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LA SCRITTURA

Per scrittura si intende la rappresentazione, attraverso segni grafici, di espressioni linguistiche. La


scrittura è costituita dall'insieme di segni che realizza questa rappresentazione e, a seconda della
tipologia di segni che utilizza, possiamo parlare di differenti scritture:
Cuneiforme: se ne ha traccia per la prima volta nella zona della penisola arabica;
Geroglifica: caratteristica dell'antico Egitto ha elementi alfabetici, sillabici e ideografici;
Pittografica: rappresenta l'oggetto anziché il suono che lo identifica. Nasce in Mesopotamia;
Ideografica: utilizza simboli, ovvero ideogrammi, che hanno un collegamento con l'oggetto che
rappresentano. La troviamo nella scrittura sumera, egiziana e cinese.

Chiamiamo “storia” tutti gli eventi e i cambiamenti del passato avvenuti dopo l’invenzione della scrittura.
Tutto ciò che è successo prima, invece, è preistoria.

LA MESOPOTAMIA
La scrittura è stata inventata in un tempo relativamente recente: circa 5000 anni fa, dai Sumeri, in
Mesopotamia.

La Mesopotamia è la vasta pianura fertile fra i due fiumi Tigri ed Eufrate, che oggi appartiene quasi
completamente al territorio dell’Iraq. Furono i Greci a chiamarla così e il nome significava “terra fra i
due fiumi”.
Le invenzioni delle civiltà mesopotamiche hanno avuto conseguenze determinanti per i secoli e i
millenni successivi. In Mesopotamia, oltre ad essere stata inventata la scrittura, sono state fondate le
prime città e sono stati scritti i primi codici legislativi (come quello di Hammurabi).

Una delle grandi “invenzioni” delle civiltà mesopotamiche è quella delle città: grandi centri abitati,
circondati eventualmente da mura, con una zona centrale occupata dai monumenti e dagli edifici più
importanti per la vita pubblica. La forma più diffusa per la costruzione dei templi era la ziggurat, una
grande piramide a gradoni. Le prime città erano centri di scambi e traffici di beni, abitate da
una popolazione numerosa e variamente occupata in diversi mestieri.
La divisione del lavoro era un fatto nuovo rispetto al passato. Quando le popolazioni abitavano riunite
perlopiù in piccoli centri non c’era né il bisogno, né la possibilità di attribuire ruoli e compiti diversi a
ciascuno. Le attività erano le stesse per tutti. Nelle grandi città della Mesopotamia, invece, le attività da
svolgere erano tante e diverse.

Le attività di governo, quelle religiose e commerciali avevano bisogno di essere registrate, contabilizzate
e archiviate. Dunque, l’invenzione e l’uso della scrittura furono incoraggiati dallo sviluppo della vita
urbana.
Tutte le trasformazioni e le invenzioni che abbiamo elencato non sono avvenute in una data precisa (non
avrebbe senso dire “nell’anno taldeitali in Mesopotamia si è istituita la divisione del lavoro”). Bisogna
ricordarsi che sono stati processi lenti, durati secoli.

Sumeri
I Sumeri abitavano la Mesopotamia già nel IV millennio a.C. I linguisti non sono riusciti a collegare la
loro lingua a nessun’altra fra quelle che conosciamo. Furono probabilmente i primi che impararono a
usare la scrittura, sviluppando un alfabeto (che noi chiamiamo cuneiforme per la forma dei suoi
caratteri). Vivevano in città-stato indipendenti l’una dall’altra, ciascuna governata da un re.

La lingua dei Sumeri, però, continuò ad essere utilizzata come lingua colta (come accadrà al latino
nell’Europa medievale) e scomparve solo nel I secolo d.C.
Dopo i Sumeri, altre popolazioni istituirono i propri regni in Mesopotamia. Essi parlavano una lingua
indoeuropea e i cui primi insediamenti in Anatolia risalgono alla metà del III millennio a.C.

Com’è nata la scrittura? Storia e cronologia


I primi sistemi di scrittura erano ideografici. Un ideogramma è un segno che rappresenta un oggetto o
un concetto. Può essere figurativo (per indicare il mare disegniamo piccole onde stilizzate
sovrapposte) oppure no (decidiamo che il segno $ rappresenta i soldi).

La grande rivoluzione compiuta in Mesopotamia – per cui diciamo che lì è stata inventata la scrittura –
è consistita nel passaggio dalla scrittura ideografica a quella fonetica. I segni hanno iniziato ad essere
usati per rappresentare non più oggetti o concetti, ma suoni. La scrittura fonetica riproduce i suoni che
le parole hanno nella lingua orale.

La tappa intermedia fra la scrittura ideografica e quella fonetica è stata la scrittura sillabica. I segni, in
questo caso, indicano ciascuno una sillaba e mettendoli insieme si ottengono le parole.

La scrittura fonetica non ha sostituito quella ideografica all’improvviso. L’alfabeto sumerico, per
esempio, comprendeva centinaia di segni, alcuni dei quali indicavano concetti, mentre altri indicavano
sillabe.

Uno dei primi alfabeti fonetici non sillabici risale al II millennio a.C. ed era usato dagli Amorrei della
città portuale di Ugarit (nell’attuale Siria).

L’alfabeto sumerico, che era stato inventato per scrivere in sumerico e in accadico, fu poi utilizzato per
scrivere nelle altre lingue della Mesopotamia. Ancora i persiani del VI secolo a.C. conoscevano e
usavano l’alfabeto cuneiforme.
Finora abbiamo detto che la scrittura è stata inventata dai Sumeri ed effettivamente è così. Ma non
sono stati gli unici. La scrittura è stata inventata almeno altre tre volte, contemporaneamente o
successivamente rispetto alle popolazioni della Mesopotamia, in altre zone del mondo (Egitto, Cina e
America centrale).

Curiosità sull’invenzione della scrittura


Al contrario di altre funzioni, non esiste un'area del cervello predisposta alla lettura e alla scrittura
(mentre per il linguaggio parlato sì), ma vengono usate altre aree con strutture e funzioni cognitive
preesistenti che vengono "riciclate" e adattate per leggere e scrivere.
La scrittura si sarebbe evoluta prediligendo l'uso di linee verticali e orizzontali perché corrispondenti
a elementi frequenti nel mondo reale, quindi il cervello umano riesce a rilevarle con più facilità.
Gli ideogrammi corrispondono a un concetto astratto e i pittogrammi a un oggetto reale: insieme
vengono definiti logogrammi.
La punteggiatura venne regolata solo a partire dal XVIII secolo.
La scrittura in corsivo era conosciuta anche come italico perché i primi manuali a parlarne
provenivano dalla penisola, e nasceva per semplificare e velocizzare la scrittura a lettere staccate.

L’alfabeto latino
L'alfabeto latino nasce nell'VIII secolo a.C. da quello etrusco, a sua volta derivato da quello greco
arcaico.
Il più antico alfabetario in lingua latina arcaica, di derivazione etrusca, giunto sino ai nostri tempi, VI
secolo a.C., si trova a Lanuvio i gruppi di frammenti sono conservati ed esposti nel Museo Civico di
Lanuvio. È stato rinvenuto nel 2000 in una collezione privata nel santuario di Giunone Sospita.

In origine era composto di 20 caratteri, passati presto a 21 attorno al 230 a.C. con l'aggiunta della
lettera ⟨G⟩ da parte del console Spurio Carvilio Ruga; le lettere ⟨J⟩, ⟨U⟩, ⟨W⟩, ⟨Y⟩ e ⟨Z⟩ erano sconosciute.
Durante l'epoca repubblicana, con il crescere dell'influenza greca su Roma, furono introdotte due
ulteriori lettere, la ⟨Y⟩ e la ⟨Z⟩, per riportare in latino i corrispondenti caratteri dell'alfabeto greco.
L'alfabeto latino arrivò così a 23 lettere. I grafemi ⟨W⟩ e ⟨J⟩ furono introdotti nel Medioevo per scrivere
varie lingue nazionali mentre la distinzione tra ⟨u⟩ e ⟨v⟩ è tarda, in quanto risale agli umanisti.

Consisteva inizialmente delle sole lettere maiuscole; fu solo nel Medioevo che entrarono nell'uso anche le
lettere minuscole, derivate dalla scrittura corsiva.

Il maiuscolo fu mantenuto per scritture formali e per enfasi; da qui l'uso ancora corrente di utilizzare
un'iniziale maiuscola per aprire paragrafi e frasi, nonché per i nomi propri.
Tramite le conquiste imperiali romane, l'alfabeto adottato nella lingua latina si diffuse da Roma nelle
regioni bagnate dal mar Mediterraneo. Mentre le regioni orientali dell'impero romano continuarono a
usare il greco come lingua franca, il latino si impose nelle regioni occidentali e il suo alfabeto venne
trasmesso alle lingue neolatine che ne derivarono. L'espansione nell'Europa settentrionale e centrale
avviene attraverso la diffusione del Cristianesimo. L'alfabeto latino fu adottato anche da popoli di
lingua non indoeuropea, quali il basco, il finlandese, l'estone e l'ungherese.

Nel 1492 l'alfabeto latino risulta in uso nelle nazioni cattoliche (sia di lingua neolatina sia di lingua
slava) d'Europa; i popoli slavi orientali, di religione ortodossa, usano il cirillico e i greci il greco. Nel
mondo islamico si usa l'alfabeto arabo, anche in stati di lingua non araba quali la Turchia e la Persia. In
Asia si usano alfabeti di origine indiana o cinese.
ALFABETO ETRUSCO
CALLIGRAFIA

Il termine calligrafia deriva dal greco καλός calòs "bello" e γραφία graphìa "scrittura".

Questa disciplina insegna a tracciare una scrittura regolare, elegante e ornata e l'arte che la manifesta.
Nell'antichità è stata sviluppata spesso in ambito religioso, laddove era possibile indulgere all'arte come
forma di comunicazione.
STORIA
La calligrafia occidentale risale agli scribi greci e romani e si sviluppò poi nel periodo romanico con la
grafia semionciale, che si distinse da quella bizantina, e poi con la fioritura del Gotico nel Medioevo, che
produsse pregevoli manoscritti miniati. I libri scritti e decorati a mano divennero meno comuni dopo
l'invenzione della stampa a opera di Johannes Gutenberg nel XV secolo.

Dopo che nel XVII secolo si diffuse il gusto barocco che modificò alcune caratteristiche della calligrafia
del Cinquecento, introducendo una maggiore rotondità, si assistette per tutto il Seicento a una lotta tra
il sistema cancelleresco italiano e quello francese, detto cursive françoise. Alla fine prevalse il modello
italiano anche se i più grandi calligrafi francesi, come il Barbedor* riuscirono a raggiungere una
soluzione di compromesso.

Grazie alla supremazia culturale conquistata dalla Francia di Luigi XIV, i modelli francesi, seppur in origine
italiani, si diffusero un po' dovunque, dando vita a un periodo aureo francese grazie alla presenza di ottimi
trattatisti, incontrando resistenza in Inghilterra, dove i maestri di letteratura dell'Università di Oxford misero
a punto la corsiva inglese, solo in parte influenzato dai francesi, e in Germania, dove lo spirito riformista e
nazionalista spinse i calligrafi locali verso una posizione vicina alla gotica, chiamata Fraktur*.
Successivamente la calligrafia subì un calo di interesse e decadde fino alla fine del XIX secolo,
quando William Morris, l'Arts and Crafts Movement ed Edward Johnston la rivalutarono e la resero
nuovamente popolare, imponendo la corsiva inglese. Molti importanti calligrafi contemporanei sono
originari di Paesi anglosassoni, benché l'intera Europa esprima a tutt'oggi solide personalità in questa
poco nota arte.

I primi SCRIBI comparvero in Mesopotamia dopo la


nascita della scrittura avvenuta con il
popolo Sumero (Uruk 3300 a.C.), che determina la fine
della preistoria e l'inizio della storia. Inizialmente la
scrittura utilizzata era costituita da molti segni
(pittogrammi e ideogrammi). Si scriveva su tavolette di
argilla fresca e quando si diffuse la scrittura sillabica
e cuneiforme, gli scribi assunsero un ruolo
fondamentale. A partire dal 2000 a.C. in Mesopotamia
venivano prodotti testi storici, religiosi, giuridici,
letterari. Le scuole degli scribi prosperavano e una delle
discipline insegnate era la fedele copiatura dei testi.

Lettere dell'alfabeto latino: maiuscole e minuscole


Nel contesto della conquista romana, anche la scrittura si dispiega ed evolve. Si è molto lontani
dall’alfabeto fenicio e dalla lingua semitica degli inizi.

Cominciano ad esistere due tipi di lettere maiuscole:


La capitalis rustica (nel I secolo avanti Cristo), caratterizzata da una certa libertà e da un tratto
slanciato,
La capitalis quadrata (nel IV secolo avanti Cristo), caratterizzata da maggiore disciplina e da una
forma quadrata.
All'epoca la scrittura serviva a ritrascrivere poesie come il poema di Virgilio e i racconti letterari, ma
essa era anche usata per parlare dei meriti di un cittadino sui muri della Città ed immortalare i discorsi
nel bronzo o nella pietra.
Fu però nella vita quotidiana che la scrittura conobbe la sua più grande evoluzione.
Usata per le lettere, i diplomi, i graffiti o i contratti di vendita, essa iniziò ad arrotondarsi,
semplificandosi. Le lettere iniziarono come abbiamo detto ad arrotondarsi. Le altezze delle lettere
divennero differenti, dando luogo a quel tipo di scrittura che noi oggi chiamiamo corsivo romano. La
minuscola apparve nel corso del terzo secolo attraverso la scrittura volgare (quella del popolo), in
seno alle lingue latine.
Le lettere quadrate in origine divennero progressivamente rotonde e specialmente nei testi religiosi
cristiani.

Fu Carlo Magno che stabilizzò l’uso delle minuscole per rinforzare la propria autorità, una volta al
potere, nell’anno 771. L’intervento del Re diede luogo ad una vera e propria riforma della scrittura.
Tutti i testi dovevano ormai essere ricopiati in minuscola carolingia. Ed ecco qua svelato l'arcano: la
nostra attuale scrittura discende da questa uniformazione.

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