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Nietzsche

apollineo e dionisiaco

L’apollineo era un qualcosa di armonioso, Apollo era il dio del sole,Per quanto riguarda la cultura greca, la
bellezza veniva associata alla serenità a qualcosa di armonioso e proporzionato, lui pensa che la cultura
greca oltre che l’elemento apollineo abbia un elemento dionisiaco.

Nella stessa mitologia greca è presente un altro fattore che lui definirà dionisiaco, che è un po’ il contrario
di apollineo, è un lato oscuro.

Dioniso era definito asiatico, per spiegare questa asiaticità bisogna dire che è l’unica divinità che muore, e
un Dio che muore sarebbe Cristo, per questo come asiatico sarebbe inteso anche il Medio Oriente.

La prima versione sulle origini del mito di Dioniso vuole che egli fosse figlio di Zeus, padre degli Dei, e di
Persefone, regina del Mondo dei morti. Era, la gelosa sposa di Zeus, era determinata a uccidere il
bambino. Si rivolse così ai titani, che attrassero il piccolo mostrandogli alcuni giocattoli. Questi si avvicinò, e
quindi i Titani lo uccisero, lo squartarono, lo cossero e lo mangiarono.

Zeus, che amava profondamente questo suo figlio, lanciò i suoi fulmini contro i Titani. Tuttavia, si accorse
che il cuore di Dioniso non era stato divorato, dunque riportò in vita il bambino proprio partendo da questo
organo.

Dalle ceneri dei Titani nacque l’uomo. Visto che questi ultimi avevano divorato Dioniso solo in parte, gli
umani portano dentro di sé sia il dionisiaco sia il titanico.

L’elemento di comunione con il Dio Dioniso era il vino, il vino serviva agli uomini per raggiungere tramite lo
stato di ebbrezza l’essenza della tua personalità, il tuo lato Dionisiaco. In qualche modo l’adepto tramite il
vino è come se facesse a pezzi sè stesso, per lasciare via libera all’essenza dionisiaca che è in lui.

Nella cultura greca, l’arte nasceva dall’uomo, la tragedia sarebbe la rappresentazione in immagine di ciò
che non può essere tradotto in immagini, tradurre in elemento apollineo ciò che è dionisiaco.

Lui poi ritiene che ci sia stato una sorta di miracolo culturale in due scrittori soprattutto Eschilo e Sofocle,
per miracolo culturale intendiamo che i due elementi apollineo e dionisiaco conciliano l’uno con l’altro.

La tragedia è una rappresentazione, che tramite le immagini spiega un racconto, questo lo consente
l’apollineo ma il contenuto di ciò che è rappresentato è sicuramente qualcosa di dionisiaco.

La storia di Edipo Re di Sofocle→ Edipo è il figlio del re di Tebe, Laio e di sua moglie Giocasta. Dopo il suo
concepimento un oracolo rivela al sovrano che il nascituro è destinato a uccidere suo padre e giacere con
sua madre. Laio ordina quindi a un servo di uccidere il neonato, ma, impietosito, il servo decide di affidare il
bambino a un pastore che a sua volta lo cede al re di Corinto, Polibo, e a sua moglie Peribea, che non
potevano avere figli. Edipo cresce quindi nella convinzione che i sovrani di Corinto siano i suoi veri genitori
e quando un oracolo gli ripete la predizione fatta in precedenza a Laio, Edipo, convinto di rappresentare un
pericolo per Polibo e Peribea, parte da Corinto e si dirige a Tebe. Sulla strada incontra un carro, si tratta di
Laio, che si sta dirigendo a Delfi per consultare l’oracolo. Nessuno dei due uomini vuole lasciare il passo
all’altro così ne nasce una disputa che si trasforma in lite e Laio rimane ucciso. La prima parte della profezia
si è avverata. Edipo giunge quindi a Tebe, dove la popolazione è tormentata da una Sfinge, un mostro con la
testa di donna e il corpo di leone che ogni anno esige in tributo giovani vite. La Sfinge infatti propone ai
giovani tebani degli indovinelli a cui è impossibile rispondere e i malcapitati pagano la loro ignoranza con la
vita.

Edipo si offre quindi volontario per sfidare il mostro. La sfinge chiede a Edipo chi sia quell’essere che
cammina prima con quattro gambe, poi con due gambe e infine con tre. Edipo risponde correttamente: si
tratta dell’uomo. Così la Sfinge, sconfitta, si getta dalla rupe da cui dominava la città e Edipo viene nominato
re di Tebe (infatti era già giunta notizia della morte di Laio) e sposa la regina, Giocasta. Anche la seconda
parte della profezia si è avverata.

Edipo si rende così conto di essere lui il figlio di entrambe le profezie, di aver ucciso suo padre e aver
giaciuto con sua madre così come il destino aveva decretato dovesse compiersi.

Scopriamo quindi che Edipo, dopo aver trovato la madre, morta impiccata, ha usato le fibbie del vestito di
lei per accecarsi. Edipo supplica quindi Creonte, destinato a diventare il nuovo reggente, di esiliarlo da
Tebe, in quanto per colpa sua l’ordine naturale è stato sovvertito e la peste ne è la conseguenza.

Saluta quindi le figlie, Antigone e Ismene, destinate anch’esse alla sventura in quanto nate da un’unione
aborrita dagli dei e dagli uomini.

Egli che credeva essere padrone del suo destino si scopre vittima di esso, decide di autoinfliggersi la pena
più dolorosa per un greco, l’esilio cioè il vivere ai confini della società.

Possiamo notare gli elementi dionisiaci all’ interno della storia, tuttavia essa ci è narrata in maniera
apollinea.

L’apollineo quindi ci rivela l’aspetto dionisiaco dell’esistenza, questo sarebbe il miracolo culturale descritto
da Niestche.

Socrate, non può essere vissuta una vita senza ricerca, Nietzsche pensa che Socrate tramite la ricerca abbia
cancellato lo spirito greco, quell’elemento dionisiaco proprio dei greci.

Nietzsche ritiene che questo si identifichi con la decadenza, La decadenza sarebbe quindi rifiutare
l’elemento dionisiaco rifugiandosi solo in quello apollineo. Lui pensa che anche in occidente sia accaduto
questo, che l’uomo occidentale abbia eliminato l’elemento dionisiaco.

Perché Nietzsche viene considerato un filosofo fascista?

Nietzsche non è il filosofo del nazismo, lui mosse delle critiche nei confronti degli ebrei, ma lui mosse delle
critiche nei confronti di molti nella società, sicuramente nella sua filosofia, nei suoi scritti c’è una linea
antisemita. Nietzsche è morto anni prima che si affermasse il nazismo, la sorella invece sopravvisse.
L’opera che viene ritenuta di contenuto “nazista, è stata un’opera in cui la sorella ha convogliato i suoi
scritti con alcune tesi del nazismo di cui lei era stata simpatizzante.

Per questo, in termini storici non possiamo definirlo nazista in quanto lui non ne aveva idea di quel
movimento, essendo morto anni prima. E’ stata la sorella a dargli quella nota di nazismo facendolo magari
passare per tale .

Però c’è anche da dire che gli scritti antisemitici, erano stati scritti da lui non dalla sorella , ma lui non aveva
qualcosa di contrario solo contro gli ebrei. L’antisemitismo era diffuso ai tempi di Nietzsche era diffuso.

In Nietzsche non c’è l’individuazione della razza ariana come superiore, anche se lui parlerà di “bestia
bionda” che sarebbe il un superuomo.

Possiamo dire che non era nazista, ma era antisemita come tanti altri uomini al suo tempo e difatti per
questo in seguito il nazismo prese tanto potere.

Per quanto i suoi toni, lui amava enfatizzare i suoi scritti, avere un tono solenne e di superiorità.

Lui criticava tutti gli orientamenti politici.

Noi abbiamo studiato Hegel, lui in qualche modo presenta la concezione della storia che è un po’ quella che
Nietzsche vuole dire, la storia ammazzerebbe la libertà degli uomini facendo sì che gli uomini considerano
loro stessi come il prodotto di tutte le vicende accadute. Noi siamo il risultato di tutto ciò che è accaduto
nella storia precedente. Si ha un’indigestione della storia.

Secondo lui se noi ci riteniamo solo come il prodotto della storia allora è difficile superare questa visione e
riesce a vedersi solo in quella prospettiva, se invece l’uomo dimentica il passato non ne è vittima e quindi
può anche cercare di cambiare le cose.

Per quanto riguarda la storia bisogna anche saper dimenticare.

Non è la storia in sé ad essere qualcosa di cattivo o di indigesto, la storia è accettabile se ha un valore per la
vita stessa.

Non è la giustizia che regola la storia.

C’è anche un aspetto non vitale della storia.

In qualche modo obliare il passato è un qualcosa che richiede dolore e sofferenza, chi non prova dolore e
sofferenza non può cambiare le cose.

Uno degli aspetti fondamentali del suo periodo illuminista infatti è il dichiarare la morte di Dio, lui pensa
che l’uomo abbia ammazzato Dio, poiché nella società moderna Dio non ispira i comportamenti degli
uomini. Lui è sofferente nell’annunciare la morte di Dio perché ne riconosce la grandezza.

Il superamento del passato richiede una sofferenza, perché l’uomo sta cercando di superare la propria
storia, comporterebbe cancellare una parte del nostro essere.

Consumismo della storia→ sarebbe l’indigestione della storia

consultare aldilà di quanto richiedano i propri bisogni i libri di storia, quasi a comportarne un’indigestione.

La storia appartiene al vivente per tre aspetti che lo caratterizzano: essa gli occorre in quanto è attivo e ha
aspirazioni, in quanto preserva e venera, in quanto soffre e ha bisogno di liberazione. A questi tre possibili
tipi di rapporto dell'uomo con la storia corrispondono tre possibili specie di storia: la storia monumentale,
la storia antiquaria e la storia critica.

-La storia monumentale è propria di chi guarda al passato per cercarvi modelli e maestri che non scorge nel
presente, questa tende ad abbellire il passato.

-La storia antiquaria è propria di guarda al passato con fedeltà e amore, al punto da riconoscersi frutto ed
erede di una tradizione che lo giustifica. Questa cerca di ostacolare ogni progetto di cambiamento.

-La storia critica è propria di chi guarda al passato come un peso da cui liberarsi per poter vivere: essa
compete quindi a chi soffre e sente la necessità di rompere con il passato.

Questa possiede la presunzione di poter recidere il passato con il coltello, dimenticando che noi siamo il
risultato delle scelte precedenti e che non è possibile liberarsi totalmente da esse.

Illuminismo

Lui vuole sfatare tutte le menzogne dalla filosofia occidentale, quando parla di filosofia del mattino lui vuole
sottoporre a critica tutto ciò in cui noi abbiamo creduto.

Lui comincia da Dio, ma non tanto per criticare la religione, ma perchè Dio è simbolo di verità assoluta.

Tutto quello che ci è arrivato dalla metafisica compreso le verità assolute, divengono oggetto
dell’atteggiamento critico dello spirito libero che è libero proprio perché si libera dal peso delle tradizioni.

Il superuomo per Nietzsche è un uomo libero, che sa liberarsi dal peso della tradizione.
Se parliamo della morte di Dio allora abbiamo una liberazione della tradizione religiosa e filosofica.

La filosofia del mattino allora è una liberazione che da luogo a nuovi orizzonti, dando spazio anche
all’esistenza del superuomo, il superuomo è qualcuno che rappresenta di volta in volta le tematiche che
Nietzsche scopre, è qualcuno che dice sì con gioia all’aspetto dionisiaco dell’esistenza.

Ma chi può farlo? Chi si è liberato da quella patina apollinea che la tradizione occidentale ci ha tramandato,
ed è diventato così uno spirito libero, e può accettare i nuovi orizzonti.

Il superuomo è qualcuno che annuncia la morte di Dio, qualcuno che guarda in faccia alla realtà.

Anche se l’evento della morte di Dio non è un’ evento gioioso, anzi per lui la storia che abbia una valenza
nella vita richiede l’oblio, l’uomo deve superare una parte quindi del suo essere, ma questo richiede
sofferenza, non è un distacco semplice, perché sarebbe un distacco dalla religione che ci ha sempre
confortato nella vita per quello che riguarda l’aldilà.

E’ rassicurante se si pensa che dopo la morte c’è di nuovo la vita, così come è rassicurante la concezione
storica di Hegel in cui tutto avviene per una causa, perché doveva avvenire inevitabilmente e non è un caos
di eventi.

La metafisica ci prepara a una visione della realtà che è accettabile ma essa è troppo apollinea e non
considera l’aspetto dionisiaco.

Per fare questo bisogna diventare uno spirito libero, e aprire un nuovo modo di fare filosofia, per questo
filosofia del mattino, poiché lui rifugia anche la speranza in essa.

Il periodo illuministico risulta caratterizzato dall' esplicito ripudio di maestri di un tempo, troviamo
l'abbandono della metafisica per il privilegiare la prospettiva della scienza rispetto a quella
dell'arte e della metafisica.
La scienza e la riflessione critica assumono la guida: metafisica religione arte vengono sottoposti a
giudizio e appaiono come illusione.
L'opera umano, troppo umano appartenente a questo periodo è una critica della cultura tramite la
scienza.
Il nuovo procedimento di pensiero proposto da Nietzsche si configura come un metodo critico e
storico genealogico, critico perché eleva il sospetto a regola d'indagine, storico genealogico
perché ritiene che non esistano realtà statiche o immutabili, ma che ogni cosa sia un processo da
ricostruire. Il metodo si articola in due fasi principali:
-in primo luogo, si procede attraverso un'analisi storico concettuale che mostra come quei valori
ritenuti eterni siano il frutto di uno sviluppo e quindi siano sempre relativi e contingenti.
-In secondo luogo, si serve di una critica demistificante attraverso la quale rivela che al di sotto di
quei valori, vi sono motivazioni e interessi umani.
Questo metodo viene presentato come una chimica delle idee e dei sentimenti, Nietzsche allude
sia al suo aspetto demistificante, ovvero alla capacità di scomporre il complesso nel semplice, sia al
suo carattere dialettico.
I concetti nei quali si concretizza la filosofia illuministica sono lo spirito libero e la filosofia del
mattino.
lo spirito libero si identifica con il viandante, ossia con colui che grazie alla scienza riesce
emanciparsi dalle tenebre del passato, inaugurando una filosofia del mattino basata sulla
concezione della vita come transitorietà e come libero esperimento senza certezze precostituite.
Tra le tenebre e gli errori dell'umanità, Nietzsche colloca la morale e la metafisica, infatti la critica
della metafisica trova la sua espressione più compiuta nella teoria della morte di Dio.
Per Nietzsche Dio è:
-simbolo di ogni prospettiva altri mondana
-la personificazione delle certezze ultime dell'umanità, o sei tutte le credenze metafisiche e
religiose elaborate attraverso i millenni per dare un senso alla vita.
Dio e l’oltre mondo hanno storicamente rappresentato una fuga dalla vita e una rivolta contro
questo mondo.
Infatti, di fronte a una realtà che risulta crudele, gli uomini per poter sopravvivere hanno dovuto
convincere sé stessi che il mondo è qualcosa di logico e benefico. Da ciò il proliferare delle
metafisiche e delle religioni che si palesano come decorazione della realtà e menzogne millenarie,
formulate dagli uomini per riuscire a sopravvivere.
Nietzsche affermava che Dio è la più antica delle bugie vitali e quindi la quintessenza di tutte le
credenze escogitate attraverso i tempi per poter fronteggiare il valore caotico dell'esistenza, infatti
all'origine dell'idea di Dio c'è la paura dell'uomo di fronte all' essere.
La morte di Dio coincide con l'atto di nascita del superuomo.
Soltanto chi ha il coraggio di guardare in faccia la realtà e di prendere atto del crollo degli assoluti
è ormai maturo. Il superuomo ha dietro di sé come condizione necessaria del suo essere, la morte
di Dio ma ha davanti a sé il mare aperto delle possibilità connesse a una libera progettazione della
propria esistenza al di là di ogni struttura metafisica data.
Per Nietzsche l'uomo può diventare superuomo soltanto dopo essere passato sul cadavere di tutte
delle divinità. L'universo nietzschiano è tale solo se si fonda sul presupposto di un mondo
sdivinizzato, ossia ateo.
L'ateismo di Nietzsche vuol essere così radicale che egli non contesta soltanto Dio ma anche ogni
suo ipotetico surrogato. Quando si sostiene che Dio è definitivamente morto, per Dio si intende ciò
che è stato concepito come tale, ovvero l'essere metafisico e il valore dei valori.
Per Nietzsche la morte di Dio corrisponde come la fine del mondo vero e lo sbarazzarci delle idee
morali metafisiche di matrice platonico cristiana.

Passo dell’uomo folle

Già all’inizio l’uomo folle di primo mattino va con la sua lanterna accesa, questa è una contraddizione
perché di mattina presto la luce della lanterna non servirebbe.

Gli uomini del mercato si mettono a scherzare sulla morte di Dio, poiché sono anch’essi atei ma per loro è
una dimenticanza facile quella di Dio, la cancellazione della sua esistenza non comporta un oblio doloroso.
Per quanto riguarda la seconda considerazione in attuale abbiamo visto che l’oblio richiede una sofferenza.

La luce del mattino vuol dire che tutti si accorgono della morte di Dio, ma il fatto che lui porti anche la luce
della lanterna sta a significare proprio che gli altri non avevano percepito questo senso di sofferenza nel
dichiarare Dio morto.

Nietzsche è contemporaneo anche al positivismo, che significa fede e speranza nella scienza e si sono aperti
nuovi varchi per lo sviluppo scientifico, e questo sviluppo scientifico non richiedeva la presenza di Dio.

Loro sostenevano di doverla finire con la metafisica, niente più verità assoluta , compresa quella di Dio,
questo lo sosteneva anche Nietzsche.

Quindi possiamo identificare gli uomini del mercato con i positivisti in quanto loro rinunciarono a cuor
leggero alla figura di Dio, e lo sostituirono con una divinità puramente scientifica.

Nietzsche sapeva invece quanto dolore comportasse la morte di Dio, egli infatti è consapevole del fatto che
se Dio è morto e perché l'uomo lo ha ucciso, cioè l'uomo con i suoi modi di vita ha messo da parte Dio.

Come è possibile che siamo arrivati a questo?

Qui emerge l’aspetto dionisiaco, perché la morte di Dio comporta che l'esistenza dell'uomo non ha più
senso, perché con Dio scompare ogni verità metafisica, allora l’esistenza diviene un caos, la vita l'esistenza
non hanno più un senso, questo sia a livello individuale che collettivo dell'uomo non ha più un senso.

quello che la religione nel passato aveva fatto di grande era stato tenere l'uomo lontano dall'aspetto
dionisiaco dell'esistenza e di farsi che gli si rapportarsi alla vita individuale storica come a qualcosa di dotato
di senso, dotato di una finalità.

Prendiamo sempre l'esempio di Hegel egli ritiene che la storia abbia un senso anche nei suoi aspetti
negativi, per quanto riguarda il pensiero di Nieztsche egli ritiene che se è morto Dio non ci sia più via di
salvezza, di redenzione si è di fronte lo sguardo pietrificante della Medusa.

Sei di fronte quindi a un'esistenza che ti obbliga a rimanere paralizzato davanti ad essa.

Gli uomini del mercato quindi non si rendono conto di quanta sofferenza possa comportare la morte di Dio,
si parla di aspetto dionisiaco dell' esistenza bisogna fare i conti anche con il caos e tutto ciò che egli può
derivare. Questo passo è molto importante anche per quanto riguarda la reazione del filosofo che getta la
lanterna sconfortato.

La morte di dio sarebbe nichilismo, il nulla di valori.

Questa fase comincia laddove si conclude la filosofia del mattino e si raggiunge la consapevolezza,
proprio della filosofia del meriggio, che con l'eliminazione del mondo vero è stato tolto di mezzo
anche il mondo apparente, cioè ogni scissione dualistica della realtà.
Dopo la morte di Dio si presentano due possibilità: quella dell'uomo e quella del superuomo.
Nietzsche attraverso le parole di Zarathustra insegna il superuomo, mostrandola abiezione
dell'ultimo.
Zarathustra non è il superuomo, ma soltanto il suo profeta che è stato scelto siccome fu il primo
ad accorgersi dell'errore della morale. I temi di base dell'opera sono in sostanza tre il superuomo,
la volontà di potenza e l'eterno ritorno.
Il superuomo è un concetto filosofico, di cui Nietzsche si serve per esprimere un modello di uomo
in cui si concretizzano i temi di fondo del suo pensiero.
Il superuomo è colui che è in grado di accettare la dimensione tragica e dionisiaca dell'esistenza, di
reggere la morte di Dio e la perdita delle certezze assolute, di porsi come volontà di potenza e di
affermarsi come attività interpretante e prospettica. In quanto tale il superuomo non può che
stagliarsi sull'orizzonte del futuro. Il superuomo è un uomo oltre l'uomo, cioè un uomo che si
colloca al di là di ogni tipo antropologico dato. Quindi non è l'uomo al superlativo, ma un uomo
diverso capace di creare i nuovi valori e di rapportarsi in modo inedito alla realtà.
Nietzsche presenta il superuomo come il senso della terra e come il fautore di una antidealista
fedeltà al mondo. L'uomo è terra ed è nato per vivere sulla terra. L'anima, che dovrebbe essere il
soggetto di un’ipotetica esistenza di ultraterrena, è insussistente: l'uomo è sostanzialmente corpo.
Questa rivendicazione della natura terrestre del superuomo fa tutto uno con l'accettazione totale
della vita.
Nietzsche descrive la genesi e il senso del superuomo alla stregua di una libertà che libera sé
stessa, per approdare a un innocente creativa affermazione della vita: “Tre metamorfosi io vi
nomino dello spirito: come lo spirito diventa cammello, il cammello leone, infine leone fanciullo.”
-Il cammello rappresenta l'uomo che porta i pesi della tradizione e che si piega di fronte a Dio e
alla morale
-il leone rappresenta l'uomo che si libera dei fardelli metafisici ed etici
-il fanciullo rappresenta l'oltreuomo.
Il concetto di superuomo, in Nietzsche, non coincide con il progetto di umanità emancipata di
Marx, ma con l'ideale di un tipo superiore di uomo che si eregge al di sopra delle masse, della cui
inferiorità bisogno come della sua base condizione.
Da ciò la valenza filosoficamente progressista, ma politicamente reazionaria del concetto
nietzschiano.
Secondo la dottrina dell'eterno ritorno, tutte le realtà e tutti gli eventi del mondo sono destinati a
riproporsi in modo identico infinite volte. Che cosa sia veramente l'eterno ritorno e quali siano i
suoi rapporti con l'iniziativa umana costituiscono due delle questioni più complessi per la
storiografia di Nietzsche. Questa dottrina però risulta sufficientemente chiara. Credere nell'eterno
ritorno significa infatti:
-ritenere che il senso dell'essere non stia fuori dell'essere, ma nell'essere stesso
-disporsi a vivere la vita, e ogni attimo di essa, come coincidenza di essere e senso, ossia come un
gioco creativo avente in sé medesimo il proprio senso appagante.
Proprio per questi motivi, l'eterno ritorno incarna al massimo grado l'accettazione superomistica
dell'essere, proponendosi, come la suprema formula dell’affermazione che possa mai essere
raggiunta.
L’ULTIMO NIETZSCHE
Il tema dell'accettazione della vita porta il filosofo a polemizzare aspramente contro la morale e il
cristianesimo. Secondo Nietzsche la morale è sempre stata considerata come un fatto evidente,
che si auto impone all' individuo. Tant'è vero che fino ad oggi è sempre mancato il problema
stesso della morale.
Il primo passo da compiere secondo il filosofo è quello di mettere in discussione la morale stessa
attraverso un'analisi genealogica della morale al fine di svelarne l'origine psicologica.
Nietzsche ritiene infatti che i pretesi valori trascendenti della morale e la morale stessa, non siano
altro che la proiezione di determinate tendenze umane, che il filosofo ha il compito di svelare nei
loro meccanismi segreti.
Anche la cosiddetta voce della coscienza, da cui procederebbe la morale, non è altro che la
presenza in noi delle autorità sociali delle quali siamo educati. La moralità quindi si rivela come
l'istinto del gregge nel singolo, ovvero come l’assoggettamento dell'individuo a determinate
direttive sociali.
In un primo momento la morale era l'espressione di un’aristocrazia cavalleresca, e risultava
improntata su due tipi di morale:
-la morale dei signori è quel tipo di morale che sgorga da un sentimento di pienezza o di potenza
che si esprime nei valori vitali della forza, della salute della fierezza e della gioia

-la morale degli schiavi è quel tipo di morale che sgorga da un sentimento di
debolezza e di risentimento e che risulta improntata ai valori antivitali dell'umanità e
della pietà. Espressione emblematica di tale morale è il cristianesimo.
Nietzsche sostiene che il cristianesimo abbia inibito gli impulsi primari dell'esistenza e abbia
corrotto le sorgenti naturali della gioia e del piacere mediante la nozione di peccato, ed abbia
quindi prodotto un tipo d'uomo malato e represso, in preda a continui sensi di colpa che
avvelenano la sua esistenza. Più che contro la figura di Gesù il filosofo rivolge la propria polemica
contro i suoi pretesi seguaci e sostiene: la chiesa esattamente ciò contro cui Gesù ha predicato e
contro cui ha insegnato se discepoli a combattere.
A tutte le negazioni della morale del cristianesimo, Nietzsche contrappone la più risoluta ed
entusiastica affermazione della vita. Da ciò la sua proposta di una radicale trasvalutazione dei
valori, che non va intesa alla stregua di un semplice rifiuto dei valori antivitali, ma come un nuovo
modo di rapportarsi ai valori che vengono concepiti come libere proiezioni dell'uomo e della sua
antiascetica volontà di potenza.
Quello di volontà di potenza è uno dei concetti più variegate discussi di Nietzsche. in linea
generale la volontà di potenza si identifica con la vita stessa, intesa come forza espansiva e auto
super antesi punto la volontà di potenza trova la propria espressione più alta nel superuomo ma
anche la sua essenza consiste nel continuo oltrepassamento di sé punto dalla concezione della vita
come auto creazione segue che l’arte, intesa nel senso ampio di forza creatrice, diviene il modello
stesso della volontà di potenza punto la volontà di potenza il proprio cu mine Nell'accettazione
istituzione dell'eterno ritorno e nell’apoteosi del divenire, ossia nell'atto tramite il quale il divenire
in quanto eternizzato, riceve il sigillo dell'essere
L'ultimo Nietzsche utilizza il termine prospettivismo per indicare la teoria secondo la quale , non
esistendo cose o fatti, ma solo interpretazioni circostanze di cose o di fatti, il mondo cessa di avere
un unico senso, per acquistarne innumerevoli, che corrispondono ad altrettante interpretazioni
formulate da terminati angoli prospettici. In quanto la parola conoscenza abbia senso il mondo è
conoscibile, ma essa interpretabile in modi diversi, non ha dietro di sé un senso, ma innumerevoli
sensi. Alla base di un'interpretazione stanno bisogni e interessi collegati all' istinto di
conservazione e alla volontà di potenza. Le cosiddette verità sono soltanto illusioni di cui si è
dimenticata la natura la storia. Concetti e categorie sono schematizzazioni che vengono scambiate
per verità oggettive e modi di essere della realtà. Il filosofo critica, inoltre, la scienza moderna e la
sua visione meccanicistica, matematizzante e deterministica che ha imposto una interpretazione
univoca della realtà ben lontana dal polimorfismo della natura.
Il fatto che non esista un criterio assoluto di verità non significa che tutte le interpretazioni siano
equivalenti: come criteri di scelta Nietzsche indica la salute e la forza punto la salute non si riduce
tuttavia un semplice fatto fisiologico, poiché rimanda globalmente al modo di essere del
superuomo.

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