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Nasce nel 1906 ad Hannover (Germania) in una famiglia ebrea che venne
perseguitata dai nazisti. Nonostante ciò, H. Arendt frequenta i corsi di
filosofia a Marburgo, dove lega sentimentalmente con Heidegger, suo
professore; successivamente si sposta a Heidelberg per seguire le lezioni
di Jaspers e sotto la sua supervisione si laurea.
Con la salita al potere di Hitler, H. Arendt si rifugia a Parigi dove stringe
amicizia con il filosofo Benjamin; si trasferisce poi negli Stati Uniti, dove
ottiene una cattedra presso la New School for Social Research di New
York nella quale insegna fino alla morte, nel 1975. La sua produzione è
etico-politica, incentrata nell’analisi e nella critica della società di massa e
dei fenomeni totalitari. Tra le sue opere ricordiamo Le origini del
totalitarismo (1951), Vita activa. La condizione umana (1958) e La banalità
del male. Eichmann a Gerusalemme (1963).
nov. 1945 - ago. 1946 (Norimberga) capire fino a che punto l’obbedienza
una parte degli imputati (22 gerarchi all’autorità potesse indurre gli uomini a
nazisti) rinnegò i reati loro attribuiti, un’altra compiere azioni contrarie alle loro
parte affermò di non aver commesso quei convinzioni etiche. Tale esperimento
crimini e la maggioranza si giustificò richiamò l’attenzione degli studiosi sulla
dicendo di aver solo eseguito gli ordini. relazione esistente tra la tendenza a
obbedire agli ordini di un superiore e le
convinzioni etiche e il senso di
responsabilità per le proprie azioni