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LEZ 3 – Polimerici

Additivi e cariche
Si dividono in additivi e il resto dall’altra (cariche minerali, funzionali, nanocariche, fibre di vetro e
fibre naturali)
Dunque additivi e cariche

La più grande differenza tra additivi e cariche è la quantità che si mette all’interno di una
formulazione
Per additivi, quantità molto piccole (dell1% rispetto al polimero)
Le cariche ci sono per il 20%, tranne per le nanocariche (intorno al 5%) e riempitivi (50/60%)

Insieme al polimero di base, (omopolimero oppure copolimero) o blend (due polimeri differenti
mescolati insieme)

ADDITIVI
Si utilizzano perche facilitano produzione e dunque aumentano la resa

Gli additivi per le materie plastiche si dividono in due macrocategorie:

Gli additivi di processo: proteggono il polimero durante la sua trasformazione, facilitando la


produzione ed aumentando spesso le rese.

Esempi: coadiuvanti di processo, antiossidanti, lubrificanti. Nei coadiuvanti vi saranno


additivi tipici a seconda del tipo di processo di trasformazione (es stampaggio a iniezione,
distaccante)
Gli additivi di prodotto: agiscono contro gli effetti non desiderati delle
condizioni d’impiego del compound da parte dell’utilizzatore, e gli conferiscono
caratteristiche particolari.

Esempi: stabilizzanti alla luce, stabilizzanti contro l’idrolisi, agenti antifiamma, nucleanti.

oadiuvanti di processo
Vengono utilizzati per facilitare il processo di produzione (estrusione),
aumentandone la resa, ma anche quello della trasformazione del compound
prodotto da parte del cliente (stampaggio, soffiaggio, estrusione, filatura o
filmatura…).

La loro funzione primaria è quella di miglioramento della scorrevolezza del


compound (flow enhancer) e/o di fungere da lubrificanti e distaccanti.

Lavorando con un termoplastico, si supera la temperatura di plastificazione per poterlo lavorare, ma


rimane molto viscoso a causa dei punti di entanglements

I coadiuvanti di processo (lubrificanti, plastificanti) sono molecole organiche che posso immaginare
come dei pallini che hanno la funzione di distanziare le macromolecole facendo in modo che
idealmente queste due macromolecole non formino entanglements perché ci sono questi
distanziatori.

Basso dosaggio perché questi additivi rimangono e ottengo un prodotto con


concentrazione elevata di elementi che a fine trasformazione non servono. Essendo non
affini al polimero (motivo per cui si interpongono nelle catene) a fine lavorazione essi
hanno un peso molecolare molto piu basso rispetto al polimero, e dunque verso la
superficie e formano un effetto oleoso oppure si aggregano e creano difetti estetici

Si usano a bassi dosaggi (<1%); quantità eccessive possono portare a


infragilimento dei pezzi e problemi estetici.

I più diffusi:

• Stearati metallici (Ca, Zn, Al, Mg, Ba)

• Cere paraffiniche (polimeri etilenici e polipropilenici a bassissimo PM)


Lubrificanti di processo
Stabilizzanti termici/antiossidanti
Nucleanti

Additivi che possono migliorare le proprietà meccaniche in quanto aumentano la parte cristallina
Additivo che puo essere poche quantità di talco (Polvere inorganica dalla forma lamellare) e piccole
concentrazioni (1/2%) di Sali inorganici
Hanno la capacità di aiutare durante il processo

In genere: miscele di polveri inorganiche e organiche, polvere di talco con dimensioni inferiori a 3
micron e Sali di calcio, sodio, litio, acido montanico

piu materiale è cristallino piu è rigido e più è facile estrarlo, non si deforma facilmente
Una valutazione del grado di cristallinità è la forza per l’estrazione dallo stampo di un manufatto
(vedi grafico)
Maggior cristallinità implica minor assorbimento di acqua, maggior resistenza chimica, termica, etc

Stabilizzanti di processo
Scopo: ridurre e/ o azzerare fenomeni ossidativi e di depolimerizzazione dei polimeri del compound
durante processo di estrusione. Lavoro polimero ad alta temperatura per molto tempo, devo mettere
dentro sistemi di protezione dalla degradazione

Tipi di stabilizzanti: tioesteri, fosfiti, fosfoniti, disattivatori di metalli


Protettori dei polimeri/compounds per esposizione dei manufatti ad alte temperature e per lunghi
periodi

Generalmente fenoli complessi

MFR aumenta, parametro che indica fluidità del materiale. Piu è fluido più avrà catene di grandi
dimensioni

Stabilizzanti anti UV
Riducono la fotodegradazione dei polimeri costituenti manufatti che devono operare costantemente
esposti alla luce solare, salvaguardando totalmente e/o parzialmente il colore e le proprietà
meccaniche

Sono additivi che riducono la fotodegradazione dei polimeri/compound costituenti


manufatti che devono operare costantemente esposti alla luce solare,
salvaguardando totalmente e/o parzialmente il colore e le proprietà meccaniche.

Le percentuali di utilizzo di questi additivi sono molto basse (di solito <0,5%)

I prodotti più diffusi:

Agenti di assorbimento UV, HAS (ammine stericamente impedite)

Additivi antistatici
Invecchiamento accelerato di film da 20 micron di PC con/senza UVA

di
Dissipano le cariche elettrostatiche che tendono a formarsi sui manufatti di compound termoplastici
diminuendo la resistività di superficie propria di ogni polimero base di un compound
Altra tipologia di additivi sono i coloranti che possono essere sia organici che inorganici:
La percentuale che solitamente si utilizza di colorante è dello 0.7%, contro lo 0.5% di plastificante.
Il problema degli additivi per la colorazione è raggiungere una distribuzione uniforme, infatti una
non perfetta distribuzione del colorante è visibile/evidente nel prodotto finale e può comportare lo
scarto del prodotto da parte del cliente; nel caso degli additivi di processo invece questa
problematica si presenta di meno perché questi agiscono solo durante il processo di produzione con
lo scopo di facilitarlo.
Consideriamo di voler produrre un polipropilene per lo 0.7% colorante e per il 99.3% PP. A queste
percentuali di polipropilene si hanno difficoltà ad integrare il colorante soprattutto se questo è
inorganico. Si opta per la produzione di un masterbaches ad esempio a matrice di PP per l’86% e
colorante al 14%. Con queste percentuali ho una matrice meno viscosa, per la minor percentuale di
polipropilene, che quindi accetterà anche meglio il colorante.
Prendendo il 5% di masterbaches con questa composizione e aggiungendolo al 95% di PP si ottiene
un prodotto con le percentuali iniziali: 99.3% PP e 0.7% colorante.
Vantaggi di usare il masterbaches:
 Ho interazione PP-PP, quindi maggiore affinità e possibilità di raggiungere una maggiore
omogeneità
 Lavoro con granuli e non con polveri che hanno alto rischio di dispersionemaggiore
sicurezza
 Devo movimentare piccole quantità di masterbaches per colorare tonnellate di polipropilene
Svantaggi:
 Devo lavorare il materiale due volte. Le lavorazioni danneggiano il materiale portando ad un
decremento anche se non molto significativo delle proprietà meccaniche.
Ritardanti di fiamma

Hanno lo scopo di smorzare la propagazione di un incendio e fanno in modo che il materiale


polimerico non sia la sorgente dell’incendio.
Per polimeri termoindurenti o fibre polimeriche si modifica il polimeri durante il processo di sintesi
con comonomeri che ritardano la fiamma
Più comune è l’aggiunta di additivi che ritardano la fiamma:
• - Idrossidi inorganici, meno efficaci, necessità di alte percentuali, 50-60%
• Sistemi basati su composti alogenati (sistemi sinergici alogeno-metallo): meno efficaci, necessità
di aggiungerne il 30%;
• Composti fosforati, per il 25%
• Sistemi a comportamento intumescente: fanno rigonfiare il polimero quando esposto alla fiamma
• - Nanocompositi

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