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Nella seconda metà del Settecento la società francese era un paese fondamentalmente rurale ed era
composta da:
98% della popolazione, chiamato Terzo stato che rappresentava i contadini , la borghesia terriera,
commercianti, artigiani etc.
In questo contesto c’era la monarchia a cui capo c’era Luigi XVI che essendo debole di carattere era
incapace di imporre la propria autorità sulla corte, composta da circa quattromila esponenti dell’alta
società .
L’autorità della monarchia francese risultava indebolita da crescenti problemi interni, fra tutti quello
finanziario.
1 Luigi nominò controllore generale delle finanze l’abile e stimato Robert-Jacques Turgot
- propose di introdurre una tassa sulle proprietà fondiarie, che avrebbe dovuto essere pagata anche
dalla nobiltà e clero
- liberazione del commercio e eliminazione delle dogane
Era ormai evidenti che la Francia era contro ogni tentativo di attenuare le diseguaglianze fiscali
Ai problemi finanziari si aggiunse la crisi agricola che colpì il paese nel 1788
In tale quadro iniziò ad emergere la proposta di convocare gli Stati generali: vista come l’unica soluzione
per affrontare la grave crisi finanziaria.
In previsione delle elezioni agli Stati generali si impose una questione preliminare: