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DETOSSICAZIONE

Supporto epatico in medicina funzionale

SUPPORTO EPATICO IN MEDICINA FUNZIONALE DETOSSICAZIONE 1


2 DETOSSICAZIONE SUPPORTO EPATICO IN MEDICINA FUNZIONALE
DETOX E SUPPORTO EPATICO IN MEDICINA FUNZIONALE

1. LA SCIENZA DELLA DETOSSICAZIONE 2


1.1 Tossicità acuta e cronica  2
1.2 Effetti delle sostanze tossiche sulla salute generale 6

2. IL PROCESSO DETOX 7
2.1 Intestino7
2.2 Fegato10
2.3 Il supporto adeguato alle diverse fasi di detossicazione 17
2.4 Altre considerazioni relative al detox  19

3. IL PROGRAMMA DETOX 21
3.1 Tappa 1 : Trattamento dell’apparato digerente  21
3.2 Tappa 2: Eliminazione delle tossine  25
3.3 Altre modificazioni durante il detox 28
3.3.1 Abbassare il carico tossico  28
3.3.2 Interventi sulle abitudini alimentari  28
3.3.3. Interventi sullo stile di vita 28
3.4 Test Pre detox 30
3.4.1 Questionario sulla permeabilità intestinale 30
3.4.2 MSQ e XTT 31

4. UN CASO SPECIFICO: NAFLD E IPERTRANSAMINASEMIA 32

5. BIBLIOGRAFIA  33

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1. LA SCIENZA DELLA
DETOSSICAZIONE
I professionisti della salute dovrebbero essere maggiormente consapevoli dell’importanza della detossicazione come processo
fisiologico fondamentale per il mantenimento della salute generale approfondendo la conoscenza delle fonti di tossicità e dei
meccanismi biochimici e fisiologici coinvolti nella detossicazione. La medicina moderna si interessa maggiormente della tossicità
acuta in quanto mette a rischio la vita dell’individuo e presta meno attenzione alla più subdola e lenta, ma egualmente insidiosa,
tossicità cronica.

1.1 Tossicità acuta e cronica


Definizione
La definizione di tossicità parte dal presupposto che esistono, per ogni sostanza, livelli oltre i quali essa esercita un’azione dannosa sulla salute.
Qualunque sostanza capace di interferire con i normali processi dell’organismo è potenzialmente tossica. I meccanismi della tossicità sono diversi
e possono comprendere:

• l’interferenza con una funzione enzimatica


• il blocco dei meccanismi di trasporto cellulare
• le interferenze con gli equilibri ossido-riduttivi
• il blocco dei siti recettoriali
• il mimetismo degli ormoni e dei neurotrasmettitori
• il blocco dell’assorbimento dei nutrienti
• la promozione o il silenziamento dell’espressione dei geni coinvolti nella carcinogenesi

Exposoma
Il concetto di Exposoma fu proposto per la prima volta dall’epidemiologo C.P. Wild e comprende tutti i segnali ambientali che arrivano al nostro
organismo sin dal momento del concepimento. Questi segnali agiscono modulando l’espressione del genoma e dalle interazioni dei due si produce
il fenotipo.

Nel corso della nostra vita siamo esposti a tossine esogene (esotossine) attraverso i polmoni, la pelle e l’apparato digerente. Fra le esotossine
troviamo sostanze come l’alcol, la nicotina, i gas di scarico, i rifiuti industriali, i pesticidi, gli erbicidi, gli additivi alimentari (coloranti, aromi
artificiali, ecc.), i farmaci e le droghe di abuso, i solventi e i metalli pesanti.

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ES
RNE TE
E

RN
IN
Stress Politerapia

E
Leaky gut Inquinamento

Radicali Alimentazione
coloranti, aromi
liberi artificiali, conservanti

Sostanze
Digestione
chimiche
difficile pesticidi,
erbicidi

Figura 1: Fonti interne ed esterne di tossicità

Altre importanti fonti di tossicità sono i sottoprodotti endogeni del metabolismo e quelli originati da un cattivo funzionamento dell’apparato
digerente. I metaboliti tossici ed i sottoprodotti di organismi disbiotici (vale a dire nocivi e patogeni) assorbiti a livello intestinale sono i principali
responsabili della tossicità endogena. Se mal digeriti, gli alimenti possono rappresentare il carburante per la crescita di organismi patogeni o la
sovracrescita di opportunisti normalmente presenti nell’intestino in quantità limitata. Tali organismi comprendono virus, batteri patogeni e funghi
(soprattutto lieviti come la Candida albicans).

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Dieta squilibrata, uso di farmaci con un impatto sulle popolazioni batteriche (gli antibiotici e la pillola contraccettiva sono i più comuni), stress e
patologie dell’apparato digerente sono fattori aggravanti la disbiosi.
I microrganismi disbiotici producono sostanze tossiche e, al momento della loro morte, residuano frammenti cellulari come i lipopolisaccaridi
(LPS) che possono passare nel sangue promuovendo l’infiammazione e lo squilibrio della risposta immune.

Che cosa ci protegge dalle tossine?


Il nostro corpo ha in dotazione diversi meccanismi di protezione dalle tossine. Fra questi citiamo l’integrità degli epiteli e le strutture funzionali
della barriera intestinale, le secrezioni digestive, la sorveglianza immunitaria e i sistemi enzimatici che consentono l’eliminazione delle tossine
attraverso il sudore, la respirazione, l’urina, la bile e le feci. Se il nostro corpo si trova nell’impossibilità di eliminare immediatamente le tossine
liposolubili, queste verranno stoccate nel tessuto adiposo. Ecco perché una rapida perdita di peso può comportare problemi connessi alla rimessa
in circolo delle scorie. Queste sono in grado di indurre danni ai tessuti e al DNA.

Che succede quando questo tipo di protezione viene meno?


I meccanismi di difesa descritti possono in molti casi fallire. In molti casi è l’eccesso del carico tossico che compromette la loro capacità difensiva.
In tali situazioni possiamo assistere al drammatico aumento delle sostanze tossiche circolanti che mettono a rischio gli altri sistemi.

‘Il carico totale amplifica la tossicità.’

Il concetto di “carico totale” indica la sommatoria di tutti i fattori di tossicità che influiscono sulla fisiologia del paziente. Quelli che più
frequentemente partecipano al carico tossico totale sono:

➜ gli xenobiotici (come insetticidi, erbicidi, farmaci, solventi e metalli)


➜ le tossine biologiche (come le aflatossine e le lectine)
➜ gli inalanti biologici (funghi, pollini, alghe ecc.)
➜ i fenomeni fisici (ionizzazione, campi elettromagnetici)
➜ le sostanze tossiche da alcolici, fumo, sostanze di abuso
➜ squilibri ormonali (come un eccesso di estrogeni spesso dovuto ad un rallentato catabolismo epatico)
➜ fattori psicosociali (stress, meccanismi di adattamento, crescita e traumi)

A livello ambientale o per ragioni professionali può capitare di venire esposti a dosi elevate di una determinata sostanza tossica. Tuttavia è più
frequente trovare pazienti esposti per lunghi periodi a una vasta gamma di prodotti chimici. Ciascuno di questi, preso singolarmente, può non
rivelarsi abbastanza nocivo da provocare malattie ma, combinato con gli altri, può mettere a rischio la salute fino al punto da rendere visibili
sintomi specifici e/o aspecifici. Livelli ridotti di esposizione rispetto ai limiti dichiarati di tossicità possono determinare alterazioni funzionali. Il
seguente studio su modelli animali illustra bene tale principio. Alcuni ricercatori hanno somministrato dosi di mercurio e piombo a un gruppo di
animali. Somministrati separatamente avrebbero dovuto provocare normalmente solo la morte dell’1% delle cavie. La combinazione di piccole dosi
dei due metalli ha invece provocato la morte del 100% degli animali nel giro di cinque giorni (1).

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Essendo le sostanze chimiche tossiche onnipresenti, è probabile che la maggior parte dei problemi di salute legati alle tossine arrivi da un’
esposizione multipla (a piccole dosi) piuttosto che da un’unica esposizione a dosi molto elevate. Di conseguenza le valutazioni di tossicità riferite a
tali sostanze non sono più molto affidabili, dal momento che vengono realizzate esponendo gli animali a una sola sostanza tossica alla volta. Ogni
individuo ha risposte diverse all’esposizione di sostanze tossiche: alcuni possono evidenziare sintomi importanti già dalla prima esposizione, mentre
altri risultano asintomatici anche a esposizioni prolungate.

‘La riduzione del carico tossico complessivo? L’assunzione di


integratori mirati al fine di colmare le carenze e assicurare il buon
funzionamento del corpo sono le strategie chiave per affrontare i
sintomi di tossicità e la sensibilità ai prodotti chimici.’

Figura 2 : Fattori che contribuiscono al carico tossico totale

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1.2 Effetti delle sostanze tossiche sulla salute generale
Qualunque processo patologico può venire aggravato dall’esposizione a tossine. Per questa ragione alcuni sintomi e disturbi rendono necessario
l’uso di un valido supplemento per la detossicazione:

➜ cefalee croniche
➜ mialgie e debolezza muscolare
➜ parestesie
➜ infezioni e infiammazioni croniche
➜ infertilità
➜ disturbi mestruali come dismenorrea, PMS, sensibilità mammaria, menorragie, ciclo mestruale irregolare
➜ ipersensibilità alle sostanze chimiche ambientali, agli odori e ipersensibilità chimica multipla
➜ allergie
➜ disturbi digestivi
➜ stanchezza cronica e letargia
➜ depressione, ansia e/o sbalzi d’umore
➜ aumento di peso e difficoltà a dimagrire
➜ dermatiti (acne, eczema, psoriasi)
➜ problemi di memoria a breve termine e di concentrazione
➜ anemia

‘La detossicazione epatica costituisce a buon diritto uno dei


pilastri principali della medicina funzionale.’

In tutti questi casi il sovraccarico epatico può essere uno dei fattori scatenanti della patologia, che sommato ad altri (squilibri intestinali, stress
ossidativo, carenze micronutrizionali, squilibri metabolici, ecc.) può portare all’espressione della patologia. Molto spesso un protocollo di
detossicazione può supportare il trattamento farmacologico a numerose patologie infiammatorie, autoimmuni e cronico-degenerative. Per questo
motivo la detossicazione epatica costituisce a buon diritto uno dei pilastri principali della medicina funzionale.

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2 IL PROCESSO DETOX
2.1 Intestino

‘Una delle principali fonti di esposizione tossica è l’intestino.’


Solitamente i programmi di detossicazione si focalizzano esclusivamente sul fegato. Si tratta tuttavia di un approccio incompleto, dal momento che
in molti individui è l’intestino a rappresentare una delle principali fonti di esposizione tossica e nessun supporto epatico può rivelarsi sufficente se
l’intestino è un colabrodo perché ha perso la funzione di barriera che gli è propria.

Per molti pazienti l’intestino è la principale fonte di esposizione alle tossine provenienti dall’alimentazione e dai prodotti chimici ingeriti. La flora
intestinale rappresenta anch’essa una fonte continua di metaboliti che raggiungono la circolazione sistemica. La flora intestinale può produrre
molecole in grado di stimolare o ostacolare il processo di detossicazione. Quando le colonie microbiche sono destabilizzate possono proliferare le
specie produttrici di metaboliti pro-intossicanti. Si sono rinvenuti metaboliti di origine micotica e batterica nelle urine di pazienti affetti da diverse
patologie, un trattamento a base di antimicotici o battericidi può ridurre il tasso di tali metaboliti.

PERMEABILITÀ INTESTINALE NORMALE PERMEABILITÀ INTESTINALE ALTERATA (LEAKY GUT)

Microvilli intestinali sani = Microvilli intestinali compromessi =


trasporto intracellulare dei micronutrienti passaggio ostacolato dei micronutrienti

Giunzioni serrate sane = Giunzioni serrate compromesse =


blocco del passaggio delle macromolecole assorbimento passivo delle macromolecole

Batteri simbionti benefici Micronutrienti Butirrato Giunzioni serrate Batteri patogeni Allergeni Tossine

poster_800x400_R4_aangepast.indd 1 25/10/18 14:42

Figura 3 : La permeabilità intestinale

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L’ecosistema intestinale ha 4 livelli funzionali che devono funzionare in armonia perché ci sia uno stato di salute:

➜ lume intestinale ➜ endotelio intestinale


➜ strato di muco ➜ mucosa e sottomucosa

Gli enterociti intestinali sono legati da “giunzioni serrate” in modo da impedire il passaggio di tossine, patogeni e macromolecole attraverso gli spazi
extracellulari. Il trasporto dei nutrienti avviene principalmente a livello intracellulare grazie all’azione di trasportatori specifici. Quando si instaurano
processi di squilibrio a carico del microbiota, dello strato di muco, delle proteine di giunzione, la funzione di barriera non è più garantita e aumenta
il carico tossico al fegato.

Il microbiota intestinale ha la capacità di riattivare certe tossine. Di conseguenza lo xenobiota può essere riassorbito e ritornare in circolo.
Oltre a innumerevoli sostanze chimiche, possono entrare in circolo i frammenti delle pareti batteriche dei gram negativi. Tali frammenti (definiti
lipopolisaccaridi o LPS) sono annoverati fra i più potenti ‘trigger’ della reazione infiammatoria. Vengono individuati dalle cellule di Kupffer (i
macrofagi del fegato) e provocano l’aumento della produzione di mediatori infiammatori come il fattore di necrosi tumorale (TNFa). Questo può
aggravare le infiammazioni esistenti o provocare una risposta immunitaria eccessiva.

Probiotici e prebiotici
Se si introducono dei batteri buoni nell’apparato digerente, vale a dire i probiotici, è possibile mantenere il corretto equilibrio. Batteri come il
Lactobacillus acidophilus NCFM® riducono la presenza di organismi disbiotici in due modi. Da un lato, dopo aver colonizzato l’intestino ed iniziato
a proliferare, competono con i batteri “cattivi” nella ricerca di nicchie ecologiche e risorse energetiche. Inoltre possono produrre sostanze naturali
antimicrobiche “le batteriocine” che inibiscono la crescita dei microrganismi patogeni.
La crescita di batteri buoni come i bifidobatteri e i lattobacilli può essere favorita dalla presenza di fibre indigeribili come i F.O.S. e le inuline
conosciute anche come fibre prebiotiche o “prebiotici”.

Il nostro microbiota cambia continuamente nel tempo è dunque necessario adattare i ceppi dei probiotici e il loro dosaggio all’età.

Figura 4 : L’evoluzione del microbiota dipende dall’età, Walker, JPGN 2000; 30(Suppl 2):S2-S7

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E’ importante scegliere il probiotico giusto. I criteri di consiglio di una buona integrazione con probiotici:

➜ Il o i buoni ceppi batterici, con efficacia scientificamente dimostrata


Si parla di probiotici solo nei casi in cui il microrganismo in questione sia ben definito, vale a dire non soltanto in termini di tipo ma anche il ceppo
del microrganismo utilizzato nel prodotto deve essere ben preciso.
➜ Alto dosaggio in modo tale che l’intestino sia completamente colonizzato nelle 24h
➜ Associazione di ceppi per un effetto sinergico
➜ Ceppi probiotici e dosaggi adatti all’età
PER I BAMBINI :
Associazione di Lactobacillus acidophilus NCFM® e Bifidobacterium lactis Bi-07®
PER GLI ADULTI :
Associazione ultra dosata di Lactobacillus acidophilus NCFM® e Bifidobacterium lactis Bi-07®
= efficacia dimostrata dei ceppi al momento dello sviluppo dell’immunità nei bambini e gli adulti
PER GLI ANZIANI :
Ceppo esclusivo Bifidobacterium lactis HN019
= efficacia dimostrata negli anziani per il sostegno dell’immunità e il miglioramento dei tempi del transito
➜ I probiotici meglio conservati
Il che permette di garantire il numero di batteri vivi e vitali alla data di scadenza.

Riparare la parete intestinale


Esattamente come è necessario riequilibrare la flora intestinale, occorre anche riparare la parete intestinale. Nel neonato l’endotelio intestinale è
permeabile alle macromolecole come l’immunoglobulina presente nel latte materno. E’ per questo che il bambino nutrito al seno è meno esposto
alle infezioni, dal momento che assorbe le immunoglobuline della madre che circolano in quel momento nell’organismo. A partire dai 12 mesi,
l’intestino giunge a maturità e diviene meno permeabile alle macromolecole (2).

In molte persone la barriera intestinale è alterata, il che è causa della sindrome da permeabilità intestinale. In questi casi le macromolecole che
provengono dagli alimenti e dalla digestione passano nel sangue.
Numerosi fattori ne sono all’origine:

➜ Transito intestinale lento (per esempio carenza di fibre o troppi alimenti elaborati)
➜ Motilità intestinale e funzione peristaltica scarse
➜ Irritazioni e danni a carico delle cellule intestinali causati dai microrganismi patogeni
➜ Irritazioni e danni a carico delle cellule causati dalle lectine e da altre sostanze di origine alimentare

Oltre a probiotici e prebiotici altri micronutrienti e sostanze bioattive possono aiutare a mantenere o ripristinare la funzione di barriera intestinale
e tra queste:

➜ La glutammina
➜ Lo zinco e il selenio
➜ La quercetina
➜ Gli antiossidanti naturali (polifenoli)
➜ Gli antinfiammatori naturali (curcumina e acidi boswellici).

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2.2 Fegato
La detossicazione biologica del fegato ha generalmente l’obiettivo di rendere maggiormente idrosolubili e non tossiche, tramite una serie di passaggi
chimici, le sostanze liposolubili tossiche. E’ ciò che si definisce biotrasformazione. Le tossine così “trasformate” sono dirottate o verso la bile per
venire eliminate con le feci o verso i reni per essere escrete nelle urine. Le fasi di detossicazione devono essere comprese e supportate al fine di
ottimizzare la detossicazione.

‘La detossicazione epatica consiste di 3 fasi:


funzionalizzazione, coniugazione ed eliminazione.’

La fisiologia classica descrive solo 2 fasi: funzionalizzazione e coniugazione. La medicina funzionale considera anche una Fase III di eliminazione che
riveste un’importanza chiave. Questa fase è svolta dagli apparati emuntori e attraverso la bile. Altri processi minori sono implicati nella detossicazione.
Vedi la Figura 5 (3).

TOSSINE DALL’APPARATO TOSSINE DALLA PELLE


DIGERENTE cosmetici, indumenti
pesticidi, coloranti e aromi
artificiali, cibi industriali, farmaci
TOSSINE DAI POLMONI
Inquinamento dell’aria, sostanze
chimiche, nicotina
Fase I di detossicazione Fase II di detossicazione
funzionalizzazione coniugazione
CYP450
Cofattori
Cofattori Elementi di coniugazione

Tossine Tossine Fase III di Bile Feci


liposolubili idrosolubili
detossicazione
Eliminazione Siero Urine
TOSSINE SUPPLEMENTARI
DOVUTE A DISTURBI
INTESTINALI Estratti vegetali

Radicali liberi
antiossidanti

Figura 5 : Le fonti di tossicità, le fasi della detossicazione e gli organi coinvolti

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Fase I: FUNZIONALIZZAZIONE
Le reazioni di Fase I dipendono principalmente dagli enzimi citocromo P450, ossidasi a funzione mista (CYP450) (4). Tali enzimi aggiungono un
gruppo funzionale al substrato (tossina), in genere un gruppo idrossilico (OH). Quest’ultimo potrà ricevere un composto trasferito dagli enzimi di
Fase II per far sì che la tossina acquisisca una idrosolubilità più accentuata, necessaria per la sua eliminazione.

Gli enzimi CYP450 si trovano essenzialmente nel reticolo endoplasmatico e nei mitocondri. La Fase I si svolge prevalentemente a livello epatico,
tuttavia si può osservare un’attività significativa dei CYP450 a livello di altri tessuti del corpo come la parete intestinale, i reni, i polmoni ed il
cervello. I prodotti intermedi della detossicazione sono spesso sostanze radicaliche pro-ossidanti in grado di provocare un danno cellulare, in
particolar modo alle membrane o al DNA (5).

‘Perché la detossicazione sia efficace e avvenga senza effetti


collaterali è essenziale che la Fase II segua la Fase I
in modo da non accumulare sostanze reattive.’

Determinate predisposizioni genetiche combinate con l’esposizione a sostanze tossiche (fumo, alcol, ecc.) possono aumentare lo squilibrio fra una
Fase I troppo attiva e una Fase II insufficiente. Ciò può determinare l’accumulo di sostanze reattive intermedie pericolose.

Fase II: CONIUGAZIONE


Gli enzimi di Fase II agiscono in modo tale da neutralizzare le sostanze reattive intermedie prodotte dai processi di Fase I così da renderli
sufficientemente idrosolubili da venire escreti con le urine o le feci. Trasformare tali reattivi intermedi in sostanze non tossiche e idrosolubili richiede
due componenti: una sostanza coniugata e un enzima per catalizzare la reazione. L’induzione epigenetica degli enzimi di Fase II è considerata il
meccanismo di protezione più importante contro lo stress ossidativo e la carcinogenesi (6). Le principali reazioni di coniugazione sono:

➜ coniugazione con glutatione


➜ glucuronazione
➜ coniugazione con amminoacidi
➜ solfoconiugazione
➜ acetilazione
➜ glicinazione
➜ metilazione

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‘Farmaci, fattori dietetici, ormoni e altri metaboliti endogeni
vengono tutti catabolizzati tramite le vie della Fase II.’

Figura 6 : Le principali vie metaboliche delle diverse sostanze esogene ed endogene

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Proteine coinvolte
Le reazioni della Fase II sono vulnerabili, dal momento che richiedono sia un apporto adeguato di coniugazione (amminoacidi e altri
nutrienti) sia una adeguata funzione enzimatica. Durante il digiuno, per esempio, la diminuita disponibilità di proteine porta ad una
insufficiente presenza di amminoacidi nel ruolo di substrati. E’ uno dei motivi per cui nei primi giorni di dieta per la riduzione del peso
corporeo i pazienti hanno frequentemente malesseri: le vie della Fase II non sono in grado di seguire la Fase I, il che provoca l’accumulo
di sostanze reattive intermedie.

‘Uno dei motivi per cui i pazienti hanno malesseri durante i


primi giorni della dieta: la Fase I è troppo attiva e la Fase II
non è in grado di seguire.’

La Fase II dipende da un adeguato apporto di amminoacidi. Anche la sintesi di glutatione, potente antiossidante e coniugante della Fase
II, necessita di 3 amminoacidi (glicina, cisteina e acido glutammico). Un gran numero di comuni farmaci, tra cui gli antibiotici, i metalli
pesanti e le tossine di origine industriale, gli agenti pro-infiammatori e le tossine batteriche vengono tutti metabolizzati tramite queste vie.
Comunque sia, se l’organismo è esposto a quantità elevate di queste sostanze o in modo continuativo, si ha un maggiore stress ossidativo,
le riserve tissutali di glutatione si esauriscono rendendo inefficaci queste vie di detossicazione. La glutatione - S-transferasi (GST) è un
enzima di Fase II che coniuga queste tossine al glutatione (7).

La solfotransferasi (SULT) e l’UDP-glucuronosiltransferasi (UGT), che catalizzano la solfatazione e la glucuronazione, possono avere un
ruolo importante nella coniugazione e in definitiva anche nell’escrezione ed eliminazione di numerosi farmaci e xenobiotici contenenti
gruppi funzionali idrossilici (OH). Tali reazioni di Fase II necessitano di cofattori che vengono consumati nel corso del processo, rendendo
necessario un adeguato apporto dietetico oppure una somministrazione sotto forma di integrazione alimentare.

Farmaci e detossicazione
La maggior parte dei farmaci viene eliminata attraverso le Fasi I e II della detossicazione. Alcuni di essi sono in grado di interferire con la
detossicazione agendo da induttori o inibitori degli enzimi epatici. Le interazioni tra farmaci e quelle tra farmaci e citocromi sono alla base
degli effetti collaterali indotti dall’assunzione contemporanea di molti medicinali. Questo può anche aumentare la tossicità di altri prodotti
chimici ambientali. Sono frequenti i casi di soggetti in trattamento con farmaci in grado di inibire gli enzimi CYP450 che in seguito hanno
sviluppato reazioni inattese a deboli dosi di pesticidi o diserbanti normalmente innocui (8).

‘È sempre importante sapere qual’è la parte


della pianta utilizzata per sapere se essa interferisce
con certe fasi della detossicazione.’

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E’ importante essere consapevoli del fatto che anche molte sostanze di origine naturale e piante medicinali possono avere un’azione importante nei
confronti di tali enzimi. Per esempio l’Hypericum perforatum è un induttore delle Fasi I e II. Si è dimostrato che è in grado di ridurre la concentrazione
ematica di numerosi farmaci (9,10). All’opposto, la naringenina del pompelmo è un inibitore della Fase I e può aumentare in modo significativo il
livello ematico di alcuni medicinali (11). Il succo di pompelmo interferisce con il metabolismo di numerosi farmaci ma non i suoi semi.

Altri fattori che influiscono sulle Fasi I e II di detossicazione


Le attività delle Fasi I e II possono essere indotte o rallentate sia a livello epigenetico (azione graduale) che a livello enzimatico (azione molto rapida).

Tra i fattori che possono influire con i processi detox troviamo:

➜ la dieta e lo stile di vita – quantità e tipo di nutrienti e fitochimici consumati (o non consumati),
presenza o meno di attività fisica, consumo di alcolici e fumo, stress
➜ l’ambiente – il grado di esposizione alle tossine ambientali
➜ i polimorfismi genetici
➜ e tà e sesso – con l’invecchiamento le vie di detossicazione diventano meno efficaci ed efficienti,
e un maggior tasso di progesterone rispetto agli estrogeni aumenta l’attività del CYP450
➜m
 alattie – le patologie epatiche in particolare e la scarsa integrità delle cellule delle membrane dovuta
a cattiva qualità e quantità dei grassi alimentari influiscono negativamente sull’equilibrio Fase I/Fase II
➜ f armaci – questi possono agire sia come induttori sia come inibitori

‘Conoscere meglio tutti i fattori coinvolti può aiutare a stabilire


con maggiore precisione perché un particolare paziente ha
difficoltà a conservare l’equilibrio fra la Fase I e II, e come aiutarlo
nel sostenere la detossicazione epatica.’

I polimorfismi sono molto frequenti. La maggior parte dei geni CYP450 è soggetta a polimorfismi genetici, esattamente come accade per i geni
degli enzimi di Fase III. Il ventaglio di polimorfismi di GSTM1 & GSTT1 (geni con l’informazione degli enzimi detossicanti) si estende dal 40% al
50% e dal 10% al 65% rispettivamente in Occidente e in Asia. Sia i polimorfismi genetici GSTM1 che GSTT1 sono considerati fattori significativi
dell’aumento di vulnerabilità alle tossine ambientali. E’ stato dimostrato che influiscono sulla suscettibilità a diversi tipi di tumori, e sono considerati
alla stregua di modificatori di rischio per diversi disturbi indotti dall’ambiente, compreso il morbo di Parkinson(12). Vi sono esempi in cui soggetti con
determinati polimorfismi presentano una minor efficacia dei farmaci a causa di un metabolismo ultrarapido o che, per induzione di una espressione
genica, soffrono con maggiore frequenza e intensità degli effetti indesiderati dei trattamenti farmacologici (13). Somministrare dosi maggiori di
certi nutrienti arriva a modulare l’impatto di tali polimorfismi.

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Detox e test genetici
I test genetici sono molto meno comuni rispetto ai test laboratoristici sulla funzionalità epatica. Mentre i primi analizzano la suscettibilità a sviluppare
una condizione (che può essere più o meno grave) i secondi cercano di valutare lo status quo, la condizione e l’efficienza d’organo attuale. Anche se
ancora molto deve essere fatto per comprendere meglio le potenzialità dei test genetici, dobbiamo ricordare che la ricerca di alcuni polimorfismi
può darci preziose informazioni in grado di orientare meglio le strategie di prevenzione e impostare uno stile di vita corretto. La medicina anti-aging
e potenziativa ha individuato alcuni geni particolarmente correlati con le attività di detossicazione epatica:

SOD 2
La superossido dismutasi manganese dipendente è un enzima antiossidante della matrice mitocondriale, responsabile della detossificazione di
specie reattive dell’ossigeno (ROS). Il polimorfismo è legato alla capacità di trasporto dell’enzima nel mitocondrio e di conseguenza la sua capacità
antiossidante.

SOD3
SOD3 è il principale enzima antiossidante extracellulare. Recenti studi associano un polimorfismo del gene SOD3 con una riduzione dell’attività
antiossidante tissutale.

CATALASI
La catalasi è un enzima coinvolto nella detossificazione della cellula dei ROS. L’attività di questo enzima può variare per la presenza di una mutazione
presente nel gene CAT. I soggetti che presentano questa variante esprimono un quantitativo di catalasi ridotto e pertanto sono maggiormente
soggetti a stress ossidativo.

GLUTATIONE S TRANSFERASI
Glutatione è un potente antiossidante prodotto dall’organismo. Esso è un enzima che partecipa direttamente alla neutralizzazione dei radicali liberi
(composti reattivi dell’ossigeno) e mantiene gli antiossidanti interni, come la vitamina C ed E, nella loro forma attiva. Le Glutatione - S-Transferasi
(GSTs) sono una famiglia di enzimi detossificanti codificati da geni polimorfici comprendente 5 classi: Alpha, Pi, Mu, Theta e Zeta.

Altri test genetici possono essere correlati con la capacità di detossicazione endogena come MAO e COMT. Importante anche la capacità di
detossicazione dagli estrogeni che può dipendere fortemente da segnali epigenetici.

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Fase III: ELIMINAZIONE

Fino a poco tempo fa, la comprensione dei processi biologici di


detossicazione si limitava alle Fasi I e II. Recentemente, tuttavia, si
è notevolmente chiarita l’importanza dei processi di Fase III. Come
descritto nella Figura 7, i processi di Fase III riguardano essenzialmente
il trasferimento di tossine coniugate dagli epatociti ed altre cellule
nel flusso sanguigno per poi raggiungere la bile, i reni o le ghiandole
sudoripare per l’escrezione.

Figura 7: Le tre fasi di detossicazione

Fase III a livello epatico


Generalmente i metaboliti di solfatazione, glucuronazione e coniugazione con glutatione della Fase II sono troppo idrofili per diffondere
passivamente negli epatociti verso la bile o il sangue. E’ il motivo per cui si rendono necessari processi mediati da antiportatori per i
coniugati di Fase II attraverso i canalicoli biliari (tubicini che raccolgono la bile secreta dagli epatociti) o le membrane cellulari al fine
di permettere a queste sostanze di raggiungere la bile o il sangue (14). Attualmente
tali antiportatori sono ritenuti i protagonisti della terza tappa (Fase III) del processo
fisiologico di detossicazione.

Gli antiportatori di Fase III includono le ‘organic cation transport proteins’ (OCTPs),
le ‘organic anion transport proteins’ (OATPs), le P-glicoproteine (P-gp), la ‘breast
cancer resistance protein’ (BCRP) e le ‘multi-drug resistance associated proteins’
(MRPs), e rappresentano una componente importante delle difese e dei meccanismi di
depurazione. Proprio come il processo di Fase II, anche quello di Fase III dipende dalla
dieta dal momento che necessita di amminoacidi e glutatione (15). Se gli antiportatori
epatici di Fase III non funzionano in modo ottimale, le tossine metabolizzate non
possono essere escrete al di fuori degli epatociti e possono provocare danni ai
mitocondri e al DNA delle cellule.

16 DETOSSICAZIONE SUPPORTO EPATICO IN MEDICINA FUNZIONALE


Fase III a livello dell’intestino
Gli antiportatori di Fase III sono importanti anche nell’intestino. L’attività degli antiportatori
gastrointestinali è un processo che richiede molta energia in modo da esportare sostanze estranee
al di fuori delle cellule gastrointestinali e garantire il non riassorbimento delle tossine. Il processo
che pompa le tossine verso il lume intestinale permette una notevole riduzione del carico tossico
nell’organismo. E’ il motivo per cui, se gli antiportatori intestinali di Fase III non funzionano in
modo ottimale, il carico tossico nel fegato e conseguentemente in tutto l’organismo aumenta
notevolmente.

Fase III a livello dei reni


La Fase III di detossicazione ha luogo anche nei reni. Si tratta di un processo pH dipendente.
L’equilibrio acido-base ha un ruolo nella detossicazione grazie al processo noto con il nome di
“trappola agli ioni”. E’ il processo grazie al quale gli acidi deboli vengono escreti con l’urina.
Per massimizzare l’escrezione urinaria di tossine che aumentano l’acidità metabolica è utile
sostenere il processo “di trappola agli ioni”. Il sistema migliore per farlo a livello renale è
l’alcalinizzazione delle urine (16).

2.3 Il supporto adeguato alle diverse fasi di detossicazione


Molti trattamenti naturali orientati al sostegno epatico possono accentuare la Fase I e rallentare la Fase II. Ciò provoca l’accumulo di prodotti
reattivi intermedi, con danni tissutali e aumento dell’infiammazione.

Evitare la “crisi di guarigione”


Uno dei fenomeni che si verificano più spesso nel corso di un programma detox, soprattutto quando si punta a trattare in prima battuta il fegato,
senza aver corretto la nutrizione e supportato l’ecosistema intestinale, è quella di una reazione talvolta violenta definita “Crisi di guarigione”. I
pazienti lamentano nausea, dolori diffusi, cefalee, recrudescenza dei sintomi infiammatori o una maggior sensibilità a certi alimenti o a sostanze
chimiche. Sono tutti sintomi provocati dalla stimolazione sbilanciata della detossicazione epatica, in mancanza dei nutrienti adatti a supportare
l’intero processo. Si verifica una produzione massiccia di “reattivi intermedi”, sostanze pericolose che provocano danni ai tessuti e aumentano la
produzione di mediatori infiammatori.

SUPPORTO EPATICO IN MEDICINA FUNZIONALE DETOSSICAZIONE 17


Il fegato ha bisogno di proteine, di vitamine, di donatori di metile, di minerali e antiossidanti per realizzare efficacemente la detossicazione, e
in particolare la Fase II. In assenza o carenza di tali sostanze (come avviene durante le diete molto strette o in una disintossicazione con soli
estratti vegetali), la Fase I è sovraccarica, il che aumenta gli xenobiotici liberati in circolazione e il carico tossico (vedi Figura 8). In realtà, si tratta
soprattutto di una crisi, in cui c’è poco spazio per la “guarigione”. I sintomi lamentati dai pazienti sono in effetti segni indicatori del fatto che il loro
corpo fatica a sopportare il processo e va in sofferenza.

Se invece si effettua la detossicazione tenendo conto di questi fattori e con il giusto apporto dei nutrienti adatti a supportare l’intero processo, è
possibile realizzare un trattamento semplice, bilanciato e sicuro.

Detossicazione equilibrata

‘Funzionalizzazione, coniugazione, eliminazione.’

Figura 8 : La differenza tra un detox equilibrato e uno sbilanciato

Le 3 fasi della detossicazione dovrebbero avvenire in maniera sequenziale ed equilibrata, in modo tale che le tossine grezze possano essere elaborate
velocemente e in tutta sicurezza. Dato che molti pazienti presentano spesso un’attività aumentata della Fase I e un’attività normale o inibita della
Fase II e/o Fase III, il modo migliore per realizzare una detossicazione ottimale è migliorare l’attività delle Fasi II e III, sincronizzandole con quelle
di Fase I.

18 DETOSSICAZIONE SUPPORTO EPATICO IN MEDICINA FUNZIONALE


L’impiego di rimedi naturali
Antiossidanti e detossicazione
Gli antiossidanti occupano un ruolo centrale nella buona riuscita della detossicazione. Apportano una protezione contro l’eccessivo effetto dei
reattivi intermedi pro-ossidanti e possono aiutare a ridurre i danni tissutali e i sintomi più sgradevoli. Esistono tanti diversi nutrienti e fitonutrienti
antiossidanti. E’ generalmente accettato che un’ampia combinazione di tali differenti sostanze sia più efficace rispetto a una dose elevata di un solo
nutriente. Ciò dipende dall’affinità che le varie sostanze mostrano per i diversi tessuti e i differenti enzimi di detossicazione.

Riequilibrio delle Fase I e II


I fitonutrienti derivati dal carciofo, dalla curcuma, dal tè verde e dal cardo mariano stimolano gli enzimi della Fase II. La disponibilità di coniuganti,
come gli amminoacidi e le vitamine metilanti, è necessaria per il corretto funzionamento del processo. La curcuma tende a rallentare la Fase I e
promuovere la Fase II.

Sostegno della Fase III


Considerata l’importanza della Fase III al fine di assicurare che le tossine metabolizzate vengano effettivamente escrete, un programma di
detossicazione che voglia definirsi completo deve sostenere l’attività antiportatrice della Fase III a livello di fegato, intestino e reni. Come detto
in precedenza la funzione antiportatrice della Fase III nel rene è pH dipendente; ecco perché è importante controllare che il pH fisiologico sia
ottimale.

La moderna alimentazione occidentale, ricca di farine raffinate e prodotti processati ma povera di verdure, frutta, semi e frutta in guscio, determina
un aumento dell’acidità metabolica. Questo comporta numerosi effetti negativi per la salute ed il metabolismo, compreso il deterioramento del
processo di detossicazione. L’organismo cerca di mantenere un pH del sangue tra 7.35 e 7.45, e delle urine tra 4.5 e 8.0 (16). Ogni alterazione
dell’equilibrio acido-base ha per conseguenza il malfunzionamento cellulare e l’indebolimento dell’attività di detossicazione di Fase III.
Ripristinare un livello di pH adeguato è dunque parte essenziale di un programma di detossicazione completo.

Lo zinco è tra i micronutrienti più efficaci nel supportare l’equilibrio acido-base dell’organismo in quanto cofattore dell’anidrasi carbonica, enzima
deputato a sostenere il sistema tampone dei carbonati. Carenze di zinco, molto frequenti nella popolazione generale, compromettono tra l’altro
anche i normali processi di equilibrio acido-base.

2.4 Altre considerazioni relative al detox


Così come è importante ripristinare la funzione intestinale e sostenere l’attività delle Fasi I, II e III, va rivolta un’attenzione specifica all’apparato
renale, come pure ai problemi di tossicità causati dai metalli pesanti.

Il supporto della funzione renale


I reni sono organi incaricati di un ruolo chiave nell’escrezione dei farmaci e dei loro metaboliti. Nel corso di un semplice passaggio nei reni, all’incirca
il 20% del sangue va incontro alla filtrazione a livello dei glomeruli dei nefroni. Se le sostanze filtrate non vengono riassorbite a partire dal filtrato
glomerulare nel momento in cui passano nei nefroni, arriveranno alle urine e saranno eliminate dall’organismo (17). Sostenere la funzione renale fa
di conseguenza parte di un programma completo di detossicazione.

SUPPORTO EPATICO IN MEDICINA FUNZIONALE DETOSSICAZIONE 19


Tossicità da metalli pesanti
Nella maggior parte dei pazienti si riscontra la presenza di metalli pesanti e, anche se le concentrazioni dei singoli metalli sono basse, bisogna
considerarne il potenziale effetto tossico cumulativo. I metalli pesanti hanno numerosi effetti sull’organismo.

Favorire l’eliminazione dei metalli pesanti tossici dall’organismo ha un’importanza fondamentale al fine di aiutare i nostri pazienti a disintossicarsi.
La detossicazione dai metalli pesanti dipende da una famiglia di proteine chiamate metallotioneine. Tali proteine, ricche in cisteina, sono necessarie
per lo stoccaggio, il trasferimento e la detossicazione degli ioni metallici intracellulari. Le metallotioneine si legano a diversi metalli tossici (in
particolare al mercurio e al cadmio) e trasportano tali metalli tossici verso il fegato o i reni per essere sottoposte a coniugazione con glutatione e di
conseguenza escrete. Inoltre le metallotioneine riducono la tossicità tissutale impedendo ai metalli tossici di legarsi, e reagire ad altre biomolecole
generando danni ossidativi. Utilizzare fattori inducenti le metallotioneine (per es. l’integrazione di zinco, la pratica di uno sport o il digiuno), è di
grande importanza ai fini di un programma di detossicazione efficace e completo.

CONCETTI ESSENZIALI
• Siamo esposti quotidianamente a tossine attraverso il cibo e l’ambiente, come pure a una produzione endogena
da parte dei processi metabolici.
• Le tossine hanno effetti sinergici. Anche se i livelli singoli di tossine risultano minimi, il carico complessivo può
risultare molto tossico.
• Le tossine possono aggravare il decorso delle malattie.
• Esistono tre fasi di detossicazione epatica, che devono essere tutte in equilibrio perché l’eliminazione delle tossine
abbia buon fine.
• E’ l’intestino la fonte principale di esposizione alle tossine, e la buona integrità intestinale, come pure la corretta
funzione di secrezione attraverso la bile e l’urina (funzione renale adeguata e pH equilibrato) sono le chiavi perché
la detossicazione abbia successo.

20 DETOSSICAZIONE SUPPORTO EPATICO IN MEDICINA FUNZIONALE


3 IL PROGRAMMA DETOX
La detossicazione dell’organismo è un processo fisiologico complesso che necessita di diverse tappe per potersi compiere correttamente. Il risultato
finale di queste tappe biochimiche è la trasformazione di un elemento lipofilo in elemento idrosolubile che possa essere eliminato attraverso le
urine, la bile o le feci. La detossicazione non è una semplice reazione ma un processo che comporta reazioni diverse e differenti fattori, come
possiamo vedere nelle Fasi I, II e III con attività non solo epatiche ma anche a carico dell’apparato digerente, del fegato e dei reni.

‘E’ fondamentale che, prima di trattare la funzione epatica,


venga riparato e supportato l’apparato digerente.’

Una volta riequilibrato l’ecosistema intestinale e trattato il carico tossico, modificando lo stile è possibile passare all’ultima tappa che consiste nel
rafforzare i processi naturali di detossicazione, così che le tossine accumulate nel corpo possano essere eliminate.

3.1 Tappa 1 : Trattamento dell’apparato digerente


Questa prima tappa è orientata a riequilibrare per prima cosa l’apparato digerente. L’obiettivo è quello di favorire tutte le componenti funzionali
dell’ecosistema intestinale dal microbiota del lume intestinale sino all’integrità delle mucose grazie ad una miscela di sostanze che include anche
sostanze antiossidanti. Il riequilibrio dell’ecosistema intestinale rappresenta un obiettivo terapeutico fondamentale per la salute generale ma non è
facile raggiungerlo con i consueti approcci basati su un singolo rapporto causa/effetto.

‘L’approccio funzionale delle 4R:


Rimouvere, Rimpiazzare, Reinoculare, Riparare.’

SUPPORTO EPATICO IN MEDICINA FUNZIONALE DETOSSICAZIONE 21


RIMUOVERE
= il passaggio obbligatorio per un corretto processo di guarigione. Bisogna verificare che siano stati eliminati
fattori scatenanti importanti come parassitosi, sovracrescite fungine o batteriche, sostanze in grado di
interferire pesantemente sull’intestino (droghe, eccessi di alcol, alcuni farmaci).

RIMPIAZZARE

Talvolta il processo digestivo è fortemente ostacolato da carenze di enzimi digestivi o ipocloridria. Ricordiamo
che l’acidità gastrica è fondamentale per l’abbattimento della carica batterica alimentare, per la digestione
delle proteine e per l’abbattimento del carico antigenico alimentare. Le carenze enzimatiche possono essere
dovute al processo di invecchiamento, a patologie (gastrite atrofica, insufficienza pancreatica); l’ipocloridria è
spesso causata da abuso di farmaci antiacido come gli inibitori di pompa protonica. Normalmente i disturbi della
digestione vengono trattati in modo sintomatico con molecole procinetiche come il domperidone e la metoclopramide
che influiscono positivamente sulla motilità dell’apparato gastrointestinale. Oltre agli effetti procinetici questi farmaci hanno
anche un’attività antiemetica e diminuiscono la sensazione di nausea. E’ pur vero però che questi procinetici non vanno a sostenere la
digestione propriamente detta.

I disturbi digestivi si possono anche trattare affrontandone le cause e somministrando


pertanto degli enzimi digestivi esogeni (come lipasi, proteasi e carboidrasi) in grado di
sostenere la digestione. Tali enzimi vengono assunti contemporaneamente al pasto
in modo tale che la digestione avvenga direttamente nello stomaco a prescindere
dal grado di acidità gastrica. Gli enzimi più stabili ed efficaci sono quelli di origine
vegetale. Questi enzimi non si degradano nel passaggio gastrico e –contrariamente
agli enzimi di origine animale- risultano attivi in un range di pH molto più ampio
(pH 2-12) in modo tale da mantenere la loro attività per un tratto molto più esteso
dell’apparato gastrointestinale.

‘Non c’è buona salute,


senza buona digestione’
Figura 9 : Una sana funzione digestiva
supporta un sistema epatico e immunitario sani.

22 DETOSSICAZIONE SUPPORTO EPATICO IN MEDICINA FUNZIONALE


REINOCULARE
Vengono utilizzati per questo fine organismi probiotici vivi, vitali, in grado di colonizzare l’intestino, in grado di
esercitare un’azione sempre (e unicamente) benefica per l’ospite e in quantità di molti miliardi per dose giornaliera.
Ricordiamo che l’efficacia dei probiotici è ceppo specifica quindi la scelta dei ceppi giusti è fondamentale. I prebiotici
(fibre solubili come FOS e inuline) contribuiscono sia alla fase di riequilbrio microbico che alla successiva in quanto
costituiscono un nutrimento per i batteri e, indirettamente, per gli enterociti.

‘L’azione probiotica è ceppo specifica.’

Lactobacillus acidophilus NCFM® è un probiotico molto studiato che contribuisce a:

➜ preservare e ripristinare la salute del microbiota intestinale nell’apparato digerente


➜ preservare la salute del microbiota intestinale in seguito all’uso di antibiotici
➜ preservare il benessere generale e una sana funzione digestiva
➜ proteggere la mucosa intestinale dalla permeabilità stimolando la crescita cellulare
➜ stimolare l’attività della lattasi, che facilita la digestione del lattosio (zucchero del latte)
➜ assimilare i nutrienti e sintetizzare le vitamine e gli acidi grassi a catena corta
➜ nei bambini, sostenere una buona immunità

L’attività degli enzimi batterici, in particolare della ß-glucuronidasi, la nitroreduttasi e azoreduttasi, partecipa alla trasformazione di
sostanze pre-cancerogene in sostanze cancerogene in seguito alla riattivazione di tossine precedentemente coniugate. Ridurre l’attività
di tali enzimi ha dunque effetti protettivi riguardo al ritorno di tossicità. Integrare ogni giorno con una miscela che contenga NCFM®
dimezza l’attività di questi tre enzimi nel corpo umano. (18).

Bifidobacterium lactis Bi-07® è un ceppo di bifidobatteri con efficacia clinicamente dimostrata e che contribuisce a:

➜ preservare il benessere generale e una sana funzione digestiva


➜ preservare e ripristinare la salute del microbiota intestinale dopo trattamenti antibiotici
➜ ripristinare e preservare la salute del microbiota intestinale nei bambini di tutte le età
➜ ridurre i gas intestinali, la diarrea e la stitichezza
➜ prevenire la proliferazione di lieviti nell’intestino
➜ inibire la crescita della flora disbiotica
➜ sostenere una buona immunità nei bambini

Il Bifidobacterium lactis Bi-07® è noto per la sua capacità di ridurre il grado di colonizzazione da Candida nelle diverse parti del tratto
intestinale, come pure la gravità delle candidosi.

SUPPORTO EPATICO IN MEDICINA FUNZIONALE DETOSSICAZIONE 23


Inoltre, nei pazienti in trattamento con questo probiotico si è dimostrato l’innalzamento dei livelli di IgA, IgG e IgM, come pure
l’aumento della produzione di anticorpi specifici (19). Tutto ciò comporta il miglioramento dell’equilibrio e della reattività immunitaria.
Il Bifidobacterium lactis Bi-07® fa registrare anche effetti moderati ma significativi nella protezione contro le infiammazioni intestinali
indotte chimicamente. In questo caso i probiotici sono in grado di ripristinare l’omeostasi dell’intestino in seguito a disordini immunitari,
stimolando la funzione di barriera della mucosa e riducendo le reazioni infiammatorie (20).

I lactobacilli e i bifidobatteri hanno dimostrato in studi clinici controllati con placebo di migliorare nell’arco di 8 settimane i parametri
ematici di colesterolemia e transaminasemia. Come sappiamo l’azione probiotica è ceppo specifica e quindi occorre tempo prima che si
possano avere conferme relativamente all’efficacia epatoprotettrice di numerosi ceppi molto promettenti come Lactobacillus rhamnosus
GG, S. thermophilus, L. bulgaricus, L. plantarum e L. salivarius.

RIPARARE

Una fase delicata e importantissima del processo di guarigione. Riparare le microlesioni o fasi erosive eventualmente
presenti non è sufficiente. L’obiettivo finale è ripristinare il corretto funzionamento della funzione di barriera
normalizzando così la permeabilità intestinale. In questo modo anche i processi infiammatori e immunitari
tenderanno a normalizzarsi in poche settimane.

La glutammina è il carburante preferito dagli enterociti dell’intestino tenue e contribuisce a mantenere l’integrità delle
mucose. La glutammina serve anche da precursore per la sintesi di nucleotidi, in particolare nelle cellule a rapido ricambio, come i
linfociti e le cellule intestinali (21). La glutammina è generalmente ben tollerata e sicura e ha un effetto positivo sulla risposta mediata da
citochine nell’intestino. Tali effetti forniscono un’ulteriore motivazione all’integrazione con glutammina al fine di modulare l’infiammazione
intestinale in diverse condizioni cliniche (22).

I modelli sperimentali suggeriscono che la glutammina potrebbe contribuire a preservare la mucosa intestinale mediante l’induzione
specifica di proteine di shock termico HSP. L’assunzione di glutammina rappresenterebbe pertanto una eventuale soluzione terapeutica
nelle infiammazioni e anche nelle malattie infiammatorie intestinali (23). Questa sostanza ha anche altri effetti positivi sull’apparato
gastrointestinale e a livello sistemico; si tratta di un amminoacido di grande importanza nella detossicazione.

Quanto tempo occorre?


Il processo richiede da 2 a 4 settimane circa, a seconda delle condizioni dei pazienti. Il tempo che il paziente deve dedicare a questo
protocollo dipende dal grado di disbiosi e dal livello di sovraccarico epatico.

Effetto nei pazienti?


Nel corso di questo processo la maggioranza delle persone si sente in piena forma, dato che in genere l’energia e la funzione digestiva
migliorano. E’ possibile che alcuni pazienti lamentino nel corso dei primi giorni lievi disturbi digestivi (diarrea, gonfiori, gas intestinali). Tali
sintomi scompaiono spontaneamente nel giro di qualche giorno senza bisogno di alcun intervento.

24 DETOSSICAZIONE SUPPORTO EPATICO IN MEDICINA FUNZIONALE


CONCETTI ESSENZIALI
In questa fase è importante accertarsi che il vostro paziente segua correttamente la dieta, dato che consumare
cibi sbagliati rischia di stimolare la flora disbiotica a ricostituirsi prima che i batteri abbiano creato un ambiente
sano. Può rendersi necessario il ricorso a uno specifico supporto digestivo dal momento che una cattiva digestione
può comportare la presenza di abbondanti residui di cibo nell’intestino, pronti a fermentare, con conseguente
produzione di gas intestinali.

3.2 Tappa 2: Eliminazione delle tossine


Questa tappa di detossicazione serve a rafforzare la capacità e la funzione del sistema di eliminazione dei rifiuti dal corpo, grazie all’attività di
fegato, cistifellea e reni. Nel momento in cui il carico tossico si riduce grazie alle modificazioni alimentari, al cambiamento dello stile di vita e alla
detossicazione intestinale, il fegato sarà maggiormente efficiente nel trattare i residui tossici. L’apporto di antiossidanti è altresì importante al fine
di ridurre gli effetti dei prodotti reattivi intermedi formati in eccesso durante la detossicazione.

‘Per una buona detossicazione è necessario riequilibrare


le Fase I e II e sostenere la Fase III.’

Vitamine con azione epatoprotettiva


VITAMINA D3
La vitamina D è un ormone con importanti attività di modulazione metabolica, immunitaria. Le sue attività pleiotropiche sono dovute principalmente
all’effetto epigenetico di regolazione di oltre 2000 geni. Ricordiamo che l’importante passaggio della prima idrossilazione del colecalciferolo (pro-
vitamina non attiva) avviene proprio nel fegato.
Le azioni epatoprotettive della vitamina D sono indirette e si esplicano principalmente attraverso il miglioramento della sensibilità insulinica, la
regolazione dei processi infiammatori e immunitari (anche a livello epatico) e una riduzione della progressione della fibrosi epatica (24).

VITAMINA E
Questa vitamina liposolubile è stata molto studiata nelle patologie epatiche, da sola o in associazione a estratti vegetali (silimarina). Le dosi efficaci
per ridurre infiammazione e fibrosi epatica sono molto più alte dell’Assunzione di Riferimento (AR) per la vitamina, per cui la mono-terapia per
tempi prolungati solleva giustificati dubbi di sicurezza d’uso.

SUPPORTO EPATICO IN MEDICINA FUNZIONALE DETOSSICAZIONE 25


Sostanze vegetali a sostegno della detossicazione
CURCUMINA
La curcumina è un polifenolo derivato dalla Curcuma longa, con proprietà antiossidanti e antinfiammatorie in grado di modulare sia la Fase I che la
Fase II delle vie di detossicazione.
La curcumina è in grado di modulare l’attività degli enzimi CYP450, CYP1A e CYP3A, e promuovere l’attività GST.

La curcumina ha mostrato efficacia epatoprotettiva in pazienti con sindrome metabolica e/o NAFLD riducendo i markers ecografici di steatosi
epatica e le transaminasi (25).
La curcumina, al pari di molti estratti vegetali ha importanti limitazioni nell’assorbimento intestinale, che sono state brillantemente ovviate da
moderne tecniche farmacologiche (26). Le curcumine bio-ottimizzate, sia in forma micellare (brevetto Novasol) che coniugate a ciclodestrine
(brevetto Cavamax), sono in grado di garantire tutti gli effetti benefici e il profilo di sicurezza della curcumina aumentandone la biodisponibilità fino
a 1350 volte rispetto alla curcumina estratto secco.

SILIMARINA
La silimarina, estratta dal cardo mariano (Silybum marianum), ha un’efficacia scientificamente dimostrata sulla funzionalità epatica e sulla
detossicazione. Utilizzata da secoli, la silimarina è uno dei migliori rimedi vegetali nei casi di problemi epatici, stress e tossicità. La silimarina stimola
la rigenerazione dei tessuti e protegge il fegato dagli effetti nocivi delle diverse tossine grazie alle sue potenti proprietà antiossidanti. E’anche un
modulatore biofunzionale, dato che riduce l’attività detox della Fase I, ma stimola quella della Fase II.

La silimarina è un inibitore della beta-glucuronidasi. Ciò evita la deconiugazione delle tossine glucurono coniugate permettendo di conseguenza
l’eliminazione dall’organismo delle tossine. Nella detossicazione da estrogeni, in caso di beta glucuronidasi intestinale batterica attiva, gli estrogeni
deconiugati possono venire riassorbiti dal corpo. Il che può condurre a una situazione di iperestrogenismo relativo. Anche il calcio-d-glucarato è un
inibitore naturale della beta-glucuronidasi. La glucuronazione è una delle più importanti reazioni coniugate della Fase II di detossicazione epatica da
molti agenti, quali gli idrocarburi cancerogeni, le nitrosamine e alcuni ormoni.

La ricerca recente ha dimostrato che la silimarina somministrata oralmente migliora la resistenza insulinica e i markers di steatoepatosi (HSI, LAP)
dopo soli 3 mesi di trattamento.
Recenti meta-analisi di 8 studi che hanno coinvolto 586 pazienti, hanno mostrato effetti positivi anche su parametri ecografici, che solitamente
richiedono interventi molto prolungati per manifestarsi (27).

26 DETOSSICAZIONE SUPPORTO EPATICO IN MEDICINA FUNZIONALE


BERBERINA
La berberina è una sostanza estratta da numerose piante dei generi Berberis e Hydrastis.

Una recente meta-analisi ha raccolto i dati in letteratura relativi all’azione di modulazione lipidica (soprattutto sui livelli di colesterolo), sui markers
epatici ed ecografici. Come per la vitamina E, la berberina ha mostrato efficacia solo a dosaggi molto alti (500-1.500mg/die) che pongono
problemi di sicurezza d’uso per trattamenti prolungati (28). Consigliamo quindi l’associazione con altre sostanze attive in modo da sfruttare le
sinergie mantenendo buon profilo di sicurezza.

Gli amminoacidi solforati quali la taurina, la cisteina e il solfato di potassio rafforzano non solo la glucuronazione, ma anche la solfatazione, reazione
questa importante della Fase II. In più la glutammina, la cisteina e la glicina sotto forma di glutatione (gamma-glutamil-cisteinil-glicina) sono non
solo un agente di coniugazione della Fase II, ma anche antiossidanti di importanza vitale con attività chelante nei confronti dei metalli pesanti.

ACIDI GRASSI OMEGA 3


L’efficacia degli omega 3 ricchi in EPA e DHA sulle dislipidemie con elevati valori di trigliceridi è nota da tempo e sappiamo essere dose dipendente.
Questa azione di modulazione metabolica da sola potrebbe spiegare l’azione epatoprotettrice soprattutto nei pazienti obesi e diabetici.
Alcune ricerche hanno mostrato la capacità degli omega 3 di ridurre i livelli circolanti di AST e GGT e li pone come nutrienti di sostegno nei processi
di detox intensiva.

Quanto tempo occorre?


Questa tappa dura da 2 a 4 settimane, in base alla gravità, la cronicità dei casi e secondo la riserva organica individuale di sostanze utili per la
detossicazione. Un individuo con una malattia cronica o che sia stato esposto a prodotti chimici dovrebbe seguire una cura di detossicazione del
fegato di almeno quattro settimane. Sappiamo anche che molte tossine suscettibili di provocare problemi di salute sono sostanze liposolubili
che vengono dunque stoccate nelle cellule adipose. Ciò significa che in alcuni pazienti un semplice programma di detossicazione eliminerà
potenzialmente tutte le tossine in circolo ma non quelle immagazzinate nel tessuto adiposo. Nei casi di esposizione importante a sostanze tossiche
è possibile utilizzare un supporto nutrizionale detossicante in modo continuativo per 6-12 mesi per favorire l’eliminazione delle tossine nel corso del
fisiologico rinnovamento cellulare a cui vanno incontro anche le cellule adipose.

Effetto nei pazienti?


Durante questa seconda fase la maggior parte dei pazienti si sente meglio a livello di energia, di funzionalità intestinale e di benessere generale
anche se qualche paziente soggetto ad un maggiore carico tossico potrebbe ancora risentire della mobilitazione delle tossine per la loro definitiva
eliminazione. Se si presentano sintomi molto fastidiosi, la cosa migliore è dimezzare i dosaggi degli integratori per 3-4 giorni prima di tornare alla
dose prestabilita. Nella fase conclusiva del programma il paziente dovrebbe sentirsi meglio e questo in genere indica che la crisi è stata superata.
Alla fine del programma di detossicazione il paziente di solito si sente molto meglio che all’inizio, ha un’idea più chiara dei suoi disturbi e molti di
questi saranno scomparsi. Nei casi di malattie cronico-degenerative, può essere necessario adottare un trattamento prolungato o continuativo.

SUPPORTO EPATICO IN MEDICINA FUNZIONALE DETOSSICAZIONE 27


3.3 Altre modificazioni durante il detox
3.3.1 Abbassare il carico tossico
Per favorire il migliore svolgimento del processo i pazienti dovranno anche ridurre il loro carico tossico e correggere l’alimentazione e lo stile di vita.

Ovviamente uno dei primi provvedimenti consiste nel ridurre l’esposizione alle tossine. Ciò diminuisce il rischio che i sintomi si aggravino durante
il processo, come pure i rischi di ricaduta una volta terminato il trattamento. L’ampiezza dell’esposizione andrà determinata di concerto con il
paziente, tenendo conto dei punti seguenti:

➜ esposizione professionale
➜ sostanze chimiche in ambiente domestico (pesticidi, detergenti, ecc.)
➜ idratazione
➜ dieta (pesticidi, lectine, alcaloidi, allergeni)
➜ sostanze voluttuarie
➜ uso di farmaci

3.3.2 Adattare le abitudini alimentari


Dal momento che le tossine provengono in gran parte da scelte alimentari scorrette è importante prevedere per i pazienti un piano dietetico di
detossicazione.

3.3.3 Adattare lo stile di vita


Oltre a modificare le proprie abitudini alimentari è necessario che i pazienti riducano o eliminino il più possibile tutte le tossine ambientali.

28 DETOSSICAZIONE SUPPORTO EPATICO IN MEDICINA FUNZIONALE


ALCUNI CONSIGLI PER OTTIMIZZARE LA DETOSSICAZIONE

1. Esercizio fisico
Allo scopo di favorire la detossicazione i pazienti dovrebbero fare una moderata attività fisica (30-40 minuti), 3 volte alla settimana.
Questo aumenta la circolazione sanguigna e facilita l’eliminazione delle tossine dai tessuti. Tra le attività raccomandate lo yoga,
il nuoto, le passeggiate e la bicicletta. Durante il trattamento non viene raccomandata l’attività fisica intensa poiché potrebbe
interferire con o ostacolare il processo di detossicazione riducendo la disponibilità dei nutrienti necessari per una detossicazione
ottimale.

2. Abbandonare alcune cattive abitudini


Le sostanze voluttuarie più pericolose della nostra società sono caffè, fumo e alcolici. Se il vostro paziente vi ricorre in modo
regolare gli si dovrà consigliare di abbandonarle, perlomeno durante il programma Detox. Alcuni alcolici come il vino rosso, in
quantità moderata, possono dare dei benefici. Il paziente potrà dunque consumarlo una volta terminato il programma Detox, ma
non mentre lo sta seguendo. Le altre sostanze voluttuarie interferiscono con il processo di detossicazione e vanno bandite.

3.Ridurre l’assunzione di farmaci inutili


I prodotti farmaceutici intralciano il processo di detossicazione e aumentano il carico tossico; sarà dunque consigliato al paziente di
ridurre al minimo l’assunzione di medicinali non necessari.

4. Idratazione
Una delle cose più facili da fare nella detossicazione per i vostri pazienti è bere molta acqua. Idealmente l’acqua dev’essere la più
pura possibile e se ne dovrebbero assumere almeno due litri al giorno, a maggior ragione se fa caldo o durante l’attività fisica. In
linea generale, meno è chiara l’urina più bisogna bere. L’acqua presente in alcolici, tè o caffè non conta. Evitare il caffè (anche il
decaffeinato) e gli infusi non a base di piante perché il loro effetto diuretico potrebbe interferire con la detossicazione.

5. Detossicazione dell’ambiente
L’ambiente domestico e quello lavorativo rappresentano grandi fonti di sostanze tossiche. I pazienti dovranno cercare di eliminare
o di ridurre al minimo l’uso di detergenti contenenti sostanze tossiche (aceto, bicarbonato e altri prodotti naturali sono buone
alternative), i deodoranti con sali di alluminio, i pesticidi, gli erbicidi, le vernici, i solventi e le pitture. Bisogna, se possibile, ridurre
l’esposizione all’inquinamento del traffico e industriale, ma anche l’esposizione alla polvere e ai funghi.

SUPPORTO EPATICO IN MEDICINA FUNZIONALE DETOSSICAZIONE 29


3.4 Test Pre Detox
3.4.1 Questionario sulla permeabilità intestinale

Questionario sulla permeabilità intestinale 0 = Mai o raramente


2 = Spesso
1 = Media - a volte
3 = Acuta- quasi sempre
Visita 1 Visita 2

0 1 2 3 0 1 2 3
Stitichezza e/o diarrea
Data della visita 1: ..../..../........ Data della visita 2: ..../..../........
Dolore addominale o sensazione di gonfiore
Cognome:
Muco o sangue nelle feci
Nome: Dolore o gonfiore alle articolazioni, artrite
Fatica cronica o frequente
Seni paranasali o naso chiuso
Punteggio totale visita 1:
Infezioni croniche o frequenti
Punteggio totale visita 2: Eczema, eruzioni cutanee
Uso di FANS (es. Ibuprofene, Aspirina,...)

Punteggio 1 - 5 Permeabilità intestinale normale Uso di antibiotici

Punteggio 6 -10 Possibile permeabilità intestinale aumentata Consumo importante di alcol

Punteggio 11 - 19 Permeabilità intestinale aumentata probabile Colite ulcerosa, morbo di Crohn o celiachia
Asma, rinite o allergie respiratorie
Punteggio 20+ Permeabilità intestinale aumentata
Allergie alimentari-ipersensibilità o intolleranze
Source: Lipski E., Leaky Gut Syndrome, M.S., C.C.N., A Keats Good Health Guide Confusione mentale, scarsa memoria o sbalzi di umore
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30 DETOSSICAZIONE SUPPORTO EPATICO IN MEDICINA FUNZIONALE


3.4.2 MSQ e XTT

DETOX Questionario di detossicazione DETOX Questionario di detossicazione


XTT TESTO DI TOLLERABILITÀ AI XENOBIOTICI
Nome: ......................................................................................................................................................................................................................................................................Data: ..............................................................................
Da una valutazione dei sintomi seguenti per i 30 giorni scorsi 1. Assume regolarmente dei farmaci? 7. Ha sintomi particolari quando si espone ai profumi, gas di scarico, odori forti?

Scala 0= mai o raramente 1 = media -a volte 2 = spesso 3 = quasi sempre, ma poco intenso 4 = quasi sempre e intensamente ❒ Si (1 pt) ❒ Si (1 pt) ❒ No (0 pt) ❒ No so (0 pt)
In caso di si, quanti ne assume in questo periodo?
Peso 8. Ha disturbi a seguito del consumo di piccole quantità di alcol?
MSQ QUESTIONARIO DI SINTOMI MEDICALI desiderio eccessivo di mangiare o bere ____ (1 pt ciascuno)
❒ Si (1 pt) ❒ No (0 pt) ❒ No so (0 pt)
desiderio eccessivo di alcuni alimenti ❒ No (0 pt)
Testa Pelle eccesso di peso 9. Ha una storia personale di:
cefalea acne comportamento alimentare compulsivo 2. Assume attualmente uno o più di questi farmaci?
❒ Ipersensibilità ambientale o chimica (5 pt)
sensazione di mancamento irritazione, rash, pelle secca ritenzione idrica ❒ H2 antagonisti, PPI (2 pt)
vertigini perdita di capelli
❒ Sindrome da fatica cronica (5 pt)
peso insufficiente ❒ Paracetamolo, FANS (2 pt)
insonnia rossore o vampate di calore Totale ❒ Sensibilità chimica multipla (5 pt)
Totale sudorazione eccessiva ❒ TOS, contraccetivi (2 pt)
Energia/attività ❒ Fibromialgia (3 pt)
Occhi Totale fatica/passività/lentezza nei movimenti 3. Se ha assunto o assume ancora i farmaci come descriverebbe la sua situazione? ❒ Sintomi simili al tremore parkinsoniano (3 pt)
che prudono o che lacrimano Cuore apatia, letargia
gonfi, arrossati o con produzione di muco irregolarità del battito/tachicardia ❒ Effetti indesiderati + farmaco(i) efficace(i) a basse dosi (3 pt) ❒ Dipendenze da alcolici o altri intossicanti (2 pt)
iperattività
borse sotto gli occhi angina o dolori al petto agitazione ❒ Effetti indesiderati + farmaco(i) efficace(i) ai dosaggi abituali (2 pt) ❒ Asma (1 pt)
visione offuscata (Non include problemi alla Totale Totale ❒ Effetti indesiderati + farmaco(i) solitamente inefficace(i) (2 pt)
visione da vicino o da lontano) 10. È stato esposto a sostanze chimiche tossiche come quelle presenti in erbicidi,
Polmoni Cervello
Totale ❒ Niente effetti indesiderati + farmaco(i) solitamente efficace(i) (0 pt) insetticidi, pesticidi, o altri inquinanti organici?
congestione memoria labile
Orecchie ❒ Si (1 pt) ❒ No (0 pt)
asma, bronchite confusione, problemi di comprensione 4. Fuma o fumava regolarmente nei 6 mesi precedenti?
che prudono
mancanza di fiatto insufficiente concentrazione
dolenti o con infezioni ❒ Si (2 pt) 11. Ha reazioni particolari o di tipo allergico a seguito del consumo di solfiti
difficoltà a respirare insufficiente coordinazione contenuti in certi alimenti come vino, frutta secca, insalate?
produzione o secrezione di muco ❒ No (0 pt)
Totale difficoltà nel prendere le decisioni
acufeni (suoni percepiti all’interno delle ❒ Si (1 pt) ❒ No (0 pt) ❒ No so (0 pt)
orecchie) Tratto digestivo difficoltà nel trovare le parole giuste 5. Ha mai avuto reazioni avverse importante a seguito di assunzione di caffè o
Totale nausea, vomito difficoltà di dizione altri prodotti contenenti caffeina?
Naso diarrea difficoltà nell’apprendimento
TOTALE COMPLESSIVO XTT
❒ Si (1 pt)
naso chiuso stitichezza Totale
flautolenza, produzione eccessiva di gas ❒ No (0 pt)
problemi ai seni paranasali Emozioni
rinite bruciore di stomaco umore altalenante ❒ No so (0 pt) VALUTAZIONE GLOBALE
crisi di starnuti crampi allo stomaco o tensione addominale ansia, paura, nervosismo
6. Conosce la sensazione di ‘cervello annebbiato’, Punteggio MSQ
formazione eccessiva di muco Totale collera, irritabilità, agressività
di fatica mentale o sonnolenza? (Alto > 50 ; moderato 15-49 ; basso < 14)
Totale Muscoli/articolazioni depressione
Bocca/Gola dolori alle articolazioni Totale ❒ Si (1 pt) Punteggio XTT
tosse cronica artrite Altro ❒ No (0 pt) (Alto > 10 ; moderato 5-9 ; basso < 4)
bisogno frequente di schiarirsi la gola rigidità o limitazione dei movimenti si ammala frequentemente
mal di gola, gola secca dolori muscolari perdite urinarie o urgenza di urinare
voce rauca o perdita di voce sensazione di debolezza o fatica perdite o prurito ai genitali Attenzione: i pazienti con un punteggio MSQ elevato ma un punteggio XTT basso potrebbero presentare una patologia senza legame ad un carico tossico. Altri mec-
Totale Totale Totale canismi devono essere presi in considerazione come per esempio i problemi di infiammazione/immunità/allergici, i problemi gastrointestinali, stress ossidativo, problemi
TOTALE COMPLESSIVO MSQ ormonali o legati ai neurotrasmettitori, carenze nutrizionali, ecc.
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SUPPORTO EPATICO IN MEDICINA FUNZIONALE DETOSSICAZIONE 31


4 UN CASO SPECIFICO:
NAFLD E
IPERTRANSAMINASEMIA
La steatosi epatica non alcolica (NAFLD) è una condizione clinica caratterizzata dall’infiltrazione lipidica del fegato che colpisce il 25% degli adulti,
con una prevalenza dal 50% al 75% nei pazienti diabetici e obesi. L’evoluzione naturale della patologia riguarda il 30% dei casi, che progrediscono
verso la steatoepatite non alcolica (NASH) e successivamente fibrosi, cirrosi epatica ed epatocarcinoma. Tuttavia, le principali cause di mortalità
dei pazienti con NAFLD sono le malattie cardiovascolari (29).

La NAFLD si accompagna talvolta ad un aumento delle transaminasi (AST, ALT e GGT) ma molto spesso può essere asintomatica per lunghi anni.
Questo rende la patologia ancora più subdola.
Al momento non esistono farmaci specifici approvati sul mercato per il trattamento della NAFLD o che siano in grado di normalizzare
l’ipertransaminasemia. Il trattamento si basa essenzialmente su modifiche della dieta, promozione dell’attività fisica e dello stile di vita.

Alcuni micronutrienti hanno dimostrato di contribuire al miglioramento dell’infiltrazione lipidica del fegato e dei relativi parametri antropometrici,
emodinamici e/o biochimici. Tra questi, la silimarina, la vitamina E, la vitamina D, gli acidi grassi polinsaturi della serie omega-3, l’astaxantina, il
coenzima Q10, la berberina, la curcumina, il resveratrolo e gli organismi probiotici (con attività ceppo specifica) (29).

Ovviamente l’intervento nutraceutico non può essere sostitutivo


della modifica dello stile di vita ma può certamente rafforzarne
l’impatto salutistico e preventivo con effetti misurabili su
parametri ematologici come le transaminasi.

Uno studio dell’Università di Bologna, in corso di pubblicazione, ha studiato l’effetto di una miscela di vitamine (gruppo B attive), minerali (Zn, Se,
Mg) ed estratti vegetali (carciofo, cardo mariano, melograno, tè verde) in pazienti adulti con steatosi epatica di grado lieve. Questi pazienti hanno
mostrato una riduzione delle transaminasi del 35% in soli 3 mesi, senza un intervento dietetico restrittivo.

32 DETOSSICAZIONE SUPPORTO EPATICO IN MEDICINA FUNZIONALE


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ed è destinato al personale che si occupa professionalmente di salute e nutrizione.
Non è rivolto ai profani/consumatori. Diagnosi e trattamento delle patologie vanno ef-
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