Sei sulla pagina 1di 6

La nascita dell’antropologia coloniale

“Argonauti del Pacifico occidentale” inizia in un modo suggestivo, è quasi come un’ illusione in cui Malinowski ci porta con
sé nelle isole esotiche e incontaminate, a parte i man on the spot sembra l’unico bianco a muoversi in questo contesto.
Studi successivi hanno dimostrato che il governo britannico imponeva delle tasse in moneta ai trobriandesi, i quali
riuscivano a pagarle solamente lavorando nelle miniere → accorciamento vita media e alta mortalità.
Contesto coloniale = violenza continua. Nelle monografie classiche del periodo non troviamo questo punto.

Scontiamo un ritardo nell’antropologia più recente, successiva al periodo coloniale → c’è voluto molto prima che gli
antropologi si interrogassero sul contesto coloniale dentro al quale la disciplina antropologica è nata. Un antropologo
americano che si è occupato delle caste in India afferma che senza il contesto coloniale l’antropologia come disciplina non
sarebbe neanche nata in quanto non ce ne sarebbe stato bisogno e non sarebbe stata utile.
Questo ritardo generale è legato a diversi motivi.

Paolo Viazzo è il più importante antropologo che ha scritto un volume dedicato all’antropologia storica → svolta storica di
Evans Pritchard, che si allontana dal suo maestro struttural-funzionalista (presente). Arriverà ad una visione
dell’antropologia legata alla storia.

La storia, il colonialismo e il ruolo dell’antropologia fanno da sfondo a un’antropologia recente che si occupa di colonie → se
è molto recente per le altre tradizioni, in Italia è quasi inesistente e poco praticata. Il contesto coloniale italiano è stato quasi
per nulla indagato dagli antropologici e dagli storici: sull’episodio della pagina coloniale italiana c’è un silenzio molto fitto.

Il momento in cui l’Italia si muove verso la costruzione di uno stato nazione e la necessità di avere un posto al sole sono
simultanei.
L’Italia arriva tardi a definirsi e a rivendicare i propri confini, quando gli altri stati europei hanno già delle colonie da tempo.
Essi chiedono di essere riconosciuti come stato nazione e di conseguenza di avere delle colonie → motivazione non legata
ad esigenze di tipo economico.
Questa impresa per l’Italia era conosciuta come impresa di popolamento per dar nuovo lavoro ai contadini. Gramsci afferma
che invece la motivazione era solo il prestigio.

Nel 1869 l’Italia inizia a muoversi verso l’Africa attraverso compagnie private che arrivano nel golfo di Ade → da quel
momento in poi ci sono una serie di passaggi, contatti, appropriazione di territori, accordi di protezione al capo di un gruppo
e poi di un altro.
Nel 1890 il territorio è abbastanza esteso così da poter essere ufficializzato dopo la conferenza di Berlino.
Nasce così la prima colonia italiana, l’Eritrea, divisa in:
- zona verso il Mar Rosso abitata dagli Afar, irascibili, torrida e umida
- zona delle montagne, Asmar, fredda e montuosa, città della primavera, poco abitata

Altri movimenti successivi: nel 1904 verso la Somalia, nel 1911 verso una parte della Libia (Tripolitania), ...
Con l’Etiopia invece si va verso i terreni fertili in quanto ospita le sorgenti del Nilo.
L’aspirazione italiana è da subito verso l’Etiopia, ma è difficile farla apparire come res nullius, che nessuno controlla, in
quanto c’era un potere centrale riconosciuto dall’Europa. Era infatti governata da un imperatore e inoltre è grossa 6-7 volte
quanto l’Italia.
Una volta avuta la prima colonia, gli italiani cercano di sconfinare mandando truppe per colonizzare. Questi tentativi di
radicamento vengono presi dall’imperatore come delle aggressioni, l’imperatore manda infatti degli avvertimenti che però
vengono ignorati.
La conoscenza su questi popoli che circola in quel momento in Italia e altrove è molto ridotta e fantasiosa. Si pensava che
fossero popolazioni primitive (evoluzionismo): quando si manda lì un esercito più armato di loro essi verranno quindi
sconfitti.
Frase 1895-1896 “Che cosa mai potranno farci quattro selvaggi con i piedi nudi?”
1896: sconfitta di Adua, la più grande sconfitta di un qualsiasi esercito bianco su un suolo africano della storia (6000 morti,
la maggior parte di loro erano ascari, eritrei impiegati nelle colonie per combattere). Gli ascari erano africani e quindi
vengono trattati come dei traditori, i corpi morti vengono mutilati e esposti pubblicamente.

Avere i piedi nudi ma conoscere il territorio ha quindi dato alle forze dell’imperatore un grosso vantaggio. Gli italiani
(contadini) che erano andati insieme agli ascari, immaginavano una vittoria lampo ma non fu così.
Gli etiopi conoscevano il territorio, mentre gli italiani no e non avevano mappe, di conseguenza si ritrovarono chiusi in poco
tempo in delle gole da cui non riuscirono ad uscire. Non avevano quindi modo di rifornirsi di acqua e cibo, e gli si
cominciarono a rompere le scarpe.
Così come disse Rousseau nel suo trattato sull’origine della disuguaglianza tra gli uomini→ posti nudi gli uni di fronte agli
altri gli uomini detti primitivi sanno cavarsela, mentre i coloni civilizzati no.

Situazione drammatica → a livello internazionale arriva, poco dopo la conquista di un prestigio dell’Italia, un disastro per cui
le altre potenze coloniali dimostrano ai sudditi che il bianco può essere sconfitto.
Cade il governo e Crispi si dimette → disastro politico a tutti gli effetti.
L’Italia si ritira e i confini tra Eritrea e Etiopia rimangono quelli fino a quando nel ‘35 Mussolini decide nuovamente di
attaccare l’Etiopia per rivendicare Adua. L’Etiopia è però diventata anche membro della lega delle nazioni. Questa lega
decide di sanzionare l’Italia in quanto non poteva attaccare uno stato sovrano riconosciuto.
L’Italia si trova in Africa dal 1869 fino al 1941: periodo corto rispetto agli imperi britannici, ma lungo rispetto alla poca
importanza, alla povertà dell’Italia e ai suoi problemi economici del periodo.

In Libia la Tripolitania viene governata mentre la Cirenaica viene sottomessa negli anni ‘30 con Mussolini.
In Cirenaica la resistenza è forte e quindi lo è anche la violenza→ gli italiani inaugurano per la prima volta i campi di
concentramento prima della Germania e uccidono con un colpo alla nuca la popolazione durante le marce forzate.
La forma di resistenza è quella della guerriglia, gli italiani non sono preparati e arrivano a praticare i rastrellamenti dei civili
(1 italiano per 1 intero villaggio) → esecuzioni pubbliche.
Fine della resistenza in Cirenaica il 16/09/1931 con l’impiccagione pubblica di Omar Al Muktar, il leone del deserto.
È uscita una produzione di Holliwood su questo personaggio, ma quando è uscita in Italia la Rai ne ha acquistato tutti i diritti
e poi non l’ha mai proiettata. Gheddafi ha deciso invece di crearne molte copie che poi sono circolate in Italia sottobanco.
Il protagonista del macello era Rodolfo Graziani: una delle persone che avrebbe dovuto essere processato per crimini di
guerra, era conosciuto come “Il macellaio d’Africa” → non ha subito processi → monumento a Roma.

L’Italia non ha mai guardato la propria pagina coloniale, non c’è mai stato un lavoro di ricostruzione, memoria e di scuse agli
ex paesi colonizzati → nel 1996 al centenario della sconfitta di Adua il governo italiano è stato invitato alla celebrazione di
memoria e riappacificazione in Etiopia, ma nessun rappresentante italiano ha partecipato.
L’Italia ha deciso di rimuovere completamente la sua pagina coloniale. Questo è anche legato alla gestione delle relazioni
legate alla nostra realtà, ci sono modi di riprodurre l’altro molto comuni, ma non se ne conosce il significato es. Ambaradan/
Piazza dei 500 a Roma → questi 500 erano morti intercettati dalle truppe dell’imperatore a Dogali in Etiopia.

Aspetti demografici per capire quanto successo ha avuto l’impresa coloniale in italiana (per i contadini?)
Italiani:
1904: 2.300 (1.850 m)/ 1913: 2.400 (1700 m)/ 1931: 4.188 (2500 m)/ 1936: 67.000 → guerra di Etiopia
Locali: Eritrea: 250.000 (1890)/ Etiopia: 8-10 milioni (1936)

Nel 1974 Vittorio Lanternari, un importante antropologo italiano africanista, ha scritto un volume “Antropologia e
imperialismo”, in cui racconta la relazione tra l’antropologia come disciplina e il colonialismo, affrontando il colonialismo
britannico, francese e olandese.
Dell’Italia parla solo in una piccola parte affermando che gli antropologi non si sono misurati con il fenomeno del
colonialismo italiano in quanto il colonialismo in Africa è stato troppo breve, occupava un territorio troppo ristretto e in Italia
un’antropologia sociale non era ancora nata. (60-70 anni/ Libia, Etiopia, Somalia, Eritrea)
Generazioni di antropologi si sono formati su questo testo dando per buone queste credenze.
Oltretutto Lanternari si era formato con il mastro Vinigi Grottanelli, che era andato proprio lì nelle colonie.

È vero che in quel periodo un’antropologia sociale o culturale non c’era? È vero che diversamente dagli altri contesti quando
gli italiani vanno in Africa non c’è nessuno che inizia ad essere curioso di questo altro popolo? I man on the spot non
c’erano nelle colonie italiane?
In molti ci sono e non sono stati pochi. Il loro lavoro nel primo periodo non è stato disprezzabile, alcuni di loro si sono
applicati in imprese notevoli → es. un tenente si è messo a tradurre i codici consuetudinari locali (orali e normativi scritti) del
passato, dal tigrino all’italiano. Di lì a poco gli scienziati italiani cominceranno a trovare nei territori coloniali dei luoghi la cui
conoscenza è unica.

1916- Raffaele Corso


“L’espansione mondiale del colonialismo ridona all’etnografia il suo posto nel novero delle scienze sociali, e le affida il
compito suo legittimo, quello di attendere alla conoscenza sistematica e approfondita delle genti, che gli stati civili
pretendono governare e condurre sulla via della civiltà.”

Il colonialismo dà senso all’etnografia → un’analisi su una disciplina che non è l’antropologia, ma l’etnografia (scrittura su
culture e società delle popolazioni colonizzate).

Egli non è il primo: un altro antropologo italiano, Lamberto Loria, nel 1905 organizza la prima referenza di antropologia
coloniale ad Asmara in Eritrea. Gli antropologi italiani rimangono a casa e consegnano ad alcuni man on the spot una serie
di domande e questionari per raccogliere dati sulla popolazione.
Il funzionario civile e militare diventa la forza lavoro dell’antropologia (etnografi per caso).
L’analisi degli etnografi per caso porta ad alcuni resoconti dettagliati. Molti sono interessati a comprendere il perché queste
popolazioni fanno questa cosa in questo modo.
es. Angelo Pollera scrive per un bollettino di agraria in Italia un resoconto su come in Eritrea i Cunama raccolgono il miele.
Essi erano considerati i più primitivi perché erano cacciatori e raccoglitori, animisti e più scuri di pelle, grande importanza
delle donne (matrilineari) → avevano quindi tutti i marcatori della primitività.
Egli viene mandato là a 20 anni da solo e rimane in una zona sperduta, impara la lingua e si intrattiene anche con gli anziani
e un giorno pone una domanda sul miele → si è accorto che loro prendono il miele nelle foreste e per prenderlo affumicano
gli alveari → lasciano poi bruciare tutta la collina.
“Perché una collina è tutta verde e l’altra e tutta bruciata? Da quella verde verrà un buon raccolto”
“Vedi le colline bruciate? Da quelle colline quest’anno non verranno locuste”
La modalità dello slash and burn ha molti usi → rende fertile il terreno e aiuta il raccolto uccidendo insetti.
Questo signore si batterà per tutta la sua vita dal 1906 fino alle 1939 che le usanze locali hanno un senso se noi ci
preoccupiamo di andare a chiederei il perché.
Rispetto alla tesi lanternare del 1974 si può sostenere che un’antropologia sociale rivolta a usi costumi e credenze delle
popolazioni colonizzate c’è, anche se non è separata dall’antropologia fisica da un punto di vista accademico.
Morselli, Lotia, Sergi, Mantegazza: sono i primi antropologi che insegnano un’antropologia fisica e culturale → si descrive il
corpo, la biologia e le usanze, le credenze e la cultura.
C’è una lucida consapevolezza da parte degli antropologi del ruolo dell’antropologia in quanto disciplina che può svolgere
per il governo delle colonie.
es.1912- Loria scrive: “Lo studio degli usi e costumi locali è necessario per l’amministrazione della giustizia. La conoscenza
etnografica è il principale strumento di una politica di fermezza, se i nostri governanti nel passato avessero conosciuto
l’etnografia dei popoli avrebbero mostrato una maggiore severità e una minore generosità”.
Morselli: “Se avessimo conosciuto meglio il popolo non saremmo andati incontro al disastro di Adua”.

Di cosa si occupano gli antropologi italiani quando analizzano i popoli colonizzati?


All’inizio del 900 l’antropologia italiana è da tavolino e evoluzionista → ricercare le origini, chi sono e da dove vengono e
dove possiamo collocarli in un’ipotetica scala evolutiva?
Questa domanda si poggia su tutta una serie di presunte conoscenze prese dalla Bibbia

Le popolazioni del corno d’Africa venivano generalmente ricondotti alla famiglia camitica → si evidenzia anche in base a
tratti geografici e somatici.
Nella Bibbia c’è il racconto in base al quale Noè aveva alcuni figli tra cui Sam e Cam. Un giorno Cam sarebbe entrato nella
tenda di suo padre e lo avrebbe visto nudo e ubriaco → suo padre lo maledice dicendogli che la sua stirpe sarà una stirpe di
schiavi. Per tutto il Medioevo e fino all’impresa napoleonica degli schiavi in Egitto, i camiti vengono visti come i figli maledetti
di Cam, legati alla schiavitù. Di conseguenza se sono neri sono schiavi → il destino di schiavitù è nella Bibbia.

Questa visione per cui i semiti (figli di Sam) sono più chiari di pelle mentre gli altri più scuri cade nel momento in cui
Napoleone inizia gli scavi nelle piramidi in Egitto, in quanto gli egiziani rivelano una cultura elevatissima prima dei greci,
prima dei romani e in territorio Africano→ Quindi si tratta di africani (camiti), ma che prima dei semiti hanno prodotto una
cultura elevata.

Si rilegge la Bibbia e viene fuori che non è proprio la discendenza diretta di Cam a essere stata maledetta, ma solo quella di
uno dei figli di Cam, Bush. Sarebbero quindi i busciti legati alla discendenza nera e schiava → i camiti non sarebbero quindi
dannati.

L’ossessione per l’origine riguarda il popolamento del corno d'Africa: ogni volta che gli europei troveranno tracce di civiltà
superiori in luoghi in cui non è attesa da popolazioni con la pelle scura è perché c’è stata una popolazione chiara che ha
portato la civiltà e che poi si è estinta o si è mischiata con gli autoctoni fino a quando non si riconoscono più.
Non è contemplato che popolazioni di continenti con la pelle scura possano aver prodotto delle civiltà avanzate.
Soprattutto nel periodo fascista questa zona dell’Africa ci parla di una civiltà superiore del passato che veniva da fuori e che
oggi si è persa.
Quando la Bibbia viene riletta gli italiani si rendono conto di trovarsi padroni in una colonia in Africa che tutto il mondo
considera superiori → etiopi, egiziani e eritrei sono camiti→ Descrizioni del loro fisico che era migliore un tempo: bianchi,
alti, slanciati, naso non africano = superiori.
Questo aggiunge prestigio agli italiani. Ma se sono tanto simili a noi e civili come giustifichiamo l’impresa coloniale?

Primo modo di risolverlo nella relazione sommaria per il Disegno di Codice civile 1905.
Diritto coloniale
Il governo italiano ha mantenuto sempre una chiara distinzione fra sudditi eritrei e cittadini italiani, gli indigeni non vennero
mai assimilati ai cittadini e serbarono sempre una posizione molto distinta dal punto di vista sociale, per quanto non
regolata da quello giuridico […]
nessuna popolazione di colore, soggetta a Stato europeo, è così progredita ed affine a quella dominante, come è l'Abissinia
in riguardo a noi.
Decisione finale: Sono Semiti, proprio come noi, quindi una equiparazione dei nativi ai cittadini andrebbe ad evidente
discapito del prestigio politico dello Stato conquistatore.

Il colonialismo si regge anche in base a una distanza simbolica. Essi sono come i semiti, cristiani, hanno una lingua scritta,
sono simili ai coloni, dunque bisogna mantenerli lontani.
Su cosa mantengo il dominio se riconosco la loro somiglianza agli italiani? È la somiglianza che farà sì che gli italiani
faranno scelte molto dure nelle colonie: non costruiranno scuole per i sudditi coloniali perché si capirebbe quanto sono
intelligenti e salterebbe così la relazione di dominio→ saranno scuole volte a creare bravi Ascari militari e brave domestiche
per gli italiani.
I sudditi non posso andare a scuola e ricevere la cittadinanza italiana.

Il governo coloniale non consente i matrimoni misti: ogni volta che un italiano chiede di poter sposare la compagna nativa la
coppia vien forzatamente separata, non è proibito ma non gli viene dato il permesso. Ci sono stati esempi di unioni effettive,
affettive, e di figli riconosciuti (sono però una minoranza, la maggior parte degli uomini non riconosce i figli).
Le donne che stavano con i coloni si ritenevano fortunate per avere sempre un abito pulito.
Il governo coloniale non tollera le unioni formali: non possono sposarsi, ma possono conviverci a patto di mantenere la
relazione nascosta.
Relazioni affettive sono nate: foto in cui i mariti bianchi italiani chiedono di essere raffigurati con le loro compagne e con i
loro figli. es. primo figlio di Angelo Pollera.
La maggioranza delle relazioni erano suggerite da convenienza: il governo coloniale ha promosso le unioni concubinarie
piuttosto che la prostituzione, in quanto quest’ultima è meno controllabile e il rischio di contrarre malattie che chiedevano
cure molto costose era altissimo → tutto ciò taglia i costi sanitari e riduce il rischio di ammalarsi, ma alla lunga infatti le
relazioni stabili producono figli.
Tutti i colonialismi vengono attraversati da una linea negli anni 20-30 che taglia le politiche e in tutti i paesi coloniali si passa
da un primo periodo in cui i governi incitano a trovarsi una compagna stabile alla sollecitazione della prostituzione.
Concubinaggio → prestigio, conforto servizi sessuali→ vantaggi finché non nascono i figli (zona grigia).
I figli cominciano a crescere→ la tenuta del governo inizia a traballare → tre gruppi: sudditi, colonizzatori, gruppo crescente
di figli di colonizzatori con la pelle chiara, che hanno studiato, conoscono il padre che iniziano a chiedere i diritti.
prostituzione → questo passaggio avviene con il cambiamento che inserisce il fascismo dal 22 al 32 con le leggi razziali.

Omi Baba, il discorso coloniale è ambivalente: vi è un’affermazione che viene poi smentita poche righe dopo.
Nei discorsi di purezza e nazionalistici la somiglianza fa paura, se la differenza di potere degli uni rispetto agli altri si fonda
in discorsi sulla purezza interna in un gruppo, tanto più l’altro è diverso tanto più è facile allontanarlo e viceversa.
es. Utu e Tutzi/ Ebrei / Ex Jugoslavia differenza tra serbi e croati→ genocidi in quanto vi era poca differenza, non era visibile
e l’unico modo per eliminarli è “tagliare” per la pulizia etnica (taglio degli arti prima di uccidere → grammatica precisa e
simbolicamente forte → erano diversi e quindi potevano essere uccisi).

La disumanizzazione ha preceduto l’uccisione → rendere le persone simili ad animali, virus, cancri → la disumanizzazione
serve a giustificare quello che verrà dopo ed è un meccanismo legato a tempi molto vicini → gli ingranaggi derivano dal fatto
che più si vogliono separare dei gruppi più vicini, più è difficile.
In quella situazione gli italiani riconoscono che non c’è questa grande differenza con gli eritrei e proprio per questo bisogna
tenerli ben distinti: scuola, cittadinanza, pene differenziate.

Di lì a poco l’Italia abolisce la pena di morte per gli italiani, ma la reintroduce per i sudditi coloniali insieme alle punizioni
corporali → a parità di reato la pena era diversa.
Distinzione per i matrimoni: in colonia possiamo averne 2 tipi.
-Il matrimonio tra un uomo bianco e donna nera non viene visto come “lesivo del prestigio di razza” → tra un uomo bianco e
una donna nera classe, sesso e razza superiore del maschio bianco non vengono messe in discussione → superiorità
perché è maschio, bianco e colonizzatore. Figli riconosciuti, figli meticci cittadini italiani → non era però un’unione
riconosciuta e il padre poteva anche decidere di non riconoscerli.

Il contrario cambia: donna bianca con uomo nero. Chi vince? L’uomo nero che decide per una donna bianca? A quei tempi
la donna non poteva decidere nulla sui propri figli o sulle ricchezze.
Nell’altro caso la donna arriva ad avere gli stessi diritti di un uomo?
Il matrimonio tra una donna bianca e un suddito di colore non può avvenire, se non in alcuni casi in cui è il re a dare il
permesso. es: Anna Rossi riesce ad ottenere il permesso dal re→ L’uomo viene dalla coorte dell’imperatore, è nobile, è
colto e allora può sposarsi con una donna bianca, ma di classe umile → intreccio di sesso, genere e classe → unico caso
successo.
Si decide alla fine che la donna avrebbe assunto i diritti di un uomo, dei diritti impensabili rispetto alla società dell’epoca→
piuttosto che far valere il sesso, in questo caso vale il colore.

Evans Pritchard si trova a svolgere le sue ricerche non soltanto durante l’impero coloniale. Egli fa ricerche nel sud Sudan e
avrebbe voluto estendere le sue ricerche anche in Etiopia, ma non lo fa per il contrasto successivo di lì a poco tra Italia e
Inghilterra. Non può recarsi in Etiopia sotto l’occupazione italiana, ma troverà gli italiani in Libia → scriverà un testo “I
Senussi della Cirenaica” nel quale parla di una confraternita sufita nella Cirenaica e delle modalità di governo coloniale degli
italiani in Tripolitania (Libia), lo fa con toni critici prendendo una posizione politica nel momento in cui UK e ITA si ritrovano
su fronti opposti. Egli critica solo il colonialismo italiano e non fa riferimento al colonialismo britannico.

Rastafarianesimo: religione che vede nell’Etiopia una terra promessa. L’Etiopia viene vista come l’unico luogo di resistenza
originario, sotto la guida di un imperatore, di nome Ras Tafari. I rastafariani si ritrovano nella figura di questo capo, che
divenendo imperatore ha avuto questa discendenza. É una forma religiosa, uno stile di vita, una musica, non ha una dottrina
ma un sentimento comune. Barbara Miller nel libro omette l’origine del nome.

Questo aspetto di formare e costruire una religione non propriamente caratterizzata da elementi di religiosità occidentale,
ma che è molto più onnicomprensiva e riguarda la visione del mondo accomuna non tanto i fedeli, ma la discendenza
comune. Ha costituito una forma forte di coesione per gli afroamericani di Usa, Canada, centro sud America, Caraibi.
Ne hanno parlato per la prima volta coloro che sono riusciti a fuggire dalla schiavitù → hanno potuto fare ciò per cui erano
messi a morte, come leggere e scrivere, specialmente per poter raccontare l’esperienza della schiavitù per costruire un
senso di appartenenza, che non ha a che vedere con il contesto geografico.
Le persone si sentono accomunate da un’unica storia → es. Du Bois = doppia coscienza legata alla memoria, neri in Usa,
condividono la stessa storia= memoria della schiavitù = conoscenza e rottura della storia individuale e personale → 60 mln
di morti e nessuna possibilità di mantenere traccia della propria origine e genealogia → famiglie divise, riproduzioni forzate
→ pratica anche per gli aborigeni australiani → rimaneva soltanto la memoria orale → musica, piantagioni, messaggi di
speranza e provenienza → terra e madre Africa= luogo simbolico.
L’Etiopia accomuna tutti gli afro-discendenti a prescindere dalla loro origine.

Abbiamo visto Coordinate temporali e spaziali del colonialismo italiano → cosa ha sostenuto l’antropologia italiana.
1973 → “Antropologia e incontro coloniale” → invito agli antropologi nel cercare di comprendere in che modo l’antropologia
si è sviluppata grazie al colonialismo: antropologia e colonialismo sono andati di pari passo.

UK “Notes and piris” → temi dal fisico e ambiente al culturale – misure, corpi, sussistenza, politica, parentela, …
ITA: schema identico colonia eritrea: etnografi per caso → questionari etnografici
Qualcuno va al convegno di Asmara ma rimangono principalmente a casa

A cosa servono le informazioni antropologiche? Per redigere i codici civili e penali in colonia si leggono gli antropologi a
tavolino su dove collocare gli eritrei nella scala evolutiva per poter decidere

Stoler ha lavorato sul colonialismo e sulle questioni di genere, ha notato come l’antropologia si sia occupata nel
colonialismo solo dei colonizzati -> come se i coloni fossero tutti uguali: la vita in colonia crea delle comunità di bianchi
legate in un modo diverso.

Questo stesso elemento comporta che alle donne bianche in colonia si aprano possibilità che in patria non erano previste:
controllare domestiche, gestire gli incontri, ricevere funzionari e colleghi del marito → si trovano al centro di una vita sociale
nuova → moltissime donne che sono andate in colonia hanno raccontato la loro esperienza coloniale (britanniche, poche
francesi e olandesi, pochissime italiane).
Pianavia Vivaldi scrive un libro nel 1901, è una delle poche donne italiane → parla di cose analoghe a cose che faceva in
Italia, “tranne le persone che vengono a salamarmi” → c’è molto disprezzo in queste righe e l’essere dentro la storia invece
di guardarla dalla finestra (senso di maggior prestigio sociale raggiunto) → Superiorità sgradevole → le donne in Etiopia e
Eritrea usavano un derivato del burro per ammorbidire i capelli, che era anche un repellente per gli insetti.
Salamarmi → Salam alikom

In Italia c’era bisogno di propaganda per convincere i giovani italiani a


conquistare e vendicare Adua, le vignette in questo periodo fanno
promesse: disponibilità di belle donne accessibili a poco prezzo.
Gli italiani affermano che avrebbero liberato gli schiavi dall’imperatore
schiave
-Ironizzare sul fatto che l’imperatrice avesse un esercito personale
rendeva l’impresa meno “rischiosa” per le camice nere fasciste.
-Donne/ Uomini → non è ignoranza ma è propaganda, erano guerrieri e
valorosi, si sa bene che non sarebbero scappati, erano molto armati. In
questa foto le donne hanno la stoffa rigirata → in Eritrea e Etiopia non
portavano il seno scoperto e la veste era molto lunga → svestite,
sembrano di facili costumi .
Possesso donna del posto = possesso terra.

In quel periodo nasce anche la canzone “faccetta nera” per incitare le giovani camicie nere ad andare, questa canzone
viene poi proibita poi da Mussolini appena viene conquistata.
‘35- ‘36 → prima si incitava ad unirsi con le donne → dalla conquista in poi le unioni con le donne native vengono proibite,
punite con il reato di madamismo (da 1/5 anni di galera).
La donna doveva essere posseduta con la forza o dietro compenso ma non in un unione affettiva.
Spesso le truppe irrompevano in casa di notte. Non era un problema se si trovava uomo nero con donna bianca, ma
venivano cercate le tracce di un rapporto affettivo → es. 2 piatti, non dividi il pasto con una prostituta, il pasto è più intimo o
non le dai un tetto: cercavano di capire se si trattasse o meno di affexio maritaris o mero sfogo fisiologico.

In questo periodo lo stupro diventa una pratica quotidiana, condivisa, frequente, intoccata, in seguito queste donne venivano
anche fotografate (croce, vestiti per terra, distruzione capanne e villaggi).

Nel momento in cui viene costituito l’impero dell’Africa orientale italiana vengono create nuove norme → leggi razziali prima
che vengano promulgate in Italia, rivolte nel ‘38 ai cittadini di religione ebraica, unica cosa uguale legata al matrimonio.
Impero dell’AOI
1936: no cittadinanza; divieto di accesso a cinema, bar e trasporti; unioni coniugali miste (“reato madamismo”)
Nel ‘36 cominciano i primi aspetti giuridici volti a separare in modo definitivo le due razze. Fino a quel momento, soprattutto
in Eritrea, l’accesso ai luoghi pubblici non era disciplinato in base alle differenze formali.
Poteva esserci una cittadinanza di cui il suddito può vantarsi di fronte ai suoi compari → come premio nel caso si fossero
fatte imprese eccezionali → origini nel colonialismo.
1938: divieto di qualsiasi matrimonio interrazziale (Leggi razziali)
1939: Legge sulla salvaguardia del “prestigio di razza”→ a parità di reato se un cittadino ruba avrà una pena, se il suddito
ruba ne avrà una minore, ma se un cittadino ruba a un suddito c’è una pena maggiore.
1940: divieto di riconoscimento dei figli “meticci”; divieto di adozione. → cercare di evitare la zona grigia.
Riflessione sul libro di Marco Aime.
Lo storico Angelo del Boca ha scritto volumi su volumi e di divulgazione con apparato iconografico per divulgare il contesto
della colonizzazione italiana. Egli sostiene come molti di quella generazione, che con il fascismo inizia il razzismo in colonia.
Secondo lui il razzismo prima non c’era, infatti è stato registrato un alto numero di meticci, per cui giovani bianchi avevano
delle relazioni con le donne del posto, mentre con il fascismo inizia a definirsi il concetto di razza.
Sostenere questo è però problematico per due motivi:
→ era un periodo in cui il matrimonio tra uomini bianchi e donne del posto non è vietato, ma nessuno si è sposato. Anche se
c’erano relazioni di affetto profondo, di rispetto, di attenzione questo passo in più però non viene fatto, e inoltre i padri che
riconoscono i propri figli sono pochi rispetto a tutti i meticci nati.
→ Il secondo motivo è il più forte: il fatto di avere una relazione sessuale non si traduce in assenza di potere o
sottomissione tra uno e l’altro. Quanto è consensuale la relazione rispetto alla simmetria? Sofferenze strutturali.
(La povertà è la causa dell’AIDS). Non possiamo dire che gli uomini trattassero le donne allo stesso modo, in un contesto in
cui anche in Italia c’era una differenza di genere tra uomo e donna.
Le forme di razzismo cambiano, sono malleabili e seguono le condizioni del tempo, ma hanno in comune la costruzione di
un’alterità.

Sergi dice che quella è la culla della civiltà europea = Damnatio memoriae = distruggere tutto ciò che appartiene alla
persona dannata

La copertina è l’illustrazione:
- statuina assira che, nell’iconografia retorica fascista, indicava la provenienza dei semiti
(naso ebraico → la pseudo teoria fascista cercava gli ebrei in base a diversi fattori).
- gladio romano: divisi anche con la spada da noi
- statua romana

Ieri oggi e domani → narrazione che prevede una possibilità di incivilimento,


di lì a poco cadrà anche questo per opera di antropologi come Lidio Cipriani→
separazione definitiva, domanda del ‘32 in un testo del ‘38 (Il negro non è suscettibile di
progresso).

Che lo dica Cipriani è sgradevole ma non ci sorprende, ci sorprende il fatto di trovare un concetto analogo in Renato
Biasutti, un accademico che scrive nel ‘39: “L’antropologia consente di stabilire una approssimativa gerarchia tra le razze
Africane e giudicare della possibilità di incivilimento aperta ad esse. Non vi è infatti alcun dubbio che i biotipi Negri,
nonostante la loro innegabile potenza animale, rappresentano elementi psichicamente e mentalmente inferiori che una
società moderna non possono che avere solo un posto subordinato. Con ciò non vuol dirsi che la nostra civiltà materiale
non possa essere assimilata. Il Negro è un essere fortemente recettivo. Ma la sua partecipazione spirituale si arresta
inevitabilmente al limite segnato dalla sua psiche primitiva”.

Affermazioni: usare la pseudo razza (il colore) per poter identificare dei gruppi discreti tra le razze e in base a questo poter
decidere delle possibilità o capacità degli individui → idea di colore che determina la razza; la razza determina possibilità
diverse → razzismo scientifico
Non possono che avere un ruolo subordinato, vanno usati come “servi e come carni da cannone”, lo scriverà Appadurai.
Si possono anche vestire come noi, possono anche imparare, ma possono solo copiare da noi, “scimmiottare”.

Egli viene quindi considerato uno studioso serio solo perché è stata eliminata la pagina del colonialismo italiano.

Potrebbero piacerti anche