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ISTITUTO
CO OK IE DI NAT URA TE CN ICA S ONO (/ISTITUTO/)
U TI L IZZATI MAGAZINE
A NCH E C O OK IE DI P RO FILA ZIO(/MAGAZINE/)
NE UT EN T E E CO O KIE D I T ERZ E
PARTI . P ER SA P E RN E DI P IÙ , CO NO SC ER E I CO OK IE UT ILIZZ AT I ED E S PR IME RE IL TU O CO N SE NSO ACCED I AL LA
PA GI N A C O OK IE (/F OOTE R/C OOK IE S . HTML ) - S E P ROS E G UI N ELLA NAVIGAZIO NE DI Q U ESTO SITO AC CO NSEN TI
(/index.html) A L L’UT ILIZZ O D EI CO OK IE .
CATALOGO (/CATALOGO/)
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
ITALIA
di G. Car., *, R. A., V. N., R. A., A. Bé., G. Col., G. S., R.
ACQUISTA A., R. B., R. A., Gi. Co., *, El. M., A. Alb. - G.
(/EMPORIUM/)
Tom., L. Cha., C. d. A., Gi. Co., A. M. R., Le. Se., G. Ga., U. An., G. Car., Ar. Mo., G. Vol., N. Ro., A.
M. G., F. Ch., A. P., R. A., *, C. Ba., Ger. R., G. Ma., C. T., *, V. Ros., R. B., R. C., R. C., A. Bon., P. L.,
Um. B., *, R. Vi., F. To., *, Al. M., G. N., R. Vi., M. Pa., D. C., L. A. M. - Gu. A. - R. Vi., R. Vi., *, R. A.,
P. T. V., A. Sap., * - Enciclopedia Italiana (1933)
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Il nome. - Secondo Antioco di Siracusa (Dion. Halic., I, 35), il nome d' Italia
derivava da quello di un potente principe di stirpe enotrica, Italo, il quale
avrebbe cominciato col ridurre sotto di sé il territorio estremo della penisola
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_Hil… 1/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
73), ma poiché pure per Tucidide (VII, 33, 4) l'Italia comincia a Metaponto, è
meglio attenersi per allora a questo confine.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Anche Aristotele (Polit., VIII, 1329 b), seguendo Antioco, faceva derivare il
nome d'Italia dal re Italo. Ellanico, invece (Dion. Hal., I, 35), raccontava che,
mentre Eracle traversava l'Italia per condurre in Grecia il gregge rapito a
Gerione, gli fuggì un capo di bestiame, e, ricercandolo egli affannosamente, e
avendo saputo che, secondo l'idioma indigeno, la bestia aveva nome vitulus,
chiamò Ούιταλίαν tutta la regione. L'essenziale di questo racconto è la
riconnessione del nome d'Italia con la voce vitulus, la quale era affermata anche
da Timeo e da Varrone, quando costoro quel nome giustificavano così: quoniam
boves Graeca vetere lingua ἰταλοι vocitati sunt, quorum in Italia magna copia fuerit
(Gell, N. A., XI,1), perché è evidente che ἰταλός nel senso di vitulus sarebbe in
ogni caso una voce derivata dal Latino nel Greco dell'Italia meridionale.
Un'espressione figurata della stessa riconnessione si ha nelle monete osche
battute durante la guerra sociale con la figura del toro e nell'epigrafe Viteliu, sia
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_Hil… 2/1196
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che questa parola alluda alla capitale degl'Italici, Corfinio, che vediamo dagli
scrittori chiamata Italica, sia che debba intendersi qual nome della dea
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Italia (v.
Corp. Inscr. Lat., IX, al. n. 6088).
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Se in conformità di queste opinioni degli antichi noi ammettiamo questa
riconnessione, la potremo spiegare semplicemente con la ricchezza in bestiame
bovino della regione, specialmente in quella
SCUOLA parte da cui il nome prese origine,
(/TRECCANISCUOLA/)
o anche si potrà pensare che il vitello fosse il totem della stirpe degl'Itali,
ricordando come anche i nomi di altre popolazioni italiche derivano da animali.
E, del resto, è più probabile che la regione abbia
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTEpreso nome dal popolo che
(/TRECCANIARTE/)
non viceversa.
Nel corso del sec. IV a. C. il nome d' Italia si estese, dall'una parte, sino a
Posidonia e, dall'altra, comprese Taranto (Dionys., I, 74, 4 e Strab., V, 209);
intorno al 300 a. C. si allargò alla Campania (Theophr. presso Athen., II, 43 b).
Quando poi nei primi decennî del sec. III a. C. tutta la penisola, dall'Arno e
dall'Aesis allo stretto di Messina, fu amministrativamente e militarmente
unificata sotto la dominazione romana, e le diverse stirpi che l'abitavano,
Latini, Sabelli, Etruschi, Apuli e Greci furono costretti a combattere sotto le
insegne di Roma con la comune designazione di togati, cioè uomini della toga, il
nome d'Italia abbracciò tutta la penisola nei limiti indicati.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_Hil… 3/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
fino allora provincia a sé, all'Italia si ebbe solo con Diocleziano, che comprese le
tre isole nella diocesi italiciana. È peraltro curioso notare come la suddivisione
della diocesi italiciana dioclezianea in annonaria e urbicaria (la prima
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Per comprendere le vicende del nome d'Italia nel Medioevo, e soprattuito per
spiegaie le numerose contraddizioni e oscurità che si trovano nelle fonti, va
premessa una necessaria distinzione, tra un significato della parola largo,
unitario, affermatosi con l'impero e tradizionale fin dal tempo di Diocleziano
(vicariatus Italiae, dioecesis Italiciana), e un significato più limitato, di
denominazione riferentesi a un organismo politico-amministrativo autonomo.
Se la coscienza dell'unità ideale dell'Italia non si spegne mai del tutto, e ne sono
prova numerosi passi di scrittori medievali, diversa è invece la sorte della
seconda accezione, che subisce vicende varie secondo il succedersi degli eventi
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_Hil… 4/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
politici, portando al fiazionamento e spesso alla scomparsa del nome nelle varie
regioni, così che si puòISTITUTO
anche, benché
con poca proprietà, parlare di diverse
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Italie medievali.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Particolarmente tormentate sono le vicende del nome nei secoli VI-XII. Non
era riuscito ai Goti di sostituire al sacro nome Italia quello di Gothia, ma sotto la
dominazione longobarda, dopoSCUOLA un certo periodo, in cui i due nomi d'Italia e
(/TRECCANISCUOLA/)
Longobardia vennero usati indifferentemente (ancora nell'806 un documento
ufficiale carolingio dice "Italiam... quae et Langobardia dicitur") il termine
Langobardia finì col prevalere, ma sempre riferito
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) alla regione sottoposta ai
ARTE (/TRECCANIARTE/)
nuovi dominatori.
Nel corso del secolo XIII la suddivisione geografica d'Italia si va facendo sempre
più precisa e insieme il concetto dell'unità geografica d'Italia si viene
diffondendo, finché si giunge TRECCANI
all'affermazione
CULTURAsolenne di Dante, che, oltre a
(/CULTURA/)
invenzione; ché subito il nome ritorna ad essere quello d'Italia, che nel'32 lo
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
statuto della Giovane Italia porrà alla cerchia delle Alpi e ai tre mari. E il regno
d'Italia, imposto dalla realtà nuova maturata in un secolo e mezzo di tentativi e
(/index.html)
1861, quando ancora Roma e Venezia e altre regioni sono sotto diversa
signoria.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Sommario. - Geografia: Italia fisica (p. 694); Regioni e provincie (p. 737);
Popolazione (p. 740); Condizioni economiche (p. 747); Comunicazioni (p. 765).
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
- Ordinamento: Ordinamento politico (p. 774); Forze armate (p. 777); Finanze
(p. 782); Educazione (p. 785); Dominî Coloniali (p. 790). - Preistoria e storia (p.
791). - Culti (p. 917). - Lingua e letteratura (p. 922). - Etnografia e folklore (p.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
960). - Arte: Arti figurative (p. 971); Tecnica costruttiva (p. 1000); Musica (p.
1005). - Diritto (p. 1017). - Gl'italiani all'estero (p. 1029).
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
GEOGRAFIA.
Sommario. - Italia fisica: Storia della conoscenza (p. 694); Confini e area (p.
696); Situazione (p. 698); Tettonica e genesi (p. 699); Descrizione
geopaleontologica (p. 702); Le forme del terreno e i tipi del paesaggio (p. 708),
Terremoti (p. 718); Clima e regioni climatiche (p. 723); Acque interne (p. 725);
Flora e vegetazione (p. 729); Fauna (p. 736). - Regioni e provincie (p. 737). -
Popolazione: Antropologia (p. 740); Censimenti (p. 742); Distribuzione e
densità della popolazione (p. 743); Insediamento rurale (p. 744); Migrazioni
interne ed emigrazione esterna (p. 746). - Condizioni economiche: Prodotti del
suolo (p. 747); Allevamento e pesca (p. 753); Prodotti minerarî (p. 755);
Industrie (p. 756); Commercio (p. 763). - Comunicazioni: Ferrovie (p. 765);
Strade (p. 766); Navigazione e porti (p. 768); Marina mercantile (p. 769);
Aviazione civile (p. 770); Turismo (p. 771); Poste, telegrafi, telefoni (p. 771). -
Bibliografia (p. 772).
Italia fisica.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_Hil… 7/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
rilievo, erano certamente ben più progredite di quanto non si ricavi dalle
notizie rimasteci. Quanto alle rappresentazioni cartografiche, le due sole
pervenuteci, quella della Tabula Peutingeriana, e quella della Geogra ia di
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
studî e ricerche sul terreno viene da cultori della geografia e topografia storica,
(/index.html)
volti a investigare in situ le reliquie della civiltà latina; perciò opere come l'Italia
CATALOGO (/CATALOGO/)
Antiqua e la Sicilia Antiqua di Filippo Clüver, che negli anni 1617-18 percorse a
piedi, in compagnia di Luca Holstenio, tutta la Penisola e la Sicilia seguendo il
tracciato delle vie romane (v. clüver;
SCUOLA holste), hanno importanza rilevante anche
(/TRECCANISCUOLA/)
per la storia della conoscenza geografiea del nostro paese. Ma le sintesi più
notevoli si hanno pur sempre nel campo cartografico: la grande carta d'Italia di
Giacomo Gastaldi (1561) corregge
LIBRI sagacemente
(/TRECCANILIBRI/) molti
ARTE degli errori di situazione
(/TRECCANIARTE/)
Per uno studio scientifico del rilievo mancava del resto la base essenziale, la
conoscenza dell'altimetria, che ancor nel sec. XVIII è, si può dire, all'infanzia.
Ma nella seconda metà di quel secolo cominciano, anche in Italia, operazioni
geodetiche di precisione e compaiono alcune buone carte topografiche su base
geodetica, le quali contengono anche dati altimetrici, sempre più copiosi ed
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_Hil… 9/1196
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esatti (qualche dato risultante dall'applicazione del barometro alla misura delle
altezze, si ha già nel sec.ISTITUTO
XVII); (/ISTITUTO/)
tra la fine del XIX si
sec. XVIII e il principio del
MAGAZINE (/MAGAZINE/)
hanno di tali carte topografiche per quasi tutti i maggiori stati italiani
(/index.html)
(Piemonte, LombardoVeneto, Toscana, Stato della Chiesa, Regno di Napoli,
CATALOGO (/CATALOGO/)
ecc.).
coordina tutti i dati fondamentali per lo studio del clima; i varî uffici dipendenti
dal Ministero dei lavoriISTITUTO
pubblici, organizzati in un unico grande servizio
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
idrografico, per le ricerche sulle acque continentali (fiumi e laghi); il R.
(/index.html)
Comitato talassografico, di più recente istituzione; infine il R. Istituto centrale
CATALOGO (/CATALOGO/)
di statistica, cui si debbono innanzi tutto l'esecuzione dei censimenti generali
della popolazione (ogni decennio dal 1861, con la sola eccezione del 1891; ogni
quinquennio a partire dal 1931)SCUOLA
poi numerose rilevazioni statistiche su quasi
(/TRECCANISCUOLA/)
ogni ramo dell'attività economica dello stato e la pubblicazione dell'Annuario
statistico italiano, di un Bollettino mensile, del Catasto agrario, ecc. Contribuirono
specie al progresso della conoscenza
LIBRI geografica
(/TRECCANILIBRI/) dell'Italia
ARTE anche la Reale società
(/TRECCANIARTE/)
geografica italiana fondata nel 1867, il Club Alpino Italiano (1878) e il Touring
Club Italiano (1894)
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
L'opera dei singoli studiosi non può naturalmente essere esaminata qui. Ancora
per tutto il sec. XIX, più che a geografi specializzati, gli studî dei cui risultati si
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
avvantaggia la conoscenza del nostro paese, si debbono a geologi, a vulcanologi
(la vulcanologia si può anzi dire sorta in Italia nel secolo scorso), a idraulici, a
studiosi di statistica. Ma le nuove correnti della geografia penetrano in Italia e
trovano sempre più largo seguito sul finire del secolo XIX, soprattutto per
opera di Giuseppe Dalla Vedova e di Giovanni e Olinto Marinelli: s'iniziano o
si rinnovano le ricerche di morfologia (sulle Alpi e poi anche sull'Appennino);
quelle sui fenomeni carsici; sui ghiacciai, oggi coordinate da un apposito ente, il
Comitato glaciologico italiano; sui laghi; sul clima; più tardi e con minore
organicità d'indirizzo, quelle sui fiumi e sui mari d'Italia. Si sviluppano anche le
ricerche antropogeografiche, inspirate dapprima ai concetti di F. Ratzel e degli
antropogeografi francesi, ma poi volte a indirizzi originali, soprattutto per
opera di O. Marinelli. Anche i lavori corografici si moltiplicano e mostrano
sempre più l'applicazione di criterî e metodi rigorosamente geografici. Più
sparsa e poco coordinata appare tuttora la produzione nel campo della
geografia economica. Concorre in misura notevole al progresso della
conoscenza anche l'opera di geografi stranieri.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_Hi… 11/1196
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Il percorso di questo che si suole chiamare il con ine naturale alpino dell'Italia, è
quasi dappertutto molto evidente, salvo all'estremo orientale, dove, non
soltanto le catene alpine si abbassano, e per conseguenza, non più continue ma
saltuarie s'incontrano le aree molto elevate, inaccessibili e disabitate
rispondenti al più preciso concetto di confine, ma, per il carattere del territorio,
a tipo carsico, con idrografia prevalentemente sotterranea, non si può neppure
riconoscere sempre uno spartiacque superficiale.
Tuttavia nel complesso la linea del confine naturale può essere assai
chiaramente indicata, per concorde designazione dei geografi: a) a O. da una
diramazione delle Alpi Marittime, che, dipartendosi dal M. Pelat, limita a O. il
bacino del Varo, poi dalla linea che correndo sulla cresta delle Alpi Occidentali,
divide le acque che vanno al Po da quelle che vanno al Rodano, dal M. Pelat al
M. Bianco; b) a N. dalla stessa linea spartiacque corrente sulla cresta principale
delle Alpi Pennine e Lepontine fino al S. Gottardo, poi dallo spartiacque tra il
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Po e il Reno corrente sulle elevate creste delle Lepontine fino allo Spluga, e da
quello fra il Po e il Danubio dallo Spluga al Passo di Resia, e fra l'Adige
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
e il
Danubio da Resia alla Vetta d'Italia e alla Sella di Dobbiaco; c) a NE. e a E.
(/index.html)
ancora dalla linea dello spartiacque fra il Danubio e i fiumi veneti, segnata dalla
CATALOGO (/CATALOGO/)
dorsale principale delle Alpi Carniche, poi dalle Alpi Giulie fino al valico detto
di Nauporto. A SE. di questo si entra nella regione carsica cui sopra si
accennava, nella quale il confineSCUOLA
si può(/TRECCANISCUOLA/)
tuttavia seguire sulla dorsale che limita
a E. il bacino del lago di Circonio e contiene i monti Cervaro, Nevoso, Jelenck e
Rišnjak, indi scende col M. Tuhovič sul Canale del Maltempo a E. del vallone di
Buccari. LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_Hi… 14/1196
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Entro i confini naturali ora accennati l'Italia ha un'area di circa 321.700 kmq.
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
I punti estremi sono rappresentati a N. dalla Vetta d'Italia (47° 5′ 30″ lat. N.), a
(/index.html)
S. dallo scoglio di Filfola presso Malta (35° 47′ lat. N.; la Cala Malùk sulla costa
CATALOGO (/CATALOGO/)
S. di Lampedusa è a 35° 29′ 24″ N.); a O. dalla Rocca Chardonnet nelle Alpi
Cozie (6° 32′ 59″ long. E.), a E. dal Faro di Capo d'Otranto (18° 31′ 18″ long. E.).
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Come è noto, l'attuale confine politico terrestre del regno d'Italia non coincide
dappertutto con i sopra indicati confini naturali alpini. A ovest, dal Mar Ligure
(circa a mezza strada fra Mentone
LIBRI e il Capo Mortola)
(/TRECCANILIBRI/) fino alle sorgenti della
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Stura di Cuneo, esso segue una linea molto irregolare, che esclude dall'Italia
una sezione della valle della Roia (coi paesi di Breglio e Saorgio), mentre
include una piccola porzione dell'alto
TRECCANIbacino del(/CULTURA/)
CULTURA Varo. Dalle sorgenti della
Stura di Cuneo corre sulla cresta spartiacque fino al M. Dolent (punto di
convergenza del confine italo-franco-svizzero) poi fino al Sempione (confine
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
con la Svizzera); indi, lasciando alla Svizzera la Val di Vedro, scende a sud-est
lungo le Alpi Ticinesi, taglia la parte nord-est del Lago Maggiore e il Lago di
Lugano raggiungendo di nuovo lo spartiacque allo Spluga; resta perciò inclusa
nella Confederazione Elvetica tutta l'alta valle del Ticino (Canton Ticino) e
resta isolato sul Lago di Lugano, in mezzo a territorio pure svizzero, il comune
italiano di Campione.
Tra lo Spluga e il Piz Lat (a ovest del Passo di Resia, punto di convergenza del
confine italo-svizzero-austriaco) il confine segue in genere lo spartiacque, ma
lascia alla Svizzera la Valle di Poschiavo (Adda) e la Val Monastero (Adige),
mentre include nel regno la valletta del Lei (Reno) e la Val di Livigno, solcata
dallo Spöl (affluente dell'Inn.)
Il nuovo confine con l'Austria, oggi interamente segnato mediante cippi dal Piz
Lat al M. Forno (altra vetta triconfinale: Italia-Austria-Iugoslavia), segue pure
nella massima parte del suo percorso la dorsale principale, assicurando tuttavia
all'Italia il possesso completo dei valichi di Resia, del Brennero e di Dobbiaco,
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_Hi… 15/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
includendo, anzi, in territorio italiano la testata della valle della Drava con
l'adiacente Val di Sesto,ISTITUTO
e, più a(/ISTITUTO/)
est, una parte notevole della valle della
MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Slizza
(Gail, Drava) con le conche di Tarvisio e di Fusine. Interamente determinato è
(/index.html)
oggi anche il confine con la Iugoslavia dal Piz Lat al Quarnaro, oggetto di
CATALOGO (/CATALOGO/)
laboriose trattative. Esso corre sulla dorsale principale delle Alpi Giulie fino al
valico di Nauporto, più a sud segue un percorso molto irregolare, lasciando alla
Iugoslavia l'intera conca di Circonio con i suoi tributarî, all'Italia il gruppo del
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Monte Nevoso.
L'area del regno d'Italia risulta pertanto di 310.319 kmq., così suddivisi: parte
continentale (comprese le isole minori a essa ascritte) 260.381 kmq.; Sicilia e
isole circostanti 25.738 kmq.; Sardegna e isole circostanti 24.090 kmq.; Zara e
Lagosta 110 kmq. Lo sviluppo del confine terrestre del regno è stato calcolato a
circa 1878 km., (con la Francia km. 487, con la Svizzera 725, con l'Austria 421,
con la Iugoslavia 245) di contro a circa 8.000 km. di confine marittimo (coste
della Penisola 3980 km.; della Sicilia 1115, della Sardegna 1336, de" e altre isole
1565).
centrale e per la sua forma svelta, onde nessun punto, neppure nella parte
settentrionale più massiccia, dista dal mare più di 250 km. (nella Penisola
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Iberica vi sono punti distanti 350, nella Penisola Balcanica si arriva a 390).
(/index.html)
Circondata e compenetrata dal mare, l'Italia è un paese d'intensa vita marittima;
CATALOGO (/CATALOGO/)
il Tirreno è un nare prettamente italiano, ma anche l'Adriatico è dominato
dall'influsso dell'Italia. La penisola, con la Sicilia, divide il Mediterraneo in due
bacini; la distanza fra la Sicilia eSCUOLA
l'Africa(/TRECCANISCUOLA/)
è inferiore a 150 km. (C. Boeo-C. Bon);
quella fra la Sardegna e l'Africa inferiore a 200 (Cagliari-Biserta). La costa NO.
della Sardegna dista dalla costa spagnola (Barcellona) presso a poco quanto da
Napoli; Messina è posta all'incirca
LIBRI alla stessa distanza
(/TRECCANILIBRI/) da Gibilterra, da Suez e da
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Odessa. Il C. Passero, estremità sudorientale della Sicilia, dista circa 460 km. da
Tripoli, 600 dalla costa della Cirenaica e 780 da Creta. Per questa sua posizione
l'Italia ha sempre servito da intermediaria
TRECCANI CULTURAtra l'Europa meridionale e l'Africa,
(/CULTURA/)
con la quale i rapporti furono sempre molto stretti, a partire dalle guerre
puniche. Più stretti ancora i rapporti con la Penisola Balcanica, da cui dista
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
appena 73 km. nel Canale d'Otranto, e in genere con tutti i paesi del
Mediterraneo orientale verso i quali si protende l'estremità sudorientale della
Penisola. Ma anche i rapporti con la Penisola Iberica risalgono a tempo remoto,
almeno alle guerre puniche. Nonostante la presenza della chiostra alpina, per la
frequenza in essa delle valli trasversali e dei valichi, anche le comunicazioni con
l'Europa Centrale sono relativamente facili.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_Hi… 17/1196
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Maures con le isole Hyères in Provenza. Più a N., dove sorsero poi le Alpi, altre
terre collegavano le oraISTITUTO
nominate con le Ercinidi della Mesoeuropa.
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
(/index.html)
A questo antico paese ercinico appartiene il substrato generale paleozoico della
CATALOGO (/CATALOGO/)
Sardegna, dove dapprima s'inarcarono i sedimenti del Cambrico medio,
ricoperti poi dalla trasgressione ordoviciana e sconvolto il tutto subito dopo
dall'orogenesi caledonica, che produsse pieghe fortemente costipate e forse
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
anche carreggiamenti (Iglesiente e Nurra). Intorno alla terra così sorta si
depose il resto del Paleozoico, finché intervenne il ripiegamento ercinico nel
Carbonico superiore, seguito da intrusioni diARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) granito e da effusioni di porfido,
(/TRECCANIARTE/)
Masse poderose di terreni antichi per lo più sotto forma di scisti cristallini si
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
trovano nelle Alpi e nell'Appennino meridionale, le quali, con minor sicurezza
che non la Sardegna e la Corsica, sono considerati come resti di Ercinidi
rinserrati fra le pieghe alpine. Le meno controverse, nei limiti della regione
italiana, sono l'Argentera, il Monte Bianco, il Gottardo e il Massiccio Calabro-
Peloritano, ritenuti autoctoni. Però di nessuno di questi si ha la prova che alla
fine del Paleozoico fossero in tutto o in parte emersi. Così rimane ignota
l'estensione vera della terra formatasi in quel tempo e durata con limiti non
troppo variabili tutto il Mesozoico. Da un lato di essa esisteva un mare
continentale a sedimenti con facies germanica; dall'altro la Tetide con depositi a
facies alpina.
CATALOGO (/CATALOGO/)
Le irresistibili spinte del diastrofismo alpino sollevano alla fine dell'Eocene in
pieghe grandiose i sedimenti della Tetide e li rovesciano contro i massicci
ercinici per modo che estese falde di carreggiamento li scavalcano.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
scisti lucenti con ofioliti di Capo Còrso e quelli che stanno a levante della linea
S. Fiorenzo-Corte-Ghisoni.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
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Nel Miocene l'Appennino si delinea già dalla Liguria alla Sicilia dapprima non
ancora continuo, ma interrotto
da bracci di mare, dei quali il più importante
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
lo
attraversava da NNE. a SSO. fra Umbria ed Abruzzo. A settentrione di questo
(/index.html)
canale corre, dalla Liguria e dal Piemonte fino all'Umbria, il largo fascio assiale
CATALOGO (/CATALOGO/)
di terreni in prevalenza terziarî (scisti argillosi e arenarie), con andamento
strutturale da maestro a scirocco (Liguridi), fiancheggiato dal lato di ponente
dalla Spezia in giù, dal Preappennino toscano (Apuane e Catena Metallifera)
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
ancora arcipelago, con terreni paleozoici e mesozoici preponderanti e direttrici
tettoniche a N. da NO. a SE. ma che verso mezzogiorno diventano N.-S. nel
Grossetano (Toscanidi). Dal(/TRECCANILIBRI/)
LIBRI lato adriatico, infine, a cominciare dall'Urbinate
ARTE (/TRECCANIARTE/)
una zona orientale si addossa al fascio assiale, composta di terreni secondarî dal
Trias al Cretacico, che termina, assumendo andamento trasversale, nei monti
della Sabina; fascio tettonico diTRECCANI
pieghe eCULTURA
tipici carreggiamenti
(/CULTURA/) (Spoleto) le cui
direttrici, volgendo dapprima in senso meridiano fino al Monte Vettore,
tendono dopo, man mano che procedono verso S., a diventare NNE.-SSO.,
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
interrompendo così il prolungarsi verso scirocco delle linee tettoniche del
fascio assiale. Le pieghe di questa zona orientale deviano verso SO. per
stringersi contro una linea Tivoli-Antrodoco-Monte Vettore, messa in
evidenza da un contatto anormale fra i terreni secondarî e i miocenici,
dislocazione trasversale, frattura o superficie di carreggiamento, di primaria
importanza, che segna non solo un limite tettonico ma corrisponde a un
cambiamento di facies del Sopracretacico appenninico che da scistoso-calcare
(scaglia, calcare rosato, scisti a fucoidi), facies abissale, a NO., diventa a SE. di
essa calcare ippuritico compatto, facies di scogliera, caratteristico di tutto
l'Appennino meridionale.
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La spinta orogenica continuò gagliarda oltre il Miocene più antico in modo che
vediamo ora terreni miocenici recenti innalzati nell'Appennino centrale fino ai
2000 metri; più a S. nei LepiniTRECCANI
e AusoniCULTURA
e nei Monti dell'Irpinia i calcari
(/CULTURA/)
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Il Quaternario segna un nuovo sollevamento generale dove più, dove meno
intenso, ma sempre forte, che innalza tutti i depositi pliocenici litoranei e
compone cosi nell'attuale unitàSCUOLA
tutte le(/TRECCANISCUOLA/)
parti fino ad allora disgiunte. Si
riuniscono in un tutto le varie isole plioceniche calabresi; si saldano
all'Appennino la Puglia, il Gargano e il Conero; viene ridotto e
successivamente colmato dalle
LIBRI correnti alpineARTE
(/TRECCANILIBRI/) il Golfo Padano. Il movimento è
(/TRECCANIARTE/)
così intenso, che il Pliocene viene in qualche caso portato fin oltre ai 1000 m.
sul mare (Monte dell'Ascensione, 1103 m. presso Ascoli); in Calabria il
graduale innalzarsi quaternario è segnato
TRECCANI sul versante
CULTURA tirrenico da una
(/CULTURA/)
quadruplice linea di terrazzi; il più alto dei quali ha la quota di 1200 metri.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Il diastrofismo alpino è accompagnato fino dal suo inizio da manifestazioni
eruttive. Fra le più antiche sono da annoverarsi nelle Alpi gli Euganei che
datano dal Cretacico, i basalti del Monte Baldo, del Veronese e del Vicentino
eocenici, e i Berici. Miocenici sono i graniti e porfidi dell'Elba e della Catena
metallifera, le sieniti di Biella e le dioriti di Traversella, i graniti di S. Fedelino.
In Sardegna trachiti e basalti si sono succeduti dal principio del Miocene fino
all'aprirsi del Quaternario. In Sicilia i basalti della Val di Noto continuano fino
al Miocene superiore un'attività iniziatasi nel Mesozoico nel centro dell'Isola.
Nel Quaternario avviene una ripresa grandiosa del vulcanismo. Nel lato interno
dell'Appennino Capraia, Monte Amiata, i Vulcani laziali, campani, pontici,
eolici e Ustica. Sul lato esterno il Vulture e l'Etna, oltre i centri più lontani di
Pantelleria e Linosa e quello sottomarino di Ferdinandea.
graniti e rocce simili, che compaiono ampiamente nelle Alpi Occidentali e nella
(/index.html)
regione calabrosicula e che per lungo tempo furoeio attribuiti all'era arcaica o
CATALOGO (/CATALOGO/)
archeozoica, ora invece si tende a ritenerli prevalentemente quali rappresentanti
metamorfici di terreni paleozoici.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Tuttavia non sembra improbabile che la parte più profonda di tali formazioni
gneissiche possa ancora riferirsi all'Arcaico superiore o Proterozoico.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
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(/index.html)
Silurico. - Appare tipico specialmente nelle Alpi Orientali e in Sardegna.
CATALOGO (/CATALOGO/)
Nelle Alpi Orientali la serie è complessivamente formata, dal basso in alto, da:
scisti e calcescisti brunastri o varicolori con molti Brachiopodi (Orthis,
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
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I terreni carbonici, spesso assai potenti e sovente con passaggio alla facies
metamorfica, si sviluppano nelle Alpi, essi riappaiono inoltre in parecchi punti
della Toscana, dell'isola d' Elba e della Sardegna, dove sono talora antracitiferi.
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CATALOGO (/CATALOGO/)
In Sicilia furono scoperti nella valle del Sosio a nord di Palermo piccoli ma
interessantissimi affioramenti di Permico calcareo marino riccamente
fossilifero (Schwagerina, Spugne,SCUOLA
Brachiopodi, Bivalvi, Gasteropodi,
(/TRECCANISCUOLA/)
Seguono in alto potenti serie calcaree, più o meno dolomitiche, talvolta un po'
arenacee, non di rado passanti a marne più o meno scistose, con resti di
Equisetum e di Voltzia, spesso con innumerevoli resti di Alghe sifonee
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Vi sono poi tipi di regimi intermedî, i quali divengono quasi la regola, quando
si ha a che fare con bacini fluviali di grande estensione. Ciò ha valore
soprattutto per il Po, le cui portate medie mensili mostrano oscillazioni assai
meno marcate di quelle degli affluenti alpini e appenninici; giacché i regimi
diversi dei due versanti si compensano in qualche modo fra loro, dando luogo a
un andamento molto più regolare (v. Po).
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L'intensità delle piene, carattere comune alla maggior parte dei fiumi
appenninici e insulari, èISTITUTO
accompagnata
da un'intensa azione erosiva, favorita
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
anche dalla grande diffusione delle rocce argillose, sabbiose, ecc. poco resistenti.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Nell'Italia meridionale e in Sicilia, dove nel periodo estivo alla siccità
prolungata si associa l'intensa evaporazione, molti torrenti minori sono asciutti
per un periodo assai lungo; le cosiddette iumare, numerosissime nella Calabria
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
e nella Sicilia, restano a secco per molti mesi, anzi molte portano acqua
superficiale solamente durante i periodi delle piene, allorché strappano ai
terreni attraversati, che sono
LIBRI quasi sempre erodibilissimi,
(/TRECCANILIBRI/) enormi quantità di
ARTE (/TRECCANIARTE/)
materiali; questi nel tronco inferiore, nel quale per la minor pendenza l'energia
di trasporto naturalmente si attenua, restano a ingombrare il fondo, che risulta
pertanto larghissimo in proporzione allo sviluppo del corso d'acqua.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
La diffusione, già accennata, delle rocce calcaree, tanto nelle Alpi e Prealpi
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
orientali, quanto nell'Appennino centrale, fa sì che in parecchie regioni d'Italia
assuma notevole sviluppo l'idrografia carsica. Vaste aree prive interamente di
circolazione superficiale (cioè con idrografia esclusivamente sotterranea) si
hanno per vero solo nel Carso e nella Penisola Salentina; ma zone più ristrette
si riscontrano sia nelle Prealpi orientali (Altipiano dei Sette comuni, Cansiglio),
sia nei massicci abruzzesi (Velino, Duchessa, Maiella, Matese) e in quelli del
Subappennino Romano (bacini dell'Aniene, del Salto e del Turano) e anche qua
e là altrove (Lepini, massicci irpini, Madonie). Di solito l'acqua che circola in
seno a questi massicci calcarei, affiora poi alla base di essi in sorgenti
localizzate, spesso molto copiose; il loro comportamento ha grande influenza
sul regime dei corsi d'acqua che esse alimentano, la loro distribuzione è di
primaria importanza come fattore determinante della distribuzione dei centri
abitati, che spesso si affollano intorno alle sorgenti, delle coltivazioni, ecc.
sono prosciugate; in certi casi ne sono rimasti residui fino in età storica (Vallo
(/index.html)
di Diano) e le tracce permangono tuttora.
CATALOGO (/CATALOGO/)
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alcuni di essi, di più ampie dimensioni, furono prosciugati. Non mancano laghi
di sbarramento, a prescindere lago
dai morenici (sbarramento per frana o altro;
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Numerosi sono poi, sia nella Penisola, sia in Sardegna e in Corsica, i laghi
costieri, sebbene parecchi, specie sul litorale tirreno della Penisola, siano stati
colmati o prosciugati anche artificialmente. I maggiori, nella Puglia
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
settentrionale (laghi di Lesina, di Varano, di Salpi), nel Lazio meridionale (laghi
di Fogliano, di Paola, di Fondi, ecc.), in Sardegna (laghi di Sassu, di Cabras, di S.
Giusta), sulla costa orientale della Corsica (laghi
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTEdi(/TRECCANIARTE/)
Urbino, di Diana, di
Biguglia), sono quasi sempre antiche insenature separate da cordoni litoranei,
sia continui, sia interrotti in uno o più punti. Per altri laghi e lagune costiere,
come quelle dell'Estuario veneto, l'origine
TRECCANI è più(/CULTURA/)
CULTURA complessa (v. laguna: Laguna
veneta).
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
La seguente tabella dà i nomi e gli elementi dei principali laghi italiani (con area
superiore a 10 kmq.).
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naturalizzate) secondo la Nuova Flora Analitica d'Italia del Fiori (1923-29), che
(/index.html)
ne è l'ultimo accurato censimento: le oscillazioni dipendono dal diverso criterio
CATALOGO (/CATALOGO/)
che gli autori si son fatti delle specie; molto comprensivo è stato quello adottato
dal Fiori. Sarebbe, invece, prematuro fissare il numero delle piante cellulari,
certamente assai ragguardevole,SCUOLA
come (/TRECCANISCUOLA/)
si ricava da quanto fu sin qui edito dalla
Flora Italica cryptogama, ma molte ne restano a scoprire; meno nota è la loro
distribuzione; perciò di esse daremo solo qualche cenno occasionale. Il numero
delle prime è indice di LIBRI
un'indubbia ricchezza ARTE
(/TRECCANILIBRI/) della(/TRECCANIARTE/)
flora nostrana non in
proporzione con la superficie come emerge dal confronto, ad esempio, con la
Francia e con la Penisola Iberica. Ma quest'ultima e la Balcanica la superano per
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
una più potente individualità e originalità, testimoniate dal più elevato numero
delle specie endemiche dovuto a una minore decimazione operata dal Glaciale,
come sarà detto a suo luogo. ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Tre climi fondamentali (nel senso con cui la parola climate è intesa dai
fitogeografi americani e inglesi) si contendono il dominio della penisola e delle
isole: quello mediterraneo di tipo marittimo, semi-arido e temperato, al quale
corrispondono consorzî in prevalenza di sempreverdi: quello montano, carico di
umidità e a tinta oceanica, di cui la faggeta è la più tipica espressione:
finalmente l'alpino, del resto poco noto, ed è il clima che si caratterizza al
disopra della cintura arborea e molto simile deve essere quello che regna nelle
zone più elevate dell'Appennino e delle isole, che l'Emberger ha di recente
chiamato clima mediterraneo di alta montagna, comprendendovi anche i
boschi di aghifoglie. Essi del resto offrono una quantità di forme per così dire
locali dovute alla latitudine, alla vicinanza della costa, all'esposizione dei
versanti, alla direzione delle valli e sono questi climi locali che, assieme ai
fattori edafici, hanno determinato un grande numero di associazioni, le più
estese delle quali sono designate col nome di formazioni; qui si passeranno in
rassegna le principali di esse in base alle zone di vegetazione.
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Formazioni tipicamente litoranee sono quelle delle arene e delle dune e quelle
dei terreni salati e umidi
e che acquistano la più larga estensione nei territorî
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
crithmoides che si diffondono anche sulle rupi litoranee spruzzate dal pulviscolo
marino. Pioniere di questa vegetazione nel litorale veneto-istriano è la
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
graminaeea Spartina stricta, tipo atlantico euro-americano.
disparati ed esso stesso ha fornito e favorito la diffusione di quelli sorti nel suo
seno, di guisa che è ben difficile caratterizzarlo. Così l'attuale distribuzione della
Chamaerops humilis, che è soprattutto iberica e africano-atlantica, e da noi
esclusivamente tirrenica e sardo-sicula, svela i rapporti con l'antica flora
occidentale-atlantica, di cui si trovano esponenti, ad es., nel settore ligure di
ponente: Carex Mairii, Aphyllanthes monspeliensis, Leucojum hiemale, Genista
hispanica, che sono tipi provenzali o iberici. Viceversa le colonie di Apocynum
venetum disseminate nelle sabbie marine dell'Estuario veneto-padano da Trieste
a Ravenna sono gli estremi avamposti di una specie che Béguinot ha potuto
seguire dalla regione del loess nella Cina, attraverso la zona stepposa dell'Asia,
dove ha i suoi eongeneri, per poi diffondersi lungo i litorali (eventualmente
aiutata nella sua espansione dalle correnti litoranee) mentre altri tipi steppici,
attraverso la valle del Danubio e affluenti, si spinsero sin nel cuore dell'Europa
e penetrarono nello stesso dominio delle Alpi. La presenza in Puglia di due rare
querce balcaniche, la Quercus aegilops e la Q. troiana (= Q. macedonica) e quella di
numerose piante erbacee e fruticose circoscritte nel versante adriatico, dal
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genere Romulea che, con qualche sua specie nell'alta zona del Chilimangiaro e
del Camerun, si è diffuso verso i paesi circummediterranei dove ha formato
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
parecchie specie endemiche anche da noi, prova del remoto avvento di questo
ceppo paleoafricano. Tanti altri fatti interessanti e tanti lati oscuri ci svelano,
illuminandoli, appunto gli endemismi; questi, secondo il Buscalioni, sarebbero
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
52 su 2418 specie esodemiche e su un totale di 202 riscontrati in tutta l'Italia,
ma il numero appare ben al disotto del reale, come emerge chiaro da una
recente memoria di Béguinot e Landi quantunque limitata solo alle entità
endemiche delle minori isole e a quelle che queste hanno in comune con le
maggiori e la Penisola. Per importanza il primo posto è occupato dai
paleoendemismi che si riconoscono per l'area molto isolata e circoscritta,
ovvero disgiunta, per le affinità oscure o remote, per il frequente monotipismo.
Ricordiamo l'Helicodiceros muscivorus Engl., monotipo che la Sardegna e la
Corsica hanno in comune con le Baleari, il Pancratium illyricum L., unico
rappresentante europeo della sez. Halmyra che cresce nelle isole nominate e a
Capraia, l'Helxine Soleirolii Req. monotipo corso-sardo, Kochia saxicola Guss. di
Ischia, Capri e Strombolicchio (Eolie) affine a K. pubescens Moq. del C. di B.
Speranza; Morisia monantha Asch., strana Crucifera geocarpa e monotipa
confinata nella Sardegna e Corsica ma anche nella zona montana; Bupleurum
dianthifolium Guss. e Scabiosa limonifolia Vahl delle Egadi con affinità ibero-
balcaniche; Mentha Requienii Benth. di Sardegna e Corsica, di Caprera e
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con il mediterraneo Zacyntha, Centaurea horrida Bad. esclusiva delle piccole isole
sarde di Asinara e di Tavolara e quivi solo nel versante nord-est dove affiora il
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
granito, affine a C. spinosa L. della Grecia e dell'Arcipelago Egeo, ecc. Ma non
meno interessanti sono parecchi microendemismi discendenti da un capostipite
a larga area distributivaLIBRI
nei(/TRECCANILIBRI/)
territorî circummediterranei che si è frammentato
ARTE (/TRECCANIARTE/)
in razze locali, alcune forse di origine mutativa, e che l'isolamento ha
mantenuto, quali le Brassica che fanno capo a Br. oleracea: le centauree
appartenenti al ciclo di C. cineraria L. e CULTURA
TRECCANI specie affini e cito tra queste ultime: la
(/CULTURA/)
C. Friderici Vis. limitata alla Pelagosa Piccola e che ha i suoi prossimi parenti in
endemismi dello scoglio Pomo presso Lissa, la C. aeolica Guss. ex DC. che le
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Eolie hanno in comune con l'isola di Ventotene (Ponziane) e Ischia, la C.
gymnocarpa Mor. et Dntrs. di Capraia, la C. Veneris (Somm.) Bég. della piccola
Palmaria, ecc. Questi fatti mostrano interferenza dei ceppi più diversi, affinità
multiple e spesso remote che fanno del Mediterraneo una concentrazione di
fossili viventi delle più disparate prosapie ma, come si vedrà, non mancano
accessioni anche relativamente recenti.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
invernale temperato: molto estesa e del tutto isolata è la colonia di Erica arborea
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
nella media valle del Chiese tra Caffaro e Brione dove, con Calluna e
Sarothamnus,
(/index.html) costituisce il sottobosco di estesi castagneti. Questi fatti portano
alla conclusione che la regione mediterranea con le sue espansioni giunge sino
CATALOGO (/CATALOGO/)
ai limiti estremi della zona submontana e sono queste irradiazioni una delle
cause di quel mosaico di consorzî che la caratterizzano.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
lembi più o meno estesi di quello a bacio sono coperti da una formazione a
fisionomia e a strutturaISTITUTO
di steppa nella quale il Pinus silvestris è ridotto
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
a piccoli
nuclei e la stessa Quercus lanuginosa si trova a disagio e finisce quasi del tutto per
(/index.html)
scomparire da Castelbello in su. Vi si sostituisce una rada boscaglia di juniperus
CATALOGO (/CATALOGO/)
che si riscontra pure nelle colonie xerotermiche della Val di Susa e Val d'Aosta,
ecc. Nel versante opposto i boschi di conifere sono orlati da una cintura più o
meno spessa di Betula alba (verrucosa) e in generale si nota in quei distretti dove
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
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Altre formazioni della zona sono i pascoli e le rupi aride e stillicidiose, e detriti
di falda, ecc., ma troppoISTITUTO
lunga riuscirebbe l'esemplificazione delle loro
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
specie
più caratteristiche e delle endemiche.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Al disopra della vasta e cupa cintura arborea, interrotta da prati e da
scoscendimenti rupestri, è molto sviluppato nelle Alpi un consorzio di arbusti
gregarî, molti dei quali trasmigrati dalle sottostanti foreste e che caratterizzano
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
meglio di altri la zona subalpina che qualche vecchio botanico designava col
nome di zona dei mughi dall'abbondanza del Pinus mugo (= P. montana) che
riveste specialmente i dirupati dolomitici, cuiARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) si associa una forma nana e
(/TRECCANIARTE/)
prostrata del comune ginepro (Jun. montana), parecchie Ericacee, alcuni salici a
fusti aderenti al suolo e a piccole foglie che salgono anche alla zona successiva
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
(Salix herbacea, reticulata, retusa), l'Empetrum nigrum, ecc. Se ne trovano tracce
nell'Appennino settentrionale: il ginepro nano e un suo congenere, il J.
hemisphaerica, la Daphne glandulosa, una razza
ACQUISTA di mugo (P. pumilio) sono a
(/EMPORIUM/)
Lo stesso carattere impronta molte delle specie della zona propriamente alpina
nella quale penetra qualche suffrutice e vegetano alcune poche annuali, mentre
il percento assai più elevato è dato dalle piante erbacee perenni atte a compiere
il ciclo vitale nel breve periodo di 3-4 mesi: ma naturalmente, date le molto
disparate condizioni ecologiche, non mancano specie con adattamenti igrofitici
e consorzî igrofili. Rimandando alla voce alpi (II, p. 609 segg.) per quanto
concerne le condizioni e i limiti altimetrici, diremo che, secondo i calcoli del
Fiori, la nostra flora alpina presa nel suo complesso (da 1600-2100 m. in su)
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
conta di proprio 371 specie, cui vanno aggiunte 521 in comune con la montana
e 153 con questa e la mediterranea. La catena delle Alpi anche nel suo
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
versante
sud, che è quello che ci riguarda, offre una delle più tipiche concentrazioni
(/index.html)
d'ipsofite e certo la meglio studiata. Esse derivano da capostipiti già presenti nel
CATALOGO (/CATALOGO/)
piò recente Terziario con affinità ora molto strette e ora solo di genere con le
ipsofite evolutesi in altre catene montuose elevate dell'Eurasia e dell'America
alle quali vennero aggiungendosi specie di origine mediterranea e subtropica
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
mancanti alle catene oloartiche (Phyteuma, Achillea, Anthyllis, Sempervivum,
Globularia, Erinus, Berardia, ecc.), specie di origine circumpolare ovvero
steppica che raggiunsero la (/TRECCANILIBRI/)
LIBRI catena nel Quaternario grazie a quelle alterne
ARTE (/TRECCANIARTE/)
regioni naturali delle Alpi quali furono stabiliti dal Haug su dati geologici e
geofisici. È l'estrema propaggine
di un oriente anche più remoto la Wulfenia
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
carinthiaca
(/index.html)
Jacq. che sfiora appena il suolo italiano presso Pontebba e che si
trova in Carinzia, Carniola e Montenegro, ma della quale sono specie affini la
CATALOGO (/CATALOGO/)
W. Baldacci Deg. dell'Albania, la W. orientalis Boiss. della Siria e la W.
Amherstiana Benth. dell'Asia centrale.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Alle notizie sulle varie zone terrestri giova aggiungere quelle relative alle zone
coperte dalle acque marine o dolci e che interessano piante immerse nelle acque
ma aderenti alle sponde, piante sospese nelle acque, il cosiddetto itoplancton, e
piante del fondo costituenti il itobentos. Nelle acque del mare a una profondità
non superiore ai 30 m. vivono pochissime fanerogame delle quali le piti
comuni sono: Posidonia oceanica, Cymodocea nodosa, Zostera marina e nana che
formano vaste praterie sottomarine e, a eccezione della prima, anche in fondi
lagunari con l'aggiunta di Ruppia maritima e a volte di Zannichellia palustris.
Numerosissime sono, invece, le alghe. Per quelle aderenti alla costa è stata
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Adriatico, ma che d'altra parte è affine a specie del nord-atlantico. Così nel
golfo di Fiume l'afflusso di acque sotterranee fredde determina le condizioni
opportune per l'esistenza dellaTRECCANI
Diatomea Thalassiothrix Nitzschioides e di
CULTURA (/CULTURA/)
parecchie naviculoidi dei mari del nord non certo importate dalle correnti
attuali, perché queste correnti non arrivano nell'Adriatico, ma vi è pure
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
qualche rappresentanza di tipi orientali trasportati da correnti litoranee e
questo ricorda il caso già ricordato dell'Apocynum venetum.
igrofite montane e alpine tra cui Drosera e Pinguicola, note piante insettivore (v.
carnivore, piante), mentre Aldrovanda e Utricularia sono carnivore sommerse.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Le torbiere di pianura come nella Padania, in Toscana, Lazio alle Paludi
Pontine, ospitano un certo numero di orofite il cui abbassamento si ritiene
avvenuto nelle crisi glaciali e che si sono
TRECCANI potute(/CULTURA/)
CULTURA mantenere grazie al substrato
perennemente inzuppato. Sono le colonie microterme e tra le specie più
caratteristiche ricordiamo: Deschampsia caespitosa, Carex Davalliane, Eriophorum
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
latifolium, Gymnadenia conopsea, Caltha palustris, Drosera rotundifolia, Gentiana
pneumonanthe, Pedicularis palustris, Cirsium palustre, ecc. Anche i corsi d'acqua
hanno consorzî idrofili sul tipo dei lacustri con svariati adattamenti delle specie
al movimento e alla profondità delle acque, e ricca è la flora spondicola e
alluvionale a base di salici, pioppi, ontani cui si mescolano, in molti dei solchi
vallivi del settore alpino e dell'Appennino settentrionale e centrale, l'Hippophaë
rhamnoides e Myricaria germanica che sono elementi steppici penetrati da
distretti litoranei; e difatti il primo si riscontra qua e là nell'Estuario veneto-
padano: ma i corsi d'acqua rapinando frutti, semi o anche intere piante di zone
elevate e deponendoli nel basso corso, concorrono ad abbassare i limiti e a
creare stazioni eterotopiche più o meno stabili.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_Hi… 46/1196
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È necessario dare anche un rapido sguardo al passato della nostra flora e alle
vicende che la condussero, in seguito a variazioni di clima e di terre, all'assetto
e alla struttura attuale. TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
latifolium, Caltha palustris). Sembra logico ammettere che proprio sotto l'impero
di queste condizioni sia avvenuto lo scambio, forse favorito dalla cosiddetta
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Adria, tra la flora orofila della Balcania e quella dell'Appennino centrale e
meridionale, in seguito a che vennero rendendosi più intime e strette quelle
affinità che preesistevano al Quaternario
ACQUISTAe(/EMPORIUM/)
ciò senza bisogno di ammettere che
il collegamento sia stato fatto da terre molto elevate, e perciò stesso troppo
ipotetiche. La presenza nella zona subalpina della Sardegna e della Corsica
dell'Alnus suaveolens così affine all'ontano verde delle Alpi, e quella di parecchie
nemorali di media montagna (Anemone hepatica, Saxifraga rotundifolia, Sanicula
europaea, Adoxa moschatellina, Asperula odorata, ecc.) fanno pensare a rapporti di
continuità o almeno di maggiore vicinanza di quelle isole con la terraferma con
l'intermezzo delle isole toscane in coincidenza di una fase pluviale: ma deve
essere stata una ben debole e fugace interferenza ove si tenga presente quanti
pochi elementi della fauna quaternaria calda e fredda riuscirono a penetrare
nella Corsardegna. Clima oceanico a medie termiche corrispondenti, ad es., a
quelle del Portogallo e a piovosità uniformemente distribuita postula la
presenza di Rhododendrum ponticum nella breccia di Hottinga, di una forma
locale di questo assieme ad Acer laetum Aesculus hippocastanum e ad altri elementi
della cosiddetta flora pontica in depositi fillitiferi insubrici che si sogliono
riferire all'interglaciale riss-wurmiano, mentre sembrano più recenti e, quindi,
postglaciali quello di Re in Val Vigezzo (Valle d'Ossola) dove si rinvenne pure
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junceum, Ruscus aculeatus, Asparagus acutifolius, con attorno alle sorgenti termo-
orientale Polypogon monspeliensis, Lepturus
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
minerali ai piedi del versante
(/index.html) juncus acutus e maritimus, Spergularia Dillenii, Aster tripolium, Sonchus
incurvatus,
maritimus, e altre alofite oggidì scomparse
CATALOGO testimonianti
(/CATALOGO/) un'antica linea di
su tutte le Alpi ed esteso fino alle catene nevose dell'Europa centrale, sarebbe
scomparso, se a cominciare dal 1816, non fossero state emanate delle leggi per
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
salvaguardare gl'individui che sopravvivevano nei massicci montuosi del Gran
Paradiso e della Grivola. Oggi il Parco Nazionale del Gran Paradiso alberga
circa 3000 stambecchi.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Il più abbondante dei grossi Mammiferi che vivono allo stato selvaggio è il
cinghiale (Sus scrofa): eccezionale verso i confini occidentali del Piemonte e
della Liguria, lo si trova, spesso numeroso, lungo tutto il versante tirrenico
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
(/index.html)
L'orso si conserva nelle boscaglie attorno al Gruppo di Brenta, in Val di Tovel e
CATALOGO (/CATALOGO/)
in Val di Genova (Orso delle Alpi) e nell'alta valle del Sangro. La lince (Lynx
lynx), ridotta a qualche località del Piemonte, è divenuta rarissima. I lupi, altre
volte assai diffusi, permangonoSCUOLA nell'Appennino centrale e meridionale e in
(/TRECCANISCUOLA/)
diffusa nel continente è la puzzola (P. putorius); la martora (Mustela martes) vive
anche nelle isole, ove manca invece la faina (M. foina). La lontra (Lutra lutra),
assente dalle isole, è rara in tutto il continente.
Fra i Rosicanti si hanno specie prettamente alpine: tali la lepre bianca (Lepus
variabilis), la marmotta (Marmota marmota) e il piccolo campagnolo delle nevi
(Arvicola nivalis), che si spingono nelle zone fra 3000-4000 m. di altitudine.
L'istrice (Hystrix cristata), al contrario, è specie meridionale non infrequente in
Sicilia, piuttosto rara sul continente, ove si spinge fino in Toscana. La lepre
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Una delle regioni meglio caratterizzate è certamente quella alpina. Quivi, nel
folto dei boschi elevati vivono quei magnifici gallinacei che sono i tetraonidi: il
gallo cedrone (Tetrao urogallus), ormai raro e localizzato nel Cadore, nel
Trentino, nel Friuli e in qualche altro sito delle Alpi lombarde e venete, il
francolino di monte (Tetrastes bonasia), il fagiano di monte (Lyrurus tetrix), la
mutevole pernice di monte (Lagopus mutus). Esclusivi delle Alpi sono il picchio
cenerino (Gecinus canus), specie settentrionale stazionaria nel Trentino, il
magnifico picchio nero (Dryocopus martius) e, benché talora se ne allontani, la
nocciolaia (Nucifraga caryocatactes); mentre, diffusi in tal zona più che altrove,
notiamo anche i gracchi (Pyrrhocorax alpinus, Fregilus graculus), il sordone
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CATALOGO (/CATALOGO/)
La regione subalpina e la pianura padana non presentano spiccate peculiarità: vi
notiamo peraltro il precoce arrivo delle specie migranti che giungono dal
settentrione, e il ritardo di quelle che vengono
SCUOLA dal mezzogiorno. Durante
(/TRECCANISCUOLA/)
l'inverno v'è gran copia di varie specie di tordi. Nella pianura padana fa non
rare e spesso abbondanti comparse l'oca lombardella (Anser albifrons), mentre le
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
lagune e le paludi, soprattutto nell'estuario veneto, richiamano gran copia di
trampolieri e palmipedi, fra i quali sono notevoli la moretta grigia (Fuligula
albifrons), la moretta pezzata (Harelda glacialis), l'orco e l'orchetto marino
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
(Oedemia) e le strolaghe (Colymbus).
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Uno dei fatti più singolari delle grandi isole è la mancanza del comune
passerotto, sostituito dal Passer hispaniolensis. Caratteristiche della Sicilia sono la
rara quaglia tridattila (Turnix sylvatica) e il bellissimo e ormai estinto francolino
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Le acque dolci nutrono gran copia di Pesci. Gli storioni (Acipenser sturio, ecc.)
s'inoltrano solo nei grandi fiumi e soprattutto risalgono il Po. Le anguille sono
abbondantissime dappertutto e popolano anche le acque salmastre e i bacini
non comunicanti con i corsi d'acqua. Diffusissime sono anche le tinche (Tinca
vulgaris) e i salmoni (Salmo fario), il luccio (Esox lucius) e il pesce persico (Perca
luviatilis) mancano nelle provincie meridionali e nelle isole.
scorpioni
(/index.html)
(Euscorpius) viventi in Italia, e tanto meno la tarantola (Lycosa
tarentula) e la malmignatta o ragno volterrano (Latrodectes tredecimguttatus).
CATALOGO (/CATALOGO/)
Regioni e provincie.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Popolazione.
degl'Italiani.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Il lavoro fondamentale per l'antropologia dell'Italia e quello che, ancora oggi,
rimane quasi unico per il numero delle osservazioni individuali, su cui è
fondato, per l'elaborazione statistica di esse, per la cautela delle deduzioni, è
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
quello di R. Livi. Questo lavoro può dirsi non solo il massimo sull'antropologia
italiana, ma quello che ancora oggi è il migliore esempio di una ricerca simile
estesa a una nazione civile, in guisa che esso può
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTEdirsi veramente un vanto della
(/TRECCANIARTE/)
L'inchiesta che si ebbe in mira aveva anche scopi medici, ma a noi interessano
solo i risultati antropologici. Tre caratteri furono considerati in modo
particolare: l'indice cefalico, il colorito, la statura; ma furono osservati anche
altri caratteri. La scelta di questi ultimi però non può dirsi esente da riserve, che
debbono anche estendersi al modo del loro rilievo.
Indice cefalico. - Tanto nella carta per circondarî, quanto in quella per
mandamenti (amministrativi) la distribuzione dei valori medî dell'indice
cefalico appare assai più regolare di quella degli altri due caratteri. La media
generale è di 82,73. Siccome l'indice cefalico nel vivente si calcola abbia un
valore superiore a quello del cranio di due unità e siccome lo strumento di
misura che fu usato, il cosiddetto quadro a massima, alza alquanto il valore
dell'indice, dobbiamo ritenere che la media suddetta corrisponda praticamente,
se pure non a un valore più basso, almeno al valore di 80 sul cranio, che è anche
la divisione che si suole fare tra forme dolicoidi e brachioidi del cranio,
allorquando si fa uso di una divisione binaria.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_Hi… 60/1196
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L'indice cefalico in Italia va, parlando all'ingrosso, decrescendo dal nord al sud:
i valori medî andando da sita
88,7 a 74,2. La sede prevalente della brachicefalia,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
nel grafico relativo del Livi (p. 84) non permette di trarre con sieurezza la
(/index.html)
conclusione di fatto assunta dal Livi e, più ancora, fa rimanere dubitosi sulla
CATALOGO (/CATALOGO/)
legittimità della causa da quello supposta. La prevalenza della brachicefalia nella
montagna, per il Veneto, brachicefalico, è assai esigua; l'Emilia, brachicefalica,
ha la montagna più dolicocefalica della pianura e lo stesso vale per le Marche;
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
per l'Umbria, brachicefalica, la differenza è minima, ma caso mai, contraria alla
regola del Livi; il Lazio, dolicocefalico, è più brachicefalico nella montagna e in
misura sensibile; la Puglia,
LIBRI dolicocefalica,
(/TRECCANILIBRI/)ha indice più elevato nella montagna.
ARTE (/TRECCANIARTE/)
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Colorito. - Per ciò che riguarda il colorito, il suo rilievo fu fatto in base agli occhi
e ai capelli e non alla pelle, e i risultati di esso furono tradotti cartograficamente
in quattro maniere e cioè per frequenza di tipi puri e di tipi misti. Sono tipi
puri il tipo a capelli e occhi scuri o neri (tipo bruno) e quello a capelli biondi e
occhi azzurri o grigi (tipo biondo). S'intendono per tipi misti le percentuali che
si hanno sommando tutti gli occhi scuri o neri e tutti i capelli neri, ovvero tutti
i capelli biondi e gli occhi azzurri o grigi, anche quando non si trovano sullo
stesso individuo e riferendo tali somme al numero totale delle osservazioni. Da
tutte e quattro le carte del Livi per circondarî, come dalla grande carta per
mandamenti del tipo bruno misto, risulta press'a poco la stessa distribuzione
geografica del colorito e cioè: le popolazioni più bionde sono tutte aggruppate
verso il confine settentrionale d'Italia, formando un tratto di unione con le
popolazioni della Savoia, della Svizzera, dell'Austria, notoriamente più bionde
assai degl'Italiani. È singolare osservare che tutta la valle del Po è più bruna
decisamente di alcune regioni dell'Italia centrale, Toscana, Umbria, Marche.
Nella Valle Padana è decisamente più bruna tutta la parte al sud del Po e una
fascia preappenninica. L'Appennino settentrionale è invece piuttosto chiaro.
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CATALOGO (/CATALOGO/)
È singolare a questo proposito il fatto, rivelato bene dalla carta per
mandamenti, che mentre Puglia, Calabria e Sicilia manifestano differenze
spesso sensibili per il colorito fra mandamenti prossimi gli uni agli altri, la
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Sardegna, sita presso a poco alla stessa latitudine dell'Italia meridionale
continentale, dimostra assai piccole differenze. Chiaramente tale fatto esclude
un fattore climatico e invece indica la presenza
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) d'un
ARTE fattore etnico nell'Italia
(/TRECCANIARTE/)
sempre maggiore e quella degli occhi bruni è minore. Solo una regione forma
eccezione, l'Abruzzo, ma questa è una regione montuosa e la proporzione dei
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
pianigiani in essa è insignificante. Nelle montagne, secondo il Livi, si avrebbe
maggiore proporzione di tinte chiare, perché in esse vi è maggior numero
d'individui sottoposti a influenze generali o locali che ritardano lo sviluppo
corporeo e la normale evoluzione del colore, che, come è noto, si scurisce dalla
nascita in poi.
Sembra tuttavia che la spiegazione sia assai più complicata e, pur non
escludendo il fattore del Livi, si dovrebbe far ricorso, almeno per l'Italia
centrale e la parte più settentrionale della meridionale, a un fattore raziale,
come si vedrà poi. A questo proposito è degno di ricordo che ben piccola
differenza fra pianura e montagna si verificherebbe per la Lombardia, ove un
fattore etnico è appunto più evidente.
cinque classi, precedenti a quelle qua considerate, ma per tutti gli "iscritti",
trovò una statura di 21 ISTITUTO
mm. inferiore.
D'altra parte occorre anche considerare
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
che i giovani a 20 anni non hanno raggiunto la loro statura definitiva. Siccome
(/index.html)
però le grandi statistiche della statura si riferiscono per lo più, nelle nazioni
CATALOGO (/CATALOGO/)
civili, ai giovani sui 20 anni, è possibile un giudizio relativo dell'altezza. Dai dati
del Livi risultano comporre la popolazione italiana: 18,2% di statura sotto m.
1,60; 35% di stature fra m. 1,60SCUOLA
e m. 1,65, 29,2% di stature fra m. 1,65 e m. 1,70;
(/TRECCANISCUOLA/)
17,6% di statura sopra m. 1,70. Dalle carte si distribuzione del Livi, risultano
esistere in Italia tre principali centri di alte stature. Uno, il più vasto,
comprende la massimaLIBRI parte del Veneto; uno,ARTE
(/TRECCANILIBRI/) tosco-emiliano, che occupa la
(/TRECCANIARTE/)
Altezza del cranio. - Più che dalla variazione dell'indice cefalico orizzontale, ci si
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
potrebbe attendere schiarimenti dalla variazione dell'altezza del cranio (v.
cefalici, indici) e meglio ancora dall'esame dei caratteri descrittivi della faccia (v.
fisionomia: Fisionomia facciale etnica). Per ciò che riguarda il primo oggetto,
valevoli contributi sono stati portati dal Pelizzola, il quale si valse nelle sue
estese misurazioni dell'altezza sopra-auricolare, come più squisito mezzo di
analisi, in confronto della comune basilo-bregmatica. Le sue conclusioni perciò
hanno una grande sicurezza, sotto il riguardo della distribuzione dei tipi di
altezza. Ma anche il materiale di dati raccolti da parecchi studiosi su serie
craniensi storiche e preistoriche (dati in cui però l'altezza del cranio è misurata
con la basilobregmatica) permette utili deduzioni. Le ricerche del Pelizzola si
sono limitate purtroppo, finora almeno, all'Italia settentrionale e parte della
centrale. Da esse risultano tuttavia alcuni fatti di grande interesse: 1. La
brachicefalia dell'Italia settentrionale è da scindere in due unità morfologiche,
una brachicefalia di tipo platicefalico, propria della montagna elevata, che
possiamo perciò dire propriamente alpina, e una brachicefalia che abbraccia la
zona prealpina e la pianura e che è di tipo ortocefalico. La zona romagnola
sarebbe persino caratterizzata da una certa frequenza di forme ipsicefaliche che
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Le ricerche più speciali del Pelizzola sul Tirolo meritano di essere qua ricordate
per la loro importanza etnologica, culturale e, sotto certi aspetti, politica. Il
Pelizzola infatti poté dimostrare, come l'annessa cartina indica, che nella valle
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
dell'Adige sul versante italiano, l'elemento dolico-basso, identificabile in questa
zona con l'elemento etnico germanico, non è affatto prevalente, essendo invece
prevalente, nelle più alte valli
LIBRI secondarie, l'elemento
(/TRECCANILIBRI/) platibrachi e nella valle
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Indichiamo col nome di xantocroico, come per primo fece Th. H. Huxley, il
tipo chiaro a capelli biondi e occhi azzurri, che molti chiamano nordico e anche
germanico. Quest'ultima denominazione è affatto da rigettare, non essendo
affatto questo tipo prevalente in Germania. Ma anche la denominazione di
nordico non è propria, non essendo affatto dimostrato, anzi essendo
improbabile, che questo tipo tragga la sua origine dal nord dell'Europa.
presenza del tipo xantocroico, il Sera ritiene che questo possa essere stato in
ogni caso raro, ciò che del resto le pitture murali di Pompei confermano,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) sia
per i colori degli occhi, della pelle, dei capelli dei soggetti ivi raffigurati, sia per i
(/index.html)
caratteri facciali. La serie dei cranî pompeiani antichi è molto importante,
CATALOGO (/CATALOGO/)
perché dimostra la presenza di un elemento platicefalico in latitudini assai basse
in Italia, dovendosi escludere per la sua frequenza (oltre la metà dei casi) un
accesso dal nord, supposizione SCUOLA
che si presenterebbe a tutta prima, dato che
(/TRECCANISCUOLA/)
Pompei era in una zona di notevole attrazione etnica. 6. Una serie di Messina
(dati di Mondio) ha in complesso una forma ortocefalica lunga. Pochi sono i
brachioidi. Esiste invece un(/TRECCANILIBRI/)
LIBRI piccolo gruppo platicefalico e assai lungo, che è
ARTE (/TRECCANIARTE/)
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Questi dati sull'altezza del cranio, pur essendo ancora piuttosto scarsi, ci
permettono d'interpretare meglio i fatti che pongono in luce le tre grandi carte
del Livi, facendoci vedere dei legami ove parrebbe fossero solo differenze e
differenze dove sembrerebbe esistessero identità, se ci si limitasse al solo indice
cefalico. Purtroppo invece manchiamo ancora di una ricerca diagnostica
sistematica sui caratteri descrittivi della faccia, ricerca che sarebbe d'importanza
di gran lunga maggiore, per la chiarificazione dei rapporti etnici italiani.
Tuttavia il Sera ritiene che il tipo facciale di gran lunga predominante in Italia
sia l'etiopico-caucasiano, che è forse nella sua maggiore purezza in Calabria. Per
la Sardegna non saprebbe escludere la confluenza con altri tipi facciali, pur
essendo comuni con questi indice cefalico orizzontale, altezza del cranio,
colorito, ecc. L'unicità di tipo della Sardegna potrebbe esser solo apparente e
provenire dalla scelta dei caratteri usati per le misure, caratteri che sarebbero
assai meno validi di quelli descritti della faccia, a darci le distinzioni
fondamentali raziali. Secondo il Sera, l'unità dei cosiddetti Mediterranei, pur
volendosi limitatamente considerare come tali solo i dolicocefali, è affatto
illusoria ed è proprio il carattere, secondario e subordinato nel suo valore, della
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
forma lunga del cranio cerebrale, che crea questa unità illusoria. Ma, oltre a ciò,
non vi è nessuna ragione
positiva per escludere dai Mediterranei i brachioidi,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
che certamente non hanno niente a che fare con l'Asia, secondo quanto
(/index.html)
vorrebbe il Sergi.
CATALOGO (/CATALOGO/)
su tutta la cintura alpina, ma qua non si ha più a che fare col tipo xantocroico,
bensì col tipo di alta montagna, brachiplaticefalico, il vero tipo alpino, il quale è
differente dal tipo brachioide che troviamo
TRECCANI diffuso
CULTURA nella valle padana, tipo il
(/CULTURA/)
quale ha un colorito più scuro. A questo tipo alpino, o meglio a una sua varietà
a statura alta, forse, ma non con certezza, si deve ancora attribuire in
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
prevalenza il colorito chiaro del Veneto. In guisa che risulta il fatto
apparentemente singolare che in alta Italia il tipo xantocroico sarebbe presente
con una certa frequenza solo nella parte settentrionale e occidentale della
Lombardia. Qua però si presenterebbe con le tre caratteristiche classiche:
dolicocefalia, colorito chiaro, alta statura. La carta di distribuzione per
mandamenti dell'indice cefalico è piuttosto favorevole all'ipotesi che la
brachicefalia della valle padana sia l'evoluzione della dolicocefalia ligure. In
seno a una stratificazione di dolico-ortocefali bruni, su tutta la valle padana, si
sarebbero prodotti tre centri brachicefalici, uno per il Piemonte, l'altro per la
bassa Lombardia e l'Emilia occidentale, il terzo per la Romagna. Ma il fatto più
singolare che le due grandi carte del Livi pongono in luce, secondo il Sera, è la
presenza di una forte componente xantocroica in tutta l'Italia centrale e
soprattutto orientale: Umbria, Toscana, Abruzzo e parte settentrionale e
orientale dell'Italia meridionale; Molise, Beneventano, Puglia settentrionale,
parte settentrionale e orientale della Lucania. Da questa zona s'irradierebbero le
propaggini disperse del tipo che si riscontrano nelle altre parti della penisola e
nella Sicilia. Il tipo xantocroico sarebbe praticamente assente nella Sardegna.
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e siculo) deve forse il suo carattere ad afflussi assai più recenti (Longobardi,
Normanni). L'assenza dei
caratteri facciali xantocroici nella serie di Pompei
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
dimostra la tardività dell'avvento dei caratteri del tipo chiaro nella regione,
(/index.html)
caratteri che nell'attualità troviamo abbastanza frequenti.
CATALOGO (/CATALOGO/)
deviare più o meno nel senso della morfologia della razza di Neanderthal (v.
paleoantropologia). È dubbio che nell'Italia però si sia mai raggiunta una
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
morfologia tipica di questa razza, quale la vediamo in Francia. Solo forse alcuni
caratteri, come la platicefalia, si produssero chiaramente, sempre in zone poco
estese e isolate. L'appartenenza del cranio fossile di Saccopastore, recentemente
trovato, alla razza di Neanderthal pare al Sera, fino a prove migliori, assai
dubbia. Col ristabilirsi del clima attuale, i monti furono nuovamente abitati e
mentre i platicefali erano sospinti sulle zone più alte, sia sulle Alpi, sia
sull'Appennino, gli abitatori delle zone montuose sottostanti si evolvevano
verso la brachiortocefalia. Ciò si verificò però solo per le regioni ove le masse
montuose hanno grande estensione in superficie, non per quelle dove, come la
Calabria, la Sicilia e la Sardegna, hanno estensione piuttosto lineare. Le
popolazioni di queste regioni rimasero dolico-ortoipsicefale, come le troviamo
attualmente.
più primitivo che abitò l'Italia, con la sola variazione notevole della
brachicefalia, ma del resto meno modificato che in altri luoghi. Un'altra
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) zona di
relativa persistenza del tipo nei suoi caratteri è quella della Lucchesia, ove
(/index.html)
l'evoluzione invece si sarebbe determinata nella statura. Nel sud il tipo
CATALOGO (/CATALOGO/)
primitivo italico si sarebbe conservato meno alterato in Calabria. Questa
condizione di cose, relativamente semplice, fu modificata da avventi del tipo
xantocroide in epoche assai differenti. L'avvento di gran lunga più importante
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
fu certo quello che si verificò nell'epoca del bronzo o, più sicuramente, del
ferro. Il possesso di questo metallo diede alle genti che lo portavano un
vantaggio, che, per lungo
LIBRItempo forse, supplìARTE
(/TRECCANILIBRI/) alla (/TRECCANIARTE/)
relativa scarsezza del numero
e permise loro di stabilirsi largamente nelle parti centrali della penisola,
mantenendosi però a preferenza nelle zone montuose e, a poco a poco,
fondendosi con la popolazioneTRECCANI
preesistente. Le (/CULTURA/)
CULTURA invasioni barbariche diverse,
avvenute in epoche successive, portarono non così grandi cambiamenti. Il
maggiore forse di essi, è quello della zona nord occidentale della Lombardia,
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
che abbiamo vista, determinato forse dai Longobardi.
I varî avventi di genti per via di mare, colonizzazioni greche, albanesi, slave,
compresa anche l'etrusca, non possono aver prodotto neppure localmente
cambiamenti profondi; a ogni modo tali cambiamenti sono documentabili con
estrema difficoltà, per cause diverse.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_Hi… 72/1196
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Per quasi tutto il Medioevo ci manca qualsiasi dato per calcoli attendibili; è da
presumersi tuttavia cheISTITUTO
la popolazione
fosse piuttosto diminuita alla caduta
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
CATALOGO (/CATALOGO/)
La seguente tabella riassume i dati principali risultati dai varî censimenti dal
1861 al 1931:
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Dai dati ora esposti si può dedurre che la popolazione italiana si è all'incirca
raddoppiata negli ultimi cento anni; pochi altri paesi d'Europa hanno
dimostrato nel periodoLIBRI
corrispondente un ritmo
(/TRECCANILIBRI/) ARTEdi aumento così rapido.
(/TRECCANIARTE/)
Questo aumento è dato, come è noto, da un lato dall'eccedenza dei nati vivi sui
morti, dall'altra dall'eventuale eccedenza degl'immigrati sugli emigrati. Le cifre
della penultima colonna della TRECCANI
tabella mostrano che tale aumento si è
CULTURA (/CULTURA/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_Hi… 74/1196
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sessantennio.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Se si considera l'eccedenza dei nati sui morti nelle varie parti del regno si nota
eh'essa si comporta molto diversamente. Nel 1929, anno nel quale la media fu,
come si è detto più sopra, moltoSCUOLA
bassa (/TRECCANISCUOLA/)
(9,1 per mille) si superò il 15 per mille in
Lucania e in Calabria, il 14 per mille in Puglia (oltre 19 per mille in provincia di
Lecce), mentre la Liguria superò di poco il 3 per mille, il Piemonte restò sotto
al 2 per mille (0,26 perLIBRI
mille(/TRECCANILIBRI/)
in provincia di Vercelli). Sotto al 4,5 per mille
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Quanto all'emigrazione, per quanto come si dirà, essa sia molto diminuita
rispetto al periodo prebellico (la media annua nel periodo 1901-13 fu di oltre
625.000, mentre nel 1930, che diede la più alta cifra del quinquennio ultimo, fu
di 300.000 o poco più), tuttavia in alcune regioni d'Italia sottrae ancora
un'aliquota notevole. Per il che, in conclusione, anche attualmente l'aumento
della popolazione, considerato per compartimenti e provincie, si manifesta
assai disforme. Nell'intervallo corso fra gli ultimi due censimenti vi è una sola
regione in lieve diminuzione, la Sicilia (prov. di Agrigento, Catania, Enna,
Palermo, Ragusa e Trapani), dove alla natalità piuttosto scarsa si aggiunge una
notevole emigrazione. Il Piemonte, considerato nel suo insieme, mostra un
lieve aumento, cui concorre soprattutto la provincia di Torino, ma sono in
diminuzione le provincie di Alessandria, Aosta, e Cuneo per scarsa natalità e in
parte anche per emigrazione interna. Altre provincie con diminuzione sono
Pavia, Trento, Belluno, Udine, Vicenza e Pistoia; alcune di esse sono
caratterizzate da scarsa eccedenza dei nati sui morti, in altre, a spiccato
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_Hi… 75/1196
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Si osserva inoltre che nell'Italia peninsulare e nelle isole, regioni che hanno
ancora un'economia prevalentemente nel
agricola, la densità della popolazione
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
maggior numero dei casi misura il grado di produttività del suolo: cosi si
(/index.html)
spiegano le aree ad alta densità, nelle vallate e colline della Toscana, dell'Emilia,
CATALOGO (/CATALOGO/)
della Campania, della Sicilia. Valori massimi (oltre 250-300 ab. per kmq.) si
raggiungono in zone a suolo particolarmente fertile, come le colline vulcaniche
dell'Antiappennino, la pianura SCUOLA
campana, la regione etnea, mentre sono
(/TRECCANISCUOLA/)
scarsamente popolate alcune zone collinose costituite da argille sterili, ingrate,
franose, del Sannio, della Lucania, della Calabria, della Sicilia, ecc. In alcuni casi
un notevole sviluppo industriale si aggiunge ARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) a determinare il concentramento
(/TRECCANIARTE/)
largamente approssimativi.
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Nella tabella seguente sono messi a confronto, regione per regione, i dati offerti
(/index.html)
dal censimento 1931 con quelli di tre censimenti precedenti (1871, 1901, 1921).
CATALOGO (/CATALOGO/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_Hi… 78/1196
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città.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Del resto vi è un'enorme varietà nel tipo dei centri italiani, così come nella loro
situazione e nella configurazione planimetrica. Per molti dei maggiori, i quali
ebbero varie fasi di sviluppo, queste fasi si possono riconoscere nella pianta
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
stessa, fino a rimontare al nucleo più antico, non di rado risalente all'età
romana, e caratterizzato spesso, in tal caso, dal reticolato ortogonale delle vie.
Ma non sempre questoLIBRI tipo(/TRECCANILIBRI/)
regolare di reticolato
ARTE a maglie quadrate o
(/TRECCANIARTE/)
Riguardo all'entità demografica, nel 1931, i comuni con più di 20.000 ab. erano
244 (sul totale di 7310) e di questi 66 soltanto superavano i 50.000 ab. e 22 i
100.000. Questi ultimi raccoglievano tuttavia 7.165.000 ab., cioè circa il 17,5%
dell'intera popolazione d'Italia. Ma i centri con più di 20.000 ab. erano in
numero minore; la cartina qui annessa ne dà la distribuzione, anche in riguardo
all'altezza sul livello del mare.
L'incremento delle grandi città è stato nel sec. XIX molto notevole. Intorno al
1800 infatti non vi erano che 5 città con più di 100.000 ab. (Napoli oltre
400.000; Palermo oltre 200.000; Roma 153.000; Venezia 140.000; Milano
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_Hi… 79/1196
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(/index.html)
Lo sviluppo successivo delle grandi citta è messo in evidenza dalla seguente
CATALOGO (/CATALOGO/)
tabella.
Nel giudicare dell'incremento, molto ineguale, dei centri indicati dalla tabella,
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
bisogna tener conto anche dell'ingrandimento recente di taluni di essi per
aggregazione di comuni limitrofi (Genova, Firenze, Milano, Napoli, Reggio,
Venezia). Per maggioriLIBRI
particolari vedi alle singole
(/TRECCANILIBRI/) voci.
ARTE (/TRECCANIARTE/)
La tendenza ad affluire dalle campagne verso i grandi centri, per quanto non
abbia in Italia assunto le proporzioni
TRECCANIdimostrate da stati a più intenso sviluppo
CULTURA (/CULTURA/)
l'indole delle genti meridionali incline alla vita urbana, la malaria e la scarsità
delle acque d'alimentazione: ma riposa soprattutto su un vecchio tipo di
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
economia agraria basato sulla cerealicoltura estensiva e su colture arboree
(/index.html)
(olivo, vite), condotta col sussidio di un largo ceto di braccianti e accompagnata
CATALOGO (/CATALOGO/)
da un assai modesto allevamento animale (ovini). L'introduzione di colture
specializzate (agrumi, mandorlo, tabacco), o lo sviluppo dell'allevamento, specie
dei bovini, o il passaggio alle colture promiscue, ha, dovunque, condotto alla
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
fondazione di masserie, cascinali, case coloniche isolate. In molte regioni
meridionali, il vecchio borgo contiene ormai, dei rurali, quasi soltanto i
giornalieri: coloni, fittavoli, piccoli proprietarî
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) hanno
ARTE la casa sui fondi.
(/TRECCANIARTE/)
poi, varî distretti di vecchie e nuove bonifiche idrauliche e, qua e là, le plaghe
particolarmente favorite nelle quali si è sviluppata la piccola proprietà. L'area
della più recente bonifica padana presenta
TRECCANI invece
CULTURA un tipo intermedio di
(/CULTURA/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_Hi… 82/1196
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Maggior importanza ha avuto, specialmente in passato, il fenomeno
dell'emigrazione vera e propria, determinata anch'essa dalla crescente pressione
demografica e dalla spinta a ricercare fuori dei confini della patria fonti di
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
sussistenza e di lucro.
Il fenomeno cominciòLIBRI
ad assumere importanza
(/TRECCANILIBRI/) ARTErilevante solo nella seconda
(/TRECCANIARTE/)
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Le correnti emigratorie hanno esse pure in parte carattere temporaneo, in
parte carattere permanente. L'emigrazione temporanea è data da coloro che
abbandonano l'Italia soltanto per alcuni mesi (di solito i mesi nei quali si
attenuano da noi i lavori agricoli) e si dirige di preferenza ai paesi dell'Europa
centrale e occidentale o del bacino mediterraneo mentre l'emigrazione
permanente è data da coloro che abbandonano la patria col proposito di non
più tornarvi, almeno per lungo tempo, e si dirige soprattutto oltre Oceano.
il Veneto e la Venezia Giulia. Fino alla fine del secolo scorso il maggior numero
di emigrati veniva assorbito dall'America Meridionale (Brasile, Argentina,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Uruguay); dal 1902 passano in prima linea i paesi dell'America Settentrionale
(/index.html)
(Stati Uniti e secondariamente Canada). Ad es., nel 1895 oltre 141.000
CATALOGO (/CATALOGO/)
emigranti si diressero nell'America Meridionale, meno di 40.000 negli Stati
Uniti e Canada; nel 1913 le cifre relative erano invece 145.000 e 407.000. Dopo
la guerra il flusso tendeva a riprendere le medesime direzioni: nel 1920 meno di
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
50.000 emigranti si volsero al Brasile e agli stati del Plata, invece oltre 350.000
agli Stati Uniti e al Canada. Ma negli ultimi anni, per le limitazioni cui sopra si
è fatto cenno, l'emigrazione negli Stati Uniti ARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) è tornata ad affievolirsi, e il
(/TRECCANIARTE/)
Sulle condizioni attuali degl'Italiani residenti nei paesi che sono meta alla
nostra emigrazione, vedi sotto: il paragrafo Italiani all'estero ed i cenni sotto le
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
voci di ciascun paese.
In conclusione si può asserire che in Italia, per il costante, vivace aumento della
popolazione, la pressione demografica si manifesta, ai nostri giorni, assai
intensamente. La bonifica integrale mira sostanzialmente a mettere a
disposizione della crescente popolazione tutto il territorio nazionale comunque
utilizzabile; la disciplina delle migrazioni interne, mediante trasferimento
permanente di coloni nelle plaghe nuovamente conquistate alla coltura, mira ad
adeguare, fin dove è possibile, la densità della popolazione rurale alle risorse del
suolo. Ma con ciò non si provvede che in modesta misura alle necessità di
espansione della gente italiana, la quale è spinta naturalmente a traboccare fuori
dei confini della patria e, non trovando che spazî limitati negli attuali
possedimenti esterni, giustamente reclama più largo posto e più libero respiro
nel mondo.
Condizioni economiche.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_Hi… 86/1196
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Prodotti del suolo. - Messa a confronto con le altre due penisole dell'Europa
mediterranea, l'Italia appare
in condizioni più favorevoli dal punto di vista
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
dell'utilizzazione del suolo, sia per la presenza di una vasta pianura a nord (nella
(/index.html)
quale le condizioni climatiche sono anche propizie, per lo meno a talune
CATALOGO (/CATALOGO/)
colture erbacee più essenziali) e di altre minori pianure e fasce pianeggianti
costiere, sia per lo sviluppo delle regioni collinose, abbastanza bene innaffiate
da piogge, sia per il clima, che presenta minori contrasti in confronto all'Iberia
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
e alla Balcania. Molto più sfavorevole è invece il confronto coi paesi
dell'Europa centrale. Il suolo montuoso sottrae interamente all'Italia notevoli
spazî all'agricoltura e in altri(/TRECCANILIBRI/)
LIBRI limita le possibilità
ARTE agricole o richiede dall'uomo
(/TRECCANIARTE/)
territorio nazionale, ossia il 20,4%; come collina 124.132 kmq., cioè il 40%, e
come montagna un'area poco inferiore, 122.565 kmq., cioè il 39,6%. L'Italia
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
settentrionale ha più della metà dell'area classificata come montagna, ma circa i
due terzi dell'area di pianura. Quanto al clima, è da ricordare che in molte parti
dell'Italia peninsulare e nelle isole, la siccità estiva, spesso assai cruda e
prolungata, come si è già accennato, può essere molto nociva ai lavori agricoli e
non meno nocivo è il regime irregolare, sia come quantità sia come epoca, delle
piogge autunnali e primaverili. Il lavoro che l'uomo prodiga sul suolo non è
dunque né facile, né di esito sicuro.
di tutti i maggiori stati europei. Tuttavia, come vedremo tra breve, vi sono
ancora in Italia aree inutilizzate le quali possono essere conquistate
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
appena il 28% sono proprietarî dei terreni, interessati perciò a curarne con ogni
mezzo il massimo rendimento; il 41% sono fittavoli legati da patti agrarî di
diverso tipo; il 30% e più sonoTRECCANI
lavorantiCULTURA
alla giornata. Questi e quelli hanno un
(/CULTURA/)
CATALOGO (/CATALOGO/)
L'area coltivata a cereali non può andar soggetta a notevoli variazioni in un
paese di antico sfruttamento agricolo, come il nostro; essa occupa il 23,6% della
totale superficie territoriale (media del quinquennio 1928-32). Il frumento da
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
solo assorbe più di due terzi di quest'area, cioè circa 4.8-4.900.000 ettari, area
leggermente superiore alla media prebellica (4.790.000 ettari nel quinquennio
1909-1913) e soggetta LIBRI
a lievi oscillazioni annue.
(/TRECCANILIBRI/) ARTEIn(/TRECCANIARTE/)
linea assoluta, la maggiore
estensione di terreno coltivato a grano lo ha la Sicilia, dove la granicoltura è
tradizione antichissima, mai venuta meno; seguono, a grande distanza, l'Emilia,
la Puglia, la Toscana, il Piemonte e l'Abruzzo.
TRECCANI CULTURAMa l'area coltivata non è affatto
(/CULTURA/)
gran lunga in tutta l'Italia settentrionale (q. 21 per ha.; Lombardia 25,2; prov. di
Cremona 31,6); mentre invece nell'Italia centrale non si raccolsero che 12,2 q.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
per ettaro e nella meridionale e isole 10,1-10,2 quintali. Le differenze sono
dunque ancora molto elevate; ma la possibilità di arrivare in un prossimo
avvenire a provvedere all'intero quantitativo necessario al paese non sembra,
giudicando dai progressi fatti in pochi anni, da revocarsi in dubbio.
CATALOGO (/CATALOGO/)
La coltura del mais, che dal sec. XVI si è diffuso largamente nell'Italia
settentrionale e specie nel Veneto, è oggi in regresso. L'area coltivata, ormai di
poco superiore a 1.300.000 ettari, si è ristretta di 250.000 ettari nell'ultimo
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
ventennio, e, poiché il rendimento medio rimane stazionario anche il raccolto
tende a diminuire (18-25 milioni di q. annui; il 1932 ha segnato peraltro un
nuovo aumento). Ha nociuto a questa colturaARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) la crescente predilezione per
(/TRECCANIARTE/)
prima linea dalla Puglia, dalla Lucania, dalla Calabria, regioni dove peraltro,
anche a causa del clima,ISTITUTO
le oscillazioni annue sono molto grandi; nella
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Lombardia, in Toscana, nel Lazio, che vengono in seconda linea per entità del
(/index.html)
prodotto, i raccolti sono tuttavia meno oscillanti.
CATALOGO (/CATALOGO/)
Tra i prodotti del suolo che entrano in assai larga misura nell'alimentazione
degl'italiani sono ancora da menzionarsi la patata, i legumi, gli ortaggi. L'area
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
che l'Italia dedica alla coltura della patata (oltre 350.000 ettari, per un quarto
consociata ad altre colture) è cospicua, ma la produzione - circa 20 milioni di
quintali l'anno - non èLIBRI
adeguata. Nell'AbruzzoARTE
(/TRECCANILIBRI/) e Molise (che da solo assorbe
(/TRECCANIARTE/)
Per la produzione del vino, sono alla testa oggi il Piemonte e l'Emilia; seguono
Campania, Toscana, Puglia,
Lombardia, Sicilia, Veneto. Il vino viene in
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Tra gli alberi da frutto, il primo posto spetta agli agrumi (113.000 ettari circa,
dei quali tuttavia solo 48.000 a coltura specializzata), coltivati per tre quarti in
Sicilia, poi in Calabria, sul litorale del Lazio meridionale e della Campania, qua
e là in Sardegna, in Puglia, ecc. La produzione annua, alquanto caduta nel
periodo postbellico, tende ora a riprendere, e si ragguaglia a 7,5-8 milioni di
quintali annui, pari presso a poco alla media degli ultimi anni anteguerra. Essa
alimenta un'esportazione diretta ora soprattutto nell'Europa centrale, perché
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
agrumarî.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Gli altri alberi da frutto, numerosissimi (circa 60 specie diverse se ne
annoverano in Italia), sono coltivati in gran parte promiscuamente con altre
piante; la coltura specializzata siSCUOLA
è andata tuttavia estendendo dal 1920 in poi,
(/TRECCANISCUOLA/)
particolarmente per talune frutta di alto rendimento industriale. Tra queste si
contano il pesco, la cui coltura ha assunto carattere specializzato in alcune zone
della Romagna, della provincia di Cuneo, della
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) Riviera
ARTE di ponente, ecc.; il
(/TRECCANIARTE/)
estese, quasi dei piccoli boschi; il mandorlo, che è una coltura tradizionale
quanto l'olivo in Sicilia e in Puglia, e conferisce ivi una speciale fisionomia al
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
paesaggio; il noce e il nocciolo (Campania, Sicilia, Piemonte), il pistacchio
(Sicilia). Nell'economia italiana hanno peso soprattutto le frutta secche, che
meglio si prestano all'esportazione: in prima linea le mandorle, poi noci e
nocciole, e anche fichi e susine, che vengono seccati con diversi processi. La
produzione della frutta oscilla fra 8 e 11 milioni di quintali annui e tende ad
aumentare. In questa cifra non è compresa la produzione delle castagne, che da
sola raggiunge i 5,5-6 milioni di quintali con tendenza all'aumento. Per
estensione dei castagneti (in complesso oltre 600.000 ettari) e per entità di
produzione ha il primato la Toscana; seguono la Liguria, il Piemonte, la
Calabria, l'Emilia.
La maggior parte delle colture alimentari che abbiamo fin qui menzionato è di
antica introduzione in Italia; il Medioevo ha veduto la diffusione di uno solo fra
i cereali, il riso; dall'America sono venuti il mais e la patata; dall'Oriente nel
Medioevo gli agrumi e qualche altro albero da frutta di modesto valore; in
epoca ancora più recente talune colture orticole. Diverso è invece il caso per le
colture di piante che forniscono materie prime all'industria.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Tra le piante tessili, quella di più antico uso in Italia, il lino, ha ormai poca
importanza; la coltura del
lino per fibra, sparsa in varie parti d'Italia (Sicilia,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
col variare della convenienza di adibire a questa coltura terreni che sono adatti
anche per altro. La produzione è alquanto aumentata rispetto al periodo
prebellico; il massimo fu toccato nel 1925
TRECCANI con oltre
CULTURA 1.200.000 quintali, poi si
(/CULTURA/)
ebbe una diminuzione, sensibile soprattutto negli anni 1931-32 (1932: 555.000
quintali). Va ricordato che, mentre nell'U. R. S. S. la canapa viene in gran parte
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
consumata in paese, l'Italia dedica circa i due terzi del suo prodotto
all'esportazione ricavandone considerevoli benefici; è perciò il primo stato
esportatore del mondo e ha il massimo interesse a conservare tale primato, il
che giustifica l'attenzione conferita oggi a questa nostra coltura.
La coltivazione del cotone, che ancora poco più di mezzo secolo fa era
discretamente diffusa in Sicilia e dava un prodotto annuo di circa 300.000
quintali (cotone greggio), ora è limitata ad alcune aree molto ristrette della
pianura di Gela e regioni vicine, e, nonostante il lieve incremento degli ultimi
anni precedenti alla presente crisi cotoniera, contribuisce in misura
assolutamente infima al fabbisogno dell'industria nazionale. La cotonicoltura
sembra tuttavia suscettibile di qualche maggiore sviluppo, oltre che nella Sicilia
meridionale, anche in Sardegna, nel Tarantino, in Calabria, sempre col sussidio
dell'irrigazione.
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Per il tabacco, che, sia per la lavorazione sia per la vendita, è monopolio dello
stato, l'introduzione e lo sviluppo sono ancor più recenti. Tanto l'area destinata
alla coltura, che supera ormai TRECCANI
i 40.000 ettari,
CULTURA quanto la produzione, crescono di
(/CULTURA/)
anno in anno. Poco meno della metà dell'area coltivata è in Puglia (Leccese),
dove s'incontrano condizioni favorevoli di clima e anche di suolo ma parecchie
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
varietà si coltivano oggi nel Veneto, in Campania (Terra di Lavoro, agro di
Salerno), in Toscana, nell'Emilia, nell'Umbria. La produzione, salita sopra i
500.000 quintali (quasi quintuplicata rispetto agli ultimi anni prebellici),
sopperisce ormai per quattro quinti al consumo, pur sempre crescente, del
paese, mentre prima della guerra le nostre fabbriche importavano dall'estero
oltre il 70% del tabacco in foglie. Della gelsicoltura si farà cenno più avanti
parlando dell'industria serica.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
I boschi occupano in Italia circa 49.800 kmq. (esclusi i castagneti) dei quali poco
più di 1500 appartengono al demanio forestale dello stato; l'Italia, con una
percentuale del 16% di foreste sull'area totale, è uno fra i paesi più poveri di
boschi di tutta l'Europa, preceduto solo dalla Gran Bretagna (4%), dall'Olanda
(8%), dalla Danimarca (9%). Ma mentre in questi paesi, come in altri
dell'Europa centrale, il bosco è stato estirpato per far posto alle coltivazioni o ai
prati artificiali, in Italia, purtroppo, non sempre è avvenuto così.
lasciarle in preda agli agenti atmosferici e alle acque selvagge, che hanno ormai
messo allo scoperto la roccia
viva, desolata, priva di ogni sorta di mantello
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
che oggi vengono adoperate per la preparazione della pasta da carta. Lo stato
italiano promuove attualmente ultimi
notevoli lavori di rimboschimento; negli
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Per concludere quanto riguarda i prodotti del suolo, si ricorderà che nell'Italia,
paese a popolazione molto densa e in forte incremento, paese nel quale le aree
destinate a uso agrario sono giàSCUOLA
proporzionalmente estesissime, il problema di
(/TRECCANISCUOLA/)
utilizzare queste aree nel modo più razionale e di conquistare nuovi spazî per le
coltivazioni, in una parola il problema della migliore valorizzazione del
territorio nazionale per i bisogni
LIBRI presenti e per
(/TRECCANILIBRI/) l'incremento
ARTE futuro del paese, è
(/TRECCANIARTE/)
un problema di altissimo interesse sociale. Esso non può perciò essere lasciato
all'iniziativa privata, ma deve essere affrontato dallo stato in modo totalitario.
A ciò tendono i provvedimentiTRECCANI
per la bonifica
CULTURAintegrale
(/CULTURA/)(per i quali v. bonifica).
Qui giova avvertire tuttavia che tali provvedimenti non riguardano soltanto la
sistemazione idraulica dei terreni acquitrinosi e il loro risanamento, ma anche
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
l'utilizzazione di terreni aridi, che hanno piogge scarse e irregolari; la
preservazione della montagna dalla degradazione per opera delle acque
selvagge, delle frane, delle alluvioni; il restauro e la redenzione di aree lacerate
da calanchi; la protezione del bosco; il miglioramento dei pascoli montani. I
provvedimenti per la bonifica integrale si collegano perciò a tutti quelli che
riguardano la regolarizzazione e l'uso delle risorse idriche, e ancora a quelli che
concernono le migrazioni interne, mediante le quali si provvede al
popolamento dei territorî nuovamente conquistati all'agricoltura. Per dare una
idea dei progressi conseguiti in questa opera grandiosa, complessa e molteplice,
si dirà che dal 1865 in poi si sono bonificati oltre 15.000 kmq. di territorio
nazionale e che il complesso dei territorî ai quali si estendono le diverse opere
di bonifica previste dalle leggi attuali abbraccia oltre 37.000 kmq. La
distribuzione delle bonifiche attuali o in corso è dimostrata dalla cartina a
pagina 757.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 100/1196
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ovini sui bovini e suini, degli asini e muli sui cavalli. Ciò deriva dal fatto che
(/index.html)
all'allevamento bovino si presta in modo egregio soltanto la grande Pianura
CATALOGO (/CATALOGO/)
Padano-veneta, con le sue vaste superficie di prati artificiali e le estese
coltivazioni di piante foraggere ad alto rendimento. Qui solamente
l'allevamento bovino può essereSCUOLA esercitato nelle forme più razionali e si associa
(/TRECCANISCUOLA/)
all'agricoltura; i bovini sono stabulati nelle vaste aziende agricole, che pertanto
utilizzano direttamente il concime naturale: una medesima azienda può
dedicarsi alla cerealicoltura o ad altre coltivazioni
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) e nello stesso tempo
ARTE (/TRECCANIARTE/)
all'industria dei latticinî, che è di fatto fiorentissima. Oltre che nella pianura del
Po, l'allevamento si esercita anche in talune pianure litoranee della penisola e si
unisce all'agricoltura in Toscana, nelle Marche,
TRECCANI ecc., senza tuttavia dar
CULTURA (/CULTURA/)
generalmente vita a grandi aziende come nella Pianura Padana. Dei 6.892.000
bovini censiti al 10 marzo 1930 (ultimo censimento agricolo) il 65% erano nelle
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
quattro regioni (Piemonte, Lombardia, Veneto, Emilia) che si dividono la
Pianura Padano-veneta. Nella zona alpina una parte del bestiame utilizza in
estate i pascoli d'alta montagna, dove esistono perciò dimore temporanee e
costruzioni adibite all'industria dei latticinî (alpi, casere, malghe, ecc.). I bovini
sono in aumento: erano 4¾ milioni nel 1881 (vecchi confini), 6.240.000 nel
1918. La Pianura Padano-veneta ha anche il predominio per i suini (una metà
circa del totale, che è di 3.150.000 circa), i quali tuttavia sono discretamente
diffusi anche altrove, nell'Italia peninsulare, in Calabria, in Sardegna.
L'aumento dei suini è stato maggiore di quello dei bovini; il numero calcolato
nel 1881 (1.165.000) era raddoppiato nel 1918 (2.340.000) e poi si è ancora
accresciuto notevolmente.
I prati più magri e i pascoli naturali della penisola e delle isole, a clima più
secco, sono invece campo all'allevamento degli ovini, che dà luogo a un altro
tipo di economia, interamente separato da quella agricola, anzi talora almeno in
parte in contrasto con essa. I pastori utilizzano in estate gli alti pascoli
appenninici, spesso magrissimi, e d'inverno conducono i greggi nelle pianure
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 101/1196
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quelle invernali, che lunghe vie, riserbate ai periodici spostamenti dei greggi
(/index.html)
(tratturi, trazzere), congiungono. I greggi dimorano all'aperto, sia d'estate sia
CATALOGO (/CATALOGO/)
d'inverno. Queste abitudini risalgono a tempo remotissimo (se ne ha chiara
notizia già nell'età classica), anzi un tempo erano diffuse anche nell'Italia
settentrionale, dove del resto non sono(/TRECCANISCUOLA/)
SCUOLA del tutto scomparse; nel Mezzogiorno
sono regolate da norme governative, che risalgono al Medioevo. Ma
l'allevamento ovino è in complesso in forte diminuzione. Verso la fine del
Medioevo si vuole cheLIBRIil Tavoliere di Puglia ospitasse
(/TRECCANILIBRI/) d'inverno 4½ milioni di
ARTE (/TRECCANIARTE/)
I pochi bufali che si trovano nella Campagna Romana, in Terra di Lavoro, nella
piana di Pesto, sono in diminuzione (16.000 nel 1930 in confronto a 24.000 nel
1918). I cavalli (975.000) sono numerosi in Lombardia (1/5 circa), nel Veneto,
nell'Emilia, ma anche nella Campagna Romana, in Puglia e in Sicilia; gli asini
(870.000) e i muli (465.000) si trovano numerosi in Sicilia, in Campania, nel
Lazio, ecc.; tutte e tre queste categorie di equini hanno subito una diminuzione
rispetto al 1918.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 102/1196
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è rimasta, in gran parte d'Italia, alle condizioni della piccola pesca costiera,
esercitata con navi a vela e con pratiche antiquate; la pesca d'alto mare, con
battelli a propulsione meccanica, viene CULTURA
TRECCANI esercitata, oltre che nell'alto Adriatico
(/CULTURA/)
La pesca nei fiumi e nei laghi ha poca importanza, ed è assai trascurata, mentre
sembrerebbe suscettibile di grande sviluppo. Notevole è l'allevamento
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
delle
anguille e di altri pesci nelle valli da pesca e lagune dell'Estuario Veneto e nelle
(/index.html)
Valli di Comacchio; di recente sviluppo l'ostreicoltura nel Mar Piccolo di
CATALOGO (/CATALOGO/)
Taranto, nel Lago Fusaro presso Napoli e altrove.
Prodotti minerarî. - Nel complesso l'Italia non è molto favorita per le risorse
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
del sottosuolo; un paese minerario non è stato mai, ma oggi le sue condizioni
d'inferiorità, rispetto, non solo ai grandi stati extraeuropei meglio dotati, ma
anche alla maggior parte di quelli europei, derivano essenzialmente da due
cause: da un lato dalla penuria di alcuni prodotti, dei quali il bisogno e il
consumo sono cresciuti a dismisura in tempi recenti (combustibili fossili,
petrolio, ferro, rame, ecc.), dall'altro dalla esiguità e dalla disseminazione di
molti giacimenti minerarî, che ne rendono oggi economicamente poco
conveniente l'utilizzazione, praticata invece sovente con profitto in passato,
quando tutte le industrie avevano un raggio più limitato.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 104/1196
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Tra i prodotti delle miniere vere e proprie il primo posto per valore spetta allo
zolfo, che si rinviene qua e là in tutto il Subappennino, in una caratteristica
formazione miocenica, che si dice formazione gessoso-zol ifera, ma, come si è
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
detto or ora, dà luogo a sfruttamento soprattutto in Sicilia (zolfare della
provincia di Agrigento e Caltanissetta) e secondariamente in Romagna. La
produzione italiana, che culminò
LIBRI nel periodoARTE
(/TRECCANILIBRI/) 1899-1905 ed era allora in prima
(/TRECCANIARTE/)
linea in tutto il globo, decadde di fronte alla concorrenza degli Stati Uniti, che
dànno oggi un prodotto all'incirca triplo di quello italiano. Questo si aggira
intorno a 2-2,3 milioni di tonnellate di minerale, pari a 325-350.000 tonn.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Per la produzione del ferro il centro più importante è tuttora l'isola d'Elba;
vengono poi le miniere della Val d'Aosta (Cogne), della Val Camonica e regioni
vicine, e della Sardegna (Iglesiente, Nurra); fra queste ultime alcune, attivate
durante la guerra mondiale, sono ora inattive; si cerca infatti di risparmiare, fin
dove è possibile, le modeste riserve italiane (forse appena 150 milioni di
tonnellate di minerale, secondo calcoli di grande approssimazione). La
produzione del minerale, che era di circa 560.000 tonn. annue nell'ultimo
quinquennio prebellico, si avvicinò a 1 milione durante la guerra (994.000
tonn. nel 1917), poi cadde; dal 1925 è in ripresa e nel 1929-30 raggiunse di
nuovo le 700.000 tonn. In questa cifra non sono comprese le piriti di ferro, che
si estraggono largamente (per un quantitativo press'a poco eguale) soprattutto
nella Catena Metallifera toscana. La produzione è diminuita nel 1931-32. Per i
minerali di piombo e zinco, l'Italia viene terza in Europa, ma a grande distanza
dopo la Spagna e la Prussia; la produzione raggiunge 200-280.000 tonnellate
annue, per tre quarti dall'Iglesiente (inoltre Catena Metallifera toscana; miniera
dell'Agordino, ecc.). Associato ai minerali di piombo (soprattutto alla galena) si
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 105/1196
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trova l'argento (circa 15.000 kg. annui estratti). In progresso è l'estrazione della
bauxite, che data, si puòISTITUTO
dire, dal 1920 (90.000 tonn. nel 1926; 192.000
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
nel 1929
e 161.000 nel 1930; nel 1931 si verificò una forte diminuzione,
(/index.html)
presumibilmente temporanea) dalla quale si ricava l'alluminio (miniere in
CATALOGO (/CATALOGO/)
Abruzzo e in Istria), ma il prodotto è ben lontano dal bastare al fabbisogno
italiano, che va aumentando di anno in anno, come in tutti i paesi civili
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
L'Italia ha il primato nel mondo per la produzione del mercurio, fornito dalle
miniere del M. Amiata (Toscana) e d'Idria (Gorizia) (220-240.000 tonn. annue
di minerale pari a 2000LIBRI
tonn. di mercurio metallico)
(/TRECCANILIBRI/) e ha qualche miniera di
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Veneto e della Venezia Tridentina, cioè dell'Italia alpina, che ha fiumi più
copiosi d'acque e regime più regolare; l'impianto più grandioso è quello
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) di
Cardano sull'Isarco (182.000 kW. di potenza installata); altri otto impianti
(/index.html)
superano i 50.000 kW. Seguono per importanza il Lazio (impianti sull'Aniene),
CATALOGO (/CATALOGO/)
l'Umbria (Nera e Velino), l'Abruzzo (Pescara), la Calabria (Ampollino e Neto).
Altri grandi impianti sono in corso d'esecuzione.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Nonostante le numerose e diligenti ricerche proseguite negli ultimi anni,
scarsissima è la produzione del petrolio; le tasche oggi utilizzate si trovano
quasi soltanto al piede LIBRI
delle(/TRECCANILIBRI/)
ultime propagginiARTE
appenniniche degradanti verso la
(/TRECCANIARTE/)
Altri prodotti, che hanno qualche importanza in Italia, sono la grafite (Cuneo,
Carrara: 6-7000 tonnellate annue); l'allumite (Tolfa presso Civitavecchia: 825
tonn. nel 1930); il salgemma (quasi solo in Sicilia: 60-70.000 tonnellate annue).
Più ricca è la produzione di sale marino (500-650.000 tonn. annue), che si
ottiene da sei o sette saline attive (Cagliari, la più importante per produzione;
Margherita di Savoia, in Puglia; Pirano; Cervia; Comacchio; Tarquinia;
Trapani; Siracusa); ad essa si aggiunge il sale di sorgente (saline di Volterra).
Tra i prodotti delle cave, vengono anzitutto i marmi, i quali anzi, ragguagliati
in valore, hanno il primo posto assoluto tra i prodotti del sottosuolo italiano, a
causa dell'alto pregio del marmo bianco statuario delle Alpi Apuane, che ha
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Un'altra ricchezza del sottosuolo, di cui l'Italia è ben provvista, è infine offerta
dalle sorgenti minerali, ora a temperature elevate
TRECCANI CULTURA (termali) soprattutto nel
(/CULTURA/)
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presso la cerchia alpina, sin da tempo remoto, quando cioè dalle Alpi proveniva
(/index.html)
principalmente la materia prima. Per altri rami delle industrie chimiche,
CATALOGO (/CATALOGO/)
metallurgiche, meccaniche, infine evidente la localizzazione in prossimità dei
grandi nodi delle comunicazioni, i più adatti a favorire in larga misura
l'irraggiamento dei prodotti. SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Per il complesso di queste cause, piuttosto che per maggiore attitudine della
popolazione o per altriLIBRI
fattori d'ordine storico-sociale,
(/TRECCANILIBRI/) le regioni più industriali
ARTE (/TRECCANIARTE/)
a 202 per la Liguria, a 192 per il Piemonte; prossime alla media del regno, ma
un po' al di sopra, erano la Venezia Giulia, il Lazio, la Toscana, poco al di sotto
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
il Veneto (con la Venezia Tridentina) e l'Emilia; tutti gli altri compartimenti
venivano molto addietro.
L'allevamento dei suini, che prospera pure, come si è veduto, nella Pianura
Padano-veneta, ma anche nell'Italia centrale, ecc., alimenta la fiorente
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
industria
dei salumi. Dello zuccherificio si è già parlato precedentemente.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Altre industrie alimentari sono localizzate presso i centri maggiori di consumo
o presso i porti, come il pastificio (Napoli e dintorni, Roma, Genova),
l'industria delle conserve alimentari, delle marmellate, della cioccolata.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Meritano d'essere ricordate anche l'industria della birra, che ha svincolato quasi
interamente l'Italia dall'importazione estera, ma che tuttavia non può avere
grande diffusione in unLIBRIpaese così riccamenteARTE
(/TRECCANILIBRI/) dotato di vini; la preparazione
(/TRECCANIARTE/)
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nel quale l'attività marinara è cosi antica e sviluppata (grandi cantieri della
(/index.html)
Liguria, di Livorno, Napoli, Palermo, ecc.); poi il materiale ferroviario
CATALOGO (/CATALOGO/)
(locomotive, vagoni, caldaie, rotaie), le biciclette e motociclette, le automobili e
gli autocarri, industria recente che ha assunto grande sviluppo a Torino e
Milano, infine gli aeroplani. Il progresso di questi più recenti rami
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
dell'industria meccanica ha messo l'Italia in grado di concorrere con altri paesi
europei nella conquista di mercati esteri.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Industrie tessili. - Per il peso che hanno nell'economia generale dello stato
italiano, il primo posto fra le industrie spetta di gran lunga alle industrie tessili:
sono quelle che hanno fatto in tempi recenti i maggiori progressi; occupano
normalmente circa 650.000 persone, il 16% della popolazione totale addetta alle
industrie, e determinano un movimento di denaro che, tra importazioni ed
esportazioni, si avvicina a 10 miliardi di lire. Primeggia il setificio, per il quale
l'Italia ha un posto assolutamente preminente in Europa. Esso si è localizzato
nell'Italia settentrionale, dove il gelso trova condizioni favorevoli di sviluppo
nelle regioni collinose subalpine (p. es., sugli anfiteatri morenici) e nell'alta
pianura, e dove perciò la bachicoltura ha potuto assumere grande sviluppo
come occupazione domestica, cui attende soprattutto l'elemento femminile. Su
52,7 milioni di kg. di bozzoli prodotti nel 1930, l'85% furono dati dalla
Lombardia (35% circa), dalla Venezia Euganea (circa altrettanto) e dal
Piemonte presi insieme. La bachicoltura ha ancora qualche importanza
nell'Emilia, nelle Marche, nella Toscana, in Calabria, nella Venezia Tridentina.
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nella produzione dei tessuti le due provenienze non sono ben distinte
statisticamente. Questa del rayon è un'industria recentissima, che si è
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
sviluppata in Italia con grande rapidità, a causa del buon mercato del prodotto;
dal 1926 al 1929 la produzione (esclusi i cascami) è più che triplicata superando
i 32 milioni di kg. annui (massimo 34,6 nel 1931); gli stabilimenti di
produzione (27) sono localizzati nel Piemonte e in Lombardia. Sulla
produzione totale dei manufatti serici (seta naturale e rayon) non si hanno
statistiche precise, ma ce ne possiamo fare un'idea, considerando che almeno
una metà, e forse più, del prodotto è normalmente inviata all'estero. E le
esportazioni, in continuo aumento dal 1922 al 1927, hanno in quest'anno
raggiunto 1182 milioni di lire (ragguaglio al valore attuale) mantenendosi sopra
al miliardo anche nei due anni successivi; la diminuzione, molto considerevole
nel 1930 (737,4 milioni di lire, rappresentata per 244,1 milioni da manufatti di
seta e 493,3 da manufatti di rayon) è dovuta non tanto a contrazione nell'entità
della merce esportata, quanto alla crescente proporzione dei manufatti di
rayon, che valgono assai meno, e al ribasso generale dei prezzi. Le esportazioni
hanno due direzioni principali: in prima linea l'Europa centro-occidentale
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Un altro ramo dell'industria tessile, con tradizioni antiche in Italia, è quella
laniera, un tempo alimentata in massima parte da materia prima italiana. Oggi
peraltro la produzione italiana di lana greggia è relativamente scarsa (180-
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
200.000 q. di lana sudicia; 90-100.000 q. di lana lavata di cui forse la metà
impiegata per filatura) perché l'allevamento ovino si volge piuttosto a ricavare
latte e carne: la maggior parte
LIBRI delle lane lavorate
(/TRECCANILIBRI/) ARTEnegli stabilimenti sono
(/TRECCANIARTE/)
fusi; le tessitorie dispongono di 8000 telai. Gli operai impiegati sono 20-25.000
(/index.html)
(oltre 5-6000 occupati nella fabbricazione di cordami di canapa). Filati, tessuti e
CATALOGO (/CATALOGO/)
cordami sono largamente esportati; a partire dal 1930, in conseguenza della
depressione economica generale, le esportazioni si sono notevolmente
contratte. SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
quanto lavori quasi interamente materia prima importata dall'estero. Nel 1871
il cotone greggio importato per alimentare l'industria italiana era di circa
270.000 quintali; alla fine del secolo
TRECCANIeraCULTURA
salito a (/CULTURA/)
oltre 1¼ milioni, negli ultimi
anni si è aggirato intorno a 2-2½ milioni (scendendo solo a 1,7 milioni nel 1931
per effetto della depressione economica attuale). Il progresso era stato dunque
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
assai notevole. Il cotone greggio viene in massima parte dagli Stati Uniti, poi
dall'India e dall'Egitto. L'industria cotoniera occupa normalmente ben 250.000
operai e dispone di circa 6 milioni di fusi (di filatura e torcitura) e di 150.000
telai meccanici; di questi circa 100.000 spettano agli stabilimenti lombardi; oltre
30.000 ai piemontesi; 7000 al Veneto; seguono la Liguria, la Toscana, la
Campania. Si producono in media 2 milioni di quintali di filati (media 1926-
29), che provvedono al consumo nazionale (fortemente contratto nel 1930),
lasciando un margine del 10-12% e più per l'esportazione; la produzione dei
tessuti raggiunge 1,5 milioni di quintali, dei quali all'incirca un terzo si esporta.
L'esportazione si rivolge ai paesi balcanici (Iugoslavia, Romania, Bulgaria,
Grecia), alla Turchia, all'Egitto, all'India; al Levante insomma, nel quale lo
smercio italiano anzi si irradia sempre più, conquistando mercati assai lontani
(i tessuti arrivano ora anche nelle Indie Olandesi). Fra i paesi americani è
cliente dell'Italia, in misura assai larga, solo la Repubblica Argentina. Ancora
nel 1930, anno in complesso poco lieto per l'industria cotoniera italiana, l'Italia
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ha esportato per oltre 1,4 miliardi di lire di prodotti derivati dal cotone
(materie gregge, semilavorate
e finite), valore che supera, sebbene di poco,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Da ultimo, fra le industrie tessili che lavorano materiale importato, è da
ricordare lo iutificio, che importa per 500-550.000 quintali di fibra
(principalmente dall'India) e la SCUOLA
trasforma in sacchi, tessuti varî e altri manufatti,
(/TRECCANISCUOLA/)
in parte notevole esportati. Gli stabilimenti sono concentrati a Terni,
Alessandria, Bergamo e dintorni.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Industrie chimiche. - Un altro ramo d'industrie di recente diffusione in Italia, e in
sempre crescente sviluppo, è quello che viene genericamente designato col
nome d'industrie chimiche.
Altre industrie. - Un'industria molto recente è quella del caucciù, che lavora
materia prima importata (in massima parte da Ceylon, dall'Indocina, dalle Isole
della Sonda) e la trasforma nei più svariati articoli (rivestimenti per condutture
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(/index.html)
Un'industria antica e fiorente è quella della carta; i maggiori stabilimenti (385
CATALOGO (/CATALOGO/)
in tutto) sono localizzati nelle provincie di Novara (Varallo, Borgosesia,
Serravalle e Romagnano), Varese, Vicenza (Arsiero), Ancona (Fabriano),
Roma (Tivoli) e Frosinone (Ceprano, Isola del Liri); la materia prima (pasta di
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
legno e cellulosa) è quasi tutta importata; la produzione si avvicina a 3,5 milioni
di quintali annui.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Tra le minori industrie, molto florida e diffusa è quella dei mobili; grandi
fabbriche si hanno principalmente in Lombardia (Milano, Monza, Varese,
Cantù, Brianza); ma le fabbriche piccole, molto attive, sono sparse un po'
dappertutto. Infine si ricordano le industrie delle pelli e derivati, alimentate in
gran parte da prodotti nazionali (guantificio, calzaturificio), le industrie
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
CATALOGO (/CATALOGO/)
Commercio. - Allorché, nel 1870, l'Italia raggiunse la sua unificazione politica,
gravissimi ostacoli si frapponevano ancora agli scambî commerciali e ai traffici
fra le varie parti del nuovo stato, tanto esteso in senso meridiano e tanto
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
accidentato: le comunicazioni ferroviarie erano del tutto inadeguate, anche la
viabilità ordinaria era insufficiente e non omogenea. Moltissimo si è fatto da
allora per agevolare e intensificare le relazioniARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) d'ogni specie fra le diverse
(/TRECCANIARTE/)
progressi dal principio del sec. XX, sia per il considerevole slancio delle
industrie italiane, sia per
lo sviluppo della navigazione e dei porti, cui si
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Lo squilibrio nella bilancia commerciale, che era dunque di circa 3,6 miliardi di
lire attuali nel quinquennio prebellico, salito alla(/CULTURA/)
TRECCANI CULTURA enorme cifra di quasi 30
miliardi nel 1918, è disceso a poco più di 5 miliardi annui nel 1930 e tende a
diminuire ancora; dal 1921, anno nel quale, nel periodo postbellico, si ebbe il
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
minimo delle importazioni, queste sono nuovamente cresciute fino al 1928, per
poi ancora diminuire; le esportazioni tendevano invece a crescere con
confortante slancio, prima che intervenissero i sintomi dell'attuale depressione
economica mondiale. Giova peraltro avvertire - come confortante indice del
progresso industriale italiano - che il confronto dell'attuale commercio estero
con quello del periodo prebellico, dimostra una chiara tendenza verso una
riduzione degli acquisti italiani all'estero in prodotti fabbricati e verso una
maggiore importazione di merci gregge occorrenti alle industrie italiane; a
questa tendenza fa riscontro la minore esportazione di merci gregge e
semilavorate e la maggiore esportazione di manufatti e prodotti finiti.
oltre 3 nel 1929), dai tessuti di cotone (1-1,3 miliardi), dagli agrumi, frutta,
ortaggi, dai latticinî (formaggi, è
ecc.), dalle automobili. In tutti questi rami
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Ma, accanto a questi pochi paesi, che pesano per la massa del traffico, non
vanno dimenticati i molti, verso i quali, sia pure con corrente di minore
intensità, irraggiano le esportazioni italiane. Ora è sintomatico il fatto che
queste correnti minori, ma vivaci, sono quasi interamente rivolte all'Oriente:
agli stati balcanici, all'Egitto, alla Turchia, all'India, e oggi anche verso paesi più
lontani. E da questi stessi paesi vengono in misura considerevole anche materie
prime per le industrie e perfino prodotti alimentari. Modesti sono ancora i
traffici italiani con i paesi africani (Egitto escluso), anche con le sue colonie;
ma, prima del periodo di depressione economica generale, essi tendevano
tuttavia a estendersi e a intensificarsi: anche l'Italia seguiva dunque la tendenza
generale dell'Europa a stringere sempre più i rapporti commerciali con quel
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continente che, per la sua vicinanza, per le sue possibilità economiche e per la
sua situazione politica, ISTITUTO
si configura sempre meglio come il più naturale
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Come chiusa di questo esame delle condizioni economiche attuali dell'Italia,
riferiamo i dati sull'entità numerica degli addetti alle categorie principali di
occupazioni, secondo il censimento del 1921 (i dati corrispondenti per il 1931
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
non sono ancora conosciuti). Si avevano allora oltre 10.275.000 persone
occupate nell'agricoltura nelle attività connesse con le foreste e nella pesca (pari
al 55,7% della popolazione
LIBRI lavoratrice), oltre ARTE
(/TRECCANILIBRI/) 4.220.000 persone occupate nelle
(/TRECCANIARTE/)
Comunicazioni.
Ferrovie. - Come già si è accennato, la natura del paese oppone molto gravi
ostacoli alla creazione di una rete organica di comunicazioni rapide,
pienamente rispondenti alle moderne esigenze del trasporto di merci e
viaggiatori tanto entro i confini del regno, quanto fra il regno e gli stati
limitrofi. Alla configurazione allungata nel senso della latitudine, onde fra gli
estremi punti settentrionali e meridionali intercorrono distanze maggiori che
in altri stati molto più estesi, si aggiungono la presenza del sistema montuoso
appenninico, che ostacola le comunicazioni dirette fra i due mari principali, la
struttura geologica sfavorevole di molte plaghe, dove la presenza di rocce
argillose, instabili e franose, rende difficile la costruzione e costosa la
manutenzione delle strade ordinarie e ferrate, il carattere irregolare di molti
corsi d'acqua, le cui ampie vallate soggette a inondazioni debbono essere
piuttosto sfuggite che ricercate dalle vie di comunicazione, infine la presenza,
soprattutto in passato, di zone paludose lungo le coste, evitate anche per
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antichi stati.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Il primo tronco ferroviario italiano, da Napoli a Portici, fu aperto il 4 ottobre
1839; prima del 1850 non esistevano in Italia più di 600 km. di ferrovie. La
lunghezza totale era salita a 6200 km. nel 1870, al momento dell'unificazione,
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
ma si aveva a che fare, in parte almeno, con linee create per servire i singoli
stati e non nell'interesse del traffico attraverso il nuovo stato unitario. Dal 1870
in poi grandi progressiLIBRI
sono(/TRECCANILIBRI/)
stati effettuati, mercé l'intervento diretto del
ARTE (/TRECCANIARTE/)
La rete, ragguagliata a circa 20.000 km. prima della guerra mondiale, è salita (1°
gennaio 1932) a 22.522 km., e a 26.557 se s'includono le ferrovie secondarie e le
tramvie extraurbane. Sono a scartamento normale circa 21.700 km. e di questi
circa 3000 km. a trazione elettrica. Allo stato appartengono 16.850 km., dei
quali oltre 4000 a doppio binario e 1940 a trazione elettrica. Questo sistema di
trazione è stato notevolmente sviluppato negli ultimi anni, anche in linee di
primaria importanza (come la Modane-Torino-Genova-Livorno, la più lunga
linea a trazione elettrica attualmente in esercizio in Italia); alla fine del 1931 si
avevano in complesso in Italia oltre 3400 km. di linee elettrificate (comprese le
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Come media si hanno in Italia poco più di 8 km. di ferrovie per ogni 100 kmq.,
mentre nella Gran Bretagna se ne hanno 13, nella Germania 12, nella Francia
10 (nel Belgio 37). In relazione SCUOLA
alla popolazione si hanno poco più di 5 km. per
(/TRECCANISCUOLA/)
ogni 10.000 abitanti (Francia 13, Germania 9, Gran Bretagna 8, Belgio e
Svizzera 14). Nessun centro comunale italiano dista più di 50 km. da una
stazione ferroviaria. LaLIBRI
rete(/TRECCANILIBRI/)
più fitta si ha nella Pianura
ARTE Padano-veneta, sia
(/TRECCANIARTE/)
perché ivi mancano grandi ostacoli naturali, sia soprattutto perché qui è la sede
delle più fiorenti e sviluppate industrie. Due sono le massime arterie di questa
regione, una corrente ai piedi TRECCANI
delle AlpiCULTURA
(Torino-MilanoVerona-Venezia
(/CULTURA/) -
Udine-Trieste) e una ai piedi dell'Appennino (Alessandria-Piacenza-Bologna-
Rimini); esse sono riunite da numerose trasversali (principali: Torino -
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Alessandria; Milano-Bologna; Verona-Bologna; Venezia-Ferrara-Bologna,
ecc.). Grandi nodi ferroviarî sono Milano, Torino, Verona, Bologna e Venezia-
Mestre. Alle anzidette linee si allacciano da un lato quelle che traversano le
Alpi, conducendo in Francia (Torino-Nizza e Torino-Modane; inoltre la
litoranea Genova-Nizza-Marsiglia), in Svizzera (Milano-Domodossola-Briga e
Milano-Chiasso-Lucerna), in Austria (Verona-Bolzano-Innsbruck e Bolzano-
Lienz; Venezia-Udine-Villaco), nella Iugoslavia (Trieste - Postumia - Lubiana;
e Fiume - Zagabria), dall'altro le linee per l'Italia peninsulare. In questa, due
linee longitudinali di grande traffico corrono lungo la costa o a breve distanza
da essa, l'una da Genova (anzi dal confine francese a Ventimiglia) per Livorno,
Roma e Napoli, fino a Reggio Calabria, l'altra da Rimini, per Ancona, Foggia e
Bari a Brindisi, e da Bari, per Taranto, a Reggio Calabria. La più importante
linea longitudinale interna è quella da Bologna, per Firenze, a Roma e a Napoli;
essa varca l'Appennino toscano a notevole altezza (616 m.). L'Appennino è poi
valicato da una decina di linee trasversali (v. appennino). Le ferrovie che fanno
capo a Reggio Calabria sono collegate mediante ferry-boats alla rete sicula, che
ha per principali arterie la Messina-Palermo e la Messina-Catania-Siracusa. Le
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Nell'Italia meridionale e nelle isole, dove, per il mediocre sviluppo delle
industrie, il traffico è ancora modesto, il collegamento di molti centri minori
alle ferrovie principali si effettua mediante linee secondarie a scartamento
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
ridotto, molte delle quali sono notevoli per l'ardimento con cui superano i forti
dislivelli mediante ingenti opere d'arte o con applicazioni di sistemi eccezionali
di trazione (cremagliera).LIBRIInvece nelle regioniARTE
(/TRECCANILIBRI/) nelle quali il movimento è
(/TRECCANIARTE/)
l'Appennino in una nuova galleria lunga circa km. 18,5, la più lunga in
territorio interamente italiano e la seconda del mondo per lunghezza, dopo la
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
galleria del Sempione.
Nel complesso circolarono negli ultimi anni (1925-29) sulle ferrovie dello stato
circa 108-115 milioni di viaggiatori e 55-65 milioni di tonnellate di merci
l'anno (escluso il bestiame); si aggiungono ad essi 60-70 milioni di viaggiatori e
9-10 milioni di tonnellate di merci trasportate nelle ferrovie private (escluse le
tramvie). Dal 1930 la depressione economica generale ha prodotto
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naturalmente una forte restrizione del traffico: tra il 1929 e il 1931 è diminuito
del 24% il numero dei viaggiatori dalle
e del 27% il peso delle merci trasportate
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
ferrovie statali.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Strade. - La rete delle strade ordinarie accessibili a veicoli a ruote supera i
225.000 km.; oltre 20.000, costituenti la rete delle grandi comunicazioni, sono
di pertinenza dello stato, e un'apposita azienda, l'Azienda autonoma della
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
strada, ne cura la manutenzione e il miglioramento, in relazione allo sviluppo
del traffico. Anche le strade ordinarie sono diventate, infatti, mezzi di
comunicazione rapida,LIBRImercé lo sviluppo dell'automobilismo,
(/TRECCANILIBRI/) che si va
ARTE (/TRECCANIARTE/)
di nuovo questa cifra nel 1924, poi ha continuato a crescere, pur con
interruzioni, toccando ISTITUTO
nel 1929(/ISTITUTO/)
il massimo MAGAZINE
di 39,5 milioni; sono
in seguito si
(/MAGAZINE/)
fatti sentire gli effetti della crisi economica mondiale, che ha prodotto una
(/index.html)
sensibile restrizione del traffico nel 1930 e una più considerevole nel 1931 (34,5
CATALOGO (/CATALOGO/)
milioni). Ma un fatto meritevole d'essere rilevato è la sempre maggiore
compartecipazione della bandiera italiana al traffico dei porti nazionali: da poco
più del 50% nel 1913, tale compartecipazione è salita al 67% nel quadriennio
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
1926-29. Il traffico è costituito per la massima parte da scambî con l'estero, e in
esso si osserva, come fu accennato, un forte squilibrio tra la mole
preponderante delle importazioni e quella delle
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTEesportazioni.
(/TRECCANIARTE/)
qualche importanza commerciale, che non sia in relazione diretta con i porti
italiani, e a questi collegato anche da linee di navigazione italiane. La corrente
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
principale dei traffici è quella da e per i porti europei oltre Gibilterra, che
assorbe da sola circa la metà del commercio totale con l'estero; segue la
corrente mediterranea, che contribuisce (incluso il Mar Nero) con un altro
quarto circa; vengono successivamente la corrente dell'America Settentrionale,
quella dell'America Meridionale e Centrale, quella oltre Suez (paesi dell'Oceano
Indiano e del Pacifico) e ultima, finora molto debole, la corrente da e per i porti
dell'Africa occidentale. Nel traffico con l'Europa occidentale e settentrionale
prevale la bandiera estera (con predominio della britannica), e questa è in
prevalenza anche negli scambi con l'America Centrale e Meridionale e con
l'Australia; in tutte le altre correnti ha la prevalenza la bandiera nazionale; al
traffico tra i porti italiani e gli altri del Mediterraneo partecipano tuttavia anche
la Spagna e la Grecia.
Tra i porti italiani, quelli che hanno un qualche movimento commerciale sono
un centinaio, e una ventina hanno oggi un traffico superiore o prossimo a un
milione di tonnellate (stazza netta). Per numero di navi entrate e uscite, il
primo posto spetta a Trieste, cui seguono Napoli, Fiume, Genova, Venezia,
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Per le linee transoceaniche hanno importanza, come punto di partenza o
d'arrivo, quasi soltanto i due porti tirrenici di Genova e Napoli e quelli adriatici
di Trieste e Venezia. Le linee più importanti in partenza dai due porti tirrenici
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
(che di solito vengono entrambi toccati sia nell'andata sia nel ritorno) sono
quelle dirette ai porti atlantici dell'America Settentrionale e dell'America
Meridionale, servite daLIBRI
piroscafi e motonavi ARTE
(/TRECCANILIBRI/) moderne e veloci, soprattutto per
(/TRECCANIARTE/)
ai porti sudamericani del Pacifico; una ai porti atlantici dell'Africa fino a Città
del Capo. Ai due porti adriatici fanno capo invece i collegamenti più frequenti e
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
rapidi con l'Asia meridionale e l'Estremo Oriente; inoltre due linee, dirette
all'America Centrale, e oltre Panamá ai porti nordamericani del Pacifico; una
linea che compie l'intero periplo africano, una diretta ai porti del Plata e altre di
minore importanza.
l'accesso a natanti di 600 tonnellate fino alla foce dell'Adda. Degli affluenti del
(/index.html)
Po, sono navigabili il Ticino da Pavia (dove si sta costruendo un porto fluviale)
CATALOGO (/CATALOGO/)
alla foce (47 km.), l'Adda da Pizzighettone alla foce, l'Oglio a valle di Pontevico,
il Mincio dal lago inferiore di Mantova (che ha un piccolo porto fluviale) alla
foce, oltre ad alcuni tratti minori intermedî degli stessi fiumi. La navigazione
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
sull'Adige, che ebbe in passato considerevole importanza, è ora limitata per
natanti di oltre 100 tonnellate ad alcuni tratti. Nei fiumi veneti la navigazione è
limitata ai tronchi inferiori (Livenza da Portobuffolè
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) alla foce per 75 km.; Piave
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Varese; la "Società italiana E. Breda " con officine a Sesto S. Giovanni (Milano);
(/index.html)
la "Società costruzioni meccaniche aeronautiche", derivata dalla "Dornier" di
CATALOGO (/CATALOGO/)
Friedrichshafen con officine a Marina di Pisa, del gruppo "Fiat"; la "Società
officine ferroviarie meridionali", con officina a Napoli; i "Cantieri riuniti
dell'Adriatico", controllati dallaSCUOLA
"Cosulich", con cantieri a Monfalcone; la
(/TRECCANISCUOLA/)
"Società Piaggio", con cantieri a Finale Marina; la "Compagnia nazionale
aeronautica" (Roma), che si limita solamente alla costruzione d'interessanti
prototipi e alla gestione di una
LIBRI scuola di pilotaggio.
(/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Vi sono poi società che si sono dedicate alla preparazione dei piloti, come la
"Scuola Caproni", con officina a Vizzola, che ripara anche apparecchi; la
"Compagnia nazionale aeronautica" a Roma; la "Gabardini" a Cameri; la
"Breda" a Sesto S. Giovanni (Milano), ecc.
Turismo. - L'importanza del turismo per l'Italia risulta evidente solo che si
pensi alle svariatissime caratteristiche e manifestazioni che possono attirare
verso l'una o l'altra località della penisola e delle grandi isole l'elemento italiano
o straniero: i numerosi luoghi di cura e di riposo, le stazioni climatiche e
balneari, le fiere e i mercati periodici, le competizioni sportive, i monumenti e
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Al complesso delle industrie e delle attività turistiche italiane presiede il
Commissariato del turismo (r. deereto-legge 23 marzo 1931, n. 31), cui spetta il
compito di dirigerle e coordinarle, promovendone lo sviluppo e vigilando su
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
tutti gli enti e istituti che se ne occupano. Suo organo esecutivo centrale è
l'Ente nazionale per le industrie turistiche (E.N.I.T.). Gli organi periferici sono
i Comitati provinciali LIBRI
del turismo, che si costituiscono
(/TRECCANILIBRI/) in base ad accordi tra il
ARTE (/TRECCANIARTE/)
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1° luglio 1925 l'Italia è stata divisa in cinque zone (1. Piemonte e Lombardia; 2.
Tre Venezie, Fiume e Zara; 3. Emilia, Marche, Umbria, Abruzzo e Molise; 4.
Liguria, Toscana, Lazio, Sardegna; 5. Italia meridionale e Sicilia) e i servizî
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Radiocomunicazioni. - L'Italia è stata una delle prime nazioni che abbia creato
delle stazioni per radiocomunicazioni: fin dal 1910 infatti la Somalia e l'Eritrea
erano radiocollegate mediante le stazioni
SCUOLA di Massaua e Mogadiscio mentre le
(/TRECCANISCUOLA/)
comunicazioni delle colonie con l'Italia erano assicurate dalla stazione
ultrapotente di Coltano. In seguito, col graduale perfezionamento degl'impianti
radioelettrici, la radiotelegrafia è entrata in decisa
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) concorrenza con i
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Oltre a queste tre grandi stazioni esistono numerose stazioni costiere (Genova,
La Maddalena, Cagliari, Napoli, Messina, Trapani, Vittoria, Brindisi, Ancona,
Venezia, Fiume e Zara) con servizio limitato alle sole comunicazioni di
carattere ravvicinato o d'interesse portuale e alla vigilanza per segnali di
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CATALOGO (/CATALOGO/)
In Italia esiste altresì una completa organizzazione radioelettrica a zervizio
dell'aeronautica (servizî di radiocomunicazione, servizî radiogonometrici e di
radiofaro interessanti la sicurezza del volo). Generalmente le stazioni
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
radioelettriche adibite ai servizî aerei sorgono nei principali aeroporti
commerciali o in prossimità di essi. Attualmente esistono nel regno e nelle isole
45 stazioni aeronautiche terrestri
LIBRI e varie di esse
(/TRECCANILIBRI/) ARTEanche nelle colonie.
(/TRECCANIARTE/)
Il servizio telefonico urbano, che nel 1922 era costituito da 439 reti urbane e da
132.372 abbonati, dei quali soltanto 7000 erano automatici, al 30 giugno 1932
comprendeva 957 reti con 339.364 abbonati collegati direttamente, dei quali
268.100 automatici, pari al 79% del totale. Alla stessa data i telefoni in servizio
raggiungevano i 467.066 apparecchi. La percentuale degli abbomati automatici
è superiore di molto a quelle raggiunte anche dalle nazioni telefonicamente più
progredite. Le reti urbane predette comprendono collegamenti fino a un
massimo di 10 km. dal centro di rete. I posti telefonici in estensione di reti
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
urbane che nel 1922 erano 3410, hanno raggiunto nel 1932 la cifra di 14.101.
L'incremento degli abbonati
e lo sviluppo in genere del servizio telefonico
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Bibl: A partire dal 1894 una bibliografia geografica dell'Italia è stata curata per il
Geographischen Jahrbuch (pubblicato a Gotha), prima da T. Fischer, poi da R.
Alagià. L'ultima puntata (nel vol. XLVI, 1931, pp. 137-202) riguarda gli anni
1925-30. Dal 1890 è pubblicata regolarmente anche la Bibliographie géographique
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 137/1196
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annuelle (vol. XLI, 1931), alla quale collaborano studiosi italiani. Dal 1925 una
Bibliogra ia geogra ica dell'Italia è stata edita prima a cura del Comitato
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
nazionale
per la geografia (1925-1928), poi nel numero di dicembre d'ogni anno del
(/index.html)
Copiose(/CATALOGO/)
Bollettino della R. Società geogra ica.CATALOGO indicazioni nel IV volume della
Terra di G. Marinelli; in F. Cardon, Saggio di catalogo di pubblicazioni geogra iche
stampate in Italia fra il 1800 e il 1890, Roma 1892, e in Catalogo metodico della
Biblioteca sociale (1868-1901) dellaSCUOLA
Società(/TRECCANISCUOLA/)
geogra ica italiana, Roma 1903, pp. 207-
301. Una bibliografia metodicamente ordinata è annessa alla guida bibliografica
di R. Almagià, La geogra ia, 2ª ed., Roma 1922.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
387 segg.; E. Meyer, Geschichte des Altertums, II, Stoccarda 1893, p. 496; G. De
Sanctis, Storia dei Romani, I, Torino 1907, p. 110 segg.; E. Ciaceri, Storia della
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Magna Grecia, I, Milano 1924, p. 42 segg.; B. Heisterbergk, Über den Namen
Italien, Friburgo in B. 1881; M. Orlando, Il nome Italia nella prosodia, nella
fonetica, nella semantica, Torino 1928 (cfr. G. Pasquali, in Studi it. di il. clas., VII,
1929, p. 312 segg.); M. Schipa, Le "Italie" del Medioevo (per la storia del nome
d'Italia), in Archivio storico per le provincie napoletane, XX (1895); id., Per i nomi
Calabria, Sicilia, Italia nel Medioevo, in Atti Accademia Pontaniana, XXVI (1896);
G. Scaramella, Dove sia sorto per la prima volta il nome Italia, in Studi storici, IV
(1896); O. De Grazia, in Bollettino della R. Società geogra ica (1919).
Italia, Bologna 1550; J.-B. D'Anville, Analyse géographique de l'Italie, Parigi, 1744:
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
A. F. Büsching, L'Italia geogra che
ico-storico-politica, Venezia 1780 (in 2 voll.,
fanno parte della Geogra ia universale, tradotta in italiano, con aggiunte di G.
(/index.html)
Jagemann); A. Zuccagni Orlandini, Corogra(/CATALOGO/)
CATALOGO ia storica e statistica dell'Italia e delle
sue isole, Firenze 1835-45, voll. 12 in 19 tomi e atlante; C. F. Marmocchi,
Prodromo della storia naturale d'Italia, Firenze 1844; A. Stoppani, Il Bel Paese,
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Milano 1876; E. Reclus, Nouvelle géographie universelle, I, Parigi 1876, pp. 299-
630; A. Amati, Dizionario corogra ico dell'Italia, Milano 1878, voll. 8; L. Gatta,
L'Italia. Sua formazione,LIBRI
suoi (/TRECCANILIBRI/) Milano
vulcani e terremoti,ARTE 1882; H. Nissen, Italische
(/TRECCANIARTE/)
La terra: IV (in 2 tomi), L'Italia, Milano 1902 (capitoli sul clima di L. De Marchi,
sulla flora di G. Paoletti e A. Fiori, sulla fauna di E. H. Giglioli, sulle lingue e
genti di F. L. Pullè); T. Fischer, La Penisola italiana. Saggio di corogra ia
scienti ica, Torino 1902 (traduzione a cura di V. Novarese, F. M. Pasanisi, F.
Rodizza); G. De Lorenzo, Geologia e geogra ia isica dell'Italia Meridionale, Bari
1904; G. Jaja, L'Italia, Geogra ia economica, Roma 1912; G. Greim, Italien,
Breslavia 1925; K. Hielscher, Italien, Milano 1925 (raccolta di vedute); G. Pullè,
Italia continentale. Italia peninsulare e insulare, Firenze 1925-26; H. W. Ahlmann,
Études de géographie humaine sur l'Italie subtropicale, in Geogra iska Annaler,
Stoccolma 1925, pp. 257-322, e 1926, pp. 74-124; N. Krebs, Italien, in
Geographie des Welthandels, I, Vienna 1926, pp. 815-68; O. Maull, Italien, in
Länderkunde von Südeuropa, Vienna 1929, pp. 133-298; H. Kanter, Italien, in
Handbuch der geogr. Wissenschaft, Wildpark-Potsdam 1933. Sono poi da vedere i
volumi della coll. Italia Artistica dell'Istitituto d'arti grafiche di Bergamo, le
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 139/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
dal regno d'Italia quella di Att. Mori, La cartogra ia u iciale in Italia e l'Istituto
geogra ico militare, Roma 1922. Un'ampia bibliografia di carte sull'Italia e nel
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
volume di P. Arrigoni ed A. Bertarelli, Le carte geogra iche sull'Italia conservate
nella raccolta delle stampe e dei disegni del comune di Milano, Milano 1930. La carta
fondamentale che serve di baseTRECCANI
per ogniCULTURA (/CULTURA/)
altra costruzione cartografica è la
Grande carta topogra ica del Regno d'Italia, alla scala di 1 : 100 mila, costruita sotto
la direzione del corpo di Stato maggiore, per cura dell'Istituto geografico
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
militare di Firenze, tra il 1862 e il 1900. Essa constava in un primo tempo di
277 fogli (o meglio di 271 perché 6 non contengono disegno), per formare i
quali concorsero 1666 minute di campagna, 661 (dette quadranti) fatte al 50
mila e 1005 (tavolette) al 25 mila. A ogni foglio al 100 mila corrispondono 16
originali di campagna se eseguiti alla scala di 1 : 25 mila e 4 se alla scala di 1 : 50
mila. L'origine delle longitudini della carta è il meridiano di Monte Mario, le
cui coordinate sono state fissate il 41°55′26″ per la latitudine e 12°27′06″ E. da
Greenwich per la longitudine; la proiezione adottata e è quella policentrica.
Con l'annessione delle nuove provincie furono aggiunti altri 26 fogli, che sono
contrassegnati con numeri romani per distinguerli dagli altri numerati con
cifre arabiche. D'altra parte i rilievi al 25 mila, che erano limitati alle zone
pianeggianti e di minore importanza demografica, sono stati ripresi nelle zone
precedentemente rilevate al 50 mila e proseguono tuttora allo scopo di dotare
tutto il suolo nazionale di una carta topografica sufficientemente dettagliata.
Una raccolta di stralci di queste levate, ordinati secondo argomenti geografici,
opportunamente raccostati per le diverse regioni d'Italia e con
accompagnamento di opportune spiegazioni, costituisce l'Atlante dei tipi
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 140/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
geogra ici di O. Marinelli (Firenze 1922). La prima edizione della carta alla scala
di 1 : 100 mila è in neroISTITUTO su rame e, nelle edizioni successive,
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
(incisione su zinco
e(/index.html)
su pietra) con orografia a curve e a tratteggio. Successivamente sono state
eseguite tre edizioni policrome, con l'orografia a sole curve di livello, con
CATALOGO (/CATALOGO/)
l'orografia a curve e sfumo e con l'orografia a curve e tratteggio (quest'ultima in
corso avanzato di edizione). Esiste anche un'edizione in bistro con i limiti
amministrativi dei comuni e una in calco
SCUOLA pallido. L'Istituto geografico militare
(/TRECCANISCUOLA/)
ha pubblicato anche una Carta corogra ica del Regno d'Italia e delle regioni
adiacenti alla scala di 1 : 500 mila, che consta di 35 fogli (proiezione conica di
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Bonne); esistono quattro edizioni, a due colori e senza orografia, a quattro
colori con l'orografia a sfumo, a due colori senza orografia, in calco pallido con
i limiti amministrativi. L'istituto ha pubblicato anche 5 fogli della carta del
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
mondo al milionesino, in cui è rappresentata quasi tutta l'Italia (manca solo la
Sardegna meridionale, che è compresa nel foglio di Tunisi edito dalla Francia).
Tra le carte non ufficiali è da ricordare quella
ACQUISTA del Touring Club Italiano alla
(/EMPORIUM/)
scala di 1 : 250 mila (61 fogli). Di essa esiste l'indice generale (Milano 1916), che
è il massimo repertorio toponomastico italiano. Carattere turistico ha l'Atlante
stradale del Touring Club Italiano in scala 1 : 250 mila, dell'Istituto d'arti grafiche di
Bergamo (35 fogli).
Per i confini: V. Adami, Storia documentata dei con ini del Regno d'Italia: I, Con ine
italo-francese; II, Con ine italo-svizzero (in due parti); III, Con ine italo-austriaco;
IV, Con ine italo-jugoslavo, Roma 1920-1931.
Per l'area: Istituto geografico militare, Super icie del Regno d'Italia calcolata nel
1884, Firenze 1884 (3ª appendice, 1901); O. Marinelli, Area dell'Italia naturale, in
Atti del II Congresso geogra ico italiano, Roma 1895; id., L'area e la popolazione dei
territori assegnati all'Italia col trattato di Rapallo, in Rivista geogra ica italiana,
1920.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 141/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
geologico, fogli al 100.000 della Carta geologica d'Italia; Carta geologica d'Italia alla
scala di un milionesino (1931); G. Mercalli, Vulcani e fenomeni vulcanici, Milano
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
1883; H. J. Johnston-Lavis, Bibliogr. of the geol. and erupt. phenom. of the more
important volcanoes of Southern Italy, Londra 1918. - Per i terremoti è da vedere:
M. Baratta, I terremoti d'Italia. Saggio di storia,
ACQUISTA geogra ia e bibliogra ia sismica
(/EMPORIUM/)
Per le forme del terreno e i tipi di paesaggio: oltre al già ricordato Atlante dei tipi
di O. Marinelli, il Trattato di geologia morfologica di G. Rovereto (voll. 2, Milano
1923-24), la Relazione sui terrazzi luviali e marini d'Italia di M. Gortani (in
Rapport de la Commission des terrasses pliocènes et postpliocènes, Firenze 1928; cfr.
anche dello stesso: Bibliogra ia dei terrazzi marini e luviali d'Italia, Imola 1931).
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 142/1196
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https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 143/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Per la flora: F. Parlatore, Études sur la géographie botanique de l'Italie, Parigi 1878;
Adr. Fiori, Prodromo di ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
una geogra id.
ia botanica dell'Italia, ecc., Padova 1908;
Nuova lora analitica d'Italia, Firenze 1923-29; C. J. Forsyth Mayror, Die
(/index.html)
Thyrrhenis, in Kosmos, XIII (1883); R. Pampanini,
CATALOGO Essai sur la géographie
(/CATALOGO/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 144/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Per il movimento della popolazione esiste dal 1862 la pubblicazione annuale
Movimento della popolazione secondo gli atti dello stato civile, edita a cura
dell'Istituto centrale diLIBRI
statistica.
(/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Roma 1896; W. Z. Ripley, The races of Europe, New York 1899; V. Giuffrida-
Ruggeri, A sketch of anthropology of Italy, in Journ. R. Anthrop. Institute, XLVIII
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
(1918); C. Pelizzola, Linee generali della distribuzione dell'altezza del cranio nella
penisola italiana, in Atti Soc. ital. sc. natur., LVII (1918); G. Sergi, Italia. Le origini,
Torino 1915; J. Deniker, Races et peuples de la terre, 2ª ed., Parigi 1926.
CATALOGO (/CATALOGO/)
Per i prodotti del suolo, allevamento e pesca, miniere: G. De Angelis d'Ossat, La
carta dei terreni agrari d'Italia, in Boll. Soc. geol., 1928, pp. 275-90; Super icie
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
territoriale e super icie agraria e forestale dei comuni del Regno d'Italia al 1° gennaio
1913, Roma 1913; Catasto agrario del Regno d'Italia, Roma 1911-1915 (5
fascicoli); è in corso la LIBRI
pubblicazione del nuovo Catasto, con i dati relativi al
(/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
1929; Bollettino mensile di statistica agraria e forestale (dal 1928); per il periodo
anteriore: Annali di agricoltura (1870-79) e Notizie periodiche di statistica agraria.
Roma 1930; T. Virgilii, L'Italia agricola odierna,
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Annuario dell'agricoltura italiana,
Milano 1930; L'Italia agricola (rivista mensile; settanta annate fino al 1933); A.
Buongiorno, Le boni iche in Italia nei riguardi geo isici, storici, tecnici ed economici,
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Roma 1927; H. Bernhard, Die landbauliche Wasserwirtschaft, Berna 1919; Le
irrigazioni in Italia, Roma 1931; Italia forestale, Firenze 1926; C. Manetti,
Geogra ia zootecnica italiana, Catania 1928; La pesca in Italia, Roma 1931, voll. 3;
Rivista del servizio minerario (annuale).
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 146/1196
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popolazione delle grandi città italiane, Torino 1908; Annuario statistico delle città
italiane, Roma, anno VII, 1929; F. Coletti, La popolazione rurale in Italia e i suoi
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
caratteri demogra ici, psicologici e sociali, Piacenza 1925; M. Haberlandt, Die
Bevölkerung der italienischen Halbinsel, in G. Buschan, Illustrierte Völkerkunde, vol.
II, 1925; P. Biasutti e altri,
LIBRIRicerche sui tipi degliARTE
(/TRECCANILIBRI/) insediamenti rurali in Italia, in
(/TRECCANIARTE/)
Per le ferrovie: Sviluppo delle ferrovie italiane dal 1839 al 31 dicembre 1927, Roma
1928, e la Relazione annuale del Ministero delle comunicazioni. L'intera rete
stradale, le ferrovie in servizio, le linee di navigazione sono segnate nella Carta
itineraria del Regno d'Italia alla scala 1 : 300 mila (in 29 fogli) dell'Istituto
geografico militare. Per le strade si veda pure la Guida itineraria delle strade di
grande comunicazione, Milano, Touring Club Italiano, 1927-30, voll. 4. Per la
navigazione e porti: Movimento della navigazione del Regno d'Italia (annuale);
Monogra ia storica dei porti dell'antichità nella Penisola italiana e nell'Italia insulare,
Roma 1905; G. Ricci, I grandi porti marittimi d'Italia, Roma 1931. E per la
navigazione interna: La navigazione interna dell'Alta Italia, Roma 1931. - Per la
marina mercantile v.: Inchiesta parlamentare sulla marina mercantile 1881-1882,
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 147/1196
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Ordinamento politico (p. 774); Il Re (p. 775); Il governo (p. 775); Il Gran
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Consiglio del fascismo (p. 775); Il parlamento (p. 775); Il Partito nazionale
fascista (p. 776); Potere giudiziario (p. 776); Ordinamento corporativo (p. 776);
Amministrazioni locali (p. 777). - Forze armate: Esercito (p. 777); Marina
militare (p. 779); Aviazione militare (p. 781). - Finanze: Le finanze dell'Italia
dal 1914 (p. 782); Bilanci e debito pubblico (p. 784); Moneta e credito (p. 785). -
Educazione: Ordinamento scolastico (p. 785); Istituti scientifici e culturali (p.
789). - Dominî coloniali (p. 790).
Ordinamento politico.
Non tutto, quindi, il diritto pubblico italiano è compreso nello statuto: molte
leggi importantissime e fondamentali, che hanno dato nuovo assetto a istituti
costituzionali o altri ne hanno creati, si sono aggiunte: basti citare quelle sul
capo del governo, sul Gran Consiglio del fascismo, sulla facoltà del potere
esecutivo di emanare norme giuridiche, sull'ordinamento corporativo, ecc. La
trasformazione più profonda nelle istituzioni costituzionali è stata portata,
dopo lo statuto, dall'avvento del fascismo al potere. Se la forma non ne è stata
sostanzialmente modificata, grandissima è invece stata la trasformazione
intima, poiché sono mutate la concezione e la struttura sociale su cui si basava
in passato la costituzione italiana.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 149/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Il re è l'organo supremo dello stato italiano: è "il capo supremo dello stato" (art.
5 dello statuto), di cui rappresenta l'unità.
SCUOLA Nell'attività legislativa, al re spetta
(/TRECCANISCUOLA/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 151/1196
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re per mezzo del suo governo. Il governo del re è costituito dal primo ministro
(/index.html)
segretario di stato e dai ministri segretarî di stato. Il primo ministro è capo del
CATALOGO (/CATALOGO/)
governo". La legge citata ha mutato fondamentalmente sia la forma del
governo, sia la posizione del primo ministro. Secondo l'applicazione che fin dal
1848 si era sempre data agli articoli dello statuto relativi ai ministri (non vi si
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
parlava né di ministero come ente collegiale, né del presidente del Consiglio), il
governo aveva senz'altro assunto in Italia la forma tipicamente parlamentare
perché il ministero, per quanto
LIBRI nominato dalARTE
(/TRECCANILIBRI/) re, era considerato quasi un
(/TRECCANIARTE/)
Quanto alle attribuzioni del governo, la legge del 31 gennaio 1926 gli ha
riconosciuto la facoltà di "emanare norme giuridiche aventi valore di legge, con
decreto reale nei casi straordinarî, nei quali ragioni di urgente e assoluta
necessità lo richiedano". Il primo ministro capo del governo in tale sua specifica
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 152/1196
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ministri, decide delle controversie che possano sorgere tra loro. Da lui
(/index.html)
dipendono direttamente alcuni organi o corpi amministrativi. È presidente del
CATALOGO (/CATALOGO/)
Consiglio nazionale delle corporazioni. Ad altre attribuzioni partecipano
collegialmente tutti i membri del governo, che costituiscono così il Consiglio
dei ministri, che è però sempreSCUOLA
convocato e presieduto dal primo ministro: ad
(/TRECCANISCUOLA/)
esso può essere chiamato ad assistere, con decreto reale, su proposta del capo
del governo, il segretario del Partito nazionale fascista. Le materie di
competenza del Consiglio LIBRIdei ministri sono quelle
(/TRECCANILIBRI/) relative ai disegni di legge, ai
ARTE (/TRECCANIARTE/)
viene dal fatto di essere presieduto dal capo del governo e dal modo della sua
(/index.html)
formazione: esso rappresenta tipicamente la fusione del partito nello stato, ed è
CATALOGO (/CATALOGO/)
lo strumento maggiore per armonizzare i bisogni della nuova società nazionale,
plasmata dal fascismo, con le istituzioni politiche: esso è il supremo organo
consultivo politico della coronaSCUOLA
e del governo. Il Gran Consiglio del fascismo è
(/TRECCANISCUOLA/)
presieduto dal capo del governo: suo segretario è il segretario del Partito
nazionale fascista. Per la composizione del Gran Consiglio e altri particolari v.
consiglio, XI, pp. 196-197.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
adottato, cioè, come la maggior parte degli stati moderni, il sistema bicamerale,
perché le due camere possano equilibrarsi e integrare meglio la rappresentanza
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
politica e, nello stesso tempo, perché l'opera legislativa sia più ponderata e
perfetta. Ciò naturalmente importa che le due camere, che, nonostante siano
designate spesso con la parola comprensiva "parlamento", sono organi separati,
indipendenti l'uno dall'altro e non subordinati, siano formate in modo diverso.
Rinviando per maggiori particolari alle voci rispettive (camera; senato), è bene
chiarire qui questi punti: il Senato, di nomina regia, è rimasto immutato nella
sua forma, nelle sue linee essenziali e nel suo funzionamento, quale fu creato
dallo statuto; la Camera dei deputati, elettiva, ha invece subito una profonda
trasformazione; la posizione costituzionale del parlamento poi, nei suoi
rapporti con il governo, si è essenzialmente modificata, come si è detto
parlando del governo.
Le camere sono organi dello stato, ma non sono persone giuridiche: sono
organi essenzialmente legislativi, in quanto la loro competenza ordinaria è di
cooperare alla funzione legislativa; hanno però anche funzioni di carattere
amministrativo (specialmente per la propria organizzazione interna, ma anche
in altre materie, ad esempio nell'emanare le leggi relative alla dotazione della
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 154/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Corona e agli appannaggi dei principi reali, alle mutazioni nelle circoscrizioni
amministrative, all'approvazione
dei bilanci, atti tutti che sono sostanzialmente
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
una camera fuori di questo periodo è illegale e gli atti ne sono interamente
nulli. Con la chiusura della sessione o legislatura, la Corona determina il
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
decadere di tutto il lavoro parlamentare che sia ancora pendente innanzi alle
camere. Un limite di fatto è costituito, poi, dall'obbligo che le camere hanno,
per assicurare la vita stessa dello stato, di approvare ogni anno i bilanci. Inoltre
l'autonomia delle camere trova dei limiti nei poteri del capo del governo, come
si è visto a suo luogo. L'autonomia quindi va intesa piuttosto nel senso
dell'amministrazione e del reggimento interiore delle assemblee che non in
quello costituzionale e politico.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 156/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
CATALOGO (/CATALOGO/)
Di questo riconoscimento giuridico del partito molte sono le prove. Lo statuto
del partito è approvato con decreto reale (lo statuto vigente è stato approvato
con r. decreto 17 novembre 1932, n. 1456); il segretario del partito è nominato
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
per decreto reale e i membri del direttorio con decreto del capo del govemo; il
segretario del partito può essere chiamato a partecipare alle sedute del
Consiglio dei ministri;LIBRI
è, fra(/TRECCANILIBRI/)
l'altro, membro ARTE
di diritto della Commissione
(/TRECCANIARTE/)
Ecco dunque che, se il partito nel suo complesso non può considerarsi persona
giuridica, né pubblica, né privata, né organo vero e proprio dello stato, è
indubbiamente un'istituzione pubblica riconosciuta dallo stato e integrativa
dell'azione di questo.
varî poteri, nel nostro diritto il magistrato non può sindacare la costituzionalità
(/index.html)
delle leggi e dei decreti legislativi o dei decreti legge: può invece esaminare la
CATALOGO (/CATALOGO/)
legalità dei regolamenti. Il potere governativo non può turbare l'ordine
costituzionale delle giurisdizioni, né dare ordini ai giudici sul modo come
risolvere le questioni loro sottoposte. Alla funzione giurisdizionale il re
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
partecipa direttamente, con il potere di grazia spettantegli (v. estinzione:
Diritto penale) non come organo del potere giudiziario, ma come organo
costituzionale del governo: si tratta cioè di unARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) potere politico.
(/TRECCANIARTE/)
IX, pag. 206 segg.), atto fondamentale del regime riconosciuta dal parlamento
quale norma di diritto pubblico. La sua proposizione prima, dice: "La nazione
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
italiana è un organismo avente fini, vita, mezzi di azione superiori per potenza
e durata a quelli degli individui, divisi o raggruppati, che la compongono. È una
unità morale, politica ed economica, che si realizza integralmente nello stato
fascisia". La Carta del lavoro, pur riferendosi precipuamente ai rapporti del
lavoro, proclama i seguenti principî fondamentali dello stato fascista sotto
l'aspetto economico e sociale: gl'interessi e le attività individuali sono
subordinate all'interesse della nazione organizzata a stato; il lavoro è elevato a
dovere sociale, a funzione civica; l'organizzazione sindacale o professionale è
libera, ma solo il sindacato legalmente riconosciuto e controllato dallo stato ha
il diritto di rappresentare legalmente la sua categoria; la solidarietà fra i varî
fattori della produzione si concreta nel contratto collettivo di lavoro; le
corporazioni costituiscono l'organizzazione unitaria delle forze produttive; lo
stato corporativo considera l'iniziativa privata nel campo della produzione
come lo strumento più efficace ed utile all'interesse della nazione: ma essendo
l'organizzazione privata della produzione una funzione d'interesse nazionale,
l'organizzatore è responsabile di fronte allo stato: l'intervento dello stato nella
produzione ha luogo solo quando manchi o sia insufficiente l'iniziativa privata
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 158/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
o quando siano in giuoco interessi politici dello stato. Questi concetti sono a
base di quello che si chiama, con espressione sintetica ormai molto diffusa,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) lo
stato corporativo, non nel senso che tutti i cittadini solo in tanto partecipino
(/index.html)
alla vita pubblica in quanto siano membri di corporazioni o nel senso che tutti i
CATALOGO (/CATALOGO/)
poteri pubblici si esplichino attraverso le corporazioni, ma nel senso che lo
stato ha accolto come principio fondamentale d'organizzazione sociale il
riconoscimento anche come istituzioni pubbliche delle categorie economiche e
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
la loro partecipazione alla vita politica e amministrativa dello stato, ordinando
su basi sindacali nazionali i rapporti di lavoro sotto il proprio controllo. Inoltre
lo stato nell'esplicazione della
LIBRI propria funzione
(/TRECCANILIBRI/) ARTEsociale ritiene di dovere
(/TRECCANIARTE/)
rapporti col parlamento e col governo. Quello che si può sicuramente affermare
è questo: il Consiglio nazionale delle corporazioni ha preso posto
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
nell'ordinamento politico italiano, quale organo statale di diritto pubblico, con
(/index.html)
funzioni non solo consultive ma anche creative di norme giuridiche e con
CATALOGO (/CATALOGO/)
funzioni di coordinamento e di controllo su tutto l'ordinamento corporativo,
alle dirette dipendenze del capo del governo che gli dà impulso e ne presiede
l'attività: esso non rappresenta SCUOLA
quindi una terza camera legislativa, né si
(/TRECCANISCUOLA/)
sostituisce in modo alcuno al parlamento, poiché la sua facoltà regolamentare è
subordinata alle leggi e perfino agli altri regolamenti statali, che non può
modificare. Esso è unaLIBRI
creazione originale, che
(/TRECCANILIBRI/) non
ARTE può essere paragonata agli
(/TRECCANIARTE/)
altri consigli economici istituiti presso parecchi stati, essendo assai più ampie le
sue facoltà e diversi i principî su cui si basa.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Forze armate.
nucleo saldo, fidato, ottimo, attorno al quale era possibile raggruppare gli altri
elementi: l'esercito sardo, sistemi
il quale possedeva tradizioni, ordini moderni,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
la brigata Savoia. Le ferme erano due: una d'ordinanza per alcune categorie di
militari di carriera, della durata di 8 anni, da passare interamente sotto le armi;
una provinciale, per tutti gli altri (due categorie,
TRECCANI determinate dall'estrazione a
CULTURA (/CULTURA/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 163/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
CATALOGO (/CATALOGO/)
L'esercito toscano era stato riordinato sul tipo austriaco nel 1853, quanto a
reclutamento, a sistemi disciplinari e amministrativi e persino alla foggia
dell'uniforme. Doveva formare,SCUOLAin caso(/TRECCANISCUOLA/)
di guerra contro il Piemonte, l'ala
sinistra dell'esercito austriaco. La ferma era di 8 anni; il rimpiazzo era
obbligatorio per gli acattolici. Comprendeva: 1 battaglione veliti (guardie), 1
battaglione cacciatori, LIBRI
10 battaglioni fanteria ARTE
(/TRECCANILIBRI/) di linea; 2 squadroni cacciatori a
(/TRECCANIARTE/)
Le truppe modenesi, dopo la campagna del 1859, avevano seguito il loro duca a
Mantova. L'esercito emiliano fu perciò costituito con le sole truppe parmensi
(1 reggimento di fanteria, 2 squadroni di cavalleria, 1 compagnia d'artiglieria),
oltreché con reparti pontifici che avevano aderito alla rivoluzione di Romagna
e con corpi di volontarî di varie regioni. Di tale costituzione fu incaricato il
generale dell'esercito sardo Manfredo Fanti, modenese, il quale formò 7 brigate
di fanteria, 9 battaglioni bersaglieri, 2 reggimenti di cavalleria, 9 batterie
artiglieria da campagna, 9 compagnie artiglieria da piazza. L'ufficialità emiliana
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 164/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
facoltà, teneva i soldati 8 anni alle armi, indi li congedava definitivamente. Gli
ufficiali provenivano, in massima parte, dai sottuffciali; pochi - e questi erano
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
ottimi - delle armi d'artiglieria e del genio, uscivano dal collegio militare della
Nunziatella; il sovrano aveva inoltre facoltà di conferire il grado di ufficiale a
guardie del corpo e paggi. Dopo la campagna del 1860 l'esercito borbonico, in
parte accettò il nuovo stato di fatto, in parte si rifugiò in territorio pontificio; la
rimanente parte capitolò all'atto dell'annessione. Tutte le classi; meno le 4 più
giovani, vennero congedate. Degli ufficiali, i più preferirono ritirarsi, i
rimanenti furono ammessi nell'esercito nazionale col grado che coprivano
nell'esercito borbonico prima del settembre 1860.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 165/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
CATALOGO (/CATALOGO/)
Il rapido processo di questa fusione non fu scevro d'inconvenienti: specie il
corpo degli ufficiali fu e rimase a lungo eterogeneo. Comunque, l'aver formato
in breve un forte esercito atto aSCUOLA
entrare(/TRECCANISCUOLA/)
in campagna, fu opera notevole, della
cui riuscita va fatto onore alla solidità del nucleo fondamentale sardo e al
patriottismo degl'Italiani.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Evoluzione organica sino alla guerra mondiale. - Nella campagna del 1866 l'esercito
raggiunse una notevole forza (20 divisioni di fanteria, riunite in 4 corpi
d'armata, 1 divisione di cavalleria). Dal 1866 al 1870 difficili condizioni
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Alto consulente tecnico del ministro della Guerra è il capo di Stato maggiore
dell'esercito, che, alle dipendenze del ministro stesso, dirige gli studî e le
predisposizioni per la preparazione alla guerra. Egli è a capo del comando del
corpo di Stato maggiore, composto di varî uffici, presso il quale è coadiuvato
dal comandante in 2ª del corpo di Stato maggiore e da un generale addetto.
Quale organo consultivo, ai fini delle più importanti questioni relative
all'organizzazione, al funzionamento, alla mobilitazione dell'esercito e alla
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 167/1196
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coloniale. La prima è alle dipendenze del Ministero della guerra, che provvede
alla spesa relativa; la seconda è alle dipendenze, per l'impiego, del Ministero
delle colonie, che vi provvede TRECCANI
col proprio bilancio. L'ordinamento della parte
CULTURA (/CULTURA/)
L'esercito è ordinato in: 1 comando del corpo di Stato maggiore, retto dal capo
di Stato maggiore dell'esercito; 4 comandi, designati d'armata; 11 corpi
d'armata territoriali; truppe della Sicilia; truppe della Sardegna; 29 divisioni
militari territoriali; 2 divisioni celeri. Presso i comandi di divisione militare
territoriale e delle truppe della Sardegna sono istituiti 30 ispettorati di
mobilitazione. Le grandi unità territoriali comprendono: 1 comando, truppe e
servizî in misura variabile.
militare compie il 55° anno d'età congedo illimitato, durante il quale è assunto
in forza e tenuto a ruolo dal distretto militare di residenza stabile. In tale
periodo esso ha l'obbligo di tenere costantemente al corrente l'autorità militare
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
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Marina militare. - Alla costituzione del regno d'Italia esistevano due marine da
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Nel 1861, con la fusione delle marine sarda e napoletana, nacque la marina
italiana, la cui funzione si dimostrava fondamentale nell'esistenza della nazione,
che possiede oltre 6000 km. di coste con due grandi isole e un imponente
naviglio mercantile, che riceve dal mare i due terzi delle materie prime
necessarie alla sua vita, e che ha bisogno di colonie oltremare. I problemi
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 173/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Il giovane regno affrontò gli ostacoli che si opponevano al rapido sviluppo della
sua marina da guerra: il personale fu riorganizzato, il naviglio venne rinnovato,
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
anche mediante ordinazioni all'estero. Ma la breve guerra del 1866, che colse la
marina nel delicatissimo periodo della trasformazione, e le polemiche che la
seguirono, apportarono un(/TRECCANILIBRI/)
LIBRI momento di depressione: intorno al 1870 si arrivò a
ARTE (/TRECCANIARTE/)
risorse.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Il ministro Riboty poté far approvare dal parlamento il suo "Piano organico per
la marina" (1871) che, insieme con la legge del Saint-Bon sull'alienazione e il
rinnovamento del naviglio (1875), costituisce l'atto di nascita della marina
italiana da guerra. Il rinnovamento riguardò tutte le parti dell'organizzazione:
personale, armi e naviglio, impianti a terra. Si fondò l'Accademia navale a
Livorno (legge Brin, 1882), e la Scuola superiore d'ingegneria navale a Genova;
si procedette a una rigorosa selezione, adattando meglio gli uomini alle nuove
armi e ai nuovi mezzi meccanici; sì favorirono gli studî e le ricerche. I
grandissimi calibri, la loro manovra meccanica, la balistite, i siluri, le corazze
d'acciaio furono introdotti in Italia quasi prima che in ogni altra marina, e per
produrre i nuovi materiali bellici s'impiantarono grandiosi stabilimenti a Terni
(acciaierie), a Pozzuoli (artiglierie), a Venezia (siluri). Il Brin fu il degno
costruttore della nuova marina: svincolandosi da tutte le tradizioni, egli
progettò le grandi corazzate di linea Duilio e Dandolo, vere rivelazioni per la
loro epoca, le più potenti unità che allora solcassero i mari e che portarono la
marina italiana quasi al secondo posto nel mondo. Accanto a queste corazzate si
costruirono navi meno protette, ma anche più armate e più veloci, che
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organizzazioni estere.
dopo il 1900 si ebbe una lieve ripresa nelle costruzioni, che ricevettero nuovo
deciso impulso per opera dell'ammiraglio Carlo Mirabello. Questi ebbea
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
nuova grande colonia con la metropoli, e quello dei punti d'appoggio del
Mediterraneo orientale (Tobruch e Leros). Il bilancio della Marina dal 1895 al
1905 passò da milioni 102,2 a TRECCANI
136,1, e nel 1914 era di 313,5.
CULTURA (/CULTURA/)
del Mare. Gli elementi essenziali per la ricostruzione erano di tre ordini:
amministrativo-finanziario, organico, tecnico-costruttivo, e su ciascuno di essi
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
il governo fascista portò la sua azione. Il bilancio venne successivamente
accresciuto, passando sino alla cifra di 725 milioni annui destinati alle nuove
costruzioni. Nello stesso tempo tutte le spese vennero sottoposte a un accurato
controllo, perché divenissero massimamente redditizie. A tale scopo venne
radiato tutto il naviglio non completamente efficiente, anche se i
corrispondenti tipi erano conservati in altre marine; e fu radicalmente ridotto
l'impianto a terra, che gravava soprattutto come spesa di mano d'opera. Quindi
i cinque arsenali (La Spezia, Napoli, Taranto, Venezia e Pola) furono ridotti a
due (La Spezia e Taranto), conservando due stabilimenti di lavoro
(Castellammare di Stabia e Venezia). Il bilancio nel decennio 1922-1932 passò
da milioni 1460,4 a 1633,2. Nel campo organico si provvide al completamento
dei quadri; fusione del corpo del genio navale e dei macchinisti; creazione del
corpo delle armi navali; riforma dell'Accademia navale e dei corsi di
specializzazione, creazione dell'Istituto di guerra marittima, della scuola di
comando, di istituti e di gabinetti scientifici per esperienze. Si diede inoltre vita
al volontariato a premio, si accrebbe la forza bilanciata, si procedette alla
riorganizzazione delle scuole per gli specialisti del corpo R. Equipaggi, ecc. La
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ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Oggi la marina militare italiana comprende il seguente naviglio, per
complessive tonn. 397.642:
nodi, c. s.; Bari (ex-tedesco, 1914), 3248 tonn., 27 nodi, 8/152, 6/76, 2
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
lanciasiluri; Ancona (ex-tedesco, 1913), 3838 t., 27 nodi, 7/152, 4/76, 2
lanciasiluri;
(/index.html) Taranto (ex-tedesco, 1911), 3184 t., 26 nodi, c. s.; Quarto (1911),
2900 t., 28 nodi, 6/120, 7/76, 2 lanciasiluri; Libia (1912), 3700 t., 21 nodi, 8/120
CATALOGO (/CATALOGO/)
e 3/76 antiaerei;
2/76, 4 lanciasiluri da 450; Premuda (ex-tedesco, 1918), 1550 t., 33 nodi, 4/149,
4 lanciasiluri da 500; 2 tipo Mirabello (1915-16), 1405 t., 33,5 nodi, 8/102, 4
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
lanciasiluri da 450;
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Inoltre: 6 posamine tipo Azio (1925-27), 700 tonn., 15 nodi, 1/102 e 200 mine;
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
4 posamine tipo Buccari (1925-26), 600 t., 10 nodi, 1/76 e 200 mine; una
trentina
(/index.html)di dragamine di vario tipo; 16 cannoniere tra cui Carlotto e Caboto per
tonn., 21 nodi; 1 yacht del capo del governo, Aurora (1904-1928), 1430 tonn. e
13 nodi; 2 navi-scuola, A. Vespucci, C. Colombo (1930-31), 4000 tonn.; 1 nave-
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
officina, Quarnaro (1926), 8200 tonn. e 14 nodi; 2 navi-appoggio sommergibili,
Volta e Pacinotti (1921-22), 2400 tonn. e 19 nodi; infine navi-cisterna, acqua e
nafta; trasporti varî; rimorchiatori, navi idrografiche
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) (v. anche organica).
ARTE (/TRECCANIARTE/)
servizî tecnici e civili. Nello stesso anno 1923 furono costituiti il corpo di Stato
maggiore dell'aeronautica, il corpo del Genio aeronautico e il corpo di
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
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Accanto alle forze armate che hanno esclusivamente scopi bellici, v'è in Italia la
Milizia volontaria per la sicurezzaACQUISTA (/EMPORIUM/)
nazionale, caratteristica espressione della
rivoluzione fascista (v. fascismo, XIV, p. 878), di cui è trattato ampiamente in
apposito articolo.
Sono inoltre comprese nella qualifica generale di forze armate dello stato, la R.
Guardia di finanza (v. finanza, regia guardia di), e il corpo di agenti di polizia
(v. polizia).
Finanze.
Le finanze dell'italia dal 1914. - L'inizio della guerra mondiale colse l'Italia in
una situazione d'indubbia inferiorità nei confronti delle altre nazioni. Essa non
si era infatti ancora del tutto rimessa dalle perdite subite in conseguenza del
terremoto calabro-siculo e della guerra libica (6 miliardi circa) e le era mancato
inoltre quel periodo di prosperità economica di cui quasi tutti gli altri stati
avevano goduto nel 1909-12 dopo la rapida soluzione della crisi generale del
1907, che in Italia, verificatasi con un certo ritardo, si era tradotta invece in una
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debito pubblico; il livello dei consumi era d'altra parte assai basso, benché col
miglioramento economico verificatosi dopo il 1900 si fosse iniziata anche in
Italia una graduale ascesa del tenore
TRECCANIdi vita (l'Italia
CULTURA era quasi sola infatti ad avere
(/CULTURA/)
ancora una bilancia fisiologica passiva). Le aliquote dei tributi esistenti furono
ciò nonostante inasprite e s'introdussero nuovi tributi straordinarî (imposta
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
sopra i profitti di guerra, sul patrimonio, ecc.) riuscendo con tali
provvedimenti, oltre che con l'allargamento del regime dei monopolî, ad
aumentare le entrate del bilancio da 2,5 miliardi nel 1913-14 a 9,7 nel 1918-19.
L'enorme aumento dei compiti dello stato causò però un ben più forte
incremento delle uscite, passate negli stessi esercizî da 2,7 a 32,5 miliardi; e i
varî esercizî si chiusero con sempre maggiori disavanzi (complessivamente dal
1913-14 al 1918-19, 62,7 miliardi; si noti però che l'ammontare delle sole spese
di guerra e dipendenti dalla guerra fino al 30 giugno 1919 fu di oltre 70
miliardi). Lo stato fu quindi costretto a contrarre prestiti all'estero (al 30
giugno 1919, 19,2 miliardi, contratti quasi esclusivamente con l'Inghilterra e
con gli Stati Uniti per l'approvvigionamento dell'esercito e del paese), ad
emettere sul mercato interno prestiti consolidati e redimibili e buoni poliennali
del tesoro (i primi, superando notevolmente il risparmio disponibile ed essendo
quindi in gran parte sottoscritti dalle banche, assunsero la tipica figura dei
prestiti espansionisti che si traducono in una subdola inflazione; i secondi
offrirono alle banche un comodo investimento per l'enorme quantità di danaro
che riaffluiva alle loro casse in conseguenza dell'inflazione stessa), ad emettere
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Né tale stato di cose poteva immediatamente cessare col cessare delle ostilità,
ché troppo grande era LIBRI
stato(/TRECCANILIBRI/)
lo sconvolgimento causato
ARTE dalla guerra nella vita
(/TRECCANIARTE/)
Perché il riassetto della finanza italiana fosse compiuto era necessario però
restituire il valore stabile alla moneta, che, indebolita dalla progressiva
svalutazione, era in balia delle circostanze (pur presentando in complesso tra le
monete deprezzate le meno accentuate fluttuazioni), e che nel febbraio 1925 era
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stata scossa da una pericolosa crisi interna di sfiducia, nonostante che il popolo
italiano avesse saputo fin dal marzo 1924 che le entrate ordinarie sarebbero
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
state d'allora in poi sufficienti a fronteggiare le spese e che il governo si
(/index.html)
proponeva di utilizzare i previsti avanzi di bilancio per regolarizzare la
CATALOGO (/CATALOGO/)
circolazione e rimborsare gradualmente il debito fluttuante (al 30 novembre
1924 il debito pubblico era stato già ridotto infatti di 2,5 miliardi con un
miglioramento patrimoniale, alSCUOLA netto della diminuzione della cassa, di 1,9
(/TRECCANISCUOLA/)
miliardi ed era stata riscattata inoltre una gran parte dell'onere derivante dalle
polizze d'assicurazione per gli ex-combattenti). Il rapido deciso intervento del
governo e la severa disciplina imposta ai contratti
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) a termine, valsero allora a
ARTE (/TRECCANIARTE/)
25,13). La crisi era dovuta però questa volta soprattutto al giuoco della
speculazione internazionale; il raggiunto risanamento del bilancio, la graduale
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
diminuzione del debito fluttuante, l'aumento delle disponibilità in oro per la
difesa del cambio e il freno opposto dal rialzo del tasso dello sconto all'aumento
della circolazione non potevano interpretarsi infatti che come indizî di una
situazione interna in progressivo miglioramento.
Analogo e ancor più accentuato carattere ebbe la seconda crisi del cambio, che
si scatenò nel luglio 1926 (massimo raggiunto dal cambio col dollaro il 28
luglio: 31,60) e che non trova anch'essa giustificazione alcuna nella situazione
economica e finanziaria dell'Italia; anche l'esercizio 1925-26 si era chiuso infatti
con un avanzo effettivo di circa ½ miliardo e il governo aveva nel frattempo
provveduto a regolare i debiti di guerra, proporzionandoli ai crediti in conto
riparazioni, ad aumentare ancora le sue disponibilità in oro per la difesa del
cambio mediante la conclusione del prestito Morgan e di altri prestiti
industriali, a unificare la circolazione bancaria concentrando il privilegio
dell'emissione nella sola Banca d'Italia e a controllare severamente le operazioni
di cambio e gl'investimenti sul mercato interno.
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gold exchange standard, ormai generalmente applicato nei varî stati usciti dalla
(/index.html)
crisi monetaria postbellica, sostituì così anche in Italia il corso forzoso, dando ai
CATALOGO (/CATALOGO/)
biglietti in circolazione la fissità del pregio e sottraendoli agli ondeggiamenti
del cambio con l'estero. In conseguenza dell'accreditamento allo stato delle
plusvalenze emergenti dalla rivalutazione delle riserve della Banca d'Italia, sulla
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
base della nuova parità aurea, il Tesoro fu liberato inoltre definitivamente dal
debito contratto con la banca stessa, e i biglietti emessi per conto dello stato
rimasero, previa l'occorrente copertura, a carico
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTEdella banca: unificazione della
(/TRECCANIARTE/)
risultò influì sulla scorta di divise estere possedute dalla Banca d'Italia,
accentuando quel movimento in
di diminuzione che già si andava verificando
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Più che nel 1926-27 anche le ripercussioni sulle finanze dello stato furono
sensibili negli esercizî successiviSCUOLA
e per fronteggiare la conseguente contrazione
(/TRECCANISCUOLA/)
delle entrate fu necessaria una rigorosa revisione degli stanziamenti di bilancio
e una severa economia, tanto più che si delineava l'urgente necessità di alcune
spese indilazionabili, nonLIBRIsolo per reintegrareARTE
(/TRECCANILIBRI/) le scorte di materiali militari fino
(/TRECCANIARTE/)
La crisi economica mondiale era però alle porte e già nel 1929-30 la situazione,
del resto ancora estremamente sensibile, della produzione e del commercio
cominciò ad essere turbata e se ne ebbero le prime ripercussioni anche
sull'andamento del bilancio (avanzo effettivo di soli 170 milioni). Manifestatasi
poi in tutta la sua violenza e complicatasi nel primi mesi del 1931 con gravi
perturbamenti nel campo monetario e creditizio, tutto l'organismo economico
ne soffrì penosamente e tuttora ne soffre, nonostante la complessa serie di
provvedimenti adottati dal governo per accrescerne il potere di resistenza.
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1933 il rapporto dell'oro in cassa al totale dei debiti a vista è salito infatti da
20,80 a 46,98% e quello dell'oro in cassa all'ammontare dei biglietti in
circolazione da 25,27 a 51,94%.TRECCANI
Il rapporto della riserva totale al totale
CULTURA (/CULTURA/)
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Era necessario d'altra parte sostenere i varî rami della produzione e del
commercio e accrescere le liquidità degl'istituti di credito per metterli in grado
di ammortizzare le conseguenzeSCUOLAdella crisi senza detrimento del risparmio e
(/TRECCANISCUOLA/)
delle aziende sane; e vastissima fu anche in questo campo l'attività svolta dal
governo sia attraverso l'Istituto di liquidazione, sia, ancora, con la creazione
dell'Istituto mobiliare LIBRI
italiano, destinato ad attuare
(/TRECCANILIBRI/) una più completa
ARTE (/TRECCANIARTE/)
contanti che sono stati destinati in parti eguali a opere pubbliche e forniture
(/index.html)
industriali, a diminuire il disavanzo del bilancio e a diminuire il debito
CATALOGO (/CATALOGO/)
dell'Istituto di liquidazione verso la Banca d'Italia per aumentare la liquidità
delle partite attive della banca stessa. L'aver fatto fronte alla diminuzione delle
entrate effettive e alle maggioriSCUOLA
spese con accensione di prestiti non deve però
(/TRECCANISCUOLA/)
indurre ad apprezzamenti pessimistici sulla condotta delle finanze pubbliche
italiane nell'ultimo biennio. Il governo infatti che, anche a costo di gravi
sacrifici della nazione, LIBRI
ha conservato per anniARTE
(/TRECCANILIBRI/) il raggiunto equilibrio del
(/TRECCANIARTE/)
bilancio, non poteva d'altra parte non tener conto dell'eccezionale depressione
in cui il paese si trova attualmente per effetto della crisi e dell'aggravamento
della situazione che deriverebbe dal voler
TRECCANI giungere
CULTURA ad ogni costo al pareggio
(/CULTURA/)
Bilanci e debito pubblico. - Il bilancio dello stato italiano, eliminate a partire dal
1926 le due categorie accessorie delle costruzioni ferrate e delle partite di giro,
risulta composto di due parti: entrate e spese effettive e entrate e spese per
movimento di capitali. È la prima parte però quella di gran lunga più
importante e che rispecchia la vera situazione delle finanze dello stato, mentre
la seconda in cui figurano le accensioni di debiti e i rimborsi, indica la
situazione patrimoniale. Nell'esaminare l'andamento del bilancio dal 1913-14 al
1932-33 è opportuno quindi tener conto esclusivamente dei dati relativi alle
entrate e spese effettive (come pure sempre ad essi ci si è riferiti durante il
corso dell'articolo) e considerare a parte l'andamento del debito pubblico (in
miliardi di lire).
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derivanti dalla liquidazione di talune gestioni belliche, sia per l'ascesa dei prezzi
connessa all'inflazione, toccarono il loro massimo nel 1920-21. Per il necessario
ridursi delle spese straordinarie e per ilCULTURA
TRECCANI severo riordinamento
(/CULTURA/) finanziario si
contrassero poi nel 1922-23 di oltre ⅓ nei confronti dell'esercizio precedente e
continuarono a diminuire fino al raggiungimento del pareggio del bilancio per
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
riaumentare poi leggermente in connessione con l'incremento delle entrate.
Dopo tutto quel che si è già detto circa le ripercussioni della crisi di deflazione e
quindi della crisi mondiale sulle entrate e sulle spese dello stato si possono
facilmente comprendere anche le cifre relative agli ultimi esercizî.
L'ossatura del bilancio italiano è costituita dalle entrate fiscali, sia per il loro
carattere di stabilità, sia perché in regime normale dànno un gettito che
raggiunge gli 8/10 dell'entrata complessiva. Sono di regola le imposte dirette (e
fra queste principalmente le imposte sui redditi di ricchezza mobile) che
assicurano allo stato il massimo contributo; esse sono però seguite a breve
distanza e sono anche state superate negli ultimi esercizî dalle imposte indirette
sui consumi (tra cui hanno particolare importanza i dazî doganali e le imposte
di fabbricazione sullo zucchero). La metà circa delle entrate effettive, e in
qualche esercizio più della metà, deriva da questi due cespiti fondamentali,
mentre le tasse sullo scambio della ricchezza (tasse di registro, bollo e bollo
sugli scambî, oltre molte altre di minore entità), i monopolî di stato (specie le
entrate attribuite allo stato a titolo d'imposta sul consumo del tabacco) e in
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piccola parte il giuoco del lotto dànno complessivamente il 30% circa delle
entrate stesse. Fra le altre i
entrate figurano i proventi dei servizî pubblici,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
quella della strada, istituite nel maggio 1926 e nel febbraio 1930, sono invece
particolamente destinati a contribuire alla spesa per la Milizia nazionale
forestale e all'esecuzione di opere straordinarie.
TRECCANI Le spese che più gravano
CULTURA (/CULTURA/)
attualmente il bilancio dello stato sono quelle per il servizio del debito
pubblico, per la difesa militare, per i servizî dell'amministrazione finanziaria,
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
per le opere pubbliche e per l'educazione pubblica. Le spese dipendenti dalla
guerra che nel 1918-19 raggiunsero la cifra massima di 26 miliardi sono ora
ridotte a circa un miliardo.
CATALOGO (/CATALOGO/)
Del totale dei debiti contratti dall'Italia con l'estero in dipendenza della guerra
(24,22 miliardi), estinti quelli di minore entità (228 milioni) alla fine del 1925
restavano il debito con gli StatiSCUOLA
Uniti e(/TRECCANISCUOLA/)
quello con l'Inghilterra il cui
ammontare, compresi gl'interessi, mediante gli accordi di Washington (14
novembre 1925) e di Londra (27 gennaio 1926) fu rispettivamente consolidato
in 2408 milioni di dollari e (/TRECCANILIBRI/)
LIBRI in 276,7 milioni diARTE
sterline. Il pagamento fu
(/TRECCANIARTE/)
della Germania. Nel luglio 1931 erano già stati pagati 39,6 milioni di dollari e
26,6 milioni di sterline, quando il pagamento fu sospeso per effetto della
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
moratoria Hoover. Per il mancato prolungamento di questa, nonostante la
continuata carenza della Germania, è stata versata agli Stati Uniti la rata del 13
dicembre 1932 e parte di quella del 15 giugno 1933 (totale 22,2 milioni di
dollari), in attesa che un accordo internazionale provveda a sistemare
definitivamente la questione dei debiti e delle riparazioni (v. riparazioni).
7,919 di oro fino per ogni 100 lire), i proprî biglietti in oro o, a sua scelta, in
(/index.html)
divise di paesi esteri nei quali sia vigente la convertibilità in oro; e di tenere una
CATALOGO (/CATALOGO/)
riserva in oro o in divise corrispondenti non inferiore al 40% dell'ammontare
dei suoi biglietti in circolazione e di ogni altro suo impegno a vista (limite che
in seguito agli accordi col Tesoro del giugno 1928 può discendere anche al
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
30%). Alla Banca d'Italia spetta inoltre l'esercizio di tutte le Stanze di
compensazione del regno nonché una funzione di vigilanza su tutte le aziende
bancarie che raccolgono depositi
LIBRI (decr. leggeARTE
(/TRECCANILIBRI/) 7 dicembre 1926 n. 1511).
(/TRECCANIARTE/)
marittimo (istituite rispettivamente nel 1894, 1895, 1880 e 1916), che insieme
raggruppano il 25% circa del patrimonio complessivo degl'istituti di credito e
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
assorbono il 23% circa dei depositi. Hanno notevole importanza inoltre nel
nostro sistema bancario alcuni istituti parastatali e principalmente tra essi il
Banco di Napoli (1863) e il Banco di Sicilia (1860).
Per ulteriori notizie sulle finanze italiane v. gli articoli sotto i singoli esponenti,
per es., banca; bilancio; debito pubblico; emissione; imposte e tasse, ecc.
consolidamento dei debiti con i governi degli Stati Uniti e della Gran Brettagna, Roma
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
1926; id., Finanza fascista, Roma 1929; Ministero delle finanze (Ragioneria
generale
(/index.html)delle stato), Il bilancio dello stato dal 1913-14 al 1929-30, ecc., Roma 1931;
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 200/1196
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Avendo riguardo al loro grado e all'età degli alunni che esse accolgono, le
scuole si dovrebbero dividere in elementari, medie, superiori; ma dalle
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
medie si
tengono distinte le professionali (agrarie, commerciali, nautiche, industriali), le
(/index.html)
artistiche, le musicali.
CATALOGO (/CATALOGO/)
Le scuole italiane si può dire che siano tutte o dello stato o di enti pubblici; le
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
private sono un'esigua minoranza, che la riforma del 1923 cercò di favorire
mediante il nuovo ordinamento degli esami (cosiddetti esami di stato) e
l'adozione del numerus clausus nell'ammissione alle regie scuole medie. Questo
principio fu abbandonato nel 1932, ma l'esame di stato è rimasto sempre in
vigore e anzi è stato esteso a talune scuole professionali. Esso ha queste
caratteristiche: 1. è dato su di un programma che non è quello d'insegnamento
ché questo è formato dall'insegnante secondo il suo criterio; 2. è dato dinnanzi
a una commissione composta, nella quasi totalità, di professori statali che non
sono i professori della classe donde proviene il candidato; 3. gli esaminatori
sono tratti, in parte, da quel superiore grado scolastico cui il candidato aspira:
quindi non più esame di licenza, ma esame di ammissione (alla 1ª classe di
scuola media inferiore, alla 4ª classe ginnasiale, alla 1ª del corso superiore
d'istituto tecnico o magistrale; alla 1ª classe di liceo scientifico o classico) ed
esame di maturità (classica o scientifica o artistica per coloro che intendono
darsi agli studî superiori) o di abilitazione (tecnica o magistrale per coloro che
intendono dedicarsi subito a una professione: di ragioniere, di geometra, di
maestro). Peraltro anche gli esami di abilitazione aprono la via a taluni degli
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 201/1196
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altre dallo stato in concorso con enti locali; per quelle professionali da consorzî
(/index.html)
di enti locali, ma il contributo di gran lunga maggiore è quello statale. Gratuita
CATALOGO (/CATALOGO/)
per l'alunno è soltanto la scuola elementare; l'alunno di scuola secondaria
d'avviamento professionale è obbligato a un contributo annuo di L. 25, tutti gli
altri alunni sono soggetti a tasseSCUOLA
d'immatricolazione, d'iscrizione annua, di
(/TRECCANISCUOLA/)
esame e di diploma varie secondo il grado e il tipo di scuola; ma gli alunni
bisognosi e meritevoli possono ottenerne l'esonero o parziale o totale. Per
l'assistenza agli alunni LIBRI
di scuole medie e professionali,
(/TRECCANILIBRI/) v. cassa: Cassa scolastica.
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Per gli studenti universitarî valgono disposizioni speciali; per gli stranieri le
tasse sono ridotte della metà.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 202/1196
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i mezzi del loro bilancio - salvo i casi eccezionali e rarissimi in cui altri enti
(/index.html)
morali vi fossero tenuti per disposizioni statutarie - e sotto la vigilanza delle
CATALOGO (/CATALOGO/)
autorità scolastiche statali: regio provveditore agli studî (uno per provincia
assistito da un consiglio per le scuole) e regi ispettori scolastici, pure dislocati
nella provincia. Di questo precedente ordinamento due leggi meritano di essere
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
ricordate come più importanti: la legge Coppino del 1877 che stabilì l'obbligo
dell'istruzione elementare - affermazione di principio che ebbe solo una
parziale applicazione -LIBRI
e la legge Orlando del ARTE
(/TRECCANILIBRI/) 1904(/TRECCANIARTE/)
che, mediante la concessione
di sussidî ai comuni e lo sdoppiamento di classi, migliorò sensibilmente le
condizioni dell'istruzione elementare e agevolò l'istituzione della 4ª classe in
molte località che avevano soltanto le prime
TRECCANI 3. Nel
CULTURA 1911 la legge Daneo-
(/CULTURA/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 203/1196
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Il presente ordinamento si deve soprattutto alla riforma Gentile del 1923, alla
legge del 1929 sui libri ISTITUTO
di testo e(/ISTITUTO/)
al t. u. 14 settembre 1931 sulla finanzalocale
MAGAZINE (/MAGAZINE/)
scuole rurali con meno di 40 alunni, affidando a enti di cultura, sotto la guida
dell'autorità scolastica, il compito d'istruire questi piccoli e sparsi nuclei di
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
popolazione. Inoltre si concessero sussidî a scuole sorte per libera iniziativa
locale dove gli obbligati non superavano il numero di 15. E infine si organizzò
ex-novo l'istruzione dei ciechi e quindi (nel 1925) quella dei sordomuti.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 204/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
CATALOGO (/CATALOGO/)
Oggi la scuola elementare è così ordinata. L'obbligo dell'istruzione s'inizia per il
fanciullo al 6° anno d'età, e ha termine quando il fanciullo abbia frequentato
l'ultima classe elementare esistente nel luogo (normalmente la 5ª, ma nei centri
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
minori anche la 4ª o soltanto la 3ª elementare) e ne abbia superato l'esame
finale. Se però esistano nel luogo le scuole di avviamento professionale (che
sono costituite di 3 classi)
LIBRIe(/TRECCANILIBRI/)
il fanciullo non siARTE
sia iscritto a una scuola media o
(/TRECCANIARTE/)
Accanto alle statali o pubbliche sano numerose scuole private, specie nei centri
maggiori, tenute in grandissima parte da ordini e congregazioni religiose e in
piccolo numero da altri enti morali. Anche in queste scuole private soggette alla
vigilanza governativa è obbligatorio il libro di stato. Per i giardini d'infanzia v.
asilo, IV, p. 942.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 206/1196
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annesso il convitto. Queste scuole sono 11 in tutta Italia. Rilasciano una licenza.
Vi si accede senz'esame dal fanciullo dell'età di almeno 13 anni che abbia
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
compiuto la scuola elementare o conseguito l'ammissione a scuola media
inferiore. Le materie d'insegnamento variano da scuola a scuola, ma il gruppo
di materie di cultura generale è comune a tutte. Grande importanza è data alle
esercitazioni.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 207/1196
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Le scuole commerciali sono biennali; hanno per fine di preparare gli alunni a
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
esercitare il commercio per conto proprio o a diventare agenti e impiegati di
case commerciali. Rilasciano il titolo di computista commerciale. Vi si accede
(/index.html)
senza esame con la licenza dalla scuola di avviamento professionale o, mediante
CATALOGO (/CATALOGO/)
esame, da chi 3 anni innanzi abbia ottenuto l'ammissione a scuola media
inferiore. Vi s'insegnano materie di cultura generale e specifica, oltre 2 lingue
straniere. Le scuole regie sono 13, di cui
SCUOLA 2 con programmi speciali; le
(/TRECCANISCUOLA/)
pareggiate sono 10; altre 5 scuole né regie né pareggiate sono sedi d'esame.
hanno per fine d'impartire una cultura teorica e pratica sufficiente per coprire
uffici direttivi e di controllo nelle aziende commerciali. Rilasciano il titolo di
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
ragioniere e perito commerciale, che vale per l'esercizio della professione e per
l'ammissione agl'istituti superiori di commercio. All'anno preparatorio si è
ammessi con gli stessi titoli o esami che alla scuola commerciale e inoltre con la
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
promozione dalla 3ª alla 4ª classe sia del ginnasio sia del corso inferiore tecnico
o magistrale; al 1° anno normale, con la promozione dall'anno preparatorio,
con la licenza da scuola commerciale o mediante esame d'ammissione da chi
abbia ottenuto 4 anni prima l'ammissione a scuola media inferiore. Vi
s'impartisce l'insegnamento di materie di cultura generale e di materie
professionali. Gl'istituti regi sono 24; vi sono inoltre 6 istituti pareggiati e 3
dichiarati sede d'esami.
quadriennali. Nel 1923 (r. decr. 21 ottobre, n. 2557) gli studî furono coordinati
per quanto fu possibile ISTITUTO
a quelli (/ISTITUTO/)
delle scuole MAGAZINE ridotto il numero
medie: fu (/MAGAZINE/)
degl'istituti (e in questi quello degli allievi), si resero obbligatorî gli esami di
(/index.html)
licenza, si prescrisse come titolo d'ammissione l'ammissione al corso superiore
CATALOGO (/CATALOGO/)
dell'istituto tecnico o magistrale o al liceo; si provvide a formar gl'insegnanti
delle materie speciali dando nuovo idoneo assetto al regio istituto navale
superiore di Napoli. Nel 1928 gl'istituti nautici furono nuovamente posti alla
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
dipendenza del Ministero dell'educazione nazionale; nello stesso anno per il
tirocinio pratico dei licenziati dalla sezione capitani, fu creata una società di
navigazione (Nazario Sauro) alla quale è affidata
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTEla(/TRECCANIARTE/)
gestione d'una nave-scuola
(Patria). Il corso dura da 12 a 18 mesi. I regi istituti nautici sono 17
(quadriennali); 3 di essi hanno tutt'e tre le sezioni: capitani, macchinisti,
costruttori; 4 hanno soltanto la sezione capitani; gli altri, le sezioni capitani e
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Istruzione industriale. - Le scuole d'arte e mestieri che nel 1861 erano 10, nel
1869 erano salite a 154, vanamente ordinate. Un primo ordinamento fu tentato
nel 1877, poi si ebbero provvedimenti singoli e infine la legge organica del
1907 (30 giugno n. 44), e quella, più importante, del 1912 (14 luglio, n. 854) che
dotò le scuole di maggiori fondi e le distinse in scuole di 1°, di 2° e di 3° grado.
Nuovo impulso a questo ramo d'istruzione fu dato nel maggio 1917 e
nell'immediato dopoguerra, ma la legge fondamentale in vigore è il r. decr. 31
ottobre 1923, n. 2523. Per essa l'istruzione industriale è impartita oltre che dalle
scuole secondarie d'avviamento professionale (v. sopra), dalle scuole seguenti:
corsi per maestranze (corsi complementari) a frequenza obbligatoria annessi alle
scuole di tirocinio; laboratorî-scuola per la preparazione di mano d'opera per cui
sia richiesta minor cultura; sono 26 oltre quelli annessi alle scuole d'avviamento
professionale; scuole industriali e istituti industriali che hanno entrambi lo scopo
di fornire quel tirocinio che l'apprendista faceva un tempo nelle botteghe e
nelle officine e di preparare all'esercizio d'una professione o come operaio
qualificato o come capo d'arte. Le scuole industriale sono triennali o
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Scuole ed istituti d'arte. - Quelle formano gli artieri, questi, i capi d'arte. La scuola
d'arte è il primo grado o corso inferiore dell'istituto d'arte ma può stare anche a
sé. Questo nome e questo ordinamento è di poche scuole; la maggior parte ha
nome e ordinamento diversi; ma in tutte l'alunno è tenuto, oltre che al lavoro
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 210/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
fine di preparare l'una agli studî dell'accademia di belle arti, l'altra agl'istituti
superiori d'architettura e agli esami di abilitazione per l'insegnamento del
disegno nelle scuole medie e professionali.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
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classe elementare; per l'ammissione a qualsiasi altro anno d'una singola scuola
occorre superare un esame d'idoneità. Vi sono inoltre 10 licei musicali
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Istruzione media. - La scuola media dalla legge Casati al 1923 non subì
modificazioni nelle sue linee sostanziali: la scuola classica costituita del ginnasio
e del liceo; l'uno di 5 e l'altro di 3SCUOLA
anni; l'istituto tecnico originariamente di 3, poi
(/TRECCANISCUOLA/)
seguire gli studi scientifici superiori, ai quali studî sembrava che la sezione
fisico-matematica degl'istituti tecnici fornisse inadeguata preparazione; e il
corso magistrale, annesso ai ginnasî isolati, che permetteva agli alunni del
ginnasio di conseguire il diploma di maestro elementare. Tormentatissimo
sempre l'argomento degli esami e delle classificazioni, ché si volevano - e tale
contraddizione non è mai cessata - programmi estesi, studî serî, esaminatori
coscienziosi e una bassa percentuale di riprovati. I professori, poi, lasciati prima
per lungo tempo in balia dell'amministrazione centrale, furono poi (1906 e
1914) dotati d'uno stato giuridico ispirato al sospetto e alla diffidenza verso le
autorità, ossia di garanzie tali e tante che volendole tutte rispettare, dovevano
rinunziare di fatto al governo della scuola il preside sul luogo e il ministero
dall'alto. E poiché la popolazione scolastica cresceva in relazione non tanto
all'aumento della popolazione del regno quanto alla crescente facilità degli studî
e per ragioni di economia non si poteva creare un adeguato numero di nuovi
istituti, si permetteva che quelli esistenti si affollassero oltre misura e a ciò si
formavano annualmente, secondo l'occorrenza, nuove classi, e non interi corsi,
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 212/1196
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Urgeva dunque riformare la scuola media e la riforma doveva operare così sulla
quantità come sulla qualità degl'istituti. E questo fece. Infatti: 1. soppresse le
classi aggiunte facendo ogni scuola capace d'un determinato insuperabile
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Quanto s'è detto spiega il presente ordinamento dell'istruzione media, che così
si compendia. Poste alla dipendenza delCULTURA
TRECCANI regio provveditore
(/CULTURA/) agli studî che è
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
1. Liceo e ginnasio, istituti naturalmente riuniti (i regi sono 180). Esistono
tuttavia un r. liceo isolato e 111 regi ginnasî isolati. Quinquennale il ginnasio,
triennale il liceo. Fra le varie materie d'insegnamento vi lanno largo posto il
latino e il greco, la filosofia e la storia. Alla 1ª ginnasiale si accede dal fanciullo,
che sia nel 10° anno di età, mediante un esame d'ammissione (che vale per la 1ª
classe inferiore d'ogni altra scuola media); alla 1ª liceale, pure mediante esame
d'ammissione da chi 5 anni prima sia stato ammesso a una scuola media di
grado inferiore. Alla fine della 3ª liceale, esame di maturità classica, che è titolo
d'iscrizione a ogni facoltà universitaria e istituto superiore.
2. Liceo scienti ico, quadriennale. I regi sono 52. Mancando questa scuola di un
proprio corso inferiore vi è iscritto, mediante esame d'ammissione, chi, 4 anni
prima, sia stato ammesso a una scuola media inferiore. Non vi s'impartisce
l'insegnamento del greco; vi s'insegnano una lingua moderna e il disegno, e più
intenso che nel liceo classico è il programma delle scienze, segnatamente della
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 214/1196
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matematica. Alla fine della 4ª classe, esame di maturità scientifica che dà titolo
all'iscrizione a tutti gl'istituti superiori e a tutte le facoltà universitarie
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
eccetto
quelle di giurisprudenza e di filosofia e lettere.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
3. Istituto tecnico: corso inferiore e corso superiore entrambi quadriennali e fino
a tutto il 1930-31 necessariamente congiunti. Sono 103 (regi); esistono inoltre
30 regi corsi inferiori isolati. ViSCUOLA
è l'insegnamento del latino nel solo
(/TRECCANISCUOLA/)
quadriennio inferiore. Quello superiore, cui si accede da chi 4 anni innanzi
abbia ottenuto l'ammissione a una scuola media di 1° grado, è diviso in sezione
di ragioneria e commercio
LIBRI e sezione di agrimensura;
(/TRECCANILIBRI/) da quella mediante esame
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Oltre alle scuole regie, di cui s'è detto, il compito dell'istruzione media è assolto
da scuole pareggiate e private. Le prime perfettamente modellate, per legge, sul
tipo della scuola media sono tenute da comuni, da provincie e da altri enti
morali, le seconde invece sono, nella quasi totalità, di ordini e congregazioni
religiose. Si pensava che per effetto dell'esame di stato, trovandosi l'alunno di
scuola privata dinnanzi agli esaminatori nelle stesse condizioni che quello di
scuola pubblica, le scuole private si sviluppassero ossia crescessero di numero e
si rinvigorissero. Ma la previsione si è scarsamente avverata.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 215/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
tipo ossia di pura cultura, che non conduca, perciò, a un titolo professionale,
non è desiderata per le ISTITUTO
stesse ragioni il
per le quali non ebbe fortuna alcuna
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Istruzione superiore. - La libertà d'insegnamento cui la legge Casati aveva
informato l'ordinamento universitario invece che rafforzarsi nella pratica e nel
costume andò man mano scomparendo e non per effetto soltanto d'improvvide
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
leggi. E poiché con il tramonto di quella libertà si avvertì il decadimento
dell'università italiana, parlamento e governo si adoperarono attorno a varî
disegni di legge aventiLIBRI
per oggetto l'autonomia
(/TRECCANILIBRI/) didattica
ARTE e amministrativa
(/TRECCANIARTE/)
ove non si volesse o potesse contrastare a città gelose delle antiche e spesso
gloriose tradizioni dei proprî istituti superiori, concentrare le cure e i mezzi del
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
governo sulle università più importanti; accertare con maggior rigore che per il
passato la maturità di chi vi vuole essere ammesso; rendere più efficace, più
vivo l'insegnamento; obbligare lo studente a uno studio più intenso e nel tempo
stesso riconoscergli il diritto di vedere con i proprî occhi e di pensare con la
propria mente; dargli i mezzi materiali se povero, concedergli la possibilità di
perfezionarsi negli studî se dotato di singolari qualità; e infine, togliendo alla
laurea il valore di titolo professionale, allontanare dall'insegnamento del
professore e dalla preparazione dello studente la perniciosa influenza delle
esigenze di carriera. Tutto ciò fu realizzato nel 1923 dal ministro Gentile (r.
decr. 30 settembre 1923, n. 2102) nei limiti entro i quali tali concetti possono
tradursi in legge. I provvedimenti emessi poi in grande numero per ritoccare,
attenuare, coordinare le disposizioni di quella riforma, non ne hanno alterato
l'intima essenza e le principali sue linee esteriori.
veterinaria. Sono invece mantenute, mediante convenzioni fra stato e altri enti,
11 università e i seguenti istituti superiori: 3 d'ingegneria, 1 di chimica
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
industriale, 4 di architettura, 1 di medicina veterinaria e 9 di scienze
economiche e commerciali.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 217/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Ma per cogliere la vera essenza del presente ordinamento degli studî superiori
occorre soffermarsi sui varî caratteristici aspetti di quello che fu il vero
principio informatore del decreto legislativo del 1923:
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CATALOGO (/CATALOGO/)
L'assistenza agli studenti si esercita a mezzo di due istituzioni esistenti presso
ciascuna università o istituto superiore: la cassa scolastica e l'opera, quest'ultima
con personalità giuridica. La cassa scolastica
SCUOLA cui è devoluto (oltre le elargizioni
(/TRECCANISCUOLA/)
degli enti e dei privati) il 10% delle tasse pagate dagli studenti, provvede con
questi fondi a fornire i giovani di disagiate condizioni economiche e più
meritevoli, dei mezzi per far(/TRECCANILIBRI/)
LIBRI fronte in tutto oARTE
in parte al pagamento delle tasse,
(/TRECCANIARTE/)
anzitutto un ufficio sanitario. All'opera è dovuta una tassa (di L. 250) che
ciascun laureato o diplomato deve pagare nel presentarsi all'esame di
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
abilitazione all'esercizio della professione. Il coordinamento delle varie forme di
assistenza spetta a un comitato centrale per le opere universitarie che ha sede
presso il Ministero dell'educazione nazionale.
Infine, sul bilancio del Ministero, agli studenti italiani e stranieri si possono
concedere assegni annui per seguire corsi o compiere studî presso università,
istituti superiori o istituti d'istruzione artistica rispettivamente dell'estero o del
regno; e in favore di laureati e diplomati, sono aperti annualmente concorsi a
borse di perfezionamento presso università o istituti superiori italiani o
stranieri.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 223/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
istruzione, II, Istituti medi e superiori, anno 1°, Roma 1924-26; poi, Annali
dell'istruzione media, anno 2° a 9°, Firenze
ACQUISTA1926-32; L'istruzione nautica in Italia,
(/EMPORIUM/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 225/1196
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Dominî coloniali.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Per le vicende dell'occupazione dei territorî africani si vegga il paragrafo:
Storia, alle singole voci.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Qui si osserverà che i rapporti commerciali fra madrepatria e colonie sono
ancora, nonostante il vigoroso impulso dato all'attività coloniale nell'ultimo
decennio, assai modesti. Nessuna
LIBRI delle colonie
(/TRECCANILIBRI/) ha (/TRECCANIARTE/)
ARTE per ora grande valore come
paese minerario o come integratrice, su larga scala, di materie prime mancanti
nella madrepatria. Sotto quest'ultimo riguardo può entrare in qualche
considerazione solo la SomaliaTRECCANI
(cotone,CULTURA
ecc.). Come sbocco alla popolazione
(/CULTURA/)
PREISTORIA E STORIA.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 227/1196
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Sommario. Preistoria (p. 791); L'Italia fino alla caduta dell'Impero romano (p.
797); Regni barbarici inISTITUTO
Italia (p. 800); La rinnovazione dell'Impero (p.
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
805);
Regno di Germania, Regno d'Italia, Impero (p. 810); Nuove forze
(/index.html)
rivoluzionarie e costruttive fra il X e il XII secolo (p. 814); L'inizio dell'età
CATALOGO (/CATALOGO/)
comunale (p. 820); L'età sveva: papi e comuni contro l'unità regia (p. 825); Vita
e cultura di borghesia italiana: secoli XIII e XIV (p. 832); Luci e crepuscolo del
papato e dell'impero nel Medioevo (p. 835); Signorie e principati (p. 840);
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
L'Italia e l'Europa nella seconda metà del '400 (p. 845); L'Europa alla conquista
dell'Italia (p. 851); Primato intellettuale e servitù politica (p. 857);
Ricostruzione cattolicaLIBRI
e ricostruzione stataleARTE
(/TRECCANILIBRI/) (p. 862); La dominazione
(/TRECCANIARTE/)
spagnola (p. 867); Decadenza e progresso della vita italiana nel '600 (p. 872);
L'Italia dal 1713 al 1789 (p. 880); l'Italia durante la Rivoluzione e l'Impero (p.
881); L'Italia dal 1815 al 1849 TRECCANI
(p. 883); La formazione
CULTURA del Regno d'Italia (p.
(/CULTURA/)
886); Il Regno d'Italia (p. 888); Fonti (p. 897); Bibliografia (p. 898).
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Preistoria.
CATALOGO (/CATALOGO/)
Le caratteristiche industrie del Paleolitico inferiore e medio, cioè quella degli
amigdaloidi (chelléana-acheuleana) e quella delle schegge ritoccate (moustériana),
non solo ci sono note per mezzo di moltissimi
SCUOLA ritrovamenti alla superficie o
(/TRECCANISCUOLA/)
sporadici, ma soprattutto per scavi regolari in strati intatti e sicuri (Agro
Venosino, Capri, Valle del Liri per la prima; strati inferiori delle Grotte
Grimaldi, Caverna Pocala
LIBRInel Triestino, ecc.,ARTE
(/TRECCANILIBRI/) per la seconda).
(/TRECCANIARTE/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 229/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
(Lucania). Il bacino di Venosa dapprima, con gli scavi del 1914, e recentemente
anche la valle del Liri con nuovi reperti a Pignataro Interamna, hanno
dimostrato positivamente la coesistenza dei nostri
TRECCANI CULTURA manufatti chelléani-
(/CULTURA/)
L'industria delle schegge ritoccate, o moustériana, è ancor più diffusa: oltre alle
zone già indicate, dove si mescola con l'amigdalare, è presente nel Carso
Triestino (Grotta Pocala) e nel Veneto (Asolo), nell'Emilia occidentale
(Traversetolo e Lesignano de' Bagni, nel Parmense; Val d'Enza), in Liguria
(strati inferiori della 1ª-4ª, 6ª, 9ª caverna di Grimaldi; grotte del Finalese-
Loanese come la Tana del Colombo), nelle Alpi Apuane, in Toscana (Valdarno
superiore, Val di Chiana), nel Lazio (specialmente bassa Valle del Tevere e
Aniene), e in una grotta a Torre di Scalea (Cosenza). Controversa è la
questione della presenza di autentici manufatti moustériani in qualche grotta
siciliana (es., Carburànceli presso Palermo, S. Teodoro in provincia di Messina)
dove abbondante si sovrappone la successiva industria miolitica.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 230/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Anche qui si hanno strati puri, ove senza mescolanza con amigdaloidi, le
schegge appaiono esclusive (Liguria,
TRECCANIEmilia occidentale,
CULTURA Lazio, Sicilia). Ma fatto
(/CULTURA/)
Nessun resto umano relativo alla prima; ma per la moustériana si hanno i primi
fossili umani, col cranio scoperto da I. Cocchi, nel 1867, nelle argille
plioceniche dell'Olmo (Arezzo), oggetto peraltro di discussione, e soprattutto
col cranio "neanderthaloide" recentemente raccolto alle porte di Roma, sulla
sinistra dell'Aniene.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 231/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Vaufrey, offrono i dati più sicuri; ma numerosi sono altri giacimenti consimili,
sparsi per la penisola, soprattutto sul versante tirrenico, in Liguria e in
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Toscana, nell'Umbria e nelle Marche, nel Lazio e in Sicilia. Anche da questo
quadro rimangono assenti la Sardegna e, tranne l'Elba, le altre isole.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Ma, in Italia, non si verifica la successione Aurignaciano-Solutréano-
Magdaléniano, così sicura nell'occidente europeo; né vi compare l'animale più
caratteristico, la renna, che si presenta soltanto nelle Grotte Grimaldi senza
superarle. Scarsissime sono le manifestazioni artistiche (statuette femminili
delle Grotte Grimaldi, veneretta steatopigica di Savignano sul Panaro, rozzi
graffiti animaleschi a Grotta Romanelli), manifestazioni che invece
costituiscono la nota dominante della cultura franco-cantabrica,
dall'Aurignaciano al Magdaléniano; finalmente povera e senza significato è
l'industria ossea.
di U. Rellini che vi distingue due facies, l'una settentrionale più affine al vero
Aurignaciano, l'altra meridionale più impregnata di elementi capsiani.
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Con
siffatta industria, chiaramente sovrapposta nelle Grotte Grimaldi al
(/index.html)
Moustériano, diffusa per tutta la penisola e in Sicilia, si chiude l'era
CATALOGO (/CATALOGO/)
pleistocenica e s'inizia l'attuale, in cui essa sfuma (v. miolitica, civiltà).
dei metalli, così come era stato provato nell'Arceviese. Indagini future
potranno dimostrare seISTITUTO
questa (/ISTITUTO/)
industria campignana
(o questo "Garganiano"),
MAGAZINE (/MAGAZINE/)
La civiltà neolitica, con le sue molteplici industrie, con i suoi modi d'abitazione
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
(in capanne, in grotte naturali, sotto ripari rocciosi), con i suoi sepolcri
terragni, nei quali anche spicca la posizione rannicchiata del cadavere, è diffusa
dalla cerchia alpina perLIBRI
tutta(/TRECCANILIBRI/)
la penisola e nelle isole:
ARTE in essa si vedono già
(/TRECCANIARTE/)
difficoltosa riesce la distinzione della sua fase più antica da quella più recente,
soprattutto per l'abbondante sovrapposizione degli strati appartenenti alla
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
prima età dei metalli, cioè gli eneolitici. Un Neolitico antico, o fu di breve
durata o sfugge alle ricerche; un criterio distintivo dalla fase finale, più
riccamente rappresentata, fu adottato da G. Chierici, L. Pigorini e P. Orsi,
tratto dalla mancanza o dalla scarsezza di manufatti litici fini o perfezionati,
quali le accette levigate tipiche, le pietre perforate, le punte di freccia silicee. A
un gruppo abbastanza omogeneo di giacimenti piuttosto arcaici sì possono
assegnare: i cosiddetti fondi di capanna del Reggiano (Albinea, Rivaltella,
Calerno, Campeggine) scavati dal Chierici, altri consimili del Modenese e del
Bresciano e del Mantovano, quelli di S. Biagio presso Fano, di Camerata sul
Lago di Lèsina, alcuni della Valle della Vibrata (v. abruzzo) e della Puglia,
qualche stazione del Trentino e qualche deposito delle grotte liguri, la Grotta
Cicchetti nel Materano e la Grotta del Diavolo all'estremo della penisola
salentina. A una fase più recente, forse finale, appartengono gli abitati sulla
roccia di Rumiano a Vayes (Val di Susa) e di Dos Trento (Trentino), la stazione
all'aperto di Alba (Piemonte), fornitrice di una ricca serie di pietre levigate, le
caverne liguri del Finalese (Arene Candide, Pollera, ecc.) e quelle del Carso, gli
abitati delle Isole Tremiti e forse di Pantelleria, la maggior parte dei villaggi
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 235/1196
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capannicoli della Valle della Vibrata, dove per la prima volta si scoprirono i
fondi di capanna per opera
di Concezio Rosa, e dove il sistema d'abitazione
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
d'Alto nel Materano), e prove irrefutabili della scarnitura del cadavere con
colorimento delle ossa in rosso (Sgurgola), nonché della trapanazione
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
cranica
(Casamari presso Frosinone).
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Quanto all'abitazione in capanne, i cui più grandi e complessi esemplari sono
forniti dai villaggi di Ripoli e di Serra d'Alto, importante è il sistema di
recinzione difensiva con grandiSCUOLA
trincee,(/TRECCANISCUOLA/)
ben studiate nel Materano (Serra
d'Alto, Murgecchia, Tirlecchia) e presenti anche in Sicilia (Stentinello), dove
anche appare la cinta con muro di pietre (Branco Grande presso Camarina). In
questi tempi eneolitici,LIBRI
dunque, si ha il vero principio
(/TRECCANILIBRI/) dell'architettura
ARTE (/TRECCANIARTE/)
soprattutto funeraria.
CATALOGO (/CATALOGO/)
Ma, fatto singolare, nell'Italia settentrionale, è l'impianto e il primo sviluppo
delle abitazioni lacustri su palafitta, che diverranno più caratteristiche nell'età
successiva. Nella Lombardia centrale-occidentale le palafitte più antiche
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
risalgono a questo periodo, se non già alla fine dello stesso neolitico puro; e
benché lo studio dei materiali palafitticoli, dato l'inevitabile naturale
rimescolamento, sia difficile, alcune stazioni di
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) breve
ARTE durata meglio servono
(/TRECCANIARTE/)
Se nelle prime palafitte si può supporre, con il Pigorini, la discesa di genti dalla
Svizzera, paese "classico" il
al riguardo, in generale gli archeologi, per tutto
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
riconoscere la base formativa di quella civiltà che poi sarà l'italica dell'alba
storica.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
bucchero, accanto alle forme più ricche e variate, la nota dominante consiste
nella decorazione incisaISTITUTO
con motivi dagli
meandriformi e spiralici, non dissimili
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Altro fatto importante è il culto professato alle acque, sorgive come nella
Grotta Pertosa, medicamentose come a La Panighina (Forlì), o culto vago come
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Riassumendo, per l'età del bronzo, l'Italia presenta questi distinti gruppi
culturali: 1. palafitte delISTITUTO
settentrione più
(Veneto, Lombardia orientale: queste
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
unità può essere addotta come prima prova della persistenza etnica neo-
eneolitica; oltre agl'influssi provenienti dal nord, dalla civiltà terramaricola che
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
propaga fino allo Ionio i suoi prodotti metallici, si deve tener conto di quelli
siciliani più appariscenti nel mezzogiorno (in primo luogo il sistema funerario
delle grotticelle nel Materano); non definibili ancora sono i supposti influssi
d'oltre-Adriatico.
la via d'accesso non può ritenersi più la Val d'Adige, dove la cultura
terramaricola sale, ma non
discende. Restano, la grande via di tutte le invasioni
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Prima età del ferro. - Con la scomparsa della vita terramaricola e con le prime
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
necropoli a incinerazione dell'Italia centrale, si entra in tempi ormai
protostorici.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
La ragione fondamentale della varietà che la ricca civiltà del ferro italiana
presenta (per le dettagliate notizie si rimanda a: ferro, civiltà del) sta negli
aspetti differenziati della precedente
TRECCANIcultura enea.
CULTURA I rapporti molteplici,
(/CULTURA/)
Dei nove gruppi in cui si distingue la nostra prima civiltà del ferro peninsulare
in base ai materiali dei sepolcreti (1°: di Golasecca o Ticinese; 2°: Veneto-
Istriano; 3°: Villanoviano bolognese; 4°: Villanoviano tosco-umbro; 5°: Laziale;
6°: Piceno; 7°: Sannita-Campano; 8°: Bruzio-Lucano; 9°: Apulo-Messapico), gli
ultimi quattro, adriatico-meridionali, spiccano singolarmente per la costante
praticazione del rito inumante, eccettuato l'isolato fenomeno di Monte
Timmari in Lucania.
Così l'Italia peninsulare adriatica e meridionale, come già nell'età enea, ancora
mantiene un'indistruttibile indipendenza.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 244/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
preponderante anche qui nelle più arcaiche necropoli della bassa Etruria, quasi
(/index.html)
esclusivo sui Monti Albani (ma mescolato e in minoranza sul suolo romano,
CATALOGO (/CATALOGO/)
alle origini della città) e non sorpassa le Paludi Pontine, come non varca la
catena appenninica verso l'Adriatico. Man mano che si propaga e si mescola,
perde il suo carattere primitivoSCUOLAdi rude(/TRECCANISCUOLA/)
semplicità, arricchendosi le tombe di
corredo; e nel corso dell'età, sempre più mescolandosi alle fosse inumatorie
(salvo pochi casi isolati di tenace persistenza), finisce per esser debellato,
allorché tra il sec. VIIILIBRI
e il VII a. C., con i potenti
(/TRECCANILIBRI/) ARTE influssi d'oltremare, orientali,
(/TRECCANIARTE/)
delle varie popolazioni italiche, quali si desumono dalla storia, si sono proposte
molteplici soluzioni, escogitando successive immigrazioni (proto-italiche e
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
italiche), per spiegare etnologicamente le varietà della prima civiltà del ferro, in
relazione al più dibattuto problema delle origini etrusche (vedi etruschi).
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 246/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
successive più affini a essa; secondariamente, alla risoluzione stessa nuoce ogni
criterio di rigidezza fondata sulle definizioni nominali, formazioni di tempi
maturi e non originarî, alla pari dei linguaggi
TRECCANI CULTURA italici stessi che servono di base a
(/CULTURA/)
storici e glottologi. Dal puro punto di vista archeologico può dirsi: non si può
disconoscere l'esistenza di un grande fondo sostanziale, culturale ed etnico,
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
quale l'Italia dell'età enea mostra già ricco di vitalità che posteriormente si
rivela; ma è anche evidente la penetrazione nel nord di gente diversa, quale la
terramaricola. I rapporti reciproci e molteplici, commerciali e culturali,
innegabili, e anche la propagazione di elementi umani, non catastrofica e
limitata, almeno nelle regioni dove il rito incineratore dapprincipio predomina,
pongono in felice contatto le civiltà e le vite umane diverse; ne consegue una
complicata vicenda di commistioni e di assorbimenti, che la storia dei riti
funebri è la prima a illuminare, ponendo fors'anche in evidenza, con la vittoria
finale dell'inumazione, qual'è l'elemento spiritualmente più forte. È dal risultato
della fusione, avvenuta non semplicemente ma variamente, secondo la
prevalenza di numero e di cultura, secondo la natura fisica dei luoghi e le
speciali condizioni di vita, che si forma quella compagine etnica, non uniforme
in senso assoluto, ma in gran parte cementata da tradizioni originarie, lingua,
costumi, idee religiose, ecc., alla quale soltanto Roma, dopo aspra lotta quasi
fratricida, è destinata a dare una vittoriosa unità.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 247/1196
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Bibl.: La vasta bibliografia relativa alla preistoria italiana è stata raccolta con
ordine esemplare, fino ISTITUTO
al 1927, (/ISTITUTO/)
nell'opera diMAGAZINE Seta, Italia Antica,
A. Della (/MAGAZINE/) 2ª ed.,
Bergamo
(/index.html)
1928 (pp. 439-447). A essa si rimanda; solo qui si aggiungono alcune
pubblicazioni posteriori non citate, più utili alla consultazione.
CATALOGO (/CATALOGO/)
In generale: U. Rellini, Le origini della civ. italica, Roma 1929; id., Rapporto
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
prelim., in Bullett. di Paletnol. ital., L-LI (1930-1931), pp. 43-133 (ricerche sul
Gargano).
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Per il Paleolitico: G. A. Blanc, Grotta Romanelli, in Archivio per l'antrop. e l'etnol.,
LVIII (1928), pp. 365-411; R. Vaufrey, Le Paléolithique italien, Parigi 1928;
Archivio p. l'Antrop. e l'Etnol., LVIIIACQUISTA (/EMPORIUM/)
(1928), pp. 77, 88, 276, 341 (per il Paleolitico
superiore e le continuazioni); R. Battaglia, Il Paleol. sup. in Italia, in Bullett. di
Paletnol. ital., XLVII (1927), pp. 11-34; S. Sergi, Il primo cranio del tipo di
Neanderthal, ecc., in Atti Soc. Progresso Scienze, XIX riun. (1930), p. 471 (cfr.
L'Anthropologie, XLI, 1931, p. 241, ecc.); U. Rellini, in Bullett. di Paletnol. ital., L-
LI (1930-31), pp. 1-11, e ibid., LII (1932), pp. 1-4 (Loretello); G. De Lorenzo e
G. D'Erasmo, L'uomo paleolit. e l'Elephas antiq. nell'Italia merid., in Atti R. Accad.
Scienze is. matem. Napoli, XIX, s. 2ª, n. 5 (1932), e cfr. in Bullett. di Paletnol. it.,
LII (1932), pp. 5-8.
Per l'età dei metalli: U. Antonielli, Due gravi problemi paletnol., in Studi Etruschi, I
(1927), pp. 11-61; G. E. Genna, La trapan. del cranio, ecc., in Riv. di Antropol.,
XXIX (1929-1930), pp. 139-161 (cranio di Casamari); D. Randall-MacIver, The
Iron age in Italy, ecc., Oxford 1927; H. M. R. Leopold, La sede originaria dei
terramaricoli, in Bullett. di Paletn. ital., XLIX (1929), pp. 19-31 e ibid., L-LI (1930-
31), pp. 168-174; LII (1932), pp. 22-37 (età del bronzo in Italia); N. Åberg,
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 248/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
CATALOGO (/CATALOGO/)
L'Italia fino alla caduta dell'Impero romano.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 249/1196
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https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 250/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
questione sulla nazionalità degli Etruschi, questo pare l'unico dato sicuro.
Sull'origine dei Sardi e ISTITUTO
dei Corsi, finalmente, nulla, per mancanza di
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
CATALOGO (/CATALOGO/)
L'assetto etnografico che noi abbiamo descritto è quello delle diverse regioni
italiane, quando vi giunsero le armi romane, e sostanzialmente corrisponde a
quello della confederazione italica; ma questo assetto fu, a sua volta, la
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
risultante di tutto un complesso di precedenti invasioni, sovrapposizioni e
spostamenti etnici, che si effettuarono dai tempi più antichi ai giorni della
dominazione romana. LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 251/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
settentrionale era divisa tra Liguri, Etruschi e Veneti, la centrale tra Umbri,
Etruschi e Latino-Falisci, colonie
la meridionale e la Sicilia tra questi ultimi e le
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
greche.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Altre illazioni sono lecite per il tempo precedente all'invasione etrusca, che,
cioè, gli Etruschi, così nell'Italia settentrionale come in quella centrale, si
fossero sovrapposti a stirpi umbre. Infatti anche qui basti ricordare che sono di
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
origine italica nomi quali Umbro per il fiume Ombrone, Camers per la città di
Clusium Hatria, Spina, e origini umbre erano attribuite dalla tradizione a
Cortona, Perugia, Ravenna, Rimini, ecc.; si aggiunga
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) che, secondo Erodoto, i
ARTE (/TRECCANIARTE/)
due affluenti del Danubio, Karpis e Alpis, avevano le loro sorgenti in terra
'Ομβρικῶν, e l'importanza degli Umbri nella più remota antichità è confermata
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
da non pochi indizî. E allora noi possiamo riconquistare nella carta etnografica
dell'Italia antica il momento nel quale l'Italia centrale e la settentrionale erano
per la massima parte occupate da ACQUISTA
stirpi umbre, cioè italiche.
(/EMPORIUM/)
E siamo tutti a domandarci: quali furono le stirpi, cui alla lor volta si
sovrapposero gli Umbri? e può rispondersi con la massima probabilità che
nell'Italia settentrionale essi trovarono i Liguri, i quali certamente un tempo
ebbero sedi assai più estese di quelle del tempo storico: e allora ecco la
successione che ci si profila: substrato ligure, diffusione delle stirpi italiche,
arrivo ed espansione delle stirpi etrusche, colonizzazione greca, invasioni
celtiche, confinamento degli Etruschi nell'Etruria, avanzata delle stirpi osco-
umbre nell'Italia centrale e meridionale.
Per le più antiche di queste diverse fasi è possibile soltanto una cronologia
relativa, ché una assoluta, e sempre di carattere approssimativo, è consentita
soltanto a partire dalla colonizzazione greca, che risale alla metà circa del sec.
VIII a. C., e si prosegue nei decennî successivi, mentre le invasioni celtiche
sono, come già dicemmo, del sec. V e l'avanzata delle stirpi osco-umbre giunge
sino al principio del quarto. Circa l'arrivo degl'Italici, d'altronde, dalla loro
pertinenza alle stirpi indoeuropee si può desumere che essi siano discesi dal
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 252/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Nord attraverso i valichi delle Alpi centrali od orientali, e poiché può ritenersi
accertato che le stirpi indoeuropee
conoscessero il rame prima di pervenire
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
nelle sedi europee, sembra parimenti certo che essi non possano essere giunti
(/index.html)
in Italia prima dell'alba dell'età dei metalli, cioé del periodo eneolitico. E
CATALOGO (/CATALOGO/)
altrettanto allora deve valere per l'arrivo dei Veneti e dei Messapî che abbiamo
visto appartenere pur loro al ceppo indoeuropeo; ma saranno essi venuti prima
o dopo gl'Italici? È una domanda alla quale non si può rispondere nemmeno
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
per via di presunzione sulla base di elementi linguistici o tradizionali; ed è
necessario chiedere eventuali lumi ai materiali dell'archeologia preistorica.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
non storico; qui non mancano migliaia di testi epigrafici, ma essi non hanno
finora purtroppo consentito l'inserzione, non solo certa ma nemmeno
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
probabile, dell'etrusco nell'uno o nell'altro gruppo linguistico; onde anche qui è
necessario volgersi al sussidio dell'archeologia preistorica. Ma, purtroppo,
questa, se è preziosissima fonte d'informazione per quanto concerne la
successione delle diverse civiltà nel mondo è generalmente insufficiente alle
individuazioni etnografiche, e di rado avviene che, riavvicinando i dati
linguistici e tradizionali con quelli archeologici, si possa uscire dal campo della
congettura. Il che purtroppo si verifica in particolar modo nella preistoria
italiana e specialmente nella questione etrusca, e di fatto quanto mai diversi e
contraddittorî sono i numerosi sistemi proposti da storici, e da archeologi, circa
il riporto dei singoli strati preistorici delle diverse regioni italiane alle diverse
popolazioni, e soprattutto circa l'individuazione etnografica degli strati che si
succedono dal periodo della prima età dei metalli alla prima età del ferro. Vi è
chi identifica i palafitticoli-terramaricoli con gl'Italici, e chi li identifica con gli
Etruschi, chi fa venire quest'ultimi dal Nord, chi dall'Oriente, chi considera
gl'Italici come eneolitici precedenti ai palafitticoli, e chi li vuole Villanoviani,
chi considera gli Iapigi preitalici, e chi li fa giungere in età quasi storica. In tanta
varietà di opinioni noi ci limitiamo a propendere, senza poterne qui specificare
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 253/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
le ragioni, per coloro che considerano gl'Italici come eneolitici, fanno giungere
gli Etruschi dal Nord nel corso dello stesso periodo eneolitico: i Veneti
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
e gli
Iapigi dall'Illiria nella prima età del ferro. Resta per noi invece incerto se i
(/index.html)
palafitticoli-terramaricoli siano gl'Italici o gli Etruschi, e se debbano
CATALOGO (/CATALOGO/)
considerarsi come discendenti di paleolitici i Liguri, di paleolitici o di neolitici i
Corsi e i Sardi.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Quanto mai variopinta, dunque, è la carta etnografica dell'Italia preromana: vi
si riscontrano quattro nazionalità indoeuropee: Italici, Greci, Celti, Illiri; una
certamente non indoeuropea: gli Etruschi; parecchie
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) d'incerta origine: Liguri,
ARTE (/TRECCANIARTE/)
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Conquista romana dell'Italia peninsulare e sua organizzazione. - Fra tanta
varietà di stirpi, al principio dell'età storica, Roma città occupava appena una
ventina di ettari di terreno, e il suo territorio un centinaio di chilometri
quadrati. Tutto attorno, fino ai monti Albani, sorgevano le città della
confederazione latina.
per circa 12.000 kmq., e la guerra latina, col consecutivo scioglimento della
lega. Appena una sessantina
di anni dopo, attraverso le altre guerre sannitiche
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
e
la guerra pirrica, con le operazioni immediatamente successive, tutta l'Italia
(/index.html)
peninsulare da Rimini e da Pisa sino allo stretto di Messina, per circa 130.000
CATALOGO (/CATALOGO/)
kmq., è stretta sotto il dominio di Roma.
Soltanto nelle prime fasi delle loro conquiste i Romani non fecero che
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
distruggere le città sconfitte e trasportarne in Roma parte degli abitanti, ma
dopo la distruzione di Alba, lasciarono generalmente sussistere le comunità
vinte. Al principio del LIBRI
sec. V a.C. strinsero coiARTE
(/TRECCANILIBRI/) Latini il cosiddetto foedus
(/TRECCANIARTE/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 255/1196
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anzi l'uso del latino come lingua ufficiale considerarono quale massimo onore e
(/index.html)
quale oggetto di graziosa concessione. E tanto meno i Romani ostacolarono i
CATALOGO (/CATALOGO/)
diversi idiomi dei federati italici, ché anzi, difendendo le nazionalità minori
contro gli appetiti delle maggiori, assicurarono alle loro lingue una durata
maggiore di quella che forse, abbandonate a sé, avrebbero avuto. Comunque il
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
latino stentò per secoli prima di diventare popolare nelle città della Magna
Grecia, e tarda fu la sua avanzata nell'Etruria centrale e settentrionale.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
centrale, essi desiderarono, per rimediare alla loro inferiorità, l'acquisto della
cittadinanza romana e, ISTITUTO
dopo lunghi travagli, la ottennero con le armi alla
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
mano, durante quella guerra sociale nella quale parve che alla formazione di
(/index.html)
una nazionalità italiana, convenisse la soppressione di Roma. Ma questa,
CATALOGO (/CATALOGO/)
continuando ad alternare le arti della politica con la forza militare superò la
tempesta, e ne approfittò per procedere alla romanizzazione definitiva
dell'Italia, e conferirle così unitàSCUOLA
di lingua e di nazione. Concessa in breve
(/TRECCANISCUOLA/)
tempo la cittadinanza romana a tutti gl'Italici federati, la lingua latina si diffuse
per ogni dove, e, con la lingua, l'onomastica, il calendario, i costumi romani;
cadde ogni privilegio locale, scomparvero gli ARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) istituti di diritto privato
(/TRECCANIARTE/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 257/1196
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l'epoca repubblicana, così per quella imperiale la storia politica d'Italia è quella
dello sviluppo, dell'apogeo e della decadenza dello stato romano (per una
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
trattazione analitica, v. romani: Storia). Ma non si può trascurare il fatto
saliente di tale storia, dal punto di vista italiano. Ed è questo: che, per un
complesso di circostanze diversissime - in primo luogo la vastità stessa
dell'impero, la sua complessa organizzazione, le esigenze imprescindibili della
sua difesa e organizzazione - l'Italia, che pure lo aveva creato, finì per vedere
assai diminuita la sua iniziale posizione di preminenza nella compagine
dell'impero: talché - per quanto ciò possa a prima vista apparire paradossale -
soltanto con la dissoluzione di quella compagine l'Italia si avviò a una nuova
sua storia. La quale continua bensì e non dimentica quella di Roma e del suo
impero, anzi, con la Chiesa, che continua l'universalità dell'Impero, mantiene la
sua funzione di primato spirituale; ma solo dalla caduta dell'impero la storia
italiana si svolge autonoma e con proprî destini: la faticosa conquista d'una
forma politica per l'unità nazionale del popolo italiano.
Il periodo repubblicano aveva fatto l'Italia signora del mondo: i legionarî italici
costituivano il nerbo degli eserciti romani e ai mercanti italici erano assicurati i
massimi privilegi in tutti i mercati. Ma il trapasso dalla repubblica all'impero
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era in minor parte conseguenza, in maggior parte esso stesso causa della
trasformazione di queste
condizioni di privilegio. Se le necessità politiche
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
grano, che tuttavia non basterà mai ai bisogni degl'Italici, al che occorre
sopperire con importazioni, in ispecie dall'Egitto. Ma soprattutto decadono i
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
piccoli proprietarî, e quindi si costituisce un latifondo che peggiora le
condizioni preesistenti e quindi contribuisce a una ulteriore decadenza
dell'economia italiana, già visibile nel periodo dei Flavî e degli Antonini. Alla
quale decadenza economica si accompagna quella politica. Gl'Italici non hanno
gran volontà di servire nelle legioni, e in genere gl'imperatori accondiscendono
volentieri a questa loro tendenza, perché si sentono più sicuri con legionarî
tratti fuori d'Italia. Perciò, da Vespasiano in poi, le leve d'Italici diventano
un'eccezione. Con ciò, in un impero in cui l'esercito dice le parole decisive,
l'Italia è privata della possibilità di far udire la sua voce. L'autonomia
amministrativa è di molto diminuita dall'autorità imperiale. Ai tempi di
Traiano erano introdotti i curatores, che dal controllo della contabilità delle
singole città passavano facilmente alla loro sopraintendenza generica; e
Adriano aggravava la limitazione dell'autonomia con l'introduzione dei quattro
consulares per un nuovo regime giudiziario, consulares che, aboliti per le proteste
degl'Italici da Antonino Pio, furono di fatto ricostituiti, forse con maggiori
attribuzioni, da Marco Aurelio sotto il nome di iuridici. Anche la partecipazione
degl'Italici alla classe dirigente dell'impero diminuiva: i senatori e i governatori
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 259/1196
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delle provincie, poi gli stessi imperatori, erano sempre più spesso scelti tra i
provinciali. Nello stessoISTITUTO
tempo(/ISTITUTO/)
i vecchi centri culturali delle provincie
MAGAZINE (/MAGAZINE/)
(Grecia,
Egitto, Asia Minore) riprendevano vigore, dando luogo a un'abbondante
(/index.html)
produzione in lingua greca (non è caso che Adriano fosse filelleno, e Marco
CATALOGO (/CATALOGO/)
Aurelio scrivesse in greco), mentre centri nuovi si formavano in Gallia, Spagna,
Africa, che reggevano il confronto con quelli italiani.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
La decadenza economica diventata generale in tutto l'impero man mano
aumenta, né valevano provvedimenti come quelli di Traiano per obbligare i
senatori a impegnare iLIBRI
loro(/TRECCANILIBRI/)
capitali in Italia e ARTE
per soccorrere con prestiti i
(/TRECCANIARTE/)
regioni dell'impero. L'editto di Caracalla (212 a. C.) col fare tutti i provinciali
cittadini romani non sanzionerà che la parificazione ormai raggiunta tra Italia e
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
provincie. Già sottoposta nel sec. III a un regime di correctores, le cui differenze
dai correctores provinciali sparirono presto, l'Italia diventerà una delle dodici
diocesi dell'Impero con Diocleziano, perderà la sua posizione di capitale con
Costantino, perderà subito dopo anche la sua fisionomia amministrativa con
l'essere aggregata in una sola prefettura con l'Africa (e in certo periodo con
l'Illirico).
Tuttavia, non solo per il suo passato, ma anche per la sua permanente vita
spirituale e culturale, a cui conferiva nuova dignità e nuovo vigore il papato,
l'Italia resterà sempre uno dei centri della vita dell'impero, né mai si oblitererà
del tutto la coscienza della funzione fecondatrice e civilizzatrice che da essa si
era irraggiata per il mondo romano. Quanto più si approfondirà il distacco tra
l'Oriente rimasto fondamentalmente ellenistico e l'Occidente romanizzato,
altrettanto più netta apparirà la funzione dell'ltalia come centro dell'Occidente.
Ciò si vide soprattutto dalla morte di Teodosio (395 d. C.) in poi, e tale
funzione non venne meno neppure quando tutto l'Occidente fu preda dei
barbari, perché all'impero si sostituì entro certi limiti la Chiesa.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 260/1196
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Bibl.: Per la trattazione dal punto di vista storico generale v., oltre le maggiori
storie di Roma (specialmente quelle di Th. Mommsen, I, 10ª ed., Berlino
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) 1907,
pp. 3 segg., 111 segg.; G. De Sanctis, I, Torino 1907, pp. 50-223; E. Pais Roma
(/index.html)
1926, I p. 346 segg.; II, p. 440 segg. ed il vol. II della Geschichte des Altertums di E.
CATALOGO (/CATALOGO/)
Meyer, 1ª ed., Stoccarda 1893, p. 488), E. Brizio, Epoca preistorica nella Storia
politica d'Italia, ed. dal Vallardi; W. Helbig, Die Italiker in der Peobene, Lipsia
1879; J. Beloch, Der Italische Bund, Lipsia
SCUOLA 1880; D'Arbois de Jubainville, Les
(/TRECCANISCUOLA/)
origini italiche, Pisa 1914; G. Dottin, Les anciens peuples de l'Europe, Parigi 1916;
G. Sergi, Italia, le origini, Torino 1919; Lackeit, in Pauly-Wissowa, Real-Encykl.,
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
vol. III di suppl., 1918, col. 1268 segg.; E. Pais, Italia antica, 2ª ed., Bologna 1923,
I, p. 31 segg.: G. Pinza, Storia delle civiltà antiche d'Italia, Milano 1923; F. L. Pullé,
Italia, I Torino 1927, p. 156 segg.; II, p. 1 segg.; A. Della Seta, Italia antica, 2ª ed.
Per la trattazione archeologico-preistorica v. la bibliografia del paragrafo
relativo. Per gl'Italici in particolare, v. Th. Mommsen, Unteritalische Dialekte,
Lipsia 1850; Th. Aufrecht e A. Kirchhoff, Die umbrischen Sprachdenkmäler,
Berlino 1845-1851; F. Bücheler, Umbrica, Bonn 1883; R. von Planta, Grammatik
der oskisch-umbrischen Dialekte, Strasburgo 1892-97; R. S. Conway, The Italic
Dialects, Cambridge 1897; e in Atti del Congresso inter. di scienze storiche, Roma
1903, II, p. 9 segg.; C. D. Buck, A grammar of Oscan and Umbrian, Boston 1904; e
Elementarbuch der oskisch-umbrischen Dialekte, traduzione tedesca di E. Prokosch,
Heidelberg 1905; B. Terracini, in Rivista di ilologia classica, XLVIII (1920), pp.
1 segg., LIII (1925), p. 43 segg. e in Studi etruschi, III (1929), p. 209 segg.; F.
Ribezzo, Questioni italiche di storia e preistoria, in Neapolis, I, p. 319 segg.; e in
Rivista Indo-greco-italica, XIV (1930), p. 59 segg.; G. Devoto, Gli antichi Italici,
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 261/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Lipsia 1881, pp. 1 segg., 216 segg., 231 segg.; Desjardins, in Revue Hist., I (1876),
p. 184 segg.; C. Jullian, Les Transformations politiques de l'Italie, Parigi 1881; Th.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Mommsen, Die Italischen Regionen, in Gesammelte Schriften, V, Berlino 1908, p.
268 segg.; cfr. 179 segg., VI (1910), p. 284 segg.; H. Nissen, op. cit., I, Berlino
1883, p. 57 segg.; Cuntz, De Augusto Plinii geogr. auctore, Bonn 1887, p. 27;
Klotz, in Göttinger Gelehrte Anzeigen, 1910, p. 477 segg.; O. Hirschfeld, Die
kaiserlichen Verwaltungsbeamten bis auf Diocletian, 2ª ed., Berlino 1905, pp. 101,
127 segg., 212 segg., Thédenat, in Daremberg e Saglio, Dict. des ant. gr. et rom.,
IV, p. 817 segg.; L. Cantarelli, La diocesi Italiciana, Roma 1903; Jung, in
Mitteilungen des Instituts für Österr. Geschichtsforsh., vol. V di suppl. (1896-1903),
p. 1 segg. - In generale v. K. J. Beloch, Römische Geschichte, Berlino e Lipsia 1926,
p. 488 segg.; V. Chapot, Le monde romain, Parigi 1927, p. 135 segg.; Lackeit-
Philipp, in Pauly-Wissowa, Real-Encykl., vol. III di suppl., coll. 1246 segg.; G.
Cardinali, in Dizionario epigra ico di antichità romane, IV, p. 92 segg.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 262/1196
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settentrionale, dai Franchi Ripuarî la valle della Mosella, dai Burgundî la valle
(/index.html)
del Rodano e della Saona, dagli Alamanni la regione attorno alle sorgenti del
CATALOGO (/CATALOGO/)
Reno, dagli Angli e Sassoni la Britannia; insomma risoltosi gran parte del
territorio dell'impero d'occidente in regni romano-germanici, sia pure
confederati nominalmente dall'impero, non rimaneva sotto il diretto ed
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
effettivo dominio dell'impero d'occidente, a metà del sec. V, se non l'Italia,
anch'essa mutilata di regioni insulari per opera dei Vandali d'Africa, e qualche
zona della Gallia meridionale e della regione oltre
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) le Alpi del nord-est.
ARTE (/TRECCANIARTE/)
L'impero d'occidente (v. romani: Storia) sopravviveva solo dove era nato. Ma
nel corso del sec. V più volte la penisola intera è stata battuta dai barbari, fino
alla Calabria; più volte Roma stessa ha visto
TRECCANI nelle
CULTURA sue mura i barbari, ha subìto
(/CULTURA/)
Fino a che, anche questa superstite oasi venne assorbita. E fu nel 476, quando le
milizie barbariciie che erano in Italia vi chiesero ad Oreste un regolare
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
stanziamento. Oreste negò e allora Odoacre, uno dei loro capi, già venuto per
(/index.html)
conto suo in Italia attraverso le Alpi nordorientali, promise terre e fu levato
CATALOGO (/CATALOGO/)
sugli scudi, prese Pavia e Ravenna mandando via Romolo Augustolo, ultimo
imperatore d' Occidente in Italia, distribuì ai suoi Eruli, Rugi, ecc., le terre che
chiedevano, governò i suoi barbari in nome proprio, come re, e gl'Italiani in
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
nome dell'altro imperatore, come suo patrizio, cioè investito della direzione
militare e amministrativa: sebbene il titolo non gli fosse mai dato ufficialmente
dall'imperatore. PoichéLIBRI
l'imperatore, in cui era
(/TRECCANILIBRI/) sempre
ARTE vivo il senso dell'unità
(/TRECCANIARTE/)
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
signoreggiata.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Più profondamente incisero sul vecchio ordine politico-sociale della penisola
Teodorico e i suoi Ostrogoti. Vera invasione barbarica questa, sebbene
Teodorico, semplice magister militum, fosse venuto in Italia in nome
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
dell'imperatore, che voleva allontanare da sé quei barbari e abbassare o cacciare
i barbari di Odoacre.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
separati ancora da un abisso morale, consapevoli gli uni della propria forza, gli
altri della propria debolezza, ma gli uni e gli altri persuasi della propria
superiorità. A non contare la differenza religiosa.
TRECCANI CULTURA Anche in Teodorico, pur
(/CULTURA/)
sollecito del bene di tutti, il re dei Goti prevalse sopra il magister militum e
funzionario imperiale. Fece una politica estera più volta verso i regni romano
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
barbarici dell'Occidente, specialmente i Visigoti di Spagna e Gallia meridionale,
che verso l'impero. Verso l'impero si destreggiò, anche per impedire che da
quella parte gli venissero suscitati contro altri barbari. Il suo pensiero andava a
un raggruppamento di popoli germanici, capace di fronteggiare l'impero.
S'imparentò, così, con Visigoti, Turingi, Vandali, Franchi, e cercò anche di
conciliare Visigoti e Franchi suoi confinanti. Né gli mancò qualche desiderio di
aggraziarsi i vinti; qualche pensiero di grandezza che, trovando appagamento
solo nella tradizione imperiale romana, si risolveva in manifestazioni bene
accette ai vinti. Tutto questo e certa superiorità che conseguì sui vicini regni
barbarici, poté dare l'impressione d'una ripresa di vita nella penisola. Ma,
viceversa, Teodorico stesso non voleva accostarsi troppo ai Romani. In lui era
più ostentazione, più ricerca di letterati adulatori che apprezzamento vero della
civiltà dei vinti. Peggio ancora i suoi Goti. Non che qualcosa non penetrasse
anche in essi dal contatto coi Romani. Ma considerarono questa penetrazione
un pericolo: si direbbe che la coscienza della loro pochezza numerica e, pur con
tutte le loro armi, debolezza politica, li spingesse a chiudersi in sé, per timore di
essere sopraffatti dal lento ma irresistibile moto della grande massa circostante.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
CATALOGO (/CATALOGO/)
Si erano messe in movimento, durante questa guerra, anche orde di Alamanni e
di Franchi. Ma ora, gli Alamanni furono annientati; i Franchi ricacciati; i Goti
vinti si dispersero e il loro stesso nome scomparve. Non si sa neppure se e
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
quanti ripresero la via delle Alpi, se e quanti si confusero nella massa della
popolazione o si mescolarono confusamente coi successivi invasori: proprio
come un esercito in paeseLIBRIstranieto, ove la sconfitta
(/TRECCANILIBRI/) militare vuol dire la fine.
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Di solidarietà dei Romani con i Goti non si ebbero tracce se non, un poco, nelle
campagne del Mezzogiorno, dove i contadini furono guadagnati da Totila, per
poterli contrapporre ai Greci che godevano
TRECCANI invece
CULTURA qualche favore di grandi
(/CULTURA/)
proprietarî.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Così l'Italia divenne una provincia dell'impero d'Oriente, con i confini sulle
Alpi e sul mare. A Roma, il senato cessò di esistere. E fu, più ancora che non
per la sostituzione di Odoacre a Romolo Augustolo, la fine dell'Italia come
centro dell'impero d'Occidente, e di Roma come capitale dell'impero. Poté
contribuire a ciò anche la crescente decadenza economica di Roma e dell'Italia,
che riprendeva il suo corso, anzi lo accelerava, dopo venti anni di guerra che, in
molte regioni, fu veramente sterminatrice. Si accentuò anche l'isolamento di
Roma nei rapporti col resto della penisola e dell'Italia di fronte al resto
dell'Europa, non essendovi più né il nesso creato già dall'impero né quello
creato dalla politica di Teodorico e anche solo dalla comune origine germanica
delle stirpi dominatrici.
E tuttavia, pur mentre certi vincoli si spezzano, altri il corso delle cose comincia
a crearne, d'altra natura. Si moltiplicano chiese e diocesi nell'Italia meridionale
a sud di Roma e Roma esercita su esse i diritti metropolitici. Sorgono poi (v.
appresso: Il cristianesimo in Italia) quelle della media e alta Italia. Si
costituiscono le provincie ecclesiastiche di Milano, di Aquileia e di Ravenna.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Sulla chiesa di Ravenna si riflette la cresciuta importanza della città, sede della
corte. Presto si rivela e ISTITUTO
si fa sentire anche nel nord l'azione disciplinatrice
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) della
Chiesa di Roma. La quale intanto lavora per conseguire il primato sulla Chiesa
(/index.html)
cattolica e per sottrarsi alle tendenze cesaropapistiche dell'impero d'Oriente.
CATALOGO (/CATALOGO/)
Con Giustiniano, si hanno atti di benevolenza verso il papa, riconoscimento di
attribuzioni civili ai vescovi italiani. Ma queste largizioni volevano dire anche
dipendenza. In realtà, benevoli SCUOLAo gravosi che fossero gli atti dell'imperatore
(/TRECCANISCUOLA/)
verso la sede romana e i vescovi italiani, il risultato era di alienare dall'Oriente
l'Italia ortodossa. Il legame, rafforzato dopo il 535 nel campo politico,
s'indeboliva in quello morale. Anche perché la
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) nuova
ARTE vita religiosa cresceva di
(/TRECCANIARTE/)
Giudizî diversi e opposti sono stati pronunciati sulla condotta dei Longobardi
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
nei primi tempi. Ma si può ammettere ormai che i nuovi invasori, a differenza
degli Ostrogoti, trattarono i Romani come cosa di conquista. Certo i relatori
chiesastici del tempo esagerarono.ACQUISTA
A Pavia,(/EMPORIUM/)
Alboino entrò nulli laesionem ferens,
e il popolo, dopo tante miserie, si sentì il cuore sollevato a nuova speranza.
Certo, anche, i più dei vescovi rimasero nelle loro sedi e qualcuno ebbe benigno
trattamento. Probabile che, come sempre in queste invasioni, plebe, contadini,
servi della gleba fossero indifferenti e magari attendessero beneficio. Anche,
qua e là, possessores. E Gregorio Magno lamenta che dalla Corsica e dalla
Campania taluni di essi fuggissero presso i Longobardi di Tuscia e di
Benevento, per odio ai Bizantini. Ma è vero anche che, specialmente con Clefi
successore di Alboino e durante l'interregno che seguì a Clefi, vi fu vera strage
di potentes, cioè di gente ricca e altolocata: che fu altro colpo dato alla vecchia
aristocrazia, già battuta dalla reazione militare e contadinesca del sec. III-IV e
dal dispotismo burocratico dell'impero, e sostituzione di un'aristocrazia quasi
del tutto germanica alla vecchia di origine romana. Vero anche che, di fronte ai
Longobardi predatori e ariani e fautori di scismatici, vi fu largo esodo verso i
luoghi meno battvti dall'invasione. Paolo che reggeva la chiesa di Aquileia fuggì
a Grado. Non pochi Milanesi presero stanza a Genova. Altra gente cercò a
Roma e a Ravenna la protezione di quel vescovo e del duca greco. Le coste e le
isole di Toscana, le coste pugliesi e napoletane dovettero egualmente accogliere
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
penisola.
che il ricordo delle vecchie circoscrizioni, legate a interessi di ogni genere, non
(/index.html)
si spense: ché anzi si manifestò subito la tendenza a riportare le nuove
CATALOGO (/CATALOGO/)
circoscrizioni sulla linea delle antiche. In tale vicenda mutò non poco la
gerarchia delle città. Alcune guadagnarono, altre persero d'importanza: anche
in rapporto all'ampiezza degli stanziamenti longobardi, che furono numerosi in
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
alcune regioni (Friuli, Brescia, Pavia, Lucca, Pistoia), scarsi altrove. Alcune città
ebbero una lunga eclissi, come Padova; qualche altra mutò sede. Cadde Milano,
già capitale dell'imperoLIBRI
d'Occidente; crebbe invece
(/TRECCANILIBRI/) Pavia (Ticinum), già centro
ARTE (/TRECCANIARTE/)
gotico di notevole importanza, diventato nel 540 capitale del regno dopo la
caduta di Ravenna, luogo dell'estrema difesa gotica contro i Bizantini. I quali
pur essi misero lì, a quel che sembra, il vicario d'Italia e vi resistettero tre anni
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
ad Alboino: ciò che spiega la durevole impressione che la caduta di quella città
lasciò nei Longobardi. E ora, dopo la morte di Alboino (572), Pavia è scelta a
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
stabile capitale del nuovo regno.
dei castelli lungo la Via Flaminia, le comunicazioni fra Ravenna e Roma. Isolata
Roma, tentò d'avere anch'essa
nelle sue mani. L'impresa non riuscì, e Agilulfo
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
conchiuse col papa e con l'esarca una tregua che durò parecchi anni e favorì il
(/index.html)
primo aprirsi dei Longobardi alle influenze civilizzatrici dei Romani: sorgente
CATALOGO (/CATALOGO/)
per essi di forza e, insieme, di debolezza.
Come potevano sottrarsi a quelle influenze, una volta fermatisi sopra stabili
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
sedi, datosi un ordinamento territoriale più o meno ricalcato sul precedente,
accostatisi al possesso della terra, messisi a convivere coi Romani? Vi era una
salda costituzione agraria:
LIBRIe(/TRECCANILIBRI/)
dentro di essa i nuovi proprietarî rimasero come
ARTE (/TRECCANIARTE/)
avviluppati. Vi era una tradizione statale: ed essa dovette subito operare nel
senso di sollecitare la monarchia restaurata farsi valere sui duchi e iniziare con
essi la durissima battaglia. Vi era una ormai
TRECCANI salda
CULTURA organizzazione chiesastica: e
(/CULTURA/)
bassa valle padana. E lì, presso Bobbio, sorse un monastero, poi grande e
famoso. Si trattava tanto
di aprire la via verso Genova, quanto di consolidare
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
nel possesso dei Longobardi quel territorio, da poco, come sembra, strappato ai
(/index.html)
Greci per opera del duca Sundrarit. Dunque, fini politici: ma anche religiosi, se,
CATALOGO (/CATALOGO/)
per raggiungere il suo fine, Agilulfo si servì di un ferventissimo campione di
cattolicismo e ortodossia contro ariani e scismatici.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
È probabile che la politica filocattolica di Agilulfo, determinata anche dal
bisogno di vincere le difficoltà interne e agevolare la conquista, sortisse l'effetto
contrario. Ciò spiega come si avesse, negli ultimi
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE anni di Agilulfo, un nuovo
(/TRECCANIARTE/)
dire punti d'appoggio tolti ai Bizantini per tentare imprese contro i Longobardi
e punti d'appoggio dati ai Longobardi per tentare sbarchi e acquisti nelle isole
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
del Tirreno. Ecco anche qualche progresso a nord-est, dove Oderzo, punto
d'incontro dei tre ducati longobardi del Friuli, di Ceneda e di Treviso, e sede
ultima del governo ducale in terraferma, fu presa e distrutta: ciò che costrinse
quel governo a trasferirsi nell'isola di Cittanuova, sempre nelle dipendenze
dell'esarca, avendo sotto di sé i tribuni delle isole. Nel tempo stesso, Grimoaldo
di Benevento avanzava a sud, distruggeva Crotone, faceva larghe razzie di
uomini, messi poi al lavoro servile o venduti schiavi. Fu questo il maggiore e
più duraturo progresso territoriale compiuto dal regno dopo la prima
invasione. In seguito, non ve ne furono altri di qualche entità. Con le imprese
di guerra, l'attività legislativa, che ebbe il suo grande monumento nell'editto di
Rotari (v.); il quale, mentre è un segno dell'energica personalità del nascente
regno longobardo, in un momento in cui la nazione sembra voglia riaffermare
sé stessa e rituffarsi nelle sue tradizioni, tradisce anche un crescente
compenetrarsi e fondersi di due società e civiltà e stirpi, implicitamente
riconosciuto nell'atto stesso che si reagiva ad esso.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
CATALOGO (/CATALOGO/)
Fosse l'azione di operose forze locali, fosse la lontananza di Bisanzio, i vincoli di
dipendenza che tenevano stretta l'Italia all'impero si vengono sempre più
rilassando. E se la Sicilia, a cui èSCUOLA
unita amministrativamente
(/TRECCANISCUOLA/)
la Calabria, è
fortemente tenuta dal governo centrale, la Sardegna e la Corsica vedono
lentamente allontanarsi l'insegna di Bisanzio; e Venezia e Napoli e Roma si
avviano a costituire altrettanti ducati a sé, conARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) alla(/TRECCANIARTE/)
testa il capo militare, cioè il
duca, o il vescovo. E le popolazioni dell'esarcato e della pentapoli, sottoposte al
maggior funzionario greco in Italia, l'esarca, manifestano uno spirito
d'indipendenza che erompe inTRECCANIfrequentiCULTURA
rivolte.(/CULTURA/)
Si fa vivo il sentimento
d'interessi proprî di fronte all'impero: interessi che tutti vedevano
rappresentati e tutelati dal vescovo di Roma. Fortemente operavano in questo
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
duplice movimento le discordie frequenti fra la Chiesa di Roma e gl'imperatori,
tutte le volte - ed era assai spesso - che questi ultimi intendevano fare una
politica autoritaria ed esercitare a pieno l'antico imperium sulla Chiesa. Messi al
bivio fra Roma, la nuova Roma papale, e Bisanzio, le popolazioni
parteggiavano per la prima. E poteva accadere che anche qualche esarca
volgesse le spalle all'imperatore e si accordasse col papa.
Dato questo avvaloramento delle forze locali in molta parte dell'Italia greca,
questo allentarsi dei rapporti di dipendenza verso l'oriente, ne consegue anche
un crescente indebolirsi dei legami fra le varie parti dell'Italia greca: anche
perché essa non era un blocco territoriale coerente e omogeneo. Si stendeva
quasi tutta nella zona marittima e delle isole. Ma questa fascia eta
continuamente rotta da terre longobarde che si affacciavano sul mare. I
collegamenti fra esarcato e pentapoli da una parte, e Roma dall'altra, sono
quanto mai precarî. La Sicilia poi sta a sé; ancor più la Sardegna e la Corsica.
Quindì non solo una Longobardia e una Romania, nella penisola italiana, ma
molte Romanie, e sempre più distinte l'una dall'altra, sempre più staccate
ognuna da quella che è la principale e ha in Ravenna il suo centro e che perciò
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
finisce col conservare, essa sola, il nome di Romania: Romagna. Così l'Italia,
individuatasi prima entro in
il declinante impero romano d'Occidente, fattasi
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
radici, contavano su interessi solidali di ceti superiori, sui legami che lingua e
cultura greca, largamente diffuse, avevano creati fra essi. E accanto alla contesa
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
fra Greci e Italiani, divampò quella fra Italiani e Italiani, tra fazione imperiale e
fazione antimperiale. Ma le opposizioni di gran lunga prevalevano. A Ravenna,
l'esarca fu ucciso. Presso Roma, il duca bizantino fu accecato e sostituito da un
altro duca, Stefano, che pare creatura della rivoluzione. In quasi tutta l'Italia
bizantina, gli ufficiali greci furono espulsi e i duchi locali sottentrarono. Anche
i Longobardi si mossero. Liutprando invase l'esarcato fin oltre Ancona, e
occupò castelli fin presso Roma. Si può facilmente ammettere che un
sentimento di religiosa ortodossia animasse quel re e i suoi Longobardi, già da
tempo convertiti. Ma la spedizione di Liutprando era innanzi tutto una ripresa
della politica di Alboino, di Agilulfo, di Rotari.
crisi di crescenza, più forte che non fosse mai stato, quanto ad autorità regia, a
organi di governo proprî della monarchia, a subordinazione di gran parte
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) dei
duchi. Anche assai più vicini, ormai conciliati, in qualche strato sociale
(/index.html)
probabilmente fusi, Longobardi e Romani, pur ammettendo che la monarchia
CATALOGO (/CATALOGO/)
di Alboino non abbia mai fatto, come quella di Teodorico, una vera e propria
politica di avvicinamento. Tutto questo aveva creato vincoli molteplici d'ogni
natura fra i soggetti, anche se leSCUOLA
leggi seguitano a distinguere Longobardi e non
(/TRECCANISCUOLA/)
Longobardi; li aveva tutti collocati, di fronte al re, sopra un piano non molto
diverso. L'esercizio di un'autorità piena sui vinti lo ha aiutato a rafforzare
anche l'autorità sopra iLIBRI
Longobardi, a vincereARTE
(/TRECCANILIBRI/) le tradizionali limitazioni
(/TRECCANIARTE/)
germaniche del potere regio, ad ascendere al concetto di una regalità piena. Egli
è, sì, prevalentemente, il Rex Langobardorum. Ma è difficile pensare che, a
mezzo il sec. VIII, quei Langobardi siano solo Longobardi. È già apparso, alla
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
fine del sec. VII, con Cuniperto e successori, il Rex Italiae. Anche Ariperto,
padre di Liutprando, è Rex in Italia... feliciter.
ACQUISTA Qualunque sia l'estensione
(/EMPORIUM/)
Perciò, ora, Gregorio II, turbato della rapida avanzata di re Liutprando, da una
parte cercò di fermare l'ondata di ribellione all'imperatore, dall'altra invitò il re
a ritirarsi. E il re sgombrò alcune delle terre occupate, ma rimise a Gregorio II -
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
la fonte romana dice restituit - la città di Sutri (728). Poi, visto che i duchi di
Benevento e Spoleto e ilISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
pontefice si legavano sempre più, e questa volta non
contro i Greci ma contro il re, prima assalì e vinse quelli, poi invase il ducato
(/index.html)
romano, si accampò sotto Roma. Ma più forte delle sue ambizioni e del suo
CATALOGO (/CATALOGO/)
sentimento di re fu la riverenza per le somme chiavi. Vinto dalle parole del
papa, andò a far penitenza nella basilica di San Pietro, depose qui le insegne
regie, si ritirò con l'esercito verso il nord.
SCUOLA Successive imprese di re Liutprando
(/TRECCANISCUOLA/)
non ebbero più durevole successo. Gli toccò anche di vedere il papa
intendersela, oltre che con i duchi, con l'esarca di Ravenna, e ambedue aiutare il
lontano imperatore contro tentativi di usurpazione
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) della dignità imperiale
ARTE (/TRECCANIARTE/)
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Chiesa romana, certo consenziente l'imperatore. Gregorio III scrisse una prima
volta a Carlo Martello nel 739; una seconda l'anno appresso. Per il momento,
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
furono vani gli appelli. Ma quando, morto Liutprando, rovesciato Rachi per
opera del partito che voleva riprendere la conquista e cacciare i Greci dall'Italia,
re Astolfo avanzò su l'esarcato, occupò Comacchio e Ravenna, e strinse, da
presso Spoleto e il ducato romano; allora il papa, Stefano II, da poco eletto, si
recò in Francia, e il re Pipino, assunto l'anno prima al trono col consenso, anzi
incoraggiamento di papa Zaccaria, gli promise di ottenere da Astolfo la
restituzione delle terre. Stefano aveva passato le Alpi d'intesa con l'imperatore.
Ma certo egli pensava più al Beato Pietro che non ai diritti di Bisanzio; e certo
la restituzione fu concordata a beneficio del Beato Pietro, nuovo sovrano.
Difatti il papa, ora, incoronato re Pipino, conferì a lui e successori il titolo di
patrizio dei Romani: un titolo che fino allora solo l'imperatore aveva conferito.
Con esso, le terre della Chiesa venivano messe sotto la protezione di Pipino.
Seguì la prima spedizione franca del 754, con relativo assedio di Astolfo in
Pavia e la sua promessa di rendere le terre occupate. Poi, la seconda spedizione
del 756, dopo che Astolfo, non che rendere le terre, marciò ostilmente contro
Roma. E questa volta esarcato e ducato romano furono resi, cioè dati al papa.
Con l'esarcato e il ducato romano, passò al papa anche il ducato di Perugia,
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
I pontefici si sono ora giovati dei Greci contro i Longobardi, ora dei
Longobardi contro i Greci, oraSCUOLA
delle popolazioni italiane contro Greci e
(/TRECCANISCUOLA/)
Longobardi. In ultimo hanno fatto ricorso ai Franchi d'accordo con
l'imperatore, sotto la cui alta autorità essi pur sempre rimangono, per le terre
ricevute. Ma cominciaLIBRI
subito in curia il lavorio
(/TRECCANILIBRI/) per(/TRECCANIARTE/)
ARTE togliere ogni fondamento
giuridico a questa autorità di Bisanzio. Subito dopo la donazione vera di Pipino,
ecco una falsa donazione di Costantino, Constitutum Constantini, che è
manipolata negli anni immediatamente seguenti alla prima e con tutta
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
probabilità in Roma stessa; certo, a Roma, subito nota e adoperata. Essa doveva
servire a dimostrare che il pontefice nulla riconosceva dall'impero che già non
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
avesse per diritto proprio e in estensione ancora maggiore. Con l'indipendenza
del papa da Bisanzio, si cerca anche la dipendenza dell'aristocrazia romana dal
papa, negandole ogni diritto sulle cariche civili, quasi come compartecipe, col
papa, in Roma e nel ducato, dell'eredità bizantina.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Le fonti parlano solo di Langobardi alla difesa: che poi non dovettero essere
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
neppure tutti i Longobardi. E se ne è desunto che la nazione longobardaera
sempre distinta e staccata dai Romani. Alessandro Manzoni vide, ancora nel
(/index.html)
sec. VIII, aperto dualismo. Ma se ne potrebbe desumere anche un'altra
CATALOGO (/CATALOGO/)
conclusione: cioè che i Longobardi non conservavano più la loro compattezza,
quasi assorbiti dal terreno italiano, su cui poggiavano i piedi; e i Romani, cioè la
massa della popolazione, non erano e non
SCUOLA si sentivano ancora bene inquadrati,
(/TRECCANISCUOLA/)
giuridicamente e moralmente, in un regno che portava ancora tanti segni della
sua origine barbarica e aveva un'ancor imperfetta organizzazione territoriale.
Comunque, finiva così,LIBRI dopo due secoli, l'indipendenza
(/TRECCANILIBRI/) e la personalità politica
ARTE (/TRECCANIARTE/)
della Santa Sede che diventava essa punto di attrazione anche di elementi
longobardi, dalla superiore civiltà dei vinti e dallo stesso suo accostarsi a questa
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
civiltà. E tuttavia, anche gl'invasori longobardi avevano arricchito di elementi
proprî la vita delle genti italiane, vi avevano immesso un piccolo ma robusto
fiotto di elementi demografici, un po' stanziatisi a sé in nuovi villaggi, un po'
mescolatisi coi Romani nelle vecchie sedi e ora in parte assorbiti dalla massa
indigena, un po' ancora distinti perché mutatisi in alta e mezzana aristocrazia,
socialmente e politicamente assai importante. Notevoli elementi di diritto e
influenze non piccole, anche se da non valutar troppo, sul diritto romano
pubblico e privato. Come questo aveva agito sulle rozze consuetudini e sulla
vita giuridica dei barbari, così queste su quello, anche per effetto del relativo
rimbarbarimento che la società italiana nel suo complesso subì, cioè decadenza
di economia di scambio, rafforzamento del vincolo familiare, ecc.: tanto è vero
che influenze longobarde si ebbero anche là dove Longobardi non dominarono.
Qualche nuova abilità tecnica e capacità artistica, un certo corredo di
consuetudini di vita familiare e pubblica, un piccolo patrimonio di leggende
entrate in Italia con gli invasori o formatesi sul terreno della loro vicenda
italiana, minime influenze linguistiche, rappresentate da qualche centinaio di
parole germaniche entrate nella lingua del paese, poiché, nella gara con quella
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
uomini, diritto, istituzioni, consuetudini varie. Che cosa è, nel '200 e '300,
(/index.html)
l'estinguersi di gran parte della vecchia aristocrazia feudale, il nuovo vigore del
CATALOGO (/CATALOGO/)
diritto romano, la nuova e originale civiltà, se non il graduale decadere e
scomparire di elementi di vita trapiantatisi sul suolo italiano coi Germani o dai
Germani segnati della loro impronta.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
morali che al suo tempo e anche per opera sua cominciano a costituire la trama
su cui sarà tessuta la storia italiana. Per cui quei due secoli che vanno dal 568 al
774 segnano, per quella storia,TRECCANI
quasi unCULTURA
inizio. Temprano
(/CULTURA/) il loro vigore,
bizantina e greca, cioè straniera; più ancora quelle venute coi Longobardi. I
quali infransero l'unità ISTITUTO
instaurata
dai Greci, senza esser capaci d'instaurarne
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
una propria; e anche nell'ambito del regno che riuscirono a costruire in Italia,
(/index.html)
presto riluttarono all'unità regia che faceva capo a Pavia (Spoleto e Benevento).
CATALOGO (/CATALOGO/)
Ed ecco quel nuovo sgretolarsi della penisola, que] l'emergere di gelosie e
particolarismi cittadini che, già visibili e operosi nell'età longobarda e
bizantina, toccheranno il culmine nell'età successiva, quando la penisola sembra
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
ritorni a essere quella delle cento e cento tribù galliche, etrusche, umbre,
greche, sannite, sabine, latine, ecc. Con questa differenza: che ci è stata di
mezzo Roma, potentissima a livellare e unificare
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTEe(/TRECCANIARTE/)
sempre spiritualmente
presente in questa sua funzione, anche ora che essa è caduta. E c'è stato di
mezzo, anche, con più modeste funzioni, il regno longobardo, che egualmente
tessé una sua trama e fondò inTRECCANI
Italia unaCULTURA
tradizione politica di unità.
(/CULTURA/)
La rinnovazione dell'Impero.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
I Franchi in Italia e il ritorno di Roma. - Col 774, con la dinastia franca a capo
del regno longobardo, altri fatti maturarono. Quel distacco, politico e morale,
dall'Oriente, che la conquista longobarda, l'emergere della Chiesa romana a
potenza e gli interessi proprî delle popolazioni soggette venivano da tempo
attuando, ora si accentuò, sebbene non si spezzassero i legami tra il mondo
greco e l'Italia, rappresentati, oltre che dall'effettivo dominio nelle provincie del
sud e dalla presenza nella Puglia, in Calabria, in Sicilia, di nuclei greci o
grecizzati e di un clero obbediente più all'imperatore che al papa, anche dalla
cultura greca che ancora nel sec. X sopravviveva nel centro e a nord della
penisola, e dalla persistenza in Bisanzio della coscienza di un diritto su quanto
era stato territorio dell'impero e dall'intenzione di farlo valere, quanto meno in
Italia. In rispondenza a questo maggiore distacco dall'Oriente, che coronava,
nel campo religioso, i lunghi sforzi del papato, maggiore collegamento con
l'Occidente romano-germanico e cattolico-romano. Vi è non solo una dinastia
franca sul trono del regno longobardo e un'unione personale dei due regni, ma
anche una nuova, sia pur tenue, infiltrazione di elementi etnici franchi e d'altre
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
della vicina nazione e, per il suo tramite, collegata anche con la Germania, con i
(/index.html)
paesi anglosassoni. Insomma, un nuovo e più vasto orizzonte occidentale,
CATALOGO (/CATALOGO/)
davanti agli occhi degl'Italiani. Si ebbe anche qualche altro evento: il potente
affermarsi del regno franco, dopo la vittoria sui Longobardi, attraverso una
serie di vittoriose spedizioni, inSCUOLA
mezzo(/TRECCANISCUOLA/)
ai Germani del nord e dell'est e anche in
mezzo alle avanguardie slave, Avari, Carantani, Croati, fino a instaurare un
grande impero, come quello di Roma. Alta posizione del re Carlo davanti alla
Chiesa cattolica, per tanto
LIBRIimpulso dato alla lotta
(/TRECCANILIBRI/) ARTE contro gl'infedeli e alla
(/TRECCANIARTE/)
questa rinascita?
Quali siano stati gli accordi che precedettero l'incoronazione, pare innegabile
che, se anche Carlo desiderò un rinnovamento così fatto dell'impero; se egli se
ne attese un aiuto grande e una specie di riconoscimento delle conquiste fatte;
certo non lui, ma il papa determinò, dell'incoronazione, forme modi titoli. Egli
volle così affermare la sua autorità sul maggior principe della terra ed esercitare
i diritti che gli venivano dalla "Donazione di Costantino". Nel rinnovato
imperatore egli vedeva un protettore in Roma, in Italia e da per tutto; il braccio
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
armato per l'attuazione di quei compiti che gli scrittori ecclesiastici ormai
attribuivano allo Stato ISTITUTO
e alla Chiesa insieme. La nuova unità politica di
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
tanti
paesi sotto Carlo a lui appariva naturale conseguenza e quasi riflesso della unità
(/index.html)
religiosa cristiana e cattolica, mezzo per conservarla e consolidarla. E Carlo non
CATALOGO (/CATALOGO/)
poteva poi affermarsi anche in Oriente, dove il trono ora vacava, e far risorgere
integralmente l'unità antica, nei suoi più ampî confini? O almeno aiutare il
pontefice nei suoi sforzi di sottomettere a Roma la chiesa orientale, ostinata a
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
far da sé, tenuta in stretta dipendenza dallo stato, esposta alle velleità
dogmatiche dell'imperatore? Certo, Carlo, una volta impugnato lo scettro,
mostrò subito di volerlo tenere
LIBRI con ogni sua ARTE
(/TRECCANILIBRI/) forza,(/TRECCANIARTE/)
ebbe l'occhio aperto
sull'Occidente ma anche sull'Oriente, si considerò successore degli antichi
imperatori e, proprio come un antico imperatore, regolò le cose della Chiesa e
della religione accanto a quelleTRECCANI
civili, accentuando, per influsso della tradizione
CULTURA (/CULTURA/)
La compagine del ducato longobardo di Benevento perde il suo vigore, via via
che esso si distacca dal regno. Quelle poche migliaia di Longobardi, qui
mantenutisi assai distinti dal resto della popolazione, che nel passato son
riusciti a governare un vasto e vario terrirorio, ora non ci riescono più. Cause o
manifestazioni di debolezza sono: le tendenze autocratiche dei principi; lo
spirito di ribellione nell'aristocrazia dei conti e gastaldi preposti alle città e
provincie; il carattere elettivo del principato; l'incapacità di assoggettare le
regioni che costituivano lo sbocco naturale sul mare, specialmente Napoli, per
mancanza di forze navali e per l'accorta tenacia di quelle città rivierasche;
l'opera di disgregamento compiuta dall'impero greco che preme da tre parti il
principato; la rivalità fra i centri urbani. Salerno, posta sul mare, divenuta sede
di traffici marittimi e di scambî con l'interno, divenuta quasi la capitale effettiva
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Benevento, poi finisce con l'essere del tutto indipendente, diventa pur esso
(/index.html)
duca, infine principe. È il tempo questo in cui anche lungo il litorale fra Salerno
CATALOGO (/CATALOGO/)
e Capua si delineano, distinti e indipendenti, tre piccoli stati: Napoli, Gaeta,
Amalfi. Insomma, polverizzazione politica in questa regione di Longobardi e
Greci. Le città campane rappresentano, insieme con Venezia e, fra un secolo o
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
due, Bari e Genova e Pisa, l'Italia marinara che precede nell'innovare
socialmente e politicamente.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
minacciosi nei mari Ionio e Tirreno: prima quelli di Spagna, poi quelli d'Africa.
Ponza, Ischia, il litorale calabrese, la Sardegna e Corsica avevano avvertito la
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
minaccia. E si era dovuto, da re Carlo e da chi lo rappresentava in Italia,
provvedere alla difesa. Ma ora, nell'827, 80.000 Berberi sbarcano in Sicilia e
cominciano a conquistarla, a mettervi radici, ad annodare accordi con signori e
città dell'Italia meridionale.
procedendo prima fra stragi e saccheggi, poi con certo ordine: accordi col
vescovo, promessa di tolleranza Certo,
religiosa e di rispetto delle persone, ecc.
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
hanno in vista una stabile dominazione, come già in Spagna. Allora, anche
(/index.html)
Siconolfo si dà ad ingaggiare infedeli. I quali così sono richiamati sempre più
CATALOGO (/CATALOGO/)
verso l'interno del paese. Quelli di Bari fan sentire la loro presenza su tutta la
Puglia; quelli di Taranto su tutta la Calabria longobarda. Circa l'840, un nuovo
nido saraceno, a Capo Miseno: SCUOLA
e di qui,(/TRECCANISCUOLA/)
la campagna romana è corsa e
saccheggiata fin quasi alle porte della città; Fondi e Formia bruciate e distrutte.
Insomma, nuove "invasioni barbariche", in regioni che già avevano subito le
prime invasioni o dalleLIBRI
prime erano state risparmiate.
(/TRECCANILIBRI/) Intanto, quelli di Sicilia
ARTE (/TRECCANIARTE/)
avevano nell'831 preso Palermo, forse nell'843 Messina. Poi, via via, quasi tutto
il resto.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Tutto questo sta a dimostrare quale importanza il regno longobardo aveva nel
sistema imperiale creato da Carlomagno: importanza quasi di centro, pur
essendo debole militarmente, dominato da un crescente disordine civile, spesso
trascurato dal suo principe, coinvolto nelle gravi contese dinastiche di cui la
Francia era sanguinoso teatro. Visibile anche, nelle successive divisioni
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 293/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
In lui noi possiamo vedere quasi un redivivo re dei Longobardi; sebbene non
più tanto come re di una nazione ancora
TRECCANI male radicata
CULTURA nel paese e male fusa con
(/CULTURA/)
gli altri abitatori e sudditi, quanto come re di un popolo ormai, nella grande
massa, uno e inquadrato in un suo territorio. Non è senza significato che,
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
proprio con Lotario e Ludovico, la denominazione di Regnum Langobardiae ceda
quasi totalmente a quella di Regnum Italiae o Italicum, prima d'allora apparsa
solo sporadicamente. Senpre più invale anche la parola Italici o talienser, per
indicare tutti gli abitatori e sudditi del regno. La nuova parola "regno d'Italia" è
probabile tradisca l'intenzione di troncare ogni segreto desiderio di
restaurazione longobarda da parte delle grandi famiglie ducali. Ma forse
esprime anche la maggiore fusione determinata, almeno nei ceti medî e
inferiori, dalla conquista franca, col susseguente rinvigorirsi dei più numerosi e
civili elementi originarî del paese (uomini, idee, cultura, parole, ecc.); esprime
anche il proposito del principe di estendere l'autorità effettiva del regno su tutta
quella penisola a cui la tradizione letteraria estendeva il nome di Italia. E difatti,
Ludovico non solo è presente a Roma col suo missus ed è molto legato
all'arcivescovo di Ravenna, del quale favorisce le tendenze autonomistiche di
fronte al papa, ma svolge anche tenace azione nel sud, fra Longobardi e Greci.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Nel sud, ogni giorno più dilagava il pericolo musulmano. Insufficiente la difesa
bizantina. I LongobardiISTITUTO
di Benevento, con le loro discordie, piuttosto
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
ecco anche Ludovico II. La sua prima impresa è dell'849, quando Franchi e
Longobardi respinsero gl'infedeli fino alle coste pugliesi, e le navi della lega
campana, comandate da Cesario figlio di
TRECCANI Sergio,(/CULTURA/)
CULTURA distrussero una grossa flotta di
Musulmani che venivano all'assalto di Roma. Poi nuove spedizioni di
Ludovico, nell'852, nel'60, nel'66-71; ora per combattere vassalli ribelli, ora per
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
compiere lo sforzo decisivo contro i Saraceni. E il 2 febbraio 871, cadeva
finalmente Bari, e poco più rimaneva ai Saraceni. In tutti questi anni, Ludovico
ridiede certo vigore all'autorità regia e trasse città e piccoli dinasti nella propria
orbita; confermò la sua protezione sui monasteri di S. Vincenzo al Volturno e
su Montecassino. Con Bisanzio trattò per una sistemazione definitiva che
doveva metter nelle mani del re e imperatore tutta l'Italia meridionale. Ma era
un edificio friabile, tenuto in piedi da motivi negativi ed estrinseci, soprattutto
dal pericolo saraceno. Per cui, debellati ora i Saraceni, venne a mancar la
ragione prima di questa precaria sottomissione e concordia. Laggiù, non si
volevano i Saraceni; ma neanche un re che volesse essere vero re. Covava fra
l'aristocrazia locale quello stesso invincibile spirito d'indipendenza, che già
aveva animato i duchi contro il re di Pavia; e quel non meno invincibile
sentimento di avversione ai re franchi, che era quello di tutta la gente
longobarda dopo il 774. Può dirsi che nel sud si prosegue la lotta decisa
quell'anno nella valle del Po. E si sa quanto brigasse e quanta solidarietà
trovasse nel sud Adelchi, figlio di Desiderio, nei tentativi di restaurazione fra
l'VIII e il sec. IX. Ed ecco che ora, nel viaggio di ritorno da Bari, Ludovico fu
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nuovamente nel sud; attese, sì, a combattere Adelchi e i ribelli duchi di Spoleto
(/index.html)
e Camerino, ma anche a combattere i Saraceni che erano tornati alla riscossa e
CATALOGO (/CATALOGO/)
avevano posto l'assedio a Salerno. Bene capì Ludovico che la ragione prima
d'essere del regno, nel Mezzogiorno, la sorgente prima del suo credito, era la
lotta contro gl'infedeli. Ma Adelchi resisté. Ebbe aiuto dai Napoletani e dal loro
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
duca e forse dagli altri duchi. Sollecitò il concorso di Bisanzio e una flotta greca
giunse a Otranto, prese Bari. E da Bari, i Bizantini, tenaci, metodici,
cominciarono lentamente LIBRIla riconquista. L'edificio
(/TRECCANILIBRI/) di Ludovico e della dinastia
ARTE (/TRECCANIARTE/)
E allora, un po' di sua iniziativa, un po' per incitamento della corona franca, si
fece innanzi, al posto del re d'Italia, il pontefice. Fino a quel tempo, tutela
imperiale e regia sul papa. Ma ora, l'impero si sta smembrando, la sua autorità
si esaurisce nell'ambito del particolare regno il cui sovrano è anche imperatore.
Per giunta, discordia fra i Carolingi, gara per la corona imperiale. In tali
condizioni, la curia può riconquistare la sua indipendenza, dettare legge o
imporre patti ad aspiranti e coronati. Così da Carlo il Calvo, venuto nell'876
per l'incoronazione a Pavia, ottiene la rinuncia al missus in Roma. Si sostituisce
poi al re nel Mezzogiorno d'Italia. Egli deve qui difendere un ricco patrimonio
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Cade in questo tempo un famoso patto, conchiuso non è ben chiaro se a Roma
o in Francia, per cui Carlo il Calvo avrebbe ceduto Sannio, Calabria, Salerno,
Benevento, Capua, Spoleto e altro al papa. Controverso il contenuto di questo
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
patto; incerto, che cosa il re effettivamente diede e che cosa promise; incerto
che cosa, nel documento originale, fu interpolato per far più grande quel dono,
come è avvenuto di altri famosi
LIBRI documenti del
(/TRECCANILIBRI/) genere.
ARTE Certo, un nocciolo
(/TRECCANIARTE/)
storico c'è.
Per ora è il momento buono perSCUOLANiceforo Foca, imperatore d'Oriente. Gli fallì
(/TRECCANISCUOLA/)
il piano di riconquista della Sicilia; ma poté togliere ai Saraceni le terre della
Calabria e ai Longobardi di Benevento e Salerno la regione ionica; assicurò
certo ordine e riconciliò un(/TRECCANILIBRI/)
LIBRI poco le popolazioni
ARTE all'impero; risalì la costiera
(/TRECCANIARTE/)
Si pensi alle grandi casate ducali, già riottose di fronte al loro re longobardo:
specialmente quella di Spoleto, Si
che dominava sin quasi alle porte di Roma.
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
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Qui, in Italia, erano in gara Guido di Spoleto, che aveva grande base nell'Italia
centrale e, un po' nella ISTITUTO
meridionale, e Berengario del Friuli, prevalente
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
fra i
signori dell'Italia settentrionale. Alla fine prevalse Guido, che ebbe la corona,
(/index.html)
dopo guadagnatisi i vescovi e il papa con promessa di protezione (889), e fece
CATALOGO (/CATALOGO/)
nominare prima re, poi incoronare imperatore da papa Formoso il figlio
Lamberto. Ma Formoso, che si sentiva gravare addosso, in casa propria, il peso
della casa spoletana, alleata conSCUOLA
i marchesi di Toscana, simpatizzava per i
(/TRECCANISCUOLA/)
Carolingi di Germania e si volse ad Arnolfo, che già aveva nell'888 affermato il
suo diritto alla corona imperiale come figlio di Carlomanno. Dopo un primo
tentativo, frustrato dall'opposizione dei grandi,
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) Arnolfo
ARTE poté giungere a Roma
(/TRECCANIARTE/)
Ma sempre autorità precaria la sua, sempre vigilato dai potenti signori del
regno: il marchese Adalberto d'Ivrea ed Ermengarda; Adalberto marchese di
Toscana e la moglie Berta; a Roma e nella regione attorno, la nobiltà terriera
appoggiata al duca di Spoleto e giunta, dopo la morte di papa Formoso, a
impadronirsi delle cariche civili e dell'amministrazione ecclesiastica. Alla sua
testa, Teofilatto, magister militum e console, e la moglie Teodora, mentre la
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cingere in Roma la corona imperiale. Ma la nuova e più alta corona poco gli
valse: ché vi fu un'altra trama dei grandi con Rodolfo di Borgogna; un'altra e
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
più rovinosa incursione di Ungari che, chiamati da lui per castigare i grandi, si
spinsero sino al Mezzogiorno, quasi dando la mano ai Saraceni; infine, discesa
di Rodolfo, sconfitta di Berengario a Fiorenzuola, nel 923, morte violenta sua
nel 924, mentre gli Ungari nuovamente battevano la valle del Po e davano alle
fiamme la capitale del regno, Pavia. Vana vittoria anche questa di Rodolfo.
Aveva appena assunto titolo regio, che papa Giovanni, Berta, Ermengarda
chiamano Ugo di Provenza, che è incoronato nel 926 a Pavia, e si associa
qualche anno dopo il figlio Lotario.
Fatica di Sisifo, quella a cui erano condannati questi re d'Italia. Non popolo,
fornito di certa compattezza e forza propria, interessato a stringersi attorno al
principe e dargli forza. Elemento instabile, fluttuante, infido, i grandi, facile a
coalizzarsi per contrapporre nuovo re a re già in carica, ma facile anche a
disciogliersi quando si tratti di appoggiare il nuovo re. Nessuna durevole
solidarietà fra loro, nessun sentimento dello stato, il re ritenuto nulla più che
un primo fra gli eguali. Due re, meglio di uno, per potere, come scrive
Liutprando di Cremona a mezzo il sec. X, non obbedire a nessuno. Quale dei
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Per oltre venti anni re Ugo si tenne bene in sella. Aveva energia e astuzia e
ambizione grandi. Fronteggiò bravamente le insidie dei magnati del regno; anzi
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
contrappose a essi una folla di parenti e conterranei suoi ai quali affidò
vescovati, abbazie, uffici importanti del regno: ciò che, se li metteva in mala
vista degl'Italiani, li costringeva, isolati com'erano in un paese straniero, ad
essere fedeli al re. Accennò anche a un orientamento verso i liberi alloderi e i
ceti minori del mondo feudale, fra i quali già fermentavano vive animosità
contro i grandi e aspirazioni di ereditarietà di uffici e benefici. Anche sulla
Toscana, terra poco accessibile ai re d'Italia, egli poté esercitare certa effettiva
autorità. A Roma, sollecitò o accettò la mano di Marozia, per la terza volta
moglie e ora quasi padrona della città, essa e il figlio papa Giovanni XI (932),
col loro dominio di Castel S. Angelo, vero centro strategico di Roma. Spinse
l'occhio anche verso il sud, vuoi che volesse riprendere la politica di Ludovico,
vuoi parare di laggiù le incursioni dei Saraceni. Ma se tutta Italia era terreno
infido, ancor più era Roma, città di pontefici, città di aristocrazia che si era
impossessata del papato e se ne faceva forte contro altrui velleità di dominio,
citta di grandi memorie, d'intolleranza verso ogni straniero signore, di
superstiti, anzi ravvivati spiriti di romanità contro i barbari. Il papato stesso
aveva concorso a mantenere qui un po' dell'antico sentimento di superiorità
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verso tutti. Aiutavano a ciò anche la tradizione letteraria e gli studî di diritto
romano che venivano riprendendo da per tutto e che trovarono anche
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
in Roma
una loro sede. Di qui, lo stesso anno 932, la ribellione dei Romani a re Ugo,
(/index.html)
guidati dal figlio stesso di Marozia, Alberico. Vedutasi sfuggir dalle mani, per
CATALOGO (/CATALOGO/)
quest'ultimo matrimonio della madre con Ugo, quella che era quasi sua eredità
materna, Alberico sollevò il popolo romano contro la madre e Giovanni XI,
che furono incarcerati, costrinse Ugo e i "barbari" di Provenza e Borgogna a
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
fuggire, frustrò poi ogni tentativo suo di ritorno, in vista della corona
imperiale, e solo nel 946 si riconciliò con lui, dietro sua rinuncia a Roma. Da
allora, Alberico tenne LIBRI
fermamente questa città,
(/TRECCANILIBRI/) ARTE come principe e senatore di
(/TRECCANIARTE/)
Roma, padrone delle cose civili e, insieme, delle ecclesiastiche: sebbene al papa,
con la sfera delle attività spirituali, fosse riconosciuta la nominale sovranità
dello Stato della chiesa. Fu, questo di Alberico,
TRECCANI CULTURA un po' regime personale, un po'
(/CULTURA/)
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dei grandi. Uno di essi, Berengario d'Ivrea, nipote del primo Berengario, fuggì
(/index.html)
presso Ottone re di Germania, allacciò rapporti coi signori del regno, sempre
CATALOGO (/CATALOGO/)
ben disposti a mutamenti, scese in Italia per la valle dell'Adige nel 945, fece
larga distribuzione di terre, uffici, privilegi a vassalli di Ugo e Lotario e per
alcuni anni ebbe governo di fatto specialmente nella regione di nord-est, dove
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Verona fu quasi sua capitale, mentre Ugo volse le sue cure specialmente a nord-
ovest, per parare ogni minaccia dei Saraceni di Frassineto. Morti poi Ugo e
Lotario, Berengario si LIBRI
fece incoronare col figlio
(/TRECCANILIBRI/) ARTEAdalberto a Pavia (950). Egli
(/TRECCANIARTE/)
rappresentava l'estendersi anche al nord, dopo che a Roma, di una corrente che
potremmo chiamare nazionale. Ma era più apparenza che sostanza il suo
potere. Una parte del regno sfuggiva
TRECCANI a Berengario. A Roma padroneggiava
CULTURA (/CULTURA/)
Era cominciato allora o da allora era diventato cosa quasi normale il passaggio
dalle semplici immunità negative a quelle positive, cioè alle giurisdizioni
patrimoniali prima e poi alle giurisdizioni pubbliche, limitate inizialmente alla
città, ma presto allargatesi fino ad abbracciare, per taluni vescovi, tutto il
contado. Cominciò nell'840 tale trasformazioni, o qualche decennio più tardi:
certo, con Carlomanno, Carlo il Grosso, Berengario I, ecc.; con i diplomi alle
chiese di Piacenza, Ravenna, Reggio, Verona, Cremona, Arezzo, ecc., siamo in
piena fase innovatrice. Più le forze dello stato - regno e impero - s'
illanguidivano, più altri crescevano, vescovi e grandi secolari, i vescovi,
nell'insieme, più dei grandi, alcune volte in sostituzione di famiglie comitali che
si estinguevano. Escono spesso i vescovi dagli stessi ceppi da cui uscivano i
conti: e tuttavia, certo antagonismo fra le due aristocrazie, gravitanti verso
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nel secondo 900, per opera di stranieri, vuoi che la sostituzione di fatto dei
vescovi ai conti sia ora più avanzata, vuoi che le ragioni e i vantaggi di preferire
vescovi a conti laici nel governo della città
TRECCANI e dei(/CULTURA/)
CULTURA comitati italiani, siano, per
lontani re, maggiori che non per re aventi a Pavia la loro sede.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Ed ecco Ottone I, re di Germania, invocato contro Berengario da Adelaide,
vedova di Lotario re d'Italia e profuga presso il vescovo di Reggio. Ottone scese
in Italia (951), entrò in Pavia quasi senza combattere, prese il titolo di re dei
Longobardi, sposò nella stessa Pavia la vedova Adelaide e, tornato in Germania,
investì del regno Berengario e il figlio Adalberto, mutilandolo tuttavia della
marca di Verona e di quella di Aquileia che passarono al duca di Baviera (e di
Carinzia), Enrico, fratello di Ottone. Cioè spostò ancora più al sud il confine
Italia-Germania. Re d'Italia, Ottone adocchiò subito la corona imperiale. A
Roma c'era Alberico: e il papa si oppose al nuovo re. Ma quando Berengario
volle fare da sé, come sovrano di pieno diritto, i suoi nemici ricorsero
nuovamente a Ottone. Papa Giovanni XII, che pure era figlio di Alberico,
morto suo padre, lo sollecitò anch'esso. Lo sollecitarono anche vescovi e abati
che da Berengario avevano avuto favore. E allora Ottone rivalicò le Alpi.
Voleva essere erede e continuatore di Carlo re dei Franchi. Certo, come lui era
portato all'impero dalla raggiunta forza del suo regno di Germania, dalla
riunificazione di più regni e paesi (Germania, Italia, Lorena, parte della
Borgogna), dalle vittorie su infedeli e dall'espansione su terre d'infedeli a
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servizio della religione, oltre che dello stato, dalla necessità di aver controllo su
vescovi e abati divenutiISTITUTO
funzionarî dello stato, dallo stesso accentuato
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
carattere
spirituale del suo ufficio, dalla speranza specialmente dei chierici che impero
(/index.html)
significasse più efficace protezione e quasi restaurazione delle fortupe della
CATALOGO (/CATALOGO/)
Chiesa. Così, mentre Berengario si ritirava e si chiudeva nelle fortezze, Ottone
marciò senza opposizione alcuna su Pavia, andò a Roma e prese con la moglie
la corona imperiale, promise alSCUOLA
papa protezione, onore, mantenimento del suo
(/TRECCANISCUOLA/)
temporale dominio, e a sé ed erede assicurò la sovranità sulla Chiesa. Si
ritornava a Carlomagno e a Lotario. E poiché presto gli umori mutarono,
sorsero in Roma stessaLIBRI
opposizioni all'imperatore,
(/TRECCANILIBRI/) il papa partecipò a segrete
ARTE (/TRECCANIARTE/)
trame contro di esso e dové fuggire, così Ottone si fece prestare dai Romani il
giuramento di fedeltà, riunì e presiedette un sinodo, cui intervennero alto clero
e nobiltà romana e molti vescovi del regno,
TRECCANI fece(/CULTURA/)
CULTURA eleggere un suo papa. Nuova
ribellione dei Romani, repressa nel sangue; ritorno e morte del deposto
Giovanni XII; elezione di un nuovo papa senza che nessuno chiedesse consenso
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
all'imperatore, assedio di Roma e sua resa all'esercito tedesco-italico raccolto da
Ottone; nuovo intervento imperiale nelle elezioni papali. Ormai il papato è
nuovamente in mano sua. Si compiva così la nuova traslazione dell'impero dai
Franchi ai Tedeschi. Il regno di Germania, schiettamente tedesco, se pur
avviato e fecondato da germi culturali dei paesi latini circostanti, aveva tolto il
primato a quello franco. Si era spostato verso est, cioè verso i popoli che solo da
poco erano entrati nell'orbita della vita romano-cristiana, il centro dell'Europa.
Ciò aveva voluto dire più frequenti rapporti fra Germania e Italia, più viva
tendenza dei Tedeschi verso l'Italia. Ora, la corona regia e quella imperiale, a
Pavia e a Roma, suggellano questa nuova situazione. La storia della Germania e
dei Tedeschi quasi confluisce con quella dell'Italia.
Sforzo massimo del nuovo imperatore, mettere e tener fermo piede in Roma.
Non doveva avere molto riguardo per i Romani, che egli trovò lacerati dalle
interne discordie, politicamente e religiosamente depressi. Quando Liutprando,
ambasciatore dell'imperatore a Bisanzio, diceva che Longobardi, Sassoni,
Franchi, Lorenesi, Bavari, Burgundî dispregiavano tanto i Romani da non
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trovar altra parola di spregio per i loro nemici se non questa, romano; certo
diceva cosa che anche ilISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
suo signore del
pensava e diceva. Per Ottone I la città
cuore era Aquisgrana, la più cospicua città dell'impero oltre Alpi, ove Carlo
(/index.html)
aveva sepoltura. E la rinnovazione dell'impero nel 962, in persona di Ottone I,
CATALOGO (/CATALOGO/)
è rinnovazione non dell'antico impero, ma di quello di Carlomagno. Ridar
vigore alla dignità di Carlomagno, ecco il pensiero politico dei Sassoni. Ma
Roma è pur sempre, per lo stesso Ottone,
SCUOLA caput mundi. E poi, Roma voleva dire
(/TRECCANISCUOLA/)
Intanto, era morto Ottone I. E Ottone II, suo figlio, sposato con una principessa
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
greca, ebbe pensieri ancora più vasti: contro i Saraceni del sud e, nel suo
segreto, contro i Greci. Per sua disgrazia, morì proprio allora Pandolfo e l'unità
longobarda si frantumò nuovamente.
LIBRI E chi ebbe
(/TRECCANILIBRI/) ARTEBenevento e Capua, chi
(/TRECCANIARTE/)
nuova audacia, e poiché Bisanzio si trovò impegnata in Siria e nei Balcani, così
la difesa contro gl'infedeli che,
rimase in Italia affidata alle popolazioni soggette,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Nel nord e centro d'Italia, invece, cioè nel regno, l'autorità di questi re e
imperatori tedeschi si sostenne: e Ottone III poté, divenuto maggiorenne,
passare le Alpi, ricevere a Pavia il consueto
TRECCANI omaggio,
CULTURA avere favorevoli o non
(/CULTURA/)
fra l'imperatore e il popolo romano, oltre che fra essi e l'imperiale pontefice.
Ottone non abbandonòISTITUTO
Roma, (/ISTITUTO/)
come aveva MAGAZINE
fatto nel 996. Il pensiero o
(/MAGAZINE/)
principe, non ostante l'inevitabile tendenza, già visibile nei vescovi di Roma, a
considerar quelle funzioni dei
come cosa propria. E si risolve in ulteriore ascesa
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
vescovi, nel campo civile e politico. Si risolve in un assiduo sforzo del principe
(/index.html)
di tutelare beni e diritti delle chiese dagli assalti della feudalità, ormai anche
CATALOGO (/CATALOGO/)
della piccola feudalità, che cerca di rendere ereditarî e proprî gli uffici e benefici
e le terre enfiteutiche. Gerberto, già abate di Bobbio e poi arcivescovo di
Ravenna prima che papa, avevaSCUOLA avuto (/TRECCANISCUOLA/)
molto a che fare con gli usurpatori. E
certo per suo suggerimento, Ottone III emana da Pavia nel 998 una
costituzione che limitava la concessione di terre ecclesiastiche alla vita del
concessionario, libero LIBRI
o no(/TRECCANILIBRI/)
il vescovo di rinnovarla al successore. Una volta che
ARTE (/TRECCANIARTE/)
i vescovi governano, per l'imperatore, città e comitati, è necessario che essi non
perdano, con le terre e i redditi, anche la capacità di assolvere i compiti statali,
fornire i contributi militari, restaurare le mura (/CULTURA/)
TRECCANI CULTURA cittadine, curare i ponti. Ciò
urtava sempre più grandi e piccoli signori. E nella società feudale fra il sec. X e
il XVI covava un sordo spirito di opposizione a cosiffatta politica di
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
favoreggiamento dei vescovi, portata al culmine dalla casa sassone. Si vide
chiaramente nel Piemonte, dove Arduino marchese d'Ivrea, Arduino
l'"episcopicida", gran nemico e martellatore di vescovi, fu scomunicato dal papa
e messo dall'imperatore al bando e i suoi beni e i beni dei suoi seguaci confiscati
e dati ai vescovi: fra i quali seguaci, molti militi, molti ministeriali delle chiese.
Sassonia, incline alla stessa politica nei rapporti con i vescovi, tanto in Italia
quanto in Germania. Ebbe
riconoscimento dai signori dell'Italia nord-orientale;
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
molti vescovi gli fecero buona accoglienza. Poté così prendere a Pavia,
(/index.html)
dall'arcivescovo di Milano, la corona regia (1004). La notte si accese battaglia
CATALOGO (/CATALOGO/)
tra cittadini e Tedeschi. E il re dovette fuggire. Poi, finalmente, il moto
cittadino fu soffocato. Ritenta Arduino la prova, alcuni anni dopo: e di nuovo
Enrico scende in Italia, rafforzaSCUOLA
i suoi partigiani, specialmente i vescovi, li aiuta
(/TRECCANISCUOLA/)
nella rivendicazione dei loro beni, li mette in grado di potersi sostenere, dopo
la sua partenza, di fronte a un ritorno di Arduino, e di rendere vano, anche
scomparso definitivamente Arduino, il proposito
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) dei suoi seguaci di
ARTE (/TRECCANIARTE/)
l'altra sul capo dei re di Germania, i più forti in questo momento fra i varî re
del restaurato impero.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Fatto importante, per secoli, questa unione quasi definitiva di regno italico e
regno germanico per effetto del comune re e dello stretto rapporto politico
creato dall'impero. La Germania fu tratta a operare fuori dei suoi confini, e a
trovare quasi fuori di sé il suo centro, a logorare molte sue forze per fini non
intrinsecamente proprî. Nell'assenza poi degli imperatori e re, nella necessità
loro di patteggiare e transigere coi principi tedeschi per averne concorso di
uomini e denari alle spedizioni italiane, questi principi si rafforzarono, i
particolarismi locali, dinastici e di stirpe si consolidarono, lo sforzo unitario dei
re fu reso vano, la Germania si venne ordinando in gran numero di piccoli e
mezzani stati territoriali. Di qui il rammarico di moderni storici e politici
tedeschi, come se la Germania abbia barattato, con l'effimera gloria dell'impero,
la forza del regno. I quali storici e politici tuttavia non debbono dimenticare
quanto la vita spirituale e la cultura tedesca siano state sollecitate da questi più
stretti legami con l'Occidente e con l'Italia; non dimenticare neppure quanto il
possesso dell'impero e del regno d'Italia poterono dare di prestigio e di forza
interna a molti di quei re di Germania; quanto concorsero, ponendo scopi
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comuni davanti agli occhi di tutti, a dare unità a quel regno minato dalla
molteplicità e dal contrasto di tante stirpi e dinastie; quanto alimentarono
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) il
nascente sentimento nazionale tedesco, in virtù dei rapporti e degli urti
(/index.html)
molteplici con un mondo così diverso e ostile come era quello italiano. Ma assai
CATALOGO (/CATALOGO/)
più si risentì, di tale unione di regni, l'Italia. Giuridicamente, nessuna
dipendenza del regno d'Italia dal regno di Germania. I due regni conservarono
ognuno le proprie leggi e istituzioni, nell'ambito dell'impero che ambedue, a
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
egual titolo, li comprendeva. Ma poiché tedesco era il re d'Italia e imperatore,
quella unione si risolveva praticamente, in vassallaggio del regno d'Italia verso
il regno di Germania. Comunque la penisola ARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) si aprì anch'essa a influenze d'oltre
(/TRECCANIARTE/)
Alpe. Vescovi tedeschi vennero a insediarsi nelle chiese italiane; nobili cavalieri
sassoni o svevi o bavaresi, discesi al seguito di re e imperatori, presero stanza in
Italia, largamente dotati di benefici e uffici,
TRECCANI e portarono
CULTURA nuove linfe alla vecchia
(/CULTURA/)
albore di coscienza nazionale, che si colora fra i contrasti politici. Da una parte,
ulteriore dissolvimentoISTITUTO
di vita politica della
italiana; dall'altra, più vivo senso
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Anche fuori del regno e oltre Roma, tutti i vecchi dominatori apparivano
corrosi dalle fondamenta. Un piccolo mondo sempre più lacerato da interni
contrasti appariva, nel sud della penisola, quello dei principati longobardi, pur
dopo la breve riunione di tutti quei territorî al tempo del primo Ottone.
Nessun sentimento di comuni interessi. La natura del paese, rotto e accidentato
e vario; le divisioni e suddivisioni fra gli eredi; le usurpazioni dei gastaldi, le
molteplici ambizioni dinastiche e discordie familiari, le varie e opposte azioni e
suggestioni che si esercitavano da papi, Bizantini, Saraceni, città costiere; tutto
operava come forza dissolvente. Più di tutti era scosso il principato di
Benevento, culla della Longobardia meridionale, impoverito delle terre
periferiche, che non era riuscito mai a rompere la barriera napoletana. Anche il
dominio greco, scomparso da tempo a Ravenna, nell'esarcato e pentapoli;
scomparso a Roma e attorno, dove nuove gerarchie sociali e politiche si
vengono formando e si organizza il feudalismo come nel resto d'Italia; è ridotto
poco più che vano nome o patina superficiale nelle città marinare dell'Adriatico
e della Campania, ad Amalfi, a Napoli, a Gaeta, che pure si erano largamente
colorate di bizantino e mantenevano strette relazioni di commercio, di vita
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classe elevata non vivono più a modo bizantino; non si presentano più, in
(/index.html)
Oriente, come soggetti. Si vengono moltiplicando i loro rapporti commerciali e
CATALOGO (/CATALOGO/)
anche politici col regno d'Italia e la loro presenza comincia a farsi sentire sui
paesi bagnati dall'Adriatico, donde pure i Bizantini arretravano. Così nell'Istria,
così nei paesi del Quarnaro, così anche, salvo. un breve ritorno bizantino nel
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
sec. XII, in Dalmazia, dove la vita si veniva rinnovando, la cultura e il
linguaggio si svolgevano ormai non diversi da quelli della vicina penisola
italiana, data la comunanza delle radici. Nel tempo
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) stesso, sull'altro mare
ARTE (/TRECCANIARTE/)
italiano, dopo che già l'isola di Corsica era stata dalla conquista franca unita alla
Toscana e dalle donazioni messa nella sfera delle ambizioni temporali dei papi,
anche la Sardegna veniva rompendo TRECCANI i ponti
CULTURAcon(/CULTURA/)
Bisanzio. La perdita della
Sicilia aveva reso difficili e radi i rapporti dell'impero con la grande isola
tirrenica. Era così entrata in una fase di sostanziale autonomia, si era divisa in
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
provincie a sé. Si potrà ancora discutere se tutto questo avvenisse un po' prima
o un po' dopo: certo, nel sec. XI è un fatto compiuto. Forti e distese radici,
invece, hanno ancora i Bizantini, nonostante le crisi, nell'estremo sud: meno in
Puglia, assai più in Terra d'Otranto e in Calabria, tenacemente conservate, più
volte perdute, altrettante ricuperate e rinforzate di forze morali e demografiche
oltre che politiche e militari. La Calabria ha dato rifugio a monaci basiliani,
cacciati da Costantinopoli al tempo di Leone Isaurico. Molti greci vi sono
fuggiti dalla Sicilia, dopo la conquista araba. Colonie greche, specie di servi
affrancati, vi hanno mandato più di una volta gl'imperatori. Monasteri basiliani
numerosi vengono su da per tutto, specie nel Reggiano e nell'Aspromonte,
organizzati, riformati, animati di una nuova vita per opera di Nilo da Rossano
fra il sec. X e l'XI, fatti capaci di propagarsi attorno largamente, di far sentire
influenze loro sul mondo bizantino e su quello romano. Ma i paesi al nord della
Calabria, della Terra d'Otranto, della Puglia si venivan facendo terreno sempre
più avverso a queste influenze greche. In opposizione alla corrente monastica
dal sud al nord, ve ne era stata e seguitava ad esservene una dal nord verso il
sud, da Montecassino, da S. Vincenzo al Volturno, poi da Conversano e da
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Cava, favorita dai principi longobardi e dalla chiesa di Roma, nemici in politica
ma alleati in questa resistenza
al mondo greco. E poi, di fronte al governo
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Infine, i Musulmani sono, al principio del sec. XI, già tutti estirpati dall'estremo
della penisola. Si può dire che laggiù tutte le genti italiane e, pel tramite dei papi
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
e imperatori, tutta la cristianità si son trovate unite nello sforzo contro
gl'infedeli. Fu destino di quelle regioni, dominate da imperi mediterranei,
Bisanzio e Arabi e un po' anche Chiesa romana (più tardi Angioini, Svevi,
Spagnoli, che erano o dinastie o governi aventi fuori d'Italia i loro centri), di
essere quasi sempre trascinate nel vortice di una storia più grande di loro, di
dover quasi sempre servire interessi che le trascendevano. Solo in Sicilia i
Musulmani avevano ancora fermo piede: e di lì bande di predoni e navi corsare
saettavano verso le coste della penisola e le grandi isole tirreniche. Ma ogni
giorno che passava, perdevano compattezza; e spezzavano qualche legame coi
loro confratelli d'Africa. Nell'isola, poi, la vecchia popolazione indigena e
cristiana ha ripreso animo: specie nella parte orientale. L'emigrazione in
Calabria e i vincoli da essa creati fra le genti di là e di qua dello Stretto, avevano
ricollegato questa parte della Sicilia al mondo cristiano.
questo: ma in Italia, più sollecito e visibile che altrove. Più che altrove si era qui
conservato di cultura, di costume civile, di vita economica, anche dopo lo
straripamento arabo nel Mediterraneo. Altrove,(/CULTURA/)
TRECCANI CULTURA assoluta prevalenza di grande
possesso fondiario e di ordinamento curtense. Da noi, molta terra libera e molti
liberi alloderi. Anche nei grandi possessi fondiarî, alta proporzione di uomini
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
liberi in rapporto ai servi. Quei possessi, raramente organizzati come unità
chiusa: donde la conseguenza che raramente costituivano la cellula di nuove
città, come accadeva oltralpe. Ciò presupponeva lavoro libero, certa economia
di scambio, più numeroso artigianato, fisso o mobile, capace di fornire quantità
e varietà maggiore di lavoro al confronto del lavoro fornito dall'industria
domestica e curtense, presupponeva gran numero di città, decadute, sì, ma
sempre città, cioè con una specifica economia cittadina, e molte e varie
interferenze fra mondo rurale e mondo urbano.
Perciò, prima che altrove la ripresa, in Italia, coi secoli IX e X, sul fondamento
antico e nuovo creato da Roma, dal cristianesimo, dalla conquista barbarica,
dalla stessa occupazione della Sicilia per opera degli Arabi, che alimentò
qualche commercio e attività marinaresca, specialmente nelle città nostre del
sud. Sul finire del sec. IX, Napoli appariva a Ludovico II come città d'infedeli,
accorrenti lì a scopo di commercio e alle fiere di Salerno venivano Greci, Arabi,
Catalani, Provenzali. È il tempo che Amalfi, città nuova, comincia a fiorire,
come intermediaria fra Greci, Arabi, popolazioni italiane. Essa non solo
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Queste non mai scomparse o presto risorte attività civili, questa specifica
funzione economica che le città conservano e, più ancora riprendono dopo il
sec. IX e X, ci aiutano a capire anche il permanere di certa personalità giuridica
delle città stesse, indipendentemente dal potere politico che in esse aveva la sua
sede principale.
Tale personalità non era certo scomparsa neanche nell'età longobarda. Coi
Carolingi, si accentuò: o almeno, cominciò a lasciare qualche maggiore traccia
di sé. L'ascesa del vescovo come autorità civile fu anche ascesa dei cittadini,
entro quella zona, città e distretto, in cui il potere dei vescovi cominciò ad
affermarsi: ed è difficile dire quanto i privilegi regi e imperiali ai vescovi
fossero implicito riconoscimento di un fatto compiuto, cioè una vita urbana
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Verona e la pars ecclesiae di quella città, per il restauro delle mura? Pare si
(/index.html)
trattasse di una tripartizione dell'onere, che prima era tutto e solo del potere
CATALOGO (/CATALOGO/)
pubblico. E quei Rotecario, Dodilone, Gudiberto che, a metà del sec. IX,
compaiono con i ceteri habitatores de civitate Cremona a Pavia, dove Ludovico
teneva placito, per richiamarsi SCUOLA
contro il(/TRECCANISCUOLA/)
vescovo che voleva costringerli al
pagamento del ripatico, saranno andati lì uti singuli? E quei cives ianuenses che
nel 950 hanno da re Berengario II la conferma delle loro consuetudini? E i
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Veronesi, che nel 968 son in lite col vescovo Rateno per un prato? Si tratta
certo di una di quelle terre pascue, che ogni città aveva a integrazione della sua
economia ed erano communia,TRECCANI
terre comunali: elemento, questo, che serviva a
CULTURA (/CULTURA/)
unire e individuare gli abitanti di una città, come gli abitanti dei vici e dei
luoghi minori. Ma altri elementi vi erano, a dare unità e individualità: vi era il
mercato settimanale; vi era il collegio degli(/EMPORIUM/)
ACQUISTA scabini, forniti di attribuzioni
giudiziarie, che, a norma dei capitolari carolingi, venivano eletti dal conte,
totius populi consensu. Vi era la dipendenza religiosa dalla pieve urbana, cioè la
partecipazione alla vita di una comunità chiesastica che imponeva anch'essa
oneri, come la decima, il restauro della chiesa, ecc., e conferiva diritti, come
l'elezione del rettore a clero e popolo, il concorso all'amministrazione dei beni
della chiesa, ecc.: quindi, comunità non puramente religiosa ma coincidente
con quella civile, che ha in godimento terre comuni, paga il tributo al fisco,
concorre a formare l'esercito, ha l'obbligo delle exentiae alle mura, concorre alla
costruzione di opere pubbliche.
Tutto questo, nel sec. X, non cade ma si perfeziona, via via che le varie funzioni
della vita cittadina si unificano SCUOLA
sotto il (/TRECCANISCUOLA/)
vescovo, e la città cresce di popolazione,
di attività, di libere iniziative, e diventano numerose le riunioni, i conventus, i
colloquia (Pisa 1084), i commune consilium civitatis (Milano 1098), i consulatus,
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
parola che qua e là comincia a indicare le riunioni e il luogo delle medesime
(Milano 1097), e che è affine all'altra che poi indicò gli uomini delegati
dall'assemblea, i consules. E ciò,TRECCANI
in una forma o in un'altra, nel nord come nel
CULTURA (/CULTURA/)
sud, dove non solo l'aristocrazia militare e fondiaria accenna a soppiantare nelle
funzioni di governo il duce bizantino e poi anche il duca indigeno, ma si fanno
innanzi tutti i ceti, omnes hominesACQUISTA maiores mediani et minores o cunctus
de civitate,(/EMPORIUM/)
populus assistendo ad atti importanti di governo, obbligandosi per la collettività
cittadina presente e futura, ecc. Il tutto, con qualche precedenza in ordine di
tempo, specie nelle provincie bizantine. Insomma, la città possiede una più o
meno rudimentale ma propria organizzazione, dentro il quadro sempre più
debole ed evanescente del potere pubblico e a sussidio del potere stesso,
specialmente delle sue funzioni fiscali: un' organizzazione che ha anche le sue
membrature topografiche, cioè i quartieri, ognuno in rispondenza con una
porta, ognuno con un determinato settore di mura da difendere e mantenere,
una determinata quota ideale di terra comune da godere, determinati compiti e
responsabilità. Che potrebbe anche essere, come è stato sostenuto, la
membratura stessa dell'antichissima città italiana, Roma compresa, scaduta
d'importanza col fiorire dei municipî, riemersa col loro decadere e col venir
meno del vigore dal centro, lasciata intatta dagl'invasori che vi si adagiarono,
viva ancora nell'età comunale, quando altre ripartizioni s'intersecheranno con
essa, si sovrapporranno a essa.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
liberi, da parte delle chiese stesse, nella concessione di terre. Vasta costruzione
di castelli che servivano a proteggere la terra e i coloni dagli assalti degli Ungari
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
o dalla guerriglia feudale, ma che rappresentavano anche il moltiplicarsi dei
rami delle famiglie signorili, l'ascesa dei ceti feudali minori di fronte ai
maggiori, lo sforzo di organizzazione e di avvaloramento degli uomini e della
terra. E agivano poi fortemente sulla vita sociale ed economica. I castelli
volevano dire una minuscola aristocrazia di castellani; contadini assunti a difesa
delle mura e all'uso delle armi, insomma organizzazione militare del popolo;
rapporti contrattuali e scritti fra nuclei organici di uomini liberi e il signore, e
impulso dato alla nuova vita associativa; concentrazione e aumento assoluto di
popolo entro e presso i luoghi murati, per la maggiore tutela che gli si offriva e
per le nuove attività che si sviluppavano, mentre scadevano le piccole industrie
famigliari e curtensi. Frequentissima la concessione regia del mercato ai castelli:
spesso accompagnata alla concessione di levare torri e mura. E ne risultavano
tante minuscole città nuove, con la stessa struttura sociale un po' complessa. La
popolazione rurale rompeva o allentava il ferreo legame col grande possesso
fondiario e qua e là lentamente lo dissolveva, si metteva per mezzo del castello
e del mercato locale in qualche contatto con la città. Non si possono
disgiungere, attorno al 1000, il movimento economico-sociale delle campagne
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
italiane e il rinascere delle vecchie città. Anche esse ora crescono di abitanti: e
ne sono prova il sorgereISTITUTO
delle parrocchie tra il sec. IX e il X, ognuna col
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) suo
ministro e i suoi servizî religiosi, laddove prima solo la pieve o chiesa cattedrale
(/index.html)
li compiva; la costruzione di una cinta murata più solida e vasta, che molte città
CATALOGO (/CATALOGO/)
già nel sec. X intraprendono e altre di più nell'XI. Le città ricominciavano a fare
sentire qualche vivace richiamo alle popolazioni circostanti; diventavano la
sede o il centro morale, il luogoSCUOLA
di raduno della minore nobiltà, fatta in gran
(/TRECCANISCUOLA/)
parte di vassalli ed enfiteuti del vescovo e degli enti ecclesiastici, di funzionarî
loro per il temporale, vicecomiti, vicedomini, avvocati, gonfalonieri, ecc.
Taluni, originarî della LIBRI
città,(/TRECCANILIBRI/)
altri del contado,ARTE
ma sempre più orientati anch'essi
(/TRECCANIARTE/)
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Nuove forze rivoluzionarie e costruttive fra il X e il XII secolo.
È poi la volta delle città pugliesi. Nel 1009, Bari è in nuova e maggiore
ribellione, per il gran fermento
che covava fra quella borghesia o patriziato
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
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Rainolfo primo conte e vassallo dei Longobardi salernitani. Pare che Enrico
contasse molto su di essi, come sostegno dei suoi diritti nel sud. Neppure
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
raccoglieva molto frutto la politica svolta fino allora nel regno. L'anno 1024 era
appena morto Enrico, ultimo dei re Sassoni, e i grandi signori secolari dell'alta
Italia si volgevano a Roberto re di Francia e poi a Guglielmo di Aquitania, per
offrirgli la corona regia e l'aiuto per conquistare l'impero, in odio ai vescovi
che, memori dei favori dei re tedeschi, subito si dichiararono per Corrado di
Franconia, nuovo re di Germania; e i Pavesi, che avevano inaugurato con una
sommossa il regno di Enrico nel 1004, ora assaltarono il palazzo regio e lo
distrussero. Esplodeva il risentimento del 1004; reagivano gl'interessi cittadini
offesi dall'amministrazione sperperatrice dei re sassoni. Al tempo degli Ottoni,
Ravenna era diventata quasi la capitale del regno, mentre Pavia non aveva più i
vantaggi ma solo l'onere di una capitale. Anche quei militi, che già Arduino
aveva raccolti sotto di sé contro i vescovi e contro il loro re tedesco, dovevano
soffiare sul fuoco. Certo, la nuova rivolta fu un altro colpo inferto a un
organismo già corroso dentro da tanti interessi avversi. L'amministrazione
dovette farsi più confusa e incerta. Molte fila si spezzarono. Certo organi
amministrativi cessarono di funzionare. Vi dovette essere grande distruzione di
titoli di diritto. Il regno, come organismo giuridico e politico avente propria
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
essere, nel fatto, la capitale. Caddero molte istituzioni del regno, si eclissò per
(/index.html)
molto tempo il conte pavese o conte palatino: e il posto suo lo presero missi
CATALOGO (/CATALOGO/)
dominici, investiti volta per volta, in via straordinaria, di quelle che erano le
funzioni ordinarie del conte palatino. Riemerge, alla testa delle città lombarde e
di tutto il regno, Milano. Arcivescovo e città molto si avvantaggiarono di quella
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
crisi. L'uno raccolse non pochi beni regi, fra cui la corte di Monza; l'altra fu
promossa nei suoi ordinamenti cittadini. E nessun dubbio che, fra gl'impulsi
alla rivolta di Pavia, c'era anche
LIBRI questo. SiamoARTE
(/TRECCANILIBRI/) nel (/TRECCANIARTE/)
tempo in cui quella che era
aspirazione dei minori ceti feudali di tenere con tutta sicurezza e autonomia gli
uffici e i benefici a loro conferiti, diventa un po' aspirazione di cittadinanze - di
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
cui quei ceti sono anch'essi parte sempre più importante - a vivere
autonomamente, farsi la propria legge, tener lontani i funzionarî del re, anzi,
salvo la dovuta riverenza, la stessaACQUISTA
persone(/EMPORIUM/)
del re. A Costanza, dove Corrado
ricevé i delegati delle città lombarde e i vescovi capeggiati da Ariberto, andati a
fargli omaggio e offrirgli la corona reale (Roberto di Francia e Guglielmo di
Aquitania avevano rifiutato), si trovarono anche i Pavesi: ma il re non volle
riceverli e li mise al bando. L'anno appresso, scese in Italia. Prese la corona a
Milano e cinse d'assedio la capitale del regno. I Pavesi finirono col cedere:
ricostruirono il palazzo: ma fuori le mura, iuxta civitatem, come faranno poi
parecchie città.
Due anni rimase in Italia Corrado. Prese a Roma la corona imperiale, si occupò
delle cose del regno; si occupò delle cose del Mezzogiorno. Qui una matassa
sempre arruffata, sia per l'intervento sulla scena, dei Normanni, sia per lo
slancio che pareva animasse i due più giovani principati longobardi, Capua e
Salerno. In quel momento, accennava a prendere una posizione prevalente nel
sud il turbolento Pandolfo IV di Capua. L'imperatore lo tenne a freno. Meglio
disposto invece si mostrò verso i Normanni, li ricevette in vassallaggio, li
considerò quasi sua milizia nel Mezzogiorno. Non più tranquillo del sud, il
regno, fresco ancora delle lotte fra Enrico e Arduino, cioè fra signori secolari e
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
signori ecclesiastici, fra grandi feudatarî e vassalli minori, fra partigiani del re
italiano e partigiani delISTITUTO
re tedesco, Il
reclutati in ogni ceto o gruppo sociale.
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
movimento dei vassalli minori covava ancora. Non tutti amici i grandi signori.
(/index.html)
I vescovi non più sufficiente sostegno dell'impero neppure essi. L'imperatore
CATALOGO (/CATALOGO/)
attese a consolidare i fondamenti di questo malfermo edificio. Dalla marca di
Verona, già riunita al regno di Italia, staccò il vescovato di Trento, unendolo
alla Germania, per assicurarsi laSCUOLA
strada(/TRECCANISCUOLA/)
verso la valle del Po. Più tardi, con la
conquista della Borgogna, stringerà il regno anche da nord-est e si assicurerà
togliendole ai feudatarî franchi, altre importanti porte d'accesso verso l'Italia.
Cercò poi di riguadagnarsi i grandi signori delARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) nord e della Tuscia. Conferì a
(/TRECCANIARTE/)
Bonifacio, della casa degli Attoni, assai ligia ai Tedeschi, l'importante marca di
Toscana tolta al marchese Ranieri. Quella marca era quasi un regno a sé, entro
il regno d'Italia. E la casa degliTRECCANI
Attoni, che già padroneggiava
CULTURA (/CULTURA/) la bassa valle
padana, dall'Adige all'Appennino su fino alla montagna modenese e reggiana,
assurse ora al culmine della potenza: due grandi marche nelle sue mani;
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
innumerevoli possessi allodiali da per tutto, specialmente nel mantovano, nel
basso Po, nel bolognese, sull'Appennino; tutte le strade d'accesso verso l'Italia
centrale e Roma controllate da Bonifacio, il "gran marchese". Per stringerlo
maggiormente a sé, l'imperatore ricorse anche ad altri mezzi. Vedovo di
Richilda, Bonifacio sposò nel 1036 Beatrice di Lorena, nipote dell'imperatrice e
legatissima al gran mondo principesco e feudale d'oltralpe. Nessun dubbio che
l'imperatore mirava ad affrancarsi dalla quasi dipendenza verso i vescovi
italiani. Politica non diversa aveva adottata in Germania. Allo stesso scopo,
mise in parecchi vescovati e abbazie prelati tedeschi. Non è difficile che egli
pensasse, con ciò, anche a una riforma chiesastica. Ma, pure con intenzioni
riformatrici, accentuava quell'ingerenza del principe nella vita ecclesiastica,
quel suo arbitrio nel disporre dei beni delle chiese ai fini dello stato, che
aggraverà anziché sanare i mali della Chiesa, farà sentire più che mai necessaria
la libertà della Chiesa, metterà contro l'impero i rifor natori, darà un nuovo e
rivoluzionario carattere al moto della riforma, gia politicamente ortodosso.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Normanni italiani per parecchi anni. Ma Pandolfo tornò alla riscossa, si fece
padrone del ducato di Gaeta, costrinse i vassalli di Montecassino a giurargli
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
fedeltà, guadagnò a sé i Normanni di Aversa, altri ne arruolò da poco arrivati,
tentò di avere anche Benevento, fece piani sopra Salerno. Capua grandeggiava,
afferrava essa il primato fra i principati longobardi. Fu allora che Benedetto IX,
Montecassino, Guaimaro di Salerno si volsero all'imperatore.
E l'imperatore, sollecitato da nord a sud, riprese nel 1037 la via dell'Italia. Ebbe
non buona accoglienza dal popolo milanese. Anche Ariberto non si presentò
alla dieta di Pavia. E allora Corrado lo bandì e gli tolse l'arcivescovato, assediò
Milano, sebbene inutilmente, pubblicò la Constitutio de feudis che assicurava ai
valvassori l'ereditarietà dei feudi in linea maschile e li garantiva contro ogni
minaccia, mettendoli sotto la sua diretta autorità. Gran fermento fra i vescovi!
E invitarono, contro Corrado, Oddone di Champagne. Ma i grandi secolari
rimasero fedeli. Parecchi vescovi furono esiliati in Germania. Parma fu
saccheggiata. Il papa dovette scomunicare Ariberto. Recatosi poi nel sud,
Corrado metteva un monaco tedesco, Richerio, a Montecassino; entrava in
Capua donde Pandolfo era fuggito a Costantinopoli; entrava a Benevento;
procurò di legare a sé il principe di Salerno Guaimaro e i Normanni di Aversa,
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
scena nobiltà minore e popolo: quella, creazione del regime feudale; questo,
forza antica, ora rinnovata, delle città; quella e questo, forza costruttiva del
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
nuovo ordine politico. Laddove, nel sud, la forza costruttiva di più decisivo
valore sarà un'altra.
nominalmente in sottordine.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
I Normanni nell'Italia meridionale e nel quadro della politica italiana. - Nel
1046 Enrico III scese in Italia. Problemi gravi erano in discussione,
specialmente di natura politico-ecclesiastica. Accanto e di fronte alle buone
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
intenzioni riformatrici del principe, una crescente volontà di riformare entro la
Chiesa, fra clero regolare e secolare. Presa a Roma la corona imperiale, Enrico
III proseguì per il sud. LIBRI
E qui, prima tolse Capua
(/TRECCANILIBRI/) ARTEal (/TRECCANIARTE/)
principe di Salerno,
rendendola per denaro al principe spodestato; poi sistemò secondo gl'interessi
dell'impero Montecassino e mise un abate tedesco a S. Vincenzo al Volturno;
poi investì normanni, pugliesiTRECCANI
e campani delle terre
CULTURA che possedevano e li mise
(/CULTURA/)
nella diretta dipendenza sua. Anche Benevento, che a Enrico chiuse le porte in
faccia, l'imperatore lasciò in balia dei Normanni. Era per i Normanni un grande
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
passo avanti. Dopo esser cresciuti all'ombra dei ribelli pugliesi e dei principi
longobardi, ora procedono oltre, nella protezione dei re e imperatori, ma con
crescente autonomia e senso di padronanza. Gli Altavilla capeggiano. Morto
Guglielmo e Umfredo, ecco Roberto il Guiscardo e Ruggiero, uomini diversi e
pur ben dotati l'uno e l'altro, quello più politico, questo più guerriero, quello
più intento ad annodare e sciogliere trame, a manovrare sul difficile terreno di
Puglia, questo a conquistare Calabria e Sicilia. In mezzo a tante forze screditate
o logore dopo un violento attrito di secoli, essi, gente nuova, non legati
moralmente a nessuno, non subordinati se non al proprio, disposti a servire
tutti per servire solo sé stessi, capaci anche, come tutti i conquistatori e
sovvertitori, di destare qualche speranzosa attesa, nelle plebi cittadine e rurali,
malcontente dei vecchi governi e dei proprietarî; essi cominciano a
rappresentare la nuova ricostruzione, la nuova forza unitaria.
movimento riformista che ora si accentua e mette capo alla grande lotta per le
(/index.html)
investiture: l'uno e l'altra particolarmente vivi e agitati in Italia. Quel
CATALOGO (/CATALOGO/)
movimento già si preannunciava, nel sec. X, quando vescovi come Raterio di
Verona e Attone di Vercelli, monaci come Romualdo di Ravenna, eremiti come
San Nilo di Calabria, nutrivanoSCUOLA
in sé e (/TRECCANISCUOLA/)
diffondevano attorno a sé l'aspirazione a
un più severo costume monastico e chiesastico, a un chiericato e a una chiesa
più liberi da beghe terrene e più volti a religione. Intanto, nei monasteri di
Lorena e di Borgogna LIBRI
si cominciava ad attuare
(/TRECCANILIBRI/) una(/TRECCANIARTE/)
ARTE regola di vita che poi si
diffuse anche fuori del mondo monastico. Riforma di monaci e monasteri
decaduti e corrotti, innanzi tutto; in seguito, dalla fine del sec. X in poi, riforma
ecclesiastica in senso largo. TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
beni delle chiese furono distolti a favore del principe, si fece commercio di
uffici ecclesiastici, cioè ISTITUTO
si commise
simonia, complici attivi o passivi i vescovi
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
italiani. Enrico III di Franconia, che, assai più del padre Corrado, riprese la
(/index.html)
tradizione dell'ultimo Sassone, si propose di astenersi da atti simoniaci, si fece
CATALOGO (/CATALOGO/)
dai vescovi prestar promessa solenne di astenersene per conto loro.
Leone IX attese anche a far valere diritti o pretese territoriali: specialmente nel
Mezzogiorno. Cominciavano a far paura i Normanni, che non raccogliessero
essi quell'eredità di Longobardi e Bizantini a cui i pontefici evidentemente
aspiravano, tutta o parte. Poiché già vi erano donazioni imperiali, vere o
fittizie, di città alla Santa Sede: Capua, per esempio. Già gli occhi della curia si
sono posati su Benevento, in specie da quando la città aveva fatto e poi
rinnovato il comune. Ora i Beneventani, insorti contro il loro principe, hanno
acclamato signore Leone IX. Tutti quelli che han paura dei Normanni, si
rivolgono ora piuttosto al papa che all'imperatore. E il papa va a combattere i
Normanni, li affronta in battaglia presso Civita. Ma è vinto e fatto prigioniero,
largheggia in concessioni e promesse al vincitore durante la prigionia, rafforza
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 334/1196
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qualche aiuto al pontefice. Al nuovo papa Vittore II, un tedesco anche lui,
Enrico III garantì la piena reintegrazione del patrimonio della Chiesa romana;
e, nel 1055, in un sinodo tenuto a Firenze,
TRECCANI non (/CULTURA/)
CULTURA solo rinnovò il divieto di ogni
alienazione di beni ecclesiastici, ma fece cessione delle marche di Spoleto e
Fermo alla Santa Sede. Pare evidente che si cercasse la solidarietà dei papi,
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
molti dei quali tedeschi, e dei vescovi. Come altrimenti tener testa ai Normanni
e ai grandi signori, malcontenti prima per i troppi favori ai vescovi, ora per la
protezione accordata ai vassalli minori? Anche i marchesi di Canossa, sempre
fedeli e investiti perciò della marca di Toscana, vacillavano. Ma ormai riusciva
sempre più difficile tenersi amico e ligio il papato. Il partito della riforma
cresceva ogni giorno di forze in curia e in Italia, specie in Toscana e Lombardia.
Le dottrine curialiste che mettevano il papato al centro della Chiesa, si facevano
strada come non mai. Potenti personalità, quasi adeguate ai tempi nuovi, come
Ildebrando, consigliere e ispiratore della politica papale in questi anni, sono
sulla scena e portano elementi nuovi, imponderabili, di dissidio. Con i papi di
origine lorenese si aggiunsero altri motivi di contrasto, più propriamente
tedeschi e dinastici, nei rapporti di Roma con l'imperatore. Così avvenne che
papa Stefano IX, eletto dai Romani dietro ispirazione d'Ildelbrando, fu
consacrato senza che nessuno chiedesse il consenso in Germania, ove allora,
morto Enrico III, reggeva il regno per i figli la vedova Agnese. Successe Niccolò
II, vescovo di Firenze, nel cui nome si trovarono concordi, contro un tentativo
dell'aristocrazia romana, capeggiata dai Tuscolo, di avere un proprio papa,
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vescovi del partito riformista e del partito imperiale, riuniti a Siena. Vivo era in
curia il desiderio di emanciparsi da ogni tutela tedesca. E mezzo adatto
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
parve un
ravvicinamento coi Normanni. Così in un concilio tenuto a Melfi l'agosto 1059
(/index.html)
ai fini della riforma, Nicolò II liberò i Normanni dalla scomunica, investì del
CATALOGO (/CATALOGO/)
principato di Capua Riccardo di Aversa (Drengot) e del ducato di Puglia e
Calabria e del principato di Benevento, la città esclusa, Roberto il Guiscardo;
diede a quest'ultimo autorizzazione di togliere agl'infedeli la Sicilia; ricevé
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
promessa che avrebbero difeso terre e diritti di San Pietro e dato tributo per
quanto essi possedevano della Chiesa. Non è ben chiara la natura di questa
concessione, né il fondamento sul quale il pontefice
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) la poggiava. In ogni modo
ARTE (/TRECCANIARTE/)
vassallaggio, troncò il legame che si era stretto fra impero e regno da una parte,
Mezzogiorno d'Italia dall'altra. I Normanni dal canto loro, dopo aver acquistato
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
rinomanza e credito combattendo vittoriosamente Leone IX, altro maggiore ne
acquistarono procurandosi il riconoscimento e, per il momento, l'amicizia del
successore, migliorando i loro rapporti coi vescovi e col potentissimo
Montecassino. Essi potevano ormai presentarsi come investiti d'una missione
religiosa contro gl'infedeli. Cominciava il fatto a mutarsi in diritto e il diritto a
penetrare nella coscienza dei popoli. In quegli stessi anni, anche i Normanni di
Normandia, inalberando stendardo papale, conquistavano l'Inghilterra. E anche
questo accrebbe negli Altavilla e loro compagni la fiducia, negli Italiani del
Mezzogiorno il sentimento quasi di una fatalità o divino volere, a servizio di
quel popolo.
politica di accorgimenti, di astuzie: per quanto a taluni sia apparsa non del tutto
chiara. Trattò con Roberto e trattò coi suoi nemici; ebbe riconoscimento di
vassallaggio dal principe di Benevento, e prese in
TRECCANI CULTURA protezione, contro di lui, la
(/CULTURA/)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Con tutto ciò, il movimento riformatore e la lotta per le investiture
s'inserivano a pieno nella storia politico-sociale dei ceti minori in via di ascesa.
In quanto quel movimento tendeva a ristabilire la disciplina chiesastica, le
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
prescrizioni canoniche circa la designazione del clero e l'amministrazione dei
beni ecclesiastici, in quanto voleva liberare persone e sostanze delle chiese dallo
sfruttamento dei principi e (/TRECCANILIBRI/)
LIBRI dell'aristocrazia, andava incontro ad aspirazioni non
ARTE (/TRECCANIARTE/)
il territorio beneventano. Fino a che, nel 1080, nuova rottura del papa con
l'imperatore e nuova scomunica; insurrezione dei vescovi tedeschi contro
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Gregorio per amore d'indipendenza; concilio di Brescia con la presenza del re e
scomunica e deposizione di Gregorio ed elezione dell'antipapa Giberto
arcivescovo di Ravenna. E allora Gregorio VII e signore normanno si
conciliarono e si allearono col trattato di Ceprano, per cui questi rinnovava
gl'impegni precedenti verso la Chiesa, quegli riconosceva al Guiscardo le terre
che già aveva e il principato beneventano, tenendo per sé la città. Fine della
Longobardia meridionale. Altro colpo a quel che di longobardo rimaneva nel
diritto, nelle consuetudini, nelle tradizioni, nella forza di certi gruppi sociali:
sebbene nel sud questi elementi di vita longobarda avessero ancora molta forza
di resistenza. Negli stessi anni si compiva la conquista della Sicilia; il 1091
cadeva, ultimo baluardo, Noto. Ormai l'isola è sicuro possesso nelle mani di
Ruggiero e discendenti suoi: più forse che non Puglia e Calabria, nelle mani del
Guiscardo e suoi discendenti. Terra d'infedeli, la Sicilia, era stata anche terra di
conquista, nel vero senso della parola. Non si doveva fare i conti o transigere
con nessuno. La religione era arma potente, a sussidio delle altre armi, nelle
mani dei conquistatori. Laddove in terraferma, i Normanni avevano avuto e
ancora avevano a che fare con gli antichi compagni divenuti conti e feudatarî
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 341/1196
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potenti; non erano sicuri né dei Bizantini, che avevano ancora qualche radice
nel sud, né dei pontefici, città
ondeggianti fra solidarietà e contrasto; né delle
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Puglia. Di fronte a una situazione locale come questa, accade che la S. Sede sia
tentata spesso di parteggiare per i ribelli: come farà in seguito. Ma la situazione
generale consigliava ad essa, dopo la pace
TRECCANI del 1080,
CULTURA di mantenersi in buone
(/CULTURA/)
relazioni coi Normanni. Erano la forza più salda del sud. Erano, sulla scena del
Mezzogiorno, i protagonisti. E ciò permise ai Normanni di svolgere
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
liberamente il loro giuoco, di badare alle cose del sud, e insieme dare aiuto ai
pontefici, nell'interesse proprio oltre che loro, contro Enrico IV ed Enrico V e
contro i loro antipapi. Né erano aiuti gratuiti. Pasquale II investì Guglielmo
normanno, figlio di Roberto, della Puglia, Calabria, Sicilia. Callisto II confermò.
Gran beneficio fu pure, per i Normanni, che l'impero fosse così gravemente
impegnato con i suoi Tedeschi, col papa, con le città italiane. Si ebbe la fine
degl'interventi imperiali nel sud, dopo Enrico III. Scompariva dal sud l'impero
di Oriente, e, per oltre un secolo, quello d'Occidente.
Invece questa stessa situazione fu, nel nord e nel centro, favorevole alle città.
Qui, sono esse le protagoniste o, quanto meno, importanti comprimarie: come
nella Tuscia. La lotta per le investiture le trovò parte in causa, ed esse
s'inserirono nel vivo della lotta, furono anch'esse, e, spesso, più di altri, il
partito della riforma o il partito imperiale, e oggi l'uno domani l'altro partito.
Le città videro i loro vescovi ora colpiti dal papa ora dall'imperatore, ciò che
significava lacerazione di legami anche tra vescovi e città, stimolo e occasione
di cittadinanze a far da sé. Motivi locali e contingenti determinavano questo
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 342/1196
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vario parteggiare delle città per papi e imperatori: come poteva essere il
prevalere in esse dell'uno o dell'altro partito, oppure l'atteggiamento dialtra e
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
A questo punto, fine del sec. XI e principio del XII, possiamo considerare già
costituiti, nel quadro delle antiche città e sul fondamento di ordini forse non
mai caduti, i comuni.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 343/1196
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elementi sociali cittadini e tratto verso la città forze del mezzano mondo
(/index.html)
campagnolo e feudale; ha messo i vescovi al governo delle città o in alta
CATALOGO (/CATALOGO/)
posizione politica, oltre che economica e feudale, nelle città stesse; ha con ciò
promosso la formazione di nuovi gruppi dirigenti e più libero moto di
cittadinanze; ha creato nuove consuetudini di diritto privato e pubblico, nuovi
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
vincoli di solidarietà entro determinati gruppi e nuove e più varie forme
associative; ha individuato la città nel mondo feudale circostante e, nel tempo
stesso, l'ha più strettamente e organicamenteARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) collegata con esso, rendendone
(/TRECCANIARTE/)
possibile l'ulteriore sviluppo. Molta incertezza regna ancora sui modi come il
comune si costituì, sui rapporti che ebbe col vecchio ordinamento e su quel che
è fatto, specificamente nuovo,TRECCANI
sulla natura della(/CULTURA/)
CULTURA giurisdizione che i suoi capi da
principio esercitarono, sull'ampiezza sua e sui ceti o gruppi che entrarono
originariamete a costituirlo: ceto feudale, assai legato al vescovo; nuova
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
borghesia di mercatores; artigianato. Pur con questa incertezza, il comune ci si
presenta da principio come un'associazione essenzialmente volontaria,
temporanea, determinato o no che ne fosse il termine di durata nell'atto del suo
costituirsi; associazione assai ristretta, il cui nucleo centrale è costituito dalle
molte famiglie dei vicedomini, dei vicecomiti, degli avvocati, di quanti hanno
avuto unci e benefici dai vescovi e conti e chiese e monasteri e si sono
appropriati, attraverso l'ereditarietà, gli uffici e benefici stessi e li gestiscono e
sfruttano in comune. Essi reggono l'Opera del duomo, amministrano il
vescovato in sede vacante, addestrano sulla cattedra il nuovo vescovo e gli son
vicini in una quantità di atti giudiziarî e politici e amministrativi che
riguardano vescovato e città. Strettissimo il rapporto fra chiesa e comune: e
molti atti sono compiuti dall'ecclesia et comune civitatis, molte donazioni fatte alla
chiesa e al comune insieme. Strettissimo, per conseguenza, anche il rapporto
fra vescovi e consoli: i quali ultimi, inizialmente consules episcopi, quasi
consiglieri del vescovo ed emananti dal vescovo più che dai cittadini, poi
sempre più rappresentano il vero e proprio potere esecutivo del comune,
operante più o meno a fianco del vescovo. Qualunque sia il significato e
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chiama comune. Nello stesso tempo, il piccolo organismo iniziale del comune si
(/index.html)
dilatava, accoglieva elementi sociali nuovi, liberamente aderenti all'associazione
CATALOGO (/CATALOGO/)
o costretti, accentuava il suo carattere pubblico e moltiplicava le sue iniziative
d'interesse generale o destinate a ripercuotersi su tutta la compagine della città
e del suo immediato territorio. SCUOLA
Si costituiva una finanza comunale che aveva il
(/TRECCANISCUOLA/)
suo nocciolo nella preesistente organizzazione finanziaria cittadina, fondata
sull'obbligo del contributo alle spese e alle opere d'interesse della città; una
giustizia del comune, sempre più estesa al campo
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE penale; un territorio del
(/TRECCANIARTE/)
comune, che presto va oltre l'originario piccolo distretto, rimasto collegato con
la città. Permaneva certo ricordo, tenuto desto dalla diocesi e dal comitato, di
un antico più grande territorioTRECCANI
municipale, e certa
CULTURA coscienza di un diritto della
(/CULTURA/)
città su di esso. Ora, questo ricordo e questa coscienza, insieme con i nuovi
interessi unitarî creati dallo spostarsi di tanti signori e vassalli del contado
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
verso la città, sollecitano lo sforzo dei comuni di dettare legge sul contado. Era
il contado, già unità di diritto pubblico, ridotto in frammenti. Se lo dividevano
vescovato e chiese cittadine, monasteri, famiglie comitali cresciute sul ceppo
dell'originario conte, una miriade di piccole consorterie nobilesche,. milites o
"cattani" o "lombardi", ecc., annidati nei loro castelli: tutti, con esenzioni fiscali
e giudiziarie; con diritti di pedaggio, ripatico, mercato, ecc., con giurisdizioni
varie. E ora, sempre più, anche comunità rurali e comunità di castelli, quelle
fatte solo di contadini, queste di castellani e contadini, distintamente
organizzati ma formanti poi unità, gli uni e gli altri rappresentati all'assemblea
dei "vicini" da proprî consoli. Fatto nuovo, anche questa organizzazione
comunale delle campagne. Nuovo e fondamentalmente spontaneo: sebbene
anch'esso germogli sopra tradizioni e consuetudini antiche, romane o
preromane, cristiane e chiesastiche, germaniche e feudali. Entro questo mondo
contadinesco in frantumi si gettano ora le città, dopo assorbito il suburbio.
Comincia così a ricostituirsi quel legame antico fra centro urbano e territorio,
che dal secolo IX al XI, col progressivo loro differenziarsi giuridico e sociale, si
era spezzato. Le città, contrattesi nel periodo barbarico entro le mura,
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o(/index.html)
comuni, oltre e dopo che fra città e signori.
CATALOGO (/CATALOGO/)
Questo nuovo ordine politico delle città, si verificava pure mentre il regno, in
persona dei re e imperatori di Franconia, faceva grandi sforzi per sostenersi di
fronte ai papi e alle tendenze centrifughe dell'episcopato, rese più gagliarde
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
dalla riforma. E si sa che, in quegli anni agitatissimi, Enrico IV, o che si sentisse
malsicuro nella Valle Padana o volesse dare maggior prestigio al regno, tentò,
dopo presa Roma, di costituire anche lì una sede
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTEregia, con una cassa centrale,
(/TRECCANIARTE/)
dissoluzione ora non sono più i grandi organismi feudali, ma le città: le quali,
come minano alle fondamenta il regno, così le marche. Si dissolvono la marca
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
di Verona, quella di Liguria, quella d'Ivrea, quella di Torino; ancora più e prima
di tutte, quella di Toscana, ove concorsero non solo il potente slancio
autonomistico di città come Pisa e Lucca e poi Firenze e Siena, ma anche
l'estinzione dei Canossa, in un momento in cui ormai non era più possibile
sostituire a un casato un altro. E fu, pur mentre la questione delle investiture
era sempre aperta, l'inizio di nuove complicazioni, per la ricchissima eredità
matildina, fatta di beni allodiali e di beni feudali, disseminati dal Mincio
all'Ombrone, rivendicata tanto dall'imperatore, come imperatore e parente dei
Canossa, quanto dai papi, in virtù di un'altra di quelle donazioni d'incerta
genuinità ed estensione che venivano riempiendo gli archivî della S. Sede.
Il corso delle cose volgeva dunque in modo assai diverso per il nord e centro
d'Italia e per il Mezzogiorno. Vi fu veramente qualche decennio in cui anche
nel Mezzogiorno, scomparse le vecchie forze politiche - dominio greco e
principati longobardi -, ancora malferma la nuova forza dei Normanni, le città,
che laggiù erano egualmente in sul crescere, e i feudatarî, costituitisi un po' per
spontanea evoluzione del possesso fondiario indigeno, un po' per influsso
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poteva essere, per ragioni intrinseche alla vita del Mezzogiorno. Ma non fu, e
questo è certo, perché i principi normanni deviarono ancor più la storia del
Mezzogiorno da quella strada TRECCANI
su cui tutta la vita(/CULTURA/)
CULTURA italiana, con decisione
maggiore o minore, si veniva mettendo coi secoli X e XI. Ecco Ruggiero
conquistatore della Sicilia. Ecco, con una sua funzione di protagonista, la Sicilia.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Essa, tolta con la forza agl'infedeli, era veramente in pieno dominio dei
Normanni, ne costituiva la solida base. Per cui, quando il sud d'Italia è conteso
fra città, signori, pontefice, Ruggiero può intraprendere una serie di campagne
per raccogliere l'eredità del morto congiunto. Dura impresa, questa di
Ruggiero. Egli chiede al papa l'investitura ma ne ha la scomunica. Il papa, anzi,
prende in sua protezione qualcuna di quelle città (Otranto). Ormai è chiara
questa spiegata politica papale a favore delle autonomie cittadine del sud,
destinata a culminare durante le lotte contro Federico II: che era poi politica
contro qualunque forte potere centrale. Di fronte allo stato, la chiesa, come
rivendicava le sue "libertà", così anche esaltava le "libertà e municipali. Questa
politica ebbe la sua efficacia in qualche paese, come l'Inghilterra, nell'aiutare il
nascimento dei parlamenti e del regime costituzionale; in altri, come nel sud,
l'ebbe nel rendere inquieta e malferma la vita del regno, pur senza impedire che
il regno si costituisse. Poiché Ruggiero, dopo i primi insuccessi, rifornitosi in
Sicilia di armi e di uomini, trionfò. Con gli accordi conchiusi il 22 agosto 1128,
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Come si viene tessendo l'unità morale della penisola. - Tuttavia, pur mentre
l'Italia regia si risolveva nei municipî, e il sud prendeva un suo proprio volto
monarchico, e assai s'indebolivaSCUOLAquella(/TRECCANISCUOLA/)
forza di unità rappresentata nel nord e
un po' anche nel sud dal regno, che era creazione degl'invasori germanici; si
avvertivano segni crescenti di unità morale, rigermogliante sopra il comune
fondo romano, cristiano e germanico.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Non solo si era ricostituita l'unità religiosa, dopo espulsi o convertiti i Saraceni
di Sicilia, dopo cessato il dominio dei Bizantini
TRECCANI e arrestato il progresso del loro
CULTURA (/CULTURA/)
città, specie le maggiori, si richiamano anche alla Roma profana, alla città di
(/index.html)
Roma. Si hanno, a Roma e fuori, notizie di un interesse grande per gli antichi
CATALOGO (/CATALOGO/)
monumenti e anche per la storia dell'urbe, soprattutto dalle origini.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
E anche dalla penisola verso il di fuori. Nella seconda metà del secolo XI, la
frequenza dei mercanti italiani in Francia doveva essere molto cresciuta. Verso
la Germania, nuove strade alpine cominciano ad aprirsi nel sec. XII. Maestri
costruttori e tagliapietre già sciamano verso i paesi di Francia e di Germania e
più lontano ancora: come, fra il sec. X e XI, Guglielmo da Vulpiano che si
mette in viaggio per la Borgogna, capeggiando una piccola spedizione di cui
fanno parte uomini litteris bene ruditi e uomini diversorum operum magisterio
docti. L'Oriente e l'Africa settentrionale, finora battuti solo da Veneziani,
Amalfitani e altri Italiani del sud, ora si popolano anche di Toscani e di Liguri.
Le loro spedizioni navali verso quei paesi nel corso del sec. XI, aggiunte alle
altre compiute in Sardegna e Corsica, segnano dopo la frammentaria ma
efficace e qualche volta vittoriosa resistenza dei Campani, dei Calabresi, dei
Pugliesi contro gl'infedeli nei due secoli precedenti, il maggiore sforzo di
reazione degl'Italiani per la riconquista del dominio del Mediterraneo, già
padroneggiato dagli Arabi: sforzo che precede e prepara le crociate. Sono
certamente imprese a fondo economico-mercantile. Anche fini politici e
territoriali si proposero invece i Normanni, nei paesi prospicienti la Puglia e la
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Sicilia. Non avevano ancora gli ultimi rappresentanti del dominio greco e arabo
abbandonato le terre del Mezzogiorno, e già Roberto il Guiscardo mirava
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) ai
Balcani, e oltre. Ed è del 1081 la prima spedizione in Albania.
(/index.html)
Contemporaneamente Ruggiero puntava su Malta e Gozo e le toglieva agli
CATALOGO (/CATALOGO/)
Arabi, preparando più lontane conquiste africane. Città del nord e Normanni,
con fini più da mercanti quelle, più da conquistatori questi, parteciparono poi
alla prima crociata. E le une accrebbero i loro commerci e costituirono nuovi
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
nuclei coloniali, ordinati come la madrepatria; gli altri acquistarono terre e
giurisdizioni feudali, a gara con i baroni francesi. Non passarono molti anni, e
una grande spedizioneLIBRI
pisana mosse verso le ARTE
(/TRECCANILIBRI/) Baleari. Egualmente, Italiani di
(/TRECCANIARTE/)
varie regioni si trovavano presenti in Spagna, nel sec. XII, durante le lotte dei
cristiani contro gli Arabi: presenti come soldati, piloti, artieri, costruttori di
macchine da guerra, mercanti.TRECCANI
I Genovesi erano(/CULTURA/)
CULTURA ormai chiaramente orientati
verso quella direzione.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Insomma, la penisola ricomincia a essere centro di azione capace d'irraggiare
attorno. Né solo azione papale e chiesastica, segnata non poco di romanità; ma
anche economica e artistica, politica e militare; anche di cultura vera e propria
(si ricordino nei secoli X e XI Gunzone, Lanfranco di Pavia, Anselmo d'Aosta,
ecc., per citare solo quelli che esplicano fuori della penisola, in tutto o in parte,
la loro attività): sebbene questi non siano ancora, in Italia, tempi di cultura
eminente. Comunque, questa azione, come porta impressi certi segni comuni,
così concorre a rafforzare gli elementi comuni della vita italiana, ad alimentare
negli Italiani quel sentimento di unità morale che ad essi veniva anche dai
ricordi di Roma e dall'ormai comune patrimonio della rinascente cultura.
dei diritti del principe, né la vasta usurpazione che città e castelli e signorotti
feudali venivano facendo della grande eredità matildina. In Germania,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
vi è
conflitto per il regno che Lotario e Corrado si contendono. Vi è una discesa di
(/index.html)
Corrado in Italia, il quale si fa incoronare re a Monza (1128) come successore di
CATALOGO (/CATALOGO/)
Enrico V, cerca di rimettere le mani sui beni di Matilde, tenta una spedizione
su Roma. Altro e maggiore intervento di Lotario, qualche anno dopo, anche
per sollecitazione di papa Innocenzo II che rivendicava a sé il soglio pontificio,
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
contro l'antipapa Anacleto II. Vi erano a Roma due potenti famiglie, i
Frangipane e i Pierleoni; due partiti in contesa; ora, due papi (1130). Gl'italiani
si divisero anch' essi, siLIBRI
divise l'Europa cristiana
(/TRECCANILIBRI/) e cattolica.
ARTE Tenne Lotario per
(/TRECCANIARTE/)
Risorsero esse tuttavia, poco dopo, quando Lotario, chiamato da gravi interessi
del regno e indotto da Innocenzo II, scese in Italia, giunse a Roma pur
attraverso l'opposizione di molte città lombarde, e a Roma ebbe la corona
imperiale (1133) e l'investitura dei beni matildini: che voleva significare anche
un rapporto di vassallaggio dell'imperatore nei riguardi della S. Sede. Ma
ritiratosi l'imperatore, il papa dové nuovamente fuggire a Pisa: donde incitò a
più energica guerra contro Ruggiero. Contro Ruggiero si era formata una vasta
coalizione in cui, col papa, entravano Lotario, i Pisani, le città pugliesi e
campane, i baroni meridionali, persino i Greci, insomma, tutti gl'interessi
italiani ed europei, vecchi e nuovi, soliti a contendersi il Mezzogiorno o,
comunque, avversi al consolidarsi di quel regno. Tornò anche Lotario: e questa
volta, senza troppi contrasti di città lombarde. Si spinsero insieme verso il sud.
E qui investirono della Puglia Rainolfo, dei Normanni Drengot, giuocando sul
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
L'opera iniziata dal Guiscardo e da Ruggiero è compiuta: meglio, bene avviata.
Non tutto era solido in questo nuovo edificio. Quel baronato era sempre
potente e infido. La Santa Sede vantava sempre diritti sul regno e, come aveva
incoraggiato Benevento contro Pavia, così, ancor più, i baroni contro il re che
risiedeva a Palermo. Tuttavia, si vide, per la prima volta dopo il 570, il potere
politico di una vasta regione raccogliersi in una sola mano e raggiungere un
grado d'indipendenza e libertà da interessi d'altri regni e paesi, quale non aveva
mai avuta e neppure avrà più dopo i Normanni. Lo stato formò un corpo solo:
prima avvicinamento di parti distinte, poi unità più organica. La feudalità trovò
certa fermezza e un suo ordine, quale ci è indicato dal catalogo dei baroni,
compilato fra il 1160 e il 1170. Gettò le sue basi, pur sopra un terreno preparato
da Roma, da Bisanzio, dai Longobardi, dagli Arabi stessi, quel sentimento
monarchico del Mezzogiorno che darà un suo carattere a tutta la storia della
regione. Il nuovo edificio veniva sorgendo, essenzialmente, sopra le istituzioni
premusulmane e prelongobarde, cioè su quelle romane modificate dal diritto
bizantino. Anche il feudalesimo, i cui germi preesistevano ai Normanni
(patronato, commendatio, immunità, ecc.) e a cui i Normanni diedero poi
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all'Umbria, che sono appunto le regioni dove nel sec. XII serpeggiavano di più
le nuove eresie, a fondo pratico e sentimentale da principio, poi anche
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
dogmatico, che diventano movimento vasto e grave nella prima metà del '200.
E in Italia, appunto, ci si presenta qualche singolare figura di riformatore
chiesastico che inquadra la propria azione e le proprie speranze religiose entro
la nuova società e cerca di promuoverla politicamente: Arnaldo da Brescia.
italiano, il quale ha sentito e praticato sempre la religione più come azione che
come contemplazione oISTITUTO
problema a
teologico, e quando ha volto il pensiero
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
una riforma della chiesa, l'ha concepita anche come mezzo per crescere dignità
(/index.html)
allo stato; e ha combattuto la Chiesa, non con spirito antireligioso e neppure
CATALOGO (/CATALOGO/)
antichiesastico, ma anticlericale. Secondando, poi, le aspirazioni dei Romani a
darsi, sotto il solenne nome di repubblica romana, un ordinamento municipale
proprio, Arnaldo contribuì ad avvicinare Roma alla nuova storia d'Italia, che
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
era storia di città autonome.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 356/1196
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L'impero aveva fino allora concorso anch'esso a creare questo nuovo ordine
politico-sociale, in ItaliaISTITUTO
come in
Germania. Lotario aveva tentato di mettere
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
qualche riparo. Ma tutto era seguitato come prima. Fino a che le forze feudali
(/index.html)
di opposizione, l'energica personalità del nuovo imperatore, una certa
CATALOGO (/CATALOGO/)
coscienza della gente germanica che fosse in giuoco un interesse suo, sorsero a
sbarrare il cammino alla nuova società cittadina. Federico Barbarossa si armò
della sua forza e della sua legge;SCUOLA
chiamò(/TRECCANISCUOLA/)
o accolse attorno a sé feudatarî, animati
da odio contro i vassalli e i plebei, e giuristi, accorsi in folla per difesa del diritto
costituito e, per il momento, del più forte; stimolò anche l'amor proprio
nazionale tedesco e il sentimento di un dirittoARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) e di(/TRECCANIARTE/)
un onore tedeschi impegnati
in Italia; si fece centro nella penisola di tutti gl'interessi offesi, di feudatarî, di
vescovi, di conti, di piccole città oscurate o minacciate dalle maggiori (Pavia,
Lodi, Como ecc.); lusingò le speranze
TRECCANIdi potenti(/CULTURA/)
CULTURA città marittime che contavano
sulla forza dei Tedeschi le une contro le altre e aspettavano vantaggi
commerciali dalla conquista imperiale della Sicilia.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Sei spedizioni compì, cominciando dal 1154. Nell'alta Italia, Milano era la
chiave di vòlta. Ma Federico non aveva forze per affrontarla. Si volse su Roma,
consegnò al papa Arnaldo destinato al rogo, prese la corona, vinse i Romani:
ma non poté né egli né il papa entrare nella città. Si spinse poi verso il regno,
dove a Ruggiero II era successo nel 1154 Guglielmo I, e i baroni del continente
erano in ribellione, la nobiltà siciliana in attesa di eventi. Papa Adriano, inglese
di patria, che non aveva voluto riconoscere il nuovo re, accompagnava
l'imperatore. Ma Guglielmo, come fronteggiò i nemici interni, così quelli
esterni. Il Barbarossa, giunto in Campania, dové tornare indietro. Il papa allora,
non contento del Barbarossa, preoccupato dal ritorno di Bisanzio che aveva
occupato Ancona, città della Chiesa, e sconfitto la flotta normanna a Brindisi,
conchiuse col regno la pace di Benevento (1156), impegnandosi a incoronare
Guglielmo e a investirlo della Sicilia, della Puglia e di Capua, e confermandogli
le prerogative ecclesiastiche. Anche fra Bisanzio e re normanni si venne alla
pace. E in Roma i Romani si acconciarono col papa. Il quale così, sicuro in casa
e alle spalle, assunse anche con l'imperatore un altro contegno. Il papato
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 357/1196
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tornava a riaffermare il suo alto diritto sulla corona imperiale, a considerar essa
come un "beneficio" daISTITUTO
assegnare
e chi ne era investito come un beneficiario
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
e
soggetto. E poteva ora farsi centro di tutte le opposizioni all'impero e ai
(/index.html)
Tedeschi, cioè i Normanni del sud, i comuni del nord e del centro. A Roma il
CATALOGO (/CATALOGO/)
pontefice non poteva tollerare un ordinamento municipale indipendente; ma
fuori di Roma, una politica di autonomie o libertà comunali poteva ben
corrispondere al suo proprio interesse. Cresciuto in Italia e nutrito di vita
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
italiana, il papato aveva il senso della realtà italiana più che il signore tedesco.
milanese, stretta d'assedio la città dai Tedeschi e dai loro ausiliarî italiani, essa
dovette arrendersi. E fuISTITUTO
distrutta. Poté credere allora Federico di esserequasi in
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
rivale di Venezia e terra della Chiesa, donde l'imperatore greco brigava nelle
cose d'Italia. Marciò ancora su Roma, respinse i Normanni, si fece di nuovo
incoronare, riconobbe questa TRECCANI
volta il senato pur(/CULTURA/)
CULTURA riservandosi egli d'insediarlo e
di nominare un prefetto imperiale. Sopraggiunse la pestilenza, fierissima. Ed
egli dové ritirarsi, quasi fuggire attraverso l'alta Italia, dove le città si erano
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
messe in rivolta, avevano cacciato i vicarî imperiali e conchiuso a Bergamo, nel
febbraio 1167, una grossa lega. Risorse, per deliberazione e con l'aiuto di essa,
la distrutta Milano. Funzionarî e fautori dell'imperatote tenevano ancora
abbastanza fermo in Toscana, in Romagna, in Piemonte. Ma ormai arbitra della
situazione è la lega, piccolo superstato cittadino, con suoi rettori, suo consiglio,
sua solidale attività. Per opera sua, fu costituito alla confluenza del Tanaro e
della Bormida un forte campo trincerato che doveva fronteggiare il marchese di
Monferrato, fedele all'imperatore. E quando Federico fece nel 1174 la sua
quinta spedizione italiana, di fronte a questo campo, che si avviava a diventare
una città, Alessandria, s'infranse il suo sforzo. Alessandria era la più concreta
espressione dell'alleanza delle città col papa. L'imperatore cercò spezzare questa
alleanza, patteggiò con la lega, trattò i preliminari di Montebello con cui i
Lombardi si sottomisero e il sovrano riconobbe la lega, rinunciò ad attuare le
determinazioni di Roncaglia. Ma quando egli chiese anche che fosse tolto di
mezzo il campo trincerato di Alessandria, i Lombardi rifiutarono: e l'accordo fu
rotto. La lega affidò la decisione alle armi. Sconfitto sul campo di Legnano (29
maggio 1176), l'imperatore cercò nuovamente, con le città, una pace o
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conciliazione separata. Non riuscì: perché le città non volevano staccarsi dal
papa. Tentò allora col papa: ma,
e il papa, che poteva essere alleato delle città
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
avendo interessi tanto più larghi, non subordinare la sua politica alla politica
(/index.html)
delle città, prestò ascolto. Federico riconobbe papa Alessandro e abbandonò
CATALOGO (/CATALOGO/)
l'antipapa, s'impegnò di ricostituire lo stato della Chiesa e l'eredità matildina,
rinunciò ad avere in Roma un suo praefectus. Condizione di questo accordo era
che il papa ottenesse pace ancheSCUOLA
fra l'imperatore e le città lombarde,
(/TRECCANISCUOLA/)
l'imperatore e il re di Sicilia. Pace veramente non vi fu, per allora: ma solo
tregua, con le une e con l'altro, al congresso di Venezia, ove i messi delle città,
pure riluttanti, piegarono
LIBRIal desiderio del papa.
(/TRECCANILIBRI/) La(/TRECCANIARTE/)
ARTE pace venne a Costanza nel
1183. E il trattato suonò riconoscimento e legittimazione, da parte
dell'imperatore, dei fatti compiuti e degli ordini esistenti.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 360/1196
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stato di città. L'Italia, l'Italia del regno, si avviava a farsi "indomita e selvaggia".
(/index.html)
L'unità politica si allontanava, la spontanea attività creatrice della nazione
CATALOGO (/CATALOGO/)
italiana si rinvigoriva e fruttificava, il sentimento di nazione cominciava a
sfavillare, quasi che della nuova realtà si cominciasse ad avere consapevolezza.
La lunga lotta col Barbarossa e SCUOLAcoi Tedeschi aveva affrettato il divenire di quella
(/TRECCANISCUOLA/)
e stimolato questa, per opera specialmente delle città maggiori, quelle che
avvertirono il maggiore contrasto fra il loro interesse politico e la politica dei re
tedeschi. Si forma e si LIBRI
propaga, costruendo suARTE
(/TRECCANILIBRI/) quel(/TRECCANIARTE/)
che già si era cominciato a
costruire nel sec. XI, il senso di un'unità che non è più solo riflesso di quella
romana, ma più veramente intrinseca e propria, derivante da certa comunanza
di vicende, dalla somiglianza della vita eCULTURA
TRECCANI del costume, dalla determinatezza del
(/CULTURA/)
territorio abitato, dalla solidarietà degli interessi ora che una grave minaccia
incombe. Vi fu una vera e propria cooperazione di Siciliani, di papi, di città,
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
attorno a un grande problema non particolare o municipale. Fra i comuni, si
strinse un legame costituzionale vero e proprio. La lega lombarda, col suo
collegio di rettori formato dai consoli o podestà dei comuni collegati,
deliberanti tuttavia come rettori della lega, collegialmente, e non come consoli
o podestà delle rispettive città, rappresentò un organismo federale che limitò
l'autonomia dei singoli associati e dettò una sua legge, superiore alle speciali
leggi della città: un fatto che si ripeterà pochi anni dopo in Toscana, con la lega
di S. Genesio, capitanata da Firenze, come l'altra da Milano, e rivolta contro
Enrico VI e, più ancora, contro i grandi feudatarî suoi partigiani. Si formò
un'opinione pubblica che condannava il parteggiare d'Italiani per un nemico
che veniva di fuori e che appariva avverso a tutta la gente italiana' e quelle
guerre fra città sentì e denunciò quasi guerre civili. La curia romana parlò il
linguaggio dei collegati di Lombardia e di Toscana: segno dei tempi e
dell'ambiente in mezzo a cui agiva la curia e da cui traeva alimento di varia
natura per i suoi proprî fini, se essa, cercando la solidarietà di altre forze
attorno a sé, parlava dell'"utile e dell'onore dell'Italia", del "comune bene della S.
Sede e dell'Italia". Tutto questo ci spiega come e perché la storia dei decennî che
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causa della sua politica vescovile, gli si erano ravvicinati e attendevano da lui
salvezza contro le città. Nella regione piemontese, in Toscana e nell'Italia
centrale, dove non grande eraTRECCANI
stata la partecipazione alla lotta contro di lui, il
CULTURA (/CULTURA/)
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Nel 1189 morì Guglielmo di Sicilia e nel 1190 Federico imperatore: Enrico VI
subito si volgeva a cogliere l'ormai maturo frutto siciliano. Vi era, laggiù,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) un
partito antitedesco, come ve ne'era stato uno antifrancese, al tempo della
(/index.html)
reggente Margherita. Vivo era lo spirito d'indipendenza, in Siciliani e in
CATALOGO (/CATALOGO/)
Normanni, ormai sicilianizzati. E questo partito levò Tancredi re normanno,
che veniva da un figlio naturale del grande Ruggiero II. Ma nel regno e attorno
al regno, era tutto un divampare di passioni, di odî, di gelosie, tenuti a freno
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
solo da un forte re, fornito di larghi e proprî mezzi d'azione, finanziarî e
militari. Durante il regno dei due Guglielmi, più volte aveva divampato la
guerra civile. Partito dei grandi
LIBRI e partito del re
(/TRECCANILIBRI/) o, meglio,
ARTE dei funzionarî del re:
(/TRECCANIARTE/)
regno di Sicilia; che il regno di Sicilia poteva diventare, per un tempo più o
meno lungo, chiave di vòlta della penisola e pesare fortemente sul destino della
medesima. TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Per il momento, tuttavia, gli eventi non volsero propizi per gli Svevi e per
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
questi loro propositi. Enrico morì (1197), lasciando in Sicilia, in Toscana, nelle
vicine terre della donazione molti Tedeschi scesi in Italia con lui e per lui. Ma i
Siciliani insorsero e li combatterono. Costanza, che secondava il partito
antitedesco, rinunciò per il bambino alla corona di Germania e lo fece
incoronare re di Sicilia, con l'investitura papale del regno a titolo ereditario. Per
giunta, essendo vicina a morte, desiderò che il papa, Innocenzo III, da poco
eletto, assumesse esso, come alto signore del regno, la tutela del fanciullo ed
erede. Anche nell'Italia centrale vi fu una rivolta di città e di qualche feudatario
contro Tedeschi, rappresentanti dell'impero tedesco. Si formò una lega di
comuni marchigiani; una lega di comuni toscani, stretta a S. Genesio, che aveva
a capo Firenze: mentre ne rimase fuori l'imperiale Pisa. Cominciava
l'antagonismo fra i due comuni. Pisa, città espansiva, con interessi mediterranei
che molto potevano avvantaggiarsi dell'appoggio imperiale, seguiva bandiera
ghibelliria; Firenze, che già aveva fatto causa comune coi Canossa contro
l'impero, e ora ascendeva a potenza, si faceva fotte dell'opposizione all'impero
stesso.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 364/1196
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Il papa, di queste leghe, come e più ancora che non di quella lombarda
trent'anni prima, fu sollecito promotore e sostenitore. Divenuta realtà
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
l'antica
aspirazione d'imperatori e re d'Italia ad assorbire il Mezzogiorno, i rapporti
(/index.html)
loro col pontefice, imperniati ora per forza di cose su tale questione, tornarono
CATALOGO (/CATALOGO/)
a essere rapporti di guerra, latente o manifesta. Anzi, la politica papale si
concentrò nello sforzo di spezzare questa unione. Nuovamente Roma vellicò
quel sentimento di opposizioneSCUOLAdegl'Italiani agli stranieri che ricco ora e
(/TRECCANISCUOLA/)
sempre più di nuovo contenuto, veniva elevandosi a sentimento nazionale.
Non solo. Ma il papa si volse a un' opera energica e metodica di rivendicazione
e organizzazione delle LIBRI
terre(/TRECCANILIBRI/)
della Chiesa, come mezzo
ARTE per meglio impedire
(/TRECCANIARTE/)
intrusioni dal di fuori, creare attorno a Roma una più valida protezione,
rendere più difficile l'unione delle due corone sul capo dello stesso principe.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
La legislazione comunale fa ora rapidi passi, nella seconda metà del secolo.
Mentre, ancora nel 1153 e 1162, i brevi dei consoli erano poco più che
sommarie formule di giuramento e di obbligazione dei consoli, di alcuni
funzionarî e dei cittadini, cominciano dopo a presentarsi come assai ampî
complessi di disposizioni varie intorno al funzionamento dei tribunali,
all'estimo e alla riscossione dei tributi, ai lavori pubblici, alla milizia, alla polizia
urbana, al governo del contado. Alcune città procedono anche alla raccolta ed
elaborazione delle consuetudini che regolavano il commercio, i rapporti
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 365/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Cessa ora quasi del tutto la partecipazione dei vescovi al governo della città.
L'affrancamento del comune come tale è accompagnato e, direi, sostanziato, da
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
un altro fatto: l'affrancamento pieno di tutti i suoi cittadini e soggetti, oltre che
dal vincolo pubblico, anche da ogni vincolo di natura patrimoniale o feudale.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Interesse dei singoli e interesse del comune, che intende legare a sé con vincolo
esclusivo cittadini e soggetti, coincidono e si promuovono scambievolmente. Si
ha così un rapido processo di allodiazione, mediante riscatto, di tutti quei beni
immobili il cui possesso e godimento teneva, fino allora, gran parte della
cittadinanza nella dipendenza di chiese e monasteri e famiglie feudali. E si
mobilizzano, insieme col possesso fondiario, anche gli uomini. Base della
condizione personale dei cittadini non è più il rapporto di vassallaggio ma la
dipendenza dal comune. Anche i non cittadini sono sollecitati ad allentare o
rompere il loro vincolo verso il signore, perché più facilmente possano essere
attratti nell'orbita della città. Tutto questo è una più o meno esplicita abolizione
di feudalismo. Ed ecco il patriottismo locale e municipale che sorge o risorge
fra i rottami del rapporto feudale.
Maturano anche progressi costituzionali nei comuni: anche per effetto della più
evoluta e complessa struttura sociale. Abbiamo le varie forme della vita
associativa. La nobiltà cittadina, che a un certo punto non s'identifica più col
comune, si organizza a sé, nella societas o commune militum. Mercanti e
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Anche la storia interna delle città si complica. Alle lotte per l'acquisto del
territorio o per l'autonomia dai vicarî imperiali, che avevano culminato nel sec.
XII ma non sono ancora finite, si aggiungono quelle interne, a fondo
economico-sociale. Quasi due storie, pur tuttavia assai collegate, perché gli
acquisti territoriali, incanalando verso la città molti nuovi e turbolenti
elementi, hanno agito e agiscono sullo sviluppo interno, sui ceti, sui partiti,
quasi trasferendo entro le mura tanti motivi di contrasto, familiare o di ceto,
che prima operavano nelle campagne; e viceversa, il contrasto cittadino fra
popolo e militi spinge il comune a intensificare la sottomissione piena del
contado, per strappare ai nobili questa base di operazione, questa zona di
rifornimento e reclutamento e per procurarsi maggiori redditi tributarî, più
numerosi servizî di ogni genere, più libertà di movimento. Si può cominciare a
osservare anche qualche grande signoria feudale, non distrutta dal crescere
delle città, i conti di Savoia o i patriarchi di Aquileia, iniziare in questo tempo
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
una graduale trasformazione delle basi giuridiche del loro dominio, per
giungere a un più effettivo il
esercizio del potere. Non diversamente procede
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
CATALOGO (/CATALOGO/)
A questo punto, la costituzione a consoli, fondata sopra una ristretta e
abbastanza omogenea società cittadina, entra in crisi e cede il posto,
gradatamente, ad altra costituzione, impersonata nel podestà. I cittadini
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
lombardi e anche, qua e là, toscani avevano, al tempo del Barbarossa,
conosciuto un podestà o rettore, funzionario imperiale o d'incerto carattere fra
imperiale e comunale. LIBRI
E già(/TRECCANILIBRI/)
allora, imposto dal di (/TRECCANIARTE/)
ARTE fuori, esso aveva secondato
nella costituzione cittadina una tendenza a svolgersi, allargare la sua base,
risolvere e disgregare il nucleo comunale. Cacciato come funzionario imperiale,
a furia di popolo, ricompare come magistrato
TRECCANI CULTURAcittadino. Esso è, da principio,
(/CULTURA/)
vario e mutevole nelle varie città e nei varî momenti anche di una stessa città:
vario e mutevole quanto a durata dell'ufficio, ad ampiezza di poteri (a volte,
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
quasi dittatore), a compiti più particolarmente assegnatigli (più di guerra o più
di giustizia e di pacificazione dei partiti). Proviene ora dall'aristocrazia
consolare, ora da quella feudale, è cittadino o forestiero. Caso frequente che
spesso assuma quel titolo e relativi poteri il vescovo stesso della città. È frutto di
una transazione fra militi e popolo e rappresenta lo sforzo dell'aristocrazia
consolare, alquanto screditata, di mantenersi in sella dandosi un dittatore che
risponda a certe esigenze popolari; oppure emana piuttosto dal popolo che
vuole al comune un capo che sia anche suo capo, come poi lo avrà,
esclusivamente suo, nel capitano del popolo. Si alterna con i consoli o si
accompagna con essi, come moderatore del collegio consolare, ora divenuto più
ristretto.
tardo sviluppo, la lista dei podestà comincia esattamente l'anno in cui essi
hanno conseguito una larga
autonomia, come a Trieste, per esempio, l'anno
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
1295); il delinearsi più netto di un ente, lo stato che nasce, al di sopra del nucleo
(/index.html)
di famiglie che tenevano il governo. Nel podestà si rispecchia anche l'emergere,
CATALOGO (/CATALOGO/)
pure in regime di maggiore democrazia, anzi proprio per questo, di personalità
singole, generate dal più forte attrito interno, dalle maggiori possibilità di farsi
valere in mezzo ai partiti, dal seguito che dentro la città riacquistano grandi
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
famiglie feudali; la maggiore complicatezza della macchina di governo e il
bisogno di elementi tecnici, specie per la giustizia; la necessaria sostituzione di
funzionarî stipendiati LIBRI
e controllati a quelli che
(/TRECCANILIBRI/) esercitavano
ARTE il potere come un
(/TRECCANIARTE/)
diritto e un dovere inerente alla loro classe, o alla loro qualità di vassalli e
beneficiarî del vescovo o del conte. In mezzo alle guerre intercomunali e al
complicarsi dei rapporti col diTRECCANI
fuori, il podestà
CULTURA deve essere un capo di guerra e
(/CULTURA/)
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Attorno al secondo o terzo decennio del '200, il podestà è cosa generale delle
città italiane, dalle AlpiISTITUTO
all'Abruzzo. al
Quasi nessuna differenza, in rapporto
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
podestà, nell'Italia già longobarda e nell'Italia già greca, pur che esse vivano in
(/index.html)
regime di libertà comunale. Sporadicamente appare il podestà anche a Roma. A
CATALOGO (/CATALOGO/)
Venezia c'è sempre il vecchio doge o dux. Ma la città compie anch'essa fra il sec.
XII e XIII un'evoluzione che richiama quella per cui altrove si giunge al
podestà, con la stessa maggioreSCUOLA
indipendenza del potere centrale da ogni
(/TRECCANISCUOLA/)
autorità esterna ed eliminazione delle ultime tracce dell'origine sua feudale e
patrimoniale. Poiché l'antico dux, che esplicava la sua autorità un poco come
rappresentante di Bisanzio, un poco e più ancora
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE per diritto proprio,
(/TRECCANIARTE/)
Comunque, da per tutto ormai gli statuti fanno largo posto al podestà.
L'opinione pubblica lo tiene assai in alto. Qua e là esso è raffigurato nel marmo,
in segno di onore. Con l'allargarsi delle fazioni cittadine e diventar esse
regionali e interregionali, accade che il podestà debba essere ricercato sempre
più lontano, perché meglio possa essere e mantenersi estraneo e superiore ai
partiti. Migliaia di persone fanno di questo ufficio una carriera onorevole;
centinaia di famiglie fanno di questa carriera una professione ereditaria, per tre
o quattro generazioni. Si può considerare questa migrazione di podestà
attraverso mezza Italia come un fatto di grande importanza per l'unità
spirituale della penisola: unità di cultura giuridica e anche letteraria,
rappresentate spesso dagli stessi uomini. Nasce per opera di giuristi e dottori, di
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
solito per le loro esperienze personali, tutta una letteratura come di manuali del
perfetto podestà, animati spesso da intuizioni e concetti generali sulla
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
natura
del potere civile, sui doveri e diritti dei governi, e inclini a richiamarsi al Corpus
(/index.html)
iuris di Giustiniano, anziché al Decretum di Graziano.
CATALOGO (/CATALOGO/)
Realmente il podestà, come volle dire più forte sentimento statale, politica
estera più attiva, sforzo risolutivo per organizzare
SCUOLA a unità il contado, maggiore
(/TRECCANISCUOLA/)
indipendenza personale dei dirigenti dal vescovo, così anche una politica
piuttosto spregiudicata nei rapporti con la chiesa cittadina e la Chiesa in genere.
E si presero di mira le LIBRI
giurisdizioni dei vescovi
(/TRECCANILIBRI/) e capitoli
ARTE e monasteri nel
(/TRECCANIARTE/)
Si ebbe insomma una nuova e più aspra fase nei rapporti fra Stato e Chiesa.
Poiché ora si può veramente parlare, nelle città, di Stato e Chiesa, dopo che il
comune ha avuto il suo riconoscimento e i vescovi hanno perso la posizione di
rappresentanti del principe. E con i più aspri rapporti fra Stato e Chiesa nelle
città, anche più aspra e diffusa opposizione religiosa alla Chiesa: cioè sviluppo
di eresie che soffiano su quella lotta politica e insieme ne traggono alimento.
Agitazioni politiche e agitazioni religiose si mescolano e si confondono già sul
principio del '200 a Orvieto, a Brescia, a Firenze, a Parma ecc. Qualche regione
ha una specie di primato: l'Umbria, tutta piena di contrasti civili, seminata di
catari e patarini, e patria di Francesco d'Assisi; l'Emilia, col suo centro Parma e
territorio, che fu tra i più caldi focolari di agitazioni d'ogni natura, vivaio di
oppositori religiosi. Lì crebbero le propaggini eterodosse del grande albero
francescano. Lì, anzi, s' incontrarono la corrente umbra del francescanesimo e
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
tedesca nell'Italia meridionale, quella stessa che da tre generazioni aveva, oltre il
regno di Germania, anche il regno d'Italia e l'impero, con molta buona volontà
di mettere le mani anche sulleTRECCANI
terre della Chiesa;(/CULTURA/)
CULTURA vasta violazione di libertà
ecclesiastiche nelle città, come anche, ormai, nei regni d'Europa, con gli Enrico
e i Filippo Augusto, tutti più o meno volti a ricostruire lo stato nella sua
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
pienezza; eresie che si diffondono in vaste zone della cattolicità, specialmente
nei paesi più vicini a Roma, e, più ancora, manifestazioni varie di religiosità
non in tutto conformi al nuovo spirito del cattolicismo romano; ecco altrettanti
problemi di fronte a cui si trova, fra il sec. XII e il XIII, il papato. Ed ecco
Innocenzo III, prodotto, nella Chiesa, dalla stessa coscienza di pericoli
incalzanti. Poiché più la regalità si ricostituisce in Europa, più le borghesie
italiane ingrossano, promosse quella e queste dalla stessa azione politica del
papato nella sua lotta con l'impero; più regalità e borghesie devono farsi
indipendenti dalla Chiesa, anzi penetrare nella stessa amplissima sfera che la
Chiesa considera sua propria e distinguere gli elementi varî che la costituiscono
e appropriarsi quelli profani; e più la Chiesa reagisce, perfeziona il suo diritto,
cerca mettersi più, in alto dello stato per controllarlo, considera tutto il
temporale un grande annesso dello spirituale. Donde l'apparente
contraddizione di una dottrina teocratica, che giunge a maturità quando già
rosseggia all'orizzonte lo stato moderno e il moderno laicato. Bisogna
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 372/1196
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considerare l'Italia come uno dei centri più vivi di questo processo dialettico
che porta in alto l'uno eISTITUTO
l'altro potere
e principio di vita, pur opposti l'uno
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
all'altro.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Eletto nel 1198, come esponente di un partito d'azione e di resistenza più
energiche, che si era formato in curia dopo il pontificato del debole e vecchio
Celestino III, Innocenzo III fu tutto preso nel vortice delle mille cure impostegli
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
da una situazione così grave, da un concetto così alto della sua autorità, come il
papato, e lui in particolar modo, avevano: esso arbitro dei governi, distributore
della giustizia, depositario
LIBRIdi ogni podestà terrena,
(/TRECCANILIBRI/) da esercitare a volte
ARTE (/TRECCANIARTE/)
direttamente a volte per mezzo di altri, oltre che difensore e propagatore della
fede. Egli è "inghiottito tutto quanto nell'abisso delle occupazioni che gli porta
il governo del mondo", scrive TRECCANI
di sé stesso. E si sa(/CULTURA/)
CULTURA che cosa egli fece per
combattere i focolari d'eresia, per difendere da podestà e principi le prerogative
ecclesiastiche, per rendere effettiva la sua autorità nelle terre della Chiesa. Un
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
problema religioso e chiesastico è in cima ai suoi pensieri: la difesa della fede e
delle libertà ecclesiastiche. Ma "in nessun luogo così bene si provvede alla
libertà ecclesiastica, come dove la Chiesa romana ha tanto nel temporale quanto
nello spirituale piena podestà", scrive fin dai primi giorni del suo pontificato
all'arcivescovo di Ravenna. Insomma, dominio del mondo, a servizio dello
spirito: dominio innanzi tutto di Roma. Il papa rivendicò a sé la nomina del
senatore di Roma, pure riconoscendo alla città una certa autonomia. Nelle terre
del patrimonio e della donazione, molto si adoperò per ricuperarle e per averle
in effettivo dominio. Cominciava a delinearsi uno stato della chiesa: certo
affrettato dalla nuova situazione del Mezzogiorno e dalla minacciata unione dei
due regni della penisola. Doveva servire a premunire i possessi della S. Sede
dalla parte del sud la stessa istituzione che Innocenzo fece di un principato
ecclesiastico ai confini meridionali, per suo fratello Riccardo dei Conti. Ma
anche il regno di Sicilia dipendeva dal pontefice. Anche Toscana, Sardegna e
Corsica, affermò ripetutamente Innocenzo III, appartenevano ad ius et
proprietatem beati Petri. Quasi tutta l'Italia, insomma!
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 373/1196
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delle due potestà, conforme all'antico ideale. Certo si ebbe, ispirato dalla
(/index.html)
Chiesa, attuato o tentato dall'imperatore, un vasto sforzo di reazione chiesastica
CATALOGO (/CATALOGO/)
che poteva anche compromettere lo sviluppo dello stato di città e della società
cittadina, impotenti di fronte all'alleanza delle due supreme potestà.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Ma il corso delle cose era segnato dai bisogni e dalla natura delle nuove forze
italiane, dalla tendenza e volontà di ricostruzione statale, nei regni e nelle città.
Anche Federico II riapparve presto come re di
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) Sicilia
ARTE e di Puglia, di quelle terre
(/TRECCANIARTE/)
di qualche risorsa che, allora e poi, gli cominciò a venire dalle altre terre del
regno d'Italia, ma riattaccandosi essenzialmente alle tradizioni di Ruggiero II e
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Guglielmo I, agli elementi romani, bizantini, musulmani, che il Mezzogiorno
gli forniva a dovizia. Le forze eslegi che laggiù tendevano a crescere e straripare
egli contenne fortemente. Erano gli Arabi di Sicilia; erano i chierici che
allargavano il campo delle loro "libertà"; erano specialmente le grandi casate
che si venivano organando unitariamente, sostituendo alle norme del diritto
feudale longobardo quelle del feudo franco, cioè instaurando l'indivisibilità
della successione e il maggiorasco, per meglio resistere alla monarchia. Il re
domò i musulmani di Sicilia e ne fece colonie militari in terraferma; contenne
le libertà ecclesiastiche; richiamò la feudalità all'osservanza dei provvedimenti
normanni e altri ne emanò. Nella pratica di governo e nelle costituzioni del
regno, pubblicate a Melfi, dopo pacificatosi a San Germano col pontefice
Gregorio IX, volle apparire davanti ai suoi sudditi unica fonte del diritto,
legislatore esclusivo e supremo giudice, rivestito di un potere assoluto simile a
quello che sui Quiriti aveva esercitato l'imperatore romano, dopo che
all'imperatore i Quiriti lo avevano trasferito. Come nei comuni del nord e del
centro i podestà erano ex iure romano, così Federico si fece forte del diritto
romano.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 375/1196
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Nel tempo stesso che svolgeva nel sud un'attività di tal genere, Federico
s'interessava alle cose del regno d'Italia. Poteva egli straniarsi dalle cosed'Italia?
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Egli non aveva rinunciato del tutto alla Germania e i paesi dell'alta e media
(/index.html)
Italia erano come i necessarî piloni di questo ponte fra Sicilia e Germania. Nel
CATALOGO (/CATALOGO/)
regno d'Italia, poi, le lotte tra le città e le fazioni locali venivano sfociando in
più vasti partiti a cui davano occasione, nome, alimento, da principio le due
casate e i due partiti che in Germania, sull'inizio del secolo, si erano contesa la
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
corona; poi, il papa e l'imperatore, dopo che questi tornarono a nuova
discordia. Era non solo bisogno di aiuti e sanzioni dall'alto, ma quasi istintivo
processo d'idealizzazione delle
LIBRI contese locali,ARTE
(/TRECCANILIBRI/) tutte(/TRECCANIARTE/)
interessi ben definiti e quasi
tangibili, di libero adattamento della vita municipale nel quadro delle due
grandi istituzioni universali. Si esprimeva in tale forma anche l'unità politica
della penisola: non unità istituzionale;
TRECCANI bensì,
CULTURAin (/CULTURA/)
mezzo e sopra le minuscole
fazioni paesane dal vario nome, in mezzo e sopra alla folla dei capiparte o
capipopolo che cominciavano a spuntare da ogni parte, due grandi partiti, due
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
bandiere, due capi, due miti, che son cose più particolarmente municipali, ma,
in certa misura, di tutta l'Italia. Le nuove lotte tra papi e re di Sicilia, che sono
anche re d'Italia e imperatori, dobbiamo vederle un poco anche a questa luce,
fermentanti da questa sostanza viva del suolo italiano, alimentate da quelle
forze irrequiete del popolo italiano: vederle quanto meno in funzione della
nobiltà che resiste alla borghesia e della borghesia che si afferma sulla nobiltà,
dello Stato che da per tutto è in contrasto con la Chiesa, dei comuni che si
dissolvono e ritrovano poi in un regime signorile una più robusta e ampia
unità.
della Chiesa e del papato. Di nuovo si trovò di fronte e armata la risorta lega
lombarda. Riuscito vano il bando lanciato contro le città, scomunicato
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
da
Gregorio, Federico partì per la Terrasanta, riacquistò per trattative i luoghi
(/index.html)
santi, vi s'incoronò re di Gerusalemme (1228-29), tornò nel regno dove intanto
CATALOGO (/CATALOGO/)
il papa aveva mosso lui la crociata contro il re crociato e gli aveva messo in
subbuglio il paese, lo riconquistò, cacciò i papalini, fece pace col papa (San
Germano 1230), si liberò dalla scomunica, dietro qualche concessione in fatto
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
di diritti dei chierici nel regno, compì la sua opera di ordinamento e di
legislazione e le diede il suggello giuridico nelle assisi di Melfi, 1231. Poi
ritornò alle cose del nord,
LIBRIcercando mantenersi
(/TRECCANILIBRI/) ARTEin(/TRECCANIARTE/)
buoni rapporti con la curia.
Prese le difese del papa che era in lite coi Romani. Perseguitò gli eretici nel suo
regno e cercò che anche nel nord le costituzioni antiereticali fossero osservate.
Accettò anche che il papa si facesse arbitro
TRECCANI e pronunciasse
CULTURA (/CULTURA/) sentenza arbitrale
nella controversia fra lui e i comuni della lega. Ma quando in Germania gli si
ribellò, nel 1235, il figlio Enrico, e le città si misero dalla parte del ribelle, allora
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Federico, domata la ribellione, mosse contro la lega e dichiarò nulli i patti di
Costanza; respinse la mediazione di Gregorio, che naturalmente inclinava verso
le città, e sconfisse i collegati a Cortenuova, 1237; respinse la conciliazione
condizionata che i Lombardi gli offrivano; procurò al figlio Enzo, mediante il
matrimonio con Adelasia di Torre, vedova di Ubaldo Visconti giudice di
Gallura, il titolo di re di Sardegna.
Ma vennero anche i primi insuccessi militari nella valle del Po, in seguito a una
ripresa offensiva della lega; esplose, per la questione dei chierici siciliani e poi
della Sardegna su cui la S. Sede affermava il suo diritto eminente, l'ira di
Gregorio; una nuova scomunica cadde su Federico nel 1239. E fu rottura piena,
guerra senza quartiere da una parte e dall'altra. I due contendenti furono
egualmente portati non solo a trarre a sé partigiani, ad allargare materialmente
il campo del conflitto, anche fra re e signori e borghesi d'oltre Alpe, a far
propaganda delle proprie ragioni per mezzo di frati mendicanti o di scritti
polemici o proclami; ma anche ad assidersi sopra una più sicura e alta base
teorica. Così Federico, dalla sua parte, elaborò e ordinò sempre meglio il suo
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diritto regio e i comuni i loro statuti, quasi lex ormai anch'essi; e i giuristi
portarono il loro contributo di diritto romano alla costruzione regia e
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
imperiale
e(/index.html)
cittadina. Il re e imperatore cercò di elevarsi anche religiosamente e
presentarsi investito del diritto di riformare la Chiesa, accendendo così non
CATALOGO (/CATALOGO/)
poche speranze di eretici o simpatizzanti. Dall'altra parte, si rinsaldò la
disciplina romana dei nuovi ordini monastici; la "parte guelfa" fu sempre più
tratta verso Roma, sino a diventare la pars
SCUOLA ecclesiae; fu inasprita la persecuzione
(/TRECCANISCUOLA/)
degli eretici e perfezionati gli organi della medesima; le Decretales, volute dal
battagliero Gregorio IX, presero il posto del Decretum, privata compilazione di
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
un monaco bolognese, rispecchiando la più alta e centrale posizione che papato
e curia avevano acquistata nella Chiesa. Con Innocenzo IV (1243-1254), poi,
furono messi da parte i titoli esterni, umani, contingenti, ai quali già si erano
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
richiamati i pontefici per affermare la loro potestà politica su questa o quella
provincia o regno, e siffatta potestà fu affermata come propria della Chiesa, in
virtù della sua divina origine. La sfera spirituale
ACQUISTA più che mai si dilatò,
(/EMPORIUM/)
Federico II e l'Italia ghibellina. - Vicenda intessuta per gran parte sopra una
trama italiana, questa che va, genericamente, sotto il nome di papa e
imperatore, di Stato e Chiesa nel sec. XIII. Ma vi fu anche un potente sforzo di
organizzazione unitaria di tutta la penisola, compiuio da Federico II come re e
imperatore.
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esentandoli dalle imposte per un certo numero d'anni: ragione per cui crebbe la
frequenza di Pisani, Genovesi, Fiorentini, Veneziani, prima nei porti poi
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
nell'interno del paese. Accolse in Sicilia un bel nucleo di Lombardi guidati da
Ottone di Camerana e ne formò la colonia di Corleone, nel 1237, divenuta
presto una delle più popolose e prospere terre del regno. Coltivò numerose
relazioni personali nelle altre contrade d'Italia ed ebbe partigiani e sostenitori
in ogni angolo della penisola. Si muovevano, questi, più che altro, per impulsi
locali e interessi proprî, ma inserivano la loro azione politica in quella di
Federico, come questo la propria nella loro. Taluni di essi avevano un volto che
ricorda quello del re: Uberto Pelavicino ed Ezzelino da Romano. Vi erano
podestà cittadini che subivano l'azione morale, oltre che, in certi casi, le precise
direttive, del principe. Nei manuali podestarili del tempo, gli elementi teorici
ricordano quelli che il re proclamava nelle sue accese proteste contro la curia. E
viceversa, Federico non rimaneva insensibile a quel che accadeva nelle città, alla
loro legislazione, alle loro scuole di diritto e di rettorica. La sua concezione del
principe attingeva anche dalla tradizione bolognese, oltre che da quella di
Bisanzio, che erano poi, un po', la stessa cosa. E del lavoro dei glossatori egli si
giovò per rendere sempre più pieni i suoi diritti sopra i sudditi e il territorio.
Svolgendo una sua politica personale e assolutistica, di larghi e varî intenti, egli,
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A tutta questa azione politica, a questa lunga lotta, il regno di Sicilia fornì la
base e molti mezzi. Se ne avvantaggiò il regno stesso? È lecito credere che la
forza del regno piuttosto si logorasse che non si accrescesse e temprasse. Era
forza di re, fatta di elementi vari, più che forza di popolo. Attorno a lui sta
ancora troppa nobiltà, sempre come su terra di conquista. Il re può riuscire a
contenerla: ma guai se rallenta il freno. Quelle energie economico-sociali che
altrove corrodono dalle fondamenta la nobiltà feudale, qui sono deboli. La
monarchia, nata da due conquiste, venuta su in piena rispondenza al bisogno di
pace e ricostituzione statale di quelle popolazioni, ebbe certo empito di vita,
certo impulso iniziale che la portò a operare largamente fuori dei suoi confini.
Ma rada e debole è l'intelaiatura delle città e della borghesia e sono lenti i suoì
progressi. Certo la popolazione cresce anche laggiù: e si vedono città nuove che
sorgono: Corleone, Augusta; l'Aquila, che vivrà, insieme con la vicina Teramo,
una vita prosperosa ma agitata, quasi da comune toscano o lombardo. Ma
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 381/1196
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centro e sul nord di Italia, quanto a commerci e vita cittadina, ora è rimasto
(/index.html)
indietro. La concorrenza di Venezia ha avuto effetti cattivi sui traffici levantini
CATALOGO (/CATALOGO/)
di Bari e di altre città marittime pugliesi. Pisa ha aiutato Ruggiero II a umiliare
Amalfi: e Amalfi è decaduta. Il retroterra delle città marittime meridionali,
compresa Messina, centro di buon traffico e di armamento navale, è in generale
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
più povero e meno popolato che non quello di Genova, Pisa e Venezia. Il sud
poco si risente dei progressi economici che compiono Francia e Germania e
Paesi Bassi e Inghilterra: certo
LIBRI assai meno delle
(/TRECCANILIBRI/) città
ARTE toscane, lombarde,
(/TRECCANIARTE/)
piemontesi, alcune delle quali sono vere mediatrici fra quei paesi e i paesi
mediterranei. Il sud ha un buon traffico di derrate e materie prime assai
ricercate: ma ad esercitarlo vengono
TRECCANIsulCULTURA
posto Liguri e Veneziani e Toscani e
(/CULTURA/)
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
CATALOGO (/CATALOGO/)
Sviluppo della società comunale e albori di signoria. - Maggiore vigore sociale,
più ricca economia, nel centro e nel nord d'Italia. Progressi rapidi del popolo,
cioè borghesia, fatta di strati diversi ma pure affini e organizzati nello stato di
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
città. Il molto battagliare delle fazioni, delle città fra loro, del papa e imperatore,
anziché logorare sembra che alimenti e accenda le forze di questa società che,
quasi abbandonata a séLIBRIstessa, compie la sua evoluzione
(/TRECCANILIBRI/) verso la piena libertà
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Ancor più visibili sono i progressi delle vecchie e maggiori città, quanto a
popolazione e lavoro. Ormai non ve n'è una che non abbia la sua industria della
lana. Non si può ancora parlare di "grande industria". Ma alcuni elementi di
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 384/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
essa già vi sono: forte massa di lavoro, distacco netto fra chi possiede capitale e
chi possiede braccia, coesistenza
e mutuo aiuto di molte industrie, stretti
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
rapporti con il cambio e con il commercio del denaro. Cambio e commercio del
(/index.html)
denaro sono cose di tutte le città: ma alcune sono vere città di banchieri, già nel
CATALOGO (/CATALOGO/)
'200: Asti, Piacenza, Lucca, Siena, Venezia. La quale ultima è, insieme con Pisa
e Genova, città di armamento marittimo e di tutte le arti connesse con
l'armamento. Sia ricordato, a questo proposito, come industria mineraria e
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
metallurgica abbiano preso molto vigore. Tutto questo, tradotto in valori
sociali e politici, vuol dire "popolo" che sale, cioè borghesia nei suoi varî strati e
artigianato. Ed è visibile la sua
LIBRI tendenza a individuarsi
(/TRECCANILIBRI/) nel comune, a darsi un
ARTE (/TRECCANIARTE/)
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Ma questa età di formazioni sociali molteplici e di accesi partiti che creano
anche capiparte; di borghesia e di numeroso artigianato che vogliono farsi
strada, e hanno bisogno di chi li guidi in campo e generano anche capipopolo;
di rinnovato intervento imperiale e regio nelle cose italiane, con uno sforzo,
quale mai si era visto, d'instaurare o restaurare un ordine politico da
contrapporre alla curia e alle città; questa età vede anche emergere o
riemergere, ma sotto veste un po' mutata, il gran signore ricco di terre, castelli,
militarmente forte, abile a inquadrare uomini e comandare. Non veramente da
per tutto. In Toscana, ad esempio, la feudalità è ormai spiantata o vive solo ai
margini della regione, a contatto con i piccoli centri: comunque, è un mondo
ben distinto e staccato da quello delle città, se ne togli i conti maremmani di
Donoratico e della Gherardesca. Ma sì nella Valle Padana, tra Alpi occidentali e
Alpi orientali. È questo il paese delle grandi marche, da quella d'Ivrea a quella
del Friuli; il paese degli Arduinici, degli Aleramici, degli Obertenghi, immigrati
qui dalla Toscana ecc.; il paese anche dei Savoia che dal sec. XI hanno
cominciato a tesservi la loro storia di montanari che scendono al piano e, un
poco, s'inurbano. Questa aristocrazia è ancora bene in sella; ha guadagnato in
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Qui sono i maggiori comuni della regione: massimo, quello di Asti, che prevale
sulle città antiche, Alba, Torino, Chieri, e sopra le nuove, Alessandria, Cuneo,
Fossano, Dronero, Cherasco, Mondovì, e che tiene
TRECCANI CULTURA testa ai Savoia, per timore
(/CULTURA/)
che non le taglino le strade verso la Francia, dove sono i suoi maggiori
commerci. Ramo savoiardo e ramo piemontese del casato procedono insieme,
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
pur dividendosi il compito e subordinandosi l'uno all'altro. Via via che il primo
acquista terre in Piemonte, le dà in feudo all'altro. Nel 1244, Pinerolo,
lentamente circuito in seguito agli acquisti sabaudi, cade da sé: ed è lo sbocco di
Val Chiusone in pianura, ai fianchi di Asti.
All'altro estremo della Valle Padana gli Estensi, che intrecciano ancor più le
loro vicende con vicende cittadine. Essi hanno buone radici a Ferrara, che già al
principio del '200 obbedisce loro come a signori; da Innocenzo III sono
investiti, in persona d'Ildebrandino, della marca di Ancona. Col concorso di
Venezia, riescono (1240) ad abbattere la signoria di Salinguerra, che,
appoggiandosi sui ceti mercantili e artigiani, aveva loro conteso il primato; e da
Ferrara cominciano ad allargarsi intorno. Esponente pure di ceti medî, anzi
dell'artigianato e della Credenza di S. Ambrogio, da cui muove il primo impulso
a quel mutamento istituzionale che sarà la signoria, è a Milano Pagano della
Torre, che, eletto capo nel 1240 dopo aver guidato a vittoria il popolo milanese
contro Pavia, aiuta la lotta contro capitani e valvassori.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Di più schietta e alta derivazione feudale, ramo del grande albero degli
Obertenghi, come gli Estensi, come i Malaspina di Lunigiana, è Uberto
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Pelavicino, figlio di Guglielmo che era stato amico di Ottone IV, nemico di
(/index.html)
Innocenzo III, scomunicato fra il 1198-1205, negli anni stessi che Uberto
CATALOGO (/CATALOGO/)
veniva al mondo. Uberto cresce in potenza ora, proprio nel bel mezzo della
Valle Padana, dove la famiglia possiede, fra Piacenza e Parma, il "podere
Pelavicino", ingentissima massaSCUOLA
di beni(/TRECCANISCUOLA/)
allodiali e feudali (che noi impariamo a
conoscere dal diploma imperiale di Federico II, 9 maggio 1249, a Uberto), più
tardi "stato Pallavicino", che dalla pianura s'infila su per la val di Taro e domina
il passo della Cisa. E nella
LIBRIMarca trevigiana, iARTE
(/TRECCANILIBRI/) Da Romano, modesti signori al
(/TRECCANIARTE/)
principio del sec. XI, coi castelli di Romano e Bassano, e riusciti ad acquistare
influenza, possedere case e vassalli e amici, a Vicenza, a Treviso, a Verona, a
Cittadella, presto emergendo nella regione
TRECCANI sopra
CULTURA i Da Camino, i
(/CULTURA/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 387/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
lontano.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Autonomia ancora maggiore è nell'azione di Ezzelino da Romano, che prima ha
Verona come podestà, alternandovisi con Salinguerra; nel 1226 occupa Vicenza
e vi mette podestà suo fratello, SCUOLA
dominando così e Val d'Adige e Valsugana,
(/TRECCANISCUOLA/)
strade fra Italia e Germania, e dividendo Venezia dalla rinnovata lega lombarda.
Premuti da Venezia e dalla lega, i due Da Romano si avvicinano all'imperatore,
e l'imperatore va nel'37LIBRI
a Verona per consolidare
(/TRECCANILIBRI/) la loro posizione. Ed ecco, lo
ARTE (/TRECCANIARTE/)
stesso anno, il gran colpo: Padova, città ricca e potente che serra Venezia da
vicino, investita improvvisamente, si arrende all'imperatore, lì rappresentato
dal conte Gebeardo di Arnsten. Ma chiCULTURA
TRECCANI comanda(/CULTURA/)
è Ezzelino. Dopo Padova, è la
volta di Treviso. L'accerchiamento di Venezia è compiuto. Nel 1238 Ezzelino
sposa Selvaggia, figlia naturale di Federico. I Padovani e tutta la Marca
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
cominciano "ipsum quasi per excellentiam dominum nominare", tacendo in
segno di reverenza il suo nome proprio: insomma, il signore. E si fa sempre più
indipendente da Federico. Riceve lui in dedizione gente che si è ribellata
all'imperatore; mette alla porta podestà mandati dall'imperatore e nomina lui
"podestà e vicarî dall'Oglio a Trento" suoi parenti che lo chiamano "signore".
Anche lui e i suoi podestà poggiano a parte popolare, e da per tutto eleva a
dignità militare uomini di popolo: quasi una nuova nobiltà. Viceversa vuole
"omnes maiores et potentiores de Marchia Tarvisina delere pro posse" (Annali
padovani). Colpì senza risparmio quanti cittadini avevano vassalli e clienti
giurati; demolì castelli e torri e case turrite. E questo avvicinò a lui, contro
patriziato e ricca borghesia, che erano il nerbo delle fazioni, il minor popolo,
nella speranza anche che, messi al guinzaglio o sterminati quei faziosi, si
potesse ottenere pace. Gli Ezzelino e Pelavicino e gli altri eguali a loro sono
insomma un momento della storia della città e del popolo, contro nobiltà,
contro privilegi ecclesiastici e invadenza clericale nel governo civile. A
quest'opera essi portano quell'unità di comando e quella forza militare che alle
città e al popolo mancavano. Sono fortemente organizzati per la guerra,
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Il tramonto svevo. - La morte di Federico II, 1250, quando già il suo edificio si
teneva su a fatica, tra defezioni SCUOLA
di partigiani, ribellioni di sudditi, sconfitte
(/TRECCANISCUOLA/)
militari, contrarietà e dolori d'ogni genere, fu per questo edificio altra e
maggiore scossa. Si assottigliò e, qua e là, si spezzò di colpo la vasta trama dei
vicarî e funzionarî cheLIBRI
il re (/TRECCANILIBRI/)
aveva un po' dappertutto. Cioè si spezzò non solo il
ARTE (/TRECCANIARTE/)
vivo nesso che, nella persona di Federico, si era stretto fra le due corone di
Sicilia e d' Italia, ma anche quella grossolana unità, di fatto oltre che meramente
giuridica, che l'imperatore e reTRECCANI
d'Italia era riuscito
CULTURA a ricostituire nell'ambito
(/CULTURA/)
dell'antico regno d'Italia e anche in parte delle terre della Chiesa. Si spezzò
anche quell'altra più libera e spontanea unità data dall'adesione delle mille forze
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
locali e fazioni locali a un partito unico, il ghibellino. I guelfi, organizzatisi a
grande stento in ogni città, negli anni della prevalenza sveva e ghibellina, e
sempre più diventati parte di Chiesa, sempre più anche messisi a favorire i
movimenti di popolo, che ora erompono da per tutto, presero in molti luoghi il
sopravvento, o, se esuli, poterono rientrare in patria e riguadagnare posizioni
perdute. La vita municipale, aduggiata nel ventennio precedente, qua e là
riprese vigore sotto la protezione di parte di Chiesa e sotto bandiera di popolo,
che era intanto quasi da per tutto asceso al governo della città, col suo capitano,
il suo statuto, i suoi consigli, contrapposti al podestà, allo statuto e ai consigli
del comune. Alcuni di questi comuni, anzi, presero ora un potente slancio.
Così, in Toscana, Firenze, dove vivissima era stata, contro il governo dei vicarî
di Federico, la reazione della borghesia mercantile e bancaria, umiliata
politicamente e danneggiata dagl'interdetti papali. Anche nel regno di Sicilia, si
ebbe un lieve pullulare di vita di comune, dopo tolta la pressione regia.
Palermo, Messina, altre città insorsero. Innocenzo IV soffiò sul fuoco di queste
rivolte cittadine, contro Manfredi che aveva assunto la reggenza e contro il
viceré di Sicilia, conte Pietro Ruffo di Catanzaro. E poiché il viceré fuggì in
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Calabria, il legato papale, frate Francesco Ruffino, nominato dal papa vicario in
Sicilia, vi fece valere la ISTITUTO
sua autorità.
La curia intendeva assumere direttamente
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
il governo del regno e annetterlo allo Stato della Chiesa, vagheggiando per
(/index.html)
quello un assetto di città autonome, come già era nel patrimonio, Marche,
CATALOGO (/CATALOGO/)
Umbria, Romagna. Certo apparvero laggiù magistrati e ordinamenti che
richiamano quelli di Lombardia e Toscana. Si formò una specie di lega siciliana
di città; e il parlamento, in cui esse e baroni e clero erano rappresentati,
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
accennò a riprendere vita. Ordinamemo stabile, capace di sviluppo, se non
interveniva Manfredi? È lecito dubitarne. Questa Sicilia papale e cittadina era
destinata, se altra e piùLIBRI
alta (/TRECCANILIBRI/)
forza fosse mancata,ARTEa (/TRECCANIARTE/)
cadere, pezzo per pezzo, nelle
mani dei baroni. Ma ritornò il re, Manfredi, vittorioso e incoronato l'11 agosto
1258 a Palermo.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Del resto, neppure nelle regioni di più fiorente vita cittadina, la tendenza era
per la conservazione delle forme dello stato di città. La tendenza era piuttosto
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
per i poteri dittatoriali, avviamento alla signoria, rimedio alla debolezza d'
istituti poggianti sopra la mobile base dei partiti, delle corporazioni, dei
raggruppamenti familiari: come si vide in tutte quelle città, dove, caduto il
capoparte e quasi signore ghibellino, sottentrò un capoparte e quasi signore
guelfo, oppure il vescovo fu esso investito, sotto nome di podestà o rettore, di
amplissimi poteri, cioè riformare leggi, procurare pace, annullare le fazioni ecc.
La tendenza era per più vasti conglomerati territoriali, meglio rispondenti alla
più vasta organizzazione dei partiti, a certi interessi della borghesia mercantile,
alla forza regionale di alcuni grandi casati che capeggiano questo duplice moto
di trasformazione istituzionale e territoriale, al prevalere di alcune città sulle
altre attorno. Così si vide Firenze, restaurata nella sua libertà dopo il 1250,
intraprendere, per fini essenzialmente commerciali, una serie di vittoriose
spedizioni contro Siena, Pisa, Pistoia, Arezzo, che le resero più agevoli le vie
dell'Appennino e le vie verso il mare e fecero di essa, come dice il poeta
Guittone, la "regina della Toscana". Certo, si affermò già allora il primato
economico, politico e anche giuridico di Firenze su gran parte delle città
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Nell'estremo angolo nord-est della penisola, oltre il Tagliamento, si rinforzò,
dopo la vittoria su Federico, il patriarcato d'Aquileia, vasto e vario principato
ecclesiastico, in mezzo a genti latine slave e tedesche, a cavaliere fra la pianura
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
veneta e i colli istriani. Da alcuni decennî, la S. Sede era riuscita, annullando
l'antico privilegio elettorale del capitolo aquileiense, reclutato fra la nobiltà
quasi tutta germanica eLIBRI
imperiale, a nominareARTE
(/TRECCANILIBRI/) essa(/TRECCANIARTE/)
il patriarca. E il patriarca
così nominato si appoggiò sempre più alla S. Sede. La storia del patriarcato ci
segnala da allora uno sforzo sempre più intenso di cementazione politica di
questo vasto ma incoerente principato chiesastico.
TRECCANI CULTURA Importante questa storia,
(/CULTURA/)
nel sec. XIII, anche per un altro rapporto: affermato il diritto della S. Sede nella
nomina del patriarca, prima esercitato dall'aristocrazia locale; accresciuta la
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
forza del signore sopra quell'aristocrazia e castelli e piccole città; tutta la
regione fu attratta verso l'Italia e le genti italiane, anziché verso la Germania e
le genti tedesche. Insomma, il confine ideale della nazione fu portato più in là e
cominciò a consolidarsi sulla linea delle Alpi. Le terre del patriarcato cessano
via via di essere una delle porte d'accesso dell'impero in Italia.
CATALOGO (/CATALOGO/)
Anche Ezzelino e Pelavicino non solo si mantennero in sella, dopo il 1250, ma
proseguirono per qualche tempo a crescere. Il Pelavicino, raccoltosi tutto nella
valle del Po, aveva a Cremona laSCUOLA
sua maggiore base, col titolo di podestà. Al suo
(/TRECCANISCUOLA/)
fianco, ma in sottordine, un altro capo ghibellino e di popolo, Boso da Dovara,
di grande famiglia locale, come potestas mercatantiae: segno che a Cremona al
centro del partito del nopolo è il ceto dei mercanti,
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) come non da per tutto, pur
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Parma ecc., s'intende con tutti i capi locali del partito di popolo. Poiché ormai
quasi ogni città ne ha, quasi signori: a Milano, i Torriani; a Lodi, i Vastarini; a
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Parma, Giberto di Gente ecc. Anche a Genova, è levato sugli scudi, come
"capitano del popolo", Guglielmo Boccanegra, quasi signore per molti anni. Nel
1254, il Pelavicino è eletto podestà di Piacenza. È in questa sua qualità fa
distruggere 14 e più castelli della montagna: donde l'esaltazione che il popolo fa
di lui. La possibilità di vivere e commerciare era, per il popolo, la vera e
sostanziale libertà. Nel 1254 è podestà di Pavia e Vercelli. Signore, insomma, di
una signoria fatta di diritti vicariali e di podesterie liberamente conferitegli, di
territorî e di partigiani disseminati anche là dove egli non ha effettivo
comando. E signoria a vita: sebbene comincino a comprendersi esplicitamente
anche gli eredi, fra quelli cui tale autorità è conferita. Signore di Piacenza e
Cremona, Pelavicino domina la navigazione fluviale del medio Po, il passaggio
del fiume, il crocicchio delle strade che dalla Lombardia (quindi anche dalla
Germania) e dal Piemonte (quindi anche dalla Francia) vanno verso Romagna e
Toscana e Roma. Unità poco coerente, quel vasto e vario territorio che aveva
in Cremona e Piacenza, a cavaliere del medio Po, il suo centro, dirò, politico e a
Busseto il centro patrimoniale, quella che poi, crollato il dominio, rimarrà
capitale dello stato Pallavicino. E si regge questa unità, innanzi tutto, per virtù
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Grosso modo, si può dire che la signoria comincia a nascere servendo, contro le
fazioni, che sono anche opera prevalente della nobiltà e dei ceti più alti, contro
la "politica", gl'interessi del "lavoro"
SCUOLAo le tendenze di quei ceti mezzani e minori
(/TRECCANISCUOLA/)
che attendevano essenzialmente ai loro traffici e mestieri, poco partecipando al
ribollire di odî attorno e sopra a sé. Erano anche questi nuovi dirigenti o
signori legati a una parte,
LIBRIfigli di una parte. Ma
(/TRECCANILIBRI/) rappresentavano
ARTE (/TRECCANIARTE/)anche la
signori, già visibilissima fin d'ora, nei rapporti delle parti stesse. Lo stato di
città comincia a risolversi nei suoi elementi: da una parte il governo, la milizia,
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
i rapporti col di fuori, dall'altra l'ordinaria amministrazione cittadina.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Sono gli anni che Manfredi sembra essersi messo bene in sella. E non solo nel
regno ma anche, sebbene con titoli e su basi diverse che suo padre Federico, sul
resto d'Italia. Ereditava da suo padre qualche cosa, come qualità personali, come
tendenza politica interna, come ambizione di potenza in Italia. Anch'egli, colto
e amante di cultura e desideroso di propagarla nel suo paese. Poi, egualmente,
lotta al privilegio chiesastico, pur con più abile condotta verso vescovi e
arcivescovi, che gli procurò un notevole prestigio su essi, nei primi anni.
Concorse a rimettere Manfredi sempre più nel solco di suo padre l'eguale
ostilità della S. Sede e della parte guelfa. Gelosissima della Toscana era la curia
romana: e per la vicinanza e i mille nessi di partito esistenti fra Toscana e
Romagna, e quindi facilità di ripercussioni da quella a questa; e per i diritti
patrimoniali e feudali che la Santa Sede accampava per la Toscana. Ma anche in
Toscana vi fu, sotto gli auspici del re, una riscossa ghibellina, coronata dalla
vittoria di Montaperti. Si costituì allora una lega ghibellina di città, per tenere
salda la Toscana nel partito di Manfredi; lega di città che stette e operò a fianco
e sotto la protezione del governo provinciale toscano di Manfredi e non più
nell'immediaia dipendenza del re, come era prima con Federico. Grande
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Ma intanto, a Milano, dove i Tortiani e Martino della Torre podestà del popolo
facevano una politica poco ligia a Roma, il papa ha elevato arcivescovo Ottone
Visconti, della parte avversa ai SCUOLA
Torriani. E allora Filippo della Torre, successo
(/TRECCANISCUOLA/)
nel 1262 al padre, cerca di avvicinarsi a Roma. Anche il Pelavicino perde
terreno, di fronte a tanto lavoro di avversarî. Nel'65, Filippo della Torre
licenziò il Pelavicino dal suo(/TRECCANILIBRI/)
LIBRI ufficio di capitano generale
ARTE di Milano, e cominciò
(/TRECCANIARTE/)
a operare, in Milano e attorno, fuori di ogni tutela del Pelavicino. Sulla scia di
Milano si misero le altre città lombarde. Era la riscossa dei guelfi, di quel partito
ch'era fatto d'interessi autonomistici
TRECCANIancora vivi(/CULTURA/)
CULTURA nelle città, e, nelle maggiori
come Milano, di aspirazioni a primazia; fatto di ambizioni di altre famiglie
d'altro partito, finora soccombente, ma che pure ambivano a signoria. Il
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Pelavicino fronteggiò con vigore la situazione. Cercò la salvezza in una perfetta
solidarietà con Manfredi. Tentativi di Urbano IV per guadagnarlo fallirono.
Ma l'agosto 1265, suo nipote Enrico di Scipione, che guardava Tortona e
Alessandria contro il marchese di Monferrato, fu sconfitto. Brescia, poco dopo,
gli si ribellò. Sopraggiunsero dal di fuori altre forze ostili.
a Genova si armavano navi per suo conto; Enrico suo fratello diventava
senatore di Roma. Ma, affermatosi Manfredi, la curia trovò in Carlo d'Angiò
l'uomo da contrapporgli, mentre i Castigliani stavano per Manfredi, ed Enrico
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Carlo d'Angiò, conte di Provenza, aveva già delle porte aperte sulla penisola: le
valli piemontesi. In questi ultimi anni egli si è avanzato dalle Alpi Marittime e
dall'Appennino ligure verso la Valle Padana, insinuandosi fra Saluzzo, Savoia,
Monferrato, fra le Langhe e Asti. Nel 1251 gli si erano date altre città: Cuneo,
poi Alba, Mondovì, Cherasco, Savigliano. Qualche abbazia gli cedé le sue
temporalità. La neutralità benevola dei Savoia, che vedevano questa attività
angioina volgersi specie contro la nemica Asti, fu di aiuto; più ancora, l'alleanza
che nel'65 Carlo fece, in vista della spedizione di Sicilia, col marchese di
Monferrato, in urto col Pelavicino e piazzato alla soglia della Lombardia, dove
pure l'Angiò lavorava a crearsi una base di partigiani. Data questa preparazione
diplomatica, si spiega come Carlo giunga al Garigliano quasi senza ostacoli e a
Benevento vinca, con l'aiuto dei baroni che tradirono Manfredi e della curia
che fornì benedizioni e denari; e vinca ancora a Tagliacozzo, sempre mercé il
forte appoggio di Urbano IV, papa francese. Il quale, forse non credendo più,
come per un momento Innocenzo IV, alla possibilità di governare direttamente
il regno, voleva un nuovo Carlo che, senza corona imperiale né regno d'Italia,
aiutasse la S. Sede a sostenere il partito della Chiesa in Italia, mantenerle
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della terra.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Così, sistemate le cose del regno, Urbano IV volle sistemare la Toscana; e in
mezzo, dormire tranquillo. Paese di banchieri, d'importatori di lana ed
esportatori di tessuti, qui si doveva far leva su questi interessi. E già nel 1263,
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
essendo Firenze parte e centro della lega ghibellina, Urbano aveva minacciato i
consoli e l'Arte della lana di Firenze che, se non promovevano il passaggio del
comune alla parte di Chiesa, egli avrebbe ordinato
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ai Veneziani e agli altri fedeli
ARTE (/TRECCANIARTE/)
di Chiesa che erano in tutta Italia, pena la scomunica, di non fare commerci con
loro. Col 1266, quel passaggio a parte di Chiesa era avvenuto; ma poiché i
nuovi reggitori di popolo nonTRECCANI
intendevano mettersi
CULTURA a servizio della S. Sede e
(/CULTURA/)
nuovo re di Sicilia suo vassallo: per quanto i giuristi del regno cercassero di
tener ferme certe tradizioni e, di fronte ad affermazioni contrarie,
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
affermassero, a similitudine degli altri regni d'Europa e specialmente della
Francia, che il re di Sicilia era monarcha, princeps regni huius, e che a lui
competevano gli stessi diritti che agl'imperatori romani, salvi i capitoli
concordati con la Chiesa nell'atto della concessione del regno. Il nuovo re di
Sicilia non era, come Federico, anche re d'Italia e imperatore. Ma tuttavia
seguitava quella tendenza a costituire di tutta la penisola un dominio solo, o
almeno a controllarla tutta; quella tendenza a fare del regno di Sicilia punto
d'appoggio di una costruzione politica comprendente tutta o gran parte d'Italia,
che era stata così viva e operosa con Federico II e anche con Manfredi.
Seguitava anche il graduale spostarsi del centro del regno di Sicilia verso il
nord, perché meglio quei propositi di dominio o controllo italiano potessero
attuarsi. Con Carlo d'Angiò Palermo non è più capitale neanche di nome.
Contro Palermo il re favorisce Messina, che nel 1266 gli aveva aperto le porte e
agevolato la conquista dell'isola e poi, mantenutasi ferma al tempo di
Corradino, aveva dell'isola agevolato la conservazione. E capitale effettiva e
nominale divenne Napoli. Da Napoli a Roma, breve il passo; e Roma è a mezza
strada fra Palermo e Asti; da Roma si poteva tenere in mano il nodo delle fila
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una nuova fase nella storia del Mezzogiorno, non senza ripercussioni anche su
quella delle altre regioni italiane. Arresto e arretramento dalle posizioni già
assunte di fronte alla Chiesa, alla nobiltà,
TRECCANI ai municipî.
CULTURA Le libertà ecclesiastiche si
(/CULTURA/)
fan valere più che non avessero mai fatto nel sud. La nobiltà riprende vigore.
Le città accennano subito a sciogliersi dai troppo stretti legami col regno, sia
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
pure col consenso del re. Insomma, sintomi di rilassamento della compagine
instaurata da Normanni e Svevi, dovuto non tanto a propositi di maggior
equilibrio fra monarchia e forze locali e di più feconda collaborazione, quanto
piuttosto a debolezza iniziale. Era un po' riflesso della nuova condizione
giuridica del re e del regno. Tale rilassamento, subito visibile e avvertito anche
dal paese, non andò unito a un miglior governo, a una più sollecita cura dei
sudditi, a un alleggerimento del già grave peso fiscale: piuttosto il contrario. I
Francesi poi, fecero subito il vuoto attorno a sé, per la loro arroganza e
prepotenza. Si avvertì subito la presenza di una nuova baronia, venuta di
Francia per fare fortuna, come già, in altri tempi, nel Peloponneso e in Siria.
Cominciò subito nelle terre del regno a fermentare la rivolta: la spedizione di
Corradino vi diede esca, in Sicilia, in Puglia, in Terra d'Otranto. Piccoli
feudatarî e borghesi presero le armi. Ma la massa contadinesca e il clero,
tornato in possesso di molti dei suoi privilegi, non secondarono: si fecero anzi
strumento di reazione contro gli altri. Vi furono persecuzioni, bandi,
spogliazioni, eccidî popolari e regi di borghesi, grandi confische di allodî: ciò
che, in un paese pieno di possesso feudale, ecclesiastico e demaniale, voleva dire
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
E anche fuori del regno, l'opposizione montava. Nel 1271 fu eletto papa
Gregorio X, che nel '72 rientròTRECCANI
solennemente
CULTURAin Roma, dopo che per due anni
(/CULTURA/)
la città era quasi in balìa del re. Con l'elezione di Rodolfo, sollecitata dalla S.
Sede che voleva controbilanciare l'influenza dell'Angioino in Roma, cessò
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
anche la vacanza imperiale e quindi cadde il vicariato imperiale di Carlo. E
dall'imperatore il papa si fece riconoscere e confermare Romagna, Sardegna, e
Corsica. In Piemonte i Monferrato, delusi nelle loro aspirazioni sopra Ivrea allo
sbocco di Val d'Aosta, i Savoia offesi per Torino, Asti circuita, serrarono le file.
E da essi mosse la reazione che nel 1272 fece crollare per qualche tempo il
dominio angioino in Piemonte. A Firenze, grave malcontento è fra borgnesia e
artigianato, che il regime di parte guelfa, regime di nobiltà, aveva risospinto
indietro, dopo il balzo in avanti del primo popolo, 1250-60. E la S. Sede si
adopera qui e altrove per far cessare il contrasto dei partiti, che era anche un
pretesto a interventi angioini. Certo, non mancavano segni di crisi nei partiti
tradizionali. Si attenuano, negli spiriti meno inveleniti dall'odio di parte, certe
posizioni antitetiche, si delineano posizioni intemmedie che non saranno più
né guelfe né ghibelline.
Pavia, Novara, Tortona, Alba, Torino, Como, Ivrea, per 5 anni, e nel marzo
1279 indisse un parlamento ove intervennero i rappresentanti di tutte queste
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
città e di Genova, Mantova, Verona, Asti. Ormai, le varie forze della regione
piemontese son tutte variamente mobilitate nel quadro della politica generale
della Valle del Po e dell'Italia. Forte delle sue relazioni e dei suoi parentadi
castigliani, il marchese altri vincoli contrasse con Aragonesi.
Poiché dalla Spagna, un altro principe, più audace e fortunato del re castigliano,
Pietro d'Aragona, si sta facendo innanzi. Egli è marito di Costanza, figlia di re
Manfredi; e, dopo il 1266, ha una vendetta da compiere e un'eredità da
raccogliere. E poiché la madre di Costanza è una Beatrice di Savoia, così il re
aragonese ha qualcosa da fare anche in Piemonte, cioè alle spalle di Francia e
degli Angiò, con i quali è in guerra. E vi cerca alleati. Egli deve anche secondare
le tendenze espansive e gl'interessi mercantili dei suoi Barcellonesi e Catalani,
che sono animati da grande spirito di avventura e di conquista, molto coltivano
la Sicilia e il porto di Messina, quasi loro porto, e vogliono, in patria, sostituirsi
agl'Italiani. Egli attende perciò contemporaneamente alle cose della Sicilia e a
quelle della Valle del Po, ospita esuli siciliani fra cui Ruggiero di Lauria e
Giovanni da Procida, coadiutore abilissimo del re nella sua politica di
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Le difficoltà interne di Aragona, l'inimicizia col regno di Castiglia distolsero
Pietro III dalle cose piemontesi. E poi, precipitarono gli avvenimenti siciliani.
Portavano i loro frutti tanto il fiero odio contro i Francesi accumulato nelle
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
popolazioni, quanto le trame diplomatiche che si erano venute tessendo
attorno e contro il regno, difensive e offensive insieme. Poiché Carlo aveva, dai
predecessori nel regnoLIBRI
di Sicilia, raccolto anche
(/TRECCANILIBRI/) ARTEambizioni espansive verso
(/TRECCANIARTE/)
l'Oriente: cumulate con quelle che, come vassallo del papa e come fratello del re
cristianissimo, portava nel petto e che si riassumono in una parola: crociata.
Alla quale egli si veniva preparando,
TRECCANIavendo di (/CULTURA/)
CULTURA mira la ricostituzione
dell'impero latino in Oriente. E s'intese coi signori di Atene e di Negroponte;
s'intese coi Veneziani che volevano tornare allo stato di cose instaurato laggiù
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
con la quarta crociata. Ma Genova, informata, informò alla sua volta
l'imperatore greco; il genovese Benedetto Zaccaria, gran signore e mercante
ligure bizantino, promosse un'alleanza tra impero e Aragona e Glovanni da
Procida per gli esuli siciliani. La spedizione di Venezia e di Carlo era fissata per
il 1283.
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altre. Venezia, che nel'200 si volge con più attenzione alle cose della sua vicina
terraferma e incontra ostacoli nelle incipienti formazioni signorili dei
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Salinguerra e degli Ezzelino a Ferrara, a Padova, a Treviso, a Verona; Venezia
ora trova nella lotta contro il ghibellinismo un'eccellente occasione per
affrettare la rovina di quegli incomodi vicini. Posta al margine della vita
italiana, Venezia comincia a legarsi ad essa con vincoli politici e commerciali
assai notevoli. Si sono anche moltiplicati in questo tempo i nessi della
Lombardia coi porti dell'Adriatico, specialmente con Venezia; ancora di più,
quelli con Genova. Genova nel '200 diventa sbocco assai ricercato della regione
piemontese e anche di Bologna; ma essa è, più veramente, quasi porto di
Milano, come la chiama Bonvesin della Riva. Già fra i secoli XII e XIII vi sta
una colonia numerosa di mercanti milanesi. Fra l'altro, Milano vi ha acquistato
quasi il monopolio del commercio delle armi. Le comunicazioni attraverso
l'alessandrino e tortonese con la Liguria e la Francia; quelle con la Toscana per
l'Appennino parmense e piacentino; con la Germania per Como, Val di Blenio,
Val Leventina, Valtellina, Milano le cura e difende con ogni mezzo, guerre o
trattati. Rivendica su Federico II e i Comaschi Val di Blenio e Leventina. Toglie
a Como Bellinzona, sbocco di quelle valli nel Verbano. La signoria dei Torriani
è difesa del commercio milanese all'interno e fuori, contro nobiltà e signorie
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CATALOGO (/CATALOGO/)
In Toscana c'è ancor più movimento economico che dà alla regione certa
discorde unità e di lì irraggia largamente attorno. Tutto il paese, in particolar
modo il Valdarno, gravita su Pisa per il porto, il quale unisce e divide quelle
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
città. Ma dalla metà del '200 in poi, Firenze si mette d'un balzo alla testa della
regione. Le guerre guelfe contro la ghibellina Pisa spingono i comuni della
toscana Taglia Guelfa,LIBRI
capeggiata da Firenze,ARTE
(/TRECCANILIBRI/) a utilizzare il porto di Genova,
(/TRECCANIARTE/)
alleata contro i Pisani. Quasi tutti i comuni di Toscana hanno patti e trattati
con Genova. Non meno della strada di Genova, Firenze conosce quella di
Venezia, tramite col vasto mondo. CaseCULTURA
TRECCANI veneziane e fiorentine lavorano lì
(/CULTURA/)
insieme, per imprese di Puglia e d'Oriente, dove fra non molto le esportazioni
veneziane si troveranno di fronte la concorrenza delle industrie fiorentine, in
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
fatto di pannilani e seterie. E probabilmente il punto di partenza di quelle molte
famiglie fiorentine che fra poco cominciano a comparire nelle città di Croazia e
di Dalmazia, Salviati, Altoviti, Giacomini, ecc., è Venezia. Con Venezia e
Padova e le città della Marca Trevigiana, come con Genova e Modena e Reggio
e Parma e Cremona e Milano, Firenze ha, fra il 1270 e il 1280, una serie di
trattati commerciali. Fino all'angolo nord-est della penisola, il Friuli e il
patriarcato sono meta d'immigrazione di famiglie fiorentine, senesi, locchesi,
pisane, che tocca nella seconda metà del '200 il suo punto più alto. Essa è
determinata anche dalle lotte dei partiti e dai forzati esilî: ma si rivolge ad
attività essenzialmente economiche. Ai Toscani si aggiungono o si
sostituiscono, attorno al 1270, anche Lombardi, chierici e secolari, amici e
consorti al seguito di Raimondo della Torre, già vescovo di Como, ora
patriarca di Aquileia. La sua casa diventa un focolare e un punto d'irradiazione
di Lombardi verso le città istriane. Un della Torre è anche primo podestà di
Trieste, nel 1293.
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Valle del Po, il regno invece e la corte del re cadono nell'influenza del
commercio e della finanza del nord, specialmente di Firenze e di Venezia.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Questa attività mercantile, data la posizione della penisola fra mondo europeo e
mondo greco e islamico, presto ampliò grandemente la sua sfera. Oltre la
geografia, giovò la storia: cioè certa tradizione cosmopolitica, alimentata da
Roma e dal papato, divenuta poi quasi natura. Dalla penisola era mossa, nel sec.
XI, la controffensiva all'islamismo e la riconquista del Mediterraneo centrale.
Nel sec. XII e al principio del '200, Veneziani, Pisani, Genovesi, padroni delle
vie marittime, forniti di denaro, allenati ai traffici con l'Oriente, possono non
solo volgere a loro posta le spedizioni dei cristiani d'Occidente, ma anche
decidere la sorte delle piccole signorie feudali sorte dalla quarta crociata,
influire sulla politica dell'impero greco. Un po' si imponevano, un po' erano
ricercati. Si moltiplicarono i privilegi commerciali, la concessione di case,
piazze, scali, chiese, intere contrade, entro tutte le città d'Oriente. In una prima
fase, fin dopo la metà del '200, primato di Veneziani, più vicini e più forti, più
esperti dell'ambiente orientale, meno attardati da devastazioni saracene. Quel
primato ricevé suggello dopo la quarta crociata, che fu impresa soprattutto di
Venezia e si risolse specialmente a suo vantaggio. La restaurazione della
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consolidò nell'Egeo. Ebbe le grandi isole, massime Creta e l'Eubea, base della
potenza veneziana in Oriente. E sia perché erano terre più vicine e popoli più
affini, sia perché Venezia aveva più largo
TRECCANI spirito(/CULTURA/)
CULTURA di romana umanità, essa
costruì più durevolmente, creò veramente una civiltà veneziana e italiana in
Oriente, legò una sua tradizione levantina alla nuova Italia del sec. XIX. Anche
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Pisa ebbe un'eccellente posizione in Levante: in certi momenti e luoghi, anzi,
pari e superiore a quella dei Genovesi, come a Costantinopoli nel sec. XII.
Campo d'azione di questa città fu, però, specie l'Africa settentrionale, meta
delle sue giovanili spedizioni nel secolo XI: cioè la regione a ovest delle Sirti, da
Tunisi a Ceuta. Il dominio della Sardegna favoriva.
Entro questi limiti geografici si svolse, si espanse, quella che si può chiamare
l'attività coloniale degl'Italiani dal secolo XI al XIV. Sono anche Italiani
dell'interno. Spirito d'avventura, insofferenza del piccolo ambiente cittadino,
richiami del fascinoso oriente, pellegrinaggi che possono anche dare occasione
a traffici e imprese di guerra e acquisto di preda, sollecitano anche Veronesi e
Piacentini, Lucchesi e Bolognesi e Fiorentini. Ma i più sono Italiani delle città
marinare, specialmente del nord, e gente dedita al commercio: per quanto
commercio marittimo e guerra e corsa e acquisti coloniali non fossero poi cose
tanto diverse e disgiunte, da non formare spesso una vicenda sola. A volte, da
questa attività fra privata e pubblica, fra militare e piratesca, nascevano acquisto
di terra e signorie, simili a quelle che nascevano in terraferma per opera di
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a sé, distinta dall'altra, come ad Altoluogo, presso l'antica Efeso, allo sbocco
della strada Baghdād-Costantinopoli sull'Egeo, dove, nel'300, è in alto la città
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
turca e lungo la marina la città italiana. Sono le vere colonie della nuova
borghesia mercantile, vere propaggini della madrepatria, con istituzioni
modellate su quelle di Pisa o Genova o Venezia, con la chiesa consacrata alla
stessa divinità protettrice. I coloni vi godono libertà di commercio, esenzione
di tributi, redditi fiscali proprî. Spesso, come nella Siria, dove questo complesso
di privilegi fu più grande che altrove perché più importanti quelle colonie;
spesso, anche una discreta zona di terre attorno, coltivate da indigeni per il
possessore italiano. Di solito, sono attaccati alla costa o al vicinissimo
retroterra, questi nuclei d'Italiani: e lì, attendono le merci recate dall'interno.
Ma spesso, di lì s'irraggiano verso l'interno. Nel '200, a Iconio, nel centro
dell'Anatolia, il commercio di alcune derrate è monopolio di Veneziani e
Genovesi, i quali si mantennero in strettissimi contatti con gl'imperatori greci,
nel sessantennio che essi ebbero laggiù la residenza. E Veneziani, Genovesi,
Pisani, Piacentini tentano le vie della Piccola Armenia, dai porti della Cilicia,
specialmente da Laiazzo; fanno il commercio carovaniero per l'Asia anteriore e
la Persia. Qualche italiano si spinge fino al cuore della Moscovia: e nel 1300, se
ne trovano a Novgorod, con i più numerosi mercanti tedeschi. Ma la più
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Quadro diverso, a Occidente, nella stessa epoca o poco più tardi. Qui gl'Italiani
sono solo mercanti, cambiatori, banchieri. Assai
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTEper tempo, se ne vedono in
(/TRECCANIARTE/)
Bonsignori, ecc., di Siena; i Bardi, gli Ardinghelli, i Peruzzi, gli Acciaiuoli, gli
(/index.html)
Albizzi, i Cavalcanti, i Sassetti, i Frescobaldi, poi i Medici, di Firenze. Vengono
CATALOGO (/CATALOGO/)
dalle file del patriziato consolare e, taluni sono nobiltà rurale inurbata, poiché
terra ed aree urbane, cresciute assai e rapidamente di valore dopo il sec. XI,
hanno non poco concorso alla formazione del capitale; oppure vengono dal
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
piccolo traffico, dal cambio della moneta, dal lanificio. Comunque, sono le
potenze finanziarie del tempo, relativamente, e a volte assolutamente, grandi
potenze, anche nella politica. La storia ricordaARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) re e(/TRECCANIARTE/)
baroni: ma alle loro spalle,
consiglieri, finanzieri, finanziatori, ecco questi Italiani accortissimi, che sanno
adattarsi al luogo e al tempo, essere umili e orgogliosi, violenti e astuti.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Bardi, i Mozzi, ecc., che sono esclusi dagli uffici o a gran fatica vi entrano, ma
hanno banco e giro ampio di denaro, e beni fondiarî che servono a consolidare
la ricchezza fondiaria e dar credito all'estero,
TRECCANI CULTURAe relazioni d'affari e di parte con la
(/CULTURA/)
Bolognesi, Romani, Pistoiesi, Senesi, ecc., stanziati nelle varie città di quel
regno. Essi si sentono di più la stessa gente, anche perchè tali li considerano i
forestieri in mezzo a cui vivono. Essi sono
TRECCANI i "Lombardi",
CULTURA (/CULTURA/)parola che, specie in
Francia, seguita a indicare gl'Italiani, quanto meno gl'Italiani del regno, non
ancora invalsa la parola "Italiani"; ma anche in Inghilterra e nei Paesi Bassi e
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
altrove. E la "Via dei Lombardi" si trova a Parigi e ad Avignone come a Londra,
a Bruges, e anche ad Amburgo.
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più efficace della spada. E c'è già la tendenza a molto confidare nei sottili
accorgimenti dell'ingegno. Tutto questo nasce in regime di popolo, nei
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Nello stesso regime di popolo acquista un posto centrale lo studio del diritto,
che trova nelle università o "studî" la sua sede. Risponde esso al bisogno di una
società che muta le sue assise fondamentali, deve regolare i rapporti con
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
l'Impero e la Chiesa, conciliando e rivendicando, costruire nuovi istituti e
gerarchie di uffici, innovare nel campo del sistema possessorio e familiare, nel
commercio marittimoLIBRIe nelle questioni del credito,
(/TRECCANILIBRI/) nei rapporti internazionali e
ARTE (/TRECCANIARTE/)
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Si aggiunga che nel '200 questi uomini di legge sono, per nove decimi la classe
colta per eccellenza. Non
solo lo studio e il ravvivamento del diritto romano
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
e
la legislazione statutaria sono opera loro. Ma essi sono anche, per la più parte, i
(/index.html)
cronisti: uomini di legge sono Senzanome cronista fiorentino, Rolandino
CATALOGO (/CATALOGO/)
cronista della Marca Trevigiana, borghese di Padova, fiero nemico di Ezzelino,
pur subendone un poco il fascino; Gherardo Maurizio di Vicenza, partigiano e
cancelliere di Federico II, apologista di Ezzelino. E si sa quale posto occupi,
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
nella produzione intellettuale del '200, la cronaca, emanazione della città e delle
parti, eco delle lotte comunali e delle lotte fra imperatori e papi, fra guelfi e
ghibellini, ma nel tempo stesso
LIBRI specchio dellaARTE
(/TRECCANILIBRI/) vita(/TRECCANIARTE/)
regionale e italiana, aperta
anche, con più o meno chiara visione dei nessi, alle cose di Alemagna o Francia
o Inghilterra: a differenza della più antica o coeva storia imperiale o papale,
sospesa quasi nel vuoto della sua universalità,
TRECCANI CULTURAe (/CULTURA/)
della cronaca monastica,
circoscritta alle vicende del monastero. Quanto poveri di prosa romanzesca e.
fino al sec. XIII, di poesia, altrettanto ricchi di storia. Sono anche, quegli
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
uomini di legge, i letterati del tempo, i primi poeti volgari, alla corte di
Federico II o a Bologna o nelle città toscane; sono i primi intermediarî, come
giuristi e come letterati, tra l'antica cultura classica e il nuovo mondo al cui
servizio essa è posta: si ricordi Pier della Vigna. Il volgare comincia a essere
adoperato come lingua letteraria, subendo naturalmente, nel suo sforzo di
nobilitarsi, l'influenza riflessa del latino. Esso prende il posto in parte del latino,
in parte del francese e del provenzale, assai diffusi in Italia, presso uomini di
lettere e di affari e di corte, insieme con la lirica provenzale e le canzoni di gesta
e i romanzi francesi e bretoni. E fa le sue prime prove nella corrispondenza d'
affari dei mercanti e negli atti legislativi: cioè per scopi essenzialmente pratici.
Ormai il volgare italiano ha vinto, rompendo la crosta latina e quella francese
che ne avevano ritardato lo sbocciare e fiorire. Si manifesta, in questo, la
nazione italiana, di cui la comune lingua è fattura e fattrice: come si manifesta
in altre attività spirituali, in certa religiosità non ascetica ma conciliata con la
natura e con la vita civile, quale è la religiosità francescana; in certo concreto
filosofare, sostanziato di osservazione del mondo naturale e di tendenze
sperimentali, lontano dall'astratta universalità della filosofia medievale e
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
cattolica, così alimenta anche per prima un vero e proprio laicato, che si
presenta in stato di latente o aperto contrasto con essa. Le grandi correnti
teologiche muovono piuttostoTRECCANIdalla Francia e dall'Inghilterra che non dall'Italia,
CULTURA (/CULTURA/)
a una riforma della Chiesa in capite et membris, caldeggiata nel '200 e '300 da
(/index.html)
tanti e un po' praticata da uomini di chiesa e di mondo. Più ancora, si ebbe un
CATALOGO (/CATALOGO/)
orientamento mentale, un senso della vita, una considerazione dei valori
spirituali, che non erano quelli rappresentati e avvalorati dalla Chiesa. Si
guardava sempre al cielo, comeSCUOLA
a patria(/TRECCANISCUOLA/)
vera: ma con quanta passione, con
quanta intima comunione, con quanta rispondenza fra sentimenti e pensieri, si
vive ormai anche la vita della patria terrestre!
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Vi è poi chi si dà agli studî, dimenticando ormai che essi debbano essere scala
per salire alle verità religiose. Vi è chi comincia ad accostarsi ai classici con
spirito meno ingombro e qualche desiderio di ritrovarli nella loro genuinità,
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
ciò che non si giustifica razionalmente o non cade sotto i sensi; l'avanzarsi di
quel dubbio che prepara, un
attraverso lo scetticismo sul sapere tradizionale,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
VIII, quale ci lasciano intravvedere gli atti del processo che, lui morto, la curia
avignonese ordì contro la sua memoria, sotto lo stimolo di Filippo il Bello e
degli altri acerrimi nemici
LIBRIsuoi. Senza lo spirito
(/TRECCANILIBRI/) antichiesastico
ARTE e paganeggiante
(/TRECCANIARTE/)
Questo sforzo di dare valore proprio alle cose terrene, cioè di emancipare
spiritualmente la vita dalla pesante tutela, anche giuridica e politica, della
Chiesa; questo sforzo che rivela il precoce carattere secolaresco della cultura
italiana e dà una sua fisionomia al popolo italiano ora in formazione, è aiutato
dal culto crescente dell'antico, dal culto di Roma. Il culto dell'antico e di Roma,
che pur nasceva dalla vita, concorse alla riabilitazione morale della vita stessa.
Si comincia con l'esaltazione della romanità, considerata come una cosa divina,
frutto di divina volontà, per giungere a investire tutto l'umano. Questa
esaltazione la fanno i giuristi, gli uomini colti di nuova coltura, i sostenitori
dell'autonomia del potere civile. Federico II è quasi maniaco dell'antichità.
Contemporaneo a Federico, ma uomo d'altra famiglia, Boncompagno da Signa
fu grande beffeggiatore di chierici e, insieme, preannunciatore di umanesimo e
di umanisti, con la loro sete di sapere, le loro vanità da letterati, il loro spirito
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scientifica. E poi, l'Umbria, che dà quella sua vita religiosa in cui trovano sfogo
e appagamento tante tendenze d'incerta e inquieta ortodossia, quel suo quasi
nuovo vangelo che colora di sèTRECCANI
per un secolo tutta la religiosità italiana quei
CULTURA (/CULTURA/)
suoi uomini rappresentativi, primo fra essi S. Francesco d'Assisi che è santo
italiano per eccellenza e preannunciatore d'italiano rinascimento, e ha in Italia
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
la sua maggiore forza generativa. E Pisa, che ha posizione egemonica nell'arte,
specialmente nella scultura. E Bologna, la città di Guido Guinizelli e dei primi
grandi progressi della nuova poesia volgare; la città che fu la scuola di diritto
per i Lombardi, Siciliani, Toscani, Pugliesi, ecc., oltre che per il mondo intiero.
Essa raccolse da tutta Italia, da tutta la tradizione romana e a tutta Italia
distribuì per mezzo dei suoi innumerevoli maestri e scolari, che sono poi i
reggitori e giudici e consultori e statutarî e legislatori di ogni città e del regno di
Sicilia, gli elementi di una comune cultura giuridica, che è poi il nuovo diritto
italiano.
E Firenze? Alla fine del '200 è ormai o si avvicina di gran passo il suo momento.
Già grande la sua influenza finanziaria, commerciale, politica, da un capo
all'altro della penisola e fuori. Essa rappresenta in modo tipico il nuovo
capitalismo dai mille tentacoli, costruttore e distruttore insieme, politicamente
opportunista, attaccato alla curia romana eppure economicamente
rivoluzionario, suscitatore di scrupoli morali entro gli stessi cittadini di
Firenze, non ancora riusciti ad adeguare realtà e pensiero. Ma da Firenze,
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La figura morale del nuovo italiano. - Impresa difficile, pur conoscendo quali
sono i suoi istituti giuridici e il suo diritto, la ARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) sua arte, il suo linguaggio
(/TRECCANIARTE/)
letterario, ecc., disegnare la figura morale di questo Italiano, giunto ora a una
tappa importante della sua storica formazione. Ma possiamo considerare che la
società italiana, plasmatasi in mezzo a un'attività
TRECCANI politica e giuridica
CULTURA (/CULTURA/)
tutti i casi della vita, nessuno dei quali lo trova impreparato; attitudini
svariatissime, nelle diverse
regioni e persone e in una stessa persona. Facile
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
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sua prosperità mercantile, la sua libertà politica, quasi la sua esistenza. Ma essa
è anche la città italiana ISTITUTO
per eccellenza,
la patria dei grandi trecentisti che
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
CATALOGO (/CATALOGO/)
È necessario ricordare Dante? Potentemente vivono in lui gli elementi della
nuova vita italiana avviata a nazione, pur tra superficiali incoerenze, tra
attaccamento a cose ormai tramontate e visioni profetiche del domani. Egli è
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
essenzialmente un poeta, uno scrittore, una coscienza morale. E Dante italiano
si andrà a cercarlo, essenzialmente, in questa sfera ideale. Che se poi guardiamo
Dante politico, e cerchiamo come egli concepì
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) l'ordine
ARTE italiano, in sè e nei
(/TRECCANIARTE/)
rapporti con le istituzioni universali del Medioevo, noi troveremo che egli,
nimicissimo della teocrazia, vagheggiò, sì, il Sacro Romano Impero, ma
considerò l'Italia distinta dall'impero,
TRECCANIperché
CULTURAessa e solo essa era l'erede dei
(/CULTURA/)
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
modo di uscire fuori dalle strettoie dei partiti e delle famiglie che, aspirando al
papato, rendevano estremamente difficili le elezioni. Ma la logica delle
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
cose
portava allora assai più verso i Niccolò III, gli Urbano IV, i Martino IV, i
(/index.html)
Bonifacio VIII, tutti papi politici, più o meno legati alle grandi monarchie o a
CATALOGO (/CATALOGO/)
potenti interessi familiari che bisognava promuovere e che si potevano,
insieme, utilizzare ai fini dello Stato della Chiesa. Erano tempi di lotta. I re
dell'Occidente manomettevanoSCUOLA senza freno e senza scrupoli ogni libertà
(/TRECCANISCUOLA/)
ecclesiastica, in materia finanziaria e giudiziaria. In Roma e nella Campagna
Romana, i Colonna sono in ribellione e trovano alleato il re di Francia, hanno
qualche intesa con gli Spirituali, che rappresentano
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) la religiosità assoluta in
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Tutti sanno che vana fu la gran fatica di Enrico VII, l'ultimo imperatore che
ancora si presentasse agl'Italiani con qualche raggio dell'antica luce.
Procedettero sempre più libere le forze politiche salite in alto nell'età
precedente, amiche o avverse che fossero all'impero: cioè il regno di Napoli,
pur decurtato della Sicilia, e le signorie. Già l'assenza dei pontefici dall'Italia si
era risolta in grande vantaggio di quel re, come utile sostegno dei diritti della S.
Sede in Italia. Nel 1309, la curia avignonese aveva fatto Roberto rettore e
vicario di Romagna, dove Malatesta, Polentani, Ordelaffi, Manfredi,
arraffavano da tutte le parti. Di lì avrebbe potuto anche vigilare i signori
dell'Italia settentrionale, specie i Visconti. Roberto aveva da principio trattato
perfino con Enrico imperatore. Ma dopo la primavera del '12, anche Roberto,
come già Firenze e molte città guelfe del nord, si era gettato contro
l'imperatore, si era legato a Firenze, si era messo, nell'assenza del papa, a fare le
sue parti. Nell'estate del '12, il papa nominò Roberto anche signore di Ferrara,
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
loro magistrati. Era l'unico mezzo per farsi un po' valere, da parte dell'impero:
salvare il diritto, poichéISTITUTO
il fatto (/ISTITUTO/)
era quel cheMAGAZINE
era. Ciò legava all'impero
(/MAGAZINE/)
i
concessionarî, già quasi tutti uscenti dal ghibellinismo. Non meno della discesa
(/index.html)
giovò ai signori la morte di Enrico VII. I più piccoli cercarono un vicino
CATALOGO (/CATALOGO/)
protettore, che li salvasse; grandi e piccoli solidalizzarono, di fronte al pericolo
di Roberto e del papa. Il quale non si contentò d'innalzare il re di Napoli, ma
fece altro e più. Nel 1317, due legati di Giovanni XXII vennero in Lombardia a
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
"riformare la pace". Trovarono che i Lombardi erano tutti per Matteo Visconti
e a lui obbedienti. Sentirono esprimere il convincimento che quella provincia
solo con un re non di barbara nazione ma proprio
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) e legittimo, investito di
ARTE (/TRECCANIARTE/)
civile più svolta e differenziata, con una coscienza di sé ormai viva e una
volontà di battere vie proprie e farsi propria legge; con un atteggiamento
d'indifferenza religiosa verso la Chiesa,CULTURA
TRECCANI salvo rimanendo
(/CULTURA/)il principio religioso;
nel Defensor pacis (1324) e poi nel Defensor minor certa veste politica anche al
programma dei rivoluzionarî religiosi. Si pone il problema dello stato
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
che deve
assicurare
(/index.html)
quella pace, e del suo fondamento. E questo fondamento lo trovò
nella universitas civium, depositaria di ogni potere, da esercitare direttamente o
CATALOGO (/CATALOGO/)
per mezzo di persone a ciò delegate. Egualmente, nella universitas idelium trovò
il fondamento della Chiesa, e nel concilio la sua rappresentanza. Ravvicinati
così Stato e Chiesa, attribuito aSCUOLA
questa (/TRECCANISCUOLA/)
un'origine non divina ma umana tolta
l'identificazione sua con la gerarchia e col papato, demolita l'onnipotenza di
quella e l'assolutismo di questo, cioè la costruzione teocratica, Marsilio si apriva
la via a liberare lo StatoLIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
dalla Chiesa e a subordinarla allo Stato, negandole non
solo giurisdizioni, immunità, libero uso dei beni temporali, ma anche la libera
elezione dei sacerdoti, la stessa facoltà d'infliggere scomunica, considerata pena
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
temporale oltre che spirituale, e ogni potere coercitivo contro i peccatori,
essendo il peccato da correggere, non da costringere, e gli eretici da punire, in
caso, solo come turbatori dell'ordine pubblico,
ACQUISTA di una legge umana. In quanto
(/EMPORIUM/)
offesa a una legge religiosa, solo Dio, nell'altra vita, potrà punirli. Il principe,
così, elettivo o ereditario, controlla l'attività della Chiesa; e la Chiesa,
assolvendo una funzione dello Stato, si risolve quasi in esso.
che dall'imperatore ebbe le sacre insegne. Cose più conclusive il Bavaro non
fece. Né era facile farle,ISTITUTO
in mezzo
a tante opposizioni che, durante il ritorno
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
d'accordo col re, contro i Visconti e contro Roberto, guastatosi con Filippo di
Francia e con la curia, sollecitò la venuta in Italia di un altro personaggio,
Giovanni di Boemia figlio d'Enrico VII,CULTURA
TRECCANI che, apparso alla fine del 1330, ebbe
(/CULTURA/)
Decadenza di regni e progresso di signorie nel sec. XIV. - E tuttavia, negli anni
che seguirono la discesa del Bavaro, sempre più debole pulsò il cuore del regno
di Napoli, ora ridotto solo alle provincie continentali, dopo che la Sicilia si era
di nuovo estraniata dalle vicende della penisola. Il distacco dell'isola e poi i vani
sforzi per ricuperarla e la preoccupazione di doversene difendere lo avevano
ferito profondamente. E il credito italiano che si manteneva ancora in funzione
di parte guelfa, in funzione antisignorile e antimperiale, era destinato a
consumarsi rapidamente, via via che le signorie dilagavano vittoriose, e la corte
di Avignone curava direttamente, per mezzo di suoi legati, il ricupero delle
terre ecclesiastiche e trescava con Francesi e con i re dei Romani, magari a
danno di Roberto. Sempre più precarî anche i possessi piemontesi del re
angioino. Venivano poi illanguidendosi le forze stesse del regno, impari, a
lungo andare, ai compiti non locali ma italiani e quasi universali che Svevi
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Angioini e papi, alti signori, da oltre un secolo gli avevano imposto. Aveva
proseguito il processo di sgretolamento dell'autorità regia, mentre clero,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
nobiltà, municipî si facevano innanzi. Specialmente grave per le conseguenze
(/index.html)
sue, la nuova politica instaurata dagli Angioini nei rapporti degli ecclesiastici,
CATALOGO (/CATALOGO/)
con la soppressione di tanti limiti alla libertà del foro, al diritto di acquisti
fondiarî, alle esenzioni tributarie. Riprendevano vigore le tendenze
autonomistiche locali. Le consuetudini cittadine venivano proclamate superiori
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
alla legge del regno. Una quantità di funzioni urbane passavano nelle mani di
ufficiali elettivi, i quali non potevano essere, nell'inevitabile gara, se non i
nobili. Discordia, guerriglie locali, universitàARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) che si(/TRECCANIARTE/)
scindono, quella dei nobili e
quella del popolo: il tutto, dovuto più a debolezza del potere regio che non a
vera e feconda forza costruttiva di popolo. E intanto, la pressione fiscale non
rallentava: donde generale inquietudine, disfacimento
TRECCANI CULTURA di piccole università,
(/CULTURA/)
Presso a poco, la stessa cosa nel regno di Sicilia. Il quale vide, col Vespro,
crescere di numero e avvantaggiarsi l'aristocrazia e affievolirsi quel che c'era di
regime comunale; prevalere una concezione dello stato che metteva questo in
balia dei parlamenti, cioè della nobiltà, e rivendicava alla nobiltà il diritto anche
di ribellione al re, se il re avesse violato i loro privilegi; crescere le grandi
signorie feudali e scemare il numero delle città dipendenti dal re e i redditi
demaniali; passare nel possesso della nobiltà le maggiori dignità e uffici, con
tendenza da parte sua a tenerseli ereditariamente. Insomma, il regno di Sicilia
subì lo stesso processo di disintegrazione feudale che già aveva subito il regno
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solo i borghesi fossero ammessi agli uffici cittadini. Cioè, si cercò di stabilire un
certo equilibrio fra le classi. Ma la lotta per riuscire a ciò, sempre più difficile e
impari. I nobili vennero in possesso
TRECCANIdelle risorse(/CULTURA/)
CULTURA della corona; prevalsero nei
municipî; quasi s'identificarono col parlamento; divennero il centro attorno a
cui tutto ruotava, per legami di dipendenza, amicizia, clientela. E il re perse di
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
prestigio e autorità di fronte a loro. Sempre più perciò si consolidò l'abito
mentale per cui il popolo non dal re ma dai nobili doveva attendersi tutto, e
siffatto ordine di cose, imperniato sulla nobiltà, era considerato legittimo. Il
pericolo poi di una restaurazione angioina accresceva la debolezza del re, nei
riguardi dei nobili. C'era il caso che si gettassero nelle braccia del re Roberto,
come fece il conte di Modica della famiglia Chiaramonte, che poi guidò una
flotta napoletana lungo le coste dell'isola. In tali condizioni, difficile anche
mantenere le vecchie tradizioni di politica africana. Nel 1337, andò perduta
anche l'isola delle Gerbe, già acquistata da una flotta siciliana. Finalmente,
morto Federico II, con i successori Pietro II, Ludovico, Federico III, nessun
freno resse più. Il regno di Sicilia, come quello di Napoli, parve svanire, quasi
inghiottito dalle sabbie mobili.
Più vive forze muovono dalla Valle Padana, terreno sostanzioso, che traeva
qualche vantaggio anche dai nessi crescenti con l'Europa centrale e occidentale
in via di sviluppo, mentre il sud, distaccatosi dal mondo orientale e
nordafricano, sempre più s'isolava, almeno come funzione attiva. Mastino della
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città, e ha visto anche Genova solidarizzare con Pisa, è minacciata alle spalle
verso i monti da un nugolo
di signorotti, Ubertini, Pazzi, Tarlati, Ubaldini,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
trovando tuttavia compenso a Genova, che gli si diede ed ebbe da lui governo e
denari in prestito per armare galere. Egualmente fallì, l'arcivescovo, in
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Romagna, ove più forte era la posizione e più energica l'azione dei papi.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Roma sede dell'impero e del papato, "Caput Italiae". - Nell'assenza dei pontefici,
si venivano svolgendo anche entro lo Stato della Chiesa i germi della signoria,
presenti ovunque fossero vita diSCUOLA
comune e potenti famiglie più o meno
(/TRECCANISCUOLA/)
mescolate alla vita dei comuni. Poco avevano potuto fare, per impedire questa
evoluzione, i legati papali, compreso Bertrando del Poggetto. Ed era venuta su
una folla di piccoli signori, ora disposti a solidarizzare
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) nel momento del
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Senigallia, cioè quasi tutta la Marca; gli Ordelaffi di Forlì, che ebbero Cesena e
altri luoghi. Più verso Roma, il prefetto di Vico, impadronitosi di Viterbo ebbe
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
potere su quasi tutte le terre del patrimonio.
salute, la pace, la giustizia dell'una e dell'altra egli lavora; anzi, lavorando per
Roma, egli lavora per tutta Italia. L'autorità di cui si fa forte, a lui viene "tanto
dal popolo romano, quanto daiTRECCANI
popoli della sacra Italia". "Roma e la sacra Italia
CULTURA (/CULTURA/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 436/1196
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Cola concepì in modo nuovo anche i rapporti fra Italia e impero. Da tempo,
come si veniva affermando che l'impero derivava da Dio, ma era conferito "per
autorità del senato e del popoloSCUOLA
romano" e si vedeva dai giuristi bolognesi e
(/TRECCANISCUOLA/)
italiani la prima ed essenziale fonte della sovranità imperiale nella lex regia o de
imperio, con cui il popolo romano aveva conferito la sua podesta all'imperatore;
cosi anche serpeggiavaLIBRI
l'idea(/TRECCANILIBRI/)
che l'imperatoreARTE (/TRECCANIARTE/)
dovesse risiedere a Roma e anche
essere italiano. Poteva ciò essere un aspetto della renovatio; poteva essere una
reazione alla crescente appropriazione dell'impero che da tempo i Tedeschi
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
venivano facendo, sin da quando quegli Elettori, mettendo il regno di
Germania invece del regno d'Italia a fondamento dell'impero, affermavano
l'uomo da essi prescelto al trono di Germania
ACQUISTA essere ipso iure imperatore. Ancor
(/EMPORIUM/)
più ora. Due diete di principi, a Rhense e a Francoforte, nel 1338, sancivano
che non solo il loro eletto era da considerare legittimo re di Germania senza
bisogno di approvazione papale, ma che, essendo l'impero stesso da considerare
cosa del re, degli elettori, del popolo tedesco, il re eletto era anche investito di
titolo e poteri imperiali. Si finiva, con queste deliberazioni e proclamazioni di
diete tedesche, di nazionalizzare l'impero e si faceva della sua autorità sopra i
particolari regni e popoli l'autorità di una nazione su altre nazioni. Di qui la
crescente ripugnanza degl'Italiani all'impero o, in realtà, al re di Germania e ai
Tedeschi. E si profilavano in Italia soluzioni più o meno utopistiche del
problema dell'autorità suprema, ma diverse da quelle dell'età precedente e assai
significative: un re d'Italia italiano; un re d'Italia che potrebbe anche, dal
possesso di quel regno, derivare il diritto all'impero e aver sede in Roma.
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Ma su questi tirannelli romagnoli e marchigiani, su questo dittatore romano e
vagheggiatore di una Roma che non era certo quella papale, seguitava a vigilare
la curia di Avignone, a cui era impossibile estraniarsi dall'Italia, dalle terre della
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Chiesa, da Roma, e a cui spesso dall'Italia, dalle terre della Chiesa, da Roma
giungevano sollecitazioni e invocazioni di ritorno. Così, nel 1353, Avignone
mandò ancora un suo LIBRIluogotenente in Italia. ARTE
(/TRECCANILIBRI/) Ora, (/TRECCANIARTE/)
più precise e circoscritte le
aspirazioni e le attività della curia. Non più la Lombardia, ma la Romagna e
Marche e stato della Chiesa vero e proprio, al fine di mettere pace tra le fazioni
e ristabilire in dipendenza diretta o indiretta le terre papali. Il Medioevo si
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
allontanava. Calcolo politico più che sogni imperiali animava l'azione del
pontificato. L'uomo che papa Innocenzo VI investì di questo compito era il
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
cardinale spagnolo Egidio Albornoz.
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CATALOGO (/CATALOGO/)
L'Albornoz riordinò le terre della Chiesa, pubblicò nel parlamento provinciale
delle Marche, il 1357, le Costituzioni Egidiane, riebbe nel'60 Bologna, dopo
scaduto il decennale vicariato del Visconti;
SCUOLA sgombrò la via del ritorno al papa,
(/TRECCANISCUOLA/)
sempre più invocato da molte parti. Breve dimora a Roma fece, nel 1369,
Urbano V, che poi se ne tornò in Francia, provocando nuove rampogne e
invettive di uomini di LIBRI
Chiesa e di uomini di mondo,
(/TRECCANILIBRI/) Caterina da Siena e
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Francesco Petrarca. Vi ritornò nel 1377, con più ferma intenzione di rimanervi,
papa Gregorio XI.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
tutti gl'Italiani contro il papa, fecero appello al loro sentimento nazionale, alle
loro gloriose tradizioniISTITUTO
di latinità, Ma
cioè italianità, contro gli oltramontani.
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
difficile a una città di mercanti, che aveva capitali e interessi in tutto il mondo,
(/index.html)
lottare contro una potenza quale il papato, che era più veramente
CATALOGO (/CATALOGO/)
internazionale dell'impero e che, dichiarando i beni dei Fiorentini proprietà di
chiunque se li prendesse, poteva trovare molta gente disposta a obbedire e a
seguirlo. Dovettero in ultimo venire a patti, quando videro tutta la loro
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
ricchezza alla mercé del pontefice (luglio '78); dovettero restituire le terre della
Chiesa che avevano occupate. Momento grave, per la vita di Firenze. Dopo il
danno e l'umiliazione dal di(/TRECCANILIBRI/)
LIBRI fuori, la rivolta dentro, provocata dai ceti minori,
ARTE (/TRECCANIARTE/)
a cui la politica estera era estranea e che male incarnavano l'interesse pubblico,
dello stato.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Così i tempi felici, sperati dalle anime religiose che avevano sollecitato il
ritorno dei pontefici nella loro vera sede, non vennero. Morto l'anno dopo che
aveva riportato la sede in Roma, papa Gregorio XI, il nuovo papa, Urbano VI,
che era un italiano, si vide dai cardinali francesi, certo frettolosi di tornare ad
Avignone, contrapporre un papa della loro gente, Roberto di Ginevra, il
condottiero delle bande bretoni che avevano insanguinato al papa la via da
Avignone a Roma. Scisma e guerra. Bande mercenarie da una parte e dall'altra.
Ma da parte di Urbano, bande d'Italiani, comandate da Alberico da Barbiano,
che, in una battaglia vicino a Roma, vinse le bande bretoni avversarie. Alberico
da Barbiano segna l'inizio del tramonto del mercenarismo straniero nella
penisola, e anche l'elevazione morale del capitano di bande, che non è più un
volgare avventuriero e mercenario e rapinatore, ma un condottiero, un
aspirante a signoria, uno anzi che signoria già possiede e la vuole accrescere e la
vuole arricchire con i denari delle condotte: quindi qualcosa non più di
estraneo e quasi sovrapposto alla vita italiana, ma di organicamente collegato
alla vita italiana, politica e culturale insieme, come erano i signori. Anche nel
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rapporto politico, questa guerra di papi ebbe qualche riflesso italiano. Lo scisma
suscitò la questione delISTITUTO
regno di(/ISTITUTO/)
Napoli, cheMAGAZINE
gli Angioini di Francia
(/MAGAZINE/)
contendevano agli Angioini d'Italia, cioè alla casa di Durazzo. Ora, avvenne che
(/index.html)
Urbano VI si volse a Carlo di Durazzo; Clemente VII, a Luigi d'Angiò, fratello
CATALOGO (/CATALOGO/)
del re di Francia. E a lui il papa o antipapa, bisognoso di aiuto, di testa sua e
senza concorso di corpi consultivi, con una bolla datata da Sperlonga, assicurò
titolo regio e un regno da ritagliare sullo Stato della Chiesa, a sud del Po, un
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
regno d'Adria, che Carlo e successori avrebbero dovuto riconoscere dalla S.
Sede, come già gli Angioini di Napoli il regno di Napoli. Era, anche questa, una
forma di secolarizzazione
LIBRIdel patrimonio ecclesiastico,
(/TRECCANILIBRI/) che rispondeva alla
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Signorie e principati.
Primato visconteo. - Negli ultimi decennî del '300, lo Stato della Chiesa è, per
lo scisma, di nuovo in alto mare e quasi annullato, per gravissima crisi, il regno
di Napoli, in mezzo alle lotte prima tra la fazione dei Sanseverino e la fazione
dei potentissimi duchi d'Andria, appoggiati a una vera e propria organizzazione
militare che veniva reclutata nel paese e fuori; poi, date le aspirazioni degli
Angioini di Francia sul regno, fra partigiani degli Angioini italiani e degli
Angioini francesi, del papa italiano e dell'antipapa francese. Con ciò, il regno di
Napoli quasi non esiste più come potenza italiana. Ancora più estraneo alle
vicende della penisola è il regno di Sicilia, diventato ormai appannaggio della
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nobiltà, che è poi divisa e discorde: nobiltà antica e originaria da una parte,
recente e immigrata dall'altra,
cioè latina e catalana, Ventimiglia, Palizzi,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Insomma, appariva quasi disfatta l'opera dei Normanni. Dico l'opera politica;
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
poiché nel frattempo erano innegabili certi progressi della società napoletana e
siciliana, dovuti anche al nuovo ordine instaurato con i Normanni stessi e ai
contatti con la più progredita e dinamica Italia dei comuni e delle signorie. Si
svolgeva infatti nel Mezzogiorno, durante il XIV secolo, una certa vita
municipale, si elevavano le condizioni giuridiche degl'infimi ceti, si elaborava
una cultura giuridica e letteraria paesana, si apriva il paese agl'influssi artistici e
linguistici della Toscana. Approssimativamente, par di vedere nei regni di
Napoli e Sicilia, con alcuni secoli di ritardo, la vicenda stessa per cui era passata
l'Italia longobarda, con la stessa corrosione, dall'interno, del vecchio regno
barbarico e la ricostruzione, dall'interno, di una nuova e propria vita italiana.
Solo che, nel sud, né questa ricostruzione dall'interno è così rapida e ricca e
varia come nel nord e nel centro della penisola; né il regno scompare.
Cominciò con lo spezzarsi in due, e di nuovo si resero estranei l'uno all'altro;
poi i due regni quasi si dissolsero come forza statale, come credito
internazionale, come capacità di agire fortemente ed egemonicamente nella
penisola; passarono ambedue dall'una all'altra dinastia straniera e, in ultimo,
sotto una dinastia d'origine aragonese ma avviata a naturalizzarsi; finalmente
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In tali condizioni, la storia della penisola finisce di spostare i suoi centri: verso
la Toscana e la Valle del Po,(/TRECCANILIBRI/)
LIBRI dove la formazione
ARTEdei nuovi stati territoriali, a
(/TRECCANIARTE/)
questi, ora, i protagonisti sulla scena della penisola. Attorno a loro si formano
quelle leghe o taglie, che riempiono buona parte del Trecento, in specie la
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
seconda metà, ora di sole città ora di città e signori insieme; ora regionali, ora
quasi nazionali per l'ampiezza loro. Gli scopi delle leghe sono o infrenare
questa e quella compagnia di mercenarî stranieri, rovinosi per tutti; o
premunirsi contro possibili discese di principi d'oltralpe; o difendersi da
qualche signore italiano troppo potente. Giuridicamente, si vuole conservare lo
statu quo, mantenere la libertà di ognuno. In effetto, come già le vaste
organizzazioni dei partiti, così anche le leghe concorrevano a logorare gli stati
più piccoli, a vantaggio degli altri.
Molta riputazione di forza godevano allora in Italia i Visconti: molte città sotto
di loro, fra cui Pavia e Milano, già capitali di regno e ora, quest'ultima, fra le più
ricche e industriose, anche d'industrie belliche; molti mezzi finanziarî, molte
milizie. Non era mancata loro neppure quella specie di legittimazione morale
rappresentata dalla lode di un grande e reputatissimo poeta, Francesco
Petrarca, ospite desiderato dell'arcivescovo Giovanni dal 1353 al 1361. Bernabò
persegue anche, a scopo di accreditarsi e legittimarsi, una politica matrimoniale
di vaste linee. Diede a condottieri e principi e principesse italiani e stranieri, a
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a tutti dei grandi pericoli che minacciavano l'Italia, delle ambizioni del re
d'Ungheria, del duca d'Angiò, dell'impero, dello stesso re d'Inghilterra. Nel
1380 si fece promotore di unaTRECCANI
grande alleanza
CULTURAcon le città di Toscana, Romagna
(/CULTURA/)
Venne poi, col 1385, Gian Galeazzo, che precisò ancor meglio le direttive della
politica viscontea e si mise con accortezza e audacia sulla via delle realizzazioni.
contro Venezia.
sebbene non presa troppo di mira dal Visconti ma sospettosa di lui, si allea con
Bologna, cerca di attirare Venezia, ancora alleata del Visconti. Si delinea una
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
coalizione, diretta da Firenze, in cui entrano tutti i piccoli stati nemici del
Visconti e timorosi di lui. Venezia è neutrale, ma sottomano aiuta costoro. È il
tempo che la repubblica, in conseguenza degli aiuti militari e finanziarî dati
all'Estense, riesce ad acquistare vera preminenza in Ferrara, che è parte della
lega, e ottiene in pegno il Polesine di Rovigo, cioè la padronanza del basso Po e
basso Adige. L'antagonismo tra Firenze e il Visconti diventa perciò, ora, fatto
centrale della politica italiana. Firenze sollecitò in Italia anche il conte
d'Armagnac, che mosse contro Alessandria. Ma il 25 luglio 1391, queste bande
furono affrontate dai viscontei sotto le mura della città e ripetutamente battute.
Grido di trionfo del signore di Milano, annunciando la vittoria delle sue genti,
"delle mie genti italiane", contro i Francesi del conte d'Armagnac, discesi in
Italia, come sempre, pieni di sprezzante orgoglio per i "vili Lombardi". Ora
Visconti e Firenze fanno egualmente la ruota, per ingraziarselo, attorno al re di
Francia, che molto gradisce questi lusinghieri richiami. Egli desidera Genova,
ha da rivendicare Napoli per gli Angioini, ricuperare per essi o per sé qualche
terra piemontese. Altri obiettivi e altre prede gli additano a gara Firenze e Gian
Galeazzo. Quella, le ricche terre viscontee, da spartire fra lui e il conte di Savoia
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solidale col duca d'Orléans nel circuire la Toscana per averla a discrezione, Gian
(/index.html)
Galeazzo, a cui la sorte delle armi non andava bene, avrebbe con questi aiuti
CATALOGO (/CATALOGO/)
sgominato la coalizione avversaria. Intorno a tutto questo corsero trattative. Lo
Spinelli ne parlò a corte di Francia e ad Avignone. Il re di Francia era ben
disposto. Non sentiva più gl'Inglesi da Occidente in questo momento; e poteva
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
rivolgersi verso l'Italia. Nessun diritto a lui sarebbe venuto sulle terre del
Visconti; ma il Visconti avrebbe posto le armi di Francia sopra il suo scudo. Fu
messo mano a preparare una
LIBRI spedizione dell'Orléans,
(/TRECCANILIBRI/) per terra, verso lo Stato
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Il re di Francia allora si lasciò vincere dalle lusinghe dei Fiorentini e dalla loro
abilissima diplomazia; e a lui Gian Galeazzo dovette cedere Genova. Ma dal re
dei Romani, Venceslao, bisognoso, come tutti, di denari, gli venne qualcosa
che, in quel momento, valeva più di Genova: cioè la elevazione di Milano e di
venticinque altre città di Lombardia e del Veneto a ducato e l'investitura fattane
a lui, a titolo ereditario. Non era il regno d'Italia, indipendente o anche nel
vassallaggio dell'impero; ma era il riconoscimento della signoria, la legittimità
piena, l'elemzione a un rango altissimo nell'antico regno, maggiore libertà
anche dal popolo, che era stato il primo fondamento legale della signoria.
Firenze, che teneva gli occhi aperti dappertutto, cercò sventare il colpo, anche
mettendo su i principi tedeschi. Ma non riuscì. È un momento in cui Milano
vale più di Firenze. Quella, ha più corde nella sua cetra. Ora, anche quella
"nazionale", per il vanto che i Visconti si davano di aver tenuto indietro o
ricacciato ogni milizia o signore straniero che, "violando la natura", cioè la
cerchia delle Alpi data a difesa dell'Italia, cercavano d'avervi dominio; di avere,
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CATALOGO (/CATALOGO/)
E tuttavia, i maggiori stati della penisola sono ormai contro il Visconti. E
trovano alleati anche fuori: Isabella di Baviera regina di Francia, i principi
tedeschi che rimproverano al loro re il mercimonio dei diritti dell'impero. Gli
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
esuli figli di Bernabò e i Fiorentini conducevano una grande campagna di
diffamazione contro il duca. Nel 1398, mezza Italia e il re di Francia erano in
lega contro di lui: e questa
LIBRI volta si scoprì anche
(/TRECCANILIBRI/) ARTEVenezia. L'irriducibile ostilità
(/TRECCANIARTE/)
Era appena calato nel sepolcro, che il grande edificio di Gian Galeazzo Visconti
scricchiolò tutto, cominciò a sfaldarsi, fu sopraffatto dalle cupidige degli amici e
dai rancori dei nemici, condottieri o signori spodestati o gruppi di nobiltà
cittadine. E non solo si staccarono le parti lontane, ma anche il nocciolo
centrale si dissolse. Tutti i condottieri viscontei vi si fecero una signoria:
Gabrino Fandulo a Cremona, Pandolfo Malatesta a Brescia, Giovanni Vignati a
Lodi, Filippo Arcelli a Piacenza, Facino Cane ad Alessandria, a Novara, a
Tortona, fin quasi dentro Milano, mentre Anguissola, Landi, Scotti, altri
feudatarî dell'oltre Po, mal domi e pronti sempre alla riscossa, saccheggiavano
quelle terre. Intanto altri sollecitavano altre discese di stranieri.
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ventura. Così la fortuna di queste signorie era ancora legata alla persona di chi
le incarnava: diversamente da quel che avveniva là dove a centro e sostegno
dello stato si era formata una robusta
TRECCANIe CULTURA
omogenea borghesia-aristocrazia. Qui,
(/CULTURA/)
meno bagliori, ma la fiamma non si spegneva, per un soffio del cieco caso. Così
a Venezia e a Firenze.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
La morte di Gian Galeazzo e il crollo della signoria viscontea coincise con una
ripresa dei regni di Napoli e Sicilia. E parve che il sud dovesse riacquistare
qualcosa dell'antica posizione di protagonista nella politica italiana.
Questo fu con Ladislao di Durazzo che, alleato di Bonifazio IX, papa romano,
contro i papi di Avignone e contro Luigi d'Angiò, ebbe il regno, conquistò
Napoli che era sempre più possesso decisivo per tutto il territorio, e prese con
grande energia il timone. Compito primo: tenere a freno le case baronali. E
questo freno Ladislao lo impose con ogni mezzo, anche con spietata crudeltà.
Poi, politica estera. Il regno non voleva rinunciare a tutto. Non tutte spente le
tradizioni normanne e sveve e dei primi Angioini. Così, Ladislao aspirò da
principio all'Ungheria, dove re angioini avevano regnato fino al 1380; e mise le
mani su Zara, che era lì di fronte alla Puglia, quasi alla porta di quel mare. Lo
spingevano anche i Fiorentini, che speravano da questa impresa procurar
vantaggio ai loro commerci nella regione danubiana e danno ai commerci
veneziani. Ma poi il re abbandonò questa troppo fantasiosa politica, rinunciò
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Anche il regno di Sicilia, pure al sud, riemerse un po' dal gorgo dell'anarchia,
con Martino, nipote del re d'Aragona e marito della giovane regina Maria, il
quale accennò a rientrare nel solco dei Normanni
TRECCANI e Svevi, si richiamò alle loro
CULTURA (/CULTURA/)
Lo stesso vigore con cui esso fu condotto e i suoi larghi successi, logorando
sempre più le autonomie urbane superstiti, umiliando piccoli e anche potenti
signori come gli Scaligeri e i Carraresi, stimolando
TRECCANI CULTURA il vigore difensivo e la forza
(/CULTURA/)
reattiva degli altri, agevolò e rese più rapida la formazione di stati regionali
come quello dei Savoia, di Venezia, di Firenze, non appena l'iniziativa
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
viscontea venne a mancare. Così, morto Gian Galeazzo, i Savoia strapparono ai
Visconti altre terre del Vercellese e Val d'Ossola, mentre altri acquisti nel
territorio di Ginevra avevano dato qualche maggiore organicità anche ai
dominî transalpini. Ciò avveniva con Amedeo VIII (1391-1431). E nel 1416, vi
è anche per lui, come poco prima per Gian Galeazzo, un riconoscimento
imperiale, cioè il titolo di duca. Non solo. Ma questo allargarsi delle terre
cisalpine verso est, che coincide con l'estinzione del ramo piemontese di Acaia e
con la riunione nel 1418 dei due territorî, porta a uno spostamento del centro
dello stato, dai paesi di là ai paesi di qua delle Alpi. "Principe di Piemonte"
chiama Amedeo VIII il figlio e successore. Questo ormai vasto stato, che sta a
cavaliere delle Alpi, ha una faccia rivolta verso la Valle del Po. Rimangono
ancora, nella loro indipendenza, i marchesi di Monferrato, Saluzzo, Ceva. Ma
ormai sono circondati da terre sabaude. E poi debbono riconoscersi vassalli.
Monferrato è anche costretto a cedere Chivasso e il basso Canavese. Così la
Sesia diventa il confine: quale rimarrà fino al secolo XVIII.
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Anche Firenze si sentì più libera nei suoi movimenti. Ormai, passata la bufera
popolaresca, sono al timone Albizzi, Rucellai, Medici, Strozzi, Capponi,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) Da
Uzzano, ecc.; una piccola ma vigorosa aristocrazia di mercanti e banchieri. La
(/index.html)
politica estera, che aveva avuto ondeggiamenti e rilassamenti al tempo che i
CATALOGO (/CATALOGO/)
minuti popolani avevano avuto la prevalenza, ha ripreso tutto il suo vigore. Nel
1404, Pisa fu acquistata a denaro, cinta d'assedio, costretta a cedere. Così, già da
tempo piegate Pistoia, Empoli, SCUOLA
S. Miniato da una parte, Arezzo dall'altra, tutta
(/TRECCANISCUOLA/)
la valle dell'Arno diventa fiorentina, e libere son tutte le vie attorno. E poiché
quel porto è ormai interrato, nel 1421 Firenze acquista dal governatore di
Genova, che in quel momento era città del reARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) di Francia, il porto di Livorno,
(/TRECCANIARTE/)
con gran dispetto dei Genovesi. Nel 1439, anche Volterra deve piegare:
territorio ricco di biade, di bestiame, di prodotti minerarî, utile integrazione di
uno stato che aveva a centro una città industriale
TRECCANI e commerciale come Firenze.
CULTURA (/CULTURA/)
Ancor più si avvantaggia Venezia della crisi viscontea, dopo che già essa aveva
ottenuto buoni guadagni al tempo di Gian Galeazzo e d'accordo con lui, come íl
Polesine, cedutole in cambio di un grosso prestito dal minorenne Niccolò III, di
cui nel 1393 ha assunto la tutela, e le città degli Scaligeri e Carraresi. Ora, vi è,
sì, la restaurazione dei Carraresi a Padova. Ma nel 1405, di colpo, un esercito
veneziano espugnò Padova, prese e sottomise a processo i Carraresi, li fece,
senza neanche attendere il verdetto, giustiziare. La vasta regione alle spalle di
Venezia è ora sgombra. E la repubblica si trova in contatto diretto, anche dalla
parte di terraferma, con lo stato del patriarca di Aquileia. Nel corso del '300
specialmente con i trattati del 1307 e 1335, la repubblica ha assorbito gran parte
del marchesato d'Istria: e la signoria patriarcale è ora, nella penisola, una
rovina. Alla fine del '300 e sui primi del '400, anche i rimasugli le sfuggono.
Muggia, Albona, Buie, Pinguente, via via si ribellano, si associano a difesa delle
loro consuetudini di fronte all'antico signore. Viceversa cresce l'Istria veneziana
per successivi acquisti fatti dai conti di Segna e di Gorizia, dai Grafenberg e dai
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Da Porcia, tutti bisognosi di denaro. Solo Trieste, centro e porto naturale del
patriarcato e di una vasta regione retrostante; solo Trieste le è sfuggita,datasi ai
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
titoli da far valere sull'Istria, già parte del patriarcato e passata a Venezia;
poteva rivendicare le città che Scaligeri e Carraresi avevano tenute come vicarî
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
imperiali, avanti che Venezia se le prendesse. S'intromise anche nel discorde
Friuli, favorendo la parte antiveneziana, in un momento in cui si delineava un
vasto tentativo di restaurazione imperiale in tutta la regione istriana, una
nuova avanzata germanica, anche sotto forma d'immigrazione tedesca.
Sollecitata dal patriarca, Venezia intervenne. Si combatté nel 1412-13, di nuovo
nel 1419. Venezia seppe procurarsi l'alleanza di Napoli e dei Visconti,
ottenendo mano libera in Dalmazia e Friuli, caldeggiò un fascio di stati italiani
da opporre all'impero. Poiché nel frattempo Sigismondo era stato eletto anche
re di Boemia e come tale si trovò subito nei guai della guerra hussita, così
Venezia ebbe buon giuoco. E prevalse da per tutto. Ottenuta dai Castelbarco
Roveredo, s'insediò nel Trentino. Nel Friuli, ebbe Cividale e Udine, i due centri
della regione, discordi essi e causa prima delle discordie locali. Nella Carnia,
prese Tolmezzo. In Val Tagliamento, Venzone. E poi, il Cadore, Monfalcone,
l'Istria patriarcale: che significava circuire anche Trieste; poter chiudere le vie
che scendevano per l'Isonzo e Natisone e Canale del Ferro e Carnia. Intanto, la
flotta occupava Spalato, Curzola, Cattaro, Traù, Lesina, Scutari, Dulcigno,
Antivari.
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una regione che essa dominò quasi tutta politicamente e tutta suggellò
spiritualmente. Lo stesso
avevano fatto Pisa e Genova, in Sardegna e Corsica.
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Ma ecco, dopo ucciso dai congiurati il duca Giovanni Maria Visconti,
riemergere il ducato milanese, con Filippo Maria, che si impadronì del tesoro
ducale, si assicurò i servigi dellaSCUOLA
compagnia famosa organizzata da Facino Cane,
(/TRECCANISCUOLA/)
spostò la sua residenza da Pavia a Milano, affidò ai suoi capitani, fra cui
Francesco Bussone di Carmagnola, il compito di ricuperare lo stato. E lo stato
fu ricuperato, le varie signorie dell'ultima oraARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) furono spazzate. Intanto,
(/TRECCANIARTE/)
ambizioni di più lontani sbocchi. E, nel 1421, il Visconti ricuperò dai Francesi
Genova. Fossero queste ambizioni veramente grandi e pericolose, fosse
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
l'immaginazione altrui che le faceva parere più grandi del reale, certo Venezia e
Firenze tornarono a contrastare il terreno ai Visconti. A fianco di Venezia e
Firenze, anche Amedeo VIII di Savoia, anche papa Martino che, composto
ormai lo scisma e ripresa l'opera di ricupero dello Stato della Chiesa, temeva
per la Romagna. Altro decennio di guerra: 1423-33. E la guerra finì non bene
per i Fiorentini, che vi consumarono grandi tesori, dissestarono le finanze,
provocarono nuovi malumori fra i contribuenti più aggravati. E ne venne
l'impulso ad una maggiore perequazione tributaria: ne venne il catasto, cioè la
stima dei beni, messa a fondamento del tributo. Era la tendenza generale: a
Firenze, come a Milano, come a Venezia, che ora cominciava a fare un po' da
modello per i Fiorentini. La vita comunale si veniva logorando anche qui,
sebbene più lentamente che altrove: e si cercavano i rimedî, si studiava
Venezia. La quale aveva molti elementi comuni con Firenze,
fondamentalissimo quello di una omogenea borghesia o aristocrazia
commerciale e finanziaria, che aveva trionfato tanto della nobiltà quanto delle
velleità popolaresche. Ma Firenze aveva, a differenza di Venezia, compiuto il
suo ciclo, sia che gli oligarchi, per meglio difendersi, tendessero a un governo
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sempre più stretto che avrebbe poi sfociato in un signore; sia che mezzana
borghesia e artigianato,ISTITUTO
per affrancarsi
dagli ottimati, cercassero e trovassero
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
in
mezzo a loro un proprio capo, capace d'imporsi agli stessi suoi consorti. L'uno e
(/index.html)
l'altro. E si ebbe, un primo momento, 1433, la prevalenza di Rinaldo degli
CATALOGO (/CATALOGO/)
Albizzi, capo degli ottimati; in un secondo momento, quella di Cosimo e della
sua famiglia, largamente accreditati presso la massa popolare. Questa
evoluzione istituzionale, accentuatasi nel tempo e a causa dello sforzo della
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
repubblica per allargare il suo territorio, agevolerà in avvenire questo sforzo.
Ma per allora, piuttosto il contrario. I vantaggi della guerra furono tutti di
Venezia, che conquistòLIBRI
Brescia e Bergamo, giunse
(/TRECCANILIBRI/) all'Adda, e lì pose
ARTE (/TRECCANIARTE/)
dogale, mentre pure a nulla era ridotta la partecipazione del popolo alla cosa
pubblica.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
del tempo, Francesco Sforza e Niccolò Piccinino. Ora, questi due invadono le
Marche e la Romagna. Ma il papa si allea con Venezia e Firenze e cerca di
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
guadagnarsi lo Sforza, investendolo della Marca d'Ancona (marzo 1434):
principio della fortuna sforzesca. Più ancora agisce sul papa un fatto nuovo
verificatosi nel regno di Napoli: la morte della regina Giovanna II senza eredi e
l'apparizione di Alfonso d'Aragona, re di Sardegna e di Sicilia, che, dopo aver
aspirato anche alla Corsica, aveva messo gli occhi su Napoli, quasi per
riprendere e compiere l'opera iniziata dall'avo Pietro dopo i Vespri. Adottato in
un primo momento dalla Regina, Alfonso era stato poi soppiantato da Luigi III
d'Angiò. Ora ricompare a farsi valere. Ma contro di lui si voltano tutti i governi
italiani. Alla generale levata di scudi contro Alfonso, partecipò anche Filippo
Maria Visconti: sebbene, forse, specialmente per riguardo a Genova, sua città,
nemicissima degli Aragonesi, che sarebbe stata capace di darsi alla Francia o a
Renato d'Angiò, che ora si opponeva ad Alfonso, come erede di Luigi III, se
avesse visto il duca incapace di difenderla. E fu evento decisivo della guerra
proprio la rotta che le navi di Genova e del Visconti inflissero presso Ponza ad
Alfonso. Il re stesso cadde prigioniero. Ma portato davanti al duca di Milano, la
scena cambiò. I due principi si sentirono più solidali che discordi: solidali
contro Renato d'Angiò che, dati i suoi legami con la Francia, costituiva un
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
pericolo serio anche per il ducato visconteo; solidali contro il papa, contro i
Fiorentini, contro i Veneziani,
forse anche contro lo Sforza che si era creata
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
una base propria e gettava gli occhi tanto verso le terre viscontee quanto verso
(/index.html)
quelle napoletane. Nuova guerra: da una parte, Filippo Maria e Alfonso,
CATALOGO (/CATALOGO/)
dall'altra una coalizione, al cui centro stavano Venezia, Firenze e Genova
ribellatasi al Visconti. Lo Sforza fu condottiero della coalizione. Risultato: il
Visconti ebbe la peggio, fu cacciato dalla Toscana e Romagna, perse altre terre
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
sull'Adda, dové maritare allo Sforza una sua figliola, cioè farlo erede; ma
Alfonso riconquistò le provincie del regno, aiutato da quegli stessi baroni che
già avevano aiutato il suo
LIBRIcompetitore, assediò
(/TRECCANILIBRI/) e prese
ARTE Napoli, vi entrò nel
(/TRECCANIARTE/)
1442, riprese in mano le redini del governo, riavvalorò l'autorità dello stato.
interessi mercantili nel regno e vedeva quel re, signore anche della Sardegna,
piazzato proprio a un trar d'arco dalla Toscana e da Livorno; opposizione nel
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
papa che non intendeva rimanere estraneo ai mutamenti dinastici di un regno
vassallo e da tenere ben sorvegliato. Nessun dubbio che questo ritorno in forze
del regno fece apparire al papa sempre più necessario assicurarsi Roma, tenerla
veramente da padrone, sottrarla alle suggestioni e ai pericoli che venivano dal
sud. Si vide questo con Eugenio IV e, più, con Niccolò V (1447-55), quando
l'opposizione conciliare fu vinta e il governo della Chiesa si raccolse
nuovamente in una sola mano. Apparve allora, in persona del cardinale
Vitelleschi, un nuovo Egidio Albornoz, che assoggettò Colonna, Savelli,
Caetani, Annibaldi, incamerò loro città, distrusse loro castelli, si ebbe dai
Romani accoglienze trionfali quasi nuovo padre della città dopo Romolo.
L'avversione ai feudatarî e quella ad Alfonso rendevano i Romani ben disposti
verso il papa e il suo governo. Ormai cadono a vuoto le esortazioni a
indipendenza, gli appelli alla grandezza repubblicana da restaurare: come si vide
con Stefano Porcari che nel 1447, alla morte di Eugenio, mentre Alfonso era
accampato alle porte, gridò libertà. Così il potere papale rimise radici a Roma,
come non mai. Il papato tornò romano, in modo definitivo, e si legò più
fortemente che nel passato alla sua sede. E riprese anche la vecchia fatica
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attorno allo Stato della Chiesa: fatica di Sisifo per un certo verso, ma non tanto
che non segnasse, in ogni sua fase, qualche progresso, se non altro per
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
il
logorarsi delle forze che le si opponevano; feudatarî e città. Nel 1429, anche
(/index.html)
Bologna si era sottomessa a papa Martino V, dei Colonna. Col cardinale
CATALOGO (/CATALOGO/)
Vitelleschi, emerse, in questo sforzo di restaurazione, Lodovico Scarampi,
patriarca di Aquileia. Sono essi uomini rappresentativi, in questa fase della
storia della Chiesa e del papato,SCUOLA
che è storia di un principe e di uno stato, storia
(/TRECCANISCUOLA/)
politica, più che di una religione. Ci vorrà un'altra rivoluzione, un'altra epoca
che, senza rinnegare il Rinascimento, riavvalori elementi della vita medievale;
ci vorrà questo, per rendere ai papi fisionomia
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) di papi.
ARTE (/TRECCANIARTE/)
misura a cui gli altri debbono adeguarsi. Nel secolo XIV e al principio del XV,
Venezia e Firenze erano stati solidali contro i Visconti; ora, Firenze e Sforza
sono solidali contro Venezia. Cosimo
TRECCANIde' Medici(/CULTURA/)
CULTURA è l'alleato di più decisivo
valore del nuovo signore milanese. Cade, di fronte alla nuova realtà, ogni
pregiudiziale antisignorile dei Fiorentini. Lo storico Guicciardini glorificherà,
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
per questo, Cosimo de' Medici, come salvatore della libertà d'Italia, perché
senza di lui i Veneziani si facevano padroni dello stato milanese e quindi di
tutta Italia.
stato. E questi mezzani stati e gli altri minori che gravitano attorno a loro, si
(/index.html)
raccolgono in una lega che intende alla conservazione dello statu quo, tanto nei
CATALOGO (/CATALOGO/)
rapporti reciproci dei collegati, quanto di fronte all'estero. Tutti gli stati
italiani, direttamente o indirettamente, vi trovano posto. E solamente stati
italiani, situati intra terminos italicos.
SCUOLA Non sono esclusi il principe vescovo di
(/TRECCANISCUOLA/)
Trento, non i signori del Trentino, il conte di Veglia nel Quarnaro, il conte di
Gorizia. Ma esclusi principi spagnoli; escluso il duca di Borgogna, che Alfonso
di Napoli avrebbe pureLIBRIvoluto includere fra gli
(/TRECCANILIBRI/) aderenti;
ARTE escluso, non facendosi
(/TRECCANIARTE/)
nessuna menzione di esso, l'impero. Come dire che gli eventuali legami
dinastici dei principi italiani con casati di oltre Alpi erano da considerare rotti,
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
agli effetti della lega; che anche l'impero era ancor di più messo fuori della vita
italiana; che anche il regno, divenuto una cosa sola con l'impero, finíva di
tramontare. Scomparivano ancheACQUISTA i resti della vecchia unità fondata dai
(/EMPORIUM/)
Longobardi. E tuttavia, questi stati territoriali, queste paci, questi trattati
segnano un progresso della nuova unità, nascente dal di dentro della vita
italiana. Una posizione moralmente elevata occupa in essa il pontefice, che,
insieme con Firenze, è più di tutti interessato al manténimento della pace. Egli
non rivendica più i diritti temporali del beato Pietro su gran parte della
penisola, come al tempo d'Innocenzo III; ma si vede chiaro come di una lega o
confederazione italiana solo il pontefice possa, eventualmente, essere capo. C'è
una specie di primato politico italiano della S. Sede, come di primus inter pares,
possibile fattore di coordinazione e di stabilità: e quindi anche ostacolo a
ulteriore unificazione.
Mai come in questi due secoli di storia italiana, la vita si presenta visibilmente
come lotta per l'esistenza, più
vittoria dei più forti, spietata soppressione dei
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
deboli, non il diritto ma la forza elemento decisivo, sia pur in vista di un nuovo
(/index.html)
diritto da creare e avvalorare. E non teorie o regole tradizionali che presiedano
CATALOGO (/CATALOGO/)
all'azione e la guidino, non preoccupazioni morali, non gran posto lasciato alle
forze trascendenti e alle istituzioni che le rappresentano e amministrano. Tutto
è calcolo, valutazione del momento fuggevole, controllo e dominio di sé, studio
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
degli uomini per attingere di lì la norma dell'operare, studio delle circostanze,
da afferrare o anche creare, in vista di un fine da raggiungere. Costruzione,
perciò, essenzialmenteLIBRI
individuale. Nelle memorie
(/TRECCANILIBRI/) del tempo, c'è poco posto
ARTE (/TRECCANIARTE/)
per masse o collettività, per partiti o altri nuclei organizzati. Neanche per le
famiglie, come unità patrimoniale e morale, c'è gran posto. Ma il primo piano
della scena lo occupano individui, dai tratti
TRECCANI ben(/CULTURA/)
CULTURA rilevati: condottieri, ministri,
papi, signori, qualche capopopolo, qualche frate riformatore di costumi o
capeggiatore di manipoli crociati o, per un momento, reggitore di città.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Questa realtà del tempo viene specificamente riflettendosi anche nei prodotti
dell'attività intellettuale. A essa si adegua il nuovo concetto dell'uomo, ora
guardato fuori degli schemi politici e religiosi, valutato in sé, nella sua virtù e
non in rapporto alla professione religiosa, alla nascita, alla ricchezza. Non
avveniva così delle altre cose? L'arte era stata come liberata da elementi
estranei, il bello cercato senza preoccupazioni politiche e morali (il Decameron
del Boccaccio, la Primavera del Botticelli). Il sapere era vagheggiato in sé, come
avente un suo proprio fine e pregio, come compito primo e vero dell'uomo, sua
missione (Petrarca e, più ancora, L. B. Alberti). La natura era stata osservata
con mente libera da preconcetti e con persuasione della sua autonomia, come
capace essa sola - a parte l'origine prima delle cose e il suggello di Dio creatore -
di spiegare sé stessa (Leonardo). Così anche l'uomo. E guardato in sé, l'uomo si
presenta agli occhi del tempo piuttosto ottimisticamente, centro o pernio e
forza motrice della vita, faber suae fortunae, libero di scegliere e attuare il suo
destino, capace di essere quel che vuole. La volontà, vera essenza dell'uomo,
quasi sinonima di umanità. Celebrato è l'uomo che si fa da sé, che dal nulla sale
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
ad alta posizione e alla gloria, diventata ora sommo bene. È come se la società
italiana, la borghesia italiana nata dalle città, celebri sé stessa riuscita a
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
essere,
da nulla che era, tutto o quasi tutto; come se celehri la signoria e il signore, che
(/index.html)
era pur egli, a modo suo, creatura di quella borghesia e, a modo suo, attuava
CATALOGO (/CATALOGO/)
quell'ideale dell'uomo che si fa da sé. Insomma, orientamento monarchico o
oligarchico di pensiero politico. Si presentono i grandi politici del Cinquecento.
Questa epoca di formazione deiSCUOLAprincipati non si può dire che abbia ancora un
(/TRECCANISCUOLA/)
suo coerente e organico pensiero politico. E tuttavia nei giuristi, nei letterati,
negli scrittori d'ogni natura, abbondano pensieri ispirati a un realismo nuovo,
elementi di dottrine vicine ad affiorare.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Questa Italia quattrocentesca che ormai poggia sul fondamento di cinque o sei
stati indipendenti, assai legati TRECCANI
fra loro, ognuno
CULTURA assai sensibile all'azione
(/CULTURA/)
dell'altro, e ha quindi raggiunto una relativa unità politica, vuole essere anche
guardata come crescente unità di cultura. Ne sono concreta manifestazione, pur
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
mentre hanno concorso a promuoverla: il diritto; il linguaggio volgare
letterario che nel '300 e '400 penetra da per tutto e si ritrova anche nei
documenti legislativi di Sicilia o Dalmazia; le arti figurative e costruttive e
plastiche che, sviluppatesi più in una regione o più in un'altra, più o meno
legate, nelle varie regioni, a tradizioni locali e a influssi stranieri, subiscono nel
corso di quei secoli un processo di assimilazione a cui forse nessun ambiente
artistico della penisola si sottrae. Le varie scuole locali o regionali agiscono
l'una sull'altra, per il tramite degli artieri che non hanno limiti locali e regionali
nella loro attività. Così le varie scuole artistiche rompevano il chiuso entro cui
avevano germogliato e diventavano, senz'altro, pittura italiana, scultura
italiana. Ora, si aggiunge la nuova cultura letteraria fondata sullo studio dei
classici, il più intenso culto per l'antico, l'ideale di Roma. Sviluppo di vita
cittadina e borghesia e capitalismo; contrasti fra Stato e Chiesa e reazione alla
medievale teocrazia; laicato e tendenza della vita a umanizzarsi e cercare e
trovare in sé le ragioni di sé stessa, progressi dell'assolutismo statale; esigenze
pratiche di varia natura spiegano questo rinascere. Il quale, in realtà, è
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
CATALOGO (/CATALOGO/)
È quasi la piena riconciliazione con Roma e in genere col mondo classico, col
mondo degli dei pagani, non più "falsi e bugiardi". Poiché dopo Roma si scopre
la Grecia, sempre più rivelata, dopo i primi irregolari contatti per tramite delle
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
provincie bizantine del Mezzogiorno, dopo i primi progressi del '300 nella
conoscenza del greco, dai viaggi di erudizione in Oriente, dai dotti bizantini
venuti per i concilî di Ferrara e Firenze o profughi
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) dopo la caduta di
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Costantinopoli, dai codici raccolti a centinaia laggiù per opera dei nuovi
pellegrini che presentivano l'imminente tempesta turca e correvano a salvare
quei venerandi avanzi. CentroTRECCANI
di questoCULTURA
interesse è specialmente Roma e la
(/CULTURA/)
e gente colta del '400 l'esigenza di un sapere che aderisca alla vita, serva alla
vita, e il sarcasmo per l'astratto filosofo, per l'uomo di lettere che sia solo uomo
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
di lettere, aggiustatore di parole, presuntuoso e, nel suo vano affaccendarsi,
ozioso; per l'uomo che totus deditus speculationibus ac literarum illecebris, come
dice il Vergerio, è poco utile alla città.
Roma non è terra ferace, in sé stessa. Poco vi nasce in fatto di cultura e arte. Ma
dopo la restaurazione papale, diventa luogo diARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) raduno di umanisti e uomini
(/TRECCANIARTE/)
d'arte di ogni regione attorno. L'umanesimo italiano espugna Roma. Gli artisti
italiani maggiori vi lasciano tutti una loro impronta, nel tempo stesso che da
essa ne ricevono. Cresciuti spesso nellaCULTURA
TRECCANI pratica degli stili e delle scuole locali,
(/CULTURA/)
qui essi si tuffano nella universalità. È il tempo che dalla Roma papale e
medievale, dalla Roma romana o mondiale, nasce la Roma moderna, la Roma
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
artisticamente itahana. Poco connessa, per l'addietro, col resto della penisola,
perché fiacca vi era la vita intellettuale, come ogni vita sociale, ora Roma si lega
a essa. Dopo Niccolò V, Pio II, Paolo II, Sisto IV, Roma diventa città italiana
veramente, la città italiana per eccellenza. Il papato, come ha stabile sede in
Italia e si mette a organizzare il suo stato, così assorbe gli elementi tutti della
vita italiana. Con ciò, può essere che esso ne scapiti come istituto religioso
alienandosi lo spirito di altri popoli che poi lo ripudieranno, opponendoglisi
nazionalmente e insieme religiosamente. Ma con ciò sempre più si riavvicina
all'Italia favorendo la tendenza degl'Italiani di nazionalizzare il papato, come le
altre nazioni la loro Chiesa. Fino al secolo XI i papi sono di frequente romani,
cioè di quell'aristocrazia locale che possedeva le fortezze, le terre, i castelli, gli
uffici tutti della città e del territorio. Poi, nell'epoca dei grandi contrasti con
l'impero per la lotta delle investiture, e più tardi al tempo dello scisma, il papato
risplende vieppiù nella sua cattolicità: papi tedeschi, italiani, francesi, inglesi.
Ma ora, dal '400, essi sono di tutte le regioni italiane, oriundi di Siena, di
Venezia, di Liguria, di Firenze. Alti uffici in curia e cappelli cardinalizî, e quindi
possibilità di ascesa al papato vi hanno Piccolomini, Barbo, Sforza, Riario,
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Aragona, Della Rovere, Cybo, Medici, benché li ottengano anche non Italiani.
Tutte le nuove dinastieISTITUTO
italiane(/ISTITUTO/)
sono presenti qui a Roma, attivamente,per
MAGAZINE (/MAGAZINE/)
A mano a mano che questa cultura italiana, fatta di conoscenza del mondo
classico, di letteratura umanistica, di storiografia,
TRECCANI di arti figurative e costruttive,
CULTURA (/CULTURA/)
il tutto animato da un senso nuovo della vita che precede, segue, insomma
accompagna la rinascita dell'antico; a mano a mano che questa cultura cresce e
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
si diffonde dai suoi centri maggiori su buona parte della penisola, creandovi
nuovi legami spirituali, e fornendo nuovi elementi alla formazione di una
nazione italiana; essa tende a dilatarsi fuori della penisola. Fino al sec. XIV, la
penisola vive molto d'influssi intellettuali che vengono dal di fuori. I centri
della cultura medievale, sia scientifica e filosofica, sia letteraria, sono piuttosto
altrove: nella Sicilia arabo-normanna e nella Spagna arabo-cristiano-giudaica;
nell'Inghilterra e Francia; un po' anche in Oriente, ricco di elementi artistici. E
dalla Francia filtravano influenze filosofiche e letterarie; dall'Oriente leggende,
novelle, motivi pittorici.
poi l'umanesimo italiano. A Praga, presso Carlo IV, esso lascia già a mezzo del
(/index.html)
sec. XIV tracce di sé: e dalle cancellerie di Boemia e Moravia penetra il
CATALOGO (/CATALOGO/)
Rinascimento letterario in Germania. Appaiono poi già nel '300, imitatori
spagnoli, specialmente catalani, di modelli italiani di ogni poesia: il che durerà
fino al '500. E dopo i poeti e novellieri, gli storici, i nuovi storici umanisti.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Storiografo di Alfonso d'Aragona è appunto, nel 1433, Guiniforte Barzizza, che
contribuisce a diffondere in Italia la fama di quel re e, quindi, agevolargli la
strada di Napoli. In Polonia troviamo nel secondo
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) Quattrocento Filippo
ARTE (/TRECCANIARTE/)
che hanno ottenuto sul finire del '300 il Tirolo e Trieste: e al principio del '400,
con Sigismondo, hannoISTITUTO
tentato(/ISTITUTO/)
un grande sforzo
di rivendicazioni nell'Istria
MAGAZINE (/MAGAZINE/)
e
nel Friuli e oltre, ai danni di Venezia. Sforzo vano, ma non cadde la speranza e
(/index.html)
la volontà di ritentare la prova, da parte austriaca e tedesca e da parte
CATALOGO (/CATALOGO/)
ungherese. Intanto, si aveva una lenta infiltrazione tedesca giù per l'Adige: e nel
corso del '400, più di un vescovo tedesco saliva sulla cattedra di Trento.
Quando poi, nella seconda metàSCUOLA del secolo, Mattia Corvino d'Ungheria, liberata
(/TRECCANISCUOLA/)
la sua terra, medita il riacquisto della Dalmazia, si lega in parentado con
Ferdinando di Napoli sposandone la figlia Beatrice, caldeggia a favore del suo
congiunto Federico d'Aragona il vicariato di ARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) Milano per poter avere qualche
(/TRECCANIARTE/)
autorità nelle cose di Lombardia, alle spalle dei Veneziani suoi nemici, coltiva
amicizie con le città marchigiane e, occupando dopo il 1485 Vienna, la
Carniola, la Stiria, si colloca proprio
TRECCANI alleCULTURA
porte della penisola. Genti tedesche
(/CULTURA/)
stanno battendo anche ad altre porte, oltre che di Trento e del Friuli: e sono i
montanari svizzeri, che durante la crisi viscontea, al principio del '400, avevano
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
occupato parte della Val d'Ossola e fattone un baliaggio, Valle Anzasca,
Valmaggia; infine Bellinzona (1419). Ricacciati indietro, con la riscossa di
Filippo Maria, erano tornati all'assalto dopo la sua morte. Aspre lotte con lo
Sforza fra il 1477 e il 1483. Il duca e il capitolo della chiesa milanese cedettero al
cantone di Uri la valle Leventina. La vittoria delle milizie svizzere a Giornico fu
decisiva. Crebbero le ambizioni dei Cantoni, alla vista delle belle terre
pianeggianti davanti a essi. Apparve loro possibile ritagliarsi un dominio nel
milanese; quanto meno, impedire che altra potenza se ne impadronisse. Anche
la Savoia era nella sfera d'espansione dei Confederati svizzeri, specialmente di
Berna. E ciò forse tratteneva il re di Francia, che fra gli Svizzeri arruolava le sue
migliori fanterie, dal tentare egli la non difficile impresa.
C'è poi la Francia che vanta i diritti degli Angioini su Napoli e non dimentica
che una Valentina Visconti aveva sposato un duca d'Orléans, anzi considera lo
Sforza un po' suo vassallo per il Milanese. Genova è pur essa sotto la sua mira:
Genova chiave di Lombardia, grande porto, fiorente marineria, molti denari,
possesso della Corsica, base di operazioni navali su Napoli. Anche gli Aragonesi
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
le tenevano da tempo gli occhi addosso, ma con minore fortuna. Essi facevano
paura, con la loro invadenza commerciale, la loro quasi padronanza del
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
penisola si era aperta alle influenze spagnole: e non solo il regno ma anche
(/index.html)
Roma e oltre Roma. Vi sono prelati spagnoli in curia, cardinali spagnoli, papi
CATALOGO (/CATALOGO/)
spagnoli; legami di parentela stringono la corte di Napoli con quelle di Ferrara
e di Milano. Si diffondono, in specie tra le classi superiori, cultura, lingua, gusti
e costumi, giuochi, spettacoli, vesti spagnole. E albagia spagnola, spagnola
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
enfasi e altezzosità verso il minuto popolo, spagnolo disdegno verso le attività
dell'operosa borghesia e il commercio. I più accettavano con molta indifferenza
questa merce forestiera. Ma(/TRECCANILIBRI/)
LIBRI in taluni non mancava certo rimpianto per il
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Più rapida e rovinosa è la marcia dei Turchi in Oriente, dove essi incidono
quasi sulla carne viva di Genova e di Venezia. È storia un po' a sé, questa, non
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
molto legata all'organismo dell'Europa centrale e occidentale. Ma tuttavia i
nessi non mancano, per il tramite di Genova e, più ancora, di Venezia che è,
insieme, potenza italiana ed europea e potenza levantina o coloniale. Certo,
queste repubbliche sono risospinte verso Occidente, sono portate a
intensificare la loro attività entro i limiti dell'Italia e dell'Europa. Nel '430
Salonicco che, anni prima, si era data a Venezia per paura dei Turchi, finisce
nelle loro mani. La caduta di Costantinopoli (1453) mette in balia del sultano le
colonie genovesi del Mar Nero, che debbono pagargli tributo. Subito dopo,
Focea con le sue miniere, Taso, Eno, Imbro, Lenno, Chio, cioè isole genovesi o
di signori genovesi, non lontane dagli stretti, passano sotto il dominio turco o
diventano tributarie del sultano. Fra il 1470 e il 1480, cade la colonia veneziana
della Tana, nel Mar d'Azov; cade Pera, davanti a Costantinopoli, e, con molta
strage, Caffa, in fondo al Mar Nero, che sono i due centri amministrativi e
commerciali dei Genovesi, vere colonne di sostegno di tutto l'edificio della
repubblica nel Mar Nero. Nel 1484, Baiazet acquista Licostomo e Moncastro,
emporî di Genova nel basso Danubio: e sono per lui due porte per meglio
penetrare nei paesi danubiani e quindi nel centro dell'Europa. Venezia si
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
verso gli Asburgo. E quando nel 1470 l'imperatore Federico III andò a Trieste,
vi fu chi, dalla città minacciata, si rivolse a lui come a difensore dai nuovi
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
barbari. Cominciavano cioè gli Asburgo ad apparire scudo dell'Europa
cristiana; ciò che ancor più li accreditò, ancor più li sollecitò nelle loro tendenze
espansive, anche esse rivolte specialmente verso l'Adriatico e l'Italia. Venezia e
l'Italia si risentirono anche in altro modo dell'avanzata turca verso occidente. Si
fece malsicuro e aleatorio il rifornimento di derrate necessarie, specialmente il
grano, per il quale Venezia era tributaria dei Balcani e del Mar Nero, oltre che
della Sicilia e della Puglia e della Romagna. Dalla metà del '400 in poi, il sultano
poté, nei rapporti e nelle guerre con Venezia, valersi di questo mezzo di lotta. E
Venezia dovette spesso cedere o transigere. Altra conseguenza dell'avanzata
turca: vasto esodo di popolazioni dall'interno della Balcania verso le coste. Così
fu accelerato quel lento cammino degli Slavi della Balcania verso le città
costiere e le isole della Dalmazia, che durava da secoli. Non solo: ma per alcuni
decennî, e specialmente durante l'invasione dell'Albania, ingrossò anche quella
corrente migratoria - Slavi, Greci, Albanesi - che muoveva dalle sponde
orientali dell'Adriatieo e dalla Grecia verso la penisola in terra d'Abruzzo, in
Puglia e Calabria, in Sicilia.
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industrie.
concorrenza straniera: p. es., dei drappi francesi, portati su dalla moda, come le
fogge di quel paese. Si sa che nella seconda metà del '400, le monarchie
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
d'Occidente svolgono un'accurata politica economica, che fa parte di tutta la
politica di afforzamento dello stato: promuovere industrie proprie,
specialmente tessili (lana e seta), ma anche metallurgiche (armi); porre ostacoli
alla esportazione delle materie prime e all'importazione di merci forestiere;
impedire l'uscita del denaro e incoraggiare quella dei prodotti paesani; dare
incremento alla marina mercantile, riservando ad essa il proprio traffico; ecc.
Insomma, inizî di mercantilismo.
L'Italia sta prendendo, nelle fantasie d'oltremonte, il posto che già aveva
occupato il lontano Oriente. Anche dall'Oriente, nuovamente in mano
d'infedeli, tornano a giungere richiami, come al tempo di Pier l'Eremita. E par
che il giovane e avventuroso re di Francia non sia insensibile a essi. Ma come
muovere in crociata verso l'Oriente, se non si dispone dei porti e delle navi
della penisola? Ecco che l'Italia deve anche servire alla cristianità, per
combattere il pericolo turco. Insomma, l'Italia non è stata estranea alla nuova
vita dell'Europa. Con il diritto romano, di cui ha rinnovato e propagato la
conoscenza, aveva concorso a rinforzare le monarchie. Con i suoi mercanti e
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banchieri aveva dato impulso alla vita economica dei paesi dell'Europa centrale
e occidentale. Con i suoi umanisti e storici, aveva messo davanti agli occhi
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) di re
e di ceti colti l'alto ideale di Roma conquistatrice e ordinatrice, avvalorato le
(/index.html)
dinastie, richiamato l'attenzione sull'Italia, come su un paese di desiderabile e
CATALOGO (/CATALOGO/)
facile acquisto. Nel '300 e nel '400, ammiragli genovesi hanno organizzato e
comandato forze navali portoghesi, francesi, spagnole; maestri d'armi italiani
hanno perfezionato l'artiglieriaSCUOLA
francese e fatto di essa la migliore d'Europa;
(/TRECCANISCUOLA/)
marinai veneziani e greci della flotta veneta sono passati a rafforzare la
nascente marina turca; piloti e agenti di compagnie commerciali genovesi o
fiorentine, operanti inLIBRI
paesi(/TRECCANILIBRI/)
oceanici, si chiedono se, navigando verso ponente,
ARTE (/TRECCANIARTE/)
non si debba giungere al Levante, ai luoghi delle spezie, che ora stentano ad
arrivare per via di terra, attraverso l'Asia anteriore e l'Egitto. Sono anch'essi,
pur volti ad attività pratiche, uomini
TRECCANI del Rinascimento,
CULTURA uomini del nuovo clima
(/CULTURA/)
Gli stati italiani alla vigilia delle nuove invasioni. - Gli stati italiani in questo
tempo hanno proseguito il lavoro di ordinamento interno che è, più o meno, di
tutti gli stati d'Europa, in questa fase di trasformazione sociale e quindi
istituzionale, nel senso di un maggiore accentramento statale, livellamento di
ceti, soppressione di particolari "libertà", impulso di attività economiche,
elevazione giuridica e morale del principe.
alla terra, quella che più aveva sofferto dalla guerra e più poteva avvantaggiarsi
della pace. Nuove colture furono introdotte o promosse, prima assenti o
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
limitate a poche zone: gelso, riso, materie di tintoria, fra poco il granturco. Si
cercò in certi luoghi, come nel Lazio, di regolare la caotica materia degli usi
civici, a beneficio delle comunità. Sisto IV fece qualche sforzo per migliorare le
paludi pontine e dare valore all'Agro Romano, mediante canali e strade. Nella
bassa Valle Padana, bonifiche, perfezionamenti di razze ovine ed equine. Del
resto, i tempi, da qualunque parte si guardino, portavano verso la terra. Le città
e la vita urbana erano giunte, per allora, al culmine, in molte zone dell'alta e
media Italia: e cominciava, qua e là, un certo deflusso di popolazione. Lo
sviluppo industriale, nei maggiori centri dell'industria, si era stabilizzato e in
alcuni luoghi già accennava a declinare; gl'investimenti in prestiti all'estero o in
commerci lontani diminuivano piuttosto che crescere. I gruppi sociali ascesi
con i traffici aceennavano a grandigia: e si aveva quindi non solo la passione del
bene spendere, al posto di quella del molto accumulare; non solo il largo
impiego di capitali in palazzi, in opere d'arte, in gioielli, in lusso, ma anche
l'investimento in terre. Ricchezze di recente formazione, capitali pericolanti o
superstiti al naufragio, cercarono di nobilitarsi e consolidarsi in poderi e ville,
rifugiarsi in seno alla alma parens. Quali che fossero i moventi, alla fine del '400
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si poteva constatare dal Guicciardini che tutta la terra italiana coltivabile, anche
le pendici montane, eraISTITUTO
in vario(/ISTITUTO/)
modo coltivata. L'affermazione non vapresa
MAGAZINE (/MAGAZINE/)
vecchio o nuovo che fosse, diviso e lacerato da mille discordie entro di sé, era
eguale e concorde nelloISTITUTO
spirito (/ISTITUTO/)
di ribellioneMAGAZINE
contro il (/MAGAZINE/) di
principe, nello spirito
rapina verso il popolo. Scemata era la sua potenza politica nel governo: ma
(/index.html)
cresciuta la sua autorità sui vassalli, anche perché è cresciuto l'uso del re
CATALOGO (/CATALOGO/)
d'infeudare città, per bisogno di denaro. Facile anche, a questo baronato,
trovare aiuti fuori del territorio: nel baronato romano che, avendo molti feudi
nel regno, è, di fronte al re, solidale; nel papa stesso che vuol tenere quel re
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
sempre sub ungula. Invano Ferdinando, figlio di Alfonso, tenta di mutare la
nobiltà castellana in nobiltà cortigiana.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Né del resto questo era solo fenomeno meridionale. Potente e oppressivo non
meno, il baronato sardo, che si può dire in gran parte creato dalla conquista
spagnola, dal '300 in poi. Irrequieta, rapace, volta sempre a guerre intestine e a
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
accostarsi con fiducia al signore. Anche qui, come nel sud, ma per ragioni
diverse dal sud, la molteplicità
delle dinastie succedutesi al comando, ognuna
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
altre potenti famiglie, sino a ieri eguali e solo da poco soverchiate nella gara:
quasi sempre con mezzi che avevano lasciato solchi di profondo rancore. Le
città dello stato si sentono ancora pocoCULTURA
TRECCANI legate al(/CULTURA/)
signore, ancora molto estranee
le une alle altre. Ancora si fanno concorrenza, ancora sono aperte agl'influssi
delle grandi casate che hanno nel territorio il loro centro, ancora sentono la
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
tentazione, a ogni segno di debolezza del signore, di restaurare quella "libertà"
che sempre balena davanti agli occhi. Si vede questo nello stesso dominio
visconteo, che pure era il più capace di creare suoi proprî tessuti connettivi, alla
morte di Filippo Maria Visconti e alla morte di Francesco Sforza. Anche
quando la borghesia cittadina non crea ostacoli al signore, non lo sorregge.
Sono scaduti gl'ideali civili che facevano capo allo stato di città; e invece, non
hanno ancora consistenza gl'ideali civili che trovano nel principato e nello stato
territoriale il loro appagamento. Altrove, il senso della grande patria, sia pure
vista attraverso il re, comincia a esser vivo e operoso. In Italia invece questa
grande patria è, se mai, l'Italia, ma patria tutta ideale, fatta di tradizioni
letterarie, di ricordi classici, di sentimento della comune discendenza da Roma
e della comune cultura, di radicata persuasione della propria superiorità di
fronte agli stranieri. A questa patria non corrisponde l'ordinamento politico.
Quindi, nelle città toscane e lombarde, per il momento, anche piemontesi,
sostanziale indifferenza per lo stato e le sorti della signoria; certa disposizione
ad accettare tutii i governi; crescente considerazione per i sovrani d'oltre Alpi e,
qua e là, desiderî affioranti che essi scendano in Italia a castigare questi tiranni e
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più ricchi, come Venezia, ad ansimare di 1atica, via via che il corso della storia
li metteva in contatto con più grandi organismi politici d'oltremonte e
d'oltremare, senza che fra essi TRECCANI
fosse possibile
CULTURA nessuna vera collaborazione.
(/CULTURA/)
I rapporti fra questi stati italiani sono quel che di più incerto, mutevole,
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
inquieto e torbido si possa immaginare. Incapaci a sopraffarsi e perciò venuti a
una pace che aveva certi caratteri di stabile sistemazione quasi federale, vigilata
dal pontefice, tornarono poi presto a gareggiare e insidiarsi, a creare particolari
raggruppamenti e in ultimo a combattersi. Si sono moltiplicati i legami fra
dinastie e governi della penisola. Rapporti diplomatici quasi permanenti ormai,
fra i maggiori di essi. Parentele molteplici. L'Italia è un fascio di stati, e non c'è
interesse di uno che l'altro consideri estraneo a sé. Ma è raramente azione
concorde, anche se le parole sono tutte un'invocazione di concordia. Gli
Aragonesi innegabilmente prevalgono in questo tempo, per titoli regi e per
ampiezza di territorî. E Alfonso non distoglie mai gli occhi dal vicino e sempre
nemico stato della Chiesa; non ha rinunciato a posarsi sul litorale toscano, utile
a protezione del regno da flotte che abbiano a Genova la loro base, volentieri si
prenderebbe Genova con la Corsica su cui gli Aragonesi accampano diritti. Ma
nel 1458 muore Alfonso. E poiché Sicilia e Sardegna vanno al ramo di Spagna,
così il regno di Napoli rimane solo. Equilibrio italiano sempre più perfetto. Ma
c'è ora una reviviscenza di pretese papali sul regno. Callisto III Borgia non
riconosce il nuovo re, Ferdinando, figlio illegittimo. Considera la dinastia
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
appello di Paolo II dopo la caduta dell'isola d'Eubea: e combina una lega con
Milano, Firenze, Napoli. Ma solo Ferdinando d'Aragona fornì dieci navi
all'ammiraglio veneto Mocenigo. Fra ilCULTURA
TRECCANI 1474 e il(/CULTURA/)
'75, Venezia trattò per
rinnovare con Firenze e Milano la lega, alle condizioni stesse del 1454. Ma non
approdò a nulla: e seguitò a perdere i possessi levantini, fino alla pace del'79,
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
che fu considerata e detta quasi vergognosa. Intanto Bartolomeo Colleoni, già
condottiero di Venezia, che aveva visto salire tanto in alto il suo collega e rivale
Francesco Sforza, mise insieme gente e nell'autunno del 1467 marciò su
Firenze. Presso Molinella (Imola) fu vinto e disperso: ma si disse da Medici,
Sforza, Aragonesi, che c'era di mezzo lo zampino di Venezia, in questa
spedizione. Sforza, Medici, Aragona, erano stati fino allora molto uniti. Ma
ecco nel 1478 la congiura dei Pazzi e dei Riario a Firenze, alla quale Sisto IV
non era stato estraneo: poiché egli è poco amico dei Fiorentini e dei Medici che
gli insidiano la Romagna; è invece molto amico dei Pazzi, rivali dei Medici nella
signoria e negli affari di banca e assai stretto ai Riario, soci nella congiura, in
vista di una sistemazione principesca, con l'aiuto del papa di lor famiglia. E
dopo la congiura, ecco Sisto IV in guerra con Firenze; ecco la sua alleanza con
Napoli e i suoi intrighi a Milano per impedirle che mandi aiuti a Firenze. E così
la triplice Sforza-Medici-Aragona, che dava certa fermezza alla penisola, è
scompigliata, mentre Venezia, che prima insidiava i Medici, ora li aiuta. I
papalini hanno dei successi, contro Medici e Venezia. Ma l'Aragonese teme di
questi successi del pontefice suo alleato. Lorenzo, poi, diffida dell'amicizia di
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
allarme. Essa ha certo molte ambizioni. Tiene gli occhi da per tutto, s'insinua
da per tutto. La padronanza del mare le permette di circuire tutta la penisola e
tentare tutte le porte, mentre l'ampia
TRECCANIfascia delle(/CULTURA/)
CULTURA lagune le dà sicurezza da parte
di terra. Ma le fantasie degli altri lavorano. E non c'è oscuro disegno che non si
attribuisca a Venezia. Per cui, quando poco dopo scoppiò guerra fra Venezia e
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
gli Estensi per Ferrara, oggetto di antica cupidigia da parte della repubblica,
Venezia ebbe alleati il papa e i Riario, nel proposito di spartirsi il dominio
estense, già antico pomo di discordia fra loro, per i diritti che curia romana e
repubblica egualmente vantavano su Ferrara. Si trattava anche di procurare al
conte Girolamo Riario, nipote del papa, uno stato. E di fronte a loro, Sforza,
Aragonesi, Fiorentini, Mantova, Bentivoglio signore di Bologna. Guerra
generale d'Italia. Vi furono successi iniziali dei due alleati Roma e Venezia (a
cui si unirono Monferrato e Genova). Ferrara, investita da terra e dal Po, fu
vicina a cedere. Ma allora il papa, temendo che della comune vittoria si
avvantaggiassero troppo o solo i Veneziani, si staccò da Venezia, s'intese col re
di Napoli, infido amico ma anche pericoloso nemico, perché fra l'altro gli
sobillava contro il baronato romano, dipendente anche da quella corona per
feudi che possedeva nel regno; e, non avendo potuto ottenere che essa
sospendesse la guerra per Ferrara, le si voltò contro, si unì agli altri, si impegnò
con le armi e con l'interdetto. Altra guerra quasi generale. Un esercito milanese
e napoletano penetrava in quel di Bergamo, di Brescia e di Verona. Una flotta
napoletana e pontificia, muovendo da Ancona, minacciò la Dalmazia. Ma
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Venezia resisté, ricuperò parte delle terre perdute, prese con la flotta Gallipoli e
altre città pugliesi, contro dei
gl'interdetti papali ebbe la sentenza favorevole
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Pace breve: ché nel regno i baroni, irritati dalle imposte crescenti, persuasi che
l'occasione fosse buonaLIBRI
dopo tanto travaglio del
(/TRECCANILIBRI/) ARTE re,(/TRECCANIARTE/)
congiurarono e insorsero. Il
papa, seguendo una vecchia politica, li aiutò. E così gli alleati di ieri contro
Venezia ridiventarono nemici. Roberto Sanseverino, ribelle al re, condottiero
dei Veneziani, ebbe il comando delle milizie
TRECCANI CULTURAdella Chiesa. Si combatté fino in
(/CULTURA/)
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Turchi che avevano assalito e preso Otranto, fornirono nel 1480 le popolazioni
del luogo. I borghesi diISTITUTO
Aquila e(/ISTITUTO/)
di altre cittàMAGAZINE
si diedero
al papa o si accodarono
(/MAGAZINE/)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Insomma, guerre sterili, come sterili sono ribellioni e repressioni: producono
solo sperpero di denaro, impoverimento di finanze statali, e, quasi da per tutto,
malcontento di sudditi. Nessuno stato è più forte dello stato vicino o della
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
coalizione che subito si forma, appena principe o repubblica mostri qualche
velleità d'ingrandimento. La quale coalizione, alla sua volta, dopo un anno o un
mese, si disfà, quando LIBRI
uno dei suoi membri accenni
(/TRECCANILIBRI/) a ottenere per suo mezzo,
ARTE (/TRECCANIARTE/)
il timore di Venezia, se poteva tenerli uniti per qualche tempo, se poteva farli
assistere con qualche compiacimento all'avanzata turca sopra le terre veneziane
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
di Levante, non li rendeva amici. Quindi, incapacità di fare buona guerra, a
causa dell'equilibrio delle forze; incapacità di fare buona pace. E la finissima
diplomazia dei nostri principi e governi si esauriva in sé stessa.
In tali condizioni, si capisce come gli argini all'invadenza degli stati d'Europa
nelle cose della penisola siano fiacchi. Un po' la perenne preoccupazione di
salvaguardare i molti interessi mercantili che Toscani, Lombardi, Veneziani,
Genovesi avevano all'estero; un po' speranza di ottenere vantaggi positivi; fatto
sta che i governi italiani oltre a fare una politica assai arrendevole, sollecitavano
anche l'intervento di questo o quel principe straviero.
Così, contro Venezia, dalla fine del '300, Scaligeri, Carraresi, patriarchi di
Aquileia, Visconti, non fanno se non invocare impero e re d'Ungheria. Ai
Turchi, nella loro marcia in avanti, Genovesi e anche Anconetani rendono più
di un servigio, cercando di stornarli verso i possessi di Venezia o dando una
mano contro le navi veneziane. Del resto, tutto l'atteggiamento dei principi
italiani in rapporto ai Turchi, nel '400, è piuttosto invitante. Firenze,
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Così gl'Italiani sono sì, da qualche secolo, governati da principi proprî, anche se
di straniera origine; ma, via via che i loro rapporti politici col di fuori si
moltiplicano, per iniziativa altrui o propria, si sentono come attratti dagli stati
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più grandi, si abituano a rimettere in essi le cose loro o a veder essi, comunque,
farsi quasi arbitri delle situazioni italiane. È un fenomeno di gravitazione
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) del
più piccolo sul più grande. Anche senza preciso disegno politico, gli
(/index.html)
ambasciatori o agenti diplomatici di Napoli o Firenze o Roma o Milano,
CATALOGO (/CATALOGO/)
contendendosi nelle corti straniere il favore di quei principi, mettevano davanti
agli occhi di signori e ministri il miraggio di una grande ricchezza e di una
grande debolezza italiana, congiunte insieme. Viceversa, davanti agli occhi
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
degl'Italiani, s'ingrandiva la figura di quei principi francesi o spagnoli o altro
che fossero. In essi pare che vedano più giustizia, più grandezza, più possibilità
e volontà di operare, più conclusiva
LIBRI attività. EARTE
(/TRECCANILIBRI/) da essi sollecitano quel che la
(/TRECCANIARTE/)
loro piccola patria, impotente o volta ad altro, non vuole o non può dare. Così
Pietro Martire d'Angera che, tediato dell'Italia dove tutto è divisione, dove
"non si trova di che sicuramente pascere
TRECCANI l'ingegno",
CULTURA va in Spagna al servizio di
(/CULTURA/)
quel re. Erano tempi in cui l'idea di nuove terre da cercare, nuovi commerci da
avviare, nuove ricchezze da conquistare circolavano come vene sotterranee
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
spesso affioranti. Era il bisogno di oro come mezzo per fronteggiare crisi
monetarie; erano le difficoltà che la conquista turca aveva create ai traffici tra
l'Asia e l'Europa e il desiderio di nuove strade; erano la sete di conoscere o le
ambizioni dei principi. E i paesi che, per posizione geografica o per presenti
condizioni storiche, offrivano più favorevoli prospettive ai progetti di viaggi e
di esplorazioni, attiravano: come erano i paesi rivolti verso l'Atlantico. Qui
capitò, poco prima del 1480, Cristoforo Colombo, genovese. Aveva fino allora
viaggiato il Mediterraneo e i mari portoghesi, a servizio della Casa Centurione
di Genova. Ma nel 1479 abbandonò Genova per Lisbona. Per alcuni anni,
Colombo visse laggiù la vita dei piloti, dei mercanti, degli armatori, fra il
Portogallo, Madera, le Azzorre, la costa della Guinea. Si fece la persuasione che
giungere all'Asia puntando verso occidente fosse assai più breve che girando
attorno all'Africa. E attorno al 1480, Colombo concepì il piano di una grande
navigazione in quel senso. Per circa quattordici anni, perseguì il suo piano.
Bussò alla porta di molti re e governi, per avere i mezzi necessarî. Trovò
finalmente ascolto presso il re di Spagna; sciolse nell'agosto '92 le vele verso
ponente, giunse a certe isole che credé le Indie o il Catai, insomma l'Asia, ne
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riportò saggi d'oro e spezie. L'anno appresso, già tutta l'Europa era piena della
grande notizia, i re guardavano con invidia a Ferdinando, il pontefice
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
tracciava
da un polo all'altro la linea di demarcazione fra i possessi portoghesi a est delle
(/index.html)
Azzorre e del Capo Verde, e i nuovi e futuri acquisti spagnoli a occidente.
CATALOGO (/CATALOGO/)
Prima che il secolo morisse, Amerigo Vespucci fiorentino, Giovanni Caboto
genovese, e poi anche cittadino veneziano, avevano compiuto i loro primi
viaggi, riconosciuto il vasto continente americano, presone possesso per i re di
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Spagna e d'Inghilterra.
Sforza e Aragonesi, dopo che il Moro, spinto anche dalla moglie Beatrice e dal
suocero, Alfonso d'Este duca di Ferrara, aveva mostrato di volere passar sopra i
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
diritti del giovane Gian Galeazzo, sposo di una principessa aragonese. Nel 1492
morì Lorenzo il Magnifico. Ed era appena morto, che già si diffondevano voci
di una lega tra Firenze, pontefice, re di Napoli, contro il Moro e di minacce
veneziane al Moro. Nel 1483 era salito al trono di Francia Carlo VIII, giovane e
fantasioso, che, fatto re dopo un lungo lavoro di assestamento interno e quando
la Francia tornava a riaffacciarsi sul mondo, a rinfrescare le vecchie ambizioni,
a riassumere i vecchi compiti fra politici e religiosi, si lusingava di essere il re di
questa restaurata Francia, il nuovo martello degl'infedeli, il nuovo Carlo
Magno. Obiettivi territoriali varî erano, più o meno precisi, davanti alla
politica francese: la regione renana, innanzi tutto. Sfasciatosi lo stato
borgognone, in seguito alle vittorie di Svizzeri e Francesi, una parte dell'eredità
era andata al re di Francia che in quel tempo raccoglieva anche altre eredità,
quella di Provenza, Angiò, Maine, Bretagna; ma l'altra parte, a Massimiliano
d'Asburgo, fatto nel 1486 anche re dei Romani. Si trattava ora, per la corona di
Francia, di ricuperare anche questa parte dell'eredità borgognona. Ma la
politica francese puntava anche verso le Alpi. E, con Carlo VIII, verso le Alpi
più che verso il Reno, sia per i fini imperiali che vagamente balenavano al suo
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spirito, sia per le minori difficoltà che da quella parte si profilavano. Contro la
politica espansiva sul Reno, gravi erano gli ostacoli. Invece, da Milano,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
profezie erano in corso di attuazione, che Carlo era lo strumento del Signore
per distruggere i vizi, riformare le cose deformi. E la gente lo seguiva.
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
I vecchi
fermenti della vita medievale agitavano la città, come sempre nei momenti
(/index.html)
gravi, come spesso nei momenti in cui il vecchio spirito comunale risfavillava
CATALOGO (/CATALOGO/)
contro la signoria: era il caso di Firenze. E poiché Piero de' Medici,
consegnando ai francesi le due fortezze di Sarzana e Pietrasanta e altre che
sbarravano la strada litoranea diSCUOLA
accesso alla Toscana, fornì ai Fiorentini nuova
(/TRECCANISCUOLA/)
materia di malcontento, così il moto antimediceo esplose, Piero fu cacciato; re
Carlo trovò i cittadini disposti a pace ma anche disposti a guerra se egli voleva
far da padrone; riebbe LIBRI
vita un regime popolare
(/TRECCANILIBRI/) imperniato
ARTE sopra un consiglio
(/TRECCANIARTE/)
maggiore, aperto a tutti i cittadini, e sopra un consiglio degli Ottanta, eletto dal
primo: insomma, qualcosa della costituzione veneta, assai ammirata allora.
Intanto Pisa si ribellava a Firenze, acclamando
TRECCANI CULTURA i(/CULTURA/)
Francesi come liberatori; e
poco dopo altre città del dominio si ribellavano. Nelle terre della Chiesa si
scatenava l'anarchia e il papa nulla fece militarmente per arrestare l'invasione.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Molti prelati aspettavano Carlo; e il popolo sperava che, riaperte le vie del
mare, chiuse ora dalle galere napoletane, potesse cessare la carestia. Inoperoso
se ne stette anche Alfonso di Napoli. Confidava in Spagna, aspettava genti
dall'Albania, si rimetteva nelle mani della fortuna. E il regno cadde, senza colpo
ferire.
ma piuttosto nel senso di libertà dei singoli stati da ogni egemonia di altro stato
italiano. Ora, invece, la parola significa indipendenza di tutti gli stati, di tutti
gl'Italiani, da dominio di stranieri, e appare
TRECCANI espressione
CULTURA come di un
(/CULTURA/)
Della Rovere, vinse le ultime ritrosie di Venezia, a cui non sfuggivano i pericoli
della mala compagnia straniera, e ottenne il suo concorso per l'impresa del
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
milanese, in cambio di Cremona e altre terre sull'Adda (trattato di Blois); un
mese dopo, guadagnava a sé anche papa Alessandro VI e i Borgia, e otteneva,
fra l'altro, libertà d'azione per l'impresa di Milano, concedendo al duca Cesare il
ducato del Valentinois e future nozze con una d'Albret, oltre ad aiuti militari e
diplomatici per la riconquista delle Marche e Romagne dalle mani dei
signorotti locali. Così la Francia, già isolata, costituiva attorno a sé, in Italia e in
Europa, una rete di amicizie e solidarietà. Obiettivo primo e massimo, questa
volta, Milano, oltre che Napoli: anzi, Milano, prima e più che Napoli, non solo
per avere così l'appoggio dei Veneziani, ma anche per l'esperienza fatta che le
chiavi del sud erano nella Valle Padana, specie quando non si avesse una
propria flotta.
In tal modo Luigi XII, assunto il titolo di duca di Milano, conquistò fra l'agosto
e il settembre del '99 il ducato. Il 2 settembre, capitolava la cittadella di Milano.
Lo Sforza era isolato. L'alleanza con Massimiliano, impegnato contro gli
Svizzeri, poco gli valse. Questi tuttavia accolse ospite il Moro fuggiasco, gli
fornì certa quantità di uomini e di artiglierie, rese possibile a lui, assoldate
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la corona di Spagna, nella cui fiducia l'Aragonese riposava: ma un po' anche per
Venezia e per il papa, che vendettero la loro neutralità, ricevendo in cambio
quella il diritto di conservare iTRECCANI
suoi porti pugliesi,
CULTURA questo nuovi aiuti d'armi per
(/CULTURA/)
Così, Francia nella Valle del Po e a Genova; Spagna nel Mezzogiorno. Le due
monarchie sono ormai arbitre della situazione. All'equilibrio degli stati italiani
si è sostituito l'equilibrio di Francia e Spagna in Italia e, in certo senso, in
Europa. Di valore decisivo, per la Spagna, era stato l'antico possesso della
Sicilia, vera testa di ponte sulla penisola. Napoli, che era il più vasto stato
italiano, e Milano, che era il più reputato dei nuovi principati, sono a terra. E
ferito è anche il prestigio, il credito politico dello stato fiorentino, dopo il 1494,
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
anche per la grave crisi morale e istituzionale che prende nome da Girolamo
Savonarola. Vi è un momento
che anche lo Stato della Chiesa sembra destinato
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Napoli. E un po' per questa contrarietà francese, un po' perché intanto le azioni
spagnole si risollevavano nel regno, dopo Cerignola e Seminara, i Borgia, che
ormai pare si fossero fissati nell'idea
TRECCANIdella Toscana,
CULTURA si raccostarono, pur senza
(/CULTURA/)
secolarizzazione morale che esso aveva subìto, nell'età precedente, per effetto
della politica spregiudicata e dei propositi nepotistici dei papi. Così, ciòche
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
il Cattolico a Savona, poco dopo che il re di Francia, con l'aiuto della flotta
spagnola, aveva represso la ribellione di Genova. L'anno appresso
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Massimiliano, contrariato da questa alleanza, fallitogli il piano di riunire tutte le
(/index.html)
forze della Germania contro la Francia, cercò compensi altrove, pensò di
CATALOGO (/CATALOGO/)
prendere a Roma la corona imperiale, si volse contro Venezia che non
intendeva lasciar libero il passo al suo esercito. Dopo Francesi e Spagnoli,
comincia a prendere posto, fra SCUOLA
i protagonisti del dramma italiano, la casa
(/TRECCANISCUOLA/)
d'Austria.
commerci, dopo iniziati i grandi viaggi oceanici e scoperte le nuove vie per le
Indie e preso possesso delle nuove terre. Ora comincia l'assalto armato
dell'Europa. Nel 1508, guerra TRECCANI
di Massimiliano,
CULTURA dal Trentino al Quarnaro:
(/CULTURA/)
d'Ungheria che ripensava sempre alla Dalmazia, Savoia che vantava diritti su
(/index.html)
Cipro, il duca di Ferrara che intendeva ricuperare il Polesine, il duca di
CATALOGO (/CATALOGO/)
Mantova che pure aveva da rivendicare qualche cosa. Si ebbe, così, resa
possibile e dalla comune avversione e cupidigia contro Venezia e dalla
mobilitazione ormai avvenuta di tutta Europa attorno al Mediterraneo e
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
all'Italia, una vasta coalizione (Cambrai, 10 dicembre 1508), quale mai si era
avuta, neanche contro gl'infedeli, sebbene essa proclamasse ora di voler
intraprendere, viribus unitis, una spedizione proprio
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) contro gl'infedeli, cioè i
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Turchi. Ma bisognava cominciare, si legge nel proemio del trattato, col mettere
a freno i cupidissimi Veneziani e castigarli delle offese fatte alla Santa Sede e
alle potenze. Lo stato veneziano era, sulla carta, fatto a pezzi; Venezia, ridotta
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
alle sue lagune; la parte del leone, assegnata a Massimiliano, cioè Rovereto,
Verona, Vicenza, Treviso, Padova, il Friuli, il patriarcato di Aquileia. Si mosse
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
prima l'esercito di Francia, dal Milanese. Venezia, che non si perse d'animo e
fece vasti preparativi di guerra, lo affrontò. Guerra veneziana, naturalmente,
ma combattuta con certo sentimento di fini più che veneziani, contro un
nemico ereditario e capace di eccitare oltre Alpe, fra i Tedeschi, una reazione
nazionale di popolo e di principi, in odio a Venezia e agl'Italiani. La gravità del
pericolo e la pochezza delle forze in confronto alle avversarie, portò i Veneziani
a mettere la loro guerra quasi sotto gli auspici dell'Italia, a sollecitare un'ideale
solidarietà dell'Italia.
la iustitia per la pace per la libertà de la povera Italia, da' barbari lacerata". Fino
a che, 3 ottobre 1509, Massimiliano, disperato di vittoria, levò il campo.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
era dato merito di custode delle frontiere, si direbbe che fosse giunto, dopo
Venezia, il momento del papato. Non bisogna attribuire a questo atteggiamento
un senso che non poteva avere. Ma possiamo bene ammettere che, avendo il
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
così il tenace sforzo degli Svizzeri di sboccare sul Lago Maggiore e sul lago di
Lugano, cioè, in fondo,ISTITUTO
sulla pianura
lombarda. Parve anzi che dopo Francesi
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
e
Spagnoli, gli Svizzeri, anche in virtù dei richiami della Santa Sede, entrassero
(/index.html)
anch'essi nella gara: e non tanto come mercenarî, quanto come parte in causa.
CATALOGO (/CATALOGO/)
Machiavelli era turbato da questo "fiume tedesco", quasi avanguardia
germanica, che avanzava. Ora esercitano una specie di protettorato su tutto il
ducato. Ma più preoccupanti ancora, come è naturale, apparvero i progressi
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
degli Spagnoli che si erano piantati a Firenze e in altri punti della Toscana, e in
Roma stessa, pare si volessero mutare da alleati in padroni. E Giulio II credette
di dovere, dopo e insiemeLIBRIal pericolo franceseARTE
(/TRECCANILIBRI/) tuttora vivo anche nei riguardi
(/TRECCANIARTE/)
Francesco I e Carlo V. - Era morto Giulio II, mentre ormai quei "barbari" che
egli voleva cacciare dall'Italia, ma che troppo viceversa richiamava alle cose
d'Italia, vi spadroneggiavano. E Leone X di casa Medici, che gli successe, si
destreggiò tra i varî potentati, specie tra Francia e Spagna. Politica oscillante e
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
ambigua, sia perché difficile la situazione, sia perché troppi e contraddittorî gli
obiettivi. Leone X voleva
impedire, con l'aiuto di Spagna, una ripresa francese,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
conchiuse nel novembre con gli Svizzeri, fino allora acerrimi avversarî di una
dominazione francese in Lombardia; un accordo fece con Massimiliano
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) a
Bruxelles nel dicembre, a cui seguirono conferenze e patti segreti tra Francesco
(/index.html)
I, Massimiliano e Carlo d'Asburgo, arciduca dei Paesi Bassi ed erede di
CATALOGO (/CATALOGO/)
Ferdinando il Cattolico in Aragona, Sicilia, Sardegna, Napoli. Questa volta si
abbozzarono cose grandi: un regno d'Italia, dal Friuli a Pisa e Siena, fatto quasi
tutto di spoglie veneziane, per Carlo d'Asburgo; un regno di Lombardia, da
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Mantova alle Alpi piemontesi, con Milano, Monferrato, Asti, Genova, per la
Francia. L'uno e l'altro, feudi dell'impero. Così, pacificati i tre maggiori
potentati d'Europa, regolate le loro contese inARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) Italia, grande pomo di discordia,
(/TRECCANIARTE/)
Nel 1519 avvenne un fatto grande: Carlo d'Asburgo, che già aveva preso
possesso del regno d'Aragona ed era stato proclamato anche re di Castiglia,
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
succedeva, col fratello Ferdinando, a Massimiliano suo nonno nei dominî
austriaci; e poco dopo, ascendeva al regno di Germania. Così l'Italia, che si era
trovata sino allora di fronte ad Austria e Spagna, vedeva ora cumulati in una
sola dinastia gl'interessi e i diritti dell'uno e dell'altro stato in Italia. Fra i
ministri e consiglieri di Carlo V, vi è un italiano, Mercurino Arborio di
Gattinara, avvocato e giurista torinese già entrato a servizio degli Asburgo e
salito assai in alto in Borgogna. Nominato da Carlo gran cancelliere dei suoi
regni, vincendo l'avarizia dei Fiamminghi e le preoccupazioni nazionali degli
Spagnoli che temevano per la borsa e per le cose di Spagna, Mercurino lavorò
per ottenere a re Carlo, in concorrenza con Francesco I di Francia, l'elezione a
re dei Romani, che voleva dire a imperatore. E gli riuscì, nel 1519, salendo poi
anch'egli alla dignità di gran cancelliere dell'impero. Sopravvivevano in lui
vecchie idealità: papa e imperatore concordi, pace e religione promosse, il
mondo sotto un solo pastore: insomma la monarchia universale. Due partiti
erano presso Carlo nel consiglio imperiale, dopo l'elezione del 1519: piena
intesa con Francia; guerra alla Francia. E prevalse, per opera del Gattinara che
lo capeggiava, questo secondo partito che trovava buon giuoco nelle eguali
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 503/1196
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dell'impero, dall'altra Leone poneva sotto l'alta autorità di lui Milano e Genova.
Al papa erano restituite le città emiliane, Carlo assumeva la protezione dello
Stato della Chiesa e dei Medici.TRECCANI
Coi denari del papa
CULTURA si sarebbero assoldati
(/CULTURA/)
Svizzeri per ricuperare il milanese. Vasta guerra. Fra i nemici di Francia, anche
il re d'Inghilterra che, interpostosi come paciere, fu persuaso proprio dal
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Gattinara, inviato di Carlo V, spettare a Francesco I la responsabilità della
rottura. Così, il milanese fu ritolto ai Francesi; il 19 novembre, Francesco
Maria Sforza, con gli Svizzeri, rientrava in Milano e donava riccamente il gran
cancelliere. I Francesi erano per la terza volta cacciati dall'Italia. A questo
punto, morì papa Leone. E qualche guadagno di Carlo V andò perduto. Ma le
sue fortune non si arrestarono. Nel gennaio del 1522 ascese al papato una sua
creatura, un fiammingo già suo precettore e, in ultimo, suo luogotenente in
Spagna, Adriano VI.
uffici pericolanti. Tenere presente quel senso, allora sempre più diífuso, di una
(/index.html)
crescente minaccia che si addensava sull'Italia da parte di stranieri. E anche
CATALOGO (/CATALOGO/)
quell'orgoglio e presunzione del mondo letterato italiano, che facilmente si
urtava e reagiva a ogni disconoscimento altrui.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Come si temeva, Adriano VI non solo colpì tanti piecoli interessi di una città
che, economicamente, era quasi appendice della curia, ma s'isolò, si estraniò da
Roma, non si occupò di politica,
LIBRI cosa quasi incomprensibile
(/TRECCANILIBRI/) ai Romani, offese
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Volendo essere, innanzi tutto, papa, Adriano VI per qualche tempo si tenne
imparziale fra le due parti contendenti. Ma poi anch'egli si accostò a Carlo V.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Anche Venezia fece alleanza con Carlo V, nel luglio. Per lui parteggiavano, in
stato di maggiore o minore autonomia, Sforza dì Milano, Medici fiorentini,
repubbliche di Lucca e di Genova, Savoia e Gonzaga di Mantova. Insomma,
l'Italia, raccolta tutta attorno a Carlo V, che aveva dalla sua anche il re
d'Inghilterra e il fratello Ferdinando d'Austria. Pareva allora che spirito
aggressivo, volontà di guerra, ambizioni di primato, pericolo per la "libertà"
italiana, fossero più dalla parte della Francia, nazione popolosa, compatta,
centrale in Europa, tutta nelle mani del suo re, che non dalla parte dell'Asburgo.
Scopo della coalizione veniva proclamata la "libertà d'Italia". E realmente
sull'Italia si ostinava lo sforzo dei Francesi. Nell'autunno del 1523, vi fu un
tentativo del Bonnivet di riprendere il ducato di Milano. E non riuscì. L'anno
appresso, inseguendo un esercito spagnolo e tedesco che aveva invaso la
Provenza, Francesco I in persona ritentò. E parve con migliore fortuna. Rimise
piede anche a Milano e assediò in Pavia i Tedeschi di Carlo V, guidati da
Antonio de Leyva. E qui avvenne, al principio del 1525, la battaglia decisiva.
Pericolosa la situazione del re di Spagna e Germania e delle sue truppe in
Lombardia. Ma i suoi generali combatterono con risoluta volontà di vincere,
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
oneri dai vincitori: né solo quelle dei paesi soggetti e occupati, ma anche quelle
dei piccoli stati indipendenti, Lucca, Ferrara, Siena, Monferrato, anche
Venezia. Fra generali e ministri di Carlo
TRECCANI V c'era(/CULTURA/)
CULTURA diverso avviso, riguardo
all'Italia: trattarla come terra di conquista, trattarla col bastone, suggerivano
Antonio de Leyva, il Pescara, Carlo di Lannoy viceré di Napoli, Enrico di
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Nassau ecc., insomma specialmente i generali e, per giunta, di nazionalità
spagnola o tedesca. Seguiva diversa sentenza il gran cancelliere Gattinara. E
l'imperatore dové imporre silenzio alle due parti contendenti. Il Gattinara
consigliava accordi con gli stati italiani, accordi col papa, per togliere così ogni
base ai Francesi in Italia od ogni possibilità loro di riscossa.
Fra questi contrasti, prevaleva il parere di quelli che, intanto, avevano l'esercito
in mano, cioè i generali. Quindi violenze, estorsioni, taglie, saccheggi. Cosi si
riabilitò un poco, nell'opinione pubblica, il ricordo dei Francesi, per alcuni anni
impopolarissimi in Italia, come quelli cui si attribuiva la responsabilità prima e
massima di avere mosso quella grande rovina di guerre. Speravano i politici in
Solimano che avanzava in Ungheria, alle spalle degl'imperiali; ma pensavano
anche ad aiutarsi da sé.
Per la libertà d'Italia. - Tornava a galla il vecchio pensiero della lega italiana.
Dalla Francia, venivano incitamenti di resistenza e di guerra, e offerte di aiuti.
L'unione delle corone di Spagna, Germania e impero, gli ultimi fatti d'Italia e il
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
colpo di Pavia, avevano dato materia di molte riflessioni a quella corte. Alla
quale ne venne il primoISTITUTO
impulso che,
a quell'orientamento verso l'impero turco
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
ebbe la cattiva idea di trattare col marchese di Pescara, generale di Carlo V, uno
dei maggiori artefici della vittoria di Pavia, spagnolo di origine ma, da
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
una
generazione, italiano. C'era, per ragioni diverse, del malcontento in parecchi
(/index.html)
fra i personaggi vicini a Carlo. Il gran cancelliere vedeva con ira gli eccessi della
CATALOGO (/CATALOGO/)
soldatesca che nessuno frenava. Invano chiedeva che si sottoponessero a
processo i responsabili maggiori. Addossava loro la colpa del fallimento della
politica conciliativa verso gl'Italiani e la responsabilità dei loro accordi con
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Francia, si sentì anche lui italiano e balenò anche a lui il pensiero che, cacciati i
Francesi, sarebbe poi venuta la volta degli Spagnoli. Il Pescara, "come
malcontento dell'imperatore e come italiano",ARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) dava(/TRECCANIARTE/)
materia a sperare che
potesse mettersi nel servigio della lega. Il compito di queste trattative l'ebbe il
Morone, segretario dello Sforza e più vicino al Pescara, del quale cercò
lusingare l'amor proprio offeso e l'ambizione,
TRECCANI CULTURAprospettandogli,
(/CULTURA/) oltre che una
possibile corona, il regno di Napoli, anche la gloria di andare incontro alle
legittime aspettazioni degli Italiani e della S. Sede e di farsi liberatore di questa
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
patria comune. E da allora Milano divenne altro centro di attività diplomatica e
d'intrighi, insieme con Roma e, per qualche tempo, più di Roma. Le file
dell'accordo, che si complicava con una congiura, le tenne nelle sue mani il
Morone. Solo che il Pescara ascoltò ben bene le proposte dei collegati,
s'informò come stavano le cose e poi, o non avesse animo da tradire il suo
signore, egli che si sentiva più spagnolo che italiano, o non avesse fiducia che
quei governi e ministri e italiani tutti potessero condurre bene a termine
un'impresa di tal genere, arrestò il Morone (14 ottobre 1525), svelò tutto
all'imperatore, lo consigliò anzi ad accordarsi con la Francia per conquistare e
spartirsi insieme l'Italia. E intanto attuava per conto proprio quella politica di
energiche misure militari che egli caldeggiava, in opposizione a Mercurino da
Gattinara.
E tuttavia, anche dopo questo insuccesso, non cessarono le pratiche, per quanto
volte più ad accordi diplomatici che ad apparecchio di armi; non caddero le
speranze, anzi l'ottimismo di molti: tanto più che, dopo qualche mese, il Pescara
venne a morte. Si dubitava assai della sincerità della corte di Francia e della
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
reggente che stava sempre sul generico e intanto seguitava per conto suo a
trattare con Carlo V perISTITUTO
la liberazione del figliuolo. Che essa voglia
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
lega di Cognac, 22 maggio 1526, lega santa anche questa, re, Venezia,
Fiorentini, lo Sforza, il ISTITUTO
papa, che
ne sarebbe stato il capo. Lo Sforza doveva
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
essere conservato nel milanese; gli altri principi italiani rimessi nello stato di
(/index.html)
prima. La lega, sebbene rivolta contro Carlo V, gli lasciava aperto l'uscio per
CATALOGO (/CATALOGO/)
entrarvi, se voleva. Ma quando si fosse venuti a guerra con lui, la Francia
s'impegnava di dare denari e soldati per collaborare coi soldati dei governi
italiani, specialmente alla riconquista del regno di Napoli che era da
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
riconsegnare al papa. Per sé il re di Francia si riserbava solo la sua vecchia
contea di Asti e il vecchio protettorato su Genova. Gl'Italiani si premunirono,
dunque, anche di fronte al re.
LIBRI Per questo vollero
(/TRECCANILIBRI/) ARTEche lo Sforza fosse fra i
(/TRECCANIARTE/)
Ma, dopo il primo assalto non riuscito, esso si ritirò su Melegnano: né il duca
d'Urbino, generalissimo, volle ritentare, mentre i difensori del castello di
Milano capitolavano per fame. E la sfiducia cominciò a prendere il posto della
fiducia; il pessimismo, dell'ottimismo. Al solito: il desiderio di liberazione che
animava una parte non piccola del ceto politico italiano e, vagamente, anche
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Dal sacco di Roma alla caduta di Firenze. - Si sa quel che avvenne dopo la
mancata liberazione di Milano da parte dell'esercito della lega. Non riuscita
quell'impresa, nessun'altra ne riuscì: non il tentativo delle milizie fiorentine e
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combattere il suo re. In realtà esse, come non obbedivano più all'imperatore
che certo non è ammissibile volesse un'impresa come quella, così neppure ai
loro capi immediati. La lega aveva ancora
TRECCANI un esercito
CULTURA non inferiore a quello che
(/CULTURA/)
Il sacco di Roma aggravò naturalmente la paralisi della lega. Mentre il papa era
chiuso in castel S. Angelo e invocava disperatamente denari e soldati, nessuno
diede denari; e l'esercito della lega comandato dal duca d'Urbino che stava nelle
vicinanze e pure avrebbe potuto approfittare del caos dell'esercito imperiale,
immerso nella rapina e nelle orgie sacrileghe di Roma, non si mosse: anzi, si
allontanò dalla città. Si fece di peggio. I due collegati italiani superstiti subito
approfittarono della rovina del terzo: e mentre Parma e Piacenza si
dichiaravano libere dalle somme chiavi e Sigismondo Malatesta riprendeva
Rimini e i Bentivoglio Bologna e il duca d'Este occupava Reggio e Modena, e
Andrea Doria pensava se non fosse il caso di passare a Spagna; ecco che Firenze
metteva alla porta il governatore mediceo, e ristabiliva il governo popolare;
ecco che Venezia rioccupava Cervia e Ravenna, pur trattando col papa per
intendersi con esso ed evitare che i saccheggiatori di Roma si volgessero su
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Venezia. Insomma, poco mancò che tutto lo Stato della Chiesa non andasse a
catafascio nuovamente:ISTITUTO
anche a(/ISTITUTO/)
non contareMAGAZINE
quel che(/MAGAZINE/)
gli Spagnoli si presero
essi in pegno, quando il papa fu costretto, da castel S. Angelo, a capitolare,
(/index.html)
sottostando ai durissimi patti che il nemico volle imporgli. È il fallimento pieno
CATALOGO (/CATALOGO/)
della lega di Cognac, per quanto riguarda le cose italiane, dopo tolti di mezzo o
umiliati o isolati i membri italiani della lega. Colpa loro e della loro cattiva
concordia; ma anche colpa degliSCUOLA alleati(/TRECCANISCUOLA/)
d'oltre Alpe. Una pronta azione francese
avrebbe dato durata ed efficacia maggiori alla lega. Ma la Francia, larga di
parole, fu avarissima di fatti. Non aveva ancora rinunciato ad acquisti proprî.
Tenere la Spagna e l'impero lontani dalla penisola
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) non le bastava. Perciò
ARTE (/TRECCANIARTE/)
giuocava anch' essa doppio. Trattava con gl'Italiani, ma anche, alle loro spalle,
coi loro nemici. Gl'Italiani notavano tutto questo. Il timore di essere lasciati soli
e logori di fronte all'imperatore li trattenne
TRECCANI spesso
CULTURA dall'impegnarsi. A volte s'
(/CULTURA/)
Solo che, a questo punto, Andrea Doria, scaduto al 1° luglio 1528 il tempo del
suo impegno col re di Francia, anziché rinnovarlo, s'intese con la Spagna.
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) Da
Carlo V ebbe garanzie personali e garanzie per la sua città: indipendenza,
(/index.html)
libertà di commercio, sottomissione di Savona. Fu un disastro, specialmente
CATALOGO (/CATALOGO/)
per l'esercito francese che assediava Napoli e che dové ritirarsi e, alla fine
d'agosto 1528, capitolare a Gaeta. Rimaneva a Francesco I l'alleanza di Venezia
che combatteva con molto impeto gli Asburgo e, come il re di Francia, eccitava
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
contro di loro la Turchia; rimanevano Firenze e gli Estensi. Ma Francesco I,
quando vide i suoi eserciti battuti nel regno e in Lombardia, il re inglese
mancare alle promesse,LIBRI
il papa e Carlo V perfezionare
(/TRECCANILIBRI/) nel giugno 1529 a
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Barcellona la pace già conchiusa alla fine del 1527, impegnandosi Carlo V a
rimettere i Medici a Firenze e far restituire dai Veneziani al papa le città di
Romagna; Francesco I si accordò nell'agosto
TRECCANI con(/CULTURA/)
CULTURA l'imperatore, rinunciando
all'Italia e abbandonando gli alleati italiani (trattato di Cambrai o delle Dame).
Grande risentimento negl'Italiani, contro quello che chiamavano tradimento di
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Francesco I; altro credito dato a "proverbî comuni d'Italia", per cui i Francesi
sono incostanti nelle guerre, poco conto fanno degli amici quando non ne
hanno più bisogno, ecc.; e se ne avvantaggiò Carlo V. Anche a Venezia, che dal
1499, salvo la parentesi della lega di Cambrai, fiancheggiava la Francia in Italia
e maneggiava le maggiori fila della politica italiana; anche a Venezia riprese
vigore la corrente francofoba. Alla quale corrente se ne contrappose non tanto
una francofila quanto di neutralità e di relativo disinteresse delle guerre d'Italia:
che era sfiducia di poter mutare il corso degli eventi, e preoccupazione di non
poter bastare alle esigenze di due fronti, continentale e coloniale. Venuto Carlo
V in Italia, nell'agosto del 1529 dopo le due paci di Barcellona e di Cambrai, col
proposito dichiarato di voler pacificare l'Italia, anche ai fini della difesa contro i
Turchi, e bandito per l'autunno un congresso a Bologna, Venezia, ormai
rimasta sola contro l'imperatore, dopo il perdono concesso allo Sforza di
Milano, piegò alla restituzione delle famose città romagnole, causa di tanta
discordia con la Santa Sede. Al congresso di Bologna questa pace generale
d'Italia fu proclamata nel gennaio 1530. E vi partecipavano, con Carlo V e il
fratello Ferdinando, Venezia, Sforza, il marchese di Monferrato, il marchese di
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Mantova, il duca di Savoia Carlo III, oggetto di particolare favore da parte del
sovrano, che nei SavoiaISTITUTO
voleva (/ISTITUTO/)
creare un antemurale
a Francia, una difesa
MAGAZINE (/MAGAZINE/)
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Solo una città non volle accettare questa pace e alleanza, come non aveva
accettato la pace di Cambrai: Firenze, dove aveva ancora radici profonde
l'amore all'antica e da poco rinnovata libertà repubblicana, certa speranza nella
Francia, certa persuasione che Carlo V non avrebbe spinto le cose a fondo nei
suoi riguardi. Vero è che l'imperatore avrebbe certamente ratificato qualunque
accordo Firenze avesse conchiuso con il papa e i Medici. Ma poiché papa e
Firenze non si erano accordati, così egli, in base ai patti di Barcellona, aveva
mandato il principe d'Orange contro la città ostinata e ormai isolata. E al tempo
dell'incoronazione bolognese, gl'imperiali già da oltre tre mesi assediavano
Firenze. C'era nei cittadini, in quella parte dei cittadini che si muoveva
nell'ambito del programma politico del Savonarola, un'esaltazione quasi
religiosa, e la loro guerra la sentivano come guerra santa. Ma con l'aggravarsi
delle condizioni della città, tornarono a inasprirsi le passioni e lo spirito di
parte. Vacillò la volontà di resistenza. Deficiente l'opera di governo, mal
coordinate l'azione diplomatica e l'azione militare, e questa irreparabilmente
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Primato intellettuale e servitù politica.
Storia italiana nella storia europea. - Con questi avvenimenti ultimi, si può dire
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
decisa la grande contesa che durava dal 1494. La quale, cominciata come lotta
per il regno di Napoli tra il re di Francia e la dinastia aragonese, si era
trasformata in guerra europea per l'Italia. Quasi
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTEtutta l'Europa aveva mobilitato
(/TRECCANIARTE/)
le sue forze, una potenza dopo l'altra, trovando in Italia il suo maggior centro di
attività politica e quasi la sua unità. Entrate nel vivo della lotta, specialmente
Francia, Spagna, Austria. Prevalenza
TRECCANI francese,
CULTURAfin verso il 1520; poi, sempre
(/CULTURA/)
più, aiutate dal timore stesso che quella prevalenza suscitava da noi e fuori,
Spagna e Austria, divenute una potenza sola, gli Asburgo. E intanto, gli stati
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
italiani venivano sempre più abbassati da protagonisti che erano nel 1400, a
personaggi secondarî del dramma o addirittura a comparse, quando non messi
fuori della scena. Questa loro lagrimevole sorte non ha bisogno di troppo
approfondita indagine per essere spiegata. Nel secolo scorso si parlò di
"corruzione italiana", come causa di tanto male politico. Pensiamo che le cose
siano state più semplici e, insieme, più complesse. C'era, in Italia, moltiplicità di
stati, laddove, altrove, unità nazionale; c'era, nel sud, un regno di discreta
grandezza ma travagliato, dopo il sec. XII, dal periodico assalto di conquistatori
stranieri e dal relativo mutamento di dinastie e crisi; c'erano, nel centro e nel
nord, principati in via di formazione. E tra questi stati, una condizione di
equilibrio e di contrasti dinastici e politici che rendevano impossibile tanto la
prevalenza di uno sugli altri, quanto la fiduciosa collaborazione, cioè tanto
l'unità statale quanto l'unità più o meno federale. C'era, infine, nell'Italia già
comunale, una civiltà prevalentemente borghese, assai raffinata, con le relative
attività e passività, forze e debolezze, ma certo male armata per la guerra, per la
vera guerra, come cominciarono a farla in Italia le vecchie dinastie d'Europa,
assai meglio attrezzate.
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Ma di questa vicenda europea svoltasi in Italia e per l'Italia, stati e genti della
penisola non furono solo oggetto passivo. Vi fu una loro resistenza: debole
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) nei
due stati che erano i più direttamente presi di mira, Milano e Napoli; più
(/index.html)
robusta nello Stato della Chiesa, che, qualche volta, capeggiò gli altri; ancora
CATALOGO (/CATALOGO/)
più nella repubblica veneta, ora contro Asburgo ora contro Francia e tutti gli
altri, Italiani e stranieri, coalizzati. E anche in Firenze. Rappresentavano, tanto
Venezia quanto Firenze, lo spirito della vecchia Italia comunale in cui popolo e
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
governo erano una cosa sola. Ancora più ci fu una collaborazione di stati
italiani alle imprese altrui: alle imprese di Francia contro Spagna, di Spagna
contro Francia, di FranciaLIBRIe(/TRECCANILIBRI/)
Spagna contro altri
ARTE governi italiani. L'alleanza di
(/TRECCANIARTE/)
Venezia fu elemento decisivo nella conquista del milanese, l'anno 1499; papa,
Ferrara, Mantova, parteciparono alla lega di Cambrai contro la repubblica di
San Marco; il passaggio di Andrea Doria
TRECCANI con la (/CULTURA/)
CULTURA sua flotta dal servizio di Francia
a quello di Spagna, fece traboccare nettamente la bilancia dalla parte di
quest'ultima; la flotta veneziana intervenne attivamente nella campagna del
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
1528-29. Ancora più vi fu una larga partecipazione di gente e armi italiane a
queste guerre, in tutti i campi, specialmente di Carlo V. Gl'Italiani, ancora male
organizzati nei loro nuovi quadri politici, colti all'inizio della formazione dello
stato territoriale, male adoperati militarmente dai loro governi che diffidavano
dei sudditi armati e d'altra parte non avevano tradizioni militari, neanche dove
condottieri o figli di condottieri erano in seggio; gl'Italiani furono attratti
nell'orbita dell'uno o dell'altro principe straniero e si gettarono a battagliare
ovunque e per chiunque. Assai numeroso questo mercenarismo nostrano. Già
v'era nel 1300 e 1400, in rapporto anche al disfarsi della vecchia società
cittadina, alle esigenze della signoria, alle possibilità del capitalismo. Le guerre
altrui ora lo rialimentarono. Ma non fu semplice mercenarismo. Le vecchie
passioni italiane, il vecchio spirito fazioso, le vecchie inimicizie familiari, ancor
calde sotto la cenere, risfavillarono al vento procelloso. E noi vediamo, nel
quadro della guerra europea per l'Italia e della resistenza italiana all'Europa, una
vasta guerra civile disciolta in innumerevoli battaglie, scaramucce, duelli, sotto
le due bandiere di Francia e Spagna, alla cui grande ombra si raccoglievano
fazioni, interessi familiari, individui ambiziosi. A non contare tutta la gente
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d'arme che fornì ai re di Spagna, per le guerre d'Italia e per quelle di Germania
e di Francia e d'Africa, ISTITUTO
il vecchio regno di Napoli, dove fra dominatori
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
e sudditi
c'era un certo affiatamento e nella popolazione era più povertà, più baronato,
(/index.html)
più inclinazione a duellare e combattere, meno repugnanza anche a quelle
CATALOGO (/CATALOGO/)
guerre d'oltre mare a cui il re la condusse. In un modo o in un altro, Francia e,
più ancora, Spagna combatterono le loro guerre e conquistarono
successivamente provincie italiane, con forze notevoli fornite dall'Italia: uomini
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
di guerra e anche consiglieri e ministri, taluni dei quali, esperti di cose italiane,
assolsero compiti che né Spagnoli, né Francesi e tanto meno Tedeschi
avrebbero potuto assolvere. C'era abbondanza
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) e rigoglio
ARTE di energie umane,
(/TRECCANIARTE/)
nella penisola, non distrutte dalla raffinata civiltà. E possiamo anche chiederci
se la debolezza dei particolari stati non provenisse un po' da questa abbondanza
e rigoglio, troppo grandi perché potessero
TRECCANI essere
CULTURA contenuti, disciplinati,
(/CULTURA/)
Insomma, elementi attivì di vita italiana, storia italiana, nel quadro della storia
europea. Né solo questi elementi che abbiamo ricordati. Resistendo a Francesi
o Tedeschi o Spagnoli o anche cooperando con essi, si affinò negl'Italiani il
senso della loro individualità nazionale, la coscienza di una civiltà italiana. Si
affinò e si allargò. Diede qualche luce in regioni e fra gruppi sociali dove, fino
allora, erano state tenebre. Non più solo gente di cultura, ma anche popolo,
anche soldati e mercenarî, nei quali prese forza, accanto a un punto d'onore
militare, un punto d'onore nazionale, sotto chiunque militassero, anche
Francesi o Spagnoli. E grande suscettibilità loro di fronte a stranieri, facile
risentirsi di parole che suonassero offesa a loro come soldati "italiani", pronta
reazione. Così i Tredici di Barletta, che venivano di Sicilia, Puglia, Napoli,
Umbria, Lombardia, Romagna, ma, come gli altri, sentivano di rappresentare
qualche cosa oltre la loro persona e la loro qualità di uomini d'arme. E i loro
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potenze europee. E negli anni che più aspra fu la contesa altrui e più violento
l'urto che gl'Italiani ne sentirono e più decisivi gli eventi, a questo problema si
volsero molti pensieri. Si discusse sui mezzi
TRECCANI per(/CULTURA/)
CULTURA ovviare ai mali comuni; si
deplorò la mancanza di uomini capaci di tirarsi dietro gl'Italiani tutti; si
nutrirono anche illusioni tanto che questi uomini sorgessero quanto che
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
gl'Italiani fossero disposti e capaci di seguirli; si cercò d'individuare le
responsabilità delle presenti iatture e si rinfacciò ai príncipi di avere tutti fatto
tutto per condurre l'Italia a quel punto; si creò, in contrapposizione all'infelice e
torbida Italia presente, il mito di un'Italia tranquilla e felice, equilibrata e
armonica, come uno strumento quadricorde, anteriore al 1494. E salendo più in
alto della contingenza, si apre il dibattito sulla divisione italiana e sulle sue
cause: specie sulle conseguenze politiche del potere temporale dei papi e sul
valore dello Stato della Chiesa nei rapporti della penisola. Fra Machiavelli e
Guicciardini - non serve dire che questo riflettere sull'Italia e sui suoi problemi
politici d'insieme è soprattutto dei Toscani, cioè dei Fiorentini, apertissimi a
quei problemi per la stessa loro posizione e per i nessi con lo Stato della Chiesa
- vi è anzi una polemica a tale proposito. In questo dibattito il Guicciardini vede
forse più a fondo; e bene vede, nello svolgimento delle autonomie italiane, la
condizione dell'intensa e peculiare civiltà degl'Italiani. Era il momento guelfo
della storia nostra che parlava in lui. Ma altro vedeva Machiavelli che a
Guicciardini sfuggiva. Sotto alle fantasie del liberatore o redentore, che è
ancora un po' l'astratto individuo concepito fuori dell'Italia e delle sue concrete
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forze, c'è in lui la concezione quasi nazionale dello stato. Poiché egli non solo lo
vagheggia come realizzazione dell'interesse generale, gli cerca una basepiù
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
larga e omogenea che non fosse quella delle repubbliche medievali, gli
(/index.html)
sottomette ogni persona o classe, gli subordina ogni attività etica o religiosa,
CATALOGO (/CATALOGO/)
cioè l'anima oltre che il corpo, considera il principe come lo stato o l'interesse
generale fatto persona; ma ha dinnanzi agli occhi la nazione, cioè l'insieme dei
popoli che hanno la stessa lingua, religione, memorie, e vede la coincidenza fra
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
nazione e stato. Coincidenza non dirò necessaria per lui, ma possibile e utile.
Secondo lui è condizione di felicità per un paese essere tutto sotto una
repubblica o un principe; come
LIBRI condizione diARTE
(/TRECCANILIBRI/) forza(/TRECCANIARTE/)
per lo stato, riuscire a dare
compatto ordinamento a una nazione tutta e l'essere di una sola nazione tutte le
genti, regioni e città che lo compongono.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Maturavano così i frutti della nuova cultura, in quel campo che era più vicino
alla vita pratica, quasi una cosa sola con essa. Il nuovo concetto dell'uomo
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
comincia a vivere come formato pensiero politico e pensiero storiografico. La
tempesta che squassa la penisola promuove quello e questo. Nuova e più vasta
realtà, potenti suggestioni tratte dai contatti con le grandi monarchie,
esperienze dolorose, tutto concorre a fecondare quella cultura. Era in essa, per
effetto dello studio dei classici, che nasceva da esigenze profonde ma
concorreva anche a creare false immagini di cose; era in essa qualcosa di
superficiale, accattato, fittizio. Idolatria degli antichi, imperfetta fusione e quasi
dualismo tra antico e nuovo; falso e inadeguato concetto, nei politici, delle
forze che reggono gli stati; letterati e artisti volti a interessi prevalentemente o
esclusivamente estetici e culturali, ignari di ciò che davvero fosse il mondo del
loro tempo, illusi sulla loro superiorità di fronte ai "barbari". Ora, lo spirito
italiano si affina, maggiore consapevolezza acquistano di sé e delle cose
gl'Italiani, sono demoliti altri idoli come quello degli antichi e dei Romani, è
dato a taluni artisti e scrittori un senso più intimo e tragico della vita, si
accelera l'evoluzione della letteratura umanistica nella letteratura italiana, della
storiografia liviana o plutarchiana nella nuova storiogiafia a fondo politico, più
aderente alla realtà italiana.
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Ma anche altri frutti maturavano intanto, che parevano quasi l'opposto: cioè
frutti di pura immaginazione, l'Orlando furioso dell'Ariosto e il Giudizio
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
universale
(/index.html)
di Michelangelo. E poi, già nate o vicine a nascere, le opere dei
Raffaello e Sodoma e Sansovino eCATALOGO
Palladio (/CATALOGO/)
e Tiziano. Ma anch'essi, a guardare
bene, erano vita e natura, osservate, notomizzate, animate dalla fantasia
creatrice. E poi, un altro volto di questa cultura, nel tempo che e il pensiero
politico e l'arte ascendevano. Il SCUOLA
nuovo (/TRECCANISCUOLA/)
senso della vita, come produce il
realismo di Machiavelli con la sua ricerca delle cose come sono, e la pura arte
dell'Ariosto senza altri fini che l'arte, così produce anche, negli spiriti religiosi,
l'anelito a una più puraLIBRI
religione, che è ancheARTE
(/TRECCANILIBRI/) una (/TRECCANIARTE/)
religione più rispettosa delle
esigenze razionali, più divina e più umana insieme. Sopravvive ancora qualche
elemento di eresia medievale, come esigenza morale più che dogmatica; ci sono
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
elementi ancora vigorosi di francescanesimo e vene diverse di viva religiosità,
di cui la pittura del '400, la poesia, il movimento savonaroliano sono
testimonianza; c'è l'umanesimo cristiano dei Ficino e dei Pico. Su queste basi, in
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Italia, si muove una corrente innovatriee, fra sec. XV e XVI, nel tempo stesso
che, di là dalle Alpi si preparavano Lutero e Zuinglio e Calvino. Rallentato un
poco il legame con la Chiesa gerarchica e reso più personale il legame del
credente con Dio; il perfezionamento morale e religioso visto come cosa
individuale; l'ideale religioso attuato non nell'ascesi ma nella vita attiva, anche
nella vita politica; gran valore riconosciuto più che agli atti del culto, alla fede
viva e profonda; il pentimento, frutto anzitutto del dolore del credente per
avere offeso Iddio; la legge di natura, scritta nel cuore dell'uomo, e quindi legge
divina anch'essa; temperata l'autorità del papa. Nessun dubbio che la mondanità
della Chiesa, il diffuso mal costume ecclesiastico, la scarsa rispondenza della
gerarchia alle esigenze spirituali dei credenti avevano la loro parte nel
determinare questi pensieri e stati d'animo. Ma essi avevano una sorgente più
profonda: cioè nella cultura dell'umanesimo, e, insieme, in vene di più viva
religiosità che circolavano largamente. Rappresentavano un cristianesimo più
fiducioso nelle forze dell'uomo e dell'individuo, più vivo nel cuore del credente.
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Sono anni d'intensa vita di relazioni in Europa. Legami politico-diplomatici,
alleanze e guerre, eserciti che valicano e rivalicano le frontiere, uomini di
attività pratica e di cultura in movimento da un paese all'altro o a servizio di
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
principi stranieri, altri Italiani che trasmigrano dalla penisola a servizio di
quegli stessi principi che attendevano a conquistare l'Italia, cresciuto interesse
per l'Italia come nei politici così anche nella gente
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) volta agli studî e all'arte, libri
ARTE (/TRECCANIARTE/)
e opere italiani a cui si aprono nuove porte. Insomma, più larga e rapida
mobilitazione di uomini e idee, crescente forza di espansione e penetrazione
delle culture più progredite. Seguitano le influenze
TRECCANI CULTURA umanistiche a irraggiare
(/CULTURA/)
dall'Italia, si fanno più vive quelle artistiche e quelle letterarie italiane. Si ricordi
l'attività di un Fausto Andreolini, di un Paolo Emilio da Verona, di un Polidoro
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Virgilio, di un Lucio Marineo siciliano, di un Pietro Martire d'Angera, che in
Francia, in Inghilterra, in Spagna, fra i secoli XV e XVI, furono poeti, uomini
di lettere, storici di quei regni, nel modo che era invalso in Italia scrivere storie.
Anche dove eruditi italiani non giungevano di persona, gli eruditi locali li
prendevano a modello, sia per la materia, laddove i nostri si erano già occupati
di quei paesi, sia solo per il metodo. Specialmente tengono il campo, nella
prima metà del '500, Leonardo Bruni, con le sue classicheggianti storie
fiorentine, e Biondo Flavio, minuzioso e preciso indagatore di antichità,
accreditato specialmente fra i Tedeschi di Germania e Svizzera. Cosi la nuova
storiografia aulica e, per l'ampiezza e intonazione sua, nazionale e rivolta a
glorificazione del potere regio e dinastico nasce quasi in ogni paese per impulso
d'Italiani: anche là dove, alimentando la vita intellettuale di quelle nazioni e
indulgendo a borie locali, eccita forze contro l'Italia. Solo la storiografia italiana
esce dai luoghi d'origine ed entra nel gran moto della cultura.
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tanti elementi del Rinascimento italiano, che poi, incorporati e fusi nella
cultura francese, daranno la Francia del '600, maestra all'Europa come prima
era stata l'Italia. Ma anche altriTRECCANI
paesi, oltre la Francia,
CULTURA sebbene in misura
(/CULTURA/)
minore. In Spagna vi fu tutta una serie d' italianizzanti. E il teatro spagnolo del
'5 e '600 assai prese dal teatro italiano. In Inghilterra, che si stava allora
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
affinando, cominciò pure a diffondersi conoscenza e gusto di cose italiane.
Influenze varie si facevano sentire dall'Italia sulla Germania, specialmente sui
ceti medî delle città bavaresi Norimberga, Augusta ecc., pur con tanti contrasti
ideali fra mondo germanico e mondo latino o italiano. Si ricordino le intense
relazioni mercantili e la frequenza di studenti tedeschi nelle università italiane.
Si ebbe anzi allora, nella prima metà del '500, quando principi e loro funzionarî
ebbero vittoria sui movimenti popolari, la fase culminante della recezione del
diritto romano in Germania, passato attraverso la pratica delle città italiane e le
scuole di diritto italiane, Bologna e, ora, specialmente Padova, che è l'università
più frequentata dai Tedeschi e dalle altre nazioni dell'Europa centro-orientale e
orientale, e primeggia in questi studî avanti che il primato passi a università
francesi, olandesi, tedesche. Con la storiografia umanistica, con la letteratura
italiana, l'arte, la nuova arte del Rinascimento. Alla fine del '400, entrava in
Francia l'architettura italiana, con fra Giocondo e col Boccadoro da Cortona;
influenze della pittura e incisione lombarda e italiana, specie di Leonardo,
agivano nei Paesi Bassi; Alberto Dürer faceva nel 1496-1506 i suoi viaggi
italiani e sentiva potentemente, come pittore e incisore, Mantegna, Pisanello,
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altri. In Spagna hanno molto successo, negli anni della conquista del Regno di
Napoli, scultori venuti ISTITUTO
dall'Italia(/ISTITUTO/)
o fattisi sugli che
Italiani; e la pittura spagnola,
MAGAZINE (/MAGAZINE/)
fino allora aveva ricevuto dai Fiamminghi, si apriva alle influenze italiane.
(/index.html)
Penetrazione certo faticosa; molte resistenze locali; ma al principio del '500
CATALOGO (/CATALOGO/)
quella si fa più rapida; queste perdono vigore. Credito altissimo, fuori d'Italia,
quello delle arti figurative e costruttive italiane. L'Italia politica ormai non
aveva più voce: ma ne avevanoSCUOLA una potente i Raffaello, i Cellini, i Palladio, i
(/TRECCANISCUOLA/)
Tiziano, i Sangallo, i Michelangelo: senza contare i nomi di minore risonanza e
le minori industrie decorative delle ceramiche e terrecotte che dall'Italia
trapiantarono le loro officine nei Paesi Bassi eARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) in Francia. Nelle arti figurative e
(/TRECCANIARTE/)
costruttive, l'Italia è, ora, più che non fosse mai stata e che non sarà in seguito,
una scuola per l'Europa colta, specie per virtù di Roma, centro massimo
italiano ed europeo, punto di convergenza
TRECCANI CULTURA degli(/CULTURA/)
artisti di tutta la penisola, al cui
nome la città eterna dà risonanza mondiale. Era convincimento dei nostri, si
ricordi Michelangelo, che solo in Italia fosse buona pittura; che anzi buona
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
pittura fosse sinonimo di pittura italiana. E dové essere opinione diffusa anche
oltr'Alpe, pur ammettendo ehe di tanti pittori italiani del '500 la fama è qualche
volta superiore al merito intrinseco. Anche in fatto di architettura, in gran
parte dell'Europa, le linee architettoniche e gli elementi ornamentali del
Rinascimento italiano o le une e gli altri insieme, acquistarono quasi la
cittadinanza, per opera di artisti stranieri che vennero a studiare in Italia e
d'Italiani che andarono a lavorare fuori, in Germania, Austria, Baviera, Boemia,
i cui principi ebbero relazioni molteplici con l'Italia. La regione trentina fu
quasi tramite e vide perciò accentuarsi nel primo '500, per merito di Bernardo
Clesio, vescovo di Trento, il carattere italiano della sua cultura. Da per tutto
l'arte medievale era entrata in una fase di movimento e trasformazione, per
incarnare ideali artistici nuovi, rispondere a nuovi bisogni pratici, esprimere
passioni e ardori alimentati dalle lotte religiose e politiche e nazionali, adornare
la vita di borghesie divenute ricche. Ma imbattutasi nell'arte del Rinascimento
italiano, del paese dove tali ideali prima si erano affacciati e tali condizioni
estrinseche verificate, ne ebbe aiuto a compiere lo sforzo iniziale e anche
qualche impronta durevole. Per cui quell'influsso culminò nel '500 e parte del
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
'600, poi decadde, come nella penisola era caduta la fanatica ammirazione
dell'antico per dar luogo
a più spontanea creazione. Precisamente: in Francia,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
parte, italiana, come italiani sono i più accreditati e ricercati ingegneri militari,
eredi e continuatori di quelli del '400. Molti, fra essi i Marchigiani, di quella
scuola di architettura militare TRECCANI
e civile del ducato(/CULTURA/)
CULTURA di Urbino che aveva avuto a
capo Girolamo Genga. Poi Lombardi, Veneziani, Toscani: cioè, delle regioni
più colte d'Italia. Erano soldati, artiglieri, spesso inventori o perfezionatori di
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
macchine. Portavano con sé quella varietà di attitudini, quella prontezza,
quell'ingegnosità nel fronteggiare ogni situazione, che era degl'Italiani del
Rinascimento e costituiva la loro superiorità sugli altri. L'arte fortificatoria era
nota in Italia, si era allenata nei molti lavori di fortezze commessi dalla
repubblica veneta in terraferma e in Oriente. Ora fu diffusa in Europa. E basta
solo ricordare Girolamo Morini di Modena, Girolamo Bellarmata esule senese,
Iacopo Fusti detto il Castriotto, Pietro Strozzi fiorentino, Gerolamo Pennacchi
di Treviso, Antonio Melloni cremonese, Bartolomeo Campi del Valdarno,
geniale inventore di ritrovati meccanici ossidionali; tutti attivissimi nelle
guerre di Francia e Paesi Bassi, dove parecchi di essi morirono, al servizio di
Inghilterra, Spagna, Impero, Francia, e dove promossero poi il nascere di
scuole nazionali d'ingegneri militari. Massima, quella francese, che trionferà col
Vauban nel'600.
al tempo di Bona Sforza, moglie di quel re, l'italiano divenne lingua di corte.
Diffusione e vitalità piùISTITUTO
antica e(/ISTITUTO/)
più duratura esso ebbe poi in Oriente,
MAGAZINE (/MAGAZINE/)
nei paesi
della colonizzazione veneziana, genovese, pisana. A Costantinopoli, era quasi la
(/index.html)
lingua degli affari e della diplomazia. E la sua conoscenza, lì, si riconosceva in
CATALOGO (/CATALOGO/)
Francia che fosse requisito necessario e sufficiente per un diplomatico.
perenne attesa, che diverrà normale stato d'animo degl'Italiani. Se da una parte
l'autorità di Carlo V cresceva sempre più, anche per riflesso delle imprese
contro i Barbareschi (Tunisi, 1535); se CULTURA
TRECCANI trovava sempre nuovi punti d'appoggio,
(/CULTURA/)
col ritorno dei Medici a Firenze nel 1530, e con l'instaurazione di un diretto
dominio nel Milanese alla morte di Francesco Sforza nel 1535; se con lui erano
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
ormai non solo papa Clemente, ma anche i maggiori casati della penisola, i
marchesi di Monferrato ormai al tramonto, i Gonzaga elevati a duchi e
ingranditi del Monferrato, i Savoia che, dopo aver tenuto per Francia e poi
tentato di bilanciarsi fra i due contendenti nel 1530, fecero omaggio a Carlo
nell'incoronazione di Bologna: dall'altra, vi fu la congiura genovese capeggiata
dai Fieschi, nel 1547, contro la dittatura Doria appoggiata a Spagna; vi fu lo
stesso anno la sollevazione napoletana contro il nuovo tribunale
dell'Inquisizione, voluto da Spagna; vi fu in Toscana il tentativo antimediceo e
antispagnolo del Burlamacchi, con marcate simpatie ai protestanti e al
protestantesimo. L'opposizione a Spagna, e, in genere, al nuovo assolutismo
principesco, dava qualche alimento alle correnti protestanti, come queste
correnti a quella opposizione. Del resto, dovunque fosse qualche superstite
affermazione di vita comunale, essa significava anche affermazione di una
autonoma religiosità.
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Vene di protestantesimo sono visibili in Italia già fra il 1520 e 1530, cioè nella
fase culminante e decisiva dei contrasti tra Francia e Asburgo. Elementi
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) proprî
della vita italiana, nuovi o antichi, preesistevano. E più ancora preesistevano e
(/index.html)
spontaneamente si generavano, già al principio del '500, aspirazioni a una
CATALOGO (/CATALOGO/)
riforma più o meno profonda e larga della vita chiesastica: come che la Chiesa
non "avesse più alcun segno del suo essere evangelico" e dell'antico vigore
apostolico, come dicesi in un memoriale a Clemente VII. Vi furono anche
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
rapporti con i paesi luterani e zuingliani e calvinisti, per il tramite di uomini di
lettere e di mercanti dei due paesi, di studenti tedeschi assai numerosi nelle
nostre università, fors'anche di soldati tedeschi
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) nelle
ARTE guerre d'Italia. La
(/TRECCANIARTE/)
come Gian Pietro Carafa che, dal 1520 circa in poi, caldeggiò ogni riforma,
partecipò alla fondazione
o al riordinamento di nuove e vecchie congregazioni,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Nel tempo stesso, i due pontefici tennero testa, come potevano, alla Spagna.
Paolo III, pur cauto e prudente, non cessò di lavorare sottomano per fermarne i
progressi durante le nuove guerre che si accesero fra le due corone, dopo la
morte dello Sforza di Milano (1535) e il passaggio del ducato alla diretta
dipendenza di Spagna. Francesco I, che dall'Italia non distaccava mai gli occhi e
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
nel 1533 aveva concluso il matrimonio di suo figlio Enrico con Caterina de'
Medici, salutato in Francia come segno e mezzo di unione perpetua deidue
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
paesi; Francesco I assalì nel 1536 il Piemonte e lo occupò quasi tutto, dovesse
(/index.html)
esso servire come base di operazione o come moneta di cambio per ottenere il
CATALOGO (/CATALOGO/)
Milanese. Poiché il re di Francia puntava specialmente lì sopra, quasi
affascinato. Ma anche sulla Toscana, su Napoli, su Genova, sulla Corsica, tutti
paesi da cui e verso cui gli venivano anche richiami di Fiorentini odiatori dei
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Medici, di baroni napoletani ossessionati dalla speranza di riavere i loro feudi e
le grandezze di una volta, di nobili famiglie avverse ad Andrea Doria, di
Sampiero Corso e altriLIBRI
ribelli a Genova: tutti ARTE
(/TRECCANILIBRI/) sempre persuasi di dover trovare
(/TRECCANIARTE/)
vera fratellanza d'armi, con particolare danno delle regioni italiane soggette a
Spagna o ad amici di Spagna, cioè del Napoletano che ebbe le coste
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
saccheggiate, di Nizza che fu assalita dalla flotta turca e da soldati francesi, della
Corsica che fu parzialmente occupata dai barbareschi. Così la Francia concorse
ad allargare la breccia che nell'Europa cristiana avevano fatto i Turchi, e
nell'Europa cattolica i protestanti. E l'Italia, messa in mezzo a questa cerchia di
nemici di Spagna, si sentì anch'essa variamente premuta dopo che da Francesi e
Svizzeri e imperiali e Spagnoli, anche da protestanti e da musulmani. Ma la
Francia fece anche ricorso a papa Paolo III Farnese, che nel 1545, con la
fondazione del ducato di Parma e Piacenza per il figlio Pier Luigi, in una
regione da gran tempo legata al Milanese, aveva compiuto un atto di politica
nepotistica e, insieme, antispagnola. Più scopertamente e risolutivamente
ancora procedé, nei rapporti con Spagna, Paolo IV Carafa, il quale, insíeme con
i Farnesi di Parma, gli Estensi di Ferrara, i Medici di Toscana, irritati perché
l'esercito spagnolo con Giacomo de' Medici, dopo avere espugnata Siena (1554-
55), se la teneva per sé, tentò una coalizione antispagnola che è da considerare
l'ultima di questa epoca. Egli era un fiero odiatore di Spagnoli, "già cuochi e
mozzi di stalla in Italia, e ora presuntuosi a farla da padroni, eretici e scismatici,
seme di giudei e di marrani". Ma anch'egli, non voleva sostituire Francesi a
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Per combattere contro il re di Spagna, Paolo IV non solo si unì alla Francia ma
assoldò anche tedeschi; proposeSCUOLA anche (/TRECCANISCUOLA/)
a Solimano di assalire non più
l'Ungheria ma le due Sicilie, fece egli stesso guerra contro il vicereame di
Napoli nel 1557. Ma non riuscì a nulla. Nessuna concordia fra i tre alleati
Francia, papa, Estensi.LIBRI
Il re (/TRECCANILIBRI/)
voleva l'impresa di Milano
ARTE e Toscana; il papa, di
(/TRECCANIARTE/)
Napoli, dove il suo casato aveva molti possessi. Dei consiglieri del papa taluni,
toscani, volevano buttar giù Cosimo; altri, esuli da Napoli, tornare in patria.
Nessuno poi sapeva con quali TRECCANI
forze compiere
CULTURAtali imprese. Così il re di Spagna,
(/CULTURA/)
come aveva già avuto ragione, direttamente o per mezzo dei suoi aderenti, dei
moti avversi di Genova, Lucca, Napoli, e tenuto mano alla ben riuscita
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
congiura comro Pier Luigi Farnese, ora si riguadagnò gli avversarî dando Siena
a Cosimo de' Medici, salvo le fortezze del litorale senese, e assicurando Parma e
Piacenza al figlio di Pier Luigi, Ottavio, isolò il pontefice in Italia, come isolò il
re di Francia togliendogli l'amicizia inglese, e lo sconfisse a San Quintino col
braccio di Emanuele Filiberto; costrinse Enrico II a rinunciare ancora a ogni
pretesa sull'Italia, salvo Saluzzo e suo marchesato. Paolo IV, solo, non poté
impedire che nemici e amici gli occupassero terre della Chiesa e fossero a un
punto dal rinnovare il sacco del 1527. I Veneziani costituivano ormai l'ultima
repubblica veramente libera, dopo caduta nel 1555 Siena. Ma, non ostante le
sollecitazioni del pontefice, neanche i Veneziani si mossero. Ai Veneziani basta
mettere pace tra Francia e Spagna, tra Spagna e papa, per impedire che anche lo
Stato della Chiesa vada in mani di potentati stranieri. Un freddo senso realistico
è in essi, che fa singolare contrasto con la veemente e cieca passione del papa.
Ormai veniva a mancare ogni possibilità e ogni base europea e italiana a questa
lotta contro il dominio spagnolo nella penisola. Non c'è più, fuori, contrappeso,
come è stata finora la Francia. Si è creata una rete d'interessi assai fitta che lega
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 531/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
molti dei superstiti governi italiani alla Spagna. La gente d'arme trova nelle
guerre di Spagna uno sfogo al suo ancor vivo spirito guerresco, una
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
L'anno 1559 chiuse la lunga serie delle guerre europee e, in special modo,
franco-ispane o franco-asburgiche, di cui l'Italia era stata oggetto, teatro e
vittima. Ma la Francia era anch'essa esausta. Le disillusioni susseguitesi l'una
all'altra, ormai facevano massa. Nel sec. XV, con Luigi XI, si era vista nella
direzione della Borgogna e dell'Italia la linea di minore resistenza; ma ora, la
Francia tende piuttosto al Reno, come frontiera orientale. Questo obiettivo,
quasi dimenticato durante le prime guerre d'Italia, riprende vigore fra il 1552 e
'59 ed è esplicitamente dichiarato dopo d'allora. E poi cominciano o si
aggravano i disordini interni di quel regno, si apre la serie delle guerre
religiose. Perciò, sosta. La penisola aveva nel frattempo mutato non poco il suo
volto politico. Potenza egemonica è Spagna. Qualche anno prima, l'imperatore
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possessi italiani, le colonie. La Spagna che, dal '300, aveva la Sardegna; dal
(/index.html)
principio del '400, la Sicilia; ora ha raggiunto il regno di Napoli, causa prima di
CATALOGO (/CATALOGO/)
tante cupidige e di tanta ressa europea attorno all'Italia; in ultimo, il Milanese,
piccolo dominio e con cattive frontiere, ma popolato dì città industriose e
commercianti, utile anzi necessario per guardare il regno dalla parte dei
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Francesi, militarmente ben disposto perché equidistante fra il regno di Napoli e
i Paesi Bassi spagnoli. L'amicizia di Genova, anzi il patronato su Genova e il
possesso delle fortezzeLIBRI
nel litorale senese completavano
(/TRECCANILIBRI/) questo sistema
ARTE (/TRECCANIARTE/)
piemontesi che la Francia aveva occupate nel '36. Compito suo doveva essere
custodire i valichi alpini, guardare il milanese dalla Francia, insomma mettere a
profitto della corona e della sua politicaCULTURA
TRECCANI italiana(/CULTURA/)
un paese che, dal tempo degli
Angioini in poi, era diventato, più o meno secondo i momenti, campo aperto
all'azione francese, e base alle intraprese militari del re di Francia. Ora, col
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
trattato del 1559, Enrico II riuscì a conservarsi solo il marchesato di Saluzzo:
cosa che non dové dispiacere alla Spagna, come mezzo di tenere i Savoia più
attaccati ad essa; non agli amici della "libertà d'Italia", perché si manteneva un
resto di contrappeso alla Spagna nella penisola. Insomma i re in contesa, specie
la Spagna, se ebbero quel che ebbero, dovettero transigere sul resto, procurarsi
solidarietà, contare sugli amici fatti potenti, oltre che sui sudditi. E ne risultò
qualche progresso nell'organizzazione politica della penisola. Tutto era fatto in
vista di un interesse altrui, cioè spagnolo. Ma è naturale che, una volta creati o
rinforzati quegli organismi politici, essi camminarono per la loro strada; e oltre
a risolvere più o meno problemi politico-sociali di carattere locale, oltre a far
avanzare l'educazione politica e il senso dello stato nella gente toscana o
piemontese, concorsero a tenere a segno gli Spagnoli, a corroderne la potenza e
il prestigio, in ultimo a demolirli nel dominio dell'Italia.
E lo Stato della Chiesa? Al principio del secolo, la Francia, alleata coi Borgia,
aveva aiutato i papi a rivendicare città e provincie dai tirannelli locali: e Giulio
II, il maggiore costruttore dello Stato della Chiesa, aveva bene sfruttato le
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
cupidige italiane ed europee scatenate contro Venezia, per riavere le città della
Romagna. Dopo d'allora, altre tempeste si rovesciarono su questo stato,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) reso
mal fermo da organiche incapacità e oggetto di amare ironie da parte del sottile
(/index.html)
spirito di Machiavelli. Ma la sua debolezza era anche la sua forza. La natura del
CATALOGO (/CATALOGO/)
potere che impersonava quello stato, se rendeva questo poco capace di
difendersi con le armi, gli assicurava guarentigie d'altra natura. E ora, nel sec.
XVI, vi è come una consacrazione dello Stato della Chiesa, come un'aureola di
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
santità che lo ricinge e lo difende: "beneficio" annesso all'ufficio apostolico,
inscindibile da esso e inviolabile. La rinnovata spiritualità della Chiesa e del
papato investe anche ilLIBRI
suo (/TRECCANILIBRI/)
dominio terreno. ARTE
Così(/TRECCANIARTE/)
esso poté assolvere quel
compito per cui gl'Italiani del '500 e '600 lo lodarono: essere barriera alla
Spagna, cuneo interposto fra i possessi milanesi e quelli napoletani della
Spagna. TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
cattolici. Essi si sono più fervidamente volti verso Roma; e, anzi che
considerare il papa come
un qualunque principe italiano, ora lo considerano
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 538/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
religione, quasi due sfere ideali distinte. Forza della vita italiana o debolezza?
(/index.html)
Esigenza viva di unità religiosa, quale i paesi protestanti non conobbero più?
CATALOGO (/CATALOGO/)
Istintivo sentirsi e ritrovarsi degl'Italiani nella Chiesa e nel cattolicismo come
in casa propria, da essi creata e fortemente improntata di sé? Certo, questa
filosofia, indipendentemente dai suoi possibili sbocchi logici, giustificò poi
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
espressamente l'opposizione dei filosofi italiani, e degl'Italiani in genere, al
protestantesimo, nel quale videro una causa di disgregazione sociale, mentre la
religione doveva dare LIBRI
unità,(/TRECCANILIBRI/)
una causa di svigorimento dello sforzo umano e
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Certo, fiacca fu, dopo Lepanto, l'azione di don Giovanni e di Spagna, assillati
(/index.html)
dal timore che la repubblica troppo guadagnasse. Venezia era il solo stato
CATALOGO (/CATALOGO/)
italiano che rimanesse chiuso a ogni influenza spagnola. E che la minaccia turca
seguitasse a premere su essa non era male accetto a quella monarchia, come
non male accetto agli Asburgo austriaci, che pure sentivano anch'essi il morso
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
dei Turchi. Tuttavia, dopo Lepanto fiaccò per sempre la capacità offensiva
dell'impero turco. Esso farà altri acquisti, ma solo in Oriente e vincendo a gran
fatica la resistenza di Venezia, subendo ritorni
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) offensivi
ARTE di questa, vedendo
(/TRECCANIARTE/)
ancora quelle flotte padroneggiare i mari di Levante e spingersi fin sulle soglie
dell'impero.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
grandezza, fu Sisto V, che attuò una feroce giustizia nello stato per estirpare la
delinquenza dilagante, ISTITUTO
costituì (/ISTITUTO/)
un buon corpo di milizie e una flottigliadi
MAGAZINE (/MAGAZINE/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 545/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
italiana. Vi è chi sogna, fra il '500 e il '600, una monarchia universale del
pontificato romano: maISTITUTO
in essa,(/ISTITUTO/)
come già prima e
entro l'impero, fisionomia
MAGAZINE (/MAGAZINE/)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Insomma, quasi una nuova fase, nella storia del papato in Italia e dei suoi
rapporti, ideali e pratici, con l'Italia, quale essa viveva nei pensieri, nei sogni,
nella fantasia degl'Italiani colti.SCUOLA
Vi fu una rispondenza d' interessi pratici che
(/TRECCANISCUOLA/)
aiutò il papato a combattere e in parte vincere la sua battaglia contro il
protestantesimo, in Italia e fuori. Rispondenza, tuttavia, mista a contrasti gravi,
quali non erano mai esistiti. E si allude a quella
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) specie
ARTE di nuovo Medioevo che il
(/TRECCANIARTE/)
Gli stati italiani nella corrente della controriforma. - L'età della Controriforma
fu anche età di restaurazione e instaurazione statale, sotto forma e per mezzo di
assolutismo principesco e accentramento di poteri. Ciò che si verifica nel
governo della Chiesa, col potente sussidio di ordini religiosi, si verifica anche
nel governo degli stati italiani, tanto di quelli soggetti a Spagna, quanto di quelli
sorti ex novo o restaurati dopo gli scompigli guerreschi. Era ripresa di un lavoro
che durava da secoli, in rapporto al decadere dell'aristocrazia e allo
scompaginarsi della vita municipale; e lo rendeva più urgente ora il bisogno di
sanare i mali delle lunghe guerre, di rimettere il freno a forze eslegi, di
restaurare le finanze, di aumentare le risorse del principe. Né ciò solo in Italia,
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 547/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
stati italiani è un po' riflesso di quello straniero, spagnolo prima, francese poi:
(/index.html)
come è anche un'arma per difendersi dalla loro invadenza. Efficacia formativa
CATALOGO (/CATALOGO/)
sull'assolutismo italiano ebbe anche il papato della Controriforma che, se per
un verso tendeva a limitare il potere dei principi secolari, per un altro verso
operò quale incentivo di assolutismo principesco, sia per la reazione difensiva
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
che esso suscitò, sia per l'esempio che fornì agli altri come papato e come Stato
della Chiesa.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Come Stato della Chiesa, Roma non poco si adoperò per mettere ordine e
rendere effettiva e ferma l'autorità del centro: sebbene in questo campo essa
operasse assai meno efficacemente, profondamente
TRECCANI e durevolmente che non
CULTURA (/CULTURA/)
nell'altro, più appropriato alla sua natura, della chiesa, della religione, della vita
morale. Comunità e baroni furono costretti a nuove imposte. Piccoli staterelli
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
feudali furono rivendicati e incamerati. E incamerata anche, ai danni
dell'Estense, la città di Ferrara: grosso colpo che ebbe larga risonanza e portò al
Po i confini dello Stato della Chiesa. Le condizioni effettive, la sostanza vera di
questo stato non sfuggivano agli osservatori attenti. La sua esistenza era certo
meno travagliata e insidiata di una volta. Ma quanto più esso veniva tutto nelle
mani della chiesa, tanto più si risentiva di quella concezione teorica, ravvalorata
dalla Controriforma, per cui lo Stato della Chiesa doveva servire alla Chiesa,
essere strumento della Chiesa; sempre più si risentiva di quella situazione per
cui, di fatto, in quello stato, la Chiesa erano la gerarchia, il chiericato e le
famiglie da cui essi uscivano.
dati a tutte più o meno le grandi casate piacentine, che erano fra le più
turbolente in Italia, e ai loro diritti fiscali e giudiziarî sulle popolazioni rurali. E
i feudi caddero l'uno dopo l'altro.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Più ex novo ancora, sebbene non fra tanti contrasti, dové costruire Cosimo de'
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Medici, figlio di Giovanni dalle Bande Nere e successore di Alessandro, primo
duca. Molteplicità e varietà di elementi componevano lo stato; v'erano città già
inimicissime di Firenze; famiglie che non perdonavano la morte della
repubblica, e, se esuli, tessevano intrighi contro di loro. Ma Cosimo aveva
veramente qualità di costruttore; e, non meno, aveva di fronte forze stanche.
Molti sono quelli, popolo delle città e sudditi del territorio, che hanno visto con
gioia crollare la repubblica e assai sperano da un principe. La maggiore e più
diffusa aspirazione è di un governo che sia comune a tutti. Cosimo poi è
ritornato in Firenze non servendo una fazione, non lusingando e corrompendo
la plebe, ma per diritto proprio: ciò che significava indipendenza da chicchessia,
e capacità di agire senza pastoie. Infatti, si sbarazzò anche di quelli che lo
avevano esaltato e che s'illudevano di poter costituire una ristretta aristocrazia
di governo a fianco del principe. Mostrò favore al minuto popolo, che acquistò
certa fiducia di vivere sicuro dalle ingiurie dei nobili. Esercitò una giustizia
severissima, con tutti. Aiutò, inoltre, l'attività mercantile di tutti i sudditi, nel
paese e fuori di esso: e aiutò, fra l'altro, Pisa a risollevarsi dal regime di
oppressione precedente e ricostituirsi una sua vita industriale, già annullata a
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
beneficio della dominante. Utilizzò persone di ogni parte del territorio e allargò
a molte famiglie pisane,ISTITUTO
aretine,(/ISTITUTO/)
pistoiesi, pratesi,
volterrane, cortonesi,
MAGAZINE (/MAGAZINE/)
esser forte sul mare, su quel mare che aveva davanti, e farsi una flotta,
migliorare le basi navali, ridare vita all'arsenale di Pisa. Sua ambizione, d'intesa
con la Spagna che contribuisceTRECCANI
alla spesa, sbarazzare
CULTURA il Tirreno dalla pirateria. E
(/CULTURA/)
in grande intimità con i papi e molto lavora presso di loro e vi ha sei o sette
cardinali parzialissimi. ISTITUTO
E nelle corti italiane si sussurra di una dignità e
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
titolo di
re di Toscana che il papa sarebbe disposto a dargli. Perciò tutti gli altri principi
(/index.html)
tengono gli occhi aperti. D'altra parte, non è facile di questi Medici, che hanno
CATALOGO (/CATALOGO/)
anche molta dose di taccagneria e di spirito mercantesco, fare dei re. E già con
Francesco I, il tono del principato si abbassa.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Non meno assidua attività svolge più a nord Emanuele Filiberto di Savoia, che,
nato principe e poi spogliato di tutto, soldato, capitano, generale per mezza
Europa, era rientrato nella
LIBRI sua vita di principe,
(/TRECCANILIBRI/) sotto
ARTE nuovi auspici, l'anno 1559,
(/TRECCANIARTE/)
spesso, a signori stranieri, più che al proprio signore. Intanto, non staccava gli
(/index.html)
occhi dal Monferrato, che una sentenza di Carlo V aveva assegnato nel 1536 ai
CATALOGO (/CATALOGO/)
Gonzaga signori di Mantova. E lavorava per guadagnare terreno fra quelle
popolazioni. Stuzzicò il loro malcontento, diede ospitalità ai fuggiaschi, tutelò
davanti all'imperatore i diritti diSCUOLA
quei vassalli. Mise in movimento anche i
(/TRECCANISCUOLA/)
tribunali cesarei. Per ora, quest'uomo cresciuto fra le armi, le armi vuole
riposte nel fodero. Certo, se farà guerre, ne farà per il Monferrato, che rende
oltre 100.000 scudi annui,
LIBRIche integra il Piemonte
(/TRECCANILIBRI/) dal punto di vista militare,
ARTE (/TRECCANIARTE/)
che apre altre vie verso il mare. E sul mare Emanuele Filiberto tiene sempre gli
occhi. Si è fatta una flotta, ha creato la prima flotta dei Savoia. I Genovesi
sospettano che egli voglia tentare un colpo
TRECCANI su Savona,
CULTURA malcontenta di loro. Ma
(/CULTURA/)
il duca alza gli occhi persino su Genova, che non è solo un bel porto, ma ha
banchieri e denari in quantità. In attesa che Genova maturi, il duca nel 1575 e
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
1576 compra Oneglia da nobili genovesi e il contado di Vado. Saranno
agevolati i trasporti verso il mare e cresceranno le rendite dello stato, cioè la
sua forza militare e la sua indipendenza. Poiché i Savoia più che ogni altro
principe italiano vedono le finanze proprie, l'economia del paese
essenzialmente da questo punto di vista. Ma più urge ricuperare le terre di
Piemonte tenute da Francesi e Spagnoli. E l'occasione buona fu quando Enrico
III, tornando dalla Polonia in Francia, passò per le terre di Emanuele Filiberto.
Il quale, allora, in cambio di aver bene assicurato al re le strade, ottenne che
s'impegnasse a ridargli le sue piazze, Savigliano e Pinerolo: il che fu nel 1574.
Donde anche l'allontanamento degli Spagnoli da Asti e Santhià, non avendo più
essi pretesto per rimanervi. Anche il marchesato di Saluzzo è in mano dei
Francesi. E vuol dire le porte del Piemonte in mano di stranieri, per le valli
della Maira, Stura, Varaita; vuol dire gli stranieri nel cuore del Piemonte. Ed
Emanuele Filiberto trattò per acquistare questa vecchia signoria feudale. Era
disposto a comprarla, a dare in cambio terre sue d'oltralpe. Capiva che ormai
l'avvenire della casa era non di là ma di qua dalle Alpi. Il vecchio rapporto
Savoia-Piemonte si era rovesciato. E la Savoia cominciava a provare un senso
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di scontento e disagio, nel nuovo organismo di cui non era più il membro
principale. In questa occasione, il duca Emanuele Filiberto giocò un po'sulle
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
discordie della corte francese, sull'antagonismo fra i capi civili e militari cui era
(/index.html)
affidato il Saluzzese. Ed era ormai giunto alla meta, cioè a un'occupazione
CATALOGO (/CATALOGO/)
provvisoria, quando la morte lo colse. Sapeva che né Francia e meno ancora
Spagna lo avrebbero voluto vedere più grande di quello che era: ma la sua
diplomazia aveva lavorato a coltivare da ogni parte buoni rapporti: con Ferrara,
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
che era d'accordo con lui contro le pretese di Cosimo a un primato; con
Venezia, che poteva servire da sbocco del commercio piemontese giù per il Po
ed era un pungiglione LIBRI
sull'altro fianco di Spagna.
(/TRECCANILIBRI/) ARTE Anche con la S. Sede coltivò
(/TRECCANIARTE/)
buoni rapporti: e la S. Sede lo avrebbe anche visto volentieri, nel 1571, alla testa
delle forze navali cristiane e italiane che dovevano compiere la gesta di
Lepanto. Alla curia egli si sentiva unitoCULTURA
TRECCANI dal comune vanto di essere tutori di
(/CULTURA/)
"libertà italiana". Alla sua morte, il nunzio pontificio a Torino scriveva alla
curia: "è mancato il moderatore a questi tempi di tutto il mondo, et
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
particolarmente il procuratore della quiete d'Italia, solo con l'ombra
dell'autorità et prudenzia sua". Ciò derivava dalla sua equidistanza tra Francia e
Spagna. Giusto calcolo politico, in un momento come quello e con uno stato in
via di ricostituzione. Ma tale atteggiamento si colorava d'italianità. Del resto,
orientatosi il casato verso l'Italia, trovato qui il suo centro, si capisce che
venisse assumendo quel colore. È pienamente formato il senso che, come le
popolazioni cisalpine sono il nerbo dello stato sabaudo, così esse dovevano
anche dargli il loro suggello morale. Era appena tornato nei suoi stati e il duca
già emanava un decreto che sopprimeva il latino nell'uso delle curie e dei notai
e adottava l'italiano (febbraio 1560). Significava incanalare anche la cultura
piemontese, oltre che la politica, nella direzione della nazione italiana. E come
tutto quel che fece questo principe ebbe quasi un carattere indelebile, per la
serietà e l'animo religioso con cui egli operò, per il suo spirito realistico e il
senso di orientamento proprio del costruttore, così indelebile fu anche questo
atteggiamento "italiano" da lui assunto. La storia del vecchio casato feudale
cominciava a confluire nel corso della storia d'Italia.
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provincie italiane, è l'epoca migliore. Gli storici siciliani giudicano buono per
l'isola il tempo di Filippo II, quando fu dato impulso a opere pubbliche civili e
militari, per una più efficace difesa dai Turchi,
TRECCANI CULTURA e(/CULTURA/)
si favorì il sorgere d'istituti
d'istruzione. La Sardegna stessa, pur resa quasi estranea all'Italia - a differenza
della Sicilia che all'Italia si legò più strettamente - ebbe a lodarsi di Filippo II.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
L'attività dei principi e governi, italiani e stranieri che fossero, si svolse anche
verso una altra direzione. Piegate ormai le forze interne di opposizione al
principato, assicurato anche un minimo di libertà di fronte alla Spagna,
rimaneva ancora un'opposizione, che era interna ed esterna, locale e
internazionale, da fronteggiare; ancora una libertà da difendere: l'opposizione
della Chiesa, la libertà dalla Chiesa, ricostituita anch'essa, armatasi nuovamente
di tutte le sue pretese. I governi italiani hanno fatto proprio, in parte, il
programma della Controriforma, ne hanno accettato la parte morale e
dogmatica; anche perché essi vogliono, in cambio, utilizzare la Chiesa ai fini
politici, considerarla e adoperarla come instrumentum regni. Non pongono
grandi ostacoli allo strabocchevole crescere di chierici e frati e congregazioni
religiose. Se vogliono la Chiesa strumento dello Stato, sono anche disposti a
mettere il braccio dello Stato a disposizione della Chiesa o guardare con larga
tolleranza le sue iniziative. Non è solo un esteriore avvicinamento, sulla base di
un calcolo. Vi è ora una dottrina politica che cerca di temperare il crudo
realismo della ragion di stato, subordinandola a ragioni morali e religiose o
conciliandola con esse. Come, dieci secoli prima, i regni barbarici si erano
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aperti all'influsso della Chiesa, così ora gli stati usciti dalla prima spregiudicata
fase costruttiva e dal travaglio della
delle guerre, durante le quali la ferrea legge
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
forza aveva imperato e la "ragion di stato" aveva servito a giustificare ogni atto,
(/index.html)
non solo praticata ma anche messa sugli altari. Un pensatore politico italiano
CATALOGO (/CATALOGO/)
che, ora, rappresenta questo tentativo di conciliazione, questo sforzo della
Chiesa di permeare moralmente lo Stato, rispettandone le esigenze, è Giovanni
Botero, uomo certo della Controriforma, ma anche uomo di questa età di
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
ricostruzione statale, attivo segretario di Carlo Borromeo, spettatore dell'opera
di Emanuele Filiberto, fiero del suo Piemonte, "propugnacolo" o "bastione
d'Italia". LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Ma c'è un'altra parte del programma della Controriforma che i governi non
sono egualmente disposti ad accettare
TRECCANInella sua (/CULTURA/)
CULTURA integrità, cioè le esigenze civili
e politiche di supremazia chiesastica sui poteri statali, di esercizio pieno delle
libertà ecclesiastiche, d'ingerenza nella vita del laicato: esigenze che taluni dei
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
papi cercano di far valere, talora con meticolosità di giuristi, come fu con Paolo
V, simile in ciò ai grandi antecessori del XII e XIII secolo; specialmente in Italia
che era e doveva rimanere la base ferma del papato, il mezzo necessario
all'azione sua mondiale.
poi con Ferdinando il Cattolico, c'era stato qualche allentamento di freni, ora
Filippo II tornò a essereISTITUTO
fermo (/ISTITUTO/)
e battagliero,MAGAZINE
vietò si pubblicassero
(/MAGAZINE/)
decreti
tridentini, tenne testa a richieste fiscali e giudiziarie: come in Spagna, così nei
(/index.html)
possessi italiani. Reagirono Savoia, Genova, Lucca, Venezia; anzi, Venezia
CATALOGO (/CATALOGO/)
ingaggiò vera battaglia, di grande significato e di grande risonanza. Frequenti
cagioni di urti fra Venezia e Roma erano state, per gran tempo, Ferrara e
Comacchio e Ravenna e le cittàSCUOLA della Romagna. Alla fine del '500, quando
(/TRECCANISCUOLA/)
Clemente VIII incamerò Ferrara, i Veneziani sostennero la causa dello
spodestato Cesare d'Este. Non meno, era cagione di urti la politica ecclesiastica
della repubblica, assai ferma, costantemente, ARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) nel limitare gli acquisti e la libera
(/TRECCANIARTE/)
1605 e 1606, la famosa controversia. Non fu, questa contesa, senza qualche
pericolo per la curia. néISTITUTO
senza qualche incrinatura morale dell'edificio
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
che essa
aveva innalzato: pericolo di appiccare un grande incendio, di spingere Venezia
(/index.html)
verso i protestanti, di provocare interventi di Francia e Spagna, di eccitare altri
CATALOGO (/CATALOGO/)
principi italiani che egualmente avevano velleità giurisdizionaliste. Carlo
Emanuele di Savoia, ad esempio, simpatizzò per Venezia. E fosse questa
simpatia, fosse il timore che il conflitto desse occasione a interventi di Spagna e
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Francia, pensò a una intesa di stati italiani non ligi alla curia, anzi per fare
qualche rimostranza alla curia, e intanto impedire quegli interventi. E molto si
adoperò a tale scopo. Ma l'accordo
LIBRI dell'aprileARTE
(/TRECCANILIBRI/) 1607(/TRECCANIARTE/)
fra repubblica e curia tolse
motivo a ogni estranea intromissione.
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papato, proprio nei tempi stessi che esso registrava una sua grande vittoria.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Giordano Bruno e Paolo Sarpi: pensiero filosofico, pensiero politico e
scientifico. Maturavano i írutti del Rinascimento. Epoca ricca di uomini così
fatti, questa fra il '500 e il '600; SCUOLA
uomini(/TRECCANISCUOLA/)
legati di spirituale parentela, uomini di
una civiltà, di una nazione, capaci di accrescerne il patrimonio ideale e
cementarne la vita unitaria. Ricordiamo ancora Tommaso Campanella e
Galileo Galilei, che vissero anch'essi pericolosamente,
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) in una temperie avversa,
ARTE (/TRECCANIARTE/)
sociale, di ritorno degli uomini alla natura, di uguaglianza fra di essi, salvo le
distinzioni fatte dalla natura stessa, senza povertà e senza ricchezza e relativi
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
mali. Scrisse La città del sole, tutta senso panteistico; poi si volse a vagheggiare
una teocrazia papale, cioè un governo unico del mondo, spirituale e politico
insieme, impersonato dal pontefice che lo avrebbe esercitato per mezzo dei
principi, rimedio contro guerre e scismi e mali dell'umanità; in ultimo,
abbandonati i piani politici, sognò una grandiosa azione di propaganda e
riconquista puramente religiosa, da svolgere egli personalmente, per
ricondurre i protestanti alla Chiesa, per costringere gl'infedeli a riconoscere la
vera fede. Rileviamo qui, non la filosofia di Campanella ma la tragedia di questa
vita, il suo cozzare ora con Spagna ora con Roma. Echi e risonanze di
Controriforma, sono in questo frate e filosofo. Subì anch'egli il fascino della
restaurata Roma papale, si riscaldò per l'unità religiosa, parve vagheggiasse la
teocrazia. Ma della vita egli riconobbe l'intrinseco valore e i nobili fini; l'uomo
lo vide, essenzialmente, nel mondo, con i suoi problemi politici, sociali, morali,
e lo esaltò come creatore e dominatore, in virtù del suo pensiero; nel papato
vide anche un mezzo d'indipendenza italiana, un fattore di grandezza per
l'Italia, da lui glorificata nelle tradizioni marinare di Genova e Pisa e Venezia,
nei suoi scopritori di nuovi mondi, Colombo o Galilei. Il quale ultimo era altra
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La dominazione spagnola.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
La Spagna, gli stati italiani e il movimento antispagnolo fra '500 e '600. - La
politica di assestamento e rafforzamento interno degli stati italiani,
specialmente di alcuni di essi, non è sempre fine a sé stessa. Fra l'altro, è un
mezzo per assicurare lo stato nei rapporti internazionali, per togliere a Spagna
ogni occasione o pretesto d'interventi e rimaneggiamenti. Buone erano le
relazioni con Madrid. Ma bisogno di vigilare e guardarsi c'era. Largo ossequio
al potente sovrano; e si sovviene ai suoi bisogni con prestiti che servono anche
a legare maggiormente i principi a Spagna, come sempre il creditore al
debitore; si mandano a Madrid i figliuoli per fare la loro educazione e crescere
nel reverenziale ossequio di Spagna; si seguono costumi e fogge e spesso
linguaggio di Spagna; s'interpella quel re, quando si deve maritare una figliuola,
perché assai importa a lui quali legami i principi italiani hanno con altri sovrani
d'Europa e fra loro. E tuttavia, Medici, Savoia, oltre che Estensi, vecchi amici di
Francia, mantengono buone relazioni con la vicina corte, principesse italiane
vanno in Francia, francesi in Italia. E una delle ragioni per cui Filippo II non
consentì a Emanuele Filiberto di assumere il generalato delle forze cristiane
nella guerra che condusse alla vittoria di Lepanto, fu il timore che, assente il
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considerata poco meno che un agente di quella corte a Torino. Anche i rapporti
(/index.html)
fra le corti italiane, nonostante le controversie per titoli e primazie, sono buoni:
CATALOGO (/CATALOGO/)
parecchi legami familiari; certa solidarietà politica. La presenza di Spagna crea,
in Italia, una specie di fronte unico, impone a tutti dei problemi comuni, crea,
accanto all'eguale condizione diSCUOLA
tutela,(/TRECCANISCUOLA/)
un'eguale opera di prudente difesa.
Condizione di cose, questa, che dà qualche motivo di preoccupazione alla corte
e ai governatori spagnoli: i quali vogliono sì pace fra gli stati italiani, ma non
troppi legami; credonoLIBRIutile(/TRECCANILIBRI/)
un po' di zizzania, ma(/TRECCANIARTE/)
ARTE non che dai contrasti emerga
la superiorità dell'uno o dell'altro. Statu quo, equilibrio, tutti direttamente legati
ad essa, questo vuole la Spagna. Perciò essa non è senza qualche preoccupazione
per le cose della penisola, doveTRECCANI
i principi sono stretti da molti parentadi, hanno
CULTURA (/CULTURA/)
Soffiava certo vento di fronda nelle corti italiane. Cresceva, sul finire del '500, il
desiderio d'uscire di tutela. La rafforzata situazione interna stimolava più di un
principe a una politica propria, o addirittura a una politica d'iniziative. Ne diede
il primo esempio Carlo Emanuele I, succeduto al padre. Del resto, anche Sisto
V, uomo pure di grandi pensieri e progetti, si proponeva di mandare un
esercito in Francia, mettere fine al disordine, chiamare a quel trono proprio
Carlo Emanuele. Ma mentre era in attesa, approfittò anche il duca di quel
disordine francese e, camminando a modo suo sopra le direttive del papa, forte
dell'amicizia del re di Spagna, del quale aveva sposato la figlia Caterina, assaltò
all'improvviso il marchesato di Saluzzo (1588), espugnò Centallo e
Carmagnola: in due mesi ebbe in mano tutto il paese. L'impresa era contro
Francia che minacciò e, impotente essa, sommosse gli Svizzeri contro i Savoia;
ma non piacque neppure al re di Spagna che non aveva mai voluto fare gran
cosa per liberare il Piemonte da quel resto di occupazione francese (ed
Emanuele Filiberto se ne lamentaval); non piacque agli altri signori italiani,
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
anche se amici dei Savoia. Saluzzo in mano dei Francesi, costituiva quel relativo
equilibrio fra le due corone della
nella penisola, che era ritenuto fondamento
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Si aggiunse poi la nuova situazione di Francia, l'ascesa di Enrico IV, la fine delle
guerre di religione, l'assoluzione del re dalla scomunica,
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) nuovi legami politici e
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Iniziava una politica di riavvicinamento con la Francia che gli avrebbe dato più
libertà nelle cose italiane. Poiché la nuova situazione europea suggeriva al più
degli altri governi italiani pensieri e speranze
TRECCANI CULTURA di(/CULTURA/)
maggiore pace, rimanendo
neutrali fra le due potenze. E anche il duca di Savoia si prevedeva e auspicava
dagli altri che seguisse tale politica. Ma Carlo Emanuele ormai capisce che
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
l'antagonismo Francia-casa d'Austria non basta più ad assicurare l'indipendenza
degli stati italiani.
Mantova e Toscana; cercava trarre nel fascio di questi stati Venezia e Genova.
Ma le sue direttive e pratiche, non si
verso i principi italiani e verso la Francía,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
contraddicevano, nei segreti pensieri del duca. Per la difesa da Spagna o da altri,
(/index.html)
si poteva ben contare sulla solidarietà degli altri principi italiani; ma per una
CATALOGO (/CATALOGO/)
guerra offensiva, solo sulla Francia. Quelli, utili per la conservazione, questa,
per l'accrescimento dello stato; quelli, per assicurare la pace, questa, per rendere
possibile la guerra. Perciò, trattando con Venezia, per vincerne la ritrosia a
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
un'alleanza, insiste sul carattere difensivo dell'accordo, anzi sul bisogno di pace
che ha l'Italia. In realtà, l'accordo coi principi italiani era impresa disperata.
Lega suonava, al loro orecchio, quasi sinonimo
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTEdi (/TRECCANIARTE/)
guerra; lega voleva dire
iniziativa e direttiva e superiorità di qualcuno. E questo li adombrava. Sapevano
dei grandi pensieri del duca. Temevano il carattere offensivo della lega, la
conquista del Milanese. Ma seTRECCANI
il Milanese dovevano
CULTURA averlo i Savoia, dice il duca
(/CULTURA/)
di Mantova al principio del '609, "egli e li altri principi d'Italia sarebbero stati
tutti uniti con Spagna, come quelli che vogliono eguale e non superiore". Se
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
mai, sarebbe bisognato che anche il papa entrasse nella lega e avesse il Milanese
per suo nipote. Tanto più, quindi, Carlo Emanuele stimò conveniente allearsi
lui col re di Francia. E si ebbe il trattato di Bruzolo (24 aprile 1610) che fu di
alleanza offensiva e difensiva: azione sul Milanese, da cedere poi al duca, che
avrebbe in tal modo ceduto la Savoia. In questo trattato presero forma concreta
quelle tendenze della politica francese verso l'Italia che da Francesco I si
venivano elaborando: quella forma, che, con pochi mutamenti, è rimasta fino al
1859. L'inizio dell'impresa era fissato per il maggio; a metà maggio, Enrico IV
cadeva ucciso.
l'indipendenza.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
L'iniziativa sabauda al tempo di Carlo Emanuele I. - Questa situazione di
Spagna in Italia al principio del '600 e questo atteggiamento di opinioni dànno
luce all'ardita politica d'iniziative del duca Carlo Emanuele. La morte di Enrico
IV contrariò in un primo momento i piani del duca. Egli si vide in gran
pericolo. Si era alienata la Spagna, e non poteva più contare sulla Francia. Qui,
Maria de' Medici, più disposta verso Spagna che verso il duca. Privo di ogni
punto d'appoggio, pensò all'Inghilterra, gran nemica di Spagna e già legata ai
Savoia. Ora, dopo che per oltre un secolo i Savoia erano caduti nell'orbita
francese, quei legami ricompaiono. "Quel re mi aiuta e non vuole la mia
oppressione ma la mia libertà", dice Carlo Emanuele all'ambasciatore
veneziano. Inizî di politica che si svolgerà e darà frutto con Carlo Emanuele II e
Vittorio Amedeo II e poi nel 1860. Ma ecco che morti poco dopo Vincenzo I e
Francesco II Gonzaga, Carlo Emanuele invase il Monferrato e l'occupò in nome
della piccola Maria nata dalle nozze di una sua figliola con Francesco Gonzaga.
Ebbe contrarî Spagnoli e Francesi uniti insieme e spalleggiati dall'imperatore e
da quasi tutti i governi italiani: Toscana, Farnese, Lucca, oltre che il card.
Ferdinando Gonzaga fratello di Vincenzo, messosi ora alla testa dello stato.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Contro lui, come disturbatore della pace, vi fu anche chi vagheggiò una lega
difensiva fra Roma, Firenze, Mantova e Venezia. Al che qualche voce
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
rispondeva che la pace non era poi sempre questo gran bene; che vi è pace e
(/index.html)
pace, la pace desiderabile di chi comanda e la pace indesiderabile di chi
CATALOGO (/CATALOGO/)
soggiace; che l'assalto al Monferrato poteva anche non essere opportuno ma
pur sempre rappresentare "un principio di rivoluzione nelle cose italiane,
sommamente auspicabile". CosìSCUOLA Alessandro Tassoni. Il duca, forse più valente
(/TRECCANISCUOLA/)
guerriero che diplomatico, se pure quella vittoria poteva essere data dalla
diplomazia, dovette pochi mesi dopo rendere le terre occupate (accordo di
Milano, 18 giugno 1613).LIBRIMa all'intimazione ARTE
(/TRECCANILIBRI/) di disarmare entro sei dì, rispose
(/TRECCANIARTE/)
Perciò fu facile ristabilire fra i Savoia e Venezia l'antica armonia che pure era
stata turbata per un momento dall'invasione del Monferrato. Ma poco il duca
poté avere da principio, oltre le buone parole e i tentativi veneziani di
mediazione tra Spagna e duca, non ostante che Carlo Emanuele prospettasse le
favorevoli circostanze d'Italia, la diffusa avversione al dominio spagnolo,
l'amicizia inglese per lui, la forza del proprio esercito. Bisogna osare e volere,
diceva. "Nelle imprese si vuole prima il volere e poi il potere". Chi vuole può. Si
muoverà egli per primo e occuperà piazze milanesi; è pago che i Veneziani
seguano. E mossici noi, gli altri seguiranno... Ma Venezia temeva "di riporre la
quiete propria e comune in groppa al suo ardentissimo genio..." Così combatté
per conto suo la sua guerra: guerra svoltasi nel basso Friuli, nella valle
dell'Isonzo, davanti a Gorizia e Gradisca, che fu vanamente bombardata per un
mese dai Veneziani, e su fino a Pontebba e Tarvisio; guerra di minute e non
risolutive fazioni, ma che, iniziata proclamando di voler essere custode d'Italia e
vindice della sua libertà combattuta contro quel nemico, in quelle posizioni, per
quegli scopi di difesa di un confine che non era solo di due stati ma di due stirpi
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
italiana poi combatterà. E per conto suo combatté il duca Carlo Emanuele, pure
(/index.html)
con poco successo. Gli Spagnoli irruppero nel Piemonte, dirigendosi su
CATALOGO (/CATALOGO/)
Vercelli. Ma egli, puntando su Novara, li costrinse a retrocedere, quasi
esitando, tuttavia, egli fino a ieri alunno di Spagna, davanti a un'azione
veramente offensiva. Dovette poi accorrere alla difesa di Asti, investita dagli
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Spagnoli venuti alla riscossa. E fu difesa valorosa.
1615) piuttosto vantaggioso per lui, pur conchiuso con la speranza che a
Madrid non l'approvassero, e allora i mediatori, compresa Venezia, si
sarebbero schierati dalla sua parte. Come
TRECCANI realmente
CULTURA avvenne. E allora la guerra
(/CULTURA/)
riarse, nel 1616, anche per volontà del nuovo e battagliero governatore di
Milano don Pietro di Toledo. Ma questa volta, con più stretta solidarietà ira
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Piemonte e Venezia. Il senato veneziano diede grossi sussidî finanziarî. Si
poterono assoldare Francesi che vennero col Lesdiguières. Altri aiuti diede il re
d'Inghilterra. Col grande navigatore inglese Gualtiero Raleigh, il duca combinò
anche un colpo di sorpresa su Genova. E il Raleigh si riteneva sicuro di poterla
pigliare anche con la forza, se la sorpresa fosse mancata. Ma il re inglese, o che
in ultimo non si sentisse di romperla con Spagna o, come pare, non si
accordasse col Raleigh, per la giusta spartizione della pelle dell'orso, negò il
consenso e mandò l'avventuroso navigatore a conquistare la Guiana. Certo,
mancò anche questa volta grande risolutezza offensiva da parte del duca: sia ciò
dipeso dalla maggiore energia del Toledo che assediò Vercelli, o dalla
preoccupazione di non eccitarsi contro ancora di più i governi italiani con una
guerra risolutamente di conquista, o dalla scarsa coordinazione militare fra i
Savoia e Venezia. Ce ne fu, vera collaborazione militare, più da parte austro-
ispana: punte offensive del Toledo sul territorio veneziano; partecipazione del
duca d'Ossuna viceré di Napoli alla guerra di Gradisca; raduno di mercenarî e
navi a Napoli e Brindisi e operazioni navali nell'Adriatico, fronteggiate
fiaccamente dai capitani veneziani, per cui gli altri poterono proclamare
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 570/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Allora, il duca Carlo Emanuele, tradito dall'alleato francese nel '26; insidiato
sempre dalla Francia, anche nelle sue aspirazioni
TRECCANI sul Monferrato, concordò col
CULTURA (/CULTURA/)
nuovi tempi, moralmente intonato ai tempi. I suoi legami maggiori sono con
quella parte dell'EuropaISTITUTO
che è in(/ISTITUTO/)
sul crescere,
Francia e paesi del nord-ovest.
MAGAZINE (/MAGAZINE/)
nella penisola, in seguito tanto al risorgere politico della Francia e alle nuove
lotte Borboni-Asburgo, che trovano anche ora in Italia uno dei loro campi,
quanto alla formazione di un valido stato
TRECCANI subalpino,
CULTURA che cerca nella
(/CULTURA/)
Francia e Savoia: quella stimolò e anche aiutò questa nell'iniziar la sua politica
di energiche iniziative antispagnole; ma questa, anche, concorse a che la
Francia riguadagnasse terreno di qua dalle Alpi, pur dopo che le aveva tolto la
base di Saluzzo, e dal Piemonte iniziasse il suo nuovo sforzo di penetrazione
nella penisola. Era, fra esse, un misto di solidarietà e di contrasto. Quindi, data
la disparità delle forze loro, dato anche il crescente indebolirsi delle posizioni
spagnole in Italia, solidarietà pericolosa, che poteva risolversi per i Savoia e per
tutta la penisola in una servitù nuova al posto dell'antica, specialmente quando
quel principato non fosse tenuto da una mano robusta e si rallentasse il ritmo
dell'organizzazione interna. Si vide già con i due trattati segreti di Cherasco,
1631: alleanza tra il re e il duca in caso di guerra in Italia, e comando supremo
degli eserciti affidato a quest'ultimo; ripartizione delle conquiste in ragione di
un terzo a Savoia e due terzi a Francia; restituzione di Pinerolo al re, in cambio
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 575/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Germania, la sua grande battaglia con gli Asburgo e togliere loro Paesi Bassi e
possessi italiani. Nel 1633, Vittorio Amedeo I, irritato contro Francia, pensa e
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
propone al papa una lega italiana. L'anno appresso, alla vigilia della ripresa della
guerra, nuova proposta a Roma, in questo senso, anche da parte del granduca di
Toscana. E questa volta, il papa non pareva contrario; non contrarî i duchi di
Modena e Parma. Si confidava anche nell'assenso di Venezia. La lega doveva
rappresentare l'interesse dei principi italiani, a difesa contro chicchessia,
Francia o Spagna. Ma la Spagna s'intromise a Roma e tutto fallì.
senza attendere gli ordini del Savoia. Egli volse poi su Valenza che era chiave
delle comunicazioni tra Genova e Milano, invece che su Novara e Milano,
come era nel programma del duca. Tuttavia,
TRECCANI riuscito
CULTURA vano il tentativo di
(/CULTURA/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 577/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
in Vercelli.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
La Spagna possedeva ancora certa forza di resistenza, data dall'organizzazione
difensiva del Milanese. Aveva, poi, in questo suo dominio, sudditi più o meno
soddisfatti ma non ribelli. E nelSCUOLA
resto della penisola, essa poteva contare su
(/TRECCANISCUOLA/)
molta gente interessata a sostenerla perché troppi denari aveva dati a credito a
quei monarchi o aveva investiti in imprese varie nei loro paesi, troppe pensioni
e stipendî arretrati aveva da(/TRECCANILIBRI/)
LIBRI riscuotere. Attaccati
ARTEa(/TRECCANIARTE/)
Spagna, infine, erano tutti
quelli che non volevano disordini e alee di guerra. La forza maggiore di quel
dominio, in Italia, era proprio in questo suo rappresentare la pace, contro
velleità tanto di principi italiani quantoCULTURA
TRECCANI di principi stranieri. Laddove la Francia
(/CULTURA/)
Modena, Venezia, Toscana, cioè di quasi tutta l'Italia indipendente, contro papa
Urbano VIII per la guerra di Castro: lega d'Italia o per la pace d' Italia,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
che, del
resto, si sciolse subito anch'essa. L'Italia si formerà per altre vie, per sintesi di
(/index.html)
elementi ideali innanzi tutto e non per somma d'interessi dinastici. Era tuttavia
CATALOGO (/CATALOGO/)
l'Italia un riconoscimento implicito degli stati italiani, "tutti assieme come un
corpo, i membri del quale hanno consenso l'uno con l'altro", come scrive nel
1649 l'oratore veneziano Piero SCUOLA
Basadonna riferendosi all'opinione degli
(/TRECCANISCUOLA/)
Spagnoli. I quali non erano paghi di sentirsi sicuri di fronte a ognuno di quegli
stati di per sé, ma volevano sentirsi sicuri di fronte al tutto. Quindi, una vera e
propria politica italiana, dei(/TRECCANILIBRI/)
LIBRI governi spagnoli,ARTE
cui (/TRECCANIARTE/)
non manca una sua unità.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Il punto morto della vita italiana. - Siamo in un punto morto, nella storia degli
stati italiani, come un fiume che a mezzo corso ristagni. È logora la monarchia
spagnola come grande impero mondiale e come potenza italiana, nonostante i
puntelli che ancora aveva in Italia. Chi in Italia aborriva dalle guerre, chi
vedeva nel gran re essenzialmente il re cattolico, baluardo della religione, stava
per la conservazione della Spagna. I minuscoli stati superstiti che si sentivano
minacciati dai più grandi, gli oppositori dei Savoia, facevano affidamento sulla
Spagna. La nobiltà, in generale, spagnolizzava. Anche le plebi napoletane e
siciliane invocavano la protezione del lontano re, sulle cui terre non
tramontava mai il sole. Chi temeva i Francesi, per la "volubilità, insaziabilità,
leggerezza di quella nazione", come diceva il papa stesso Urbano VIII che pure
coi Francesi solidarizzò contro gli Asburgo, se ne stava attaccato agli Spagnoli.
Anzi, la rinata invadenza francese nella prima metà del secolo, fece rinverdire
qualche fronda della corona spagnola in Italia: la stessa Venezia si ravvicinò ad
essa, dopo il '30. Ma erano appoggi statici questi, senza sviluppo e senza
domani. Erano vecchi interessi di conservazione, erano aspirazioni al quieta non
movere. In ogni modo, non forza propria di Spagna. Questo declinare di Spagna,
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 580/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Come Spagna, erano variamente in crisi gli stati indipendenti della penisola. Né
solo i piccoli stati della valle del Po, quello farnesiano di Parma e Piacenza,
quello estense di Modena, quello gonzaghesco
TRECCANI CULTURAdi Mantova e Monferrato,
(/CULTURA/)
viventi ogni giorno più di vita anacronistica, nel cozzo di grossi stati, essi
minuscoli stati, senza armi proprie, ormai senza denari per assoldarne, senza
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
autorità per servirsi bene dei mercenarî, senza fini concreti su cui veramente
puntare. Né solo, dico, i piccoli stati; ma anche i relativamente grandi. Batteva
il passo il ducato di Piemonte, retto da una donna, lacerato da discordie
dinastiche e da guerra civile, padroneggiato dai Francesi quasi come un secolo
prima, arrestatosi sulla via dei progressi civili e della riputazione italiana su cui
l'avevano messo Emanuele Filiberto e Carlo Emanuele. Meglio e peggio la
repubblica di Venezia. Difende sì con le unghie e coi denti i suoi ultimi possessi
di Levante; dà prova, in questa difesa, di energia, orgoglio, patriottismo e
vigore militare. E si sa come, nella lunga guerra di Candia, i suoi ammiragli
ritrovassero il vecchio spirito aggressivo fin quasi davanti a Costantinopoli.
Tuttavia, questa attività si manteneva con crescente sforzo e inadeguatezza ai
fini cui mirava: quindi poco meno che sterile. Tutta Europa cominciava ad
affacciarsi su quei mari e veniva a mancare la ragione del conservare quei
lontani possessi, nati e cresciuti ai fini del commercio e della navigazione. In
ogni modo, affaticata in Oriente, Venezia non riusciva più a seguire le vicende
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 581/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
della penisola, a conservare un certo controllo degli eventi che erano decisivi
per la valle del Po e perISTITUTO
i suoi stati stessi di terraferma: in un momento
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
in cui
decadeva, sì, la Spagna, ma si riaffacciava con proprî fini l'Asburgo austriaco.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Peggio è per il granducato di Toscana che con Francesco I già ha perduto non
poco di quel che aveva guadagnato con Cosimo I, e con Cosimo II quel che
aveva un po' riguadagnato con SCUOLA
l'energico Ferdinando I. Ferdinando II (1626-
(/TRECCANISCUOLA/)
70) cercò di rimettere un po' d'ordine: ma vendette le navi da guerra al re di
Francia e annullò la marina, cioè ogni possibilità di fare una qualche politica nel
Mediterraneo. Peggio LIBRI
con lo Stato della Chiesa,
(/TRECCANILIBRI/) che
ARTE ha, sì, incamerato Ferrara e
(/TRECCANIARTE/)
poi Urbino, ma ogni giorno vede aggravarsi le sue tare organiche, per il suo
carattere di mero strumento o d'interessi familiari o d'interessi universali e
trascendenti che aveva assunto. Viene anche
TRECCANI a mancare
CULTURA nell'amministrazione
(/CULTURA/)
quell'energia che avevano spiegata nel '500 alcuni grandi papi sotto l'assillo
della minaccia o veneziana o francese o spagnola o nell'ardore della
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Controriforma. Il papato come tale viene di nuovo scadendo da quell'alta
posizione di che aveva goduto allora. Arginato il pericolo protestante,
riguadagnate molte posizioni perdute, svanito quel senso di minaccia mortale,
che aveva stretto tanta parte della cattolicità attorno al suo capo, con rinnovato
spirito di dedizione, e quasi dato vita a una nuova teocrazia medievale, siamo
ora agl'inizî di una nuova discesa. Finisce, con l'avanzarsi del secolo XVII,
quella specie d'internazionalità politico-religiosa del mondo cattolico - e anche
di quello protestante - che si era formata in mezzo alle guerre di religione e di
cui il papa era il naturale capo. Ora, si ricostituiscono i quadri politici distinti
dai quadri religiosi, i credenti ritornano cittadini e sudditi, l'assolutismo si
rinforza a spese anche della Chiesa e del papato. I valori della fede passano in
seconda linea o vengono ben distinti dagli altri, quando si vede non solo un
Richelieu e un Mazzarino, ma anche un Urbano VIII, che pure nei loro stati
combattevano gli ugonotti e perseguivano eretiei, allearsi con luterani o
indulgere politicamente ad essi. S'intravede il passaggio a un'altra età che sarà
di lotte schiettamente politiche ed economiche, come già il sec. XV e il XVI,
chiusa la parentesi religiosa. Ora, tutto ciò si riflette negativamente sulla
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 582/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
alla fine del '500, l'oratore veneto Paruta aveva schizzato un quadro assai
(/index.html)
oscuro. Nel '600, esso peggiora, quanto a ordine interno, prosperità economia,
CATALOGO (/CATALOGO/)
capacità militare. Roma è sempre un grande centro politico: ma d'intrighi più
che di operosità conclusiva. Agenti di principi italiani e stranieri che cercano
parentado con famiglie papali, fiduciarî di baroni napoletani, informatori
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
segreti di ogni corte grande e piccola, avventurieri, venditori di fumo, ecc.,
fanno capo a Roma.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Insomma, quasi tutti quegli stati e anche quelle dinastie, dal più al meno sono
in declino, sia in modo assoluto, sia riguardo ai tempi e al cammino fatto da
altri; sono in declino anche quelli che, nella
TRECCANI fase(/CULTURA/)
CULTURA della prima formazione,
avevano esplicato una seria e benefica azione di governo, assolto necessarî
compiti, perfezionato l'amministrazione, ecc. Dappertutto, rilassatezza di
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
attività e di energie. E tutti sanno come in questo tempo non poco si allentasse
la vigilanza e resistenza di fronte alla Chiesa e alle sue prerogative; di fronte alla
sterminata falange degli ordini religiosi, monasteri, confraternite, persone
dedite a vera o fittizia vita clericale, tutti rivendicanti "libertà", cioè esenzione
da ogni aggravio; di fronte alla grossa manomorta ricostituitasi come forse
neppure nei secoli IX e X, pur essendo quasi scomparse le ragioni che allora le
avevano permesso di svolgere un'azione sociale non infeconda. Tutti sanno
che, disarmato delle grosse funzioni politiche il baronato, dove esso era ancora
potente e infido, come nel regno di Napoli, mancò poi quasi ogni capacità di
frenarne lo spirito di sopraffazione e di rapina verso i vassalli, sfrondare la selva
dei minuti privilegi che erano il corrispettivo della fedeltà, ricondurre nella
diretta amministrazione dello stato le città e le terre che ancora tenevano. Ché
anzi, come dilagò l'uso di vendere uffici, titoli, privilegi, così anche feudi di città
e terre. A metà del '600, quasi tutte le città del Mezzogiorno erano infeudate.
Tutti sanno che il fiscalismo dei principi si aggravò più o meno dappertutto, in
rapporto e ai crescenti bisogni di una politica che era imposta spesso da
circostanze estrinseche, e all'aumento dei gruppi privilegiati e relativa
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 583/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
di questi mali nei governi non sempre mancava. E neanche qualche buona
intenzione di curarli: feroce giustizia contro i banditi, leggi per proteggere le
comunità dalle usurpazioni baronali,
TRECCANI e CULTURA
per ridare loro l'amministrazione di sé,
(/CULTURA/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 584/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
faceva capo non piccola parte del commercio dell'Italia settentrionale, con
danno specialmente di Venezia che vide peggiorare ancora la sua posizione in
confronto di Genova, più vicina alle nuove
TRECCANI vie di
CULTURA traffico e ai paesi della nuova
(/CULTURA/)
Vi è ancora una nobiltà feudale, in parte di antica origine, specie nel sud, più
ancora di origine recente, per compra di feudi, per diplomi principeschi,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) specie
nell'Italia settentrionale e centrale. È una nobiltà spagnolesca, fastosa, tutta
(/index.html)
presa dalla smania di primeggiare in pubblico anche se in privato sente il morso
CATALOGO (/CATALOGO/)
della miseria, lontana dagli uffici o dalle cure del patrimonio e da ogni interesse,
"addormentata nei piaceri della vita allegra", come dice il Vico. Ormai essa si
ritira anche dalla milizia e perdeSCUOLAquesta(/TRECCANISCUOLA/)
che era stata la principale sua funzione.
Tutto sommato, una classe che si sta esaurendo e sgretolando: debiti,
alienazione parziale dei feudi e quindi frazionamento dei feudi stessi, rovinosi
litigi giudiziarî dei feudatarî con le comunità ARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) o con(/TRECCANIARTE/)
la camera regia o ducale o
granducale, incameramenti di feudi, ecc. Seguita sempre a fabbricarsene, di
questa nobiltà feudale; ma più cresce di numero e più è svalutata come qualità.
Accanto, o più in basso, c'è unTRECCANI
patriziato urbano,
CULTURA nato dalle attività mercantili,
(/CULTURA/)
dalle professioni, dai legati, ecc., delle città libere o di più recente formazione.
Pur essendovi patrizî investiti di feudo e feudatarî ammessi al patriziato e
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
ambiziosi di entrarvi per l'autorità che esso procurava nelle cose cittadine, pure
l'una e l'altra classe si tenevano distinte e in posizione di antagonismo. Il
patriziato, grande e piccino, prevaleva negli uffici di corte e
nell'amministrazione delle comunità: anzi monopolizzava quasi le
amministrazioni, e costituiva circolo chiuso, con tendenza a estinguersi come
tutti i circoli chiusi. Grandemente scaduta è, in molti dei luoghi dove era ascesa,
la borghesia degli affari, dei commerci, della banca, delle industrie tessili o
metallurgiche. Altrove si sostiene, sia pure con più ristretto mercato italiano o
regionale.
La vita urbana ha perso dappertutto l'antico fervore. Non si fanno più guerre
fra città e città: ma dappertutto, il campanile è più che mai in piedi: rivalità,
superbia di precedenza, sforzo delle minori di adeguarsi alle maggiori quanto a
titoli, baruffe per la ripartizione dell'imposta globalmente assegnata alla
provincia o al regno, per gli alloggiamenti militari, ecc. E a volte sembra che
l'ambizione delle città si esaurisca nell'ottenere una distinzione, che sia come
titolo di nobiltà per le famiglie private. E come le città, così i minori corpi
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 586/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Insomma, i segni del ristagno, più visibili e certi che non quelli del progredire.
Si avvertono a pieno gli effetti non buoni di tutti quegli avvenimenti che dalla
fine del '400 hanno mutato assai la faccia dell'Europa: scoperta di nuovi paesi
fuori del cerchio d'azione delle città e degli stati italiani, spostamento di vecchie
vie di traffico, formazione di nuovi centri di vita economica in concorrenza coi
precedenti, dominio straniero e, per di più, di una nazione in decadenza. E
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 587/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
mantenuto le promesse del tempo dei politici e degli storici del '100. Nelle
stesse scienze fisiche e naturali, al primo slancio sottentrò un certo languore, la
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
tendenza a limitarsi al mero sperimentalismo e alla pura osservazione,
catalogazione, raccolta di fatti e materiali scientifici. Questo ci dà ragione del
minore apprezzamento che si cominciò a fare, fuori d'Italia, della scienza e della
cultura italiana, pur essendo notevole l'influenza degli studî fisici e naturali
italiani in Europa, grande l'eco degli studî e scoperte nel campo della fisiologia e
medicina e astronomia anche fra '600 e '700. L'omaggio che all'Italia seguitò a
farsi, fu più al suo passato che al suo presente. L'Italiano all'estero ebbe, tutto
sommato, una statura minore che nell'età precedente, pur seguitando in lui a
manifestarsi l'intelligenza e destrezza e versatilità proprie della sua stirpe giunte
a un alto grado nell'età del Rinascimento. Certo, il giudizio sugl'Italiani tende,
all'estero, a farsi peggiore. Si parla dell'Italia come del paese del machiavellismo,
nell'interpretazione che di Machiavelli hanno data specialmente i paesi
protestanti, ma anche paesi cattolici dove si voleva reagire a influssi della
cultura italiana. Appare anche l'Italia del brigantaggio, l'Italia del dolce far
niente, l'Italia tutta pompe e feste e carnevale. Indebito questo giudizio
negativo, chi guardi tante serie manifestazioni della vita italiana anche allora,
chi guardi la sostanza della vita italiana stessa. E Milton, tornato in Inghilterra
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 588/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
dopo una dimora di alcuni mesi in Firenze, Roma, Napoli, Venezia (1638),
proclamava ai suoi concittadini di aver sempre ritenuto per conto suo,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
ma ora
avere conosciuto per diretta esperienza, che l'Italia non era già, come essi
(/index.html)
credevano, un asilo di facinorosi ma albergo di umanità e di civile sapere. Ma
CATALOGO (/CATALOGO/)
quel giudizio negativo sull'Italia del sapere e sull'Italia morale, rispecchiava, pur
deformandoli o per troppo superficiale osservazione e intelligenza di cose
italiane, o per spirito nazionalistico, quasi per desiderio di rivalsa contro la non
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
più accetta influenza straniera, alcuni elementi o aspetti veri della vita italiana
in questa fase che si può veramente chiamare di transizione: in quanto sta
sfaldandosi, esaurendosi, un(/TRECCANILIBRI/)
LIBRI dete: minato tipoARTE
di civiltà, imperniato sullo stato
(/TRECCANIARTE/)
cittadino e su certi ideali, e ancora una nuova Italia non è sorta, attardata come
è dalla sua stessa stanchezza, dal peso delle sue tradizioni, dal dominio straniero
che presto esaurì le iniziali possibilità
TRECCANIdi bene, sia
CULTURA che esso peggiorasse, sia che
(/CULTURA/)
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Le attività dell'Italia secentesca. - E tuttavia sono visibili, in questa "decadenza"
italiana, i momenti del progresso, del lavoro positivo che la storia compì, del
lento e inconscio adeguarsi anche degl'Italiani alle esigenze di un'età che è
orientata verso i grandi stati. L'Italia ristagna: eppure nel suo stesso ristagno vi
sono le condizioni del nuovo avanzare. Decadenza di piccoli stati, rovina della
vecchia nobiltà feudale, esaurimento dei chiusi circoli del patriziato cittadino
sono decadenza, rovina, esaurimento di vecchie forme di vita: dànno qualche
impulso a pensieri, sentimenti, aspirazioni di più ampie e proprie
organizzazioni statali, ad attività e ideali della borghesia. La decadenza
dell'aristocrazia rimette in circolazione molta ricchezza ferma, alimenta nuove
formazioni sociali. Si assiste al frazionamento dei grandi feudi e al sorgere di
nuovi centri abitati in essi. Pur con linee quanto mai accidentate e irregolari,
con rapide discese a cui rispondono egualmente rapide ascese, si ha nel '600
aumento di popolazione; un'agricoltura che, accanto a zone di desolazione e di
abbandono, ne presenta altre in sviluppo; un grande accrescimento di proprietà
privata a spese dei demanî regi, comunali, feudali, magari per usurpazione;
grandi quantità di terre soggette a servitù di pascolo e di semina, ora chiuse e
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 589/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
municipale, nella generale decadenza della vita cittadina, muore con esso tutto
(/index.html)
quel mondo di ricordi, pensieri, sentimenti che avevano a centro la piccola
CATALOGO (/CATALOGO/)
patria che "un muro e una fossa serra". I comuni, a forza di essere spogliati delle
antiche funzioni e di vivere sotto tutela, si vengono organizzando come enti
amministrativi e si abituano all'idea di una distinzione d'interessi locali e
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
generali, di amministrazione e politica. Le città combattono a spada tratta per la
loro libertas di fronte al barone feudale. Essa soddisfa interessi e ambizioni e
vanità di nuclei del patriziato e della borghesia
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) municipale
ARTE che in quelle
(/TRECCANIARTE/)
ogni volta che le ridà in feudo, concede al barone qualche prerogativa di meno.
Vi è, anche, un processo di formazione di nuovi elementi di borghesia, in
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
sostituzione o integrazione dell'altra: nuovi proprietarî, agenti e fattori rurali
dei grandi signori assenteisti, accaparratori ed esportatori di grano, appaltatori
di gabelle, prestatori di denaro in piccolo e in grande ai principi e alla nobiltà e
ai comuni, funzionarî della crescente burocrazia, legisti e avvocati che sono già
ora l'alimento più importante della borghesia meridionale, specialmente
napoletana. È formazione piuttosto lenta; questa borghesia contiene molti
elementi parassitarî; le manca ogni consistenza spirituale e sentimentale di sé e
coscienza politica; il suo ideale di vita è fuori della propria classe, è nella
nobiltà. E appena un mercante arricchito o un legista può, sollecita carte di
nobiltà e compra un feudo. Tuttavia è rivelatrice di un non interrotto processo
di ricambio, nell'organismo sociale italiano.
Anche chi guarda all'arte e alla cultura, non deve dimenticare nel '600 la musica
italiana; un certo serio sforzo di originalità che fa la pittura col suo amore di
cose vive, con l'osservazione di aspetti nuovi della vita, con i suoi centri
pittorici nuovi, come Bologna e Napoli. E nel campo del pensiero politico,
qualche problema nuovo, come quello della "ragion di stato", dei rapporti tra
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
morale e politica ecc. E la storiografia, se pure guarda, forse più di prima, quasi
solo all'esterno della vita
storica, al viluppo politico e diplomatico, all'intrigo
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
delle corti, ai fatti militari, tuttavia apre gli occhi sopra una più vasta realtà
(/index.html)
europea, s'interessa delle vicende di tutto il mondo. Da non dimenticare anche,
CATALOGO (/CATALOGO/)
pur mentre la cultura italiana perdeva in profondità e si ritirava da posizioni
avanzate che prima aveva raggiunte nel mondo, quel che essa conquistò in
estensione entro la penisola. SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Difatti, elementi suoi penetrarono in zone che fino allora erano rimaste chiuse
ad essi. La conoscenzaLIBRI
dei grandi scrittori si diffuse,
(/TRECCANILIBRI/) a modo suo, in mezzo al
ARTE (/TRECCANIARTE/)
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
CATALOGO (/CATALOGO/)
Da questa unità di cultura e di civiltà, vista nei suoi elementi sostanziali, di
questa morale personalità degl'Italiani, della quale essi erano pienamente
persuasi, desumevano gli scrittori politici e pubblicisti del '500 e '600 la
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
convenienza d'intese fra i principi, di accordi fra gli stati indipendenti, anche di
durevoli patti per formare fronte unico di fronte agli stranieri, e dare "libertà"
all'Italia, a tutta l'Italia:LIBRI
"poiché tutta l'Italia è ARTE
(/TRECCANILIBRI/) patria(/TRECCANIARTE/)
all'Italiano", scrive il
Boccalini. Nota frequentissima, questa, specie nella prima metà del '600, da
doverla considerare come manifestazione di una corrente diffusa di opinione
pubblica. E non è solo nota antispagnola o antifrancese.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/) Di questa libertà si
parla come di "libertà nazionale". Nessuno vorrà supervalutare questi pensieri e
parole, che pure ricorrono in decine di scritture. La loro rispondenza con le
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
azioni era scarsa, qualche volta nulla; pur essendovi uomini per i quali quei
pensieri sono stati i pensieri di tutta la vita. Ma se anche non c'era in essi un
programma di azione, c'era la coscienza dell'individualità nazionale italiana, la
persuasione che il dominio straniero rappresentava un danno e un'ingiustizia,
la visione di un assetto variamente unitario rispondente all'unità storica della
gente italiana, qualche volta l'esortazione agl'Italiani di "fare da sé", unico modo
di fare. Di altri elementi si arricchirà la coscienza politica degl'Italiani nel '700 e
'800. L'idea democratica darà un maggiore contenuto all'idea di nazione e
d'indipendenza nazionale. Ma ogni età ha i suoi compiti, nei limiti ad essa
segnati dalle condizioni storiche, dalle possibilità, ecc. Ora ci sono più idee
correnti che non profonde convinzioni fuse con la coscienza morale: ma anche
quelle idee correnti hanno il loro valore, entrano nella trama del
"Risorgimento", che è cosa del sec. XIX ed è cosa presente e immanente a tutta
la storia italiana, dalla caduta di Roma e dalle invasioni in poi.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
politica francese in Italia. Anche a Firenze, donde due regine erano andate in
Francia, Luigi XIV dà una sua nipote in moglie al granduca. Insomma qualche
successo, se non proprio delle TRECCANI
armi, della diplomazia
CULTURA francese. Incoraggiavano
(/CULTURA/)
la Francia anche i mali umori serpeggianti contro gli Spagnoli in mezzo alle
popolazioni italiane soggette a loro. Se ne hanno segni in Lombardia; più, nel
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Mezzogiorno, anche perché qui le aspirazioni a mutamento potevano
concretarsi nel pensiero di una propria vita statale da restaurare. Era questo
l'ideale di non poche famiglie della nobiltà, illuse dalla speranza di potere o
afferrare per sé quella corona o tornare, con una dinastia propria, di origine
francese o spagnola o magari sabauda, nell'antica prosperità e potenza. Così,
durante l'intrigo romano-franco-sabaudo del 1635-36, si ebbe, in collegamento
con esso, la congiura che prende il nome da Giovanni Orefice, duca di Sanza, di
nobiltà recente, che mirava a fare del Regno un regno a sé. Una parola, poi, si
sente circolare a Milano o a Napoli, attorno alla metà del '600: "repubblica". Ed
è forse un'eco di quel che era accaduto nei Paesi Bassi, ribellatisi a Spagna e
fattisi indipendenti: per quanto, in Italia, manchino aspirazioni, propositi,
volontà, capi radicali. Piuttosto un vago sogno ondeggiava davanti agli occhi di
molta gente, specie dei ceti di mezzo e anche della plebe: potere ritornare a
certe condizioni di vita, a certo regime, a certi privilegi del tempo di Carlo V.
Erano miti, come quello dell'età dell'oro, pur con qualche contenuto serio:
poiché, un secolo prima, il dominio spagnolo era il dominio di una grande
monarchia, ora scaduta, e diventata tutta passività per i sudditi. Gli stessi viceré
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
avevano píù di una volta, adoperando il pugno di ferro contro i nobili e dando
qualche protezione al popolo, alimentato questo stato d'animo popolaresco
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) e
borghese. Ma ora, il governo spagnolo aveva rimesso dell'antica energia. E la
(/index.html)
mala amministrazione locale, che era poi l'amministrazione della nobiltà
CATALOGO (/CATALOGO/)
grande e piccola, trovava nei governatori e viceré spagnoli tolleranza,
protezione, a volte complicità. Poteva perciò succedere che il malcontento
popolaresco contro il cattivo governo investisse, insieme, nobiltà e funzionarî
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
spagnoli; che le agitazioni di plebe e gente di mezzo, iniziate contro la nobiltà,
finissero con l'assumere anche carattere antispagnolo.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Nel luglio, fosse questa spinta palermitana e siciliana, fossero i fermenti locali
ormai in pieno vigore, anche Napoli eruppe. Ed egualmente, sul principio,
plebe; egualmente contro le gabelle che erano, nel crescente impoverimento
della città e della regione, di crescente gravezza. Rimedio primo contro le
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
governo della città. Avanti a tutti, Giulio Genoino, avvocato. Masaniello ebbe
una settimana di dittatura; poi, siccome c'era in lui la maschera non la sostanza
del dittatore, e l'incapacità di fare da sé,CULTURA
TRECCANI senza la(/CULTURA/)
guida di Genoino che gli stava
alle spalle, fu abbandonato dal popolo e ucciso.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
La lotta, da principio e nelle intenzioni del popolo, era più contro le gabelle che
contro la Spagna; più contro il viceré che contro il lontano re. Ma la distinzione
era difficile mantenerla a lungo. I nobili una volta erano stati castigati dalla
Spagna, ma ora non più. O se aveva castigato i grossi e pericolosi baroni, aveva
dato e dava mano libera alla minore e innocua nobiltà. Ora Genoino anche alla
Spagna chiedeva più giustizia per il popolo, più freni per quella nobiltà che,
dando voti, comprava privilegi. Si proponeva d'instaurare un reggimento a
popolo e nobili, parificati sotto lo scettro di Spagna. C'era una coscienza, nel
popolo meridionale, di ciò che esso e il Regno avevano fatto per la Spogna, di
ciò che avevano dato di denaro e di soldati per sostenere la monarchia nelle sue
guerre. Così, sia per logica estensione, sia per l'azione di altri fermenti locali,
specie dell'aristocrazia maggiore e migliore che Genoino stesso avrebbe
desiderato prendesse parte più attiva alla cosa pubblica, sia per le influenze
esterne franco-romano-piemontesi, il movimento popolare contro gabelle e
nobili, cioè "malgoverno", divenne anche movimento contro la Spagna: non
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
regia, non potendo avere quella di Francia, si volse a Napoli. E alla fine del '47,
giunse con alcune navi, si fece fare capitano generale della reale repubblica di
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Napoli e spogliò l'Annese che allora si raccostò agli Spagnoli. Ma la flotta fece
poco: le fortezze erano sempre di Spagna e non si poteva procedere a sbarchi.
Dai rivoltosi, poco amici di Francesi, non si ebbe l'appoggio che ci si
riprometteva. Mazzarino e il Guisa procedettero con poca o nessuna unità.
Quegli lavorava per la Francia, voleva innanzi tutto cacciare di lì gli Spagnoli e
togliere loro "la più bella gioia di quella corona", come scriveva lui; corteggiava
baronato e nobiltà che era con le armi in mano e pareva l'elemento decisivo,
considerando "il punto principale quello di guadagnare la nobiltà" e facendo
larghe promesse di speciali distinzioni a ognuno, "dopo lo stabilimento di
cotesto regno". E tuttavia, presto doveva disilludersi anche sulla nobiltà. Si mise
allora a coltivare anche il popolo e gli uomini a esso accetti, come il cardinale
Filomarino arcivescovo di Napoli: e da una parte, lusingò i nobili con la
speranza di onori e pensioni, dall'altra fece omaggio di parole alla repubblica. Il
Guisa, invece, o per calcolo politico o per fantasia e spirito romantico cercava la
sua base nel popolo che lo aveva levato su, si associava alla scarsa simpatia
popolare per i Francesi, dichiarava non essere egli di quella nazione, ma
lorenese e, in ultimo, italiano.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Fiandra per la Spagna, ora attratti dalle notizie di rivoluzione che giungevano
di laggiù, li imbarcò a Tolone sulla flotta di Tommaso. Ma intanto, il nuovo e
abile viceré, l'Oñate, era riuscito a gettare
TRECCANI qualche
CULTURA ponte verso il popolo. La
(/CULTURA/)
Quindi la Spagna accennò un'altra volta alla vecchia politica dei viceré tipo
Ossuna, cioè carezzare il popolo, specie il basso popolo, metterlo su contro la
nobiltà, accontentarlo, se non in quanto domandava privilegi ed esenzioni, in
quanto domandava che i nobili fossero assoggettati al peso dei tributi, e questi
tributi non andassero tutti a loro vantaggio, con danno della corte, e il popolo
non fosse da essi taglieggiato come prima. I ministri regi procedettero quasi
sempre con spirito di vendetta contro i nobili, ritenuti causa dei passati tumulti,
per la loro superbia e il loro malgoverno: con grande sdegno e mormorazione
dei nobili che vedevano dominare i civili. Era avvenuto e si svolgeva uno
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
costoro vogliono salire ancora, si domandano perché gli altri debbano essere in
(/index.html)
alto, perché essi debbano pagare tasse che poi vanno per buona parte a finire
CATALOGO (/CATALOGO/)
nelle tasche degli altri, perché debbano cavarsi la berretta davanti agli altri,
perché in chiesa debbano starsene appartati dagli altri. Viceversa, ulteriore
sgretolamento di nobiltà baronale e cittadina, anche se ora vittoriose; dissidî
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
interni fra i due corpi della nobiltà e dentro ciascuno di essi; elementi della
nobiltà che si accostano ai ceti di mezzo fra nobiltà e borghesia, fra nobiltà e
popolo, ove prevale l'elemento intellettuale. ARTE (/TRECCANIARTE/)
LIBRI (/TRECCANILIBRI/)
scoperti e repressi che tentati. E ora non più plebe: ma altri elementi, quelli che
avevano nel '48 seguito la plebe ed erano veramente stati sconfitti, cioè
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
artigianato, borghesia, anche gente di baronato e nobiltà, staccati dalla loro
classe per ideali più alti, o solo ambiziosi di capeggiare qualche cosa. Così, dopo
la venuta in Sicilia del card. Trivulzio, mandato a governare e pacificare l'isola.
E vi fu la cospirazione del calabrese Vairo, antico soldato. Si trattava di
muovere il popolo contro nobili e card. Trivulzio, unirsi con Napoli che era
ancora in movimento, cercare anche la solidarietà dei Turchi, creare un
reggimento popolare con un doge, Francesco da Monreale, prigioniero del S.
Uffizio, già segretario dell'Alessi. Anche qui, dunque, si parlò e si pensò di
repubblica, nel senso di regime popolare e siciliano, anzi propriamente
palermitano. Ancora alla fine del 1649, tramarono borghesi e nobili, capeggiati
da Antonino Lo Iudice, avvocato di gran nome, dall'avvocato Giuseppe Pesce,
dal conte di Mazzarino, dal duca di Montaldo, già viceré di Sardegna poi
staccatosi da Spagna, dal marchese di Geraci ecc., qualcuno già solidale con
l'Alessi. Tutto fu scoperto, e vi furono arresti, fughe, arrivo della flotta da
Napoli con Giovanni d'Austria nuovo viceré. Complici furono arrestati anche a
Messina, che nel '47 aveva rifiutato di associarsi a una rivolta iniziata e
capeggiata da Palermo, ma che non era affatto tranquilla neanche essa. Anche
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Così la Spagna superò anche questa crisi, la più grave da che essa dominava in
Italia e dovuta, per giunta, essenzialmente alle forze locali. Superò la crisi,
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
sebbene ne uscisse ancora più scossa e logora. I viceré poterono giuocare sulla
scarsa coerenza o discordia altrui, sulla solidarietà che queste discordie
creavano fra essi e certiLIBRI
elementi della vita meridionale,
(/TRECCANILIBRI/) specialmente nobiltà e
ARTE (/TRECCANIARTE/)
città.
energia, che ogni tanto rivelano la tenace vitalità della vecchia monarchia, sono
da rilevare i molti segni del crescente logorio suo, nei paesi italiani ad essa
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
soggetti: che sono poi anche, un po', i segni della vitalità italiana, in via di
rinvigorirsi. È già significativo il fatto che moti, a fondo sociale, di Palermo, di
Napoli, di Messina, tendessero tutti, più o meno, ad allargarsi in senso anti-
spagnolo, anche da parte delle masse, per quanto esse, senza vere direttive
politiche, aperte alle più varie suggestioni, gravate dal peso dei ceti locali
privilegiati, finissero poi sempre col riadagiarsi nella fedeltà a Spagna e magari
spalleggiarla. Le provincie italiane, poi, rendevano sempre meno alla Spagna;
sempre più il loro gettito fiscale si disperdeva senza vantaggio dello stato. Già vi
erano provincie profondamente rovinate dal malgoverno e dall'abbandono e
dal fiscalismo. E poi, gran parte delle imposte, come quelle del focatico e quelle
sui feudatarî, erano vendute o affidate, per la riscossione, a baroni ricchi, a
capitalisti, a Luoghi pii che avevano anticipato il denaro alla corte. Ciò che dei
pesi pubblici e dei beni demaniali andava al fisco era sempre meno, in
confronto di ciò che andava ad appaltatori, gabellieri, creditori: sebbene le
imposte non diminuissero affatto, tutt'altro. Venduti gran quantità di uffici e
giurisdizioni; vendute quasi tutte le 2000 fra città e borgate che il Regno
contava; vendute le dogane regie, i dazî di transito. Quindi un groviglio di
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Si avvertono anche i segni di un'attività agricola che prende lena: certo, anche
per effetto del processo di appropriazione privata di terre comunali,
soppressione di usi civici, chiusura di terre aperte, ecc. Si sta rinnovando poi
quella stessa trasformazione del feudo in allodio che già alla fine del Medioevo.
Nel regno di Napoli, specie con Filippo IV, si ampliò il cerchio delle persone
che potevano vantare diritti successorî, crebbe la facilità di vendere e rivendere
il feudo: ciò che assimilava, appunto, feudo ad allodio e accresceva l'interesse
del concessionario alla coltivazione. In Toscana, le descrizioni che ci fanno del
granducato gli ambasciatori lucchesi sono meno nere che fino allora. Si nota
che cresce la produzione del grano e del vino e se ne può esportare; che i denari
ritirati dai traffici e andati alla terra cominciano a dare i loro frutti, come dànno
i loro frutti gli studî della scuola di Galileo per la sistemazione delle acque e la
bonifica del terreno, in Val di Chiana, in Val d'Arno, in Maremma. Si mise
mano anche a lavori, specie nelle terre private dei Medici, assai cresciute dal
'500 in poi, ma pessimamente tenute.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Con i segni del più alacre fare, anche quelli del più alacre pensare e aderire col
pensiero alle cose, cioè ISTITUTO
della cultura
che si ravvicina alla vita. Giovan Battista
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
la poesia e le lettere verso il vero o verosimile, fare che esse servano non solo a
dilettare, ma a educare. I problemi pratici urgono e penetrano di sé, avvivano di
sé il mondo della cultura, più che non fosse avvenuto nell'età precedente. Ma
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
ora un po' quei problemi si sono aggravati e gl'Italiani più illuminati si sentono
al bivio del "trasformarsi o perire", un po' sono cresciuti i ceti e gruppi
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
interessati a risolverli in modo nuovo, un po' si avvertono suggestioni e stimoli
di altri paesi che si sono messi a camminare di più celere passo. E poi, come
nelle fasi di ristagno le varie attività tendono a dissociarsi e disintegrarsi, così
nelle fasi di maggiore fervore quelle attività si ravvicinano, si fecondano a
vicenda, tendono a comporsi in unità, l'unità stessa dell'uomo. Così si presenta
sempre più nella sua gravità, specialmente in certe regioni, come quelle rette da
Spagna e in particolar modo il Mezzogiorno, il problema della vita clericale,
con lo strabocchevole numero dei chierici di tutti gli ordini e sessi, con le loro
immunità, le loro manomorte, l'azione mortificante sulla vita civile: e col
chiudersi del '600, è già in corso, da parte di giuristi e scrittori del regno di
Napoli, quell'attacco in ordine sparso contro l'abuso clericale, come fonte di
malessere sociale e d'ingiustizia, che fra qualche decennio Pietro Giannone
unificherà, coordinerà, ridurrà a sistema, metterà sopra un saldo fondamento
storico oltre che razionale. Anche l'erudizione storica, che già vantava Biondo e
Sigonio, ma che solo ora comincia, in Italia, a celebrare i suoi fasti
parallelamente alle scienze fisiche e naturali; anche l'erudizione storica
obbedisce un po' a preoccupazioni pratiche, a desiderio di elevazione della
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
coscienza. L'amore della verità, l'apprezzamento dei fatti come unica scala per
giungere a essa, l'osservazione e lo studio delle cose visibili e tangibili,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
utilità, quanto l'inclinazione degli spiriti, sempre più spiegata, verso studî
positivi, non di speculazione ma di osservazione e di esperienza. Opera certo
sempre il vecchio fermento galileiano,
TRECCANI nel campo
CULTURA delle scienze fisiche, mediche,
(/CULTURA/)
naturali: e ora esso si ravviva, esce fuori dallo stretto campo delle scienze e
investe un poco tutta la cultura. Si comincia a essere stanchi, come del troppo e
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
freddo e artificioso poetare, così del troppo speculare in astratto, del troppo
procedere per leggi e norme fisse e, perciò, ormai svuotate di ogni sostanza, del
troppo impero di autorità, si chiamino esse Aristotele, si chiamino, che è quasi
lo stesso, gesuiti, diventati quasi padroni e arbitri nel campo degli studî.
Discredito delle "dottrine degli antichi filosofi", che non davano risposta o la
davano non più soddisfacente a tanti problemi vecchi e nuovi; rigetto delle
spiegazioni scolastiche dei fenomeni naturali; bisogno di costruire con l'aiuto
dei sensi e del ragionamento, inducendo e deducendo, e di guardare i fenomeni
naturali senza troppe preoccupazioni morali, religiose, metafisiche, cioè
estrinseche alla natura e ai suoi fenomeni; derisione per i filosofi che
sostenevano per vere le conoscenze meramente intellettuali, laddove era da
credere solo a ciò che si vede e si tocca; apprezzamento grande del sapere che si
acquista vedendo, osservando, prendendo contatto con gli uomini, ecc.
Lorenzo Magalotti, fisico e naturalista toscano, viaggiatore appassionato, ma
"non per copiare epitafî e contare scalini di campanili", esperto di ambienti
intellettuali stranieri, assetato d'idee e di cose viste, derideva "certi uomini di
lettere, con tutta la scienza e l'erudizione dei quali io non farei a baratto con
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 606/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
alcune poche notizie acquistate alle tavole rotonde delle camere locande che ho
girato". Da posizioni mentali, da esigenze spirituali non diverse era nato
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Bacone in Inghilterra, con la sua passione di raccogliere fatti ed elaborarli con
(/index.html)
l'intelletto, di essere cioè formica e ragno insieme; era nato Galileo in Italia,
CATALOGO (/CATALOGO/)
anch'egli non pago di opinioni altrui, formatosi non tanto alla scuola degli altri
quanto di sé, allo studio diretto dei classici e dei filosofi antichi e della natura.
Ed è visibile, in Italia, alla fine del '600, una tendenza a tornare a Galileo.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Tutto questo ci spiega tanto il credito che acquistano vecchie filosofie a fondo
materialistico e naturalistico, quanto l'aprirsiARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) delle(/TRECCANIARTE/)
correnti del nuovo pensiero
europeo svoltosi, fuori d'Italia, sul tronco dell'italiana filosofia del
Rinascimento e anch'esso piantato sull'osservazione ed esperienza e sulla
spregiudicata elaborazione intellettuale. Quindi(/CULTURA/)
TRECCANI CULTURA da una parte Epicuro, Lucrezio,
Democrito, ecc., che circolano in mezzo a fisici, naturalisti, matematici, medici,
cioè in quell'ambiente che era già molto imbevuto di galileianismo. Dall'altra
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Newton, Leibniz e, più ancora, Gassendi e Cartesio. L'Italia si apriva a essi.
Ormai gl'Italiani venivano uscendo da quell'isolamento, sia pure relativo
isolamento, in cui il dominio spagnolo e gli organi della Controriforma,
timorosi di male dottrine e di avversa propaganda, li avevano tenuti. La
repubblica delle lettere anziché l'Italia ha per capitale la Francia, la nazione a cui
ora il vento gonfia le vele, con i suoi Re Sole e la sua dominante cultura: cultura
aulica dei Corneille e Boileau e Bossuet e Fénélon; e cultura libera e di
opposizione cattolica o protestante, che nella seconda metà del secolo e
specialmente dopo il 1685 emigra largamente in Olanda, in Prussia, ecc. Napoli
e la Toscana furono le regioni che forse prime e più d'ogni altra si aprirono a
queste influenze. Nella seconda metà del '600, molti seguaci ha a Napoli
Gassendi. E dopo Gassendi, Cartesio. Specialmente la gioventù si attacca loro,
quella gioventù che in libri napoletani del principio del '700 ci è rappresentata
come scettica, mal disposta verso poeti e oratori, storici e grammatici, e solo
incline alla filosofia e alle scienze al modo di Cartesio. E da Napoli andò a Pisa
A. Borelli, grande cartesiano d'Italia. E a Pisa fece scuola, contribuendo a fare di
quell'università alla fine del secolo un covo di novatori. Per opera di questi
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
scuola e dei gesuiti e dell'ordine politico, solidale col vecchio modo di pensare,
incline a vedere negli studî scientifici un nemico (la Spagna avversava nelle
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
università italiane questi studî, solo lasciando aperta la strada degli studî legali):
reazione veemente, sebbene ora non ardessero più roghi come al tempo di
Bruno, e stimolo a nuova e maggiore azione. La Chiesa si sentiva colpita non
solo indirettamente in quanto legata a una determinata filosofia, ma anche
direttamente, poiché l'incredulità e lo scetticismo passavano dal campo del
sapere tradizionale al campo della religione. E molto si lamentava sul finire del
'600 l'incredulità degl'Italiani, a causa o del commercio con gli stranieri da parte
della troppa gente che girava il mondo o delle scienze sperimentali che
applicavano alle cose soprannaturali i metodi adatti ai fenomeni esterni. E vi fu,
più importante, quella che si armava un po' delle stesse armi dei novatori:
quella che ebbe in Vico il suo maggiore rappresentante. E col Vico abbiamo la
critica di Cartesio, che è la critica anticipata dell'illuminismo. La sua voce allora
non destò grande eco. Solo in seguito l'Italia l'avrebbe ascoltata e riconosciuta
sua. E realmente, Vico è da considerare voce della filosofia italiana, dello spirito
italiano, nutrito di concretezza e di senso storico, diffidente della pura logica,
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
solito a riferire la cultura alla vita civile come a sua misura, a contemperare ed
equilibrare opposte esigenze, di
a svolgersi e arricchirsi senza rinnegare nulla
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Più sonora fu la nota, diremo così, nazionale, nella reazione degli uomini di
lettere e degli eruditi: anche se essa in taluni nascondeva spirito di
conservazione e attaccamento alSCUOLA vecchio. Ma in altri si accoppiava a desiderio
(/TRECCANISCUOLA/)
d'innovare e progredire. Di fronte alle critiche malevole di letterati francesi alla
letteratura italiana, i confratelli italiani si risentivano; di fronte alla
penetrazione dei prodottiLIBRIletterarî francesi o ARTE
(/TRECCANILIBRI/) anche(/TRECCANIARTE/)
solo alle intenzioni e
iniziative francesi di venire a dissodare il terreno italiano, come terreno di
nessuno, essi si sentivano animati da spirito di emulazione, invogliati a fare essi
quel che facevano o volevan fare gli altri.
TRECCANI In Francia
CULTURA vi era il Ménage che
(/CULTURA/)
lavorava a scrivere sulle origini della lingua italiana: e ciò stimolò il Dati
fiorentino a tentare lui l'impresa, perché la sua città e l'accademia, che pure era
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
in ottima relazione col Ménage, avesse l'onore del primato. E vi fu come una
gara. Questa questione della lingua italiana e della superiorità della lingua
italiana o francese allora riscaldava non poco gli animi da una parte e dall'altra
delle Alpi. E dal contrasto nasceva maggiore attaccamento degl'Italiani alla loro
lingua e un altro stimolo ad abbandonare il latino per l'italiano. Quindi, pur
mentre in quel tempo studio e conoscenza di classici, già decaduti, tornavano a
essere apprezzati e promossi, si diffondeva sempre più l'uso di scrivere in
italiano anche da parte di chi prima usava il latino. E ciò, in nome di bisogni
nuovi dello spirito che si volgeva alla geografia, alla storia, alla letteratura
italiana; in nome delle scienze che difficilmente potevano adattarsi a quella
lingua; e anche per certo orgoglio d'Italiani, e per "decoro della nostra Italia"
che trovava appagamento nel possesso pieno e nell'uso di una lingua propria.
Né la contesa fra Italiani e stranieri era solo per la lingua, e solo in questo
campo gl'Italiani si sentivano stimolati a fare e innovare. Al Menzini l'Arte
Poetica (1688) è suggerita da certi versi di Boileau. Egli vuol tener su il prestigio
degli scrittori italiani. Contro il padre Bouhours, il Fontanini fa nel 1701
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
l'apologia del Tasso. Al Muratori, che gli preannuncia un'opera educativa dei
giovani e rivendicatriceISTITUTO
dell'onore che
italiano contro i Francesi (cioè quella
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
sarà qualche anno dopo l'opera Della perfetta poesia italiana), lo Zeno risponde
(/index.html)
approvando. Qualche anno dopo, il desiderio di non rimanere indietro ai
CATALOGO (/CATALOGO/)
Francesi, il tedio di vedere sui teatri italiani quasi solo drammi francesi,
spingeva il Martelli ai suoi tentativi di tragedie italiane. Insomma, la polemica
era aperta, con tanto maggior fervore
SCUOLA da parte degl'Italiani in quanto parecchi
(/TRECCANISCUOLA/)
degli avversarî francesi erano gesuiti. Da una parte, piuttosto spirito aggressivo
e di denigrazione; dall'altra, sforzo piuttosto di difesa. Ma si tendeva anche ad
affermare primati, ad additare ciò che i Francesi
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTEdovevano all'Italia quando
(/TRECCANIARTE/)
grave attività erudita, vi furono contatti e scintille fra Italiani e stranieri. Sul
finire del secolo, parecchi eruditi olandesi, tedeschi e, più, francesi, vennero in
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Italia, visitarono biblioteche, entrarono in corrispondenza con gl'Italiani.
L'opera loro in Italia era sentita come una muta accusa e un muto rimprovero.
E poi, quelle esplorazioni le potevano fare essi con onore loro e dell'Italia! E
alcuni, realmente, si misero all'opera, tenendo d'occhio tanto quel che si era
fatto in Italia dopo il '400, quanto quel che si faceva in Francia e altri paesi,
specialmente dal Montfaucon e dal Mabillon, la cui azione più che di vero
insegnamento fu di esempio e stimolo. Sorgeva così il proposito della storia
monastica d'Italia, il proposito dei fasti episcopali d'Italia o Italia sacra, il
disegno delle antichità italiane nel Medioevo, delle cronache medievali italiane,
degli annali d'Italia. In questo tempo, è rallentata la ricca produzione
storiografica italiana sui fatti del vasto mondo. Viceversa, si comincia a
coltivare intensamente la materia storica italiana, a lavorare in profondità il
suolo della patria. Il sentimento nazionale, finora quasi solo letterariamente
atteggiato, comincia ad approfondirsi e sostanziarsi, comincia a diventare
eccitatore di azioni. Quel che si fa viene sempre più riferito sentitamente al
bene e all'onore di una patria che è di tutti gl'Italiani. In questo, il Muratori, che
alla fine del '600 è già al lavoro, merita lode di uomo altamente rappresentativo.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 610/1196
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Non gli riuscì, ai primissimi del '700, di attuare la sua vagheggiata Repubblica
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
letteraria, cioè lega di tutti gli uomini di lettere e studio italiani, volta a
promuovere
(/index.html) lettere e scienze e filosofia in Italia, agevolare i rapporti fra i
cultori dell'arte e del sapere, rialzare la riputazione del paese, fronteggiare
CATALOGO (/CATALOGO/)
Francesi e Tedeschi e mettersi al loro livello dove il nostro era più basso. Si
contrappose a questo disegno, un po', quell'ideale cosmopolita della cultura che
già si era affacciato nel '400 e diSCUOLA
nuovo(/TRECCANISCUOLA/)
riemergerà nel '700, proprio di tutte le
epoche di crisi politica e sociale, in cui si rallenta il legame del cittadino alla sua
patria o alle istituzioni che la incarnano. Ma sorse qualche anno dopo, per
opera anche del Muratori, LIBRI Fontanini, Vallisnieri,
(/TRECCANILIBRI/) ARTE ecc., e sotto la direzione di A.
(/TRECCANIARTE/)
Zeno, il Giornale dei letterati italiani del Maffei, che si proponeva di difendere il
lavoro intellettuale degl'Italiani e metterlo in valore. In ogni modo il Muratori
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
fu gran dissodatore, grande ricercatore e ritrovatore dell'Italia agl'Italiani, che
da allora in poi se la videro davanti agli occhi con le sue ossa e la sua polpa, con
tutte le sue cronologiche e geografiche determinazioni.
ACQUISTA (/EMPORIUM/) Certo, molte cose
mutavano o si preparavano in questo campo dei sentimenti e delle idee fra il
'600 e il '700.
Luigi XIV circuiva Genova, per staccarla da Spagna e farne base di ogni
impresa nella valle del Po: con grande preoccupazione del duca di Savoia che
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
non voleva vedere quel re mettere piede in riviera e nelle Langhe. Inviati e
ambasciatori francesi in Italia pare si proponessero non solo di tenere alto il
prestigio del loro re, ma di umiliare i principi italiani. Questo proposito è più
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
che mai chiaro anche a Roma dove si ebbe la misura piena dell'orgogliosa
prepotenza e delle fantasiose ambizioni di quel re. Le istruzioni di Luigi XIV al
duca di Créquy, ambasciatore presso la Santa Sede, non lasciavano dubbî. E si
ebbe così la contesa per i Corsi, dopo atti di violenza commessi da quei
mercenarî del papa nel palazzo Farnese, sede dell'ambasciata, in seguito a zuffe
tra essi e Francesi. Riparazioni al re erano certo dovute. Ma l'ambasciatoie ne
chiese tali e tante e così lesive dell'onore della S. Sede, che non poterono essere
concesse. E allora l'ambasciatore abbandonò Roma, il re fece imprigionare e poi
espellere il nunzio, ordinò di occupare Avignone, preparò una spedizione nello
Stato della Chiesa, imponendo alla Spagna e alle corti italiane di dargli il passo
nei loro stati, tanto che il papa Alessandro VII, non ostante l'opera mediatrice
della francese duchessa di Savoia, dovette consentire all'accordo di Pisa (febbr.
1684), all'invio in Francia del cardinale nepote che doveva leggervi - in francese
- una dichiarazione del papa sull'assoluta involontarietà di quelle offese da parte
sua, all'erezione di una piramide in Roma, nel quartiere dei Corsi, per eterno
ricordo del bando perpetuo inflitto ai colpevoli. Disse poi, a sua giustificazione,
che voleva allontanare ogni pericolo di guerra, in un momento in cui i Turchi
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lezione di dogmi, trattò Roma come uno staterello. Durante, poi, le dispute per
(/index.html)
gli articoli della Chiesa gallicana, agenti, ambasciatori e legisti di Francia
CATALOGO (/CATALOGO/)
sostennero che la città di Roma era una repubblica composta di tutte le nazioni
e che bastava essere cattolici per esserne membri e poterne essere capi. Solo più
tardi il re, arrendevole, restituì SCUOLA
Avignone, cedette in altre quistioni, diede opera
(/TRECCANISCUOLA/)
perché il parlamento, acerrimo assertore del gallicanesimo, attenuasse lo zelo.
per conseguenza, contro l'Olanda che in essi vedeva un suo baluardo. E si ebbe
la coalizione europea contro Francia, nel 1673; la Spagna quasi in prima linea
nell'organizzare la resistenza; TRECCANI
Asburgo CULTURA
spagnoli(/CULTURA/)
e Asburgo austriaci di nuovo
solidali e l'impero di nuovo in guerra aperta con Francia, come non accadeva
dal 1544. E di fronte a questo grande cerchio, la Francia fare o tentare
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
diversioni in Italia, progettare una spedizione nel Milanese, inviare nel 1676 il
marchese de Billard a Torino e, poiché trovava i ministri di Carlo Emanuele
restii a guerra o a quella guerra, lusingare il giovane e bollente figliolo suo
Vittorio Amedeo, volgere la flotta sulla Sicilia, un po' soffiando sulla ribellione
dei Messinesi e un po' accettandone le offerte, signoreggiare temporaneamente
la città, per poi abbandonarla alle vendette degli Spagnoli.
I quali si difendevano come potevano, pur avendo perso la primazia nel sistema
delle forze antifrancesi d'Europa e d'Italia. Ora, facevano essi, sovente, appello
ai principi italiani, sollecitavano accordi fra loro e con Spagna. Nel 1670,
suggerivano al duca di Savoia una lega italiana; nel 1675, tentavano altri assaggi
per una lega coi principi, "per la pace d'Italia". Nulla si conchiuse, sebbene in
quegli anni i governi italiani vivessero nell'incubo di una Francia sempre più
potente e invadente. E nel 1674, vi fu un convegno a Venezia di molti inviati di
stati italiani, per consigliarsi sui modi d'impedire la iattura di un nuovo
dominio che sarebbe stato peggiore del vecchio, data la maggiore vicinanza e,
attraverso il Piemonte quasi vassallo, continuità territoriale della Francia. Si
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temeva per Mantova, non diventasse una base francese e non richiamasse, per
giunta, anche i Tedeschi. Grande e diffusa era l'aspirazione a uno stato
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
di
neutralità d'Italia, riconosciuto dalle potenze europee. In tanta molteplicità di
(/index.html)
contrasti europei, in tanta differenza di forze fra le grandi potenze e gli stati
CATALOGO (/CATALOGO/)
italiani, questi sentivano quasi tutti cadere le superstiti ambizioni o velleità di
approfittare delle guerre altrui, intromettervisi, cercare di trarne vantaggio. E
un'Italia fuori della mischia, sicura in una neutralità assicurata dall'Europa,
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
pareva, ai più, l'ideale.
Luigi. Per il capo del Re Sole, passavano molti disegni, vaste fantasie: l'Oriente,
il regno dei Romani per il delfino, Francesi e Tedeschi associati ai fini di una
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
nuova crociata. In attesa che tutto questo maturasse, si ebbe l'8 luglio 1681 il
trattato segreto col duca di Mantova, preparato da abili agenti, con una lunga
opera di lusinghe e corruzione esercitata sul debole, scialacquatore, indebitato
duca Ferdinando Carlo. Il quale trattato autorizzava il re di Francia a occupare
la cittadella di Casale, in cambio di una somma di denaro, di una pensione
annua e, in caso di guerra, del titolo di generalissimo del re. Dopo di che, una
colonna francese, attraverso la Savoia e con l'aiuto della duchessa reggente, ma
con accorgimenti che seppero di frode nei riguardi del duca, occupò Casale: nel
tempo stesso che, sul Reno, veniva occupata Strasburgo. E fu minaccia di ancor
maggiore servitù per i Savoia che già, cinquant'anni prima, avevano dovuto
cedere Pinerolo alla Francia; minaccia per il Milanese, ormai anch'esso
rinserrato fra Mantova e Casale; minaccia per Genova, che aveva alle spalle
quella gran fortezza francese e di fronte la flotta, ancora dominante nel
Mediterraneo, del re di Francia. Il quale nel 1684, adducendo una vera o
presunta parzialità della repubblica per la coalizione europea strettasi contro di
lui, fece dalle sue navi bombardare la città e impose al doge di umiliarsi ai suoi
piedi. Genova non era solo un porto: era una ricca tradizione levantina, era la
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Corsica. A Versailles non sono dimenticati né i tempi in cui Genova aveva nel
re "il suo vero e legittimo né
signore", prima che Andrea Doria lo "tradisse";
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
quelli in cui la Corsica si era data, con Sampiero da Bastelica, a Enrico II, ed
(/index.html)
Enrico II l'aveva ceduta a Genova. E il rappresentante francese, che nel 1682
CATALOGO (/CATALOGO/)
aveva preso sede stabile a Genova, sorveglia attentamente quel che avviene in
Corsica. Gli agenti francesi in Italia fanno sempre posto, nelle loro relazioni,
alle cose dell'isola: paese ricco, si dice, che i Genovesi hanno rovinato.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
poiché il re voleva staccarlo dalla coalizione e riprese per mezzo del Rébenac i
colloquî del 1690; così ilISTITUTO
duca, che non voleva neppure troppa vittoria
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
dei
collegati in Italia e temeva che la fortezza di Casale, assediata da loro, cadesse
(/index.html)
nelle loro mani, fece accordi segreti col governatore francese della piazza e
CATALOGO (/CATALOGO/)
ottenne, con accorgimenti e simulazioni, che essa fosse resa ai Gonzaga, antichi
signori, anziché alle forze della coalizione. Per sé con ulteriore accordo, ebbe o
riebbe Pinerolo, vecchia spina francese nel cuore del ducato sabaudo; riebbe
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Nizza e Savoia e Susa. S'impegnò di ottenere dagli alleati la neutralità dell'Italia
o, non ottenendola, di unirsi a Francia col patto d'acquistare il Milanese e di
cederle la Savoia, quando,
LIBRIalla morte di CarloARTE
(/TRECCANILIBRI/) di Spagna, mancassero figli a
(/TRECCANIARTE/)
del Nord, dell'Atlantico, del Mediterraneo, non fossero assorbiti dagli stati più
(/index.html)
grandi; che essi fossero messi nella possibilità, necessità, convenienza di
CATALOGO (/CATALOGO/)
conservarsi o diventare indipendenti di fronte a tali più grandi stati
dell'interno, e di rimanere aperti alle influenze di quella nazione che fosse più
forte sul mare. Insomma, sorgeva, nei rapporti dell'Italia, un'età in cui la
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
vecchia e non mai spenta aspirazione a una maggiore indipendenza avrebbe
trovato in Europa forze interessate, entro certi limiti, a soddisfarla; una età in
cui il vecchio e fatale processo di unificazioneARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) o, quanto meno, specialmente
(/TRECCANIARTE/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 617/1196
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rendersi signori col tempo di gran parte della penisola. Riserbava il nuovo
regno a questo alto destino la possibilità in cui si trovava di partecipare
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
capace anch'essa, alla sua volta, d'influire su quella vita interna e riscaldarla del
suo calore, comunicarle qualcosa del suo più celere ritmo. Albori di
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Risorgimento, che è, insieme, Italia ed Europa.
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Nel 1720, un nuovo assetto fu dato all'Italia, in seguito a una guerra provocata
dalla Spagna per riprendere i dominî italiani. La Spagna aveva fatto le spese
della guerra di successione spagnola. Il malcontento fu rinfocolato
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
dall'ambizione della regina Elisabetta Farnese, seconda moglie di Filippo V, e
dall'attività febbrile, intrigante del ministro Alberoni, devotissimo alla regina, a
cui doveva la sua fortuna.LIBRIAi figli appunto di ARTE
(/TRECCANILIBRI/) Elisabetta Farnese, don Carlos e
(/TRECCANIARTE/)
don Filippo, confidava il ministro di potere far conseguire in Italia i dominî che
erano stati spagnoli. L'Alberoni pertanto cercò di isolare politicamente
l'Austria: brigò in Francia, in Inghilterra, in Svezia
TRECCANI CULTURA e in Turchia. Ma gl'intrighi
(/CULTURA/)
di Carlo Emanuele III ebbe una parte principale nella guerra. Nel 1733, il re
entrava in Milano, e l'anno seguente vinceva in due battaglie gli Austriaci a
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Parma (giugno 1734) e a Guastalla (19 settembre 1734). Nello stesso tempo gli
Austriaci erano sconfitti nell'Italia meridionale a Bitonto (maggio 1734) ed
erano nel '35 scacciati dalla Sicilia.
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e con il Piemonte. La flotta inglese nei mari d'Italia portò un aiuto decisivo: nel
1742, essa impedì, con la minaccia dì un bombardamento a Napoli, che Carlo
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
mandasse un esercito in aiuto all'armata franco-ispana che combatteva nella
valle padana; nel 1743, da Minorca la flotta inglese tagliò la via alla squadra
spagnola, che trasportava un esercito in Italia, e la costrinse a rifugiarsi nel
porto di Tolone; finalmente, nel 1746, bloccò sia pure con minore fortuna, il
porto di Genova, insorta contro gli Austriaci. La guerra fu dura assai per il
Piemonte, che tuttavia la sostenne gagliardamente. Nel 1742, Carlo Emanuele
III si spinse verso l'Emilia e occupò Modena, ma fu costretto a tornare indietro
per opporsi all'invasione francese nella Savoia. L'anno seguente, tornò
nell'Emilia, e a Campo Santo sul Panaro combatté i Franco-Ispani, senza però
riuscire a vincerli pienamente. La sua azione militare su quel fronte era
inceppata da nuove minacce d'invasione da parte dei Francesi. I quali,
realmente, nel 1744, penetrarono nel Piemonte per la Valle di Stura, ma si
arrestarono a Cuneo, che eroicamente resistette (1745). La situazione militare
era difficilissima per Carlo Emanuele III, e a tempo venne in suo aiuto un
esercito imperiale al comando del generale Botta Adorno. Genova, che era stata
base di operazione francese, fu occupata dagli Austriaci. Alle prepotenze
compiute da costoro a Genova, il popolo insorge. Lo scatto spontaneo e
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violento del popolano giovinetto (Balilla) che lancia un sasso all'Austriaco, bene
impersona la fierezza diISTITUTO
quel popolo contro la prepotenza straniera e la
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Il trattato di Aquisgrana assicurò agli stati italiani la pace per mezzo secolo
quasi, ma non all'Italia tutta: la Corsica sanguinò allora per lunghe ed aspre
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
lotte per la sua indipendenza. La questione della Corsica aveva per la Francia in
quel momento un'importanza capitale nella sua politica mediterranea. Nel
1756, la Francia con un colpo ardito aveva strappato Minorca agl'Inglesi, e
aveva sbarcato un esercito in Corsica in aiuto del pericolante dominio
genovese, ottenendo la facoltà di disporre dei porti della Corsica nella guerra
che allora combatteva contro gl'Inglesi. Così Minorca, Tolone e la Corsica
costituivano nel Mediterraneo un formidabile triangolo strategico francese che
svalutava Gibilterra inglese. Nel trattato di pace seguito con l'Inghilterra nel
1763, la Francia era costretta a restituire Minorca, ma non dimenticò la
Corsica. Nel 1768, Genova patteggiò a Compiègne la cessione della Corsica alla
Francia. Non patteggiarono i Còrsi; essi resistettero magnificamente, condotti
da Pasquale Paoli. Ma nel maggio del 1769, a Pontenuovo, furono vinti, e la
Corsica divenne dominio francese. Provvidero tuttavia i Savoia a rendere meno
formidabile la posizione della Francia nel Tirreno, occupando a tempo (1757)
la Maddalena, di cui il Nelson, alcuni anni dopo, doveva mettere in valore tutta
l'importanza strategica.
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L'Italia del Settecento, a considerare le condizioni interne dei singoli stati, non
procede nel suo sviluppo in modo uniforme: alcuni degli stati sono in
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 624/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Lo spirito delle grandi masse italiane alle notizie della Rivoluzione francese, si
dimostrò ostilissimo. Le notizie raccolteCULTURA
TRECCANI dalla viva voce degli emigrati, e
(/CULTURA/)
animo. Tutto questo specialmente nella valle del Po. e in Lombardia più che
altrove, dove moltepliciISTITUTO
erano i(/ISTITUTO/)
contatti di ogni genere con la Francia.
MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Nel
complesso le città erano preparate ai nuovi eventi. E la Francia rivoluzionaria
(/index.html)
non mancò di esercitarvi larga propaganda. Era la vecchia politica di
CATALOGO (/CATALOGO/)
espansione verso l'Italia, e che ora spiegava la bandiera della libertà, eguaglianza
e fraternità. Così furono provocati movimenti a Nizza e in Savoia, e nel 1792
Nizza venne occupata. Altri tentativi furono fatti in Piemonte l'anno appresso.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Ma Vittorio Amedeo III seppe validamente opporsi, dal '92 al '96, all'invasione
della Savoia. La campagna delle Alpi è una bella pagina di valore militare e di
fedeltà dell'esercito e dei sudditi
LIBRI sabaudi. Intanto,
(/TRECCANILIBRI/) ARTE anche a Napoli, a Bologna,
(/TRECCANIARTE/)
Così, alla fine del marzo 1799, eccezion fatta del Veneto in dominio
dell'Austria, della Sardegna rimasta a Carlo Emanuele IV, e della Sicilia dove,
protetto dagl'Inglesi, aveva riparato Ferdinando
TRECCANI IV, tutto il resto d'Italia
CULTURA (/CULTURA/)
scissione non è solo spirituale. Quando soldati e sudditi dei Savoia con i loro
principi combattono laISTITUTO
guerra delle Alpi, e contrastano poi, sia pure
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 628/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
dopo di essi i patriotti italiani, l'altra meta: l'unità morale della nazione, unità
che senza il concorso del popolo non sarebbe stata mai compiuta, e senza
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) la
quale l'unità politica non sarebbe stata mai perfettamente saldata.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Dopo il colpo di stato del novembre 1799 il Bonaparte, primo console, dato
ordine e pace interna alla Francia, restituì ad essa con la vittoria di Marengo
(14 giugno 1800) il predominioSCUOLA
in Italia.
(/TRECCANISCUOLA/)
dal disastro della spedizione in Russia alla sconfitta di Waterloo, ebbero la loro
ripercussione in Italia. Nell'ottobre 1813, quando Napoleone era vinto a Lipsia,
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
il viceré Eugenio cercò difendere il regno contro gli Austriaci, e non potendo
opporsi alla avanzata nemica sul Tagliamento, si chiuse a Mantova (novembre
1813). Né solo la sua posizione militare era difficile, ma anche quella politica: in
seguito all'abdicazione di Napoleone dell'aprile del 1814, Eugenio non poteva
essere considerato viceré di un re che più non esisteva. Eugenio non osò allora
proclamarsi re d'Italia con un voto del senato del regno, come il Melzi gli
consigliava. Il malcontento frattanto prorompeva: gli Austriaci si trovarono
uniti con gli Italici puri, come amarono chiamarsi i patriotti, insofferenti di
tutela francese. Il 20 aprile Milano si sollevava. Il 23 aprile Eugenio
abbandonava la Lombardia agli Austriaci. Il 30 maggio erano tolte le insegne
all'esercito italico e le milizie italiane erano aggregate alle austriache. La rovina
napoleonica travolse ancor più tragicamente il regno di Napoli di Gioacchino
Murat, successo a Giuseppe nel 1808. Dopo la campagna di Russia, Murat per
salvare la corona trattò con gl'Inglesi e con gli Austriaci, poi al ritorno di
Napoleone in Francia del febbraio 1815 si riconciliò con lui, e si rivolse
agl'Italiani, incitandoli con un proclama (30 marzo 1815) alla guerra
d'indipendenza, di cui egli si proclamava campione. Le speranze riposte nelle
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forze dei volontarî italiani furono vane: Murat che si era spinto fino al Po fu
costretto a ritirarsi, e tornò a Napoli, da dove il 20 maggio si imbarcò per
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) la
Provenza. Lo stesso giorno a Casalanza era firmata una convenzione fra
(/index.html)
generali dell'esercito di Murat e rappresentanti austriaci. Il 9 giugno
CATALOGO (/CATALOGO/)
Ferdinando IV entrava acclamato a Napoli, dopo 9 anni di esilio. Nell'autunno
di quell'anno, Murat, mal consigliato e tradito, tentò di riacquistare il regno.
Dalla Corsica, dove si era riparato, sbarcò a Pizzo di Calabria nell'illusione di
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
trovare nel popolo e nell'esercito sostenitori. Trovò invece la morte: arrestato,
fu, con sommario processo, condannato e fucilato (13 ottobre 1815).
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Così il Risorgimento impostò fino dal 1815 un problema: distruggere l'assetto
politico dato all'Italia dal trattato di Vienna. E un altro problema
contemporaneamente era impostato: poiché la restaurazione dei principi
significò reazione, ritorno a vecchi ordinamenti e privilegi, passando sopra a
interessi e sentimenti di classi sociali già elevate dall'uguaglianza civile. Il
Risorgimento fu lotta per le libertà civili e politiche e per l'indipendenza
nazionale: era lotta per l'elevazione di un popolo. Una forza spirituale anima la
lotta, forza spirituale che si muove in una corrente di pensieri e di sentimenti
dell'Europa dopo il 1815. Una reazione era avvenuta all'illuminismo francese
che era fino allora prevalso, con le sue caratteristiche di cosmopolitismo
umanitario e con la negazione di ogni valore tradizionale: reazione che si era
manifestata col risveglio di tradizioni nazionali, con il culto delle origini delle
nazioni, con rinnovato fervore di ideali e di sentimenti religiosi e patriottici,
con tutte le manifestazioni di quel fenomeno complesso che si comprende sotto
il nome di romanticismo, e che non fu solo un fenomeno letterario. Questa
forza spirituale anima il pensiero e l'azione del Risorgimento. Le classi sociali
che agiscono nel Risorgimento sono formate da una parte della nobiltà, a cui le
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Nel marzo del '21, proprio nei giorni in cui gli Austriaci entravano in Napoli,
s'iniziava la rivoluzione del Piemonte. Nel Piemonte l'avversione all'Austria era
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
generale per le prepotenze austriache, subite durante le guerre napoleoniche e
il Congresso di Vienna, e per il tentativo di assorbimento politico del
Piemonte, a cui, dopo LIBRI
il 1815, l'Austria mirava.
(/TRECCANILIBRI/) Vecchi
ARTE diplomatici piemontesi
(/TRECCANIARTE/)
dell'italianità; e anche questo era un risultato positivo dei moti del '20 e del '21.
Fuori d'Italia vive allora un'Italia dolorante, e pur piena di fede, l'Italia degli
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
esuli che accorrono dovunque si combatte per la libertà, in Spagna, in Grecia,
nel Belgio e nella Polonia. Essi riuscirono con la forza della loro fede ad attirare
alla causa italiana simpatie di stranieri. Quell'azione servì in certo modo
d'ingranaggio fra il nostro movimento e quello più ampio e vario dell'Europa
liberale.
Questi collegamenti furono più numerosi e forti (avevano tutta una tradizione)
tra esuli italiani e liberali francesi. Parigi era centro animatore di tutto il
movimento segreto liberale durante il goven10 reazionario di Carlo X. Fu
allora costituito dai nostri esuli in Francia il Comitato di emancipazione italiana,
collegato al Comitato cosmopolita che si proponeva di fondare una lega di stati
costituzionali. Le speranze dei nostri esuli parvero attuarsi con la rivoluzione
del luglio 1830; i loro amici francesi, liberali, vennero allora al governo con
Luigi Filippo. La solenne dichiarazione del dicembre 1830 del ministro Lafitte
contro il principio dell'intervento, sostenuto dalla Santa Alleanza, infiammò gli
animi, e incitò alla rivoluzione. I rivoluzionarî italiani sono ancora entro
l'orbita della Carboneria, hanno un programma federale monarchico, non
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
L'Italia dei patriotti usciva dai moti del '31 vinta, più che dalle armi straniere,
dagli errori degl'Italiani: dalle loro facili illusioni, dall'incertezza e imprecisione
dei loro programmi, dalle loro gelosie municipali e regionali, dalla mancanza di
unità, di direzione, di concordia, di disciplina, di forza. Alla baldanzosa
reazione vittoriosa e alla maligna critica straniera gl'Italiani nel '31 apparvero
incapaci di un risorgimento politico. Eppure i moti del '31 segnano un passo
avanti nel Risorgimento: nuove regioni, nuovi gruppi sociali di borghesia
cittadina parteciparono alla rivoluzione: essa non fu, come era stata nel '20 e
'21, in gran parte un ammutinamento militare. Crebbe l'odio contro l'Austria,
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
fallivano gli esperimenti della Carboneria, cadde l'illusione d'un aiuto straniero:
Ciro Menotti avviandosi a
al patibolo disse: "La delusione che mi conduce
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
morire farà aborrire per sempre gl'Italiani da ogni influenza straniera nei loro
(/index.html)
interessi e li avvertirà a non fidarsi che nel soccorso del loro braccio".
CATALOGO (/CATALOGO/)
Di lì a pochi mesi dai falliti moti del '31 l'Italia del Risorgimento balza
rinnovata e sublimata da un'idea, che è preciso programma politico, e che è
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
fede, e opera eroismi, e che sopravvive a tutte le sconfitte: l'idea dell'unità,
concepita e voluta da Giuseppe Mazzini con la sua Giovine Italia, fondata nel
1832. LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Dall'animo suo, dalla sua concezione mistica di missione della vita trasse il
Mazzini un nuovo elemento diTRECCANI
grande CULTURA
forza morale: la fede. Egli sentì che il
(/CULTURA/)
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Questa concezione guelfa della storia italiana, questo bisogno di fare rivivere
nel presente una tradizione nazionale italiana, questo stato d'animo che
desiderava una conciliazione dei sentimenti religiosi con le aspirazioni politiche
spiegano la fortuna di Vincenzo Gioberti e del suo Primato morale e civile degli
italiani (1843). Come Mazzini, il Gioberti considerava il Risorgimento italiano
non semplice questione politica, ma dovere di nazione, missione da compiere
per volere di Dio. L'Italia, avvertiva, è stata maestra di civiltà, Roma ne è stata il
centro e la sede del papato. La grandezza e la decadenza dell'Italia coincidono
con quelle del papato. Sollevare l'Italia dalle sue tristi condizioni è interesse
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 641/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
generale, perché l'Italia continui la missione di civiltà a cui Dio l'ha destinata.
Nessuno meglio del pontefice può prendere l'iniziativa del Risorgimento
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
d'Italia. Utopistica era l'idea di assegnare al papato tanta e tale azione politica;
(/index.html)
pratica invece ed efficacissima fu l'idea di convertire in un coefficiente del
CATALOGO (/CATALOGO/)
Risorgimento ciò che era stato considerato ostacolo. La questione italiana
pertanto poteva essere pubblicamente discussa; la qual cosa promosse una
letteratura politica che sviluppava le dottrine giobertiane, o che se ne scostava
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
in alcuni punti, o che la combatteva. Si formava così un'opinione pubblica, che
appassionava un numero sempre maggiore d'Italiani.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Tutto questo movimento d'idee politiche ebbe aspetti suoi proprî e fecondi
effetti in particolar modo in Piemonte, dove la tradizione di un Piemonte
italiano, dall'Alfieri al Santarosa, continuava
TRECCANI CULTURAper(/CULTURA/)
opera di scrittori come il Balbo
e il D'Azeglio. La loro azione si spiega allora largamente ed efficacemente
nell'orbita delle idee giobertiane, ma orientata verso la monarchia sabauda,
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
considerata come centro del Risorgimento. Regnava allora Carlo Alberto. E fu,
quello, il momento storico, in cui l'azione esercitata dal movimento di idee
giobertiane e l'azione particolare di re Carlo Alberto, colmarono il profondo
fossato che divideva la monarchia dall'idea liberale. Il decennio precedente era
stato nel regno di Carlo Alberto fecondo di preparazione spirituale e materiale
di attività riformatrice. La quale non fu fine a sé stessa, ma ebbe di mira
l'avvenire di un Piemonte italiano. E in questo frattempo, e in particolar modo
dopo il 1840, sempre più chiari e frequenti si colgono nelle espressioni di re
Carlo Alberto i segni della sua coscienza italiana e qella sua volontà di una
guerra d'indipendenza; la quale a lui, profondamente religioso, appariva anche
quale dovere religioso. In tali condizioni di spirito, egli fu sensibilissimo
all'eloquenza del Gioberti, e fu profondamente commosso dall'invocazione di
Pio IX: "Gran Dio, benedite l'Italia".
Pio IX era stato eletto il 16 giugno 1846. Non aveva né poteva avere un
programma politico, ma aveva letto anch'egli con entusiasmo le opere del
Gioberti; e le poche sue idee politiche e la molta sua bontà trovarono subito
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
CATALOGO (/CATALOGO/)
La sconfitta militare era anche sconfitta del partito moderato liberale; e allora il
partito democratico si agitò, e si spinse innanzi alla conquista del potere,
portandovi talvolta la turbolenza demagogica. In Toscana prevale il partito
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
democratico; il granduca abbandona Firenze, e un governo provvisorio è
costituito, retto da un triumvirato: Guerrazzi, Montanelli, Mazzoni (febbraio
'49). A Roma i democratici si trovano di fronte
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) all'energia
ARTE di Pellegrino Rossi,
(/TRECCANIARTE/)
Epilogo della rivoluzione del '48-'49 dopo Novara è la resistenza di città eroiche
come Brescia e Messina e delle repubbliche di Roma e di Venezia. È lo sforzo
supremo della rivoluzione, dopo l'esperimento moderato liberale. A Roma si
rivelò uomo di governo Mazzini: energico, sereno, mite, represse ogni
tentativo di terrorismo, rispettò ìl culto cattolico. Vi convennero con Garibaldi
volontarî delle diverse regioni d'Italia, ed essi consacrarono così nel sangue dei
caduti l'unità d'Italia, a Roma. All'appello del papa per la sua restaurazione, vi fu
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Dopo il 1849 si rinnova la situazione politica dell'Italia del 1815, 1820-21, 1831:
l'Austria predomina con i suoi dominî, e sorregge con le sue armi i troni dei
principi restaurati. SennonchéTRECCANI
dopo il 1849
CULTURAvi è(/CULTURA/)
un'Italia che ha ritrovato sé
stessa, un'Italia che nella primavera del '48 era stata tutta unita nella guerra
contro lo straniero, un'Italia che ha nel Piemonte sabaudo il centro morale della
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
nazione. Perciò la vittoria della reazione fu sterile, e i governi ricostituiti con la
protezione austriaca furono più deboli che mai.
L'Austria nel Lombardo-Veneto poté reggersi solo con lo stato d'assedio durato
fino al 1856, trattando aspramente la nobiltà e la borghesia, aizzando contro di
esse il popolo delle campagne, impiccando i patriotti. Fra le vittime sono
rappresentate tutte le classi sociali: dal sacerdote don Enrico Tazzoli e dal
nobile veronese Carlo Montanari al popolano milanese A. Sciesa: l'Italia
penetrava nella coscienza delle diverse classi della nazione. Nella Toscana il
granduca aveva perduto l'antico prestigio; sorretto dalle armi austriache, era
considerato un arciduca austriaco. Nel Napoletano il regno di Ferdinando II,
chiuso in un ostinato isolamento e in una stolta e feroce reazione, era
nell'opinione internazionale liberale posto a livello della Turchia. Nel sangue
furono repressi due tentativi rivoluzionarî del '56 in Sicilia, e nel sangue finì la
spedizione tentata da Carlo Pisacane in Calabria nel luglio del '57.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
L'Austria aveva creduto di potere con la sua neutralità armata essere arbitra tra
i belligeranti e trarne profitto; al contrario, si inimicò la Russia, da cui nel '49
era stata fortemente aiutata, e scontentò parimenti l'Inghilterra e la Francia,
che avevano fatto di tutto per averla alleata. Con ansia grandissima il conte di
Cavour seguì lo svolgersi delle trattative: un'alleanza delle potenze occidentali
con l'Austria avrebbe dato a questa maggiore libertà nelle questioni italiane, e
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Assicurarsi del confine naturale delle Alpi, aumentare la potenza francese nel
Mediterraneo, porre l'Italia nell'orbita dell'influenza francese con l'esclusione
dell'Austria dalla Valle Padana: tutto questo rientrava nella tradizionale politica
della Francia e delle guerre da essa combattute contro gli Asburgo. Questi
interessi politici coincidevano con i sentimenti cavallereschi di Napoleone III,
con la sua affettuosa simpatia per l'Italia per i ricordi della giovinezza tra le
cospirazioni e i moti in Italia del '31. Da questi sentimenti e da questi interessi
Napoleone III era sospinto verso quell'alleanza con il Piemonte, a cui Cavour
mirava. Fu tutta un'abile opera diplomatica che Cavour aveva preparato fin dal
'53, e che ebbe il suo coronamento a Plombières nell'accordo tra Napoleone III
e Cavour per l'alleanza tra la Francia e il Piemonte. Si convenne che, cacciati gli
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Il 18 gennaio '59 a Torino il discorso della corona suonò squillo di guerra tra
l'entusiasmo degl'Italiani. Sennonché proprio allora a impedire la guerra si
adoperarono i gabinetti di Londra e di Pietroburgo con la proposta di risolvere
la questione italiana in un congresso delle potenze. Napoleone III non poté non
fare buon viso a cattivo gioco, e accolse la proposta. Quei giorni dal marzo
all'aprile furono terribili per il conte di Cavour, che vedeva disfatta così tutta
l'opera sua. Per fortuna fu proprio l'Austria a mandare per aria la proposta del
congresso, poiché prima di accettare quella proposta voleva che il Piemonte
disarmasse; e a tal fine il 23 aprile mandò un ultimatum, dando il termine
perentorio di tre giorni.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Cavour, quando nel gennaio del '60 tornò al potere, e fu tutto preso da quel
movimento nazionale unitario,
seppe subito far tesoro di questo antagonismo
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Il 6 maggio partì da Genova con 1100 volontari. Sbarcò a Marsala l'11 maggio,
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
e quattro giorni dopo vinceva la prima battaglia a Calatafimi. Proseguì quindi la
sua marcia e, ingannando il nemico, entrò combattendo a Palermo il 27
maggio. Il valore dei suoi volontarî e la genialità sua di stratega non avrebbero
ottenuto il trionfo senza il concorso del popolo siciliano, che tutto era insorto
contro il Borbone. Il 20 luglio Garibaldi vinceva l'aspra battaglia di Milazzo, e
aveva così aperta la via di Messina. Si accinse quindi a passare lo stretto: l'unità
d'Italia era ora in cammino. Era il cammino che Napoleone voleva arrestare,
cercando di salvare il Borbone, consigliandolo a concedere la costituzione, e
invitando l'Inghilterra a impedire lo sbarco di Garibaldi nella penisola.
L'Inghilterra rifiutò, dichiarando che avrebbe protestato se la squadra francese
avesse agito nelle acque di Sicilia. Così Garibaldi il 20 agosto poté facilmente
passare lo stretto. Il giovane re di Napoli, Francesco II, assisteva a Napoli al
disfacimento dello stato a mano a mano che sopraggiungevano le notizie delle
vittorie di Garibaldi e della sua marcia trionfale per Napoli. Francesco II era
successo nel maggio del '59 a Ferdinando II. Era stato consigliato, e ancora a
tempo, dal principe di Satriano, a concedere subito la costituzione e ad allearsi
al Piemonte. Non volle, e non si avvide che né all'interno, né fuori del regno,
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
quindi nel Napoletano, era atto ardito e pericoloso: l'Austria avrebbe potuto
attaccare e riconquistare la Lombardia. Quel pericolo vide tuttavia Cavour
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) di
potere affrontare con tutta la nazione, con l'esercito del re e con le forze
(/index.html)
rivoluzionarie di Garibaldi e di Mazzini; né la Francia sarebbe stata neutrale.
CATALOGO (/CATALOGO/)
Quel pericolo insomma dell'attacco dell'Austria alla Lombardia apparve minore
di quello di uno sviluppo del movimento garibaldino nel Napoletano sotto la
azione repubblicana e spinto verso una marcia su Roma e una inevitabile
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
guerra contro la Francia. Napoleone stesso, a cui quel pericolo repubblicano e
quella minaccia su Roma furono prospettati da Cavour finì col consentire,
come già aveva fatto prima, all'intervento dell'esercito
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) di Vittorio nel
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Il grande ministro tre mesi dopo moriva (6 giugno 1861); l'Italia perdeva il suo
più grande uomo di stato.
Il Regno d'Italia.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
I problemi del nuovo regno. - Non facili inizî quelli della nuova Italia dopo
l'epopea del triennio glorioso: più
diffidente l'opinione pubblica internazionale,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
o meno manifestamente ostili i più tra gli stati (la Spagna riconobbe il regno
(/index.html)
solo nel 1865 e l'Austria dopo la guerra del 1866), e a giustificare previsioni
CATALOGO (/CATALOGO/)
fosche e giudizî non benevoli, una situazione interna allarmante. Ché, infatti,
diversità di tradizioni storiche e di condizioni culturali, economiche, sociali
ostacolavano la realizzazione diSCUOLA
quell'unità che gli eventi recenti avevano
(/TRECCANISCUOLA/)
creata, troppo facilmente e precariamente agli occhi di molti. Né le classi
dirigenti apparivano all'altezza dei nuovi ardui compiti: dalla proprietà terriera
venivano uomini pratici e buoni
LIBRI amministratori,
(/TRECCANILIBRI/) ARTE ma poco sensibili alle nuove
(/TRECCANIARTE/)
E fu così la guerra. Rapida e vittoriosa sui campi boemi ove "il fredd'ago del
fucil prussiano" umiliava gli Austriaci
TRECCANIaCULTURA
Sadowa.(/CULTURA/)
Vienna, contesa ai generali di
Guglielmo I da Bismarck che non voleva un intervento francese a favore
dell'esasperato risentimento asburgico, chiedeva l'armistizio e accettava
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
preliminari di pace (25 luglio) che la Prussia imponeva senza alcun accordo con
l'Italia.
Qui grandi le speranze, più grandi le delusioni. La mancata concordia tra i capi
militari e la mal salda unità di gente che stentava ad affratellarsi, ieri ancora
divisa sotto diverse bandiere, deprimevano lo spirito dell'esercito. Rivali il
Cialdini e il Lamarmora, il re si sentiva troppo soldato per rassegnarsi a una
funzione puramente rappresentativa: si rinunciò all'unità del comando e si
spinsero a diversi obiettivi le forze che avrebbero dovuto operare concordi. A
Garibaldi, favorevole a un più audace piano, fu affidato il compito di penetrar
nel Trentino. E così la prima grande prova del nuovo regno fu affrontata in
modo non felice. Oltre il Mincio, a Custoza, il 24 luglio 1866 in un
combattimento disordinato e slegato il Lamarmora si fece battere dall'arciduca
Alberto. Mirabile sempre l'eroismo dei capi e dei gregarî, animati dall'esempio
dei principi reali, ma debole, incerta l'azione del comando. Lo scacco riparabile
fu proclamato sconfitta: non si osò riprendere la lotta; Garibaldi fu richiamato a
"coprire l'eroica Brescia".
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insorgere per i dissensi tra le varie fazioni liberali e per la mancanza d'armi, e la
Francia, il cui prestigio era troppo scosso dal '66 e dalla trista avventura
messicana (né l'unità italiana appariva
TRECCANI desiderabile ai varî partiti francesi) non
CULTURA (/CULTURA/)
fiscalismo che colpiva duramente il popolo (tassa sul macinato). Solo l'avvento
del ministero Lanza portò un qualche sollievo alla situazione. E a questo
ministero di galantuomini l'Italia dovette Roma.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Avvicinandosi l'ora della crisi fatale del secondo impero, la ventilata alleanza
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
austro-franco-italiana, che avrebbe dovuto fermare la minacciosa Prussia,
s'infranse sullo scoglio della questione romana. Quando s'aprirono le ostilità tra
la Francia e la Prussia l'alleanza fu di nuovo proposta. La caldeggiava Vittorio
Emanuele, ma il governo, il parlamento e l'opinione pubblica eran contrarî e il
rifiuto napoleonico di cedere su Roma la rendeva impossibile. Dopo il richiamo
delle truppe francesi il governo italiano decise di risolvere la spinosa questione
secondo le aspirazioni nazionali. Con una rapida e intelligente azione
diplomatica presso le altre potenze fu preparato il terreno, che la caduta
dell'impero sgombrava degli accordi del 1864. Fallito un ultimo tentativo del re
presso il pontefice, s'iniziarono le operazioni militari. E la mattina del 20
settembre 1870 l'esercito italiano entrava in Roma per la breccia di Porta Pia.
La più alta meta del Risorgimento, "l'arca santa del riscatto, il tempio della
nazione", era raggiunta. Dodici giorni dopo un plebiscito sanzionava la volontà
del popolo romano di appartenere al regno d'Italia. Nel maggio 1871 il
parlamento votava in Firenze la legge delle guarentigie, che conferiva al papa
prerogative sovrane, diritto di legazione attiva e passiva, extraterritorialità e
uso dei palazzi apostolici e un assegno annuo. La protesta del pontefice contro
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
l'atto unilaterale che non gli assicurava la libertà e la sovranità necessarie al suo
ministero spirituale, non commosse troppo né i governi, preoccupati di
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) quanto
accadeva in Francia e turbati dalle tendenze che l'interrotto Concilio ecumenico
(/index.html)
aveva rivelato, né i legislatori italiani, i quali, ammaestrati da troppo recenti
CATALOGO (/CATALOGO/)
esperienze, avevano voluto evitare che altre potenze sostituissero la Francia nel
patronato della Santa Sede. Ma la questione romana restava sostanzialmente
insoluta e il conflitto tra il Vaticano e l'Italia assumeva forme nuove e non
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
meno aspre e contribuiva a turbare le coscienze degl'Italiani.
cittadine. Scarsa base, quindi, al governo della Destra: una minoranza, peggio
una "consorteria", secondo
si diceva. In questa situazione, più grave appariva
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
ai
governati il peso di un governo al quale non partecipavano. E la Destra,
(/index.html)
indebolita da interni dissensi, e impopolare per la sua severità amministrativa e
CATALOGO (/CATALOGO/)
fiscale, lasciò il potere alla Sinistra nella "rivoluzione parlamentare" del marzo
1876.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Ma tale rivolgimento non era reclamato dal paese, né rispondeva a profonde
esigenze di esso: pronunciamento di stati maggiori, le truppe erano assenti.
Questa indifferenza delLIBRI
popolo di fronte ai mutamenti
(/TRECCANILIBRI/) politici e alle riforme più
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Dai loro banchi di oppositori, gli uomini della Sinistra passarono al governo
con un programma ricco di promesse: allargamento del diritto di voto,
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
istruzione gratuita, alleviamento fiscale, maggiori libertà. Esclusi finora dal
governo da spesso ingiustificate diffidenze, essi, di origine democratica o
garibaldina, non si riveleranno, tranne il Depretis, abilissimo parlamentare, e il
Crispi, vera tempra di uomo di stato, gran che diversi o migliori di quei
moderati dei quali raccoglievano l'eredità. E la loro politica non avrà affatto un
tono superiore, ché, anzi, nel confronto con la serietà sdegnosa, i saldi
convincimenti e l'austerità degli uomini della Destra, apparirà meschina la loro
facilità al ripiego, all'accomodamento, al compromesso.
nei suoi effetti e nella sua importanza, ma tale, intanto, da fornire armi o
pretesti a ogni possibile avversario: alla Francia, all'Austria, persino alla
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Germania del luterano Bismarck. Né erano motivo d'orgoglio i ricordi della
dura esperienza del 1866, ragione anzi di amarezza e di sfiducia. Quindi niente
avventure, niente salti nel buio, niente urti contro qualcuno: mani nette per
Cairoli, come ieri per Minghetti, come prima per Ricasoli. E si rifiutano
suggestioni inglesi per Tunisi e si accettano gli acquisti austriaci e inglesi a
Berlino. Già c'era poco da fare: Gorčakou si compiaceva di ironie insultanti di
fronte a modesti tentativi di ottener compensi nel Trentino per l'ingrandirsi
dell'Austria. L'Italia era ancora impreparata ad affrontare una grande crisi: lo si
vide quando la Francia con il trattato del Bardo (12 maggio 1881) faceva
riconoscere dal bey di Tunisi il proprio protettorato sul suo stato.
Tramontavano così antiche aspirazioni italiane, erano feriti interessi ormai
consolidati, minacciati di assorbimento gl'Italiani stanziati nella Reggenza e,
peggio, turbata la situazione mediterranea dell'Italia e turbato a suo danno lo
statu qno. Il Cairoli, che andandosene pagò anche per altri, aveva cercato di
evitare il danno, ma la situazione era compromessa da tempo, dal rifiuto
italiano del 1878, dallo scarso interesse dell'opinione pubblica (che si scalde à
assai più a cose fatte), dalle preoccupazioni di suoi colleghi, primo il Depretis.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Sarebbe ingiusto far pesare solo su alcuni uomini questa rinuncia, come non fu
solo colpa del gabinettoISTITUTO
Depretis-Mancini l'altra rinuncia a parteciparea fianco
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
(il giovane re Umberto appena salito al trono era stato fatto segno all'attentato
di Passannante, agitazioni repubblicane turbavano ancora le Romagne)
rendevano faticose le esperienze di governo
TRECCANI della
CULTURA Sinistra.
(/CULTURA/)
Per uscire dall'isolamento politico e per garantire la pace il Depretis trattò con
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
la Germania e con l'Austria, già unite con un trattato fin dal 1879, per
un'alleanza. La ancora scarsa importanza internazionale dell'Italia e le sue
condizioni interne, il non celato disprezzo di Bismarck e la diffidenza austriaca
le resero ardui e amari i patti: promessa mutua di pace e amicizia, impegno per
lo scambio di vedute sui problemi generali, aiuto militare se una terza potenza
si facesse ad assalire l'alleato già in guerra, neutralità benevola nel caso di
guerra non provocata, ma non la sperata garanzia territoriale per Roma. In
nessun caso, però, le stipulazioni s'intendevano rivolte contro l'Inghilterra,
condizione che tutelava la politica italiana da un pericoloso vassallaggio austro-
tedesco (20 maggio 1882). Sopravvalutata, in bene e in male, la Triplice, che
parve per allora sanzionare la rinuncia a Trento e a Trieste, cui aveva già volto
il pensiero Cavour morente, giovò a togliere l'Italia da una posizione
d'inferiorità internazionale, la portò più direttamente nel campo delle grandi
potenze, contribuì a garantire la sua sicurezza e l'equilibrio europeo.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 667/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Il rinnovamento della Triplice (20 febbraio 1887), opera del nuovo ministro
degli esteri di Robilant, migliorò rispetto alle alleate la condizione dell'Italia.
Particolari accordi garantirono gl'interessi di questa nel Mediterraneo e nei
Balcani e il fattore vaticano non pesò più sul trattato e sull'Italia. Altre
stipulazioni collaterali con l'Inghilterra e l'Austria e con questa e la Spagna
completeranno la difesa delle ragioni italiane.
Bene o male l'Italia usciva lentamente di minorità, con poche soddisfazioni per
ora e per aver domani più gravi delusioni, ma intanto agiva, arrischiava passi
più lunghi, s'avvezzava a guardare un po' più in là della cerchia e dell'abitudine
quotidiana. E solo a non dimenticare la grandiosità dello sforzo che aveva
dovuto sostenere per rivendicarsi a libertà e le condizioni della sua vita e le
difficoltà dell'adattarsi al clima nuovo e alle esigenze nuove d'un paese che era
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 668/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
ieri tanto diverso, ci si può render conto di quello che significassero questo
muoversi e questo agire. Ieri ancora isolamento regionale, ignoranza dimasse,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
economia arretrata, modesti interessi e piccoli problemi nella più parte degli
(/index.html)
stati, nessuna partecipazione alla vita pubblica, timore per le idee e paura di
CATALOGO (/CATALOGO/)
novità, e i paesi europei sentiti distanti e superiori: oggi tutto questo è mutato o
sta mutando. La vita politica è ancora povera, senza grandi ideali, ed è ancora
troppo l'eco d'interessi locali, particolari, ma la legge del 1877 inizia la lotta
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
contro la piaga nazionale dell'analfabetismo e impone la gratuità e
l'obbligatorietà dell'istruzione popolare; l'altra del 1882 modifica le condizioni
per l'esercizio del diritto di (/TRECCANILIBRI/)
LIBRI voto e porta da 600.000 a 2 milioni e mezzo i
ARTE (/TRECCANIARTE/)
votanti, immettendo nuove forze nella vita politica e suscitando l'interesse del
popolo per qualche cosa che sente ora più suo. E riforme unificatrici e
consolidatrici si hanno nell'amministrazione
TRECCANI CULTURAe nella legislazione, culminanti nel
(/CULTURA/)
s'accentuerà col 1882 (65.748 contro 95.814) e con gli anni seguenti,
accrescendosi l'emigrazione transoceanica, che nel 1887 toccherà la cifra
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) di
127.748, nel 1888 salirà a 196.000. Primo segno concreto di un interesse
(/index.html)
coloniale l'acquisto privato della baia di Assab da parte della compagnia
CATALOGO (/CATALOGO/)
Rubattino (1869). Ma a pochi interessava quella terra lontana, dieci anni dopo
presidiata da soldati italiani e retta da un commissario civile. A che trascurare il
Mediterraneo per il Mar Rosso,SCUOLA sebbene il taglio di Suez desse a questo
(/TRECCANISCUOLA/)
rinnovata importanza? Non c'era una vera spinta d'opinione pubblica: pochi
uomini politici e alcuni circoli di geografi e di esploratori sentivano soli
l'importanza del nuovoLIBRI problema. Nel 1882 ilARTE
(/TRECCANILIBRI/) governo riscattava dalla
(/TRECCANIARTE/)
Un più alto e deciso tono alla vita nazionale cercò d'imprimere Francesco
Crispi, l'antico garibaldino del '60, salito al potere dopo la morte del Depretis
(luglio 1887). Carattere energico, ingegno vivo, patriotta sincero, sognò
un'Italia più grande, più forte, più rispettata, più degna del suo passato antico e
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 670/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
16.000 italiani tennero testa a più di 100.000 Abissini lasciando sul campo il
53% dell'effettivo. VanoISTITUTO
il valore e vano il sacrificio. Quel disastro, del
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
quale la
responsabilità militare fu addossata al solo Baratieri, ebbe gravi conseguenze
(/index.html)
per il prestigio italiano. Lissa, Adua: nomi troppo facili da ricordare. Il Crispi fu
CATALOGO (/CATALOGO/)
abbattuto dall'insurrezione del parlamento e dell'opinione pubblica e il paese
turbato e avvilito rinunciò per quindici anni a ogni idea di espansione. Eppure
tutto non era perduto. Il gen. Baldissera, succeduto al Baratieri, riordinava
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
l'esercito e la colonia, teneva in rispetto gli Abissini e batteva i dervisci, che
dall'Egitto si erano rovesciati su Cassala. Ma il Di Rudinì non reagì
all'avvilimento, preoccupato all'idea di nuoviARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) sacrifizî di sangue e di denaro, e
(/TRECCANIARTE/)
Migliori risultati si ebbero negli ultimi anni del secolo nella politica estera. La
necessità di risollevare le condizioni economiche, aggravate dal contrasto con la
Francia, portò a una revisione delle relazioni internazionali, che, pur restando
basate sulla fedeltà alla Triplice (rinnovata il 6 maggio 1891 e poi tacitamente
nel 1896) consentirono accordi politici ed economici con la Francia
(convenzioni per Tunisi, 26 settembre 1896, accordo commerciale del 1898).
L'Italia collaborava alla pacificazione internazionale e mirava a togliere ogni
carattere aggressivo alla Triplice. L'accordo italo-austriaco del novembre 1897
per l'Albania e il matrimonio del principe ereditario con una principessa
montenegrina segnarono l'inizio di un più vivo interessamento per gli affari del
vicino Oriente. Il merito del mutamento spettava al ministro degli esteri
Visconti Venosta, che iniziava così una politica che doveva dare più ricchi
frutti in avvenire. E anche del lontano Oriente mostrava di interessarsi,
partecipando alla poco gloriosa spedizione internazionale in Cina (1900-1901).
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 673/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
parlamento deputati operai) e nel ceto rurale del Mezzogiorno, ove la lotta di
(/index.html)
classe apparve mezzo di soluzione del problema agrario. Il marxismo,
CATALOGO (/CATALOGO/)
confusamente inteso dai lavoratori dei campi, che nelle loro dimostrazioni
portavano immagini di santi e ritratti del re, s'alimentò dell'esasperazione degli
umili contro lo sfruttamento daSCUOLA
parte dei proprietarî agrarî e contro il governo
(/TRECCANISCUOLA/)
accusato di favorire i padroni. Le misure di polizia, invocate dai conservatoii,
ristabilivano l'ordine ove turbato, ma lasciavano sussistere ancora le cause del
malessere, già acutamente, ma vanamente, analizzate
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) dalla grande inchiesta
ARTE (/TRECCANIARTE/)
ragione. Quali giorni avrebbe vissuto, a quali prove sarebbe stato chiamato
questo paese senza equilibrio e senza orientamento? L'atto di fede nei
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
destini
della patria con il quale iniziava il suo regno in un'ora tragica per la dinastia e
(/index.html)
per l'Italia Vittorio Emanuele III, il suo appello alla fiducia e alla concordia
CATALOGO (/CATALOGO/)
avrebbero resistito alla dura smentita dei fatti, che i profeti di sciagure
annunciavano prossima?
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Ma il regicidio in cui era culminata la tormentosa crisi italiana era il gesto di un
individuo, non la colpa di una nazione; e lo smarrimento e la prostrazione del
paese non erano già laLIBRI
prova di un esaurimento
(/TRECCANILIBRI/) di(/TRECCANIARTE/)
ARTE morte, come troppi
temevano, ma i segni inevitabili del gran travaglio durato dall'Italia nuova per
farsi, per costruirsi. Anche a guardare indietro, negli anni torbidi, c'era da
trarre motivo di speranza, forse d'orgoglio.
TRECCANI Con(/CULTURA/)
CULTURA lentezza e con fatica grande,
pur tra gli errori e le incertezze, l'Italia s'era avviata a trasformarsi nella sua vita
economica, nella sua compagine sociale. Era più forte e aveva, sia pure ancora
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
confusa e incerta, una coscienza di questa sua forza. Il rancore contro certi
uomini, contro certi partiti derivava dal sentire male usate le sue energie
nuove, paralizzate le sue possibilità, deluse le sue speranze di paese giovane, che
non sempre intendevano gli uomini del passato ai quali era ancora affidato il
compito di guidarlo.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 676/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
provocare una trasformazione profonda nella vita politica, era dovuta piuttosto
a considerazioni di opportunità parlamentare, come l'altra del monopolio delle
assicurazioni (aprile 1912), cheTRECCANI
a profonda, sentita
CULTURA necessità di masse o di
(/CULTURA/)
partiti.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Positivo miglioramento si ebbe praticamente nella questione romana, alla quale
il pontificato di Pio X (1903-1913) tolse l'asprezza delle rigide rivendicazioni
temporalistiche, ma l'intervento dei cattolici alle urne fu sentito dal Giolitti più
come un utile ingrediente nelle alchimie parlamentari (patto Gentiloni del
1913), che come il segno di una trasformazione feconda di bene.
dalla coscienza delle particolari esigenze italiane, così interne come esterne: il
(/index.html)
nazionalismo. Fin dal congresso di Firenze, dal quale uscì l'Associazione
CATALOGO (/CATALOGO/)
nazionalista italiana (dicembre 1910), i rappresentanti del movimento presero
posizione contro "la politica di pavido raccoglimento ed intesa alla
soddisfazione di interessi particolari" rivelatasi incapace di risolvere "i grandi
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
problemi della vita italiana"; affermarono la necessità di una politica estera
"consapevole e forte" per poter svolgere all'interno un'azione "veramente
benefica", dichiarandoLIBRI
in pari tempo la necessità
(/TRECCANILIBRI/) ARTEdi rinsaldare ed elevare il
(/TRECCANIARTE/)
sentimento dei doveri civili e militari in tutti gli ordini di cittadini per elevare
la coscienza nazionale. E dalle colonne dell'Idea Nazionale i capi del nuovo
movimento, uomini di cultura,TRECCANI
scrittoriCULTURA
e giornalisti, come il Corradini e il
(/CULTURA/)
L'inizio del secolo aveva trovato l'Italia nel blocco della Triplice Alleanza. E
all'alleanza rimase fedele, sebbene l'impossibilità di un'intesa sincera con
l'Austria e la necessità di tutelare meglio i proprî interessi mediterranei con
altri contatti e altre intese, togliessero valore all'antico patto, che in occasione
dei vari rinnovi (1902, 1907, 1912) si affermò prevalentemente pacifico. E
intanto l'Italia s'accostava alla Francia e all'Inghilterra, con la prima negoziando
gli accordi del 1900 e 1902, che assicuravano la reciproca neutralità e la mano
libera all'Italia in Libia, alla Francia in Marocco, con la seconda quelli del 1905.
La sua posizione internazionale si rafforzava: s'allontanava il tempo in cui
l'Italia pareva rassegnata alla funzione di minore alleata nella Triplice. Questa
autonomia della politica estera, che si faceva evidente con viaggi e visite di
sovrani e di capi di stato e continuava nell'accordo tripartito per l'Abissinia e
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Vienna. Là Bülow poteva far finta di sorridere dei giri di valzer (8 gennaio
(/index.html)
1902), ma qui al gen. Conrad non sgradiva l'idea di attaccare l'Italia durante la
CATALOGO (/CATALOGO/)
crisi del terremoto calabro-siculo (1908). Necessità spingeva a camminare
insieme ancora, ma i compagni di viaggio non s'intendevano più. E le questioni
del vicino Oriente (Albania, ferrovia
SCUOLAMitrovica-Sarajevo
(/TRECCANISCUOLA/) e, più grave e
turbatrice, l'annessione della Bosnia e dell'Erzegovina) sconvolgevano le acque
dell'alleanza, accanto alla quale il ministro degli esteri Tittoni (8 dicembre
1908) vantava benefiche "l'amicizia
LIBRI tradizionale"
(/TRECCANILIBRI/) ARTEcon l'Inghilterra, quella
(/TRECCANIARTE/)
decise: a una breve azione diplomatica seguì l'ultimatum del 29 settembre. Una
vampata d'entusiasmo scosse la penisola: parvero tornati i giorni del
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Risorgimento. L'opposizione socialista non fece presa sulle masse che furono
(/index.html)
favorevoli alla guerra, anzi provocò scissioni nel partito e nel gruppo
CATALOGO (/CATALOGO/)
parlamentare; qualche democratico alla Cavallotti restò isolato. Il popolo sentì
che la guerra significava per l'Italia la risurrezione della sua coscienza nazionale
e l'accettò con gioia e la cantò inSCUOLA
facili ritmi, mentre l'alta letteratura esaltava la
(/TRECCANISCUOLA/)
"grande proletaria" mossasi incontro alla sua fortuna o scandiva in sonori ed
eruditissimi versi l'archeologia delle memorie di Genova, di Venezia, di Pisa.
Andrea Sperelli facevaLIBRI
ammenda di Dogali. Ma
(/TRECCANILIBRI/) anche
ARTE questo era utile, anche
(/TRECCANIARTE/)
questo era prezioso indice della più viva sensibilità nazionale, alla quale si era
arreso anche il Giolitti, pur così avverso a infatuazioni sentimentali. Come il
Piemonte dopo Novara, l'ItaliaTRECCANI
nuova aveva, dopo
CULTURA Adua, la sua guerra di
(/CULTURA/)
La guerra mondiale. - Nella seconda metà di marzo del 1914 Giolitti lasciò il
potere ad Antonio Salandra, un conservatore illuminato, al quale, secondo i
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
più, doveva toccare breve vita ministeriale. Il suo predecessore sarebbe tornato
appena risolte le preoccupazioni internazionali, avviate a soluzione le difficoltà
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
economico-finanziarie derivate dalla guerra libica e sedata la rinnovata
inquietudine sociale, questioni tutte che non trovavano concorde la
maggioranza uscita dalle elezioni del 1913, nelle quali si era affermata una
prima esigua rappresentanza nazionalista. I gravi disordini di carattere
rivoluzionario e lo sciopero generale della settimana rossa (giugno 1914) misero
subito il nuovo ministero di fronte a quelle difficoltà che Giolitti aveva voluto
evitare ritirandosi, come altre volte aveva fatto. Il Salandra riuscì a ristabilire
l'ordine senza ricorrere a misure reazionarie e si accinse poi a riprendere il
consueto lavoro amministrativo e legislativo. Lo scoppio della guerra mondiale
sorprese l'Italia disorientata e inquieta. Mentre il socialismo chiedeva con il suo
organo ufficiale, l'Avanti!, la neutralità assoluta, i nazionalisti, in un primo
momento, reclamavano addirittura l'intervento a fianco degl'Imperi Centrali.
Ma il governo dichiarava la propria neutralità (2 agosto), che faceva
ufficiosamente interpretare come atto necessario alla difesa dei grandi interessi
italiani nell'Adriatico e nel Mediterraneo, lesi dalla guerra aggressiva dichiarata
dall'Austria alla Serbia. E in realtà, non informata della preordinata azione
austro-tedesca, che violava lo spirito e la lettera del patto della Triplice, l'Italia
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 682/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
L'Italia non poteva restare assente in un conflitto di giorno in giorno più vasto
e decisivo, dal quale tutto il problema dei rapporti europei veniva radicalmente
sconvolto. Tuttavia molti per considerazioni sentimentali o politiche (fedeltà
all'alleanza, suggestione della cultura e della forza germanica, avversione alla
democrazia francese o all'imperialismo inglese o all'assolutismo russo,
preoccupazioni per l'esercito non preparato, sfiducia nel popolo italiano,
incubo della sconfitta possibile) chiedevano il mantenimento della neutralità e
presagivano sciagure all'Italia se fosse entrata in guerra e incoraggiavano, più o
meno consapevolmente, la pavidità, lo spirito d'inerzia, il quietismo.
Conservatori e uomini di cultura, a cui s'aggiungevano clericali e nella loro
grande maggioranza i socialisti ortodossi, i neutralisti si trovarono presto di
fronte i fautori della guerra, gl'interventisti, anch'essi di provenienza politica
diversissima e favorevoli all'intervento a fianco dell'Intesa (nessuno più pensò
agl'Imperi Centrali) per ragioni diverse, spesso in contrasto. La simpatia per la
"sorella latina", "la lotta della civiltà contro la barbarie", l'avversione al
militarismo e all'imperialismo germanico, l'antitriplicismo erano i motivi dei
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
non erano lasciate cadere dal ministro degli esteri Di San Giuliano, che
contemporaneamente prospettava
all'Austria la tesi degli eventuali compensi
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
CATALOGO (/CATALOGO/)
L'azione diplomatica, condotta fino alla metà dell'ottobre 1914 dal Di San
Giuliano, fu continuata dal Sonnino sulla stessa base delle trattative con
l'Austria, poiché solo la loro dimostrata impossibilità avrebbe giustificato agli
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
occhi di tutti l'accordo con l'Intesa, al quale il Di San Giuliano aveva pensato
con idee chiare sul carattere della guerra, sulla necessità che l'Austria fosse
colpita dall'Italia e che LIBRI
una salda alleanza postbellica
(/TRECCANILIBRI/) fosse preparata già durante
ARTE (/TRECCANIARTE/)
L'Italia entrava nella lotta in un momento difficile per l'Intesa e sulla fronte più
dura. Con l'eroismo dei suoi soldati, con il sacrificio di 680.000 vite dovette
supplire alle insufficienze dell'armamento e alla mancanza di una vera
tradizione militare. Né trovò sempre comprensione e riconoscimemo da parte
degli alleati, ai quali pure arrecò un contributo che fu decisivo per le sorti della
guerra, come non sospette testimonianze di alleati e di nemici hanno
riconosciuto (per le operazioni militari, v. Guerra mondiale). Per la vita
nazionale la partecipazione al grande conflitto fu di valore enorme: in questa
tragica prova, che non rivelò grandi capi né militari, né politici (al ministero
Salandra, caduto il 10 giugno 1916, successe quello Boselli e a questo il 30
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 686/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
ottobre 1917 quello Orlando), rifulsero in pieno le qualità salde del popolo
italiano, che nella lotta ISTITUTO
sanguinosa cementò finalmente la propria unità.
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Furono virtù di popolo sano quelle che permisero di reagire al rovescio
(/index.html)
dell'ottobre 1917. Due anni di lotte vittoriose non diedero, forse, la prova delle
CATALOGO (/CATALOGO/)
capacità mirabili della nazione italiana quanto l'indomani di quel doloroso
autunno. Allora la solidità morale e l'eroismo vero del popolo, tanto diverso
dalle stucchevoli esaltazioni giornalistiche, si rivelarono in pieno. Sulla linea del
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Piave morì la vecchia Italia delle incertezze, dei tentennamenti, delle pavide
transazioni e nacque un'Italia nuova e migliore, che tra qualche anno si sarebbe
affermata pienamente.LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Impresa non meno dura della lotta, la pace. Faticose e ingrate le trattative tra
diffidenze e gelosie di alleati, incertezze e insufficienze di negoziatori italiani,
che il rigido dottrinarismo di Wilson esasperava, mentre in Italia l'indecisa
azione del governo e una certa naturale stanchezza dopo così dura prova
favorivano la formazione di correnti contrarie alla tenace resistenza che
sarebbe stata necessaria. Se il 10 settembre 1919 veniva firmato il trattato di
Saint-Germain, che assicurava all'Italia il confine del Brennero, estremamente
difficile e dolorosa riusciva la questione del confine orientale, ove la
rivendicazione della Dalmazia in base al patto di Londra s'intrecciava con quella
di Fiume. Qui l'Italia non aveva più di fronte la nemica della vigilia alla quale il
vincitore poteva imporre la sua legge, ma un'ambigua formazione recentissima,
la Iugoslavia. Protetto da Wilson, favorito più o meno direttamente dalla
Francia e dall'Inghilterra, agl'interessi delle quali giovavano le difficoltà italiane,
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 687/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
il nuovo stato composto dei Serbi dall'Italia salvati nel 1916, dei Croati e degli
Sloveni fino all'ultimo in armi contro l'Italia stessa nelle file austriache,mirava
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
personale appello al popolo italiano, in cui negava ogni diritto dell'Italia sulla
Dalmazia. All'azione non corretta la delegazione italiana rispose abbandonando
la conferenza. Ma era questo un gesto sentimentale,
TRECCANI senza possibilità di
CULTURA (/CULTURA/)
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
L'audacia di D'Annunzio giovò, in fondo, anche alla causa della pace, ché
Italiani e Slavi cercarono e trovarono, almeno per il momento, un terreno
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
d'accordo. Il 12 novembre 1920, sotto il ministero Giolitti, fu firmato il trattato
(/index.html)
di Rapallo, che assegnava il confine delle Alpi Giulie, l'Istria e Zara all'Italia,
CATALOGO (/CATALOGO/)
lasciando alla Iugoslavia, abbandonata dall'America, la Dalmazia con le isole
adriatiche, meno Cherso e Lussin. Fiume veniva costituita a città autonoma
entro i confini dell'antico corpusSCUOLA
separatum. D'Annunzio insorse, ma invano,
(/TRECCANISCUOLA/)
contro il trattato che sacrificava la Dalmazia. Dolorosa violenza di Italiani
contro Italiani lo rese esecutivo la notte di Natale del 1920.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
non aveva recato i benefici sperati: i partiti e gli uomini che l'avevano avversata
ne trassero argomento alla loro propaganda. Tutti i risentimenti e tutte le
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
passioni si scatenarono non infrenati dall'opera dei mutevoli governi. Miti
democratici e promesse demagogiche (e un po' tutte le parti inclinarono a
demagogia) quale quella della terra ai contadini, provocavano disordine,
indisciplina, violenza e prostravano le energie della nazione. Con il ministero
presieduto da F. S. Nitti (19 giugno 1919-9 giugno 1920) la situazione si
aggravava: la smobilitazione immediata dell'esercito creava difficoltà gravi alla
vita del paese; la divulgazione dei risultati dell'inchiesta per Caporetto,
l'amnistia ai disertori ferivano l'animo dei combattenti, l'adozione della
rappresentanza proporzionale mandava alla Camera 154 socialisti, tra i quali un
disertore, animati, forse, più che dalla fede in un programma costruttivo, dal
convincimento che l'ora del trionfo, della vendetta sui responsabili della guerra
fosse imminente. Un centinaio di rappresentanti del nuovo partito popolare,
sorto sui primi del 1919 con programma di democrazia cristiana (presto
dimenticato nell'inevitabile concorrenza con i socialisti all'accaparramento delle
masse) e frammenti di troppi e troppo diversi partiti disorientavano l'opinione
pubblica, timorosa di fronte al dilagare dell'estremismo e alla negazione dei
valori nazionali. E il governo, incapace di risolvere la situazione creatasi nella
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 689/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Caduto il Nitti, tornò al potere, dopo tanto lunga parentesi e tanto ardore di
polemiche, il Giolitti, con
LIBRIun consenso quasi ARTE
(/TRECCANILIBRI/) generale, perché molti s'illusero
(/TRECCANIARTE/)
fallimento del concordato tra socialisti e fascisti (4 agosto 1921). Non bastavano
le solite generiche invocazioni, già usate dai precedenti ministeri, alla
imparzialità nei conflitti, alla repressione di ogni
TRECCANI CULTURA violenza da qualunque parte
(/CULTURA/)
La caduta del ministero Bonomi diede vita alla fiacca vicenda del triplice
ministero Facta, debole e abulico di fronte al cozzo delle passioni. Sorto su una
vana speranza di concentrazione contro il fascismo, esso vide la catastrofe delle
forze antifasciste stroncate nella reazione allo "sciopero legalitario" dell'agosto
1922, e fu spazzato via dalla marcia su Roma (28 ottobre 1922).
Alla riapertura delle Camere, Mussolini, duce del fascismo e capo del governo,
si presentava alla testa di un ministero che, apparentemente simile nella sua
composizione agli altri che lo avevano preceduto, era inconfondibilmente
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 691/1196
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diverso per lo spirito che lo animava, per il linguaggio che il suo capo parlava
(16 novembre). "Tutti iISTITUTO
problemi della vita italiana sono stati già risoltinella
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
L'ardua fatica, sulla quale il Duce aveva invocato l'aiuto di Dio, s'iniziava.
Ordine, lavoro e disciplina venivano dati alla nazione turbata, s' "inquadrava" e
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
si rafforzava lo stato, si dotava la rivoluzione di uno strumento armato, la
milizia, si ricostituivano le forze militari, si affrontava in pieno l'assillante
problema del riassestamento economico e finanziario. Sin dal primo tempo
venivano migliorati i servizî pubblici, specie il ferroviario, attuata una politica
marinara di vasto respiro, gettate le basi di un radicale riordinamento
scolastico, iniziato il risanamento della moneta, bandita (autunno 1925) la
vittoriosa battaglia del grano, che ha permesso l'affrancamento dai mercati
stranieri, cominciate e condotte a termine centinaia di iniziative in tutti i
campi, per le quali ci sarebbero voluti decennî sotto i passati regimi, accresciuta
la ricchezza nazionale con bonifiche grandiose e lavori pubblici, riconquistate le
colonie, mentre, più ardua impresa, il rinnovamento legislativo trasformava il
volto e l'organizzazione dello stato (v. fascismo; italia: Ordinamento).
Tramontata per sempre la concezione demoliberale, lo stato si è ordinato su
basi corporative. Tenaci le resistenze della vecchia mentalità e dei vecchi
partiti, usciti battuti nelle elezioni del 6 maggio 1924. E quando la violenza di
alcuni dissennati in un cupo episodio di passione partigiana soppresse un
deputato di opposizione, i rappresentanti di questa ne vollero far responsabile il
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fascismo e i suoi capi con una campagna di denigrazione senza esempio e senza
limiti. Ma la secessione dell'Aventino
fu stroncata dal memorabile e decisivo
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
discorso
(/index.html)
del Duce del 3 gennaio 1925 e, superata l'artificiosa questione morale,
il fascismo riprese il suo cammino vittorioso. E il popolo fu con lui, come
CATALOGO (/CATALOGO/)
attestarono le elezioni plebiscitarie del 1929 e il grandioso e pur controllato
accrescersi degl'iscritti al partito e alle sue organizzazioni (2.045.792 nel maggio
1933). La saldezza interna ha consentito all'Italia dopo l'avvento della
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
rivoluzione delle camicie nere una politica estera costruttiva e di largo respiro.
Politica di pace: "non però politica di suicidio". E quando nell'agosto 1923 fu
massacrata la missioneLIBRIitaliana in Albania, un'energica
(/TRECCANILIBRI/) azione politico-militare
ARTE (/TRECCANIARTE/)
d'Italia e la vicina orientale firmava un trattato di amicizia per cinque anni, che
non veniva rinnovato alla scadenza, ma che attestava la volontà italiana di
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
seguire una politica estera ispirata a un sincero desiderio di pace e al
superamento di vecchi attriti e di passate inimicizie. Fin dal primo momento il
Duce poteva affermare che l'azione internazionale italiana, lungi da vane e
torbide aspirazioni all'avventura imperialistica, era ispirata da criterî di utilità
nazionale, di rispetto ai trattati, di "equa chiarificazione della posizione
dell'Italia nell'Intesa". E questa idea guidò tutte le relazioni estere del fascismo,
intese a tutelare con opportuni trattati gl'interessi italiani e a consolidare la
pace in Europa. Quindi accordi con la Romania; con la Grecia, con la Bulgaria,
con la Turchia, a garantire l'espansione italiana nel Levante, quindi patti di
Tirana con l'Albania a tutela di questa contro prossime ingordigie e a difesa
dell'influenza italiana compromessa dall'inconsulto abbandono del 1920,
relazioni con l'Ungheria sempre più salde, aiuti all'Austria, buoni e utili
rapporti con la Russia, con la Germania, con la Spagna, mentre la sistemazione
dei debiti di guerra con l'America e l'Inghilterra (1925-1926) assicurava all'Italia
non inutili simpatie d'oltre Oceano e d'oltre manica. La riconfermata amicizia
inglese consentiva di ottenere dal governo di Londra l'Oltre Giuba
(convenzione di Londra 15 luglio 1924), che completava i possedimenti italiani
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Fonti.
Muratori, al quale si deve soprattutto la grande raccolta delle fonti narrative del
Medioevo: i Rerum Italicarum
Scriptores (voll. 28 in 25 tomi, Milano 1723-51).
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Ma solo col sec. XIX sorgono istituti storici, con lo scopo specifico e preciso di
(/index.html)
raccogliere i documenti "per la compilazione di una storia sincera ed esatta".
CATALOGO (/CATALOGO/)
Prima fra tutte fu la R. Deputazione sovra gli studi di storia patria per le antiche
provincie (dal 1860 e per la Lombardia) già istituita nel 1799, poi disciolta, e
definitivamente costituita dal governo sardo nel 1833, la quale iniziava nel 1836
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
storia per le provincie parmensi; nel 1857 la Società ligure per gli studi di storia
patria; dopo il 1860 le RR. Deputazioni per le provincie modenesi, per la
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Romagna, per la Toscana e l'Umbria, per la Venezia, a cui si aggiunsero società
storiche per iniziativa privata: la Società storica lombarda nel 1874, la Società
napoletana di storia patria e la Società romana di storia patria entrambe nel 1876, e
molte altre, fra cui, nel 1895, la Società storica subalpina e nel 1901 la Società
pavese di storia patria.
Infine, nel 1883, veniva fondato a Roma l'Istituto storico italiano, il massimo
fra gl'istituti che attendono attualmente alla pubblicazione di fonti.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 695/1196
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Inoltre, per gli scrittori ecclesiastici, J.-P. Migne, Patrologia Latina (voll. 221,
Parigi 1844-64).
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Meno estesa, per ora, ma non meno importante per il valore dei testi editi ed
eccellente, poi, in genere, per il rigore critico dell'edizione, è la raccolta
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
dell'Istituto storico italiano: Fonti della storia d'Italia (Roma 1890 segg.),
costituita in prevalenza da fonti narrative.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Altri testi (o, anche, altre edizioni di testi che si trovano pure in qualcuna delle
suddette raccolte) negli Historiae Patriae Monumenta (Torino 1836-1884), nei
et Placentinam pertinentia (Parma
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Monumenta historica ad provincia Parmensem
1856-69), nei Monumenti storici delle Deputazioni veneta, per la Romagna, per
le provincie modenesi, della Società napoletana di storia patria.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Per la storia politico-religiosa P. Jaffè e S. Loewenfeld, Regesta ponti icum
romanorum (fino al 1198), 2ª ed., voll. 2, Lipsia 1885-88; A. Potthast, Regesta
(dal 1198
ponti icum romanorum LIBRI al 1304), voll.ARTE
(/TRECCANILIBRI/) 2, Berlino 1874-75, e
(/TRECCANIARTE/)
Troya, voll. 6, Napoli 1845-55 (l'indice nel 1859: un nuovo Codice dipl.
longobardo viene ora preparato da L. Schiaparelli, in Fonti dell'ist. stor. ital.; editi i
voll. I e II, Roma 1931-33); il Codex diplomaticus dominii tem oralis Sanctae Sedis,
ed. da A. Theineri voll. 3, Roma 1861-62; il Codex diplom. Italiae, ed. da J. C.
Lünig, voll. 4, Francoforte s. M. e Lipsia 1725-35; il Corps universel diplomatique
du droit des gens, ed. da J. Du Mont (per i trattati politici, dall'800 al 1731), voll.
8, Amsterdam-L'Aia 1726-31; i Foedera (1101-1654), ed. da T. Rymer, voll. 2,
Londra 1704-35. Assai importante la coll., promossa dalla R. Accademia dei
Lincei, degli Atti delle assemblee costituzionali italiane dal Medioevo al 1831 (divisa
in Parlamento siciliano, Parl. Friulano, Parl. sabaudo, Ass. Rep. Cisalpina, Sedute
municipal. di Venezia, Consigli Rep. Fiorentina, Bologna 1924 segg.); anche il
Corpus statutorum italicorum, diretto da P. Sella; Roma 1912 segg.
Tra le più importanti raccolte sono, per i secoli XVI e XVII, le Relazioni degli
ambasciatori veneti al Senato durante il sec.
SCUOLA XVI, a cura di E. Albèri, in 3 serie,
(/TRECCANISCUOLA/)
Venezia 1839-63 (in corso una nuova ed. a cura di A. Segarizzi, finora voll. 4,
Bari 1912-16, che comprendono le rel. su Ferrara, Mantova e Monferrato,
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Milano e Urbino, Firenze) e per il XVII da N. Barozzi e G. Berchet, voll. 11,
Venezia 1856-78; e, per il periodo 1496-1533, i Diari di Marino Sanuto, ed. da
N. Bonazzi, G. Berchet, R. Fulin, F. Stefani, M. Allegri, voll. 58, Venezia 1879-
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
1902.
Inoltre le Cronache e docum. per la storia dell'Ítalia merid. dei secoli XVÍ e XVII, a
cura della Soc. napol. di storia patria, Napoli 1930 segg. (finora usciti D.
Confuorto, I giornali di Napoli dal 1679 al 1699, a cura di N. Nicolini, voll. 2; I.
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Fruidoro, Successi del governo del conte di Oñate, a cura di A. Parente; A. Bulifon,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Giornali, a cura di N. Cortese, I; I. Fruidoro, Diario di Napoli dal 1660 al 1680, a
cura di F. Schlitzer, I.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Per il sec. XVIII importanti l'Epistolario di L. A. Muratori, a cura di M. Campori,
voll. 14, Modena 1901-1922; A. e P. Verri, Carteggio dal 176o al 1797, a cura di F.
Novati, E. Greppi, A. Giulini, finora voll. 7, Milano 1900-31.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 699/1196
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Per il periodo dopo l'unificazione, v. soprattutto: F. Crispi, Scritti e discorsi
politici (1849-90), Roma 1890; id., Carteggi politici inediti (1860-1900), Roma
1912; id., Prima guerra d'Africa, SCUOLA
Milano(/TRECCANISCUOLA/)
1914; id., Politica interna. Diario e
documenti, Milano 1924; id., Questioni internazionali, Milano 1927; id., Politica
estera: Memorie e documenti, Milano 1929, pubbl. da T. Palamenghi-Crispi; G.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Giolitti, Memorie della mia vita, voll. 2, Milano 1922; A. Salandra, I discorsi della
guerra, La neutralità (1914), L'intervento (1915), Milano 1922-1930; B. Mussolini,
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Discorsi della rivoluzione, 5ª ed., Milano 1928; id., Discorsi dal banco di deputato,
Milano 1928; id., La nuova politica dell'Italia, a cura di A. Giannini, 5ª ed.,
Milano 1928, voll. 3; id., Discorsi del 1926, 1927, 1928, 1929, 1930, voll. 6,
1925...,(/EMPORIUM/)
ACQUISTA
Milano 1926-31; id., Discorsi al Parlamento; gli accordi del Laterano, 2ª ed., Roma
1929; id., Dottrina del fascismo, Milano 1932.
V. inoltre la serie degli Atti Parlamentari (cfr. Catalogo gen. delle pubblicazioni
dello Stato, Roma 1924-31); e i Trattati e convenzioni fra il Regno d'Italia e gli altri
Stati, a cura del Ministero degli affari esteri, voll. 30 (fino al dicembre 1923),
Roma 1931.
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Importanti anche sono molti archivî privati, tra essi l'arch. Caetani a Roma,
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
l'arch. Guicciardini a Firenze, l'arch. Balbo a Torino, l'arch. Ricasoli a Brolio
(Siena).
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Per il periodo del Risorgimento, assai importanti i fondi raccolti nelle
Biblioteche e Musei del Risorg. di Roma, Milano, Torino, Genova.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Tra gli archivî stranieri hanno importanza fondamentale per la storia italiana
l'Archivo de la corona de Aragon, a Barcellona (per il Rinascimento); l'Archivo
General de Simancas (Spagna), per il '500 e '600; le Archives Nationales di Parigi,
dal '500 in poi; il Haus-, Hof- u. Staatsarchiv di Vienna per i secoli XVIII e XIX; il
Record O ice di Londra per i secoli XVIII e XIX.
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SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Per le fonti documentarie, v. gli Archivi della storia d'Italia, serie 1ª a cura di G.
Mazzatinti, voll. 5, Rocca S. Casciano 1897-1907; serie 2ª a cura di G. Degli
Azzi, voll. 4, ivi 1910-15; è ora iniziata, sotto la direzione di L. Schiaparelli, una
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Guida storica e bibliogra ica degli archivi e delle biblioteche d'Italia (finora pubbl. la
parte 1ª del vol. I, Provincia di Firenze. Prato, a cura di R. Piattoli, Roma 1932,
ed. dall'Istituto storico italiano). Inoltre gl'Inventari dei manoscritti delle biblioteche
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
pergamene conservate nel diplomatico (dell'arch. di Siena) dal 736 al 1250, in Boll.
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
stor. senese, XIII-XVII (1906-10); l'Inventario e spoglio dei registri della tesoreria
(/index.html) di Perugia e dell'Umbria del R. Arch. di stato di Roma, a cura di L. Fumi,
apostolica
Perugia 1901; l'Inventaire des archives Farnésiennes
CATALOGO de Naples, di A. Cauchie e L. v.
(/CATALOGO/)
Per il materiale interessante l'Italia e giacente negli archivî e bibl. di altri paesi,
v. l'Inventario dti manoscritti italiani delle bibliotecht di Francia, a cura di G.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Mazzatinti, voll. 3, Roma 1886-88; I. Carini, Gli archivi e le biblioteche di Spagna
in rapporto alla storia d'Italia in generale e di Sicilia in particolare, voll. 2, Palermo
1884-87 (anche E. Dupré Theseider, Note sopra
ACQUISTA alcuni archivi di Spagna in ordine
(/EMPORIUM/)
In particolare v. B. Capasso, Le fonti della storia delle provincie napoletane dal 568
al 1500, 2ª ed., Napoli 1902.
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BIBLIOGRAFIA.
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Il primo capitolo di questa bibliografia comprende opere di carattere generale.
(/index.html)
Nei capitoli seguenti i varî scritti sono disposti secondo le grandi divisioni
CATALOGO (/CATALOGO/)
cronologiche.
quarantennio di studî storici: nel quale periodo, se si è molto e bene operato nel
ricostruire tanta parte della nostra storia (specialmente l'età dei comuni e l'età
del Risorgimento), è invece mancataTRECCANIlaCULTURA
ricostruzione totalitaria. Occorre quindi
(/CULTURA/)
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italiana.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Mediocri sono la Storia degli Italiani di C. Cantù, voll. 4, 4ª ed., Torino 1893-96,
e la Storia d'Italia di P. Balan, voll. 7, Modena 1875-90 (migliore la 2ª ed. a cura
di R. Maiocchi, voll. 11, Modena 1894-99).
SCUOLA Quanto alla Storia d'Italia scritta da
(/TRECCANISCUOLA/)
una società di professori, ed edita da F. Vallardi (Milano 1897, segg., voll. 10),
essa alterna a volumi ottimi (come G. Romano su Le dominazioni barbariche)
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
volumi mediocri (come F. Gianani su I comuni): in genere è utile strumento
d'informazione, ma non più.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Alcune fra le considerazioni più fruttuose e profonde sulle vicende italiane si
trovano invece in opere non di narrazione continuata: per es., negli scritti di C.
Cattaneo, specialmente La città considerata
ACQUISTA come principio ideale delle istorie
(/EMPORIUM/)
italiane, n. ed., Firenze 1931 (v. anche del Cattaneo gli Scritti scelti, Milano
1923); negli scritti recenti di G. Volpe, raccolti in Medioevo italiano, Firenze
1923 e Momenti di storia italiana, Firenze 1925 e di B. Croce, Storia del regno di
Napoli, Bari 1925, e Storia dell'età barocca, Bari 1929. Alcune delle pagine più
belle, specialmente sul Rinascimento, nella Storia della letteratura italiana di F.
De Sanctis, voll. 2, Bari 1913.
Sull'"unità" della storia italiana, cfr. A. Solmi, L'unità fondamentale della storia
d'Italia, Pavia 1926; G. B. Picotti, Romanità e italianità nella storia d'Italia, in
Annali d. Univ. toscane, XI (1926); B. Barbadoro, La genesi del problema nazionale
italiano, in Civiltà moderna, II (1930).
Sui rapporti fra l'Italia e le altre nazioni, rapido sguardo d'insieme in G. Volpe,
Italia ed Europa, in Momenti di storia it., cit. Importante pure P. Silva, Il
Mediterraneo dalla unità di Roma alla unità d'Italia, 2ª ed., Milano 1933; P. Herre,
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Milano e Lombardia. - G. Giulini, Memorie spettanti alla storia della città e della
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
campagna di Milano, voll. 9, Milano 1760-1775 (sino al 1447, 2ª ed., a cura di M.
Fabi, Milano 1854-57, voll. 7, con aggiunta di una parte inedita sino al 1481); P.
Verri, Storia di Milano, nuova ed., a cura di P. Custodi, voll. 4, Milano 1824-25;
id., ...continuata sino al 1848 da E. De Magni e A. Lissoni, voll. 5, Milano 1851;
id., Memorie storiche sulla economia pubblica dello stato di Milano, in Scritti vari,
Firenze 1854. Anche F. Cusani, Storia compendiata di Milano dall'origine ai giorni
nostri, voll. 8, Milano 1861-84.
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serrata del Maggior Consiglio, II: Dopo la serrata del Maggior Consiglio, voll. 2,
Venezia-Firenze 1927-1931. Buon riassunto in A. Battistella, La rep. di Venezia
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
nei suoi undici secoli di storia, Venezia 1921.
Firenze 1908 e 1929); id., Forschungen zur Geschichte v. Florenz, voll. 4, Berlino
1876-1908. Per il periodo del granducato mediceo: J. R. Galluzzi, Istoria del
granducato di Toscana sotto il governo della Casa Medici, Firenze 1771 (altra ed.,
Firenze 1830, voll. 18); A. v. Reumont, Geschichte Toscana's seit dem Ende d.
lorentinischen Freitstaates, voll. 2, Gotha 1876-77; e, per il periodo lorenese, A.
Zobi, Storia civile della Toscana dal 1737 al 1848, voll. 5, Firenze 1850-52. Buon
riassunto in A. Panella, Firenze, Roma 1930.
Papato e Roma. - Cfr. soprattutto L. v. Pastor, Storia dei papi dalla ine del
Medioevo, trad. it., voll. 16, Roma 1900-1933 (sino alla metà del sec. XVIII); F.
Gregorovius, Storia della città di Roma nel Medioevo, trad. it., nuova ed., Torino
1925 segg. Anche, sebbene più superficiale, E. Rodocanachi, Histoire de Rome
(dal 1354 a Leone X), voll. 5, Parigi 1922-33. V. chiesa.
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Regno di Napoli e Sicilia. - Soprattutto B. Croce, Storia del regno di Napoli, 2ª ed.,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Bari 1931. V. inoltre F. Scaduto, Stato e Chiesa nelle due Sicilie dai Normanni ai
giorni nostri, Palermo 1887; L. Bianchini, Della storia delle inanze del regno di
(/index.html)
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
4. Storia economica. - Manca una storia complessiva del commercio e
dell'industria italiana. I migliori lavori sono circoscritti a determinati periodi,
principalmente al periodo del Rinascimento, dal sec. XI al XV (cfr. § 38 e 57) e,
al sec. XVIII (§ 84). Invecchiato L. Cibrario, Della economia politica nel Medioevo,
5ª ed., voll. 2, Torino 1861; succinto S. Cognetti-De Martiis, Cenno storico
sull'industria italiana, Torino 1885.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Utili pertanto i lavori d'insieme su particolari industrie o commerci e su singole
città: Cfr. C. D'Arco, Dell'economia politica del Municipio di Mantova ai tempi in cui
si reggeva a repubblica, Mantova 1842; id., Nuovi studi intorno all'economia di
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Mantova nel Medioevo, Mantova 1847; G. Frattini, Storia e statistica della industria
manifatturiera in Lombardia, Milano 1856; L. Brenni, La tessitura serica attraverso
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
i secoli, Como 1925; id., La seteria italiana, Milano 1927; id., I velluti di seta
italiani, Milano 1927; S. Peruzzi, Storia del commercio e dei banchieri di Firenze dal
1200 al 1355, Firenze 1868; V. Cusumano,
ACQUISTAStoria dei banchi della Sicilia, voll. 2,
(/EMPORIUM/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 709/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
(/index.html) di Venezia nei secoli XVI e XVII, in Rivista italiana di sociologia, XII
popolazione
(1908); G. Pardi, Disegno della storia ica di Firenze, in Arch. stor. it.,
demogra(/CATALOGO/)
CATALOGO
LXXIV (1916); id., Storia demogra ica della città di Palermo, in Nuova riv. stor., III
(1919); id., Storia demogra ica di Messina, ibid., V (1921); id., I registri angioini e la
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
popolazione calabrese del 1276, in Arch. stor. napoletano, 1922; id., Storia demogra ica
di Napoli, in Nuova riv. stor., VIII (1924); id., La popolaz. di Siena... attraverso i
secoli, in Boll. stor. sen., LIBRI
XXX(/TRECCANILIBRI/)
(1923); P. Egidi, Ricerche intorno alla popolazione
ARTE (/TRECCANIARTE/)
dell'Italia meridionale sulla ine del sec. XIII e sul principio del XIV, in Miscell. G.
Sforza, Lucca 1920. Studî varî in Atti congresso intern. per gli studî sulla popolazione
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
(7-10 sett. 1931), con fonti archiv. e bibliogr. sulla popol. d'Italia dal 1000 al
1848, Roma 1933 (in corso).
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 710/1196
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diocesi d'Italia dalle origini al principio del sec. VII (anno 604), Faenza 1927.
Completi invece, fino al sec. XVIII, F. Ughelli, Italia Sacra, 2ª ed., voll. 10,
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Venezia 1717-22; G. Cappelletti, Le chiese d'Italia, voll. 21, Venezia 1844-70.
Inoltre, P. B. Gams, Series episcoporum ecclesiae catholicae, voll. 2, Ratisbona
1873-1886 e K. Eubel,LIBRI
Hierarchia catholica medii
(/TRECCANILIBRI/) aevi
ARTE (1198-1503), voll. 2,
(/TRECCANIARTE/)
Per la storia della religiosità in Italia non v'è attualmente che G. Monticelli,
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Italia religiosa. La religione del popolo italiano nel suo sviluppo storico (per ora sino
al Rinascimento), voll. 4, Torino 1927-30.
Per le opere generali sul papato e sui concilî, cfr. chiesa. Ma v. soprattutto C. J.
Hefele H. Leclercq, Histoire des conciles, Parigi 1907 segg.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 711/1196
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10. Storia dei costumi, ecc. - Modello è P. Molmenti, La storia di Venezia nella
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
vita privata dalle origini alla caduta della repubblica, 7ª ed., voll. 3, Bergamo 1927
segg. V. anche E. Verga, Storia della vita milanese, 2ª ed., Milano 1931; L. Frati,
La vita privata in Bologna dal(/TRECCANILIBRI/)
LIBRI sec. XIII al sec. XVII,
ARTE2ª(/TRECCANIARTE/)
ed., Bologna 1928; id., Il
Settecento a Bologna, Palermo 1923; L. T. Belgrano, Della vita privata dei Genovesi,
2ª ed., Genova 1875; I. Del Lungo, La donna iorentina del buon tempo antico,
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Firenze 1906; A. Schiaparelli, La casa iorentina e i suoi arredi nei secoli XIV-XV,
Firenze 1908; G. Imbert, Seicento Fiorentino, 2ª ed., Milano 1930; U.
Boncompagni-Ludovisi, Roma nelACQUISTA
Rinascimento, voll. 4, Albano Laziale 1928
(/EMPORIUM/)
segg.; D. Silvagni, La corte e la società romana nel XVIII e XIX secolo, voll. 3, Roma
1882-88.
CATALOGO (/CATALOGO/)
Archivistica. - E. Casanova, Manuale di archivistica, 2ª ed., Milano 1929.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 713/1196
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altri, Parigi 1909 segg. Utilissimo, per il Medioevo, U. Chevalier, Répertoire des
sources historiques du moyen âge, I: Bio-bibliographie, II: Topo-bibliographie, 2ª ed.,
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
voll. 4, Montbéliard e Parigi 1894-1907.
1924 segg.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
12. Repertorî bibliografici. - Manca tuttora una bibliografia aggiornata e
completa. Nella coll. di guide bibliografiche della Fondazione Leonardo è
apparsa un'ottima guida per La storia medievale di P. Egidi (Roma 1922) e
un'altra, pure ottima, di F. Lemmi, Il Risorgimento (Roma 1926; v. anche R.
Mosca, Bibl. del Risorgimento, Milano 1930, più divulgativo). La prima però
comprende solo i lavori italiani: pertanto è necessario ricorrere anche al
Dahlmann-Waitz, Quellenkunde d. deutschen Geschichte, 9ª ed., Lipsia 1931.
Per il Fascismo, v. Bibl. generale del Fascismo, I, Opere straniere, II, Opere italiane,
Roma 1932-33 (in corso).
(/index.html)
E v. anche il Catalogo metodico degli scritti contenuti nelle pubbl. periodiche ital. e
CATALOGO (/CATALOGO/)
straniere possedute dalla Bibl. della Camera dei Deputati, Roma 1885 segg.
storica italiana (Torino 1884 segg.), più bibliografica; e la Nuova rivista storica
(Roma 1917 segg.). Ricco notiziario per tutta la storia d'Italia ha anche l'Archivio
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
storico italiano (Firenze 1842 segg.), il più anziano dei periodici storici in Italia,
che però nella parte dedicata agli studî e memorie originali si è soprattutto
rivolto alla storia toscana. Fra TRECCANI
le molte CULTURA
riviste, le(/CULTURA/)
quali hanno per compito
precipuo l'illustrare la storia regionale, emergono per ricchezza e bontà di
lavoro il Bollettino storico bibliogra ico subalpino (Torino 1896 segg.); Atti della
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Società ligure di storia patria (Genova 1858 segg.); l'Archivio storico lombardo
(Milano 1874 segg.); l'Arch. veneto (Venezia: 1871-1891 Archivio veneto; 1891-
1922 Nuovo arch. veneto; dal 1922 al 1926 Arch. veneto tridentino; dal 1926 col
titolo attuale); l'Arch. della R. Società romana di stor. patria (Roma 1878 segg.);
l'Archivio storico per le provincie napoletane (Napoli 1876 segg.). Ma assai
importanti anche il Bollettino della Società pavese di storia patria (Pavia 1901
segg.); l'Archivio storico per le provincie parmensi (Parma 1892 segg.); gli Studi
Senesi (Siena 1884 segg.); l'Archivio storico per la Calabria e la Lucania (Roma
1931 segg.); l'Archivio storico siciliano (Palermo 1873); l'Archivio storico per la
Sicilia orientale (Catania 1904 segg.), ecc.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 716/1196
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E per il periodo più recente, specialmente dal 1870 in poi, la Nuova Antologia
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
(Firenze-Roma 1866 segg) e Politica (Roma 1918 segg.).
(/index.html)
Per la storia delle regioni ricongiuntesi alla patria con la guerra mondiale, cfr.
CATALOGO (/CATALOGO/)
l'Archivio per l'Alto Adige (Bolzano-Gleno 1906 segg.); gli Studi Trentini (Trento
1920 segg.); l'Archeografo Triestino (Trieste 1829 segg.); gli Atti e Memorie della
patria (Parenzo 1884 segg.).
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
società istriana di archeologia e storia
Alcune riviste sono dedicate alla storia di territorî, italiani di lingua e civiltà ma
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
non compresi politicamente nel regno: l'Archivio storico della Svizzera italiana
(Milano 1925 segg.; cfr. anche il ticinese Bollettino storico della Svizzera italiana,
Bellinzona 1879 segg.); l'Archivio
TRECCANI
storicoCULTURA (Roma 1926 segg.);
(/CULTURA/)
per la Dalmazia
l'Archivio storico di Malta (Roma 1926 segg.); l'Archivio storico di Corsica (Livorno
1925 segg.; v. anche Corsica antica e moderna, Livorno 1932 segg.).
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Tra gli Atti e memorie delle R. Deputazioni di storia patria soprattutto quelli
della Dep. per le antiche provincie e la Lombardia (Torino 1862 segg.); per le
provincie modenesi (Modena 1893 segg.); per le provincie della Romagna
(Bologna 1862 segg.); e della Dep. Veneta (Venezia 1876 segg.).
Tra le riviste che, pur non dedicate esclusivamente agli studî storici, vanno
tenute presenti per i frequenti e talora importantissimi studî di storia che vi si
pubblicano, si segnalano La critica (Bari 1903 segg.); La cultura (n. s., Roma-
Milano 1930 segg.); Civiltà moderna (Firenze 1929 segg.).
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 717/1196
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Tra gli Atti di Accademie non esclusivamente storiche, v. gli Atti (e Memorie)
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
della R. Accad. delle scienze di Torino (Torino 1759 segg.); i Rendiconti (e Memorie)
del R. Ist. lombardo di scienze, lettere e arti (Milano 1841 segg.); gli Atti (e Memorie)
(/index.html)
arti (Venezia
del R. Ist. veneto di scienze, lettere edCATALOGO 1841 segg.), della R. Accad.
(/CATALOGO/)
Virgiliana di Mantova (Mantova 1868 segg.), della R. Accademia dei Lincei (Roma
1847 segg.), dell'Accademia Pontaniana di Napoli (Napoli 1864 segg.), della R.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Accad. di Napoli (Napoli 1865 segg.), dell'Accademia di scienze, lettere ed arti di
Palermo (1830 segg.).
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
14. Storiografia italiana. - Oltre agli accenni generali in B. Croce, Teoria e storia
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
della storiogra ia, 3ª ed., Bari 1927; v. per il Medioevo, fino al secolo XIV, G.
Lisio, La storiogra ia, Milano 1905 (in Storia dei generi letterari nella coll. F.
(/index.html)
Età barbarica e feudale dallo stanziamento dei Germani in Italia alla lotta delle
investiture.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 719/1196
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Gabotto, interrotta al 568 (I, i e ii, voll. 2, Torino 1911). Utile T. Hodgkin, Italy
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
and Her Invaders, voll. 8, Oxford 1892-1899; e, per una prima sommaria
informazione,
(/index.html) P. Villari, Le invasioni barbariche in Italia, 2ª ed., Milano 1905.
CATALOGO (/CATALOGO/)
Per quanto non esclusivamente rivolto alla storia italiana, è tuttavia assai
importante, G. Volpe, Il Medioevo, 2ª ed., Firenze 1932.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Molto notevoli, per tutta la storia italiana dei primi secoli, sono poi i lavori di
B. Malfatti, Imperatori e papi ai tempi della signoria dei Franchi in Italia (sino al
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
795), voll. 2, Milano 1876; di L. Duchesne, Les premiers temps de l'état ponti ical,
3ª ed., Parigi 1911; di A. Crivellucci, Storia delle relazioni fra lo Stato e la Chiesa,
voll. 3, Bologna-Pisa 1885-1909; e di G.CULTURA
TRECCANI Mengozzi,
(/CULTURA/)
La città italiana nell'alto
Medioevo, 2ª ed., Firenze 1932. Per la storia del papato, E. Caspar, Geschichte des
Papsttums, I, Tubinga 1930. Per i primissimi tempi, v. H. Grisar, Roma alla ine
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
del mondo antico, trad. ital., 2ª ed., voll. 2, Roma 1931.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 720/1196
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Seeck, Geschichte d. Untergangs der antiken Welt, 2ª ed., voll. 3, Berlino 1897-
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
1909; L. Schmidt, Geschichte d. deutschen Stämme bis zum Ausgang der
Völkerwanderung,
(/index.html) voll. 2, Berlino 1904-10. Fra le trattazioni sull'impero e gli
imperatori - indispensabili ancheCATALOGO
per la storia d'Italia - cfr. soprattutto la serie
(/CATALOGO/)
dei Jahrbücher: Th. Breysig, Jahrb. des fränkischen Reiches, 714-741, Lipsia 1869;
H. Hahn, Jahrb. des fränkischen Reiches, 741-751, Berlino 1863; L. Ölsner, Jahrb. d.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
fränk. Reiches unter König Pippin, Lipsia 1871; P. Abel e B. Simson, Jahrb. d. fränk.
Reiches unter Karl dem Grossen, voll. 2, Lipsia 1883; B. Simson, Jahrb. d. fränk.
Reiches unter Ludwig dem Frommen,
LIBRI voll. 2, Lipsia
(/TRECCANILIBRI/) ARTE1874-76; G. Waitz, Jahrb. des
(/TRECCANIARTE/)
Deutschen Reiches unter König Heinrich I., 3ª ed., Lipsia 1885; R. Köpke e W.
Dönniges, Jahrb. des deutschen Reiches unter Otto dem Grossen, Berlino 1838; K.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Uhlirz, Jahrb. des deutsch. Reiches unter Otto II. u. Otto III., I (Ottone II), Lipsia 1902;
H. Bresslau, Jahrb. des deutsch. Reiches unter Konrad II., voll. 2, Lipsia 1879-84; E.
Steindorff, Jahrb. des deutsch. Reiches unter Heinrich
ACQUISTA III., voll. 2, Lipsia 1874-81; G.
(/EMPORIUM/)
Meyer v. Knonau, Jahrb. des deutsch. Reiches unter Heinrich IV. und Heinrich V.,
voll. 7, Lipsia 1890-1909. Come trattazioni d'insieme W. v. Giesebrecht,
Geschichte des deutschen Kaiserzeit, voll. 6, Lipsia 1881-95; per un primo sguardo
d'insieme G. Bryce, Il sacro romano impero, trad. ital., 2ª ed., Milano 1907.
Inoltre M. Manitius, Deutsche Geschichte unter den Sächsischen u. Salischen Kaisern
(911-1195), Stoccarda 1899. Notevole G. v. Below, Die italien. Kaiserpolitik d.
deutschen Mittelalters, Monaco 1927; per le concezioni politiche dell'impero,
specie nell'età di Ottone III, P. E. Schramm, Kaiser, Rom. u. Renovatio, voll. 2,
Lipsia 1929 (v. anche germania; imperatore e impero).
16. Singole regioni. - Tra le opere d'insieme sulla storia medievale di singole
regioni cfr. soprattutto E. Besta, Sardegna medievale, voll. 2, Palermo 1908-09;
A. Solmi, Studi storici sulle istituzioni della Sardegna nel Medioevo, Cagliari 1917;
M. Schipa, Il Mezzogiorno d'Italia anteriormente alla monarchia: ducato di Napoli e
principato di Salerno, Bari 1923; E. Loncao, Stato, Chiesa e famiglia in Sicilia dalla
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CATALOGO (/CATALOGO/)
17. Storia giuridica. - Specialmente per il diritto romano e bizantino, v. F. C.
Savigny, Storia del diritto romano nel Medioevo, trad. ital., voll. 3, Torino 1857;
M. Conrat, Geschichte d. Quellen SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
u. Literatur d. röm. Rechts im früheren Mittelalter,
Lipsia 1889 segg.; id., Römisches Recht im frühesten Mittelalter, in Zeitschrift d.
Savigny Stiftung, XXXIV (1913); A. v. Halban, Das römische Recht in der
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
medioevale, in Atti della Soc. ital. per il progresso delle scienze, XV (1927); F.
Brandileone, Il diritto bizantino nell'Italia meridionale dall'VIII al XII secolo,
Bologna 1886; K. E. Zachariae v. Lingenthal, Geschichte des griechisch-römisch.
Rechts, 7ª ed., Berlino 1892; A. Albertoni, Per una esposizione del diritto bizantino
con riguardo all'Italia, Imola 1927 (anche L. Siciliano Villanueva, Sul diritto greco-
rom. priv. in Sicilia, Palermo 1901). Per il diritto germanico F. Schupfer, Il diritto
privato dei popoli germanici con speciale riguardo all'Italia, 2ª ed., voll. 4, Città di
Castello 1915-16 (ma cfr. anche, fra le opere generali sul diritto germanico, B.
Brunner, Deutsches Rechtsgeschichte, 2ª ed., voll. 2, Lipsia e Monaco 1906-1928; e
G. Waitz, Deutsche Verfassungsgeschichte, 2ª ed., voll. 8, Berlino 1880-99).
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 723/1196
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ital., II (1885); H. Cohn, Die Stellung der byzantinischen Statthalter in Ober- und
Mittelitalien, Berlino 1889. Per i dominî della Chiesa, oltre a Duchesne, cit. § 15,
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
cfr. K. Schwarzlose, Die Patrimonien d. röm. Kirche bis zur Grundung des
Kirchenstaat, Berlino 1889; id., Die Verwaltung und die inanzielle Bedeutung der
Patrimonie d. röm. Kirche, in (/TRECCANILIBRI/)
LIBRI Zeitschrift f. Kirchengesch., XI (1890); H. Grisar, Ein
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Rundgang durch die Patrimonie des hl. Stuhls im Jahr. 600, in Zeitschr. f. katholische
Theologie, I (1877); id., Verwaltung und Haushalt d. päpstl. Patrimonie um d. Jahr.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
600, ibid., I (1877); E. Spearing, The patrimony of the Roman Church in the time of
G. the Great, Cambridge 1918; L. M. Hartmann, Grundherrschaft u. Bureaukratie
im Kirchenstaat vom VIII. bis zum Jahrh., in Vierteljahrs.
ACQUISTA (/EMPORIUM/) f. Sozial- und
Wirtschaftsgesch., VII (1909); M. Moresco, Il patrimonio di S. Pietro, Torino 1916;
G. Falco, L'amministrazione papale nella Campagna e nella Marittima dalla caduta
della dominaz. bizantina al sorgere dei comuni, in Arch. Soc. rom. stor. patria,
XXXVIII (1915); O. Vehse, Die päpstliche Herrschaft in der Sabina, in Quellen und
Forschungen aus italien. Archiven u. Bibl., XXI (1929-30). Per Roma, L. Halphen,
Études sur l'administration de Rome au moyen âge (751-1252), Parigi 1907, ma
specialmente P. Fedele, Ricerche per la storia di Roma e del papato nel sec. X, in
Arch. Soc. rom. st. patr., XXXIII-IV (1910-11). Per il Mezzogiorno, C.
Ciccaglione, Le istituzioni politiche e sociali dei ducati napoletani, Napoli 1892; id.,
Il diritto in Sicilia e nelle provincie bizantine italiane durante l'alto Medioevo, Catania
1915; id., La Sicilia nella evoluzione della civiltà italiana durante l'alto Medioevo,
Catania 1913; R. Poupardin, Études sur les institutions... des principautés lombardes
de l'Italie méridionale IXe-XIe siècle, Parigi 1907; N. Tamassia, Condizioni politiche e
sociali dell'Italia meridionale prima della conquista dei Longobardi, in Atti istit.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 724/1196
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Giardina, I "boni homines" in Italia, in Riv. di storia del diritto ital., V (1932; cfr.
anche A. Checchini, I "boni homines" nel diritto franco: epoca merovingia, Padova
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
1909 e A. Cerlini, I "boni homines" nei domini matildici, in Miscell. Rangoni,
Reggio Emilia 1911).
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Per la questione delle "associazioni" nel periodo precomunale cfr. sopra tutto A.
Solmi, Le associazioni in Italia avanti l'origine del comune, Modena 1898 e id., Le
corporazioni rom. nelle città dell'Italia sup. nell'Alto Medioevo, in Miscell. Bonfante,
IV, Milano 1930; N. Tamassia, Le associazioni in Italia nel periodo precomunale, in
Archivio giuridico, LVI (1898); id., Chiesa e popolo. Note per la storia dell'Italia
precomunale, in Arch. giurid., 19001-01; C. Calisse, Le associazioni in Italia avanti
le origini del comune, Roma 1898; F. Carabellese, L'Apulia e il suo comune nell'Alto
Medioevo, Bari 1905; L. Chiappelli, La formazione storica del comune cittadino in
Italia (territorio lombardo-tosco), in Arch. stor. ital., LXXXIV-LXXXVIII (1926-
30). Per le organizzazioni rurali, fondamentali: R. Caggese, Classi e comuni rurali
nel Medioevo italiano, voll. 2, Firenze 1907-09; F. Schneider, Die Entstehung von
Burg und Landgemeinde in Italien, Berlino 1924, e G. C. Bognetti, Sulle origini dei
comuni rurali nel Medioevo, Pavia 1927. Ma v. anche A. Mazzi, Le vicinie di
Bergamo, Bergamo 1884; G. Luzzatto, Intorno alle origini dei comuni rurali d'Italia,
in Riv. ital. di sociologia, XI (1907); id., Vicinie e comuni, ibid., XIII (1909); A.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 725/1196
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Checchini, Comuni rurali padovani, in Nuovo arch. veneto, XVIII (1909); P. Sella,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Alcune note sulla vicinia come elemento costitutivo del comune, in Arch. stor. ital.,
LXIII (1905); id., La "vicinia" come elemento costitutivo del comune, Milano 1908;
(/index.html)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 726/1196
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Tra le opere generali sulla storia economica del Medioevo, cfr. soprattutto A.
Dopsch., Die Wirtschaftsentwicklung d. Karolinger Zeit, voll. 2, Weimar 1912-
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
1913; id., Wirtschaftliche u. Soziale Grundlagen der Europäischen Kulturentwicklung
für d. Zeit von Caesar bis auf Karl d. Grossen, volumi 2, Vienna 1927. Cfr. anche
A. Schiaffini, Disegno storico della ACQUISTA
lingua commerciale dai primordi di Roma all'età
(/EMPORIUM/)
Per la storia delle vie di comunicazione, ecc., cfr. G. Barelli, Le vie del commercio
fra l'Italia e la Francia nel Medioevo, in Boll. stor. bibl. subalp., XII (1907); A.
Chiappelli, Per la storia della viabilità nell'alto Medioevo, in Bull. stor. pistoiese,
XXVIII (1926); soprattutto P. A. Scheffel, Verkehrsgeschichte d. Alpen, II, Berlino
1914; E. Oehlmann, Die Alpenpässe im Mittelalter, in Jahrbuch f. Schweizerische
Geschichte, III e IV (1878-79); E. v. Rodlow, Der Verkehr über d. Passen von
Pontebba- Pontafel u. d. Predil im Altertum u. Mittelalter, Praga 1900; O. Wanka ed
E. v. Rodlow, Die Brennerstrasse in Altertum u. Mittelalter, Praga 1900; v. alpi, per
gli "ospizî", v. soprattuto P. Rajna, Strade, pellegrinaggi ed ospizi nell'Italia del
Medioevo, in Atti soc. ital. per il progresso d. scienze, Roma 1912.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 727/1196
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20. Rapporti fra Latini e Germani. - Oltre ai celebri studî di C. Troya (Della civile
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
condizione dei Romani vinti dai Langobardi, Napoli 1869), del Manzoni (Discorso
sopra la storia longobarda); cfr. P. Del Giudice, La interpretazione manzoniana di
(/index.html)
Arch. stor. ital., app. 1, 1844; F. Schupfer, Degli ordini sociali e del possesso fondiario
appo i Longobardi, in Sitzungsberichte d. Ak. d. Wissensch., XXXV, Vienna 1860;
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
id., Aldi, Liti e Romani, Milano 1886; C. Cipolla, Della supposta fusione degli
Italiani coi Germani nei primi secoli del Medioevo, in Rendiconti Acc. Lincei, IX
(1900). Per il posteriore processo
LIBRI di fusione dei
(/TRECCANILIBRI/) due
ARTE elementi, fondamentale G.
(/TRECCANIARTE/)
Volpe, Lombardi e Romani nelle campagne e nelle città, in Studî storici, XIII-XIV
(1904-1905).
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Solmi, Sull'origine e sulla natura del feudo in Sardegna, in Riv. italiana di sociologia,
1906; S. Pivano, Lineamenti storici della cavalleria medievale, in Mem. Acc. Scienze
di Torino, LV, Torino 1905; A. De Francesco, Origini e sviluppo del feudalesimo
nel Molise sino alla caduta della dominazione normanna, in Arch. stor. napol.,
XXXIV-XXXV (1909-10); M. Martini, Feudalità monastica in Puglia, I, Terra di
Capitanata, Martina Franca 1915; E. Pontieri, I primordi d. feudalità calabrese, in
Nuova riv. stor., IV-V (1929-21); P. S. Leicht, Gasindii e vassalli, in Rend. Acc.
Lincei, s. 6ª, III (1927).
22. Storia delle chiese, vescovadi, ecc. - Oltre a A. Pöschl, Bischofsgut u. mensa
episcopalis, voll. 3, Bonn 1908-12; G. Schwartz, Die Besetzung der Bistümer
Reichsital. unter den Sächsischen und Salischen Kaisern, Lipsia 1913; G. Salvioli,
Storia delle immunità delle signorie e giustizie delle chiese in Italia, Napoli 1917; F.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Magni, Ricerche sopra le elezioni episcopali in Italia durante l'alto Medioevo, voll. 2,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Roma 1928; G. Forchielli, La Pieve rurale. Ricerche sulla costituzione della Chiesa in
Italia e particolarmente nel Veronese, Roma 1931.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Per le controversie fra Roma e Ravenna: P. Luther, Rom. u. Ravenna bis zum IX.
Jahrhundert, Berlino 1889; A. Testi Rasponi, La Chiesa di Ravenna da Onorio a
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Teodorico, in Felix Ravenna, XXX (1925).
Per la storia degli ordini monastici e dei grandi monasteri, oltre alla trattazione
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
riassuntiva di U. Berlière, L'ordine monastico dalle origini al sec. XII, trad. ital.,
Bari 1928, v. L. Salvatorelli, S. Benedetto e l'Italia del suo tempo, Bari 1929; P.
Lugano, L'Italia benedettina, Roma 1929; L. Tosti, Storia della badia di
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
23. Dottrine politiche. - A. Solmi, Stato e Chiesa negli scritti politici da Carlo Magno
al trattato di Worms, Modena 1901; e in genere A. I. Carlyle, History of medieval
political theory in the West, voll. 5, Londra; A. Dempf, Sacrum imperium, trad.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Volpe, Albori d. nazione it., in Mom. di st. it., cit.; P. Fedele, Accenni d'italianità in
Montecassino nel Medioevo, in Bull. Ist. st. it. e Arch. murator., 1932.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Storia della cultura. - G. De Leva, Del movimento intellettuale d'Italia nei primi secoli
del Medioevo, Venezia 1877; G.TRECCANI
Salvioli,CULTURA (/CULTURA/)
L'istruzione pubblica in Italia prima del
Mille, 2ª ed., Firenze 1908; A. Dresdner, Kultur- u. Sittengeschichte der italienischen
Geistlickheit im X. u. XI. Jahrh., Breslavia 1890; F. Novati e A. Monteverdi, Le
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
origini, Milano 1926 (nella Storia lett. d'Italia di F. Vallardi); R. Falk, Italienisch.-
deutsche Kulturbeziehungen in der Zeit 900-1056, in Archiv für Kulturgeschichte, 1923.
Assai importante D. Comparetti, Virgilio nel Medioevo, 2ª ed., voll. 2, Firenze
1896; A. Graf, Miti leggende e superstizioni del Medioevo, voll. 2, Torino 1892-93;
G. Bertoni, Poesie, leggende, costumanze del Medioevo, 2ª ed., Modena 1917. E per
gli studî di diritto in specie, G. Mengozzi, Ricerche sull'attività della scuola di Pavia
nell'alto Medioevo, Pavia 1924; A. Solmi, Sulla persistenza della scuola di Pavia nel
Medioevo ino alla fondazione dello studio generale, in Rend. Ist. lomb., s. 2ª, LVIII
(1925).
Singoli periodi. - 24. Regno di Odoacre e periodo goto. - Oltre a Cessi (§ 18), A.
Gaudenzi, Sui rapporti tra l'Italia e l'impero d'Oriente fra gli anni 476 e 544 d. C.,
Bologna 1888; F. Bertolini, La signoria di Odoacre e le origini del Medioevo, in
Saggi critici di storia italiana, Milano 1883; E. Loncao, La fondazione del regno di
Odoacre e i suoi rapporti con l'Oriente, Scansano 1906; C. Cipolla, Considerazioni
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
sul concetto di stato nella monarchia di Odoacre, in Rendiconti Acc. Lincei, XX (1911);
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
G. Garollo, Teodorico re dei Goti e degli Italiani, Firenze 1878-79; Th. Hodgkin,
(/index.html) the Goth, the barbarian champion of civilisation, Londra 1891; M.
Theodoric
Dumoulin, Le gouvernement de Théodoric
CATALOGOet la domination des Ostrogoths en Italie
(/CATALOGO/)
Studien, in Neues Archiv, XIV e XV; H. Kohl, Zehn Jahre Ostgotischer Geschichte 524-
536, Lipsia 1877; H. Lenthold, Untersuchungen zur ostgotischen Geschichte der Jah.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
535-537, Jena 1908. Inoltre A. Gaudenzi, Gli editti di Teodorico e di Atalarico ed il
diritto romano nel regno degli Ostrogoti, Torino 1884; id., L'opera di Cassiodoro a
Ravenna, in Atti e memorie Dep. stor.
ACQUISTA s. 3ª, III (1885); P. Del
(/EMPORIUM/)
pat. Romagne,
Giudice, Sulla questione della unità o dualità del diritto in Italia sotto la dominazione
ostrogota, in Nuovi studi di storia e diritto, Milano 1913; C. Calisse, Il diritto di
Teodorico in Italia, Macerata 1889; R. Cessi, Lo scisma laurenziano e le origini della
dottrina politica della Chiesa di Roma, in Arch. Soc. rom. stor. patr., XLII (1919); id.,
Dallo scisma laurenziano alla paci icazione religiosa dell'Oriente, ibid., XLIII (1920).
V. anche odoacre; ostrogoti; teodorico.
25. Italia bizantina. - Oltre le opere di cui al § 15, cfr. A. Gasquet, L'empire
bizantyn et la monarchie franque, Parigi 1888 e J. R. Bury, The naval policy of the
Roman Empire in relation to the Western provinces from the seventh to the ninth
century, in Centenario della nascita di M. Amari, II, Palermo 1910; A. Hofmeister,
Amal i in byzantin. Zeit, in Byzant.-neugriech. Jahrbücher, 1920; B. Pace, I Barbari e
i Bizantini in Sicilia, studî sulla storia dell'isola dal sec. V al IX, in Arch. stor. siciliano,
XXXV-XXXVI (1910-11); cfr. belisario; giustiniano.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 731/1196
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26. Papato. - Oltre le opere di cui al § 15, H. Grisar, Des römische Primat nach der
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Lehre und Regierungspraxis Gregors der Grossen, in Zeitschr. f. Katol. Theologie, III
(1879); F. Görres, Papst Gregor der Grosse und Kaiser Phocas, in Zeitschr. f.
(/index.html)
Friuli. Le chiese cattoliche e i Longobardi ariani in Italia, in Studi storici, I, II, IV-VI
(1892, 1893, 1895-97); R. Cessi, Le prime conquiste longobarde in Italia, in Nuovo
arch. veneto, n. s., XXXV (1918); O. Bertolini, La data d'ingresso dei Longobardi in
Italia, in Boll. soc. pavese, 1920 (contro, R. Cessi, I Longobardi in Italia, in Atti Acc.
Padova, n. s., XXXVIII, 1921-22); L. Schmidt, Datum u. Weg der langobard.
Einwanderung in Italien, in Hist. Vierteljahr., 1927; P. Roviglio, Intorno alla storia
dei Longobardi, Udine 1916; G. P. Bognetti, Congetture sulla dominazione
longobarda nell'alto Ticino, in Arch. stor. Svizzera ital., 1931; H. Pabst, Geschichte d.
langob. Herzogthums, in Forschungen z. deutsch. Geschichte, Gottinga 1862; L.
Duchesne, Les évêchés d'Italie et l'invasion lombarde, in Mélanges d'archéol. et
d'histoire, XXIII e XXV (1903 e 1906). Per i ducati di Spoleto e Benevento, cfr.
F. Hirsch, Il ducato di Benevento, trad. it., Torino 1890; Jenny, Gesch. d.
langobardischen Herzogthums Spoleto, Basilea 1890; M. Schipa, cit. al § 16; G.
Pochettino, I Longobardi nell'Italia meridionale (570-1080), Caserta 1930. Inoltre,
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29. Età carolingia. - G. Pochettino, I Pipinidi in Italia (sec. VIII-IX), in Arch. stor.
lomb., LIII (1927); B. Malfatti, Bernardo re d'Italia, Firenze 1876; F. Besta, Le
ragioni ed i criteri della divisione del regno italico progettata nell'806 da Carlo Magno,
in Rend. Ist. lomb., s. 2ª, LX (1927); F. Hirsch, Die Schenkung Kaiser Karls des
Kahlen für papst Johann VIII. und der Libellus de imperatoria potestate in urbe Roma,
in Forschungen z. deutsch. Geschichte, 1886; E. Perels, Papst Nikolaus I. und
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 733/1196
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Strasburgo 1910; A. Segre, Note berengariane, in Arch. stor. ital., LXIV (1906); M.
A. Levi, Contributi alla storia dei re d'Italia nel sec. X, in Atti Acc. Torino, LXIII
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
(1927-28); P. Fedele, La battaglia del Garigliano dell'anno 915, in Arch. Soc. rom.
stor. patr., XXII (1899; e O. Vehse, Das Bündnis gegen die Sarazenen vom Jahre 915,
in Quellen und Forschungen aus italien. Archiv.,
ACQUISTA XIX, 1927); P. Fedele, Sull'origine
(/EMPORIUM/)
dei Frangipane, in Arch. Soc. rom. stor. patr., XXXIII (1910); L. Duchesne, Serge III
et Jean II, in Mélanges d'arch et d'hist., 1913; G. Bossi, I Crescenzi, in Rend. Acc. pont.
d. arch., 1913; W. Sickel, Alberich II. u. die Kirchenstaat, in Mitt. d. Inst. f. österr.
Geschichtsforschung, XXIII (1902); A. Visconti, La legislazione di Ottone I come
conseguenza della restaurazione politica dell'Impero, in Arch. stor. lomb., LII (1925);
F. Schneider, Papst Johan XV. u. Otto's III. Romfahrt, in Mitt. d. Inst. f. österr.
Geschichtsforsch., XXXIX (1922); L. Halphen, La Cour d'Othon III à Rome, in
Mélanges d'arch. et d'hist., XXV (1905); K. Hampe, Kaiser Otto III. u. Rom, in Hist.
Zeitschrift, CXL (1929); B. Baudi di Vesme, Il re Arduino e la riscossa italica contro
Ottone III e Arrigo II, Pinerolo 1900.
costituzione di un grande gentilizio feudale, in Atti Soc. lig. stor. patr., LIII (1926).
1898; W. Franke, Romuald von Camaldoli u. seine Reformtätigkeit zur Zeit Otto III.,
Berlino 1913. Cfr. anscarici; crescenzî; obertenghi.
Per gli Arabi in Sicilia, M. Amari, Storia dei musulmani di Sicilia, voll. 4, Firenze
1854-68 (2ª ed., accresc. a cura di A. Nallino, I, Catania 1933). Inoltre A. Rossi,
Delle cause della sollevazione di Eufemio contro la dominazione bizantina in Sicilia, in
Studî storici, Bologna 1905; F. Gabotto, Eufemio da Messina e il movimento
separatista nell'Italia bizantina, Torino 1892; A. Finocchiaro, Giziah e Kharagi,
note sulla condizione dei vinti in Sicilia, in Arch. giurid., LXXXI (1908).
Lovanio 1924; id., La Réforme Grégorienne, voll. 2, Lovanio 1924-25; J. Gay, Les
papes du XIe siècle et la chrétienté, Parigi 1926; E. Voosen, Papauté et pouvoir civil à
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
politico-religiosi in Milano ai tempi della Pataria, in Arch. stor. lomb., LVII (1932).
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Liguria Orientale. La conquista della Corsica, in Giornale stor. e lett. della Liguria, I
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
(1925); B. Capasso, Il pactum giurato dal duca Sergio ai Napoletani (1030), in Arch.
stor. napoletano, IX (1884).
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Per le relazioni fra papato e impero dal 1122 al 1167, ottimo U. Balzani, Italia,
Papato e Impero nel sec. XII, Messina 1930.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 737/1196
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Tra gli studî dedicati a singoli comuni, ma che hanno la massima influenza per
le concezioni d'insieme dell'età comunale, v. soprattutto P. Santini, Studi
sull'antica costituzione del comune di Firenze, in Arch. stor. ital., LIII (1895), LVIII-
LXI (1900-1903) (e anche La società delle torri in Firenze, ibid., XLV 1887); L.
Simeoni, Le origini del comune di Verona, in Nuovo arch. ven., XXI (1913); id., Il
comune veronese sino a Ezzelino e il suo primo statuto, in Miscell. storia veneta, s. 3ª,
XV (1920); A. Solmi, Le leggi più antiche del comune di Piacenza, in Arch. stor. ital.,
LXXIII (1915); G. De Vergottini, Il "popolo" nella costituzione del comune di
Modena sino alla metà del sec. XIII, in Miscell. P. Rossi, Siena 1931; e ancora il
vecchio ma importante saggio di F. Schupfer, La società milanese all'epoca del
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 738/1196
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Sulle "origini" dei comuni cfr. F. Gabotto, Il comune a Cuneo nel sec. XIII e le
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
origini comunali in Piemonte, in Boll. stor. bibl. sub., V (1900); id., Le origini
signorili del Comune, inLIBRI stor. bibl. sub., VII-VIII
Boll.(/TRECCANILIBRI/) (1902-03); id., Dalle origini
ARTE (/TRECCANIARTE/)
del Comune a quelle della Signoria, in Atti congr. int. sc. stor., Roma 1903; id.,
Intorno alle vere origini comunali, in Arch. stor. ital., LXIII (1905); G. Volpe, Una
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
nuova teoria sulle origini del Comune, in Arch. stor. ital., LXII (1904).
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Per i servi della gleba e la loro liberazione cfr. A. Palmieri, Sul riscatto dei servi
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
della gleba nel contado bolognese, in Arch. giur., 1906; A. Piccarolo, Abolizione della
servitù della gleba nel Vercellese, Vercelli 1896, e specialmente P. Vaccari,
(/index.html)
L'a francazione dei servi della gleba CATALOGO e nella Toscana, Bologna 1926. Per i
nell'Emilia(/CATALOGO/)
rapporti città-contado, v. G. De Vergottini, Origini e sviluppo della
comitatinanza, in Studî senesi, 1929; E. Zorzi, Il Territorio padovano nel periodo di
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
trapasso da comitato a comune, in Miscell. stor. veneta, 1930.
Per l'Impero, oltre a K. Hampe, Deutsche Kaisergeschichte in der Zeit der Salier u.
Staufer, 5ª ed., Lipsia 1923, v. H. Simonsfeld, Jahrb. des deut. Reiches unter
Friedrich I., I (1152-58), Lipsia 1908; E. Winkelmann, Philipp v. Schwaben u. Otto
IV. v. Braunschweig, voll. 2, Lipsia 1873-78; su Federico II, soprattutto l'introd. di
J.-L. Huillard-Bréholles alla Historia Diplomatica Friderici II, I, Parigi 1852; E.
Winkelmann, Kaiser Friedrich II., voll. 2 (fino al 1233), Lipsia 1889-97; E.
Kantorowicz, Kaiser Friedrich II., voll. 2, Berlino 1927-31.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 740/1196
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v. Sizilien. Vom Tode Urbans IV. bis zur Schlacht bei Benevent 1264-66, Heidelberg
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
1909; K. Hampe, Gesch. Conradins v. Hohenstaufen, Innsbruck 1894 (v. anche
corradino
(/index.html) di svevia; enrico vi; federico ii; federico barbarossa; manfredi).
CATALOGO (/CATALOGO/)
Per i rapporti con Bisanzio, oltre a Norden, cit. cfr. F. Chalandon, Les Comnènes,
voll. 2, Parigi 1900-02; L. Bréhier, L'Église et l'Orient au Moyen Âge. Les Croisades,
3ª ed., Parigi 1911; B. Leib, Rome, Kiev et Byzance à la in du XIe siècle, Parigi
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
corporazioni nell'organismo politico del Medioevo, Milano 1931 (con ricca bibl.).
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Per le società "delle armi", v. A. Gaudenzi, Gli statuti della società delle armi del
popol0 di Bologna, in Boll. Ist. stor. ital., 8 (1889).
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
38. Storia economica. - Oltre a Schaube e Schulte (§ 19), cfr. G. Heyd, Storia del
commercio del Levante nel Medioevo, trad. it., Torino 1913; G. Yver, Le commerce
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
et les marchands dans l'Italie méridionale au XIIIe et au XIVe siècle, Parigi 1903; H.
Sieveking, Die kapitalistische Entwicklung in den italienischen Städte des Mittelalters,
in Vierteljärh. f. Sozial- u. Wirtschaftsgeschichte, VII (1909); R. Heynen, Zur
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 743/1196
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Parigi 1907;
Lombards dans le Deux-Bourgognes,CATALOGO P. Morel, Les Lombards dans la
(/CATALOGO/)
Flandre française et le Hainault, Lilla 1908; V. Franchini, Gli italiani alla iera di
Sciampagna, in Riv. int. sc. soc., 1926 (anche C. Paoli, Siena alle iere di
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Sciampagna, in Conf. comm. sen. st. patr., IV, Siena 1898); C. Piton, Les Lombards
en France et à Paris, voll. 2, Parigi 1892-3; L. Hutchinson, Oriental trade and the
rise of the Lombard Communes, in Quarterly Journal
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE of Economics, XVI (1902); F.
(/TRECCANIARTE/)
Patetta, Caorsini senesi in Inghilterrra nel sec. XIII, in Boll. sen. stor. patr., IV (1897);
L. R. Reynolds, Merchants of Arras and the Overland trade with Genoa XIIth cent.,
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
in Revue belge de philologie et d'histoire, IX (1930); L. Mirot, Études lucqoises: la
colonie lucquoise à Paris du XIIIe au XIVe siècle, Parigi 1930. Sempre fondamentale
H. Simonsfeld, Der Fondaco dei Tedeschi
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
in Venedig u. die deutsch-venetian.
Handelsbeziehungen, voll. 2, Stoccarda 1887. Per i rapporti commerciali fra stati
italiani, F. Carabellese, Relazioni commerciali fra la Puglia e la rep. di Venezia dal
sec. X al XV, Roma 1897.
V. anche L. Genuardi, Commercio e diritto marittimo in Napoli nei secoli XIII, XIV e
XV, in Miscell. Schipa, Napoli 1926.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 744/1196
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Per gli studi di storia economica v. la rassegna di V. Porri, in Riv. stor. ital.,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
XLVII (1930); G. Luzzatto, The Study of Medieval Econ. Hist. in It.: Recent
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Per il diritto commerciale A. Lattes, Il diritto commerciale nella legislazione comm.
statutaria delle città italiane, Milano 1884; M. Chiudano, Contratti comm. Genovesi
del sec. XII, Genova 1925, e Studi
LIBRI e documenti per
(/TRECCANILIBRI/) la (/TRECCANIARTE/)
ARTE storia del diritto comm. it. nel
sec. XIII, Torino 1930. V. anche A. Del Vecchio-E. Casanova, Le rappresaglie nei
Comuni medievali e specialmente in Firenze, Bologna 1894; G. Arias, I trattati
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
comm. della Repubbl. Fiorentina, I (sec. XIII), Firenze 1901; F. Schupfer, Il diritto
delle obbligazioni in Italia, nell'età del Risorgimento, voll. 2, Torino 1921; G.
Salvioli, L'assicurazione e il cambio ACQUISTA nella storia del dir. it., Bologna 1884;
marittimo(/EMPORIUM/)
R. Cessi, Note per la storia delle società di commercio in Italia nel medioevo, in Riv.
ital. scienze giuridiche, 1917; G. Bonolis, Il diritto marittimo medievale
dell'Adriatico, Pisa 1921.
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39. Storia religiosa. - Soprattutto G. Volpe, Movimenti religiosi e sette ereticali, cit.
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
§ 33; F. Tocco, L'eresia nel Medioevo, Firenze 1884; J. I. v. Döllinger, Beiträge zur
Sektengeschichte
(/index.html) des Mittelalters, Monaco 1890; E. Buonaiuti, Gioacchino da Fiore,
Roma 1931. Cfr. anche H. Hefele,CATALOGO
Die Bettelorden u. das religiöse Volksleben Ober-
(/CATALOGO/)
41. Per la vita culturale in genere. - F. Novati, Freschi e minii del Dugento, Milano
1908; e G. Bertoni, Il Duecento, 2ª ed., Milano 1930. In particolare, per la corte
di Federico II, H. Niese, Zur Geschichte d. geistigen Lebens am Hofe Kaiser Friedrichs
II., in Hist. Zeitschrift (1912), e i varî studî di C. H. Haskins, in Studies in the
history of mediaeval science, Cambridge 1927.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 746/1196
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43. - Storia dei costumi, ecc. - V. specialmente L. Zdekauer, Sul giuoco in Italia nei
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
secoli XIII-XIV, Firenze 1886; id., Il mercante senese nel Dugento, Siena 1901; id.,
La vita privata dei Senesi nel Dugento, Siena 1895; id., La vita pubblica dei Senesi nel
Dugento, Siena 1897. Anche M. Cavallini, Le feste
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTEnel Medioevo, in Vita e pensiero,
(/TRECCANIARTE/)
1922.
diplomatica della lega lombarda, Milano 1867; P. Balan, Storia della lega lombarda
ai tempi di Alessandro III, Modena 1876; J. Ficker, Zur Geschichte des
Lombardenbundes, Vienna 1868; A. Fumagalli, Le vicende di Milano durante la
guerra con Federico I, 2ª ed., Milano 1885; G. P. Bognetti, La condizione giuridica
dei cittadini milanesi dopo la distruzione di Milano (1162-1167), in Riv. di storia del
diritto ital., I e II (1928-29); C. Cipolla, Verona nella guerra contro Federico
Barbarossa, in Nuovo arch. veneto, 1895; id., Per la storia della lega lombarda contro
Federico I, in Rend. Acc. Linc., s. 5ª, VI (1897); V. Lege, Federico Barbarossa
all'assedio di Tortona, in Boll. stor. bibl. subalp., XIV (1910); P. Valenti, Il comune
astigiano e la lotta contro Federico I, in Riv. di storia, arte, .... Alessandria, IX (1925);
C. Jachino, Le origini di Alessandria nella storia e nelle tradizioni popolari, Torino
1926; C. Patrucco, Perché e come fu fondata Alessandria, in Boll. stor. bibl. subalpino,
XXIX (1927); H. Meyer, Die Militärpolitik Friedrich Barbarossas im
Zusammenhang mit seiner Italienpolitik, Berlino 1930; F. Güterbock, Der Friede
von Montebello u. die Weiterentwicklung des Lombardenbundes, Berlino 1895; O.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 747/1196
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Greifswald 1933.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 748/1196
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Per la IV crociata oltre W. Norden, Die vierte Kreuzzug, Berlino 1898, e Das
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Papsttum u. Bizanz cit. al § 36, cfr. F. Cerone, Il papa e i veneziani nella quarta
(/index.html)in Arch. veneto, XXXVIII-XXXIX (1888-89) ed E. Gerland, Der vierte
crociata,
Kreuzzug u. seine Probleme, in NeueCATALOGO f. d. klassische Altertum, XIII (1904).
Jahrbücher(/CATALOGO/)
Simeoni, Note sulla formazione della seconda lega lombarda, in Mem. Acc. sc. ist.
Bologna, s. 3ª, VI (1931-32); G. Levi, Il card. Ottaviano degli Ubaldino secondo il suo
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
carteggio, in Arch. Soc. rom. st. patr., XIV (1891); P. Paschini, Gregorio di
Montelongo patriarca di Aquileia, in Mem. stor. Forogiuliesi, XII-XIV e XVII
(1918-1921); G. Marchetti-Longhi, La legazione
ACQUISTA in Lombardia di Gregorio da
(/EMPORIUM/)
Montelongo negli anni 1238-51, in Arch. Soc. rom. storia patria, XXXVI-VIII (1913-
15); id., Il Patriarcato di Aquileia, il papato e l'impero ino alla prima metà del sec.
XIII, Venezia 1916; L. Chiappelli, Filippo da Pistoia e le crociate contro Federigo II
ed Ezzelino da Romano, in Boll. stor. pistoiese, XXII (1920); A. Folz, Kaiser
Friedrich II. u. Papst Innocenz IV., Strasburgo 1905; C. Rodenberg, Innocenz IV u.
das Königreich Sizilien 1245-54, Halle 1892; K. Hampe, Papst Innocenz IV. u. die
sizilische Verschwörung von 1246, in Sitzungsber. d. Heidelberg. Ak. d. Wiss., 1923; C.
Imperiale di Sant'Angelo, Genova e le sue relazioni con Federico II di Svevia,
Venezia 1923. V. anche F. Graefe, Die Publizistik in der letzten Epoche Kaiser
Friedrichs II., Heidelberg 1909; e O. Vehse, Die amtliche Propaganda in d.
Staatskunst Kaiser Friedrichs II., Monaco 1929; G. Zeller, König Konrad IV. in
Italien 1252-54, Strasburgo 1907; K. Hampe, Zum Manifest Manfreds an d. Römer
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 749/1196
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v. 24 Mai 1265, in Neues Archiv, XXXVI (1911); M. Müller, Die Schlacht bei
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Benevent, Berlino 1907. E cfr. C. Paoli, La battaglia di Montaperti, in Boll. stor.
senese, II (1869).
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Federico II, in Arch. stor. napoletano, LIII (1928); W. Cohn, Geschichte d. sizil. Flotte
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
unter d. Regierung Friedrichs II., Berlino 1926; H. Arndt, Studien zur inneren
Regierungsgeschichte
(/index.html) Manfreds, Heidelberg 1911.
CATALOGO (/CATALOGO/)
46. Stato della Chiesa. - C. Calisse, I prefetti di Vico, in Arch. Soc. romana storia
patria, X-XI (1887-88); id., Le regioni di Roma nel Medioevo, in Studi e documenti
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
di storia e di diritto, Roma 1889; A. Paravicini, Saggio storico sulla prefettura
urbana dal sec. X al XIV, Roma 1900; e specialmente Halphen, cit. al § 18 (anche
E. Rodocanachi, Les intitutions commerciales deARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) Rome sous la papauté, Parigi 1901).
(/TRECCANIARTE/)
47. Sviluppo dei Comuni nel sec. XII ino alla pace di Costanza. - M. Handloike, Die
lombardischen Städte unter d. Herrschaft d. Bischöfe u. die Entstehung d. Communen,
Berlino 1883; L. Schiaparelli, Origini del comune di Biella, in Memorie R. Accad.
Torino, XLVI (1896); E. Anemüller, Geschichte d. Verfassung Mailands in d. Jahr.
1075-1117, Halle 1881; O. Tschirch, Beiträge zur Geschichte Mailands von der
Zerstörung d. Stadt bis zum Ausgange Friedrichs I., Brandeburg 1884; ma
specialmente l'introd. di C. Manaresi a Gli atti del comune di Milano ino all'anno
1216, Milano 1919; C. Campische, Die Comunalverfassung von Como in XII. u. XIII.
Jahrh., Zurigo 1929; R. Dragoni, Il comune di Pavia fra il mille e il milleduecento, in
Boll. soc. pav., XXIX (1930); C. Cipolla, Compendio della storia politica di Verona,
Verona 1900; ma specialmente Simeoni, cit. al § 33; A. Bonaudi, Le origini del
comune di Pavia, Padova 1898 [cfr. N. Tamassia, Le origini del comune di Padova,
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 751/1196
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in Atti R. Ist. veneto, 1898-99; M. Roberti, Nuove ricerche sopra l'antica costituzione
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
in Padova, in Nuovo arch. veneto, n. s., III (1902)]; A. Lizier, Note intorno alla storia
del comune di Treviso dalle origini al principio del sec. XIII, Modena 1901; C.
(/index.html)
XXXIII (1906); A. Hessel, Geschichte der Stadt Bologna 1116-1280, Berlino 1910; A.
Solmi, Sul più antico documento consolare pisano scritto in lingua sarda, in Arch. stor.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
sardo, II (1906). Anche F. Gasparolo, Notizie storiche sul regime comunale di
Alessandria dalla sua origine, in Rivista di storia, arte e arch. per la prov. di
Alessandria, 1931; F. Savini, Il potere secolare del
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) vescovo
ARTE in Teramo e gli inizi del
(/TRECCANIARTE/)
48. Dalla pace di Costanza alla seconda metà del sec. XIII: periodo podestarile,
organizzazione del "popolo" ed espansione territoriale dei maggiori comuni. - M.
Tamagnone, Il Piemonte nell'età comunale e le relazioni di Asti con Alba nel
Medioevo, Torino 1931; E. Abegg, Die Politik Mailands in d. ersten Jahrzehnten des
13. Jahrh. (bis 1225), Berlino 1918; I. Ghiron, La credenza di S. Ambrogio [Milano],
Milano 1878; G. Gallavresi, La riscossa dei guel i in Lombardia dopo il 1260 e la
politica di Filippo della Torre, in Arch. stor. lomb., XXXII-XXXIII (1905-6; v. anche
per l'alta Lombardia, K. Meyer, Blenio u. Leventina v. Barbarossa bis Heinrich VII.,
Lucerna 1911; e P. Schäfer, Das Sottoceneri im Mittelalter, Aarau 1931); P.
Torelli, Un comune cittadino [Mantova], ecc., cit. § 38; W. Lenel, Studien zur
Geschichte Paduas u. Veronas im XIII. Jahrh., Strasburgo 1913; ma specialmente,
per Verona, L. Simeoni, Il comune veronese sino ad Ezzelino, cit. al § 33; R.
Caggese, Un comune libero alle porte di Firenze nel sec. XIII: Prato in Toscana,
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Firenze 1905; id., La repubblica di Siena e il suo contado nel sec. XIII, 1906; U. G.
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Mondolfo, Le cause e le vicende della politica del comune di Siena nel secolo XIII,
Siena 1904.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Per il "popolo" in genere, v. R. Davidsohn, Die Popularbewegung in italienischen
Städten bis zur Mitte d. XIII. Jahrh., in Forschungen zur Geschichte v. Florenz, IV,
Berlino 1908; U. G. Mondolfo, SCUOLA
Il popolo(/TRECCANISCUOLA/)
a Siena nella vita della città e nel governo
del comune ino alla riforma antimagnatizia del 1277, Genova 1911; Salzer, e De
Vergottini, cit. al § 33.LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Per lo Stato della Chiesa, v. P. Ermini, La libertà comunale nello stato della Chiesa.
Da Innocenzo III all'Albornoz (1198-1367), in Arch. Soc.
TRECCANI CULTURA romana storia patria, XLIX
(/CULTURA/)
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
49. Signorie feudali e signorie militari nell'alta Italia. - J. Gittermann, Ezzelin von
Romano, Stoccarda 1890; F. Stieve, Ezzelin v. Romano, Lipsia 1909; Z. Schiffer,
Markgraf Hubert Pallavicini, Lipsia 1910; C. Merkel, Manfredi I e Manfredi II
Lancia, Torino 1886; A. Tallone, Tommaso I marchese di Saluzzo (1244-1296),
Pinerolo 1916; L. Usseglio, I marchesi di Monferrato in Italia e in Oriente durante i
secoli XII e XIII, voll. 2, Casale Monferrato 1926.
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sociale delle fazioni politiche iorentine ai tempi di Dante, in Giornale Dantesco, 1930;
id., I banchieri iorentini nella vita politica della città sulla ine del dugento, in Arch.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Giurid., CV (1931); anche, id., Sull'origine dei Bianchi e dei Neri, in Giorn.
Dantesco, 1927. Inoltre M. Roberti, La corporazione dei giudici di palazzo e la sua
lotta contro il comune popolare a Padova nel 1300, Venezia 1903; ma contro, M. A.
Zorzi, L'ordinamento comun. padovano nella seconda metà del sec. XIII, in Miscell.
stor. ven., s. 4ª, V (1931); L. Simeoni, Ricerche sulle origini della signoria estense a
Modena, Modena 1919. E anche F. Ercole, La lotta delle classi alla ine del
medioevo, in Dal comune alla signoria, Firenze 1929; F. Chabod, Di alcuni studî
recenti sull'età comunale e signorile nell'Italia settentrionale, in Riv. stor. ital., XLII
(1925).
Per il problema dell'origine delle signorie, della natura delle signorie stesse e dei
principali, fondamentali gli scritti di F. Ercole, Comuni e Signori nel Veneto,
Venezia 1910; e Impero e Papato nella tradizione giuridica bolognese e nel diritto
pubblico italiano del Rinascimento (secoli XIV-XV), in Atti e Mem. Dep. st. pat.
Romagne, s. 4ª, I (1912); l'uno e l'altro ripubbl. in Dal comune alla signoria cit.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 754/1196
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Cfr. anche di G. B. Picotti, Qualche osservazione sui caratteri delle signorie italiane,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
in Rivista stor. ital., XLII (1926). Rapido sguardo d'insieme in A. Anzilotti, Per la
storia delle signorie e del diritto pubblico italiano nel Risorgimento, in Studi storici,
(/index.html)
G. Volpe, Italia trecentesca: quadri politici, in Nuova Antologia, LXII (1927); id.
Aspetti del Quattrocento italiano, ibid., LXII (1927); F. Cognasso, Problemi politici
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
del Rinascimento, Torino 1930.
1312, Livorno 1905; L. Simeoni, Ricerche sulle origini della signoria estense a
Modena, cit.; id., La formazione della signoria scaligera, in Atti Acc. Agric., scienze e
lett. di Verona, s. 5ª, III (1926); P. Torelli, Capitanato del popolo e vicariato
imperiale come elementi costitutivi della Signoria bonacolsiana, in Atti e Mem. Accad.
Virgiliana di Mantova, n. s., XIV-XVI (1923); G. Volpe, Pisa, Firenze, Impero al
principio del 1300 e gli inizi della signoria civile a Pisa, in Studi storici, XI (1902); P.
Silva, Il governo di Pietro Gambacorta in Pisa e le sue relazioni col resto della Toscana
e coi Visconti, Pisa 1911; id., Ordinamento interno e contrasti politici e sociali in Pisa
sotto il dominio visconteo, in Studi storici, XXI (1913).
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 755/1196
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storia dello stato visconteo, ibid., XII (1922, ma pubbl. 1925). V. anche G.
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Romano, Delle relazioni tra Pavia e Milano nella formazione della signoria
distretto veronese sotto gli Scaligeri, in Atti e Mem. Acc. Veronese, 1904-05; E. Verga,
La giurisdizione del podestà di Milano e i Capitani dei contadi rurali, in Rend. Ist.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Lomb., s. 2ª, XXXIV (1901); id., Le sentenze criminali dei podestà milanesi, in Arch.
stor. lombardo, XXVIII (1901); anche l'introd. di A. Luzio a L'Archivio Gonzaga di
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Mantova, Mantova 1922. E soprattutto, per il sec. XV, M. Formentini, Il ducato
di Milano, Milano 1876. Per la tecnica burocratica v. F. Comani, Usi cavallereschi
viscontei, in Arch. stor. lomb., XXVIII (1900);(/EMPORIUM/)
ACQUISTA ma soprattutto D. Marzi, La
cancelleria della Repubblica iorentina, Bologna 1910.
CATALOGO (/CATALOGO/)
Per lo Stato della Chiesa, F. Ermini, Gli ordinamenti politici e amministrativi nelle
Constitutiones Aegidianae, Torino 1894.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
A. Cutolo, Il regno di Sicilia negli ultimi anni di vita di Carlo II d'Angiò, Milano
1925.
Per il "Vespro", oltre a M. Amari, La guerra del Vespro Siciliano, voll. 3, 9ª ed.,
Milano 1886; cfr. E. Sthamer, Aus der Vorgeschicte d. sizil Vesper, in Quellen u.
Forsch. aus italien. Archiven, Roma 1927; O. Cartellieri, Peter v. Aragon u. die
Sizilienische Vesper, Heidelberg 1904; P. Egidi, La communitas Siciliae del 1282,
Messina 1915; H. E. Rhode, Der Kampf um Sizilien in den Jahr. 1291-1302, Berlino
1913; E. Haberkorn, Der Kampf um Sizilien in d. J. 1302-1337, Berlino 1921.
Anche I. Sanesi, Giovanni da Procida e il Vespro Siciliano, in Rivista storica italiana,
VII (1890); E. Pontieri, Un capitano della guerra del Vespro: Pietro (II) Ru fo, in
Archivio storico per la Calabria e la Lucania.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 757/1196
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Per la prima metà del sec. XIV, fondamentale R. Caggese, Roberto d'Angiò, voll.
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
2, Firenze 1922-31, l'opera migliore su tutta la storia angioina e del
Mezzogiorno
(/index.html)
nel sec. XIV. V. anche G. Siragusa, Relazioni fra il regno di Napoli e
d'Angiò, Palermo
la Sicilia durante il regno di RobertoCATALOGO 1847; A. Cutolo, Arrigo VII e
(/CATALOGO/)
Roberto d'Angiò, in Arch. stor. napoletano, LVII (1932); e l'assai utile G. De Blasiis,
Le case dei principi angioini nella piazza di Castelnuovo, in Arch. stor. napol., XI e
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
XII (1886-87). Per il periodo di Giovanna I e di Ladislao, cfr. E. G. Lionard,
Histoire de Jeanne I reine de Naples comtesse de Provence, I e II, Monaco 1932;
inoltre De Blasiis suddetto; N. Camera, Elucubrazioni storico-diplomatiche di
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Giovanna I regina di Napoli e Carlo III di Durazzo, Salerno 1881; L. Tanfani, Nicola
Acciaiuoli, Firenze 1863; G. Romano, Niccolò Spinelli da Giovinazzo, diplomatico
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
del sec. XIV, in Arch. stor. napoletano, XXIV-XXVI (1899-1901); A. Valente,
Margherita di Durazzo, vicaria di Carlo III e tutrice di re Ladislao, in Arch. stor.
napoletano, XL-XLIII (1915-18); A. Cutolo,(/EMPORIUM/)
ACQUISTA Per una storia di re Ladislao, Napoli
1926; id., Maria di Enghien, Napoli 1929. Per Giovanna II e l'età successiva N. F.
Faraglia, Storia della regina Giovanna II d'Angiò, Lanciano 1904; id., Storia della
lotta tra Alfonso V d'Aragona e Renato d'Angiò, Lanciano 1908. Per il periodo
aragonese E. Nunziante, I primi anni di Ferdinando d'Aragona e l'invasione di
Giovanni d'Angiò, in Arch. stor. napol., XVII-XXIII (1892-98); F. Cerone, La
politica orient. di Alfonso d'Aragona, in Arch. stor. napol., XXVII-XXVIII (1902-
1903); C. Marinesco, Alphonse V d'Aragon et de Naples et l'Albanie de Scanderbeg,
In Mélanges de l'école romaine en France, 1923. Per la congiura dei baroni, E.
Perito, La congiura dei Baroni e il conte di Policastro, Bari 1926. V. anche baroni,
congiura dei.
1930.
XXII. in Bezug auf Italien u. Deutschland, Monaco 1885; G. Mollat, Les papes
d'Avignon, 6ª ed., Parigi 1930. Per il periodo dello scisma e dei concilî, N. Valois,
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
La France et le Grand Schisme d'Occident, voll. 4, Parigi 1896-1902; id., Le pape et le
concile, voll. 2, Parigi 1909. Inoltre R. Maiocchi, Lo scisma d'Occidente e Gian
Galeazzo Visconti, in Rivista di Scienze storiche,
ACQUISTA II (1905); A. Segre, I conti di Savoia
(/EMPORIUM/)
e lo scisma d'Occidente: appunti e documenti, in Atti Acc. Torino, XLII (1906). Cfr.
scisma. Utili anche, per la storia del papato, Willemsen, Kardinal Napoleon
Orsini (1263-1342), Berlino 1927; R. Morghen, Il cardinale Matteo Rosso Orsini, in
Arch. Soc. rom. stor. patria, XLVI (1923).
Per le vicende dello Stato della Chiesa, M. Antonelli, Vicende della dominazione
ponti icia nel Patrimonio di S. Pietro in Tuscia dalla traslazione della Sede alla
restaurazione dell'Albornoz, in Arch. Soc. romana st. pat., XXV-VII (1902-1904); id.,
La dominazione ponti icia nel Patrimonio negli ultimi vent'anni del periodo
avignonese, ibid., XXX (1907); A. Eitel, Der Kirchenstaat unter Clemens VII.,
Berlino e Lipsia 1907; e specialmente F. Filippini, La prima legazione del card.
Albornoz in Italia (1355-57), in Studi storici, V (1896); id., La riconquista dello stato
della Chiesa per opera di Egidio Albornoz (1353-57), ibid., VI-VIII (1897-99); id., La
seconda legazione del card. Albornoz in Italia (1358-67), ibid., X-XI, 1903-05 (e,
dello stesso, Il card. Egidio Albornoz, Bologna 1933). Per Cola di Rienzo
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soprattutto P. Piur, Cola di Rienzo, Vienna 1931 (cfr. cola di rienzo). Per il
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
formarsi delle grandi signorie laiche, cfr. G. Falco, Sulla formazione e la
(/index.html) della signoria dei Caetani, in Rivista storica italiana, XLV (1928). Per
costituzione
Roma. A. De Boüard, Le régime politique
CATALOGO et les institutions de Rome au moyen âge
(/CATALOGO/)
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
54. L'Impero. - A. Hessel, Jahrb. d. deut. Reichs unter König Albrechts I. von Habsburg,
Monaco 1931; F. Schneider, Kaiser Heinrich VII., 3 parti, Greifwald 1924-28
(anche G. Sommerfeldt, König
LIBRI Heinrich VII. u. ARTE
(/TRECCANILIBRI/) die Lombardischen Städte, in
(/TRECCANIARTE/)
Römerzug Ludwigs d. Bayern, Berlino 1886; G. Pirchan, Italien u. Kaiser Karl IV.,
in der Zeit seiner zweiten Romfahrt, voll. 2, Praga 1930; Th. Mengel, Italien. Politik
Karls IV., Halle 1880; C. Cipolla, Karl IV. in Mantua 1354-55, in Mitt. d. Instit. f.
österr. Geschichtsforschung, III, Innsbruck 1884; G. Romano, Carlo IV di
Lussemburgo a Pavia, in Boll. Soc. pavese st. pat., V 1905; F. Baldasseroni, Relazioni
tra Firenze, la Chiesa e Carlo IV, 1353-1355, in Arch. stor. ital., LXIV (1906); G.
Mancinelli, Carlo IV di Lussemburgo e la repubblica di Pisa, in Studi storici, XV
(1906); F. Landogna, Giovanni di Boemia e Carlo IV di Lussemburgo signori di
Lucca, in Nuova riv. stor., XII (1928); P. Rossi, Carlo IV di Lussemburgo e la
repubblica di Siena (1355-69), in Boll. senese, n. s., I (1930); D. Muratore,
L'imperatore Carlo IV nelle terre sabaude nel 1365 e il vicariato del Conte Verde, in
Mem. Acc. Torino, LVI (1906); M. Sauerbrey, Die italienische Politik Kaiser
Sigmunds (1400-13), Halle 1894; H. Herre, Beziehungen Kaisers Sigmund zu Italien
vom Herbst 1402 bis Herbst 1414, in Quellen u. Forschungen aus italien. Archiven, VII
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 760/1196
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CATALOGO (/CATALOGO/)
55. Stato sabaudo e altre signorie feudali in Piemonte. - Cfr. soprattutto le opere di
F. Cognasso, Il Conte Verde, Torino 1926; id., Il Cointe Rosso, Torino 1931; id.,
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Amedeo VIII, voll. 2, Torino 1930; e quelle di F. Gabotto, Storia del Piemonte nella
prima metà del sec. XIV, Torino 1894; id., L'età del conte Verde in Piemonte secondo
nuovi documenti, in Miscell.
LIBRIstor. ital., Torino 1896;
(/TRECCANILIBRI/) ARTE id., Asti e il Piemonte al tempo
(/TRECCANIARTE/)
Atti Acc. Torino, XLIX (1899); ed E. Colombo, Jolanda duchessa di Savoia (1465-
1478), in Miscellanea di storia italiana, XXXI (1894).
57. Storia economica. - Oltre alle opere di cui al § 38, che per la maggior parte si
estendono anche a questo periodo, cfr. anzitutto L. Pöhlmann, Die
Wirtschaftspolitik d. lorentiner Renaissance, Lipsia 1878; A. Sapori, La compagnia
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dei Bardi e dei Peruzzi in Inghilterra nei secoli XIII e XIV, Firenze 1923; id., La crisi
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
delle compagnie mercantili dei Bardi e dei Peruzzi, Firenze 1926; id., Una compagnia
di Calimala ai primi del Trecento, Firenze 1932; G. Luzzatto, Piccoli e grandi
(/index.html)
CATALOGO nel
mercanti nelle città italiane del Rinascimento, volume In onore di G. Prato,
(/CATALOGO/)
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Per l'arte della lana fondamentale A. Doren, Die Florentiner Wollentuchindustrie
vom XIV. bis zum XVI. Jahrh., Stoccarda 1901 (è il vol. I degli Studien aus d.
Florentiner Wirtschaftsgeschichte; il II, Das Florentiner
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) Zunftwesen vom XIV. bis zum
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Studien, II, Stoccarda 1893; R. Cessi, La crisi economica veneziana del sec. XV, in
Economia, 1923; A. Bonolis, Sull'industria della lana in Firenze, Firenze 1903; P.
Pieri, Intorno alla storia dell'arte della seta in Firenze, Bologna 1927; S. Bongi,
Della mercatura dei Lucchesi nei secoli XIII e XIV, Lucca 1884; P. Silva, Intorno
all'industria e al commercio della lana in Pisa, in Studi storici, XIX (1910); H.
Sieveking, Die Genueser Seiden-industrie in 15. u. 16. Jahrh., in Schmollers Jahrb.,
XXI (1897); I. Robolotti, Industrie e commerci in Cremona nel sec. XV, Milano
1880. Anche R. Piattoli, L'origine dei fondaci italiani di Pisa e Genova in rapporto
agli avvenimenti politici, Prato 1930 (per il rifiorire dell'economia fiorentina
dopo il tumulto de' Ciompi). Cfr. R. Cessi, L'"O icium de navigantibus" e i sistemi
della politica commerciale veneziana nel sec. XIV, in Nuovo archivio veneto, n. s.,
XXXIII (1916).
Per gli Ebrei v. soprattutto U. Cassuto, Gli ebrei a Firenze nell'età del
Rinascimento, Firenze 1918.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 762/1196
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Per i rapporti fra capitale e lavoro, la situazione dei lavoratori, ecc., cfr. U.
Gualazzini, Rapporti fra capitale e lavoro nelle industrie tessili lombarde nel
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Medioevo, Torino 1932; V. Lazzarini, Antichi ordinamenti veneziani a tutela del
lavoro dei garzoni, in Atti Ist. veneto, 1928-29; R. Cessi, L'organizzazione di mestiere
e l'arte della lana nel Polesine neiTRECCANI in Nuovo arch veneto, XVI (1908);
CULTURA (/CULTURA/)
secoli XIV-XV,
M. Roberti, Il contratto di lavoro negli statuti medievali, in Riv. Intern. Scienze
Sociali, 1932; e R. Broglio d'Ajano,ACQUISTA
Sulle corporazioni medievali delle arti in Italia e
(/EMPORIUM/)
i loro statuti, ibid., 1911; A. Brugaro, L'artigianato pisano nel Medioevo (1000-1406),
in Studi storici, XVI e XX (1907 e 1912); G. Arias, I lavoranti delle corporazioni
artigiane nel medioevo in Riv. ital. di sociol. VIII (1904).
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 763/1196
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Das Bankhaus d. Medici und seine Vorläufer, Jena 1906; H. Sieveking, Die
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Handlungsbücher d. Medici, in Sitzungsberichte d. Ak. d. Wissen., CLI, Vienna 1906;
id., Aus venetian. Handlungsbüchern, in Schmollers Jahrb., XXV-VI (1901-02).
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Roma 1929; id., Il debito pubblico nel sistema inanziario veneziano, in Nuova riv.
stor., XIII (1929). Anche, ma meno buono, L. Nina, Le inanze ponti icie nel
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Medioevo, voll. 2, Milano 1930-31. Per la politica mineraria A. Alberti e R.
Cessi, La politica mineraria della repubbl. di Venezia, Roma 1927.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Per i Monti di Pietà, nel sec. XV, H. Holzapfel, Die An änge d. Montes Pietatis
(1462-1515), Monaco 1903.
Per le leggi suntuarie: E. Verga, Le leggi suntuarie milanesi: gli statuti del 1385 e del
1498, in Arch. stor. lomb., XXV (1898); G. Bustico, Le leggi suntuarie della
repubblica di Venezia, Genova 1916; A. Pinetti, La limitazione del lusso e dei
consumi nelle leggi santuarie bergamasche, Bergamo 1917; G. Giomo, Il lusso, leggi
moderatrici, pietre e perle false, in Nuovo arch. veneto, n.s., XVI (1908).
58. Storia militare. - Oltre al vecchio, ma sempre utile lavoro di E. Ricotti, Storia
delle compagnie di ventura in Italia, 2ª ed., Torino 1893; nuova ed., Milano 1929;
e M. Jähns, Geschichte d. Kriegwissenschaften, Monaco 1889, v. H. Schäfer,
Deutsche Ritter u. Edelknechte in Italien, voll. 3, Paderborn 1911-14; W. Block, Die
Condottieri. Studien über die sogenannten unblutigen Schlachten, Berlino 1913; M.
Hobohm, Machiavellis Renaissance d. Kriegskunst, voll. 2, Berlino 1913; F. L.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 764/1196
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Taylor, The art of war in Italy, 1494-1529, Cambridge 1922; P. Pieri, La crisi
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
militare italiana nel Rinascimento, Napoli 1933; id., La scienza militare italiana nel
Rinascimento,
(/index.html) in Riv. stor. ital., L (1933). Cfr. anche P. Durrieu, Les Gascons en
Italie, Parigi 1885; e per le milizieCATALOGO
comunali(/CATALOGO/)
S. Salvemini, I balestrieri del comune
di Firenze, Bari 1905; P. Egidi, Intorno all'esercito del comune di Roma nella prima
metà del sec. XIV, Viterbo 1897.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Per gli eretici, oltre a G. Volpe, F. Tocco, I. J. Döllinger cit. al § 39, cfr. F.
Tocco, Guglielmina Boema e i Guglielmiti, in Mem. Acc. Lincei, VIII (1899); id., Il
processo dei Guglielmiti, in Rend. Acc. Lincei, VIII (1899); id., Gli apostolici e fra
Dolcino, Firenze 1897; id., La questione della povertà nel sec. XIV, Napoli 1910; A.
Segarizzi, Contributo alla storia di fra Dolcino e degli eretici trentini, Trento 1901.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 765/1196
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61. Storia delle dottrine politiche. - Fino all'età di Dante il Carlyle e il Dempf, cit.
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
al § 23. Per l'età di Bonifazio VIII, soprattutto H. Scholz, Die Publizistik zur Zeit
Philipps des Schönen u. Bonifaz VIII., Stoccarda 1903; F. Ercole, Il pensiero politico di
(/index.html)
50; id., Da Bartolo all'Althusio, Firenze 1932 (v. dante; marsilio da padova;
bartolo da sassoferrato); F. Battaglia, Marsilio da Padova e la iloso ia politica del
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Medioevo, Firenze 1928. Inoltre T. Persico, Gli scrittori politici napoletani dal 1400
al 1700, Napoli 1912; C. Curcio, La politica del '400, Firenze 1932.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
62. Storia della vita privata. - Per la seconda metà del '400 l'opera monumentale
di F. Malaguzzi-Valeri, La corte di Ludovico il Moro, voll. 4, Milano 1913 segg.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
(in corso di stampa la 2ª ed.). Inoltre N. Tamassia, La famiglia italiana nei secoli
XV e XVI, Palermo 1912. Anche E. Pandiani, Vita privata genovese nel
Rinascimento, in Atti Soc. ligure storia XLVII (1915).
patria,(/EMPORIUM/)
ACQUISTA
Singoli periodi. - 63. Dalla metà del sec. XIII al 1313. - R. Caggese, Su l'origine della
Parte Guelfa e le sue relazioni col comune, in Arch. stor. ital., 1903; U. Dorini,
Notizie storiche sull'università di Parte Guelfa a Firenze, Firenze 1902; A. V. Vitale,
Il dominio della parte guelfa in Bologna (1286-1326), Bologna 1901; L. Cerri, Alberto
Scoto signore di Piacenza, in Arch stor. province parmensi, n. s., XII (1912); M.
Melchiorri, Vicende della signoria di Ghiberto da Correggio in Parma, ibid., n. s., VI
(1906); V. Fainelli, Le condizioni economiche dei primi signori scaligeri, in Atti Acc.
Verona, 1918; C. Lazzeri, Guglielmino Ubertini vescovo d'Arezzo (1248-89) e i suoi
tempi, Firenze 1920; F. Poggi, Le guerre civili di Genova, in Atti soc. ligure storia
patria. LIV (1930); V. Samanek, Die verfassungsrechtliche Stellung Genuas (1311-
13), in Mitt. d. Inst. f. österr. Geschichtsf., XXVII (1906) e XXVIII (1907).
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 766/1196
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Per le relazioni fra i varî stati: C. Manfroni, Relazioni di Genova con Venezia dal
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
1270 al 1290, La Spezia 1901; R. Cessi, La tregua fra Venezia e Genova nella seconda
metà del sec. XIII, in Arch. veneto trident., IV (1923); C. Cipolla, Le fazioni politiche
(/index.html)
in Mem. Acc.
di Bologna e i signori di Lombardia,CATALOGO Torino, LXII (1912); P. Terlizzi,
(/CATALOGO/)
Le relazioni di Carlo I d'Angiò con la Toscana 1265-85, in Atti congr. int. sc. stor.,
Roma 1903; F. Savio, La pretesa inimicizia di papa Niccolò III contro il re Carlo
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
d'Angiò, in Arch. stor. sicil., n. s., XXVII (1902); A. Gorretta, La lotta fra il Comune
Bolognese e la Signoria Estense (1293-1303), Bologna 1906; G. Degli Azzi
Vitelleschi, Le relazioniLIBRI
fra la(/TRECCANILIBRI/)
Repubblica di Firenze
ARTEe(/TRECCANIARTE/)
l'Umbria nei secoli XIII e XIV,
voll. 2, Perugia 1904-1909; P. Silva, Giacomo II di Aragona e la Toscana (1307-09),
in Arch stor. ital., LXXI (1913); G. Sforza, Castruccio Castracani e gli altri Lucchesi
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
di parte bianca in esilio, in Mem. Acc. Torino, s. 2ª, XLII (1890); G. Levi, Bonifacio
VIII e le sue relazioni col comune di Firenze, in Arch. Soc. romana storia patria, V
(1882); G. Soranzo, La guerra fra Venezia
ACQUISTAe (/EMPORIUM/)
la Santa Sede per il dominio di Ferrara
(1308-1313), Città di Castello 1905. Inoltre P. M. Perret, Histoire des relations de la
France avec Venise du XIe siècle à l'avènement de Charles VIII, voll. 2, Parigi 1896. E
per l'attentato di Anagni, P. Fedele, Per la storia dell'attentato di Anagni, in Boll.
Ist. stor. ital., XLI (1921).
64. Dal 1313 al 1388 (crollo delle signorie Scaligera e Carrarese). - Signorie. H.
Spangenberg, Cangrande I della Scala, Berlino 1892; G. Sandri, Il vicariato imper.
e gli inizi d. Signoria scaligera, in Arch. ven., LXII (1932); G. Cittadella, Storia della
dominazione carrarese in Padova, Padova 1842; L. Padrin, Il principato di Iacopo I
da Carrara signore di Padova; L. Ciaccio, Il cardinale delegato Bertrando del Poggetto
in Bologna (1327-34), 2ª ed., Bologna 1906; A. Sorbelli, La Signoria di Giovanni
Visconti a Bologna e le sue relaz. con la Toscana, Bologna 1901; L. Sighinolfi, La
Signoria di Giovanni da Oleggio in Bologna, Bologna 1905; M. Grimaldi, La
Signoria di Bernabò Visconti e di Regina della Scala in Reggio, Reggio Emilia 1921;
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 767/1196
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Contese politiche e sociali nei Comuni: C. Paoli, Della signoria di Gualtieri duca
d'Atene in Firenze, Firenze
LIBRI1862, e Nuovi documenti
(/TRECCANILIBRI/) intorno a Gualtieri VI, in Arch.
ARTE (/TRECCANIARTE/)
stor. ital., s. 3ª, XVI (1872); A. Panella, Politica ecclesiastica del comune iorentino
dopo la cacciata del duca d'Atene, in Arch. stor. ital., LXXI (1913); N. Rodolico, Il
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
popolo minuto, note di storia iorentina (1343-1378), Bologna 1899; id., La
democrazia iorentina nel suo tramonto (1378-1382), Bologna 1904; P. Falletti, Il
tumulto dei Ciompi, Torino 1882; G. Scaramella,
ACQUISTA Firenze allo scoppio del tumulto
(/EMPORIUM/)
dei Ciompi, Pisa 1914; R. Broglio d'Ajano, Tumulti e scioperi a Siena nel sec. XIV,
in Viertel. f. Sozial u. Wirtschaftsgesch., Stoccarda 1907; id., Lotte sociali a Perugia
nel sec. XIV, ibid., 1910; B. Ghetti, Nobili e popolani in Recanati durante i secoli XIV
e XV, Fermo s. a. (1924); A. Rado, Dalla Repubblica iorentina alla Signoria
Medicea. Maso degli Albizzi e il partito oligarchico in Firenze dal 1382 al 1393,
Firenze 1927. Per Venezia V. Lazzarini, Marino Faliero avanti il dogado, in Nuovo
arch. veneto, V (1893); id., Marino Faliero. La congiura, ibid., XIII (1897).
relazioni con Giovanni XXII e Benedetto XII, in Miscell. lucchese di studi storici e letter.
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
in memoria di P. Bongi, Lucca 1931; L. Simeoni, Le origini del con litto veneto-
iorentino-scaligero
(/index.html) (1336-1339) e note sulla condotta della guerra, in Mem. ist.
Bologna, 1929-30; F. Baldasseroni,CATALOGO tra Firenze e Giovanni Visconti, in
La guerra(/CATALOGO/)
Studi storici, 1902; U. Assereto, Genova e la Corsica (1358-78), 2ª ed., Bastia 1901;
G. Romano, La guerra tra i Visconti e la Chiesa (1369-76), in Boll. Soc. pavese, III
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
(1903); A. Gherardi, La guerra degli Otto Santi, in Arch. stor. ital., (1867-68); F.
Landogna, Le relazioni tra Bernabò Visconti e Pisa nella seconda metà del sec. XIV, in
Arch. stor. lomb., L (1923); id.,
LIBRI La politica dei Visconti
(/TRECCANILIBRI/) in Toscana, Milano 1928; G.
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Romano, Gian Galeazzo Visconti e gli eredi di Bernabò, in Arch. stor. lombardo,
XVIII (1891); id., Valentina Visconti e il suo matrimonio con Luigi di Touraine,
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
ibid., XXV (1898) (e cfr. 1902); G. Collino, La guerra viscontea contro gli Scaligeri,
in Arch. stor. lomb., XXXIV (1907); id., La preparazione della guerra veneto-
viscontea contro i Carraresi, ibid., XXXIV (1907);
ACQUISTA L. Simeoni, La crisi decisiva della
(/EMPORIUM/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 769/1196
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Mediterraneo (1350-55), in Mem. Accad. delle scienze, Istituto di Bologna, 1921. E cfr.
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
G. Cogo, Il patriarcato di Aquileia e le aspirazioni dei Carraresi al possesso del Friuli,
in Nuovo arch. veneto, XVI (1898).
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
65. Dal 1388 al 1454. - P. L. Rambaldi, Stefano III duca di Baviera al servizio della
Lega contro Gian Galeazzo Visconti, in Arch. stor. lomb., XXVII (1901); P. B.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Romanelli, La calata di Giovanni III d'Armagnac in Italia e la disfatta d'Alessandria,
25 luglio 1391, in Riv. stor. arte, arch. d. prov. di Alessandria, VIII (1924); L. Frati,
La guerra di Gian Galeazzo
LIBRIVisconti contro Mantova
(/TRECCANILIBRI/) ARTEnel 1397, in Arch. stor. lomb.,
(/TRECCANIARTE/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 770/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Sforza, in Boll. Soc. stor. pavese, III (1903); id., L'ingresso di Francesco Sforza a
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Milano e l'inizio di un nuovo principato, Milano 1905; cfr. anche A. Gianandrea,
Della signoria di Francesco Sforza nella Marca, in Arch. stor. lomb., VIII-XXIII
(/index.html)
Federico di Montefeltro, in Atti e mem. Dep. Marche, II (1905); id., Gli Eustachi di
Pavia e la lotta viscontea nel sec. XV, I, Pavia 1915; E. Colombo, Re Renato alleato
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
del duca Francesco Sforza contro i Veneziani (1453-54), in Arch. stor. lomb., XXI
(1894); F. Antonini, La pace di Lodi e i segreti maneggi che la prepararono, in Arch.
stor. lomb., LVI (1930); G. Soranzo,
ACQUISTA italica, Milano 1924. V. anche M. De
La lega (/EMPORIUM/)
Bouard, La France et l'Italie à la in du XIVe siècle. La ligue de 1396, in Mélanges
d'arch. et d'hist., Roma 1932; M. Jarry, Les origines de la domination française à
Gênes, Parigi 1895; E. Marengo, Genova e Tunisi (1388-1515), in Atti Soc. ligure
storia patria, XXXIII (1901); A. Battistella, Il conte di Carmagnola, Genova 1889.
Per la storia interna di Firenze, A. Dainelli, Niccolò da Uzzano nella vita politica
dei suoi tempi, in Arch. stor. ital., CX (1932); e per la politica estera fiorentina, dal
1434 in poi, B. Buser, Die Beziehungen d. Medicer zu Frankreich, während der Jahre
von 1434 bis 1494, Lipsia 1879.
66. Dal 1454 al 1492. - G. B. Picotti, La dieta di Mantova e la politica dei Veneziani,
in Miscell. storia veneta, s. 3ª, IV (1912); G. Soranzo, Pio II e la politica italiana
nella lotta contro i Malatesta (1457-63), Padova 1911: C. Corvisieri, Pio II e la
repubblica di Venezia, in Archivio Soc. rom. storia patria, I (1878); A. Sorbelli,
Francesco Sforza a Genova (1458-66), Bologna 1901; E. Bontà, La Leventina nel
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 771/1196
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negoziati per la pace del 13 marzo 1480, in Nuovo arch. veneto, n. s., X (1905); id.,
Per l'alleanza del 25 luglio 1480, Vigevano 1907; id., Dal 25 luglio 1480 al 16 aprile
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
1481: l'opera di Milano, in Arch. stor. lomb., XXXVI (1909); E. Piva, Origine e
conclusione d. pace e dell'alleanza tra i Veneziani e Sisto IV, in Nuovo arch. ven., n. s.,
I (1901); id., L'opposizione diplomatica
LIBRI di Venezia
(/TRECCANILIBRI/) alle(/TRECCANIARTE/)
ARTE mire di Sisto IV su Pesaro e ai
tentativi di crociata contro i Turchi, ibid., n. s., V-VI (1903); id., La guerra di Ferrara
del 1482, Padova 1893-94; J. Calmette, La politique espagnole dans la guerre de
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Ferrara, 1482-1484, in Revue Historique, XCII; C. Bornate, La guerra di Pietrasanta
(1484-85), in Miscell. stor. ital., s. 3ª, XIX (1921); P. L. Rambaldi, La guerra di
in Nuovo(/EMPORIUM/)
Venezia col duca d'Austria nel 1487,ACQUISTA archivio veneto, VII (1894); A. Zanelli,
Roberto Sanseverino e le trattative di pace fra Innocenzo VIII e il re di Napoli, in Arch.
Soc. rom. storia patria, XIX (1896); P. Fedele, La pace del 1486 tra Ferdinando
d'Aragona ed Innocenzo VIII, in Archivio stor. napol., XXX (1905). Cfr. A. v.
Reumont, Lorenzo de' Medici, voll. 2, 2ª ed., Lipsia 1883; e B. Buser, Lorenzo de'
Medici als italienischer Staatsmann, Lipsia 1879; e R. Palmarocchi, La politica
italiana di Lorenzo de' Medici, Firenze 1933; v. anche S. Magnante, L'acquisto
dell'isola di Cipro da parte della rep. di Venezia, in Arch. ven., LIX (1929).
Inoltre per il periodo 1538-45, L. Cardauns, Von Nizza bis Crépy, Roma 1923;
per quello 1536-1549, C. Capasso, Paolo III, voll. 2, Messina 1924 (e anche La
politica di Paolo III e l'Italia, Bologna 1902); per quello 1547-1559, L. Romier, Les
origines politiques des guerres de réligion, voll. 2, Parigi 1913-14.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 773/1196
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interna dello stato iorentino sotto il duca Cosimo I de' Medici, Firenze 1910. V.
ancora L. v. Ranke, Filippo Strozzi u. Cosimo Medici, in Historisch- Biographische
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Studien, Lipsia 1877.
Werke, XXXVII-IX, Lipsia 1875; M. Brosch, Julius II. u. die Gründung des
Kirchenstaates, Gotha 1878 e Geschichte d. Kirchenstaates, voll. 2, Amburgo 1880.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
68. Storia religiosa. - Per la vita religiosa in Italia nella prima metà del sec. XVI,
soprattutto P. Tacchi Venturi, Storia della Compagnia di Gesù in Italia, voll. 2,
Roma 1920-22 (2ª ed. del vol. I, in 2 parti, Roma 1931).
Per la Riforma in Italia, oltre il vecchio lavoro di C. Cantù, Gli eretici d'Italia,
voll. 3, Torino 1864-66, v. K. Bernath, Geschichte de Reformation in Venedig,
Halle 1887; G. Buschbell, Reformation u. Inquisition in Italien, Paderborn 1910; E.
Rodocanachi, La Réforme en Italie, voll. 2, Parigi 1920-21; P. Chiminelli, Il
contributo dell'Italia alla riforma religiosa in Europa, Roma 1924; id., Il debito della
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 774/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
CATALOGO (/CATALOGO/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 775/1196
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dir. ital., I (1928); id., Francesco Stancaro, in Ricerche religiose, VII (1932). E cfr. F.
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
C. Church, The literature on the Italian Reformation, in The Journal of Modern
History, 1931.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
bibl. subalp., XXXIII (1931); id., Da Lucca a Ginevra. Studi sulla emigrazione
religiosa lucchese (sec. XVI), in Rivista storica ital., XLIX e L (1932-33); anche F.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Ruffini, La "Cabale Italique" nella Ginevra del Seicento, in La cultura, X (1931); U.
Dorini, Cosimo I de' Medici e l'eresia in Lucca, in Miscell. lucchese di studi storici e
letter. in memoria di S. Bongi, LuccaACQUISTA
1931. (/EMPORIUM/)
69. Storia economica. - Cfr. R. Ehrenberg, Das Zeitalter d. Fugger, voll. 2, 2ª ed.,
Jena 1922. Assai importante anche A. Schulte, Die Fugger in Rom, voll. 2, Lipsia
1904; M. Brésard, Les foires de Lyon au XVe et XVIe siècle, Parigi 1914 (cfr. A.
Rouche, La nation lorentine de Lyon au commencement du XVIe siècle, in Revue
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 776/1196
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d'histoire de Lyon, 1912); A. Goris, Études sur les colonies marchandes méridionales
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
(Portugais, Espagnols, Italiens) à Anvers de 1488 à 1567, Lovanio 1925; e A.
Weitnauer,
(/index.html) Venezianischer Handel d. Fugger, Monaco-Lipsia 1931.
CATALOGO (/CATALOGO/)
Per la "rivoluzione dei prezzi", cfr. G. Wiebe, Zur Geschichte d. Preisrevolution der
XVI. u. XVII. Jahrh., Lipsia 1895; D. Bartolini, Prezzi e salari nel comune di
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Portogruaro durante il sec. XVI, in Annali di statistica, Roma 1878; A. Fanfani, La
rivoluzione dei prezzi a Milano nel XVI e XVII secolo, in Giornale degli economisti,
1932,. LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
politiche v. machiavelli).
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
71. Vita privata. - Ampie notizie in A. Luzio e R. Renier, Mantova e Urbino,
Isabella d'Este e Isabella Gonzaga nelle relaz. familiari e nelle relaz. politiche, Torino
1893; id., Relazioni di Isabella d'Este Gonzaga con Ludovico e Beatrice Sforza, Milano
1890; e in A. Luzio, Isabella d'Este e la corte sforzesca, in Arch. stor. lomb., XXVIII
(1901); id., Isabella d'Este e Francesco Gonzaga promessi sposi, ibid., XXXV (1908);
G. Gasperoni, Storia e vita romagnola nel sec. XVI, Iesi 1906; L. Dorez, La cour du
Pape Paul III d'après les registres de la Trésorerie secrète, voll. 2, Parigi 1932. V.
anche A. Cassa, Funerali, pompe e conviti, Brescia 1887; G. B. Intra, Nozze e
funerali alla corte dei Gonzaga, 1549-50, in Arch. stor. lomb., XXIII (1896); C.
Carnesecchi, Donne e lusso in Firenze nel sec. XVI, Firenze 1902; L. Frati, Giuochi e
amori alla corte di Isabella d'Este, in Arch. stor. lomb., XXV (1898); A. Luzio e R.
Renier, Contributo alla storia del malfrancese ne' costumi e nella letteratura italiana
del sec. XVI, in Giorn. stor. lett. ital., V (1885).
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 777/1196
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Singoli momenti. - 72. Dal 1492 al 1520. - a) Spedizione di Carlo VIII. - Assai
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
invecchiato e da modificare in più punti, F. Delaborde, L'Expédition de Charles
VIII en Italie, Parigi 1888. Fondamentali invece i lavori di P. Negri, Milano,
(/index.html)
(1917); id., Le missioni di Pandolfo Collenuccio a papa Alessandro VI, in Arch. Soc.
rom. st. pat., XXXIII (1910); id., Studi sulla crisi politica italiana alla ine del sec.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
XV, in Arch. stor. lomb., L-LI (1924-25); di A. Segre, Ludovico Sforza detto il Moro
e la rep. di Venezia dall'autunno 1494 alla primavera 1495, ibid., XXVIII-XXX
(1902-03); id., I prodromi della
LIBRI ritirata di CarloARTE
(/TRECCANILIBRI/) re di Francia da Napoli, in Arch.
VIII (/TRECCANIARTE/)
storico italiano, 1904; e di G. B. Picotti, La neutralità bolognese nella discesa di Carlo
VIII, Bologna 1919 (v. anche del Picotti, La giovinezza di Leone X, Milano 1928).
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
V. anche A. Luzio e R. Renier, Francesco Gonzaga alla battaglia di Fornovo secondo
i documenti mantovani, in Arch. stor. ital., XLVIII (1890).
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 778/1196
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Suisses dans les guerres d'Italie, de 1506 à 1512, Ginevra 1897; cfr. specialmente E.
Gagliardi, Der Anteil der Schweizer an d. italienischen Kriegen, I (1494-1509), Zurigo
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
1919; id., Novara u. Dijon, Berlino 1907; A. Büchi, Kardinal Matthäus Schiner,
voll. 2, Zurigo 1923.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Per la storia militare, E. Siedersleben, Die Schlacht bei Ravenna, Berlino 1908.
f) Dalla morte di Giulio II all'inizio delle lotte tra Francesco I e Carlo V. - Vedi
soprattutto F. Nitti, Leone X e la sua politica, Firenze 1892; ma anche A. Luzio,
Isabella d'Este nei primordi del papato di Leone X e il suo viaggio a Roma nel 1514-15,
in Arch. stor. lomb., XXXIII (1906); G. B. Picotti, La congiura dei cardinali contro
Leone X, in Riv. stor. ital., XL (1923). E anche A. Giorgetti, Lorenzo de' Medici,
duca di Urbino, e Jacopo V di Appiano, in Arch. stor. ital., s. 4ª, VIII (1881); A.
Verdi, Gli ultimi anni di Lorenzo de' Medici duca di Urbino, 1515-1519, Este 1889.
Per la storia militare, G. Fischer, Die Schlacht bei Novara, Berlino 1907; H.
Harkensee, Die Schlacht bei Marignano, Berlino 1908. Per la storia sabauda, A.
Caviglia, Claudio di Seyssel (1450-1520). La vita nella storia dei suoi tempi, in Miscell.
stor. ital., LIV (1928).
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 780/1196
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1525, in Atti Acc. Torino, XXXV (1899-900); P. Kopitsch, Die Schlacht bei Pavia,
CATALOGO (/CATALOGO/)
Berlin0 1907; S. Ehses, Die Politik d. Papstes Clement VII. bis zur Schlacht v. Pavia,
in Hist. Jahrbuch, VI-VII (1888-9); G. Jacqueton, La politique extérieure de Louise
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
de Savoie, Parigi 1892; A. Rodriguez Villa, Italia desde la batalla de Pavia hasta el
saco de Roma, Madrid 1885; R. Grethen, Die politischen Beziehungen Klemens VII.
zu Karl V., in d. Jahr. 1525-1527, Hannover 1887;
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) W.(/TRECCANIARTE/)
ARTE Hellwig, Die politischen
Beziehungen Klemens VII. zu Karl V. im Jahr. 1526, Lipsia 1889; P. Falletti-Fossati,
Clemente VII e l'impresa di Siena, il sacco di Roma, l'assedio di Napoli, Siena 1879;
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
G. Salvioli, Nuovi studi sulla politica e le vicende dell'esercito imperiale in Italia nel
1526-27 e sul sacco di Roma, in Arch. veneto, XVI-XVII (1878-79); A. Professione,
Siena
ACQUISTA
Dalla battaglia di Pavia al sacco di Roma, 1890; C. Ravioli, Le guerre dei sette
(/EMPORIUM/)
anni sotto Clemente VII, in Arch. Soc. romana stor. pat., VI (1883); H. Schultz, Der
Sacco di Roma, Halle 1894; H. Omont, Les suites du sac de Rome par les impériaux
et la campagne de Lautrec en Italie, in Mélanges d'archéol. et d'histoire, 1896; J.
Martin, Charles V et Clement VII à Bologne, in Bulletin Hispanique, 1911; G.
Claretta, Carlo V e Clemente VII: il loro arrivo al Congresso di Bologna e l'assedio di
Firenze del 1530 secondo il legato di Savoia a Roma, Torino 1893; P. Falletti-
Fossati, L'assedio di Firenze, Palermo 1883; A. Bardi, Carlo V e l'assedio di Firenze
da documenti dell'archivio di Bruxelles, in Arch. stor. ital., LI (1893). E cfr. C. Gioda,
Girolamo Morone e i suoi tempi, Torino 1887; G. B. Pighi, Gian Matteo Giberti
vescovo di Verona, 2ª ed., Verona 1924; C. Bornate, Ricerche intorno a Mercurino
di Gattinara, Novara 1899; id., L'apogeo della casa di Asburgo e l'opera politica di un
gran Cancelliere (Mercurino di G.) di Carlo V, in Nuova riv. stor., III (1919); id., La
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 781/1196
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politica italiana del gran cancelliere di Carlo V, in Boll. stor. per la prov. di Novara,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
XXIV (1930); A. Medin, La battaglia di Pavia. Profeti e poeti italiani, in Arch. stor.
lomb., LII (1925).
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Assai importanti gli studî di A. Segre, La politica sabauda con Francia e Spagna dal
1515 al 1533, in Memorie Acc. Torino, L (1900); id., Carlo II di Savoia, le sue
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
relazioni con Francia e Spagna e le guerre piemontesi dal 1536 al 1545, in Mem. Acc.
Torino, LII (1902); id., Appunti di storia sabauda dal 1546 al 1553, in Atti Acc.
Lincei, s. 5ª, XII (1903);LIBRI
id., (/TRECCANILIBRI/)
Appunti sul ducato ARTE
di Carlo II di Savoia dal 1546 al 1550,
(/TRECCANIARTE/)
in Atti Acc. Lincei, s. 5ª, IX (1900); id., Il richiamo di don Ferrante Gonzaga dal
governo di Milano e sue conseguenze, in Mem. Acc. Torino, LIV (1904); id., La
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
questione sabauda e gli avvenimenti politici e militari che prepararono la tregua di
Vaucelles, ibid., LV (1905); id., La campagna del duca d'Alba in Piemonte nel 1555,
in Rivista militare ital., II (1905); id., L'opera(/EMPORIUM/)
ACQUISTA politico-militare di Andrea Provana di
Leyní nello stato sabaudo dal 1553 al 1559, in Mem. Acc. Lincei, s. 5ª, VI (1898); M.
Lupo-Gentile, La politica di Paolo III in relazione con la corte medicea, Sarzana
1906; G. De Leva, La guerra di Giulio III contro Ottavio Farnese, in Riv. stor. ital., I e
VIII (1884 e 1891); L. Chiesi, Papa Giulio III e la guerra di Parma e della
Mirandola, in Atti Dep. prov. modenesi, s. 4ª, IV (1893); G. Coggiola, I Farnesi e il
ducato di Parma e Piacenza, Parma 1905; L. N. Cittadella, L'ultimo decennio di
Ercole II, in Arch. stor. ital., XXV (1877). Per le campagne in Piemonte anche C.
Marchand, Charles I de Cossé, comte de Brissac et maréchal de France, Parigi 1889.
V. inoltre G. Curti, La congiura contro Pier Luigi Farnese, Milano 1899; R.
Massignan, Il primo duca di Parma e Piacenza e la congiura del 1547, Parma 1907
(anche F.-H. De Navenne, Rome, le palais Farnèse et les Farnèse, Parigi 1914); E.
Celesia, La congiura del conte G. L. Fieschi, Genova 1865; L. Staffetti, La congiura
del Fiesco e la corte di Toscana, in Atti Soc. ligure storia patria, XXIII (1891); E.
Callegari, La congiura del Fiesco secondo i documenti degli archivi di Simancas e di
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 782/1196
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Genova, in Ateneo veneto, 1892; G. Duruy, Le cardinal Carlo Carafa. Étude sur le
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
ponti icat de Paul IV, Parigi 1882; M. Brosch, Paul IV. gegen Karl V. u. Philipp II.,
in Mitt. d. Inst. f. österr. Geschichtsforsch., XXV (1904); R. Ancel, La question de
(/index.html)
Carafa, in(/CATALOGO/)
Sienne et la politique du card. Carlo CATALOGO Revue Bénédictine, XXII (1905); N.
Bartoli, La congiura di Siena e la cacciata degli Spagnoli nel 1552, 1932. Per la
guerra di Siena, P. Courteault, Blaise de Monluc historien, Parigi 1908.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
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in Arch. stor.
nella seconda metà del Cinquecento, CATALOGO ital., LXXXII (1924); C. Morandi,
(/CATALOGO/)
Una polemica sulla libertà d'Italia a mezzo il Seicento, in Nuova riv. storica, XI
(1927); B. Croce, Un difensore italiano della libertà dei popoli nel Seicento, in Atti R.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Acc. Napoli, 1926.
ed Europa nei primi due secoli dell'età moderna, in Nuova Ant., LXII (1927).
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(/index.html)
76. Storia interna ed economica dei singoli stati. - Per il Piemonte v. sopra tutto gli
CATALOGO (/CATALOGO/)
scritti di A. Segre, A. Tallone, F. Patetta, F. Ruffini, M. Viora, D. Bizzarri, M.
Chiaudano, A. Garino-Canina e altri nei voll. miscell. Eman. Filiberto, Torino
1928; Studi pubblicati dalla R. Università
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
di Torino nel IV centenario della nascita di
E. F., Torino 1928; e Torino al tempo di Em. Fil., a cura di C. Patrucco, voll. 3,
Torino 1928 (in Bibl. Soc. stor. subalpina). V. anche G. Manno, Degli ordinamenti
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
giudiziari del duca di Savoia E. Filiberto, Torino 1928; ancora P. C. Boggio, Chiesa
e Stato in Piemonte, Torino 1854; R. Bergadani, Rivalità fra Chiesa e Stato per
Amedeo di Savoia, in Boll. stor. bibl. subalp.,
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
intrighi politici alla corte di Vittorio
XXIV (1922). Per la popolazione, la vita econ., G. Prato, Censimenti e
popolazione in Piemonte, in Riv. ital.ACQUISTA
di sociologia, 1906; A. Garino-Canina, La
(/EMPORIUM/)
inanza del Piemonte nella seconda metà del sec. XVI, in Miscell. storia italiana, 1924;
anche S. Foà, Gli Ebrei nel Monferrato nei secoli XVI e XVII, Alessandria 1924. Per
la vita culturale, sguardo d'insieme in L. Arezio, La cultura piemontese da Carlo III
di Savoia a Carlo Felice, in Nuova Antologia, LXIV (1929); in particolare
specialmente F. Gabotto, Per la storia della letteratura civile dei tempi di Carlo
Emanuele I, in Rend. Acc. Lincei, s. 5ª, III (1894); G. Rua, Epopea savoina alla corte
di Carlo Emanuele I, in Gior. storico d. lett. ital., XXII e XXVII (1893 e 1896); id.,
Poeti della corte di Carlo Emanuele I, Torino 1899.
napoletana alla ine del Seicento, in Att. Acc. scienze morali e politiche di Napoli,
1929; N. Cortese, I ricordi di un avvocato napoletano del Seicento: Francesco
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
d'Andrea, Napoli 1923. Per la Sicilia, G. Salvioli, Le colonizzazioni in Sicilia nei
secoli XVI-XVII, in Vierteljahr. f. Sozial- und Wirtschaftsgeschichte, I (1903); C.
Giardina, L'istituto del viceré di Sicilia (1415-1718),
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTEin(/TRECCANIARTE/)
Arch. stor. siciliano, L (1930).
Anche A. Mori, Sulla formazione di nuovi centri abitati in Sicilia negli ultimi
quattro secoli, in Riv. geogr. ital., XXVII (1920).
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
volgare e lat. lomb. nel periodo d. Controriforma, in Athenaeum, I (1913); id., Alcuni
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
caratteri d. Controriforma in Lombardia. Il rinnovamento degli studi ecclesiastici e la
riforma della letteratura profana, in Giorn. stor. lett. ital., LXXXVII (1926); P.
(/index.html)
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Utile per le relazioni tra Genova, Toscana e Roma, R. Russo, Sampiero Corso,
Livorno 1932 (v. anche G. Livi, La Corsica e Cosimo I de' Medici, Firenze-Roma
1885). Cfr. E. Palandri, Les négociations politiques et religieuses entre la Toscane et
la France 1544-1580, Parigi 1908.
80. Dal 1580 al 1648. - R. Quazza, Ferdinando Gonzaga e Carlo Em. I, in Arch. stor.
lomb., XLII (1922); I. Raulich, La contesa tra Sisto V e Venezia per Enrico IV di
Francia, Venezia 1892; A. Luzio e G. Sella, Sisto V e Carlo Emanuele I, in Atti Acc.
Torino, LXII (1926-27); G. Leonardi-Mercurio, Carlo Emanuele I e l'impresa di
Saluzzo, Palermo 1892; G. Vita, Carlo Emanuele I e la questione del marchesato di
Saluzzo, in Boll. stor. bibl. subalpino, XXIV (1922); C. Manfroni, Carlo Emanuele I
e il trattato di Lione, in Rivista storica italiana, VII (1890); L. Fumi, Il card.
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Aldobrandini e il trattato di Lione, in Boll. Dep. st. pat. Umbria, II (1896); M. Facini,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Il trattato di Brozolo e la repubbl. di Venezia, Roma 1918; R. Quazza, Una vertenza
fra principi italiani nel Seicento, in Riv. stor. ital., XLVII (1930); J. De Mackie,
(/index.html)
(1898).
Per la congiura spagnola contro Venezia nel 1618, cfr. L. v. Ranke, Storia critica
della congiura contro Venezia, trad. it., Capolago 1834; I. Raulich, La congiura
spagnuola contro Venezia, in Nuovo arch. veneto, VI (1893); A. Luzio, La congiura
spagnuola contro Venezia nel 1618, in Miscell. stor. ven., s. 3ª, XIII (1918); A.
Battistella, La congiura spagnola contro Venezia nel 1618, in Atti ist. veneto, 1919 (v.
anche P. Negri, La politica veneta contro gli Uscocchi in relazione alla congiura del
1618, in Nuovo arch. veneto, 1909).
Per la congiura del Vachero a Genova: R. Quazza, Genova, Savoia e Spagna dopo
la congiura del Vachero, in Boll. stor. bibl. subalpino, XXXI-XXXII (1929-30).
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Per la questione della Valtellina, L. Brizio, La politica della S. Sede rispetto alla
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Valtellina dal concordato d'Avignone alla morte di Gregorio XV (12 novembre 1622-8
luglio 1623), Cagliari 1899; R. Quazza, Politica europea nella questione valtellinica,
(/index.html)
guerra dei Trent'anni, in Rivista storica it., L (1933); P. Negri, La guerra per la
successione di Mantova e del Monferrato, Prato 1924.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
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Per gli eventi di Napoli del 1647-48, cfr. M. Schipa, Masaniello, Bari 1925; id.,
La congiura del principe di Montesarchio, in Arch. stor. napol., XLIII-V (1918-20); J.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Loiseleur, L'expédition du duc de Guise à Naples, Parigi 1875. E cfr. L. Sorrento,
Notizie dei tumulti in Sicilia nell'anno 1647, in Arch. stor. Sicil. orient., 1913; R.
Sarra, La rivoluzione degli anni
LIBRI 1647 e 1648 in Basilicata,
(/TRECCANILIBRI/) Trani 1926.
ARTE (/TRECCANIARTE/)
81. Seconda metà del sec. XVII. - G. Berchet, Cromwell e la repubblica di Venezia,
Venezia 1864; F. Guardione, Storia della rivoluzione di Messina contro la Spagna
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(1671-1680), Palermo 1907, ma soprattutto E. Laloy, La Révolte de Messine,
l'expédition de Sicile et la politique française en Italie (1674-1678), voll. 3, Parigi
1929-1931; C. Contessa, Per la storia di un episodio della politica italiana di Luigi
XIV al tempo della pace di Nimega. Le negoziazioni diplomatiche per la occupazione di
Casale 1677-1682, in Riv. di storia, arte e archeologia d. prov. di Alessandria, 1896; G.
Claretta, Il doge di Genova alla corte di Versailles nel maggio 1685, in Giorn. stor. e
lett. d. Liguria, 1885; id., I Genovesi alla corte di Roma negli anni luttuosi della loro
controversia con Luigi XIV, 1677-1685. ibid. 1886; E. Chicca, Ambassade du doge de
Gênes à la cour de Versailles (1685), Lucca 1917; F. De Bojani, L'a faire du
"Quartier" à Rome à la in du siècle XVIIe, Louis XIV et le Saint-Siège, in Revue
d'histoire diplomatique, 1908; M. D'Angelo, Luigi XIV e la S. Sede, Roma 1914; L.
Barberis, Il contrasto fra la S. Sede e la Francia nella rel. De Gubernatis, in Boll. stor.
bibl. subalp., XXXIII (1931); id., Il conte Orazio Provana ambasciatore sabaudo (1630-
1687), ibid., XXX (1928). Cfr. I. Lameire, Théorie et pratique de la conquête dans
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l'ancien droit. II, Les occupations militaires en Italie pendant les guerres de Louis XIV,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Parigi 1903; J. C. Corbett, England in the Mediterranean (1603-1713), 2ª ed.,
Londra 1912, voll. 2.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Il secolo XVIII e gli albori del Risorgimento.
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Per la questione delle "origini" del Risorgimento cfr. E. Rota, L'enigma del
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Settecento e il problema delle origini del nostro Risorgimento, in Nuova riv. stor., III
(1918); F. Gabotto, Le origini del Risorgimento italiano prima della rivoluzione
(/index.html)
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
83. Storia religiosa e dei rapporti fra Chiesa e Stato. - Importantissimi, in questo
campo, gli studî sul giansenismo, di E. Rota, Il giansenismo in Lombardia e i
prodromi del Risorgimento italiano,
LIBRI Pavia 1907 ARTE
(/TRECCANILIBRI/) (cfr. (/TRECCANIARTE/)
anche di E. G. Rota, G. Poggi e
la formazione psicologica del patriota moderno, in Nuova rivista storica, VI-VII,
1922-23); N. Rodolico, Gli amici e i tempi di Scipione Ricci. Saggio sul Giansenismo
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
italiano, Firenze 1920; A. C. Jemolo, Stato e Chiesa negli scrittori politici italiani del
Seicento e del Settecento, Torino 1914; id., Il Giansenismo in Italia prima della
Rivoluzione, Bari 1928; e Italia religiosa nel Settecento,
ACQUISTA (/EMPORIUM/)in Riv. stor. ital., XLIX
(1932); R. Mazzetti, Rapporti tra il giansenismo toscano e il giansenismo lombardo,
Torino 1933.
CATALOGO (/CATALOGO/)
Torino 1916; L. Einaudi, Le entrate pubbliche dello Stato sabaudo durante la guerra
di successione di Spagna, Torino 1907; id., La inanza sabauda all'aprirsi del sec.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
XVIII e durante la guerra di successione spagnola, Torino 1908; P. Pugliese, Due
secoli di vita agric0la. Produzione e valore dei terreni, contratti agrarî, salari e prezzi
nel Vercellese nei secoli XVIII-XIX, Torino 1908;
ACQUISTA id., Condizioni economiche e
(/EMPORIUM/)
inanziarie della Lombardia nella prima metà del secolo XVIII, in Miscell. stor. ital.,
LII (1924); C. A. Vianello, L'industria, il commercio e l'agricoltura dello stato di
Milano nella seconda metà del sec. XVIII, Como 1932; M. R. Manfra, Pietro Verri e
i problemi economici del tempo suo, Milano 1932; cfr. anche G. Macchioro, Teorie
e riforme economiche ed amministrative nella Lombardia del sec. XVIII, Città di
Castello 1904; C. Invernizzi, Riforme amministrative ed economiche dello stato di
Milano al tempo di Maria Teresa, in Boll. Soc. pavese, 1913-14; e id., Condizioni
annonarie dello stato di Milano nel sec. XVIII, in Vierteljahr. f. Sozial- u.
Wirtschaftsgechichte, 1923; A. Visconti, Le condizioni degli operai agli albori
dell'industria libera in Lombardia nel sec. XVIII, Milano 1928; G. Occioni
Bonaffons, Del commercio di Venezia nel sec. XVIII, Venezia 1891; L. Einaudi,
L'economia pubblica di Venezia dal 1735 al 1755, in Studi di economia e inanza,
Torino 1907; R. Cessi, La crisi agricola negli Stati Veneti a metà del sec. XVIII, in
Nuovo arch. veneto, XLII (1921); I. Laneve, Il porto di Trieste nel sec. XVIII, Pavia
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suoi rapporti col Risorgimento italiano, Pavia 1932; L. Dal Pane, La questione del
commercio dei grani nel Settecento in Italia, I (Toscana), Milano 1932; C.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Barbagallo, Le origini della grande industria contemporanea, voll. 2, Firenze 1929-
30. Cfr. G. Luzzatto, Il primo secolo della grande industria contemporanea, in Nuova
riv. stor., XIV (1930); e F. Borlandi,
ACQUISTA della grande industria in Italia, in
(/EMPORIUM/)
Sulle origini
Annali della Facoltà di scienze politiche della R. Università di Pavia, IV (1931). V.
anche L. Nina, Le inanze ponti icie sotto Clemente XI, Milano 1928.
problemi economici del sec. XVIII nella vita politica e negli scrittori veneti del tempo, in
Ateneo ven., CX (1932).
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
87. Storia della cultura, della società, della vita privata, ecc. - V. soprattutto C.
Cantù, L'abate Parini e la Lombardia nel sec. passato,
ACQUISTA Milano 1854; L. Negri, Pietro
(/EMPORIUM/)
Verri e le sue Idées sur la société, in Nuova riv. stor., XIII (1929); A. Ottolini, Pietro
Verri e i suoi tempi, Palermo 1931; G. Seregni, Don Carlo Trivulzio e la cultura
milanese dell'età sua, Milano 1927; P. Pecchiai, La "Società patriottica" istituita in
Milano dall'imp. Maria Teresa. Cenni storici (1776-1796), in Arch. stor. lomb., XLIV
(1917); R. Cotugno, La sorte di G. B. Vico e le polemiche scienti iche e letterarie dalla
ine del sec. XVII alla metà del XVIII, Bari 1914. In genere G. Maugain, Études sur
l'évolution intellectuelle de l'Italie de 1657 à 1750, Parigi 1909; G. Natali, Idee,
costumi, uomini del 700, Torino 1916; A. Ferrari, La preparazione intellettuale del
Risorgimento italiano (1748-89), Milano 1925 (ma cfr. giannone; muratori; vico).
Per i rapporti culturali con l'estero A. Graf, L'anglomania e l'in lusso inglese in
Italia nel sec. XVIII, Torino 1911; L. Sorrento, Francia e Spagna nel settecento.
Battaglie e sorgenti di idee, Milano 1931; G. Ortolani, Italie et France au XVIIIe
siècle, in L'Italie au XVIIIe siècle. Mélanges de littérature et d'histoire, Parigi 1929; e
specialmente E. Rota, Razionalismo e storicismo. Rapporti di pensiero tra Italia e
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Francia avanti e dopo la rivoluzione francese, in Nuova riv. stor., II e III (1917-18).
Anche L. Cahen, Les rapports intellectuels de la Toscane et de la France au XVIIIe
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Per la vita privata cfr. V. Malamani, Il Settecento a Venezia, voll. 2, Torino 1886-
92; Ph. Monnier, Venise XVIIIe siècle, ParigiARTE
au (/TRECCANILIBRI/)
LIBRI 1908; C. Curiel, Trieste
(/TRECCANIARTE/)
settecentesca, Palermo 1922; R. Cocconi, Bologna nel sec. XVIII, Faenza 1920; A.
Pescio, Settecento genovese, Palermo 1922; A. v. Reumont, Società e corte di Firenze
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
sotto il regno di Francesco II e Leopoldo I di Lorena Absurgo, Firenze 1877; e G.
Conti, Firenze dopo i Medici: Francesco di Lorena; Pietro Leopoldo; inizio del regno di
Ferdinando III, Firenze 1921. ACQUISTA (/EMPORIUM/)
89. Storia degli ordinamenti militari. - E. Pesenti, Angelo Emo e la marina veneta del
suo tempo, Venezia 1899.
90. Per la storia di alcuni stati, in particolare. - Per lo stato sabaudo, oltre a D.
Carutti, Storia del regno di Carlo Emanuele III, voll. 2, Torino 1858, cfr. M. Viora,
Le costituz. piem., Torino 1928; G. Fuos, La Sardegna nel 1773-76 descritta da un
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contemporaneo, trad. it., Cagliari 1899. Per Venezia: A. Del Piero, Angelo Querini
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
e la correzione del consiglio dei Dieci nel 1761-62, in Ateneo veneto, 1897; L.
Ottolenghi,
(/index.html) L'arresto e la relegazione di A. Querini, in Nuovo arch. veneto, XV
(1898); C. Grimaldo, Giorgio Pisani e il suo tentativo
CATALOGO di riforma, Venezia 1907; L.
(/CATALOGO/)
Pasolli, Scipione Ma fei e il suo "Consiglio politico", in Nuova riv. stor., IX (1925); e,
per la politica estera, A. Battistella, Venezia e l'Austria durante la vita della
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
repubblica, in Nuovo arch. veneto, XXXI (1916); A. M. Alberti, Venezia e la Russia
alla ine del sec. XVIII (1770-1785), in Arch. veneto, LXI-LXII (1931-32); M.
Rigobon, La questione delle
LIBRI "liste" e le relazioni ARTE
(/TRECCANILIBRI/) tra Venezia e l'Austria negli anni
(/TRECCANIARTE/)
Per Roma, G. Maugain, Rome et le gouvernement ponti ical au XVIIIe siècle d'après
les voyageurs français, in Mélanges de littérat. et d'histoire publ. par l'Union Intellect.
franco-italienne, 1921. Per il regno di Napoli, H. Benedikt, Das Königreich Neapel
unter Kaiser Karl VI., I, Vienna-Lipsia 1927; A. Lucarelli, La Puglia nel
Risorgimento, I, Bari 1931; N. Cortese, La Calabria Ulteriore alla ine del sec. XVIII,
Napoli 1921; E. Pontieri, introd. alle Lettere del marchese Caracciolo, Viceré di
Sicilia, al marchese Acton (1782-1786), in Arch. stor. napoletano, LV-LVI (1930-32);
e specialmente Il tramonto del baronaggio siciliano, in Archivio stor. siciliano, LI-
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LIII (1931-33). Inoltre, I. Rinieri, Della rovina di una monarchia. Relazioni storiche
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
tra Pio VI e la corte di Napoli negli anni 1776-1799, Torino 1901; e A. Pannone, Lo
stato borbonico. Saggio di storia del diritto pubblico napoletano (1734-99), I, Firenze
(/index.html)
XVIII, Torino 1914; A. Bozzola, Giudizi e previsioni della diplomazia medicea sulla
casa di Savoia durante la guerra di successione spagnuola, Torino 1914; A. Tallone,
Vittorio Amedeo II e la quadruplice alleanza, Torino 1914; A. Baraudon, La maison
de Savoie et la Triple Alliance (1713-1722), Parigi 1896; G. C. Zimolo, Tre campagne
di guerra (1701-1703) e la rep. di Venezia, in Arch. veneto, LVIII (1928); R. Quazza,
La lotta diplomatica tra Genova e la Spagna dopo la fuga dell'Alberoni dalla Liguria,
in Arch. stor. ital., LXXVIII (1920); A. Arata, Il processo del card. Alberoni,
Piacenza 1923; ma specialmente, sulla politica dell'Alberoni, E. Bourgeois, La
diplomatie secrète au XVIIIe siècle, II, Parigi 1909; e R. Castagnoli, Il cardinal
Alberoni, voll. 2, Piacenza 1929-1931; A. Battistella, La guerra di successione
polacca desunta da lettere private del tempo, Venezia 1915; N. Nicolini, Sulla
riconquista ispano-borbonica del regno di Napoli, in Arch. stor. ital., LXXXVII
(1929). V. anche E. Robiony, Gli ultimi dei Medici e la successione al granducato di
Toscana, Firenze 1905; L. Simeoni, L'assorbimento austriaco del ducato estense e la
politica dei duchi Rinaldo e Francesco III, Modena 1919. Cfr. successione.
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93. Per la Corsica cfr. S. Pellegrini, La Corsica e i Savoia nel sec. XVIII, in Nuova
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
riv. stor., VIII (1924); A. Le Glay, Histoire de la conquête de la Corse par les
(/index.html)Parigi 1912; L. Villat, La Corse de 1768 à 1789, voll. 2, Besançon 1925;
Français,
G. Volpe, Europa e Mediterraneo nei secoli XVII-XVIII
CATALOGO (come la Corsica divenne
(/CATALOGO/)
dal 1789 al 1799, 2ª ed. a cura di F. Lemmi, Milano 1907 (nella collezione F.
Vallardi); e soprattutto V. Fiorini e F. Lemmi, Storia d'Italia dal 1799 al 1814,
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Milano 1918 (nella stessa coll.); anche A. Ferrari, L'esplosione rivoluzionaria del
Risorgimento (1789-1815), Milano 1925.
Per la cronistoria, utilissimo L'Italia nei cento anni del sec. XIX, giorno per giorno,
illustrata, dal 1801 in poi, a cura di A. Comandini, Milano 1900-1929
(continua).
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95. Per i singoli stati, N. Bianchi, Storia della monarchia piemontese dal 1773 al
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
1861, voll. 4, Torino 1877-85; D. Carutti, Storia della corte di Savoia durante la
(/index.html) e l'impero francese, voll. 2, Torino 1892; J. D'Ivray, La Lombardie au
rivoluzione
temps de Buonaparte, Parigi 1919; G. Maclellan,
CATALOGO Venice and Bonaparte, Londra
(/CATALOGO/)
ed., Parigi 1927; E. Vercesi, Pio VII, Napoleone e la Restaurazione, Torino 1933; B.
Croce, La rivoluzione napoletana del 1799, Bari 1912; N. Rodolico, Il popolo agli
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
inizi del Risorgimento nell'Italia meridionale, 1798-1801, Firenze 1925; I. A. v.
Helfert, Fabrizio Ru fo. Rivoluzione e controrivoluzione di Napoli, del 1718-99,
Torino 1885; G. Blanch, Il regno diACQUISTA 1801 al 1806, in Arch. stor.
(/EMPORIUM/)
Napoli dal
napoletano, 1923; P. Pieri, Il regno di Napoli dal 1799 al 1806, Napoli 1928; C.
Auriol, La France, l'Angleterre et Naples de 1803 à 1806, voll. 2, Parigi 1904-05; R.
M. Johnston, The Napoleonic Empire in Southern Italy and the Rise of the Secret
Societies, voll. 2, Londra 1904; J. Rambaud, Naples sous Joseph Bonaparte (1806-
1808), Parigi 1911; A. Espitalier, Napoléon et le roi Murat (1808-1815), Parigi 1910;
G. Bianco, La Sicilia durante l'occupazione inglese (1808-1815), Palermo 1902. Per la
Repubblica Italiana e il Regno Italico, A. Pingaud, Bonaparte président de la
République italienne, voll. 2, Parigi 1907-08; id., Les hommes d'État de la République
Italienne, Parigi 1919; id., Le Royaume d'Italie, in Revue d'Histoire diplomatique,
1927-32; L. Coraccini, [pseudonimo di G. Valeriani], Storia dell'amministrazione
del regno d'Italia durante il dominio francese, Lugano 1823; G. Pecchio, Saggio
storico sull'amministrazione inanziaria dell'ex regno d'Italia dal 1802 al 1814, 2ª ed.,
Londra 1826.
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98. Sette e società segrete. - B. Marcolongo, La massoneria in Italia nel sec. XVIII e
durante la dominazione francese, in Studi storici, 1910; F. Carabellese, Massoneria e
Carboneria nel Barese nei primi anni del sec. XIX, in Arch. pugliese del Risorgimento
italiano, 1914; R. Soriga, Settecento massonizzante e massonismo napoleonico nel
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 802/1196
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SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Singoli momenti. - 99. Periodo delle rivoluzioni e delle repubbliche (1796-1799). - L.
C. Bollea, La rivoluzione in una terra del Piemonte (1797-1799), Torino 1905
[Savigliano]; A. De Regibus, I moti repubblicani
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) dell'Ossola
ARTE e del Lago Maggiore nel
(/TRECCANIARTE/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 803/1196
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francesi a Roma. La ine del ponti icato di Pio VI, in Revue Napoléonienne, 1914; L.
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Vicchi, Les français à Rome pendant la Convention, Roma 1892; F. Masson, Les
(/index.html) de la révolution. Hugon de Bassville à Rome, Bernadotte à Vienne, Parigi
diplomates
1883; A. Mathiez, La France et Rome Constituante, in La Révolution
sous la (/CATALOGO/)
CATALOGO
rep. napol., Firenze 1898; id., Nelson a Napoli nel giugno del 1799, in Arch. stor.
napol., LIII (1928); F. P. Badham, Nelson e Ru fo, Roma 1907; V. Ruffo, Il card.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Fabrizio Ru fo e la Controrivoluzione del 1799, Napoli 1919; A. Manes, Un
cardinale condottiero, Fabrizio Ru fo e la repubbl. partenopea, Aquila 1929; R.
Palmarocchi, Francesi e NapoletaniACQUISTA in Arch. stor. ital., 1913; V. Morcardi,
nel 1799,(/EMPORIUM/)
L'invasione francese nell'Abruzzo Teramano nel 1798-99, in Boll. Soc. storica
abruzzese, 1900; G. Rivera, L'invasione francese in Italia e l'Abruzzo aquilano dal
1792 al 1797, ibid., 1907; F. Carabellese, In Terra di Bari, 1799-1806, Trani 1900; B.
Caputo, La Terra di Bari nel 1799, Bari 1922; G. De Ninno, I martiri e perseguitati
politici di Terra di Bari nel 1799, Bari 1915; G. Fortunato, Il 1799 in Basilicata, in
Arch. stor. napoletano, 1899; A. Sansone, Gli avvenimenti del 1799 nelle Due Sicilie,
Palermo 1901; F. Scandone, Il giacobinismo in Sicilia (1792-1802), in Arch. stor.
sicil., n. s., XLIII-IV (1921-22). Per la Sardegna S. Pola, I moti delle campagne di
Sardegna dal 1793 al 1802, voll. 2, Sassari 1923.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 804/1196
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lombarda del 1814 e la politica inglese, in Arch. stor. lomb., s. 4ª, XI (1909); V.
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Paltrinieri, I moti contro Napoleone negli stati di Parma e Piacenza (1805-1806),
Bologna
(/index.html)1927; I. Borel, Gênes sous Napoleon I, Parigi 1929; F. Nani Mocenigo,
Venezia 1896;
Del dominio napoleonico a Venezia,CATALOGO G. Rizzardo, Il patriarcato di
(/CATALOGO/)
Venezia durante il regno napoleonico, in Nuovo arch. veneto, 1914; F. Lemmi, Roma
nell'impero napoleonico, in Arch. stor. ital., 1915; I. Rinieri, La diplomazia ponti icia
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
nel sec. XIX, voll. 2, Roma 1902; id., Napoleone e Pio VII, voll. 2, Torino 1906; id.,
Pio VII e Napoleone nel 1814, Genova 1914; H. Welschinger, Le Pape et l'Empereur,
Parigi 1905; R. Trifone, Feudi
LIBRI e Demani. Eversione
(/TRECCANILIBRI/) ARTE della feudalità nelle provincie
(/TRECCANIARTE/)
aspirazioni unitarie nel 1815, in Arch. stor. napol., XXVI (1901); D. Spadoni, Nel
centenario del proclama di Rimini, in Rassegna storica del Risorgimento, II (1915);
id., La conversione italiana del Murat, in Nuova riv. stor., XV (1930); id.,
Federazione e re d'Italia mancati nel 1814-15, ibid., XVI (1931); id., Per la prima
guerra d'indipendenza italiana nel 1815, Pavia 1929; E. Del Cerro, Maria Carolina
d'Austria e la politica inglese in Sicilia (1805-1817), in Atti accad. Acireale, 1907-08;
N. Niceforo, La Sicilia e la costituzione del 1812, in Arch. stor. siciliano, n. s,
XXXVIII, XLVI (1913, 1925); L. Genuardi, Tommaso Natale e la costituzione
siciliana del 1812, in Arch. stor. siciliano, n. s., XLIII (1921); E. Pontieri, Ai margini
della costituzione siciliana del 1812, in Atti del XXV Congresso della Soc. Nazion. del
Risorgimento, Roma 1932.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 805/1196
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con lagrazione europea, Torino 1922; id., L'Italia odierna, voll. 2, Torino 1916
segg.; id., Il popolo italiano negli ultimi due secoli, Roma 1924; A. Solmi, Il
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Risorgimento italiano, Milano 1919; E. Masi, Il Risorgimento italiano, voll. 2,
Firenze 1917; F. Lemmi, Il popolo italiano dal 1815 al 1849. Storia civile, Milano
1926; A. Gori, Il Risorgimento (1849-1861). Il Regno
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE d'Italia (1861-1900), Milano
(/TRECCANIARTE/)
1904; P. Orsi, L'Italia moderna. Storia degli ultimi 150 anni, 6ª ed., Milano 1928; F.
Quintavalle, Storia dell'unità italiana (1815-1925), 2ª ed., Milano 1926; A. Ferrari,
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
La restaurazione in Italia (1815-1849), Roma 1931, e M. Rosi, L'unità d'Italia (1849-
1881), Roma 1931; G. Bourgin, La formazione dell'unità italiana, trad. ital.,
Firenze 1931; e specialmente, I. Raulich,
ACQUISTAStoria
(/EMPORIUM/)
del Risorgimento politico d'Italia
(1815-1859), voll. 5, Bologna 1920-1925.
Utile, A. Comandini (cont da A. Monti), L'Italia nei cento anni del sec. XIX, cit. al
§ 94; e anche il Dizionario del Risorgimento, a cura di M. Rosi, voll. 2, Milano
1932. - Da vedere inoltre D. Zanichelli, Studi di storia costituzionale e politica del
Risorgimento italiano, Bologna 1900; A. Malvezzi, Il Risorgimento italiano in un
carteggio di patrioti lombardi (1820-1860), Milano 1924.
Per i rapporti con gli stati stranieri, in genere, v. N: Bianchi, Storia documentata
della diplomazia europea in Italia dal 1814 al 1861, voll. 8, Torino 1865-1872; I.
Rinieri, La diplomazia ponti icia nel sec. XIX, voll. 2, Roma 1902; e il quadro
sintetico di G. Volpe, I rapporti diplomatici fra l'Italia e l'Europa durante il
Risorgimento, in Bulletin of International Committee of Hist, Sciences, V (1933).
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Londra 1918; B. Zumbini, Gladstone nelle sue relazioni con l'Italia, Bari 1914; M.
Mazziotti, Napoleone III e l'Italia, Milano 1925, ma specialmente P. Silva, La
politica di Napoleone III e l'Italia, in Nuova riv. stor., XI (1927); A. Pingaud,
Napoléon III et ses projets de con édération italienne, in Revue Historique, CLV
(1927). Importante A. Comandini, Il principe Napoleone nel Risorgimento italiano,
Milano 1922. V. anche C. Morandi, Alcuni aspetti del Risorgimento come problema
politico europeo, in Riv. stor. ital., XLVIII (1931); J. Gay, Un siècle d'histoire
italienne. Les deux Romes et l'opinion française. Les rapports franco-italiens depuis
1815, Parigi 1931.
Per i rapporti fra gli stati italiani cfr. M. L. Rosati, Carlo Alberto di Savoia e
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Francesco IV d'Austria-Este, Roma 1907; L. Cappelletti, Austria e Toscana (1824-
1854), Torino 1918; G. Paladino, Il governo napoletano e la guerra del 1848, in
(/index.html)
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
102. Storia dei singoli stati. - A. v. Helfert, Zur Geschichte d. Lombardo-
venezianischen Königreichs, Vienna 1908; A. Sandonà, Il regno Lombardo-Veneto.
La costituzione e l'amministrazione, Milano 1912;
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) N.(/TRECCANIARTE/)
ARTE Bianchi, I ducati estesi
dall'anno 1815 al 1850, voll. 2, Torino 1852; E. Casa, Parma da Maria Luigia
imperiale a Vittorio Emanuele II (1847-60), Parma 1901; A. Sardi, Lucca e il suo
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
ducato dal 1814 al 1859, Pistoia 1912; L. C. Farini, Lo Stato romano dall'anno 1815
all'anno 1850, voll. 4, Torino 1850-53; L. C. Alberti, La corte ponti icia vista dal
rappresentante sardo a Roma (1824-26), in Rass.
ACQUISTA stor. risorgimento, XIX (1932); R.
(/EMPORIUM/)
De Cesare, Roma e lo stato del papa dal ritorno di Pio IX al XX settembre (1850-70),
voll.2, Roma 1907; G. Leti, Roma e lo stato ponti icio dal 1849 al 1870, 2ª ed., voll.
2, Ascoli Piceno 1911; F. Hayward, Le dernier siècle de la Rome Ponti icale, voll. 2,
Parigi 1927-1928; R. Cotugno, Tra reazione e rivoluzione. Contributo alla storia dei
Borboni di Napoli dal 1849 al 1860, Lucera 1925; F. Guardione, Il dominio dei
Borboni in Sicilia dal 1830 al 1861, 2ª ed., voll. 2, Torino 1907; id., La Sicilia nella
rigenerazione politica d'Italia (1795-1860), Palermo 1912; id., La reazione borbonica
in Sicilia ed il trionfo della rivoluzione unitaria 1850-1861, Palermo 1930. E cfr. L.
Marchetti, Il Trentino nel Risorgimento, voll. 2, Roma 1913; M. L. Cao, La ine
della costituzione autonoma sarda in rapporto col Risorgimento e coi precedenti storici,
Cagliari 1928.
liberale toscana studiata nelle ilze segrete della polizia del Buon Governo (1844-46),
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Palermo 1919; P. Mazara, Studio sul movimento liberale in Sicilia dal 1815 alla
vigilia del 1848, Alcamo 1916; ma specialmente R. Ciasca, L'origine del
(/index.html)
Anzilotti, Dal neoguel ismo all'idea liberale, in Nuova riv. stor., I (1917). Cfr. anche
§ 107 e i capitoli rel. all'Italia in G. De Ruggiero, Storia del liberalismo europeo,
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Bari 1925.
Per le sette e società segrete, oltre al Luzio e Leti cit. al § 98, cfr. O. Dito,
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Massoneria, Carboneria ed altre società segrete nella storia del Risorgimento italiano,
Torino 1905; A. Bersano, Adel i, Federati e Carbonari, in Atti Acc. Torino, XLV
(1909-10); D. Spadoni, Sètte, cospirazioni
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
e cospiratori nello Stato ponti icio
all'indomani della restaurazione, Torino 1904; F. Lemmi, Il processo del principe
della Cisterna (1821), Roma 1923; A. Baretta, Le società segrete in Toscana nel
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 809/1196
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104. Storia degli esuli. - A. Segre, I profughi sardi del '21 in Spagna, in Rass. stor.
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Risorg., VIII (1921); R. Manzoni, Gli esuli italiani nella Svizzera, Milano 1922; E.
Michel,
(/index.html)Esuli e cospiratori italiani in Corsica (1830-50), in Arch. storico di Corsica,
Nuova riv. storica, XVI (1932); I. Zingarelli, Italiani a Parigi dopo il 1848, in La
cultura, n. s., XI (1932).
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
CATALOGO (/CATALOGO/)
107. Partiti politici. - Oltre a G. Ferrari, I partiti politici italiani dal 1789 al 1848,
nuova ed., Città di Castello 1921, v. A. Sandonà, L'idea unitaria e i partiti politici
alla vigilia del 1848, Roma 1914; E. Passamonti, Unitarismo ed anti-unitarismo nel
partito liberale toscano durante la campagna del 1848, in Rassegna storica del
Risorgimento, V (1918); id., Il ministro Capponi ed il tramonto del liberalismo
toscano nel 1847, ibid., VI (1919); id., Il liberalismo toscano ed i suoi rapporti con
Cesare Balbo ed il suo gruppo durante la questione toscano-modenese per il possesso
della Lunigiana (ottobre-dicembre 1847), in Il Risorgimento italiano, 1920; C.
Scavone, Il movimento unitario repubblicano in Toscana nel '48-'49, Catania 1918; P.
Chiaramonte, Il programma del '48 e i partiti politici in Sicilia, in Arch. stor.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 811/1196
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CATALOGO (/CATALOGO/)
108. Rapporti fra Stato e Chiesa. - W. Maturi, Il concordato del 1818 tra la Santa
Sede e le Due Sicilie, Firenze 1928; ACQUISTA
A. Bozzola e T. Buttini, Stato e Chiesa nel
(/EMPORIUM/)
della madre di Cavour, in Atti acc. Torino, LXIII (1927-28); id., La vita religiosa di
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
A. Manzoni, Bari 1931, voll. 2; G. Gangale, Revival. Saggio sulla storia del
protestantesimo
(/index.html) in Italia dal Risorgimento ai tempi nostri, Roma 1929.
CATALOGO (/CATALOGO/)
Emanuele II, voll. 2, Bologna 1930. E anche W. K. Hancock, Ricasoli and the
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Risorgimento in Tuscany, Londra 1926; M. Rosi, I Cairoli, voll. 2, 2ª ed., Bologna
1929; C. Avarna di Gualtieri, Ruggero Settimo nel Risorgimento siciliano, Bari
(/index.html)
l'indipendenza e l'unità d'Italia (dal '49 al '66), Torino 1930; C. Fabris, Gli
avvenimenti militari dalLIBRI
1848-49, voll. 3, Torino 1898-1905; A. Baldini, La guerra
(/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
del 1848-49 per l'indipendenza d'Italia, Roma 1929; C. Pisacane, Guerra combattuta
in Italia negli anni 1848-49, nuova ed., Roma 1906; C. Manfredi, La spedizione
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
sarda in Crimea nel 1855-56, Roma 1896; La guerra del 1859 per l'indipendenza
d'Italia, voll. 4, Roma 1910-12.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Singoli momenti. - 113. I primi anni della Restaurazione. - A. Segre, Il primo anno
del ministero Vallesa (1814-15), Roma 1921 (v. anche M. Avetta, Uomini della
restaurazione. Il conte Ignazio Thaon di Revel, in La Rivoluzione piemontese del 1821,
Torino 1921); P. Pieri, La restaurazione in Toscana (1814-1821), Pisa 1922; G.
Cassi, Il card. Consalvi e i primi atti della restaurazione ponti icia, Roma 1931.
114. I moti del '20 a Napoli e del '21 in Piemonte e la congiura di Napoli. - V. in
genere P. Pieri, Le società segrete e i moti degli anni 1820-21 e 30-31, Milano 1931;
E. G. Bianco, La rivoluzione napoletana del 1820, Firenze 1905; V. Castaldo, La
Rivol. napoletana del 1820, in Rassegna stor. del Risorg., VIII (1921); V.
Fontanarosa, Il parlamento nazionale napoletano per gli anni 1820-21, Roma 1900;
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 815/1196
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E cfr. P. Negri, I moti piemontesi del 1821 secondo la diplomazia ponti icia, in La
rivoluz. piemont. del 1821, Torino 1921; e N. Cortese, Pietro Colletta e la sua "Storia
del reame di Napoli", in Rass. stor. del Risorgimento, XI (1924).
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 816/1196
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lombardi del 1821, in Rassegna stor. del Risorg., XIX (1932). E anche E. Casa, I
carbonari parmigiani e guastallesi cospiratori nel 1821, e la duchessa Maria Luigia,
Parma 1904; id., I moti del 1820-21 nelle carti bolognesi, Bologna 1923; M. Perlini,
I processi politici del card. Rivarola, Mantova 1910.
115. Moti del '30 e del '31. - G. Sforza, La rivoluzione del 1831 nel ducato di Modena,
Parma 1909; id., Il dittatore di Modena, Biagio Nardi, e il suo nepote Anacarsi,
Roma 1916; id., Ciro Menotti e il duca di Modena, in Rassegna storica del
Risorgimento, V (1918); G. Ruffini, Le cospirazioni del 1831 nelle memorie di Enrico
Misley, Bologna 1931; A. Solmi, Ciro Menotti, Modena 1931; R. Del Piano, Roma
e la rivoluzione del 1831, Roma 1931; A. Del Prato, L'anno 1831 negli ex-ducati di
Parma, Piacenza e Guastalla, in Memorie parmensi per la storia del Risorg., II,
Parma 1919; T. Fontana, Don Giuseppe Andreoli, la prima vittima di Francesco IV
duca di Modena, Reggio Emilia 1924; M. L. Rosati, Francesco IV, l'Austria e i
congiurati italiani del 1831, Viterbo 1907; G. Ruffini, La congiura estense
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 817/1196
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nell'inquisizione dei Modenesi catturati dall'Austria nel 1831, in Rassegna storica del
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Risorg., XII (1925); A. Sorbelli, La congiura Mattioli, Roma 1901; Pedrotti, La
(/index.html)del barone Marschall nei ducati di Modena e di Parma, Modena 1933 (cfr.
missione
anche F. Salata, in Arch. stor. provincie parmensi,
CATALOGO 1931).
(/CATALOGO/)
116. La reazione dei governi dopo i moti del '31, la propaganda mazziniana e le
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
congiure (dal 1832 al 1848). - G. Faldella, I fratelli Ru ini. Storia della Giovine Italia
nel 1833, Torino 1895-98; A. Luzio, Gli inizi del regno di Carlo Alberto, in
Memorie Acc. Torino, LXVI
LIBRI (1922-23), e cfr. Carlo
(/TRECCANILIBRI/) ARTE Alberto e Mazzini, cit. al § 111;
(/TRECCANIARTE/)
francese di Ancona nel 1832), in Rass. stor. risorg., XVIII (1931); R. Pierantoni,
Storia dei fratelli Bandiera e loro compagni in Calabria, Milano 1909; G. De Chiara,
I martiri cosentini del 1844, Roma 1904; H. Weil, Le condizioni del regno di Napoli
nell'autunno del 1843 e dopo la fucilazione dei fratelli Bandiera (luglio-agosto 1844), in
Arch. stor. napoletano, XLVII (1922); E. Castellani, Il moto di Romagna dell'agosto
1843, Milano 1917; H. Weil, Les troubles de Bologne et leur répercussion (sept.-oct.
1843), in Atti e Mem. dep. Romagne, s. 4ª (1924); O. Montenovesi, I casi di
Romagna (20-30 settembre 1845), in Rassegna stor. del risorg., VIII (1921); R.
Ferrari, Il principe di Canino e il suo processo (1847-48), Roma 1925.
Cfr. anche P. Negri, La cospirazione piemontese del 1833 secondo i carteggi della
diplomazia romana, in Rass. stor. del Risorg., XI (1924); C. Vidal, Mazzini et les
tentatives révolutionnaires de la Jeune Italie dans les États Sardes (1833-34). Parigi
1927; A. Monti, Lo scisma mazziniano del 1839-40 alla luce di un importante
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 818/1196
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CATALOGO (/CATALOGO/)
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
G. Sforza, Carlo II di Borbone e la rivoluzione di Parma nel 1848, in Nuova
Antologia, s. 4ª, LVIII (1895); id., Carlo II di Borbone e la suprema reggenza di
Parma, ibid., s. 4ª, LXVI (1896);
LIBRI G. P. Clerici,ARTE
(/TRECCANILIBRI/) La suprema reggenza e il governo
(/TRECCANIARTE/)
provvisorio di Parma nel 1848, in Arch stor. prov, parmensi, n. s., XVI (1916); G.
Bajone, La Costituente toscana (1848), in Rassegna storica del risorgimento, V
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
(1918); id., La Costituente italiana del 1849, Firenze 1920; F. Martini, Il
Quarantotto in Toscana, Firenze 1919; P. Jona, I moti politici di Livorno negli anni
1847-48, Milano 1909; A. Mangini,ACQUISTA di Livorno contro gli Austriaci (10-11
La difesa(/EMPORIUM/)
Maggio 1849), in Il Risorg. it., II (1909); G. Sforza, Il Mazzini in Toscana nel 1849.,
ibid., 1909; id., Garibaldi in Toscana nel 1848, Roma 1897.
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Ancona nel 1849, Roma 1911; L. Grottanelli, I moti politici nelle Marche e nella
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Romagna dal 1848 al 1852, in Rassegna Nazionale, 1903 e 1904; B. Ronchi,
(/index.html) politico della città di Perugia dal 1848 al 1860, Foligno 1904.
Movimento
CATALOGO (/CATALOGO/)
id., Gli antecedenti ideali della rivoluz. del '48 nell'Italia meridionale, ibid., X (1923);
id., Il governo napol. e la guerra del 1848, in Nuova rivista storica, IV-V (1920-21);
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
G. Sforza, La costituzione napoletana del 1848 e la giornata del 15 maggio, Roma
1921; O. Conti, Sul moto rivoluzionario napoletano del 15 maggio 1848, in Rassegna
storica del risorgimento, XIII (1926); C. De Donato,
ACQUISTA Il moto liberale napoletano del
(/EMPORIUM/)
1848, Bari 1930; G. Mondaini, I moti politici del 1848 e la setta dell'"Unità Italiana"
in Basilicata, Roma 1902; V. Castaldo, La setta dell'"Unità Italiana" in Terra di
Lavoro e il suo processo, in Rassegna storica del risorg., VIII (1921); N. Bernardini,
Lecce nel 1848, Lecce 1913; S. Daconto, La provincia di Bari nel 1848-89, Trani
1908; E. Pontieri, I fatti lucerini del 1848, in Rass. stor. Risorg., X (1923); B.
Musolino, La rivoluzione del 1848 nelle Calabrie, Napoli 1903; S. Chiaramonte, Il
programma del '48 e i partiti politici in Sicilia, in Arch. stor. siciliano, n. s. XXVI
(1901); V. Finocchiaro, La rivoluzione siciliana del 1848-49 e la spedizione del
generale Filangieri, Catania 1906; G. Romano-Catania, Rosolino Pilo e la
rivoluzione siciliana del 1848-49, in Nuova antologia, s. 4ª, CXIV (1904).
118. Dal 1850 al 1859. - C. De Donato, L'avvento di Cavour (1850-52), Bari 1930; A.
Luzio, I martiri di Bel iore, 4ª ed., Milano 1924; id., I processi politici di Milano e di
Mantova (1851-53) restituiti dall'Austria, Milano 1919; L. Pollini, L'insurrezione
milanese del 1859, Milano 1930; A. Curti, I moti insurrezionali del 22 luglio 1854 in
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 821/1196
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Parma, Parma 1904; E. Michel, L'ultimo moto mazziniano (1857). Episodio di storia
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
toscana, Livorno 1903; G. Lumbroso, Austria e Toscana dopo la restaurazione del
1849, in Rass. stor. risorg., XIX (1932); id., L'intervento austriaco in Toscana e l'opera
(/index.html)
XVIII (1931);
della commissione governativa, ibid.,CATALOGO E. Costantini, Il decennio di
(/CATALOGO/)
Per Pisacane, N. Rosselli, Carlo Pisacane, Torino 1932; per F. Orsini, A. Luzio,
Felice Orsini, Milano 1914, e R. Caddeo, L'attentato Orsini, Milano 1933.
119. La guerra del '59 e le annessioni nell'alta e media Italia. - P. Matter, Les
conventions franco-sardes du 26-28 janvier 1859, in Compte-rendu de l'Académie des
Sciences morales et politiques, 1925; F. C. Roux, La Russie et la politique italienne de
Napoléon III, in Revue historique, 1916 segg.; F. Salata, Napoleone III e Francesco
Giuseppe alla pace di Villafranca, in Nuova Antologia, LVIII (1923); J. Tresal,
L'annexion de la Savoie à la France, Parigi 1913; G. Giacometti, La question de
l'annexion de Nice en 1860, in Revue des Deux Mondes, 1860; C. Pagani, Milano e la
Lombardia nel 1859, Milano 1902; F. De Dominicis, L'ordinamento provvisorio
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L'unità d'Italia, cit. al § 101). E inoltre A. Gori, Il popolo ital. dal 1870 ai giorni
nostri. Storia civile, Milano s. a.; A. Pingaurd, L'Italie depuis 1870, Parigi 1905; M.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Rosi, Storia contemporanea d'Italia, cit. al § 101; id., La formazione dell'Italia
contemporanea (1700-1928), Roma 1929; G. Salvemini, L'Italia politica del secolo
XIX, in L'Europa nel sec. XIX, Padova 1925;
TRECCANI L. M.(/CULTURA/)
CULTURA Hartmann, Il risorgimento e le
basi dell'Italia moderna, 1815-1915, trad. ital., Firenze 1923; G. Bourgin, La
formazione dell'unità italiana, trad. ital., Firenze 1931; R. Michels, Italien von
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
heute. Politische u. Wirtschaftliche Kulturgeschichte von 1860 bis 1930, Zurigo e Lipsia
1930. Per il periodo 1861-70, G. Paladino, Roma. Storia d'Italia dal 1861 al 1871,
con particolare riguardo alla questione romana, Milano 1933. Cfr. anche R. De
Cesare, Mezzo secolo di storia italiana sino alla pace di Losanna, 3ª ed., Città di
Castello 1913; le varie monogr. raccolte in Cinquanta anni di storia italiana,
pubbl. sotto gli auspici della R. Acc. dei Lincei, voll. 3, Milano 1911.
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123. Storia dei partiti politici. - Oltre ai cap. relativi in G. De Ruggiero, Storia del
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
liberalismo europeo, cit. al § 103, cfr. A. Ferrri, Principî e forme della lotta politica
nella terza Italia, Roma, 1927; Rerum Scriptor (pseud. di G. Salvemini), I partiti
(/index.html)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 825/1196
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bismarckiana, in Riv. stor. ital., 1923; id., Cinquantenario della Triplice Alleanza, in
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
La Cultura, n. s., XI (1932); A. Sandonà, L'irredentismo nelle lotte polit. e nelle
contese diplomatiche italo-austriache, 1881-82, I, Bologna 1932. Inoltre A. Billot,
(/index.html)
Italia dal 1849 al 1914, Torino 1915; G. Caprin, I trattati segreti della Triplice
Alleanza, Bologna 1922; Un Italiano (E. Amadori-Virgili), La politica estera
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
italiana (1875-1916), Bitonto 1916; L. Bissolati, La politica estera dell'Italia dal 1897
al 1920, Milano 1923; S. Barzilai, Dalla Triplice Alleanza al con litto europeo, Roma
1924; G. Gallavresi, Italia e Austria
LIBRI (1859-1914),ARTE
(/TRECCANILIBRI/) Milano 1922; C. Capasso, Italia e
(/TRECCANIARTE/)
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131. Storia della cultura. - V. soprattutto G. Gentile, Appunti per la storia della
cultura in Italia nella seconda metà del sec. XIX (Sicilia e Piemonte) in La critica,
1909-1911, 1915-1923 (del Gentile anche Gino Capponi e la cultura toscana nel
sec. XIX, Firenze 1922, e Le origini della iloso ia contemporanea in Italia, Messina
1917 segg.); G. Brognoligo, Appunti per la storia della cultura in Italia nella seconda
metà del sec. XIX (Veneto), in La critica, 1919-1924; L. Russo, Francesco De Sanctis
e la cultura napoletana (1860-1885), Firenze e Venezia 1928. E anche G.
Pasquali, Domenico Comparetti e la ilologia del sec. XIX, Rieti 1929.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 828/1196
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132. Storia dei con ini. - V. Adami, Storia documentata dei con ini del regno d'Italia
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
(I, italo-francese; II, italo-avizzero; III, italo-austriaco; IV, italo-iugoslavo), Roma
1920-31.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Singoli periodi. - 133. Dal '62 al '71. - Ch. Ch. Terlinden, La reconnaissance du
royaume d'Italie par la Belgique, in Mélanges H. Pirenne, Bruxelles 1926; M. Degli
Alberti, Napoleone III e B. Ricasoli, in Il risorg. ital., I (1908); H. Salomon, Le prince
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 829/1196
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134. Dal 1871 al 1914. - F. Beiche, Bismarck u. Italien, Berlino 1931; G. Salvemini,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Alla vigilia del congresso di Berlino, in Nuova riv. stor., IX (1925); E. Corti alle
Catene,
(/index.html)Bismarck u. Italien an Berliner Kongress 1878, in Hist. Vierteljahr., 1926; A.
1931; P. Silva, Come si formò la Triplice, Milano 1915; F. Tommasini, Una fase
ignorata della Triplice Alleanza, in Nuova Antologia, LXVIII (1932); L. Bonin
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Longare, Ricordi di Vienna nei primi anni della Triplice Alleanza, ibid., LXVIII
(1932); R. Cappelli, La politica estera del conte di Robilant, ibid., 1897; G.
Salvemini, La politica estera Roma
di Francesco Crispi,ARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) 1919; G. Volpe, Crispi,
(/TRECCANIARTE/)
Per la politica interna v. R. Quazza, La "Destra" e le elezioni del 1874 nel pensiero di
Minghetti, in Rass. stor. del risorgimento, X (1923); id., La disfatta della Destra, ibid.,
XII (1925); id., Idee e programmi nel partito moderato alla vigilia del trasformismo,
Padova 1925; A. Ferrari, Destra e sinistra (1871-1881), in Rass. stor. risorg., XIII
(1926); V. M. Claar, G. Giolitti u. die liberale Parlamentsdiktatur in Italien, in
Zeitschrift für Politik, 1928.
Guerra e dopoguerra.
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negli scopi di guerra degli ex imperi centrali, in Nuova Antologia, LVI (1921); E.
Vercesi, Il Vaticano, l'Italia e la guerra, Milano 1925; A. Palmieri, La spartizione
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
dell'Asia Minore. La politica degli Alleati e l'Italia, in Politica, XI (1928).
137. Storia interna. - F. Meda, I cattolici italiani nella guerra, Milano 1921; A.
Malatesta, I socialisti italiani durante la guerra, Milano 1926; A. Oberdorfer, Il
socialismo del dopoguerra a Trieste, Firenze 1922; G. De Rossi, Il partito popolare
italiano dalle origini al Congresso di Napoli, Roma 1920; M. Missiroli, Polemica
liberale, Bologna 1919; G. Ambrosini, Partiti politici e gruppi parlamentari dopo la
proporzionale, Firenze 1923 (e cfr. U. Giusti, Partiti politici e gruppi parlamentari
dopo la proporzionale, Firenze 1921); A. Ferrari, Partiti ed uomini politici italiani
nella guerra mondiale, in Nuova riv. stor., XIV (1930).
(/index.html)
Per più ampie indicazioni, v. guerra mondiale.
CATALOGO (/CATALOGO/)
Fascismo.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Firenze 1925; F. Ercole, Le origini dell'Italia fascista, Roma 1925; id., Dal
nazionalismo al fascismo, Firenze 1928; id., Dal Risorgimento al fascismo, in Annali
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
istruz. media, VIII (1932). V. anche Le origini e lo sviluppo del fascismo:
dall'intervento alla marcia su Roma, a cura del Partito nazionale fascista, Roma
1928; G. Pini e F. Bresadola, Storia del fascismo, Roma 1928; G. A. Chiurco,
Storia della rivol. fascista, voll. 5, Firenze 1929, utile come cronistoria; A.
Pagliaro, Il fascismo: commento alla dottrina, Roma 1933; M. Missiroli, L'Italia
d'oggi, Bologna 1932; e i varî studi raccolti in La civiltà fascista, con introd. di B.
Mussolini, a cura di G. L. Pomba, Torino 1928.
139. Per la dottrina del fascismo, cfr. gli scritti di B. Mussolini, ricordati di sopra:
Fonti.
140. Per l'ordinamento dello stato, cfr. A. Rocco, La trasformazione dello stato. Dallo
stato liberale allo stato fascista, Roma 1927 (e. C. Saltelli, Potere esecutivo e norme
giuridiche, Roma 1926; N. Orsi, Fascismo e legislazione fascista, Milano 1928); Il
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 832/1196
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Gran Consiglio nei primi cinque anni dell'èra fascista, a cura del P. N. F., Roma
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
1927; S. Panunzio, Lo stato fascista, Bologna 1925; G. Bortolotto, Lo stato fascista
la nazione, Roma 1931; id., Governanti e governati del nostro tempo, Milano
e(/index.html)
1933. CATALOGO (/CATALOGO/)
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
143. Sulla politica scolastica, G. Gentile, La riforma della scuola in Italia, 2ª ed.,
Milano 1933.
145. Per la politica estera, A. Solmi, Italia e Francia nei problemi attuali della politica
europea, Milano 1931. Cfr. anche F. Coppola, La rivoluzione fascista e la politica
mondiale, Roma 1924; G. Ambrosini, L'Italia nel Mediterraneo, Foligno 1927; R.
Cantalupo, L'Italia musulmana, Roma 1928; C. Camoglio, La politica estera
fascista, Roma 1931; A. Carena, La politica estera del fascismo, Roma 1928; id., La
politica estera nel Mediterraneo orientale, Roma 1931; U. Nani, Italia e Iugoslavia
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 833/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
CATALOGO (/CATALOGO/)
Cfr. inoltre, per maggiori ragguagli, gli art. fascismo; mussolini in Encicl. Ital. e
le bibl. del fascismo ivi indicate.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Da questi dati, oltre il fatto ben noto dell'estrema compattezza religiosa del
popolo italiano, si ricava ben poco: al più questo, che il "nonconformismo"
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
italiano è fenomeno prevalentemente cittadino, specie dei grandi centri
industriali, commerciali e portuali. Più interessante sarebbe conoscere numero
e distribuzione geografica degli appartenenti ai singoli culti riformati (valdesi,
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
luterani, calvinisti, battisti, metodisti, ecc.); in particolare, quello degl'Italiani
appartenenti a sette quali la Christian science, che sembrano possedere chiese in
città italiane più che altro per comodo dei (/EMPORIUM/)
ACQUISTA loro aderenti stranieri residenti in
Italia. È facile supporre che gli evangelici del Piemonte e della Liguria siano in
prevalenza valdesi; quelli della Venezia Tridentina, luterani o calvinisti. Fra gli
appartenenti ad "altre religioni" nella Venezia Giulia e Zara predominano i
greco-ortodossi (circa 92%). Del pari, sarebbe desiderabile che fossero tenuti
distinti i cattolici di rito bizantino: secondo statistiche della Sacra
Congregazione orientale, gl'Italo-Albanesi di rito bizantino nel 1932 erano
50.850 di cui 35.000 sotto la giurisdizione del vescovo di Lungro e 15.850
sottoposti alla giurisdizione dei vescovi latini di Palermo (colonie di Mezzoiuso
e Palermo) e di Monreale (Piana dei Greci, Palazzo Adriano, Contessa
Entellina).
Bibl.: Manca non solo una storia completa del sentimento religioso in Italia, ma
anche per l'organizzazione ecclesiastica resta tuttora molto da fare:
insoddisfacente per molti riguardi è ormai la grande opera di F. Ughelli, Italia
sacra, anche nella 2ª ed., a cura di N. Coleti, Venezia 1717-33, voll. 10; G.
Sbaraglia, Notae et additiones ad Italiam sacram (manoscritto nell'Archivio dei
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 834/1196
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LINGUA E LETTERATURA.
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conati e la preparazione tecnica (p. 933); Il periodo classico: secoli XIII-XVI (p.
934); Il periodo romantico: secoli XVI-XIX (p. 944); Nuove esperienze:
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) sec. XX
(p. 957); Principali raccolte di opere (p. 959); Bibliografia (p. 959).
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Lingua e dialetti.
giorno va assottigliandosi sotto l'influsso della lingua letteraria, sta nelle parlate
dialettali, delle quali l'importanza è tale, che quanto più sono studiate, tanto più
vediamo allargarsi il lessico della penisola
TRECCANI e tanto
CULTURA più acquista profondità e
(/CULTURA/)
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
La lingua letteraria si affermò in Italia dopo un così lungo periodo di lotta per
la supremazia di una parlata sull'altra (si pensi al siciliano illustre dei primi
poeti, sul quale si appuntavano le simpatie di Dante, così sdegnoso degli altri
parlari della penisola, e si pensi anche al prestigio assunto, in progresso di
tempo, da quel tipo ibrido settentrionale di lingua lombardo-veneta che quasi
oscurò il toscano nei secoli XIV-XV); i rapporti fra dialetto e lingua illustre
furono sempre così vivaci e complessi in Italia (dalle origini sino al Manzoni, al
Fogazzaro, al Verga, al Pascoli e al D'Annunzio); l'importanza dei dialetti nella
storia della letteratura e della civiltà italiana è tanta (Ruzzante, Meli, Porta,
Belli, Pascarella); i caratteri regionali furono sempre, per esigenze storiche, così
distinti e intensi sino all'unificazione del regno, che ben si comprende come
non si possa narrare, sia pure in una rapidissima sintesi, la storia linguistica
dell'Italia, senza tenere nel debito conto i dialetti, attraverso cui possiamo, in
una certa misura, risalire alle lingue degli antichi abitatori della penisola.
Infatti, alcune caratteristiche delle più remote parlate si continuano ancora nei
dialetti e si affacciano allo studioso in mezzo alla sicura e bella latinità
degl'idiomi italiani.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 836/1196
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Prima della conquista, la penisola era abitata, oltreché dagli Italici, da stirpi
etnicamente e linguisticamente diverse.CULTURA (/CULTURA/)
TRECCANI
Nella parte centrale e meridionale erano appunto gl'Italici (di stipite indo-
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
europeo), i quali s'erano sovrapposti a razze mediterranee, che sul principio
dell'età storica ancora vivevano in Sardegna, in Corsica e in Sicilia: a Roma e
nelle altre città del Lazio i Latini, più a nord i Falisci, nella valle del Liri i Volsci,
a sud sino alla Calabria e ad est sino all'Adriatico le genti di civiltà sannitica
denominazione comprensiva che vale per i Sanniti propriamente detti, per i
Frentani, gl'Irpini, i Campani, i Lucani, i Bruzî, i Mamertini, per non dire di
altri nuclei sabellici o sabini, quali i Peligni, i Marsi, gli Equi, i Vestini, i Piceni,
gli Ernici, i Marrucini. Gl'idiomi di queste stirpi italiche si possono suddividere
in tre gruppi principali: il latino (e falisco), l'osco con designazione attinta alla
lingua dei Campani, e l'umbro. Questi ultimi due gruppi costituivano la
famiglia osco-umbra, di cui ci restano scarse ma preziose testimonianze (v.
italici). Nella regione, che corrisponde a un di presso alla Toscana, erano stati
confinati gli Etruschi che abitavano anche la Corsica e avevano occupato un
vasto territorio dalla Valle Padana alla Campania, con città quali Milano,
Verona, Bologna, Capua. I loro domini s'erano venuti restringendo e
frazionando (una colonia etrusca rimase a lungo stanziata in quella che divenne
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Nel nord della penisola erano stanziati: i Liguri (a ovest), razza preindoeuropea
che non ha lasciato a testimonianza sicura della sua lingua altro che un certo
numero di toponimi; i Celti (nelSCUOLA
centro) di stipite indoeuropeo, calati dalle Alpi
(/TRECCANISCUOLA/)
(Senoni, Insubri, Boi, ecc.); i Veneti (a est), imparentati agl'Illirici dei Balcani e
anch'essi di lingua indoeuropea. Nell'estrema Puglia s'erano trasportati gli
Iapigi e Messapî, affiniLIBRI
agl'Illirici; nelle coste ARTE
(/TRECCANILIBRI/) della (/TRECCANIARTE/)
Sicilia e in quelle meridionali
della penisola i Greci avevano fondato importanti colonie (Taranto, Reggio,
Siracusa, Agrigento, ecc.). Altre colonie erano fenicie, altre cartaginesi
(Solunto, Panormo, ecc.). TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Il latino (v. latina, lingua) s'impose a tutte queste varie favelle, non già per virtù
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
propria, ma per l'energia espansiva di Roma, perché la diffusione di una lingua
dipende dalla forza e dal prestigio del popolo e non sta in illusorie preminenze
che un idioma astrattamente concepito, fuori della storia delle genti che lo
parlano, possa vantare su altri idiomi. Naturalmente il latino, che la conquista
romana impose ai popoli assoggettati, non fu il latino classico, la lingua
letteraria, ma il latino parlato, detto da molti "volgare" e da altri "preromanzo",
in quanto si sviluppò in romanzo o neolatino: un latino, cioè, vivo, vario,
mutevole, con vocaboli e costruzioni proprie ai ceti diversi della popolazione,
con certe tendenze a semplificare le forme grammaticali, che si fissano, invece,
e s'irrigidiscono nella lingua della letteratura. Ma questo latino parlato,
trapiantandosi in dominî idiomatici diversi, si assimilò non poche abitudini
fonetiche, morfologiche, sintattiche e lessicali di quei popoli, che mentre lo
venivano riconoscendo come loro lingua, rinunciavano alla loro parlata
originaria. Più esattamente, potremmo dire che questi popoli, linguisticamente
diversi, non poterono prescindere dalle loro consuetudini e tendenze
tradizionali ed etniche nell'adottare il nuovo linguaggio di Roma che urgeva
con la forza delle leggi, dell'amministrazione, degli ordinamenti militari, ecc.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 838/1196
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Si tratta, cioè, di schemi tanto più valevoli, quanto più aderenti al processo
storico, quanto più legati ai tratti più significativi, profondi, essenziali dei
dialetti italiani. Soltanto così si può dare una solida base a una classificazione
linguistica, restando sempre fermo che nessuna classificazione potrà mai avere
un valore assoluto. La fisionomia o l'apparente individualità di ciascun gruppo
risulterà dalla concomitanza e simultaneità di varî fenomeni, ognuno dei quali,
preso in sé e per sé, non varrebbe a discriminare l'un gruppo dall'altro.
Altri caratteri comuni, non meno preziosi, sono dati dal volgere di -mj- in -ññ-
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
(per es., vennéñña "vendemmia", di b- (br-) in v(vr-) (vrazzə, ecc.), di -rb- in -rv-
(varva "barba") e di -sv-, -dv rispettivamente in -sb- e -bb-, per es., abbelà
(/index.html)
osco-umbro (osco upsannam = lat. operandam; umbro ostendu, che sta per
ostennetod, ostentu nelle Tav. eug. = lat. ostendito). Che una siffatta risoluzione
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
possa essersi compiuta in altre varietà neolatine, per es., in guascone, non è
motivo sufficiente per rinunciare a considerarla di ragione italica nell'Italia
centrale e meridionale,LIBRI
dove(/TRECCANILIBRI/)
ha la sua maggiore densità, estensione e
ARTE (/TRECCANIARTE/)
continuità. Infatti (v. cartina) pochi e ristretti sono i territori dell'Italia
meridionale, dove oggi non compare, ed è lecito pensare che anche in queste
località il fenomeno abbia avuto luogo CULTURA
TRECCANI e poi sia (/CULTURA/)
stato sommerso da un'ondata
dotta.
dirsi lo sviluppo di p + l in kj, per es., chiù da plus, chianta da planta, ecc. (v. la
cartina relativa, dove le isoglosse rappresentano una media approssimativa,
perché ogni vocabolo ha una estensione diversa). Il limite settentrionale, in
ogni modo, può essere dato da una linea che vada da Teramo e Chieti, per il
contado aquilano, a Sora. È anche da tener conto del fatto che nell'Abruzzo (a
Lanciano, Chieti, ecc.), mentre sono molto diffuse certe voci con kj- da pl- (chiù
"più", chiazza "piazza"), in altre il nesso compare intatto (insieme coi nessi l e
bl) per effetto di anaptissi, cioè di una epentesi (pel-, bel-, fel-) seguita da etlissi.
Le condizioni attuali non corrispondono certamente a quelle tramontate. Per
es., l'area di chiù era per il passato molto estesa e anche in altre voci il riflesso kj
si estendeva oltre i limiti odierni.
sono rappresentati da i e u (pilu "pelo"; jugu "giogo") e dove anche l'ē e l'ō
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
subiscono parallelamente il medesimo trattamento (tila "tela", spusu "sposo"),
mentre -o ed -e finali scadono a -u e -i (vuci "voce").
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Non occorre, forse, pensare che a questo risultato si sia giunti attraverso la
trafila di ẹ (da ĭ e da ē) o di ọ (da ŭ e da ō). Può essere che l'ĭ e l'ŭ si siano
conservati in questo dominio (scrimva G. Ascoli che in siciliano appaiono
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
intatti l'ĭ e l'ŭ", Arch. glott. ital., VIII, p. 115) come in sardo, e che, a loro volta,
gli ẹ e gli ọ si siano fatti i e u per effetto delle corrispondenze con la lingua
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
toscana che influì nell'Italia estrema più che in Sardegna. Data l'equazione: sicil.
pilu: ital. pelo; sicil. jugu: ital. giọgo, era naturale che si avesse: tela: sicil. tila;
sposo: sicil. spusu, ecc. L'opinione più comune
TRECCANI è (/CULTURA/)
CULTURA invece che ĭ e ŭ si siano fatti
come nella maggior parte della Romania, ẹ e ọ, e che quindi ogni ẹ e ogni ọ si
sia chiuso in i e in u.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 841/1196
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vocali toniche é??? e ó??? si chiudono in i e u (sivə "sego", ma, invece, tela; spuse
"sposo" ma sposa), mentre le toniche e e o volgono a ie e uo (miéjə "meglio", ma
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
mele miele"; fuokə "fuoco", ma vove "bove"). Ma presto i dittonghi ie e uo (che
appaiono ancora aperti ię, uǫ in qualche località, come in Abruzzo, a
Casalincontrada: liêttə"letto", eTRECCANI
nel calabrese centrale)
CULTURA si chiusero in quasi tutto
(/CULTURA/)
d'Italia (tosc. bujo, aja di fronte a buro, ara degli altri dialetti: v. cart.); il tratto
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
negativo più importante è la mancanza della metafonesi. Dato anche (cosa
possibile,
(/index.html)
ma non dimostrabile) che i dittongamenti di e e o (lieve, buono, ecc.) - i
quali costituiscono un altro carattere distintivo del toscano - abbiano avuto
CATALOGO (/CATALOGO/)
origine da una spinta dovuta a -u e -i finali e si siano estesi alle altre forme per
livellamento, resta sempre che della metafonesi non è rimasta traccia
sicuramente documentabile. D'altronde, questo dittongamento potrebbe avere
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
In Firenze, nel Mugello, nel Valdarno, nella Val d'Elsa, abbiamo ciò che
diciamo il toscano più schietto o di tipo iorentino, con quella particolare
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
aspirazione e fricazione delle momentanee sorde intervocaliche k, t, p (per es.,
la hasa; amaho; rifa "ripa") che straripa nei dominî affini e che potrebbe essere di
ragione etrusca, e con quel fenomeno di i e(/EMPORIUM/)
ACQUISTA u per e e o dinanzi a palatale e a n -l-
gutturale (in casi, cioè, quali famiglia, lingua, vince, unghia, dunque di fronte ai
toscani comuni fameglia, lengua, vence, onghia, donque), che basterebbe da solo
ad attestare la base fiorentina della lingua letteraria, se non soccorressero altri
fenomeni, per es., il trattamento delle consonanti intervocaliche, quale si
riflette, salvo l'aspirazione e la fricazione, nell'italiano letterario (come fior.
fatica, tosc. fadiga), il trattamento della nasale dopo la tonica nei proparossitoni
(come camera, tosc. cammera, fior. amido, semola, ecc., ma femmina).
per es., mossare "mostrare", nosso, vosso "nostro, vostro", ecc. Oggi questo
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
fenomeno è scomparso; ma lo hanno i testi antichi e lo mantiene ancora, in
qualche parlata, la Corsica; c) frequenza di -ente- in luogo di -ante (braccente,
(/index.html)
lustrente); d) riduzione di -rr- in rCATALOGO
(tera, gruera); e) o ed e protonici non passano
(/CATALOGO/)
dei plurali -gli per -li -lli (anegli, fanciugli), fenomeno toscano soprattutto
orientale e caratteristicamente umbro.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
plurale come unica forma flessionale del nome, in luogo del nominativo, vien
fatto di chiederci, come ci si chiede giustamente per il ladino (v.), se veramente
al sardo non convenga fare un posto a sé fra
ACQUISTA le altre lingue romanze. Il
(/EMPORIUM/)
cartina). D'accordo con questi dialetti, lascia cadere ogni vocale finale che non
sia -a. Non così nel Veneto e soprattutto in Liguria.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
analoghe si hanno nell'uso del perfetto analitico (ho cantato) e sintetico (cantai),
in quanto il primo si va facendo sempre più comune nei dialetti superiori, il
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
secondo nei dialetti centro-meridionali. Il toscano usa le due forme con squisita
distinzione semantica. Molti dialetti meridionali usano, alla latina, l'imperfetto
soggiuntivo col senso del condizionale (sic. fussi(/CULTURA/)
TRECCANI CULTURA megghiu "sarebbe meglio"; abr.
mə sapessə dirə, ecc.). Questo fenomeno non ignoto a parecchi dialetti
settentrionali (oggi è vivo nel dialetto della Val Bregaglia), è comune al ladino,
ma nell'Italia settentrionale si puòACQUISTA (/EMPORIUM/)
dire tramontato. Invece il Mezzogiorno lo
mantiene; ma nel pugliese estremo l'imperfetto congiuntivo, anche in questa
accezione, è stato sostituito dall'imperfetto indicativo (facia "farei"; ci putia, enia
"se potessi, verrei"). Non è qui il caso di mettere in evidenza caratteri proprî di
una o altra zona di dialetti settentrionali e di dialetti meridionali. Diremo,
tuttavia, che appartiene all'Italia settentrionale l'uso del superlativo del tipo
lombardo nöf novent (novissimo") che corre dal Piemonte al Veneto e abbraccia
l'Emilia con qualche diramazione in Toscana. Anche l'uso della 3ª pers. sing. col
soggetto plurale è, soprattutto nei testi antichi, alto-italiano, donde si
propaggina, attraverso la Romagna, nelle Marche.
Fra i caratteri che valgono a caratterizzare questa o quella sezione dei dialetti
meridionali, indicheremo i seguenti. Il complemento oggetto (animato)
preceduto da ad si trova in Sicilia, Calabria, Puglia, né è ignoto alla Corsica. Per
es., sic. l'aviti vistu a me frati?, còrso aghju visti a bàbitu. Nel dialetto giudeo-
romanesco questo a potrebbe essere di origine spagnuola, ma potrebbe anche
rispecchiare condizioni indigene tramontate, perché l'area del fenomeno
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
nella sua massima parte di elementi latini, che ne costituiscono la più vera
ricchezza. Vi sono termini latini che sono rimasti esclusivamente in aree
centro-meridionali e meridionali ACQUISTA
(per es., nap. 'nzorá, cal. 'nzurare "sposare";
(/EMPORIUM/)
abr. nenguə, nenghə, cal. ningi "nevica"; sic. abbentu, cal. abbientu, abr. abbiendə,
da adventum "riposo") e altri che si trovano soltanto in aree settentrionali (per
es., lomb., emil. crodár "cadere"; lomb. crös, genovese crośa "sentiero di
montagna, viuzza"; lomb. nòda "marchio sulle orecchie delle capre", ecc.).
Talvolta, i significati latini hanno assunto differenziazioni profonde in aree
diverse. Per es., in pugliese incumbere è passato nel senso di "appoggiare"
('ncummere); corrivo significa "credulone" (querréivə); in gran parte del
Mezzogiorno planare è venuto a significare "salire" (acchianari, 'ncianari);
applicare ha assunto, come in romeno, spagnolo e portoghese, il senso di
"arrivare" (sic. chicari, agghicari, cal. acchicare), ecc.
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Elementi preindoeuropei. - Resti preziosi di termini anteriori alla latinità, vestigia
di condizioni preistoriche, relitti di lingue parlate nelle regioni delle Alpi e nel
bacino mediterraneo, ultime testimonianze di remote civiltà, non mancano.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Sono termini che concernono la configurazione del suolo, o strumenti di
campagna, o piante, o animali e che sono rimasti quasi unicamente, come
fossili, nei dialetti. Il sopravvivere di alcuni diARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) essi(/TRECCANIARTE/)
ai margini del dominio in cui
penetrarono le lingue indoeuropee, ci permette di pensare a una loro diffusione
vastissima e remotissima. Fanno parte di questo gruppo assai oscuro di
vocaboli, termini come i seguenti *matta "vimine, cespuglio" (le camatte, cioè
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Elementi italici. - Anche i dialetti italici hanno lasciato termini preziosi, che
talvolta possono essere sicuramente individuati
ACQUISTA grazie a un segno distintivo di
(/EMPORIUM/)
natura fonetica. Vocaboli come scrofa, tufo, sco ina, tartufo, sic. bu fa "rospo", cal.
tifa "zolla", gliefa "zolla", tofa, tufa "corno dei pastori", con un -f- per -b- tra
vocali, termini con suffissi non latini (scarafaggio), doppioni come si ilo e sibilo,
bubulcus e bufulcus (bifolco) non paiono lasciarsi spiegare che come relitti italici.
Arduo sarà stabilire se siano di origine italica o addirittura preindoeuropea
alcuni termini oscuri, che vivono nelle montagne dell'Italia meridionale, per
es., nelle montagne calabresi, dove troviamo: vitorra "grande cucchiaio dei
pastori", timpa "balza, rupe", calfa, carfa "ghiro", pezorra "grappolo d'uva", ecc.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 850/1196
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ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Elementi arabi. - I termini d'origine araba penetrati nel lessicu della lingua
letteraria non si possono dire numerosi (algebra, taccuino, darsena, gabella, ecc.).
Molti ne abbiamo, invece, com'è naturale, in Sicilia (dove gli Arabi
dominarono a lungo), per es.: sic. dammusu "vòlta, prigione" ca isu "misura
d'olio", trap. cabusu "pagnotta", ecc. La maggior parte di queste voci è comune
ad altre parlate meridionali, come i già citati dammusu (calab. tam7nusiellu) e
ca isu, come cantàru "quintale", záccanu "ovile, stalla", giarra "specie di grande
orcio", ciranna "ranocchio", margiu "terreno incolto", ecc. ecc.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 851/1196
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-ire, scabino, siniscalco, ecc.), un quinto dal tedesco moderno (dal tardo
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Medioevo in poi). Altre voci sono venute per il tramite del francese, come:
gaggio, ligio, rango, ecc. I termini germanici del lessico italiano riguardano
(/index.html)
generalmente la guerra (schiera, elmo, brando, stormo, sperone, usbergo, ecc.), la
CATALOGO (/CATALOGO/)
oppressori. Se molti vocaboli sono penetrati nella lingua letteraria, altri per
contro vivono soltanto nei dialetti, per es., lombardo skossdā "grembiale", lomb.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
emil. gudaz "padrinr" ven. lombardo piem. broàr, broà, broé "scottare" ecc.
soprattutto nel periodo delle origini. Questo influsso si deve, com'è naturale,
alle svariate relazioni fra i due paesi: pellegrinaggi, commerci, crociate, papi
francesi, studenti, congregazioni ACQUISTA
ecclesiastiche, guerre, dominio francese,
(/EMPORIUM/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 852/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
fanfarone, impegno, lindo, premura, regalo, vigliacco, ecc. Anche nei dialetti, in
particolare nei meridionali, lo spagnuolo ha lasciato tracce: per es., nap. kišare.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
"andare in collera" (quejar).
Ciò che soprattutto colpisce, chi esamini nel loro complesso i caratteri della
lingua letteraria, è la bella e perspicua continuità del latino: di quel latino, cioè,
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
portato nella Tuscia e rimasto quivi, più che nella stessa Roma, immune da
influssi italici. Questa ammirevole continuità si nota, in confronto con le altre
lingue romanze e con gli stessi
LIBRI dialetti italiani,
(/TRECCANILIBRI/) nei(/TRECCANIARTE/)
ARTE seguenti tratti: a) nella
conservazione delle vocali accentuate, che si sono trasmesse inalterate o hanno
subito processi di limpidità cristallina, come avviene per ê e ó??? (lat. ú, ó) che si
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
dittongano in sillaba libera (lieve, nuovo) e si mantengono in sillaba chiusa (sette,
corpo); b) nel trattamento delle vocali finali, che si sottraggono a quelle vigorose
modificazioni di scadimento e di caduta che
ACQUISTA si osservano in altre lingue e nei
(/EMPORIUM/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 854/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
sono toscane, anzi fiorentine. Importa osservare che l'antica Toscana, compresa
Firenze, sembra avere avuta più intensa e diffusa la sonorizzazione delle
consonanti sorde intervocaliche. Se così stanno le cose, se cioè la conservazione
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
delle sorde fra vocali non rappresenta sempre condizioni fonetiche antiche, ma
è il risultato di una regressione o di un ritorno, non è chi non veda che molti
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
casi, che si vogliono spiegare sia per effetto delle vocali in contatto con le
consonanti, sia movendo da influssi settentrionali, si possono chiarire con
l'efficacia esercitata dalle classi colte o dal latino delle scuole, cioè per influsso
dotto, nei secoli XIII-XIV, quando splendeva la civiltà fiorentina.
L'Italia, con la Romania, fa parte del grande gruppo orientale dei paesi romanzi,
dove il plurale dei sostantivi e degli aggettivi è dato dal nominativo e non già
(come in francese, spagnuolo, portoghese, sardo, ladino) dalla forma
dell'accusativo (per es., muri, fr. murs, ecc.; buoni, sp. buenos, fr. bons, ecc.).
Essendo venuto a cadere, come già abbiamo detto, l'-s finale nelle lingue
neolatine orientali (e perciò nei dialetti italiani), era naturale che, per
differenziare il plurale dal singolare (per distinguere, cioè, un rosa lat. rosa[m]
da rosa[s], un bonu[m] bono[m] da bono[s], si ricorresse al nominativo (rosae,
boni, ecc.). Per la forma flessionale del singolare, invece, il caso che finì per
trionfare sugli altri fu generalmente l'accusativo.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Paulu[m]. Non sono rimasti di altri casi che alcuni pronomi (loro, costoro),
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
qualche forma antiquata (paganoro, femminoro, ecc.) del genitivo e qualche
nome di luogo dall'ablativo.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Espansione dell'italiano. - Se da un lato la lingua italiana molto deve agl'idiomi
stranieri, dall'altro molti termini ha immesso negli altri idiomi stranieri, e ciò
sino da tempi antichi. Fra tutteSCUOLA
le lingue che hanno subito l'influsso straniero,
(/TRECCANISCUOLA/)
La questione della lingua. - Sulla toscanità, o meno, della lingua letteraria si sono
versati, a cominciare dal primo Cinquecento, fiumi d'inchiostro. La questione
della lingua s'impostò, sin dal principio, su questa base: se l'italiano letterario
fosse un dialetto (il fiorentino o, più generalmente, il toscano) o fosse una
lingua indipendente da tutti i dialetti. Sorsero, così, due teorie principali: l'una
della "fiorentinità", che si sdoppiò in due dottrine: del fiorentino moderno e del
toscano antico; e l'altra dell'"italianità". Secondo quest'ultima teoria, la lingua
italiana sarebbe da considerarsi opera degli scrittori, che, ciascuno in funzione
del proprio gusto e della propria cultura, attingerebbero in maggiore o minore
misura a tutti i dialetti, creando per tal modo l'italiano illustre. Era naturale che
sulla tesi dell'italianità influisse il De vulgari eloquentia di Dante. G. G. Trissino
aveva affermato che Dante aveva condannato il dialetto toscano. In realtà,
Dante, in cerca del suo volgare illustre, aulico, cardinale (un volgare insomma
proprio della poesia) aveva pensato di rintracciarlo al di sotto delle alterazioni
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 857/1196
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una lingua "cortese". A sentire il Bembo, la lingua cortese del Calmeta sarebbe
(/index.html)
stata la lingua della corte di Roma. B. Castiglione aveva sostenuto che la lingua
CATALOGO (/CATALOGO/)
illustre dovesse essere una lingua sì cortigiana, signorile, ma non quella della
corte di Roma, sibbene della società nobile e colta delle corti italiane. P. Bembo,
invece, nelle Prose della volgar lingua (1525) non aveva esitato a propugnare la
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
tesi della fiorentinità arcaicizzante, insistendo sull'imitazione dei classici, cioè
degli scrittori toscani del sec. XIV. Contro questa teoria dell'arcaicità si leverà
poi L. Castelvetro. N. Machiavelli decisamente
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) affermava
ARTE che l'italiano
(/TRECCANIARTE/)
letterario non poteva essere che il fiorentino vivente. Una dimostrazione della
teoria fiorentina tentò B. Varchi nell'Ercolano. Discussioni lunghe, sofistiche,
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
complicate, che stanno al di fuori della vera e propria storia della lingua, ma che
ebbero una certa importanza dal punto di vista nazionale, e lasciarono un lungo
strascico e influirono, più o meno,ACQUISTA
sugli scrittori dall'Ariosto al Manzoni. Si sa
(/EMPORIUM/)
che il Giordani e il Leopardi avversarono il "fiorentinismo" e si riattaccarono
piuttosto al Bembo nelle loro simpatie per il toscano del Trecento, nelle quali
s'incontravano col più fervente dei propugnatori dei trecentisti, Antonio
Cesari.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 858/1196
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Bibl.: La prima partizione e trattazione sintentica, di carattere scientifico, dei
dialetti italiani, è quella che G. I. Ascoli tracciò nel 1880 per la 9ª ed.
dell'Encyclopædia Britannica e ripubblicò nel suo Archivio glottologico italiano,
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
VIII, pp. 98-128. I principali tratti caratteristichi di questi dialetti sono poi stati
raccolti ed esaminati da G. Bertoni, Italia dialettale, Milano 1916. Le più recenti
descrizioni, sobrie e precise, sono quelle di C.ARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) Merlo nell'articolo introduttivo
(/TRECCANIARTE/)
della rivista Italia dialettale, I (1924), pp. 11-26 e nello studio Lingue e genti
d'Italia, in Genti e favelle, Milano 1933. Una preziosa classificazione dei dialetti
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
alpini ha dato C. Salvioni, in Lettura, I, pp. 715-724. Dei dialetti è tenuto pur
conto nella grammatica italiana di F. D'Ovidio e W. Meyer-Lübke (in tedesco
nel Grundriss der roman. PhilologieACQUISTA
di G. Gröber, 2ª ed., Strasburgo 1904-1906 e
(/EMPORIUM/)
in italiano, per cura di E. Polcari, Milano 1906, 3ª ed., Milano 1932). È limitata,
come dice il titolo, alla lingua letteraria e ai dialetti toscani l'opera del Meyer-
Lübke, Gramm. stor. della lingua italiana e dei dil. toscani, riduz. e trad. di G.
Braun e M. Bartoli, Torino 1927 (nuova ediz.). Ai dialetti d'Italia è pure
consacrata una non piccola parte della Fonologia romanza di P. E. Guarnerio,
Milano 1918. Indispensabile per la dialettologia italiana, il meritorio Sprach- und
Sachatlas Italiens u. Südschweiz (di cui sono comparsi quattro volumi) di K. Jaberg
e J. Jud.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 859/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Ernout, Élem. dialectaux dans le vocabulaire latin, Parigi 1909, e F. Ribezzo in Atti
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
della R. Acc. napol., n. s., I, p. 160 seg. Sugli elementi greci è da vedere: G. Rohlfs,
(/index.html)u. Romanen in Unteritalien, Ginevra 1924 (cfr. Battisti, in Revue de
Griechen
linguistique romane, III, 7; N. Maccarrone,
CATALOGOin Arch. glott. ital., 1926; G. Rohlfs, in
(/CATALOGO/)
Rev. de linguistique romane, III, 119) e soprattutto dello stesso Rohlfs, Et.
Wörterbuch der unterital. Gräzität, Halle 1930; id., Diz. dial. delle tre Calabrie, fasc.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
1-3, Halle e Milano 1932. Per l'influsso arabo, v. G. Rohlfs, in Zeitschr. f. roman.
Philol., XLVI (1926), p. 174 segg. Per gli elementi germanici, v. W. Bruchner,
Charakteristik d. german. Elem.
LIBRI Basilea
im Italienischen,ARTE
(/TRECCANILIBRI/) 1899; G. Bertoni,
(/TRECCANIARTE/)
L'elemento germanico nella lingua italiana, Genova 1915 (cfr. C. Salvioni, in Rend.
d. R. Istituto Lombardo, s. 2ª, XLIX, 1917; G. Bertoni, Anticritica. Per l'elemento
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
germanico nella lingua italiana, Modena 1917); J. Brüch, Ein luss d. german.
Sprachen auf d. Vulgärlatein, Heidelberg 1913. Per gli elementi francesi, R. R.
Bezzola, Abbozzo di una storia dei gallicismi
ACQUISTA nei primi secoli, Zurigo 1926; per
(/EMPORIUM/)
Per la "questione della lingua", v.: V. Vivaldi, Storia delle controversie linguistiche,
2ª ed., I, Catanzaro 1925; T. Labande-Jeanroy, La question de la langue en Italie,
Strasburgo 1925.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 860/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
inclusi entro i confini del Regno anteriori alla guerra mondiale; il resto nelle
provincie di Gorizia, Trieste, Pola e Fiume.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Per l'elenco delle località ove si parla l'albanese e il greco v. alle voci albanesi
d'italia e greci d'italia. La parlata albanese si conserva anche nella località di
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Borgo Erizzo presso Zara.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 862/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
(/index.html)
La lingua francese è usata nella provincia d'Aosta e, molto meno, negli antichi
CATALOGO (/CATALOGO/)
circondarî di Pinerolo e di Susa; è invece pochissimo nota nelle isole
linguistiche provenzali e franco-provenzali dell'Italia meridionale.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Dialetti tedeschi. - È necessario fare una netta distinzione fra le penisole
linguistiche dell'Alto Adige e di Val Canale (Friuli) nelle quali la parlata
continua al di qua del confine le sostanziali caratteristiche
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) e tendenze del
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Alto Adige. - La vicinanza al tirolese si tradisce nel tedesco atesino non solo nel
lessico e nella morfologia (per es., nella conservazione delle vecchie forme
pronominali ess, enk, enker per ihr, euch, euer) ma anche nella veste fonetica;
sono, p. es., fenomeni comuni all'atesino e al tirolese l'aspirata kh (per es.,
dönkht per denkt "pensa"), il dittongo òa per il vecchio ei (khlòada per Kleider
"vestiti"), il passaggio di st a scht (göschter per gestern "ieri"), i dittonghi ië, ue (liëb
per lieb "caro", guet per gut "buono"), la pronuncia velare di a (pòh per Bach
"ruscello") e la riduzione della vocale metafonizzata ä ad a (pachl per Bächlein
"ruscellino"), lo sviluppo di o da au al dittongo òa (stòassn per stossen "urtare"),
ecc. Ciò non toglie che sullo spartiacque del Brennero passi un piccolo fascio di
isofone che distingue dialettalmente il Tirolo dall'Alto Adige; che il dialetto
pùstero e quello dell'Isarco centrale abbiano particolari contatti col carinziano,
come il venostano è viceversa ambientato verso occidente. I vecchi confini
comitali corrispondono nell'Alto Adige intedescato a limiti dialettali ormai
poco visibili in causa di un rapido e recente livellamento, ma storicamente
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
importanti; combinano, per es., col confine della vecchia contea della Pusteria
quello di iu passato nonISTITUTO
a ui ma(/ISTITUTO/)
ad oi (noi "nuovo"; foir "fuoco", contro
MAGAZINE (/MAGAZINE/)
il più
comune dialettale nui, fuir) e quello di uo svoltosi a ui (schúih "scarpa", grúibe
(/index.html)
"fossa") contro ue, ua (ted. letterario, u: Schuh, Grube). Così lungo il vecchio
CATALOGO (/CATALOGO/)
oppure l'alta Venosta formano delle unità dialettali che continuano al di là dello
spartiacque nel Tirolo orientale o, rispettivamente, occidentale tendenze
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
sostanzialmente identiche. Condizioni dialettali differenziate dalle vicine
parlate tedesche si manifestano anche attualmente nel dialetto periferico di
Nova Levante, Nova Ponente TRECCANI
e Valdagno; esse dànno
CULTURA l'impressione d'una
(/CULTURA/)
colonizzazione ben diversa dalla solita; gli abitanti, secondo una tradizione
documentabile nel Settecento, sarebbero d'origine sveva.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
di gran parte del Bolzanino traluce del resto dai nomi di luogo e di famiglia
d'origine italiana e adattati alla fonetica tedesca: è compito della grammatica
storica di esaminare i fenomeni di adattamento e il precedente sviluppo
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Val Canale. - Altra penisola linguistica è la Val Canale (cioè il corso superiore
del Fella), fino a Pontebba nuova. La profonda diversità fra le due borgate al di
qua e al di là del vecchio confine (Pontebba-Pontafel), ora notevolmente
superata, si spiega col fatto che qui passò la frontiera dal 1000 circa in poi. Il
problema linguistico è complicato dalla circostanza che in Val Canale
s'incontrano il tedesco e lo sloveno; il primo è la lingua usuale di Pontebba
nuova, Lusnizza, S. Caterina, Malborghetto e Tarvisio, il secondo quella di tre
piccoli centri all'imbocco della Val Bruna: Ugovizza, Valbruna e Camporosso.
Negli stanziamenti principali e più antichi di Pontebba nuova, Malborghetto e
Tarvisio, che furono centri industriali e luoghi di mercato, la popolazione
italiana fu sopraffatta nel corso del sec. XV, ma il veneto rimase la lingua
commerciale. La colonizzazione slovena sembra anteriore alla tedesca: almeno
a Camporosso essa si sovrappose certamente a elementi nostrali. Il dialetto qui
parlato è di tipo carinziano.
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Colonie dell'Alto Perginese, Tredici Comuni, Sette Comuni. - Mentre nell'Alto Adige
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
il tedesco guadagnò sensibilmente terreno nell'epoca moderna, queste colonie
tedesche
(/index.html)
sono da secoli in sensibile deperimento. Storia, toponomastica e
onomastica insegnano che l'attuale modestissimo isolotto tedesco dell'Alto
CATALOGO (/CATALOGO/)
Perginese (Palù, Frassilongo) era fiancheggiato a E. O. S. da altri stanziamenti
alloglotti dal monte di Roncegno alla comunità di Pinè. In continuazione
geografica dell'isola veronese dei Tredici
SCUOLA Comuni, furono un tempo tedeschi,
(/TRECCANISCUOLA/)
nel Trentino meridionale, Lavarone, Terragnolo, Folgaria e la Vallarsa e,
mentre oggi il tedesco è limitato alla parte più interna dei Tredici Comuni, esso
arrivava un tempo a Badia LIBRI Calavena e S. Pietro
(/TRECCANILIBRI/) (cfr.
ARTE L'Italia dial., VII, pp. 83-
(/TRECCANIARTE/)
90). Lo stesso fatto si ripete nei Sette Comuni vicentini, dove il tedesco è ormai
ristretto a Roana, Rozzo, Foza e Ronchi, mentre i dati toponomastici
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
includono nella zona intedescata tutto il sistema collinare di Asiago e
congiungono i Sette e i Tredici Comuni con le isole tedesche assorbite a N. e O.
del Pasubio. Ma nell'interno di questo territorio montuoso le difficoltà di
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
comunicazione non permisero la fusione in un unico tipo dialettale dei singoli e
indipendenti stanziamenti baiuvari: simile ma non identico è il tedesco dei
Sette e dei Tredici Comuni (chiamato, molto impropriamente, "cimbro"); esso
è differenziato dal lusernate che a sua volta si stacca notevolmente dal mòcheno
(Alto Perginese). Siccome, eccezion fatta per il mòcheno, per cui si tratta
d'insediamento più recente, e per Lavarone e Folgaria, che sono colonie più
antiche (circa 1166 e 1150), le altre isole tedesche trentino-veronese-vicentine
sono fondazioni coeve della seconda metà del sec. XIII, le divergenze dialettali
si spiegano ammettendo che i coloni siano pervenuti nelle loro sedi definitive
da punti diversi del territorio bavarese. Caratteristica comune a tutte le colonie
tedesche su suolo italiano è, com'era da attendere, l'arcaismo, di modo che non
sono documentate le innovazioni bavaresi dalla metà del Duecento in poi. La
seriorità della colonia perginese traluce appunto nello spostamento di a ad ò e
di ä ad a che manca nelle isole dialettali vicine, che risalgono a un periodo più
antico. Se dunque anche in queste ultime ê si dittonga in ea (béata da m. a. t.
wêtac "malattia") o ô, anche da ei, dà òa (hòazanheissen "chiamare"); se ai
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
dittonghi m. a. t. ou, awi, ie, uo, iu, üe, corrispondono òa, öu, ia, ua, au, üa
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
(lòavan - laufen "correre" höbe - Heu "fieno", khnia - Knie "ginocchio", schua
"scarpa"
(/index.html)khaughe - m. a. t. Kiuwe "mascella", müade - müde, "stanco"; se ai m. a. t.
Colonie del Friuli e del Monte Rosa. - Alla stessa epoca risalgono le isole alloglotte
del Friuli e del Monte Rosa. La Val Sesia fu colonizzata nel sec. XII da emigrati
del Canton Vallese, Macugnaga fra il 1261 e 1291 da dissodatori della Valle del
Saas, Ornavasso fra il 1275 e il 1307 da coloni di Naters. Sappada nell'Alto
Cadore, Sauris nella friulana Val Lumiëi e Timau in fondo alla valle del But
parlano un dialetto molto simile, di provenienza pùstera o carinziana con tratti
meno arcaici del "cimbro".
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
vocale di timbro palatale γ e κ vengono palatalizzati: bov. jeláo, otr. jeló, γελάω,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
cérato κέρατον. Il suono ϑ si conserva in Calabria: ϑéro ϑέρος, liϑári λιϑάριον,
mentre in Terra d'Otranto è stato sostituito da t o s: tero, litari o lisari. Le finali ν
(/index.html)
Grecia, è riservato a pochi casi, specialmente dopo soźo "io posso": bov. egó
sónno staϑí, ἐγὼ σώνω σταϑῆν "io posso stare". Generalmente viene sostituito da
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
νὰ con un congiuntivo: ϑélo na páo (ἐϑέλω νὰ πάω) "voglio andare".
suo lessico corrisponda generalmente all'uso del greco moderno (cfr. crasí
"vino" κρασίον invece di οἶνος, zzomí "pane" ψωμίον invece di ἄρτος, nerò
"acqua" νηρόν invece di ὕδωρ), troviamo però, specialmente in Calabria, molti
vocaboli che si riconnettono direttamente con la tradizione dorico-sicula della
Magna Grecia. Citiamo dal dialetto di Bova lanó "palmento" (λανός invece di
ληνός), nasída "terreno coltivato lungo una fiumara" (νασίδα invece di νησίδα),
paftá "pasta di latte rappreso" (πακτά di Teocrito), ásamo "senza marchio"
(ἄσαμος invece di ἄσημος), tamíssi "caglio" (τάμισος di Teocrito), cliźa
"pulicaria" (κνύζα di Teocrito invece del comune κόνυζα), anápordo "specie di
cardo" (sirac. ὀνόπορδον), vúrvito "sterco" (dor. βόλβιτον). Oltre a ciò, si
conservano nel dialetto di Bova molti altri vocaboli, di cui nei parlari della
Grecia ogni ricordo si è perduto, come αἰγωλιός "gufo", δέλλις "vespa", ζυγία
"acero", μάκτρα "madia", ὀργάς "terreno fertile", πυρρίας "pettirosso", ῥῶψ
"quercia", ecc. Si notino anche alcune forme femminili in -ός nella declinazione
degli aggettivi come ega ásamo (ἄσαμος) "capra senza marchio", στέριϕος
"animale senza latte", ἔτοιμος "gravida", forme caratteristiche del più antico
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
greco. Ciò fa supporre che il grecismo del Mezzogiorno d'Italia non si debba
considerare, col Morosi, filiazione del greco bizantino, ma che si tratti,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
specie
in Calabria, di una grecità autoctona protrattasi fino a oggi senza interruzione.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Dialetti slavi. - In Italia si parlano dialetti slavi: 1. nell'oasi linguistica serbo-
croata del Molise: 2. lungo i confini orientali: sull'isola di Lagosta; nella piccola
striscia di terraferma intorno a SCUOLA
Zara; sulle isole del Quarnaro: Lussino, Sansego,
(/TRECCANISCUOLA/)
Unie, Cherso (eccettuate le città); nelle campagne istriane; nel retroterra di
Trieste sino al confine d'Italia; nell'alta e media val d'Isonzo (fatta eccezione per
i centri cittadini); in una parte
LIBRI della Val di Resia
(/TRECCANILIBRI/) ARTEe (/TRECCANIARTE/)
della Val Canale. Tutti questi
dialetti appartengono al gruppo slavo-meridionale, e precisamente al serbo-
croato e allo sloveno, i quali s'incontrano nell'Istria su una linea che, partendo
dal golfo di Pirano costeggia ilTRECCANI
corso della Dragogna,
CULTURA supera una profonda
(/CULTURA/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 870/1196
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Narenta) nella seconda metà del sec. XV. E si tratta dell'ultimo nucleo d'un
numero molto maggiore
di Croati (e forse anche Serbi) che fuggendo dalle
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Prevalentemente čakavo è invece il dialetto di Lagosta, con j per dj (meja, serbo-
croato letterario meßa "confine", cfr. medius), t′ per tj (sret′a, lett. sreća
"fortuna"), n in fine di parola per -m, ecc.
SCUOLA Si tratta però di un parlare di tipo
(/TRECCANISCUOLA/)
parte orientale della penisola (la delimitazione a ovest e a nord è fornita da una
linea che, seguendo dapprima il corso dell'Arsa volge ad occidente nelle
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
vicinanze di Gimino, ritorna al nord fino a Vermo presso Pisino e da lì piega a
(/index.html)
NE. fino a raggiungere nei pressi di Obrovo Santa Maria la carrozzabile
CATALOGO (/CATALOGO/)
Trieste-Fiume). La popolazione campagnola a ovest di questa linea, essendo
giunta nell'Istria più o meno dopo il sec. XV e provenendo in massima parte
dall'interno della Dalmazia (Morlacchi) o della Bosnia, e persino dal
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Montenegro, parla dialetti štokavi quasi puri, oppure, tra il Quieto e la
Dragogna, un parlare misto štokavo-čakavo. Nulla di particolare da osservare
per i dialetti čakavi: essi hanno
LIBRI čr- per il cr- del
(/TRECCANILIBRI/) serbo-croato
ARTE letterario (črn
(/TRECCANIARTE/)
Slovenia (nella quale però penetra nella zona di Poljane, Škofja Loka, Logatec);
3. le ultime propaggini ISTITUTO
sud-occidentali del dialetto carinziano (dintornidi
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Tutti i parlari slavi entro i confini d'Italia hanno subito un forte influsso del
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
lessico italiano; e quasi tutti indietreggiano, sia pure lentamente, al contatto
con la lingua italiana, o meglio con i dialetti: veneziano e friulano. Tale
espansione dell'italianoLIBRI
è dovuta soprattutto alla
(/TRECCANILIBRI/) ARTEfunzione culturale che in
(/TRECCANIARTE/)
queste zone hanno avuto i centri cittadini, i quali seppero conservare il loro
carattere italiano anche quando, in seguito a vicende storiche, furono più o
meno circondati da zone linguisticamente eterogenee.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Dialetti albanesi. - I dialetti albanesi parlati nel regno (v. albanesi d'italia) si
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
trovano in tre zone distinte: 1. nell'Italia Meridionale; 2. in Sicilia; 3. nella
Dalmazia italiana. Le colonie dell'Italia meridionale e della Sicilia parlano
dialetti di tipo tosco (vedi albania, Lingua); quella di Borgo Erizzo (Zara), un
dialetto ghego.
Albanese, San Giorgio Albanese, San Cosmo Albanese, San Demetrio Corone,
Macchia, Santa Sofia d'Epiro e altri in provincia di Cosenza; Pallagorio, S.
Nicola dell'Alto, Andali, Marcedusa,
TRECCANI Zangarana, Vena, Caraffa, ecc. in
CULTURA (/CULTURA/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 874/1196
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CATALOGO (/CATALOGO/)
A Montecilfone invece del dittongo ie si trova i, p. es. δit "dieci", lipur "lepre".
Le riduzioni di ie in i e di uo, ue in u sono peculiarità gheghe; la loro presenza
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
nei dialetti d'Italia dimostra che la monottonghizzazione era altra volta assai più
estesa verso il sud e che più tardi, in Albania, è andata retrocedendo.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Anche nella flessione verbale questi dialetti hanno dei caratteri arcaici e
conservativi che ricordano il ghego; p. es., la semplicità del sistema
dell'imperfetto nei dialetti del TRECCANI
Molise (ove troviamo
CULTURA le stesse desinenze
(/CULTURA/)
dell'aoristo). Come particolarità di conservazione, si può ricordare anche il
numero considerevole di aoristi sigmatici (ǵ etš "trovai", ecc.) e il
mantenimento del -v- intervocalico in -ava-
ACQUISTA -ova- -eva- -iva-, pur nella terza
(/EMPORIUM/)
Quanto agli elementi lessicali essi sono numerosissimi; come avviene sempre
nelle zone bilingui, la percentuale delle voci mutuate è tanto maggiore
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
quanto
più è colta la persona che parla.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Dialetti romeni. - Il romeno, o per meglio dire l'istroromeno (che è uno dei
quattro dialetti fondamentali in cui si suddivide il romeno; v. romania: Lingua)
è parlato solo in Istria, in due gruppi di villaggi divisi fra loro dal Monte
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Maggiore. Il gruppo settentrionale comprende ora solo il villaggio di Seiane, di
540 abitanti, nel comune di Castelnuovo d'Istria in provincia di Fiume. Il
gruppo meridionale è LIBRI
formato dai Romeni del
(/TRECCANILIBRI/) comune
ARTE Valdarsa e comprende
(/TRECCANIARTE/)
gal′irę "găină", lărę "lână", ecc.; 7. una caratteristica negativa è l'assenza della
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
palatalizzazione delle labiali, che si trova nei dialetti suddanubiani e in parte del
dacoromeno;
(/index.html)
8. caratteristica fonetica dovuta all'influsso slavo è l'epentesi di un
l′ fra una labiale e una i̯ (fusasi poi nel l′): p. es., pl′erde "pierde", l′er "fier" (cfr.
CATALOGO (/CATALOGO/)
serbocroato zdravlje da zdravje). Nella morfologia ricorderemo: 1. il mutamento
di m in n nella prima persona plurale: p. es., virin "venim"; 2. la terminazione
analogica -u nella terza personaSCUOLA
dei verbi della prima coniugazione: p. es.,
(/TRECCANISCUOLA/)
iel'å lu "ei află"; 3. l'introduzione della forma del presente indicativo anche nel
presente congiuntivo della prima coniugazione, nella terza pers.: p. es., neca å lę
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
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Dialetti tedeschi. - Alto Adige: Oltre alle opere citate nella voce alto adige, v. J.
Schatz, Die tirolische Mundart, in Zeitschrift
TRECCANI es Ferdinandeums,
CULTURA (/CULTURA/) XLVII (1903); id.,
Die deutsche Sprache in Südtirol, in Südtirol pubblicato da K. v. Grabmayr, Berlino
1919, pp. 185-195; C. Battisti, Popoli e lingue nell'Alto Adige, Firenze 1931; id.,
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Sulla germanizzazione altoatesina, in Rassegna critica, XXIX, pp. 239-254; per
singoli problemi fonetici o lessicali, v. : Berichte der Kommission für das Bayerisch-
Oesterreichische Wörterbuch, XI-XVI (1924-29) e P. Pfeifer, in Zeitschrift für
deutsche Mundarten, 1923.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 878/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
paese dei Mòcheni, in Atti Istituto veneto, LXXXVIII, ii (1929), pp. 1119-1191; A.
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Zieger, Ricerche e documenti sulle origini di Fierozzo, Trento 1931. Sulle
condizioni
(/index.html) di Pinè: Ber. Gerola, L'oasi tedesca di Pinè, in Studi trentini (1929); su
Zeitschr. für roman. Philologie, Beih. 43. Per i Sette Comuni si è ancora al vocab.
dello Schmeller, in Sitzungsberichte der bayerischen Akademie der Wiss., 1855, pp.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
60-274; testi in trascrizione fonetica, in I. Seemüller, Deutsche Mundarten, I,
Vienna 1912, pp. 59-73.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Friuli: G. Marinelli, Appunti per un glossario delle colonie tedesche di Sauris Sappada
e Timau, Udine 1900; A. Baragiola, Dialetto e costumi di Sappada, in Cadore, II
(1908), p. 19; bibl. anteriore in J. Bergmann, Die deutsche Gemeinde Sappada nebst
Sauris, in Sitzungsberichte der k. Akademie der Wiss. in Wien, II (1849).
Monte Rosa: A. Schott, Die Deutschen am Monterosa, Zurigo 1840; id., Die
deutschen Kolonien im Piemont, Tubinga 1842; G. Breslau, in Zeitschrift der
Gesellschaft für Erdkunde, XVI, pp. 173-194.
Dialetti greci. - G. Morosi, Studi sui dialetti greci della Terra d'Otranto, Lecce 1870;
id., Il dialetto romaico di Bova di Calabria, in Arch. glott. ital., IV, p. 1 segg.; A.
Pellegrini, Il dialetto greco-calabro di Bova, in Riv. di ilol. e d'istruz. class., IV, V,
VI; G. Rohlfs, Griechen und Romanen in Unteritalien, Firenze 1924; C. Battisti,
Appunti sulla storia e sulla di fusione dell'ellenismo nell'Italia meridionale, in Revue
de linguistique romane, III; G. Rohlfs, Autochthone Griechen oder byzantinische
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Dialetti slavi. - Per le colonie serbocroate del Molise: M. Rešetar, Die
serbokroatischen Kolonien Süditaliens, Vienna 1911; per l'isola di Lagosta: V.
Oblak, Der Dialekt von Latovo, inSCUOLA f. slav. Philologie, XVI (1894); per l'isola
Archiv.(/TRECCANISCUOLA/)
di Lussino: J. Karásek, Über eine Studienreise zur Erforschung des Kroatischen
Dialektes in Lussinpiccolo, ecc., in Anzeiger der Wiener Akad., Phil.-hist. Classe,
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
XVII (1900); per Cherso: M. Tentor, Der čakavische Dialekt der Stadt Cres
(Cherso), in Arch. f. slav. Phil., XXX (1908); per i dialetti croati e sloveni
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
dell'Istria: M. Małecki, Przegląd słovianskich gwar Istrji (Rassegna dei dialetti
slavi dell'Istria), Cracovia 1930; per i dialetti sloveni: F. Ramovš, Slovenački
jezik (lingua slovena), in NarodnaACQUISTA
Enciklopedija Srpsko-hrvatsko-slovenačka (Enc.
(/EMPORIUM/)
Catalunya, Barcellona 1923 segg.; G. Serra, Aggiunte e retti iche algheresi all'Atlas
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
ling. de Cat., in It. dialettale, III, pp. 197-216.
(/index.html)
Letteratura. CATALOGO (/CATALOGO/)
nei primi secoli del secondo millennio cristiano rinnova l'essenza e l'aspetto di
tutta la vita. S'inizia allora e con vigore sempre crescente opera e si diffonde la
reazione contro il regime LIBRIche aveva dianzi governato
(/TRECCANILIBRI/) il mondo con una
ARTE (/TRECCANIARTE/)
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Spagna contro i Mori, dei Capetingi con i re d'Inghilterra, dei Comuni italiani
con gl'imperatori svevi,ISTITUTO
s'elabora
e matura e spunta la coscienza di differenziate
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
CATALOGO (/CATALOGO/)
In Italia la formazione di questo nuovo mondo spirituale unitario procede più
lenta e faticosa che oltralpe, forse perché la gagliarda attività che lo instaura, qui
s'atteggia in modi assai varî perSCUOLA
causa dei profondamente varî andamenti della
(/TRECCANISCUOLA/)
storia delle regioni e delle città, e perché manca la forza disciplinatrice e
unificatrice d'una monarchia e di potenti signori. Certo, già nella seconda metà
del sec. XII c'è nelle classi
LIBRIcolte e dirigenti il senso
(/TRECCANILIBRI/) d'un'unità spirituale
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Francia sbocciano i primi fiori della lirica provenzale e risuonano nelle terre del
nord i primi squilli d'epopea tra la fine del primo e il principio del secondo
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
secolo del nuovo millennio; in Italia solo nella seconda metà del sec. XIII lo
spirito "italiano" s'afferma come arte nella letteratura con la scuola che Dante
disse dello "stil nuovo".
I volgari italiani in cui s'era risolto il latino parlato, esistevano però già da molti
secoli, e nessuno può pensare che intenzioni e attuazioni d'arte tardassero tanto
a manifestarvisi, se lo spontaneo e autonomo parlare è esso stesso opera d'arte.
C'è infatti tutta una letteratura, almeno intenzionale, che precede la scuola dello
stil nuovo, e che come espressione di spiriti regionali o universali o
d'importazione straniera, o come esperimento tecnico prepara il primo fiorire
d'una letteratura veramente italiana.
leggeva sull'arco del coro del duomo di Ferrara; la cantilena d'un giullare
(/index.html)
toscano in tre tirate monorimiche d'ottonarî, composta poco dopo la metà del
CATALOGO (/CATALOGO/)
secolo; la risposta dialettale d'una popolana genovese nel contrasto del
trovatore provenzale Rambaldo de Vaqueiras, che le chiede amore; e qualche
frammentuccio. Col Ritmo cassinese, singolare componimento in dialetto
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
campano e in strofe di sette o otto ottonarî monorimi chiuse da due
endecasillabi a rima baciata, dove due personaggi disputano allegoricamente
della vita mondana e della
LIBRIspirituale; con un poemetto
(/TRECCANILIBRI/) marchigiano dello stesso
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Nelle Noie del cremonese Girardo Patecchio (in dialetto Pateǵ), di cui è attestata
la partecipazione a un atto pubblico nel 1228, una vena di buonumore avviva il
carattere didascalico della canzone, calcata sul modello degli enuegs provenzali.
Il milanese Bonvesin da la Riva, dotto uomo vissuto non oltre il 1315, ha nelle
sue copiose scritture volgari non soltanto una singolare perizia costruttiva, che
rivela una consapevole maturità d'intenti artistici, ma anche non spregevoli
facoltà di narratore. Nelle rime d'un anonimo notaio genovese vissuto tra la
fine del Duecento e il primo Trecento, c'è tanta fantasia da dare efficace
espressione a un'anima colta, faceta, fervida d'amore per la sua terra natale. Ma
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
più altre scritture rimate giunteci dal Duecento norditaliano, o anonime, come
i Proverbia quae dicunturISTITUTO feminarum e altri ammaestramenti
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
super natura morali e
leggende,
(/index.html)
o col nome dell'autore, come lo Splanamento de li proverbii di Salomone
dello stesso Patecchio, il Sermone CATALOGO
di Pietro da Bescapè, il Libro di Uguccione da
(/CATALOGO/)
Epica è la poesia narrativa profana fiorita nella Marca di Treviso nel sec. XIII e
continuatasi molto addentro nel XIV. Un poema su Buovo d'Antona è in
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
dialetto veneziano, solo con qualche coloritura francese. Ma perché la materia
dei racconti veniva di Francia, e la lingua della terra d'origine era intimamente
connaturata con la materia, gli stessi autori(/EMPORIUM/)
ACQUISTA veneti per lo più si studiarono
d'usare il francese e scrissero una lingua ibrida, la quale, secondo la loro varia
cultura, va da un francese gremito d'italianismi, ma grammaticalmente
abbastanza corretto, a un gergo che non è se non uno sregolato travestimento
francese del dialetto veneto. Di quel primo tipo è l'ibridismo linguistico
dell'Entrée d'Espagne, d'un ignoto padovano, e della Prise de Pampelune del suo
continuatore Niccolò da Verona, poemi carolingi, la cui nascita italiana è
attestata anche dalla parte notevole fattavi ai Lombardi e a re Desiderio,
personaggio ignoto all'epica di Francia, e da alcuni caratteri organici divenuti
poi peculiari dell'epopea cavalleresca italiana. L'altra più grossolana forma
idiomatica si trova invece in una vasta compilazione ciclica, nella quale un
anonimo giullare veneto raffazzonò racconti francesi intorno a Buovo
d'Antona, alla madre e alla giovinezza di Carlomagno, a Uggeri il Danese, alla
perseguitata moglie di Carlo, inserendovi anche la leggenda italiana della
nascita d'Orlando a Imola.
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A questi poemi altri se ne accompagnano che per la ragione della lingua sono
detti anch'essi franco-veneti
o franco-italiani, e che trattano, ora fedelmente
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
XIII ciascuna compagnia ebbe il suo repertorio di laudi da intonarsi nelle varie
ricorrenze ecclesiastiche, e i repertorî, modificati nella loro compagine,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Tali rappresentazioni sacre non erano una novità, perché anche la Chiesa aveva
dalla liturgia tratto il cosiddetto dramma liturgico, che metteva sotto gli occhi
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
dei fedeli i fatti della vita di Cristo in forma scenica. In Francia e in Spagna,
ampliatosi considerevolmente, esso uscì di chiesa e, assunto l'idioma volgare,
diede origine ai misteri. In Italia invece di fronte al dramma liturgico, rimasto
tenacemente ligio al latino, nasceva fuori della chiesa, per la diretta
elaborazione dei testi evangelici, il piccolo dramma dei disciplinati, e movendo
da questa sua autonoma origine, s'avviava a un suo autonomo svolgimento. Di
contro alla tradizione teocratica, il laicato, sorto dopo il Mille a governare la
società come borghesia comunale, esprimeva anche in quella modesta forma
letteraria le rinate energie dello spirito, di cui esso stesso era figlio.
Quasi tutte le laudi uscite in quel primo fiorire della lirica religiosa sono
anonime, né hanno caratteri intimi che le differenzino; ma un'impronta
individuale distingue dalle altre il centinaio di laudi, estranee alla vita delle
confraternite, di Iacopone da Todi (morto nel 1306). La poesia di esse è nel
travaglio ansioso dello spirito di Iacopone per trascendere la natura umana e
trasfondersi nell'Assoluto, è nell'ebbrezza dell'amore divino, è nella gioia
ineffabile dell'inabissarsi, dello scomparire, dell'annichilirsi in Dio. Quando
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
assunte a cantare l'amor divino, mostrano chiaramente il poeta colto, cui non
sono ignoti i progressi tecnici realizzati dall'arte del rimare nella scuola poetica
che ebbe da Dante il nome di siciliana.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Alla caduta della dinastia sveva (1266-68) l'arte del rimare alla maniera dei
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Siciliani s'era largamente diffusa in Italia ed erano, specialmente in Toscana,
numerosi i verseggiatori che ricantavano le sottigliezze dell'amor cortese, anche
con più stretta aderenza ai modelli provenzali e con più frequente uso d'insulsi
artifici verbali, che non solessero i loro predecessori meridionali, serbando alla
lingua una coloritura siciliana, ormai connaturata a quella materia. Novità
importante, questi Toscani trattarono spesso argomenti morali e politici in
tenzoni o dispute che si svolgono in sonetti a botta e risposta fra due o più
rimatori; il che valse ad allargare l'orizzonte della rimeria, accostandola alle
realtà della vita e piegandola a una maggior varietà e libertà di lingua e di stile.
Fra questi sicilianeggianti toscani, Chiaro Davanzati, che poetò negli ultimi
decennî del Duecento, si distingue per una notevole fecondità e certa grazia
disinvolta e immaginosa; ma su tutti primeggia Guittone del Viva d'Arezzo, che
in mezzo a molta pedantesca prolissità, a oscure lungaggini dottrinali, a goffe
complicazioni stilistiche, mostra una non comune energia fantastica
nell'esprimere le sue moralità e i suoi sentimenti d'innamorato e di cittadino.
La sua importanza storica è però nell'aver rinvigorito il pensiero e quindi lo
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
vantaggio delle strutture logiche delle stanze e delle poesie, salite dall'infantilità
(/index.html)
mingherlina dei Siciliani a una robusta maturità di costruzioni.
CATALOGO (/CATALOGO/)
Nello sforzo con cui nei primi secoli dopo il Mille lo spirito umano rigenerava
sé stesso, quegli uomini sentivano ribollire i femienti profondi della loro storia
ed erano in grado di sempre meglio intendere e rivivere il mondo romano, così
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
ricco d'esempî di libera e piena spiritualità. Perciò, accanto agli studî del diritto
e della filosofia, rifiorì, ISTITUTO
manifestazione lo
secondaria della rinascita spirituale,
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
studio grammaticale e retorico del latino nelle varie forme del preumanesimo.
(/index.html)
Legato a un mondo politico e intellettuale già vicino al tramonto, il
CATALOGO (/CATALOGO/)
preumanesimo imperiale ed ecclesiastico, di cui sono cospicui rappresentanti i
modelli epistolari di Pier della Vigna e di maestro Berardo da Napoli e di cui si
hanno documenti nella storiografia latina dei secoli XII e XIII, non importa allo
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
sviluppo del pensiero letterario italiano, se non cone esperienza tecnica della
lingua antica, in analogia con quel che s'è detto della scuola poetica siciliana.
Ma nel preumanesimoLIBRI fiorito all'ombra delleARTE
(/TRECCANILIBRI/) signorie comunali, a Firenze,
(/TRECCANIARTE/)
Questo ravvivarsi degli studî del latino, come certo non fu senza qualche
efficacia in alcune delle verseggiate manifestazioni del nuovo pensiero, di cui
abbiamo parlato (si ricordino, ad es., la perizia costruttiva di Bonvesin,
l'annobilimento del dialetto presso i Siciliani, la tecnica del periodo in
Guittone), così ebbe un'azione considerevole nel formarsi del pensiero stesso in
prosa volgare.
Nel consorzio civile novamente formatosi, il numero dei periti del latino si
veniva sempre più diradando, mentre a desiderare di conoscere il mondo
romano erano portate le menti da non so quale congenialità. Cresceva così il
bisogno dei volgarizzamenti che rendessero possibile ai più la conoscenza di
codesto mondo intravisto e sentito come ammirevole. D'altra parte gli esperti
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della prosa francese, spesso fonte anche dei soggetti. Il francese del resto, come
(/index.html)
la lingua "più dilettevole e più comune a tutte le genti", fu usato esso stesso nel
CATALOGO (/CATALOGO/)
sec. XIII da scrittori italiani in opere romanzesche, storiche, dottrinali: da
Rustichello da Pisa in una compilazione di storie della Tavola rotonda e nella
narrazione dei viaggi di Marco SCUOLA
Polo scritta sotto la dettatura del grande
(/TRECCANISCUOLA/)
esploratore nelle carceri di Genova; da Martino da Canale in una cronaca dei
Veneziani; dal fiorentino Brunetto Latini, cancelliere del suo comune e maestro
ai suoi concittadini di politica e retorica, che in
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) francese
ARTE scrisse una grande
(/TRECCANIARTE/)
italiana. Il Guinizelli e la scuola del nuovo stile. - A Bologna, dove intensa ferveva
la nuova vita civile e politica e alloACQUISTA
Studio glorioso accorrevano lettori e scolari
(/EMPORIUM/)
da ogni parte d'Italia e d'oltralpe, l'alta lirica d'amore, di cui i Siciliani avevano
elaborato la lingua e la metrica sul vuoto del pensiero e Guittone rinvigorito lo
stile con una trasfusione di materia meditativa, produsse il primo fiore della
letteratura nazionale per opera di Guido Guinizelli (morto nel 1276), anima di
pensatore e insieme di poeta. La sua lingua, ancorché chiazzata di elementi
dialettali, è quel volgare illustre che Dante considera espressione d'italianità; il
suo concetto dell'Amore inseparabile da cuor gentile, cioè potenza di virtù che
l'anima amata rende attuale, è originale applicazione e sviluppo d'una
fondamentale dottrina scolastica; le immagini in cui il concetto s'incarna, dal
paragone del cor gentile asilo d'amore con la verzura del bosco riparo degli
uccelli, alla scena sublime del tribunale di Dio, cui si presenta l'anima del poeta,
nella canzone famosa Al cor gentil ripara sempre amore; dalle soavi comparazioni
di luminosità celeste e primaverile ai simboli terrificanti d'alcuni pochi sonetti
pieni d'incisiva evidenza, sono creazioni d'una calda fantasia che rende
primamente sensibile la rinnovata spiritualità umana e italiana.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Alla scuola che fu appunto quella del "nuovo stile", il Guinizelli lasciava l'eredità
d'un pensiero capace diISTITUTO
svolgersi
in altre forme di vita. Seguaci e continuatori
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
egli ebbe infatti a Firenze in un gruppo di poeti fioriti al tempo del secondo
(/index.html)
popolo e delle riforme democratiche: Guido Cavalcanti, Lapo Gianni dei
CATALOGO (/CATALOGO/)
Ricevuti, Dino Frescobaldi, Gianni Alfani, Dante Alighieri. Come il Guinizelli,
essi rappresentano l'amore ora come strazio dell'anima e smarrimento terribile
di tutto il loro essere, e ora come mistica adorazione, anelito all'unione
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
spirituale con l'anima bella della donna amata che, immagine evanescente di
santità e di purezza, solleva al cielo il poeta, preso da un ardore ineffabile di
bontà e di virtù. E il loro sentimento
LIBRI analizzano
(/TRECCANILIBRI/) ARTEscientificamente,
(/TRECCANIARTE/) ampliando,
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Dante. - Del Cavalcanti fu amico e in sulle prime seguace nell'arte del rimare,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Dante Alighieri, la cui vita è nella sua intimità vita possente di pensiero e di
passione,
(/index.html)
che prorompe in un infaticabile, flducioso, ardente apostolato per il
trionfo di un'alta idealità morale e politica, perché le circostanze le vietano
CATALOGO (/CATALOGO/)
d'essere anche vita d'azione.
Una trentina delle sue liriche Dante raccolse nella Vita nuova (1293-1294),
collegandole mediante prose intese per lo più a far conoscere le occasioni e gli
stati di spirito da cui le poesie sarebbero nate. Così il libretto che narra la storia
dell'amore di Dante per Beatrice, è la storia dell'intimità del poeta quale egli la
vide nella sua fantasia; la storia del nascere e svilupparsi d'un'idealità tra
d'amore e di religione, narrata con forme e parole e artifici di mistero, che ci
sollevano talvolta nell'atmosfera di sogno che è pure delle poesie. Ma non si
può negare che non di rado la prosa con le sottili analisi psicologiche e
retoriche e l'intento troppo manifesto di dar rilievo al soprannaturale, rompa
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 894/1196
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l'incanto per cui nelle rime la dottrina del nuovo stile scompariva assorbita
dalla grande onda di poesia ispiratrice del giovane meraviglioso. Nuocealla Vita
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Negli anni che seguirono alla morte di Beatrice, altre esperienze d'arte e di stile
furono tentate dall'Alighieri. Seguendo la teoria estetica del Medioevo, egli
approfondiva il carattere pedagogico
SCUOLAdell'arte in alcune liriche allegoriche e in
(/TRECCANISCUOLA/)
Nei primi anni dell'esilio, cui fu condannato nel 1302, Dante pose mano al
Convivio, nel quale la tradizione della prosa volgare formatasi nel Duecento sul
tipo latino classico e medievale, prende a vivere la vita d'un alto e vigoroso
intelletto, e genera il primo grande esempio di prosa dottrinale italiana. Così la
cosmopolita scienza scolastica si nazionalizza, inserendosi nella nuova vita
spirituale italiana e facendosi "sole nuovo", che illumina il nuovo mondo creato
dal fervore della rinascita. Probabilmente nello stesso anno che il Convivio
(1307) Dante lasciò in tronco al quattordicesimo capitolo del secondo libro il
trattato De vulgari eloquentia, inteso a disciplinare la lingua letteraria italiana.
Con esso, nonostante gli errori della sua età, Dante fece opera d'importanza
storica insigne; ebbe mirabili intuizioni di verità scoperte dalla moderna
scienza linguistica; mostrò di possedere vivo il senso dell'unità spirituale della
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 895/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
nazione, colta nel suo maggior segnacolo, la lingua; affermò per l'arte la
necessità dello studio allato di
all'ispirazione, il che fu presagio e forse norma
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Opere entrambe di dottrina e d'apostolato, per un fine morale e politico l'una,
per un fine letterario e civile l'altra, il Convivio e il De vulgari eloquentia
s'interrompono per sfociare nella Divina
SCUOLA Commedia, in cui non solo l'austera e
(/TRECCANISCUOLA/)
guidata ai suoi fini dalle due supreme autorità, l'Impero e il Papato. A questi
concetti Dante, cittadino della guelfa Firenze, arrivò per gradi, che la Commedia
rispecchia sino alla piena maturità del pensiero, la quale fu alla venuta d'Arrigo
VII, quando l'esule credette prossimo il trionfo della giustizia e della pace sulla
terra, e per affrettarlo si fece apostolo della sua dottrina e della sua fede politica
in un trattato latino - Monarchia - in cui il vigore del sillogismo s'unisce
all'ardore della passione, nelle epistole ai principi e ai popoli d'Italia, ad Arrigo
stesso, ai Fiorentini, piene di biblica solennità, e nella ferma e precisa profezia
del XXXIII del Purgatorio, che il poeta rimava prima che nell'agosto del 1313 la
morte d'Arrigo ne frustrasse l'adempimento.
Ripreso e composto in un tempo in cui la più triste realtà negava ogni speranza
di bene, e la grande anima dantesca, avida di bene, si struggeva in un'angoscia
drammatica, l'Inferno è popolato di figure umane dominate da forti passioni, di
grandi caratteri, di taglienti profili di uomini volgari: il dramma dell'anima è
nella creazione della fantasia. Imminente, o presente la spedizione italiana
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lettore di retorica a Bologna. Le due egloghe con cui Dante rispose al maestro
bolognese, sono documenti d'arte e di vita, singolari di bellezza e d'importanza.
Trecentisti minori. - Mentre il cielo d'Italia era percorso dal sole dell'arte
dantesca, bagliori d'arte lo solcavano varî d'intensità e di durata. Venivano dalle
rime degli ultimi poeti dello stil nuovo, tra i quali primeggia Cino da Pistoia,
nel cui canzoniere il motivo della donna angelicata si vela d'un'ombra di
malinconia ora soave ora tragica, ed è manifesta la tendenza a nuove e più
umane forme d'analisi psicologica. Venivano dal Fiore, raccolta di coloriti e
abilmenie scorciati sonetti, in cui un fiorentino, che invano si tentò identificare
con Dante, abbreviò le lungaggini del Roman de la Rose. Venivano dai sonetti
dei mesi e dei giorni della settimana di Folgòre da San Gimignano, che
trasferiscono costumi e spiriti locali in un mondo più vasto di cortesia e di
sollazzo. Venivano da certe prose ascetiche, per lo più toscane, vive d'una
freschezza nativa, amabili insieme e potenti nell'espressione del candido
sentimento, efficacissime nelle rappresentazioni: i Fioretti di San Francesco,
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materia dottrinale s'ebbero in quel tempo per opera di Bindo Bonichi, arido e
infaticabile moralista nelle
sue canzoni; di Iacopo Alighieri, figlio di Dante,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
compilazioni possono, per la natura del metodo praticato dagli autori, andare
insieme con le compilazioni in prosa moralistiche, storiche, novellistiche, quali
gli Ammaestramenti degli
LIBRI di fra Bartolommeo
(/TRECCANILIBRI/)
antichi da San Concordio, la Fiorita
ARTE (/TRECCANIARTE/)
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Almeno letterariamente il Medioevo era finito col finire del primo millennio, e
il preumanesimo (v. p. ISTITUTO
934) aveva poco appresso infuso anche negli studî
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) della
classicità un fervore di vita, che seguendo lo sviluppo della risorta anima
(/index.html)
umana, li condusse alla filologia del Petrarca e dei suoi continuatori. Lo spirito
CATALOGO (/CATALOGO/)
vivificatore degli studî classici era in pieno vigore fino dal sec. XII e già Dante
aveva affermato non potervi essere buon poeta volgare senza lo studio degli
antichi, e confessato d'aver toltoSCUOLA
da Virgilio il "bello stile" delle sue liriche. Ciò
(/TRECCANISCUOLA/)
che di nuovo recò in quegli studî il secolo XIV giunto circa a mezzo il suo
corso, non fu se non la consapevolezza dello iato che ormai separava l'antichità
dal tempo corrente, consapevolezza che si contrapponeva
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) all'idea e al
ARTE (/TRECCANIARTE/)
sentimento degli uomini dei primi secoli dopo il Mille e di Dante stesso, i quali
tenevano l'età loro e la letteratura latina e volgare del loro tempo come
continuazione non mai interrotta dellaCULTURA
TRECCANI vita politica e intellettuale antica.
(/CULTURA/)
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Oltre al Secretum, il De otio religiosorum il De vita solitaria (1346-56) riflettono le
incertezze dell'anima petrarchesca tra le idealità dell'asceta e la prepotente sua
umanità. Ma con più chiara evidenza
SCUOLArivela quello che è storicamente l'aspetto
(/TRECCANISCUOLA/)
più importante dell'anima petrarchesca, il ponderoso trattato De remediis
utriusque fortunae (1360-1366) pervaso sì di spiriti ascetici, ma inteso a risolvere
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
razionalmente il problema della felicità, cercando nella stessa anima umana i
conforti al dolore e i freni contro l'esultare della gioia; libro di umanità, la cui
enorme fortuna, pari se non superiore a quella del canzoniere, si spiega solo
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
considerandolo appunto come espressione del primo sforzo critico verso
l'interpretazione di quel nuovo mondo morale, di cui la storia dava ormai la
coscienza intuitiva. ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Fattasi riflessa nel Petrarca, fu appunto questa coscienza che gli rivelò il mondo
antico non più come una forza immanente nella vita quotidiana, ma come un
mondo per ricchezza e vigore di umana spiritualità affine a quello nuovamente
creato, cui si dovesse tornare col pensiero e con l'atto per via di meditazione e
di studio. Onde di là dal segno tracciato dai preumanisti veronesi e padovani,
egli rinnovò i metodi degli studî sull'antica letteratura romana, ricercatore e
scopritore di manoscritti e d' opere perdutesi di vista, acuto distruttore di
leggende abbarbicatesi durante il Medioevo alla storia dell'antichità, felice
iniziatore della critica diplomatica e della critica dei testi, rinnovatore con
caratteri d'individualità dello stile latino, primo metodico fautore dello sforzo
verso una visione schietta e genuina della classicità e del sogno antistorico
d'una restaurazione classica nella lingua, nel costume, nella politica. Dal quale
sogno nacque, tra il 1338 e il 1340, il duplice disegno di cantare Scipione
Africano, quale eroe nazionale sì dei Romani e sì dei loro eredi cristiani, e di
scrivere una storia di Roma per biografie da Romolo a Tito; l'Africa e il De viris
illustribus.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Di esempî romani è fatta in prevalenza anche la parte compiuta dei libri Rerum
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
memorandarum; e Roma è sempre il centro e la meta onde s'irradia e cui fa capo
il pensiero politico del Petrarca; pensiero medievale quando sollecita Carlo IV a
(/index.html)
venire in Italia per consacrare in CATALOGO
Roma la sua dignità d'imperatore; pensiero
(/CATALOGO/)
grave d'avvenire quando sente nella Roma di Cola la forza unificatrice d'Italia.
E a Roma egli richiama con voce infaticata, nelle epistole metriche e nelle
prosastiche, i papi fuorusciti, e SCUOLA
vede nella loro assenza la causa della decadenza
(/TRECCANISCUOLA/)
e della corruzione della curia, aspramente sferzata nelle epistole Sine nomine, in
due egloghe e con più impetuosa veemenza in tre sonetti famosi.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
rappresentò in una serie di visioni allegoriche, nelle quali è evidente l'azione del
modello dantesco. La freschezza elegante delle particolarità descrittive
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
avvolte
in un'onda soavissima di musicalità, può far dimenticare nei Trion i l'aridità
(/index.html)
fredda del racconto, che troppo spesso si esinanisce in cataloghi di nomi; ma
CATALOGO (/CATALOGO/)
poesia vera e viva è soltanto là dove il lirismo dell'anima petrarchesca
prorompe nel ricordo e nella rappresentazione di Laura.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Il Boccaccio. - Non meno viva, ma più ingenua e intuitiva coscienza d'umanità
ebbe Giovanni Boccaccio, poco più giovane del Petrarca, e al Petrarca legato da
vincoli d'amicizia e di devozione. Tradizioni ARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) e nuovi moti letterarî
(/TRECCANIARTE/)
cui la prosa del grande novellatore si snoda quando la pompa retorica vien
meno e il periodo corre breve e leggiero e dalle frasi della viva lingua
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
fiorentina, dagl'idiotismi d'altri dialetti, dai proverbî popolari balzano
stupendamente coloriti i caratteri dei personaggi e delle scene.
Vero buongustaio della poesia, il Boccaccio cerca di far rivivere nelle stesse sue
opere volgari quella varia bellezza che avidamente assaporava nella letteratura
classica. Nelle sue scritture latine d'arte (epistole, egloghe) la lingua è più venata
di medievalismo che non sia nel Petrarca; in quelle di dottrina (De genealogiis
deorum gentilium, De casibus virorum illustrium, De claris mulieribus, De montibus,
silvis, ecc.) il suo scopo non è tanto di ricostruire nella sua genuinità il pensiero
antico (non sdegna neppure fonti medievali), quanto d'intendere e d'offrire agli
altri modo d'intendere i poeti antichi. Assai meno filologo del Petrarca, egli è
più di lui nella storia, dalla quale il grande Aretino si astrae col suo sogno di
restaurazione classica, senza accorgersi che quel sogno nasce appunto dal
nuovo mondo creato dall'età immediatamente anteriore alla sua, mondo nel
quale e del quale egli vive.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Dante, il cui poema era letto pubblicamente nelle chiese e negli studî, ebbe
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
commentatori numerosi in latino e in volgare fino alla metà del sec. XV, e
imitatori, che della Commedia ripresero le linee schematiche e gl'intenti
didascalici. Fazio degliLIBRI
Uberti nel Dittamondo ARTE
(/TRECCANILIBRI/) inquadrò in un viaggio,
(/TRECCANIARTE/)
Giovanni Gherardi da Prato; Matteo Palmieri trovò modo di esporre una teoria
neoplatonica sulla provenienza e le sorti delle anime umane narrando un suo
viaggio nei Campi Elisi, per le sfere dei pianeti e degli elementi e nelle
"mansioni" dei vizî e delle virtù, e più altri andarono poveramente
danteggiando e dove il Petrarca e il Boccaccio avevano danteggiato,
accostandosi anche a loro.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
familiare, che continua, ormai nel quadro della letteratura italiana, tradizioni
locali. Sono del primo genere le ballate, i madrigali, le cacce, le frottole
giullaresche toscane dell'estremo Trecento
TRECCANI e del(/CULTURA/)
CULTURA primo Quattrocento
(graziosissime quelle di Franco Sacchetti e di Alesso Donati), le canzonette
veneziane, dette anche giustiniane da Leonardo Giustinian, che ne fermò i modi
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
e i toni, e verso la fine del sec. XV le agili barzellette (dicono frottole anche
queste); tutti brevi componimenti, che trattano motivi d'amore o
rappresentano vivaci scene, spesso a dialogo, ora con un amabile colorito
idillico, più comune nei Toscani, ora con garbato e talvolta birichino realismo.
Di sì ben indovinato tono popolare sono alcuni strambotti (veramente ottave a
tre rime) dello stesso Giustinian, e di qualche altro verseggiatore colto, che il
popolo li fece suoi e li canta ancora, diffusi in più regioni d'Italia; ma maggiore
è il numero degli strambotti che rimatori della scuola di Serafino Aquilano, e
Serafino stesso complicarono di tutte le leziosaggini e le stramberie, che come
s'è detto, furono da loro introdotte nella lirica petrarchesca. Della lirica
borghese, infine, scherzosa e satirica, bonariamente narrativa e pianamente
didascalica, innumerevoli furono i dilettanti specialmente fra i trecentisti e i
quattrocentisti toscani. Famoso fra i trecentisti Antonio Pucci narratore in
poemetti e serventesi dei fasti e nefasti della sua terra; e tra i quattrocentisti il
barbiere Domenico di Giovanni detto il Burchiello, narratore allegro delle
traversie della triste sua vita, maestro di satiriche trovate, cultore principale
d'una oscura maniera di poesia, che non è se non buffonesca infilzatura di frizzi
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
CATALOGO (/CATALOGO/)
Quantunque occorra guardarsi dal confondere l'interesse storico onde hanno
rilievo nella lirica del Trecento e del Quattrocento alcune rime d'argomento
politico, con i loro pregi d'arte,SCUOLA
non si (/TRECCANISCUOLA/)
può negare un certo vigore espressivo ad
alcune canzoni di Fazio degli Uberti e di qualche altro verseggiatore, ispirate
dalle spedizioni di Carlo IV in Italia; a rime di qualche fiorentino
quattrocentista sulle guerre della sua patria contro
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) i Visconti, e ai numerosi
ARTE (/TRECCANIARTE/)
d'allegorie bibliche, terribile nella descrizione dei flagelli minacciati alla Chiesa
e al mondo, gagliarda per la solidità dei ragionamenti propugnanti riforme
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
morali e politiche, commosse profondamente Firenze verso la fine del sec. XV.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Dalla semplicità e dalla schiettezza delle lettere familiari e delle ricordanze
domestiche del Tre e del Quattrocento non s'allontana invece la prosa delle
prediche di San Bernardino degli Albizzeschi da Siena, che sferza con vigore
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
d'eloquenza i vizî dei suoi contemporanei, spesso valendosi d'immagini tratte
dalla più umile realtà della vita e di novellette argutamente narrate, e
dappertutto trasfondendoLIBRIil(/TRECCANILIBRI/)
calore e il candore della
ARTE sua fede. Schietta, calma,
(/TRECCANIARTE/)
perspicua è anche la prosa delle pie leggende e delle vite dei santi, che però nel
sec. XV va assumendo certa relativa complessità di costrutti e aggiustatezza di
legamenti sintattici, e talvolta TRECCANI
manifestaCULTURA
lo spirito dei nuovi tempi nella cura di
(/CULTURA/)
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Accanto alle laudi liriche s'erano diffuse dall'Umbria nelle regioni contermini le
laudi drammatiche, dalle
quali ha origine, come già s'è accennato, il teatro
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Argomento delle rappresentazioni sacre sono fatti della vita di Cristo o storie
dell'antico testamento LIBRI
o leggende di santi, tutto
(/TRECCANILIBRI/) ARTEsceneggiato pedissequamente
(/TRECCANIARTE/)
sulle tracce della fonte scritturale o agiografica. L'azione, meglio il dialogo, ché
d'una vera e propria azione nei drammi sacri quattrocenteschi non si può
parlare, passa continuamente da luogo CULTURA
TRECCANI a luogo e(/CULTURA/)
comprende periodi di molti e
molti anni; alle quali condizioni del testo era opportunamente coordinato
l'assetto scenico. Le ragioni della storia sono allegramente calpestate, onde
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
abbondano i più strani anacronismi, specialmente in certe scene di costume,
intramesse con intenti comici o satirici. Ma tutto ciò non toglierebbe valore
d'arte al teatro sacro, se esso avesse intima forza drammatica, se i caratteri
fossero rappresentati con intuito psicologico e i fatti con potenza di scorci ed
efficacia d'espressione. Tra gli autori, anonimi i più, alcuni pochi noti anche per
altre scritture (Feo Belcari, Pierozzo Castellani, Lorenzo il Magnifico, ecc.),
mancò il genio creatore che potesse essere il Calderón o lo Shakespeare
italiano. La libera genialità del Poliziano plasmò nelle forme del teatro sacro
popolaresco il delicato pathos idillico-elegiaco della sua anima di poeta, creando
l'Orfeo; la pedanteria classicheggiante di qualche altro poeta o di mezzi poeti o
di semplici verseggiatori pretese disciplinarle adottando talora la divisione in
atti, attenuando l'inverosimiglianza dei bruschi passaggi di luogo in luogo e di
tempo in tempo o introducendo l'uso dei cori e dei prologhi di tipo classico
(Timone del Boiardo; Cefalo di Niccolò da Correggio; Sofonisba di Galeotto del
Carretto; Pan ila del Pistoia, ecc.). E la sacra rappresentazione andò a morire
nei presepî e negli oratorî dei conventi o in spettacoli sacri popolari, che ancora
sopravvivono in alcune regioni d'Italia.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Rimati e prosastici sono anche i racconti storici del Tre e Quattrocento: per lo
più in ottave quelli popolari destinati alla recitazione, come i sette cantari della
guerra di Pisa del 1362 d'Antonio Pucci e gli undici già attribuiti a Niccolò
Ciminello abruzzese sulla guerra dell'Aquila (1424); per lo più in terzine quelli
destinati alla lettura, come il Centiloquio dello stesso Pucci, riduzione metrica
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
della cronaca del Villani, e L'altro Marte. in cui il perugino Lorenzo Gualtieri
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
detto Lorenzo Spirito cantò i fatti dei tre Piccinini sino alla battaglia di Troia
(1460). Naturalmente abbondano poi le cronache in prosa volgare o, che fa lo
(/index.html)
stesso, latina alla foggia medievale, aliene da ogni sforzo di sintesi, senz'altro
CATALOGO (/CATALOGO/)
ordine che il cronologico. Non v'è città che non ne abbia almeno una; ma prive
come sono, non solo d'ogni valore ma d'ogni intenzione letteraria, non
richiedono che qui se ne parli. Solo
SCUOLAoccorre ricordare, come uno dei maggiori
(/TRECCANISCUOLA/)
prosatori del Quattrocento, Giovanni Cavalcanti, che nel narrare con spirito
mediceo i mutamenti dello stato dal 1423 al 1440, mostrò d'avere una
concezione insolitamente LIBRIlarga e penetrante dei
(/TRECCANILIBRI/) ARTEfatti, la quale gli valse l'onore
(/TRECCANIARTE/)
sfila dinnanzi una solenne schiera di papi, prelati, principi, letterati, uomini di
stato italiani e stranieri, direttamente conosciuti, i più, dal bravo libraio
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
fiorentino e da lui rappresentati con ricchezza di particolari pittoreschi, in uno
stile di solito semplice e piano, talvolta colorito d'arguzia bonaria.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Perché, come s'è detto, gli studî dell'antichità erano risorti sino dai primi secoli
del nuovo millennio come conseguenza di tutto il rinvigorimento delleumane
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
energie spirituali, già i primi antesignani del movimento suscitato dal Petrarca
(/index.html)
amarono chiamarli studia humanitatis, cioè studî intesi al perfezionamento
CATALOGO (/CATALOGO/)
integrale dell'uomo, atti a formare una cultura che non fosse soltanto dottrina,
ma anche moralità e bellezza, vita insomma nella sua unitaria pienezza. E
"umanista" fu dapprima, anche SCUOLA
se la parola entrò nell'uso solo più tardi (forse
(/TRECCANISCUOLA/)
verso la fine del sec. XV), chi mediante gli studî del classicismo aspirava a un
fine di compiuta educazione dell'uomo per un intento di riabilitazione dello
spirito, elevato a dignità di (/TRECCANILIBRI/)
LIBRI creatore della vitaARTE
e della storia. Di tal natura fu la
(/TRECCANIARTE/)
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
dialogica, è plasmata sui modelli di Cicerone e di Seneca. Pochi, e sono dei più
antichi, sentono qualche soffio di vita nuova, com'è di quelli di Poggio
Bracciolini, che vi trasfonde l'onda indiavolata
TRECCANI CULTURA del suo ingegno arguto, vivido,
(/CULTURA/)
effervescente. Egli è pure il più felice tra gli epistolografi latini del
Quattrocento, che tanti e tanti ne ebbe, seguitatori dapprima della maniera più
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
grave di Seneca, di Plinio e del Petrarca, poi di quella più agile di Cicerone.
Vuote esercitazioni stilistiche sono per lo più le orazioni accademiche degli
umanisti, mentre le necessità della storia vincevano l'astratto sogno della
restaurazione classica nelle orazioni del genere deliberativo, le quali, anche se
scritte in latino, avevano - quelle tenute da Enea Silvio Piccolomini, p. es. - un
sostanzioso contenuto politico e una salda compagine di pensiero. Orazioni
destinate alla lettura e modellate sulle antiche orazioni giudiziarie erano le
invettive, con cui gli umanisti sfogavano il loro maqlanimo contro gli
avversarî, caricandoli di volgari insulti e atroci calunnie. Famose le polemiche
del Filelfo e del Valla con Poggio per questioni personali e di metodo; e quella
di Poggio con Guarino disputanti se superiore fosse Cesare o Scipione
Africano.
L'epica latina, iniziatasi con l'Africa, riprese di rado argomenti di storia antica o
di mitologia pagana; preferì argomenti contemporanei, che offrissero agli
autori il destro di adulare i mecenati da cui aspettavano compensi: Francesco
Filelfo, maestro di quell'arte vilissima, compose senza finirla una Sforziade tra
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movenze. Ma quando più sottile e acuto divenne il senso storico della lingua
latina, andò perduta quella che
simpatica scapestrataggine linguistica e stilistica,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
rende a noi così attraente e rese già così benefico nella storia dello spirito
(/index.html)
umano l'umanesimo italiano della prima metà del Quattrocento. Più piena e
CATALOGO (/CATALOGO/)
sicura divenne allora la visione e più esatta la valutazione del mondo classico;
ma l'empirismo che per breve tempo aveva conciliato il libero individualismo
del sogno con la ferrea necessitàSCUOLA
della storia, soggiacque alla tirannide delle
(/TRECCANISCUOLA/)
regole, e la storia fece valere i suoi diritti, consacrando il volgare come lingua
dell'umanesimo nazionale italiano e componendo il latino nel suo sepolcro. Il
ciceronianismo, di cui LIBRI
era stato primo apostolo
(/TRECCANILIBRI/) nel(/TRECCANIARTE/)
ARTE primo Quattrocento
Gasparino Barzizza, pur finendo col trionfare dei suoi avversarî, s'irrigidì in un
proposito di gretta imitazione formale, che fu prodromo e causa della sua fine;
e l'umanesimo, che non è latinismo,
TRECCANImaCULTURA
affermazione d'umanità nell'azione e
(/CULTURA/)
Fu negli anni tra la prima e la seconda metà del sec. XV, che il vecchio
empirismo e il nuovo avviamento storicistico della cultura si trovarono a
contrasto nelle fiere polemiche tra Poggio Bracciolini e Lorenzo Valla. Grande
campione dell'empirismo, Poggio scrive un latino che per la sua libertà di
lessico e di grammatica conserva un amabile sapore di lingua viva. Il Valla
invece, libera e forte mente di pensatore, che molte tradizioni filosofiche,
storiche, giuridiche scosse con rigore di logica e ardore battagliero, nelle
Elegantiae latinae linguae (1444) definì con studio metodico dei classici l'uso
delle parti del discorso nel periodo, rilevò alcune singolari proprietà dello
scrivere latino e fermò con discussioni filosofiche e comparazioni delle voci
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sinonime il preciso significato di molte parole. Grande teorico dello stile latino,
ma infelice scrittore, perché tutto
il latino foggiato sulla sua dottrina riesce del
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
avere "ciascuna lingua sua perfezione", e non importare alla grandezza d'un
poeta se egli scriva "in istile litterato (latino) o vulgare". E Leon Battista Alberti,
il grande architetto, precursore di Leonardo nella multiforme attività,
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
promoveva nel 1441 una gara di poesia (certame coronario), dove la lingua del
popolo facesse prova delle sue attitudini a trattare materia elevata, e difendeva
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
il volgare contro i suoi denigratori, proclamandolo pari al latino, solo che i
dotti volessero "elimarlo e pulirlo".
Questo appunto fecero e il Bruni nelle sue poche scritture volgari e Matteo
Palmieri, già ricordato, nella Vita civile, trattato di morale e di politica, e
l'Alberti stesso nelle molte sue opere volgari (Teogenio, Della famiglia,
Tranquillità dell'animo, Iciarchia), nelle quali la genialità dell'artista conferisce alla
lingua rapida efficacia di scorci, d'arguti avvicinamenti e d'immagini originali,
quando l'importuna consapevolezza dell'intento di limarla e pulirla a specchio
della lingua antica non l'impacci nella ricercatezza opaca del latinismo. Che è
poi il difetto di troppi altri scrittori quattrocenteschi e d'alcuni di quelli che
sono stati ricordati tra i rappresentanti della corrente letteraria di tradizione
trecentesca.
A Firenze, passata la metà del secolo, altre opere maturarono, nelle quali il
rinnovato spirito, fatto di tradizione classica, di tradizione medievale e
soprattutto d'una fervida attività spirituale che l'una e l'altra animava
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(/index.html)
Nelle Sylvae e in più altre composizioni latine, come negli artificiosi rispetti
CATALOGO (/CATALOGO/)
spicciolati e continuati, il Poliziano, artista finissimo, alessandrineggia
volentieri in descrizioni di natura o d'umanità, nelle quali il critico facilmente
scopre il lavoro musivo e il lettore sente
SCUOLA un'ispirazione dottrinale, che viene di
(/TRECCANISCUOLA/)
fuori. Ma quando dal latino libero e spregiudicato dell'elegia In morte di Albiera
degli Albizzi, dei distici serenamente voluttuosi Alle viole, dei giambi birichini
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Alla sua fanciulla si levano note di poesia profonda, o meglio, quando, leggendo
il materialmente incompiuto eppure così spiritualmente uno e organico
poemetto per la Giostra (1475)TRECCANI
o le ottave improvvisate dell'Orfeo (1480) o le
CULTURA (/CULTURA/)
stanze argutamente ritornellate delle canzoni a ballo, ci si sente avvolti
nell'atmosfera d'un mondo idillico, aereo, fresco di giovinezza e di primavera,
luminoso, melodioso, fragrante, ch'è il mondo
ACQUISTA poetico del Poliziano,
(/EMPORIUM/)
spesso con aperti atteggiamenti di popolare realismo; poema ben lontano dalle
ricercatezze e dalle erudizioni dell'umanesimo professionale, ma ricco di vivida
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
umanità quattrocentesca e toscana.
Nel Mezzogiorno d'Italia, l'umanità nuova quale era uscita, fervida di libera
attività, dal gran moto del Rinascimento, palpita nelle opere di Gioviano
Pontano e di Iacopo Sannazzaro, magnifici creatori di poesia di sulle visioni
incantevoli del golfo partenopeo, l'uno dei quali brucia il gran patrimonio della
sua dottrina nell'ardore d'una multiforme sensualità, l'altro lo rivive e affina
nella gentilezza d'un'anima squisitamente sentimentale. In quel suo duttile
latino, che sa le peculiarità lessicali e le mariolerie del dialetto napoletano, nei
versi d'ogni metro e d'ogni intonazione (Lepidina, Hendecasyllabi seu Baiae,
Amores, Eridani, ecc.), nelle prose (Dialogi) che non hanno le pari nel
Rinascimento italiano, il segretario dei re Aragonesi trasfonde il suo spirito
pronto a espandersi in spontaneità di moti così dinnanzi agli spettacoli naturali,
come alle realtà e alle intimità della vita galante, della vita di strada, della vita di
famiglia, onde quel che a un lettore superficiale può parere imitazione, è
creazione autonoma di tale cui la consuetudine degli antichi ha solo procurato
un congenito arricchimento di forme espressive. Nell'Arcadia del Sannazzaro,
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Un mondo sognato come una bella idealità, ma più vasto e più variamente e
universalmente umano, è anche quello che creò e soleggiò di poesia Matteo
Maria Boiardo. Dotto umanista, volgarizzò più opere greche e latine, e
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Ma la pienezza della poesia ond'è capace l'anima del Boiardo, è nel poema,
trepido del fervido vagheggiamento d'un'umanità amorosa ed eroica. Il
connubio del ciclo epico carolingio con l'arturiano, di cui si suole dar vanto al
poeta dell'Orlando Innamorato, è forma spontanea dell'anima sua, vivente nel
sogno di quel mondo d'amore, di cortesia e d'eroismo. Sorride il poeta di certi
smisurati colpi di spada e di lancia e non si fa scrupolo di gettare il ridicolo su
Orlando e sul buon re Carlo. Sono le astuzie e le arguzie del narratore, che di
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d'accordo con loro nel non prestar fede, nonostante l'autorità di Turpino, alle
(/index.html)
avventure portentose, alle magie, agl'incanti e nel gustare le ingenuità, le
CATALOGO (/CATALOGO/)
goffaggini, il buon umore che attribuisce alle creature della sua immaginazione.
Ma verso di queste è pieno di sincera simpatia, e si dorrebbe se per quei pochi
scherzucci altri pensasse che volesse farne la caricatura o la satira. O non sono
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
appunto quei cavalieri, ardenti d'un amore impetuoso e pronti per esso a ogni
cimento, la forma della sua commossa ammirazione per quel mondo dell'amore
e della volontà eroica, LIBRI
ch'è l'intimo spirito e laARTE
(/TRECCANILIBRI/) poesia dell'Innamorato?
(/TRECCANIARTE/)
Da questa idealità adorata dal conte traggono palpito di vita e lume di poesia le
innumeri e variamente concepite figure del suo poema, quelle che vi migrarono
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
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simpatia viva per gli eroi e per i fatti, ma senza vera commozione, con l'aria di
chi si diverte a star a vedere, ma si compiace d'esser fuori del giuoco. Da
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) uomo
savio, che alla saviezza dei suoi paladini non crede troppo, egli guarda con
(/index.html)
occhio birichino il tramenio del mondo cavalleresco e certe azioni portentose, e
CATALOGO (/CATALOGO/)
dall'alto del suo osservatorio di spettatore curioso increspa le labbra a un
sorriso. Negli esordî dei canti, nei trapassi da racconto a racconto e in più
episodî si volge alla realtà contemporanea, ma pur nel deplorare la decadenza
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
del costume, la corruttela degli uomini di chiesa, i guai dell'Italia, che sente e
ama come unità spirituale (solo qualche zelante poté pensare ad attribuirgliene
il senso politico), non LIBRI
s'accende mai d'ira. Tuttavia
(/TRECCANILIBRI/) la contemplazione
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Grande fu nel sec. XVI la fortuna del Furioso; fortuna d'edizioni lussuose e
popolari, commentate e graficamente illustrate, di dissertazioni erudite sulla
lingua e sulle fonti, di traduzioni in dialetto e in lingue straniere,
d'innumerevoli imitazioni. Di queste non ce n'è forse una che meriti ricordo
perché l'autore abbia saputo infondere la vita d'uno spirito ben individuato
nell'inerte materia, come avevano fatto il Pulci, il Boiardo, assai debolmente un
Francesco Cieco detto da Ferrara nel Mambriano composto nell'ultimo
decennio del sec. XV, e l'Ariosto.
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Delle favole cavalleresche abilmente parodiate il Folengo si valse a esprimere
un suo mondo di realismo plebeo e di grossolana giocondità in forme che
rivelano una certa aspirazione eSCUOLAispirazione epica. Pienamente conforme a
(/TRECCANISCUOLA/)
questo comico, perché contraddittorio, momento spirituale, è il linguaggio
maccheronico da lui usato, curioso miscuglio di parole classiche e di voci
italiane o dialettali latineggiate, che il FolengoARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) non(/TRECCANIARTE/)
inventò ma perfezionò
dandogli una mirabile duttilità. Con amabili anacronismi la realtà
contemporanea entra liberamente nel poema, oltreché mediante le immagini e
le similitudini coloritrici del racconto, in molti episodî e scene della vita
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
La grande e la minor prosa del sec. XVI. - Col Folengo la materia cavalleresca
finiva di adempiere l'ufficio, cui l'aveva chiamata la moda del sec. XV,
d'accogliere ed esprimere spiriti di poesia. Col Machiavelli e col Guicciardini il
pensiero morale e politico di quel secolo stesso, fecondato da studî e da
esperienze personali, si concludeva in dottrine e disegni che invano
grandeggiarono intellettualmente nel momento storico che segnò la rovina
dell'indipendenza d'Italia; e di quei forti pensamenti s'alimentava, salendo al
suo culmine, la grande prosa del sec. XVI.
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vuol essere sacrificato e che deve essere norma della moralità delle azioni.
Castracani, con la quale il Machiavelli volle, più che narrare storia veridica,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
dimostrare con un esempio la bontà delle sue teorie; gli otto libri delle Istorie
iorentine
(/index.html) che narrano la storia della città, e in particolare degl'interni
rivolgimenti, dalle origini al 1492CATALOGO
con mirabile vigore di sintesi governata dalle
(/CATALOGO/)
stesse idee che il Machiavelli aveva esposto nelle sue opere teoriche.
della vita come energia e volontà, che si rivelano nelle scritture politiche,
nascono le commedie, la Clizia e soprattutto la Mandragola. In questa fanno
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
mirabile prova le disposizioni allo scherzo, all'arguzia, all'ironia, che il
Machiavelli mostra nelle lettere familiari e nella novella Belfagor arcidiavolo, ed
eccellono nella figurazione deiTRECCANI
personaggi, nella(/CULTURA/)
CULTURA struttura delle scene,
nell'andamento dell'azione, quelle attitudini artistiche, che dànno tanta vivezza
e tanto vigore alla stessa sua prosa scientifica.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Alta individualità fortemente operante nella storia del suo tempo, Francesco
Guicciardini ha comuni col Machiavelli l'amore della patria italiana, l'attitudine
e l'abitudine dell'osservazione acuta della realtà, la penetrante sagacia dei
giudizî storici. Ma egli ama più del suo amico fare i conti con la storia e non ha
fede in quel rinnovamento profondo della morale e della coscienza su cui
poggia l'altissima idealità politica del Machiavelli. Agli Italiani del suo tempo
non chiede tanto, e mira a un ristabilimento dell'equilibrio fra gli stati italiani
per afforzarli contro gli stranieri, piuttosto che all'unificazione statale della
penisola, che è il grande presagio del Machiavelli. Anche in lui la solidità
quadrata dello stile è figlia della saldezza nitida del pensiero. Nella Storia d'Italia,
poi, la grande opera che corona la molteplice e feconda attività di scrittore del
Guicciardini (due Storie iorentine, relazioni, il dialogo Del reggimento di Firenze,
Considera-zioni sui discorsi del Machiavelli, Ricordi civili e politici, ecc.) lo stile
emula la maestà del racconto liviano, non per sciocco intento retorico, ma
perché così vuole l'organica complessità d'un pensiero che vede i fatti quali
risultamenti unitarî di forze convergenti o contrastanti e come tali vuole che li
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percepisca, sia pure con uno sforzo mentale, il lettore. Più semplice è lo stile del
Machiavelli, che maggiore importanza attribuisce nel corso della storiaalla
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
"virtù" individuale.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Insieme con la grande prosa del Machiavelli e del Guicciardini, fioriscono nel
sec. XVI la prosa, più modesta di concezione e costruzione, ma pure ben
equilibrata e salda, dei moralisti, i quali dai classici e da un'ormai tradizionale
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
costumanza di vita classicamente temprata hanno appreso la saggezza dei loro
ammaestramenti, e la prosa degli storici minori, cui quella stessa costumanza di
vita e la pacata osservazione della realtà politica
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTEsuggeriscono una larga e
(/TRECCANIARTE/)
Dei moralisti i più sono toscani: Giambattista Gelli, autore dei Capricci del
Bottaio e della Circe, ragionamenti e dialoghi che raccomandano agli uomini la
sottomissione ai dettami della ragione e non ai capricci del senso; monsignore
Giovanni Della Casa, scrittore fecondo in prosa e in versi, il cui Galateo è una
delle più graziose scritture del secolo; Anton Francesco Doni, bizzarro ingegno
che scombiccherò numerose opere e operette d'argomento e di forma
svariatissimi e dai titoli capricciosi, e che nei dialoghi I Marmi parlò d'ogni cosa
un po', combattendo superstizioni, mordendo vizî, dando alla buona
insegnamenti di vita pratica. Ma ce ne sono anche nativi d'altre regioni, come il
veneziano Pietro Bembo, gran dittatore della letteratura cinquecentesca, che
negli Asolani trattò platoneggiando dell'amore con gravità di stile boccaccesco;
il padovano Sperone Speroni, scrittore di varia e pesante dottrina, non infelice
elaboratore nei numerosi dialoghi (Dell'amore, Della discordia, Della vita attiva e
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parte, e dalla sua educazione classica gli elementi della sua opera, che rivissuti e
unificati dalla sua fantasia, s'atteggiarono a forma semplice e dignitosa. Quanto
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
alla lingua, egli usò quella loquela fondamentalmente toscana, ma variegata di
parole e forme latineggianti e provinciali, nella quale taluni intendevano
attuare nel secolo XVI il volgare illustre o cortigiano di Dante, contro il
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
fiorentinismo d'un'altra scuola. Del Bruno, la prosa stravagante incondita
dialettale, ma fervida immaginosa gagliarda è il suo stesso pensiero assetato di
verità, concreto e originale, energico propulsore della filosofia italiana per
nuove vie. Nei dialoghi morali e metafisici del Bruno c'è ora lo slancio
d'un'anima che in una specie d'ebbrezza anela alla verità assoluta, e ora la
violenza o il sarcasmo della polemica contro gli avversarî effigiati argutamente
in tipi caricaturali; tutto questo compaginato in una prosa che s'abbandona a un
pittoresco disordine, a fughe di sinonimi e d'antitesi, a bizzarrie d'artifizî per lo
più non vuoti di significato ideale.
Numerosi anche gli storici fiorentini, dei quali Iacopo Nardi, fervido amatore di
libertà, ha sì pagine vive e spigliate nel suo racconto dei fatti della patria dal
1375 al 1538, ma in generale manca di vigore di sintesi e quindi di stile;
Benedetto Varchi, vario scrittore e nell'Ercolano filologo non spregevole, è
narratore alquanto disuguale ma, non ostante lo spirito mediceo, fidato della
storia di Firenze, e migliore sarebbe se non pensasse ad essere, oltreché storico,
stilista; Pierfrancesco Giambullari per primo scrisse in volgare un'opera che
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
come certe vaste compilazioni latine del Medioevo, spazia largamente di là dai
confini d'una nazione, la Storia d'Europa, per gran parte compilata
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
sull'Antapodosis
(/index.html)
di Liutprando, mirando più a sfoggiare la sua perizia descrittiva
e oratoria in una prosa piuttosto CATALOGO
floscia, che(/CATALOGO/)
a fare opera di storico; Bernardo
Davanzati, traduttore e riduttore di storici, più che storico, acquistò fama di
prosatore stringato e vigoroso con la sua versione di Tacito e con la Storia dello
scisma d'Inghilterra composta sull'opera latina d'un gesuita inglese. Fuori di
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Affine alla prosa storica fiorì invece di spontanei o intenzionali effetti d'arte la
prosa, vivida e argutamente rappresentativa di uomini di costumi di cose, delle
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
lettere sull'India del mercante fiorentino Filippo Sassetti, quella alquanto piatta,
ma facile e decorosa, delle Vite de' più eccellenti pittori, ecc., dell'aretino Giorgio
Vasari, e lasciando da parte molt'altri nomi, quella in cui vive stupenda di
colore e di rilievo l'anima di Benvenuto Cellini. Quivi una magnifica fantasia,
vincendo la tentazione, che talvolta fa capolino, della sintassi letteraria e
raggiungendo un equilibrio mirabile tra la spontaneità dell'idioma popolare e la
maturità delle sane abitudini classiche ch'erano nell'aria, creò un capolavoro
d'evidenza rappresentatrice e di lucidità conversativa.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Medici, l'uccisore del duca Alessandro, la cui prosa, mossa incisiva nervosa, ha
in più luoghi la virtù diISTITUTO
conquidere il
il lettore, anche se questi sappia che
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
tirannicida non era poi quel candido amatore di libertà che vuol farsi credere.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Le questioni linguistiche nel sec. XVI e la costituzione in dignità della letteratura
italiana. - Il secolo XVI non si può dire che ereditasse dal precedente la
questione della preferenza da darsi al latino
SCUOLA o al volgare negli usi letterarî. Già
(/TRECCANISCUOLA/)
dalla metà del Quattrocento il grande umanesimo italiano s'era fatto, come s'è
detto, italiano anche di lngua. A usare il latino rimasero nella prima metà del
Cinquecento alcuni che sapevano
LIBRI infondervi,ARTE
(/TRECCANILIBRI/) come già il Poliziano e il
(/TRECCANIARTE/)
Pontano, insieme col fremito dell'amore per la classicità, un più o meno alacre
senso della nuova vita; lirici, quali Giovanni Cotta, Andrea Navagero,
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Marcantonio Flaminio, artista squisito di carmi amorosi soffusi d'un tenue velo
di malinconia; poeti epici, come il Sannazzaro del De partu virginis,
sinceramente religioso e paganeggiante,
ACQUISTAe Marco Girolamo Vida, che compose
(/EMPORIUM/)
una Cristiade, meno mistica e meno paganeggiante del De partu, piuttosto
perfusa di poesia umanistica arcaizzante; poeti didascalici, come Girolamo
Fracastoro, autore della Syphilis sive de morbo gallico; e deliziosi descrittori di
bellezze naturali e d'arte, quali il Bembo del Benacus e del Sarca, e Iacopo
Sadoleto, che in un poemetto d'esametri descrisse il gruppo statuario di
Laocoonte dissepolto a Roma nel 1505. In prosa, accanto ai filosofi che senza
riconoscere diritti alla tradizione linguistica, affidavano alla lingua universale i
loro pensieri, scrivevano latino i pochi rimasti fuori della storia, fedeli al
vecchio sogno sfatato e propugnatori dell'uso letterario del solo latino, e i molti
rispettosi della pacifica convivenza delle due lingue (storici, oratori, moralisti,
ecc.); ciceroniani i più, perché le dispute dibattutesi nel sec. XV tra i fautori
dell'esclusiva imitazione del grande Arpinate e i fautori d'un largo eclettismo
stilistico, finirono col trionfo del ciceronianismo, il quale ebbe sanzione
ufficiale quando Leone X elesse a suoi segretarî Pietro Bembo e Iacopo
Sadoleto, due apostoli della religione ciceroniana. Ma a mezzo il sec. XVI il
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ciceronianismo era finito sotto i colpi della satira di Erasmo, talché un grande
latinista francese, Marcantonio
Mureto, asseriva nel 1556 che non restava
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
neppure l'eco del plauso toccato ai ciceroniani del principio del secolo.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Un'altra questione era germogliata dalla risoluzione della prima: la questione
della lingua nazionale. Dianzi e fino ai primi decennî del nuovo secolo c'era
stata un'aspirazione a una lingua comune a tutte le provincie italiane, lingua
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
che s'era persuasi di dover modellare su quella dei tre grandi trecentisti, sul
toscano insomma. Tale l'idealità linguistica che avevano procurato d'attuare gli
scrittori non toscani quattrocenteschi; ma elementi
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) fonetici, morfologici e
ARTE (/TRECCANIARTE/)
lessicali dei loro dialetti s'erano naturalmente inseriti nelle loro scritture, dando
luogo a un ibridismo linguistico, che solo la pratica o la conoscenza teorica
dell'idioma toscano poteva farTRECCANI
cessare. Ora, furono
CULTURA le Prose della volgar lingua di
(/CULTURA/)
Pietro Bembo, pubblicate nel 1525, che di su spogli delle opere dei dugentisti e
dei trecentisti toscani, ma specialmente delle opere del Petrarca e del Boccaccio,
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
fermarono le regole della grammatica, della sintassi, della metrica e del ritmo, e
resero facilmente possibile ai non toscani colti d'evitare i loro idiotismi, e
d'attuare così la vecchia idealità linguistica, che il Bembo elevava a teoria,
proclamando l'eccellenza del fiorentino su tutti gli altri volgari italiani e
propugnando la tesi che d'esso dovessero valersi gli scrittori di tutta Italia; non
però del fiorentino vivo sulle labbra del popolo, sì di quello usato dagli autori
che meglio avevano scritto, i trecentisti. Il che era un classicizzare la lingua
viva, adunandone il materiale nello stesso modo che s'usava per il latino. Al
Bembo s'opposero il Castiglione, Giangiorgio Trissino e alcuni altri, che
facendosi forti dell'autorità di Dante, di cui il Trissino pubblicò primo in una
cattiva versione il De vulgari eloquentia, propugnavano l'uso d'una lingua,
partecipe di tutti i dialetti, ma da tutti diversa. Dottrina questa, che
nell'attuazione pratica non s'allontanava poi da quella del Bembo se non per un
più largo concetto dell'elaborazione letteraria della lingua e del contributo che
vi recavano le provincie, e necessariamente finiva col riconoscere pure i diritti
del toscano. Molte discussioni si continuarono a fare nei secoli sulla proprietà
della lingua letteraria italiana; ma sostanzialmente si può ben dire che anche la
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
CATALOGO (/CATALOGO/)
Da tale stato di cose attinsero nuovo valore e significato le letterature dialettali,
che se prima erano state per lo più espressione d'una impossibilità o d'una
inettitudine degli autori a uscireSCUOLA
dalle forme del loro vernacolo, ora assunsero
(/TRECCANISCUOLA/)
un carattere intenzionale di comicità o di realismo in contrapposto al carattere
serio o più eletto d'una letteratura che dalla lingua stessa riceveva stigma di
nazionalità. S'ebbero allora le commedie, i dialoghi,
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) i ragionamenti del
ARTE (/TRECCANIARTE/)
dove pure furono composte farse rusticali in dialetto (la congrega senese dei
Rozzi ne produsse in gran numero), ebbe nuovo risalto il già notato carattere
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
prettamente locale della poesia faceta, familiare, borghese, burchiellesca.
Sonetti, sonettesse, capitoli, madrigali, madrigalesse, di Francesco Berni, il più
nobile e garbato fra codesti allegri verseggiatori, d'Antonfrancesco Grazzini
detto il Lasca, il più fecondo, e di parecchi altri, fondatori o soci della gioviale
accademia fiorentina degli Umidi, continuarono la tradizione non molto sapida
e spesso addirittura insulsa di quella poesia, accentuandone l'aspetto dialettale
con l'abbondanza dei riboboli e degl'idiotismi, che la lingua letteraria,
nonostante la sua fondamentale fiorentinità, respinge da sé perché educata dalla
gravità e dalla genericità degli argomenti a forme più raffinate.
CATALOGO (/CATALOGO/)
Se non proprio il primo a foggiare classicamente una commedia, certo il primo
il cui esempio riuscisse efficace, fu l'Ariosto, che dalla corte ferrarese, dove
primamente (dal 1486 in poi) s'erano recitate, tradotte, commedie terenziane e
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
plautine, ebbe impulso a scrivere e a presentare sulla scena, nel 1508 la Cassaria
e l'anno dopo i Suppositi. Scrisse allora queste commedie in prosa, ma poi le
ridusse a endecasillabi LIBRI
sciolti sdruccioli, versoARTE
(/TRECCANILIBRI/) che (/TRECCANIARTE/)
per il numero delle sillabe e
per l'atonia della penultima pareva rendere il trimetro giambico acatalettico dei
comici romani, e nello stesso metro ne compose poi altre due, Il Negromante
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
(1520) e La Lena (1529) e ne cominciò una terza Gli Studenti, che lasciò
incompiuta. Specialmente nel Negromante e nella Lena alcune figure sono
rappresentate con tocchi efficaci eACQUISTA
con aspetti di modernità, e ci sono scene vive
(/EMPORIUM/)
non fredde della burlevole società fiorentina del tempo; quelle di Giammaria
Cecchi abilmente costruite, e notevoli, se non pregevoli, per la schietta
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
d'Adria nella Dalida e nell'Adriana, Orlando Pescetti nel Cesare e molti altri.
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
All'azione del teatro tragico latino non si sottrae neppure l'Orazia dell'Aretino,
la meno infelice delle tragedie del Cinquecento.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Al poema didascalico fu modello il Virgilio delle Georgiche, e ne nacquero, in
endecasillabi sciolti, Le Api di Giovanni Rucellai, fresco e agile poemetto
spirante un grato profumo di campagna, e la squallida e monotona Coltivazione
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
di Luigi Alamanni, così generica, da aver ben poco di poetico. Con i poemi
didascalici di Luigi Tansillo (La Balia e Il Podere) in terzine e con quelli del
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
friulano Erasmo di Valvason e di Bernardino Baldi rispettivamente in ottave e
in sciolti, il genere ormai canonizzato s'allarga a varia materia e dà precetti per
l'allattamento, per la costruzione d'unaCULTURA
TRECCANI villa, per(/CULTURA/)
la caccia, per navigare,
garbatamente, signorilmente non senza rari bagliori di poesia.
per mezzo della poesia satirica, che già nel sec. XV s'era accostata a Giovenale
nelle morali ternarie e nelle satire del Vinciguerra, e ora messasi tra Giovenale e
l'Orazio dei Sermoni, si fece nei suoi più felici cultori (Ariosto, Ercole
Bentivoglio, Pietro Nelli e qualche altro) vivace e festosa, deplorando
biasimando castigando in capitoli ternarî i vizî del tempo e dei ceti sociali,
senza le vuote moralizzazioni e le languide imitazioni, che sono dei satirici
classicheggianti da dozzina, senza le censure e i vituperî personali che sono
delle pasquinate e di certi velenosi sonetti caudati del Berni, dell'Aretino, del
Giovio, del Lasca e d'altri molti.
Claudio Tolomei con le Regole della nuova poesia e con Versi suoi e di molti altri
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
foggiati su quelle, 1539); tentativo mal riuscito e vano, perché la venerazione
che circondava il Petrarca, criticamente esaltato e praticamente imitato dal
(/index.html)
grande archimandrita della letteratura cinquecentesca, il Bembo, elevava il
CATALOGO (/CATALOGO/)
petrarchismo e di riflesso il bembismo a dignità quasi classica. E petrarchesca o
bembesca fu, dopo le stranezze del Tebaldeo e di Serafino Aquilano, tutta la
lirica del Cinquecento, povera imitazione di motivi e di forme, espressione
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
d'anime che non avevano nulla di proprio da esprimere. Pochi i lirici del
Cinquecento che abbiano detto nelle loro rime qualche cosa di nuovo, o di
vecchio con accento personale: oltre al Tansillo,
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTEGaleazzo di Tarsia; il grande
(/TRECCANIARTE/)
Michelangelo, nelle cui rime migliori, scabre e disarmoniche, freme la lotta del
pensiero alto nobile vigoroso con la parola, a lui non così pronta a rispondere
come il marmo e il colore; Vittoria Colonna, che nelle forme petrarchesche,
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
La novella, modesta forma d'arte, nata a sollazzo delle brigate, non aveva a
rigore esempî classici su cui modellarsi. Ma le aveva già conferito dignità
classica il Boccaccio con la saldezza organica delle strutture e la mirabile varietà
del suo stile. Al Boccaccio hanno infatti l'occhio tutti i novellatori
cinquecentisti, ancorché ognuno si studi di dare ai suoi racconti un carattere
speciale. Comiche sono quasi tutte le ventidue novelle che formano le Cene del
Lasca, deboli nell'invenzione, fiorentinescamente graziose e vive nella
figurazione di persone e scene; fantastiche, quelle che Gianfrancesco Straparola
adunò nelle Piacevoli notti, spesso seguendo fedelmenle la trama di fiabe
popolari; semplici leggiere pungenti quelle di Agnolo Firenzuola, squisito
riduttore in toscano dell'Asino d'oro d'Apuleio e, attraverso un rifacimento
latino, del Panciatantra nella Prima veste dei discorsi degli animali; per lo più di
tipo romanzesco quelle di Matteo Bandello, il più fecondo dei novellatori
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 936/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
poema, che tanta nobiltà d'esemplari epici vantava nel mondo antico, mentre il
sec. XVI aveva dal XV ereditato e onorato di accoglienze magnifiche
l'indisciplinatezza plebea del poema cavalleresco.
TRECCANI E se a far poesia bastasse
CULTURA (/CULTURA/)
Così al chiudersi della prima metà del sec. XVI, l'avviamento classicheggiante
che la letteratura d'Italia, quasi per uno spontaneo bisogno, aveva preso fino dai
secoli XII e XIII e che Dante aveva visto come dottrina, là dove predica
necessario lo studio dei classici al dicitore per rima che voglia esser poeta (De
vulg. eloq., II, iv 9, vi 7), era giunto materializzandosi a una meta estrema. Tutto
il complesso dei fatti letterarî che abbiamo passato in rassegna, lo dimostra: la
formazione della prosa morale e storica, la soluzione delle due questioni della
lingua letteraria, e, più cospicuo d'ogni altro, l'autenticazione classica della
nuova letteratura, la quale s'era acquistato il diritto d'essere riconosciuta nella
pienezza della sua dignità, s'era insomma creato il proprio blasone con
l'accompagnarsi alle antiche nella regolarità canonica non pure della lingua e
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
della prosa, ma della commedia, della tragedia, del poema didascalico, della
satira, del poema epico ISTITUTO
e, grazie(/ISTITUTO/)
ai due minori, fra i
ma allora tenuti maggiori
MAGAZINE (/MAGAZINE/)
tre grandi trecentisti, della lirica e della novella. Viene ora il teorizzamento
(/index.html)
delle raggiunte attuazioni; ma col teorizzamento, che continua a svolgersi per
CATALOGO (/CATALOGO/)
oltre due secoli, s'inizia e s'accompagna la reazione che caratterizza il secondo
grande periodo della nostra letteratura. È il periodo in cui la letteratura italiana
rivendica in teoria e in pratica la sua autonomia, sì che per essere non abbia
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
bisogno di chiedere alle antiche sanzione di legittimità. Lo diciamo romantico
dal grande fatto, non solo letterario, che lo chiude e che per entro ad esso
matura. LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Fino allora l'arduo libretto, quantunque messo a stampa nel 1498 in una
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
traduzione latina e dieci anni dopo nel testo greco, non aveva destato grandi
risonanze. Gli umanisti, tutti presi dal fascino della bellezza antica e intesi ad
assaporarla voluttuosamente e a riprodurla come
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE simbolo del passato, non vi
(/TRECCANIARTE/)
leggende arturiane, ma per l'indole degli amori santificati dal matrimonio, per
la qualità dei personaggi,
per l'alto e nobile fine delle imprese, evidentemente
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 940/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
l'Italia liberata del Trissino e Luigi Alamanni nel Girone il cortese aveva tentato di
(/index.html)
dare regolarità e autenticazione classica alle favole cavalleresche (più tardi,
CATALOGO (/CATALOGO/)
l'Alamanni foggerà di materia bretone una nuova Iliade, nell'Avarchide), s'accese
intorno al Furioso una discussione durata a lungo e allargatasi a discussione
teorica sui caratteri del poema epico
SCUOLAin(/TRECCANISCUOLA/)
generale. A difendere il Furioso, poema
di molte azioni di molti eroi, misto di serio e di faceto, cui non si trovava una
nicchia tra i generi classici, si levarono nel 1554 Giambattista Giraldi Cinzio col
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Discorso intorno al comporre de' romanzi, e Giambattista Pigna nel libretto I
romanzi; quello innalzando a regola la stessa opera d'arte riuscita, ma poi
cedendo a pregiudizî classicistici, fino aCULTURA
TRECCANI mettersi(/CULTURA/)
a comporre un miserabile
Ercole (1557), poema di molte azioni d'un unico eroe; questo, il Pigna, con più
saldo vigore di ragionamento e qualche osservazione di schietta modernità.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Il problema era di creare un tipo di poema che si mantenesse fedele alle regole
classiche e in pari tempo dilettasse il lettore e gli porgesse utili ammaestramenti
di sapienza e di morale. Mentre si discuteva, Gio. Andrea dell'Anguillara da
Sutri pubblicava una sua prolissa versione in ottave delle Metamorfosi, e
Annibal Caro marchigiano, famoso anche per la sua polemica velenosa e dotta
col modenese Ludovico Castelvetro, traduceva stupendamente, ma senza
nessuna fedeltà allo spirito virgiliano, l'Eneide; l'uno quasi a rivelare agl'ignari di
latino, un Ariosto classico, l'altro il tipo del poema epico cui si tendeva.
Naturalmente discussione ed esemplificazione furono vane, perché la critica
non fu mai madre di poesia. Il poema epico venne, sì, per opera di tale che sul
problema aveva lungamente meditato e le sue meditazioni aveva sperimentato;
e fu la Gerusalemme liberata. Ma questa ebbe la sua vitalità non dalle
elucubrazioni del critico, bensì dal temperamento tutt'altro che epico e dalla
fantasia del poeta.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Voltosi fin da giovane a speculare sui problemi estetici del tempo, il Tasso
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
pubblicò diciottenne il Rinaldo, in cui s'industriò a fare di materia cavalleresca
un poema d'un'unica azione d'un unico eroe, procurando di conciliare il
rispetto di Aristotele col diletto dei lettori,(/EMPORIUM/)
ACQUISTA l'unità dell'epopea con la varietà
dilettosa del romanzo. In quegli anni stessi le condizioni storiche del tempo e
circostanze familiari gli suggerivano l'idea di cantare la prima crociata, idea che
dopo lungo ordine di studî e di esperimenti poté dirsi attuata col compimento
della Liberata nell'aprile del 1575.
Più fresca, più schietta, più vivida prorompe la poesia di quell'anima nella breve
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
favola pastorale Aminta (1573), dove il tenue filo dell'azione si svolge con piena
naturalezza per scene ed episodî in tal modo intrecciati che l'Aminta ne acquista
aspetto di dramma regolare senza perdere della sua bella semplicità. Facile
indicarne le fonti classiche; ma l'ispirazione viene dall'anima appassionata del
poeta che, giovane e felice, s'inebria del sogno d'un mondo ideale, tutto
raffinatezze cortigiane - e la corte Torquato descrive e celebra velatamente -
tutto armonioso di melodie arcane, tutto perfuso di tenerezza molle e soave.
L'idealizzazione del costume pastorale, già operata dai bucolici antichi e più o
meno grossamente dai tanti autori di egloghe latine e volgari dei due ultimi
secoli, è qui soffusa d'un sentimento tutto moderno di cara malinconia, che
pare annunciare la moderna voluttà del dolore.
Prodromi di novità nei secoli XVI e XVII. - È questa, nel Tasso, una nota
individuale che di lì a due secoli, scadendo da fatto espressivo a fatto di cultura,
sarà nota caratteristica d'un gruppo d' opere, e poco dopo diverrà carattere
spirituale di tutta un'età. Ma più importano, fra il tenace teorizzamento del
passato, come primi barbagli d'un avvenire lontano, le polemiche dibattutesi
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
come fine della poesia e difendevano, sia pure cercando di farlo rientrare entro
ai cancelli delle regole, il nuovo genere, la tragicommedia, che allargava la
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
rappresentazione drammatica della realtà della vita e adombrava principi di
libertà artistica non privi d'audacia in quel tempo. Sono i primi presagi di
dottrine e di realizzazioni artistiche che vedrà
ACQUISTA l'avvenire; ai quali andavano
(/EMPORIUM/)
compagne le affermazioni teoriche del Pigna, che difendendo il Furioso e
discorrendo del vero e del verosimile nei romanzi, distingueva la verità
empirica dalla verità fantastica e osava asserire che "una bugia d'un buon poeta
ogni verità seppellisce", e del platoneggiante Francesco Patrizi, che dichiarava
non potere i precetti di Aristotele, come insufficienti a costituire una poetica,
vincolare la libertà dell'artista. Il Giraldi stesso, così poco saldo nei principî
difensivi del Furioso, mostrava un certo spirito d'indipendenza prendendo a
soggetto delle sue tragedie favole di sua invenzione, dando ad alcune duplice
azione e lieto fine, facendo qualche strappo alle unità, togliendo ogni
intervento nel dialogo ai cori, che lascia a far da intermezzi fra un atto e l'altro.
Si vedono insomma, già in questa seconda metà del Cinquecento, albeggiare
lontani i principî critici del romanticismo.
Il dramma pastorale, che tra i suoi numerosi poeti pochi ne ebbe, dopo il Tasso
e il Guarini, meritevoli di menzione (Antonio Ongaro, autore dell'Alceo;
Guidobaldo Bonarelli, della Filli di Sciro), poco dopo un secolo di vita venne a
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
fiorentina camerata de' Bardi sulla musica dei Greci e specialmente sui suoi
(/index.html)
rapporti con la recitazione delle tragedie, era nato infatti nel 1590 con la Dafne
CATALOGO (/CATALOGO/)
di Ottavio Rinuccini, agile e fresco verseggiatore, e del dotto contrappuntista
Iacopo Peri, lo stile recitativo o declamazione cantata, che per via dei grandi
avanzamenti fatti dalla musica nell'espressione della vita drammatica dell'anima
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
umana, strinse musica e poesia in un fecondo connubio, che mise capo alla
grande opera musicale romantica, italiana e straniera, del sec. XIX. Altrove il
presagio del nuovo era,LIBRI
come s'è detto, in unaARTE
(/TRECCANILIBRI/) reazione al rigido teorizzamento
(/TRECCANIARTE/)
La Riforma cattolica, di cui già s'è visto l'effetto nella letteratura d'invenzione,
operò allora anche nella scienza politica, che, libera e gagliarda, era stata dianzi
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
la prosa libera e gagliarda del Machiavelli e del Guicciardini, e ora, pure nel più
vigoroso dei suoi rappresentanti, Paolo Paruta, è una prosa alta, nobile,
dignitosa, ma un po' fredda e come tramortita (forse inconsapevolmente,
perché il Paruta è un sincero cattolico) dal freno che le impone la ricerca d'una
conciliazione della politica con le rinnovate massime della moralità individuale;
conciliazione che è l'intento perseguito dal Paruta nei dialoghi Della perfezione
della vita politica e nei Discorsi politici. Anche più scialba è la prosa di Giovanni
Botero, che nella Ragion di stato ferma i principî dell'assolutismo ormai
trionfante dappertutto e disegna la figura d'un principe che d'ogni suo atto fa
regola e giudice la religione. Ma il Botero s'eleva a più solide forme di pensiero
e quindi di stile quando, precursore e iniziatore della moderna scienza
economica, espone nelle Cause della grandezza delle città dottrine che gli
economisti del Settecento e dell'Ottocento nuovamente formularono e
discussero, e nelle Relazioni universali raccoglie una messe preziosa di materiali
economici e statistici su tutti i paesi del mondo. Così il Paruta trae dalla
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
CATALOGO (/CATALOGO/)
Impavido e gagliardo, Paolo Sarpi difese le ragioni di Venezia nella lotta di
giurisdizione con Paolo V, e fermo nella sua avversione alla curia romana, ne
trasse ispirazione a tutte le sue SCUOLA
numerose scritture, tra le quali primeggia
(/TRECCANISCUOLA/)
l'Istoria del Concilio tridentino. Quivi lo scrittore, che vive la sua materia, crea
una prosa sobria e concisa, aliena da lenocinî letterarî, talvolta scabra, altra da
quella, ricca di studiateLIBRI
eleganze e perciò meno
(/TRECCANILIBRI/) efficace,
ARTE di Sforza Pallavicino,
(/TRECCANIARTE/)
autore anch'egli d'una Storia dello stesso concilio intesa a confutare la tesi del
servita veneziano: l'uno e l'altro nel loro giudizio di storici rispettivamente non
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
immuni da preconcetti moralistici e curialeschi. Del resto la storiografia seguita
sin oltre la metà del sec. XVII la tradizione formale umanistica, adattandosi,
quanto alla materia (fatti e pensiero), alle correnti
ACQUISTA spirituali del tempo, alle
(/EMPORIUM/)
disposizioni e agl'interessi degli scrittori, che sono non di rado volgari
avventurieri della penna. Tra gli storici del primo Seicento più nobili e degni
basti ricordare Enrico Caterino Davila, autore d'una storia delle guerre civili di
Francia, e il cardinale Guido Bentivoglio, che narrò la sollevazione dei Paesi
Bassi contro il dominio spagnolo.
Non solo la vita politica, ma anche la letteratura del suo tempo il Boccalini
giudicò acutamente e liberamente nei Ragguagli
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) Parnaso, invenzione non
di(/TRECCANIARTE/)
ARTE
nuova, ma da lui animata d'un nuovo spirito, ora ironico e ora faceto, ora
fieramente satirico e ora bonariamente canzonatorio, e spesso imitata nel sec.
XVII. Egli non ha, ben s'intende, una dottrina estetica diversa da quella
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
classicheggiante dei suoi coetanei; ma tra i giudizî da questa ispirati, e sia pure
in contraddizione con essi, s'insinuano osservazioni di bella novità, come il
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
rilievo del significato più storico che precettistico della Poetica di Aristotele e la
condanna delle vuote eleganze formali nelle opere della storiografia. Covava
nel Boccalini quello spirito di ribellione incomposto e avventuroso che,
caratteristico del suo tempo, si manifestava qua e là in osservazioni e teoriche
spicciolate sparse nei commenti, nei trattati di retorica, nelle discussioni
critiche, nelle stesse opere di grave erudizione, senza investire le dottrine
fondamentali ereditate dal Rinascimento. Ma lo spirito bizzarro d'Alessandro
Tassoni si levò a ribellione, nei Pensieri diversi, contro lo stesso canone d'arte
che il Rinascimento aveva bandito, combattendo la servile adorazione e
l'imitazione degli antichi con osservazioni che precorrono la francese querelle
des anciens et des modernes, mostrando irragionevole la cieca devozione ad
Aristotele e lasciando intravedere fra mille stranezze e puerilità e ridicolaggini,
presentimenti felici di verità. Inoltre, nelle Considerazioni sopra le rime del
Petrarca, volse gli strali della sua arguzia contro il petrarchismo, mostrandosi
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
CATALOGO (/CATALOGO/)
Maggiori e più decisive battaglie contro l'aristotelismo imperante nella scuola
sostennero non pure il genio di pensatori quali Giordano Bruno e Tommaso
Campanella, ma l'eloquenza inconfutabile del metodo e delle scoperte
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
galileiane, che a noi, l'uno e le altre, interessano solo per i riflessi che se ne
ebbero nell'arte letteraria e in particolare nella prosa volgare. Quel che di
semplice, di preciso, diLIBRI
lineare ha la prosa delARTE
(/TRECCANILIBRI/) Galilei nel Saggiatore, nei Massimi
(/TRECCANIARTE/)
sistemi, nei Dialoghi delle nuove scienze, nelle bellissime lettere, la pone in gruppo
con la prosa di Dante nel Convivio, di Leonardo, del Machiavelli e di pochi altri;
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
prosa di schietta fiorentinità temprata in forme di spontanea classicità dal
vigore del pensiero e dalla limpidezza della visione fantastica; prosa della quale
il volger del tempo e l'intensificarsi dello spirito
ACQUISTA d'autonomia creerà, anche per
(/EMPORIUM/)
l'azione della prosa scientifica, una tradizione che, contrapposta alla tradizione
della prosa studiosamente ornata, sboccherà nella prosa moderna. Ma quelle
qualità, che astratte dalla realtà galileiana consentono codesta classificazione,
hanno la loro vita specifica, individuale e inclassificabile, negli stupendi
dialoghi e ragionamenti dove palpita l'anima stessa di Galileo con le sue
commozioni profonde dinnanzi alle grandi scoperte, con le sue ironie
demolitrici delle ragioni degli avversarî, con i suoi entusiasmi, con la sua
festività, con quello insomma ch'è il dramma d'un altissimo spirito, che nel
rinnovamento della scienza da lui operato sente il rinnovamento della vita.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Nella Lira, raccolta di liriche, nella Galleria, dove, rinnovando un genere caro ai
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
decadenti greci, illustra disegni pitture sculture, reali o immaginarie, nei
poemetti
(/index.html)
di vario metro celebrativi d'illustri personaggi, nella Sampogna,
raccolta d'idillî mitologico-pastorali, infine nell'Adone, grande poema
CATALOGO (/CATALOGO/)
umane cose; che ferve d'ammirazione per la bellezza antica. Ma questi sono
lampi, le pause riposanti d'una tensione intellettuale, che logicizza nei modi più
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
strampalati il fantastico, e riduce a freddo e sottile artificio la tecnica
dell'espressione. Giacché a questo si riduce l'arte del Marino, il rappresentante
più cospicuo d'un morboso indirizzo letterario che da lui fu detto marinismo e
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
dall'età secentismo; e che ha riscontro in altre forme degenerative dell'arte,
proprie nello stesso tempo d'altre nazioni europee. Era la naturale conseguenza
della dottrina che considerava astrattamente forma e materia, e quella come
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
ornamento di questa.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Vanto d'innovatore in quel secolo avido di novità, si diede anche il Tassoni per
la Secchia rapita, poema ISTITUTO
che, modellato
sulle forme della perfetta epopea,
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
gli arcadi variarono le loro composizioni, dai sonetti striscianti sulle orme del
(/index.html)
Petrarca e del cinquecentista Angelo di Costanzo, colati dai cervellini dei devoti
CATALOGO (/CATALOGO/)
al primo custode d'Arcadia, il modernizzante Giovan Mario Crescimbeni, alle
gravi tragedie di Gian Vincenzo Gravina, legislatore dell'accademia e
ammiratore intransigente dei classici; dalle canzonette svelte nei brevi ritmi,
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
rappresentanti amoretti superficiali, paesaggi ben pettinati, idealeggiate scene
di vita campestre, piccole miniature o gruppetti biscuit, agli sciolti
magniloquenti del già LIBRI
ricordato Frugoni e a quelli
(/TRECCANILIBRI/) di soggetto variamente
ARTE (/TRECCANIARTE/)
educa a quel culto del classicismo inteso non come imitazione di date forme, ma
come senso della forma nitida, ben equilibrata, precisa, che il Seicento per la
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
pretensione d'integrare e perfezionare Aristotele aveva travisato, e ch'era nei
propositi riformatori d'Arcadia. Ma ben alto sulla mediocrità, anonima anche
se blasonata di nomi che passavano per illustri, li solleva la loro arte.
Il Metastasio. - Il melodramma nel sec. XVII era decaduto come opera letteraria,
essendosi la poesia ridotta alla mercé dei maestri di musica, dei cantanti e dei
macchinisti. Ma nei primi decennî del Settecento, Apostolo Zeno s'era
proposto di ridare alla poesia la sua dignità, componendo i suoi melodrammi
con regolarità, per lo più su soggetti storici svolti con ragionevolezza,
distribuendo con sobrietà ai loro luoghi naturali le arie, portando sul teatro
musicale una coerenza di caratteri e di sviluppi scenici quale ormai non usava
da molto tempo. Ingegno più di critico che di poeta, lo Zeno non poté dare ai
suoi intenti riformatori la virtù persuasiva dell'arte. Questo fu merito del
Metastasio.
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blandamente sensuali, nella quale il poeta con brio, con una concisione,
un'esattezza, una lucidità d'espressione inimitabili, con una soavità, una
scorrevolezza, una varietà di ritmo incantevoli, raffigura la spirituale galanteria
del suo tempo. Quella società superiore e d'eccezione, che l'umanesimo aveva
sognato colta, raffinata, piena di dignità, e la letteratura della Riforma cattolica,
moralmente perfetta, si colora nelle fantasie del Settecento di sentimentalità
idillica e di mollezza rococò e si culla in un mondo ove l'immagine s'assottiglia
in suoni e melodie. E forma stupenda di questo sogno in cui si risolve e finisce
il sogno del Rinascimento, è il melodramma metastasiano. Ivi l'arte redime la
frivolezza arcadica.
sentimentale e nel patetico, per l'intreccio dei fatti pubblici ai domestici e per
(/index.html)
certe libertà tecniche (violazione delle unità), nel suo melodramma sono
CATALOGO (/CATALOGO/)
presagi non dubbî del dramma romantico.
reggitrice delle fortune d'Italia. Codesta anima, più intera più robusta più
libera, sente il classicismo altrimenti che non solesse l'anima arcadica; ne
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
penetra più a fondo le virtù formali, ne avverte la maschia vigoria nel pensiero
nel sentimento nell'espressione, apprezza il primitivismo o gli echi di
primitivismo dell'antica letteratura. È un ritorno alle fresche impressioni del
Rinascimento con intenti imitativi diversi, non più di forme, ma della forma; è
la prima manifestazione di quell'essenza classica, che la letteratura italiana,
liberatasi dalla tutela del classicismo, serberà come suo carattere e sua difesa
contro ogni specie d'indisciplina.
nelle odi sulle cause e gli effetti dell'armonia, e, lirico di men debole ala,
Giovanni Fantoni, cui una
tutta esteriore imitazione di tecnica e di metri,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Nel Parini, poeta, quella nuova concezione della vita, che matura, e questo
neoclassicismo, viventi intensamente la vita profonda del suo spirito, pensiero
e sentimento, balzano alla fantasia, forme dell'anima sua, impareggiate per
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
limpidezza e precisione; e nascono le diciannove odi famose, nasce il Giorno,
solennemente aprendo la via all'arte del secondo periodo letterario italiano.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Non tutte le odi toccano un'uguale altezza poetica: nelle prime, che pure
affermano principî innovatori dell'arte, c'è tuttavia un sentore d'Arcadia; in
altre viene meno quell'intima TRECCANI
organizzazione lirica del contenuto
CULTURA (/CULTURA/)
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spirito che possa durare lungamente, quando non si trasformi, o, meglio, non
abbia radice in quella non già disposizione, ma organico temperamento
spirituale, che è l'umorismo. Sennonché l'anima
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTEfervida e la fantasia del Parini
(/TRECCANIARTE/)
La commedia. - Il teatro comico era in sostanza rimasto nel secolo XVII quale lo
aveva foggiato il Cinquecento, teatro d'intrigo modellato sulle commedie
classiche, né aveva avuto fortuna d'ingegni che gli dessero i contrassegni della
nobiltà artistica. Sostituitisi ai comici d'occasione i comici di mestiere, era
prevalso il costume della recitazione improvvisata sulla trama d'un canovaccio e
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s'erano fissati certi tipi comici, le maschere; era così nata la commedia dell'arte
(v.), che si svolgeva anch'essa intorno ai vecchi motivi trattati dai
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
commediografi eruditi e perfino dai classici, abbarbicandovi intorno scene
(/index.html)
buffonesche.
CATALOGO (/CATALOGO/)
spagnoli, dai quali ebbe incitamento a mutazioni formali: la divisione in tre atti
e la violazione delle unità. È probabilmente suo il Convitato di pietra, che per la
prima volta porta sulla scena italiana, riprendendolo dal Burlador de Sevilla di
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Tirso de Molina, la figura del libertino Don Giovanni. Fiorentino, oltre che di
nascita, anche nella sua produzione letteraria è Michelangelo Buonarroti il
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Giovane, un pedante d'ingegno, espressione di spiriti locali piuttosto che
italiani, che mentre si proponeva di apprestare materiali linguistici al
Vocabolario, riuscì nella Fiera, cumulo enorme di scene slegate, a una
rappresentazione, non priva di certa realistica efficacia ancorché aliena da ogni
sforzo di sintesi artistica, della fiorentina realtà d'una fiera, e continuò nella
Tancia la tradizione del teatro campagnolo popolaresco.
volgendo alla vita delle classi medie piuttosto che del popolo il loro acume di
osservatori e di satirici,ISTITUTO
trattarono
in quel tempo lo stesso tipo di commedia
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
due senesi: Iacopo Angelo Nelli e Girolamo Gigli, rimaneggiatore nel suo Don
(/index.html)
Pilone e travestitore alla toscana del Tartufe del Molière. Ma il grande
CATALOGO (/CATALOGO/)
rinnovatore del teatro comico nel sec. XVIII fu Carlo Goldoni, che, figlio della
più caratteristicamente settecentesca fra le città d'Italia, Venezia, portò sulle
scene la vita del suo tempo in tutta la varietà
SCUOLA dei suoi multiformi aspetti con
(/TRECCANISCUOLA/)
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Dai suoi stessi casi, da persone vedute, da aneddoti osservati nella realtà il
Goldoni con mirabile fecondità d'invenzioni, con vero impeto creativo,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) fa
scaturire intrecci semplici e naturali, caratteri pieni di vita, situazioni comiche
(/index.html)
innumerevoli. Nelle sue commedie l'azione solitamente si svolge rapida e senza
CATALOGO (/CATALOGO/)
impacci né complicazioni; i caratteri, disegnati nelle loro note fondamentali fin
dalle prime scene, si determinano e coloriscono, veri motori dell'azione, mano
mano che le fila dell'intreccio s'aggrovigliano e si sciolgono; una vena perenne
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
di festività zampilla dall'intima gaiezza dello scrittore. Non tutte, si sa, le cento
e tante commedie che il Goldoni scrisse in prosa e in verso, in lingua comune e
in dialetto, con o senzaLIBRI
le maschere, sono modelli
(/TRECCANILIBRI/) del genere; anzi molte ce n'è
ARTE (/TRECCANIARTE/)
di scadenti e alcune sono addirittura cattive, scipite nella favola, scolorite nel
dialogo, con i caratteri appena sbozzati; pure anche in queste tralucono qua e là
le note essenziali dell'arte, cheTRECCANI
vuol direCULTURA
dell'anima goldoniana. Recare sulla
(/CULTURA/)
scena la vita senza alterarne o guastarne gli aspetti: tale era il suo canone d'arte;
ma la vita si fa commedia, dopo che l'ha rivissuta quell'anima buona pacifica,
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
innamorata del giusto e dell'onesto, incapace di sdegni profondi e di profonde
esaltazioni, temperata nel biasimo, pronta a trasformare in tenerezza affettuosa
la lode. Qualche traccia della vecchia tradizione classica è anche nella commedia
goldoniana; ma il suo vero classicismo è nella nitidezza della struttura, nella
chiara luce che illumina i caratteri, nella formazione artistica insomma di quella
naturalezza e di quella verità ch'erano ormai un bisogno dell'arte, le novità con
le quali e per le quali la letteratura italiana veniva conquistando la sua
autonomia e, bella del suo blasone classico, ma non più impacciatane, batteva
alle porte dell'avvenire.
Ond'è che solo tardi, nella seconda metà del sec. XIX, apparvero nella scia
d'arte segnata dal Goldoni nuovi creatori. I suoi continuatori immediati,
Francesco Albergati, Giovan Gherardo De Rossi, Alberto Nota e, men scialbo
di tutti, Giovanni Giraud, non dànno se non la confemia storica di quel
bisogno. Altre tendenze dell'arte, un nuovo amore del fantastico narrativo, il
proposito di creare un nuovo tipo di letteratura popolare, l'inclinazione alla
mescolanza del serio col faceto, del sentimentale col comico, trasparvero allora
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del tempo.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
La tragedia. - Secolo di tenui passioni e di vita elegantemente assettata, il XVIII
ebbe nel melodramma metastasiano la sua tragedia, nata spontanea dalla
condizione dei tempi. Ma un consapevole proposito critico gli diede insieme
una moltitudine di tragedie nel senso tradizionale della parola, quale non s'era
mai vista in addietro. Nel Seicento le forme tragiche venute in uso nel sec. XVI
avevano continuato a vivere straccamente, solo ampliando la cerchia dei
soggetti, tratti ora anche dalla Bibbia, dalla storia recente, dalla novellistica,
dall'epopea, facendo più larga parte ai sentimenti teneri e attingendo elementi
varî dal teatro sacro spagnolo, dalle tragedie francesi, dal dramma pastorale.
Nelle quali trasformazioni la tragedia era andata snaturandosi in certi ibridi
drammi dove pompose goffaggini s'accompagnavano a scurrili facezie, ogni
convenienza d'arte era calpestata e ogni più strampalata invenzione tollerata.
Sennonché verso la fine del secolo la conoscenza diffusasi in Italia dei grandi
tragici francesi e la coscienza dell'inferiorità italiana in codesto arringo misero
in ogni facitore di versi l'ansia di provvedere al decoro nazionale creando o
rinnovando la tragedia; onde un profluvio di componimenti di tal genere, le
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L'Al ieri. - Ma agl'innumeri tragedi del sec. XVIII mancava, oltre alla figuratrice
fantasia, l'anima atta a concepire l'essenza
ACQUISTA prufonda
(/EMPORIUM/)dei drammi umani. La
forma della tragedia maturata nelle languide elucubrazioni dei predecessori fu
espressione di fervida vita solo quando vi infuse l'impeto della sua irruente
soggettività Vittorio Alfieri, che la storia civile d'Italia saluta precursore e
artefice della risurrezione politica nazionale e la storia letteraria creatore
gagliardo di caratteri e scene di concreta e viva umanità.
Il mondo che la fantasia figurava come aspetto visibile dello spirito alfieriano,
era un mondo di maestà e d'eroismo, tutto pervaso e scosso da passioni violente
e smisurate; e ne erano personaggi ed elementi gli eroi sublimi di Grecia e di
Roma, i miti simboleggianti nel prepotere della passione il dominio inflessibile
del fato sulla volontà umana, le ferocia della barbarie medievale, i delitti del
dispotismo freddamente meditati e implacabilmente eseguiti, la vendetta
inesorabile del Dio biblico. A foggiare quel mondo nella sua struttura scenica e
nel suo stile conferirono indubbiamente i ragionati propositi del poeta e
l'azione del teatro tragico francese; ma più che per virtù di logica o di modelli,
quel mondo nelle sue forme scarne contratte schematiche dense di significato
veementi balzò alla fantasia su dall'intimità di quell'anima risoluta, imperiosa,
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dominio dell'arte.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Rinnovamento del pensiero e dell'arte letteraria nel sec. XVIII. - Primo l'Alfieri volse
con intimità profonda di sentire l'ammaestramento della sua arte a fini politici,
epperò fu grande la sua importanza anche
SCUOLA nella storia civile. Ma il proposito di
(/TRECCANISCUOLA/)
dare alla poesia sostanza di dottrina era del tempo in cui egli visse. Fu infatti
quasi propria del Settecento la favola in versi di tipo esopiano, che moraleggiò e
satireggiò per bocca del Passeroni,
LIBRI del Pignotti,
(/TRECCANILIBRI/) ARTEdel(/TRECCANIARTE/)
Clasio, e, ampliatasi a
epopea animalesca, morse argutamente i vizî delle corti, le ingiustizie dei
governi, le doppiezze della politica e tutte le altre magagne della vita sociale
contemporanea negli Animali TRECCANI
parlanti diCULTURA
Giambattista Casti, che menò lo staffile
(/CULTURA/)
della satira anche nel Poema tartaro, sferzando la corruzione e la barbarie della
corte russa di Caterina II. E caratteristica
ACQUISTAdel Settecento fu pure l'abbondanza
(/EMPORIUM/)
dei poemi didascalici, che per lo più in sciolti ammannivano ai lettori avidi di
scienza, non solo virgiliani precetti di agricoltura, ma qualsiasi più arida, più
scabra, più astrusa materia, teorie di filosofi antichi e moderni, di economisti,
di sociologi, di giureconsulti, relazioni di nuove scoperte fisiche astronomiche
fisiologiche, dottrine estetiche, fiaccamente, dimessamente, senz'altro
ornamento che d'una certa leggiadretta agghindatura stilistica e di qualche goffa
invenzione. Misera e presuntuosa poesia, della quale si può dire che oggi non
sopravviva se non l'Invito a Lesbia, di Lorenzo Mascheroni, che mostra di
sentire poeticamente i fatti e i fenomeni naturali.
discusso e formulato; ond'è che il pensiero estetico e critico del sec. XVIII era
un curioso impasto di vecchiumi e di novità e si dibatteva in incertezze alle
quali non avrebbe potuto dar fineTRECCANIse non un'idea
CULTURA che mutasse le basi della
(/CULTURA/)
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Crusca (Consiglio italico della lingua), come se la lingua non fosse essa stessa il
pensiero e potesse altrimenti rinnovarsi che col rinnovamento e il
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Nella critica letteraria già circolava certo spirito di novità, che quantunque
fosse alimentato dal buon senso o dall'amore del paradosso anziché da meditate
teorie, e non di rado trascorresse a eccessi e a giudizî inconsulti, pure valse a
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
scuotere opinioni e indirizzi di cultura inveterati e a corrodere la saldezza della
tradizione dottrinale. Francesco Algarotti combatté le vanità accademiche e la
pedantesca continuazione LIBRIdi certe forme e maniere
(/TRECCANILIBRI/) letterarie non più
ARTE (/TRECCANIARTE/)
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
danno della fantasia nelle età più mature dell'uomo e dei popoli; vide nei poemi
omerici il frutto d'una secolare elaborazione di poesia popolare e lo specchio
dei costumi e del sentimento d'un'età primitiva e fantasiosa, e per primo seppe
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
penetrare nelle intime ragioni della fresca e giovanile arte di Dante. Solo mezzo
secolo dopo la sua morte le idee del Vico cominciarono a diffondersi e a
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
fruttificare; ma agli occhi dello storico egli grandeggia nella prima metà del
Settecento come spirito gagliardo di facoltà non solo logiche, ma anche
fantastiche, perché dal suo profondo pensiero esce una prosa scabra, involuta e
perfino scorretta, ma potente d'espressione, immaginosa e precisa.
nell'Istoria civile del Regno di Napoli di Pietro Giannone, poderoso assertore dei
diritti dello stato laico contro le affermazioni della Chiesa; o s'informava alle
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
concezioni astratte d'un progresso senza svolgimento, come nel Risorgimento
d'Italia dopo il Mille di Saverio Bettinelli e nelle storie di Carlo Denina, l'uno e
l'altro nutriti di spiriti razionalistici francesi.
Così la letteratura italiana, che nel Rinascimento aveva detto la sua parola di
vita e imposto un suo regime d'ispirazioni e di forme a tutte le letterature
europee, si piegava all'imitazione del genio transalpino e s'avviava a uscire dal
suo isolamento per partecipare al grande colloquio culturale europeo. Era la
caduta di quel concetto della necessaria autenticazione classica, che, trionfante a
mezzo il sec. XVI, quel secolo stesso e i successivi erano venuti lentamente
corrodendo. Le idee, gli spiriti, le forme che avevano prodotto tale effetto, e
che in questo schema di storia sono stati via via rilevati, acquistarono piena
consapevolezza di sé e furono coordinati in un corpo di dottrine per opera del
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romanticismo, stato d'animo prevalente in Europa già alla fine del Settecento,
che in Italia s'affermò come fenomeno letterario subito dopo la caduta
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
di
Napoleone, negli anni tra il 1816 e il 1820.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Il Romanticismo. - Dalla Germania, che aveva ripudiato il classicismo
accademico francese ed esaltato lo spirito e le tradizioni nazionali contro il
romanesimo, mentre celebravaSCUOLA il trionfo della passione sulla ragione e
(/TRECCANISCUOLA/)
dell'individualismo più sfrenato su ogni limitazione dell'io; dalla Francia, dove
la signora di Staël col libro De l'Allemagne (1813) aveva, con l'intento di
rinvigorire l'anima francese, propagato la conoscenza
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) dei costumi, dell'arte,
ARTE (/TRECCANIARTE/)
della letteratura, della filosofia dei Tedeschi, venne all'Italia la coscienza critica
d'un rinnovamento di vita spirituale e, con qualche idea direttiva, il nome di
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
"romantico", che fu anche in Italia l'appellativo dei novatori, ancorché altre da
quelle dei romantici tedeschi fossero le loro tendenze spirituali.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Un articolo della Staël (1816) fu il segnale d'una polemica tra romantici e
classicisti, che si dibatté vivace e ciarliera fino al 1819. Nel primo fervore della
polemica, verso la fine del 1816, uscì la Lettera semiseria di Grisostomo di
Giovanni Berchet, che fu il manifesto del romanticismo italiano; il Conciliatore
(1818-19) ne fu l'organo periodico, fondato da alcuni nobili spiriti (tra i quali il
conte Luigi Porro Lambertenghi, finanziatore, e Silvio Pellico, redattore) per
fronteggiare la Biblioteca italiana, che, sussidiata e vigilata dall'Austria, s'era a
poco a poco ridotta per necessità di circostanze ad essere il portavoce dei
classicisti.
mostrando come ogni tempo, ogni nazione possa produrre, in virtù di cause
(/index.html)
svariatissime, un'arte sua propria, e sia dannoso mortificare gl'ingegni
CATALOGO (/CATALOGO/)
imponendo loro certi modelli determinati. I fondamenti dell'estetica romantica
(imitazione del vero, intento educativo) non erano diversi da quelli dell'estetica
classica; ma di quei principî i romantici volevano una più rigorosa applicazione,
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
intendendo per vero l'esistente e l'accaduto e volgendo l'ammaestramento ad
alti fini morali e civili, e rivendicavano all'arte la pienezza della sua libertà,
valendosi di quei principîLIBRIper combattere, in ARTE
(/TRECCANILIBRI/) nome(/TRECCANIARTE/)
della spontaneità
dell'ispirazione, quelle leggi di regolarità e d'equilibrio strutturale che la poetica
classica inculcava con assolutezza meccanica.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
vita sin oltre la presa di Roma. Come suo capo glorioso essa riconosceva
Vincenzo Monti, autore
nel 1825 d'un sermone Sulla mitologia in bellissimi
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Il Monti è un magnifico settecentista attardato, che fu sopraggiunto dalla nuova
scuola al tramonto della sua attività di poeta, quando il romanesimo imperiale
aveva rinvigorito e rinfrescato SCUOLA
il suo neoclassicismo settecentesco. All'esotismo
(/TRECCANISCUOLA/)
del secolo che lo vide nascere e che lo educò all'arte, egli pagò largo tributo; ma
più continua e profonda fu la sua devozione al classicismo, a quelle "favole
argive e latine" che lamentava spregiate dai romantici
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) e che mise a profitto
ARTE (/TRECCANIARTE/)
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
CATALOGO (/CATALOGO/)
A questo appunto si levarono i tre grandi poeti che al principio del nuovo
secolo diedero alla letteratura italiana opere tra le più insigni di cui essa si
glorii, inclassificabili naturalmente: Ugo Foscolo, il più romantico dei
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
classicisti; Alessandro Manzoni, il più classico dei romantici; Giacomo
Leopardi, grande romantico variato di propositi e abiti di classicità.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
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tragedia storica teorizza libera dalla legge delle unità di luogo e di tempo nella
lettera a M. Chauvet, mentre
tenta rinnovarla nel Carmagnola e nell'Adelchi.
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Quivi l'anima del poeta pensante cristianamente il mistero della sorte umana,
(/index.html)
s'incarna, oggettivata dalla fantasia, nella tragica vicenda del venturiero
CATALOGO (/CATALOGO/)
quattrocentista e della casa regnante longobarda. Una concezione pessimistica
della vita tutte pervade codeste tragedie, onde viene a essere attenuata la
drammaticità delle catastrofi; ma il senso
SCUOLA immanente d'una giustizia superiore
(/TRECCANISCUOLA/)
all'umana, che trae il bene da ciò che gli uomini stimano male, dà loro un
significato profondo che l'arte plasma in scene e in figure indimenticabili e
interpreta liricamente LIBRI
nei cori stupendi.
(/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Uno spirito di pessimismo cristiano circola anche nelle pagine dei Promessi
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Sposi, il grande romanzo che forma con la Divina Commedia e l'Orlando furioso la
costellazione più luminosa di poesia nel cielo della letteratura italiana.
Costruito con perfetta proporzione di parti,
ACQUISTA scritto con intenso rilievo e
(/EMPORIUM/)
limpida nitidezza di visione fantastica, tutto percorso dalla vita d'uno spirito
appassionato della verità storica, avido del concreto, sagace, arguto, portato
all'umorismo, esso è in una rappresentazione potente di uomini e di cose,
espressione classicamente temprata d'un'idealità religiosa e umana; nell'intento,
non altro che opera d'arte, ma perché nato in quell'anima, anche serenatrice
opera di fede e d'amore. L'idealità che vagheggia, il Manzoni trova affermata o
negata dalla storia, e nella storia non superficialmente indagata e mirabilmente
intuita, egli immerge la tenue favola di sua invenzione, creando anche nella
figurazione psicologica ed esteriore dei personaggi non storici, l'illusione della
storia. Con la finezza che è tutta la sua anima stupendamente espressa, egli
infonde nella narrazione quel senso del divino che è nell'intimo del suo spirito
contemplante l'andar della storia; talché nello sfondo del quadro sta invisibile
eppur presente Dio, nella sua alta funzione di reggitore degli umani destini, e
nell'esercizio della sua tremenda giustizia.
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Tutti gli elementi intellettualistici che il pensiero del Manzoni aveva elaborato
nelle sue tenaci meditazioni e in una serie d'opere filosofiche, estetiche,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
storiche, dalla Morale cattolica alla Storia della colonna infame, dalla lettera sul
(/index.html)
romanticismo alle dissertazioni intorno alla lingua, sono nei Promessi Sposi
CATALOGO (/CATALOGO/)
assorbiti superati annullati in una forma artistica, che nella sua graduale
maturazione, li ha a poco a poco esclusi da sé come materialità dottrinali; ma
inclusi in sé come assimilato nutrimento spirituale. Il romanzo ebbe presto una
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
italiane, avendovi instaurato e diffuso con la sua prosa agile, sciolta, varia, senza
lambiccature, il senso della forma moderna, che è classicismo, finalmente e per
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
sempre liberato da ogni rancida velleità d'imitazione classica.
Il Leopardi. - Nel 1827, l'anno stesso dei Promessi Sposi, uscirono in luce le
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Operette morali di Giacomo Leopardi; forma poetica d'una concezione
pessimistica della vita confortata dalla fede, quelli; forma poetica d'una dottrina
pessimistica priva d'ogni consolazione, queste. Dal sensismo settecentesco in
cui era stato educato, il Leopardi pervenne a un arido materialismo, nel quale
tutte le idealità, tutti i valori morali erano svalutati e annullati come illusioni, e
la vita, priva d'un fine, si riduceva a "inutile miseria". Sennonché la sua anima
di poeta risaliva verso l'ideale per la via della riacquistata consapevolezza della
spiritualità umana, perché appunto il poter l'uomo interamente comprendere e
fortemente sentire la sua nullità, era per lui la miglior prova che si potesse
desiderare, della grandezza dell'umano intelletto e dell'altezza e nobiltà
dell'uomo. Così dalla coscienza dell'eterna universale necessità del dolore
risorgevano le illusioni, che sfatate dal pensiero raziocinante, trovavano nel
pensiero stesso e nel sentimento i motivi della loro rinascita. Ed ecco negl'idillî
giovanili splendere la grande poesia d'uno spirito dolorante che si conforta in
un dolce abbandono alla contemplazione della natura; ecco nel Bruto minore,
che qui si cita a rappresentare la lirica oratoria, la poesia dell'eroismo che
s'accampa impavido contro i "marmorei numi" (la fatalità del destino) e la
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 978/1196
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natura insensata; ecco nel Canto notturno d'un pastore errante diffondersi dalla
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
chiusa tragica d'ogni stanza la poesia d'un'anima orgogliosa della sua straziante
scoperta;
(/index.html)
nei canti di ricordanza gemere il rimpianto delle rivalutate illusioni; e
la bellezza ideale, l'amore e la gioia della fratellanza degli uomini sorridere nel
CATALOGO (/CATALOGO/)
Pensiero dominante, in Amore e morte, nella Ginestra. Anche le Operette morali,
esposizione e difesa in forma di racconto allegorico, di dialogo, di discorso, del
pensiero pessimistico dell'autore, s'animano
SCUOLA non di rado d'un vivo soffio di
(/TRECCANISCUOLA/)
alla cecità necessaria della natura. Sulle rovine seminate dallo spirito distruttore
delle sue creazioni (i valori morali) e quindi di sé stesso, s'accende una nuova
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
energia dello spirito, che nella sua opera distruttrice sente sé stesso. Dal pathos
di questo superamento scaturisce il fiotto irruente della poesia leopardiana.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Romantico nel disagio spirituale che lo affligge per il contrasto di ragione e
sentimento, romantico in certa sua indisciplinatezza di forme metriche e nella
bizzarria lucianesca delle sue prose, il Leopardi ha del classico in qualche
peregrinità di lingua che lascia vedere sotto il poeta il letterato, nella nitidezza
della visione fantastica e soprattutto in quella, più calcolata che
spontaneamente ispirata, lirica eloquente, che con i suoi latinismi, le sue
complicatezze strutturali, la sua studiata densità d'espressione tramezza fra la
schiettezza semplice e fresca dei primi idillî e l'altezza limpida e naturale delle
poesie dell'ultimo decennio.
Il romanzo del Manzoni, nel quale è pure qualche traccia, senza importanza per
l'arte, di romanzi scottiani, e la gran voga europea dei racconti appunto
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) di
Walter Scott, promossero in Italia una larga fioritura di romanzi storici, i quali
(/index.html)
mentre appagavano il gusto allora dominante della storia come contemplazione
CATALOGO (/CATALOGO/)
del passato rivissuto nella sua concreta realtà pittoresca, potevano anche
esercitare un'azione pratica nel fermento sempre più vivo e operoso delle
aspirazioni nazionali. Assai piùSCUOLA
scottiani che manzoniani sono i romanzi storici
(/TRECCANISCUOLA/)
di Giambattista Bazzoni e di Carlo Varese; manzoniano nelle situazioni, ma per
la natura dell'argomento e per certe qualità tecniche scottiano è il fortunato
Marco Visconti di Tommaso Grossi, autore anche
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTEdi novelle romantiche in versi
(/TRECCANIARTE/)
e d'un poema eroico, che sa di novella e deve pur molto allo Scott. L'ispirazione
d'un'idealità patriottica è evidente nei due romanzi Ettore Fieramosca e Niccolò
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
de' Lapi di Massimo d'Azeglio, narratore semplice, disinvolto e talora vivace,
che sa costruire saldamente i suoi romanzi e rappresentarvi con efficacia il
pittoresco della storia, ma riesce fiacco e superficiale
ACQUISTA (/EMPORIUM/)nella figurazione intima
dei suoi personaggi. La violenta passione che infiammò la vita politica di
Francesco Domenico Guerrazzi, arde anche nei suoi romanzi, nei quali la
retorica classicheggiante si mescola a convulsioni e gonfiezze di stile e la
sentimentalità enfatica di certo romanticismo straniero a foscaggini byroniane.
Eppure il Guerrazzi sa essere semplice e naturale nella graziosa allegoria della
Serpicina e nel romanzo di costumi moderni Il buco nel muro, dove una vena
d'umorismo dà la vita d'una ben differenziata individualità di scrittore alla
schietta parlata toscana. Antiromantico nella dottrina e nei propositi puristici
di raccoglitore e consumatore di leccornie linguistiche, ma nella pratica
dell'arte romantico come ogni altro scrittore del primo Ottocento, fu Antonio
Bresciani, che al liberale Guerrazzi fa riscontro come il romanziere fecondo e
iracondo della reazione seguita alle rivoluzioni del Quarantotto; autore di
pagine di prosa degne di vivere nella storia letteraria italiana, solo per l'opera
Dei costumi dell'isola di Sardegna.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 980/1196
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Parallela alla voga del romanzo storico procede la copiosa fioritura del dramma
storico, alimentata da intenti ea
imitativi dei grandi modelli inglesi e tedeschi
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 981/1196
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longobardica in Italia, la nuova scuola storiografica che dal passato cercava trarre
suffragio d'autorità e di speranza alla sua idealità cattolico-liberale. A codesta
scuola appartengono Carlo Troya, Cesare Balbo, autore d'un Sommario della
storia d'Italia, insigne per dottrina e per pensiero, Gino Capponi, Luigi Tosti,
nobili figure di storici e di patrioti, Niccolò Tommaseo, i cui libri di storia sono
viziati da gravi incertezze di giudizio e da una acerba passionalità, e Cesare
Cantù, poligrafo infaticabile, storico di scarsa originalità e incapace di giudizî
sereni. Altra è l'ispirazione politica d'altri storici, quali Giambattista Niccolini,
debole ricercatore di storie a preparazione delle sue tragedie, Atto Vannucci,
Antonio Ranieri e qualche altro, che del problema nazionale auspicavano una
soluzione indipendente dall'autorità del papato e che in generale portarono
nella loro trattazione una preparazione erudita di gran lunga inferiore a quella
degli storici neoguelfi.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 982/1196
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grande orientalista, la cui opera segna il trapasso dalla storia di pensiero nutrita
(/index.html)
d'indagini e di materiale documentario alla storia così detta scientifica, non
CATALOGO (/CATALOGO/)
ispirata da sentimenti politici. Di questa s'erano avuti tentativi e saggi pregevoli
già nella prima metà del sec. XIX per opera di Carlo Cattaneo; di Luigi
Cibrario, d'Ercole Ricotti, ecc.; SCUOLA
ma la storia scientifica venne decisamente
(/TRECCANISCUOLA/)
prevalendo e sempre più restringendosi a pura erudizione e filologia nel primo
trentennio del regno, quando con fortunate ricerche d'archivio e taluno con
larga visione dei fatti tentarono la risoluzioneARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) di problemi storici o curarono la
(/TRECCANIARTE/)
Nutritasi in gran parte della materia erudita che avevano apprestato i grandi
ricercatori del sec. XVIII, questa scuola, nata anch'essa dal fervore storico
instaurato dal romanticismo, aveva col De Sanctis adempiuto il suo ufficio, e
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 983/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
le già raggiunte. Sorse così anche per la storia letteraria e artistica, intorno al
(/index.html)
1860, una scuola tutta intesa a rivedere sulle fonti prime notizie e giudizî, a
CATALOGO (/CATALOGO/)
scoprire nelle carte inesplorate di archivî e biblioteche nuovi fatti, a restituire i
testi alle loro genuine sembianze, a ficcare lo sguardo nella vita fantastica
dell'età media, a studiare la lingua e i dialetti con i metodi comparatistici
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
instaurati oltralpe, e a fare tutto questo con rigore di metodo così nella ricerca
come nella forma espositiva. Iniziatori e maestri ne furono nei varî domini
dell'indagine Adolfo Bartoli, Giosue Larducci,ARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) Alessandro D'Ancona,
(/TRECCANIARTE/)
Tornando dopo questo intermezzo di storia della cultura (per altre notizie v.
filologia) alle velleità creatrici e ai radi spiriti creatori, occorre far cenno delle
forme e degli atteggiamenti che per l'azione del romanticismo prevalsero nella
letteratura italiana giù per il sec. XIX. Frutto non sempre consapevole, ma
certo dei più gustosi, del romanticismo italiano, che tra i suoi canoni dottrinali
poneva la popolarità della letteratura, fu il rincalzo ch'ebbe dappertutto l'uso
dei dialetti come forme d'espressione di particolari mondi poetici. Ancora
settecentesco e arcadico è Giovanni Meli, delizioso nelle armonie dei suoi facili
ritmi e nelle mollezze del suo bel dialetto siciliano, il quale in seguito
felicemente espresse sensi tra di misticismo e d'umanità buona nei poemi
d'Alessio Di Giovanni. A Venezia la poesia vernacola da certa grazietta rococò
del Goldoni, di Francesco Gritti, d'Antonio Lamberti, dichina alla faciloneria
spesso scurrile di Pietro Buratti e di Camillo Nalin e poi s'annobilisce nella
squisita venezianità e nell'arguzia signorile di Riccardo Selvatico. Più tardi
Verona dà all'Italia le liriche di Berto Barbarani, aperte a un senso di larga
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 984/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
umanità e alla poesia del pittoresco. Nella vecchia tradizione della musa
meneghina s'inserisce per dominarla Carlo Porta maestro insuperabile
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
nel
creare figure e scene di vita e nel piegare il dialetto ambrosiano alle più varie
(/index.html)
espressioni, del comico e del patetico, del satirico e del drammatico. In
CATALOGO (/CATALOGO/)
Piemonte Angelo Brofferio morde con l'arguzia, spesso velenosa, delle sue
canzonette dialettali, difetti del tempo e atteggiamenti politici a lui odiosi.
Descrittore stupendo dei costumi, dei sentimenti, delle superstizioni del popolo
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
di Roma, sorge Giuseppe Gioacchino Belli, al quale si collega nei suoi primi
esperimenti Cesare Pascarella, ma se ne allontana presto per raggiungere una
singolare profondità nella
LIBRIrappresentazione, pur nell'arguzia
(/TRECCANILIBRI/) ARTE fine dei suoi
(/TRECCANIARTE/)
sonetti, degli aspetti più serî e più tragici della vita; e, più giovane, Carlo
Alberto Salustri (Trilussa) tratta motivi satirici e narrativi di carattere
popolaresco. Il vernacolo pisano assurge
TRECCANI a dignità
CULTURA d'arte nei sonetti di Renato
(/CULTURA/)
Grossi secondava con la Fuggitiva, con l'Ildegonda e con l'Ulrico e Lida (quella
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
tradotta, queste scritte originariamente in italiano) i gusti del tempo, ai quali si
confaceva
(/index.html)
la novella narratrice di patetiche storie. E questo genere ebbe cultori
numerosi: in Lombardia col Cantù, con Giovanni Torti, col Pellico; in Toscana
CATALOGO (/CATALOGO/)
con Bartolomeo Sestini; in Calabria, dove novelle e poemetti d'ispirazione tra
grossiana e byroniana scrissero Domenico Mauro, Giuseppe Campagna,
Vincenzo Padula e più altri. Con maggior
SCUOLA vigore trattò anche la novella in
(/TRECCANISCUOLA/)
versi, storica e psicologica, Niccolò Tommaseo, ingegno forte e versatile, che le
dottrine e la pratica del romanticismo temperò e sorresse con un ben digerito
corredo di cultura clasgica
LIBRI anche nelle altre innumerevoli
(/TRECCANILIBRI/) sue opere d'arte e di
ARTE (/TRECCANIARTE/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 986/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Ebbero fra tutti, e meritamente, fama più larga e durevole Giovanni Prati e
Aleardo Aleardi, maestri
e duci di quello che fu detto il secondo romanticismo.
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Cuori devoti all'idea nazionale, tanto il Prati quanto l'Aleardi appartengono alla
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
categoria dei lirici patriottici, tra i quali si possono ben annoverare anche il
Manzoni, il Leopardi, il Niccolini; ma vera popolarità e più immediata efficacia
nella grande opera del Risorgimento ebbero altri poeti più facili, più impetuosi,
più roventi e nella minor perfezione dell'arte meglio proporzionati
all'intelligenza del popolo: Giovanni Berchet, che per primo concreta nella
dolcezza malinconica della domestica intimità la poesia della patria dianzi
cristallizzata nell'astrattezza di parole che la letteratura aveva vuotato di
significato; Gabriele Rossetti, che fu il poeta della rivoluzione napoletana del
1820; Pietro Giannone, romantico esaltatore del pathos delle cospirazioni;
Alessandro Poerio, Goffredo Mameli, Luigi Mercantini, l'autore dell'inno di
Garibaldi. Ai quali, rappresentanti d'una letteratura che fu ardente fucina di
guerra contro lo straniero, si possono accompagnare Silvio Pellico, poeta, nella
prosa delle Mie prigioni, d'una rassegnazione cristiana che aveva in sé lievito di
ribellione, e Vincenzo Gioberti, apostolo dell'idea neoguelfa in quel suo Primato
morale e civile degli Italiani, che merita ricordo anche letterario per i pregi d'una
fervente eloquenza.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Tarchetti, Arrigo Boito, Carlo Righetti in arte Cletto Arrighi, Alberto Pisani
Dossi), che profondamente diversi fra loro per temperamento e per vigore di
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
fantasia (si leva alto fra tutti il Boito, cui la gloria di musicista oscurò la fama di
poeta singolare), erano uniti dall'intento di contrapporre la rappresentazione
del vero alle immagini evanescenti, l'ardore della passione alle svenevoli
sentimentalità e prestavano amorosa attenzione alle letterature straniere
contemporanee, specie alla francese. Ma reazione più vigorosa e più efficace
venne, in nome del classicismo, da un gruppo di giovani toscani (gli Amici
pedanti: Giuseppe Chiarini, Torquato Gargani, ecc.), di tra i quali uscì fuori,
restauratore del senso della forma e maestro di robustezza spirituale, il primo
grande poeta della nuova Italia, Giosue Carducci.
riproduzione dei metri classici da lui sperimentata nelle odi barbare nacque da
un'intima necessità espressiva; tant'è vero che se i cosiddetti metri barbari
ebbero lì per lì qualche fortuna, non tardarono a cadere in dissuetudine come
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
forme d'una individualità che non si ripete. Ciò che dell'insegnamento poetico
carducciano rimase e rimane, è l'educazione al rispetto dell'arte, è il
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
ripristinamento di quel nobile senso della forma che, tradizionale nella
letteratura italiana, era stato intaccato dalla sciatteria romantica.
Amici, discepoli, ammiratori del Carducci tentarono con più tenue ala, lungo la
scia da lui segnata, i cieli della poesia: Giuseppe Chiarini, Severino Ferrari,
Guido Mazzoni, Giovanni Marradi; mentre altre voci, più o meno libere da
influenze carducciane, si levavano nell'ultimo trentennio del secolo con loro
proprî caratteri, ad attestare anche nell'arte le rinate energie del popolo
italiano. Tardo seguace delle scenografie montiane, Mario Rapisardi volle in
più poemi simbolici trarre poesia dal materialismo naturalistico, ma fu poeta
migliore quando romanticamente cantò le deserte aspirazioni dell'anima umana
stretta nel mistero inesplorabile della realtà. Poeta di singolare originalità,
Arturo Graf espresse con fosche immagini, con simboliche visioni, con
fantastiche leggende il senso doloroso del male che incombe sugli uomini. Con
bella larghezza e facilità d'ispirazione poetò Enrico Panzacchi; di Francia e in
particolare dal Baudelaire derivò nutrimento alla sua vena birichina Olindo
Guerrini, arguto canzonatore della sentimentalità romantica, e Domenico
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Gnoli, uscito dalla pallida scuola poetica romana d'avanti il '70, rinfrescò di
vivezza nuova, sotto il nome di Giulio Orsini, non nuovi motivi di poesia
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) e
seppe talvolta crearne di nuovi. Più giovane di questi, Giovanni Alfredo
(/index.html)
Cesareo plasma nelle forme liriche tradizionali la sua molteplice sensibilità
CATALOGO (/CATALOGO/)
d'uomo dotto e appassionato; e già prima della fine del sec. XIX avevano pure
rivelato la loro tempra di poeti Giovanni Cena, schietto cantore d'affetti
dolorosi, Giulio Salvadori, ispirato da idealità civili e religiose, e Ada Negri, che
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
in prosa e in verso esprime la sua intima passionalità umanante le impressioni
dell'universo sensibile, non senza risentire nei metri, nelle strutture periodiche,
nella materia gl'influssiLIBRI
di nuove tendenze letterarie.
(/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
D'Annunzio, che messisi nelle loro prime prove per la via aperta all'arte dal
Carducci, percorsero poi vie proprie, donando all'Italia splendore di nuova e
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
originale poesia e all'arte lirica e narrativa fecondi spunti d'ispirazione e di
tecnica.
ispirazioni, e dalla classicità della sua cultura quello squisito senso della forma
italiana e latina, che lo immette
sì nel fiume della grande tradizione poetica
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
di corpo ne sia degno, alla libertà sfrenata del piacere e del dominio e alla
fruizione illimitata della vita. Così egli celebra la gioia della passione amorosa
trionfante, della bellezza d'arteTRECCANI
passionatamente contemplata, dello spirito
CULTURA (/CULTURA/)
I narratori. - Il romanzo storico, che dal fine civile aveva derivato le ragioni e gli
elementi della sua vita, dopo la metà del secolo perdette voga e si venne
trasformando, anche per l'azione dei romanzi francesi dello Stendhal, del Balzac
e di Giorgio Sand, in romanzo di costumi e di fatti privati contemporanei.
Vasta, ma inorganica rappresentazione del mondo italiano dalla pace
d'Aquisgrana alle Cinque Giornate sono I Cento anni di Giuseppe Rovani, ai
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 991/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
quali si possono accostare per l'ampiezza della tela Le Confessioni d'un italiano
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
d'Ippolito Nievo; ma li superano di gran lunga per il valore dell'arte, stupenda
pittrice d'ambienti e di caratteri, e ormai risolutamente intesa a trarre dal
(/index.html)
romanzo storico il romanzo psicologico, ch'ebbe forme di vita, figuratrici d'una
CATALOGO (/CATALOGO/)
moralità derivata da esperienze personali, anche per opera del Tommaseo e di
Giovanni Ruffini. Ma al romanzo psicologico contese negli ultimi vent'anni del
sec. XIX il favore del pubblico ilSCUOLA
romanzo naturalista, che fu reazione in parte
(/TRECCANISCUOLA/)
autonoma e in parte condotta sulle tracce del Flaubert, dello Zola, del
Maupassant, all'accademia e al manierismo dei romantici decadenti, con una
grande pretesa d'oggettività, con un'ostentazione
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE di teorie scientifiche, con una
(/TRECCANIARTE/)
cura minuziosa nelle descrizioni del mondo esteriore. Interprete nei suoi scritti
critici e felice realizzatore della dottrina nei suoi romanzi (Giacinta, Il marchese
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
di Roccaverdina) fu Luigi Capuana; ma il grande artista di quel moto letterario fu
Giovanni Verga, che dallo psicologismo di maniera dei suoi primi romanzi, salì
con l'ala del genio alla rappresentazione
ACQUISTAschietta, austera, profonda della vita
(/EMPORIUM/)
del ceto medio e delle classi umili specialmente della sua Sicilia, infondendovi il
senso d'una dolorosa fatalità tragica e d'una religiosità umana in cui si nobilita
la rudezza primitiva delle anime poste in scena (I Malavoglia, Mastro Don
Gesualdo, Novelle rusticane, ecc.).
Il verismo artistico, mentre era parte del largo movimento positivista europeo,
corrispondeva al bisogno, mal soddisfatto dal primo romanticismo, di far uscire
la letteratura italiana dalle astrattezze della vecchia tradizione classica tutrice
d'una dignità scioccamente nemica del concreto. Ond'è che, accanto al grande
romanziere siciliano, altri se n'ebbero, rappresentanti, ciascuno con caratteri
proprî, del realismo regionale, quali Matilde Serao, balda evocatrice della vita
borghese napoletana, il ricordato Renato Fucini e, più giovani, Grazia Deledda,
che ritrae l'austerità primitiva e malinconica della sua Sardegna, e Ferdinando
Paolieri, descrittore dei paesaggi e della vita di maremma con tocchi e
atteggiamenti che lo fanno partecipe d'altre recenti tendenze dell'arte narrativa.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 992/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
flaubertiana,
(/index.html)
e I Vicerè, diede alla letteratura opere di non caduca originalità.
Del verismo risentono certo l'influsso anche Emilio De Marchi e Alfredo
CATALOGO (/CATALOGO/)
Oriani; ma le loro tendenze più spiccate sono anzi verso uno psicologismo che
implica maggiore intimità di rappresentazioni; libero e felice continuatore del
Manzoni, il primo, in romanzi SCUOLA
(Il cappello del prete, Demetrio Pianelli, Giacomo
(/TRECCANISCUOLA/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 993/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
d'intimità spirituali accordando, nelle sue cose migliori, in omogenea unità con
la rappresentazione delISTITUTO
mondo (/ISTITUTO/)
esteriore. Come nei più dei suoi
MAGAZINE (/MAGAZINE/)
contemporanei, anche nel Fogazzaro sono tracce dello psicologismo russo e
(/index.html)
francese; egli anima spesso il suo racconto d'un soffio d'arguzia, che non gli
CATALOGO (/CATALOGO/)
faremo il torto di dir manzoniana, perché è tutta sua; disegna e colorisce quadri
d'ambiente pieni di carattere e, specie tra i personaggi secondarî, figure vive di
palpitante verità; ma purtroppoSCUOLA
la tesi (/TRECCANISCUOLA/)
morale o religiosa o civile nuoce non di
rado all'arte del Fogazzaro, che negli ultimi suoi romanzi ha un troppo
palesemente voluto intento di propaganda.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Fra gli scrittori che, suppergiù nel tempo stesso che gli ultimi nominati,
trattarono con intento d'arte pura o di educazione, materia narrativa o
descrittiva, vanno ancora ricordati Vittorio
TRECCANI Bersezio,
CULTURA autore fecondo di novelle
(/CULTURA/)
e romanzi non segnati di vigorosa stampa personale; Anton Giulio Barrili, che
le sue doti non volgari di versatilità, di penetrazione psicologica, di simpatia
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
umana, forse sciupò per la fretta del comporre; Alberto Cantoni, singolare per
le sue qualità d'umorismo critico; Salvatore Farina, schietto piano bonario;
Alberto Pisani Dossi (Carlo Dossi) che un suo mondo d'arguzia aristocratico e
schivo espresse in una prosa energica e preziosa; Carlo Lorenzini (Collodi),
caro per le sue Avventure di Pinocchio a molte generazioni di bambini, e, di tutti
più fortunato, Edmondo De Amicis, autore di libri di viaggi, narratore di
novelle e di episodî storici, acuto osservatore e descrittore di psicologia sociale,
spirito agile, cui il senso pietoso dei dolori umani temperò nell'età matura il
languido ottimismo degli scritti giovanili. Più con l'esempio che con i precetti
insulsamente arguti dell'Idioma gentile, egli fu pure efficace apostolo di quel tipo
di prosa svelta e senza affettazioni. che anche per l'opera dei migliori giornalisti
ha cacciato di seggio col suo vero classicismo intimo il classicismo artificioso di
marca cinquecentesca.
della vita sociale moderna il Panzini accarezza un suo nostalgico amore del
vecchio mondo provinciale,
tranquillo, sereno, casalingo. C'è in lui il senso
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
della poesia che spira dai dolci sogni, dai teneri affetti, dalla coscienza onesta; e
(/index.html)
dal dissidio tra l'ideale e la realtà, nasce uno stato d'animo che si forma in
CATALOGO (/CATALOGO/)
ironie, in scherzi amari, in sorrisi malinconici, in atteggiamenti umoristici:
nella bella prosa dei migliori scritti del Panzini (Le iabe della virtù; La lanterna di
Diogene; Santippe; La madonna diSCUOLA Il viaggio d'un povero letterato, ecc.); una
mamà;(/TRECCANISCUOLA/)
prosa di tempra classica per la sua semplicità limpida e melodiosa, per
l'ingenuità primigenia delle sue strutture, per l'aura d'umanità che ne spira.
Peccato che la consapevolezza critica del suo ARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) essere(/TRECCANIARTE/)
faccia ormai degenerare
l'arte del Panzini in maniera, e ch'egli la creda forma possibile non pur di
concezioni fantastiche, ma di scritture storiche, che non riescono a vivere la
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
vita del suo pensiero.
nel ventennio a cavaliere dei due secoli: Giuseppe Giacosa, passato dall'idillio
sentimentale alla rappresentazione veristica della storia e al dramma
psicologico, sociale, di costume, artista CULTURA
TRECCANI di non grande originalità, ma limpido,
(/CULTURA/)
Grande iniziatore del cosiddetto teatro di poesia, che riprese con spiriti e forme
mutati e con velleità di ricostruzione filologica il vecchio dramma storico o
mitico, fu Gabriele D'Annunzio, che al mondo morale espresso nei romanzi
volle dar forma drammatica in una serie di tragedie di lussuria e di violenza,
che, magnifiche spesso d'arte descrittiva, di rado riescono a rappresentazione di
viva e vera umanità. Temperamento essenzialmente lirico, il D'Annunzio fa dei
suoi personaggi simboli della sua concezione della vita, onde viene loro a
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 996/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
IV. Nuove esperienze (sec. XX).SCUOLA- Carattere essenziale della letteratura italiana
(/TRECCANISCUOLA/)
nel primo trentennio del sec. XX è uno spirito di reazione a quella tendenza,
manifestatasi negli ultimi decennî del XIX, che pareva accennare a una
degenerazione (a ritroso dei(/TRECCANILIBRI/)
LIBRI secoli) del senso ARTE
della(/TRECCANIARTE/)
forma - preziosa conquista
d'un'educazione classica molte volte secolare - in studio di rinnovamento o
imitazione di forme. Reazione dunque al carduccianesimo e al
dannunzianesimo in quel che TRECCANI
c'era di caduco nell'opera dei maestri e diveniva
CULTURA (/CULTURA/)
nazionalismo (e non importa che fosse invece radicale la tinta politica della
Voce) e nella poesia, nella
pittura, nella scultura, nella musica, il futurismo.
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Nella chiarificazione che per entro a quel fervore di concordi e discordi attività
(/index.html)
teoretiche si veniva a poco a poco compiendo, il gruppo dei giovani che
CATALOGO (/CATALOGO/)
avevano creato e alimentato la rivista fiorentina, si divise: nel 1912 diresse la
Voce il Papini, che poi fondò e diresse fino al 1915 Lacerba, organo del
futurismo, mentre la Voce seguitava,
SCUOLA letteraria, sotto la direzione di Giuseppe
(/TRECCANISCUOLA/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 998/1196
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delle onomatopee, propositi, sforzi, abitudini del vecchio Seicento, nel tempo
stesso che lo emulava inISTITUTO
quella (/ISTITUTO/)
vaghezza di novità e di libertà, buone e
MAGAZINE (/MAGAZINE/)
cattive,
che già il romanticismo aveva teorizzato e appagato.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Come suole sempre accadere, non per virtù della scuola, ma grazie all'intima
liricità della loro anima, uscirono dalle file dei futuristi scrittori che prima e
durante la guerra mondiale diedero alla letteratura italiana opere non indegne
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
di ricordo. Ultimo erede della scapigliatura milanese, Giampietro Lucini quasi
impersona il vincolo che lega il romanticismo al futurismo; ingegno
esuberante, disordinato, instabile,
LIBRI dichiarato ARTE
(/TRECCANILIBRI/) avversario dell'arte dannunziana,
(/TRECCANIARTE/)
autore d'un volume di versi, futuristi almeno nel titolo, Revolverate, eppure
talvolta fantastico creatore d'un mondo soavemente idillico. Pittore e poeta,
Ardengo Soffici, che fu il teorico del futurismo, riesce a dare nelle
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Per questi scrittori il futurismo fu soprattutto scuola di libertà e ben più essi gli
diedero che non ne ricevessero. Per altri fu breve episodio della loro carriera
letteraria, esperimento d'arte che li condusse a meglio ritrovare sé stessi in
forme discendenti dal vecchio romanticismo. Clamoroso apostolo di futurismo
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 999/1196
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in certo periodo della sua attività fu Giovanni Papini, la cui vita intellettuale va
interpretata e giudicataISTITUTO
in sé stessa, di là da ogni costrizione di scuola.
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Spirito
irrequieto e turbato da un'ansia di misticismo doloroso, dotato d'uno
(/index.html)
straordinario vigore d'assimilazione e di reazione e bisognoso di ruminare e
CATALOGO (/CATALOGO/)
rifare in sé il mondo fluttuante del pensiero contemporaneo, istintivamente
portato alle astrattezze e alle costruzioni concettuali e avido delle posizioni
nette e risolute, egli è stato conSCUOLA
i libri e(/TRECCANISCUOLA/)
con le riviste uno dei più fervidi
agitatori e propagatori d'idee nei primi decennî del nuovo secolo; battagliero
avversario dell'insincerità, dell'eleganza ricercata, del vago dottrinarismo,
assertore e propugnatore "del
LIBRI fatto, del sapereARTE
(/TRECCANILIBRI/) certo, delle teorie semplici e
(/TRECCANIARTE/)
simmetriche, della dura filosofia". Più che alla poesia, la fama del Papini è.
raccomandata alla prosa che, felice impasto d'eletto tradizionalismo e di viva
toscanità, si snoda agile e robusta nelle CULTURA
TRECCANI amare e (/CULTURA/)
passionate confessioni
dell'Uomo inito, in pugnaci pagine di critica letteraria e filosofica e nelle opere
d'argomento storico, interessanti forse solo perché pervase dal suo infrenabile
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
lirismo autobiografico.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj… 1000/1196
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quali vanno segnalati Sergio Corazzini, che ama e canta la vita semplice delle
cose e degli uomini, i singhiozzi
degli organetti di Barberia, con l'accoramento
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
ispirato da una sottile malinconia che si diffonde dall'uomo alle cose, Giuseppe
Ungaretti, il poeta delle brevi notazioni frammentarie, addensanti in una frase,
in una parola, meditate impressioni;
TRECCANIDiego Valeri,
CULTURA buon traduttore di poeti
(/CULTURA/)
Se il futurismo, che aveva imperversato nei cinque o sei anni preccdenti alla
guerra, era andato a poco a poco moderando i suoi eccessi, e aveva finito col
mettere la sordina ai suoi fragorosi strumenti e con l'acchetare nelle accennate
forme di frammentismo psicologico il suo sforzo di rinnovamento dell'arte e
insieme della vita, una più disciplinata concezione dell'arte, meglio conforme
alla tradizione letteraria italiana, fu attuata da alcuni poeti più anziani, che,
silenziosi da più tempo, felicemente rinnovarono la loro vena dopo la guerra
mondiale: Pietro Mastri, che in forme tra libere e tradizionali elabora nella Via
delle stelle sottili introspezioni autobiografiche, e Vincenzo Gerace (1876-1930),
creatore d'un mondo poetico di non comune profondità; e s'affermò nella
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj… 1001/1196
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dottrina e nella pratica d'arte d'alcuni giovani, cooperatori della Ronda, rivista
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
vissuta dal 1919 al 1923, la quale senza rinunciare alle vere conquiste di libertà
e(/index.html)
modernità fatte dalle più recenti scuole letterarie, prese a combatterne gli
eccessi e le stravaganze, tutto ciò che di sciatto, d'informe, di retorico, di
CATALOGO (/CATALOGO/)
mediocre avevano prodotto, cercando di ricondurre l'arte all'equilibrio, alla
precisione, al decoro dello stile, a quel senso della forma insomma che,
indefettibile eredità dei secoli, iSCUOLA
rondisti trovavano squisitamente espresso nelle
(/TRECCANISCUOLA/)
prose e nelle poesie del Leopardi. Furono con altri, tra quei giovani, Vincenzo
Cardarelli, fondatore della rivista, lirico e prosatore di composta originalità;
Emilio Cecchi, figura originale d'artista della ARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) penna nato dal pensatore e dal
(/TRECCANIARTE/)
che dall'ironia di Lo sa il tonno, passò alla narrazione tra fantastica e storica nel
Diavolo al Pontelungo e in Oggi domani e mai, e alla narrazione storico-critica,
acuta e penetrante, nella Congiura di don Giulio d'Este, scrittore di limpidezza ed
evidenza singolari.
Caratteristica negli scrittori del Novecento questa unione dello spirito creatore
con lo spirito critico, unione che, contemporaneità o successione, è in ogni caso
bisogno d'una consapevolezza dell'opera creativa, che torna a vantaggio e forse
più spesso a danno dell'arte. Critico acuto della letteratura moderna e
contemporanea fu nei suoi esordî Giuseppe Antonio Borgese, che acquistò poi
un posto cospicuo fra i narratori italiani con i romanzi Rubè e I vivi e i morti e
con libri di novelle, quelli e questi in vario modo materiati di esperienze
personali dell'autore (ispiratrici anche d'un volume di poesie), condotti con
finezza penetrante d'analisi psicologica, scritti in una prosa di salda e nobile
costruzione, dalla quale balzano energicamente individuate le figure degli
attori. Venuto alla letteratura dal giornalismo e dal giornalismo militante difeso
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj… 1002/1196
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guerra mondiale, i cultori della prosa narrativa. Scrittori che già dianzi o
s'erano provati a narrare o avevano piuttosto sperimentato l'arringo poetico,
diedero allora il meglio delle loro possibilità
TRECCANI CULTURAin prose di romanzi o di novelle o
(/CULTURA/)
dei suoi romanzi; Fausto Maria Martini, di origine crepuscolare anche lui e
drammaturgo di non comune penetrazione, che nei suoi romanzi
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
autobiografici atteggia in forme limpide e corrette una concezione austera e
(/index.html)
delicata della vita; il pensoso e caustico Piero Jahier; Salvator Gotta, la cui arte,
CATALOGO (/CATALOGO/)
limpida e schietta in alcuni romanzi d'ispirazione regionale, è turbata in altri da
preoccupazioni e da intenti pratici. E qui va ricordato anche il triestino Scipio
Slataper, caduto nei primi mesiSCUOLA
della guerra, amico dei vociani, ma da loro
(/TRECCANISCUOLA/)
diverso nell'aspro lirismo del suo libro Il mio Carso.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj… 1004/1196
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Narratore in versi, limpido, brioso, sciolto, Riccardo Balsamo-Crivelli
(Boccaccino, La iaba di Calugino, ecc.) ebbe non immeritato un plauso di critica,
che mostra qual fascino abbia inSCUOLA
Italia certo garbato e delicato arcaismo, in cui
(/TRECCANISCUOLA/)
s'appaga il tradizionale senso della forma. Ed è questa una delle ragioni del
successo anche dei drammi di Sem Benelli, drammi d'effetto, ma poveri di
vitalità vera, che sannoLIBRI
di letteratura nelle invenzioni,
(/TRECCANILIBRI/) nella lingua, nella
ARTE (/TRECCANIARTE/)
verseggiatura. Con questi drammi il Benelli, che già aveva in Tignola tentato
una sottile analisi d'anime moderne, prese a trattare quel teatro di poesia,
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
storico, archeologico e mitologico, che, come s'è visto, aveva avuto iniziatore il
D'Annunzio. Ma ciò che al grande artista era più o meno felicemente riuscito,
non ebbe fortuna nei seguaci, cheACQUISTA
spesso amarono complicare d'interpretazioni
(/EMPORIUM/)
e di simboli civili o patriottici la rappresentazione storica, e quel tipo di teatro,
non ostante la nobiltà degl'intenti e il vigore degl'ingegni, può dirsi ormai
tramontato. Qui basterà ricordare, ad esemplificazione, il Solco quadrato e il
Giuda di Federico Valerio Ratti, la Carlotta Corday e il Giulio Cesare d'Enrico
Corradini, i drammi del Risorgimento (La giovane Italia, Re Carlo Alberto,
Garibaldi, ecc.) e la Trilogia della Tavola rotonda di Domenico Tumiati, Madame
Rolland e Ginevra degli Almieri di Giovacchino Forzano, il Tristano e Isotta di
Ettore Moschino; Il Be fardo di Nino Berrini. Siano a parte ricordati l'Orione, il
Glauco e il Belfagor di Ercole Luigi Morselli, singolari per la malinconia
dell'idillio e per lo sforzo, sebbene non sempre riuscito, di profondità simbolica.
problema dell'influsso della finzione sulla realtà, anche s'avvicina a quella forma
di teatro in cui sbocca, negando
sé stesso, il teatro borghese e che per l'opera
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
e
l'azione d'un grande artista, Luigi Pirandello, riuscì a conquistare il favore del
(/index.html)
pubblico. È il teatro del grottesco, così denominato dalla qualificazione data alla
CATALOGO (/CATALOGO/)
sua commedia La maschera e il volto (1916) da Luigi Chiarelli, che da situazioni
paradossali, svolte e sceneggiate con singolare abilità, riesce a una specie di
satira grottesca del teatro psicologico,
SCUOLA ponendo quella che è la realtà pratica
(/TRECCANISCUOLA/)
della vita di fronte agli atteggiamenti, alle illusioni, agl'infingimenti che sono
una fatale necessità degli uomini. Intorno a questo tipo di teatro s'aggruppano,
diversi per il genere delle invenzioni
LIBRI e, naturalmente,
(/TRECCANILIBRI/) per energia di
ARTE (/TRECCANIARTE/)
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possente per la cui bocca, rivendicata la sua indipendenza anche dalle coetanee
letterature straniere, come nuova
già dalle classiche, essa dica al mondo una sua
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
parola di vita.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Storiogra ia e critica. - Negli studî storici l'avviamento erudito, pur così fecondo
di utili risultati, tendeva verso la fine del sec. XIX a restringersi all'indagine e
all'illustrazione dei fatti estrinseci, rinunciando,
SCUOLA in omaggio a una pretesa
(/TRECCANISCUOLA/)
oggettività scientifica, alla guida di concetti atti a graduare l'importanza dei
problemi e a fornire il fondamento logico d'una qualsiasi costruzione di
complesso. Così la storia si (/TRECCANILIBRI/)
LIBRI disgregava nell'aneddoto e nell'episodio; la ricerca
ARTE (/TRECCANIARTE/)
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Firenze 1847 segg.; Collezione gialla Barbera, Firenze 1855 segg.; Collezione
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
diamante, Firenze 1858 segg.; Collezione di opere inedite o rare dei primi tre secoli
della lingua per cura della R. Commissione pe' testi di lingua, Bologna 1863-1929,
(/index.html)
precedente, Bologna 1861-1899, voll. 254; Biblioteca rara Daelli, Milano 1862-
65, in 65 volumetti; Biblioteca classica economica Sonzogno, Milano 1873 segg.;
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Raccolta di opere ined. o rare di ogni secolo della letterat. ital., Firenze 1880 segg.;
Piccola biblioteca ital. Sansoni, Firenze 1883 segg.; Documenti di storia letteraria,
pubbl. per cura della Società Filologica Romana,
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTERoma 1904 segg.; Scrittori
(/TRECCANIARTE/)
d'Italia, Bari 1910 segg. (finora se ne sono pubblicati 144 voll.); Scrittori nostri,
Lanciano 1910 segg. Raccolte di scrittori italiani commentati, le quali si
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
vengono di giorno in giorno accrescendo, sono: la Biblioteca scolastica di classici
italiani della casa editrice G. C. Sansoni di Firenze; i Classici italiani con note
dell'Unione tipografica editrice torinese;
ACQUISTAla(/EMPORIUM/)
Biblioteca classica Hoepliana
dell'editore U. Hoepli di Milano; la Biblioteca dei classici italiani della casa G. B.
Paravia di Torino; la Biblioteca di classici italiani annotati della casa Francesco
Vallardi di Milano; i Classici italiani commentati dell'editore Vallecchi di Firenze;
la Collezione scolastica della casa Barbera di Firenze; la Biblioteca classica italiana
dell'editore Perrella di Napoli; gli Scrittori italiani con note della casa Zanichelli di
Bologna; la Biblioteca di classici italiani commentati per le scuole, dell'editore Giusti
di Livorno, ecc. Antologie di varia ampiezza e d'importanza più che scolastica,
con notizie biografiche più o meno ricche e talune con quadri di complesso dei
secoli: A. D'Ancona e O. Bacci Manuale della letterat. ital., nuova ediz.
interamente rifatta, Firenze 1900-901, in 5 voll. più un sesto di supplemento
(1910); T. Casini, Lett. ital. Storia ed esempi, I, Roma-Milano 1909 (del II vol.
solo la prima parte, 1910); F. Torraca, Manuale della letterat. ital., 8ª ed., Firenze
1928 segg., in 4 voll.: A. Momigliano, Antologia della letterat. ital., Messina 1927
segg.; V. Nannucci, Manuale della letterat. del primo secolo, 3ª ed., Firenze 1878,
in 2 voll.; E. Monaci, Crestomazia ital. dei primi secoli, Città di Castello 1889-97;
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj… 1009/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
E. Falqui, Antologia della prosa scienti ica ital. del '600, Roma-Milano 1930; G.
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Mestica, Manuale della letterat. ital. del sec. XIX, Firenze 1885-87, 2 voll. in tre
tomi; I poeti futuristi con un proclama di F.T. Marinetti e uno studio sul verso
(/index.html)
volte; P. L. Ginguené, Historie littéraire d'Italie, Parigi 1824-35, voll. 14, dei quali
i tre dal VII al IX furono compiuti da F. Salfi su manoscritti dell'autore, e i
seguenti sono opera del Salfi, che arriva sino al Seicento (la traduz. ital., Milano
1823-28, è condotta sulla prima edizione); F. Salfi, Résumé de l'hist. de la
littérature italienne, Parigi 1826, voll. 2 (traduz. italiana, Milano 1834); G. B.
Corniani, I secoli della letteratura ital. dopo il suo risorgimento, commentario (1804-
13) con le aggiunte di C. Ugoni (1820-22) e S. Ticozzi e continuato per cura di
F. Predari, Torino 1854-56, voll. 8; E. Ruth, Geschichte der ital. Poesie, Lipsia
1844-47, voll. 2; P. Emiliani Giudici, Storia della letteratura ital., Firenze 1855,
più volte ristampata; C. Cantù, Storia della letterat. ital., Firenze 1865; L.
Settembrini, Lezioni di letterat. ital., Napoli 1868-70, voll. 3, ristampati più volte;
F. De Sanctis, Storia della letteratura ital., Napoli 1870, voll. 2 (notevole
l'edizione curata da B. Croce, Bari 1912); A. Bartoli, Storia della letterat. ital.,
della quale uscirono, Firenze 1878-89, solo i primi 7 voll., che arrivano solo a
Dante e, senza inframmesse, al Petrarca; A. Gaspary, Geschichte der ital. Literatur,
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj… 1010/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Berlino 1884-88, voll. 2, che non esauriscono neppure tutta la letteratura del
sec. XVI (traduz. ital., 2ª B.
ed., I, Torino 1914; II, 1900-901, in due parti);
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Wiese-E. Percopo, Gesch. der ital. Litteratur von den ältesten Zeiten bis zur
(/index.html)
Gegenwart, Lipsia 1899 (traduz. ital., Torino 1904); G. Zonta, Storia d. letterat.
CATALOGO (/CATALOGO/)
ital., con note bibliograf. di G. Balsamo-Crivelli, Torino 1927-1932, voll. 3; V.
Rossi, Storia d. letterat. ital., 11ª ed., Milano 1933, voll. 3; H. Hauvette, Littérature
italienne, 2ª ed., Parigi 1932. Cfr. anche G. A. Borgese, Il senso della letterat. ital.,
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Milano 1931.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Storie di secoli e periodi letterarî. - Una storia della letteratura italiana, nella quale
a ogni secolo corrisponde un volume e un diverso collaboratore, pubblicò per
la prima volta, negli anni tra ilTRECCANI
1878 e l'80, la casa
CULTURA ed. Francesco Vallardi di
(/CULTURA/)
una loro importanza; della terza i volumi finora pubblicati: A. Bartoli, I primi
due secoli della letteratura ital., 1880; F. Novati-A. Monteverdi, Le origini, 1926;
G. Bertoni, Il Duecento, 1930; G. Volpi, Il Trecento, 1907; V. Rossi, Il
Quattrocento, 1933; U. A. Canello, Storia d. letterat. ital. nel sec. XVI, 1880; F.
Flamini, Il Cinquecento, 1902; G. Toffanin, Il Cinquecento, 1929; A. Belloni, Il
Seicento, 1929; G. Natali, Il Settecento, 1929; G. Mazzoni, L'Ottocento, 1913. -
Inoltre: G. Carducci, Dello svolgimento della letterat. nazionale (secoli XII-XVI), in
Opere, I, pp. 27-187; A. Gaspary, Die sicilianische Dichterschule des 13. Jahrhund.,
Berlino 1878 (traduz. ital. Livorno 1882); F. Torraca, Studi su la lirica ital. del
Duecento, Bologna 1902; G. A. Cesareo, Le origini della poesia lirica e la poesia
siciliana sotto gli Svevi, 2ª ed., Palermo 1924; E. Gebhardt, Les origines de la
Renaissance en Italie, Parigi 1879; A. Symonds, Renaissance in Italy: The revival of
learning, Londra 1877; id., Italian literature, Londra 1881, in due parti; L. Geiger,
Renaissance und Humanismus in Italieb u. Deutschland, Berlino 1882 (traduz. ital.,
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj… 1011/1196
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di molti autori); A. Lombardi, Storia della letterat. ital. nel sec. XVIII, Modena
1827-30, voll. 4; Vernon Lee, Il Settecento in Italia: Letteratura, teatro, musica,
vers. dall'inglese, Napoli 1932, voll. 2; M. Landau, Geschichte der. ital. Litteratur
im 18. Jahrh., Berlino 1899; F. Monnier, Venise au XVIIIe siècle, Parigi 1907; E.
De Marchi, Lettere e letterati ital. del sec. XVIII, Milano 1882; A. Graf,
L'anglomania e l'in lusso inglese in Italia nel sec. XVIII, Torino 1911; Collezione
settecentesca a cura di S. Di Giacomo, Palermo 1900 segg. (raccolta di
monografie su argomenti settecenteschi); P. Hazard, La révolution française et les
lettres italiennes (1789-1815), Parigi 1910; J. Luchaire, Essai sur l'évolution
intellectuelle de l'Italie de 1815 à 1830, Parigi 1906; G. Zonta, L'anima dell'Ottocento,
Torino 1924; G. Barzellotti, La letterat. e la Rivoluzione in Italia avanti e dopo il
1848 e 49, in Dal Rinascimento al Risorgimento, 2ª ed. Palermo 1910; F. De
Sanctis, La letterat. ital. nel sec. XIX, Napoli 1898; B. Croce, La letterat. della nuova
Italia, Bari 1914-15; 3ª ed., 1929, voll. 4; G. A. Borgese, La vita e il libro, Bologna
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj… 1012/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
1928; C. Pellizzi, Le lettere ital. del nostro secolo, Milano 1929; G. Ravegnani, I
contemporanei, Torino 1930; G. Bellonci, Introduzione alla letteratura d'oggi, in
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Annali dell'istruzione media, VIII (1932), quad. 3-4; G. B. Angioletti, Ragguaglio
delle nostre lettere, in Il giornale di politica e di letterat., VIII (1932), fasc. 6; A.
Bocelli, La letteratura nell'ultimo decennio, in Scuola
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE e cultura (Annali della
(/TRECCANIARTE/)
istruzione media), VIII (1932), quaderno 5-6; F. Casnati, Novecento, Milano 1932;
P. Mignosi, Linee di una storia della nuova poesia italiana, Palermo 1933.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Storie dei generi letterarî. - Una storia dei generi letterarî italiani fu disegnata
dalla casa Francesco Vallardi di Milano,
ACQUISTAche ne affidò l'esecuzione a molti
(/EMPORIUM/)
Croce, Teoria e storia della storiogra ia, Bari 1917; id., Storia della storiogra ia ital.
nel secolo XIX, Bari 1921, voll. 2; E. Spingarn, La critica letter. nel Rinascimento,
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Bari 1905; G. A. Borgese, Storia della critica romantica in Italia, 2ª ediz., Milano
1923; L. Tonelli, La critica letteraria italiana negli ultimi cinquant'anni, Bari 1914;
F. Piccolo, La critica contemporanea, Napoli (/EMPORIUM/)
ACQUISTA 1921.
Bibliogra ie della letteratura di secoli o generi: B. Gamba, Serie dei testi di lingua dal
sec. XIV al XIX, 4ª ed., Venezia 1839; F. Zambrini, Le opere volgari a stampa dei
secoli XIII e XIV, 4ª ed., con appendice, Bologna 1884; e con un Supplemento con
gli indici generali, a cura di S. Morpurgo, Bologna 1929; G. Melzi e P. A. Tosi,
Bibl. dei romanzi di cavalleria italiani, Milano 1865; G. B. Passano, I novellieri ital.
in verso, Torino 1868, voll. 2; id., I novellieri italiani in prosa, Bologna 1878;
Guide bibl. per la produzione dal 1860 in poi, pubblicate dalla Fondazione
Leonardo: L. Tonelli, La critica, 1920; L. Piccioni, Il giornalismo, 1920; C. Levi, Il
teatro, 1921; G. Bustico, Il teatro musicale, 1924.
La Cultura, n. s., Roma, Bologna, Milano 1922 segg.; Leonardo, Roma, Milano,
Firenze 1925 segg.; Convivium, Milano 1929 segg.; Pègaso, Firenze 1929 segg.;
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
La nuova Italia, Firenze 1930 segg.; Fanfulla della domenica, Roma 1879-1916; Il
Marzocco, Firenze 1896-1932; L'Italia letteraria, Roma 1929 segg., succeduta a La
Fiera letteraria, MilanoLIBRI
1925-28.
(/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
ETNOGRAFIA E FOLKLORE.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Sommario. - Etnografia: Abitante rurale (p. 960); Arte popolare (p. 962); Il
costume (p. 964); Amuleti (p. 965); Ex-voto (p. 965); Tatuaggi (p. 965);
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Collezioni etnografiche (p. 966). - Folklore: Nascita (p. 966); Nozze (p. 966);
Funerali (p. 967); Feste (p. 967); Letteratura popolare (p. 968); Musica popolare
(p. 968); Bibliografia (p. 970).
Etnografia.
Abitazione rurale. - L'Italia ha una grande varietà di abitazioni rurali, sia per
ciò che riguarda le differenze di struttura, sia per le forme architettoniche e i
materiali adoperati nella costruzione. Le strutture più semplici e primitive
possono essere date dalla casa composta di un vano unico, senza finestre né
camino, col focolare nel mezzo, di cui si trova ancora qualche esempio in certi
villaggi della Sardegna (Orgosolo) o della Calabria (Vallelonga) e nelle capanne
di paglia tuttora superstiti per i pastori e per qualche villaggio di contadini nel
Lazio (v. capanna). Ma sono, fortunatamente, reliquie affatto eccezionali.
Meno rara è in Italia la casa rurale costituita dal solo piano terreno: questa
struttura prevale tuttavia in alcuni tipi che hanno caratteri di indubbia arcaicità
e si distinguono anche per i materiali di costruzione. Uno di essi è dato dai trulli
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj… 1015/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
pugliesi e dalle casite istriane. Bisogna tuttavia distinguere, nei trulli, due
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
oggetti assai diversi: vi è la costruzione fatta interamente di pietre
soprammesse
(/index.html)
a secco, a pianta circolare e a forma di tronco di cono o a coni
tronchi sovrapposti, che serve ormai solo per ricovero temporaneo o per
CATALOGO (/CATALOGO/)
custodia di utensili o provviste, tipo indubbiamente antico e di origini
primitive; e vi è la casa in muratura a pianta quadrangolare, nella quale ciascun
vano è coperto da un cono di pietre SCUOLA soprammesse.
(/TRECCANISCUOLA/)
Nella categoria delle case a un sol piano sono da collocare anche i casoni della
bassa Pianura Padano-veneta: col quale nome s'intende una costruzione
caratterizzata da un alto tetto piramidale di paglia, poggiante su pareti di
mattoni d'argilla seccati al sole. Nei casoni, tuttora adibiti a dimora permanente
nel padovano e veneziano, un portichetto tagliato nella facciata serve a
disimpegnare i vani interni: alla cucina è addossato esternamente un ampio e
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
non offre quindi nemmeno spazio per un solaio, coperto di tegole. Erano in
origine ricovero stagionale, ma son divenute in molti casi dimore permanenti
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
per il fissarsi degli agricoltori nel piano. Abitazioni col solo pian terreno sono
frequenti del resto anche nei borghi rurali agglomerati della Calabria e Sicilia; a
un piano è anche la casa tipica della Barbagia (Sardegna), costruita con muri a
secco, dalle anguste finestre e dalle porte dipinte a strisce multicolori: nella
piccola corte che le sta dinnanzi non vi è altro annesso che il babizone,
ripostiglio-legnaia, che serve anche di stalla per l'asino. Non come persistenza
di forme primitive, ma come effetti locali e molto limitati di pauperismo, si
devono considerare le abitazioni parzialmente scavate nella roccia (Matera,
Nicosia).
degli ambienti possono essere in alcune aree (Val di Chiana) molto maggiori. Il
tipo è conservato anche dalle case di paese nei più vecchi borghi dell'Italia
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
peninsulare (Abruzzo) e della Sicilia (Randazzo) e si associa in combinazioni
varie tanto con le forme alpine delle vallate meridionali, quanto con il tipo
architettonico a lamie o terrazze. Una varietà comune nel mezzogiorno
presenta tutta la facciata tagliata da un doppio loggiato ad arco, dentro il quale
si sviluppano anche le scale. Ad Agerola e Scala, nella penisola sorrentina, lo
sviluppo in altezza e la copertura del tetto con scandole ricordano le forme
alpine.
adibito a magazzino.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Un posto a parte spetta alle forme slavo-tedesche della Venezia Giulia, che
hanno una loro variante anche nei Sette Comuni vicentini: sono di regola
grandi casamenti massicci con tetto a padiglione, coperto di paglia, a due o tre
piani, e scarsi aggetti in legname.
cinto da siepe, della pianura emiliana e veneta: casa, stalla e fienile sono separati
e assumono grandi dimensioni.
Abitazione e rustici tendono invece a star
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Fra i singolari oggetti di legno, che pastori e i contadini lavorano per i proprî
bisogni, nei villaggi e nei
borghi, son da ricordare le trombe e le serrature.
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Queste sono costruite a imitazione di quelle di ferro, con chiave anche di legno,
(/index.html)
e sono applicate alle porte delle capanne e ai cancelli degli ovili (Sicilia,
CATALOGO (/CATALOGO/)
Calabria, Lucania); quelle sono fatte di castagno, si custodiscono nell'acqua e
mandano un suono simile a quello delle sirene dei bastimenti. Questo tipo di
tromba, che è adoperata a richiamare i porci (Morra, comune di Città di
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Castello), imita nella forma la cosiddetta tofa o bugna o brogna, conchiglia
univalve (Trinonium nodiferum L.), che, smussata all'apice, serve ai pastori per
gli armenti (un tempo,LIBRI
forse, serviva ad atterrire
(/TRECCANILIBRI/) ARTEil(/TRECCANIARTE/)
lupo). Il suo uso risale a
tempi remoti, essendosene trovati esemplari, oltre che presso gli antichi
Romani, presso i cavernicoli (eneolitico delle caverne di Bergeggi, del
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Sanguineto, della Pollera; neolitico delle Arene Candide, ecc.).
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Giusta).
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Il costume. - Il costume tradizionale, che nella maggior parte d'Italia tende ora a
scomparire per il livellamento delle condizioni generali di vita, dimostra,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
specialmente nelle vesti l'influenza di differenti fattori: climatici, religiosi,
(/index.html)
politici. In vari luoghi la tradizione ne fa risalire la foggia e altre particolarità
CATALOGO (/CATALOGO/)
(forma, colore, ornamenti, ecc.), specie per quanto concerne l'abito femminile,
alla propaganda ecclesiastica e ad altri avvenimenti religiosi. Le donne di Gallo,
nella Campania, si dice che vestono di panno fratesco per voto fatto dalla
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
popolazione allorché una voragine di fuoco si aperse in mezzo all'abitato
minacciando di inghiottirlo; le donne di S. Giovanni in Fiore, nella Calabria,
vestono di nero per devozione al gran santo del
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) luogo,
ARTE l'abate Gioacchino. Alla
(/TRECCANIARTE/)
tradizione, in alcuni paesi della Calabria e della Sardegna, l'uso per cui le donne
nell'uscir di casa ripiegano sulla fronte il telo posteriore della gonnella.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Dove l'antico abito è decaduto, sopravvive l'idea dei distintivi per le nubili e le
maritate. In qualche località del Trentino le fanciulle legano ai capelli un
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) fiocco
verde, avendo cura di sostituirlo con altro rosso allorquando si fidanzano o si
(/index.html)
sposano. Questa regola o tradizione trova conferma attraverso una grande
CATALOGO (/CATALOGO/)
varietà d'usanze, in quasi tutte le regioni. Distintivi della sposa sono, nel
Piemonte, il fazzoletto rosso attorno al collo; nel Lazio, i manichini di raso
rosso al giubbetto; nella Campania (Casalvieri e altrove) il panno scarlatto;
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
nella Lunigiana (Val di Magra) la reticella di seta rossa, e via dicendo.
femminili della Val d'Aosta (Gressoney), dell'Irpinia, del Lazio, del Molise, della
Terra di Lavoro, della Calabria, della Sicilia, della Sardegna, se ne trovano in
uso degli altri. In alcuni paesi marittimi è preferito
TRECCANI CULTURA il colore azzurro (contadine
(/CULTURA/)
Oltre che per il colore, l'abito popolare femminile è caratteristico per la foggia.
La gonnella raramente corta, in molti paesi (Sardegna, Sicilia, Calabria,
Valsugana, Venezia Giulia, ecc.) non termina alla cintola, ma costituisce un
tutto col corpetto o col busto, e può essere a campana o a pieghe grosse e
piccole (cannelli, cannellini, colonne, ece.) e adorna di falde e balze. Quest'ultime
non sono senza significato, tant'è vero che, nella Val Dora, la condizione
sociale ed economica della sposa si rileva dal numero delle balze scarlatte. Il
busto, alto o basso, può essere schiacciato ai fianchi, o sul petto o al di dietro;
ripreso sulle spalle, fornito di bretelle, pettorina, che talvolta ha forma di scudo
o di cuore; il giacchetto è piccolo e aperto sul davanti; il grembiule ora quadrato
ora ovale, ora ampio e ora breve, di tela, di seta, di velluto o di cuoio. Nella
Sicilia è caratteristico il manto nero, in uso per le maritate. Completano
l'abbigliamento scialli, pezzuole, fazzoletti, che si portano incrociati sul petto o
cadenti a pizzo sulla schiena, o annodati sulla nuca o sotto la gola. Notevoli i
pannelli di scarlatto che le Ciociare portano a triangolo sulle spalle; le spinolette
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
delle donne di Grado; i pezzotti ed i mezzani della Liguria; le cartonelle del Lazio;
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
le cuffie del Piemonte e dell'Alto Adige; i cappellini della Lunigiana, i cappelli di
feltro a larghe tese della Val d'Aosta; le mitrie o tube o turbanti di Scanno; lo
(/index.html)
zendado delle Veneziane.
CATALOGO (/CATALOGO/)
Amrleti. - Comune a varî luoghi della penisola è l'uso dei piccoli anelli d'oro,
che gli uomini portano alle orecchie e che, talvolta, si riducono a uno soltanto,
per l'orecchio destro, come a Dignano nell'Istria. Ma questa specie di orecchini
che, si dice, servono a mantenere acuta la vista, non hanno carattere di veri e
proprî ornamenti, ma di amuleti.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
L'uso di questi (v. amuleto) è largamente esteso nel popolo, sebbene in maniera
non uniforme. Nell'innumerevole massa compariscono armi e attrezzi
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
litici
delle epoche preistoriche, conosciuti volgarmente coi nomi di "tuoni",
(/index.html)
"fulmini", o "saette"; ciottoletti di differente natura indicati, secondo l'ufficio
CATALOGO (/CATALOGO/)
loro, coi nomi di pietre gravide, pietre latteruole (agate), pietre del sangue o
sanguinelle (diaspri colorati), pietre stellarie (poliporiti); avanzi scheletrici
(difese di cinghiale, zanne di lupo, mascelle di riccio, corna di cervo e di
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
muflone, speroni di gallo, unghie di volpe, ecc.), frammenti di pelle di animali,
specie di lupo; ciuffi di peli (tasso, caprone); conchiglie marine; legni
(agrifoglio, ecc.), radici, frutti
LIBRI (noci a tre gherigli),
(/TRECCANILIBRI/) foglie e fiori; nonché oggetti
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Ex-voto. - Espressioni della religiosità popolare (v. voto) gli ex-voto consistono
in offerte, per grazie ricevute, ai santi tutelari o patroni, ovvero venerati per le
loro speciali attribuzioni (S. Paolo perché preserva, dai morsi dei rettili; S.
Rocco dalla peste; S. Lucia dai mali d'occhi, ecc.). Le offerte sono svariate:
danaro, ceri, fiori, frutti, cereali, abiti e altri oggetti, fra cui caratteristiche le
figure in cera, in gesso, in argento riproducenti gli organi guariti per la divina
intercessione.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Presso le genti dei villaggi simili voti sono anche fatti in forma di pani, che si
portano nella chiesa o in
processione, nel giorno della festa del santo; senza
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
con in alto la figura del santo invocato. Ex-voto sono offerti anche per gli
animali domestici. Tipici i due piedi di cavallo in cera, dal Pitrè raccolti nel
Museo etnografico di Palermo.TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
segg.
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Collezioni etnografiche. - Fra tutti i musei etnografici, il più notevole, per il
(/index.html)
suo carattere nazionale e per il numero degli oggetti che contiene, è il Museo di
CATALOGO (/CATALOGO/)
etnografia italiana fondato da L. Loria in Firenze nel 1906, regificato nel 1923 e
trasferito nella Villa d'Este a Tivoli. Carattere regionale hanno, invece, il
Museo etnografico siciliano organizzato a Palermo da G. Pitrè; il Museo
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
etnografico della Carnia, in formazione a Tolmezzo, a cura di M. Gortani; il
Museo Bellucci, che conserva, a Perugia, gli amuleti e ex-voto italiani raccolti
dal Bellucci stesso; la Sezione di etnografia lunigianese,
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) formata da G.
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Podenzana nel Museo civico della Spezia; e varie altre sezioni regionali che
figurano nei musei di Forlì, di Cagliari, ecc.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Folklore.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Le tradizioni popolari italiane rispecchiano le complesse vicende storiche
(etniche, sociali, religiose, politiche, ecc.) del popolo e del territorio. In molte è
facile scoprire residui di credenze, cerimonie e costumi antichissimi o
addirittura primordiali. Ma il fatto che la raccolta del materiale non è proceduta
con la stessa alacrità e con criterî uniformi per tutte le regioni storiche rende
oggi ancora praticamente impossibile determinare con la precisione
desiderabile - fatta eccezione per i proverbî e per i canti popolari - le aree di
diffusione di credenze, costumi, ecc., e quindi - pur senza pregiudicare una
questione di metodo (v. folklore) - una rappresentazione cartografica.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Gli alberi sono chiamati a influire sulla vita umana. Al nascere d'un bimbo i
genitori si affrettano, in qualche villaggio, a piantare un arboscello, che
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
riguardano come il simbolo vivente del loro caro; le fanciulle, nel giurar fede
all'amato, affidano trepidanti la propria sorte a un pesco o a un mandorlo
perché preannunzii col suo fiorire la gioia d'un lieto amore. Se il querciuolo o
l'olmo, appositamente spaccato in due nella lunghezza del fusto, si ripigli, dopo
aver fatto passare attraverso le branche divaricate il fanciullo ernioso, questi
guarirà dal male e la sua "rottura" o "crepatura" si reintegrerà.
"Punti di stella" o "di luna" (v. luna) sono detti i giorni infausti, segnati nel
calendario popolare come apportatori di cadute, uccisioni, naufragi e altre
disgrazie. Alla loro influenza non si sottraggono né gli animali, né le piante,
onde non c'è da sperar frutto dalla vigna piantata il 17, il 19 o il 27 di febbraio,
come dal frumento seminato il 7, il 17 o il 27 di ottobre. Durante l'anno
bisestile si ritiene che vi sia un momento, ed esso solo, particolarmente
propizio alle piantagioni: l'agricoltore che faccia le propaggini in quell'istante,
avendo cura di gettare in aria un tralcio, avrà una vigna rigogliosa e prospera.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
formalità nella procedura del matrimonio. Accanto al rito dell'anello (v.), che è
(/index.html)
comunemente detto la fede (nel Veneto la vera), esistono negli sponsali popolari
CATALOGO (/CATALOGO/)
quelli del toccamano (la dextrarum coniunctio) nella Toscana e nella Romagna,
dell'abbraccio nella Sardegna, del bacio (l'osculum interveniens) nella Campania e
in altre regioni dell'Italia meridionale
SCUOLAdella veste del fidanzamento (vesti di lu
(/TRECCANISCUOLA/)
A Canossa, a Bibbiano e in altri luoghi del territorio matildico (vedi emilia) alla
benedizione precede la "scappata"ACQUISTA
(finta fuga) degli sposi, e quando gli sposi
(/EMPORIUM/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj… 1030/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
ridicolo dalla moglie, e di menarlo per le vie dell'abitato; come pure dell'altra di
lapidare fittiziamente gli per
sposi in peccato, prima di farli avvicinare all'altare
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
la benedizione nuziale.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Funerali. - Parecchie sono le tracce di pratiche e credenze arcaiche, di tipo
animistico: nell'atto di vestire il defunto, lo si chiama per nome; gli si pone
nella tasca, nella mano o nella bocca una moneta (territorio di Piacenza) o un
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
fiore (Romagna); si scoperchia un poco il tetto della casa (perché l'anima possa
uscire liberamente), o si lascia socchiuso l'uscio per tre giorni, ponendo un
pane e un lume sopra unaLIBRIsedia; durante il trasporto,
(/TRECCANILIBRI/) si buttano confetti,
ARTE (/TRECCANIARTE/)
In occasione della mietitura, il capo della comitiva dei falciatori annoda in croce
i primi manipoli di spighe e li offre, in qualche luogo (Puglia) alla padrona, per
attaccarli al letto; in qualche altro (Bologna) alla Madonna. Secondo una
vecchia costumanza di Cassano (Calabria) i mietitori, reduci dalla falciatura,
con banderuole di spighe e preceduti da un tamburo e cennamelle, menavano
in trionfo il massaro. Persiste in alcune regioni (Abruzzo, Lucania, ecc.) l'uso
delle incanate, che consiste nello schernire (dar le grida) da parte dei mietitori,
con improperî, invettive e sarcasmi, quanti transitano per le strade contigue.
paesello della Calabria, a opera dei pastori e dei contadini del luogo, i quali
recando doni al Bambino recitano uno per volta la propria parte avantialla
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
grotta appositamente costruita nella chiesa; del dramma dei Re Magi a Bologna,
(/index.html)
nella chiesa arcipretale di S. Giovanni a Calamosco; e del dramma della
CATALOGO (/CATALOGO/)
Passione un po' dappertutto. A Siracusa la domenica delle Palme un uomo, che
personifica Gesù, va in giro per le vie sopra un asinello, accompagnato dalla
folla, che grida e agita rami d'olivo. Sulla piazza di Adrano (Catania) nella
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
domenica di Pasqua, si mette in scena la Diavolata, così detta dai diavoli in lotta
con gli apostoli, gli angeli e S. Michele, che riporta il trionfo finale sopra
Lucifero. Reliquie di rappresentazioni liturgiche
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTEe(/TRECCANIARTE/)
sacre si vedono qua e là,
nelle processioni del giovedì e del venerdì santo, le quali prendono differenti
nomi a seconda del tema e dei personaggi, come: processione del Cristo alla
Colonna, del Cristo morto, delle Marie, delle Bare o dei Misteri, del Cireneo,
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
In seguito agli studî del D'Ancona, del Nigra e di altri, i canti popolari italiani
nella loro duplice forma di canti epici o narrativi e di canti lirici, possono essere
distribuiti in due grandi aree geografiche, e cioè quelli della prima forma nella
parte settentrionale del continente, e quelli della seconda nella parte
meridionale. Il ciclo dei canti narrativi s'irradia dal Piemonte nella Lombardia,
nell'Emilia, nel Veneto, e pur avendo come linea di confine le Alpi occidentali e
le creste dell'Appennino ligure e tosco-emiliano, e pur estendendosi fino al
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
mare Adriatico presso Rimini, diffonde le sue propaggini in forma intensa nella
Lucchesia, e nel tratto di
territorio che va dal Tirreno all'Arno e in forma
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
così anche in Italia, venendo meno gradatamente i vecchi usi, il quadro della
tradizione sta risorgendo (per merito specialmente di G. Fara e di F. Balilla
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Pratella) in pubblicazioni che mostrano le forme musicali del canto popolare.
Nessuna nazione come l'Italia offre tanta profusione di canto: "In Italia la
musica è cosa consueta; si canta dalla culla in poi, si canta tutto il giorno e
dappertutto" (Raguenet). Ma ciò che avvertirono gli stranieri nel periodo del
Barocco, quando la musica italiana si diffondeva, preponderando, in Europa, si
può riferire verosimilmente ad ogni tempo. Gl'Italiani fanno sempre sentire,
parlando, l'accento caratteristico di tonalità vere e proprie. La lingua è
adattissima al canto per l'abbondanza delle vocali, per la bellezza dell'a chiara,
sonora, e per il fatto che le parole terminano in vocali addolcendo la pronunzia,
rendendo il linguaggio sonante e colorito. La melodia della favella (colore,
armonia cadenzale, espressività fonetica), tiene il bordone al canto. "Il suono è
di per sé l'etere del verso", disse il Carducci. I poeti estemporanei sciolgono il
declamato in canto: "Questa va in canto: in discorso non si può dire". Il parlato
comune dei contadini toscani è già il primo grado della genesi: parlato-
declamato-cantato.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
che troviamo in alcune raccolte, riecheggia, per lo più, l'aria dell'opera buffa o
si fonde con Piedigrotta: si tratta di una composizione operistica
popolareggiante, in cui non è TRECCANI
dato di scorgere
CULTURAi (/CULTURA/)
caratteri della canzone etnica; e
questa probabilmente è scomparsa, o quasi, col sorgere e l'affermarsi delle due
forme sopraddette. Vi sono tuttavia anche nella Campania esempî di vero canto
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
popolare, svolgentisi, al solito, fra tonica e dominante, che rientrano nel quadro
generale.
Nei canti infantili risiede la forma più semplice della canzone: essi circolano
però, nella maggior parte dei casi, nei diversi paesi e regioni con lievi differenze
(v. sotto).
vero canto a gola piena, tipico della montagna. Tutti questi stornelli, nella loro
diversa stesura, costituiscono
un nucleo importante e attestano la fervida
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
espressività del canto popolare italiano. Nella Donna lombarda (in cui si vuol far
(/index.html)
riecheggiare la leggenda di Rosmunda, che conserva, comunque, echi e
CATALOGO (/CATALOGO/)
caratteri di antichi personaggi, con tutte le sue varianti poetiche) concorda il
canto delle diverse versioni regionali, e in essa si rivela chiaramente un tipo
etnico della canzone popolare indigena. Ecco la versione romagnola, che è forse
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
la più rappresentativa:
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
CATALOGO (/CATALOGO/)
Fra le danze debbono esser notate specialmente la tarantella, che col suo ritmo
di 6/8 circola per le varie regioni con altro nome e con caratteristiche analoghe,
la badosce valdostana, il trescone veneto, lombardo, toscano e di Romagna,
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
cantato (o fischiato) e danzato, la monfrina (o monferrina) e la galletta della Val
di Serchio, la quadriglia, il ligure ballo di Biassa, la moresca, il saltarello della
provincia di Roma e, fra le (/TRECCANILIBRI/)
LIBRI altre, la danza del ARTE d'amore romano. Gli
Laccio(/TRECCANIARTE/)
strumenti maggiormente usati sono il violino, le chitarre, le fisarmoniche,
l'ocarina, la zampogna, i pifferi, lo zufolo di canna, lo scacciapensieri, i
tamburelli, le nacchere, ecc. TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Anche agli spettacoli partecipa il popolo creatore e attore, come attesta tuttora
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
il teatro delle campagne toscane ed emiliane, il Bruscello (v.) e il Maggio (v.).
Sono inoltre da ricordare i gridi di strada dei venditori ambulanti, che
costituiscono talvolta dei veri e proprî temi, come nell'es. che segue del
fragolaio fiorentino:
Questo antico canto veneziano, infatti, è segnato nel tetracordo grave del modo
dorico, mentre il richiamo del venditore di stuoie fiorentino, qui riprodotto,
può rammentare le cantilene della chiesa.
Fra i canti delle trincee, nella guerra italo-austriaca, è notevole il Testamento del
capitano (o dei maresciallo) per il suo carattere virile nel testo e nella musica; essi
però, in generale, subirono l'influenza delle canzoni regionali popolari, e, in
grado minore, dei canti più lontani, ma non sopiti, del Risorgimento.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj… 1039/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
CATALOGO (/CATALOGO/)
Bibl.: Per l'abitazione rurale, come orientamento generale e per larga
documentazione iconografica, v. G. Ferrari, L'architettura rusticana nell'arte
italiana, Milano 1925; per la restante
SCUOLAbibliografia v. R. Biasutti, Per lo studio
(/TRECCANISCUOLA/)
dell'abitazione rurale in Italia, in Riv. geogr. it., XXIII, Firenze 1926; inoltre:
(Arciduca Luigi Salvatore d'Austria) Die Liparischen Inseln, voll. 8 Praga 1893-94
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
e Ustica 1898; R. Battaglia, Ricerche paletnologiche e folkloristiche sulla casa
istriana, in Atti e mem. della Soc. Istriana di archeol. e storia patria, XXXVIII,
Parenzo 1926; G. Rosso, Tipi di abitazione
TRECCANI nella valle
CULTURA del Tanaro, in Atti del X
(/CULTURA/)
Per gli aspetti della vita materiale v.: L. Loria e A. Mochi, Sulla raccolta di
materiali per l'etnogra ia italiana, Milano 1906; L. Loria, Com'è sorto il museo di
etnogra ia ital. in Firenze, Firenze 1907; N. N., Catalogo della Mostra di etnogra ia
ital. in Piazza d'Armi, Bergamo 1911; R. Corso, Per l'etnogra ia calabrese, in Arch.
storico della Calabria, I (1913); id., Il museo del retaggio, in Capitolium, 1927; A.
Lancellotti, Il museo etnogra ico italiano, in La Nuova antologia, 16 ottobre 1926;
M. Gortani, La raccolta etnogra ica carnica, in Ce Zastu, VII (1931); G.
Podenzana, Cenni storici sul museo civico della Spezia, ecc., La Spezia 1931.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj… 1040/1196
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Per la musica popolare: G. Fara, L'anima musicale d'Italia, Roma 1921; F. Balilla
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Pratella, Saggi di gridi, canzoni, cori e danze del popolo italiano, Bologna 1919; G.
Cocchiara e F. Balilla Pratella, L'anima del popolo italiano nei suoi canti, Milano
1929; E. Levi, Fiorita di canti tradizionali del popolo italiano, Firenze 1895; E.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Oddone, Canzoniere del popolo italiano, Milano s. a.; G. Sadero, Le più belle
canzoni d'Italia, Milano s. a.; P. Jahier e V. Gui, Canti di soldati, Milano 1919; J.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
ARTE.
Sommario. - Arti figurative (p. 971); Arte romanica e gotica (p. 975); Il
primitivo Rinascimento (p. 983); Il fiorente Rinascimento (p. 989); Dopo la
Rinascita (p. 993); L'arte del Novecento (p. 997); Bibliografia (p. 999). - Tecnica
costruttiva (p. 1000). - Musica: Musica vocale (p. 1005); Musica strumentale (p.
1007); Musica teatrale (p. 1010); La musica dell'Ottocento (p. 1013); L'ultimo
quarantennio (p. 1014); Teoria, critica, storiografia (p. 1016); Bibliografia (p.
1017).
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj… 1042/1196
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Arti figurative.
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
L'arte che s'aggrandiva romanamente, profondendo ellenistiche eleganze nei
(/index.html)
palagi, nei templi, nelle basiliche, nelle terme, scesa sotterra, nei cimiteri dei
CATALOGO (/CATALOGO/)
martiri e dei fedeli di Cristo, indossò umili vesti. Era sempre la stessa arte che
apparava di marmi e di bronzi, di un popolo di statue, il mondo fastoso di
Roma; ma nelle oscure gallerie SCUOLA
delle catacombe, nelle tenebre dei cubicoli, tra le
(/TRECCANISCUOLA/)
faci funebri, l'arte parlava sottovoce, paurosa d'interrompere i silenzî della
preghiera. Spenta la bacchica furia nei soggetti funebri sacri al Dio che
scioglieva dalle cure, purificata l'espressione degli
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) Eroti, l'arte si mise al servigio
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Elevati sopra terra gli edifici dedicati al culto cristiano, si cercò un rapporto fra
architettura, scultura e pittura, perché desser concorso di forme alle nuove idee
religiose. Si costruirono basiliche, secondo un sistema longitudinale, a tre o
cinque navate, divise da colonnati, coperte da un semplice tetto in travatura,
ma si profittò anche di un sistema concentrico o centrale, servendosi di
costruzioni di vòlte, sviluppatosi nelle regioni orientali dell'Impero.
Quando dalla basilica romana del sec. IV si passa all'osservazione della chiesa
ravennate del sec. VI, non si trovano elementi sostanzialmente nuovi, ma
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
condotti alle ultime conseguenze quelli già indicati a Roma nel sec. V; onde i
mosaici di Ravennna creano accordi di colori e di luci così intensi, così ampî,
così perfetti, come mai nessun mosaico ottenne né prima né dopo, e le sculture
perdono ogni forma rilevata per divenire incisioni in pietra, e anche trafori,
raggiungendo effetti pittorici nei capitelli e nelle transenne; e infine l'insieme
della visione artistica trova la sua più alta espressione in una costruzione
centrica, nel San Vitale. Il sistema a vòlta più diffuso nell'Oriente. che
nell'Occidente, raggiunse, intanto, il suo apice in Santa Sofia di Bisanzio, al
tempo di Giustiniano, l'imperatore effigiato a Ravenna in S. Vitale. L'ebbrezza
dei colori orientali, che già Plinio deprecava come un pericolo per l'arte classica
greco-romana, riusciva nel sec. VI a dar vita a capolavori.
Roma, alla fine del mondo antico, con le ombre di forme ellenistiche, che
avevano assunto sui sette colli seconda natura, s'adoprò, insieme con l'Oriente,
a dare apparato all'arte cristiana.
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Non più padrona dei suoi mezzi, né sicura dei suoi strumenti, l'arte invano si
affanna intorno alla pietra indocile, per tradurre la classica grandiosità
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
di forme
vigorose e salde. Nei rilievi storici dell'arco di Costantino, nonostante la
(/index.html)
solennità dell'opera sacra all'imperatore, l'arte non riesce ad attuar forme
CATALOGO (/CATALOGO/)
diverse da quelle dei rilievi scalpellati nei più comuni sarcofagi; per le grandi
figure, gli antichi modelli la soccorrono nella ricerca di nuovi mezzi di
espressione, mentre quando compone figure di piccole proporzioni, lignee e
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
meschine, sembra andar tentennando in cerca dello spazio, e ora le tronca
bruscamente, ora le muove a grottesche torsioni. Gli stessi accenti discordi
risuonano nell'architettura, la stessa tendenzaARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) a disgregare la solidità delle
(/TRECCANIARTE/)
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Era venuta in disuso l'arte architettonica dopo che, trasferita la sede imperiale a
Costantinopoli, rimastiISTITUTO
deserti (/ISTITUTO/)
tanti publiciMAGAZINE
monumenti, era stata tolta
(/MAGAZINE/)
al
prefetto romano facoltà di costruirne di nuovi. E Roma diveniva immensa,
(/index.html)
senza confini, per la diradata inerte popolazione, ridente mortura.
CATALOGO (/CATALOGO/)
più a staccare, dal piano d'ombra, i rami, o le trecce, o le foglie, o gli sterpi, i
quali rimasero inalveati nella materia informe, impotenti a uscirne con qualche
determinazione, a rilevarsi, a prender
TRECCANIforma
CULTURAe figura. La colonna s'appesantì,
(/CULTURA/)
Il mosaico, l'arte sacerdotale del cristianesimo, sostituì la pittura dai bassi tempi
all'età romanica. Ancora il mausoleo detto di Santa Costanza, dove furon
sepolte due figlie di Costantino imperatore, spira un'aura di paganesimo, dalla
memoria, ora soltanto adombrata nei mosaici della vòlta anulare, di misteri di
Bacco, ornamento consueto ai luoghi funebri. Maestà d'aspetti, grandi
lineamenti scultorî, architettonica definizione di spazio, collegano all'antica arte
di Roma il mosaico nell'abside di Santa Pudenziana (inizio del sec. V), consesso
augusto di Apostoli in un vasto emiciclo.
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Tra gli esempî successivi che meglio riflettono il vigore dell'arte romana non
dobbiamo omettere i superbi girali d'acanto che
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE s'annodano e snodano opulenti
(/TRECCANIARTE/)
sul cielo cupo della cappella dedicata alle sante Ruffina e Seconda nel battistero
lateranense. Anche le composizioni della navata mediana in Santa Maria
Maggiore hanno maestà romana di forme
TRECCANI nell'architettura
CULTURA (/CULTURA/) spaziale delle scene,
mentre gareggiano con esse solo pochi tratti delle composizioni, dei mosaici
nell'arco trionfale, inno innalzato alla Vergine Madre di Dio da Sisto III per
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
esaltare la vittoria contro l'eresia di Nestorio.
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Sullo scorcio del sec. VI e nel VII, anche Roma si ammanta alla bizantina; il
mosaico della basilica diISTITUTO
Sant'Agnese segna l'avvento del bizantinismo
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
in Roma
al principio del sec. VII: le figure s'allungano, s'appiattiscono, diventano zone
(/index.html)
policrome inserite entro una tela d'oro.
CATALOGO (/CATALOGO/)
Avanti l'età carolingia, le arti dell'oreficeria ebbero il massimo sviluppo per gli
ornamenti delle vesti multicolori dei barbari, nelle borchie raggiate di rubini e
granati, nelle collane con ambre e vetri. Gli scavi di Nocera Umbra e di Castel
Trosino diedero improvvisa luce sui Goti d'Italia e sui loro costumi, come si
vede per gli oggetti raccolti nel Museo delle Terme Diocleziane a Roma, oggetti
con oro e argento fusi nei solchi del metallo, secondo un metodo
impropriamente detto all'agemina o damaschina; oppure con materia vitrea
colata nei metalli, o anche con incassi nell'oro di granati, di paste vitree e di
antichi cammei. Altri oggetti sono a traforo, con forti effetti di luce ed ombra; a
sbalzo nel metallo, con riflessi di luce sulle superficie oblique; a fili granulati
formanti spiralette continue, come di filigrana. Con gli oggetti dei Goti ebbero
molta omogeneità gli altri dei Longobardi, splendidi quelli di Teodolinda nel
Tesoro della Basilica di Monza. Fra i tappeti di Tiro distesi nei templi, le stoffe
della Persia che rivestivano sacre reliquie, i paliotti trapunti di Bisanzio e di
Rodi, gli arredi scintillanti di gemme, le croci, e le corone d'oro, i vasi sacri di
smalto, gli artisti s'inebriavano di colore e di luce.
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l'eco della composizione antica dei Ss. Cosma e Damiano si fa sempre più
(/index.html)
debole e lontana.
CATALOGO (/CATALOGO/)
Nella scultura, lungo il sec. IV, fu una ricerca, in Roma, d'effetti fantastici di
luce e d'ombra, di colore, di moto. Il porfido, negli sfondi dell'arco di
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Costantino, dà ai rilievi il risalto che veniva meno; nel porfido le figure sono
tagliate all'egiziana, quasi maschere, a larghi piani lisci; le colonne divengono
tortili, come quella detta Santa
LIBRI in S. Pietro, per
(/TRECCANILIBRI/) aggirar
ARTE ombre e luci nelle spire;
(/TRECCANIARTE/)
Il classicismo, come fuoco che scoppietti faville sotto le ceneri, riappare in tutte
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
le manifestazioni artistiche, anche tra forme e ricordi d'altre regioni e d'altri
tempi. Le nuove basiliche, pur accettando sovvertimenti alle regole, s'aprono
anche in antichi edifici profani, come quella di Santa Maria Maggiore in una
basilica privata e l'altra di Santa Croce in Gerusalemme nell'antico palazzo
Sessoriano, già dimora di Elena madre di Costantino; così che il nuovo non
poteva facilmente farsi largo fra i metri combinati dell'antico. E nelle
costruzioni nuove, a rappezzi, si sente la necessità di conformarsi alle vetuste
rovine ricomposte nella chiesa cristiana. Passarono sin dal secolo V i turbini
delle invasioni; e quantunque nessun elemento nuovo d'arte portassero i
barbari invasori d'Italia, onusti di borchie, di fibule, di collane, di armi con
granati, cristalli e gemme, l'effetto cromatico delle loro oreficerie bene
s'accordava con tutte le altre manifestazioni dell'arte cristiana, ogni giorno più
aliena dalle immagini umane, sempre meno determinate di forma. Tanto che si
arrivò all'iconoclasmo pratico, alla distruzione delle immagini, nella nuova
capitale del mondo civile, Bisanzio; in Italia, non avversa alle arti
rappresentative per motivi religiosi e per le tradizioni di sua gente,
all'iconoclasmo artistico, cioè alla subordinazione crescente dell'immagine alla
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Nessun monumento della grande scultura carolingia è giunto a noi, niuno dei
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
bassorilievi che secondo un poeta contemporaneo rappresentarono nel palazzo
d'Ingelheim i fatti più notevoli della storia antica e le guerre di Carlo Martello,
di Pipino e di Carlomagno. Perciò, non è datoARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) misurare nella sua estensione il
(/TRECCANIARTE/)
moto civile del tempo carolingio verso l'antico, verso Roma. Il nome di Roma
corre sulle labbra di Alcuino; vantando Aquisgrana: "la Roma nuova", egli dice,
"tocca le stelle con le sue vòlteTRECCANI
colossali.CULTURA
Il pio Carlo designa la destinazione
(/CULTURA/)
d'ogni luogo, e presiede alla costruzione delle alte muraglie della Roma futura".
L'imperatore nel vigilare alla fabbrica della cappella reale di Aquisgrana, con le
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
colonne e i marmi tratti da Roma per il consenso del pontefice Adriano, doveva
meditar sulle leggi dell'arte antica. Il suo storico Eginardo, inviando un cofano
imitato dall'antico a suo figlio, gl'inculcava di studiare Vitruvio. Angilberto,
discepolo di Alcuino nell'abbazia di Saint-Riquier, si servì di colonne e armi
preziose fatte trasportare da Roma; ed Aarone, vescovo d'Auxerre, tornato con
l'imperatore dall'Italia l'anno 800, elevò un ciborio ad esempio degli altri veduti
nell'Urbe.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
come fidanzata adorna per la festa nuziale, abbellita da perle fini, dall'oro, dallo
splendore dell'argento, ISTITUTO
dai marmi cangianti in mille toni, dai mosaici e
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
tessuti
di seta". La gran cupola centrale dedicata all'Onnipotente divenne il principio
(/index.html)
generatore delle costruzioni chiesastiche, e ad essa fecero corona piccole
CATALOGO (/CATALOGO/)
cupole, che bandirono dalla copertura delle chiese i piani orizzontali.
dell'Eufrate e del Tigri. Quella rinascita, che ebbe per le arti e le lettere il suo
culmine sotto Federico II, s'irradiò in tutta l'Italia, a Roma nell'arte dei Cosmati
che vestirono d'arabi drappi i TRECCANI
marmi chiesastici.
CULTURA (/CULTURA/)
Dei fulgori d'arte bizantina s'illuminarono Palermo, per i mosaici della Cappella
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Palatina e di Santa Maria dell'Ammiraglio, Cefalù per gli altri del suo duomo,
Monreale e Venezia per quelli delle loro basiliche, i quali espressero tuttavia il
tramonto dell'arte bizantina. Insieme con gli aurei paludamenti musivi, questa
arte s'inoltrò nell'Occidente per via dei codici miniati, menologi, omelie,
ottateuchi, salterî, ove le antiche forme greche rivissero sotto baldacchini a
penne di pavone, tra piogge di fiori, di gemme, di stelle. E s'insinuò per mezzo
dei tessuti splendenti, degli aurei ricami, delle argentee ageminature, che
ornarono le porte solenni delle chiese di Montecassino, di San Michele sul
Monte Gargano, di San Paolo fuorì le mura a Roma, di Salerno, di San Marco a
Venezia.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
dell'Onnipossente, di Bisanzio.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Era uscita questa metropoli imperiale dal lungo inverno iconoclasta, con una
codificazione degli elementi artistici ereditati dal secolo VI, naturalmente
sviluppati, ma, nella seconda etàSCUOLA
d'oro (/TRECCANISCUOLA/)
(IX-XI secolo), pur non raggiungendo
l'altezza del secolo di Giustiniano, l'arte sua s'irradiò nell'Occidente, dov'ebbe
un'azione d'influsso più larga e penetrante.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Arte romanica e gotica. - Sin dal sec. XI ebbe inizio l'arte nuova, che si chiama
romanica, e tra noi si può chiamare propriamente italiana.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
terra, si foggiò il bello stile che Nicolò rese eterno. La madre terra scoprì il
proprio seno, diede latte ai tori e alle serpi, come si scorge figurata nei
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
rotuli
degli Exultet, aprendo le braccia alla luce.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
L'arte romanica nel sec. XII era già nata in Italia con caratteri locali originarî; e
non d'un tratto certamente, perché motivi e notizie la ricollegano con le forme
ravennati del sec. VI. E non in particolari, come la decorazione scultoria a
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
intrecci o come la costruzione della vòlta a crociera sul pilastro a fascio, si può
trovare la spiegazione prima di un fenomeno così complesso come l'arte
romanica. LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Il lavorio compiuto tra il sec. VI e l'XI, nelle regioni dove meno si faceva
sentire l'azione bizantina,
non era stato vano per l'arte. Fu un lavorio lento,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
nascosto, continuo, come entro le viscere della nostra terra, lungo cumuli di
(/index.html)
detriti del mondo antico, attraverso scorie di vulcani; ma la spelonca s'aprì
CATALOGO (/CATALOGO/)
all'arte, che nell'oscurità, nel silenzio, si era spiritualizzata, liberata anche dalla
gemmea materia, ridotta tutta a un artificio di luci. Così l'arte moderna fu
fondata nella cattedrale romanica. SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
per costruire i nuovi. Si coperse allora di marmi raccolti sulla via dei Sepolcri il
duomo di Modena, opera dell'architetto Lanfranco, assistito dagli scultori
Wiligelmo e Nicolò, rude, violento, incomposto
TRECCANI il primo; creatore, il secondo,
CULTURA (/CULTURA/)
di nitidi rilievi incassati nello spazio con misura quasi medaglistica, fervido
inventore d'intrecci, di spire, di volute nei fregi di fogliami e di animali. L'opera
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
primitiva, selvaggia e greve di Wiligelmo si avvicenda in contrasto incessante
con l'opera più raffinata di Nicolò. Accanto ai mostri che intrecciano
capigliature e code in grovigli selvaggi sui capitelli, creature uscite dalle tenebre
del Medioevo, il Rinascimento sembra aprir la via a ricordi dell'antico nei rozzi
genî funebri con faci riverse, e soprattutto nei ben noti bassorilievi al sommo di
lesene, capolavoro scultorio di questa primitiva arte romanica, vicina talvolta,
per le forme spianate geometrizzanti e rigide, a esempî del più puro arcaismo
greco. Wiligelmo, Nicolò e i loro collaboratori radunarono sulle porte e sui
capitelli del duomo di Modena leggende sacre, storie bibliche e cavalleresche,
vìte di santi e canzoni romanze, insieme con visioni diaboliche di mostri e di
vizî, tutte le aggrovigliate conoscenze del popolo che nella chiesa voleva vedersi
raffigurato ed esaltato. Mentre Wiligelmo orna la facciata delle sue sculture
erompenti con forza bruta e grandiosa dalle cornici, Nicolò ordina le sue
schematiche ed agili composizioni, i suoi eleganti rabeschi di figure umane, di
animali e fogliami nelle porte minori, dei Principi e della Pescheria.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
squisita finezza di linee son le figure dei mesi, ora intenti a lavori, come il
bellissimo uccellatore dalle cui mani sfuggono i volatili in palpitanti grappoli,
ora sedute in troni d'oro, comeTRECCANI
Agosto CULTURA
dormiente nell'afa del solleone. Volute
(/CULTURA/)
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Pietro e Nicolò di Rainerio posero le loro firme sopra la porta e la finestra della
chiesa di S. Maria di Castello a Tarquinia, una delle più antiche e a un
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
tempo
delle più classiche costruzioni di quest'arte medievale romana, che ama le pause
(/index.html)
metriche, gli ornamenti regolari, la piana stesura delle cornici. In larghe zone,
CATALOGO (/CATALOGO/)
queste si stendono attorno la fine porta aureolata da lunetta, ampliandone le
proporzioni, comunicandole un'apparenza di maestà solenne e pacifica, di
sobrio splendore. SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
fulgide del mosaico - è palese nell'eccelso arco trionfale, che s'innalza dal
portico basso del duomo di Civita Castellana, esteso in larghezza, chiuso fra
l'ampia base di gradi e la trabeazione
TRECCANIadorna
CULTURAd'un fine orlo geometrico di
(/CULTURA/)
Semplice, senza echi, la porta laterale, che ripete il contrasto tra il fastigio
dell'arcata mediana e leISTITUTO
ridotte (/ISTITUTO/)
proporzioniMAGAZINE
degl'intercolunnî, è con rara
(/MAGAZINE/) nobiltà
disegnata dalle tese cinture sfavillanti, ove nastri e anelli candidi scandiscono il
(/index.html)
lavoro musivo, con sovrana calma di ritmo.
CATALOGO (/CATALOGO/)
Tra le più belle creazioni dei marmorarî romani sono i quadrati campanili delle
chiese, composizioni regolari diSCUOLA
dadi sovrapposti, con adornamento di
(/TRECCANISCUOLA/)
modiglioni in marmo bianco, di mattoni a sega, talora di maioliche, vivido e
lieto contorno policromo a geometriche sagome. Con queste gaie cornici, come
bianca dentatura del rosso
LIBRI mattone, e con l'eco
(/TRECCANILIBRI/) ripetuta
ARTE degli archetti di dado in
(/TRECCANIARTE/)
Come sempre, l'arte dei Cosmati cura i legami tra le membrature moltiplicando
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
le vivide cornici: oltre la semplice incorniciatura di modiglioni candidi e di
minute seghe in laterizio, si vedono, nei campanili di S. Francesca Romana e
dei Ss. Giovanni e Paolo, colonne marmoree con capitelli sporgenti a gruccia,
come nel chiostro di S. Lorenzo fuori le mura, e dischi, e croci di marmo,
persino scodelle maiolicate, sempre disposte secondo l'ordine metodico proprio
all'arte dei Cosmati, la quale trae la sua forza non dalla fantasia lombarda,
creatrice di movimenti complessi di massa, di lume e d'ombra, non dalla
sfarzosa prodigalità di colore degli Arabo-normanni, ma, come l'arte nostra del
Rinascimento, dall'equilibrio, dalla regolarità delle costruzioni.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj… 1062/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
L'arte cosmatesca, che ha la sua piena evoluzione nel Duecento, sempre schiva
dal gotico, trova infine il dominatore in Arnolfo di Cambio, nel maestro
toscano che, pure arrendendosi alle forme gotiche, porta nel coro, altisonanti,
le voci indigene. Ed è allora, quando nel coro le voci dei Cosmati s'aggiungono,
duce Arnolfo, ad esaltare le tradizioni italiane, ch'esse trovano echi nell'arte di
Giotto e, per lui, in tutta la pittura italiana.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj… 1063/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
gotica.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj… 1064/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
lati di un altare, con gli archi e le aperte gallerie, ricordo di chiese romaniche,
(/index.html)
mantiene, nel chiaro organismo, prototipo al duomo orvietano, toscana,
CATALOGO (/CATALOGO/)
italiana fisionomia. E mentre nelle cattedrali francesi, le statue, tese entro la
sottil guaina delle vesti, sono incanalate lungo i profili architettonici, con
rigoroso ordine inteso ad aumentare la ieratica impressione di verticalità, nel
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
duomo di Siena si slanciano con impeto fuor delle cornici, animano l'edificio
col prediletto giuoco italico delle ombre create dal parossismo dei movimenti,
liberi come quelli del fogliame che si torce lambendo
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) di fiamme gli orli delle
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Anche più spiccato il carattere classico negli edifici arnolfiani, nonostante gli
archi acuti e le punte gotiche, per la struttura cristallina che ad essi deriva dal
perfetto senso di proporzioni, dalla marmorea levigatezza della superficie,
dall'ordine logico con cui sono distribuite le statue nei loro sottili gusci, dalla
geometria dell'ornato cosmatesco. Nel duomo di Firenze, Arnolfo, ad
accentuare il carattere nazionale dell'architettura gotica italiana, pensa di
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Milano, eccezione stilistica e cronologica, perché iniziato alla fine del sec. XIV,
proprio quando in Toscana stava per sorgere l'architettura del Rinascimento.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj… 1066/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
che di slancio, nell'estasi o nella furia dell'estro, annunciano la venuta del Verbo
o la verità eterna ai fedeli. L'Italia è stata conquistata a colpi di scalpelloda
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Nicola (nato al principio del 1200 e morto circa il 1280) segna il periodo di
transizione fra l'età romanica e l'evo moderno. Educato dagli artisti che
lavorarono per Federico II in Puglia, egli porta in Toscana, a Lucca, a Prato, a
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Pisa, a Siena, nell'Umbria, a Perugia, la grande arte classica degli amboni e dei
castelli pugliesi, e l'applica a raffigurare interi cicli di scene tradizionali del
cristianesimo. Il pulpito di Pisa,
LIBRI più di tutte leARTE
(/TRECCANILIBRI/) altre(/TRECCANIARTE/)
opere, nelle quali la
collaborazione dei seguaci prende il sopravvento, ci dà la conoscenza dell'arte di
Nicola d'Apulia, romana per ampiezza di forme, per classici panneggiamenti,
per la gran quiete delle composizioni
TRECCANIordinate
CULTURAe(/CULTURA/)
massicce, soggetta ancora,
come la scultura romanica, alla schiavitù dell'architettura. Le forme, con la loro
imponente struttura, si spianano per livellarsi entro i grandi specchi delle lastre
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
marmoree: gli atteggiamenti monumentali, sono composti e calmi.
Nell'arte del figlio di Nicola, Giovanni (1250 circa-1320 circa), gli effetti di
movimento succedono a quelli di compostezza augusta; la scultura si emancipa
dalla schiavitù dei piani architettonici; il turbine gotico travolge la folla agitata
delle statue. Non Nicola d'Apulia, ma Giovanni apre l'era nuova della scultura
italiana. Già in Nicola la tendenza ad arricchire l'effetto sculturale si annunzia
progressivamente. Nel pulpito del duomo di Pisa, la decorazione è interamente
subordinata alla struttura architettonica: i rilievi a masse livellate, nonostante la
costruzione potente della forma, sono innestati in ordine metodico entro gli
specchi rettangolari del parapetto poligonale, e fasci di colonnine, a tre a tre,
afforzano ogni vertice; le imperatorie figure delle virtù rinsaldano i pilastri
delle arcate, e gli archi trilobi conservano il pieno centro. La prima apparizione
dell'arco ogivale è nel pulpito di Siena, dove Giovanni per la prima volta lavora
accanto al padre, eseguendo tre bassorilievi: la Croci issione, gli Eletti, i Reprobi,
nei quali la vita nuova erompe con improvvisa ribellione. Gli angeli di
Giovanni, in uno spigolo del pergamo, tempestosi, con gote gonfie come quelle
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
dei venti, lanciano nel tempio gotico gli squilli di un avvento d'arte nuova.
Differenza profonda traISTITUTO
l'arte dei
due maestri, che appare anche più evidente
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
nella fonte di Perugia, dove dalla poligonale vasca compatta e liscia, afforzata ai
(/index.html)
vertici da grevi fasci di colonnine, improntata, nella sua grandiosità massiccia,
CATALOGO (/CATALOGO/)
allo stile di Nicola, si leva la seconda, agile e spezzata; e dalla seconda, con balzo
più rapido, la vasca di bronzo: liscia corolla di fiore entro la quale si tuffa il
magnifico nodo di ninfe e grifi;SCUOLA
nulla più dell'arte di Nicola, in questo vivo fiore
(/TRECCANISCUOLA/)
nato dall'ardente fantasia di Giovanni.
grido delle statue, che non più seggono in cattedra sui capitelli delle colonne, né
si adagiano lente entro l'angolo dei pennacchi, ma dànno dal basso l'idea di
agitate faci per la foga dei movimenti,
TRECCANIla voluta (/CULTURA/)
CULTURA rapida delle teste sporte di sopra
i corpi, raccolti entro lunghe tuniche a fasci scorrevoli di pieghe. Nel pulpito di
Pisa, infine, distrutto da un incendio, ricostruito ora nella cattedrale, la
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
vegetazione scultoria sale e discende lungo le pareti sempre più spezzate,
stringe, soffoca, nasconde lo scheletro dell'edificio. Un popolo di statue forma i
piedistalli del pulpito; i leoni escono ruggendo tra quelle selve di figure
convulse, gracili, dominate dai nervi, arse da febbre: le doppie corone di foglie
sui capitelli roteano al vento in convulsioni di fiamma; e le immagini dei
bassorilievi, secche, inquiete, appassionate, erompono dal parapetto, libere
nello spazio, soverchiando l'architettura; la roccia liscia e compatta di Nicola
scricchiola, si sgretola, si scompone in forme fantastiche. Le forme sculturali si
emancipano dalla schiavitù architettonica; conquistano lo spazio,
rispecchiando, nei contorcimenti penosi e febbrili, la fatica della lotta che le ha
portate alla liberazione.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
CATALOGO (/CATALOGO/)
Alla scuola di Nicola non appartenne solo Giovanni. Oltre al mediocre fra
Guglielmo da Pisa, esecutore di parte dell'arca di S. Domenico a Bologna e di un
pulpito a Pistoia, ne uscì il nobile diffonditore dell'arte di Nicola a Roma, a
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Perugia, a Firenze, Arnolfo di Cambio (1232-1301), più fedele di Giovanni al
maestro, più lontano da slanci gotici, tendente a raffinare con grazia toscana le
forme di Nicola d'Apulia. Arricchisce
LIBRI le sue opere
(/TRECCANILIBRI/) con la decorazione musiva,
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Arnolfo ebbe in Roma una numerosa serie di ammiratori nei Cosmati, i quali
ripeterono servilmente le forme imparate. Invece, a Pisa stessa, a Firenze e a
Siena, l'arte di Giovanni Pisano trovò libera continuazione.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj… 1069/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Fu dunque Andrea Pisano che disse la parola nuova nella scultura dopo quella
di Giovanni. Ed egli fu continuato da Andrea Orcagna fiorentino (1328-1368),
architetto, scultore, pittore, poeta, il quale rese più gravi, più costrutte, più
profonde, le fomie di Andrea, nel tabernacolo di Orsanmichele a Firenze
(1359), ove già si presenta il realismo del secolo successivo. Non affastella le
figure, anzi semhra aver timore di pigiarle negli angusti spazî; afferma la sua
tendenza a semplificare le composizioni, ad amplificare le forme, dando
pienezza ai volti, ampiezza ai manti. La mimica delle figure è più vivace di
quella di Andrea Pisano: le labbra, le mani diventano parlanti nel rilievo con
l'Annuncio della morte alla Vergine; lo sguardo della Solertia, che appunta, in
segno di silenzio, il dito alle labbra, è aperto e vivace in contrasto con quello
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
stile gotico. Gli angeli venerano Maria, suonando, cantando estasiati; e sopra ai
pilastri del tiburio, lungo i fregi, sulle cuspidi, i profeti, i patriarchi e i beati
intonano laudi. Tra il luccichio dei mosaici, ilARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) nitore dei marmi e il fulgore
(/TRECCANIARTE/)
dell'oro s'innalza il canto sacro. Scintillano le stelle lungo le colonne tortili, nei
broccati, nelle stole, nelle frange; il firmamento splende sul baldacchino.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
riformato a Firenze.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Per opera di marmorarî veronesi, e soprattutto dei veneziani Iacobello e Pier
Paolo delle Masegne, la seconda metà del Trecento rivela un'attività nuova,
rude e incomposta, ma ricercatrice sincera della realtà; e in Lombardia, per
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
opera di Giovannino de' Grassi, pittore e miniatore, più che scultore, anche la
scultura intensifica il carattere realistico, e tende a condurre sino al parossismo
la tortuosità dell'ornamentazione gotica. Si ricollegano
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) a queste forme
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Un poco più tardi dell'architettura e della scultura, sin dalla prima metà del
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Duecento, la pittura italiana, che era pittura popolare e non aulica, si presenta a
noi con una particolare grandezza. Il S. Francesco di Bonaventura Berlinghieri,
ch'è del 1235, ha una sua perfezione. Rigida, ieratica, tormentata da ascetismo,
l'immagine grandeggia sui casi della vita del santo, dipinti ai lati: così
grandeggia il divino sulla relatività della vita umana. E non per caso quello ch'è
forse il più antico capolavoro pittorico d'Italia parla in nome di S. Francesco. La
vita religiosa in Italia ha raggiunto nel Duecento un'altezza creativa che non è
ritornata più. I nomi di S. Francesco e di S. Tommaso, la partecipazione stessa
di S. Domenico alla vita italiana, sono gl'indici più palesi di quella religiosità. Si
sentiva Dio, si pensava Dio, si agiva in nome di Dio. Dio partecipava ad ogni
atto economico, politico, morale, intellettuale, artistico della vita d'Italia. Le
passioni, così intense da lasciarci stupefatti, sembravano ispirate da Dio, sia che
conducessero alle battaglie, sia che dirigessero i pennelli. I modelli potevano
essere bizantini, ma quelle opere che ne sembravano le copie, piene di un
contenuto nuovo di religiosità popolare, erano indipendenti dai modelli in
quanto opere d'arte. Ciascuno trovava, al di là dei modelli, il proprio Dio.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
grazia eroica, una bellezza obiettiva. Cimabue, fiorentino, più ardito, più
(/index.html)
drammatico, impresse più profondamente la passione umana: la Croci issione
CATALOGO (/CATALOGO/)
che dipinse in Assisi sembra una lotta di giganti, trasportati da un vento di
disperazione. E fu insofferente di ogni schema lineare: il suo volto di San
Francesco ha linee e piani scomposti,
SCUOLAnon più obbedienti a una tradizione,
(/TRECCANISCUOLA/)
pervasi d'impressionismo. Anche quando nelle sue Madonne egli è alla ricerca
della grazia, il monumentale e l'eroico prevalgono. Più giovane, Duccio di
Buoninsegna senese è LIBRI
più vicino all'arte bizantina,
(/TRECCANILIBRI/) meno popolare, più
ARTE (/TRECCANIARTE/)
raffinato, e possiede tutte le malie del colore. Ispirate dal cielo, le sue immagini
sorgono come gigli, delicate, armoniose, create con l'ingenuità del fanciullo,
anche quando sono avvolte inTRECCANI
tutte le ricchezze d'Oriente. Con la
CULTURA (/CULTURA/)
Al di là delle singole personalità, si sente nella pittura della fine del Duecento
una grandezza, un distacco dalla terra, un linguaggio che sembra di Dio, un
accento di assoluto, per cui diviene necessario il concetto di sublime. Così che
quando si presenta, subito dopo, Giotto, sentiamo che egli è più nostro, più
ricco di possibilità artistiche, più vario, ma, insieme, che la prima grandezza è
scomparsa, come un paradiso perduto. Non più luci radiose, ma pochi colori,
sobria ricchezza più chiaroscuro, più rilievo, più forma; si vede meno, e poiché
tutto è limitato, preciso, solido, si capisce di più. Non più timida, coscienze
della sua funzione centrale nel mondo, la figura umana attrae tutta l'attenzione
dell'artista, trova in sé una architettura nuova, costruisce essa stessa la scena. La
sua poesia non è più quella di un inno liturgico: è la poesia di Dante. Come in
Dante, si conserva in Giotto la potenza ideale del passato, mentre si aprono le
porte alla ricerca della realtà. Egli è un cosciente integratore d'idealismo e di
realismo: il suo idealismo gli permette di sentire la realtà con un'immediatezza
che non si ritrova dopo; e il suo realismo gli permette di portare Dio in terra, e
di farlo camminare tra gli uomini, invece di confinarlo nell'alto delle absidi,
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
come prima usava. La sua forma non è soltanto plastica, ma anche tutta
accentuata di linee costruttive; ha
il suo colore è nuovo, ardito, intenso, ma
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
valore soprattutto come modo di accentuare la forma. Dei suoi scolari, il solo
(/index.html)
che abbia svolto le tendenze del maestro a liberarsi da limiti formali è Maso,
CATALOGO (/CATALOGO/)
che dipinge per accenni con sorprendente magia.
Ambrogio Lorenzetti parte dalla tradizione senese del raffinato colore, della
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
bella linea, della giovanile immagine femminea, e giunge a una potenza plastica
nuova e ad un suggerimento di accordo luministico del colore. Anche nelle sue
composizioni drammatiche, il senso della bellezza obiettiva è così pieno, che
diviene catarsi rasserenatrice. Più impulsivo, Pietro Lorenzetti possiede le
qualità del fratello Ambrogio, salvo l'altezza del sogno, e giunge a un'intensità
di espressione drammatica, ignota a tutti, fuor che a Giovanni Pisano. Il
rapporto tra pittura e sentimento era allora così immediato che persino la linea
idilliaca di Simone Martini poteva divenire eccezionale strumento di dramma,
sotto il pennello di Barna. Poi il mondo si fa più piccino. I Senesi continuano a
sognare attraverso colori divenuti per abitudine brillanti, entro linee sempre
più belle nel loro ondulamento, ma talvolta calligrafiche. I Riminesi, che furono
i primi, fuori di Toscana, a sentire l'arte di Giotto, cercano d'infondere negli
schemi di Giotto calore bizantino. I Modenesi, i Bolognesi, i Milanesi, i
Padovani trovano accordi sempre nuovi e geniali fra la tradizione fiorentina e
quella senese. I Veneziani, più ligi alla tradizione bizantina, tentano una
soluzione dei rapporti tra il gusto bizantino e quello gotico, senza influsso
senese, e tuttavia in modo alquanto parallelo a quello senese. A Firenze, Andrea
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Nel Duecento e nel Trecento fiorì la miniatura, che a Bologna vantò l'opera di
Oderisi da Gubbio e di Franco Bolognese; l'intaglio in legno con le statue senesi
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
dell'Annunciazione, e quello in avorio con Giovanni Pisano e con gli Embriaci
a Venezia. Nell'oreficeria, Siena, madre di eleganze, annovera Ugolino di Vieri,
famoso autore del corporale di Orvieto; Pistoia
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ricorda
ARTE Leonardo di ser
(/TRECCANIARTE/)
Conte di Lello nelle cancellate o grate d'Orvieto. Negli smalti, Venezia imitò i
Bizantini, specie nella Pala d'oro, e Assisi li applicò alle vetrate di San
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Francesco, ridenti come prati fioriti, e ne invetriò le testine in terracotta su
fondo azzurro, entro un filare di rombi, nella tribuna della chiesa inferiore,
presso il monumento dei Cerchi. I drappi serici si tesserono, ad imitazione di
quelli d'Oriente, nelle officine palermitane istituite da Ruggiero II.
Il bronzo si fuse nei sigilli, di cui è a Roma, nel Palazzo di Venezia, una raccolta
numerosa di matrici, e l'oro nelle monete, di cui furono esemplari, degni degli
antichi tempi, gli augustali di Federico II, e, alla fine del Trecento, il mezzo
scudo dei Carraresi Francesco I e Francesco Novello, che a Padova, prima sede
dell'Umanesimo, rinnovò le monete imperiali romane di Commodo e Settimio
Severo.
slanci del gotico alla regolarità dello squadro, al dominio della linea orizzontale
e dell'arco a tutto tondo;
con lui si era affermata la semplificazione costruttiva
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
CATALOGO (/CATALOGO/)
L'architettura civile prende, al principio del sec. XV, il sopravvento
sull'architettura religiosa. Il tipo dell'arte nuova è il palazzo fiorentino,
costruzione massiccia intorno aSCUOLAun cortile quadrangolare, cinto di portici a
(/TRECCANISCUOLA/)
colonne. L'esterno conserva ancora il carattere dei castelli del Medioevo, nei
quali il pieno ha il sopravvento sul vuoto; ma l'ornamentazione dell'interno è
perfettamente ispirataLIBRI
all'arte classica. I medesimi
(/TRECCANILIBRI/) caratteri trasformano la
ARTE (/TRECCANIARTE/)
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Filippo Brunelleschi (1377-1446) fu l'autore della grande rivoluzione, con la
cupola di S. Maria del Fiore, costruita su antichi progetti, la facciata di palazzo
Pitti, la cappella Pazzi in Santa Croce, S. Lorenzo e S. Spirito di Firenze. Nulla
più rimane della sovrabbondante decorazione trecentesca, sebbene il dominio
dei vuoti, la sveltezza delle arcate leggiere, l'esilità delle incorniciature
sottilmente lineate, ricordino ancora tendenze gotiche di slancio. La classica
eleganza della cappella Pazzi è fra le più tipiche espressioni del genio
brunelleschiano: all'esterno, agili arcate, vòlte a botte con cassettoni adorni di
rose, fregi di cherubini; nell'interno, un'aristocratica sala rettangolare
sormontata da cupola a raggi; nessun aggetto, nessun giuoco d'ombra rompe la
regolarità geometrica degli spazî, la schematica incorniciatura delle pareti
bianche, su cui pilastri e archi di tutto slancio costruiscono una lineare trama
grigia. Per amore di regolarità e di squadro, Filippo Brunelleschi ricorre, nel
riedificare la chiesa di San Lorenzo, al tipo della basilica cristiana, con soffitto
piano e colonnati divisorî. Ma il modello classico anche qui si traduce in opera
fiorentina: la massività antica dà luogo a predominio di vuoti e di svelte
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
delle arcate.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Sotto l'influsso del Brunelleschi, molti artisti si posero ad architettare nello stil
nuovo. E così come avvenne per la scultura, nella generazione toscana
successiva a Donatello, gli architetti successori al Brunelleschi adoperarono i
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
suoi sistemi e i suoi motivi per trarne risultati più aggraziati e gentili.
l'Alberti porta un senso romantico ignoto a Filippo: "il mistero dell'ombra nei
templi, i fuochi, i grandi lumi, le faci intorno all'altare".
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Madonna delle Carceri a Prato, già presente tutta l'imponenza del secolo che
(/index.html)
stava per sorgere.
CATALOGO (/CATALOGO/)
atteggiamenti delle figure, nelle pieghe fluenti, nelle concave ali degli angeli; le
forme allungate serbano flessuosa gracilità. Incerto fra due generazioni, fra due
ideali opposti, dotato di un'estrema versatilità,
TRECCANI CULTURA il Ghiberti può creare opere
(/CULTURA/)
conquiste del maestro per esprimere il loro piccolo mondo; molti di essi ebbero
abbastanza personalità per non diventar schiavi della sua figura prepotente.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
La generazione più giovane ebbe maggiori preferenze per la grazia che per
l'energia del maestro; pure, Pisa,
da lui quasi sempre si partì. Simone, Isaia da
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
nella trattazione del marmo. Luca della Robbia e, con lui, in minor grado,
(/index.html)
Bernardo Rossellíno (1409-1464) furono i precursori di questa nuova tendenza
CATALOGO (/CATALOGO/)
alla grazia, così come Donatello, con ben altro intento, fu il maestro che ne
preparò l'abilità tecnica, la sapienza plastica.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Andrea della Robbia (1435-1528), erede di Luca, compone anconette con statue
translucide su vitrei fondi azzurri, stringe in maggiore intimità la madre al
fanciullo nei gruppi sacri,
LIBRIdà ai putti, che nei ARTE
(/TRECCANILIBRI/) tondi(/TRECCANIARTE/)
del porticato degl'Innocenti
aprono braccia imploranti, e altrove reggono festoni di frutta o ripetono
graziosi motivi classici di lotte con animali, lineamenti gentili, grandi occhi
attoniti, scarsa vita; la sempliceTRECCANI
grazia diCULTURA
Luca diviene in lui, e più nei seguaci,
(/CULTURA/)
Tale arte ebbe la sua eco in Emilia per mezzo di Sperandio Mantovano e di
Vincenzo Onofri, in Liguria e in Sicilia, per mezzo di Domenico Gagini, in
Lombardia con Pietro da Milano e soprattutto con Giovanni Antonio Amedeo
(1447 circa-1522), Pietro da Rho, Andrea Bregno e Luigi Capponi, a Roma con
Paolo di Mariano e Gian Cristoforo Romano. In Lombardia, per opera di
Caradosso di Foppa (1452-1526), essa trovò un'espressione taìe da farla
apparire precorritrice del Cinquecento.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Ma fra tanti echi, più o meno lontani, della scultura toscana, la voce più alta e
isolata è quella che risuona in Dalmazia, non nelle opere, pur nobili, di
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Tre artisti, in Firenze, seppero guardare a Donatello non per approfittarne col
fine di più quieti ideali,ISTITUTO
ma per (/ISTITUTO/)
svilupparne MAGAZINE
le profonde energie vitali.
(/MAGAZINE/)
Essi
fumno Bertoldo (morto nel 1491), Antonio del Pollaiolo (1432-1498) e Andrea
(/index.html)
Verrocchio (1435-1488).
CATALOGO (/CATALOGO/)
dominio, certo per influsso di Leonardo da Vinci, che stette nel suo studio dal
1470 al 1477.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Fuori di Toscana, la scultura del Quattrocento fiorì meno, ma non senza creare
qualche capolavoro. A Bologna Nicolò da Bari, detto dell'Arca, portò le
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Al principio del '400 si celebra, in pittura, il trionfo del gotico fiorito, che è
nello stesso tempo espressione del convento ed espressione della corte. Vi
partecipano dunque due conventuali, Lorenzo Monaco e il Beato Angelico,
come anche quello spirito degno della più pura conventualità ch'è il Sassetta.
Ma fuori di Toscana brilla l'arte di corte, in Gentile da Fabriano, nel Pisanello,
in Iacopo Bellini. La civiltà artistica d'Italia, che tra la fine del Duecento e la
metà del Trecento aveva assunto il primato europeo come arte religiosa e come
arte poetica, alla fine del Trecento era rientrata nei limiti di un gusto
internazionale. E fu allora che una nuova religione sorse a Firenze, con tanto
impeto da dilagare in tutta Europa: la religione della scienza. Brunelleschi,
Donatello, Masaccio misero tale entusiasmo, nell'interpretazione scientifica,
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj… 1087/1196
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sinuose, e trova il suo fascino sublime nella rinunzia a quello che ha appreso,
nell'isolamento aristocratico
dalla folla dei conquistatori di sapienza. Un
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
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porte del "bel San Giovanni", il Verrocchio e Antonio del Pollaiolo nel dossale
(/index.html)
del Battistero fiorentino, e vi concorsero anche Iacopo della Quercia e
CATALOGO (/CATALOGO/)
Donatello nei rilievi del fonte battesimale di Siena. Prese sviluppo l'arte del
niello con l'orafo Maso Finiguerra a Firenze e col pittore Francesco Francia a
Bologna. SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Ebbero celebrità nell'arte del legno i Da Baiso, eredi di quel Tommaso che
lavorò d'intaglio il coroLIBRI
di San Domenico a Ferrara:
(/TRECCANILIBRI/) essi operarono a Modena,
ARTE (/TRECCANIARTE/)
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Vite.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
La glittica ebbe pure, come tutte le arti, il suo sviluppo, specie con Giovanni
dalle Corniole e Valerio Vicentino; la vetraria trovò, con la fabbrica dei
Beroviero, nuovo splendore a Venezia, regina anche, nel Quattrocento, delle
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
arti tessili, con la magnificenza dei suoi velluti controtagliati, dei broccati e dei
damaschi. Il ricamo ebbe gloria da disegni di grandi maestri (Firenze, Opera del
Duomo: Antonio del Pollaiolo; Milano, Museo
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) Poldi
ARTE Pezzoli: Sandro Botticelli;
(/TRECCANIARTE/)
Orvieto, Museo: Luca Signorelli). Nell'arte del cuoio furon celebrati i maestri
modenesi: Giovanni Buonomi e i suoi figli Bartolomeo e Francesco.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
La miniatura trovò nei primi decennî della seconda metà del '400 l'ultimo
splendore con Guglielmo Giraldi, di forza cosmesca, a Ferrara, mentre
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Francesco Antonio del Chierico miniò con altri la Bibbia di Federico da
Montefeltro nella Biblioteca Vaticana e i Trion i del Petrarca in quella di
Madrid.
Mentre Bramante iniziava il nuovo San Pietro, venne meno. E della gran
fabbrica iniziata così giudicò Michelangelo: "E' non si può negare che Bramante
non fussi valente nell'architettura, quanto ogni altro che sia stato dagli antichi
in qua. Lui pose la prima pietra di San Pietro non piena di confusione, ma
chiara e schíetta, e luminosa, ed isolata attorno, in modo che non noceva a cosa
alcuna del palazzo; e fu tenuta cosa bella, come ancora è manifesto; in modo che
chiunque si è discostato da detto ordine di Bramante, come ha fatto il Sangallo,
si è discostato dalla verità". Con l'idea del nuovo San Pietro, Bramante seppe
dare all'Italia quella prima pietra "chiara, schietta e luminosa" che purificò
l'architettura dall'ornato, l'immerse nella costruzione, e la costruzione, liberata
dalle contingenze della pratica, trasformò in pura creazione di logica fantasia.
subordinazione all'unità, per cui gli elementi architettonici divengon più grossi
e grezzi per presentarsiISTITUTO
come massa anziché come linea.
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
(/index.html)
La più antica grande espressione dell'arte michelangiolesca nel campo
CATALOGO (/CATALOGO/)
dell'architettura è la sagrestia nuova di San Lorenzo a Firenze. Accanto, nella
chiesa stessa, la sagrestia di Filippo Brunelleschi: trama lineare di giunchi sottili
e pieghevoli sopra le muraglie quadrate, esilità gotica ancora, leggerezza e
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
slancio di profili. Anche l'ampia sala di Michelangelo è divisa a riquadri e
lunette, listata di grigio e di bianco, severamente; ma, per gli scavi profondi e
molteplici delle pareti,LIBRI
la sottile trama delle incorniciature
(/TRECCANILIBRI/) brunelleschiane si
ARTE (/TRECCANIARTE/)
contrasto di giogo, il grande arco della cimasa. E anche nell'infelice stato attuale
del monumento, che fuISTITUTO
certamente di
il più grande sogno della mente audace
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Michelangelo, la vita scultoria delle sue architetture trova eco, soprattutto nelle
(/index.html)
prodigiose mensole: gomene marmoree tirate a forza tra cigolanti argani.
CATALOGO (/CATALOGO/)
violenta e ombre profonde, delle vicende di slanci e di freni. La sua mole, che,
di lontano, trova riposo nella maestà delle ampie curve ascendenti, è il sogno
della fantasia di Michelangelo TRECCANI
verso la grandezza, divenuto realtà.
CULTURA (/CULTURA/)
Come nel manierismo dei pittori, nella seconda metà del '500, si generò
confusione tra costruzione e ornato, e si ebbe il falso pittorico nell'architettura,
esempio la casa fiorentina di Federico Zuccheri, il casino di Pio IV per Pirro
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Ma contro il mal vezzo architettonico, ecco Iacopo Sansovino, interprete dello
stile di Tiziano nell'architettura, fondare in essa a Venezia il vero pittorico,
derivante dal giuoco delle luci eSCUOLA
delle ombre, realizzato negli elementi
(/TRECCANISCUOLA/)
costruttivi stessi. Non più un solo piano dove s'aprono finestre: tutta la
costruzione è un ritmo di pieni e di vuoti che si completano a vicenda.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
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Cristo che trascina col peso l'intero gruppo principale; e dal contrasto tra i
movimenti delle masseISTITUTO
scultorie(/ISTITUTO/)
scaturisce con il
potenza impressionante
MAGAZINE (/MAGAZINE/)
dramma.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Tutti gli scultori italiani passarono dal sansovinismo al michelangiolismo, tra
essi Iacopo Sansovino, architetto principe di Venezia cinquecentesca, maestro
di ritmi, classico nell'espressione di calma e fiorita beltà, che nella creta e nella
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
cera rivaleggia con i grandi maestri del pennello veneziano, per il rapido tocco
e la vivezza fantastica della decorazione. Come per Michelangelo, sebbene in
forma diversa, la virtùLIBRI
di architetto divien saldo
(/TRECCANILIBRI/) elemento
ARTE di grandezza al genio
(/TRECCANIARTE/)
dello scultore, che trae la decorazione dal vivo delle sue classiche costruzioni, da
essa fiorite, animate.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
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Nella pittura, Firenze, per opera di Leonardo da Vinci, prendeva slancio nuovo
alla conquista di una nuova sintesi. La prospettiva lineare non bastava
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
più, e vi
si aggiungeva l'aerea. La figura umana non bastava più, e ogni cosa della natura
(/index.html)
diveniva oggetto d'arte. La forma doveva piegarsi agli effetti della luce, e i
CATALOGO (/CATALOGO/)
particolari con più rigore di prima subordinarsi all'insieme. Quasi timido di
fronte a tutte le conquiste del suo intelletto, Leonardo si rifugiava nelle
penombre del crepuscolo per sentire nella delicatezza di una sfumatura di
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
bianco e di nero la poesia della vita. Meno raffinato, meno intellettuale, con
una passionalità gigantesca, Michelangelo portò alle estreme conseguenze la
plastica delle immaginiLIBRI
umane, e in quelle impresse
(/TRECCANILIBRI/) tanto tormento, tanto
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Tra costoro giunse Raffaello da Urbino, a parlare con voce sottile di delicatezze
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
peruginesche, e subito assimilò dai Fiorentini le loro migliori conquiste. Se ne
valse per rivelare una sua grazia sublime, dono di Dio, e distribuirla in quella
vita sociale di umanesimo aulico, di cui la cronaca si legge nel Cortegiano del
Castiglione. La razza italiana ricevette da Raffaello alcune delle sue più raffinate
sublimazioni, e però egli è passato nei secoli come simbolo d'italianità.
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(/index.html)
Venezia faceva eccezione. A lei guardavano i politici come al rifugio della
CATALOGO (/CATALOGO/)
libertà italiana; a lei guardò la pittura per iniziare il gusto moderno in Europa.
dei più ammaliatori fra quanti la storia dell'arte ricorda. Con poche opere egli
riuscì a liberare il gusto veneziano dal pregiudizio della forma fiorentina e a
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
trarre una nuova forma dei rapporti tra il colore e la luce ed ombra. Nello
stesso tempo liberò la pittura dai soggetti provenienti dall'esterno; dipinse
"fantasie pittoriche", conquistando primo all'arte moderna il diritto
d'identificare la propria impressione visiva e il tema trattato.
Tiziano partì da Giorgione e, attraverso la sua lunga vita, giunse a creare con
una libertà di tocco, con una vivacità d'improvvisazione, che sarà raramente
eguagliata poi, superata mai. Sostituì al sogno di Giorgione l'ideale della
dignità, della magnificenza, del decoro religioso e civile della vita imperiale,
qual era sentita allora in Italia, anche per influsso spagnolo. Oltre alcuni suoi
contemporanei, Lotto e Palma e Bonifazio, svilupparono l'arte veneziana i due
grandi che chiudono il periodo eroico dell'arte veneziana: il Tintoretto e Paolo
Veronese: il primo che riesce a piegare alle esigenze del tono, non solo la
forma, ma anche la drammaticità di Michelangelo; il secondo che amplia il
campo della visione tonale, con una sensibilità tanto più estesa quanto più
indifferente alla vita drammatica. Tra i due grandi, Iacopo da Ponte detto
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Iacopo Bassano, porta, sin dal suo esordio, nell'arte un senso di naturalismo
grave e profondo, che par
scaturire dalla vita stessa dei campi, tra le immagini
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
rusticane.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Ai confini veneto-lombardi, dove fiorì l'arte giorgionesca del Romanino, il
Savoldo, il Moretto, il Moroni accrebbero per l'indiretto influsso veneto il
vigore del ceppo lombardo. SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Mentre si svolgeva per opera dei genî il fiorente Rinascimento, sorgevano gli
eclettici, capitanati da LIBRI
Sebastiano del Piombo,ARTE
(/TRECCANILIBRI/) che (/TRECCANIARTE/)
mise in accordo la tradizione
veneziana con la fiorentina. Meraviglioso assimilatore di forme altrui, sotto
l'ispirazione di Giorgione o di Tiziano, di Raffaello o di Michelangelo, dà alle
sue forme un'impronta comune di solenne
TRECCANI fissità
CULTURA costruttiva, uno stesso
(/CULTURA/)
Con lui sembra spegnersi, tra fuochi bengalici e nebbie colorate, la schietta
tradizione dell'arte senese.
(/index.html)
Vicina al Tibaldi in Bologna e nell'Emilia, continuò la tradizione del Correggio,
CATALOGO (/CATALOGO/)
del Parmigianino e del Dosso, principalmente per mezzo di Nicolò dell'Abate e
di Lelio Orsi da Novellara, dei bolognesi Bartolomeo Cesi, Bartolomeo
Passerotti, Pietro Faccini. SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Molti altri maestri seguirono la tradizione dei tardi epigoni della scuola veneta,
principalmente il ben dotato ma troppo fecondo Iacopo Palma il Giovane.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
filosofia, onde produceva Galileo e Vico, e anche perché tutta la vita italiana si
fletteva sotto la dominazione straniera, dopo il Caravaggio per tutto il
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Seicento
non si ebbero artisti di prima grandezza. I Carracci significarono decorazione
(/index.html)
monumentale italiana; il Caravaggio realismo spagnolo, fiammingo, olandese.
CATALOGO (/CATALOGO/)
L'incisione servì meglio della placchetta alla diffusione delle scoperte di statue
antiche, delle immagini dell'arte nuova: Marcantonio Raimondi si attenne con
scrupolosa fedeltà al modello, dedicando soprattutto la sua opera alle
composizioni raffaellesche, mentre Giulio Campagnola a Padova, il
Parmigianino a Parma, con i loro affini e seguaci, diedero alla stampa valore
pittorico.
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Nell'intaglio in legno, si annoverano grandi maestri, come Antonio e Giovanni
Barili da Siena, Battista del Tasso intagliatore fiorentino, Stefano da Bergamo,
che con aiuti intagliò il famoso SCUOLA
coro di(/TRECCANISCUOLA/)
San Pietro a Perugia, fra Giovanni da
Verona, che fece l'altro di Monteoliveto Maggiore, fra Damiano bergamasco,
che adornò quello di San Domenico nella sua città.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Negli stucchi, ebbero gran valentia Luzio Romano e Daniele da Volterra. Nel
Sacro Monte di Varallo, Gaudenzio Ferrari indirizzò D'Errico, Morazzone,
Francesco Silva, Dionigi Bussola a mettere
TRECCANI all'unisono
CULTURA con le decorazioni
(/CULTURA/)
già quasi vecchio idea il tumulto statuario della fontana Panfilia, esprime nel
marmo la tendenza pittorica
del proprio secolo. L'effetto è ottenuto, nella
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
tratta di contingenti piccolissimi (0,22% nel 1911; 0,10% nel 1927); in tutti gli
altri continenti si avverte aumento, con il massimo percentuale in Oceania (+
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
274%). Trattandosi di cifre assolute molto modeste (0,13% e o,30% del totale)
tale aumento non ha soverchia importanza, mentre ne ha una enorme
l'aumento verificatosi in America. Il contingente italiano sale da 4,7 milioni a
7,67.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
per tutta l'America e a 3.363.241 per l'intera terra. È interessante notare come,
tranne il Paraguay e la Costa un
Rica, tutti gli altri stati americani presentino
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
CATALOGO (/CATALOGO/)
L'aumento dell'Europa rappresenta poco più del 10% dell'aumento
complessivo. Siamo di fronte a differenze profonde fra stato e stato. La grande
diminuzione degli Italiani in Germania, Austria Ungheria è dovuta al fatto che
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
le cifre del 1927 si riferiscono ai territorî attuali, notevolmente ridotti in
seguito alla guerra. La grave diminuzione verificatasi per la Svizzera (da
202.809 a 135.942) è stata
LIBRIanch'essa causata da
(/TRECCANILIBRI/) un (/TRECCANIARTE/)
ARTE largo rimpatrio di nostri
connazionali durante il periodo della guerra, da un notevole spostamento di
emigrati dal territorio svizzero, a causa della crisi di disoccupazione, verso la
Francia e il Lussemburgo, attratti dalle CULTURA
TRECCANI migliori(/CULTURA/)
condizioni di lavoro, dal
carattere stesso essenzialmente temporaneo della nostra emigrazione nella
repubblica.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
La colonia italiana negli Stati Uniti è oggi la più potente: essa contava verso la
metà del 1927, 3.706.116 individui, di cui 1.727.644 nati in Italia e 1.978.472
nati negli Stati Uniti; di essi 2,2 milioni erano maschi e 1,5 milioni femmine.
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Osserviamo il netto prevalere degli stati del centro e nord Atlantico e di quelli a
sud dei Grandi Laghi. Gli stati che presentavano il maggior numero di
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
nostri
connazionali erano: New York con 1.210.000, Pennsylvania con 550.592; New
(/index.html)
Jersey con 435.000; Massachusetts con 260.500; Illinois con 195.804;
CATALOGO (/CATALOGO/)
Connecticut con 178.000; California con 167.760; Ohio con 119.501. Sono
proprio gli stati tipicamente industriali, a eccezione della California, nei quali i
nostri fratelli vivono accentratiSCUOLA
nei grandi agglomerati urbani, dedicandosi ai
(/TRECCANISCUOLA/)
traffici, alle industrie. Così a New York vivono 860.000 italiani; a Filadelfia
(Pennsylvania) 136.797; a Chicago (Illinois) 124.184; a Boston (Massachusetts)
77.106; a Albany (NewLIBRI York) 70.000; a S. Francisco
(/TRECCANILIBRI/) (California) 55.000; a
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Buffalo (New York) 50.000, ecc. Le percentuali relative alla popolazione italiana
urbana parlano chiaro: ai maggiori nuclei corrispondono cifre altissime di
popolazione urbana; alle cifre TRECCANI
più modeste valori
CULTURA molto scarsi (minimo del 35%
(/CULTURA/)
Il secondo nucleo per numero d'individui è quello del Brasile, con 1.839.579
persone: i primi italiani giunsero in Brasile intorno al 1817; ma la vera corrente
immigratoria ebbe inizio nell'anno 1886, dopo cioè che il Brasile ebbe
promulgata la legge del 26 ottobre 1885, la quale stabiliva il rimborso del
prezzo di passaggio ai coloni ed ai lavoratori provenienti dall'Europa. Gl'Italiani
sono molto diversamente distribuiti nella grande repubblica; prevalgono in
maniera assoluta gli stati centro-meridionali, primo fra tutti quelli di S. Paolo
con ben 1.200.000 (200.000 vivono nella città omonima); seguono gli stati di
Rio Grande do Sul (300.000); Minas Geraes (113.153); Sana Catharina (70.000),
Espirito Santo (50.000); Distretto Federale (45.000): grande è il numero di
Italiani che si dànno ai lavori agricoli, come giornalieri e come proprietarî di
fazendas, soprattutto nello stato di S. Paolo. In tutto il Brasile settentrionale non
vivevano che 5527 persone.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Il terzo nucleo è quello dell'Argentina, ove nel 1927 vivevano 1.797.000 Italiani,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
di cui 1.506.000 nati in Italia e 291.000 nati nella Repubblica. Numericamente
prevale il distretto consolare di La Plata con 720.000 individui, specialmente
(/index.html)
con la provincia di Buenos Aires, ove prevale la mano d'opera agricola
CATALOGO (/CATALOGO/)
(112.000), seguita, con notevoli contingenti urbani, dai muratori, manovali,
giornalieri (100.000); segue il distretto consolare di Buenos Aires (410.000),
ove prevalgono gli addetti ai mestieri
SCUOLAvarî urbani; viene terzo il distretto di
(/TRECCANISCUOLA/)
Rosario (337.000), soprattutto nelle provincie di Santa Fe (179.200), Entre Ríos
(63.000). Le categorie più rappresentate sono quelle dei terraioli, braccianti,
addetti ai commerci e ai trasporti,
LIBRI impiegati; ARTE
(/TRECCANILIBRI/) segue(/TRECCANIARTE/)
il distretto di Córdoba con
268.000, concentrati in maggior quantità nella provincia omonima; prevalgono
in maniera assoluta gli agricoltori. Nel complesso in Argentina i nostri
connazionali sono in prevalenza agricoltori (255.600), muratori e manovali
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
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CATALOGO (/CATALOGO/)
In Europa la colonia di gran lunga più importante è quella che vive in Francia,
la quale conta 962.593 individui, in assoluta prevalenza maschile (657.839). I
distretti principali sono quelli diSCUOLA
Parigi(/TRECCANISCUOLA/)
(160.000); Marsiglia (152.000), Nizza
(140.000); Lione (128.400). Prevale la zona parigina e la Costa Azzurra sino al
grande centro commerciale e industriale di Marsiglia. Le città che contano il
maggior numero di connazionali sono: ParigiARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) 110.000; Marsiglia 100.000;
(/TRECCANIARTE/)
Nizza 60.000; Lione 40.000; Cannes 14.000; Antibes 10.000; Grasse 8500.
Anche in questo caso l'assoluta prevalenza è per la costiera orientale
mediterranea, oltre la zona di TRECCANI
Parigi. LaCULTURA
popolazione italiana residente nella
(/CULTURA/)
Il secondo nucleo per importanza numerica è quello che vive nella Svizzera, con
160.000 individui. Predominano gli operai addetti alle industrie varie, i
muratori e i manovali; poco numerosi sono i professionisti. In ordine
decrescente abbiamo: distretto consolare di Zurigo 44.010; Lugano 30.092;
Losanna 20.000; Basilea 16.656; Ginevra 13.186; Berna 12.009. Come per la
Francia, così anche per la Svizzera, ha enorme importanza l'emigrazione
stagionale soprattutto dalle vallate alpine.
causata dalla guerra e dalla crisi che incombe da anni sulla nazione tedesca.
(/index.html)
Attualmente prevalgono i minatori e gli addetti a mestieri varî. Notevole è la
CATALOGO (/CATALOGO/)
colonia nel Lussemburgo (10.740) impiegata principalmente nelle miniere e nelle
industrie (Esch sur Alzette 9750).
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Molto importanti sono le colonie di Italiani in Africa: prevale in maniera
assoluta l'Africa mediterranea, in primo luogo la Tunisia con 97.000 nostri
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
connazionali. Questi provengono in massima parte dalla Sicilia e dalla Sardegna
e sono principalmente agricoltori: essi coltivano oltre il 25% della superficie
coltivabile che gli Europei posseggono e sono proprietarî di 61.000 ettari.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Seguono gli addetti ai mestieri vari. Segue numericamente la colonia in Egitto
(49.106 individui), composta in maggioranza da addetti a mestieri e professioni
varie e da impiegati. Giova notareACQUISTA
che la colonia italiana in Egitto è una delle
(/EMPORIUM/)
Organizzazione.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
stati 108.771, salirono nel 1887 a 215 .665, nel 1898 a 283.715, nel 1913 a
(/index.html)
872.598, nel 1920 a 614.611), ma ad esso furono per molto tempo impari le
CATALOGO (/CATALOGO/)
provvidenze governative.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
legislative furono poi coordinate nel testo unico della legge sull'emigrazione,
approvato con r. decr. 13 novembre 1919, n. 2205. La tutela dell'emigrazione
da parte dello stato veniva cosìTRECCANI
in sostanza esercitata
CULTURA mediante l'assistenza
(/CULTURA/)
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Con l'avvento del fascismo, si cominciò a guardare al fenomeno
dell'emigrazione non come a un fatto tecnico-amministrativo, ma come a un
problema politico. Alle dichiarazioni del sottosegretario agli Affari esteri on.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Dino Grandi alla Camera dei deputati, nella tornata del 31 marzo 1927,
dichiarazioni che costituiscono la prima voce ufficiale alzata in nome del
governo a rinnegare tuttaLIBRIla concezione liberale
(/TRECCANILIBRI/) ARTEche aveva fino ad allora
(/TRECCANIARTE/)
L'azione dello stato, volta a difendere e a potenziare l'italianità dei dieci milioni
circa di connazionali residenti oltre confine, si accentra nei servizî della
Direzione generale degl'Italiani all'estero, presso il Ministero degli affari esteri.
Azione di difesa, diretta pertanto a salvaguardare, abolite le vecchie
differenziazioni di trattamento tra emigranti per ragioni di lavoro e italiani
all'estero, i diritti dei connazionali in terra straniera, ad assistere e a
comprendere le loro necessità morali e materiali. Organi di questa azione sono
innanzi tutto i fasci ai quali spetta l'opera più gelosa di tutela morale e politica e
le istituzioni che ad essi fanno capo e da essi promanano: Organizzazioni
giovanili, Opera nazionale dopolavoro, Biblioteche, Fondazione nazionale figli
del littorio.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 1112/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
associazioni di mutuo soccorso, spesso in triste rivalità fra loro, attorno a una
sola idea che fosse capace di esprimere, sopra le divisioni di parte, la virtù, le
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
aspirazioni, la concretezza politica della patria lontana, fu la leva essenziale dei
primi fasci che sorsero nell'America settentrionale, dilagando poi, negli altri
continenti, a mano a mano che l'azione di vigilanza e di assistenza del governo
si faceva più viva tra le collettività nazionali e su loro reagiva lo spirito settario
dell'antifascismo al servizio di oscuri interessi stranieri. La necessità di
organizzare e di disciplinare anche dal centro questi nuclei fascisti con direttive
uniformi e costanti, che conciliassero la difesa dell'italianità con il rispetto più
leale alle istituzioni dei paesi che li ospitavano, s'impose ben presto ed ebbe così
vita la Segreteria dei fasci all'estero, alla cui organizzazione fu chiamato nel
1923 l'on. Bastianini. Le linee della nuova organizzazione erano fissate dallo
stesso Bastianini, sulle direttive impartitegli dal capo del governo, nel senso che
i fasci dovessero tendere a riunire tutti gli italiani espatriati per donar loro
quella coscienza della nazionalità "che deve trasformarsi da potenza ideale a
forza operante" e per sottrarli a quell'"influenza deleteria del sovversivismo
internazionalista che tende a fare di essi i nemici di tutte le patrie, ugualmente
pericolosi per la propria e per quella di adozione".
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 1113/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
ormai tutta l'azione della loro propaganda alle direttive di questa azione
centrale risanatrice di tutte le energie materiali e morali.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
da enti laici e religiosi e sussidiate e vigilate dallo stato. Con l'anno scolastico
1930-31 venne attuata ISTITUTO
anche all'estero le più
la riforma del libro di stato. Presso
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Istituti di cultura, fondati sulla base della legge 19 dicembre 1926 per la
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
creazione d'istituti di cultura italiana all'estero, sono sorti a Colonia, a Malta, a
Lisbona, ad Atene, a Praga e a Bucarest con un programma di educazione
artistica e culturale rivolto soprattutto alle classi colte straniere. Corsi di diritto
pubblico italiano sono tenuti alle università di Francoforte e di Berlino, un
corso di diritto corporativo all'università di Shanghai.
Tale egemonia, durata oltre la prima metà del sec. XIX, non si disperse per il
cadere delle repubbliche: ché i patrioti, costretti nel Risorgimento ad
abbandonare la patria, furono all'estero i pionieri e gli apostoli delle scuole
italiane. Quando l'unità fu raggiunta, queste istituzioni furono in grado di
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 1116/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Nel 1869 le scuole all'estero pesavano sul bilancio per una somma di 40.000 lire;
mancava però qualsiasi unità d' indirizzo e di regolamento legislativo a tale
attività, favorita soltanto dal personale interessamento
TRECCANI CULTURA di qualche ministro.
(/CULTURA/)
religiose, che, a mano a mano che meno aspro fu il dissidio tra lo Stato e la
Chiesa, si facevano più numerose, più italiane e più fiorenti, aiutate nella loro
opera dall'Associazione Nazionale per soccorrere
TRECCANI i missionari cattolici,
CULTURA (/CULTURA/)
attribuì la competenza della loro nomina al ministro degli Esteri. La loro sede
fu fissata a Roma da dove
potevano essere comandati a risiedere all'estero.
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
regno e a saldare più vivamente intorno alle scuole la vita delle colonie, diedero
un insperato incremento alle nostre istituzioni culturali.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Nel dicembre 1929 la Direzione generale delle scuole italiane all'estero e quella
degl'Italiani all'estero si fondevano in un'unica Direzione generale alle cui
dipendenze passava la Segreteria dei fasci italiani all'estero. Nuove scuole
sorsero un po' ovunque per iniziativa del governo, dei fasci, della Dante
Alighieri, di enti e di associazioni laiche e religiose, contemperando esigenze
locali ed esigenze di programmi, ma conservando anche immutata la fisionomia
di quegli ordinamenti che sono tipici della cultura e della civiltà italiana.
Annuario Statistico dell'Emigrazione Italiana, dal 1876 al 1925, con notizie sull'emigr.
ital. negli anni 1856-1875, Roma 1926; Bollettino dell'emigrazione; B. G. Brenna,
Storia dell'emigrazione italiana, Roma 1928; L'emigr. ital. Legislaz. e statistiche.
Accordi intern. Organi e servizi ital., Palermo 1927; A. Orani, La legisl. fascista sulle
scuole ital. all'estero, Torino 1928.
Storia.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_… 1119/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Inghilterra, ecc.
tra la fine del sec. XIV e la prima metà del XV una seconda forma di espansione
culturale (Petrarca, Cola di Rienzo, Enea Silvio Piccolomini), che è invece
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
anzitutto opera di singoli individui.
I due fattori dell'espansione del sec. XIII e XIV e dell'emigrazione politica erano
in relazione con un'intensa vita autonoma degli stati italiani. E all'inizio dell'età
moderna, con l'annodarsi delle prime relazioni diplomatiche di carattere
continuo tra gli stati europei, una fitta schiera di ambasciatori (primi fra tutti i
Veneziani e i Fiorentini) portano in tutte le corti d'Europa l'influenza della
cultura e dello spirito italiano. Quando tale autonomia decade si ha l'esodo
individuale, non più collettivo: dilaga l'espansione culturale, artistica, letteraria,
già del resto cominciata precedentemente. Ma oltre a questa ne abbiamo
contemporaneamente una di militari e uomini politici che non trovano
impiego e sfogo in patria per la diminuita importanza dei singoli stati italiani e
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj… 1120/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
CATALOGO (/CATALOGO/)
Il cemento collettivo che unisce gl'Italiani all'estero ritorna a farsi più forte
nell'età del Risorgimento. Gli esiliati politici costituiscono varî centri (Parigi,
Londra, Bruxelles), si raccolgono in varî cenacoli a operare a pro' della patria
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
lontana, massimo fra tutti il Mazzini. Raggiunta l'unità, cessata l'emigrazione
politica, questa cede il posto all'emigrazione delle masse di lavoratori, spinti
fuori dalla patria da necessità economiche, apparentemente
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) fenomeno di massa,
ARTE (/TRECCANIARTE/)
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Artisti. - Medioevo. - Esempî sporadici di artisti italiani che vengono chiamati
all'estero da sovrani e prelati, si hanno sin dal tempo carolingio; ma coloro che
veramente iniziarono la gloriosa tradizione dell'arte italiana nel mondo, furono
i Maestri Comacini (v.) e Campionesi del Medioevo: valentissimi costruttori
che lavorarono in tutta Europa. Dell'opera loro rimangono numerese tracce: e
sono per lo più motivi prettamente lombardi che si trovano, spesso sotto i
rivestimenti e le aggiunte delle età posteriori, nelle più antiche cattedrali della
Spagna, della Francia, dei paesi germanici, dell'Ungheria e forse della Russia; un
documento (1175) attesta che Raimondo Lombardo, con altri suoi compaesani,
costruì la cattedrale di Urgel (Spagna); il distrutto S. Magno di Ratisbona era
stato edificato (1139) da un maestro di Como. A Pietro Oderisi, romano,
appartenente al gruppo dei marmorarî romani detti Cosmati (v.), sono dovute
le due più antiche (sec. XIII) tombe dei re d'Inghilterra, quella di Edoardo il
Confessore e quella di Enrico III (Londra, Abbazia di Westminster). Nel sec.
XIV il gruppo più importante di artisti italiani all'estero è alla corte papale di
Avignone: essi ornarono di pale d'altare e di affreschi la cattedrale e il palazzo
dei papi; a capo del gruppo è Simone Martini (v.), la cui opera esercitò una
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj… 1121/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
fortissima influenza sulla miniatura francese del Trecento. Ma già sul principio
del secolo Filippo Rusuti
e altri pittori romani erano a servizio del re di
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
In Francia già nel 1461 F. Laurana e Pietro da Milano lavoravano per Renato
d'Angiò; Carlo VIII riportò dall'Italia una schiera di artisti e di artigiani -
perfino un giardiniere - tra cui erano Guido Mazzoni che ne fece il mausoleo a
Saint-Denis, poi distrutto, fra Giocondo che costruì il ponte di Notre-Dame a
Parigi, Domenico da Cortona che seguitò a lavorare in Francia fino alla metà
del sec. XVI, disegnando tra altro il palazzo municipale di Parigi, distrutto nel
1871; e non mancarono pittori, come Benedetto Ghirlandaio. In tutto il sec.
XVI il primato artistico fu tenuto da Italiani: i fiorentini Antonio e Giovanni
Giusti, operosi a Tours, scolpirono il sepolcro di Luigi XII e di Anna di
Bretagna a Saint-Denis; Antonio della Porta mandava sculture da Genova; in
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj… 1123/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
tutte le arti l'opera o l'influenza dei maestri italiani trionfava. Francesco I aveva
raccolto attorno a sé Leonardo
da Vinci, Andrea del Sarto, il Rosso Fiorentino,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
allo spirito berniniano, degli artisti francesi, il progetto del Bernini non fu
eseguito: ma da esso molti elementi furono tratti dai costruttori del Louvre. Se
l'immigrazione di artisti italiani in Francia,
TRECCANI già tanto
CULTURA favorita dal Mazzarino,
(/CULTURA/)
andò poi diminuendo, vi fu compenso nella continua influenza della nostra arte
che i Francesi venivano a studiare in Italia. Ricordiamo tuttavia per questo
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
periodo il mosaicista del Louvre F. Belloni. Per il sec. XIX si può ricordare che
Antonio Canova chiamato a Parigi da Napoleone, vi eseguì le statue di lui e
quella dell'imperatrice Maria Luisa; più tardi L. T. G. Visconti, architetto
romano, disegnò la cappella sepolcrale in cui riposano le ossa dell'imperatore e
il nuovo Louvre e lo scultore piemontese Carlo Marochetti, poi tanto operoso
in Inghilterra, eseguì numerosi monumenti pubblici a Parigi e in altre città
della Francia.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj… 1124/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
regine e principi nel più puro stile del nostro Rinascimento. Alle sculture della
(/index.html)
cappella dei Sigismondi, che viene definita l'opera più bella del Rinascimento
CATALOGO (/CATALOGO/)
d'oltralpe, prese parte anche Gian Maria Mosca, detto il Padovano, scultore e
architetto, al quale è dovuta, sempre in Cracovia, la costruzione del Palazzo dei
drappieri. SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Dello stesso periodo sono gli antichi palazzi Krasiński e Radziwill; a Cracovia
G. M. Bernardone costruì la più bella chiesa barocca della Polonia, quella dei
gesuiti; e grande influenza ebbe sulla pittura il veneto Tommaso Dolabella. Nel
secolo seguente quasi tutti gli edifici più grandiosi e importanti della capitale
polacca sorsero per opera di italiani e da loro furono ornati: citiamo come
esempî principali il Palazzo di città, del bresciano Domenico Merlini; il nuovo
palazzo reale, costruito in collaborazione dallo stesso Merlini e dal Chiaveri, e
decorato con pitture del romano Marcello Bacciarelli, considerato il fondatore
della pittura polacca, e con statue e rilievi da T. Richi e G. Monaldi. Dagli stessi
artisti del palazzo reale, fu pure costruita e abbellita la celebre villa reale di
Łazienki, capolavoro del Merlini; ad essi va aggiunto il Canaletto, che dopo il
soggiorno a Dresda, andn̄ in Polonia e vi eseguị un'altra serie di vedute
ammiratissime. Non meno fecondo fu l'Ottocento: antichi edifici che gl'Italiani
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj… 1127/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
XIX.
Sette e Ottocento. Quando, nel 1703 lo zar Pietro il Grande ideò la fondazione
di una nuova capitale del suo impero, la nuova città - Pietroburgo - nacque sul
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
piano di edificazione tracciato dall'architetto ticinese Domenico Trezzini, il
quale costruì le opere fortificatorie, la cattedrale dei Ss. Pietro e Paolo,
l'università e altri edifici. L'architetto e scultore veneziano Bartolomeo Rastrelli
costruì a Pietroburgo i palazzi d'abitazione degli zar, quale il Palazzo d'inverno,
che fu il primo veramente monumentale che sorgesse nell'impero russo;
numerosi palazzi principeschi e, nei dintorni della città, le due ville imperiali di
CarskoeSelo e di Peterhof, immensi edifici, nei quali le linee architettoniche e le
decorazioni interne di stucchi e d'intagli, le scalee e i giardini, i giuochi d'acqua
e i padiglioni, i ninfei e le statue, tutto fu ideato da una sola mente geniale. Il
fecondissimo artista veneziano è pure autore della cattedrale di S. Andrea a
Kiev, in cui i motivi russi sono animati dal Barocco italiano. Nel sec. XIX altri
italiani continuarono l'opera del Rastrelli: e soprattutto il bergamasco Giacomo
Quarenghi che nella reggia di Carskoe-Selo costruì i corpi laterali nel miglior
stile neoclassico e il gran palazzo d'Alessandro, con un colonnato degno delle
magnificenze di Roma antica; e a Pietroburgo il Palazzo della Borsa, la Banca
Imperiale, la Cattedrale e il Convento di Smol′nyj, e il Palazzo dell'Ermitage con
un teatro ispirato al Teatro Olimpico di Vicenza.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj… 1128/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
private; Carlo Rossi, autore dei palazzi del Senato e dello Stato maggiore; Luigi
(/index.html)
Rusca, autore del Teatro Massimo, della moschea di Tiflis in Georgia e della
CATALOGO (/CATALOGO/)
cattedrale di Simferopoli in Crimea. Al ticinese Domenico Gilardi e ad altri
Italiani fu affidata, assieme ad architetti russi, la ricostruzione di Mosca, dopo
l'incendio del 1812. SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Costantinopoli nel secolo scorso Gaspare Fossati edificò, vicino alla chiesa di S.
Sofia che egli stesso aveva totalmente restaurata e in parte ricostruita, il palazzo
dell'università; in India il celeberrimo
TRECCANITāj Mahal(/CULTURA/)
CULTURA di Agra (v.), capolavoro
dell'arte musulmana, è da alcuni attribuito all'architetto-orafo veneto Girolamo
Veroneo (sec. XVII); a Santiago del Chile la cattedrale e il Palazzo del Governo
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
furono eretti sulla fine del '700 dal romano G. Toesca. Diffusori dell'arte
italiana nei più lontani paesi furono i nostri missionarî: e su tutti va ricordato il
padre Castiglione che eseguì notevoli opere di pittura e giardinaggio per la casa
imperiale della Cina.
madre; C. V. Silvagni della moschea del Rifai, al Cairo; il Piattoli del Palazzo di
giustizia e della Biblioteca A
Nazionale; lo Sfondrini del teatro di Alessandria.
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Città del Capo il monumento equestre del gen. Botha è opera di R. Romanelli.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
In Palestina sono sorte recentemente le basiliche del Getsemani e del Pretorio,
a Gerusalemme, e quella della Trasfigurazione sul Monte Tabor, dell'architetto
romano Barluzzi, con mosaici eSCUOLAvetrate(/TRECCANISCUOLA/)
eseguiti in Italia. In India la sontuosa
reggia del maharaja di Gwalior è dovuta all'architetto Filosi. Nell'Estremo
Oriente il più importante complesso di opere italiane è nel Siam, dove nel
periodo di maggiore attività edilizia, dal 1903ARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) al 1916, l'intero dipartimento dei
(/TRECCANIARTE/)
Lavori Pubblici fu diretto da ingegneri e artisti italiani che elevarono tutti gli
edifici pubblici della capitale e costruirono, nel paese, centinaia di chilometri di
strade e di ferrovie. L'opera più importante
TRECCANI è il (/CULTURA/)
CULTURA Palazzo del trono a Bangkok, il
maggiore edificio moderno di tutta l'Asia, architettato dai piemontesi M.
Tamagno e A. Rigotti; e recentissimo (1932) è il monumento al re Rama I
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
dovuto allo scultore Corrado Feroci.
musicisti, non abbiamo ricordi precisi, almeno per la musica profana, sino alla
(/index.html)
fine del Quattrocento. Uno dei primi musicisti emigrati è forse quel Peter De
CATALOGO (/CATALOGO/)
Casa noua, mynstral (menestrello) che troviamo tra il 1483 e il 1504 alla corte
inglese. E proprio in Inghilterra nel '500 prendono dimora stabile le prime
famiglie di musicisti italiani: i Bassani, più tardi Bassano, dànno ben sedici
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
musicisti alla corte inglese, otto o nove i Lupo, sei i Ferrabosco, due i Da
Como. Di Alfonso II Ferrabosco, grande virtuoso di viola da gamba e bastarda,
si sa che insegnò agl'Inglesi l'arte di diminuire,
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) divenuta
ARTE poi così importante in
(/TRECCANIARTE/)
Inghilterra. Alla corte inglese vivono anche l'organista veneziano Fra Dionisio
Memo (1516), che fu anche due volte in Spagna; e molti altri strumentisti di
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Venezia, Vicenza, Cremona, Milano, Como. E ciò vale anche per il resto
d'Europa. E non si dimentichi il napoletano Giulio Cesare Brancaccio, il
torinese liutista e cantante DavideACQUISTA
Rizzio, che la tradizione dice autore di
(/EMPORIUM/)
canzoni su testi scozzesi, ucciso nel 1566, alla corte di Maria Stuarda. In
Polonia, abbiamo sicura notizia di un Diomede Cato, allevato colà sin
dall'infanzia e divenuto famoso. E così pure sappiamo di una breve dimora fatta
in Polonia dal Marenzio 1596-1598). In Francia, frottolisti, cornettisti e liutisti
veronesi e mantovani influenzano l'arte dei canzonisti e un grande liutista,
Alberto da Ripa (1529-51), che vi diviene signore di Carrois; Piero Mannucci è
organista della "Nazione Fiorentina" a Lione (1568). Troviamo in Francia
anche qualche madrigalista come il Regolo, e la concessione di un privilegio
reale per la stampa veneziana dei ricercari di Marcantonio Cavazzoni (1523) fa
pensare a una dimora a Parigi di quel nostro primo organista di fama
internazionale. Baviera, Sassonia e Austria fanno il possibile per avere dall'Italia
musicisti di prim'ordine. Andrea Gabrieli visita, insieme con Orlando di Lasso,
la Baviera, la Boemia e la Renania nel 1562 al seguito di Alberto V, e G.
Gabrieli dimora a Monaco quattro anni. In Baviera Girolamo della Casa,
Antonio Morari di Bergamo, capo della musica strumentale, un Cesare
Zacharia da Cremona, un Vincenzo Dal Pozzo, e Giulio Gigli (1581-1605),
strumentista e compositore, rappresentano i varî aspetti della musicalità
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj… 1132/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
italiana, insieme con Cosmo Bottegari, con i fratelli Guami, lucchesi. Anche gli
organisti e compositoriISTITUTO
Bernardo Mosto (1588) e Giovanni Francesco
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Maffon e
il liutista Josquino Salem rappresentano degnamente la già matura arte
(/index.html)
strumentale, mentre Massimo Troiano, autore di un resoconto delle feste
CATALOGO (/CATALOGO/)
tenute a Monaco nel 1568 per le nozze di Guglielmo V e di Renata di Lorena,
inizia la serie dei musicisti avventurieri. In Sassonia Antonio Scandello, G. B.
Pinelli e Teodoro Riccio, che passò da Vienna a Dresda a Königsberg per
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
terminare forse i suoi giorni maestro di cappella ad Ansbach, stanno di fronte a
una più nutrita schiera d'Italiani che serve la casa d'Austria, sia a Graz, sia a
Vienna, a Praga o a Innsbruck, e che comprende
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTEil(/TRECCANIARTE/)
madrigalista Giorgio Florio,
il grande organista Annibale Padovano, Gregorio e Francesco Turini, organista
a 12 anni, uno tra i precursori della monodia strumentale; Camillo Zanotti,
Francesco Milleville, Francesco Rovigo.CULTURA
TRECCANI La cappella di Filippo de Monte, sotto
(/CULTURA/)
Massimiliano e Rodolfo II, ebbe molti dei suoi membri di nazione italiana:
Liberale Zanchi e Guglielmo De Formellis, organisti. Aggiungiamo i nomi di
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
San Casentini, Costantino e Mattia Ferrabosco, Galeno, G. B. della Gostena,
Bendeneli e Bernardo Dusi, celebre trombone e fratello di Paride, cornetto non
meno famoso alla corte di Sassonia. In Ungheria si passa da un Pietro Bono a
Giuseppe Biffi, G. B. Morto e Claudio Monteverdi (1595).
Col Seicento l'ondata cresce e non soltanto per effetto della creazione tutta
italiana dell'opera in musica, che qua e là si acclima tardi, come in Inghilterra e
nella Germania settentrionale. La musica sacra italiana è ancora tenuta in gran
conto e, per molto tempo, i maestri delle cappelle dell'estero sono in prevalenza
italiani e intere cantorie sono spesso formate di artisti italiani. Angelo Notari,
madrigalista, vive alla corte inglese dal 1612; Nicola Matteis senior v'introduce
l'arte del víolino intorno al 1672. Durante il regno di Carlo II dimorano in
Inghilterra Gian Battista Draghi, V. e B. Albricci, il Fede, maestro della cappella
reale (1678-88) e il chitarrista Francesco Corbetta. Ladislao IV di Polonia fa
rappresentare (1628) la Liberazione di Ruggero dall'isola di Alcina con le musiche
di Francesca Caccini (v.). Erano già venuti dall'Italia in Polonia don Alessandro
Cilli, Giovanni Francesco Anerio (1609), don Fabrizio Tiranni che ritornò in
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj… 1133/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
patria nel 1614, dopo tredici anni di dimora alla corte di Sigismondo III, il
virtuoso Baldassare Ferri
che vi restò 30 anni (1625-1655), il cav. Tarquinio
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
non ha avuto nel Settecento una scuola sua e i musicisti italiani possono
riuscire soltanto a lumeggiare un'ambiente nel quale vissero ed operarono
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
alcuni mediatori tra lo stile della generazione nata intorno al 1690-700 e quella
nata intorno al 1730-40: così M. Vento, G. Cr. Bach, T. Giordani, F. Giardini e
pochi altri. Tuttavia molti artisti e soprattutto molte musiche passarono
dall'Inghilterra in Francia, e questo è un fatto da non potersi trascurare, quando
si voglia scrivere la storia della musica francese, in particolar modo della
strumentale. Quanto all'Austria, vi operarono i migliori compositori di scuola
veneziana e bolognese e di essi i maggiori sono: G. B. Bononcini, A. Caldara, L.
A. Predieri, Traetta, M. A. Ziani e inoltre il napoletano N. Porpora. Si
aggiungano A. Salieri, rimasto per circa 50 anni compositore di corte, e D.
Cimarosa, il quale scrisse a Vienna, mentre era di ritorno da Pietroburgo
(1792), Il matrimonio segreto. Quanto alla Sassonia, a cominciare da A. Lotti, si
giunge alla fine del secolo con F. Morlacchi, il quale è l'ultimo Italiano che
abbia diretto un teatro di corte in Germania. Da Dresda si può dire passino i
migliori strumentisti italiani e B. Campagnoli diviene maestro dei concerti del
Gewandhaus di Lipsia e vi rimane sino al 1817. Musicisti impresarî - tipici i
due Mingotti - portano l'opera italiana dappertutto, talora per decennî. Anche
nella musica saera gl'Italiani resistono validamente con A. Boroni e G. A.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Anche la Spagna e il Portogallo hanno, ora, i loro musicisti italiani. La Spagna
ospita Domenico Scarlatti, Luigi Boccherini, Domenico Alberti, G. A. Paganelli
e G. Brunetti, oltre al famosissimo cantante Farinelli. Nel Portogallo D.
Scarlatti dimora quattro anni (1721-25) e Gaetano Maria Schiassi vi opera a
lungo. Verso la Francia vanno specialmente gli strumentisti e, in particolare, i
violinisti nella prima metà del secolo mentre, verso la fine, prevalgono gli
operisti. A. Besozzi, L. Boccherini, A. B. Bruni, G. G. Cambini, i fratelli A. e G.
Canavasso, il Carminati, F. Chiabrano, D. Ferrari e Iacopo Gottifredo Ferrari,
Federico Fiorillo, M. Lombardini-Sirmen, G. Madoni, il Maestrino, il
Pellegrino, G. Pugnani, F. Ruggi, G. B. Somis, G. Traversa, G. B. Viotti, M.
Mascitti bastano a dirci che cosa debba l'arte francese del violino al continuo
esempio dei maestri italiani: anche senza contare che coloro i quali sono stimati
i capiscuola dell'arte violinistica francese studiarono in Italia o con Italiani o
con allievi d'Italiani. La Querelle des bou fons (1752) è il primo esplodere di un
italianismo già diffuso ma tenuto, sino allora, a freno dallo sciovinismo di
letterati francesi. A. Bambini, il famoso cembalista della compagnia, un
sorprendente accompagnatore di soli dieci anni, strappa gridi di ammirazione a
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J.-J. Rousseau e rafforza il successo del Manelli, della Tonelli e degli altri
cantanti. È un grande trionfo la
ma passeggero. L'opera buffa italiana vincerà
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
partita soltanto per via indiretta: perché sarà un italiano, E. R. Duni, emigrato a
(/index.html)
Parigi nel 1757 dalla corte di Parma, colui che riuscirà a dare, per la prima
CATALOGO (/CATALOGO/)
volta, unità e stile al frammentario opéra-comique e aprirà la strada a tutta una
serie di fecondi compositori francesi e, più in là, anche italiani. Nella seconda
metà del secolo anche i compositori
SCUOLAitaliani si fanno strada; accanto al Gluck, A.
(/TRECCANISCUOLA/)
Salieri, N. Piccinni, A. Sacchini, L. Cherubini, F. Blangini, G. Paisiello aprono
la strada al successo fulmineo, il primo grande successo dell'Ottocento, di
Gaspare Spontini. E laLIBRI
sua Vestale prepara, di ARTE
(/TRECCANILIBRI/) lontano, il lungo regno di G.
(/TRECCANIARTE/)
Il sec. XIX vide trionfare all'estero i più grandi musicisti italiani: Gaspare
Spontini fu compositore di corte di Napoleone e di Luigi XVIII, passò quindi a
Berlino, soprintendente generale della musica del re, e là fece moltissimo per il
miglioramento dell'educazione musicale dei cantanti tedeschi; Gioacchino
Rossini fu per circa un quarantennio il sovrano del mondo intellettuale
parigino; Vincenzo Bellini, chiamato a Parigi, vi compose I Puritani; Gaetano
Donizetti suscitò deliranti entusiasmi con le sue numerose opere a Vienna, ove
nel 1842 era maestro di corte, e a Parigi tra il 1838 e il 1843.
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Ma occorre avvertire che quasi tutti i musicisti italiani del secolo scorso e
contemporanei compirono innumerevoli viaggi all'estero, onde sarebbe
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) troppo
lungo soltanto accennare ad essi. Tra gli altri che a paesi stranieri dedicarono
(/index.html)
particolarmente la loro opera ricordiamo Muzio Clementi, fondatore della
CATALOGO (/CATALOGO/)
moderna scuola di pianoforte, che insegnò soprattutto a Londra (1777-1832);
Domenico Dragonetti che fu per 52 anni (1794-1846) in Inghilterra, quale
primo contrabasso del Teatro Reale e dei concerti di corte; Francesco
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Morlacchi dal 1810 al '41 primo maestro della cappella reale e direttore
dell'opera italiana a Dresda; sir Michele Costa, che fu dal 1830 all'84 in
Inghilterra quale direttore
LIBRI del Teatro Reale, del
(/TRECCANILIBRI/) Covent
ARTE Garden, delle Società
(/TRECCANIARTE/)
dei violinisti, che ebbe nelle principali città d'Europa clamorosi successi.
Giuseppe Verdi scrisse per la Francia I Vespri Siciliani (1855) e per il khediwe
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
d'Egitto l'Aida (1871), in occasione dell'apertura del canale di Suez; Michele
Carafa, a Parigi dal 1827 al 1872, insegnò al conservatorio e compose numerose
opere teatrali e due balli; Ferruccio Busoni, insigne pianista, insegnò nei
conservatorî di Helsingfors, Mosca, Boston, Berlino, Vienna.
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storia quasi ininterrotta dalla fine del sec. XVI alla fine del XVIII. La prima
(/index.html)
compagnia della quale si ha notizia sicura è quella di Zan Ganassa. Nel 1577,
CATALOGO (/CATALOGO/)
desiderati dal re appaiono i Comici gelosi; nel 1583 ottiene vive accoglienze la
compagnia di Battista Lazzaro, e l'anno dopo quella dei Comici con identi, che si
ferma qualche anno. Ricompaiono nel (/TRECCANISCUOLA/)
SCUOLA 1588, e pure rimangono per qualche
tempo, i Gelosi. Nel 1600 a una compagnia che recitava all'Hôtel de Bourgogne
succede la compagnia dei Fedeli, della quale fa parte Isabella Andreini, che
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
riporta veri trionfi. La stessa compagnia, sotto la direzione di G. B. Andreini, è
chiamata a Parigi da Maria de' Medici, e vi fa lunghi soggiorni dal 1613 al 1625,
rinnovandosi quasi ogni annoTRECCANI
con artisti che, nel frattempo, avevano acquistato
CULTURA (/CULTURA/)
un nome in Italia; nel 1639, per invito di Luigi XIII, entra a farne parte Tiberio
Fiorilli (Scaramuccia), che si volle, dai Francesi stessi, maestro a Molière. Nel
1600, quando ha per direttore Andrea Zanotti
ACQUISTA (Ottavio), la compagnia dei
(/EMPORIUM/)
musicale
(/index.html)
e al vaudeville), gli scherzi burleschi di Marivaux, ecc. Nel 1723 la
compagnia prende il titolo di Comédiens italiens ordinaires du roi; ma d'italiano
CATALOGO (/CATALOGO/)
Dalla fine del Seicento a quella del Settecento i comici italiani, direttamente o
attraverso Parigi, si sparsero per altre corti e paesi d'Europa. G. Tabarin con i
suoi compagni nel 1568 recitò a Linz, nel 1570-1571 e nel 1574 a Vienna. Nel
1570 era a Vienna il Pantalone Pasquati, e vi riportava grandi elogi anche nella
tragedia e nella pastorale. Tristano Martinelli, col fratello Drusiano, nel 1572
era in Inghilterra e nel 1588 in Spagna. Nel 1613-14 Pier Maria Cecchini
(Frittellino) recitava a Vienna, alla corte dell'imperatore Mattia. Nel 1687 e nel
1691 la compagnia di Franeesco Calderoni era al servizio dell'elettore di
Sassonia, e recitava a Monaco e nelle principali città dell'Impero. Al servizio
dell'elettore di Sassonia e re di Polonia, nel 1697-98 era la compagnia di Angelo
Costantini, e quella di Giovanni Toscani, che diede rappresentazioni a Dresda e
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Varsavia, Nel 1707 il Ristori, direttore dei comici italiani a Vienna, riformò la
compagnia, chiamandovi
i Bertoldi e il Bellotti. Nel 1727, M. A. Riccoboni
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
ottenne dal duca d'Orléans di portare la compagnia per due mesi in Inghilterra.
(/index.html)
Antonio Sacco, che si trovava con i suoi attori nel 1742 in Russia, fu accolto e
CATALOGO (/CATALOGO/)
generosamente premiato per le sue recite a Lisbona nel 1753, poi fu chiamato a
recitare a Innsbruck e altrove dalla corte imperiale; era paragonato a Garrick e
a Préville. SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
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Qualche comico rimane nel paese e vi istituisce scuole: vi forma compagnie che
finiscono per trasformarsi in compagnie argentine o brasiliane. Anche
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
di
recente si è rinnovato il tentativo e oggi ancora esiste a Buenos Aires una
(/index.html)
scuola fiorente sotto la direzione della Cassini-Rizzotto.
CATALOGO (/CATALOGO/)
Possono ancora menzionarsi, tra i moltissimi: la Ristori, che fece il giro del
mondo e fu anche, unica attriceSCUOLA
italiana, in Australia; Adelaide Tessero, che
(/TRECCANISCUOLA/)
seguì la Ristori in Europa e in America; Eleonora Duse, che fu ripetutamente in
Russia, a Vienna numerosissime volte, a Londra (1893, 1903, 1906, 1923), in
Germania, in Scandinavia,
LIBRI nell'America Meridionale
(/TRECCANILIBRI/) (1897-1913) e
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Settentrionale, e morì a Pittsburg alla vigilia del suo ritorno in patria; Ermete
Novelli che ebbe successi clamorosi nell'America Meridionale e recitò in
moltissimi paesi europei. TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
italiani ad Avignone; ricorderemo che l'Italia diede alla Francia la sua prima
(/index.html)
scrittrice: Cristina da Pizzano (Christine de Pisan), condotta in Francia nel
CATALOGO (/CATALOGO/)
1368 da Tommaso, suo padre, astrologo e medico della corte di Carlo V.
Nella prima metà del Quattrocento, molti degli umanisti italiani fecero lunghe
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
peregrinazioni per l'Europa e l'Impero d'Oriente in cerca di codici e di epigrafi
antiche. A Costantinopoli insegnò rettorica per un quinquennio Antonio
Cassarino da Noto (mortoLIBRI nel 1444). Filippo ARTE
(/TRECCANILIBRI/) Buonaccorsi da S. Giminiano fu il
(/TRECCANIARTE/)
come Publio Gregorio Tifernate, che, dopo aver a lungo dimorato in Grecia, fu
dei primi a introdurre a Parigi, intorno al 1455, lo studio del greco, e il
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
veneziano Girolamo Balbi, umanista e giurista, professore a Parigi dal 1484, che
lasciò la Francia nel 1496, andò in Inghilterra e a Vienna, ove insegnò diritto
cesareo e belle lettere, e poi in Ungheria, precettore di corte. In Inghilterra, un
gruppo d'umanisti italiani s'adunò intorno al duca Humphrey di Gloucester;
altri ne troviamo sotto Enrico VII. Chiamato in Portogallo nel 1435, il
veneziano Maffeo Pisani fu precettore del principe Alfonso, e scrisse la storia
della guerra di Ceuta, da lui combattuta; Cataldo Parisio Siculo, maestro alla
corte di Giovanni II di Lisbona dal 1490, scrisse De rebus gestis Iohannis regis. Più
tardi furono in Spagna Guiniforte Barzizza pavese (1400-1460 c.), consigliere di
Alfonso re d'Aragona e celebratore delle imprese di lui, e i poeti Antonio
Gerardini d'Amelia e Bartolomeo Gentile Falamonica, genovese. Molti Italiani
si raccolsero intorno a Mattia Corvino e a Beatrice d'Aragona, creando in
Ungheria un vero centro di cultura umanistica italiana: rammenteremo
Antonio Bonfini ascolano (1427-1502), che divenne il primo storico
dell'Ungheria; Aurelio Brandolini, detto Lippo, fiorentino, che professò
parecchi anni eloquenza a Buda; Galeotto Marzio, che scrisse la biografia del re,
ne educò il figlio Giovanni e diresse la biblioteea di Buda, al cui arricchimento e
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Nel sec. XVI, l'immigrazione fu assai frequente in Francia. Luigi Alamanni è il
massimo rappresentante dell'italianismo in Francia; Bernardo Tasso nella corte
di Enrico II scrisse l'Amadigi; Matteo Maria Bandello, che seguì in Francia
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Cesare Fregoso, fu in relazione con Margherita di Navarra ed ebbe da Enrico II
il vescovato di Agen (1550); Giammaria Barbieri, vissuto otto anni a Parigi dal
1538, fu dei primi a illustrare la poesia provenzale.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) Per menzionare altri meno
ARTE (/TRECCANIARTE/)
alla maniera degl'Italiani. Sono note le relazioni con gl'Italiani di Carlo V, che
elesse Paolo Giovio suoISTITUTO
storiografo.
Lucio Marineo tenne per dodici anni
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
scuola di lettere a Salamanca, e scrisse più opere in gloria della Spagna. Una
(/index.html)
storia De bello Granatensi scrisse anche il suo contemporaneo Pietro Santeramo.
CATALOGO (/CATALOGO/)
Visse in Catalogna Antonio Lofrasso, d'Alghero, che compose in castigliano un
romanzo pastorale (1573). Il messinese Giovanni Antonio Viperano (nato circa
nel 1540) fu, sino al 1587, cappellano
SCUOLAdi corte e storiografo di Filippo II.
(/TRECCANISCUOLA/)
Giovanni Pietro Bonamici aprì a Lisbona nel 1501 una tipografia; nove anni
dimorò in Portogallo il gesuita bergamasco Giampiero Maffei, che scrisse in
latino la storia della conquista delle Indie. ARTE (/TRECCANIARTE/)
LIBRI (/TRECCANILIBRI/)
ferrarese Celio Calcagnini, nel 1517, si recò in Ungheria al seguito del cardinale
Ippolito d'Este. Il letterato milanese Girolamo Benzoni non meno di
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
quattordici anni, dal 1521, visse in America, e scrisse una storia del Nuovo
(/index.html)
Mondo.
CATALOGO (/CATALOGO/)
Nel sec. XVII, Arrigo Caterino Davila militò in Francia e divenne lo storico
delle guerre civili di quella nazione; Ottavio Rinuccini accompagnò Maria de'
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Medici, per le cui nozze con Enrico IV aveva scritto l'Euridice (1600); G. B.
Marino fu l'idolo della corte di Maria de' Medici e poi di Luigi XIII. Il vicentino
Galeazzo Gualdo PrioratoLIBRI(1606-1678), guerriero
(/TRECCANILIBRI/) e diplomatico in varî paesi
ARTE (/TRECCANIARTE/)
un'accademia italiana, di cui facevano parte dieci patrizî italiani, tutti viventi in
(/index.html)
quella corte, con a capo Raimondo Montecuccoli. Il trentino Ascanio Triangi
CATALOGO (/CATALOGO/)
(1638-1696), consigliere reggente per l'Austria inferiore, scrisse la storia della
guerra contro l'imperatore Leopoldo I (1693). Giuniano Pierelli fu poeta a
Vienna, imperando Leopoldo (1658-1705), e scrisse il poema Vienna difesa. Il
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
bergamasco Niccolò Minato, verso la fine del sec. XVII inaugurò a Vienna la
serie dei poeti cesarei, che continuò, sino a Clemente Bondi, vissuto a Vienna
sino al 1821. Il gesuitaLIBRI
Giulio Solimani, da Fermo
(/TRECCANILIBRI/) (1595-1639), lesse filosofia a
ARTE (/TRECCANIARTE/)
un'opera storica, Azioni dei re d'Ungheria, che divenne poi l'Istoria della
Transilvania. Virginio Puccitelli daACQUISTA
San Severino, musicista e poeta, fu
(/EMPORIUM/)
segretario di Ladislao IV di Polonia; e Alessandro Cilli, tenore nella cappella
reale di Sigismondo III, scrisse due opere riguardanti la storia polacca. Antonio
Possevino, nunzio apostolico in Polonia, Ungheria, Svezia e Moscovia, stese
una diligente descrizione e storia dell'impero moscovita, una delle prime a
veder la luce su questo argomento. G. B. Donato veneziano, bailo a
Costantinopoli, scrisse osservazioni sulla letteratura dei Turchi (1688), che
sono la prima opera apparsa in Europa sulla cultura ottomana.
Sono note le relazioni con gl'Italiani di Federico il Grande, nella cui corte
troviamo l'Algarotti, poi Carlo Antonio Pilati, Carlo Denina, che divenne lo
storico di quel re e del movimento intellettuale
TRECCANI da lui promosso; Girolamo
CULTURA (/CULTURA/)
1736 al 1745. Il gesuita Antonio Macioni d'Iglesias (morto nel Paraguay nel
1755) pubblicò in spagnolo parecchie opere sui popoli americani. Benemeriti
degli studî americani furono anche i gesuiti
TRECCANI Francesco
CULTURA Salvatore Gilli, per
(/CULTURA/)
diciotto anni missionario a Quito. Anche negli Stati Uniti si esplica l'azione
degl'Italiani; basti ricordare il toscano Filippo Mazzei, già chirurgo a Smirne,
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
commerciante a Londra, che emigrò nella Virginia nel 1773. Quivi s'occupò
d'agricoltura, fondò un giornale per sostenere i diritti dei coloni, e con un libro
di ricerche storico-politiche sugli Stati Uniti contribuì a far conoscere
all'Europa la repubblica americana.
Impossibile seguire nel mondo i più ragguardevoli italiani nel secolo XIX, o
anche solo enumerare i viaggiatori che descrissero i loro viaggi,
gl'improvvisatori di versi e i nostri esuli letterati. Ci contenteremo anche qui di
rammentare alcuni italiani meno noti. Parigi, com'è naturale, fu piena d'Italiani
nell'età napoleonica. Tralasciando i più illustri, citeremo Giovanni Ferri da
Fano, che fu adoperato da Napoleone per il riordinamento delle pubbliche
scuole e scrisse molte opere in francese, e i filologi Giosafatte Biagioli e
Antonio Buttura. Più tardi, Pier Angelo Fiorentino. attivo e vivace giornalista,
fu collaboratore dei romanzi del Dumas; Giacomo Alessandro Bixio fondò con
M. Buloz la Revue des Deux Mondes; professore di archeologia nell'Accademia di
Francia fu il romano Pietro Ercole Visconti; presiedette all'lstituto storico di
Francia e fece una relazione in favore del taglio dell'istmo di Suez il genovese
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
documenti relativi alla storia del Río de la Plata. Dei viventi ricorderemo solo
Gabriele d'Annunzio, che tra il 1910 e il 1915 scrisse, in Francia, alcunidrammi
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Agli studî archeologici diedero un notevole contributo studiosi italiani, a
cominciare dagli umanisti, che visitarono spesso la Grecia e l'Oriente,
raccogliendo oggetti, epigrafi, descrizioni e disegni di monumenti: il maggiore
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
tra essi è Ciriaco d'Ancona, che tra il 1418 e il 1448 percorse le varie regioni e
isole della Grecia, l'Asia Minore, l'Egitto, lasciando preziosissime notizie. Nel
sec. XVII illustri viaggiatori e raccoglitori d'oggetti
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) antichi furono Manfredo
ARTE (/TRECCANIARTE/)
morte dello Champollion egli da solo pubblicò otto volumi dei Monumenti
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
dell'Egitto e della Nubia, e l'opera fu compiuta da altri Italiani; altri importanti
scavi eseguì nel 1830 l'emiliano Giuseppe Ferrini. Uno dei fondatori
(/index.html)
dell'assiriologia fu il piemontese Paolo Emilio Botta che scoprì Ninive, scavò il
CATALOGO (/CATALOGO/)
palazzo e la città del re Sargon I a Khorsabad (1837-44) e mandò gli oggetti
rinvenuti al Museo del Louvre. A Rodi Alfredo Biliotti scoprì dopo il 1868 la
necropoli di Ialiso e quelle vastissime
SCUOLApresso Calavarda, le cui ricche
(/TRECCANISCUOLA/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj… 1152/1196
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Riformatori. - Numerosi sono i pensatori italiani che nel sec. XVI, rifugiatisi
all'estero per aver aderito alle idee eretiche, apportarono un notevole
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Pietro Martire Vermigli, professore a Zurigo, in Germania, in Inghilterra,
contribuì quivi al riordinamento ecclesiastico, Pier Paolo Vergerio, fu
prosecutore di Lutero come controversista attivissimo nel Württemberg;
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Matteo Flacio Illirico influì con le "Centurie di Magdeburgo" sulla storiografia
tedesca; Girolamo Zanchi insegnò teologia e filosofia a Strasburgo e
Heidelberg; la sua opera Natura Dei (1576)ARTE
De(/TRECCANILIBRI/)
LIBRI offriva una prima filosofia della
(/TRECCANIARTE/)
religione; Giulio Pace da Vicenza, uno dei primi giuristi dell'epoca, insegnò
prima all'Accademia calvinistica di Ginevra, poi a Heidelberg, a Sedan, a
Montpellier, a Padova e infineTRECCANI
a Valence; Emanuele Tremellio, ebreo
CULTURA (/CULTURA/)
naturale e sulla teodicea precorrono quelle del Leibniz e quelle del Herbert di
Cherbury.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
L'influenza dei Socini - Lelio e soprattutto suo nipote Fausto, vero fondatore
del movimento sociniano e organizzatore dei dissidenti polacchi - si fece
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
sentire direttamente e immediatamente con i cripto-sociniani (Soner, Peuschel,
ecc.) all'università di Altorf, nella quale studiò il Leibniz, e sui movimenti
ecclesiastici arminiano, dei rimostranti, e latitudinario; indirettamente
attraverso una setta rimostrante sullo Spinoza, per venire a poco a poco
accettata nel Settecento dal mondo protestante.
furono oltre cento. Pietro Strozzi (1510-1558) combatté come generale delle
galere nella guerra franco-inglese,
difese Metz contro Carlo V, riconquistò
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Anche l'Impero si avvalse moltissimo dell'opera d'Italiani. Giovan Battista
Castaldo, napoletano, combatté come generale in Ungheria contro i Turchi e in
Fiandra; Gabrio Serbelloni, mantovano, combatté in Ungheria, difese
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Esztergom contro i Turchi, combatté contro la Lega smalcaldica, alla battaglia
di Lepanto, in Africa, e divenne generale supremo delle artiglierie e
degl'ingegneri imperiali. Il marchese
LIBRI Sforza Pallavicini,
(/TRECCANILIBRI/) parmigiano, fu capitano
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Agria (Eger) e di Giavarino (Györ), opere italiane nei cui lavori si successero
diecine e diecine di connazionali.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Al servizio francese troviamo, tra gli altri, Filippo Emanuele Gondi, (1581-
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
1662) generale delle galere, Tommaso di Savoia, ammiraglio, e il piemontese F.
M. Broglia che combatté in Fiandra e in Spagna e divenne maresciallo,
luogotenente generaleLIBRIe governatore della Bastiglia.
(/TRECCANILIBRI/) Al servizio dell'Impero è da
ARTE (/TRECCANIARTE/)
goriziano. Verso la fine del secolo altri Italiani raggiunsero i più alti gradi
nell'esercito imperiale: ISTITUTO
Enea Silvio di Caprara, bolognese, partecipò alle
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) guerre
contro Svedesi, Turchi e Francesi, fu maresciallo di campo, comandante
(/index.html)
supremo in Ungheria e vice-presidente del consiglio aulico; l'urbinate Federico
CATALOGO (/CATALOGO/)
Ambrogio Veterani difese Vienna nel 1683, organizzò la cavalleria ungherese,
poi combatté per 12 anni contro i Turchi. In tutte le accennate guerre non
mancano ingegneri militari italiani più specialmente addetti alle opere di
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
fortificazione; Giovanni Pieroni fu alla difesa di Vienna, poi rafforzò
Magyaróvár, Presburgo, Pest, Györ e Praga. Sempre in Germania, ma nel
campo contrario all'imperatore, era un altro famosissimo
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) architetto e ingegnere
ARTE (/TRECCANIARTE/)
militare, Rocco Linari, da Marradi, che nel 1578 era capo degl'ingegneri di
Brandeburgo, ministro di stato e consigliere: suo capolavoro è la fortezza di
Spandau e specialmente la cittadella
TRECCANI nell'isola
CULTURA al(/CULTURA/)
confluente della Sprea e del
Havel. In Polonia si ricordano Giovan Battista Fediani, lucchese, capitano delle
artiglierie e governatore di Varsavia nel 1573: Alessandro Guagnin che
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
combatté in Moldavia e in Moscovia e a 35 anni era governatore di Vitebsk;
Annibale Porrone, lombardo, fu generale maggiore del regno. A cavallo tra i
secoli XVII e XVIII rifulge la grande figura di Eugenio di Savoia, uno dei
maggiori genî militari dei tempi moderni.
impiantò una scuola del genio militare e nel 1774 fu fatto nobile al pari di
Giuseppe Sagramoso per il valore dimostrato in guerra. Un forte gruppo
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
d'Italiani in questo secolo XVIII furono elevati ai più alti gradi militari
(/index.html)
dell'Impero. Il marchese Alessandro Maffei, veronese, maresciallo di campo,
CATALOGO (/CATALOGO/)
governatore di Namur, cooperò validamente alle grandi vittorie del principe
Eugenio contro i Turchi; e il pugliese Francesco Saverio Marullo fu
feldmaresciallo, consigliere di stato e di guerra. Francesco del Guasco, cuneese,
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
servì prima nell'esercito russo, poi in quello austriaco; divenne maresciallo; per
la sua difesa di Schweidnitz (1762) contro Federico II fu detto il Leonida del
sec. XVIII. Quasi a lui LIBRI
contemporaneo fu il generale
(/TRECCANILIBRI/) Pietro Alessandro conte
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Uomini politici. - Oltre ai militari, non pochi uomini politici italiani hanno
lasciato il loro nome legato allaTRECCANI
storia diCULTURA
altri paesi, sulla quale alcuni di essi
(/CULTURA/)
Cina; G. B. Pastene, verso la metà del '500, fu più volte presidente del cabildo di
Santiago del Chile.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
CATALOGO (/CATALOGO/)
Scienziati. - Con la scuola di Salerno (v. medicina) sorge il primo centro della
scienza rinnovata, i cui maestri sono ricercati dappertutto; verso di essa
convergono discepoli da ogni parte d'Europa.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
movimento i cui frutti si vedranno solo nei secoli successivi, ma i cui autori
rimangono anonimi: come anonimi sono i compilatori, certamente italiani, di
quel libro di alchimia che per lungo tempo
TRECCANI fu attribuito
CULTURA all'arabo Geber, e da
(/CULTURA/)
cui si può dire cominci la chimica occidentale. Nei secoli XII e XIII ci appare fra
i medici Lanfranco, che nel 1295 insegnò chirurgia a Parigi e vi ebbe
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
numerosissimi allievi. Nell'università di Parigi abbondavano i dottori italiani;
nei secoli XIV e XV si segnalarono varî chimici, alchimisti, artefici e clerici
vagantes, la cui personalità purtroppo sfugge alla documentazione critica, come
sfugge anche quella d'uno dei loro principali maestri, Arnaldo da Villanova. Fra
i medici si segnala Pantaleone da Confienza, che viaggiò molto, ed esercitò
anche in Polonia.
Nicola Buccella, di Padova, che nel 1576 andò in Polonia e fu medico di Stefano
Báthory; Cristoforo Guarinoni,
chiamato da Rodolfo II a Praga, ne divenne
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Nel sec. XVII che segna, con la scuola di Galileo, l'espansione della fisica e
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
dell'astronomia italiana, domina a Parigi la celebre dinastia dei Cassini, che si
possono ben a ragione considerare i fondatori dell'astronomia francese: Gian
Domenico Cassini, il figlio Giacomo, i nipoti Cesare Francesco Cassini di
Thury, e Giacomo Filippo Maraldi, e il pronipote Giacomo Domenico Cassini.
Fra i medici ricordiamo Gerolamo Brassavola, di Ferrara (1628-1705) che fu
medico di Cristina di Svezia; Giuseppe Cervi, di Parma (1663-1748), invitato in
Spagna dalla regina Elisabetta, divenne primo medico del re Filippo V e della
famiglia reale; Raimondo Giovanni Forti, di Verona (1603-1678), fu chiamato
a Vienna a curare Leopoldo II; Pio Nicolò de Garelli, di Bologna (1670-1739),
fu medico personale di Carlo VI, curò il re del Portogallo, fu presidente della
biblioteca imperiale di Vienna; Angelo Sala, di Vicenza, dal 1609 al 1625
esercitò la medicina a Winterthur (Svizzera), a Zurigo, all'Aia, ad Amburgo, nel
1625 venne nominato medico del duca Giovanni Alberto II di Meclemburgo e
morì a Bützow nel 1637, lasciando varie notevoli opere medico-chimiche.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Nel sec. XVIII vanno ricordati anzitutto il nome di Giuseppe Luigi Lagrange, a
torto rivendicato dalla Francia,
il creatore della meccanica analitica, che
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
studiarvi una epidemia di peste, per dieci anni fu medico militare in Dalmazia e
(/index.html)
in Polonia, si recò poi all'Avana (1815) per studiarvi la febbre gialla e vi morì di
CATALOGO (/CATALOGO/)
tale malattia.
moltissimi altri.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Viaggiatori ed esploratori. - Tutti i viaggiatori ed esploratori sono da
annoverare, per la loro stessa attività, fra gl'Italiani all'estero, ma di ciascuno si
parla alle singole voci. Qui ricorderemo, in uno sguardo complessivo, solo
alcuni dei maggiori. Nel sec. XIII Giovanni da Pian del Carpine, francescano,
inviato da Innocenzo IV in missione ai Tartari, penetrò per primo nel centro
dell'Asia e lasciò una relazione preziosa del paese e delle genti; Niccolò, Matteo
e Marco Polo svelarono agli Europei la Cina, dove soggiornarono per un
ventennio; il libro di Marco costituì per lungo tempo la massima fonte delle
conoscenze sull'Asia orientale e meridionale. I fratelli Vivaldi, genovesi,
tentarono una spedizione intorno all'Africa, di cui si ignorò per sempre la
sorte.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj… 1171/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
CATALOGO (/CATALOGO/)
Alla fine del sec. XV e al principio del XVI Cristoforo Colombo, genovese,
travalica per primo l'Atlantico e credendo di aver raggiunto l'Asia, rivela invece
in 4 viaggi le Antille e i paesi intorno al Mediterraneo americano, toccando
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
anche per primo il continente presso le foci dell'Orenoco; Giovanni Caboto
raggiunge l'isola di Terranova e l'estuario del S. Lorenzo; Amerigo Vespucci, in
due grandi navigazioni, riconosce
LIBRI per intero ARTE
(/TRECCANILIBRI/) la costa dell'America Meridionale
(/TRECCANIARTE/)
forse fin oltre il Río de la Plata. Sebastiano Caboto riprende l'opera del padre,
esplora per Carlo V le coste dell'America Meridionale, poi, stabilitosi in
Inghilterra, dirige l'attività d'una grande
TRECCANI compagnia
CULTURA di esplorazioni marittime;
(/CULTURA/)
Ancora nel sec. XVI Paolo Centurione visita la Russia e propone nuove vie al
commercio veneto. Lodovico de Varthema visita l'Arabia la Persia, l'India;
Giovanni da Empoli e Andrea Cassali navigano i mari delle Indie e dell'Asia
orientale; Cesare de' Fedrici visita la Mesopotamia; Filippo Sassetti soggiorna a
lungo nell'India; Matteo Ricci nella Cina, della quale studia e illustra caratteri,
usi, costumi; Francesco Carletti mercante fiorentino, compie un giro intorno al
mondo. Nel sec. XVII emerge Pietro Della Valle romano, che percorre a lungo
la Turchia, la Mesopotamia, la Persia, l'India. Francesco Negri visita la
Scandinavia fino al Capo Nord, Antonio Zucchelli soggiorna per sei anni nel
bacino del Congo e nell'Angola.
Nel sec. XVIII due gesuiti, l'uno, il missionario trentino Eusebio Chini percorse
e riconobbe la California e regioni contermini, l'altro, il pistoiese Ippolito
Desideri penetrò nell'inaccessibile Tibet e ne lasciò una descrizione che è
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preziosa fonte di notizie sulle condizioni di quel paese al principio del secolo.
Lorenzo Boturini percorse alla
e studiò il Messico, Marco dalla Tomba l'India;
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
scoprì alcune sorgenti del Rio delle Amazzoni; Agostino Codazzi, esploratore
del Venezuela e regioni contermini; Giacomo Bove, che viaggiò nell'Argentina,
nella Patagonia e nella Terra del Fuoco;CULTURA
TRECCANI in Asia(/CULTURA/)
e in Oceania Luigi Maria de
Albertis, Odoardo Beccari e lo stesso G. Bove che esplorarono Borneo, le Indie
Olandesi, la Malesia, la Papuasia, ecc.; il duca degli Abruzzi e Filippo de Filippi
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
che condussero importanti spedizioni scientifiche nel Karakorum. Sono legati
alla storia della conoscenza dell'Egitto i nomi di G. B. Belzoni, Ippolito
Rosellini, Giuseppe Ferlini, ecc.; esplorarono le regioni dell'alto Nilo e dei
grandi laghi equatoriali Orazio Antinori (che poi studiò a lungo l'Etiopia),
Giovanni Miami, Carlo Piaggia, Romolo Gessi, valoroso combattente contro i
mercanti di schiavi, e Pellegrino Matteucci, che con Alfonso M. Massari fu il
primo a traversare l'Africa dal Mar Rosso al Golfo di Guinea. Memorabili le
spedizioni di Vittorio Bottego alla scoperta del corso del Giuba e dell'Omo. Il
duca degli Abruzzi compì l'ascensione delle più alte vette del Ruwenzori (1905),
e riconobbe le sorgenti dell'Uebi Scebeli (1928). Anche nelle Terre Polari
Artiche si spinse la sua meravigliosa attività di viaggiatore: con Umberto Cagni
compì la spedizione della Stella Polare, che raggiunse 86°33′49″ di lat.; e, primo
tra gli Europei, esplorò l'Alasca ed ascese il Monte S. Elia (1897).
prima ambasceria seguì l'altra spedita allo stesso Gran Khan da S. Luigi IX re di
(/index.html)
Francia nel 1252 nella quale accanto al suo capo, il minorita fiammingo
CATALOGO (/CATALOGO/)
Guglielmo di Ruysbroek si trova fra Bartolomeo da Cremona.
Contemporaneamente ai cordiglieri i frati predicatori con la congregazione da
essi istituita dei Pellegrinanti perSCUOLA
Cristo formano missionarî per la conversione
(/TRECCANISCUOLA/)
dell'Oriente, sotto il qual nome si comprendeva allora vagamente tutto
l'immenso e mal noto territorio ad oriente dell'Europa. Nel luglio 1253 questi
"domenicani pellegrinanti
LIBRI per Cristo", tra i quali
(/TRECCANILIBRI/) ARTEtroviamo fra Nicolò da
(/TRECCANIARTE/)
Tartari, degli Ungheri e delle altre nazioni infedeli dell'Oriente". Già prima del
1280 il dotto frate predicatore Ricoldo da Monte di Croce (morto nel 1320)
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
percorrendo la Palestina, la Siria, la Turchia Asiatica, s'inoltrava fino alla
Tartaria, polemizzando con i musulmani, e tornato in Italia, dettava la
descrizione dei suoi viaggi pubblicata soltanto nel 1793 a Firenze.
I viaggi iniziati nel Duecento dai due grandi ordini mendicanti proseguono con
maggior frequenza nella prima metà del secolo XIV, allorché Giovanni XXII
con la bolla Redemptor del 1 aprile 1318, ebbe assegnato alla giurisdizione dei
frati predicatori l'Impero Persiano, compresa l'Armenia, il Turkestan, con le
due Bucarie e la parte occidentale dell'India; e ai frati minori il Kipciak (Mar
Nero e Caucaso), l'Asia Minore, la Cina. Vennero allora in campo tre eroici
francescani: Giovanni da Montecorvino (1247-1328), che stabilisce nella Cina
la gerarchia cattolica e ne è primo arcivescovo; il b. Oderico da Pordenone
(1286-1331) che ci lascia una preziosa relazione dei suoi viaggi attraverso la
Cina, il Tibet e la Persia; Giovanni de' Marignolli (morto verso il 1358) che,
entrato nel 1342 in Cambalu (Pechino) con l'ambasceria di frati minori spedita
da Benedetto XII al Gran Khan Scium-ti, si ferma in Cina circa quattro anni, e
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Nelle missioni del Tonchino e della Cocincina, fondate dal gesuita genovese
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Francesco Buzomi, si segnalarono i gesuiti Giuliano Baldinotti di Pistoia (1591-
1631), Cristoforo Borri di Milano e il genovese Gian Filippo de Marini, autori,
questi due ultimi, di Relationi (1631-1663) illustranti i regni della Cocincina e
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
del Tonchino. In questa prima metà del Seicento fiorisce nel Madura, levando
di sé gran fama, il gesuita Roberto de Nobili se non superato, certo agguagliato
nella conoscenza della lingua tamil, badaga e malayālam, dal suo confratello
veneto e successore, il padre Giuseppe Costantino Beschi (1680-1742), stimato
il più gran poeta del sec. XVIII per un suo poema in lingua tamil. Col De Nobili
e il Beschi va di conserva il pistoiese Ippolito Desideri (1684-1733), giunto in
breve tempo a possedere la lingua dei Tibetani, autore delle fondamentali
Notizie istoriche del Tibet. Emuli del Desideri furono i cappuccini marchigiani dai
quali venne fondata e nelle cui mani per otto lustri rimase (1705-1745) la
missione nel paese dei Lama: Francesco Orazio da Pennabilli (Pesaro-Urbino)
che in 22 anni di soggiorno nel Tibet ne studiò profondamente la lingua;
Cassiano Beligatti da Macerata, Giuseppe da Ascoli, Giuseppe M. Bernini da
Gargnano, Domenico da Fano e altri parecchi: a costoro si deve l'introduzione
dei tipi tibetani in Europa.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
merito e studio loro è la maggior parte dei monumenti che illustrano la storia
di questa parte dell'Oriente; si ricordino le Croniche ovvero Annali di Terra
Santa di fra Pietro Verniero daTRECCANI
Montepeloso (l'odierna Irsinia) morto nel 1660.
CULTURA (/CULTURA/)
Scarso fu il numero dei missionarî italiani nelle Americhe. Nel Canada, tuttavia
si segnalò il gesuita romano Francesco Giuseppe Bressani (1612-1672),
matematico e astronomo, autore di quella Relatione d'alcune missioni dei pp. della
Compagnia di Gesù nella Nuova Francia, che rimane anche al presente pregevole
fonte per la conoscenza dei costumi delle tribù indigene del settentrione
americano. Non molto dopo il Bressani venivano in fama in California e in
Arizona Eusebio Chino o Chini (1645-1711) nato in Segno nel Trentino,
altrettanto eroico missionario quanto intrepido esploratore, e Giovanni
Salvaterra (1648-1717) suo emulo nelle esplorazioni in California.
Contemporaneo del Chino fu il siciliano Francesco M. Piccolo (1650-1729) che
durante 46 anni evangelizzò i selvaggi del Taraumara nel Messico e quelli delle
barbare tribù californiane. Nell'America Meridionale, le Riduzioni del Paraguay
fondate e dirette dai gesuiti spagnoli, ricevettero nei confratelli d'Italia validi
collaboratori; e collaboratori italiani s'ebbero pure i francescani spagnoli,
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Mazzucconi, e Paolo Reina (morto nel 1861), fatte le prime felicissime prove
tra i pagani della Birmania orientale, passò nel 1882 in Colombia a reggervi
come vescovo la diocesi di Cartagena.
TRECCANIAi sacerdoti
CULTURA della Pia Società Salesiana
(/CULTURA/)
Frattanto prendeva incremento la Missione del Brasile, avviata dai gesuiti italiani
della provincia di Roma. Benché i Portoghesi siano stati i primi missionarî nel
Brasile, anche l'Italia sin dal sec. XVII vi aveva mandato i suoi, tra i quali nel
sec. XVIII il comasco Gabriele Malagrida (1689-1761) giustiziato sotto il
marchese di Pombal. Dopo l'espulsione dei gesuiti dalle terre della corona di
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Durante il sec. XIX non pochi religiosi italiani emigrarono nelle Americhe ove
si dedicarono al sacro ministero, all'insegnamento
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) delle lettere e delle scienze, e
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Boston, Washington e Holy Cross. Altri loro confratelli, ricevuta nel 1869 la
missione del Nuovo Messico e Colorado, diedero opera alla diffusione
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
della
religione e della cultura in quelle regioni: istituirono scuole primarie e
(/index.html)
secondarie, stamparono periodici e opuscoli, nel quale genere di opere si rese
CATALOGO (/CATALOGO/)
insigne il napoletano Giuseppe Marra (1844-1914), per molti anni capo della
missione.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Due figure, entrambe appartenenti al sec. XlX giganteggiano nel campo delle
missioni africane: il cappuccino Guglielmo Massaia e il bresciano Daniele
Comboni che dedicò tuttaLIBRIla vita all'evangelizzazione
(/TRECCANILIBRI/) dei Negri per mezzo d'un
ARTE (/TRECCANIARTE/)
clero indigeno educato sino dalla fanciullezza ai costumi e alla pietà cristiana, e
per attuare questa idea fondò in Verona l'Istituto delle missioni per la Nigrizia.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
mostrando le procure dei consoli dei mercanti di Alba, Asti, Bologna, Firenze,
Genova, Lucca, Milano,ISTITUTO
Piacenza,
Pistoia, Siena, Venezia; e dal 1288 appare
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
sulla base familiare o su quella più larga delle consorterie, e più ancora i gruppi
di compagnie di una o di più città.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
contrasti, agli armatori delle ricordate città. Spingendosi, poi, sempre più
(/index.html)
addentro oltre il bordo del mare, i mercanti di quelle nostre città marinare si
CATALOGO (/CATALOGO/)
congiunsero con quelli di molte altre dell'interno, inoltratisi già nell'Inghilterra
ove Rolando di Poggio e compagni erano, nella seconda metà del Duecento,
ricevitori dei dazî d'esportazione dei principali porti del regno.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Da Asti si diressero per tempo oltre i monti gli Alfieri, gli Asinari, i Da Saliceto,
i Garetti, i Malabaila, iLIBRI
Pelleta, i Roveri, gli Scarampi,
(/TRECCANILIBRI/) i Solari, i Toma, a cui
ARTE (/TRECCANIARTE/)
documenta, per il '300, una vera invasione di Astigiani, contiene anche l'elenco
di tutta la nobiltà locale che, obbligata ad essi a causa dei mutui, finì per cedere
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
feudi, castelli, signorie. Da Lucca partirono i Barca, i Burlamacchi, i Calcinelli, i
Cenami, i Corbolani, i Forteguerra, i Guinigi, i Moriconi, gli Onesti, i Riccardi,
i Rapondi, gli Schiatta, gli Spiafame, i Trenta, i quali, sebbene giungessero essi
pure fino all'Inghilterra, e vittoriosamente vi si affermassero come i Riccardi,
posero radici soprattutto in Francia. Per ciò che riguarda Siena, sappiamo che,
a metà del Duecento, si trovavano in Francia (e molte società avevano filiali
anche in Fiandra, in Inghilterra, in Germania) le compagnie dei Bonsignori, dei
Cacciaconti, dei Fini, dei Gallerani, dei Salimbeni, degli Squarcialupi, dei
Tolomei, degli Ugolini, dei Vincenti. Anche il sec. XIV conobbe, almeno
all'inizio, la fortuna economica di Siena, scossa ma non del tutto rovinata dal
fallimento della "magna tavola" dei Bonsignori, e dalla concorrenza dei
capitalisti di Firenze. Nei primi anni del Trecento erano ancora ben saldi
all'estero i Cinughi, i Forteguerri, i Malavolti, i Rossi, gli Squarcialupi, i
Tolomei, e ricchissimi i Salimbeni. Il nome di Pistoia era noto in molte
contrade d'Europa per le compagnie degli Ammannati, dei Cancellieri, dei
Dondori, dei Panciatichi, dei Partini, dei Simiglianti. Il nome di Firenze,
illustrato dal trionfante fiorino d'oro, risuonava in ogni angolo d'Europa ove si
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Il ricordo di queste più note e più forti compagnie è legato, in Italia e anche
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
all'estero, a opere d'arte, a imprese militari, a fatti politici, a gesta diplomatiche.
Del resto nei secoli in cui si ebbe tale dovizia d'imprese italiane fuori d'Italia (e
fino alla fine del Trecento) all'estero le associazioni
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) formate da indigeni furono
ARTE (/TRECCANIARTE/)
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
A poco a poco (dai primi del Trecento) persecuzioni di sovrani e ostilità delle
popolazioni; la crescente necessità di disporre di capitali sempre più forti
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) per
più vasti finanziamenti d'imprese militari di più largo stile; lo sforzo per
(/index.html)
trionfare della concorrenza del nascente capitalismo locale, portarono
CATALOGO (/CATALOGO/)
all'eliminazione delle compagnie più deboli, favorita anche dalle condizioni
politiche della penisola, ove il trapasso dalla forma comunale a quella signorile
contribuì alla decadenza di molte città. Però la volontà di tener testa alle
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
necessità supreme si accentuò ogni giorno, e culminò nel colossale
finanziamento delle prime campagne della guerra dei Cento anni, parallelo al
quale procedette l'accentramento in poche mani,
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTEsoprattutto di Fiorentini, di
(/TRECCANIARTE/)
tutta la vita economica inglese. Dopodiché si giunse ai fallimenti del 1345, che
segnano la fine del primo periodo del capitalismo italiano.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Il secondo periodo, che si protrae sino ai primi del Seicento, si presenta con
altre caratteristiche, in armonia con le mutate condizioni politiche ed
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
economiche europee. Nella diminuita importanza del fattore italiano nel
complesso dell'economia europea, la riduzione del traffico delle merci appare
più sensibile della riduzione del traffico del danaro, il quale fu esercitato in
condizione pressoché di monopolio (diviso con le grandi formazioni
capitalistiche tedesche). In questo secondo periodo, i mercanti italiani
preferirono frequentare quelle zone del settore europeo che furono più ricche
di avvenimenti politici. Ma se l'Inghilterra passò in seconda linea di fronte agli
stati del continente, vi troviamo ricostituita, quasi un'ombra però di quella d'un
tempo, la compagnia dei Bardi; sappiamo anche dell'attività in Inghilterra d'una
succursale del banco Filippo Borromei che aveva la sede centrale a Milano;
conosciamo molti mercanti, i Medici soprattutto, nella seconda metà del
Quattrocento, che continuarono a esportare la lana, in limiti sempre più ridotti
per l'indirizzo protezionistico dell'industria locale dei panni. Nell'Europa
continentale si distinguono due settori: il centro-orientale e il nord-
occidentale: nel primo dei quali gl'Italiani si diedero prevalentemente, tranne
che nei territorî dell'attuale Confederazione Elvetica, alla direzione e allo
sfruttamento delle miniere, e nel secondo attesero, in modo particolare, a
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
operazioni finanziarie. Sul territorio tedesco, dove avevano preceduto dalla fine
del Trecento gl'intraprenditori e
indigeni come appaltatori, specie nel Tirolo
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
La Polonia era conosciuta dai nostri mercanti fin dal Duecento, da quando cioè
i ricevitori pontificî delle decime, quasi tutti italiani, avevano affidato le somme
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
raccolte alle compagnie toscane aventi succursali a Bruges. Quando prese a
svilupparsi una vera immigrazione con carattere commerciale, si posero
naturalmente alla testa i GenovesiACQUISTA
che provenivano
(/EMPORIUM/)
dalle colonie del Mar Nero;
e poi seguirono Lucchesi, Bolognesi, Fiorentini e Veneziani. Gli anni più
fortunati di tale attività furono quelli dal 1333 al 1434, che videro i regni di
Casimiro il Grande, di Luigi d'Ungheria e di Ladislao II: dopo i quali ci si avviò
alla decadenza. Nel periodo migliore, tanto le saline della zona di Cracovia,
quelle cioè di Bochnia e di Wieliczka, quanto quelle di Leopoli, ossia di
Drohobycz, Dolina e Przemyśl, furono governante da "supparii" italiani, che
furono di solito anche podestà del luogo ed ebbero parte notevole nella
legislazione mineraria del 1368. Si ricordano tra i principali: dei Genovesi
alcuni appartenenti alla famiglia Cavallo; Goffredo Fattinanti supparius
generalis"; Francesco di Cantello, aggregato alla nobiltà di Leopoli nel 1409;
Giulio de Valentariis, morto ricchissimo nel 1468. Dei Veneziani il principale
fu Pietro Bicarani, che batté anche moneta alla zecca regia. Tra i Fiorentini,
Leonardo Bartoli, egli pure monetiere, l'ultimo suppario italiano delle saline
occidentali, Pierozzo di Talento Tedaldi, morto nel 1495; Ottaviano Gucci
"supparius Russie et magnus benefactor fratrum". Nell'Europa del nord i
principali accentramenti si ebbero in Brabante e in Fiandra dove la banca
Medici di Firenze, che aveva diramazioni ad Avignone, Basilea, Costanza,
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
In Oriente, invece, i mercati, fonte della ricchezza d'un tempo, erano ormai
chiusi o si stavano chiudendo per i nostri uomini d'affari. Si è detto del
progressivo ritiro delle colonie genovesi. I Fiorentini avevano a Pera soltanto
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
15 case di commercio nel 1551, che si ridussero a quattro nel 1554 e ad una nel
1556. Quanto ai Veneziani, che videro succedersi i fallimenti delle società
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
bancarie dalla metà del Quattrocento, essi seguitarono i loro traffici fino alla
(/index.html)
metà del secolo successivo, ma prima la guerra di Cipro, poi quella degli
CATALOGO (/CATALOGO/)
Uscocchi e infine quella di Candia condussero a una rovina irreparabile. Dal
Seicento gli Italiani si spostarono anche verso il nuovo centro dell'economia
europea, l'Olanda, da dove alcuni partirono per le lontane colonie: come il
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
lucchese Ottavio Sardi, che dopo aver commerciato ad Amsterdam dal 1755 al
1773, mosse nel 1774 per la Guinea e vi organizzò una fiorentissima
piantagione di cotone LIBRI
e di caffè. Ma non abbandonarono
(/TRECCANILIBRI/) tuttavia il loro
ARTE (/TRECCANIARTE/)
vecchio centro di Anversa, dove nel 1705 il veneziano Pietro de Prioli, che fu
uno dei direttori della Compagnia di Ostenda, fondò una grande banca che
negoziò i prestiti della monarchia austriaca.
TRECCANI I figli
CULTURA di Pietro, Baldassarre e Carlo,
(/CULTURA/)
attrezzarono anche alcune aziende industriali, che fallirono nel 1781. Però le
notizie che si hanno dei nostri mercanti all'estero in quest'ultimo periodo, se
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
permettono di affermare che essi si trovarono ancora numerosi al di là delle
Alpi, non consentono di precisare la loro funzione e la loro importanza: la
quale non deve essere stata però di grande rilievo.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
relazioni di Genova con l'Impero Bizantino, in Atti della Società ligure di storia patria,
XVIII; per gli ecclesiastici la Series Episcoporum; per gli esploratori le varie
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
relazioni di viaggi e le pubblicazioni quale l'Indicazione di opere e documenti sopra
i viaggi, le scoperte, le carte nautiche, il commercio, le colonie degli Italiani nel
Medioevo, Lucca 1862; ecc. TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Opere generali: F. Carloni, Gli Italiani all'Estero dal sec. VIII ai dì nostri, Città di
Castello 1888-1908, voll. 3; L. Benvenuti, Dizionario degli Italiani all'Estero,
Firenze 1890; E. Verga, Gli Italiani all'Estero all'Esposizione di Milano, in La Nuova
Antologia, 1907; C. Rusconi, Le emigrazioni italiane da Dante ai nostri giorni,
Torino 1853-54, voll. 2; G. Heyd, Le colonie commerciali degli Italiani in Oriente
nel Medioevo, trad. di Giuseppe Müller, Venezia 1866-68, voll. 2; A. Schaube,
Storia del commercio dei paesi latini nel Mediteraneo; Torino 1915; F. L. Pullè, Le
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj… 1191/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
l'Oriente cristiano e coi Turchi ino al 1531, Firenze 1879; C. Pagano, Delle imprese
e del dominio dei Genovesi nella Grecia, 2ª ed., Genova 1852; A. Vigna, Codice
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
diplomatico delle colonie Tauro-liguri, Genova 1868-71; P. Amat di S. Filippo,
Biogra ie dei viaggiatori italiani e bibliogra ia delle loro opere, Roma 1875-1882; C.
Bertacchi, Geogra i ed esploratori contemporanei,
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) Milano
ARTE 1929; O. F. Tencajoli,
(/TRECCANIARTE/)
Principesse sabaude nella storia di altri Paesi, Roma 1930; G. Gerola, Artisti trentini
all'Estero, Trento 1930; F. C. Chuch, The Italian Reformers (1534-64), New York
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
1932; C. Manfroni, L'opera del Genio Italiano all'estero: I Colonizzatori Italiani
durante il Medioevo e il Rinascimento, I, Roma 1933; L. A. Maggiorotti, L'opera del
Genio Italiano all'estero: Architetti edACQUISTA militari nel Medioevo, Roma 1933.
(/EMPORIUM/)
architetture
Opere particolari: F. Quillet, Le arti italiane in Ispagna, ossia storia di quanto gli
artisti italiani contribuirono ad abbellire le Castiglie, Roma 1825; P. Peragallo,
Cenni intorno alla colonia italiana in Portogallo nei secoli XIV, XV, XVI, in
Miscellanea di storia italiana, XL (1904); A. Baschet, Les comédiens italiens à la cour
de France sous Charles IX, Henri III, Henri IV et Louis XIII, Parigi 1882; C. Piton,
Les Lombards en France et à Paris, Parigi 1892-93, voll. 2; E. Monaci, Gli Italiani
in Francia durante il Medioevo, in Atti Acc. Lincei, rend. sedute solenni, I (1892-
1901); Charpin Feugerolle, Les Florentins à Lyon, Lione 1894; R. Picot, Les
Italiens en France au XVIe siècle, Bordeaux 1902; J. Mathorez, Notes sur les Italiens
en France du XIIIe siècle jusqu'au règne de Charles VIII, Bordeaux 1918; E.
Rodocanachi, Les médicins et les astrologues italiens en France, in Études et fantaisies
historiques, Parigi 1919; N. Giacchi, Il contributo militare degli italiani durante il
periodo napoleonico (1796-1818), in Bollettino U f. storico stato maggiore, II (1927); F.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj… 1192/1196
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au XVIe et(/CATALOGO/)
Galiffe, Le refuge italien de Genève CATALOGO XVIIe siècles, Ginevra 1881; M.
Landau, Die italienische Literatur am österreichischen Hofe, Vienna 1879; trad. ital.
di G. A. De Stein Rebecchini, Aquila 1880; S. Ciampi, Notizie di medici, musicisti
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
e artisti italiani in Polonia e polacchi in Italia, Lucca 1830; L. Fournier, Les
Florentins en Pologne, Lione 1893; F. F. De Daugnon, Gli Italiani in Polonia dal sec.
IX al XVIII, Crema 1905-1906, voll. 2; G. Ptasnik,
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) Gli Italiani a Cracovia dal sec.
ARTE (/TRECCANIARTE/)
VEDI ANCHE
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj… 1193/1196
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Roma Milano
Città del Lazio, capitale della Repubblica
ISTITUTO (/ISTITUTO/) Comune della(/MAGAZINE/)
MAGAZINE Lombardia (181,7 km2 con
Italiana; capoluogo di regione e di provincia 1.299.633 ab. nel 2008), capoluogo di
(Comune di 1307,7 km2 con 2.718.768 ab. nel
(/index.html) provincia e di regione. Seconda città in Italia,
2008). ● Il problema dell’etimologia del nome dopo Roma, per popolazione e con un’area
CATALOGO
di Roma si era presentato già alla mente degli (/CATALOGO/)
metropolitana di oltre 3 milioni di abitanti,
antichi, ma le soluzioni da essi offerte non costituisce la massima concentrazione delle
reggono alla critica scientifica. ... forme più moderne e dinamiche
(/enciclopedia/roma/) dell’economia del ... (/enciclopedia/milano/)
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Napoli Torino
Comune della Campania (117,3 km2 con Comune del Piemonte (130,2 km2 con
973.132 ab. nel 2008, detti Napoletani; 908.263 ab. nel 2008), capoluogo di provincia
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
3.100.000 ab. considerando l’intera e di regione. Sorge alla confluenza della Dora
agglomerazione urbana), capoluogo di Riparia con il Po, in un’area alluvionale (239
provincia e di regione. ● Il centro più m s.l.m.) compresa fra l’anfiteatro morenico
notevole del Mezzogiorno d’Italia per di Rivoli
TRECCANI CULTURA e una serie di colline situate a
(/CULTURA/)
ampiezza demografica, tradizioni storiche e oriente (fra cui, la collina di Superga). ...
rilevanza dell’apparato economico, ... (/enciclopedia/torino/)
(/enciclopedia/napoli/)
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
CATEGORIE
DIRITTO COMMERCIALE
(/enciclopedia/scienze_sociali_e_storia/dirit
in Diritto
Italia
(/enciclopedia/italia_res-7cf49f80-7f26-11e6-
9672-00271042e8d9_%28Atlante-
Geopolitico%29/)
Atlante Geopolitico 2016 (2016)
bandiera posizione
mappa informazioni principali L’Italia
costituisce il quarto stato dell’Unione
Europea (Eu) in termini di
popolazione e ricchezza economica. In
virtù della propria collocazione
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj… 1194/1196
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(/index.html) Italia
(/enciclopedia/italia_res-6cb53ba6-fe2c-
CATALOGO (/CATALOGO/)
11e4-9760-00271042e8d9_%28Atlante-
Geopolitico%29/)
Atlante Geopolitico 2015 (2015)
bandiera posizione
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/) mappa
Informazioni principali Dati generali
L’Italia costituisce il quarto stato
dell’Unione Europea (Eu) in termini di
LIBRI (/TRECCANILIBRI/)
popolazione e ricchezza economica. In
ARTE (/TRECCANIARTE/)
virtù della propria collocazione
geografica, il paese si pone
all’intersezione di due aree regionali
strategicamente rilevanti: ...
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
ITALIA
(/enciclopedia/italia_res-3eb6f180-4526-
11e7-a2fd-00271042e8d9_%28Enciclopedia-
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Italiana%29/)
Enciclopedia Italiana - IX Appendice
(2015)
Demografia e geografia economica.
Condizioni economiche. Politica
economica e finanziaria. Storia.
Architettura. Bibliografia. Letteratura.
Bibliografia. Cinema Italia Demografia
e geografia economica di Fabio
Amato. – All’ultimo censimento
(2011), la popolazione residente era di
59.433.744 ab., ...
Italia
(/enciclopedia/italia_%28Atlante-
Geopolitico%29/)
Atlante Geopolitico 2014 (2014)
bandiera posizione mappa L’Italia
costituisce il quarto stato dell’Unione
Europea (Eu) in termini di
popolazione e ricchezza economica. In
virtù della propria collocazione
geografica, inoltre, la penisola si pone
all’intersezione di due aree regionali
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj… 1195/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
CATALOGO (/CATALOGO/)
VOCABOLARIO
salva-Italia (/vocabolario/salva-
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
italia_%28Neologismi%29/)
(salva Italia) agg. e salva-Italia m. inv.
Che, chi ha la funzione, l’obiettivo di
giovare alle sorti dell’Italia; in senso più
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) esteso
ARTE (e spesso scherz.), che, chi dà un
(/TRECCANIARTE/)
aiuto provvidenziale alla risoluzione di
una situazione molto difficile. ◆ DI
NATALE...
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