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Rogo vos, frates carissimi, ut adtentius cogitemus quare christiani sumus, et crucem

Christi in fronte portamus.


Vi esorto, vi prego, fratelli carissimi affinchè pensiamo più insistentemente perché
siamo cristiani e portiamo in fronte la croce di Cristo.
Notiamo l’interrogativa indiretta introdotta da QUARE cui segue un indicativo e non
un congiuntivo. In fonte portamus è un CURSUS PLANUS.
Scire enim debemus quia non nobis sufficit quod nomen christianum accipimus, si
opera christiana non fecerimus…
Dobbiamo infatti sapere che non sarebbe sufficiente il fatto di aver preso il nome di
cristiani se non compiamo opere cristiane.
Notiamo la subordinata infinitiva introdotta da QUIA + un tempo presente di un
modo finito, un indicativo ovvero QUIA SUFFICIT. Quindi non ricorre all’infinito con
l’accusativo, quindi alla struttura più classica che pure non si va perdendo.
Omni die dominico ad ecclesiam convenite: si enim infelices Iudaei tanta devotione
celebrant sabbatum, ut in eo nulla opera terrena exerceant, quanto magis christiani
in die dominico soli Deo vacare et pro anime suae salute debent ad ecclesiam
convenire?
Ogni domenica recatevi in chiesa, se infatti i miserabili Giudei celebrano il sabato
con una devozione tanto grande al punto che in quel giorno non esercitano alcuna
opera terrena quanto allora di più i cristiani nel giorno della domenica si debbano
consacrare a Dio soltanto e andare in chiesa per la salvezza della loro anima?
Omni die dominico= ogni domenica. Questo è un vero e proprio cristianismo. I
cristiani vollero sostituire i crononimi, i nomi dei giorni di ascendenza pagana con
una terminologia cristiana, in particolar modo il giorno del sole, viene sostituito dal
giorno del Signore, quindi con dies dominicus o dies dominica. Dies in latino può
avere due generi e in particolare è l’aggettivo – dominicus o –dominica che ha dato
luogo al nome domenica nelle lingue romanze. Domenica in italiano – el domingo in
spagnolo.
Questo accade solo per la domenica, per gli altri non cambia.
ECCLESIAM= è il cristianismo per eccellenza. L’accentuazione di questo prestito
greco denuncia una entrata nel lessico latino particolarmente precoce.
INFELICES Iudaei= miserabili Giudei. Infelices è un semantismo cristiano dal
momento che non ha questo significato nel latino classico dove significa miserevole
e povero come sostanze. I giudei invece sono poveri perché non abbiano denaro ma
perché nella teologia cristiana non hanno riconosciuto la venuta del Messia.
terrena exerceant è un cursus tardus.
Quando ad ecclesiam convenitis, pro peccatis vestris orate: nolite rixas committere,
nolite lites et scandala concitare; qui ad ecclesiam veniens haec fecerit, ibi se
litigando vulnerat, ubi se orando sanare potuerat.
quando venite in chiesa pregate per i vostri peccati, non attaccate delle risse, non
suscitate delle liti e degli scandali, colui che venendo in chiesa faccia queste cose si
ferisce con la lite laddove avrebbe potuto risanarsi pregando.
Orare= risemantizzazione del lessico, verbo oro che significa perorare la causa in
modo solenne in modo ufficiale ma già nel I secolo a. C. si era andato perdendo
cristallizzandosi in frasi fatte, i cristiani usano questo verbo per la richiesta per
eccellenza ovvero la preghiera.
In ecclesia stantes nolite verbosare, sed lectiones divinas patienter audite: qui enim
in ecclesia verbosare voluerit, et pro se et pro aliis malam redditurus est rationem,
dum verbum Dei nec ipse audit, nec alios audire permittit.
Stando nella chiesa non chiacchierate ma ascoltate pazientemente le letture divine,
chi voglia infatti in chiesa disturbare chiacchierando ne porterà la responsabilità che
per sé che per gli altri, dal momento che non permette né lui stesso ascolta il verbo
di Dio, né permette agli altri di udirlo.
Notiamo la creazione di un verbo deaggettivale- VERBOSARE- verbo che deriva da un
aggettivo – verbosus. Il gusto di creare dei neologismi a partire da nomi o verbi
preesistenti è tipico del latino tardo o medievale del VI secolo.
audire permittit= cursus tardus (ricercatezza stilistica).
Decimas de fructiculis vestris ad ecclesiam reddite.
date un decimo dei vostri raccolti alla chiesa.
Abbiamo un diminutivo FRUCTICULIS. In questa altezza non significa piccoli frutti ma
significa delle vostre raccolte. Diminutivi che non hanno un significato diminuito ma
che prendono piede per quella terapia linguistica, cioè ad aumentare il corpo fonico
delle parole.
QUI fuit superbus, sit humilis, qui erat adulter, sit castus; qui solebat furtum facere
vel res aliens invadere, etiam de propria substantia incipiat pauperibus erogare. Qui
fuit invidus, sit benignus; sit patiens, qui fuerat iracundus, qui fecit iniuriam, cito
veniam petat; cui iniuria facta es, cito dimittit.
Chi fu superbo, sia umile, chi era adultero sia casto, chi soleva rubare o impadronirsi
delle cose altrui cominci ad erogare dalle proprie ricchezze ai poveri.
Chi fu invidioso sia benigno; chi è stato iracondo sia paziente, chi ha compiuto
un’offesa presto chieda perdono, colui a cui l’offesa è stata fatta presto la perdoni.
pauperibus erogare è un esempio di CURSUS VElOX.
Notiamo i verbi del passato FUIT ERAT, forse a quest’altezza i verbi del passato si
equivalgono. Quindi l’uso del perfetto, più che perfetto o dell’imperfetto rispondono
ad un’altra logica che è quella del CURSUS. cito dimittit= cursus planus

Quotiens aliqua infirmitas supervenerit, corpus et sanguinem Christi ille qui aegrotat
accipiat; oleum benedictum a presbyteris himiliter ac fideliter petat, et inde
corpusculum suum ungueat, ut illud quod scriptum est impleatur in eo:<<Infirmitur
aliquis? Inducat presbyteros, et orent super eum unguentes eum oleo: et oratio fidei
salvabit infirmum, et adlevabit eum Dominus; et si in peccatis sit, dimittuntur ei>>.
Ogni volta che capita una qualche malattia, colui che si è ammalato riceva il corpo e
il sangue di Cristo, chieda umilmente e con fede l’olio benedetto dati dagli anziani
della comunità che sono i preti e unga il suo corpo, di modo che si compia il lui ciò
che è stato scritto. Qualcuno si è ammalato? faccia venire i preti e preghino sopra di
lui ungendolo con l’olio e la preghiera di fede salverà l’infermo il Signore lo
solleverà e se è in condizioni di peccato, questi peccati gli verranno rimessi.
In questo passaggio notiamo il tecnicismo lessicale: presbyteros che è un grecismo
(anziani della comunità e poi anche i preti). Corpusculum altro diminutivo che non
ha una vera e propria connotazione come piccolo corpo, ma serve per ampliare il
corpo fonico.
Videte, fratres, quia qui in infirmitate ad ecclesiam currit, et corpis sanitatem
recipere, et peccatorum indulgentiam merebitur obtinere.
Vedete fratelli che chi in una condizione di malattia si rivolge alla chiesa meriterà di
ricevere la salvezza del corpo e l’indulgenza dei peccati.
Anche qui l’infinitiva viene resa con QUIA+ meretibus con un modo finito, e non con
l’accusativo + infinito.
merebitur obtinere= Cursus velox.
Cum ergo duplicia bona possimus in ecclesia inverire, quare per praecantatores, per
fontes et arbores et diabolica fylacterica, per caraios aut aruspices et divinos vel
sortilogos multiplicia sibi mala miseri homines conantur inferre?
dal momento che (cum ergo) possimo trovare un duplice beneficio nella chiesa
perché gli uomini miserabili tentano di prucurarsi mali molteplici ricorrendo a
incantatori, fontane e alberi e amuleti diabolici, maghi indovini e stregoni e altri
fattucchieri?
Abbiamo parole tecniche del culto pagano.
Ci rivela usi di retaggio pagano nella Gallia del VI secolo e che si sforza di estirpare.
Sicut iam supra diximus, filios et omnes familias vestras admonete semper, ut caste
et iuste ac sobrie vivant; nec solum eos verbis sed etiam exemplis ad bona opera
provocate.
Come abbiamo detto prima. Esortate sempre i vostri figli e i vostri familiari perché
vivano castamente, giustamente e in sobrietà non solo con le parole ma con gli
esempi, induceteli alle buone opere.
opera provocate= Cursus velox
Ante omnia , ubicumque fueritis, sive in domo, sive in itinere, sive in convivio, sive in
concessu, verba turpia et luxuriosa nolite ex ore proferre: sed magis vicinos et
proximos vestros iugiter admonete, ut semper quod bonum est et honestum loqui
studeant; ne forte detrahendo, male loquendo, et in sanctis festivitatibus choro
ducendo, cantica luxuriosa et turpida proferendo , de lingua sua, unde deberent
Deum laudare inde sibi vulnera videantur infligere.
Soprattutto in qualunque posto voi vi troviate sia che siate in casa, sia che siate in
viaggio, sia che siate in compagnia, sia che siate in solitudine, non proferite dalla
vostra bocca parole turpi e lussuriose ma piuttosto esortate i vostri vicini e i vostri
consanguinei senza sosta perché si preoccupino di parlare di dire sempre ciò che è
buono e ciò che è onesto, perchè calunniando, maledicendo, danzando nelle sacre
festività, intonando dei cantici lussuriosi e turpi, non infliggano con la loro lingua con
la quale dovrebbero piuttosto lodare Dio a se stessi delle ferite.
Qui si fa riferimento a pratiche in voga.
Interessante il parallelismo sive….
concessu= parola non attestata è un invenzione, forse deriva da secessu che
significa separatezza, solitudine.
Choro ducendo= intrecciare delle danze
videantur infligere= Cursus tardus. Vedeantur = affinchè non si infliggano. Serve per
ampliare il corpo del predicato, per creare un cursus ovvero una funzione stilistica.
Isti enim infelices et miseri 25, 22

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