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PIATTI TIPICI SICILIANI

MATERIA: EDUCAZIONE CIVICA


ALUNNO: PAOLO RIVERÀ III C S.U.

Parlare di cucina siciliana significa rapportarsi con un’eredità


gastronomica molto stratificata e vecchia di secoli e secoli. Greci, Romani,
Arabi, Normanni, Francesi, Spagnoli: ognuna di queste popolazioni ha
lasciato una propria traccia all’interno del panorama culinario siciliano.
Punto di unione sono gli agrumi presenti in molti dolci tipici.
Non bisogna assolutamente dimenticare il cibo “da strada”, ovvero gli
arancini, le panelle (frittelle di farina di ceci) accompagnate da pane e
dalle crocchette di patate.
E poi ancora i fritti in pastella, le frittole, le stigghiole, il “pane ca meusa”,
da gustare specialmente a Palermo. A ogni angolo delle strade delle città
siciliane si trovano dei baracchini ambulanti che vendono questi cibi rapidi
e veloci da consumare, ma estremamente gustosi e saporiti.
Anche il panorama di piatti salati è molto variegato, a partire dai primi,
come la famosa pasta con le sarde, piatto molto ricco e saporito che
prevede sarde, finocchietto di montagna, acciughe, mollica di pane da
abbrustolire, zafferano, uva sultanina, mandorle e pinoli.
Altri primi piatti tipici è la pasta alla Norma, piatto originario di Catania
con i suoi forti sapori di basilico, pomodoro, ricotta esaltati dalle
melanzane e dall’aglio.
Nel Trapanese la regina della tavola è il cous cous, da non perdere sono
anche i maccaruni di casa e anche il pesce alla griglia è molto presente
nella cucina siciliana.
Nell’ambito dei dolci c’è l’imbarazzo della scelta.
I cannoli siciliani sono dolci fritti tradizionali imbottiti di ricotta, In
origine i cannoli venivano preparati in occasione del carnevale, ma
come molti dolci tradizionali oggi vengono consumati tutto
l'anno.

Leggenda vuole che le origini del dolce siano saracene, e che la ricetta sia
stata creata dalle donne
dell'Harem di Caltanissetta; il nome è invece legato alle canne da fiume
attorno a cui venivano avvolte le cialde affinché prendessero la forma
tipica. Tradizionalmente ripieni di ricotta di pecora, esiste una variante
ragusana che utilizza la ricotta vaccina, tendenzialmente di Mucca
modicana.

La cassata è un dolce a base di ricotta zuccherata di pecora, pan di spagna,


pasta reale e frutta candita. Le origini, come per i cannoli sembrano risalire
alla dominazione araba; furono gli arabi infatti a introdurre a Palermo la
maggior parte degli ingredienti di questo dolce, come la canna da
zucchero, il cedro, il limone e la stessa mandorla. Inizialmente dedicata
solo alla Pasqua, diventa diffusa tutto l'anno anche grazie a un documento
del sinodo dei vescovi siciliani del 1575, dove viene definita
"irrinunciabile durante le festività". Numerose sono le varianti alla ricetta
tradizionale, come la variante messinese, meno dolce, la catanese, la
trapanese, la nissena e la siracusana, che presenta pan di spagna a strati ed
è priva di glassa.
Le dita d’apostolo sono crespelle ripiene alla crema di panna e ricotta,
arrotolate e tagliate a tocchetti. Al di sopra di tutto, una spolverata di
zucchero e cannella.
Da non dimenticare sono i simboli tipici siciliani conosciuti in tutto il
mondo come la granita al caffè, il gelo al limone, il pistacchio di Bronte
(in siciliano chiamato frastuca o frastucara), i frutti di Martorana (le paste
di mandorla) e il latte di mandorla, il cioccolato di Modica.

I VINI

I vini tipici siciliani sono tra i più conosciuti d’Italia; il clima ventoso e
secco, caldo ma mite, unito alla fertilità del terreno, offre la possibilità di
coltivare uve di qualità.
A Trapani e provincia si produce il Bianco D'Alcamo e il Marsala,mentre
se ci spostiamo nelle zone di Ragusa e Catania troviamo il Cerasuolo di
Vittoria. A Messina si sta cercando di tutelare un vino rosso di antica
tradizione, il Faro, mentre a Siracusa invechia il Moscato di Noto. D
Le pendici dell'Etna sono ideali per coltivare uve di qualità, uve che ci
regalano il famoso vino bianco e rosso dell'Etna. Non dimentichiamo
notissimi vini dolci, tra cui il Marsala, la Malvasia, il Moscato e il Passito.

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