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La Grecia secondo Pasolini

INTRODUZIONE
Di Pasolini dobbiamo ricordare il passaggio da un linguaggio ad un altro: letterario, cinematografico,
teatrale…, dove si riscontra un’ossessione per il mondo antico e la tragedia greca. Opposizione tra due
poli: quello della “maternità” e quello della “paternità”, il mondo degli oppressi di Edipo (il Friuli contadino,
il sottoproletariato…) e il mondo degli oppressori di Laio.
La traduzione dell’Orestea sancisce il passaggio dal mondo letterario a quello del cinema. Nell’opera “Poeta
delle ceneri” egli risponde alla domanda (perché sono passato dalla letteratura al cinema) e risponde di
avere individuato un nuovo linguaggio, in cui trova la sua idea di linguaggio del mito e del sacro.
Il cinema= modo per evadere dall’Italia e trovare il suo mondo contadino perduto nei paesi del Terzo
Mondo, soprattutto l’Africa. A tutto ciò corrisponde un cinema primitivo e povero: rifiuto dell’uso di attori
professionisti, rifiuto ricostruzione del set per riprendere luoghi esotici.
Grecia barbarica= perché rifiuta ogni idealizzazione neoclassica, ogni immagine di equilibrio razionale.

EDIPO RE
Contrasto fra: ingenuità, ignoranza totale e obbligo di conoscere (sintesi di Pasolini della tragedia).
Ignoranza totale che si ritrova nei contadini friulani, nei sottoproletari romani, nel Terzo Mondo africano…
che sono puri in quanto non contaminati dalla razionalità borghese. Pasolini vuole rappresentare il mito
dell’innocenza preedipica, rifiuta un Edipo intellettuale, poiché pone l’attenzione su: un uomo che vive
senza sapere, vuole sapere, ma poi subentra la vanità e l’inutilità che gli fanno provare nostalgia per il non
sapere.
 L’edipo di Pasolini è: impulsivo, irriflessivo, selvaggio corrisponde alla scelta dell’attore,
Franco Citti (legato ad Accattone) il suo viso rappresenta di per sé il mondo delle borgate romane.
AMBIENTAZIONE: primitiva agli antipodi del neoclassico, eclettismo che affianca elementi atzechi, africani,
giapponesi. Girato in Marocco
Prologo freudiano: cornice di ambientazione moderna (=storia di Pasolini); il mito=sorta di sogno della
parte moderna (ma non è molto esplicito). Il film può essere letto sotto la lente di Freud (anche se Pasolini
rifiuta ogni dibattito sull’interpretazione errata di Freud sul mito). Pasolini vuole rappresentare il “ proprio
complesso di Edipo”. Pasolini=Edipo
Inizio: paese di campagna che vuole evocare il Friuli, sequenza ad episodi (insieme discontinuo di brevi
scene in ordine cronologico): il parte, una passeggiata in giardino, l’allattamento= lunghissimo 1° piano,
rapporto di identificazione che il neonato instaura con il corpo della madre, fonte dell’innamoramento
edipico, sotto la musica di Mozart che funga da il “tema della madre”, viene scelta Silvana Mangano. Il
bambino in perfetta comunione con la madre mentre è nelle sua braccia, poi con uno stacco netto viene
introdotto il padre e quindi il conflitto edipico.
Scena ballo: i due genitori che vanno a ballare nella casa di fronte lasciando il bambino da solo, lui che
aspetta angosciato; quando ritornano fanno l’amore e il padre guarda verso la macchina, che si identifica
con lo spettatore ma anche con il bambino che sta guardando i genitori dall’altra stanza. Complesso che
colpisce il bambino rendendolo aggressivo verso il padre, poiché ha assistito al “coito del genitore” e ha
un’idea sadica del rapporto sessuale.
Scena cortile: la madre lascia la carrozzina con il bambino nel cortile di una caserma e arriva il padre
ufficiale. Vengono introdotto i pensieri del padre attraverso intertitoli (=procedimento metadiscorsivo), che
esprimono l’aggressività del padre e la gelosia verso il figlio, che si copra il viso con la mano (gesto ripetuto
più volte).
scena finale parte contemporanea: dopo aver fatto l’amore il padre sente un flauto accompagnato da dei
tamburi, si alza va dal figlio e comincia a stringere i suoi piedini (= gesto di pura aggressione, volontà di
CASTRAZIONE); da questa immagine arriviamo al deserto africano con un bambino appeso per i piedi.

“Complesso di Laio”: il parricidio è la conseguenza del voluto (ma non avvenuto) infanticidio all’inizio della
storia, quando Laio consegna il figlio ad un pastore per farlo uccidere (G. Devereux). Esiste un desiderio
aggressivo, omosessuale e sadico verso il figlio maschio. (Però Pasolini non conosceva questo dibattito
analitico). Pasolini riprende questo tema anche nell’opera teatrale Affabulazione (= industriale che è preso
da una crisi scaturita dall’irrompere del sacro che riveste i panni dello scandalo sessuae). Ci sono tanti
riferimento al mito di Edipo: il padre sogna un bambino e richiama i suoi piedini; vuole mostrarsi nudo
mentre si masturba al figlio, che a sua volta lo accoltella, ma alla fine sarà il padre ad uccidere il figlio
mentre stava avendo un rapporto sessuale. Desiderio omosessuale incestuoso e pulsione omicida. Alla fine
viene ripresa la teoria di Atkins secondo la quale i padri vogliono uccidere i figli mandandoli in guerra,
mentre i figli vogliono uccidere i padri opponendosi e scatenando la rivoluzione. Ma il padre confessa che
lui voleva essere ucciso e il figlio era inconsapevole, infatti viene rappresentato con quella “ingenuità
totale” propria di Edipo, si ha uno sconvolgimento dei rapporti tra padre e figlio (la ridefinizione di questi
rapporti avviene anche perché si vive l’industrializzazione/rivolta studentesca).

Il motivo di Ninetto: sia nel mito che nell’epilogo è presente Angelo (il messaggero), interpretato da
Ninetto Davoli; il passaggio dal primo al secondo avviene quando Angelo porge ad Edipo il flauto ed
entrambi si incamminano in posizione frontale (procedimento metadiscorsivo). Il finale dell’Edipo Re viene
fuso con l’Edipo a Colono, dove Angelo diviene Antigone che accompagna il padre. La loro situazione
drammatica diviene simbolo dell’emarginazione dell’artista nella società borghese. Infatti, prima
fermandosi in Piazza Maggiore, poi vicino ad una fabbrica, Pasolini rappresenta le fasi della sua produzione
(decadente e poi marxista). Ninetto Davoli: incarna l’archetipo di ragazzo di borgata, simbolo di innocenza,
allegria e incoscienza, che fu all’origine dell’ispirazione di Pasolini (di cui è simbolo il porgere il flauto).
Queste caratteristiche sono proprie di Ninetto in tutti i ruoli ricoperti nella filmografia di Pasolini, con cui
ebbe anche dei rapporti amorosi. Contrasto tra: innocenza e incoscienza di Angelo/dover conoscere di
Edipo. Sulla base di questo epilogo nascono diverse interpretazioni omosessuali del mito: egli è emarginato
non solo perché artista, ma anche perché trasgredisce le regole istituzionali della famiglia; e il rapporto fra i
due sembra omoerotico.
Senso di ciclicità del film: nel prologo il bambino è in un prato in braccio alla madre, alla fine edipo ritorna
in quel prato: senso di ciclicità , ritorno al grembo della madre.

SOFOCLE PASOLINI
 Antefatto non rappresentato  Inizia sul monte Citerone con Edipo piccolo
 Dubbio insinuato da un ubriaco ad un  Dubbio insinuato da sogni (elemento
banchetto dell’inconscio) che non si ricorda e da uno
 È il desiderio di conoscenza che spinge che perde una gara sportiva con lui
Edipo a conoscere  Sono elementi inconsci che spingono Edipo
a conoscere

Pasolini rappresenta una civiltà contadina dove Polibo è un contadino fra contadini, quando tocca i piedini
di Edipo, si nota la differenza dell’intenzione del gesto fatto anche dal padre reale (il primo è buono, il
secondo è cattivo). In Pasolini ritroviamo un Edipo istintuale, un ragazzo selvaggio.
La PIZIA: nel film dà i suoi responsi all’aperto ai piedi di un grosso olivo, seguono delle inquadrature
particolari di Edipo sconcertato dal responso, prima solo che si allontana, poi lui che vaga tra la folla
alternando tra il suo punto di vista e quello che lo vede frontalmente, nel frattempo si copre il volto con le
mani (segno particolare); in questo modo Pasolini riesce a rappresentare l’angoscia di sapere e la
repressione di questa conoscenza, è una visione distorta, allucinata e febbrile (uso del travelling
soggettivo), è come se fosse cieco, e sotto rimane sempre la stessa musica (= tema del destino) di origine
giapponese.

DA DELFI A TEBE: attraverso queste sequenze che si svolgono attorno a 4 bivi, vediamo Edipo che gira
attorno a se stesso coprendosi gli occhi e andando sempre nella direzione di Tebe, a due bivi troviamo due
elementi del “CINEMA ETNOGRAFICO”: matrimonio, poi donna di un bordello, MA Edipo non riesce ad
integrarsi, è diverso e rimane isolato. La maggior parte del tragitto è rappresentato da un’alternanza di
primissimi piani e campi lunghi, con un’assenza di dialoghi (tranne l’urlo di Edipo quando sta per uccidere
Laio).
PARRICIDIO: Edipo quando incontra Laio sul suo cammino, i due si scambiano uno sguardo di odio e
aggressione, che porta Edipo a scontrarsi con la scorta del re, fino ad arrivare alla sua uccisione. NON è
legittima difesa, qui c’è il motivo freudiano, padre e figlio si odiano perché il primo rappresenta
l’incarnazione dell’autorità oppressiva. Subito dopo l’omicidio Edipo viene abbagliato dalla luce= simbolo
per non voler vedere e quindi non voler sapere.
LA SFINGE: grande libertà creativa= figura femminile coperta da un’enorme maschera africana con
simbologia sessuale e voce maschile. Pasolini evita l’enigma, ma per sconfiggere deve cacciarla nell’ABISSO.
L’enigma viene tolto perché si ha un offuscamento della dimensione intellettuale (è un Edipo istintuale). La
sfinge dice: “C’è un enigma nella tua vita”, Edipo risponde di non volerne sapere niente (perché vuole
rimuovere le pulsioni parricide e incestuose), ma tanto l’abisso è dentro di lui. quindi: SFINGE=INCONSCIO.
Questo episodio evidenza il rifiuto del rifiuto di un’attività razionale.

TIRESIA: all’inizio= Edipo viene portato dal messaggero da Tiresia, e lo ammira perché vorrebbe essere
come lui: isolato, ma che trasforma il suo isolamento in qualcos’altro (“Come vorrei essere te”).
Dopo le sue parole= Edipo lo strattone, insultandolo e mandandolo via: Edipo non vuole ascoltare le parole
di Tiresia e reagisce in questo modo. Lo scontro tra Edipo e Tiresia è visto come uno scontro tra inconscio
(vera identità) e coscienza (falsa identità). Pasolini immette: elementi visivi e gestuali e sonori, come il
messaggero che inizia a suonare il flauto (= preannuncia il suo destino). Edipo è preda di impulsi inconsci:
passa all’aggressione diretta, fisicità e impulsività (come nell’omicidio di Laio)

GIOCASTA: il film di Pasolini pone un fortissimo accento sull’eros incestuoso di Giocasta, eliminando
completamente la sua dimensione pubblica (è priva di autorità, non partecipa alle scene collettive): infatti
Giocasta entra in gioco solo in ambienti privati (montaggio alternato che ci permette di vedere cosa sta
facendo lei in un ambiente diverso). È come se Giocasta fosse consapevole da molto prima di Edipo che lui
è il figlio, infatti viene eliminata la falsa pista (come il parlare di banditi al plurale, Creonte parla solo di un
“viandante” e viene inquadrata Giocasta turbata), così che venga mostrata prima la verità rimossa. Durante
il dialogo tra Edipo e Creonte, noi possiamo vedere Giocasta in camera, scena con grande gestualità:
sorride, si morde la mano, comincia a ridere molto forte== questo è il trionfo della volontà di NON
sapere/piacere, Giocasta reagisce con il riso dell’incoscienza e va a giocare con le ancelle.
 Pasolini rappresenta direttamente l’incesto (prima era una scena sottointesa)
 Montaggio connotativo: incesto/stacco/Peste= l’incesto è la causa della peste
Sequenza ad episodi: stacco netto+1 dissolvenza
1. Edipo disteso sul grembo della madre (posizione da madre e figlio), Giocasta riferisce il particolare
dei piedi trafitti, Edipo ha il volto terrorizzato
2. Stanno camminando, Giocasta dice che la notizia della morte di Laio è arrivata poco prima che lui
arrivasse a Tebe (intertitolo: “Dio, che cosa vuoi fare di me”, viene oggettivato il pathos), Edipo dice
che forse era vero che stava maledicendo se stesso
3. Giocasta dice: “quanti uomini hanno sognato di fare l’amore con la propria madre”, questa frase in
Sofocle è detta per rassicurare, quando la verità non è ancora stata scoperta; nel film quando ormai
la verità è venuta fuori, non è per niente rassicurante, ma è una rivendicazione dell’eros incestuoso
4. Scena di sesso fra Edipo e Giocasta dove l’appellativo “Amore” è sostituito da “Madre”, poi Edipo
cerca di ricostruire la sua storia, ma Giocasta esprime al massimo “la volontà di non sapere”,
cercando di coprirgli la bocca.
La differenza con la tragedia è che qui la verità viene svelata prima e le parole del servo sono solo una
conferma; nella tragedia Edipo spera fino all’ultimo che non sia così.
Edipo e Creonte: nella tragedia Edipo razionalizza questa verità e chiede l’esilio; nel film le battute
assumono un carattere di delirio violento (nuovo rifiuto delle armi dell’intelletto).
Pasolini riscrive Sofocle incentrandosi sull’incesto, inteso come nostalgia di unità con il corpo della madre,
desiderio di ritorno ad un’infanzia perduta La tragicità dell’obbligo di conoscere

MEDEA
Esce nel 1970; si svolge tutto nell’atemporalità del mito, non abbiamo una cornice contemporanea.
Pasolini con questo film rifiuta il codice linguistico, dando più spazio alla gestualità e alle possibilità del
cinema; esprime una sorta di “sfiducia nel logos” per apportare un effetto di realtà.
 BIPOLARITÀ CULTURALE: Pasolini dà un’interpretazione del mito politica: conflitto tra la civiltà
occidentale e quella orientale (Medea barbara), che ha implicazioni antirazzistiche. Giasone=
cultura moderna e borghese; Medea=cultura sacra, primitiva, magica.
Il doppio centauro= Giasone vede un centauro interamente umano, che è composto anche da quello che
da piccolo lo ha educato. Il vecchio c. rappresenta l’inconscio rimosso di Giasone, il sacro e l’infanzia; quello
giovane rappresenta l’elemento sconsacrato, il mondo adulto. E il centauro rivela a Giasone che in realtà
lui ama Medea, ma ha rimosso l’istanza dell’Es (errore a livello psichico); a livello antropologico ha
eliminato il sacro della dinamica sociale. Pasolini voleva la coesistenza fra i poli psichici e culturali
(=UTOPIA)ù
 La visione=noi vediamo Medea che va a Corinto, vede Giasone che balla, è distesa su un prato che
piange (sovrimpressione tra il suo volto e l’immagine della Colchide-RACCORDO) e ha un dialogo
con il sole (dove capiamo che è una visione), Medea che piange nella sua stanza e poi Glauce muore
tra le fiamme assieme al padre. MA, quest’ultima scena si scopre essere una visione (quando invece
dominava l’effetto di realtà). Ma la visione è diversa da quello che avviene poi, infatti Glauce non
muore con il fuoco ma gettandosi dalla torre (tratto da La lunga notte di Medea di C. Alvaro, dove la
donna si uccide perché è sconvolta dalla folla che assale Medea= IDENTIFICAZIONE DELLA DUE
DONNE
 Il dramma di Glauce= nella scena reale vediamo Glauce in preda ad un’angoscia totale; Creonte
dopo aver visto la figlia va da Medea, le chiede di lasciare il paese perché Glauce è dominata dal
senso di colpa=DRAMMA BORGHESE.
 Giasone e Medea= G. usa parole molto crude e dice che solo a lui deve la sua vittoria (quando è
stata Medea che lo ha aiutato) e che lei è profondamente attratta dal suo aspetto fisico. Il tema
della sessualità si concretizza nell’ultima scena di sesso fra i due (innovazione di Pasolini).

Pasolini utilizza una duplice forma di ricezione: 1)forma visiva, emotiva e musicale= in questo modo viene
enunciato allo spettatore il Plot narrativo (tradimento Giasone ed emarginazione e vendetta di Medea);
2) forma razionale e verbale, dove gli eventi compaiono in una forma esplicita dopo la visione.
Pasolini aggiunge una forte componente psicologica.

Incipit: centauro che parla a Giasone di 5 anni, poi di 13 anni, e poi adulto che viene invitato dal suo
maestro a recuperare il trono che gli spetta (dove ormai è diventato umano). “Non c’è nessun dio”, poi
stacco netto che ci porta alla Colchide di Medea dove avviene un rito sacrale (silenzio e attesa). Contrasto
tra il mondo di Giasone fatto della parole e ragione, linearità temporale verso il progresso; e il mondo di
Medea fatto di ritualità e ciclicità temporale. Lo stesso contrasto che vediamo tra la visione di Medea sulla
morte di glauce e come in realtà avviene la scena. il contrasto tra le 2 culture si nota anche quando Medea
è ormai scappata con gli Argonauti e quando piantano le tende ella urla perché non hanno consacrato il
luogo e loro la deridono.
Gli argonauti= giovani che usano la violenza e l’aggressività= attacco del mondo accidentale a quello
orientale e africano, sfruttamento economico. Il loro mondo è contrapposto al mondo della colchide con
un sintagma a graffa.

Innamoramento: RACCONTO VISIVO: avviene nel tempio quando Medea stava pregando e arriva Giasone
che la guarda in modo carezzevole e lei sviene (anche la musica si interrompe): l’eros comporta una perdita
della realtà. Allora: Medea si risveglia e tenta di staccare il vello d’oro per aiutare Giasone.

Uccisone dei figli: Pasolini elimina ogni forma di conflittualità monologica, l’infanticidio= conseguenza
necessaria dello sradicamento di Medea dal suo habitat, della sua “perdizione” sessuale per Giasone.
Infatti, la scena è mostrata con una naturalità propria del mito, dove non c’è rappresentazione diretta, ma
solo allusiva. Viene mostrato il bambino, poi il coltello=arma dell’omicidio (come il palloncino ne il mostro
di dusseldorf). Viene continuamente inquadrato il fuoco (tema di Medea), simbolo della sua dimensione
magica e sacra, ma anche della sua forza distruttrice quando da a fuoco la casa e Giasone non riesce ad
entrare per recuperare il corpo dei figli, nel frattempo Medea è in alto nel carro alato

Volto della Callas=forte ed enigmatico, attrattivo

Medea racconta l’origine mitica dell’alienazione borghese, tragicamente ineluttabile.


ORESTEA
Nel 1959 Gassman chiese a Pasolini di tradurre l’Orestea di Eschilo, di cui ne produsse una interpretazione
del tutto politica, egli voleva rappresentare il contrasto tra: sentimenti primordiali, istintivi (Erinni) operanti
sotto il segno della madre e tra la ragione virile, che sconfigge queste forze con le istituzioni democratiche.
Ma questo non vuol dire che l’irrazionale deve essere eliminato, ma deve essere arginato e dominato dalla
ragione; risulta una sintesi tra mondo arcaico contadino e il mondo moderno della città democratica.
Traduzione: Pasolini dichiara che nel tradurre le tragedie ha usato prevalentemente il suo istinto, avendo
come spunto di base la traduzione francese di Manzon (1949), questo però gli costò dei fraintendimenti del
testo greco, anche dovuti alla fretta per la consegna. Però alla base troviamo un chiaro intento poetico,
infatti la lingua che utilizza è una lingua contemporanea, con effetti di ibridazione innovativi (traduzione
creativa): Zeus diventa Dio, i templi diventano chiese, la Moira diventa la Morte, alla fine abbiamo
un’”osanna”; un linguaggio che risulta adatta al pubblico moderno. Il risultato fu affascinante, in quanto
risiede una grande forza espressiva.
Temi: sangue, guerra, morte, ossessione, impurità (contrapposta alla purezza dei “barbari” e degli
inconsapevoli) e il terrore che viene esplicitato nel conflitto tra coscienza e inconscio (Agamennone che è
assalito dal terrore al ricordo della partenza per Troia e quindi del sacrificio di Ifigenia); Pasolini mira a
rappresentare l’inconscio come fonte di un’angoscia atavica, se non è controllato da valori (=rifiuto di
ricchezza eccesiva e limite degli eccessi). Impurità e Osesso, NON sono presenti in Eschilo ma venegono
aggiunti da Pasolini o diventano la resa di termini disparati.
Le Erinni, alla fine, ballano e Atena invece è il profilo della ragione e della razionalità, ella cerca
cantano e Pasolini enfatizza i di mitigare il loro carattere distruttivo; infatti, ella le rispetta e
caratteri emotivi e arazionali della concede loro una sede ma in cambio dovranno diventare “buone”.
perdita del sé Questa risulta essere il momento di sintesi tra mondo arcaico e
razionalità moderna

Pilade
Pasolini nel 1966 scrisse quest’opera teatrale come totale invenzione di una vicenda che ha come sfondo il
mondo mitico; infatti Pilade ha solo una battuta nella tragedia di Eschilo. Pasolini riprende questa figura
creando un’opera politica, che rispecchia le ideologie politiche del 1900:
 Oreste: modernizzazione americana e democrazia razionalistica, si illude di poter rimuovere il
passato arcaico e costruisce freneticamente il futuro
 Elettra: attaccamento morboso al passato (monomania), quasi fascista che la porta a dimenticare
anche l’odio nei confronti della madre che ha ucciso il suo stesso padre: adore quelle forze
conservatrici che prima ha odiato
 Pilade: figura autobiografica, che condensa l’utopia di una sintesi, ma che è destinata a cadere nella
contraddizione e nel nichilismo
Trama: dopo che la città di Argo è stata ricostruita all’insegna dei valori democratici di Atena e del tribunale
da lei istituito, Oreste crede che questa sia la via giusta, dimenticare completamente il passato, ma questo
risulta fallimentare; infatti, ritornano le Eumenidi ritrasformatesi in Erinni e il bestiame è colpito da una
morìa.
Questo farà schierare Pilade contro Elettra e Oreste ormai alleati, ma questa alleanza risulta essere
un’abdicazione dei propri valori, che sfocerà in un’epoca di sangue. Da questa alleanza nasce il mondo
Neocapitalista, che secondo Pasolini ha sconvolta l’Italia, vi è stato un passaggio diretto dal mondo rurale a
quello industriale che ha distrutto il nostro paese.
Alla fine quindi: è il mondo di Oreste a trionfare, dove la dea della Ragione ha portato con sé anche i
lavoratori che dovevano fare la rivoluzione con Pilade, ma è un nuovo mondo che è volto alla ragione, ma
ha perso la sua identità.
 Pilade= può essere considerato come l’alter ego di Pasolini, colui che davanti al tribunale di Argo
dichiara la sua passione per il passato unita ad una fede per la ragione, il tradimento dell’originale
borghese, l’amore per il mondo contadino, il senso panico e ciclico della natura= è il DIVERSO.
Infatti sia Pilade (alla fine della tragedia) che Pasolini non riescono a integrarsi nel mondo in cui
vivono, odiano il mondo borghese a cui appartengono, ma si sentono estranei nel mondo popolare
che amano.
L’elemento del sesso violento incarnato da Pilade dopo la frustrazione del suo progetto rivoluzionario.

Appunti per un’Orestiade africana


L’opera integrale doveva essere chiamata Appunti per un poema sul Terzo Mondo, composta da 5 episodi
ambientati in: India, Africa Nera, paesi arabi, America del sud, ghetti neri degli stati Uniti (+squarci
sull’immigrazione in nord Europa e sull’Italia Meridionale). Trattando dei temi: fame, religione, guerra
nazionalistiche, guerriglia e castrismo.
L’episodio africano si basa su un progetto del 1963 Il padre selvaggio (mai pubblicato per il vilipendio della
chiesa su il film La ricotta), che tratta del rapporto tra un insegnante bianco e un ragazzo nero.
 Tendenza documentaristica: attinenza del cinema alla realtà, cinema verità, (anche in edipo e
Medea); più documentaristica è la scelta dei personaggi, ardua quella di Elettra. Culmine raggiunto
dalle immagini della guerra del Biafra, che visualizzano il flashback sulla guerra di Troia.
 Inizio: Pasolini con una voce fuoricampo racconta il mito di Oreste mentre inquadra i paesaggi
dell’Uganda.
 Il mondo razionale viene rappresentato dall’università di dar El Salaam in Tanzania
Il film diventa cinema-inchiesta quando Pasolini introduce la discussione sulla modernizzazione capitalistica
dell’Africa, con giovani neri di Roma: questi si identificano in Oreste a capiscono che la sua democrazia è
formale e non tutti i cambiamenti sono positivi.

Referenza verbale assente, sostituita dalla musica e dal canto:


Le Erinni= immagini naturali, grandi alberi nella foresta, una leonessa ferita…
Oreste= quando lascia Argo inseguito dalle Erinni, ci sono primi piani intensissimi sul volto dell’attore
trovato in loco, con sotto il sax.
Le Erinni si trasformano in Eumenidi attraverso una danza tribale (di un matrimonio) rifatta da ragazze
moderne che sembrano divertirsi: utopia di sintesi tra Africa moderna e africa antica.
Cassandra che uccide Agamennone e ha la visione della propria morte, questa visione viene resa con un
brano lirico che restituisce il senso di trance profetica

Alla fine: il mondo nato dalla “rivoluzione” di Atena e Oreste è visto come uno spazio ancora aperto,
un’apertura al futuro simboleggiata dalle immagini di lavoratori nei campi che inneggiano un canto della
rivoluzione russa. INVECE: in Pilade questa soluzione di Oreste era connotata solo da elementi negativi.

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