Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
Nanocariche
Nanocompositi: materiali che circa 20 anni fa hanno avuto boom di studi e ricerche che hanno
portato alcuni materiali ad avere uno sbocco commerciale e industriale ed altri problemi
Polimeri nanocompositi:
Sistema eterofasico, formato da almeno due fasi diverse polimero + carica, la carica (fase
inorganica dispersa) deve avere almeno una delle sue dimensioni nell’ordine dei nanometri
La carica dunque deve avere una dimensione inferiore ai 100 nanometri
Data questa definizione, le cariche che si possono utilizzare nei polimeri si suddividono osservando
la forma delle particelle:
2) 2 dimensioni nanometriche (nella foto i due diametri della fibra. O parallelepipedo base e
altezza) come lunghezza possono essere micron (otterrei cosi un fattore di forma altissimo
passando da micron a nanometri (1000) non raggiungibile con nessuna altra carica)
Oppure argille che hanno forma longitudinale aciculare, o wiskers di silice, etc
Due dimensioni nano e una micro
L’utilizzo di queste cariche ha come principio quello di avere un miglioramento delle proprietà
meccaniche (non riempitivo) ma funzionali (danno un vantaggio significativo)
Nelle altre due freccie, altri due casi, ho una struttura in cui il polimero è attorniato da queste
particelle
In entrambi i casi, rispetto al primo, utilizzo effettivamente tutte le particelle primarie immesse.
Quando immetto una carica nel polimero quello che conta è solo la superficie di contatto tra
carica e polimero
Nel primo caso la superficie di contatto è solo la prima e l’ultima, negli altri due no e sfrutto al
massimo questo tipo di particelle
La differenza tra secondo e terzo caso (terzo ideale) è la distribuzione. La seconda è dispersa
ma non distribuita, la terza è dispersa e distribuita e ho il massimo delle potenzialità
In questo schema vedo, nella prima foto, un composito standard con fibre di vetro
(immaginate come carica inorganica nella matrice)
Normalmente un composito macro ha particelle che hanno spessore intorno alla 10 di micron come
diametro e una lunghezza al limite 1 mm: fattore di forma 100
Questo fattore di forma ha un valore se e solo se il polimero è attorno alle bacchette in maniera
completa! Per averla devo aumentare la concentrazione in peso arrivando a 30-60% IN PESO per
avere un’occupazione COMPLETA del volume
L’immagine in basso assomiglia a quella sopra, la scala pero ha un fattore 500 di differenza (da 50
micron a 100 nanometri)
Le fibre o bacchette nanocomposite avranno, anziche un diametro di circa 10 micron, un diametro
di 10 nanometri e lunghezza 1 nanometro. Il fattore di forma è di 100 ma il vantaggio è che la
concentrazione in peso di queste cariche si riduce di un’ordine di grandezza rispetto le cariche
micrometriche
Nella carica micro in slide, c’è un rapporto superficie volume con atomi al centro inutili, inerti,
contano solo gli estremi
Se prendo l’area dei pallini neri e divido per mille e distanzio ottengo la figura a destra, in cui ho
esploso ognuna di quelle particelle in mille pezzi (immaginando cariche di 1nanometro)
Non distinguo piu dove è il polimero e dove è la carica, è come se avessi un nuovo materiale fatto
tutto di interfaccia polimero-carica, le cui proprietà non sono ricavabili con le solite leggi dei
materiali tradizionalmente caricati
Vantaggi
Aumento proprietà meccaniche non avendo decadimento dell’impatto
Aumento stabilità alte temperature
Aumenta la cristallinità dal pdv del polimero
Migliora il comportamento di ritardo della fiamma
At low layered silicate content (as low as 3 to 5 wt%) :
Svantaggi nanocariche:
1) capacità di dispersione e distribuzione non valgono le leggi usate per i compositi classici,
ed è anche vero che gli studi fatti per ottimizzare la dispersione e distribuzione delle cariche
micro non valgono.
Nel mondo micro parto da aggregati dell’ordine di 500 micro e devo arrivare a 1-10 micron
(particelle primaria) ma spesso ci si ferma a 50 micron. Arrivati alla particella primaria avrei totale
ottimizzazione ma anche prima ho un effetto importante: le macchine sono state ottimizzate con dei
profili fatti apposta per rompere e arrivare a questo ordine
Nel mondo nano, 1-10 micron diventa il punto di partenza!! Da cui partire per arrivare a 1-10
nanometri e già è difficile arrivare a 50 nanometri.
Idealmente e basta si ottengono performance eccezionali, ma cio si scontra con tecnologie e
macchine non totalmente ottimizzate
2) Pericolosità, tossicità delle nanoparticelle
Dal pdv strettamente chimico, la formula chimica non è differente da quelle macro. Non è dunque
tossicità puntuale dal pdv chimico, ma piu da stoccaggio e manipolazione di polveri molto fini che
vanno incontro a problematiche di esplosione, inalazione ingestione durante la lavorazione delle
stesse.
3) Limiti di prestazioni
Se noi disegniamo una curva dove si mette la percentuale di carica in peso sulle x e sulle y una
qualsiasi proprietà ingegneristica (es E, proprietà che vogliamo aumentare, modulo di young,
modulo composito su modulo matrice, modulo normalizzato)
Le nanocariche hanno area superficiale, rapporto di forma, molto maggiore. La curva sarebbe la
rossa netta.
Basta molto meno %!
Se fosse come disegnato sarebbe ok: se volessi ottenere 5 volte il modulo con il talco metterei 60%
con la nanocarica 12%, ottimo vantaggio.. MA PROBLEMA!
Il dato in alto NON ESISTE, lo spazio è gia occupato tutto con il 5%
Cosa succede se arrivo al 12%?
Riprendendo
Fibre di questo tipo possono esistere sia in tessuti continui impregnati con polimero altoindurenti
(Non ce ne occupiamo)
le fibre sono molto regolari, sintetiche, lisce, con diametro costante e rigide
esistono diversi tipi di fibre di vetro dal pdv chimico con cui sono preparate
a seconda del materiale potrei avere la presenza di alluminio boro
si usa preferibilmente il vetro E, meno costoso, rapporto qualità prezzo ottimale
il vetro S solo per i termoindurenti
Peso specifico 2.5 volte densità dell’acqua, dato che le poliolefine hanno densità minore dell’acqua,
l’aggiunta di fibre di vetro porta il pezzo a pesare il doppio rispetto al normale
Modulo di elasticità a trazione molto più elevato
Fibre di carbonio
Resistenza a snervamento vs. rigidità (modulo a trazione) per vari materiali (valori tipici)
C’è sempre un aumento delle fibre di vetro, ma il loro effetto è maggiore aumentando sempre di più
la % in peso e volume! Se ne metto poca ho vantaggio inferiore
Se considero materiale semicristallino, partendo dallo stesso livello (anche se è un ipotesi dato che
il semicristallino ha un modulo maggiore, ma qua non considero ciò)
Scenderà un po
Arrivati alla Tg, tutte le catene in giallo dello stato amorfo prive di carica, diventeranno libere di
muoversi, ci sarà un decremento ma LIMITATO perché ho presenza di zone cristalline non soggette
quando arrivo a Tg e continuano ad essere degli elementi rigidi del sistema.
Arrivati a Tmelting, fusione, arrivo a zero poi.
La prima curva è l’amorfo, quella più in alto il cristallino
Se inserisco all’interno 20-40% di fibra vetro (curva verde, rossa) ottengo un aumento delle
proprietà meccaniche a bassa temperature
Andamento costante quando il PC è allo stato vetroso, rigido
A tg, con la presenza di fibra vetro, non cambia
La fibra vetro da solo un aiuto utile nella zona prima della Tg, effetto consistente, ma al di la della
tg non ha nessuna importanza la sua presenza
Limitazione delle fibre vetro negli amorfi: non ho effetto dopo la Tg, solo incremento iniziale
Verde poliammide 6
Nero poliammide 66
A basse temperature, modulo paragonabile
Il sistema si mantiene pressochè costante (solo piccola discesa all’aumentare della temperatura),
viene mantenuto però fino alla Tg di entrambi (diverse)
Entrambe dopo la Tg hanno comunque ancora un sistema con buone proprietà meccaniche fino alla
fusione (120, 160°C per PA 66)
Alla Tg l’abbassamento delle proprietà meccaniche c’è ma è molto meno evidente rispetto agli
amorfi
Come risultato abbiamo che dopo la Tg, quando le zone amorfe sono in fase gommosa (possono
muoversi relativamente) ma ho ancora i domini cristallini intatti) le proprietà meccaniche sono
maggiori!
Quando il polimero collassa, dopo T fusione, fibre sparse, nessun effetto meccanico
Ma prima il miglioramento è di almeno una decade, e le performance sono addirittura migliori del
polimero a bassa temperatura
Perché?
Ho zone cristalline e zone amorfe
Le fibre di vetro sono nelle zone amorfe
Quando ho mobilità delle parti di catena amorfi, in cui vi sono le fibre rigide, che agiscono da ponte
con le zone che rimangono rigide, cristalline, ordinate
Qui si sfrutta il fatto che tra i segmenti di catena che rimangono rigidi posso creare un sistema, con
la fibra, che nella sua totalità rimane più rigido rispetto a quello senza fibre vetro.
Temperatura vicat al di sotto della quale il sistema perde le sue proprietà meccaniche, materiale
rammollisce e posso penetrare all’interno
Hdt, resistenza a un carico a flessione, sfrutta il ponte tra fibre di vetro e zone cristalline e
aumentano proprietà meccaniche
Se ho un sistema che si prepara come nella seconda immagine, sarà di tipo isomorfo, risponde in
tutte le direzioni con lo stesso risultato, fibre orientate nello stesso modo nel materiale
In qualunque direzione, applicando trazione, avrei stesso risultato
Il massimo del risultato lo ho nella foto in basso, in cui ho direzione di orientazione (come si ha
nello stampaggio a iniezione); il materiale ha diversa risposta a seconda di dove lo sollecito
Guardando le curve sforzo-deformazioni dei provini ottenuti da una piastra stampata a iniezione