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Lezione teorico-didattica con laboratorio teatrale
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Lezione teorico-didattica
con laboratorio teatrale
A chi si rivolge : Questa lezione è rivolta ad una classe terza del Liceo Artistico di Cagliari.
Prerequisiti (preskills) : Apprendimento storico - artistico acquisito nei primi anni del liceo durante le
lezioni di Storia dell’Arte.
Feedback : Soffermarsi su eventuali punti del percorso non particolarmente chiari, porre delle
domande sull’argomento per assicurarsi che quanto trattato sia stato esaustivo e conciso.
Obiettivo da conseguire : L’obbiettivo del laboratorio è quello di rendere gli studenti i primi attori del
loro processo di apprendimento con una didattica attiva.1
1 Antonio Calvani, Come fare una lezione efficace, Carocci Faber, 2014
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Tempi e percorso : Si svolge in una giornata divisa in due parti: la prima dalle h: 8:30 alle h: 11 e la
seconda dalle h: 15 alle h: 18:30: quindi una teorico esplicativa e l’altra didattica laboratoriale;
Spazi : La prima parte del progetto ha luogo all’interno dell’aula scolastica del Liceo. La seconda
parte all’interno degli spazi cordialmente messi a disposizione dal Teatro Lirico di Cagliari.
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Vengono ora attivati dei feedback per descrivere la corrente artistica: definizione, contesto storico-
artistico e terminologia. La lezione continua attraverso i principali esponenti della corrente e il loro
operato: quali Pontormo, il Veronese e Giambologna. Mostrando alcune influenze e differenze fra i
nuovi stili e quelli passati. Con questi in concomitanza con l’esposizione teorico sensoriale delle opere
d’arte selezionate all’interno del corso. Le opere sono proposte anche con una sorta di impronta da
coaching attraverso spunti, rimandi ad altri apprendimenti avvenuti.
(Iconologia e iconografia delle opere d’arte proposte; osservazione e discussione delle emozioni
e degli stati d’animo presenti in un’opera d’arte).
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Per attivare le preconoscenze degli alunni e rendere chiaro l’obiettivo verrà utilizzata la LIM con
la proiezione di una serie di slide teorico-artistiche accompagnate da immagini che introducono
l’argomento del Manierismo.
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Attraverso la visualizzazione di una serie di immagini che introducono l’argomento si lascia che la
conoscenza sia costruita dagli allievi nel tentativo di aggiungere senso alle loro esperienze ricercando
attivamente i significati. Qui la conoscenza non necessariamente riflette la realtà esterna ma è
estremamente importante, utile e praticabile.2
2 Teorie dell’apprendimento, Confronto tra le tre teorie didattiche, ENDO-FAP Sede Nazionale,
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“ Se dovessi considerare in un unico principio il fattore più importante che influenza l’apprendimento sono le conoscenze
che lo studente già possiede. Accertatele e comportatevi in conformità con il vostro insegnamento. ” D. Ausubel
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1) È un ponte che connette le analogie delle cose note con quelle ignote;
2) È adoperato come introduzione al nuovo materiale;
3) È un abbozzo della nuova informazione ed una riaffermazione della precedente conoscenza;
4) Aiuta a strutturare la nuova informazione;
5) Incoraggia gli studenti a trasferire ed applicare la precedente conoscenza;
6) Consiste di informazioni concrete.
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“ Le mappe concettuali potevano essere usate per rappresentare la conoscenza in qualsiasi età ed in qualunque dominio
della conoscenza […], gli studenti che preparavano le proprie mappe concettuali […] scoprivano anche che imparavano
come imparare ” J. D. Novak
La tecnica delle mappe concettuali, sviluppata da Novak negli anni 60’, si basa sulle teorie di
Ausubel il quale ha evidenziato l’importanza delle pre-conoscenze possedute dalle persone per
l’apprendimento di nuovi concetti. L’apprendimento significativo implica l’assimilazione dei
nuovi concetti nelle strutture cognitive esistenti. Nacque l’ipotesi della costruzione delle mappe
concettuali per poter formalizzare la conoscenza strutturata, ovvero il modo in cui i vari concetti
posseduti sono interconnessi tra di loro all’interno di un determinato dominio conoscitivo. Le mappe
sono un modello di come noi organizziamo e applichiamo le conoscenze.
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Possono essere categorizzate, connettive, associative, specificativa o divise in categorie, es: di tipo
causale o temporale.
Una mappa evidenzia i saperi di una persona permettendole di guardare in profondità e capire le
proprie conoscenze. Rende esplicito e conscio ciò che è spesso implicito. Punto focale della
costruzione delle mappe è la loro dinamicità intrinseca in differenti contesti e in tempi diversi le
rappresentazioni possono essere diverse.
Le mappe toccano alcuni degli elementi centrali delle tecnologie didattiche e dell’apprendimento.
Le tecnologie didattiche hanno lo scopo di rendere più efficace il processo formativo, le mappe, in
quanto strumenti di rappresentazione, innalzano da un lato la nostra comprensione, dall’altro
aumentano gli strumenti di autovalutazione dei processi di apprendimento. Le mappe fanno parte,
inoltre, di quegli attrezzi cognitivi che supportano, guidano ed estendono il processo di pensiero di chi
li usa.
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I MEDIATORI DIDATTICI
in una prospettiva didattica per competenze (Elio Damiano, 2002)
“Nell’ambito scolastico tra i mediatori più significativi ed incisivi sull’allievo sono il clima e il tono educativi, creati dalla
qualità dei rapporti interpersonali.” Larocca “Pedagogia generale”, Libreria editrice universitaria, 2000
Viene definito mediatore didattico ogni “dispositivo” che rende efficace la relazione tra
insegnamento e apprendimento, innescando e sostenendo i momenti del rapporto formativo e, come
tale, comprende l’attività, l’organizzazione della classe, i sussidi e materiali. Si individuano
principalmente quattro tipi di mediatori didattici: attivi, iconici, analogici, simbolici, in
corrispondenza del tipo di ricostruzione della realtà operata.
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- ATTIVI : fanno ricorso all’esperienza diretta, al learning by doing (es: l’esperimento scientifico);
- ICONICI : utilizzano le rappresentazioni dei linguaggi grafico e spaziale: fotografie, carte
geografiche, schemi, diagrammi, mappe concettuali. Gli ultimi tre di tipo non-figurativo e quindi più
prossimi alla rappresentazione astratta;
- ANALOGICI : si rifanno alle possibilità di apprendimento insite nel gioco e nella simulazione (es. role
plays “= consiste nella drammatizzazione parlata, agita e partecipata di situazioni comunicative e
relazionali che si possono sperimentare nella realtà, con un risalto sull'aspetto del ruolo);
- SIMBOLICI - utilizzano i codici di rappresentazione convenzionali e universali, come quelli
linguistici - (es. la lezione frontale espositiva).
E’ necessario avere consapevolezza che l’uso di ogni mediatore comporta vantaggi e problemi.
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I cinque livelli (gradi) in cui si articola l’asse dell’integrazione (asse verticale nella tabella) sono le tappe di
un itinerario dei processi di apprendimento dal livello della conoscenza (fare per conoscere) al livello della
meta-conoscenza (riflessione sull’uso).
Il diagramma, che nasce nell’ambito di quella che viene definita "didattica per concetti”, torna utile
quando si ragiona in termini di progettazione per competenze. Teoria e pratica sono integrate e non
sequenziali: per la persona la cultura è sempre unitaria e onnicomprensiva, il fare e il sapere sono
intrecciati e agiti da un soggetto che conferisce loro senso.
La varietà e l’uso complementare e integrato dei mediatori aiuta a superare il vecchio concetto di
progettazione che sopratutto mirava ad un insegnamento di tipo trasmissivo, unico ed omogeneo.
Permette, inoltre, di strutturare compiti di realtà avvicinandosi in maniera olistica ad ogni studente
rispettandone gli stili cognitivi e di apprendimento.
Più ampia è la gamma dei mediatori, più vario l’uso incrociato dei vari tipi, più agli studenti sono
consentite operazioni diversificate di apprendimento, risulta più efficace l’organizzazione cognitiva.
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3 E. Damian, La lingua nel sistema dei mediatori didattici, in Didattica ed educazione linguistica,
Seconda parte :
Laboratorio teatrale:
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Quattro modi per fare i quadri viventi senza fotomontaggio (Emanuela Pulvirenti, 2018)
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Tale drammatizzazione teatrale sarà catturata attraverso varie fotografie da utilizzare come spunto
per fissare gli elementi affrontati durante la lezione teorica tenutasi la mattina.
Al termine del laboratorio i ragazzi sistemati in cerchio ripercorrono l’argomento trattato
sotto forma di dialogo: presa di coscienza.
La valenza didattica del quadro vivente sta nell’attenzione che richiede allo studente nel momento
in cui si confronta con l’opera d’arte, sta nel cogliere espressioni, dettagli, gesti.
Lo scopo non è quello, puramente artistico, di rifare in modo identico il quadro originale.
Tant’è vero che è possibile anche lasciare i ragazzi nei loro abiti quotidiani, con tanto di felpe, jeans e
scarpette da ginnastica.
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Ci sono molti quadri che hanno talmente poco sfondo che anche se non viene ricreato non si perde
nulla dell’opera originale.
3 – Realizzare il fondale
Se lo sfondo del dipinto è importante tanto quanto i personaggi allora si può ricreare in vari modi. Si
può, ad esempio, proiettarlo sulla parete o sulla LIM e posizionare i personaggi davanti (sarebbe
perfetto, ad esempio, per rifare la Gioconda).
Oppure si può dipingere al muro, creando una sorta di fondale permanente per riproporre
periodicamente il tableau vivant. In alcuni casi può essere anche un modo divertente per scoprire le
proporzioni del proprio corpo. Poi ci sono anche i casi nei quali l’ambientazione è ricreata
fedelmente, dall’abbigliamento alla sfondo. Con qualche dettaglio in meno si potrebbe rifare anche a
scuola.
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4 – Attualizzare l’opera
4 Emanuela Pulvirenti, Quattro modi per fare i quadri viventi senza fotomontaggio,
Didatticarte.it, 2018
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