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ARCHIVIO STORICO PER LA CALABRIA ):l LA LUCANIA
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A hno ,L (1983) [""""- i'll!.5] ·
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IL CODICE GUELF. 53 GUD. GR.
sione scritta della cultura greca antica in Calabria e in Sicilia tra i secoli
X-XV. Consistenza, tipologia, fruizione, in Scrittura e Civiltà 4 (1980).
171 e nota 33 (Monac. gr. 310; Matr. Bibl. Univ. Z-22-116; Paris. suppi.
gr. 1297).
(2) Cfr. M.L. AGA1'I, Il codice Guelf. 51 Gud. gr., in Bollettino della
Badia di Grottaferrata N.S. 38 (1984), 141-150. Vedi anche infra, nota 22.
{3) Nei manoscritti italioti, tranne rare eccezioni, nei secc, IX-XI, la
materia scrittoria è scadente; nel Vat. gr. 2013 del sec. XI, al f. 158, per es.,
il copista annota: t :>taxò.; xr1lfYt'L<;· où 7tpba-cp!peL. Nel Vat. gr. 2001
(sec. XII in.), però, al f. 305 leggesi: �t �M10ov frriuµ<k<;riç / µou �fiç
euµopq>laç· / -coU 't'E µEÀavoç xai -tWv / Àlwv µeµ�pckvwv. La i'iptoduzione
del f. 305 del Vat. gr. 2001 in G. CAVALLO, Manoscritti italo-greci e cultura
benedettina e la Puglia, I, Galatina 1983, tav. 31 e p. 189 in cui si sostiene
l'origine salentina del codice.
(4) Cft. J. IRIGOIN, L'Italie méridionale . , 37 nota 3 (= Griechische
..
J(odikologie .., 252 nota 3); In., Pour une étude des centres de copie
.
(5) Il tipo di rigatura 00C2 - come già detto da lRIGOIN (Pour une
.étude . .. , 218) -è molto frequente nei 1nanoscritti italioti. Sono rig.ati co1,1
tale tipo i codici italo-greci seguenti: Angel. gr. 79, Vatt. gr. 1216, 2000
(ff. 1-75), 2020, 2048, 2094, 2084, A11gel. gr. 41 (ff. 8·55); Vati. gr. 1252,
1675 (ff.' 334-341), 2119 (ff. 64-96) � 2013 (ff. l-17, 50·111, 176-200),,
2121 (ff. 34-39); 2001, 2004, 2049 (ff. 35-36). Il tipo V OOA2 nei ff. 10-11,
39-46, 121-124 del Vat. gr. 2013, anch'esso italo-greco.
(6) Cfr . LEROY, La description codicologique . , 32 nota 33 in cui si
..
gr. 116. Si vedano pure quest'altti ,codici, tutti italo-greci: sec. X, Crypt. A.
y. I; Vatt. gr. 1216, 1607, 1641, 1805, 1815, 1833, 1990 (ff. 180-280), 2000
(f!. 1-75 e 76·154), 2022 del 953/54, 2020 do! 993 (f. 6v, I col. !in. 17),
2094, Sinait. gr. 273; sec. XI, Vati. gr. 1257, 1808, 2002 del 1052 (piuttosto
raro, cfr. f. 4' !in. 14 della I col.), 1636 del 1064 (ff. 4-137, 211-242), 1673,
1431, 1990 (ff. 89-179) + 2035 + 2121 (ff. 1-14), 2013 (ff. 1-17, 50-111,
176-200; ff. 201-214; ff. 18-49), 2029 del 1090, 2119 (ff. 38-53), 2048
(ff. 1-140), 2049 (ff. 35·36; 86-87; 91-95), 2115 (ff. 5-12), Palat. gr. 75,
Reg, gr. Pii II 47, Angel. gr. 112, Sinait. gr. 401 del 1086; sec. XII
in.: Vat. gr. 1215, 2000 del 1102, 2001, 2004, 2091 (quest'ultimo attti·
buibile alla mano di Pacomio di Rossano.
(11) Cfr. F. KCiHLER, Die II - andschriften der Herzoglichen Bibliothek zu
Wol/enbuttel, Wolfenbiittel 1913, 37-40 ( = N. 4240).
(12) CANART, Le problème .. ., 57,
(13) Cfr. quanto scrive C .M. MAZZUCCHI, Minuscole greche corsive e
librarie, in Aegyptus 57 (1977), 181-183 e precedentemente CANART, L e
problè1ne.. . , 61-63. Cfr. pure P . CANART, D e l a catalographie à l'histoire du
livre, in Byzantion 50 (1980L 604-605. La scl'ittura corsiva (sec. VIII), ricca
dii legature e di lettere corsive (epsilon-rho « ad -asso di picche», rho legato
con lettera seguente, iota ed eta legati col tratto orizzontale di tau prece
dente; ny corsivo, sigma talora aperto, eta e kappa eseguiti spesso ii.11 un
solo tratto), appost,a sui ff. 18-19v del codice Guelf. 75a Helmst. (ms. co
stantinopolitano in maiuscola biblica, del sec. VI), costituisce, a mio avviso,
uno dei ,modelli di sctittuta cotsiva ·in cui vanno ricercate le oJ:igini dello
stile « en as de pique ». Cfr. il facsimile :in D. HARLFINGER, Griechische
Handschriften und Aldinen. Bine Ausstellung anleisslich der XV. Tagung
der Mommsen-Gesellschaft in der Herzog August Bibliothek WolfenbUttel,
Wolfenbilttel 1978, Abb. 1-2. Le caratteristiche essenziali di tale stile sii
ritrovano soprattutto nella scdttur.a corsiva del Sinait. gr. 794, mano F,
de11'800 ca., ofr. le tavv. 15-17 in Specintina Sinaitica. Die datierten griechi
schen I-l.andschriften des Katharinen-Klosters ·auf dem Berge Sinai 9. bis 12.
Jahrhundert, van D. HARLFINGER - D.R. REINSCH - J.A.M. SONDERKAMP -
G. PRA'ro, Berlin 1983 ( = N. 4).
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sugli aspetti tipologici che essa vi assume. Sono certo che anche
questa stilizzazione si è diffusa in Italia meridionale (16), dove
- 1na si tratta di semplici considerazioni che vanno riprese e
studiate più a fondo - si caratterizza per l'aspetto piuttosto qua
drato con nuclei di modulo piccolo e aste poco sviluppate, quale
si può vedere nei ff. 1-13 del Vat. gr. 1648 (17), o in due codici
molto affini per connotazioni grafiche e decorative, i Vatt. gr. 1990
(ff. 1-88) e 1659 (18), nei quali le caratteristiche della«bouletée»
sono più evidenti. Certamente altri n1anoscritti, pur muovendosi,
ancora nel sec. X pieno e nei primi decenni del sec. XI, nel filone
degli stili tradizionali arcaizzanti, ne sono influenzati: è il caso,
a mio parere, del Vat. gr. 2013 (ff. 201-214) o meglio del Vat. gr.
1833, entrambi della fine del sec. X. È soprattutto nel Vat.
gr. 2002, un tetravangelo del «gruppo Ferrar», copiato da
Costantino protopapa a Taverna nel 1052, che questo filone ibrido
tra scrittura tradizionale e influsso costantinopolitano della bou
letée, trova la più chiara e compiuta espressione sul piano gra�
fico. Di tale codice Enrica Follieri ha messo in risalto alcune
caratteristiche della bouletée, vedendovi un « bell'esempio della
tendenza arcaizzante propria della periferica area italo-greca» (19).
(16) Già E. FoLLIERI (Attività scrittoria..., 118 e fig. 5), avvicina alla
« bouletée » la gtafia del Vat. gr. 2343.
(17) Il codice dcl sec. X (Crisostomo), proviene dal Patir e misura
mm 337 X 230. I quaternioni (il 34° è un quinione: ff. 257-266), sono
numerati nell'angolo superiore esterno con cifre greche, e con crocette e/o
asterischi al centro dello spazio intercolonnare. Sono rigati con il sistema
1 (solo il fase, I con il sist. 12) ,e con il tipo 20D2 nei ff. 1-16 (nei ff. 9-16,
però, la linea che delimita a sinistra lo spaz,io intercolonnare è doppia) e
03C2a con 34/36 ldnee il pagina. I ff. 14-315 sono esemplati in minuscola
oblunga non molto caratterizzata.
(18) Il Vat. gr. 1990 misura mm 331 X 235 (240/3 X 165/70). Riga
tura: tipo 20C2 (ff. 1-15, 37-88) e OOCl (ff. 16-32), il fascicolo composto
dai ff. 32 -39 presenta il tipo 20C2 nei primi quattro ff. e il tipo OOCl :nei
restanti quattro; sistemi 1 (ff. 36-43, 51-58, 59-66, 74- 80) e 9. Il Vat_ gr.
1659 (Antico Patir 14), mm 318 X 238 (230 X 147) ca., è nigato anch'esso
col tipo 20C2 e con il sistema 1. Spesso notansi postille in brachigraf.ia italo
greca (ff. 125, 126).
(19) Attività scrittoria.. . , 129-130 e fig. 18 { = p. 142). Bibliografia di
altre riproduzioni in S. Vo1cu - S. D'ALISERA, I.MA.G.E.S. Index in
manuscriptorum graecorum edita specimina, Roma 1981, 279.
IL CODICE GUELF. 53 GUD. GR. 11
(20) Manoscritti italo-greci . .., 185-187, specie 187 e tavv. XX-XXII (fac
simili del Vindob. 188, del Bodl. e del Vindob. 12). Riproduzione dell'Ath.
74 in A. GRABAR, Les manuscrits grecs enluminés de provenance italienne
(JXe-XJe siècles), Paris 1972, pi. 70 figg, 287-289 e M. BONICA'fTI, Miniatura
bizantina ed italo-greca in alcuni codici della Badia di Grottaferrata, i n
Accademie e Biblioteche d'Italia 2 5 (1957), tav. X figg. 22-23; del Crypt.
A. a. III., in BONICATTI, Miniatura bizantina... , tavv. VIII-IX figg. 18-21.
Facsimili del Bodl. Auct, T. 2.4 anche in I. HUTTER, Corpus der byzantini
schen Miniaturenhandschriften, Ban-d 1. Oxford Bodleian Library I, Stutt
gart 1977, Abb. 109-115 ( = N. 19).
(21) Penso tutt-avia clla Calabria settenuionale e in primo luogo a
Rossano, che tra i secc. X-XI è crocevia e punto di incontro di culture
diverse (bizantina, ladna1 araba), come si desume dal Bios di Nilo di Ros
sano,
(22) Questa data è già stata proposta da Dieter I-furlf-inger (Griechische
Handschriften...1 23), al quale peraltro non è sfuggito che gli attuali Guelf.
12 SANTO LUCÀ