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Ischia Porto e Ischia Ponte
Lacco Ameno
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Sant’Angelo e la costa meridionale
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Marina Corricella
Marina di Chiaiolella
LA COSTIERA AMALFITANA
Sorrento
A ovest di Sorrento
Massa Lubrense
Sant’Agata sui Due Golfi
Marina del Cantone
A est di Sorrento
Vico Equense
Cittadine della Costiera Amalfitana
Positano
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Cetara
Vietri sul Mare
SALERNO E IL CILENTO
Salerno
Paestum
Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano
Agropoli
Costiera Cilentana
Palinuro
PERNOTTAMENTO
Napoli
Centro storico e Mercato
Toledo e Quartieri Spagnoli
Santa Lucia e Chiaia
Vomero
Capodimonte e Sanità
Mergellina e Posillipo
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Sorrento
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Sant’Agata sui Due Golfi
Marina del Cantone
Positano
Da Positano ad Amalfi
Amalfi
Ravello
Salerno e il Cilento
Salerno
Paestum
Agropoli e la Costiera Cilentana
Parco Nazionale del Cilento
CONOSCERE
Napoli, Pompei e la Costiera Amalfitana oggi
Storia
Arti
Lo stile di vita napoletano
Religione e superstizione
La cucina campana
Architettura e scultura
La città sotterranea
GUIDA PRATICA
Informazioni
Trasporti
Indice
Legenda delle cartine
IN QUESTA GUIDA
Il barocco
Meraviglie antiche
La tragedia di Pompei
Religione e superstizione
La cucina campana
Benvenuti a Napoli, a Pompei e nella
Costiera Amalfitana
Ricchezza culturale
Il patrimonio culturale della Campania ha pochi eguali in Europa. Tra ricche dimore
borboniche, ville romane affrescate e capolavori caravaggeschi non avrete che
l’imbarazzo della scelta. E i siti archeologici, i templi antichi, gli affreschi
pompeiani e le sculture commoventi scateneranno la vostra immaginazione.
Sapori campani
La Campania è patria di piatti famosi in tutto il mondo, come la pizza e la pasta, e di
prodotti come la mozzarella, i pomodori di San Marzano, i limoni di Sorrento e
pesce di qualità sopraffina. Visitare questa regione sarà dunque come partecipare a
un interminabile banchetto: pizza in forno a legna e forte caffè espresso a Napoli,
lunghi pranzi nella tranquillità degli agriturismi del Cilento e dolci sublimi nelle
raffinate pasticcerie di Salerno. Senza contare il coniglio all’ischitana e la famosa
colatura di alici di Cetara, il secco e fresco Falanghina...
Bellezze naturali
Madre Natura ha superato se stessa in Campania, creando un suggestivo mosaico di
aspre montagne, crateri fumanti e grotte dai magici riflessi. Esplorate le emozionanti
Grotte di Castelcivita, popolate di pipistrelli; immergetevi lungo la costa di Capri per
perlustrarne gli antri sottomarini; avvertite la furia della terra al Cratere della
Solfatara. Se avete bisogno di un po’ di svago, fate una gita a cavallo lungo i pendii
del Vesuvio o in barca a vela lungo la Costiera Amalfitana, oppure concedetevi un
po’ di relax su una spiaggia termale di Ischia. Le possibilità sono tante, ma la
costante è una: il paesaggio, immancabilmente bello, vario e un po’ magico.
Perché amo Napoli, Pompei e la Costiera Amalfitana
8 Fu una fortuna che Carlo III di Borbone, re di Napoli come Carlo VII, amasse la
grandiosità: sua madre, Elisabetta Farnese, gli lasciò in eredità una ricchissima
collezione d’arte, con centinaia di magnifiche tele e arazzi, eleganti sculture e
delicate ceramiche. La collezione del Palazzo Reale di Capodimonte, che custodisce
anche alcune opere e installazioni contemporanee, è forse meno famosa di altre in
Italia, ma è senz’altro una delle migliori, con opere di Raffaello, Tiziano,
Caravaggio, Masaccio ed El Greco.
Museo Archeologico Nazionale
9 Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli è uno dei più importanti del mondo.
Qui vedrete il magnifico Toro Farnese, forse il più grande gruppo scultoreo antico
giunto fino a noi. Quest’opera epica è affiancata da raffinati mosaici ricchi di
dettagli, dai cristalli e dagli affreschi che un tempo adornavano le eleganti ville della
regione. A completare l’offerta, il famosissimo Gabinetto Segreto, che conserva una
collezione di reperti greco-romani a sfondo erotico e sessuale.
Vesuvio
Medio €100-200
Camera doppia in alberghi di media categoria: €80-180
Pranzo e cena in ristoranti di fascia media: €25-50
Abbonamento di tre giorni Napoli Artecard: €21
Più di €200
Camera doppia in hotel a quattro o cinque stelle: €150-450
Cena in ristoranti di fascia elevata: €50-120
Ingresso in una spa con trattamenti: €75
Orari di apertura
Gli orari di apertura variano durante l’anno. In questa guida sono riportati quelli
dell’alta stagione. Gli orari in genere sono ridotti durante la media e bassa stagione.
Ricordate che gli orari delle attività più piccole possono essere variabili.
Banche 8.30-13.30 e 14.4515.45 o 16.15 lun-ven Caffè 7.30-20 o più tardi
Locali notturni 23-5
Negozi 9-13 e 15.30-19.30 (o 16-20) lun-sab, talvolta chiusi lun mattina e aperti
dom Ristoranti 12-15 e 19.30-23 o 24
Arrivo
Aeroporto di Napoli Capodichino (NAP) Alibus (servizio navetta) – €3 (€4 a
bordo) fino alla Stazione Centrale e al Molo Beverello (terminal dei traghetti e degli
aliscafi) ogni 20-35 min, dalle 6.30 alle 23.40
Taxi – tariffa predeterminata di €19 fino a Piazza Municipio (Molo Beverello); circa
20-30 min Stazione Centrale di Napoli
Metro – €1 (biglietto sola andata ANM) fino a Municipio (Piazza Municipio) ogni 8-
14 min, 6.15-22.30 circa (fino all’1 circa ven e sab) Taxi – tariffa fissa di €11 fino a
Piazza Municipio (Molo Beverello); circa 15-20 min
Trasporti locali
I trasporti pubblici nella regione sono ragionevolmente costosi e relativamente
affidabili nelle principali aree turistiche.
Metro La linea 1 collega la Stazione Centrale di Napoli a Piazza Municipio (dove si
trovano i terminal dei traghetti e degli aliscafi), Via Toledo e il Vomero. La linea 2,
gestita da Trenitalia, arriva a Pozzuoli.
Treno Ottimo per raggiungere Ercolano, Pompei, Sorrento, Salerno, Caserta e parti
dei Campi Flegrei.
Autobus Comodo per viaggiare lungo la Costiera Amalfitana e per muoversi a Capri
e Ischia. Alcuni servizi toccano i siti di interesse turistico dei Campi Flegrei.
Automobile Utile per raggiungere i centri minori del Cilento. Sconsigliabile a
Napoli tutto l’anno e lungo la Costiera Amalfitana in estate.
Il tramonto a Napoli
MAXIME BERMOND/GETTY IMAGES ©
Reggia di Caserta (Palazzo Reale di Caserta), a nord di Napoli
SKLIFAS STEVEN/ALAMY ©
Architettura
Reggia di Caserta
Un ambizioso e scenografico palazzo barocco.
Duomo
Magnifici affreschi barocchi e antichi mosaici coesistono in questo omaggio
architettonico al santo patrono di Napoli.
Galleria Umberto I
Opera monumentale di fine Ottocento votata al commercio.
Cattedrale di Sant’Andrea
La magnifica facciata bicroma di Amalfi reca tracce di stili diversi.
Palazzo dello Spagnolo
La scalinata è un maestoso tributo allo spirito di grandezza napoletano.
Certosa di San Giacomo
Monastero trecentesco nell’antico stile architettonico di Capri.
Natura selvaggia
Costiera Amalfitana
La Costiera Amalfitana è famosa non soltanto per le acque turchesi: l’entroterra è
percorso da suggestivi sentieri escursionistici alla portata di tutti.
Parco Nazionale del Cilento
Un’area incontaminata con ruscelli cristallini, fiumi e impetuose cascate.
Faraglioni
I celebri pinnacoli rocciosi di Capri emergono dal mare in tutta la loro bellezza.
Grotta di Matermania
Reperti murari romani in una gigantesca caverna utilizzata nell’antichità come
ninfeo.
Negombo
Vasche termali, una spiaggia privata e uno splendido giardino botanico per un
momento di relax.
Vesuvio
Il vulcano offre sentieri naturalistici e un magnifico panorama dal minaccioso
cratere.
Fontana dei giardini botanici La Mortella, Ischia
RUTH BROWN/GETTY IMAGES ©
La classica pizza margherita di Napoli
ANGELA SORRENTINO/GETTY IMAGES ©
Arte
Palazzo Reale di Capodimonte
Da Botticelli e Caravaggio alla pop art di Andy Warhol, questo palazzo-museo
ospita capolavori di importanza mondiale.
Galleria di Palazzo Zevallos Stigliano
L’ultimo capolavoro di Caravaggio costituisce l’elemento di spicco della piccola
pinacoteca ospitata in questo scrigno che un tempo era una banca.
Museo del Novecento
L’arte novecentesca dell’Italia meridionale esposta in una massiccia fortezza
napoletana.
Metropolitana di Napoli
Arte contemporanea sotto le strade di Napoli.
Liquid Art System
Due gallerie che espongono interessanti opere di pittori e scultori per lo più italiani.
Pinacoteca Provinciale di Salerno
Dal Rinascimento al XX secolo, il principale museo d’arte di Salerno ha qualcosa
per tutti.
Giardini romantici
Ravello
Ammirate la Costiera Amalfitana dal belvedere di Villa Cimbrone e apprezzate lo
stile classico a Villa Rufolo.
La Mortella
Un paradiso subtropicale ispirato ai giardini dell’Alhambra di Granada.
Reggia di Caserta
L’ambiente grandioso del Palazzo Reale di Caserta per sognare a occhi aperti.
Villa Floridiana
Una villa elegante, una fontana piena di tartarughe e panorami incantevoli
caratterizzano questo romantico rifugio.
Giardini di Augusto
Offrono lo stesso panorama straordinario che ammirava l’imperatore a Capri.
Orto Medico, Ospedale degli Incurabili
Un chiostro segreto con erbe officinali e una fontana gorgogliante.
Mese per mese
IL MEGLIO
3 Napoli onora il suo santo patrono, san Gennaro, nella cappella che ne
ospita il sangue. Qui, tra le sculture di Cosimo Fanzago ai lati del cancello e il
Paradiso di Giovanni Lanfranco, regna la spiritualità.
Certosa di San Martino
AGF SRL/ALAMY ©
La mitica costa campana è una delle più belle del mondo e ha ispirato
innumerevoli artisti, romantici e bon vivant. Questo itinerario vi mostrerà i suoi
angoli più affascinanti.
Iniziate con tre giorni a Napoli, apprezzandone le bellezze artistiche e
architettoniche e la tradizione gastronomica. Cercate di visitare almeno due dei
ricchi musei della città, esplorate i mercati e le catacombe, ammirate la scultura del
Cristo velato nella Cappella Sansevero e assistete a un’opera nel maestoso Teatro
San Carlo. Il quarto giorno fate un tuffo nel passato a Pompei, prima di prendere un
aperitivo serale nella rilassata Sorrento. Il giorno seguente girovagate per le vie di
questa cittadina, facendo un corso intensivo di artigianato al Museo Correale e al
Museo Bottega della Tarsia Lignea, per poi ritrovare la pace nel chiostro della
Chiesa di San Francesco. Il sesto giorno imbarcatevi per Capri, concedendovi tre
giorni per innamorarvi di questa magica isola. Scivolate nella scintillante Grotta
Azzurra, raggiungete la sommità del Monte Solaro e abbandonate la folla
imboccando le vie secondarie e i bucolici sentieri escursionistici.
Scavi di Pompei
NEIL SETCHFIELD/GETTY IMAGES ©
Ercolano ha resistito al tempo meglio della sua eterna (e più grande) rivale
Pompei, conservando botteghe dove ancora si vedono merci, insegne e arredi
fossilizzati, mosaici e persino un’antica inferriata.
Pompei
Palinuro
MICHELE CAMINATI/ISTOCKPHOTO ©
Certosa di San Lorenzo, Padula SERAFICUS/ISTOCKPHOTO ©
Pianificare il viaggio
A tavola con i napoletani
Sfogliatelle
TANUKI PHOTOGRAPHY/ISTOCKPHOTO ©
Specialità locali
Ogni provincia possiede le proprie specialità. Di seguito alcuni dei piatti tipici della
regione: Napoli Pizza, spaghetti alle vongole, frittata di pasta...Assaggiate il sartù
(timballo di riso con ragù napoletano, polpettine di carne, cervella, mozzarella, uova
e prosciutto) e fate uno spuntino con una pizza fritta (ripiena di salame, formaggio e
pomodori) o un supplì di riso. Tra i dessert regna incontrastata la pastiera.
Caserta Famosa in tutto il mondo per la mozzarella di bufala che si scioglie in
bocca.
Capri La leggera insalata caprese (mozzarella, pomodori, basilico e olio
extravergine d’oliva), la calorica torta tipica (a base di mandorle e cioccolato) e un
bicchierino di limoncello per finire il pasto.
Ischia Assaggiate gli spaghetti alla puttanesca (con salsa di pomodoro, olive,
capperi e aglio), il coniglio all’ischitana (con aglio, peperoncino, pomodori, vino
bianco e aromi) e il vino aromatico delle aziende locali come Casa D’Ambra.
Minori Non perdetevi la pasta locale, soprattutto gli scialatielli (listarelle più
corte e larghe degli spaghetti) e gli ’ndunderi, un tipo di gnocchi.
Cetara Gustate le migliori acciughe d’Italia assaggiando gli spaghetti con alici e
finocchietto selvatico e la colatura di alici.
Salerno e il Cilento Non perdetevi l’olio extravergine d’oliva Colline Salernitane
DOP e la mozzarella di bufala di Paestum. Altri famosi formaggi del Cilento sono il
cacioricotta di capra e il caciocavallo podolico.
DA PRENOTARE
Cucina
Storia
Musei
Pizza e pasta
Tra le principali candidate alla corona gastronomica d’Italia, nelle sue vie Napoli
serve alcune delle specialità più famose della tradizione: caffè, pizza, pomodori,
pasta, sfogliatelle, babà e pesce cucinato in tutti i modi.
Antiche vestigia
Vivendo all’ombra del Vesuvio, i napoletani conoscono bene il significato del motto
carpe diem. Tutto intorno a loro, a Pompei, Ercolano, Pozzuoli, Baia e Cuma,
rimanda alla fugacità e imprevedibilità dell’esistenza. Persino sotto la città troverete
testimonianze di vite spente da secoli, dagli spettrali mercati e teatri romani ai
macabri affreschi funerari.
Musei e gallerie d’arte
Napoli trabocca di musei e gallerie da non perdere, da colossi come il Museo
Archeologico Nazionale e il Palazzo Reale di Capodimonte, a gemme meno
conosciute come il Memus del Teatro San Carlo.
Le isole
Terme
Paesaggio
Cucina
Centri termali
Fin dall’antichità le sorgenti termali di Ischia danno sollievo alle membra stanche.
Immergetevi dunque nell’atmosfera rilassante di qualche spiaggia termale,
adagiatevi in un bagno romano o fatevi coccolare e viziare in una spa.
Scenari incantevoli
Dalle pareti vertiginose e le grotte blu elettrico di Capri ai lussureggianti giardini e
pendii coperti di vigneti di Ischia fino ai paesini a tinte pastello di Procida, è la
bellezza a definire i dettagli nel Golfo di Napoli.
Specialità isolane
Che si tratti di una torta caprese in una piazza di Capri, di coniglio servito in una
trattoria di Ischia o di pesce appena pescato gustato su un lido di Procida,
preparatevi a esperienze gastronomiche che non dimenticherete facilmente.
La Costiera Amalfitana
Paesaggio
Attività
Cultura
Una costa perfetta
Pareti rocciose che sfiorano il cielo, borghi marinari, vigneti terrazzati e acque
turchesi: sono immagini comuni della costa più straordinaria e famosa d’Italia.
Bellezze naturali
Sopra, sotto o a livello del mare, i più dinamici non avranno che l’imbarazzo della
scelta. Che decidiate di nuotare o di immergervi in acque cristalline, di navigare in
barca a vela da una caletta all’altra o di sfuggire alla folla su un sentiero
escursionistico che corre sulle alture, la Costiera Amalfitana vi emozionerà.
Arte e architettura
Scultura e pittura moderna a Positano, chiostri medievali ad Amalfi, musica classica
a Ravello: oltre agli scintillanti yacht, alle spiagge affollate e alla gente griffata, vi
attende un piccolo ma prezioso patrimonio culturale.
Salerno e il Cilento
Resti archeologici
Natura
Cucina
Vestigia greche
Molto prima dell’arrivo dei romani, sandali greci calpestavano queste terre. Rendete
omaggio alla potenza e all’eleganza della Magna Grecia nei templi di Paestum e fra
le bucoliche rovine di Velia (o Elea).
Luoghi selvaggi
Boschi fitti e bui, rapide emozionanti e grotte simili a cattedrali che recano tracce
dell’alba dell’uomo: il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano è una delle aree
naturali più vaste e selvagge d’Italia.
Una ricca dispensa
Mozzarella di bufala che si scioglie in bocca e olio extravergine d’oliva dal sapore
intenso, carciofi dalle forme perfette e vellutati fichi bianchi, pesci luccicanti e dolci
elaborati: Salerno e il Cilento non mancano certo di specialità regionali.
On the Road
Con oltre 2000 anni di storia alle spalle, il centro storico di Napoli è una babele di
contraddizioni, un dedalo di strade caotiche in cui si celano rovine silenziose,
facciate cadenti che nascondono sontuosi interni barocchi e nicchie votive accanto
a bar e locali. Nessun’altra parte della città è più affascinante di questa, né può
offrire un’analoga densità di tesori artistici e architettonici.
Iniziate la vostra passeggiata da Porta Nolana, la porta quattrocentesca della
città; il bassorilievo in marmo sulla facciata esterna raffigura Ferdinando I
d’Aragona (re di Napoli con il nome di Ferdinando II dal 1458 al 1494 e figlio
illegittimo di Alfonso V d’Aragona, che fu anch’egli re di Napoli come Alfonso I
dal 1442 al 1458), mentre sulla facciata interna campeggia un busto del XVII
secolo di san Gaetano. Oggi Porta Nolana è nota soprattutto come punto
d’accesso all’omonimo mercato.
Dopo aver esplorato il mercato, dirigetevi a ovest lungo Via Nolana. Attraversate
Corso Umberto I, girate a destra in Via Egiziaca a Forcella, poi ancora a destra in
Via dell’Annunziata. Poco più avanti, sulla destra, vi troverete davanti alla
Santissima Annunziata, famosa per il suo orfanatrofio e per la ‘ruota degli
innocenti’ dove un tempo venivano abbandonati i neonati. Tornate verso Via
Egiziaca a Forcella e imboccatela svoltando a destra. Dopo aver attraversato Via
Pietro Colletta, seguite la strada che piega verso sinistra per poi sbucare in Via
Vicaria Vecchia. All’altezza dell’incrocio con la trafficata Via Duomo sorge una
delle chiese più antiche di Napoli, la Basilica di San Giorgio Maggiore,
costruita da san Severo nel IV secolo ma diffusamente rimaneggiata da Cosimo
Fanzago verso la metà del Seicento; l’abside originale paleocristiano oggi fa parte
dell’entrata principale. Due isolati a nord-ovest lungo Via Duomo si erge il
Duomo.
Tornate in Via Duomo e proseguite fino a Via dei Tribunali. Chiamata dai romani
decumanus maior, questa strada corre parallela al decumanus inferior, l’attuale
Spaccanapoli, qui Via San Biagio dei Librai. Prima di piegare a destra per
addentrarvi nel cuore storico della città, fate una breve deviazione a sinistra per
ammirare il capolavoro del Caravaggio Le Sette Opere di Misericordia nel Pio
Monte della Misericordia. Nella piazzetta di fronte alla chiesa svetta la
Guglia di San Gennaro.
Dopo aver attraversato Via Duomo puntate su Piazza San Gaetano, circa 150 m
più avanti sulla destra. La piccola piazza dove anticamente si trovava il foro
romano è oggi dominata dalla maestosa Basilica di San Paolo Maggiore; la
sua sontuosa sacrestia barocca è uno dei gioielli nascosti di Napoli. Di fronte alla
piazza si trova il Complesso Monumentale di San Lorenzo Maggiore, la cui
splendida basilica gotica sorge sopra un sito archeologico di epoca romana. Dopo
un’occhiata alla chiesa, proseguite lungo Via San Gregorio Armeno,
tappezzata di negozi e botteghe che vendono le famose statuine del presepe. In
questa via si trovano anche la Chiesa e Chiostro di San Gregorio Armeno, in
stile rococò.
In fondo alla strada si sbuca in Via San Biagio dei Librai. Girate a destra e dopo
circa 250 m vi ritroverete in Piazzetta Nilo, dominata da una statua della
divinità. Meno imponente è l’altarino dedicato a Maradona all’interno del Bar
Nilo, sulla stessa piazza. Più avanti, sulla sinistra, sorge la Chiesa di
Sant’Angelo a Nilo, che custodisce un sepolcro di squisita fattura.
Da qui, pochi passi vi porteranno nella bellissima Piazza San Domenico
Maggiore, sulla quale si affaccia l’imponente Chiesa di San Domenico
Maggiore. Al n. 9 si trova il famigerato Palazzo Di Sangro, tristemente noto
per essere stato teatro del brutale assassinio di Maria d’Avalos e del suo amante
per mano del marito, il compositore Carlo Gesualdo da Venosa. Dietro l’angolo
dopo il palazzo corre Via Francesco de Sanctis, dove si trova l’imperdibile
Cappella Sansevero, un piccolo gioiello che custodisce la straordinaria scultura
del Cristo velato.
Tornati in Via San Biagio dei Librai, procedendo verso ovest la strada diventa Via
Benedetto Croce. Sulla sinistra, al n. 45, sorge Palazzo Carafa della Spina,
progettato da Domenico Fontana alla fine del Cinquecento e restaurato nella
prima metà del Settecento; il suo portone barocco è uno dei più belli di Napoli.
Continuando verso ovest s’incontra la Basilica di Santa Chiara,
minuziosamente ricostruita dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Nella vicina Piazza del Gesù Nuovo, che la sera è un animato punto di ritrovo,
al n. 14 si trova la raffinata Libreria Dante & Descartes. Sul lato
settentrionale della piazza si affaccia la grandiosa Chiesa del Gesù Nuovo,
mentre al centro svetta la Guglia dell’Immacolata, realizzata fra il 1747 e il
1750; la statua in rame dorato della Vergine Maria fu aggiunta nel 1753.
I cinefili forse riconosceranno il balcone centrale di Palazzo Pandola al n. 33,
che compare nella scena finale del film di Vittorio de Sica Matrimonio all’italiana
(1964), con Sophia Loren e Marcello Mastroianni. Dalla piazza tornate indietro e
svoltate a sinistra in Via San Sebastiano; giunti alla traversa successiva, girate a
sinistra in Via Port’Alba, tappezzata di librerie, che conduce a Port’Alba, la
porta della città costruita nel 1625 che dà accesso a Piazza Dante.
Tornate indietro fino a Via San Sebastiano, svoltate a sinistra e, dopo un isolato
sulla vostra destra, sfocerete in Piazza Bellini, con i suoi numerosi caffè.
Chiesa di Santa Maria del Carmine
CHIESA
(cartina; 081 20 11 96; Piazza del Carmine 2; 6.30-12 lun, mar e gio-sab, fino alle 13.30 mer, fino alle 14
dom e festivi; 16.30-19.30 lun-dom; 151, 254, Con il suo campanile
1, 4 fino a Via Nuova Marina)
secentesco (il più alto di Napoli), questa chiesa è uno dei simboli della città, anche
perché custodisce un leggendario ‘crocifisso miracoloso’ appeso oggi in un
tabernacolo sotto l’arcata principale. Si narra infatti che nel 1439, durante la guerra
tra Alfonso V d’Aragona e Roberto d’Angiò, il crocifisso fosse riuscito a deviare
una palla di cannone sparata in direzione della chiesa. Altrettanto miracolosa è
ritenuta l’icona bizantina della Madonna della Bruna, risalente al XIII secolo, situata
alle spalle dell’altare maggiore e festeggiata ogni anno il 16 luglio con tanto di
fuochi d’artificio.
Di fatto, la Chiesa di Santa Maria del Carmine, oggetto di una profonda venerazione
tra i fedeli napoletani, è anch’essa avvolta nella leggenda. Secondo la tradizione
locale, quando nel 1268 Corradino di Svevia fu accusato di cospirazione contro il re
Carlo I d’Angiò e dunque imprigionato, sua madre Elisabetta di Baviera cercò
disperatamente di raccogliere il denaro per pagare il riscatto del figlio. Purtroppo il
denaro arrivò troppo tardi, e Corradino fu decapitato. Straziata, Elisabetta decise di
donare quel denaro alla Chiesa, a condizione che i frati carmelitani pregassero ogni
giorno per l’anima del figlio. Questi acconsentirono e fecero costruire la chiesa
attuale, dove nel transetto si trova una statua di Corradino.
Subito a nord-ovest della chiesa e di Piazza del Carmine si apre la Piazza del
Mercato, che fu teatro di eventi ancora più luttuosi: focolaio di un’epidemia di peste
nel 1656, fu anche il luogo in cui nel 1799 vennero giustiziati oltre 200 sventurati
sostenitori della Repubblica partenopea.
Toledo e Quartieri Spagnoli
Da non perdere
1 Galleria di Palazzo Zevallos Stigliano C5
Che cosa vedere
2 Casa e Chiesa di Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe C4
3 Chiesa di Sant’Anna dei Lombardi D2
4 Galleria Umberto I C5
5 La Pignasecca C2
6 Palazzo Gravina D2
Attività, corsi e tour
7 City Sightseeing Napoli D5
Pernottamento
8 Hotel Il Convento C4
9 Hotel San Francesco al Monte A3
10 Hotel Toledo C3
11 La Ciliegina Lifestyle Hotel D5
12 La Concordia B&B A5
13 Sui Tetti di Napoli C4
Pasti
14 Fantasia Gelati C2
15 Pintauro C5
Locali e vita notturna
16 Cammarota Spritz C4
Divertimenti
17 Galleria Toledo B3
Shopping
18 Talarico C3
Toledo e Quartieri Spagnoli
Con i bei palazzi signorili, Via Toledo (chiamata anche Via Roma) fu costruita nel
XVI secolo dal viceré spagnolo Don Pedro de Toledo; oggi è la principale arteria
commerciale della città, molto amata dai napoletani per le passeggiate serali.
Delimitata a sud dall’animata Piazza Trieste e Trento, più a nord costeggia Piazza
Dante e poi diventa Via Enrico Pessina, che passa accanto al Museo Archeologico
Nazionale in direzione di Capodimonte.
A ovest di Via Toledo s’intrecciano i vicoli dei Quartieri Spagnoli, originariamente
costruiti per alloggiare le truppe di Don Pedro. Pressoché privi di cose da vedere,
formano un pittoresco mosaico di panni stesi ad asciugare; sotto brulica la vita di
quartiere, con i suoi baretti, le trattorie e l’imperdibile mercato della Pignasecca,
pronti a offrire uno spaccato della Napoli popolana.
Museo Archeologico Nazionale
MUSEO
(cartina; 081 442 21 49; http://cir.campania.beniculturali.it/museoarcheologiconazionale; Piazza Museo
Nazionale 19; interi/ridotti €8/4; 9-19.30 mer-lun; Preparatevi ad ammirare
Museo, Piazza Cavour)
una delle collezioni d’arte greca e romana più belle del mondo. Nato come scuderia,
ma come tale mai utilizzato, il palazzo ospitò in seguito l’Università di Napoli,
finché, alla fine del XVIII secolo, Ferdinando IV non decise di farne un museo in cui
esporre la ricca collezione di antichità ereditata dalla nonna Elisabetta Farnese,
nonché i tesori rinvenuti durante gli scavi a Pompei e a Ercolano. Fra i pezzi più
preziosi spiccano la celebre scultura del Toro Farnese e una serie di straordinari
mosaici provenienti dalla Casa del Fauno a Pompei.
Prima di visitare il museo, valutate se acquistare il catalogo Il Museo Archeologico
Nazionale di Napoli (€12), pubblicato da Electa; se invece volete concentrarvi sui
pezzi più importanti, fatevi accompagnare dall’audioguida (€5). Per essere sicuri di
trovare aperte le sale che più v’interessano, date prima un colpo di telefono al
museo, perché la carenza di personale spesso comporta la chiusura di alcune sezioni
per parte della giornata.
Al piano interrato si trova la Collezione Borgia di epigrafi e reperti egizi, ma al
momento delle nostre ricerche era chiusa a tempo indeterminato. Al piano terra sono
esposte le imponenti sculture greche e romane della Collezione Farnese, fra cui il
Toro Farnese e il nerboruto Ercole. Scolpito agli inizi del III secolo d.C. e già
menzionato negli scritti di Plinio il Vecchio, il Toro Farnese è probabilmente la
copia romana di una scultura greca che raffigurava il supplizio di Dirce, regina di
Tebe. Scolpita in un unico, colossale blocco di marmo, l’opera fu scoperta nel 1545
nei pressi delle Terme di Caracalla a Roma e, dopo essere stata restaurata da
Michelangelo, venne inviata via mare a Napoli nel 1787. L’Ercole fu ritrovato nello
stesso scavo romano, ma privo degli arti inferiori; questi ultimi vennero poi alla luce
durante scavi successivi e i Borboni provvidero a risistemarli al loro posto.
Se avete poco tempo a disposizione, dopo aver ammirato questi due capolavori
andate direttamente al piano ammezzato, dove si trova una squisita collezione di
mosaici provenienti soprattutto da Pompei. Nella serie di quelli rinvenuti nella Casa
del Fauno, La battaglia di Alessandro contro Dario è davvero sensazionale. L’opera,
che misura 20 mq, è la raffigurazione più nota di Alessandro Magno e fu
probabilmente realizzata da artigiani alessandrini attivi in Italia verso la fine del II
secolo a.C.
Dalla zona dei mosaici si accede al Gabinetto Segreto, che ospita una piccola ma
celebre collezione di arte erotica antica. Il pezzo più famoso raffigura il dio Pan
mentre si unisce a una capra, una scultura piccola ma sorprendentemente raffinata,
scoperta nella Villa dei Papiri di Ercolano. Vedrete anche nove affreschi che
illustrano varie posizioni sessuali.
Al primo piano, quella che in origine era la biblioteca reale oggi è la vasta Sala
Meridiana; vi sono esposti la statua dell’Atlante Farnese, che sostiene il globo
terrestre sulle spalle, e dipinti della Collezione Farnese. Alzando lo sguardo vedrete
il caleidoscopio di colori dell’affresco realizzato nel 1781 da Pietro Bardellino, che
raffigura il (breve) trionfo di Ferdinando IV e della moglie Maria Carolina d’Austria
a Roma.
La parte restante del primo piano è in larga parte dedicata agli affascinanti reperti
provenienti da Pompei, Ercolano, Boscoreale, Stabiae e Cuma. Fra questi, gli estrosi
affreschi parietali rinvenuti nella Villa di Agrippa Postumo e nella Casa di
Meleagro, gli straordinari bronzi scoperti nella Villa dei Papiri, nonché suppellettili
in ceramica, vetro e rame cesellato e vasi funerari greci.
Galleria di Palazzo Zevallos Stigliano
GALLERIA D’ARTE
(cartina; 081 42 50 11, 800 454 229; www.palazzozevallos.com; Via Toledo 185; interi/ridotti €5/3; 10-18
mar-ven, fino alle 20 sab e dom; Costruito nel XVII secolo per un mercante
Municipio, Toledo)
spagnolo e radicalmente modificato in stile belle époque dall’architetto Luigi
Platania all’inizio del XX secolo, Palazzo Zevallos Stigliano ospita una piccola ma
straordinaria collezione di opere d’arte napoletana e italiana realizzate fra il XVII e
l’inizio del XX secolo. Il pezzo forte è l’ultimo grande capolavoro di Caravaggio, Il
martirio di Sant’Orsola (1610), che l’artista terminò qualche settimana prima di
morire in solitudine. Il dipinto raffigura la vendetta del re degli unni che trafigge al
cuore la santa per il suo il rifiuto di sposarlo; alle spalle della donna Caravaggio
dipinse se stesso, con l’espressione spettrale di chi presagisce l’imminenza della
propria fine. La storia travagliata dell’artista e del dipinto è molto ben documentata
dall’audioguida gratuita.
La tela di Caravaggio è una delle circa 120 opere esposte nelle sontuose sale del
palazzo, che annoverano altri capolavori quali Il ratto di Elena di Luca Giordano,
Giuditta decapita Oloferne, attribuito all’artista fiammingo Louis Finson, Agar e
Ismaele nel deserto confortati dall’angelo di Francesco Solimena e una serie di
sculture in bronzo e terracotta di Vincenzo Gemito. La collezione del palazzo
include una bella serie di pitture di paesaggi fra cui spicca l’affascinante Veduta di
Napoli con Largo di Palazzo di Gaspar van Wittel, che raffigura l’attuale Piazza del
Plebiscito all’inizio del Settecento. La fontana a tre archi in basso a destra del
dipinto è la Fontana dell’Immacolatella, progettata da Michelangelo Naccherini e
Pietro Bernini nel 1601; dopo vari spostamenti, oggi ha trovato la sua collocazione
definitiva all’angolo fra Via Partenope e Via Nazario Sauro, accanto a Borgo
Marinari. Gaspar van Wittel è il padre del celeberrimo architetto napoletano Luigi
Vanvitelli.
Piazza Dante
PIAZZA
(cartina; Nelle calde serate estive Piazza Dante si trasforma in un vivace salotto
Dante)
cittadino, dove intere famiglie vengono a passeggiare, mangiare, fumare, giocare a
carte, correre dietro a un pallone, chiacchierare e spettegolare.
Domina il lato orientale della piazza l’imponente facciata del Convitto Nazionale,
fiore all’occhiello della spettacolare piazza settecentesca progettata da Luigi
Vanvitelli e dedicata a Carlo III di Borbone (re di Napoli come Carlo VII), al centro
della quale oggi sorge una bianca statua di Dante orientata verso Via Toledo. Sotto la
superficie, la stazione della metropolitana di Piazza Dante funge anche da spazio
espositivo di opere d’ arte contemporanea, con installazioni create da nomi celebri
del panorama artistico mondiale. Scendendo con la scala mobile vedrete sopra di voi
l’opera di Joseph Kosuth Queste cose visibili, un’installazione luminosa al neon che
rimanda a un brano del Convivio di Dante. Lungo la parete in fondo alla scala
mobile noterete i pezzi di binari dell’artista Jannis Kounellis che inchiodano al muro
calzature abbandonate. Dietro di voi, sopra la seconda rampa di scale mobili,
campeggia Intermediterraneo di Michelangelo Pistoletto, una gigantesca cartina del
Mediterraneo disegnata su uno specchio.
Museo Nitsch
MUSEO
(cartina; 081 564 16 55; www.museonitsch.org; Vico Lungo Pontecorvo 29d; interi/ridotti €10/5; 10-19 lun-
ven, fino alle 14 sab; Nel 1974 l’artista sperimentale austriaco Hermann Nitsch fu
Dante)
invitato a Napoli per rappresentare una delle sue Aktionen (performance di carattere
rituale-sacrificale molto cruente); l’azione si concluse con il suo arresto immediato e
l’espulsione dall’Italia. Sconsigliato ai deboli di stomaco, il museo e centro culturale
documenta l’opera dissacrante e simbolica di questo artista estremo, oggi molto
apprezzato, attraverso fotografie, video, dipinti e strumenti di lavoro.
Allestito in una centrale elettrica riadattata, il centro ospita regolarmente iniziative
culturali e, dal tetto dell’edificio, si gode una vista spettacolare su Napoli e il
Vesuvio.
La Pignasecca
MERCATO
(cartina; Via Pignasecca; 8-13; Il più antico mercato all’aperto di Napoli è
Toledo)
un’esperienza multisensoriale, un mondo popolato da pesci guizzanti, prelibatezze di
ogni genere e casalinghe che con fare esperto scelgono la frutta e la verdura più
fresche. Ma oltre ai prodotti alimentari, le bancarelle vendono un’infinità di
mercanzie, dai profumi scontati alla biancheria per la casa, dai CD di hip hop
napoletano alle pantofole.
Chiesa di Sant’Anna dei Lombardi
CHIESA (cartina; 081 551 33 33; Piazzetta Monteoliveto; 10-13.30 e 14-16 lun-gio, fino alle 18 ven e
sab mag-set, fino alle 16 lun-sab il resto dell’anno; Questa magnifica chiesa è la
Toledo)
conferma degli stretti rapporti che un tempo legavano la dinastia d’Aragona di
Napoli a quella dei Medici di Firenze. Tra le sue opere più importanti spicca la
spettacolare Pietà realizzata nel 1492 da Guido Mazzoni, un gruppo statuario in
terracotta con figure a grandezza naturale disposte intorno al corpo esamine di
Cristo. Anche se il tempo ha sbiadito i colori delle statue, originariamente
policrome, l’opera ha conservato intatta tutta la sua carica emotiva.
La sacrestia è un’opera d’arte in sé. Le pareti sono rivestite da pannelli lignei
squisitamente intarsiati da Giovanni da Verona, mentre il soffitto è decorato da
affreschi cinquecenteschi di Giorgio Vasari che raffigurano le allegorie e i simboli
della fede. Sull’altro lato di Via Monteoliveto sorge il Palazzo Gravina (Via
Monteoliveto 3), eretto nel XV secolo e oggi sede della facoltà di architettura
dell’Università di Napoli.
Casa e Chiesa di Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe
CHIESA, SITO STORICO
(cartina; 081 42 50 11; Vico Tre Re a Toledo 13; chiesa e casa 9.30-12.30, anche 16.30-18.30 il 6 di ogni
mese; Questo santuario incarna l’essenza della devozione napoletana. Un
Toledo)
tempo era il luogo in cui viveva la mistica napoletana Maria Francesca delle Cinque
Piaghe, l’unica donna della città a essere canonizzata. Qui è conservata la sua sedia
di legno (a cui vengono attribuiti poteri miracolosi), sulla quale siedono le donne che
non riescono ad avere figli nella speranza di diventare madri.
La sedia sacra si trova nella casa settecentesca della santa, meticolosamente
conservata, con le pareti tappezzate di moderni ninnoli per neonati e vivaci dipinti
del XVIII e XIX secolo raffiguranti scene di guarigioni miracolose (ex voto offerti
da chi ha visto esaudite le proprie preghiere). Vedrete anche gli abiti macchiati
secondo la tradizione del sangue delle stigmate, il letto e il cuscino della santa, gli
staffili per flagellarsi e una rara spinetta dipinta a mano del 1682.
L’abitazione si trova sopra una piccola cappella famosa per alcune pregevoli opere
d’arte sacra napoletana del Settecento, tra cui statue di santi con occhi di vetro.
Particolarmente rara è la statua della Divina Pastora, sul lato sinistro della navata;
unica nel suo genere in tutta Napoli, raffigura un’insolita immagine della Vergine
che indossa un cappello da pastorella tipico della Spagna del XVIII secolo. Sul lato
sinistro della navata, una statua di santa Maria Francesca ne contiene le ossa.
Galleria Umberto I
ARCHITETTURA
(cartina; Via San Carlo; Sul modello della Galleria Vittorio
R2 fino a Via San Carlo, Municipio)
Emanuele di Milano, la più famosa galleria ottocentesca di Napoli abbina un’infilata
di sontuose facciate neorinascimentali a un delicato soffitto vetrato sormontato da
una cupola alta 56 m e a una sfarzosa pavimentazione in marmo. La galleria risulta
particolarmente suggestiva di notte, quando diventa il surreale scenario di partite di
calcio improvvisate.
Santa Lucia, Chiaia e Mergellina
Da non perdere
1 Tunnel Borbonico G2
Che cosa vedere
2 Biblioteca Nazionale H1
3 Borgo Marinari H4
4 Castel dell’Ovo G4
5 Chiesa di San Francesco di Paola G2
6 Lungomare F3
7 Memus H2
8 Museo del Tessile e dell’Abbigliamento Elena Aldobrandini F1
9 Museo Pignatelli D2
10 Palazzo Reale H2
11 Parco Vergiliano A3
12 Piazza dei Martiri F2
13 Piazza del Plebiscito H2
14 Porticciolo A4
15 Stazione Zoologica Anton Dohrn E3
16 Studio di Riccardo Dalisi B1
Teatro San Carlo v. 44
17 Via Chiaia F2
18 Villa Comunale E3
Pernottamento
19 B&B Cappella Vecchia F2
20 Chiaja Hotel de Charme G2
21 Grand Hotel Parker’s D1
22 Grand Hotel Vesuvio H4
23 Hotel Ausonia A4
24 Hotel Excelsior H4
25 Nardones 48 G2
Pasti
26 50 Kalò A4
27 Antica Osteria Da Tonino E2
28 Chalet Ciro Mergellina A5
29 Da Ettore G2
30 Don Salvatore A5
31 L’Altro Loco F2
32 L’Ebbrezza di Noè E1
33 Moccia E2
34 Muu Muuzzarella Lounge F2
35 Ristorantino dell’Avvocato H3
36 Trattoria Castel dell’Ovo H4
37 Trattoria San Ferdinando G1
Locali e vita notturna
38 Ba-Bar F2
39 Caffè Gambrinus H2
40 Enoteca Belledonne F2
41 Scaturchio H1
Divertimenti
42 Associazione Scarlatti F2
Azzurro Service (v. 49)
43 Box Office H1
44 Teatro San Carlo H1
Shopping
45 Anna Matuozzo A4
46 Bowinkel H3
47 Contemporastudio D1
48 E. Marinella F3
49 Feltrinelli F2
50 Fiera Antiquaria Napoletana E3
51 Livio De Simone F2
52 Mariano Rubinacci F2
53 Mercatino dell’Umberto E2
54 Tramontano F2
Santa Lucia e Chiaia
L’estremità meridionale di Via Toledo sfocia nel rione di Santa Lucia, uno scrigno di
tesori quali Piazza del Plebiscito, il Palazzo Reale, il maestoso Teatro San Carlo e,
più a est, l’antica roccaforte angioina di Castel Nuovo (Maschio Angioino).
Direttamente a sud di Castel Nuovo si trova il Molo Beverello, dove sono ormeggiati
i traghetti e gli aliscafi diretti a Capri, Ischia, Procida e Sorrento, mentre più a sud-
ovest, in prossimità del porto, la zona di Borgo Marinari è nota per i suoi ristoranti di
pesce, ancora più suggestivi la sera, a lume di candela.
Sopra Via Santa Lucia si ergono il Monte Echia e il rione di Pizzofalcone, abitato fin
dal VII secolo a.C. e poco noto ai turisti, un labirinto di strade buie, macabre
cappelle votive e vedute mozzafiato.
Più a ovest si sviluppa il quartiere di Chiaia, epicentro della Napoli consacrata al
lusso. È attraversato da Via Calabritto, tempio della moda, dove si trovano anche
Villa Pignatelli, ex residenza Rothschild diventata museo, e i bar più chic della città.
Castel Nuovo
CASTELLO, MUSEO
(cartina; 081 795 77 22; Piazza Municipio; ingresso €6; 9-19 lun-sab, ultimo ingresso 18; Municipio)
Più conosciuto come Maschio Angioino, questo poderoso castello duecentesco è uno
degli edifici più rappresentativi della città. Nella sua Cappella Palatina, in particolare
negli sguanci delle finestre gotiche, si sono conservati frammenti di affreschi di
Giotto. Sotto il pavimento in vetro della Sala dell’Armeria vedrete alcune rovine
romane, mentre le collezioni ai piani superiori sono formate prevalentemente da
dipinti di artisti napoletani attivi fra il XVII e l’inizio del XX secolo. L’ultimo piano
espone le opere più interessanti, fra cui paesaggi del pittore Luigi Crisconio e un
disegno acquerellato dell’architetto Carlo Vanvitelli.
Le origini del castello risalgono all’epoca di Carlo I d’Angiò, il quale, dopo aver
occupato Napoli e il regno siciliano degli Svevi, si trovò a controllare non soltanto i
territori appena acquisiti, ma anche parte della Toscana, dell’Italia settentrionale e
della Provenza. Trovò quindi logico stabilire la sede della nuova dinastia a Napoli,
anziché a Palermo, e avviò un ambizioso programma edilizio finalizzato a espandere
il porto e le mura cittadine; il progetto prevedeva la anche la trasformazione di un
convento francescano nel castello che attualmente sorge in Piazza Municipio.
Portato a termine nel 1282 e battezzato Castrum Novum per distinguerlo dalle
rocche già esistenti di Castel dell’Ovo e Castel Capuano, divenne una meta
privilegiata degli intellettuali e degli artisti più in vista dell’epoca; anche Giotto vi
soggiornò per un periodo e per sdebitarsi dell’ospitalità dipinse gran parte degli
interni del castello. Della struttura originaria, tuttavia, non rimane che la Cappella
Palatina; il resto è il risultato delle modifiche apportate due secoli più tardi dagli
Aragonesi, nonché di una meticolosa opera di restauro antecedente la seconda guerra
mondiale.
L’arco di trionfo rinascimentale a due livelli situato all’ingresso, chiamato Torre
della Guardia, commemora l’entrata trionfale di Alfonso V d’Aragona a Napoli nel
1442, mentre l’austera Sala dei Baroni, dalle nude pareti in pietra, prende il nome
dai baroni che vi furono assassinati nel 1486 per aver complottato contro il re
Ferdinando I d’Aragona. Nella superlativa volta nervata si fondono lo stile
monumentale dell’antica Roma e il tardo-gotico iberico.
L’ARTE DEL PRESEPE NAPOLETANO
La consuetudine natalizia di rappresentare la scena della Natività non è
certo un’esclusiva partenopea, ma nulla è paragonabile al genio e al
virtuosismo del presepe napoletano. Ciò che lo distingue dagli altri è
l’attenzione quasi maniacale ai dettagli, dai minuziosi costumi dei pastori in
adorazione del Bambino Gesù fino alle riproduzioni incredibilmente
realistiche dei prosciutti appesi nelle taverne.
La rappresentazione plastica della nascita di Gesù risale ai primi secoli
dell’era cristiana, ma il tipico presepe napoletano nacque nel 1535, l’anno
in cui un sacerdote locale di nome Gaetano da Thiene (poi proclamato
santo) ruppe con la tradizione vestendo le statuine del suo presepe con i
costumi napoletani dell’epoca e non con le consuete vesti bibliche.
La sua reinterpretazione del presepe innescò una passione per il genere che
raggiunse l’apogeo nel XVIII secolo con il presepe del Settecento, una
versione della Natività dai toni quasi leggendari, molto lontana dal più
modesto e casereccio presepe popolare. Quest’ultimo era spesso inserito in
ambientazioni buie, cupe e sotterranee, dove l’unico elemento esaltato dalla
luce era la Sacra Famiglia a simboleggiare la salvezza, mentre la versione
barocca aveva come cornice soleggiati paesaggi bucolici le cui sfumature
cromatiche riflettevano le tavolozze dei colori usati dai grandi artisti
dell’epoca.
Benché diversi per dimensioni e stile compositivo, entrambe le tipologie
condividevano il medesimo simbolismo, dalla taverna quale emblema del
peccato al ruscello o la fontana quali simboli di purificazione. Nel presepe
del Settecento la scena della Natività poteva anche essere ambientata fra le
rovine di un tempio pagano, riflettendo sia il trionfo del cristianesimo sul
paganesimo sia l’interesse per le scoperte archeologiche del secolo, prima
fra tutte quella di Pompei.
Per la nobiltà e la borghesia della Napoli settecentesca, il presepe serviva a
esibire la propria devozione e al tempo stesso il proprio status sociale,
diventando così un segno di ricchezza e buon gusto oltre che di
meditazione sul miracolo del Natale. La realizzazione delle statuine veniva
affidata agli scultori più in voga e gli abiti venivano confezionati con le
stoffe più raffinate. Persino la famiglia reale ne fu contagiata: Carlo III di
Borbone (re di Napoli come Carlo VII) consultò l’esperto di presepi e frate
domenicano Padre Rocco per creare il suo spettacolare presepe composto
dai ben 5000 personaggi che ancora oggi si possono ammirare al Palazzo
Reale. Eppure anche questo capolavoro impallidisce rispetto all’epico
presepe esposto nella Certosa e Museo di San Martino, considerato il più
grande del mondo.
Sono trascorsi alcuni secoli, ma la tradizione viene perpetuata dai venditori
di presepi e pastori sparsi in tutta la città. Oggi, purtroppo, molti negozi
trattano soltanto pezzi prodotti su scala industriale e sono pochi i laboratori
che realizzano le statuine secondo gli antichi metodi artigianali. Fra questi
segnaliamo Ars Neapolitana e La Scarabattola, che condividono l’onore
con le Sorelle Corcione, i Fratelli Sinno e, nella vicina Torre del Greco, con
il veterano dell’arte presepiale Salvatore Giordano.
Fedeli alle tecniche dell’epoca aurea dei presepi, questi artigiani modellano
il busto di ciascun personaggio in argilla a grana fine su un blocco di legno
umido chiamato ‘morto’, cominciando con il petto per poi proseguire con il
collo e infine la testa. Terminata la sagoma del busto, dopo averla lasciata
all’aria per un’ora, inizia l’opera di scultura dei particolari, dai muscoli del
collo al naso, fino alle rughe. La tradizione impone che le fattezze delle
figurine rispecchino quelle dei secoli passati, ovvero di personaggi del
popolo magari sdentati, con la pelle martoriata dai porri e con il gozzo,
tanto che alcuni napoletani, per definire in modo spiritoso una persona con
evidenti difetti estetici, usano l’espressione curiuso comm’a nu’pastore
(strano come un pastore del presepe).
Una volta terminato, il busto viene cotto in una fornace per otto ore,
dopodiché la statuina viene completata con gli occhi di vetro e dipinta con
vernici acriliche o i tradizionali colori a olio. Il busto viene poi unito al
resto del corpo (attorno a un’anima in metallo) e – ultimo ma non meno
importante – l’insieme viene vestito con un elaborato costume confezionato
a mano.
Palazzo Reale
PALAZZO, MUSEO
(cartina; 081 40 05 47; www.sbapsae.na.it/cms; Piazza del Plebiscito 1; interi/ridotti €4/3; 9-20 gio-mar;
R2 fino a Via San Carlo, Considerato un monumento cinquecentesco alla gloria
Municipio)
spagnola (all’epoca Napoli era sotto il dominio della Spagna), il magnifico Palazzo
Reale è sede del Museo del Palazzo Reale, una ricca ed eclettica collezione di
arredi, porcellane, arazzi, statue e dipinti barocchi e neoclassici distribuiti tra i
sontuosi appartamenti reali.
Fra i tanti capolavori figurano il Teatrino di Corte, uno sfarzoso teatro privato creato
da Ferdinando Fuga nel 1768 per celebrare le nozze di Ferdinando IV e Maria
Carolina d’Austria. Pare incredibile, ma le statue lungo le pareti che raffigurano
Apollo e le Muse, realizzate da Angelo Viva, sono di cartapesta.
Nella Sala XII, la tela cinquecentesca intitolata Gli esattori delle imposte, dell’artista
olandese Marinus Claesz Van Reymerswaele, conferma che i sentimenti nei
confronti di queste figure non sono cambiati granché da 500 anni a questa parte. La
Sala XIII, che nell’Ottocento fu usata come studio da Gioacchino Murat, diventò lo
snack bar delle truppe alleate durante la seconda guerra mondiale. Nella Sala XXIII,
quella che a prima vista sembra una ruota idraulica è in realtà un ingegnoso leggìo
rotante, realizzato per Maria Carolina da Giovanni Uldrich nel Settecento.
La Cappella Reale ospita un presepe napoletano del Settecento. Ogni statuina è stata
realizzata con dovizia di particolari da celebri artisti, fra cui quel Giuseppe
Sanmartino che creò la meravigliosa statua del Cristo velato nella Cappella
Sansevero.
Il palazzo è anche sede della Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III ( 081
781 91 11; www.bnnonline.it; 8.30-19 lun-ven, fino alle 13.30 sab, Officina dei
Papiri Ercolanesi aperta fino alle 13.30 lun-ven), che vanta un patrimonio di almeno
2000 papiri rinvenuti a Ercolano e frammenti di una Bibbia copta del V secolo.
All’interno della Biblioteca Nazionale si trova anche la Biblioteca Lucchesi Palli
(chiusa sab); progettata da alcuni dei più illustri artisti napoletani dell’Ottocento,
ospita numerosi e affascinanti documenti fra cui lettere del compositore Giuseppe
Verdi. Per accedere alla Biblioteca Nazionale è richiesto un documento d’identità.
Memus
MUSEO
(Museo e Archivio Storico del Teatro San Carlo; cartina; 081 797 24 48; memus.squarespace.com; Palazzo
Reale, Piazza del Plebiscito; interi/ridotti €6/5; 9.30-17 mar e gio-sab, fino alle 14 dom; R2 fino a Via San
Carlo, Allestito nella cornice del Palazzo Reale (biglietti in vendita
Municipio, Toledo)
presso la biglietteria del palazzo), questo museo all’avanguardia documenta la storia
del più antico teatro d’opera del mondo ancora attivo, il Teatro San Carlo. La
collezione comprende costumi di scena d’epoca, bozzetti, strumenti e cimeli di vario
genere, esposti a rotazione nel corso di mostre a tema che cambiano ogni anno. Le
postazioni interattive consentono di ascoltare la musica di compositori illustri e di
vedere gli allestimenti realizzati dagli artisti che nel corso del tempo hanno
collaborato con il teatro, fra i quali William Kentridge.
I computer del centro documentazione, al piano superiore, permettono di accedere ai
ricchissimi archivi del Teatro San Carlo (v. sotto), ma al momento della nostra
ultima visita erano fuori uso.
Teatro San Carlo
TEATRO STORICO
(cartina; 081 797 24 68; www.teatrosancarlo.it; promozionepubblico@teatrosancarlo.it; Via San Carlo 98/F;
visite guidate 10.30, 11.30, 12.30, 14.30, 15.30, 16.30 lun-sab, solo la mattina dom; interi/gruppi e ridotti
€6/5; Tra Piazza del Plebiscito e la Galleria Umberto I sorge il
R2 fino a Via San Carlo)
teatro d’opera più antico d’Europa: costruito nel 1737 per volontà di Carlo III di
Borbone, rivisitato nella sua attuale forma neoclassica all’epoca di Gioacchino
Murat, diventa ben presto luogo icona di una Napoli che all’inizio dell’Ottocento
affermava il suo ruolo di grande capitale europea, e a distanza di due secoli è ancora
il cuore della vita culturale partenopea. I sontuosi interni testimoniano l’antica
grandeur: la grande sala con cinque ordini di palchi più un loggione, il palco reale, la
grande tela ottocentesca di Apollo che presenta a Minerva i più grandi poeti del
mondo che decora il soffitto, lasciano a bocca aperta.
Chi non riuscisse a procurarsi un biglietto per uno spettacolo può usufruire del
nuovo servizio di visite guidate della sala e degli ordini di palco. Se siete affascinati
dalla storia di questo teatro a pochi passi c’è il Memus.
Piazza del Plebiscito
PIAZZA
(cartina; R2 fino a Via San Carlo, Emblema della grandiosità di Napoli, Piazza
Municipio)
del Plebiscito è spettacolare da qualsiasi direzione la si osservi. A nord-ovest, i
pendii ricoperti di viti portano a Castel Sant’Elmo e alla Certosa di San Martino; a
est, il Palazzo Reale sfumato di rosa sfoggia la sua facciata più antica, mentre a
ovest troneggiano la copia neoclassica del Pantheon di Roma, realizzata da Pietro
Bianchini, e la Chiesa di San Francesco di Paola ( 346 2702576; Piazza del
Plebiscito; 8.30-12 e 16.30-19; R2 fino a Piazza Trieste e Trento, Municipio).
La chiesa, aggiunta in epoca successiva al colonnato originale voluto nel 1809 da
Gioacchino Murat, fu commissionata nel 1817 da Ferdinando IV per celebrare la
restaurazione del suo regno dopo la parentesi napoleonica. A presidiarne l’esterno si
ergono la statua equestre di Carlo III di Borbone (re di Napoli con il nome di Carlo
VII) realizzata da Antonio Canova e quella di Ferdinando IV (figlio di Carlo)
scolpita da Antonio Calì.
Dall’estremità settentrionale di Piazza del Plebiscito si accede a Piazza Trieste e
Trento, cuore pulsante della città, dove ha sede il più elegante dei suoi caffè, il
Gambrinus.
Tunnel Borbonico
SITO STORICO
(cartina; 081 764 58 08, 366 2484151; www.tunnelborbonico.info; ingressi: Vico del Grottone 4 e Via
Domenico Morelli 61; visita guidata standard di 75 min interi/ridotti €10/5; visita guidata standard alle 10, 12,
15.30 e 17.30 ven-dom; R2 fino a Via San Carlo,Questo tunnel emozionante vi farà
Municipio)
attraversare cinque secoli di storia napoletana. Commissionato nel 1853 da
Ferdinando II re delle Due Sicilie per assicurarsi una rapida via di fuga in caso di
pericolo, il tunnel doveva collegare il Palazzo Reale con le caserme e il mare. Il
percorso, mai completato, sfrutta parzialmente la rete dell’acquedotto del
Carmignano, realizzato nel XVII secolo, che a sua volta incorporava cisterne del
XVI secolo. Usato come rifugio antiaereo e ospedale militare durante la seconda
guerra mondiale, questo labirinto sotterraneo è disseminato di toccanti testimonianze
materiali del periodo bellico. La visita standard non richiede la prenotazione, che
invece è necessaria per le visite organizzata da Adventure Tour (80 min; interi/ridotti
€15/10) e da Speleo Tour (solo adulti; 2 h 30 min; €30).
Le visite partono anche dalla seconda entrata del Tunnel Borbonico, cui si accede
dal Parcheggio Morelli (Via Domenico Morelli 40) a Chiaia.
Via Chiaia
STRADA
(cartina; R2 fino a Via San Carlo, Unitevi a quella fetta di napoletani
Municipio)
perennemente abbronzati che amano andar per vetrine in questa elegante via
pedonale che collega Piazza Trieste e Trento con Piazza dei Martiri, molto piacevole
anche la sera per passeggiare senza meta. Al n. 149 si trova Palazzo Cellamare,
costruito nel XVI secolo come residenza estiva della famiglia Carafa e in seguito
utilizzato dai numerosi ospiti che frequentavano la Real Casa borbonica, tra cui
Goethe e Casanova.
Verso l’estremità occidentale della via, quello che a prima vista sembra un arco di
trionfo è in realtà un ponte, costruito nel 1636 per collegare le colline di
Pizzofalcone e Mortella. Superato il ponte, svoltate a destra nella prestigiosa Via
Gaetano Filangieri e proseguite fino a Via dei Mille, dove l’eleganza dei negozi
esclusivi si fonde con le linee sinuose dei palazzi liberty.
Piazza dei Martiri
PIAZZA
(cartina; Se Chiaia è il salotto di Napoli, Piazza dei Martiri è
C24 fino a Piazza dei Martiri)
la sua comoda poltrona. Fulcro della piazza è il monumento ai martiri della
Repubblica partenopea realizzato da Enrico Alvino nell’Ottocento, con i quattro
leoni a simboleggiare le rivolte antiborboniche del 1799, 1820, 1848 e 1860. Al n.
30 si trova Palazzo Calabritto, progettato da Luigi Vanvitelli, l’architetto della
splendida Reggia di Caserta.
Le grandi firme della moda internazionale vi aspettano a due passi, nell’esclusiva
Via Calabritto, che vantava tra i suoi nomi più illustri il leggendario sarto locale
Finamore. La Libreria Feltrinelli, affacciata sulla piazza, è un viavai di gente che
curiosa tra gli scaffali, si beve un espresso nel caffè al piano interrato o dà
un’occhiata alle ragazze.
Castel dell’Ovo
CASTELLO
(cartina; 081 795 45 93; Borgo Marinari; 9-18.45 lun-sab, fino alle 13.15 dom in estate e 9-17.45 lun-sab,
fino alle 13.15 dom in inverno; Eretto dai normanni nel XII
128 fino a Via Santa Lucia)
secolo, il castello più antico di Napoli deve il proprio nome a Virgilio. Secondo la
leggenda, infatti, il poeta latino avrebbe seppellito un uovo nelle segrete del
maniero, avvertendo che, se si fosse rotto, l’edificio e Napoli stessa sarebbero caduti.
Fortunatamente sono entrambi ancora in piedi e dai bastioni potrete ammirare una
vista mozzafiato sul Golfo e sulla città.
Utilizzato dagli Svevi, dagli Angioini e da Alfonso V d’Aragona (re di Napoli come
Alfonso I), che provvide a modificarlo per scopi militari, il castello sorge nel Borgo
Marinari, ubicato su una sorta di isolotto roccioso, gremito di ristoranti, chiamato
Megaride. Il mito narra che sugli scogli ai piedi di Castel dell’Ovo approdò il corpo
esanime dell’infelice sirena Partenope, che si era tolta la vita per non essere riuscita
a sedurre Ulisse con il proprio canto. Si narra inoltre che qui i greci fondarono il loro
primo insediamento nel VII a.C., battezzandolo Megaris. La sua splendida posizione
non passò inosservata neppure al generale romano Lucullo, che vi fece costruire una
villa molto prima che la mole del castello si stagliasse all’orizzonte. Oltre a offrire
splendidi panorami, il castello ospita mostre temporanee ed eventi speciali, oltre a
servire da cornice privilegiata per i servizi fotografici degli sposi.
Lungomare
STRADA, PARCO
(cartina; Via Francesco Caracciolo; Per una tregua dalla frenetica vita
128 fino a Piazza Vittoria)
urbana, prendete una boccata d’aria fresca con una passeggiata sul tratto pedonale
del lungomare, che si estende per 2,5 km lungo Via Partenope e Via Francesco
Caracciolo offrendo una vista magica sul Golfo, il Vesuvio, due castelli e le ville
liberty del Vomero. Il luogo è particolarmente romantico al tramonto, quando Capri
e il vulcano si tingono di una delicata sfumatura arancione.
Tra il lungomare e la via Riviera di Chiaia si trova la Villa Comunale (Piazza
Vittoria; 7-24 mag-ott, 7-22 nov-apr; C25 fino a Riviera di Chiaia), un lungo
parco rigoglioso progettato da Luigi Vanvitelli per la ricreazione dei Borboni. Tra le
sue innumerevoli fontane segnaliamo la Fontana delle Paperelle, che ha sostituito il
famoso Toro Farnese dopo il trasferimento di quest’ultimo al Museo Archeologico
Nazionale nel 1825.
Nel parco si trova anche la Stazione Zoologica Anton Dohrn ( 081 583 32 18, 081
583 31 11; www.szn.it; Viale Acquario 1; interi/bambini €1,50/1; 9.30-18.30 mar-
dom; C25 fino a Riviera di Chiaia), l’acquario più antico d’Europa; fondato dallo
scienziato tedesco Anton Dohrn, seguace di Darwin, occupa un elegante edificio
neoclassico progettato da Adolf von Hildebrand. Al momento delle nostre ricerche
l’acquario era chiuso per lavori di ristrutturazione e non si conosceva la data di
riapertura. Le vasche, dall’aspetto oramai un po’ vecchiotto, erano arrivate ad
ospitare circa 200 specie di flora e fauna marine provenienti dal Golfo di Napoli.
Particolarmente interessante è la sala di lettura al piano superiore, deliziosamente
restaurata e decorata con suggestivi affreschi ottocenteschi che raffigurano la vita dei
pescatori, dipinti dal pittore tedesco Hans von Marées e dallo stesso Von Hildebrand.
La visita della biblioteca va prenotata telefonicamente.
Museo Pignatelli
MUSEO
(cartina; 081 761 23 56; www.polomusealecampania.beniculturali.it; Riviera di Chiaia 200; interi/ridotti €2/1;
8.30-14 mer-lun; Quando nel 1826 Ferdinand Acton (figlio di
128 fino a Riviera di Chiaia)
John Acton, ammiraglio nonché primo ministro di Ferdinando IV) incaricò Pietro
Valente di progettare per lui una residenza, il genio dell’architetto produsse questa
straordinaria imitazione pompeiana. Oggi sede del Museo Pignatelli, fa da cornice a
un’elegante collezione di sontuosi arredi e opere d’arte. L’adiacente Museo delle
Carrozze espone bellissime carrozze del XIX e XX secolo.
Acquistata e ampliata dalla famiglia Rothschild nel 1841, la villa divenne poi, nel
1867, la residenza del duca di Monteleone, Diego Aragona Pignatelli Cortes, finché
la nipote Rosina Pignatelli non decise di donarla allo stato insieme ai suoi tesori. Fra
i pezzi più pregiati della collezione permanente spiccano la piccola ma squisita serie
di porcellane locali e internazionali, esposta nel Salotto Verde, e la Biblioteca, con i
suoi sfarzosi parati in cuoio impresso in oro. Il primo piano è destinato alle tante
mostre temporanee in programma ogni anno.
Vomero
Da non perdere
1 Certosa e Museo di San Martino C2
Che cosa vedere
2 Castel Sant’Elmo C2
3 Museo Nazionale della Ceramica Duca di Martina A3
Pernottamento
4 Casa Tolentino D3
Pasti
5 Antica Cantina di Sica B2
6 Fantasia Gelati B2
7 Friggitoria Vomero B2
Locali e vita notturna
8 Fonoteca B2
Divertimenti
9 Centro di Musica Antica Pietà de’ Turchini D3
Shopping
10 De Paola Cammei C1
11 Mercatino di Antignano A1
Vomero
Tutte le strade portano a Roma, ma a Napoli ben tre funicolari salgono al Vomero,
un quartiere residenziale in collina dove il carattere ‘anarchico’ della città lascia il
posto a modi garbati, ville liberty e alla spettacolare Certosa di San Martino. La vista
panoramica sul Golfo e la città, per non parlare di uno dei parchi più amati di
Napoli, rendono la zona un accessibile antidoto alla caotica vivacità che regna nel
centro sottostante.
Certosa e Museo di San Martino
MONASTERO, MUSEO
(cartina; 081 558 64 08; www.polomusealenapoli.beniculturali.it; Largo San Martino 5; interi/ridotti €6/3;
8.30-19.30 gio-mar; Vanvitelli, Sublime espressione del barocco
Montesanto fino a Morghen)
napoletano, questo convento certosino fu fondato nel Trecento, ma nel corso dei
secoli è stato decorato, abbellito e modificato da alcuni dei maggiori artisti italiani,
in particolare da Giovanni Antonio Dosio nel Cinquecento e, nel secolo successivo,
dal maestro barocco Cosimo Fanzago. Il complesso, che vanta uno dei chiostri più
belli d’Italia, è stato trasformato in uno splendido museo dedicato all’arte
napoletana.
La chiesa del monastero e le sale distribuite su entrambi i lati sfoggiano affreschi e
dipinti di alcuni dei massimi artisti della Napoli settecentesca, come Francesco
Solimena, Massimo Stanzione, Jusepe de Ribera e Battista Caracciolo. I preziosi
marmi intarsiati di Cosimo Fanzago che impreziosiscono la navata sono
semplicemente straordinari.
Adiacente alla chiesa, il Chiostro dei Procuratori è il più piccolo dei due chiostri
del monastero. Sulla sinistra, un superbo corridoio porta al Chiostro Grande.
Progettato da Giovanni Antonio Dosio sul finire del Cinquecento e ampliato da
Fanzago, è una squisita combinazione di porticati in stile dorico-toscano, statue di
marmo e giardini ben curati. I teschi di pietra montati sulla balaustra servivano a
ricordare ai monaci la loro condizione di esseri mortali.
Vicino al Chiostro dei Procuratori si trova la Sezione Navale, che documenta la
storia della Marina borbonica dal 1734 al 1860 e include una piccola ma bellissima
collezione di imbarcazioni reali da parata. La Sezione Presepiale ospita una curiosa
raccolta di rari presepi napoletani del XVIII e XIX secolo, fra i quali spicca il
colossale Cuciniello del XVIII secolo che occupa un’intera parete di quella che era
la cucina del monastero. Il Quarto del Priore, nell’ala meridionale, contiene la parte
più consistente della collezione pittorica, oltre a una delle opere più famose del
museo, la dolcissima Madonna col Bambino e San Giovannino di Pietro Bernini.
La sezione Immagini e Memorie di Napoli è come un racconto illustrato della
storia della città; qui troverete i ritratti di personaggi eminenti, antiche carte
geografiche, tra cui una della Napoli settecentesca realizzata con 35 pannelli di rame
(Sala 45), e sale dedicate agli eventi storici più rilevanti, come la rivolta di
Masaniello (Sala 36) e l’epidemia di peste (Sala 37). Nella Sala 32 si trova la
magnifica Tavola Strozzi, la cui raffigurazione della Napoli marinara del XV secolo
costituisce uno dei più preziosi documenti storici della città.
Ricordate che bisogna prenotare per visitare gli imponenti Sotterranei Gotici della
Certosa, aperti al pubblico il sabato e la domenica alle 11.30 (con visita guidata) e
alle 16.30 (senza visita guidata). In questi austeri spazi a volta sono collocate circa
150 sculture ed epigrafi in marmo, fra cui una statua di san Francesco d’Assisi del
XVIII secolo firmata dal maestro Giuseppe Sanmartino. Per prenotare la visita,
inviate un’email ad accoglienza.sanmartino@beniculturali.it con almeno due
settimane d’anticipo.
Castel Sant’Elmo
CASTELLO, MUSEO
(cartina; 081 558 77 08; www.coopculture.it; Via Tito Angelini 22; interi/ridotti €5/2,50; castello 8.30-
19.30 mer-lun, museo 9-19 mer-lun; Vanvitelli, Questa possente
Montesanto fino a Morghen)
struttura dalla pianta a stella era in origine una chiesa dedicata a sant’Erasmo. Circa
400 anni più tardi, nel 1349, Roberto d’Angiò decise di trasformarla in un castello,
successivamente fortificato dal viceré spagnolo Don Pedro de Toledo nel 1538.
Utilizzato come prigione militare fino agli anni ’70, oggi è famoso per il panorama
mozzafiato che si apre dai suoi bastioni e per il Museo del Novecento, dedicato
all’arte napoletana del XX secolo.
La collezione di quadri, sculture e installazioni del museo documenta le principali
influenze sulla scena artistica locale, tra cui il futurismo e il movimento Arte
nucleare del secondo dopoguerra. Tra le opere di maggior rilievo figurano La
schiena, sensuale composizione di Eugenio Viti esposta nella Sala 7, l’inquietante Le
quattro giornate di Napoli di Raffaele Lippi nella Sala 9 e la magnetica fotografia
Monumento di Giuseppe Desiato nella Sala 18. Nella Sala 17, la straordinaria
scultura senza titolo di Salvatore Cotugno, che rappresenta una figura legata e
fasciata, riecheggia in modo sorprendente il Cristo velato di Giuseppe Sanmartino
custodito nella Cappella Sansevero.
Museo Nazionale della Ceramica Duca di Martina
MUSEO, GIARDINI
(cartina; 081 578 84 18; www.polomusealenapoli.beniculturali.it; Via Domenico Cimarosa 77; interi/ridotti
€2/1; museo 8.30-14 mer-lun, ultimo ingresso 13.15, giardini 8.30-1 h prima del tramonto; Vanvitelli,
Questo museo ospita una magnifica raccolta
Chiaia fino a Cimarosa, Centrale fino a Piazza Fuga)
di 6000 pezzi. Il primo piano espone preziose ceramiche cinesi della dinastia Ming
(1368-1644) e vasi Edo giapponesi (1615-1867), il piano ammezzato presenta una
collezione di vivaci maioliche rinascimentali e l’ultimo piano è dedicato alle
raffinate porcellane di produzione europea, tra cui splendidi pezzi della manifattura
di Meissen. A questi si aggiungono alcuni dipinti di grandi maestri come Francesco
Solimena, Francesco De Mura e Vincenzo Camuccini. Il museo è allestito
nell’aristocratica Villa Floridiana, che Ferdinando IV offrì in dono alla sua seconda
moglie, la duchessa di Floridia. La villa è immersa in un magnifico parco, molto
curato, che merita da solo una visita per la splendida vista sul Golfo e sulla città e
per una graziosa fontana in cui nuotano le tartarughe.
Museo del Tessile e dell’Abbigliamento Elena Aldobrandini
MUSEO
(cartina; 081 497 61 04; www.fondazionemondragone.it; Fondazione Mondragone Napoli, Piazzetta
Mondragone 18; ingresso €5; 9.30-15.30 lun-ven; Questo
Centrale fino a Corso Vittorio Emanuele)
piccolo museo dedicato ai tessuti e alla moda è un’autentica delizia. Lasciatevi
conquistare dalla splendida collezione di abiti creati negli anni ’50, che comprende
pezzi del grande stilista napoletano Emilio Schuberth, soprannominato ‘il sarto delle
dive’ e maestro di Valentino. Sono esposti anche capi di Livio De Simone,
altrettanto celebre designer originario di Capri, oltre a cappelli vintage, guanti e
paramenti ecclesiastici del XVIII secolo. Il museo si trova all’interno della
Fondazione Mondragone, istituita come ‘ritiro per matrone e vergini nobili’ verso la
metà del XVII secolo. Il museo si trova al primo piano (c’è l’ascensore) dell’edificio
con la porta a vetri sulla destra del cortile situato subito oltre il portone del palazzo.
Capodimonte e Sanità
Da non perdere
1 Cimitero delle Fontanelle A3
2 Palazzo Reale di Capodimonte B1
Che cosa vedere
3 Basilica della Madre del Buon Consiglio B2
4 Basilica di Santa Maria della Sanità e Catacombe di San Gaudioso B3
5 Catacombe di San Gennaro B2
6 Chiesa di San Giovanni a Carbonara D4
7 Laboratorio Oste C4
8 MADRE D4
9 Museo del Sottosuolo C4
10 Palazzo dello Spagnolo C4
11 Palazzo Sanfelice C4
Attività, corsi e tour
12 Cooperativa Sociale Onlus ‘La Paranza’ B2
Pernottamento
Casa D’Anna (v. 7)
13 Casa del Monacone B3
14 Cerasiello B&B D4
Pasti
15 Cantina del Gallo A4
16 Pizzeria Starita B4
17 Tarallificio Esposito B3
Capodimonte e Sanità
A nord del centro cittadino si erge la collina di Capodimonte, l’antica riserva reale di
caccia dove un parco rigoglioso abbraccia il Palazzo Reale di Capodimonte,
immenso scrigno d’inestimabili opere d’arte.
Direttamente a sud, e in netto contrasto, si trova il rione Sanità (stretto tra Via Foria
e Via Santa Teresa degli Scalzi), una miscela unica di ‘bassi’ (case di una sola stanza
al pianterreno), scalinate barocche e antiche catacombe. Molti riconoscono in questo
rione l’anima più autentica e popolare della città, uno dei motivi che spinge sempre
più artisti e bohémien a cercare casa tra i suoi vicoli. Qui (per la precisione in Via
Santa Maria Antesaecula 109) nacque anche Antonio de Curtis, il leggendario Totò.
Palazzo Reale di Capodimonte
MUSEO
(cartina; 081 749 91 11; www.polomusealenapoli.beniculturali.it; Via Miano 2; interi/ridotti €7,50/3.75;
8.30-19.30 gio-mar; La costruzione di questo immenso
R4, 178 fino a Via Capodimonte)
palazzo, concepito come casino di caccia per Carlo III di Borbone, iniziò nel 1738
ma si protrasse per oltre un secolo. Oggi è sede del Museo Nazionale di
Capodimonte, forse il museo più grande e più ricco dell’Italia meridionale. Il suo
vasto patrimonio artistico, composto in gran parte dalla collezione che Carlo ereditò
dalla madre Elisabetta Farnese, fu trasferito qui nel 1759 e comprende ogni sorta di
capolavori, da magnifiche pale d’altare del XII secolo a opere di Botticelli,
Caravaggio, Tiziano e perfino Andy Warhol.
Le collezioni occupano 160 sale, distribuite su tre piani, ma molti visitatori optano
per concentrare in una mattina o un pomeriggio il giro intero del museo,
selezionando i pezzi più importanti. Il primo piano espone opere di sommi maestri
come Michelangelo, Raffaello e Tiziano; imperdibili sono la Crocifissione di
Masaccio (Sala 3), la Madonna con Bambino e due angeli di Botticelli (Sala 6), la
Trasfigurazione di Bellini (Sala 8) e l’Antea del Parmigianino (Sala 12). Questo è
anche il piano in cui si trova l’appartamento reale, quintessenza del gusto dell’epoca
per l’opulenza sfrenata. Nel Salottino di Porcellana (Sala 52) vedrete una
straordinaria collezione di cineserie settecentesche, presenti anche sotto forma di
‘stucchi’ di ceramica sulle pareti e sul soffitto. Creato fra il 1757 e il 1759 per il
Palazzo Reale di Portici, fu poi trasferito a Capodimonte nel 1867. Le sale del piano
superiore presentano opere di artisti napoletani attivi fra il XIII e il XIX secolo,
come De Ribera, Giordano, Solimena e Stanzione, nonché alcuni splendidi arazzi
cinquecenteschi di fattura belga. Il fiore all’occhiello di questo piano è però La
flagellazione di Cristo (1607-10) del Caravaggio, che campeggia in reverenziale
solitudine nella Sala 78.
Se vi resta ancora qualche energia, la piccola galleria di arte moderna al terzo piano
merita senz’altro un’occhiata, se non altro per vedere la rappresentazione del
Vesuvio in versione pop di Andy Warhol. Il Parco di Capodimonte, la tenuta di 130
ettari che si estende intorno al palazzo, regala una meravigliosa boccata d’aria fresca
dopo la maratona culturale.
LA MALEDIZIONE DEL CAPITANO
Tra i tanti macabri racconti che circolano sul Cimitero delle Fontanelle,
nessuno è più affascinante di quello del Capitano, il teschio centrale alla
base delle tre croci del Calvario.
La leggenda narra che una giovane del rione Sanità avesse ‘adottato’ un
teschio nell’ambito del ‘culto delle pezzentelle’ diffuso tra la popolazione
fino alla fine degli anni ’60. All’epoca, il Cimitero delle Fontanelle fungeva
anche da nido d’amore per le coppie di innamorati che non avevano altro
luogo dove incontrarsi, e tale era considerato dal fidanzato della ragazza, un
giovanotto assai meno timorato di Dio che sedusse la giovane proprio tra le
tombe.
Preoccupata, la fanciulla si rivolse al teschio del Capitano chiedendogli di
benedire la sua relazione e di intercedere affinché avesse un matrimonio
felice. Tutt’altro che incline alle superstizioni, il fidanzato iniziò a prendersi
gioco di lei e del Capitano, arrivando a conficcare un bastone nell’orbita del
teschio e a sfidarlo invitandolo al loro ricevimento di nozze.
Durante lo svolgimento del banchetto nuziale, fece il suo ingresso uno
straniero con una benda sull’occhio e un’antica uniforme da ufficiale. Non
meno impudente che in quel fatidico giorno al cimitero, il novello sposo
prese da parte l’ospite sconosciuto e pretese di sapere da chi sia stato
invitato. “Da te... quel giorno alle Fontanelle”, rispose sorridendo
l’ufficiale; poi aprì il cappotto rivelando uno scheletro che subito cominciò
a distruggersi, finendo in cenere a terra.
Terrorizzati, i due sposi morirono sul colpo. Il luogo in cui furono sepolti
resta ovviamente un mistero; qualcuno pensa che i loro corpi siano inumati
nel Cimitero delle Fontanelle, altri credono che si trovino presso l’affresco
funerario di una coppia nelle Catacombe di San Gaudioso.
Catacombe di San Gennaro
CATACOMBE
(cartina; 081 744 37 14; www.catacombedinapoli.it; Via Capodimonte 13; interi/ridotti €8/5; visite guidate
di 1 h ogni 60 min 10-17 lun-sab, fino alle 13 dom; Le catacombe più
R4, 178 fino a Via Capodimonte)
antiche e più sacre di Napoli divennero meta di pellegrinaggio nel V secolo, quando
vi fu inumato il corpo di san Gennaro. La visita del sito, accuratamente restaurato,
conduce in un suggestivo labirinto di tombe, cunicoli e ampi vestiboli che celano
affreschi cristiani del II secolo, mosaici del V secolo e il più antico ritratto del santo
mai rinvenuto.
Qui vedrete tre diversi tipi di tombe, ognuno destinato a una diversa classe sociale. I
benestanti optavano per il cubiculum, una camera sotterranea aperta, originariamente
completa di cancello e impreziosita da vividi affreschi parietali. Uno dei cubicula a
sinistra dell’ingresso presenta un affresco funerario particolarmente bello che
raffigura una madre, un padre e un bambino, dipinti in momenti successivi al
momento di ogni singola sepoltura. Le più piccole nicchie rettangolari ricavate nella
parete, i locula, erano appannaggio della classe media, mentre le formae (tombe a
pavimento) erano riservate ai poveri.
Più avanti s’incontra la cosiddetta basilica minore, che custodisce le tombe di san
Gennaro e di Giovanni, arcivescovo di Napoli nel V secolo. Fu quest’ultimo, tra il
413 e il 431, ad accompagnare le spoglie del martire da Pozzuoli a Napoli e a farle
seppellire qui, prima che venissero trafugate nel IX secolo dal principe longobardo
Sicone I di Benevento. La basilica minore conserva anche frammenti di un affresco
che raffigura il primo vescovo di Napoli, sant’Aspreno. Fino all’XI secolo, i tutti i
vescovi della città furono inumati in queste catacombe.
Nei pressi della basilica minore è situata una tomba del III secolo caratterizzata da
una decorazione in stile pompeiano che presenta elementi d’ispirazione sia cristiana
sia pagana. Nell’immagine delle tre donne intente a costruire un castello, ogni figura
simboleggia una delle tre virtù teologali, mentre il castello indica la Chiesa.
Al livello inferiore, di epoca ancora più antica (II secolo), predominano i motivi
decorativi pagani, come frutta e animali. Il dipinto sul fianco della tomba di san
Gennaro – che ha per soggetto il santo con il Vesuvio e il Monte Somma sullo
sfondo – è il più antico ritratto del santo protettore di Napoli. Sempre al livello
inferiore si trova la basilica ipogea di sant’Agrippino; sesto vescovo di Napoli, fu
anche il primo cristiano a essere sepolto in queste catacombe, nel III secolo. Le
visite guidate sono gestite dalla Cooperativa Sociale Onlus ‘La Paranza’ (cartina;
081 744 37 14; www.catacombedinapoli.it; Via Capodimonte 13; 10-17 lun-sab,
fino alle 13 dom; R4 fino a Via Capodimonte); la biglietteria si trova a sinistra
della Basilica della Madre del Buon Consiglio ( 081 741 00 06; Via Capodimonte
13; R4 fino a Via Capodimonte 8-12 e 17-19.30 lun-dom), una copia in formato
ridotto della Basilica di San Pietro a Roma, portata a termine del 1960. Su
prenotazione, la cooperativa organizza anche un’affascinante visita guidata a piedi,
chiamata ‘Il miglio sacro’, nel rione Sanità.
Cimitero delle Fontanelle
CIMITERO
(cartina; 081 1970 3197; www.cimiterofontanelle.com; Via Fontanelle 80; 10-17 gio-mar; C51 fino a Via
Fontanelle) In questo luogo sono conservati circa otto milioni di ossa umane.
Inizialmente usato per accogliere le vittime della peste del 1656, il cimitero divenne
il principale luogo di sepoltura di Napoli durante l’epidemia di colera del 1837. Alla
fine dell’Ottocento iniziò a ospitare il culto delle ‘anime pezzentelle’ (le anime dei
poveri), i cui seguaci adottavano un teschio e pregavano per l’anima del defunto.
Data la mancanza di informazioni sul posto, la visita sarà molto più interessante se
condotta da una guida. All’ingresso, qualcuno potrebbe offrirsi in questa veste, ma
conviene evitare e rivolgersi a organizzazioni come la Cooperativa Sociale Onlus
‘La Paranza’.
Basilica di Santa Maria della Sanità e Catacombe di San
Gaudioso
CHIESA, CATACOMBE
(cartina; 081 744 37 14; www.catacombedinapoli.it; Piazza Sanità 14; ingresso basilica gratuito, catacombe
interi/ridotti €8/5; basilica 9-13, visita guidata di 50 min delle catacombe alle 10, 11, 12 e 13; Piazza
Cavour, Museo, Senza togliere nulla al grande valore artistico dei
C51 fino a Piazza Sanità)
dipinti barocchi di Andrea Vaccaro e Luca Giordano, per non parlare delle due
sculture contemporanee di Riccardo Dalisi, ciò che rende indimenticabile questa
basilica secentesca sono le sue suggestive catacombe. La visita di questo ambiente
sotterraneo dalle pareti umide, cui si accede passando dalla cripta del V secolo
situata sotto l’altare maggiore, rivela le macabre tecniche di sepoltura utilizzate nel
Medioevo.
Per prima cosa i corpi venivano seduti nelle nicchiette ad arco scavate nel tufo, dove
gli ‘schiacciamorti’ provvedevano a liberarli dal sangue e dai fluidi corporali. Una
volta disseccati, i cadaveri venivano murati, lasciando sporgere dalla parete soltanto
il teschio, sotto al quale si affrescava lo scheletro del defunto. Oggi, grazie ai recenti
restauri, questi affreschi sono più vividi che mai. Il teschio sopra l’affresco
raffigurante un corpo che regge alcuni pennelli e un righello apparteneva a Giovanni
Balducci, pittore manierista del Cinquecento. L’artista fiorentino aveva stretto un
patto con i frati domenicani: avrebbe decorato le loro catacombe senza chiedere
alcun compenso se avessero acconsentito a seppellirlo qui (all’epoca era considerato
un privilegio).
Un altro elemento affascinante è il mosaico intitolato Trionfo della Croce, realizzato
nel V o VI secolo; l’uso di tonalità che ricordano i colori della terra e le dimensioni
insolitamente grandi degli agnelli suggeriscono che l’artista fosse di origini africane.
Il legame con l’Africa è suggerito anche dal nome delle catacombe, dedicate a san
Gaudioso, un vescovo nordafricano morto a Napoli nel 453 e sepolto qui.
Osservando attentamente le pareti della cripta, noterete un vivace affresco del IX
secolo che raffigura una Madonna con Bambino fra due santi, probabilmente san
Gregorio e san Marciano; l’opera è stata rinvenuta nel 1991 sotto un altro affresco
ottocentesco.
Laboratorio Oste
MUSEO, GALLERIA D’ARTE
(cartina; 081 44 44 45; www.facebook.com/LaboratorioOste; Via dei Cristallini 138; in genere 9-18 lun-
ven; Annibale Oste è stato uno degli scultori e designer più
Piazza Cavour, Museo)
famosi di Napoli e oggi il suo laboratorio è diventato una piccola galleria-archivio
dove sono esposte alcune sue opere, fra cui bizzarre figure che giocano con la luce,
vasi e fantasiosi elementi d’arredo che l’artista ha realizzato tra il 2001 e il 2010.
Luogo ricco di fascino, il Laboratorio Oste è gestito con amore e dedizione dai figli
dell’artista napoletano scomparso nel 2010, Mariasole e Vincenzo, quest’ultimo
creatore di bellissimi gioielli anch’essi in mostra (e in vendita).
Considerato un visionario, Oste sapeva infondere energia e giocosità nei materiali
più diversi, come il bronzo, l’acciaio, il legno, l’alabastro e il vetro. Negli anni ’70
fu applaudito quale precursore nell’uso della vetroresina e le sue creazioni – tra cui
un mobile contenitore che ricorda un’enorme barretta di cioccolato – sono una
straordinaria sinfonia di consistenze, forme e colori. In passato, nel cortile
dell’edificio venivano allestiti spettacoli teatrali e l’ufficio del laboratorio serviva da
camerino per gli attori locali, tra i quali un giovanissimo Totò.
Se desiderate visitare il laboratorio, è meglio inviare prima un’email o telefonare per
verificare che ci sia qualcuno ad aprire.
Palazzo dello Spagnolo
ARCHITETTURA
(cartina; Via dei Vergini 19; Il patrimonio barocco di Napoli è così ricco
Piazza Cavour, Museo)
che anche una scalinata può rappresentare un capolavoro, e quella che adorna il
cortile di questo palazzo è una delle più spettacolari. Progettata da Ferdinando
Sanfelice e risalente al 1738, è una doppia rampa a cinque arcate apparsa di
frequente sul grande schermo, per esempio nei film Processo alla città (1952) di
Luigi Zampa e Giudizio universale (1961) di Vittorio de Sica. Per quanto incredibile,
un tempo le scalinate venivano utilizzate anche dai cavalli per portare fino in cima i
cavalieri più pigri.
Se dopo aver visto il capolavoro di Sanfelice vi appassionerete alle scalinate, una
breve passeggiata verso nord vi condurrà alla prima di quelle realizzate dall’artista,
situata all’interno del Palazzo Sanfelice (Via Arena alla Sanità 6; Cavour).
Ultimata nel 1726, questa meraviglia a doppia rampa anch’essa fece parlare di sé
tutta la città e da quel momento in avanti Sanfelice andò perfezionando la sua
maestria realizzando molte delle scalinate che ancora oggi rendono maestosi tanti
palazzi napoletani.
RICCARDO DALISI E L’ARTE DELLA
GENEROSITÀ
Dai Sette angeli di Paul Klee (le sculture esposte nella stazione della
metropolitana Salvator Rosa) alle singolari sculture nel ristorante La Stanza
del Gusto, l’arte di Riccardo Dalisi (classe 1931) è diventata un simbolo
della Napoli contemporanea. Definendosi ‘il designer dell’opera buffa’,
Dalisi trasforma frammenti di metallo e oggetti senza valore in bizzarre
sculture che paiono dotate di vita propria e irradiano una spiccata sensibilità
per il fantastico e il fanciullesco: ne sono un esempio le lattine ‘danzanti’
con tanto di cappello a cilindro e le caffettiere ‘innamorate’. Si può anzi
dire che la tipica caffettiera napoletana sia uno dei motivi che
contraddistinguono l’opera di Dalisi, un’ossessione iniziata dopo che Alessi
gliene commissionò una per il catalogo del 1979.
Nonostante la lunga serie di altri importanti committenti, come Zanotta,
Fiat e Bisazza, Dalisi ha sempre evitato ogni manifestazione di divismo,
preferendo rimanere su un piano di semplicità, umanità e coscienza sociale.
Laureatosi in architettura nel 1957, si fece un nome come pioniere del
movimento sviluppatosi in Italia negli anni ’60 contro la visione
consumistica del design e in favore dell’individualità, della spontaneità e
del riconoscimento del potenziale creativo di ogni individuo. Negli anni ’70
l’artista si dedicò al progetto del ‘design povero’, avviando laboratori per i
giovani disagiati di Napoli e insegnando loro a trasformare il metallo
comune in opera d’arte. La sua più recente e fruttuosa collaborazione con la
comunità locale lo ha visto impegnato nel rione Sanità, dove è nata Iron
Angels (www.ironangels.it), una cooperativa artigiana con sede in una
chiesa sconsacrata del quartiere. Fornendo lavoro e speranza a giovani
altrimenti destinati a finire nella spirale della malavita, l’iniziativa ha
portato alla realizzazione di opere costruite con materiali riciclati che oggi
sono esposte in diversi siti cittadini, tra cui le antiche Catacombe di San
Gennaro.
Visitare lo studio di Dalisi (cartina; 081 68 14 05; studiodalisi@libero.it;
Calata San Francesco 59; 9-13 lun-ven previa telefonata; 128 fino a Via
Aniello Falcone, Vanvitelli) è un’esperienza meravigliosa, un viaggio
tra ambienti stracolmi di suggestivi prototipi, work in progress e rotoli su
rotoli di dipinti e illustrazioni (il tema del riciclo è più che mai presente,
dato che Dalisi utilizza esclusivamente carta riciclata in gran parte
proveniente dalle scuole). Questo affabile maestro organizza anche
laboratori gratuiti di tre, quattro o cinque giorni (da prenotare una settimana
prima). Chi desidera visitare lo studio dell’artista è sempre il benvenuto, ma
non dimenticate di telefonare per tempo per concordare un orario di visita
con la sua assistente Carla Rabuffetti.
Chiesa di San Giovanni a Carbonara
CHIESA
(cartina; 081 29 58 73; Via Carbonara 5; 9-17 lun-sab; Le sontuose opere
Piazza Cavour, Museo)
scultoree fanno di questa chiesa gotica una tappa da non perdere. Scultori toscani e
artisti dell’Italia settentrionale collaborarono al mausoleo gotico-rinascimentale del
re Ladislao che s’innalza per 18 m sopra l’altare maggiore. Alle spalle si apre la
Cappella Caracciolo del Sole, a pianta circolare, che presenta vivaci affreschi
quattrocenteschi e custodisce la tomba di Sergianni Caracciolo, l’ambizioso amante
della regina Giovanna II di Napoli (Giovanna d’Angiò-Durazzo) succeduta al
fratello Ladislao. Il crescente potere politico di Sergianni indusse la regina a farlo
eliminare e il giovane fu pugnalato a morte a Castel Capuano nel 1432. La tomba è
opera di Leonardo da Besozzo.
Altre opere importanti sono la Cappella Caracciolo di Vico (famosa per essere una
precoce testimonianza dello stile rinascimentale romano nella Napoli del primo
Cinquecento), il Monumento Miroballo di Tommaso Malvito e Jacopo della Pila e la
trecentesca Cappella Somma, che sfoggia vividi affreschi manieristi e uno squisito
altare cinquecentesco realizzato da Annibale Caccarello e Giovan Domenico
d’Auria. La settecentesca scalinata a doppia rampa che sale alla chiesa è firmata del
grande maestro barocco Ferdinando Sanfelice. La chiesa prende il nome dal luogo in
cui fu costruita, che in epoca angioina era un carbonarius (una discarica di rifiuti
che poi venivano bruciati).
Mergellina e Posillipo
Situata all’estremità occidentale del lungomare pedonale, la zona di Mergellina
conserva il fascino decadente di un passato splendore. Fra palazzi in stile liberty e un
fronte mare abbastanza trascurato, i chioschi un po’ kitsch del porticciolo vendono
gelati ai ragazzini innamorati a due passi dagli aliscafi che prendono il largo alla
volta delle isole.
Più a ovest, sul promontorio che divide il Golfo di Napoli dal Golfo di Pozzuoli, il
quartiere di Posillipo si sviluppa con i suoi ampi viali alberati, le splendide ville, le
calette segrete e l’oasi urbana del Parco Virgiliano.
Porticciolo
PORTO
(cartina; Via Francesco Caracciolo; Un tempo sede della flotta di pescherecci
Mergellina)
locale, il porticciolo di Mergellina è oggi un’affollata congerie di yacht e di chioschi,
bar e gelaterie illuminati al neon. Prendete una brioche con gelato allo Chalet Ciro
Mergellina e godetevi la vista da cartolina del castello e del Vesuvio.
Da qui, incamminatevi senza fretta verso est lungo il tratto pedonale del lungomare
oppure, se non vi disturba la salita, dirigetevi a sud-ovest lungo Via Posillipo per
ammirare l’incantevole vista sul mare, sulla città e sui lussureggianti giardini delle
ville.
REGGIA DI CASERTA: LA VERSAILLES
ITALIANA
La ragione principale per andare fino a Caserta, 30 km a nord di Napoli, è
la presenza della grandiosa Reggia di Caserta (Palazzo Reale di Caserta;
0823 27 71 11; www.reggiadicaserta.beniculturali.it; Viale Douhet 22;
interi/ridotti €12/6; reggia 8.30-19 mer-lun, parco 8.30-1 h prima del
tramonto mer-lun, Giardino Inglese 8.30-2 h prima del tramonto mer-lun
giu-agosto, orario ridotto il resto dell’anno; Caserta). Dichiarata
Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO e location di film come Mission:
Impossible 3, Star Wars Episodio 1 - La minaccia fantasma e Star Wars:
Episodio 2 - L’attacco dei cloni, questa sfarzosa residenza borbonica è il
monumentale canto del cigno del barocco italiano.
La costruzione del complesso iniziò nel 1752, quando il re di Napoli Carlo
VII (Carlo III di Borbone) commissionò all’architetto napoletano Luigi
Vanvitelli un palazzo che rivaleggiasse con quello di Versailles. Il risultato
fu una reggia ancora più vasta della sua concorrente francese. Con le sue
1200 stanze, 1790 finestre, 34 scale e una facciata lunga 250 m, la Reggia
di Caserta è il più grande edificio settecentesco d’Europa.
L’immensa scalinata progettata da Vanvitelli conduce negli appartamenti
reali, riccamente decorati con affreschi, opere d’arte, arazzi, mobili
d’epoca e sontuosi lampadari. Nelle stanze dietro la Sala di Astrea,
recentemente ristrutturate, è esposta una straordinaria collezione di antichi
modellini in legno della Reggia, insieme a disegni e bozzetti dell’edificio
realizzati da Luigi Vanvitelli e suo figlio Carlo.
Gli appartamenti ospitano anche la mostra Terrae Motus, che presenta
un’interessante (e purtroppo poco visitata) collezione di opere d’arte
moderna commissionate ad artisti internazionali dopo il terremoto che nel
1980 devastò la regione. Al progetto hanno contribuito nomi di grosso
calibro, come gli statunitensi Cy Twombly e Robert Mapplethorpe,
l’italiano Mimmo Paladino e il greco Jannis Kounellis.
Dopo tanto splendore, rilassatevi con una passeggiata nel magnifico parco
che si estende per circa 3 km fino alla grande cascata e alla fontana di
Diana. Nel parco si trova il famoso Giardino Inglese, una romantica oasi
di sentieri intrecciati, fiori esotici, vasche e cascate. Potrete noleggiare
biciclette (€4) sul retro del palazzo, dove ci sono anche carrozzelle trainate
da cavalli (€5/10 per persona, durata del percorso 30/50 min, fino a 4
passeggeri) che fanno il giro del parco. Ignorate i venditori abusivi di
souvenir che si aggirano all’esterno e all’interno della reggia.
Se vi venisse un languorino, lasciate perdere il caffè del museo, pieno di
turisti, e puntate su Martucci ( 0823 32 08 03; Via Roma 9; paste a
partire da €1,50, panini a partire da €3,50, insalate €7,50; 5-22.30 lun-
ven, fino all’1 sab e dom), situato 250 m a est della reggia. A parte l’ottimo
caffè, troverete panini, insalate, verdure miste e dolci, tutti freschissimi, e
piatti più sostanziosi preparati sul momento.
Da lunedì a sabato diversi treni collegano Napoli e Caserta (€3,10, 35-50
min), mentre la domenica il servizio è molto ridotto (tenetelo presente al
momento di scegliere un giorno). La stazione ferroviaria di Caserta si trova
al di là dei giardini, proprio di fronte al palazzo. In auto, seguite le
indicazioni per la Reggia.
Parco Vergiliano
SITO ARCHEOLOGICO, PARCO
(cartina; 081 66 93 90; Salita della Grotta 20; 9-18;Risalendo la ripida scalinata
Mergellina)
di questo parco un po’ fuori mano finirete nel tunnel di epoca romana più lungo del
mondo: progettato da Lucio Cocceio Aucto, si estende per 700 m e collega Napoli a
Pozzuoli. In cima si trova la tomba di Virgilio, morto a Brindisi nel 19 a.C. Secondo
la leggenda, le spoglie del poeta furono portate a Napoli su un carretto e inumate
sotto questa volta di epoca augustea. Nel parco è sepolto anche Giacomo Leopardi.
Parco Virgiliano
PARCO
(cartina; Viale Virgilio; 7-24 mag-set, fino alle 21 il resto dell’anno; Affacciato
140 fino a Via Posillipo)
sulla scintillante distesa del mare dalla punta più occidentale dell’elegante collina di
Posillipo, questo parco molto amato dai napoletani è ideale per rilassarsi su una delle
sue terrazze e abbracciare il panorama: Capri a sud, Nisida, Procida e Ischia a sud-
ovest e infine il Golfo di Pozzuoli e Bagnoli a ovest. Davanti all’ingresso principale
del parco, ogni giovedì dalle 9 alle 14 si tiene il mercato di Posillipo. Gli
appassionati di storia forse sapranno che l’isolotto di Nisida è il luogo in cui Bruto
avrebbe cospirato contro Giulio Cesare.
SCANDALO A CORTE
Pochi altri edifici infiammano il gossip locale come il Palazzo Donn’Anna
(Largo Donn’Anna 9; 140 fino a Via Posillipo) a Posillipo. Mai
terminato, semidiroccato, eppure incredibilmente affascinante, il palazzo
prende il nome da Anna Carafa, per la quale fu progettato come dono di
nozze dal marito Ramiro Guzman, viceré spagnolo di Napoli. Nel 1644,
Guzman se ne tornò di corsa in Spagna lasciando a Napoli la consorte
addolorata. Poco dopo Anna morì e il prodigioso architetto napoletano
Cosimo Fanzago abbandonò la costruzione.
La grandiosa opera incompiuta sorge sul sito di una villa più antica, La
Sirena, considerata teatro delle scandalose licenziosità della regina
Giovanna e dei suoi delitti passionali (si dice che la volubile regina si
liberasse degli amanti gettandoli direttamente in mare). Non è chiaro però
di quale regina Giovanna si tratti. Secondo alcuni, di Giovanna I (1326-82),
figlia di Carlo (duca di Calabria) e nipote di Roberto d’Angiò, il cui elenco
di malvagità pare annoverasse anche l’uccisione del marito. Altri puntano il
dito contro Giovanna II (1373-1435), sorella del re Ladislao, i cui appetiti
carnali hanno alimentato leggende boccaccesche. Palazzo Donn’Anna non
è aperto al pubblico.
Kayak Napoli
KAYAK
(cartina; 331 9874271, 338 2109978; www.kayaknapoli.com; tour €20-35; I
140 fino a Via Posillipo)
tour in kayak di questo operatore lungo il litorale di Napoli vi faranno scoprire
rovine romane, ville neoclassiche, giardini rigogliosi, grotte segrete e altre bellezze
che spesso si possono ammirare soltanto via mare. I tour sono adatti a ogni livello di
esperienza e comprendono un’escursione serale al chiaro di luna. Il punto di ritrovo
è a Posillipo, in Via Posillipo 68 (Baia delle Rocce Verdi). I tour vanno prenotati
(anche il giorno prima) e sono comunque vincolati alle condizioni meteorologiche.
Feste ed eventi
Festa di San Gennaro
FESTA RELIGIOSA
Il sabato precedente la prima domenica di maggio i fedeli affluiscono al Duomo per
assistere alla liquefazione miracolosa del sangue di san Gennaro. Lo stesso evento si
ripete il 19 settembre e il 16 dicembre.
Maggio dei Monumenti
CULTURA
( mag) La manifestazione dura un mese e presenta un ricco calendario di concerti,
spettacoli, mostre, visite guidate e altri eventi in tutta la città.
Wine&Thecity
FESTA DEL VINO
(www.wineandthecity.it; Due settimane dedicate alla celebrazione dei vini regionali,
mag)
con degustazioni gratuite ed eventi organizzati nei vari palazzi, musei, negozi e
ristoranti di Napoli.
Napoli Teatro Festival
TEATRO
(www.napoliteatrofestival.it; Tre settimane di spettacoli teatrali e performance
giu)
artistiche allestiti da compagnie nazionali e internazionali in luoghi tradizionali o
inconsueti.
Madonna del Carmine
FESTA RELIGIOSA
( 16 lug) Pellegrini e fuochi d’artificio invadono la Piazza del Mercato in omaggio
alla Madonna miracolosa della Chiesa di Santa Maria del Carmine.
Napoli Film Festival
CINEMA
(www.napolifilmfestival.com; set-ott) Dieci giorni di film italiani e stranieri e conferenze
sul cinema.
SULLA SPIAGGIA DA GIONA
Situato proprio sulla spiaggia, con vista su Procida e Ischia, il ristorante Da
Giona (cartina; 081 523 46 59; www.dagiona.it; Via Dragonara 6,
Miseno; pasti €35; 13-16 lun-dom, anche 20-23 giu-metà set; Cumana
fino a Torregaveta, poi autobus EAV fino a Miseno) è uno dei locali più
amati dai napoletani (da prenotare nei weekend). Nel suo ambiente un po’
retrò potrete gustare piatti di pesce freschissimo e cucinato in modo molto
semplice, dall’antipasto misto (che può includere frittura di zucchine e
gamberi, carpaccio marinato e insalata di polpo) agli indimenticabili
spaghetti alle vongole. Se il tempo è bello, chiedete un tavolo sulla veranda
scricchiolante (o direttamente sulla sabbia) e lasciate scorrere le ore in
compagnia di una Falanghina. Per arrivare qui da Napoli, prendete il treno
della Ferrovia Cumana fino a Fusaro, poi l’autobus EAV per Miseno. In
alternativa, raggiungete Pozzuoli con un treno della Cumana o con la
metropolitana e da lì prendete un taxi.
Pasti
La cucina napoletana è uno dei fiori all’occhiello del panorama gastronomico
italiano, e il vantaggio di assaporarla in uno scenario suggestivo come quello del
Golfo garantisce un’esperienza memorabile. Certo non mancano i ristoranti con
tovaglie immacolate, lume di candela e conto da €50, ma spesso i piatti migliori si
trovano in qualche semplice trattoria nascosta tra i vicoli del centro, dove un pasto di
tre portate compreso il vino della casa può costare meno di €20. Ancora più
economiche sono le numerosissime e ottime pizzerie e friggitorie sparse per la città.
L’unico neo è che molti locali chiudono anche per due settimane in agosto, per cui è
sempre meglio telefonare prima.
Centro storico e Mercato
Pizzeria Gino Sorbillo
PIZZA €
(cartina; 081 44 66 43; www.accademiadellapizza.it; Via dei Tribunali 32; pizze a partire da €3,30; 12-
15.30 e 19-24 lun-sab; Si può discutere per ore sul fatto che Gino Sorbillo sia o
Dante)
meno il re della pizza di Napoli, ma è innegabile che il locale sia perennemente
affollato. Le sue pizze gigantesche, preparate con farina e pomodori biologici e cotte
nel forno a legna, sono da leccarsi e baffi – e le dita! Andateci molto presto, oppure
preparatevi a fare la coda.
Salumeria
BISTRÒ €
(cartina; 081 1936 4649; www.salumeriaupnea.it; Via San Giovanni Maggiore Pignatelli 34/35; panini a
partire da €4,40, taglieri di salumi e formaggi a partire da €7,70; 10-24, chiuso mer mattina; ; Dante,
Museo)Questo bistrò-bar è l’ultimo progetto realizzato dal dinamico team di UpNea,
un’associazione culturale molto nota in città per i suoi eventi artistici. Il suo ricco
menu offre di tutto per ogni momento della giornata, dal caffè con muffin sfornati
ogni mattina a zuppe, insalate e taglieri di salumi assortiti, oltre a panini e
hamburger superlativi. Di recente è stato avviato anche il servizio di ristorazione.
Qui troverete soltanto il meglio dei prodotti locali e persino il ketchup è preparato in
casa con pomodorini Piennolo del Vesuvio DOP. La carta delle bevande propone
anche la birra artigianale Petragnola.
Eccellenze Campane
NAPOLETANO €
( 081 20 36 57; www.eccellenzecampane.it; Via Benedetto Brin 49; pizze a partire da €5, pasti €35; 7-23
dom-ven: 7-12.30 bar e pasticceria; 12.30-15 e 19-23 ristorazione; fino alle 0.30 sab; 116, 192, 460, 472, 475)
È la risposta napoletana alla torinese Eataly, un’elegante vetrina dei migliori prodotti
alimentari campani, presentati in uno spazio dal design contemporaneo articolato in
vari settori dedicati alla ristorazione o alla vendita. Vi troverete di tutto: pizze cotte a
puntino, fritturine leggere, pesce freschissimo, dolci della rinomata pasticceria Sal
De Riso, birre artigianali e un’infinità di prelibatezze da portarsi a casa. Un vero
‘must’ per i buongustai.
Tandem
NAPOLETANO €
(cartina; 081 1900 2468; Via Giovanni Paladino 51; pasti €19; 12.30-15.30 e 19-23.30; ; Università,
Duomo) Il ragù è il protagonista delle tavole napoletane la domenica a pranzo, ma il
Tandem lo serve tutti i giorni. Che lo proviate con i rigatoni o in ricche ciotole in cui
intingere il pane, preparatevi a una squisitezza gustosa e profumata che potrebbe far
impallidire la ricetta della nonna. Il menu comprende anche piatti con ragù
vegetariano e un primo vegetariano del giorno. È un locale piccolo e senza tante
pretese, ma vanta una folta schiera di fedelissimi, per cui presentatevi presto o (nei
weekend) prenotate.
La Campagnola
NAPOLETANO €
(cartina; 081 45 90 34; Via dei Tribunali 47; pasti €18; Allegra e
12.30-16 e 19-23.30; ; Dante)
verace, questa trattoria semplice ma curata serve specialità napoletane preparate a
regola d’arte. Fra i piatti del giorno, il giovedì propone la Genovese (pasta al ragù
d’agnello, pomodoro e cipolla cucinato a fuoco lento), mentre sul menu non
mancano mai classici come la salsiccia con i friarielli. Se vi resta ancora un po’ di
posto, concludete con un babà al rum.
Jamón
GASTRONOMIA €
(cartina; 335 7226405; Piazza San Domenico Maggiore 9; merende a partire da €5, taglieri degustazione di
formaggi e salumi a partire da €4,50; 10-2; Ottima per uno spuntino nella
Dante, Università)
bella cornice di Piazza San Domenico Maggiore, questa piccola, straordinaria
gastronomia-enoteca serve salumi e formaggi di nicchia o difficili da trovare
localmente, come la mortadella biologica toscana profumata alla cannella e il
prosciutto San Daniele DOP. Potrete gustarli da un tagliere misto o in mezzo a un
panino croccante preparato al momento. In entrambi i casi, accompagnate queste
prelibatezze con un buon bicchiere di vino italiano o francese.
GayOdin
CIOCCOLATO, GELATI €
(cartina; 081 551 07 94; www.gayodin.it; Via Benedetto Croce 61; gelato a partire da €1,70; 9.30-20.15 lun-
gio, fino alle 23.30 ven e sab, 10-20.15 dom; Più che una cioccolateria, è una vera e
Dante)
propria istituzione. GayOdin confeziona le più rinomate creazioni di cacao della
città, tra cui le celebri ‘cozze’ di cioccolato. Per un brivido di piacere, assaggiate i
chicchi di caffè ricoperti o il piccante cioccolato al peperoncino. Qui troverete anche
il fantastico gelato firmato GayOdin, con i gusti alle creme più squisiti della città.
La Masardona
NAPOLETANO €
(cartina; 081 28 10 57; Via Giulio Cesare Capaccio 27; pizza fritta €2-5; 7-16 mar-ven, e 18-24 sab, 7-15
dom; ; Per assaggiare la vera pizza fritta napoletana – con ciccioli di
Garibaldi)
maiale, salame, prosciutto, provola affumicata, ricotta e pomodoro – venite alla
Masardona. I clienti abituali la ordinano quasi sempre senza ricotta e
l’accompagnano con un bicchiere di Marsala dolce. Esiste anche una versione con
scarola, olive e provola, anch’essa disponibile in formato ridotto (€2). Tutti i martedì
il proprietario serve il suo famoso tortaniello (€3), un delizioso tortino rustico
ripieno di pecorino, salame, ciccioli e uova sode.
Di Matteo
PIZZA, SPUNTINI €
(cartina; 081 45 52 62; www.pizzeriadimatteo.com; Via dei Tribunali 94; spuntini a partire da €0,50, pizze a
partire da €3,50; 9-24 lun-sab, fino alle 15.30 dom; C55 fino a Via Duomo, La
Cavour, Duomo)
pizzeria Di Matteo è una delle più storiche e veraci di Napoli. Dal banco affacciato
sulla strada serve alcuni dei migliori stuzzichini fritti della città, dalla pizza fritta agli
arancini di riso. Se volete sedervi all’interno, aspettatevi un ambiente senza pretese,
con luci giallognole e camerieri scontrosi, ma le pizze sono strepitose.
Scaturchio
PASTICCERIA €
(cartina; 081 551 70 31; Piazza San Domenico Maggiore 19; pasticceria a partire da €1,50; 7.20-20.30;
Dante)In una città famosa per le tentazioni di gola, questa pasticceria sulla piazza
gode di uno status privilegiato. Vi troverete tutte le specialità locali (tra cui babà
particolarmente voluttuosi), ma il vero protagonista è il ‘ministeriale’, un
medaglione di cioccolato fondente ripieno di crema al liquore; la ricetta di questa
specialità, creata nell’Ottocento, è tenuta religiosamente segreta.
Angelo Carbone
PASTICCERIA €
(cartina; 081 45 78 21; Largo Regina Coeli 4-8; pasticceria a partire da €1, panini a partire da €2,50; 7.20-
20 lun-ven, 7-17 sab e dom; ; Fuori dai circuiti turistici, questo bar-
Piazza Cavour, Museo)
pasticceria-rosticceria prepara una sfogliatella fragrante che è la fine del mondo, per
non parlare dei sublimi pasticcini alla crema e amarena. Propone anche un goloso
assortimento salato, fra cui ricchi panini e primi appetitosi (€3-4). Non perdetevi il
portico affrescato della Chiesa di Santa Maria Regina Coeli, situata di fronte.
Pizzeria Vesi
PIZZA €
(cartina; 081 29 99 95; Via dei Tribunali 388; pizze a partire da €3; 12-17 e 19-24 dom-gio, fino all’1 ven e
sab; Se Gino Sorbillo fosse chiuso, questa popolare pizzeria è una comoda
Dante)
soluzione alternativa. Le pizze sono più che dignitose e, nella bella stagione, è
piacevolissimo mangiare all’aperto osservando il viavai.
Attanasio
PANIFICIO, PASTICCERIA €
(cartina; 081 28 56 75; Vico Ferrovia 1-4; sfogliatelle €1,20; Pensavate
6.30-20 mar-dom; Garibaldi)
che le sfogliatelle di Pintauro (qui sotto) fossero la perfezione? Assaggiate il caldo
ripieno di ricotta di questa pasticceria tradizionale e preparatevi a cambiare idea. E
non è tutto: troverete ad attendervi schiere di vassoi di specialità fresche e ripiene,
dai cremosi cannoli siciliani ai babà al rum. Se amate il salato non dovete perdervi il
sostanzioso ‘pasticcino rustico’, ripieno di provola, ricotta e salame.
LABORATORI DELLE MERAVIGLIE
Nascosti in anguste viuzze, dietro a porte senza nome o all’interno di
insospettabili cortili, i laboratori degli artigiani di Napoli sono disseminati
per tutto il centro storico. In questi luoghi segreti, abili artisti napoletani
celebrano, reinterpretano e talvolta sovvertono le tradizioni artistiche del
territorio, per esempio realizzando statuine del presepe in stile pop art,
come quelle della Sacra Famiglia a bordo di uno scooter. Se volete scoprire
questa dimensione artistica alternativa, fate un salto nei seguenti laboratori:
Lello Esposito (cartina; 335 5874189, 081 551 41 71;
www.lelloesposito.com; Piazza San Domenico Maggiore 9; Dante) Lello,
che divide il suo tempo fra Napoli e New York, è di una simpatia
contagiosa. La sua passione per l’identità culturale, i simboli e le
metamorfosi della sua città si esprime attraverso sculture e installazioni di
grandi dimensioni che esplorano e trasformano l’immaginario popolare
napoletano: l’uovo, san Gennaro, Pulcinella... Secondo Lello, la Napoli
moderna non è meno barocca di quella settecentesca, e questa visione si
riflette nei colori densi, saturi e sensuali della sua pittura. Per visitare
l’atelier – lo trovate appena entrati nel palazzo dall’ingresso principale,
dietro la porta a destra – potrete tentare la fortuna presentandovi senza
appuntamento, ma vi consigliamo di annunciarvi prima con una telefonata
o un’email.
Officina d’Arti Grafiche di Carmine Cervone (cartina; 081 29 54
83; carmine.cervone@libero.it; Via Anticaglia 12; 9-19.30 lun-sab;
Cavour, Museo) Se amate le stampe e la tipografia, non perdetevi l’officina
di Carmine, unica nel suo genere e piena di rari macchinari d’epoca, tra cui
un linotipo di fine Ottocento. Carmine nutre una profonda passione per il
suo lavoro e adora mostrarne le tecniche; inoltre collabora spesso con altri
artisti producendo stampe, litografie e libri a tiratura limitata. Può
addirittura realizzare biglietti da visita personalizzati e inviti originali (nel
giro di un paio di giorni) per chi è in cerca di un souvenir diverso dal solito.
Zhao (cartina; 329 3469011; Via Atri 31; Dante) In un piccolo
laboratorio che si apre con una gigantesca chiave settecentesca, lo scultore
e pittore Salvatore Vitagliano si serve di frammenti di antiche statuette di
terracotta per creare opere straordinarie nella loro semplicità, che fondono
letteralmente l’antico con il moderno. Il tema della ‘collisione temporale’
caratterizza anche le carte da gioco napoletane del suo repertorio artistico,
dipinte a mano sui biglietti della metropolitana. Per prenotare una visita
telefonate un paio di giorni prima.
La Taverna di Santa Chiara
NAPOLETANO €€
(cartina; 081 048 49 08, 393 9557558; Via Santa Chiara 6; pasti €25; 12.30-15 e 19-23 mer-lun; ;
Dante)Pasta di Gragnano, carni locali di montagna (Irpinia, Agerola, Sannio), latte
nobile dell’appennino campano... questo intimo ristorante su due piani ha il
meraviglioso pallino per i prodotti di piccole aziende locali e per quelli segnalati da
Slow Food. Il risultato è un bellissimo viaggio nella gastronomia stagionale della
Campania. Per gustare un po’ di tutto ordinate un antipasto misto, poi passate alle
sue specialità: pasta e fagioli, parmigiana di baccalà e genovese di polpo con un
bicchiere di Aglianico del Taburno. Nel locale si presentano anche eventi culturali.
Toledo e Quartieri Spagnoli
Pintauro
PASTICCERIA €
(cartina; 348 7781645; Via Toledo 275; sfogliatelle €2; 9-20 lun-sab, 9.30-14 dom, chiuso metà lug-inizio
set; R2 fino a Via San Carlo, La regina dei dolci napoletani è la
Municipio, Toledo)
sfogliatella, un guscio di croccanti nastri di sfoglia ripieno di una dolce ricotta
profumata. Questa istituzione locale vende sfogliatelle dai primi dell’Ottocento,
quando il suo fondatore le avrebbe introdotte a Napoli dal luogo in cui
effettivamente nacquero, la Costiera Amalfitana.
Fantasia Gelati
GELATERIA €
(cartina; 081 551 12 12; Via Toledo 381; gelati a partire da €2,50; 7-1 dom-ven, fino alle 2 sab; Toledo)
Gli intenditori giurano che, per i gelati alla frutta, nessuna gelateria è all’altezza di
questa, una delle tante filiali di Fantasia Gelati in città. Provate il gusto sublime alla
cassata siciliana, preparato con ricotta di pecora. II gusti della categoria ‘gelato
caldo’ non sono davvero caldi, ma solo più cremosi.
Trattoria San Ferdinando
NAPOLETANO €€
(cartina; 081 42 19 64; Via Nardones 117; pasti €27-30; 12-15 lun-sab, 7.30-23 mar-ven; R2 fino a Via
San Carlo, Con le sue pareti tappezzate di locandine teatrali, la Trattoria San
Municipio)
Ferdinando è frequentata da intellettuali e personaggi legati al mondo del teatro. Per
un viaggio nei sapori napoletani, informatevi sugli antipasti del giorno e scegliete i
vostri preferiti. Tra le specialità di pesce segnaliamo le delicate seppie ripiene, da
coronare con uno degli irresistibili dolci fatti in casa.
Santa Lucia e Chiaia
Muu Muuzzarella Lounge
NAPOLETANO €
(cartina; 081 40 53 70; Vico II Alabardieri 7; piatti €7-14; 12.30-1.30 mar-sab, 6.30-1.30 dom; ; C24
Con le lampade che ricordano i secchi del latte e i cuscini
fino a Riviera di Chiaia)
stampati come pelli di mucca, questo simpatico locale dal design contemporaneo è
specializzato in freschissime mozzarelle di bufala campana servita su taglieri di
formaggi e salumi o insieme a piatti più creativi, come i bocconcini di bufala con
morbido pesto e mele croccanti. Lasciate un po’ di spazio per il cheesecake al
cioccolato bianco (ricetta segreta dello chef), da gustare con un bicchiere di Guappa
(liquore al latte di bufala).
Antica Osteria Da Tonino
CAMPANO €
(cartina; 081 42 15 33; Via Santa Teresa a Chiaia 47; pasti €18; 13-16 tutti i giorni, anche 20-24 gio, ven e
sab; Tonino, un vivace ottantacinquenne soprannominato JR dalla
Piazza Amedeo)
moglie, è ancora in forma smagliante, proprio come la sua osteria. Al banco, signore
affrettate prelevano le loro ordinazioni da portare via, mentre ai pochi tavoli del
locale, sempre affollati, distinti signori in completi firmati Rubinacci, persone di una
certa età e una volta un premio Nobel (Dario Fo) gustano i semplici piatti di Tonino,
come i rigatoni al ragù e ricotta.
Moccia
PASTICCERIA, GELATERIA €
(cartina; 081 41 13 48; Via San Pasquale a Chiaia 21-22; pasticceria a partire da €0,70; 7-21 mer-lun;
Con un tale sgargiante schieramento di tartellette alle fragole,
C24 fino a Riviera di Chiaia)
babà al liquore e gelati cremosi (provate l’abbinata pesca e melone), nessuno si salva
dalle tentazioni di questa pasticceria, non le procaci signore della Napoli bene, né i
professionisti che vogliono placare un languorino, o le eteree fanciulle di Chiaia
inguainate nelle loro mise griffate. La torta caprese alle mandorle, la migliore della
città, dà il meglio di sé con un espresso dall’aroma intenso.
L’Ebbrezza di Noè
NAPOLETANO €€
(cartina; 081 40 01 04; www.lebbrezzadinoe.com; Vico Vetriera 9; pasti €37; 20-24 mar-dom e 13-15 dom;
dalle 18 aperitivi al banco; Enoteca di giorno, il locale si trasforma la sera in
Piazza Amedeo)
un ottimo ristorante pieno d’atmosfera. Sedetevi al bancone per un bicchiere di vino
con gli amici, oppure accomodatevi in una delle sale da pranzo, tappezzate di
bottiglie, per gustare le appetitose specialità della casa preparate con i prodotti
freschi del mercato, come i paccheri fritti ripieni di melanzane e conditi con una
gustosa salsa di pomodoro e basilico.
La carta dei vini è superlativa, con oltre 2000 etichette selezionate con cura dal
proprietario-sommelier Luca Di Leva. Prenotate.
Ristorantino dell’Avvocato
NAPOLETANO €€
(cartina; 081 032 00 47; www.ilristorantinodellavvocato.it; Via Santa Lucia 115-117; pasti €40; 12-15 e
19.30-23, solo a pranzo lun e dom; ; Elegante e accogliente, questo
128 fino a Via Santa Lucia)
ristorante si è rapidamente conquistato le lodi dei buongustai napoletani. La luce dei
loro occhi è il cordiale Raffaele Cardillo, chef e proprietario del locale, la cui
passione per la cucina regionale si fonde con lo slancio verso i sapori freschi e
raffinati – vi basti pensare agli gnocchi conditi con cozze e vongole fresche, granella
di pistacchio, limone, zenzero e aglio. I menu degustazione (€45-50) hanno un buon
rapporto qualità-prezzo, così come l’opzione ‘tre portate in un piatto’ (€12) proposta
a pranzo nei giorni infrasettimanali. Consigliabile prenotare dal giovedì al sabato.
Trattoria Castel dell’Ovo
CUCINA DI MARE €€
(cartina; 081 764 63 52; Via Luculliana 28; pasti €25; 13-15.30 e 20-23.30 ven-mer, chiuso a cena dom ott-
apr; Molti napoletani evitano i grandi ristoranti turistici di
128 fino a Via Santa Lucia)
Borgo Marinari, ma adorano questa piccola, economica e simpatica trattoria a un
passo dalle barche ormeggiate nel porticciolo. La cucina è dedicata al mare, dalla
zuppa di pesce all’insalata di polpo con pomodoro fresco. Anche se non li trovate sul
menu, provate a chiedere gli spaghetti con gamberi, cozze, zucchine e parmigiano.
Si accettano solo contanti.
Da Ettore
NAPOLETANO €€
(cartina; 081 764 35 78; Via Gennaro Serra 39; pasti €20-25; 12.30-15 tutti i giorni, 19.45-22.15 mar-sab;
Ha soltanto otto tavoli, ma la sua reputazione è leggendaria.
R2 fino a Via San Carlo)
Alle pareti sono esposte le foto di habitué celebri, come il grande Totò, insieme a un
brano scritto dal giallista Massimo Siviero che cita Ettore in uno dei suoi racconti.
Protagonisti del successo del locale sono i sostanziosi piatti della tradizione
regionale, come la pasta patata e provola specialità della casa. Per la domenica a
pranzo prenotate due giorni prima.
L’Altro Loco
CAMPANO €€€
(cartina; 081 764 17 22; www.ristorantelaltroloco.com; Vicoletto Cappella Vecchia 4/5; pasti €60; 13-15.30
sab e dom, 20-23.30 lun-sab; Sarà anche un po’ caro, ma a Napoli
C24 fino a Piazza dei Martiri)
sono pochi i ristoranti che offrono un ambiente raffinato e un servizio impeccabile
come questo locale di alta cucina illuminato da luci soffuse e frequentato da
professionisti e signore eleganti. Qui le parole chiave sono freschezza, leggerezza e
delicatezza, dalla deliziosa insalatina di aragoste e gamberi alla millefoglie guarnita
con soffice panna montata e fragole.
Ugualmente all’altezza è la carta dei vini, che propone circa 600 etichette fra cui, a
sorpresa, anche vini del Nuovo Mondo. Si consiglia di prenotare, specialmente nei
weekend.
Vomero
Friggitoria Vomero
FRIGGITORIA €
(cartina; 081 578 31 30; Via Domenico Cimarosa 44; spuntini a partire da €0,20; 9.30-14.30 e 17-21.30 lun-
ven, fino alle 23 sab; Tanto spartana quanto mitica, prepara
Centrale fino a Piazza Fuga)
fritture superlative, fra le migliori della città. Abbandonatevi alla croccantezza delle
melanzane e degli spinaci, delle zeppole, delle frittatine di maccheroni e dei supplì
di riso. Situato di fronte alla funicolare, è comodo per fare un pieno d’energia prima
di affrontare la scarpinata fino alla Certosa di San Martino.
Fantasia Gelati
GELATERIA €
(cartina; 081 578 83 83; Piazza Vanvitelli 22; gelati a partire da €2,50; 7-1 lun-ven, fino alle 2 sab, fino
all’1.30 dom; Questa succursale del re del gelato napoletano fa felici i golosi
Vanvitelli)
del Vomero con i suoi deliziosi gelati a base d’ingredienti stagionali. Non rinunciate
a un simile piacere!
Antica Cantina di Sica
NAPOLETANO €€
(cartina; 081 556 75 20; Via Gianlorenzo Bernini 17; pasti €30; 12-15.30 mar-dom, 19-23.30 mar-sab;
Vanvitelli, Quest’elegante perla
Chiaia fino a Cimarosa, Centrale fino a Piazza Fuga)
gastronomica celebra i classici della cucina regionale con grande attenzione al
dettaglio. I generosi antipasti sono squisiti (come la trippa tenerissima in profumata
salsa di pomodoro e la succulenta parmigiana di melanzane) e la frittura mista di
pesce resta croccante fino all’ultimo boccone. Ugualmente deliziosi sono i dessert
della casa (provate la consistenza vellutata della cassata napoletana).
Capodimonte e Sanità
Pizzeria Starita
PIZZA €
(cartina; 081 557 36 82; Via Materdei 28; pizze a partire da €4; 12-15.30 e 19-24 lun-sab, 19-24 dom;
Materdei)La forchetta e il coltello appesi al muro di questa leggendaria pizzeria furono
utilizzati da Sophia Loren ne L’Oro di Napoli (1954), mentre dalla cucina della
Pizzeria Starita uscirono le pizze fritte che l’attrice vendeva nel film. Il menu
propone oltre 60 varietà di pizze, come quella gustosissima ai fiorilli e zucchine (con
fiori di zucca, zucchine e provola), ma il nostro cuore resta fedele alla classica
marinara.
Cantina del Gallo
NAPOLETANO €
(cartina; 081 544 15 21; www.cantinadelgallo.com; Via Alessandro Telesino 21; pizze a partire da €4, pasti
€15; 11-16 e 19-24 lun-dom; ; Un gallo disegnato al neon sopra il
C51 fino a Via Fontanelle)
forno a legna e un braciere ardente sotto il tavolo nelle fredde giornate d’inverno non
sono le uniche peculiarità di uno dei locali più amati del rione Sanità. Assaggiate i
suoi ‘calzoncini’ o la specialità della casa, A’Cafona, una pizza all’aglio con
pomodoro, origano, peperoncino e una grattugiata di pecorino, grana padano e
parmigiano. I camerieri sono gentilissimi.
Tarallificio Esposito
PANIFICIO €
(cartina; 081 45 49 06; Via Sanità 129; taralli a partire da €0,50; 6-20.30 lun-sab, fino alle 14.30 dom;
Piazza Cavour, Museo) I taralli mandorlati, preparati con pepe, mandorle e strutto,
possono dare dipendenza; ora che siete avvisati, potete correre a rifornirvi in questo
panificio di famiglia del rione Sanità. Non limitatevi alla versione classica, perché ne
troverete diverse e irresistibili varianti, come i burrosi taralli ai friarielli, quelli
all’olio d’oliva e alla glassa di limone. E per calmare un appetito più robusto, niente
di meglio che la favolosa focaccia.
Mergellina e Posillipo
50 Kalò
PIZZERIA €
(cartina; 081 192 04 667; www.50kalò.it; Piazza Sannazzaro 201b; pizze a partire da €5; 12.30-16 e 19.30-
0.30; ; Il nome di questa elegante pizzeria dal design contemporaneo
Mergellina)
riprende un’espressione napoletana che indica la bontà dell’impasto, e non è una
scelta casuale. Al timone troviamo Ciro Salvo, rampollo di tre generazioni di
pizzaioli, la cui ricerca maniacale per i migliori prodotti napoletani si traduce in
pizze incredibilmente leggere cotte a puntino nel forno a legna. Qualità è la parola
d’ordine: dall’olio d’oliva al salame rustico, gli ingredienti arrivano direttamente da
piccoli produttori artigianali, prevalentemente campani.
Chalet Ciro Mergellina
GELATERIA €
(cartina; 081 66 99 28; www.chaletciro.it; Via Caracciolo; paste a partire da €1,50, brioche con gelato €4;
Il re dei caratteristici
6.45-2.30 lun, mar, gio e dom, fino alle 3 ven, fino alle 4 sab; Mergellina)
chioschi che vendono spuntini sul lungomare offre di tutto un po’, dal caffè ai
pasticcini e alle crêpes, ma la sua vera ragion d’essere è la brioche con gelato
guarnita di panna montata. Fate lo scontrino all’interno, scegliete i vostri gusti al
bancone sul marciapiede e poi bruciate le calorie con una bella passeggiata lungo la
baia.
Da Cicciotto
CUCINA DI MARE €€
(cartina; 081 575 11 65; Calata Ponticello a Marechiaro 32; pasti €40; 13-16 e 19-24; 140 fino a Via
Appollaiato su un’altura nel borgo di pescatori di Marechiaro, l’informale
Posillipo)
ma elegante Cicciotto ha mantenuto intatto il suo fascino di un tempo. Fra gli
antipasti, il carpaccio di pesce è sublime, così come i fiori di zucca fritti ripieni di
ricotta, mentre fra i primi segnaliamo i paccheri conditi con granchio locale e
pomodorini ciliegini.
Non meno invitante è l’assortimento dei dolci, tra cui la crostata alla crema di
limone con fragoline di bosco e crema Chantilly. Consigliamo di prenotare.
Don Salvatore
NAPOLETANO €€
(cartina; 081 68 18 17; www.donsalvatore.it; Via Mergellina 4a; pasti €40; 12-16 e 19.30-23.30 gio-mar;
Il segreto della felicità? Una serata sotto le stelle, la brezza
140 fino a Via Mergellina)
marina e un pesce cucinato in modo impeccabile. Potrete vivere tutto questo da Don
Salvatore, elegante vecchia gloria della cucina napoletana che vi accoglierà nel suo
dehors o nell’intima atmosfera della sala interna, illuminata da luci soffuse. Qui i
cliché culinari cedono il posto a ispirate proposte come i cecinielli (frittelle di
bianchetti), la minestra in brodo e le seppie con uva passa e pinoli.
Locali e vita notturna
I napoletani non sono grandi bevitori e nel centro storico molti acquistano
semplicemente una birra nel primo bar che incontrano per poi scolarsela in giro con
gli amici. I bar più in voga si concentrano nei dintorni di Piazza Bellini e Calata
Trinità Maggiore, vicino a Piazza del Gesù Nuovo, dove l’alto numero di studenti,
artisti e bohémien crea un’atmosfera vivace e conviviale. Se preferite sorseggiare un
calice di prosecco in un contesto più sofisticato, puntate sui bar alla moda di Chiaia,
famosi per la generosa varietà di stuzzichini da gourmet serviti con l’aperitivo serale
(dalle 18.30 alle 21.30) e compresi nel prezzo del drink. A Chiaia, i locali più in
voga si trovano in Via Ferrigni, Via Bisignano e Vico Belledonne.
Sul fronte dei divertimenti, anche se Napoli non può competere con Londra e
nemmeno Milano, il panorama degli appuntamenti culturali è ricco e variegato, e va
dall’opera al balletto, dal teatro d’avanguardia ai concerti di musica classica. Per
sapere cosa c’è in programma, consultate le rubriche degli spettacoli del Corriere del
Mezzogiorno o della Repubblica (cronaca di Napoli), oppure il sito
www.napoliunplugged.com; troverete informazioni anche all’ufficio turistico. Nelle
sale più piccole in genere i biglietti si comprano direttamente all’ingresso, mentre
per gli eventi di maggior richiamo potrete acquistarli in prevendita da Feltrinelli
(cartina; 081 032 23 62; www.azzurroservice.net; Libreria Feltrinelli, Piazza dei
Martiri 23; 11-14 e 15-20 lun-sab; C24 fino a Piazza dei Martiri) o al Box Office
(cartina; 081 551 91 88; www.boxofficenapoli.it; Galleria Umberto I 17; 9.30-20
lun-ven, 9.30-13.30 e 16.30-20 sab; R2 fino a Piazza Trieste e Trento).
Spazio Nea
CAFFÈ
(cartina; 081 45 13 58; www.spazionea.it; Via Constantinopoli 53; A un passo da
9-2; ; Dante)
Piazza Bellini, questo dinamico spazio culturale ne condivide l’atmosfera
bohémienne. La galleria, tinteggiata di bianco, presenta artisti contemporanei italiani
e stranieri e ha un proprio caffè-bistrò disseminato di libri e di fiori, nonché un
piacevole dehors ai piedi di una scalinata barocca. Dopo aver dato un’occhiata alla
mostra in corso, rilassatevi con un caffè o uno Spritz con Cynar. Sulla pagina
Facebook di Nea troverete il programma degli eventi, che includono conferenze e
serate di musica live o scelta dai DJ. Fra le proposte del menu segnaliamo le
insalate, fresche e abbondanti.
Intra Moenia
CAFFÈ
(cartina; 081 45 16 52; Piazza Bellini 70; Nonostante il servizio poco curato,
102; ; Dante)
questo caffè letterario ricoperto d’edera e affacciato su Piazza Bellini è molto
piacevole per una pausa di relax. Sfogliate i libri a tiratura limitata sulla cultura
napoletana, scegliete una cartolina d’epoca o sorseggiate semplicemente un prosecco
osservando il viavai sulla piazza. Il vino al bicchiere parte da €4 e potrete
accompagnarlo con un assortimento di bruschette, insalate e spuntini.
Caffè Gambrinus
CAFFÈ
(cartina; 081 41 75 82; www.grancaffegambrinus.com; Via Chiaia 1-2; 7-1 dom-gio, fino alle 2 ven, fino
alle 3 sab; R2 fino a Via San Carlo, Con i suoi preziosi lampadari di cristallo, il
Municipio)
sontuoso Gambrinus è il caffè più antico di Napoli, un’autentica istituzione in città.
Qui si fermò Oscar Wilde per un paio di bicchieri, mentre Mussolini ne fece
chiudere alcune sale per allontanare gli intellettuali di sinistra. I prezzi sono
indubbiamente alti, ma gli stuzzichini serviti con l’aperitivo sono buoni e
sorseggiare uno Spritz o una ricca cioccolata calda nelle sue sale belle époque è un
piacere unico.
Enoteca Belledonne
BAR
(cartina; 081 40 31 62; www.enotecabelledonne.com; Vico Belledonne a Chiaia 18; 10-14 e 16.30-2 mar-
sab, 18.30-1 lun e dom; ; Le pareti di mattoni a vista, gli scaffali
C24 fino a Riviera di Chiaia)
colmi di bottiglie e un’illuminazione indovinata creano una calda atmosfera
nell’enoteca più amata di Chiaia – basta vedere la folla di gente che ogni sera si
assiepa sul marciapiede antistante. La carta dei vini propone etichette accuratamente
selezionate (per lo più italiane), 30 o più delle quali disponibili al bicchiere. Potrete
accompagnare la vostra scelta con un piatto di salumi e formaggi italiani e spagnoli,
crostoni, bruschette e altro (da €7 a €16).
Cammarota Spritz
BAR
(cartina; 320 2775687; Vico Lungo Teatro Nuovo 31; Questo
16.30-24 lun, 11-24 mar-sab; Toledo)
baretto verace nei Quartieri Spagnoli serve birra, vino e Aperol Spritz (€1!) ai prezzi
più stracciati di Napoli. Ci troverete una folla variegata di giovani, studenti e artisti
che bevono e chiacchierano sotto grappoli d’uva di plastica o seduti sulle panche nel
vicolo. Un consiglio: se decidete per il vino, chiedete un Fiano o un Aglianico,
altrimenti avrete un vino di qualità inferiore.
Ba-Bar
BAR, CAFFÈ
(cartina; 081 764 35 25; www.ba-bar.it; Via Bisignano 20; 17-2 dom-ven, 11-fino a tardi sab; ; C24
Fra i vari bar che si affacciano su questa stradina, il Ba-Bar si
fino a Piazza dei Martiri)
distingue per il suo ambiente, le calde luci soffuse e un’anima poliedrica: ci si va per
uno Spritz veloce prima di cena, per ritrovarsi con gli amici nell’intima sala sul retro
o per giocare un’accanita partita di calcetto nel piano interrato. Propone una carta
molto interessante di vini italiani, birre locali e straniere e un’atmosfera giovane e
rilassata.
Mexico
CAFFÈ
(cartina; 081 551 52 99; Via Benedetto Croce 16; 7.30-21 lun-ven, fino alle 13 sab, fino alle 23 dom;
Dante)Fra i caffè di Napoli, il Mexico sarà anche un veterano, ma la sua nuova filiale
ha abbandonato l’impronta retrò della casa madre in favore di uno stile industrial-
contemporaneo con largo uso di legno riciclato e baristi di ultima generazione. Una
cosa però è rimasta la stessa: che prendiate un espresso o un cappuccino, al banco o
seduti, vi sarà servita la stessa miscela dall’aroma vellutato. Il Mexico propone
anche un assortimento di dolci discreti, fra cui paffuti cornetti, brownie e muffin.
Scaturchio
CAFFÈ
(cartina; 081 41 46 94; Teatro San Carlo, Piazza Trieste e Trento; 8-21; R2 fino a Via San Carlo,
Municipio) Godetevi un cappuccino con accompagnamento d’arie d’opera
nell’ambiziosa cornice di questo caffè allestito nel foyer del Teatro San Carlo.
Accomodatevi all’interno, in un divano Chesterfield con sottofondo di Verdi, o nel
dehors sulla piazza per seguire lo spettacolo della vita reale. Il caffè serve anche un
assortimento di delizie salate, come gli arancini, ma la vera squisitezza sono le
creazioni della pasticceria Scaturchio, fra cui il celeberrimo ‘ministeriale’, un
voluttuoso medaglione di cioccolato.
Bar dell’Epoca
BAR
(cartina; 081 033 05 15; Via Santa Maria di Costantinopoli 81-82; 7-2 lun-sab, fino alle 14 dom; ; Dante)
Se ve lo segnaliamo, non è per le sue pareti colore lime e le luci giallognole, ma
perché è l’unico bar di Piazza Bellini a servire una bottiglia di Peroni a €1,50 e lo
Spritz a €2. Non a caso è sempre gremito di studenti e dipendenti dell’Accademia di
Belle Arti e del Conservatorio, soprattutto la sera, quando il dehors davanti al locale
si trasforma in un teatro di strada. Il simpaticissimo proprietario, Peppe, non avrà
nulla da eccepire se vi porterete una pizza da mangiare ai suoi tavoli.
Libri e Caffè
CAFFÈ
(cartina; 081 1899 0753; www.facebook.com/LibriCaffeTeatroMercadante; Piazza Municipio 79; 9-fine
dello spettacolo al Mercadante lun-sab, 16-fine dello spettacolo al Mercadante dom; ; Il
Municipio)
bancone, i tavoli, le sedie e perfino gli scaffali di questo caffè-libreria sono fatti di
cartone riciclato. Situato all’interno del Teatro Mercadante, nasce da un’idea di due
editori locali, la cui passione per la qualità si estende anche al caffè e ai vini italiani.
Il menu comprende cornetti biologici e specialità napoletane di Slow Food servite in
vasetti di vetro (a partire da €3,50; prenotate via email). La pagina Facebook segnala
gli eventi in programma, che possono essere un aperitivo con musica DJ, concerti
live o reading di libri.
Galleria 19
CLUB
(cartina; www.galleria19.it; Via San Sebastiano 19; Questo popolarissimo
23-5 gio-mar; Dante)
locale del centro storico è un vasto ambiente sotterraneo disseminato di divani
Chesterfield e lampade in stile industriale. Nella prima parte della settimana è
frequentato prevalentemente da universitari, mentre il venerdì e il sabato è
appannaggio di un variegato mix di venti-trentenni. La musica spazia dall’elettronica
alla house, passando da ritmi più commerciali. Sul sito web trovate il programma
degli eventi.
Fonoteca
CAFFÈ, BAR
(cartina; 081 556 03 38; www.fonoteca.net; Via Raffaele Morghen 31, C/F; 12-1 lun-gio, fino alle 2 ven e
sab, 18.30-1.30 dom; ; Vanvitelli, Un music store con annesso
Centrale fino a Piazza Fuga)
caffè-bar, la Fonoteca è un punto di riferimento al Vomero. Vende LP e CD nuovi e
di seconda mano che spaziano dall’elettronica al rock classico, dal jazz al blues e
alla world music, nonché libri d’arte e di musica. Potrete anche andarci soltanto per
rilassarvi nel suo elegante lounge bar con un caffè, un cocktail o uno spuntino, tipo
bruschetta e insalate.
Divertimenti
Teatro San Carlo
OPERA, BALLETTO
(cartina; 081 797 23 31; www.teatrosancarlo.it; Via San Carlo 98/F; biglietteria 10-17.30 lun-sab, fino alle
14 dom; Il San Carlo, uno dei teatri d’opera più prestigiosi
R2 fino a Via San Carlo)
d’Italia, presenta ogni anno un ricco cartellone di opere liriche, balletti e concerti.
Calcolate di spendere €50 per un posto in balconata, €100 per una poltrona nelle
prime file o, se avete meno di 30 anni (esibite un documento), €30 per un posto in un
palco laterale. I biglietti per i balletti vanno da €35 a €80 – per chi ha meno di 30
anni €20.
Tenete presente che non tutti gli spettacoli hanno luogo nel teatro principale, ma
possono tenersi nel più piccolo Teatrino di Corte presso il vicino Palazzo Reale.
Associazione Scarlatti
MUSICA CLASSICA
(cartina; 081 40 60 11; www.associazionescarlatti.it; Piazza dei Martiri 58; C24 fino a Piazza dei Martiri)
La più importante associazione di musica classica di Napoli organizza ogni anno una
serie di concerti di musica da camera in diversi punti della città, tra cui Castel
Sant’Elmo e Palazzo Zevallos. Vi si esibiscono talenti locali e stranieri, come il
direttore d’orchestra belga Philippe Herreweghe, nonché formazioni internazionali
quali l’Amsterdam Baroque Orchestra e l’Orchestra del Teatro Mariinsky di San
Pietroburgo. In genere i biglietti si possono acquistare direttamente sul posto un’ora
prima dello spettacolo; calcolate di spendere €15 per un concerto a Castel
Sant’Elmo.
Centro di Musica Antica ietà de’ Turchini
MUSICA CLASSICA
(cartina; 081 40 23 95; www.turchini.it; Via Santa Caterina da Siena 38; Centrale fino a Corso Vittorio
Emanuele) Chi ama la musica classica si sentirà in Paradiso in questa bella chiesa
sconsacrata, un luogo molto suggestivo dove ascoltare concerti di compositori
prevalentemente napoletani dal XVII al XIX secolo. In genere i biglietti costano €10
(ridotti €7) e il programma è riportato sul sito web.
Lanificio 25
MUSICA LIVE
(cartina; www.lanificio25.it; Piazza Enrico De Nicola 46; ingresso €5-10; 21-fino a tardi ven e sab;
Questo ex lanificio borbonico è stato trasformato in un dinamico spazio per
Garibaldi)
eventi musicali e culturali. Tra fili di luci colorate e proiezioni video, organizza
concerti (di solito a partire dalle 22) con gruppi italiani di indie, rock, world music,
elettronica e altro, per un pubblico cosmopolita, informato e alternativo. Per gli
eventi in programma consultate il sito web o la pagina Facebook.
Galleria Toledo
TEATRO
(cartina; 081 42 50 37; www.galleriatoledo.org; Via Concezione a Montecalvario 34; biglietteria 18-19.30
mar-sab; Se si tratta di un’opera d’avanguardia, sperimentale o
Montecalvario, Toledo)
indipendente, è molto probabile che venga presentata in questo teatro ‘di culto’
nascosto fra le viuzze dei Quartieri Spagnoli. Qui vanno in scena compagnie,
produzioni e concerti di artisti locali e internazionali, con qualche film d’essai per
completare l’offerta. Si possono effettuare prenotazioni telefoniche (anche nei
weekend), ritirando i biglietti al botteghino 30 minuti prima dello spettacolo.
Stadio San Paolo
CALCIO
(cartina; Piazzale Vincenzo Tecchio; Dopo Juventus, Inter e Milan, il
Napoli Campi Flegrei)
Napoli è la quarta squadra di calcio italiana per numero di tifosi, e assistere a un
incontro nel terzo stadio del paese per dimensioni è un’esperienza indimenticabile.
Le partite di campionato si giocano da fine agosto a fine maggio e i biglietti costano
da €20 a €100; si possono acquistare nelle tabaccherie abilitate, presso l’apposito
sportello all’interno della Feltrinelli o al Box Office esibendo un documento
d’identità.
I biglietti si possono acquistare anche il giorno stesso della partita presso la
biglietteria dello stadio.
Teatro Palapartenope
MUSICA LIVE
(cartina; 081 570 00 08; www.palapartenope.it; Via Barbagallo 115; biglietteria 9-13 e 14-17.30 lun-ven, 9-
12.45 sab; Situato nel sobborgo di Fuorigrotta a ovest del centro
Cumana fino a Edenlandia)
di Napoli, il Palapartenope è il teatro più grande della città per i concerti al chiuso.
Malgrado l’architettura poco interessante, ha una capienza di 6000 posti a sedere e
ha ospitato i grandi nomi della musica italiana e internazionale, da Pino Daniele a
leggende come Lou Reed e gli Spandau Ballet.
TUTTI AL MERCATO
Porta Nolana e La Pignasecca sono soltanto due dei caotici e leggendari
mercati di Napoli. Potrete fare incetta di scarpe a buon mercato, utensili da
cucina a prezzi stracciati e qualche raro pezzo vintage anche nei seguenti
mercati:
Mercatino dell’Umberto (cartina; Via Imbriani; 9-13 lun-sab, chiuso
agosto; C25 fino a Riviera di Chiaia) Le bancarelle in Via Imbriani
vendono un po’ di tutto, ma sono particolarmente famose per borse,
gioielli, scarpe e vestiti, tutto all’ultima moda; spunta perfino qualche
sarong. Nei mesi più freddi troverete una discreta scelta di sciarpe. Qui non
si contratta... ricordatevi che siamo a Chiaia.
Fiera Antiquaria Napoletana (cartina; Villa Comunale; in genere 8-14
la 3ª dom del mese, chiuso agosto; C25 fino a Riviera di Chiaia)
Temporaneamente sospeso al momento delle nostre ricerche, questo
mercato dell’antiquariato sul lungomare vende altrimenti argenteria,
gioielli, mobili, dipinti e stampe, oltre a meravigliose anticaglie
decisamente fuori prezzo. È un posto perfetto per vagabondare a caccia di
tesori. Se volete aggiornamenti sull’eventuale riapertura rivolgetevi
all’ufficio turistico.
Mercatino di Antignano (cartina; Piazza degli Artisti; 8-14 lun-ven;
Medaglie D’Oro) Sulla collina del Vomero, questo mercato è rinomato per
le borse, i gioielli, la biancheria e gli utensili per la casa, le scarpe e
l’abbigliamento della nuova stagione e di quella passata. Chi ha la vista
lunga in genere riesce a fare buoni affari.
Mercatino di Posillipo (cartina; Parco Virgiliano; 7-13 gio; 140 fino a
Via Posillipo) Allestito all’esterno dell’ingresso principale del Parco
Virgiliano, non è il mercato più economico della città, ma è senz’altro
quello che vende la merce di qualità migliore. Vi troverete infatti abiti
griffati autentici, costumi da bagno da donna, biancheria intima e per la
casa e calzature, oltre a gioielli e cosmetici a prezzi scontati. Potrete
contrattare, ma soltanto con i venditori africani.
Mercato Caramanico a Poggioreale (Via Marino di Caramanico; 6-14
lun e dom, chiuso agosto; 1 o 2 fino a Via Nuova Poggioreale) Chiamato
anche Mercatino delle Scarpe, il più grande mercato all’aperto di Napoli
conta più di 550 bancarelle ed è famoso soprattutto per le calzature: ne
troverete di ogni genere, da rimanenze di magazzino delle grandi marche a
semplici scarpe per tutti i giorni. Altrettanto ricca è la scelta di abiti casual
ed eleganti, tessuti e utensili da cucina, tutto a prezzi molto interessanti. Si
trova 2,5 km a nord-est della Stazione Centrale (prendete un tram dal lato
ovest di Piazza Garibaldi).
Shopping
Fare shopping a Napoli è un’esperienza unica, anche perché la città è piena di negozi
di lunga tradizione gestiti dalle stesse famiglie da generazioni. Le esclusive sartorie
napoletane e l’alta moda si concentrano a Chiaia, in Via Calabritto, Via dei Mille e
Via Gaetano Filangieri. Per l’antiquariato esplorate Via Domenico Morelli a Chiaia e
Via Costantinopoli nel centro storico. Sempre nel centro storico, in Vico San
Domenico Maggiore troverete interessanti negozietti che vendono un po’ di tutto,
dagli articoli di design per la casa ai saponi biologici. Ma la quintessenza dello
shopping napoletano sono i mercati rionali, dove potrete acquistare ogni genere di
articolo, dalla biancheria sexy a prezzi irrisori all’abbigliamento, dalle scarpe alle
pentole. Molti negozi chiudono per due settimane in agosto.
Centro Storico e Mercato
Kiphy
COSMETICI
(cartina; 340 2849691; www.kiphy.it; Vico San Domenico Maggiore 3; 10.30-14 e 16-19.30 lun-ven giu-
set, 10.30-14 e 16-18.30 mar-sab il resto dell’anno; Nel suo laboratorio impregnato di
Dante)
fragranze celestiali, Pina Malinconico produce artigianalmente saponette tanto belle
quanto profumate. Fra le invitanti varietà allineate sugli espositori sapientemente
illuminati, la miscela arancio e cannella è particolarmente rinfrescante. Gli shampoo,
le creme e gli oli sono a base di ingredienti biologici ed equo-solidali, e possono
essere personalizzati su misura. I prodotti sono venduti in magnifiche confezioni,
hanno prezzi ragionevoli e, soprattutto, sono stati preparati con amore.
Gli orari d’apertura possono variare, quindi telefonate prima per non rischiare un
viaggio a vuoto.
ARTE SARTORIALE A NAPOLI
Milano sarà anche il volto internazionale dello stile italiano, ma Napoli ne è
il cuore e l’anima. I sarti napoletani della confezione su misura sono
leggendari e un tempo vestivano personalità di spicco quali il re Vittorio
Emanuele III.
La chiave del loro successo risiede nella produzione artigianale, nella scelta
dei tessuti più pregiati e nell’attenzione alla forma e al dettaglio. Per
garantire la perfetta vestibilità dei completi, il taglio è morbido, le spalle
naturali e non strutturate (perfette per gesticolare), i giromanica sono
profondi, i taschini fedeli all’intramontabile modello a barchetta. Le
camicie napoletane classiche sono spesso realizzate con pregiati cotoni
italiani, svizzeri o irlandesi, e hanno colletto, sprone, maniche e asole cuciti
a mano oltre a una plissettatura all’altezza delle spalle.
La maggior parte delle boutique propone abiti e accessori prêt-à-porter, ma
per una camicia o un vestito realizzati su misura, a partire dalla stoffa,
dovrete mettere in conto almeno un paio di prove e da tre a otto settimane
di tempo. Una volta ultimato, il capo potrà esservi spedito a casa
Quindi, carta di credito alla mano, partite in esplorazione di questi templi
dell’alta sartoria napoletana e rinnovate il vostro guardaroba:
Anna Matuozzo (cartina; 081 66 38 74; www.annamatuozzo.it; Viale
Antonio Gramsci 26; Mergellina) La Signora Matuozzo, donna di classe
dai modi garbati, è un nome di punta nel mondo delle camicie su misura.
Le sue creazioni, che partono da €400, sono famose per la qualità
eccezionale dei tessuti, lo stile inimitabile e le cuciture realizzate a mano
come una volta. Eleganti cravatte di seta completano il look. Telefonate per
fissare una prova.
Cilento (cartina; 081 551 33 63; www.cilento1780.com; Via Riviera di
Chiaia 203-204; C25 fino a Riviera di Chiaia) In attività dal 1780,
Cilento non è soltanto una sartoria maschile, ma un vero e proprio sito
d’interesse storico, con abiti del XVIII e XIX secolo in esposizione e un
piccolo museo privato di tessuti adiacente al laboratorio (aperto su
richiesta). Oltre ai completi su misura, Cilento è rinomato per le cravatte in
seta lavorate con il metodo delle ‘sette pieghe’. Il suo ricco assortimento
offre anche splendide calzature artigianali, polo sportive firmate Cilento,
borse da uomo e da donna, rare fragranze e sciarpe.
Mariano Rubinacci (cartina; 081 40 39 08; www.marianorubinacci.net;
Via Chiaia 149E; 10-13.30 e 16.30-20 lun-sab; C24 fino a Piazza dei
Martiri) Abiti splendidi, leggeri e dalla vestibilità perfetta sono il fiore
all’occhiello della più prestigiosa sartoria napoletana, che ha vestito, tra gli
altri, Vittorio de Sica.
E. Marinella (cartina; 081 764 42 14; www.marinellanapoli.it; Via
Riviera di Chiaia 287/a; 8-20 lun-sab, 9-13 dom; C25 fino a Riviera di
Chiaia, C24 fino a Piazza dei Martiri) Atelier preferito di Luchino Visconti
e Aristotele Onassis, questa minuscola boutique è l’indirizzo per eccellenza
dove acquistare cravatte di seta prêt-à-porter e su misura, realizzate in
raffinate fantasie. Abbinatele con gli irresistibili accessori di lusso, tra cui
scarpe, acque di colonia, sciarpe ed elegantissimi foulard da uomo e da
donna.
Scriptura
ACCESSORI
(cartina; 081 29 92 26; Via San Sebastiano 22; Questo
15-20 lun, 10.30-20 mar-sab; Dante)
laboratorio artigianale a conduzione familiare produce pregiati articoli in pelle
utilizzando cuoio toscano di prima qualità. L’assortimento comprende borse,
portafogli, cinture e agende rilegate, disponibili in fogge e colori che vanno dal
classico al contemporaneo. E i prezzi sono sorprendentemente ragionevoli, con borse
e portafogli che partono rispettivamente da €38 e €35.
La Scarabattola
ARTIGIANATO
(cartina; 081 29 17 35; www.lascarabattola.it; Via dei Tribunali 50; 10.30-14 e 15.30-19.30 lun-ven, 10-18
sab; Dante, Non solo le sue sculture fatte a mano di Re Magi,
C55 fino a Via Duomo)
diavoli e personaggi popolari sono protagoniste del presepe ufficiale allestito a
Gerusalemme per Natale, ma questo laboratorio artigiano conta fra i suoi estimatori
più illustri la famiglia reale spagnola e lo stilista Stefano Gabbana. Statuine a parte,
la sua linea di eleganti ceramiche (per esempio i segnaposto a forma di Pulcinella)
coniuga il folklore napoletano con un fresco stile contemporaneo.
Colonnese
ARTE, LIBRI
(cartina; 081 45 98 58; www.colonnese.it;Via San Pietro a Majella 32-33; 9-13.30 e 16-19.30 lun-sab;
Dante)In questa bella e raffinata libreria risuona la musica degli allievi dell’adiacente
Conservatorio, uno dei migliori d’Italia. Vende libri nuovi e usati, ma anche
riproduzioni o copie originali di stampe napoletane del XVII e XVIII secolo. Ci sono
inoltre cartoline da collezione di fine Ottocento e inizio Novecento. In occasioni
particolari apre anche la domenica dalle 10 alle 14.
Ars Neapolitana
ARTE, ARTIGIANATO
(cartina; 081 193 30 967, 392 537 71 16; www.arsneapolitana.it; Via dei Tribunali 303; 10-18.30 lun-ven,
Guglielmo Muoio aveva
fino alle 15 sab, anche 10-18.30 sab e dom fine ott-inizio gen; Dante)
appena 13 anni quando vendette il suo primo pastorello. Oggi, a 15 anni di distanza,
le creazioni di questo talentuoso artista sono state esposte perfino al Parlamento
Europeo di Strasburgo. Entrando nel suo piccolo negozio-laboratorio è probabile
vederlo intento a scolpire o dipingere una delle sue statuine in terracotta di santi,
angeli o personaggi del folklore napoletano del Settecento, straordinariamente
dettagliate.
SerenDPT
VINTAGE
(cartina; 081 1899 5400; Via Santa Chiara 36/37; 10.30-20 lun-sab; Vi piacciono le
Università)
minigonne anni ’60? Gli abiti da cocktail anni ’20? Gli stivali dorati di lamé? Allora
fate un salto in questo negozio di articoli vintage unisex che vende anche pezzi unici
creati da stilisti locali, fra cui le stesse proprietarie Amalia e Oriana, famose per
trasformare di tutto, dai jeans alle tende, in vestiti e accessori carinissimi
caratterizzati da dettagli originali.
La cosa più interessante è che il negozio funziona con il sistema del baratto: portate i
vostri vecchi vestiti (in buone condizioni e della stagione in corso) e avrete un
credito che potrete usare per pagare fino all’80% del valore di un altro articolo. Il
negozio effettua anche piccole riparazioni.
Charcuterie Esposito
GASTRONOMIA
(cartina; 081 551 69 81; Via Benedetto Croce 43; Perfino le
9-20 lun-sab, fino alle 14.30 dom; Dante)
porte sono tappezzate di ghiottonerie in questa piccola gastronomia perennemente
affollata. Qui potrete riempire la vostra sporta con ogni bendidio: pasta, amaretti,
grappa, olio extravergine aromatizzato al limone, fichi ricoperti di cioccolato e tanto
altro.
Limonè
GASTRONOMIA
(cartina; 081 29 94 29; www.limoncellodinapoli.it; Piazza San Gaetano 72; 10.40-20.15; Dante, C55
fino a Via Duomo)Per conservare a lungo il sapore di Napoli fate scorta di questo
limoncello fatto in casa con frutti biologici dei Campi Flegrei. Chiedendo con
cortesia, probabilmente vi offriranno un assaggio gratuito. Altre specialità da
acquistare sono la pasta e il risotto al limone, la grappa sempre al limone e un
rinfrescante liquore alla crema di melone.
Toledo e Quartieri Spagnoli
Talarico
OMBRELLI
(cartina; 081 40 77 23; www.mariotalarico.it; Vico Due Porte a Toledo 4b; Mario
8-20 lun-sab; Toledo)
Talarico e i suoi nipoti hanno trasformato un oggetto umile come l’ombrello in
un’opera d’arte. Le loro creazioni sono ricercate da capi di stato di tutto il mondo e
ciascuna è un pezzo unico, con bottoni di madreperla, punta di corno e manico
ricavato da un unico ramo d’albero. I pezzi più esclusivi possono costare fino a
€300, ma ne troverete anche versioni assai più economiche che vi faranno cantare
sotto la pioggia senza troppi sensi di colpa.
Santa Lucia e Chiaia
Bowinkel
ANTIQUARIATO
(cartina; 081 764 07 39; www.bowinkel.it; Via Santa Lucia 25; 9-13.30 e 16-19.30 lun-ven, fino alle 13.30
sab; Il miglior indirizzo della città dove acquistare stampe,
128 fino a Via Santa Lucia)
cornici e dipinti antichi e foto d’epoca. Se qui non trovate ciò che cercate, provate
nell’altra sede ( 081 764 82 30; Via Calabritto 1), dove potreste imbattervi in un
ventaglio liberty o nel modellino di un tram d’epoca. Perfetto per un souvenir da
regalare a chi ha già tutto. Gli acquisti possono essere spediti a casa.
Tramontano
ACCESSORI (cartina; 081 41 48 37; www.tramontano.it; Via Chiaia 143-144; 10-13.30 e 16-20 lun-
sab; Tramontano ha una solida reputazione per i suoi articoli
C25 fino a Piazza dei Martiri)
in pelle di squisita fattura, fra cui borse glamour, eleganti tracolle e sacche da
viaggio. Ogni anno aggiunge una nuova borsa dedicata a una protagonista di una
famosa canzone rock, come Kimberley di Patti Smith o Proud Mary dei Creedence
Clearwater Revival.
Contemporastudio
GIOIELLI
(cartina; 081 247 99 37; www.asadventrella.it; Via Francesco Crispi 50; 10-13.30 e 16-19.30 lun-ven, 10-
13.30 sab; Uno spazio rivestito di cemento fa da cornice ai gioielli
Piazza Amedeo)
originali e innovativi del napoletano Asad Ventrella. Dalle collane con pendenti a
forma di pasta ma fatti di argento massiccio ai grossi anelli double-face ispirati alle
sirene, le stravaganti creazioni di Ventrella rivelano una solida padronanza del
mestiere unita al gusto per la sperimentazione. Potrete anche visitare l’altro spazio in
Via Andrea Vaccaro 19.
Livio De Simone
MODA
(cartina; 081 764 38 27; www.lds-fabrics.com; Via Domenico Morelli 17; 10-13.30 e 16.30-20 lun-sab;
Il compianto stilista Livio De Simone aveva portato Capri in passerella
Vanvitelli)
vestendo Audrey Hepburn e Jackie O con le sue creazioni dalle linee semplici e
colorate. Ispirata dall’isola, dall’estate e dal mare, sua figlia Benedetta ne perpetua la
tradizione e lo spirito con le inconfondibili robes chemisiers (camicioni) stampate a
mano, gli abiti, i tailleur e i cappotti da abbinare a un assortimento di borse,
portafogli, targhette per i bagagli, fodere per cuscini e ciotole.
I saldi di gennaio e febbraio assicurano fantastici sconti.
Feltrinelli
LIBRI, MUSICA
(cartina; 199 151173; www.lafeltrinelli.it; Piazza dei Martiri 23; 10-21 lun-ven, fino alle 22 sab, 10-14 e 16-
22 dom; Megastore di musica e libri distribuito su tre piani;
C24 fino a Piazza dei Martiri)
vende CD e DVD, libri e volumi illustrati. Ha anche un piacevole caffè. Al piano
interrato si trova una buona scelta di libri in inglese.
Vomero, Capodimonte e Sanità
De Paola Cammei
GIOIELLI
(cartina; 081 1916 8284; Via Annibale Caccavello 67-69; 9.30-20 lun-sab, fino alle 13.30 dom, orario
ridotto in inverno; Questo laboratorio realizza e vende uno
Centrale fino a Piazza Fuga)
splendido assortimento di cammei finemente lavorati, oltre a collane, orecchini,
ciondoli e bracciali in corallo di fogge classiche. Qui potrete anche acquistare le
prestigiose porcellane di Capodimonte.
Informazioni
Emergenze
Per un’ambulanza chiamate il 118.
Ospedale LoretoMare ( 081 254 21 11, pronto soccorso 081 254 27 43; Via A.
Vespucci 26; 154, 1, 2, 4) È in posizione centrale e ha un reparto di pronto
soccorso.
Stazione di polizia (Questura; 081 794 11 11; Via Medina 75; Università) Per
denunciare un furto d’auto chiamate il 113.
Informazioni turistiche
L’Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Turismo di Napoli ha i seguenti punti
informativi in città:
Ufficio Informazioni Turistiche (cartina, B4; 081 551 27 01; Piazza del Gesù
Nuovo 7; 9-17 lun-sab, fino alle 13 dom; Dante) Nel centro storico.
Ufficio Informazioni Turistiche (cartina, H1; 081 40 23 94; Via San Carlo 9; 9-
17 lun-sab, fino alle 13 dom; R2 fino a Via San Carlo, Municipio o Toledo)
Nella Galleria Umberto I, proprio di fronte al Teatro San Carlo.
L’Ente Provinciale del Turismo gestisce invece i seguenti uffici:
Ufficio Informazioni Turistiche ( 081 789 67 34, 9-19, festivi inclusi) Nell’area
arrivi dell’Aeroporto di Napoli Capodichino.
Ufficio Informazioni Turistiche (cartina, H2; 081 26 87 79; Stazione Centrale;
9-19, festivi inclusi; Garibaldi) All’interno della Stazione Centrale.
Per/da Napoli
Aereo
L’Aeroporto di Napoli Capodichino, 7 km a nord-est del centro, è il principale scalo
dell’Italia meridionale e collega Napoli con numerose destinazioni nazionali e
internazionali. La compagnia low cost EasyJet gestisce diversi voli per/da
Capodichino, inclusi gli scali di Catania, Milano Malpensa, Venezia, Londra
Gatwick, Parigi, Bruxelles e Berlino.
Autobus
Oggi quasi tutti gli autobus a lunga percorrenza (nazionale e internazionale) partono
dal Terminal Bus MetroPark (cartina; 800 650006; Corso Arnaldo Lucci;
Garibaldi), sul lato meridionale della Stazione Centrale. Nell’autostazione si trova la
Biglietteria Vecchione ( 081 563 03 20; 6.30-19 lun-sab), che vende biglietti per
tratte nazionali e internazionali.
Il Terminal Bus MetroPark serve inoltre numerose compagnie di autobus che
operano a livello regionale (per conoscere l’elenco collegatevi al sito
www.metropark.it e selezionate la regione Campania). SITA ( 089 40 51 45;
www.sitasudtrasporti.it), che collega Napoli con Amalfi, Positano e Salerno e altre
località campane, ha il capolinea in Via Depretis (Varco Immacolatella, Molo
Beverello).
Al momento delle nostre ricerche le autolinee CLP e CTP partivano direttamente da
Piazza Garibaldi, davanti alla Stazione Centrale. Le cose potrebbero cambiare con la
fine dei lavori sulla piazza, ma verificate sempre il punto di partenza contattando
l’autolinea che v’interessa, perché la situazione nella zona è in fase transitoria.
Automobile e motocicletta
Napoli è servita dalla A1 Milano–Napoli (l’Autostrada del Sole) e dalla A3 Napoli–
Salerno–Reggio Calabria.
Imbarcazioni
I traghetti veloci e gli aliscafi per Capri, Ischia, Procida e Sorrento partono dal Molo
Beverello di fronte a Castel Nuovo; aliscafi per Capri, Ischia e Procida partono
anche da Mergellina.
I traghetti per la Sicilia, le Isole Eolie e la Sardegna salpano dal Molo Angioino
(proprio accanto al Molo Beverello) e dalla vicina Calata Porta di Massa.
Treno
Situata sulla linea Milano–Palermo, Napoli è il principale nodo ferroviario dell’Italia
meridionale ed è ben collegata con le altre città italiane.
Trenitalia ha treni regolari per Roma (2ª classe €11,80-43, da 2 h 45 min a 70 min,
fino a 49 partenze al giorno). Anche la compagnia ferroviaria privata ad alta velocità
Italo ( 06 07 08; www.italotreno.it) offre diversi treni quotidiani per Roma (2ª
classe €15-39, 70 min, fino a 15 partenze al giorno). Molti treni Italo non fermano
alla stazione di Roma Termini, ma a quella di Roma Tiburtina.
Trasporti urbani
I veicoli dei non residenti non possono circolare in buona parte del centro di Napoli,
anche se i visitatori non hanno davvero bisogno di spostarsi in automobile, dato che
il centro è relativamente piccolo e si esplora meglio a piedi. Inoltre Napoli è
generalmente ben servita da autobus, metropolitana, treni suburbani, tram e
funicolari.
I biglietti TIC (Ticket Integrato Campania) sono venduti da edicole, tabaccherie e
distributori automatici e sono validi su tutta la rete urbana di metropolitana, autobus,
tram e funicolari, inclusi i treni della Ferrovia Circumvesuviana e della Cumana
all’interno del perimetro cittadino. Il biglietto orario integrato urbano (€1,50, 90
min) consente nell’ambito urbano un numero illimitato di spostamenti su bus,
filobus, tram e funicolare di una o più aziende di trasporto, ma è possibile un unico
spostamento su ogni mezzo su ferro (treno e metropolitana). Il biglietto giornaliero
integrato urbano (€4,50, 24 h), valido fino alla mezzanotte del giorno in cui è stato
vidimato, consente di viaggiare illimitatamente su tutti gli autobus, i tram, i treni
della metropolitana e le funicolari della città.
Le varie compagnie di trasporti locali, inoltre, emettono biglietti che possono essere
utilizzati soltanto sui loro mezzi. Per esempio, l’ANM – che gestisce gli autobus
urbani, le quattro funicolari e le linee 1 e 6 della metropolitana – vende un biglietto
per una sola corsa a €1. Le Ferrovie dello Stato gestiscono la linea 2 della
metropolitana e vendono un biglietto utilizzabile per una sola corsa e soltanto su
quella linea a €1,20.
Le tariffe qui indicate si riferiscono al biglietto orario integrato urbano.
Autobus urbani
Molto più economica del taxi, la navetta Alibus collega l’aeroporto con Piazza
Garibaldi (Stazione Centrale) e il Molo Beverello (€3 presso le tabaccherie
autorizzate, €4 a bordo; 45 min; corse ogni 20-30 min).
Gli autobus ANM servono la città e i sobborghi periferici. Molte linee passano da
Piazza Garibaldi.
Funicolari
Tre funicolari collegano il centro di Napoli con la collina del Vomero, mentre una
quarta collega Mergellina con Posillipo.
Imbarcazioni
Un servizio di aliscafi e traghetti attivo tutto l’anno collega Napoli con Sorrento e
con le isole di Capri, Ischia e Procida.
Metropolitana
Linea 1 (www.anm.it) Collega Garibaldi (Stazione Centrale) al Vomero e ai
sobborghi settentrionali passando dal centro. Le fermate più utili sono Duomo
(ancora in costruzione al momento delle nostre ricerche) e Università (estremità
meridionale del centro storico), Municipio (terminal di aliscafi e traghetti), Toledo
(Via Toledo e Quartieri Spagnoli), Dante (estremità occidentale del centro storico) e
Museo (Museo Archeologico Nazionale).
Linea 2 (www.trenitalia.com) Collega Gianturco e Garibaldi (Stazione Centrale) e
prosegue fino a Pozzuoli. Fra le fermate utili ci sono Piazza Cavour (Sanità ed
estremità settentrionale del centro storico), Piazza Amedeo (Chiaia) e Mergellina
(terminal dei traghetti di Mergellina). Potrete passare da una linea all’altra alle
fermate Garibaldi e Cavour (quest’ultima corrisponde alla fermata Museo della linea
1).
Linea 6 (Linea 6; www.anm.it) Una metropolitana leggera che corre fra Mergellina
e Mostra.
Tram
La linea più utile è la 1, che collega il Mercato di Poggioreale a Piazza Garibaldi
(Stazione Centrale), al porto e ai terminal dei traghetti e degli aliscafi.
Taxi
Dall’aeroporto, le tariffe predeterminate urbane (da richiedere ad inizio corsa) sono:
€23 per un hotel nella zona del lungomare o per il terminal degli aliscafi a
Mergellina, €19 per Piazza del Municipio o per il terminal dei traghetti al Molo
Beverello e €16 per la Stazione Centrale.
Per prenotare un taxi chiamate una delle seguenti compagnie:
Consortaxi 081 22 22
Consorzio Taxi Napoli 081 88 88
Radio Taxi La Partenope 081 01 01
CAMPI FLEGREI
Spesso dimenticati dai visitatori, i Campi Flegrei si estendono dalla collina di
Posillipo verso ovest fino al Tirreno, cercando di compensare le brutture di uno
sviluppo urbano incontrollato con crateri fumiganti, rigogliose pendici vulcaniche e
splendidi siti archeologici. Qui vedrete gli insediamenti greci più antichi d’Italia e la
montagna più giovane d’Europa, il Monte Nuovo. Si accede a questa zona dalla
cittadina portuale di Pozzuoli, che vanta imperdibili scavi archeologici ed è il punto
di partenza dei traghetti per Ischia e Procida.
Per/dai Campi Flegrei
Da Napoli, la linea 2 della metropolitana arriva ai Campi Flegrei (€1,20) e prosegue
per Bagnoli (€1,50) e Pozzuoli (€2,50). Anche i treni della Ferrovia Cumana
collegano frequentemente Napoli, Bagnoli e Pozzuoli. Da Napoli, i treni della
Ferrovia Cumana partono dalla Stazione Cumana di Montesanto in Piazza
Montesanto, 500 m a sud-ovest di Piazza Dante. La linea Cumana è comoda anche
per recarsi a Lucrino (€2,60, 29 min) e a Fusaro (€3,20, 33 min).
Gli autobus EAV ( 800 211388; www.eavsrl.it) attraversano la zona dei Campi
Flegrei, collegando i treni della Cumana con Bacoli e Cuma. Detto questo, i
collegamenti sono spesso scomodi e il servizio è poco affidabile. Oltre a Pozzuoli, il
modo più semplice per esplorare i Campi Flegrei è con una visita guidata,
organizzata da un tour operator della zona che abbia una buona reputazione come
Yellow Sudmarine ( 329 1010328, 334 1047036, 081 526 00 43;
www.yellowsudmarine.com; visite guidate di 2 h a Pompei €110).
Campi Flegrei
Da non perdere
1 Parco Archeologico di Baia B2
Che cosa vedere
2 Anfiteatro Flavio D2
3 Città della Scienza F3
4 Cratere della Solfatara E2
5 Lago d’Averno C1
6 Mercato del pesce di Pozzuoli D2
7 Monte Nuovo C1
8 Museo Archeologico dei Campi Flegrei C2
9 Parco Virgiliano F3
10 Piscina Mirabilis C3
11 Rione Terra D2
12 Scavi Archeologici di Cuma B1
13 Tempio di Serapide D2
Attività, corsi e tour
14 Kayak Napoli G3
15 Terme Stufe di Nerone C2
Pasti
16 Da Cicciotto F3
17 Da Giona C4
18 Exytus Caffè D2
19 Pizzaló D2
Divertimenti
20 Stadio San Paolo F2
21 Teatro Palapartenope F2
Shopping
Libreria Lanovecento (v. 2)
22 Mercatino di Posillipo F3
Pozzuoli e dintorni
Fondata intorno al 530 a.C. da un gruppo di esuli provenienti dall’isola di Samo, nel
Mar Egeo, Pozzuoli (l’antica Dicearchia) divenne importante sotto i romani, che la
colonizzarono nel 194 a.C., la ribattezzarono Puteoli (‘piccoli pozzi’) e la
trasformarono in un porto fiorente. Fu qui che san Paolo sarebbe approdato nel 61
d.C. e sempre qui, presso il Cratere della Solfatara, sarebbe stato decapitato san
Gennaro. A Pozzuoli, inoltre, ha trascorso l’infanzia la divina Sophia Loren. Per
effetto del bradisismo (il lento movimento di sollevamento e abbassamento della
crosta terrestre) il fondo del mare si è alzato di ben 1,85 m fra il 1982 e il 1984,
rendendo le acque del porto non sufficientemente profonde per accogliere le navi di
stazza maggiore.
Di fatto, l’intera città è protagonista di curiosi fenomeni geologici, dal fumante
Cratere della Solfatara, situato 1,2 km più a est, al giovane Monte Nuovo, 3 km a
ovest.
Che cosa vedere
Anfiteatro Flavio
RESTI ARCHEOLOGICI
(cartina; 081 526 60 07; Via Nicola Terracciano 75; interi/ridotti €4/2; 9-1 h prima del tramonto mer-lun;
Pozzuoli, Il terzo anfiteatro più grande d’Italia fu iniziato da
Cumana fino a Pozzuoli)
Nerone e completato da Vespasiano (imperatore dal 69 al 79 d.C.). All’apice del suo
splendore poteva accogliere più di 20.000 spettatori e aveva persino un dispositivo
che consentiva di riempirlo d’acqua per la simulazione di battaglie navali. I resti
meglio conservati si trovano sotto l’arena principale. Passeggiando tra le colonne
cadute potrete farvi un’idea del complesso meccanismo che serviva a sollevare le
gabbie degli animali feroci all’altezza delle vittime attraverso i ‘lucernari’
sovrastanti.
INFORMAZIONI UTILI
Prima di andare a visitare i Campi Flegrei vi consigliamo di passare
dall’ottimo ufficio dell’Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e
Turismo di Pozzuoli (cartina, D2; 081 526 14 81;
www.infocampiflegrei.it; Largo Matteotti 1a; 9-15 lun-ven; Pozzuoli,
Cumana fino a Pozzuoli) per procurarvi materiale informativo e cartine
della zona. Si trova a cinque minuti a piedi (in discesa) dalla stazione della
metropolitana.
Vale la pena di fare un salto anche alla Libreria Lanovecento (cartina;
081 190 13 438; Via Carmine 2c/d; 8-13 e 16.30-20 lun-sab; Pozzuoli,
Cumana fino a Pozzuoli), che vende splendidi libri per bambini ma anche
materiale informativo sull’area e dispone di accesso a internet.
Rione Terra
SITO STORICO, RESTI ARCHEOLOGICI
(cartina; 800 144 716; www.cattedralepozzuoli.it; Largo Sedile di Porto; Duomo 10-12 e 17-18 sab, 10-11 e
17.30-19.30 dom; Pozzuoli, Il Rione Terra è il quartiere più antico di
Cumana fino a Pozzuoli)
Pozzuoli, dove si trova l’acropoli dell’antico insediamento. Il tempio del II secolo
a.C. dedicato a Giove, Giunone e Minerva fu sostituito nel I secolo con un tempio
dedicato ad Augusto. Le colonne in marmo di quest’ultimo sono state integrate nella
struttura secentesca del Duomo, che custodisce 13 magnifiche opere pittoriche
realizzate da grandi artisti del XVII secolo, fra cui Artemisia Gentileschi, Giovanni
Lanfranco e Jusepe De Ribera. Sotto l’attuale gruppo di edifici si cela un tesoro
archeologico che dovrebbe riaprire al pubblico nel prossimo futuro.
Questi preziosi resti, risalenti all’epoca in cui Pozzuoli era l’antico porto di Puteoli,
si articolano intorno al decumanus maximus (la via principale), che conserva ancora
le sue taverne, le botteghe dei mugnai (con le loro macine ancora intatte) e i versi del
poeta Catullo incisi sulla parete di una cella destinata agli schiavi. Gli archeologi
fecero questa straordinaria scoperta dopo che l’attività vulcanica degli anni ’70
costrinse la popolazione a evacuare la zona. Le visite guidate del Duomo (€5) sono
gestite dall’associazione culturale Nemea, che potrà anche darvi notizie aggiornate
sulla riapertura dell’area archeologica.
Cratere della Solfatara
VULCANO
(cartina; 081 526 23 41; www.solfatara.it; Via Solfatara 161; interi/ridotti €7/5; 8.30-19 apr-ott, fino alle
16.30 il resto dell’anno; Risalendo per circa 2 km Via Rosini, che poi diventa Via
Pozzuoli)
Solfatara (circa 900 m a nord della metropolitana), si arriva al surreale Cratere della
Solfatara, che i romani avevano chiamato Forum Vulcani (‘dimora del dio
Vulcano’). All’estremo margine del cratere, dal quale esalano vapori dal
caratteristico odore di zolfo, si trovano le Stufe, due grotte scavate alla fine
dell’Ottocento e rivestite di mattoni per ricavarne saune naturali (sudatoria). Potrete
visitare il sito anche seguendo la visita guidata serale di due ore e 30 minuti
(interi/ridotti €15/6); per prenotazioni e informazioni v. il sito web.
Tempio di Serapide
RESTI ARCHEOLOGICI
(cartina; Via Serapide; Pozzuoli, Subito a est del porto, al centro di
Cumana fino a Pozzuoli)
una piazza alberata, si ergono le rovine del cosiddetto Tempio di Serapide. In realtà,
questo non era un tempio bensì un macellum (mercato), ma fu chiamato così quando,
nel 1750, vi fu rinvenuta una statua della divinità egizia. Le antiche latrine, poste su
entrambi i lati dell’abside orientale, sono capolavori d’ingegneria idraulica.
Mercato del pesce di Pozzuoli
MERCATO
(cartina; Via Nicola Fasano; 7.30-13.30 mar-dom; Pozzuoli, Il pittoresco
Cumana fino a Pozzuoli)
mercato ittico di Pozzuoli è il posto giusto per una passeggiata mattutina che stimoli
l’appetito, anche se gli affari migliori si fanno la domenica poco prima della
chiusura. Quando il tempo è bello, il pescato è semplicemente superbo, un trionfo di
specie locali come pesce azzurro, pesci bandiera, seppie, polpi, alici e gamberoni. In
un’area apposita troverete invece un irresistibile spettacolo di robusti salami,
salsicce, formaggi, frutta e ortaggi locali e croccante pane casereccio. Approfittatene
per prepararvi un bel picnic da assaporare sul vicino Monte Nuovo.
Il mercato si trova 300 m a nord-ovest delle rovine del Tempio di Serapide.
Monte Nuovo
PARCO
(cartina; 081 804 14 62; Via Virgilio; 8-1 h prima del tramonto lun-dom; Cumana fino ad Arco Felice)
Alle 8 di sera del 29 settembre 1538, nei pressi dell’insediamento romano di
Tripergole, la terra si spaccò, espellendo con violenza un misto di fuoco, pomice e
fumo. L’eruzione durò sei giorni e alla fine del settimo Pozzuoli si ritrovò con un
nuovo vicino, alto 134 m. Oggi la montagna più giovane d’Europa è una tranquilla e
rigogliosa riserva naturale, con pendici ombreggiate affacciate sul mare che offrono
l’ambiente ideale per un picnic.
Il ‘concepimento’ della montagna in realtà risaliva al 1530, quando un insolito
livello di attività sismica aveva cominciato a scuotere l’intera area. Sempre a
quell’epoca, gli abitanti della zona notarono anche un inquietante sollevamento del
terreno fra il Lago d’Averno, il Monte Barbaro e il mare, un fenomeno che provocò
lo spostamento della linea costiera di parecchie centinaia di metri. Nessuno poteva
immaginare che sotto i suoi piedi il Monte Nuovo stesse facendo le prove generali
per il suo grande debutto.
Città della Scienza
MUSEO
(cartina; 081 735 24 24; www.cittadellascienza.it; Via Coroglio 104; interi/ridotti €8/5,50; 9-15 lun-sab, 10-
17 dom; Ancora in fase di
Cumana fino a Bagnoli, poi autobus C1 o R7 fino a Via Coroglio)
ricostruzione dopo il rogo devastante del 2013, questo museo scientifico interattivo
fa parte di un progetto a lungo termine finalizzato alla riqualificazione dell’ex
quartiere industriale di Bagnoli, 5 km a sud-est del centro di Pozzuoli, dopo lo
smantellamento degli impianti siderurgici. Questa grande area espositiva, impostata
secondo l’approccio ‘hands on’ (‘toccare con mano’), piacerà soprattutto ai bambini,
che potranno esplorare e sperimentare ogni ambito della scienza, dalla fisica
all’astronomia, dalla vulcanologia alla corretta alimentazione, attraverso una serie di
mostre divertenti e molto coinvolgenti.
Pasti
Exytus Caffè
CAFFÈ €
(cartina; 081 526 70 90; Corso della Repubblica 126, Pozzuoli; cornetti €0,80; 7.30-2; Pozzuoli,
Sarà anche un bugigattolo (d’accordo, tecnicamente sono due),
Cumana fino a Pozzuoli)
ma la sua reputazione è stellare. Unitevi ai molti che sul marciapiede si godono il
loro caffè con una perfetta schiuma zuccherata, ancor meglio se accompagnato da un
fragrante cornetto; noi abbiamo trovato eccezionale quello alla crema e amarena.
Pizzaló
PIZZA, NAPOLETANO €€
(cartina; 081 658 75 66; Corso Umberto I 17/19, Pozzuoli; pasti €30; 12-15.30 e 19-24; ; Pozzuoli,
Cumana fino a Pozzuoli) Questo allegro ristorante-pizzeria affacciato sul vivace
lungomare di Pozzuoli serve pizze discrete e specialità napoletane elaborate con un
tocco di creatività, come la parmigiana di melanzane con i calamari e i paccheri alla
genovese conditi con morbida salsa di cipolle e frutti di mare. La clientela spazia dai
gruppi familiari alle procaci ninfe locali e quando il tempo è bello i tavoli all’aperto
sono gremiti.
Lucrino, Baia e Bacoli
Queste tre località si susseguono a ovest di Pozzuoli, lungo una bella strada costiera
purtroppo molto cementificata. La prima nell’ordine è Lucrino, dove si trovano il
tranquillo Lago d’Averno (il mitico ingresso all’Ade) e un famoso centro termale.
Proseguendo per altri 3 km verso sud-ovest s’incontra Baia: prende il nome da
Baios, uno dei compagni di Ulisse, che qui morì e fu sepolto. Oggi gran parte della
città antica, un’esclusiva località di villeggiatura romana nota per i costumi dissoluti
dei suoi abitanti, si trova sott’acqua (sempre a causa dei fenomeni di bradisismo),
ma le suggestive rovine e un museo archeologico ampliato di recente consentono
d’immaginare come doveva essere la zona in passato. Altri 4 km più a sud sorge la
placida Bacoli, piccolo centro di pesca famoso per la magnifica Piscina Mirabilis.
Che cosa vedere e fare
Parco Archeologico di Baia
SITO ARCHEOLOGICO
(cartina; 081 868 75 92; www.coopculture.it; Via delle Terme Romane; sab e dom €4, mar-ven gratuito; 9-
15 mar-dom ott, nov, gen e feb, fino alle 16 mar-dom marzo e apr, fino alle 18 mar-dom mag-agosto, fino alle 17
mar-dom set, fino alle 14.45 mar-dom dic; EAV fino a Baia, In epoca romana,
Cumana fino a Fusaro)
queste rovine risalenti al I secolo a.C. facevano parte di un vasto palazzo e
complesso termale. Gli imperatori vi si intrattenevano in compagnia dei loro ospiti
in una serie di bagni sontuosamente decorati che digradavano verso il mare. Ancora
oggi si possono ammirare squisiti pavimenti a mosaico, uno splendido balneum
(bagno termale) ornato di stucchi, un teatro all’aperto e l’impressionante Tempio di
Mercurio, la cui cupola con un grande occhio centrale anticipa quella del più celebre
Pantheon di Roma. Anticamente la cupola ricopriva un frigidarium (vasca d’acqua
fredda), situato all’incirca 7 m sotto l’attuale livello dell’acqua.
Al momento delle nostre ricerche, chi voleva visitare il sito nel weekend doveva
prima acquistare i biglietti al Museo Archeologico dei Campi Flegrei. Se però avrete
già comprato il biglietto cumulativo a Pozzuoli, eviterete di dover scarpinare fino al
Museo Archeologico dei Campi Flegrei soltanto per visitare il Parco Archeologico
di Baia.
Per arrivare sul posto con i mezzi pubblici prendete un treno della Cumana fino alla
stazione Fusaro, poi continuate a piedi per 150 m verso nord fino a Via Fusaro. Da
qui, il sito si trova 900 m a est proseguendo lungo la strada; se non volete farveli a
piedi, da Via Fusaro l’autobus EAV per Monte di Procida arriva fino al sito
archeologico passando all’incirca ogni 20 minuti da lunedì a sabato e ogni ora
domenica. Potrete prendere quest’autobus anche dal centro di Napoli, in Piazza
Municipio o in Piazza Vittoria.
Museo Archeologico dei Campi Flegrei
MUSEO, CASTELLO
(cartina; 081 523 37 97; cir.campania.beniculturali.it/museoarcheologicocampiflegrei; Via Castello 39; €4;
9-14.20 mar-dom, ultimo ingresso 13; Questo museo, in genere poco affollato, si
EAV per Baia)
trova all’interno del Castello di Baia, costruito dagli Aragonesi alla fine del XV
secolo come difesa contro una possibile invasione francese. Successivamente
ampliato dal viceré spagnolo Don Pedro de Toledo, ospitò poi un orfanotrofio
militare per gran parte del XX secolo, per diventare infine la splendida sede di
un’interessante collezione di tesori archeologici rinvenuti nella zona. Tra i fiori
all’occhiello spicca un incantevole ninfeo ripescato dalle rovine sommerse
dell’antica Baiae e minuziosamente assemblato.
Altri pezzi notevoli sono una statua equestre in bronzo di Domiziano (modificata
dopo la deposizione dell’imperatore in modo da renderla più simile al suo successore
Nerva, assai più popolare) e i reperti rinvenuti nel Rione Terra. Purtroppo, per
carenza di fondi e di personale, gli orari d’apertura sono soggetti a variazioni e
alcune sezioni del museo a volte sono chiuse; al momento della nostra ultima visita,
né il ninfeo né la statua di Domiziano erano accessibili. Per informazioni aggiornate
contattate il museo.
Piscina Mirabilis
SITO ARCHEOLOGICO
(cartina; 333 6853278, 333 5730225; Via Piscina Mirabile; è gradita un’offerta; orario variabile, chiuso lun;
Per visitare la cisterna romana più
Cumana fino a Fusaro, poi autobus EAV fino a Bacoli)
grande del mondo dovrete telefonare almeno un paio d’ore prima, ma lo sforzo è
minimo rispetto alla possibilità di ammirare quest’antica (e poco conosciuta)
meraviglia. Sotto una volta a botte sostenuta da 48 pilastri, questa ‘piscina
meravigliosa’ immersa in una luce surreale sembra più una cattedrale sotterranea che
una cisterna. Anche se l’ingresso è gratuito, il sito merita una piccola donazione
(circa €3 per persona).
Realizzata in età augustea, questa riserva idrica di 12.600 metri cubi riforniva
d’acqua potabile la flotta militare ancorata nella vicina Miseno. Un acquedotto
convogliava le sorgenti del Serino fino alla cisterna e qui, grazie a un sistema di
motori idraulici, l’acqua saliva fino alla terrazza di copertura e poi confluiva
all’interno della navata centrale attraverso una serie di portelli. Ancora oggi gli
ingegneri restano meravigliati di fronte a tanta abilità tecnica.
Lago d’Averno
LAGO, RESTI ARCHEOLOGICI
(cartina; Via Lucrino Averno; Nell’Eneide di Virgilio è dal Lago
Cumana fino a Lucrino)
d’Averno che Enea scende nell’Ade, anche se è difficile credere che le profondità
degli inferi si celino sotto un luogo tanto bucolico, uno specchio d’acqua all’interno
di un antico cratere incorniciato da vigneti e agrumeti rigogliosi. Il lago si trova 1
km a nord della stazione ferroviaria di Lucrino e intorno al perimetro del cratere si
snoda un bel sentiero.
Il nome del lago deriva dal greco άορνος (‘senza uccelli’), perché, secondo una
leggenda, gli uccelli che lo sorvolavano morivano all’istante. Una spiegazione
plausibile di questo fenomeno potrebbe chiamare in causa i gas vulcanici emessi
dalle fumarole sotto la superficie. Per quanto fatale per i pennuti, il Lago d’Averno
risultò invece utile per il generale romano Marco Vipsanio Agrippa, che nel 37 a.C.
lo collegò al vicino Lago Lucrino e al mare, trasformando le porte degli inferi in una
base navale d’importanza strategica. Le antiche navi da guerra sono ormai
scomparse, ma si vedono ancora le rovine del Tempio di Apollo nei pressi.
Costruito durante il regno di Adriano nel II secolo d.C., questo complesso termale
era sormontato da una cupola grande quanto quella del Pantheon di Roma, della
quale purtroppo restano soltanto quattro finestroni ad arco.
Terme Stufe di Nerone
SPA
(cartina; 081 868 80 06; www.termestufedinerone.it; Via Stufe di Nerone 45; ingresso giornaliero €30,
massaggio di 40 min €32; 8-20 tutti i giorni giu-agosto, 8-20 lun, mer e sab, fino alle 23 mar, gio e ven, fino
alle 18 dom il resto dell’anno; Il vostro corpo vi ringrazierà dopo una
Cumana fino a Lucrino)
seduta in questo verdeggiante centro termale costruito sul sito di un antico
equivalente romano (se ne vedono alcuni resti nella zona del bar). Le grotte di
vapore, le piscine e i bagni minerali sono perfetti per rilassarsi dopo la frenetica
energia accumulata a Napoli. Gli ingressi giornalieri si acquistano esclusivamente
tramite il sito web, dove potete anche acquistare massaggi e trattamenti di bellezza.
I trattamenti vanno prenotati almeno un paio di giorni prima; nelle piscine è
obbligatorio indossare una cuffia, che si può acquistare sul posto (insieme al telo)
per €5, e sono disponibili anche le ciabattine (€3). Dalla stazione ferroviaria di
Lucrino camminate per 500 m a sud-ovest lungo Via Miliscola, poi girate a destra in
Via Stufe di Nerone. L’ingresso si trova 200 m più avanti. Per chi arriva con la
propria auto, il parcheggio delle terme costa €2,50.
Cuma
Fondata nel VIII secolo a.C. da coloni greci provenienti dall’isola greca di Eubea,
l’antica Cumae esercitò sempre una forte influenza sull’immaginario degli antichi.
Oggi le sue rovine sono tra le più suggestive della regione, un luogo incantato
affacciato sulla rigogliosa vegetazione mediterranea e sull’azzurra distesa del
Tirreno.
Scavi Archeologici di Cuma
SITO ARCHEOLOGICO
(cartina; 081 854 30 60; Via Montecuma; ingresso €4; 9-15 gen, feb, ott e nov, fino alle 14.45 dic, fino alle
16 marzo e apr, fino alle 18 mag-agosto, fino alle 17 set; Cumana fino a Fusaro, poi autobus EAV fino a
Cuma) Risalente all’VIII secolo a.C., Cuma fu il primo insediamento greco sulla
terraferma italiana. Le sue rovine sono profondamente radicate nella mitologia
antica: l’Antro della Sibilla Cumana – chiuso nel 2014 a tempo indefinito a causa del
crollo parziale di un muro – era considerato, come Delfi in Grecia, il luogo in cui
l’oracolo trasmetteva ai mortali i messaggi di Apollo. Al momento delle nostre
ricerche anche la città bassa era chiusa per lavori.
Il poeta Virgilio, probabilmente ispirato da una visita alla grotta, racconta
dell’incontro di Enea con Sibilla, che lo guidò nella discesa agli inferi passando da
una spelonca situata presso il vicino Lago d’Averno. Più prosaicamente, alcuni studi
recenti attribuiscono questa galleria trapezoidale lunga 130 m al sistema difensivo di
Cuma.
Ancora più evocativo è il Tempio di Apollo, costruito sul sito in cui il leggendario
Dedalo sarebbe atterrato sul suolo italico. Secondo il mito greco, Dedalo e suo figlio
Icaro fuggirono in volo da Minosse, re di Creta, ma durante il viaggio Icaro si
avvicinò troppo al sole e le sue ali di cera e piume si sciolsero per il calore,
facendolo precipitare e perire in mare. Sulla sommità dell’antica acropoli sorgono le
rovine del Tempio di Giove: costruito nel V secolo a.C., fu in seguito convertito in
basilica cristiana, della quale restano ancora l’altare e il fonte battesimale circolare.
Dalla stazione Fusaro della Ferrovia Cumana percorrete 150 m verso nord fino a Via
Fusaro, dove potrete prendere un autobus EAV diretto a Cuma; i mezzi partono ogni
30 minuti circa dal lunedì al sabato e ogni ora la domenica.
GOLFO DI NAPOLI
Sepolti per secoli sotto metri di cenere vulcanica, i siti archeologici del Golfo di
Napoli sono tra i resti romani meglio conservati e più affascinanti al mondo. È qui,
nell’intrico dello sviluppo urbano tra Napoli e Castellammare, che troverete le due
celebri città di Pompei ed Ercolano e una serie di perle meno note, dalle antiche ville
patrizie al più grande mercato di abbigliamento usato del paese.
Mentre Pompei, Ercolano e Oplontis sono raggiungibili a piedi dalle stazioni della
Ferrovia Circumvesuviana che collega Napoli a Sorrento, i due siti di Stabia e
Boscoreale richiedono entrambi un po’ più d’impegno.
Quanto al Vesuvio, il vulcano si può raggiungere comodamente in autobus da
Pompei o da Ercolano.
Ercolano
La moderna Ercolano è un sobborgo di Napoli senza alcun fascino, ma vanta uno dei
siti archeologici meglio conservati d’Italia, una città romana sulla costa in condizioni
quasi perfette. Più piccola e più facile da esplorare rispetto a Pompei, l’antica
Ercolano si visita piacevolmente, senza l’ansia di dimenticare qualcosa.
Ercolano
Che cosa vedere
1 Casa d’Argo B2
2 Casa dei Cervi B2
3 Casa del Bel Cortile C1
4 Casa del Gran Portale C2
5 Casa del Tramezzo di Legno B2
6 Casa dell’Atrio a Mosaico B2
7 Casa dello Scheletro B2
8 Casa di Nettuno e Anfitrite C2
9 Decumano Massimo C1
10 Terme Maschili C1
11 Terme Suburbane B3
Che cosa vedere
Scavi di Ercolano
SITO ARCHEOLOGICO
( 081 732 43 27; www.pompeiisites.org; Corso Resina 187; interi/ridotti €11/5,50, inclusa Pompei €20/10;
8.30-19.30 in estate, ultimo ingesso alle 18; fino alle 17 in inverno, ultimo ingresso alle 15.30;
Ingiustamente messa in ombra dalla vicina Pompei,
Circumvesuviana fino a Ercolano-Scavi)
Ercolano è uno scrigno di inestimabili ritrovamenti archeologici che vanno da
antiche insegne pubblicitarie e splendidi mosaici a mobili fossilizzati e scheletri
dall’espressione trasfigurata dal terrore. Quest’antico porto di pescatori di 4000
abitanti si è davvero conservato in modo superbo ed è più agevole da visitare rispetto
a Pompei, tanto che bastano una cartina e un’audioguida (€6,50).
Dall’ingresso principale in Corso Resina, scendete lungo il viale fino alla biglietteria
situata in fondo, sulla sinistra. Acquistati i biglietti, seguite il viale fino al vero e
proprio inizio del sito.
Il destino di Ercolano fu analogo a quello della vicina Pompei. Colpita da un
terremoto nel 63 d.C., fu travolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., restando
sommersa sotto un mare di fango spesso 16 m che finì per fossilizzarla. Ciò favorì la
perfetta conservazione di oggetti anche deperibili, come mobili e indumenti. La sorte
toccata agli abitanti fu assai più tragica, perché migliaia di persone tentarono di
fuggire per mare, ma rimasero soffocate dalle esalazioni venefiche del vulcano.
Quello che assomiglia a un fossato attorno alla città era in realtà l’antica linea
costiera e fu qui che nel 1980 gli archeologi scoprirono circa 300 scheletri, ciò che
restava dell’orda di persone che si era riversata sulla spiaggia soltanto per essere
asfissiata dal tremendo calore delle nuvole di gas eruttate.
La città in sé fu riscoperta nel 1709, ma fino al 1874 vi furono effettuati soltanto
scavi amatoriali, peraltro in modo discontinuo, e molti reperti finirono a Napoli,
nelle case di qualche riccone o in un museo. Un’indagine archeologica seria e
sistematica fu avviata soltanto nel 1927 e le ricerche proseguono ancora oggi, anche
se a ritmo lentissimo, dal momento che il sito antico si trova in gran parte sotto il
moderno centro abitato. Sappiate inoltre che periodicamente le case riportate alla
luce vengono chiuse a turno per restauri.
Casa d’Argo
Questa dimora signorile si affacciava in origine sul Cardo II (non ancora riportato
alla luce). Sul giardino di palme con porticato si aprono il triclinium (sala da pranzo)
e altri ambienti residenziali.
Casa dello Scheletro
Più modesta, la Casa dello Scheletro presenta pavimenti a mosaico realizzati in ben
cinque stili diversi, uno dei quali, all’ingresso, reca un motivo a frecce bianche per
guidare gli ospiti disorientati. Nel cortile interno, osservate il lucernario: presenta
ancora parte della grata originaria che proteggeva dagli intrusi. Dei mosaici parietali
a tema mitologico che adornano la casa, soltanto quelli più sbiaditi sono originali; gli
altri sono stati trasferiti al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Terme Maschili
Le Terme Maschili erano il settore delle Terme del Foro riservato agli uomini.
Notate l’antica latrina a sinistra dell’ingresso prima di entrare nell’apodyterium
(spogliatoio), dove si vedono ancora le panche destinate ai clienti in attesa e un
ripiano per riporre i sandali e la toga.
Dopo il bagno di vapore, i più coraggiosi si immergevano nel frigidarium (vasca
d’acqua fredda) sulla sinistra, mentre i meno stoici andavano dritti nel tepidarium
(vasca d’acqua tiepida) a destra. Il mosaico incassato del pavimento è dovuta
all’attività sismica precedente l’eruzione del Vesuvio. Oltre questa sala si trovano il
calidarium (vasca d’acqua calda) e poi la palestra.
Decumano Massimo
L’antica strada principale di Ercolano è tappezzata di botteghe che recano ancora
sulle pareti frammenti di insegne che pubblicizzano le mercanzie, elencandone il
peso e il prezzo; osservate quella a destra della Casa del Salone Nero. Più a est,
lungo il Decumano Massimo, un crocifisso rinvenuto in una stanza al piano
superiore della Casa del Bicentenario testimonia la presenza di cristiani a Ercolano
prima dell’eruzione del Vesuvio.
Casa del Bel Cortile
Nella Casa del Bel Cortile giacciono tre dei 300 scheletri rinvenuti sulla spiaggia nel
1980. A quasi 2000 anni dal catastrofico evento è ancora impressionante vedere
questi tre corpi, probabilmente una madre, un padre e un bambino, abbracciati negli
ultimi terribili istanti di vita.
Casa di Nettuno e Anfitrite
Questa dimora aristocratica prende il nome dallo splendido mosaico che ne adorna il
nymphaeum (fontana e vasca). Le calde tonalità con cui il dio del mare e la ninfa
sono raffigurati danno un’idea di quanto potessero essere sontuosi gli interni
originali.
Casa del Tramezzo di Legno
Questa casa presenta due atri, che probabilmente appartenevano a due abitazioni
separate poi unite nel I secolo d.C. Il reperto più famoso è ovviamente il tramezzo di
legno magnificamente conservato che separa l’atrio dal tablinum, dove il
proprietario discuteva d’affari con i suoi clienti. La seconda sala a sinistra dell’atrio
conserva i resti di un antico letto.
Casa dell’Atrio a Mosaico
Quest’antica dimora (chiusa per restauri) conserva ampie porzioni di pavimenti a
mosaico, per quanto i secoli e gli agenti atmosferici li abbiano resi irregolari.
Particolarmente bello è il mosaico a scacchiera bianco e nero nell’atrio.
Casa del Gran Portale
Così chiamata per le eleganti colonne corinzie in mattoni ai lati della porta
d’ingresso, questa casa presenta dipinti parietali molto ben conservati.
Casa dei Cervi
Affacciata sul mare prima dell’eruzione del Vesuvio, la Casa dei Cervi (chiusa
all’epoca della nostra visita) incarna il modello delle grandiose ville patrizie romane.
Costruita su due piani intorno a un cortile centrale, sfoggia bellissimi affreschi e
dipinti di nature morte. Nel cortile vi aspettano una coppia marmorea di piccoli cervi
assaliti dai cani e una curiosa statua di Ercole ubriaco intento a urinare.
Terme Suburbane
Situate all’estremità meridionale del sito, le Terme Suburbane del I secolo (chiuse
per restauri) sono fra i complessi di bagni meglio conservati al mondo, con vasche
profonde, fregi a stucco e bassorilievi che sovrastano sedili e pavimenti in marmo.
Questo è anche uno dei punti da cui si osservano meglio i depositi di materiale
vulcanico che ricoprirono l’antica linea costiera.
VILLE ROMANE
Sepolta sotto le anonime strade di Torre Annunziata, l’antica Oplontis (Via
dei Sepolcri, Torre Annunziata; Circumvesuviana fino a Torre
Annunziata) era un esclusivo sobborgo di Pompei affacciato sul mare. Il
sito fu scoperto nel XVIII secolo, ma gli scavi hanno potuto riportare alla
luce soltanto due abitazioni. L’unica aperta al pubblico è la Villa di
Poppea, un esempio superbo di quelle che i romani chiamavano ‘ville
d’otium’ (sontuose residenze pensate come luoghi di piacere e di riposo),
che si ritiene appartenesse a Poppea Sabina, la seconda moglie di Nerone.
Particolarmente belli sono i vividi affreschi del I secolo che ornano le
pareti del triclinium (sala da pranzo) e del calidarium (la zona delle terme
destinata ai bagni caldi) nell’ala occidentale. Il lato orientale della villa si
affaccia su una magnifica piscina (17 m x 61 m) circondata da un giardino.
La villa si trova 300 m a sud della stazione di Torre Annunziata, sulla linea
della Ferrovia Circumvesuviana.
A sud di Oplontis, l’antico sito di Stabiae (Via Passeggiata Archeologica,
Castellammare di Stabia; Circumvesuviana fino a Via Nocera) si
estendeva sulle pendici del Varano, una collina affacciata sul mare (e oggi
sulla moderna Castellammare di Stabia). A Stabiae potrete visitare due
ville: Villa Arianna, del I secolo a.C., e la più grande Villa San Marco, che
pare occupi una superficie di oltre 11.000 mq. Le ville non sono in perfetto
stato di conservazione, ma gli affreschi di Villa Arianna lasciano
immaginare che anticamente quest’ultima doveva essere spettacolare.
Stabiae si trova 1,7 km a nord-est della stazione di Via Nocera sulla linea
della Circumvesuviana. Dalla stazione potrete proseguire a piedi o
prendere l’autobus n. 074 o 077.
Circa 3 km a nord di Pompei, il sito archeologico di Boscoreale (Via
Settetermini, Boscoreale; Circumvesuviana fino a Pompei Scavi-Villa
dei Misteri) comprende una villa di campagna del I secolo a.C. e un
affascinante museo, l’Antiquarium, che espone reperti rinvenuti a Pompei,
Ercolano e altre località della zona circostante. Tra i manufatti più curiosi
spiccano brandelli di tessuti, gusci d’uovo trovati a Pompei e una pagnotta
fossilizzata. Al momento della nostra visita la villa era chiusa per restauri;
per aggiornamenti consultate il sito www.pompeiisites.org o contattate
l’ufficio turistico di Pompei. Per raggiungere il luogo con i mezzi pubblici
prendete la Circumvesuviana fino alla stazione di Torre Annunziata e da lì
un treno diretto a Poggiomarino; la stazione di Boscoreale è dopo due
fermate. Dalla stazione camminate per 1,5 km verso sud fino agli scavi –
dirigetevi a sud (destra) lungo Via M. della Corte (che diventa Via
Pompei), poi girate a destra in Via Settembrini seguendo le indicazioni per
l’Antiquarium Boscoreale.
I siti di Oplontis, Stabiae e Boscoreale seguono lo stesso orario d’apertura:
dalle 8.30 alle 19.30 (ultimo ingresso alle 18) da aprile a ottobre e dalle
8.30 alle 18.30 (ultimo ingresso alle 17) da novembre a marzo e si possono
visitare tutti e tre con un solo biglietto (interi/ridotti €5,50/2,75) oppure
con un biglietto cumulativo di cinque siti (interi/ridotti €22/12) che include
anche Pompei ed Ercolano.
MAV
MUSEO
(Museo Archeologico Virtuale; 081 1980 6511; www.museomav.com; Via IV Novembre 44; interi/ridotti
€7,50/6; 9-17.30 tutti i giorni marzo-mag, 10-18.30 tutti i giorni giu-set, 10-16 mar-dom ott-feb;
Grazie a un sistema sofisticato di ologrammi e filmati
Circumvesuviana fino a Ercolano-Scavi)
realizzati al computer, questo museo archeologico ‘virtuale’ riporta in vita rovine
come il foro di Pompei e Villa Jovis a Capri. Particolarmente divertente per i
bambini, è molto utile per comprendere quanto fossero realmente imponenti le
colonne ora in rovina.
Mercato di Pugliano
MERCATO
(Via Pugliano; 9-13 lun-sab; In questo mercato
Circumvesuviana fino a Ercolano-Scavi)
dell’abbigliamento usato, che si allarga in Via Pugliano nel cuore di Ercolano, si
trova di tutto, dagli articoli più dozzinali a capi e accessori favolosamente unici
(esclusivi abiti da cocktail, borse a forma di LP, giacche militari). Uno dei migliori
negozi della zona è Old Star (Via Pugliano 60; 8-13 lun-dom); chiedendo
gentilmente, vi faranno vedere il piano superiore dove c’è la merce più rara, spesso
presa in prestito dagli stilisti internazionali per studiarne i modelli e trarne
ispirazione.
Fatevi mostrare la linea vintage firmata Moschino e Fendi, gli sgargianti abiti indiani
degli anni ’70 o i maglioni di cachemire di prima qualità. Dalla stazione Ercolano-
Scavi della Ferrovia Circumvesuviana percorrete 400 m fino alla Prima Traversa
Mercato. Girate a destra e vi ritroverete, 200 m più avanti, in Via Pugliano.
Pasti
Viva Lo Re
NAPOLETANO €€
( 081 739 02 07; www.vivalore.it; Corso Resina 261; pasti €35; 12-16 e 20.30-fino a tardi mar-sab, 12-16
dom; Si trova 500 m a sud-est degli scavi di
Circumvesuviana fino a Ercolano-Scavi)
Ercolano in Corso Resina, un tratto di strada soprannominato il ‘miglio d’oro’ per le
sontuose ville settecentesche che vi sorgevano in passato. In quest’invitante osteria,
le stampe d’epoca e gli scaffali zeppi di libri fanno da raffinata cornice a una superba
carta dei vini, camerieri cortesi e piatti regionali reinventati con maestria. Iniziate
alla grande con un sopraffino antipasto misto, che può includere polpettine di
baccalà, crocchette di taleggio con porcini o fiori di zucca ripieni di ricotta, e
concludete con uno dei deliziosi dessert, come la sublime tartelletta alle fragole.
Informazioni
Ufficio turistico (Via IV Novembre 44; 081 788 13 75/274/237;
turistico@comune.ercolano.na.it; 9-12.30 lun-ven e 15-17 mar e gio;
Circumvesuviana fino a Ercolano-Scavi) Il nuovo ufficio turistico che fa capo al
Comune di Ercolano si trova nello stesso edificio del MAV, fra la stazione
ferroviaria Ercolano-Scavi della Circumvesuviana e gli scavi di Ercolano.
Per/da Ercolano
Arrivando in treno con la Circumvesuviana (€2 da Napoli, €2,70 da Sorrento),
scendete alla stazione Ercolano-Scavi e proseguite per 500 m fino al sito
archeologico seguendo le indicazioni ‘Scavi’ lungo Via IV Novembre.
Per chi viaggia in auto da Napoli, la A3 corre verso sud-est lungo il Golfo. Per
raggiungere gli scavi di Ercolano, uscite a Portici-Ercolano e seguite i cartelli per i
parcheggi vicini al sito. Da Sorrento, dirigetevi verso nord lungo la SS145, che
s’immette nella A3.
Da metà marzo a metà ottobre, il treno turistico Campania Express fa servizio fino a
otto volte al giorno fra Napoli (stazioni di Porta Nolana e Piazza Garibaldi della
Ferrovia Circumvesuviana) e Sorrento, fermando soltanto a Ercolano-Scavi e
Pompei Scavi-Villa dei Misteri. Il biglietto di andata e ritorno in giornata (€15; €10
per possessori di Artecard) si può acquistare alle stazioni, online sui siti
www.eavsrl.it e www.campaniartecard/grandtour oppure telefonando al numero
verde 800 600601.
VESUVIO
Il Vesuvio, che s’innalza possente e maestoso sul Golfo di Napoli, fa parte del
complesso vulcanico campano, una serie di vulcani attivi, dormienti o estinti che
include la Solfatara dei Campi Flegrei, il Monte Nuovo e, sull’isola di Ischia, il
Monte Epomeo. Tristemente famoso per l’eruzione raccontata da Plinio il Giovane e
per l’incontrollata espansione urbana sulle sue pendici, il Vesuvio è anche uno dei
vulcani più monitorati del mondo, dato che un’altra eruzione su vasta scala oggi
sarebbe catastrofica. Oltre mezzo milione di persone vive infatti nella cosiddetta
‘zona rossa’, l’area più esposta ai flussi piroclastici e al rischio di crollo degli edifici
per l’accumulo di depositi piroclastici. Eppure, nonostante gli incentivi offerti dal
governo ai residenti, pochi sono disposti a trasferirsi.
Che cosa vedere
Vesuvio
VULCANO
( 081 239 56 53; interi/ridotti €10/8; 9-18 lug e agosto, fino alle 17 apr-giu e set, fino alle 16 marzo e ott,
Dopo il
fino alle 15 nov-feb; ci si può trattenere sul cratere fino a un’ora dopo la chiusura della biglietteria)
suo esplosivo ingresso nella storia nel 79 d.C., il Vesuvio ha eruttato almeno un’altra
trentina di volte. Ciò che riscatta questa presenza minacciosa è la vista spettacolare
che si gode dal cratere, un panorama che abbraccia Napoli, il suo famoso Golfo e
parte degli Appennini. Il Vesuvio è il fulcro del Parco Nazionale del Vesuvio
(www.epnv.it), che propone nove itinerari naturalistici intorno al vulcano. Una
cartina semplificata dei sentieri si può scaricare dal sito web del parco. Inoltre,
Naples Trips & Tours ( 349 7155270; www.naplestripsandtours.com) organizza
tutti i giorni una passeggiata a cavallo di tre o quattro ore nel parco (€50).
Si ritiene che in passato il monte fosse molto più alto di oggi e raggiungesse i 3000
m anziché i 1281 attuali. Pare infatti che la violenta esplosione del 79 d.C. non
soltanto sommerse Pompei sotto una coltre di cenere e lapilli, facendo arretrare la
linea costiera di parecchi chilometri, ma distrusse anche gran parte della vetta,
creando un’immensa caldera e due nuove cime. L’eruzione più devastante dopo
quella del 79 d.C. si verificò nel 1631, quella più recente nel 1944.
Per/dal Vesuvio
Il Vesuvio si può raggiungere in autobus da Ercolano e Pompei.
Dal Piazzale Stazione Circumvesuviana, davanti alla stazione ferroviaria Ercolano-
Scavi, gli autobus Vesuvio Express ( 081 739 36 66; www.vesuvioexpress.it;
andata e ritorno compreso l’ingresso al cratere €20; ogni 40 min, 9.30-16) portano
fino al parcheggio vicino al cratere. Da qui, un sentiero di 860 m (meglio indossare
scarpe da ginnastica e portarsi un maglione) sale fino al cratere in circa 25 minuti.
Gli autobus navetta ( 340 9352616; www.busviadelvesuvio.com; Via Villa dei
Misteri, Pompei; andata e ritorno incluso accesso al cratere interi/ridotti €22/7; 9-
16) partono ogni ora dall’esterno della stazione ferroviaria Pompei Scavi-Villa dei
Misteri della Circumvesuviana e arrivano al Terminal Busvia del Vesuvio situato a
Boscoreale. Da qui si prosegue su un autobus a trazione integrale che in 25 min sale
fino al parco nazionale. Non è necessario prenotare.
In condizioni di brutto tempo il sentiero viene chiuso e le partenze degli autobus
sono sospese.
In auto, dalla A3 uscite a Portici-Ercolano e seguite i cartelli per il Parco Nazionale
del Vesuvio.
POMPEI
La Pompei moderna sarà anche un anonimo satellite di Napoli, ma vi troverete uno
dei più straordinari siti archeologici d’Europa: i resti dell’antica Pompei. Vasto ed
emozionante, questo luogo ricorda ai posteri la furia delle forze maligne che si
celano nel ventre del Vesuvio.
VISITARE POMPEI
Per visitare Pompei in estate, munitevi di cappello, crema solare protettiva
e molta acqua. Se avete con voi bambini piccoli, cercate di visitare il sito al
mattino presto o nel tardo pomeriggio, quando il caldo è più sopportabile.
Purtroppo non potrete fare nulla contro il terreno accidentato,
particolarmente scomodo con i passeggini. Per rendere giustizia al luogo
dedicategli almeno tre o quattro ore, di più se desiderate esplorarlo nei
dettagli. Tenete sempre a portata di mano un documento d’identità: vi
servirà per eventuali sconti o per noleggiare un’audioguida.
Pompei
Che cosa vedere
1 Anfiteatro D2
2 Basilica B2
3 Casa dei Vettii B1
4 Casa del Fauno A2
5 Casa del Menandro C2
6 Casa del Poeta Tragico A2
7 Casa della Venere in Conchiglia D1
8 Foro B2
9 Foro Triangolare B3
10 Granai del Foro A2
11 Grande Palestra D2
12 Lupanare B2
13 Macellum B2
14 Porta Ercolano A1
15 Porta Marina A3
16 Quadriportico dei Teatri C3
17 Teatro Grande B2
18 Teatro Piccolo C2
19 Tempio di Apollo B2
20 Tempio di Giove B2
21 Tempio di Iside C2
22 Tempio di Venere A3
23 Terme Stabiane B2
24 Terme Suburbane A2
25 Via dell’Abbondanza C2
Attività, corsi e tour
26 Busvia del Vesuvio A2
Pernottamento
27 Camping Spartacus A3
Che cosa vedere
Scavi di Pompei
SITO ARCHEOLOGICO
( 081 857 53 47; www.pompeiisites.org; ingressi da Porta Marina, Piazza Esedra e Piazza Anfiteatro;
interi/ridotti €11/5,50, inclusa Ercolano €20/10; 8.30-19.30 in estate, ultimo ingresso alle 18; fino alle 17 in
La visita dei toccanti resti di Pompei è un’esperienza
inverno, ultimo ingresso alle 15.30)
indimenticabile. Gran parte del loro inestimabile valore sta nel fatto che la città non
fu spazzata via dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., ma rimase sepolta sotto uno
spesso strato di ceneri e lapilli. Ne risulta uno spaccato di vita antica
straordinariamente ben conservato, dove i visitatori possono camminare sulle strade
di epoca romana e visitare dimore, templi, botteghe, taverne, anfiteatri e perfino una
casa di piacere di 2000 anni fa.
Le origini di Pompei sono incerte, ma pare sia stata fondata nel VII secolo a.C. dagli
osci, una popolazione della regione campana. Nel corso dei sette secoli successivi la
città passò sotto il dominio dei greci e poi dei sanniti, per diventare una colonia
romana nell’80 a.C. Nel 62 d.C., appena 17 anni prima della fatale eruzione del
Vesuvio, la città fu colpita da un violento terremoto, che provocò danni ingenti e
comportò l’evacuazione di gran parte dei suoi 20.000 abitanti. Fortunatamente molti
non erano tornati dopo il terremoto, ciò nonostante morirono in 2000 fra uomini,
donne e bambini.
Dopo la sua tragica fine, Pompei scivolò lentamente nell’oblio finché, nel 1594,
l’architetto Domenico Fontana non scoprì incidentalmente alcune rovine durante lo
scavo di un canale. L’esplorazione vera e propria, tuttavia, fu avviata solo nel 1748.
Degli originali 66 ettari dell’abitato ne sono stati riportati alla luce 44, ma ciò non
significa che i visitatori abbiano libero accesso a ogni angolo di questo sito protetto
dall’UNESCO: aspettatevi zone chiuse al pubblico, scarse indicazioni e, di tanto in
tanto, qualche cane randagio. Le audioguide sono un buon investimento (€6,50, solo
in contanti) e anche una buona guida cartacea vi sarà utile – provate Pompei,
pubblicata da Electa Napoli.
Negli ultimi anni il sito ha subito diversi danni gravi a causa del maltempo. Fra gli
ultimi, il crollo di un muro di un’antica bottega nel marzo 2014, provocato dalle forti
piogge. I lavori di manutenzione e restauro stanno andando avanti e hanno portato,
pur tra problemi politici, finanziari e burocratici, all’apertura di sei nuove domus, già
accessibili al pubblico al momento delle nostre ricerche: la Fullonica di Stephanus
(una tintoria, da ‘fullones’, lavandai), gli ambienti termali della Casa del
Criptoportico, la Casa di Paquius Proculus e del Sacerdos Amandus, la vicina Casa
di Fabius Amandio (tipica dimora da ceto medio dell’epoca) e la Casa dell’Efebo,
dagli ambienti particolarmente sfarzosi.
Terme Suburbane
Situate subito all’esterno delle antiche mura cittadine, queste terme del I secolo a.C.
sono famose per i numerosi affreschi erotici che tanto scandalizzarono il Vaticano
quando furono scoperti nel 2001, immagini piccanti che decorano quello che un
tempo era l’apodyterium. La stanza che conduce al frigidarium, vivacemente
affrescato anch’esso, presenta frammenti di decorazioni a stucco ed è una delle
poche di Pompei con il soffitto originale. Oltre alle sale del tepidarium e del
calidarium si trovano i resti della piscina riscaldata all’aperto.
Porta Marina
L’ingresso principale al sito è Porta Marina, la più imponente delle sette porte delle
antiche mura urbane, un varco affollato, oggi come allora, che collegava la città al
vicino porto (da cui il nome). Subito a destra appena varcata la porta si trova il
Tempio di Venere (I secolo a.C.), uno dei più sontuosi della città.
Foro
Quello che oggi è un vasto rettangolo erboso delimitato da colonne calcaree era il
foro, la piazza principale di Pompei, dove si svolgevano anche i combattimenti fra i
gladiatori prima che venisse costruito l’anfiteatro. Gli edifici che lo circondano ne
testimoniano il ruolo di fulcro dell’attività economica, politica, religiosa e civile
della città.
Basilica
Costruita nel II secolo a.C., questa basilica civile, come tutte le basiliche civili
romane, era un edificio pubblico dove avevano luogo l’amministrazione della
giustizia e gli scambi commerciali. Le absidi semicircolari avrebbero in seguito
influenzato il modello delle prime chiese cristiane.
Tempio di Apollo
È il più antico e più importante edificio religioso di Pompei. Gran parte di quello che
si vede oggi, compreso il magnifico portico colonnato, risale al II secolo a.C., ma
sono presenti resti di una struttura più antica risalente al VI secolo a.C.
Tempio di Giove
Questo tempio era affiancato da due archi trionfali, ma uno solo è sopravvissuto.
Granai del Foro
Gli antichi Granai del Foro oggi sono un magazzino che ospita centinaia di anfore e
numerosi calchi di figure realizzati alla fine dell’Ottocento colando gesso liquido
nelle cavità lasciate dai corpi che si erano decomposti all’interno del materiale
vulcanico. Fra i tanti c’è anche quello di una schiava incinta; la cintura intorno al
ventre recava probabilmente il nome del suo padrone.
Macellum
Il macellum era il principale mercato cittadino. L’area circolare al centro era la
tholos, uno spazio coperto in cui si vendevano pesce e crostacei. Gli affreschi
sopravvissuti mostrano alcuni dei prodotti allora in vendita, fra cui gamberi.
Lupanare
Il lupanare era l’unico postribolo dell’antica Pompei, un piccolo edificio a due piani
con cinque camere ciascuno. Le pareti sono affrescate con immagini erotiche
raffiguranti varie posizioni sessuali, ma recano anche diversi graffiti, fra cui
dichiarazioni d’amore e di speranza, scritti dalle prostitute.
Foro Triangolare
Originariamente l’alberato Foro Triangolare si affacciava sul mare.
Teatro Grande
Il Teatro Grande fu realizzato nel II secolo a.C. scavando nell’altopiano lavico su cui
poggiava Pompei e poteva accogliere fino a 5000 spettatori.
Quadriportico dei Teatri
Alle spalle del Teatro Grande, inizialmente era usato per accogliere il pubblico tra un
atto e l’altro, ma in seguito fu adibito a caserma dei gladiatori.
Teatro Piccolo
Chiamato Odeion, era un teatro coperto rinomato per la sua acustica.
Tempio di Iside
Costruito in epoca preromana, era un luogo di culto molto popolare.
Casa del Menandro
Più piccola ma meglio conservata della Casa del Fauno, la lussuosa Casa del
Menandro sfoggia un elegante peristilio (cortile cinto da un porticato) cui si accede
dall’atrio splendidamente affrescato. Una porta in fondo al lato destro del peristilio
conduce alle terme private, sontuosamente decorate da affreschi e mosaici. Nella
nicchia centrale sulla parete di fondo del peristilio si è magnificamente conservato
l’affresco che ritrae il commediografo greco Menandro, dal quale la casa ha preso il
nome quando fu riscoperta.
Via dell’Abbondanza
Era la strada principale dell’antica Pompei. Le grosse pietre sopraelevate che
uniscono i due marciapiedi consentivano ai pedoni di attraversare la via senza
sporcarsi con le acque reflue che scorrevano sul fondo stradale.
Terme Stabiane
Sono un tipico complesso termale del II secolo a.C. I bagnanti entravano dal
vestibolo, si spogliavano nell’apodyterium con il soffitto a volta, quindi
s’immergevano nel tepidarium e poi nel calidarium. Particolarmente suggestiva è la
volta a stucchi dello spogliatoio maschile, con curiose immagini di putti e ninfe.
Casa della Venere in Conchiglia
Il suo incantevole peristilio si affaccia su un piccolo giardino curatissimo in cui si
trova lo splendido affresco di Venere che dà il nome alla casa.
Anfiteatro
È in questa vasta struttura ellittica, oggi ricoperta d’erba, che i gladiatori si
affrontavano davanti a 20.000 spettatori. Costruito nel 70 a.C., è forse il più antico
anfiteatro romano giunto fino a noi.
Grande Palestra
Gli antichi pompeiani si tenevano in forma in questa grande area destinata agli
allenamenti sportivi con un imponente portico risalente all’età augustea. Al centro si
vedono i resti di una piscina (attualmente chiusa al pubblico).
Casa del Fauno
La più grande residenza privata di Pompei occupa un’intera insula (isolato) ed è
dotata di due atri nella parte anteriore (le case più umili ne avevano soltanto uno); il
nome deriva dalla piccola statua di bronzo rinvenuta nell’impluvium (la vasca per la
raccolta dell’acqua piovana). Fu qui che i primi archeologi trovarono i mosaici più
straordinari di Pompei, oggi in gran parte esposti nel Museo Archeologico Nazionale
di Napoli. Tra quelli rimasti in situ spicca un bellissimo pavimento marmoreo con
motivi geometrici.
Casa del Poeta Tragico
Nascosta dietro le impalcature all’epoca della nostra visita, la Casa del Poeta Tragico
è famosa per il mosaico all’ingresso che raffigura un cane alla catena accompagnato
dalla scritta cave canem, l’equivalente del moderno ‘attenti al cane’.
Casa dei Vettii
La Casa dei Vettii conserva un celebre affresco di Priapo, dio della fertilità, che tiene
l’enorme fallo sul piatto di una bilancia, mentre sull’altro c’è una borsa piena di
denari; forse un auspicio di benessere?
Villa dei Misteri
Recentemente restaurata, questa villa fuori città, composta da ben 90 ambienti, è una
delle strutture più complete di Pompei. Sulle pareti del vasto triclinio campeggia il
capolavoro pittorico dell’edificio, il fregio dionisiaco, uno degli affreschi più grandi
e meravigliosi di tutta l’antichità che illustra l’iniziazione di una futura sposa ai riti
misterici legati al culto di Dioniso e al vino. La villa infatti era sede di attività
agricole e la zona di vinificazione è ancora visibile all’estremità settentrionale. Per
raggiungere la Villa dei Misteri, seguite la Via Consolare che conduce fuori città
attraverso la Porta Ercolano, proseguite oltre la Villa di Diomede e girate a destra.
Pasti
All’interno del sito archeologico troverete un caffè e, subito all’esterno, diversi
locali turistici abbastanza mediocri. Se cercate qualcosa di meglio, vi conviene
puntare sulla moderna città di Pompei.
Melius
GASTRONOMIA €
( 081 850 25 98; Via Lepanto 156-160; 8-15 e 16.30-20 lun-ven, 8-14 e 16.30-20 sab, 8-14 dom; FS fino
Riempite la dispensa (o il cestino
a Pompei, Circumvesuviana fino a Pompei Scavi-Villa dei Misteri)
da picnic) con gli squisiti prodotti di questa gastronomia specializzata in prelibatezze
locali, come mozzarella di bufala, pasta di Gragnano, soppressata cilentana,
marmellate agli agrumi della Costiera Amalfitana e liquore di mela annurca.
Per un pranzo fai da te, procuratevi del pane fragrante, una bottiglia di Falanghina
locale, affettati e magari qualche delizioso piatto pronto, come le melanzane
marinate e la pizza con la scarola.
President
CAMPANO €€
( 081 850 72 45; www.ristorantepresident.it; Piazza Schettini 12; pasti €35; 12-16 e 19-24, chiuso lun ott-
apr; FS fino a Pompei, Con i suoi lampadari
Circumvesuviana fino a Pompei Scavi-Villa dei Misteri)
a goccia e un servizio impeccabile, questo ristorante stellato Michelin vi farà sentire
come nella sala da pranzo di un film con Audrey Hepburn. Dietro tanto charme c’è
lo chef-titolare Paolo Gramaglia, la cui passione per i prodotti locali, unita a un
brillante estro culinario, si traduce in meraviglie come il pane preparato secondo le
antiche ricette romane, il dentice cotto lentamente con purea di pomodoro e gelato al
cipollotto dolce e la pastiera destrutturata. Il menu è creativo, i piatti splendidamente
presentati e la carta dei vini, selezionati dalla sommelier Eulalia Buondonno, è un
capolavoro che vi manderà in visibilio, con circa 600 etichette italiane prodotte da
aziende rinomate o meno conosciute; il bello è che potrete gustare al bicchiere
qualsiasi vino che non superi i €100 a bottiglia.
Un consiglio: per tornare a Napoli con un treno regionale dalla vicina stazione di
Pompei (più vicina rispetto alla stazione Pompei Scavi-Villa dei Misteri della
Ferrovia Circumvesuviana), verificate gli orari, perché l’ultimo treno da Pompei
potrebbe partire alle 21.40.
VISITE GUIDATE A POMPEI
Quasi certamente all’uscita della biglietteria sarete avvicinati da una guida
turistica. Le guide autorizzate sono munite di tessere di riconoscimento. Fra
gli operatori affidabili segnaliamo: Yellow Sudmarine (p98; 329
1010328, 334 1047036, 081 526 00 43; www.yellowsudmarine.com)
Torres Travel ( 081 856 78 02; www.torrestravel.it) Calcolate di
spendere circa €100 per una visita guidata di due ore, che siate soli, in
coppia o in gruppo fino a 25 persone. Per ulteriori informazioni rivolgetevi
all’ufficio turistico di Pompei.
Informazioni
Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Turismo di Pompei ( 081 850 72 55;
Via Sacra 1; 8-15.30 lun-ven) Si trova in centro, nella Pompei moderna.
Per/da Pompei
Per raggiungere gli scavi con la Ferrovia Circumvesuviana (€2,60 da Napoli, €2,20
da Sorrento), scendete alla stazione di Pompei Scavi-Villa dei Misteri, che si trova
accanto all’ingresso di Porta Marina, quello principale. I treni regionali
(www.trenitalia.com) fermano alla stazione di Pompei, nel centro della città
moderna.
Arrivando in auto da Napoli, percorrete la A3 verso sud-est, uscite a Pompei e
seguite le indicazioni per Pompei Scavi. I parcheggi (circa €5 per la giornata) sono
ben segnalati e immancabilmente presidiati da posteggiatori abusivi. Il Camping
Spartacus (cartina; 081 862 40 78; Via Plinio 127) è situato in comoda posizione
di fronte agli scavi. Da Sorrento, imboccate la SS145 verso nord, immettetevi poi
nella A3 e da lì uscite a Pompei.
Da metà marzo a metà ottobre, il treno turistico Campania Express effettua fino a
otto collegamenti al giorno fra Napoli (stazioni di Porta Nolana e Piazza Garibaldi
della Circumvesuviana) e Sorrento, fermando solo a Ercolano-Scavi e Pompei
Scavi-Villa dei Misteri. Il biglietto di andata e ritorno in giornata (€15; €10 per i
possessori di Artecard) si può acquistare alle stazioni oppure online.
Le isole
Include
Capri
Ischia
Ischia Porto e Ischia Ponte
Lacco Ameno
Forìo e la costa occidentale
Sant’Angelo e la costa meridionale
Procida
Marina Grande
Marina Corricella
Marina di Chiaiolella
I migliori ristoranti
È Divino
Il Focolare
Il Geranio
Caracalè
I migliori hotel
Hotel Villa Eva
Mezzatorre Resort & Spa
Hotel Semiramis
Hotel La Vigna
Perché andare
Sparpagliate come barchette colorate sulla distesa azzurra del Golfo di Napoli, le
isole sono una meta famosa e molto ricercata, tanto per la loro bellezza quanto per il
carattere tutt’altro che omogeneo. Procida, Ischia e Capri sono diverse non soltanto
in termini di ambiente e paesaggio, ma anche per le dimensioni, le attività e i luoghi
da vedere. La pittoresca Procida è la più piccola delle tre: placida, incontaminata e
facile da esplorare in appena poche ore. All’opposto si colloca l’esclusiva Capri,
fulcro di un circuito di VIP che la amano per le attività, i luoghi da visitare e i
negozi; pianificate la vostra giornata (e il vostro look!) con grande attenzione,
specialmente se avete intenzione di compiere qualche escursione a piedi. Ischia è
l’isola più grande, sede di spa naturali, giardini botanici, calette nascoste ed
eccezionali templi della gastronomia. Se tutto questo vi sembra troppo impegnativo,
puntate verso le spiagge: sono le più belle del Golfo.
Quando andare
Le isole del Golfo di Napoli presentano lo stesso quadro climatico del resto della
Campania.
Evitate il mese di agosto, quando agli stranieri in vacanza sulle isole si
aggiungono folle di italiani in ferie. Luglio è un altro mese molto movimentato, in
particolare a Ischia e a Capri.
I periodi migliori sono quelli da aprile a maggio e da settembre a ottobre,
caratterizzati da un cielo generalmente limpido e temperature miti, se non ancora
calde.
Anche il periodo di Pasqua può essere molto affollato, ma le processioni che si
tengono a Procida sono uno spettacolo imperdibile.
Il meglio delle isole
Mescolarsi ai ricchi e famosi che fanno shopping nelle esclusive boutique della
vertiginosa Positano.
Sedersi davanti a un piatto di pesce freschissimo tra le case color pastello del
porto di Cetara.
Acquistare qualche tipico oggetto in legno intarsiato a Sorrento.
Una serata a Praiano in uno dei più spettacolari locali notturni d’Italia.
Una puntata ad Atrani per vedere l’antica piazza piena di caffè con dehors e
l’incantevole insenatura con una piccola spiaggia.
Affittare una barca ad Amalfi per perlustrare il litorale alla ricerca della
spiaggia perfetta.
Rimanere a bocca aperta davanti al panorama offerto dal belvedere di Villa
Cimbrone a Ravello.
SORRENTO
POP. 16.500
Pur essendo da tempo una rinomata località sul mare, Sorrento conserva intatti il
fascino e la raffinatezza d’un tempo. Qui persino i souvenir non sono la solita
paccottiglia kitsch, ma gli oggetti di gusto per cui Sorrento è famosa, come
ceramiche, pizzi e oggetti di legno intarsiato in vendita in suggestive vecchie
botteghe. L’unica nota negativa è la mancanza di una vera e propria spiaggia; la città
si sviluppa in alto sulla costa. Affacciata sul mare, gode comunque di una splendida
vista fino a Napoli e al Vesuvio.
Sorrento può essere una buona base da cui partire alla scoperta delle meraviglie della
zona: a sud potrete esplorare il paesaggio rurale più bello e incontaminato della
penisola, a est la Costiera Amalfitana, a nord Pompei e altri interessanti siti
archeologici e, appena al largo della costa, la mitica isola di Capri.
Sorrento
Che cosa vedere
1 Basilica di Sant’Antonino E2
2 Cattedrale D3
3 Centro storico C3
4 Chiesa di San Francesco D2
5 Marina Grande A2
6 Museo Bottega della Tarsia Lignea C3
7 Museo Correale G1
8 Sedile Dominova D3
9 Vallone dei Mulini E4
Attività, corsi e tour
10 Gelateria David F3
11 Parco della Villa Comunale D2
12 Sic Sic E1
Pernottamento
13 Casa Astarita C4
14 Grand Hotel Excelsior Vittoria E3
15 Hotel Astoria D3
16 Hotel Desiré A2
17 Hotel Rivage A4
18 Mignon D4
19 Nube d’Argento A3
20 Plaza Hotel E3
21 Ulisse B4
22 Villa Elisa E2
Pasti
23 Aurora Light E3
24 Da Emilia A2
25 Inn Bufalito C3
26 L’Antica Trattoria D3
27 La Fenice B4
28 O’Murzill C3
29 Refood D3
30 Ristorante il Buco E2
Locali e vita notturna
31 Bollicine D3
32 Café Latino C3
33 English Inn C4
34 Fauno Bar E3
Divertimenti
35 Teatro Tasso E2
Shopping
36 Gargiulo & Jannuzzi E3
37 La Rapida B3
38 Stinga E2
Che cosa vedere
Il centro della città è raccolto e tutti i principali luoghi interessanti sono raggiungibili
a piedi da Piazza Tasso. Sorrento offre il meglio di sé la sera, quando la posizione
elevata offre la possibilità di ammirare nuovi scorci panoramici illuminati dalle luci
del tramonto a ogni angolo delle vie piene di vita.
Museo Correale
MUSEO
( 081 878 18 46; www.museocorreale.it; Via Correale 50; ingresso €8; 9.30-18.30 mar-sab, fino alle 13.30
Questo museo situato a est del centro merita
dom in estate, 9.30-13.30 mar-dom in inverno)
sicuramente una visita per chiunque abbia un interesse particolare per il ricamo,
collezioni orologi a muro o sia un’autorità in campo archeologico. Oltre alla ricca
collezione di arte e artigianato napoletani tra il XVII e il XIX secolo, vi troverete
ceramiche, orologi e mobili giapponesi, cinesi ed europei e, al piano terra, manufatti
greci e romani. Il grosso della collezione, nonché la villa settecentesca che la ospita,
fu donato dai conti Alfredo e Pompeo Correale alla città negli anni ’20. Non
mancate di fare una passeggiata nei giardini ricchi di piante e fiori rari ed esotici con
una vista spettacolare sulla costa.
LE MIGLIORI SPIAGGE DELLA COSTIERA
AMALFITANA
Baia di Ieranto
Spiaggia di Fornillo
Marina di Praia
Bagni Regina Giovanna
Marina Grande
PORTO
Ciò che più si avvicina a una spiaggia è il piacevole tratto sabbioso
(Via Marina Grande)
che costeggia il porto di Marina Grande; per oziare un po’ al sole, i vicini pontili
sono attrezzati con ombrelloni e sdraio. Benché molto più piccolo, questo antico
borgo marinaro, con le sue case a tinte pastello, le barche dipinte a colori vivaci e i
pescatori intenti a rammendare le reti, ricorda vagamente l’isola di Procida nella baia
di Napoli. Alcuni buoni ristoranti di pesce cucinano il pescato della mattina.
Sedile Dominova
EDIFICIO STORICO
(Via San Cesareo) Incongruamente incuneato tra file di banchetti di souvenir dedicati al
tema dei limoni, questa costruzione quattrocentesca conserva squisiti, seppur
sbiaditi, affreschi originali. Si tratta di una loggia aperta su due lati e sormontata da
una cupola, creata all’epoca come luogo d’incontro dell’aristocrazia medievale.
Oggi è sede di un circolo dove i pensionati si ritrovano per giocare a carte.
Centro storico
CITTÀ VECCHIA
(Corso Italia) Corso Italia, animato da una miriade di negozi, ristoranti e bar, è il cuore
del centro storico di Sorrento. Ma imboccando gli stretti vicoli laterali si scoprono
vecchie case con le tipiche persiane verdi alle finestre, qualche antico palazzo,
piazzette e chiese. In questo dedalo di viuzze acciottolate si contendono lo spazio
anche alcuni eleganti edifici d’epoca, negozi di souvenir e simpatiche e semplici
trattorie.
Cattedrale
DUOMO
(Corso Italia; Per un colpo d’occhio sulla storia di Sorrento fate due
8-12.30 e 16.30-21)
passi lungo Via Pietà: da Piazza Tasso costeggiate due palazzi di epoca medievale e
raggiungete il duomo con il suo bell’affresco sulla facciata anteriore, il campanile a
tre piani, le quattro colonne classiche e l’elegante orologio in maiolica. Da notare, in
particolare, lo straordinario trono arcivescovile (1573) e i magnifici stalli lignei del
coro abbelliti dai tipici intarsi locali. La struttura originale della chiesa risale al XIV
secolo, ma nel corso del tempo ha subito vari rimaneggiamenti; al più recente di
questi, avvenuto all’inizio del XX secolo, si deve la facciata.
Museo Bottega della Tarsia Lignea
MUSEO
( 081 877 19 42; www.museomuta.it; Via San Nicola 28; interi/ridotti €8/5; 10-18.30 apr-ott, fino alle 17.30
nov-marzo)Sorrento è famosa fin dal XVIII secolo per i suoi mobili in legni pregiati
lavorati a intarsio con elaborati motivi ornamentali. Alcuni splendidi esempi di
questa particolare forma di artigianato sono raccolti in questo museo situato in un
palazzo settecentesco decorato con pregevoli affreschi. Il museo espone anche
un’interessante collezione di dipinti, stampe e fotografie di Sorrento e dintorni nel
XIX secolo.
Se siete interessati all’acquisto di oggetti intarsiati vi consigliamo il negozio di
Gargiulo & Jannuzzi, uno degli specialisti in questo settore da più tempo in attività
(offrono anche la spedizione a domicilio).
Chiesa di San Francesco
CHIESA
(Via San Francesco; Accanto al Parco della Villa Comunale si trova questa
8-13 e 14-20)
chiesa, una delle più belle di Sorrento. Immerso in una nuvola di bougainvillea e
rallegrato dal canto degli uccelli, il bel chiostro è circondato da un suggestivo
porticato arabeggiante i cui doppi archi intrecciati sono sorretti da colonne
ottagonali. La fama della chiesa è soprattutto dovuta al programma estivo di concerti
di musica classica che vedono la partecipazione di esecutori di livello internazionale.
Se siete interessati, informatevi sul calendario delle manifestazioni presso l’ufficio
turistico. I programmi prevedono anche il regolare allestimento di mostre d’arte.
Vallone dei Mulini
SITO STORICO
(Via Fuorimura) Da Via Fuorimura, subito alle spalle di Piazza Tasso, si può ammirare
uno straordinario fenomeno naturale: il Vallone dei Mulini, una profonda fenditura
nel fianco della montagna risalente all’eruzione di un vulcano avvenuta 35.000 anni
fa. In passato Sorrento era delimitata da tre gole, delle quali questa è l’unica
rimanente. Il nome del vallone si deve agli antichi mulini che un tempo si trovavano
qui e i cui resti sono ancora chiaramente visibili.
TORQUATO TASSO E SORRENTO
Com’è facilmente intuibile dalla presenza a Sorrento di Piazza Tasso e del
Teatro Tasso (ma anche di un Ristorante Tasso), questa è la città che ha dato
i natali al celebre poeta e drammaturgo autore de La Gerusalemme liberata,
che qui nacque nel 1544, per trasferirsi in tenerissima età con il padre prima
a Salerno e poi a Napoli. Vi farà ritorno per un breve periodo 30 anni più
tardi, ospite della sorella, in una tappa rocambolesca della sua tormentata
esistenza piena di peregrinazioni. La città ha dedicato al suo illustre figlio
la piazza che è il cuore della vita cittadina, dove campeggia la sua statua su
un alto piedistallo, mentre la casa natale del poeta oggi è inglobata nel
palazzo che ospita un hotel storico di Sorrento, il Tramontano.
Basilica di Sant’Antonino
CHIESA
(Piazza Sant’Antonino; Questa chiesa dedicata al santo patrono di Sorrento
9-12 e 17-19)
risale all’XI secolo ed è la più antica della città. Custodisce manufatti di epoca
romana, alcuni cupi dipinti medievali e la bizzarria di due costole di balena. Sembra
infatti che l’amatissimo santo patrono, oltre ad altri numerosi miracoli, abbia
ricuperato un bambino dallo stomaco di un cetaceo. Le ossa del santo sono sepolte in
una cripta settecentesca, sotto il pavimento dell’interno in stile barocco della chiesa.
Attività
Il modo migliore per perlustrare questa costa alta e frastagliata è dal mare, dopo aver
noleggiato una barca.
Sic Sic
GITE IN BARCA
( Affittate un’imbarcazione con
081 807 22 83; www.nauticasicsic.com; Marina Piccola; mag-ott)
o senza guida per scoprire le spiagge più belle della Costiera Amalfitana. Sic Sic
offre diversi tipi di motoscafi e gommoni a prezzi che partono da circa €40 l’ora o
€100 al giorno. Inoltre organizza gite in barca, servizi fotografici per matrimoni e
altro ancora.
Bagni Regina Giovanna
SPIAGGIA
Non essendovi vere e proprie spiagge, a Sorrento vi consigliamo di puntare sui
Bagni Regina Giovanna, una spiaggia rocciosa con acqua limpida e pulita situata
circa 2 km a ovest della città e circondata dalle rovine della villa romana di Pollio
Felice. Ci si può arrivare a piedi seguendo Via Capo, oppure risparmiare le forze e
servirsi dell’autobus SITA per Massa Lubrense.
Parco della Villa Comunale
PARCO
( Questo bel parco offre un panorama magnifico sul
8-24 estate, fino alle 23 in inverno)
Golfo di Napoli con il Vesuvio sullo sfondo. È particolarmente piacevole andarci al
tramonto, sedersi su una panchina, osservare la gente che passa e ascoltare gli
eccessi canori di qualche amante dell’opera. C’è anche un piccolo bar.
Feste ed eventi
Festival di Sorrento
MUSICA
Concerti di musica classica di livello internazionale si tengono nel chiostro della
Chiesa di San Francesco tra luglio e settembre.
Sant’Antonino
FESTA RELIGIOSA
( 14 feb) Sant’Antonino, il santo patrono di Sorrento, viene festeggiato ogni anno con
processioni e un immenso mercato. Al santo viene attribuito il salvataggio della città
dai bombardamenti che colpirono le vicine Napoli e Salerno durante la seconda
guerra mondiale.
Settimana Santa
PASQUA
Le celebrazioni della Settimana Santa di Sorrento sono note in tutta Italia. Alla
prima processione, che si svolge a mezzanotte del Giovedì Santo, i penitenti sfilano
vestiti con mantelli e cappucci bianchi; alla seconda processione, quella del Venerdì
Santo, i partecipanti indossano mantelli e cappucci neri per commemorare la morte
di Cristo.
Sagra della salsiccia e ceppone
GASTRONOMIA
( 12 e 13 dic) Agli amanti delle salsicce viene l’acquolina in bocca al pensiero di
questa sagra annuale che si festeggia arrostendo alla griglia su enormi falò centinaia
di chili di salsiccia da accompagnare a robusto vino locale.
Pasti
Nel centro città si concentra una miriade di bar, caffè, trattorie, ristoranti e perfino
qualche rosticceria takeaway. Molti locali, soprattutto quelli con camerieri in gilet
appostati all’esterno (o quelli che espongono sbiadite fotografie dei loro piatti), sono
vere e proprie trappole per turisti in cui si mangia male e si spende parecchio.
Fortunatamente non sono tutti così ed è possibile trovare una buona cucina anche in
centro città. Chi ha anche la fortuna di disporre di quattro ruote ha la possibilità di
raggiungere alcuni ottimi ristoranti disseminati nella campagna circostante, tra i
quali uno dei migliori d’Italia a Sant’Agata sui Due Golfi.
Da Emilia
TRATTORIA €
( 081 807 27 20; www.daemilia.it; Via Marina Grande 62; pasti €20; Aperto nel
12-14.30 e 19-24; )
1947 e gestito ancora dalla stessa famiglia, questo grande locale con fotografie di
una giovane Sophia Loren alle pareti offre un invitante ambiente casalingo e un
menu di piatti semplici e collaudati, come cozze al limone e spaghetti alle vongole.
Il dehors, caratterizzato da un romantico disordine, si affaccia sui pescherecci
colorati di Marina Grande.
A LEZIONE DI GELATO
Potrete far colpo sui vostri invitati portando in tavola un gelato fatto con le
vostre mani dopo essere andati a lezione dalla Gelateria David ( 081 807
36 49; www.gelateriadavidsorrento.it; Via Marziale 19), gestita da maestri
gelatai da tre generazioni. Il corso (€12) dura circa un’ora e al termine si
riceve un certificato. Gli orari variano a seconda delle richieste, quindi
organizzate la vostra lezione per telefono o di persona.
Tra le specialità della gelateria ci sono il ‘profumo di Sorrento’, un
delizioso sorbetto al limone, mandarino e arancio candito, il Pan David,
farcito con cioccolato o frutta fresca, e il babà al rum. Tranne il mango, la
gelateria usa soltanto frutta fresca di stagione, perciò i gusti variano di
conseguenza. Non mancano comunque i tradizionali gusti alle creme, di
una bontà che non ha nulla a che vedere con quelli delle grandi marche
industriali, e gusti salati per esempio al pesce.
L’Antica Trattoria
CAMPANO €€
( 081 807 10 82; www.lanticatrattoria.com; Via Padre Reginaldo Giuliani 33; portate principali €21-25, 4
portate €60; Salite sulla terrazza al piano superiore con pavimenti in maiolica e
12-23)
un tetto di rampicanti e vi sentirete lontani mille miglia dai vicoli all’esterno. La
meritata fama di migliore ristorante della città sarà confermata da una scelta di
eccellenti piatti tradizionali, tra cui diversi tipi di pasta fatta in casa e un piatto del
giorno di pesce. Vari tipi di menù: vegetariano, vegano, gluten free, degustazione,
mare terra e il conveniente ‘light lunch’ (solo a pranzo, €19,50). Alcuni giorni, dopo
le 20.30, il vostro pasto sarà rallegrato dalle esibizioni del mandolinista ‘della casa’.
Aurora Light
CAMPANO €€
( A prima vista il
081 877 26 31; www.auroralight.it; Piazza Tasso 3-4; portate principali €15; 12-24)
menu sembra più californiano che campano, data la presenza di fantasiose insalate
come una speziata combinazione di ceci e spinaci o di finocchio con barbabietola e
arancio. Il giovane ed entusiasta titolare si è invece ispirato alla cucina tradizionale
locale conferendole un tocco innovativo: zuppa di fagioli bianchi con calamaretti,
parmigiana di melanzane con salsa di pesce spada, rolatina ripiena di peperoni e altre
deliziose creazioni.
La posizione in Piazza Tasso è ideale per osservare il viavai della gente, ma una
delle peggiori per i gas di scarico delle auto.
Inn Bufalito
CAMPANO €€
( 081 365 69 75; www.innbufalito.it; Vico Primo Fuoro 21; pasti €25; Il proprietario
12-24; )
Franco Coppola (nessuna parentela con il famoso regista) promuove con grande
passione la gastronomia locale e i prodotti Slow Food. Ideato sia come bar-buffet
dedicato alla mozzarella sia come ristorante, l’Inn Bufalito è un locale raffinato che
propone deliziose specialità quali fonduta di formaggio alla sorrentina e carpaccio di
bufalo.
Vengono organizzate regolarmente degustazioni di formaggi, nonché mostre d’arte e
fotografia e musica dal vivo.
O’Murzill
NAPOLETANO €€
( 081 020 23 71; Via Accademia 17; pasti a partire da €20; Un ristorante che ci si
11.30-23)
aspetta di trovare in campagna e non nel centro di Sorrento. Appena sei tavoli (e altri
cinque all’esterno in estate) in una saletta che sembra appartenere a una casa privata
con cucina bene in vista sul fondo. Il breve menu si concentra sui piatti della
tradizione napoletana come pasta all’astice e antipasti semplici come baccalà fritto.
Non vi verranno offerti bruschetta al pomodoro e limoncello gratuiti, ma in
compenso una genuina e gustosa cucina casalinga a prezzi contenuti.
TRE GIORNI PERFETTI
INIZIO SORRENTO
FINE AMALFI LUNGHEZZA 51 KM; DUE
ORE
Taxi
Un taxi dall’aeroporto a Sorrento costa €85.
AUTOMOBILE E MOTOCICLETTA
A Sorrento troverete tutte le grandi compagnie di autonoleggio internazionali, più
alcune locali.
Autoservizi De Martino ( 081 878 28 01; www.autoservizidemartino.com; Via
Parsano 8) Offre auto a partire da €54 al giorno, €280 la settimana, oltre a scooter da
50cc a partire da €23 per 4 h.
Avis ( 081 878 24 59; www.avisautonoleggio.it; Corso Italia 322)
Hertz ( 081 807 16 46; www.hertz.it; Via Capo 8)
Parcheggio
In piena estate trovare da parcheggiare può rivelarsi molto frustrante, soprattutto
perché gran parte dei posteggi lungo le strade è riservata ai residenti e il centro città
è chiuso al traffico per gran parte della giornata. Ci sono parcheggi auto ben
segnalati vicino al terminal dei traghetti, all’angolo tra Via degli Aranci e Via
Renato, e verso l’uscita dalla città in direzione ovest, vicino a Via Capo (€2 l’ora).
TRENO
Sorrento è l’ultima fermata della Ferrovia Circumvesuviana in arrivo da Napoli. I
treni partono ogni 30 min da Napoli (€4.50, 70 min) e viaggiano via Pompei (€2,80,
30 min) ed Ercolano (€3,40, 50 min). Conviene acquistare una tessera Unico
Costiera.
A OVEST DI SORRENTO
Trovandovi da queste parti in piena estate, potreste considerare l’idea di sfuggire alle
folle turistiche puntando sulle verdi colline intorno a Sorrento. Conosciuta come
terra di sirene, che si riteneva abitassero a Li Galli (un minuscolo arcipelago al largo
della costa sud della penisola), la zona a ovest di Massa Lubrense è una tra le più
belle e ancora intatte del paese.
Strade tortuose si snodano tra le colline ricoperte di ulivi e piante di limoni
attraversando paesini sperduti e porticcioli di pescatori. A ogni svolta della strada si
apre un panorama meraviglioso, in particolare dai punti più elevati che dominano
Punta Campanella, il punto più occidentale della Penisola Sorrentina. Al largo,
l’incantevole Capri attira il visitatore seducendolo con la sua vicinanza.
Massa Lubrense
La prima cittadina che s’incontra seguendo la costa da Sorrento verso ovest è Massa
Lubrense. Situato 120 m sul livello del mare, l’abitato di Massa è sparso tra il mare e
le colline e consta di un piccolo centro città e di ben 17 frazioni collegate da un
intricato reticolo di sentieri e mulattiere. Chi non disponesse di un asino potrà
servirsi dei buoni trasporti stradali offerti dagli autobus SITA che fanno
regolarmente la spola tra le diverse frazioni.
VIAGGIARE IN COSTIERA
Fate della ben collegata Sorrento la vostra base da cui esplorare la costa,
usando per lo più i traghetti che da aprile a settembre collegano
comodamente le principali località turistiche della Costiera. Biciclette e
motorini sono utili per esplorare l’entroterra, cosa che si può fare anche
camminando: la zona è infatti attraversata da numerosi sentieri
escursionistici. La Ferrovia Circumvesuviana collega Napoli (Piazza
Garibaldi) con Sorrento, da dove si possono raggiungere Positano, Amalfi e
Salerno tramite un efficiente servizio di autobus.
Noleggiando un’auto a Sorrento si possono anche mettere alla prova le
proprie abilità al volante con la miriade di tornanti della celebre strada
litoranea, ma tenete presente che, anche se le distanze sono tutto sommato
brevi, il traffico estivo significa spesso viaggi lentissimi e stressanti.
Che cosa vedere e fare
Chiesa di Santa Maria delle Grazie
CHIESA
(Largo Vescovado; Lungo il lato nord del centrale Largo Vescovado, la
7-12 e 16.30-20)
cinquecentesca Chiesa di Santa Maria delle Grazie, antica cattedrale della città,
merita un’occhiata per gli squisiti pavimenti in maiolica. Non dimenticate la
macchina fotografica, perché da questo punto c’è un panorama favoloso su Capri.
Marina della Lobra
PORTO
Dal centrale Largo Vescovado una strada di 2 km scende a questo bel porticciolo
turistico a ridosso di casette un po’ rovinate e di verdi pendii (in pratica, a piedi si
tratta di 40 minuti di discesa e di una salita letteralmente ‘mozzafiato’ di circa
un’ora). Da Marina della Lobra si può noleggiare una barca per esplorare le piccole
baie e insenature lungo la costa, altrimenti difficili da raggiungere.
Coop Marina della Lobra
GITE IN BARCA
( Affidabile cooperativa con sede in
081 808 93 80; www.marinalobra.com; Marina della Lobra)
un chiosco accanto al parcheggio. Organizza anche gite a Capri (€50).
Pasti
La Torre
CUCINA DI MARE €€
( 081 80 89 566; www.latorreonefire.it; Piazzetta Annunziata 7; pasti €30; 12-15.30 e 18.30-23, chiuso mar
Delizioso, informale e affacciato su una
in inverno; il periodo di ferie varia ogni anno)
piazzetta tranquilla, questo ristorante offre una cucina tradizionale, specialmente di
mare, da leccarsi i baffi e con un’attenzione ai prodotti presidio Slow Food. Il menu
è stagionale, ma tutto l’anno si può fare affidamento su classici come i totani con
patate. Vale anche la pena di prendere in considerazione la botta di colesterolo
rappresentata dalla degustazione di ben nove formaggi (€6), dalla caciottina fresca di
Massa Lubrense allo stagionato semiduro ‘provolone del monaco’.
Dopo il delizioso pasto nel dehors scendete al belvedere per immortalare con una
fotografia un ampio e raro scorcio panoramico su Capri, Ischia, Procida, Napoli e il
Vesuvio.
FRUTTI DI MARE DA JET SET
Lo Scoglio ( 081 808 10 26; www.hotelloscoglio.com; Piazza delle Sirene
15, Massa Lubrense; pasti €60; 12.30-17 e 19.30-23) è l’unico ristorante
del porticciolo turistico di Massa Lubrense accessibile direttamente dal
mare ed è uno dei preferiti dalle celebrità di passaggio. Recentemente si
sono visti da queste parti Johnny Depp, Steven Spielberg e Sienna Miller,
mentre in passato hanno posato qui per i fotografi Elton John, Rod Stewart
e Michael Caine, ora immortalati sulle pareti del locale.
L’ambientazione è sicuramente memorabile: su un pontile in legno è stato
costruito un padiglione di vetro intorno a una fontana che zampilla in una
vasca piena di pesci. La cucina è di altissimo livello (e i prezzi pure). Il
menu propone anche piatti di terra come ravioli alla caprese e bistecca, ma
qui si viene soprattuto per il pesce. Vi consigliamo un antipasto di pesce
crudo (€30) su un letto di ghiaccio, seguito da spaghetti ai ricci di mare, la
specialità locale. Nonostante la ventata di glamour che il genere di clientela
porta con sé, il ristorante è rimasto un posto senza pretese a conduzione
familiare, con tanto di nonna che non perde d’occhio la cassa.
Funiculì Funiculà
CUCINA DI MARE €€
( 081 808 98 99; Via Fontanelle 16, Marina della Lobra; pasti €32; 12-15 mar-dom, più 19-23.30 sab e dom
apr-ott; Da questo bel bar-ristorante sul lungomare di Marina della Lobra la vista
)
spazia su Ischia, Capri e il Vesuvio. Non sorprende che il menu sia dominato da
pesce e frutti di mare, ma ci sono anche insalatone miste, in pratica un pasto
completo adatto alle famiglie, e la solita scelta di carne alla griglia. Per dessert
ordinate una macedonia di frutta fresca o spostatevi nel vicino caffè per una
deliziosa crêpe al cioccolato o un gelato.
Informazioni
Pro Loco ( 081 533 90 21; www.massalubrenseturismo.it; Viale Filangieri 11;
9.30-13 tutti i giorni, più 16.30-20 lun-sab mag-ott) Fornisce orari degli autobus e
cartine.
Per/da Massa Lubrense e trasporti locali
AUTOBUS
Gli autobus SITA ( 344 103 1070; www.sitasudtrasporti.it) partono tutti i giorni,
ogni ora dalle 7 alle 21, dalla stazione della Circumvesuviana a Sorrento (€1,20, 20
min) che potrete raggiungere comodamente da Napoli (€4,50; 1h 5 min).
AUTOMOBILE
Massa Lubrense è comodamente raggiungibile in auto da Sorrento in una ventina di
minuti.
Parcheggio
Per trovare un parcheggio dovrete perlustrare le vie della città. In centro ci sono
alcuni posteggi con parchimetro (€2 l’ora).
Sant’Agata sui Due Golfi
Arroccata in alto sulle colline sopra Sorrento, Sant’Agata sui Due Golfi è la più
famosa delle 17 frazioni di Massa Lubrense. Come suggerisce il nome, gode di una
vista senza pari sui due golfi: sulla Baia di Napoli da una parte e sul Golfo di
Salerno dall’altra. Si tratta di una località tranquilla e suggestiva, che riesce a
conservare il suo rustico charme nonostante la presenza piuttosto invadente di
diversi alberghi.
Per la gioia degli escursionisti, la zona è attraversata da circa 22 sentieri ben segnati
e tenuti con cura per una lunghezza totale di 110 km. Per informazioni rivolgetevi
all’ufficio turistico. Se invece preferite una breve e tranquilla passeggiata che non
richiede né bussola né scarponi, vi consigliamo il pittoresco sentiero di Circumpiso
(3 km) che va da Sorrento a Sant’Agata. Dalla Piazza Tasso di Sorrento
incamminatevi verso sud lungo Viale Caruso e Via Fuorimura. Sulle mappe
escursionistiche fornite dagli uffici turistici il sentiero di Circumpiso è indicato in
verde. Il tragitto richiede circa un’ora.
Che cosa vedere
Chiesa di Sant’Agata
CHIESA
(Piazza Sant’Agata; La chiesa parrocchiale di Sant’Agata, nel centro del
8-13 e 17-19)
paese, ha un bell’interno affrescato e deve la propria fama al secentesco altare di
marmo, un raffinato lavoro d’intarsio di marmi policromi, madreperla, lapislazzuli e
malachite.
Convento del Deserto
MONASTERO, BELVEDERE
( 081 878 01 99; Via Deserto; Questo
belvedere 10-12 e 17-19 in estate, 10-12 e 15-17 in inverno)
convento carmelitano si trova 1,5 km sopra il centro di Sant’Agata (perciò prima di
mettervi in marcia leggete con attenzione quanto segue). Fondato nel XVII secolo, il
monastero ospita ancora una comunità di monache benedettine di clausura.
L’edificio in sé è di modesto interesse (a meno che non siate una suora), ma per il
panorama a 360 gradi che si gode da lassù vale sicuramente la pena di mettere alla
prova la resistenza delle proprie ginocchia.
Pasti
Per essere un posto così piccolo, Sant’Agata offre una scelta sorprendente di
ristoranti sofisticati.
Lo Stuzzichino
NAPOLETANO €
( 081 533 00 10; www.ristorantelostuzzichino.it; Via Deserto 1a; menu degustazione €39, menu tradizione €33;
pasti €18, pizza a partire da €5; Questo ristorante affiliato a Slow Food è gestito
feb-dic)
dal simpatico proprietario Domenico de Gregorio. Provate le specialità della casa:
involtini di pesce ripieni di provola affumicata, zuppa di pesce con verdure di
stagione, minestra maritata, pasta e patate con il provolone del monaco, ravioli al
profumo di limone massese con vongole veraci. I rari gamberetti di Crapolla sono
deliziosi.
Ristorante Don Alfonso 1890
MEDITERRANEO €€€
( 081 878 00 26, 081 533 05 58; www.donalfonso.com; Corso Sant’Agata 11; pasti €115-125; chiuso lun e
Questo ristorante stellato
mar, tranne mar sera metà giu-metà set, chiuso inizio nov-fine marzo; )
Michelin è considerato uno dei migliori d’Italia. Il menu stagionale, preparato con i
prodotti dell’azienda agricola di 9 ettari dello chef, comprende squisitezze come
tonno leggermente rosolato in salsa di peperoni rossi e pasta alle vongole e zucchine.
La carta dei vini elenca le migliori etichette nazionali e internazionali. La
prenotazione è indispensabile. Il ristorante fa parte dell’hotel omonimo e organizza
anche corsi di cucina.
Informazioni
Pro Loco ( 081 533 01 35; www.santagatasuiduegolfi.it; Corso Sant’Agata 11; 9-
13 e 17.30-21) Per informazioni su Sant’Agata e dintorni rivolgetevi a questo
piccolo ufficio turistico sulla piazza principale.
Per/da Sant’Agata sui Due Golfi e trasporti locali
AUTOBUS
Gli autobus SITA ( 344 103 1070; www.sitasudtrasporti.it) partono ogni ora dalla
stazione della Circumvesuviana di Sorrento (€1,20; 35 min).
AUTOMOBILE
Da Sorrento seguite la SS145 in direzione ovest per circa 7 km, fino a che vedrete il
cartello con il bivio per Sant’Agata sulla destra.
Parcheggio
Di solito si trova facilmente da parcheggiare in strada, tranne che in agosto,
soprattutto la sera.
Marina del Cantone
Da Massa Lubrense dirigetevi verso l’altro lato della costa e seguite il bel sentiero
escursionistico che da Nerano scende alla meravigiosa Baia di Ieranto e
all’incantevole Marina del Cantone. Questo non è soltanto un paesino semplice e
tranquillo con una spiaggetta di ciottoli, ideale per un breve soggiorno, ma una
località famosa in tutta la zona per la rinomata cucina che attira schiere di VIP anche
da Capri.
Attività
Queste acque molto frequentate dai subacquei sono protette come parte della riserva
di 11 kmq di Punta Campanella. La riserva è destinata al mantenimento di un
ecosistema marino caratterizzato da grotte sommerse ricche di flora e fauna.
Nettuno Diving
IMMERSIONI
( Immergetevi nelle profondità di
081 808 10 51; www.sorrentodiving.com; Via Vespucci 39; )
questa riserva marina con un operatore munito di certificato PADI che organizza
attività subacquee per tutte le età e livelli di esperienza, tra cui snorkelling, corsi per
principianti e immersioni in grotta, al largo di Capri e all’arcipelago di Li Galli. I
prezzi partono da €25 (bambini €15) per un’uscita di un’intera giornata nella Baia de
Ieranto. Nettuno Diving organizza anche il pernottamento a prezzi ragionevoli.
LA STRADA DEL NASTRO AZZURRO
La statale SS163 che va da Vietri sul Mare a Sant’Agata sui Due Golfi,
vicino a Sorrento, è soprannominata Strada del Nastro Azzurro ed è uno dei
percorsi più spettacolari d’Italia. Voluta da Ferdinando II di Borbone re
delle Due Sicilie e terminata nel 1853, la strada si snoda per l’intera
lunghezza della Costiera Amalfitana, descrivendo tornanti incredibilmente
stretti e superando profondi burroni e gallerie scavate nella roccia viva. Si
tratta di una grandiosa opera d’ingegneria civile, anche se, come notò John
Steinbeck nel suo articolo Positano del 1953, la strada ‘è stata progettata
attentamente per risultare un po’ più stretta di due automobili affiancate...’.
In breve, questo tragitto di 50 km che mette alla prova l’abilità e il coraggio
di chi è alla guida vi terrà le mani incollate al volante e vi farà apprezzare le
straordinarie capacità degli autisti degli autobus locali. Il prezzo da pagare
per i sublimi scorci panoramici che si presentano di volta in volta è
rappresentato dai numerosi tornanti a gomito e dai vertiginosi precipizi a
picco sul mare, spesso con barriere alte non più di un metro a separarvi
dall’oblio per l’eternità.
Costruita in origine per le carrozze a cavalli, la strada tende a restringersi
ancora di più in corrispondenza dei tornanti. Per evitare di bloccare gli
autobus in arrivo dalla direzione opposta, controllate gli specchi circolari
collocati sul ciglio della strada e prestate attenzione ai clacson: se ne sentite
uno dietro una curva, rallentate immediatamente, perché il suono è
invariabilmente seguito dalla comparsa di un pullman. Evitate questa strada
in alta stagione, cioè in luglio e agosto, e nelle ore di punta del mattino, del
pranzo e della sera. Il trucco è quello di restare sempre calmi, anche quando
il vostro bambino dà di stomaco sul sedile posteriore o chi vi sta accanto
insiste perché guardiate il panorama mentre affrontate una curva cieca.
Comunque, se (comprensibilmente) non ve la sentiste di mettervi al
volante, potrete sempre servirvi degli autobus di linea SITA che effettuano
questo percorso tutti i giorni.
Per/da Marina del Cantone
SITA ( 344 103 1070; www.sitasudtrasporti.it) Sorrento e Marina del Cantone sono
collegati da autobus di linea con partenza dalla stazione della Circumvesuviana di
Sorrento (€1,20; 50 min).
A EST DI SORRENTO
Più costruita e meno fascinosa della costa a ovest di Sorrento, quella a est della città
non è però priva di aspetti interessanti. Tra questi, per esempio, la Spiaggia di
Alimuri, la distesa di sabbia più lunga della costa a Meta di Sorrento, e le ville
romane di Castellammare di Stabia 12 km più avanti.
Sopra Castellammare, accessibile con una salita di otto minuti in seggiovia
(interi/ridotti €7/3,50; circa 30 corse al giorno apr-ott) dalla stazione della
Circumvesuviana, si erge il Monte Faito (1131 m), una delle vette più alte dei Monti
Lattari. Ammantata di fitti boschi di faggi, la montagna offre la possibilità di belle
passeggiate e magnifici panorami.
Vico Equense
Chiamata Aequa dai romani, Vico Equense (Vico) è una cittadina situata sulla cima
di un’altura circa 10 km a est di Sorrento, da cui dista soltanto cinque fermate della
Ferrovia Circumvesuviana. Ignorata dalla maggior parte dei turisti soprattutto
stranieri, Vico conserva un clima rilassante e autentico che merita una breve sosta,
anche per un assaggio della sua famosa pizza al metro.
Che cosa vedere
Chiesa dell’Annunziata
CHIESA
(Via Vescovado; Situata in posizione spettacolare, l’ex cattedrale di Vico è
10-12 dom)
l’unica chiesa gotica della Penisola Sorrentina. Poco rimane però dell’originale
struttura trecentesca, se non le finestre ai lati dell’altare maggiore e alcune arcate
delle navate laterali. Gran parte della costruzione attuale, infatti, compresa la
screpolata facciata bianca e rosa, è nello stile barocco del XVII secolo.
Nella sacrestia sono appesi i ritratti di tutti i vescovi della diocesi di Vico, tranne
quello dell’ultimo di essi, Michele Natale, giustiziato nel 1799 come sostenitore
della sfortunata Repubblica partenopea. Al suo posto è stato collocato un angelo che
porta un dito alle labbra: un monito al povero vescovo a tenere per sé le sue idee
liberali.
Pasti
Ristorante & Pizzeria da Gigino
PIZZA
( Gestita dai
081 879 83 09; www.pizzametro.it; Via Nicotera 15; pizza al metro €12-26; 12-1; )
cinque figli dell’inventore della pizza al metro Gigino Dell’Amura, questo locale
simile a un granaio sforna quotidianamente chilometri di pizza dai suoi tre
giganteschi forni a destra dell’entrata. Le varietà di pizza sono innumerevoli e la
qualità superlativa. Nonostante disponga di circa 2000 posti, spesso si deve aspettare
per avere un tavolo. Non si accettano prenotazioni.
PICCOLI BORGHI ANTICHI
Disseminati tra le colline intorno a Vico Equense ci sono diversi antichi
paesini detti ‘casali’. Sconosciuti al turismo di massa, questi borghi offrono
un colpo d’occhio su una vita contadina che sembra essere poco cambiata
nel corso dei secoli. Avrete comunque bisogno di un’auto per visitare la
zona. Da Vico prendete Via Roma e poi seguite Via Raffaele Bosco che si
snoda attraverso i casali prima di ritornare sui suoi passi. Di particolare
interesse sono Massaquano e la Cappella di Santa Lucia (apre su richiesta)
nota per gli affreschi trecenteschi della scuola di Giotto. Anche Moiano
merita un’occhiata; da qui un antico sentiero sale in cima al Monte Faito.
Infine c’è Santa Maria del Castello, con la sua vista favolosa verso sud-
est.
Marina di Equa, 3 km a ovest di Vico, si erge sul luogo in cui anticamente
si trovava l’insediamento romano di Aequa. Tra i bar e i ristoranti che
costeggiano la spiaggia si stagliano i resti della Villa Pezzolo del I secolo
d.C., la struttura difensiva della Torre di Caporivo e le rovine di una cava di
calcare di epoca medievale.
Informazioni
Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Turismo di Vico Equense ( 081 801
57 52; www.vicoturismo.it; Via Filangieri 100, Palazzo Comunale; 9-14 e 15-20
lun-sab, 9.30-13 dom giu-set; 8-19 lun-ven e 9-17 sab, il resto dell’anno) Un ufficio
turistico sulla piazza principale molto informato su attrattive ed eventi della zona.
CITTADINE DELLA COSTIERA AMALFITANA
Positano
POP. 3900
Positano, la cittadina più pittoresca della costa, è una località da cartolina: una
cascata di case color pesca, rosa e terracotta sbiadite dal sole che, aggrappata alla
roccia, scende a picco sul mare. Non meno suggestive sono le ripide viuzze e le
scalinate drappeggiate in nuvole di glicine e fiancheggiate da alberghi e ristoranti di
lusso e boutique alla moda.
Basta comunque gettare l’occhio oltre le facciate eleganti per scoprire rassicuranti
segni di vita reale: stucchi che si sgretolano, vernici scrostate e persino,
occasionalmente, un vago sentore di acque di scolo. Positano conserva l’atmosfera
tipica delle località di vacanza mediterranee, con la gente che mangia la pizza sulla
spiaggia, i bambini che assillano i genitori perché gli comprino il gelato e signore
eleganti che si aggirano indaffarate tra le boutique. La ‘moda Positano’ ha una lunga
storia che risale agli anni ’60, quando la cittadina fu la prima d’Italia a importare il
bikini dalla Francia. John Steinbeck visitò Positano nel 1953 soggiornando
all’abergo Le Sirenuse e in un articolo per Harper’s Bazaar scrisse: “Positano
colpisce profondamente. È un luogo da sogno che non sembra del tutto reale finché
ci si trova lì, ma che appare perfettamente reale nel ricordo e nella voglia di
ritornarci dopo che si è andati via”.
Positano ha certamente qualcosa di speciale che si riflette, com’è prevedibile, sui
prezzi, generalmente più alti rispetto a qualsiasi altra località della Costiera.
Positano
Che cosa vedere
1 Chiesa di Santa Maria Assunta E2
2 Liquid Art System D2
Palazzo Murat (v. 9)
Attività, corsi e tour
3 Blue Star E3
4 L’Uomo e il Mare D3
Pernottamento
5 Casa Celeste A2
6 Florida Residence A2
7 Hostel Brikette B1
8 Hotel California E2
9 Hotel Palazzo Murat E2
10 Hotel Villa Gabrisa B2
11 Pensione Maria Luisa B3
12 Villa Franca C2
13 Villa Nettuno C3
Pasti
14 Da Vincenzo C3
15 La Brezza E3
16 La Cambusa E3
17 Next2 B2
18 Ristorante Max D2
19 Ristorante Saraceno d’Oro B2
20 Wine Dark House D2
Locali e vita notturna
21 Da Ferdinando B4
La Zagara (v. 19)
22 Music on the Rocks F3
Shopping
23 La Bottega di Brunella D1
24 La Botteguccia di Giovanni D2
25 Umberto Carro D1
Che cosa vedere e fare
Ciò che più colpisce chi arriva a Positano è la visione di quel grappolo di case color
pastello, affastellate l’una sull’altra e aggrappate all’alta costa boscosa, che scende
verso la Spiaggia Grande. Anche se la striscia di sabbia grigia ricoperta da schiere
di ombrelloni colorati non ne fa una spiaggia da sogno, l’acqua è pulita e la
posizione incantevole. L’affitto di una sdraio e un ombrellone in uno stabilimento
privato costa circa €18 per persona al giorno, mentre l’affollata spiaggia pubblica è
gratuita.
In paese ci si sposta prevalentemente a piedi. Se le ginocchia lo consentono, si
possono affrontare le decine di vicoli e scale che rendono salite e discese
relativamente agevoli, anche perché chiuse al traffico delle auto. Una buona scelta è
prendere l’autobus locale, raggiungere il punto più alto della città, ammirare la
splendida vista e poi ridiscendere a piedi gradinate e ripide viuzze godendo degli
indimenticabili scorci panoramici lungo il percorso.
Chiesa di Santa Maria Assunta
CHIESA (Piazza Flavio Gioia; 8-12 e 16-21) Questa chiesa, con la bella cupola rivestita di
maioliche colorate, è il monumento più importante di Positano, se non proprio
l’unico d’interesse storico e artistico. Se la si visita nei weekend può capitare di
assistere a un matrimonio, essendo la chiesa molto richiesta per queste cerimonie.
Il bell’interno in stile classico è ornato di colonne sormontate da capitelli ionici
dorati e di cherubini alati che fanno capolino dall’alto di ogni arcata. Sopra l’altare
maggiore si vede una Madonna nera bizantina col Bambino. Durante i lavori di
restauro della piazza e della cripta sono stati scoperti i resti di una villa romana; gli
scavi sono tuttora in corso e chiusi al pubblico.
Liquid Art System
GALLERIA D’ARTE
( 089 87 52 57; www.liquidartsystem.com; Via dei Mulini 16; Nascosta tra
10-24 apr-nov)
pittoresche boutique e negozi di ceramiche sul tema ‘limoni’, la galleria di Franco
Senesi è uno spazio espositivo luminoso e arioso, con diverse sale in cui sono
esposte le opere di oltre una ventina di pittori e scultori moderni italiani. Qui si può
girovagare indisturbati ammirando (e forse anche acquistando) opere d’arte
abbastanza varie da soddisfare la maggior parte dei gusti. I soggetti spaziano da
raffinati disegni dal vero a vivaci paesaggi surrealisti e sculture astratte
d’avanguardia. La galleria può occuparsi della spedizione a domicilio.
Palazzo Murat
PALAZZO
( Questo palazzo situato subito a ovest
089 875 177; www.palazzomurat.it; Via dei Mulini 23)
della Chiesa di Santa Maria Assunta è ora diventato un hotel di lusso. Il
pernottamento in questo albergo può forse non rientrare nel vostro budget, ma niente
vi impedisce di visitare lo stupendo giardino interno pieno di fiori e bere qualcosa
nel patio drappeggiato di rampicanti ripensando alla breve e tragica storia di
Gioacchino Murat, il re francese di Napoli che fece adattare il palazzo settecentesco
a residenza estiva sua e della moglie Carolina Bonaparte, sorella di Napoleone.
Blue Star
GITE IN BARCA
( L’agenzia Blue Star, con sede
089 81 18 88; www.bluestarpositano.it; Spiaggia Grande; 8.30-21)
in un chiosco sulla Spiaggia Grande, noleggia piccole barche a motore (€200 per 4
h). Fate una gita all’arcipelago di Li Galli, quattro isolette su cui, secondo Omero,
vivevano le sirene. Blue Star organizza anche interessanti escursioni giornaliere a
Capri e alla Grotta dello Smeraldo (€60).
Sull’isola di Gallo Lungo potrete vedere da lontano una magnifica villa, un tempo
appartenente al grande ballerino russo Rudolf Nureyev e tuttora di proprietà privata.
PASSEGGIATA A FORNILLO
Questa piacevole camminata che prevede un numero accettabile di scalini
porta dalla Spiaggia Grande di Positano alla Spiaggia di Fornillo. Lasciate
perdere i tacchi e indossate scarpe da ginnastica: Fornillo si dà meno arie
della sua pretenziosa vicina e la sera, quando prendono vita i suoi bar sulla
spiaggia, ci si diverte.
Per arrivarci dirigetevi verso l’estremità ovest della Spiaggia Grande,
accanto al porto dei traghetti, e risalite la scalinata. Superate la Torre
Trasita, una delle tante torri medievali di guardia che proteggevano gli
abitanti della costa dalle incursioni dei pirati, oggi trasformata in casa
privata. Seguite il sentiero che costeggia spettacolari formazioni rocciose,
piccole insenature di acque turchesi e barche che dondolano sul mare fino
alla bella spiaggia di Fornillo, giusto in tempo per godervi una bibita fresca
o un enorme gelato.
L’Uomo e il Mare
GITE IN BARCA
( Quest’agenzia con sede in un
3396646646; 089 81 16 13; www.escursioniluomoeilmare.it; 9-20)
chiosco vicino al terminal dei traghetti, organizza una serie di gite in barca in
giornata con mete come Capri e Amalfi (prezzi a partire da €55) e una romantica
crociera al tramonto con champagne a Li Galli (€40).
Pasti
Tenete presente che più ci si avvicina al lungomare più i prezzi aumentano, compresi
ovviamente quelli dei ristoranti. Molti locali d’inverno chiudono, oppure riaprono
brevemente soltanto tra Natale e Capodanno.
La Brezza
CAFFÈ €
( Per un
089 87 58 11; www.labrezzapositano.it; Via Regina Giovanna 2; spuntini circa €6; 9-1; )
panino o uno spuntino non c’è niente di meglio di questo caffè di fronte alla
spiaggia, con un interno nei toni del grigio acciaio e bianco, connessione internet e
wi-fi gratuiti e un dehors con vista sul mare e sul molo. La Brezza organizza
regolarmente mostre d’arte e la happy hour quotidiana ( 18-20) prevede drink con
piattini gratuiti.
Donna Rosa
CAMPANO €€
( 089 81 18 06; www.drpositano.com; Via Montepertuso 97-99, Montepertuso; pasti a partire da €40; 12-
Questo ristorante, uno dei più
14.30 e 19-23.30 lun e mer-dom apr-dic, chiuso agosto a pranzo)
rinomati della Costiera Amalfitana, è situato a Montepertuso, sulle alture sopra
Positano. Modesta trattoria ai tempi di Rosa, oggi è gestito dalla figlia Raffaella e si
prepara a passare nelle mani della nipote Erika. Erika ha fatto uno stage a Londra da
Jamie Oliver: il celebre chef è stato qui durante la sua luna di miele e ha dichiarato
questo ristorante uno dei suoi preferiti.
Il menu cambia di frequente, ma l’alta qualità della cucina e lo splendido panorama
sulla costa sono sempre assicurati. Non perdetevi il soufflé di cioccolato caldo e
prenotate in anticipo. Il ristorante organizza anche ottimi corsi di cucina.
Next2
RISTORANTE €€
( 089 812 35 16; www.next2.it; Viale Pasitea 242; pasti €50; L’eleganza mininalista
18.30-23.30)
incontra la cucina creativa in questo ambiente contemporaneo. Ingredienti locali e
biologici sono utilizzati magistralmente in piatti molto ben presentati: i menu
cambiano tre volte a stagione e ci sono sempre uno o due piatti del giorno. La
cantina ha una ricca scelta di etichette, alcune delle quali proposte a bicchiere. I
dolci sono irresistibili e il dehors con vista sul mare d’estate è una meraviglia.
La Cambusa
CUCINA DI MARE €€
( 089 81 20 51; www.lacambusapositano.com; Piazza A.Vespucci 4; pasti €40; Questo
12-24 marzo-nov)
ristorante gestito dal simpatico Luigi si trova ‘in prima linea’, il che, considerato il
genere di turismo che frequenta la zona, potrebbe significare prezzi alti per una
qualità mediocre. Fortunatamente non è così e i positanesi continuano a considerare
La Cambusa un ristorante eccellente per la cucina di mare.
Optate per un semplice piatto di spaghetti alle vongole o un branzino al forno oppure
esagerate con l’aragosta. L’ottima scelta di contorni comprende carciofi arrosto, ma
ciò che lo rende imperdibile è la posizione strepitosa, una delle migliori di Positano.
Da Vincenzo
CAMPANO €€
( 089 87 51 28; www.davincenzo.it; Viale Pasitea 172-178; pasti €40-50; 12-14.30 e 18-23 mer-lun, 18.30-
La terza generazione di ristoratori di ‘Da Vincenzo’ porta in tavola
23 mar; marzo-nov)
piatti cucinati e presentati in maniera sublime. La loro specialità è il pesce, che
spazia da creativi spiedini di tentacoli di polpo grigliati con carciofi fritti a piatti di
pasta con ingredienti stagionali come spaghetti con le fave e ricotta fresca.
Assolutamente da provare i leggendari dolci della comproprietaria Marcella,
considerati i migliori della città. Si raccomanda di prenotare.
Nei mesi estivi i pasti sono spesso accompagnati dal suono di chitarre dal vivo.
Wine Dark House
CAMPANO €€
( 089 81 19 25; Via del Saracino 6/8; pasti €28; Una casa color terracotta,
12-15 e 19-24)
piccola, senza pretese e con un incantevole spazio aperto all’interno: offre i soliti
piatti regionali, ma preparati con cura e serviti con gentilezza.
Ristorante Saraceno d’Oro
CAMPANO €€
( 089 81 20 50; www.saracenodoro.it; Viale Pasitea 254; pizza da asporto a partire da €5, al tavolo a partire da
€7; pasti €28; I camerieri si precipitano con i
12.30-15 e 18.30-23 marzo-10 nov e 27 dic-8 gen)
loro piatti da un lato all’altro della strada facendo lo slalom tra auto e passanti. Ma la
sera, quando il traffico si riduce, la bizzarra disposizione dei tavoli non fa che
rendere l’ambiente più allegro e pittoresco. Pizza e pasta sono buone e i contorni di
verdura eccellenti. Non lesinate sulla spesa e ordinate i leggendari profiteroles al
cioccolato per dessert.
Ristorante Max
CAMPANO €€
( 089 87 50 56; www.ristorantemax.it; Via dei Mulini 22; pasti €40; Invece che della
9-23 marzo-nov)
vista sul mare qui potrete riempirvi gli occhi della miriade di splendide opere
raccolte in questa galleria d’arte/ristorante/enoteca di gran classe. La cucina,
altrettanto raffinata, propone piatti come vongole e cozze saltate e fiori di zucchina
ripieni di ricotta e salmone. D’estate si organizzano corsi di cucina.
A SPASSO CON ZIA LUCY
Nata e cresciuta a Positano ed esperta di storia, flora e fauna locali, Zia
Lucy (www.zialucy.it) organizza passeggiate in tutta la zona.
Qual è il tuo itinerario preferito sulla Costiera Amalfitana? Ci sono
tante belle passeggiate da fare da queste parti, ma devo riconoscere che il
Sentiero degli Dèi rimane quello che mi piace di più, perché ha tutto: è
contornato da un paesaggio favoloso, ospita bellissimi fiori come le
orchidee selvatiche ed è alla portata di molte persone perché non è
eccessivamente faticoso.
Cosa consiglieresti a chi vuole allontanarsi dai percorsi più battuti? A
me piace molto andare alle Ferriere, sopra Amalfi. È un posto ricco di
storia, con una natura rimasta intatta. Si può seguire il percorso da Pontone
a Pogerola o ad Amalfi, e vedere le rovine di un’antica cartiera che un
tempo produceva carta di lusso ricavata dal cotone. Un’altra delle mie
passeggiate preferite è quella da Ravello a Minori passando per Sambuco.
Qual è la tua stagione preferita per camminare? Adoro fare gite in
primavera, quando fioriscono tantissimi fiori selvatici: i miei preferiti sono
la Orchis italica e i cisti.
Consigli per gli escursionisti? Sembra incredibile, ma molta gente
continua a fare escursioni indossando i sandali, il che è pericoloso non
soltanto perché si può scivolare, ma anche perché occasionalmente si
possono incontrare dei serpenti.
Il tuo ristorante preferito? Mi piace molto la Wine Dark House sulla
spiaggia di Positano; vado matta per la pasta con il ragù di carne cotta nel
vino rosso. Un altro ottimo ristorante è il Donna Rosa di Montepertuso. Ci
vado nelle occasioni molto speciali.
Locali e vita notturna
A meno che il vostro ideale di vita notturna non sia quello dello struscio in centro
con un golf di cachemire annodato sulle spalle, la movida serale di Positano, più
incentrata sul genere piano bar che non sui locali alternativi (salvo qualche
eccezione), non fa per voi. Qui l’atmosfera è nel complesso sofisticata, raffinata e
tranquilla.
La Zagara
CAFFÈ
( 089 812 28 92; www.lazagara.com; Via dei Mulini 8; dolci €3, panini €5;Risale al 1950
8-24)
questo caffè con un accogliente dehors rivestito di rampicanti e di fiori e una superba
pasticceria, camerieri anzianotti in giacca rossa, musica napoletana in sottofondo e
l’invitante possibilità di osservare da vicino i VIP (e chi si atteggia a tale) in vacanza
a Positano. Godetevi i gustosi spuntini salati e le sublimi torte alla crema. D’estate
c’è musica dal vivo.
Music on the Rocks
CLUB
( Uno
089 87 58 74; www.musicontherocks.it; Via Grotte dell’Incanto 51; ingresso €10-30; 22-fino a tardi)
dei pochi veri locali notturni di Positano, nonché una delle migliori discoteche della
costa. Music on the Rocks è spettacolarmente ricavato dalla torre situata
all’estremità est della Spiaggia Grande. Unitevi alle folle di giovani modaioli che
ballano ai ritmi house e disco scelti dai più noti DJ della regione.
Da Ferdinando
BAR
( 089 87 53 65; Spiaggia dei Fornillo; Questo bar sulla spiaggia aperto soltanto
10-3 mag-ott)
d’estate affitta sdraio e serve spuntini e bevande. Dopo il tramonto la musica tende a
far entrare la clientela in uno spirito festaiolo.
Shopping
Non è possibile rimanere indifferenti davanti alle pittoresche boutique di Positano:
ovunque si guardi, i negozi invitano irresistibilmente a entrare con un’esplosione di
colori. L’umile limone gode di una posizione di primo piano, non soltanto per quanto
riguarda la produzione del celebre limoncello e di candele profumate, ma anche
come motivo decorativo riportato su tovagliette, grembiuli e ceramiche.
La Bottega di Brunella
MODA
( A questo negozio molte donne locali
089 87 52 28; www.brunella.it; Viale Pasitea 72; 9-21)
devono la loro naturale eleganza. Questa è una delle poche boutique che disegna e
produce gli abiti a Positano (gran parte degli altri negozi invece li importa,
nonostante le etichette a volte ingannevoli). I vestiti di Brunella sono in puro lino o
seta nelle tonalità del panna, ocra, marrone e giallo.
Ci sono altri due negozi in città, tra cui la piccola boutique di fronte a Palazzo
Murat.
POSITANO CITTÀ SLOW
Positano è uno dei circa 55 comuni italiani a essersi conquistato lo status di
Slow City (un’idea del movimento Slow Food, creato nel 1986). Per
ottenere il titolo bisogna rispondere a determinati criteri: avere meno di
55.000 abitanti, non avere locali di fast food o spazi recintati illuminati da
vistose luci al neon e disporre di una buona percentuale di piste ciclabili e
pedonali, oltre che di piccoli ristoranti di quartiere specializzati in cucina
tradizionale preparata con prodotti locali. Per saperne di più visitate
www.cittaslow.org.
La Botteguccia di Giovanni
SCARPE
( 089 81 18 24; www.labottegucciapositano.it; Via Regina Giovanni 19; Il calzolaio
9.30-21 mag-ott)
artigianale Giovanni realizza a mano i suoi bei sandali in cuoio nel piccolo
laboratorio sul retro del negozio. Scegliete il colore e il tipo di decorazione che
preferite (le conchiglie sono forse le più adatte a Positano...), ditegli la misura e
andatevi a prendere un caffè al bar dietro l’angolo mentre Giovanni vi confeziona i
sandali. I prezzi partono da €50.
Umberto Carro
CERAMICHE
( 089 87 53 52; Viale Pasitea 30; Qui troverete un tale vasto e sontuoso
9.30-20.30 mag-ott)
assortimento di ceramiche di produzione locale da mettere alla prova voi e il vostro
bagaglio al momento di ripartire; una soluzione è quella della spedizione a
domicilio. I colori e i motivi ornamentali sono raffinati ed eleganti e la scelta di
oggetti è molto ampia: splendide anfore, piccoli portauovo, originali figure di
animali e ornamenti dai vivaci colori.
Informazioni
Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Positano ( 089 87 50 67; Via
Regina Giovanna 13; www.aziendaturismopositano.it; 9-19 lun-sab, fino alle 14
dom in estate, 9-16.30 lun-sab in inverno) Prodigo di informazioni, fornisce mappe
escursionistiche e opuscoli vari (alcuni sono a pagamento).
Per/da Positano
AUTOBUS
Positano è situata sulla litoranea SS163 circa 16 km a ovest di Amalfi e 18 km a est
da Sorrento. All’arrivo, gli autobus effettuano due fermate principali: quelli
provenienti da Sorrento e da ovest effettuano la prima fermata a SITA Sud, di fronte
al Bar Internazionale; per quelli provenienti da Amalfi e da est la prima fermata
SITA si trova all’inizio di Via Cristoforo Colombo. Per entrare in città dalla prima
(SITA Sud) seguite Viale Pasitea; dalla seconda (una via molto più breve) prendete
Via Cristoforo Colombo. Al momento di ripartire, comprate i biglietti al Bar
Internazionale se siete diretti a ovest e alla tabaccheria al fondo di Via Cristoforo
Colombo se siete diretti a est.
Flavio Gioia ( 089 81 18 95; www.flaviogioia.com; Via Cristoforo Colombo 49)
Autolinee locali che servono la circonvallazione inferiore ogni 30 min. Le fermate
sono ben indicate e i biglietti si possono acquistare sull’autobus. La tratta Positano–
Praiano costa €1,30 (€1,70 se acquistato a bordo; 30 min). I mezzi Flavio Gioia
passano da entrambe le fermate SITA. Ci sono anche 17 corse al giorno per
Montepertuso e Nocelle.
SITA ( 344 103 1070; www.sitasudtrasporti.it) Corse frequenti per/da Amalfi
(€1,80, 50 min) e Sorrento (€1,80, 40 min).
AUTOMOBILE E MOTOCICLETTA
Seguite l’autostrada A3 fino a Vietri sul Mare e da lì la costiera SS163. Da Positano
Rent a Scooter ( 089 812 20 77; www.positanorentascooter.it; Viale Pasitea 99; a
partire da €60 al giorno) potrete affittare uno scooter. Ovviamente vi verranno
richiesti la patente e un documento d’identità.
Parcheggio
D’estate trovare un parcheggio da queste parti è un’autentica impresa. Ci sono
alcune zone blu a pagamento (€3 l’ora) e alcuni esosi parcheggi privati. Il
Parcheggio da Anna (Viale Pasitea 173/a; €20 al giorno) si trova proprio prima
della Pensione Maria Luisa, nella parte più alta della cittadina. Più vicino alla
spiaggia e al centro c’è il parcheggio Di Gennaro (Via Pasitea 1; €23 al giorno)
quasi al fondo di Via Cristoforo Colombo.
IMBARCAZIONI
Tra aprile e ottobre Positano è molto ben collegata dai traghetti con le località
costiere e le isole.
Positano Jet ( 089 87 50 32; www.lucibello.it) Aliscafi per Capri (€17, 45 min, 3
al giorno)
Praiano
POP. 1900
Antico villaggio di pescatori e tranquilla località di villeggiatura estiva, l’incantevole
Praiano sta diventando anche un punto di riferimento artistico. Le case imbiancate a
calce di questo paese sono disseminate lungo il verde crinale del Monte
Sant’Angelo, nel tratto in cui digrada verso Capo Sottile. Un tempo importante
centro di produzione della seta, Praiano era molto amata dai dogi di Amalfi, che ne
fecero la loro residenza estiva.
NOCELLE
Nocelle (450 m), minuscolo e relativamente isolato borgo collinare situato
oltre Montepertuso, domina uno dei paesaggi più grandiosi di tutta la costa.
Un altro mondo rispetto alla turistica Positano, Nocelle è un luogo placido e
silenzioso dove difficilmente accade qualcosa e ciò fa la felicità dei suoi
pochi abitanti.
Se il posto vi ispira e volete fermarvi per la notte vi consigliamo
l’incantevole Villa della Quercia ( 089 812 34 97;
www.villadellaquercia.com; Via Nocelle 5; camere €70-80; apr-ott; ),
un ex monastero con vista spettacolare. Per mangiare andate alla Trattoria
Santa Croce ( 089 811 260; www.ristorantesantacrocepositano.com; Via
Nocelle 19; €25; 12-14.30 e 19-23 apr-ott), un ristorante modesto ma
affidabile nella parte centrale del paese.
Per Nocelle c’è un autobus locale da Positano (€1,30, 1,70 a bordo, 30 min,
17 corse al giorno), mentre per chi è in auto basta seguire i cartelli da
Positano. Nocelle si trova sul tragitto del Sentiero degli Dèi, per cui gli
escursionisti possono farvi tappa quando passano da qui.
Che cosa vedere e fare
Praiano è situata a 120 m di altezza sul livello del mare e ciò significa che per
visitarla bisogna affrontare una grande quantità di scalini. Dal centro scendono
diversi sentieri, tra i quali uno molto panoramico che offre il meglio di sé al
tramonto – con inizio accanto alla Chiesa di San Gennaro verso ovest e sbocco alla
Spiaggia dei Gavitelli (300 gradini!), da dove prosegue verso la Torre di Grado, una
torre difensiva di epoca medievale. Praiano è anche uno dei punti di partenza del
Sentiero degli Dèi.
Marina di Praia
PORTO
Situata un paio di chilometri a est del centro, questo bel porto e la sua piccola
spiaggia sono la principale attrattiva del posto. Dalla SS163 (accanto all’Hotel Onda
Verde), un ripido sentiero scende lungo la scogliera fino a una minuscola insenatura
con un piccolo tratto di sabbia grossa e un mare molto invitante; l’acqua più limpida
è però quella intorno agli scogli, subito prima; si può anche noleggiare una barca. In
quelle che un tempo erano modeste case di pescatori ci sono ora quattro ristoranti,
uno dei quali rinomato per pesce e frutti di mare.
IL SENTIERO DEGLI DÈI
Il Sentiero degli Dèi, sicuramente il più noto degli itinerari escursionistici
della Costiera Amalfitana, si snoda per 12 km (3 h) lungo l’alto crinale che
collega Praiano con Positano. Il tragitto parte dal centro di Praiano con una
scalinata che, mettendo subito alla prova i muscoli dei vostri arti inferiori,
vi porterà al sentiero vero e proprio. Una più comoda alternativa è quella di
raggiungere in autobus Bomerano, situato vicino ad Agerola sulle
montagne dell’entroterra tra Sorrento ed Amalfi: prendete l’autobus SITA
fino al bivio per Agerola e da lì un mezzo locale per il paese. Bomerano si
trova immediatamente a sud. Sappiate comunque che l’incantevole tratto
iniziale a scalini si snoda tra bellissimi giardini ed è un peccato evitarlo.
L’itinerario non è consigliabile a chi soffre di vertigini: si tratta di un
percorso spettacolare che segue serpeggiando la cresta delle montagne
superando grotte e terrazze rocciose che scendono a precipizio su profonde
vallate incorniciate dall’azzurro luminoso del mare. Le brume che si
formano talvolta a questa quota non fanno che aggiungere fascino al
paesaggio: file di cipressi che emergono dalla foschia come scure lame di
spade e pastori che guidano i loro greggi di capre tra la vegetazione avvolta
nella nebbia. Arrivati in cima, compratevi alla gastronomia di Praiano
qualche delizia alimentare per un pranzo al sacco (portatevi un coltellino da
tasca per tagliare pane, formaggio e altro, perché non preparano panini nel
negozio). Mettete varie bottiglie d’acqua nello zaino e indossate scarpe da
trekking perché il sentiero è accidentato e le discese ripide. Potreste
portarvi anche un costume da bagno per terminare il tragitto con un
corroborante tuffo in mare.
L’ Ufficio Informazioni Turistiche di Praiano ( 089 87 45 57;
www.praiano.org; Via G. Capriglione 116b; 9-13 e 16-20) fornisce
cartine e assistenza. Appena più in basso, e sullo stesso lato, potrete
comprare panini, formaggio, carne, bevande e frutta per la gita da
Alimentari Rispoli ( 089 87 40 18; 82 Via Nazionale). La scalinata che
esce dalla città inizia in Via degli Ulivi, che si stacca dalla strada principale
quasi di fronte all’Hotel Smeraldo. Preparatevi alla lunga salita che vi
attende e seguite sempre le frecce marroni collocate a distanze regolari
lungo il sentiero bordato di fiori. Dopo circa 45 minuti arriverete a
Fontanella, con la Chiesa di Santa Maria a Castro, una bellissima cappella
imbiancata a calce con un affresco quattrocentesco della Madonna. Si
possono anche visitare le stanze non abitate del Convento San Domenico.
Proseguendo, vedrete sulla destra un arco naturale di roccia sopra il
sentiero; non attraversatelo, ma proseguite verso l’alto e, dopo una ventina
di minuti di ripida salita e scalini intagliati nella roccia, troverete il vero e
proprio Sentiero degli Dèi: prendete il bivio verso sinistra con l’indicazione
‘Positano Nocelle’. Da qui il percorso continua in leggera e piacevole
discesa fino a Nocelle: se sopra di voi ci sarà qualche nuvola, godrete di
una combinazione di luci e di colori veramente indimenticabile. Il sentiero,
segnato da righe bianche e rosse dipinte sulla roccia e sugli alberi, è facile
da seguire.
Raggiunto il paesino di Nocelle, potrete bere un caffè o qualcosa di fresco
in un grazioso chiosco con fiori appena colti sui tavolini, oppure
addentrarvi nell’abitato fino a Piazza Santa Croce, dove una bancarella
vende fantastiche spremute di arancia e limone.
Proseguite ancora dentro Nocelle fino a che una serie di scalini tra gli
uliveti vi riporterà sulla strada appena a est di Positano. Un’alternativa più
panoramica ma più lunga – soprattutto se a questo punto non ne potrete più
degli scalini – è quella di proseguire lungo il sentiero che da Nocelle va a
ovest verso Montepertuso. Da non perdere è l’enorme buco naturale al
centro della parete rocciosa: sembra che un gigante abbia sfogato la sua
rabbia con un grosso pugno nella pietra calcarea. Da qui la strada raggiunge
l’estremità nord di Positano, da dove potrete precipitarvi verso il
lungomare, la spiaggia e, finalmente, le rinfrescanti acque del mare.
Le mappe escursionistiche vi torneranno molto utili per pianificare le vostre
escursioni; una fonte affidabile è la cartina regionale dei sentieri del Club
Alpino Italiano (CAI) Monti Lattari, Peninsola Sorrentina, Costiera
Amalfitana: Carta dei Sentieri su scala 1:30.000. Se preferite farvi
accompagnare da una guida, ne troverete di ottime sul posto, tra cui
Francesco (Frank) Carpegna (www.positanofrankcarpegna.com) che vive
qui da molto tempo e Zia Lucy (www.zialucy.it).
Chiesa di San Luca
CHIESA
La cinquecentesca Chiesa di San Luca nella parte alta di Praiano ha uno
(Via Oratorio 1)
splendido pavimento di maiolica multicolore, dipinti del pittore del XVI secolo
Giovanni Bernardo Lama e un busto di san Luca evangelista della fine del XVII
secolo.
Centro Sub Costiera Amalfitana
IMMERSIONI
( Un centro
089 81 21 48; www.centrosub.it; Via Marina di Praia; immersioni a partire da €80; )
immersioni che gode di ottima reputazione; offre lezioni per adulti e bambini sopra
gli otto anni, immersioni notturne e uscite di un giorno intero con spuntini a bordo.
Pasti
Da Armandino
CUCINA DI MARE €€
( 089 87 40 87; www.trattoriadaarmandino.it; Via Praia 1, Marina di Praia; pasti €35; 13-16 e 19-24 apr-nov;
Chi ama la cucina di mare non manchi di assaggiare il pesce di questo ristorante
)
molto apprezzato, ma semplice e senza pretese, ricavato in un ex cantiere di piccole
imbarcazioni sulla spiaggia di Marina di Praia. Armandino cucina divinamente il
pesce appena scaricato dalla barca. Non c’è menu; basta ordinare il piatto del giorno,
immancabilmente delizioso.
Completano piacevolmente il quadro l’atmosfera vacanziera e la bella posizione ai
piedi della scogliera che s’innalza fino alla strada.
Franchino
CAMPANO €€
( 089 87 41 43; www.hotelondaverde.it; Via Terramare 3; pasti €40; Questo ristorante
12-22 apr-nov)
appartenente all’Hotel Onda Verde si trova a metà della ripida scalinata che scende
al porticciolo (appena oltre la torre difensiva); sedetevi all’esterno per godervi la
bella vista sulla baia. La cucina interpreta in modo innovativo la tradizione e
comprende un’ampia scelta di insalate, proprio quel che ci vuole in una torrida
giornata estiva.
La Brace
CAMPANO €€
( 089 87 42 26; www.labracepraiano.com; Via G. Capriglione; pizza a partire da €5, pasti €25; 12.30-15 e
Un ristorante di tradizione consolidata sulla via principale
18.30-22.30 lun, mar e gio-dom)
con una buona reputazione per pesce e pizza. Dalla sala da pranzo la vista spazia sui
tetti del paese e arriva fino al mare mentre Gianni, il proprietario, accoglie tutti come
amici di vecchia data. Il suo ristorante del resto è uno dei preferiti dalla gente del
posto.
Locali e vita notturna
Africana
CLUB
( 089 87 48 58; www.africanafamousclub.com; Una serata in questo locale
19.30-3 mag-set)
unico nel suo genere è destinata a rimanere memorabile (ma andateci piano con i
drink perché sono carissimi). L’Africana è in attività dagli anni ’50, quando Jackie
Kennedy era solo una dei tanti VIP che frequentavano il locale. L’ambiente è quello
di una grotta con sfiatatoi naturali e con una pista da ballo di vetro sul mare in modo
da poter vedere i pesci che nuotano sotto.
D’estate un servizio di autobus navetta fa regolarmente la spola con Positano,
Amalfi e Maiori; un’altra possibilità è offerta dai taxi d’acqua (€10) di Positano
Boats ( 339 2539207; www.positanoboats.info).
Furore
Non è facile pensare al minuscolo villaggio di pescatori di Marina di Furore come a
un fiorente centro del commercio. Tale era però in epoca medievale, grazie alla sua
singolare posizione naturale che lo rendeva inattaccabile dai pirati del mare e al
riparo da un torrente che lo riforniva di acqua dolce per i mulini per la farina e il
funzionamento di una cartiera.
Fondato dai romani in fuga dalle invasioni barbariche, il paese è annidato al fondo di
una gigantesca fenditura tra i Monti Lattari conosciuta come Fiordo di Furore.
L’abitato principale, situato 300 m più in alto nella parte superiore del Vallone di
Furore, è un modesto paesotto che vede pochi turisti in qualsiasi momento dell’anno
e conserva un aspetto autenticamente rurale nonostante la presenza di alcuni vistosi
murales e di qualche improbabile scultura moderna.
Per arrivare a Furore alta con l’auto seguite la SS163 e poi la SS366 con le
indicazioni per Agerola. Altrimenti ci sono autobus SITA di linea che partono dal
capolinea di Amalfi (€1,20, 30 min, 17 corse al giorno).
TUFFI DA PAURA
Ogni anno, in luglio, Furore ospita la Mediterranean Cup
(www.comunefurore.it), un campionato di tuffi da grandi altezze che
richiama sportivi da tutto il mondo, non si sa se coraggiosi o incoscienti,
per gettarsi dal ponte che attraversa il Fiordo. Dall’altezza di 28 m del
ponte si raggiunge una velocità media di 100km/h. La competizione, che si
tiene di solito in una delle prime domeniche del mese, è un evento da non
perdere e raggiunge il massimo della spettacolarità se visto in mare da una
barca.
Amalfi
POP. 5428
Oggi risulta difficile immaginare che l’incantevole piccola Amalfi, con le piazze
inondate di sole e un breve tratto di spiaggia, fosse un tempo una potente repubblica
marinara con una popolazione di oltre 70.000 abitanti. Si tratta infatti di una
cittadina di piccole dimensioni (la si può attraversare comodamente a piedi da un
capo all’altro in una ventina di minuti) che conserva un numero esiguo di edifici
storici. Ciò si deve a un tragico motivo: nel 1343 gran parte della città antica, e dei
suoi abitanti, scivolò semplicemente in mare in occasione di un disastroso terremoto.
Oggi Amalfi conta una popolazione di poco più di 5000 persone, un numero che
però aumenta significativamente durante la stagione estiva quando pullman e
traghetti scaricano orde di gitanti in giornata.
La vicina Atrani, appena dietro il capo, merita assolutamente un’occhiata per il suo
pittoresco dedalo di vicoli, portici e case imbiancati a calce intorno a una piazza
molto animata e a una spiaggia altrettanto piacevole e vivace.
Amalfi
Da non perdere
1 Cattedrale di Sant’Andrea C3
Che cosa vedere
Chiostro del Paradiso (v. 1)
Pernottamento
2 Albergo Sant’Andrea B3
3 DieciSedici D3
4 Hotel Amalfi B2
5 Hotel Centrale B3
6 Hotel Lidomare B3
7 Residenza del Duca B3
Pasti
8 Da Maria C3
9 Il Teatro B1
10 La Pansa C3
11 La Taverna del Duca B1
12 Marina Grande D3
13 Ristorante La Caravella B3
Shopping
14 Anastasio Nicola Sas B2
15 Il Ninfeo C2
16 L’Arco Antico B2
Che cosa vedere e fare
La prima tappa d’obbligo è Piazza del Duomo, il cuore pulsante di Amalfi con la sua
grandiosa cattedrale. Per un colpo d’occhio sull’importante storia medievale della
città, esplorate i vicoli paralleli alla strada principale, con le loro ripide scalinate, i
portici e le antiche edicole votive.
Amalfi gode di una splendida posizione sul mare ed è il luogo ideale per pranzi
rilassanti e prolungati, senza limiti di tempo. Se avete in programma di fare un bel
bagno in mare, vi consigliamo di noleggiare una barca per spingervi al largo.
Rivolgetevi a uno dei tanti operatori del Lungomare dei Cavalieri.
Cattedrale di Sant’Andrea
DUOMO
( 089 87 10 59; Piazza del Duomo; Situato in posizione spettacolare in cima a
7.30-19.45)
una grandiosa e lunga scalinata, il duomo di Amalfi colpisce straordinariamente i
visitatori. Caratterizzato da un insieme stilisticamente composito, è una delle poche
testimonianze del glorioso passato di Amalfi come superpotenza marittima nell’XI
secolo. Tra le 10 e le 17 vi si accede tramite il duecentesco Chiostro del Paradiso.
Il duomo risale in parte all’inizio del X secolo, ma la sua stupefacente facciata è
stata ricostruita due volte, l’ultima alla fine dell’Ottocento. Tra i diversi stili
prevalgono gli elementi arabo-normanni tipici delle chiese siciliane, evidenti nella
bicromia moresca degli esterni e nel campanile duecentesco. Il colossale portale di
bronzo è anch’esso degno di nota: fra i primi del genere in Italia, fu commissionato
da un aristocratico locale e realizzato in Siria per poi essere spedito via mare ad
Amalfi. Meno imponente risulta l’interno barocco, ma sono comunque pregevoli le
statue che ornano l’altare e alcuni mosaici del XII e XIII secolo.
Chiostro del Paradiso
CHIOSTRO
( 089 87 13 24; Piazza del Duomo; interi/ridotti €3/1;Sulla sinistra del porticato del
9-19)
duomo si apre questo splendido chiostro in stile moresco costruito nel 1266 per
accogliere le spoglie dei cittadini più illustri di Amalfi; 120 colonne marmoree
sostengono una serie di alti ed esili archi arabeggianti disposti intorno a un giardino
centrale. Dal chiostro si accede alla Basilica del Crocefisso, dove si trovano diversi
oggetti sacri esposti in teche di vetro e alcuni affreschi trecenteschi un po’ sbiaditi.
La cripta sottostante del 1206 conserva le spoglie di sant’Andrea.
Grotta dello Smeraldo
GROTTA
(ingresso €5; Questa grotta situata 4 km a ovest di Amalfi deve il nome al
9-15.30)
misterioso color smeraldo della sua acqua. Dal soffitto alto 24 m pendono stalattiti,
mentre dal fondo salgono stalagmiti alte 10 m. Gli autobus passano regolarmente dal
parcheggio sopra l’ingresso (da dove si scende con un ascensore fino alle barche a
remi). Un’alternativa è offerta dalla Coop Sant’Andrea ( 089 87 29 50;
www.coopsantandrea.com; Lungomare dei Cavalieri 1), le cui barche fanno servizio
da Amalfi: per l’andata e ritorno (€10 escluso l’ingresso alla grotta) calcolate un’ora
e 10 minuti.
Tutti gli anni, il 24 dicembre e il 6 gennaio, subacquei provenienti da tutta Italia
effettuano il tradizionale pellegrinaggio, senza muta e in apnea, al presepe di
ceramica sommerso.
ARTE NELLA TORRE
Lungo la Costiera Amalfitana si vedono diverse torri difensive, spesso
erroneamente chiamate torri saracene dal nome degli invasori per
difendersi dai quali sono state costruite. La maggior parte di esse è
attualmente vuota, ma alcune sono di proprietà privata. A Marina di Praia
si può visitare la Torre a Mare ( 339 4401008; www.paolosandulli.com;
Torre a Mare; 9-13 e 15.30-19 apr-ott), da qualche anno diventata lo
studio del pittore e scultore Paolo Sandulli. Le sue opere più caratteristiche
sono le ‘teste’ di terracotta con variopinte spugne marine per capelli. Una
scala a chiocciola conduce al piano superiore in cui sono raccolte altre
sculture e dipinti.
Le opere dell’artista sono esposte in tutta la Costiera Amalfitana, anche nel
prestigioso Palazzo Murat di Positano.
Museo della Carta
MUSEO
( 089 830 45 61; www.museodellacarta.it; Via delle Cartiere 23; ingresso €4; 10-18.30 tutti i giorni marzo-
Allestito in una specie di ampia grotta che nel XIII
ott, 10-15.30 mar, mer e ven-dom nov-feb)
secolo era una cartiera (la più antica d’Europa), il museo custodisce con cura le
presse originali tuttora perfettamente funzionanti, come potrete constatare nel corso
della visita guidata di 20 minuti che illustra il processo di produzione della carta
inizialmente con il cotone e poi con la cellulosa. Al termine potreste essere
interessati all’acquisto di un articolo di cancelleria oppure di un esempio di modelli
calligrafici o ancora di carta stampata con fiori in vendita nel gift shop del museo.
Amalfi Boats
GITE IN BARCA
( Questo operatore
329 2149811; www.amalfiboats.it; Spiaggia del Porto, Lungomare dei Cavalieri)
gestito dall’americana residente Rebecca Brooks noleggia imbarcazioni senza
skipper (a partire da €250 al giorno per un motoscafo con al massimo 6 passeggeri).
Pasti e locali
La maggior parte dei ristoranti di Amalfi e dintorni si rivolge inevitabilmente al
turismo di massa. Ciò nonostante la qualità è di solito elevata ed è raro che da queste
parti si mangi male. L’offerta è quasi sempre a base di pizza, ma non mancano una
certa varietà di piatti di pasta e carne e pesce alla griglia. Per bere qualcosa, le
possibilità si limitano per lo più ai bar e caffè con dehors su strade e piazze.
Maggiore animazione la si trova nella vicina Atrani, ma anche qui le notti sono
piuttosto tranquille.
La Pansa
CAFFÈ €
( 089 87 10 65; www.pasticceriapansa.it; Piazza del Duomo 40; croissant e pasticcini a partire da €1,50;
Un caffè del 1830 tutto marmi e specchi in Piazza del Duomo, ideale per una
7.30-22)
prima colazione a base di ottimi croissant e uno schiumoso cappuccino serviti da
camerieri con papillon nero.
Il Teatro
TRATTORIA €€
( 089 87 24 73; Via E. Marini 19; pasti €25; Eccellente trattoria
11.30-15 e 18.30-23 chiuso mer; )
senza pretese nascosta in una suggestiva via del centro storico (che si raggiunge
dalla Salita degli Orafi). Tra le specialità di mare raccomandiamo il pesce spada ‘al
teatro’ con salsa di pomodoro, capperi e olio extravergine d’oliva; ci sono anche
ottimi piatti vegetariani come gli scialatielli ‘al teatro’ con pomodori e melanzane.
L’interno un po’ antiquato è caratterizzato da una serie di archi, fotografie in bianco
e nero alle pareti e chincaglierie assortite.
La Taverna del Duca
CUCINA DI MARE €€
( 089 87 27 55; www.amalfilatavernadelduca.it; Piazza Spirito Santo 26; pizza a partire da €7, pasti €35; 12-
Prendete possesso di una sedia sulla piazza davanti a questo
15 e 19-23.30 ven-mer)
ristorante apprezzato soprattutto per il pesce. Il piatto del giorno varia con il pescato
del mattino e può comprendere carpaccio di baccalà o linguine con scampi. Oppure
optate per una sostanziosa pasta fagioli e cozze. Anche la scelta di antipasti è ampia
ed eccellente. L’ambiente è elegante: candele ai tavoli e bei dipinti a olio alle pareti.
Da Maria
CAMPANO €€
( 089 87 18 80; www.amalfitrattoriadamaria.com; Via Lorenzo d’Amalfi 14; pizza circa €6, pasti €25; 12-15
e 19-23 dic-ott, Su questo vasto locale situato appena fuori Piazza del Duomo,
)
all’inizio della principale via pedonale, si riversano un’affezionata clientela di
napoletani scesi dallo yacht e folle di turisti scaricati dai pullman. Ma non fatevi
sviare: le pizze cotte nel forno a legna sono squisite, l’ambiente è allegro e sia i
primi di pasta sia le portate principali sono ottimi, anche se un po’ costosi.
Lo Smeraldino
CUCINA DI MARE €€
( 089 87 10 70; www.ristorantelosmeraldino.it; Piazzale dei Protontini 1, Lungomare dei Cavalieri; pizza €7-
11, pasti €35; Questo invitante
12-24 apr-ott; 11.45-15 e 18.45-23.15, chiuso mer nov-marzo)
ristorante blu e bianco a ovest del centro, situato sul lungomare e con vista sulle
barche da pesca, fu inaugurato nel 1949. Oltre alle buone pizze croccanti, è
specializzato in superbi risotti, come quello al salmone affumicato e caviale, o piatti
semplici di mare come pesce locale grigliato o in bianco.
Nonostante la posizione sulla spiaggia, non è un posto in cui si possa entrare in
pareo e infradito; l’ambiente si distingue infatti per una certa eleganza minimalista.
Prenotate in anticipo.
Le Arcate
CAMPANO €€
( 089 87 13 67; www.learcate.net; Largo Orlando Buonocore, Atrani; pizza a partire da €6, pasti €25; 12.30-
Nei giorni di sole la posizione da
15 e 19.30-23.30 mar-dom set-giu, tutti i giorni lug e agosto; )
sogno di questo ristorante è veramente unica: infatti si trova all’estremità est del
porto, con vista sulla spiaggia e con gli antichi tetti di Atrani e il campanile della
chiesa alle spalle. Grandi ombrelloni bianchi fanno ombra ai tavoli, mentre la sala da
pranzo interna è una grotta naturale con pareti di roccia. La pizza è servita sia a
pranzo sia a cena, mentre il menu del giorno elenca, tra l’altro, risotti ai frutti di
mare e pesce spada alla griglia.
La cucina è buona, ma non proprio all’altezza dalla bellezza del luogo.
Marina Grande
CUCINA DI MARE €€€
( 089 87 11 29; www.ristorantemarinagrande.com; Viale Delle Regioni 4; menu degustazione a pranzo/cena
€25/60, pasti €45; Gestito dalla stessa famiglia da ben
12-15 e 18.30-23 mar-dom marzo-ott)
tre generazioni, questo ristorante sul lungomare serve pesce talmente fresco da
sembrare ancora vivo. Il locale dichiara orgogliosamente di utilizzare soltanto
prodotti biologici locali, il che ad Amalfi significa pesce e frutti di mare di
primissima qualità.
Ristorante La Caravella
CAMPANO €€€
( 089 87 10 29; www.ristorantelacaravella.it; Via Matteo Camera 12; menu degustazione €50-90-120; 12-
14.30 e 19-23 mer-lun; Prima stella Michelin del Sud Italia, acquisita negli anni ’60,
)
oggi conserva il premio per l’interpretazione della cucina regionale con piatti dal
piglio creativo e moderno come i ravioli al nero di seppia, scampi e ricotta, o
proposte semplicissime come il pescato del giorno servito grigliato su foglie di
limone. Chi s’intende di vino troverà certamente qualcosa di suo gusto tra le 15.000
etichette della carta. La prenotazione è indispensabile. Il ristorante si trova in un
pregevole palazzo del 1100 che fu la dimora del duca d’Amalfi e al suo interno è
ospitata una delle collezioni di ceramiche più importanti della Costa di Amalfi.
Questo è uno dei pochi posti di Amalfi in cui si paga per ciò che si mangia e non per
la posizione non certo spettacolare, schiacciata tra lo sfrecciare del traffico stradale e
il vecchio arsenale. Ma ciò non pare preoccupare la saggia clientela di intenditori a
cui interessa soprattutto la qualità della cucina.
Shopping
In Via Lorenzo d’Amalfi non avrete difficoltà a fare incetta di souvenir: entrambi i
lati della strada sono un susseguirsi di negozi, anche un po’ kitsch, di ceramiche
locali, oggetti di carta artigianale e limoncello. I prezzi sono quelli delle località
turistiche, quindi non aspettatevi di fare grandi affari.
Il Ninfeo
CERAMICHE
( 089 873 63 53; www.amalficoastceramics.com; Via Lorenzo d’Amalfi 28; La vasta sala
9-21)
espositiva di questo negozio molto turistico raccoglie un vario e interessante
assortimento di ceramiche che spazia da grandi vasi a magneti per il frigorifero. Se
non c’è troppa gente e il personale è disponibile, si può chiedere di vedere gli
affascinanti resti di una villa romana situati sotto la sala espositiva: vi renderete
conto di quanta storia sia ancora nascosta sotto i vostri piedi in questa città.
Anastasio Nicola Sas
GASTRONOMIA, COSMETICI
( 089 87 10 07; Via Lorenzo d’Amalfi 32; A meno che non vi aspettino lunghi tratti
9-20.30)
in aereo, una specialità alimentare può essere un bel regalo da portare a casa. Tra i
prosciutti appesi al soffitto di questo elegante negozio scoprirete un’ampia varietà di
squisitezze locali come formaggi, conserve, caffè, cioccolato, limoncello e pasta di
ogni immaginabile tipo e forma. C’è anche una buona scelta di saponi profumati alla
frutta e di shampoo, profumi e creme idratanti assolutamente naturali.
L’Arco Antico
SOUVENIR
( 089 873 63 54; Via Capuano 4; Il rapporto tra Amalfi e la produzione della
9.30-20.30)
carta risale al lontano XII secolo, quando furono realizzate le prime cartiere per
rifornire il piccolo esercito di burocrati della repubblica. Oggi la produzione si limita
a qualche articolo, sempre di ottima qualità, e in questo bel negozio troverete in
vendita dell’elegante carta da lettere, taccuini in pelle rilegati a mano e grandi album
per le fotografie.
Informazioni
Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo di Amalfi (C3; 089 87 11 07;
www.amalfitouristoffice.it; Corso delle Repubbliche Marinare 27; 8.30-13 tutto
l’anno e 14-18 lun-sab apr-ott)
Per/da Amalfi
AUTOBUS
SITA ( 344 103 1070; www.sitasudtrasporti.it) Dalla fermata di Piazza Flavio
Gioia partono almeno 12 corse al giorno per Sorrento (via Positano; €2,70; 1h 40
min), nonché per Ravello (€1,20; 30 min), Salerno (€2,20; 1h 15 min) e Napoli
(€4,70; 2h). Per controllare gli orari e acquistare i biglietti andate al Bar Il Giardino
delle Palme (Piazza Flavio Gioia), di fronte alla fermata degli autobus.
AUTOMOBILE E MOTOCICLETTA
Arrivando da nord uscite dall’autostrada A3 a Vietri sul Mare e prendete la SS163.
Da sud uscite dalla A3 a Salerno e dirigetevi verso Vietri sul Mare e la SS163.
Parcheggio
Parcheggiare ad Amalfi è un problema. Si può trovare parcheggio in Piazza Flavio
Gioia vicino al terminal dei traghetti (€3 l’ora) e, alla stessa tariffa oraria, in un
parcheggio sotterraneo accessibile da Piazza Municipio.
IMBARCAZIONI
Caremar (cartina; 081 18 96 66 90; www.caremar.it) Traghetti da Sorrento a
Capri (€14,70, 35 min, 17 partenze al giorno). Da aprile a ottobre ci sono
aliscafi/traghetti giornalieri Gescab ( 081 807 18 12; www.gescab.it) da Capri a
Positano (€17,40), Amalfi (€19,80) e Salerno (€21,80).
Ravello
POP. 2500
Situata in posizione elevata tra le colline sopra Amalfi, Ravello è una cittadina
raffinata, tenuta come un gioiello e quasi interamente votata al turismo (oltre che
sempre più ricercata come splendida cornice per un matrimonio). Con un passato di
illustri visitatori come Wagner, D.H. Lawrence e Virginia Woolf, oggi Ravello è
celebre per i suoi incantevoli giardini e la vista meravigliosa, la più bella del mondo
secondo il suo ex residente Gore Vidal e sicuramente la più favolosa della costa.
Quasi tutti visitano Ravello in giornata da Amalfi, dopo uno snervante tragitto in
auto lungo la Valle del Dragone; tuttavia, per cogliere al meglio la poesia, il
romanticismo e l’atmosfera quasi ultraterrena del posto, vi suggeriamo di fermarvi
almeno una notte. Il martedì mattina si tiene un vivace mercato in Piazza Duomo; vi
troverete non soltanto vino, mozzarella e olio extravergine d’oliva, ma anche abiti
firmati a prezzi scontati.
Ravello
Da non perdere
1 Villa Rufolo A3
Che cosa vedere
2 Auditorium Oscar Niemeyer B2
3 Camo A3
4 Duomo A3
5 Villa Cimbrone A5
Attività, corsi e tour
6 Mamma Agata A5
Pernottamento
7 Affittacamere Il Roseto A3
8 Albergo Ristorante Garden B3
9 Hotel Caruso B2
10 Hotel Toro A2
11 Hotel Villa Amore A4
12 Palazzo Avino B2
Pasti
13 Babel A3
14 Caffè Calce A2
15 Da Salvatore B3
16 Ristorante Pizzeria Vittoria A3
Shopping
17 Cashmere A3
18 Profumi della Costiera A3
19 Wine & Drugs A3
Che cosa vedere
Anche chi non ha il minimo senso dell’orientamento, e tende a ritrovarsi sempre nel
punto da cui è partito, avrà difficoltà a perdersi in questa cittadina dove tutto è
chiaramente indicato a partire dalla centrale Piazza Duomo. Perlustrando i vicoli
secondari si scopre però un mondo più tranquillo e legato alle tradizioni rurali della
regione: muri a secco circondano case semplici con giardini invasi dalla vegetazione,
orti ben curati e gatti che sonnecchiano al sole.
Duomo
CATTEDRALE
( 089 85 83 11; Piazza Duomo; museo €3; Il
8-12 e 17.30-20.30 marzo-ott; 8-12 e 16.30-19.30 nov-feb)
lato orientale di Piazza Duomo è delimitato dalla cattedrale che, costruita
originariamente nel 1086, è stata più volte rimaneggiata nel corso dei secoli. La
facciata è cinquecentesca, mentre il portale centrale in bronzo, uno dei pochi rimasti
in Italia, risale al 1179. L’interno è un’interpretazione tardo-novecentesca di quello
che doveva essere l’aspetto originario.
Di particolare interesse è il magnifico pulpito sostenuto da sei colonne tortili,
decorate con lucenti mosaici policromi raffiguranti pavoni e altri uccelli, che
poggiano su altrettanti leoni marmorei. Da notare come il pavimento inclini verso la
piazza, un accorgimento destinato a enfatizzare l’effetto prospettico della chiesa.
L’ingresso è tramite il museo della cattedrale, che raccoglie una modesta collezione
di oggetti sacri.
LE MIGLIORI SAGRE GASTRONOMICHE DELLA
COSTIERA AMALFITANA
Sagra della salsiccia e ceppone Sorrento
Gusta Minori Minori
Sagra del tonno Cetara
Villa Rufolo
GIARDINI
( A sud del Duomo, una
089 85 76 21; www.villarufolo.it; Piazza Duomo; interi/ridotti €5/3; 9-17)
torre trecentesca segna l’ingresso a questa villa celebre per i suoi splendidi giardini
terrazzati. Creati dallo scozzese Scott Neville Reid nel 1853, sono davvero
magnifici: un’esplosione di colori esotici, romantiche torri in rovina e un tripudio di
fiori rigogliosi che dominano su un panorama da paradiso terrestre. Tenete presente
che il periodo migliore per visitare i giardini va da maggio a ottobre (al di fuori di
questi mesi non meritano il pagamento dell’ingresso).
La villa fu costruita nel XIII secolo per la facoltosa e potente famiglia Rufolo e usata
come residenza da diversi papi e dal re Roberto d’Angiò. Dopo aver visitato i
giardini nel 1880, Wagner rimase talmente colpito dalla bellezza del luogo da
prenderlo a modello per il giardino di Klingsor (in cui è ambientato il secondo atto
del Parsifal). Oggi i giardini di Villa Rufolo fanno da splendida cornice ai concerti
dell’annuale festival estivo di musica classica.
Villa Cimbrone
GIARDINI
( 089 85 80 72; www.villacimbrone.com; Via Santa Chiara 26; interi/ridotti €7/4; 9-17 in inverno, 30 min
Situata circa 600 m a sud di Piazza Duomo, Villa
prima del tramonto il resto dell’anno)
Cimbrone merita una visita se non per la villa stessa dell’XI secolo (ora trasformata
in hotel di lusso), per il panorama favoloso che si gode dai bellissimi giardini. Questi
si ammirano al meglio da una terrazza belvedere fiancheggiata da busti e statue in
stile classico.
La villa in origine era conosciuta come un ritiro bohémien frequentato da attori e
artisti, tra cui Greta Garbo e il direttore d’orchestra Leopold Stokowski in fuga
d’amore (o così si dice). Altri ospiti illustri furono Virginia Woolf, Winston
Churchill, D.H. Lawrence e Salvador Dalí.
PASSEGGIATE DA RAVELLO
Ravello è il punto di partenza di numerose passeggiate, alcune delle quali
seguono antichi sentieri attraverso i circostanti Monti Lattari. Se siete
allenati potrete scendere a Minori seguendo un bel percorso di scalini,
viottoli nascosti e uliveti che passa per il pittoresco villaggio di Torello.
Questo tragitto di 45 minuti parte immediatamente a sinistra di Villa
Rufolo. Altrimenti potrete andare nella direzione opposta, cioè verso
Amalfi, passando per l’antico borgo di Scala, il più antico comune della
Costiera Amalfitana. Un tempo fiorente centro religioso con più di un
centinaio di chiese, Scala è oggi un minuscolo e silenzioso centro abitato in
cui il vento fischia tra le strade deserte. Il duomo romanico del XII secolo
(Piazza Municipio; 8-12 e 17-19), nella piazza centrale, conserva parte
dell’originale solennità. L’ufficio turistico di Sorrento vi darà utili
informazioni su altre possibili passeggiate nella zona.
Auditorium Oscar Niemeyer
TEATRO
( Situato appena sotto la principale via di accesso alla
346 7378561; Via della Repubblica 12)
città, questo edificio moderno che segue il naturale pendio della collina è stato
oggetto a Ravello di profonde controversie e tuttora c’è chi lo apprezza e chi lo
detesta. Progettato dal celebre architetto brasiliano Oscar Niemeyer e inaugurato nel
2010, l’edificio presenta il sinuoso profilo di un’onda; vi si accede da un terrazzo
esterno rettangolare che ospita solitamente esposizioni temporanee di scultura di
livello mondiale. L’auditorium è sede di concerti e di mostre d’arte.
Corsi
Mamma Agata
CORSO DI CUCNA
( Mamma
089 85 70 19; www.mammaagata.com; Piazza San Cosma 9; corsi apr-nov €200, mag-ott €250)
Agata, insieme alla figlia Chiara, offre a casa sua lezioni private di cucina che
prevedono l’insegnamento di piatti semplici, ma squisiti, utilizzando soprattutto
ingredienti biologici. Una lezione dimostrativa di una giornata culmina nella
degustazione dei piatti preparati in un’incantevole terrazza con vista mare e
accompagnamento di limoncello fatto in casa. Si può anche acquistare un libro di
ricette.
Pare che per Humphrey Bogart fosse diventata una tradizione fare colazione al
mattino con il dolce al limone (fatto con il limoncello) di Mamma Agata, quando
quest’ultima, negli anni ’60, lavorava per una facoltosa famiglia americana. Tra gli
altri estimatori hollywoodiani della cucina di Mamma Agata si contano Richard
Burton, Frank Sinatra, Audrey Hepburn e, più recentemente, l’attore Pierce Brosnan.
I prezzi variano a seconda delle stagioni.
Feste ed eventi
Il programma di concerti di musica classica di Ravello inizia a marzo e prosegue
fino alla fine di ottobre. Le manifestazioni più importanti hanno luogo in giugno e in
settembre con l’International Piano Festival e la Chamber Music Week, quando i
maggiori musicisti italiani e stranieri si esibiscono in cornici naturali di una bellezza
indimenticabile. Il prezzo dei biglietti, prenotabili per telefono o online, parte da €25
(più €2 di diritti di prevendita). Per ulteriori informazioni contattate la Ravello
Concert Society (www.ravelloarts.org).
Ravello Festival
MUSICA, ARTI DELLO SPETTACOLO
( 089 85 83 60; www.ravellofestival.com; giu-set) Tra la fine di giugno e l’inizio di settembre
il Ravello Festival – inaugurato nel 1953 – trasforma gran parte del centro del paese
in un grande palcoscenico. In suggestivi spazi all’aperto, tra cui la celebre terrazza
sospesa dei giardini di Villa Rufolo, si può assistere a concerti di musica sinfonica e
da camera, spettacoli di balletto, proiezioni cinematografiche e mostre d’arte.
Pasti
Contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, a Ravello di buoni ristoranti ce ne sono
pochi. Ovviamente abbondano i bar e i caffè in cui si spende un occhio della testa
per un panino o una pizza, ma non è facile trovare un ristorante o una trattoria di
buon livello. Ce ne sono alcuni non male appartenenti ad alberghi ma aperti a tutti e
un paio di altri davvero ottimi, ma niente di più. I locali citati di seguito in estate
sono sempre pieni, soprattutto a mezzogiorno, e i prezzi sono alti.
Caffè Calce
CAFFÈ €
( 089 85 71 52; www.caffecalce.com; Via Roma 2; gelati €2,50; Questo
8-22, fino alle 2 di notte in estate)
caffè di fianco a Piazza Duomo si distingue per l’ambiente vecchio stile e una
clientela locale dall’aspetto un po’ burbero. Il suo caffè è considerato il migliore di
Ravello e pasticcini e gelati sono buonissimi. Della stessa gestione il B&B Giardini
Caffè Calce.
Babel
CAFFÈ €€
( 089 858 62 15; Via Trinità 13; pasti €20;Un elegante caffè-gastronomia dipinto di
11-23)
bianco che offre insalate, bruschette, taglieri di formaggi e salumi di alta qualità e a
prezzi ragionevoli, nonché un’ottima scelta di vini locali. Ci sono jazz in sottofondo
e una piccola galleria di artigianato che vende piastrelle di ceramica decorate in
modo particolarmente raffinato.
Da Salvatore
CAMPANO €€
( 089 85 72 27; www.salvatoreravello.com; Via della Repubblica 2; pasti €34; 12-15 e 19.30-22 mar-dom)
A due passi dalla fermata dell’autobus, il locale è arredato molto alla buona ma la
vista, sia dalla sala pranzo interna sia dal dehors, è veramente notevole. Il menu
propone ricette creative come teneri calamari su un letto di crema di ceci con
peperoncino. La sera parte del ristorante si trasforma in una pizzeria ( 19-23,30;
pizze a partire da €5) apparentemente senza pretese, ma le sue pizze cotte nel forno a
legna sono tra le migliori della regione.
Ristorante Pizzeria Vittoria
PIZZA €€
( 089 85 79 47; www.ristorantepizzeriavittoria.it; Via dei Rufolo 3; pizza a partire da €5, pasti €30; 12.15-15
e 19.15-23; Non perdetevi le eccezionali proposte del Ristorante Pizzeria Vittoria,
)
che offre la scelta tra 16 tipi diversi di pizza; raccomandiamo in particolare la
Ravellese, con pomodorini, mozzarella, basilico e zucchine. Se ne aveste abbastanza
della pizza, potrete scegliere tra lasagne alla zucca rossa, mozzarella affumicata e
porcini e un innovativo antipasto a base di ceci e merluzzo. L’ambiente è
caratterizzato da una sobria eleganza, con vecchie fotografie sgranate di Ravello alle
pareti e un piccolo dehors.
MUSEO DEL CORALLO
Schiacciato tra negozi e caffè per turisti, Camo ( 089 85 74 61;
www.museodelcorallo.com; Piazza Duomo 9, Ravello; 9.30-12 lun-sab)
sembra apparentemente una bottega-laboratorio di cammei di squisita
fattura, realizzati essenzialmente con corallo e conchiglie. Ma non
fermatevi a questo: chiedete di vedere le meraviglie raccolte nel museo
situato oltre la sala espositiva. La visita sarà ancora più avvincente se potrà
essere illustrata da Giorgio Filocamo, creatore dei cammei e fondatore
della ditta, che vi racconterà la storia dei pezzi più pregiati, come il
cinquecentesco Cristo su una croce di cristallo, una Madonna della metà
del XVI secolo, un’anfora romana del III secolo d.C., stupendi pettini in
tartaruga e alcuni squisiti dipinti a olio.
Questo negozio è l’antitesi di quelli dai prezzi spropositati del centro di
Ravello (riflettete però sull’eticità dell’acquisto di corallo). I divini
cammei di Giorgio sono stati richiesti da diversi personaggi famosi, tra cui
Hillary Clinton e l’attrice Susan Sarandon.
Shopping
Limoncello e ceramiche sono i souvenir più rappresentativi della Costiera
Amalfitana e qui li troverete entrambi.
Profumi della Costiera
LIMONCELLO
( Il limoncello prodotto qui è
089 85 81 67; www.profumidellacostiera.it; Via Trinità 37; 9-20)
realizzato esclusivamente con limoni locali. Conosciuto dagli esperti con il nome di
‘sfusato amalfitano’, questo particolare tipo di limone è enorme, circa il doppio di
quelli normali. Il liquore viene prodotto seguendo la ricetta tradizionale, quindi
senza conservanti né coloranti. Tutte le bottiglie sono contraddistinte dal marchio di
qualità IGP (Indicazione Geografica Protetta). Spesso è possibile assistere al
processo di imbottigliamento che avviene nel laboratorio sul retro.
PARCHEGGIARE A RAVELLO
Per una gita a Ravello da Amalfi conviene prendere un autobus,
considerando che il prezzo dei parcheggi intorno al centro pedonale è stato
evidentemente studiato per i proprietari di Ferrari: ben €5 l’ora, pagabili
soltanto con carta di credito. Un’alternativa è offerta dal parcheggio
sotterraneo dell’Auditorium Oscar Niemeyer.
Wine & Drugs
GASTRONOMIA
( 089 85 84 43; Via Trinità 6; Nonostante il nome, qui si non vende alcuna
9.30-21.30)
sostanza in grado di alterare le facoltà mentali dei clienti: soltanto grappa, olio
extravergine d’oliva biologico, zafferano e una buona scelta di vini locali ed esteri.
Ogni giorno si offrono degustazioni gratuite di parmigiano stagionato e aceto
balsamico atrettanto invecchiato.
Da notare la collezione di berretti da baseball (oltre 400 all’ultimo censimento)
inviati al proprietario da clienti soddisfatti di tutto il mondo in cambio del cappellino
di Ravello incluso in ogni spedizione di prodotti a domicilio.
Cashmere
ABBIGLIAMENTO
( 089 85 84 67; www.filodautoreravello.it; Via Trinità 8 e Piazza Duomo 13; sciarpe a partire da €20; 9.30-
21)Sebbene si tenda ad associare il cashmere ai climi nordici, questa boutique in un
vicolo di Ravello merita una puntata per l’eccezionale qualità dell’abbigliamento di
produzione locale realizzato soprattutto in cashmere e lana.
Informazioni
Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo di Ravello (A2; 089 85 70 96;
www.ravellotime.it; Via Roma 18 bis; 9-18) Assistenza nella ricerca di una
sistemazione.
Per/da Ravello
AUTOBUS
SITA ( 344 103 1070; www.sitasudtrasporti.it)Corse ogni ora da Amalfi (€1,20; 30
min) con partenza dalla fermata sul lato est di Piazza Flavio Gioia.
AUTOMOBILE
Per arrivare a Ravello svoltate verso nord circa 2 km a est di Amalfi.
Parcheggio
Il centro di Ravello è chiuso al traffico.
Minori
POP. 3000
Minori, un piccolo centro balneare senza particolari attrattive, si trova 3,5 km a est
di Amalfi o si raggiunge con una ripida discesa a piedi di 45 minuti da Ravello.
Malgrado l’aspetto molto meno curato delle sue raffinate vicine costiere Amalfi e
Positano, pur dipendendo in egual modo dal turismo, con il suo allegro lungomare,
la bella spiaggia, le suggestive vie pedonali dei negozi e i rumorosi ingorghi di
traffico stradale, Minori appare nel complesso più autentica. La cittadina deve la
propria fama anche alla storica produzione di pasta, in particolare della sua
specialità, gli scialatielli che potrete gustare in molti ristoranti del posto.
Che cosa vedere
Villa Romana e Antiquarium
EDIFICIO STORICO
( 089 85 28 93; Via Capodipiazza 28; Scoperta negli
8-19 in estate; chiuso dom pom nov-marzo)
anni ’30, la Villa Romana del I secolo di Minori è un tipico esempio dello splendore
delle residenze estive dei patrizi romani nel periodo precedente l’eruzione del
Vesuvio del 79 d.C. Le stanze meglio conservate sono quelle che circondano il
giardino, al livello inferiore, con splendidi pavimenti a mosaico in uno dei quali è
raffigurato un toro. C’è anche l’Antiquarium, un piccolo museo di due sale che
raccoglie diversi manufatti e una collezione di anfore che va dal VI secolo a.C al VI
secolo d.C.
Feste ed eventi
Gusta Minori
GASTRONOMIA
( inizio set) I buongustai della costa si danno appuntamento a Minori per l’annuale
sagra gastronomica che riempie la cittadina di bancarelle. Si cucinano, e si
consumano, quintali di pasta (e di altre specialità locali) con festoso
accompagnamento di spettacoli e musica dal vivo.
Pasti
Gambardella
PASTICCERIA €
( Da non
089 87 72 99; www.gambardella.it; Piazza Cantilena 7; pasticcini a partire da €1,50; 7-24)
perdere questa pasticceria nascosta sulla destra della piazza, di fronte alla bella
chiesa color limone. Caffè di qualità eccelsa e torte e pasticcini tutti da assaggiare, a
partire dalle sfogliatelle e dalla torta di ricotta e pere. Potete inoltre acquistare
l’immancabile limoncello e altre simili deliziose bevande fatte artigianalmente con
fragole, mirtilli, foglie di alloro e finocchietto selvatico.
Giardiniello
CAMPANO €€
( 089 87 70 50; www.ristorantegiardiniello.com; Corso Vittorio Emanuele 17; pizza a partire da €6, menu €30;
Facile da trovare a due passi dal lungomare in una trafficata
12-14.30 e 19-23.30 gio-mar)
via pedonale, il Giardiniello soddisfa i palati locali fino dal 1955. Prendete posto nel
dehors immerso nel profumo dei gelsomini, e godetevi la pizza da 40 cm di diametro
da condividere con qualcuno (€20) o un ipercalorico menu di scialatielli seguiti da
pesce locale e dessert, più ovviamente il vino.
Informazioni
Pro Loco di Minori ( 089 87 70 87; Via Roma 30; www.proloco.minori.sa.it; 9-
13 e 16-21 lun-sab, 9-13 dom in estate; 8.30-13.30 e 15.30-20.30 lun-ven e 9-13 sab
in inverno) Piccolo ufficio turistico sul lungomare che fornisce informazioni di
carattere generale e mappe escursionistiche.
Cetara
POP. 2400
Subito oltre Erchie e la sua bella spiaggia s’incontra il pittoresco paese di pescatori
di Cetara, rinomato per la sua eccellente gastronomia locale. Centro marinaro fin dal
Medioevo, ancora oggi è sede di una flotta per la pesca d’altura del tonno che è
considerata tra le più importanti del Mediterraneo. Di notte altri pescatori prendono
il mare a bordo di piccoli pescherecci dotati di potenti lampare che attirano grandi
branchi di alici. Recentemente la gente del posto ha risuscitato la produzione della
colatura di alici, una salsa liquida di sapore intenso che viene fatta risalire al garum,
un condimento per il pesce in uso in epoca romana.
Feste ed eventi
Sagra del tonno
GASTRONOMIA
( Ogni anno Cetara celebra la Sagra del tonno, una manifestazione
fine lug/inizio agosto)
dedicata a questo pesce e alle alici. Se riuscite a far coincidere la vostra visita con
questo evento avrete molte opportunità di assaggiare specialità gastronomiche locali
con accompagnamento di musica e spettacoli vari. Per ulteriori informazioni
rivolgetevi all’ufficio turistico. Se vi perdete la sagra, non temete: potrete sempre
acquistare un vasetto (non una lattina) di specialità di pesce conservate in olio
d’oliva nei negozi di alimentari e nelle gastronomie locali.
IL LIQUORE PREFERITO DI CETARA
Fate un giro nei bar di Cetara e per un momento vi sembrerà di trovarvi
nella provincia francese. Gli abitanti di questa località amano infatti
accompagnare il caffè con un bicchierino di Pernod invece della solita
acqua. Quest’abitudine risale a decine di anni fa, quando dei pescatori
francesi introdussero questo digestif all’anice a Cetara, e l’usanza è arrivata
fino a oggi. Cetara è gemellata con la città francese di Sète, dove molti
pescatori italiani si sono trasferiti in passato per lavorare nell’industria della
pesca locale.
Pasti
Al Convento
CUCINA DI MARE, PIZZA €€
( 089 26 10 39; www.alconvento.net; Piazza San Francesco 16; pasti €30; 12.30-
15 e 19-23 in estate, chiuso mer in inverno) ‘Al Convento’ gode di un suggestivo
ambiente ricavato da un antico chiostro ornato di affreschi originali, seppur sbiaditi,
del XVII secolo. È il luogo ideale in cui assaggiare le specialità di pesce locali come
tagliata di tonno alle erbe per antipasto, seguita da squisiti spaghetti alle acciughe e
finocchietto selvatico.
Non perdetevi la deliziosa torta di cioccolato con ricotta e panna per dessert.
Informazioni
Pro Loco di Cetara ( 089 26 15 93; Piazza San Francesco 15; 10-19 in estate; 9-
13 e 16-18 in inverno) Per trovare una camera e per informazioni di carattere
generale.
Vietri sul Mare
POP. 8600
Vietri sul Mare, la capitale della ceramica campana, segna la fine della strada della
Costiera Amalfitana. La produzione di ceramica risale all’epoca romana, ma fu
avviata su scala pressoché industriale tra il XVI e XVII secolo grazie alla
realizzazione di alte fornaci a tre piani. L’inconfondibile stile locale, caratterizzato
da audaci pennellate e intensi colori mediterranei, incontrò il favore della corte
napoletana che ne divenne il principale committente. Più tardi, negli anni ’20 e ’30
del Novecento, l’afflusso di artisti stranieri (per lo più tedeschi) contribuì al
rinnovamento dei motivi tradizionali. Il centro storico è pieno di negozi decorati
all’esterno con belle piastrelle ornamentali in cui si può acquistare ogni sorta di
oggetti in ceramica.
Che cosa vedere
Museo della Ceramica
MUSEO
( 089 21 18 35; Villa Guariglia; 9-15 mar-dom) Per un’introduzione alla storia della
ceramica di Vietri, visitate questo museo nel vicino paese di Raito. Allestito in
un’incantevole villa con parco, il museo espone una ricca collezione di ceramiche
comprendente pezzi del cosiddetto periodo tedesco (1929-47), quando numerosi
artisti stranieri, in prevalenza tedeschi, confluirono su Vietri.
Shopping
Ceramica Artistica Solimene
CERAMICHE
( 089 21 02 43; www.ceramicasolimene.it; Via Madonna degli Angeli 7; 9-19.30 lun-ven, 9-13 e 16-19.30
sab)In questa grande fabbrica di ceramiche artistiche c’è il negozio di ceramiche più
rinomato della città (oltre a un outlet). Potrete trovare stoviglieria, articoli da regalo
e decorazioni per la casa. Anche senza entrarci, vale la pena di dare un’occhiata alla
straordinaria facciata in vetro e ceramica del negozio, opera dell’architetto
ecologista italiano Paolo Soleri, allievo del celebre Frank Lloyd Wright.
Ceramiche Sara
CERAMICHE
( 089 21 00 53; www.ceramichesara.it; Via Costiera Amalfitana 14-16; 8.30-20 in estate, fino alle 18 in
Questa sala espositiva situata all’ingresso della cittadina e dotata di un
inverno)
comodo parcheggio offre una splendida scelta di ceramiche, tra cui alcune
simpatiche coloratissime piastrelle a prezzi ragionevoli, ideali come sottopentola.
Informazioni
Centro Turistico Acli ( 089 21 12 85; Piazza Matteotti; 10-13 e 17-20 lun-ven,
10-13 sab in estate; 10-13 e 17-19 lun-ven, 10-13 sab in inverno) Un ufficio turistico
moderatamente disponibile situato vicino all’ingresso del centro storico.
Salerno e il Cilento
Include
Salerno
Paestum
Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano
Agropoli
Costiera Cilentana
Palinuro
I migliori ristoranti
La Cantina del Feudo
Vicolo della Neve
Anna
I Tre Gufi
I migliori hotel
Agriturismo I Moresani
Villa Vea
Marulivo Hotel
Hotel Calypso
Perché andare
A Salerno manca forse il glamour delle celebri località della Costiera Amalfitana,
ma il suo suggestivo centro storico, costituito da un labirinto di pittoresche viuzze,
offre un piacevole e più autentico colpo d’occhio sulla vita quotidiana locale rispetto
alle cittadine turistiche e modaiole più a ovest. Il quadro è completato dalla presenza
di un avvincente museo archeologico e di un’imponente cattedrale normanna,
nonché di una spaziosa passeggiata lungomare costeggiata da palme e animati
ristoranti.
L’affascinante sito archeologico della vicina Paestum offre lo spettacolo del tempio
meglio conservato della Magna Grecia, che si staglia solitario tra i prati ricoperti di
fiori selvatici. Nel museo degli scavi sono conservati splendidi affreschi antichi tra
cui la celebre Tomba del Tuffatore.
Da non perdere è la regione del Cilento, una delle meraviglie naturali meno
conosciute della zona, con una fascia costiera ancora poco costruita e un magnifico
parco nazionale famoso per le sue orchidee. Da queste parti i borghi sembrano essere
rimasti fermi nel tempo, quindi preparatevi a sentirvi osservati. Quest’area inizia a
farsi conoscere anche dagli escursionisti, che per l’alloggio possono contare sul
crescente numero di agriturismi. Tra le cose importanti da vedere vi sono uno
straordinario monastero, un suggestivo sito archeologico e interessanti grotte e
caverne.
Quando andare
Nei mesi di luglio e agosto le località costiere del Cilento sono affollate di
vacanzieri e trovare camere in albergo non è facile.
Maggio e giugno e settembre e ottobre sono i mesi migliori: le temperature sono
piacevoli e sulle spiagge c’è più spazio per stendere il telo su cui sdraiarsi.
La primavera, quando i prati si riempiono di fiori e il clima è adatto sia a brevi
passeggiate sia a escursioni più impegnative, è la stagione ideale per visitare il Parco
Nazionale del Cilento.
Il meglio di Salerno e Cilento
Parcheggio
Salerno è abbastanza ben fornita di parcheggi. Avvicinandovi al centro città seguite i
cartelli blu con la lettera P. Il parcheggio più comodo per il centro storico è quello di
Piazza Amendola. Altri grandi parcheggi si trovano nei pressi della stazione
ferroviaria (e dell’ufficio turistico) in Piazza della Concordia e nell’adiacente Piazza
Giuseppe Mazzini. I prezzi si aggirano intorno a €2 l’ora.
Paestum
Paestum (o Poseidonia, come fu originariamente chiamata in onore di Poseidone, il
dio greco del mare) fu fondata nel VII secolo a.C. da coloni greci e finì nell’orbita
romana nel 273 a.C. Il declino della città iniziò con la caduta dell’impero romano.
Poi, le periodiche epidemie di malaria e le violente razzie dei saraceni costrinsero
ciò che rimaneva della popolazione ad abbandonare del tutto la città.
Benché la maggior parte dei turisti visiti Paestum in giornata, il sorprendente
numero di ottimi alberghi e l’incantevole area rurale in cui si trovano i templi
invitano a una comoda e piacevole sosta i viaggiatori diretti verso la regione del
Cilento.
Pasti
Nella maggior parte dei ristoranti di Paestum si mangia mediocremente e si spende
parecchio.
Nonna Sceppa
CAMPANO €€
( 0828 85 10 64; Via Laura 45; pasti €35, €45 menu di pesce; 12.30-15 e 19.30-23 ven-mer; )
Un’eccezione è il ristorante Nonna Sceppa, un locale dall’atmosfera cordiale che si
sta facendo rapidamente conoscere per l’eccellenza della sua cucina. Nei piatti
stagionali d’estate domina il pesce freschissimo, magari semplicemente grigliato con
una spruzzata di limone, ma alla perfezione. Molto apprezzati sono anche il risotto
con zucchine e carciofi e gli spaghetti all’aragosta.
Informazioni
Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Turismo di Paestum ( 0828 81 10 16;
www.infopaestum.it; Via Magna Grecia 887; 9-13 e 14-19 lun-sab in estate, fino
alle 16 in inverno)
Per/da Paestum
AUTOBUS
CSTP ( 089 48 70 01; www.cstp.it) Autobus n. 34 per Paestum da Salerno, Piazza
della Concordia (€2,70, 80 min, 12 corse al giorno).
TRENO
Regolari collegamenti ferroviari corrono tra Salerno e Paestum (€2,70, 32 min).
Dalla stazione di Paestum dirigetevi verso l’arco di pietra, attraversatelo e proseguite
lungo Via Porta Sirena: è una piacevole camminata di 10 min.
Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano
Perfetto antidoto alle folle vacanziere delle spiagge costiere, il magnifico Parco
Nazionale del Cilento e Vallo di Diano è una straordinaria combinazione di fitti
boschi, prati fioriti, alte montagne e tanta acqua sotto forma di torrenti, fiumi e
cascate. Dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, questo parco, che
occupa un territorio di 1810 kmq con 80 tra cittadine e paesi, è il secondo d’Italia
per estensione.
Abitato fin dall’epoca preistorica, nel corso dei secoli per la sua posizione isolata ha
attirato ondate di profughi desiderosi di insediarsi in nuove terre da coltivare. I primi
furono i greci, in fuga da Paestum e Velia (Elea) conquistate dai romani. Gli antichi
abitanti delle città costiere si spostarono a loro volta nell’entroterra per sfuggire alle
incursioni e ai saccheggi dei pirati. La presenza di monaci benedettini alla ricerca di
luoghi di culto isolati e nascosti si unì in seguito a questa mescolanza di mondi
diversi. Fu poi la volta dei ricchi signori feudali che fecero costruire sul posto
imponenti castelli dai quali imporre il proprio potere sulle zone circostanti. Molti
secoli più tardi il controllo del territorio passò nelle mani dei temutissimi briganti,
che lo resero inaccessibile ai comuni viandanti e ai visitatori stranieri che arrivavano
in Italia per il famoso Grand Tour. Tutto ciò ha fatto sì che il parco rimanesse
escluso per decenni dai circuiti più turistici, contribuendo a garantirne l’integrità.
Che cosa vedere
Per visitare il parco al meglio occorre assolutamente disporre di un’automobile.
Concedetevi un giorno intero per visitare le grotte, di più se volete esplorare la zona
anche a piedi.
Grotte di Castelcivita
GROTTE
( 0828 77 23 97; www.grottedicastelcivita.com; Piazzale Nicola Zonzi, Castelcivita; interi/ridotti €10/8;
Le grotte sono
visite guidate alle 10.30, 12, 13.30 e 15 marzo-ott, anche 16.30 e 18 apr-set; )
affascinanti caverne risalenti all’epoca preistorica che sembrano appartenere a un
universo sconosciuto. Gli scavi hanno rivelato che erano abitate già 42.000 anni fa, il
che le rende tra gli insediamenti umani più antichi d’Europa. Portatevi una giacca e
lasciate a casa i tacchi alti perché i sentieri sono bagnati e scivolosi. Si richiedono
l’uso di un casco e un certo grado di mobilità e forma fisica. Il complesso
speleologico si trova 40 km a sud-est di Salerno e per ora rimane ancora al di fuori
degli itinerari più turistici.
Sebbene le grotte occupino una superficie di oltre 4800 m, soltanto la metà di esse è
aperta al pubblico. Il tour di un’ora attraversa un’area di straordinarie formazioni
stalagmitiche e stalattitiche, favolose sculture naturali che le alghe, il calcio e il ferro
hanno tinto di un magico gioco di colori nel corso del tempo. La visita culmina in
un’immensa grotta caratterizzata da un misterioso paesaggio lunare e chiamata la
Caverna di Bertarelli. Le grotte sono ancora abitate... dai pipistrelli, e ai visitatori
viene raccomandato di non scattare fotografie con il flash per non accecarli.
Grotte di Pertosa
GROTTE
( 0975 39 70 37; www.grottedipertosa-auletta.it; Pertosa; visite guidate interi/ridotti
100 min €20/15, 75 min €16/13, 60 min €13/10; 10-14 gen-feb, 10-17 marzo, 11-
17 apr-mag, 10.30-16.30 lug, 10-18.30 agosto, 10-16.30 set, 10-14 ott-dic; )
(Ri)scoperte nel 1932, le Grotte di Pertosa risalgono a 35 milioni di anni fa.
Utilizzate dagli abitanti della Magna Grecia e dai romani come luoghi di culto,
formano un complesso che si snoda per circa 2500 m con lunghi corridoi sotterranei
e alte grotte piene di stalattiti e stalagmiti. Il primo tratto della visita guidata viene
effettuato navigando su un fiume sotterraneo, a bordo di una barca o di una zattera;
si sbarca appena prima della cascata (fiu!) e si prosegue a piedi per circa 800 m
circondati da splendide formazioni rocciose e luminosi aggregati di cristalli.
Al contrario di quelle di Castelcivita, queste grotte sono più sfruttate
commercialmente; vi troverete negozi di souvenir, bar e un parcheggio (€3).
Certosa di San Lorenzo
MONASTERO
( 0975 777 45; Padula; interi/ridotti €4/2; La Certosa di San Lorenzo, uno dei
9-19 mer-lun)
più grandi monasteri dell’Europa meridionale, fu costruita nel 1306, anche se il suo
attuale aspetto marcatamente barocco è il risultato dei massicci rifacimenti che subì
tra il 1583 e il 1779. Il complesso occupa una superficie di 250.000 mq. Per farvi
un’idea delle sue dimensioni, ecco qualche cifra: 320 tra stanze e saloni, 2500 m di
corridoi, gallerie e passaggi vari, 300 colonne, 500 porte, 550 finestre, 13 cortili, 100
camini, 52 scale e 41 fontane. Poiché probabilmente non avrete abbastanza tempo
per vedere tutto, non perdetevi le parti più importanti, tra cui il vasto cortile centrale
(dove d’estate si tengono concerti di musica classica), la stupenda biblioteca rivestita
di pannelli di legno, le cappelle affrescate e la cucina con l’imponente camino di cui
si racconta un celebre episodio: sembra che proprio qui nel 1534 sia stata preparata
per l’imperatore Carlo V d’Asburgo (re di Napoli come Carlo IV) una leggendaria
frittata di 1000 uova. Purtroppo la storica padella non è giunta fino a noi, ma quanto
sarà stata grande?
Nel monastero si può anche visitare la modesta collezione di antichi manufatti
raccolti nel Museo Archeologico Provinciale della Lucania Occidentale ( 0975 7
71 17; 9-19 mer-lun).
Roscigno Vecchia
CITTÀ ABBANDONATA
Roscigno Vecchia si trova nel cuore del parco nazionale, 28 km a ovest di Teggiano.
Alcune frane improvvise all’inizio del XX secolo indussero la popolazione ad
abbandonare il loro paese. Oggi, a riprova della robustezza dell’antica architettura
rurale, gran parte delle vecchie case di pietra è ancora in piedi. Queste abitazioni,
insieme alla chiesa e alla piazza centrale, sono la testimonianza fantasma di quella
che fu una prospera comunità rurale. Gli abitanti furono infatti tutti trasferiti a
Roscigno Nuova (oggi chiamata semplicemente Roscigno).
Attività
Il parco è attrezzato con 15 sentieri naturalistici ben segnati, che variano da
passeggiate relativamente facili a escursioni impegnative che richiedono molta
energia e ottime ginocchia. Il paesaggio del parco è assolutamente spettacolare e in
primavera rimarrete abbagliati dalla varietà di specie e colori dei fiori selvatici:
delicati narcisi, orchidee e tulipani che cercano di farsi spazio tra margherite dal
cuore giallo brillante e papaveri scarlatti.
Macchie di abeti bianchi, castagni selvatici e faggi contribuiscono al fascino del
paesaggio, così come le ripide falesie e le montagne rivestite di pinete. E poi c’è la
fauna, fra cui cinghiali, tassi, lupi e, per la gioia degli appassionati di birdwatcing, la
sempre più rara aquila reale.
Date le dimensioni del parco, anche nella più turistica stagione estiva è raro
incontrare altri escursionisti con cui scambiare due chiacchiere e barrette
energetiche; il fatto può diventare spiacevole, e anche pericoloso, se ci si perde e non
si sono presi prima i fondamentali accorgimenti. In teoria gli uffici turistici
dovrebbero disporre di guide cartacee, ma in realtà spesso ci si sente dire che le
copie sono esaurite. Se così fosse, vi consigliamo di comprare una carta
dell’itinerario che vi interessa (la serie è composta da 10 tavole in scala 1:25.000;
€2) o l’eccellente Monte Stella: guida per escursioni e passeggiate nel Cilento
antico pubblicata dalla Comunità Montana Alento Monte Stella (€3). Molti
agriturismi del parco, comunque, organizzano escursioni con guida.
Una bella escursione che si può organizzare da soli è la salita al Monte Alburno
(1742 m), tra paesaggi e panorami meravigliosi. Si può scegliere tra due sentieri
segnati che partono dal centro del pittoresco borgo di Sicignano degli Alburni e
terminano sulla cima della montagna. Calcolate circa quattro ore per entrambi. Chi
non si sente abbastanza esperto può optare per una guida. Gli ottimi agriturismi della
zona organizzano una serie di attività come escursioni guidate, corsi di pittura ed
equitazione.
ASSOCIAZIONI ESCURSIONISTICHE
Diverse ottime associazioni escursionistiche organizzano gite nel Parco
Nazionale del Cilento, tra queste: Associazione Trekking Cilento ( 0974
84 33 45; www.trekkingcilento.it; Via Cannetiello 6, Agropoli) Gruppo
Escursionistico Trekking ( 0975 7 25 86, 338 3095044;
info@getvallodidiano.it, getvallo@tiscali.it; www.getvallodidiano.it; Via
Provinciale 29, Silla di Sassano) Trekking Campania ( 339 7456795;
www.trekkingcampania.it; Via G. Amendola 23, Pellezzano)
Pasti
I piccoli centri abitati disseminati all’interno del parco hanno conservato una
semplicità e autenticità che dal punto di vista gastronomico significano cucina
genuina preparata con prodotti non adulterati, come i sostanziosi ragù di carne di
montone e di capra. Tra le specialità tipiche del Cilento ormai famose in tutto il
mondo ci sono la focaccia e la mozzarella di bufala.
Trattoria degli Ulivi
CAMPANO €
( Se
334 2595091; www.tavolacaldadegliulivi.it; Viale Certosa, Padula; menu a partire da €12; 11-16)
l’esplorazione degli interminabili corridoi della Certosa di San Lorenzo vi ha fatto
venire appetito, questo ristorante distante soltanto 50 m a ovest è il posto che fa per
voi. L’ ambiente è simile a quello di una mensa, ma i piatti del giorno sono gustosi,
le porzioni generose e i prezzi contenuti. Ci si può andare per uno spuntino così
come per monumentali pranzi di quattro portate.
LE ORCHIDEE SELVATICHE DEL PARCO
NAZIONALE DEL CILENTO
A causa della grande ricchezza di flora e fauna selvatica, il Parco Nazionale
del Cilento è stato riconosciuto dall’UNESCO Riserva della Biosfera. Il
parco ospita alcune specie di piante estremamente rare, tra cui la primula di
Palinuro (simbolo del luogo), ma ciò che fa felici gli appassionati di
floricultura è che qui fioriscono ogni anno circa 265 varietà di orchidee
selvatiche (pari all’80% del numero totale di specie di orchidee presenti in
Europa).
La spettacolare fioritura di 70 diverse specie di orchidee di vari colori si
concentra ogni anno nella Valle delle Orchidee, nei pressi della pittoresca
cittadina di Sassano (9 km a ovest della Certosa di San Lorenzo in Padula),
di solito tra la fine di aprile e l’inizio di maggio. Anche la campagna
circostante è bellissima, perciò, se doveste perdervi la fioritura delle
orchidee, potrete sempre godervi un bel giro in auto in uno splendido
paesaggio e forse avvistare qualche animale selvatico, per esempio una
volpe, un tasso, un lupo, un cinghiale o una lontra, di cui il parco vanta la
popolazione più numerosa d’Italia.
Entrando a Sassano, seguite l’indicazione del ‘percorso turistico’ sulla
sinistra; passate sul ponte medievale di Peglio e proseguite attraverso i
boschi di betulle, prima che nella valle davanti a voi si dispieghi in tutta la
sua magnificenza lo spettacolo delle orchidee in fiore. Potrete anche
partecipare a un’escursione organizzata dal Gruppo Escursionistico
Trekking.
Vecchia Pizzeria Margaret
PIZZA €
( Pizze favolose cotte nel forno a
0975 33 00 00; Via Luigi Curto, Polla; pizza a partire da €3)
legna, oltre a ottimi antipasti e piatti di pasta preparati in vari modi. Il servizio è
veloce e cortese e i prezzi bassi. Il ristorante si trova subito a est del fiume, vicino
all’ospedale. È il posto ideale in cui ricuperare le energie dopo una lunga gita nel
parco.
Antichi Feudi
CAMPANO €€
( 0975 58 73 29; www.antichifeudi.com; Via San Francesco 2, Teggiano; pizza a partire da €4, pasti €25; 12-
Questo bel ristorante si trova all’interno dell’omonimo boutique hotel nelle
15 e 20-23)
immediate vicinanze dell’elegante piazza principale di Teggiano. Il menu varia con
le stagioni, ma tra le specialità della casa segnaliamo la succosa carne alla griglia, le
cozze grigliate al limone e la zuppa di pesce. Al bar caffè dell’albergo si possono
ordinare pizze squisite, tra cui la saporita Antichi Feudi con funghi, formaggio
fresco e melanzane (€10). Si raccomanda di prenotare.
Itinerario in auto
Visita del Parco Nazionale del Cilento
€ meno di €110
€€ €110-200
€€€ più di €200
NAPOLI
Centro storico e Mercato
Il centro storico, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, vi conquisterà
con i suoi monumenti, le piazze animate e la vita di strada. Rappresenta il cuore e
l’anima di Napoli ed è una zona molto comoda in cui pernottare. Potrete scegliere tra
B&B di nicchia, hotel di design e palazzi barocchi.
Il rione Mercato, più vicino alla stazione ferroviaria, pullula di alberghi di categoria
economica; le strutture che descriviamo di seguito erano pulite e sicure al momento
della nostra visita, ma tenete presente che la zona è caotica di giorno e un po’
desolata di notte.
Dimora dei Giganti
B&B €
(cartina; 081 033 09 77, 338 9264453; www.dimoradeigiganti.it; Vico Giganti 55; singole €40-60, doppie €60-
80, triple €55-75, quadruple €50-80; ; Gestito da uno staff cordiale e
Piazza Cavour)
disponibile, questo sofisticato B&B offre quattro camere dai colori coordinati con
lampade-scultura realizzate appositamente, mobili di ispirazione etnica e bagni di
design. Ci sono anche una cucina moderna, un’accogliente lounge e una gradevole
terrazza con il pavimento in maiolica. Si trova in una tranquilla strada laterale a
pochi passi dal vivace cuore del centro storico.
Casa Latina
B&B €
(cartina; 081 033 09 77, 338 9264453; www.bbcasalatina.it; Vico Cinquesanti 47; singole €40-55, doppie €60-
75, triple €55-70, quadruple €50-65; ; Creatività e stile caratterizzano questo
Piazza Cavour)
nuovissimo B&B, arredato con lampade eccentriche, fotografie bohémienne, una
cucina completamente attrezzata e una tranquilla terrazza. Le quattro camere sono
rilassanti e arredate in stile contemporaneo, con dettagli architettonici originali e bei
bagni, dotati di lavandini in terracotta di recupero. Una camera al piano superiore ha
un letto in stile tatami e piccoli divani letto (ideali per le famiglie con bambini
piccoli).
Hostel of the Sun
OSTELLO €
(cartina; 081 420 63 93; www.hostelnapoli.com; Via G. Melisurgo 15; letti in camerata €18-22, singole €30-
35, doppie €60-80; ; Questo accogliente ostello si trova nei
Università, Municipio)
pressi del porto di aliscafi e traghetti, al settimo piano di un palazzo (per l’ascensore
occorrono €0,05). Ideale per socializzare con altri viaggiatori, ha un’atmosfera
allegra, con camerate variopinte e un grazioso bar interno che serve cocktail a €3
dalle 20 alle 23; la struttura comprende anche, alcuni piani più in basso, una serie di
classiche camere d’albergo, alcune delle quali con bagno privato. In caso di
permanenza per almeno quattro giorni è disponibile un servizio lavanderia.
ALTA E BASSA STAGIONE
L’alta stagione va da inizio luglio a fine agosto, ma i prezzi sono maggiorati
anche intorno a Pasqua e Natale, quando è essenziale prenotare in anticipo.
In bassa stagione, le tariffe diminuiscono dal 30% al 50%. Nei mesi
invernali, cioè da novembre a Pasqua, numerose strutture chiudono,
soprattutto lungo la costa e sulle isole, mentre nelle città di medie e grandi
dimensioni gli alloggi restano in genere aperti tutto l’anno. Data la scarsità
di turisti in questi periodi, non dovreste avere problemi a trovare una
camera libera.
Portalba Relais
B&B €
(cartina; Situato
081 564 51 71; www.portalbarelais.com; Via Port’Alba 33; doppie €72-80; ; Dante)
in una strada piena di librerie, questo elegante B&B racchiude a sua volta un atrio
con alti scaffali pieni di libri e oggetti artistici. Le sei camere hanno uno stile
raffinato, con tonalità tenui, dettagli in acciaio inossidabile e docce rivestite a
mosaico; la n. 216 è dotata di vasca con idromassaggio. Le finestre si affacciano
sull’animata Piazza Dante, ma i doppi vetri isolano dal rumore.
Belle Arti Resort
B&B €
(cartina; 081 557 10 62; www.belleartiresort.com; Via Santa Maria di Constantinopoli 27; doppie a partire da
€72; ; Più boutique hotel che B&B, questo gradevole rifugio in città
Dante, Museo)
combina il design contemporaneo con tocchi vintage. Quattro delle sue sette
impeccabili camere (alcune spaziose come piccole suite) vantano soffitti affrescati e
tutte hanno bagni in marmo e testiere dei letti con originali decorazioni dipinte. I
sontuosi tendaggi rossi del corridoio accentuano l’atmosfera raffinata della struttura.
E pochi passi lungo la via si trovano i vivaci bar di Piazza Bellini.
IMPOSTA DI SOGGIORNO A NAPOLI
Dal luglio 2012, il Comune di Napoli applica un’imposta di soggiorno
destinata a finanziare gli interventi in materia di turismo, manutenzione e
recupero dei beni culturali e ambientali e dei servizi pubblici. L’imposta si
applica per ogni pernottamento (ossia per ogni persona e per ogni notte)
fino a un massimo di 10 pernottamenti consecutivi nelle strutture ricettive
che si trovano nel Comune di Napoli, tranne gli ostelli per la gioventù che
sono esclusi dal pagamento. Al momento della prenotazione, è bene
verificare se la tariffa o il preventivo indicati dal gestore sono già
comprensivi di tale tassa.
L’importo è in relazione alla categoria: cinque stelle lusso €5
cinque stelle €4
quattro stelle €3
tre stelle €2
due stelle/affittacamere/case vacanza €1,50
una stella/B&B/istituti religiosi di ospitalità/agriturismi €1
DiLetto a Napoli
B&B €
(cartina; 081 033 09 77, 338 9264453; www.dilettoanapoli.it; Vicolo Sedil Capuano 16; singole €40-50,
doppie €60-70, triple €55-65, quadruple €50-60; ; Situato in un palazzo del
Piazza Cavour)
Quattrocento, questo comodo B&B dispone di quattro camere con pavimenti in cotto
originali, tende di organza, lampade prodotte da artigiani locali e mobili fatti a mano
e disegnati dai proprietari, architetti di mestiere. I bagni sono altrettanto raffinati,
mentre la piacevole lounge comune comprende un angolo cottura e un tavolo per
mangiare insieme agli altri ospiti in un’atmosfera rilassante.
Hotel Pignatelli Napoli
HOTEL €
(cartina; 081 658 49 50; www.hotelpignatellinapoli.com; Via San Giovanni Maggiore Pignatelli 16; singole
€40-50, doppie €50-70; ; Economico ma elegante, l’Hotel Pignatelli si trova
Università)
all’interno di una bella dimora quattrocentesca restaurata. Le camere sono arredate
in stile rustico, con letti in ferro battuto e applique di bronzo; alcune hanno soffitti
con travi di legno originali. La prima colazione è semplice e a scelta, con un costo
aggiuntivo di €2,50 per ospite. Il punto di forza è comunque Ciro, il proprietario,
gentile e ospitale.
Mancini Hostel
OSTELLO €
(cartina; 081 553 67 31; www.hostelmancininaples.com; Via P.S. Mancini 33; letti in camerata €15-20, singole
€40-50, doppie €50-70, triple €60-80, singole senza bagno €30-40, doppie senza bagno €40-50; ;
Garibaldi)Il Mancini Hostel si trova in una zona un po’ desolata, ma è una
sistemazione sicura dall’atmosfera rilassata. Vanta comunque una comoda posizione
nei pressi della Stazione Centrale, personale cordiale e una moderna cucina comune.
Tutte le quattro camerate (una delle quali soltanto femminile) sono allegre e pulite,
con bagni moderni, mentre alcune delle semplici camere doppie e triple hanno il
bagno privato.
Margherita, la comproprietaria, prepara il sabato sera fumanti piatti di pasta per i
suoi ospiti e organizza attività gratuite, tra cui visite guidate a piedi il giovedì e il
sabato sera.
Hotel Zara
HOTEL €
(cartina; 081 28 71 25; www.hotelzara.it; 2° piano, Via Firenze 81; singole €39-45, doppie €46-62, triple €60-
80, singole senza bagno €30-35, doppie senza bagno €40-50; Situato a pochi passi
; Garibaldi)
dalla Stazione Centrale, questo albergo impeccabile non ha nulla a che spartire con
la strada su cui si affaccia, decisamente sporca. Le camere sono spartane ma pulite,
con mobili moderni e funzionali, televisore e finestre dotate di doppi vetri. Il
servizio di scambio dei libri è un piacevole tocco in più. Non dimenticate le monete
da €0,10, necessarie per usare l’ascensore.
Il Golfo
B&B €
(cartina; 081 554 13 98, 330 824330; bbnapolicentrale.com; Piazza Garibaldi 3; doppie/triple €50/66; ;
Questo tranquillo B&B a gestione familiare offre un ottimo rapporto qualità-
Garibaldi)
prezzo ed è ideale per chi vuole alloggiare nei pressi della Stazione Centrale. Il posto
sembra un appartamento di famiglia e le quattro ampie camere – ciascuna con un
piccolo bagno privato – sono arredate con mobili componibili. La camera ‘Capri’
dispone di balcone con splendida vista. C’è una cucina comune e viene servita una
prima colazione semplice a base di caffè e cornetto. Per prendere l’ascensore sono
necessarie monetine da €0,10.
SITI UTILI
Airbnb (www.airbnb.it) Una vasta scelta di alloggi privati a Napoli, sulle
isole e lungo la Costiera Amalfitana.
Rent a Bed (www.rentabed.com) Propone una vasta scelta di B&B e
appartamenti a Napoli, sulle isole e lungo la Costiera Amalfitana.
Agriturismo.it (www.agriturismo.it) Offre un’ampia scelta di agriturismi,
con descrizioni, recapiti per prenotare e informazioni di carattere generale.
Sorrento Tourism (www.sorrentotourism.com) Fornisce informazioni sulle
strutture ricettive della Penisola Sorrentina.
Porta Napoli (www.hotel.portanapoli.com) Ha un elenco esaustivo di
appartamenti in affitto, B&B e alberghi a Napoli, sulle isole, lungo la
Costiera Amalfitana e nel Cilento.
Bella Capri Hostel & Hotel
OSTELLO €
(cartina; 081 552 94 94; www.bellacapri.it; Via G. Melisurgo 4; letti in camerata €18-20, singole €50-60,
doppie €70-80; ; Questa struttura accogliente e centrale funge da ostello
Municipio)
su un piano e da albergo su un altro. Le camere dell’albergo sono un po’ antiquate
ma pulite, mentre l’ostello è più moderno, con vivaci tonalità giallo limone, una
cucina, più letti singoli che letti a castello e un bagno per ogni camerata. Il servizio
di lavanderia costa €7 e non è previsto un coprifuoco. Portate €0,05 per l’ascensore.
Hotel Piazza Bellini
BOUTIQUE HOTEL €€
(cartina; 081 45 17 32; www.hotelpiazzabellini.com; Via Santa Maria di Costantinopoli 101; doppie a partire
da €100; ; Situato a pochi passi dall’animata Piazza Bellini, questo nuovo
Dante)
art hotel è stato ricavato in un palazzo del Cinquecento. I suoi raffinati spazi bianchi
sono ravvivati da piastrelle di maiolica originali e da opere di artisti emergenti. Le
camere sono alla moda ma sobrie, con arredi di design, bagni eleganti e specchi alle
pareti. Quelle situate al quinto e al sesto piano vantano balconi panoramici.
Consultate il sito web dell’hotel per eventuali offerte.
Decumani Hotel de Charme
BOUTIQUE HOTEL €€
(cartina; 081 551 81 88; www.decumani.it; Via San Giovanni Maggiore Pignatelli 15; singole €99-124, doppie
€99-164; ; Questo classico boutique hotel è situato nell’ex palazzo del
Università)
cardinale Sisto Riario Sforza, ultimo vescovo del regno dei Borboni. Le camere,
semplici ma raffinate, vantano soffitti alti, pavimenti in parquet, mobili ottocenteschi
e bagni moderni, con docce spaziose e rustici ripiani in legno. Quelle di categoria
deluxe hanno persino la vasca con idromassaggio. La cosa più bella dell’albergo,
tuttavia, è il magnifico salone barocco.
Costantinopoli 104
BOUTIQUE HOTEL €€
(cartina; 081 557 10 35; www.costantinopoli104.it; Via Santa Maria di Costantinopoli 104; singole €140-170,
doppie €160-280, suite €200-250; Un elegante mix di mobili antichi, arte
; Dante)
contemporanea e finestre con vetri colorati in stile liberty, il Costantinopoli 104 si
trova in una villa neoclassica nel cuore bohémien della città. Benché inizino a
mostrare i segni del tempo, le camere sono sobrie, raffinate, confortevoli e
pulitissime; quelle al primo piano si aprono su una terrazza soleggiata, mentre quelle
al piano terra si affacciano sulla piccola piscina circondata da palme. Le camere
nella dépendance sono meno belle.
Caravaggio Hotel
HOTEL €€
(cartina; 081 211 00 66; www.caravaggiohotel.it; Piazza Cardinale Sisto Riario Sforza 157; singole/doppie a
partire da €80/120; ; CS5 per Via Duomo, Audaci quadri astratti appesi di
Duomo)
fronte ad archi in pietra, divani gialli addossati a muri di mattoni del Settecento e
soffitti con travi in legno originali caratterizzano le confortevoli camere del
Caravaggio Hotel. Alcune dispongono di vasca con idromassaggio. Il wi-fi è gratuito
nelle aree comuni al piano terra.
Toledo e Quartieri Spagnoli
Via Toledo è la più importante strada commerciale di Napoli e uno dei luoghi
preferiti dai napoletani per passeggiare. A ovest si estendono i Quartieri Spagnoli,
che hanno una pessima reputazione (spesso esagerata) e offrono un pittoresco mix di
stretti vicoli, vivaci trattorie e accoglienti sistemazioni, dagli alberghi a conduzione
familiare a un confortevole B&B in cima a un tetto.
Nardones 48
APPARTAMENTI €
(cartina; 338 8818998; www.nardones48.it; Via Nardones 48; appartamenti piccoli €60-72, appartamenti
grandi €80-120; ; Il Nardones 48 offre sette miniappartamenti nei
R2 per Via San Carlo)
toni del bianco in un edificio storico dei Quartieri Spagnoli. I cinque più grandi,
ciascuno con una camera da letto soppalcata, possono ospitare fino a quattro
persone, mentre i due più piccoli, con divano letto, possono accoglierne due. In tre
appartamenti c’è anche anche una terrazza panoramica e tutti sono provvisti di
cucinotto moderno, TV a schermo piatto e bagno in stile contemporaneo con doccia
spaziosa. Ora c’è anche l’ascensore che arriva fino al terzo piano (e un piano si farà
a piedi).
Chi si ferma per una settimana o più ha diritto a tariffe scontate e al servizio di
lavanderia gratuito. Vicino agli appartamenti c’è anche un parcheggio (€20 per 24
h).
La Concordia B&B
B&B €
(cartina; 081 41 23 49, 338 5040335; www.laconcordia.it; Piazzetta Concordia 5; singole/doppie/triple
€50/80/90; ; Questo incantevole B&B gestito da
Centrale per Corso Vittorio Emanuele)
Anna Grappone, professoressa di lettere in pensione, racchiude manufatti etnici,
mobili antichi e opere di artisti amici della proprietaria. Le tre camere sono pulite e
confortevoli e la doppia dispone di aria condizionata. Ci sono anche una family
room (€100), ovvero una camera matrimoniale con la possibilità di aggiungere uno o
due letti, e una sala comune piena di libri e con una sedia a dondolo. Si può pagare
solo in contanti o con il sistema PayPal. Si richiede un soggiorno minimo di tre notti.
Hotel Toledo
HOTEL €
(cartina; 081 40 68 00; www.hoteltoledo.com; Via Montecalvario 15; singole/doppie a partire da €45/85;
; Situato in posizione tranquilla in un antico edificio a tre piani, l’Hotel
Toledo)
Toledo offre camere un po’ buie e anguste ma confortevoli, con piastrelle di cotto e
tutti i moderni comfort. Le suite sono dotate di angolo cottura e la prima colazione,
quando il clima è mite, viene servita sulla terrazza sul tetto.
Sui Tetti di Napoli
B&B €
(cartina; 081 033 09 77, 338 9264453; www.suitettidinapoli.net; Vico Figuerelle a Montecalvario 6; singole
A un isolato da Via Toledo,
€35-60, doppie €55-80, triple €50-75, quadruple €45-70; ; Toledo)
questo B&B dai prezzi ragionevoli è composto da quattro appartamenti che si
raggiungono salendo una scala. Due appartamenti hanno una terrazza in comune,
mentre quello all’ultimo piano ne ha una privata, che offre una vista mozzafiato.
Tutti gli appartamenti hanno un angolo cottura (i due più economici in comune),
arredi semplici ma nuovi e un’atmosfera familiare.
La Ciliegina Lifestyle Hotel
BOUTIQUE HOTEL €€
(cartina; 081 1971 8800; www.cilieginahotel.it; Via P.E. Imbriani 30; doppie €140-300, junior suite €180-380;
; A poca distanza dal terminal degli aliscafi, questo raffinato albergo
Municipio)
in stile contemporaneo è molto frequentato da una clientela alla moda. Le camere,
spaziose e minimaliste, vantano esclusivi letti Hästens, TV a schermo piatto e bagni
in marmo con doccia idromassaggio (sostituita dalla vasca in una delle junior suite).
Potrete fare colazione a letto o sulla terrazza sul tetto, completa di lettini, hot tub e
vista sul Vesuvio. Gli ospiti hanno a disposizione gratuita un iPad.
Hotel Il Convento
HOTEL €€
(cartina; 081 40 39 77; www.hotelilconvento.com; Via Speranzella 137a; singole €50-93, doppie €65-140;
; Situato nei Quartieri Spagnoli, questo delizioso albergo offre una
Municipio)
rilassante combinazione di mobili antichi, scaffali pieni di libri e scale illuminate da
candele. Le camere sono intime ed eleganti, con pareti color crema, legno scuro e
tracce dei muri di mattoni cinquecenteschi. Spendendo da €80 a €180 potrete
assicurarvi una camera con giardino pensile privato. L’albergo è accessibile ai
disabili.
Santa Lucia e Chiaia
Con i suoi lussuosi hotel sul mare e la splendida vista sulle isole, Santa Lucia è il
luogo in cui alloggiano presidenti e pop star, ma offre anche sistemazioni più
abbordabili, alcune con un magnifico panorama sul Golfo di Napoli. In genere le
camere con vista mare sono leggermente più costose. L’esclusiva Chiaia è il
quartiere più rinomato per i negozi e i bar alla moda, perciò le sistemazioni sono
eleganti ma costose. L’unica possibilità di risparmiare è rappresentata da un
fantastico B&B.
B&B Cappella Vecchia
B&B €
(cartina; 081 240 51 17; www.cappellavecchia11.it; Vico Santa Maria a Cappella Vecchia 11; singole €50-80,
doppie €75-110, triple €90-140; ; Amedeo, Gestito da una
C24 per Piazza dei Martiri)
giovane coppia molto disponibile, questo B&B è una scelta eccellente nel quartiere
elegante e alla moda di Chiaia. Le sei camere, semplici ma confortevoli, hanno bagni
curati e colorati e decorazioni che si ispirano a diversi temi della tradizione
napoletana. C’è una spaziosa area comune per la prima colazione e il collegamento
internet gratuito è disponibile 24 ore su 24. Consultate il sito web per informazioni
sulle offerte.
Chiaja Hotel de Charme
BOUTIQUE HOTEL €€
(cartina; 081 41 55 55; www.hotelchiaia.it; Via Chiaia 216; singole/doppie a partire da €85/95; ; R2
per Via San Carlo, Elegante e raffinato, questo albergo occupa un’antica
Toledo)
residenza nobiliare e offre una rilassante combinazione di pareti giallo chiaro, ritratti
di famiglia con cornici dorate, mobili antichi restaurati e tende drappeggiate con
eleganza. Ogni camera è arredata in modo diverso; quelle che si affacciano su Via
Chiaia (fiancheggiata da boutique) dispongono di vasca con idromassaggio. La
prima colazione a buffet prevede anche prodotti campani. Conviene consultare il sito
internet per informazioni sulle offerte speciali che vengono proposte periodicamente.
Grand Hotel Vesuvio
HOTEL €€€
(cartina; 081 764 00 44; www.vesuvio.it; Via Partenope 45; singole/doppie €280/310; ; 128 per Via
Noto per aver ospitato celebrità come il grande tenore Enrico Caruso, che
Santa Lucia)
vi morì nel 1921, Rita Hayworth e Humphrey Bogart, questo cinque stelle è un
accattivante paradiso fatto di lampadari a goccia, mobili antichi e camere sfarzose.
Contate le stelle mentre sorseggiate un Martini nel ristorante sul tetto.
Hotel Excelsior
HOTEL €€€
(cartina; 081 764 01 11; www.excelsior.it; Via Partenope 48; doppie €335; ; 128 per Via Santa
Lucia)Situato di fronte a Borgo Marinari e ai suoi yacht, l’Excelsior è un posto da
favola: immaginate colonne di marmo, limousine scure ed enormi camere fin de
siècle. La vista mozzafiato sul mare è ideale per trascorrere momenti romantici.
Vomero
Il quartiere borghese del Vomero è lontano anni luce dal caos della città che si
estende ai suoi piedi. Pur possedendo poche attrattive turistiche, offre splendidi
panorami e strade alberate; con la funicolare, poi, potrete rapidamente tornare alla
frenesia sottostante.
Casa Tolentino
B&B €
(cartina; 081 1992 9121, 340 3921011; www.casatolentino.it; Gradini San Nicola da Tolentino 12; singole
€35-60, doppie €55-90, triple €70-125; ; Gestito da un
Centrale per Corso Vittorio Emanuele)
gruppo di giovani napoletani appassionati della propria città, Casa Tolentino occupa
parte di un monastero del Seicento, con tanto di giardini pensili, ampie vedute e un
campetto da calcio. Le camere sono semplici e moderne, con TV a schermo piatto e
scintillanti bagni di colore blu. Otto si affacciano sul Golfo, le altre su una collina
verdeggiante. C’è in progetto la creazione di un orto biologico, un ristorante e uno
spazio espositivo.
Hotel San Francesco al Monte
HOTEL €€€
(cartina; 081 423 91 11; www.hotelsanfrancesco.it; Corso Vittorio Emanuele 328; singole/doppie a partire da
€135/170; ; Ospitato in un ex monastero
Centrale per Corso Vittorio Emanuele)
cinquecentesco, è un albergo davvero magnifico. Le celle dei monaci sono state
trasformate in eleganti camere con vista mare, l’antico chiostro racchiude un bar
all’aperto e i corridoi con volte a botte sono tappezzati da opere d’arte di autori
contemporanei in stile Robert Rauschenberg e Hermann Nitsch. A completare il
tutto c’è una piscina, situata al settimo piano con vista su Capri e sul Vesuvio.
Grand Hotel Parker’s
HOTEL €€€
(cartina; 081 761 24 74; www.grandhotelparkers.com; Corso Vittorio Emanuele 135; singole/doppie a partire
da €215/250; ; Tra i preferiti dai viaggiatori che
128, C16 per Corso Vittorio Emanuele)
facevano il Grand Tour, questo albergo antico e maestoso ha ospitato personaggi
come Virginia Woolf e Robert Louis Stevenson. Oggi clienti in abiti firmati oziano
sulle poltrone Luigi XVI, prendono l’aperitivo sulla terrazza con vista mare e cenano
a lume di candela al Ristorante George. La spa è una delle migliori della città.
Consultate il sito web per offerte sulle tariffe delle camere.
Capodimonte e Sanità
A Capodimonte troverete poche possibilità di alloggio, mentre nel quartiere Sanità si
sta assistendo a una continua crescita di sistemazioni originali e suggestive.
Incuneato tra il centro storico e Capodimonte, il rione Sanità è un tipico quartiere
napoletano d’altri tempi, con un’animata vita di strada, mercati all’aperto, antiche
catacombe e famose scalinate barocche.
Cerasiello B&B
B&B €
(cartina; 081 033 09 77, 338 9264453; www.cerasiello.it; Via Supportico Lopez 20; singole €40-60, doppie
€60-80, triple €55-75, quadruple €50-70; ; Questo magnifico B&B è
Piazza Cavour, Museo)
costituito da quattro camere con bagno privato e da un’incantevole terrazza comune;
gli interni, in stile etno-chic, mescolano gli elementi tipici dell’arte napoletana con
mobili nordafricani. L’elegante cucina comune offre una vista mozzafiato sulla
Certosa di San Martino, che si può ammirare anche dalle camere (o dai loro bagni);
fa eccezione la ‘Fuoco’, affacciata sulla bella cupola di una chiesa. Portate €0,20 per
l’ascensore. Il B&B si trova, ufficialmente, nel rione Sanità, ma dista pochi passi dal
centro storico.
Casa del Monacone
B&B €
(cartina; 081 744 37 14, 338 9148012; www.catacombedinapoli.it/casaDelMonacone.asp; Via Sanità 124;
singole/doppie/triple €40/60/80; ; C51 per Piazza Sanità, Ricavato in
Piazza Cavour, Museo)
un monastero accanto alla Basilica di Santa Maria della Sanità, questo piacevole
B&B è gestito da La Paranza, l’intraprendente cooperativa di giovani cui si deve il
restauro delle Catacombe di San Gennaro. Comprende una cucina comune, una
lounge e una pittoresca terrazza piastrellata; inoltre è impreziosito dalle opere del
prolifico artista Riccardo Dalisi. La più grande delle sei camere, tutte caratterizzate
da un’atmosfera allegra, dispone di cucinotto.
I doppi vetri alle finestre isolano dal rumore del traffico stradale; la Junior Suite ha
lo stesso prezzo delle camere standard, perciò provate a chiedere se è libera.
La Controra
OSTELLO €
(cartina; 081 549 40 14; www.lacontrora.com; Piazzetta Trinità alla Cesarea 231; letti in camerata €15-25,
doppie €50-64; ; Lampade di acciaio inossidabile, un elegante bar,
Salvator Rosa)
letti a castello di legno chiaro, bagni dai colori vivaci e una cucina comune: questo
rinomato ostello abbina prezzi modici e stile. Potrete fare un sonnellino sull’amaca
del cortile, usato anche per proiettare film all’aperto (i popcorn sono gratis!). Sempre
gratuiti sono gli spuntini di accompagnamento al cocktail dell’happy hour.
Casa D’Anna
GUESTHOUSE €€
(cartina; 081 44 66 11; www.casadanna.it; Via dei Cristallini 138; singole €85-110, doppie €135-155; ;
Dagli artisti ai parigini più alla moda, tutti adorano questa
Piazza Cavour, Museo)
elegante guesthouse che trabocca di oggetti d’antiquariato, libri e originali opere
d’arte. Le quattro camere (ciascuna con bagno privato) fondono sapientemente stile
classico e design contemporaneo d’alto livello. La prima colazione comprende
prodotti da forno fatti in casa e marmellate, mentre la lussureggiante terrazza
comune è perfetta per quattro chiacchere romantiche all’aperto. È richiesta una
permanenza minima di due notti.
Mergellina e Posillipo
Con i suoi palazzi liberty, gli yacht ormeggiati nel porto e il vivace lungomare,
Mergellina è ben collegata al centro e comoda per chi deve partire al mattino presto
in aliscafo per le isole.
Hotel Ausonia
HOTEL €€
(cartina; 081 68 22 78; www.hotelausonianapoli.com; Via Francesco Caracciolo 11; singole/doppie/triple a
partire da €60/80/120; ; Questo albergo modesto e accogliente si trova di
Mergellina)
fronte al porto turistico di Mergellina e i suoi arredi tengono conto di tale posizione:
troverete oblò, barometri e testiere dei letti a forma di timoni. Kitsch? Un po’, ma le
camere sono pulite e confortevoli e quelle affacciate sul mare costano come le altre.
ISOLE
Capri
Quest’isola è sinonimo di alberi di limone, caffè con tavolini all’aperto, calde serate
estive e grandi occhiali da sole. Come è facile immaginare, le sistemazioni restano
aperte soltanto in alta stagione, il che significa che i posti letto sono limitati e, in
genere, costosi.
Capri centro
Hotel La Tosca
PENSIONE €€
(cartina; 081 837 09 89; www.latoscahotel.com; Via Dalmazio Birago 5; singole €50-105, doppie €75-165;
marzo-ott; Lontano dallo sfavillante centro di Capri, questo incantevole albergo a
)
una stella è nascosto in una tranquilla via secondaria affacciata sulla Certosa di San
Giacomo. Le camere sono ariose e confortevoli, con mobili in legno di pino,
piastrelle dai colori chiari, tessuti a strisce e bagni spaziosi.
Alcune dispongono di terrazza privata o vista sul giardino. La prima colazione viene
servita sulla terrazza affacciata sul mare.
Hotel Gatto Bianco
HOTEL €€
(cartina; 081 837 02 03; www.gattobianco-capri.com; Via Vittorio Emanuele 32; singole €100-190, doppie
€150-350; apr-nov; Questo piacevole albergo, costruito nel 1953, vanta cortili e
)
balconi pieni di piante e un gatto persiano bianco, Matisse, probabilmente di antico
lignaggio. Le luminose camere, arredate in stile tradizionale con splendide maioliche
che riprendono i colori dei fiori capresi, offrono una bella vista su Capri centro, il
Monte Cesina e il Monte Solaro. La struttura si trova a pochi minuti a piedi dalla
Piazzetta, comodissima per un caffè a metà mattina. Gli ospiti hanno diritto a tariffe
scontate nel salone di bellezza Dephina situato al pianterreno.
Hotel Esperia
HOTEL €€
(cartina; La facciata
081 837 02 62; www.esperiacapri.eu; Via Sopramonte 41; €140-190; apr-ott; )
con l’intonaco scrostato, le maestose colonne e i grandi vasi ad anfora conferiscono
un’aria di eleganza decadente a questo albergo, ricavato in una sontuosa dimora
privata dell’Ottocento. Si trova su un’altura a breve distanza dal centro e offre
camere ampie e ariose, con mobili moderni e decorazioni floreali. Le migliori (e più
care) hanno grandi terrazze con vista mare. La prima colazione, comprendente anche
torte fatte in casa, viene servita su una terrazza comune.
Hotel Villa Krupp
HOTEL €€
(cartina; 081 837 03 62; www.villakrupp.com; Viale Matteotti 12; singole €120, doppie €150-200; apr-ott;
Ricavato nella villa in cui visse lo scrittore russo Maksim Gorkij, questo
)
storico albergo emana un fascino d’altri tempi, con piastrelle floreali, pezzi
d’antiquariato e letti massicci. Offre anche uno splendido panorama sui Giardini di
Augusto e sui Faraglioni. Le camere con vista hanno un costo maggiorato, ma se la
vostra ne è priva vi basterà sedervi nell’incantevole dehors davanti alla reception.
AGRITURISMI
Se cercate una sistemazione più bucolica potete prendere in considerazione
l’idea di alloggiare in un agriturismo. Le opzioni vanno da casali rurali con
piccoli oliveti a eleganti tenute di campagna con magnifiche piscine
passando per fattorie attive dove gli ospiti possono collaborare nelle attività
quotidiane.
Gli agriturismi rappresentano una scelta particolarmente adatta se si viaggia
con i bambini, che si divertono un mondo a dar da mangiare e coccolare gli
animali della fattoria.
Per trovare un elenco completo di queste strutture, rivolgetevi a qualsiasi
ufficio turistico o consultate uno dei seguenti siti web: www.agritour.net
www.agriturismo.com
www.agriturismo.it
www.agriturismo.net
www.agriturismo-italia.net
www.agriturismovero.com
www.agriturist.com
Hotel Villa Sarah
HOTEL €€€
(cartina; 081 837 78 17; www.villasarah.it; Via Tiberio 3; singole €160-180, doppie €195-310, triple €265-
320, quadruple €295-330; Sulla strada che sale a Villa Jovis, 10 minuti a
Pasqua-ott; )
piedi dal centro città di Capri, Villa Sarah conserva quel fascino rustico che molti
alberghi dell’isola hanno ormai perduto. Circondata da un frutteto e provvista di una
piccola piscina, offre 20 camere ariose, tutte arredate nel classico stile locale, con
piastrelle di ceramica e mobili all’antica. La salutare prima colazione, con vista
mare, è a base di ingredienti biologici.
Grand Hotel Quisisana
HOTEL €€€
(cartina; 081 837 07 88; www.quisi.com; Via Camerelle 2; camere/suite €330/737; fine marzo-fine ott;
)Il Quisisana, uno dei tre cinque stelle L (lusso) dell’isola, è l’albergo più
prestigioso di Capri e non a caso si trova a pochi passi dalla celebre Piazzetta.
Inaugurato nel XIX secolo, è uno storico baluardo dell’opulenza più sfrenata, con
due piscine, un centro fitness, una spa, giardini lussureggianti, vari ristoranti e bar.
Le camere sono altrettanto sontuose, con tonalità rilassanti e mobili di classe.
Anacapri
Casa Mariantonia
BOUTIQUE HOTEL €€
(cartina; 081 837 29 23; www.casamariantonia.com; Via Guiseppe Orlandi 80; doppie €120-300; fine
marzo-fine ott; Mentre vi godrete la tranquilla bellezza del paesaggio che
)
circonda questo favoloso boutique hotel, potrete riflettere sul suo illustre passato (ha
ospitato, tra gli altri, Jean-Paul Sartre e Alberto Moravia). Le camere sono
caratterizzate da una sobria eleganza e colori rilassanti; ci sono anche terrazze
private con vista sul giardino. Il ristorante interno è circondato da un agrumeto.
Hotel Villa Eva
HOTEL €€
(cartina; 081 837 15 49; www.villaeva.com; Via La Fabbrica 8; doppie €110-180, triple €160-210,
appartamenti €55-70 per persona; Pasqua-ott; Autentico rifugio rurale, il Villa Eva è
)
immerso tra alberi da frutto e ulivi nella campagna vicina ad Anacapri. Si tratta di un
rifugio idilliaco, con piscina, giardini lussureggianti e camere e appartamenti
soleggiati. Alti soffitti a cupola imbiancati a calce, pavimenti in cotto, finestre di
vetri istoriati e caminetti retrò aggiungono un tocco di carattere, mentre la posizione
garantisce pace e tranquillità.
L’unico svantaggio è che raggiungerlo risulta un po’ complicato: da Anacapri
prendete l’autobus diretto alla Grotta Azzurra e chiedete all’autista dove scendere,
oppure prendete un taxi.
Hotel Bellavista
HOTEL €€
(cartina; 081 837 14 63; www.bellavistacapri.com; Via Giuseppe Orlandi 10; singole €90-160, doppie €130-
240; apr-ott; Questo albergo ha più di 100 anni e offre camere spaziose con
)
pavimenti piastrellati a grandi motivi floreali anni ’60 (che o si amano o si odiano).
Uno dei punti di forza è la posizione, all’inizio di Anacapri; inoltre l’albergo offre un
campo da tennis e uno sconto per l’accesso alla piscina situata nelle vicinanze. A
luglio e agosto è richiesta una permanenza minima di quattro giorni.
Hotel Alla Bussola di Hermes
HOTEL €€
(cartina; 081 838 20 10; www.bussolahermes.com; Traversa La Vigna 14; singole €60-140, doppie €60-150,
triple €90-180, quadruple €120-280; Le camere, illuminate dal sole e arredate in
)
allegre tonalità bianche e blu, hanno tendaggi lussuosi e piastrelle di maiolica; se ci
riuscite, assicuratevene una con terrazza affacciata sul mare. Gli spazi comuni
ricordano vagamente Pompei, con colonne, statue e soffitti a volta. Per raggiungere
l’Hotel Alla Bussola prendete l’autobus fino a Piazza Vittoria e telefonate per
prenotare la navetta gratuita a disposizione degli ospiti.
Hotel Carmencita
HOTEL €€
(cartina; 081 837 13 60; www.carmencitacapri.com; Via de Tommaso 4; doppie standard €129-168; apr-
metà ott; Situato nei pressi della stazione degli autobus, il Carmencita è
)
gestito da una deliziosa coppia che, se telefonerete in anticipo comunicando l’orario
del vostro arrivo, verrà a prendervi al terminal dei traghetti di Marina Grande.
L’atmosfera è familiare e vecchio stile nelle aree comuni, mentre le camere sono
ampie, confortevoli e luminose, con copriletto a fiori e piastrelle di maiolica. Le
piccole terrazze si affacciano sulla piscina e sul grazioso giardino.
Hotel Senaria
HOTEL €€
(cartina; 081 837 32 22; www.senaria.it; Via Follicara 6; doppie €100-180; apr-
nov; )Dovrete fare una bella camminata per raggiungere questo delizioso albergo
a gestione familiare situato nel centro storico di Anacapri, ma ne varrà la pena.
Ricavato in una sobria villa imbiancata a calce, ha camere arredate in uno stile
mediterraneo essenziale ma elegante, con pavimenti in cotto, rilassanti tonalità
crema e raffinati acquerelli dell’artista locale Giovanni Tessitore. È un posto molto
tranquillo e, a parte le campane della chiesa la domenica mattina, l’unico suono che
sentirete sarà quello della brezza marina.
Capri Palace
HOTEL €€€
(cartina; 081 978 01 11; www.capripalace.com; Via Capodimonte 14; doppie/suite a partire da €500/1000;
apr-ott; Molto apprezzato dalle celebrità (ha ospitato personaggi come Gwyneth
)
Paltrow, Liz Hurley e Naomi Campbell), l’esclusivo Capri Palace è il più in voga al
momento. I raffinati interni in stile mediterraneo sono vivacizzati da opere d’arte
contemporanea, mentre alcune delle lussuose camere dispongono addirittura di
terrazza con giardino e piscina privata. Gli ospiti stressati potranno rilassarsi nella
spa, considerata la migliore di Capri. Tenete presente che in alta stagione è richiesta
una permanenza minima di tre notti.
Marina Grande
Belvedere e Tre Re
HOTEL €€
(cartina; 081 837 03 45; www.belvedere-tre-re.com; Via Marina Grande 264; doppie €150; apr-nov; )
In un edificio situato a cinque minuti dal porto, con una favolosa vista sulle
imbarcazioni, questo albergo risale al 1900 e ha una lunga storia alle spalle: i ‘tre re’
del nome si riferiscono ai tre sovrani che alloggiarono qui nell’epoca del Grand
Tour. Oggi si tratta di un modesto due stelle, ma le camere sono state piacevolmente
rimodernate e hanno balconi privati coperti. All’ultimo piano c’è anche un solarium.
Relais Maresca
HOTEL €€€
(cartina; 081 837 96 19; www.relaismaresca.com; Via Provinciale Marina Grande 284; doppie €190-300;
marzo-nov; Questo delizioso quattro stelle è la migliore sistemazione della zona di
)
Marina Grande. Lo stile è quello classico caprese, con mobili raffinati e una
profusione di scintillanti ceramiche turchesi, blu e gialle. Sono disponibili camere di
varie tipologie (e prezzi); le migliori hanno il balcone e si affacciano sul mare. C’è
anche un’incantevole terrazza piena di fiori al quarto piano. Nei weekend e in agosto
è richiesta una permanenza minima, rispettivamente, di due e quattro giorni: per
maggiori notizie verificate sul sito.
Ischia
Come a Procida, la ‘sorellina’ più raffinata, anche a Ischia la maggior parte degli
alberghi chiude in inverno, ma quelli che rimangono aperti praticano forti sconti.
Oltre alle strutture segnalate di seguito vi sono anche gli hotel con spa interna, che in
genere accettano soltanto prenotazioni per soggiorni con trattamento di mezza
pensione o pensione completa. L’ufficio turistico potrà fornirvi un elenco. Dal
momento che Ischia è la più grande delle tre isole del Golfo di Napoli, vale la pena
di trascorrervi almeno una notte.
Ischia Porto e Ischia Ponte
Hotel Noris
HOTEL €
(cartina; 081 99 13 87; www.norishotel.it; Via A. Sogliuzzo 2, Ischia Ponte; doppie €50-85; Pasqua-ott;
)Questo albergo ha prezzi accessibili e una splendida posizione, a pochi passi dai
luoghi da vedere a Ischia Ponte. Le camere, abbastanza ampie, confortevoli e
decorate a colori freschi e allegri, dispongono di piccoli balconi. La prima colazione
è costituita dal classico buffet continentale, anche se un po’ più abbondante della
media. Gli ospiti possono approfittare di una speciale convenzione con il parcheggio
pubblico situato a 100 dall’albergo.
Albergo Il Monastero
HOTEL €€
(cartina; 081 99 24 35; www.albergoilmonastero.it; Castello Aragonese, Rocca del Castello, Ischia Ponte;
singole €90, doppie €135-190; Le ex cellette delle monache che un tempo
Pasqua-ott; )
vivevano qui conservano ancora una grande sobrietà, con mobili in legno scuro,
pareti bianche di calce, piastrelle di ceramica artigianale e nessuna traccia di
televisori (ma il panorama non ve lo farà rimpiangere di certo). Gli ambienti sono
molto spaziosi e luminosi, con soffitti a volta, finestre affacciate sul mare e
sull’isola, manufatti di artigianato artistico e dipinti dell’artista Gabriele Mattera, un
tempo proprietario dell’albergo e di parte del Castello Aragonese. Il ristorante
dell’albergo è molto rinomato.
Il Moresco
HOTEL €€€
(cartina; 081 98 13 55; www.ilmoresco.it; Via E. Gianturco 16, Ischia Porto; doppie a partire da €340; apr-
ott; Situato nel cuore pulsante di Ischia Porto, ma con alti pini e vegetazione a
)
riparare, Il Moresco è uno spa hotel veramente fantastico, con uno stile giustamente
moresco-mediterraneo. Le camere sono magnificamente confortevoli, con pavimenti
in maiolica e un’aria d’altri tempi. Vengono offerti trattamenti rilassanti, tra cui
terapia al vino e bagni in acqua con estratti di piante.
Lacco Ameno
Hotel La Sirenella
HOTEL €€
(cartina; 081 99 47 43; www.lasirenella.net; Corso Angelo Rizzoli 41, Lacco Ameno; doppie €140-180;
apr-ott; Questo albergo a conduzione familiare si affaccia direttamente sulla
)
spiaggia. Le camere, luminose e colorate, hanno terrazze con vista sul mare. I lucenti
bagni piastrellati, l’atmosfera piacevole e vivace e il ristorante al pianterreno (che
serve gustose pizze) completano il quadro.
Mezzatorre Resort & Spa
HOTEL €€€
(cartina; 081 98 61 11; www.mezzatorre.it; Via Mezzatorre 23, Lacco Ameno; doppie €350-480, suite €490-
670; apr-ott; Arroccato su uno sperone roccioso a picco sul mare, questo
)
lussuoso resort è circondato da un bosco di pini di 2,8 ettari. Gli ospiti, inoltre,
hanno a disposizione una spa interna e un campo da tennis. I salottini e alcune delle
camere sono situati in una torre difensiva del XV secolo. Le camere presentano
sofisticate sfumature grigie, arancioni e ocra; alcune hanno anche giardino privato e
vasca con idromassaggio. L’infinity pool sopra la spiaggia vi farà sentire come in un
set cinematografico. Se il vostro budget non vi consente di alloggiare qui, limitatevi
a sorseggiare con calma un drink nel bar adiacente.
Forìo e la costa occidentale
Hotel Semiramis
HOTEL €€
(cartina; 081 90 75 11; www.hotelsemiramisischia.it; Spiaggia di Citara, Forìo; doppie €140-180; fine apr-
ott; Situato a pochi minuti di cammino dal complesso termale del Poseidon,
)
questo allegro albergo è gestito dal simpatico Giovanni e dalla moglie, di origine
tedesca. L’atmosfera è quella di un’oasi tropicale, con una piscina centrale
circondata da alte palme. Le spaziose camere hanno eleganti piastrelle nelle
tradizionali sfumature del giallo e del turchese. E dallo splendido giardino, che
racchiude alberi di fico e viti, si può ammirare il mare in lontananza.
Umberto a Mare
HOTEL €€
(cartina; 081 99 71 71; www.umbertoamare.it; Via Soccorso 2, Forìo; doppie €100-120; apr-ott; )
Facile da trovare perché situato proprio accanto alla caratteristica chiesa di Forìo,
che ricorda una missione, questo albergo consta di 11 camere tranquille, sobrie e
raffinate, con freschi pavimenti di ceramica, bagni moderni e tradizionali imposte
verdi alle finestre. Potrete rilassarvi su uno dei lettini disposti sulla terrazza
piastrellata in cotto, che offre una pittoresca vista sul mare. Per mangiare bene non
dovrete fare molta strada: l’albergo si trova sotto uno dei migliori ristoranti di Ischia.
Sant’Angelo e la costa meridionale
Camping Mirage
CAMPEGGIO €
(cartina; 081 99 05 51; www.campingmirage.it; Via Maronti 37, Spiaggia dei Maronti, Barano d’Ischia;
campeggio per 2 persone, automobile e tenda €33-40; Situato su una delle spiagge
Pasqua-ott; )
più belle di Ischia, a breve distanza da Sant’Angelo, questo campeggio ombreggiato
offre 50 piazzole, docce, lavanderia, un bar e un ristorante che serve ottimi piatti di
pasta al pesce compresa la specialità di tubettoni, cozze e pecorino.
Hotel Casa Celestino
HOTEL €€
(cartina; 081 99 92 13; www.casacelestino.it; Via Chiaia di Rose 20, Sant’Angelo; doppie €150-230; gen-
ott; Situato sul promontorio, questo albergo piccolo e raffinato offre una
)
rilassante combinazione di mobili color crema, pareti imbiancate a calce, oggetti
d’arte contemporanea e audaci dipinti. Le camere, dallo stile essenziale, sono
caratterizzate da pavimenti di maiolica, bagni moderni e splendidi balconi affacciati
sul mare. Sul lato opposto della strada c’è un buon ristorante senza pretese.
Procida
Procida è spesso meta di escursioni in giornata, perciò la sera, quando i turisti se ne
vanno, torna a disposizione degli abitanti e ritrova la sua gradevole e tranquilla
atmosfera da isola del Mediterraneo. Le sistemazioni, di conseguenza, non sono
tantissime e spesso si tratta di B&B e alberghi a conduzione familiare. Molte
strutture sono chiuse in inverno e al completo in agosto, perciò, se intendete recarvi
a Procida in quei periodi, prenotate con largo anticipo.
Marina Grande
Bed & Breakfast La Terrazza
B&B €
(cartina; 081 896 00 62; Via Faro 26, Marina Grande; singole €50-70, doppie €75-90; Pasqua-ott)
Un’opzione economica estremamente interessante, con dipinti alle pareti, lampade di
metallo, piastrelle e mobili d’antiquariato. Rilassatevi su una delle sdraio della
terrazza rivestita di mattonelle in cotto – da cui il B&B prende nome – e ammirate il
tramonto. Sempre in terrazza viene servita la prima colazione fatta in casa.
Marina Corricella
Hotel La Vigna
BOUTIQUE HOTEL €€
(cartina; 081 896 04 69; www.albergolavigna.it; Via Principessa Margherita 46, Terra Murata; doppie €150-
180, suite €180-230; Pasqua-ott;Situata in magnifica posizione sul fianco di un
)
promontorio roccioso, con un incantevole giardino e una spa interna, questa villa
ottocentesca è un incanto. Da cinque delle sue camere (tutte spaziose e arredate con
semplicità) si accede direttamente al giardino. Le camere di categoria superior (da
€180 a €200) sono soppalcate e quindi ideali per le famiglie, mentre la suite vanta
una vasca con idromassaggio accanto al letto, perfetta per le coppie.
Casa Sul Mare
HOTEL €€
(cartina; 081 896 87 99; www.lacasasulmare.it; Via Salita Castello 13, Marina Corricella; camere con
terrazzino vista mare €99-170; Con la sua vista mozzafiato, questo favoloso
Pasqua-ott; )
albergo ha contribuito a fare de Il talento di Mr Ripley (1999) un film
indimenticabile. Affacciato sul pittoresco porticciolo di Marina Corricella, vicino
alle rovine del Castello d’Avalos, offre camere eleganti con splendidi pavimenti
piastrellati, testiere dei letti in ferro battuto e calde tonalità mediterranee. Per chi
vuole usufruire dei servizi della spiaggia più vicina è a disposizione una navetta. Il
servizio è impeccabile e il cappuccino del mattino, offerto da Franco
nell’incantevole giardino che si affaccia sul porticciolo, probabilmente sarà uno dei
migliori che abbiate mai bevuto.
Casa Giovanni da Procida
B&B €€
(cartina; 081 193 69 167, 334 3200951; www.casagiovannidaprocida.it; Via Giovanni da Procida 3; doppie
€65-90, €90-140 quadruple; Pasqua-ott; Questo elegante B&B ricavato in un’ex casa
)
colonica e disposto su più livelli offre camere minimaliste con letti bassi e mobili
moderni. I bagni sono piccoli ma raffinati, con piastrelle a mosaico, lavandini cubici
e docce con grandi erogatori; alcuni hanno anche il soffitto a volta. Nel
lussureggiante giardino gli ospiti si rilassano leggendo e mangiando pesche sotto
l’enorme albero di magnolia.
Hotel La Corricella
HOTEL €€
(cartina; 081 896 75 75; www.hotelcorricella.it; Via Marina Corricella 88, Marina Corricella; doppie €100-
140; apr-ott; È difficile non notare, a Marina Corricella, questo vistoso albergo
)
rosa pesca e giallo. Le semplici camere hanno mobili componibili, ventilatore e TV.
L’ampia terrazza in comune offre una splendida vista sul porto, il ristorante serve
discrete specialità di pesce e un’imbarcazione raggiunge la spiaggia più vicina.
DOVE ALLOGGIARE SULLA COSTIERA
AMALFITANA
Se prevedete di esplorare la zona intorno alla Costiera, Sorrento costituisce
un’ottima base, perché offre i trasporti pubblici migliori. Positano, Amalfi e
Ravello vantano alcune delle strutture ricettive più eleganti d’Italia, che
vanno da sontuosi palazzi a raffinati B&B. Ricordate che in estate è
essenziale prenotare in anticipo e che la maggior parte degli alberghi chiude
in inverno.
Salerno non offre una grande scelta di alloggi, tuttavia la costa e il parco
del Cilento hanno una variegata gamma di sistemazioni. Qui troverete
alberghi in cima alla montagna, raffinati palazzi, alberghi sulla spiaggia e
agriturismi ecologici, con prezzi notevolmente più bassi rispetto alla
Costiera Amalfitana.
Marina di Chiaiolella
Hotel Crescenzo
HOTEL €€
(cartina; 081 896 72 55; www.hotelcrescenzo.it; Via Marina di Chiaiolella 33, Marina di Chiaiolella; doppie
€120; Questo albergo ha soltanto 10 camere non molto grandi; potrete
Pasqua-ott; )
scegliere tra quelle con vista mare dalla finestra e quelle con balcone. L’arredamento
riprende le tonalità marine del bianco e del blu e i bagni sono pulitissimi. Di fronte
all’albergo c’è un ristorante molto frequentato da affabili abitanti del posto, dove
potrete gustare la prima colazione anche in tarda mattinata (in genere viene servita
fino alle 12). Consultate il sito web per informazioni sulle tariffe scontate in caso di
soggiorni prolungati.
COSTIERA AMALFITANA
Sorrento
La cittadina offre una vasta scelta di sistemazioni, ma per luglio e agosto è
necessario prenotare con largo anticipo. La maggior parte dei grandi hotel del centro
è rivolta alle comitive dei viaggi organizzati, quindi i prezzi sono alti. Non mancano
però ottime alternative, in particolare lungo Via Capo, la strada costiera che si snoda
a ovest del centro. Questa zona si trova a breve distanza a piedi, ma se avete bagagli
pesanti vi consigliamo di prendere uno degli autobus SITA diretti a Sant’Agata o a
Massa Lubrense.
Ulisse
OSTELLO €
(cartina; 081 877 47 53; www.ulissedeluxe.com; Via del Mare 22; letti in camerata €30, doppie €60-120;
) Giustamente presentato come ‘ostello di lusso’, offre due camerate per sei
persone divise per sesso e alcune quadruple, mentre per il resto offre camere ampie e
fastose, con tessuti in stile Regency, pavimenti in marmo e grandi bagni privati
dotati di vasca e decorati con tonalità moderne. Comprende un centro benessere,
dove gli ospiti possono accedere alla piscina per la modica somma di €5, utilizzare
gratuitamente la palestra e prenotare trattamenti a prezzi ragionevoli. La prima
colazione è compresa in alcune tariffe, ma negli altri casi è considerata extra e costa
€10.
Casa Astarita
B&B €
(cartina; 081 877 49 06; www.casastarita.com; Corso Italia 67; doppie €90-130, triple €110-150; )
Questo B&B, un autentico gioiello in miniatura, è situato in un edificio del
Cinquecento in pieno centro. Le porte dipinte con colori vivaci, i soffitti a volta
originali, le raffinate opere d’arte e gli oggetti d’antiquariato completano il suo look
eclettico. Le sei camere sono semplici ma ben equipaggiate e sono disposte intorno a
un salone centrale con un grande tavolo rustico dove viene servita la prima
colazione.
Hotel Desiré
HOTEL €
(cartina; 081 878 15 63; www.desireehotelsorrento.com; Via Capo 31b; singole/doppie €66/99; marzo-dic;
)Tra i vari alberghi economici di Via Capo, il Desirée è uno dei migliori. Oltre a
camere semplici ma graziose e soleggiate, possiede una sala TV, una terrazza
panoramica sul tetto, un’atmosfera rilassata, un proprietario cordiale e una splendida
vista. C’è anche un comodo ascensore che scende alla spiaggia di scogli sottostante,
dove però ombrellone e sedie a sdraio sono a pagamento.
Seven Hostel
OSTELLO €
(fuori cartina; 081 878 67 58, 081 534 21 82; www.sevenhostel.com; Via Iommella Grande 99, Sant’Agnello;
letti in camerata/doppie a partire da €20/80; tutto l’anno;L’aspirazione dei giovani
)
proprietari di questa struttura è offrire il migliore ostello del mondo, nonché il primo
ostello di design. Ricavato in un ex convento dell’VIII secolo circondato da ulivi e
limoni, offre un’elegante terrazza sul tetto, musica dal vivo nei fine settimana e una
comoda lavanderia. Le camere sono spaziose e arredate in stile contemporaneo.
Nube d’Argento
CAMPEGGIO €
(cartina; 081 878 13 44; www.nubedargento.com; Via Capo 21; piazzole per 2 persone, automobile e tenda
grande o camper €39, bungalow per 4 persone €90-120; Questo invitante
marzo-dic; )
campeggio situato 1 km a ovest del centro di Sorrento racchiude piazzole e
bungalow di legno immersi in un uliveto che in estate offre un prezioso riparo dalla
calura. Gli eccellenti servizi comprendono una piscina all’aperto, un tavolo da ping
pong, scivoli e altalene che faranno felici i più piccoli.
Hotel Rivage
HOTEL €
(cartina; 081 878 18 73; www.hotelrivage.com; Via Capo 11; doppie a partire da €86; marzo-nov; )
Questo albergo moderno occupa un edificio basso, situato subito oltre i negozi
all’estremità occidentale della città. Ha una terrazza sul tetto in cui rilassarsi e un
discreto bar ristorante. Le camere sono un po’ anonime, ma dotate di balconi
spaziosi. Si respira l’atmosfera tipica degli hotel per comitive, ma la posizione è
buona e i prezzi sono ragionevoli.
Hotel Cristina
HOTEL €€
(fuori cartina; 081 878 35 62; www.hotelcristinasorrento.it; Via Privata Rubinacci 6, Sant’Agnello;
singole/doppie/triple/quadruple €130/150/180/200; Situato in cima a un’altura
marzo-ott; )
sopra Sant’Agnello, questo albergo vanta una vista superba, in particolare dalla
piscina. Le ampie camere hanno balconi con vista mare e combinano mobili di legno
intarsiato con tocchi contemporanei come le sedie di Philippe Starck. Gli ospiti
hanno a disposizione anche un ristorante interno e una navetta gratuita per/dalla
stazione di Sorrento della Ferrovia Circumvesuviana.
Hotel Astoria
HOTEL €€
(cartina; 081 807 40 30; www.hotelastoriasorrento.com; Via Santa Maria delle Grazie 24; singole €50-110,
doppie €70-170; Questo classico albergo rimesso a nuovo ha il vantaggio di trovarsi
)
nel cuore del centro storico. Nel complesso si tratta di un’ottima scelta. Gli
sfavillanti interni sono caratterizzati da lucide piastrelle colorate e motivi decorativi
gialli e blu. Nell’ampia e splendida terrazza sul retro, delimitata da un muro rivestito
con murales di piastrelle variopinte, potrete sedervi sotto alberi di aranci e limoni.
Il Giglio Bianco
B&B €€
(fuori cartina; 334 1233064, 333 3794829 www.bbgigliobiancosorrento.it; Via Parsano 25; doppie €45-99,
Il Giglio Bianco è caratterizzato da un arredamento nei
triple €65-114, quadruple €75-129; )
rilassanti toni del bianco e del crema, letti in ferro battuto e balconi che corrono
intorno all’edificio e sono quindi accessibili da tutte e tre le camere, che ne hanno
una parte a uso esclusivo. La struttura sorge un po’ distante dalla via principale,
perciò è tranquilla e i due simpatici fratelli proprietari vi aiuteranno a portare i
bagagli su per le scale. La prima colazione è particolarmente buona.
Mignon
HOTEL €€
(cartina; 081 807 38 24; www.sorrentohotelmignon.com; Via Sersale 9; singole €50-85, doppie €60-149, triple
€90-179; apr-dic; L’arredatore di interni che ha lavorato in questo albergo aveva
)
senza dubbio un debole per le sfumature del blu: ne troverete ovunque, dal blu scuro
delle piastrelle, abbinato al bianco, fino all’azzurro delle pareti e dei copriletto.
Opere d’arte contemporanee e vecchie fotografie di Sorrento in bianco e nero
completano gli arredi. Le camere sono spaziose e c’è anche un solarium sul tetto per
abbronzarsi.
La Tonnarella
HOTEL €€
(fuori cartina; 081 878 11 53; www.latonnarella.com; Via Capo 31; doppie €150-160, suite €320-340; apr-
ott e Natale; Una splendida scelta, ma non per gli amanti del minimalismo: La
)
Tonnarella è uno sfavillante insieme di maioliche, oggetti d’antiquariato, lampadari a
bracci e statue. Le camere, quasi tutte dotate di balcone o terrazzino, presentano la
stessa classica eleganza, con mobili tradizionali e comfort moderni ma non vistosi.
L’albergo comprende anche una spiaggia privata raggiungibile in ascensore e un
rinomato ristorante con dehors.
Villa Elisa
APPARTAMENTI €€
(cartina; 081 878 27 92; www.villaelisasorrento.com; Piazza Sant’Antonino 19; doppie €70-120 più €15 per
letto extra, suite €70-120; Tutte le camere di questo complesso hanno un
tutto l’anno; )
angolo cottura e si affacciano su un cortile centrale. La suite indipendente,
raggiungibile salendo una ripida scala, racchiude un salottino, un bagno, una camera
da letto e una cucina. Su richiesta, vi faranno anche il bucato in lavatrice (€8). La
struttura sorge in magnifica posizione centrale. Il parcheggio è considerato extra e
costa €15 al giorno.
Grand Hotel Excelsior Vittoria
HOTEL €€€
(cartina; 081 807 10 44; www.exvitt.it; Piazza Tasso 34; singole/doppie/junior suite con vista sul giardino a
partire da €385/561/990; Aperto da oltre 170 anni, l’albergo più antico di Sorrento
)
emana un’eleganza belle époque. Grandi palme in vaso abbelliscono le luminose
sale comuni, dove trionfano decorazioni dorate e mobili antichi. Le camere variano
per dimensioni e stile, dalla raffinata semplicità al lusso più sontuoso con tanto di
affreschi. Tutte comunque offrono una splendida vista, o sui lussureggianti giardini
dell’albergo, dove cresce una bougainvillea color cremisi, o sul mare fino al
Vesuvio. Vi hanno alloggiato personaggi illustri come Wagner, Goethe, Sophia
Loren, Pavarotti e i reali inglesi.
Plaza Hotel
HOTEL €€€
(cartina; 081 878 28 31; www.plazasorrento.com; Via Fuorimura 3; doppie €80-280;È uno
)
degli alberghi più nuovi della città. I luminosi interni hanno uno stile contemporaneo
in cui il bianco candido contrasta con i pavimenti in parquet marrone e tocchi di
colore. Quadri astratti adornano le pareti e il bar all’aperto sul tetto (situato vicino
all’infinity pool) è perfetto per un aperitivo serale, con la sua vista suggestiva sulle
case della città e sul mare. Il parcheggio costa €15 al giorno.
Massa Lubrense
Frequentata soprattutto da turisti italiani che vogliono evitare gli itinerari più battuti,
la graziosa Massa Lubrense rappresenta una comoda base ed è più tranquilla di
alcune delle località più esclusive vicine ad Amalfi.
Casale Villarena
APPARTAMENTI €
( 081 808 17 79; www.casalevillarena.it; Via A. Vespucci 13, Massa Lubrense; appartamenti per 2/4 persone a
partire da €70/180; Pasqua-ott; Questi appartamenti, ideali per le famiglie, sono
)
caratterizzati da servizi di buon livello tra cui una piscina comune, un parco giochi e
un’incantevole spiaggia situata a breve distanza. C’è anche un ristorante che serve
piatti con prodotti dell’orto e a km 0, un’antica cantina che risale al 1500 e ospita
una sala degustazione di vini e formaggi, un giardino terrazzato con alberi di limone
e pergole che proteggono dal sole. Il complesso risale al Settecento, ma gli
appartamenti sono confortevoli, spaziosi e arredati in modo semplice ed elegante.
Hotel Ristorante Primavera
HOTEL €
( 081 878 91 25; www.laprimavera.biz; Via IV Novembre 3g; doppie €100; Un
Pasqua-ott; )
accogliente due stelle a gestione familiare, con camere ampie e ariose arredate con
tradizionali piastrelle di Vietri, mobili in legno chiaro e pittura bianca in quantità.
Alcune camere hanno una spaziosa terrazza con lettini, tavolo e sedie (le n. 101, 102
e 103 sono un’ottima scelta). Le vasche da bagno presenti in quasi tutte le camere
sono un lusso inaspettato. Il luminoso ristorante dotato di dehors, con panorami che
spaziano dai frutteti al mare, serve tipiche specialità locali.
Sant’Agata sui Due Golfi
Sant’Agata si trova in magnifica posizione, affacciata sui due golfi di Salerno e
Napoli, e sta rapidamente conquistando un’ottima fama grazie ai suoi agriturismi e
ristoranti. Prenotate con buon anticipo se avete intenzione di soggiornarvi in alta
stagione.
Agriturismo Le Tore
AGRITURISMO €
( 081 808 06 37; www.letore.com; Via Pontone 43; singole €60-70, doppie €90-130, cena €25-35; Pasqua-
inizio nov; Le Tore, un luogo splendido in cui alloggiare, è una vera fattoria che
)
occupa 14 ettari di uliveti e produce, tra l’altro, olio, pomodori secchi e marmellate.
Decisamente esterno ai circuiti più battuti, offre sette camere in stile granaio in
un’incantevole casa colonica dall’aspetto rustico nascosta tra gli alberi da frutto. I
pavimenti in cotto e i massicci mobili in legno contribuiscono al fascino rurale del
complesso. Per i bambini dai due ai sei anni che dormono in camera con i genitori è
previsto uno sconto del 50% (30% per i bambini da 7 a 10 anni). In inverno sono
disponibili due appartamenti indipendenti per un soggiorno minimo di tre notti. Su
richiesta vengono preparati i pasti.
Agriturismo Fattoria Terranova
AGRITURISMO €
( 081 533 02 34; www.fattoriaterranova.it; Via Pontone 10; doppie €55-89, triple €80-130, quadruple €95-145;
marzo-nov; Pavimenti in pietra, fiori secchi appesi alle pesanti travi in legno e
)
grandi botti di vino disseminate qua e là: questo magnifico agriturismo è
l’incarnazione dell’eleganza rurale. Gli ospiti alloggiano in piccoli appartamenti
distribuiti nell’ampia tenuta. Le sistemazioni sono piuttosto semplici, ma il contesto
è incantevole e la piscina costituisce un piacevole lusso.
Marina del Cantone
Non dovreste avere problemi a trovare un alloggio in questa deliziosa località di
villeggiatura dall’atmosfera informale, fatta eccezione per il mese di agosto, quando
i suoi alberghi vengono presi d’assalto.
Villaggio Residence Nettuno
CAMPEGGIO, APPARTAMENTI €
( 081 808 10 51; www.villaggionettuno.it; Via A. Vespucci 39; piazzole, tenda e automobile €19-34, bungalow
€40-180, appartamenti €65-210, tutto per 2 persone; Il campeggio di
marzo-inizio nov; )
Marina del Cantone, immerso fra gli uliveti terrazzati all’inizio del paese, offre una
vasta scelta di sistemazioni tra cui piazzole, case mobili e appartamenti ricavati in
una torre cinquecentesca, che possono ospitare da due a cinque persone. Accogliente
ed ecocompatibile, questo complesso ha eccellenti servizi e mette a disposizione una
ricca scelta di attività.
Positano
Positano è un posto meraviglioso in cui alloggiare, ma tenete presente che i prezzi,
in generale, sono elevati. Come ogni altra località della Costiera Amalfitana, in
estate diventa molto affollata, quindi è indispensabile prenotare con largo anticipo,
soprattutto per i weekend e i mesi di luglio e agosto. Informatevi presso l’ufficio
turistico sulla disponibilità di camere o appartamenti in case private.
Villa Nettuno
HOTEL €
(cartina; 089 87 54 01; www.villanettunopositano.it; Viale Pasitea 208; singole/doppie €70/85; tutto l’anno)
Nascosta dietro una barriera di profumata vegetazione, Villa Nettuno è ricca di
fascino. Chiedete una delle camere situate nella parte settecentesca dell’edificio, con
massicci mobili in stile rustico e una terrazza comune. Le camere che si trovano
nella parte ristrutturata della villa non possono vantare la stessa atmosfera.
Pensione Maria Luisa
PENSIONE €
(cartina; 089 87 50 23; www.pensionemarialuisa.com; Via Fornillo 42; doppie €70-80, con vista mare €95;
marzo-ott; È un’accogliente pensione vecchio tipo, ma le camere e i bagni sono
)
stati ristrutturati e ora hanno lucide piastrelle e complementi d’arredo blu. Vale la
pena di pagare €15 in più per il balcone privato con vista sulla baia, altrimenti c’è un
piccolo dehors comune che offre lo stesso panorama sensazionale. Per la prima
colazione è previsto un supplemento di €5.
Casa Celeste
PENSIONE €
(cartina; 089 87 53 63; www.casaceleste.net; Via Fornillo 10; singole €45, doppie €80-90; Pasqua-ott)
Prima di tutto, un avvertimento: il limoncello che Celeste prepara in casa (e che
cercherà di offrirvi in qualunque occasione) è più alcolico della media. Anche il
caffè è squisito. Celeste ha un’ottantina d’anni ed è un vero tesoro: tra le altre cose,
prepara personalmente tutte le marmellate e le torte servite a colazione. A suo figlio
Marco si deve il raffinato restauro delle camere secentesche, che sono piacevolmente
arredate con piastrelle dai colori vivaci e mobili in legno scuro; provate a chiedere la
n. 5, che ha un suggestivo soffitto a volta.
Hostel Brikette
OSTELLO €
(cartina; 089 87 58 57; www.hostel-positano.com; Via Marconi 358; letti in camerata €24-60, doppie €65-145,
appartamenti €80-220; Il Brikette è un posto luminoso e vivace, che offre
tutto l’anno; )
magnifici scorci e diversi tipi di sistemazioni, dai letti in camerata alle doppie fino
agli appartamenti. Offre anche servizi senza pernottamento, comodi per chi viaggia
in giornata e può usufruire delle strutture dell’ostello, tra cui docce, wi-fi e deposito
bagagli al prezzo di €10. La prima colazione non è compresa nel prezzo.
I proprietari sono una ricca fonte di informazioni se si vogliono fare escursioni nella
zona, potendo fornire cartine e consigli utili. Organizzano anche tour e corsi di
cucina.
La Fenice
B&B €€
(fuori cartina; 089 87 55 13; www.lafenicepositano.com; Via Guglielmo Marconi 4; doppie €155; Pasqua-
ott; Con piastrelle di Vietri dipinte a mano, pareti bianche e soffitti alti, le camere
)
di questo B&B sono semplici ma eleganti. La maggior parte ha balcone o terrazza
privati. I panorami sono magnifici e l’atmosfera è molto casalinga e non
superlussuosa. Come in altre strutture di Positano, dovrete tenere conto delle scale
per salire e scendere. Ci sono anche una graziosa piscina e una hot tub con una
piccola cascata che scroscia dalle rocce soprastanti.
Hotel California
HOTEL €€
(cartina; 089 87 53 82; www.hotelcaliforniapositano.it; Via Cristoforo Colombo 141; doppie €160-195;
Pasqua-ott; Ricavato in un magnifico palazzo settecentesco la cui facciata è
)
dipinta in rilassanti tonalità rosa e gialle, l’Hotel California offre bellissime camere,
soprattutto quelle situate nell’ala più vecchia, con fregi originali sui soffitti. Le
nuove sono spaziose e arredate con sfarzo. La prima colazione viene servita sul
dehors davanti, pieno di verde.
Florida Residence
B&B €€
(cartina; 089 87 58 01; www.floridaresidence.net; Viale Pasitea 171; doppie €90-120; apr-ott; )
Questa accogliente struttura a gestione familiare offre due autentiche rarità: un
parcheggio gratuito e uova sode a colazione. Le camere iniziano a mostrare i segni
del tempo ma sono spaziose e ben attrezzate, con frigo e asciugacapelli; alcune
hanno sia la vasca da bagno sia la doccia. Ci sono anche ampi spazi comuni in cui
rilassarsi, compresi un solarium sul tetto e un giardino con gazebo.
Hotel Palazzo Murat
HOTEL €€€
(cartina; 089 87 51 77; www.palazzomurat.it; Via dei Mulini 23; doppie €220-600; metà marzo-metà nov;
Un antico muro ripara questo magnifico albergo dalle orde di turisti che
)
attraversano una delle più importanti strade pedonali di Positano. Il Murat è ricavato
in un palazzo settecentesco che un tempo fu la residenza estiva di Gioacchino Murat,
re di Napoli. Il lussureggiante giardino racchiude banani, callistemon, aceri
giapponesi e pini. Le camere – cinque (le più care) nella parte antica dell’edificio e
25 nella nuova ala – sono arredate con lussuosi oggetti d’antiquariato, dipinti a olio
originali e marmi a profusione.
San Pietro
HOTEL €€€
(fuori cartina; 089 87 54 55; www.ilsanpietro.it; Via Laurito 2; doppie a partire da €495-902; apr-ott;
Per essere un albergo famoso, il San Pietro è incredibilmente discreto. Costruito
)
su un promontorio roccioso 2 km a est di Positano, si trova quasi completamente al
di sotto del livello stradale: arrivando in auto, cercate la cappella ricoperta di edera e
la cabina telefonica nera in stile inglese sul lato della carreggiata. Tutte le camere
presentano arredi differenti e hanno una spettacolare vista sul mare, terrazza privata
e una vasca con idromassaggio. Tra i servizi offerti vi sono una piscina
semicircolare, un ristorante stellato Michelin e una spiaggia privata (accessibile in
ascensore), accanto alla quale si estendono un prato con lettini per prendere il sole e
un campo da tennis. L’ampia ed elegante lobby, abbellita da una sgargiante
bougainvillea, rappresenta la migliore introduzione a questo complesso. Gli ospiti
hanno a disposizione 24 ore su 24 una navetta gratuita per Positano.
Hotel Villa Gabrisa
BOUTIQUE HOTEL €€€
(cartina; 089 81 14 98; www.villagabrisa.it; Via Pasitea 219-227; doppie relax €160-260; tutto l’anno;
)Questo edificio storico risale al Settecento ed è stato ristrutturato con raffinatezza.
Le camere sono arredate con mobili rustici dipinti, hanno tradizionali letti in ferro
battuto, lampadari a bracci in vetro di Murano e piastrelle di maiolica e terracotta. Ci
sono anche un’elegante enoteca e un ristorante, aperto da aprile a ottobre, che serve
una sofisticata cucina regionale.
Villa Franca
HOTEL €€€
(cartina; 089 87 56 55; www.villafrancahotel.it; Viale Pasitea 318; doppie €280-380; marzo-nov; )
Questo pulitissimo boutique hotel ha un’atmosfera tipicamente mediterranea, con
vivaci dettagli bianchi e blu e una piscina sul tetto che offre panorami
indimenticabili. Le camere sono bianche e luminose, con piastrelle ornamentali a
motivi classici. Al pianterreno ci sono un piccolo bar, una palestra con macchinari
hi-tech (come se Positano, con i suoi dislivelli, non facesse già fare sufficiente
esercizio...) e un centro benessere aperto anche agli esterni, che propone bagno
turco, massaggi e vari trattamenti tonificanti. Una dépendance ospita altre nove
camere con arredi simili. Il parcheggio è convenzionato e costa €30 al giorno.
Da Positano ad Amalfi
Questo è uno dei tratti di strada più suggestivi della Costiera Amalfitana, e le
sistemazioni si concentrano soprattutto nella zona di Praiano.
Agriturismo Serafina
AGRITURISMO €
( 089 83 03 47, 333 8216772; www.agriturismoserafina.it; Via Picola 3, Loc. Vigne, Furore;
singole/doppie/triple €50/80/100; È difficile trovare un posto più lontano dai
tutto l’anno; )
circuiti turistici di questo splendido agriturismo. Se avrete la pazienza di arrivare fin
qui, troverete una delle sistemazioni più convenienti della Costiera. Gli ospiti
alloggiano in sette camere impeccabili, con aria condizionata, situate nella casa
colonica; ciascuna ha un piccolo balcone e si affaccia sui rigogliosi terrazzamenti
sottostanti.
Il cibo è delizioso: per prepararlo vengono utilizzati quasi esclusivamente prodotti
dell’azienda agricola (tra cui salame, pancetta, vino, olio extravergine d’oliva, frutta
e verdura).
Ercole di Amalfi Bed & Breakfast
B&B €€
( 089 83 18 43, 334 2494141; www.ercolediamalfi.it; Via Giovanni d’Amalfi 29, Amalfi; doppie €75-160;
A cinque minuti d’auto in direzione di Conca dei Marini, questo nuovo
tutto l’anno)
B&B sulla collina ha una graziosa terrazza rustica con piante di limoni in vaso e
un’ampia vista sul mare che rendono ancora più buona la prima colazione. Le
camere eleganti hanno soffitti a volta, piastrelle di produzione locale e moderni
bagni minimalisti. È un posto perfetto per fare passeggiate in montagna. Il
parcheggio convenzionato costa €20 al giorno.
Hotel Onda Verde
HOTEL €€
( 089 87 41 43; www.hotelondaverde.com; Via Terramare 3, Praiano; doppie €130-220; apr-nov; )
Questo albergo sorge in splendida posizione sul fianco di un promontorio e si
affaccia sulla pittoresca Marina di Praiano. L’interno è stato scavato nella roccia, il
che lo rende meravigliosamente fresco in piena estate. Nelle camere ci sono lenzuola
candide, testiere dei letti di satin, eleganti mobili in stile fiorentino e terrazze con
sedie a sdraio per ammirare la vista. Anche il ristorante è vivamente consigliato.
Hotel Villa Bellavista
HOTEL €€
( 089 87 40 54; www.villabellavista.it; Via Rezzola 47, Praiano; camere €80-140; apr-ott; )
Circondato da lussureggianti giardini, questo albergo nel centro di Praiano gode di
una posizione tranquilla, di un fascino d’altri tempi con camere ampie, fresche ma
piuttosto spoglie. Dalla spaziosa terrazza ricca di fiori si gode una bella vista sul
mare e sull’isola di Capri. Ha anche un’incantevole piscina circondata dal verde e si
trova su una stradina che conduce alla Spiaggia della Gavitella. L’hotel è ben
segnalato e si raggiunge imboccando Via Rezzolo dalla SS163 che attraversa la città.
Villa Maria Bed and Breakfast
B&B €€
( 089 87 28 02; www.villamariaamalfi.it; Piazza Gaetano Amodio 1, Pogerola; doppie €110-135; Pasqua-ott)
Pochi minuti d’autobus a ovest di Amalfi, sulla piazza principale della minuscola
Pogerola, questa villa giallo limone davanti alle montagne è arredata con classe e ha
camere dotate di magnifici soffitti con travi a vista e freschi pavimenti di cotto. Gli
scorci su Amalfi sono magnifici ed è possibile esplorare il fianco della montagna
seguendo ripidi sentieri.
Amalfi
Nonostante sia una classica meta da escursione in giornata, Amalfi offre una vasta
scelta di alloggi, per lo più nelle fasce di prezzo medio-alte. Cercate sempre di
prenotare in anticipo, perché nei mesi estivi la città è molto affollata e in inverno
numerosi alberghi sono chiusi. Se viaggiate in auto, sceglietene uno con parcheggio:
la speranza di posteggiare lungo la strada è del tutto vana.
Albergo Sant’Andrea
HOTEL €
(cartina; 089 87 11 45; www.albergosantandrea.it; Via Duca Mansone I; singole/doppie €60/90; marzo-ott;
Godetevi la vivace atmosfera di Piazza del Duomo nella comodità della vostra
)
stanza. Questo modesto due stelle offre camere semplici con piastrelle dai colori
vivaci e tessuti coordinati. Di recente le finestre sono state dotate di doppi vetri: un
accorgimento molto utile per tenere lontano il trambusto della piazza, che in alta
stagione può diventare fastidioso. Si tratta di uno di quei posti dove chiedere una
camera con vista (sulla cattedrale).
Residenza del Duca
HOTEL €€
(cartina; 089 873 63 65; www.residencedelduca.it; Via Duca Mastalo II 3; singole €70, doppie €160;
marzo-nov; Un piccolo albergo a conduzione familiare con sei camere in tutto,
)
luminose, soleggiate e piacevolmente arredate con oggetti d’antiquariato, piastrelle
di maiolica e qualche cherubino ornamentale. Le docce a getto regolabile sono
eccellenti. Telefonate in anticipo se avete valigie pesanti: salire fin qui è molto
faticoso e nel prezzo è compreso un servizio di trasporto bagagli fino a inizio
ottobre.
La camera n. 2 è particolarmente consigliabile perché ha porte finestre che si aprono
su un panorama da sogno.
Hotel Lidomare
HOTEL €€
(cartina; 089 87 13 32; www.lidomare.it; Largo Duchi Piccolomini 9; singole/doppie €65/145; tutto l’anno;
) Questo albergo vecchio stile a gestione familiare è pieno di fascino. Le
spaziose camere hanno un’atmosfera raffinata, con arredi piacevolmente spaiati,
piastrelle d’epoca e pregevoli oggetti d’antiquariato. Alcune hanno la vasca con
idromassaggio, altre la vista sul mare e un grande balcone. La prima colazione in
genere viene servita sopra un pianoforte a coda: un altro dettaglio che contribuisce
all’originalità di questa struttura.
Hotel Amalfi
HOTEL €€
(cartina; 089 87 24 40; www.hamalfi.it; Vico dei Pastai 3; singole €70-120, doppie €70-170; Pasqua-ott;
)Situato in un vicolo che si dirama dalla principale strada pedonale di Amalfi,
questo tre stelle a gestione familiare è elegante e in posizione centralissima. Le
camere, alcune delle quali dotate di balcone, hanno pareti giallo chiaro, pavimenti
con piastrelle di maiolica e decorazioni a stencil. I bagni sono rivestiti con lucide
piastrelle e, pur essendo piccoli, racchiudono una vasca o una doccia. Il terrazzo al
terzo piano è il posto ideale per bere qualcosa in totale relax. Il parcheggio costa €25
al giorno ed è su prenotazione (i posti sono limitati).
Hotel Centrale
HOTEL €€
(cartina; 089 87 26 08; www.amalfihotelcentrale.it; Largo Duchi Piccolomini 1; doppie €100-120; tutto
l’anno; Questo albergo offre un rapporto qualità-prezzo tra i migliori di Amalfi.
)
L’ingresso si trova in una minuscola piazzetta del centro storico, ma molte camere si
affacciano su Piazza del Duomo. Le decorazioni con vivaci piastrelle di Vietri verdi
e blu conferiscono all’insieme un’atmosfera fresca e vivace, e la vista dalla terrazza
sul tetto è magnifica.
DieciSedici
B&B €€
(cartina; 089 87 22 52; Piazza Municipio 10-16; www.diecisedici.it; doppie €150; Pasqua-ott; )
Nuovissimo e in ottima posizione, questo B&B è ospitato in un palazzo medievale
sapientemente restaurato. Le sei camere sono luminose e hanno pavimenti in
maiolica, pareti imbiancate a calce e – in due casi – vista mare. La TV satellitare,
l’aria condizionata e il sistema audio rendono questo posto una scelta dall’ottimo
rapporto qualità-prezzo. I simpatici proprietari sono disponibili nel consigliare i
migliori ristoranti e attrazioni della città.
Hotel Luna Convento
HOTEL €€€
(fuori cartina; 089 87 10 02; www.lunahotel.it; Via Pantaleone Comite 33; singole €250-300, doppie €270-
320, suite €460-620; Pasqua-dic; Questo albergo, inaugurato circa 170 anni fa,
)
occupa l’edificio che un tempo ospitava un convento fondato da san Francesco nel
1222. Le camere situate nella struttura originale erano le antiche celle dei monaci,
ma le piastrelle dai colori vivaci, i balconi e l’incantevole vista sul mare non hanno
nulla di claustrale. L’ala più nuova è altrettanto suggestiva, con affreschi a tema
religioso sopra i letti. Il chiostro con cortile interno è magnifico.
Hotel Santa Caterina
HOTEL €€€
(fuori cartina; 089 87 10 12; www.hotelsantacaterina.it; Strada Amalfitana 9; doppie €308-915, suite €668-
2910; marzo-ott; Il Santa Caterina è un simbolo di Amalfi e uno degli
)
alberghi più famosi d’Italia. Tutto è all’insegna del lusso, dal servizio garbato ai
favolosi giardini, dalla spiaggia privata alle camere fastose. Gestito dalla terza
generazione della famiglia Gambardella, che lo fece costruire nel 1880, offre
panorami tra i più suggestivi di tutta la Costiera. Chi è in viaggio di nozze può
scegliere la suite ‘Romeo e Giulietta’, uno chalet privato immerso in un giardino dai
fiori variopinti, disponibile a una cifra compresa tra €1133 e €3800 per notte...
Ravello
Ravello è una località esclusiva, caratteristica che si riflette sulle sue sistemazioni,
raffinate e costose. Troverete magnifici alberghi di categoria elevata, incantevoli
strutture di categoria media e un bell’ agriturismo nelle vicinanze. Prenotate con
largo anticipo se intendete soggiornare qui in estate, soprattutto se pensate di farlo
durante il festival musicale.
Affittacamere Il Roseto
PENSIONE €
(cartina; 089 858 64 92, 333 3286809; www.ilroseto.it; Via Trinità 37; singole €60-70, doppie €80-90; tutto
l’anno)Se state cercando una camera pulita e senza fronzoli a breve distanza dai
luoghi da vedere, questo è il posto che fa per voi. Dispone soltanto di due camere, in
entrambe le quali, dalle pareti alle lenzuola fino ai pavimenti, domina il bianco. Pur
essendo anonime ed essenziali, offrono tuttavia un ottimo rapporto qualità-prezzo e,
se vi mancassero i colori, potrete sempre sedervi all’esterno sotto i limoni. Non è un
caso, forse, che i proprietari gestiscano anche il liquorificio Profumi della Costiera,
specializzato in limoncello.
Agriturismo Monte Brusara
AGRITURISMO €
( 089 85 74 67; www.montebrusara.com; Via Monte Brusara 32; singole/doppie €45/90; tutto l’anno)
Questa tenuta agricola sorge sul fianco del Monte Brusara, a circa 1,5 km dal centro
di Ravello. Volendo la si può raggiungere con una faticosa camminata di 30 minuti,
ma se telefonerete in anticipo i proprietari vi verranno a prendere. È una struttura
particolarmente adatta alle famiglie o a chi vuole fuggire dalle orde di turisti.
Le tre camere sono semplici ma confortevoli, si mangia divinamente e il proprietario
è loquace e affabile.
Punta Civita
B&B €€
( 089 872 326, 329 3136190; www.puntacivita.it; Via Civita 4; doppie €110; Situato
marzo-ott; )
sulla strada per Ravello e accessibile con una camminata di 15 minuti da Atrani,
questo grazioso piccolo B&B ha un dehors tappezzato di bougainvillee con vista
magnifica sul mare e sugli agrumeti circostanti. Anche le camere con piastrelle dai
colori vivaci sono rivolte verso il mare. I proprietari simpatici e accoglienti servono
un’eccellente prima colazione continentale – ovviamente – sul dehors.
Albergo Ristorante Garden
HOTEL €€
(cartina; 089 85 72 26; www.gardenravello.com; Via Giovanni Boccaccio 4; singole/doppie €140/160; metà
marzo-fine ott; Date un’occhiata alle fotografie e dietro la reception e vedrete che
)
alcune ritraggono gli attuali proprietari, Anna e Marco, molti anni fa, mentre
giocano con i figli di Jackie Kennedy. Anche se non è più una calamita per le
celebrità, questo tre stelle a gestione familiare resta una buona scelta. Le camere, per
quanto pulite, sono un po’ anguste e anonime, ma la vista è magnifica e il frigo è
sicuramente un optional gradito. Sembra che Gore Vidal fosse un habitué del
ristorante con dehors (pasti a partire da €30 circa).
Hotel Toro
BOUTIQUE HOTEL €€
(cartina; 089 85 72 11; www.hoteltoro.it; Via Roma 16; singole/doppie €85/125; Pasqua-nov; )
Fondato alla fine dell’Ottocento, questo albergo ha ospitato anche l’artista olandese
M.C. Escher, che dormì nella camera n. 6 e forse trasse ispirazione per le sue opere
dai bizzarri motivi decorativi delle piastrelle. Le camere sono arredate nel
tradizionale stile della Costiera Amalfitana, con piastrelle di cotto o di marmo
chiaro, mobili in rilassanti sfumature crema e raffinati dipinti che raffigurano
paesaggi; alcune dispongono di frigorifero. Si trova nei pressi di Piazza del Duomo,
perciò sentirete il suono delle campane, ma il giardino cinto da mura è un posto
incantevole in cui sorseggiare l’aperitivo prima di cena.
Hotel Villa Amore
PENSIONE €€
(cartina; Questa
089 85 71 35; www.villaamore.it; Via dei Fusco 5; singole/doppie €75/130; mag-ott; )
accogliente pensione a gestione familiare è la scelta migliore di Ravello da un punto
di vista del prezzo. Nascosta in un vicoletto tranquillo, offre camere modeste e
confortevoli, con bagni impeccabili. Tutte sono dotate di balcone e alcune hanno
anche la vasca da bagno. Il ristorante è un ulteriore punto a favore, con una terrazza
dalla vista favolosa, dell’ottimo cibo e prezzi ragionevoli (circa €30 per un pasto).
Hotel Caruso
HOTEL €€€
(cartina; 089 85 88 01; www.hotelcaruso.com; Piazza San Giovanni del Toro 2; singole €575-720, doppie
€757-976; apr-nov; Non c’è luogo migliore in cui nuotare della sensazionale
)
infinity pool del Caruso. Situata in posizione scenografica, sembra costruita sull’orlo
di un precipizio: la sua acqua azzurra si fonde con i colori del mare e del cielo
creando un effetto ottico magico. L’albergo, ricavato in un palazzo dell’XI secolo
splendidamente restaurato, non è da meno, con finestre incorniciate da archi a sesto
acuto, soffitti a volta quattrocenteschi e raffinate ceramiche. Le camere sono dotate
di ogni comfort, come l’impianto TV/DVD racchiuso in un elegante armadietto in
legno ai piedi del letto.
Palazzo Avino
HOTEL €€€
(cartina; Palazzo Sasso; 089 81 81 81; www.palazzosasso.com; Via San Giovanni del Toro 28; doppie a partire
da €320, con vista mare €530; fine marzo-ott;Inaugurato nel 1880 con il nome di
)
Palazzo Sasso, è uno dei tre hotel più lussuosi di Ravello e nel secolo scorso ha
ospitato personaggi illustri come il generale Eisenhower (che qui pianificò il
bombardamento di Montecassino) e il regista Roberto Rossellini con Ingrid
Bergman (che si godettero romantiche cene nel ristorante). Il magnifico edificio, di
color rosa chiaro, risale al XII secolo, e gli arredi combinano raffinati pezzi di
antiquariato con colori moreschi e sculture moderne. La piscina di 20 m offre una
vista mozzafiato e il ristorante Rossellinis, stellato Michelin, ha una fama eccellente.
C’è anche una piccola spa.
SALERNO E IL CILENTO
Salerno
Le poche sistemazioni che offre Salerno sono piuttosto anonime, ma in centro
troverete alcuni alberghi discreti. I prezzi tendono a essere molto più bassi di quelli
degli hotel della Costiera Amalfitana.
Ostello Ave Gratia Plena
OSTELLO €
(cartina; 089 23 47 76; www.ostellodisalerno.it; Via dei Canali; letti in camerata/singole/doppie €16/45/65;
tutto l’anno; Ricavato in un ex convento cinquecentesco, l’ostello di Salerno
)
affiliato HI sorge nel cuore del centro storico. Racchiude un incantevole cortile
centrale e offre una vasta scelta di sistemazioni, tutte molto allegre, dalle camerate
alle doppie con bagno privato. Per le camerate è previsto il coprifuoco alle 2.
Hotel Montestella
OSTELLO €€
(cartina; 089 22 51 22; www.hotelmontestella.it; Corso Vittorio Emanuele II 156; singole/doppie/triple
€70/122/148; tutto l’anno; Il Montestella si trova lungo la principale arteria
)
pedonale di Salerno, a metà strada fra il centro storico e la stazione ferroviaria,
quindi vicino a quasi tutti i siti turistici. Le camere sono spaziose e confortevoli, con
moquette blu e carta da parati in stile Regency, mentre le aree comuni hanno un
aspetto fresco e moderno. Si tratta senza dubbio della migliore sistemazione di
categoria media della città. A 300 m sorge un comodo parcheggio (€16-20 per 24 h).
Paestum
Sebbene la maggior parte dei turisti visiti Paestum in giornata, questa località offre
un sorprendente numero di alberghi. Oltre agli inevitabili tre stelle moderni, rivolti
alle comitive dei viaggi organizzati, troverete alcune sistemazioni eccellenti.
Casale Giancesare
B&B €
( 0828 72 80 61, 333 1897737; www.casalegiancesare.it; Via Vecchia Cilentana 8; singole €65-120, doppie
€65-120, appartamenti €600-1300 a settimana; tutto l’anno; Questo incantevole B&B
)
si trova in un’ex casa colonica ottocentesca in pietra. È gestito dall’adorabile
famiglia Voza, che sarà lieta di farvi assaggiare il suo vino, il suo limoncello e i suoi
piatti della cucina tradizionale fatti in casa. Situato a 2,5 km da Paestum e circondato
da ulivi e gelsi, offre una vista straordinaria, in particolare dalla piscina.
Villaggio dei Pini
CAMPEGGIO €
( 0828 81 10 30; www.campingvillaggiodeipini.com; piazzole per 2 persone, automobile e tenda €45,
bungalow per 2 persone €450-800; Paestum dispone di numerosi campeggi,
tutto l’anno; )
ma questo è il migliore. Immerso in un’area boscosa di alti pini, comprende un
ristorante, una pizzeria, un minimarket, un campo da calcio, una spiaggia privata e
un parco giochi per bambini. I bungalow sono arredati con semplicità, ma hanno
tutto ciò che occorre.
Hotel Calypso
HOTEL €€
( 0828 81 10 31; www.calypsohotel.com; Via Mantegna 63; singole €50-75, doppie €100-150; apr-ott;
Il Calypso è la sistemazione ideale per i tipi alternativi o amanti dell’arte. Ha
)
camere ampie e raffinate, con balconi privati e pregevoli oggetti d’arte realizzati a
mano. Il proprietario Roberto (cui si devono alcune delle lampade) ha viaggiato in
tutto il mondo e potrà fornirvi consigli sulla zona. In estate l’albergo ospita
regolarmente concerti, che spaziano dalla musica folk alla classica; a breve distanza
a piedi, inoltre, si estende una spiaggia sabbiosa (attrezzata con ombrelloni e lettini).
L’albergo dispone anche di una piccola ma fornita biblioteca di testi sul paesaggio e
l’architettura locali. Il ristorante serve piatti della cucina tradizionale e della cucina
vegetariana, vegana e macrobiotica. Sono disponibili perfino camere prive di TV per
gli ospiti spaventati dai campi elettromagnetici.
Agropoli e la Costiera Cilentana
Mete molto frequentate nei mesi estivi, Agropoli e le località della costa del Cilento
offrono una buona scelta di sistemazioni, concentrate soprattutto sul lungomare.
Marulivo Hotel
BOUTIQUE HOTEL €
( 0974 973 792; www.marulivohotel.it; Via Castello, Pisciotta; doppie standard €70-130; Pasqua-ott; )
Che cerchiate un’atmosfera romantica o vogliate semplicemente fuggire dallo stress
in un paesaggio idilliaco, qui sarete nel posto giusto. Situato nel dedalo di stretti
vicoli che si estende dietro la piazza medievale della cittadina, questo hotel dispone
di camere arredate con colori caldi, mobili antichi, fresche lenzuola bianche e muri
in pietra a vista. La terrazza sul tetto, che si affaccia sul mare e ha un piccolo bar, è
ideale per sorseggiare con calma un drink rinfrescante, ma potrete rilassarvi anche
nel giardino terrazzato con la vista sempre sul mare. Potrete lasciare l’auto nel
parcheggio privato (€12 al giorno).
Anna
B&B, APPARTAMENTI €
( 0974 82 37 63, 338 1423458; www.bbanna.it; Via San Marco 28-30, Agropoli; doppie €75-90; tutto
l’anno; )Situato in splendida posizione sul lato opposto dell’ampia spiaggia
sabbiosa della cittadina, questo grazioso B&B di categoria economica è noto
soprattutto per il ristorante al piano terra: di sicuro apprezzerete i cornetti fatti in
casa che vi serviranno a colazione. Le camere sono semplici e spaziose, con piccoli
balconi; chiedetene una con vista mare per godervi il tramonto su Sorrento. In alta
stagione potrete anche affittare lettini da sole e biciclette a prezzi contenuti
La Lanterna
AGRITURISMO €
( 089 79 02 51; 0974 838364; Via della Lanterna 8, Agropoli; letti in camerata €16, doppie €34-45, triple €51-
55, quadruple €68-72; Ivo e Tiziana sono gli adorabili proprietari di questa
Pasqua-ott; )
accogliente struttura situata a circa 1 km dal centro. I confortevoli bungalow
immersi nel giardino hanno grandi dehors, vista sul mare e spazio a volontà. Le
camerate sono semplici e pulite, con lucchetti per gli armadietti, mentre la prima
colazione, a base di panini con formaggio spalmabile, marmellate e torte fatte in
casa, è molto superiore alla media. La connessione a internet costa €3 l’ora.
Raggio di Sole
AGRITURISMO €
( 0974 96 73 56; www.agriturismoraggiodisole.it; Via Terrate, Castellabate; doppie €70; Pasqua-nov; )
Situato in periferia per chi arriva da Santa Maria di Castellabate, questo accogliente
agriturismo si trova in alto su una collinetta separata dalla città, quindi offre una
vista magnifica sul mare e sull’isola di Capri. L’edificio principale è circondato dagli
alberi, tra cui alti eucalipti, agrumi e ulivi, mentre nella zona più in basso c’è una
piccola aia con capre, oche, anatre e un asino. Le camere, ricavate in una casa
colonica restaurata di 200 anni fa, sono semplici, moderne e provviste di balcone.
La Corallina
HOTEL €
( 0974 96 68 61; www.hotellacorallina.it; Via Porto, San Marco di Castellabate; doppie €75-130; Pasqua-ott;
)Questo piccolo albergo ha una bellissima facciata color ocra scuro, con
tradizionali imposte verdi e cassette piene di fiori. Le camere si affacciano sulle
barche dei pescatori ormeggiate nel porto e mescolano piastrelle bianche con
piastrelle colorate tipiche di Vietri, il tutto in contrasto con tessuti blu scuro.
Albergo Il Castello
HOTEL €
( 0974 96 71 69; www.hotelcastello.co.uk; Via Amendola, Agropoli; doppie €90-100; Pasqua-ott; )
Questo albergo vecchio stile con i muri ricoperti d’edera si trova in un edificio di
inizio Ottocento e offre camere spaziose, con pavimenti piastrellati, muri con pietra
a vista e spaziose terrazze private. Il cortile è un’autentica meraviglia, con alberi di
limone e piante in abbondanza: il posto perfetto per godersi un aperitivo o
l’abbondante prima colazione.
Antico Maniero Palinuro
B&B €€
( 0974 93 30 38; www.anticomanieropalinuro.it; Colle San Sergio, Centola; doppie €110; Pasqua-ott)
Ospitato in una masseria fortificata (conosciuta come ‘il castello’) ha un magnifico
dehors e un’ampia vista sul mare. L’Antico Maniero Palinuro offre camere
sfacciatamente romantiche, con tende, copriletto di pizzo e mobili in legno scuro,
quasi tendenti al kitsch. Situato a Centola, a 4 km da Palinuro, è una buona opzione
per chi visita in auto il Cilento o la costa.
Albergo Santa Caterina
HOTEL €€
( 0974 93 10 19; www.albergosantacaterina.com; Via Indipendenza 53, Palinuro; doppie €100-155; Pasqua-
ott; Un favoloso hotel sulla strada principale, le cui camere sono arredate in
)
tonalità che spaziano dal giallo canarino al blu scuro mediterraneo. Tutte dispongono
di bagni spaziosi con vasca e doccia e di terrazza privata. Tenete presente che le
camere con vista mare costano €20 in più. C’è la TV satellitare, una vera rarità da
queste parti.
Villa Sirio
HOTEL €€
( 0974 96 10 99; www.villasirio.it; Via Lungomare de Simone 15, Santa Maria di Castellabate; doppie €130-
220; apr-nov; Risalente al 1912, questo albergo a conduzione familiare ha una
)
facciata classica ed elegante, tinteggiata di giallo ocra e con le tradizionali imposte
verdi. Le allegre camere sono decorate a sfumature gialle, blu e turchesi, e
racchiudono sfavillanti bagni rivestiti di marmo e dotati di vasca con idromassaggio.
I piccoli balconi hanno raffinati tavoli in marmo (invece della solita plastica) e
consentono di ammirare Capri in lontananza.
Parco Nazionale del Cilento
Come è facile immaginare, il paesaggio suggestivo e lussureggiante del parco lo
rende un luogo ideale per alloggiare negli agriturismi.
Agriturismo I Moresani
AGRITURISMO €
( 0974 90 20 86; www.imoresani.com; Località Moresani; doppie €90-110; Se state
marzo-ott; )
cercando la tranquillità assoluta, dirigetevi in questo agriturismo situato 1,5 km a
ovest di Casal Velino. Il paesaggio è bucolico, con distese di dolci colline
punteggiate di vigneti, pascoli e ulivi. Questa azienda agricola a gestione familiare,
che occupa una superficie di 18 ettari, produce caprini, vino, olio extravergine
d’oliva e marmellate. Le camere sono arredate nei toni del crema e della terra e sono
disposte intorno a un grazioso giardino privato.
Il ristorante utilizza principalmente prodotti biologici coltivati nella tenuta e ha un
dehors esterno che si affaccia sui vigneti. Si tengono regolarmente corsi di
equitazione, cucina e pittura: consultate il sito web e contattate i simpatici proprietari
per sapere che cosa c’è in programma.
Villa Vea
AGRITURISMO €
( 0828 196 22 37; www.agriturismovillavea.it; Statale 166, km 40, Contrada Spinaddeo 10, Bellosguardo;
doppie €74; tutto l’anno; Circondato da ulivi e viti con montagne coperte di pini in
)
lontananza, questo magnifico agriturismo è gestito da una famiglia italo-americana.
Godetevi la splendida vista su Capri mentre gustate le deliziose specialità
tradizionali preparate da Angela, che tiene anche corsi di cucina. Troverete olio
d’oliva, vino e marmellate della casa e le prime colazioni sono nettamente superiori
alla media; su richiesta vengono anche servite prime colazioni all’inglese (una vera
rarità da queste parti). Le camere sono arredate in stile rustico, con massicci mobili
in legno e pareti dai colori vivaci. Aperto circa 15 anni fa, è stato fra i primi
agriturismi della zona.
Agriturismo La Loggia degli Alburni
AGRITURISMO €
( 334 3204398; www.laloggiadeglialburni.it; Sicignano degli Alburni; doppie €50; Più
tutto l’anno; )
albergo di campagna che agriturismo vero e proprio, questo complesso molto amato
dagli escursionisti si trova in posizione incantevole su un’altura ricoperta di castagni
davanti a un magnifico castello. Seguite le indicazioni dal villaggio percorrendo una
strada sterrata fiancheggiata da ripidi pendii boscosi. Le camere sono ampie,
moderne e confortevoli, e nella sala da pranzo, decorata con scene di caccia alle
pareti, potrete gustare ottime specialità tradizionali come tagliolini al ragù fatti in
casa (pasti €20).
Antichi Feudi
BOUTIQUE HOTEL €
( 0975 58 73 29; www.antichifeudi.com; Via San Francesco 2, Teggiano; singole €50-55, doppie €75-90;
tutto l’anno; Situato nei pressi della pittoresca Piazza San Cono, questo antico
)
palazzo si distingue per il suo fastoso esterno color terra di Siena bruciata. Si tratta
di una sistemazione ricca di atmosfera e con prezzi ragionevoli. Le camere sono tutte
diverse, ma condividono una scrupolosa attenzione per i dettagli, come armadi
dipinti, letti a baldacchino e qualche lampadario a bracci. Le aree comuni
comprendono un piccolo cortile con un antico pozzo e un ottimo ristorante.
Casale San Martino
B&B €
( 0974 83 22 13; 338 6224292; www.casalesanmartino.eu; Contrada Vignali 5; doppie €85; marzo-ott;
) Questo incantevole B&B offre splendidi panorami su Agropoli e la costa a ovest e
sulle dolci colline della campagna a est. Potrete dormire in raffinate camere (ce ne
sono 3) con travi a vista, muri di pietra, arredamento in tonalità calde e splendidi
bagni rivestiti di piastrelle a mosaico. Tra gli animali che popolano il complesso vi
sono capre e anatre e, se verrete nella stagione giusta, a colazione potrete gustare
fichi freschi colti direttamente in giardino, dove c’è anche un pergolato ricoperto di
fiori di glicine. Per arrivare fin qui, prendete la strada provinciale 172 in direzione
est, nei pressi della strada costiera a sud di Agropoli.
La Congiura dei Baroni
HOTEL €
( 0975 7 90 44; www.lacongiuradeibaroni.it; Via Costanza da Montefeltro, Teggiano; singole €35-38, doppie
€60-65, matrimoniali €60-65; tutto l’anno;Questo piccolo e invitante albergo
)
accessibile ai disabili è affacciato su un castello con tanto di fossato, in posizione
spettacolare. Le camere, graziose e confortevoli, hanno terrazze private e una
rassicurante atmosfera da stanza degli ospiti. La proprietaria Anna Maria assicura un
caloroso benvenuto.
Zio Cristoforo
AGRITURISMO €€
( 0974 90 75 52, 339 4531307; www.agriturismoziocristoforo.com; Via Chiuse 40, Casal Velino; doppie in
B&B €45-120; mezza pensione €80-160; aperto tutto l’anno; Se gli agriturismi fossero
)
classificati in base al sistema delle stelle, questo ne avrebbe cinque. Detto ciò,
assomiglia più a un boutique hotel che a un agriturismo vero e proprio. Sembra che
qui nessuno giri con gli stivali sporchi di fango, anche se gli alloggi si trovano
all’interno di un’azienda agricola e gli animali che vi vengono allevati figurano sul
menu del rinomato ristorante. Le camere sono rustiche ma eleganti, con testiere dei
letti in ferro battuto, piastrelle in cotto e arredi nei rilassanti toni del verde e del
bianco. Vengono organizzati corsi di cucina (€100 per 3 giorni) e frequenti corsi di
degustazione dei vini.
Park Hotel Cilento
HOTEL €€
( 0974 93 21 54; www.parkhotelcilento.it; Via Sirene 26, Marina di Camerota; doppie €74-180; tutto l’anno;
)Un’eccellente e confortevole base adatta alle famiglie per esplorare a piedi il
parco e visitare in giornata le località costiere situate intorno al Golfo a sud di
Palinuro. Le camere sono semplici e un po’ prive di carattere, ma sono pulitissime e
funzionali. Ci sono una piscina e anche un ristorante, dove potrete gustare
abbondanti prime colazioni a buffet. Il personale della reception può organizzare
uscite in barca.
Conoscere Napoli, Pompei e la Costiera
Amalfitana
NAPOLI, POMPEI E LA COSTIERA AMALFITANA
OGGI
Bike sharing, tour alla scoperta della street art e nuove imprese: venti di
cambiamento stanno scuotendo le vie di Napoli.
STORIA
Conquistatori stranieri, rivoluzioni, peste, colera... Napoli e i napoletani convivono
da sempre con drammi e tragedie.
ARTI
Con i tanti potenti contributi dati alla pittura, alla musica e al cinema, Napoli è
un’importante fucina di cultura.
LO STILE DI VITA NAPOLETANO
Il sapore dolceamaro della vita a Napoli, tra profondo orgoglio e lotte quotidiane.
RELIGIONE E SUPERSTIZIONE
Santi venerati come eroi e malocchio: in questa parte d’Italia, sacro e profano danno
vita a un interessante connubio.
LA CUCINA CAMPANA
Se una regione può vantare tante specialità divenute sinonimo di Italia, non ci sono
dubbi sulla sua eccellenza gastronomica.
ARCHITETTURA E SCULTURA
Dai templi greci e romani alle maestose scalinate dei palazzi, l’architettura della
Campania è altamente scenografica.
LA CITTÀ SOTTERRANEA
La passione di Napoli per i segreti trova la sua più efficace incarnazione nel vasto e
antico labirinto sotterraneo della città.
Napoli, Pompei e la Costiera
Amalfitana oggi
Pompei
Ercolano
In La Napoli aragonese del XV secolo di Marcello Erardi (youcanprint, 2013) l’autore effettua un
percorso turistico-culturale di ricerca della storia e dell’architettura di Napoli nel periodo compreso tra
il 1442 e il 1501.
Gli Aragonesi
Dopo aver assunto il controllo della città nel 1442, anche Alfonso V d’Aragona – re
di Napoli come Alfonso I e soprannominato ‘il Magnanimo’ – fece molto per
Napoli, promuovendo l’arte e le scienze nonché importanti riforme istituzionali. Ma
nonostante tutti i suoi sforzi, Alfonso non riuscì a conquistare il cuore dei
napoletani.
Nel 1485 i grandi feudatari presero le armi contro il suo successore, Ferdinando I
d’Aragona, nella cosiddetta Congiura dei Baroni. Nel giro di un anno, tuttavia, la
rivolta venne domata, i capi furono giustiziati (nella Sala dei Baroni a Castel Nuovo)
e la pace fu ripristinata. Questa non fu duratura, poiché nel 1495 Carlo VIII re di
Francia, angioino per via materna, scese in Italia e a febbraio entrò a Napoli;
incalzato però dalla strenua resistenza dei napoletani, fu costretto dopo quattro mesi
a ritirarsi lasciando il trono a Ferdinando, proclamato re di Napoli con il nome di
Ferdinando II.
Alla sua morte nel 1496, i baroni cercarono nuovamente di imporre la loro volontà,
questa volta incoronando re lo zio di Ferdinando, Federico. La mossa risultò sgradita
a tutti – napoletani, francesi e spagnoli – i quali volevano tutti che il trono passasse
alla vedova del defunto re. Il risultato fu un’invasione franco-spagnola nel 1501.
Federico cercò di conservare la corona, ma privo di qualsiasi appoggio abbandonò
Napoli. Dopo un paio d’anni di governo francese, Ferdinando II d’Aragona, che con
la moglie Isabella governava Aragona e Castiglia, salì quindi al trono di Napoli con
il nome di Ferdinando III re di Napoli.
Nel 1656, tra gennaio e agosto, la peste bubbonica spazzò via metà della popolazione di Napoli. Ci
vollero quasi due secoli perché la città raggiungesse lo stesso numero di abitanti del periodo
precedente.
Don Pedro e i viceré
Per circa due secoli Napoli fu di fatto governata dai viceré spagnoli. Dopo aver
prosperato per tutto il Cinquecento, nel 1600 la città partenopea era ormai diventata
la più popolosa d’Europa, con ben 300.000 abitanti. Fu allora che si presentò per la
prima volta il problema del sovraffollamento, per risolvere il quale il viceré
dell’epoca, Don Pedro de Toledo, ampliò il perimetro delle mura cittadine verso
ovest e per alloggiare i soldati fece costruire i cosiddetti Quartieri Spagnoli. Sorsero
inoltre centinaia di chiese e monasteri che diedero ad artisti come Caravaggio,
Jusepe de Ribera (detto Spagnoletto) e Luca Giordano la possibilità di mostrare il
proprio talento. Il più prolifico di tutti gli architetti di Napoli fu Cosimo Fanzago
(1591-1678), la cui opera nella Certosa di San Martino è una delle massime
espressioni del barocco napoletano.
Più sgradite erano le tasse sempre più alte imposte per finanziare le costose guerre
imperiali, proprio mentre lo spostamento delle rotte commerciali dal Mediterraneo
all’Atlantico provocava una contrazione dei traffici marittimi nel porto napoletano.
Quando gli spagnoli introdussero una gabella sulla frutta fresca nel gennaio 1647, il
popolo si sollevò e il 7 luglio scoppiò una rivolta in Piazza del Mercato. Nove giorni
dopo, il capo della rivolta, un pescatore di Amalfi di nome Tommaso Aniello (detto
Masaniello), fu ucciso nella Chiesa di Santa Maria del Carmine; i responsabili erano
estremisti appartenenti alla sua stessa fazione, che volevano liberare Napoli dagli
spagnoli mentre Masaniello chiedeva soltanto l’abolizione della tassa sulla frutta.
Secondo la tradizione locale, Masaniello sarebbe sepolto in una tomba anonima
all’interno della chiesa.
A quel punto i francesi cercarono di approfittare della situazione inviando il duca di
Guisa a conquistare la città; l’impresa fallì e il 6 aprile 1648 il duca fu catturato dal
nuovo viceré spagnolo, il conte di Oñate. Ben presto venne ristabilito l’ordine, i capi
della rivolta furono giustiziati e la vita a Napoli tornò a un’apparente normalità.
A guastare tutto ci pensò la terribile epidemia di peste scoppiata nel 1656, che
spazzò via metà della popolazione e distrusse l’economia della città. L’orrore che
s’impadronì delle desolate vie di Napoli è illustrato in modo vivido dai dipinti
conservati nella Sala 37 della Certosa di San Martino.
Masianello. Il re dei lazzari. Storia di una rivoluzione tradita di Michele D’Arcangelo (Tullio Pironti,
2010) è una biografia del giovane eroe partenopeo Tommaso Aniello d’ Amalfi e, assieme a lui, di
tutte le persone che lo circondarono: familiari, parenti, amici, compagni di strada e di lotta.
Gli Asburgo e i Borboni
Nel 1700 il re di Spagna Carlo II (re di Napoli come Carlo V) morì senza lasciare
eredi, designando come successore il nipote di Luigi di Francia, che divenne il primo
re borbone di Spagna con il nome di Filippo V. La successione fu però contestata
dalle altre potenze straniere finché, al termine della guerra di successione spagnola,
la pace di Utrecht (1713) destinò Napoli alla corona austriaca. L’imperatore
asburgico divenne quindi re di Napoli con il nome di Carlo VI. In attesa dietro le
quinte c’era tuttavia il figlio di Filippo V, un altro Carlo, che seguì il consiglio
dell’ambiziosa madre Elisabetta Farnese e prese la città diventando il primo re
borbonico di Napoli con il nome di Carlo VII. Tra la sua ascesa al trono napoletano
nel 1734 e l’unità italiana nel 1860, Napoli si trasformò in una vera metropoli
europea. Fu costruito il Palazzo Reale di Capodimonte, il Palazzo Reale in centro fu
ingrandito e il Teatro San Carlo divenne il teatro d’opera più maestoso d’Europa.
Nel 1759 Carlo tornò in Spagna per succedere al padre come re Carlo III di Spagna.
Napoli fu quindi lasciata al figlio Ferdinando, di otto anni, ma di fatto il potere passò
nelle mani del coscienzioso primo ministro Bernardo Tanucci.
Quando nel 1768 l’austriaca Maria Carolina arrivò in città per andare in sposa a
Ferdinando IV re di Napoli, Tanucci vide i propri giorni contati. Maria Carolina,
infatti, era una dei 16 figli dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria (contro la quale
Tanucci si era schierato nella crisi per la successione austriaca del 1741). Era bella,
intelligente e spietata: una degna avversaria del primo ministro, ma improbabile
compagna di Ferdinando, notoriamente zotico e ignorante.
In base al suo contratto matrimoniale, Maria Carolina avrebbe potuto sedere al
Consiglio di Stato del regno non appena fosse nato un erede al trono. Il momento
giunse nel 1777, quando Maria Carolina non perse tempo a estromettere Tanucci e a
sostituirlo con un aristocratico inglese naturalizzato francese di nome John Acton.
Acton si era ingraziato precedentemente la regina in virtù della sua politica
antiborbonica e del suo desiderio di instaurare legami più stretti tra Austria e Gran
Bretagna. Ma a questo punto in Francia scoppiò la rivoluzione.
GOETHE
Di Napoli, Goethe scrisse: “Quello che non si può raccontare né descrivere è la magnificenza di una
notte di plenilunio, quale l’abbiamo goduta vagando per vie e per piazze, sull’interminabile
passeggiata di Chiaia e poi su e giù lungo la riviera. Qui si ha veramente la sensazione dell’infinità
dello spazio”.
La Repubblica partenopea
La corte napoletana non gioì certo alla notizia dello scoppio della rivoluzione
francese nel 1789, ma si unì alla coalizione antifrancese soltanto dopo che Maria
Antonietta, sorella di Maria Carolina, fu ghigliottinata.
Nel 1798 le truppe provenienti da Napoli e quelle della Francia rivoluzionaria si
scontrarono a Roma, occupata dai francesi. I napoletani rivendicarono la città, ma 11
giorni dopo dovettero ripiegare, inseguiti dai francesi. Per evitare di finire nelle mani
di questi ultimi, Ferdinando e Maria Carolina si rifugiarono a Palermo,
abbandonando Napoli al suo destino.
Profondamente avversati dalla maggior parte della popolazione partenopea, i
francesi furono invece accolti con grande entusiasmo da molti nobili e borghesi, che
avevano adottato le nuove idee repubblicane. Fu così che con il pieno appoggio dei
francesi il 23 gennaio 1799 fu proclamata la Repubblica partenopea.
Questa, tuttavia, ebbe vita breve, anche perché gli esponenti del nuovo governo non
riuscirono a intercettare i bisogni della popolazione. Anzi, imposero tasse più elevate
per sostenere i costi di un esercito costantemente in armi, non riuscirono comunque a
far fronte alle difficoltà finanziarie dell’amministrazione e fallirono ogni sforzo di
riforma in senso democratico.
Nel frattempo, esuli a Palermo, Ferdinando e Maria Carolina avevano incaricato il
cardinale Fabrizio Ruffo di organizzare in Calabria una forza di volontari in grado di
rovesciare la repubblica, il cosiddetto ‘esercito della santa fede’. Con quella che fu
poi chiamata rivoluzione sanfedista, il 13 giugno 1799 l’esercito di Ruffo entrò a
Napoli, conquistandola nel giro di due giorni. L’8 luglio Ferdinando e Maria
Carolina tornarono dalla Sicilia e procedettero alla sistematica eliminazione di tutti i
simpatizzanti repubblicani. Più di 200 furono le persone giustiziate in modo
sommario.
Tra il 1876 e il 1913, più di 11 milioni di italiani lasciarono il paese per andare a cercare fortuna nel
Nuovo Mondo. Di questi si stima che almeno quattro milioni provenissero dalla zona di Napoli e
dintorni. Nel 1927 il numero degli emigrati fino a quel momento interessava il 20% dell’intera
popolazione italiana.
Guerra e pace
La storia di Napoli dopo l’Unità d’Italia non è stata più così gloriosa. La città patì
soprattutto due mali: la miseria, che costrinse centinaia di migliaia di persone a
emigrare, e, nel 1884, un’epidemia di colera che si abbatté soprattutto sui quartieri
poveri della città. Per fronteggiare l’emergenza, le autorità avviarono un piano di
risanamento: le zone più umili dell’area portuale furono demolite, venne costruita
una nuova arteria attraverso il centro cittadino, Corso Umberto I, radendo al suolo
interi quartieri e fu creato ex novo un quartiere residenziale sul Vomero.
Gli interventi urbanistici continuarono anche negli anni del fascismo. Nel 1936 fu
costruito l’aeroporto, si realizzarono la linea ferroviaria e quella della metropolitana
e venne completata la funicolare del Vomero. Purtroppo, data l’importanza di Napoli
come porto, durante la seconda guerra mondiale la città fu presa di mira: le bombe
causarono la morte di 20.000 persone e distrussero buona parte del centro.
Nel 1943 gli eventi precipitarono. Mentre i bombardamenti preparavano il terreno
allo sbarco alleato, una sommossa popolare scoppiata tra il 26 e il 30 settembre,
capeggiata da ‘scugnizzi’ ed ex soldati, costrinse le truppe dell’occupazione tedesca
ad andarsene. Nota come le Quattro Giornate di Napoli, l’insurrezione spianò la
strada alle truppe anglo-americane, che entrarono in città il 1° ottobre.
Accolti come liberatori, gli Alleati instaurarono un governo provvisorio in una città
ridotta ormai all’anarchia, con truppe alleate, prigionieri tedeschi e bande di fascisti
che contendevano alla popolazione il poco cibo rimasto. Poi, nel 1944, quando
sembrava che le cose non potessero andare peggio, il Vesuvio eruttò.
Nel 1950 il governo italiano istituì la cosiddetta Cassa del Mezzogiorno con lo scopo
di promuovere il progresso economico e sociale dell’Italia meridionale, da attuarsi
nel giro di 12 anni. I risultati ci furono, in termini di collegamenti stradali,
acquedotti, reti elettriche, scuole e ospedali. Ma poi la politicizzazione degli apparati
portò a un degrado e a una bassa qualità della spesa, oltre che a fenomeni diffusi di
illegalità. Spesso giganteschi appalti finivano per creare enormi infrastrutture che
non avrebbero trovato un’applicazione pratica, perché estranee alle realtà
economiche del Sud o perché rimaste incompiute.
LE ORIGINI DELLA CAMORRA
Si discute molto dell’origine del nome e della struttura della camorra, ma si
è concordi nell’affermare che, anche se forse era già presente nella Napoli
spagnola, ‘fu a partire dal 1820-30 che si ramificò come associazione sorta
tra il popolo napoletano con lo scopo di sostituirsi alle leggi, inefficienti o
vessatorie, nella difesa degli interessi di alcuni gruppi o persone’. Quella
che si autodefinì la Bella Società Riformata ‘degenerò presto in una vera e
propria associazione a delinquere, organizzata secondo rigorose leggi e
gerarchie, potentissima perché diffusa in tutti gli ambienti della città’ (le
due citazioni sono tratte dal Grande dizionario della lingua italiana di
Salvatore Battaglia, UTET). Così, nell’autoritaria Napoli borbonica, gli
interessi politici di chi voleva rovesciare il regime e quelli criminali di chi
voleva controllare il gioco d’azzardo e le attività più lucrose si
intrecciarono più volte.
Anche l’alone romantico che in molte occasioni avvolse il fenomeno del
brigantaggio nelle regioni meridionali nella seconda metà dell’Ottocento
non ci mise molto a disperdersi nel caso delle azioni camorristiche se già
Alexandre Dumas, a Napoli dal 1860 al 1863, definì la camorra ‘una
società in accomandita per godere del lavoro altrui a vantaggio della
pigrizia’. Molto lucidamente, il grande scrittore francese sembra aver
percepito che l’organizzazione non era un Robin Hood che difendeva i
poveri contro i ricchi e i potenti, ma un controllo criminale del territorio. I
camorristi, scrisse ancora Dumas, ‘sono percettori di tasse imposte con la
forza, con la minaccia, con la paura’.
Tutti gli uomini del vicerè di Mariano Maugeri (BUR Rizzoli, 2009) indaga le gesta di una classe
dirigente impegnata a considerare Napoli come una torta da spartire, in cui il miraggio di un nuovo
Rinascimento si è trasformato nell’incubo dei rifiuti, del commissariamento della sanità, di
un’emergenza sociale fatta di disoccupazione, abbandono scolastico e criminalità organizzata.
Travolta dal terremoto e dagli scandali
La camorra non si fece scrupoli ad approfittare del devastante terremoto del 23
novembre 1980 – che colpì soprattutto l’Irpinia, in provincia di Avellino, ma
interessò anche la zona di Napoli – appropriandosi di gran parte dei miliardi di lire
stanziati per la ricostruzione. Il sisma raggiunse il decimo grado della scala Mercalli
(6,83 gradi della scala Richter), causando la morte di oltre 2700 persone e
lasciandone migliaia senza tetto.
Nei 10 anni che seguirono fiorì il cosiddetto abusivismo, mentre i boss della camorra
festeggiavano pubblicamente i successi del calciatore argentino Diego Armando
Maradona. Contemporaneamente si assistette a una profonda crisi dei servizi
pubblici, che non riguardò soltanto Napoli: la corruzione e il clientelismo si stavano
diffondendo in tutta Italia.
Lo scenario iniziò a cambiare nel 1992, gli anni di Mani pulite, quando imprenditori
e politici furono travolti dalla grande operazione giudiziaria anti-corruzione che
avrebbe portato alla fine della prima repubblica, facendo sperare l’opinione pubblica
in una nuova stagione.
Napoli mostrò di approvare questo nuovo corso eleggendo a sindaco l’ex comunista
Antonio Bassolino, le cui promesse di far rinascere la città e combattere la
corruzione convinsero i cittadini, provati da decenni di ingiustizie. Nei sette anni che
seguirono, un’ondata di rinnovamento diede a Napoli un confortante senso di
speranza e orgoglio. Artisti di alto livello furono incaricati di abbellire le nuove
stazioni della metropolitana e leader internazionali giunsero in città nel 1994 per il
summit del G7.
Pur essendo stato riconfermato nel 1997, Bassolino non riuscì a rinnovare lo
straordinario slancio che aveva saputo imprimere a Napoli cinque anni prima e nel
2000 fu eletto presidente della regione Campania: a detta di molti, si trattò di una
manovra politica per allontanarlo dall’ammistrazione della città. Al suo posto
subentrò Rosa Russo Iervolino, ex ministro degli Interni e primo sindaco donna di
Napoli. Eletta nel 2001 come candidata del centro-sinistra e per un secondo mandato
nel maggio 2006, non ebbe vita facile. Nell’aprile 2002, 10 agenti di polizia furono
arrestati con l’accusa di abusi e violenze su alcuni dimostranti in occasione del
Global Forum dell’anno precedente. La reputazione della città fu ulteriormente
compromessa dalle gravi crisi dei rifiuti del 2003, 2006 e 2008, che ridussero molte
vie e piazze a cumuli di immondizia. L’emergenza del 2008, in particolare, indusse
l’Unione Europea ad avviare una procedura d’infrazione per l’inadeguata gestione
del problema.
Dopo anni di umilianti titoli di giornali sulla crisi dei rifiuti e la guerra tra clan
camorristici, nel 2011 i cittadini hanno eletto sindaco Luigi de Magistris. Per molti
napoletani disillusi, questo giovane ex pubblico ministero rappresentava un barlume
di speranza in una città profondamente infangata e bistrattata. Accusato per abuso di
ufficio e poi assolto, nei cinque anni del suo mandato ha ottenuto alcuni risultati,
come la fine dell’emergenza rifiuti, la pedonalizzazione del lungomare e una politica
di grandi eventi volta ad incrementare la presenza turistica in città. Resta da vedere
come cambieranno le sorti della città dopo le nuove elezioni del sindaco, previste nel
giugno 2016.
Maradona e il Napoli. Un mito all’ombra del Vesuvio di John Ludden (Edizioni Scientifiche Italiane,
2011) descrive tutta la parabola di Diego Armando Maradona a Napoli, dal suo arrivo, accolto come un
eroe, fino all’ingloriosa conclusione.
CRONOLOGIA
VIII secolo a.C.
I greci fondano una colonia a Cuma, nei Campi Flegrei, che diventa uno
dei più importanti insediamenti ellenici in Italia e una zona strategica
della Magna Grecia.
680 a.C.
Sul Monte Echia e sull’isolotto di Megaride i cumani fondano
Parthenope, dal nome della sirena che si era uccisa perché non era
riuscita ad ammaliare Ulisse con il suo canto.
474 a.C.
I cumani fondano Neapolis (‘città nuova’) nel punto in cui si trova
l’odierno centro storico di Napoli. L’impianto greco originario è tuttora
visibile.
326 a.C.
I romani conquistano Neapolis e l’annettono al loro impero, ma
garantiscono alla città ampia autonomia, consentendole di mantenere la
propria cultura e lingua.
79 d.C.
Alle 10 del mattino del 24 agosto ha inizio una violenta eruzione del
Vesuvio dopo secoli di inattività. Pompei, Ercolano e altre località
situate sulle sue pendici vengono sepolte dalle ceneri.
536
Il generale bizantino Belisario e il suo esercito entrano in città passando
per l’antico acquedotto e la pongono sotto assedio. Napoli viene
conquistata e diventa un ducato bizantino.
1139
Napoli entra a far parte del Regno di Sicilia in mano ai normanni dopo
la conquista di Capua, Amalfi e Salerno. Parlermo diventa la capitale
del regno, oscurando parzialmente l’importanza della città partenopea.
1265
Carlo I d’Angiò sconfigge gli Svevi facendo di Napoli la capitale
angioina del Regno di Napoli. Il porto viene ampliato e nel 1279 viene
costruito Castel Nuovo.
1343
Il 25 novembre un violento terremoto con epicentro nel Tirreno scatena
un maremoto che colpisce i porti lungo la Costiera Amalfitana
(compresa Amalfi) provocando ingenti danni e numerose vittime.
1414
Giovanna II sale al trono di Napoli. Nel 1432, per contrastare le
crescenti ambizioni politiche del suo favorito, Giovanni Caracciolo, ne
ordina l’uccisione; il 19 agosto questo viene pugnalato a morte a Castel
Capuano.
1442
Alfonso V d’Aragona scaccia Renato d’Angiò e diventa il nuovo re di
Napoli con il nome di Alfonso I. Inizia un lungo periodo di
dominazione spagnola.
1503
Due anni dopo l’invasione franco-spagnola di Napoli, il generale
spagnolo Consalvo di Cordoba entra in città e il re Ferdinando II
d’Aragona diventa re di Napoli come Ferdinando III.
1532-53
Il viceré spagnolo Don Pedro de Toledo fa ampliare il perimetro delle
mura cittadine verso ovest e fa costruire i Quartieri Spagnoli.
1600
Napoli è la città più grande d’Europa, con una popolazione di oltre
300.000 abitanti. Tra i residenti c’è anche Caravaggio, che vi giunge nel
1606.
1656
Una tremenda epidemia di peste colpisce Napoli, che nel giro di sei
mesi perde metà della sua popolazione, sepolta in fosse comuni.
1713
I viceré austriaci governano Napoli per 27 anni. Vengono introdotte
tasse e riforme dell’università e si costruiscono strade costiere per
collegare le cittadine alle pendici del Vesuvio.
1734
Spinto dall’ambiziosa madre, Carlo III di Borbone, figlio di Filippo V
di Spagna, sottrae il controllo di Napoli agli austriaci e diventa il primo
re di Napoli della dinastia borbonica con il nome di Carlo VII.
1737
In soli otto mesi viene costruito il Teatro San Carlo. Progettato da
Giovanni Medrano, sarà ricostruito nel 1816 dopo un devastante
incendio.
1768
Maria Carolina, sorella di Maria Antonietta d’Austria, sposa il rozzo
Ferdinando IV. Nove anni dopo entra nel Consiglio di Stato ed
estromette il primo ministro a lei ostile, Bernardo Tanucci.
1799
Il 23 gennaio viene proclamata la Repubblica partenopea, che tuttavia
ha vita breve. La monarchia viene restaurata e più di 200 simpatizzanti
repubblicani sono giustiziati.
1806
Giuseppe Bonaparte occupa la città e si proclama re di Napoli. Due
anni dopo diventa re di Spagna e al suo posto subentra Gioacchino
Murat.
1848
Incalzato dai moti rivoluzionari scoppiati in tutta Europa, a gennaio
Ferdinando II re delle Due Sicilie reintroduce la Costituzione, ma nel
marzo 1849 scioglie del tutto il Parlamento in seguito ad alcuni
contrasti.
1860
Garibaldi entra in città acclamato come un eroe e Napoli vota a
schiacciante maggioranza l’unione al resto d’Italia sotto la monarchia
sabauda.
1884
Un’epidemia di colera colpisce la città. L’antico acquedotto viene
chiuso e viene avviato un vasto piano di riqualificazione urbanistica.
1889
Raffaele Esposito inventa la pizza margherita in onore della regina
Margherita, che assaggia la specialità napoletana durante una visita
ufficiale a Napoli.
1906
Il 7 aprile il Vesuvio erutta, facendo più di 100 vittime. Il governo
dirotta su Napoli i fondi destinati alle Olimpiadi di Roma del 1908, che
poi si terranno a Londra.
1943
I bombardamenti alleati distruggono la città, compresa la trecentesca
Basilica di Santa Chiara. L’anno successivo il Vesuvio erutta di nuovo.
1980
Alle 19.34 del 23 novembre, un violento terremoto scuote l’Irpinia,
provocando la morte di quasi 3000 persone e ingenti danni anche a
Napoli.
2003
La regione Campania vara il Progetto Vesuvia per incentivare il
trasferimento della popolazione dall’area a rischio del Vesuvio.
L’indennità di €30.000 offerta per spostarsi è rifiutata dalla maggior
parte degli abitanti.
2004-5
Scoppia la guerra tra clan camorristici nelle vie dei quartieri periferici
di Scampia e Secondigliano. Nel giro di quattro mesi vengono uccise
quasi 50 persone.
2013
Napoli ospita il quarto Forum Universale delle Culture, evento della
durata di 101 giorni che vede l’ulteriore riqualificazione della zona
industriale di Coroglio, tra Napoli e Pozzuoli.
2015
Dopo lunghi ritardi viene inaugurata la stazione della metropolitana di
Municipio, che si distingue per i ritrovamenti archeologici e il video
affresco dell’artista israeliana Michal Rovner.
Arti
Grazie agli emigranti che lasciarono la regione, O sole mio divenne la melodia italiana più conosciuta
all’estero, tanto che fu eseguita anche in occasione delle Olimpiadi di Anversa del 1920 dopo che lo
spartito dell’inno nazionale italiano era andato perduto... era l’unica canzone italiana che sicuramente
tutti avrebbero riconosciuto.
Fra i pittori dell’epoca merita una menzione anche Salvator Rosa (1615-73), artista
eclettico e innovatore che abbandona progressivamente il barocco per dedicarsi a
tematiche disparate (dalle battaglie alle scene mitologiche) con una inclinazione
verso la pittura paesaggistica, trattata con un gusto quasi romantico che ispirerà in
parte anche i pittori della Scuola di Posillipo. Si usa collocare quest’ultima nel
periodo che va dal 1820 al 1850, quando la pittura napoletana abbandona
definitivamente il barocco e grazie all’influenza delle tecniche pittoriche en plen air
di artisti stranieri presenti a Napoli (in particolare William Turner e Camille Corot,
esponente quest’ultimo della Scuola di Barbizon dove si affermò la corrente
paesaggista) si dedica alla luce dei paesaggi partenopei: i soggetti sono il Vesuvio, le
vedute di Sorrento e Amalfi e gli scorci di Napoli, mentre fra i pittori più importanti
figurano Giacomo Di Chirico e Giacinto Gigante. La Scuola di Posillipo influenzerà
a lungo la pittura napoletana, che nel Novecento sarà comunque toccata dai
movimenti d’avanguardia d’inizio secolo, come la cosiddetta Secessione dei
Ventisette, che polemizzava con la pittura accademica prediligendo la recente eredità
postimpressionista d’Oltralpe, o il Quartiere Latino, gruppo di pittori che si
riunivano nel periodo fra le due guerre in un attico di Porta Capuana. Un nuovo
respiro internazionale lo diede però a partire dagli anni ’70 la Transavanguardia
campana, che ebbe come mentore e teorico il critico Achille Bonito Oliva: dopo gli
anni delle avanguardie era ora di recuperare il genius loci e la tradizione pittorica.
Mimmo Paladino, Nicola de Maria e Francesco Clemente sono i tre esponenti
napoletani di questa corrente.
Il meglio della pittura napoletana del Novecento è rappresentato nella collezione del
Museo del Novecento nella bella cornice di Castel Sant’Elmo a Napoli.
Luoghi ed eventi musicali
Teatro San Carlo, Napoli
Napoli Teatro Festival, Napoli Centro di Musica Antica Pietà de’ Turchini, Napoli La Mortella, Ischia
Il rap a Napoli si affermò negli anni ’90 per esprimere la profonda amarezza dei giovani nei confronti
della corruzione, della camorra e delle ingiustizie sociali. Tra gli esponenti più prolifici vanno ricordati
i gruppi hip hop/reggae come i 99 Posse e gli Almamegretta, la band hip hop hardcore Co’Sang e il
gruppo rock crossover A67; lo scrittore Roberto Saviano ha collaborato al loro album Suburb (2008).
Playlist napoletana
James Senese Sassofonista icona del jazz
Non esiste luogo più teatrale di Napoli, una città in cui gli
eventi di ogni giorno diventano piccole sceneggiate e gli
ingorghi stradali danno vita a concerti di clacson
improvvisati. I napoletani in genere amano esternare le loro
emozioni, per cui le vie e le piazze diventano il palcoscenico in
cui vengono rappresentati i drammi quotidiani. Di fatto, in
nessun’altra città italiana la gente è tanto consapevole del
proprio ruolo nel teatro dell’esistenza né tanto sua
appassionata interprete.
Lingua e identità
I napoletani hanno un fortissimo senso della propria identità, fatto che si traduce
anche sul piano linguistico nell’uso del dialetto. Seppur non riconosciuto dal
governo italiano come lingua minoritaria, il napoletano è considerato dall’UNESCO
uno degli idiomi del mondo in pericolo. Influenzato da secoli di dominazione
straniera (soltanto dallo spagnolo si contano 400 parole prese a prestito), si distingue
per un vocabolario, una grammatica, un’ortografia e una pronuncia propri. Lingua
ufficiale del Regno di Napoli tra il 1442 e il 1458, il napoletano è la parlata comune
nelle strade della città e ha avuto innumerevoli trasposizioni scritte, sia in letteratura
sia in musica, dalla trecentesca Epistola napoletana di Giovanni Boccaccio fino ai
testi contaminati dal rock del compianto Pino Daniele. Anche Sophia Loren si lascia
scappare qualche battuta in napoletano in classici come L’oro di Napoli (1954) e
Matrimonio all’italiana (1964). Come ha dichiarato scherzosamente una volta
l’attrice: “Non sono italiana, sono napoletana! È un’altra cosa”.
I napoletani sono consapevoli del fatto che molti degli stereotipi che gli stranieri
usano per identificare gli italiani – definendoli chiassosi, teatrali, amanti del cibo,
passionali e orgogliosi – si riferiscono soprattutto a loro, e spesso se ne
compiacciono. Tutti hanno un’opinione da esprimere, una battuta da dire o un
sospiro da fare. Uno dei passatempi preferiti è farsi gli affari degli altri. I napoletani
ci scherzano sopra: se qualcuno svenisse per strada, dicono, un napoletano vorrebbe
in primo luogo conoscere tutti i dettagli succosi e soltanto dopo penserebbe a
chiamare un’ambulanza. In una città con una densità di 8566 abitanti per kmq (45
volte superiore alla media nazionale), tanta curiosità è comprensibile.
Downsizing Napoli a cura di Bruno Discepolo (Graffiti, 2012) descrive come l’invecchiamento della
popolazione, la deindustrializzazione, la crisi identitaria e di ruolo della città generino quel processo di
ridimensionamento noto come ‘calo di taglia’.
I napoletani sono molto più complessi dei cliché che li vogliono persone spigliate e
scaltre, maestre nell’arte dell’arrangiarsi. La loro, in fondo, è una città di palazzi
aristocratici e collezioni d’arte, con un teatro dell’opera di fama internazionale e una
delle università più antiche d’Europa. Napoli, certo, ha dato i natali alla pizza e a
Pulcinella, ma anche al compositore Alessandro Scarlatti, al commediografo e
musicista Roberto De Simone e all’artista contemporaneo Francesco Clemente. Per
l’élite mondiale della moda, tradizione napoletana significa meticolosa sartorialità e
inimitabile eleganza maschile. Il capoluogo campano è la patria degli abiti cuciti a
mano, delle esclusive cravatte di Eugenio Marinella e degli ombrelli artigianali di
Mario Talarico. Questo aspetto spesso dimenticato della città è stato reso
magistralmente da Gianluca Migliarotti nel film E poi c’è Napoli (2014), ritratto di
una metropoli erudita ed elegante. Come tengono sempre a sottolineare gli abitanti
del posto, Napoli è molto più di pizza e mandolino.
PROVERBI TRADIZIONALI
I proverbi possono riflettere vecchi stereotipi, ma anche rispecchiare una
cultura. Ecco cinque fra i più famosi detti napoletani:
A léngua nun tène òsso ma ròmpe ll’òssa (La lingua non ha ossa ma
rompe le ossa).
A mughièra ‘e ll’àte é sèmpe cchiù bbòna (Le mogli degli altri sono
sempre più belle).
Ògne scarrafóne è bèllo ‘a màmma sóia (Ogni scarafaggio è bello agli
occhi di sua madre).
E pariénte so còmme ‘e scàrpe: cchiù so strìtte e cchiù te fànno màle (I
parenti sono come le scarpe: più sono stretti più fanno male).
L’amico è comm’ a’ ombrello: quanno chiove nun t’’o truove maie
(L’amico è come l’ombrello: quando piove non lo trovi mai).
Oltre il 60% dei napoletani dai 18 ai 34 anni vive in casa. dei genitori. Molti giovani non riescono a
rendersi indipendenti a causa degli affitti elevati e della mancanza di lavoro.
In cerca di lavoro
Per quanto i napoletani siano profondamente innamorati della loro città, la mancanza
di lavoro costringe molti ad abbandonarla. Secondo i dati forniti dall’Istituto
Nazionale di Statistica, all’inizio del 2015 il tasso di disoccupazione in Campania
era pari al 21,7%, contro una media nazionale attestata intorno al 13%; nella sola
Napoli, questa percentuale saliva addirittura al 24,6%. Ancora più allarmante è il
tasso di disoccupazione giovanile, che ha raggiunto il 42,7% tra i giovani in età
compresa tra i 15 e i 24 anni.
Queste terrificanti statistiche vanno ad aggiungersi a quelle sulla fuga dei cervelli
dall’Italia: in un’indagine condotta nel 2012 dall’Istituto Toniolo di Milano tra i
giovani sotto i 30 anni, il 48,9% degli intervistati dichiarava di essere pronto e
disposto a lasciare il paese per migliorare le proprie prospettive di lavoro. Tra coloro
che potevano vantare sia una laurea sia un lavoro, soltanto il 33% aveva trovato
impiego in un settore affine agli studi effettuati.
Per molti giovani campani istruiti che nutrono ambizioni di carriera ci sono dunque
pochi incentivi a rimanere in Italia. I magri fondi stanziati dal governo nei settori
della ricerca e dello sviluppo (circa l’1,3% del PIL, contro il 3% di Francia e
Germania) hanno frenato l’innovazione economica e circoscritto le opportunità di
impiego. Inoltre, la radicata cultura del nepotismo impedisce a molti dei talenti più
brillanti e promettenti di ottenere le posizioni che invece meriterebbero.
Il gradino più basso della gerarchia del lavoro in Campania è occupato dalle
comunità di emigrati. Anche se un crescente numero di cinesi, cingalesi e cittadini
dell’Europa orientale sta aprendo piccole imprese (per lo più ristoranti, negozi di
generi vari e rivendite di abiti a buon mercato), la maggior parte degli immigrati che
vive nella regione lavora nei cantieri edili e nelle case private. A Napoli circa il 70%
di essi si occupa delle pulizie, svolge il mestiere di baby sitter o quello di badante.
Negli anni ’70 e ’80 lavorare come domestica o domestico era il lavoro dei sogni per
i nuovi arrivati. E poiché avere una cameriera o un cameriere era lo status symbol
più ambito dai napoletani ricchi, numerosi immigrati si assicurarono lavori a lungo
termine e agganci altolocati. A partire dagli anni ’90, anche la classe media, sempre
più a corto di tempo, ha iniziato a sentire la necessità di un aiuto in casa. Ma a
differenza di quanto accade nei ceti più alti, molti di questi datori di lavoro non sono
in grado di offrire agli immigrati le stesse condizioni economiche e legali. Così,
quello che un tempo era un lavoro sicuro oggi è pieno di incertezze.
Ancora più precaria è la vita dei venditori ambulanti, molti dei quali sono clandestini
originari del Senegal che vendono merci contraffatte esponendole su lenzuoli stesi
lungo i marciapiedi. Quando passa la polizia, i venditori riavvolgono tutti i loro
prodotti nel lenzuolo e fuggono temendo l’arresto e un’eventuale espulsione.
Fuori città la situazione è ancora peggiore per i clandestini, la maggior parte dei
quali trova impieghi stagionali, faticosi e mal retribuiti, nel settore agricolo. Alcuni
datori di lavoro approfittano spudoratamente della posizione vulnerabile dei loro
dipendenti. Molti immigrati africani, infatti, vengono fatti arrivare clandestinamente
in Italia da cooperative gestite dalla malavita organizzata. Una volta giunti in
territorio italiano, sono ingaggiati come braccianti agricoli e si trovano costretti a
versare ai loro sfruttatori una percentuale del loro risicato salario, già di per sé
inferiore al minimo stabilito per legge. La rabbia generata da questo sfruttamento è
esplosa con particolare forza nel gennaio 2010, quando la cittadina calabrese di
Rosarno è diventata teatro di violente rivolte.
LA DIVISIONE TRA NORD E SUD
Nel Sud Italia sono stati in molti a lasciare le loro regioni d’origine per
cercare condizioni di lavoro migliori. Tanti si sono diretti all’estero, ma
altrettanti hanno deciso di stabilirsi nel ricco Nord Italia – una situazione
descritta spesso in toni comici, per esempio nel film Ricomincio da tre
(1980) di Massimo Troisi che, battute a parte, descrive efficacemente il
divario tra Nord e Sud.
Dal dopoguerra fino agli anni ’60, milioni di persone si sono trasferite nelle
città industrializzate del Settentrione per lavorare in fabbrica. Non a caso
un detto recita che ‘ogni vero milanese ha un nonno pugliese’. La
convivenza non è sempre stata facile e, sebbene le forme di razzismo più
smaccate siano scomparse, alcuni pregiudizi sono rimasti.
Al Nord in parecchi sostengono che le loro tasse sono usate per
‘sovvenzionare’ il Sud ‘pigro’ e ‘corrotto’ (un sentimento che la Lega Nord
ha saputo efficacemente sfruttare), mentre dal Sud partono frecciate dirette
ai settentrionali: una barzelletta meridionale racconta che Dio creò il Nord
Italia, capì di aver sbagliato e così creò la sua famigerata nebbia per
nasconderlo.
Sebbene i napoletani siano soliti lamentarsi delle manchevolezze della propria città, non apprezzano le
frecciatine lanciate a tal proposito dai forestieri.
Vita familiare
I napoletani vanno fieri della loro spontaneità e flessibilità, ma sono irremovibili
quando si tratta del pranzo della domenica, considerato un evento irrinunciabile.
Qualsiasi cosa accada, questo momento della settimana è sacro per le famiglie
napoletane, perché offre la possibilità di aggiornarsi sulle rispettive vite, spettegolare
su politici, calciatori e VIP e mangiare tanto.
La sacralità del pranzo domenicale dimostra come la famiglia resti tuttora il pilastro
della vita napoletana. La fedeltà ai parenti e agli amici è profondamente radicata
nella mentalità locale. Come scrisse nel 1964 Luigi Barzini (1908-84), autore di Gli
italiani. Vizi e virtù di un popolo (BUR Rizzoli, 2008), ‘una vita privata felice rende
sopportabile una vita pubblica orrenda’. Questo divario tra sfera privata e sfera
pubblica è tipico della mentalità del Sud Italia, conseguenza di anni di invadenti
dominazioni straniere. Alcuni napoletani non si fanno magari scrupoli ad
abbandonare i rifiuti per strada, ma tengono la propria casa pulita come uno
specchio.
Le famiglie campane restano tuttora tra le più numerose d’Italia: la media è di 2,73
componenti, una percentuale alta se paragonata ai 2,23 del Lazio, ai 2,27 della
Lombardia e ai 2,20 del Piemonte. Forse anche per questo, e per l’assenza di
politiche efficaci a riguardo, la Campania ha un tasso di occupazione femminile
intorno al 20%, tra i più bassi d’Italia.
IL CULTO DEL CALCIO
Il capoluogo campano ospita la squadra di calcio più forte dell’Italia
meridionale, il Napoli, e il terzo stadio del paese per dimensioni, lo Stadio
San Paolo; per non parlare del piccolo santuario dedicato al più grande eroe
del calcio partenopeo, Diego Armando Maradona.
Sottratta al Barcellona per la cifra record di 13 miliardi e mezzo di lire
(circa 7 milioni di euro) nel 1984, la stella del calcio argentino, nella
stagione 1986-7, condusse il Napoli al suo più grande successo di sempre,
la vittoria dello scudetto e della Coppa Italia. Questo duplice trionfo, mai
riuscito a nessuna squadra dell’Italia meridionale, trasformò Maradona in
un semidio per i napoletani.
Così, in occasione dei Mondiali di calcio del 1990, quando era capitano
dell’Argentina, Maradona invitò gli abitanti della città a tifare per la sua
squadra durante la semifinale contro l’Italia, giocata proprio a Napoli.
Facendo leva sulle tensioni tra Nord e Sud, Maradona rilasciò una
dichiarazione polemica: “Non mi piace che adesso tutti chiedano ai
napoletani di essere italiani e di sostenere la loro nazionale. Napoli è
sempre stata emarginata dal resto d’Italia. È una città che subisce il
razzismo più ingiusto”.
Per i Mondiali del 2006, fortunatamente, i contrasti tra Nord e Sud furono
messi da parte e il capitano della nazionale che portò la squadra alla vittoria
fu il napoletano Fabio Cannavaro.
Religione e superstizione
Un tempo, il culto delle ‘anime pezzentelle’ era così popolare che ogni lunedì un apposito tram,
gremito di devoti carichi di fiori, raggiungeva il Cimitero delle Fontanelle. Il culto, che prevedeva
l’adozione e la venerazione di un teschio (simbolo di un’anima intrappolata nel Purgatorio), fu proibito
dalla Chiesa nel 1969.
In cima alla lista degli intercessori figura la Madonna, il cui status di protettrice
materna tocca una corda particolarmente sensibile in una società nella quale le madri
hanno sempre difeso a spada tratta i diritti dei figli. Le feste in onore della Vergine
sono caratterizzate da una grande partecipazione numerica ed emotiva e raggiungono
l’apice il Lunedì dell’Angelo con la Festa della Madonna dell’Arco. Per l’occasione,
migliaia di pellegrini chiamati fujenti (fuggenti) raggiungono a piedi nudi il
santuario nei pressi del paese di Sant’Anastasia ai piedi del Vesuvio. La loro
devozione è rivolta a un’insolita immagine della Vergine con una guancia ferita.
Secondo la leggenda, le origini dell’offesa risalgono al Lunedì dell’Angelo del 1500,
quando un giocatore di pallamaglio, adirato per la sconfitta subita, colpì l’immagine
sacra con una palla di legno. L’immagine iniziò miracolosamente a sanguinare,
l’uomo venne punito con l’impiccagione e sul luogo fu costruito un santuario.
Durante la processione, nell’avvicinarsi a Sant’Anastasia, i fujenti iniziano a correre
verso la meta. Alcuni cadono in trance e molti gridano, piangono e raggiungono in
ginocchio l’immagine sacra in quella che può essere descritta come una
purificazione collettiva dalla colpa e dal dolore. A Napoli i preparativi per questa
festa costituiscono di per sé un evento. Dalla settimana successiva all’Epifania fino
al Lunedì dell’Angelo, centinaia di congreghe (gruppi di suonatori) di quartiere
sfilano per le vie trasportando una statua della Madonna, raccogliendo offerte per il
gran giorno e suonando un’incongrua miscela di melodie (dall’Ave Maria ai successi
anni ’70 di Raffaella Carrà!).
Ogni santo ha un proprio ambito di specializzazione. Le coppie senza figli, per
esempio, si recano nell’ex casa di Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe, dove
siedono sulla sedia miracolosa che un tempo appartenne alla santa per ricevere la
grazia di un figlio. Sull’altro lato di Via Toledo, nella Chiesa del Gesù Nuovo, c’è
una cappella dalle pareti ricoperte di ex voto dove viene venerato il dottor Giuseppe
Moscati (1880-1927), un medico molto amato dai napoletani che fu canonizzato nel
1987.
In occasione dei funerali, a Napoli è ancora possibile vedere elaborati carri funebri trainati da una
pariglia di cavalli che può arrivare a comprenderne fino a otto.
Di fronte al Cratere della Solfatara – il luogo dove, secondo la tradizione, san Gennaro fu decapitato
nel 305 – sorge il Santuario di San Gennaro alla Solfatara, che racchiude la lastra di marmo usata per
giustiziarlo. Secondo una leggenda, quando il sangue del santo si liquefa, sulla lastra ricompaiono
macchie scure di sangue.
Si narra che un cavaliere che si sdraiò sulla tomba di santa Patrizia fu inspiegabilmente guarito da tutti
i suoi malanni. In preda al fervore religioso, l’uomo aprì la tomba e strappò un dente allo scheletro. A
quel punto iniziò a scorrere del sangue, che il cavaliere raccolse in due fiale, ora custodite nella Chiesa
di San Gregorio Armeno.
NAPOLI E LA MORTE
La frequenza di terremoti ed eruzioni vulcaniche spiega, in parte, il
fatalismo dei napoletani. Il loro profondo attaccamento alla vita, tuttavia, è
pari alla loro curiosa passione per la morte. A Napoli le aspirazioni
all’immortalità tipiche della società moderna sono continuamente minate
dagli annunci funebri che tappezzano i muri, dalle cappelle dedicate ai cari
estinti e persino da cibi che recano nomi macabri, come il ‘torrone dei
morti’ tipico di Ognissanti. Teschi scolpiti, poi, decorano chiese e chiostri,
tra cui il Chiostro Grande della Certosa di San Martino, come a ricordarci
continuamente la nostra condizione di mortali.
SOGNI E LOTTERIA
In apparenza la lotteria napoletana è simile a qualsiasi altra: si acquistano i
biglietti, si segnano i numeri e quelli vincenti vengono estratti sotto stretta
sorveglianza. La differenza sta nel modo in cui i napoletani scelgono i
numeri da giocare: di solito li sognano, o meglio interpretano i loro sogni
consultando La Smorfia, una sorta di dizionario sul tema.
Secondo questo libro, se si sogna Dio o l’Italia bisogna scegliere il numero
1. Altri sogni dal significato simbolico sono il ballo (37), il pianto (21), la
paura (90) e i capelli di una donna (55).
Alcuni affidano l’interpretazione all’esperto della ricevitoria, sussurandogli
il sogno all’orecchio (nessuno vuole condividere una possibile
combinazione vincente) e lasciando che sia lui a scegliere i numeri.
Secondo i napoletani, la ricevitoria più fortunata della città è quella di Porta
Capuana, gestita dalla stessa famiglia da oltre 200 anni. La nonna
dell’attuale proprietario era considerata una vera e propria autorità in
materia. Ancora oggi c’è gente che viene qui a raccontare i propri sogni da
paesi stranieri come Stati Uniti, Spagna e Svizzera.
La Smorfia ha origini ignote, ma spesso viene collegata alla cabala ebraica.
Il termine però deriva molto probabilmente da Morfeo, il dio greco dei
sogni, da cui si deduce che questa tradizione risale forse alle origini greche
della città e all’ onirologia ellenica.
Figure scandalose
Un personaggio storico che avrebbe avuto bisogno di protezione divina fu Maria
d’Avalos, che nell’ottobre 1590 andò incontro a un’orribile morte in un
appartamento del Palazzo Di Sangro in Piazza San Domenico Maggiore. Il suo
assassino fu il marito Carlo Gesualdo, principe di Venosa (1566-1613), uno dei
compositori più illustri del tardo Rinascimento. Sospettando la moglie di infedeltà,
Gesualdo finse di partire per una battuta di caccia e si mise in agguato per coglierla
sul fatto con l’amante, Fabrizio Pignatelli Carafa, duca d’Andria. Secondo i
testimoni oculari, Gesualdo entrò negli appartamenti con tre uomini, gridando:
“Uccidete quel farabutto insieme a questa prostituta!”. I funzionari che
ispezionarono la scena del crimine dichiararono poi di aver trovato Carafa ferito a
morte e disteso sul pavimento, ricoperto di sangue e con indosso una camicia da
notte bordata di seta nera. Sul letto giaceva Maria d’Avalos, con la camicia da notte
intrisa di sangue e la gola tagliata. La violenta gelosia di Gesualdo era stata senza
dubbio esacerbata dal fascino del nobile Pignatelli: a quanto pare il giovane era così
bello da meritare il soprannome di ‘angelo’.
Le circostanze adulterine assolvevano il principe dal punto di vista del costume e
della legge del tempo, e il processo fu archiviato prima di essere aperto; ciò
nonostante il timore di una ritorsione da parte delle famiglie degli uccisi convinse
Gesualdo a riparare nel suo castello natale in Basilicata. Malgrado un secondo
matrimonio con Eleonora d’Este, il principe rimase afflitto da un temperamento
malinconico che gli fece abbandonare anche Ferrara per tornare a rinchiudersi
definitivamente nei suoi possedimenti. Qui, isolato e tormentato, continuò a
comporre i suoi celebri madrigali fino alla morte. Nei decenni successivi, il principe
divenne una figura quasi mitica e il suo nome fu associato ai racconti di altre
sanguinose vendette. Secondo alcuni, infatti, la morte dei traditori non era bastata ad
appagarlo, e si diceva che avesse ucciso anche il proprio figlio, temendo che fosse
del rivale, e addirittura il suocero, venuto a cercare soddisfazione. Sempre secondo
le leggende, il fantasma seminudo della bella Maria d’Avalos si aggirerebbe ancora
nelle notti di luna piena in Piazza San Domenico Maggiore, alla disperata ricerca
dell’amante assassinato.
Luoghi ed eventi misteriosi
Festa di San Gennaro Casa e Chiesa di Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe Cimitero delle
Fontanelle Madonna del Carmine Complesso Museale di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad
Arco
Il Palazzo Di Sangro dove Gesualdo aveva vissuto con la moglie era stato costruito
per l’omonima famiglia di nobili il cui membro più illustre, Raimondo Di Sangro
(1710-71), resta tuttora uno dei personaggi più controversi della storia di Napoli.
Inventore, scienziato, soldato e alchimista, il principe di Sansevero escogitò
invenzioni ingegnose, tra cui un mantello impermeabile per Carlo III di Borbone (re
di Napoli come Carlo VII) e una carrozza meccanica anfibia, ‘trainata’ da cavalli di
sughero a grandezza naturale. Aderì inoltre alla massoneria, tentando di convincere
il re a iscriversi, e per questo fu temporaneamente scomunicato dalla Chiesa.
Neanche il ripensamento del papa, tuttavia, poté mettere a tacere le storie macabre
che circolavano sul conto del principe. Secondo alcuni, infatti, si era reso colpevole
di aver evirato alcuni bambini per conservarne le voci bianche e di aver ucciso sette
cardinali per fabbricare sedie con la loro pelle e le loro ossa. Il conte Alessandro
Cagliostro, anch’egli massone, chiamato a giudizio a Roma davanti all’Inquisizione
nel 1790, confessò di aver imparato tutto ciò che sapeva sull’alchimia e le arti oscure
proprio da Di Sangro. Secondo il filosofo Benedetto Croce (1866-1952), che citò Di
Sangro nel suo libro Storie e leggende napoletane, l’alchimista era per gli abitanti
del centro storico una sorta di carismatico Faust: ai loro occhi, il suo talento per la
magia lo trasformava in un essere superiore capace di tutto, dal ripetere il miracolo
del sangue di san Gennaro al ridurre il marmo in polvere con un semplice tocco.
Da secoli circolano numerose dicerie sui due perfetti modelli anatomici custoditi
nella cripta della cappella funeraria dei Di Sangro, la Cappella Sansevero (o Chiesa
di Santa Maria della Pietà). Secondo alcuni, si tratta dei corpi di due domestici del
principe. C’è chi sostiene addirittura che i due uomini siano stati imbalsamati vivi.
Si tratta senz’altro di una crudele invenzione, ma il dettagliato realismo dei due
modelli stupisce ancora oggi.
Letture
Misteri, segreti e storie insolite di Napoli di Agnese Palumbo e Maurizio Ponticello (Newton
Compton, 2015)
Per secoli i napoletani hanno creduto che sotto Castel Nuovo si nascondesse un coccodrillo, al quale,
secondo due versioni distinte, pare fossero stati dati in pasto gli ex amanti della regina Giovanna II o i
prigionieri politici. In Storie e leggende napoletane (1919; Adelphi 1999) Benedetto Croce racconta
che il rettile fu infine catturato usando come esca una coscia di cavallo.
La cucina campana
Il merito di aver raccolto e tramandato le vere ricette della tradizione culinaria partenopea (attigendo ai
grandi classici del genere, il volume settecentesco di Vincenzo Corrado e il manuale di Ippolito
Cavalcanti del 1837) è indubbiamente di Jeanne Caròla Francesconi; La vera cucina napoletana, che
pubblicò nel 1965, è ancora oggi insostituibile.
L’eccellente sito web www.gamberorosso.it offre innumerevoli informazioni su cibo, vini, eventi e
corsi.
Più controversa è l’origine del più celebre dolce di Napoli: la friabile sfogliatella a
forma di conchiglia. Ripiena di ricotta profumata alla cannella e canditi, secondo
alcuni fu creata nel XVIII secolo dagli chef francesi per il re di Polonia. Altri
sostengono invece che fu inventata, sempre nel Settecento, dalle monache di Conca
dei Marini, un paesino della Costiera Amalfitana. Oggi le due versioni più diffuse
sono quella di sfoglia più morbida e soffice, detta ‘frolla’, e quella più croccante e
friabile, detta ‘riccia’.
LETTURE APPETITOSE
Stuzzicate il vostro appetito con queste interessanti letture più o meno
dedicate alla gastronomia campana:
Il cuoco galante di Vincenzo Corrado (Grimaldi & C., 2013) Scritto nel
1773 da uno dei più grandi cuochi della corte di Napoli, questo libro era
molto richiesto dall’élite e dai nobili stranieri dell’epoca essendo il primo a
raccogliere le ricette della cucina mediterranea con qualche tocco francese.
L’antica cucina napoletana di Rosaria Iannò (2M, 2015) Partendo dai
sapori e memorie dell’infanzia, l’autrice illustra sia le ricette più
tradizionali della cucina napoletana sia quelle più moderne.
Dolci del sole. Ricette, passione e tradizione della Costiera Amalfitana
di Salvatore De Riso (BUR Rizzoli, 2012) Oltre 60 ricette, dolci e salate,
alcune adatte anche per celiaci, spiegate passo dopo passo per preparare le
prelibatezze più tipiche della tradizione mediterranea di terra e di mare.
Per mano mia. Il Natale del commissario Ricciardi e Vipera. Nessuna
resurrezione per il commissario Ricciardi di Maurizio De Giovanni
(Einaudi 2013 e 2014) Le inchieste di un commissario di polizia nella
Napoli degli anni ’30 sono accompagnate dai profumi e dalle ricette dei
piatti che celebrano il Natale e la Pasqua a Napoli.
Sulla pizza marinara come tutti sanno non c’è pesce, ma soltanto pomodoro, aglio, origano e olio
extravergine. Il nome deriva dalla sua popolarità tra i pescatori locali, che se la portavano in mare per
mangiarla a pranzo.
Il meglio della cucina campana
Timballi e sartù
La complessità della cucina di corte napoletana trova espressione in due piatti tipici
che ancora oggi fanno bella mostra di sé nelle occasioni festive: il timballo (a Napoli
detto timpàno) e il sartù. Cotto in origine in uno stampo leggermente conico alto
quanto largo, il timballo alla napoletana è una ricetta ricchissima: dopo aver foderato
lo stampo di pasta frolla si procedeva a riempirlo a strati con maccheroni conditi con
ragù napoletano a cui erano aggiunti funghi in umido e fegatini di pollo, polpettine
di carne, uova sode e mozzarella fiordilatte, terminando con un altro disco di pasta
frolla. Il sartù, versione napoletana del termine francese surtout (soprattutto), è un
timballo che, pur complesso nella preparazione, è forse l’unico piatto della
tradizione aristocratica partenopea che ancora si ripropone nei ristoranti campani: il
riso (cotto con il pomodoro) è messo a foderare uno stampo e riempito di ragù
napoletano e polpettine di carne e cervella, mozzarella, uovo e prosciutto a strati, poi
passato al forno. Una bomba!
Pizza
Nonostante la sontuosa eredità borbonica, l’atteggiamento pragmatico della regione
verso il cibo, ovvero la preferenza per i piatti semplici, abbondanti e locali, rimane
profondamente radicato nelle tradizioni gastronomiche della popolazione.
Emblematica in tal senso è la pizza. Derivata dal pane di forma piatta tipico
dell’antica Grecia e dell’Egitto, la pizza era un popolare spuntino da consumare per
strada già prima del XVI secolo, epoca in cui gli spagnoli introdussero il pomodoro
in Italia. Fu proprio questo ingrediente proveniente dal Nuovo Mondo a consolidare
la fama della pizza. Nel 1738 la prima pizzeria di Napoli, la pizzeria Port’Alba, aprì
nel centro storico; è tuttora in attività. In breve tempo i pizzaioli cittadini divennero
piccole celebrità.
Il pizzaiolo più famoso della storia è ancora oggi Raffaele Esposito, inventore della
classica pizza margherita. Poiché era considerato il migliore della città nel suo
campo, nel 1889 Esposito fu incaricato di preparare una pizza speciale per il re
Umberto I e la regina Margherita, che erano in visita a Napoli. Deciso a
impressionare favorevolmente i reali, Esposito utilizzò pomodoro, mozzarella e
basilico ispirandosi ai colori della bandiera dell’Italia, da poco unificata. La pizza fu
molto apprezzata dalla regina, tanto che le venne dato il suo nome.
Oggi, a distanza di più di un secolo, i puristi della pizza sostengono che la migliore
margherita resti quella preparata dai pizzaioli napoletani. Non tutti sono d’accordo, e
spesso nascono discussioni tra chi preferisce la pizza a pasta sottile e croccante
(quella ‘romana’, per intenderci) e chi invece predilige quella napoletana, più soffice
e spessa.
Secondo l’Associazione Verace Pizza Napoletana, la pasta dell’autentica pizza
napoletana si deve preparare con una farina tipo 00 molto raffinata (è consentita
soltanto una piccola quantità di farina tipo 0), lievito compresso (di birra) o naturale,
sale e acqua con un pH compreso tra 6 e 7. È autorizzato l’uso di un mixer a bassa
velocità per impastare, ma per modellare il disco di pasta, che non deve superare i 3
mm di spessore, si possono utilizzare soltanto le mani. La pizza, poi, va cotta a
485°C in un forno a doppia bocca alimentato con legno di quercia, frassino, faggio o
acero.
La parola melanzana deriva da ‘mela insana’, ovvero ‘mela pazza’. In latino questo ortaggio era
chiamato solanum insanum, perché si riteneva provocasse accessi di follia.
Pesce e frutti di mare
Anche nella cucina del pesce e dei frutti di mare la tradizione napoletana possiede
ricette ricche di sapori. Oltre agli innumerevoli sughi di mare per condire la pasta
(tra cui gli spaghetti alle vongole e i paccheri al sugo di pesce), un tipico piatto
partenopeo è la calamarata, in cui i calamari e i pomodorini vanno a condire una
pasta larga ad anelli simili a quelli dei calamari. Da provare assolutamente è anche
l’impepata di cozze, dove i molluschi si fanno aprire in poca acqua, si pepano e si
mangiano con una goccia di limone. Si deve invece ai pescatori dell’isola di Procida
il pesce ‘all’acqua pazza’: i pesci, in origine merluzzetti o cuocci (lampuga, o
capone), sono cotti in tegame con acqua, aglio, pelati, prezzemolo e un pizzico di
peperoncino. Dal Borgo di Santa Lucia viene invece la ricetta del ‘polpo alla
luciana’, ovvero cotto con pomodori da sugo ben maturi e strizzati.
Molte delle preparazioni della cucina di mare partenopea, come si è visto, prevedono
la cottura in acqua: tra le classi basse e nei tempi duri spesso si usava soltanto questo
brodo di pesce per insaporire, per esempio, le freselle (un pane secco a forma di
ciambella). Come ricorda la scrittrice Matilde Serao ne Il ventre di Napoli (1890), si
comprava per due soldi un pezzetto di polpo e lo si faceva bollire nell’acqua di mare
in una pignatta su un piccolo focolare direttamente in strada. Così, chi non aveva
neanche i due soldi riceveva un po’ di ‘acqua di purpo’ e un pezzetto di pane.
Mozzarella di bufala
Se la mozzarella fiordilatte (di latte vaccino) con cui si prepara l’insalata caprese
(insieme a pomodoro, basilico e olio extravergine d’oliva) è deliziosa, la mozzarella
di bufala campana è davvero sublime. Originaria delle pianure che circondano
Caserta e Paestum, è ideale da mangiare appena fatta, al mattino, per apprezzarne al
meglio il sapore intenso e dolce e la consistenza vellutata. Potrete acquistarla fresca
nelle latterie oppure assaporarla nelle trattorie e nei ristoranti di tutta la regione. A
Napoli e Sorrento hanno addirittura aperto due locali dedicati esclusivamente alla
mozzarella, il Muu Muuzzarella Lounge e l’Inn Bufalito rispettivamente. Sono
l’alto contenuto di grassi e le proteine del latte di bufala a conferire a questo
prelibato formaggio il suo gusto intenso e irresistibile.
Il più ricco piatto campano con questo ingrediente è la mozzarella in carrozza,
preparato con mozzarella tagliata e disposta tra due fette di pane in cassetta, a
formare una specie di toast che va poi infarinato, passato nell’uovo sbattuto e fritto
fino ad assumere un colore dorato. Anche se oggi molte pizzerie preparano questo
sfizioso stuzzichino usando mozzarella fiordilatte (più economica), la ricetta
campana tradizionale impone l’uso di quella di bufala, anche se più acquosa; il
consiglio infatti è di usare quella del giorno prima, perché meno ricca di liquidi. La
ricetta classica specifica anche l’uso di pane in cassetta acquistato in panificio.
COM’È DOLCE LA VITA!
Addolcitevi la vita assaggiando le seguenti specialità:
Babà Dolce di pan di Spagna a forma di fungo imbevuto di rum e
zucchero.
Cassatina Versione napoletana della cassata siciliana, è una piccola torta
a base di pan di Spagna, ricotta e canditi, ricoperta di glassa.
Pastiera Tipica delle festività pasquali (ma reperibile tutto l’anno) e
decorata con un motivo a griglia, è a base di pasta frolla ripiena di ricotta,
crema, canditi e grano bollito profumati con acqua di fiori d’arancio.
Torta caprese Una torta leggera di mandorle e cioccolato. La pasticceria
Scaturchio a Napoli ne offre una versione al limone.
Sfogliatella Pasta sfoglia a forma di conchiglia ripiena di ricotta e
canditi.
Delizia al limone Un dolce leggero e aromatico a base di limoncello.
Paste reali Di origine siciliana, sono graziose miniature di frutta e
ortaggi a base di marzapane (pasta di mandorle e zucchero), preparate in
occasione del Natale.
Raffioli, roccocò e mostaccioli Tradizionali biscotti natalizi: i primi
sono preparati con pan di Spagna e marzapane e spolverizzati di zucchero a
velo, i secondi sono ciambelline dure a base di mandorle, mentre i
mostaccioli vengono preparati con pasta di mandorle e miele.
IL CAFFÈ ‘SOSPESO’
Se un napoletano vi invita a prendere un caffè, non vi sta solo proponendo
di consumare insieme una bevanda. L’invito può, a seconda del contesto,
essere suggello a un patto, dichiarazione di ostilità come pure chiarimento
di un equivoco, inizio di un gioco d’amore, proposta d’amicizia o frettolosa
liquidazione di un incontro casuale non proprio gradito.
Il caffè dunque ha un valore di sigillo, di bevanda rituale, ed è talmente
importante che il rito si compia che, se una delle due parti non è disponibile
al momento dell’invito, potrà consumare il suo caffè in un altro momento a
sua scelta. Sarà cura di chi ha rivolto l’invito pagare la consumazione del
caffè ‘sospeso’.
Questo rito può essere inoltre un gesto di gentilezza: qualsiasi cliente può
pagare un caffè in più in modo che la persona successiva, anche se
sconosciuta, riceva questo regalo. È un’usanza nata nei tempi difficili e di
povertà durante la seconda guerra mondiale: chi se lo poteva permettere,
beveva un caffè e ne pagava due, per chi sarebbe venuto dopo e non poteva
pagarselo. Esiste anche una rete culturale del caffè sospeso:
www.retedelcaffesospeso.com.
Specialità regionali
Oltre alla pizza napoletana, alle fritture e alle fragranti paste dolci, tutte protette dal
marchio STG (Specialità Tradizionale Garantita), le prelibatezze regionali
comprendono la pizza di scarola (con l’indivia), il salame ‘Napoli’, le salsicce con
finocchietto selvatico e il sanguinaccio (una crema di cioccolato con frutta candita
che si prepara a Carnevale).
A ovest di Napoli, nei Campi Flegrei, il vivace mercato del pesce di Pozzuoli attesta
l’importanza della cucina di mare in questa città. Un’altra specialità dei Campi
Flegrei è la mela annurca, che ha conquistato il marchio IGP; per ottenere il suo
caratteristico colore rosso uniforme viene fatta maturare su graticci di paglia,
esponendo alla luce la parte meno arrossata.
Il pesce regna sovrano sull’isola di Procida, dove si possono gustare la trippa di
volamarina (pesce luna) con pomodoro e peperoncino e il calamaro ripieno di
acciughe. La vicina Ischia è altrettanto ricca di piatti di pesce, ma grazie alla sua
solida tradizione agricola vanta anche specialità di terra come il coniglio
all’ischitana (cotto nel vino con erbe aromatiche) allevato in loco.
A sud-est di Napoli, la Penisola Sorrentina offre a sua volta numerose specialità,
dagli onnipresenti gnocchi alla sorrentina (con sugo di pomodoro, basilico e
pecorino) al rinfrescante sorbetto al limoncello. Da non perdere poi il burrino
incamiciato (mozzarella fiordilatte con un goloso ripieno di burro), la pizza al metro
di Vico Equense e i cannelloni ripieni di ricotta di Sorrento; le famosi noci di questa
località sono usate per preparare il nocino, un ottimo liquore. Mandorle e cioccolato
sono gli ingredienti base della torta caprese, spolverizzata di zucchero a velo e
originaria di Capri, così come le linguine al sugo di scorfano e la fresca insalata
caprese.
Come si può facilmente immaginare, il pesce non manca neppure sui menu della
Costiera Amalfitana, che propongono merluzzo, rana pescatrice, coccio (scorfano) e
cefalo. In questa zona potrete gustare altre due famose specialità, la colatura di alici
di Cetara (un condimento a base di alici dal sapore intenso) e l’olio extravergine
d’oliva DOP delle Colline Salernitane.
La vicina regione del Cilento esprime la propria vocazione agricola in piatti rustici e
sostanziosi come la cuccìa (una zuppa a base di ceci, lenticchie, fagioli, cicerchie,
granturco e grano) e le pastorelle (fagottini di pasta sfoglia fritta ripieni di crema di
castagne).
In primavera, estate e inizio autunno, le città dell’Italia meridionale organizzano sagre dedicate a cibi
locali di stagione. Per un appetitoso elenco visitate il sito www.prodottitipici.com/sagre oppure
www.incampania.com, seguendo il percorso Turismo > Sagre e feste.
Al contrario di quanto credono in molti, una tazzina di caffè espresso contiene meno caffeina di una
tazza di caffè lungo o americano, e rende anche meno nervosi.
A CIASCUNO IL PROPRIO VINO
Perché possiate orientarvi al meglio nel panorama enologico campano, vi
segnaliamo alcuni dei vini più buoni della regione:
Taurasi DOCG dal 1991, è un rosso secco e intenso che si sposa bene
con la carne in umido e alla griglia.
Fiano di Avellino Un bianco DOCG fresco e secco, tra i vini più antichi
della Campania. Ideale con il pesce.
Greco di Tufo Bianco DOCG di fama consolidata, disponibile sia fermo
sia frizzante.
Aglianico del Taburno Rosso DOCG corposo, che si accompagna alla
perfezione con le carni.
Falerno del Massico Disponibile sia rosso sia bianco, viene ricavato da
viti che crescono sulle pendici vulcaniche del Monte Massico, nel nord
della regione.
Asprinio d’Aversa Vino bianco molto secco, fermo o frizzante, con
profumo intenso di limone e cedro e un carattere aspro come s’intuisce dal
nome.
Il revival dei vini campani
Venerati dagli antichi e trascurati dagli enologi moderni, i vini campani stanno
tornando prepotentemente alla ribalta grazie a una nuova generazione di viticoltori
che propone etichette eccellenti. Produttori apprezzati come Feudi di San Gregorio,
Mastroberardino, Villa Matilde, Pietracupa e Terredora sono ritornati alle origini,
coltivando antiche varietà come il rosso Aglianico (che ha fama di essere il vitigno
più antico d’Italia) e i bianchi Falanghina, Fiano e Greco di Tufo (tutte varietà che
crescevano già molto tempo prima dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.). A tener
loro compagnia oggi c’è un numero crescente di apprezzate aziende vinicole che
coltivano le uve secondo il metodo biodinamico e vinificano naturalmente, tra cui
Terre Stregate, I Cacciagalli, Colli di Lapio e Cautiero. Insomma, siamo lontani anni
luce dal 1990, anno in cui il critico Burton Anderson scrisse che i viticoltori campani
degni di nota si potevano ‘contare sulle dita di una mano’.
Le tre principali zone vinicole della Campania hanno come fulcro rispettivamente
Avellino, Benevento e Caserta. È proprio tra le alte colline a est di Avellino che si
produce il miglior rosso della regione, il Taurasi, un corposo Aglianico che alcuni
definiscono ‘il Barolo del sud’. Si tratta di uno dei vini più pregiati del Sud Italia,
con sentori che spaziano dai frutti di bosco a note di cuoio, dal caffè tostato alle erbe
mediterranee. Questo è anche uno degli unici quattro vini della regione a potersi
fregiare del marchio DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita). Gli
altri tre sono l’Aglianico del Taburno, un rosso corposo del beneventano, il Fiano di
Avellino e il Greco di Tufo, entrambi bianchi della provincia di Avellino. In campo
enologico, la provincia di Caserta è nota per il Falerno del Massico, un bianco DOC
che si produce nella stessa zona del Falernum, il vino più apprezzato in epoca
romana.
Altre zone vinicole sono i Campi Flegrei (dove vengono prodotti i vini DOC
Piedirosso e Falanghina), Ischia (i cui vini sono stati i primi a ricevere il marchio
DOC) e il Cilento, dove si producono il Cilento bianco DOC e l’Aglianico Paestum.
Il vino più famoso della zona del Vesuvio è il Lacryma Christi, ottenuto da uve
Falanghina e Coda di Volpe per il bianco e Piedirosso per il rosso.
Nell’aversano viene prodotto un bianco secco fermo o frizzante molto particolare:
l’Asprinio d’Aversa cresce infatti su una ‘vite maritata’, ovvero su tralci di vite che
vengono fatti salire anche a 15 m di altezza attaccati ai pioppi.
Attualmente i vini della Costa d’Amalfi sono tra i più conosciuti e richiesti della
regione (le Cantine Marisa Cuomo sono emblematiche di questa zona). Ma la vera
specialità locale sono i liquori a base di erbe e frutta, con gusti che comprendono
mandarino, mirto e finocchio selvatico, senza dimenticare, ovviamente,
l’immancabile limoncello, da servire in bicchieri ghiacciati, in genere dopo cena.
Quello fatto con limoni di Sorrento (verdi), tende a essere, appunto, più verde di
quello con limoni di Capri.
UN SORSO DI LIMONCELLO?
Il dolce liquore nato dal connubio tra alcol etilico e scorze di limone,
divenuto così universalmente noto da esser prodotto un po’ da tutti, sembra
abbia visto la luce nella sua versione originale agli inizi del Novecento, ma
la paternità è disputata tra Sorrento, Amalfi e Capri, tanto che ogni località
vanta la propria leggenda circa la nascita dell’amato liquore giallo.
Campanilismi a parte, ciò che si sa per certo è che il limoncello originale
dev’essere realizzato con prodotti IGP, come il limone di Sorrento (o
limone di Massa, o anche ovale di Sorrento) e il Costa di Amalfi (o sfusato
amalfitano), entrambi grandi, succosi e dalla buccia spessa e aromatica.
In ogni caso il limoncello campano è molto facile da preparare in casa:
troverete una buona ricetta sul sito www.limoncellodiprocida.it (che
peraltro effettua anche spedizioni...). Assicuratevi soltanto di usare limoni
non trattati di buona qualità, anche se non esattamente delle varietà IGP qui
citate.
Architettura e scultura
Paestum
Mentre le colonne doriche sono relativamente basse, massicce e prive di base, con capitelli semplici,
quelle ioniche sono slanciate e scanalate, con una larga base e due volute contrapposte sotto il
capitello. Le colonne corinzie poi sono ancora più elaborate, con capitelli impreziositi da foglie
d’acanto.
PICCOLO DIZIONARIO DI ARCHITETTURA
Conoscete la differenza tra un transetto e un triclinium? Scoprite il
significato di alcuni termini architettonici con l’aiuto del nostro breve
glossario: Abside Grande rientranza o nicchia a pianta semicircolare o
poligonale e copertura a semicupola. In una chiesa o un tempio può ospitare
un altare.
Balaustra Parapetto di pietra formato da una fila di colonne (chiamate
balaustri) sormontate da una cimasa (cornice sporgente) continua; in genere
su scalinate, balconi e terrazze.
Baldacchino Copertura permanente in legno o pietra, spesso con elaborate
decorazioni, posta sopra un altare, un trono, un pulpito o una statua.
Impluvium Piccola vasca quadrangolare posta di norma al centro degli atri
delle antiche case romane.
Nartece Portico o atrio situato nella parte anteriore delle chiese e basiliche
paleocristiane.
Necropoli Cimitero posto all’esterno delle mura cittadine nell’antichità e in
epoca paleocristiana.
Oratorio Piccola sala o cappella di una chiesa riservata alla preghiera
privata.
Transetto Sezione che interseca perpendicolarmente le navate di una
chiesa.
Triclinium Sala da pranzo delle antiche case romane.
Il Medioevo
Lo stile bizantino, con le sue chiese impreziosite da mosaici, fu seguito da quello
romanico, che in Italia venne declinato in quattro forme regionali: lombardo, pisano,
fiorentino e siciliano. Anziché cercare la verticalità, tutte e quattro privilegiavano la
larghezza e le linee orizzontali, inoltre prevedevano campanili e battisteri separati
dalla chiesa vera e propria. Emerso nell’XI secolo, lo stile siciliano mescolava
influssi normanni, saraceni e bizantini, dalle colonne di marmo agli archi a sesto
acuto d’ispirazione islamica, fino ai dettagli realizzati con tessere di vetro. Questo
stile è chiaramente riconoscibile nella Cattedrale di Sant’Andrea di Amalfi, che
presenta un corpo principale in muratura bicroma e un campanile duecentesco. Lo
stile siciliano ritorna anche nel campanile, risalente al XII secolo, della Cattedrale di
Salerno, a sua volta contraddistinta da portali di bronzo in stile bizantino e da un
porticato arabeggiante.
Successivamente, il periodo più significativo per l’architettura a Napoli giunse nel
XIII secolo, con la dinastia francese degli Angiò. In quanto nuova capitale del regno
angioino, la città fu sottoposta a un ambizioso rinnovamento architettonico. Furono
bonificati numerosi terreni e costruiti monasteri e chiese dalle forme innovative: era
iniziata l’età del gotico, un trionfo di archi rampanti e doccioni grotteschi. Ma
mentre francesi, tedeschi e spagnoli adottarono senza riserve il nuovo stile, gli
italiani preferirono darne un’interpretazione più sobria e cupa, caratterizzata da
ampie mura, una sola navata, soffitto a capriate e bande orizzontali. Una delle
espressioni più pregevoli di questo stile è il Complesso Monumentale di San
Lorenzo Maggiore a Napoli, la cui eleganza essenziale si ritrova nella Chiesa di San
Pietro a Majella e nella Basilica di Santa Chiara, anch’esse nel capoluogo campano.
Dopo aver compiuto ricerche approfondite, in Medieval Naples: An Architectural & Urban History
400-1400, Caroline Bruzelius, William Tronzo e Ronald G. Musto ripercorrono l’evoluzione
dell’architettura e lo sviluppo urbano di Napoli dalla tarda antichità al basso Medioevo. Tra gli
argomenti trattati, l’ambiziosa riconfigurazione della città in epoca angioina.
Il libro Le ville di Napoli, di Yvonne Carbonaro e Luigi Cosenza (Newton Compton, 2008), descrive il
tratto di costa compreso tra Capo Miseno e Sorrento, dalle ville antiche, passando per il barocco, il
rococò e il neoclassicismo, l’eclettismo e il liberty, fino al razionalismo e al postrazionalismo.
Architettura barocca e rococò a Napoli di Anthony Blunt (Mondadori Electa, 2006) descrive e illustra
i principali caratteri dell’architettura barocca e rococò a Napoli anche attraverso disegni tecnici e
fotografie d’autore di opere sacre e civili.
Rinascimento e barocco
Il Rinascimento trasformò radicalmente l’Italia settentrionale e centrale, ma ebbe un
impatto meno significativo nel sud del paese. Tuttavia non mancano a Napoli
pregevoli testimonianze dello stile architettonico nato a Firenze, caratterizzato da
forme solenni e dall’uso generoso di marmi bianchi: ne è esempio il già citato arco
trionfale di Castel Nuovo (Maschio Angioino). Della prima metà del XV secolo
sono il sontuoso monumento funebre di Rainaldo Brancaccio, opera di Donatello,
Michelozzo e Lapo di Pagno Portigiani, e la Cappella Caracciolo del Sole nella
Chiesa di San Giovanni a Carbonara, entrambi con forti influenze toscane. A fine
secolo lo stile rinascimentale fu adottato su più larga scala in città, complice
l’alleanza con Lorenzo Il Magnifico e l’ingresso di opere e maestranze fiorentine:
sono di quest’epoca la Cappella Piccolomini nella Chiesa di Sant’Anna dei
Lombardi, e Palazzo Cuomo, oggi sede del Museo Filangieri. Questa residenza,
costruita con mura a bugnato tipicamente toscane, fu eretta per il ricco mercante
fiorentino Angelo Como (‘Cuomo’ in napoletano) e trasformata in monastero nel
1587. Il bugnato in molte sue varianti è visibile ancora oggi in altri palazzi eretti tra
fine Quattrocento e inizio Cinquecento, come la facciata di Palazzo San Severino
(oggi Chiesa del Gesù Nuovo) e il nobiliare Palazzo Gravina, oggi sede della Facoltà
di Architettura dell’Università di Napoli.
Fu però in epoca barocca, tra il XVII e il XVIII secolo, che la città trovò uno stile
adatto alla sua vena esuberante, capace di celebrare l’audacia, l’oro e l’eccesso. Il
barocco napoletano riflette un’epoca entusiasmante per la città, che nel Seicento,
sotto il dominio spagnolo, era diventata una delle più fiorenti città europee. La
crescita demografica e il fervore controriformistico alimentarono un vero e proprio
boom edilizio che vide sorgere palazzi altissimi e chiese spettacolari. Un gruppo di
architetti e artisti spavaldi e impetuosi, che ignorarono la tradizione e riscrissero le
regole della pratica artistica, era pronto ad abbellire i nuovi monumenti cittadini.
LA VITA TURBOLENTA DI COSIMO FANZAGO
Come molti protagonisti del barocco napoletano, Cosimo Fanzago (1591-
1678) non nacque a Napoli. Originario della località lombarda di Clusone,
Fanzago giunse nella città partenopea a 17 anni: qui il giovane scultore,
decoratore e architetto si fece ben presto conoscere per il suo modo
originale di lavorare il marmo. Purtroppo però divenne famoso anche per
altri motivi. Secondo alcuni documenti, Fanzago era incline a improvvisi
attacchi d’ira e scoppi di violenza: nel 1628 aggredì il muratore Nicola
Botti e due anni dopo, a quanto sembra, lo percosse fino a ucciderlo. Poi, il
suo apparente coinvolgimento nella rivolta di Masaniello del 1647 lo
costrinse a fuggire a Roma per una decina d’anni, così da evitare la
condanna a morte.
Il definitivo declino di Fanzago avvenne tuttavia a causa delle sue
famigerate abitudini sul lavoro: non rispettava le scadenze, ignorava le
richieste dei clienti e utilizzava le opere create per un determinato
committente per completare progetti destinati ad altri. I certosini di San
Martino si affidarono a lui per ristrutturare il loro monastero, situato su
un’altura, ma presto se ne pentirono e lo coinvolsero in una lunga e difficile
battaglia legale che ebbe serie conseguenze sulla sua salute e sulla sua
reputazione di artista. Quando morì, nel 1678, il più grande maestro del
barocco napoletano non lasciava un bel ricordo di sé.
Il tocco napoletano
Proprio come i napoletani, l’architettura barocca della città è eccessiva e
assolutamente originale. Spesso, infatti, gli architetti attivi a Napoli preferirono
ignorare le tendenze imperanti a Roma e nel Nord Italia. I pilastri, per esempio,
erano assai di moda nelle chiese romane di fine Seicento, ma a Napoli architetti
come Dionisio Lazzari (1617-89) e Giovanni Battista Nauclerio (1666-1739)
andarono controcorrente, riaffermando il valore delle colonne, più piccole ed
eleganti, e aprendo così la strada allo stile di Luigi Vanvitelli e al neoclassicismo che
conquistò l’Europa a metà del Settecento.
Nelle dimore napoletane, poi, in contrasto con la tradizione, il piano nobile
corrispondeva spesso al secondo piano invece che al primo; questa particolarità
favorì la creazione delle celebri porte-cochères (ingressi porticati per il transito delle
carrozze) tipiche di molti edifici cittadini.
Altrettanto grandiose erano le scalinate, che raggiunsero la perfezione con
l’architetto partenopeo Ferdinando Sanfelice (1678-1745), le cui creazioni a doppia
rampa per il Palazzo dello Spagnolo e Palazzo Sanfelice dimostrano la capacità di
trasformare scaloni di uso domestico in scenografiche opere d’arte.
Un altro protagonista del panorama architettonico napoletano fu Domenico Antonio
Vaccaro (1678-1745). Dopo un periodo di apprendistato come pittore presso
Francesco Solimena, si dedicò all’architettura progettando il rifacimento dei chiostri
della Basilica di Santa Chiara, la decorazione di tre cappelle della chiesa della
Certosa di San Martino e la costruzione dell’imponente Guglia di San Domenico in
Piazza San Domenico Maggiore. Con l’aiuto del padre Lorenzo (famoso scultore),
Vaccaro realizzò anche un monumento bronzeo dedicato a Filippo V di Spagna, che
sormontava la Guglia dell’Immacolata in Piazza del Gesù Nuovo. Purtroppo, l’opera
venne in seguito fatta rimuovere da Carlo III (re di Napoli come Carlo VII) e
sostituita con una Madonna molto meno controversa e tuttora in piedi.
Gioielli barocchi
Chiesa, Certosa e Museo di San Martino, Napoli
Il geografo, filosofo e storico greco Strabone (63 a.C.-24 d.C.) scrisse che il tratto di litorale da Capo
Miseno (nei Campi Flegrei) a Sorrento assomigliava a una sola città, tanto era pieno di ville eleganti e
di sobborghi che si estendevano fin dal centro di Napoli.
L’Unità d’Italia e il Novecento
Nella seconda metà del XIX secolo, dopo l’Unità d’Italia e soprattutto dopo la
grande epidemia di colera di Napoli del 1884, il governo cittadino promosse l’idea di
risanare i quartieri storici della città ormai degradati, abbattendo molti edifici per far
posto a nuove strade e nuovi palazzi e a una nuova visione urbanistica. Ampi viali e
nuovi palazzi presero il posto di vecchi edifici e reticoli di vicoli in precarie
condizioni igieniche. Risalgono a quest’epoca l’apertura di Corso Umberto I e la
costruzione dell’elegante Galleria Umberto I, con la sua cupola in vetro e ferro,
inaugurata nel 1890.
A cavallo tra Ottocento e Novecento anche Napoli conobbe l’influenza dell’art
nouveau che furoreggiava in quegli anni in tutta Europa, e la esplicitò soprattutto
nell’architettura: il Grand Hotel de Londres in Piazza Municipio, costruito tra il
1895 e il 1899 dall’architetto Giovan Battista Comencini, ne è il primo esempio,
anche se la facciata risente ancora di un più sobrio stile neorinascimentale. Elementi
più tipici di questo stile, come l’uso di stucchi e decorazioni floreali, vetro e ferro
battuto, torrette e pilastri, si ritrovano per esempio nei graziosi villini costruiti sulla
collina del Vomero, in buona parte progettati dal napoletano Adolfo Avena. Edifici
liberty si vedono oggi anche passeggiando nelle vie dello shopping di lusso del
centro storico, per esempio tra le vetrine eleganti di Via Filangeri e Via dei Mille:
qui spicca Palazzo Mannajuolo (progettato da Giulio Ulisse Arata), d’impostazione
quasi neobarocca. Altro testimone della grandeur liberty di inizio Novecento è
l’attuale Villa Maria (nel quartiere Chiaia), originariamente Grand Eden Hotel, nata
per ospitare le grandi personalità straniere in visita in città e caratterizzata da uno
stile eclettico. Tracce di gusto liberty si vedono ancora oggi nei negozi di cioccolato
GayOdin, oltre che negli arredi dello storico Caffè Gambrinus.
La città sotterranea
Napoli sotterranea
Tunnel Borbonico
Da antico acquedotto a discarica sotterranea
I tunnel strategici e le catacombe sono elementi certamente importanti nel buio
sottosuolo di Napoli, ma la sua spina dorsale è costituita dall’antico acquedotto. Il
primo sistema di approvvigionamento idrico della città fu costruito dai coloni greci, i
quali fecero confluire l’acqua proveniente dalle pendici del Vesuvio in cisterne
scavate nello strato di tufo su cui sorge Napoli. A livello della strada furono poi
realizzati i pozzi che permettevano ai cittadini di approvvigionarsi.
I romani, per non essere da meno, costruirono un nuovo, sofisticato acquedotto,
lungo 70 km, che trasportava l’acqua dal fiume Serino, nei pressi di Avellino, fino a
Napoli, Pozzuoli e Bacoli, dove riempiva l’enorme Piscina Mirabilis.
Gli interventi successivi furono effettuati nel 1629, anno dell’apertura
dell’acquedotto del Carmignano, commissionato dagli spagnoli. Ampliato nel 1770,
questo smise di essere utilizzato intorno al 1880, quando le epidemie di colera
indussero le autorità a costruirne una versione pressurizzata, più moderna.
Ormai prosciugate, le antiche cisterne si trasformarono da mirabili opere
d’ingegneria in comode discariche per la spazzatura. Ma via via che i rifiuti
intasavano i pozzi, l’accesso al sottosuolo si fece sempre più difficile e nel giro di
poche generazioni la rete sotterranea che aveva rifornito la città fu dimenticata.
LA LEGGENDA DEL MUNACIELLO
Non sorprende che un sottosuolo antico, buio e misterioso come quello di
Napoli abbia alimentato alcune leggende metropolitane. La più nota e
amata è quella del munaciello (piccolo monaco), una sorta di gnomo
descritto a volte come dispettoso e altre come benefico. Si dice che questo
spiritello incappucciato vivesse nelle cantine, e nel XVIII e XIX secolo più
testimoni dichiararono di averlo visto. Alcuni ne parlavano come di una
creatura gentile, che recava doni e fortuna, altri come di un portatore di
guai, che s’intrufolava nelle case per spostare oggetti, rubare gioielli o
sedurre donne di casa solitarie.
Alcuni napoletani maledicono tuttora il famigerato gnomo ogni volta che
non trovano le chiavi della macchina, ma ormai è opinione comune che
questo personaggio insolente fosse in realtà un pozzaro, cioè un addetto alla
pulizia dell’acquedotto. Dovendo scendere ogni giorno nei pozzi, questi
operai erano piccoli di statura e si proteggevano dall’umidità e dal freddo
con un pesante mantello provvisto di cappuccio. Naturalmente, di tanto in
tanto risalivano in superficie per prendere una boccata d’aria fresca,
sbucando talvolta nelle case della gente. Per alcuni di essi, la tentazione di
frugare nei cassetti in cerca di preziosi era troppo forte. Per altri si trattava
di un modo per fare nuove conoscenze o tenere compagnia a qualche
casalinga trascurata. Quali che fossero le intenzioni dei pozzari, è chiaro
come è nata la leggenda del ‘piccolo monaco’.
La riscoperta nel periodo bellico
Furono gli ululati delle sirene antiaeree a riconciliare i due volti della città, quello
illuminato dal sole e quello avvolto dalle tenebre. La prospettiva di imminenti
attacchi alleati, infatti, indusse l’UMPA (l’Unione Militare Protezione Antiaerea del
regime fascista) a trasformare le antiche cisterne e i passaggi in rifugi sotterranei per
la popolazione civile. I cumuli di spazzatura furono compattati e coperti e gli antichi
cunicoli ampliati; inoltre si costruirono servizi igienici e scale. Mentre le bombe
devastavano la città in superficie, decine di migliaia di persone trovavano rifugio nel
buio e umido sottosuolo.
La paura, la frustrazione e la rabbia di coloro che si ripararono in quei rifugi
sopravvive nei graffiti che ancora ne ricoprono le pareti, dalle caricature di Hitler e
Mussolini a strazianti messaggi come ‘Mamma non piangere’. Per molti sfollati,
questi nascondigli sotterranei divennero abitazioni semipermanenti, dove intere
famiglie coabitavano dividendosi gli spazi con lenzuola appese e arredandoli con
qualche letto malandato. Ancora oggi restano tracce di questa precaria vita
domestica, che vanno da tratti di pareti piastrellate per la ‘cucina’ o la doccia ai
segni degli alimentatori elettrici.
Purtroppo, quando iniziò la ricostruzione, gli acquedotti furono nuovamente relegati
a discariche in cui si riprese a gettare di tutto, dalle macerie degli edifici distrutti
durante la guerra ai motorini e le automobili. Ancora una volta, lo storico labirinto e
i suoi segreti millenari sparirono dalla memoria collettiva della città.
FULVIO SALVI E LUCA CUTTITTA, SPELEOLOGI
Chiamato con vari soprannomi, tra cui ‘la città parallela’ e ‘la città al
negativo’, il mondo sotterraneo di Napoli viene definito dai due speleologi
locali Fulvio e Luca ‘la macchina del tempo’. Come spiega Fulvio, “basta
scendere di 30 o 40 metri per essere trasportati dal XXI secolo al 2000 a.C.
Alcuni segni lasciati dalle accette sul tufo, infatti, sono antecedenti alla
nascita di Cristo”.
Per Fulvio e Luca, la possibilità di fare continuamente nuove scoperte è
come una droga: “Possiamo scendere 30 volte nella stessa cisterna e trovare
ogni volta nuovi oggetti, come le lampade a olio usate dagli scavatori greci
e romani”.
Una delle loro scoperte più memorabili è avvenuta dopo che si sono
imbattuti casualmente in una scala dall’aspetto insolito, situata dietro a un
vecchio pollaio in un antico palazzo del quartiere di Arinella.
“Scesi la scala e passai attraverso un varco nel muro”, racconta Fulvio.
“Giunto in fondo, accesi la torcia e rimasi a bocca aperta alla vista di
colonne istoriate e pareti ricoperte di affreschi che rappresentavano le
antiche divinità egizie Iside, Osiride e Seth. Crediamo di aver scoperto una
parte della Secretorum Naturae Accademia, il laboratorio usato dallo
studioso, alchimista e drammaturgo Giambattista della Porta (1535-1615)
dopo che l’Inquisizione gli aveva ordinato di porre fine ai suoi
esperimenti”.
Le associazioni speleologiche come NUg (Napoli Underground Group)
rivestono un ruolo fondamentale nella salvaguardia del patrimonio
collettivo cittadino: “NUg conta tra i 10 e i 15 membri, ciascuno dei quali
svolge un compito ben preciso durante le nostre spedizioni, per esempio è
fotografo, regista o assistente medico. Siamo come una macchina ben oliata
che ha il compito di ricucire i piccoli strappi della storia cittadina. È un po’
come fare un puzzle: ogni nuovo tunnel o cisterna che troviamo è una
tessera. Il puzzle è troppo grande perché possiamo terminarlo da soli, ma
almeno avremo dato un contributo a importanti scoperte scientifiche,
storiche e archeologiche”.
L’intervento degli speleologi e i segreti riscoperti
Fortunatamente non tutto è perduto: appassionati speleologi professionisti e
volontari continuano a riscoprire e a rendere accessibili siti e segreti da tempo
dimenticati. Il loro impegno ha destato l’interesse della rivista National Geographic
e della BBC, che ne hanno documentato il lavoro con appositi servizi. Oggi lo
speleologo Luca Cuttitta gestisce l’affascinante Museo del Sottosuolo (cartina;
081 863 1581; info@tappetovolante.org, www.tappetovolante.org; Piazza Cavour
140; visita guidata con un attore, interi €10; nei weekend, oltre alle visite guidate, è
possibile assistere alla rappresentazione dell’Inferno di Dante Alighieri, interi/ridotti
€25/15; è consigliabile portarsi una torcia per scendere la scale; Piazza Cavour,
Museo), dedicato agli speleologi e ai tesori da loro scoperti. Nascosto in Piazza
Cavour, tra il centro storico e il rione Sanità, è costituito da una serie di cisterne
sotterranee restaurate che riportano in vita siti inaccessibili al pubblico, da un
santuario in onore di Priapo, dio greco-romano della fertilità, a un ipogeo (camera
sotterranea) di epoca ellenica decorato con tonalità rossastre. I preziosi detriti che un
tempo intasavano i pozzi ora sono esposti in mostra e spaziano da rare piastrelle di
maiolica a utensili domestici risalenti alla seconda guerra mondiale. Il museo è stato
fondato da Clemente Esposito, un veterano della speleologia affettuosamente
soprannominato ‘il papa del sottosuolo’ nei circoli speleologici locali.
Ancora più entusiasmanti sono i tour (www.ilmuseodelsottosuolo.it; visite guidate
interi/ridotti €35/25) speleologici organizzati dallo speleologo Luca Cuttitta, che
toccano angoli inesplorati e ignoti anche ai napoletani. Durante queste visite non è
raro fare scoperte sorprendenti, si tratti dell’ennesimo rifugio bellico sotterraneo, di
un’incisione paleocristiana o di un’urna greca ancora più antica. Per i tour, che si
svolgono durante i weekend e durano tre ore, è richiesto un numero minimo di sei
partecipanti.
Raggiungere il numero minimo non è un problema per le associazioni che
propongono tour sotterranei più turistici, come Napoli Sotterranea e Borbonica
Sotterranea. Mentre il tour Tunnel Borbonico organizzato da Borbonica Sotterranea
permette di visitare il tunnel borbonico che corre sotto il Monte Echia (sede del più
antico insediamento della città), Napoli Sotterranea conduce un flusso costante di
visitatori sotto il centro storico per ammirare i resti di un teatro romano frequentato
dall’imperatore Nerone e una cisterna riportata all’antico splendore e riempita di
acqua.
Per conoscere meglio il mondo sotterraneo di Napoli, visitate il sito
www.napoliunderground.org, ricco di informazioni.
Nel VI secolo i resti della Napoli greco-romana furono coperti da una vasta colata di fango. I lavori di
scavo per riportare alla luce il mercato romano situato sotto il Complesso Monumentale di San
Lorenzo Maggiore durarono 25 anni.
Tra delusioni e speranze
Eppure, nemmeno l’entusiasmo contagioso degli speleologi napoletani è sufficiente
a salvaguardare il sottosuolo della città. L’epoca d’oro degli anni ’90, che vide le
autorità comunali finanziare generosamente la ricerca speleologica, è ormai
tramontata, sommersa da intoppi burocratici e beghe politiche. Di conseguenza molti
siti preziosi scoperti dagli speleologi napoletani sono stati abbandonati a tempo
indeterminato, in mancanza di fondi adeguati a garantirne la tutela e il restauro.
Come lamenta Fulvio Salvi del NUg (Napoli Underground Group): “Il problema è
che Napoli è troppo ricca di tesori storici. Regna l’indifferenza perché sembra quasi
di essere ai grandi magazzini”.
Più positiva è stata la scoperta, da parte del NUg, di un lungo corridoio ad anello
sotto i Quartieri Spagnoli. L’associazione si era rivolta al Comune affinché
trasformasse questa costruzione, facente parte dell’antico quartiere di Largo
Baracche, in un centro civico, di cui si sentiva la necessità urgente, ma gli
amministratori hanno ignorato la richiesta. Destinato a essere occupato
abusivamente, il luogo è stato salvato da un gruppo di giovani e appassionati attivisti
chiamato SABU che, dopo averlo ripulito, nel 2005 ha aperto un laboratorio artistico
no profit con annessa galleria. I responsabili dello spazio sono Giuseppe Ruffo e
Pietro Tatafiore, entrambi con studi di archeologia alle spalle. Come spiega
Giuseppe, “la galleria è uno spazio aperto dove artisti emergenti possono esporre le
loro opere, e tra di essi vi sono anche giovani diplomati dell’Accademia di Belle Arti
di Napoli; purtroppo a Napoli mancano spazi simili”. Il luogo è conosciuto anche per
ospitare un murales permanente, realizzato dai due più famosi street artist cittadini,
cyop&kaf (www.cyopekaf.org). Per vederlo, dovrete farvi spegnere la luce: è l’unico
modo per ammirare la vernice fosforescente del graffito.
Guida pratica
INFORMAZIONI
Accessi a internet
Ambasciate e consolati
Assistenza sanitaria
Bancomat e carte di credito
Cartine
Cucina
Informazioni turistiche
Orari di apertura
Servizi igienici
Tessere sconto
Viaggiare in sicurezza
Viaggiatori con disabilità
Viaggiatori omosessuali
TRASPORTI
IL VIAGGIO
Aereo
Via mare
Via terra
TRASPORTI REGIONALI
Autobus
Automobile e motocicletta
Imbarcazioni
Treno
TRASPORTI URBANI
Autobus
Automobile e motocicletta
Bicicletta
Funicolare
Metropolitana
Taxi
Tram
Informazioni
Accessi a internet
Il wi-fi è disponibile in quasi tutte le sistemazioni, dagli ostelli ai B&B passando
per gli alberghi di lusso. Spesso l’accesso è gratuito, ma alcuni alberghi applicano
una piccola maggiorazione.
A seguito della diffusione del wi-fi, vi sono sempre meno internet bar rispetto al
passato. Tuttavia nei centri principali se ne possono trovare ancora alcuni, mentre
nelle cittadine più piccole e nei paesini sono del tutto assenti. L’accesso in genere
arriva a costare fino a un massimo di €5/6 l’ora.
Sappiate inoltre che ogni volta che si usa un internet bar si è obbligati per legge a
mostrare un documento di identità.
Alcuni hotel mettono a disposizione un computer.
In questa guida, soltanto gli alberghi che mettono a disposizione della clientela un
terminale per l’accesso a internet sono indicati dall’icona ( ); l’icona ( ) indica
qualsiasi esercizio dove sia disponibile la connessione wi-fi.
Ambasciate e consolati
Ambasciate e consolati svizzeri in Italia
Svizzera Ambasciata ( 06 809 571; fax 06 808 8510;
rom.vertretung@eda.admin.ch; www.ambasciatasvizzera.it; Via Barnaba Oriani 61,
00197 Roma);
Consolato onorario ( 335 831 5257; fax 081 578 5594; napoli@honrep.ch;
www.eda.admin.ch/roma; Via Consalvo Carelli 7, 80128 Napoli)
Assistenza sanitaria
In caso di emergenza chiamate il 118 per richiedere l’intervento di personale
specializzato in ambulanza o andate direttamente al pronto soccorso del più vicino
ospedale pubblico.
Il servizio di continuità assistenziale (ex guardia medica) garantisce l’assistenza
sanitaria di base (emergenze escluse, dunque) durante la notte (dalle 20 alle 8), nei
weekend e nei giorni festivi ed effettua visite a domicilio in caso di reale necessità.
Generalmente questo servizio è potenziato nei mesi estivi (guardia medica turistica,
che può prevedere il pagamento di un ticket).
Sul sito del Ministero della Salute (www.salute.gov.it), cliccando ‘la nostra salute’,
poi ‘Tu e il Servizio Sanitario Nazionale’, quindi ‘Servizi al cittadino e al paziente’,
si arriverà alla scheda relativa al servizio di continuità assistenziale, con relativa
descrizione e istruzioni per l’uso. Per la città di Napoli, le informazioni relative
all’assistenza sanitaria sono indicate sul sito www.inaples.it/ita/numeri.htm.
Bancomat e carte di credito
Generalmente le carte di credito e di debito sono accettate ovunque, ma è meglio
informarsi prima di trovarsi alla cassa (e prima di ordinare al ristorante), perché
questa opzione potrebbe non essere prevista in alcune pensioni, trattorie, pizzerie e
paninoteche (oltre che nei bar, dove si paga in contanti), oppure essere consentita
soltanto oltre un certo limite di spesa. Visa e MasterCard sono le carte più diffuse,
mentre American Express è accettata soltanto dalle catene alberghiere internazionali,
dalle boutique di lusso e dalla grande distribuzione (principali supermercati e
ipermercati). Alcuni accettano anche Diners Club e JCB.
I bancomat sono diffusi in modo capillare. Consigliamo ai viaggiatori che
provengono dall’estero, specialmente se al di fuori dell’Eurozona, di informarsi
presso il proprio istituto di credito in merito alle modalità di prelievo allo sportello
automatico con la carta di credito o di debito e di valutare l’utilizzo di travellers’
cheques (da incassare in banca, in posta o negli uffici di cambio) o carte prepagate.
Queste ultime possono essere utili anche per i viaggiatori italiani: in caso di furto,
infatti, l’unica somma perduta è quella caricata sulla carta, che non è collegata in
alcun modo al conto corrente. Se doveste perdere la vostra carta di credito, vi
venisse rubata o trattenuta da uno sportello bancomat, contattate uno dei seguenti
recapiti in Italia: AmEx ( 06 72 282, e poi tasto ‘0’), Diners Club ( 800 39 39
39), MasterCard ( 800 870 866) e Visa ( 800 819 014).
Cartine
Le cartine che troverete in questa guida, e quelle distribuite dagli uffici turistici, in
genere sono sufficienti per visitare le località principali. In ogni caso, troverete in
libreria mappe dettagliate per esigenze più specifiche.
Dedicate al capoluogo sono le carte dal titolo Napoli edite rispettivamente da
Multigraphic (in scala 1:16.000), Belletti e Globalmap Lac (entrambe 1:12.000), e
TCI (1:10.000) e De Agostini (1:9.000). Le altre località comprese in questa guida
sono comprese nelle mappe Golfo di Napoli pubblicata da Freytag & Berndt
(1:50.000), Penisola Sorrentina e Costiera Amalfitana edita da Belletti (stessa scala)
e Penisola Sorrentina disponibile nei cataloghi di Kompass (1:50.000) e Globalmap
(1:35.000).
Presso gli uffici turistici sono in distribuzione cartine con i percorsi escursionistici e
le passeggiate, ma se avete intenzione di dedicarvi seriamente all’escursionismo è
meglio che vi procuriate una cartina dettagliata della zona. Una delle migliori è la
carta dei sentieri Penisola Sorrentina (scala 1:25.000) edita dalla sezione di Napoli
del Club Alpino Italiano (CAI).
Per ulteriori informazioni su tutte le carte citate potete rivolgervi a: VEL – La
Libreria del Viaggiatore ( /fax 0342 21 89 52; vel@vel.it; www.vel.it; Via
Vittorio Veneto 9, 23100 Sondrio), oppure potete visitare una delle numerose librerie
italiane specializzate in cartine, guide e narrativa di viaggio. Ne segnaliamo alcune
situate nelle principali città italiane: Gulliver ( 045 800 7234;
info@gullivertravelbooks.it; www.gullivertravelbooks.it; Via Stella 16/b, 37121
Verona) Il Giramondo ( 011 473 2815; ilgiramondo@teletu.it;
www.ilgiramondo.it; Via G. Carena 3, 10144 Torino)
Libreria Editrice Odòs ( 0432 20 43 07; info@libreria-odos.it; www.libreria-
odos.it; Vicolo della Banca 6, 33100 Udine) Libreria Stella Alpina ( 055 41 16
88; info@stellaalpina.com; www.stellaalpina.com; libreria online con sede a
Firenze) Libreria Transalpina ( 040 66 22 97; libreria@transalpina.it;
www.transalpina.it; Via di Torre Bianca 27/a, 34122 Trieste) Luoghi&libri ( 02
5831 0713; info@luoghielibri.it; www.luoghielibri.it; Via Vettabbia 3, 20122
Milano) Pangea ( 049 876 4022; libreria@libreriapangea.com;
www.libreriapangea.com; Via S. Martino e Solferino 106, 35122 Padova)
NOTIZIE UTILI
Quotidiani I due principali quotidiani sono Il Mattino
(www.ilmattino.it) e il Corriere del Mezzogiorno
(www.corrieredelmezzogiorno.it), l’edizione locale del Corriere della Sera
che focalizza l’attenzione su notizie relative a Campania, Puglia e Sicilia;
entrambi hanno sede a Napoli. Anche il quotidiano nazionale La
Repubblica ha una sezione locale (napoli.repubblica.it).
Radio Radio Kiss Kiss è un’emittente radiofonica nazionale italiana con
sede centrale a Napoli (www.kisskiss.it).
Cucina
Nelle recensioni dei ristoranti di questa guida, il termine ‘pasti’ si riferisce al costo
medio di due portate e un bicchiere di vino. Le recensioni sono elencate in base alle
tre categorie di prezzi indicate di seguito: € meno di €20
€€ medio €25-45
€€€ più di €45
Per maggiori informazioni sulla cucina di Napoli e della Campania.
Informazioni turistiche
Il tipo di approccio del personale degli uffici turistici alle esigenze dei viaggiatori
varia enormemente. In alcuni casi gli impiegati sono entusiasti e disponibili, in altri
del tutto indifferenti. Nella maggior parte degli uffici, comunque, si trova in
distribuzione una vasta gamma di opuscoli, cartine e dépliant.
Uffici turistici provinciali e locali
I seguenti uffici turistici sono tutti aperti al pubblico e di solito sono contattabili
anche telefonicamente e via mail. In genere è possibile ottenere cartine delle città,
elenchi degli alberghi e informazioni sui principali siti di interesse. Gli uffici
principali solitamente sono aperti da lunedì a venerdì e alcuni sono aperti anche nei
fine settimana, soprattutto nelle aree urbane o nella stagione estiva. I chioschi di
informazioni (per esempio quelli che si trovano presso le stazioni ferroviarie e negli
aeroporti) talvolta osservano orari leggermente diversi.
L’Ente Provinciale per il Turismo (EPT; 081 410 72 11;
informazionituristiche@eptnapoli.info; www.eptnapoli.info; Piazza dei Martiri 58;
9-15.30 lun-ven) si trova nel quartiere napoletano di Chiaia. Il suo sito web è però
molto utile per reperire informazioni su eventi, itinerari, trasporti, uffici turistici
locali e molto altro.
L’EPT gestisce i seguenti uffici in città:
Ufficio Informazioni aeroporto ( 081 789 6734, 9-19, festivi inclusi) Nell’area
arrivi dello scalo di Capodichino.
Ufficio Informazioni stazione ferroviaria (cartina; 081 26 87 79; 9-19, festivi
inclusi; Garibaldi) All’interno della Stazione Centrale.
L’Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Turismo di Napoli (AACST;
www.inaples.it), il cui sito fornisce in diverse lingue informazioni di carattere
culturale e pratico sul capoluogo campano, ha invece seguenti punti informativi in
città:
Ufficio Informazioni centro storico (cartina; 081 551 2701; Piazza del Gesù
Nuovo 7; 9-17 lun-sab, fino alle 13 dom; Dante)
Ufficio Informazioni Galleria Umberto I (cartina; 081 40 23 94; Via San Carlo
9; 9-17 lun-sab, fino alle 13 dom; R2 fino a Via San Carlo, Municipio o
Toledo) Proprio di fronte al Teatro San Carlo.
Orari di apertura
Gli orari di apertura delle singole attività commerciali in questa guida sono
specificati soltanto quando differiscono in modo significativo dagli orari standard
indicati di seguito:
Banche 8.30-13.30 e 14.45-15.45 o 16.15 lun-ven
Caffè e bar 7.30-20 o più tardi
Locali notturni 23-5
Negozi 9-13 e 15.30-19.30 (o 16-20) lun-sab; talvolta chiusi lun mattina e aperti
dom
Ristoranti 12-15 e 19.30-23 o 24
Uffici postali 8-18 lun-ven, 8.30-13 sab; le succursali minori chiudono alle 13.30
nei giorni feriali
Gli orari di apertura di musei, gallerie e siti archeologici variano notevolmente.
Molti musei sono chiusi il lunedì o più raramente il martedì o il mercoledì. Le
biglietterie chiudono generalmente un’ora prima rispetto all’orario indicato.
Le cucine dei ristoranti spesso chiudono un’ora prima dell’orario di chiusura del
locale. Per la maggior parte c’è almeno un giorno di chiusura a settimana e molti
ristoranti chiudono per ferie in agosto, mentre quelli delle località di villeggiatura
costiere di solito restano chiusi in bassa stagione, tra novembre e Pasqua.
Nei centri più grandi, i supermercati sono spesso aperti all’ora di pranzo e di
domenica.
Servizi igienici
I bagni pubblici sono rari a Napoli.
I bar e i caffè di solito hanno una toilette, anche se forse dovrete consumare
qualcosa per poterli utilizzare. Troverete bagni pubblici anche nei musei e nelle
stazioni ferroviarie e degli autobus.
In alcuni casi gli inservienti si aspettano una piccola mancia; di solito €0,50 vanno
più che bene.
A Pompei ed Ercolano vi sono toilette pubbliche.
PER /DALL’AEROPORTO
La navetta Alibus ( 800 639 525, 081 763 1111; www.anm.it) per/dall’aeroporto
(biglietto a terra/a bordo €3/4, 45 min, ogni 20-35 min) collega Capodichino con
Piazza Garibaldi (Stazione Centrale) e Piazza Municipio (Molo Beverello, il
principale terminal di aliscafi e traghetti) dalle 6.30 alle 23.40.
Le tariffe predeterminate dei taxi per l’aeroporto (da richiedere prima della
partenza in alternativa alla tariffa a tassametro) sono le seguenti: €24 dagli alberghi
sul Lungomare, €23 dal terminal degli aliscafi di Mergellina, €19 da Piazza
Municipio (Molo Beverello) e €16 dalla Stazione Centrale.
Curreri ( 081 801 54 20, 081 801 6376; www.curreriviaggi.it) effettua diverse
corse al giorno tra l’aeroporto e Sorrento; il viaggio dura 75 min e i biglietti
(acquistabili a bordo) costano €10.
LE COSE CAMBIANO...
Tariffe, orari e offerte speciali cambiano con una certa frequenza; le
informazioni fornite in questo capitolo vanno quindi prese come indicazioni
di massima da verificare con un’accurata ricerca personale presso gli uffici
delle compagnie di trasporto o affidandosi a un’agenzia di viaggi di fiducia.
Via mare
In inverno i collegamenti sono molto ridotti e le avverse condizioni del mare
possono far cancellare le partenze. Di seguito elenchiamo le compagnie che
gestiscono i collegamenti indicati nella tabella ‘Traghetti per/da Sicilia e Sardegna’,
le cui tariffe, salvo diversa indicazione, si intendono per biglietti singoli di sola
andata, in alta stagione e sul ponte.
GNV - Grandi Navi Veloci ( 010 209 4591; www.gnv.it)
Siremar (cartina; 081 497 29 99; www.siremar.it) SNAV (cartina; 081 428 55
55; www.snav.it) Tirrenia (cartina; 892 123; www.tirrenia.it)
TRAGHETTI PER/DA SICILIA E SARDEGNA
Via terra
Autobus Gli autobus sono i mezzi più economici per muoversi, ma le corse sono
meno frequenti, meno confortevoli e notevolmente più lente del treno. Le autolinee
indicate di seguito collegano Napoli con altre regioni della penisola. Rimandiamo ai
siti web delle compagnie per informazioni dettagliate sulle località comprese tra i
capolinea delle tratte, su orari e acquisto dei biglietti.
CLP ( 081-3177111; www.clpbus.it) Collega Napoli con Campobasso e Foggia.
Eurolines Italia ( 0861 55 48 89, 0861 55 40 14, 0861 199 1900; info@baltour.it;
www.eurolines.it) Collega Napoli con l’Abruzzo e con le principali città del Nord e
Centro Italia.
Marino ( 080 311 23 35; www.marinobus.it) Gestisce collegamenti capillari tra
Napoli e numerose città del del Centro e del Nord Italia.
Miccolis ( 081 563 03 20; www.miccolis-spa.it) Collega più volte al giorno Napoli
con Matera, Taranto, Brindisi e Lecce.
SAIS ( 091 617 1141 Palermo, 090 601 2136 Messina; www.saistrasporti.it)
Gestisce servizi a lunga percorrenza da Napoli con diverse città della Sicilia.
Noleggio
Tra le principali agenzie nazionali e internazionali di autonoleggio segnaliamo:
Avis ( 199 10 01 33, 06 452 10 83 91; www.avisautonoleggio.it) Budget ( 199 30
73 73; www.budgetautonoleggio.it) Europcar ( 199 30 70 30; www.europcar.it)
Hertz ( 199 11 22 11; www.hertz.it).
Maggiore ( 199 151 120; www.maggiore.it) NapolinVespa tour ( 340 267 09 92;
www.napolinvespa.it) Organizza tour in Vespa e Fiat 500 d’epoca (guidate da una
guida turistica) a Napoli, la Costiera Amalfitana, Pompei e il Vesuvio, Campi
Flegrei. Organizza inoltre tour enogastronomici.
Rent Sprint Vespa Sprint ( 081 764 3452; www.rentsprint.it; Via Santa Lucia
36G, Napoli) Noleggia esclusivamente scooter.
Imbarcazioni
Napoli, le isole e la Costiera Amalfitana sono serviti da un’ampia rete di traghetti. I
traghetti veloci e gli aliscafi per Capri, Sorrento, Ischia (Ischia Porto e Forìo) e
Procida partono dal Molo Beverello davanti a Castel Nuovo; gli aliscafi per Capri,
Ischia e Procida partono anche da Mergellina. I traghetti standard per Ischia e
Procida partono dalla Calata Porta di Massa. I traghetti per la Sicilia, le Isole Eolie e
la Sardegna salpano dal Molo Angioino (a destra accanto al Molo Beverello) e dalla
vicina Calata Porta di Massa.
Raccomandiamo tuttavia di verificare queste informazioni presso le compagnie di
navigazione o gli uffici turistici in quanto soggette a modifiche. In inverno i
collegamenti sono molto ridotti e le avverse condizioni del mare possono far
cancellare le partenze.
V. le tabelle ‘Traghetti per/dalle Isole del Golfo e Sorrento’ e ‘Aliscafi e traghetti
veloci per/dalle Isole del Golfo’ che elencano le destinazioni degli aliscafi e dei
traghetti in partenza da Napoli. Le tariffe, salvo diversa indicazione, si intendono per
biglietti singoli di sola andata, in alta stagione e sul ponte. I biglietti si possono
acquistare ai chioschi situati presso il Molo Beverello e a Mergellina. Per viaggi più
lunghi, rivolgetevi agli uffici delle compagnie navali o a un’agenzia di viaggi. Di
seguito forniamo un elenco delle compagnie che gestiscono aliscafi e traghetti:
Alilauro ( 081 497 2238; www.alilauro.it) Caremar ( 081 18 96 66 90;
www.caremar.it) Medmar ( 081 333 44 11; www.medmargroup.it) Navigazione
Libera del Golfo (NLG; 081 552 0763; www.navlib.it) SNAV ( 081 428 55 55;
www.snav.it)
Treno
Ferrovia Circumvesuviana ( 081 772 2254, 800 211 388; www.eavsrl.it; Corso
Giuseppe Garibaldi 387) Collega Napoli e Sorrento (€3,60, 65 min, circa 30 treni al
giorno), fermando lungo il percorso, tra l’altro, a Ercolano (€2,00, 15 min) e Pompei
(€2,60, 35 min). Da Napoli, i treni partono dalla Stazione Circumvesuviana, attigua
alla Stazione Centrale.
Ferrovia Cumana e Circumflegrea (www.sepsa.it; Piazza Montesanto) Dalla
Stazione di Montesanto ogni 20 min partono i treni che collegano Napoli con
Torregaveta nel Comune di Bacoli, attraverso diverse località tra cui Pozzuoli e
l’entroterra flegreo.
ALISCAFI E TRAGHETTI VELOCI PER/DALLE
ISOLE DEL GOLFO E SORRENTO
* da Napoli Mergellina
**senza obbligo di servizio pubblico
I prezzi possono essere soggetti a maggiorazioni quali ticket sbarco (Capri
e Procida), diritti di prevendita e acquisto online.
TRASPORTI URBANI
Autobus
ANMAzienda Napoletana
Mobilità ( 800 63 95 25; www.anm.it) Gestisce gli autobus urbani di Napoli. Non
c’è una stazione centrale degli autobus, ma quasi tutti passano da Piazza Garibaldi.
Forniamo di seguito un elenco degli itinerari più utili:
139 Dall’Ospedale Cardarelli a Piazza Medaglie d’Oro, Via Enrico Pessina, Piazza
Dante, Via Toledo per poi ritornare su Piazza Dante, Piazza Museo Nazionale,
Ospedale Cardarelli.
140 Da Santa Lucia a Posillipo via Mergellina.
154 Da Via Volta a Via Vespucci, Via Marina, Via Depretis, Via Acton, Via Morelli,
Piazza Vittoria e Via Santa Lucia.
C24 Da Via Mergellina a Corso Vittorio Emanuele, Via Crispi, Via Colonna, Via
Carducci, Riviera di Chiaia, Piazza Vittoria, Via Morelli, Piazza dei Martiri, Via
Filangieri, Via dei Mille, Via Colonna, Via Crispi, Corso Vittorio Emanuele, Via
Piedigrotta, per poi tornare in Via Mergellina.
E1 Effettua un tragitto circolare nel centro storico, partendo da Piazza del Gesù
Nuovo verso Via Monte Oliveto, Piazza Bovio, Corso Umberto I, Via Duomo,
Piazza Cavour, Via Enrico Pessina, Piazza Dante, Via Toledo e Piazza Battisti.
R2 Dalla Stazione Centrale, lungo Corso Umberto I, a Piazza Bovio e Piazza del
Municipio.
R4 Dall’Ospedale Cardarelli, via Capodimonte, via San Felice e Piazza Dante.
City Sightseeing Napoli ( 081 551 72 79, 335 780 3812;
www.napoli.citysightseeing.it; interi/ridotti €22/11) Gestisce autobus che effettuano
tre percorsi: linea A - I luoghi dell’arte (61 min), linea B - Le vedute del Golfo (72
min) e linea C - San Martino (solo sab e dom su prenotazione, 90 min). I biglietti
sono validi 24 h.
Automobile e motocicletta
Guidare a Napoli è sconsigliabile. L’accesso al centro storico è consentito ai soli
residenti e l’anarchia del traffico crea situazioni molto stressanti. Anche trovare
parcheggio è un incubo. Lo scooter è più rapido e facile da parcheggiare, ma ancora
più impegnativo da guidare; il furto di automobili e motociclette, inoltre, costituisce
un serio problema.
Se tuttavia siete proprio decisi a guidare, ecco alcuni semplici consigli: abituatevi al
fatto che i conducenti spesso non rispettano la distanza di sicurezza; preoccupatevi
di quello che c’è davanti a voi, non di quello che c’è dietro; fate attenzione agli
scooter; date la precedenza ai pedoni, indipendentemente da dove sbuchino;
avvicinatevi a tutti gli incroci e semafori con grande attenzione; mantenete la calma.
Per le agenzie di autonoleggio v. la sezione Noleggio. Se volete visitare la città a
bordo di una Vespa o di una Fiat 500 d’epoca guidata da un accompagnatore
turistico, contattate NapolinVespa Tour ( 340 267 09 92; www.napolinvespa.it).
Parcheggio
Parcheggiare a Napoli non è divertente. Le linee blu demarcano i parcheggi a
pagamento, i cui biglietti si acquistano presso i parchimetri o nelle tabaccherie; le
tariffe oscillano intorno a €2 l’ora. Altrove, i parcheggi sono spesso gestiti da
parcheggiatori abusivi che si aspettano una cifra compresa tra €2 e €3 per
sorvegliare le macchine. Il parcheggio Brin ( 081 763 2855; 24 h), all’incrocio
tra Via Brin e Via Volta, nei pressi dell’uscita di Via Marina dell’autostrada e della
tangenziale, è gestito dall’Azienda Napoletana Mobilità (ANM) e ospita fino a 800
auto e 37 moto (€2 per le prime 4 h, €0,50 per ogni ora o frazione successiva). Si
tratta dell’opzione più sicura e comoda.
In altre parti della regione il parcheggio è ugualmente problematico, specialmente in
molte località lungo la Costiera Amalfitana e in particolar modo ad agosto.
Bicicletta
Muoversi in bicicletta a Napoli – una città dove le regole del codice stradale
vengono ignorate e gran parte dei conducenti di auto parla al cellulare mentre guida
e ignora i semafori – è una scelta rischiosa. Inoltre i furti di biciclette e motocicli
sono all’ordine del giorno.
Il noleggio di biciclette è costoso a Napoli (a partire da €15 al giorno), perciò se
intendete trattenervi a lungo e pensate di usare la bici per muovervi, potrebbe essere
più conveniente acquistarla. Usare la bici sulla Costiera Amalfitana è anche questa
una scelta molto pericolosa, con tutte quelle curve a gomito e le scarpate ripide.
Funicolare
Delle quattro funicolari in servizio a Napoli, tre (Centrale, Chiaia e Montesanto)
collegano il centro con il quartiere del Vomero. La quarta, la Funicolare di
Mergellina ( 7-22), collega il lungomare in Via Mergellina con Via Manzoni. Se si
utilizzano solo le funicolari basterà il biglietto aziendiale (ANM).
Funicolare Centrale ( 6.30-22 lun e mar, fino alle 0.30 mer-dom e festivi) Sale da
Piazzetta Augusteo a Piazza Fuga.
Funicolare di Chiaia ( 6.30-22 mer e gio, fino alle 0.30 ven-dom, lun-mar e
festivi) Fa servizio da Via del Parco Margherita a Via Domenico Cimarosa.
Funicolare di Montesanto ( 7-22) Collega Piazza Montesanto a Via Raffaele
Morghen.
CARTE FERROVIARIE
Trenitalia ( 89 20 21; www.trenitalia.com) mette a disposizione dei suoi
clienti tariffe agevolate, promozioni e offerte di varia natura. Per usufruirne
in maniera ottimale può essere utile procurarsi – a seconda delle proprie
esigenze – una delle carte rilasciate da Trenitalia. Tra queste citiamo la
Carta Verde (per chi ha tra i 12 e i 26 anni non compiuti) e la Carta
Argento (per chi ha più di 60 anni), che permettono di godere di sconti su
biglietti nazionali e internazionali, e la CartaFRECCIA, che permette di
accumulare punti e usufruire di servizi e agevolazioni sul territorio
nazionale.
Per conoscere l’offerta completa di Trenitalia collegatevi al sito
www.trenitalia.com, cliccate su ‘CartaFRECCIA’ e, in ‘Offerte e servizi’,
su ‘Carta Verde e Carta Argento’, nella sezione ‘I prezzi Speciali’. I
viaggiatori svizzeri troveranno informazioni collegandosi al sito
www.ffs.ch/abbonamenti-e-biglietti/abbonamenti.html.
Metropolitana
La metropolitana (800 639 525, 081 763 1111; www.anm.it) di Napoli, in realtà,
corre prevalentemente in superficie. Per la linea 1 della metropolitana (gestita da
ANM) basterà il biglietto aziendale, se si utilizza anche la linea 2 (gestita da
Trenitalia) occorrerà invece il Ticket Integrato Campania (TIC).
Linea 1 ( 6-23.15) Collega la Stazione Garibaldi con il capolinea nord di Piscinola-
Scampia, passando per la zona collinare del Vomero e il centro antico della città. Da
Garibaldi effettua le seguenti fermate: Università, Municipio, Toledo, Dante, Museo,
Materdei, Salvator Rosa, Quattro Giornate, Vanvitelli, Medaglie d’Oro,
Montedonzelli, Rione Alto, Policlinico, Colli Aminei, Frullone, Chiaiano, Piscinola.
Linea 2 ( 5.20-23.20) Gestita da Trenitalia, da San Giovanni Barra ferma a
Gianturco, Garibaldi, Cavour, Montesanto, Amedeo, Mergellina, Leopardi, Campi
Flegrei, Cavalleggeri, Bagnoli e Pozzuoli.
GUIDARE A NAPOLI E LUNGO LA COSTIERA
AMALFITANA
Il centro storico di Napoli è in gran parte chiuso al traffico (fatta eccezione
per i residenti) e il resto della città è spesso in preda all’anarchia e ai
parcheggiatori abusivi che chiedono mance. Per buona parte dell’anno
Capri è accessibile in automobile soltanto ai residenti, e anche a Ischia e a
Procida la circolazione è assai limitata. La SS163 che percorre la Costiera
Amalfitana è costantemente trafficata: in alta stagione mettete in conto
lunghe code e tempi di percorrenza dilatati che possono risultare molto
stressanti soprattutto per chi è alla guida, anche se un mezzo proprio o a
noleggio consentono di spostarsi in piena autonomia. Nella zona del
Cilento l’automobile è ideale per andare alla scoperta di cittadine e spiagge
fuori mano che non sono comodamente raggiungibili con i mezzi pubblici.
Taxi
I taxi ufficiali sono bianchi e dotati di tassametro. Il tariffario, che deve essere
esposto in modo ben visibile sullo schienale del sedile anteriore dell’autovettura,
prevede che il cliente possa scegliere tra una tariffa ordinaria a tassametro oppure
tariffe prederminate di percorsi prestabiliti nel territorio comunale ed
extracomiunale. La tariffa predeterminata è applicata a tassametro spento, è
comprensiva di ogni supplemento extra (da/per aeroporto, notturno, festivo, bagagli,
animali e chiamata radio) e viene applicata per il totale del numero dei passeggeri.
L’applicazione della tariffa predeterminata va richiesta a inizio corsa: il tassista non
può opporre rifiuto e deve, prima della partenza, rilasciare una ricevuta debitamente
compilata con l’indicazione del percorso prescelto dall’utente e dell’importo
stabilito dal tariffario.
La tariffa ordinaria, invece, prevede un importo base di partenza per i giorni
feriali/festivi di €3,50/6. La corsa minima prevista per i giorni feriali tra le 7 e le 22
è di €4,50. All’importo visualizzato dal tassametro vengono aggiunti gli eventuali
supplementi, ad esempio:
supplemento per ogni bagaglio €0,50
supplemento per chiamata radiotaxi €1
supplemento corsa da/per l’aeroporto €4/€3
supplemento per ogni animale domestico di piccola taglia €2
Per un elenco completo dei supplementi, consultate il sito
www.consorziotaxinapoli.it/chi siamo/tariffe.
I cani-guida di persone non vedenti e le sedie a rotelle sono trasportati gratuitamente.
Collegatevi al sito http://www.comune.napoli.it/servizinondilinea e cliccate sul link
‘taxi’ per conoscere la normativa e visualizzare le tariffe. Per eventuali reclami e
segnalazioni potrete contattare il settore Trasporto Pubblico del Comune di Napoli (
081 795 2923), indicando le quattro cifre che compongono il numero di
riferimento della vettura che trovate nell’abitacolo o sulla portiera.
Troverete posteggi dei taxi in quasi tutte le principali piazze cittadine. In alternativa,
telefonate a una delle seguenti cooperative:
Consortaxi ( 081 22 22; www.consortaxi.it)
Consorzio Taxi Napoli ( 081 88 88; www.consorziotaxinapoli.it)
Radio Taxi La Partenope ( 081 01 01; www.radiotaxilapartenope.it)
Tram
Tram 1 Parte dalla periferia nord-est di Napoli, raggiungendo il Molo Beverello e la
Stazione Centrale.
Dietro le quinte
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migliori le nostre guide. Ogni segnalazione (positiva o negativa) viene letta, valutata
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Naples, Pompeii & the Amalfi Coast (5th edition, January 2016) ISBN 978-88-5923-243-8
© Testo e cartine: Lonely Planet 2016
© Fotografie: fotografi indicati 2016
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