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PROGETTARE UN’ATTIVITÀ INCLUSIVA

A partire dall’osservazione della classe in cui si presta servizio o dal caso studio presentato
nell’esercitazione su ICF, si chiede di progettare un’attività educativa e didattica inclusiva rivolta
alla classe della durata massima di tre ore.

Sezione/Classe QUINTA CLASSE (SCUOLA SEC. II GRADO)


Diagnosi funzionale Disturbo dell’Attività e dell’Attenzione (ICD 10F 90.0)
dell’alunno/a con disabilità con SINDROME DI ALTERAZIONE DELLO
SVILUPPO PSICOLOGICO
Docenti coinvolte/i docente curricolare

Percorso in cui è inserita l’attività UdA RELIGIONE “L’ALTRO COME DONO ATTESO
E ACCOLTO”
Obiettivi educativi (max 3)  Bisogno di comprendere il senso del fare e
ricevere un dono come espressione di sentimenti e
partecipazione ai vissuti emotivi altrui, come
esperienza di gratuità e relazione

 Sostenere la relazione con se stessi – la Relazione


con gli altri “diversi” da me - Relazione con le
realtà sociali

Obiettivi didattici (max 3)  Sviluppare competenza alfabetica funzionale


collegate a quelle digitali
 Incrementare competenze in materia di
cittadinanza e integrazione
 Valorizzare la competenza in materia di
consapevolezza ed espressione culturale

Strategie Si sono utilizzate metodologie di tipo laboratoriale e


cooperativo: simulazioni, flipped classroom,
coinvolgimento e concorso attivo degli alunni,
indicazione di input teorici e piste di lavoro

Strumenti LIM

Tempi Presentazione dell’attività alla classe 45 minuti


Organizzazione in gruppi di lavoro 45 minuti
Fase operativa 90 minuti

Descrizione dell’attività

Materiale tratto dal corso “Inclusione per alunni con disabilità”


Propongo un’attività sul tema “L’ALTRO COME DONO ATTESO E ACCOLTO”. La durata
dell’attività è di tre ore complessive.
La mia proposta potrebbe essere un tema multidisciplinare collegato con Italiano per la
comprensione di brevi testi cogliendone i contenuti principali, e con storia dell’arte nel
comprendere e apprezzare le opere d’arte con la presentazione di diverse tecniche grafiche e
pittoriche.

In prima fase viene fatta una proposta di coinvolgimento: drammatizzazione di un racconto. Gli
alunni sono tutti coinvolti in una parte precisa e anche il ragazzo con diagnosi ha il suo ruolo
nella drammatizzazione per la sua piena integrazione.

Successivamente offro ai ragazzi un brainstorming sulle occasioni in cui loro hanno ricevuto un
regalo, sul suo significato (il messaggio che porta), sulla tipologia di doni che si ricevono e si
fanno. I regali possono parlare?

A questo punto divido la classe in gruppi di lavoro e assegno una pista di lavoro da condividere
alla fine del percorso. I ragazzi compiranno una serie di compiti operativi lanciati dal docente
quali trarre informazioni da un testo (scritto – audio - video) per usarle in esercizi che premiano
la loro capacità di organizzazione e originalità. Offro loro la possibilità di accedere in posti come
musei da visitare in 3D con l’uso di LIM.

L’attività termina con una conversazione guidata e con l’espressione di un proposito da donare
all’altro diverso da me. Tale attività alternativa renderà più interessante e gratificante il lavoro
per i ragazzi in generale, ma soprattutto per il ragazzo con diagnosi clinica che ha una scarsa
capacità di partecipazione e una modalità di apprendere più lenta. Sono state implementate le
tecniche laboratoriali in gruppi di lavoro e cooperativo ed è stato modificato il setting nella
classe; è stato costruito un repertorio di azioni/percorsi utili a sollecitare la capacità degli allievi
di rispondere alle sollecitazioni ricevute.

Materiale tratto dal corso “Inclusione per alunni con disabilità”

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