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SUINICOLTURA

Principali obiettivi
▪ miglioramento delle prestazioni di allevamento
• efficienza della riproduzione
• velocità di accrescimento
• efficienza di conversione alimentare
▪ miglioramento della qualità delle carcasse e delle carni

Punti di riferimento
▪ redditività degli operatori
▪ qualità-salubrità delle produzioni
▪ contrasto “quantità/qualità della carne”
▪ benessere degli animali
▪ impatto dell’allevamento sull’ambiente
FASI DEL CICLO DI ALLEVAMENTO
SCROFA ➢ fecondazione
➢ gestazione (114-115 d)
➢ parto
➢ allattamento (21-28 d)
➢ attesa copertura (~ 6 d)

SUINETTI ➢ Svezzamento (21-28d di vita, 5-7 kg di peso)


➢ Post-svezzamento (fino a ~ 30 kg)
poi:
➢ ingrasso per suino leggero
➢ ingrasso per suino pesante
➢ rimonta (scrofette)

ACCRESCIMENTO - INGRASSO
~ 100kg suino leggero ~ 6 mesi
Da 30 kg a

~ 160kg suino pesante ~ 10 mesi


TIPI DI PRODUZIONE

SUINO LEGGERO: macellazione a 90 – 110 kg di peso

• Le carni sono destinate al consumo diretto, come carne fresca, o a prosciutti


cotti, salumi non stagionati
• Anche detto suino magro o da macelleria
• Consumo in aumento

SUINO PESANTE: macellazione intorno ai 160 kg di peso

• Produzione tipica italiana


• Le carni sono destinate, oltre che al consumo fresco, alle lavorazioni industriali
(insaccati, stagionati…)
• Anche detto suino da salumeria, da prosciuttificio, da industria
• Secondo ANAS, circa il 90% dei capi allevati
• Consumo stabile
TIPI DI ALLEVAMENTO

CHIUSO

CICLO RIPRODUZIONE
APERTO

INGRASSO
Settore fecondazione
CICLO CHIUSO
gestazione
Scrofe “asciutte”
Scrofe riformate
SCROFE PROSSIME AL PARTO

Settore parto
allattamento Scrofette idonee

SUINETTI SVEZZATI
MACELLO
Settore
Post- Svezzamento

SUINETTI 20-30kg SETTORE RIMONTA

Settore S. leggeri 90 -110 kg


Accrescimento S. pesanti 150 -160 kg

SUINI 40-60kg

Settore Scrofette non idonee


Ingrasso
Le categorie “ufficiali” dei suini in allevamento

❖ Lattonzolo: suino dalla nascita allo svezzamento

❖ Suinetto: suino dallo svezzamento all’età di 10 settimane

❖ Scrofetta: femmina da riproduzione, che ha raggiunto la pubertà ma non


ha ancora partorito

❖ Scrofa: femmina da riproduzione dopo il primo parto

❖ Scrofa in allattamento: femmina nel periodo tra la nascita e lo svezzamento


dei lattonzoli
❖ Scrofa asciutta e gravida: femmina nel periodo tra lo svezzamento e il parto

❖ Verretto: maschio da riproduzione, che non ha ancora raggiunto la pubertà

❖ Verro: maschio da riproduzione che ha raggiunto la pubertà

❖ Suino all’ingrasso: suino dall’età di 10 settimane alla macellazione o


all’impiego come riproduttore (?)
…GESTIONE DEL VERRO
AMBIENTE
I verri hanno esigenze spinte per quanto riguarda gli ambienti di allevamento,
pena sub-fertilità o infertilità:
➢ Spazio: almeno 7m2 /capo
➢ Pareti: che consentano un minimo di rapporto sociale con gli altri suini
➢ Luminosità: garantite 12/16 ore di luce al giorno
➢ Pulizia: accurata e frequente, senza lasciare umidità
➢ Lettiera: fondamentale almeno durante i mesi freddi per migliorare il comfort
termico del verro
➢ Temperatura: molto sensibili alla alte temperature, specie se prolungate → seme
non fertile per settimane!!

Tra le maggiori cause di riforme dei verri vi sono problemi agli arti
(artriti)
spesso causati o aggravati dalle condizioni in cui si trovano i verri
all’interno dei loro box
SCROFE
GESTIONE DELLA SCROFA

➢ GESTAZIONE

➢ PARTO

➢ ALLATTAMENTO
Ricordiamo le
FASI del CICLO di ALLEVAMENTO
che interessano le scrofe

➢ fecondazione
➢ gestazione (114-115 d)
➢ parto
➢ allattamento (21-28 d)
➢ attesa copertura (~ 6 d)
GESTAZIONE (1)
Aspetti da controllare dal momento successivo all’inseminazione
fino all’entrata in sala parto:
• Alimentazione
• Spostamenti e formazione di box
• Controllo dei ritorni in calore in ciclo (18-24 giorni)
• Controllo ecografico (già al 21° giorno di gestazione)
• Controllo ambientale: attenzione alle elevate T°

Diminuisce il consumo di alimento


L’animale dimagrisce

Si pregiudicano i meccanismi ormonali

Si pregiudica l’annidamento Viene favorito il riassorbimento


degli embrioni
GESTAZIONE (2)

Sono fortemente sconsigliati gli spostamenti e gli stress


nelle 3-4 settimane successive alla fecondazione

5-7 giorni prima del parto le scrofe saranno portate nel settore maternità;
meglio sarebbe anche il contemporaneo cambio di alimento
Sala parto già lavata, disinfettata e vuota da 2-3 giorni (vuoto sanitario)
GESTAZIONE (3)

La stabulazione deve rispondere ad alcuni requisiti:

• Possibilmente, alimentazione individuale


• Permettere un facile rilievo di eventuali ritorni in estro → passaggio del
verro
• Tranquillità, riposo
• Evitare alte temperature → mortalità embrionale/fetale
• La stabulazione individuale facilita alimentazione, controllo, gestione
animali; riduce aggressività
• Se le scrofe possono muoversi (stabulaz. collettiva: box, recinti,
paddock esterni,…) migliora il benessere psico-fisico, riduzione problemi
intestinali
C’è stato un acceso dibattito sulla stabulazione in gestazione (vedi)
LATTAZIONE (1)

La scrofa è una “buona lattifera”

La produzione media giornaliera di latte si porta dai 2 kg del primo giorno


(colostro) fino a 7- 8 kg, ma molte scrofe selezionate arrivano e superano
i 10-12 kg/d.
Considerando la composizione molto ricca del latte e la mole dell’animale,
si comprende il grande sforzo metabolico richiesto alla scrofa.

La PRODUZIONE DI LATTE è:
✓ proporzionale a numero di suinetti allattati (NON al n° di nati)
✓ indipendente dal peso della scrofa (eccezione: primipare)
✓ proporzionale al livello nutritivo, soprattutto alla quota di energia
alimentare assunta giornalmente
COMPOSIZIONE DEL LATTE DI DIVERSI MAMMIFERI (per 100 gr.)
Latte Proteine grammi Lattosio grammi Grasso grammi Acqua grammi
Donna 0,9 7,2 3,5 88
Cavalla 2,2 5,9 1,5 90
Asina 1,5 6,2 1,5 90
Vacca 3,6 4,9 3,5 87
Capra 4 4,5 4,3 86
Pecora 6 4,5 7,5 81
Bufala 4,8 4,7 7,5 82
Scrofa 6 5,4 6 82
Gatta 9 5 5 80
Cane 10 3 10 75
Ratto 8 2,6 10,3 79
Coniglio 13,5 1,8 12 70
Focena 12 1,3 46 40
Balena 10 0,8 35 54
LATTAZIONE (2)

▪ Come vedremo, se una scrofa allatta una nidiata numerosa e “in


salute”, e quindi se fa molto latte, non riesce ad assumere alimento a
sufficienza → ricorso alle riserve corporee per mantenere la produzione
lattea → calo di peso “fisiologico”

▪ Il mantenimento della produzione lattea è essenziale per i suinetti →


correlazione positiva tra quantità di latte, e vitalità/accrescimento
ponderale

▪ Dopo una “normale” lattazione, la maggior parte (auspicabile almeno


80%) delle scrofe presenta un estro dopo 3 - 9 giorni dalla sospensione
dell’allattamento (media 6, se le cose vanno bene!)
DURATA DELLO SVEZZAMENTO
Svezzamenti molto precoci (< 10 giorni)
➢ Molta attenzione ai suinetti
➢ Ritardo nella ricomparsa dell’estro nella scrofa (mancato “sblocco”
dell’ormone luteinizzante LH)  nella maggior parte dei casi i giorni
anticipati vengono persi
➢ Incompleta involuzione dell’utero con ambiente inadatto e rischio di
infezioni

Svezzamenti tardivi (> 35 giorni)


Non comportano particolari vantaggi per scrofa e suinetti  non
convenienti (> occupazione sala parto!!!,….)
Anzi, lattazioni troppo prolungate possono peggiorare lo stato
nutrizionale della scrofa, con difficoltà alla ripresa del ciclo

QUINDI 21 – 28 GIORNI
Direttiva CE 2008/120  minimo 28 giorni
Riducibili a 21 giorni se i suinetti vengono trasferiti in impianti specializzati
INFLUENZA DELLA DURATA DELLA LATTAZIONE
SULL'INTERVALLO SVEZZAMENTO-CALORE
Cole, 1975

12
Intervallo svezzamento-calore

10

8
(gg)

4
Concepimento primo estro 70-90% <70%
2 < 50%

0
0 2 4 6 8 10 12 14 16 18 20 22 24 26 28 30 32 34 36 38 40

Durata della lattazione (gg)


ISE
La DURATA dell’INTERVALLO SVEZZAMENTO-ESTRO (ISE) dipende
da molti fattori:
• tipo genetico
• numero di gestazioni: l’ISE diminuisce fino alla 3°; le primipare (=giovani!)
hanno più problemi al ritorno in estro
• presenza del verro: stimola, attraverso ferormoni, l’attività dell’LH
• tipo di stabulazione: effetto controverso; nella > parte dei casi la stabulaz.
in gruppo permette intervalli + brevi rispetto alla stabulaz. singola
• stato nutrizionale: l’ISE si allunga in modo proporzionale alle perdite
adipose e muscolari subite in lattazione
• stagionali: il caldo peggiora il deficit nutrizionale, diminuendo l’assunzione
volontaria di alimento, e induce riduzione degli ormoni sessuali
• durata dell’allattamento: vedi quanto appena detto
RIFORMA delle SCROFE

Allontanamento dalla riproduzione  macello

La decisione dipende soprattutto dalle attitudini riproduttive: le turbe


della fertilità sono ormai causa della metà (almeno..) delle eliminazioni
dopo uno slattamento (soprattutto ripetuti ritorni in calore)

Mediamente, le principali cause di riforma sono:

➢Turbe riproduttive circa 50%, di cui circa 30% ritorni in calore e 10%
bassa prolificità
➢ Età circa 27%
➢ Patologie circa 10%
➢ Problemi agli arti circa 8%
PRODUTTIVITA’ NUMERICA della SCROFA (1)

La gestione della scrofa comporta pesanti costi:


• Immobilizzazione di capitali
• Occupazione di locali specializzati, costosi da costruire e da gestire
• Consumo di mangime

La loro unica voce di produttività = la produzione di suinetti

deve essere più elevata possibile: questo significa essenzialmente

➢aumentare il ritmo di parto (cioè il n. di parti/anno) e


➢ aumentare il n° di suinetti svezzati per nidiata.

Occorre anzitutto definire la PRODUTTIVITA’ = P


PRODUTTIVITA’ NUMERICA della SCROFA (2)

Prima distinzione: la produttività può essere calcolata per

✓ scrofa produttiva (Spro)

✓ scrofa presente (Spre), quest’ultima tiene conto dell’intero periodo

effettivo in cui la scrofa costituisce una voce di costo

In entrambi i casi occorre conoscere alcuni parametri


cioè registrarli!!
La carriera produttiva della scrofa

Ultimo svezzamento
Salto fecondante

Ultimo parto

Riforma
pubertà

calore

parto

parto
Interparto

Scrofa produttiva

Introduzione della scrofetta nel gruppo


Data d’entrata o 200 giorni di età

Scrofa presente
PRODUTTIVITA’ NUMERICA della SCROFA (3)

Per la scrofa produttiva occorre conoscere:


✓ n° medio di suinetti nati vivi/parto (Tn)
✓ mortalità % tra nascita e svezzamento (Tm)
✓ I (interparto) = durata allattamento A + intervallo
svezzamento/fecondazione (ISF) + durata gestazione G

P Spro = Tn * (1 – Tm) * 365


I

Per la scrofa presente occorre tenere conto anche di


✓ l’intervallo tra l’introduzione della scrofetta e la
prima fecondazione
✓ l’intervallo tra l’ultimo svezzamento e la riforma
Migliorare la produttività della scrofa significa (1)

Da una parte, migliorare i parametri “N° DI SUINETTI NATI E SVEZZATI/PARTO”;

qui sono in gioco diversi fattori:

❖ genetici, che influenzano la prolificità e (meno) la vitalità dei suinetti

❖ ambientali: caratteristiche dei ricoveri e microclima idonei alla gestazione e poi

alle prime settimane di vita dei suinetti

❖ patogeni: difesa da malattie che causano aborti, mortalità embrionale e neonatale

❖ alimentazione: della scrofa e dei suinetti, è un importante fattore che condiziona

la vitalità e l’accrescimento dei suinetti stessi

❖ di conduzione: assistenza al parto ove necessaria, e continua sorveglianza dei

suinetti poi, riducono molto la mortalità.


Migliorare la produttività della scrofa significa (2)

Dall’altra, per quanto possibile, RIDURRE I “PERIODI IMPRODUTTIVI”,


ovvero tutto quanto non è gestazione e allattamento
❖ le scrofette sono, a questo proposito, spesso il “punto debole”
• ritardi nella prima fecondazione
• ritardi nella fecondazione successiva al primo slattamento
❖ fonte di spreco di tempo e denaro sono poi, in caso di mancato
concepimento, i giorni che passano tra l’inseminazione e il
riconoscimento di assenza di gravidanza (ritorno in calore,
aborto/riassorbimento, pseudo - gravidanza)
❖ lo stesso per gli intervalli che precedono la riforma, che spesso si
prolungano inutilmente per tentare comunque molte volte la
fecondazione
Valori indicativi delle performance riproduttive
raggiungibili negli allevamenti suinicoli (varie fonti)
Livello ottimale Livello di
tolleranza
N°medio di parti/scrofa/anno 2,4 2,2
Intervallo svezzamento-fecondazione:
• meno di 8 giorni 85% 75%
• meno di 15 giorni 92% 82%
Ritorni in calore in ciclo 6,0% 12%
Aborti 1,0% 3,0%
N°medio di suinetti nati vivi per parto 12 11
Nati morti 4,0% 7,0%
Mortalità (fino allo svezzamento) 10% 15%
N°medio di suinetti svezzati/parto 10,5 9,3
N°medio di suinetti svezzati/ scrofa/anno 25 21

N.B. “ottimale” significa che se è anche meglio di così…..meglio ancora!!


“tolleranza” va bene se ……si cerca di migliorare!!!
INTERPIG,
AHDB, 2019
Suinetti svezzati e suini prodotti/scrofa/anno nel 2019

INTERPIG, AHDB, 2019

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