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Giovanni Verga

Vita, opere, pensiero


LA VITA
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Giovanni Verga nasce a Catania il 2
settembre in una famiglia benestante. Con l’andare avanti negli anni, però, si
Nel 1858 si iscrive alla facoltà di manifesta in lui un sempre maggiore interesse
giurisprudenza, nel 1860 si arruola nella per la vita “vera” degli uomini più umili.
Guardia Nazionale e rimane in servizio
Prende quindi a descrivere le vicende di
fino al 1864. In quegli anni scrive e
pubblica alcuni romanzi di contenuto questo ceto sociale in modo “oggettivo”:
patriottico mentre collabora con lascia cioè parlare le cose e i fatti stessi,
numerose riviste politiche e letterarie. senza interventi e commenti personali; Scrive
così la novella Nedda (1874).

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Dal 1869 si trasferisce a Firenze, allora
Negli anni successivi, nascono così tutte
capitale d’Italia e centro culturale; le più importanti opere di Verga: dalle
continua la sua attività di narratore e Novelle rusticane ai romanzi I Malavoglia
stringe amicizia con letterati e uomini di e Mastro don Gesualdo. Nel 1893, Verga
cultura; fra questi Luigi Capuana. Nel 1872
fa ritorno in Sicilia, a Catania, dove
si trasferisce a Milano. In quegli anni Verga
rimane, in un silenzioso isolamento, fino
scrisse
romanzi che rispondono al gusto alla morte, avvenuta il 27 gennaio 1922.
dell’epoca come ”Una peccatrice” e “Tigre
reale”.
Solo romanzi: Divise in novelle:
Tigre reale vita dei campi
Storia di una capinera e in romanzi:
Eva ciclo dei vinti
il Ciclo dei vinti
Formato da 5 libri di cui
solo 2 portati al termine

I malavoglia Mastro Don Gesualdo


Narra la storia di un’umile famiglia di Narra la storia di un uomo che dall’essere un


pescatori siciliani, ridotta in rovina. muratore riesce a diventare un Don finendo
Tratta temi come l’economia e la famiglia. però in rovina. In questo romanzo Giovanni
Vengono utilizzate tre tecniche narrative: Verga rappresenta la decadenza
il discorso indiretto libero, la tecnica dell’aristocrazia e le caratteristiche della
dello straniamento e dell’impersonalità borghesia del suo tempo. Una borghesia
votata all’individualismo e al materialismo.
Cos’è il verismo?
IL VERISMO È UN MOVIMENTO LETTERARIO CHE NASCE IN
ITALIA NELLA SECONDA METÀ DELL’OTTOCENTO.
IL MAGGIORE NARRATORE VERISTA È GIOVANNI VERGA,
MA I PRINCÌPI DELLA POETICA DEL VERISMO SONO
ENUNCIATI DA LUIGI CAPUANA.

I principi del verismo


La ricerca di un linguaggio aderente alla realtà, che riproduca le modalità
espressive dei personaggi.
La descrizione dei personaggi condotta prevalentemente dall’esterno
Il tono pessimistico, che induce gli autori a sottolineare i drammi e la
miseria.
La ricostruzione del vero attraverso l’indagine dell’ambiente sociale, dei fattori economici
e storici.
L’obiettività dello scrittore. Egli deve riprodurre le vicende dal vero, tendendo a
trasformare in documento l’opera letteraria.
L’impersonalità del narratore. Egli non deve far percepire la propria presenza, ma lascia
che a parlare siano i fatti e i personaggi e si astiene da commenti e da interventi nei quali
traspaiono le sue convinzioni.

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