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Polimero: è una molecola grande

Il peso molecolare dei polimeri è nell’ordine dei milioni e hanno lunghezza nell’ordine dei nanometri, ma
se strotoliamo la molecola si può raggiungere lunghezze nell’ordine dei centimetri

Monomeri: molecole utilizzate per formare i polimeri


Strutture

Fanno parte dei polimeri termoplastici, che quando vengono riscaldati cambiano forma

I polimeri reticolati se vengono riscaldati si degradano, vengono chiamati termoindurenti


Questa tale differenza tra le due tipologie di polimeri comporta diverse tipologie di produzione
Queste medie coincidono se le specie sono tutte uguali, se sono diverse no
PP stattico se i sostituenti sono posti in modo casuale
PP isoattico se i sostituenti sono posti dalla stessa parte
PP sindioattico se i sostituenti sono posti uno da una parte e l’alto nella parte opposta
PP eteroattico se i sostituenti sono posti in modi diverso a quelli detti precedente
Un polimero fatto dalla stessa unità si chiama omopolimero
Un polimero fatto da due unità o più unità si chiama copolimero
Nei copolimeri ci sono due parametri che lo classificano:
1. Composizione: rapporto stechiometrico

2. Disposizione: descrive la sequenza delle due unità del copolimero


Tutti i polimeri rappresentati hanno proprietà diverse
Immiscibilita è una caratteristica di tutti polimeri, perché l’entalpia è molto più alta rispetto all’entropia
Si ha miscelazione se l’energia libera è negativa
Entropia bassa perché parliamo di grosse molecole, quindi che si muovono più difficilmente

Temperatura di transizione vetrosa bassa allora abbiamo polimeri morbidi, duttili, se invece la temperatura è più
alta della temperatura ambiente allora abbiamo materiale rigidi
La temperatura di transizione vetrosa è la temperatura alla quale un polimero passa da rigido a morbido, cioè
che si può piegare

In un copolimero a blocchi si può usare per tappare i buchi, ma così le proprietà meccaniche cambiano
CHIMICA DEI PROCESSI DEI POLIMERI
Si può creare un polimero a stadi, in più passaggi, aggiungendo unità volta per volta, anche se è impossibile se
si hanno molti passaggi perché le specie sono molto diverse dal prodotto si possono dividere ed avere una
resa maggiore, ma con il processo in più passaggi, più si hanno passaggi, più diventa difficile dividere i prodotti
dai reagenti, perché il prodotto assomiglia sempre di più ad una dei due reagenti

SINTESI DI MARYFIELD

La particella di inizio reazione si può separare per centrifugazione, così da vere solo i reagenti senza i siti di
reazione, l’unico problema è che la sfera iniziale costa parecchio e si deve usare molto solvente per far staccare
i siti reattivi dalla molecola ABC… che vogliamo, inoltre i tempi dei questa reazione sono molto lunghi e dopo le
40 unità si perde il controllo della reazione è perdiamo una parte del prodotto
Si usa per produrre i farmaci
REAZIONE DI POLIMERIZZAZIONE
Si passa dal monomero al polimero in unico passaggio
1. Polimerizzazione di policondensazione

2. Polimerizzazione di poliaddizione: in questo caso non si ha sviluppo di sottoprodotto

Polimerizzazione di Policondesazione
PRINCIPIO DI EGUAL-ATTIVITÀ: la velocità di una reazione chimica non dipende dalla lunghezza della catena
nella quale si trovano i gruppi funzionali, cioè si ha sempre la stessa reattività. Nella catena corta si hanno meno
reazione ma le molecole si raggiungono più velocemente, invece nella catena lunga si hanno più reazione, ma le
molecole si raggiungono più lentamente

1 CASO DI POLICONDENSAZIONE

2 CASO DI POLICONDENSAZIONE

Per ottenere un polimero con le caratteristiche meccaniche giuste dobbiamo avere una p maggiore di 0,995 è
una maggiore di 0,995, che è una cosa quasi impossibile, e il grado di polimerizzazione medio deve essere
intorno a 200
NYLON
Sono dei poliammidi
Si divino in alifatici e aromatici
NYLON ALIFATICI

Il nylon 6,6 ha un modulo più alto di nylon 11, ed è uguale al nylon 6


Il nylon con piu carboni è meno polare (nylon 11), quindi è anche idrorepellente
PREPARAZIONE NYLON 6,6:

L’acido è molto polare, quindi tende ad risucchiare l’umidità e l’acqua, quindi diventa meno puro
L’ammina è tossica e volatile
Mischiando con metanolo l’ammina e l’acido si forma un sale, che è solido e insolubile al metanolo, quindi
togliendo il metanolo dopo la reazione si ha un rapporto stechiometrico 1:1 di ammina e acido, dopo si mette il
sale nel reattore, si aggiunge acqua per solubizzare il sale, poi si scalda in pressione in modo da mandare un po’
in avanti la reazione, creando delle piccole catene corte di nylon 6,6, però scaldando si crea un atmosfera di
acqua nel reattore chiuso, quindi si apre il reattore e si fa scaldare ancora il reattore e si toglie l’acqua,
spingendo la reazione verso destra, cioè creando più prodotti

Durante il processo si riscalda sempre di più il reattore perché così diventa meno viscoso il polimero e favorisce
la reazione e aumenta l’efficienza con cui si riesce a togliere acqua
Dopo aver finito la reazione nel reattore, si fa uscire il polimero del reattore attraverso un esfusore a monovita
che dividi il polimero in piccole unità, che vengono insaccati e venduti
PREPAPARAZIONE NYLON 11

Si scalda e poi si toglie l’acqua, sempre nel reattore, per i stessi motivi del nylon 6,6, il procedimento è lo stesso
tranne la parte iniziale dove si crea il sale e si aggiunge acqua per solubizzarlo, perché il monomero è già
solubile e il rapporto è già 1:1
NYLON AROMATICI

Il legame doppio è più rigido del legame singolo, per risonanza si forma un doppio legame, e per rompere il
legame c’è bisogno di molta più energia(40 cal/mol)
Il nomex si impacca meno bene, a causa della sua forma sfagliata, quindi si possono impilare meno catene,
quindi è meno resistente del kevlar
Si possono aggredire poco chimicamente, sono inerti, a causa dell’anello aromatico e della presenza di NH2
Sono stabili a livello termico, a causa dei doppi legami per risonanza e per l’anello aromatico
Si scioglie meglio il nomex che il kevlar, in acido solforico al 102%
Non si posso fondere( T>700)
SINTESI KEVLAR

Polimerizzazione interfacciale per sintetizzare il kevlar

Si forma il polimero allo strato, l’ammina è l’acido si formano grazie al cloruro presente nella molecola di acido
che si toglie, poi man mano che si forma si toglie lo strato di kevlar per far continuare la reazione
acqua e CCl4 sono solventi
I problemi sono che costano tanto i solventi, smaltirli e difficile e si forma HCl che è difficile da smaltire

Dopo aver sintetizzato il kevlar lo si trasforma in fibre, prendendo un esfusore con alla fine una filiera con dentro
i solventi bromuro di litio e n-metil-pirolidone, che con il kevlar diventa una soluzione molto viscosa, dopo essere
uscita dalla filiera, si passa in acqua per togliere il solvente
Nom bisogna stirare il kevlar perché esce dalla filiera già orientato per avere le proprietà meccaniche
Il modulo è molto alto, non si rompe e assorbe una quantità di energia molto alta prima di rompersi
Il kevlar costano molto proprio per le sue proprietà e per il suo alto costo di produzione
ANALISI DEFORMAZIONE POLIMERO

Nel momento in cui noi stiriamo il polimero, le catene si orientano verso l’orientamento della fibra e diventa
molto più duro, la resistenza aumenta, il modulo aumenta e la deformazione diminuisce

DIPOLIMMIDI

Più rigido del kevlar, non si può sciogliere


SINTESI
Il primo passaggio è molto più facile del secondo
Dopo il primo passaggio si ha:

Dopo si scalda il risultato in un oggetto, in modo da far togliere l’acqua, così il risultato si ciclizza e si ha il
polimero
Stabile chimicamente e termodinamicemente grazie alle strutture aromatiche
Si adopera nel campo dell’elettronica, per proteggere i chip dal calore e dalle sostanze corrosive, e si usa nelle
padelle antiaderenti, prendendo la dipoliammide ancora aperta e mescolandola con il PFTE, in modo che si
legano , poi si calda il tutto per farlo aderire alla padella, così la dipoliammide si attacca al metallo della padella,
in modo che il PFTE, un materiale antiaderente, sia attaccato alla padella grazie alla poliammide e non si stacchi
mentre la usiamo
POLIESTERI
Il più importa è il PET:

Produzione del glicoetilenico:

Produzione acido tereftalico:


1 Produzione PET:

Mettiamo 2,4 moli di alcool e una di acido, per avere un eccesso di alcool, poi si porta il tutto a 90 gradi, per far
reagire, e poi distillo il glicoetilenico in eccesso a 120 gradi

In seguito:

Così via finché non sottraggo tutto il glicoetilenico in eccesso, alla fine avrò 2 moli di metanolo, 1,4 per il
glicoetilenico, e tutto il resto in PET
Oltre alla frattura duttile esiste la frattura fragile, cioè che si spacca completamente il polimero rispetto alla
frattura duttile, dove si allunga prima di rompersi
Fatica: sollecitazione sinusoidale su un polimero, dovute alle vibrazioni e sollecitazioni termiche
La fatica causa la frattura fragile
Il kevlar resiste al 40% del carico massimo allo sforzo di fatica
2 produzione PET

Migliore perché non si forma il metanolo, più semplice a parità di costo perché esce solo acqua
L’unico problema è la purezza del acido tereftalico
Numero IV: viscosità intrinseca, è una misura di una viscosità della soluzione, si misura così:
Si misura quanto tempo impiega il solvente a svuotare l’ampolla, poi quanto impiega la miscela svuotare
l’ampolla

La misura va fatta a 60 gradi

La IV dice il peso molecolare del polimero

SCALA IV DEL PET


0.5-0.6= si usa per i giochi dei bambini
0.6-0.76= si usa per applicazioni tecniche
0.76-0.82= si usa per le bottiglie
0.82-0.9= si usa per le fibre
0.9-1.4= si usa per gli espansi
Due modi per recuperare il PET:
1. Trattare il PET con un grande eccesso di glicoetilenico, per spaccare tutte le catene e ritornare ad avere il
monomero di partenza

2. Si mette il PET in un esfusore, in modo da creare del pallet di PET, poi si fa scaldare il tutto sottovuoto, per
riprodurre il PET senza altre molecole o materiale, così il PET è di nuovo puro
PET ESPANSO
Per produrlo si prende un esfusore bivita, dove entra il PET con IV intorno a 0.8-0.9, che si miscela con l’anidride
piromellitica, dove si forma:
A metà dell’ esfusore si ha del ciclopentano, ad alta pressione, perché l’esfusore è a 200 gradi ( ciclopentano
evapora prima), così da diminuire la viscosità della soluzione, così non si blocca a causa della sua alta viscosità
la soluzione
A fine esfusore c’è una una filiera che forma dei filamenti caldi di PET, che si uniscono assieme per formare una
lunga lastra di PET espanso
Il PET si espande perché quando esce dall’ esfusore il ciclopentano esce dal PET a causa della poca pressione,
quindi il polimero si espande
POLICONDENSAZIONE POLIFUNZIONALE
Reazione nelle quali la funzionalità media del sistema è maggiore a 2, quindi si hanno polimero reticolati

Mano mano che si va avanti con la reazione cresce il numero dei gruppi funzionali, quindi aumenta la sua
capacità di reagire sempre di più in modo esponenziale , per questo la transizione sol-gel si ha a valori di
conversione molto più bassi di uno, perché aumenta in modo infinito il peso molecolare
Al di sopra dellla soglia di transizione noi si può lavorare il prodotto, che diventa solido

BAKELLITI
È un termoindurente

Nei resoli si può fermare la reazione prima della transizione sol-gel(Pc),


Nelle novalacche non si può ottenere un prodotto reticolato, non reagisce il novalacche dopo la sua formazione
Si usa un catalizzatore per catalizzare il prodotto in minor quantità ( basico=resoli, acido=novalacche )
CATALIZZATORE ACIDO:

CATALIZZATORE BASICO
Dopo la reazione che forma il novalacche, si aggiunge urotropina, per rendere reattivo il novalacche

Le novalacche prima vengono catalizzata in modo acido per avere il rapporto stechiometrico 0,8~0,9, poi si usa
l’urotropina+acqua (catalizzatore basico e formaldeide) assieme a più novalacche per formare un polimero con il
rapporto stechiometrico giusto (1.5)
Si mette della polvere di carbonato di calcio nella soluzione di novalacche(con urotropina) o resoli per far
assorbire l’acqua che si creare durante lo stampaggio in negativo del polimero, e per non avere variazioni di
volumi (lo stampaggio avviene a caldo)
I trucioli vengono attaccati grazie a una soluzione idroalcolica di novalacche e resoli
La bakellite ha una bassa conducibilità termica, resiste a sollecitazioni termiche molto elevate
RESINE UREA-FORMALDEIDE

Si può colorare
RESINE POLIESTERE

Il monomero poi si fa reagire con lo stirene: con un iniziatore radicalico e si scalda


Prendendo il 40% di monomero e 60% di stirene si ha una funzionalità media molto alta, quindi il polimero è
molto reticolato
Al posto dello stirene si può usare
Si devono usare delle fibre di vetro durante la reazione , che vengono incluse nel polimero, così rinforzano il
polimero, se riescono a trasferire lo sforzo esterno alla fibra
Le resine si scheggiano facilmente e non si possono riciclare
Con interfaccia del polimero debole non si riesce a trasferire lo sforzo alla fibra, quindi il composito funziona
male EFFETTO DE BONDING

SILICONI
È il silicone più utilizzato, costa parecchio per colpa del dicloroetilsilano, è un sigillante perché sono apolari,
possono essere stesi molto facilmente, sono idrorepellenti, si usano come cera per pulire le macchine, è isolante
elettricamente, a causa della sua alta costante dielettrica
La viscosità non dipende dalla temperatura, rimane costante, e sono biocompatibili, quindi si usano nella
chirurgia estetica e ricostruttiva

Il silicone ramificato è una gomma, è molto duttile, ma costa sempre parecchio


POLIMERI BISFENOLO A
Si usa un catalizzatore acido per attivare l’acetone e il prodotto intermedio (rapporto 2:1 tra fenolo e acetone)
POLICARBONATI DA BISFENOLO-A

Policondensazione con trasferimento di fase:


Si prende un reattore e lo si carica per metà di acqua e altra metà di CCl4, dove nell’acqua metto il sale sodico
del bisfenolo a, invece nel CCl4 metto il fosfgene (acqua e CCl4 sono immiscibili)
Reagendo con il fosfgene si forma il polimero e la molecola usata per far diventare apolare il bisfenolo, che poi
ritorna su, perché preferisce stare in acqua, e viene riutilizzata per rendere di nuovo insolubile in acqua il
bisfenolo, e via così ripetendo il procedimento
Si mette il 2% in più di fosfgene perché un po’ degrada durante la reazione
Si lava tutto con acqua per togliere tutto il fosfgene, e poi si toglie il CCl4 e hai il polimero
È un polimero amorfo, non si impacca bene a causa del carbonio centrale che ha geometria tetraedrica, è
trasparente ed ha una temperatura di transizione vetrosa molto alta(150 gradi)
Si usa per le lenti degli occhiali
RESINE EPOSSILICHE

Sono termoindurenti, si usano per adesivi e rivestimenti ad alte prestazioni, ottime proprietà elettriche,
resistenza meccanica e termiche
N.B: nelle reazioni di polimerizzazione l’entropia è sempre negativo, perché si passa da uno stato con tante
molecole ad uno con poche molecole ( monomero ==> polimero ), sono molto esotermica
POLIMERIZZAZIONE PER POLIADDIZIONE
Schema:
POLIMERIZZAZIONE RADICALICA
Sono le più diffuse

Attraverso il calore si ha una rottura omolitica della molecola, che in seguito perde CO2, diventando una
molecola molto instabile e molto reattiva
RADICALE GENERICO
Con i trasferitori si controlla la catena polimerica e il grado di polimerizzazione

REAZIONE DI TRASFEIMENTO DEGRADATIVO


Si usa per fermare una reazione

Il trasferitore non reagisce perché l’anello aromatico rende stabile la molecole, riduce la carica negativa sull’ O, e
a causa dei due gruppi tributil presenti vicino all O
Questo tipo di traferitore si usa per fermare la reazione, fa in modo che la reazione M+y* non avvenga, così non
si forma più la catena polimerica
CINETICA DEI PROCESSI DI POLIMERIZZAZIONE DA RADICALI

IPOTESI PER SEMPLIFICARE I CALCOLI


1 ipotesi: le reazioni elementari sono cineticamente semplici

Le Sn1 non sono cineticamente semplici


2 ipotesi: la catena polimerica è abbastanza lunga
3 ipotesi: la Kp non dipende dalla lunghezza della catena
4 ipotesi: si arriva ad uno stato stazionario in cui la concentrazione dei radicali rimane costante
Con queste ipotesi lo schema cinetico diventa:
Ci sono 3 modi per sopperire a questo problema: in massa, in sospensione, in emulsione
IN MASSA: prendo il monomero, lo mescolo con un iniziatore, così parte la reazione, ma in questo caso si a una
pendenza della curva che va all’ infinito, quindi che porta la reazione all’esplosione, perché si hanno reazione
molto esotermiche con questa tecnica di produce il 5% di polimero, è difficile da controllare ma il polimero che
viene fuori è molto puro
IN SOSPESIONE:
20-30% di monomero
70-80% di acqua
0,1% di iniziatore solubile del monomero
0.1% di stabilizzatore di polimero
Per mescolare il monomero con l’acqua, che non sono miscibili, si utilizza un elica, così che a causa
dell’agitazione si formeranno delle gocce di monomero all’interno dell’acqua, ma bisogna evitare che le
goccioline tornino a formare gocce sempre più grosse, quindi per evitare ciò si introduce del polimero
stabilizzatore idrosolubile con un certo grado di affinità con il monomero.

Si usa per evitare che si attaccano sempre più gocce grazie alla tensione superficiale, quindi si sovrappongono
tra là varie gocce per evitare che si attaccano
Ogni particella si comporta come un piccolo centro di reazione formando tantissime miscele di polimero, che
alla fine è abbastanza stabile
In sospensione non si ha il problema della calore dato che c’è l’acqua che dissipa garantendo un sistema fluido
e non viscoso
Nella fase finale la sostanza viene setacciata per rimuovere l’acqua, però non si può rimuovere il polimero
stabilizzatore, quindi il prodotto non è molto puro si ottiene il 48% di polimero
IN EMULSIONE:
20-30% di monomero
70-80% di acqua
0.1% di iniziatore solubile in acqua
0.1% di tensioattivo

Il tensioattivo serve per non fare diventare più grandi le miscele di monomero

Nella soluzione si possono trovare al 98% gocciole di monomero e 2% di micelle con all’interno il monomero, le
micelle hanno superficie maggiore delle gocce, quindi L’iniziatore si attacca per primo alle micelle

Se entra un numero dispari di radicali la micella sarà attiva, se invece entrano in numero pari la micella sarà
disattivata, perché due radicali messi assieme si annullano, quindi non parte la reazione che forma il polimero

Per equilibrare il sistema fa emettere altre particelle di monomero dal gocciolone che entreranno nelle micelle
facendo riparte la reazione
Il processo termina quando sono finiti i goccioloni
Alla fine della reazione avrò il 50% di micelle 0 (disattivate) e il 50% di micelle 1 (attivate), per questo il processo
viene chiamato sistema 0-1
Per ottenere il polimero il lattice si fa cadere contro flusso con acqua calda, in modo da portare via acqua,
oppure viene trattato con acido, che si lega alle particelle negative e quindi permette la formazione del polimero
POLIMERIZZAZIONE IONICHE
In queste reazioni il centro attivo è uno ione, si dividono in polimerizzazione cationiche ( centro attivo è il
catione ) e polimerizzazione anioniche ( il centro attivo è un anione )
POLIMERIZZAZIONE CATIONICHE
I monomeri devono essere in grado di stabilizzare la carica positiva

Gli iniziatori della reazione devono essere acidi di lewis


Si possono usare catalizzatori combinati

PROBLEMI:
1)Sono reazioni molto veloci, difficile da controllare e raggiungono temperature elevate
2)
Più la concentrazione diminuisce del monomero, più aumenta la reattività
3)Siccome sono reazione molto veloci, cedono di colpo una grande quantità di calore, quindi tendono ad essere
esplosive le reazione, quindi dobbiamo stare a temperature basse
4)Iniziatori difficili da gestire
Per l’isobutene si può usare solo la polimerizzazione ionica

Isobutene è una gomma, ha una struttura compatta, ha una bassa permeabilità ai gas, la reazione per creare il
polimero avviene a -120, si usano 7 reattori per far avvenire la reazione ( 6 per le reazioni, uno per pulirlo )
perché tende ad appiccicarsi alle pareti del reattore
Solvente:AlCl3+CH3Cl
POLIMERIZZAZIONE ANIONICHE
Si usano monomeri che possono stabilizzare la carica negativa

Iniziatori:
1) metalli alcalini o alcalini terrosi: Na e K
Na è un metallo, conservato in un derivato del petrolio, reagisce con acqua per dare:

Na lo pulisco con una linea ad alto vuoto, in modo da distillare sodio metallico, poi lo metto in contatto con il
monomero, poi devi togliere l’acqua:
• Mettere la vetreria a scaldare
• Fiammare la vetreria sotto vuoto
• Solventi distillati tantissimo
• Passaggi sottovuoto con azoto super puro
• Rubinetti con 4-5 valvole molto costose
• Polimerizzazione complicata

È una polimerizzazione eterogenea, perché il monomero è liquido e il sodio è solido


2)Uso complessi del sodio
3)Metalli alchilici

Ottengo un copolimero a blocchi e se non uccido il terminale della catena il centro attivo resta attivo
Il monomero di una classe può polimerizzare quella della sua classe e delle classi successive
Alle fine del processo la distribuzione dei pesi molecolari e strettissima

COPOLIMERI
Due monomero che si uniscono assieme

IPOTESI PER SEMPLIFICARE LO SCHEMA CINETICO


1) Le reazione elementari sono cineticamente semplici
2) La lunghezza della catena polimerica e molto elevata
3)La reattività di un centro attivo non dipende dalla lunghezza della catena e non dipende dalla penultima unità
entrata, ma solo dall’ultima

4) Si arriva a uno stato stazionario, le due concentrazioni delle specie attive sono costanti
PUNTO DEBOLE DELLA FORMULA: ipotesi 3, nel caso i monomeri hanno caratteristiche di polarità opposti
Mai osservato nella realtà, il caso più semplice

Nel sistema in cui si consuma più M1 o M2 sono sistemi disomogenei, quindi devo aggiungere il monomero che
si consuma di più per avere una reazione stabile e un polimero omogeneo

PVC
Il monomero è tossico è cancerogeno per il fegato
Il polimero è insolubile nel monomero, ma rimane nel mezzo del polimero, quindi bisogna eliminare ogni
particella di monomero, perché è cancerogeno
Uno dei quattro polimeri più prodotti al mondo
PRODUZIONE
1)Processo in massa, ma molto difficile da controllare, dove si ottiene solo il 5% di PVC
Due reattori: una grande è uno piccolo
In quello piccolo si fa iniziare la reazione com un iniziatore , dove si forma la catena del polimero con i radicali,
che precipitano, poi in seguito i radicali precipitati viengono Messi nel reattore grande, dove è presente il
monomero e i trasferitori, dove uccidono la catena dei radicali, e iniziano una nuova catena polimerica, così da
formare una nuova catena polimerica, senza andare all’infinito perché ci sono finiti radicali, si usa per
applicazione elettriche
2)Polimerizzazione in sospensione
Si ottengono particelle grosse, nell’ordine dei 1000 micron, e si ottiene del PVC rigido, che si può legare a
grandissime quantità di elementi, applicazione strutturale dove ci essere la massima purezza del PVC
È antifammia, però libera acido cloridrico, si sua negli infissi e nei tubi per i lavori
3)Polimerizzazione in emulsione
Si ottiengono particelle nell’ordine dei 10 micron, e si ottiene PVC morbido

Il PVC è di colore biancastro, ma mettendolo sotto il sole cambia colore in modo veloce

La reazione con cui va via HCl è una reazione sequenziale


Per evitare e il cambiamento di colore si usano dei stabilizzanti, che sono dei sali fatti da acidi grassi con delle
insaturazioni e piombo
POLIMERI FLORULATI

Sistema in microemulsione, dove si aggiunge un terzo componente ( ammina), dove si ottiengono delle particelle
molto piccole, che non tendono a crescere e polimerizzano ognuno per conto proprio
Con gli altri 3 metodi si arriva all’esplosione, colpa della reazione parassita molto esotermica

Antiadesione e alta resistenza termica dovuta all’atomo di fluoro, che reagisce poco
È un polimero cristallino, dove le catene sono estese in modo orrizzontale, quindi la temperatura di fusione
molto alta (360), per processare il PFTE si deve andare oltre la temperatura di fusione, quindi per diminuire la
temperatura si deve rompere la struttura cristallina, quindi si usa esafluoruro di propilene per rompere la catena,
a causa del gruppo CF3, ma non differiscono le altre proprietà perché è presente sempre il fluoro

Perdono in stabilità e in antiadesione, ma hanno proprietà meccaniche migliori, perché c’è un atomo di fluoro in
meno
PE E PP
Più utilizzati
Dalla petrolchimica si ottiene propilene e etilene
Con ì catalizzatore di ziiegler si ottiene del PE, lavorandolo a 60 gradi e 2 atm ( perché l’etilene è un gas), si
ottiene un polimero cristallino, con grandi proprietà meccaniche, che venne chiamato HDPE
La struttura del PE ha una caratteristica:
Ì catalizzatore di zieglan si usano per ottenere anche PP isoattico

PP è molto cristallino, con temperatura di fusione molto alta (165), si usa per applicazioni domestiche
POLIMERI DERIVATI DALL’ACIDO METACRILICO E ACRILICO

1)La reazione del metil metacrilato è molto esotermica, si forma per polimerizzazione ionica e radicalica, in due
modi: in massa e in sospensione
Tg=110 gradi, quindi è un polimero vetroso, trasparente, si sua come sostituto del vetro che è più leggero
In uno spessore sottile la reazione avviene facilmente, con un grosso spessore è più difficile, quindi costa di più
2)Il metil acrilato ha una Tg=-20 gradi, ha una capacità di aderire alle due lastre di vetro, si sua per rinforzare i
vetri delle macchine o dei negozi
Dal poliacrilico nitrile si fanno le calze, nelle sue catene rimangono dei gruppi COOH, che scaldando la catena in
assenza di ossigeno si ciclizza, e poi vanno via con il calore

Si formano le fibre di carbonio, hanno dei moduli elevatissimi, possono lavorare all 80% del carico massimo,
possono essere arroventati

Si ottiene in soluzione acquosa, con la polimerizzazione radicalica, perché il monomero è solubile in acqua, si
usa nell’industria alimentare, per la tintura di iodo, per far in modo che non sia tossico per noi ma solo per i
germi, si usa nella separazione dei processi minerari, si usa come fluidificante per i cementi
POLISTIRENE

È trasparente, è un polimero amorfo, si scheggia facilmente, non ha grande proprietà ottiche, si può colore
facilmente, costa poco
POLISTIRENE ESPANSO
Si prende un polistiren ottenuto per via emulsione, ci mettiamo dentro il pentano, che entra dentro le micelle che
le espande, poi si fa cadere l’emulsione in controcorrente di aria calda, per togliere l’acqua e pentano, così il
polisterene si espande, poi le particelle vengono raccolte e scaldando si aggregano assieme, si utilizzano per
fare le casse di protezione di oggetti

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