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Q UES TO SI TO W E B UTILIZ ZA I C OOKI E P ER A S S I CURA R E U NA MIG LIO RE ES P ER IEN ZA DI NAVIG AZ ION E, OLT RE AI
ISTITUTO
CO OK IE DI NAT URA TE CN ICA S ONO (/ISTITUTO/)
U TI L IZZATI MAGAZINE
A NCH E C O OK IE DI P RO FILA ZIO(/MAGAZINE/)
NE UT EN T E E CO O KIE D I T ERZ E
PARTI . P ER SA P E RN E DI P IÙ , CO NO SC ER E I CO OK IE UT ILIZZ AT I ED E S PR IME RE IL TU O CO N SE NSO ACCED I AL LA
PA GI N A C O OK IE (/F OOTE R/C OOK IE S . HTML ) - S E P ROS E G UI N ELLA NAVIGAZIO NE DI Q U ESTO SITO AC CO NSEN TI
(/index.html) A L L’UT ILIZZ O D EI CO OK IE .
CATALOGO (/CATALOGO/)
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
ITALIA
di G. Car., *, R. A., V. N., R. A., A. Bé., G. Col., G. S., R.
ACQUISTA A., R. B., R. A., Gi. Co., *, El. M., A. Alb. - G.
(/EMPORIUM/)
Tom., L. Cha., C. d. A., Gi. Co., A. M. R., Le. Se., G. Ga., U. An., G. Car., Ar. Mo., G. Vol., N. Ro., A.
M. G., F. Ch., A. P., R. A., *, C. Ba., Ger. R., G. Ma., C. T., *, V. Ros., R. B., R. C., R. C., A. Bon., P. L.,
Um. B., *, R. Vi., F. To., *, Al. M., G. N., R. Vi., M. Pa., D. C., L. A. M. - Gu. A. - R. Vi., R. Vi., *, R. A.,
P. T. V., A. Sap., * - Enciclopedia Italiana (1933)
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Il nome. - Secondo Antioco di Siracusa (Dion. Halic., I, 35), il nome d' Italia
derivava da quello di un potente principe di stirpe enotrica, Italo, il quale
avrebbe cominciato col ridurre sotto di sé il territorio estremo della penisola
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_Hil… 1/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
73), ma poiché pure per Tucidide (VII, 33, 4) l'Italia comincia a Metaponto, è
meglio attenersi per allora a questo confine.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Anche Aristotele (Polit., VIII, 1329 b), seguendo Antioco, faceva derivare il
nome d'Italia dal re Italo. Ellanico, invece (Dion. Hal., I, 35), raccontava che,
mentre Eracle traversava l'Italia per condurre in Grecia il gregge rapito a
Gerione, gli fuggì un capo di bestiame, e, ricercandolo egli affannosamente, e
avendo saputo che, secondo l'idioma indigeno, la bestia aveva nome vitulus,
chiamò Ούιταλίαν tutta la regione. L'essenziale di questo racconto è la
riconnessione del nome d'Italia con la voce vitulus, la quale era affermata anche
da Timeo e da Varrone, quando costoro quel nome giustificavano così: quoniam
boves Graeca vetere lingua ἰταλοι vocitati sunt, quorum in Italia magna copia fuerit
(Gell, N. A., XI,1), perché è evidente che ἰταλός nel senso di vitulus sarebbe in
ogni caso una voce derivata dal Latino nel Greco dell'Italia meridionale.
Un'espressione figurata della stessa riconnessione si ha nelle monete osche
battute durante la guerra sociale con la figura del toro e nell'epigrafe Viteliu, sia
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_Hil… 2/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
che questa parola alluda alla capitale degl'Italici, Corfinio, che vediamo dagli
scrittori chiamata Italica, sia che debba intendersi qual nome della dea
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Italia (v.
Corp. Inscr. Lat., IX, al. n. 6088).
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Se in conformità di queste opinioni degli antichi noi ammettiamo questa
riconnessione, la potremo spiegare semplicemente con la ricchezza in bestiame
bovino della regione, specialmente in quella
SCUOLA parte da cui il nome prese origine,
(/TRECCANISCUOLA/)
o anche si potrà pensare che il vitello fosse il totem della stirpe degl'Itali,
ricordando come anche i nomi di altre popolazioni italiche derivano da animali.
E, del resto, è più probabile che la regione abbia
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTEpreso nome dal popolo che
(/TRECCANIARTE/)
non viceversa.
Nel corso del sec. IV a. C. il nome d' Italia si estese, dall'una parte, sino a
Posidonia e, dall'altra, comprese Taranto (Dionys., I, 74, 4 e Strab., V, 209);
intorno al 300 a. C. si allargò alla Campania (Theophr. presso Athen., II, 43 b).
Quando poi nei primi decennî del sec. III a. C. tutta la penisola, dall'Arno e
dall'Aesis allo stretto di Messina, fu amministrativamente e militarmente
unificata sotto la dominazione romana, e le diverse stirpi che l'abitavano,
Latini, Sabelli, Etruschi, Apuli e Greci furono costretti a combattere sotto le
insegne di Roma con la comune designazione di togati, cioè uomini della toga, il
nome d'Italia abbracciò tutta la penisola nei limiti indicati.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_Hil… 3/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
fino allora provincia a sé, all'Italia si ebbe solo con Diocleziano, che comprese le
tre isole nella diocesi italiciana. È peraltro curioso notare come la suddivisione
della diocesi italiciana dioclezianea in annonaria e urbicaria (la prima
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Per comprendere le vicende del nome d'Italia nel Medioevo, e soprattuito per
spiegaie le numerose contraddizioni e oscurità che si trovano nelle fonti, va
premessa una necessaria distinzione, tra un significato della parola largo,
unitario, affermatosi con l'impero e tradizionale fin dal tempo di Diocleziano
(vicariatus Italiae, dioecesis Italiciana), e un significato più limitato, di
denominazione riferentesi a un organismo politico-amministrativo autonomo.
Se la coscienza dell'unità ideale dell'Italia non si spegne mai del tutto, e ne sono
prova numerosi passi di scrittori medievali, diversa è invece la sorte della
seconda accezione, che subisce vicende varie secondo il succedersi degli eventi
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_Hil… 4/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
politici, portando al fiazionamento e spesso alla scomparsa del nome nelle varie
regioni, così che si puòISTITUTO
anche, benché
con poca proprietà, parlare di diverse
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Italie medievali.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Particolarmente tormentate sono le vicende del nome nei secoli VI-XII. Non
era riuscito ai Goti di sostituire al sacro nome Italia quello di Gothia, ma sotto la
dominazione longobarda, dopoSCUOLA un certo periodo, in cui i due nomi d'Italia e
(/TRECCANISCUOLA/)
Longobardia vennero usati indifferentemente (ancora nell'806 un documento
ufficiale carolingio dice "Italiam... quae et Langobardia dicitur") il termine
Langobardia finì col prevalere, ma sempre riferito
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) alla regione sottoposta ai
ARTE (/TRECCANIARTE/)
nuovi dominatori.
Nel corso del secolo XIII la suddivisione geografica d'Italia si va facendo sempre
più precisa e insieme il concetto dell'unità geografica d'Italia si viene
diffondendo, finché si giunge TRECCANI
all'affermazione
CULTURAsolenne di Dante, che, oltre a
(/CULTURA/)
invenzione; ché subito il nome ritorna ad essere quello d'Italia, che nel'32 lo
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
statuto della Giovane Italia porrà alla cerchia delle Alpi e ai tre mari. E il regno
d'Italia, imposto dalla realtà nuova maturata in un secolo e mezzo di tentativi e
(/index.html)
1861, quando ancora Roma e Venezia e altre regioni sono sotto diversa
signoria.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Sommario. - Geografia: Italia fisica (p. 694); Regioni e provincie (p. 737);
Popolazione (p. 740); Condizioni economiche (p. 747); Comunicazioni (p. 765).
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
- Ordinamento: Ordinamento politico (p. 774); Forze armate (p. 777); Finanze
(p. 782); Educazione (p. 785); Dominî Coloniali (p. 790). - Preistoria e storia (p.
791). - Culti (p. 917). - Lingua e letteratura (p. 922). - Etnografia e folklore (p.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
960). - Arte: Arti figurative (p. 971); Tecnica costruttiva (p. 1000); Musica (p.
1005). - Diritto (p. 1017). - Gl'italiani all'estero (p. 1029).
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
GEOGRAFIA.
Sommario. - Italia fisica: Storia della conoscenza (p. 694); Confini e area (p.
696); Situazione (p. 698); Tettonica e genesi (p. 699); Descrizione
geopaleontologica (p. 702); Le forme del terreno e i tipi del paesaggio (p. 708),
Terremoti (p. 718); Clima e regioni climatiche (p. 723); Acque interne (p. 725);
Flora e vegetazione (p. 729); Fauna (p. 736). - Regioni e provincie (p. 737). -
Popolazione: Antropologia (p. 740); Censimenti (p. 742); Distribuzione e
densità della popolazione (p. 743); Insediamento rurale (p. 744); Migrazioni
interne ed emigrazione esterna (p. 746). - Condizioni economiche: Prodotti del
suolo (p. 747); Allevamento e pesca (p. 753); Prodotti minerarî (p. 755);
Industrie (p. 756); Commercio (p. 763). - Comunicazioni: Ferrovie (p. 765);
Strade (p. 766); Navigazione e porti (p. 768); Marina mercantile (p. 769);
Aviazione civile (p. 770); Turismo (p. 771); Poste, telegrafi, telefoni (p. 771). -
Bibliografia (p. 772).
Italia fisica.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_Hil… 7/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
rilievo, erano certamente ben più progredite di quanto non si ricavi dalle
notizie rimasteci. Quanto alle rappresentazioni cartografiche, le due sole
pervenuteci, quella della Tabula Peutingeriana, e quella della Geogra ia di
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
studî e ricerche sul terreno viene da cultori della geografia e topografia storica,
(/index.html)
volti a investigare in situ le reliquie della civiltà latina; perciò opere come l'Italia
CATALOGO (/CATALOGO/)
Antiqua e la Sicilia Antiqua di Filippo Clüver, che negli anni 1617-18 percorse a
piedi, in compagnia di Luca Holstenio, tutta la Penisola e la Sicilia seguendo il
tracciato delle vie romane (v. clüver;
SCUOLA holste), hanno importanza rilevante anche
(/TRECCANISCUOLA/)
per la storia della conoscenza geografiea del nostro paese. Ma le sintesi più
notevoli si hanno pur sempre nel campo cartografico: la grande carta d'Italia di
Giacomo Gastaldi (1561) corregge
LIBRI sagacemente
(/TRECCANILIBRI/) molti
ARTE degli errori di situazione
(/TRECCANIARTE/)
Per uno studio scientifico del rilievo mancava del resto la base essenziale, la
conoscenza dell'altimetria, che ancor nel sec. XVIII è, si può dire, all'infanzia.
Ma nella seconda metà di quel secolo cominciano, anche in Italia, operazioni
geodetiche di precisione e compaiono alcune buone carte topografiche su base
geodetica, le quali contengono anche dati altimetrici, sempre più copiosi ed
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_Hil… 9/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
esatti (qualche dato risultante dall'applicazione del barometro alla misura delle
altezze, si ha già nel sec.ISTITUTO
XVII); (/ISTITUTO/)
tra la fine del XIX si
sec. XVIII e il principio del
MAGAZINE (/MAGAZINE/)
hanno di tali carte topografiche per quasi tutti i maggiori stati italiani
(/index.html)
(Piemonte, LombardoVeneto, Toscana, Stato della Chiesa, Regno di Napoli,
CATALOGO (/CATALOGO/)
ecc.).
coordina tutti i dati fondamentali per lo studio del clima; i varî uffici dipendenti
dal Ministero dei lavoriISTITUTO
pubblici, organizzati in un unico grande servizio
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
idrografico, per le ricerche sulle acque continentali (fiumi e laghi); il R.
(/index.html)
Comitato talassografico, di più recente istituzione; infine il R. Istituto centrale
CATALOGO (/CATALOGO/)
di statistica, cui si debbono innanzi tutto l'esecuzione dei censimenti generali
della popolazione (ogni decennio dal 1861, con la sola eccezione del 1891; ogni
quinquennio a partire dal 1931)SCUOLA
poi numerose rilevazioni statistiche su quasi
(/TRECCANISCUOLA/)
ogni ramo dell'attività economica dello stato e la pubblicazione dell'Annuario
statistico italiano, di un Bollettino mensile, del Catasto agrario, ecc. Contribuirono
specie al progresso della conoscenza
LIBRI geografica
(/TRECCANILIBRI/) dell'Italia
ARTE anche la Reale società
(/TRECCANIARTE/)
geografica italiana fondata nel 1867, il Club Alpino Italiano (1878) e il Touring
Club Italiano (1894)
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
L'opera dei singoli studiosi non può naturalmente essere esaminata qui. Ancora
per tutto il sec. XIX, più che a geografi specializzati, gli studî dei cui risultati si
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
avvantaggia la conoscenza del nostro paese, si debbono a geologi, a vulcanologi
(la vulcanologia si può anzi dire sorta in Italia nel secolo scorso), a idraulici, a
studiosi di statistica. Ma le nuove correnti della geografia penetrano in Italia e
trovano sempre più largo seguito sul finire del secolo XIX, soprattutto per
opera di Giuseppe Dalla Vedova e di Giovanni e Olinto Marinelli: s'iniziano o
si rinnovano le ricerche di morfologia (sulle Alpi e poi anche sull'Appennino);
quelle sui fenomeni carsici; sui ghiacciai, oggi coordinate da un apposito ente, il
Comitato glaciologico italiano; sui laghi; sul clima; più tardi e con minore
organicità d'indirizzo, quelle sui fiumi e sui mari d'Italia. Si sviluppano anche le
ricerche antropogeografiche, inspirate dapprima ai concetti di F. Ratzel e degli
antropogeografi francesi, ma poi volte a indirizzi originali, soprattutto per
opera di O. Marinelli. Anche i lavori corografici si moltiplicano e mostrano
sempre più l'applicazione di criterî e metodi rigorosamente geografici. Più
sparsa e poco coordinata appare tuttora la produzione nel campo della
geografia economica. Concorre in misura notevole al progresso della
conoscenza anche l'opera di geografi stranieri.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_Hi… 11/1196
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Il percorso di questo che si suole chiamare il con ine naturale alpino dell'Italia, è
quasi dappertutto molto evidente, salvo all'estremo orientale, dove, non
soltanto le catene alpine si abbassano, e per conseguenza, non più continue ma
saltuarie s'incontrano le aree molto elevate, inaccessibili e disabitate
rispondenti al più preciso concetto di confine, ma, per il carattere del territorio,
a tipo carsico, con idrografia prevalentemente sotterranea, non si può neppure
riconoscere sempre uno spartiacque superficiale.
Tuttavia nel complesso la linea del confine naturale può essere assai
chiaramente indicata, per concorde designazione dei geografi: a) a O. da una
diramazione delle Alpi Marittime, che, dipartendosi dal M. Pelat, limita a O. il
bacino del Varo, poi dalla linea che correndo sulla cresta delle Alpi Occidentali,
divide le acque che vanno al Po da quelle che vanno al Rodano, dal M. Pelat al
M. Bianco; b) a N. dalla stessa linea spartiacque corrente sulla cresta principale
delle Alpi Pennine e Lepontine fino al S. Gottardo, poi dallo spartiacque tra il
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Po e il Reno corrente sulle elevate creste delle Lepontine fino allo Spluga, e da
quello fra il Po e il Danubio dallo Spluga al Passo di Resia, e fra l'Adige
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
e il
Danubio da Resia alla Vetta d'Italia e alla Sella di Dobbiaco; c) a NE. e a E.
(/index.html)
ancora dalla linea dello spartiacque fra il Danubio e i fiumi veneti, segnata dalla
CATALOGO (/CATALOGO/)
dorsale principale delle Alpi Carniche, poi dalle Alpi Giulie fino al valico detto
di Nauporto. A SE. di questo si entra nella regione carsica cui sopra si
accennava, nella quale il confineSCUOLA
si può(/TRECCANISCUOLA/)
tuttavia seguire sulla dorsale che limita
a E. il bacino del lago di Circonio e contiene i monti Cervaro, Nevoso, Jelenck e
Rišnjak, indi scende col M. Tuhovič sul Canale del Maltempo a E. del vallone di
Buccari. LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_Hi… 14/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Entro i confini naturali ora accennati l'Italia ha un'area di circa 321.700 kmq.
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
I punti estremi sono rappresentati a N. dalla Vetta d'Italia (47° 5′ 30″ lat. N.), a
(/index.html)
S. dallo scoglio di Filfola presso Malta (35° 47′ lat. N.; la Cala Malùk sulla costa
CATALOGO (/CATALOGO/)
S. di Lampedusa è a 35° 29′ 24″ N.); a O. dalla Rocca Chardonnet nelle Alpi
Cozie (6° 32′ 59″ long. E.), a E. dal Faro di Capo d'Otranto (18° 31′ 18″ long. E.).
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Come è noto, l'attuale confine politico terrestre del regno d'Italia non coincide
dappertutto con i sopra indicati confini naturali alpini. A ovest, dal Mar Ligure
(circa a mezza strada fra Mentone
LIBRI e il Capo Mortola)
(/TRECCANILIBRI/) fino alle sorgenti della
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Stura di Cuneo, esso segue una linea molto irregolare, che esclude dall'Italia
una sezione della valle della Roia (coi paesi di Breglio e Saorgio), mentre
include una piccola porzione dell'alto
TRECCANIbacino del(/CULTURA/)
CULTURA Varo. Dalle sorgenti della
Stura di Cuneo corre sulla cresta spartiacque fino al M. Dolent (punto di
convergenza del confine italo-franco-svizzero) poi fino al Sempione (confine
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
con la Svizzera); indi, lasciando alla Svizzera la Val di Vedro, scende a sud-est
lungo le Alpi Ticinesi, taglia la parte nord-est del Lago Maggiore e il Lago di
Lugano raggiungendo di nuovo lo spartiacque allo Spluga; resta perciò inclusa
nella Confederazione Elvetica tutta l'alta valle del Ticino (Canton Ticino) e
resta isolato sul Lago di Lugano, in mezzo a territorio pure svizzero, il comune
italiano di Campione.
Tra lo Spluga e il Piz Lat (a ovest del Passo di Resia, punto di convergenza del
confine italo-svizzero-austriaco) il confine segue in genere lo spartiacque, ma
lascia alla Svizzera la Valle di Poschiavo (Adda) e la Val Monastero (Adige),
mentre include nel regno la valletta del Lei (Reno) e la Val di Livigno, solcata
dallo Spöl (affluente dell'Inn.)
Il nuovo confine con l'Austria, oggi interamente segnato mediante cippi dal Piz
Lat al M. Forno (altra vetta triconfinale: Italia-Austria-Iugoslavia), segue pure
nella massima parte del suo percorso la dorsale principale, assicurando tuttavia
all'Italia il possesso completo dei valichi di Resia, del Brennero e di Dobbiaco,
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_Hi… 15/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
includendo, anzi, in territorio italiano la testata della valle della Drava con
l'adiacente Val di Sesto,ISTITUTO
e, più a(/ISTITUTO/)
est, una parte notevole della valle della
MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Slizza
(Gail, Drava) con le conche di Tarvisio e di Fusine. Interamente determinato è
(/index.html)
oggi anche il confine con la Iugoslavia dal Piz Lat al Quarnaro, oggetto di
CATALOGO (/CATALOGO/)
laboriose trattative. Esso corre sulla dorsale principale delle Alpi Giulie fino al
valico di Nauporto, più a sud segue un percorso molto irregolare, lasciando alla
Iugoslavia l'intera conca di Circonio con i suoi tributarî, all'Italia il gruppo del
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Monte Nevoso.
L'area del regno d'Italia risulta pertanto di 310.319 kmq., così suddivisi: parte
continentale (comprese le isole minori a essa ascritte) 260.381 kmq.; Sicilia e
isole circostanti 25.738 kmq.; Sardegna e isole circostanti 24.090 kmq.; Zara e
Lagosta 110 kmq. Lo sviluppo del confine terrestre del regno è stato calcolato a
circa 1878 km., (con la Francia km. 487, con la Svizzera 725, con l'Austria 421,
con la Iugoslavia 245) di contro a circa 8.000 km. di confine marittimo (coste
della Penisola 3980 km.; della Sicilia 1115, della Sardegna 1336, de" e altre isole
1565).
centrale e per la sua forma svelta, onde nessun punto, neppure nella parte
settentrionale più massiccia, dista dal mare più di 250 km. (nella Penisola
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Iberica vi sono punti distanti 350, nella Penisola Balcanica si arriva a 390).
(/index.html)
Circondata e compenetrata dal mare, l'Italia è un paese d'intensa vita marittima;
CATALOGO (/CATALOGO/)
il Tirreno è un nare prettamente italiano, ma anche l'Adriatico è dominato
dall'influsso dell'Italia. La penisola, con la Sicilia, divide il Mediterraneo in due
bacini; la distanza fra la Sicilia eSCUOLA
l'Africa(/TRECCANISCUOLA/)
è inferiore a 150 km. (C. Boeo-C. Bon);
quella fra la Sardegna e l'Africa inferiore a 200 (Cagliari-Biserta). La costa NO.
della Sardegna dista dalla costa spagnola (Barcellona) presso a poco quanto da
Napoli; Messina è posta all'incirca
LIBRI alla stessa distanza
(/TRECCANILIBRI/) da Gibilterra, da Suez e da
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Odessa. Il C. Passero, estremità sudorientale della Sicilia, dista circa 460 km. da
Tripoli, 600 dalla costa della Cirenaica e 780 da Creta. Per questa sua posizione
l'Italia ha sempre servito da intermediaria
TRECCANI CULTURAtra l'Europa meridionale e l'Africa,
(/CULTURA/)
con la quale i rapporti furono sempre molto stretti, a partire dalle guerre
puniche. Più stretti ancora i rapporti con la Penisola Balcanica, da cui dista
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
appena 73 km. nel Canale d'Otranto, e in genere con tutti i paesi del
Mediterraneo orientale verso i quali si protende l'estremità sudorientale della
Penisola. Ma anche i rapporti con la Penisola Iberica risalgono a tempo remoto,
almeno alle guerre puniche. Nonostante la presenza della chiostra alpina, per la
frequenza in essa delle valli trasversali e dei valichi, anche le comunicazioni con
l'Europa Centrale sono relativamente facili.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_Hi… 17/1196
24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
Maures con le isole Hyères in Provenza. Più a N., dove sorsero poi le Alpi, altre
terre collegavano le oraISTITUTO
nominate con le Ercinidi della Mesoeuropa.
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
(/index.html)
A questo antico paese ercinico appartiene il substrato generale paleozoico della
CATALOGO (/CATALOGO/)
Sardegna, dove dapprima s'inarcarono i sedimenti del Cambrico medio,
ricoperti poi dalla trasgressione ordoviciana e sconvolto il tutto subito dopo
dall'orogenesi caledonica, che produsse pieghe fortemente costipate e forse
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
anche carreggiamenti (Iglesiente e Nurra). Intorno alla terra così sorta si
depose il resto del Paleozoico, finché intervenne il ripiegamento ercinico nel
Carbonico superiore, seguito da intrusioni diARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) granito e da effusioni di porfido,
(/TRECCANIARTE/)
Masse poderose di terreni antichi per lo più sotto forma di scisti cristallini si
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
trovano nelle Alpi e nell'Appennino meridionale, le quali, con minor sicurezza
che non la Sardegna e la Corsica, sono considerati come resti di Ercinidi
rinserrati fra le pieghe alpine. Le meno controverse, nei limiti della regione
italiana, sono l'Argentera, il Monte Bianco, il Gottardo e il Massiccio Calabro-
Peloritano, ritenuti autoctoni. Però di nessuno di questi si ha la prova che alla
fine del Paleozoico fossero in tutto o in parte emersi. Così rimane ignota
l'estensione vera della terra formatasi in quel tempo e durata con limiti non
troppo variabili tutto il Mesozoico. Da un lato di essa esisteva un mare
continentale a sedimenti con facies germanica; dall'altro la Tetide con depositi a
facies alpina.
CATALOGO (/CATALOGO/)
Le irresistibili spinte del diastrofismo alpino sollevano alla fine dell'Eocene in
pieghe grandiose i sedimenti della Tetide e li rovesciano contro i massicci
ercinici per modo che estese falde di carreggiamento li scavalcano.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
scisti lucenti con ofioliti di Capo Còrso e quelli che stanno a levante della linea
S. Fiorenzo-Corte-Ghisoni.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
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Nel Miocene l'Appennino si delinea già dalla Liguria alla Sicilia dapprima non
ancora continuo, ma interrotto
da bracci di mare, dei quali il più importante
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
lo
attraversava da NNE. a SSO. fra Umbria ed Abruzzo. A settentrione di questo
(/index.html)
canale corre, dalla Liguria e dal Piemonte fino all'Umbria, il largo fascio assiale
CATALOGO (/CATALOGO/)
di terreni in prevalenza terziarî (scisti argillosi e arenarie), con andamento
strutturale da maestro a scirocco (Liguridi), fiancheggiato dal lato di ponente
dalla Spezia in giù, dal Preappennino toscano (Apuane e Catena Metallifera)
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
ancora arcipelago, con terreni paleozoici e mesozoici preponderanti e direttrici
tettoniche a N. da NO. a SE. ma che verso mezzogiorno diventano N.-S. nel
Grossetano (Toscanidi). Dal(/TRECCANILIBRI/)
LIBRI lato adriatico, infine, a cominciare dall'Urbinate
ARTE (/TRECCANIARTE/)
una zona orientale si addossa al fascio assiale, composta di terreni secondarî dal
Trias al Cretacico, che termina, assumendo andamento trasversale, nei monti
della Sabina; fascio tettonico diTRECCANI
pieghe eCULTURA
tipici carreggiamenti
(/CULTURA/) (Spoleto) le cui
direttrici, volgendo dapprima in senso meridiano fino al Monte Vettore,
tendono dopo, man mano che procedono verso S., a diventare NNE.-SSO.,
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
interrompendo così il prolungarsi verso scirocco delle linee tettoniche del
fascio assiale. Le pieghe di questa zona orientale deviano verso SO. per
stringersi contro una linea Tivoli-Antrodoco-Monte Vettore, messa in
evidenza da un contatto anormale fra i terreni secondarî e i miocenici,
dislocazione trasversale, frattura o superficie di carreggiamento, di primaria
importanza, che segna non solo un limite tettonico ma corrisponde a un
cambiamento di facies del Sopracretacico appenninico che da scistoso-calcare
(scaglia, calcare rosato, scisti a fucoidi), facies abissale, a NO., diventa a SE. di
essa calcare ippuritico compatto, facies di scogliera, caratteristico di tutto
l'Appennino meridionale.
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La spinta orogenica continuò gagliarda oltre il Miocene più antico in modo che
vediamo ora terreni miocenici recenti innalzati nell'Appennino centrale fino ai
2000 metri; più a S. nei LepiniTRECCANI
e AusoniCULTURA
e nei Monti dell'Irpinia i calcari
(/CULTURA/)
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Il Quaternario segna un nuovo sollevamento generale dove più, dove meno
intenso, ma sempre forte, che innalza tutti i depositi pliocenici litoranei e
compone cosi nell'attuale unitàSCUOLA
tutte le(/TRECCANISCUOLA/)
parti fino ad allora disgiunte. Si
riuniscono in un tutto le varie isole plioceniche calabresi; si saldano
all'Appennino la Puglia, il Gargano e il Conero; viene ridotto e
successivamente colmato dalle
LIBRI correnti alpineARTE
(/TRECCANILIBRI/) il Golfo Padano. Il movimento è
(/TRECCANIARTE/)
così intenso, che il Pliocene viene in qualche caso portato fin oltre ai 1000 m.
sul mare (Monte dell'Ascensione, 1103 m. presso Ascoli); in Calabria il
graduale innalzarsi quaternario è segnato
TRECCANI sul versante
CULTURA tirrenico da una
(/CULTURA/)
quadruplice linea di terrazzi; il più alto dei quali ha la quota di 1200 metri.
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Il diastrofismo alpino è accompagnato fino dal suo inizio da manifestazioni
eruttive. Fra le più antiche sono da annoverarsi nelle Alpi gli Euganei che
datano dal Cretacico, i basalti del Monte Baldo, del Veronese e del Vicentino
eocenici, e i Berici. Miocenici sono i graniti e porfidi dell'Elba e della Catena
metallifera, le sieniti di Biella e le dioriti di Traversella, i graniti di S. Fedelino.
In Sardegna trachiti e basalti si sono succeduti dal principio del Miocene fino
all'aprirsi del Quaternario. In Sicilia i basalti della Val di Noto continuano fino
al Miocene superiore un'attività iniziatasi nel Mesozoico nel centro dell'Isola.
Nel Quaternario avviene una ripresa grandiosa del vulcanismo. Nel lato interno
dell'Appennino Capraia, Monte Amiata, i Vulcani laziali, campani, pontici,
eolici e Ustica. Sul lato esterno il Vulture e l'Etna, oltre i centri più lontani di
Pantelleria e Linosa e quello sottomarino di Ferdinandea.
graniti e rocce simili, che compaiono ampiamente nelle Alpi Occidentali e nella
(/index.html)
regione calabrosicula e che per lungo tempo furoeio attribuiti all'era arcaica o
CATALOGO (/CATALOGO/)
archeozoica, ora invece si tende a ritenerli prevalentemente quali rappresentanti
metamorfici di terreni paleozoici.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Tuttavia non sembra improbabile che la parte più profonda di tali formazioni
gneissiche possa ancora riferirsi all'Arcaico superiore o Proterozoico.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
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(/index.html)
Silurico. - Appare tipico specialmente nelle Alpi Orientali e in Sardegna.
CATALOGO (/CATALOGO/)
Nelle Alpi Orientali la serie è complessivamente formata, dal basso in alto, da:
scisti e calcescisti brunastri o varicolori con molti Brachiopodi (Orthis,
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
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I terreni carbonici, spesso assai potenti e sovente con passaggio alla facies
metamorfica, si sviluppano nelle Alpi, essi riappaiono inoltre in parecchi punti
della Toscana, dell'isola d' Elba e della Sardegna, dove sono talora antracitiferi.
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CATALOGO (/CATALOGO/)
In Sicilia furono scoperti nella valle del Sosio a nord di Palermo piccoli ma
interessantissimi affioramenti di Permico calcareo marino riccamente
fossilifero (Schwagerina, Spugne,SCUOLA
Brachiopodi, Bivalvi, Gasteropodi,
(/TRECCANISCUOLA/)
Seguono in alto potenti serie calcaree, più o meno dolomitiche, talvolta un po'
arenacee, non di rado passanti a marne più o meno scistose, con resti di
Equisetum e di Voltzia, spesso con innumerevoli resti di Alghe sifonee
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Vi sono poi tipi di regimi intermedî, i quali divengono quasi la regola, quando
si ha a che fare con bacini fluviali di grande estensione. Ciò ha valore
soprattutto per il Po, le cui portate medie mensili mostrano oscillazioni assai
meno marcate di quelle degli affluenti alpini e appenninici; giacché i regimi
diversi dei due versanti si compensano in qualche modo fra loro, dando luogo a
un andamento molto più regolare (v. Po).
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L'intensità delle piene, carattere comune alla maggior parte dei fiumi
appenninici e insulari, èISTITUTO
accompagnata
da un'intensa azione erosiva, favorita
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
anche dalla grande diffusione delle rocce argillose, sabbiose, ecc. poco resistenti.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Nell'Italia meridionale e in Sicilia, dove nel periodo estivo alla siccità
prolungata si associa l'intensa evaporazione, molti torrenti minori sono asciutti
per un periodo assai lungo; le cosiddette iumare, numerosissime nella Calabria
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
e nella Sicilia, restano a secco per molti mesi, anzi molte portano acqua
superficiale solamente durante i periodi delle piene, allorché strappano ai
terreni attraversati, che sono
LIBRI quasi sempre erodibilissimi,
(/TRECCANILIBRI/) enormi quantità di
ARTE (/TRECCANIARTE/)
materiali; questi nel tronco inferiore, nel quale per la minor pendenza l'energia
di trasporto naturalmente si attenua, restano a ingombrare il fondo, che risulta
pertanto larghissimo in proporzione allo sviluppo del corso d'acqua.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
La diffusione, già accennata, delle rocce calcaree, tanto nelle Alpi e Prealpi
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
orientali, quanto nell'Appennino centrale, fa sì che in parecchie regioni d'Italia
assuma notevole sviluppo l'idrografia carsica. Vaste aree prive interamente di
circolazione superficiale (cioè con idrografia esclusivamente sotterranea) si
hanno per vero solo nel Carso e nella Penisola Salentina; ma zone più ristrette
si riscontrano sia nelle Prealpi orientali (Altipiano dei Sette comuni, Cansiglio),
sia nei massicci abruzzesi (Velino, Duchessa, Maiella, Matese) e in quelli del
Subappennino Romano (bacini dell'Aniene, del Salto e del Turano) e anche qua
e là altrove (Lepini, massicci irpini, Madonie). Di solito l'acqua che circola in
seno a questi massicci calcarei, affiora poi alla base di essi in sorgenti
localizzate, spesso molto copiose; il loro comportamento ha grande influenza
sul regime dei corsi d'acqua che esse alimentano, la loro distribuzione è di
primaria importanza come fattore determinante della distribuzione dei centri
abitati, che spesso si affollano intorno alle sorgenti, delle coltivazioni, ecc.
sono prosciugate; in certi casi ne sono rimasti residui fino in età storica (Vallo
(/index.html)
di Diano) e le tracce permangono tuttora.
CATALOGO (/CATALOGO/)
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alcuni di essi, di più ampie dimensioni, furono prosciugati. Non mancano laghi
di sbarramento, a prescindere lago
dai morenici (sbarramento per frana o altro;
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Numerosi sono poi, sia nella Penisola, sia in Sardegna e in Corsica, i laghi
costieri, sebbene parecchi, specie sul litorale tirreno della Penisola, siano stati
colmati o prosciugati anche artificialmente. I maggiori, nella Puglia
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
settentrionale (laghi di Lesina, di Varano, di Salpi), nel Lazio meridionale (laghi
di Fogliano, di Paola, di Fondi, ecc.), in Sardegna (laghi di Sassu, di Cabras, di S.
Giusta), sulla costa orientale della Corsica (laghi
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTEdi(/TRECCANIARTE/)
Urbino, di Diana, di
Biguglia), sono quasi sempre antiche insenature separate da cordoni litoranei,
sia continui, sia interrotti in uno o più punti. Per altri laghi e lagune costiere,
come quelle dell'Estuario veneto, l'origine
TRECCANI è più(/CULTURA/)
CULTURA complessa (v. laguna: Laguna
veneta).
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
La seguente tabella dà i nomi e gli elementi dei principali laghi italiani (con area
superiore a 10 kmq.).
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naturalizzate) secondo la Nuova Flora Analitica d'Italia del Fiori (1923-29), che
(/index.html)
ne è l'ultimo accurato censimento: le oscillazioni dipendono dal diverso criterio
CATALOGO (/CATALOGO/)
che gli autori si son fatti delle specie; molto comprensivo è stato quello adottato
dal Fiori. Sarebbe, invece, prematuro fissare il numero delle piante cellulari,
certamente assai ragguardevole,SCUOLA
come (/TRECCANISCUOLA/)
si ricava da quanto fu sin qui edito dalla
Flora Italica cryptogama, ma molte ne restano a scoprire; meno nota è la loro
distribuzione; perciò di esse daremo solo qualche cenno occasionale. Il numero
delle prime è indice di LIBRI
un'indubbia ricchezza ARTE
(/TRECCANILIBRI/) della(/TRECCANIARTE/)
flora nostrana non in
proporzione con la superficie come emerge dal confronto, ad esempio, con la
Francia e con la Penisola Iberica. Ma quest'ultima e la Balcanica la superano per
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
una più potente individualità e originalità, testimoniate dal più elevato numero
delle specie endemiche dovuto a una minore decimazione operata dal Glaciale,
come sarà detto a suo luogo. ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Tre climi fondamentali (nel senso con cui la parola climate è intesa dai
fitogeografi americani e inglesi) si contendono il dominio della penisola e delle
isole: quello mediterraneo di tipo marittimo, semi-arido e temperato, al quale
corrispondono consorzî in prevalenza di sempreverdi: quello montano, carico di
umidità e a tinta oceanica, di cui la faggeta è la più tipica espressione:
finalmente l'alpino, del resto poco noto, ed è il clima che si caratterizza al
disopra della cintura arborea e molto simile deve essere quello che regna nelle
zone più elevate dell'Appennino e delle isole, che l'Emberger ha di recente
chiamato clima mediterraneo di alta montagna, comprendendovi anche i
boschi di aghifoglie. Essi del resto offrono una quantità di forme per così dire
locali dovute alla latitudine, alla vicinanza della costa, all'esposizione dei
versanti, alla direzione delle valli e sono questi climi locali che, assieme ai
fattori edafici, hanno determinato un grande numero di associazioni, le più
estese delle quali sono designate col nome di formazioni; qui si passeranno in
rassegna le principali di esse in base alle zone di vegetazione.
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Formazioni tipicamente litoranee sono quelle delle arene e delle dune e quelle
dei terreni salati e umidi
e che acquistano la più larga estensione nei territorî
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
crithmoides che si diffondono anche sulle rupi litoranee spruzzate dal pulviscolo
marino. Pioniere di questa vegetazione nel litorale veneto-istriano è la
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
graminaeea Spartina stricta, tipo atlantico euro-americano.
disparati ed esso stesso ha fornito e favorito la diffusione di quelli sorti nel suo
seno, di guisa che è ben difficile caratterizzarlo. Così l'attuale distribuzione della
Chamaerops humilis, che è soprattutto iberica e africano-atlantica, e da noi
esclusivamente tirrenica e sardo-sicula, svela i rapporti con l'antica flora
occidentale-atlantica, di cui si trovano esponenti, ad es., nel settore ligure di
ponente: Carex Mairii, Aphyllanthes monspeliensis, Leucojum hiemale, Genista
hispanica, che sono tipi provenzali o iberici. Viceversa le colonie di Apocynum
venetum disseminate nelle sabbie marine dell'Estuario veneto-padano da Trieste
a Ravenna sono gli estremi avamposti di una specie che Béguinot ha potuto
seguire dalla regione del loess nella Cina, attraverso la zona stepposa dell'Asia,
dove ha i suoi eongeneri, per poi diffondersi lungo i litorali (eventualmente
aiutata nella sua espansione dalle correnti litoranee) mentre altri tipi steppici,
attraverso la valle del Danubio e affluenti, si spinsero sin nel cuore dell'Europa
e penetrarono nello stesso dominio delle Alpi. La presenza in Puglia di due rare
querce balcaniche, la Quercus aegilops e la Q. troiana (= Q. macedonica) e quella di
numerose piante erbacee e fruticose circoscritte nel versante adriatico, dal
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genere Romulea che, con qualche sua specie nell'alta zona del Chilimangiaro e
del Camerun, si è diffuso verso i paesi circummediterranei dove ha formato
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
parecchie specie endemiche anche da noi, prova del remoto avvento di questo
ceppo paleoafricano. Tanti altri fatti interessanti e tanti lati oscuri ci svelano,
illuminandoli, appunto gli endemismi; questi, secondo il Buscalioni, sarebbero
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
52 su 2418 specie esodemiche e su un totale di 202 riscontrati in tutta l'Italia,
ma il numero appare ben al disotto del reale, come emerge chiaro da una
recente memoria di Béguinot e Landi quantunque limitata solo alle entità
endemiche delle minori isole e a quelle che queste hanno in comune con le
maggiori e la Penisola. Per importanza il primo posto è occupato dai
paleoendemismi che si riconoscono per l'area molto isolata e circoscritta,
ovvero disgiunta, per le affinità oscure o remote, per il frequente monotipismo.
Ricordiamo l'Helicodiceros muscivorus Engl., monotipo che la Sardegna e la
Corsica hanno in comune con le Baleari, il Pancratium illyricum L., unico
rappresentante europeo della sez. Halmyra che cresce nelle isole nominate e a
Capraia, l'Helxine Soleirolii Req. monotipo corso-sardo, Kochia saxicola Guss. di
Ischia, Capri e Strombolicchio (Eolie) affine a K. pubescens Moq. del C. di B.
Speranza; Morisia monantha Asch., strana Crucifera geocarpa e monotipa
confinata nella Sardegna e Corsica ma anche nella zona montana; Bupleurum
dianthifolium Guss. e Scabiosa limonifolia Vahl delle Egadi con affinità ibero-
balcaniche; Mentha Requienii Benth. di Sardegna e Corsica, di Caprera e
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con il mediterraneo Zacyntha, Centaurea horrida Bad. esclusiva delle piccole isole
sarde di Asinara e di Tavolara e quivi solo nel versante nord-est dove affiora il
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
granito, affine a C. spinosa L. della Grecia e dell'Arcipelago Egeo, ecc. Ma non
meno interessanti sono parecchi microendemismi discendenti da un capostipite
a larga area distributivaLIBRI
nei(/TRECCANILIBRI/)
territorî circummediterranei che si è frammentato
ARTE (/TRECCANIARTE/)
in razze locali, alcune forse di origine mutativa, e che l'isolamento ha
mantenuto, quali le Brassica che fanno capo a Br. oleracea: le centauree
appartenenti al ciclo di C. cineraria L. e CULTURA
TRECCANI specie affini e cito tra queste ultime: la
(/CULTURA/)
C. Friderici Vis. limitata alla Pelagosa Piccola e che ha i suoi prossimi parenti in
endemismi dello scoglio Pomo presso Lissa, la C. aeolica Guss. ex DC. che le
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Eolie hanno in comune con l'isola di Ventotene (Ponziane) e Ischia, la C.
gymnocarpa Mor. et Dntrs. di Capraia, la C. Veneris (Somm.) Bég. della piccola
Palmaria, ecc. Questi fatti mostrano interferenza dei ceppi più diversi, affinità
multiple e spesso remote che fanno del Mediterraneo una concentrazione di
fossili viventi delle più disparate prosapie ma, come si vedrà, non mancano
accessioni anche relativamente recenti.
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
invernale temperato: molto estesa e del tutto isolata è la colonia di Erica arborea
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
nella media valle del Chiese tra Caffaro e Brione dove, con Calluna e
Sarothamnus,
(/index.html) costituisce il sottobosco di estesi castagneti. Questi fatti portano
alla conclusione che la regione mediterranea con le sue espansioni giunge sino
CATALOGO (/CATALOGO/)
ai limiti estremi della zona submontana e sono queste irradiazioni una delle
cause di quel mosaico di consorzî che la caratterizzano.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
lembi più o meno estesi di quello a bacio sono coperti da una formazione a
fisionomia e a strutturaISTITUTO
di steppa nella quale il Pinus silvestris è ridotto
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
a piccoli
nuclei e la stessa Quercus lanuginosa si trova a disagio e finisce quasi del tutto per
(/index.html)
scomparire da Castelbello in su. Vi si sostituisce una rada boscaglia di juniperus
CATALOGO (/CATALOGO/)
che si riscontra pure nelle colonie xerotermiche della Val di Susa e Val d'Aosta,
ecc. Nel versante opposto i boschi di conifere sono orlati da una cintura più o
meno spessa di Betula alba (verrucosa) e in generale si nota in quei distretti dove
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
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Altre formazioni della zona sono i pascoli e le rupi aride e stillicidiose, e detriti
di falda, ecc., ma troppoISTITUTO
lunga riuscirebbe l'esemplificazione delle loro
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
specie
più caratteristiche e delle endemiche.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Al disopra della vasta e cupa cintura arborea, interrotta da prati e da
scoscendimenti rupestri, è molto sviluppato nelle Alpi un consorzio di arbusti
gregarî, molti dei quali trasmigrati dalle sottostanti foreste e che caratterizzano
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
meglio di altri la zona subalpina che qualche vecchio botanico designava col
nome di zona dei mughi dall'abbondanza del Pinus mugo (= P. montana) che
riveste specialmente i dirupati dolomitici, cuiARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) si associa una forma nana e
(/TRECCANIARTE/)
prostrata del comune ginepro (Jun. montana), parecchie Ericacee, alcuni salici a
fusti aderenti al suolo e a piccole foglie che salgono anche alla zona successiva
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
(Salix herbacea, reticulata, retusa), l'Empetrum nigrum, ecc. Se ne trovano tracce
nell'Appennino settentrionale: il ginepro nano e un suo congenere, il J.
hemisphaerica, la Daphne glandulosa, una razza
ACQUISTA di mugo (P. pumilio) sono a
(/EMPORIUM/)
Lo stesso carattere impronta molte delle specie della zona propriamente alpina
nella quale penetra qualche suffrutice e vegetano alcune poche annuali, mentre
il percento assai più elevato è dato dalle piante erbacee perenni atte a compiere
il ciclo vitale nel breve periodo di 3-4 mesi: ma naturalmente, date le molto
disparate condizioni ecologiche, non mancano specie con adattamenti igrofitici
e consorzî igrofili. Rimandando alla voce alpi (II, p. 609 segg.) per quanto
concerne le condizioni e i limiti altimetrici, diremo che, secondo i calcoli del
Fiori, la nostra flora alpina presa nel suo complesso (da 1600-2100 m. in su)
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
conta di proprio 371 specie, cui vanno aggiunte 521 in comune con la montana
e 153 con questa e la mediterranea. La catena delle Alpi anche nel suo
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
versante
sud, che è quello che ci riguarda, offre una delle più tipiche concentrazioni
(/index.html)
d'ipsofite e certo la meglio studiata. Esse derivano da capostipiti già presenti nel
CATALOGO (/CATALOGO/)
piò recente Terziario con affinità ora molto strette e ora solo di genere con le
ipsofite evolutesi in altre catene montuose elevate dell'Eurasia e dell'America
alle quali vennero aggiungendosi specie di origine mediterranea e subtropica
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
mancanti alle catene oloartiche (Phyteuma, Achillea, Anthyllis, Sempervivum,
Globularia, Erinus, Berardia, ecc.), specie di origine circumpolare ovvero
steppica che raggiunsero la (/TRECCANILIBRI/)
LIBRI catena nel Quaternario grazie a quelle alterne
ARTE (/TRECCANIARTE/)
regioni naturali delle Alpi quali furono stabiliti dal Haug su dati geologici e
geofisici. È l'estrema propaggine
di un oriente anche più remoto la Wulfenia
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
carinthiaca
(/index.html)
Jacq. che sfiora appena il suolo italiano presso Pontebba e che si
trova in Carinzia, Carniola e Montenegro, ma della quale sono specie affini la
CATALOGO (/CATALOGO/)
W. Baldacci Deg. dell'Albania, la W. orientalis Boiss. della Siria e la W.
Amherstiana Benth. dell'Asia centrale.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Alle notizie sulle varie zone terrestri giova aggiungere quelle relative alle zone
coperte dalle acque marine o dolci e che interessano piante immerse nelle acque
ma aderenti alle sponde, piante sospese nelle acque, il cosiddetto itoplancton, e
piante del fondo costituenti il itobentos. Nelle acque del mare a una profondità
non superiore ai 30 m. vivono pochissime fanerogame delle quali le piti
comuni sono: Posidonia oceanica, Cymodocea nodosa, Zostera marina e nana che
formano vaste praterie sottomarine e, a eccezione della prima, anche in fondi
lagunari con l'aggiunta di Ruppia maritima e a volte di Zannichellia palustris.
Numerosissime sono, invece, le alghe. Per quelle aderenti alla costa è stata
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Adriatico, ma che d'altra parte è affine a specie del nord-atlantico. Così nel
golfo di Fiume l'afflusso di acque sotterranee fredde determina le condizioni
opportune per l'esistenza dellaTRECCANI
Diatomea Thalassiothrix Nitzschioides e di
CULTURA (/CULTURA/)
parecchie naviculoidi dei mari del nord non certo importate dalle correnti
attuali, perché queste correnti non arrivano nell'Adriatico, ma vi è pure
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
qualche rappresentanza di tipi orientali trasportati da correnti litoranee e
questo ricorda il caso già ricordato dell'Apocynum venetum.
igrofite montane e alpine tra cui Drosera e Pinguicola, note piante insettivore (v.
carnivore, piante), mentre Aldrovanda e Utricularia sono carnivore sommerse.
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
Le torbiere di pianura come nella Padania, in Toscana, Lazio alle Paludi
Pontine, ospitano un certo numero di orofite il cui abbassamento si ritiene
avvenuto nelle crisi glaciali e che si sono
TRECCANI potute(/CULTURA/)
CULTURA mantenere grazie al substrato
perennemente inzuppato. Sono le colonie microterme e tra le specie più
caratteristiche ricordiamo: Deschampsia caespitosa, Carex Davalliane, Eriophorum
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
latifolium, Gymnadenia conopsea, Caltha palustris, Drosera rotundifolia, Gentiana
pneumonanthe, Pedicularis palustris, Cirsium palustre, ecc. Anche i corsi d'acqua
hanno consorzî idrofili sul tipo dei lacustri con svariati adattamenti delle specie
al movimento e alla profondità delle acque, e ricca è la flora spondicola e
alluvionale a base di salici, pioppi, ontani cui si mescolano, in molti dei solchi
vallivi del settore alpino e dell'Appennino settentrionale e centrale, l'Hippophaë
rhamnoides e Myricaria germanica che sono elementi steppici penetrati da
distretti litoranei; e difatti il primo si riscontra qua e là nell'Estuario veneto-
padano: ma i corsi d'acqua rapinando frutti, semi o anche intere piante di zone
elevate e deponendoli nel basso corso, concorrono ad abbassare i limiti e a
creare stazioni eterotopiche più o meno stabili.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_Hi… 46/1196
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È necessario dare anche un rapido sguardo al passato della nostra flora e alle
vicende che la condussero, in seguito a variazioni di clima e di terre, all'assetto
e alla struttura attuale. TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
latifolium, Caltha palustris). Sembra logico ammettere che proprio sotto l'impero
di queste condizioni sia avvenuto lo scambio, forse favorito dalla cosiddetta
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Adria, tra la flora orofila della Balcania e quella dell'Appennino centrale e
meridionale, in seguito a che vennero rendendosi più intime e strette quelle
affinità che preesistevano al Quaternario
ACQUISTAe(/EMPORIUM/)
ciò senza bisogno di ammettere che
il collegamento sia stato fatto da terre molto elevate, e perciò stesso troppo
ipotetiche. La presenza nella zona subalpina della Sardegna e della Corsica
dell'Alnus suaveolens così affine all'ontano verde delle Alpi, e quella di parecchie
nemorali di media montagna (Anemone hepatica, Saxifraga rotundifolia, Sanicula
europaea, Adoxa moschatellina, Asperula odorata, ecc.) fanno pensare a rapporti di
continuità o almeno di maggiore vicinanza di quelle isole con la terraferma con
l'intermezzo delle isole toscane in coincidenza di una fase pluviale: ma deve
essere stata una ben debole e fugace interferenza ove si tenga presente quanti
pochi elementi della fauna quaternaria calda e fredda riuscirono a penetrare
nella Corsardegna. Clima oceanico a medie termiche corrispondenti, ad es., a
quelle del Portogallo e a piovosità uniformemente distribuita postula la
presenza di Rhododendrum ponticum nella breccia di Hottinga, di una forma
locale di questo assieme ad Acer laetum Aesculus hippocastanum e ad altri elementi
della cosiddetta flora pontica in depositi fillitiferi insubrici che si sogliono
riferire all'interglaciale riss-wurmiano, mentre sembrano più recenti e, quindi,
postglaciali quello di Re in Val Vigezzo (Valle d'Ossola) dove si rinvenne pure
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junceum, Ruscus aculeatus, Asparagus acutifolius, con attorno alle sorgenti termo-
orientale Polypogon monspeliensis, Lepturus
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
minerali ai piedi del versante
(/index.html) juncus acutus e maritimus, Spergularia Dillenii, Aster tripolium, Sonchus
incurvatus,
maritimus, e altre alofite oggidì scomparse
CATALOGO testimonianti
(/CATALOGO/) un'antica linea di
su tutte le Alpi ed esteso fino alle catene nevose dell'Europa centrale, sarebbe
scomparso, se a cominciare dal 1816, non fossero state emanate delle leggi per
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
salvaguardare gl'individui che sopravvivevano nei massicci montuosi del Gran
Paradiso e della Grivola. Oggi il Parco Nazionale del Gran Paradiso alberga
circa 3000 stambecchi.
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
Il più abbondante dei grossi Mammiferi che vivono allo stato selvaggio è il
cinghiale (Sus scrofa): eccezionale verso i confini occidentali del Piemonte e
della Liguria, lo si trova, spesso numeroso, lungo tutto il versante tirrenico
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
(/index.html)
L'orso si conserva nelle boscaglie attorno al Gruppo di Brenta, in Val di Tovel e
CATALOGO (/CATALOGO/)
in Val di Genova (Orso delle Alpi) e nell'alta valle del Sangro. La lince (Lynx
lynx), ridotta a qualche località del Piemonte, è divenuta rarissima. I lupi, altre
volte assai diffusi, permangonoSCUOLA nell'Appennino centrale e meridionale e in
(/TRECCANISCUOLA/)
diffusa nel continente è la puzzola (P. putorius); la martora (Mustela martes) vive
anche nelle isole, ove manca invece la faina (M. foina). La lontra (Lutra lutra),
assente dalle isole, è rara in tutto il continente.
Fra i Rosicanti si hanno specie prettamente alpine: tali la lepre bianca (Lepus
variabilis), la marmotta (Marmota marmota) e il piccolo campagnolo delle nevi
(Arvicola nivalis), che si spingono nelle zone fra 3000-4000 m. di altitudine.
L'istrice (Hystrix cristata), al contrario, è specie meridionale non infrequente in
Sicilia, piuttosto rara sul continente, ove si spinge fino in Toscana. La lepre
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Una delle regioni meglio caratterizzate è certamente quella alpina. Quivi, nel
folto dei boschi elevati vivono quei magnifici gallinacei che sono i tetraonidi: il
gallo cedrone (Tetrao urogallus), ormai raro e localizzato nel Cadore, nel
Trentino, nel Friuli e in qualche altro sito delle Alpi lombarde e venete, il
francolino di monte (Tetrastes bonasia), il fagiano di monte (Lyrurus tetrix), la
mutevole pernice di monte (Lagopus mutus). Esclusivi delle Alpi sono il picchio
cenerino (Gecinus canus), specie settentrionale stazionaria nel Trentino, il
magnifico picchio nero (Dryocopus martius) e, benché talora se ne allontani, la
nocciolaia (Nucifraga caryocatactes); mentre, diffusi in tal zona più che altrove,
notiamo anche i gracchi (Pyrrhocorax alpinus, Fregilus graculus), il sordone
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CATALOGO (/CATALOGO/)
La regione subalpina e la pianura padana non presentano spiccate peculiarità: vi
notiamo peraltro il precoce arrivo delle specie migranti che giungono dal
settentrione, e il ritardo di quelle che vengono
SCUOLA dal mezzogiorno. Durante
(/TRECCANISCUOLA/)
l'inverno v'è gran copia di varie specie di tordi. Nella pianura padana fa non
rare e spesso abbondanti comparse l'oca lombardella (Anser albifrons), mentre le
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTE (/TRECCANIARTE/)
lagune e le paludi, soprattutto nell'estuario veneto, richiamano gran copia di
trampolieri e palmipedi, fra i quali sono notevoli la moretta grigia (Fuligula
albifrons), la moretta pezzata (Harelda glacialis), l'orco e l'orchetto marino
TRECCANI CULTURA (/CULTURA/)
(Oedemia) e le strolaghe (Colymbus).
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Uno dei fatti più singolari delle grandi isole è la mancanza del comune
passerotto, sostituito dal Passer hispaniolensis. Caratteristiche della Sicilia sono la
rara quaglia tridattila (Turnix sylvatica) e il bellissimo e ormai estinto francolino
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Le acque dolci nutrono gran copia di Pesci. Gli storioni (Acipenser sturio, ecc.)
s'inoltrano solo nei grandi fiumi e soprattutto risalgono il Po. Le anguille sono
abbondantissime dappertutto e popolano anche le acque salmastre e i bacini
non comunicanti con i corsi d'acqua. Diffusissime sono anche le tinche (Tinca
vulgaris) e i salmoni (Salmo fario), il luccio (Esox lucius) e il pesce persico (Perca
luviatilis) mancano nelle provincie meridionali e nelle isole.
scorpioni
(/index.html)
(Euscorpius) viventi in Italia, e tanto meno la tarantola (Lycosa
tarentula) e la malmignatta o ragno volterrano (Latrodectes tredecimguttatus).
CATALOGO (/CATALOGO/)
Regioni e provincie.
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Popolazione.
degl'Italiani.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Il lavoro fondamentale per l'antropologia dell'Italia e quello che, ancora oggi,
rimane quasi unico per il numero delle osservazioni individuali, su cui è
fondato, per l'elaborazione statistica di esse, per la cautela delle deduzioni, è
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
quello di R. Livi. Questo lavoro può dirsi non solo il massimo sull'antropologia
italiana, ma quello che ancora oggi è il migliore esempio di una ricerca simile
estesa a una nazione civile, in guisa che esso può
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) ARTEdirsi veramente un vanto della
(/TRECCANIARTE/)
L'inchiesta che si ebbe in mira aveva anche scopi medici, ma a noi interessano
solo i risultati antropologici. Tre caratteri furono considerati in modo
particolare: l'indice cefalico, il colorito, la statura; ma furono osservati anche
altri caratteri. La scelta di questi ultimi però non può dirsi esente da riserve, che
debbono anche estendersi al modo del loro rilievo.
Indice cefalico. - Tanto nella carta per circondarî, quanto in quella per
mandamenti (amministrativi) la distribuzione dei valori medî dell'indice
cefalico appare assai più regolare di quella degli altri due caratteri. La media
generale è di 82,73. Siccome l'indice cefalico nel vivente si calcola abbia un
valore superiore a quello del cranio di due unità e siccome lo strumento di
misura che fu usato, il cosiddetto quadro a massima, alza alquanto il valore
dell'indice, dobbiamo ritenere che la media suddetta corrisponda praticamente,
se pure non a un valore più basso, almeno al valore di 80 sul cranio, che è anche
la divisione che si suole fare tra forme dolicoidi e brachioidi del cranio,
allorquando si fa uso di una divisione binaria.
https://www.treccani.it/enciclopedia/italia_%28Enciclopedia-Italiana%29/?fbclid=IwAR0qNIBJw9NLs6AzaIe8t09Xh9bskB_Ws3nZE3itBpWbTYj_Hi… 60/1196
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L'indice cefalico in Italia va, parlando all'ingrosso, decrescendo dal nord al sud:
i valori medî andando da sita
88,7 a 74,2. La sede prevalente della brachicefalia,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
nel grafico relativo del Livi (p. 84) non permette di trarre con sieurezza la
(/index.html)
conclusione di fatto assunta dal Livi e, più ancora, fa rimanere dubitosi sulla
CATALOGO (/CATALOGO/)
legittimità della causa da quello supposta. La prevalenza della brachicefalia nella
montagna, per il Veneto, brachicefalico, è assai esigua; l'Emilia, brachicefalica,
ha la montagna più dolicocefalica della pianura e lo stesso vale per le Marche;
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
per l'Umbria, brachicefalica, la differenza è minima, ma caso mai, contraria alla
regola del Livi; il Lazio, dolicocefalico, è più brachicefalico nella montagna e in
misura sensibile; la Puglia,
LIBRI dolicocefalica,
(/TRECCANILIBRI/)ha indice più elevato nella montagna.
ARTE (/TRECCANIARTE/)
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Colorito. - Per ciò che riguarda il colorito, il suo rilievo fu fatto in base agli occhi
e ai capelli e non alla pelle, e i risultati di esso furono tradotti cartograficamente
in quattro maniere e cioè per frequenza di tipi puri e di tipi misti. Sono tipi
puri il tipo a capelli e occhi scuri o neri (tipo bruno) e quello a capelli biondi e
occhi azzurri o grigi (tipo biondo). S'intendono per tipi misti le percentuali che
si hanno sommando tutti gli occhi scuri o neri e tutti i capelli neri, ovvero tutti
i capelli biondi e gli occhi azzurri o grigi, anche quando non si trovano sullo
stesso individuo e riferendo tali somme al numero totale delle osservazioni. Da
tutte e quattro le carte del Livi per circondarî, come dalla grande carta per
mandamenti del tipo bruno misto, risulta press'a poco la stessa distribuzione
geografica del colorito e cioè: le popolazioni più bionde sono tutte aggruppate
verso il confine settentrionale d'Italia, formando un tratto di unione con le
popolazioni della Savoia, della Svizzera, dell'Austria, notoriamente più bionde
assai degl'Italiani. È singolare osservare che tutta la valle del Po è più bruna
decisamente di alcune regioni dell'Italia centrale, Toscana, Umbria, Marche.
Nella Valle Padana è decisamente più bruna tutta la parte al sud del Po e una
fascia preappenninica. L'Appennino settentrionale è invece piuttosto chiaro.
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CATALOGO (/CATALOGO/)
È singolare a questo proposito il fatto, rivelato bene dalla carta per
mandamenti, che mentre Puglia, Calabria e Sicilia manifestano differenze
spesso sensibili per il colorito fra mandamenti prossimi gli uni agli altri, la
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Sardegna, sita presso a poco alla stessa latitudine dell'Italia meridionale
continentale, dimostra assai piccole differenze. Chiaramente tale fatto esclude
un fattore climatico e invece indica la presenza
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) d'un
ARTE fattore etnico nell'Italia
(/TRECCANIARTE/)
sempre maggiore e quella degli occhi bruni è minore. Solo una regione forma
eccezione, l'Abruzzo, ma questa è una regione montuosa e la proporzione dei
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
pianigiani in essa è insignificante. Nelle montagne, secondo il Livi, si avrebbe
maggiore proporzione di tinte chiare, perché in esse vi è maggior numero
d'individui sottoposti a influenze generali o locali che ritardano lo sviluppo
corporeo e la normale evoluzione del colore, che, come è noto, si scurisce dalla
nascita in poi.
Sembra tuttavia che la spiegazione sia assai più complicata e, pur non
escludendo il fattore del Livi, si dovrebbe far ricorso, almeno per l'Italia
centrale e la parte più settentrionale della meridionale, a un fattore raziale,
come si vedrà poi. A questo proposito è degno di ricordo che ben piccola
differenza fra pianura e montagna si verificherebbe per la Lombardia, ove un
fattore etnico è appunto più evidente.
cinque classi, precedenti a quelle qua considerate, ma per tutti gli "iscritti",
trovò una statura di 21 ISTITUTO
mm. inferiore.
D'altra parte occorre anche considerare
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
che i giovani a 20 anni non hanno raggiunto la loro statura definitiva. Siccome
(/index.html)
però le grandi statistiche della statura si riferiscono per lo più, nelle nazioni
CATALOGO (/CATALOGO/)
civili, ai giovani sui 20 anni, è possibile un giudizio relativo dell'altezza. Dai dati
del Livi risultano comporre la popolazione italiana: 18,2% di statura sotto m.
1,60; 35% di stature fra m. 1,60SCUOLA
e m. 1,65, 29,2% di stature fra m. 1,65 e m. 1,70;
(/TRECCANISCUOLA/)
17,6% di statura sopra m. 1,70. Dalle carte si distribuzione del Livi, risultano
esistere in Italia tre principali centri di alte stature. Uno, il più vasto,
comprende la massimaLIBRI parte del Veneto; uno,ARTE
(/TRECCANILIBRI/) tosco-emiliano, che occupa la
(/TRECCANIARTE/)
Altezza del cranio. - Più che dalla variazione dell'indice cefalico orizzontale, ci si
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
potrebbe attendere schiarimenti dalla variazione dell'altezza del cranio (v.
cefalici, indici) e meglio ancora dall'esame dei caratteri descrittivi della faccia (v.
fisionomia: Fisionomia facciale etnica). Per ciò che riguarda il primo oggetto,
valevoli contributi sono stati portati dal Pelizzola, il quale si valse nelle sue
estese misurazioni dell'altezza sopra-auricolare, come più squisito mezzo di
analisi, in confronto della comune basilo-bregmatica. Le sue conclusioni perciò
hanno una grande sicurezza, sotto il riguardo della distribuzione dei tipi di
altezza. Ma anche il materiale di dati raccolti da parecchi studiosi su serie
craniensi storiche e preistoriche (dati in cui però l'altezza del cranio è misurata
con la basilobregmatica) permette utili deduzioni. Le ricerche del Pelizzola si
sono limitate purtroppo, finora almeno, all'Italia settentrionale e parte della
centrale. Da esse risultano tuttavia alcuni fatti di grande interesse: 1. La
brachicefalia dell'Italia settentrionale è da scindere in due unità morfologiche,
una brachicefalia di tipo platicefalico, propria della montagna elevata, che
possiamo perciò dire propriamente alpina, e una brachicefalia che abbraccia la
zona prealpina e la pianura e che è di tipo ortocefalico. La zona romagnola
sarebbe persino caratterizzata da una certa frequenza di forme ipsicefaliche che
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Le ricerche più speciali del Pelizzola sul Tirolo meritano di essere qua ricordate
per la loro importanza etnologica, culturale e, sotto certi aspetti, politica. Il
Pelizzola infatti poté dimostrare, come l'annessa cartina indica, che nella valle
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
dell'Adige sul versante italiano, l'elemento dolico-basso, identificabile in questa
zona con l'elemento etnico germanico, non è affatto prevalente, essendo invece
prevalente, nelle più alte valli
LIBRI secondarie, l'elemento
(/TRECCANILIBRI/) platibrachi e nella valle
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Indichiamo col nome di xantocroico, come per primo fece Th. H. Huxley, il
tipo chiaro a capelli biondi e occhi azzurri, che molti chiamano nordico e anche
germanico. Quest'ultima denominazione è affatto da rigettare, non essendo
affatto questo tipo prevalente in Germania. Ma anche la denominazione di
nordico non è propria, non essendo affatto dimostrato, anzi essendo
improbabile, che questo tipo tragga la sua origine dal nord dell'Europa.
presenza del tipo xantocroico, il Sera ritiene che questo possa essere stato in
ogni caso raro, ciò che del resto le pitture murali di Pompei confermano,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) sia
per i colori degli occhi, della pelle, dei capelli dei soggetti ivi raffigurati, sia per i
(/index.html)
caratteri facciali. La serie dei cranî pompeiani antichi è molto importante,
CATALOGO (/CATALOGO/)
perché dimostra la presenza di un elemento platicefalico in latitudini assai basse
in Italia, dovendosi escludere per la sua frequenza (oltre la metà dei casi) un
accesso dal nord, supposizione SCUOLA
che si presenterebbe a tutta prima, dato che
(/TRECCANISCUOLA/)
Pompei era in una zona di notevole attrazione etnica. 6. Una serie di Messina
(dati di Mondio) ha in complesso una forma ortocefalica lunga. Pochi sono i
brachioidi. Esiste invece un(/TRECCANILIBRI/)
LIBRI piccolo gruppo platicefalico e assai lungo, che è
ARTE (/TRECCANIARTE/)
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
Questi dati sull'altezza del cranio, pur essendo ancora piuttosto scarsi, ci
permettono d'interpretare meglio i fatti che pongono in luce le tre grandi carte
del Livi, facendoci vedere dei legami ove parrebbe fossero solo differenze e
differenze dove sembrerebbe esistessero identità, se ci si limitasse al solo indice
cefalico. Purtroppo invece manchiamo ancora di una ricerca diagnostica
sistematica sui caratteri descrittivi della faccia, ricerca che sarebbe d'importanza
di gran lunga maggiore, per la chiarificazione dei rapporti etnici italiani.
Tuttavia il Sera ritiene che il tipo facciale di gran lunga predominante in Italia
sia l'etiopico-caucasiano, che è forse nella sua maggiore purezza in Calabria. Per
la Sardegna non saprebbe escludere la confluenza con altri tipi facciali, pur
essendo comuni con questi indice cefalico orizzontale, altezza del cranio,
colorito, ecc. L'unicità di tipo della Sardegna potrebbe esser solo apparente e
provenire dalla scelta dei caratteri usati per le misure, caratteri che sarebbero
assai meno validi di quelli descritti della faccia, a darci le distinzioni
fondamentali raziali. Secondo il Sera, l'unità dei cosiddetti Mediterranei, pur
volendosi limitatamente considerare come tali solo i dolicocefali, è affatto
illusoria ed è proprio il carattere, secondario e subordinato nel suo valore, della
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24/2/2021 ITALIA in "Enciclopedia Italiana"
forma lunga del cranio cerebrale, che crea questa unità illusoria. Ma, oltre a ciò,
non vi è nessuna ragione
positiva per escludere dai Mediterranei i brachioidi,
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
che certamente non hanno niente a che fare con l'Asia, secondo quanto
(/index.html)
vorrebbe il Sergi.
CATALOGO (/CATALOGO/)
su tutta la cintura alpina, ma qua non si ha più a che fare col tipo xantocroico,
bensì col tipo di alta montagna, brachiplaticefalico, il vero tipo alpino, il quale è
differente dal tipo brachioide che troviamo
TRECCANI diffuso
CULTURA nella valle padana, tipo il
(/CULTURA/)
quale ha un colorito più scuro. A questo tipo alpino, o meglio a una sua varietà
a statura alta, forse, ma non con certezza, si deve ancora attribuire in
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
prevalenza il colorito chiaro del Veneto. In guisa che risulta il fatto
apparentemente singolare che in alta Italia il tipo xantocroico sarebbe presente
con una certa frequenza solo nella parte settentrionale e occidentale della
Lombardia. Qua però si presenterebbe con le tre caratteristiche classiche:
dolicocefalia, colorito chiaro, alta statura. La carta di distribuzione per
mandamenti dell'indice cefalico è piuttosto favorevole all'ipotesi che la
brachicefalia della valle padana sia l'evoluzione della dolicocefalia ligure. In
seno a una stratificazione di dolico-ortocefali bruni, su tutta la valle padana, si
sarebbero prodotti tre centri brachicefalici, uno per il Piemonte, l'altro per la
bassa Lombardia e l'Emilia occidentale, il terzo per la Romagna. Ma il fatto più
singolare che le due grandi carte del Livi pongono in luce, secondo il Sera, è la
presenza di una forte componente xantocroica in tutta l'Italia centrale e
soprattutto orientale: Umbria, Toscana, Abruzzo e parte settentrionale e
orientale dell'Italia meridionale; Molise, Beneventano, Puglia settentrionale,
parte settentrionale e orientale della Lucania. Da questa zona s'irradierebbero le
propaggini disperse del tipo che si riscontrano nelle altre parti della penisola e
nella Sicilia. Il tipo xantocroico sarebbe praticamente assente nella Sardegna.
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e siculo) deve forse il suo carattere ad afflussi assai più recenti (Longobardi,
Normanni). L'assenza dei
caratteri facciali xantocroici nella serie di Pompei
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
dimostra la tardività dell'avvento dei caratteri del tipo chiaro nella regione,
(/index.html)
caratteri che nell'attualità troviamo abbastanza frequenti.
CATALOGO (/CATALOGO/)
deviare più o meno nel senso della morfologia della razza di Neanderthal (v.
paleoantropologia). È dubbio che nell'Italia però si sia mai raggiunta una
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
morfologia tipica di questa razza, quale la vediamo in Francia. Solo forse alcuni
caratteri, come la platicefalia, si produssero chiaramente, sempre in zone poco
estese e isolate. L'appartenenza del cranio fossile di Saccopastore, recentemente
trovato, alla razza di Neanderthal pare al Sera, fino a prove migliori, assai
dubbia. Col ristabilirsi del clima attuale, i monti furono nuovamente abitati e
mentre i platicefali erano sospinti sulle zone più alte, sia sulle Alpi, sia
sull'Appennino, gli abitatori delle zone montuose sottostanti si evolvevano
verso la brachiortocefalia. Ciò si verificò però solo per le regioni ove le masse
montuose hanno grande estensione in superficie, non per quelle dove, come la
Calabria, la Sicilia e la Sardegna, hanno estensione piuttosto lineare. Le
popolazioni di queste regioni rimasero dolico-ortoipsicefale, come le troviamo
attualmente.
più primitivo che abitò l'Italia, con la sola variazione notevole della
brachicefalia, ma del resto meno modificato che in altri luoghi. Un'altra
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/) zona di
relativa persistenza del tipo nei suoi caratteri è quella della Lucchesia, ove
(/index.html)
l'evoluzione invece si sarebbe determinata nella statura. Nel sud il tipo
CATALOGO (/CATALOGO/)
primitivo italico si sarebbe conservato meno alterato in Calabria. Questa
condizione di cose, relativamente semplice, fu modificata da avventi del tipo
xantocroide in epoche assai differenti. L'avvento di gran lunga più importante
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
fu certo quello che si verificò nell'epoca del bronzo o, più sicuramente, del
ferro. Il possesso di questo metallo diede alle genti che lo portavano un
vantaggio, che, per lungo
LIBRItempo forse, supplìARTE
(/TRECCANILIBRI/) alla (/TRECCANIARTE/)
relativa scarsezza del numero
e permise loro di stabilirsi largamente nelle parti centrali della penisola,
mantenendosi però a preferenza nelle zone montuose e, a poco a poco,
fondendosi con la popolazioneTRECCANI
preesistente. Le (/CULTURA/)
CULTURA invasioni barbariche diverse,
avvenute in epoche successive, portarono non così grandi cambiamenti. Il
maggiore forse di essi, è quello della zona nord occidentale della Lombardia,
ACQUISTA (/EMPORIUM/)
che abbiamo vista, determinato forse dai Longobardi.
I varî avventi di genti per via di mare, colonizzazioni greche, albanesi, slave,
compresa anche l'etrusca, non possono aver prodotto neppure localmente
cambiamenti profondi; a ogni modo tali cambiamenti sono documentabili con
estrema difficoltà, per cause diverse.
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Per quasi tutto il Medioevo ci manca qualsiasi dato per calcoli attendibili; è da
presumersi tuttavia cheISTITUTO
la popolazione
fosse piuttosto diminuita alla caduta
(/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
CATALOGO (/CATALOGO/)
La seguente tabella riassume i dati principali risultati dai varî censimenti dal
1861 al 1931:
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
Dai dati ora esposti si può dedurre che la popolazione italiana si è all'incirca
raddoppiata negli ultimi cento anni; pochi altri paesi d'Europa hanno
dimostrato nel periodoLIBRI
corrispondente un ritmo
(/TRECCANILIBRI/) ARTEdi aumento così rapido.
(/TRECCANIARTE/)
Questo aumento è dato, come è noto, da un lato dall'eccedenza dei nati vivi sui
morti, dall'altra dall'eventuale eccedenza degl'immigrati sugli emigrati. Le cifre
della penultima colonna della TRECCANI
tabella mostrano che tale aumento si è
CULTURA (/CULTURA/)
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sessantennio.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Se si considera l'eccedenza dei nati sui morti nelle varie parti del regno si nota
eh'essa si comporta molto diversamente. Nel 1929, anno nel quale la media fu,
come si è detto più sopra, moltoSCUOLA
bassa (/TRECCANISCUOLA/)
(9,1 per mille) si superò il 15 per mille in
Lucania e in Calabria, il 14 per mille in Puglia (oltre 19 per mille in provincia di
Lecce), mentre la Liguria superò di poco il 3 per mille, il Piemonte restò sotto
al 2 per mille (0,26 perLIBRI
mille(/TRECCANILIBRI/)
in provincia di Vercelli). Sotto al 4,5 per mille
ARTE (/TRECCANIARTE/)
Quanto all'emigrazione, per quanto come si dirà, essa sia molto diminuita
rispetto al periodo prebellico (la media annua nel periodo 1901-13 fu di oltre
625.000, mentre nel 1930, che diede la più alta cifra del quinquennio ultimo, fu
di 300.000 o poco più), tuttavia in alcune regioni d'Italia sottrae ancora
un'aliquota notevole. Per il che, in conclusione, anche attualmente l'aumento
della popolazione, considerato per compartimenti e provincie, si manifesta
assai disforme. Nell'intervallo corso fra gli ultimi due censimenti vi è una sola
regione in lieve diminuzione, la Sicilia (prov. di Agrigento, Catania, Enna,
Palermo, Ragusa e Trapani), dove alla natalità piuttosto scarsa si aggiunge una
notevole emigrazione. Il Piemonte, considerato nel suo insieme, mostra un
lieve aumento, cui concorre soprattutto la provincia di Torino, ma sono in
diminuzione le provincie di Alessandria, Aosta, e Cuneo per scarsa natalità e in
parte anche per emigrazione interna. Altre provincie con diminuzione sono
Pavia, Trento, Belluno, Udine, Vicenza e Pistoia; alcune di esse sono
caratterizzate da scarsa eccedenza dei nati sui morti, in altre, a spiccato
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Si osserva inoltre che nell'Italia peninsulare e nelle isole, regioni che hanno
ancora un'economia prevalentemente nel
agricola, la densità della popolazione
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
maggior numero dei casi misura il grado di produttività del suolo: cosi si
(/index.html)
spiegano le aree ad alta densità, nelle vallate e colline della Toscana, dell'Emilia,
CATALOGO (/CATALOGO/)
della Campania, della Sicilia. Valori massimi (oltre 250-300 ab. per kmq.) si
raggiungono in zone a suolo particolarmente fertile, come le colline vulcaniche
dell'Antiappennino, la pianura SCUOLA
campana, la regione etnea, mentre sono
(/TRECCANISCUOLA/)
scarsamente popolate alcune zone collinose costituite da argille sterili, ingrate,
franose, del Sannio, della Lucania, della Calabria, della Sicilia, ecc. In alcuni casi
un notevole sviluppo industriale si aggiunge ARTE
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) a determinare il concentramento
(/TRECCANIARTE/)
largamente approssimativi.
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
Nella tabella seguente sono messi a confronto, regione per regione, i dati offerti
(/index.html)
dal censimento 1931 con quelli di tre censimenti precedenti (1871, 1901, 1921).
CATALOGO (/CATALOGO/)
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città.
(/index.html)
CATALOGO (/CATALOGO/)
Del resto vi è un'enorme varietà nel tipo dei centri italiani, così come nella loro
situazione e nella configurazione planimetrica. Per molti dei maggiori, i quali
ebbero varie fasi di sviluppo, queste fasi si possono riconoscere nella pianta
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
stessa, fino a rimontare al nucleo più antico, non di rado risalente all'età
romana, e caratterizzato spesso, in tal caso, dal reticolato ortogonale delle vie.
Ma non sempre questoLIBRI tipo(/TRECCANILIBRI/)
regolare di reticolato
ARTE a maglie quadrate o
(/TRECCANIARTE/)
Riguardo all'entità demografica, nel 1931, i comuni con più di 20.000 ab. erano
244 (sul totale di 7310) e di questi 66 soltanto superavano i 50.000 ab. e 22 i
100.000. Questi ultimi raccoglievano tuttavia 7.165.000 ab., cioè circa il 17,5%
dell'intera popolazione d'Italia. Ma i centri con più di 20.000 ab. erano in
numero minore; la cartina qui annessa ne dà la distribuzione, anche in riguardo
all'altezza sul livello del mare.
L'incremento delle grandi città è stato nel sec. XIX molto notevole. Intorno al
1800 infatti non vi erano che 5 città con più di 100.000 ab. (Napoli oltre
400.000; Palermo oltre 200.000; Roma 153.000; Venezia 140.000; Milano
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(/index.html)
Lo sviluppo successivo delle grandi citta è messo in evidenza dalla seguente
CATALOGO (/CATALOGO/)
tabella.
Nel giudicare dell'incremento, molto ineguale, dei centri indicati dalla tabella,
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
bisogna tener conto anche dell'ingrandimento recente di taluni di essi per
aggregazione di comuni limitrofi (Genova, Firenze, Milano, Napoli, Reggio,
Venezia). Per maggioriLIBRI
particolari vedi alle singole
(/TRECCANILIBRI/) voci.
ARTE (/TRECCANIARTE/)
La tendenza ad affluire dalle campagne verso i grandi centri, per quanto non
abbia in Italia assunto le proporzioni
TRECCANIdimostrate da stati a più intenso sviluppo
CULTURA (/CULTURA/)
l'indole delle genti meridionali incline alla vita urbana, la malaria e la scarsità
delle acque d'alimentazione: ma riposa soprattutto su un vecchio tipo di
ISTITUTO (/ISTITUTO/) MAGAZINE (/MAGAZINE/)
economia agraria basato sulla cerealicoltura estensiva e su colture arboree
(/index.html)
(olivo, vite), condotta col sussidio di un largo ceto di braccianti e accompagnata
CATALOGO (/CATALOGO/)
da un assai modesto allevamento animale (ovini). L'introduzione di colture
specializzate (agrumi, mandorlo, tabacco), o lo sviluppo dell'allevamento, specie
dei bovini, o il passaggio alle colture promiscue, ha, dovunque, condotto alla
SCUOLA (/TRECCANISCUOLA/)
fondazione di masserie, cascinali, case coloniche isolate. In molte regioni
meridionali, il vecchio borgo contiene ormai, dei rurali, quasi soltanto i
giornalieri: coloni, fittavoli, piccoli proprietarî
LIBRI (/TRECCANILIBRI/) hanno
ARTE la casa sui fondi.
(/TRECCANIARTE/)
poi, varî distretti di vecchie e nuove bonifiche idrauliche e, qua e là, le plaghe
particolarmente favorite nelle quali si è sviluppata la piccola proprietà. L'area
della più recente bonifica padana presenta
TRECCANI invece
CULTURA un tipo intermedio di
(/CULTURA/)
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CATALOGO (/CATALOGO/)
Maggior importanza ha avuto, specialmente in passato, il fenomeno
dell'emigrazione vera e propria, deter