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➢ TELAI
- Fissi: non hanno alcuna possibilità di espandersi
incastri come cerniera e chiodi, tenone e mortasa a foro quadrato, incastro “a mezzo” con cavicchi,
tenone e mortasa a cuneo e foro quadrato
- Mobili: possono espandersi, solitamente bloccati da chiodi
incastri come tenone e mortasa (l’angolo della tela subisce uno spostamento quando si tensiona),
tenone e mortasa semplice con due chiavi (estensione bidimensionale, si allarga su due parti), tenone
e mortasa (la forma unghiata aumenta la forza dell’incastro), tenone e mortasa semplice (variazione
del precedente, incrementa la robustezza, una sola chiave quindi una sola direzione di espansione),
tenone e mortasa semplice a foro quadro a due chiavi (una chiave è a forcella per evitarne la perdita),
tenone e mortasa semplice con modanatura (distribuisce le forze del tensionamento al dipinto), foro
quadro mezzo obliquo con chiavi, a mezza unghiatura con chiavi (il retro sembra a mezzo ma la parte
coperta dal dipinto è unghiata per un migliore tensionamento), foro quadro, doppia unghiatura e
chiavi, aletta e incavo a salire e chiave (si espande in due direzioni pur avendo una sola chiave. molto
debole nei confronti della forza della tela), tenone e mortasa a coda di rondine, tenone e mortasa a
coda di rondine con chiave, con o senza chiave può espandersi rinforzato da elementi sugli angoli
➢ VINCOLI: tele inchiodate al telaio con chiodi battuti a mano, anche spine di rose
➢ SUPPORTI TESSILI
Le fibre cellulosiche si ottengono dalla lanugine che ricopre i semi (cotone) e dalla disgregazione dei fusti
della pianta (lino, canapa, juta).
Sono quelle fibre che possono essere trasformate in filati ed essere conseguentemente tessute secondo
vari sistemi di intreccio. Possono essere naturali di origine animale/proteica (lana, seta) e
vegetale/cellulosica (lino, cotone, canapa, juta); minerali tipici dei tessuti e degli arazzi (oro, argento);
artificiali e sintetiche.
Aspetto delle fibre con l’osservazione al microscopio ottico e al SEM
- COTONE
Fibra nastriforme con i bordi leggermente rialzati, avvolti a spirale sul suo stesso asse.
Pianta di provenienza: GOSSYPIUM MALVACEA. Si ottiene dai fiocchi di lanugine che coprono i semi.
- LINO
Fibre con forma cilindrica. A distanza quasi regolare un lieve rigonfiamento. Simile al bamboo.
Pianta di provenienza: LINUM USITATISSIMUM Si ottiene per macerazione degli steli.
- CANAPA
Fibre leggermente appiattite con striature longitudinali ben marcate e qualche striatura trasversale.
Pianta di provenienza: CANNABIS SATIVA. Si ottiene dalla macerazione dei fusti.
Torsione = attorcigliamento delle fibre, si definisce in senso “S” o “Z” in rapporto alla direzione di
torcitura. A seconda di che parte giro la fibra sia un senso o un altro.
L’entità corrisponde al numero di giri per ogni metro lineare del filato. Maggiore è la torsione, maggiore
è la resistenza del filato alla trazione. I filati a torsione maggiore, per la loro resistenza, sono destinati
agli orditi perché dovevano sopportare il peso del tessuto e il passaggio della spoletta.
La torsione garantisce l’adesione tra le fibre componenti il filato. Il filo può essere lavorato con torsione
a capo singolo o torsione di ritorcitura quando si legano tra loro più capi.
Sul TELAIO vengono tesi i fili dell’ordito (verticali), che vengono “intrecciati” con la trama (orizzontale)
avvolta sulla bobina. Il filo gira sempre intorno al primo e all’ultimo ordito creando la cimosa, che è la
parte del tessuto che non sfilaccia.
• TIPO DI FIBRA
• DIMENSIONI: ordito e trama – L’ordito è costituito dal filo più ritorto che deve essere utilizzato in
verticale per meglio sostenere il peso dell’opera. Se utilizzato in modo non corretto, è possibile che s i
verifichi il fenomeno detto del CREEP (= deformazione a U a causa del peso).
• DENSITÀ: riduzione, fittezza – Numero dei fili di trama e ordito per cm quadrato.
• ARMATURA: Sistema di intreccio dei fili dell’ordito e della trama.
• TORSIONE: Attorcigliamento delle fibre. L’entità corrisponde al rapporto tra il numero di giri sull’ass e
della fibra per ogni metro. Più il numero è alto maggiore resistenza e l’elasticità del filo. Il filo può
essere torto in senso S o Z.
Armatura = sistema di intreccio dei fili di trama e ordito secondo delle regole definite in vista della
formazione di un tessuto. Le più semplici e classiche che possiamo trovare come supporti per la pittura
sono tre:
- armatura a tela: detta anche “taffetas”, la prima delle armature, la più classica e la più semplice.
Ciascun filo di trama passa alternativamente sopra e sotto i fili di ordito. Il diritto è uguale al rovescio.
- armatura a spina di pesce: detta anche saia, spinata, spigata. Deriva dalla diagonale ed è
caratterizzata da un disegno a zig zag.
- armatura a losanghe: anch’essa è una elaborazione dell’armatura diagonale.
Densità = indica il grado di fittezza ed è rilevabile tramite osservazione con il lentino. Corrisponde al
numero di fili di trama e ordito per centimetro quadrato.
Tela di damasco = stoffe, provenienti dalle Fiandre, tessute a disegni geometrici e destinate a formare
biancheria da tavola. Riscossero grande successo fra gli artisti, i quali ingegnosamente, le adattarono
come supporti per i loro dipinti ottenendo particolari effetti luministici.
➢ PREPARAZIONI
Funzioni:
- estetica: conferisce planarità alla superficie, aumenta lo scorrimento della pennellata, conferisce
particolari effetti ottico-cromatici (da al dipinto particolari sfumature perché invecchiando l’olio
produce la linossina e perde di coprenza)
- conservativa: controllo della porosità del supporto, controllo del grado di flessibilità
APPRETTO = in genere si trattava di colla animale e serviva per saturare il supporto tessile e isolarlo
dall’acidità degli oli siccativi utilizzati negli strati successivi
IMPRIMITURA = strato a base di colla animale mescolata con gesso e terre colorate. È uno strato
igroscopico che può rigonfiare o restringersi con le variazioni igrometriche. È uno strato poroso.
Copiata dai dipinti su tavola.
MESTICA = Da “mesticare”, ovvero mescolare con olio. Strato a base di oli siccativi.
Per accelerare l’essicazione venivano aggiunti i siccativi di Courtrai e Haarlem che sono sali metallici
di zinco, piombo, manganese , cobalto e rame (sono pigmenti come la biacca azzurrite e malachite,
bianco di zinco).
La mestica può contenere anche sostanze proteiche. È uno strato con buone caratteristiche di
elasticità, ma potenzialmente pericoloso per la cellulosa del supporto. In questo caso l’apprettatura
serve come protettivo della tela.
PREPARAZIONI CON BOLO = Il bolo è una terra argillosa composta da ossidi di ferro, silicio, calcio,
magnesio, silicati di alluminio che gli conferiscono igroscopicità.
Se i silicati di alluminio contenuti nel bolo sono più del 10%, si ottiene una preparazione
particolarmente sensibile all’umidità che può causarne il rigonfiamento e il successivo distacco
dalla tela. La mescolanza del bolo con un olio siccativo, può ridurre l’igroscopicità.
CENNINO CENNINI “IL LIBRO DELL’ARTE” – (1390) descrive la preparazione degli zendali (forse stendardi)
”gesso sottile”, colla, amido, zucchero (rasata sottile, senza eccessi) -- apprettatura con colla animale --
tela di supporto
➢ PELLICOLA PITTORICA
Composto da leganti organici di origine animale e vegetale.
Le fasi 1 e 2 sono le più pericolose per la formazione delle crettature. Spessori particolarmente elevati
del film creano una disomogeneità molto accentuata tra la superficie a diretto contatto con l’aria e la
parte più interna che invecchia più lentamente. In questi casi è frequente la prematura formazione di
crettature (crettature da filmazione).
OSSIDAZIONE + POLIMERIZZAZIONE + CROSS LINKING
Provocano un fenomeno di variazione dell’indice di rifrazione che determina nuove caratteristiche
ottiche della pellicola pittorica. L’olio invecchiato forma un film superficiale detto LINOSSINA, che
conferisce trasparenza alla superficie creando un’interferenza estetica con i valori cromatici degli strati
sottostanti la pellicola pittorica.