Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
2. IL PROCESSO DETOX 7
2.1 Intestino7
2.2 Fegato10
2.3 Il supporto adeguato alle diverse fasi di detossicazione 17
2.4 Altre considerazioni relative al detox 19
3. IL PROGRAMMA DETOX 21
3.1 Tappa 1 : Trattamento dell’apparato digerente 21
3.2 Tappa 2: Eliminazione delle tossine 25
3.3 Altre modificazioni durante il detox 28
3.3.1 Abbassare il carico tossico 28
3.3.2 Interventi sulle abitudini alimentari 28
3.3.3. Interventi sullo stile di vita 28
3.4 Test Pre detox 30
3.4.1 Questionario sulla permeabilità intestinale 30
3.4.2 MSQ e XTT 31
5. BIBLIOGRAFIA 33
Exposoma
Il concetto di Exposoma fu proposto per la prima volta dall’epidemiologo C.P. Wild e comprende tutti i segnali ambientali che arrivano al nostro
organismo sin dal momento del concepimento. Questi segnali agiscono modulando l’espressione del genoma e dalle interazioni dei due si produce
il fenotipo.
Nel corso della nostra vita siamo esposti a tossine esogene (esotossine) attraverso i polmoni, la pelle e l’apparato digerente. Fra le esotossine
troviamo sostanze come l’alcol, la nicotina, i gas di scarico, i rifiuti industriali, i pesticidi, gli erbicidi, gli additivi alimentari (coloranti, aromi
artificiali, ecc.), i farmaci e le droghe di abuso, i solventi e i metalli pesanti.
RN
IN
Stress Politerapia
E
Leaky gut Inquinamento
Radicali Alimentazione
coloranti, aromi
liberi artificiali, conservanti
Sostanze
Digestione
chimiche
difficile pesticidi,
erbicidi
Altre importanti fonti di tossicità sono i sottoprodotti endogeni del metabolismo e quelli originati da un cattivo funzionamento dell’apparato
digerente. I metaboliti tossici ed i sottoprodotti di organismi disbiotici (vale a dire nocivi e patogeni) assorbiti a livello intestinale sono i principali
responsabili della tossicità endogena. Se mal digeriti, gli alimenti possono rappresentare il carburante per la crescita di organismi patogeni o la
sovracrescita di opportunisti normalmente presenti nell’intestino in quantità limitata. Tali organismi comprendono virus, batteri patogeni e funghi
(soprattutto lieviti come la Candida albicans).
Il concetto di “carico totale” indica la sommatoria di tutti i fattori di tossicità che influiscono sulla fisiologia del paziente. Quelli che più
frequentemente partecipano al carico tossico totale sono:
A livello ambientale o per ragioni professionali può capitare di venire esposti a dosi elevate di una determinata sostanza tossica. Tuttavia è più
frequente trovare pazienti esposti per lunghi periodi a una vasta gamma di prodotti chimici. Ciascuno di questi, preso singolarmente, può non
rivelarsi abbastanza nocivo da provocare malattie ma, combinato con gli altri, può mettere a rischio la salute fino al punto da rendere visibili
sintomi specifici e/o aspecifici. Livelli ridotti di esposizione rispetto ai limiti dichiarati di tossicità possono determinare alterazioni funzionali. Il
seguente studio su modelli animali illustra bene tale principio. Alcuni ricercatori hanno somministrato dosi di mercurio e piombo a un gruppo di
animali. Somministrati separatamente avrebbero dovuto provocare normalmente solo la morte dell’1% delle cavie. La combinazione di piccole dosi
dei due metalli ha invece provocato la morte del 100% degli animali nel giro di cinque giorni (1).
➜ cefalee croniche
➜ mialgie e debolezza muscolare
➜ parestesie
➜ infezioni e infiammazioni croniche
➜ infertilità
➜ disturbi mestruali come dismenorrea, PMS, sensibilità mammaria, menorragie, ciclo mestruale irregolare
➜ ipersensibilità alle sostanze chimiche ambientali, agli odori e ipersensibilità chimica multipla
➜ allergie
➜ disturbi digestivi
➜ stanchezza cronica e letargia
➜ depressione, ansia e/o sbalzi d’umore
➜ aumento di peso e difficoltà a dimagrire
➜ dermatiti (acne, eczema, psoriasi)
➜ problemi di memoria a breve termine e di concentrazione
➜ anemia
In tutti questi casi il sovraccarico epatico può essere uno dei fattori scatenanti della patologia, che sommato ad altri (squilibri intestinali, stress
ossidativo, carenze micronutrizionali, squilibri metabolici, ecc.) può portare all’espressione della patologia. Molto spesso un protocollo di
detossicazione può supportare il trattamento farmacologico a numerose patologie infiammatorie, autoimmuni e cronico-degenerative. Per questo
motivo la detossicazione epatica costituisce a buon diritto uno dei pilastri principali della medicina funzionale.
Per molti pazienti l’intestino è la principale fonte di esposizione alle tossine provenienti dall’alimentazione e dai prodotti chimici ingeriti. La flora
intestinale rappresenta anch’essa una fonte continua di metaboliti che raggiungono la circolazione sistemica. La flora intestinale può produrre
molecole in grado di stimolare o ostacolare il processo di detossicazione. Quando le colonie microbiche sono destabilizzate possono proliferare le
specie produttrici di metaboliti pro-intossicanti. Si sono rinvenuti metaboliti di origine micotica e batterica nelle urine di pazienti affetti da diverse
patologie, un trattamento a base di antimicotici o battericidi può ridurre il tasso di tali metaboliti.
Batteri simbionti benefici Micronutrienti Butirrato Giunzioni serrate Batteri patogeni Allergeni Tossine
Gli enterociti intestinali sono legati da “giunzioni serrate” in modo da impedire il passaggio di tossine, patogeni e macromolecole attraverso gli spazi
extracellulari. Il trasporto dei nutrienti avviene principalmente a livello intracellulare grazie all’azione di trasportatori specifici. Quando si instaurano
processi di squilibrio a carico del microbiota, dello strato di muco, delle proteine di giunzione, la funzione di barriera non è più garantita e aumenta
il carico tossico al fegato.
Il microbiota intestinale ha la capacità di riattivare certe tossine. Di conseguenza lo xenobiota può essere riassorbito e ritornare in circolo.
Oltre a innumerevoli sostanze chimiche, possono entrare in circolo i frammenti delle pareti batteriche dei gram negativi. Tali frammenti (definiti
lipopolisaccaridi o LPS) sono annoverati fra i più potenti ‘trigger’ della reazione infiammatoria. Vengono individuati dalle cellule di Kupffer (i
macrofagi del fegato) e provocano l’aumento della produzione di mediatori infiammatori come il fattore di necrosi tumorale (TNFa). Questo può
aggravare le infiammazioni esistenti o provocare una risposta immunitaria eccessiva.
Probiotici e prebiotici
Se si introducono dei batteri buoni nell’apparato digerente, vale a dire i probiotici, è possibile mantenere il corretto equilibrio. Batteri come il
Lactobacillus acidophilus NCFM® riducono la presenza di organismi disbiotici in due modi. Da un lato, dopo aver colonizzato l’intestino ed iniziato
a proliferare, competono con i batteri “cattivi” nella ricerca di nicchie ecologiche e risorse energetiche. Inoltre possono produrre sostanze naturali
antimicrobiche “le batteriocine” che inibiscono la crescita dei microrganismi patogeni.
La crescita di batteri buoni come i bifidobatteri e i lattobacilli può essere favorita dalla presenza di fibre indigeribili come i F.O.S. e le inuline
conosciute anche come fibre prebiotiche o “prebiotici”.
Il nostro microbiota cambia continuamente nel tempo è dunque necessario adattare i ceppi dei probiotici e il loro dosaggio all’età.
Figura 4 : L’evoluzione del microbiota dipende dall’età, Walker, JPGN 2000; 30(Suppl 2):S2-S7
In molte persone la barriera intestinale è alterata, il che è causa della sindrome da permeabilità intestinale. In questi casi le macromolecole che
provengono dagli alimenti e dalla digestione passano nel sangue.
Numerosi fattori ne sono all’origine:
➜ Transito intestinale lento (per esempio carenza di fibre o troppi alimenti elaborati)
➜ Motilità intestinale e funzione peristaltica scarse
➜ Irritazioni e danni a carico delle cellule intestinali causati dai microrganismi patogeni
➜ Irritazioni e danni a carico delle cellule causati dalle lectine e da altre sostanze di origine alimentare
Oltre a probiotici e prebiotici altri micronutrienti e sostanze bioattive possono aiutare a mantenere o ripristinare la funzione di barriera intestinale
e tra queste:
➜ La glutammina
➜ Lo zinco e il selenio
➜ La quercetina
➜ Gli antiossidanti naturali (polifenoli)
➜ Gli antinfiammatori naturali (curcumina e acidi boswellici).
La fisiologia classica descrive solo 2 fasi: funzionalizzazione e coniugazione. La medicina funzionale considera anche una Fase III di eliminazione che
riveste un’importanza chiave. Questa fase è svolta dagli apparati emuntori e attraverso la bile. Altri processi minori sono implicati nella detossicazione.
Vedi la Figura 5 (3).
Radicali liberi
antiossidanti
Gli enzimi CYP450 si trovano essenzialmente nel reticolo endoplasmatico e nei mitocondri. La Fase I si svolge prevalentemente a livello epatico,
tuttavia si può osservare un’attività significativa dei CYP450 a livello di altri tessuti del corpo come la parete intestinale, i reni, i polmoni ed il
cervello. I prodotti intermedi della detossicazione sono spesso sostanze radicaliche pro-ossidanti in grado di provocare un danno cellulare, in
particolar modo alle membrane o al DNA (5).
Determinate predisposizioni genetiche combinate con l’esposizione a sostanze tossiche (fumo, alcol, ecc.) possono aumentare lo squilibrio fra una
Fase I troppo attiva e una Fase II insufficiente. Ciò può determinare l’accumulo di sostanze reattive intermedie pericolose.
La Fase II dipende da un adeguato apporto di amminoacidi. Anche la sintesi di glutatione, potente antiossidante e coniugante della Fase
II, necessita di 3 amminoacidi (glicina, cisteina e acido glutammico). Un gran numero di comuni farmaci, tra cui gli antibiotici, i metalli
pesanti e le tossine di origine industriale, gli agenti pro-infiammatori e le tossine batteriche vengono tutti metabolizzati tramite queste vie.
Comunque sia, se l’organismo è esposto a quantità elevate di queste sostanze o in modo continuativo, si ha un maggiore stress ossidativo,
le riserve tissutali di glutatione si esauriscono rendendo inefficaci queste vie di detossicazione. La glutatione - S-transferasi (GST) è un
enzima di Fase II che coniuga queste tossine al glutatione (7).
La solfotransferasi (SULT) e l’UDP-glucuronosiltransferasi (UGT), che catalizzano la solfatazione e la glucuronazione, possono avere un
ruolo importante nella coniugazione e in definitiva anche nell’escrezione ed eliminazione di numerosi farmaci e xenobiotici contenenti
gruppi funzionali idrossilici (OH). Tali reazioni di Fase II necessitano di cofattori che vengono consumati nel corso del processo, rendendo
necessario un adeguato apporto dietetico oppure una somministrazione sotto forma di integrazione alimentare.
Farmaci e detossicazione
La maggior parte dei farmaci viene eliminata attraverso le Fasi I e II della detossicazione. Alcuni di essi sono in grado di interferire con la
detossicazione agendo da induttori o inibitori degli enzimi epatici. Le interazioni tra farmaci e quelle tra farmaci e citocromi sono alla base
degli effetti collaterali indotti dall’assunzione contemporanea di molti medicinali. Questo può anche aumentare la tossicità di altri prodotti
chimici ambientali. Sono frequenti i casi di soggetti in trattamento con farmaci in grado di inibire gli enzimi CYP450 che in seguito hanno
sviluppato reazioni inattese a deboli dosi di pesticidi o diserbanti normalmente innocui (8).
➜ la dieta e lo stile di vita – quantità e tipo di nutrienti e fitochimici consumati (o non consumati),
presenza o meno di attività fisica, consumo di alcolici e fumo, stress
➜ l’ambiente – il grado di esposizione alle tossine ambientali
➜ i polimorfismi genetici
➜ e tà e sesso – con l’invecchiamento le vie di detossicazione diventano meno efficaci ed efficienti,
e un maggior tasso di progesterone rispetto agli estrogeni aumenta l’attività del CYP450
➜m
alattie – le patologie epatiche in particolare e la scarsa integrità delle cellule delle membrane dovuta
a cattiva qualità e quantità dei grassi alimentari influiscono negativamente sull’equilibrio Fase I/Fase II
➜ f armaci – questi possono agire sia come induttori sia come inibitori
I polimorfismi sono molto frequenti. La maggior parte dei geni CYP450 è soggetta a polimorfismi genetici, esattamente come accade per i geni
degli enzimi di Fase III. Il ventaglio di polimorfismi di GSTM1 & GSTT1 (geni con l’informazione degli enzimi detossicanti) si estende dal 40% al
50% e dal 10% al 65% rispettivamente in Occidente e in Asia. Sia i polimorfismi genetici GSTM1 che GSTT1 sono considerati fattori significativi
dell’aumento di vulnerabilità alle tossine ambientali. E’ stato dimostrato che influiscono sulla suscettibilità a diversi tipi di tumori, e sono considerati
alla stregua di modificatori di rischio per diversi disturbi indotti dall’ambiente, compreso il morbo di Parkinson(12). Vi sono esempi in cui soggetti con
determinati polimorfismi presentano una minor efficacia dei farmaci a causa di un metabolismo ultrarapido o che, per induzione di una espressione
genica, soffrono con maggiore frequenza e intensità degli effetti indesiderati dei trattamenti farmacologici (13). Somministrare dosi maggiori di
certi nutrienti arriva a modulare l’impatto di tali polimorfismi.
SOD 2
La superossido dismutasi manganese dipendente è un enzima antiossidante della matrice mitocondriale, responsabile della detossificazione di
specie reattive dell’ossigeno (ROS). Il polimorfismo è legato alla capacità di trasporto dell’enzima nel mitocondrio e di conseguenza la sua capacità
antiossidante.
SOD3
SOD3 è il principale enzima antiossidante extracellulare. Recenti studi associano un polimorfismo del gene SOD3 con una riduzione dell’attività
antiossidante tissutale.
CATALASI
La catalasi è un enzima coinvolto nella detossificazione della cellula dei ROS. L’attività di questo enzima può variare per la presenza di una mutazione
presente nel gene CAT. I soggetti che presentano questa variante esprimono un quantitativo di catalasi ridotto e pertanto sono maggiormente
soggetti a stress ossidativo.
GLUTATIONE S TRANSFERASI
Glutatione è un potente antiossidante prodotto dall’organismo. Esso è un enzima che partecipa direttamente alla neutralizzazione dei radicali liberi
(composti reattivi dell’ossigeno) e mantiene gli antiossidanti interni, come la vitamina C ed E, nella loro forma attiva. Le Glutatione - S-Transferasi
(GSTs) sono una famiglia di enzimi detossificanti codificati da geni polimorfici comprendente 5 classi: Alpha, Pi, Mu, Theta e Zeta.
Altri test genetici possono essere correlati con la capacità di detossicazione endogena come MAO e COMT. Importante anche la capacità di
detossicazione dagli estrogeni che può dipendere fortemente da segnali epigenetici.
Gli antiportatori di Fase III includono le ‘organic cation transport proteins’ (OCTPs),
le ‘organic anion transport proteins’ (OATPs), le P-glicoproteine (P-gp), la ‘breast
cancer resistance protein’ (BCRP) e le ‘multi-drug resistance associated proteins’
(MRPs), e rappresentano una componente importante delle difese e dei meccanismi di
depurazione. Proprio come il processo di Fase II, anche quello di Fase III dipende dalla
dieta dal momento che necessita di amminoacidi e glutatione (15). Se gli antiportatori
epatici di Fase III non funzionano in modo ottimale, le tossine metabolizzate non
possono essere escrete al di fuori degli epatociti e possono provocare danni ai
mitocondri e al DNA delle cellule.
Se invece si effettua la detossicazione tenendo conto di questi fattori e con il giusto apporto dei nutrienti adatti a supportare l’intero processo, è
possibile realizzare un trattamento semplice, bilanciato e sicuro.
Detossicazione equilibrata
Le 3 fasi della detossicazione dovrebbero avvenire in maniera sequenziale ed equilibrata, in modo tale che le tossine grezze possano essere elaborate
velocemente e in tutta sicurezza. Dato che molti pazienti presentano spesso un’attività aumentata della Fase I e un’attività normale o inibita della
Fase II e/o Fase III, il modo migliore per realizzare una detossicazione ottimale è migliorare l’attività delle Fasi II e III, sincronizzandole con quelle
di Fase I.
La moderna alimentazione occidentale, ricca di farine raffinate e prodotti processati ma povera di verdure, frutta, semi e frutta in guscio, determina
un aumento dell’acidità metabolica. Questo comporta numerosi effetti negativi per la salute ed il metabolismo, compreso il deterioramento del
processo di detossicazione. L’organismo cerca di mantenere un pH del sangue tra 7.35 e 7.45, e delle urine tra 4.5 e 8.0 (16). Ogni alterazione
dell’equilibrio acido-base ha per conseguenza il malfunzionamento cellulare e l’indebolimento dell’attività di detossicazione di Fase III.
Ripristinare un livello di pH adeguato è dunque parte essenziale di un programma di detossicazione completo.
Lo zinco è tra i micronutrienti più efficaci nel supportare l’equilibrio acido-base dell’organismo in quanto cofattore dell’anidrasi carbonica, enzima
deputato a sostenere il sistema tampone dei carbonati. Carenze di zinco, molto frequenti nella popolazione generale, compromettono tra l’altro
anche i normali processi di equilibrio acido-base.
Favorire l’eliminazione dei metalli pesanti tossici dall’organismo ha un’importanza fondamentale al fine di aiutare i nostri pazienti a disintossicarsi.
La detossicazione dai metalli pesanti dipende da una famiglia di proteine chiamate metallotioneine. Tali proteine, ricche in cisteina, sono necessarie
per lo stoccaggio, il trasferimento e la detossicazione degli ioni metallici intracellulari. Le metallotioneine si legano a diversi metalli tossici (in
particolare al mercurio e al cadmio) e trasportano tali metalli tossici verso il fegato o i reni per essere sottoposte a coniugazione con glutatione e di
conseguenza escrete. Inoltre le metallotioneine riducono la tossicità tissutale impedendo ai metalli tossici di legarsi, e reagire ad altre biomolecole
generando danni ossidativi. Utilizzare fattori inducenti le metallotioneine (per es. l’integrazione di zinco, la pratica di uno sport o il digiuno), è di
grande importanza ai fini di un programma di detossicazione efficace e completo.
CONCETTI ESSENZIALI
• Siamo esposti quotidianamente a tossine attraverso il cibo e l’ambiente, come pure a una produzione endogena
da parte dei processi metabolici.
• Le tossine hanno effetti sinergici. Anche se i livelli singoli di tossine risultano minimi, il carico complessivo può
risultare molto tossico.
• Le tossine possono aggravare il decorso delle malattie.
• Esistono tre fasi di detossicazione epatica, che devono essere tutte in equilibrio perché l’eliminazione delle tossine
abbia buon fine.
• E’ l’intestino la fonte principale di esposizione alle tossine, e la buona integrità intestinale, come pure la corretta
funzione di secrezione attraverso la bile e l’urina (funzione renale adeguata e pH equilibrato) sono le chiavi perché
la detossicazione abbia successo.
Una volta riequilibrato l’ecosistema intestinale e trattato il carico tossico, modificando lo stile è possibile passare all’ultima tappa che consiste nel
rafforzare i processi naturali di detossicazione, così che le tossine accumulate nel corpo possano essere eliminate.
RIMPIAZZARE
Talvolta il processo digestivo è fortemente ostacolato da carenze di enzimi digestivi o ipocloridria. Ricordiamo
che l’acidità gastrica è fondamentale per l’abbattimento della carica batterica alimentare, per la digestione
delle proteine e per l’abbattimento del carico antigenico alimentare. Le carenze enzimatiche possono essere
dovute al processo di invecchiamento, a patologie (gastrite atrofica, insufficienza pancreatica); l’ipocloridria è
spesso causata da abuso di farmaci antiacido come gli inibitori di pompa protonica. Normalmente i disturbi della
digestione vengono trattati in modo sintomatico con molecole procinetiche come il domperidone e la metoclopramide
che influiscono positivamente sulla motilità dell’apparato gastrointestinale. Oltre agli effetti procinetici questi farmaci hanno
anche un’attività antiemetica e diminuiscono la sensazione di nausea. E’ pur vero però che questi procinetici non vanno a sostenere la
digestione propriamente detta.
L’attività degli enzimi batterici, in particolare della ß-glucuronidasi, la nitroreduttasi e azoreduttasi, partecipa alla trasformazione di
sostanze pre-cancerogene in sostanze cancerogene in seguito alla riattivazione di tossine precedentemente coniugate. Ridurre l’attività
di tali enzimi ha dunque effetti protettivi riguardo al ritorno di tossicità. Integrare ogni giorno con una miscela che contenga NCFM®
dimezza l’attività di questi tre enzimi nel corpo umano. (18).
Bifidobacterium lactis Bi-07® è un ceppo di bifidobatteri con efficacia clinicamente dimostrata e che contribuisce a:
Il Bifidobacterium lactis Bi-07® è noto per la sua capacità di ridurre il grado di colonizzazione da Candida nelle diverse parti del tratto
intestinale, come pure la gravità delle candidosi.
I lactobacilli e i bifidobatteri hanno dimostrato in studi clinici controllati con placebo di migliorare nell’arco di 8 settimane i parametri
ematici di colesterolemia e transaminasemia. Come sappiamo l’azione probiotica è ceppo specifica e quindi occorre tempo prima che si
possano avere conferme relativamente all’efficacia epatoprotettrice di numerosi ceppi molto promettenti come Lactobacillus rhamnosus
GG, S. thermophilus, L. bulgaricus, L. plantarum e L. salivarius.
RIPARARE
Una fase delicata e importantissima del processo di guarigione. Riparare le microlesioni o fasi erosive eventualmente
presenti non è sufficiente. L’obiettivo finale è ripristinare il corretto funzionamento della funzione di barriera
normalizzando così la permeabilità intestinale. In questo modo anche i processi infiammatori e immunitari
tenderanno a normalizzarsi in poche settimane.
La glutammina è il carburante preferito dagli enterociti dell’intestino tenue e contribuisce a mantenere l’integrità delle
mucose. La glutammina serve anche da precursore per la sintesi di nucleotidi, in particolare nelle cellule a rapido ricambio, come i
linfociti e le cellule intestinali (21). La glutammina è generalmente ben tollerata e sicura e ha un effetto positivo sulla risposta mediata da
citochine nell’intestino. Tali effetti forniscono un’ulteriore motivazione all’integrazione con glutammina al fine di modulare l’infiammazione
intestinale in diverse condizioni cliniche (22).
I modelli sperimentali suggeriscono che la glutammina potrebbe contribuire a preservare la mucosa intestinale mediante l’induzione
specifica di proteine di shock termico HSP. L’assunzione di glutammina rappresenterebbe pertanto una eventuale soluzione terapeutica
nelle infiammazioni e anche nelle malattie infiammatorie intestinali (23). Questa sostanza ha anche altri effetti positivi sull’apparato
gastrointestinale e a livello sistemico; si tratta di un amminoacido di grande importanza nella detossicazione.
VITAMINA E
Questa vitamina liposolubile è stata molto studiata nelle patologie epatiche, da sola o in associazione a estratti vegetali (silimarina). Le dosi efficaci
per ridurre infiammazione e fibrosi epatica sono molto più alte dell’Assunzione di Riferimento (AR) per la vitamina, per cui la mono-terapia per
tempi prolungati solleva giustificati dubbi di sicurezza d’uso.
La curcumina ha mostrato efficacia epatoprotettiva in pazienti con sindrome metabolica e/o NAFLD riducendo i markers ecografici di steatosi
epatica e le transaminasi (25).
La curcumina, al pari di molti estratti vegetali ha importanti limitazioni nell’assorbimento intestinale, che sono state brillantemente ovviate da
moderne tecniche farmacologiche (26). Le curcumine bio-ottimizzate, sia in forma micellare (brevetto Novasol) che coniugate a ciclodestrine
(brevetto Cavamax), sono in grado di garantire tutti gli effetti benefici e il profilo di sicurezza della curcumina aumentandone la biodisponibilità fino
a 1350 volte rispetto alla curcumina estratto secco.
SILIMARINA
La silimarina, estratta dal cardo mariano (Silybum marianum), ha un’efficacia scientificamente dimostrata sulla funzionalità epatica e sulla
detossicazione. Utilizzata da secoli, la silimarina è uno dei migliori rimedi vegetali nei casi di problemi epatici, stress e tossicità. La silimarina stimola
la rigenerazione dei tessuti e protegge il fegato dagli effetti nocivi delle diverse tossine grazie alle sue potenti proprietà antiossidanti. E’anche un
modulatore biofunzionale, dato che riduce l’attività detox della Fase I, ma stimola quella della Fase II.
La silimarina è un inibitore della beta-glucuronidasi. Ciò evita la deconiugazione delle tossine glucurono coniugate permettendo di conseguenza
l’eliminazione dall’organismo delle tossine. Nella detossicazione da estrogeni, in caso di beta glucuronidasi intestinale batterica attiva, gli estrogeni
deconiugati possono venire riassorbiti dal corpo. Il che può condurre a una situazione di iperestrogenismo relativo. Anche il calcio-d-glucarato è un
inibitore naturale della beta-glucuronidasi. La glucuronazione è una delle più importanti reazioni coniugate della Fase II di detossicazione epatica da
molti agenti, quali gli idrocarburi cancerogeni, le nitrosamine e alcuni ormoni.
La ricerca recente ha dimostrato che la silimarina somministrata oralmente migliora la resistenza insulinica e i markers di steatoepatosi (HSI, LAP)
dopo soli 3 mesi di trattamento.
Recenti meta-analisi di 8 studi che hanno coinvolto 586 pazienti, hanno mostrato effetti positivi anche su parametri ecografici, che solitamente
richiedono interventi molto prolungati per manifestarsi (27).
Una recente meta-analisi ha raccolto i dati in letteratura relativi all’azione di modulazione lipidica (soprattutto sui livelli di colesterolo), sui markers
epatici ed ecografici. Come per la vitamina E, la berberina ha mostrato efficacia solo a dosaggi molto alti (500-1.500mg/die) che pongono
problemi di sicurezza d’uso per trattamenti prolungati (28). Consigliamo quindi l’associazione con altre sostanze attive in modo da sfruttare le
sinergie mantenendo buon profilo di sicurezza.
Gli amminoacidi solforati quali la taurina, la cisteina e il solfato di potassio rafforzano non solo la glucuronazione, ma anche la solfatazione, reazione
questa importante della Fase II. In più la glutammina, la cisteina e la glicina sotto forma di glutatione (gamma-glutamil-cisteinil-glicina) sono non
solo un agente di coniugazione della Fase II, ma anche antiossidanti di importanza vitale con attività chelante nei confronti dei metalli pesanti.
Ovviamente uno dei primi provvedimenti consiste nel ridurre l’esposizione alle tossine. Ciò diminuisce il rischio che i sintomi si aggravino durante
il processo, come pure i rischi di ricaduta una volta terminato il trattamento. L’ampiezza dell’esposizione andrà determinata di concerto con il
paziente, tenendo conto dei punti seguenti:
➜ esposizione professionale
➜ sostanze chimiche in ambiente domestico (pesticidi, detergenti, ecc.)
➜ idratazione
➜ dieta (pesticidi, lectine, alcaloidi, allergeni)
➜ sostanze voluttuarie
➜ uso di farmaci
1. Esercizio fisico
Allo scopo di favorire la detossicazione i pazienti dovrebbero fare una moderata attività fisica (30-40 minuti), 3 volte alla settimana.
Questo aumenta la circolazione sanguigna e facilita l’eliminazione delle tossine dai tessuti. Tra le attività raccomandate lo yoga,
il nuoto, le passeggiate e la bicicletta. Durante il trattamento non viene raccomandata l’attività fisica intensa poiché potrebbe
interferire con o ostacolare il processo di detossicazione riducendo la disponibilità dei nutrienti necessari per una detossicazione
ottimale.
4. Idratazione
Una delle cose più facili da fare nella detossicazione per i vostri pazienti è bere molta acqua. Idealmente l’acqua dev’essere la più
pura possibile e se ne dovrebbero assumere almeno due litri al giorno, a maggior ragione se fa caldo o durante l’attività fisica. In
linea generale, meno è chiara l’urina più bisogna bere. L’acqua presente in alcolici, tè o caffè non conta. Evitare il caffè (anche il
decaffeinato) e gli infusi non a base di piante perché il loro effetto diuretico potrebbe interferire con la detossicazione.
5. Detossicazione dell’ambiente
L’ambiente domestico e quello lavorativo rappresentano grandi fonti di sostanze tossiche. I pazienti dovranno cercare di eliminare
o di ridurre al minimo l’uso di detergenti contenenti sostanze tossiche (aceto, bicarbonato e altri prodotti naturali sono buone
alternative), i deodoranti con sali di alluminio, i pesticidi, gli erbicidi, le vernici, i solventi e le pitture. Bisogna, se possibile, ridurre
l’esposizione all’inquinamento del traffico e industriale, ma anche l’esposizione alla polvere e ai funghi.
0 1 2 3 0 1 2 3
Stitichezza e/o diarrea
Data della visita 1: ..../..../........ Data della visita 2: ..../..../........
Dolore addominale o sensazione di gonfiore
Cognome:
Muco o sangue nelle feci
Nome: Dolore o gonfiore alle articolazioni, artrite
Fatica cronica o frequente
Seni paranasali o naso chiuso
Punteggio totale visita 1:
Infezioni croniche o frequenti
Punteggio totale visita 2: Eczema, eruzioni cutanee
Uso di FANS (es. Ibuprofene, Aspirina,...)
Punteggio 11 - 19 Permeabilità intestinale aumentata probabile Colite ulcerosa, morbo di Crohn o celiachia
Asma, rinite o allergie respiratorie
Punteggio 20+ Permeabilità intestinale aumentata
Allergie alimentari-ipersensibilità o intolleranze
Source: Lipski E., Leaky Gut Syndrome, M.S., C.C.N., A Keats Good Health Guide Confusione mentale, scarsa memoria o sbalzi di umore
TOTALE:
Metagenics Italia S.r.l. - tel: 0422 96 76 69
ordine@metagenics.eu — www.metagenics.eu
www.approccio4r.it
Scala 0= mai o raramente 1 = media -a volte 2 = spesso 3 = quasi sempre, ma poco intenso 4 = quasi sempre e intensamente ❒ Si (1 pt) ❒ Si (1 pt) ❒ No (0 pt) ❒ No so (0 pt)
In caso di si, quanti ne assume in questo periodo?
Peso 8. Ha disturbi a seguito del consumo di piccole quantità di alcol?
MSQ QUESTIONARIO DI SINTOMI MEDICALI desiderio eccessivo di mangiare o bere ____ (1 pt ciascuno)
❒ Si (1 pt) ❒ No (0 pt) ❒ No so (0 pt)
desiderio eccessivo di alcuni alimenti ❒ No (0 pt)
Testa Pelle eccesso di peso 9. Ha una storia personale di:
cefalea acne comportamento alimentare compulsivo 2. Assume attualmente uno o più di questi farmaci?
❒ Ipersensibilità ambientale o chimica (5 pt)
sensazione di mancamento irritazione, rash, pelle secca ritenzione idrica ❒ H2 antagonisti, PPI (2 pt)
vertigini perdita di capelli
❒ Sindrome da fatica cronica (5 pt)
peso insufficiente ❒ Paracetamolo, FANS (2 pt)
insonnia rossore o vampate di calore Totale ❒ Sensibilità chimica multipla (5 pt)
Totale sudorazione eccessiva ❒ TOS, contraccetivi (2 pt)
Energia/attività ❒ Fibromialgia (3 pt)
Occhi Totale fatica/passività/lentezza nei movimenti 3. Se ha assunto o assume ancora i farmaci come descriverebbe la sua situazione? ❒ Sintomi simili al tremore parkinsoniano (3 pt)
che prudono o che lacrimano Cuore apatia, letargia
gonfi, arrossati o con produzione di muco irregolarità del battito/tachicardia ❒ Effetti indesiderati + farmaco(i) efficace(i) a basse dosi (3 pt) ❒ Dipendenze da alcolici o altri intossicanti (2 pt)
iperattività
borse sotto gli occhi angina o dolori al petto agitazione ❒ Effetti indesiderati + farmaco(i) efficace(i) ai dosaggi abituali (2 pt) ❒ Asma (1 pt)
visione offuscata (Non include problemi alla Totale Totale ❒ Effetti indesiderati + farmaco(i) solitamente inefficace(i) (2 pt)
visione da vicino o da lontano) 10. È stato esposto a sostanze chimiche tossiche come quelle presenti in erbicidi,
Polmoni Cervello
Totale ❒ Niente effetti indesiderati + farmaco(i) solitamente efficace(i) (0 pt) insetticidi, pesticidi, o altri inquinanti organici?
congestione memoria labile
Orecchie ❒ Si (1 pt) ❒ No (0 pt)
asma, bronchite confusione, problemi di comprensione 4. Fuma o fumava regolarmente nei 6 mesi precedenti?
che prudono
mancanza di fiatto insufficiente concentrazione
dolenti o con infezioni ❒ Si (2 pt) 11. Ha reazioni particolari o di tipo allergico a seguito del consumo di solfiti
difficoltà a respirare insufficiente coordinazione contenuti in certi alimenti come vino, frutta secca, insalate?
produzione o secrezione di muco ❒ No (0 pt)
Totale difficoltà nel prendere le decisioni
acufeni (suoni percepiti all’interno delle ❒ Si (1 pt) ❒ No (0 pt) ❒ No so (0 pt)
orecchie) Tratto digestivo difficoltà nel trovare le parole giuste 5. Ha mai avuto reazioni avverse importante a seguito di assunzione di caffè o
Totale nausea, vomito difficoltà di dizione altri prodotti contenenti caffeina?
Naso diarrea difficoltà nell’apprendimento
TOTALE COMPLESSIVO XTT
❒ Si (1 pt)
naso chiuso stitichezza Totale
flautolenza, produzione eccessiva di gas ❒ No (0 pt)
problemi ai seni paranasali Emozioni
rinite bruciore di stomaco umore altalenante ❒ No so (0 pt) VALUTAZIONE GLOBALE
crisi di starnuti crampi allo stomaco o tensione addominale ansia, paura, nervosismo
6. Conosce la sensazione di ‘cervello annebbiato’, Punteggio MSQ
formazione eccessiva di muco Totale collera, irritabilità, agressività
di fatica mentale o sonnolenza? (Alto > 50 ; moderato 15-49 ; basso < 14)
Totale Muscoli/articolazioni depressione
Bocca/Gola dolori alle articolazioni Totale ❒ Si (1 pt) Punteggio XTT
tosse cronica artrite Altro ❒ No (0 pt) (Alto > 10 ; moderato 5-9 ; basso < 4)
bisogno frequente di schiarirsi la gola rigidità o limitazione dei movimenti si ammala frequentemente
mal di gola, gola secca dolori muscolari perdite urinarie o urgenza di urinare
voce rauca o perdita di voce sensazione di debolezza o fatica perdite o prurito ai genitali Attenzione: i pazienti con un punteggio MSQ elevato ma un punteggio XTT basso potrebbero presentare una patologia senza legame ad un carico tossico. Altri mec-
Totale Totale Totale canismi devono essere presi in considerazione come per esempio i problemi di infiammazione/immunità/allergici, i problemi gastrointestinali, stress ossidativo, problemi
TOTALE COMPLESSIVO MSQ ormonali o legati ai neurotrasmettitori, carenze nutrizionali, ecc.
25729
La NAFLD si accompagna talvolta ad un aumento delle transaminasi (AST, ALT e GGT) ma molto spesso può essere asintomatica per lunghi anni.
Questo rende la patologia ancora più subdola.
Al momento non esistono farmaci specifici approvati sul mercato per il trattamento della NAFLD o che siano in grado di normalizzare
l’ipertransaminasemia. Il trattamento si basa essenzialmente su modifiche della dieta, promozione dell’attività fisica e dello stile di vita.
Alcuni micronutrienti hanno dimostrato di contribuire al miglioramento dell’infiltrazione lipidica del fegato e dei relativi parametri antropometrici,
emodinamici e/o biochimici. Tra questi, la silimarina, la vitamina E, la vitamina D, gli acidi grassi polinsaturi della serie omega-3, l’astaxantina, il
coenzima Q10, la berberina, la curcumina, il resveratrolo e gli organismi probiotici (con attività ceppo specifica) (29).
Uno studio dell’Università di Bologna, in corso di pubblicazione, ha studiato l’effetto di una miscela di vitamine (gruppo B attive), minerali (Zn, Se,
Mg) ed estratti vegetali (carciofo, cardo mariano, melograno, tè verde) in pazienti adulti con steatosi epatica di grado lieve. Questi pazienti hanno
mostrato una riduzione delle transaminasi del 35% in soli 3 mesi, senza un intervento dietetico restrittivo.
ordine@metagenics.eu – www.metagenics.eu
Questo opuscolo è stato redatto da operatori professionali della salute e della nutrizione,
ed è destinato al personale che si occupa professionalmente di salute e nutrizione.
Non è rivolto ai profani/consumatori. Diagnosi e trattamento delle patologie vanno ef-
fettuate sotto la responsabilità di un operatore professionale della salute riconosciuto.