- Umidificazione: Questo tipo di intervento non può essere eseguito senza telaio poiché i movimenti
del tessuto umidificato non sono completamente prevedibili. È un intervento che sfrutta il
comportamento della fibra cellulosica.
Comportamento dei tessuti:
La tela originale impregnata di colla animale (appretto), con l’apporto di umidità prima si dilata e
poi si restringe.
La tela senza appretto si restringe appena bagnata e al momento dell’asciugatura si “rilassa”.
I tessuti filati “a umido” (‘800 e primi del ‘900) si dilatano con l’umidità e in fase di asciugatura NON
tornano delle dimensioni originali.
Può essere:
- Diretta
Totale: è un intervento fortemente traumatico, viene eseguito quando la tela presenta
problemi di deformazione su tutta la superficie. Si interviene bagnando la tela in maniera
diretta con vaporizzatori, aerografi ecc.
Differenziata o a scacchiera: Si usa quando ci sono
problemi localizzati. Si deve operare sempre con la tela
vincolata ad un telaio e è bene garantirsi la possibilità di
agire localmente sul tensionamento (telaio a elastici). Si
inizia bagnando localmente dei quadratini molto piccoli con
un pennellino e acqua distillata disposti a cavallo della linea
di deformazione, ma senza coprirla tutta. I quadratini
dovranno essere più fitti vicino alla linea di deformazione e
andranno a sparire man mano ci si allontana. Si prosegue facendo 3 passaggi ed aspettando
che si asciughi la tela tra un passaggio e l’altro. In ogni passaggio si dovranno bagnare zone
diverse.
È ottimo anche senza il tensionamento e può essere applicato anche mantenendo il dipinto
sul telaio originale. È un intervento non completamente invisibile poiché sul retro si vedrà
sempre la scacchiere
- Indiretta: è un umidificazione totale e va eseguita quando le deformazioni sono distribuite in
modo non circoscritto sul dipinto. Si lavora a luce radente e con il telaio interinale.
Sopra un foglio di melinex si appoggia il materiale da imbibire di acqua (fogli di giornale, tele,
panni. Vi si adagia del tessuto di Goretex, che è da un lato impermeabile e dall’altro permette
all’umidità di evaporare, andando verso il supporto tessile del dipinto. Su questa superficie si
“sospende” il dipinto teso sul telaio interinale, e infine un foglio di melinex. Ogni 2 o 3 minuti si
controlla a luce radente il comportamento della tela e all’occorrenza si manda in tensione il
telaio interinale. È un ’ operazione che va eseguita a piccoli passi e se destinata a essere ripetuta
per la gravità delle deformazioni, è bene riprenderla ogni 2 giorni per permettere alla tela di
riadattarsi. Una volta ottenuto l’appianamento, sarà indispensabile “fissare” il risultato con
l’applicazione di un consolidante.
L’andamento della prima deformazione appare più irregolare, con assorbimenti molto rapidi di
umidità, mentre il secondo intervento dimostra una progressione più regolare. In entrambi i casi la
prima fase risulta quella più traumatica: l’apporto iniziale di umidità viene, infatti, particolarmente
sentito dal supporto cellulosico che reagisce abbassandosi bruscamente. A parità di numero di
interventi il risultato migliore dato dall’umidificazione diretta che ha portato la tela alla planarità in
soli quattro passaggi. L’ umidificazione indiretta pare apportare meno stress al supporto, facendo
assorbire la deformazione in modo più lineare ma l’intervento risulta decisamente più lento rispetto
al primo.
- Termoplastici: Si esegue solo quando l’appianamento è necessario su tutta la superficie, per non
creare zone di disomogeneità sul supporto trattato solo parzialmente sulle deformazioni,
disomogeneità che potrebbe causare comportamenti diversi del tessuto durante l’invecchiamento
dell’intervento. Le resine rimangono all’interno del dipinto, quindi diventa prioritaria la scelta di
questo metodo quando il dipinto deve essere poi consolidato, in questo modo è possibile effettuare
un intervento in meno (va bene anche come consolidante). Si sfrutta la TG dei polimeri termoplastici.
L’intervento non può essere eseguito sul telaio originale. Se si utilizza il telaio ad elastici è necessario
evitare di scaldarli nella fase in cui si apporta calore. Il dipinto deve avere le strisce provvisorie per
poterlo mettere in tensione sul telaio interinale.
La stesura può essere fatta a spruzzo o a pennello. Nella versione a pennello si utilizza il miscelatore
magnetico per tenere la resina miscelata sempre in maniera omogenea e controllare la temperatura. La
stesura deve essere effettuata in maniera maniacale: Il pennello immerso alla stessa altezza strizzato
sempre in modo uguale, bisogna procedere per zone cercando di stendere la stessa quantità di
materiale.
Modalità di realizzazione:
- TESSUTI: i tessuti ideali sono quelli sintetici poiché hanno un’elevata durabilità e sono isotropi (i fili
hanno uguale comportamento nei due sensi).
- PREPARAZIONE DELLA TELA: i materiali da utilizzare come impregnanti sono il BEVA, l’Akeogard AT35,
e il Plexisol P550. La scelta dipende dal consolidante usato e dall’adesivo che si intende utilizzare per
applicare le strisce. L’ideale come impregnante è comunque l’Akeogard diluito al 50% in acqua.
ADESIVI A BASE ACQUOSA: Akeogard AT35 (fuori commercio), Plextol B500, Acril 33 al 35%
IN SOLVENTE: BEVA
A SECCO: Poliammidica Lascaux 5060
Se l’appianamento avviene tramite apporto di calore, l’adesivo individuato per le fasce NON potrà essere
termoplastico.
Tipologie:
Se il bordo della tela è in buone condizioni la punta del triangolo (zona di adesione) entrerà per 0,5 cm.
a partire dalla linea del bordo stesso.
Solo se il bordo è degradato ci sarà un’invasione e la punta del triangolo entrerà fino ad oltrepassare di
0,5 cm. la linea di battitura esterna del telaio.
Se il bordo della tela presenta delle lacune ed è irregolare i triangoli partono da basi sempre allo stesso
livello ma avranno altezza diversa entrando sempre di cm 0,5.
L’aspetto fondamentale è che i dentelli delle fasce devono avere, una volta applicati, la possibilità di
distanziarsi tra loro durante le operazioni di espansione del telaio interinale.
Il dipinto deve essere freddo prima di essere asportato dal telaio, poiché la “memoria” delle
deformazioni della tela, a caldo, con i termoplastici fluidi, potrebbe riportare il supporto alla situazione
di deformazione iniziale. La cosa migliore è applicare la pompa e il vuoto con il calore per facilitare la
penetrazione dei termoplastici che in questo caso hanno anche funzione consolidante, prima di togliere
il dipinto dal telaio e dalle fasce provvisorie.
Raggiunta la temperatura necessaria a fluidificare il polimero, i bordi sono stati sottoposti a trazione
agganciando gli elastici al listello chiodato. la tensione degli elastici è stata aumentata gradualmente.
Eliminazione definitiva del telaio e completamento dell’applicazione delle fasce dentellate.
Applicazione del polimero termoplastico sul retro mantenendo il dipinto in tensione.
Con il passare del tempo le variazioni termoigrometriche provocano questo allontanamento dei lembi.
Realizzazione fasce provvisorie. Applicazione delle fascette sui lembi dei tagli tirate secondo il loro senso.
Vincolo al telaio interinale. Vincolo delle fascette con gli elastici.