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Emocoltura

emocoltura

Esistono metodologie alternative più veloci. Infatti, le infezioni del torrente circolatorio e sepsi sono molto importanti e poco conosciute
dal pubblico, ma molto pericolose.
I batteri più frequentemente individuati sono Gram +, come streptococchi, stafilococchi coagulasi-negativi ed enterococchi; ma anche
Gram - come E. coli, Pseudomonas aeruginosa e Klebsiella pneumoniae. Anche altri batteri possono essere individuati, ma meno
frequentemente, oltre a funghi come Candide.

È importante capire la fonte dell’infezione, che può essere:


• acquisita in ambito comunitario (se si manifesta prima di 48h dal ricovero)
• acquisita in ambito ospedaliero (importante capirlo)
Le cause sono principalmente dispositivi medici come cateteri, procedure chirurgiche (anche se si dovrebbe lavorare in sterilità e
massima igiene) o infezioni già preesistenti localizzate (polmoniti, endocarditi, gastrointestinali…).
H

Nel caso del catetere, molti batteri possono formare biofilm, un grande problema per batteri della normale flora, ma che
per quelli circolanti nell’ambiente, come per Pseudomonas aeruginosa.

Per quanto riguarda la diagnosi, può essere molto difficile da differenziare da altre cause di infiammazione sistemica, che spesso non
sono il risultato di un’infezione. Infatti, possono dare sintomatologia aspecifica, con febbre, fino a sintomi anche molto gravi, e nelle fasi
iniziali è difficile fare diagnosi, ma se non si fa non si sa come intervenire per bloccare l’infezione (es. rimuovendo il catetere se è la
causa, o curando infezioni preesistenti).
La diagnostica microbiologica è importante, perché identifica il batterio che causa la malattia; la procedura di emocoltura (vedi primi
appunti) è un processo lungo, per cui si sta lavorando ad altri approcci per avere protocollo routinari più veloci e sensibili.
Ad esempio si vedono anche sistemi innovativi, che stanno entrando nella diagnostica (anche se costano di più).
Oltre ai metodi colturali convenzionali, si vedono metodi basati su PCR, sulla spettrometria di massa (ha dei vantaggi perché non è molto
lunga dal punto di vista tecnico), sulla FISH (individuazione e identificazione con sonde specie-specifiche) e altri approcci emergenti.
(Vedi foto dei vari passaggi).

La nuova diagnostica cerca di accorciare le tempistiche necessarie dei metodi classici, cercando di
svincolarsi dal processo di coltura, mentre altre cercano di rimanere negli step classici, semplicemente
accelerando i tempi.
Ad esempio, con la spettrometria di massa, a partire dal prelievo in cui si vede la popolazione batterica
con colorazione di Gram, alcuni batteri vengono raccolti e processati con MALTI-TOF, avendo risultato in
poche ore. In alcuni casi, però, serve comunque un’antibiogramma per vedere le resistenze.
H

Ci sono altri metodi, usati quando il flacone dell’emocoltura risulta positivo: si possono rilevare gli acidi nucleici, con sistemi RT, di
ibridazione…
NK

La fase critica è quello di crescita, per cui si sta cercando di fare diagnostica sul campione di partenza, ma se la carica batterica è bassa
serve un metodo molto sensibile. È legata a sistemi RT, biosensori, risonanza magnetica nucleare, NGS…
No

Alcuni sistemi sono stati approvati in America come approcci diagnostici, alcuni basati su PCR singola o multiplex, con risonanza
magnetica nucleare, con sonde ad ibridazione, con PNA (oligo più resistenti del DNA).
K

Un possibile applicazione, proposta inizialmente per i tumori, è il sistema basato su DNA libero, cell-free, per sepsi e infezioni.
Si sta sviluppando anche una piattaforma, ma non ancora di routine. Questo sistema parte da un soggetto con un importante batteremie,
con asciti (sacche di fluido con infezione attiva); nell’analisi, si prelevano questi asciti, analizzati con classica emocoltura.
Si procede poi con altri campionamenti, come sangue e altri campione per analisi in NGS, con analisi del DNA libero nel sangue. In 2
giorni si ottiene un risultato, rispetto all’approccio classico che richiede più giorni.
Si è visto che con l’analisi del DNA libero si hanno indicazioni della presenza di diversi batteri, mentre con la coltura classica di sangue si
ha risultato negativo; il liquido dagli asciti, si ha conferma per solo alcuni dei batteri trovati con NGS, anche se richiede sempre più
giorni. In conclusione, se questo approccio venisse approvato, si avrebbe risultati molto interessanti, con identificazione di molti batteri
in pochi giorni.
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Tra i metodi moderni ci sono strumenti come il T2Dx, che da una diagnosi rapida, con raccolta di sangue, che viene incubato per 1-5
giorni; nel momento di positività, si fa un’identificazione molecolare con risonanza magnetica nucleare. Riduce in modo significativo la
parte di analisi e diagnosi nel sangue.

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