaturali, per entrare pi consapevolmente dentro se stessi e per scacciare eventuali spiriti maligni. In Egitto sono state rinvenute alcune figurine femminili con gli occhi dossidiana risalenti al periodo predinastico. In questa cultura il minerale era conosciuto come La pupilla degli Dei, poich si riteneva che permettesse di vedere oltre la morte, facendo da tramite tra il regno dei vivi e loltretomba. Lossidiana dello Yucatan in Messico fu usata in et precolo mbiana per fabbricare armi rituali in grado di donare forza e vigore al guerriero che fosse stato in grado di impugnarle scendendo in battaglia con calma e serenit. Inoltre, venivano fabbricati con questo minerale pugnaletti usati per immolare alle divinit vittime sacrificali, il cui spirito mediante potere magico della pietra sarebbe salito pi velocemente al cielo. Gli Aztechi usavano polvere di ossidiana per cicatrizzare la ferite, donando cos alla pietra un potere polivalente: essa era in grado sia di squarciare le carni, sia di sanarle richiudendole.

Anche gli Indiani dAmerica attribuivano a questo minerale un potere magico, essi infatti preparavano delle pozioni nelle quali aggiungevano polvere di ossidiana con lo scopo di poter intraprendere viaggi mistici dentro se stessi o in altre realt. Inoltre, in America del nord, i piccoli ciottoli di ossidiana levigati degli agenti atmosferici prendono il nome di Lacrime di Apache, perch secondo la tradizione nascerebbero dalle lacrime che la Terra verserebbe ogni qual volta muore un individuo di quella trib. In Grecia, durante lepoca classica, venivano attribuiti allossidiana poteri magici, infatti una legenda narra che la Dea Aphrodite avesse una cintura sulla quale fossero incastonate svariate pietre preziose tra cui lossidiana. Sulla pietra in questione raffigurata limmagine di un uomo castrato con i genitali a terra e sul cui dorso si appoggia la Dea Aphrodite stessa. Secondo la leggenda, nel caso in cui la cintura fosse stata indossata da un uomo, questi avrebbe perso la sua virilit. Anche molte scuole iniziatiche ed esoterice dellantichit utilizzavano lossidiana per compiere rituali e per arti magiche. Nel poema orfico Lithica, datato intorno al III secolo d.C., scritto: Mescola con forza la pietra ossidiana con mirra odorosa ed un lepidote (vocabolo sconosciuto) risplendente, dalle scaglie argentate, il tutto insieme alle lacrime di pino (resina). Tosto che tu abbia sparso questo miscuglio sul fuoco , gli immortali ti concederanno il vaticinio dei beni e dei mali futuri e potrai conoscere tutto ci che vuoi. Nella tradizione Ind lossidiana risveglia il chakra (punto energetico) che collocato alla base della nostra colonna vertebrale ed in cui ha sede la Kundalini, ovvero quellenergia vitale che permette alluomo di migliorare se stesso evolvendosi spiritualmente. Durante il XVI secolo erano diffusi in Europa dei rosari in ossidiana denominati paternoster. Secondo la tradizione mistico-religiosa questi venivano impiegati non solo per recitare le preghiere, ma anche per allontanare il maligno che veniva in un primo momento attirato dal colore scuro della pietra e dopo essersi avvicinato veniva abbagliato e trafitto dalla luce che il minerale stesso sprigionava.

Secondo una credenza sarda, che affonda le sue origini in tempi assai remoti, bene donare ai neonati un amuleto costituito da un ciottolo di ossidiana racchiuso in una retina di cotone bianco, il quale avrebbe il potere di scacciare le negativit e di portare prosperit al futuro del bambino. Nel Nuorese i pendenti attaccati al collo dei bambini vengono chiamati "kokkos", termine di probabile origine greco bizzantina (kkkos = granello), mentre nell'oristanese lo stesso amuleto conosciuto come "sabeggia", simile al gavoese "su sebezze". Altre analogie si riscontrano nel catalano "abzabeja" e nel castigliano "zabache", che designano lambra nera. Anche ai giorni doggi si associano allossidiana poteri terapeutici. Secondo la cristalloterapia, questa roccia protegge a livello psichico i cuori troppo sensibili da influenze negative, il suo colore infatti agisce da schermo nei confronti di ci che si vuole respingere. Questa pietra favorisce la meditazione e rende il suo possessore pi consapevole aiutandolo a capire pi profondamente gli avvenimenti di cui protagonista sia nel mondo esterno sia dentro se stesso. A livello fisico se lossidiana viene posta nellarea sacrale si alleviano le infiammazioni causate da virus e batteri nel basso addome, si migliorano le funzionalit dellintestino e si riducono i blocchi e le tensioni energetiche.
Fonte dell'articolo Diamante Salomone

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