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Pernottamento

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Locali e vita notturna

Divertimenti

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Le cose da vedere sono organizzate secondo l’ordine geografico nel quale vi


consigliamo di visitarle e, all’interno di quest’ordine, secondo le preferenze
dell’autore.

In Pasti e Pernottamento l’ordine è per fascia di prezzo (basso, medio, alto) e,


all’interno di queste fasce, secondo le preferenze dell’autore.

Questi simboli forniscono le informazioni essenziali per ogni sezione:


Raccomandato dai nostri autori Opzione verde o ecosostenibile Non è richiesto
alcun pagamento Telefono Orari Parcheggio Non fumatori Aria
condizionata Accesso a internet Wi-fi Piscina Piatti vegetariani Menu in
inglese Per famiglie Animali ammessi Bus Traghetto Tram Treno
Per i simboli utilizzati nelle cartine, vedi la Legenda delle cartine in fondo alla
guida.
Sommario
PIANIFICARE IL VIAGGIO
Benvenuti a Napoli, a Pompei e nella Costiera Amalfitana
Top 10
In breve
Se vi piace...
Mese per mese
Itinerari
A tavola con i napoletani
Attività all’aperto
Viaggiare con i bambini
Primo piano
ON THE ROAD
NAPOLI, POMPEI E DINTORNI
Campi Flegrei
Pozzuoli e dintorni
Lucrino, Baia e Bacoli
Cuma
Golfo di Napoli
Ercolano
Vesuvio
Pompei

LE ISOLE
Capri
Ischia
Ischia Porto e Ischia Ponte
Lacco Ameno
Forìo e la costa occidentale
Sant’Angelo e la costa meridionale
Procida
Marina Grande
Marina Corricella
Marina di Chiaiolella

LA COSTIERA AMALFITANA
Sorrento
A ovest di Sorrento
Massa Lubrense
Sant’Agata sui Due Golfi
Marina del Cantone
A est di Sorrento
Vico Equense
Cittadine della Costiera Amalfitana
Positano
Praiano
Furore
Amalfi
Ravello
Minori
Cetara
Vietri sul Mare

SALERNO E IL CILENTO
Salerno
Paestum
Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano
Agropoli
Costiera Cilentana
Palinuro

PERNOTTAMENTO
Napoli
Centro storico e Mercato
Toledo e Quartieri Spagnoli
Santa Lucia e Chiaia
Vomero
Capodimonte e Sanità
Mergellina e Posillipo
Isole
Capri
Ischia
Procida
Costiera Amalfitana
Sorrento
Massa Lubrense
Sant’Agata sui Due Golfi
Marina del Cantone
Positano
Da Positano ad Amalfi
Amalfi
Ravello
Salerno e il Cilento
Salerno
Paestum
Agropoli e la Costiera Cilentana
Parco Nazionale del Cilento
CONOSCERE
Napoli, Pompei e la Costiera Amalfitana oggi
Storia
Arti
Lo stile di vita napoletano
Religione e superstizione
La cucina campana
Architettura e scultura
La città sotterranea
GUIDA PRATICA
Informazioni
Trasporti
Indice
Legenda delle cartine
IN QUESTA GUIDA
Il barocco
Meraviglie antiche
La tragedia di Pompei
Religione e superstizione
La cucina campana
Benvenuti a Napoli, a Pompei e nella
Costiera Amalfitana

Napoli, Pompei e la Costiera Amalfitana sono un insieme intenso


e inebriante di vie ricche di umanità, borghi color pastello e
panorami suggestivi.

Porto di Marina Grande, Capri


RICHARD I’ANSON/GETTY IMAGES ©

Ricchezza culturale
Il patrimonio culturale della Campania ha pochi eguali in Europa. Tra ricche dimore
borboniche, ville romane affrescate e capolavori caravaggeschi non avrete che
l’imbarazzo della scelta. E i siti archeologici, i templi antichi, gli affreschi
pompeiani e le sculture commoventi scateneranno la vostra immaginazione.

Sapori campani
La Campania è patria di piatti famosi in tutto il mondo, come la pizza e la pasta, e di
prodotti come la mozzarella, i pomodori di San Marzano, i limoni di Sorrento e
pesce di qualità sopraffina. Visitare questa regione sarà dunque come partecipare a
un interminabile banchetto: pizza in forno a legna e forte caffè espresso a Napoli,
lunghi pranzi nella tranquillità degli agriturismi del Cilento e dolci sublimi nelle
raffinate pasticcerie di Salerno. Senza contare il coniglio all’ischitana e la famosa
colatura di alici di Cetara, il secco e fresco Falanghina...

Bellezze naturali
Madre Natura ha superato se stessa in Campania, creando un suggestivo mosaico di
aspre montagne, crateri fumanti e grotte dai magici riflessi. Esplorate le emozionanti
Grotte di Castelcivita, popolate di pipistrelli; immergetevi lungo la costa di Capri per
perlustrarne gli antri sottomarini; avvertite la furia della terra al Cratere della
Solfatara. Se avete bisogno di un po’ di svago, fate una gita a cavallo lungo i pendii
del Vesuvio o in barca a vela lungo la Costiera Amalfitana, oppure concedetevi un
po’ di relax su una spiaggia termale di Ischia. Le possibilità sono tante, ma la
costante è una: il paesaggio, immancabilmente bello, vario e un po’ magico.
Perché amo Napoli, Pompei e la Costiera Amalfitana

Cristian Bonetto, autore


La mia famiglia è originaria dell’Italia settentrionale, ma il mio cuore è profondamente legato a Napoli,
a Pompei e alla Costiera Amalfitana. Tra forti caffè espresso in tazze bollenti e strade litoranee da
brivido, questa è una regione teatrale, con palazzi ricchi di storia e di leggende emozionanti e i resti
archeologici all’ombra del Vesuvio. Non è un caso che il Golfo di Napoli assomigli a un gigantesco
anfiteatro... In nessun’altra parte del Bel Paese mi sento così incredibilmente vivo come in questa
regione tanto intensa e inimitabile.
Per ulteriori informazioni sui nostri autori
Esperienze Imperdibili
Napoli
Cucina, arte e architettura superlative
Procida
Una bella isola che profuma di limoni
Positano
Un gioiello del Mediterraneo
Capri
La favolosa Grotta Azzurra
Sentieri della Costiera Amalfitana
Magnifiche escursioni tra mare e cielo
Vesuvio
Il maestoso vulcano che incombe su Napoli
Pompei
Le testimonianze di un’antica devastazione
Ravello
Panorami da sogno e un celebre festival dedicato alle arti
Top 10
I mercati di Napoli

Mercato di Porta Nolana, Napoli


LONELY PLANET/GETTY IMAGES ©

1 Non c’è nulla di meglio di un giro fra le bancarelle chiassose di un mercato


napoletano, che si tratti di quello rionale di Porta Nolana o del più antico della città,
La Pignasecca. Più simili a un suq nordafricano che a un mercato europeo, i mercati
di Napoli garantiscono forti esperienze sensoriali: fruttivendoli che chiamano la
gente a gran voce, teste di pesce spada che sembrano guardarvi in mezzo a montagne
di sardine adagiate sul ghiaccio, l’irresistibile aroma del croccante pane ‘casareccio’
e il profumo delle sfogliatelle appena sfornate.
Pompei
MARTIN CHILD/GETTY IMAGES ©
2 Poche catastrofi naturali superano quella che ha distrutto Pompei, un tempo
fiorente città romana, rimasta ferma per sempre ai suoi ultimi istanti di vita.
Camminate per le antiche strade, attraversate il foro circondato da colonne e invaso
dall’erba, visitate il postribolo, il teatro da 5000 posti e la Villa dei Misteri. Infine,
fermatevi a meditare sulla terribile testimonianza dell’eruzione scritta da Plinio il
Giovane: “È tornato il buio, e ancora ceneri, fitte e pesanti. Ci siamo alzati più volte
per scrollarcele di dosso; altrimenti saremmo stati sepolti e schiacciati dal peso”.
I sentieri della Costiera Amalfitana
STU SALMON/GETTY IMAGES ©
3 Il fascino della Costiera Amalfitana va ben oltre le incantevoli cittadine sul mare.
Se vi spingerete nell’interno, troverete sinuosi sentieri che fino a metà Ottocento
rappresentavano l’unico modo per spostarsi via terra. Agrumeti, pinete, orchidee
selvatiche e antiche rovine creano paesaggi che cambiano con la luce e il periodo
dell’anno. Una cosa non cambia mai: i panorami mozzafiato che regala la costa. Se
desiderate un’esperienza davvero ‘divina’, scegliete il Sentiero degli Dèi.
Procida

Marina Corricella, Procida FRANK CHMURA/GETTY IMAGES ©

4 Spazzata dai venti e profumata di limone, la minuscola Procida incarna il fascino


mediterraneo più puro. Il lungomare fitto di case color pastello fa da suggestiva
introduzione a un’isola dove il turismo è ancora molto contenuto (il primo ufficio
turistico è stato aperto nel 2012). Vicoli con i panni stesi che invitano a oziose
passeggiate, calette nascoste che in estate si prestano a belle nuotate e qualche rovina
che aggiunge un senso di quiete e di mistero. Su quest’isola mangerete piatti di
pesce che hanno ben pochi rivali.
Grotta Azzurra

HAUKE DRESSLER/LOOK-FOTO/ GETTY IMAGES ©

5 La costa scoscesa di Capri è punteggiata da oltre una decina di grotte marine,


quasi tutte accessibili e spettacolari. Nessuna, però, è famosa quanto la Grotta
Azzurra. A rendere straordinaria questa grotta, nota fin dall’antichità, sono i suoi
magici riflessi azzurri, dovuti ai raggi del sole che si rifrangono nell’acqua e si
riflettono sul fondo di sabbia bianca. Visitare la grotta a bordo di una piccola
imbarcazione di legno, con tanto di barcaiolo che canta, sarà un’esperienza
memorabile.
Ravello

FRANCESCO RICCARDO IACOMINO/GETTY IMAGES ©

6 Ravello ha affascinato personalità internazionali come Virginia Woolf e Truman


Capote e continua a essere un luogo di eleganza e lusso. Arroccata sopra la Costiera
Amalfitana, la cittadina ha chiese, palazzi e ville sontuose, tra cui Villa Rufolo, i cui
romantici giardini ispirarono il compositore tedesco Richard Wagner. In suo onore
ogni estate la villa ospita un prestigioso festival di musica classica che, se interessa,
consigliamo di prenotare per tempo. Ravello è anche circondata da un’incantevole e
rigogliosa campagna di uliveti e agrumeti.
Positano

FRANCESCO IACOBELLI/GETTY IMAGES ©

7 Perla della Costiera Amalfitana, Positano è una pittoresca località da cartolina


con case affastellate che scendono ripide verso il mare. Non meno caratteristiche
sono le sue stradine pedonali, fiancheggiate da boutique alla moda per clienti
esigenti. Se preferite la buona cucina ai bei paesaggi, concedetevi un’esperienza
gastronomica indimenticabile con il pesce del ristorante La Cambusa. Visitate infine
la vicina Praiano, un angolo di pace lungo questa costa chiassosa, dove sono gli
abitanti, più che i turisti, ad animare le piazze e i bar.
Palazzo Reale di Capodimonte

LONELY PLANET/GETTY IMAGES ©

8 Fu una fortuna che Carlo III di Borbone, re di Napoli come Carlo VII, amasse la
grandiosità: sua madre, Elisabetta Farnese, gli lasciò in eredità una ricchissima
collezione d’arte, con centinaia di magnifiche tele e arazzi, eleganti sculture e
delicate ceramiche. La collezione del Palazzo Reale di Capodimonte, che custodisce
anche alcune opere e installazioni contemporanee, è forse meno famosa di altre in
Italia, ma è senz’altro una delle migliori, con opere di Raffaello, Tiziano,
Caravaggio, Masaccio ed El Greco.
Museo Archeologico Nazionale

LONELY PLANET/GETTY IMAGES ©

9 Il Museo Archeologico Nazionale di Napoli è uno dei più importanti del mondo.
Qui vedrete il magnifico Toro Farnese, forse il più grande gruppo scultoreo antico
giunto fino a noi. Quest’opera epica è affiancata da raffinati mosaici ricchi di
dettagli, dai cristalli e dagli affreschi che un tempo adornavano le eleganti ville della
regione. A completare l’offerta, il famosissimo Gabinetto Segreto, che conserva una
collezione di reperti greco-romani a sfondo erotico e sessuale.
Vesuvio

ALBERTO INCROCC/GETTY IMAGES ©

10 Responsabile della distruzione di Pompei ed Ercolano nel 79 d.C., il Vesuvio


domina il Golfo. Benché non erutti dal 1944, è uno dei pochi vulcani ancora attivi in
Europa e la sua mole misteriosa e imprevedibile si erge fino a 1281 m su tre milioni
di napoletani. Le pendici fanno parte del Parco Nazionale del Vesuvio, un’area
percorsa da bei sentieri naturalistici. Per provare forti emozioni raggiungete la
sommità di questo gigante, da dove potrete guardare nella sua bocca e spaziare con
lo sguardo dal Tirreno agli Appennini.
In breve

Per maggiori informazioni, v. Guida pratica


Banche
I bancomat sono ampiamente disponibili all’aeroporto di Napoli Capodichino e nelle
principali stazioni ferroviarie, nonché nei vari paesi e città. Le carte di credito sono
accettate nella maggior parte degli alberghi e dei ristoranti.
Alloggio
Oltre alle sistemazioni di buon livello, è possibile pernottare anche in B&B, pensioni
e campeggi a buon mercato. Potrete anche optare per un agriturismo nell’entroterra
della Costiera Amalfitana o nella regione del Cilento, lontano dalle folle di turisti.
Sulla Costiera Amalfitana e le isole del Golfo le strutture sono più costose e aperte
per lo più in alta stagione.
Pasti
La scelta è decisamente ampia: dalla pizza ai timballi, dai sartù alla pasta, dai frutti
di mare ai dolci, qui tutto sembra avere un gusto migliore. La gastronomia campana
è una mescolanza di influssi stranieri e creatività locale.
Quando andare
Alta stagione
(lug-agosto)
Spiagge e siti turistici affollati, code sulle strade, specialmente in agosto.
A Napoli molti ristoranti e negozi ad agosto sono chiusi.
Nelle zone turistiche è il periodo giusto per assistere a eventi e iniziative
culturali.
Media stagione
(apr-giu e set-ott)
Sistemazioni a prezzi abbordabili.
La primavera è la stagione migliore per le feste, i fiori e i prodotti locali.
Temperature estive a giugno e settembre senza le folle e il traffico di
agosto.
Bassa stagione
(nov-marzo)
I prezzi sono inferiori del 30% rispetto all’alta stagione.
Nelle zone costiere e montane molti siti turistici, alberghi e ristoranti sono
chiusi.
Festeggiamenti natalizi e Carnevale.
Siti web
Lonely Planet Italia (www.lonelyplanetitalia.it./napoli) Informazioni sulla città,
prenotazioni alberghiere, forum dei viaggiatori e altro.
In Campania (www.incampania.com) Sito web dell’ufficio turistico della
Campania.
iNaples (www.inaples.it) Sito dell’Azienda Autonoma di Soggiorno, Cura e
Turismo di Napoli.
Amalfi (www.amalfitouristoffice.it) Sito dell’ufficio turistico di Amalfi.
Capri (www.capri.com) Sito di facile consultazione che fornisce informazioni su
tutti gli aspetti dell’isola.
Positano (www.aziendaturismopositano.it) Informazioni su siti turistici, ristoranti,
alloggi e altre informazioni utili.
Sorrento (www.sorrentotourism.com) Sito web dell’Azienda Autonoma di
Soggiorno di Sorrento – Sant’Agnello.
Numeri utili
Ambulanza 118
Corpo Forestale dello Stato (Emergenza incendi) 1515
Guardia costiera (Emergenza in mare) 1530
Numero unico europeo per le emergenze 112
Polizia 113
Vigili del fuoco 115
Budget giornaliero
Meno di €100
Letti in camerata: €15-30
Camera doppia in alberghi economici: €50-100
Pizza o pasta a pranzo e cena: €15
Ottimi mercati e gastronomie per fare la spesa

Medio €100-200
Camera doppia in alberghi di media categoria: €80-180
Pranzo e cena in ristoranti di fascia media: €25-50
Abbonamento di tre giorni Napoli Artecard: €21

Più di €200
Camera doppia in hotel a quattro o cinque stelle: €150-450
Cena in ristoranti di fascia elevata: €50-120
Ingresso in una spa con trattamenti: €75
Orari di apertura
Gli orari di apertura variano durante l’anno. In questa guida sono riportati quelli
dell’alta stagione. Gli orari in genere sono ridotti durante la media e bassa stagione.
Ricordate che gli orari delle attività più piccole possono essere variabili.
Banche 8.30-13.30 e 14.4515.45 o 16.15 lun-ven Caffè 7.30-20 o più tardi
Locali notturni 23-5
Negozi 9-13 e 15.30-19.30 (o 16-20) lun-sab, talvolta chiusi lun mattina e aperti
dom Ristoranti 12-15 e 19.30-23 o 24
Arrivo
Aeroporto di Napoli Capodichino (NAP) Alibus (servizio navetta) – €3 (€4 a
bordo) fino alla Stazione Centrale e al Molo Beverello (terminal dei traghetti e degli
aliscafi) ogni 20-35 min, dalle 6.30 alle 23.40
Taxi – tariffa predeterminata di €19 fino a Piazza Municipio (Molo Beverello); circa
20-30 min Stazione Centrale di Napoli
Metro – €1 (biglietto sola andata ANM) fino a Municipio (Piazza Municipio) ogni 8-
14 min, 6.15-22.30 circa (fino all’1 circa ven e sab) Taxi – tariffa fissa di €11 fino a
Piazza Municipio (Molo Beverello); circa 15-20 min
Trasporti locali
I trasporti pubblici nella regione sono ragionevolmente costosi e relativamente
affidabili nelle principali aree turistiche.
Metro La linea 1 collega la Stazione Centrale di Napoli a Piazza Municipio (dove si
trovano i terminal dei traghetti e degli aliscafi), Via Toledo e il Vomero. La linea 2,
gestita da Trenitalia, arriva a Pozzuoli.
Treno Ottimo per raggiungere Ercolano, Pompei, Sorrento, Salerno, Caserta e parti
dei Campi Flegrei.
Autobus Comodo per viaggiare lungo la Costiera Amalfitana e per muoversi a Capri
e Ischia. Alcuni servizi toccano i siti di interesse turistico dei Campi Flegrei.
Automobile Utile per raggiungere i centri minori del Cilento. Sconsigliabile a
Napoli tutto l’anno e lungo la Costiera Amalfitana in estate.

Per saperne di più sui trasporti locali


Se vi piace...
Prelibatezze
Pizza
Napoli ha dato i natali alla pizza: non c’è dunque posto migliore per gustarla. Qui
troverete pizzerie leggendarie come la Starita.
Mercati
Prodotti freschi da leccarsi i baffi e tanta vita ‘verace’, per esempio nei mercati di
Porta Nolana e La Pignasecca.
Mozzarella di bufala
Assaggiatela in posti dedicati come Muu Muuzzarella Lounge e Inn Bufalito, o
visitate un produttore alla Tenuta Vannulo.
President
Una meraviglia stellata Michelin a Pompei, dove storia e prodotti locali si sposano
con passione e creatività.
Donna Rosa
Una fama meritata, quella di questa istituzione della Costiera Amalfitana.
Wine&Thecity
Le degustazioni di vini e gli eventi culturali sono all’ordine del giorno a Napoli.
Archeologia
Museo Archeologico Nazio-nale
Un incomparabile scrigno di antiche sculture, mosaici, affreschi e arte decorativa nel
cuore di Napoli.
Ercolano
Il tempo si è fermato nell’antica cittadina romana straordinariamente ben conservata,
completa di terme, case e botteghe.
Villa di Oplontis
Gironzolate per quella che si ritiene sia stata la dimora della seconda moglie di
Nerone, decorata con favolosi affreschi e provvista di un’enorme piscina.
Paestum
Fuggite dalla confusione visitando questi suggestivi templi greci, fra campi coltivati
e prati fioriti.
Museo Archeologico Provinciale
L’attrazione principale di questo museo di Salerno è una testa bronzea di Apollo del
I secolo a.C. recuperata dalle acque nel 1930.
Vallone dei Mulini
Le rovine di antichi mulini per i cereali in una profonda fenditura quasi nel cuore di
Sorrento.

Il tramonto a Napoli
MAXIME BERMOND/GETTY IMAGES ©
Reggia di Caserta (Palazzo Reale di Caserta), a nord di Napoli
SKLIFAS STEVEN/ALAMY ©
Architettura
Reggia di Caserta
Un ambizioso e scenografico palazzo barocco.
Duomo
Magnifici affreschi barocchi e antichi mosaici coesistono in questo omaggio
architettonico al santo patrono di Napoli.
Galleria Umberto I
Opera monumentale di fine Ottocento votata al commercio.
Cattedrale di Sant’Andrea
La magnifica facciata bicroma di Amalfi reca tracce di stili diversi.
Palazzo dello Spagnolo
La scalinata è un maestoso tributo allo spirito di grandezza napoletano.
Certosa di San Giacomo
Monastero trecentesco nell’antico stile architettonico di Capri.
Natura selvaggia
Costiera Amalfitana
La Costiera Amalfitana è famosa non soltanto per le acque turchesi: l’entroterra è
percorso da suggestivi sentieri escursionistici alla portata di tutti.
Parco Nazionale del Cilento
Un’area incontaminata con ruscelli cristallini, fiumi e impetuose cascate.
Faraglioni
I celebri pinnacoli rocciosi di Capri emergono dal mare in tutta la loro bellezza.
Grotta di Matermania
Reperti murari romani in una gigantesca caverna utilizzata nell’antichità come
ninfeo.
Negombo
Vasche termali, una spiaggia privata e uno splendido giardino botanico per un
momento di relax.
Vesuvio
Il vulcano offre sentieri naturalistici e un magnifico panorama dal minaccioso
cratere.
Fontana dei giardini botanici La Mortella, Ischia
RUTH BROWN/GETTY IMAGES ©
La classica pizza margherita di Napoli
ANGELA SORRENTINO/GETTY IMAGES ©
Arte
Palazzo Reale di Capodimonte
Da Botticelli e Caravaggio alla pop art di Andy Warhol, questo palazzo-museo
ospita capolavori di importanza mondiale.
Galleria di Palazzo Zevallos Stigliano
L’ultimo capolavoro di Caravaggio costituisce l’elemento di spicco della piccola
pinacoteca ospitata in questo scrigno che un tempo era una banca.
Museo del Novecento
L’arte novecentesca dell’Italia meridionale esposta in una massiccia fortezza
napoletana.
Metropolitana di Napoli
Arte contemporanea sotto le strade di Napoli.
Liquid Art System
Due gallerie che espongono interessanti opere di pittori e scultori per lo più italiani.
Pinacoteca Provinciale di Salerno
Dal Rinascimento al XX secolo, il principale museo d’arte di Salerno ha qualcosa
per tutti.
Giardini romantici
Ravello
Ammirate la Costiera Amalfitana dal belvedere di Villa Cimbrone e apprezzate lo
stile classico a Villa Rufolo.
La Mortella
Un paradiso subtropicale ispirato ai giardini dell’Alhambra di Granada.
Reggia di Caserta
L’ambiente grandioso del Palazzo Reale di Caserta per sognare a occhi aperti.
Villa Floridiana
Una villa elegante, una fontana piena di tartarughe e panorami incantevoli
caratterizzano questo romantico rifugio.
Giardini di Augusto
Offrono lo stesso panorama straordinario che ammirava l’imperatore a Capri.
Orto Medico, Ospedale degli Incurabili
Un chiostro segreto con erbe officinali e una fontana gorgogliante.
Mese per mese
IL MEGLIO

Settimana Santa, marzo/aprile


Maggio dei Monumenti, maggio
Wine&Thecity, maggio
Napoli Teatro Festival Italia, giugno
Ravello Festival, da giugno a settembre
Febbraio
Febbraio corto e amaro, almeno secondo un detto popolare. Può fare ancora
freddo, ma i mandorli iniziano a sbocciare e il Carnevale porta una nuova
allegria con i coriandoli, i costumi e i dolci tipici.
Carnevale
Nel periodo che precede il Mercoledì delle Ceneri, i bambini indossano maschere e
costumi e spargono coriandoli, i carri più elaborati sfilano per le strade e tutti si
danno alla pazza gioia prima della Quaresima. Questa è anche l’occasione per
gustare ottimi dolci come le chiacchiere.
Festa di Sant’Antonino
Il 14 febbraio Sorrento festeggia il santo patrono con bancarelle, fuochi d’artificio e
processioni accompagnate dalla banda nel centro storico. È il momento migliore per
assaggiare la famosa torta di sant’Antonino, ripiena di cioccolato e crema pasticcera.
Marzo
A marzo il tempo è capriccioso: sole, pioggia e vento tutti insieme. La
primavera inizia ufficialmente il 21 del mese, ma la maggior parte degli esercizi
riapre nella settimana di Pasqua.
Settimana Santa
Viene celebrata ovunque con processioni e rappresentazioni della Passione di Cristo.
Il Giovedì e il Venerdì Santo i penitenti incappucciati sfilano per le vie di Sorrento.
A Procida, il Venerdì Santo si portano in processione statue di legno a grandezza
naturale.
Maggio
Il mese delle rose e dei primi frutti estivi è il periodo ideale per visitare la
regione, soprattutto per chi ama camminare. Il clima è già caldo ma non ancora
torrido e i prezzi sono contenuti. È inoltre il mese in cui si festeggia il santo
patrono di Napoli.
Festa di San Gennaro
Migliaia di persone si radunano nel Duomo il sabato che precede la prima domenica
del mese per assistere alla liquefazione del sangue del santo, nella convinzione che,
se si compirà il miracolo, la città sarà risparmiata dalle calamità naturali. Il miracolo
si ripete anche il 19 settembre e il 16 dicembre.
Maggio dei Monumenti
Con l’aumentare della temperatura, a Napoli s’inaugura un ricchissimo programma
di mostre d’arte, concerti, spettacoli e visite guidate. Molti tesori architettonici e
storici che in genere sono chiusi al pubblico diventano visitabili gratuitamente.
Wine&Thecity
Un evento di due settimane organizzato a Napoli e dedicato al vino della regione
(www.wineandthecity.it), con degustazioni gratuite, aperitivi, spettacoli teatrali,
concerti e mostre. Le sedi sono varie, dai musei, i castelli e le gallerie a ristoranti,
negozi e yacht.
Giugno
Inizia la stagione estiva. Le temperature salgono, i lidi incominciano ad aprire e
prendono il via alcuni dei festival principali.
Napoli Teatro Festival Italia
Tre settimane dedicate al teatro locale e internazionale, alla performance art e alle
mostre (www.napoliteatrofestival.it). Gli eventi tradizionali e d’avanguardia hanno
luogo in tutta la città, dai teatri veri e propri alle stazioni della metropolitana.
Napoli Bike Festival
I napoletani salgono in sella all’inizio di giugno in occasione di questa
manifestazione (www.napolibikefestival.it) che si tiene per tre giorni con attività
varie, tra cui escursioni in bici, gare, laboratori e tanto altro.
Ravello Festival
Abbarbicata in posizione elevata sulla Costiera Amalfitana, Ravello richiama artisti
di fama internazionale in occasione di questa rassegna che dura tutta l’estate
(www.ravellofestival.com) e prevede ogni genere di spettacolo, dalla musica e la
danza ai film e le mostre d’arte. I numerosi appuntamenti si tengono negli eleganti
giardini di Villa Rufolo da giugno a metà settembre.
Luglio
I prezzi e le temperature salgono. Le spiagge sono in piena attività e si
organizzano molte importanti manifestazioni musicali e culturali.
Giffoni Film Festival
La più importante rassegna cinematografica d’Europa dedicata ai ragazzi
(www.giffonifilmfestival.it) infonde vitalità a Giffoni Valle Piana, un comune a est
di Salerno. L’evento, che si protrae per una decina di giorni, richiama bambini e
adolescenti da tutto il mondo e comprende proiezioni, laboratori e ospiti prestigiosi
come Robert De Niro e Nicholas Cage.
Sagra del tonno
La Sagra del tonno si tiene per quattro giorni a fine luglio o inizio agosto nella
minuscola Cetara (www.prolococetara.it). Oltre al tonno, è possibile assaggiare le
celebri acciughe di questo paesino, utilizzate per preparare la tradizionale colatura di
alici.
Festa di Sant’Anna
Ischia festeggia sant’Anna in grande stile il 26 luglio. I comuni dell’isola
costruiscono imbarcazioni che poi si sfidano in mare in una regata che termina con
spettacolari fuochi d’artificio e l’incendio simbolico del medievale Castello
Aragonese di Ischia Ponte.
Agosto
Fa caldo, tutto è più caro e c’è un sacco di gente in vacanza. Anche se meno di
una volta, in città molti negozi e ristoranti sono chiusi.
Ferragosto
La Festa dell’Assunta, che per gli antichi romani era la festa dell’imperatore (Feriae
Augusti), è la giornata più intensa di tutta l’estate, durante la quale le spiagge sono
prese d’assalto.
Dicembre
Benché il clima sia più freddo e le ore di luce diminuiscano, l’arrivo delle
festività natalizie riscalda i cuori con le luminarie che decorano le vie, i presepi
e le specialità gastronomiche legate al Natale.
Natale
Le settimane che precedono il Natale sono fitte di celebrazioni religiose. In molte
chiese si allestiscono i presepi e da tutta la regione la gente viene a Napoli per
comprare le statuine in Via San Gregorio Armeno e nelle strade limitrofe.
I colori pastello di Procida
GREG ELMS/GETTY IMAGES ©
Positano, Costiera Amalfitana
SLOW IMAGES/GETTY IMAGES ©

Villa Rufolo, Ravello


JANOKA82/GETTY IMAGES ©
Itinerari
Palazzi, resti archeologici e isole

L’area metropolitana di Napoli vanta alcune tra le opere dell’uomo più


impressionanti e antiche d’Italia, nonché paesaggi naturali tra i più
spettacolari. Seguite questo itinerario caratterizzato da un affascinante mix di
archeologia, arte e bellezza straordinarie.
Iniziate con tre giorni intensi a Napoli, assaggiando la famosa pizza e il celebre caffè
e ammirando le chiese e i palazzi affrescati. Dedicate poi un giorno a Caserta per
visitare la Reggia, sito UNESCO che fa concorrenza a Versailles. In alternativa
dirigetevi a sud-est, in direzione di Ercolano, per passeggiare tra gli straordinari
scavi. Tornati a Napoli, fate una gita di un giorno ai Campi Flegrei, che ospitano
alcuni magnifici resti greco-romani. A Pozzuoli andate a vedere il terzo anfiteatro
romano d’Italia, le rovine di un antico mercato e il Cratere della Solfatara. Godetevi
i piaceri termali di Lucrino, visitate le terme romane di Baia e gironzolate fra gli
scavi archeologici di Cuma. Il sesto giorno prendete un traghetto per Procida, dove
potrete perdervi tra borghi marinari cristallizzati nel tempo, vie sonnacchiose e
spiagge appartate. Il giorno dopo riprendete il traghetto e raggiungete Ischia, l’isola
più grande del Golfo di Napoli, dedicando gli ultimi giorni alla visita delle rovine
greche, i giardini botanici, le aziende vinicole e il castello; concedetevi anche un po’
di relax in una delle sue spa. Rigenerati e riposati, l’ultimo giorno rientrate a Napoli
in traghetto.

Marina Corricella, Procida FRANK CHMURA/GETTY IMAGES ©


La Mortella, Ischia KAREL GALLAS/SHUTTERSTOCK ©
Il barocco
Per sua natura esagerata, esuberante e chiassosa, Napoli trovò nello stile
barocco la sua espressione più vera. All’apice della sua espansione
aspirava a tutto quanto fosse sfarzo, audacia e magniloquenza e nel
barocco vide soddisfatte tutte queste ambizioni.
Cappella Sansevero

NATIONAL GEOGRAPHIC IMAGE COLLECTION/ALAMY ©


1 La vivace volta affrescata da Francesco Maria Russo è rimasta immutata
dal 1749. E la cappella dei Di Sangro è piena di meraviglie mozzafiato, come
la scultura del Cristo velato di Giuseppe Sanmartino.
Reggia di Caserta

REDA &CO SRL/ALAMY ©

2 Quattro cortili, oltre 1000 stanze, 20 appartamenti di stato, una biblioteca,


un teatro e uno dei parchi più belli d’Europa fanno del Palazzo Reale di
Caserta, protetto dall’UNESCO, uno dei più grandiosi monumenti al barocco
italiano.
Cappella di San Gennaro

REALY EASY STAR/SALVATORE PIPIA/ALAMY ©

3 Napoli onora il suo santo patrono, san Gennaro, nella cappella che ne
ospita il sangue. Qui, tra le sculture di Cosimo Fanzago ai lati del cancello e il
Paradiso di Giovanni Lanfranco, regna la spiritualità.
Certosa di San Martino
AGF SRL/ALAMY ©

4 I monaci di questa certosa vollero trasformare la loro chiesa in un


monumento all’arte barocca, arricchendola di sculture, dipinti, pietra e legno
intarsiati.
Farmacia Storica dell’Ospedale degli Incurabili

5 La Farmacia Storica dell’Ospedale degli Incurabili è probabilmente la


farmacia settecentesca meglio conservata d’Italia, un prezioso connubio di
radica di noce, vasi di maiolica e dipinti a olio.
La costa

La mitica costa campana è una delle più belle del mondo e ha ispirato
innumerevoli artisti, romantici e bon vivant. Questo itinerario vi mostrerà i suoi
angoli più affascinanti.
Iniziate con tre giorni a Napoli, apprezzandone le bellezze artistiche e
architettoniche e la tradizione gastronomica. Cercate di visitare almeno due dei
ricchi musei della città, esplorate i mercati e le catacombe, ammirate la scultura del
Cristo velato nella Cappella Sansevero e assistete a un’opera nel maestoso Teatro
San Carlo. Il quarto giorno fate un tuffo nel passato a Pompei, prima di prendere un
aperitivo serale nella rilassata Sorrento. Il giorno seguente girovagate per le vie di
questa cittadina, facendo un corso intensivo di artigianato al Museo Correale e al
Museo Bottega della Tarsia Lignea, per poi ritrovare la pace nel chiostro della
Chiesa di San Francesco. Il sesto giorno imbarcatevi per Capri, concedendovi tre
giorni per innamorarvi di questa magica isola. Scivolate nella scintillante Grotta
Azzurra, raggiungete la sommità del Monte Solaro e abbandonate la folla
imboccando le vie secondarie e i bucolici sentieri escursionistici.

Il nono giorno tornate a Sorrento e affrontate i tornanti mozzafiato della litoranea


ammirando i magnifici panorami che offre la Costiera Amalfitana. Prima tappa:
Positano. Fermatevi tre giorni per percorrere l’intrico delle sue vie eleganti
indossando i vostri vestiti più belli. Gustate il pesce fresco, noleggiate
un’imbarcazione o calzate scarpe da escursione e percorrete il Sentiero degli Dèi.
Trascorrete il dodicesimo giorno nella storica Amalfi, ammirando la magnifica
cattedrale e il chiostro prima di proseguire per Ravello, da sempre meta prediletta di
compositori, scrittori e star di Hollywood. Fermatevi per la notte per assorbire la
sobria eleganza della cittadina e trascorrete il giorno successivo ammirandone le
ville e i romantici giardini. Se riuscirete a staccarvene, proseguite verso est alla volta
della vivace Salerno, l’ultima tappa. Lungo il tragitto fate un salto a Cetara, per
assaggiare il tonno e le famose alici, e a Vietri sul Mare per acquistare qualche
ceramica. Trascorrete un giorno intero a Salerno, visitando il suo nucleo medievale
e godendovi la cucina di mare e i dolci. La sera, unitevi ai salernitani che fanno il
giro dei locali per concludere in allegria una vacanza indimenticabile.

Sorrento, Costiera Amalfitana EDWARDDERULE/GETTY IMAGES ©


Monte Solaro, Capri JOHN NORMAN/ALAMY ©
Meraviglie antiche
Poche regioni italiane possono competere con l’eredità storica della
Campania. Colonizzata dai greci e amata dai romani, è uno scrigno di
tesori d’arte e architettura, che spaziano da templi e città sotto la
protezione dell’UNESCO a gioielli archeologici meno conosciuti.
Paestum

Parco Archeologico di Baia, Campi Flegrei


LONELY PLANET/GETTY IMAGES ©
I templi greci esercitano sempre un grande fascino e le straordinarie vestigia
di Paestum sono tra le più imponenti al di fuori della Grecia. I più antichi
risalgono al VI secolo a.C.
Ercolano

Scavi di Pompei
NEIL SETCHFIELD/GETTY IMAGES ©

Ercolano ha resistito al tempo meglio della sua eterna (e più grande) rivale
Pompei, conservando botteghe dove ancora si vedono merci, insegne e arredi
fossilizzati, mosaici e persino un’antica inferriata.
Pompei

Tempio di Nettuno, Paestum


MARCO CRISTOFORI/GETTY IMAGES ©

L’ineguagliabile Pompei offre uno spaccato di vita antica unico al mondo.


Sepolte nella cenere per secoli, le sue vie riportate alla luce offrono un
incontro tangibile e tridimensionale con gli antichi e il loro stile di vita.
Napoli sotterranea
Antico mosaico della Casa di Nettuno e Anfitrite, Ercolano
MARTIN MOOS/GETTY IMAGES ©

Antichi acquedotti, cripte misteriose, passaggi avvolti dal silenzio: nelle


viscere di Napoli si cela un mondo meraviglioso di testimonianze greche e
romane. Per ammirarle scendete sotto il Complesso Monumentale di San
Lorenzo Maggiore o partecipate alla visita guidata ‘Napoli Sotterranea’.
Campi Flegrei
I Campi Flegrei conservano importanti vestigia di epoca romana. Passeggiate
dove gli imperatori facevano il bagno nel Parco Archeologico di Baia,
ammirate l’impresa ingegneristica romana della Piscina Mirabilis oppure
dedicate un pensiero ai martiri dell’Anfiteatro Flavio.
La tragedia di Pompei
24 AGOSTO DELL’ANNO 79 D.C.
Ore 8 Diversi edifici, tra cui le Terme Suburbane e il foro , sono in fase
di restauro dopo i gravi danni causati dal terremoto del 63 d.C. Nonostante le
violente scosse della notte, gli abitanti di Pompei non hanno idea
dell’imminente catastrofe.
Ore 12 Molti sono a pranzo al Thermopolium di Vetutius Placidus . I
frequentatori del postribolo entrano furtivamente nel lupanare , mentre i
gladiatori si stanno allenando per i giochi che in serata animeranno
l’anfiteatro . Un enorme boato preannuncia l’eruzione. Chi assiste
scioccato alla scena descrive una nube nera di materiale vulcanico proiettarsi
fino a un’altezza di 14 m.
Ore 15-17 Una pioggia di lapilli si abbatte su Pompei. Molti tentano di
fuggire, altri cercano riparo. Due ore dopo, la colonna di cenere è alta 25 m e
ha oscurato il cielo. I tetti crollano sotto il peso dei frammenti di roccia,
seppellendo chi vi si trova sotto.

25 AGOSTO DELL’ANNO 79 D.C.


Ore 24 Fiumi di fango sommergono Ercolano. Cenere e lapilli continuano a
piovere su Pompei, insinuandosi nelle case e soffocando chi vi aveva cercato
rifugio.
Ore 4-8 Violente scariche di cenere ardente e gas tossici si riversano su
Ercolano. Ondate successive ricoprono Pompei, uccidendo tutti i
sopravvissuti, compresi coloro che avevano trovato riparo nell’Orto dei
Fuggiaschi . Per via della coltre, gli affreschi, come quelli della Casa del
Menandro e della Villa dei Misteri , si conserveranno per quasi due
millenni.
CONSIGLI

Visitate Pompei nel pomeriggio


Dedicate alla visita almeno tre ore
Indossate scarpe comode e cappello
Portatevi acqua da bere
Non usate il flash
Il Cilento

Le attrattive di Napoli, Capri e della Costiera Amalfitana sono irresistibili,


tuttavia la Campania offre tante altre meraviglie meno note. Dai templi ellenici
e le montagne punteggiate di grotte, a uno dei monasteri più grandi d’Italia,
questo itinerario vi condurrà lungo i sentieri meno battuti.
Iniziate la vostra avventura a Salerno. La sua cattedrale è una delle più belle chiese
medievali d’Italia e il magnifico Museo Virtuale della Scuola Medica Salernitana
racconta la storia di una tra le scuole d’Europa più rinomate in epoca medievale.
Dirigetevi quindi al Castello di Arechi, da cui si godono ampi panorami, e nel tardo
pomeriggio andate a passeggiare sul lungomare rimesso a nuovo. Dopo il tramonto,
unitevi ai salernitani per vivere in prima persona l’animazione del centro storico
facendo il giro dei locali. Il giorno dopo salutate Salerno e puntate verso l’interno,
dedicando tre giorni alla selvaggia bellezza del Parco Nazionale del Cilento e Vallo
di Diano, il secondo parco nazionale d’Italia per dimensioni nonché Patrimonio
dell’Umanità dell’UNESCO. Pernottate in uno degli agriturismi del parco ed
esplorate le famose grotte di Castelcivita e di Pertosa. Trascorrete qualche ora nel
borgo medievale di Postiglione, con il suo castello normanno dell’XI secolo, e una
mattina o un pomeriggio a Padula, famosa per l’immensa Certosa di San Lorenzo.
Non lontano si trova la magica Valle delle Orchidee, dove in primavera più di 70
varietà creano uno straordinario spettacolo. Un altro dei luoghi particolari del parco
è Roscigno Vecchia, una vera e propria città fantasma abbandonata agli inizi del
secolo scorso. Il quinto giorno tornate sulla costa per ammirare i maestosi templi
greci di Paestum, i più antichi dei quali risalgono al VI secolo a.C. Trascorrete la
sera e la mattina seguente nel suggestivo centro storico di Agropoli, poi proseguite
verso sud alla volta di Santa Maria di Castellabate per gustare lo squisito pesce dei
suo ristoranti. L’indomani visitate la parte medievale di Castellabate perdendovi nei
vicoli suggestivi, poi trascorrete il pomeriggio esplorando le antiche rovine di Velia
(Elea per i greci). Concludete il vostro viaggio nel Cilento concedendovi un paio di
giorni di relax sulle spiagge di Palinuro che, come Capri, possiede una scintillante
Grotta Azzurra.

Palinuro
MICHELE CAMINATI/ISTOCKPHOTO ©
Certosa di San Lorenzo, Padula SERAFICUS/ISTOCKPHOTO ©
Pianificare il viaggio
A tavola con i napoletani

Napoli, la Costiera Amalfitana e il Cilento sono un vero e proprio


paradiso gastronomico, dove i prodotti di stagione e l’abitudine a
consumare cibi semplici preparati con ingredienti freschi hanno
dato vita a una cucina fra le più apprezzate al mondo. Stuzzicate
dunque l’appetito con i seguenti suggerimenti.
Quando andare
In Campania ogni momento è buono per mangiare. Per informazioni
dettagliate sulle manifestazioni gastronomiche.
Primavera (marzo-mag)
Asparagi, carciofi e specialità pasquali. Fate onore ai vini della regione da
Wine&Thecity a Napoli.
Estate (giu-agosto)
Melanzane, peperoni, pomodori e la Sagra del tonno di Cetara. Assaggiate
le albicocche vesuviane e le pere mastantuono.
Autunno (set-ott)
Funghi, castagne, tartufi neri e mele annurche. Fate il pieno di pasta alla
manifestazione gastronomica Gusta Minori.
Inverno (dic-feb)
Specialità di Natale e Carnevale, oltre a piatti come la zuppa di castagne e
fagioli. Da non perdere neanche le salsicce, magari gustate davanti a un
falò, alla Sagra della salsiccia e ceppone di Sorrento.
Esperienze gastronomiche
Tanti prodotti, tante specialità e così poco tempo! Di seguito i piatti da non perdere e
i ristoranti migliori in cui gustarli.
Pasti memorabili
Donna Rosa, Positano Ristorante stellato Michelin che propone un’autentica
cucina casalinga in chiave innovativa.
Il Focolare, Ischia Locale rustico Slow Food con prodotti locali preparati in
modo magistrale.
President, Pompei Propone classiche pietanze campane rivisitate con sicurezza e
ironia: meritata la stella Michelin.
Marina Grande, Amalfi Andateci per un piatto di squisito pesce fresco con vista
sulla spiaggia.
Spuntini economici
Pizza Sia fritta sia cotta in forno a legna.
Fritture Fritti sfiziosi come i crocchè (crocchette di patate), da acquistare nelle
friggitorie.
Taralli Croccanti prodotti da forno salati a ciambella. Vengono proposti semplici
o mandorlati.
Sfogliatella Dolce ripieno di semola, ricotta, canditi e cannella che può essere in
versione riccia (croccante) o frolla (più soffice).
Gelato Preparato con ingredienti di stagione senza aggiunta di coloranti (il
pistacchio non sarà verde brillante!).

Sfogliatelle
TANUKI PHOTOGRAPHY/ISTOCKPHOTO ©
Specialità locali
Ogni provincia possiede le proprie specialità. Di seguito alcuni dei piatti tipici della
regione: Napoli Pizza, spaghetti alle vongole, frittata di pasta...Assaggiate il sartù
(timballo di riso con ragù napoletano, polpettine di carne, cervella, mozzarella, uova
e prosciutto) e fate uno spuntino con una pizza fritta (ripiena di salame, formaggio e
pomodori) o un supplì di riso. Tra i dessert regna incontrastata la pastiera.
Caserta Famosa in tutto il mondo per la mozzarella di bufala che si scioglie in
bocca.
Capri La leggera insalata caprese (mozzarella, pomodori, basilico e olio
extravergine d’oliva), la calorica torta tipica (a base di mandorle e cioccolato) e un
bicchierino di limoncello per finire il pasto.
Ischia Assaggiate gli spaghetti alla puttanesca (con salsa di pomodoro, olive,
capperi e aglio), il coniglio all’ischitana (con aglio, peperoncino, pomodori, vino
bianco e aromi) e il vino aromatico delle aziende locali come Casa D’Ambra.
Minori Non perdetevi la pasta locale, soprattutto gli scialatielli (listarelle più
corte e larghe degli spaghetti) e gli ’ndunderi, un tipo di gnocchi.
Cetara Gustate le migliori acciughe d’Italia assaggiando gli spaghetti con alici e
finocchietto selvatico e la colatura di alici.
Salerno e il Cilento Non perdetevi l’olio extravergine d’oliva Colline Salernitane
DOP e la mozzarella di bufala di Paestum. Altri famosi formaggi del Cilento sono il
cacioricotta di capra e il caciocavallo podolico.
DA PRENOTARE

In linea di massima tutti i ristoranti di fascia alta, o comunque rinomati,


andrebbero prenotati con un certo anticipo, soprattutto per cena il venerdì e
il sabato e per pranzo la domenica. Nelle principali località turistiche vi
consigliamo di prenotare sempre in alta stagione e a Pasqua e Natale. Lo
stesso vale per i corsi di cucina organizzati da Mamma Agata, a Ravello, e
dalla Gelateria David, a Sorrento.
Pianificare il viaggio
Attività all’aperto

Napoli e la Campania offrono paesaggi e aree naturali tra le più


suggestive e mozzafiato d’Italia. A chi ama le attività all’aperto
questa zona offre un ampio ventaglio di possibilità, dalle
immersioni al largo della Costiera Amalfitana alle escursioni
negli antichi boschi del Cilento.
Le migliori esperienze all’aperto
Che cosa vedere
Grotte costiere Le scintillanti grotte marine della regione.
Escursioni lungo la Costiera Amalfitana Il leggendario litorale visto
dall’alto dei sentieri montani.
Terme Piaceri termali per sciogliere i muscoli.
Cratere della Solfatara La furia di un cratere infernale.
Vesuvio Le pendici di un vulcano minaccioso.
Riserva Marina di Punta Campanella Un tuffo per incontrare creature
multicolori.
Grotte di Castelcivita Uno degli insediamenti più antichi d’Europa.
Crociere a Positano Un arcipelago poco noto per un brindisi al tramonto.
Quando andare
Da aprile a giugno Belle camminate tra i fiori selvatici.
Luglio e settembre Sport nautici e immersioni in acque tiepide senza le
folle di agosto.
Passeggiate ed escursioni
La Campania è ideale per sgranchirsi un po’ le gambe, che si preferisca una
tranquilla passeggiata sul mare o un’escursione impegnativa. Il terreno in queste
zone può essere sassoso e molto ripido, perciò arrivate preparati, con scarpe comode
o scarponcini da escursione resistenti. Portate con voi un piccolo zaino, crema
solare, occhiali da sole, acqua in abbondanza e spuntini energetici. Prima di
incamminarvi su sentieri impegnativi, informatevi riguardo alla durata
approssimativa della camminata e la posizione del sentiero; eventualmente
comunicate prima a qualcuno le vostre intenzioni.
Dintorni di Napoli
Per un’esperienza più selvaggia, andate a Pozzuoli per visitare il Cratere della
Solfatara e seguite il sentiero che gira intorno all’irrequieto vulcano; è possibile
percorrerlo anche di sera, se si desidera assaporare un’atmosfera ancora più
suggestiva. Più a ovest, il Lago d’Averno era anch’esso un cratere, ma offre un
circuito più tranquillo.
Dall’altra parte di Napoli, la sommità del Vesuvio non è difficile da raggiungere
grazie agli autobus navetta che collegano la stazione della Ferrovia Circumvesuviana
Ercolano Scavi con il parcheggio nei pressi della cima del vulcano. Da qui con una
camminata relativamente facile di 860 m si raggiunge la vetta, dove si viene
ricompensati della fatica con un panorama a 360 gradi sulla città, il Golfo e, in
distanza, la catena appenninica. Il vulcano fa parte del Parco Nazionale del Vesuvio
(www.epnv.it), attraversato in lungo e in largo da nove sentieri di varia lunghezza e
difficoltà. Il più impegnativo e gratificante è chiamato Strada Matrone (itinerario 6);
lungo 6,7 km, parte da Via Cifelli (2,5 km a nord della stazione della
Circumvesuviana Torre Annunziata) e si inerpica lungo il versante sud-orientale del
vulcano raggiungendo la cima. Il parco è un’oasi naturale e ospita ricci, talpe, faine e
volpi, oltre a circa 140 specie di uccelli tra cui picchi rossi, falchi e corvi imperiali.
Naples Trips & Tours organizza escursioni a cavallo nel parco nazionale.
Le isole
A sorpresa di molti, anche Capri e Ischia si prestano a spettacolari camminate che
permettono di godere delle bellezze delle isole senza la folla che ne occupa le
spiagge. Sentieri belli ma ripidi vi porteranno fuori da Capri centro fino a una villa
romana, oppure potete seguire un percorso più impegnativo che tocca una serie di
fortini fino alla costa occidentale. A Ischia, la scelta migliore è esplorare l’entroterra
ricco di sorgenti termali seguendo un’escursione guidata da un geologo locale.
Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano
A sud-est della Costiera Amalfitana, il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano
offre la possibilità di seguire facili sentieri e percorsi più impervi con guide affidabili
e ottime cartine. Questa zona selvaggia ospita oltre 300 specie botaniche registrate,
nonché numerosi uccelli rari tra cui l’aquila reale e il gracchio corallino.
La caratteristica più famosa del parco è tuttavia il suo incredibile sistema ipogeo, che
comprende le Grotte di Castelcivita e le Grotte dell’Angelo, le cui stalattiti e
stalagmiti vagamente gotiche si possono esplorare ogni giorno partecipando a una
visita guidata. Il sito www.parks.it riporta utili informazioni su tutti i parchi
nazionali della regione.

Escurionista sulla vetta del Vesuvio


TANIALERRO/GETTY IMAGES ©
I Faraglioni, le mitiche formazioni calcaree al largo dell’isola di Capri
JANOKA82/GETTY IMAGES ©
Spiagge e sport acquatici
Napoli offre discrete spiagge, ma è preferibile nuotare nelle acque più pulite delle
isole o lungo le coste di Amalfi e del Cilento. La qualità dell’acqua della regione sta
migliorando e molti tratti litoranei hanno ricevuto il riconoscimento della Bandiera
Blu.
Le spiagge private si concentrano nelle località più turistiche, come Capri, Ischia e la
Costiera Amalfitana, e sono complete di tutto, da ristoranti e bar a ombrelloni e
lettini. L’accesso costa circa €10. Per non spendere, dovrete andare in cerca di una
spiaggia libera: in genere segnalate, sono quasi sempre di strisce di sabbia piene di
gente accanto al più vicino accesso stradale o, talvolta, adiacenti alle spiagge private.
Alcune (ma non tutte) sono attrezzate con docce e servizi igienici. Molti dei tratti di
mare più belli (e meno affollati) della regione, dove fare belle nuotate – per esempio
le isole Li Galli (al largo della Costiera Amalfitana), il Fiordo di Furore (a est di
Praiano) e Cavallo Morto (vicino a Erchie) – sono accessibili soltanto via mare. Gli
uffici turistici potranno fornirvi informazioni su visite organizzate e noleggio di
imbarcazioni.
La regione offre anche tante possibilità di praticare sport acquatici. Kayak Napoli
organizza visite guidate della costa cittadina di giorno e di sera, toccando antichi
palazzi e grotte costiere. A Marina Piccola, a Capri, potrete noleggiare canoe per
fare il giro dell’isola.
LE SPIAGGE PIÙ BELLE

Baia di Ieranto Incantevole spiaggia all’estremità della penisola di


Punta Penna, a sud di Sorrento.
Baia di Sorgeto Spiaggia di Ischia dotata di sorgenti termali,
raggiungibile con un taxi d’acqua.
Spiaggia Marinella Una bella baia ricca di vegetazione sulla costa del
Cilento.
Spiaggia di Fornillo Dalle acque cristalline, è un’alternativa alla
spiaggia principale di Positano; è frequentata da bagnanti bene informati.
Santa Maria di Castellabate Località balneare nel Cilento con sabbia
vellutata e mare azzurro.
Centri termali
La tradizione termale del Golfo di Napoli risale a migliaia di anni fa e richiama da
sempre VIP di ogni genere, dagli imperatori romani alle viziate celebrità dei tempi
moderni.
Raggiungibili facilmente da Napoli con i treni della linea Cumana, le Terme Stufe di
Nerone sono uno dei più rinomati centri termali dei Campi Flegrei, complete di
vasche coperte e all’aperto, giardini terrazzati e saune scavate nel tufo che
caratterizza la regione. Nel Golfo, Ischia è uno dei centri idrotermali più ricchi e vari
del mondo, con non meno di 103 sorgenti termali, 67 fumarole e 29 bacini
sotterranei. Potrete sfruttare la sua offerta nelle spa di Negombo e dei Giardini
Poseidon, entrambe dotate di lussureggianti zone verdi, numerose pozze termali,
servizio di massaggi e spiaggia privata. Meno lussuose ma più antiche sono le Terme
di Cavascura, uno stabilimento termale di epoca romana.

Snorkelling nel Golfo di Napoli ANGELAFOTO/GETTY IMAGES ©


Immersioni
Le immersioni subacquee sono un’attività molto diffusa nella regione, per cui non
dovreste avere difficoltà a noleggiare l’attrezzatura o a trovare corsi e uscite
organizzate per tutti i livelli. Uno dei punti migliori per immergersi è la Riserva
Marina di Punta Campanella, situata all’estremità della Penisola Sorrentina e
famosa per la fauna ittica, le grotte e le alghe multicolori. Altri siti celebri sono ad
Agropoli, dove ci si immerge su relitti della seconda guerra mondiale, le acque
turchesi intorno a Capri e le grotte sommerse di Marina del Cantone.
Consigliamo di evitare il mese di agosto, perché buona parte del litorale è assediata
dai vacanzieri e i prezzi salgono alle stelle. È possibile reperire informazioni sulle
scuole di sub e sulle zone di immersione presso gli uffici turistici locali e online sul
sito DiveItaly (www.diveitaly.com).

Imbarcazioni nelle acque dell’isola di Capri FOTONIO/ISTOCKPHOTO ©


Navigazione
La Campania vanta un’illustre tradizione marittima e non è difficile noleggiare
un’imbarcazione, dalle barche a remi più semplici ai velieri più eleganti. Troverete
agenzie specializzate sia sulle isole sia sulla terraferma, che offrono opzioni agli
amanti della navigazione di tutti i livelli: i più esperti potranno noleggiare uno yacht
e spostarsi da un’isola all’altra o lungo la costa, mentre i marinai ‘della domenica’
potranno andare alla ricerca di calette nascoste noleggiando un gommone. In ogni
caso, al momento di scendere in mare e quando sarete al largo, attenetevi sempre alle
istruzioni fornite dagli operatori.
Gli illustri trascorsi marittimi di Amalfi riprendono vita in occasione della Regata
delle Antiche Repubbliche Marinare, alla quale, insieme ad Amalfi, partecipano
Pisa, Genova e Venezia. La manifestazione è stata istituita nel 1955 e l’edizione del
2016 si terrà in giugno a Venezia. L’ultima di queste regate che si è svolta ad Amalfi
risale al 2012, quando fu vinta proprio dalla città ospitante.
Pianificare il viaggio
Viaggiare con i bambini

Con un po’ di pianificazione e qualche informazione di base


sull’avvicente storia della regione, Napoli, Pompei e la Costiera
Amalfitana di certo affascineranno le giovani menti curiose. Del
resto, questa è la terra di grandi arene di gladiatori, misteriose
catacombe, crateri sibilanti e spiagge gorgoglianti. Non resta che
lanciarsi alla scoperta!
I posti migliori per i bambini
Napoli, Pompei e dintorni
Un tuffo nel passato: Pompei, Ercolano e Oplontis, oltre a cisterne,
passaggi segreti, catacombe e favolosi fenomeni geologici.
Le isole
In acqua: cercate la spiaggia più adatta noleggiando un’imbarcazione a
Procida, scivolate in qualche incantevole grotta a Capri o sguazzate nelle
piscine di uno stabilimento termale a Ischia.
Costiera Amalfitana
Terra e mare: godetevi in barca il sole dell’estate, fate una bella nuotata in
qualche spiaggia famosa, camminate in alto sulla costa e studiate un po’ di
storia in un interessante museo dedicato alla carta.
Salerno e il Cilento
Natura e cultura: scoprite tutto ciò che c’è da sapere sulla medicina antica,
partecipate a un festival del cinema per ragazzi oppure scendete lungo
fiumi impetuosi, date da mangiare agli animali di una fattoria ed esplorate
qualche grotta.
Napoli, Pompei e la Costiera Amalfitana per i bambini
I bambini sono molto amati in Campania e benvenuti ovunque. La regione, però, non
prevede divertimenti specifici, inoltre il ritmo incalzante di Napoli, l’acciottolato dei
siti archeologici, poco adatto ai passeggini, e i tornanti della Costiera Amalfitana,
talvolta intasata di veicoli, possono rappresentare un fastidio. Con un minimo di
organizzazione, comunque, la vacanza risulterà divertente e stimolante per tutti.
Il meglio per i bambini
Non dimenticate di chiedere al personale degli uffici turistici se sono previste
attività, manifestazioni e altre iniziative per le famiglie. Nella maggior parte dei
musei e dei luoghi interessanti ci sono riduzioni per i bambini. Informazioni generali
e suggerimenti utili a chi viaggia in compagnia dei più piccoli si trovano nel volume
Lonely Planet Viaggiare con i bambini (EDT, 2015). Prima della partenza potete
anche consultare il sito www.quantomanca.com, una guida completa con preziosi
suggerimenti per rendere più gradevole l’esperienza dei piccoli e per intrattenerli
con giochi da fare in viaggio e altro ancora. Interessante anche
www.napoliperbambini.com.
Cultura
MAV (Museo Archeologico Virtuale), Ercolano Tornate al 79 d.C. con
ologrammi, filmati e ricostruzioni.
Museo della Carta, Amalfi Approfondite la tradizione cartiera di cui va fiera la
regione in una cartiera storica di Amalfi.
Città della Scienza, Bagnoli, Napoli Un divertentissimo centro delle scienze
subito a ovest di Napoli.
Museo Virtuale della Scuola Medica Salernitana, Salerno Un museo
interattivo dedicato alla medicina medievale.
Giffoni Film Festival, Giffoni Valle Piana, Salerno Il più grande festival
cinematografico per ragazzi d’Europa.
Brividi e zampilli
Cratere della Solfatara, Pozzuoli Non c’è niente di più elettrizzante di un cratere
fumante...
Negombo, Ischia Un parco termale con 14 pozze di acqua calda e una spiaggia,
completato da massaggi e trattamenti per rimettere in sesto i genitori.
Grotta Azzurra, Capri Dimenticatevi Disneyland: in quanto a effetti speciali,
non c’è nulla di paragonabile a questa magica grotta.
Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, Cilento Numerose possibilità di
divertimento, dal rafting sui fiumi all’esplorazione delle grotte e i mestieri quotidiani
negli agriturismi della zona.
Viaggi nel tempo
Pompei Questi scavi richiameranno l’attenzione dei vostri bambini, liberi di
gironzolare tra antichi teatri, case, botteghe e persino uno stadio.
ErcolanoPiù piccola di Pompei, Ercolano è più facile da visitare e richiede meno
tempo. Inoltre è conservata meglio.
Napoli sotterranea, Napoli Attraverso un passaggio segreto si accede a un
magico labirinto di antichi cunicoli e cisterne greco-romane.
Cimitero delle Fontanelle, Napoli Un’eterna Halloween, con mucchi di teschi e
ossa.
Prima di partire
Quando andare
I mesi migliori per visitare Napoli e dintorni in famiglia sono maggio, giugno e
settembre. Il clima infatti è tiepido e soleggiato e la massa dei vacanzieri non ha
ancora invaso la regione. Anche il periodo di Carnevale è una buona scelta, mentre
dicembre è particolarmente suggestivo grazie ai famosi presepi.
Dove pernottare
È sempre meglio prenotare con un certo anticipo. Nelle camere doppie degli hotel è
a volte possibile aggiungere un letto, quindi vale la pena di informarsi prima. Se il
bambino è abbastanza piccolo da poter dormire in un letto matrimoniale, alcuni
alberghi non vi faranno pagare.
Ostelli e appartamenti Ottima soluzione per le famiglie, con camere a più letti,
cucina e soggiorno.
Campeggi In alta stagione i campeggi funzionano a pieno ritmo e molti offrono
attività per i più giovani.
Agriturismi Gli agriturismi offrono molto spazio e magari anche qualche
amichetto peloso.
Dove mangiare
I bambini sono ben accolti in tutti i ristoranti, nelle trattorie e nelle pizzerie.
Quando prenotate un tavolo, comunicate l’eventuale necessità di un seggiolone.
In genere non ci sono menu appositi per i più piccoli, ma di solito basta ordinare
mezze porzioni.
Trasporti
Vie acciottolate, buche per le strade e mezzi pubblici affollati rendono difficile
spostarsi con i passeggini; prendete in considerazione un marsupio o uno zaino
portabimbo.
I mezzi di trasporto pubblici offrono la corsa gratis a un bambino fino a sei anni
che viaggia accompagnato da un adulto pagante. In caso di più bambini si deve
acquistare un biglietto ogni due.
In genere gli autonoleggi forniscono veicoli provvisti di seggiolino in cambio di
un supplemento minimo, ma dovrete prenotarli.
Primo piano
Napoli, Pompei e dintorni

Cucina
Storia
Musei
Pizza e pasta
Tra le principali candidate alla corona gastronomica d’Italia, nelle sue vie Napoli
serve alcune delle specialità più famose della tradizione: caffè, pizza, pomodori,
pasta, sfogliatelle, babà e pesce cucinato in tutti i modi.
Antiche vestigia
Vivendo all’ombra del Vesuvio, i napoletani conoscono bene il significato del motto
carpe diem. Tutto intorno a loro, a Pompei, Ercolano, Pozzuoli, Baia e Cuma,
rimanda alla fugacità e imprevedibilità dell’esistenza. Persino sotto la città troverete
testimonianze di vite spente da secoli, dagli spettrali mercati e teatri romani ai
macabri affreschi funerari.
Musei e gallerie d’arte
Napoli trabocca di musei e gallerie da non perdere, da colossi come il Museo
Archeologico Nazionale e il Palazzo Reale di Capodimonte, a gemme meno
conosciute come il Memus del Teatro San Carlo.
Le isole

Terme
Paesaggio
Cucina
Centri termali
Fin dall’antichità le sorgenti termali di Ischia danno sollievo alle membra stanche.
Immergetevi dunque nell’atmosfera rilassante di qualche spiaggia termale,
adagiatevi in un bagno romano o fatevi coccolare e viziare in una spa.
Scenari incantevoli
Dalle pareti vertiginose e le grotte blu elettrico di Capri ai lussureggianti giardini e
pendii coperti di vigneti di Ischia fino ai paesini a tinte pastello di Procida, è la
bellezza a definire i dettagli nel Golfo di Napoli.
Specialità isolane
Che si tratti di una torta caprese in una piazza di Capri, di coniglio servito in una
trattoria di Ischia o di pesce appena pescato gustato su un lido di Procida,
preparatevi a esperienze gastronomiche che non dimenticherete facilmente.
La Costiera Amalfitana

Paesaggio
Attività
Cultura
Una costa perfetta
Pareti rocciose che sfiorano il cielo, borghi marinari, vigneti terrazzati e acque
turchesi: sono immagini comuni della costa più straordinaria e famosa d’Italia.
Bellezze naturali
Sopra, sotto o a livello del mare, i più dinamici non avranno che l’imbarazzo della
scelta. Che decidiate di nuotare o di immergervi in acque cristalline, di navigare in
barca a vela da una caletta all’altra o di sfuggire alla folla su un sentiero
escursionistico che corre sulle alture, la Costiera Amalfitana vi emozionerà.
Arte e architettura
Scultura e pittura moderna a Positano, chiostri medievali ad Amalfi, musica classica
a Ravello: oltre agli scintillanti yacht, alle spiagge affollate e alla gente griffata, vi
attende un piccolo ma prezioso patrimonio culturale.
Salerno e il Cilento

Resti archeologici
Natura
Cucina
Vestigia greche
Molto prima dell’arrivo dei romani, sandali greci calpestavano queste terre. Rendete
omaggio alla potenza e all’eleganza della Magna Grecia nei templi di Paestum e fra
le bucoliche rovine di Velia (o Elea).
Luoghi selvaggi
Boschi fitti e bui, rapide emozionanti e grotte simili a cattedrali che recano tracce
dell’alba dell’uomo: il Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano è una delle aree
naturali più vaste e selvagge d’Italia.
Una ricca dispensa
Mozzarella di bufala che si scioglie in bocca e olio extravergine d’oliva dal sapore
intenso, carciofi dalle forme perfette e vellutati fichi bianchi, pesci luccicanti e dolci
elaborati: Salerno e il Cilento non mancano certo di specialità regionali.
On the Road

Napoli, Pompei e dintorni


Le isole
Salerno e il Cilento
La Costiera Amalfitana
Napoli, Pompei e dintorni

POP. 3,1 MILIONI


Include
Che cosa vedere e fare
Feste ed eventi
Pasti
Locali e vita notturna
Divertimenti
Shopping
Campi Flegrei
Golfo di Napoli
Ercolano
Vesuvio
Pompei
I migliori ristoranti
L’Ebbrezza di Noè
Eccellenze Campane
President
Pizzeria Starita
La Taverna di Santa Chiara
I migliori siti antichi
Pompei
Ercolano
Catacombe di San Gennaro
Complesso Monumentale di San Lorenzo Maggiore
Perché andare
La terza città italiana per dimensioni è anche una delle più antiche, delle più
affascinanti e delle più ricche di opere d’arte. Il suo centro storico è stato dichiarato
Patrimonio dell’Umanità dell’UNESCO, i suoi tesori archeologici sono unici al
mondo e il superbo splendore dei suoi palazzi, castelli e chiese non è inferiore a
quello di Roma.
E poi c’è la cucina! Il fertile suolo vulcanico, il mare pescoso e secoli di pratica
hanno fatto della regione uno dei fiori all’occhiello della tradizione culinaria
italiana; la pizza, la pasta e il caffè sono una meraviglia, così come le specialità di
pesce, i dolci e gli spuntini di strada. Certo, Napoli può sembrare caotica, fatiscente
e trascurata, ma guardando con più attenzione scoprirete uno scrigno di affreschi,
sculture e panorami mozzafiato, un’eleganza inaspettata e persone dotate di grande
spontaneità e profonda umanità. Benvenuti a Napoli.
Quando andare
Maggio è probabilmente il mese migliore per visitare Napoli e la zona circostante.
Le giornate sono generalmente calde e la città offre un calendario ricco di eventi,
come Wine&Thecity, che per due settimane celebra il vino, il cibo e l’arte di vivere,
e il Maggio dei Monumenti, che per tutto il mese propone ogni sorta di evento
culturale, dalle mostre d’arte alle passeggiate a tema.
Giugno e settembre sono anch’essi ottimi periodi; le lunghe giornate estive sono
perfette per visitare la zona e godersi l’impareggiabile atmosfera delle strade di
Napoli.
La maggior parte dei napoletani va in vacanza nel torrido mese d’agosto, durante
il quale molti ristoranti e negozi chiudono per due-quattro settimane.
Il meglio di Napoli, Pompei e dintorni

La Cappella Sansevero, epitome del genio umano


Lo stile di vita degli antichi a Pompei.
Gli interni classici e l’arte erotica del Museo Archeologico Nazionale.
Lo spettacolo dell’opera nel grandioso Teatro San Carlo.
I quadri di Caravaggio e Warhol e gli eccessi della Casa Reale al Palazzo
Reale di Capodimonte.
Il fascino ultraterreno delle Catacombe di San Gennaro.
I chiostri, le carrozze e i romantici panorami dall’alto della Certosa e Museo
di San Martino.
Le abitazioni millenarie di Ercolano.
Un drink nell’atmosfera effervescente e alternativa di Piazza Bellini.
Storia
Dopo aver fondato nell’VIII secolo a.C. la vicina Cuma, intorno al 680 a.C. gli
antichi coloni greci fondarono un nuovo insediamento cui diedero il nome di
Parthenope. Poi, in epoca romana, l’area di quella che fu chiamata Neapolis divenne
un’esclusiva località di villeggiatura, una soleggiata regione termale frequentata da
personaggi illustri come il poeta Virgilio. A sconvolgere quest’atmosfera idilliaca
intervenne l’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.
Nel 1139 Napoli cadde nelle mani dei normanni, poi finì sotto il controllo illuminato
dei re di Svevia e, un secolo più tardi, fu conquistata dai francesi d’Angiò, che
diedero ulteriore risalto alla notorietà della città facendo costruire il poderoso Castel
Nuovo. Nel XVI secolo il regno di Napoli entrò a far parte del regno spagnolo, del
quale divenne uno dei possedimenti più fiorenti. Nel 1600 era ormai la città più
grande d’Europa, una fiorente bellezza barocca impreziosita dalle opere di artisti
come Luca Giordano, Jusepe de Ribera (detto Spagnoletto) e Caravaggio.
Dopo una devastante epidemia di peste scoppiata nel 1656, l’orgoglio napoletano
risorse durante il dominio dei Borboni (1734-1860): artefici di grandi opere come il
Teatro San Carlo e la Reggia di Caserta, consolidarono la reputazione della città
quale centro di fasti e ricchezze.
Lo sfortunato tentativo di instaurare un regime repubblicano nel 1799 fu seguito da
una breve dominazione francese e poi da un ultimo periodo di governo borbonico;
questo si chiuse nel 1860 con l’entrata in città di Giuseppe Garibaldi in veste di
liberatore. Napoli entrò così a far parte dell’Italia unita.
Che cosa vedere e fare
Centro storico e Mercato
Da non perdere
1 Cappella Sansevero C3
2 Complesso Monumentale di Santa Chiara B4
3 Duomo D2
4 Museo Archeologico Nazionale A1
5 Pio Monte della Misericordia D2
Che cosa vedere
6 Basilica di San Paolo Maggiore C2
7 Cappella del Monte di Pietà C3
8 Castel Nuovo (Maschio Angioino) B7
9 Chiesa del Gesù Nuovo B4
10 Chiesa di San Domenico Maggiore C3
11 Chiesa di San Pietro a Majella B3
12 Chiesa di Sant’Angelo a Nilo C3
13 Chiesa di Santa Maria del Carmine F4
14 Chiesa e Chiostro di San Gregorio Armeno C3
15 Complesso Monumentale dei Girolamini D2
16 Complesso Monumentale di San Lorenzo Maggiore D2
17 Complesso Museale di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco C2
18 Guglia dell’Immacolata B4
Guglia di San Domenico (v. 33)
19 Guglia di San Gennaro D2
Lello Esposito (v. 29)
20 Maradona (altarino) C3
21 Mercato di Porta Nolana F3
22 Museo del Tesoro di San Gennaro D2
Museo delle Arti Sanitarie (v. 28) 23 Museo Diocesano di Napoli D1
24 Museo Filangieri D3
25 Museo Nitsch A2
26 Napoli sotterranea C2
27 Officina d’Arti Grafiche di Carmine Cervone C2
28 Ospedale degli Incurabili C1
29 Palazzo Di Sangro C3
30 Piazza Bellini B3
31 Piazza Dante A3
32 Piazza del Mercato F4
33 Piazza San Domenico Maggiore C3
34 Piazzetta Nilo C3
35 Port’Alba B3
36 Santissima Annunziata F2
37 T293 D2
38 Via San Gregorio Armeno D3
39 Zhao C2
Pernottamento
40 Bella Capri Hostel & Hotel C6
41 Belle Arti Resort B2
42 Caravaggio Hotel D2
43 Casa Latina C2
44 Costantinopoli 104 B2
45 Decumani Hotel de Charme C4
46 DiLetto a Napoli D1
47 Dimora dei Giganti C2
48 Hostel of the Sun C6
49 Hotel Piazza Bellini B2
50 Hotel Pignatelli Napoli C4
51 Hotel Zara G1
52 Il Golfo F2
53 Mancini Hostel F2
54 Portalba Relais B3
Pasti
55 Angelo Carbone C2
56 Attanasio G1
57 Di Matteo C2
58 GayOdin B3
59 Jamón C3
60 La Campagnola C2
61 La Masardona H3
62 La Taverna di Santa Chiara B4
63 Pizzeria Gino Sorbillo C2
64 Pizzeria Vesi B3
65 Salumeria B4
66 Scaturchio C3
67 Tandem C3
Locali e vita notturna
68 Bar dell’Epoca B3
69 Galleria 19 B3
70 Intra Moenia B3
71 Libri e Caffè B6
72 Mexico B3
73 Spazio Nea B2
Divertimenti
74 Lanificio 25 E1
Shopping
Ars Neapolitana (v. 57)
75 Charcuterie Esposito B3
76 Cilento B6
77 Colonnese B3
78 Kiphy C3
79 La Scarabattola C2
80 Limonè C2
81 Scriptura B3
82 SerenDPT C4
Trasporti
83 Alibus (fermata Stazione Centrale) G2
84 Alilauro C7
85 Caremar B7
86 Caremar C6
87 Medmar D5
88 Siremar D6
89 SNAV D6
90 Terminal Bus Metropark H2
Tirrenia (v. 87)
Centro storico e Mercato
Chiostri nascosti, antichi santuari, pizzaioli che cantano a squarciagola: il centro
storico di Napoli è un caleidoscopio urbano intriso di colore e magia. I suoi tre
decumani, ovvero le tre strade principali che tagliano la città da est a ovest, seguono
l’impianto stradale originario dell’antica città romana. Quasi tutti i siti più importanti
gravitano intorno a due di queste grandi arterie cittadine: la cosiddetta Spaccanapoli
(formata da Via Benedetto Croce, Via San Biagio dei Librai e Via Vicaria Vecchia) e
Via dei Tribunali. A nord di Via dei Tribunali, Via della Sapienza, Via Anticaglia e
Via Santissimi Apostoli formano il terzo decumanus, il meno trafficato dei tre.
A sud-est del centro storico s’intrecciano le fatiscenti e caotiche strade del quartiere
Mercato, un convulso mosaico di alberghi economici, negozi di spezie cingalesi e
mercati ambulanti, tra cui il Mercato di Porta Nolana con le sue bancarelle
traboccanti di prelibatezze.
Cappella Sansevero
CAPPELLA (cartina; 081 551 84 70; www.museosansevero.it; Via Francesco de Sanctis 19; interi/ridotti
€7/5; In questa cappella barocca è custodito
9.30-18.30 lun e mer-sab, fino alle 14 dom; Dante)
il Cristo velato, la straordinaria scultura in marmo di Giuseppe Sanmartino
raffigurante il corpo disteso di Gesù coperto da un velo impalpabile, tanto realistico
che si è tentati di sollevarlo. Oltre a questa meraviglia, la cappella contiene altri
capolavori, fra cui le sculture Disinganno di Francesco Queirolo e Pudicizia di
Antonio Corradini e i vivacissimi affreschi di Francesco Maria Russo, realizzati nel
1749 e conservatisi splendidi come allora senza alcun intervento di restauro.
Eretta sul finire del XVI secolo per ospitare le tombe della famiglia Di Sangro, la
cappella, d’ispirazione massonica, assunse il suo attuale aspetto barocco tra il 1749 e
il 1766, quando il principe Raimondo Di Sangro incaricò i massimi artisti dell’epoca
d’impreziosirne l’interno. Nel Disinganno di Queirolo, l’uomo raffigurato nel
tentativo di liberarsi da una rete rappresenta il padre di Raimondo, Antonio duca di
Torremaggiore, il quale, dopo la morte prematura della moglie, abbandonò il
giovane Raimondo per darsi ai viaggi e ai piaceri mondani. Pentitosi negli ultimi
anni, fece ritorno a Napoli per consacrarsi al sacerdozio nel tentativo di liberarsi dal
peccato, e così fu rappresentato dallo scultore.
Ancora più intensa è la Pudicizia di Corradini, dove la figura femminile velata è un
omaggio alla madre di Raimondo, Cecilia Gaetani dell’Aquila d’Aragona, morta
quando il principe era appena undicenne; lo sguardo smarrito della statua e la lapide
spezzata sono i simboli di una vita troppo presto recisa.
Il pavimento originale della cappella, in marmi policromi, rimase gravemente
danneggiato nel 1889 in seguito a un crollo che interessò la cappella e l’adiacente
Palazzo Di Sangro. Disegnato da Francesco Celebrano, sopravvive in alcuni
frammenti del corridoio che parte dal lato destro della cappella. Il corridoio conduce
a una scalinata in fondo alla quale sono custodite due spettacolari ‘macchine
anatomiche’, gli scheletri di un uomo e di una donna sui quali è visibile l’intero
sistema circolatorio. Resta tuttora aperto il dibattito sulla naturalità o artificiosità dei
due circuiti di vene e arterie completi di capillari: sono originali o si tratta di
riproduzioni? E, nel primo caso, come sono potuti giungere fino a noi in un tale stato
di conservazione? A più di due secoli di distanza, il mistero che circonda il principe
Raimondo Di Sangro, celebre alchimista, non è stato ancora del tutto svelato.
Complesso Monumentale di Santa Chiara
BASILICA, MONASTERO
(cartina; 081 551 66 73; www.monasterodisantachiara.eu; Via Santa Chiara 49c; ingresso basilica gratuito,
complesso monumentale interi/ridotti €6/4,50; basilica 7.30-13 e 16.30-20, complesso monumentale 9.30-
17.30 lun-sab, 10-14.30 dom; L’imponente struttura gotica della Basilica di Santa
Dante)
Chiara si erge al centro di questo tranquillo complesso monastico. La chiesa
originaria, progettata nel XIV secolo da Gagliardo Primario, venne gravemente
danneggiata durante la seconda guerra mondiale; quella che si vede oggi è in gran
parte una ricostruzione del XX secolo. I chiostri adiacenti sfoggiano magnifici
affreschi e maioliche policrome del Seicento.
A differenza dei porticati angioini, risalenti al XIV secolo, i chiostri assunsero il loro
aspetto attuale nel Settecento grazie all’opera di Domenico Antonio Vaccaro. I
sentieri che dividono a croce il giardino centrale di lavanda e limoni sono delimitati
da 72 colonne ottagonali maiolicate, intervallate da panche di raccordo. Dipinte da
Donato e Giuseppe Massa, le maioliche raffigurano varie scene rurali, dalle battute
di caccia ai piccoli scorci di vita contadina. Le quattro pareti interne sono ricoperte
da affreschi secenteschi ispirati alla vita di san Francesco.
Adiacente ai chiostri si trova un piccolo ma raffinato museo che espone
prevalentemente opere d’arte sacra, ma include anche i resti di un complesso termale
del I secolo con tanto di laconicum (sauna) magnificamente conservato.
Commissionato da Roberto d’Angiò per la moglie Sancia d’Aragona Maiorca, il
complesso monastico fu costruito per accogliere 200 monaci e le tombe della
famiglia reale angioina. Liquidato come ‘stalla’ dall’ingrato figlio di Roberto, Carlo
(duca di Calabria), nel 1700 fu oggetto di un radicale rifacimento in stile barocco per
opera di Domenico Antonio Vaccaro, Gaetano Buonocore e Giovanni del Gaizo. Il 4
agosto 1943 fu centrato da una bomba durante un raid aereo alleato e la sua
ricostruzione venne ultimata soltanto nel 1953. Fra gli elementi sopravvissuti
figurano parte dell’affresco trecentesco a sinistra dell’ingresso principale e una
cappella con le tombe dei Borboni, dal re di Napoli Ferdinando IV (Ferdinando I di
Borbone, e con questo nome anche re delle Due Sicilie) a Francesco II re delle Due
Sicilie.
Chiesa del Gesù Nuovo
CHIESA
(cartina; 081 557 81 11; Piazza del Gesù Nuovo 2; 7.15-12.45 e 16-20 lun-sab, 7-14 e 16-21 dom; Dante)
La straordinaria Chiesa del Gesù Nuovo, uno dei gioielli architettonici di Napoli, fu
costruita nel XVI secolo dietro la facciata del Palazzo Sanseverino progettata da
Giuseppe Valeriani. All’interno, la sobrietà della pietra piperno si sposa con un
tripudio di superbe decorazioni barocche realizzate da maestri quali Francesco
Solimena, Luca Giordano e Cosimo Fanzago.
La chiesa ospita le spoglie dell’amatissimo santo locale Giuseppe Moscati (1880-
1927), un medico che si mise al servizio dei poveri della città. Dal lato destro del
transetto si accede alle Sale di San Giuseppe Moscati, dove potrete vedere la
ricostruzione del suo studio e la poltrona in cui spirò. Le pareti sono ricoperte di ex
voto offerti dai fedeli per le grazie ricevute.
La chiesa sorge sul lato settentrionale della bellissima Piazza del Gesù Nuovo,
popolare punto di ritrovo serale di studenti e tipi alternativi. Al centro della piazza
svetta la fastosa Guglia dell’Immacolata realizzata da Giuseppe Genuino fra il
1747 e il 1750. L’8 dicembre, Festa dell’Immacolata Concezione, i pompieri ne
raggiungono la cima per deporre una corona di fiori ai piedi della Madonna.
Piazza San Domenico Maggiore
PIAZZA
(cartina; Piazza San Domenico Maggiore; L’elemento centrale di questa magnifica
Dante)
piazza è la settecentesca Guglia di San Domenico, opera di Cosimo Fanzago,
Francesco Antonio Picchiatti e Domenico Antonio Vaccaro; fu eretta in segno di
gratitudine verso il santo per aver liberato la città dalla peste nel 1656. Sulla piazza
si affaccia il Palazzo Di Sangro, dove nel 1590 Maria d’Avalos e il suo amante,
Fabrizio Pignatelli Carafa, duca d’Andria, furono uccisi dal marito di lei, il
compositore Carlo Gesualdo da Venosa.
Più leggera è l’atmosfera che regna nella gotica Chiesa di San Domenico Maggiore,
sul lato settentrionale della piazza; se nella facciata vi sembrerà di distinguere un
volto umano, non pensate di avere le visioni: si tratta di una modifica apportata
intenzionalmente dopo la realizzazione della piazza per vivacizzare la parte
posteriore dell’abside.
Chiesa di San Domenico Maggiore
CHIESA
(cartina; 081 45 91 88; Piazza San Domenico Maggiore 8a; 8.30-12 e 16-19 lun-dom; Dante)
Commissionata da Carlo I d’Angiò ma completata nel 1324, era la chiesa della
famiglia reale angioina. Dei pochi elementi trecenteschi sopravvissuti agli
innumerevoli rifacimenti, gli affreschi di Pietro Cavallini nella Cappella del
Brancaccio sono i più pregevoli. Altrettanto degna di nota è la sacrestia, da vedere
per lo splendido soffitto affrescato di Francesco Solimena e i 45 feretri con le
spoglie imbalsamate di principi aragonesi e altri nobili.
Si tramanda che il Crocifisso tra la Vergine e San Giovanni (XIII secolo) situato nel
Cappellone del Crocifisso abbia rivolto a san Tommaso d’Aquino le seguenti parole:
“Bene scripsisti de me, Thoma; quam recipies a me pro tuo labore mercedem?” (Hai
parlato bene di me nei tuoi scritti, Tommaso, che ricompensa vuoi?) e che il santo
rispose: “Domine, non aliam nisi te” (Nient’altro che te, o Signore). Fatto piuttosto
curioso, in questa cappella è sepolto anche il primo vescovo cattolico di New York,
Richard Luke Concanen (1747-1810).
Chiesa di Sant’Angelo a Nilo
CHIESA
(cartina; 081 211 08 60; Piazzetta Nilo 23; In
8.30-13 e 16.30-18.30 lun-sab, 8.30-13 dom; Dante)
questa modesta chiesa del XIV secolo è custodito uno dei primi grandi capolavori
del Rinascimento napoletano: la maestosa tomba del cardinale Brancaccio, fondatore
della chiesa. Ormai considerato parte del patrimonio artistico della città di Napoli, il
sarcofago fu in realtà scolpito a Pisa da Donatello, Michelozzo e Pagno di Lapo
Portigiani, che impiegarono un anno per ultimare questa meraviglia prima di spedirla
via nave a Napoli nel 1427.
Piazzetta Nilo
PIAZZA (cartina; Via Nilo; Dante) In questa piazzetta polverosa incontrerete due
divinità. La prima è la Statua del Nilo, che raffigura l’antica divinità egizia e fu
eretta dai mercanti alessandrini stabilitisi in zona in epoca romana. Quando questi
lasciarono la città, la scultura sparì misteriosamente per riapparire soltanto nel XV
secolo, ma senza testa. Il suo attuale capo barbuto, recentemente restaurato, fu
aggiunto nel Settecento.
Di fronte alla statua, all’interno del Bar Nilo (Via San Biagio Dei Librai 129; 7.30-
20 lun-sab, fino alle 16.30 dom), si trova un altarino dedicato al calciatore argentino
Diego Maradona, veneratissima ‘divinità’ locale.
Appeso a una poesia composta in suo onore c’è un ispido capello nero, mentre in un
piccolo contenitore sarebbero addirittura custodite lacrime autentiche del Pibe de
Oro... non starete insinuando che si tratti soltanto di acqua? Piccola nota: se entrate
nel bar, ci si aspetta che prendiate qualcosa, anche solo un caffè.
Cappella del Monte di Pietà
CAPPELLA
(cartina; Via San Biagio dei Librai 114; Al momento delle nostre
C55 fino a Via Duomo, Duomo)
ricerche, questo imponente complesso del XVI secolo, nato come Pio Monte di
Pietà, era chiuso a tempo indeterminato per restauri. L’elemento di maggior rilievo è
la cappella manierista con i quattro ambienti laterali sontuosamente decorati e tuttora
in perfetto stato di conservazione. Di fianco all’ingresso campeggiano due statue di
Pietro Bernini, mentre il frontone presenta il gruppo scultoreo della Pietà di
Michelangelo Naccherino. All’interno, gli splendidi affreschi secenteschi di
Belisario Corenzio vi lasceranno senza fiato.
Via San Gregorio Armeno
STRADA
(cartina; Sarà anche snobbata dai collezionisti più raffinati, ma
C55 fino a Via Duomo)
questa stradina è celebre in tutta Italia per i suoi presepi tradizionali. Quello che era
il decumanus maior dell’antica Neapolis e che oggi collega Spaccanapoli con Via
dei Tribunali, è letteralmente tappezzato di negozi e botteghe artigiane che
traboccano di statuine di ogni genere, dai caratteristici asinelli fino alle caricature
più kitsch di personaggi famosi. Al n. 8 si trova il laboratorio di Giuseppe Ferrigno,
le cui statuine di terracotta sono le più richieste e rinomate.
Chiesa e Chiostro di San Gregorio Armeno
CHIESA, CHIOSTRO
(cartina; 081 420 63 85; Via San Gregorio Armeno 1; 9.30-12 lun-ven, fino alle 13 sab e dom; C55 fino a
Via Duomo) Parte di un complesso monastico del XVI secolo in cui gli eccessi del
virtuosismo barocco raggiungono l’apoteosi, questa chiesa sfoggia elaborate cantorie
in legno e cartapesta, un sontuoso altare di Dionisio Lazzari e i tre episodi affrescati
Arrivo al lido di Napoli delle monache armene, Traslazione del corpo di San
Gregorio e Accoglienza dei Napoletani alle suore, capolavoro di Luca Giordano.
L’esuberanza della decorazione si stempera nella serenità del magnifico chiostro, al
quale si accede dal vicino Vico Giuseppe Maffei.
Il celebre affresco di Giordano si riferisce all’esilio delle suore che nell’VIII secolo
fuggirono dalle persecuzioni di Costantinopoli. Giunte a Napoli, le religiose
fondarono questa chiesa intitolandola al vescovo d’Armenia, san Gregorio, di cui
avevano portato con sé le spoglie mortali. Oltre a queste, le suore custodivano anche
le reliquie e il sangue di santa Patrizia, fuggita da Costantinopoli e morta a Napoli
nel VII secolo. Si dice che il sangue della santa si sciolga ogni martedì, a differenza
di quello di san Gennaro, patrono di Napoli, che lo fa soltanto tre volte all’anno.
Il chiostro contiene un’originale fontana barocca ornata da maschere, delfini e
cavallucci marini, insieme a due statue di squisita fattura del Cristo e la Samaritana,
opera di Matteo Bottigliero. Sul lato meridionale si trova l’antico forno del
convento, dove ancora oggi si possono vedere gli utensili da cucina dell’epoca. Poco
distante vi è la Cappella della Madonna dell’Idria. Impreziosita dai dipinti
dell’artista barocco Paolo De Matteis, è l’unica parte sopravvissuta del convento
medievale.
Dal chiostro si può salire al coro delle monache, la sontuosa cantoria affacciata sulla
navata, e sull’altare della chiesa. Con un po’ di fortuna potreste riuscire a vedere
l’antica Natività lignea realizzata oltre 600 anni fa, solitamente nascosta all’interno
di un armadio in legno nella parete meridionale. Le finestrelle intorno alla cupola
ovale sopra gli scranni del coro appartengono a una seconda cantoria, che rimaneva
nascosta alla vista per consentire anche alle monache malate e costrette a letto di
prendere parte alla messa.
TRE GIORNI PERFETTI
Primo giorno: chiostri, attrazioni classiche e Campari Iniziate con
l’esplosione di colori del chiostro della Basilica di Santa Chiara, poi
ammirate il capolavoro assoluto del Cristo velato di Giuseppe Sanmartino
nella Cappella Sansevero ed esplorate le rovine romane nascoste sotto la
bellezza gotica del Complesso Monumentale di San Lorenzo Maggiore.
Dopo pranzo, che può essere una pizza a regola d’arte al Di Matteo o
qualche goloso spuntino per strada, lustratevi gli occhi con il capolavoro di
Caravaggio al Pio Monte della Misericordia e la cupola affrescata dal
Lanfranco nel Duomo, poi risalite ancora più indietro nel tempo al Museo
Archeologico Nazionale. Chiudete la giornata con le specialità regionali
della Taverna di Santa Chiara, seguite da un ultimo drink in Piazza
Bellini.

Secondo giorno: mercati, arte e lungomare


Al mattino presto fate due passi al mercato della Pignasecca prima di
dedicarvi ai capolavori del Palazzo Reale di Capodimonte o della
Certosa e Museo di San Martino. Nel pomeriggio scendete al mare; dopo
aver pranzato alla Trattoria Castel dell’Ovo, salite sulla sommità del
vicino Castel dell’Ovo per ammirare la splendida vista. Da qui, con una
breve passeggiata arriverete all’esclusiva zona dello shopping di Chiaia.
Dopo esservi rifatti il guardaroba, andate a bervi un bicchiere di Falanghina
all’Enoteca Belledonne prima di cenare all’Ebbrezza di Noè, L’Altro
Loco o al più informale Muu Muuzzarella Lounge.

Terzo giorno: il Vesuvio e le città sepolte


Salite sul Vesuvio per ammirare il panorama e trovarvi faccia a faccia con
il suo cratere. Scendete lungo le falde ed esplorate le antiche strade di
Pompei o di Ercolano, poi tornate in città in tempo per uno spettacolo (che
avrete già prenotato) al Teatro San Carlo.
Museo Filangieri
MUSEO
(cartina; /fax 081 20 31 75; www.salviamoilmuseofilangieri.org; Via Duomo 288; ingresso €5, fino a 30 min
prima della chiusura; 10-16 mar-sab; 10-14 dom C55 fino a Via Duomo,Questo museo
Duomo)
ospita un’eterogenea collezione che spazia dalle armature asiatiche ed europee alle
ceramiche antiche, passando per una superba raccolta di dipinti realizzati fra il XV e
il XIX secolo. Gran parte delle opere appartenevano a Gaetano Filangieri, principe
della Napoli ottocentesca, la cui biblioteca privata, con preziosi rivestimenti in noce,
si apriva sulla splendida visione dall’alto della Sala Agata (recentemente restaurata),
dove è esposta buona parte della collezione. Il piano terra è invece usato per ospitare
eventi culturali tra cui concerti di musica classica.
Fra i pezzi più pregiati spiccano la delicata scultura Testa di fanciullo imberbe di
Luca della Robbia, lo spiritoso dipinto Interno di taverna di Adriaen Hendriex van
Ostade e la tela Santa Maria Egiziaca di Jusepe de Ribera, carica di pathos.
Il palazzo in sé, risalente al tardo Quattrocento, mostra ampie influenze
dell’architettura rinascimentale fiorentina. Per quanto incredibile, verso il 1880 il
palazzo venne completamente smantellato e rimontato 20 m più indietro per
consentire l’ampliamento di Via Duomo.
Pio Monte della Misericordia
CHIESA, MUSEO
(cartina; 081 44 69 44; www.piomontedellamisericordia.it; Via dei Tribunali 253; interi/ridotti €7/5; 9-14
gio-mar, fino alle 17 mar e gio; Il primo piano di questa chiesa
C55 fino a Via Duomo)
secentesca a pianta ottagonale ospita una piccola ma interessante pinacoteca con
opere di artisti rinascimentali e barocchi, tra cui Francesco de Mura, Jusepe de
Ribera, Andrea Vaccaro e Paul van Somer. Vi si trovano anche opere di artisti
contemporanei, italiani e stranieri, ispirati dal capolavoro di Caravaggio Le Sette
Opere di Misericordia; questo dipinto, considerato da molti il più importante della
città, campeggia sopra l’altare maggiore della cappella al piano terra.
Splendida dimostrazione della tecnica caravaggesca del chiaroscuro, che ebbe un
impatto rivoluzionario sugli ambienti artistici napoletani, la coreografia del dipinto è
straordinaria per la capacità di sintetizzare in un’unica scena tutte e sette le opere di
misericordia. Nella galleria al primo piano è esposta la Declaratoria del 14 Ottobre
1607, un documento ecclesiastico originale che riconosce il pagamento di 400 ducati
a Caravaggio quale compenso per l’opera.
Sul lato opposto della strada svetta la Guglia di San Gennaro (Piazza Riario
Sforza), formata da un fusto in pietra scolpito da Cosimo Fanzago e sormontata da
una statua bronzea forgiata da Tommaso Montani; fu eretta nel 1636 come
ringraziamento al santo patrono per aver protetto Napoli dall’eruzione del Vesuvio
del 1631.
Duomo
CATTEDRALE
(cartina; 081 44 90 97; Via Duomo 149; ingresso al Battistero €1,50; cattedrale 8.30-13.30 e 14.30-20 lun-
sab, 8.30-13.30 e 16.30-19.30 dom, battistero 8.30-13 lun-sab, 8.30-12.30 e 17-18.30 dom; C55 fino a Via
Duomo, Che siate interessati all’affresco di Giovanni Lanfranco nella
Piazza Cavour)
Cappella di San Gennaro, ai mosaici del IV secolo nel battistero o al miracolo del
sangue di san Gennaro che si ripete tre volte all’anno, non perdetevi il Duomo di
Napoli. Commissionato da Carlo I d’Angiò nel 1272 e consacrato nel 1315, fu in
gran parte distrutto da un terremoto nel 1456 e subì ripetute modifiche nel corso dei
secoli successivi.
Fra gli interventi più significativi spicca la splendida facciata neogotica, che fu
aggiunta solo alla fine del XIX secolo. Entrando, noterete immediatamente il soffitto
dorato a cassettoni che sormonta la navata centrale, decorato secondo i dettami dello
stile tardomanierista. Le decorazioni nelle parti alte della navata e nel transetto sono
frutto del genio barocco di Luca Giordano.
Aperta sulla navata destra, la secentesca Cappella di San Gennaro (chiamata anche
Cappella del Tesoro) fu progettata da Giovanni Cola di Franco e completata nel
1637. Alla cappella lavorarono gli artisti più rinomati dell’epoca, che crearono uno
dei massimi capolavori barocchi della città. Tra le opere di maggior rilievo figurano
il dipinto di Jusepe de Ribera San Gennaro esce illeso dalla fornace, mirabile per la
sua forza espressiva, e la vertiginosa cupola affrescata da Giovanni Lanfranco.
Nascosto in un forziere dietro l’altare si trova un busto d’argento del XIV secolo nel
quale sono conservati il teschio di san Gennaro e le due ampolle che ne contengono
il sangue miracoloso.
La cappella successiva verso l’abside del Duomo contiene un’urna con le ossa del
santo e un armadio colmo di femori, tibie e fibule. Sotto l’altare maggiore si trova la
Cappella Carafa (o del Succorpo), realizzata in epoca rinascimentale per custodire
altre reliquie.
Lungo la navata sinistra si apre la Basilica di Santa Restituta, edificata nel IV
secolo ma quasi completamente rifatta dopo il terremoto del 1688. Da qui si accede
al Battistero di San Giovanni in Fonte, il più antico dell’Europa occidentale,
impreziosito da sfavillanti mosaici del IV secolo. L’area archeologica nel
sottosuolo del Duomo, che conserva affascinanti resti di edifici e strade di epoca
greca e romana, è purtroppo chiusa a tempo indeterminato.
Museo del Tesoro di San Gennaro
MUSEO
(cartina; 081 29 49 80; www.museosangennaro.it; Via Duomo 149; ingresso €5; 9-18 Pasqua-metà gen,
orario ridotto il resto dell’anno; C55 fino a Via Duomo, Se vi interessa la lunga
Piazza Cavour)
storia di amore e devozione che lega i napoletani a san Gennaro, date un’occhiata
all’abbagliante tesoro del santo custodito nel Museo del Tesoro di San Gennaro,
adiacente al Duomo. Fra i doni offerti al patrono della città potrete ammirare superbi
busti bronzei, ampolle d’argento e perfino una portantina dorata del XVIII secolo
usata per trasportare la sua statua in processione nei giorni di pioggia. Ma il
capolavoro assoluto della collezione è la straordinaria mitra realizzata nel XVIII
secolo da Matteo Treglia e tempestata di 3694 pietre preziose: 3328 diamanti, 198
smeraldi e 168 rubini.
Al piano superiore, la Sacrestia dell’Immacolata sfoggia magnifici affreschi
secenceschi di Luca Giordano e Giacomo Farelli. Gli affreschi dell’antisacrestia,
opera di Francesco Maria Russo, documentano già la passione per i colori vivi e
cangianti che caratterizzeranno l’opera più celebre dell’artista: gli affreschi nella
Cappella Sansevero. La mano di Luca Giordano compare nuovamente nella
Sacrestia Nuova, dove il soffitto affrescato è una delle rare opere che l’artista iniziò
e portò a termine da solo.
BANKSY, STREET ART A NAPOLI
Il fiore all’occhiello di Piazza Girolamini è ovviamente la chiesa barocca
che dà il nome alla piazza, affacciata su Via dei Tribunali. Eppure, su un
muro a destra dell’edificio, scoprirete un altro gioiello, in questo caso
assolutamente contemporaneo: uno stencil che raffigura una Madonna
sotto a una pistola aureolata. Quest’immagine seminascosta, tipicamente
napoletana nel suo mescolare sacro e profano, è stata realizzata dall’artista
britannico Banksy, uno dei massimi esponenti della street art. A Napoli
Banksy ha donato anche un’altra opera, un’interpretazione dell’Estasi di
Santa Teresa del Bernini con un pasto di McDonald e una Coca Cola in
grembo, ricoperta nel 2010 da un writer meno dotato.
La Madonna di Banksy è una delle tante estrose, incisive e provocatorie
opere di street art disseminate per la città. Fra i talenti locali più noti
ricordiamo il duo cyop&kaf (www.cyopekaf.org), Diego Miedo
(www.diegomiedo.org) e Felice Pignataro (www.felicepignataro.org). Se
v’interessa esplorare il mondo della street art napoletana, potrete
partecipare a un itinerario a piedi organizzato, in genere nei weekend, da
Napoli Paint Stories ( 333 1589423; napolipaintstories@gmail.com; €8
per persona; orario variabile, in genere sab e dom). Per maggiori
informazioni consultate la pagina Facebook di Napoli Paint Stories.
Complesso Monumentale dei Girolamini
CHIESA, GALLERIA D’ARTE
(cartina; 081 229 45 71; Via Duomo 142; interi/ridotti €5/2,50; 8.30-19 lun, mar, gio e ven, fino alle 14 sab
e dom; C55 fino a Via Duomo, La Chiesa dei Girolamini, che al momento
Piazza Cavour)
delle nostre ricerche era chiusa al pubblico per motivi di sicurezza, presenta due
facciate; la più maestosa è quella che dà su Piazza dei Girolamini in Via dei
Tribunali e risale al XVIII secolo. All’interno custodisce numerosi gioielli barocchi,
fra cui gli affreschi di Francesco Solimena e una coppia di angeli monumentali in
marmo realizzati nel XVIII secolo dallo scultore Giuseppe Sanmartino; sono
considerati la sua opera migliore dopo il Cristo velato. Nell’adiacente convento
secentesco si aprono due bellissimi chiostri e una piccola galleria d’arte con opere
di maestri napoletani del XVI, XVII e XVIII secolo. Il complesso cinquecentesco
ospita anche la Biblioteca dei Girolamini (1586), la prima fondata a Napoli e la
seconda più antica d’Italia. Nel 2013 fu colpita da uno scandalo che fece scalpore in
tutto il mondo: il suo direttore, Marino Massimo De Caro, fu infatti accusato di aver
trafugato centinaia di volumi rari e preziosi che facevano parte della collezione.
Anche la biblioteca è attualmente chiusa al pubblico.
Museo Diocesano di Napoli
MUSEO
(cartina; 081 557 13 65; www.museodiocesanonapoli.it; Chiesa di Santa Maria Donnaregina Nuova e Vecchia,
Largo Donnaregina; interi/ridotti €6/4; 9.30-16.30 lun e mer-sab, 9.30-14 dom; Quello
Piazza Cavour)
che un tempo era un luogo di culto in puro stile barocco oggi ospita una collezione
di arte sacra. Molti dei dipinti, trittici e sculture esposti provengono da chiese ormai
chiuse. Fra le opere più significative spiccano le ultime tele di Luca Giordano, ai lati
dell’altare maggiore, il San Sebastiano curato da Sant’Irene di Paolo De Matteis e
un affresco del giovane Francesco Solimena, Il miracolo delle rose di San
Francesco, nel Coro delle Monache. Dal museo si accede alla Chiesa di
Donnaregina Vecchia, in stile gotico, che vanta il più grande ciclo di affreschi della
Napoli trecentesca.
Gli affreschi che ricoprono le pareti del Coro delle Monache di Donnaregina Vecchia
sono attribuiti a vari artisti, fra cui Pietro Cavallini e Filippo Rusuti. Particolarmente
mirabili sono le scene a colori brillanti che raffigurano il martirio di sant’Orsola
sulla parete di fondo. Se riuscite a staccare lo sguardo da tanta bellezza, alzate gli
occhi per ammirare il soffitto a cassettoni realizzato da Pietro Belverte all’inizio del
XVI secolo. Al piano inferiore, un piccolo chiostro rivestito di marmo offre una
bella prospettiva sulla facciata gotica originale di Donnaregina Vecchia, mentre,
all’interno della chiesa, l’austera navata gotica ospita il sepolcro impreziosito da
mosaici di Maria d’Ungheria, moglie di Carlo II d’Angiò (1257-1323), un
capolavoro trecentesco attribuito a Tino di Camaino e Gagliardo Primario. Di fronte
al sepolcro si apre la Cappella Loffredo, che conserva vividi affreschi trecenteschi;
fra questi, la scena truculenta di san Giovanni immerso nell’olio bollente.
Spesso, nei weekend di aprile e maggio, si tengono concerti di musica all’interno di
Donnaregina Nuova. Per informazioni aggiornate sul programma consultate il sito
web del museo o i giornali locali. I biglietti per i concerti si acquistano sul posto.
PIÙ VEDI, MENO PAGHI
Se avete intenzione di visitare parecchi siti di Napoli, la Campania
artecard ( 800 60 06 01; www.campaniartecard.it) è un ottimo
investimento. È un biglietto cumulativo valido per l’ingresso ai musei e
l’uso dei mezzi pubblici. Sono disponibili diverse formule: per esempio, il
biglietto per tre giorni a Napoli (interi/ridotti €21/12) dà accesso gratuito a
tre siti che aderiscono all’iniziativa, il 50% di sconto sull’ingresso a tutti gli
altri siti e l’utilizzo gratuito dei mezzi pubblici dell’area urbana di Napoli.
Oppure c’è il biglietto ‘Tutta la Regione’ (€34), che dura sette giorni e
include l’accesso gratuito a cinque siti e l’ingresso scontato in siti fuori
città, come Caserta, Ravello (Costiera Amalfitana) e Paestum. Questo
biglietto non include però il trasporto. Le varie artecard si possono
acquistare online, all’apposito sportello nell’ufficio turistico della Stazione
Centrale o presso i siti e i musei che aderiscono all’iniziativa.
MADRE
GALLERIA D’ARTE
(Museo d’ Arte Contemporanea Donnaregina; cartina; 081 1931 3016; www.madrenapoli.it; Via Settembrini
79; interi/ridotti €7/3,50, lun gratuito; Se avete
10-19.30 lun e mer-sab, fino alle 20 dom; Piazza Cavour)
fatto il pieno di Madonne col Bambino e santi martirizzati, rigeneratevi al museo
d’arte moderna e contemporanea di Napoli. Iniziate dal terzo piano per un’occhiata
alle mostre temporanee, poi scendete al secondo, dove si trova la collezione
permanente di pitture, sculture e installazioni del XX e XXI secolo. Vedrete opere di
Olafur Eliasson, Shirin Neshat e Julian Beck e, fra i grandi nomi italiani, Mario
Merz e Michelangelo Pistoletto. Al primo piano sono esposte installazioni
appositamente commissionate ad artisti quali Francesco Clemente, Anish Kapoor e
Rebecca Horn.
MADRE ospita anche eventi speciali di vario genere, perfino feste e serate con DJ.
Per il calendario aggiornato consultate la pagina Facebook del museo.
T293
GALLERIA D’ARTE
(cartina; 081 29 58 82; www.t293.it; Via dei Tribunali 293; 12-19 lun-ven; C55 fino a Via Duomo,
Piazza Cavour) La T293 è una fantastica sorpresa per gli appassionati d’ arte
contemporanea. Nascosta in cima a un’anonima scalinata, è specializzata in opere
altamente provocatorie. Qui sono stati esposti dipinti, sculture e installazioni di
alcuni degli artisti più stimolanti del panorama artistico internazionale, come Henrik
Olai Kaarstein, Helen Marten e Martin Soto Climent. Per informazioni sulle mostre
in programma consultate il sito web.
Complesso Monumentale di San Lorenzo Maggiore
SITO ARCHEOLOGICO
(cartina; 081 211 08 60; www.sanlorenzomaggiorenapoli.it; Via dei Tribunali 316; chiesa ingresso libero,
scavi e museo interi/ridotti €9/7; 9.30-17.30; C55 fino a Via Duomo, Gli
Piazza Cavour, Dante)
appassionati di storia e architettura non dovrebbero perdersi la visita di questo
complesso sacro, articolato su più livelli, la cui superba Basilica è una delle strutture
medievali più belle di Napoli. A eccezione della piccola facciata progettata da
Ferdinando Sanfelice, della Cappella al Rosario e del Cappellone di Sant’Antonio, il
rifacimento in stile barocco del complesso fu rimosso il secolo scorso per riportare
alla luce l’austera eleganza gotica originale. Nei sotterranei della basilica, una vasta
rete di straordinarie rovine vi trasporterà indietro nel tempo di un paio di millenni.
Camminando tra gli antichi panifici, le taverne e i lavatoi della città greco-romana
avrete l’impressione che il passato riprenda vita. All’estremità del cardo si trovano
sette ambienti sormontati da volte a botte che facevano parte del mercato coperto.
I lavori per la Basilica furono avviati nel 1270 su progetto di architetti francesi, che
ne costruirono l’abside. Nel secolo successivo subentrarono architetti locali, che
riutilizzarono antiche colonne nella navata. Caterina d’Austria, morta nel 1323, è
sepolta qui in una bella tomba mosaicata. Si dice che in questa chiesa Boccaccio si
fosse innamorato della nobildonna Maria dei conti d’Aquino, alla quale è ispirato il
personaggio di Fiammetta del Decameron, mentre Petrarca abitò nel convento
adiacente nel 1345. All’interno del complesso sacro si trovano anche il Museo
dell’Opera di San Lorenzo Maggiore e la sua affascinante raccolta di reperti
archeologici di epoca greco-romana, fra cui sarcofagi, ceramiche e vasellame
provenienti dagli scavi sottostanti. Completano la collezione vivaci ceramiche del IX
secolo, affreschi angioini, dipinti di Giuseppe Marullo e Luigi Velpi e preziosi
paramenti sacri del XVII e XVIII secolo.
Basilica di San Paolo Maggiore
CHIESA
(cartina; 081 45 40 48; Piazza San Gaetano 76; 9-17.45 lun-sab; C55 fino a Via Duomo; Museo)
Risalente in origine all’VIII secolo, questa magnifica chiesa fu quasi interamente
ricostruita sul finire del XVI secolo. L’interno, imponente e impreziosito da stucchi
dorati, sfoggia dipinti di Massimo Stanzione e Paolo de Matteis e un superlativo
pavimento geometrico di Nicola Tammaro. L’elemento di maggior rilievo è però la
sacrestia, sontuosamente decorata con i luminosi affreschi del maestro barocco
Francesco Solimena. Costruita nel 1603, la doppia scalinata che completa la facciata
principale è opera di Francesco Grimaldi. Molto più antiche sono le due colonne ai
lati dell’entrata, provenienti dal tempio romano di Castore e Polluce che sorgeva sul
sito.
Napoli sotterranea
SITO ARCHEOLOGICO
(cartina; 081 29 69 44; www.napolisotterranea.org; Piazza San Gaetano 68; interi/ridotti €10/8; visite ogni
ora 10-18, visita supplementare gio alle 21 con un minimo di 10 partecipanti; C55 fino a Via Duomo,
Piazza Cavour, Una suggestiva visita guidata vi condurrà 40 m sotto il livello
Dante)
stradale per esplorare l’antico labirinto di acquedotti, gallerie e cisterne che si dipana
sotto la città.
I primi a scavare questo dedalo di gallerie furono gli antichi greci, che le
utilizzavano per estrarre dal sottosuolo tufo da costruzione e per canalizzare i corsi
d’acqua provenienti dal Vesuvio. Ampliata dai romani, la rete di condutture e
cisterne fu poi utilizzata come rifugio antiaereo durante la seconda guerra mondiale.
Parte della visita si svolge a lume di candela attraverso passaggi estremamente
angusti, dove le taglie forti e i claustrofobici potrebbero avere qualche problema...
Complesso Museale di Santa Maria delle Anime del
Purgatorio ad Arco
CHIESA, MUSEO
(cartina; 333 383 25 61; www.purgatorioadarco.it; Via dei Tribunali 39; visite guidate interi/ridotti/ragazzi
fino a 18 anni €5/4/3; Consacrata nel
visite guidate ogni 30 min 10-14 lun-ven, 10-17 sab; Dante)
1638, la suggestiva ‘chiesa d’e cape e’ morte’ sorge su due livelli. Nella chiesa
superiore sono custoditi pregevoli dipinti come La morte di Sant’Alessio di Luca
Giordano e la Madonna delle anime purganti di Massimo Stanzione, mentre la
chiesa inferiore (accessibile soltanto partecipando alla visita guidata) è nota
soprattutto per essere il centro del culto delle cosiddette ‘anime pezzentelle’, le
anime dei poveri.
Fra il XVII secolo e l’inizio del XIX, la grande tomba senza nome al centro della
chiesa inferiore accolse le spoglie di innumerevoli napoletani che non potevano
permettersi di essere sepolti nella chiesa. Stipato di ossa appartenenti a ignoti,
l’ipogeo divenne l’epicentro del culto delle anime pezzentelle, i cui seguaci
adottavano i teschi e pregavano per le loro anime nella speranza che, una volta
raggiunto il Paradiso, esse concedessero grazie e benedizioni in segno di
riconoscenza. In questa chiesa si celebravano fino a 60 messe quotidiane e nel
giorno di Ognissanti la fila di fedeli diretti alla tomba sotterranea copriva l’intera
distanza di 450 m tra la chiesa e il Duomo. Le sepolture dei defunti in questo sito
cessarono poco dopo l’Editto di Saint-Cloud (con cui Napoleone stabilì che le tombe
venissero poste al di fuori del perimetro urbano), ma le nicchie votive scavate nelle
sue pareti non furono rimosse. La più famosa appartiene a ‘Lucia’, un teschio
coronato da un diadema e battezzato con il nome che compare su un’insegna al neon
a sinistra della nicchia. Si racconta che il teschio appartenga a una sposa adolescente
vissuta nel XVIII secolo, la cui tragica morte per tubercolosi le valse il titolo
ufficioso di protettrice delle giovani spose. Ancora oggi la sua nicchia è adorna di
gioielli e bouquet nuziali, lasciati in dono da quanti continuano a onorare il culto
delle anime pezzentelle.
La visita guidata conduce anche nella sacrestia della chiesa superiore, in cui è
esposta una piccola ma bellissima collezione di oggetti votivi e paramenti
ecclesiastici. Di tanto in tanto la chiesa ospita eventi culturali serali: per
informazioni sul programma consultate il sito web.
Chiesa di San Pietro a Majella
CHIESA
(cartina; Piazza Luigi Miraglia 25; 9-13 lun-dom; Dedicata all’eremita Pietro del
Dante)
Morrone, che nel 1294 sarebbe diventato papa Celestino V, questa chiesa fonde
mirabilmente l’austerità gotica e l’esuberanza barocca. La cappella a sinistra del
presbiterio è decorata da affreschi del XIV secolo di Giovanni Barrile, mentre il
soffitto della navata centrale sfoggia 10 splendidi dipinti dell’artista barocco Mattia
Preti.
Altri tocchi barocchi furono apportati da Cosimo Fanzago, autore dell’altare
marmoreo, della balaustra policroma e del pavimento del transetto, così come da
Massimo Stanzione, la cui Madonna che appare a San Pietro Celestino campeggia
in una delle cappelle laterali sulla destra. Il Conservatorio di Musica San Pietro a
Majella di Napoli, uno dei più importanti in Italia, si trova nel convento adiacente.
ARTE SOTTERRANEA
A Napoli l’espressione ‘arte underground’ fa riferimento alle tante stazioni
della metropolitana progettate o decorate da importanti artisti italiani e
stranieri. Potrete ammirare opere come la spirale in neon blu sabbiato,
policarbonato e carta di Mario Merz nella stazione Vanvitelli, la divertente
installazione di Fiat Cinquecento realizzata da Perino & Vele alla stazione
Salvator Rosa e i variopinti wall drawings di Sol LeWitt alla stazione
Materdei. E poi ci sono le istantanee scattate da celebri fotografi italiani
nella stazione Museo, così come l’inquietante installazione di Jannis
Kounellis alla stazione Dante, con scarpe inchiodate alla parete da
traversine dei binari.
Le ‘stazioni dell’arte’ si trovano per la maggior parte sulla linea 1,
recentemente ampliata. Una delle più sorprendenti è presso la fermata
Università, nata dal genio artistico di Karim Rashid, architetto di origine
egiziana affermatosi nel campo del design industriale. Emblematica dello
stile di Rashid, la stazione è un caleidoscopico omaggio all’era digitale
declinato in sfumature pastello. L’ingresso è rivestito di mattonelle bianche,
ciascuna delle quali reca impressa una parola coniata negli ultimi decenni.
Nell’atrio vero e proprio si vedono forme lenticolari che cambiano
prospettiva e colore, una scultura in acciaio che rimanda all’intelligenza
umana e al reticolo neurale del cervello, scalinate decorate con le immagini
astratte di Dante e Beatrice e intere pareti lungo le banchine ricoperte da
pannelli luminosi ‘animati’ (fissateli a lungo).
Ancora più stupefacente è la stazione Toledo, in cima alla classifica delle
stazioni di metropolitana più belle d’Europa stilata dalla CNN nel 2014.
Nell’atrio, i resti della cinta muraria aragonese rinvenuti durante gli scavi si
amalgamano con uno spettacolare mosaico parietale realizzato dall’artista
concettuale William Kentridge; quest’ultimo è una carrellata dei principali
simboli della tradizione e della cultura napoletana, da san Gennaro al
pizzaiolo, fino alla celebre scultura dell’Atlante Farnese esposta al Museo
Archeologico Nazionale. Sempre di Kentridge è il murales sopra le scale
mobili (pare che la figura del gatto rappresenti l’artista stesso). La stazione
Toledo penetra nel sottosuolo fino a 50 m di profondità, una caratteristica
che si riflette nella scelta cromatica dei rivestimenti, che dall’ocra
(un’allusione ai caldi colori della terra e del tufo napoletano) virano verso
le più intense tonalità del blu via via che le scale mobili scendono fino al
livello dei binari. Qui, nelle ‘profondità degli abissi’, domina la spettacolare
bocca ovoidale del Crater de Luz, un grande cono rivestito di mosaici che
attraversa tutti i piani della stazione inondando di luce naturale la parte più
bassa. Questa installazione luminosa è opera dell’artista Bob Wilson, lo
stesso che ha concepito la ‘galleria del mare’, dove si susseguono pannelli
animati a luce a LED che rappresentano il mare increspato dalle onde.
La stazione Municipio, progettata dagli architetti Alvaro Siza ed Eduardo
Souto De Mura e inaugurata nel 2015, ha un proprio spazio museale in cui
sono esposti circa 3000 reperti rinvenuti durante i lavori di scavo della
metropolitana, fra cui splendide ceramiche romane e i resti sensazionali del
porto di età greco-romana. La base di una torre angioina del XIV secolo, la
Torre dell’Incoronata, fa bella mostra di sé nell’atrio, accanto a
un’installazione appositamente commissionata all’artista israeliana Michal
Rovner. L’accostamento di antico e contemporaneo caratterizza anche la
stazione Duomo (con apertura da definire), sormontata dalla bolla in vetro e
acciaio dell’archistar Massimiliano Fuksas, attraverso la quale la luce
naturale penetra nel sottosuolo per illuminare il Tempio dei Giochi
Isolimpici di età augustea, versione locale delle antiche Olimpiadi greche.
Per maggiori informazioni sulle stazioni dell’arte di Napoli, scaricate
gratuitamente le schede informative in PDF dal sito dell’ANM
(www.anm.it); cliccate su Metro Art/Le Stazioni dell’Arte. Ora non vi resta
che prendere un biglietto della metro, scendere sottoterra e lasciarvi
trasportare dalle emozioni.
Port’Alba
STRADA
(cartina; Via Port’Alba; Questa zona molto pittoresca nel cuore del centro storico si
Dante)
anima soprattutto nei pomeriggi dei giorni feriali. Gremita di librerie e bancarelle di
libri usati, è il posto giusto dove scovare qualche classico rilegato in pelle, un
Manzoni con le orecchie alle pagine, vecchie cartoline e riviste d’annata. La porta,
che immette in Piazza Dante, fu aperta nel 1625 da Antonio Álvarez, il viceré
spagnolo di Napoli.
All’estremità orientale di Via Port’Alba, Via San Sebastiano corre in direzione sud
con la più grande concentrazione al mondo di negozi di strumenti musicali.
Piazza Bellini
PIAZZA
(cartina; Questa piazza suggestiva gremita di bar è uno dei posti migliori per
Dante)
rilassarsi davanti a uno Spritz. Impreziosita dai resti delle antiche mura greche
risalenti al IV secolo, è il luogo di ritrovo di intellettuali e tipi alternativi che offre il
meglio di sé soprattutto la sera, quando si riempie di universitari, personaggi
dall’aria anticonformista e incroci di sguardi ammiccanti. In linea di massima, nei
bar della parte occidentale della piazza si ritrovano soprattutto i napoletani, mentre
quelli della parte orientale sono più frequentati da chi viene da fuori.
Ospedale degli Incurabili
EDIFICIO STORICO
(cartina; 081 44 06 47; info@ilfarodippocrate.it; Via Maria Longo 50; visita guidata su prenotazione di
Farmacia, Orto Medico, Museo delle Arti Sanitarie e Chiostro di Santa Maria delle Grazie €10; visita guidata
sab mattina alle 10 e alle 12; In questo ospedale e complesso monastico
Piazza Cavour, Museo)
del XVI secolo si trova il piccolo Museo delle Arti Sanitarie e di Storia della
Medicina (ingresso libero, è gradita un’offerta; 9-13 lun-ven), che espone
un’infinità di antichi e rari strumenti medico-chirurgici fra cui un ‘defibrillatore’ del
XVIII secolo, una farmacia portatile decorata con paesaggi romani e una maschera
di legno a forma di lungo becco indossata dai medici per proteggersi dalla peste che
periodicamente infestava la città. È qui che potrete prenotare la visita guidata della
vicina Farmacia Storica dell’Ospedale degli Incurabili, una magnifica spezieria del
Settecento.
Le visite della farmacia si svolgono soltanto il sabato mattina e si possono prenotare
online o chiamando il museo. Articolata in uno splendido salone e un piccolo
laboratorio, è tuttora arredata con elaborati stigli (mobili a vetrina) di noce che
racchiudono preziosi vasi maiolicati, mentre la leggendaria tela di Pietro Bardellino
sul soffitto raffigura l’episodio dell’Iliade in cui Macaone cura il guerriero Menelao
ferito. Più comune, ma non meno notevole, è l’intarsio in stile rococò nel salone
principale, che raffigura l’allegoria di un parto cesareo.
Alla realizzazione della farmacia lavorarono alcuni dei migliori artisti e architetti
barocchi di Napoli: Domenico Antonio Vaccaro progettò la facciata, Bartolomeo
Vecchione disegnò l’interno, mentre Gennaro di Fiore eseguì le decorazioni a
intaglio delle scaffalature; quest’ultimo collaborò anche con Carlo Vanvitelli alla
Reggia di Caserta. I vasi maiolicati furono dipinti da Lorenzo Salandra e Donato
Massa, celebri soprattutto per le maioliche del chiostro della Basilica di Santa
Chiara. Non a caso, la farmacia è universalmente considerata una delle più
importanti espressioni artistiche del primo Settecento napoletano.
Il museo e la farmacia si affacciano entrambi sul Cortile degli Incurabili, dove una
scalinata conduce al corpo principale dell’ospedale; da questo si accede all’Orto
Medico, un deliziosa oasi di verde adorna di piante ed erbe officinali al cui centro
troneggia un immenso albero di canfora, vecchio di 400 anni, che fa ombra a una
piccola fontana. Proseguendo incontrerete il piccolo Chiostro di Santa Maria delle
Grazie, dal lussureggiante fogliame tropicale inquadrato da un porticato a volta
affrescato.
Mercato di Porta Nolana
MERCATO
(cartina; Porta Nolana; 8-18 lun-sab, fino alle 14 dom; La Napoli più chiassosa e
Garibaldi)
pittoresca si concentra in questo vivacissimo mercato all’aperto, uno dei più
caratteristici della città, dove pescivendoli e ortolani decantano a gran voce i loro
prodotti accanto a negozi gestiti da cinesi, panifici e gastronomie che sprigionano
profumi invitanti e i classici banchetti di sigarette di contrabbando. Qui troverete
davvero di tutto, dai pomodori succosi alle mozzarelle gonfie di latte, dalle fritture
dorate alle valigie a poco prezzo e i CD pirata. Il nome del mercato deriva dalla
porta medievale di Napoli, Porta Nolana, che si apre all’inizio di Via Sopramuro.
Le sue due torri cilindriche, chiamate Fede e Speranza, sostengono un arco decorato
da un bassorilievo equestre raffigurante Ferdinando I d’Aragona (re di Napoli come
Ferdinando II).
Itinerario a piedi
Centro storico: un gioiello dell’UNESCO

INIZIO PORTA NOLANA FINE PIAZZA


BELLINI LUNGHEZZA 3 KM; QUATTRO
ORE

Con oltre 2000 anni di storia alle spalle, il centro storico di Napoli è una babele di
contraddizioni, un dedalo di strade caotiche in cui si celano rovine silenziose,
facciate cadenti che nascondono sontuosi interni barocchi e nicchie votive accanto
a bar e locali. Nessun’altra parte della città è più affascinante di questa, né può
offrire un’analoga densità di tesori artistici e architettonici.
Iniziate la vostra passeggiata da Porta Nolana, la porta quattrocentesca della
città; il bassorilievo in marmo sulla facciata esterna raffigura Ferdinando I
d’Aragona (re di Napoli con il nome di Ferdinando II dal 1458 al 1494 e figlio
illegittimo di Alfonso V d’Aragona, che fu anch’egli re di Napoli come Alfonso I
dal 1442 al 1458), mentre sulla facciata interna campeggia un busto del XVII
secolo di san Gaetano. Oggi Porta Nolana è nota soprattutto come punto
d’accesso all’omonimo mercato.
Dopo aver esplorato il mercato, dirigetevi a ovest lungo Via Nolana. Attraversate
Corso Umberto I, girate a destra in Via Egiziaca a Forcella, poi ancora a destra in
Via dell’Annunziata. Poco più avanti, sulla destra, vi troverete davanti alla
Santissima Annunziata, famosa per il suo orfanatrofio e per la ‘ruota degli
innocenti’ dove un tempo venivano abbandonati i neonati. Tornate verso Via
Egiziaca a Forcella e imboccatela svoltando a destra. Dopo aver attraversato Via
Pietro Colletta, seguite la strada che piega verso sinistra per poi sbucare in Via
Vicaria Vecchia. All’altezza dell’incrocio con la trafficata Via Duomo sorge una
delle chiese più antiche di Napoli, la Basilica di San Giorgio Maggiore,
costruita da san Severo nel IV secolo ma diffusamente rimaneggiata da Cosimo
Fanzago verso la metà del Seicento; l’abside originale paleocristiano oggi fa parte
dell’entrata principale. Due isolati a nord-ovest lungo Via Duomo si erge il
Duomo.
Tornate in Via Duomo e proseguite fino a Via dei Tribunali. Chiamata dai romani
decumanus maior, questa strada corre parallela al decumanus inferior, l’attuale
Spaccanapoli, qui Via San Biagio dei Librai. Prima di piegare a destra per
addentrarvi nel cuore storico della città, fate una breve deviazione a sinistra per
ammirare il capolavoro del Caravaggio Le Sette Opere di Misericordia nel Pio
Monte della Misericordia. Nella piazzetta di fronte alla chiesa svetta la
Guglia di San Gennaro.
Dopo aver attraversato Via Duomo puntate su Piazza San Gaetano, circa 150 m
più avanti sulla destra. La piccola piazza dove anticamente si trovava il foro
romano è oggi dominata dalla maestosa Basilica di San Paolo Maggiore; la
sua sontuosa sacrestia barocca è uno dei gioielli nascosti di Napoli. Di fronte alla
piazza si trova il Complesso Monumentale di San Lorenzo Maggiore, la cui
splendida basilica gotica sorge sopra un sito archeologico di epoca romana. Dopo
un’occhiata alla chiesa, proseguite lungo Via San Gregorio Armeno,
tappezzata di negozi e botteghe che vendono le famose statuine del presepe. In
questa via si trovano anche la Chiesa e Chiostro di San Gregorio Armeno, in
stile rococò.
In fondo alla strada si sbuca in Via San Biagio dei Librai. Girate a destra e dopo
circa 250 m vi ritroverete in Piazzetta Nilo, dominata da una statua della
divinità. Meno imponente è l’altarino dedicato a Maradona all’interno del Bar
Nilo, sulla stessa piazza. Più avanti, sulla sinistra, sorge la Chiesa di
Sant’Angelo a Nilo, che custodisce un sepolcro di squisita fattura.
Da qui, pochi passi vi porteranno nella bellissima Piazza San Domenico
Maggiore, sulla quale si affaccia l’imponente Chiesa di San Domenico
Maggiore. Al n. 9 si trova il famigerato Palazzo Di Sangro, tristemente noto
per essere stato teatro del brutale assassinio di Maria d’Avalos e del suo amante
per mano del marito, il compositore Carlo Gesualdo da Venosa. Dietro l’angolo
dopo il palazzo corre Via Francesco de Sanctis, dove si trova l’imperdibile
Cappella Sansevero, un piccolo gioiello che custodisce la straordinaria scultura
del Cristo velato.
Tornati in Via San Biagio dei Librai, procedendo verso ovest la strada diventa Via
Benedetto Croce. Sulla sinistra, al n. 45, sorge Palazzo Carafa della Spina,
progettato da Domenico Fontana alla fine del Cinquecento e restaurato nella
prima metà del Settecento; il suo portone barocco è uno dei più belli di Napoli.
Continuando verso ovest s’incontra la Basilica di Santa Chiara,
minuziosamente ricostruita dopo i bombardamenti della seconda guerra mondiale.
Nella vicina Piazza del Gesù Nuovo, che la sera è un animato punto di ritrovo,
al n. 14 si trova la raffinata Libreria Dante & Descartes. Sul lato
settentrionale della piazza si affaccia la grandiosa Chiesa del Gesù Nuovo,
mentre al centro svetta la Guglia dell’Immacolata, realizzata fra il 1747 e il
1750; la statua in rame dorato della Vergine Maria fu aggiunta nel 1753.
I cinefili forse riconosceranno il balcone centrale di Palazzo Pandola al n. 33,
che compare nella scena finale del film di Vittorio de Sica Matrimonio all’italiana
(1964), con Sophia Loren e Marcello Mastroianni. Dalla piazza tornate indietro e
svoltate a sinistra in Via San Sebastiano; giunti alla traversa successiva, girate a
sinistra in Via Port’Alba, tappezzata di librerie, che conduce a Port’Alba, la
porta della città costruita nel 1625 che dà accesso a Piazza Dante.
Tornate indietro fino a Via San Sebastiano, svoltate a sinistra e, dopo un isolato
sulla vostra destra, sfocerete in Piazza Bellini, con i suoi numerosi caffè.
Chiesa di Santa Maria del Carmine
CHIESA
(cartina; 081 20 11 96; Piazza del Carmine 2; 6.30-12 lun, mar e gio-sab, fino alle 13.30 mer, fino alle 14
dom e festivi; 16.30-19.30 lun-dom; 151, 254, Con il suo campanile
1, 4 fino a Via Nuova Marina)
secentesco (il più alto di Napoli), questa chiesa è uno dei simboli della città, anche
perché custodisce un leggendario ‘crocifisso miracoloso’ appeso oggi in un
tabernacolo sotto l’arcata principale. Si narra infatti che nel 1439, durante la guerra
tra Alfonso V d’Aragona e Roberto d’Angiò, il crocifisso fosse riuscito a deviare
una palla di cannone sparata in direzione della chiesa. Altrettanto miracolosa è
ritenuta l’icona bizantina della Madonna della Bruna, risalente al XIII secolo, situata
alle spalle dell’altare maggiore e festeggiata ogni anno il 16 luglio con tanto di
fuochi d’artificio.
Di fatto, la Chiesa di Santa Maria del Carmine, oggetto di una profonda venerazione
tra i fedeli napoletani, è anch’essa avvolta nella leggenda. Secondo la tradizione
locale, quando nel 1268 Corradino di Svevia fu accusato di cospirazione contro il re
Carlo I d’Angiò e dunque imprigionato, sua madre Elisabetta di Baviera cercò
disperatamente di raccogliere il denaro per pagare il riscatto del figlio. Purtroppo il
denaro arrivò troppo tardi, e Corradino fu decapitato. Straziata, Elisabetta decise di
donare quel denaro alla Chiesa, a condizione che i frati carmelitani pregassero ogni
giorno per l’anima del figlio. Questi acconsentirono e fecero costruire la chiesa
attuale, dove nel transetto si trova una statua di Corradino.
Subito a nord-ovest della chiesa e di Piazza del Carmine si apre la Piazza del
Mercato, che fu teatro di eventi ancora più luttuosi: focolaio di un’epidemia di peste
nel 1656, fu anche il luogo in cui nel 1799 vennero giustiziati oltre 200 sventurati
sostenitori della Repubblica partenopea.
Toledo e Quartieri Spagnoli
Da non perdere
1 Galleria di Palazzo Zevallos Stigliano C5
Che cosa vedere
2 Casa e Chiesa di Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe C4
3 Chiesa di Sant’Anna dei Lombardi D2
4 Galleria Umberto I C5
5 La Pignasecca C2
6 Palazzo Gravina D2
Attività, corsi e tour
7 City Sightseeing Napoli D5
Pernottamento
8 Hotel Il Convento C4
9 Hotel San Francesco al Monte A3
10 Hotel Toledo C3
11 La Ciliegina Lifestyle Hotel D5
12 La Concordia B&B A5
13 Sui Tetti di Napoli C4
Pasti
14 Fantasia Gelati C2
15 Pintauro C5
Locali e vita notturna
16 Cammarota Spritz C4
Divertimenti
17 Galleria Toledo B3
Shopping
18 Talarico C3
Toledo e Quartieri Spagnoli
Con i bei palazzi signorili, Via Toledo (chiamata anche Via Roma) fu costruita nel
XVI secolo dal viceré spagnolo Don Pedro de Toledo; oggi è la principale arteria
commerciale della città, molto amata dai napoletani per le passeggiate serali.
Delimitata a sud dall’animata Piazza Trieste e Trento, più a nord costeggia Piazza
Dante e poi diventa Via Enrico Pessina, che passa accanto al Museo Archeologico
Nazionale in direzione di Capodimonte.
A ovest di Via Toledo s’intrecciano i vicoli dei Quartieri Spagnoli, originariamente
costruiti per alloggiare le truppe di Don Pedro. Pressoché privi di cose da vedere,
formano un pittoresco mosaico di panni stesi ad asciugare; sotto brulica la vita di
quartiere, con i suoi baretti, le trattorie e l’imperdibile mercato della Pignasecca,
pronti a offrire uno spaccato della Napoli popolana.
Museo Archeologico Nazionale
MUSEO
(cartina; 081 442 21 49; http://cir.campania.beniculturali.it/museoarcheologiconazionale; Piazza Museo
Nazionale 19; interi/ridotti €8/4; 9-19.30 mer-lun; Preparatevi ad ammirare
Museo, Piazza Cavour)
una delle collezioni d’arte greca e romana più belle del mondo. Nato come scuderia,
ma come tale mai utilizzato, il palazzo ospitò in seguito l’Università di Napoli,
finché, alla fine del XVIII secolo, Ferdinando IV non decise di farne un museo in cui
esporre la ricca collezione di antichità ereditata dalla nonna Elisabetta Farnese,
nonché i tesori rinvenuti durante gli scavi a Pompei e a Ercolano. Fra i pezzi più
preziosi spiccano la celebre scultura del Toro Farnese e una serie di straordinari
mosaici provenienti dalla Casa del Fauno a Pompei.
Prima di visitare il museo, valutate se acquistare il catalogo Il Museo Archeologico
Nazionale di Napoli (€12), pubblicato da Electa; se invece volete concentrarvi sui
pezzi più importanti, fatevi accompagnare dall’audioguida (€5). Per essere sicuri di
trovare aperte le sale che più v’interessano, date prima un colpo di telefono al
museo, perché la carenza di personale spesso comporta la chiusura di alcune sezioni
per parte della giornata.
Al piano interrato si trova la Collezione Borgia di epigrafi e reperti egizi, ma al
momento delle nostre ricerche era chiusa a tempo indeterminato. Al piano terra sono
esposte le imponenti sculture greche e romane della Collezione Farnese, fra cui il
Toro Farnese e il nerboruto Ercole. Scolpito agli inizi del III secolo d.C. e già
menzionato negli scritti di Plinio il Vecchio, il Toro Farnese è probabilmente la
copia romana di una scultura greca che raffigurava il supplizio di Dirce, regina di
Tebe. Scolpita in un unico, colossale blocco di marmo, l’opera fu scoperta nel 1545
nei pressi delle Terme di Caracalla a Roma e, dopo essere stata restaurata da
Michelangelo, venne inviata via mare a Napoli nel 1787. L’Ercole fu ritrovato nello
stesso scavo romano, ma privo degli arti inferiori; questi ultimi vennero poi alla luce
durante scavi successivi e i Borboni provvidero a risistemarli al loro posto.
Se avete poco tempo a disposizione, dopo aver ammirato questi due capolavori
andate direttamente al piano ammezzato, dove si trova una squisita collezione di
mosaici provenienti soprattutto da Pompei. Nella serie di quelli rinvenuti nella Casa
del Fauno, La battaglia di Alessandro contro Dario è davvero sensazionale. L’opera,
che misura 20 mq, è la raffigurazione più nota di Alessandro Magno e fu
probabilmente realizzata da artigiani alessandrini attivi in Italia verso la fine del II
secolo a.C.
Dalla zona dei mosaici si accede al Gabinetto Segreto, che ospita una piccola ma
celebre collezione di arte erotica antica. Il pezzo più famoso raffigura il dio Pan
mentre si unisce a una capra, una scultura piccola ma sorprendentemente raffinata,
scoperta nella Villa dei Papiri di Ercolano. Vedrete anche nove affreschi che
illustrano varie posizioni sessuali.
Al primo piano, quella che in origine era la biblioteca reale oggi è la vasta Sala
Meridiana; vi sono esposti la statua dell’Atlante Farnese, che sostiene il globo
terrestre sulle spalle, e dipinti della Collezione Farnese. Alzando lo sguardo vedrete
il caleidoscopio di colori dell’affresco realizzato nel 1781 da Pietro Bardellino, che
raffigura il (breve) trionfo di Ferdinando IV e della moglie Maria Carolina d’Austria
a Roma.
La parte restante del primo piano è in larga parte dedicata agli affascinanti reperti
provenienti da Pompei, Ercolano, Boscoreale, Stabiae e Cuma. Fra questi, gli estrosi
affreschi parietali rinvenuti nella Villa di Agrippa Postumo e nella Casa di
Meleagro, gli straordinari bronzi scoperti nella Villa dei Papiri, nonché suppellettili
in ceramica, vetro e rame cesellato e vasi funerari greci.
Galleria di Palazzo Zevallos Stigliano
GALLERIA D’ARTE
(cartina; 081 42 50 11, 800 454 229; www.palazzozevallos.com; Via Toledo 185; interi/ridotti €5/3; 10-18
mar-ven, fino alle 20 sab e dom; Costruito nel XVII secolo per un mercante
Municipio, Toledo)
spagnolo e radicalmente modificato in stile belle époque dall’architetto Luigi
Platania all’inizio del XX secolo, Palazzo Zevallos Stigliano ospita una piccola ma
straordinaria collezione di opere d’arte napoletana e italiana realizzate fra il XVII e
l’inizio del XX secolo. Il pezzo forte è l’ultimo grande capolavoro di Caravaggio, Il
martirio di Sant’Orsola (1610), che l’artista terminò qualche settimana prima di
morire in solitudine. Il dipinto raffigura la vendetta del re degli unni che trafigge al
cuore la santa per il suo il rifiuto di sposarlo; alle spalle della donna Caravaggio
dipinse se stesso, con l’espressione spettrale di chi presagisce l’imminenza della
propria fine. La storia travagliata dell’artista e del dipinto è molto ben documentata
dall’audioguida gratuita.
La tela di Caravaggio è una delle circa 120 opere esposte nelle sontuose sale del
palazzo, che annoverano altri capolavori quali Il ratto di Elena di Luca Giordano,
Giuditta decapita Oloferne, attribuito all’artista fiammingo Louis Finson, Agar e
Ismaele nel deserto confortati dall’angelo di Francesco Solimena e una serie di
sculture in bronzo e terracotta di Vincenzo Gemito. La collezione del palazzo
include una bella serie di pitture di paesaggi fra cui spicca l’affascinante Veduta di
Napoli con Largo di Palazzo di Gaspar van Wittel, che raffigura l’attuale Piazza del
Plebiscito all’inizio del Settecento. La fontana a tre archi in basso a destra del
dipinto è la Fontana dell’Immacolatella, progettata da Michelangelo Naccherini e
Pietro Bernini nel 1601; dopo vari spostamenti, oggi ha trovato la sua collocazione
definitiva all’angolo fra Via Partenope e Via Nazario Sauro, accanto a Borgo
Marinari. Gaspar van Wittel è il padre del celeberrimo architetto napoletano Luigi
Vanvitelli.
Piazza Dante
PIAZZA
(cartina; Nelle calde serate estive Piazza Dante si trasforma in un vivace salotto
Dante)
cittadino, dove intere famiglie vengono a passeggiare, mangiare, fumare, giocare a
carte, correre dietro a un pallone, chiacchierare e spettegolare.
Domina il lato orientale della piazza l’imponente facciata del Convitto Nazionale,
fiore all’occhiello della spettacolare piazza settecentesca progettata da Luigi
Vanvitelli e dedicata a Carlo III di Borbone (re di Napoli come Carlo VII), al centro
della quale oggi sorge una bianca statua di Dante orientata verso Via Toledo. Sotto la
superficie, la stazione della metropolitana di Piazza Dante funge anche da spazio
espositivo di opere d’ arte contemporanea, con installazioni create da nomi celebri
del panorama artistico mondiale. Scendendo con la scala mobile vedrete sopra di voi
l’opera di Joseph Kosuth Queste cose visibili, un’installazione luminosa al neon che
rimanda a un brano del Convivio di Dante. Lungo la parete in fondo alla scala
mobile noterete i pezzi di binari dell’artista Jannis Kounellis che inchiodano al muro
calzature abbandonate. Dietro di voi, sopra la seconda rampa di scale mobili,
campeggia Intermediterraneo di Michelangelo Pistoletto, una gigantesca cartina del
Mediterraneo disegnata su uno specchio.
Museo Nitsch
MUSEO
(cartina; 081 564 16 55; www.museonitsch.org; Vico Lungo Pontecorvo 29d; interi/ridotti €10/5; 10-19 lun-
ven, fino alle 14 sab; Nel 1974 l’artista sperimentale austriaco Hermann Nitsch fu
Dante)
invitato a Napoli per rappresentare una delle sue Aktionen (performance di carattere
rituale-sacrificale molto cruente); l’azione si concluse con il suo arresto immediato e
l’espulsione dall’Italia. Sconsigliato ai deboli di stomaco, il museo e centro culturale
documenta l’opera dissacrante e simbolica di questo artista estremo, oggi molto
apprezzato, attraverso fotografie, video, dipinti e strumenti di lavoro.
Allestito in una centrale elettrica riadattata, il centro ospita regolarmente iniziative
culturali e, dal tetto dell’edificio, si gode una vista spettacolare su Napoli e il
Vesuvio.
La Pignasecca
MERCATO
(cartina; Via Pignasecca; 8-13; Il più antico mercato all’aperto di Napoli è
Toledo)
un’esperienza multisensoriale, un mondo popolato da pesci guizzanti, prelibatezze di
ogni genere e casalinghe che con fare esperto scelgono la frutta e la verdura più
fresche. Ma oltre ai prodotti alimentari, le bancarelle vendono un’infinità di
mercanzie, dai profumi scontati alla biancheria per la casa, dai CD di hip hop
napoletano alle pantofole.
Chiesa di Sant’Anna dei Lombardi
CHIESA (cartina; 081 551 33 33; Piazzetta Monteoliveto; 10-13.30 e 14-16 lun-gio, fino alle 18 ven e
sab mag-set, fino alle 16 lun-sab il resto dell’anno; Questa magnifica chiesa è la
Toledo)
conferma degli stretti rapporti che un tempo legavano la dinastia d’Aragona di
Napoli a quella dei Medici di Firenze. Tra le sue opere più importanti spicca la
spettacolare Pietà realizzata nel 1492 da Guido Mazzoni, un gruppo statuario in
terracotta con figure a grandezza naturale disposte intorno al corpo esamine di
Cristo. Anche se il tempo ha sbiadito i colori delle statue, originariamente
policrome, l’opera ha conservato intatta tutta la sua carica emotiva.
La sacrestia è un’opera d’arte in sé. Le pareti sono rivestite da pannelli lignei
squisitamente intarsiati da Giovanni da Verona, mentre il soffitto è decorato da
affreschi cinquecenteschi di Giorgio Vasari che raffigurano le allegorie e i simboli
della fede. Sull’altro lato di Via Monteoliveto sorge il Palazzo Gravina (Via
Monteoliveto 3), eretto nel XV secolo e oggi sede della facoltà di architettura
dell’Università di Napoli.
Casa e Chiesa di Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe
CHIESA, SITO STORICO
(cartina; 081 42 50 11; Vico Tre Re a Toledo 13; chiesa e casa 9.30-12.30, anche 16.30-18.30 il 6 di ogni
mese; Questo santuario incarna l’essenza della devozione napoletana. Un
Toledo)
tempo era il luogo in cui viveva la mistica napoletana Maria Francesca delle Cinque
Piaghe, l’unica donna della città a essere canonizzata. Qui è conservata la sua sedia
di legno (a cui vengono attribuiti poteri miracolosi), sulla quale siedono le donne che
non riescono ad avere figli nella speranza di diventare madri.
La sedia sacra si trova nella casa settecentesca della santa, meticolosamente
conservata, con le pareti tappezzate di moderni ninnoli per neonati e vivaci dipinti
del XVIII e XIX secolo raffiguranti scene di guarigioni miracolose (ex voto offerti
da chi ha visto esaudite le proprie preghiere). Vedrete anche gli abiti macchiati
secondo la tradizione del sangue delle stigmate, il letto e il cuscino della santa, gli
staffili per flagellarsi e una rara spinetta dipinta a mano del 1682.
L’abitazione si trova sopra una piccola cappella famosa per alcune pregevoli opere
d’arte sacra napoletana del Settecento, tra cui statue di santi con occhi di vetro.
Particolarmente rara è la statua della Divina Pastora, sul lato sinistro della navata;
unica nel suo genere in tutta Napoli, raffigura un’insolita immagine della Vergine
che indossa un cappello da pastorella tipico della Spagna del XVIII secolo. Sul lato
sinistro della navata, una statua di santa Maria Francesca ne contiene le ossa.
Galleria Umberto I
ARCHITETTURA
(cartina; Via San Carlo; Sul modello della Galleria Vittorio
R2 fino a Via San Carlo, Municipio)
Emanuele di Milano, la più famosa galleria ottocentesca di Napoli abbina un’infilata
di sontuose facciate neorinascimentali a un delicato soffitto vetrato sormontato da
una cupola alta 56 m e a una sfarzosa pavimentazione in marmo. La galleria risulta
particolarmente suggestiva di notte, quando diventa il surreale scenario di partite di
calcio improvvisate.
Santa Lucia, Chiaia e Mergellina
Da non perdere
1 Tunnel Borbonico G2
Che cosa vedere
2 Biblioteca Nazionale H1
3 Borgo Marinari H4
4 Castel dell’Ovo G4
5 Chiesa di San Francesco di Paola G2
6 Lungomare F3
7 Memus H2
8 Museo del Tessile e dell’Abbigliamento Elena Aldobrandini F1
9 Museo Pignatelli D2
10 Palazzo Reale H2
11 Parco Vergiliano A3
12 Piazza dei Martiri F2
13 Piazza del Plebiscito H2
14 Porticciolo A4
15 Stazione Zoologica Anton Dohrn E3
16 Studio di Riccardo Dalisi B1
Teatro San Carlo v. 44
17 Via Chiaia F2
18 Villa Comunale E3
Pernottamento
19 B&B Cappella Vecchia F2
20 Chiaja Hotel de Charme G2
21 Grand Hotel Parker’s D1
22 Grand Hotel Vesuvio H4
23 Hotel Ausonia A4
24 Hotel Excelsior H4
25 Nardones 48 G2
Pasti
26 50 Kalò A4
27 Antica Osteria Da Tonino E2
28 Chalet Ciro Mergellina A5
29 Da Ettore G2
30 Don Salvatore A5
31 L’Altro Loco F2
32 L’Ebbrezza di Noè E1
33 Moccia E2
34 Muu Muuzzarella Lounge F2
35 Ristorantino dell’Avvocato H3
36 Trattoria Castel dell’Ovo H4
37 Trattoria San Ferdinando G1
Locali e vita notturna
38 Ba-Bar F2
39 Caffè Gambrinus H2
40 Enoteca Belledonne F2
41 Scaturchio H1
Divertimenti
42 Associazione Scarlatti F2
Azzurro Service (v. 49)
43 Box Office H1
44 Teatro San Carlo H1
Shopping
45 Anna Matuozzo A4
46 Bowinkel H3
47 Contemporastudio D1
48 E. Marinella F3
49 Feltrinelli F2
50 Fiera Antiquaria Napoletana E3
51 Livio De Simone F2
52 Mariano Rubinacci F2
53 Mercatino dell’Umberto E2
54 Tramontano F2
Santa Lucia e Chiaia
L’estremità meridionale di Via Toledo sfocia nel rione di Santa Lucia, uno scrigno di
tesori quali Piazza del Plebiscito, il Palazzo Reale, il maestoso Teatro San Carlo e,
più a est, l’antica roccaforte angioina di Castel Nuovo (Maschio Angioino).
Direttamente a sud di Castel Nuovo si trova il Molo Beverello, dove sono ormeggiati
i traghetti e gli aliscafi diretti a Capri, Ischia, Procida e Sorrento, mentre più a sud-
ovest, in prossimità del porto, la zona di Borgo Marinari è nota per i suoi ristoranti di
pesce, ancora più suggestivi la sera, a lume di candela.
Sopra Via Santa Lucia si ergono il Monte Echia e il rione di Pizzofalcone, abitato fin
dal VII secolo a.C. e poco noto ai turisti, un labirinto di strade buie, macabre
cappelle votive e vedute mozzafiato.
Più a ovest si sviluppa il quartiere di Chiaia, epicentro della Napoli consacrata al
lusso. È attraversato da Via Calabritto, tempio della moda, dove si trovano anche
Villa Pignatelli, ex residenza Rothschild diventata museo, e i bar più chic della città.
Castel Nuovo
CASTELLO, MUSEO
(cartina; 081 795 77 22; Piazza Municipio; ingresso €6; 9-19 lun-sab, ultimo ingresso 18; Municipio)
Più conosciuto come Maschio Angioino, questo poderoso castello duecentesco è uno
degli edifici più rappresentativi della città. Nella sua Cappella Palatina, in particolare
negli sguanci delle finestre gotiche, si sono conservati frammenti di affreschi di
Giotto. Sotto il pavimento in vetro della Sala dell’Armeria vedrete alcune rovine
romane, mentre le collezioni ai piani superiori sono formate prevalentemente da
dipinti di artisti napoletani attivi fra il XVII e l’inizio del XX secolo. L’ultimo piano
espone le opere più interessanti, fra cui paesaggi del pittore Luigi Crisconio e un
disegno acquerellato dell’architetto Carlo Vanvitelli.
Le origini del castello risalgono all’epoca di Carlo I d’Angiò, il quale, dopo aver
occupato Napoli e il regno siciliano degli Svevi, si trovò a controllare non soltanto i
territori appena acquisiti, ma anche parte della Toscana, dell’Italia settentrionale e
della Provenza. Trovò quindi logico stabilire la sede della nuova dinastia a Napoli,
anziché a Palermo, e avviò un ambizioso programma edilizio finalizzato a espandere
il porto e le mura cittadine; il progetto prevedeva la anche la trasformazione di un
convento francescano nel castello che attualmente sorge in Piazza Municipio.
Portato a termine nel 1282 e battezzato Castrum Novum per distinguerlo dalle
rocche già esistenti di Castel dell’Ovo e Castel Capuano, divenne una meta
privilegiata degli intellettuali e degli artisti più in vista dell’epoca; anche Giotto vi
soggiornò per un periodo e per sdebitarsi dell’ospitalità dipinse gran parte degli
interni del castello. Della struttura originaria, tuttavia, non rimane che la Cappella
Palatina; il resto è il risultato delle modifiche apportate due secoli più tardi dagli
Aragonesi, nonché di una meticolosa opera di restauro antecedente la seconda guerra
mondiale.
L’arco di trionfo rinascimentale a due livelli situato all’ingresso, chiamato Torre
della Guardia, commemora l’entrata trionfale di Alfonso V d’Aragona a Napoli nel
1442, mentre l’austera Sala dei Baroni, dalle nude pareti in pietra, prende il nome
dai baroni che vi furono assassinati nel 1486 per aver complottato contro il re
Ferdinando I d’Aragona. Nella superlativa volta nervata si fondono lo stile
monumentale dell’antica Roma e il tardo-gotico iberico.
L’ARTE DEL PRESEPE NAPOLETANO
La consuetudine natalizia di rappresentare la scena della Natività non è
certo un’esclusiva partenopea, ma nulla è paragonabile al genio e al
virtuosismo del presepe napoletano. Ciò che lo distingue dagli altri è
l’attenzione quasi maniacale ai dettagli, dai minuziosi costumi dei pastori in
adorazione del Bambino Gesù fino alle riproduzioni incredibilmente
realistiche dei prosciutti appesi nelle taverne.
La rappresentazione plastica della nascita di Gesù risale ai primi secoli
dell’era cristiana, ma il tipico presepe napoletano nacque nel 1535, l’anno
in cui un sacerdote locale di nome Gaetano da Thiene (poi proclamato
santo) ruppe con la tradizione vestendo le statuine del suo presepe con i
costumi napoletani dell’epoca e non con le consuete vesti bibliche.
La sua reinterpretazione del presepe innescò una passione per il genere che
raggiunse l’apogeo nel XVIII secolo con il presepe del Settecento, una
versione della Natività dai toni quasi leggendari, molto lontana dal più
modesto e casereccio presepe popolare. Quest’ultimo era spesso inserito in
ambientazioni buie, cupe e sotterranee, dove l’unico elemento esaltato dalla
luce era la Sacra Famiglia a simboleggiare la salvezza, mentre la versione
barocca aveva come cornice soleggiati paesaggi bucolici le cui sfumature
cromatiche riflettevano le tavolozze dei colori usati dai grandi artisti
dell’epoca.
Benché diversi per dimensioni e stile compositivo, entrambe le tipologie
condividevano il medesimo simbolismo, dalla taverna quale emblema del
peccato al ruscello o la fontana quali simboli di purificazione. Nel presepe
del Settecento la scena della Natività poteva anche essere ambientata fra le
rovine di un tempio pagano, riflettendo sia il trionfo del cristianesimo sul
paganesimo sia l’interesse per le scoperte archeologiche del secolo, prima
fra tutte quella di Pompei.
Per la nobiltà e la borghesia della Napoli settecentesca, il presepe serviva a
esibire la propria devozione e al tempo stesso il proprio status sociale,
diventando così un segno di ricchezza e buon gusto oltre che di
meditazione sul miracolo del Natale. La realizzazione delle statuine veniva
affidata agli scultori più in voga e gli abiti venivano confezionati con le
stoffe più raffinate. Persino la famiglia reale ne fu contagiata: Carlo III di
Borbone (re di Napoli come Carlo VII) consultò l’esperto di presepi e frate
domenicano Padre Rocco per creare il suo spettacolare presepe composto
dai ben 5000 personaggi che ancora oggi si possono ammirare al Palazzo
Reale. Eppure anche questo capolavoro impallidisce rispetto all’epico
presepe esposto nella Certosa e Museo di San Martino, considerato il più
grande del mondo.
Sono trascorsi alcuni secoli, ma la tradizione viene perpetuata dai venditori
di presepi e pastori sparsi in tutta la città. Oggi, purtroppo, molti negozi
trattano soltanto pezzi prodotti su scala industriale e sono pochi i laboratori
che realizzano le statuine secondo gli antichi metodi artigianali. Fra questi
segnaliamo Ars Neapolitana e La Scarabattola, che condividono l’onore
con le Sorelle Corcione, i Fratelli Sinno e, nella vicina Torre del Greco, con
il veterano dell’arte presepiale Salvatore Giordano.
Fedeli alle tecniche dell’epoca aurea dei presepi, questi artigiani modellano
il busto di ciascun personaggio in argilla a grana fine su un blocco di legno
umido chiamato ‘morto’, cominciando con il petto per poi proseguire con il
collo e infine la testa. Terminata la sagoma del busto, dopo averla lasciata
all’aria per un’ora, inizia l’opera di scultura dei particolari, dai muscoli del
collo al naso, fino alle rughe. La tradizione impone che le fattezze delle
figurine rispecchino quelle dei secoli passati, ovvero di personaggi del
popolo magari sdentati, con la pelle martoriata dai porri e con il gozzo,
tanto che alcuni napoletani, per definire in modo spiritoso una persona con
evidenti difetti estetici, usano l’espressione curiuso comm’a nu’pastore
(strano come un pastore del presepe).
Una volta terminato, il busto viene cotto in una fornace per otto ore,
dopodiché la statuina viene completata con gli occhi di vetro e dipinta con
vernici acriliche o i tradizionali colori a olio. Il busto viene poi unito al
resto del corpo (attorno a un’anima in metallo) e – ultimo ma non meno
importante – l’insieme viene vestito con un elaborato costume confezionato
a mano.
Palazzo Reale
PALAZZO, MUSEO
(cartina; 081 40 05 47; www.sbapsae.na.it/cms; Piazza del Plebiscito 1; interi/ridotti €4/3; 9-20 gio-mar;
R2 fino a Via San Carlo, Considerato un monumento cinquecentesco alla gloria
Municipio)
spagnola (all’epoca Napoli era sotto il dominio della Spagna), il magnifico Palazzo
Reale è sede del Museo del Palazzo Reale, una ricca ed eclettica collezione di
arredi, porcellane, arazzi, statue e dipinti barocchi e neoclassici distribuiti tra i
sontuosi appartamenti reali.
Fra i tanti capolavori figurano il Teatrino di Corte, uno sfarzoso teatro privato creato
da Ferdinando Fuga nel 1768 per celebrare le nozze di Ferdinando IV e Maria
Carolina d’Austria. Pare incredibile, ma le statue lungo le pareti che raffigurano
Apollo e le Muse, realizzate da Angelo Viva, sono di cartapesta.
Nella Sala XII, la tela cinquecentesca intitolata Gli esattori delle imposte, dell’artista
olandese Marinus Claesz Van Reymerswaele, conferma che i sentimenti nei
confronti di queste figure non sono cambiati granché da 500 anni a questa parte. La
Sala XIII, che nell’Ottocento fu usata come studio da Gioacchino Murat, diventò lo
snack bar delle truppe alleate durante la seconda guerra mondiale. Nella Sala XXIII,
quella che a prima vista sembra una ruota idraulica è in realtà un ingegnoso leggìo
rotante, realizzato per Maria Carolina da Giovanni Uldrich nel Settecento.
La Cappella Reale ospita un presepe napoletano del Settecento. Ogni statuina è stata
realizzata con dovizia di particolari da celebri artisti, fra cui quel Giuseppe
Sanmartino che creò la meravigliosa statua del Cristo velato nella Cappella
Sansevero.
Il palazzo è anche sede della Biblioteca Nazionale Vittorio Emanuele III ( 081
781 91 11; www.bnnonline.it; 8.30-19 lun-ven, fino alle 13.30 sab, Officina dei
Papiri Ercolanesi aperta fino alle 13.30 lun-ven), che vanta un patrimonio di almeno
2000 papiri rinvenuti a Ercolano e frammenti di una Bibbia copta del V secolo.
All’interno della Biblioteca Nazionale si trova anche la Biblioteca Lucchesi Palli
(chiusa sab); progettata da alcuni dei più illustri artisti napoletani dell’Ottocento,
ospita numerosi e affascinanti documenti fra cui lettere del compositore Giuseppe
Verdi. Per accedere alla Biblioteca Nazionale è richiesto un documento d’identità.
Memus
MUSEO
(Museo e Archivio Storico del Teatro San Carlo; cartina; 081 797 24 48; memus.squarespace.com; Palazzo
Reale, Piazza del Plebiscito; interi/ridotti €6/5; 9.30-17 mar e gio-sab, fino alle 14 dom; R2 fino a Via San
Carlo, Allestito nella cornice del Palazzo Reale (biglietti in vendita
Municipio, Toledo)
presso la biglietteria del palazzo), questo museo all’avanguardia documenta la storia
del più antico teatro d’opera del mondo ancora attivo, il Teatro San Carlo. La
collezione comprende costumi di scena d’epoca, bozzetti, strumenti e cimeli di vario
genere, esposti a rotazione nel corso di mostre a tema che cambiano ogni anno. Le
postazioni interattive consentono di ascoltare la musica di compositori illustri e di
vedere gli allestimenti realizzati dagli artisti che nel corso del tempo hanno
collaborato con il teatro, fra i quali William Kentridge.
I computer del centro documentazione, al piano superiore, permettono di accedere ai
ricchissimi archivi del Teatro San Carlo (v. sotto), ma al momento della nostra
ultima visita erano fuori uso.
Teatro San Carlo
TEATRO STORICO
(cartina; 081 797 24 68; www.teatrosancarlo.it; promozionepubblico@teatrosancarlo.it; Via San Carlo 98/F;
visite guidate 10.30, 11.30, 12.30, 14.30, 15.30, 16.30 lun-sab, solo la mattina dom; interi/gruppi e ridotti
€6/5; Tra Piazza del Plebiscito e la Galleria Umberto I sorge il
R2 fino a Via San Carlo)
teatro d’opera più antico d’Europa: costruito nel 1737 per volontà di Carlo III di
Borbone, rivisitato nella sua attuale forma neoclassica all’epoca di Gioacchino
Murat, diventa ben presto luogo icona di una Napoli che all’inizio dell’Ottocento
affermava il suo ruolo di grande capitale europea, e a distanza di due secoli è ancora
il cuore della vita culturale partenopea. I sontuosi interni testimoniano l’antica
grandeur: la grande sala con cinque ordini di palchi più un loggione, il palco reale, la
grande tela ottocentesca di Apollo che presenta a Minerva i più grandi poeti del
mondo che decora il soffitto, lasciano a bocca aperta.
Chi non riuscisse a procurarsi un biglietto per uno spettacolo può usufruire del
nuovo servizio di visite guidate della sala e degli ordini di palco. Se siete affascinati
dalla storia di questo teatro a pochi passi c’è il Memus.
Piazza del Plebiscito
PIAZZA
(cartina; R2 fino a Via San Carlo, Emblema della grandiosità di Napoli, Piazza
Municipio)
del Plebiscito è spettacolare da qualsiasi direzione la si osservi. A nord-ovest, i
pendii ricoperti di viti portano a Castel Sant’Elmo e alla Certosa di San Martino; a
est, il Palazzo Reale sfumato di rosa sfoggia la sua facciata più antica, mentre a
ovest troneggiano la copia neoclassica del Pantheon di Roma, realizzata da Pietro
Bianchini, e la Chiesa di San Francesco di Paola ( 346 2702576; Piazza del
Plebiscito; 8.30-12 e 16.30-19; R2 fino a Piazza Trieste e Trento, Municipio).
La chiesa, aggiunta in epoca successiva al colonnato originale voluto nel 1809 da
Gioacchino Murat, fu commissionata nel 1817 da Ferdinando IV per celebrare la
restaurazione del suo regno dopo la parentesi napoleonica. A presidiarne l’esterno si
ergono la statua equestre di Carlo III di Borbone (re di Napoli con il nome di Carlo
VII) realizzata da Antonio Canova e quella di Ferdinando IV (figlio di Carlo)
scolpita da Antonio Calì.
Dall’estremità settentrionale di Piazza del Plebiscito si accede a Piazza Trieste e
Trento, cuore pulsante della città, dove ha sede il più elegante dei suoi caffè, il
Gambrinus.
Tunnel Borbonico
SITO STORICO
(cartina; 081 764 58 08, 366 2484151; www.tunnelborbonico.info; ingressi: Vico del Grottone 4 e Via
Domenico Morelli 61; visita guidata standard di 75 min interi/ridotti €10/5; visita guidata standard alle 10, 12,
15.30 e 17.30 ven-dom; R2 fino a Via San Carlo,Questo tunnel emozionante vi farà
Municipio)
attraversare cinque secoli di storia napoletana. Commissionato nel 1853 da
Ferdinando II re delle Due Sicilie per assicurarsi una rapida via di fuga in caso di
pericolo, il tunnel doveva collegare il Palazzo Reale con le caserme e il mare. Il
percorso, mai completato, sfrutta parzialmente la rete dell’acquedotto del
Carmignano, realizzato nel XVII secolo, che a sua volta incorporava cisterne del
XVI secolo. Usato come rifugio antiaereo e ospedale militare durante la seconda
guerra mondiale, questo labirinto sotterraneo è disseminato di toccanti testimonianze
materiali del periodo bellico. La visita standard non richiede la prenotazione, che
invece è necessaria per le visite organizzata da Adventure Tour (80 min; interi/ridotti
€15/10) e da Speleo Tour (solo adulti; 2 h 30 min; €30).
Le visite partono anche dalla seconda entrata del Tunnel Borbonico, cui si accede
dal Parcheggio Morelli (Via Domenico Morelli 40) a Chiaia.
Via Chiaia
STRADA
(cartina; R2 fino a Via San Carlo, Unitevi a quella fetta di napoletani
Municipio)
perennemente abbronzati che amano andar per vetrine in questa elegante via
pedonale che collega Piazza Trieste e Trento con Piazza dei Martiri, molto piacevole
anche la sera per passeggiare senza meta. Al n. 149 si trova Palazzo Cellamare,
costruito nel XVI secolo come residenza estiva della famiglia Carafa e in seguito
utilizzato dai numerosi ospiti che frequentavano la Real Casa borbonica, tra cui
Goethe e Casanova.
Verso l’estremità occidentale della via, quello che a prima vista sembra un arco di
trionfo è in realtà un ponte, costruito nel 1636 per collegare le colline di
Pizzofalcone e Mortella. Superato il ponte, svoltate a destra nella prestigiosa Via
Gaetano Filangieri e proseguite fino a Via dei Mille, dove l’eleganza dei negozi
esclusivi si fonde con le linee sinuose dei palazzi liberty.
Piazza dei Martiri
PIAZZA
(cartina; Se Chiaia è il salotto di Napoli, Piazza dei Martiri è
C24 fino a Piazza dei Martiri)
la sua comoda poltrona. Fulcro della piazza è il monumento ai martiri della
Repubblica partenopea realizzato da Enrico Alvino nell’Ottocento, con i quattro
leoni a simboleggiare le rivolte antiborboniche del 1799, 1820, 1848 e 1860. Al n.
30 si trova Palazzo Calabritto, progettato da Luigi Vanvitelli, l’architetto della
splendida Reggia di Caserta.
Le grandi firme della moda internazionale vi aspettano a due passi, nell’esclusiva
Via Calabritto, che vantava tra i suoi nomi più illustri il leggendario sarto locale
Finamore. La Libreria Feltrinelli, affacciata sulla piazza, è un viavai di gente che
curiosa tra gli scaffali, si beve un espresso nel caffè al piano interrato o dà
un’occhiata alle ragazze.
Castel dell’Ovo
CASTELLO
(cartina; 081 795 45 93; Borgo Marinari; 9-18.45 lun-sab, fino alle 13.15 dom in estate e 9-17.45 lun-sab,
fino alle 13.15 dom in inverno; Eretto dai normanni nel XII
128 fino a Via Santa Lucia)
secolo, il castello più antico di Napoli deve il proprio nome a Virgilio. Secondo la
leggenda, infatti, il poeta latino avrebbe seppellito un uovo nelle segrete del
maniero, avvertendo che, se si fosse rotto, l’edificio e Napoli stessa sarebbero caduti.
Fortunatamente sono entrambi ancora in piedi e dai bastioni potrete ammirare una
vista mozzafiato sul Golfo e sulla città.
Utilizzato dagli Svevi, dagli Angioini e da Alfonso V d’Aragona (re di Napoli come
Alfonso I), che provvide a modificarlo per scopi militari, il castello sorge nel Borgo
Marinari, ubicato su una sorta di isolotto roccioso, gremito di ristoranti, chiamato
Megaride. Il mito narra che sugli scogli ai piedi di Castel dell’Ovo approdò il corpo
esanime dell’infelice sirena Partenope, che si era tolta la vita per non essere riuscita
a sedurre Ulisse con il proprio canto. Si narra inoltre che qui i greci fondarono il loro
primo insediamento nel VII a.C., battezzandolo Megaris. La sua splendida posizione
non passò inosservata neppure al generale romano Lucullo, che vi fece costruire una
villa molto prima che la mole del castello si stagliasse all’orizzonte. Oltre a offrire
splendidi panorami, il castello ospita mostre temporanee ed eventi speciali, oltre a
servire da cornice privilegiata per i servizi fotografici degli sposi.
Lungomare
STRADA, PARCO
(cartina; Via Francesco Caracciolo; Per una tregua dalla frenetica vita
128 fino a Piazza Vittoria)
urbana, prendete una boccata d’aria fresca con una passeggiata sul tratto pedonale
del lungomare, che si estende per 2,5 km lungo Via Partenope e Via Francesco
Caracciolo offrendo una vista magica sul Golfo, il Vesuvio, due castelli e le ville
liberty del Vomero. Il luogo è particolarmente romantico al tramonto, quando Capri
e il vulcano si tingono di una delicata sfumatura arancione.
Tra il lungomare e la via Riviera di Chiaia si trova la Villa Comunale (Piazza
Vittoria; 7-24 mag-ott, 7-22 nov-apr; C25 fino a Riviera di Chiaia), un lungo
parco rigoglioso progettato da Luigi Vanvitelli per la ricreazione dei Borboni. Tra le
sue innumerevoli fontane segnaliamo la Fontana delle Paperelle, che ha sostituito il
famoso Toro Farnese dopo il trasferimento di quest’ultimo al Museo Archeologico
Nazionale nel 1825.
Nel parco si trova anche la Stazione Zoologica Anton Dohrn ( 081 583 32 18, 081
583 31 11; www.szn.it; Viale Acquario 1; interi/bambini €1,50/1; 9.30-18.30 mar-
dom; C25 fino a Riviera di Chiaia), l’acquario più antico d’Europa; fondato dallo
scienziato tedesco Anton Dohrn, seguace di Darwin, occupa un elegante edificio
neoclassico progettato da Adolf von Hildebrand. Al momento delle nostre ricerche
l’acquario era chiuso per lavori di ristrutturazione e non si conosceva la data di
riapertura. Le vasche, dall’aspetto oramai un po’ vecchiotto, erano arrivate ad
ospitare circa 200 specie di flora e fauna marine provenienti dal Golfo di Napoli.
Particolarmente interessante è la sala di lettura al piano superiore, deliziosamente
restaurata e decorata con suggestivi affreschi ottocenteschi che raffigurano la vita dei
pescatori, dipinti dal pittore tedesco Hans von Marées e dallo stesso Von Hildebrand.
La visita della biblioteca va prenotata telefonicamente.
Museo Pignatelli
MUSEO
(cartina; 081 761 23 56; www.polomusealecampania.beniculturali.it; Riviera di Chiaia 200; interi/ridotti €2/1;
8.30-14 mer-lun; Quando nel 1826 Ferdinand Acton (figlio di
128 fino a Riviera di Chiaia)
John Acton, ammiraglio nonché primo ministro di Ferdinando IV) incaricò Pietro
Valente di progettare per lui una residenza, il genio dell’architetto produsse questa
straordinaria imitazione pompeiana. Oggi sede del Museo Pignatelli, fa da cornice a
un’elegante collezione di sontuosi arredi e opere d’arte. L’adiacente Museo delle
Carrozze espone bellissime carrozze del XIX e XX secolo.
Acquistata e ampliata dalla famiglia Rothschild nel 1841, la villa divenne poi, nel
1867, la residenza del duca di Monteleone, Diego Aragona Pignatelli Cortes, finché
la nipote Rosina Pignatelli non decise di donarla allo stato insieme ai suoi tesori. Fra
i pezzi più pregiati della collezione permanente spiccano la piccola ma squisita serie
di porcellane locali e internazionali, esposta nel Salotto Verde, e la Biblioteca, con i
suoi sfarzosi parati in cuoio impresso in oro. Il primo piano è destinato alle tante
mostre temporanee in programma ogni anno.
Vomero
Da non perdere
1 Certosa e Museo di San Martino C2
Che cosa vedere
2 Castel Sant’Elmo C2
3 Museo Nazionale della Ceramica Duca di Martina A3
Pernottamento
4 Casa Tolentino D3
Pasti
5 Antica Cantina di Sica B2
6 Fantasia Gelati B2
7 Friggitoria Vomero B2
Locali e vita notturna
8 Fonoteca B2
Divertimenti
9 Centro di Musica Antica Pietà de’ Turchini D3
Shopping
10 De Paola Cammei C1
11 Mercatino di Antignano A1
Vomero
Tutte le strade portano a Roma, ma a Napoli ben tre funicolari salgono al Vomero,
un quartiere residenziale in collina dove il carattere ‘anarchico’ della città lascia il
posto a modi garbati, ville liberty e alla spettacolare Certosa di San Martino. La vista
panoramica sul Golfo e la città, per non parlare di uno dei parchi più amati di
Napoli, rendono la zona un accessibile antidoto alla caotica vivacità che regna nel
centro sottostante.
Certosa e Museo di San Martino
MONASTERO, MUSEO
(cartina; 081 558 64 08; www.polomusealenapoli.beniculturali.it; Largo San Martino 5; interi/ridotti €6/3;
8.30-19.30 gio-mar; Vanvitelli, Sublime espressione del barocco
Montesanto fino a Morghen)
napoletano, questo convento certosino fu fondato nel Trecento, ma nel corso dei
secoli è stato decorato, abbellito e modificato da alcuni dei maggiori artisti italiani,
in particolare da Giovanni Antonio Dosio nel Cinquecento e, nel secolo successivo,
dal maestro barocco Cosimo Fanzago. Il complesso, che vanta uno dei chiostri più
belli d’Italia, è stato trasformato in uno splendido museo dedicato all’arte
napoletana.
La chiesa del monastero e le sale distribuite su entrambi i lati sfoggiano affreschi e
dipinti di alcuni dei massimi artisti della Napoli settecentesca, come Francesco
Solimena, Massimo Stanzione, Jusepe de Ribera e Battista Caracciolo. I preziosi
marmi intarsiati di Cosimo Fanzago che impreziosiscono la navata sono
semplicemente straordinari.
Adiacente alla chiesa, il Chiostro dei Procuratori è il più piccolo dei due chiostri
del monastero. Sulla sinistra, un superbo corridoio porta al Chiostro Grande.
Progettato da Giovanni Antonio Dosio sul finire del Cinquecento e ampliato da
Fanzago, è una squisita combinazione di porticati in stile dorico-toscano, statue di
marmo e giardini ben curati. I teschi di pietra montati sulla balaustra servivano a
ricordare ai monaci la loro condizione di esseri mortali.
Vicino al Chiostro dei Procuratori si trova la Sezione Navale, che documenta la
storia della Marina borbonica dal 1734 al 1860 e include una piccola ma bellissima
collezione di imbarcazioni reali da parata. La Sezione Presepiale ospita una curiosa
raccolta di rari presepi napoletani del XVIII e XIX secolo, fra i quali spicca il
colossale Cuciniello del XVIII secolo che occupa un’intera parete di quella che era
la cucina del monastero. Il Quarto del Priore, nell’ala meridionale, contiene la parte
più consistente della collezione pittorica, oltre a una delle opere più famose del
museo, la dolcissima Madonna col Bambino e San Giovannino di Pietro Bernini.
La sezione Immagini e Memorie di Napoli è come un racconto illustrato della
storia della città; qui troverete i ritratti di personaggi eminenti, antiche carte
geografiche, tra cui una della Napoli settecentesca realizzata con 35 pannelli di rame
(Sala 45), e sale dedicate agli eventi storici più rilevanti, come la rivolta di
Masaniello (Sala 36) e l’epidemia di peste (Sala 37). Nella Sala 32 si trova la
magnifica Tavola Strozzi, la cui raffigurazione della Napoli marinara del XV secolo
costituisce uno dei più preziosi documenti storici della città.
Ricordate che bisogna prenotare per visitare gli imponenti Sotterranei Gotici della
Certosa, aperti al pubblico il sabato e la domenica alle 11.30 (con visita guidata) e
alle 16.30 (senza visita guidata). In questi austeri spazi a volta sono collocate circa
150 sculture ed epigrafi in marmo, fra cui una statua di san Francesco d’Assisi del
XVIII secolo firmata dal maestro Giuseppe Sanmartino. Per prenotare la visita,
inviate un’email ad accoglienza.sanmartino@beniculturali.it con almeno due
settimane d’anticipo.
Castel Sant’Elmo
CASTELLO, MUSEO
(cartina; 081 558 77 08; www.coopculture.it; Via Tito Angelini 22; interi/ridotti €5/2,50; castello 8.30-
19.30 mer-lun, museo 9-19 mer-lun; Vanvitelli, Questa possente
Montesanto fino a Morghen)
struttura dalla pianta a stella era in origine una chiesa dedicata a sant’Erasmo. Circa
400 anni più tardi, nel 1349, Roberto d’Angiò decise di trasformarla in un castello,
successivamente fortificato dal viceré spagnolo Don Pedro de Toledo nel 1538.
Utilizzato come prigione militare fino agli anni ’70, oggi è famoso per il panorama
mozzafiato che si apre dai suoi bastioni e per il Museo del Novecento, dedicato
all’arte napoletana del XX secolo.
La collezione di quadri, sculture e installazioni del museo documenta le principali
influenze sulla scena artistica locale, tra cui il futurismo e il movimento Arte
nucleare del secondo dopoguerra. Tra le opere di maggior rilievo figurano La
schiena, sensuale composizione di Eugenio Viti esposta nella Sala 7, l’inquietante Le
quattro giornate di Napoli di Raffaele Lippi nella Sala 9 e la magnetica fotografia
Monumento di Giuseppe Desiato nella Sala 18. Nella Sala 17, la straordinaria
scultura senza titolo di Salvatore Cotugno, che rappresenta una figura legata e
fasciata, riecheggia in modo sorprendente il Cristo velato di Giuseppe Sanmartino
custodito nella Cappella Sansevero.
Museo Nazionale della Ceramica Duca di Martina
MUSEO, GIARDINI
(cartina; 081 578 84 18; www.polomusealenapoli.beniculturali.it; Via Domenico Cimarosa 77; interi/ridotti
€2/1; museo 8.30-14 mer-lun, ultimo ingresso 13.15, giardini 8.30-1 h prima del tramonto; Vanvitelli,
Questo museo ospita una magnifica raccolta
Chiaia fino a Cimarosa, Centrale fino a Piazza Fuga)
di 6000 pezzi. Il primo piano espone preziose ceramiche cinesi della dinastia Ming
(1368-1644) e vasi Edo giapponesi (1615-1867), il piano ammezzato presenta una
collezione di vivaci maioliche rinascimentali e l’ultimo piano è dedicato alle
raffinate porcellane di produzione europea, tra cui splendidi pezzi della manifattura
di Meissen. A questi si aggiungono alcuni dipinti di grandi maestri come Francesco
Solimena, Francesco De Mura e Vincenzo Camuccini. Il museo è allestito
nell’aristocratica Villa Floridiana, che Ferdinando IV offrì in dono alla sua seconda
moglie, la duchessa di Floridia. La villa è immersa in un magnifico parco, molto
curato, che merita da solo una visita per la splendida vista sul Golfo e sulla città e
per una graziosa fontana in cui nuotano le tartarughe.
Museo del Tessile e dell’Abbigliamento Elena Aldobrandini
MUSEO
(cartina; 081 497 61 04; www.fondazionemondragone.it; Fondazione Mondragone Napoli, Piazzetta
Mondragone 18; ingresso €5; 9.30-15.30 lun-ven; Questo
Centrale fino a Corso Vittorio Emanuele)
piccolo museo dedicato ai tessuti e alla moda è un’autentica delizia. Lasciatevi
conquistare dalla splendida collezione di abiti creati negli anni ’50, che comprende
pezzi del grande stilista napoletano Emilio Schuberth, soprannominato ‘il sarto delle
dive’ e maestro di Valentino. Sono esposti anche capi di Livio De Simone,
altrettanto celebre designer originario di Capri, oltre a cappelli vintage, guanti e
paramenti ecclesiastici del XVIII secolo. Il museo si trova all’interno della
Fondazione Mondragone, istituita come ‘ritiro per matrone e vergini nobili’ verso la
metà del XVII secolo. Il museo si trova al primo piano (c’è l’ascensore) dell’edificio
con la porta a vetri sulla destra del cortile situato subito oltre il portone del palazzo.
Capodimonte e Sanità
Da non perdere
1 Cimitero delle Fontanelle A3
2 Palazzo Reale di Capodimonte B1
Che cosa vedere
3 Basilica della Madre del Buon Consiglio B2
4 Basilica di Santa Maria della Sanità e Catacombe di San Gaudioso B3
5 Catacombe di San Gennaro B2
6 Chiesa di San Giovanni a Carbonara D4
7 Laboratorio Oste C4
8 MADRE D4
9 Museo del Sottosuolo C4
10 Palazzo dello Spagnolo C4
11 Palazzo Sanfelice C4
Attività, corsi e tour
12 Cooperativa Sociale Onlus ‘La Paranza’ B2
Pernottamento
Casa D’Anna (v. 7)
13 Casa del Monacone B3
14 Cerasiello B&B D4
Pasti
15 Cantina del Gallo A4
16 Pizzeria Starita B4
17 Tarallificio Esposito B3
Capodimonte e Sanità
A nord del centro cittadino si erge la collina di Capodimonte, l’antica riserva reale di
caccia dove un parco rigoglioso abbraccia il Palazzo Reale di Capodimonte,
immenso scrigno d’inestimabili opere d’arte.
Direttamente a sud, e in netto contrasto, si trova il rione Sanità (stretto tra Via Foria
e Via Santa Teresa degli Scalzi), una miscela unica di ‘bassi’ (case di una sola stanza
al pianterreno), scalinate barocche e antiche catacombe. Molti riconoscono in questo
rione l’anima più autentica e popolare della città, uno dei motivi che spinge sempre
più artisti e bohémien a cercare casa tra i suoi vicoli. Qui (per la precisione in Via
Santa Maria Antesaecula 109) nacque anche Antonio de Curtis, il leggendario Totò.
Palazzo Reale di Capodimonte
MUSEO
(cartina; 081 749 91 11; www.polomusealenapoli.beniculturali.it; Via Miano 2; interi/ridotti €7,50/3.75;
8.30-19.30 gio-mar; La costruzione di questo immenso
R4, 178 fino a Via Capodimonte)
palazzo, concepito come casino di caccia per Carlo III di Borbone, iniziò nel 1738
ma si protrasse per oltre un secolo. Oggi è sede del Museo Nazionale di
Capodimonte, forse il museo più grande e più ricco dell’Italia meridionale. Il suo
vasto patrimonio artistico, composto in gran parte dalla collezione che Carlo ereditò
dalla madre Elisabetta Farnese, fu trasferito qui nel 1759 e comprende ogni sorta di
capolavori, da magnifiche pale d’altare del XII secolo a opere di Botticelli,
Caravaggio, Tiziano e perfino Andy Warhol.
Le collezioni occupano 160 sale, distribuite su tre piani, ma molti visitatori optano
per concentrare in una mattina o un pomeriggio il giro intero del museo,
selezionando i pezzi più importanti. Il primo piano espone opere di sommi maestri
come Michelangelo, Raffaello e Tiziano; imperdibili sono la Crocifissione di
Masaccio (Sala 3), la Madonna con Bambino e due angeli di Botticelli (Sala 6), la
Trasfigurazione di Bellini (Sala 8) e l’Antea del Parmigianino (Sala 12). Questo è
anche il piano in cui si trova l’appartamento reale, quintessenza del gusto dell’epoca
per l’opulenza sfrenata. Nel Salottino di Porcellana (Sala 52) vedrete una
straordinaria collezione di cineserie settecentesche, presenti anche sotto forma di
‘stucchi’ di ceramica sulle pareti e sul soffitto. Creato fra il 1757 e il 1759 per il
Palazzo Reale di Portici, fu poi trasferito a Capodimonte nel 1867. Le sale del piano
superiore presentano opere di artisti napoletani attivi fra il XIII e il XIX secolo,
come De Ribera, Giordano, Solimena e Stanzione, nonché alcuni splendidi arazzi
cinquecenteschi di fattura belga. Il fiore all’occhiello di questo piano è però La
flagellazione di Cristo (1607-10) del Caravaggio, che campeggia in reverenziale
solitudine nella Sala 78.
Se vi resta ancora qualche energia, la piccola galleria di arte moderna al terzo piano
merita senz’altro un’occhiata, se non altro per vedere la rappresentazione del
Vesuvio in versione pop di Andy Warhol. Il Parco di Capodimonte, la tenuta di 130
ettari che si estende intorno al palazzo, regala una meravigliosa boccata d’aria fresca
dopo la maratona culturale.
LA MALEDIZIONE DEL CAPITANO
Tra i tanti macabri racconti che circolano sul Cimitero delle Fontanelle,
nessuno è più affascinante di quello del Capitano, il teschio centrale alla
base delle tre croci del Calvario.
La leggenda narra che una giovane del rione Sanità avesse ‘adottato’ un
teschio nell’ambito del ‘culto delle pezzentelle’ diffuso tra la popolazione
fino alla fine degli anni ’60. All’epoca, il Cimitero delle Fontanelle fungeva
anche da nido d’amore per le coppie di innamorati che non avevano altro
luogo dove incontrarsi, e tale era considerato dal fidanzato della ragazza, un
giovanotto assai meno timorato di Dio che sedusse la giovane proprio tra le
tombe.
Preoccupata, la fanciulla si rivolse al teschio del Capitano chiedendogli di
benedire la sua relazione e di intercedere affinché avesse un matrimonio
felice. Tutt’altro che incline alle superstizioni, il fidanzato iniziò a prendersi
gioco di lei e del Capitano, arrivando a conficcare un bastone nell’orbita del
teschio e a sfidarlo invitandolo al loro ricevimento di nozze.
Durante lo svolgimento del banchetto nuziale, fece il suo ingresso uno
straniero con una benda sull’occhio e un’antica uniforme da ufficiale. Non
meno impudente che in quel fatidico giorno al cimitero, il novello sposo
prese da parte l’ospite sconosciuto e pretese di sapere da chi sia stato
invitato. “Da te... quel giorno alle Fontanelle”, rispose sorridendo
l’ufficiale; poi aprì il cappotto rivelando uno scheletro che subito cominciò
a distruggersi, finendo in cenere a terra.
Terrorizzati, i due sposi morirono sul colpo. Il luogo in cui furono sepolti
resta ovviamente un mistero; qualcuno pensa che i loro corpi siano inumati
nel Cimitero delle Fontanelle, altri credono che si trovino presso l’affresco
funerario di una coppia nelle Catacombe di San Gaudioso.
Catacombe di San Gennaro
CATACOMBE
(cartina; 081 744 37 14; www.catacombedinapoli.it; Via Capodimonte 13; interi/ridotti €8/5; visite guidate
di 1 h ogni 60 min 10-17 lun-sab, fino alle 13 dom; Le catacombe più
R4, 178 fino a Via Capodimonte)
antiche e più sacre di Napoli divennero meta di pellegrinaggio nel V secolo, quando
vi fu inumato il corpo di san Gennaro. La visita del sito, accuratamente restaurato,
conduce in un suggestivo labirinto di tombe, cunicoli e ampi vestiboli che celano
affreschi cristiani del II secolo, mosaici del V secolo e il più antico ritratto del santo
mai rinvenuto.
Qui vedrete tre diversi tipi di tombe, ognuno destinato a una diversa classe sociale. I
benestanti optavano per il cubiculum, una camera sotterranea aperta, originariamente
completa di cancello e impreziosita da vividi affreschi parietali. Uno dei cubicula a
sinistra dell’ingresso presenta un affresco funerario particolarmente bello che
raffigura una madre, un padre e un bambino, dipinti in momenti successivi al
momento di ogni singola sepoltura. Le più piccole nicchie rettangolari ricavate nella
parete, i locula, erano appannaggio della classe media, mentre le formae (tombe a
pavimento) erano riservate ai poveri.
Più avanti s’incontra la cosiddetta basilica minore, che custodisce le tombe di san
Gennaro e di Giovanni, arcivescovo di Napoli nel V secolo. Fu quest’ultimo, tra il
413 e il 431, ad accompagnare le spoglie del martire da Pozzuoli a Napoli e a farle
seppellire qui, prima che venissero trafugate nel IX secolo dal principe longobardo
Sicone I di Benevento. La basilica minore conserva anche frammenti di un affresco
che raffigura il primo vescovo di Napoli, sant’Aspreno. Fino all’XI secolo, i tutti i
vescovi della città furono inumati in queste catacombe.
Nei pressi della basilica minore è situata una tomba del III secolo caratterizzata da
una decorazione in stile pompeiano che presenta elementi d’ispirazione sia cristiana
sia pagana. Nell’immagine delle tre donne intente a costruire un castello, ogni figura
simboleggia una delle tre virtù teologali, mentre il castello indica la Chiesa.
Al livello inferiore, di epoca ancora più antica (II secolo), predominano i motivi
decorativi pagani, come frutta e animali. Il dipinto sul fianco della tomba di san
Gennaro – che ha per soggetto il santo con il Vesuvio e il Monte Somma sullo
sfondo – è il più antico ritratto del santo protettore di Napoli. Sempre al livello
inferiore si trova la basilica ipogea di sant’Agrippino; sesto vescovo di Napoli, fu
anche il primo cristiano a essere sepolto in queste catacombe, nel III secolo. Le
visite guidate sono gestite dalla Cooperativa Sociale Onlus ‘La Paranza’ (cartina;
081 744 37 14; www.catacombedinapoli.it; Via Capodimonte 13; 10-17 lun-sab,
fino alle 13 dom; R4 fino a Via Capodimonte); la biglietteria si trova a sinistra
della Basilica della Madre del Buon Consiglio ( 081 741 00 06; Via Capodimonte
13; R4 fino a Via Capodimonte 8-12 e 17-19.30 lun-dom), una copia in formato
ridotto della Basilica di San Pietro a Roma, portata a termine del 1960. Su
prenotazione, la cooperativa organizza anche un’affascinante visita guidata a piedi,
chiamata ‘Il miglio sacro’, nel rione Sanità.
Cimitero delle Fontanelle
CIMITERO
(cartina; 081 1970 3197; www.cimiterofontanelle.com; Via Fontanelle 80; 10-17 gio-mar; C51 fino a Via
Fontanelle) In questo luogo sono conservati circa otto milioni di ossa umane.
Inizialmente usato per accogliere le vittime della peste del 1656, il cimitero divenne
il principale luogo di sepoltura di Napoli durante l’epidemia di colera del 1837. Alla
fine dell’Ottocento iniziò a ospitare il culto delle ‘anime pezzentelle’ (le anime dei
poveri), i cui seguaci adottavano un teschio e pregavano per l’anima del defunto.
Data la mancanza di informazioni sul posto, la visita sarà molto più interessante se
condotta da una guida. All’ingresso, qualcuno potrebbe offrirsi in questa veste, ma
conviene evitare e rivolgersi a organizzazioni come la Cooperativa Sociale Onlus
‘La Paranza’.
Basilica di Santa Maria della Sanità e Catacombe di San
Gaudioso
CHIESA, CATACOMBE
(cartina; 081 744 37 14; www.catacombedinapoli.it; Piazza Sanità 14; ingresso basilica gratuito, catacombe
interi/ridotti €8/5; basilica 9-13, visita guidata di 50 min delle catacombe alle 10, 11, 12 e 13; Piazza
Cavour, Museo, Senza togliere nulla al grande valore artistico dei
C51 fino a Piazza Sanità)
dipinti barocchi di Andrea Vaccaro e Luca Giordano, per non parlare delle due
sculture contemporanee di Riccardo Dalisi, ciò che rende indimenticabile questa
basilica secentesca sono le sue suggestive catacombe. La visita di questo ambiente
sotterraneo dalle pareti umide, cui si accede passando dalla cripta del V secolo
situata sotto l’altare maggiore, rivela le macabre tecniche di sepoltura utilizzate nel
Medioevo.
Per prima cosa i corpi venivano seduti nelle nicchiette ad arco scavate nel tufo, dove
gli ‘schiacciamorti’ provvedevano a liberarli dal sangue e dai fluidi corporali. Una
volta disseccati, i cadaveri venivano murati, lasciando sporgere dalla parete soltanto
il teschio, sotto al quale si affrescava lo scheletro del defunto. Oggi, grazie ai recenti
restauri, questi affreschi sono più vividi che mai. Il teschio sopra l’affresco
raffigurante un corpo che regge alcuni pennelli e un righello apparteneva a Giovanni
Balducci, pittore manierista del Cinquecento. L’artista fiorentino aveva stretto un
patto con i frati domenicani: avrebbe decorato le loro catacombe senza chiedere
alcun compenso se avessero acconsentito a seppellirlo qui (all’epoca era considerato
un privilegio).
Un altro elemento affascinante è il mosaico intitolato Trionfo della Croce, realizzato
nel V o VI secolo; l’uso di tonalità che ricordano i colori della terra e le dimensioni
insolitamente grandi degli agnelli suggeriscono che l’artista fosse di origini africane.
Il legame con l’Africa è suggerito anche dal nome delle catacombe, dedicate a san
Gaudioso, un vescovo nordafricano morto a Napoli nel 453 e sepolto qui.
Osservando attentamente le pareti della cripta, noterete un vivace affresco del IX
secolo che raffigura una Madonna con Bambino fra due santi, probabilmente san
Gregorio e san Marciano; l’opera è stata rinvenuta nel 1991 sotto un altro affresco
ottocentesco.
Laboratorio Oste
MUSEO, GALLERIA D’ARTE
(cartina; 081 44 44 45; www.facebook.com/LaboratorioOste; Via dei Cristallini 138; in genere 9-18 lun-
ven; Annibale Oste è stato uno degli scultori e designer più
Piazza Cavour, Museo)
famosi di Napoli e oggi il suo laboratorio è diventato una piccola galleria-archivio
dove sono esposte alcune sue opere, fra cui bizzarre figure che giocano con la luce,
vasi e fantasiosi elementi d’arredo che l’artista ha realizzato tra il 2001 e il 2010.
Luogo ricco di fascino, il Laboratorio Oste è gestito con amore e dedizione dai figli
dell’artista napoletano scomparso nel 2010, Mariasole e Vincenzo, quest’ultimo
creatore di bellissimi gioielli anch’essi in mostra (e in vendita).
Considerato un visionario, Oste sapeva infondere energia e giocosità nei materiali
più diversi, come il bronzo, l’acciaio, il legno, l’alabastro e il vetro. Negli anni ’70
fu applaudito quale precursore nell’uso della vetroresina e le sue creazioni – tra cui
un mobile contenitore che ricorda un’enorme barretta di cioccolato – sono una
straordinaria sinfonia di consistenze, forme e colori. In passato, nel cortile
dell’edificio venivano allestiti spettacoli teatrali e l’ufficio del laboratorio serviva da
camerino per gli attori locali, tra i quali un giovanissimo Totò.
Se desiderate visitare il laboratorio, è meglio inviare prima un’email o telefonare per
verificare che ci sia qualcuno ad aprire.
Palazzo dello Spagnolo
ARCHITETTURA
(cartina; Via dei Vergini 19; Il patrimonio barocco di Napoli è così ricco
Piazza Cavour, Museo)
che anche una scalinata può rappresentare un capolavoro, e quella che adorna il
cortile di questo palazzo è una delle più spettacolari. Progettata da Ferdinando
Sanfelice e risalente al 1738, è una doppia rampa a cinque arcate apparsa di
frequente sul grande schermo, per esempio nei film Processo alla città (1952) di
Luigi Zampa e Giudizio universale (1961) di Vittorio de Sica. Per quanto incredibile,
un tempo le scalinate venivano utilizzate anche dai cavalli per portare fino in cima i
cavalieri più pigri.
Se dopo aver visto il capolavoro di Sanfelice vi appassionerete alle scalinate, una
breve passeggiata verso nord vi condurrà alla prima di quelle realizzate dall’artista,
situata all’interno del Palazzo Sanfelice (Via Arena alla Sanità 6; Cavour).
Ultimata nel 1726, questa meraviglia a doppia rampa anch’essa fece parlare di sé
tutta la città e da quel momento in avanti Sanfelice andò perfezionando la sua
maestria realizzando molte delle scalinate che ancora oggi rendono maestosi tanti
palazzi napoletani.
RICCARDO DALISI E L’ARTE DELLA
GENEROSITÀ
Dai Sette angeli di Paul Klee (le sculture esposte nella stazione della
metropolitana Salvator Rosa) alle singolari sculture nel ristorante La Stanza
del Gusto, l’arte di Riccardo Dalisi (classe 1931) è diventata un simbolo
della Napoli contemporanea. Definendosi ‘il designer dell’opera buffa’,
Dalisi trasforma frammenti di metallo e oggetti senza valore in bizzarre
sculture che paiono dotate di vita propria e irradiano una spiccata sensibilità
per il fantastico e il fanciullesco: ne sono un esempio le lattine ‘danzanti’
con tanto di cappello a cilindro e le caffettiere ‘innamorate’. Si può anzi
dire che la tipica caffettiera napoletana sia uno dei motivi che
contraddistinguono l’opera di Dalisi, un’ossessione iniziata dopo che Alessi
gliene commissionò una per il catalogo del 1979.
Nonostante la lunga serie di altri importanti committenti, come Zanotta,
Fiat e Bisazza, Dalisi ha sempre evitato ogni manifestazione di divismo,
preferendo rimanere su un piano di semplicità, umanità e coscienza sociale.
Laureatosi in architettura nel 1957, si fece un nome come pioniere del
movimento sviluppatosi in Italia negli anni ’60 contro la visione
consumistica del design e in favore dell’individualità, della spontaneità e
del riconoscimento del potenziale creativo di ogni individuo. Negli anni ’70
l’artista si dedicò al progetto del ‘design povero’, avviando laboratori per i
giovani disagiati di Napoli e insegnando loro a trasformare il metallo
comune in opera d’arte. La sua più recente e fruttuosa collaborazione con la
comunità locale lo ha visto impegnato nel rione Sanità, dove è nata Iron
Angels (www.ironangels.it), una cooperativa artigiana con sede in una
chiesa sconsacrata del quartiere. Fornendo lavoro e speranza a giovani
altrimenti destinati a finire nella spirale della malavita, l’iniziativa ha
portato alla realizzazione di opere costruite con materiali riciclati che oggi
sono esposte in diversi siti cittadini, tra cui le antiche Catacombe di San
Gennaro.
Visitare lo studio di Dalisi (cartina; 081 68 14 05; studiodalisi@libero.it;
Calata San Francesco 59; 9-13 lun-ven previa telefonata; 128 fino a Via
Aniello Falcone, Vanvitelli) è un’esperienza meravigliosa, un viaggio
tra ambienti stracolmi di suggestivi prototipi, work in progress e rotoli su
rotoli di dipinti e illustrazioni (il tema del riciclo è più che mai presente,
dato che Dalisi utilizza esclusivamente carta riciclata in gran parte
proveniente dalle scuole). Questo affabile maestro organizza anche
laboratori gratuiti di tre, quattro o cinque giorni (da prenotare una settimana
prima). Chi desidera visitare lo studio dell’artista è sempre il benvenuto, ma
non dimenticate di telefonare per tempo per concordare un orario di visita
con la sua assistente Carla Rabuffetti.
Chiesa di San Giovanni a Carbonara
CHIESA
(cartina; 081 29 58 73; Via Carbonara 5; 9-17 lun-sab; Le sontuose opere
Piazza Cavour, Museo)
scultoree fanno di questa chiesa gotica una tappa da non perdere. Scultori toscani e
artisti dell’Italia settentrionale collaborarono al mausoleo gotico-rinascimentale del
re Ladislao che s’innalza per 18 m sopra l’altare maggiore. Alle spalle si apre la
Cappella Caracciolo del Sole, a pianta circolare, che presenta vivaci affreschi
quattrocenteschi e custodisce la tomba di Sergianni Caracciolo, l’ambizioso amante
della regina Giovanna II di Napoli (Giovanna d’Angiò-Durazzo) succeduta al
fratello Ladislao. Il crescente potere politico di Sergianni indusse la regina a farlo
eliminare e il giovane fu pugnalato a morte a Castel Capuano nel 1432. La tomba è
opera di Leonardo da Besozzo.
Altre opere importanti sono la Cappella Caracciolo di Vico (famosa per essere una
precoce testimonianza dello stile rinascimentale romano nella Napoli del primo
Cinquecento), il Monumento Miroballo di Tommaso Malvito e Jacopo della Pila e la
trecentesca Cappella Somma, che sfoggia vividi affreschi manieristi e uno squisito
altare cinquecentesco realizzato da Annibale Caccarello e Giovan Domenico
d’Auria. La settecentesca scalinata a doppia rampa che sale alla chiesa è firmata del
grande maestro barocco Ferdinando Sanfelice. La chiesa prende il nome dal luogo in
cui fu costruita, che in epoca angioina era un carbonarius (una discarica di rifiuti
che poi venivano bruciati).
Mergellina e Posillipo
Situata all’estremità occidentale del lungomare pedonale, la zona di Mergellina
conserva il fascino decadente di un passato splendore. Fra palazzi in stile liberty e un
fronte mare abbastanza trascurato, i chioschi un po’ kitsch del porticciolo vendono
gelati ai ragazzini innamorati a due passi dagli aliscafi che prendono il largo alla
volta delle isole.
Più a ovest, sul promontorio che divide il Golfo di Napoli dal Golfo di Pozzuoli, il
quartiere di Posillipo si sviluppa con i suoi ampi viali alberati, le splendide ville, le
calette segrete e l’oasi urbana del Parco Virgiliano.
Porticciolo
PORTO
(cartina; Via Francesco Caracciolo; Un tempo sede della flotta di pescherecci
Mergellina)
locale, il porticciolo di Mergellina è oggi un’affollata congerie di yacht e di chioschi,
bar e gelaterie illuminati al neon. Prendete una brioche con gelato allo Chalet Ciro
Mergellina e godetevi la vista da cartolina del castello e del Vesuvio.
Da qui, incamminatevi senza fretta verso est lungo il tratto pedonale del lungomare
oppure, se non vi disturba la salita, dirigetevi a sud-ovest lungo Via Posillipo per
ammirare l’incantevole vista sul mare, sulla città e sui lussureggianti giardini delle
ville.
REGGIA DI CASERTA: LA VERSAILLES
ITALIANA
La ragione principale per andare fino a Caserta, 30 km a nord di Napoli, è
la presenza della grandiosa Reggia di Caserta (Palazzo Reale di Caserta;
0823 27 71 11; www.reggiadicaserta.beniculturali.it; Viale Douhet 22;
interi/ridotti €12/6; reggia 8.30-19 mer-lun, parco 8.30-1 h prima del
tramonto mer-lun, Giardino Inglese 8.30-2 h prima del tramonto mer-lun
giu-agosto, orario ridotto il resto dell’anno; Caserta). Dichiarata
Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO e location di film come Mission:
Impossible 3, Star Wars Episodio 1 - La minaccia fantasma e Star Wars:
Episodio 2 - L’attacco dei cloni, questa sfarzosa residenza borbonica è il
monumentale canto del cigno del barocco italiano.
La costruzione del complesso iniziò nel 1752, quando il re di Napoli Carlo
VII (Carlo III di Borbone) commissionò all’architetto napoletano Luigi
Vanvitelli un palazzo che rivaleggiasse con quello di Versailles. Il risultato
fu una reggia ancora più vasta della sua concorrente francese. Con le sue
1200 stanze, 1790 finestre, 34 scale e una facciata lunga 250 m, la Reggia
di Caserta è il più grande edificio settecentesco d’Europa.
L’immensa scalinata progettata da Vanvitelli conduce negli appartamenti
reali, riccamente decorati con affreschi, opere d’arte, arazzi, mobili
d’epoca e sontuosi lampadari. Nelle stanze dietro la Sala di Astrea,
recentemente ristrutturate, è esposta una straordinaria collezione di antichi
modellini in legno della Reggia, insieme a disegni e bozzetti dell’edificio
realizzati da Luigi Vanvitelli e suo figlio Carlo.
Gli appartamenti ospitano anche la mostra Terrae Motus, che presenta
un’interessante (e purtroppo poco visitata) collezione di opere d’arte
moderna commissionate ad artisti internazionali dopo il terremoto che nel
1980 devastò la regione. Al progetto hanno contribuito nomi di grosso
calibro, come gli statunitensi Cy Twombly e Robert Mapplethorpe,
l’italiano Mimmo Paladino e il greco Jannis Kounellis.
Dopo tanto splendore, rilassatevi con una passeggiata nel magnifico parco
che si estende per circa 3 km fino alla grande cascata e alla fontana di
Diana. Nel parco si trova il famoso Giardino Inglese, una romantica oasi
di sentieri intrecciati, fiori esotici, vasche e cascate. Potrete noleggiare
biciclette (€4) sul retro del palazzo, dove ci sono anche carrozzelle trainate
da cavalli (€5/10 per persona, durata del percorso 30/50 min, fino a 4
passeggeri) che fanno il giro del parco. Ignorate i venditori abusivi di
souvenir che si aggirano all’esterno e all’interno della reggia.
Se vi venisse un languorino, lasciate perdere il caffè del museo, pieno di
turisti, e puntate su Martucci ( 0823 32 08 03; Via Roma 9; paste a
partire da €1,50, panini a partire da €3,50, insalate €7,50; 5-22.30 lun-
ven, fino all’1 sab e dom), situato 250 m a est della reggia. A parte l’ottimo
caffè, troverete panini, insalate, verdure miste e dolci, tutti freschissimi, e
piatti più sostanziosi preparati sul momento.
Da lunedì a sabato diversi treni collegano Napoli e Caserta (€3,10, 35-50
min), mentre la domenica il servizio è molto ridotto (tenetelo presente al
momento di scegliere un giorno). La stazione ferroviaria di Caserta si trova
al di là dei giardini, proprio di fronte al palazzo. In auto, seguite le
indicazioni per la Reggia.
Parco Vergiliano
SITO ARCHEOLOGICO, PARCO
(cartina; 081 66 93 90; Salita della Grotta 20; 9-18;Risalendo la ripida scalinata
Mergellina)
di questo parco un po’ fuori mano finirete nel tunnel di epoca romana più lungo del
mondo: progettato da Lucio Cocceio Aucto, si estende per 700 m e collega Napoli a
Pozzuoli. In cima si trova la tomba di Virgilio, morto a Brindisi nel 19 a.C. Secondo
la leggenda, le spoglie del poeta furono portate a Napoli su un carretto e inumate
sotto questa volta di epoca augustea. Nel parco è sepolto anche Giacomo Leopardi.
Parco Virgiliano
PARCO
(cartina; Viale Virgilio; 7-24 mag-set, fino alle 21 il resto dell’anno; Affacciato
140 fino a Via Posillipo)
sulla scintillante distesa del mare dalla punta più occidentale dell’elegante collina di
Posillipo, questo parco molto amato dai napoletani è ideale per rilassarsi su una delle
sue terrazze e abbracciare il panorama: Capri a sud, Nisida, Procida e Ischia a sud-
ovest e infine il Golfo di Pozzuoli e Bagnoli a ovest. Davanti all’ingresso principale
del parco, ogni giovedì dalle 9 alle 14 si tiene il mercato di Posillipo. Gli
appassionati di storia forse sapranno che l’isolotto di Nisida è il luogo in cui Bruto
avrebbe cospirato contro Giulio Cesare.
SCANDALO A CORTE
Pochi altri edifici infiammano il gossip locale come il Palazzo Donn’Anna
(Largo Donn’Anna 9; 140 fino a Via Posillipo) a Posillipo. Mai
terminato, semidiroccato, eppure incredibilmente affascinante, il palazzo
prende il nome da Anna Carafa, per la quale fu progettato come dono di
nozze dal marito Ramiro Guzman, viceré spagnolo di Napoli. Nel 1644,
Guzman se ne tornò di corsa in Spagna lasciando a Napoli la consorte
addolorata. Poco dopo Anna morì e il prodigioso architetto napoletano
Cosimo Fanzago abbandonò la costruzione.
La grandiosa opera incompiuta sorge sul sito di una villa più antica, La
Sirena, considerata teatro delle scandalose licenziosità della regina
Giovanna e dei suoi delitti passionali (si dice che la volubile regina si
liberasse degli amanti gettandoli direttamente in mare). Non è chiaro però
di quale regina Giovanna si tratti. Secondo alcuni, di Giovanna I (1326-82),
figlia di Carlo (duca di Calabria) e nipote di Roberto d’Angiò, il cui elenco
di malvagità pare annoverasse anche l’uccisione del marito. Altri puntano il
dito contro Giovanna II (1373-1435), sorella del re Ladislao, i cui appetiti
carnali hanno alimentato leggende boccaccesche. Palazzo Donn’Anna non
è aperto al pubblico.
Kayak Napoli
KAYAK
(cartina; 331 9874271, 338 2109978; www.kayaknapoli.com; tour €20-35; I
140 fino a Via Posillipo)
tour in kayak di questo operatore lungo il litorale di Napoli vi faranno scoprire
rovine romane, ville neoclassiche, giardini rigogliosi, grotte segrete e altre bellezze
che spesso si possono ammirare soltanto via mare. I tour sono adatti a ogni livello di
esperienza e comprendono un’escursione serale al chiaro di luna. Il punto di ritrovo
è a Posillipo, in Via Posillipo 68 (Baia delle Rocce Verdi). I tour vanno prenotati
(anche il giorno prima) e sono comunque vincolati alle condizioni meteorologiche.
Feste ed eventi
Festa di San Gennaro
FESTA RELIGIOSA
Il sabato precedente la prima domenica di maggio i fedeli affluiscono al Duomo per
assistere alla liquefazione miracolosa del sangue di san Gennaro. Lo stesso evento si
ripete il 19 settembre e il 16 dicembre.
Maggio dei Monumenti
CULTURA
( mag) La manifestazione dura un mese e presenta un ricco calendario di concerti,
spettacoli, mostre, visite guidate e altri eventi in tutta la città.
Wine&Thecity
FESTA DEL VINO
(www.wineandthecity.it; Due settimane dedicate alla celebrazione dei vini regionali,
mag)
con degustazioni gratuite ed eventi organizzati nei vari palazzi, musei, negozi e
ristoranti di Napoli.
Napoli Teatro Festival
TEATRO
(www.napoliteatrofestival.it; Tre settimane di spettacoli teatrali e performance
giu)
artistiche allestiti da compagnie nazionali e internazionali in luoghi tradizionali o
inconsueti.
Madonna del Carmine
FESTA RELIGIOSA
( 16 lug) Pellegrini e fuochi d’artificio invadono la Piazza del Mercato in omaggio
alla Madonna miracolosa della Chiesa di Santa Maria del Carmine.
Napoli Film Festival
CINEMA
(www.napolifilmfestival.com; set-ott) Dieci giorni di film italiani e stranieri e conferenze
sul cinema.
SULLA SPIAGGIA DA GIONA
Situato proprio sulla spiaggia, con vista su Procida e Ischia, il ristorante Da
Giona (cartina; 081 523 46 59; www.dagiona.it; Via Dragonara 6,
Miseno; pasti €35; 13-16 lun-dom, anche 20-23 giu-metà set; Cumana
fino a Torregaveta, poi autobus EAV fino a Miseno) è uno dei locali più
amati dai napoletani (da prenotare nei weekend). Nel suo ambiente un po’
retrò potrete gustare piatti di pesce freschissimo e cucinato in modo molto
semplice, dall’antipasto misto (che può includere frittura di zucchine e
gamberi, carpaccio marinato e insalata di polpo) agli indimenticabili
spaghetti alle vongole. Se il tempo è bello, chiedete un tavolo sulla veranda
scricchiolante (o direttamente sulla sabbia) e lasciate scorrere le ore in
compagnia di una Falanghina. Per arrivare qui da Napoli, prendete il treno
della Ferrovia Cumana fino a Fusaro, poi l’autobus EAV per Miseno. In
alternativa, raggiungete Pozzuoli con un treno della Cumana o con la
metropolitana e da lì prendete un taxi.
Pasti
La cucina napoletana è uno dei fiori all’occhiello del panorama gastronomico
italiano, e il vantaggio di assaporarla in uno scenario suggestivo come quello del
Golfo garantisce un’esperienza memorabile. Certo non mancano i ristoranti con
tovaglie immacolate, lume di candela e conto da €50, ma spesso i piatti migliori si
trovano in qualche semplice trattoria nascosta tra i vicoli del centro, dove un pasto di
tre portate compreso il vino della casa può costare meno di €20. Ancora più
economiche sono le numerosissime e ottime pizzerie e friggitorie sparse per la città.
L’unico neo è che molti locali chiudono anche per due settimane in agosto, per cui è
sempre meglio telefonare prima.
Centro storico e Mercato
Pizzeria Gino Sorbillo
PIZZA €
(cartina; 081 44 66 43; www.accademiadellapizza.it; Via dei Tribunali 32; pizze a partire da €3,30; 12-
15.30 e 19-24 lun-sab; Si può discutere per ore sul fatto che Gino Sorbillo sia o
Dante)
meno il re della pizza di Napoli, ma è innegabile che il locale sia perennemente
affollato. Le sue pizze gigantesche, preparate con farina e pomodori biologici e cotte
nel forno a legna, sono da leccarsi e baffi – e le dita! Andateci molto presto, oppure
preparatevi a fare la coda.
Salumeria
BISTRÒ €
(cartina; 081 1936 4649; www.salumeriaupnea.it; Via San Giovanni Maggiore Pignatelli 34/35; panini a
partire da €4,40, taglieri di salumi e formaggi a partire da €7,70; 10-24, chiuso mer mattina; ; Dante,
Museo)Questo bistrò-bar è l’ultimo progetto realizzato dal dinamico team di UpNea,
un’associazione culturale molto nota in città per i suoi eventi artistici. Il suo ricco
menu offre di tutto per ogni momento della giornata, dal caffè con muffin sfornati
ogni mattina a zuppe, insalate e taglieri di salumi assortiti, oltre a panini e
hamburger superlativi. Di recente è stato avviato anche il servizio di ristorazione.
Qui troverete soltanto il meglio dei prodotti locali e persino il ketchup è preparato in
casa con pomodorini Piennolo del Vesuvio DOP. La carta delle bevande propone
anche la birra artigianale Petragnola.
Eccellenze Campane
NAPOLETANO €
( 081 20 36 57; www.eccellenzecampane.it; Via Benedetto Brin 49; pizze a partire da €5, pasti €35; 7-23
dom-ven: 7-12.30 bar e pasticceria; 12.30-15 e 19-23 ristorazione; fino alle 0.30 sab; 116, 192, 460, 472, 475)
È la risposta napoletana alla torinese Eataly, un’elegante vetrina dei migliori prodotti
alimentari campani, presentati in uno spazio dal design contemporaneo articolato in
vari settori dedicati alla ristorazione o alla vendita. Vi troverete di tutto: pizze cotte a
puntino, fritturine leggere, pesce freschissimo, dolci della rinomata pasticceria Sal
De Riso, birre artigianali e un’infinità di prelibatezze da portarsi a casa. Un vero
‘must’ per i buongustai.
Tandem
NAPOLETANO €
(cartina; 081 1900 2468; Via Giovanni Paladino 51; pasti €19; 12.30-15.30 e 19-23.30; ; Università,
Duomo) Il ragù è il protagonista delle tavole napoletane la domenica a pranzo, ma il
Tandem lo serve tutti i giorni. Che lo proviate con i rigatoni o in ricche ciotole in cui
intingere il pane, preparatevi a una squisitezza gustosa e profumata che potrebbe far
impallidire la ricetta della nonna. Il menu comprende anche piatti con ragù
vegetariano e un primo vegetariano del giorno. È un locale piccolo e senza tante
pretese, ma vanta una folta schiera di fedelissimi, per cui presentatevi presto o (nei
weekend) prenotate.
La Campagnola
NAPOLETANO €
(cartina; 081 45 90 34; Via dei Tribunali 47; pasti €18; Allegra e
12.30-16 e 19-23.30; ; Dante)
verace, questa trattoria semplice ma curata serve specialità napoletane preparate a
regola d’arte. Fra i piatti del giorno, il giovedì propone la Genovese (pasta al ragù
d’agnello, pomodoro e cipolla cucinato a fuoco lento), mentre sul menu non
mancano mai classici come la salsiccia con i friarielli. Se vi resta ancora un po’ di
posto, concludete con un babà al rum.
Jamón
GASTRONOMIA €
(cartina; 335 7226405; Piazza San Domenico Maggiore 9; merende a partire da €5, taglieri degustazione di
formaggi e salumi a partire da €4,50; 10-2; Ottima per uno spuntino nella
Dante, Università)
bella cornice di Piazza San Domenico Maggiore, questa piccola, straordinaria
gastronomia-enoteca serve salumi e formaggi di nicchia o difficili da trovare
localmente, come la mortadella biologica toscana profumata alla cannella e il
prosciutto San Daniele DOP. Potrete gustarli da un tagliere misto o in mezzo a un
panino croccante preparato al momento. In entrambi i casi, accompagnate queste
prelibatezze con un buon bicchiere di vino italiano o francese.
GayOdin
CIOCCOLATO, GELATI €
(cartina; 081 551 07 94; www.gayodin.it; Via Benedetto Croce 61; gelato a partire da €1,70; 9.30-20.15 lun-
gio, fino alle 23.30 ven e sab, 10-20.15 dom; Più che una cioccolateria, è una vera e
Dante)
propria istituzione. GayOdin confeziona le più rinomate creazioni di cacao della
città, tra cui le celebri ‘cozze’ di cioccolato. Per un brivido di piacere, assaggiate i
chicchi di caffè ricoperti o il piccante cioccolato al peperoncino. Qui troverete anche
il fantastico gelato firmato GayOdin, con i gusti alle creme più squisiti della città.
La Masardona
NAPOLETANO €
(cartina; 081 28 10 57; Via Giulio Cesare Capaccio 27; pizza fritta €2-5; 7-16 mar-ven, e 18-24 sab, 7-15
dom; ; Per assaggiare la vera pizza fritta napoletana – con ciccioli di
Garibaldi)
maiale, salame, prosciutto, provola affumicata, ricotta e pomodoro – venite alla
Masardona. I clienti abituali la ordinano quasi sempre senza ricotta e
l’accompagnano con un bicchiere di Marsala dolce. Esiste anche una versione con
scarola, olive e provola, anch’essa disponibile in formato ridotto (€2). Tutti i martedì
il proprietario serve il suo famoso tortaniello (€3), un delizioso tortino rustico
ripieno di pecorino, salame, ciccioli e uova sode.
Di Matteo
PIZZA, SPUNTINI €
(cartina; 081 45 52 62; www.pizzeriadimatteo.com; Via dei Tribunali 94; spuntini a partire da €0,50, pizze a
partire da €3,50; 9-24 lun-sab, fino alle 15.30 dom; C55 fino a Via Duomo, La
Cavour, Duomo)
pizzeria Di Matteo è una delle più storiche e veraci di Napoli. Dal banco affacciato
sulla strada serve alcuni dei migliori stuzzichini fritti della città, dalla pizza fritta agli
arancini di riso. Se volete sedervi all’interno, aspettatevi un ambiente senza pretese,
con luci giallognole e camerieri scontrosi, ma le pizze sono strepitose.
Scaturchio
PASTICCERIA €
(cartina; 081 551 70 31; Piazza San Domenico Maggiore 19; pasticceria a partire da €1,50; 7.20-20.30;
Dante)In una città famosa per le tentazioni di gola, questa pasticceria sulla piazza
gode di uno status privilegiato. Vi troverete tutte le specialità locali (tra cui babà
particolarmente voluttuosi), ma il vero protagonista è il ‘ministeriale’, un
medaglione di cioccolato fondente ripieno di crema al liquore; la ricetta di questa
specialità, creata nell’Ottocento, è tenuta religiosamente segreta.
Angelo Carbone
PASTICCERIA €
(cartina; 081 45 78 21; Largo Regina Coeli 4-8; pasticceria a partire da €1, panini a partire da €2,50; 7.20-
20 lun-ven, 7-17 sab e dom; ; Fuori dai circuiti turistici, questo bar-
Piazza Cavour, Museo)
pasticceria-rosticceria prepara una sfogliatella fragrante che è la fine del mondo, per
non parlare dei sublimi pasticcini alla crema e amarena. Propone anche un goloso
assortimento salato, fra cui ricchi panini e primi appetitosi (€3-4). Non perdetevi il
portico affrescato della Chiesa di Santa Maria Regina Coeli, situata di fronte.
Pizzeria Vesi
PIZZA €
(cartina; 081 29 99 95; Via dei Tribunali 388; pizze a partire da €3; 12-17 e 19-24 dom-gio, fino all’1 ven e
sab; Se Gino Sorbillo fosse chiuso, questa popolare pizzeria è una comoda
Dante)
soluzione alternativa. Le pizze sono più che dignitose e, nella bella stagione, è
piacevolissimo mangiare all’aperto osservando il viavai.
Attanasio
PANIFICIO, PASTICCERIA €
(cartina; 081 28 56 75; Vico Ferrovia 1-4; sfogliatelle €1,20; Pensavate
6.30-20 mar-dom; Garibaldi)
che le sfogliatelle di Pintauro (qui sotto) fossero la perfezione? Assaggiate il caldo
ripieno di ricotta di questa pasticceria tradizionale e preparatevi a cambiare idea. E
non è tutto: troverete ad attendervi schiere di vassoi di specialità fresche e ripiene,
dai cremosi cannoli siciliani ai babà al rum. Se amate il salato non dovete perdervi il
sostanzioso ‘pasticcino rustico’, ripieno di provola, ricotta e salame.
LABORATORI DELLE MERAVIGLIE
Nascosti in anguste viuzze, dietro a porte senza nome o all’interno di
insospettabili cortili, i laboratori degli artigiani di Napoli sono disseminati
per tutto il centro storico. In questi luoghi segreti, abili artisti napoletani
celebrano, reinterpretano e talvolta sovvertono le tradizioni artistiche del
territorio, per esempio realizzando statuine del presepe in stile pop art,
come quelle della Sacra Famiglia a bordo di uno scooter. Se volete scoprire
questa dimensione artistica alternativa, fate un salto nei seguenti laboratori:
Lello Esposito (cartina; 335 5874189, 081 551 41 71;
www.lelloesposito.com; Piazza San Domenico Maggiore 9; Dante) Lello,
che divide il suo tempo fra Napoli e New York, è di una simpatia
contagiosa. La sua passione per l’identità culturale, i simboli e le
metamorfosi della sua città si esprime attraverso sculture e installazioni di
grandi dimensioni che esplorano e trasformano l’immaginario popolare
napoletano: l’uovo, san Gennaro, Pulcinella... Secondo Lello, la Napoli
moderna non è meno barocca di quella settecentesca, e questa visione si
riflette nei colori densi, saturi e sensuali della sua pittura. Per visitare
l’atelier – lo trovate appena entrati nel palazzo dall’ingresso principale,
dietro la porta a destra – potrete tentare la fortuna presentandovi senza
appuntamento, ma vi consigliamo di annunciarvi prima con una telefonata
o un’email.
Officina d’Arti Grafiche di Carmine Cervone (cartina; 081 29 54
83; carmine.cervone@libero.it; Via Anticaglia 12; 9-19.30 lun-sab;
Cavour, Museo) Se amate le stampe e la tipografia, non perdetevi l’officina
di Carmine, unica nel suo genere e piena di rari macchinari d’epoca, tra cui
un linotipo di fine Ottocento. Carmine nutre una profonda passione per il
suo lavoro e adora mostrarne le tecniche; inoltre collabora spesso con altri
artisti producendo stampe, litografie e libri a tiratura limitata. Può
addirittura realizzare biglietti da visita personalizzati e inviti originali (nel
giro di un paio di giorni) per chi è in cerca di un souvenir diverso dal solito.
Zhao (cartina; 329 3469011; Via Atri 31; Dante) In un piccolo
laboratorio che si apre con una gigantesca chiave settecentesca, lo scultore
e pittore Salvatore Vitagliano si serve di frammenti di antiche statuette di
terracotta per creare opere straordinarie nella loro semplicità, che fondono
letteralmente l’antico con il moderno. Il tema della ‘collisione temporale’
caratterizza anche le carte da gioco napoletane del suo repertorio artistico,
dipinte a mano sui biglietti della metropolitana. Per prenotare una visita
telefonate un paio di giorni prima.
La Taverna di Santa Chiara
NAPOLETANO €€
(cartina; 081 048 49 08, 393 9557558; Via Santa Chiara 6; pasti €25; 12.30-15 e 19-23 mer-lun; ;
Dante)Pasta di Gragnano, carni locali di montagna (Irpinia, Agerola, Sannio), latte
nobile dell’appennino campano... questo intimo ristorante su due piani ha il
meraviglioso pallino per i prodotti di piccole aziende locali e per quelli segnalati da
Slow Food. Il risultato è un bellissimo viaggio nella gastronomia stagionale della
Campania. Per gustare un po’ di tutto ordinate un antipasto misto, poi passate alle
sue specialità: pasta e fagioli, parmigiana di baccalà e genovese di polpo con un
bicchiere di Aglianico del Taburno. Nel locale si presentano anche eventi culturali.
Toledo e Quartieri Spagnoli
Pintauro
PASTICCERIA €
(cartina; 348 7781645; Via Toledo 275; sfogliatelle €2; 9-20 lun-sab, 9.30-14 dom, chiuso metà lug-inizio
set; R2 fino a Via San Carlo, La regina dei dolci napoletani è la
Municipio, Toledo)
sfogliatella, un guscio di croccanti nastri di sfoglia ripieno di una dolce ricotta
profumata. Questa istituzione locale vende sfogliatelle dai primi dell’Ottocento,
quando il suo fondatore le avrebbe introdotte a Napoli dal luogo in cui
effettivamente nacquero, la Costiera Amalfitana.
Fantasia Gelati
GELATERIA €
(cartina; 081 551 12 12; Via Toledo 381; gelati a partire da €2,50; 7-1 dom-ven, fino alle 2 sab; Toledo)
Gli intenditori giurano che, per i gelati alla frutta, nessuna gelateria è all’altezza di
questa, una delle tante filiali di Fantasia Gelati in città. Provate il gusto sublime alla
cassata siciliana, preparato con ricotta di pecora. II gusti della categoria ‘gelato
caldo’ non sono davvero caldi, ma solo più cremosi.
Trattoria San Ferdinando
NAPOLETANO €€
(cartina; 081 42 19 64; Via Nardones 117; pasti €27-30; 12-15 lun-sab, 7.30-23 mar-ven; R2 fino a Via
San Carlo, Con le sue pareti tappezzate di locandine teatrali, la Trattoria San
Municipio)
Ferdinando è frequentata da intellettuali e personaggi legati al mondo del teatro. Per
un viaggio nei sapori napoletani, informatevi sugli antipasti del giorno e scegliete i
vostri preferiti. Tra le specialità di pesce segnaliamo le delicate seppie ripiene, da
coronare con uno degli irresistibili dolci fatti in casa.
Santa Lucia e Chiaia
Muu Muuzzarella Lounge
NAPOLETANO €
(cartina; 081 40 53 70; Vico II Alabardieri 7; piatti €7-14; 12.30-1.30 mar-sab, 6.30-1.30 dom; ; C24
Con le lampade che ricordano i secchi del latte e i cuscini
fino a Riviera di Chiaia)
stampati come pelli di mucca, questo simpatico locale dal design contemporaneo è
specializzato in freschissime mozzarelle di bufala campana servita su taglieri di
formaggi e salumi o insieme a piatti più creativi, come i bocconcini di bufala con
morbido pesto e mele croccanti. Lasciate un po’ di spazio per il cheesecake al
cioccolato bianco (ricetta segreta dello chef), da gustare con un bicchiere di Guappa
(liquore al latte di bufala).
Antica Osteria Da Tonino
CAMPANO €
(cartina; 081 42 15 33; Via Santa Teresa a Chiaia 47; pasti €18; 13-16 tutti i giorni, anche 20-24 gio, ven e
sab; Tonino, un vivace ottantacinquenne soprannominato JR dalla
Piazza Amedeo)
moglie, è ancora in forma smagliante, proprio come la sua osteria. Al banco, signore
affrettate prelevano le loro ordinazioni da portare via, mentre ai pochi tavoli del
locale, sempre affollati, distinti signori in completi firmati Rubinacci, persone di una
certa età e una volta un premio Nobel (Dario Fo) gustano i semplici piatti di Tonino,
come i rigatoni al ragù e ricotta.
Moccia
PASTICCERIA, GELATERIA €
(cartina; 081 41 13 48; Via San Pasquale a Chiaia 21-22; pasticceria a partire da €0,70; 7-21 mer-lun;
Con un tale sgargiante schieramento di tartellette alle fragole,
C24 fino a Riviera di Chiaia)
babà al liquore e gelati cremosi (provate l’abbinata pesca e melone), nessuno si salva
dalle tentazioni di questa pasticceria, non le procaci signore della Napoli bene, né i
professionisti che vogliono placare un languorino, o le eteree fanciulle di Chiaia
inguainate nelle loro mise griffate. La torta caprese alle mandorle, la migliore della
città, dà il meglio di sé con un espresso dall’aroma intenso.
L’Ebbrezza di Noè
NAPOLETANO €€
(cartina; 081 40 01 04; www.lebbrezzadinoe.com; Vico Vetriera 9; pasti €37; 20-24 mar-dom e 13-15 dom;
dalle 18 aperitivi al banco; Enoteca di giorno, il locale si trasforma la sera in
Piazza Amedeo)
un ottimo ristorante pieno d’atmosfera. Sedetevi al bancone per un bicchiere di vino
con gli amici, oppure accomodatevi in una delle sale da pranzo, tappezzate di
bottiglie, per gustare le appetitose specialità della casa preparate con i prodotti
freschi del mercato, come i paccheri fritti ripieni di melanzane e conditi con una
gustosa salsa di pomodoro e basilico.
La carta dei vini è superlativa, con oltre 2000 etichette selezionate con cura dal
proprietario-sommelier Luca Di Leva. Prenotate.
Ristorantino dell’Avvocato
NAPOLETANO €€
(cartina; 081 032 00 47; www.ilristorantinodellavvocato.it; Via Santa Lucia 115-117; pasti €40; 12-15 e
19.30-23, solo a pranzo lun e dom; ; Elegante e accogliente, questo
128 fino a Via Santa Lucia)
ristorante si è rapidamente conquistato le lodi dei buongustai napoletani. La luce dei
loro occhi è il cordiale Raffaele Cardillo, chef e proprietario del locale, la cui
passione per la cucina regionale si fonde con lo slancio verso i sapori freschi e
raffinati – vi basti pensare agli gnocchi conditi con cozze e vongole fresche, granella
di pistacchio, limone, zenzero e aglio. I menu degustazione (€45-50) hanno un buon
rapporto qualità-prezzo, così come l’opzione ‘tre portate in un piatto’ (€12) proposta
a pranzo nei giorni infrasettimanali. Consigliabile prenotare dal giovedì al sabato.
Trattoria Castel dell’Ovo
CUCINA DI MARE €€
(cartina; 081 764 63 52; Via Luculliana 28; pasti €25; 13-15.30 e 20-23.30 ven-mer, chiuso a cena dom ott-
apr; Molti napoletani evitano i grandi ristoranti turistici di
128 fino a Via Santa Lucia)
Borgo Marinari, ma adorano questa piccola, economica e simpatica trattoria a un
passo dalle barche ormeggiate nel porticciolo. La cucina è dedicata al mare, dalla
zuppa di pesce all’insalata di polpo con pomodoro fresco. Anche se non li trovate sul
menu, provate a chiedere gli spaghetti con gamberi, cozze, zucchine e parmigiano.
Si accettano solo contanti.
Da Ettore
NAPOLETANO €€
(cartina; 081 764 35 78; Via Gennaro Serra 39; pasti €20-25; 12.30-15 tutti i giorni, 19.45-22.15 mar-sab;
Ha soltanto otto tavoli, ma la sua reputazione è leggendaria.
R2 fino a Via San Carlo)
Alle pareti sono esposte le foto di habitué celebri, come il grande Totò, insieme a un
brano scritto dal giallista Massimo Siviero che cita Ettore in uno dei suoi racconti.
Protagonisti del successo del locale sono i sostanziosi piatti della tradizione
regionale, come la pasta patata e provola specialità della casa. Per la domenica a
pranzo prenotate due giorni prima.
L’Altro Loco
CAMPANO €€€
(cartina; 081 764 17 22; www.ristorantelaltroloco.com; Vicoletto Cappella Vecchia 4/5; pasti €60; 13-15.30
sab e dom, 20-23.30 lun-sab; Sarà anche un po’ caro, ma a Napoli
C24 fino a Piazza dei Martiri)
sono pochi i ristoranti che offrono un ambiente raffinato e un servizio impeccabile
come questo locale di alta cucina illuminato da luci soffuse e frequentato da
professionisti e signore eleganti. Qui le parole chiave sono freschezza, leggerezza e
delicatezza, dalla deliziosa insalatina di aragoste e gamberi alla millefoglie guarnita
con soffice panna montata e fragole.
Ugualmente all’altezza è la carta dei vini, che propone circa 600 etichette fra cui, a
sorpresa, anche vini del Nuovo Mondo. Si consiglia di prenotare, specialmente nei
weekend.
Vomero
Friggitoria Vomero
FRIGGITORIA €
(cartina; 081 578 31 30; Via Domenico Cimarosa 44; spuntini a partire da €0,20; 9.30-14.30 e 17-21.30 lun-
ven, fino alle 23 sab; Tanto spartana quanto mitica, prepara
Centrale fino a Piazza Fuga)
fritture superlative, fra le migliori della città. Abbandonatevi alla croccantezza delle
melanzane e degli spinaci, delle zeppole, delle frittatine di maccheroni e dei supplì
di riso. Situato di fronte alla funicolare, è comodo per fare un pieno d’energia prima
di affrontare la scarpinata fino alla Certosa di San Martino.
Fantasia Gelati
GELATERIA €
(cartina; 081 578 83 83; Piazza Vanvitelli 22; gelati a partire da €2,50; 7-1 lun-ven, fino alle 2 sab, fino
all’1.30 dom; Questa succursale del re del gelato napoletano fa felici i golosi
Vanvitelli)
del Vomero con i suoi deliziosi gelati a base d’ingredienti stagionali. Non rinunciate
a un simile piacere!
Antica Cantina di Sica
NAPOLETANO €€
(cartina; 081 556 75 20; Via Gianlorenzo Bernini 17; pasti €30; 12-15.30 mar-dom, 19-23.30 mar-sab;
Vanvitelli, Quest’elegante perla
Chiaia fino a Cimarosa, Centrale fino a Piazza Fuga)
gastronomica celebra i classici della cucina regionale con grande attenzione al
dettaglio. I generosi antipasti sono squisiti (come la trippa tenerissima in profumata
salsa di pomodoro e la succulenta parmigiana di melanzane) e la frittura mista di
pesce resta croccante fino all’ultimo boccone. Ugualmente deliziosi sono i dessert
della casa (provate la consistenza vellutata della cassata napoletana).
Capodimonte e Sanità
Pizzeria Starita
PIZZA €
(cartina; 081 557 36 82; Via Materdei 28; pizze a partire da €4; 12-15.30 e 19-24 lun-sab, 19-24 dom;
Materdei)La forchetta e il coltello appesi al muro di questa leggendaria pizzeria furono
utilizzati da Sophia Loren ne L’Oro di Napoli (1954), mentre dalla cucina della
Pizzeria Starita uscirono le pizze fritte che l’attrice vendeva nel film. Il menu
propone oltre 60 varietà di pizze, come quella gustosissima ai fiorilli e zucchine (con
fiori di zucca, zucchine e provola), ma il nostro cuore resta fedele alla classica
marinara.
Cantina del Gallo
NAPOLETANO €
(cartina; 081 544 15 21; www.cantinadelgallo.com; Via Alessandro Telesino 21; pizze a partire da €4, pasti
€15; 11-16 e 19-24 lun-dom; ; Un gallo disegnato al neon sopra il
C51 fino a Via Fontanelle)
forno a legna e un braciere ardente sotto il tavolo nelle fredde giornate d’inverno non
sono le uniche peculiarità di uno dei locali più amati del rione Sanità. Assaggiate i
suoi ‘calzoncini’ o la specialità della casa, A’Cafona, una pizza all’aglio con
pomodoro, origano, peperoncino e una grattugiata di pecorino, grana padano e
parmigiano. I camerieri sono gentilissimi.
Tarallificio Esposito
PANIFICIO €
(cartina; 081 45 49 06; Via Sanità 129; taralli a partire da €0,50; 6-20.30 lun-sab, fino alle 14.30 dom;
Piazza Cavour, Museo) I taralli mandorlati, preparati con pepe, mandorle e strutto,
possono dare dipendenza; ora che siete avvisati, potete correre a rifornirvi in questo
panificio di famiglia del rione Sanità. Non limitatevi alla versione classica, perché ne
troverete diverse e irresistibili varianti, come i burrosi taralli ai friarielli, quelli
all’olio d’oliva e alla glassa di limone. E per calmare un appetito più robusto, niente
di meglio che la favolosa focaccia.
Mergellina e Posillipo
50 Kalò
PIZZERIA €
(cartina; 081 192 04 667; www.50kalò.it; Piazza Sannazzaro 201b; pizze a partire da €5; 12.30-16 e 19.30-
0.30; ; Il nome di questa elegante pizzeria dal design contemporaneo
Mergellina)
riprende un’espressione napoletana che indica la bontà dell’impasto, e non è una
scelta casuale. Al timone troviamo Ciro Salvo, rampollo di tre generazioni di
pizzaioli, la cui ricerca maniacale per i migliori prodotti napoletani si traduce in
pizze incredibilmente leggere cotte a puntino nel forno a legna. Qualità è la parola
d’ordine: dall’olio d’oliva al salame rustico, gli ingredienti arrivano direttamente da
piccoli produttori artigianali, prevalentemente campani.
Chalet Ciro Mergellina
GELATERIA €
(cartina; 081 66 99 28; www.chaletciro.it; Via Caracciolo; paste a partire da €1,50, brioche con gelato €4;
Il re dei caratteristici
6.45-2.30 lun, mar, gio e dom, fino alle 3 ven, fino alle 4 sab; Mergellina)
chioschi che vendono spuntini sul lungomare offre di tutto un po’, dal caffè ai
pasticcini e alle crêpes, ma la sua vera ragion d’essere è la brioche con gelato
guarnita di panna montata. Fate lo scontrino all’interno, scegliete i vostri gusti al
bancone sul marciapiede e poi bruciate le calorie con una bella passeggiata lungo la
baia.
Da Cicciotto
CUCINA DI MARE €€
(cartina; 081 575 11 65; Calata Ponticello a Marechiaro 32; pasti €40; 13-16 e 19-24; 140 fino a Via
Appollaiato su un’altura nel borgo di pescatori di Marechiaro, l’informale
Posillipo)
ma elegante Cicciotto ha mantenuto intatto il suo fascino di un tempo. Fra gli
antipasti, il carpaccio di pesce è sublime, così come i fiori di zucca fritti ripieni di
ricotta, mentre fra i primi segnaliamo i paccheri conditi con granchio locale e
pomodorini ciliegini.
Non meno invitante è l’assortimento dei dolci, tra cui la crostata alla crema di
limone con fragoline di bosco e crema Chantilly. Consigliamo di prenotare.
Don Salvatore
NAPOLETANO €€
(cartina; 081 68 18 17; www.donsalvatore.it; Via Mergellina 4a; pasti €40; 12-16 e 19.30-23.30 gio-mar;
Il segreto della felicità? Una serata sotto le stelle, la brezza
140 fino a Via Mergellina)
marina e un pesce cucinato in modo impeccabile. Potrete vivere tutto questo da Don
Salvatore, elegante vecchia gloria della cucina napoletana che vi accoglierà nel suo
dehors o nell’intima atmosfera della sala interna, illuminata da luci soffuse. Qui i
cliché culinari cedono il posto a ispirate proposte come i cecinielli (frittelle di
bianchetti), la minestra in brodo e le seppie con uva passa e pinoli.
Locali e vita notturna
I napoletani non sono grandi bevitori e nel centro storico molti acquistano
semplicemente una birra nel primo bar che incontrano per poi scolarsela in giro con
gli amici. I bar più in voga si concentrano nei dintorni di Piazza Bellini e Calata
Trinità Maggiore, vicino a Piazza del Gesù Nuovo, dove l’alto numero di studenti,
artisti e bohémien crea un’atmosfera vivace e conviviale. Se preferite sorseggiare un
calice di prosecco in un contesto più sofisticato, puntate sui bar alla moda di Chiaia,
famosi per la generosa varietà di stuzzichini da gourmet serviti con l’aperitivo serale
(dalle 18.30 alle 21.30) e compresi nel prezzo del drink. A Chiaia, i locali più in
voga si trovano in Via Ferrigni, Via Bisignano e Vico Belledonne.
Sul fronte dei divertimenti, anche se Napoli non può competere con Londra e
nemmeno Milano, il panorama degli appuntamenti culturali è ricco e variegato, e va
dall’opera al balletto, dal teatro d’avanguardia ai concerti di musica classica. Per
sapere cosa c’è in programma, consultate le rubriche degli spettacoli del Corriere del
Mezzogiorno o della Repubblica (cronaca di Napoli), oppure il sito
www.napoliunplugged.com; troverete informazioni anche all’ufficio turistico. Nelle
sale più piccole in genere i biglietti si comprano direttamente all’ingresso, mentre
per gli eventi di maggior richiamo potrete acquistarli in prevendita da Feltrinelli
(cartina; 081 032 23 62; www.azzurroservice.net; Libreria Feltrinelli, Piazza dei
Martiri 23; 11-14 e 15-20 lun-sab; C24 fino a Piazza dei Martiri) o al Box Office
(cartina; 081 551 91 88; www.boxofficenapoli.it; Galleria Umberto I 17; 9.30-20
lun-ven, 9.30-13.30 e 16.30-20 sab; R2 fino a Piazza Trieste e Trento).
Spazio Nea
CAFFÈ
(cartina; 081 45 13 58; www.spazionea.it; Via Constantinopoli 53; A un passo da
9-2; ; Dante)
Piazza Bellini, questo dinamico spazio culturale ne condivide l’atmosfera
bohémienne. La galleria, tinteggiata di bianco, presenta artisti contemporanei italiani
e stranieri e ha un proprio caffè-bistrò disseminato di libri e di fiori, nonché un
piacevole dehors ai piedi di una scalinata barocca. Dopo aver dato un’occhiata alla
mostra in corso, rilassatevi con un caffè o uno Spritz con Cynar. Sulla pagina
Facebook di Nea troverete il programma degli eventi, che includono conferenze e
serate di musica live o scelta dai DJ. Fra le proposte del menu segnaliamo le
insalate, fresche e abbondanti.
Intra Moenia
CAFFÈ
(cartina; 081 45 16 52; Piazza Bellini 70; Nonostante il servizio poco curato,
102; ; Dante)
questo caffè letterario ricoperto d’edera e affacciato su Piazza Bellini è molto
piacevole per una pausa di relax. Sfogliate i libri a tiratura limitata sulla cultura
napoletana, scegliete una cartolina d’epoca o sorseggiate semplicemente un prosecco
osservando il viavai sulla piazza. Il vino al bicchiere parte da €4 e potrete
accompagnarlo con un assortimento di bruschette, insalate e spuntini.
Caffè Gambrinus
CAFFÈ
(cartina; 081 41 75 82; www.grancaffegambrinus.com; Via Chiaia 1-2; 7-1 dom-gio, fino alle 2 ven, fino
alle 3 sab; R2 fino a Via San Carlo, Con i suoi preziosi lampadari di cristallo, il
Municipio)
sontuoso Gambrinus è il caffè più antico di Napoli, un’autentica istituzione in città.
Qui si fermò Oscar Wilde per un paio di bicchieri, mentre Mussolini ne fece
chiudere alcune sale per allontanare gli intellettuali di sinistra. I prezzi sono
indubbiamente alti, ma gli stuzzichini serviti con l’aperitivo sono buoni e
sorseggiare uno Spritz o una ricca cioccolata calda nelle sue sale belle époque è un
piacere unico.
Enoteca Belledonne
BAR
(cartina; 081 40 31 62; www.enotecabelledonne.com; Vico Belledonne a Chiaia 18; 10-14 e 16.30-2 mar-
sab, 18.30-1 lun e dom; ; Le pareti di mattoni a vista, gli scaffali
C24 fino a Riviera di Chiaia)
colmi di bottiglie e un’illuminazione indovinata creano una calda atmosfera
nell’enoteca più amata di Chiaia – basta vedere la folla di gente che ogni sera si
assiepa sul marciapiede antistante. La carta dei vini propone etichette accuratamente
selezionate (per lo più italiane), 30 o più delle quali disponibili al bicchiere. Potrete
accompagnare la vostra scelta con un piatto di salumi e formaggi italiani e spagnoli,
crostoni, bruschette e altro (da €7 a €16).
Cammarota Spritz
BAR
(cartina; 320 2775687; Vico Lungo Teatro Nuovo 31; Questo
16.30-24 lun, 11-24 mar-sab; Toledo)
baretto verace nei Quartieri Spagnoli serve birra, vino e Aperol Spritz (€1!) ai prezzi
più stracciati di Napoli. Ci troverete una folla variegata di giovani, studenti e artisti
che bevono e chiacchierano sotto grappoli d’uva di plastica o seduti sulle panche nel
vicolo. Un consiglio: se decidete per il vino, chiedete un Fiano o un Aglianico,
altrimenti avrete un vino di qualità inferiore.
Ba-Bar
BAR, CAFFÈ
(cartina; 081 764 35 25; www.ba-bar.it; Via Bisignano 20; 17-2 dom-ven, 11-fino a tardi sab; ; C24
Fra i vari bar che si affacciano su questa stradina, il Ba-Bar si
fino a Piazza dei Martiri)
distingue per il suo ambiente, le calde luci soffuse e un’anima poliedrica: ci si va per
uno Spritz veloce prima di cena, per ritrovarsi con gli amici nell’intima sala sul retro
o per giocare un’accanita partita di calcetto nel piano interrato. Propone una carta
molto interessante di vini italiani, birre locali e straniere e un’atmosfera giovane e
rilassata.
Mexico
CAFFÈ
(cartina; 081 551 52 99; Via Benedetto Croce 16; 7.30-21 lun-ven, fino alle 13 sab, fino alle 23 dom;
Dante)Fra i caffè di Napoli, il Mexico sarà anche un veterano, ma la sua nuova filiale
ha abbandonato l’impronta retrò della casa madre in favore di uno stile industrial-
contemporaneo con largo uso di legno riciclato e baristi di ultima generazione. Una
cosa però è rimasta la stessa: che prendiate un espresso o un cappuccino, al banco o
seduti, vi sarà servita la stessa miscela dall’aroma vellutato. Il Mexico propone
anche un assortimento di dolci discreti, fra cui paffuti cornetti, brownie e muffin.
Scaturchio
CAFFÈ
(cartina; 081 41 46 94; Teatro San Carlo, Piazza Trieste e Trento; 8-21; R2 fino a Via San Carlo,
Municipio) Godetevi un cappuccino con accompagnamento d’arie d’opera
nell’ambiziosa cornice di questo caffè allestito nel foyer del Teatro San Carlo.
Accomodatevi all’interno, in un divano Chesterfield con sottofondo di Verdi, o nel
dehors sulla piazza per seguire lo spettacolo della vita reale. Il caffè serve anche un
assortimento di delizie salate, come gli arancini, ma la vera squisitezza sono le
creazioni della pasticceria Scaturchio, fra cui il celeberrimo ‘ministeriale’, un
voluttuoso medaglione di cioccolato.
Bar dell’Epoca
BAR
(cartina; 081 033 05 15; Via Santa Maria di Costantinopoli 81-82; 7-2 lun-sab, fino alle 14 dom; ; Dante)
Se ve lo segnaliamo, non è per le sue pareti colore lime e le luci giallognole, ma
perché è l’unico bar di Piazza Bellini a servire una bottiglia di Peroni a €1,50 e lo
Spritz a €2. Non a caso è sempre gremito di studenti e dipendenti dell’Accademia di
Belle Arti e del Conservatorio, soprattutto la sera, quando il dehors davanti al locale
si trasforma in un teatro di strada. Il simpaticissimo proprietario, Peppe, non avrà
nulla da eccepire se vi porterete una pizza da mangiare ai suoi tavoli.
Libri e Caffè
CAFFÈ
(cartina; 081 1899 0753; www.facebook.com/LibriCaffeTeatroMercadante; Piazza Municipio 79; 9-fine
dello spettacolo al Mercadante lun-sab, 16-fine dello spettacolo al Mercadante dom; ; Il
Municipio)
bancone, i tavoli, le sedie e perfino gli scaffali di questo caffè-libreria sono fatti di
cartone riciclato. Situato all’interno del Teatro Mercadante, nasce da un’idea di due
editori locali, la cui passione per la qualità si estende anche al caffè e ai vini italiani.
Il menu comprende cornetti biologici e specialità napoletane di Slow Food servite in
vasetti di vetro (a partire da €3,50; prenotate via email). La pagina Facebook segnala
gli eventi in programma, che possono essere un aperitivo con musica DJ, concerti
live o reading di libri.
Galleria 19
CLUB
(cartina; www.galleria19.it; Via San Sebastiano 19; Questo popolarissimo
23-5 gio-mar; Dante)
locale del centro storico è un vasto ambiente sotterraneo disseminato di divani
Chesterfield e lampade in stile industriale. Nella prima parte della settimana è
frequentato prevalentemente da universitari, mentre il venerdì e il sabato è
appannaggio di un variegato mix di venti-trentenni. La musica spazia dall’elettronica
alla house, passando da ritmi più commerciali. Sul sito web trovate il programma
degli eventi.
Fonoteca
CAFFÈ, BAR
(cartina; 081 556 03 38; www.fonoteca.net; Via Raffaele Morghen 31, C/F; 12-1 lun-gio, fino alle 2 ven e
sab, 18.30-1.30 dom; ; Vanvitelli, Un music store con annesso
Centrale fino a Piazza Fuga)
caffè-bar, la Fonoteca è un punto di riferimento al Vomero. Vende LP e CD nuovi e
di seconda mano che spaziano dall’elettronica al rock classico, dal jazz al blues e
alla world music, nonché libri d’arte e di musica. Potrete anche andarci soltanto per
rilassarvi nel suo elegante lounge bar con un caffè, un cocktail o uno spuntino, tipo
bruschetta e insalate.
Divertimenti
Teatro San Carlo
OPERA, BALLETTO
(cartina; 081 797 23 31; www.teatrosancarlo.it; Via San Carlo 98/F; biglietteria 10-17.30 lun-sab, fino alle
14 dom; Il San Carlo, uno dei teatri d’opera più prestigiosi
R2 fino a Via San Carlo)
d’Italia, presenta ogni anno un ricco cartellone di opere liriche, balletti e concerti.
Calcolate di spendere €50 per un posto in balconata, €100 per una poltrona nelle
prime file o, se avete meno di 30 anni (esibite un documento), €30 per un posto in un
palco laterale. I biglietti per i balletti vanno da €35 a €80 – per chi ha meno di 30
anni €20.
Tenete presente che non tutti gli spettacoli hanno luogo nel teatro principale, ma
possono tenersi nel più piccolo Teatrino di Corte presso il vicino Palazzo Reale.
Associazione Scarlatti
MUSICA CLASSICA
(cartina; 081 40 60 11; www.associazionescarlatti.it; Piazza dei Martiri 58; C24 fino a Piazza dei Martiri)
La più importante associazione di musica classica di Napoli organizza ogni anno una
serie di concerti di musica da camera in diversi punti della città, tra cui Castel
Sant’Elmo e Palazzo Zevallos. Vi si esibiscono talenti locali e stranieri, come il
direttore d’orchestra belga Philippe Herreweghe, nonché formazioni internazionali
quali l’Amsterdam Baroque Orchestra e l’Orchestra del Teatro Mariinsky di San
Pietroburgo. In genere i biglietti si possono acquistare direttamente sul posto un’ora
prima dello spettacolo; calcolate di spendere €15 per un concerto a Castel
Sant’Elmo.
Centro di Musica Antica ietà de’ Turchini
MUSICA CLASSICA
(cartina; 081 40 23 95; www.turchini.it; Via Santa Caterina da Siena 38; Centrale fino a Corso Vittorio
Emanuele) Chi ama la musica classica si sentirà in Paradiso in questa bella chiesa
sconsacrata, un luogo molto suggestivo dove ascoltare concerti di compositori
prevalentemente napoletani dal XVII al XIX secolo. In genere i biglietti costano €10
(ridotti €7) e il programma è riportato sul sito web.
Lanificio 25
MUSICA LIVE
(cartina; www.lanificio25.it; Piazza Enrico De Nicola 46; ingresso €5-10; 21-fino a tardi ven e sab;
Questo ex lanificio borbonico è stato trasformato in un dinamico spazio per
Garibaldi)
eventi musicali e culturali. Tra fili di luci colorate e proiezioni video, organizza
concerti (di solito a partire dalle 22) con gruppi italiani di indie, rock, world music,
elettronica e altro, per un pubblico cosmopolita, informato e alternativo. Per gli
eventi in programma consultate il sito web o la pagina Facebook.
Galleria Toledo
TEATRO
(cartina; 081 42 50 37; www.galleriatoledo.org; Via Concezione a Montecalvario 34; biglietteria 18-19.30
mar-sab; Se si tratta di un’opera d’avanguardia, sperimentale o
Montecalvario, Toledo)
indipendente, è molto probabile che venga presentata in questo teatro ‘di culto’
nascosto fra le viuzze dei Quartieri Spagnoli. Qui vanno in scena compagnie,
produzioni e concerti di artisti locali e internazionali, con qualche film d’essai per
completare l’offerta. Si possono effettuare prenotazioni telefoniche (anche nei
weekend), ritirando i biglietti al botteghino 30 minuti prima dello spettacolo.
Stadio San Paolo
CALCIO
(cartina; Piazzale Vincenzo Tecchio; Dopo Juventus, Inter e Milan, il
Napoli Campi Flegrei)
Napoli è la quarta squadra di calcio italiana per numero di tifosi, e assistere a un
incontro nel terzo stadio del paese per dimensioni è un’esperienza indimenticabile.
Le partite di campionato si giocano da fine agosto a fine maggio e i biglietti costano
da €20 a €100; si possono acquistare nelle tabaccherie abilitate, presso l’apposito
sportello all’interno della Feltrinelli o al Box Office esibendo un documento
d’identità.
I biglietti si possono acquistare anche il giorno stesso della partita presso la
biglietteria dello stadio.
Teatro Palapartenope
MUSICA LIVE
(cartina; 081 570 00 08; www.palapartenope.it; Via Barbagallo 115; biglietteria 9-13 e 14-17.30 lun-ven, 9-
12.45 sab; Situato nel sobborgo di Fuorigrotta a ovest del centro
Cumana fino a Edenlandia)
di Napoli, il Palapartenope è il teatro più grande della città per i concerti al chiuso.
Malgrado l’architettura poco interessante, ha una capienza di 6000 posti a sedere e
ha ospitato i grandi nomi della musica italiana e internazionale, da Pino Daniele a
leggende come Lou Reed e gli Spandau Ballet.
TUTTI AL MERCATO
Porta Nolana e La Pignasecca sono soltanto due dei caotici e leggendari
mercati di Napoli. Potrete fare incetta di scarpe a buon mercato, utensili da
cucina a prezzi stracciati e qualche raro pezzo vintage anche nei seguenti
mercati:
Mercatino dell’Umberto (cartina; Via Imbriani; 9-13 lun-sab, chiuso
agosto; C25 fino a Riviera di Chiaia) Le bancarelle in Via Imbriani
vendono un po’ di tutto, ma sono particolarmente famose per borse,
gioielli, scarpe e vestiti, tutto all’ultima moda; spunta perfino qualche
sarong. Nei mesi più freddi troverete una discreta scelta di sciarpe. Qui non
si contratta... ricordatevi che siamo a Chiaia.
Fiera Antiquaria Napoletana (cartina; Villa Comunale; in genere 8-14
la 3ª dom del mese, chiuso agosto; C25 fino a Riviera di Chiaia)
Temporaneamente sospeso al momento delle nostre ricerche, questo
mercato dell’antiquariato sul lungomare vende altrimenti argenteria,
gioielli, mobili, dipinti e stampe, oltre a meravigliose anticaglie
decisamente fuori prezzo. È un posto perfetto per vagabondare a caccia di
tesori. Se volete aggiornamenti sull’eventuale riapertura rivolgetevi
all’ufficio turistico.
Mercatino di Antignano (cartina; Piazza degli Artisti; 8-14 lun-ven;
Medaglie D’Oro) Sulla collina del Vomero, questo mercato è rinomato per
le borse, i gioielli, la biancheria e gli utensili per la casa, le scarpe e
l’abbigliamento della nuova stagione e di quella passata. Chi ha la vista
lunga in genere riesce a fare buoni affari.
Mercatino di Posillipo (cartina; Parco Virgiliano; 7-13 gio; 140 fino a
Via Posillipo) Allestito all’esterno dell’ingresso principale del Parco
Virgiliano, non è il mercato più economico della città, ma è senz’altro
quello che vende la merce di qualità migliore. Vi troverete infatti abiti
griffati autentici, costumi da bagno da donna, biancheria intima e per la
casa e calzature, oltre a gioielli e cosmetici a prezzi scontati. Potrete
contrattare, ma soltanto con i venditori africani.
Mercato Caramanico a Poggioreale (Via Marino di Caramanico; 6-14
lun e dom, chiuso agosto; 1 o 2 fino a Via Nuova Poggioreale) Chiamato
anche Mercatino delle Scarpe, il più grande mercato all’aperto di Napoli
conta più di 550 bancarelle ed è famoso soprattutto per le calzature: ne
troverete di ogni genere, da rimanenze di magazzino delle grandi marche a
semplici scarpe per tutti i giorni. Altrettanto ricca è la scelta di abiti casual
ed eleganti, tessuti e utensili da cucina, tutto a prezzi molto interessanti. Si
trova 2,5 km a nord-est della Stazione Centrale (prendete un tram dal lato
ovest di Piazza Garibaldi).
Shopping
Fare shopping a Napoli è un’esperienza unica, anche perché la città è piena di negozi
di lunga tradizione gestiti dalle stesse famiglie da generazioni. Le esclusive sartorie
napoletane e l’alta moda si concentrano a Chiaia, in Via Calabritto, Via dei Mille e
Via Gaetano Filangieri. Per l’antiquariato esplorate Via Domenico Morelli a Chiaia e
Via Costantinopoli nel centro storico. Sempre nel centro storico, in Vico San
Domenico Maggiore troverete interessanti negozietti che vendono un po’ di tutto,
dagli articoli di design per la casa ai saponi biologici. Ma la quintessenza dello
shopping napoletano sono i mercati rionali, dove potrete acquistare ogni genere di
articolo, dalla biancheria sexy a prezzi irrisori all’abbigliamento, dalle scarpe alle
pentole. Molti negozi chiudono per due settimane in agosto.
Centro Storico e Mercato
Kiphy
COSMETICI
(cartina; 340 2849691; www.kiphy.it; Vico San Domenico Maggiore 3; 10.30-14 e 16-19.30 lun-ven giu-
set, 10.30-14 e 16-18.30 mar-sab il resto dell’anno; Nel suo laboratorio impregnato di
Dante)
fragranze celestiali, Pina Malinconico produce artigianalmente saponette tanto belle
quanto profumate. Fra le invitanti varietà allineate sugli espositori sapientemente
illuminati, la miscela arancio e cannella è particolarmente rinfrescante. Gli shampoo,
le creme e gli oli sono a base di ingredienti biologici ed equo-solidali, e possono
essere personalizzati su misura. I prodotti sono venduti in magnifiche confezioni,
hanno prezzi ragionevoli e, soprattutto, sono stati preparati con amore.
Gli orari d’apertura possono variare, quindi telefonate prima per non rischiare un
viaggio a vuoto.
ARTE SARTORIALE A NAPOLI
Milano sarà anche il volto internazionale dello stile italiano, ma Napoli ne è
il cuore e l’anima. I sarti napoletani della confezione su misura sono
leggendari e un tempo vestivano personalità di spicco quali il re Vittorio
Emanuele III.
La chiave del loro successo risiede nella produzione artigianale, nella scelta
dei tessuti più pregiati e nell’attenzione alla forma e al dettaglio. Per
garantire la perfetta vestibilità dei completi, il taglio è morbido, le spalle
naturali e non strutturate (perfette per gesticolare), i giromanica sono
profondi, i taschini fedeli all’intramontabile modello a barchetta. Le
camicie napoletane classiche sono spesso realizzate con pregiati cotoni
italiani, svizzeri o irlandesi, e hanno colletto, sprone, maniche e asole cuciti
a mano oltre a una plissettatura all’altezza delle spalle.
La maggior parte delle boutique propone abiti e accessori prêt-à-porter, ma
per una camicia o un vestito realizzati su misura, a partire dalla stoffa,
dovrete mettere in conto almeno un paio di prove e da tre a otto settimane
di tempo. Una volta ultimato, il capo potrà esservi spedito a casa
Quindi, carta di credito alla mano, partite in esplorazione di questi templi
dell’alta sartoria napoletana e rinnovate il vostro guardaroba:
Anna Matuozzo (cartina; 081 66 38 74; www.annamatuozzo.it; Viale
Antonio Gramsci 26; Mergellina) La Signora Matuozzo, donna di classe
dai modi garbati, è un nome di punta nel mondo delle camicie su misura.
Le sue creazioni, che partono da €400, sono famose per la qualità
eccezionale dei tessuti, lo stile inimitabile e le cuciture realizzate a mano
come una volta. Eleganti cravatte di seta completano il look. Telefonate per
fissare una prova.
Cilento (cartina; 081 551 33 63; www.cilento1780.com; Via Riviera di
Chiaia 203-204; C25 fino a Riviera di Chiaia) In attività dal 1780,
Cilento non è soltanto una sartoria maschile, ma un vero e proprio sito
d’interesse storico, con abiti del XVIII e XIX secolo in esposizione e un
piccolo museo privato di tessuti adiacente al laboratorio (aperto su
richiesta). Oltre ai completi su misura, Cilento è rinomato per le cravatte in
seta lavorate con il metodo delle ‘sette pieghe’. Il suo ricco assortimento
offre anche splendide calzature artigianali, polo sportive firmate Cilento,
borse da uomo e da donna, rare fragranze e sciarpe.
Mariano Rubinacci (cartina; 081 40 39 08; www.marianorubinacci.net;
Via Chiaia 149E; 10-13.30 e 16.30-20 lun-sab; C24 fino a Piazza dei
Martiri) Abiti splendidi, leggeri e dalla vestibilità perfetta sono il fiore
all’occhiello della più prestigiosa sartoria napoletana, che ha vestito, tra gli
altri, Vittorio de Sica.
E. Marinella (cartina; 081 764 42 14; www.marinellanapoli.it; Via
Riviera di Chiaia 287/a; 8-20 lun-sab, 9-13 dom; C25 fino a Riviera di
Chiaia, C24 fino a Piazza dei Martiri) Atelier preferito di Luchino Visconti
e Aristotele Onassis, questa minuscola boutique è l’indirizzo per eccellenza
dove acquistare cravatte di seta prêt-à-porter e su misura, realizzate in
raffinate fantasie. Abbinatele con gli irresistibili accessori di lusso, tra cui
scarpe, acque di colonia, sciarpe ed elegantissimi foulard da uomo e da
donna.
Scriptura
ACCESSORI
(cartina; 081 29 92 26; Via San Sebastiano 22; Questo
15-20 lun, 10.30-20 mar-sab; Dante)
laboratorio artigianale a conduzione familiare produce pregiati articoli in pelle
utilizzando cuoio toscano di prima qualità. L’assortimento comprende borse,
portafogli, cinture e agende rilegate, disponibili in fogge e colori che vanno dal
classico al contemporaneo. E i prezzi sono sorprendentemente ragionevoli, con borse
e portafogli che partono rispettivamente da €38 e €35.
La Scarabattola
ARTIGIANATO
(cartina; 081 29 17 35; www.lascarabattola.it; Via dei Tribunali 50; 10.30-14 e 15.30-19.30 lun-ven, 10-18
sab; Dante, Non solo le sue sculture fatte a mano di Re Magi,
C55 fino a Via Duomo)
diavoli e personaggi popolari sono protagoniste del presepe ufficiale allestito a
Gerusalemme per Natale, ma questo laboratorio artigiano conta fra i suoi estimatori
più illustri la famiglia reale spagnola e lo stilista Stefano Gabbana. Statuine a parte,
la sua linea di eleganti ceramiche (per esempio i segnaposto a forma di Pulcinella)
coniuga il folklore napoletano con un fresco stile contemporaneo.
Colonnese
ARTE, LIBRI
(cartina; 081 45 98 58; www.colonnese.it;Via San Pietro a Majella 32-33; 9-13.30 e 16-19.30 lun-sab;
Dante)In questa bella e raffinata libreria risuona la musica degli allievi dell’adiacente
Conservatorio, uno dei migliori d’Italia. Vende libri nuovi e usati, ma anche
riproduzioni o copie originali di stampe napoletane del XVII e XVIII secolo. Ci sono
inoltre cartoline da collezione di fine Ottocento e inizio Novecento. In occasioni
particolari apre anche la domenica dalle 10 alle 14.
Ars Neapolitana
ARTE, ARTIGIANATO
(cartina; 081 193 30 967, 392 537 71 16; www.arsneapolitana.it; Via dei Tribunali 303; 10-18.30 lun-ven,
Guglielmo Muoio aveva
fino alle 15 sab, anche 10-18.30 sab e dom fine ott-inizio gen; Dante)
appena 13 anni quando vendette il suo primo pastorello. Oggi, a 15 anni di distanza,
le creazioni di questo talentuoso artista sono state esposte perfino al Parlamento
Europeo di Strasburgo. Entrando nel suo piccolo negozio-laboratorio è probabile
vederlo intento a scolpire o dipingere una delle sue statuine in terracotta di santi,
angeli o personaggi del folklore napoletano del Settecento, straordinariamente
dettagliate.
SerenDPT
VINTAGE
(cartina; 081 1899 5400; Via Santa Chiara 36/37; 10.30-20 lun-sab; Vi piacciono le
Università)
minigonne anni ’60? Gli abiti da cocktail anni ’20? Gli stivali dorati di lamé? Allora
fate un salto in questo negozio di articoli vintage unisex che vende anche pezzi unici
creati da stilisti locali, fra cui le stesse proprietarie Amalia e Oriana, famose per
trasformare di tutto, dai jeans alle tende, in vestiti e accessori carinissimi
caratterizzati da dettagli originali.
La cosa più interessante è che il negozio funziona con il sistema del baratto: portate i
vostri vecchi vestiti (in buone condizioni e della stagione in corso) e avrete un
credito che potrete usare per pagare fino all’80% del valore di un altro articolo. Il
negozio effettua anche piccole riparazioni.
Charcuterie Esposito
GASTRONOMIA
(cartina; 081 551 69 81; Via Benedetto Croce 43; Perfino le
9-20 lun-sab, fino alle 14.30 dom; Dante)
porte sono tappezzate di ghiottonerie in questa piccola gastronomia perennemente
affollata. Qui potrete riempire la vostra sporta con ogni bendidio: pasta, amaretti,
grappa, olio extravergine aromatizzato al limone, fichi ricoperti di cioccolato e tanto
altro.
Limonè
GASTRONOMIA
(cartina; 081 29 94 29; www.limoncellodinapoli.it; Piazza San Gaetano 72; 10.40-20.15; Dante, C55
fino a Via Duomo)Per conservare a lungo il sapore di Napoli fate scorta di questo
limoncello fatto in casa con frutti biologici dei Campi Flegrei. Chiedendo con
cortesia, probabilmente vi offriranno un assaggio gratuito. Altre specialità da
acquistare sono la pasta e il risotto al limone, la grappa sempre al limone e un
rinfrescante liquore alla crema di melone.
Toledo e Quartieri Spagnoli
Talarico
OMBRELLI
(cartina; 081 40 77 23; www.mariotalarico.it; Vico Due Porte a Toledo 4b; Mario
8-20 lun-sab; Toledo)
Talarico e i suoi nipoti hanno trasformato un oggetto umile come l’ombrello in
un’opera d’arte. Le loro creazioni sono ricercate da capi di stato di tutto il mondo e
ciascuna è un pezzo unico, con bottoni di madreperla, punta di corno e manico
ricavato da un unico ramo d’albero. I pezzi più esclusivi possono costare fino a
€300, ma ne troverete anche versioni assai più economiche che vi faranno cantare
sotto la pioggia senza troppi sensi di colpa.
Santa Lucia e Chiaia
Bowinkel
ANTIQUARIATO
(cartina; 081 764 07 39; www.bowinkel.it; Via Santa Lucia 25; 9-13.30 e 16-19.30 lun-ven, fino alle 13.30
sab; Il miglior indirizzo della città dove acquistare stampe,
128 fino a Via Santa Lucia)
cornici e dipinti antichi e foto d’epoca. Se qui non trovate ciò che cercate, provate
nell’altra sede ( 081 764 82 30; Via Calabritto 1), dove potreste imbattervi in un
ventaglio liberty o nel modellino di un tram d’epoca. Perfetto per un souvenir da
regalare a chi ha già tutto. Gli acquisti possono essere spediti a casa.
Tramontano
ACCESSORI (cartina; 081 41 48 37; www.tramontano.it; Via Chiaia 143-144; 10-13.30 e 16-20 lun-
sab; Tramontano ha una solida reputazione per i suoi articoli
C25 fino a Piazza dei Martiri)
in pelle di squisita fattura, fra cui borse glamour, eleganti tracolle e sacche da
viaggio. Ogni anno aggiunge una nuova borsa dedicata a una protagonista di una
famosa canzone rock, come Kimberley di Patti Smith o Proud Mary dei Creedence
Clearwater Revival.
Contemporastudio
GIOIELLI
(cartina; 081 247 99 37; www.asadventrella.it; Via Francesco Crispi 50; 10-13.30 e 16-19.30 lun-ven, 10-
13.30 sab; Uno spazio rivestito di cemento fa da cornice ai gioielli
Piazza Amedeo)
originali e innovativi del napoletano Asad Ventrella. Dalle collane con pendenti a
forma di pasta ma fatti di argento massiccio ai grossi anelli double-face ispirati alle
sirene, le stravaganti creazioni di Ventrella rivelano una solida padronanza del
mestiere unita al gusto per la sperimentazione. Potrete anche visitare l’altro spazio in
Via Andrea Vaccaro 19.
Livio De Simone
MODA
(cartina; 081 764 38 27; www.lds-fabrics.com; Via Domenico Morelli 17; 10-13.30 e 16.30-20 lun-sab;
Il compianto stilista Livio De Simone aveva portato Capri in passerella
Vanvitelli)
vestendo Audrey Hepburn e Jackie O con le sue creazioni dalle linee semplici e
colorate. Ispirata dall’isola, dall’estate e dal mare, sua figlia Benedetta ne perpetua la
tradizione e lo spirito con le inconfondibili robes chemisiers (camicioni) stampate a
mano, gli abiti, i tailleur e i cappotti da abbinare a un assortimento di borse,
portafogli, targhette per i bagagli, fodere per cuscini e ciotole.
I saldi di gennaio e febbraio assicurano fantastici sconti.
Feltrinelli
LIBRI, MUSICA
(cartina; 199 151173; www.lafeltrinelli.it; Piazza dei Martiri 23; 10-21 lun-ven, fino alle 22 sab, 10-14 e 16-
22 dom; Megastore di musica e libri distribuito su tre piani;
C24 fino a Piazza dei Martiri)
vende CD e DVD, libri e volumi illustrati. Ha anche un piacevole caffè. Al piano
interrato si trova una buona scelta di libri in inglese.
Vomero, Capodimonte e Sanità
De Paola Cammei
GIOIELLI
(cartina; 081 1916 8284; Via Annibale Caccavello 67-69; 9.30-20 lun-sab, fino alle 13.30 dom, orario
ridotto in inverno; Questo laboratorio realizza e vende uno
Centrale fino a Piazza Fuga)
splendido assortimento di cammei finemente lavorati, oltre a collane, orecchini,
ciondoli e bracciali in corallo di fogge classiche. Qui potrete anche acquistare le
prestigiose porcellane di Capodimonte.
Informazioni
Emergenze
Per un’ambulanza chiamate il 118.
Ospedale LoretoMare ( 081 254 21 11, pronto soccorso 081 254 27 43; Via A.
Vespucci 26; 154, 1, 2, 4) È in posizione centrale e ha un reparto di pronto
soccorso.
Stazione di polizia (Questura; 081 794 11 11; Via Medina 75; Università) Per
denunciare un furto d’auto chiamate il 113.
Informazioni turistiche
L’Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Turismo di Napoli ha i seguenti punti
informativi in città:
Ufficio Informazioni Turistiche (cartina, B4; 081 551 27 01; Piazza del Gesù
Nuovo 7; 9-17 lun-sab, fino alle 13 dom; Dante) Nel centro storico.
Ufficio Informazioni Turistiche (cartina, H1; 081 40 23 94; Via San Carlo 9; 9-
17 lun-sab, fino alle 13 dom; R2 fino a Via San Carlo, Municipio o Toledo)
Nella Galleria Umberto I, proprio di fronte al Teatro San Carlo.
L’Ente Provinciale del Turismo gestisce invece i seguenti uffici:
Ufficio Informazioni Turistiche ( 081 789 67 34, 9-19, festivi inclusi) Nell’area
arrivi dell’Aeroporto di Napoli Capodichino.
Ufficio Informazioni Turistiche (cartina, H2; 081 26 87 79; Stazione Centrale;
9-19, festivi inclusi; Garibaldi) All’interno della Stazione Centrale.
Per/da Napoli
Aereo
L’Aeroporto di Napoli Capodichino, 7 km a nord-est del centro, è il principale scalo
dell’Italia meridionale e collega Napoli con numerose destinazioni nazionali e
internazionali. La compagnia low cost EasyJet gestisce diversi voli per/da
Capodichino, inclusi gli scali di Catania, Milano Malpensa, Venezia, Londra
Gatwick, Parigi, Bruxelles e Berlino.
Autobus
Oggi quasi tutti gli autobus a lunga percorrenza (nazionale e internazionale) partono
dal Terminal Bus MetroPark (cartina; 800 650006; Corso Arnaldo Lucci;
Garibaldi), sul lato meridionale della Stazione Centrale. Nell’autostazione si trova la
Biglietteria Vecchione ( 081 563 03 20; 6.30-19 lun-sab), che vende biglietti per
tratte nazionali e internazionali.
Il Terminal Bus MetroPark serve inoltre numerose compagnie di autobus che
operano a livello regionale (per conoscere l’elenco collegatevi al sito
www.metropark.it e selezionate la regione Campania). SITA ( 089 40 51 45;
www.sitasudtrasporti.it), che collega Napoli con Amalfi, Positano e Salerno e altre
località campane, ha il capolinea in Via Depretis (Varco Immacolatella, Molo
Beverello).
Al momento delle nostre ricerche le autolinee CLP e CTP partivano direttamente da
Piazza Garibaldi, davanti alla Stazione Centrale. Le cose potrebbero cambiare con la
fine dei lavori sulla piazza, ma verificate sempre il punto di partenza contattando
l’autolinea che v’interessa, perché la situazione nella zona è in fase transitoria.
Automobile e motocicletta
Napoli è servita dalla A1 Milano–Napoli (l’Autostrada del Sole) e dalla A3 Napoli–
Salerno–Reggio Calabria.
Imbarcazioni
I traghetti veloci e gli aliscafi per Capri, Ischia, Procida e Sorrento partono dal Molo
Beverello di fronte a Castel Nuovo; aliscafi per Capri, Ischia e Procida partono
anche da Mergellina.
I traghetti per la Sicilia, le Isole Eolie e la Sardegna salpano dal Molo Angioino
(proprio accanto al Molo Beverello) e dalla vicina Calata Porta di Massa.
Treno
Situata sulla linea Milano–Palermo, Napoli è il principale nodo ferroviario dell’Italia
meridionale ed è ben collegata con le altre città italiane.
Trenitalia ha treni regolari per Roma (2ª classe €11,80-43, da 2 h 45 min a 70 min,
fino a 49 partenze al giorno). Anche la compagnia ferroviaria privata ad alta velocità
Italo ( 06 07 08; www.italotreno.it) offre diversi treni quotidiani per Roma (2ª
classe €15-39, 70 min, fino a 15 partenze al giorno). Molti treni Italo non fermano
alla stazione di Roma Termini, ma a quella di Roma Tiburtina.
Trasporti urbani
I veicoli dei non residenti non possono circolare in buona parte del centro di Napoli,
anche se i visitatori non hanno davvero bisogno di spostarsi in automobile, dato che
il centro è relativamente piccolo e si esplora meglio a piedi. Inoltre Napoli è
generalmente ben servita da autobus, metropolitana, treni suburbani, tram e
funicolari.
I biglietti TIC (Ticket Integrato Campania) sono venduti da edicole, tabaccherie e
distributori automatici e sono validi su tutta la rete urbana di metropolitana, autobus,
tram e funicolari, inclusi i treni della Ferrovia Circumvesuviana e della Cumana
all’interno del perimetro cittadino. Il biglietto orario integrato urbano (€1,50, 90
min) consente nell’ambito urbano un numero illimitato di spostamenti su bus,
filobus, tram e funicolare di una o più aziende di trasporto, ma è possibile un unico
spostamento su ogni mezzo su ferro (treno e metropolitana). Il biglietto giornaliero
integrato urbano (€4,50, 24 h), valido fino alla mezzanotte del giorno in cui è stato
vidimato, consente di viaggiare illimitatamente su tutti gli autobus, i tram, i treni
della metropolitana e le funicolari della città.
Le varie compagnie di trasporti locali, inoltre, emettono biglietti che possono essere
utilizzati soltanto sui loro mezzi. Per esempio, l’ANM – che gestisce gli autobus
urbani, le quattro funicolari e le linee 1 e 6 della metropolitana – vende un biglietto
per una sola corsa a €1. Le Ferrovie dello Stato gestiscono la linea 2 della
metropolitana e vendono un biglietto utilizzabile per una sola corsa e soltanto su
quella linea a €1,20.
Le tariffe qui indicate si riferiscono al biglietto orario integrato urbano.
Autobus urbani
Molto più economica del taxi, la navetta Alibus collega l’aeroporto con Piazza
Garibaldi (Stazione Centrale) e il Molo Beverello (€3 presso le tabaccherie
autorizzate, €4 a bordo; 45 min; corse ogni 20-30 min).
Gli autobus ANM servono la città e i sobborghi periferici. Molte linee passano da
Piazza Garibaldi.
Funicolari
Tre funicolari collegano il centro di Napoli con la collina del Vomero, mentre una
quarta collega Mergellina con Posillipo.
Imbarcazioni
Un servizio di aliscafi e traghetti attivo tutto l’anno collega Napoli con Sorrento e
con le isole di Capri, Ischia e Procida.
Metropolitana
Linea 1 (www.anm.it) Collega Garibaldi (Stazione Centrale) al Vomero e ai
sobborghi settentrionali passando dal centro. Le fermate più utili sono Duomo
(ancora in costruzione al momento delle nostre ricerche) e Università (estremità
meridionale del centro storico), Municipio (terminal di aliscafi e traghetti), Toledo
(Via Toledo e Quartieri Spagnoli), Dante (estremità occidentale del centro storico) e
Museo (Museo Archeologico Nazionale).
Linea 2 (www.trenitalia.com) Collega Gianturco e Garibaldi (Stazione Centrale) e
prosegue fino a Pozzuoli. Fra le fermate utili ci sono Piazza Cavour (Sanità ed
estremità settentrionale del centro storico), Piazza Amedeo (Chiaia) e Mergellina
(terminal dei traghetti di Mergellina). Potrete passare da una linea all’altra alle
fermate Garibaldi e Cavour (quest’ultima corrisponde alla fermata Museo della linea
1).
Linea 6 (Linea 6; www.anm.it) Una metropolitana leggera che corre fra Mergellina
e Mostra.
Tram
La linea più utile è la 1, che collega il Mercato di Poggioreale a Piazza Garibaldi
(Stazione Centrale), al porto e ai terminal dei traghetti e degli aliscafi.
Taxi
Dall’aeroporto, le tariffe predeterminate urbane (da richiedere ad inizio corsa) sono:
€23 per un hotel nella zona del lungomare o per il terminal degli aliscafi a
Mergellina, €19 per Piazza del Municipio o per il terminal dei traghetti al Molo
Beverello e €16 per la Stazione Centrale.
Per prenotare un taxi chiamate una delle seguenti compagnie:
Consortaxi 081 22 22
Consorzio Taxi Napoli 081 88 88
Radio Taxi La Partenope 081 01 01
CAMPI FLEGREI
Spesso dimenticati dai visitatori, i Campi Flegrei si estendono dalla collina di
Posillipo verso ovest fino al Tirreno, cercando di compensare le brutture di uno
sviluppo urbano incontrollato con crateri fumiganti, rigogliose pendici vulcaniche e
splendidi siti archeologici. Qui vedrete gli insediamenti greci più antichi d’Italia e la
montagna più giovane d’Europa, il Monte Nuovo. Si accede a questa zona dalla
cittadina portuale di Pozzuoli, che vanta imperdibili scavi archeologici ed è il punto
di partenza dei traghetti per Ischia e Procida.
Per/dai Campi Flegrei
Da Napoli, la linea 2 della metropolitana arriva ai Campi Flegrei (€1,20) e prosegue
per Bagnoli (€1,50) e Pozzuoli (€2,50). Anche i treni della Ferrovia Cumana
collegano frequentemente Napoli, Bagnoli e Pozzuoli. Da Napoli, i treni della
Ferrovia Cumana partono dalla Stazione Cumana di Montesanto in Piazza
Montesanto, 500 m a sud-ovest di Piazza Dante. La linea Cumana è comoda anche
per recarsi a Lucrino (€2,60, 29 min) e a Fusaro (€3,20, 33 min).
Gli autobus EAV ( 800 211388; www.eavsrl.it) attraversano la zona dei Campi
Flegrei, collegando i treni della Cumana con Bacoli e Cuma. Detto questo, i
collegamenti sono spesso scomodi e il servizio è poco affidabile. Oltre a Pozzuoli, il
modo più semplice per esplorare i Campi Flegrei è con una visita guidata,
organizzata da un tour operator della zona che abbia una buona reputazione come
Yellow Sudmarine ( 329 1010328, 334 1047036, 081 526 00 43;
www.yellowsudmarine.com; visite guidate di 2 h a Pompei €110).
Campi Flegrei
Da non perdere
1 Parco Archeologico di Baia B2
Che cosa vedere
2 Anfiteatro Flavio D2
3 Città della Scienza F3
4 Cratere della Solfatara E2
5 Lago d’Averno C1
6 Mercato del pesce di Pozzuoli D2
7 Monte Nuovo C1
8 Museo Archeologico dei Campi Flegrei C2
9 Parco Virgiliano F3
10 Piscina Mirabilis C3
11 Rione Terra D2
12 Scavi Archeologici di Cuma B1
13 Tempio di Serapide D2
Attività, corsi e tour
14 Kayak Napoli G3
15 Terme Stufe di Nerone C2
Pasti
16 Da Cicciotto F3
17 Da Giona C4
18 Exytus Caffè D2
19 Pizzaló D2
Divertimenti
20 Stadio San Paolo F2
21 Teatro Palapartenope F2
Shopping
Libreria Lanovecento (v. 2)
22 Mercatino di Posillipo F3
Pozzuoli e dintorni
Fondata intorno al 530 a.C. da un gruppo di esuli provenienti dall’isola di Samo, nel
Mar Egeo, Pozzuoli (l’antica Dicearchia) divenne importante sotto i romani, che la
colonizzarono nel 194 a.C., la ribattezzarono Puteoli (‘piccoli pozzi’) e la
trasformarono in un porto fiorente. Fu qui che san Paolo sarebbe approdato nel 61
d.C. e sempre qui, presso il Cratere della Solfatara, sarebbe stato decapitato san
Gennaro. A Pozzuoli, inoltre, ha trascorso l’infanzia la divina Sophia Loren. Per
effetto del bradisismo (il lento movimento di sollevamento e abbassamento della
crosta terrestre) il fondo del mare si è alzato di ben 1,85 m fra il 1982 e il 1984,
rendendo le acque del porto non sufficientemente profonde per accogliere le navi di
stazza maggiore.
Di fatto, l’intera città è protagonista di curiosi fenomeni geologici, dal fumante
Cratere della Solfatara, situato 1,2 km più a est, al giovane Monte Nuovo, 3 km a
ovest.
Che cosa vedere
Anfiteatro Flavio
RESTI ARCHEOLOGICI
(cartina; 081 526 60 07; Via Nicola Terracciano 75; interi/ridotti €4/2; 9-1 h prima del tramonto mer-lun;
Pozzuoli, Il terzo anfiteatro più grande d’Italia fu iniziato da
Cumana fino a Pozzuoli)
Nerone e completato da Vespasiano (imperatore dal 69 al 79 d.C.). All’apice del suo
splendore poteva accogliere più di 20.000 spettatori e aveva persino un dispositivo
che consentiva di riempirlo d’acqua per la simulazione di battaglie navali. I resti
meglio conservati si trovano sotto l’arena principale. Passeggiando tra le colonne
cadute potrete farvi un’idea del complesso meccanismo che serviva a sollevare le
gabbie degli animali feroci all’altezza delle vittime attraverso i ‘lucernari’
sovrastanti.
INFORMAZIONI UTILI
Prima di andare a visitare i Campi Flegrei vi consigliamo di passare
dall’ottimo ufficio dell’Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e
Turismo di Pozzuoli (cartina, D2; 081 526 14 81;
www.infocampiflegrei.it; Largo Matteotti 1a; 9-15 lun-ven; Pozzuoli,
Cumana fino a Pozzuoli) per procurarvi materiale informativo e cartine
della zona. Si trova a cinque minuti a piedi (in discesa) dalla stazione della
metropolitana.
Vale la pena di fare un salto anche alla Libreria Lanovecento (cartina;
081 190 13 438; Via Carmine 2c/d; 8-13 e 16.30-20 lun-sab; Pozzuoli,
Cumana fino a Pozzuoli), che vende splendidi libri per bambini ma anche
materiale informativo sull’area e dispone di accesso a internet.
Rione Terra
SITO STORICO, RESTI ARCHEOLOGICI
(cartina; 800 144 716; www.cattedralepozzuoli.it; Largo Sedile di Porto; Duomo 10-12 e 17-18 sab, 10-11 e
17.30-19.30 dom; Pozzuoli, Il Rione Terra è il quartiere più antico di
Cumana fino a Pozzuoli)
Pozzuoli, dove si trova l’acropoli dell’antico insediamento. Il tempio del II secolo
a.C. dedicato a Giove, Giunone e Minerva fu sostituito nel I secolo con un tempio
dedicato ad Augusto. Le colonne in marmo di quest’ultimo sono state integrate nella
struttura secentesca del Duomo, che custodisce 13 magnifiche opere pittoriche
realizzate da grandi artisti del XVII secolo, fra cui Artemisia Gentileschi, Giovanni
Lanfranco e Jusepe De Ribera. Sotto l’attuale gruppo di edifici si cela un tesoro
archeologico che dovrebbe riaprire al pubblico nel prossimo futuro.
Questi preziosi resti, risalenti all’epoca in cui Pozzuoli era l’antico porto di Puteoli,
si articolano intorno al decumanus maximus (la via principale), che conserva ancora
le sue taverne, le botteghe dei mugnai (con le loro macine ancora intatte) e i versi del
poeta Catullo incisi sulla parete di una cella destinata agli schiavi. Gli archeologi
fecero questa straordinaria scoperta dopo che l’attività vulcanica degli anni ’70
costrinse la popolazione a evacuare la zona. Le visite guidate del Duomo (€5) sono
gestite dall’associazione culturale Nemea, che potrà anche darvi notizie aggiornate
sulla riapertura dell’area archeologica.
Cratere della Solfatara
VULCANO
(cartina; 081 526 23 41; www.solfatara.it; Via Solfatara 161; interi/ridotti €7/5; 8.30-19 apr-ott, fino alle
16.30 il resto dell’anno; Risalendo per circa 2 km Via Rosini, che poi diventa Via
Pozzuoli)
Solfatara (circa 900 m a nord della metropolitana), si arriva al surreale Cratere della
Solfatara, che i romani avevano chiamato Forum Vulcani (‘dimora del dio
Vulcano’). All’estremo margine del cratere, dal quale esalano vapori dal
caratteristico odore di zolfo, si trovano le Stufe, due grotte scavate alla fine
dell’Ottocento e rivestite di mattoni per ricavarne saune naturali (sudatoria). Potrete
visitare il sito anche seguendo la visita guidata serale di due ore e 30 minuti
(interi/ridotti €15/6); per prenotazioni e informazioni v. il sito web.
Tempio di Serapide
RESTI ARCHEOLOGICI
(cartina; Via Serapide; Pozzuoli, Subito a est del porto, al centro di
Cumana fino a Pozzuoli)
una piazza alberata, si ergono le rovine del cosiddetto Tempio di Serapide. In realtà,
questo non era un tempio bensì un macellum (mercato), ma fu chiamato così quando,
nel 1750, vi fu rinvenuta una statua della divinità egizia. Le antiche latrine, poste su
entrambi i lati dell’abside orientale, sono capolavori d’ingegneria idraulica.
Mercato del pesce di Pozzuoli
MERCATO
(cartina; Via Nicola Fasano; 7.30-13.30 mar-dom; Pozzuoli, Il pittoresco
Cumana fino a Pozzuoli)
mercato ittico di Pozzuoli è il posto giusto per una passeggiata mattutina che stimoli
l’appetito, anche se gli affari migliori si fanno la domenica poco prima della
chiusura. Quando il tempo è bello, il pescato è semplicemente superbo, un trionfo di
specie locali come pesce azzurro, pesci bandiera, seppie, polpi, alici e gamberoni. In
un’area apposita troverete invece un irresistibile spettacolo di robusti salami,
salsicce, formaggi, frutta e ortaggi locali e croccante pane casereccio. Approfittatene
per prepararvi un bel picnic da assaporare sul vicino Monte Nuovo.
Il mercato si trova 300 m a nord-ovest delle rovine del Tempio di Serapide.
Monte Nuovo
PARCO
(cartina; 081 804 14 62; Via Virgilio; 8-1 h prima del tramonto lun-dom; Cumana fino ad Arco Felice)
Alle 8 di sera del 29 settembre 1538, nei pressi dell’insediamento romano di
Tripergole, la terra si spaccò, espellendo con violenza un misto di fuoco, pomice e
fumo. L’eruzione durò sei giorni e alla fine del settimo Pozzuoli si ritrovò con un
nuovo vicino, alto 134 m. Oggi la montagna più giovane d’Europa è una tranquilla e
rigogliosa riserva naturale, con pendici ombreggiate affacciate sul mare che offrono
l’ambiente ideale per un picnic.
Il ‘concepimento’ della montagna in realtà risaliva al 1530, quando un insolito
livello di attività sismica aveva cominciato a scuotere l’intera area. Sempre a
quell’epoca, gli abitanti della zona notarono anche un inquietante sollevamento del
terreno fra il Lago d’Averno, il Monte Barbaro e il mare, un fenomeno che provocò
lo spostamento della linea costiera di parecchie centinaia di metri. Nessuno poteva
immaginare che sotto i suoi piedi il Monte Nuovo stesse facendo le prove generali
per il suo grande debutto.
Città della Scienza
MUSEO
(cartina; 081 735 24 24; www.cittadellascienza.it; Via Coroglio 104; interi/ridotti €8/5,50; 9-15 lun-sab, 10-
17 dom; Ancora in fase di
Cumana fino a Bagnoli, poi autobus C1 o R7 fino a Via Coroglio)
ricostruzione dopo il rogo devastante del 2013, questo museo scientifico interattivo
fa parte di un progetto a lungo termine finalizzato alla riqualificazione dell’ex
quartiere industriale di Bagnoli, 5 km a sud-est del centro di Pozzuoli, dopo lo
smantellamento degli impianti siderurgici. Questa grande area espositiva, impostata
secondo l’approccio ‘hands on’ (‘toccare con mano’), piacerà soprattutto ai bambini,
che potranno esplorare e sperimentare ogni ambito della scienza, dalla fisica
all’astronomia, dalla vulcanologia alla corretta alimentazione, attraverso una serie di
mostre divertenti e molto coinvolgenti.
Pasti
Exytus Caffè
CAFFÈ €
(cartina; 081 526 70 90; Corso della Repubblica 126, Pozzuoli; cornetti €0,80; 7.30-2; Pozzuoli,
Sarà anche un bugigattolo (d’accordo, tecnicamente sono due),
Cumana fino a Pozzuoli)
ma la sua reputazione è stellare. Unitevi ai molti che sul marciapiede si godono il
loro caffè con una perfetta schiuma zuccherata, ancor meglio se accompagnato da un
fragrante cornetto; noi abbiamo trovato eccezionale quello alla crema e amarena.
Pizzaló
PIZZA, NAPOLETANO €€
(cartina; 081 658 75 66; Corso Umberto I 17/19, Pozzuoli; pasti €30; 12-15.30 e 19-24; ; Pozzuoli,
Cumana fino a Pozzuoli) Questo allegro ristorante-pizzeria affacciato sul vivace
lungomare di Pozzuoli serve pizze discrete e specialità napoletane elaborate con un
tocco di creatività, come la parmigiana di melanzane con i calamari e i paccheri alla
genovese conditi con morbida salsa di cipolle e frutti di mare. La clientela spazia dai
gruppi familiari alle procaci ninfe locali e quando il tempo è bello i tavoli all’aperto
sono gremiti.
Lucrino, Baia e Bacoli
Queste tre località si susseguono a ovest di Pozzuoli, lungo una bella strada costiera
purtroppo molto cementificata. La prima nell’ordine è Lucrino, dove si trovano il
tranquillo Lago d’Averno (il mitico ingresso all’Ade) e un famoso centro termale.
Proseguendo per altri 3 km verso sud-ovest s’incontra Baia: prende il nome da
Baios, uno dei compagni di Ulisse, che qui morì e fu sepolto. Oggi gran parte della
città antica, un’esclusiva località di villeggiatura romana nota per i costumi dissoluti
dei suoi abitanti, si trova sott’acqua (sempre a causa dei fenomeni di bradisismo),
ma le suggestive rovine e un museo archeologico ampliato di recente consentono
d’immaginare come doveva essere la zona in passato. Altri 4 km più a sud sorge la
placida Bacoli, piccolo centro di pesca famoso per la magnifica Piscina Mirabilis.
Che cosa vedere e fare
Parco Archeologico di Baia
SITO ARCHEOLOGICO
(cartina; 081 868 75 92; www.coopculture.it; Via delle Terme Romane; sab e dom €4, mar-ven gratuito; 9-
15 mar-dom ott, nov, gen e feb, fino alle 16 mar-dom marzo e apr, fino alle 18 mar-dom mag-agosto, fino alle 17
mar-dom set, fino alle 14.45 mar-dom dic; EAV fino a Baia, In epoca romana,
Cumana fino a Fusaro)
queste rovine risalenti al I secolo a.C. facevano parte di un vasto palazzo e
complesso termale. Gli imperatori vi si intrattenevano in compagnia dei loro ospiti
in una serie di bagni sontuosamente decorati che digradavano verso il mare. Ancora
oggi si possono ammirare squisiti pavimenti a mosaico, uno splendido balneum
(bagno termale) ornato di stucchi, un teatro all’aperto e l’impressionante Tempio di
Mercurio, la cui cupola con un grande occhio centrale anticipa quella del più celebre
Pantheon di Roma. Anticamente la cupola ricopriva un frigidarium (vasca d’acqua
fredda), situato all’incirca 7 m sotto l’attuale livello dell’acqua.
Al momento delle nostre ricerche, chi voleva visitare il sito nel weekend doveva
prima acquistare i biglietti al Museo Archeologico dei Campi Flegrei. Se però avrete
già comprato il biglietto cumulativo a Pozzuoli, eviterete di dover scarpinare fino al
Museo Archeologico dei Campi Flegrei soltanto per visitare il Parco Archeologico
di Baia.
Per arrivare sul posto con i mezzi pubblici prendete un treno della Cumana fino alla
stazione Fusaro, poi continuate a piedi per 150 m verso nord fino a Via Fusaro. Da
qui, il sito si trova 900 m a est proseguendo lungo la strada; se non volete farveli a
piedi, da Via Fusaro l’autobus EAV per Monte di Procida arriva fino al sito
archeologico passando all’incirca ogni 20 minuti da lunedì a sabato e ogni ora
domenica. Potrete prendere quest’autobus anche dal centro di Napoli, in Piazza
Municipio o in Piazza Vittoria.
Museo Archeologico dei Campi Flegrei
MUSEO, CASTELLO
(cartina; 081 523 37 97; cir.campania.beniculturali.it/museoarcheologicocampiflegrei; Via Castello 39; €4;
9-14.20 mar-dom, ultimo ingresso 13; Questo museo, in genere poco affollato, si
EAV per Baia)
trova all’interno del Castello di Baia, costruito dagli Aragonesi alla fine del XV
secolo come difesa contro una possibile invasione francese. Successivamente
ampliato dal viceré spagnolo Don Pedro de Toledo, ospitò poi un orfanotrofio
militare per gran parte del XX secolo, per diventare infine la splendida sede di
un’interessante collezione di tesori archeologici rinvenuti nella zona. Tra i fiori
all’occhiello spicca un incantevole ninfeo ripescato dalle rovine sommerse
dell’antica Baiae e minuziosamente assemblato.
Altri pezzi notevoli sono una statua equestre in bronzo di Domiziano (modificata
dopo la deposizione dell’imperatore in modo da renderla più simile al suo successore
Nerva, assai più popolare) e i reperti rinvenuti nel Rione Terra. Purtroppo, per
carenza di fondi e di personale, gli orari d’apertura sono soggetti a variazioni e
alcune sezioni del museo a volte sono chiuse; al momento della nostra ultima visita,
né il ninfeo né la statua di Domiziano erano accessibili. Per informazioni aggiornate
contattate il museo.
Piscina Mirabilis
SITO ARCHEOLOGICO
(cartina; 333 6853278, 333 5730225; Via Piscina Mirabile; è gradita un’offerta; orario variabile, chiuso lun;
Per visitare la cisterna romana più
Cumana fino a Fusaro, poi autobus EAV fino a Bacoli)
grande del mondo dovrete telefonare almeno un paio d’ore prima, ma lo sforzo è
minimo rispetto alla possibilità di ammirare quest’antica (e poco conosciuta)
meraviglia. Sotto una volta a botte sostenuta da 48 pilastri, questa ‘piscina
meravigliosa’ immersa in una luce surreale sembra più una cattedrale sotterranea che
una cisterna. Anche se l’ingresso è gratuito, il sito merita una piccola donazione
(circa €3 per persona).
Realizzata in età augustea, questa riserva idrica di 12.600 metri cubi riforniva
d’acqua potabile la flotta militare ancorata nella vicina Miseno. Un acquedotto
convogliava le sorgenti del Serino fino alla cisterna e qui, grazie a un sistema di
motori idraulici, l’acqua saliva fino alla terrazza di copertura e poi confluiva
all’interno della navata centrale attraverso una serie di portelli. Ancora oggi gli
ingegneri restano meravigliati di fronte a tanta abilità tecnica.
Lago d’Averno
LAGO, RESTI ARCHEOLOGICI
(cartina; Via Lucrino Averno; Nell’Eneide di Virgilio è dal Lago
Cumana fino a Lucrino)
d’Averno che Enea scende nell’Ade, anche se è difficile credere che le profondità
degli inferi si celino sotto un luogo tanto bucolico, uno specchio d’acqua all’interno
di un antico cratere incorniciato da vigneti e agrumeti rigogliosi. Il lago si trova 1
km a nord della stazione ferroviaria di Lucrino e intorno al perimetro del cratere si
snoda un bel sentiero.
Il nome del lago deriva dal greco άορνος (‘senza uccelli’), perché, secondo una
leggenda, gli uccelli che lo sorvolavano morivano all’istante. Una spiegazione
plausibile di questo fenomeno potrebbe chiamare in causa i gas vulcanici emessi
dalle fumarole sotto la superficie. Per quanto fatale per i pennuti, il Lago d’Averno
risultò invece utile per il generale romano Marco Vipsanio Agrippa, che nel 37 a.C.
lo collegò al vicino Lago Lucrino e al mare, trasformando le porte degli inferi in una
base navale d’importanza strategica. Le antiche navi da guerra sono ormai
scomparse, ma si vedono ancora le rovine del Tempio di Apollo nei pressi.
Costruito durante il regno di Adriano nel II secolo d.C., questo complesso termale
era sormontato da una cupola grande quanto quella del Pantheon di Roma, della
quale purtroppo restano soltanto quattro finestroni ad arco.
Terme Stufe di Nerone
SPA
(cartina; 081 868 80 06; www.termestufedinerone.it; Via Stufe di Nerone 45; ingresso giornaliero €30,
massaggio di 40 min €32; 8-20 tutti i giorni giu-agosto, 8-20 lun, mer e sab, fino alle 23 mar, gio e ven, fino
alle 18 dom il resto dell’anno; Il vostro corpo vi ringrazierà dopo una
Cumana fino a Lucrino)
seduta in questo verdeggiante centro termale costruito sul sito di un antico
equivalente romano (se ne vedono alcuni resti nella zona del bar). Le grotte di
vapore, le piscine e i bagni minerali sono perfetti per rilassarsi dopo la frenetica
energia accumulata a Napoli. Gli ingressi giornalieri si acquistano esclusivamente
tramite il sito web, dove potete anche acquistare massaggi e trattamenti di bellezza.
I trattamenti vanno prenotati almeno un paio di giorni prima; nelle piscine è
obbligatorio indossare una cuffia, che si può acquistare sul posto (insieme al telo)
per €5, e sono disponibili anche le ciabattine (€3). Dalla stazione ferroviaria di
Lucrino camminate per 500 m a sud-ovest lungo Via Miliscola, poi girate a destra in
Via Stufe di Nerone. L’ingresso si trova 200 m più avanti. Per chi arriva con la
propria auto, il parcheggio delle terme costa €2,50.
Cuma
Fondata nel VIII secolo a.C. da coloni greci provenienti dall’isola greca di Eubea,
l’antica Cumae esercitò sempre una forte influenza sull’immaginario degli antichi.
Oggi le sue rovine sono tra le più suggestive della regione, un luogo incantato
affacciato sulla rigogliosa vegetazione mediterranea e sull’azzurra distesa del
Tirreno.
Scavi Archeologici di Cuma
SITO ARCHEOLOGICO
(cartina; 081 854 30 60; Via Montecuma; ingresso €4; 9-15 gen, feb, ott e nov, fino alle 14.45 dic, fino alle
16 marzo e apr, fino alle 18 mag-agosto, fino alle 17 set; Cumana fino a Fusaro, poi autobus EAV fino a
Cuma) Risalente all’VIII secolo a.C., Cuma fu il primo insediamento greco sulla
terraferma italiana. Le sue rovine sono profondamente radicate nella mitologia
antica: l’Antro della Sibilla Cumana – chiuso nel 2014 a tempo indefinito a causa del
crollo parziale di un muro – era considerato, come Delfi in Grecia, il luogo in cui
l’oracolo trasmetteva ai mortali i messaggi di Apollo. Al momento delle nostre
ricerche anche la città bassa era chiusa per lavori.
Il poeta Virgilio, probabilmente ispirato da una visita alla grotta, racconta
dell’incontro di Enea con Sibilla, che lo guidò nella discesa agli inferi passando da
una spelonca situata presso il vicino Lago d’Averno. Più prosaicamente, alcuni studi
recenti attribuiscono questa galleria trapezoidale lunga 130 m al sistema difensivo di
Cuma.
Ancora più evocativo è il Tempio di Apollo, costruito sul sito in cui il leggendario
Dedalo sarebbe atterrato sul suolo italico. Secondo il mito greco, Dedalo e suo figlio
Icaro fuggirono in volo da Minosse, re di Creta, ma durante il viaggio Icaro si
avvicinò troppo al sole e le sue ali di cera e piume si sciolsero per il calore,
facendolo precipitare e perire in mare. Sulla sommità dell’antica acropoli sorgono le
rovine del Tempio di Giove: costruito nel V secolo a.C., fu in seguito convertito in
basilica cristiana, della quale restano ancora l’altare e il fonte battesimale circolare.
Dalla stazione Fusaro della Ferrovia Cumana percorrete 150 m verso nord fino a Via
Fusaro, dove potrete prendere un autobus EAV diretto a Cuma; i mezzi partono ogni
30 minuti circa dal lunedì al sabato e ogni ora la domenica.
GOLFO DI NAPOLI
Sepolti per secoli sotto metri di cenere vulcanica, i siti archeologici del Golfo di
Napoli sono tra i resti romani meglio conservati e più affascinanti al mondo. È qui,
nell’intrico dello sviluppo urbano tra Napoli e Castellammare, che troverete le due
celebri città di Pompei ed Ercolano e una serie di perle meno note, dalle antiche ville
patrizie al più grande mercato di abbigliamento usato del paese.
Mentre Pompei, Ercolano e Oplontis sono raggiungibili a piedi dalle stazioni della
Ferrovia Circumvesuviana che collega Napoli a Sorrento, i due siti di Stabia e
Boscoreale richiedono entrambi un po’ più d’impegno.
Quanto al Vesuvio, il vulcano si può raggiungere comodamente in autobus da
Pompei o da Ercolano.
Ercolano
La moderna Ercolano è un sobborgo di Napoli senza alcun fascino, ma vanta uno dei
siti archeologici meglio conservati d’Italia, una città romana sulla costa in condizioni
quasi perfette. Più piccola e più facile da esplorare rispetto a Pompei, l’antica
Ercolano si visita piacevolmente, senza l’ansia di dimenticare qualcosa.
Ercolano
Che cosa vedere
1 Casa d’Argo B2
2 Casa dei Cervi B2
3 Casa del Bel Cortile C1
4 Casa del Gran Portale C2
5 Casa del Tramezzo di Legno B2
6 Casa dell’Atrio a Mosaico B2
7 Casa dello Scheletro B2
8 Casa di Nettuno e Anfitrite C2
9 Decumano Massimo C1
10 Terme Maschili C1
11 Terme Suburbane B3
Che cosa vedere
Scavi di Ercolano
SITO ARCHEOLOGICO
( 081 732 43 27; www.pompeiisites.org; Corso Resina 187; interi/ridotti €11/5,50, inclusa Pompei €20/10;
8.30-19.30 in estate, ultimo ingesso alle 18; fino alle 17 in inverno, ultimo ingresso alle 15.30;
Ingiustamente messa in ombra dalla vicina Pompei,
Circumvesuviana fino a Ercolano-Scavi)
Ercolano è uno scrigno di inestimabili ritrovamenti archeologici che vanno da
antiche insegne pubblicitarie e splendidi mosaici a mobili fossilizzati e scheletri
dall’espressione trasfigurata dal terrore. Quest’antico porto di pescatori di 4000
abitanti si è davvero conservato in modo superbo ed è più agevole da visitare rispetto
a Pompei, tanto che bastano una cartina e un’audioguida (€6,50).
Dall’ingresso principale in Corso Resina, scendete lungo il viale fino alla biglietteria
situata in fondo, sulla sinistra. Acquistati i biglietti, seguite il viale fino al vero e
proprio inizio del sito.
Il destino di Ercolano fu analogo a quello della vicina Pompei. Colpita da un
terremoto nel 63 d.C., fu travolta dall’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C., restando
sommersa sotto un mare di fango spesso 16 m che finì per fossilizzarla. Ciò favorì la
perfetta conservazione di oggetti anche deperibili, come mobili e indumenti. La sorte
toccata agli abitanti fu assai più tragica, perché migliaia di persone tentarono di
fuggire per mare, ma rimasero soffocate dalle esalazioni venefiche del vulcano.
Quello che assomiglia a un fossato attorno alla città era in realtà l’antica linea
costiera e fu qui che nel 1980 gli archeologi scoprirono circa 300 scheletri, ciò che
restava dell’orda di persone che si era riversata sulla spiaggia soltanto per essere
asfissiata dal tremendo calore delle nuvole di gas eruttate.
La città in sé fu riscoperta nel 1709, ma fino al 1874 vi furono effettuati soltanto
scavi amatoriali, peraltro in modo discontinuo, e molti reperti finirono a Napoli,
nelle case di qualche riccone o in un museo. Un’indagine archeologica seria e
sistematica fu avviata soltanto nel 1927 e le ricerche proseguono ancora oggi, anche
se a ritmo lentissimo, dal momento che il sito antico si trova in gran parte sotto il
moderno centro abitato. Sappiate inoltre che periodicamente le case riportate alla
luce vengono chiuse a turno per restauri.
Casa d’Argo
Questa dimora signorile si affacciava in origine sul Cardo II (non ancora riportato
alla luce). Sul giardino di palme con porticato si aprono il triclinium (sala da pranzo)
e altri ambienti residenziali.
Casa dello Scheletro
Più modesta, la Casa dello Scheletro presenta pavimenti a mosaico realizzati in ben
cinque stili diversi, uno dei quali, all’ingresso, reca un motivo a frecce bianche per
guidare gli ospiti disorientati. Nel cortile interno, osservate il lucernario: presenta
ancora parte della grata originaria che proteggeva dagli intrusi. Dei mosaici parietali
a tema mitologico che adornano la casa, soltanto quelli più sbiaditi sono originali; gli
altri sono stati trasferiti al Museo Archeologico Nazionale di Napoli.
Terme Maschili
Le Terme Maschili erano il settore delle Terme del Foro riservato agli uomini.
Notate l’antica latrina a sinistra dell’ingresso prima di entrare nell’apodyterium
(spogliatoio), dove si vedono ancora le panche destinate ai clienti in attesa e un
ripiano per riporre i sandali e la toga.
Dopo il bagno di vapore, i più coraggiosi si immergevano nel frigidarium (vasca
d’acqua fredda) sulla sinistra, mentre i meno stoici andavano dritti nel tepidarium
(vasca d’acqua tiepida) a destra. Il mosaico incassato del pavimento è dovuta
all’attività sismica precedente l’eruzione del Vesuvio. Oltre questa sala si trovano il
calidarium (vasca d’acqua calda) e poi la palestra.
Decumano Massimo
L’antica strada principale di Ercolano è tappezzata di botteghe che recano ancora
sulle pareti frammenti di insegne che pubblicizzano le mercanzie, elencandone il
peso e il prezzo; osservate quella a destra della Casa del Salone Nero. Più a est,
lungo il Decumano Massimo, un crocifisso rinvenuto in una stanza al piano
superiore della Casa del Bicentenario testimonia la presenza di cristiani a Ercolano
prima dell’eruzione del Vesuvio.
Casa del Bel Cortile
Nella Casa del Bel Cortile giacciono tre dei 300 scheletri rinvenuti sulla spiaggia nel
1980. A quasi 2000 anni dal catastrofico evento è ancora impressionante vedere
questi tre corpi, probabilmente una madre, un padre e un bambino, abbracciati negli
ultimi terribili istanti di vita.
Casa di Nettuno e Anfitrite
Questa dimora aristocratica prende il nome dallo splendido mosaico che ne adorna il
nymphaeum (fontana e vasca). Le calde tonalità con cui il dio del mare e la ninfa
sono raffigurati danno un’idea di quanto potessero essere sontuosi gli interni
originali.
Casa del Tramezzo di Legno
Questa casa presenta due atri, che probabilmente appartenevano a due abitazioni
separate poi unite nel I secolo d.C. Il reperto più famoso è ovviamente il tramezzo di
legno magnificamente conservato che separa l’atrio dal tablinum, dove il
proprietario discuteva d’affari con i suoi clienti. La seconda sala a sinistra dell’atrio
conserva i resti di un antico letto.
Casa dell’Atrio a Mosaico
Quest’antica dimora (chiusa per restauri) conserva ampie porzioni di pavimenti a
mosaico, per quanto i secoli e gli agenti atmosferici li abbiano resi irregolari.
Particolarmente bello è il mosaico a scacchiera bianco e nero nell’atrio.
Casa del Gran Portale
Così chiamata per le eleganti colonne corinzie in mattoni ai lati della porta
d’ingresso, questa casa presenta dipinti parietali molto ben conservati.
Casa dei Cervi
Affacciata sul mare prima dell’eruzione del Vesuvio, la Casa dei Cervi (chiusa
all’epoca della nostra visita) incarna il modello delle grandiose ville patrizie romane.
Costruita su due piani intorno a un cortile centrale, sfoggia bellissimi affreschi e
dipinti di nature morte. Nel cortile vi aspettano una coppia marmorea di piccoli cervi
assaliti dai cani e una curiosa statua di Ercole ubriaco intento a urinare.
Terme Suburbane
Situate all’estremità meridionale del sito, le Terme Suburbane del I secolo (chiuse
per restauri) sono fra i complessi di bagni meglio conservati al mondo, con vasche
profonde, fregi a stucco e bassorilievi che sovrastano sedili e pavimenti in marmo.
Questo è anche uno dei punti da cui si osservano meglio i depositi di materiale
vulcanico che ricoprirono l’antica linea costiera.
VILLE ROMANE
Sepolta sotto le anonime strade di Torre Annunziata, l’antica Oplontis (Via
dei Sepolcri, Torre Annunziata; Circumvesuviana fino a Torre
Annunziata) era un esclusivo sobborgo di Pompei affacciato sul mare. Il
sito fu scoperto nel XVIII secolo, ma gli scavi hanno potuto riportare alla
luce soltanto due abitazioni. L’unica aperta al pubblico è la Villa di
Poppea, un esempio superbo di quelle che i romani chiamavano ‘ville
d’otium’ (sontuose residenze pensate come luoghi di piacere e di riposo),
che si ritiene appartenesse a Poppea Sabina, la seconda moglie di Nerone.
Particolarmente belli sono i vividi affreschi del I secolo che ornano le
pareti del triclinium (sala da pranzo) e del calidarium (la zona delle terme
destinata ai bagni caldi) nell’ala occidentale. Il lato orientale della villa si
affaccia su una magnifica piscina (17 m x 61 m) circondata da un giardino.
La villa si trova 300 m a sud della stazione di Torre Annunziata, sulla linea
della Ferrovia Circumvesuviana.
A sud di Oplontis, l’antico sito di Stabiae (Via Passeggiata Archeologica,
Castellammare di Stabia; Circumvesuviana fino a Via Nocera) si
estendeva sulle pendici del Varano, una collina affacciata sul mare (e oggi
sulla moderna Castellammare di Stabia). A Stabiae potrete visitare due
ville: Villa Arianna, del I secolo a.C., e la più grande Villa San Marco, che
pare occupi una superficie di oltre 11.000 mq. Le ville non sono in perfetto
stato di conservazione, ma gli affreschi di Villa Arianna lasciano
immaginare che anticamente quest’ultima doveva essere spettacolare.
Stabiae si trova 1,7 km a nord-est della stazione di Via Nocera sulla linea
della Circumvesuviana. Dalla stazione potrete proseguire a piedi o
prendere l’autobus n. 074 o 077.
Circa 3 km a nord di Pompei, il sito archeologico di Boscoreale (Via
Settetermini, Boscoreale; Circumvesuviana fino a Pompei Scavi-Villa
dei Misteri) comprende una villa di campagna del I secolo a.C. e un
affascinante museo, l’Antiquarium, che espone reperti rinvenuti a Pompei,
Ercolano e altre località della zona circostante. Tra i manufatti più curiosi
spiccano brandelli di tessuti, gusci d’uovo trovati a Pompei e una pagnotta
fossilizzata. Al momento della nostra visita la villa era chiusa per restauri;
per aggiornamenti consultate il sito www.pompeiisites.org o contattate
l’ufficio turistico di Pompei. Per raggiungere il luogo con i mezzi pubblici
prendete la Circumvesuviana fino alla stazione di Torre Annunziata e da lì
un treno diretto a Poggiomarino; la stazione di Boscoreale è dopo due
fermate. Dalla stazione camminate per 1,5 km verso sud fino agli scavi –
dirigetevi a sud (destra) lungo Via M. della Corte (che diventa Via
Pompei), poi girate a destra in Via Settembrini seguendo le indicazioni per
l’Antiquarium Boscoreale.
I siti di Oplontis, Stabiae e Boscoreale seguono lo stesso orario d’apertura:
dalle 8.30 alle 19.30 (ultimo ingresso alle 18) da aprile a ottobre e dalle
8.30 alle 18.30 (ultimo ingresso alle 17) da novembre a marzo e si possono
visitare tutti e tre con un solo biglietto (interi/ridotti €5,50/2,75) oppure
con un biglietto cumulativo di cinque siti (interi/ridotti €22/12) che include
anche Pompei ed Ercolano.
MAV
MUSEO
(Museo Archeologico Virtuale; 081 1980 6511; www.museomav.com; Via IV Novembre 44; interi/ridotti
€7,50/6; 9-17.30 tutti i giorni marzo-mag, 10-18.30 tutti i giorni giu-set, 10-16 mar-dom ott-feb;
Grazie a un sistema sofisticato di ologrammi e filmati
Circumvesuviana fino a Ercolano-Scavi)
realizzati al computer, questo museo archeologico ‘virtuale’ riporta in vita rovine
come il foro di Pompei e Villa Jovis a Capri. Particolarmente divertente per i
bambini, è molto utile per comprendere quanto fossero realmente imponenti le
colonne ora in rovina.
Mercato di Pugliano
MERCATO
(Via Pugliano; 9-13 lun-sab; In questo mercato
Circumvesuviana fino a Ercolano-Scavi)
dell’abbigliamento usato, che si allarga in Via Pugliano nel cuore di Ercolano, si
trova di tutto, dagli articoli più dozzinali a capi e accessori favolosamente unici
(esclusivi abiti da cocktail, borse a forma di LP, giacche militari). Uno dei migliori
negozi della zona è Old Star (Via Pugliano 60; 8-13 lun-dom); chiedendo
gentilmente, vi faranno vedere il piano superiore dove c’è la merce più rara, spesso
presa in prestito dagli stilisti internazionali per studiarne i modelli e trarne
ispirazione.
Fatevi mostrare la linea vintage firmata Moschino e Fendi, gli sgargianti abiti indiani
degli anni ’70 o i maglioni di cachemire di prima qualità. Dalla stazione Ercolano-
Scavi della Ferrovia Circumvesuviana percorrete 400 m fino alla Prima Traversa
Mercato. Girate a destra e vi ritroverete, 200 m più avanti, in Via Pugliano.
Pasti
Viva Lo Re
NAPOLETANO €€
( 081 739 02 07; www.vivalore.it; Corso Resina 261; pasti €35; 12-16 e 20.30-fino a tardi mar-sab, 12-16
dom; Si trova 500 m a sud-est degli scavi di
Circumvesuviana fino a Ercolano-Scavi)
Ercolano in Corso Resina, un tratto di strada soprannominato il ‘miglio d’oro’ per le
sontuose ville settecentesche che vi sorgevano in passato. In quest’invitante osteria,
le stampe d’epoca e gli scaffali zeppi di libri fanno da raffinata cornice a una superba
carta dei vini, camerieri cortesi e piatti regionali reinventati con maestria. Iniziate
alla grande con un sopraffino antipasto misto, che può includere polpettine di
baccalà, crocchette di taleggio con porcini o fiori di zucca ripieni di ricotta, e
concludete con uno dei deliziosi dessert, come la sublime tartelletta alle fragole.
Informazioni
Ufficio turistico (Via IV Novembre 44; 081 788 13 75/274/237;
turistico@comune.ercolano.na.it; 9-12.30 lun-ven e 15-17 mar e gio;
Circumvesuviana fino a Ercolano-Scavi) Il nuovo ufficio turistico che fa capo al
Comune di Ercolano si trova nello stesso edificio del MAV, fra la stazione
ferroviaria Ercolano-Scavi della Circumvesuviana e gli scavi di Ercolano.
Per/da Ercolano
Arrivando in treno con la Circumvesuviana (€2 da Napoli, €2,70 da Sorrento),
scendete alla stazione Ercolano-Scavi e proseguite per 500 m fino al sito
archeologico seguendo le indicazioni ‘Scavi’ lungo Via IV Novembre.
Per chi viaggia in auto da Napoli, la A3 corre verso sud-est lungo il Golfo. Per
raggiungere gli scavi di Ercolano, uscite a Portici-Ercolano e seguite i cartelli per i
parcheggi vicini al sito. Da Sorrento, dirigetevi verso nord lungo la SS145, che
s’immette nella A3.
Da metà marzo a metà ottobre, il treno turistico Campania Express fa servizio fino a
otto volte al giorno fra Napoli (stazioni di Porta Nolana e Piazza Garibaldi della
Ferrovia Circumvesuviana) e Sorrento, fermando soltanto a Ercolano-Scavi e
Pompei Scavi-Villa dei Misteri. Il biglietto di andata e ritorno in giornata (€15; €10
per possessori di Artecard) si può acquistare alle stazioni, online sui siti
www.eavsrl.it e www.campaniartecard/grandtour oppure telefonando al numero
verde 800 600601.
VESUVIO
Il Vesuvio, che s’innalza possente e maestoso sul Golfo di Napoli, fa parte del
complesso vulcanico campano, una serie di vulcani attivi, dormienti o estinti che
include la Solfatara dei Campi Flegrei, il Monte Nuovo e, sull’isola di Ischia, il
Monte Epomeo. Tristemente famoso per l’eruzione raccontata da Plinio il Giovane e
per l’incontrollata espansione urbana sulle sue pendici, il Vesuvio è anche uno dei
vulcani più monitorati del mondo, dato che un’altra eruzione su vasta scala oggi
sarebbe catastrofica. Oltre mezzo milione di persone vive infatti nella cosiddetta
‘zona rossa’, l’area più esposta ai flussi piroclastici e al rischio di crollo degli edifici
per l’accumulo di depositi piroclastici. Eppure, nonostante gli incentivi offerti dal
governo ai residenti, pochi sono disposti a trasferirsi.
Che cosa vedere
Vesuvio
VULCANO
( 081 239 56 53; interi/ridotti €10/8; 9-18 lug e agosto, fino alle 17 apr-giu e set, fino alle 16 marzo e ott,
Dopo il
fino alle 15 nov-feb; ci si può trattenere sul cratere fino a un’ora dopo la chiusura della biglietteria)
suo esplosivo ingresso nella storia nel 79 d.C., il Vesuvio ha eruttato almeno un’altra
trentina di volte. Ciò che riscatta questa presenza minacciosa è la vista spettacolare
che si gode dal cratere, un panorama che abbraccia Napoli, il suo famoso Golfo e
parte degli Appennini. Il Vesuvio è il fulcro del Parco Nazionale del Vesuvio
(www.epnv.it), che propone nove itinerari naturalistici intorno al vulcano. Una
cartina semplificata dei sentieri si può scaricare dal sito web del parco. Inoltre,
Naples Trips & Tours ( 349 7155270; www.naplestripsandtours.com) organizza
tutti i giorni una passeggiata a cavallo di tre o quattro ore nel parco (€50).
Si ritiene che in passato il monte fosse molto più alto di oggi e raggiungesse i 3000
m anziché i 1281 attuali. Pare infatti che la violenta esplosione del 79 d.C. non
soltanto sommerse Pompei sotto una coltre di cenere e lapilli, facendo arretrare la
linea costiera di parecchi chilometri, ma distrusse anche gran parte della vetta,
creando un’immensa caldera e due nuove cime. L’eruzione più devastante dopo
quella del 79 d.C. si verificò nel 1631, quella più recente nel 1944.
Per/dal Vesuvio
Il Vesuvio si può raggiungere in autobus da Ercolano e Pompei.
Dal Piazzale Stazione Circumvesuviana, davanti alla stazione ferroviaria Ercolano-
Scavi, gli autobus Vesuvio Express ( 081 739 36 66; www.vesuvioexpress.it;
andata e ritorno compreso l’ingresso al cratere €20; ogni 40 min, 9.30-16) portano
fino al parcheggio vicino al cratere. Da qui, un sentiero di 860 m (meglio indossare
scarpe da ginnastica e portarsi un maglione) sale fino al cratere in circa 25 minuti.
Gli autobus navetta ( 340 9352616; www.busviadelvesuvio.com; Via Villa dei
Misteri, Pompei; andata e ritorno incluso accesso al cratere interi/ridotti €22/7; 9-
16) partono ogni ora dall’esterno della stazione ferroviaria Pompei Scavi-Villa dei
Misteri della Circumvesuviana e arrivano al Terminal Busvia del Vesuvio situato a
Boscoreale. Da qui si prosegue su un autobus a trazione integrale che in 25 min sale
fino al parco nazionale. Non è necessario prenotare.
In condizioni di brutto tempo il sentiero viene chiuso e le partenze degli autobus
sono sospese.
In auto, dalla A3 uscite a Portici-Ercolano e seguite i cartelli per il Parco Nazionale
del Vesuvio.
POMPEI
La Pompei moderna sarà anche un anonimo satellite di Napoli, ma vi troverete uno
dei più straordinari siti archeologici d’Europa: i resti dell’antica Pompei. Vasto ed
emozionante, questo luogo ricorda ai posteri la furia delle forze maligne che si
celano nel ventre del Vesuvio.
VISITARE POMPEI
Per visitare Pompei in estate, munitevi di cappello, crema solare protettiva
e molta acqua. Se avete con voi bambini piccoli, cercate di visitare il sito al
mattino presto o nel tardo pomeriggio, quando il caldo è più sopportabile.
Purtroppo non potrete fare nulla contro il terreno accidentato,
particolarmente scomodo con i passeggini. Per rendere giustizia al luogo
dedicategli almeno tre o quattro ore, di più se desiderate esplorarlo nei
dettagli. Tenete sempre a portata di mano un documento d’identità: vi
servirà per eventuali sconti o per noleggiare un’audioguida.
Pompei
Che cosa vedere
1 Anfiteatro D2
2 Basilica B2
3 Casa dei Vettii B1
4 Casa del Fauno A2
5 Casa del Menandro C2
6 Casa del Poeta Tragico A2
7 Casa della Venere in Conchiglia D1
8 Foro B2
9 Foro Triangolare B3
10 Granai del Foro A2
11 Grande Palestra D2
12 Lupanare B2
13 Macellum B2
14 Porta Ercolano A1
15 Porta Marina A3
16 Quadriportico dei Teatri C3
17 Teatro Grande B2
18 Teatro Piccolo C2
19 Tempio di Apollo B2
20 Tempio di Giove B2
21 Tempio di Iside C2
22 Tempio di Venere A3
23 Terme Stabiane B2
24 Terme Suburbane A2
25 Via dell’Abbondanza C2
Attività, corsi e tour
26 Busvia del Vesuvio A2
Pernottamento
27 Camping Spartacus A3
Che cosa vedere
Scavi di Pompei
SITO ARCHEOLOGICO
( 081 857 53 47; www.pompeiisites.org; ingressi da Porta Marina, Piazza Esedra e Piazza Anfiteatro;
interi/ridotti €11/5,50, inclusa Ercolano €20/10; 8.30-19.30 in estate, ultimo ingresso alle 18; fino alle 17 in
La visita dei toccanti resti di Pompei è un’esperienza
inverno, ultimo ingresso alle 15.30)
indimenticabile. Gran parte del loro inestimabile valore sta nel fatto che la città non
fu spazzata via dall’eruzione del Vesuvio del 79 d.C., ma rimase sepolta sotto uno
spesso strato di ceneri e lapilli. Ne risulta uno spaccato di vita antica
straordinariamente ben conservato, dove i visitatori possono camminare sulle strade
di epoca romana e visitare dimore, templi, botteghe, taverne, anfiteatri e perfino una
casa di piacere di 2000 anni fa.
Le origini di Pompei sono incerte, ma pare sia stata fondata nel VII secolo a.C. dagli
osci, una popolazione della regione campana. Nel corso dei sette secoli successivi la
città passò sotto il dominio dei greci e poi dei sanniti, per diventare una colonia
romana nell’80 a.C. Nel 62 d.C., appena 17 anni prima della fatale eruzione del
Vesuvio, la città fu colpita da un violento terremoto, che provocò danni ingenti e
comportò l’evacuazione di gran parte dei suoi 20.000 abitanti. Fortunatamente molti
non erano tornati dopo il terremoto, ciò nonostante morirono in 2000 fra uomini,
donne e bambini.
Dopo la sua tragica fine, Pompei scivolò lentamente nell’oblio finché, nel 1594,
l’architetto Domenico Fontana non scoprì incidentalmente alcune rovine durante lo
scavo di un canale. L’esplorazione vera e propria, tuttavia, fu avviata solo nel 1748.
Degli originali 66 ettari dell’abitato ne sono stati riportati alla luce 44, ma ciò non
significa che i visitatori abbiano libero accesso a ogni angolo di questo sito protetto
dall’UNESCO: aspettatevi zone chiuse al pubblico, scarse indicazioni e, di tanto in
tanto, qualche cane randagio. Le audioguide sono un buon investimento (€6,50, solo
in contanti) e anche una buona guida cartacea vi sarà utile – provate Pompei,
pubblicata da Electa Napoli.
Negli ultimi anni il sito ha subito diversi danni gravi a causa del maltempo. Fra gli
ultimi, il crollo di un muro di un’antica bottega nel marzo 2014, provocato dalle forti
piogge. I lavori di manutenzione e restauro stanno andando avanti e hanno portato,
pur tra problemi politici, finanziari e burocratici, all’apertura di sei nuove domus, già
accessibili al pubblico al momento delle nostre ricerche: la Fullonica di Stephanus
(una tintoria, da ‘fullones’, lavandai), gli ambienti termali della Casa del
Criptoportico, la Casa di Paquius Proculus e del Sacerdos Amandus, la vicina Casa
di Fabius Amandio (tipica dimora da ceto medio dell’epoca) e la Casa dell’Efebo,
dagli ambienti particolarmente sfarzosi.
Terme Suburbane
Situate subito all’esterno delle antiche mura cittadine, queste terme del I secolo a.C.
sono famose per i numerosi affreschi erotici che tanto scandalizzarono il Vaticano
quando furono scoperti nel 2001, immagini piccanti che decorano quello che un
tempo era l’apodyterium. La stanza che conduce al frigidarium, vivacemente
affrescato anch’esso, presenta frammenti di decorazioni a stucco ed è una delle
poche di Pompei con il soffitto originale. Oltre alle sale del tepidarium e del
calidarium si trovano i resti della piscina riscaldata all’aperto.
Porta Marina
L’ingresso principale al sito è Porta Marina, la più imponente delle sette porte delle
antiche mura urbane, un varco affollato, oggi come allora, che collegava la città al
vicino porto (da cui il nome). Subito a destra appena varcata la porta si trova il
Tempio di Venere (I secolo a.C.), uno dei più sontuosi della città.
Foro
Quello che oggi è un vasto rettangolo erboso delimitato da colonne calcaree era il
foro, la piazza principale di Pompei, dove si svolgevano anche i combattimenti fra i
gladiatori prima che venisse costruito l’anfiteatro. Gli edifici che lo circondano ne
testimoniano il ruolo di fulcro dell’attività economica, politica, religiosa e civile
della città.
Basilica
Costruita nel II secolo a.C., questa basilica civile, come tutte le basiliche civili
romane, era un edificio pubblico dove avevano luogo l’amministrazione della
giustizia e gli scambi commerciali. Le absidi semicircolari avrebbero in seguito
influenzato il modello delle prime chiese cristiane.
Tempio di Apollo
È il più antico e più importante edificio religioso di Pompei. Gran parte di quello che
si vede oggi, compreso il magnifico portico colonnato, risale al II secolo a.C., ma
sono presenti resti di una struttura più antica risalente al VI secolo a.C.
Tempio di Giove
Questo tempio era affiancato da due archi trionfali, ma uno solo è sopravvissuto.
Granai del Foro
Gli antichi Granai del Foro oggi sono un magazzino che ospita centinaia di anfore e
numerosi calchi di figure realizzati alla fine dell’Ottocento colando gesso liquido
nelle cavità lasciate dai corpi che si erano decomposti all’interno del materiale
vulcanico. Fra i tanti c’è anche quello di una schiava incinta; la cintura intorno al
ventre recava probabilmente il nome del suo padrone.
Macellum
Il macellum era il principale mercato cittadino. L’area circolare al centro era la
tholos, uno spazio coperto in cui si vendevano pesce e crostacei. Gli affreschi
sopravvissuti mostrano alcuni dei prodotti allora in vendita, fra cui gamberi.
Lupanare
Il lupanare era l’unico postribolo dell’antica Pompei, un piccolo edificio a due piani
con cinque camere ciascuno. Le pareti sono affrescate con immagini erotiche
raffiguranti varie posizioni sessuali, ma recano anche diversi graffiti, fra cui
dichiarazioni d’amore e di speranza, scritti dalle prostitute.
Foro Triangolare
Originariamente l’alberato Foro Triangolare si affacciava sul mare.
Teatro Grande
Il Teatro Grande fu realizzato nel II secolo a.C. scavando nell’altopiano lavico su cui
poggiava Pompei e poteva accogliere fino a 5000 spettatori.
Quadriportico dei Teatri
Alle spalle del Teatro Grande, inizialmente era usato per accogliere il pubblico tra un
atto e l’altro, ma in seguito fu adibito a caserma dei gladiatori.
Teatro Piccolo
Chiamato Odeion, era un teatro coperto rinomato per la sua acustica.
Tempio di Iside
Costruito in epoca preromana, era un luogo di culto molto popolare.
Casa del Menandro
Più piccola ma meglio conservata della Casa del Fauno, la lussuosa Casa del
Menandro sfoggia un elegante peristilio (cortile cinto da un porticato) cui si accede
dall’atrio splendidamente affrescato. Una porta in fondo al lato destro del peristilio
conduce alle terme private, sontuosamente decorate da affreschi e mosaici. Nella
nicchia centrale sulla parete di fondo del peristilio si è magnificamente conservato
l’affresco che ritrae il commediografo greco Menandro, dal quale la casa ha preso il
nome quando fu riscoperta.
Via dell’Abbondanza
Era la strada principale dell’antica Pompei. Le grosse pietre sopraelevate che
uniscono i due marciapiedi consentivano ai pedoni di attraversare la via senza
sporcarsi con le acque reflue che scorrevano sul fondo stradale.
Terme Stabiane
Sono un tipico complesso termale del II secolo a.C. I bagnanti entravano dal
vestibolo, si spogliavano nell’apodyterium con il soffitto a volta, quindi
s’immergevano nel tepidarium e poi nel calidarium. Particolarmente suggestiva è la
volta a stucchi dello spogliatoio maschile, con curiose immagini di putti e ninfe.
Casa della Venere in Conchiglia
Il suo incantevole peristilio si affaccia su un piccolo giardino curatissimo in cui si
trova lo splendido affresco di Venere che dà il nome alla casa.
Anfiteatro
È in questa vasta struttura ellittica, oggi ricoperta d’erba, che i gladiatori si
affrontavano davanti a 20.000 spettatori. Costruito nel 70 a.C., è forse il più antico
anfiteatro romano giunto fino a noi.
Grande Palestra
Gli antichi pompeiani si tenevano in forma in questa grande area destinata agli
allenamenti sportivi con un imponente portico risalente all’età augustea. Al centro si
vedono i resti di una piscina (attualmente chiusa al pubblico).
Casa del Fauno
La più grande residenza privata di Pompei occupa un’intera insula (isolato) ed è
dotata di due atri nella parte anteriore (le case più umili ne avevano soltanto uno); il
nome deriva dalla piccola statua di bronzo rinvenuta nell’impluvium (la vasca per la
raccolta dell’acqua piovana). Fu qui che i primi archeologi trovarono i mosaici più
straordinari di Pompei, oggi in gran parte esposti nel Museo Archeologico Nazionale
di Napoli. Tra quelli rimasti in situ spicca un bellissimo pavimento marmoreo con
motivi geometrici.
Casa del Poeta Tragico
Nascosta dietro le impalcature all’epoca della nostra visita, la Casa del Poeta Tragico
è famosa per il mosaico all’ingresso che raffigura un cane alla catena accompagnato
dalla scritta cave canem, l’equivalente del moderno ‘attenti al cane’.
Casa dei Vettii
La Casa dei Vettii conserva un celebre affresco di Priapo, dio della fertilità, che tiene
l’enorme fallo sul piatto di una bilancia, mentre sull’altro c’è una borsa piena di
denari; forse un auspicio di benessere?
Villa dei Misteri
Recentemente restaurata, questa villa fuori città, composta da ben 90 ambienti, è una
delle strutture più complete di Pompei. Sulle pareti del vasto triclinio campeggia il
capolavoro pittorico dell’edificio, il fregio dionisiaco, uno degli affreschi più grandi
e meravigliosi di tutta l’antichità che illustra l’iniziazione di una futura sposa ai riti
misterici legati al culto di Dioniso e al vino. La villa infatti era sede di attività
agricole e la zona di vinificazione è ancora visibile all’estremità settentrionale. Per
raggiungere la Villa dei Misteri, seguite la Via Consolare che conduce fuori città
attraverso la Porta Ercolano, proseguite oltre la Villa di Diomede e girate a destra.
Pasti
All’interno del sito archeologico troverete un caffè e, subito all’esterno, diversi
locali turistici abbastanza mediocri. Se cercate qualcosa di meglio, vi conviene
puntare sulla moderna città di Pompei.
Melius
GASTRONOMIA €
( 081 850 25 98; Via Lepanto 156-160; 8-15 e 16.30-20 lun-ven, 8-14 e 16.30-20 sab, 8-14 dom; FS fino
Riempite la dispensa (o il cestino
a Pompei, Circumvesuviana fino a Pompei Scavi-Villa dei Misteri)
da picnic) con gli squisiti prodotti di questa gastronomia specializzata in prelibatezze
locali, come mozzarella di bufala, pasta di Gragnano, soppressata cilentana,
marmellate agli agrumi della Costiera Amalfitana e liquore di mela annurca.
Per un pranzo fai da te, procuratevi del pane fragrante, una bottiglia di Falanghina
locale, affettati e magari qualche delizioso piatto pronto, come le melanzane
marinate e la pizza con la scarola.
President
CAMPANO €€
( 081 850 72 45; www.ristorantepresident.it; Piazza Schettini 12; pasti €35; 12-16 e 19-24, chiuso lun ott-
apr; FS fino a Pompei, Con i suoi lampadari
Circumvesuviana fino a Pompei Scavi-Villa dei Misteri)
a goccia e un servizio impeccabile, questo ristorante stellato Michelin vi farà sentire
come nella sala da pranzo di un film con Audrey Hepburn. Dietro tanto charme c’è
lo chef-titolare Paolo Gramaglia, la cui passione per i prodotti locali, unita a un
brillante estro culinario, si traduce in meraviglie come il pane preparato secondo le
antiche ricette romane, il dentice cotto lentamente con purea di pomodoro e gelato al
cipollotto dolce e la pastiera destrutturata. Il menu è creativo, i piatti splendidamente
presentati e la carta dei vini, selezionati dalla sommelier Eulalia Buondonno, è un
capolavoro che vi manderà in visibilio, con circa 600 etichette italiane prodotte da
aziende rinomate o meno conosciute; il bello è che potrete gustare al bicchiere
qualsiasi vino che non superi i €100 a bottiglia.
Un consiglio: per tornare a Napoli con un treno regionale dalla vicina stazione di
Pompei (più vicina rispetto alla stazione Pompei Scavi-Villa dei Misteri della
Ferrovia Circumvesuviana), verificate gli orari, perché l’ultimo treno da Pompei
potrebbe partire alle 21.40.
VISITE GUIDATE A POMPEI
Quasi certamente all’uscita della biglietteria sarete avvicinati da una guida
turistica. Le guide autorizzate sono munite di tessere di riconoscimento. Fra
gli operatori affidabili segnaliamo: Yellow Sudmarine (p98; 329
1010328, 334 1047036, 081 526 00 43; www.yellowsudmarine.com)
Torres Travel ( 081 856 78 02; www.torrestravel.it) Calcolate di
spendere circa €100 per una visita guidata di due ore, che siate soli, in
coppia o in gruppo fino a 25 persone. Per ulteriori informazioni rivolgetevi
all’ufficio turistico di Pompei.
Informazioni
Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Turismo di Pompei ( 081 850 72 55;
Via Sacra 1; 8-15.30 lun-ven) Si trova in centro, nella Pompei moderna.
Per/da Pompei
Per raggiungere gli scavi con la Ferrovia Circumvesuviana (€2,60 da Napoli, €2,20
da Sorrento), scendete alla stazione di Pompei Scavi-Villa dei Misteri, che si trova
accanto all’ingresso di Porta Marina, quello principale. I treni regionali
(www.trenitalia.com) fermano alla stazione di Pompei, nel centro della città
moderna.
Arrivando in auto da Napoli, percorrete la A3 verso sud-est, uscite a Pompei e
seguite le indicazioni per Pompei Scavi. I parcheggi (circa €5 per la giornata) sono
ben segnalati e immancabilmente presidiati da posteggiatori abusivi. Il Camping
Spartacus (cartina; 081 862 40 78; Via Plinio 127) è situato in comoda posizione
di fronte agli scavi. Da Sorrento, imboccate la SS145 verso nord, immettetevi poi
nella A3 e da lì uscite a Pompei.
Da metà marzo a metà ottobre, il treno turistico Campania Express effettua fino a
otto collegamenti al giorno fra Napoli (stazioni di Porta Nolana e Piazza Garibaldi
della Circumvesuviana) e Sorrento, fermando solo a Ercolano-Scavi e Pompei
Scavi-Villa dei Misteri. Il biglietto di andata e ritorno in giornata (€15; €10 per i
possessori di Artecard) si può acquistare alle stazioni oppure online.
Le isole
Include
Capri
Ischia
Ischia Porto e Ischia Ponte
Lacco Ameno
Forìo e la costa occidentale
Sant’Angelo e la costa meridionale
Procida
Marina Grande
Marina Corricella
Marina di Chiaiolella
I migliori ristoranti
È Divino
Il Focolare
Il Geranio
Caracalè
I migliori hotel
Hotel Villa Eva
Mezzatorre Resort & Spa
Hotel Semiramis
Hotel La Vigna
Perché andare
Sparpagliate come barchette colorate sulla distesa azzurra del Golfo di Napoli, le
isole sono una meta famosa e molto ricercata, tanto per la loro bellezza quanto per il
carattere tutt’altro che omogeneo. Procida, Ischia e Capri sono diverse non soltanto
in termini di ambiente e paesaggio, ma anche per le dimensioni, le attività e i luoghi
da vedere. La pittoresca Procida è la più piccola delle tre: placida, incontaminata e
facile da esplorare in appena poche ore. All’opposto si colloca l’esclusiva Capri,
fulcro di un circuito di VIP che la amano per le attività, i luoghi da visitare e i
negozi; pianificate la vostra giornata (e il vostro look!) con grande attenzione,
specialmente se avete intenzione di compiere qualche escursione a piedi. Ischia è
l’isola più grande, sede di spa naturali, giardini botanici, calette nascoste ed
eccezionali templi della gastronomia. Se tutto questo vi sembra troppo impegnativo,
puntate verso le spiagge: sono le più belle del Golfo.
Quando andare
Le isole del Golfo di Napoli presentano lo stesso quadro climatico del resto della
Campania.
Evitate il mese di agosto, quando agli stranieri in vacanza sulle isole si
aggiungono folle di italiani in ferie. Luglio è un altro mese molto movimentato, in
particolare a Ischia e a Capri.
I periodi migliori sono quelli da aprile a maggio e da settembre a ottobre,
caratterizzati da un cielo generalmente limpido e temperature miti, se non ancora
calde.
Anche il periodo di Pasqua può essere molto affollato, ma le processioni che si
tengono a Procida sono uno spettacolo imperdibile.
Il meglio delle isole

Gustare un buon pranzo in un ristorante di pesce tra le tonalità pastello del


borgo di pescatori di Marina Corricella.
Noleggiare una barca per scoprire le acque turchesi intorno a Capri.
Esplorare la rigogliosa oasi di verde dei giardini La Mortella, a Forìo.
Prendere la seggiovia che sale in cima al Monte Solaro, il punto più alto di
Capri.
Fare una passeggiata da Capri centro fino a Villa Jovis, di epoca romana, e
all’Arco Naturale di roccia.
Godersi un po’ di relax sulle immacolate spiagge sabbiose di Ischia.
Abbandonarsi a un rigenerante massaggio nel centro spa di Negombo.
CAPRI
POP. 12.200
Benvenuti nell’isola protagonista di un leggendario idillio: Capri è un seducente
connubio di bellezza fiabesca e divertimento, che nei secoli ha saputo conquistare
imperatori romani, rivoluzionari russi e star di Hollywood. È un perfetto
microcosmo mediterraneo, un vellutato cocktail di esclusive piazzette e caffè di
tendenza, vestigia romane e aspri paesaggi marini.
Abitata già nel Paleolitico, Capri fu occupata per un breve periodo dai greci, salvo
poi divenire il luogo di svago prediletto dell’imperatore romano Augusto e il buen
retiro del suo successore Tiberio, che vi si trasferì nel 27 d.C. La sua moderna
consacrazione a centro turistico risale ai primi anni del Novecento.
L’isola è anche meta di escursioni in giornata, oltre che una località di villeggiatura
estiva molto amata dai VIP. Inevitabilmente, i due centri principali, Capri e la sua
rivale collinare Anacapri, hanno trovato nell’industria turistica la loro ragion
d’essere principale, con tutte le conseguenze che ne derivano in termini di prezzi.
Tuttavia, basta spingersi oltre i caffè alla moda e le boutique esclusive per accorgersi
di come l’isola conservi ancora un certo fascino intatto, visibile nelle sontuose ville,
negli orti rigogliosi, nei rivestimenti a stucco sbiancati dal sole e nell’esplosione di
colore delle folte macchie di bougainvillea. E giù in basso, un mare azzurro intenso
lambisce calette nascoste e grotte misteriose.
TRE GIORNI PERFETTI
Primo giorno: i semplici piaceri di Procida Lasciate il trambusto di
Napoli e godetevi un giorno di pace nell’incontaminata isola di Procida,
raggiungibile con una breve traversata in traghetto. Dopo una passeggiata
nel centro storico, accomodatevi al tavolo di un ristorante nell’incantevole
Marina Corricella per gustare del buon pesce fresco sullo sfondo delle
barche da pesca. Nel pomeriggio, fate un giro in barca per esplorare le
suggestive insenature nascoste.

Secondo giorno: giardini, shopping e trattamenti termali a Ischia


Organizzatevi in modo da arrivare sull’isola presto e recatevi subito ai
giardini botanici La Mortella, per passeggiare lungo ombreggiati vialetti
circondati da piante esotiche. Pranzate vicino alla spiaggia nella
panoramica località di Sant’Angelo. Nel pomeriggio prendete un taxi
d’acqua per le Terme di Cavascura, il più antico centro di sorgenti naturali
dell’isola, e dedicate qualche ora a voi stessi. Concludete la giornata con un
giro di vetrine nei negozi in Via Roma, che dista pochi passi dall’imbarco
dei traghetti.

Terzo giorno: glamour e natura a Capri


Svegliatevi di buon mattino prima che arrivino le frotte di gitanti e unitevi
ai VIP nella Piazzetta (Piazza Umberto I), divenuta ormai il simbolo di
Capri. Lasciatevi alle spalle i sofisticati negozi tutto intorno e dirigetevi
verso le terrazze fiorite dei vicini Giardini di Augusto, da cui si godono
alcuni dei più bei panorami dell’isola. Dopo aver pranzato in uno dei
ristoranti con terrazza sul mare, godetevi i bei sentieri che attraversano
Capri, con una tranquilla passeggiata o con un’escursione più impegnativa.
Capri
Da non perdere
1 Villa Jovis G1
Che cosa vedere
2 Arco Naturale F3
3 Belvedere di Migliera B4
4 Belvedere di Tragara F3
5 Chiesa di San Costanzo D2
6 Faro A4
7 Grotta Azzurra B1
8 Grotta di Matermania F2
9 La Crocetta C2
10 Santa Maria a Cetrella D3
11 Torre di Materita B3
12 Torre Saracena E3
13 Villa Malaparte G3
Attività, corsi e tour
14 Bagni Lo Scoglio delle Sirene D3
15 Banana Sport E1
16 Capri Whales E2
17 Sercomar E2
Pernottamento
18 Belvedere e Tre Re E2
19 Hotel Alla Bussola di Hermes B2
20 Hotel Villa Eva B1
21 Hotel Villa Sarah F2
22 Relais Maresca E2
Pasti
23 L’Approdo E2
24 La Palette F3
25 Le Grottelle F3
Che cosa vedere e fare
Come si può facilmente intuire, il nome Capri deriva dal latino caprae (capre), un
appellativo quanto mai azzeccato, perché è davvero necessario avere il piede fermo e
l’agilità di questi animali per l’esplorare l’isola come merita. In mancanza di tempo
(o di scarpe adatte), avrete modo di ammirare le bellezze dell’isola anche con la
funicolare, oppure in autobus e/o in taxi. Capri si può dividere in tre zone principali:
la sofisticata e semplicemente stupenda cittadina di Capri, la più agreste e meno
appariscente Anacapri e la spumeggiante Marina Grande, punto di arrivo della
maggior parte dei visitatori ... sempre che non si spostino in elicottero.
Capri centro
Che cosa vedere
1 Certosa di San Giacomo D5
2 Chiesa di Santo Stefano C2
3 Giardini di Augusto B5
4 Piazza Umberto I C1
Pernottamento
5 Grand Hotel Quisisana D3
6 Hotel Esperia D1
7 Hotel Gatto Bianco C2
8 Hotel La Tosca C4
9 Hotel Villa Krupp C5
Pasti
10 Al Grottino C1
11 Donna Rachele C2
12 È Divino D2
13 Il Geranio C5
14 La Capannina D2
15 Raffaele Buonocore C2
16 Scialapopolo D1
Locali e vita notturna
17 Pulalli B1
18 Taverna Anema e Core C2
Shopping
19 Capri Watch D3
20 Carthusia I Profumi di Capri D4
21 Da Costanzo B2
22 La Parisienne C1
Capri centro
Con le sue case imbiancate a calce e le stradine chiuse al traffico, la cittadina di
Capri sembra più un set cinematografico che un luogo reale. È un concentrato di
esclusiva eleganza mediterranea, un’ineffabile mescolanza di hotel di lusso, bar
costosi, sofisticati ristoranti e boutique di stilisti famosi. In estate, il centro pullula di
gitanti armati di macchina fotografica e schiere di VIP ed esponenti del bel mondo,
ma non rinunciate a esplorare i suggestivi vicoli antichi, dove la folla si dilegua
rapidamente. E non mancate di fare la passeggiata che si dirige a est fino a Villa
Jovis.
Piazza Umberto I
PIAZZA
Dominata dal campanile e incorniciata da raffinati caffè, questa
(cartina; Piazzetta)
piazza è una sorta di esclusivo salotto all’aperto. La si potrebbe definire la
quintessenza stessa di Capri, soprattutto di sera, quando l’attività principale sembra
essere quella vestirsi di tutto punto e farsi vedere in giro. Sappiate però che un posto
in prima fila su questo palcoscenico privilegiato vi costerà parecchio: nel momento
in cui vi metterete comodi a un tavolino per ordinare qualcosa da bere, la sola
possibilità di guardarvi attorno e farvi guardare richiederà un certo sacrificio al
vostro portafoglio (circa €6 per un caffè e €16 per un paio di calici di vino bianco).
Villa Jovis
RESTI ARCHEOLOGICI
(cartina; 081 837 03 81; www.cir.campania.beniculturali.it/luoghi-della-cultura/capri-villa-jovis; Via Amedeo
Maiuri; ingresso €2; Raggiungibile con una
10-18 apr-ott, 10-16.15 nov-marzo, chiuso mar)
passeggiata di 45 minuti a est del centro lungo Via Tiberio, Villa Jovis era la più
grande e la più sontuosa delle 12 ville imperiali che sorgevano sull’isola, nonché la
residenza principale di Tiberio a Capri. Di questa vasta dimora votata agli svaghi
imperiali oggi rimangono soltanto le rovine, ma in epoca romana era famosa per
essere il luogo in cui Tiberio si abbandonava ai suoi lascivi appetiti e comprendeva,
oltre agli appartamenti imperiali, un ampio complesso di bagni immerso tra la
rigogliosa vegetazione di boschi e giardini.
La posizione spettacolare della villa dovette comportare non poche difficoltà
pratiche per gli architetti incaricati del progetto. Il problema principale fu
probabilmente la raccolta e conservazione dell’acqua destinata alle terme e
all’irrigazione dei 3000 mq di parco. La soluzione a cui approdarono fu costruire un
complesso sistema di condutture per convogliare l’acqua piovana verso quattro
enormi cisterne, di cui ancora oggi si possono vedere i resti.
La scalinata sul retro della villa conduce al Salto di Tiberio, un precipizio a picco
sul mare alto 330 m dal quale si dice che il crudele imperatore facesse gettare i
sudditi che avevano perduto i suoi favori. Verità o leggenda che sia, il panorama è di
certo reale; se soffrite di vertigini, avvicinatevi con cautela.
A breve distanza dalla villa, con una ripida passeggiata giù per Via Tiberio e Via
Matermania, si trova l’Arco Naturale (cartina), un imponente arco di roccia
plasmato dall’azione erosiva dei marosi; potrete programmare la camminata in modo
da pranzare al ristorante Le Grottelle, in parte ricavato all’interno di una grotta.
ORIENTAMENTO
Tutti gli aliscafi e i traghetti arrivano a Marina Grande, il centro dei
trasporti dell’isola. Da qui, il modo più rapido per salire a Capri centro è
prendere la funicolare, ma ci sono anche autobus e più costosi taxi. A piedi
si deve affrontare una faticosa salita di 2,3 km lungo Via Marina Grande.
Arrivati in cima, girate a sinistra (est) all’incrocio con Via Roma per il
centro oppure a destra (ovest) per imboccare la Via Provinciale Anacapri,
che diventa poi Via Giuseppe Orlandi in prossimità di Anacapri.
La piccola Piazza Umberto I è il fulcro di Capri centro. Pochi passi più a
est, Via Vittorio Emanuele conduce alla principale strada commerciale, Via
Camerelle.
Ad Anacapri, in collina, autobus e taxi fermano in Piazza Vittoria: da qui
Via Giuseppe Orlandi, l’arteria principale, corre verso sud-ovest, mentre
Via Capodimonte sale alla Villa San Michele di Axel Munthe.
Chiesa di Santo Stefano
CHIESA
(cartina; 081 837 00 72; Piazza Umberto I; Affacciata su Piazza Umberto I,
8-13 e 16-20)
questa chiesa secentesca in stile barocco vanta pavimenti in marmo policromo
(prelevati da Villa Jovis) ben conservati e una statua di san Costanzo, patrono di
Capri. Osservate la coppia di patrizi mollemente adagiati nella cappella a sud
dell’altare maggiore: alcuni dei damerini che bighellonano nei caffè all’esterno non
sembrano poi tanto diversi. Accanto alla cappella settentrionale è collocato un
reliquario nel quale è custodito un osso del santo che, secondo la tradizione, salvò
Capri dalla peste nel XIX secolo.
Certosa di San Giacomo
MONASTERO
(cartina; 081 837 62 18; Via Certosa 10; ingresso €4; Fondato nel
9-14 mar-dom, anche 17-20 in estate)
1371, questo pittoresco monastero è generalmente considerato il più bell’edificio
espresso dall’architettura caprese rimasto sull’isola. In passato sede di una scuola,
attualmente ospita una biblioteca, diversi spazi per mostre temporanee e un museo
che raccoglie una suggestiva collezione di dipinti secenteschi. Non mancate di dare
uno sguardo ai due chiostri, che riescono a trasmettere l’idea del loro passato
splendore; il più piccolo risale al XIV secolo, mentre il più grande fu aggiunto nel
Cinquecento.
Per raggiungere la Certosa prendete Via Vittorio Emanuele, che scende sinuosa
verso il complesso a est di Piazza Umberto I.
Le vicende storiche del monastero sono molto cupe: divenuto roccaforte della
potente confraternita certosina dell’isola, nel Cinquecento fu violentemente attaccato
durante le incursioni dei pirati saraceni. Un secolo più tardi, i monaci vi si ritirarono
per sfuggire alla peste suscitando l’ira della popolazione (di cui avrebbero dovuto
prendersi cura), la quale reagì lanciando cadaveri al di là delle mura. La chiesa è
impreziosita da alcuni squisiti affreschi del XVII secolo, che dovrebbero riuscire a
riconciliare il visitatore con il triste passato del monastero.
Giardini di Augusto
GIARDINI
(cartina; ingresso €1, gratis nel periodo invernale; 9-19.30 periodo estivo, 9-17.30 periodo invernale)
Ritagliatevi una pausa dal trambusto di Capri visitando questi giardini pieni di fiori
colorati nei pressi della Certosa di San Giacomo. Voluti dall’imperatore cui devono
il nome, salgono in una serie di terrazze fiorite fino a un punto panoramico che
regala una vista mozzafiato sui Faraglioni, i tre pinnacoli rocciosi che si ergono dal
mare.
Queste formazioni calcaree, che misurano rispettivamente 109, 81 e 104 m d’altezza,
ospitano una rara lucertola azzurra, che si riteneva vivesse soltanto qui prima che ne
fossero trovati esemplari anche lungo la costa della Sicilia.
Dai giardini, la graziosa Via Krupp (attualmente chiusa per rischio di frane) scende
sinuosa fino a Marina Piccola, oltrepassando un cippo di Lenin che sorveglia la
strada da una vicina piattaforma; pare che nessuno sappia chi l’abbia collocato qui e
perché.
Anacapri e dintorni
Pur essendo da sempre più tranquilla di Capri centro, Anacapri non è estranea al
turismo. La presenza di visitatori tende a concentrarsi nei dintorni di Villa San
Michele di Axel Munthe e lungo le vie principali, dove ci sono i negozi di souvenir.
Basta tuttavia allontanarsi da queste zone per scoprire come Anacapri sia rimasta
fondamentalmente il placido borgo immerso nella campagna che è sempre stata.
Villa San Michele di Axel Munthe
MUSEO, GIARDINI
(cartina; 081 837 14 01; www.villasanmichele.eu; Viale Axel Munthe 34; ingresso €7; 9-18 mag-set, 9-17
Un tempo dimora del medico e psichiatra
apr e ott, 9-16.30 marzo, 9-15.30 nov-feb, 9-13 Natale)
svedese Axel Munthe (che fu anche un convinto difensore dei diritti degli animali),
questa villa dovrebbe figurare nell’itinerario di chiunque visiti Anacapri. Costruita
sulle rovine di una villa di epoca romana, è circondata da giardini con viali
fiancheggiati da splendide aiuole, ideali per una tranquilla passeggiata. Antiche
sculture romane offrono spunti interessanti per qualche bella foto, da scattare sullo
sfondo del magnifico panorama che si apre dalla villa.
Visitando Anacapri tra luglio e settembre, può darsi che riusciate ad assistere a uno
dei concerti di musica classica che si tengono nei giardini della residenza. Per
informazioni aggiornate sul programma e sulle modalità di prenotazione dei biglietti,
visitate il sito www.villasanmichele.eu/it/eventi_culturali.
Seggiovia del Monte Solaro
SEGGIOVIA
(cartina; 081 837 14 38; www.capriseggiovia.it; sola andata/andata e ritorno €8,50/11; 9.30-17 mag-ott,
Mezzo rapido e per niente faticoso per raggiungere la
9.30-16 marzo-apr, 9.30-15.30 nov-feb)
vetta più alta di Capri, la Seggiovia del Monte Solaro sale fino alla sommità del
monte con un piacevole tragitto panoramico di appena 12 minuti. Una volta in cima
potrete ammirare panorami straordinari, che nelle giornate serene abbracciano il
Golfo di Napoli, la Costiera Amalfitana e le isole di Ischia e Procida.
Se tra una foto e l’altra dovesse venirvi appetito, sul posto troverete un bar con
solarium dove rifocillarvi con spuntini, bevande e gelati.
Casa Rossa
MUSEO
(cartina; 081 838 21 93; Via Giuseppe Orlandi 78; ingresso €3,50; 10-13.30 e 17.30-20 giu-set, 10-17 apr-
Costruita in stile arabo dal colonnello americano John
mag, 10-16 ott, chiuso lun nov-marzo)
Clay MacKowen nel 1876, la Casa Rossa si sviluppa attorno a una torre difensiva
del XVI secolo e custodisce al suo interno un’eclettica collezione di dipinti
ottocenteschi, tra cui alcuni suggestivi scorci capresi di Gonsalvo Carelli (1818-
1900) e del pittore francese Eduard Alexandre Sain; di quest’ultimo spicca l’abilità
nel cogliere lo spirito della Capri ottocentesca in opere come Matrimonio a Capri. Il
museo ospita inoltre alcune statue romane che furono rinvenute durante gli scavi
della Grotta Azzurra all’inizio del XIX secolo.
Chiesa di San Michele
CHIESA
(cartina; 081 837 23 96; Piazza San Nicola; ingresso €2; 9-19 periodo estivo, 10-14 periodo invernale,
Se vi appassionano i colori, i motivi elaborati e la tradizione
chiuso metà nov-metà dic)
storica delle antiche piastrelle di maiolica, questa splendida chiesa vi piacerà
senz’altro. Il bellissimo pavimento piastrellato, di forma ottagonale, risale al XVIII
secolo e raffigura Adamo ed Eva insieme a un improbabile zoo comprendente un
unicorno, un toro, diverse capre e un elefante.
Faro
FARO
In cima a Punta Carena, l’aspro promontorio sud-occidentale di
(cartina; Punta Carena)
Capri, svetta il faro dell’isola, che per altezza è il secondo in Italia (dopo quello di
Genova) e il primo per portata luminosa. In estate, dagli scogli vicini ci si può
tuffare per fare splendide (e sicure) nuotate nell’acqua limpida color turchese. Se ve
ne viene voglia, prendete l’autobus che in estate parte per il faro dal centro di
Anacapri a intervalli di 20 minuti (ogni 40 min in inverno, per chi ama davvero il
brivido...).
Marina Grande
Il porto principale di Capri è un luogo dal fascino trasandato che poco lascia intuire
del lusso e dell’ostentazione più in alto sulla collina. Se sbarcando morite dalla
voglia di fare una nuotata, a ovest del porto troverete una spiaggia di ciottoli lunga
circa 200 m.
Chiesa di San Costanzo
CHIESA
(cartina; Questa è la chiesa più antica dell’isola, nonché
081 837 70 28; Via Marina Grande)
l’unico luogo turistico nella zona del porto. Risalente al V secolo e caratterizzata da
mura imbiancate a calce, è dedicata al santo patrono dell’isola, che si stabilì a Capri
dopo essere scampato a una violenta tempesta durante un viaggio da Costantinopoli
a Roma. L’edificio originale fu costruito sul sito di antiche rovine romane, ma la
struttura bizantina che tutti oggi possiamo vedere è il risultato di rimaneggiamenti
eseguiti nel X secolo. All’interno, l’antica storia dell’edifico è testimoniata dalla
disomogeneità delle colonne.
GROTTA AZZURRA
Grotta Azzurra (cartina; ingresso e giro in barca a remi €13; 9-17
periodo estivo, 10-13 periodo invernale) La più celebre fra le attrattive di
Capri è questa spettacolare grotta marina illuminata da riflessi azzurri
quasi irreali. Il modo più semplice per visitarla è prendere parte a un tour (
081 837 56 46; www.motoscafisticapri.com; Pontile Privato molo n. 0
del Porto di Capri; biglietti online €12, di persona €14; 8.30-16.30 apr-
ott, partenze alle 9, 9.45, 10.30 e 12.15 nov-marzo) con partenza da Marina
Grande; calcolate un’ora buona.
Da sempre nota ai pescatori locali, la grotta fu ‘riscoperta’ nel 1826 da due
tedeschi, lo scrittore Augustus Kopisch e il pittore Ernst Fries. Da
successive ricerche emerse che, intorno al 30 d.C., l’imperatore romano
Tiberio vi aveva fatto costruire un molo e anche un nymphaeum, ovvero un
piccolo santuario consacrato alle ninfe d’acqua. Ancora oggi si può vedere
il pontile romano scavato nella roccia verso il fondo della cavità.
Secondo i geologi, la grotta, che misura 54 m per 30 e raggiunge i 15 m
d’altezza, si sarebbe abbassata di una ventina di metri in epoca preistorica,
un fenomeno che ne ha bloccato ogni accesso a eccezione dell’attuale
entrata, alta 1,3 m. È proprio questo il segreto della magica luce riflessa
all’interno: i raggi del sole penetrano attraverso una piccola fenditura
sottomarina rinfrangendosi nell’acqua e sul fondo di sabbia bianca,
producendo così l’intensa colorazione azzurra che dà il nome alla grotta.
La grotta è chiusa quando il mare è molto mosso ed è vietato nuotare al
suo interno, mentre lo si può fare all’esterno; prendete uno degli autobus
che vanno in direzione della Grotta Azzurra, scendete le scale a destra e
tuffatevi dalla piccola piattaforma di cemento. Quando visitate la grotta,
ricordate che i ‘comandanti’ canterini sono inclusi nel prezzo, quindi non
sentitevi in obbligo se insisteranno per avere una mancia.
Banana Sport
IMBARCAZIONI A NOLEGGIO
(cartina; Situato al margine
081 837 51 88; Marina Grande; €90/200 per 2 h/giorno; mag-set)
orientale del lungomare, Banana Sport noleggia lance a motore con posto per cinque
persone che vi consentiranno di esplorare calette e grotte appartate. Si può anche
prendere una barca per raggiungere i Bagni di Tiberio ( 081 837 07 03;
www.bagnitiberio.com; ingresso alla spiaggia con passaggio in gozzo €10; metà
mag-metà set), un piccolo braccio di mare a ovest di Marina Grande dove si dice che
già Tiberio amasse fare il bagno.
Capri Whales
IMBARCAZIONI A NOLEGGIO
(cartina; 081 837 58 33; www.capriwhales.it; Via Cristoforo Colombo 17, Marina Grande; noleggio €90 per 2
h, tour di 3 h €200; Mette a
mag-ott e nel resto dell’anno condizioni meteo permettendo; )
disposizione lance a motore ben equipaggiate per le famiglie, dotate di frigoriferi,
attrezzatura da snorkelling, salvagenti e giochi d’acqua per i bambini. Organizza
anche gite intorno all’isola e sulla terraferma.
Sercomar
IMMERSIONI
(cartina; 081 837 87 81; www.capriseaservice.com; Via Cristoforo Colombo 64, Marina Grande; apr-ott;
) Sercomar offre pacchetti di vario genere, con costi che vanno da €100 per
un’immersione singola (massimo 3 persone) a €150 per le lezioni individuali, fino a
€350 per un corso di quattro lezioni rivolto ai principianti. Vengono organizzate
anche lezioni di snorkelling per bambini a partire da €35 per 30 minuti (età minima
12 anni).
Marina Piccola
Situata sul versante meridionale dell’isola, a sud rispetto a Marina Grande, Marina
Piccola è costituita sostanzialmente da una serie di strutture balneari private.
Raggiungibile con una breve corsa in autobus da Capri centro o con una camminata
di 15 minuti lungo una strada in discesa, ha una spiaggia pubblica di ciottoli lunga
50 m, delimitata dallo Scoglio delle Sirene all’estremità occidentale e dalla Torre
Saracena (cartina) all’estremità opposta. Per nuotare si può trovare di meglio, ma i
due grandi scogli che si ergono dall’acqua a circa 10 m da riva sono piattaforme
ideali per le immersioni.
Bagni Lo Scoglio delle Sirene
CANOA
(cartina; 081 837 02 21; www.loscogliodellesirenecapri.com; Via Mulo 77; Questo
metà apr-ott)
affidabile operatore chiede €20 per un’ora in canoa doppia e €15 per la singola.
Pasti
A Capri troverete per lo più cucina tradizionale servita in trattorie tipiche. I prezzi
sono alti, ma più ci si allontana da Capri centro più il conto si fa leggero.
Il principale contributo dell’isola alla gastronomia è l’insalata caprese, preparata con
pomodoro fresco, basilico, mozzarella e olio extravergine d’oliva. Da non perdere
sono il formaggio caprese, un incrocio tra la mozzarella e la ricotta, e i ravioli alla
caprese, ripieni di caciotta e maggiorana. Così come gli alberghi, anche molti
ristoranti restano chiusi nei mesi invernali e riaprono a Pasqua.
Capri centro e dintorni
È Divino
CAMPANO €
(cartina; 081 837 83 64; www.edivinocapri.com; Vico Sella Orta 10A; pasti €20; 13-15 e 19.30-24 mar-
Dovrete aguzzare la vista per trovare l’insegna, perché
dom, chiuso metà gen-metà feb)
questo ristorante è un segreto molto ben custodito. Entrando avrete subito la
sensazione di trovarvi in un classico salotto di casa, con gli stuzzicanti aromi e il
tintinnio dei bicchieri quali unici indizi della presenza di un ristorante. Il menu
cambia tutti i giorni, a seconda di cosa offrono di fresco l’orto o il mercato.
Alcuni tavoli sono all’aperto, in cortile tra le piante di limoni, altri invece sono
distribuiti in due sale dall’atmosfera più raccolta, arredate con pezzi d’antiquariato,
ritratti di famiglia e un caminetto.
Raffaele Buonocore
BAR €
(cartina; 081 837 78 26; Via Vittorio Emanuele 35; spuntini €1-6; Ideale per
marzo-ott, 8-2 in estate; )
un boccone veloce, questo posto è frequentato da un costante andirivieni di gente
che non resiste alle sue ghiottonerie dolci e salate, come frittate, panini, dolci, waffle
e i leggendari gelati. La sua specialità sono però le deliziose sfogliatelle (ripiene di
ricotta aromatizzata alla cannella, €2) e i friabili dolcetti chiamati ‘caprilù al limone’
(con limone e mandorle).
Le Grottelle
CAMPANO €€
(cartina; 081 837 57 19; Via Arco Naturale 13; pasti €28 circa; 12-15 e 19.30-23 mer-lun apr-lug e set-ott,
Se volete fare colpo su qualcuno, Le Grottelle è il posto che fa per
tutti i giorni agosto)
voi. Non tanto per la cucina, senz’altro discreta (semplici primi di pasta seguiti da
pesce alla griglia, pollo o coniglio), quanto per l’ambiente ricco d’atmosfera. Il
ristorante si trova a circa 150 m dall’Arco Naturale e si divide in due zone con
tavoli, una all’interno di una grotta, l’altra su un’ampia terrazza panoramica.
La Palette
CAMPANO €€
(cartina; 081 837 92 35; Via Matermania 36; pasti €30; Tra i tanti ristoranti di
11-24 apr-ott)
consolidata tradizione di Capri, ecco un nuovo locale con un futuro roseo davanti a
sé. Situato a est di Capri centro, in un punto che regala stupende vedute del Golfo
incorniciate da pini a ombrello, La Palette serve piatti locali, come i ravioli alla
caprese, rivisitati in chiave moderna e presentati con eleganza.
Al Grottino
NAPOLETANO €€
(cartina; 081 837 05 84; www.ristorantealgrottino.net; Via Longano 27; pasti a partire da €35; 11.45-15.30 e
Se deciderete per questo ristorante, molto probabilmente dovrete fare la
18.30-24 apr-ott)
coda. Aperto nel 1937, Al Grottino era un rinomato luogo di ritrovo di VIP negli
anni ’50 e ’60 (di molti si può vedere la foto appesa di vetrina) e ancora oggi
continua a richiamare persone del luogo e turisti con i suoi piatti napoletani tipici,
come gli scialatielli con fiori di zucchina e gamberetti e la cocotte (pasta fatta in casa
con pesce misto, servita in padelle simili a quella della paella).
La piccola sala è confortevole e tradizionale, con tanto di bottiglie di Chianti tra gli
elementi decorativi.
L’Approdo
CAMPANO €€
(cartina; 081 837 89 90; www.approdocapri.com; Piazzetta Ferraro 8, Marina Grande; pizze a partire da €5,
pasti a partire da €25; Se siete sbarcati dal traghetto con un po’ di
11-16 e 18.30-24 marzo-nov)
appetito, puntate dritti verso questo ristorante, situato ad appena tre minuti dal molo
procedendo a sinistra. Qui potrete facilmente saziarvi con il favoloso antipasto misto
(€15). Non meno appetitose e varie sono le pizze: provate la Sfilatino, preparata con
ricotta, prosciutto e mozzarella. I piatti di pesce sono più cari, ma a base di
ingredienti freschissimi (il pescato è quello del giorno).
Dal vasto dehors si apre una pittoresca vista sulle variopinte barche da pesca e le
loro reti, un paesaggio lontano dalla Capri più conosciuta dei lussi e della
mondanità.
ITINERARI A PIEDI
Per un’isola delle sue dimensioni, Capri offre diversi splendidi percorsi
escursionistici. Una rete di sentieri ben tenuti l’attraversa da cima a fondo,
conducendo in zone che perfino nel cuore dell’estate possono essere
pressoché deserte. Di seguito sono descritti quattro tra gli itinerari più
battuti, di cui l’ufficio turistico potrà fornirvi le cartine.

Dall’Arco Naturale a Punta dell’Arcera Lunghezza 1,2 km; 1 h 15


min Questo itinerario parte dall’Arco Naturale, un singolare arco di roccia
calcarea a est di Capri centro che faceva parte di una vasta grotta. Arrivati
in fondo a Via Matermania, tornate indietro verso il ristorante Le Grottelle
e prendete la vicina scalinata. A circa metà discesa passerete accanto alla
Grotta di Matermania (cartina), una gigantesca cavità naturale usata dai
romani come nymphaeum e tuttora recante tracce di mosaici fatti con le
conchiglie. Giunti in fondo alla scalinata, proseguite sul sentiero lungo la
costa rocciosa verso sud. La villa rossa dal tetto piatto che vedrete alla fine
sulla sinistra, sul promontorio di Punta Massullo, è Villa Malaparte
(cartina), che fu la casa di vacanza dello scrittore Curzio Malaparte (1898-
1957). Proseguendo, i panorami sul mare si fanno sempre più spettacolari
via via che il sentiero si snoda verso ovest attorno ai pendii inferiori del
Monte Tuoro. Poche centinaia di metri più avanti vedrete un’altra
scalinata, sulla destra, che sale verso il Belvedere di Tragara (cartina), una
finestra aperta sul magnifico panorama dei Faraglioni.

Da Anacapri al Monte Solaro Lunghezza 2 km; 2 h Il Monte Solaro,


che s’innalza con i suoi 589 m su Anacapri, è il rilievo più alto dell’isola.
Per raggiungerne la cima potrete prendere la seggiovia da Piazza Vittoria
oppure salire a piedi. Se deciderete per la passeggiata, imboccate Via Axel
Munthe e girate a destra in Via Monte Solaro. Salite per il ripido sentiero
fino al passo noto come La Crocetta (cartina), indicato da un crocifisso di
ferro. Qui il sentiero si divide: a destra sale verso la cima e le sue
spettacolari vedute del Golfo di Napoli, a sinistra prosegue verso la Valle di
Cetrella e l’eremo di Santa Maria a Cetrella (cartina; generalmente aperto
il sabato pomeriggio fino al tramonto).

Da Anacapri al Belvedere di Migliera Lunghezza 2 km; 45 min


Incantevole e rilassante, questa passeggiata conduce al Belvedere di
Migliera (cartina), una piattaforma panoramica con una vista sul mare da
cartolina.
Da Piazza Vittoria imboccate Via Caposcuro e proseguite lungo il suo
prolungamento, Via Migliera. La strada fiancheggia frutteti, vigneti e
macchie di bosco. Giunti al Belvedere, potrete fare ritorno ad Anacapri
passando dalla Torre di Materita (cartina), oppure continuare fino alla
sommità del Monte Solaro tenendo però presente che questa è una
camminata piuttosto impegnativa, classificata di livello medio dal Club
Alpino Italiano (CAI).

Da Punta Carena a Punta dell’Arcera, il Sentiero dei Fortini


Lunghezza 5,2 km; 3 h Il Sentiero dei Fortini, che si snoda lungo la costa
occidentale dell’isola, spesso snobbata dai turisti, è un percorso
escursionistico molto bello, seppure un po’ difficile, che conduce da Punta
Carena, la punta sud-occidentale dell’isola, fino a Punta dell’Arcera, vicino
alla Grotta Azzurra, a nord. Deve il nome ai tre fortini costieri (Pino,
Mesola e Orrico) situati lungo il tragitto, che attraversa zone rurali tra le più
incontaminate di Capri.
Scialapopolo
TRATTORIA €€
(cartina; 081 837 90 54; www.scialapopologastronomia.com; Via Gradoni Sopramonte 6-8; pasti a partire da
€25; Nascosto in una via laterale, lo Scialapopolo è un
12-16 e 19-23 marzo-nov)
posticino accogliente vivacizzato da trecce di peperoncini e tamburelli napoletani
alle pareti. Il nome fa riferimento a un gruppo di musica folkloristica locale e il
menu propone piatti classici casalinghi preparati con prodotti freschi di stagione e
qualche sorpresa d’ispirazione internazionale. Si possono ordinare anche pizze per
asporto.
Donna Rachele
TRATTORIA €€
(cartina; 081 837 53 87; www.donnarachele.com; Via Padre Serafino Cimmino 2; pizze a partire da €6, pasti
€25; Acquattato in un angolo della via, ha
11-15.30 e 18-24 marzo-ott, 11-15.30 e 18-22 nov-feb)
tutta l’aria della tipica trattoria tradizionale, con ambienti piccoli, decorazioni in
piastrelle e interi scaffali pieni di bottiglie di vino. I vegetariani si troveranno bene
con la scelta di antipasti, tra cui carciofi alla griglia, spinaci saltati e fagioli bianchi,
mentre gli amanti del pesce apprezzeranno, tra l’altro, i moscardini in crosta di pane
e la tradizionale zuppa di pesce napoletana.
Nel dehors ci sono un paio di tavoli per chi preferisce mangiare all’aperto.
Il Geranio
CUCINA DI MARE €€€
(cartina; 081 837 06 16; www.geraniocapri.com; Viale Giacomo Matteotti 8; pasti €60; 12-15 e 19-23.30
Volete porre la fatidica domanda, festeggiare un anniversario, chiudere in
apr-ott)
bellezza la vacanza? Il dehors del Geranio vi farà da cornice con la sua splendida
vista, che dalla pineta si allunga verso il mare fino agli straordinari Faraglioni. Il
pesce è la specialità della casa, in particolare quello al sale. Altre appetitose
alternative sono l’insalata di polpo e le linguine alle cozze e zafferano. Vestitevi
eleganti.
La Capannina
TRATTORIA €€€
(cartina; 081 837 07 32; www.capanninacapri.com; Via le Botteghe 12bis-14; pasti €40-50; 12-15 e 19-
In attività dal 1931, La Capannina è la più rinomata trattoria
23.30 metà marzo-ott)
tradizionale di Capri, nonché uno dei locali da più tempo apprezzati dalle celebrità
che vengono sull’isola. Fedele al cliché cinematografico del ristorante in stile rustico
(tovaglie rosa, vasi di rose ovunque, pentole di rame appese e sedie di legno), serve
una carellata di specialità tipiche della tradizione culinaria caprese, tra cui pasta ai
frutti di mare, ravioli alla caprese, carne alla griglia e pesce fresco. La specialità
della casa sono le linguine al sugo di scorfano. Si consiglia vivamente di prenotare.
Anacapri
Da non perdere
1 Seggiovia del Monte Solaro C2
Che cosa vedere
2 Casa Rossa B2
3 Chiesa di San Michele A2
4 Villa San Michele di Axel Munthe D1
Pernottamento
5 Capri Palace C2
6 Casa Mariantonia A3
7 Hotel Bellavista C1
8 Hotel Carmencita A3
9 Hotel Senaria A4
Pasti
10 La Rondinella A3
11 Le Arcate B2
12 Trattoria Il Solitario A2
Locali e vita notturna
13 Caffè Michelangelo A2
Shopping
14 Elegantia B2
15 Limoncello di Capri C1
Anacapri e dintorni
Trattoria Il Solitario
TRATTORIA €
(cartina; 081 837 13 82; www.trattoriailsolitario.it; Via Giuseppe Orlandi 96; pasti a partire da €20 circa;
11-24 lun e mer-dom apr-ott; Mangiare qui è un po’ come essere invitati a casa di
)
qualcuno del posto. I tavoli sono sistemati in un piccolo cortile sul retro, con tanto di
alberi di limoni e giocattoli per i bambini ammassati in un angolo, e l’atmosfera
generale è quella spensierata tipica delle vacanze. Il menu propone la consueta
cucina isolana – piatti di pasta, pesce, carne alla griglia – ma in porzioni più che
generose e di ottima qualità.
La Rondinella
CAMPANO €€
(cartina; 081 837 12 23; www.ristorantelarondinella.com; Via Giuseppe Orlandi 295; pasti €30; 12-14.30 e
La Rondinella ha una rilassata atmosfera di campagna e si
19-23.30 ven-lun apr-ott)
conferma tuttora come uno dei migliori ristoranti di Anacapri: pare che Graham
Greene lo frequentasse regolarmente, sedendosi sempre nello stesso tavolo d’angolo.
Per qualcosa di diverso assaggiate le linguine ‘alla ciammura’ del cuoco Michele,
una squisita pasta condita con alici fritte, olive, aglio e prezzemolo, e chiudete in
bellezza con la torta caprese classica (cioccolato e mandorle) o con la caprese al
limone, specialità della casa.
Le Arcate
CAMPANO, PIZZA €€
(cartina; 081 837 35 88; Via de Tommaso 24; pizze €10-12, pasti €25; È il ristorante
12-15 e 19-24)
che gli abitanti del posto consigliano – e frequentano – più spesso. Ambiente rustico,
è apprezzato per i suoi deliziosi primi e per la pizza.
Locali e vita notturna
A Capri la vita notturna è una rutilante combinazione di divertimento e
presenzialismo. L’attività principale è mettersi in ghingheri e farsi vedere nei luoghi
della movida caprese, preferibilmente in uno dei caffè della Piazzetta (Piazza
Umberto I). Caffè a parte, il divertimento notturno sull’isola è piuttosto pacato e i
locali aperti fino a tarda notte sono sorprendentemente pochi, se si considera la
propensione dei capresi a far sfoggio di sé andando in giro.
Pulalli
WINE BAR
(cartina; 081 837 41 08; Piazza Umberto I, Capri centro; 12-15 e 19-23.30 tutti i giorni ad agosto, chiuso
Salendo i gradini accanto al campanile a destra dell’ufficio turistico sarete
mar set-lug)
premiati da questo ampio luogo di ritrovo isolano, dove favolosi vini sono abbinati a
un’attenta selezione di formaggi, salumi e cibi più sostanziosi, come il risotto al
limone. Cercate di accomodarvi a uno dei tavolini all’aperto o, cosa ancora migliore,
di farvi assegnare uno degli ambiti tavoli con balconcino privato. Per mangiare si
spendono da €35 a €40.
Taverna Anema e Core
CLUB
(cartina; 081 837 64 61, 329 4742508; www.anemaecore.com; Vico Sella Orta 1, Capri centro; 23-5 metà
marzo-ott)Dietro un’umile facciata si cela uno dei locali notturni più famosi dell’isola,
gestito dal carismatico Guido Lembo. Raffinata e sofisticata, la Taverna Anema e
Core richiama un’eclettica clientela di eleganti habitué mescolati a gente dal look
più informale, che viene qui per godersi l’atmosfera rilassata e i concerti di musica
live, per esempio di qualche buon cantautore e chitarrista napoletano.
Caffè Michelangelo
CAFFÈ
(cartina; 333 7784331; Via Giuseppe Orlandi 138, Anacapri; Non è
8-1 apr-ott, 8-22 nov-marzo)
particolarmente vistoso, ma la sua incantevole posizione, su una strada dedicata allo
shopping a due passi da un paio di deliziose piazzette, ne fa il posto ideale per
concedersi una pausa sorseggiando un cocktail e osservando il passeggio. Le
comode sedie imbottite e il dehors rialzato contribuiscono a rendere ancor più
piacevole l’ambiente.
Shopping
Con una concentrazione di boutique delle griffe più note superiore a quella di
qualsiasi altra città al mondo, Capri offre uno shopping di tipo tradizionale e
costoso. Lungo le due vie principali, Via Vittorio Emanuele e Via Camerelle,
troverete quasi tutti i big della moda, oltre a una buona rappresentanza di gioiellerie
e negozi di calzature. Nell’ambito dei souvenir e della gastronomia, i limoni regnano
sovrani: li vedrete ovunque, disegnati sulle T-shirt e sulle tovagliette da tè, come
essenza dei famosi profumi dell’isola e, naturalmente, come ingrediente base del
limoncello.
La Parisienne
MODA
(cartina; 081 837 02 83; www.laparisiennecapri.it; Piazza Umberto I 7, Capri centro; 9.30-22 metà marzo-
ott)Inaugurato nel lontano 1906 (sì, avete capito bene!), questo negozio è famoso per
aver lanciato negli anni ’60 i celebri pantaloni modello Capri, tanto amati da star
come Audrey Hepburn, che era solita acquistarli qui. Anche voi potrete farvene
confezionare un paio su misura in un solo giorno, oppure optare per uno dei modelli
di collezioni passate in vendita a partire da €250.
Jackie Onassis era un’altra cliente affezionata e tra le star di Hollywood pare che
anche Clark Gable avesse un debole per i bermuda colorati di questa boutique:
all’epoca, credeteci o no, erano considerati piuttosto trasgressivi.
Limoncello di Capri
GASTRONOMIA
(cartina; 081 837 29 27; www.limoncello.com; Via Capodimonte 27, Anacapri; 9-19.30 apr-ott, 9-17 nov-
Non lasciatevi scoraggiare dal giallo sgargiante delle
marzo, chiuso per un mese a inizo anno)
vetrine: questo laboratorio-negozio storico vende uno dei migliori limoncelli di tutta
l’isola. Anzi, fu proprio qui che venne inventato il famoso liquore (o almeno così si
dice). A quanto sembra, la bisnonna dell’attuale proprietario era solita prepararlo
come digestivo da offrire agli ospiti della sua pensioncina. Oggi il negozio produce
qualcosa come 70.000 bottiglie di limoncello all’anno, oltre a cioccolato
aromatizzato all’arancia e al limone, marmellata di limoni e miele di limone.
L’assortimento comprende anche un gustoso sorbetto al limone (€2) con gradazione
alcolica al 3,5%.
Carthusia I Profumi di Capri
PROFUMI
(cartina; Si narra
081 837 53 35; www.carthusia.it; Via Federico Serena 28, Capri centro; 9-18 apr-ott)
che il famoso profumo caprese dalle note floreali sia stato creato casualmente nel
1380 dal priore della Certosa di San Giacomo. Colto alla sprovvista da una visita
della regina Giovanna I, il religioso preparò per lei una decorazione con i fiori più
belli dell’isola. Cambiando l’acqua del vaso, scoprì che i fiori avevano lasciato nel
liquido una peculiare fragranza. Proprio tale fragranza divenne la base del famoso
profumo realizzato e venduto in questa graziosa profumeria artigianale.
L’ISOLA DEI VIP
Località simbolo della mondanità mediterranea, Capri è da sempre un
ritrovo di celebrità, come testimoniano le tante foto di VIP che mangiano
spaghetti affisse con orgoglio alle vetrine dei ristoranti locali.
Il primo ospite illustre dell’isola fu l’imperatore Tiberio, ritiratosi qui nel
27 d.C. Descritto da Svetonio come un uomo sadico e sessualmente
perverso, fece costruire ben 12 ville sull’isola, tra cui la grandiosa Villa
Jovis. L’imperatore, che da allora rappresenta per gli isolani l’incarnazione
del male, ha lasciato tuttavia tracce profonde. Nei primi del Novecento,
quando il medico e psichiatra svedese Axel Munthe iniziò a raccogliere
reperti romani sull’isola e fece costruire una villa sui resti di uno dei palazzi
dell’imperatore, la gente del posto disse che le antichità di cui si era
impossessato erano ‘roba di Tiberio’.
Ma più che le vestigia di Tiberio, fu la riscoperta della Grotta Azzurra nel
1826 ad aprire Capri all’invasione dei VIP. A mano a mano che la notizia si
diffuse, sull’isola iniziarono a giungere artisti come John Singer Sargent,
musicisti quali Debussy, intellettuali, industriali e scrittori, attirati dalla sua
bellezza selvaggia. Uno dei primi habitué di Capri, l’industriale e
fabbricante di armi tedesco Alfred Krupp, restò coinvolto in uno scandalo,
mentre lo scrittore Norman Douglas e il conte francese Jacques Fersen
diedero adito a voci di ogni genere.
L’isola divenne anche il rifugio dei rivoluzionari russi. Nel 1905 lo scrittore
Maxim Gorky si trasferì a Capri dopo il tentativo fallito di rovesciare lo zar
e, cinque anni dopo, Lenin vi fece tappa per un breve periodo.
Successivamente, ospiti regolari furono il poeta cileno Pablo Neruda e lo
scrittore tedesco Thomas Mann, ma anche gli inglesi Compton Mackenzie e
Graham Greene dimorarono a Capri per parecchi anni e l’attrice e cantante
inglese Gracie Fields venne a vivere qui dopo essersi ritirata dalle scene.
In tempi più recenti, la cantante Mariah Carey ha acquistato una villa
sull’isola, Leonardo DiCaprio è stato colto mentre beveva un caffè a un
tavolino all’aperto e Rihanna ha folleggiato su una barca ormeggiata sotto
le scogliere di Capri. Sono proprio le celebrità di questo calibro a
mantenere viva la frivola fama di Capri ... e a tenere indaffarati i paparazzi.
Da Costanzo
CALZATURE
(cartina; 081 837 80 77; Via Roma 49, Capri centro; Nel 1959 Clarke Gable in
9-20.30 marzo-nov)
persona visitò questo minuscolo negozio di scarpe dall’aspetto modesto per farsi
realizzare un paio di sandali in cuoio. Ancora oggi Da Costanzo offre a clienti
affezionati e turisti di passaggio un’incredibile scelta di modelli e di stili. I prezzi
partono da circa €90, tutto sommato un piccolo investimento per il privilegio di
indossare qualcosa che appartiene alla storia di Hollywood.
Capri Watch
ACCESSORI
(cartina; 081 837 71 48; www.capricapri.com; Via Camerelle 21, Capri centro; 9-24 apr-ott, 10-18 lun-sab
nov-marzo) La straordinaria scelta di orologi sportivi, eleganti, colorati e brillanti,
ispirati alle bellezze dell’isola, in vendita da Capri Watch, è frutto della creatività e
maestria di Silvio Staiano, noto imprenditore locale. Strano ma vero, per un modello
relativamente semplice si può anche spendere soltanto una cinquantina di euro,
mentre occorre prepararsi a cifre a diversi zeri per i pezzi più preziosi.
Elegantia
MODA
(cartina; Via Giuseppe Orlandi 75, Anacapri; Avete sempre sognato di mettervi uno
9-20 lun-sab)
di quei sofisticati cappelli flosci color giallo paglierino, rosa confetto o azzurro
polvere? Ebbene, questo è il posto giusto per acquistarne uno (€15). È possibile
anche farsi confezionare abiti ricalcati su noti modelli e far eseguire ritocchi e
riparazioni.
Informazioni
Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Turismo Isola di Capri (cartina, B2;
081 837 15 24; www.capritourism.com; Via Giuseppe Orlandi 59, Anacapri; 9-15
lun-sab metà marzo-ott, 8.30-14.30 lun-sab nov-metà marzo, 9-13 dom lug-set)
Capri centro (cartina, C1; 081 837 06 86; www.capritourism.com; Piazza Umberto
I; 9-19 lun-sab e 9-14 dom apr-ott, 8.45-13.30 e 15.30-18 lun-sab nov-marzo)
Marina Grande (cartina, E2; 081 837 06 34; www.capritourism.com;Banchina del
Porto, Marina Grande; 9-15 lun-sab metà marzo-ott, 8.30-14.30 lun-sab nov-metà
marzo, 9-13 dom lug-set) Distribuisce una cartina dell’isola (€1) con piante di Capri
centro e Anacapri.
TRAGHETTI
I traghetti sono il mezzo più comune di raggiungere le isole del Golfo di
Napoli. Quelli che partono da Positano e Amalfi sono in funzione soltanto
da Pasqua a settembre. Negli altri periodi dell’anno occorre quindi prendere
uno dei servizi da Napoli o da Sorrento. Da Napoli, i traghetti salpano sia
dal Molo Beverello sia dall’adiacente porto di Mergellina; presso entrambi i
punti d’imbarco troverete una fila di stand con chiare indicazioni relative a
orari, numeri delle banchine e tariffe. In genere non occorre prenotare:
basta presentarsi all’imbarco 35 minuti prima della partenza, qualora ci
fossero code.
Per/da Capri
A meno che non siate disposti a sborsare €1850 per il trasferimento in elicottero (
0828 35 41 55; www.capri-helicopters.com) dall’Aeroporto di Napoli Capodichino
(20 min), molto presumibilmente raggiungerete Capri in traghetto.
IMBARCAZIONI
Le due principali rotte dei traghetti per Capri partono da Napoli e (con maggiori
variazioni stagionali) da Sorrento, ma ci sono anche collegamenti con Ischia e la
Costiera Amalfitana (Amalfi, Positano e Salerno).
Caremar ( 081 837 07 00, 081 1896 6690; www.caremar.it) Collegamenti per/da
Napoli e Capri (€11,20, 1 h traghetto veloce e 1 h 20 min traghetto, fino a 7 partenze
al giorno) e in traghetto veloce per/da Sorrento (€13,20, 30 min, 4 partenze al
giorno).
Gescab ( 081 807 18 12; www.gescab.it) Aliscafi per/da Sorrento e Capri (€16,80,
20 min, fino a 18 partenze al giorno).
Navigazione Libera del Golfo (p285; 081 837 08 19, 081 552 07 63;
www.navlib.it) Collegamenti in aliscafo per/da Napoli e Capri (da €19,10, 45 min, 9
partenze al giorno nov-marzo, 15 partenze al giorno apr-ott).
SNAV ( 081 428 55 55; www.snav.it) Aliscafi per/da Napoli e Capri (€20,10, 45
min, fino a 12 partenze al giorno).
Trasporti locali
AUTOBUS
Sippic ( 081 837 04 20; stazione degli autobus, Via Roma, Capri centro; €1,80)
Regolare servizio di autobus per/da Marina Grande, Anacapri e Marina Piccola.
Staiano Autotrasporti ( 081 837 24 22; www.staianotourcapri.com; stazione degli
autobus, Via Filietto 9E, Anacapri; €1,80, biglietto giornaliero €8,60) Collegamenti
in autobus da Anacapri alla Grotta Azzurra e al Faro di Punta Carena.
FUNICOLARE
Funicolare (€1,80; 6.30-0.30) La prima sfida che attende i visitatori in arrivo
sull’isola è come spostarsi da Marina Grande a Capri centro. Per questo tragitto, il
mezzo di trasporto più piacevole è indubbiamente la funicolare, se non altro per
ammirare le piantagioni di limoni lungo il pendio e lo splendido panorama.
SCOOTER
Ciro dei Motorini ( 081 837 77 12, 338 3606918; www.capriscooter.com; Via Don
Giobbe Ruocco 55, Marina Grande; €30/55/65 per 2 h/giorno/24 h) Se desiderate
noleggiare uno scooter a Marina Grande, fermatevi qui.
Rent A Scooter ( 081 837 38 88; Piazza Barile 20, Anacapri; €15/65
all’ora/giorno).
ISCHIA
POP. 62.200
Ischia, di origine vulcanica, è la più sviluppata e la più grande delle isole del Golfo
di Napoli. È un affascinante mosaico di vasti centri termali, giardini rigogliosi,
necropoli sepolte e paesaggi spettacolari, fatti di boschi, vigneti e pittoresche
cittadine. In estate, i gitanti che visitano Ischia in giornata da Napoli sono assai
meno numerosi di quelli che raggiungono Capri; forse qualcuno dovrebbe far sapere
loro che le spiagge di quest’isola sono molto più belle.
Appena sbarcata, la maggior parte dei turisti si dirige immediatamente verso le
cittadine di Ischia Porto, Ischia Ponte, Casamicciola Terme, Forìo e Lacco Ameno,
sulla costa settentrionale. Di queste, Ischia Porto è quella che possiede i migliori
locali, Casamicciola è la più trafficata, mentre Ischia Ponte e Lacco Ameno sono le
più affascinanti.
Sulla più tranquilla costa meridionale, Sant’Angelo è un’oasi di pace vietata alle
automobili, un luogo di languido incanto con un grazioso porticciolo raccolto, gatti
che poltriscono al sole e spiagge gorgoglianti di sorgenti termali. Tra le due coste si
estende un territorio meno battuto, caratterizzato da fitti boschi di castagni e
dominato dalla sagoma del Monte Epomeo, la vetta più alta di Ischia.
Una stretta fascia costiera di centri abitati orla i versanti ammantati da una
lussureggiante vegetazione, e per lo più molto scoscesi, dell’entroterra isolano. Non
è un luogo di prati aperti e verdeggianti adatti a tranquille passeggiate, ma vi si
possono compiere belle escursioni guidate d’interesse geologico. A Ischia il terreno
pianeggiante scarseggia e in estate la circonvallazione principale è spesso intasata
dal traffico. La quantità di veicoli, unita alla tendenza dei giovani del luogo a
sorpassare in prossimità delle curve cieche e all’impatto ambientale di così tante
automobili, potrebbe essere uno stimolo in più per scegliere per i vostri spostamenti
l’eccellente rete di autobus oppure i taxi. Le distanze tra i luoghi da vedere e
l’assenza di marciapiedi sulle strade trafficate rende infatti tutt’altro che gradevoli
gli spostamenti a piedi.
Uno dei massimi piaceri a Ischia è mangiare: il pesce è naturalmente una delle
specialità locali, ma l’isola è famosa anche per i suoi conigli, allevati nelle fattorie
dell’entoterra. Altra specialità ischitana è il rucolino, un liquore di colore verde
aromatizzato alla liquirizia che si ricava dalle foglie di rucola.
Nell’VIII secolo Ischia fu un importante punto di sosta lungo la rotta commerciale
che collegava la Grecia con l’Italia settentrionale, ma da allora ha vissuto molti
momenti drammatici. L’eruzione nel 1301 dell’ormai estinto Monte Arso (già il
nome pare di cattivo auspicio) costrinse gli abitanti a fuggire verso la terraferma,
dove rimasero sfollati per diversi anni. Cinque secoli più tardi, nel 1883, un
terremoto fece più di 1700 vittime e rase al suolo la fiorente cittadina termale di
Casamicciola, il cui nome è ancora oggi sinonimo di ‘distruzione totale’ nel dialetto
del luogo.
IL CASTELLO ARAGONESE
Castello Aragonese (cartina; 081 991 959, 081 992 834; Rocca del
Castello, Ischia Ponte; interi/ridotti €10/6; 9-90 min prima del tramonto
apr-ott, 9-60 min prima del tramonto nov-marzo) L’elegante Ponte
Aragonese, costruito nel XV secolo, collega Ischia Ponte con il vasto
complesso di questo imponente castello abbarbicato su un isolotto roccioso.
Nel 474 a.C. il tiranno di Siracusa Gerone I costruì il primo nucleo
fortificato del sito, ma il grosso della struttura risale alla metà del
Quattrocento, quando il re Alfonso V d’Aragona sottopose l’antica fortezza
angioina a un radicale rifacimento, costruendo i bastioni fortificati, l’attuale
strada rialzata e la rampa d’accesso scavata nella roccia.
Dopo aver pagato la tariffa d’ingresso in basso, si sale al complesso
mediante un ascensore o una serie di sentieri che girano attorno agli edifici
e ai giardini lussureggianti. Più avanti giacciono le rovine arse dal sole, ma
tuttora recanti tracce degli stucchi originali della trecentesca Cattedrale
dell’Assunta, distrutta dai cannoni inglesi nel 1809. La cripta sotterranea,
dell’XI secolo, custodisce frammenti di affreschi trecenteschi ispirati a
Giotto. Meglio conservata è la Chiesa dell’Immacolata, costruita nel
Settecento con pianta a croce bizantina e cupola illuminata da finestre a
timpano. Commissionata dall’adiacente Convento delle Clarisse, non venne
mai ultimata per mancanza di fondi. Ma quando le monache del Convento
morivano, i loro corpi venivano lasciati a decomporsi in posizione seduta
sui sedili in muratura che si possono tuttora vedere (naturalmente vuoti) nel
macabro Cimitero delle Monache Clarisse.
Proseguite fino all’elegante Chiesa di San Pietro a Pantaniello, a pianta
esagonale, e il sinistro Carcere Borbonico dove furono imprigionate figure
di spicco del Risorgimento quali Poerio, Pironti, Nisco e Settembrini. Sul
posto c’è anche un piccolo Museo delle Torture, con una collezione di
strumenti di tortura medievali, imponenti armature e armi. Per stemperare
con un pizzico di romanticismo l’atmosfera cupa che avvolge la storia del
castello, pensate che nel Cinquecento fu residenza di Vittoria Colonna,
principessa romana e celebrata poetessa che qui sposò Fernando Francesco
d’Avalos, figlio del marchese di Pescara. Consacratasi alla vita monastica
in seguito alla morte dell’amato marito, la donna strinse un forte legame
con Michelangelo, che a lei dedicò romantiche poesie e la Crocifissione,
dipinto destinato alla sua cappella privata.
Nel complesso sono presenti un paio di bei caffè all’aperto e un albergo.
Informazioni
Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Turismo delle isole di Ischia e Procida
(AACST; cartina, A2; 081 507 42 11; www.infoischiaprocida.it; Via Sogliuzzo 72,
Ischia Porto; 9-14 e 15-20 lun-sab) Distribuisce cartine e materiale informativo,
ma in quantità limitata.
Punto Informativo AACST ( 081 507 42 31; www.infoischiaprocida.it; Via Porto,
Ischia Porto; 9-14 e 15-20 lun-sab, anche dom giu-ott).
Per/da Ischia
Alilauro ( 081 497 22 52, 081 497 22 42; www.alilauro.it) Opera collegamenti in
aliscafo per/da Napoli e Ischia (€17,60-18,90, 50 min, 9 partenze al giorno).
Caremar ( 081 1896 6690; www.caremar.it) Effettua fino a 13 collegamenti
giornalieri per/da Napoli e Ischia (aliscafo €17, 1 h; traghetto €12, 1 h 30 min).
SNAV ( 081 428 55 55; www.snav.it) Garantisce collegamenti in aliscafo per/da
Napoli e Ischia (€18,60, 1 h, 4 partenze al giorno).
Trasporti locali
Traghetti e aliscafi approdano a Casamicciola Terme e a Ischia Porto; quest’ultimo è
il principale punto d’accesso all’isola e suo primo centro turistico. Dall’autostazione
principale, 1 min a piedi a ovest del molo, partono gli autobus diretti verso tutte le
altre località. A est del molo, Via Roma, la principale arteria dello shopping,
prosegue fino a diventare Corso Vittoria Colonna, allungandosi verso sud-est in
direzione di Ischia Ponte.
AUTOBUS
La stazione degli autobus più utilizzata dell’isola si trova a Ischia Porto. Due sono le
linee principali: la CS (Circolare Sinistra), che effettua l’intero giro dell’isola in
senso antiorario, e la CD (Circolare Destra), che procede nella direzione opposta, in
senso orario, attraversando ogni località con corse in partenza ogni 30 min. Gli
autobus transitano in prossimità di tutti gli alberghi e campeggi. Il biglietto singolo,
valido 90 min, costa €1,20, il biglietto giornaliero multiuso costa €3,60, il biglietto
settimanale €12,60. Il punto informativo AACST mette a disposizione un opuscolo
con orari e percorsi delle linee di autobus che collegano le località che non si
trovano sul percorso delle due circolari. Sono disponibili inoltre taxi e microtaxi
(un’Ape adibita al trasporto di passeggeri).
AUTOMOBILE E SCOOTER
Per non aumentare il traffico veicolare su quest’isola, lasciate sul continente la
vostra auto: una volta a Ischia troverete moltissime agenzie presso cui noleggiare
auto e scooter da utilizzare per l’intera giornata. Balestrieri ( 081 98 56 91;
www.autonoleggiobalestrieri.it; Via Iasolino 35, Ischia Porto; €140 a settimana)
noleggia sia auto sia scooter. Non è consentito portare fuori dall’isola i veicoli presi
a noleggio.
Parcheggio
Trovare parcheggio in alta stagione non è facile. Se possibile optate per una Smart,
che occupa uno spazio minimo. La maggior parte dei parcheggi disponibili sull’isola
– sia privati sia comunali – è a pagamento. Tra gli altri, troverete un piccolo
parcheggio all’ingresso di Sant’Angelo (€3 per 2 h) e sia Ischia Porto sia Ischia
Ponte hanno parcheggi centrali indicati da cartelli (€1,50 l’ora).
Ischia Porto e Ischia Ponte
Pur essendo due cittadine distinte, Ischia Porto e Ischia Ponte costituiscono di fatto
le due estremità di una lunga e sinuosa cintura fatta di edifici color pastello, bar e
ristoranti con dehors, negozi e alberghi fiancheggiati da palme che nell’insieme
creano una zona rilassata e gradevole dove passeggiare.
La profonda baia che ospita il porto dei traghetti era in origine un lago vulcanico,
che nel 1854 fu aperto al mare per volere di Ferdinando II di Borbone, re delle Due
Sicilie. Si narra che in questo modo il sovrano contasse di eliminare il cattivo odore
delle acque, ma più probabilmente pensava che dotando l’isola di un approdo sicuro
sarebbero aumentati i proventi derivanti dalle imposte sul commercio marittimo. In
ogni caso fu una buona idea e oggi il porto è incorniciato da una serie di ristoranti
che servono pesce freschissimo. Proseguendo più a est si incontra la Spiaggia dei
Pescatori, un suggestivo mosaico di barche da pesca dipinte a colori vivaci, corpi
abbronzati e vistosi ombrelloni che si estende sullo sfondo della sagoma piramidale
del Castello Aragonese.
Ischia
Da non perdere
1 Castello Aragonese H3
2 La Mortella B2
Che cosa vedere
3 Area Archeologica di Santa Restituta C1
4 Baia di San Montano C1
5 Baia di Sorgeto C6
6 Cappella di San Nicola di Bari D3
7 Casa Museo D4
8 Chiesa di Santa Maria del Soccorso A3
9 Giardini Ravino B3
10 La Colombaia B1
Museo Angelo Rizzoli (v. 11)
11 Museo Archeologico di Pithecusae C1
12 Punta Caruso B1
13 Spiaggia dei Maronti D6
Attività, corsi e tour
14 Giardini Poseidon B4
15 Monte Epomeo D3
16 Negombo C1
17 Parco Termale Aphrodite Apollon D6
18 Terme di Cavascura D5
19 Westcoast B3
Pernottamento
Albergo Il Monastero (v. 1)
20 Camping Mirage E6
21 Hotel Casa Celestino D6
22 Hotel La Sirenella C1
23 Hotel Semiramis B4
24 Mezzatorre Resort & Spa B1
Umberto a Mare (v. 30)
Pasti
25 Gardenia Mare H4
26 Il Focolare E5
La Cantina del Mare (v. 22)
27 Montecorvo C4
28 Ristorante Nascondiglio dell’Amore G4
29 Ristorante Pietratorcia B4
30 Umberto a Mare A3
31 Zi Carmela B3
Shopping
32 L’Isolotto D6
Stella di Mare (v. 3)
Che cosa vedere e fare
Chiesa di Santa Maria delle Grazie in San Pietro
CHIESA
(cartina; 081 99 13 98; nei pressi dell’incrocio tra Corso Vittoria Colonna e Via Giacinto Gigante, Ischia
Porto; Non perdetevi questo capriccio barocco del
8-12 e 16-20 ott-mag, 8-12 e 16-21 giu-set)
XVIII secolo, con la sua pregevole facciata color pesca, le cappelle semicircolari e il
sagrato rialzato rispetto al piano stradale, frequentato da coppiette di adolescenti e
signore intente a chiacchierare. Prendete un gelato nella gelateria più vicina e dal
sagrato godetevi anche voi la spensierata atmosfera del luogo.
Santa Maria Assunta
CHIESA (cartina; Via Luigi Mazzella, Ischia Ponte; 8-12.30 e 16.30-20) La Torre del Mare, una
splendida torre di guardia del Quattrocento, è diventata nel corso dei secoli il
campanile della cattedrale di Ischia.
La chiesa attuale, progettata da Antonio Massinetti e ultimata nel 1751, sorge sul
sito di due edifici sacri di epoca precedente, uno risalente al XIII secolo e l’altro al
XVII. All’interno, dove predomina lo stile barocco, si possono vedere un antico
fonte battesimale salvato dal vicino castello, e sorretto da tre cariatidi marmoree che
raffigurano le virtù, e un cupo crocifisso ligneo di epoca romanica.
Museo del Mare
MUSEO
(cartina; 345 2305766; www.museodelmareischia.it; Via San Giovanni da Procida 2, Ischia Ponte; interi/ridotti
€2,50/gratuito; Se siete appassionati di storia marittima (o
10.30-12.30 e 16-19 marzo-gen; )
avete un debole per i modellini di navi) non mancate di visitare il museo marittimo
di Ischia e le sue curatissime esposizioni. Tra i reperti figurano ex voto di marinai,
urne antiche, magnifici modellini di imbarcazioni ed evocative fotografie della vita
sull’isola nel secolo scorso, tra cui quella dell’arrivo della prima automobile
americana a Ischia, nel 1958: dalla foto si riesce benissimo a immaginare quale
grande evento sia stato.
Orizzonti Blu
IMMERSIONI
(cartina; Se amate le
340 4259162, 081 1874 0097; www.orizzontiblu.net; Via Iasolino 86, Ischia Porto)
attività subacquee, questo affidabile operatore organizza immersioni e corsi open-
water adatti a tutti i livelli.
Ischia Diving
IMMERSIONI
(cartina; 081 98 18 52, 347 4328583; www.ischiadiving.net; Via Iasolino 106, Ischia Porto; immersione
Opera da lungo tempo nel settore della subacquea e offre alcuni pacchetti
singola €40)
particolarmente vantaggiosi, come quello di cinque immersioni per €185.
Ischia Porto
Che cosa vedere
1 Chiesa di Santa Maria delle Grazie in San Pietro B2
2 Museo del Mare D1
3 Santa Maria Assunta D1
4 Spiaggia dei Pescatori D3
Attività, corsi e tour
5 Ischia Diving A1
6 Orizzonti Blu A1
Pernottamento
7 Hotel Noris D1
8 Il Moresco C2
Pasti
9 Al Pontile D1
10 Bar de Maio B2
11 Da Ciccio A2
12 Da Raffaele B2
13 Gran Caffè Vittoria C2
14 Ristorante Aglio, Olio & Pomodoro C1
15 Ristorante da Ciccio D1
16 Ristorante La Pantera Rosa B1
Locali e vita notturna
17 Bar Calise C3
18 Valentino Ischia C3
Shopping
19 Antica Macelleria di Francesco Esposito B2
20 Atelier delle Dolcezze C3
21 Filippo Cianciarelli D1
22 Judith Major C2
23 Scaglione Renato B2
Pasti
Bar de Maio
GELATERIA €
(cartina; 081 98 45 27; Piazza Antica Reggia 9, Ischia Porto; gelati a partire da €1,50; 7-22 inverno, 7-24
Considerato dalla gente del posto la miglior gelateria dell’isola, il Bar de Maio
estate)
attenta al girovita degli ischitani fin dal 1930 con la sua cremosa varietà di gelati, ma
anche con caffè, cocktail e spuntini vari. Scegliete i vostri gusti preferiti e sedetevi in
un angolo della piazza per osservare il passeggio.
Gran Caffè Vittoria
CAFFÈ €
(cartina; 081 99 16 49; Corso Vittoria Colonna 110, Ischia Porto; dolci da €1,20; 7-3 apr-ott, 7-1 nov-
marzo) Situato all’estremità più mondana del porto, questo elegante caffè dai
rivestimenti in legno accoglie i suoi clienti da più di un secolo attirandoli in una
seducente rete di torte, pasticcini, caffè e cocktail, il tutto servito da eleganti
camerieri con tanto di papillon. Il dehors con i tavolini all’aperto si trova sul lato
opposto della strada.
Da Ciccio
CAFFÈ €
(cartina; 081 99 13 14; www.bardaciccio.it; Piazza Antica Reggia 5, Ischia Porto; spuntini a partire da €1;
Ideale per chi è appena sbarcato sull’isola stanco della
7-3 apr-dic, 7-24 gen-marzo)
traversata in traghetto, questo bar molto apprezzato prepara piatti della tradizione
mediterranea, deliziosi pasticcini e gelati che sono un vero e proprio attentato alla
gola, come quello (favoloso) alle fragole biologiche. Da mangiare sul posto o da
portare via, non perdetevi ghiottonerie come il calzone ripieno di mozzarella,
pomodorini e basilico (€2,50). Se non avete appetito, rinfrescatevi almeno con una
granita di frutta fresca.
Al Pontile
CAMPANO €
(cartina; 081 1951 7657; Via Luigi Mazzella 15 e Via Lungomare Aragonese 6, Ischia Ponte; portate principali
a partire da €9; Accomodatevi a un tavolo
11-16 e 19-24 marzo-ott, chiuso merc solo marzo)
all’aperto, con il castello quale suggestivo sfondo sul mare o sulla via dello
shopping. Il menu propone primi classici come pacchero, vongole, zucchine e
pecorino o pasta alla puttanesca (con capperi, pomodori, aglio e olive) e secondi di
carne e pesce altrettanto tradizionali. Sfoderate il vostro sorriso migliore e il
proprietario vi porterà insieme al conto una bottiglia di limoncello, per farvi
chiudere in bellezza.
Ristorante Aglio, Olio & Pomodoro
CAMPANO €
(cartina; 081 1914 3460; www.aglioolioepomodoro.it; Via Luigi Mazzella 84, Ischia Ponte; pasti €20; 11-15
e 18.30-24)Questo ristorante tradizionale vi accoglierà con un caloroso benvenuto e
specialità isolane come il coniglio, oltre che con ottime pizze e, naturalmente, piatti
di pesce. Non è forse il posto più raffinato, ma i prezzi sono ragionevoli e
l’atmosfera molto allegra.
CASA MUSEO
Casa Museo (cartina; 349 7198879; SS 270, Serrara Fontana; 10-19,
in bassa stagione è consigliabile telefonare prima) Ben segnalato e dotato
di parcheggio, questo museo si trova purtroppo in corrispondenza di una
curva piuttosto pericolosa sulla strada di montagna tra Buonopane e
Fontana. Ciò nonostante, vi consigliamo caldamente di visitarlo, perché è
assai più interessante di quanto dica il nome. All’interno della parete
rocciosa, ogni sala contiene straordinarie sculture in pietra, legno e ciottoli:
questi ultimi, in particolare, danno vita a opere curiose, come quella
raffigurante un maiale a grandezza naturale.
Altri splendidi pezzi sono la testa di Nettuno scolpita nella pietra, gli
originali rettili realizzati con ciottoli, i mobili di legno ricavati da nodosi
tronchi d’albero e i mosaici di sassi dagli elaborati motivi che rivestono i
muri, anche quelli della toilette... Da non perdere le gallerie che sembrano
uscite da un sogno di Alice nel paese delle meraviglie! L’accesso al museo
è libero, ma un’offerta è sempre gradita.
Ristorante Nascondiglio dell’Amore
CAMPANO €
(cartina; 393 942 3560; www.nascondigliodellamore.it; Via Serbatoio 34, Ischia Ponte; pasti €22; 12-15 e
Pervaso da un’atmosfera casalinga e cordiale, questo
19-23.30 lun, 12-15 e 19-24 mar-dom)
ristorante in collina con vista sul mare e sul castello è rinomato per il suo coniglio
all’ischitana (al vino e aromi), ma sforna anche pizze a prezzi contenuti, il tutto
accompagnato da caraffe di vino della casa. È dunque una buona soluzione per chi
preferisce tenersi alla larga dai locali più eleganti dell’isola.
Gardenia Mare
MEDITERRANEO €€
(cartina; 081 99 11 07; www.gardeniamare.it; Via Nuova Cartaromana 66, Ischia; cene alla carta da €35; 9-
Con i mobili in bambù, la
15 mag-set e 20.30-22.30 ven-dom mag-lug e set, tutti i giorni agosto)
posizione immersa nel verde e la magnifica vista del Castello Aragonese, il Gardenia
Mare è il posto ideale per una romantica cenetta al tramonto. Dal momento che fa
parte di uno stabilimento balneare ( 9-18), in attesa di gustare il pesce potrete farvi
una bella nuotata per stuzzicare l’appetito.
Ristorante La Pantera Rosa
CAMPANO €€
(cartina; 081 99 24 83; Via Porto 53, Ischia Porto; pasti €28; Chi mal sopporta
12-14.30 e 19-23.30)
di doversi mettere in ghingheri per andare al ristorante troverà un buon menu a
prezzi interessanti in questo ristorante dall’aria informale situato lungo la via del
passeggio serale vicino al porto. Amedeo, il proprietario, propone la consueta varietà
di pasta e pizze, oltre a specialità come il risotto alla pescatora, che vi consigliamo
vivamente di assaggiare.
Da Raffaele
CAMPANO €€
(cartina; 081 99 12 03; www.daraffaele.it; Via Roma 29, Ischia Porto; pasti €20; 12-15 e 18.30-23.30
marzo-nov; In comoda posizione centrale a metà di Via Roma, è un locale
)
accogliente e luminoso che, pur non riservando particolari sorprese sul menu,
prepara tutto con sapienza. Assaggiate la frittura di pesce all’ischitana oppure le
melanzane a funghetto, scegliendo un tavolo in veranda per osservare meglio il
passeggio che anima la via pedonale.
Ristorante da Ciccio
CAMPANO €€
(cartina; 081 99 16 86; Via Luigi Mazzella 32, Ischia Ponte; pasti €25; 12-15.30 e 19.30-23.30, chiuso mar
La sublime cucina di pesce dello chef Guido e l’affascinante oste Carlo fanno
dic-feb)
di questo ristorante di grande atmosfera una vera chicca. Tra i piatti forti della casa
vi sono i tubettoni (un tipo di pasta) con cozze e pecorino, una speziata zuppa di
cozze con crostini e peperoncino e una deliziosa torta di cioccolato alle mandorle. In
estate i tavoli occupano anche il marciapiede, da cui si possono ammirare favolosi
panorami del castello.
Locali e vita notturna
Ischia non è Ibiza, certo. Detto ciò, la zona di Ischia Porto è la più animata, con una
manciata di bar e locali che restano aperti fino alle ore piccole.
Bar Calise
BAR
(cartina; 081 99 12 70; www.barcalise.com; Via Sogliuzzo 69, Ischia Porto; 7-1 dom-lun e mer-ven e 7-2
Nei pressi del porto, uno dei bar storici dell’isola (risale al
sab nov-marzo, 7-3 apr-ott)
1925) vi accoglierà in un’atmosfera di languida raffinatezza. I camerieri con
panciotto servono cocktail e caffè sulle note di ritmi latini, pezzi swing e musica folk
suonati dal vivo nel periodo estivo. Il banco pasticceria è favoloso per ordinare
qualche sfogliatella.
Valentino Ischia
CLUB
(cartina; 081 98 25 69; www.valentinoischia.eu; Corso Vittoria Colonna 97, Ischia Porto; 23.30-5 mer-dom)
È una discoteca molto movimentata, con musica house internazionale e qualche
inaspettato tocco estetico dato dai tradizionali rivestimenti di ceramica maiolicata.
Shopping
I negozi a Ischia Porto si concentrano in Via Roma e nel dedalo di stradine che si
dipana verso Ischia Ponte. Dai ridottissimi bikini alle confezioni di soffici babà,
lungo queste strade acciottolate troverete sicuramente di che mettere a dura prova la
vostra carta di credito. Se preferite invece optare per uno shopping più ‘contenuto’,
esplorate le piccole botteghe e le gallerie d’arte di Sant’Angelo e Forìo.
Antica Macelleria di Francesco Esposito
GASTRONOMIA
(cartina; 081 98 10 11; Via delle Terme 2, Ischia Porto; 8-13.30 e 16.30-22 apr-ott e 8-13.30 e 16.30-20
nov-marzo) In attività da un secolo, è un vero paradiso per gli amanti della
gastronomia. Fateci un salto presto, verso le 8, per acquistare la mozzarella fresca e
il pane casereccio appena sfornato, da completare con qualche squisito formaggio,
prosciutto, un salame artigianale al peperoncino o peperoni marinati. Qui insomma
troverete tutto il necessario per un picnic sulla spiaggia, compresa l’immancabile
Falanghina, il buon vino bianco secco campano.
Atelier delle Dolcezze
GASTRONOMIA
(Cioccolateria e Gelateria d’Arte; cartina; Via Edgardo Cortese 37; Una favolosa
9-21 mar-dom)
cioccolateria in stile moderno, con una ghiotta scelta di delizie al cioccolato, squisiti
gelati artigianali e belle confezioni regalo.
Filippo Cianciarelli
CERAMICHE
(Artigianato Ischitano; cartina; www.ceramichecianciarelli.it; Via Luigi Mazzella 113, Ischia Ponte; 9-13 e 16-
Filippo è un artista originale, che dà vita a
23 lun-sab marzo-ott e 9-13 e 16-20 lun-sab nov-feb)
oggetti dai motivi e colori sgargianti tra cui alti vasi piramidali di grande effetto,
composizioni di piastrelle ispirate a temi astratti e creazioni più maneggevoli e
facilmente trasportabili. Oltre ai suoi lavori, espone anche ceramiche di tipo più
tradizionale.
Judith Major
MODA
(cartina; 081 98 32 95; Corso Vittoria Colonna 174, Ischia Porto; Nonostante il
9.30-13.30 e 16-20)
nome straniero, questa sofisticata boutique è il punto vendita esclusivo del marchio
Brunello Cucinelli: maglioni di cachemire, camicie impalpabili, giacche sportive ed
eleganti indumenti femminili. Ma l’assortimento di abbigliamento e calzature
propone numerosi altri marchi di qualità tra cui Ermanno Scervino, Missoni, Barrett
e Pedro Garcia. Tutto quello che potrebbe servirvi per un’uscita in yacht lo troverete
qui.
Scaglione Renato
GIOIELLI
(cartina; 081 98 45 03; Via Alfredo de Luca 109, Ischia Porto; 9-13 e 16-20 lun-sab, aperto anche dom nel
Questo negozio tratta un piccolo assortimento di gioielli di squisita
periodo estivo)
fattura, impreziositi da turchesi, ametiste, ambra e corallo, a prezzi leggermente
inferiori a quelli della più esclusiva Via Roma.
Lacco Ameno
Negli anni ’50 e ’60, le star del cinema francese e le teste coronate d’Europa erano
solite frequentare le leggendarie Terme Regina Isabella. Quei tempi sono ormai
passati, ma il luogo conserva ancora uno dei suoi simboli, Il Fungo, una formazione
rocciosa di 10 m che si erge dal mare e fu originata da un’eruzione vulcanica del
Monte Epomeo migliaia di anni fa.
Secondo una leggenda locale, nel IV secolo il corpo di santa Restituta martire fu
trasportato nella vicina Baia di San Montano da una barca sospinta fin dalla Tunisia
da un angelo nocchiero. Successivamente il culto della santa si diffuse dal Nord
Africa all’Italia e storicamente viene associato all’espulsione dei cattolici dal Nord
Africa da parte del re dei vandali Genserico, giunto dalla Spagna.
Ogni anno, a maggio, la gente del posto rievoca l’arrivo della santa su queste
sponde.
ISCHIA IN PUNTA DI FORCHETTA
Il ristoratore ischitano Carlo Buono, del ristorante Da Ciccio, ci illustra la
tradizione gastronomica dell’isola:
“La base della nostra cucina è la qualità degli ingredienti, che devono
essere assolutamente freschi e di stagione, dall’olio d’oliva di consistenza
vellutata ai succulenti pomodorini. Come la cucina napoletana, anche
quella ischitana privilegia i piatti semplici, di gusto casalingo. Da sempre
si distingue tra una tradizione culinaria costiera e una dell’entroterra. Per
secoli, i pescatori hanno barattato il loro pescato con i prodotti dei
contadini: vino, ortaggi, carne di maiale e di coniglio.
“l coniglio è una delle specialità tipiche dell’isola. Oggi stiamo assistendo
a una riscoperta del tradizionale metodo di allevamento in fossa, per cui i
conigli, anziché in gabbia, vengono tenuti in fosse scavate nel terreno che
riproducono più da vicino il loro ambiente naturale. Il risultato è una carne
più tenera e saporita. Paladino di questa riscoperta è Riccardo D’Ambra,
fiduciario della condotta Slow Food locale, la cui famosa trattoria Il
Focolare è particolarmente rinomata per le ricette a base di coniglio e i
piatti rustici. Una specialità che vale decisamente la pena di assaggiare è il
coniglio all’ischitana, tipico piatto della domenica preparato con olio
extravergine d’oliva, aglio rigorosamente non sbucciato, peperoncino,
pomodoro, basilico, timo e vino bianco.
“Tra i prodotti del mare, le varietà locali più diffuse sono il pesce bandiera,
il pesce castagna, la lampuga e la palamita (o tonnetto). Una delle
preparazioni tipiche è all’acqua pazza, così come in passato i pescatori
cucinavano il pesce direttamente sulle barche, in un delicato sughetto di
pomodorini, aglio e prezzemolo. La frittura di mare, sfrigolante e cosparsa
di succo di limone, è un’altra specialità squisita. Da maggio a settembre è
stagione di totani, periodo ideale per assaggiarli ripieni di un trito di olive,
capperi e pangrattato e stufati nel vino.
“Altrettanto delizioso è il pane casereccio fresco, cotto nel forno a legna e
perfetto per fare la scarpetta o da imbottire con salame o parmigiano. E se
alla fine vi fosse rimasto ancora un po’ di spazio, potrete chiudere in
bellezza con una fetta di torta caprese, un morbido prodigio di cioccolato e
mandorle. Buon appetito!”.
Che cosa vedere e fare
Area Archeologica di Santa Restituta
SITO ARCHEOLOGICO
Sotto la graziosa Chiesa di Santa Restituta,
(cartina; Piazza Restituta; chiuso per restauri)
ricostruita con la sua facciata rosa dopo il terremoto del 1883, si cela un’area
archeologica che vi consigliamo vivamente di non perdere. Gli scavi eseguiti tra il
1951 e il 1974 hanno riportato alla luce parte di un antico forno greco, resti di un
tempio e di una strada di epoca romana, anfore funerarie del IV secolo e una basilica
paleocristiana. In file di teche sono esposti altri reperti risalenti all’antichità, tra cui
bracciali romani, offerte votive e una stufa vecchia di 3300 anni proveniente da
Procida.
La collezione al piano terra presenta invece squisite figurine secentesche di pastori,
variopinte ceramiche del XVIII secolo, paramenti di alti prelati e la statua lignea di
santa Restituta, risalente al Settecento ma utilizzata ancora oggi per la processione
annuale che ha luogo nella Baia di San Montano. Per chi volesse approfondire, in
biglietteria è disponibile per la consultazione una guida scritta a mano sulla storia
degli scavi.
Museo Archeologico di Pithecusae
MUSEO
(cartina; 081 99 61 83; www.pithecusae.it; Corso Angelo Rizzoli 210; ingresso €5 incluso il Museo Angelo
Rizzoli Nell’elegante cornice di Villa Arbusto, ex residenza di
9.30-13.30 mar-dom)
Angelo Rizzoli, promotore del turismo a Ischia, il Museo Archeologico di
Pithecusae vanta una posizione di primo piano affacciata su Monte Vico, sito
dell’antico insediamento e dell’acropoli di Pithecusae. L’affascinante collezione che
vi è esposta raccoglie importanti reperti provenienti dall’insediamento ellenico, che
vanno dalle terrecotte importate dalla madre patria a frammenti della stessa acropoli.
Uno dei fiori all’occhiello del museo è la leggendaria Coppa di Nestore, risalente
all’VIII secolo a.C. e conservata nella Sala II. Su di essa è incisa un’iscrizione che è
considerata tra le più antiche testimonianze di scrittura alfabetica: è in versi e fa
riferimento a un verso omerico che celebra il potere afrodisiaco del vino. Lo spazio
espositivo comprende anche il Museo Angelo Rizzoli.
Museo Angelo Rizzoli
MUSEO
(cartina; 081 99 61 83; www.museoangelorizzoli.it; Corso Angelo Rizzoli 210; ingresso €5 incluso il Museo
Archeologico di Pithecusae; Questo piccolo e piacevole museo rende
9.30-13.30 mar-dom; )
omaggio all’uomo che, negli anni ’50, trasformò la piccola e umile cittadina di
Lacco in una vetrina del jet set internazionale. Le camere che un tempo ospitarono
personaggi quali Gina Lollobrigida, Grace Kelly e Federico Fellini sono oggi
tappezzate da fotografie di paparazzi e ritagli di giornale che ritraggono un Rizzoli
dalla sagoma vagamente hitchcockiana e i suoi amici. Non meno straordinari sono i
giardini che circondano la villa, un trionfo di alberi di limoni e fontane con tanto di
parco giochi per bambini e una vista sui Campi Flegrei degna di tanto celebre bel
mondo.
MONTE EPOMEO
Infilatevi un paio di scarpe robuste e imboccate il sentiero di circa 2,5 km
(50 min) che sale dal borgo di Fontana fino alla cima del Monte Epomeo
(cartina), a 788 m. Formatosi a seguito di un’eruzione sottomarina, il
rilievo offre una vista superlativa del Golfo.
La chiesetta vicino alla vetta è la quattrocentesca Cappella di San Nicola
di Bari (cartina), dove si può ammirare un bel pavimento maiolicato.
L’eremo adiacente fu costruito nel XVIII secolo da un governatore
dell’isola il quale, dopo essere scampato per un soffio alla morte, rinunciò
alla politica per una vita di povertà che trascorse qui, nella più completa
solitudine, fino alla fine dei suoi giorni. Sbirciate all’interno, poi tornate a
valle, felici del fatto che la vostra santità non escluda i piaceri del vino e
della buona tavola, essenza di una vacanza a Ischia.
Negombo
SPA
(cartina; 081 98 61 52; www.negombo.it; Baia di San Montano; ingresso giornaliero €33, dopo le 14 €20;
Ecco il luogo ideale in cui prendersi amorevolmente cura del
8.30-19 fine apr-metà ott)
proprio benessere. In parte centro termale in parte splendido giardino botanico (con
oltre 500 specie di piante esotiche), quello di Negombo è un parco dalle tante
attrattive: vasche termali in stile zen, hammam, sculture moderne e spiaggia privata
sulla Baia di San Montano, che richiamano una clientela più giovane rispetto alla
media delle spa di Ischia. Fanno parte del complesso anche una vasca labirinto in
stile giapponese (dove massaggiare i piedi affaticati) e un discreto ristorante self
service, oltre a una gamma completa di massaggi e trattamenti di bellezza. Chi arriva
in automobile o in moto può lasciare parcheggiato il proprio veicolo tutto il giorno
all’interno del parco (auto €4, scooter €2,50). È anche disponibile un servizio
gratuito di trasferimento in pattìno per chi arriva in yacht. Se invece preferite fare
una nuotata nella baia, seguite le indicazioni per la spiaggia all’esterno della spa.
Pasti
La Cantina del Mare
CAMPANO €€
(cartina; 081 333 03 22, 333 5852178; Corso Angelo Rizzoli 20; pasti €25-45; 12-14.30 e 19-24 marzo-dic)
Chi si fosse stancato di mangiare panini pieni di sabbia sulla spiaggia, potrà
attraversare la strada alle sue spalle ed entrare in questo accogliente localino, che
serve piatti squisiti a una clientela mista di gente del posto e turisti con il debole per
la buona cucina. La specialità della casa è il pesce. Accomodatevi nel grazioso
dehors o nella sala dalle luci soffuse, tra pareti tappezzate con un’ottima selezione di
bottiglie di vino. Particolarmente buono è il pane, preparato nel più vecchio forno
dell’isola e consegnato fresco tutti i giorni.
Shopping
Stella di Mare
ABBIGLIAMENTO
(cartina; 081 99 43 96; Corso Angelo Rizzoli 150; Propone una meravigliosa
9.30-13 e 17-22)
linea di abbigliamento femminile: gonne e caftani di seta e lino che vi faranno
sentire impeccabili in ogni occasione, nonché sandali, scarpe classiche con i lacci e
borse impreziosite da frange e perline.
Forìo e la costa occidentale
Prima città dell’isola, e meta d’elezione di Tennessee Williams e Truman Capote
negli anni ’50, Forìo possiede alcuni dei migliori ristoranti di Ischia, oltre a belle
spiagge e due stupendi giardini botanici.
Che cosa vedere e fare
Chiesa di Santa Maria del Soccorso
CHIESA
(cartina; Via Soccorso 1, Forìo; Situata al margine occidentale dell’abitato, la
10-tramonto)
candida Santa Maria del Soccorso in origine faceva parte di un monastero
agostiniano del XIV secolo; la cappella laterale e la cupola furono aggiunte
rispettivamente nel 1791 e nel 1854, quest’ultima ricostruita dopo il terremoto del
1883. Le piastrelle di maiolica del Settecento che decorano la scalinata semicircolare
esterna sono una vera meraviglia e non meno splendida è la vista.
Giardini Ravino
GIARDINI
(cartina; 081 99 77 83; www.ravino.it; SS 270 140 bis, Forìo; interi/ridotti €9/5; 9-tramonto mer e ven-lun
marzo-metà nov)Creazione del botanico locale Giuseppe D’Ambra, che dagli anni ’60
viaggiava raccogliendo piante, questo parco botanico di 6000 mq è un autentico
omaggio al cactus, pianta meno umile di quanto si possa immaginare. Le specie
coltivate qui sono molto varie e, oltre alle cactacee, comprendono piante succulente,
molte delle quali sembra possiedano virtù terapeutiche e siano utilizzate in ambito
omeopatico. Vengono organizzate passeggiate guidate (per gruppi di almeno 6
persone) da prenotare in anticipo.
Nella cornice dei giardini si tengono concerti e mostre d’arte e artigianato e sono
disponibili appartamenti autonomi in affitto.
La Mortella
GIARDINI
(cartina; 081 98 62 20; www.lamortella.org; Via Francesco Calise 39, Forìo; interi/ridotti €12/10-7; 9-19
Progettata da Russell
mar, gio, sab e dom apr-inizio nov, in inverno visite guidate su appuntamento)
Page e ispirata ai giardini moreschi dell’Alhambra di Granada, in Spagna, la tenuta
La Mortella è considerata uno dei più bei parchi botanici d’Italia, cui vale senz’altro
la pena di dedicare un paio d’ore. Visitandola potrete passeggiare in una
verdeggiante oasi di terrazze, vasche, palme, fontane e più di 1000 piante rare ed
esotiche provenienti da ogni parte del mondo. Il giardino a valle raccoglie piante
tipiche dei climi umidi e tropicali, mentre quello in collina è dedicato alla flora
mediterranea.
Questo vero e proprio Eden fu creato dal defunto compositore inglese William
Walton e da sua moglie Susana, di origine argentina (scomparsa nel marzo del 2010,
all’età di 83 anni), che si stabilirono qui nel 1949 e ospitarono presso la loro dimora
celebrità quali Laurence Olivier, Maria Callas e Charlie Chaplin. La vita di Walton è
ricordata in un piccolo museo e la sua musica è diffusa dagli altoparlanti
dell’elegante caffè all’interno della proprietà. In primavera e in autunno nel parco si
tengono concerti di musica classica.
La Colombaia
EDIFICIO DI RILIEVO
Uno dei piaceri di
(Museo Luchino Visconti; cartina; Via Francesco Calise 142, Forìo; chiuso per restauro)
una visita a Ischia è rappresentato dalla sua campagna incontaminata. E un senso
tangibile di ‘autenticità agreste’ si percepisce all’interno della Colombaia, la
splendida villa neorinascimentale che fu la residenza estiva di Luchino Visconti,
l’indimenticato regista di capolavori del cinema come Senso, Rocco e i suoi fratelli,
Il Gattopardo.
La casa di Visconti è stata finemente restaurata e oggi è sede di una fondazione per
le arti. Vi si trova anche una biblioteca dedicata al grande regista e alla storia del
cinema, cui si affianca una mostra fotografica a tema. La villa è inoltre una delle sedi
dell’Ischia Film Festival e dell’Ischia Global Fest.
Giardini Poseidon
SPA
(cartina; 081 908 71 11; www.giardiniposeidonterme.com; Via Mazzella, Baia di Citara; ingresso giornata
intera €32/34 in agosto, mezza giornata €27/29 in agosto, sera €5; parco 9-19 apr-set e 9-18.30 ott; centro
benessere A sud di Forìo, chi ama le terme potrà bearsi
9.30-18 apr-set e 9.30-17.30 da ott)
nei vasti Giardini Poseidon. Ampia è la gamma di trattamenti e servizi offerti dal
complesso, tra cui massaggi, saune, vasche con idromassaggio, terapie di vario
genere e piscine a terrazza che digradano lungo il pendio vulcanico. Se tutto ciò vi
sembrasse ancora troppo stressante, potrete sempre dedicarvi al più completo relax
sulla candida sabbia della spiaggia privata sottostante.
I CONIUGI WALTON E LA MORTELLA
Il primo incontro tra William Walton, famoso compositore inglese di 46
anni, e Susana Gil, ragazza argentina di 22 anni che lavorava come
segretaria presso il British Council, fu di quelli leggendari. Notando la
giovane a un cocktail party a Buenos Aires, Walton manifestò subito al
collega Benjamin Britten la sua intenzione di sposarla. Le fece la proposta,
rinnovandola ogni giorno per due settimane finché Susana infine capitolò. I
due convolarono a nozze nel 1948, ma il loro non fu un matrimonio
esattamente da favola: Walton mantenne numerose relazioni extraconiugali
e costrinse Susana a un aborto clandestino. Da allora fino alla morte, però,
Susana consacrò tutta la vita al marito e alla sua musica.
Walton era all’apice della fama quando si sposò e nel 1951 fu nominato
baronetto; durante lo stesso anno uscì la partitura completa di Façade, la
sua opera più famosa. Nata dalla collaborazione con Edith Sitwell, poetessa
e sua ‘protettrice’, e salutata come un contribuito fondamentale al
modernismo, era un accompagnamento musicale ai versi surrealisti che
l’amica aveva scritto nel 1922. Dopo un innovativo concerto per viola
(1929), c’erano già state la brillante e ambiziosa First Symphony (1935) e la
squillante (a tratti) colonna sonora del film Enrico V (1944), diretto e
interpretato da Laurence Olivier.
Malgrado i successi, i soldi scarseggiavano e la coppia lasciò Londra per
trasferirsi nella natura incontaminata di Ischia. Il terreno che scelsero per la
loro nuova casa, acquistato nonostante le preoccupazioni espresse
dall’amico Laurence Olivier, era una cava spoglia dove l’unica nota di
verde era data dai mirti (mortelle) che crescevano tra le pietre. Nel 1956
Susana e il paesaggista Russell Page iniziarono a lavorare a La Mortella,
trasformando quel paesaggio minerale in uno scenografico paradiso
tropicale pieno di piante rare ed esotiche come la Victoria amazonica, una
ninfea gigante i cui fiori vanno dal bianco al rosso cremisi. Ma più i
giardini venivano celebrati per la loro bellezza, più la stella di Walton
tramontava: i suoi lavori iniziarono a essere considerati superati e
nostalgici.
I giardini rimasero l’amato rifugio della coppia, che a Ischia accolse nella
propria dimora celebrità quali Laurence Olivier e Vivien Leigh, Maria
Callas, Charlie Chaplin e il drammaturgo inglese Terence Rattigan.
Quando Walton morì nel 1983, Susana depose le ceneri in una roccia
piramidale a La Mortella e creò la William Walton Trust and Foundation in
memoria del marito. Costruì inoltre una Sala recite nei giardini, con i busti
dei Sitwell, un bronzo dello stesso Walton e il sipario disegnato da John
Piper per il balletto tratto da Façade.
Sempre vestita con i colori delle pietre preziose, Susana ha continuato ad
accogliere i visitatori con la sua luminosa presenza fino in età avanzata.
Dopo la sua morte nel 2010, all’età di 83 anni, l’ammistrazione della
proprietà è passata alla fondazione. Chi visita oggi questo luogo
meraviglioso avrà il duplice piacere di perdersi tra le piante rigogliose e di
ascoltare l’irresistibile musica di Walton, oltre a vedere il monumento che
commemora Susana come donna che ‘ha amato teneramente, lavorato con
passione e creduto nell’immortalità’.
Escursioni con il geologo
ESCURSIONI A PIEDI
( Come Capri e
081 90 30 58; www.eurogeopark.com; escursioni a piedi €17, escursioni in minibus €20)
Procida, il territorio di Ischia si presta molto alle escursioni. Se siete interessati a
esplorare l’entroterra, il geologo Aniello Di Iorio organizza varie gite in tutta l’isola,
di durata variabile dalle tre alle cinque ore. Nella quota di partecipazione alle
escursioni in minibus è compreso il viaggio per/dall’albergo; se si partecipa a
un’escursione a piedi e si vuole godere dello stesso servizio, il supplemento è di €9.
Nel corso delle escursioni avrete l’opportunità di esplorare alcuni splendidi angoli
dell’isola che vi sarebbe difficile raggiungere in altro modo.
Westcoast
IMBARCAZIONI A NOLEGGIO
(cartina; 339 6137491, 338 5099868; www.westcoastischia.it; Porto di Forìo; noleggio imbarcazioni a partire
Westcoast offre il noleggio per un
da €100 metà giu-metà set e da €80 apr-metà giu e metà set-nov)
giorno intero di barche a motore e gommoni (con o senza marinaio). Questa opzione
si rivela particolarmente appetibile nel mese di agosto, quando le spiagge più
conosciute sono molto affollate e ci si ritrova alla disperata ricerca di una tranquilla
caletta sabbiosa.
Pasti
Zi Carmela
CAMPANO €
(cartina; 081 99 84 23; Via Schioppa 27, Forìo; pasti €20, menu a prezzo fisso da 4 portate €28; 12-15 e 19-
24 apr-ott; In attività da decenni, lo Zi Carmela vanta un incantevole dehors
)
decorato da tegami di rame, tazze di ceramica e trecce d’aglio e peperoncino. Gli
abitanti del posto vengono qui per gustare specialità di pesce freschissimo.
Ristorante Pietratorcia
CAMPANO €€
(cartina; 081 90 72 32; www.ristorantepietratorcia.it; Via Provinciale Panza 401, Forìo; menu a prezzo fisso a
partire da €28; Situata in una piacevole cornice bucolica tra
11-14 e 17.30-23 mar-dom apr-ott)
viti ricadenti, fichi selvatici e cespugli di rosmarino, questo locale (sia ristorante sia
rinomata cantina) è un vero paradiso per gli amanti della buona cucina. Visitate le
vecchie cantine di pietra, assaggiate un buon vino locale e date un’occhiata al
delizioso menu degustazione. Tra le proposte figurano bruschetta e formaggi,
salsicce campane e saporiti salumi.
Montecorvo
CAMPANO €€
(cartina; 081 99 80 29; www.montecorvo.it; Via Montecorvo 103, Forìo; pasti €30; 12.30-15.30 e 19.30-1,
È un posto davvero
chiuso a pranzo tutti i giorni lug-set e lun-sab ott-marzo, chiuso mer nov-marzo)
straordinario, con parte della sala che si addentra in una grotta e un dehors che pare
una giungla. Giovanni, il proprietario, va fiero dei suoi piatti del giorno (la specialità
sono le grigliate di carne e di pesce), ma il menu propone anche una ricca scelta di
primi e antipasti di verdure.
Vi servirà più di una bussola per localizzare il ristorante, nascosto com’è tra il fitto
della vegetazione appena fuori Forìo, ma fortunatamente è ben segnalato. In una
cornice di alti pini, gorgoglianti cascatelle e alti gradini, preparatevi all’esuberante
accoglienza di Giovanni, un tipo davvero espansivo.
Umberto a Mare
CAMPANO €€€
(cartina; 081 99 71 71; Via Soccorso 2, Forìo; pasti €46; All’ombra della
12-15 e 19-23 marzo-dic)
Chiesa di Santa Maria del Soccorso, in stile missione spagnola, questo ristorante
sull’acqua in attività dal 1936 si compone di un bar-caffè poco pretenzioso, adatto
per uno spuntino leggero, e di un più formale ristorante dove il menu cambia in base
alla stagione. Tra i piatti forti ci sono le penne con asparagi e aragosta e il delicato
pesce ‘al profumo di mare’ (appena pescato e leggermente grigliato).
Sant’Angelo e la costa meridionale
La minuscola Sant’Angelo è meta di quel genere di eleganti vacanzieri che ama le
raffinate boutique, i ristoranti sul mare e le splendide spiagge. Le tranquille viuzze
scendono lungo il versante della collina fino alla mondana Piazzetta Ottorino Troia,
dove villeggianti abbronzati sorseggiano cocktail e ascoltano i concerti che in estate
animano l’atmosfera a tarda sera. Sorveglia solenne la scena la massiccia sagoma del
promontorio detto ‘lo scoglio’, unito al paesino da un lungo cordone litorale
disseminato di barche da pesca, ombrelloni e bagnini.
Dal molo si può prendere un taxi d’acqua dai colori sgargianti per raggiungere la
sabbiosa Spiaggia dei Maronti, oppure la più appartata insenatura detta Il Sorgeto.
Che cosa vedere e fare
Baia di Sorgeto
SPIAGGIA
(cartina; Via Sorgeto; Le vostre ginocchia rischieranno di essere messe a dura
apr-ott)
prova dai circa 300 gradini che scendono a questa spiaggia appartata (segnalata,
seppur male, dal borgo di Panza), ma un bagno nelle sue calde acque termali darà
loro sollievo. L’acqua qui sgorga naturalmente ad alte temperature, poi mitigate dalle
onde. Sul posto ci sono servizi igienici e un caffè aperto in estate.
La spiaggia è raggiungibile anche con un taxi d’acqua da Sant’Angelo (€7 sola
andata).
Terme di Cavascura
SPA
(cartina; 081 90 55 64, 081 99 92 42; www.cavascura.it; Via Cavascura 1, Spiaggia dei Maronti, Sant’Angelo;
bagno termale semplice €12, fanghi e bagno termale €27; Se vi attira la
8.30-18 metà apr-metà ott)
prospettiva di un’esperienza termale in una zona di sorgenti calde naturali, prendete
un taxi d’acqua per Cavascura (€3,50 sola andata) e seguite le indicazioni per 300 m
scendendo lungo la gola rocciosa fino alle Terme di Cavascura. Incastonate tra alte
pareti tufacee, queste spartane terme all’aperto sono le più antiche di Ischia. Potrete
immergervi in antichi bagni romani scavati nella roccia o farvi una salutare sudata
all’interno di una grotta e, pagando un supplemento, finire in bellezza con una
maschera ai fanghi e un massaggio al viso (€24), una manicure (€15) o un
massaggio antistress (€30). Le proprietà delle acque sulfuree sono particolarmente
benefiche per i reumatismi, le affezioni bronchiali e le malattie della pelle.
Parco Termale Aphrodite Apollon
SPA
(cartina; 081 99 92 19; www.aphroditeapollon.it; Via Petrelle, Sant’Angelo; giornata intera/mezza giornata
€35/25; Una spettacolare passeggiata di 2 km sovracosta vi porterà da
9-18 metà apr-ott)
Sant’Angelo in questa lussuosa spa, oggi parte del Miramare Sea Resort. Superato
l’ingresso si scopre un complesso con eleganti rivestimenti in marmo, saune e
piscine termali naturali. Il parco offre anche una gamma completa di terapie e
trattamenti di bellezza. Dalla terrazza a picco sul mare del Ristorante Apollon
godrete di un magnifico panorama.
Pasti
Il Focolare
CAMPANO €€
(cartina; 081 90 29 44; www.trattoriailfocolare.it; Via Cretajo al Crocefisso 3, Barano d’Ischia; pasti €35;
Valida alternativa per chi preferisce la cucina
12.30-14.45 e 19.30-23.30, chiuso mer nov-mag)
di carne a quella di pesce, Il Focolare è una delle trattorie più amate dell’isola.
Locale a conduzione familiare dall’atmosfera rustica e casalinga, propone un menu a
base di carne fortemente improntato alla tradizione, con bistecche cotte su pietra
ollare, costolette di maiale e specialità come il coniglio all’ischitana, oltre a
tagliatelle al ragù di cinghiale. Per chiudere in dolcezza ci sono poi gli squisiti
dessert fatti in casa. Riccardo D’Ambra, il proprietario (che gestisce la trattoria
insieme a Loretta e a 8 figli), è una delle figure di riferimento sull’isola del
movimento Slow Food. Per mangiare pesce e bere bibite gassate, conviene
senz’altro rivolgersi altrove, perché al Focolare non sono nemmeno contemplati sul
menu.
LE PIÙ BELLE SPIAGGE DI ISCHIA
Spiaggia dei Maronti (cartina) Molto frequentato, questo lungo arenile è
riscaldato da fumarole. Vi si arriva in autobus da Barano, con un taxi
d’acqua da Sant’Angelo (€5 sola andata) o a piedi lungo il sentiero che da
Sant’Angelo conduce verso est.
Baia di Sorgeto (cartina) Prendete un taxi d’acqua da Sant’Angelo (€7 sola
andata) oppure arrivateci a piedi da Panza. Il Sorgeto è una piccola
insenatura appartata con gorgoglianti sorgenti termali, ideale per un bagno
in pieno inverno.
Spiaggia dei Pescatori (cartina) Incastonata tra Ischia Porto e Ischia Ponte,
è la spiaggia meno esclusiva e più frequentata dell’isola, una meta perfetta
per le famiglie.
Baia di San Montano (cartina) A ovest di Lacco Ameno, questa magnifica
baia è un paradiso di calde acque cristalline poco profonde. Qui si trova
anche il parco termale di Negombo.
Punta Caruso (cartina) Situata sulla punta nord-occidentale di Ischia,
questa appartata spiaggia rocciosa è perfetta per una nuotata in acque
trasparenti e profonde. Per arrivarci, seguite il sentiero che si stacca da Via
Guardiola e scende in spiaggia. Non è adatta ai bambini ed è comunque
pericolosa quando il mare è molto mosso.
Shopping
L’Isolotto
GASTRONOMIA
(cartina; Via Chiaia delle Rose 36, Sant’Angelo; Qui potrete fare provviste di
9-21 lun-sab apr-ott)
ghiotti prodotti locali, dai peperoncini piccanti ai babà al rum, dai ‘cannoncelli’ alla
crema di limone fino al vino ischitano e all’onnipresente limoncello. Meno squisito
– ma deliziosamente kitsch – è l’assortimento di souvenir turistici, che spazia dalle
tovagliette all’americana fatte di conchiglie ai piatti da appendere alla parete con
immagini tridimensionali.
PROCIDA
POP. 10.800
Procida è l’isola più piccola del Golfo di Napoli e anche quella meno interessata dal
turismo di massa. Se possedete una scatola di colori, portatela con voi, perché
sicuramente sarete ispirati dai suoi indimenticabili e suggestivi paesaggi, in cui
macchie di limoni si mescolano con case dalle tinte pastello. Per sua fortuna lontana
dai circuiti più battuti, Procida ricorda un po’ la Portofino d’altri tempi ed è
piacevolmente autentica. A eccezione del mese di agosto, quando sulle spiagge si
riversano frotte di bagnanti provenienti dalla terraferma, i suoi vicoli stretti e
scoloriti dal sole sono il regno incontrastato della gente del posto: ragazzini armati di
canna da pesca, mamme che spingono carrozzine e vecchi marinai rugosi che
scambiano quattro chiacchiere. A Procida gli alberghi sono più piccoli, pochi
camerieri sanno imbastire qualche parola in tedesco e la presenza dei turisti non
sembra distrarre gli abitanti dalle loro attività quotidiane.
Se non si è di fretta, Procida è un’isola ideale da esplorare a piedi. Le zone più
affascinanti (che poi sono anche quelle dove si concentrano quasi tutti gli alberghi, i
bar e i ristoranti) sono Marina Grande, Marina Corricella e Marina di Chiaiolella. Le
spiagge non sono molte, fatta eccezione per il Lido di Procida, dove, agosto a parte,
non dovreste avere difficoltà a trovare un fazzoletto di sabbia su cui stendere il telo.
A Procida una posizione privilegiata sul lungomare non è necessariamente sinonimo
di prezzi esagerati e cucina deludente, e ciò grazie alle numerose trattorie sul porto
che servono piatti tipici preparati con ingredienti freschi. Molte trattorie
dell’entroterra, poi, utilizzano ortaggi e frutta di produzione propria e selvaggina
locale: assaggiate la saporita insalata di limoni, condita con olio al peperoncino.
Informazioni
Pro Loco (www.prolocodiprocida.it; Via Roma, Stazione Marittima, Marina
Grande; 9.30-18 apr-dic) Situata presso la biglietteria dei traghetti e degli aliscafi,
oltre a disporre di materiale informativo, fornisce ragguagli su attività e servizi
turistici in generale.
Per/da Procida
IMBARCAZIONI
Caremar ( 081 896 72 80, 081 1896 6690; www.caremar.it) Effettua fino a 15
collegamenti giornalieri in aliscafo e traghetto per/da Napoli e Procida (aliscafo
€14,70, 40 min; traghetto €11,20, 1 h).
SNAV ( 081 896 99 75; www.snav.it) Garantisce 4 collegamenti in aliscafo per/da
Napoli e Procida (€15,90, 40 min).
Trasporti locali
L’isola ha un’estensione di appena 3,8 kmq e in quanto tale può essere agevolmente
esplorata a piedi. Qualcuno si è preso addirittura la briga di calcolare che per coprire
la distanza tra i due punti dell’isola più lontani tra loro non occorrono più di 6000
passi (evidentemente non sapeva in che altro modo passare il tempo).
AUTOBUS
Sull’isola opera un servizio limitato di autobus (€1,30), con 4 linee che si irradiano
da Marina Grande. L’autobus L1 collega il porto con Via Marina di Chiaiolella.
Marina Grande
A Marina Grande, grappoli di case dipinte in tonalità di rosa, bianco e giallo si
accalcano sul lungomare, offrendo una prima suggestiva immagine dell’isola. I
pescatori riparano le reti sotto i panni stesi ad asciugare e si ritrovano a bere nei
dimessi bar del luogo, mentre i camerieri servono il pescato del giorno in ristoranti
dall’aria vissuta. Stretti vicoli salgono sinuosi verso il complesso di edifici battuti
dal vento che culminano in una grande abbazia; le caratteristiche case circostanti
presentano le scale esterne e i grandi archi tipici dell’architettura isolana.
Che cosa vedere e fare
Abbazia di San Michele Arcangelo
CHIESA, MUSEO
( 334 8514028, 334 8514252; www.abbaziasanmicheleprocida.it; Via Terra Murata 89, Terra Murata; ingresso
€3; Riempitevi gli
10-13 e 15-18 apr-ott, su prenotazione per gruppi di minimo 20 persone nov-marzo)
occhi con la superlativa vista sulla baia prima di esplorare l’adiacente Abbazia di
San Michele Arcangelo. Costruita nell’XI secolo e rimaneggiata tra il XVII e il XIX
secolo, quest’antica abbazia benedettina ospita oggi un piccolo museo dove sono
conservati alcuni dipinti di grande effetto, realizzati in segno di gratitudine da
marinai scampati a un naufragio. Fanno parte del complesso anche una chiesa con
uno straordinario soffitto a cassettoni e un’antica vasca in alabastro di origine greca
trasformata in fonte battesimale, oltre a un labirinto di catacombe che conducono a
una minuscola cappella.
Blue Dream Charter
IMBARCAZIONI A NOLEGGIO
( 339 5720874, 081 896 05 79; www.bluedreamcharter.com; Via Vittorio Emanuele 14; noleggio settimanale a
Se aspirate a qualcosa di molto esclusivo, tipo ‘coppa di Champagne
partire da €1500)
sul ponte’, potrete affittare qui uno yacht tutto per voi, con posto per sei persone.
General Rental
NOLEGGIO BICICLETTE
( Le biciclette di
339 7163303; www.generalrental.it; Via Roma 134; noleggio giornaliero €10; )
questo operatore sono uno dei migliori mezzi per esplorare l’isola. Si noleggiano
anche microtaxi scoperti per due o tre ore alla tariffa di circa €35, a seconda delle
proprie capacità di contrattazione.
Pasti
Bar Cavaliere
PASTICCERIA €
( La migliore pasticceria di Procida
081 810 10 74; Via Roma 42; dolci a partire da €1; 6.30-3)
propone un delizioso assortimento di torte, pasticcini e altre golosità. Tra le
specialità locali vi è la ‘lingua di bue’, un dolce di friabile pasta sfoglia a forma di
lingua farcito con crema pasticcera al limone. Il Cavaliere è anche un cocktail bar –
nel caso le dosi massicce di zucchero dovessero farvi venire sete.
Da Giorgio
TRATTORIA €
( 081 896 79 10; Via Roma 36; pasti €18; Lo scopo del titolare è
12-15 e 19-23.30 marzo-ott; )
soddisfare i clienti, cosa che fa con un menu a prezzi contenuti in un ambiente
gradevole ravvivato da vivaci fioriere. I piatti non riservano grosse sorprese, ma
sono preparati con ingredienti freschi: assaggiate l’antipasto di mare (€15) o gli
gnocchi alla sorrentina (con sugo di pomodoro, basilico e mozzarella).
FESTE ED EVENTI LOCALI
Capri Tango Festival (www.capritourism.com; giu) Un appassionante
carosello di musica, balli, spettacoli e lezioni di tango.
Festa di Sant’Anna (www.infoischiaprocida.it; Ischia; 26 lug) Una
pittoresca sfilata di barche accompagnata da fuochi d’artificio e culminante
con l’incendio del Castello Aragonese.
Vendemmia È una festa mobile, che dipende dal tempo e dalle condizioni,
ma che si ripete ogni anno a settembre su tutte le isole, mese dunque molto
pittoresco per visitarle.
Settembrata Anacaprese (www.capritourism.com; Capri; fine agosto-
inizio set) Ogni anno celebra la vendemmia con eventi gastronomici e
mercati di prodotti tipici del territorio.
Ischia Film Festival (www.ischiafilmfestival.it; giu/lug) Proiezioni
gratuite di film e mostre in alcune splendide cornici, come il Castello
Aragonese.
Ischia Jazz Festival (www.ischiajazz.com; in genere set) Ogni anno
propone cinque giorni di concerti con alcuni dei migliori musicisti italiani e
la partecipazione di artisti stranieri.
Processione dei Misteri e del Cristo Morto Procida festeggia il Venerdì
Santo con questa processione durante la quale una statua lignea del Cristo e
della Madonna Addolorata viene portata per le strade di Procida insieme ai
Misteri, raffigurazioni a grandezza naturale in gesso e cartapesta di scene
della vita e della morte di Gesù. Gli uomini indossano abiti azzurri con
cappuccio bianco, mentre molte ragazze vestono come Maria.
Fammivento
CUCINA DI MARE €€
( 081 896 90 20; Via Roma 39; pasti €25; Aprite le danze
12-15 e 19.30-0.30 mar-sab, 12-15 dom)
con la frittura di calamari e poi passate a un primo di fusilli con calamari e carciofi
(quando è stagione). Se volete esagerare, optate per la zuppa di crostacei e
molluschi, la specialità della casa.
Procida
Che cosa vedere
1 Abbazia di San Michele Arcangelo D2
Attività, corsi e tour
2 Barcheggiando A4
3 Blue Dream Charter D4
4 Cesare (escursioni in barca) D5
5 General Rental C4
6 Procida Diving Centre A4
Pernottamento
7 Bed & Breakfast La Terrazza B1
8 Casa Giovanni da Procida B3
9 Casa Sul Mare D5
10 Hotel Crescenzo A4
11 Hotel La Corricella D5
12 Hotel La Vigna D2
Pasti
13 Bar Cavaliere D4
14 Caracalè D5
15 Da Giorgio D4
16 Da Mariano A4
Fammivento (v. 15)
17 La Conchiglia C3
La Lampara (v. 11)
18 Ristorante Scarabeo B2
Shopping
19 Enoteca Borgo Antico D4
20 Maricella D4
21 Mediterraneo D4
Trasporti
22 Biglietteria traghetti e aliscafi C4
23 Stazione degli autobus C4
24 Terminal traghetti e aliscafi C4
Shopping
La modesta Procida non è il massimo in fatto di shopping, ma vi si possono fare
acquisti interessanti, tra cui vino e abbigliamento da mare.
Enoteca Borgo Antico
ENOTECA
( Questa piccola, raffinata enoteca propone il
081 896 96 38; Via Vittorio Emanuele 13; 9-21)
meglio della produzione vinicola campana e una limitata scelta di altre etichette
italiane. L’amabile proprietario vi saprà suggerire i vini migliori e gli acquisti più
convenienti. L’assortimento comprende anche l’immancabile limoncello e un’ampia
scelta di grappe, sia tradizionali sia aromatizzate.
Maricella
ACCESSORI
( 081 896 75 79; Via Roma 161; È una piccola e squisita boutique che vende
9-20.30)
accessori colorati, tra cui una linea di gioielli dalle fogge così invitanti che vien
quasi voglia di addentarli: collane con ciondoli che assomigliano a caramelle,
orecchini color sorbetto, anelli grossi come leccalecca. Si aggiungono graziosi
sandali, borse di rafia e sacche da spiaggia.
Mediterraneo
MODA
( 081 1966 9097; Via Roma 32; Tratta impalpabili capi d’abbigliamento in cotone
9.30-21)
di alta qualità, perfetti per le giornate estive. Troverete morbidi abiti con fresche
stampe floreali, gonne leggere come piume, candide camicie evanescenti, oltre a
borse shopper con motivi stampati e abiti un po’ più strutturati ma sempre con
bellissime fantasie.
Marina Corricella
Dalla panoramica Piazza dei Martiri, il borgo di Marina Corricella digrada lungo il
pendio verso il porticciolo in una cascata di tenui tonalità di rosa, giallo e bianco. A
questa tavolozza si aggiungono i colori delle barche da pesca ormeggiate accanto a
cataste di reti, crocchi di gatti e, in estate, un nutrito drappello di caffè e ristoranti
con dehors. Il film Il Postino (1994) è stato in parte girato qui, in questo luogo
davvero magico assolutamente da non perdere.
Più più a sud, non lontano da Via Pizzaco, una ripida scalinata scende alla Spiaggia
di Chiaia, che con la sua sabbia fine e pulita è una delle spiagge più belle dell’isola,
nonché sede di alcuni buoni ristoranti di pesce.
Tour
Cesare
IN BARCA
(€26 per 2 h 30 min; Al porto di Marina Corricella chiedete di Cesare. Le
mag-ott)
variopinte imbarcazioni di questo simpatico operatore recano il suo nome sul fianco.
Se non lo trovate, provate in uno dei bar sulla spiaggia: di sicuro sarà nei paraggi.
Cesare organizza piacevoli uscite in mare e gite di mezza giornata a bordo di
un’imbarcazione tradizionale al costo di €100.
Pasti
Caracalè
CUCINA DI MARE €€
( 081 896 91 92; Via Marina Corricella 62, Marina Corricella; pasti €28-35; 12.30-15.30 e 19-23, chiuso
Qualsiasi ristorante lungo questo tratto poco pretenzioso di
mar marzo-giu e set-metà nov)
lungomare – un mosaico di vecchie barche da pesca e gatti che bighellonano – vi
regalerà un’esperienza culinaria indimenticabile. Il Caracalè, acquattato sulla sinistra
guardando il mare, è uno dei migliori. Optate per del buon pesce fresco, magari sotto
forma di zuppa di cozze o pesce spada alla griglia. Semplicemente delizioso.
La Lampara
CUCINA DI MARE €€
( 081 896 75 75; Hotel La Corricella, Marina Corricella; pasti €25; Dotato
12-14.30 e 19-23 marzo-ott)
di una terrazza che offre una bella vista del porticciolo, La Lampara serve specialità
quasi tutte di pesce scelto tra il pescato del giorno. Potrete iniziare con un antipasto
marinato, per poi proseguire con un più consistente primo di ravioli ‘a’ sapore di
mare’.
Marina di Chiaiolella
Sinfonia di rosa, bianco e azzurro, la mezzaluna di Marina di Chiaiolella era in
origine un cratere vulcanico. Oggi la baia è orlata da un porticciolo gremito di
imbarcazioni da diporto e ristoranti vecchio stile e conserva un fascino tranquillo e
informale. Dal molo si può prendere uno dei taxi d’acqua dipinti a colori vivaci per
raggiungere diverse spiagge superbe (a partire da €8). Le acque cristalline offrono
inoltre le condizioni ideali per dedicarsi alle immersioni subacquee.
Che cosa vedere e fare
Procida Diving Centre
IMMERSIONI
( 081 896 83 85; www.vacanzeaprocida.it; Via Cristoforo Colombo 6; tutto l’anno su appuntamento; )
Situato proprio sul porticciolo, è un operatore affermato che organizza immersioni e
corsi (per singoli e gruppi) e noleggia l’attrezzatura. A seconda del proprio livello di
abilità, a Procida si può scegliere tra cinque diversi siti d’immersione: Punta Pizzaco
(per sub di media esperienza ed esperti), Secca delle Formiche (principianti o sub di
media esperienza), Capo Bove (principianti), Vivara (principianti) e Punta Solchiaro
(di media esperienza). I prezzi vanno da €45 per le immersioni singole a €130 per un
corso di snorkelling; sono inoltre disponibili corsi più avanzati open-water e di
salvataggio.
Barcheggiando
IMBARCAZIONI A NOLEGGIO
( 081 810 19 34; Marina di Chiaiolella; mag-set) Noleggia barche a motore e gommoni a
partire da €80 al giorno.
Pasti
Da Mariano
CAMPANO €
( 081 896 73 50; Marina di Chiaiolella; pasti €30; 12-15 e 19-24) ‘Da Mariano’ è
immensamente apprezzato dalla gente del luogo per i suoi piatti tradizionali, come i
calamari con provola e radicchio e gli spaghetti con alici fresche, pomodorini e
pecorino, che sono semplici ma eseguiti alla perfezione. Il pesce, tra cui il pesce
azzurro, è freschissimo e dai tavoli si può godere la vista della baia. Concludete in
bellezza con le pesche al vino.
La Conchiglia
CUCINA DI MARE €€
( 081 896 76 02; www.laconchigliaristorante.com; Via Pizzaco 10, Baia della Chiaia; pasti €25; 13-15.30 e
La vista da qui è magica, con il mare dalle acque turchesi in
20-21.30 marzo-inizio nov)
basso e la tavolozza di tonalità pastello di Marina di Corricella che risplende in
lontananza. La Conchiglia spicca tra i ristoranti dell’isola per la sua eleganza e serve
delizie come gli spiedini di mazzancolle o i favolosi spaghetti ‘alla povera’ (con
peperoncino e peperone verde). Per arrivarci, scendete la scalinata da Via Pizzaco o
prenotate una barca da Corricella.
Ristorante Scarabeo
CAMPANO €€
( Dietro una giungla di piante di limoni, al centro
081 896 99 18; Via Salette 10; pasti €28)
dell’isola, si nasconde la squisita cucina dello Scarabeo, dove si sfornano classici
come frittelle di basilico e ravioli di melanzane e provola fatti in casa (€10). I
proprietari hanno un proprio allevamento di conigli e sono produttori di Falanghina,
vino che vi inviteranno a gustare sotto un aromatico pergolato di limoni.
La Costiera Amalfitana
Include
Sorrento
Massa Lubrense
Sant’Agata sui Due Golfi
Marina del Cantone
Vico Equense
Positano
Praiano
Furore
Amalfi
Ravello
Minori
Cetara
Vietri sul Mare
I migliori ristoranti
Donna Rosa
Next2
Marina Grande
L’Antica Trattoria
I migliori hotel
Pensione Maria Luisa
Ulisse
Hotel Caruso
Hotel Lidomare
Perché andare
Dichiarata dall’UNESCO ‘regione mediterranea di straordinario valore
paesaggistico e culturale’, la Costiera Amalfitana offre un’incantevole combinazione
di bellezza e suggestione: qui l’alta costa precipita verticalmente nel mare, dando
vita a spettacolari scenari di pareti scoscese, rivestite di una vegetazione
lussureggiante, alle quali si aggrappano borghi pittoreschi.
Le leggendarie Positano e Amalfi sono le gemme più preziose, mentre dall’alto di un
contrafforte le splendide ville e i giardini di Ravello conservano intatte le gloriose
memorie wagneriane e degli illustri visitatori del passato. Sorrento, punto di accesso
alla Costiera Amalfitana, è una bella e celebre città sul mare, che abbarbicata com’è
sulla scogliera è miracolosamente sopravvissuta all’attacco del turismo di massa.
Oltre alla sua impareggiabile bellezza, la costa offre una scelta di hotel e ristoranti
favolosi e un entroterra tra i più interessanti d’Italia. Esplorarlo a piedi seguendo i
sentieri ben segnati è un modo ideale per lasciarsi alle spalle per qualche ora
l’assordante trambusto costiero.
Quando andare
La Costiera Amalfitana è una regione strettamente legata alla stagionalità. Ciò
significa che la maggior parte degli alberghi, dei ristoranti e dei bar chiude tra la fine
di ottobre e Pasqua.
I mesi meno affollati sono quelli tra aprile e giugno e settembre e ottobre.
I napoletani invadono in massa la Costiera in agosto, soprattutto nei weekend. In
questi giorni trovare posto nei ristoranti e un lettino su cui sdraiarsi al sole sulla
spiaggia può rivelarsi un’impresa.
La stagione migliore per camminare è la primavera, quando i prati si riempiono di
fiori selvatici e il clima è piacevolmente temperato, nonostante qualche pioggia
occasionale.
Il meglio della Costiera Amalfitana

Mescolarsi ai ricchi e famosi che fanno shopping nelle esclusive boutique della
vertiginosa Positano.
Sedersi davanti a un piatto di pesce freschissimo tra le case color pastello del
porto di Cetara.
Acquistare qualche tipico oggetto in legno intarsiato a Sorrento.
Una serata a Praiano in uno dei più spettacolari locali notturni d’Italia.
Una puntata ad Atrani per vedere l’antica piazza piena di caffè con dehors e
l’incantevole insenatura con una piccola spiaggia.
Affittare una barca ad Amalfi per perlustrare il litorale alla ricerca della
spiaggia perfetta.
Rimanere a bocca aperta davanti al panorama offerto dal belvedere di Villa
Cimbrone a Ravello.
SORRENTO
POP. 16.500
Pur essendo da tempo una rinomata località sul mare, Sorrento conserva intatti il
fascino e la raffinatezza d’un tempo. Qui persino i souvenir non sono la solita
paccottiglia kitsch, ma gli oggetti di gusto per cui Sorrento è famosa, come
ceramiche, pizzi e oggetti di legno intarsiato in vendita in suggestive vecchie
botteghe. L’unica nota negativa è la mancanza di una vera e propria spiaggia; la città
si sviluppa in alto sulla costa. Affacciata sul mare, gode comunque di una splendida
vista fino a Napoli e al Vesuvio.
Sorrento può essere una buona base da cui partire alla scoperta delle meraviglie della
zona: a sud potrete esplorare il paesaggio rurale più bello e incontaminato della
penisola, a est la Costiera Amalfitana, a nord Pompei e altri interessanti siti
archeologici e, appena al largo della costa, la mitica isola di Capri.
Sorrento
Che cosa vedere
1 Basilica di Sant’Antonino E2
2 Cattedrale D3
3 Centro storico C3
4 Chiesa di San Francesco D2
5 Marina Grande A2
6 Museo Bottega della Tarsia Lignea C3
7 Museo Correale G1
8 Sedile Dominova D3
9 Vallone dei Mulini E4
Attività, corsi e tour
10 Gelateria David F3
11 Parco della Villa Comunale D2
12 Sic Sic E1
Pernottamento
13 Casa Astarita C4
14 Grand Hotel Excelsior Vittoria E3
15 Hotel Astoria D3
16 Hotel Desiré A2
17 Hotel Rivage A4
18 Mignon D4
19 Nube d’Argento A3
20 Plaza Hotel E3
21 Ulisse B4
22 Villa Elisa E2
Pasti
23 Aurora Light E3
24 Da Emilia A2
25 Inn Bufalito C3
26 L’Antica Trattoria D3
27 La Fenice B4
28 O’Murzill C3
29 Refood D3
30 Ristorante il Buco E2
Locali e vita notturna
31 Bollicine D3
32 Café Latino C3
33 English Inn C4
34 Fauno Bar E3
Divertimenti
35 Teatro Tasso E2
Shopping
36 Gargiulo & Jannuzzi E3
37 La Rapida B3
38 Stinga E2
Che cosa vedere
Il centro della città è raccolto e tutti i principali luoghi interessanti sono raggiungibili
a piedi da Piazza Tasso. Sorrento offre il meglio di sé la sera, quando la posizione
elevata offre la possibilità di ammirare nuovi scorci panoramici illuminati dalle luci
del tramonto a ogni angolo delle vie piene di vita.
Museo Correale
MUSEO
( 081 878 18 46; www.museocorreale.it; Via Correale 50; ingresso €8; 9.30-18.30 mar-sab, fino alle 13.30
Questo museo situato a est del centro merita
dom in estate, 9.30-13.30 mar-dom in inverno)
sicuramente una visita per chiunque abbia un interesse particolare per il ricamo,
collezioni orologi a muro o sia un’autorità in campo archeologico. Oltre alla ricca
collezione di arte e artigianato napoletani tra il XVII e il XIX secolo, vi troverete
ceramiche, orologi e mobili giapponesi, cinesi ed europei e, al piano terra, manufatti
greci e romani. Il grosso della collezione, nonché la villa settecentesca che la ospita,
fu donato dai conti Alfredo e Pompeo Correale alla città negli anni ’20. Non
mancate di fare una passeggiata nei giardini ricchi di piante e fiori rari ed esotici con
una vista spettacolare sulla costa.
LE MIGLIORI SPIAGGE DELLA COSTIERA
AMALFITANA
Baia di Ieranto
Spiaggia di Fornillo
Marina di Praia
Bagni Regina Giovanna
Marina Grande
PORTO
Ciò che più si avvicina a una spiaggia è il piacevole tratto sabbioso
(Via Marina Grande)
che costeggia il porto di Marina Grande; per oziare un po’ al sole, i vicini pontili
sono attrezzati con ombrelloni e sdraio. Benché molto più piccolo, questo antico
borgo marinaro, con le sue case a tinte pastello, le barche dipinte a colori vivaci e i
pescatori intenti a rammendare le reti, ricorda vagamente l’isola di Procida nella baia
di Napoli. Alcuni buoni ristoranti di pesce cucinano il pescato della mattina.
Sedile Dominova
EDIFICIO STORICO
(Via San Cesareo) Incongruamente incuneato tra file di banchetti di souvenir dedicati al
tema dei limoni, questa costruzione quattrocentesca conserva squisiti, seppur
sbiaditi, affreschi originali. Si tratta di una loggia aperta su due lati e sormontata da
una cupola, creata all’epoca come luogo d’incontro dell’aristocrazia medievale.
Oggi è sede di un circolo dove i pensionati si ritrovano per giocare a carte.
Centro storico
CITTÀ VECCHIA
(Corso Italia) Corso Italia, animato da una miriade di negozi, ristoranti e bar, è il cuore
del centro storico di Sorrento. Ma imboccando gli stretti vicoli laterali si scoprono
vecchie case con le tipiche persiane verdi alle finestre, qualche antico palazzo,
piazzette e chiese. In questo dedalo di viuzze acciottolate si contendono lo spazio
anche alcuni eleganti edifici d’epoca, negozi di souvenir e simpatiche e semplici
trattorie.
Cattedrale
DUOMO
(Corso Italia; Per un colpo d’occhio sulla storia di Sorrento fate due
8-12.30 e 16.30-21)
passi lungo Via Pietà: da Piazza Tasso costeggiate due palazzi di epoca medievale e
raggiungete il duomo con il suo bell’affresco sulla facciata anteriore, il campanile a
tre piani, le quattro colonne classiche e l’elegante orologio in maiolica. Da notare, in
particolare, lo straordinario trono arcivescovile (1573) e i magnifici stalli lignei del
coro abbelliti dai tipici intarsi locali. La struttura originale della chiesa risale al XIV
secolo, ma nel corso del tempo ha subito vari rimaneggiamenti; al più recente di
questi, avvenuto all’inizio del XX secolo, si deve la facciata.
Museo Bottega della Tarsia Lignea
MUSEO
( 081 877 19 42; www.museomuta.it; Via San Nicola 28; interi/ridotti €8/5; 10-18.30 apr-ott, fino alle 17.30
nov-marzo)Sorrento è famosa fin dal XVIII secolo per i suoi mobili in legni pregiati
lavorati a intarsio con elaborati motivi ornamentali. Alcuni splendidi esempi di
questa particolare forma di artigianato sono raccolti in questo museo situato in un
palazzo settecentesco decorato con pregevoli affreschi. Il museo espone anche
un’interessante collezione di dipinti, stampe e fotografie di Sorrento e dintorni nel
XIX secolo.
Se siete interessati all’acquisto di oggetti intarsiati vi consigliamo il negozio di
Gargiulo & Jannuzzi, uno degli specialisti in questo settore da più tempo in attività
(offrono anche la spedizione a domicilio).
Chiesa di San Francesco
CHIESA
(Via San Francesco; Accanto al Parco della Villa Comunale si trova questa
8-13 e 14-20)
chiesa, una delle più belle di Sorrento. Immerso in una nuvola di bougainvillea e
rallegrato dal canto degli uccelli, il bel chiostro è circondato da un suggestivo
porticato arabeggiante i cui doppi archi intrecciati sono sorretti da colonne
ottagonali. La fama della chiesa è soprattutto dovuta al programma estivo di concerti
di musica classica che vedono la partecipazione di esecutori di livello internazionale.
Se siete interessati, informatevi sul calendario delle manifestazioni presso l’ufficio
turistico. I programmi prevedono anche il regolare allestimento di mostre d’arte.
Vallone dei Mulini
SITO STORICO
(Via Fuorimura) Da Via Fuorimura, subito alle spalle di Piazza Tasso, si può ammirare
uno straordinario fenomeno naturale: il Vallone dei Mulini, una profonda fenditura
nel fianco della montagna risalente all’eruzione di un vulcano avvenuta 35.000 anni
fa. In passato Sorrento era delimitata da tre gole, delle quali questa è l’unica
rimanente. Il nome del vallone si deve agli antichi mulini che un tempo si trovavano
qui e i cui resti sono ancora chiaramente visibili.
TORQUATO TASSO E SORRENTO
Com’è facilmente intuibile dalla presenza a Sorrento di Piazza Tasso e del
Teatro Tasso (ma anche di un Ristorante Tasso), questa è la città che ha dato
i natali al celebre poeta e drammaturgo autore de La Gerusalemme liberata,
che qui nacque nel 1544, per trasferirsi in tenerissima età con il padre prima
a Salerno e poi a Napoli. Vi farà ritorno per un breve periodo 30 anni più
tardi, ospite della sorella, in una tappa rocambolesca della sua tormentata
esistenza piena di peregrinazioni. La città ha dedicato al suo illustre figlio
la piazza che è il cuore della vita cittadina, dove campeggia la sua statua su
un alto piedistallo, mentre la casa natale del poeta oggi è inglobata nel
palazzo che ospita un hotel storico di Sorrento, il Tramontano.
Basilica di Sant’Antonino
CHIESA
(Piazza Sant’Antonino; Questa chiesa dedicata al santo patrono di Sorrento
9-12 e 17-19)
risale all’XI secolo ed è la più antica della città. Custodisce manufatti di epoca
romana, alcuni cupi dipinti medievali e la bizzarria di due costole di balena. Sembra
infatti che l’amatissimo santo patrono, oltre ad altri numerosi miracoli, abbia
ricuperato un bambino dallo stomaco di un cetaceo. Le ossa del santo sono sepolte in
una cripta settecentesca, sotto il pavimento dell’interno in stile barocco della chiesa.
Attività
Il modo migliore per perlustrare questa costa alta e frastagliata è dal mare, dopo aver
noleggiato una barca.
Sic Sic
GITE IN BARCA
( Affittate un’imbarcazione con
081 807 22 83; www.nauticasicsic.com; Marina Piccola; mag-ott)
o senza guida per scoprire le spiagge più belle della Costiera Amalfitana. Sic Sic
offre diversi tipi di motoscafi e gommoni a prezzi che partono da circa €40 l’ora o
€100 al giorno. Inoltre organizza gite in barca, servizi fotografici per matrimoni e
altro ancora.
Bagni Regina Giovanna
SPIAGGIA
Non essendovi vere e proprie spiagge, a Sorrento vi consigliamo di puntare sui
Bagni Regina Giovanna, una spiaggia rocciosa con acqua limpida e pulita situata
circa 2 km a ovest della città e circondata dalle rovine della villa romana di Pollio
Felice. Ci si può arrivare a piedi seguendo Via Capo, oppure risparmiare le forze e
servirsi dell’autobus SITA per Massa Lubrense.
Parco della Villa Comunale
PARCO
( Questo bel parco offre un panorama magnifico sul
8-24 estate, fino alle 23 in inverno)
Golfo di Napoli con il Vesuvio sullo sfondo. È particolarmente piacevole andarci al
tramonto, sedersi su una panchina, osservare la gente che passa e ascoltare gli
eccessi canori di qualche amante dell’opera. C’è anche un piccolo bar.
Feste ed eventi
Festival di Sorrento
MUSICA
Concerti di musica classica di livello internazionale si tengono nel chiostro della
Chiesa di San Francesco tra luglio e settembre.
Sant’Antonino
FESTA RELIGIOSA
( 14 feb) Sant’Antonino, il santo patrono di Sorrento, viene festeggiato ogni anno con
processioni e un immenso mercato. Al santo viene attribuito il salvataggio della città
dai bombardamenti che colpirono le vicine Napoli e Salerno durante la seconda
guerra mondiale.
Settimana Santa
PASQUA
Le celebrazioni della Settimana Santa di Sorrento sono note in tutta Italia. Alla
prima processione, che si svolge a mezzanotte del Giovedì Santo, i penitenti sfilano
vestiti con mantelli e cappucci bianchi; alla seconda processione, quella del Venerdì
Santo, i partecipanti indossano mantelli e cappucci neri per commemorare la morte
di Cristo.
Sagra della salsiccia e ceppone
GASTRONOMIA
( 12 e 13 dic) Agli amanti delle salsicce viene l’acquolina in bocca al pensiero di
questa sagra annuale che si festeggia arrostendo alla griglia su enormi falò centinaia
di chili di salsiccia da accompagnare a robusto vino locale.
Pasti
Nel centro città si concentra una miriade di bar, caffè, trattorie, ristoranti e perfino
qualche rosticceria takeaway. Molti locali, soprattutto quelli con camerieri in gilet
appostati all’esterno (o quelli che espongono sbiadite fotografie dei loro piatti), sono
vere e proprie trappole per turisti in cui si mangia male e si spende parecchio.
Fortunatamente non sono tutti così ed è possibile trovare una buona cucina anche in
centro città. Chi ha anche la fortuna di disporre di quattro ruote ha la possibilità di
raggiungere alcuni ottimi ristoranti disseminati nella campagna circostante, tra i
quali uno dei migliori d’Italia a Sant’Agata sui Due Golfi.
Da Emilia
TRATTORIA €
( 081 807 27 20; www.daemilia.it; Via Marina Grande 62; pasti €20; Aperto nel
12-14.30 e 19-24; )
1947 e gestito ancora dalla stessa famiglia, questo grande locale con fotografie di
una giovane Sophia Loren alle pareti offre un invitante ambiente casalingo e un
menu di piatti semplici e collaudati, come cozze al limone e spaghetti alle vongole.
Il dehors, caratterizzato da un romantico disordine, si affaccia sui pescherecci
colorati di Marina Grande.
A LEZIONE DI GELATO
Potrete far colpo sui vostri invitati portando in tavola un gelato fatto con le
vostre mani dopo essere andati a lezione dalla Gelateria David ( 081 807
36 49; www.gelateriadavidsorrento.it; Via Marziale 19), gestita da maestri
gelatai da tre generazioni. Il corso (€12) dura circa un’ora e al termine si
riceve un certificato. Gli orari variano a seconda delle richieste, quindi
organizzate la vostra lezione per telefono o di persona.
Tra le specialità della gelateria ci sono il ‘profumo di Sorrento’, un
delizioso sorbetto al limone, mandarino e arancio candito, il Pan David,
farcito con cioccolato o frutta fresca, e il babà al rum. Tranne il mango, la
gelateria usa soltanto frutta fresca di stagione, perciò i gusti variano di
conseguenza. Non mancano comunque i tradizionali gusti alle creme, di
una bontà che non ha nulla a che vedere con quelli delle grandi marche
industriali, e gusti salati per esempio al pesce.
L’Antica Trattoria
CAMPANO €€
( 081 807 10 82; www.lanticatrattoria.com; Via Padre Reginaldo Giuliani 33; portate principali €21-25, 4
portate €60; Salite sulla terrazza al piano superiore con pavimenti in maiolica e
12-23)
un tetto di rampicanti e vi sentirete lontani mille miglia dai vicoli all’esterno. La
meritata fama di migliore ristorante della città sarà confermata da una scelta di
eccellenti piatti tradizionali, tra cui diversi tipi di pasta fatta in casa e un piatto del
giorno di pesce. Vari tipi di menù: vegetariano, vegano, gluten free, degustazione,
mare terra e il conveniente ‘light lunch’ (solo a pranzo, €19,50). Alcuni giorni, dopo
le 20.30, il vostro pasto sarà rallegrato dalle esibizioni del mandolinista ‘della casa’.
Aurora Light
CAMPANO €€
( A prima vista il
081 877 26 31; www.auroralight.it; Piazza Tasso 3-4; portate principali €15; 12-24)
menu sembra più californiano che campano, data la presenza di fantasiose insalate
come una speziata combinazione di ceci e spinaci o di finocchio con barbabietola e
arancio. Il giovane ed entusiasta titolare si è invece ispirato alla cucina tradizionale
locale conferendole un tocco innovativo: zuppa di fagioli bianchi con calamaretti,
parmigiana di melanzane con salsa di pesce spada, rolatina ripiena di peperoni e altre
deliziose creazioni.
La posizione in Piazza Tasso è ideale per osservare il viavai della gente, ma una
delle peggiori per i gas di scarico delle auto.
Inn Bufalito
CAMPANO €€
( 081 365 69 75; www.innbufalito.it; Vico Primo Fuoro 21; pasti €25; Il proprietario
12-24; )
Franco Coppola (nessuna parentela con il famoso regista) promuove con grande
passione la gastronomia locale e i prodotti Slow Food. Ideato sia come bar-buffet
dedicato alla mozzarella sia come ristorante, l’Inn Bufalito è un locale raffinato che
propone deliziose specialità quali fonduta di formaggio alla sorrentina e carpaccio di
bufalo.
Vengono organizzate regolarmente degustazioni di formaggi, nonché mostre d’arte e
fotografia e musica dal vivo.
O’Murzill
NAPOLETANO €€
( 081 020 23 71; Via Accademia 17; pasti a partire da €20; Un ristorante che ci si
11.30-23)
aspetta di trovare in campagna e non nel centro di Sorrento. Appena sei tavoli (e altri
cinque all’esterno in estate) in una saletta che sembra appartenere a una casa privata
con cucina bene in vista sul fondo. Il breve menu si concentra sui piatti della
tradizione napoletana come pasta all’astice e antipasti semplici come baccalà fritto.
Non vi verranno offerti bruschetta al pomodoro e limoncello gratuiti, ma in
compenso una genuina e gustosa cucina casalinga a prezzi contenuti.
TRE GIORNI PERFETTI

Primo giorno: sul mare


Svegliatevi nella pittoresca Positano e dirigetevi verso la Spiaggia Grande
per sorseggiare un cappuccino osservando i pescherecci che dondolano
sulle onde. Perlustrate le eleganti boutique di moda, date un’occhiata alla
chiesa e fate una passeggiata fino alla più tranquilla spiaggia di Fornillo
per pranzo. Prendete il traghetto per la bella Amalfi e visitate il magnifico
duomo, i musei, i vicoli medievali e le straordinarie pasticcerie. Fermatevi
per la cena nell’incantevole Atrani, facilmente raggiungibile a piedi.

Secondo giorno: camminata in un paesaggio straordinario Alcuni


sentieri si snodano tra affascinanti itinerari costieri e la campagna. Gli
spiriti più intrepidi potranno cimentarsi con il percorso poeticamente
chiamato Sentiero degli Dèi, che sale in alto e segue la cresta tra Positano e
Praiano. Il tragitto richiede sei ore di cammino e può essere definito
‘mozzafiato’ in tutti i sensi del termine. Se non pensate di farcela, ci sono
altri itinerari più brevi e altrettanto incantevoli – nonché percorsi più
impegnativi su strade meno battute. Potrete procurarvi le mappe della zona
negli uffici turistici e nelle librerie.

Terzo giorno: il ‘selvaggio ovest’


Noleggiate un’auto a Sorrento e puntate verso gli stupendi panorami
montani e marini di questo poco noto angolo occidentale della penisola.
Uscite da Sorrento seguendo la strada costiera secondaria che serpeggia tra
uliveti e agrumeti. Fate un tuffo in mare sulla spiaggia di Marina di Puolo,
godetevi la bella vista su Capri dal belvedere di Massa Lubrense e
raggiungete la spettacolare Punta Campanella per altri panorami da favola.
Proseguite per Nerano e raggiungete a piedi la spiaggia della Baia di
Ieranto ‒ un’oretta di cammino ‒ per poi proseguire verso Sant’Agata sui
Due Golfi e ritornare a Sorrento.
Refood
CAMPANO €€
( 081 878 14 80; www.refoods.it; Via Reginaldo Giuliani 30, Via Accademia 10; pasti €35; 18-24, chiuso
mar nov-mag)L’ambiente postmoderno, con estrose lampade di design, tubi in acciaio a
vista e sedie colorate, è lontano anni luce dalle tradizionali trattorie locali. Optate per
una specialità di pasta come i tubettoni con olive, capperi e baccalà o per il classico
filetto di manzo.
La Fenice
CAMPANO €€
( 081 878 16 52; www.ristorantelafenicesorrento.com; Via degli Aranci 11; pasti €24; 12-14.45 e 19-23.30
mar-dom) Questo locale, troppo grande e luminoso per una romantica cena a due,
continua comunque a essere raccomandato dai sorrentini per la sua cucina semplice
e molto curata. Raccomandiamo in particolare il pesce e i frutti mare, per esempio le
cozze all’aglio e prezzemolo e i calamari alla griglia.
Ristorante il Buco
CAMPANO €€€
( 081 878 23 54; www.ilbucoristorante.it; Piazza Sant’Antonino 2a rampa Marina Piccola 5; pasti €60;
Questo ristorante, situato nell’antica cantina dei vini
12.30-14.30 e 19.30-23 gio-mar feb-dic)
di un monastero, propone un ambiente e una cucina tutt’altro che monastici.
L’accento è posto su una cucina regionale rivisitata in chiave innovativa, quindi
aspettatevi moderne combinazioni di pasta con salsa di scorfano o la treccia di
mozzarella e gamberi su un letto di capperi con salsa di pomodori e olive. D’estate ci
sono anche tavoli all’aperto vicino a una delle antiche porte cittadine. Consigliamo
di prenotare.
Locali e vita notturna
In quanto a locali e vita notturna, Sorrento offre un’ampia scelta tra birrerie con
maxischermi sintonizzati su Sky Sport, cantine rivestite in legno in cui degustare i
vini locali e bar eleganti in cui si servono cocktail fantasiosi e raffinati.
Café Latino
CAFFÈ, BAR
( 081 877 37 18, 338 702 51 55; Corso Italia 29/A; Questo è il posto giusto per fare
10-1 apr-set)
colpo sul proprio partner con un cocktail (a partire da €7) da sorseggiare all’aperto in
una romantica cornice di alberi di aranci e limoni. Ordinate un Mary Pickford (rum,
ananas, granatina e maraschino) oppure un bicchiere di vino bianco ghiacciato. Se
poi non ce la farete ad alzarvi dal tavolo, potrete anche mangiare sul posto (pasti
circa €30).
LA PENISOLA SORRENTINA A PIEDI
La splendida Baia di Ieranto, un’ampia insenatura a ferro di cavallo tra
Punta Campanella e Punta Penna, è generalmente considerata il più bel
posto della Penisola Sorrentina in cui fare il bagno. Per arrivarci si può
scegliere tra noleggiare una barca o incamminarsi a piedi dal villaggio di
Nerano, percorrendo una ripida discesa che fa parte di una più lunga
passeggiata di 6,5 km con inizio alla vicina Termini.
Questo pittoresco sentiero è uno dei 20 tracciati (per un totale di 110 km)
che attraversano la zona. I percorsi variano da gite di un’intera giornata,
come l’Alta Via dei Monti Lattari (14,1 km), che va dalle alture di
Fontanelle, vicino a Positano, a Punta Campanella, a passeggiate più brevi
adatte a tutta la famiglia.
Tutti gli uffici turistici della regione possono fornire cartine con il dettaglio
dei sentieri, contrassegnati da colori diversi. Con la sola eccezione dell’Alta
Via dei Monti Lattari, indicata in rosso e bianco sulle mappe, gli itinerari
più lunghi sono tutti segnati in rosso; i sentieri ‘costa-a-costa’ sono in blu,
quelli di collegamento tra i villaggi in verde e i percorsi ad anello in giallo.
Sul terreno i sentieri sono abbastanza ben segnati, tranne in alcuni casi dove
le scritte sono talmente sbiadite da risultare quasi illeggibili.
Bollicine
BAR
( 081 878 46 16; Via Accademia 9; La carta dei vini di questa scura vineria con
19.30-2)
pareti in legno e senza pretese elenca tutti i grandi nomi della produzione italiana e
una scelta di interessanti etichette locali. Se la decisione fosse difficile, il gentile
personale del bar vi saprà consigliare. Accompagnate il vino con un panino, una
bruschetta o un piatto di pasta.
English Inn
PUB
( La grande terrazza al piano superiore,
333 159 93 07; www.englishinn.it; Corso Italia 55; 9-2)
traboccante di bougainvillea e di piante di aranci, è un posto incantevole. Il locale
richiama soprattutto un pubblico di residenti stranieri attirati dai ritmi disco, dalle
serate di karaoke e dalla Guinness alla spina. I festeggiamenti si protraggono fino a
notte inoltrata, spesso fino alla prima colazione a base di uova e pancetta ideale per
smaltire i postumi della sbornia.
Fauno Bar
CAFFÈ
( 081 878 11 35; Piazza Tasso 13-15; Questo elegante caffè di Piazza
7-24 metà marzo-metà gen)
Tasso con camerieri vestiti a puntino occupa metà della piazza e offre la miglior
visuale di tutta la città sul viavai della gente. Il tasso di alcol nelle bevande è elevato
e i prezzi pure: quelli dei cocktail partono da circa €8,50, quelli di spuntini e panini
da €7.
Itinerario in auto
Sorrento–Amalfi: la ‘Strada del Nastro Verde’

INIZIO SORRENTO
FINE AMALFI LUNGHEZZA 51 KM; DUE
ORE

Questo itinerario, un’alternativa alla strada costiera per Amalfi, attraversa


magnifici paesaggi di montagna. Da Sorrento seguite la SS145 lungo il litorale
osservando le indicazioni per Napoli. Appena prima di Castellammare di Stabia
prendete la SS366 per Pimonte, un piccolo borgo rurale con strade in cui
sferragliano trattori agricoli. Fermatevi nella piazza principale per un assaggio
della specialità locale alle mandorle: la deliziosa torta palummo. Non
meravigliatevi di sentirvi osservati: qui di turisti se ne vedono pochi. Proseguite
lungo la SS366, tra boschi di faggi e uno sfondo di montagne rivestite di pinete.
Vi ritroverete nel cuore del Parco Regionale dei Monti Lattari.
La tappa successiva è il grazioso paesino di Agerola, specializzato nella
produzione casearia. Entrate in una delle tante gastronomie per comprare
formaggi locali come il fiordilatte e il caciocavallo prodotti sulle fertili montagne
circostanti. Troverete anche salami e salsicce di prima qualità. La strada prosegue
per Bomerano (37 km), un nome che suonerà familiare a chi avesse percorso il
Sentiero degli Dèi. Nella cinquecentesca Chiesa di San Matteo Apostolo potrete
ammirare il fregio della volta, quindi fate uno spuntino con uova in camicia su
toast all’Albergo Gentile o con un vasetto di yogurt casalingo da Fusco, Via
Principe di Piemonte 3.
La strada inizia ora a scendere verso il mare con ripidi e spettacolari tornanti; dai
punti di osservazione potrete ammirare il panorama con Conca dei Marini che
scintilla in lontananza. A Furore c’è un comodo parcheggio accanto alla
pittoresca Chiesa di Maria SS. delle Grazie, affiancata da un ristorante con dehors
e da una piccola gastronomia. Seguite la strada che costeggia il magnifico Fiordo
di Furore, una grande spaccatura che scende fino al mare. Al km 49,7 la strada si
biforca: qui si può scegliere se girare per Positano (16 km) o proseguire per
l’ultimo tratto di circa 1 km fino ad Amalfi.
Divertimenti
Teatro Tasso
TEATRO
( 081 807 55 25; www.teatrotasso.it; Piazza Sant’Antonino; compreso un cocktail €25; Sorrento Musical
Il Teatro Tasso, equivalente napoletano di un vecchio teatro di varietà
21.30 in estate)
londinese, mette in scena il Sorrento Musical, una rassegna di 75 minuti di classiche
canzoni sentimentali locali come ‘O sole mio’ e ‘Torna a Surriento’.
Shopping
Cuore dello shopping sorrentino è il centro storico pedonale. Cercate gli oggetti di
legno intarsiato, i gioielli in vetro di Murano, i pizzi e i merletti (tra i quali vestiti per
bambine ricamati e plissettati).
Gargiulo & Jannuzzi
ARTE, ARTIGIANATO
( 081 878 10 41; www.gargiulo-jannuzzi.it; Viale Enrico Caruso 1; 9-21 mag-ott, 9-19 nov, dic e marzo-apr)
Questo vecchio magazzino risalente al 1852 è un’istituzione di Sorrento. Gli esperti
commessi vi guideranno attraverso i tre piani di oggetti di produzione locale, come
ceramiche, oggetti di legno intarsiato, pizzi e terrecotte. I prezzi sono convenienti
come in altri negozi della città, ma la scelta è sicuramente maggiore.
La Rapida
SCARPE
( 338 877705; Via Fuoro 67; Nel centro storico ci sono numerosi negozi che
9-20)
vendono sandali in cuoio, ma al fondo di Via Fuoro troverete questo piccolo
calzolaio vecchia maniera. L’assortimento è limitato, ma la qualità è eccellente e i
prezzi (a partire da €30) di solito più convenienti. Esegue anche riparazioni.
Stinga
ARTE, ARTIGIANATO
( 081 878 11 30; www.stingatarsia.com; Via Luigi de Maio 16; Questo negozio che
9-20.30)
produce e vende interessanti oggetti in legno intarsiato da tre generazioni di artigiani
(e artigiane) merita senz’altro una puntata. I pezzi si caratterizzano per originalità,
soprattutto nell’uso del colore e dei motivi ornamentali a mosaico o geometrici. Vi
troverete anche una scelta di pregiati gioielli, alcuni dei quali in corallo, realizzati
dalla stessa famiglia.
Informazioni
Azienda Autonoma di Soggiorno di Sorrento Sant’Agnello (D2; 081 807 40 33;
www.sorrentotourism.com; Via Luigi de Maio 35; 8.30-20 lun-sab, 9-13 dom lug-
set, 8.30-16.15 lun-ven il resto dell’anno).
Per/da Sorrento
AUTOBUS
EAV ( 800 211 388; www.eavsrl.it) serve Napoli (€4,50; 1h 5 min) mentre le
autolinee SITA ( 344 103 1070; www.sitasudtrasporti.it) servono la Costiera
Amalfitana e Sant’Agata (€1,20; 35 min). Gli autobus partono dalla fermata quasi di
fronte all’ingresso della stazione della Ferrovia Circumvesuviana. I biglietti si
acquistano nella stazione stessa o nei negozi con il cartello blu e la scritta SITA.
AUTOMOBILE E MOTOCICLETTA
Arrivando da Napoli e in generale da nord, prendete l’autostrada A3 fino a
Castellammare di Stabia; uscite e seguite la SS145 in direzione sud.
IMBARCAZIONI
Sorrento è il principale punto di partenza per Capri ed è anche molto ben collegato
via traghetto con Ischia, Napoli e le località della Costiera Amalfitana, soprattutto
durante i mesi estivi.
Caremar ( 081 18 96 66 90; www.caremar.it) Traghetti per Capri (€14,70, 35 min,
4 partenze al giorno).
Gescab ( 081 807 18 12; www.gescab.it) Aliscafi per Napoli (€12,80, 20 min, 18
partenze al giorno) e per Capri (€16,80, 20 min, 18 partenze al giorno) e durante la
stagione estiva anche per Ischia (€21,20, 1 h, 2 partenze al giorno), Positano (€16,
30 min, 1 partenza al giorno) e Amalfi (€17, 50 min, 1 partenza al giorno).
UNICO COSTIERA
Se avete in programma di spostarvi per lo più con gli autobus SITA e/o con
la Ferrovia Circumvesuviana, vi consigliamo di risparmiare denaro e
intoppi acquistando una tessera Unico Costiera (www.unicocampania.it),
disponibile in diversi tipi: validità 45 minuti (€2,50), 90 minuti (€3,80), 24
ore (€7,60) e 72 ore (€18). Oltre che sui mezzi SITA ed EAV e sulla
Circumvesuviana, le tessere da 24 e 72 ore possono essere usati
sull’autobus turistico City Sightseeing in servizio tra Amalfi e Ravello e tra
Amalfi e Maiori. È possibile acquistare i biglietti per diverse corse nello
stesso momento. Il periodo di validità del biglietto inizia dal momento in
cui viene obliterato sull’autobus o sul treno.
Trasporti locali
PER/DALL’AEROPORTO
L’Aeroporto di Napoli Capodichino è il più vicino a Sorrento e alla Costiera
Amalfitana.

Autobus Curreri effettua 6-8 corse al giorno dall’aeroporto Napoli Capodichino a


Sorrento. Gli autobus partono dal terminal arrivi e fanno capolinea a Sorrento in
Piazza Angelina Lauro. I biglietti per il tragitto di 75 min (€10) si acquistano
direttamente sull’autobus.

Taxi
Un taxi dall’aeroporto a Sorrento costa €85.
AUTOMOBILE E MOTOCICLETTA
A Sorrento troverete tutte le grandi compagnie di autonoleggio internazionali, più
alcune locali.
Autoservizi De Martino ( 081 878 28 01; www.autoservizidemartino.com; Via
Parsano 8) Offre auto a partire da €54 al giorno, €280 la settimana, oltre a scooter da
50cc a partire da €23 per 4 h.
Avis ( 081 878 24 59; www.avisautonoleggio.it; Corso Italia 322)
Hertz ( 081 807 16 46; www.hertz.it; Via Capo 8)

Parcheggio
In piena estate trovare da parcheggiare può rivelarsi molto frustrante, soprattutto
perché gran parte dei posteggi lungo le strade è riservata ai residenti e il centro città
è chiuso al traffico per gran parte della giornata. Ci sono parcheggi auto ben
segnalati vicino al terminal dei traghetti, all’angolo tra Via degli Aranci e Via
Renato, e verso l’uscita dalla città in direzione ovest, vicino a Via Capo (€2 l’ora).
TRENO
Sorrento è l’ultima fermata della Ferrovia Circumvesuviana in arrivo da Napoli. I
treni partono ogni 30 min da Napoli (€4.50, 70 min) e viaggiano via Pompei (€2,80,
30 min) ed Ercolano (€3,40, 50 min). Conviene acquistare una tessera Unico
Costiera.
A OVEST DI SORRENTO
Trovandovi da queste parti in piena estate, potreste considerare l’idea di sfuggire alle
folle turistiche puntando sulle verdi colline intorno a Sorrento. Conosciuta come
terra di sirene, che si riteneva abitassero a Li Galli (un minuscolo arcipelago al largo
della costa sud della penisola), la zona a ovest di Massa Lubrense è una tra le più
belle e ancora intatte del paese.
Strade tortuose si snodano tra le colline ricoperte di ulivi e piante di limoni
attraversando paesini sperduti e porticcioli di pescatori. A ogni svolta della strada si
apre un panorama meraviglioso, in particolare dai punti più elevati che dominano
Punta Campanella, il punto più occidentale della Penisola Sorrentina. Al largo,
l’incantevole Capri attira il visitatore seducendolo con la sua vicinanza.
Massa Lubrense
La prima cittadina che s’incontra seguendo la costa da Sorrento verso ovest è Massa
Lubrense. Situato 120 m sul livello del mare, l’abitato di Massa è sparso tra il mare e
le colline e consta di un piccolo centro città e di ben 17 frazioni collegate da un
intricato reticolo di sentieri e mulattiere. Chi non disponesse di un asino potrà
servirsi dei buoni trasporti stradali offerti dagli autobus SITA che fanno
regolarmente la spola tra le diverse frazioni.
VIAGGIARE IN COSTIERA
Fate della ben collegata Sorrento la vostra base da cui esplorare la costa,
usando per lo più i traghetti che da aprile a settembre collegano
comodamente le principali località turistiche della Costiera. Biciclette e
motorini sono utili per esplorare l’entroterra, cosa che si può fare anche
camminando: la zona è infatti attraversata da numerosi sentieri
escursionistici. La Ferrovia Circumvesuviana collega Napoli (Piazza
Garibaldi) con Sorrento, da dove si possono raggiungere Positano, Amalfi e
Salerno tramite un efficiente servizio di autobus.
Noleggiando un’auto a Sorrento si possono anche mettere alla prova le
proprie abilità al volante con la miriade di tornanti della celebre strada
litoranea, ma tenete presente che, anche se le distanze sono tutto sommato
brevi, il traffico estivo significa spesso viaggi lentissimi e stressanti.
Che cosa vedere e fare
Chiesa di Santa Maria delle Grazie
CHIESA
(Largo Vescovado; Lungo il lato nord del centrale Largo Vescovado, la
7-12 e 16.30-20)
cinquecentesca Chiesa di Santa Maria delle Grazie, antica cattedrale della città,
merita un’occhiata per gli squisiti pavimenti in maiolica. Non dimenticate la
macchina fotografica, perché da questo punto c’è un panorama favoloso su Capri.
Marina della Lobra
PORTO
Dal centrale Largo Vescovado una strada di 2 km scende a questo bel porticciolo
turistico a ridosso di casette un po’ rovinate e di verdi pendii (in pratica, a piedi si
tratta di 40 minuti di discesa e di una salita letteralmente ‘mozzafiato’ di circa
un’ora). Da Marina della Lobra si può noleggiare una barca per esplorare le piccole
baie e insenature lungo la costa, altrimenti difficili da raggiungere.
Coop Marina della Lobra
GITE IN BARCA
( Affidabile cooperativa con sede in
081 808 93 80; www.marinalobra.com; Marina della Lobra)
un chiosco accanto al parcheggio. Organizza anche gite a Capri (€50).
Pasti
La Torre
CUCINA DI MARE €€
( 081 80 89 566; www.latorreonefire.it; Piazzetta Annunziata 7; pasti €30; 12-15.30 e 18.30-23, chiuso mar
Delizioso, informale e affacciato su una
in inverno; il periodo di ferie varia ogni anno)
piazzetta tranquilla, questo ristorante offre una cucina tradizionale, specialmente di
mare, da leccarsi i baffi e con un’attenzione ai prodotti presidio Slow Food. Il menu
è stagionale, ma tutto l’anno si può fare affidamento su classici come i totani con
patate. Vale anche la pena di prendere in considerazione la botta di colesterolo
rappresentata dalla degustazione di ben nove formaggi (€6), dalla caciottina fresca di
Massa Lubrense allo stagionato semiduro ‘provolone del monaco’.
Dopo il delizioso pasto nel dehors scendete al belvedere per immortalare con una
fotografia un ampio e raro scorcio panoramico su Capri, Ischia, Procida, Napoli e il
Vesuvio.
FRUTTI DI MARE DA JET SET
Lo Scoglio ( 081 808 10 26; www.hotelloscoglio.com; Piazza delle Sirene
15, Massa Lubrense; pasti €60; 12.30-17 e 19.30-23) è l’unico ristorante
del porticciolo turistico di Massa Lubrense accessibile direttamente dal
mare ed è uno dei preferiti dalle celebrità di passaggio. Recentemente si
sono visti da queste parti Johnny Depp, Steven Spielberg e Sienna Miller,
mentre in passato hanno posato qui per i fotografi Elton John, Rod Stewart
e Michael Caine, ora immortalati sulle pareti del locale.
L’ambientazione è sicuramente memorabile: su un pontile in legno è stato
costruito un padiglione di vetro intorno a una fontana che zampilla in una
vasca piena di pesci. La cucina è di altissimo livello (e i prezzi pure). Il
menu propone anche piatti di terra come ravioli alla caprese e bistecca, ma
qui si viene soprattuto per il pesce. Vi consigliamo un antipasto di pesce
crudo (€30) su un letto di ghiaccio, seguito da spaghetti ai ricci di mare, la
specialità locale. Nonostante la ventata di glamour che il genere di clientela
porta con sé, il ristorante è rimasto un posto senza pretese a conduzione
familiare, con tanto di nonna che non perde d’occhio la cassa.
Funiculì Funiculà
CUCINA DI MARE €€
( 081 808 98 99; Via Fontanelle 16, Marina della Lobra; pasti €32; 12-15 mar-dom, più 19-23.30 sab e dom
apr-ott; Da questo bel bar-ristorante sul lungomare di Marina della Lobra la vista
)
spazia su Ischia, Capri e il Vesuvio. Non sorprende che il menu sia dominato da
pesce e frutti di mare, ma ci sono anche insalatone miste, in pratica un pasto
completo adatto alle famiglie, e la solita scelta di carne alla griglia. Per dessert
ordinate una macedonia di frutta fresca o spostatevi nel vicino caffè per una
deliziosa crêpe al cioccolato o un gelato.
Informazioni
Pro Loco ( 081 533 90 21; www.massalubrenseturismo.it; Viale Filangieri 11;
9.30-13 tutti i giorni, più 16.30-20 lun-sab mag-ott) Fornisce orari degli autobus e
cartine.
Per/da Massa Lubrense e trasporti locali
AUTOBUS
Gli autobus SITA ( 344 103 1070; www.sitasudtrasporti.it) partono tutti i giorni,
ogni ora dalle 7 alle 21, dalla stazione della Circumvesuviana a Sorrento (€1,20, 20
min) che potrete raggiungere comodamente da Napoli (€4,50; 1h 5 min).
AUTOMOBILE
Massa Lubrense è comodamente raggiungibile in auto da Sorrento in una ventina di
minuti.

Parcheggio
Per trovare un parcheggio dovrete perlustrare le vie della città. In centro ci sono
alcuni posteggi con parchimetro (€2 l’ora).
Sant’Agata sui Due Golfi
Arroccata in alto sulle colline sopra Sorrento, Sant’Agata sui Due Golfi è la più
famosa delle 17 frazioni di Massa Lubrense. Come suggerisce il nome, gode di una
vista senza pari sui due golfi: sulla Baia di Napoli da una parte e sul Golfo di
Salerno dall’altra. Si tratta di una località tranquilla e suggestiva, che riesce a
conservare il suo rustico charme nonostante la presenza piuttosto invadente di
diversi alberghi.
Per la gioia degli escursionisti, la zona è attraversata da circa 22 sentieri ben segnati
e tenuti con cura per una lunghezza totale di 110 km. Per informazioni rivolgetevi
all’ufficio turistico. Se invece preferite una breve e tranquilla passeggiata che non
richiede né bussola né scarponi, vi consigliamo il pittoresco sentiero di Circumpiso
(3 km) che va da Sorrento a Sant’Agata. Dalla Piazza Tasso di Sorrento
incamminatevi verso sud lungo Viale Caruso e Via Fuorimura. Sulle mappe
escursionistiche fornite dagli uffici turistici il sentiero di Circumpiso è indicato in
verde. Il tragitto richiede circa un’ora.
Che cosa vedere
Chiesa di Sant’Agata
CHIESA
(Piazza Sant’Agata; La chiesa parrocchiale di Sant’Agata, nel centro del
8-13 e 17-19)
paese, ha un bell’interno affrescato e deve la propria fama al secentesco altare di
marmo, un raffinato lavoro d’intarsio di marmi policromi, madreperla, lapislazzuli e
malachite.
Convento del Deserto
MONASTERO, BELVEDERE
( 081 878 01 99; Via Deserto; Questo
belvedere 10-12 e 17-19 in estate, 10-12 e 15-17 in inverno)
convento carmelitano si trova 1,5 km sopra il centro di Sant’Agata (perciò prima di
mettervi in marcia leggete con attenzione quanto segue). Fondato nel XVII secolo, il
monastero ospita ancora una comunità di monache benedettine di clausura.
L’edificio in sé è di modesto interesse (a meno che non siate una suora), ma per il
panorama a 360 gradi che si gode da lassù vale sicuramente la pena di mettere alla
prova la resistenza delle proprie ginocchia.
Pasti
Per essere un posto così piccolo, Sant’Agata offre una scelta sorprendente di
ristoranti sofisticati.
Lo Stuzzichino
NAPOLETANO €
( 081 533 00 10; www.ristorantelostuzzichino.it; Via Deserto 1a; menu degustazione €39, menu tradizione €33;
pasti €18, pizza a partire da €5; Questo ristorante affiliato a Slow Food è gestito
feb-dic)
dal simpatico proprietario Domenico de Gregorio. Provate le specialità della casa:
involtini di pesce ripieni di provola affumicata, zuppa di pesce con verdure di
stagione, minestra maritata, pasta e patate con il provolone del monaco, ravioli al
profumo di limone massese con vongole veraci. I rari gamberetti di Crapolla sono
deliziosi.
Ristorante Don Alfonso 1890
MEDITERRANEO €€€
( 081 878 00 26, 081 533 05 58; www.donalfonso.com; Corso Sant’Agata 11; pasti €115-125; chiuso lun e
Questo ristorante stellato
mar, tranne mar sera metà giu-metà set, chiuso inizio nov-fine marzo; )
Michelin è considerato uno dei migliori d’Italia. Il menu stagionale, preparato con i
prodotti dell’azienda agricola di 9 ettari dello chef, comprende squisitezze come
tonno leggermente rosolato in salsa di peperoni rossi e pasta alle vongole e zucchine.
La carta dei vini elenca le migliori etichette nazionali e internazionali. La
prenotazione è indispensabile. Il ristorante fa parte dell’hotel omonimo e organizza
anche corsi di cucina.
Informazioni
Pro Loco ( 081 533 01 35; www.santagatasuiduegolfi.it; Corso Sant’Agata 11; 9-
13 e 17.30-21) Per informazioni su Sant’Agata e dintorni rivolgetevi a questo
piccolo ufficio turistico sulla piazza principale.
Per/da Sant’Agata sui Due Golfi e trasporti locali
AUTOBUS
Gli autobus SITA ( 344 103 1070; www.sitasudtrasporti.it) partono ogni ora dalla
stazione della Circumvesuviana di Sorrento (€1,20; 35 min).
AUTOMOBILE
Da Sorrento seguite la SS145 in direzione ovest per circa 7 km, fino a che vedrete il
cartello con il bivio per Sant’Agata sulla destra.

Parcheggio
Di solito si trova facilmente da parcheggiare in strada, tranne che in agosto,
soprattutto la sera.
Marina del Cantone
Da Massa Lubrense dirigetevi verso l’altro lato della costa e seguite il bel sentiero
escursionistico che da Nerano scende alla meravigiosa Baia di Ieranto e
all’incantevole Marina del Cantone. Questo non è soltanto un paesino semplice e
tranquillo con una spiaggetta di ciottoli, ideale per un breve soggiorno, ma una
località famosa in tutta la zona per la rinomata cucina che attira schiere di VIP anche
da Capri.
Attività
Queste acque molto frequentate dai subacquei sono protette come parte della riserva
di 11 kmq di Punta Campanella. La riserva è destinata al mantenimento di un
ecosistema marino caratterizzato da grotte sommerse ricche di flora e fauna.
Nettuno Diving
IMMERSIONI
( Immergetevi nelle profondità di
081 808 10 51; www.sorrentodiving.com; Via Vespucci 39; )
questa riserva marina con un operatore munito di certificato PADI che organizza
attività subacquee per tutte le età e livelli di esperienza, tra cui snorkelling, corsi per
principianti e immersioni in grotta, al largo di Capri e all’arcipelago di Li Galli. I
prezzi partono da €25 (bambini €15) per un’uscita di un’intera giornata nella Baia de
Ieranto. Nettuno Diving organizza anche il pernottamento a prezzi ragionevoli.
LA STRADA DEL NASTRO AZZURRO
La statale SS163 che va da Vietri sul Mare a Sant’Agata sui Due Golfi,
vicino a Sorrento, è soprannominata Strada del Nastro Azzurro ed è uno dei
percorsi più spettacolari d’Italia. Voluta da Ferdinando II di Borbone re
delle Due Sicilie e terminata nel 1853, la strada si snoda per l’intera
lunghezza della Costiera Amalfitana, descrivendo tornanti incredibilmente
stretti e superando profondi burroni e gallerie scavate nella roccia viva. Si
tratta di una grandiosa opera d’ingegneria civile, anche se, come notò John
Steinbeck nel suo articolo Positano del 1953, la strada ‘è stata progettata
attentamente per risultare un po’ più stretta di due automobili affiancate...’.
In breve, questo tragitto di 50 km che mette alla prova l’abilità e il coraggio
di chi è alla guida vi terrà le mani incollate al volante e vi farà apprezzare le
straordinarie capacità degli autisti degli autobus locali. Il prezzo da pagare
per i sublimi scorci panoramici che si presentano di volta in volta è
rappresentato dai numerosi tornanti a gomito e dai vertiginosi precipizi a
picco sul mare, spesso con barriere alte non più di un metro a separarvi
dall’oblio per l’eternità.
Costruita in origine per le carrozze a cavalli, la strada tende a restringersi
ancora di più in corrispondenza dei tornanti. Per evitare di bloccare gli
autobus in arrivo dalla direzione opposta, controllate gli specchi circolari
collocati sul ciglio della strada e prestate attenzione ai clacson: se ne sentite
uno dietro una curva, rallentate immediatamente, perché il suono è
invariabilmente seguito dalla comparsa di un pullman. Evitate questa strada
in alta stagione, cioè in luglio e agosto, e nelle ore di punta del mattino, del
pranzo e della sera. Il trucco è quello di restare sempre calmi, anche quando
il vostro bambino dà di stomaco sul sedile posteriore o chi vi sta accanto
insiste perché guardiate il panorama mentre affrontate una curva cieca.
Comunque, se (comprensibilmente) non ve la sentiste di mettervi al
volante, potrete sempre servirvi degli autobus di linea SITA che effettuano
questo percorso tutti i giorni.
Per/da Marina del Cantone
SITA ( 344 103 1070; www.sitasudtrasporti.it) Sorrento e Marina del Cantone sono
collegati da autobus di linea con partenza dalla stazione della Circumvesuviana di
Sorrento (€1,20; 50 min).
A EST DI SORRENTO
Più costruita e meno fascinosa della costa a ovest di Sorrento, quella a est della città
non è però priva di aspetti interessanti. Tra questi, per esempio, la Spiaggia di
Alimuri, la distesa di sabbia più lunga della costa a Meta di Sorrento, e le ville
romane di Castellammare di Stabia 12 km più avanti.
Sopra Castellammare, accessibile con una salita di otto minuti in seggiovia
(interi/ridotti €7/3,50; circa 30 corse al giorno apr-ott) dalla stazione della
Circumvesuviana, si erge il Monte Faito (1131 m), una delle vette più alte dei Monti
Lattari. Ammantata di fitti boschi di faggi, la montagna offre la possibilità di belle
passeggiate e magnifici panorami.
Vico Equense
Chiamata Aequa dai romani, Vico Equense (Vico) è una cittadina situata sulla cima
di un’altura circa 10 km a est di Sorrento, da cui dista soltanto cinque fermate della
Ferrovia Circumvesuviana. Ignorata dalla maggior parte dei turisti soprattutto
stranieri, Vico conserva un clima rilassante e autentico che merita una breve sosta,
anche per un assaggio della sua famosa pizza al metro.
Che cosa vedere
Chiesa dell’Annunziata
CHIESA
(Via Vescovado; Situata in posizione spettacolare, l’ex cattedrale di Vico è
10-12 dom)
l’unica chiesa gotica della Penisola Sorrentina. Poco rimane però dell’originale
struttura trecentesca, se non le finestre ai lati dell’altare maggiore e alcune arcate
delle navate laterali. Gran parte della costruzione attuale, infatti, compresa la
screpolata facciata bianca e rosa, è nello stile barocco del XVII secolo.
Nella sacrestia sono appesi i ritratti di tutti i vescovi della diocesi di Vico, tranne
quello dell’ultimo di essi, Michele Natale, giustiziato nel 1799 come sostenitore
della sfortunata Repubblica partenopea. Al suo posto è stato collocato un angelo che
porta un dito alle labbra: un monito al povero vescovo a tenere per sé le sue idee
liberali.
Pasti
Ristorante & Pizzeria da Gigino
PIZZA
( Gestita dai
081 879 83 09; www.pizzametro.it; Via Nicotera 15; pizza al metro €12-26; 12-1; )
cinque figli dell’inventore della pizza al metro Gigino Dell’Amura, questo locale
simile a un granaio sforna quotidianamente chilometri di pizza dai suoi tre
giganteschi forni a destra dell’entrata. Le varietà di pizza sono innumerevoli e la
qualità superlativa. Nonostante disponga di circa 2000 posti, spesso si deve aspettare
per avere un tavolo. Non si accettano prenotazioni.
PICCOLI BORGHI ANTICHI
Disseminati tra le colline intorno a Vico Equense ci sono diversi antichi
paesini detti ‘casali’. Sconosciuti al turismo di massa, questi borghi offrono
un colpo d’occhio su una vita contadina che sembra essere poco cambiata
nel corso dei secoli. Avrete comunque bisogno di un’auto per visitare la
zona. Da Vico prendete Via Roma e poi seguite Via Raffaele Bosco che si
snoda attraverso i casali prima di ritornare sui suoi passi. Di particolare
interesse sono Massaquano e la Cappella di Santa Lucia (apre su richiesta)
nota per gli affreschi trecenteschi della scuola di Giotto. Anche Moiano
merita un’occhiata; da qui un antico sentiero sale in cima al Monte Faito.
Infine c’è Santa Maria del Castello, con la sua vista favolosa verso sud-
est.
Marina di Equa, 3 km a ovest di Vico, si erge sul luogo in cui anticamente
si trovava l’insediamento romano di Aequa. Tra i bar e i ristoranti che
costeggiano la spiaggia si stagliano i resti della Villa Pezzolo del I secolo
d.C., la struttura difensiva della Torre di Caporivo e le rovine di una cava di
calcare di epoca medievale.
Informazioni
Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Turismo di Vico Equense ( 081 801
57 52; www.vicoturismo.it; Via Filangieri 100, Palazzo Comunale; 9-14 e 15-20
lun-sab, 9.30-13 dom giu-set; 8-19 lun-ven e 9-17 sab, il resto dell’anno) Un ufficio
turistico sulla piazza principale molto informato su attrattive ed eventi della zona.
CITTADINE DELLA COSTIERA AMALFITANA
Positano
POP. 3900
Positano, la cittadina più pittoresca della costa, è una località da cartolina: una
cascata di case color pesca, rosa e terracotta sbiadite dal sole che, aggrappata alla
roccia, scende a picco sul mare. Non meno suggestive sono le ripide viuzze e le
scalinate drappeggiate in nuvole di glicine e fiancheggiate da alberghi e ristoranti di
lusso e boutique alla moda.
Basta comunque gettare l’occhio oltre le facciate eleganti per scoprire rassicuranti
segni di vita reale: stucchi che si sgretolano, vernici scrostate e persino,
occasionalmente, un vago sentore di acque di scolo. Positano conserva l’atmosfera
tipica delle località di vacanza mediterranee, con la gente che mangia la pizza sulla
spiaggia, i bambini che assillano i genitori perché gli comprino il gelato e signore
eleganti che si aggirano indaffarate tra le boutique. La ‘moda Positano’ ha una lunga
storia che risale agli anni ’60, quando la cittadina fu la prima d’Italia a importare il
bikini dalla Francia. John Steinbeck visitò Positano nel 1953 soggiornando
all’abergo Le Sirenuse e in un articolo per Harper’s Bazaar scrisse: “Positano
colpisce profondamente. È un luogo da sogno che non sembra del tutto reale finché
ci si trova lì, ma che appare perfettamente reale nel ricordo e nella voglia di
ritornarci dopo che si è andati via”.
Positano ha certamente qualcosa di speciale che si riflette, com’è prevedibile, sui
prezzi, generalmente più alti rispetto a qualsiasi altra località della Costiera.
Positano
Che cosa vedere
1 Chiesa di Santa Maria Assunta E2
2 Liquid Art System D2
Palazzo Murat (v. 9)
Attività, corsi e tour
3 Blue Star E3
4 L’Uomo e il Mare D3
Pernottamento
5 Casa Celeste A2
6 Florida Residence A2
7 Hostel Brikette B1
8 Hotel California E2
9 Hotel Palazzo Murat E2
10 Hotel Villa Gabrisa B2
11 Pensione Maria Luisa B3
12 Villa Franca C2
13 Villa Nettuno C3
Pasti
14 Da Vincenzo C3
15 La Brezza E3
16 La Cambusa E3
17 Next2 B2
18 Ristorante Max D2
19 Ristorante Saraceno d’Oro B2
20 Wine Dark House D2
Locali e vita notturna
21 Da Ferdinando B4
La Zagara (v. 19)
22 Music on the Rocks F3
Shopping
23 La Bottega di Brunella D1
24 La Botteguccia di Giovanni D2
25 Umberto Carro D1
Che cosa vedere e fare
Ciò che più colpisce chi arriva a Positano è la visione di quel grappolo di case color
pastello, affastellate l’una sull’altra e aggrappate all’alta costa boscosa, che scende
verso la Spiaggia Grande. Anche se la striscia di sabbia grigia ricoperta da schiere
di ombrelloni colorati non ne fa una spiaggia da sogno, l’acqua è pulita e la
posizione incantevole. L’affitto di una sdraio e un ombrellone in uno stabilimento
privato costa circa €18 per persona al giorno, mentre l’affollata spiaggia pubblica è
gratuita.
In paese ci si sposta prevalentemente a piedi. Se le ginocchia lo consentono, si
possono affrontare le decine di vicoli e scale che rendono salite e discese
relativamente agevoli, anche perché chiuse al traffico delle auto. Una buona scelta è
prendere l’autobus locale, raggiungere il punto più alto della città, ammirare la
splendida vista e poi ridiscendere a piedi gradinate e ripide viuzze godendo degli
indimenticabili scorci panoramici lungo il percorso.
Chiesa di Santa Maria Assunta
CHIESA (Piazza Flavio Gioia; 8-12 e 16-21) Questa chiesa, con la bella cupola rivestita di
maioliche colorate, è il monumento più importante di Positano, se non proprio
l’unico d’interesse storico e artistico. Se la si visita nei weekend può capitare di
assistere a un matrimonio, essendo la chiesa molto richiesta per queste cerimonie.
Il bell’interno in stile classico è ornato di colonne sormontate da capitelli ionici
dorati e di cherubini alati che fanno capolino dall’alto di ogni arcata. Sopra l’altare
maggiore si vede una Madonna nera bizantina col Bambino. Durante i lavori di
restauro della piazza e della cripta sono stati scoperti i resti di una villa romana; gli
scavi sono tuttora in corso e chiusi al pubblico.
Liquid Art System
GALLERIA D’ARTE
( 089 87 52 57; www.liquidartsystem.com; Via dei Mulini 16; Nascosta tra
10-24 apr-nov)
pittoresche boutique e negozi di ceramiche sul tema ‘limoni’, la galleria di Franco
Senesi è uno spazio espositivo luminoso e arioso, con diverse sale in cui sono
esposte le opere di oltre una ventina di pittori e scultori moderni italiani. Qui si può
girovagare indisturbati ammirando (e forse anche acquistando) opere d’arte
abbastanza varie da soddisfare la maggior parte dei gusti. I soggetti spaziano da
raffinati disegni dal vero a vivaci paesaggi surrealisti e sculture astratte
d’avanguardia. La galleria può occuparsi della spedizione a domicilio.
Palazzo Murat
PALAZZO
( Questo palazzo situato subito a ovest
089 875 177; www.palazzomurat.it; Via dei Mulini 23)
della Chiesa di Santa Maria Assunta è ora diventato un hotel di lusso. Il
pernottamento in questo albergo può forse non rientrare nel vostro budget, ma niente
vi impedisce di visitare lo stupendo giardino interno pieno di fiori e bere qualcosa
nel patio drappeggiato di rampicanti ripensando alla breve e tragica storia di
Gioacchino Murat, il re francese di Napoli che fece adattare il palazzo settecentesco
a residenza estiva sua e della moglie Carolina Bonaparte, sorella di Napoleone.
Blue Star
GITE IN BARCA
( L’agenzia Blue Star, con sede
089 81 18 88; www.bluestarpositano.it; Spiaggia Grande; 8.30-21)
in un chiosco sulla Spiaggia Grande, noleggia piccole barche a motore (€200 per 4
h). Fate una gita all’arcipelago di Li Galli, quattro isolette su cui, secondo Omero,
vivevano le sirene. Blue Star organizza anche interessanti escursioni giornaliere a
Capri e alla Grotta dello Smeraldo (€60).
Sull’isola di Gallo Lungo potrete vedere da lontano una magnifica villa, un tempo
appartenente al grande ballerino russo Rudolf Nureyev e tuttora di proprietà privata.
PASSEGGIATA A FORNILLO
Questa piacevole camminata che prevede un numero accettabile di scalini
porta dalla Spiaggia Grande di Positano alla Spiaggia di Fornillo. Lasciate
perdere i tacchi e indossate scarpe da ginnastica: Fornillo si dà meno arie
della sua pretenziosa vicina e la sera, quando prendono vita i suoi bar sulla
spiaggia, ci si diverte.
Per arrivarci dirigetevi verso l’estremità ovest della Spiaggia Grande,
accanto al porto dei traghetti, e risalite la scalinata. Superate la Torre
Trasita, una delle tante torri medievali di guardia che proteggevano gli
abitanti della costa dalle incursioni dei pirati, oggi trasformata in casa
privata. Seguite il sentiero che costeggia spettacolari formazioni rocciose,
piccole insenature di acque turchesi e barche che dondolano sul mare fino
alla bella spiaggia di Fornillo, giusto in tempo per godervi una bibita fresca
o un enorme gelato.
L’Uomo e il Mare
GITE IN BARCA
( Quest’agenzia con sede in un
3396646646; 089 81 16 13; www.escursioniluomoeilmare.it; 9-20)
chiosco vicino al terminal dei traghetti, organizza una serie di gite in barca in
giornata con mete come Capri e Amalfi (prezzi a partire da €55) e una romantica
crociera al tramonto con champagne a Li Galli (€40).
Pasti
Tenete presente che più ci si avvicina al lungomare più i prezzi aumentano, compresi
ovviamente quelli dei ristoranti. Molti locali d’inverno chiudono, oppure riaprono
brevemente soltanto tra Natale e Capodanno.
La Brezza
CAFFÈ €
( Per un
089 87 58 11; www.labrezzapositano.it; Via Regina Giovanna 2; spuntini circa €6; 9-1; )
panino o uno spuntino non c’è niente di meglio di questo caffè di fronte alla
spiaggia, con un interno nei toni del grigio acciaio e bianco, connessione internet e
wi-fi gratuiti e un dehors con vista sul mare e sul molo. La Brezza organizza
regolarmente mostre d’arte e la happy hour quotidiana ( 18-20) prevede drink con
piattini gratuiti.
Donna Rosa
CAMPANO €€
( 089 81 18 06; www.drpositano.com; Via Montepertuso 97-99, Montepertuso; pasti a partire da €40; 12-
Questo ristorante, uno dei più
14.30 e 19-23.30 lun e mer-dom apr-dic, chiuso agosto a pranzo)
rinomati della Costiera Amalfitana, è situato a Montepertuso, sulle alture sopra
Positano. Modesta trattoria ai tempi di Rosa, oggi è gestito dalla figlia Raffaella e si
prepara a passare nelle mani della nipote Erika. Erika ha fatto uno stage a Londra da
Jamie Oliver: il celebre chef è stato qui durante la sua luna di miele e ha dichiarato
questo ristorante uno dei suoi preferiti.
Il menu cambia di frequente, ma l’alta qualità della cucina e lo splendido panorama
sulla costa sono sempre assicurati. Non perdetevi il soufflé di cioccolato caldo e
prenotate in anticipo. Il ristorante organizza anche ottimi corsi di cucina.
Next2
RISTORANTE €€
( 089 812 35 16; www.next2.it; Viale Pasitea 242; pasti €50; L’eleganza mininalista
18.30-23.30)
incontra la cucina creativa in questo ambiente contemporaneo. Ingredienti locali e
biologici sono utilizzati magistralmente in piatti molto ben presentati: i menu
cambiano tre volte a stagione e ci sono sempre uno o due piatti del giorno. La
cantina ha una ricca scelta di etichette, alcune delle quali proposte a bicchiere. I
dolci sono irresistibili e il dehors con vista sul mare d’estate è una meraviglia.
La Cambusa
CUCINA DI MARE €€
( 089 81 20 51; www.lacambusapositano.com; Piazza A.Vespucci 4; pasti €40; Questo
12-24 marzo-nov)
ristorante gestito dal simpatico Luigi si trova ‘in prima linea’, il che, considerato il
genere di turismo che frequenta la zona, potrebbe significare prezzi alti per una
qualità mediocre. Fortunatamente non è così e i positanesi continuano a considerare
La Cambusa un ristorante eccellente per la cucina di mare.
Optate per un semplice piatto di spaghetti alle vongole o un branzino al forno oppure
esagerate con l’aragosta. L’ottima scelta di contorni comprende carciofi arrosto, ma
ciò che lo rende imperdibile è la posizione strepitosa, una delle migliori di Positano.
Da Vincenzo
CAMPANO €€
( 089 87 51 28; www.davincenzo.it; Viale Pasitea 172-178; pasti €40-50; 12-14.30 e 18-23 mer-lun, 18.30-
La terza generazione di ristoratori di ‘Da Vincenzo’ porta in tavola
23 mar; marzo-nov)
piatti cucinati e presentati in maniera sublime. La loro specialità è il pesce, che
spazia da creativi spiedini di tentacoli di polpo grigliati con carciofi fritti a piatti di
pasta con ingredienti stagionali come spaghetti con le fave e ricotta fresca.
Assolutamente da provare i leggendari dolci della comproprietaria Marcella,
considerati i migliori della città. Si raccomanda di prenotare.
Nei mesi estivi i pasti sono spesso accompagnati dal suono di chitarre dal vivo.
Wine Dark House
CAMPANO €€
( 089 81 19 25; Via del Saracino 6/8; pasti €28; Una casa color terracotta,
12-15 e 19-24)
piccola, senza pretese e con un incantevole spazio aperto all’interno: offre i soliti
piatti regionali, ma preparati con cura e serviti con gentilezza.
Ristorante Saraceno d’Oro
CAMPANO €€
( 089 81 20 50; www.saracenodoro.it; Viale Pasitea 254; pizza da asporto a partire da €5, al tavolo a partire da
€7; pasti €28; I camerieri si precipitano con i
12.30-15 e 18.30-23 marzo-10 nov e 27 dic-8 gen)
loro piatti da un lato all’altro della strada facendo lo slalom tra auto e passanti. Ma la
sera, quando il traffico si riduce, la bizzarra disposizione dei tavoli non fa che
rendere l’ambiente più allegro e pittoresco. Pizza e pasta sono buone e i contorni di
verdura eccellenti. Non lesinate sulla spesa e ordinate i leggendari profiteroles al
cioccolato per dessert.
Ristorante Max
CAMPANO €€
( 089 87 50 56; www.ristorantemax.it; Via dei Mulini 22; pasti €40; Invece che della
9-23 marzo-nov)
vista sul mare qui potrete riempirvi gli occhi della miriade di splendide opere
raccolte in questa galleria d’arte/ristorante/enoteca di gran classe. La cucina,
altrettanto raffinata, propone piatti come vongole e cozze saltate e fiori di zucchina
ripieni di ricotta e salmone. D’estate si organizzano corsi di cucina.
A SPASSO CON ZIA LUCY
Nata e cresciuta a Positano ed esperta di storia, flora e fauna locali, Zia
Lucy (www.zialucy.it) organizza passeggiate in tutta la zona.
Qual è il tuo itinerario preferito sulla Costiera Amalfitana? Ci sono
tante belle passeggiate da fare da queste parti, ma devo riconoscere che il
Sentiero degli Dèi rimane quello che mi piace di più, perché ha tutto: è
contornato da un paesaggio favoloso, ospita bellissimi fiori come le
orchidee selvatiche ed è alla portata di molte persone perché non è
eccessivamente faticoso.
Cosa consiglieresti a chi vuole allontanarsi dai percorsi più battuti? A
me piace molto andare alle Ferriere, sopra Amalfi. È un posto ricco di
storia, con una natura rimasta intatta. Si può seguire il percorso da Pontone
a Pogerola o ad Amalfi, e vedere le rovine di un’antica cartiera che un
tempo produceva carta di lusso ricavata dal cotone. Un’altra delle mie
passeggiate preferite è quella da Ravello a Minori passando per Sambuco.
Qual è la tua stagione preferita per camminare? Adoro fare gite in
primavera, quando fioriscono tantissimi fiori selvatici: i miei preferiti sono
la Orchis italica e i cisti.
Consigli per gli escursionisti? Sembra incredibile, ma molta gente
continua a fare escursioni indossando i sandali, il che è pericoloso non
soltanto perché si può scivolare, ma anche perché occasionalmente si
possono incontrare dei serpenti.
Il tuo ristorante preferito? Mi piace molto la Wine Dark House sulla
spiaggia di Positano; vado matta per la pasta con il ragù di carne cotta nel
vino rosso. Un altro ottimo ristorante è il Donna Rosa di Montepertuso. Ci
vado nelle occasioni molto speciali.
Locali e vita notturna
A meno che il vostro ideale di vita notturna non sia quello dello struscio in centro
con un golf di cachemire annodato sulle spalle, la movida serale di Positano, più
incentrata sul genere piano bar che non sui locali alternativi (salvo qualche
eccezione), non fa per voi. Qui l’atmosfera è nel complesso sofisticata, raffinata e
tranquilla.
La Zagara
CAFFÈ
( 089 812 28 92; www.lazagara.com; Via dei Mulini 8; dolci €3, panini €5;Risale al 1950
8-24)
questo caffè con un accogliente dehors rivestito di rampicanti e di fiori e una superba
pasticceria, camerieri anzianotti in giacca rossa, musica napoletana in sottofondo e
l’invitante possibilità di osservare da vicino i VIP (e chi si atteggia a tale) in vacanza
a Positano. Godetevi i gustosi spuntini salati e le sublimi torte alla crema. D’estate
c’è musica dal vivo.
Music on the Rocks
CLUB
( Uno
089 87 58 74; www.musicontherocks.it; Via Grotte dell’Incanto 51; ingresso €10-30; 22-fino a tardi)
dei pochi veri locali notturni di Positano, nonché una delle migliori discoteche della
costa. Music on the Rocks è spettacolarmente ricavato dalla torre situata
all’estremità est della Spiaggia Grande. Unitevi alle folle di giovani modaioli che
ballano ai ritmi house e disco scelti dai più noti DJ della regione.
Da Ferdinando
BAR
( 089 87 53 65; Spiaggia dei Fornillo; Questo bar sulla spiaggia aperto soltanto
10-3 mag-ott)
d’estate affitta sdraio e serve spuntini e bevande. Dopo il tramonto la musica tende a
far entrare la clientela in uno spirito festaiolo.
Shopping
Non è possibile rimanere indifferenti davanti alle pittoresche boutique di Positano:
ovunque si guardi, i negozi invitano irresistibilmente a entrare con un’esplosione di
colori. L’umile limone gode di una posizione di primo piano, non soltanto per quanto
riguarda la produzione del celebre limoncello e di candele profumate, ma anche
come motivo decorativo riportato su tovagliette, grembiuli e ceramiche.
La Bottega di Brunella
MODA
( A questo negozio molte donne locali
089 87 52 28; www.brunella.it; Viale Pasitea 72; 9-21)
devono la loro naturale eleganza. Questa è una delle poche boutique che disegna e
produce gli abiti a Positano (gran parte degli altri negozi invece li importa,
nonostante le etichette a volte ingannevoli). I vestiti di Brunella sono in puro lino o
seta nelle tonalità del panna, ocra, marrone e giallo.
Ci sono altri due negozi in città, tra cui la piccola boutique di fronte a Palazzo
Murat.
POSITANO CITTÀ SLOW
Positano è uno dei circa 55 comuni italiani a essersi conquistato lo status di
Slow City (un’idea del movimento Slow Food, creato nel 1986). Per
ottenere il titolo bisogna rispondere a determinati criteri: avere meno di
55.000 abitanti, non avere locali di fast food o spazi recintati illuminati da
vistose luci al neon e disporre di una buona percentuale di piste ciclabili e
pedonali, oltre che di piccoli ristoranti di quartiere specializzati in cucina
tradizionale preparata con prodotti locali. Per saperne di più visitate
www.cittaslow.org.
La Botteguccia di Giovanni
SCARPE
( 089 81 18 24; www.labottegucciapositano.it; Via Regina Giovanni 19; Il calzolaio
9.30-21 mag-ott)
artigianale Giovanni realizza a mano i suoi bei sandali in cuoio nel piccolo
laboratorio sul retro del negozio. Scegliete il colore e il tipo di decorazione che
preferite (le conchiglie sono forse le più adatte a Positano...), ditegli la misura e
andatevi a prendere un caffè al bar dietro l’angolo mentre Giovanni vi confeziona i
sandali. I prezzi partono da €50.
Umberto Carro
CERAMICHE
( 089 87 53 52; Viale Pasitea 30; Qui troverete un tale vasto e sontuoso
9.30-20.30 mag-ott)
assortimento di ceramiche di produzione locale da mettere alla prova voi e il vostro
bagaglio al momento di ripartire; una soluzione è quella della spedizione a
domicilio. I colori e i motivi ornamentali sono raffinati ed eleganti e la scelta di
oggetti è molto ampia: splendide anfore, piccoli portauovo, originali figure di
animali e ornamenti dai vivaci colori.
Informazioni
Azienda Autonoma di Soggiorno e Turismo di Positano ( 089 87 50 67; Via
Regina Giovanna 13; www.aziendaturismopositano.it; 9-19 lun-sab, fino alle 14
dom in estate, 9-16.30 lun-sab in inverno) Prodigo di informazioni, fornisce mappe
escursionistiche e opuscoli vari (alcuni sono a pagamento).
Per/da Positano
AUTOBUS
Positano è situata sulla litoranea SS163 circa 16 km a ovest di Amalfi e 18 km a est
da Sorrento. All’arrivo, gli autobus effettuano due fermate principali: quelli
provenienti da Sorrento e da ovest effettuano la prima fermata a SITA Sud, di fronte
al Bar Internazionale; per quelli provenienti da Amalfi e da est la prima fermata
SITA si trova all’inizio di Via Cristoforo Colombo. Per entrare in città dalla prima
(SITA Sud) seguite Viale Pasitea; dalla seconda (una via molto più breve) prendete
Via Cristoforo Colombo. Al momento di ripartire, comprate i biglietti al Bar
Internazionale se siete diretti a ovest e alla tabaccheria al fondo di Via Cristoforo
Colombo se siete diretti a est.
Flavio Gioia ( 089 81 18 95; www.flaviogioia.com; Via Cristoforo Colombo 49)
Autolinee locali che servono la circonvallazione inferiore ogni 30 min. Le fermate
sono ben indicate e i biglietti si possono acquistare sull’autobus. La tratta Positano–
Praiano costa €1,30 (€1,70 se acquistato a bordo; 30 min). I mezzi Flavio Gioia
passano da entrambe le fermate SITA. Ci sono anche 17 corse al giorno per
Montepertuso e Nocelle.
SITA ( 344 103 1070; www.sitasudtrasporti.it) Corse frequenti per/da Amalfi
(€1,80, 50 min) e Sorrento (€1,80, 40 min).
AUTOMOBILE E MOTOCICLETTA
Seguite l’autostrada A3 fino a Vietri sul Mare e da lì la costiera SS163. Da Positano
Rent a Scooter ( 089 812 20 77; www.positanorentascooter.it; Viale Pasitea 99; a
partire da €60 al giorno) potrete affittare uno scooter. Ovviamente vi verranno
richiesti la patente e un documento d’identità.

Parcheggio
D’estate trovare un parcheggio da queste parti è un’autentica impresa. Ci sono
alcune zone blu a pagamento (€3 l’ora) e alcuni esosi parcheggi privati. Il
Parcheggio da Anna (Viale Pasitea 173/a; €20 al giorno) si trova proprio prima
della Pensione Maria Luisa, nella parte più alta della cittadina. Più vicino alla
spiaggia e al centro c’è il parcheggio Di Gennaro (Via Pasitea 1; €23 al giorno)
quasi al fondo di Via Cristoforo Colombo.
IMBARCAZIONI
Tra aprile e ottobre Positano è molto ben collegata dai traghetti con le località
costiere e le isole.
Positano Jet ( 089 87 50 32; www.lucibello.it) Aliscafi per Capri (€17, 45 min, 3
al giorno)
Praiano
POP. 1900
Antico villaggio di pescatori e tranquilla località di villeggiatura estiva, l’incantevole
Praiano sta diventando anche un punto di riferimento artistico. Le case imbiancate a
calce di questo paese sono disseminate lungo il verde crinale del Monte
Sant’Angelo, nel tratto in cui digrada verso Capo Sottile. Un tempo importante
centro di produzione della seta, Praiano era molto amata dai dogi di Amalfi, che ne
fecero la loro residenza estiva.
NOCELLE
Nocelle (450 m), minuscolo e relativamente isolato borgo collinare situato
oltre Montepertuso, domina uno dei paesaggi più grandiosi di tutta la costa.
Un altro mondo rispetto alla turistica Positano, Nocelle è un luogo placido e
silenzioso dove difficilmente accade qualcosa e ciò fa la felicità dei suoi
pochi abitanti.
Se il posto vi ispira e volete fermarvi per la notte vi consigliamo
l’incantevole Villa della Quercia ( 089 812 34 97;
www.villadellaquercia.com; Via Nocelle 5; camere €70-80; apr-ott; ),
un ex monastero con vista spettacolare. Per mangiare andate alla Trattoria
Santa Croce ( 089 811 260; www.ristorantesantacrocepositano.com; Via
Nocelle 19; €25; 12-14.30 e 19-23 apr-ott), un ristorante modesto ma
affidabile nella parte centrale del paese.
Per Nocelle c’è un autobus locale da Positano (€1,30, 1,70 a bordo, 30 min,
17 corse al giorno), mentre per chi è in auto basta seguire i cartelli da
Positano. Nocelle si trova sul tragitto del Sentiero degli Dèi, per cui gli
escursionisti possono farvi tappa quando passano da qui.
Che cosa vedere e fare
Praiano è situata a 120 m di altezza sul livello del mare e ciò significa che per
visitarla bisogna affrontare una grande quantità di scalini. Dal centro scendono
diversi sentieri, tra i quali uno molto panoramico che offre il meglio di sé al
tramonto – con inizio accanto alla Chiesa di San Gennaro verso ovest e sbocco alla
Spiaggia dei Gavitelli (300 gradini!), da dove prosegue verso la Torre di Grado, una
torre difensiva di epoca medievale. Praiano è anche uno dei punti di partenza del
Sentiero degli Dèi.
Marina di Praia
PORTO
Situata un paio di chilometri a est del centro, questo bel porto e la sua piccola
spiaggia sono la principale attrattiva del posto. Dalla SS163 (accanto all’Hotel Onda
Verde), un ripido sentiero scende lungo la scogliera fino a una minuscola insenatura
con un piccolo tratto di sabbia grossa e un mare molto invitante; l’acqua più limpida
è però quella intorno agli scogli, subito prima; si può anche noleggiare una barca. In
quelle che un tempo erano modeste case di pescatori ci sono ora quattro ristoranti,
uno dei quali rinomato per pesce e frutti di mare.
IL SENTIERO DEGLI DÈI
Il Sentiero degli Dèi, sicuramente il più noto degli itinerari escursionistici
della Costiera Amalfitana, si snoda per 12 km (3 h) lungo l’alto crinale che
collega Praiano con Positano. Il tragitto parte dal centro di Praiano con una
scalinata che, mettendo subito alla prova i muscoli dei vostri arti inferiori,
vi porterà al sentiero vero e proprio. Una più comoda alternativa è quella di
raggiungere in autobus Bomerano, situato vicino ad Agerola sulle
montagne dell’entroterra tra Sorrento ed Amalfi: prendete l’autobus SITA
fino al bivio per Agerola e da lì un mezzo locale per il paese. Bomerano si
trova immediatamente a sud. Sappiate comunque che l’incantevole tratto
iniziale a scalini si snoda tra bellissimi giardini ed è un peccato evitarlo.
L’itinerario non è consigliabile a chi soffre di vertigini: si tratta di un
percorso spettacolare che segue serpeggiando la cresta delle montagne
superando grotte e terrazze rocciose che scendono a precipizio su profonde
vallate incorniciate dall’azzurro luminoso del mare. Le brume che si
formano talvolta a questa quota non fanno che aggiungere fascino al
paesaggio: file di cipressi che emergono dalla foschia come scure lame di
spade e pastori che guidano i loro greggi di capre tra la vegetazione avvolta
nella nebbia. Arrivati in cima, compratevi alla gastronomia di Praiano
qualche delizia alimentare per un pranzo al sacco (portatevi un coltellino da
tasca per tagliare pane, formaggio e altro, perché non preparano panini nel
negozio). Mettete varie bottiglie d’acqua nello zaino e indossate scarpe da
trekking perché il sentiero è accidentato e le discese ripide. Potreste
portarvi anche un costume da bagno per terminare il tragitto con un
corroborante tuffo in mare.
L’ Ufficio Informazioni Turistiche di Praiano ( 089 87 45 57;
www.praiano.org; Via G. Capriglione 116b; 9-13 e 16-20) fornisce
cartine e assistenza. Appena più in basso, e sullo stesso lato, potrete
comprare panini, formaggio, carne, bevande e frutta per la gita da
Alimentari Rispoli ( 089 87 40 18; 82 Via Nazionale). La scalinata che
esce dalla città inizia in Via degli Ulivi, che si stacca dalla strada principale
quasi di fronte all’Hotel Smeraldo. Preparatevi alla lunga salita che vi
attende e seguite sempre le frecce marroni collocate a distanze regolari
lungo il sentiero bordato di fiori. Dopo circa 45 minuti arriverete a
Fontanella, con la Chiesa di Santa Maria a Castro, una bellissima cappella
imbiancata a calce con un affresco quattrocentesco della Madonna. Si
possono anche visitare le stanze non abitate del Convento San Domenico.
Proseguendo, vedrete sulla destra un arco naturale di roccia sopra il
sentiero; non attraversatelo, ma proseguite verso l’alto e, dopo una ventina
di minuti di ripida salita e scalini intagliati nella roccia, troverete il vero e
proprio Sentiero degli Dèi: prendete il bivio verso sinistra con l’indicazione
‘Positano Nocelle’. Da qui il percorso continua in leggera e piacevole
discesa fino a Nocelle: se sopra di voi ci sarà qualche nuvola, godrete di
una combinazione di luci e di colori veramente indimenticabile. Il sentiero,
segnato da righe bianche e rosse dipinte sulla roccia e sugli alberi, è facile
da seguire.
Raggiunto il paesino di Nocelle, potrete bere un caffè o qualcosa di fresco
in un grazioso chiosco con fiori appena colti sui tavolini, oppure
addentrarvi nell’abitato fino a Piazza Santa Croce, dove una bancarella
vende fantastiche spremute di arancia e limone.
Proseguite ancora dentro Nocelle fino a che una serie di scalini tra gli
uliveti vi riporterà sulla strada appena a est di Positano. Un’alternativa più
panoramica ma più lunga – soprattutto se a questo punto non ne potrete più
degli scalini – è quella di proseguire lungo il sentiero che da Nocelle va a
ovest verso Montepertuso. Da non perdere è l’enorme buco naturale al
centro della parete rocciosa: sembra che un gigante abbia sfogato la sua
rabbia con un grosso pugno nella pietra calcarea. Da qui la strada raggiunge
l’estremità nord di Positano, da dove potrete precipitarvi verso il
lungomare, la spiaggia e, finalmente, le rinfrescanti acque del mare.
Le mappe escursionistiche vi torneranno molto utili per pianificare le vostre
escursioni; una fonte affidabile è la cartina regionale dei sentieri del Club
Alpino Italiano (CAI) Monti Lattari, Peninsola Sorrentina, Costiera
Amalfitana: Carta dei Sentieri su scala 1:30.000. Se preferite farvi
accompagnare da una guida, ne troverete di ottime sul posto, tra cui
Francesco (Frank) Carpegna (www.positanofrankcarpegna.com) che vive
qui da molto tempo e Zia Lucy (www.zialucy.it).
Chiesa di San Luca
CHIESA
La cinquecentesca Chiesa di San Luca nella parte alta di Praiano ha uno
(Via Oratorio 1)
splendido pavimento di maiolica multicolore, dipinti del pittore del XVI secolo
Giovanni Bernardo Lama e un busto di san Luca evangelista della fine del XVII
secolo.
Centro Sub Costiera Amalfitana
IMMERSIONI
( Un centro
089 81 21 48; www.centrosub.it; Via Marina di Praia; immersioni a partire da €80; )
immersioni che gode di ottima reputazione; offre lezioni per adulti e bambini sopra
gli otto anni, immersioni notturne e uscite di un giorno intero con spuntini a bordo.
Pasti
Da Armandino
CUCINA DI MARE €€
( 089 87 40 87; www.trattoriadaarmandino.it; Via Praia 1, Marina di Praia; pasti €35; 13-16 e 19-24 apr-nov;
Chi ama la cucina di mare non manchi di assaggiare il pesce di questo ristorante
)
molto apprezzato, ma semplice e senza pretese, ricavato in un ex cantiere di piccole
imbarcazioni sulla spiaggia di Marina di Praia. Armandino cucina divinamente il
pesce appena scaricato dalla barca. Non c’è menu; basta ordinare il piatto del giorno,
immancabilmente delizioso.
Completano piacevolmente il quadro l’atmosfera vacanziera e la bella posizione ai
piedi della scogliera che s’innalza fino alla strada.
Franchino
CAMPANO €€
( 089 87 41 43; www.hotelondaverde.it; Via Terramare 3; pasti €40; Questo ristorante
12-22 apr-nov)
appartenente all’Hotel Onda Verde si trova a metà della ripida scalinata che scende
al porticciolo (appena oltre la torre difensiva); sedetevi all’esterno per godervi la
bella vista sulla baia. La cucina interpreta in modo innovativo la tradizione e
comprende un’ampia scelta di insalate, proprio quel che ci vuole in una torrida
giornata estiva.
La Brace
CAMPANO €€
( 089 87 42 26; www.labracepraiano.com; Via G. Capriglione; pizza a partire da €5, pasti €25; 12.30-15 e
Un ristorante di tradizione consolidata sulla via principale
18.30-22.30 lun, mar e gio-dom)
con una buona reputazione per pesce e pizza. Dalla sala da pranzo la vista spazia sui
tetti del paese e arriva fino al mare mentre Gianni, il proprietario, accoglie tutti come
amici di vecchia data. Il suo ristorante del resto è uno dei preferiti dalla gente del
posto.
Locali e vita notturna
Africana
CLUB
( 089 87 48 58; www.africanafamousclub.com; Una serata in questo locale
19.30-3 mag-set)
unico nel suo genere è destinata a rimanere memorabile (ma andateci piano con i
drink perché sono carissimi). L’Africana è in attività dagli anni ’50, quando Jackie
Kennedy era solo una dei tanti VIP che frequentavano il locale. L’ambiente è quello
di una grotta con sfiatatoi naturali e con una pista da ballo di vetro sul mare in modo
da poter vedere i pesci che nuotano sotto.
D’estate un servizio di autobus navetta fa regolarmente la spola con Positano,
Amalfi e Maiori; un’altra possibilità è offerta dai taxi d’acqua (€10) di Positano
Boats ( 339 2539207; www.positanoboats.info).
Furore
Non è facile pensare al minuscolo villaggio di pescatori di Marina di Furore come a
un fiorente centro del commercio. Tale era però in epoca medievale, grazie alla sua
singolare posizione naturale che lo rendeva inattaccabile dai pirati del mare e al
riparo da un torrente che lo riforniva di acqua dolce per i mulini per la farina e il
funzionamento di una cartiera.
Fondato dai romani in fuga dalle invasioni barbariche, il paese è annidato al fondo di
una gigantesca fenditura tra i Monti Lattari conosciuta come Fiordo di Furore.
L’abitato principale, situato 300 m più in alto nella parte superiore del Vallone di
Furore, è un modesto paesotto che vede pochi turisti in qualsiasi momento dell’anno
e conserva un aspetto autenticamente rurale nonostante la presenza di alcuni vistosi
murales e di qualche improbabile scultura moderna.
Per arrivare a Furore alta con l’auto seguite la SS163 e poi la SS366 con le
indicazioni per Agerola. Altrimenti ci sono autobus SITA di linea che partono dal
capolinea di Amalfi (€1,20, 30 min, 17 corse al giorno).
TUFFI DA PAURA
Ogni anno, in luglio, Furore ospita la Mediterranean Cup
(www.comunefurore.it), un campionato di tuffi da grandi altezze che
richiama sportivi da tutto il mondo, non si sa se coraggiosi o incoscienti,
per gettarsi dal ponte che attraversa il Fiordo. Dall’altezza di 28 m del
ponte si raggiunge una velocità media di 100km/h. La competizione, che si
tiene di solito in una delle prime domeniche del mese, è un evento da non
perdere e raggiunge il massimo della spettacolarità se visto in mare da una
barca.
Amalfi
POP. 5428
Oggi risulta difficile immaginare che l’incantevole piccola Amalfi, con le piazze
inondate di sole e un breve tratto di spiaggia, fosse un tempo una potente repubblica
marinara con una popolazione di oltre 70.000 abitanti. Si tratta infatti di una
cittadina di piccole dimensioni (la si può attraversare comodamente a piedi da un
capo all’altro in una ventina di minuti) che conserva un numero esiguo di edifici
storici. Ciò si deve a un tragico motivo: nel 1343 gran parte della città antica, e dei
suoi abitanti, scivolò semplicemente in mare in occasione di un disastroso terremoto.
Oggi Amalfi conta una popolazione di poco più di 5000 persone, un numero che
però aumenta significativamente durante la stagione estiva quando pullman e
traghetti scaricano orde di gitanti in giornata.
La vicina Atrani, appena dietro il capo, merita assolutamente un’occhiata per il suo
pittoresco dedalo di vicoli, portici e case imbiancati a calce intorno a una piazza
molto animata e a una spiaggia altrettanto piacevole e vivace.
Amalfi
Da non perdere
1 Cattedrale di Sant’Andrea C3
Che cosa vedere
Chiostro del Paradiso (v. 1)
Pernottamento
2 Albergo Sant’Andrea B3
3 DieciSedici D3
4 Hotel Amalfi B2
5 Hotel Centrale B3
6 Hotel Lidomare B3
7 Residenza del Duca B3
Pasti
8 Da Maria C3
9 Il Teatro B1
10 La Pansa C3
11 La Taverna del Duca B1
12 Marina Grande D3
13 Ristorante La Caravella B3
Shopping
14 Anastasio Nicola Sas B2
15 Il Ninfeo C2
16 L’Arco Antico B2
Che cosa vedere e fare
La prima tappa d’obbligo è Piazza del Duomo, il cuore pulsante di Amalfi con la sua
grandiosa cattedrale. Per un colpo d’occhio sull’importante storia medievale della
città, esplorate i vicoli paralleli alla strada principale, con le loro ripide scalinate, i
portici e le antiche edicole votive.
Amalfi gode di una splendida posizione sul mare ed è il luogo ideale per pranzi
rilassanti e prolungati, senza limiti di tempo. Se avete in programma di fare un bel
bagno in mare, vi consigliamo di noleggiare una barca per spingervi al largo.
Rivolgetevi a uno dei tanti operatori del Lungomare dei Cavalieri.
Cattedrale di Sant’Andrea
DUOMO
( 089 87 10 59; Piazza del Duomo; Situato in posizione spettacolare in cima a
7.30-19.45)
una grandiosa e lunga scalinata, il duomo di Amalfi colpisce straordinariamente i
visitatori. Caratterizzato da un insieme stilisticamente composito, è una delle poche
testimonianze del glorioso passato di Amalfi come superpotenza marittima nell’XI
secolo. Tra le 10 e le 17 vi si accede tramite il duecentesco Chiostro del Paradiso.
Il duomo risale in parte all’inizio del X secolo, ma la sua stupefacente facciata è
stata ricostruita due volte, l’ultima alla fine dell’Ottocento. Tra i diversi stili
prevalgono gli elementi arabo-normanni tipici delle chiese siciliane, evidenti nella
bicromia moresca degli esterni e nel campanile duecentesco. Il colossale portale di
bronzo è anch’esso degno di nota: fra i primi del genere in Italia, fu commissionato
da un aristocratico locale e realizzato in Siria per poi essere spedito via mare ad
Amalfi. Meno imponente risulta l’interno barocco, ma sono comunque pregevoli le
statue che ornano l’altare e alcuni mosaici del XII e XIII secolo.
Chiostro del Paradiso
CHIOSTRO
( 089 87 13 24; Piazza del Duomo; interi/ridotti €3/1;Sulla sinistra del porticato del
9-19)
duomo si apre questo splendido chiostro in stile moresco costruito nel 1266 per
accogliere le spoglie dei cittadini più illustri di Amalfi; 120 colonne marmoree
sostengono una serie di alti ed esili archi arabeggianti disposti intorno a un giardino
centrale. Dal chiostro si accede alla Basilica del Crocefisso, dove si trovano diversi
oggetti sacri esposti in teche di vetro e alcuni affreschi trecenteschi un po’ sbiaditi.
La cripta sottostante del 1206 conserva le spoglie di sant’Andrea.
Grotta dello Smeraldo
GROTTA
(ingresso €5; Questa grotta situata 4 km a ovest di Amalfi deve il nome al
9-15.30)
misterioso color smeraldo della sua acqua. Dal soffitto alto 24 m pendono stalattiti,
mentre dal fondo salgono stalagmiti alte 10 m. Gli autobus passano regolarmente dal
parcheggio sopra l’ingresso (da dove si scende con un ascensore fino alle barche a
remi). Un’alternativa è offerta dalla Coop Sant’Andrea ( 089 87 29 50;
www.coopsantandrea.com; Lungomare dei Cavalieri 1), le cui barche fanno servizio
da Amalfi: per l’andata e ritorno (€10 escluso l’ingresso alla grotta) calcolate un’ora
e 10 minuti.
Tutti gli anni, il 24 dicembre e il 6 gennaio, subacquei provenienti da tutta Italia
effettuano il tradizionale pellegrinaggio, senza muta e in apnea, al presepe di
ceramica sommerso.
ARTE NELLA TORRE
Lungo la Costiera Amalfitana si vedono diverse torri difensive, spesso
erroneamente chiamate torri saracene dal nome degli invasori per
difendersi dai quali sono state costruite. La maggior parte di esse è
attualmente vuota, ma alcune sono di proprietà privata. A Marina di Praia
si può visitare la Torre a Mare ( 339 4401008; www.paolosandulli.com;
Torre a Mare; 9-13 e 15.30-19 apr-ott), da qualche anno diventata lo
studio del pittore e scultore Paolo Sandulli. Le sue opere più caratteristiche
sono le ‘teste’ di terracotta con variopinte spugne marine per capelli. Una
scala a chiocciola conduce al piano superiore in cui sono raccolte altre
sculture e dipinti.
Le opere dell’artista sono esposte in tutta la Costiera Amalfitana, anche nel
prestigioso Palazzo Murat di Positano.
Museo della Carta
MUSEO
( 089 830 45 61; www.museodellacarta.it; Via delle Cartiere 23; ingresso €4; 10-18.30 tutti i giorni marzo-
Allestito in una specie di ampia grotta che nel XIII
ott, 10-15.30 mar, mer e ven-dom nov-feb)
secolo era una cartiera (la più antica d’Europa), il museo custodisce con cura le
presse originali tuttora perfettamente funzionanti, come potrete constatare nel corso
della visita guidata di 20 minuti che illustra il processo di produzione della carta
inizialmente con il cotone e poi con la cellulosa. Al termine potreste essere
interessati all’acquisto di un articolo di cancelleria oppure di un esempio di modelli
calligrafici o ancora di carta stampata con fiori in vendita nel gift shop del museo.
Amalfi Boats
GITE IN BARCA
( Questo operatore
329 2149811; www.amalfiboats.it; Spiaggia del Porto, Lungomare dei Cavalieri)
gestito dall’americana residente Rebecca Brooks noleggia imbarcazioni senza
skipper (a partire da €250 al giorno per un motoscafo con al massimo 6 passeggeri).
Pasti e locali
La maggior parte dei ristoranti di Amalfi e dintorni si rivolge inevitabilmente al
turismo di massa. Ciò nonostante la qualità è di solito elevata ed è raro che da queste
parti si mangi male. L’offerta è quasi sempre a base di pizza, ma non mancano una
certa varietà di piatti di pasta e carne e pesce alla griglia. Per bere qualcosa, le
possibilità si limitano per lo più ai bar e caffè con dehors su strade e piazze.
Maggiore animazione la si trova nella vicina Atrani, ma anche qui le notti sono
piuttosto tranquille.
La Pansa
CAFFÈ €
( 089 87 10 65; www.pasticceriapansa.it; Piazza del Duomo 40; croissant e pasticcini a partire da €1,50;
Un caffè del 1830 tutto marmi e specchi in Piazza del Duomo, ideale per una
7.30-22)
prima colazione a base di ottimi croissant e uno schiumoso cappuccino serviti da
camerieri con papillon nero.
Il Teatro
TRATTORIA €€
( 089 87 24 73; Via E. Marini 19; pasti €25; Eccellente trattoria
11.30-15 e 18.30-23 chiuso mer; )
senza pretese nascosta in una suggestiva via del centro storico (che si raggiunge
dalla Salita degli Orafi). Tra le specialità di mare raccomandiamo il pesce spada ‘al
teatro’ con salsa di pomodoro, capperi e olio extravergine d’oliva; ci sono anche
ottimi piatti vegetariani come gli scialatielli ‘al teatro’ con pomodori e melanzane.
L’interno un po’ antiquato è caratterizzato da una serie di archi, fotografie in bianco
e nero alle pareti e chincaglierie assortite.
La Taverna del Duca
CUCINA DI MARE €€
( 089 87 27 55; www.amalfilatavernadelduca.it; Piazza Spirito Santo 26; pizza a partire da €7, pasti €35; 12-
Prendete possesso di una sedia sulla piazza davanti a questo
15 e 19-23.30 ven-mer)
ristorante apprezzato soprattutto per il pesce. Il piatto del giorno varia con il pescato
del mattino e può comprendere carpaccio di baccalà o linguine con scampi. Oppure
optate per una sostanziosa pasta fagioli e cozze. Anche la scelta di antipasti è ampia
ed eccellente. L’ambiente è elegante: candele ai tavoli e bei dipinti a olio alle pareti.
Da Maria
CAMPANO €€
( 089 87 18 80; www.amalfitrattoriadamaria.com; Via Lorenzo d’Amalfi 14; pizza circa €6, pasti €25; 12-15
e 19-23 dic-ott, Su questo vasto locale situato appena fuori Piazza del Duomo,
)
all’inizio della principale via pedonale, si riversano un’affezionata clientela di
napoletani scesi dallo yacht e folle di turisti scaricati dai pullman. Ma non fatevi
sviare: le pizze cotte nel forno a legna sono squisite, l’ambiente è allegro e sia i
primi di pasta sia le portate principali sono ottimi, anche se un po’ costosi.
Lo Smeraldino
CUCINA DI MARE €€
( 089 87 10 70; www.ristorantelosmeraldino.it; Piazzale dei Protontini 1, Lungomare dei Cavalieri; pizza €7-
11, pasti €35; Questo invitante
12-24 apr-ott; 11.45-15 e 18.45-23.15, chiuso mer nov-marzo)
ristorante blu e bianco a ovest del centro, situato sul lungomare e con vista sulle
barche da pesca, fu inaugurato nel 1949. Oltre alle buone pizze croccanti, è
specializzato in superbi risotti, come quello al salmone affumicato e caviale, o piatti
semplici di mare come pesce locale grigliato o in bianco.
Nonostante la posizione sulla spiaggia, non è un posto in cui si possa entrare in
pareo e infradito; l’ambiente si distingue infatti per una certa eleganza minimalista.
Prenotate in anticipo.
Le Arcate
CAMPANO €€
( 089 87 13 67; www.learcate.net; Largo Orlando Buonocore, Atrani; pizza a partire da €6, pasti €25; 12.30-
Nei giorni di sole la posizione da
15 e 19.30-23.30 mar-dom set-giu, tutti i giorni lug e agosto; )
sogno di questo ristorante è veramente unica: infatti si trova all’estremità est del
porto, con vista sulla spiaggia e con gli antichi tetti di Atrani e il campanile della
chiesa alle spalle. Grandi ombrelloni bianchi fanno ombra ai tavoli, mentre la sala da
pranzo interna è una grotta naturale con pareti di roccia. La pizza è servita sia a
pranzo sia a cena, mentre il menu del giorno elenca, tra l’altro, risotti ai frutti di
mare e pesce spada alla griglia.
La cucina è buona, ma non proprio all’altezza dalla bellezza del luogo.
Marina Grande
CUCINA DI MARE €€€
( 089 87 11 29; www.ristorantemarinagrande.com; Viale Delle Regioni 4; menu degustazione a pranzo/cena
€25/60, pasti €45; Gestito dalla stessa famiglia da ben
12-15 e 18.30-23 mar-dom marzo-ott)
tre generazioni, questo ristorante sul lungomare serve pesce talmente fresco da
sembrare ancora vivo. Il locale dichiara orgogliosamente di utilizzare soltanto
prodotti biologici locali, il che ad Amalfi significa pesce e frutti di mare di
primissima qualità.
Ristorante La Caravella
CAMPANO €€€
( 089 87 10 29; www.ristorantelacaravella.it; Via Matteo Camera 12; menu degustazione €50-90-120; 12-
14.30 e 19-23 mer-lun; Prima stella Michelin del Sud Italia, acquisita negli anni ’60,
)
oggi conserva il premio per l’interpretazione della cucina regionale con piatti dal
piglio creativo e moderno come i ravioli al nero di seppia, scampi e ricotta, o
proposte semplicissime come il pescato del giorno servito grigliato su foglie di
limone. Chi s’intende di vino troverà certamente qualcosa di suo gusto tra le 15.000
etichette della carta. La prenotazione è indispensabile. Il ristorante si trova in un
pregevole palazzo del 1100 che fu la dimora del duca d’Amalfi e al suo interno è
ospitata una delle collezioni di ceramiche più importanti della Costa di Amalfi.
Questo è uno dei pochi posti di Amalfi in cui si paga per ciò che si mangia e non per
la posizione non certo spettacolare, schiacciata tra lo sfrecciare del traffico stradale e
il vecchio arsenale. Ma ciò non pare preoccupare la saggia clientela di intenditori a
cui interessa soprattutto la qualità della cucina.
Shopping
In Via Lorenzo d’Amalfi non avrete difficoltà a fare incetta di souvenir: entrambi i
lati della strada sono un susseguirsi di negozi, anche un po’ kitsch, di ceramiche
locali, oggetti di carta artigianale e limoncello. I prezzi sono quelli delle località
turistiche, quindi non aspettatevi di fare grandi affari.
Il Ninfeo
CERAMICHE
( 089 873 63 53; www.amalficoastceramics.com; Via Lorenzo d’Amalfi 28; La vasta sala
9-21)
espositiva di questo negozio molto turistico raccoglie un vario e interessante
assortimento di ceramiche che spazia da grandi vasi a magneti per il frigorifero. Se
non c’è troppa gente e il personale è disponibile, si può chiedere di vedere gli
affascinanti resti di una villa romana situati sotto la sala espositiva: vi renderete
conto di quanta storia sia ancora nascosta sotto i vostri piedi in questa città.
Anastasio Nicola Sas
GASTRONOMIA, COSMETICI
( 089 87 10 07; Via Lorenzo d’Amalfi 32; A meno che non vi aspettino lunghi tratti
9-20.30)
in aereo, una specialità alimentare può essere un bel regalo da portare a casa. Tra i
prosciutti appesi al soffitto di questo elegante negozio scoprirete un’ampia varietà di
squisitezze locali come formaggi, conserve, caffè, cioccolato, limoncello e pasta di
ogni immaginabile tipo e forma. C’è anche una buona scelta di saponi profumati alla
frutta e di shampoo, profumi e creme idratanti assolutamente naturali.
L’Arco Antico
SOUVENIR
( 089 873 63 54; Via Capuano 4; Il rapporto tra Amalfi e la produzione della
9.30-20.30)
carta risale al lontano XII secolo, quando furono realizzate le prime cartiere per
rifornire il piccolo esercito di burocrati della repubblica. Oggi la produzione si limita
a qualche articolo, sempre di ottima qualità, e in questo bel negozio troverete in
vendita dell’elegante carta da lettere, taccuini in pelle rilegati a mano e grandi album
per le fotografie.
Informazioni
Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo di Amalfi (C3; 089 87 11 07;
www.amalfitouristoffice.it; Corso delle Repubbliche Marinare 27; 8.30-13 tutto
l’anno e 14-18 lun-sab apr-ott)
Per/da Amalfi
AUTOBUS
SITA ( 344 103 1070; www.sitasudtrasporti.it) Dalla fermata di Piazza Flavio
Gioia partono almeno 12 corse al giorno per Sorrento (via Positano; €2,70; 1h 40
min), nonché per Ravello (€1,20; 30 min), Salerno (€2,20; 1h 15 min) e Napoli
(€4,70; 2h). Per controllare gli orari e acquistare i biglietti andate al Bar Il Giardino
delle Palme (Piazza Flavio Gioia), di fronte alla fermata degli autobus.
AUTOMOBILE E MOTOCICLETTA
Arrivando da nord uscite dall’autostrada A3 a Vietri sul Mare e prendete la SS163.
Da sud uscite dalla A3 a Salerno e dirigetevi verso Vietri sul Mare e la SS163.

Parcheggio
Parcheggiare ad Amalfi è un problema. Si può trovare parcheggio in Piazza Flavio
Gioia vicino al terminal dei traghetti (€3 l’ora) e, alla stessa tariffa oraria, in un
parcheggio sotterraneo accessibile da Piazza Municipio.
IMBARCAZIONI
Caremar (cartina; 081 18 96 66 90; www.caremar.it) Traghetti da Sorrento a
Capri (€14,70, 35 min, 17 partenze al giorno). Da aprile a ottobre ci sono
aliscafi/traghetti giornalieri Gescab ( 081 807 18 12; www.gescab.it) da Capri a
Positano (€17,40), Amalfi (€19,80) e Salerno (€21,80).
Ravello
POP. 2500
Situata in posizione elevata tra le colline sopra Amalfi, Ravello è una cittadina
raffinata, tenuta come un gioiello e quasi interamente votata al turismo (oltre che
sempre più ricercata come splendida cornice per un matrimonio). Con un passato di
illustri visitatori come Wagner, D.H. Lawrence e Virginia Woolf, oggi Ravello è
celebre per i suoi incantevoli giardini e la vista meravigliosa, la più bella del mondo
secondo il suo ex residente Gore Vidal e sicuramente la più favolosa della costa.
Quasi tutti visitano Ravello in giornata da Amalfi, dopo uno snervante tragitto in
auto lungo la Valle del Dragone; tuttavia, per cogliere al meglio la poesia, il
romanticismo e l’atmosfera quasi ultraterrena del posto, vi suggeriamo di fermarvi
almeno una notte. Il martedì mattina si tiene un vivace mercato in Piazza Duomo; vi
troverete non soltanto vino, mozzarella e olio extravergine d’oliva, ma anche abiti
firmati a prezzi scontati.
Ravello
Da non perdere
1 Villa Rufolo A3
Che cosa vedere
2 Auditorium Oscar Niemeyer B2
3 Camo A3
4 Duomo A3
5 Villa Cimbrone A5
Attività, corsi e tour
6 Mamma Agata A5
Pernottamento
7 Affittacamere Il Roseto A3
8 Albergo Ristorante Garden B3
9 Hotel Caruso B2
10 Hotel Toro A2
11 Hotel Villa Amore A4
12 Palazzo Avino B2
Pasti
13 Babel A3
14 Caffè Calce A2
15 Da Salvatore B3
16 Ristorante Pizzeria Vittoria A3
Shopping
17 Cashmere A3
18 Profumi della Costiera A3
19 Wine & Drugs A3
Che cosa vedere
Anche chi non ha il minimo senso dell’orientamento, e tende a ritrovarsi sempre nel
punto da cui è partito, avrà difficoltà a perdersi in questa cittadina dove tutto è
chiaramente indicato a partire dalla centrale Piazza Duomo. Perlustrando i vicoli
secondari si scopre però un mondo più tranquillo e legato alle tradizioni rurali della
regione: muri a secco circondano case semplici con giardini invasi dalla vegetazione,
orti ben curati e gatti che sonnecchiano al sole.
Duomo
CATTEDRALE
( 089 85 83 11; Piazza Duomo; museo €3; Il
8-12 e 17.30-20.30 marzo-ott; 8-12 e 16.30-19.30 nov-feb)
lato orientale di Piazza Duomo è delimitato dalla cattedrale che, costruita
originariamente nel 1086, è stata più volte rimaneggiata nel corso dei secoli. La
facciata è cinquecentesca, mentre il portale centrale in bronzo, uno dei pochi rimasti
in Italia, risale al 1179. L’interno è un’interpretazione tardo-novecentesca di quello
che doveva essere l’aspetto originario.
Di particolare interesse è il magnifico pulpito sostenuto da sei colonne tortili,
decorate con lucenti mosaici policromi raffiguranti pavoni e altri uccelli, che
poggiano su altrettanti leoni marmorei. Da notare come il pavimento inclini verso la
piazza, un accorgimento destinato a enfatizzare l’effetto prospettico della chiesa.
L’ingresso è tramite il museo della cattedrale, che raccoglie una modesta collezione
di oggetti sacri.
LE MIGLIORI SAGRE GASTRONOMICHE DELLA
COSTIERA AMALFITANA
Sagra della salsiccia e ceppone Sorrento
Gusta Minori Minori
Sagra del tonno Cetara
Villa Rufolo
GIARDINI
( A sud del Duomo, una
089 85 76 21; www.villarufolo.it; Piazza Duomo; interi/ridotti €5/3; 9-17)
torre trecentesca segna l’ingresso a questa villa celebre per i suoi splendidi giardini
terrazzati. Creati dallo scozzese Scott Neville Reid nel 1853, sono davvero
magnifici: un’esplosione di colori esotici, romantiche torri in rovina e un tripudio di
fiori rigogliosi che dominano su un panorama da paradiso terrestre. Tenete presente
che il periodo migliore per visitare i giardini va da maggio a ottobre (al di fuori di
questi mesi non meritano il pagamento dell’ingresso).
La villa fu costruita nel XIII secolo per la facoltosa e potente famiglia Rufolo e usata
come residenza da diversi papi e dal re Roberto d’Angiò. Dopo aver visitato i
giardini nel 1880, Wagner rimase talmente colpito dalla bellezza del luogo da
prenderlo a modello per il giardino di Klingsor (in cui è ambientato il secondo atto
del Parsifal). Oggi i giardini di Villa Rufolo fanno da splendida cornice ai concerti
dell’annuale festival estivo di musica classica.
Villa Cimbrone
GIARDINI
( 089 85 80 72; www.villacimbrone.com; Via Santa Chiara 26; interi/ridotti €7/4; 9-17 in inverno, 30 min
Situata circa 600 m a sud di Piazza Duomo, Villa
prima del tramonto il resto dell’anno)
Cimbrone merita una visita se non per la villa stessa dell’XI secolo (ora trasformata
in hotel di lusso), per il panorama favoloso che si gode dai bellissimi giardini. Questi
si ammirano al meglio da una terrazza belvedere fiancheggiata da busti e statue in
stile classico.
La villa in origine era conosciuta come un ritiro bohémien frequentato da attori e
artisti, tra cui Greta Garbo e il direttore d’orchestra Leopold Stokowski in fuga
d’amore (o così si dice). Altri ospiti illustri furono Virginia Woolf, Winston
Churchill, D.H. Lawrence e Salvador Dalí.
PASSEGGIATE DA RAVELLO
Ravello è il punto di partenza di numerose passeggiate, alcune delle quali
seguono antichi sentieri attraverso i circostanti Monti Lattari. Se siete
allenati potrete scendere a Minori seguendo un bel percorso di scalini,
viottoli nascosti e uliveti che passa per il pittoresco villaggio di Torello.
Questo tragitto di 45 minuti parte immediatamente a sinistra di Villa
Rufolo. Altrimenti potrete andare nella direzione opposta, cioè verso
Amalfi, passando per l’antico borgo di Scala, il più antico comune della
Costiera Amalfitana. Un tempo fiorente centro religioso con più di un
centinaio di chiese, Scala è oggi un minuscolo e silenzioso centro abitato in
cui il vento fischia tra le strade deserte. Il duomo romanico del XII secolo
(Piazza Municipio; 8-12 e 17-19), nella piazza centrale, conserva parte
dell’originale solennità. L’ufficio turistico di Sorrento vi darà utili
informazioni su altre possibili passeggiate nella zona.
Auditorium Oscar Niemeyer
TEATRO
( Situato appena sotto la principale via di accesso alla
346 7378561; Via della Repubblica 12)
città, questo edificio moderno che segue il naturale pendio della collina è stato
oggetto a Ravello di profonde controversie e tuttora c’è chi lo apprezza e chi lo
detesta. Progettato dal celebre architetto brasiliano Oscar Niemeyer e inaugurato nel
2010, l’edificio presenta il sinuoso profilo di un’onda; vi si accede da un terrazzo
esterno rettangolare che ospita solitamente esposizioni temporanee di scultura di
livello mondiale. L’auditorium è sede di concerti e di mostre d’arte.
Corsi
Mamma Agata
CORSO DI CUCNA
( Mamma
089 85 70 19; www.mammaagata.com; Piazza San Cosma 9; corsi apr-nov €200, mag-ott €250)
Agata, insieme alla figlia Chiara, offre a casa sua lezioni private di cucina che
prevedono l’insegnamento di piatti semplici, ma squisiti, utilizzando soprattutto
ingredienti biologici. Una lezione dimostrativa di una giornata culmina nella
degustazione dei piatti preparati in un’incantevole terrazza con vista mare e
accompagnamento di limoncello fatto in casa. Si può anche acquistare un libro di
ricette.
Pare che per Humphrey Bogart fosse diventata una tradizione fare colazione al
mattino con il dolce al limone (fatto con il limoncello) di Mamma Agata, quando
quest’ultima, negli anni ’60, lavorava per una facoltosa famiglia americana. Tra gli
altri estimatori hollywoodiani della cucina di Mamma Agata si contano Richard
Burton, Frank Sinatra, Audrey Hepburn e, più recentemente, l’attore Pierce Brosnan.
I prezzi variano a seconda delle stagioni.
Feste ed eventi
Il programma di concerti di musica classica di Ravello inizia a marzo e prosegue
fino alla fine di ottobre. Le manifestazioni più importanti hanno luogo in giugno e in
settembre con l’International Piano Festival e la Chamber Music Week, quando i
maggiori musicisti italiani e stranieri si esibiscono in cornici naturali di una bellezza
indimenticabile. Il prezzo dei biglietti, prenotabili per telefono o online, parte da €25
(più €2 di diritti di prevendita). Per ulteriori informazioni contattate la Ravello
Concert Society (www.ravelloarts.org).
Ravello Festival
MUSICA, ARTI DELLO SPETTACOLO
( 089 85 83 60; www.ravellofestival.com; giu-set) Tra la fine di giugno e l’inizio di settembre
il Ravello Festival – inaugurato nel 1953 – trasforma gran parte del centro del paese
in un grande palcoscenico. In suggestivi spazi all’aperto, tra cui la celebre terrazza
sospesa dei giardini di Villa Rufolo, si può assistere a concerti di musica sinfonica e
da camera, spettacoli di balletto, proiezioni cinematografiche e mostre d’arte.
Pasti
Contrariamente a quanto ci si aspetterebbe, a Ravello di buoni ristoranti ce ne sono
pochi. Ovviamente abbondano i bar e i caffè in cui si spende un occhio della testa
per un panino o una pizza, ma non è facile trovare un ristorante o una trattoria di
buon livello. Ce ne sono alcuni non male appartenenti ad alberghi ma aperti a tutti e
un paio di altri davvero ottimi, ma niente di più. I locali citati di seguito in estate
sono sempre pieni, soprattutto a mezzogiorno, e i prezzi sono alti.
Caffè Calce
CAFFÈ €
( 089 85 71 52; www.caffecalce.com; Via Roma 2; gelati €2,50; Questo
8-22, fino alle 2 di notte in estate)
caffè di fianco a Piazza Duomo si distingue per l’ambiente vecchio stile e una
clientela locale dall’aspetto un po’ burbero. Il suo caffè è considerato il migliore di
Ravello e pasticcini e gelati sono buonissimi. Della stessa gestione il B&B Giardini
Caffè Calce.
Babel
CAFFÈ €€
( 089 858 62 15; Via Trinità 13; pasti €20;Un elegante caffè-gastronomia dipinto di
11-23)
bianco che offre insalate, bruschette, taglieri di formaggi e salumi di alta qualità e a
prezzi ragionevoli, nonché un’ottima scelta di vini locali. Ci sono jazz in sottofondo
e una piccola galleria di artigianato che vende piastrelle di ceramica decorate in
modo particolarmente raffinato.
Da Salvatore
CAMPANO €€
( 089 85 72 27; www.salvatoreravello.com; Via della Repubblica 2; pasti €34; 12-15 e 19.30-22 mar-dom)
A due passi dalla fermata dell’autobus, il locale è arredato molto alla buona ma la
vista, sia dalla sala pranzo interna sia dal dehors, è veramente notevole. Il menu
propone ricette creative come teneri calamari su un letto di crema di ceci con
peperoncino. La sera parte del ristorante si trasforma in una pizzeria ( 19-23,30;
pizze a partire da €5) apparentemente senza pretese, ma le sue pizze cotte nel forno a
legna sono tra le migliori della regione.
Ristorante Pizzeria Vittoria
PIZZA €€
( 089 85 79 47; www.ristorantepizzeriavittoria.it; Via dei Rufolo 3; pizza a partire da €5, pasti €30; 12.15-15
e 19.15-23; Non perdetevi le eccezionali proposte del Ristorante Pizzeria Vittoria,
)
che offre la scelta tra 16 tipi diversi di pizza; raccomandiamo in particolare la
Ravellese, con pomodorini, mozzarella, basilico e zucchine. Se ne aveste abbastanza
della pizza, potrete scegliere tra lasagne alla zucca rossa, mozzarella affumicata e
porcini e un innovativo antipasto a base di ceci e merluzzo. L’ambiente è
caratterizzato da una sobria eleganza, con vecchie fotografie sgranate di Ravello alle
pareti e un piccolo dehors.
MUSEO DEL CORALLO
Schiacciato tra negozi e caffè per turisti, Camo ( 089 85 74 61;
www.museodelcorallo.com; Piazza Duomo 9, Ravello; 9.30-12 lun-sab)
sembra apparentemente una bottega-laboratorio di cammei di squisita
fattura, realizzati essenzialmente con corallo e conchiglie. Ma non
fermatevi a questo: chiedete di vedere le meraviglie raccolte nel museo
situato oltre la sala espositiva. La visita sarà ancora più avvincente se potrà
essere illustrata da Giorgio Filocamo, creatore dei cammei e fondatore
della ditta, che vi racconterà la storia dei pezzi più pregiati, come il
cinquecentesco Cristo su una croce di cristallo, una Madonna della metà
del XVI secolo, un’anfora romana del III secolo d.C., stupendi pettini in
tartaruga e alcuni squisiti dipinti a olio.
Questo negozio è l’antitesi di quelli dai prezzi spropositati del centro di
Ravello (riflettete però sull’eticità dell’acquisto di corallo). I divini
cammei di Giorgio sono stati richiesti da diversi personaggi famosi, tra cui
Hillary Clinton e l’attrice Susan Sarandon.
Shopping
Limoncello e ceramiche sono i souvenir più rappresentativi della Costiera
Amalfitana e qui li troverete entrambi.
Profumi della Costiera
LIMONCELLO
( Il limoncello prodotto qui è
089 85 81 67; www.profumidellacostiera.it; Via Trinità 37; 9-20)
realizzato esclusivamente con limoni locali. Conosciuto dagli esperti con il nome di
‘sfusato amalfitano’, questo particolare tipo di limone è enorme, circa il doppio di
quelli normali. Il liquore viene prodotto seguendo la ricetta tradizionale, quindi
senza conservanti né coloranti. Tutte le bottiglie sono contraddistinte dal marchio di
qualità IGP (Indicazione Geografica Protetta). Spesso è possibile assistere al
processo di imbottigliamento che avviene nel laboratorio sul retro.
PARCHEGGIARE A RAVELLO
Per una gita a Ravello da Amalfi conviene prendere un autobus,
considerando che il prezzo dei parcheggi intorno al centro pedonale è stato
evidentemente studiato per i proprietari di Ferrari: ben €5 l’ora, pagabili
soltanto con carta di credito. Un’alternativa è offerta dal parcheggio
sotterraneo dell’Auditorium Oscar Niemeyer.
Wine & Drugs
GASTRONOMIA
( 089 85 84 43; Via Trinità 6; Nonostante il nome, qui si non vende alcuna
9.30-21.30)
sostanza in grado di alterare le facoltà mentali dei clienti: soltanto grappa, olio
extravergine d’oliva biologico, zafferano e una buona scelta di vini locali ed esteri.
Ogni giorno si offrono degustazioni gratuite di parmigiano stagionato e aceto
balsamico atrettanto invecchiato.
Da notare la collezione di berretti da baseball (oltre 400 all’ultimo censimento)
inviati al proprietario da clienti soddisfatti di tutto il mondo in cambio del cappellino
di Ravello incluso in ogni spedizione di prodotti a domicilio.
Cashmere
ABBIGLIAMENTO
( 089 85 84 67; www.filodautoreravello.it; Via Trinità 8 e Piazza Duomo 13; sciarpe a partire da €20; 9.30-
21)Sebbene si tenda ad associare il cashmere ai climi nordici, questa boutique in un
vicolo di Ravello merita una puntata per l’eccezionale qualità dell’abbigliamento di
produzione locale realizzato soprattutto in cashmere e lana.
Informazioni
Azienda Autonoma Soggiorno e Turismo di Ravello (A2; 089 85 70 96;
www.ravellotime.it; Via Roma 18 bis; 9-18) Assistenza nella ricerca di una
sistemazione.
Per/da Ravello
AUTOBUS
SITA ( 344 103 1070; www.sitasudtrasporti.it)Corse ogni ora da Amalfi (€1,20; 30
min) con partenza dalla fermata sul lato est di Piazza Flavio Gioia.
AUTOMOBILE
Per arrivare a Ravello svoltate verso nord circa 2 km a est di Amalfi.
Parcheggio
Il centro di Ravello è chiuso al traffico.
Minori
POP. 3000
Minori, un piccolo centro balneare senza particolari attrattive, si trova 3,5 km a est
di Amalfi o si raggiunge con una ripida discesa a piedi di 45 minuti da Ravello.
Malgrado l’aspetto molto meno curato delle sue raffinate vicine costiere Amalfi e
Positano, pur dipendendo in egual modo dal turismo, con il suo allegro lungomare,
la bella spiaggia, le suggestive vie pedonali dei negozi e i rumorosi ingorghi di
traffico stradale, Minori appare nel complesso più autentica. La cittadina deve la
propria fama anche alla storica produzione di pasta, in particolare della sua
specialità, gli scialatielli che potrete gustare in molti ristoranti del posto.
Che cosa vedere
Villa Romana e Antiquarium
EDIFICIO STORICO
( 089 85 28 93; Via Capodipiazza 28; Scoperta negli
8-19 in estate; chiuso dom pom nov-marzo)
anni ’30, la Villa Romana del I secolo di Minori è un tipico esempio dello splendore
delle residenze estive dei patrizi romani nel periodo precedente l’eruzione del
Vesuvio del 79 d.C. Le stanze meglio conservate sono quelle che circondano il
giardino, al livello inferiore, con splendidi pavimenti a mosaico in uno dei quali è
raffigurato un toro. C’è anche l’Antiquarium, un piccolo museo di due sale che
raccoglie diversi manufatti e una collezione di anfore che va dal VI secolo a.C al VI
secolo d.C.
Feste ed eventi
Gusta Minori
GASTRONOMIA
( inizio set) I buongustai della costa si danno appuntamento a Minori per l’annuale
sagra gastronomica che riempie la cittadina di bancarelle. Si cucinano, e si
consumano, quintali di pasta (e di altre specialità locali) con festoso
accompagnamento di spettacoli e musica dal vivo.
Pasti
Gambardella
PASTICCERIA €
( Da non
089 87 72 99; www.gambardella.it; Piazza Cantilena 7; pasticcini a partire da €1,50; 7-24)
perdere questa pasticceria nascosta sulla destra della piazza, di fronte alla bella
chiesa color limone. Caffè di qualità eccelsa e torte e pasticcini tutti da assaggiare, a
partire dalle sfogliatelle e dalla torta di ricotta e pere. Potete inoltre acquistare
l’immancabile limoncello e altre simili deliziose bevande fatte artigianalmente con
fragole, mirtilli, foglie di alloro e finocchietto selvatico.
Giardiniello
CAMPANO €€
( 089 87 70 50; www.ristorantegiardiniello.com; Corso Vittorio Emanuele 17; pizza a partire da €6, menu €30;
Facile da trovare a due passi dal lungomare in una trafficata
12-14.30 e 19-23.30 gio-mar)
via pedonale, il Giardiniello soddisfa i palati locali fino dal 1955. Prendete posto nel
dehors immerso nel profumo dei gelsomini, e godetevi la pizza da 40 cm di diametro
da condividere con qualcuno (€20) o un ipercalorico menu di scialatielli seguiti da
pesce locale e dessert, più ovviamente il vino.
Informazioni
Pro Loco di Minori ( 089 87 70 87; Via Roma 30; www.proloco.minori.sa.it; 9-
13 e 16-21 lun-sab, 9-13 dom in estate; 8.30-13.30 e 15.30-20.30 lun-ven e 9-13 sab
in inverno) Piccolo ufficio turistico sul lungomare che fornisce informazioni di
carattere generale e mappe escursionistiche.
Cetara
POP. 2400
Subito oltre Erchie e la sua bella spiaggia s’incontra il pittoresco paese di pescatori
di Cetara, rinomato per la sua eccellente gastronomia locale. Centro marinaro fin dal
Medioevo, ancora oggi è sede di una flotta per la pesca d’altura del tonno che è
considerata tra le più importanti del Mediterraneo. Di notte altri pescatori prendono
il mare a bordo di piccoli pescherecci dotati di potenti lampare che attirano grandi
branchi di alici. Recentemente la gente del posto ha risuscitato la produzione della
colatura di alici, una salsa liquida di sapore intenso che viene fatta risalire al garum,
un condimento per il pesce in uso in epoca romana.
Feste ed eventi
Sagra del tonno
GASTRONOMIA
( Ogni anno Cetara celebra la Sagra del tonno, una manifestazione
fine lug/inizio agosto)
dedicata a questo pesce e alle alici. Se riuscite a far coincidere la vostra visita con
questo evento avrete molte opportunità di assaggiare specialità gastronomiche locali
con accompagnamento di musica e spettacoli vari. Per ulteriori informazioni
rivolgetevi all’ufficio turistico. Se vi perdete la sagra, non temete: potrete sempre
acquistare un vasetto (non una lattina) di specialità di pesce conservate in olio
d’oliva nei negozi di alimentari e nelle gastronomie locali.
IL LIQUORE PREFERITO DI CETARA
Fate un giro nei bar di Cetara e per un momento vi sembrerà di trovarvi
nella provincia francese. Gli abitanti di questa località amano infatti
accompagnare il caffè con un bicchierino di Pernod invece della solita
acqua. Quest’abitudine risale a decine di anni fa, quando dei pescatori
francesi introdussero questo digestif all’anice a Cetara, e l’usanza è arrivata
fino a oggi. Cetara è gemellata con la città francese di Sète, dove molti
pescatori italiani si sono trasferiti in passato per lavorare nell’industria della
pesca locale.
Pasti
Al Convento
CUCINA DI MARE, PIZZA €€
( 089 26 10 39; www.alconvento.net; Piazza San Francesco 16; pasti €30; 12.30-
15 e 19-23 in estate, chiuso mer in inverno) ‘Al Convento’ gode di un suggestivo
ambiente ricavato da un antico chiostro ornato di affreschi originali, seppur sbiaditi,
del XVII secolo. È il luogo ideale in cui assaggiare le specialità di pesce locali come
tagliata di tonno alle erbe per antipasto, seguita da squisiti spaghetti alle acciughe e
finocchietto selvatico.
Non perdetevi la deliziosa torta di cioccolato con ricotta e panna per dessert.
Informazioni
Pro Loco di Cetara ( 089 26 15 93; Piazza San Francesco 15; 10-19 in estate; 9-
13 e 16-18 in inverno) Per trovare una camera e per informazioni di carattere
generale.
Vietri sul Mare
POP. 8600
Vietri sul Mare, la capitale della ceramica campana, segna la fine della strada della
Costiera Amalfitana. La produzione di ceramica risale all’epoca romana, ma fu
avviata su scala pressoché industriale tra il XVI e XVII secolo grazie alla
realizzazione di alte fornaci a tre piani. L’inconfondibile stile locale, caratterizzato
da audaci pennellate e intensi colori mediterranei, incontrò il favore della corte
napoletana che ne divenne il principale committente. Più tardi, negli anni ’20 e ’30
del Novecento, l’afflusso di artisti stranieri (per lo più tedeschi) contribuì al
rinnovamento dei motivi tradizionali. Il centro storico è pieno di negozi decorati
all’esterno con belle piastrelle ornamentali in cui si può acquistare ogni sorta di
oggetti in ceramica.
Che cosa vedere
Museo della Ceramica
MUSEO
( 089 21 18 35; Villa Guariglia; 9-15 mar-dom) Per un’introduzione alla storia della
ceramica di Vietri, visitate questo museo nel vicino paese di Raito. Allestito in
un’incantevole villa con parco, il museo espone una ricca collezione di ceramiche
comprendente pezzi del cosiddetto periodo tedesco (1929-47), quando numerosi
artisti stranieri, in prevalenza tedeschi, confluirono su Vietri.
Shopping
Ceramica Artistica Solimene
CERAMICHE
( 089 21 02 43; www.ceramicasolimene.it; Via Madonna degli Angeli 7; 9-19.30 lun-ven, 9-13 e 16-19.30
sab)In questa grande fabbrica di ceramiche artistiche c’è il negozio di ceramiche più
rinomato della città (oltre a un outlet). Potrete trovare stoviglieria, articoli da regalo
e decorazioni per la casa. Anche senza entrarci, vale la pena di dare un’occhiata alla
straordinaria facciata in vetro e ceramica del negozio, opera dell’architetto
ecologista italiano Paolo Soleri, allievo del celebre Frank Lloyd Wright.
Ceramiche Sara
CERAMICHE
( 089 21 00 53; www.ceramichesara.it; Via Costiera Amalfitana 14-16; 8.30-20 in estate, fino alle 18 in
Questa sala espositiva situata all’ingresso della cittadina e dotata di un
inverno)
comodo parcheggio offre una splendida scelta di ceramiche, tra cui alcune
simpatiche coloratissime piastrelle a prezzi ragionevoli, ideali come sottopentola.
Informazioni
Centro Turistico Acli ( 089 21 12 85; Piazza Matteotti; 10-13 e 17-20 lun-ven,
10-13 sab in estate; 10-13 e 17-19 lun-ven, 10-13 sab in inverno) Un ufficio turistico
moderatamente disponibile situato vicino all’ingresso del centro storico.
Salerno e il Cilento
Include
Salerno
Paestum
Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano
Agropoli
Costiera Cilentana
Palinuro
I migliori ristoranti
La Cantina del Feudo
Vicolo della Neve
Anna
I Tre Gufi
I migliori hotel
Agriturismo I Moresani
Villa Vea
Marulivo Hotel
Hotel Calypso
Perché andare
A Salerno manca forse il glamour delle celebri località della Costiera Amalfitana,
ma il suo suggestivo centro storico, costituito da un labirinto di pittoresche viuzze,
offre un piacevole e più autentico colpo d’occhio sulla vita quotidiana locale rispetto
alle cittadine turistiche e modaiole più a ovest. Il quadro è completato dalla presenza
di un avvincente museo archeologico e di un’imponente cattedrale normanna,
nonché di una spaziosa passeggiata lungomare costeggiata da palme e animati
ristoranti.
L’affascinante sito archeologico della vicina Paestum offre lo spettacolo del tempio
meglio conservato della Magna Grecia, che si staglia solitario tra i prati ricoperti di
fiori selvatici. Nel museo degli scavi sono conservati splendidi affreschi antichi tra
cui la celebre Tomba del Tuffatore.
Da non perdere è la regione del Cilento, una delle meraviglie naturali meno
conosciute della zona, con una fascia costiera ancora poco costruita e un magnifico
parco nazionale famoso per le sue orchidee. Da queste parti i borghi sembrano essere
rimasti fermi nel tempo, quindi preparatevi a sentirvi osservati. Quest’area inizia a
farsi conoscere anche dagli escursionisti, che per l’alloggio possono contare sul
crescente numero di agriturismi. Tra le cose importanti da vedere vi sono uno
straordinario monastero, un suggestivo sito archeologico e interessanti grotte e
caverne.
Quando andare
Nei mesi di luglio e agosto le località costiere del Cilento sono affollate di
vacanzieri e trovare camere in albergo non è facile.
Maggio e giugno e settembre e ottobre sono i mesi migliori: le temperature sono
piacevoli e sulle spiagge c’è più spazio per stendere il telo su cui sdraiarsi.
La primavera, quando i prati si riempiono di fiori e il clima è adatto sia a brevi
passeggiate sia a escursioni più impegnative, è la stagione ideale per visitare il Parco
Nazionale del Cilento.
Il meglio di Salerno e Cilento

Aggirarsi tra le rovine dell’antica città di Velia, Elea per i greci.


Visitare la straordinaria Certosa di San Lorenzo a Padula.
Scoprire Paestum, uno dei siti archeologici più maestosi e meglio conservati
d’Europa.
Una passeggiata nell’affascinante centro storico di Salerno.
Lo spettacolo del tramonto dall’incantevole lungomare di Agropoli.
Ammirare il favoloso panorama offerto dal Castello di Arechi a Salerno.
Esplorare in barca le suggestive Grotte di Pertosa.
Salerno
POP. 139.000
A prima vista Salerno può sembrare una grande città un po’ anonima, ma in realtà
possiede una sua suggestiva e precisa individualità, che si scopre soprattutto
passeggiando nel vivace centro storico. Qui le chiese medievali si affiancano a
semplici trattorie di quartiere, a osterie illuminate al neon e a negozi di tatuaggi
all’ultimo grido. Recentemente l’amministrazione comunale ha investito cifre
considerevoli in progetti di riqualificazione urbana riguardanti soprattutto il centro
storico, che oggi vanta una nuova e spettacolare stazione marittima progettata da
Zaha Hadid e una passeggiata lungomare alberata considerata tra le più belle
d’Europa.
Originariamente colonia etrusca e poi romana, Salerno fiorì nell’XI secolo con
l’arrivo dei normanni. Nel 1076 Roberto il Guiscardo ne fece la capitale del suo
ducato e sotto il suo patrocinio la Scuola Medica Salernitana si fece conoscere come
una delle migliori istituzioni di medicina dell’Europa medievale. In tempi più
recenti, nel 1943, la città fu ridotta in macerie dai pesanti bombardamenti seguiti allo
sbarco della Quinta Armata americana su queste coste. Parte del centro storico fu
miracolosamente risparmiata, ma la presenza in altri quartieri di ampi viali che non
sembrano in sintonia con la fisionomia della città è frutto della ricostruzione
postbellica.
TRE GIORNI PERFETTI

Primo giorno: cultura e cucina


Iniziate la giornata con la visita alla magnifica Cattedrale di Salerno,
seguita da un suggestivo vagabondaggio tra i vicoli affollati del centro
storico. Fate una sosta per un caffè in una tipica piazza con il bucato steso
tra una finestra e l’altra, comprate qualche delizia gastronomica locale e poi
saltate su un treno per Paestum per un pranzo al sacco e un pomeriggio
dedicato alla visita dei suoi magici templi. La sera proseguite verso sud fino
ad Agropoli per una cena con vista sul mare.

Secondo giorno: Costiera Cilentana


Sgranchitevi le gambe con una passeggiata mattutina sul bel lungomare di
Agropoli. Visitate il castello e il centro storico e poi proseguite verso sud
lungo lo scenografico litorale, tutto insenature nascoste e alte scogliere.
Fate tappa per un tuffo in mare, uno spuntino o due passi in qualche piccola
località balneare come Acciaroli, molto amata da Ernest Hemingway,
Pioppi con la sua spiaggia di ciottoli chiari o la medievale Pisciotta, con
un’incantevole piazza. Proseguite lungo la bella costa rimasta
fortunatamente intatta fino a terminare la giornata nella bella Palinuro.

Terzo giorno: grotte e caverne nascoste Meno celebre di quella di Capri,


la Grotta Azzurra di Palinuro è ciò nonostante altrettanto spettacolare.
Dopo averla visitata, puntate verso l’interno e il Parco Nazionale del
Cilento, dove troverete due altri fantastici complessi speleologici: le Grotte
di Castelcivita, uno dei più vasti d’Europa, e le ugualmente affascinanti
Grotte di Pertosa, la cui visita comprende l’avventura di un giro in barca.
Considerate l’idea di pernottare in uno degli stupendi agriturismi del parco.
Salerno
Da non perdere
1 Cattedrale C1
Che cosa vedere
2 Museo Archeologico Provinciale C1
3 Museo Virtuale della Scuola Medica Salernitana C1
4 Pinacoteca Provinciale C1
Pernottamento
5 Hotel Montestella D2
6 Ostello Ave Gratia Plena B1
Pasti
7 Cicirinella C1
8 La Cantina del Feudo D2
9 Pasticceria Romolo G3
10 Pizza Margherita D2
11 Ristorante Santa Lucia B1
12 Sant’Andrea A1
13 Vicolo della Neve B1
Che cosa vedere
Sebbene Salerno sia una città piuttosto estesa, è possibile visitarla a piedi in un
giorno, data la concentrazione dei principali luoghi interessanti nel centro storico e
nelle zone limitrofe. Da includere assolutamente nel programma una passeggiata
sullo splendido lungomare.
Cattedrale
DUOMO
(Piazza Alfano; 089 23 13 87; www.cattedraledisalerno.it; La
9-18 lun-sab, 9-13 e 16-18 dom)
maestosa Cattedrale di Salerno, da molti considerata una delle più belle chiese
medievali d’Italia, non sfuggirà certo al vostro sguardo. Costruita dai normanni
nell’XI secolo e poi rimaneggiata nel XVIII secolo, subì gravi danni nel terremoto
del 1980. La chiesa è dedicata a san Matteo evangelista, le cui spoglie, secondo la
tradizione, furono trasportate qui nel 954 e sepolte nella cripta sotto l’altare
maggiore, dove sono tuttora.
Degno di nota è soprattutto il magnifico portale d’ingresso del XII secolo, chiamato
Porta dei Leoni per i due leoni marmorei situati ai piedi della scalinata. Il portale dà
accesso a un armonioso atrio porticato dominato da un campanile del XII secolo.
Superate le imponenti porte bronzee (anch’esse sorvegliate da leoni e realizzate a
Costantinopoli nell’XI secolo), vi troverete all’interno della chiesa a tre navate in
stile prevalentemente barocco. Della struttura originaria rimangono pochi elementi,
tra cui parti del transetto e del pavimento del coro, oltre ai due pulpiti rialzati di
fronte agli stalli del coro stesso. In tutta la chiesa si possono ammirare splendidi
mosaici policromi duecenteschi in ottimo stato di conservazione.
Da vedere, nella navata di destra, la Cappella delle Crociate, decorata con
magnifici affreschi e mosaici. La cappella deve il suo nome al fatto che qui venivano
benedette le armi dei crociati. Sotto l’altare si trova la tomba del papa Gregorio VII
(XI secolo).
LE SPIAGGE PIÙ BELLE
Ascea
Santa Maria di Castellabate
Spiaggia di Palinuro
Agropoli
Castello di Arechi
CASTELLO
( 089 296 40 15; www.ilcastellodiarechi.it; Via Benedetto Croce; interi/ridotti €4/2; 9-17 mar-sab, 9-15.30
dom) Prendete l’autobus n. 19 in Piazza XXIV Maggio per salire al monumento
simbolo di Salerno, il severo Castello di Arechi, situato in posizione spettacolare 263
m sopra la città. Eretto nell’VIII secolo sulle fondamenta di una fortezza bizantina
da Arechi II, duca longobardo di Benevento, venne poi modificato dai normanni,
dagli Aragonesi e un’ultima volta nel XVI secolo.
Dall’alto, il panorama sul Golfo di Salerno e sui tetti della città è letteralmente
mozzafiato; presso il castello troverete anche una mostra permanente di ceramiche,
armi e monete. D’estate, chiedete all’ufficio turistico il programma dei concerti che
si tengono ogni anno al castello.
Pinacoteca Provinciale
MUSEO
( 089 258 30 73; www.museibiblioteche.provincia.salerno.it; Via Mercanti 63; ingresso gratuito; 9-19.45
mar-dom) Agli appassionati d’arte consigliamo una visita alla Pinacoteca Provinciale,
nel cuore del centro storico. Le sue sei gallerie ospitano una collezione di opere che
spaziano dal Rinascimento alla prima metà del XX secolo.
Alcune belle tele del pittore locale Andrea Sabatini da Salerno rivelano, secondo
alcuni critici, l’influenza di Raffaello, e vi sono anche interessanti opere di artisti
stranieri che vivevano sulla Costiera Amalfitana. Segnaliamo quelle dell’austriaco
Peter Willburger (1942-98) e un variopinto lavoro a pizzo realizzato dall’artista
polacca Irene Kowaliska. Nei mesi estivi il museo è sede di concerti gratuiti di
musica classica.
CONSIGLI PER I PIÙ GOLOSI
Assolutamente da provare è la torta di ricotta e pere, una specialità di
Salerno che si trova però in tutto il Cilento. Potrete acquistare questa
delizia alla frutta praticamente in ogni pasticceria, ma attenzione: poiché
tutti ne vanno pazzi, tende a finire in fretta.
Museo Virtuale della Scuola Medica Salernitana
MUSEO
( 089 257 61 26; www.museovirtualescuolamedicasalernitana.beniculturali.it; Via Mercanti 74; interi/ridotti
€3/2; Questo interessante museo nel
9.30-13 mar-mer, 9.30-13 e 17-20 gio-sab, 10-13 dom; )
centro storico di Salerno si serve di tecnologia in 3D e interattiva per illustrare gli
insegnamenti e le procedure (piuttosto raccapriccianti) dell’antica e gloriosa scuola
medica di Salerno. Fondata intorno al IX secolo, la scuola divenne il più importante
centro di sapere medico dell’Europa medievale e raggiunse l’apice del suo prestigio
nell’XI secolo. Fu chiusa all’inizio del XIX secolo.
L’ AMMUTINAMENTO DI SALERNO
Il 9 settembre 1943 gli Alleati sbarcarono a Salerno con un’operazione
chiamata in codice Avalanche. L’obiettivo era quello di contrapporre le
truppe, compresa la Quinta Armata americana del generale Mark Clark,
agli occupanti tedeschi e avanzare fino a Napoli e poi Roma. Nelle 48 ore
successive allo sbarco, gli Alleati riuscirono a travolgere la resistenza
tedesca e a spingersi verso l’interno. Poi però i tedeschi organizzarono un
feroce contrattacco e l’esercito anglo-americano dovette ritirarsi fino
all’arrivo di nuovi rinforzi. A quel punto, 600 soldati britannici inscenarono
il più grande ammutinamento della storia militare britannica, rifiutandosi di
unirsi alla Quinta Armata americana. La loro nave era partita da Tripoli,
dove molti di essi avevano combattuto contro le truppe di Rommel, e
secondo quanto era stato loro detto era diretta in Sicilia per riunirsi alle
unità britanniche; fu soltanto a bordo che i soldati seppero di essere diretti
invece a Salerno per essere assegnati alla Quinta Armata. Una volta
sbarcati, trovandosi di fronte un esercito disorganizzato, che aveva subito
pesantissime perdite, rifiutarono l’assegnazione. I ribelli furono portati in
un campo accanto alla spiaggia di Salerno e tenuti lì per tre giorni, ma molti
rimasero fermi sulle loro posizioni nonostante la minaccia delle leggi
marziali.
Di questi 300 irriducibili, 108 furono convinti a cedere con la promessa di
riunirsi al loro esercito una volta presa Salerno, ma 192 veterani si
ostinarono nel rifiuto di combattere in reparti a cui non appartenevano.
Vennero tutti accusati di ammutinamento e inviati in Algeria per essere
processati dalla corte marziale. Fu riconosciuto che quei soldati erano stati
inviati a Salerno per un errore burocratico, ma tutti furono ritenuti
comunque colpevoli di ammutinamento e tre sergenti vennero condannati a
morte. La pena fu poi commutata in 12 anni di lavori forzati e infine
revocata, ma i soldati dovettero restituire le medaglie conquistate e dopo la
guerra vivere con una pensione ridotta.
La controffensiva alleata riprese con l’arrivo di rinforzi aerei e per mare;
Salerno fu liberata, ma dopo essere stata ridotta a un cumulo di macerie dai
bombardamenti. A Napoli gli Alleati arrivarono soltanto il 1° ottobre e a
Roma ben nove mesi dopo.
Museo Archeologico Provinciale
MUSEO
( 089 23 11 35; Via San Benedetto 28; interi/ridotti €4/2; Il principale museo
9-19.30 mar-dom)
archeologico della provincia, ora restaurato e rinato a nuova vita, è l’eccellente
vetrina espositiva di una collezione di straordinari reperti storici rinvenuti nel corso
degli scavi delle zone circostanti e risalenti a epoche preistoriche, della Magna
Grecia e romane. Da non perdere i candelabri in bronzo del IV secolo sormontati
dalle figure di un guerriero che circonda con un braccia le spalle di una donna.
La sala al piano superiore è dedicata a una meravigliosa testa in bronzo di Apollo
risalente al I secolo a.C. e scoperta nel Golfo di Salerno nel 1930, oltre che ai reperti
di secoli di scavi nella vicina Fratte tra cui un piccolo vaso dove sono raffigurate le
abitudini sessuali di greci, romani e nativi locali.
Pasti
In Via Roma, nel pittoresco centro medievale di Salerno, potrete scegliere tra tipiche
trattorie a gestione familiare, gelaterie artigianali, sofisticati wine bar, pub e
ristoranti eleganti. D’estate l’ampio lungomare è un luogo molto piacevole in cui
fare due passi prima di cena.
Vicolo della Neve
CAMPANO €
( 089 22 57 05; www.vicolodellaneve.it; Vicolo della Neve 24; pasti €20; Istituzione
19-23.30 gio-mar)
locale nascosta in un vicolo piuttosto scalcinato, questa è una tipica trattoria del
centro storico, con archi in mattoni e opere di artisti locali alle pareti. Anche il menu
è un inno alla tradizione: ampia scelta di pizze, calzoni, peperoni ripieni e una
superlativa parmigiana di melanzane. Prenotate in anticipo perché il locale gode di
grande favore.
Pizza Margherita
CAMPANO €
( 089 22 88 80; Corso Garibaldi 201; pizza/buffet a partire da €5/6,50, menu a pranzo €8,50; 12.30-15.30 e
19.30-24; All’apparenza sembra un’anonima e moderna mensa aziendale, ma in
)
realtà è uno dei locali più noti e frequentati della città. I salernitani sono ormai
abituati a mettersi in coda all’ora di pranzo per lo squisito buffet che comprende
spesso mozzarella di bufala, salumi, cozze cucinate in vari modi e un assortimento di
insalate.
Se non gradite i buffet, il menu del giorno a pranzo (pasta, portata principale,
insalata e mezzo litro d’acqua in bottiglia) è scritto su una lavagna. Altrimenti si può
scegliere tra vari piatti di pasta, secondi, pizze e insalate.
Pasticceria Romolo
PASTICCERIA €
( 089 23 26 13; www.pasticceriaromolo.it; Corso Garibaldi 33; dolci a partire da €1,30; 7.30-14 e 15.30-
20.30 lun e mer-sab, 7.30-20.30 dom) Questa grande pasticceria di fronte alla stazione
ferroviaria mantiene praticamente intatto l’arredamento originale del 1966. Tra i suoi
dolci leggendari, assolutamente da non perdere sono i frollini, gli amaretti e le
irresistibili sfogliatelle alla ricotta che, se mangiate sul posto, vengono riscaldate e
cosparse di zucchero. L’assortimento comprende deliziosi cioccolatini e una scelta di
vini.
Ristorante Santa Lucia
CUCINA DI MARE €
( 089 22 56 96; Via Roma 182; pizza a partire da €5, pasti €22; La
12-14.30 e 19-23.30 mar-dom)
circostante area di Via Roma è certo una delle più modaiole della città, ma la
deliziosa cucina di mare di questo ristorante non potrebbe essere più genuina e
tradizionale.Le linguine ai frutti di mare e le seppie alla griglia non saranno piatti
innovativi, ma qui sono squisite, allo stesso modo delle splendide pizze cotte nel
forno a legna.
Cicirinella
CAMPANO €€
( Questo ristorante nascosto dietro il duomo
089 22 65 61; Via Genovesi 28; pasti €25; 18-24)
offre la combinazione vincente di un ambiente intimo e accogliente e di una cucina
immancabilmente buona e presentata con cura. Pareti con pietra a vista, scaffali con
file di bottiglie di vino e cucina a spazio aperto fanno da cornice all’autentica
gastronomia campana, come pasta con ceci e vongole o zuppa di cozze che sa
proprio di mare.
La Cantina del Feudo
CAMPANO €€
( 089 25 46 96; Via Velia 45; pasti €23-28; 12-14 e 19-23 mar-dom;Questo ristorante
)
frequentato dagli intenditori locali si nasconde in una via traversa nelle vicinanze del
pedonale Corso Vittorio Emanuele II. Il menu cambia ogni giorno, propone piatti
stagionali e fa grande uso di verdure: fagioli bianchi con cicoria, pasta con cime di
rapa e ravioli al pesto di spinaci ripieni di formaggio. C’è anche il servizio pizzeria
con forno a legna. L’interno fa pensare a una trattoria di campagna e ha un dehors
per chi preferisce mangiare all’aperto.
LA REGIONE DEL CILENTO
Salerno si trova sulla linea dei traghetti che collegano Napoli con Sorrento
e, d’estate, le località balneari e le isole della Costiera Amalfitana. Le
principali cittadine della costa del Cilento sono raggiungibili in autobus o in
traghetto; tuttavia un’auto a noleggio consente di visitare con più
flessibilità anche l’entroterra e i piccoli borghi del magnifico Parco
Nazionale del Cilento e Vallo di Diano, poco serviti dai trasporti pubblici e
talvolta raggiungibili soltanto in auto. Nel complesso le strade sono buone e
i centri abitati e di villeggiatura ben indicati e non lontani l’uno dall’altro.
Sant’Andrea
CAMPANO €€
( 329 723 66 72; www.ristorantesantandrea.it; Piazza Sedile del Campo 13-14; pasti €25; 12.30-15 e 20-24)
Un locale accogliente, con tavoli all’aperto in una piazza su cui si affacciano vecchie
case con i panni stesi fuori ad asciugare. La cucina, più innovativa di quanto ci si
aspetterebbe, offre piatti come calamari con funghi porcini o seppie con crema di
verdure. Il gelato al tartufo bianco è la degna conclusione di un pasto squisito. I
titolari gestiscono anche l’adiacente B&B.
Shopping
Per un po’ di shopping dirigetevi verso il pedonale Corso Vittorio Emanuele II;
proseguite fino a quando il corso, nelle vicinanze di Piazza Sedile del Campo,
diventa Via Mercanti, e troverete un’intrigante ed eterogenea zona di negozi di
ceramiche, boutique e stravaganti negozietti di ogni genere.
Informazioni
Ufficio informazioni turistiche EPT ( 089 23 14 32; www.eptsalerno.it;
Lungomare Trieste 7; 9-13 e 15-19 lun-sab) Fornisce informazioni limitate.
I TEMPLI DI PAESTUM
I templi di Paestum ( 0828 81 10 23; www.paestumsites.it; €7, la tariffa
aumenta in concomitanza di mostre; 8.30-18.45 orario biglietteria; l’area
archeologica rimane aperta tutti i giorni dalle 8.45 fino a un’ora prima del
tramonto: sul sito sono indicate tutte le variazioni di orario che vengono
osservate durante l’anno) sono stati dichiarati Patrimonio dell’Umanità
dall’UNESCO e sono tra i monumenti meglio conservati della Magna
Grecia, il territorio colonizzato dagli antichi greci che comprendeva gran
parte dell’Italia meridionale. I templi furono riscoperti alla fine del XVIII
secolo, ma il sito nel suo complesso fu riportato alla luce soltanto negli anni
’50 del Novecento. Al riparo dalle folle di turisti che invadono i siti
archeologici più famosi, il complesso appare immerso in una meravigliosa
atmosfera di serenità e di pace. Portatevi il pranzo al sacco e concedetevi
almeno tre ore. In primavera, circondati da distese di papaveri rossi, i
templi appaiono al massimo della loro bellezza.
Comprate i biglietti nel museo, subito a est degli scavi, prima di entrare
dall’ingresso principale situato all’estremità settentrionale. Il primo tempio
che s’incontra è il Tempio di Cerere del VI secolo a.C., in origine dedicato
ad Atena e utilizzato come chiesa cristiana in epoca medievale.
Dirigendovi a sud potrete osservare i resti del grande foro a pianta
rettangolare, cuore della città antica. Tra le strutture in parte ancora in piedi
si nota la vasta area di abitazioni e, ancora più a sud, l’anfiteatro; entrambi
contribuiscono a dare un’idea della vita quotidiana che si conduceva in
epoca romana. All’interno delle case si vedono pavimenti in mosaico e
l’impluvium marmoreo destinato a raccogliere l’acqua piovana.
Il Tempio di Nettuno, risalente all’incirca al 450 a.C., è il più grande e il
meglio conservato dei tre templi di Paestum, visto che mancano soltanto
alcune parti dei muri interni e del tetto. Accanto si trova la Basilica (in
realtà un tempio dedicato a Hera), che è il più antico edificio di Paestum
giunto fino a noi. Costruito intorno alla metà del VI secolo a.C., con nove
colonne sui lati brevi e 18 su quelli lunghi, è davvero imponente. Chiedete
a qualcuno di fotografarvi accanto a una colonna: vi renderete conto delle
proporzioni.
Ritagliatevi un po’ di tempo per visitare anche il museo ( 0828 81 10 23;
8.30-19.30, ultimo ingresso alle 18.45, chiuso il 1° e 3° lunedì del mese);
disposto su due piani, espone un’affascinante collezione di metope (fregi in
bassorilievo). La collezione comprende 33 delle originali 36 metope del
Tempio di Hera Argiva, 9 km a nord di Paestum, del quale non rimane
praticamente altro. Il pezzo forte del museo è rappresentato dall’affresco
del V secolo a.C. proveniente dalla Tomba del Tuffatore, raffigurante un
uomo a mezz’aria nell’atto di tuffarsi, forse a rappresentare il passaggio
dalla vita alla morte. Insieme all’affresco, scoperto nel 1968, all’interno
della tomba c’erano una tazza per bere e una fiaschetta d’olio con cui forse
il giovane avrebbe dovuto ungersi per una gara di lotta. La figura
rappresentata è stilizzata, ma esprime il piacere di una fisicità la cui grazia
e freschezza rimangono fissate nel tempo per l’eternità. Sotto il tuffatore,
alcuni uomini riuniti in simposio brindano languidamente sdraiati sui
divani.
Per/da Salerno
AUTOBUS
Gli autobus SITA partono per Amalfi almeno ogni ora da Via Vinciprova e passano
da Piazza Vittorio Veneto, accanto alla stazione ferroviaria. Lungo il tragitto
fermano a Vietri sul Mare, Cetara, Maiori e Minori. Per Pompei prendete l’autobus
CSTP ( 089 48 70 01; www.cstp.it) n. 50 in Piazza Vittorio Veneto (circa 15 corse
al giorno). Per la costa sud e Paestum prendete invece l’autobus CSTP n. 34, che
parte ogni ora dalla fermata di questa autolinea in Piazza della Concordia.
AUTOMOBILE E MOTOCICLETTA
Salerno si trova sull’autostrada A3 Napoli–Reggio Calabria, senza pedaggio da
Salerno verso sud. Uscite al casello di Salerno e seguite le indicazioni per il centro
città.
IMBARCAZIONI
Indicativamente dalla Domenica delle Palme a inizio novembre, Alicost ( 089 87
14 83; www.alicost.it) ha diversi aliscafi giornalieri per/da Capri (€21, 50 min) e
Travelmar ( 089 87 29 50; www.travelmar.it) per/da Amalfi (€8, 20 min) e per/da
Positano (€12, 30 min).
Le partenze sono dal Porto Turistico, a 200 m di distanza lungo il molo da Piazza
della Concordia. I biglietti si acquistano alle biglietterie accanto al punto d’imbarco.
TRENO
A Salerno fermano praticamente tutti i treni diretti a sud, sia verso la Calabria sia
verso la costa ionica e quella adriatica meridionale. Dalla stazione in Piazza Vittorio
Veneto partono con frequenza treni per Napoli (€9, 35 min, ogni 30 min) e Roma
(Intercity, a partire da €29,50, 3 h, ogni ora).
Trasporti locali
AUTOMOBILE E MOTOCICLETTA
Per noleggiare un’automobile, troverete un’agenzia Europcar ( 089 258 07 75;
www.europcar.com; Via Clemente Mauro 18) nelle vicinanze della stazione
ferroviaria.

Parcheggio
Salerno è abbastanza ben fornita di parcheggi. Avvicinandovi al centro città seguite i
cartelli blu con la lettera P. Il parcheggio più comodo per il centro storico è quello di
Piazza Amendola. Altri grandi parcheggi si trovano nei pressi della stazione
ferroviaria (e dell’ufficio turistico) in Piazza della Concordia e nell’adiacente Piazza
Giuseppe Mazzini. I prezzi si aggirano intorno a €2 l’ora.
Paestum
Paestum (o Poseidonia, come fu originariamente chiamata in onore di Poseidone, il
dio greco del mare) fu fondata nel VII secolo a.C. da coloni greci e finì nell’orbita
romana nel 273 a.C. Il declino della città iniziò con la caduta dell’impero romano.
Poi, le periodiche epidemie di malaria e le violente razzie dei saraceni costrinsero
ciò che rimaneva della popolazione ad abbandonare del tutto la città.
Benché la maggior parte dei turisti visiti Paestum in giornata, il sorprendente
numero di ottimi alberghi e l’incantevole area rurale in cui si trovano i templi
invitano a una comoda e piacevole sosta i viaggiatori diretti verso la regione del
Cilento.
Pasti
Nella maggior parte dei ristoranti di Paestum si mangia mediocremente e si spende
parecchio.
Nonna Sceppa
CAMPANO €€
( 0828 85 10 64; Via Laura 45; pasti €35, €45 menu di pesce; 12.30-15 e 19.30-23 ven-mer; )
Un’eccezione è il ristorante Nonna Sceppa, un locale dall’atmosfera cordiale che si
sta facendo rapidamente conoscere per l’eccellenza della sua cucina. Nei piatti
stagionali d’estate domina il pesce freschissimo, magari semplicemente grigliato con
una spruzzata di limone, ma alla perfezione. Molto apprezzati sono anche il risotto
con zucchine e carciofi e gli spaghetti all’aragosta.
Informazioni
Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Turismo di Paestum ( 0828 81 10 16;
www.infopaestum.it; Via Magna Grecia 887; 9-13 e 14-19 lun-sab in estate, fino
alle 16 in inverno)
Per/da Paestum
AUTOBUS
CSTP ( 089 48 70 01; www.cstp.it) Autobus n. 34 per Paestum da Salerno, Piazza
della Concordia (€2,70, 80 min, 12 corse al giorno).
TRENO
Regolari collegamenti ferroviari corrono tra Salerno e Paestum (€2,70, 32 min).
Dalla stazione di Paestum dirigetevi verso l’arco di pietra, attraversatelo e proseguite
lungo Via Porta Sirena: è una piacevole camminata di 10 min.
Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano
Perfetto antidoto alle folle vacanziere delle spiagge costiere, il magnifico Parco
Nazionale del Cilento e Vallo di Diano è una straordinaria combinazione di fitti
boschi, prati fioriti, alte montagne e tanta acqua sotto forma di torrenti, fiumi e
cascate. Dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, questo parco, che
occupa un territorio di 1810 kmq con 80 tra cittadine e paesi, è il secondo d’Italia
per estensione.
Abitato fin dall’epoca preistorica, nel corso dei secoli per la sua posizione isolata ha
attirato ondate di profughi desiderosi di insediarsi in nuove terre da coltivare. I primi
furono i greci, in fuga da Paestum e Velia (Elea) conquistate dai romani. Gli antichi
abitanti delle città costiere si spostarono a loro volta nell’entroterra per sfuggire alle
incursioni e ai saccheggi dei pirati. La presenza di monaci benedettini alla ricerca di
luoghi di culto isolati e nascosti si unì in seguito a questa mescolanza di mondi
diversi. Fu poi la volta dei ricchi signori feudali che fecero costruire sul posto
imponenti castelli dai quali imporre il proprio potere sulle zone circostanti. Molti
secoli più tardi il controllo del territorio passò nelle mani dei temutissimi briganti,
che lo resero inaccessibile ai comuni viandanti e ai visitatori stranieri che arrivavano
in Italia per il famoso Grand Tour. Tutto ciò ha fatto sì che il parco rimanesse
escluso per decenni dai circuiti più turistici, contribuendo a garantirne l’integrità.
Che cosa vedere
Per visitare il parco al meglio occorre assolutamente disporre di un’automobile.
Concedetevi un giorno intero per visitare le grotte, di più se volete esplorare la zona
anche a piedi.
Grotte di Castelcivita
GROTTE
( 0828 77 23 97; www.grottedicastelcivita.com; Piazzale Nicola Zonzi, Castelcivita; interi/ridotti €10/8;
Le grotte sono
visite guidate alle 10.30, 12, 13.30 e 15 marzo-ott, anche 16.30 e 18 apr-set; )
affascinanti caverne risalenti all’epoca preistorica che sembrano appartenere a un
universo sconosciuto. Gli scavi hanno rivelato che erano abitate già 42.000 anni fa, il
che le rende tra gli insediamenti umani più antichi d’Europa. Portatevi una giacca e
lasciate a casa i tacchi alti perché i sentieri sono bagnati e scivolosi. Si richiedono
l’uso di un casco e un certo grado di mobilità e forma fisica. Il complesso
speleologico si trova 40 km a sud-est di Salerno e per ora rimane ancora al di fuori
degli itinerari più turistici.
Sebbene le grotte occupino una superficie di oltre 4800 m, soltanto la metà di esse è
aperta al pubblico. Il tour di un’ora attraversa un’area di straordinarie formazioni
stalagmitiche e stalattitiche, favolose sculture naturali che le alghe, il calcio e il ferro
hanno tinto di un magico gioco di colori nel corso del tempo. La visita culmina in
un’immensa grotta caratterizzata da un misterioso paesaggio lunare e chiamata la
Caverna di Bertarelli. Le grotte sono ancora abitate... dai pipistrelli, e ai visitatori
viene raccomandato di non scattare fotografie con il flash per non accecarli.
Grotte di Pertosa
GROTTE
( 0975 39 70 37; www.grottedipertosa-auletta.it; Pertosa; visite guidate interi/ridotti
100 min €20/15, 75 min €16/13, 60 min €13/10; 10-14 gen-feb, 10-17 marzo, 11-
17 apr-mag, 10.30-16.30 lug, 10-18.30 agosto, 10-16.30 set, 10-14 ott-dic; )
(Ri)scoperte nel 1932, le Grotte di Pertosa risalgono a 35 milioni di anni fa.
Utilizzate dagli abitanti della Magna Grecia e dai romani come luoghi di culto,
formano un complesso che si snoda per circa 2500 m con lunghi corridoi sotterranei
e alte grotte piene di stalattiti e stalagmiti. Il primo tratto della visita guidata viene
effettuato navigando su un fiume sotterraneo, a bordo di una barca o di una zattera;
si sbarca appena prima della cascata (fiu!) e si prosegue a piedi per circa 800 m
circondati da splendide formazioni rocciose e luminosi aggregati di cristalli.
Al contrario di quelle di Castelcivita, queste grotte sono più sfruttate
commercialmente; vi troverete negozi di souvenir, bar e un parcheggio (€3).
Certosa di San Lorenzo
MONASTERO
( 0975 777 45; Padula; interi/ridotti €4/2; La Certosa di San Lorenzo, uno dei
9-19 mer-lun)
più grandi monasteri dell’Europa meridionale, fu costruita nel 1306, anche se il suo
attuale aspetto marcatamente barocco è il risultato dei massicci rifacimenti che subì
tra il 1583 e il 1779. Il complesso occupa una superficie di 250.000 mq. Per farvi
un’idea delle sue dimensioni, ecco qualche cifra: 320 tra stanze e saloni, 2500 m di
corridoi, gallerie e passaggi vari, 300 colonne, 500 porte, 550 finestre, 13 cortili, 100
camini, 52 scale e 41 fontane. Poiché probabilmente non avrete abbastanza tempo
per vedere tutto, non perdetevi le parti più importanti, tra cui il vasto cortile centrale
(dove d’estate si tengono concerti di musica classica), la stupenda biblioteca rivestita
di pannelli di legno, le cappelle affrescate e la cucina con l’imponente camino di cui
si racconta un celebre episodio: sembra che proprio qui nel 1534 sia stata preparata
per l’imperatore Carlo V d’Asburgo (re di Napoli come Carlo IV) una leggendaria
frittata di 1000 uova. Purtroppo la storica padella non è giunta fino a noi, ma quanto
sarà stata grande?
Nel monastero si può anche visitare la modesta collezione di antichi manufatti
raccolti nel Museo Archeologico Provinciale della Lucania Occidentale ( 0975 7
71 17; 9-19 mer-lun).
Roscigno Vecchia
CITTÀ ABBANDONATA
Roscigno Vecchia si trova nel cuore del parco nazionale, 28 km a ovest di Teggiano.
Alcune frane improvvise all’inizio del XX secolo indussero la popolazione ad
abbandonare il loro paese. Oggi, a riprova della robustezza dell’antica architettura
rurale, gran parte delle vecchie case di pietra è ancora in piedi. Queste abitazioni,
insieme alla chiesa e alla piazza centrale, sono la testimonianza fantasma di quella
che fu una prospera comunità rurale. Gli abitanti furono infatti tutti trasferiti a
Roscigno Nuova (oggi chiamata semplicemente Roscigno).
Attività
Il parco è attrezzato con 15 sentieri naturalistici ben segnati, che variano da
passeggiate relativamente facili a escursioni impegnative che richiedono molta
energia e ottime ginocchia. Il paesaggio del parco è assolutamente spettacolare e in
primavera rimarrete abbagliati dalla varietà di specie e colori dei fiori selvatici:
delicati narcisi, orchidee e tulipani che cercano di farsi spazio tra margherite dal
cuore giallo brillante e papaveri scarlatti.
Macchie di abeti bianchi, castagni selvatici e faggi contribuiscono al fascino del
paesaggio, così come le ripide falesie e le montagne rivestite di pinete. E poi c’è la
fauna, fra cui cinghiali, tassi, lupi e, per la gioia degli appassionati di birdwatcing, la
sempre più rara aquila reale.
Date le dimensioni del parco, anche nella più turistica stagione estiva è raro
incontrare altri escursionisti con cui scambiare due chiacchiere e barrette
energetiche; il fatto può diventare spiacevole, e anche pericoloso, se ci si perde e non
si sono presi prima i fondamentali accorgimenti. In teoria gli uffici turistici
dovrebbero disporre di guide cartacee, ma in realtà spesso ci si sente dire che le
copie sono esaurite. Se così fosse, vi consigliamo di comprare una carta
dell’itinerario che vi interessa (la serie è composta da 10 tavole in scala 1:25.000;
€2) o l’eccellente Monte Stella: guida per escursioni e passeggiate nel Cilento
antico pubblicata dalla Comunità Montana Alento Monte Stella (€3). Molti
agriturismi del parco, comunque, organizzano escursioni con guida.
Una bella escursione che si può organizzare da soli è la salita al Monte Alburno
(1742 m), tra paesaggi e panorami meravigliosi. Si può scegliere tra due sentieri
segnati che partono dal centro del pittoresco borgo di Sicignano degli Alburni e
terminano sulla cima della montagna. Calcolate circa quattro ore per entrambi. Chi
non si sente abbastanza esperto può optare per una guida. Gli ottimi agriturismi della
zona organizzano una serie di attività come escursioni guidate, corsi di pittura ed
equitazione.
ASSOCIAZIONI ESCURSIONISTICHE
Diverse ottime associazioni escursionistiche organizzano gite nel Parco
Nazionale del Cilento, tra queste: Associazione Trekking Cilento ( 0974
84 33 45; www.trekkingcilento.it; Via Cannetiello 6, Agropoli) Gruppo
Escursionistico Trekking ( 0975 7 25 86, 338 3095044;
info@getvallodidiano.it, getvallo@tiscali.it; www.getvallodidiano.it; Via
Provinciale 29, Silla di Sassano) Trekking Campania ( 339 7456795;
www.trekkingcampania.it; Via G. Amendola 23, Pellezzano)
Pasti
I piccoli centri abitati disseminati all’interno del parco hanno conservato una
semplicità e autenticità che dal punto di vista gastronomico significano cucina
genuina preparata con prodotti non adulterati, come i sostanziosi ragù di carne di
montone e di capra. Tra le specialità tipiche del Cilento ormai famose in tutto il
mondo ci sono la focaccia e la mozzarella di bufala.
Trattoria degli Ulivi
CAMPANO €
( Se
334 2595091; www.tavolacaldadegliulivi.it; Viale Certosa, Padula; menu a partire da €12; 11-16)
l’esplorazione degli interminabili corridoi della Certosa di San Lorenzo vi ha fatto
venire appetito, questo ristorante distante soltanto 50 m a ovest è il posto che fa per
voi. L’ ambiente è simile a quello di una mensa, ma i piatti del giorno sono gustosi,
le porzioni generose e i prezzi contenuti. Ci si può andare per uno spuntino così
come per monumentali pranzi di quattro portate.
LE ORCHIDEE SELVATICHE DEL PARCO
NAZIONALE DEL CILENTO
A causa della grande ricchezza di flora e fauna selvatica, il Parco Nazionale
del Cilento è stato riconosciuto dall’UNESCO Riserva della Biosfera. Il
parco ospita alcune specie di piante estremamente rare, tra cui la primula di
Palinuro (simbolo del luogo), ma ciò che fa felici gli appassionati di
floricultura è che qui fioriscono ogni anno circa 265 varietà di orchidee
selvatiche (pari all’80% del numero totale di specie di orchidee presenti in
Europa).
La spettacolare fioritura di 70 diverse specie di orchidee di vari colori si
concentra ogni anno nella Valle delle Orchidee, nei pressi della pittoresca
cittadina di Sassano (9 km a ovest della Certosa di San Lorenzo in Padula),
di solito tra la fine di aprile e l’inizio di maggio. Anche la campagna
circostante è bellissima, perciò, se doveste perdervi la fioritura delle
orchidee, potrete sempre godervi un bel giro in auto in uno splendido
paesaggio e forse avvistare qualche animale selvatico, per esempio una
volpe, un tasso, un lupo, un cinghiale o una lontra, di cui il parco vanta la
popolazione più numerosa d’Italia.
Entrando a Sassano, seguite l’indicazione del ‘percorso turistico’ sulla
sinistra; passate sul ponte medievale di Peglio e proseguite attraverso i
boschi di betulle, prima che nella valle davanti a voi si dispieghi in tutta la
sua magnificenza lo spettacolo delle orchidee in fiore. Potrete anche
partecipare a un’escursione organizzata dal Gruppo Escursionistico
Trekking.
Vecchia Pizzeria Margaret
PIZZA €
( Pizze favolose cotte nel forno a
0975 33 00 00; Via Luigi Curto, Polla; pizza a partire da €3)
legna, oltre a ottimi antipasti e piatti di pasta preparati in vari modi. Il servizio è
veloce e cortese e i prezzi bassi. Il ristorante si trova subito a est del fiume, vicino
all’ospedale. È il posto ideale in cui ricuperare le energie dopo una lunga gita nel
parco.
Antichi Feudi
CAMPANO €€
( 0975 58 73 29; www.antichifeudi.com; Via San Francesco 2, Teggiano; pizza a partire da €4, pasti €25; 12-
Questo bel ristorante si trova all’interno dell’omonimo boutique hotel nelle
15 e 20-23)
immediate vicinanze dell’elegante piazza principale di Teggiano. Il menu varia con
le stagioni, ma tra le specialità della casa segnaliamo la succosa carne alla griglia, le
cozze grigliate al limone e la zuppa di pesce. Al bar caffè dell’albergo si possono
ordinare pizze squisite, tra cui la saporita Antichi Feudi con funghi, formaggio
fresco e melanzane (€10). Si raccomanda di prenotare.
Itinerario in auto
Visita del Parco Nazionale del Cilento

INIZIO GROTTE DI CASTELCIVITA FINE


CASTELCIVITA LUNGHEZZA 112 KM;
TRE GIORNI

Iniziate dalle splendide Grotte di Castelcivita. Prendete la SS488, attraversate


Controne, e proseguite verso nord lungo la strada provinciale 60, che costeggia
alte falesie, antichi muretti a secco e una rigogliosa campagna disseminata di
ciliegi selvatici e fichi. Fermatevi a Postiglione, per vedere il centro medievale
e il castello normanno dell’XI secolo. Prendete un caffè in uno dei bar di Piazza
Europa, rimettevi al volante e proseguite con la SS19 verso Auletta. Qui il
paesaggio si fa sempre più montuoso, con spettacolari pareti di roccia
marmorizzata.
Seguite la SS19 e le indicazioni verso est per l’incantevole Sicignano degli
Alburni, a sud della strada. Visitate il castello trecentesco, le chiese barocche e
l’antico convento; Sicignano è anche il punto di partenza dei due sentieri per il
Monte Alburno. Pernottate al vicino agriturismo Sicinius e il giorno dopo
proseguite lungo la strada provinciale 35 verso sud fino a Petina, in alto sul
crinale. La strada qui si fa accidentata: per un fondo meno emozionante ma
asfaltato puntate a nord verso la panoramica SS19, che prosegue a sud-est
toccando il bivio per le suggestive Grotte di Pertosa.
La tappa successiva è Polla, centro strategico in epoca romana e oggi ideale per
una passeggiata tra la riva del fiume, il castello del XII secolo e le case di pietra
scura. Acquistate qualcosa per un picnic e proseguite verso sud con la SS19 (la
A3 è più veloce, ma meno panoramica) seguendo i cartelli per Padula, dove
potrete dedicarvi alla magnifica Certosa di San Lorenzo. Seguite le indicazioni
per Teggiano, uno splendido borgo circa 15 km a nord-ovest di Padula, con
molte chiese, una cattedrale e un castello.
Il terzo giorno puntate a nord fino alla SS166. Seguite i cartelli per
Sant’Angelo a Fasanella, che ha un ponte romano, chiese e conventi medievali e
un bel centro storico. Da qui proseguite verso ovest per circa 18 km e vi
ritroverete a Castelcivita.
Pasticceria Mery Diano
GELATERIA €
( In questo piccolo bar
0975 79 019; Via Roma, Teggiano; gelati €1,50, dolci a partire da €1; 7-24)
con un paio di tavoli all’aperto accanto alla Chiesa di Santa Maria Maggiore (da
notare il magnifico portale scolpito), potrete concedervi il miglior gelato della città,
oltre a bevande e dolci.
Taverna degli Antichi Sapori
CAMPANO €
( 0828 77 25 00; www.tavernadegliantichisapori.it; Via Nazionale 27, Controne; pasti a partire da €18-30;
12.30-15 e 19-23) Facile da trovare sulla strada principale della cittadina, questo
ristorante luminoso e spazioso, con muri in pietra a vista, dispone di un piccolo
dehors rallegrato da gerani scarlatti. Il menu è decisamente legato alla tradizione
locale ed è una bontà se vi piacciono i fagioli: gnocchi e fagioli, pasta e fagioli,
pappardelle e fagioli, riso e fagioli. Se non vi piacciono i fagioli, potrete rifarvi con
la carne alla griglia.
Informazioni
L’ufficio turistico di Paestum può fornire informazioni anche sul Parco Nazionale
del Cilento.
Ente Parco Nazionale del Cilento, Vallo di Diano e Alburni ( 0974 71 99 11;
www.parks.it/parco.nazionale.cilento/Eindex.html; Via Palumbo 16, Palazzo
Mainenti, Vallo della Lucania; 9-13.30 e 14.30-17 lun-ven) Un sito utile con molte
informazioni.
Pro Loco Sicignano degli Alburni ( 338 3246324; prolocosicignano@tiscali.it;
www.prolocomontialburni.it; Piazza Plebiscito 13, Sicignano degli Alburni; 9-
13.30 e 14.30-17 lun-sab) Per informazioni turistiche.
Soccorso alpino ( 118, 338 4351474) In caso di emergenza.
PRENOTATE PER TEMPO
Evitate di presentarvi inattesi negli agriturismi e B&B del parco; è possibile
che non troviate nessuno, che il campanello non funzioni o che non si trovi
la chiave giusta. L’industria del turismo è recente da queste parti: lasciatele
il tempo di abituarsi e prenotate sempre in anticipo.
Per/dal Parco Nazionale del Cilento e Vallo di Diano
AUTOBUS
Curcio Viaggi ( 0975 39 12 13; www.curcioviaggi.it) offre collegamenti con le
corse da Salerno a Polla (€5; 1h 10 min). SITA ha una corsa giornaliera da Salerno
per Castelcivita e Polla (€3,70; 1h 55 min).
AUTOMOBILE
Nel parco ci si orienta facilmente in auto, sempre che si disponga di una cartina
dettagliata.
TRENO
Si può prendere il treno da Salerno per Battipaglia e da lì un autobus per Polla e
Padula (€4,50/€5,20; 1h 22 min/2h 6 min; www.trenitalia.com). Le corse sono però
lente e poco frequenti, quindi studiate attentamente gli orari in precedenza.
Agropoli
POP. 20.700
Poco più a sud di Paestum, Agropoli è un’animata località di villeggiatura estiva,
mentre nel resto dell’anno è una piacevole e tranquilla cittadina, ideale come base
per la visita della costa del Cilento e del parco. Se la periferia si presenta come un
anonimo reticolo di vie piene di negozi, il centro storico è un affascinante dedalo di
vicoli acciottolati con chiese antiche e un castello da cui si gode una vista magnifica.
Abitata fin dal Neolitico, la città fu poi popolata da greci, romani, bizantini e
saraceni. Nel 915 Agropoli cadde sotto la giurisdizione dei vescovi di Capaccio e
successivamente di diversi signori feudali. Nei secoli XVI e XVII divenne
l’obiettivo di incursioni piratesche provenienti dal Nord Africa, che ridussero la
popolazione a poche centinaia di abitanti. Oggi vi risiedono più di 20.000 persone,
che ne fanno la più grande (e vivace) località della Costiera Cilentana.
Che cosa vedere e fare
Per raggiungere il centro storico dirigetevi verso Piazza Vittorio Veneto, l’area
pedonale della città moderna, con caffè, gelaterie e molti negozi. Seguite Corso
Garibaldi e salite gli Scaloni fino a raggiungere il borgo medievale fortificato, poi
seguite le indicazioni per il castello. Agropoli è conosciuta per le sue incontaminate
spiagge di sabbia dorata.
Castello
CASTELLO
( 10-20) Costruito dai bizantini nel V secolo, il castello fu ulteriormente
fortificato in epoca angioina, all’epoca di quel bagno di sangue che furono i Vespri
Siciliani. Raggiungibile con una piacevole passeggiata attraverso il centro storico, il
castello continuò a essere rimaneggiato e oggi delle mura difensive originali
rimangono soltanto alcune parti. Dai bastioni si gode un magnifico panorama sulla
costa e la città.
Il castello non è soltanto un richiamo turistico: è anche sede di una galleria d’arte
permanente in cui gli artisti locali espongono le loro opere e di un piccolo
auditorium all’aperto in cui d’estate si tengono concerti.
ATTIVITÀ NELLA REGIONE
Immersioni subacquee su relitti marini ad Agropoli
Escursioni nel Parco Nazionale del Cilento
Il giro delle grotte di Palinuro in barca.
Cilento Sub Diving Center
IMMERSIONI
( 338 2374603; www.cilentosub.com; Via San Francesco 30; immersioni singole a partire da €35; )
Questo centro offre corsi di snorkelling per principianti, immersioni in mare aperto
per ragazzi (dai 12 anni in su) e immersioni su relitto, in particolare navi e carcasse
di carri armati e aeroplani distrutti nel corso delle durissime battaglie combattute in
questa regione durante la seconda guerra mondiale.
Tra i punti d’immersione ci sono anche luoghi affascinanti come le acque al largo di
Paestum, dove potreste anche avere la fortuna di imbattervi in una magnifica testa
bronzea di Apollo.
Pasti
Anna
PIZZA €
( 0974 82 37 63; www.ristorantepizzeriaanna.it; Lungomare San Marco 32; pizza/pasti a partire da €4/15;
11-24) Questo ristorante al termine della passeggiata lungomare (lato centro città)
gode da decenni di un’ottima reputazione a livello locale per la sua cucina
tradizionale e gluten free. A gestione familiare e con un piccolo B&B al piano
superiore, Anna è famosa soprattutto per le sue pizze, in particolare da quando nel
2010 un giornale inglese ha definito ‘la migliore d’Italia’ la sua pizza ‘sorpresa’ a
nove tranci di gusto diverso: cozze, melanzane, zucchine, maiale marinato,
prosciutto, gamberi e salsiccia piccante. Potrete gustare anche pizze con l’impasto a
base di farro, kamut e farina integrale. Tra i piatti di pesce più tradizionali
segnaliamo il pesce spada alla griglia. Questo è anche un gran posto per iniziare la
giornata con una sferzata di energia sotto forma di otto diversi tipi di croissant fra
cui scegliere, compresi quelli al cioccolato bianco.
Bar Gelateria del Corso
GELATERIA €
È il locale più
(Corso Garibaldi 22-24; dolci/gelati a partire da €1,50/2, cocktail a partire da €2,50; 8-21)
popolare di Agropoli, dove si va per gustare un buon gelato, sorseggiare un cocktail
o farsi venire l’acquolina in bocca davanti alla scelta di dolci alla crema. Dalle sedie
di vimini sulla strada pedonale si osserva piacevolmente il viavai della gente. I gusti
dei gelati sono numerosi e insoliti e includono marron glacé e limoni di Sicilia; altri
invece, come i frutti di bosco, sono a base di yogurt.
La Brace
CAMPANO €
( 0974 82 16 05; Via A. De Gasperi 60; pizza a partire da €4, pasti €10-15; 12-14.30 e 19-23.30 mar-dom)
Da questa semplice trattoria in una via molto trafficata non c’è vista sul mare né sul
centro storico, ma cosa importa visto che si mangia così bene? Il meglio sono le
pizze e il pesce; sedetevi nella sala color caramella o, in estate, nel tranquillo dehors
sul retro. Nei weekend il ristorante si riempie spesso di numerose e chiassose
famiglie.
Il Gambero
CUCINA DI MARE €€
( 0974 82 28 94, 345 1195807; www.gambero.it; Via Lungomare San Marco 234; pasti a partire da €25;
Il Gambero si trova di fronte alla lunga spiaggia di
12.15-15.30 e 19-24, chiuso mar in inverno)
Agropoli. Andateci sul presto per assicurarvi un tavolo da cui godervi il tramonto su
Sorrento e le luci di Capri sullo sfondo. Tra le specialità segnaliamo l’insalata di
frutti di mare, la pasta alle vongole e zucca e il fritto misto di pesce. Ci sono anche
alcuni piatti ‘di terra’, ma è per il pesce che Il Gambero è famoso. Si raccomanda di
prenotare.
Informazioni
Infopoint Vivi Agropoli ( 0974 82 74 71, 342 1934821; info@viviagropoli.it;
www.viviagropoli.it; Piazza della Repubblica 3; 9.30-14 in inverno, e anche 17-22
in estate) Ufficio turistico gestito dal Comune di Agropoli.
Per/da Agropoli
CSTP ( 089 48 72 86; www.cstp.it) effettua collegamenti di linea tra Salerno,
Paestum e Agropoli (€3,10/€1,80, 1h 10 min/1h) Troverete anche un’agenzia di
autonoleggio ( 0974 82 63 01; Via A. De Gasperi 75; a partire da €39,90 al
giorno).
Costiera Cilentana
Se alla costa del Cilento manca quella sofisticata patina di glamour tipica della
Costiera Amalfitana, sicuramente può guardare alla sua vicina con un po’ di
sufficienza per quanto concerne le spiagge. Qui il litorale si presenta come un
susseguirsi di calette nascoste e lunghe distese di sabbia dorata dove un gelato o
l’affitto di un lettino per prendere il sole non costa una fortuna. Oltre alle località
indicate di seguito, segnaliamo Sapri, un paese situato all’estremità sud-orientale
della costa del Cilento, con due belle spiagge proprio in centro.
Per/dalla Costiera Cilentana
AUTOBUS
Gli autobus CSTP collegano regolarmente Salerno e Paestum con diverse località
costiere del Cilento, tra cui Santa Maria di Castellabate, San Marco di Castellabate
(€3,70) e Acciaroli (€4,80).
TRENO
Quasi tutte le località della Costiera Cilentana sono servite dalla principale linea
ferroviaria Napoli–Reggio Calabria. Consultate il sito web di Trenitalia per
informazioni su orari e tariffe.
Da Agropoli a Castellabate
Circa 14 km a sud di Agropoli s’incontra l’antico borgo di pescatori di Santa Maria
di Castellabate. Dirigetevi verso il punto più a sud dell’abitato che, con le case
color rosa antico e giallo ocra riparate dal sole cocente dalle persiane verdi alle
finestre, conserva il carattere autentico del tipico paesino dell’Italia meridionale. La
spiaggia di sabbia dorata si estende per circa 4 km, il che significa molto spazio per
stendere l’asciugamano e un po’ di tranquillità anche in piena estate.
La Castellabate medievale, aggrappata al fianco di una collina a 280 m sul livello del
mare, è una delle più suggestive cittadine storiche della Costiera Cilentana. Sul
punto più alto del paese, raggiungibile dalla costa tramite la vicina Santa Maria di
Castellabate, si trova il vasto Belvedere di San Costabile, da cui si gode un
panorama memorabile. A fianco del belvedere si ergono le rovine di un castello del
XII secolo, di cui restano solo le mura difensive. Nel castello è allestito un museo di
antichi reperti rinvenuti in mare. Il circostante labirinto di vicoli pedonali, antichi
porticati, piazzette e qualche palazzo converge verso il vivace cuore del paese,
Piazza 10 Ottobre 1123, che offre una splendida vista sulla Valle dell’Annunziata.
Da San Marco di Castellabate ad Acciaroli
Proseguendo verso sud da Castellabate, la tappa successiva è il grazioso porticciolo
di San Marco di Castellabate su cui domina il bell’Hotel Approdo rivestito d’edera.
Acciaroli anticamente era un importante porto greco e poi romano e sul posto sono
stati scoperti numerosi reperti dell’epoca, ora esposti nel museo di Paestum. La zona
tra Santa Maria di Castellabate e San Marco è molto nota ai subacquei: la spiaggia di
San Marco, su cui sventola la bandiera blu, è il prolungamento del bel tratto di
spiaggia di Santa Maria di Castellabate.
La litoranea diretta a sud non toglie il respiro (sia per il paesaggio sia per il traffico)
come la Costiera Amalfitana, ma offre comunque begli scorci panoramici. Pare che
Ernest Hemingway amasse molto questa zona, in particolare Acciaroli che,
nonostante l’area periferica deturpata da brutti caseggiati in cemento, ha un centro
molto grazioso. Dirigetevi verso il mare e la facciata un po’ scrostata della chiesa
parrocchiale di Acciaroli, con belle vetrate istoriate nello stile liberty degli anni ’20.
Le vie e le piazze circostanti sono state restaurate con gusto, utilizzando la pietra
locale e rispettando lo stile architettonico tradizionale; caffè, bar e ristoranti hanno
un invitante aspetto animato e alla moda.
Da Pioppi a Pisciotta
Soltanto 10 km a sud di Acciaroli si trova il pittoresco paesino di Pioppi, con una
spiaggia incontaminata di ciottoli chiari e una manciata di negozi e ristoranti.
La sosta successiva è a Marina di Casal Velino, un grazioso piccolo porto con un
tratto di spiaggia di sabbia adatta alle famiglie, gelaterie, un parco giochi e pedalò.
Proseguendo verso sud-est si incontra Ascea, il comune che comprende la Piana di
Velia; qui si trovano i resti dell’antica città greca di Elea, che diede i natali ai filosofi
greci Parmenide e Zenone. Costeggiata da 5 km di splendida spiaggia sabbiosa,
Ascea è il posto ideale per un rinvigorente tuffo in mare.
Più avanti s’incontra l’incantevole Pisciotta, un borgo medievale arroccato su un alto
crinale. Puntate diritti sulla centrale Piazza Raffaele Pinto, con i suoi bar con dehors
e le panchine occupate da anziani in gran forma. A Pisciotta ci sono un paio di
ristoranti eccellenti e uno dei migliori boutique hotel della regione. Non mancate di
fare una tappa a Marina di Pisciotta, costeggiata da una fila di ristoranti di pesce e
caffè. Proseguite fino al fondo del lungomare e osservate le pietre e i ciottoli della
spiaggia caratterizzati da una meravigliosa gamma di sfumature, che vanno dal
malva al grigio e dal crema all’ocra.
Che cosa vedere e fare
Velia
SITO ARCHEOLOGICO
( 0974 97 23 96; Ascea; interi/ridotti €3/1; Fondata dai greci nella
9-1 h prima del tramonto)
seconda metà del VI secolo a.C. con il nome di Elea, Velia divenne poi una località
di villeggiatura per i facoltosi patrizi romani. Le rovine comprendono tratti delle
mura della città, resti di una porta e di diverse torri, oltre a vestigia di terme, di un
tempio ionico, di un teatro e di parti delle originarie vie greche pavimentate con
blocchi di arenaria costeggiati da canaline di scolo rimaste intatte.
Pasti
Arlecchino
CUCINA DI MARE €
( 0974 96 18 89; Via Guglielmini, Santa Maria di Castellabate; pizza a partire da €4, pasti €20; 12-14.30 e
19-23 marzo-nov; Il popolare Arlecchino, situato nella bella periferia meridionale di
)
Santa Maria, guarda sul piccolo tratto di spiaggia dalle grandi finestre panoramiche.
Il ristorante, pieno zeppo nei weekend, è specializzato in cucina di mare e le sue
seppie alla griglia meritano di essere segnalate. Terminate il pranzo con una fetta di
deliziosa e ipercalorica torta ricotta e pere.
MOZZARELLA DI BUFALA
Si dice che il bufalo, lontano parente del bisonte nordamericano, fu
introdotto in Italia, e in particolare nel Cilento, dai longobardi in epoca
medievale. Oggi questa specie è famosa per la produzione di un latte
dall’elevato contenuto di grassi e proteine che permette di ottenere una
mozzarella incredibilmente morbida, cremosa e dal sapore particolare che
non ha nulla a che vedere con quelle insipide e acquose prodotte
industrialmente. La mozzarella di bufala di questa zona è considerata tra le
migliori d’Italia.
Nel Cilento diverse aziende producono latte di bufala, ma una sola (a
quanto pare) secondo metodi biologici: la Tenuta Vannulo ( 0828 72 47
65; www.vannulo.it; Via G. Galilei 101, Capaccio Scalo; visita di 1 h €4,
con il pranzo €20 o €25, che comprende anche un primo piatto), situata a
10 minuti d’auto da Paestum. “La mozzarella prodotta qui è generalmente
considerata la migliore della regione” dice Franco Coppola, proprietario del
ristorante Inn Bufalito di Sorrento specializzato in prodotti locali. “La
produzione secondo metodi biologici fa la differenza sia per quanto
riguarda la qualità sia per il sapore”.
La Tenuta Vannulo produce la mozzarella esclusivamente con latte di
bufala, a differenza di altri produttori che lo mescolano a quello di mucca.
Il latte non è pastorizzato (le bufale sono nutrite con cibi bio, che non
rendono necessaria la pastorizzazione del loro latte) e viene utilizzato anche
per fare ottimi gelati e yogurt. La fattoria è aperta al pubblico e organizza
visite guidate del caseificio, delle stalle, del museo della civiltà contadina e
terminano con una degustazione; volendo si può anche pranzare. La
prenotazione è indispensabile.
Sul posto si possono acquistare mozzarelle fresche, ma, essendo la richiesta
molto elevata, spesso già nel primo pomeriggio non si trova più nulla. E
questo nonostante una produzione giornaliera di circa 480 kg, sufficienti
per diverse migliaia di insalate capresi...
Il Capriccio
CAMPANO €
( Molto amato a livello locale, Il
0974 84 52 41; Corso da Spiafriddo, Castellabate; pasti €18)
Capriccio si trova sulla strada per Perdifumo. Si tratta di un posto semplice, con un
dehors e un simpatico proprietario di nome Enzo. Il menu è lungo e variato: si va
dalla classica zuppa di pesce ai polipetti affogati e piatti di tutt’altro genere come la
zuppa di ceci.
La crostata ‘della nonna’ non delude: una delizia preparata proprio come farebbe la
nonna, con pasta sfoglia, mandorle e frutta di stagione.
Pizza in Piazza
PIZZA €
( Un’elegante
320 0966325; Piazza Vittorio Emanuele, Acciaroli; pizza a partire da €4; apr-nov; )
pizzeria su una bella piazza con splendidi alberi e muri ricoperti di glicini. Sedetevi
all’esterno o portatevela via. Le varietà proposte sono classiche, ma veramente
squisite, con base croccante e ingredienti freschissimi. La caprese (€7), con
pomodorini, mozzarella di bufala e basilico, è una delizia.
I Tre Gufi
CAMPANO €€
( 0974 97 30 42; Via Roma, Pisciotta; pasti €25; Seguite le indicazioni che dalla
12-15 e 19-23)
grande Piazza Raffaele Pinto di Pisciotta vi porteranno in questo ristorante situato in
posizione impareggiabile e dotato di una lunga e ampia terrazza affacciata su un
pendio montuoso coperto di pini che scende fino al mare. Il menu è molto vario e
specializzato in cucina di mare. C’è anche una buona scelta di insalate, piatti di
pasta, risotti, fagiolini e specialità del giorno come branzino con porcini e olive.
La sala da pranzo è decorata con sgargianti dipinti astratti e subito accanto c’è un
caffè con gelateria artigianale.
Cantina Belvedere
CAMPANO €€
( 0974 96 70 30; www.cantinabelvedere.it; Castellabate; pasta €30; Questo
12-14.30 e 19-23.30 mer-lun)
ristorante a est del castello si aggrappa come una cozza alla parete verticale della
scogliera assicurando ai suoi clienti un’ininterrotta vista sul mare. Quando riuscirete
a staccare gli occhi dal panorama potrete ordinare un carpaccio di polpo, un filetto al
pepe o una delle tante varietà di pasta e di pizza. Prenotate per tempo, perché è uno
dei ristoranti preferiti per i pranzi di nozze.
Divino
CAMPANO €€
( 339 8080457; www.divinoristorantevineria.it; Piazza 10 Ottobre 1123, Castellabate; pasti a partire da €25,
menu €28-35; Dal castello, seguite le indicazioni per La Piazzetta che
12-15 e 20.30-23.30)
si raggiunge tramite una breve galleria. Preparatevi, all’uscita del tunnel, alla vista di
questa meravigliosa piazza, perfetta come un set cinematografico con ristoranti e
dehors, le case color pastello e una posizione da favola. Il menu propone
principalmente cucina mediterranea a base di pesce.
Il Divino è un ristorante che si attiene alla tradizione, fino alle tovaglie a quadretti.
Per assicurarvi il panorama migliore scegliete un tavolo nel piccolo dehors.
Locali e vita notturna
Il Ciclope
CLUB
( La zona del Cilento è meno nota ai
0974 93 03 18; www.ilciclope.com; Marina di Camerota)
turisti stranieri delle sue vicine, ma non ha niente da invidiare quanto a locali e vita
notturna. Una sfilata imponente di grandi DJ si è esibita in questa discoteca ricavata
da quattro grotte di arenaria.
Palinuro
POP. 4800
Nonostante sia considerata la località turistica più famosa della costa del Cilento,
Palinuro conserva un ambiente tutto sommato tranquillo, senza troppo cemento e
grattacieli e con il carattere del tipico paesino di pescatori. Situata in una baia
pittoresca riparata da un promontorio e dotata di magnifiche spiagge, in agosto si
affolla di turisti locali. Tenete presente che la maggior parte degli alberghi e
ristoranti è stagionale e apre soltanto da Pasqua a ottobre.
Che cosa vedere e fare
A parte le grotte, Palinuro è celebre per le sue spiagge. Per una tranquilla caletta,
dirigetevi a sud della città verso Spiaggia Marinella, circondata da una vegetazione
rigogliosa; la spiaggia si raggiunge tramite una ripida scalinata, in cima alla quale
c’è un piccolo parcheggio. La spiaggia principale è però Spiaggia Palinuro, che si
estende per circa 4 km a nord del centro città.
Il porticciolo è assolutamente scenografico: barche da pesca colorate, diversi bar e
un’ampia distesa di sabbia dorata. Ma la vita cittadina si concentra intorno a Piazza
Virgilio, con la sua chiesa moderna a pianta ottagonale e Via Indipendenza, la via
principale con negozi e caffè, ideali per spuntini leggeri.
Grotta Azzurra
GROTTA
(Palinuro) Anche se non è famosa come la celebre omonima di Capri, la Grotta
Azzurra di Palinuro, con i suoi giochi di luci e le sfumature multicolori, è altrettanto
meravigliosa. La grotta deve il nome all’effetto straordinario prodotto dalla luce del
sole che filtra al suo interno da un passaggio sotterraneo situato a una profondità di
circa 8 m. Il momento migliore per visitare la grotta è il pomeriggio, quando la
posizione del sole è particolarmente favorevole.
Da Alessandro
GITE IN BARCA
( Questo chiosco sul porto organizza
347 6540931; www.costieradelcilento.it; gite a partire da €15)
gite alla Grotta Azzurra di Palinuro (€10) e ad altre grotte della zona.
Pasti
Pasticceria Egidio
PASTICCERIA €
( 0974 93 14 60; Via Santa Maria 15; sfogliatelle €1,50; Dietro la
6-3 giu-set, 7.30-20 nel resto dell’anno)
vetrina di questa pasticceria della famiglia Egidio c’è una grande panetteria dove il
pane, anche integrale, arriva appena sfornato e fumante per essere trasformato in un
panino per il picnic. I dolci sono tanto belli quanto buoni: sfogliatelle ripiene di
ricotta fresca, frollini e i croccanti amaretti.
Bar Da Siena
GELATERIA €
( 0974 93 10 19; Via Indipendenza 53; gelati a partire da €2; In questo bar a forma
8-24 in estate; )
di L (cocktail a partire da €4 al banco), che fa parte dell’Albergo Santa Caterina,
troverete i migliori gelati della città, oltre a semifreddi e gelati allo yogurt e gusti
interessanti come ricotta e pistacchio e zuppa inglese. La romantica terrazza è il
posto ideale dove scambiarsi sguardi languidi.
LA DIETA MEDITERRANEA
Pioppi ha tutto il diritto di darsi delle arie. Fu proprio qui, infatti, che a
seguito di una iniziale osservazione della vita locale, alla fine degli anni ’50
il dottor Ancel Keys, fisiologo e ricercatore americano, mise a punto il suo
famoso studio sugli effetti benefici della dieta mediterranea. A proposito
degli abitanti di Pioppi Keys scrisse: ‘La gente era anziana e vigorosa.
Camminava su e giù per la collina per raccogliere le erbe selvatiche, usciva
a pesca prima dell’alba e di nuovo nel tardo pomeriggio’.
Keys fu colpito in particolare dalla bassa incidenza di malattie cardiache tra
la popolazione povera del posto rispetto a quella dei ben nutriti abitanti
dell’Europa settentrionale e del Nord America. Egli stesso adottò la dieta
mediterranea e arrivò alla veneranda età di 101 anni. Oggi,
paradossalmente, bisogna essere ricchi per mangiare cibi sani come quelli
dei contadini di una volta: l’olio extravergine d’oliva, il pesce fresco e la
frutta e la verdura biologica in genere costano più del cibo di produzione
industriale.
Unitevi comunque allo stile di vita degli attuali anziani abitanti di Pioppi,
prendetevela calma e sonnecchiate sulle panchine all’ombra della bella
Piazza del Millenario, con un comodo bar centrale. Poi fate un salutare
picnic sulla spiaggia poco distante.
Ristorante Core a Core
CAMPANO €€
( 0974 93 16 91; www.coreacorepalinuro.it; Via Piano Faracchio 13; pasti €30; 12-15 e 19.30-23)
Lasciate perdere il cartello a forma di cuore: questo ristorante incorniciato da un
bellissimo giardino e con una straordinaria reputazione per la cucina di mare è il
migliore di Palinuro. Gli antipasti di pesce sono superlativi e c’è anche uno speciale
menu per bambini. Prenotate per tempo.
Ristorante Miramare
CUCINA DI MARE €€
( 0974 93 18 37, 345 0668422; www.miramarepalinuro.it; Corso Pisacane 89; pasti a partire da €28; 12-15 e
19-23.30)Questo ristorante appartenente all’hotel omonimo gode di una posizione
straordinaria, con una terrazza affacciata sul mare color turchese e sulla vicina
caletta con spiaggia di sabbia. Il pesce ha una parte predominante nel menu e non
riserva grandi sorprese, ma ci sono anche piatti dedicati a chi ha una predilezione per
la carne, per esempio il roast beef. Altrimenti, con gli spaghetti alle vongole si va sul
sicuro.
Locali e vita notturna
Babylon
BAR
( Una gradita new entry
0974 93 14 56; www.babylonpalinuro.it; Via Porto 47; cocktail €5; 8-24)
sulla scena della vita notturna di Palinuro. L’ampio dehors, con mobili in perspex e
piante di palma, crea l’ambiente ideale per le serate di musica live di ogni sabato
estivo.
Informazioni
Ufficio turistico ( 0974 93 81 44; Piazza Virgilio; 9.30-13.30 e 17-19 lun-sab,
9.30-13.30 dom) Fornisce cartine della città e informazioni.
Per/da Palinuro
La stazione ferroviaria più vicina è a Pisciotta, raggiungibile in treno da Salerno
(€5,20); da qui ci sono regolari collegamenti in autobus con Palinuro (€2,30; 20 min)
gestiti da Autolinee Infante ( 0974 93 29 38; www.agenziainfanteviaggi.it). Il
biglietto si fa a bordo.
Pernottamento
Include
Napoli
Isole
Costiera Amalfitana
Salerno e il Cilento
I migliori hotel
Hotel San Francesco al Monte, Napoli
Casa Mariantonia, Capri
Albergo il Monastero, Ischia
I migliori hotel di lusso
Grand Hotel Vesuvio, Napoli
Grand Hotel Excelsior Vittoria, Sorrento
Hotel Caruso
I migliori B&B e guesthouse
Casa D’Anna, Napoli
Casale Giancesare, Paestum
Punta Civita, Costiera Amalfitana
Dove pernottare
Le sistemazioni di buon livello non scarseggiano né a Napoli né nelle zone
circostanti. Nel centro storico del capoluogo potrete dormire in un palazzo del
Cinquecento dai soffitti affrescati, rilassarvi a lume di candela in un ex convento
oppure dividere un appartamento con artisti e intellettuali del posto.
Trovare un alloggio nelle esclusive isole di Capri, Ischia e Procida, a Sorrento e
nelle località alla moda della Costiera Amalfitana, come Positano e Ravello, può
essere a volte difficile. Le strutture tendono a essere costose e in genere aperte
soltanto nel periodo turistico. Inoltre, visto il grande afflusso di visitatori, vi
consigliamo di prenotare con largo anticipo, specialmente in alta stagione.
Sono sempre più numerosi gli agriturismi che vengono aperti nell’entroterra della
Costiera Amalfitana e ancora di più nella regione del Cilento, in particolare nel
Parco Nazionale e nelle aree circostanti. Questa zona merita di essere presa in
considerazione se si preferisce soggiornare lontano dalla folla, in un ambiente rurale
che offre la possibilità di fare escursioni anche impegnative, a piedi o in mountain
bike. Per il resto, la varietà di sistemazioni è simile a quella di Napoli: si va dai
fastosi palazzi agli eccentrici B&B, ma sono disponibili anche pensioni e campeggi
a buon mercato.
Prezzi
I seguenti simboli di prezzo, riportati accanto alla tipologia di sistemazione, si
riferiscono a una camera doppia con bagno privato e prima colazione (salvo dove
diversamente indicato). Le categorie di prezzi indicate si riferiscono all’alta
stagione.

€ meno di €110
€€ €110-200
€€€ più di €200
NAPOLI
Centro storico e Mercato
Il centro storico, dichiarato Patrimonio dell’Umanità dall’UNESCO, vi conquisterà
con i suoi monumenti, le piazze animate e la vita di strada. Rappresenta il cuore e
l’anima di Napoli ed è una zona molto comoda in cui pernottare. Potrete scegliere tra
B&B di nicchia, hotel di design e palazzi barocchi.
Il rione Mercato, più vicino alla stazione ferroviaria, pullula di alberghi di categoria
economica; le strutture che descriviamo di seguito erano pulite e sicure al momento
della nostra visita, ma tenete presente che la zona è caotica di giorno e un po’
desolata di notte.
Dimora dei Giganti
B&B €
(cartina; 081 033 09 77, 338 9264453; www.dimoradeigiganti.it; Vico Giganti 55; singole €40-60, doppie €60-
80, triple €55-75, quadruple €50-80; ; Gestito da uno staff cordiale e
Piazza Cavour)
disponibile, questo sofisticato B&B offre quattro camere dai colori coordinati con
lampade-scultura realizzate appositamente, mobili di ispirazione etnica e bagni di
design. Ci sono anche una cucina moderna, un’accogliente lounge e una gradevole
terrazza con il pavimento in maiolica. Si trova in una tranquilla strada laterale a
pochi passi dal vivace cuore del centro storico.
Casa Latina
B&B €
(cartina; 081 033 09 77, 338 9264453; www.bbcasalatina.it; Vico Cinquesanti 47; singole €40-55, doppie €60-
75, triple €55-70, quadruple €50-65; ; Creatività e stile caratterizzano questo
Piazza Cavour)
nuovissimo B&B, arredato con lampade eccentriche, fotografie bohémienne, una
cucina completamente attrezzata e una tranquilla terrazza. Le quattro camere sono
rilassanti e arredate in stile contemporaneo, con dettagli architettonici originali e bei
bagni, dotati di lavandini in terracotta di recupero. Una camera al piano superiore ha
un letto in stile tatami e piccoli divani letto (ideali per le famiglie con bambini
piccoli).
Hostel of the Sun
OSTELLO €
(cartina; 081 420 63 93; www.hostelnapoli.com; Via G. Melisurgo 15; letti in camerata €18-22, singole €30-
35, doppie €60-80; ; Questo accogliente ostello si trova nei
Università, Municipio)
pressi del porto di aliscafi e traghetti, al settimo piano di un palazzo (per l’ascensore
occorrono €0,05). Ideale per socializzare con altri viaggiatori, ha un’atmosfera
allegra, con camerate variopinte e un grazioso bar interno che serve cocktail a €3
dalle 20 alle 23; la struttura comprende anche, alcuni piani più in basso, una serie di
classiche camere d’albergo, alcune delle quali con bagno privato. In caso di
permanenza per almeno quattro giorni è disponibile un servizio lavanderia.
ALTA E BASSA STAGIONE
L’alta stagione va da inizio luglio a fine agosto, ma i prezzi sono maggiorati
anche intorno a Pasqua e Natale, quando è essenziale prenotare in anticipo.
In bassa stagione, le tariffe diminuiscono dal 30% al 50%. Nei mesi
invernali, cioè da novembre a Pasqua, numerose strutture chiudono,
soprattutto lungo la costa e sulle isole, mentre nelle città di medie e grandi
dimensioni gli alloggi restano in genere aperti tutto l’anno. Data la scarsità
di turisti in questi periodi, non dovreste avere problemi a trovare una
camera libera.
Portalba Relais
B&B €
(cartina; Situato
081 564 51 71; www.portalbarelais.com; Via Port’Alba 33; doppie €72-80; ; Dante)
in una strada piena di librerie, questo elegante B&B racchiude a sua volta un atrio
con alti scaffali pieni di libri e oggetti artistici. Le sei camere hanno uno stile
raffinato, con tonalità tenui, dettagli in acciaio inossidabile e docce rivestite a
mosaico; la n. 216 è dotata di vasca con idromassaggio. Le finestre si affacciano
sull’animata Piazza Dante, ma i doppi vetri isolano dal rumore.
Belle Arti Resort
B&B €
(cartina; 081 557 10 62; www.belleartiresort.com; Via Santa Maria di Constantinopoli 27; doppie a partire da
€72; ; Più boutique hotel che B&B, questo gradevole rifugio in città
Dante, Museo)
combina il design contemporaneo con tocchi vintage. Quattro delle sue sette
impeccabili camere (alcune spaziose come piccole suite) vantano soffitti affrescati e
tutte hanno bagni in marmo e testiere dei letti con originali decorazioni dipinte. I
sontuosi tendaggi rossi del corridoio accentuano l’atmosfera raffinata della struttura.
E pochi passi lungo la via si trovano i vivaci bar di Piazza Bellini.
IMPOSTA DI SOGGIORNO A NAPOLI
Dal luglio 2012, il Comune di Napoli applica un’imposta di soggiorno
destinata a finanziare gli interventi in materia di turismo, manutenzione e
recupero dei beni culturali e ambientali e dei servizi pubblici. L’imposta si
applica per ogni pernottamento (ossia per ogni persona e per ogni notte)
fino a un massimo di 10 pernottamenti consecutivi nelle strutture ricettive
che si trovano nel Comune di Napoli, tranne gli ostelli per la gioventù che
sono esclusi dal pagamento. Al momento della prenotazione, è bene
verificare se la tariffa o il preventivo indicati dal gestore sono già
comprensivi di tale tassa.
L’importo è in relazione alla categoria: cinque stelle lusso €5
cinque stelle €4
quattro stelle €3
tre stelle €2
due stelle/affittacamere/case vacanza €1,50
una stella/B&B/istituti religiosi di ospitalità/agriturismi €1
DiLetto a Napoli
B&B €
(cartina; 081 033 09 77, 338 9264453; www.dilettoanapoli.it; Vicolo Sedil Capuano 16; singole €40-50,
doppie €60-70, triple €55-65, quadruple €50-60; ; Situato in un palazzo del
Piazza Cavour)
Quattrocento, questo comodo B&B dispone di quattro camere con pavimenti in cotto
originali, tende di organza, lampade prodotte da artigiani locali e mobili fatti a mano
e disegnati dai proprietari, architetti di mestiere. I bagni sono altrettanto raffinati,
mentre la piacevole lounge comune comprende un angolo cottura e un tavolo per
mangiare insieme agli altri ospiti in un’atmosfera rilassante.
Hotel Pignatelli Napoli
HOTEL €
(cartina; 081 658 49 50; www.hotelpignatellinapoli.com; Via San Giovanni Maggiore Pignatelli 16; singole
€40-50, doppie €50-70; ; Economico ma elegante, l’Hotel Pignatelli si trova
Università)
all’interno di una bella dimora quattrocentesca restaurata. Le camere sono arredate
in stile rustico, con letti in ferro battuto e applique di bronzo; alcune hanno soffitti
con travi di legno originali. La prima colazione è semplice e a scelta, con un costo
aggiuntivo di €2,50 per ospite. Il punto di forza è comunque Ciro, il proprietario,
gentile e ospitale.
Mancini Hostel
OSTELLO €
(cartina; 081 553 67 31; www.hostelmancininaples.com; Via P.S. Mancini 33; letti in camerata €15-20, singole
€40-50, doppie €50-70, triple €60-80, singole senza bagno €30-40, doppie senza bagno €40-50; ;
Garibaldi)Il Mancini Hostel si trova in una zona un po’ desolata, ma è una
sistemazione sicura dall’atmosfera rilassata. Vanta comunque una comoda posizione
nei pressi della Stazione Centrale, personale cordiale e una moderna cucina comune.
Tutte le quattro camerate (una delle quali soltanto femminile) sono allegre e pulite,
con bagni moderni, mentre alcune delle semplici camere doppie e triple hanno il
bagno privato.
Margherita, la comproprietaria, prepara il sabato sera fumanti piatti di pasta per i
suoi ospiti e organizza attività gratuite, tra cui visite guidate a piedi il giovedì e il
sabato sera.
Hotel Zara
HOTEL €
(cartina; 081 28 71 25; www.hotelzara.it; 2° piano, Via Firenze 81; singole €39-45, doppie €46-62, triple €60-
80, singole senza bagno €30-35, doppie senza bagno €40-50; Situato a pochi passi
; Garibaldi)
dalla Stazione Centrale, questo albergo impeccabile non ha nulla a che spartire con
la strada su cui si affaccia, decisamente sporca. Le camere sono spartane ma pulite,
con mobili moderni e funzionali, televisore e finestre dotate di doppi vetri. Il
servizio di scambio dei libri è un piacevole tocco in più. Non dimenticate le monete
da €0,10, necessarie per usare l’ascensore.
Il Golfo
B&B €
(cartina; 081 554 13 98, 330 824330; bbnapolicentrale.com; Piazza Garibaldi 3; doppie/triple €50/66; ;
Questo tranquillo B&B a gestione familiare offre un ottimo rapporto qualità-
Garibaldi)
prezzo ed è ideale per chi vuole alloggiare nei pressi della Stazione Centrale. Il posto
sembra un appartamento di famiglia e le quattro ampie camere – ciascuna con un
piccolo bagno privato – sono arredate con mobili componibili. La camera ‘Capri’
dispone di balcone con splendida vista. C’è una cucina comune e viene servita una
prima colazione semplice a base di caffè e cornetto. Per prendere l’ascensore sono
necessarie monetine da €0,10.
SITI UTILI
Airbnb (www.airbnb.it) Una vasta scelta di alloggi privati a Napoli, sulle
isole e lungo la Costiera Amalfitana.
Rent a Bed (www.rentabed.com) Propone una vasta scelta di B&B e
appartamenti a Napoli, sulle isole e lungo la Costiera Amalfitana.
Agriturismo.it (www.agriturismo.it) Offre un’ampia scelta di agriturismi,
con descrizioni, recapiti per prenotare e informazioni di carattere generale.
Sorrento Tourism (www.sorrentotourism.com) Fornisce informazioni sulle
strutture ricettive della Penisola Sorrentina.
Porta Napoli (www.hotel.portanapoli.com) Ha un elenco esaustivo di
appartamenti in affitto, B&B e alberghi a Napoli, sulle isole, lungo la
Costiera Amalfitana e nel Cilento.
Bella Capri Hostel & Hotel
OSTELLO €
(cartina; 081 552 94 94; www.bellacapri.it; Via G. Melisurgo 4; letti in camerata €18-20, singole €50-60,
doppie €70-80; ; Questa struttura accogliente e centrale funge da ostello
Municipio)
su un piano e da albergo su un altro. Le camere dell’albergo sono un po’ antiquate
ma pulite, mentre l’ostello è più moderno, con vivaci tonalità giallo limone, una
cucina, più letti singoli che letti a castello e un bagno per ogni camerata. Il servizio
di lavanderia costa €7 e non è previsto un coprifuoco. Portate €0,05 per l’ascensore.
Hotel Piazza Bellini
BOUTIQUE HOTEL €€
(cartina; 081 45 17 32; www.hotelpiazzabellini.com; Via Santa Maria di Costantinopoli 101; doppie a partire
da €100; ; Situato a pochi passi dall’animata Piazza Bellini, questo nuovo
Dante)
art hotel è stato ricavato in un palazzo del Cinquecento. I suoi raffinati spazi bianchi
sono ravvivati da piastrelle di maiolica originali e da opere di artisti emergenti. Le
camere sono alla moda ma sobrie, con arredi di design, bagni eleganti e specchi alle
pareti. Quelle situate al quinto e al sesto piano vantano balconi panoramici.
Consultate il sito web dell’hotel per eventuali offerte.
Decumani Hotel de Charme
BOUTIQUE HOTEL €€
(cartina; 081 551 81 88; www.decumani.it; Via San Giovanni Maggiore Pignatelli 15; singole €99-124, doppie
€99-164; ; Questo classico boutique hotel è situato nell’ex palazzo del
Università)
cardinale Sisto Riario Sforza, ultimo vescovo del regno dei Borboni. Le camere,
semplici ma raffinate, vantano soffitti alti, pavimenti in parquet, mobili ottocenteschi
e bagni moderni, con docce spaziose e rustici ripiani in legno. Quelle di categoria
deluxe hanno persino la vasca con idromassaggio. La cosa più bella dell’albergo,
tuttavia, è il magnifico salone barocco.
Costantinopoli 104
BOUTIQUE HOTEL €€
(cartina; 081 557 10 35; www.costantinopoli104.it; Via Santa Maria di Costantinopoli 104; singole €140-170,
doppie €160-280, suite €200-250; Un elegante mix di mobili antichi, arte
; Dante)
contemporanea e finestre con vetri colorati in stile liberty, il Costantinopoli 104 si
trova in una villa neoclassica nel cuore bohémien della città. Benché inizino a
mostrare i segni del tempo, le camere sono sobrie, raffinate, confortevoli e
pulitissime; quelle al primo piano si aprono su una terrazza soleggiata, mentre quelle
al piano terra si affacciano sulla piccola piscina circondata da palme. Le camere
nella dépendance sono meno belle.
Caravaggio Hotel
HOTEL €€
(cartina; 081 211 00 66; www.caravaggiohotel.it; Piazza Cardinale Sisto Riario Sforza 157; singole/doppie a
partire da €80/120; ; CS5 per Via Duomo, Audaci quadri astratti appesi di
Duomo)
fronte ad archi in pietra, divani gialli addossati a muri di mattoni del Settecento e
soffitti con travi in legno originali caratterizzano le confortevoli camere del
Caravaggio Hotel. Alcune dispongono di vasca con idromassaggio. Il wi-fi è gratuito
nelle aree comuni al piano terra.
Toledo e Quartieri Spagnoli
Via Toledo è la più importante strada commerciale di Napoli e uno dei luoghi
preferiti dai napoletani per passeggiare. A ovest si estendono i Quartieri Spagnoli,
che hanno una pessima reputazione (spesso esagerata) e offrono un pittoresco mix di
stretti vicoli, vivaci trattorie e accoglienti sistemazioni, dagli alberghi a conduzione
familiare a un confortevole B&B in cima a un tetto.
Nardones 48
APPARTAMENTI €
(cartina; 338 8818998; www.nardones48.it; Via Nardones 48; appartamenti piccoli €60-72, appartamenti
grandi €80-120; ; Il Nardones 48 offre sette miniappartamenti nei
R2 per Via San Carlo)
toni del bianco in un edificio storico dei Quartieri Spagnoli. I cinque più grandi,
ciascuno con una camera da letto soppalcata, possono ospitare fino a quattro
persone, mentre i due più piccoli, con divano letto, possono accoglierne due. In tre
appartamenti c’è anche anche una terrazza panoramica e tutti sono provvisti di
cucinotto moderno, TV a schermo piatto e bagno in stile contemporaneo con doccia
spaziosa. Ora c’è anche l’ascensore che arriva fino al terzo piano (e un piano si farà
a piedi).
Chi si ferma per una settimana o più ha diritto a tariffe scontate e al servizio di
lavanderia gratuito. Vicino agli appartamenti c’è anche un parcheggio (€20 per 24
h).
La Concordia B&B
B&B €
(cartina; 081 41 23 49, 338 5040335; www.laconcordia.it; Piazzetta Concordia 5; singole/doppie/triple
€50/80/90; ; Questo incantevole B&B gestito da
Centrale per Corso Vittorio Emanuele)
Anna Grappone, professoressa di lettere in pensione, racchiude manufatti etnici,
mobili antichi e opere di artisti amici della proprietaria. Le tre camere sono pulite e
confortevoli e la doppia dispone di aria condizionata. Ci sono anche una family
room (€100), ovvero una camera matrimoniale con la possibilità di aggiungere uno o
due letti, e una sala comune piena di libri e con una sedia a dondolo. Si può pagare
solo in contanti o con il sistema PayPal. Si richiede un soggiorno minimo di tre notti.
Hotel Toledo
HOTEL €
(cartina; 081 40 68 00; www.hoteltoledo.com; Via Montecalvario 15; singole/doppie a partire da €45/85;
; Situato in posizione tranquilla in un antico edificio a tre piani, l’Hotel
Toledo)
Toledo offre camere un po’ buie e anguste ma confortevoli, con piastrelle di cotto e
tutti i moderni comfort. Le suite sono dotate di angolo cottura e la prima colazione,
quando il clima è mite, viene servita sulla terrazza sul tetto.
Sui Tetti di Napoli
B&B €
(cartina; 081 033 09 77, 338 9264453; www.suitettidinapoli.net; Vico Figuerelle a Montecalvario 6; singole
A un isolato da Via Toledo,
€35-60, doppie €55-80, triple €50-75, quadruple €45-70; ; Toledo)
questo B&B dai prezzi ragionevoli è composto da quattro appartamenti che si
raggiungono salendo una scala. Due appartamenti hanno una terrazza in comune,
mentre quello all’ultimo piano ne ha una privata, che offre una vista mozzafiato.
Tutti gli appartamenti hanno un angolo cottura (i due più economici in comune),
arredi semplici ma nuovi e un’atmosfera familiare.
La Ciliegina Lifestyle Hotel
BOUTIQUE HOTEL €€
(cartina; 081 1971 8800; www.cilieginahotel.it; Via P.E. Imbriani 30; doppie €140-300, junior suite €180-380;
; A poca distanza dal terminal degli aliscafi, questo raffinato albergo
Municipio)
in stile contemporaneo è molto frequentato da una clientela alla moda. Le camere,
spaziose e minimaliste, vantano esclusivi letti Hästens, TV a schermo piatto e bagni
in marmo con doccia idromassaggio (sostituita dalla vasca in una delle junior suite).
Potrete fare colazione a letto o sulla terrazza sul tetto, completa di lettini, hot tub e
vista sul Vesuvio. Gli ospiti hanno a disposizione gratuita un iPad.
Hotel Il Convento
HOTEL €€
(cartina; 081 40 39 77; www.hotelilconvento.com; Via Speranzella 137a; singole €50-93, doppie €65-140;
; Situato nei Quartieri Spagnoli, questo delizioso albergo offre una
Municipio)
rilassante combinazione di mobili antichi, scaffali pieni di libri e scale illuminate da
candele. Le camere sono intime ed eleganti, con pareti color crema, legno scuro e
tracce dei muri di mattoni cinquecenteschi. Spendendo da €80 a €180 potrete
assicurarvi una camera con giardino pensile privato. L’albergo è accessibile ai
disabili.
Santa Lucia e Chiaia
Con i suoi lussuosi hotel sul mare e la splendida vista sulle isole, Santa Lucia è il
luogo in cui alloggiano presidenti e pop star, ma offre anche sistemazioni più
abbordabili, alcune con un magnifico panorama sul Golfo di Napoli. In genere le
camere con vista mare sono leggermente più costose. L’esclusiva Chiaia è il
quartiere più rinomato per i negozi e i bar alla moda, perciò le sistemazioni sono
eleganti ma costose. L’unica possibilità di risparmiare è rappresentata da un
fantastico B&B.
B&B Cappella Vecchia
B&B €
(cartina; 081 240 51 17; www.cappellavecchia11.it; Vico Santa Maria a Cappella Vecchia 11; singole €50-80,
doppie €75-110, triple €90-140; ; Amedeo, Gestito da una
C24 per Piazza dei Martiri)
giovane coppia molto disponibile, questo B&B è una scelta eccellente nel quartiere
elegante e alla moda di Chiaia. Le sei camere, semplici ma confortevoli, hanno bagni
curati e colorati e decorazioni che si ispirano a diversi temi della tradizione
napoletana. C’è una spaziosa area comune per la prima colazione e il collegamento
internet gratuito è disponibile 24 ore su 24. Consultate il sito web per informazioni
sulle offerte.
Chiaja Hotel de Charme
BOUTIQUE HOTEL €€
(cartina; 081 41 55 55; www.hotelchiaia.it; Via Chiaia 216; singole/doppie a partire da €85/95; ; R2
per Via San Carlo, Elegante e raffinato, questo albergo occupa un’antica
Toledo)
residenza nobiliare e offre una rilassante combinazione di pareti giallo chiaro, ritratti
di famiglia con cornici dorate, mobili antichi restaurati e tende drappeggiate con
eleganza. Ogni camera è arredata in modo diverso; quelle che si affacciano su Via
Chiaia (fiancheggiata da boutique) dispongono di vasca con idromassaggio. La
prima colazione a buffet prevede anche prodotti campani. Conviene consultare il sito
internet per informazioni sulle offerte speciali che vengono proposte periodicamente.
Grand Hotel Vesuvio
HOTEL €€€
(cartina; 081 764 00 44; www.vesuvio.it; Via Partenope 45; singole/doppie €280/310; ; 128 per Via
Noto per aver ospitato celebrità come il grande tenore Enrico Caruso, che
Santa Lucia)
vi morì nel 1921, Rita Hayworth e Humphrey Bogart, questo cinque stelle è un
accattivante paradiso fatto di lampadari a goccia, mobili antichi e camere sfarzose.
Contate le stelle mentre sorseggiate un Martini nel ristorante sul tetto.
Hotel Excelsior
HOTEL €€€
(cartina; 081 764 01 11; www.excelsior.it; Via Partenope 48; doppie €335; ; 128 per Via Santa
Lucia)Situato di fronte a Borgo Marinari e ai suoi yacht, l’Excelsior è un posto da
favola: immaginate colonne di marmo, limousine scure ed enormi camere fin de
siècle. La vista mozzafiato sul mare è ideale per trascorrere momenti romantici.
Vomero
Il quartiere borghese del Vomero è lontano anni luce dal caos della città che si
estende ai suoi piedi. Pur possedendo poche attrattive turistiche, offre splendidi
panorami e strade alberate; con la funicolare, poi, potrete rapidamente tornare alla
frenesia sottostante.
Casa Tolentino
B&B €
(cartina; 081 1992 9121, 340 3921011; www.casatolentino.it; Gradini San Nicola da Tolentino 12; singole
€35-60, doppie €55-90, triple €70-125; ; Gestito da un
Centrale per Corso Vittorio Emanuele)
gruppo di giovani napoletani appassionati della propria città, Casa Tolentino occupa
parte di un monastero del Seicento, con tanto di giardini pensili, ampie vedute e un
campetto da calcio. Le camere sono semplici e moderne, con TV a schermo piatto e
scintillanti bagni di colore blu. Otto si affacciano sul Golfo, le altre su una collina
verdeggiante. C’è in progetto la creazione di un orto biologico, un ristorante e uno
spazio espositivo.
Hotel San Francesco al Monte
HOTEL €€€
(cartina; 081 423 91 11; www.hotelsanfrancesco.it; Corso Vittorio Emanuele 328; singole/doppie a partire da
€135/170; ; Ospitato in un ex monastero
Centrale per Corso Vittorio Emanuele)
cinquecentesco, è un albergo davvero magnifico. Le celle dei monaci sono state
trasformate in eleganti camere con vista mare, l’antico chiostro racchiude un bar
all’aperto e i corridoi con volte a botte sono tappezzati da opere d’arte di autori
contemporanei in stile Robert Rauschenberg e Hermann Nitsch. A completare il
tutto c’è una piscina, situata al settimo piano con vista su Capri e sul Vesuvio.
Grand Hotel Parker’s
HOTEL €€€
(cartina; 081 761 24 74; www.grandhotelparkers.com; Corso Vittorio Emanuele 135; singole/doppie a partire
da €215/250; ; Tra i preferiti dai viaggiatori che
128, C16 per Corso Vittorio Emanuele)
facevano il Grand Tour, questo albergo antico e maestoso ha ospitato personaggi
come Virginia Woolf e Robert Louis Stevenson. Oggi clienti in abiti firmati oziano
sulle poltrone Luigi XVI, prendono l’aperitivo sulla terrazza con vista mare e cenano
a lume di candela al Ristorante George. La spa è una delle migliori della città.
Consultate il sito web per offerte sulle tariffe delle camere.
Capodimonte e Sanità
A Capodimonte troverete poche possibilità di alloggio, mentre nel quartiere Sanità si
sta assistendo a una continua crescita di sistemazioni originali e suggestive.
Incuneato tra il centro storico e Capodimonte, il rione Sanità è un tipico quartiere
napoletano d’altri tempi, con un’animata vita di strada, mercati all’aperto, antiche
catacombe e famose scalinate barocche.
Cerasiello B&B
B&B €
(cartina; 081 033 09 77, 338 9264453; www.cerasiello.it; Via Supportico Lopez 20; singole €40-60, doppie
€60-80, triple €55-75, quadruple €50-70; ; Questo magnifico B&B è
Piazza Cavour, Museo)
costituito da quattro camere con bagno privato e da un’incantevole terrazza comune;
gli interni, in stile etno-chic, mescolano gli elementi tipici dell’arte napoletana con
mobili nordafricani. L’elegante cucina comune offre una vista mozzafiato sulla
Certosa di San Martino, che si può ammirare anche dalle camere (o dai loro bagni);
fa eccezione la ‘Fuoco’, affacciata sulla bella cupola di una chiesa. Portate €0,20 per
l’ascensore. Il B&B si trova, ufficialmente, nel rione Sanità, ma dista pochi passi dal
centro storico.
Casa del Monacone
B&B €
(cartina; 081 744 37 14, 338 9148012; www.catacombedinapoli.it/casaDelMonacone.asp; Via Sanità 124;
singole/doppie/triple €40/60/80; ; C51 per Piazza Sanità, Ricavato in
Piazza Cavour, Museo)
un monastero accanto alla Basilica di Santa Maria della Sanità, questo piacevole
B&B è gestito da La Paranza, l’intraprendente cooperativa di giovani cui si deve il
restauro delle Catacombe di San Gennaro. Comprende una cucina comune, una
lounge e una pittoresca terrazza piastrellata; inoltre è impreziosito dalle opere del
prolifico artista Riccardo Dalisi. La più grande delle sei camere, tutte caratterizzate
da un’atmosfera allegra, dispone di cucinotto.
I doppi vetri alle finestre isolano dal rumore del traffico stradale; la Junior Suite ha
lo stesso prezzo delle camere standard, perciò provate a chiedere se è libera.
La Controra
OSTELLO €
(cartina; 081 549 40 14; www.lacontrora.com; Piazzetta Trinità alla Cesarea 231; letti in camerata €15-25,
doppie €50-64; ; Lampade di acciaio inossidabile, un elegante bar,
Salvator Rosa)
letti a castello di legno chiaro, bagni dai colori vivaci e una cucina comune: questo
rinomato ostello abbina prezzi modici e stile. Potrete fare un sonnellino sull’amaca
del cortile, usato anche per proiettare film all’aperto (i popcorn sono gratis!). Sempre
gratuiti sono gli spuntini di accompagnamento al cocktail dell’happy hour.
Casa D’Anna
GUESTHOUSE €€
(cartina; 081 44 66 11; www.casadanna.it; Via dei Cristallini 138; singole €85-110, doppie €135-155; ;
Dagli artisti ai parigini più alla moda, tutti adorano questa
Piazza Cavour, Museo)
elegante guesthouse che trabocca di oggetti d’antiquariato, libri e originali opere
d’arte. Le quattro camere (ciascuna con bagno privato) fondono sapientemente stile
classico e design contemporaneo d’alto livello. La prima colazione comprende
prodotti da forno fatti in casa e marmellate, mentre la lussureggiante terrazza
comune è perfetta per quattro chiacchere romantiche all’aperto. È richiesta una
permanenza minima di due notti.
Mergellina e Posillipo
Con i suoi palazzi liberty, gli yacht ormeggiati nel porto e il vivace lungomare,
Mergellina è ben collegata al centro e comoda per chi deve partire al mattino presto
in aliscafo per le isole.
Hotel Ausonia
HOTEL €€
(cartina; 081 68 22 78; www.hotelausonianapoli.com; Via Francesco Caracciolo 11; singole/doppie/triple a
partire da €60/80/120; ; Questo albergo modesto e accogliente si trova di
Mergellina)
fronte al porto turistico di Mergellina e i suoi arredi tengono conto di tale posizione:
troverete oblò, barometri e testiere dei letti a forma di timoni. Kitsch? Un po’, ma le
camere sono pulite e confortevoli e quelle affacciate sul mare costano come le altre.
ISOLE
Capri
Quest’isola è sinonimo di alberi di limone, caffè con tavolini all’aperto, calde serate
estive e grandi occhiali da sole. Come è facile immaginare, le sistemazioni restano
aperte soltanto in alta stagione, il che significa che i posti letto sono limitati e, in
genere, costosi.
Capri centro
Hotel La Tosca
PENSIONE €€
(cartina; 081 837 09 89; www.latoscahotel.com; Via Dalmazio Birago 5; singole €50-105, doppie €75-165;
marzo-ott; Lontano dallo sfavillante centro di Capri, questo incantevole albergo a
)
una stella è nascosto in una tranquilla via secondaria affacciata sulla Certosa di San
Giacomo. Le camere sono ariose e confortevoli, con mobili in legno di pino,
piastrelle dai colori chiari, tessuti a strisce e bagni spaziosi.
Alcune dispongono di terrazza privata o vista sul giardino. La prima colazione viene
servita sulla terrazza affacciata sul mare.
Hotel Gatto Bianco
HOTEL €€
(cartina; 081 837 02 03; www.gattobianco-capri.com; Via Vittorio Emanuele 32; singole €100-190, doppie
€150-350; apr-nov; Questo piacevole albergo, costruito nel 1953, vanta cortili e
)
balconi pieni di piante e un gatto persiano bianco, Matisse, probabilmente di antico
lignaggio. Le luminose camere, arredate in stile tradizionale con splendide maioliche
che riprendono i colori dei fiori capresi, offrono una bella vista su Capri centro, il
Monte Cesina e il Monte Solaro. La struttura si trova a pochi minuti a piedi dalla
Piazzetta, comodissima per un caffè a metà mattina. Gli ospiti hanno diritto a tariffe
scontate nel salone di bellezza Dephina situato al pianterreno.
Hotel Esperia
HOTEL €€
(cartina; La facciata
081 837 02 62; www.esperiacapri.eu; Via Sopramonte 41; €140-190; apr-ott; )
con l’intonaco scrostato, le maestose colonne e i grandi vasi ad anfora conferiscono
un’aria di eleganza decadente a questo albergo, ricavato in una sontuosa dimora
privata dell’Ottocento. Si trova su un’altura a breve distanza dal centro e offre
camere ampie e ariose, con mobili moderni e decorazioni floreali. Le migliori (e più
care) hanno grandi terrazze con vista mare. La prima colazione, comprendente anche
torte fatte in casa, viene servita su una terrazza comune.
Hotel Villa Krupp
HOTEL €€
(cartina; 081 837 03 62; www.villakrupp.com; Viale Matteotti 12; singole €120, doppie €150-200; apr-ott;
Ricavato nella villa in cui visse lo scrittore russo Maksim Gorkij, questo
)
storico albergo emana un fascino d’altri tempi, con piastrelle floreali, pezzi
d’antiquariato e letti massicci. Offre anche uno splendido panorama sui Giardini di
Augusto e sui Faraglioni. Le camere con vista hanno un costo maggiorato, ma se la
vostra ne è priva vi basterà sedervi nell’incantevole dehors davanti alla reception.
AGRITURISMI
Se cercate una sistemazione più bucolica potete prendere in considerazione
l’idea di alloggiare in un agriturismo. Le opzioni vanno da casali rurali con
piccoli oliveti a eleganti tenute di campagna con magnifiche piscine
passando per fattorie attive dove gli ospiti possono collaborare nelle attività
quotidiane.
Gli agriturismi rappresentano una scelta particolarmente adatta se si viaggia
con i bambini, che si divertono un mondo a dar da mangiare e coccolare gli
animali della fattoria.
Per trovare un elenco completo di queste strutture, rivolgetevi a qualsiasi
ufficio turistico o consultate uno dei seguenti siti web: www.agritour.net
www.agriturismo.com
www.agriturismo.it
www.agriturismo.net
www.agriturismo-italia.net
www.agriturismovero.com
www.agriturist.com
Hotel Villa Sarah
HOTEL €€€
(cartina; 081 837 78 17; www.villasarah.it; Via Tiberio 3; singole €160-180, doppie €195-310, triple €265-
320, quadruple €295-330; Sulla strada che sale a Villa Jovis, 10 minuti a
Pasqua-ott; )
piedi dal centro città di Capri, Villa Sarah conserva quel fascino rustico che molti
alberghi dell’isola hanno ormai perduto. Circondata da un frutteto e provvista di una
piccola piscina, offre 20 camere ariose, tutte arredate nel classico stile locale, con
piastrelle di ceramica e mobili all’antica. La salutare prima colazione, con vista
mare, è a base di ingredienti biologici.
Grand Hotel Quisisana
HOTEL €€€
(cartina; 081 837 07 88; www.quisi.com; Via Camerelle 2; camere/suite €330/737; fine marzo-fine ott;
)Il Quisisana, uno dei tre cinque stelle L (lusso) dell’isola, è l’albergo più
prestigioso di Capri e non a caso si trova a pochi passi dalla celebre Piazzetta.
Inaugurato nel XIX secolo, è uno storico baluardo dell’opulenza più sfrenata, con
due piscine, un centro fitness, una spa, giardini lussureggianti, vari ristoranti e bar.
Le camere sono altrettanto sontuose, con tonalità rilassanti e mobili di classe.
Anacapri
Casa Mariantonia
BOUTIQUE HOTEL €€
(cartina; 081 837 29 23; www.casamariantonia.com; Via Guiseppe Orlandi 80; doppie €120-300; fine
marzo-fine ott; Mentre vi godrete la tranquilla bellezza del paesaggio che
)
circonda questo favoloso boutique hotel, potrete riflettere sul suo illustre passato (ha
ospitato, tra gli altri, Jean-Paul Sartre e Alberto Moravia). Le camere sono
caratterizzate da una sobria eleganza e colori rilassanti; ci sono anche terrazze
private con vista sul giardino. Il ristorante interno è circondato da un agrumeto.
Hotel Villa Eva
HOTEL €€
(cartina; 081 837 15 49; www.villaeva.com; Via La Fabbrica 8; doppie €110-180, triple €160-210,
appartamenti €55-70 per persona; Pasqua-ott; Autentico rifugio rurale, il Villa Eva è
)
immerso tra alberi da frutto e ulivi nella campagna vicina ad Anacapri. Si tratta di un
rifugio idilliaco, con piscina, giardini lussureggianti e camere e appartamenti
soleggiati. Alti soffitti a cupola imbiancati a calce, pavimenti in cotto, finestre di
vetri istoriati e caminetti retrò aggiungono un tocco di carattere, mentre la posizione
garantisce pace e tranquillità.
L’unico svantaggio è che raggiungerlo risulta un po’ complicato: da Anacapri
prendete l’autobus diretto alla Grotta Azzurra e chiedete all’autista dove scendere,
oppure prendete un taxi.
Hotel Bellavista
HOTEL €€
(cartina; 081 837 14 63; www.bellavistacapri.com; Via Giuseppe Orlandi 10; singole €90-160, doppie €130-
240; apr-ott; Questo albergo ha più di 100 anni e offre camere spaziose con
)
pavimenti piastrellati a grandi motivi floreali anni ’60 (che o si amano o si odiano).
Uno dei punti di forza è la posizione, all’inizio di Anacapri; inoltre l’albergo offre un
campo da tennis e uno sconto per l’accesso alla piscina situata nelle vicinanze. A
luglio e agosto è richiesta una permanenza minima di quattro giorni.
Hotel Alla Bussola di Hermes
HOTEL €€
(cartina; 081 838 20 10; www.bussolahermes.com; Traversa La Vigna 14; singole €60-140, doppie €60-150,
triple €90-180, quadruple €120-280; Le camere, illuminate dal sole e arredate in
)
allegre tonalità bianche e blu, hanno tendaggi lussuosi e piastrelle di maiolica; se ci
riuscite, assicuratevene una con terrazza affacciata sul mare. Gli spazi comuni
ricordano vagamente Pompei, con colonne, statue e soffitti a volta. Per raggiungere
l’Hotel Alla Bussola prendete l’autobus fino a Piazza Vittoria e telefonate per
prenotare la navetta gratuita a disposizione degli ospiti.
Hotel Carmencita
HOTEL €€
(cartina; 081 837 13 60; www.carmencitacapri.com; Via de Tommaso 4; doppie standard €129-168; apr-
metà ott; Situato nei pressi della stazione degli autobus, il Carmencita è
)
gestito da una deliziosa coppia che, se telefonerete in anticipo comunicando l’orario
del vostro arrivo, verrà a prendervi al terminal dei traghetti di Marina Grande.
L’atmosfera è familiare e vecchio stile nelle aree comuni, mentre le camere sono
ampie, confortevoli e luminose, con copriletto a fiori e piastrelle di maiolica. Le
piccole terrazze si affacciano sulla piscina e sul grazioso giardino.
Hotel Senaria
HOTEL €€
(cartina; 081 837 32 22; www.senaria.it; Via Follicara 6; doppie €100-180; apr-
nov; )Dovrete fare una bella camminata per raggiungere questo delizioso albergo
a gestione familiare situato nel centro storico di Anacapri, ma ne varrà la pena.
Ricavato in una sobria villa imbiancata a calce, ha camere arredate in uno stile
mediterraneo essenziale ma elegante, con pavimenti in cotto, rilassanti tonalità
crema e raffinati acquerelli dell’artista locale Giovanni Tessitore. È un posto molto
tranquillo e, a parte le campane della chiesa la domenica mattina, l’unico suono che
sentirete sarà quello della brezza marina.
Capri Palace
HOTEL €€€
(cartina; 081 978 01 11; www.capripalace.com; Via Capodimonte 14; doppie/suite a partire da €500/1000;
apr-ott; Molto apprezzato dalle celebrità (ha ospitato personaggi come Gwyneth
)
Paltrow, Liz Hurley e Naomi Campbell), l’esclusivo Capri Palace è il più in voga al
momento. I raffinati interni in stile mediterraneo sono vivacizzati da opere d’arte
contemporanea, mentre alcune delle lussuose camere dispongono addirittura di
terrazza con giardino e piscina privata. Gli ospiti stressati potranno rilassarsi nella
spa, considerata la migliore di Capri. Tenete presente che in alta stagione è richiesta
una permanenza minima di tre notti.
Marina Grande
Belvedere e Tre Re
HOTEL €€
(cartina; 081 837 03 45; www.belvedere-tre-re.com; Via Marina Grande 264; doppie €150; apr-nov; )
In un edificio situato a cinque minuti dal porto, con una favolosa vista sulle
imbarcazioni, questo albergo risale al 1900 e ha una lunga storia alle spalle: i ‘tre re’
del nome si riferiscono ai tre sovrani che alloggiarono qui nell’epoca del Grand
Tour. Oggi si tratta di un modesto due stelle, ma le camere sono state piacevolmente
rimodernate e hanno balconi privati coperti. All’ultimo piano c’è anche un solarium.
Relais Maresca
HOTEL €€€
(cartina; 081 837 96 19; www.relaismaresca.com; Via Provinciale Marina Grande 284; doppie €190-300;
marzo-nov; Questo delizioso quattro stelle è la migliore sistemazione della zona di
)
Marina Grande. Lo stile è quello classico caprese, con mobili raffinati e una
profusione di scintillanti ceramiche turchesi, blu e gialle. Sono disponibili camere di
varie tipologie (e prezzi); le migliori hanno il balcone e si affacciano sul mare. C’è
anche un’incantevole terrazza piena di fiori al quarto piano. Nei weekend e in agosto
è richiesta una permanenza minima, rispettivamente, di due e quattro giorni: per
maggiori notizie verificate sul sito.
Ischia
Come a Procida, la ‘sorellina’ più raffinata, anche a Ischia la maggior parte degli
alberghi chiude in inverno, ma quelli che rimangono aperti praticano forti sconti.
Oltre alle strutture segnalate di seguito vi sono anche gli hotel con spa interna, che in
genere accettano soltanto prenotazioni per soggiorni con trattamento di mezza
pensione o pensione completa. L’ufficio turistico potrà fornirvi un elenco. Dal
momento che Ischia è la più grande delle tre isole del Golfo di Napoli, vale la pena
di trascorrervi almeno una notte.
Ischia Porto e Ischia Ponte
Hotel Noris
HOTEL €
(cartina; 081 99 13 87; www.norishotel.it; Via A. Sogliuzzo 2, Ischia Ponte; doppie €50-85; Pasqua-ott;
)Questo albergo ha prezzi accessibili e una splendida posizione, a pochi passi dai
luoghi da vedere a Ischia Ponte. Le camere, abbastanza ampie, confortevoli e
decorate a colori freschi e allegri, dispongono di piccoli balconi. La prima colazione
è costituita dal classico buffet continentale, anche se un po’ più abbondante della
media. Gli ospiti possono approfittare di una speciale convenzione con il parcheggio
pubblico situato a 100 dall’albergo.
Albergo Il Monastero
HOTEL €€
(cartina; 081 99 24 35; www.albergoilmonastero.it; Castello Aragonese, Rocca del Castello, Ischia Ponte;
singole €90, doppie €135-190; Le ex cellette delle monache che un tempo
Pasqua-ott; )
vivevano qui conservano ancora una grande sobrietà, con mobili in legno scuro,
pareti bianche di calce, piastrelle di ceramica artigianale e nessuna traccia di
televisori (ma il panorama non ve lo farà rimpiangere di certo). Gli ambienti sono
molto spaziosi e luminosi, con soffitti a volta, finestre affacciate sul mare e
sull’isola, manufatti di artigianato artistico e dipinti dell’artista Gabriele Mattera, un
tempo proprietario dell’albergo e di parte del Castello Aragonese. Il ristorante
dell’albergo è molto rinomato.
Il Moresco
HOTEL €€€
(cartina; 081 98 13 55; www.ilmoresco.it; Via E. Gianturco 16, Ischia Porto; doppie a partire da €340; apr-
ott; Situato nel cuore pulsante di Ischia Porto, ma con alti pini e vegetazione a
)
riparare, Il Moresco è uno spa hotel veramente fantastico, con uno stile giustamente
moresco-mediterraneo. Le camere sono magnificamente confortevoli, con pavimenti
in maiolica e un’aria d’altri tempi. Vengono offerti trattamenti rilassanti, tra cui
terapia al vino e bagni in acqua con estratti di piante.
Lacco Ameno
Hotel La Sirenella
HOTEL €€
(cartina; 081 99 47 43; www.lasirenella.net; Corso Angelo Rizzoli 41, Lacco Ameno; doppie €140-180;
apr-ott; Questo albergo a conduzione familiare si affaccia direttamente sulla
)
spiaggia. Le camere, luminose e colorate, hanno terrazze con vista sul mare. I lucenti
bagni piastrellati, l’atmosfera piacevole e vivace e il ristorante al pianterreno (che
serve gustose pizze) completano il quadro.
Mezzatorre Resort & Spa
HOTEL €€€
(cartina; 081 98 61 11; www.mezzatorre.it; Via Mezzatorre 23, Lacco Ameno; doppie €350-480, suite €490-
670; apr-ott; Arroccato su uno sperone roccioso a picco sul mare, questo
)
lussuoso resort è circondato da un bosco di pini di 2,8 ettari. Gli ospiti, inoltre,
hanno a disposizione una spa interna e un campo da tennis. I salottini e alcune delle
camere sono situati in una torre difensiva del XV secolo. Le camere presentano
sofisticate sfumature grigie, arancioni e ocra; alcune hanno anche giardino privato e
vasca con idromassaggio. L’infinity pool sopra la spiaggia vi farà sentire come in un
set cinematografico. Se il vostro budget non vi consente di alloggiare qui, limitatevi
a sorseggiare con calma un drink nel bar adiacente.
Forìo e la costa occidentale
Hotel Semiramis
HOTEL €€
(cartina; 081 90 75 11; www.hotelsemiramisischia.it; Spiaggia di Citara, Forìo; doppie €140-180; fine apr-
ott; Situato a pochi minuti di cammino dal complesso termale del Poseidon,
)
questo allegro albergo è gestito dal simpatico Giovanni e dalla moglie, di origine
tedesca. L’atmosfera è quella di un’oasi tropicale, con una piscina centrale
circondata da alte palme. Le spaziose camere hanno eleganti piastrelle nelle
tradizionali sfumature del giallo e del turchese. E dallo splendido giardino, che
racchiude alberi di fico e viti, si può ammirare il mare in lontananza.
Umberto a Mare
HOTEL €€
(cartina; 081 99 71 71; www.umbertoamare.it; Via Soccorso 2, Forìo; doppie €100-120; apr-ott; )
Facile da trovare perché situato proprio accanto alla caratteristica chiesa di Forìo,
che ricorda una missione, questo albergo consta di 11 camere tranquille, sobrie e
raffinate, con freschi pavimenti di ceramica, bagni moderni e tradizionali imposte
verdi alle finestre. Potrete rilassarvi su uno dei lettini disposti sulla terrazza
piastrellata in cotto, che offre una pittoresca vista sul mare. Per mangiare bene non
dovrete fare molta strada: l’albergo si trova sotto uno dei migliori ristoranti di Ischia.
Sant’Angelo e la costa meridionale
Camping Mirage
CAMPEGGIO €
(cartina; 081 99 05 51; www.campingmirage.it; Via Maronti 37, Spiaggia dei Maronti, Barano d’Ischia;
campeggio per 2 persone, automobile e tenda €33-40; Situato su una delle spiagge
Pasqua-ott; )
più belle di Ischia, a breve distanza da Sant’Angelo, questo campeggio ombreggiato
offre 50 piazzole, docce, lavanderia, un bar e un ristorante che serve ottimi piatti di
pasta al pesce compresa la specialità di tubettoni, cozze e pecorino.
Hotel Casa Celestino
HOTEL €€
(cartina; 081 99 92 13; www.casacelestino.it; Via Chiaia di Rose 20, Sant’Angelo; doppie €150-230; gen-
ott; Situato sul promontorio, questo albergo piccolo e raffinato offre una
)
rilassante combinazione di mobili color crema, pareti imbiancate a calce, oggetti
d’arte contemporanea e audaci dipinti. Le camere, dallo stile essenziale, sono
caratterizzate da pavimenti di maiolica, bagni moderni e splendidi balconi affacciati
sul mare. Sul lato opposto della strada c’è un buon ristorante senza pretese.
Procida
Procida è spesso meta di escursioni in giornata, perciò la sera, quando i turisti se ne
vanno, torna a disposizione degli abitanti e ritrova la sua gradevole e tranquilla
atmosfera da isola del Mediterraneo. Le sistemazioni, di conseguenza, non sono
tantissime e spesso si tratta di B&B e alberghi a conduzione familiare. Molte
strutture sono chiuse in inverno e al completo in agosto, perciò, se intendete recarvi
a Procida in quei periodi, prenotate con largo anticipo.
Marina Grande
Bed & Breakfast La Terrazza
B&B €
(cartina; 081 896 00 62; Via Faro 26, Marina Grande; singole €50-70, doppie €75-90; Pasqua-ott)
Un’opzione economica estremamente interessante, con dipinti alle pareti, lampade di
metallo, piastrelle e mobili d’antiquariato. Rilassatevi su una delle sdraio della
terrazza rivestita di mattonelle in cotto – da cui il B&B prende nome – e ammirate il
tramonto. Sempre in terrazza viene servita la prima colazione fatta in casa.
Marina Corricella
Hotel La Vigna
BOUTIQUE HOTEL €€
(cartina; 081 896 04 69; www.albergolavigna.it; Via Principessa Margherita 46, Terra Murata; doppie €150-
180, suite €180-230; Pasqua-ott;Situata in magnifica posizione sul fianco di un
)
promontorio roccioso, con un incantevole giardino e una spa interna, questa villa
ottocentesca è un incanto. Da cinque delle sue camere (tutte spaziose e arredate con
semplicità) si accede direttamente al giardino. Le camere di categoria superior (da
€180 a €200) sono soppalcate e quindi ideali per le famiglie, mentre la suite vanta
una vasca con idromassaggio accanto al letto, perfetta per le coppie.
Casa Sul Mare
HOTEL €€
(cartina; 081 896 87 99; www.lacasasulmare.it; Via Salita Castello 13, Marina Corricella; camere con
terrazzino vista mare €99-170; Con la sua vista mozzafiato, questo favoloso
Pasqua-ott; )
albergo ha contribuito a fare de Il talento di Mr Ripley (1999) un film
indimenticabile. Affacciato sul pittoresco porticciolo di Marina Corricella, vicino
alle rovine del Castello d’Avalos, offre camere eleganti con splendidi pavimenti
piastrellati, testiere dei letti in ferro battuto e calde tonalità mediterranee. Per chi
vuole usufruire dei servizi della spiaggia più vicina è a disposizione una navetta. Il
servizio è impeccabile e il cappuccino del mattino, offerto da Franco
nell’incantevole giardino che si affaccia sul porticciolo, probabilmente sarà uno dei
migliori che abbiate mai bevuto.
Casa Giovanni da Procida
B&B €€
(cartina; 081 193 69 167, 334 3200951; www.casagiovannidaprocida.it; Via Giovanni da Procida 3; doppie
€65-90, €90-140 quadruple; Pasqua-ott; Questo elegante B&B ricavato in un’ex casa
)
colonica e disposto su più livelli offre camere minimaliste con letti bassi e mobili
moderni. I bagni sono piccoli ma raffinati, con piastrelle a mosaico, lavandini cubici
e docce con grandi erogatori; alcuni hanno anche il soffitto a volta. Nel
lussureggiante giardino gli ospiti si rilassano leggendo e mangiando pesche sotto
l’enorme albero di magnolia.
Hotel La Corricella
HOTEL €€
(cartina; 081 896 75 75; www.hotelcorricella.it; Via Marina Corricella 88, Marina Corricella; doppie €100-
140; apr-ott; È difficile non notare, a Marina Corricella, questo vistoso albergo
)
rosa pesca e giallo. Le semplici camere hanno mobili componibili, ventilatore e TV.
L’ampia terrazza in comune offre una splendida vista sul porto, il ristorante serve
discrete specialità di pesce e un’imbarcazione raggiunge la spiaggia più vicina.
DOVE ALLOGGIARE SULLA COSTIERA
AMALFITANA
Se prevedete di esplorare la zona intorno alla Costiera, Sorrento costituisce
un’ottima base, perché offre i trasporti pubblici migliori. Positano, Amalfi e
Ravello vantano alcune delle strutture ricettive più eleganti d’Italia, che
vanno da sontuosi palazzi a raffinati B&B. Ricordate che in estate è
essenziale prenotare in anticipo e che la maggior parte degli alberghi chiude
in inverno.
Salerno non offre una grande scelta di alloggi, tuttavia la costa e il parco
del Cilento hanno una variegata gamma di sistemazioni. Qui troverete
alberghi in cima alla montagna, raffinati palazzi, alberghi sulla spiaggia e
agriturismi ecologici, con prezzi notevolmente più bassi rispetto alla
Costiera Amalfitana.
Marina di Chiaiolella
Hotel Crescenzo
HOTEL €€
(cartina; 081 896 72 55; www.hotelcrescenzo.it; Via Marina di Chiaiolella 33, Marina di Chiaiolella; doppie
€120; Questo albergo ha soltanto 10 camere non molto grandi; potrete
Pasqua-ott; )
scegliere tra quelle con vista mare dalla finestra e quelle con balcone. L’arredamento
riprende le tonalità marine del bianco e del blu e i bagni sono pulitissimi. Di fronte
all’albergo c’è un ristorante molto frequentato da affabili abitanti del posto, dove
potrete gustare la prima colazione anche in tarda mattinata (in genere viene servita
fino alle 12). Consultate il sito web per informazioni sulle tariffe scontate in caso di
soggiorni prolungati.
COSTIERA AMALFITANA
Sorrento
La cittadina offre una vasta scelta di sistemazioni, ma per luglio e agosto è
necessario prenotare con largo anticipo. La maggior parte dei grandi hotel del centro
è rivolta alle comitive dei viaggi organizzati, quindi i prezzi sono alti. Non mancano
però ottime alternative, in particolare lungo Via Capo, la strada costiera che si snoda
a ovest del centro. Questa zona si trova a breve distanza a piedi, ma se avete bagagli
pesanti vi consigliamo di prendere uno degli autobus SITA diretti a Sant’Agata o a
Massa Lubrense.
Ulisse
OSTELLO €
(cartina; 081 877 47 53; www.ulissedeluxe.com; Via del Mare 22; letti in camerata €30, doppie €60-120;
) Giustamente presentato come ‘ostello di lusso’, offre due camerate per sei
persone divise per sesso e alcune quadruple, mentre per il resto offre camere ampie e
fastose, con tessuti in stile Regency, pavimenti in marmo e grandi bagni privati
dotati di vasca e decorati con tonalità moderne. Comprende un centro benessere,
dove gli ospiti possono accedere alla piscina per la modica somma di €5, utilizzare
gratuitamente la palestra e prenotare trattamenti a prezzi ragionevoli. La prima
colazione è compresa in alcune tariffe, ma negli altri casi è considerata extra e costa
€10.
Casa Astarita
B&B €
(cartina; 081 877 49 06; www.casastarita.com; Corso Italia 67; doppie €90-130, triple €110-150; )
Questo B&B, un autentico gioiello in miniatura, è situato in un edificio del
Cinquecento in pieno centro. Le porte dipinte con colori vivaci, i soffitti a volta
originali, le raffinate opere d’arte e gli oggetti d’antiquariato completano il suo look
eclettico. Le sei camere sono semplici ma ben equipaggiate e sono disposte intorno a
un salone centrale con un grande tavolo rustico dove viene servita la prima
colazione.
Hotel Desiré
HOTEL €
(cartina; 081 878 15 63; www.desireehotelsorrento.com; Via Capo 31b; singole/doppie €66/99; marzo-dic;
)Tra i vari alberghi economici di Via Capo, il Desirée è uno dei migliori. Oltre a
camere semplici ma graziose e soleggiate, possiede una sala TV, una terrazza
panoramica sul tetto, un’atmosfera rilassata, un proprietario cordiale e una splendida
vista. C’è anche un comodo ascensore che scende alla spiaggia di scogli sottostante,
dove però ombrellone e sedie a sdraio sono a pagamento.
Seven Hostel
OSTELLO €
(fuori cartina; 081 878 67 58, 081 534 21 82; www.sevenhostel.com; Via Iommella Grande 99, Sant’Agnello;
letti in camerata/doppie a partire da €20/80; tutto l’anno;L’aspirazione dei giovani
)
proprietari di questa struttura è offrire il migliore ostello del mondo, nonché il primo
ostello di design. Ricavato in un ex convento dell’VIII secolo circondato da ulivi e
limoni, offre un’elegante terrazza sul tetto, musica dal vivo nei fine settimana e una
comoda lavanderia. Le camere sono spaziose e arredate in stile contemporaneo.
Nube d’Argento
CAMPEGGIO €
(cartina; 081 878 13 44; www.nubedargento.com; Via Capo 21; piazzole per 2 persone, automobile e tenda
grande o camper €39, bungalow per 4 persone €90-120; Questo invitante
marzo-dic; )
campeggio situato 1 km a ovest del centro di Sorrento racchiude piazzole e
bungalow di legno immersi in un uliveto che in estate offre un prezioso riparo dalla
calura. Gli eccellenti servizi comprendono una piscina all’aperto, un tavolo da ping
pong, scivoli e altalene che faranno felici i più piccoli.
Hotel Rivage
HOTEL €
(cartina; 081 878 18 73; www.hotelrivage.com; Via Capo 11; doppie a partire da €86; marzo-nov; )
Questo albergo moderno occupa un edificio basso, situato subito oltre i negozi
all’estremità occidentale della città. Ha una terrazza sul tetto in cui rilassarsi e un
discreto bar ristorante. Le camere sono un po’ anonime, ma dotate di balconi
spaziosi. Si respira l’atmosfera tipica degli hotel per comitive, ma la posizione è
buona e i prezzi sono ragionevoli.
Hotel Cristina
HOTEL €€
(fuori cartina; 081 878 35 62; www.hotelcristinasorrento.it; Via Privata Rubinacci 6, Sant’Agnello;
singole/doppie/triple/quadruple €130/150/180/200; Situato in cima a un’altura
marzo-ott; )
sopra Sant’Agnello, questo albergo vanta una vista superba, in particolare dalla
piscina. Le ampie camere hanno balconi con vista mare e combinano mobili di legno
intarsiato con tocchi contemporanei come le sedie di Philippe Starck. Gli ospiti
hanno a disposizione anche un ristorante interno e una navetta gratuita per/dalla
stazione di Sorrento della Ferrovia Circumvesuviana.
Hotel Astoria
HOTEL €€
(cartina; 081 807 40 30; www.hotelastoriasorrento.com; Via Santa Maria delle Grazie 24; singole €50-110,
doppie €70-170; Questo classico albergo rimesso a nuovo ha il vantaggio di trovarsi
)
nel cuore del centro storico. Nel complesso si tratta di un’ottima scelta. Gli
sfavillanti interni sono caratterizzati da lucide piastrelle colorate e motivi decorativi
gialli e blu. Nell’ampia e splendida terrazza sul retro, delimitata da un muro rivestito
con murales di piastrelle variopinte, potrete sedervi sotto alberi di aranci e limoni.
Il Giglio Bianco
B&B €€
(fuori cartina; 334 1233064, 333 3794829 www.bbgigliobiancosorrento.it; Via Parsano 25; doppie €45-99,
Il Giglio Bianco è caratterizzato da un arredamento nei
triple €65-114, quadruple €75-129; )
rilassanti toni del bianco e del crema, letti in ferro battuto e balconi che corrono
intorno all’edificio e sono quindi accessibili da tutte e tre le camere, che ne hanno
una parte a uso esclusivo. La struttura sorge un po’ distante dalla via principale,
perciò è tranquilla e i due simpatici fratelli proprietari vi aiuteranno a portare i
bagagli su per le scale. La prima colazione è particolarmente buona.
Mignon
HOTEL €€
(cartina; 081 807 38 24; www.sorrentohotelmignon.com; Via Sersale 9; singole €50-85, doppie €60-149, triple
€90-179; apr-dic; L’arredatore di interni che ha lavorato in questo albergo aveva
)
senza dubbio un debole per le sfumature del blu: ne troverete ovunque, dal blu scuro
delle piastrelle, abbinato al bianco, fino all’azzurro delle pareti e dei copriletto.
Opere d’arte contemporanee e vecchie fotografie di Sorrento in bianco e nero
completano gli arredi. Le camere sono spaziose e c’è anche un solarium sul tetto per
abbronzarsi.
La Tonnarella
HOTEL €€
(fuori cartina; 081 878 11 53; www.latonnarella.com; Via Capo 31; doppie €150-160, suite €320-340; apr-
ott e Natale; Una splendida scelta, ma non per gli amanti del minimalismo: La
)
Tonnarella è uno sfavillante insieme di maioliche, oggetti d’antiquariato, lampadari a
bracci e statue. Le camere, quasi tutte dotate di balcone o terrazzino, presentano la
stessa classica eleganza, con mobili tradizionali e comfort moderni ma non vistosi.
L’albergo comprende anche una spiaggia privata raggiungibile in ascensore e un
rinomato ristorante con dehors.
Villa Elisa
APPARTAMENTI €€
(cartina; 081 878 27 92; www.villaelisasorrento.com; Piazza Sant’Antonino 19; doppie €70-120 più €15 per
letto extra, suite €70-120; Tutte le camere di questo complesso hanno un
tutto l’anno; )
angolo cottura e si affacciano su un cortile centrale. La suite indipendente,
raggiungibile salendo una ripida scala, racchiude un salottino, un bagno, una camera
da letto e una cucina. Su richiesta, vi faranno anche il bucato in lavatrice (€8). La
struttura sorge in magnifica posizione centrale. Il parcheggio è considerato extra e
costa €15 al giorno.
Grand Hotel Excelsior Vittoria
HOTEL €€€
(cartina; 081 807 10 44; www.exvitt.it; Piazza Tasso 34; singole/doppie/junior suite con vista sul giardino a
partire da €385/561/990; Aperto da oltre 170 anni, l’albergo più antico di Sorrento
)
emana un’eleganza belle époque. Grandi palme in vaso abbelliscono le luminose
sale comuni, dove trionfano decorazioni dorate e mobili antichi. Le camere variano
per dimensioni e stile, dalla raffinata semplicità al lusso più sontuoso con tanto di
affreschi. Tutte comunque offrono una splendida vista, o sui lussureggianti giardini
dell’albergo, dove cresce una bougainvillea color cremisi, o sul mare fino al
Vesuvio. Vi hanno alloggiato personaggi illustri come Wagner, Goethe, Sophia
Loren, Pavarotti e i reali inglesi.
Plaza Hotel
HOTEL €€€
(cartina; 081 878 28 31; www.plazasorrento.com; Via Fuorimura 3; doppie €80-280;È uno
)
degli alberghi più nuovi della città. I luminosi interni hanno uno stile contemporaneo
in cui il bianco candido contrasta con i pavimenti in parquet marrone e tocchi di
colore. Quadri astratti adornano le pareti e il bar all’aperto sul tetto (situato vicino
all’infinity pool) è perfetto per un aperitivo serale, con la sua vista suggestiva sulle
case della città e sul mare. Il parcheggio costa €15 al giorno.
Massa Lubrense
Frequentata soprattutto da turisti italiani che vogliono evitare gli itinerari più battuti,
la graziosa Massa Lubrense rappresenta una comoda base ed è più tranquilla di
alcune delle località più esclusive vicine ad Amalfi.
Casale Villarena
APPARTAMENTI €
( 081 808 17 79; www.casalevillarena.it; Via A. Vespucci 13, Massa Lubrense; appartamenti per 2/4 persone a
partire da €70/180; Pasqua-ott; Questi appartamenti, ideali per le famiglie, sono
)
caratterizzati da servizi di buon livello tra cui una piscina comune, un parco giochi e
un’incantevole spiaggia situata a breve distanza. C’è anche un ristorante che serve
piatti con prodotti dell’orto e a km 0, un’antica cantina che risale al 1500 e ospita
una sala degustazione di vini e formaggi, un giardino terrazzato con alberi di limone
e pergole che proteggono dal sole. Il complesso risale al Settecento, ma gli
appartamenti sono confortevoli, spaziosi e arredati in modo semplice ed elegante.
Hotel Ristorante Primavera
HOTEL €
( 081 878 91 25; www.laprimavera.biz; Via IV Novembre 3g; doppie €100; Un
Pasqua-ott; )
accogliente due stelle a gestione familiare, con camere ampie e ariose arredate con
tradizionali piastrelle di Vietri, mobili in legno chiaro e pittura bianca in quantità.
Alcune camere hanno una spaziosa terrazza con lettini, tavolo e sedie (le n. 101, 102
e 103 sono un’ottima scelta). Le vasche da bagno presenti in quasi tutte le camere
sono un lusso inaspettato. Il luminoso ristorante dotato di dehors, con panorami che
spaziano dai frutteti al mare, serve tipiche specialità locali.
Sant’Agata sui Due Golfi
Sant’Agata si trova in magnifica posizione, affacciata sui due golfi di Salerno e
Napoli, e sta rapidamente conquistando un’ottima fama grazie ai suoi agriturismi e
ristoranti. Prenotate con buon anticipo se avete intenzione di soggiornarvi in alta
stagione.
Agriturismo Le Tore
AGRITURISMO €
( 081 808 06 37; www.letore.com; Via Pontone 43; singole €60-70, doppie €90-130, cena €25-35; Pasqua-
inizio nov; Le Tore, un luogo splendido in cui alloggiare, è una vera fattoria che
)
occupa 14 ettari di uliveti e produce, tra l’altro, olio, pomodori secchi e marmellate.
Decisamente esterno ai circuiti più battuti, offre sette camere in stile granaio in
un’incantevole casa colonica dall’aspetto rustico nascosta tra gli alberi da frutto. I
pavimenti in cotto e i massicci mobili in legno contribuiscono al fascino rurale del
complesso. Per i bambini dai due ai sei anni che dormono in camera con i genitori è
previsto uno sconto del 50% (30% per i bambini da 7 a 10 anni). In inverno sono
disponibili due appartamenti indipendenti per un soggiorno minimo di tre notti. Su
richiesta vengono preparati i pasti.
Agriturismo Fattoria Terranova
AGRITURISMO €
( 081 533 02 34; www.fattoriaterranova.it; Via Pontone 10; doppie €55-89, triple €80-130, quadruple €95-145;
marzo-nov; Pavimenti in pietra, fiori secchi appesi alle pesanti travi in legno e
)
grandi botti di vino disseminate qua e là: questo magnifico agriturismo è
l’incarnazione dell’eleganza rurale. Gli ospiti alloggiano in piccoli appartamenti
distribuiti nell’ampia tenuta. Le sistemazioni sono piuttosto semplici, ma il contesto
è incantevole e la piscina costituisce un piacevole lusso.
Marina del Cantone
Non dovreste avere problemi a trovare un alloggio in questa deliziosa località di
villeggiatura dall’atmosfera informale, fatta eccezione per il mese di agosto, quando
i suoi alberghi vengono presi d’assalto.
Villaggio Residence Nettuno
CAMPEGGIO, APPARTAMENTI €
( 081 808 10 51; www.villaggionettuno.it; Via A. Vespucci 39; piazzole, tenda e automobile €19-34, bungalow
€40-180, appartamenti €65-210, tutto per 2 persone; Il campeggio di
marzo-inizio nov; )
Marina del Cantone, immerso fra gli uliveti terrazzati all’inizio del paese, offre una
vasta scelta di sistemazioni tra cui piazzole, case mobili e appartamenti ricavati in
una torre cinquecentesca, che possono ospitare da due a cinque persone. Accogliente
ed ecocompatibile, questo complesso ha eccellenti servizi e mette a disposizione una
ricca scelta di attività.
Positano
Positano è un posto meraviglioso in cui alloggiare, ma tenete presente che i prezzi,
in generale, sono elevati. Come ogni altra località della Costiera Amalfitana, in
estate diventa molto affollata, quindi è indispensabile prenotare con largo anticipo,
soprattutto per i weekend e i mesi di luglio e agosto. Informatevi presso l’ufficio
turistico sulla disponibilità di camere o appartamenti in case private.
Villa Nettuno
HOTEL €
(cartina; 089 87 54 01; www.villanettunopositano.it; Viale Pasitea 208; singole/doppie €70/85; tutto l’anno)
Nascosta dietro una barriera di profumata vegetazione, Villa Nettuno è ricca di
fascino. Chiedete una delle camere situate nella parte settecentesca dell’edificio, con
massicci mobili in stile rustico e una terrazza comune. Le camere che si trovano
nella parte ristrutturata della villa non possono vantare la stessa atmosfera.
Pensione Maria Luisa
PENSIONE €
(cartina; 089 87 50 23; www.pensionemarialuisa.com; Via Fornillo 42; doppie €70-80, con vista mare €95;
marzo-ott; È un’accogliente pensione vecchio tipo, ma le camere e i bagni sono
)
stati ristrutturati e ora hanno lucide piastrelle e complementi d’arredo blu. Vale la
pena di pagare €15 in più per il balcone privato con vista sulla baia, altrimenti c’è un
piccolo dehors comune che offre lo stesso panorama sensazionale. Per la prima
colazione è previsto un supplemento di €5.
Casa Celeste
PENSIONE €
(cartina; 089 87 53 63; www.casaceleste.net; Via Fornillo 10; singole €45, doppie €80-90; Pasqua-ott)
Prima di tutto, un avvertimento: il limoncello che Celeste prepara in casa (e che
cercherà di offrirvi in qualunque occasione) è più alcolico della media. Anche il
caffè è squisito. Celeste ha un’ottantina d’anni ed è un vero tesoro: tra le altre cose,
prepara personalmente tutte le marmellate e le torte servite a colazione. A suo figlio
Marco si deve il raffinato restauro delle camere secentesche, che sono piacevolmente
arredate con piastrelle dai colori vivaci e mobili in legno scuro; provate a chiedere la
n. 5, che ha un suggestivo soffitto a volta.
Hostel Brikette
OSTELLO €
(cartina; 089 87 58 57; www.hostel-positano.com; Via Marconi 358; letti in camerata €24-60, doppie €65-145,
appartamenti €80-220; Il Brikette è un posto luminoso e vivace, che offre
tutto l’anno; )
magnifici scorci e diversi tipi di sistemazioni, dai letti in camerata alle doppie fino
agli appartamenti. Offre anche servizi senza pernottamento, comodi per chi viaggia
in giornata e può usufruire delle strutture dell’ostello, tra cui docce, wi-fi e deposito
bagagli al prezzo di €10. La prima colazione non è compresa nel prezzo.
I proprietari sono una ricca fonte di informazioni se si vogliono fare escursioni nella
zona, potendo fornire cartine e consigli utili. Organizzano anche tour e corsi di
cucina.
La Fenice
B&B €€
(fuori cartina; 089 87 55 13; www.lafenicepositano.com; Via Guglielmo Marconi 4; doppie €155; Pasqua-
ott; Con piastrelle di Vietri dipinte a mano, pareti bianche e soffitti alti, le camere
)
di questo B&B sono semplici ma eleganti. La maggior parte ha balcone o terrazza
privati. I panorami sono magnifici e l’atmosfera è molto casalinga e non
superlussuosa. Come in altre strutture di Positano, dovrete tenere conto delle scale
per salire e scendere. Ci sono anche una graziosa piscina e una hot tub con una
piccola cascata che scroscia dalle rocce soprastanti.
Hotel California
HOTEL €€
(cartina; 089 87 53 82; www.hotelcaliforniapositano.it; Via Cristoforo Colombo 141; doppie €160-195;
Pasqua-ott; Ricavato in un magnifico palazzo settecentesco la cui facciata è
)
dipinta in rilassanti tonalità rosa e gialle, l’Hotel California offre bellissime camere,
soprattutto quelle situate nell’ala più vecchia, con fregi originali sui soffitti. Le
nuove sono spaziose e arredate con sfarzo. La prima colazione viene servita sul
dehors davanti, pieno di verde.
Florida Residence
B&B €€
(cartina; 089 87 58 01; www.floridaresidence.net; Viale Pasitea 171; doppie €90-120; apr-ott; )
Questa accogliente struttura a gestione familiare offre due autentiche rarità: un
parcheggio gratuito e uova sode a colazione. Le camere iniziano a mostrare i segni
del tempo ma sono spaziose e ben attrezzate, con frigo e asciugacapelli; alcune
hanno sia la vasca da bagno sia la doccia. Ci sono anche ampi spazi comuni in cui
rilassarsi, compresi un solarium sul tetto e un giardino con gazebo.
Hotel Palazzo Murat
HOTEL €€€
(cartina; 089 87 51 77; www.palazzomurat.it; Via dei Mulini 23; doppie €220-600; metà marzo-metà nov;
Un antico muro ripara questo magnifico albergo dalle orde di turisti che
)
attraversano una delle più importanti strade pedonali di Positano. Il Murat è ricavato
in un palazzo settecentesco che un tempo fu la residenza estiva di Gioacchino Murat,
re di Napoli. Il lussureggiante giardino racchiude banani, callistemon, aceri
giapponesi e pini. Le camere – cinque (le più care) nella parte antica dell’edificio e
25 nella nuova ala – sono arredate con lussuosi oggetti d’antiquariato, dipinti a olio
originali e marmi a profusione.
San Pietro
HOTEL €€€
(fuori cartina; 089 87 54 55; www.ilsanpietro.it; Via Laurito 2; doppie a partire da €495-902; apr-ott;
Per essere un albergo famoso, il San Pietro è incredibilmente discreto. Costruito
)
su un promontorio roccioso 2 km a est di Positano, si trova quasi completamente al
di sotto del livello stradale: arrivando in auto, cercate la cappella ricoperta di edera e
la cabina telefonica nera in stile inglese sul lato della carreggiata. Tutte le camere
presentano arredi differenti e hanno una spettacolare vista sul mare, terrazza privata
e una vasca con idromassaggio. Tra i servizi offerti vi sono una piscina
semicircolare, un ristorante stellato Michelin e una spiaggia privata (accessibile in
ascensore), accanto alla quale si estendono un prato con lettini per prendere il sole e
un campo da tennis. L’ampia ed elegante lobby, abbellita da una sgargiante
bougainvillea, rappresenta la migliore introduzione a questo complesso. Gli ospiti
hanno a disposizione 24 ore su 24 una navetta gratuita per Positano.
Hotel Villa Gabrisa
BOUTIQUE HOTEL €€€
(cartina; 089 81 14 98; www.villagabrisa.it; Via Pasitea 219-227; doppie relax €160-260; tutto l’anno;
)Questo edificio storico risale al Settecento ed è stato ristrutturato con raffinatezza.
Le camere sono arredate con mobili rustici dipinti, hanno tradizionali letti in ferro
battuto, lampadari a bracci in vetro di Murano e piastrelle di maiolica e terracotta. Ci
sono anche un’elegante enoteca e un ristorante, aperto da aprile a ottobre, che serve
una sofisticata cucina regionale.
Villa Franca
HOTEL €€€
(cartina; 089 87 56 55; www.villafrancahotel.it; Viale Pasitea 318; doppie €280-380; marzo-nov; )
Questo pulitissimo boutique hotel ha un’atmosfera tipicamente mediterranea, con
vivaci dettagli bianchi e blu e una piscina sul tetto che offre panorami
indimenticabili. Le camere sono bianche e luminose, con piastrelle ornamentali a
motivi classici. Al pianterreno ci sono un piccolo bar, una palestra con macchinari
hi-tech (come se Positano, con i suoi dislivelli, non facesse già fare sufficiente
esercizio...) e un centro benessere aperto anche agli esterni, che propone bagno
turco, massaggi e vari trattamenti tonificanti. Una dépendance ospita altre nove
camere con arredi simili. Il parcheggio è convenzionato e costa €30 al giorno.
Da Positano ad Amalfi
Questo è uno dei tratti di strada più suggestivi della Costiera Amalfitana, e le
sistemazioni si concentrano soprattutto nella zona di Praiano.
Agriturismo Serafina
AGRITURISMO €
( 089 83 03 47, 333 8216772; www.agriturismoserafina.it; Via Picola 3, Loc. Vigne, Furore;
singole/doppie/triple €50/80/100; È difficile trovare un posto più lontano dai
tutto l’anno; )
circuiti turistici di questo splendido agriturismo. Se avrete la pazienza di arrivare fin
qui, troverete una delle sistemazioni più convenienti della Costiera. Gli ospiti
alloggiano in sette camere impeccabili, con aria condizionata, situate nella casa
colonica; ciascuna ha un piccolo balcone e si affaccia sui rigogliosi terrazzamenti
sottostanti.
Il cibo è delizioso: per prepararlo vengono utilizzati quasi esclusivamente prodotti
dell’azienda agricola (tra cui salame, pancetta, vino, olio extravergine d’oliva, frutta
e verdura).
Ercole di Amalfi Bed & Breakfast
B&B €€
( 089 83 18 43, 334 2494141; www.ercolediamalfi.it; Via Giovanni d’Amalfi 29, Amalfi; doppie €75-160;
A cinque minuti d’auto in direzione di Conca dei Marini, questo nuovo
tutto l’anno)
B&B sulla collina ha una graziosa terrazza rustica con piante di limoni in vaso e
un’ampia vista sul mare che rendono ancora più buona la prima colazione. Le
camere eleganti hanno soffitti a volta, piastrelle di produzione locale e moderni
bagni minimalisti. È un posto perfetto per fare passeggiate in montagna. Il
parcheggio convenzionato costa €20 al giorno.
Hotel Onda Verde
HOTEL €€
( 089 87 41 43; www.hotelondaverde.com; Via Terramare 3, Praiano; doppie €130-220; apr-nov; )
Questo albergo sorge in splendida posizione sul fianco di un promontorio e si
affaccia sulla pittoresca Marina di Praiano. L’interno è stato scavato nella roccia, il
che lo rende meravigliosamente fresco in piena estate. Nelle camere ci sono lenzuola
candide, testiere dei letti di satin, eleganti mobili in stile fiorentino e terrazze con
sedie a sdraio per ammirare la vista. Anche il ristorante è vivamente consigliato.
Hotel Villa Bellavista
HOTEL €€
( 089 87 40 54; www.villabellavista.it; Via Rezzola 47, Praiano; camere €80-140; apr-ott; )
Circondato da lussureggianti giardini, questo albergo nel centro di Praiano gode di
una posizione tranquilla, di un fascino d’altri tempi con camere ampie, fresche ma
piuttosto spoglie. Dalla spaziosa terrazza ricca di fiori si gode una bella vista sul
mare e sull’isola di Capri. Ha anche un’incantevole piscina circondata dal verde e si
trova su una stradina che conduce alla Spiaggia della Gavitella. L’hotel è ben
segnalato e si raggiunge imboccando Via Rezzolo dalla SS163 che attraversa la città.
Villa Maria Bed and Breakfast
B&B €€
( 089 87 28 02; www.villamariaamalfi.it; Piazza Gaetano Amodio 1, Pogerola; doppie €110-135; Pasqua-ott)
Pochi minuti d’autobus a ovest di Amalfi, sulla piazza principale della minuscola
Pogerola, questa villa giallo limone davanti alle montagne è arredata con classe e ha
camere dotate di magnifici soffitti con travi a vista e freschi pavimenti di cotto. Gli
scorci su Amalfi sono magnifici ed è possibile esplorare il fianco della montagna
seguendo ripidi sentieri.
Amalfi
Nonostante sia una classica meta da escursione in giornata, Amalfi offre una vasta
scelta di alloggi, per lo più nelle fasce di prezzo medio-alte. Cercate sempre di
prenotare in anticipo, perché nei mesi estivi la città è molto affollata e in inverno
numerosi alberghi sono chiusi. Se viaggiate in auto, sceglietene uno con parcheggio:
la speranza di posteggiare lungo la strada è del tutto vana.
Albergo Sant’Andrea
HOTEL €
(cartina; 089 87 11 45; www.albergosantandrea.it; Via Duca Mansone I; singole/doppie €60/90; marzo-ott;
Godetevi la vivace atmosfera di Piazza del Duomo nella comodità della vostra
)
stanza. Questo modesto due stelle offre camere semplici con piastrelle dai colori
vivaci e tessuti coordinati. Di recente le finestre sono state dotate di doppi vetri: un
accorgimento molto utile per tenere lontano il trambusto della piazza, che in alta
stagione può diventare fastidioso. Si tratta di uno di quei posti dove chiedere una
camera con vista (sulla cattedrale).
Residenza del Duca
HOTEL €€
(cartina; 089 873 63 65; www.residencedelduca.it; Via Duca Mastalo II 3; singole €70, doppie €160;
marzo-nov; Un piccolo albergo a conduzione familiare con sei camere in tutto,
)
luminose, soleggiate e piacevolmente arredate con oggetti d’antiquariato, piastrelle
di maiolica e qualche cherubino ornamentale. Le docce a getto regolabile sono
eccellenti. Telefonate in anticipo se avete valigie pesanti: salire fin qui è molto
faticoso e nel prezzo è compreso un servizio di trasporto bagagli fino a inizio
ottobre.
La camera n. 2 è particolarmente consigliabile perché ha porte finestre che si aprono
su un panorama da sogno.
Hotel Lidomare
HOTEL €€
(cartina; 089 87 13 32; www.lidomare.it; Largo Duchi Piccolomini 9; singole/doppie €65/145; tutto l’anno;
) Questo albergo vecchio stile a gestione familiare è pieno di fascino. Le
spaziose camere hanno un’atmosfera raffinata, con arredi piacevolmente spaiati,
piastrelle d’epoca e pregevoli oggetti d’antiquariato. Alcune hanno la vasca con
idromassaggio, altre la vista sul mare e un grande balcone. La prima colazione in
genere viene servita sopra un pianoforte a coda: un altro dettaglio che contribuisce
all’originalità di questa struttura.
Hotel Amalfi
HOTEL €€
(cartina; 089 87 24 40; www.hamalfi.it; Vico dei Pastai 3; singole €70-120, doppie €70-170; Pasqua-ott;
)Situato in un vicolo che si dirama dalla principale strada pedonale di Amalfi,
questo tre stelle a gestione familiare è elegante e in posizione centralissima. Le
camere, alcune delle quali dotate di balcone, hanno pareti giallo chiaro, pavimenti
con piastrelle di maiolica e decorazioni a stencil. I bagni sono rivestiti con lucide
piastrelle e, pur essendo piccoli, racchiudono una vasca o una doccia. Il terrazzo al
terzo piano è il posto ideale per bere qualcosa in totale relax. Il parcheggio costa €25
al giorno ed è su prenotazione (i posti sono limitati).
Hotel Centrale
HOTEL €€
(cartina; 089 87 26 08; www.amalfihotelcentrale.it; Largo Duchi Piccolomini 1; doppie €100-120; tutto
l’anno; Questo albergo offre un rapporto qualità-prezzo tra i migliori di Amalfi.
)
L’ingresso si trova in una minuscola piazzetta del centro storico, ma molte camere si
affacciano su Piazza del Duomo. Le decorazioni con vivaci piastrelle di Vietri verdi
e blu conferiscono all’insieme un’atmosfera fresca e vivace, e la vista dalla terrazza
sul tetto è magnifica.
DieciSedici
B&B €€
(cartina; 089 87 22 52; Piazza Municipio 10-16; www.diecisedici.it; doppie €150; Pasqua-ott; )
Nuovissimo e in ottima posizione, questo B&B è ospitato in un palazzo medievale
sapientemente restaurato. Le sei camere sono luminose e hanno pavimenti in
maiolica, pareti imbiancate a calce e – in due casi – vista mare. La TV satellitare,
l’aria condizionata e il sistema audio rendono questo posto una scelta dall’ottimo
rapporto qualità-prezzo. I simpatici proprietari sono disponibili nel consigliare i
migliori ristoranti e attrazioni della città.
Hotel Luna Convento
HOTEL €€€
(fuori cartina; 089 87 10 02; www.lunahotel.it; Via Pantaleone Comite 33; singole €250-300, doppie €270-
320, suite €460-620; Pasqua-dic; Questo albergo, inaugurato circa 170 anni fa,
)
occupa l’edificio che un tempo ospitava un convento fondato da san Francesco nel
1222. Le camere situate nella struttura originale erano le antiche celle dei monaci,
ma le piastrelle dai colori vivaci, i balconi e l’incantevole vista sul mare non hanno
nulla di claustrale. L’ala più nuova è altrettanto suggestiva, con affreschi a tema
religioso sopra i letti. Il chiostro con cortile interno è magnifico.
Hotel Santa Caterina
HOTEL €€€
(fuori cartina; 089 87 10 12; www.hotelsantacaterina.it; Strada Amalfitana 9; doppie €308-915, suite €668-
2910; marzo-ott; Il Santa Caterina è un simbolo di Amalfi e uno degli
)
alberghi più famosi d’Italia. Tutto è all’insegna del lusso, dal servizio garbato ai
favolosi giardini, dalla spiaggia privata alle camere fastose. Gestito dalla terza
generazione della famiglia Gambardella, che lo fece costruire nel 1880, offre
panorami tra i più suggestivi di tutta la Costiera. Chi è in viaggio di nozze può
scegliere la suite ‘Romeo e Giulietta’, uno chalet privato immerso in un giardino dai
fiori variopinti, disponibile a una cifra compresa tra €1133 e €3800 per notte...
Ravello
Ravello è una località esclusiva, caratteristica che si riflette sulle sue sistemazioni,
raffinate e costose. Troverete magnifici alberghi di categoria elevata, incantevoli
strutture di categoria media e un bell’ agriturismo nelle vicinanze. Prenotate con
largo anticipo se intendete soggiornare qui in estate, soprattutto se pensate di farlo
durante il festival musicale.
Affittacamere Il Roseto
PENSIONE €
(cartina; 089 858 64 92, 333 3286809; www.ilroseto.it; Via Trinità 37; singole €60-70, doppie €80-90; tutto
l’anno)Se state cercando una camera pulita e senza fronzoli a breve distanza dai
luoghi da vedere, questo è il posto che fa per voi. Dispone soltanto di due camere, in
entrambe le quali, dalle pareti alle lenzuola fino ai pavimenti, domina il bianco. Pur
essendo anonime ed essenziali, offrono tuttavia un ottimo rapporto qualità-prezzo e,
se vi mancassero i colori, potrete sempre sedervi all’esterno sotto i limoni. Non è un
caso, forse, che i proprietari gestiscano anche il liquorificio Profumi della Costiera,
specializzato in limoncello.
Agriturismo Monte Brusara
AGRITURISMO €
( 089 85 74 67; www.montebrusara.com; Via Monte Brusara 32; singole/doppie €45/90; tutto l’anno)
Questa tenuta agricola sorge sul fianco del Monte Brusara, a circa 1,5 km dal centro
di Ravello. Volendo la si può raggiungere con una faticosa camminata di 30 minuti,
ma se telefonerete in anticipo i proprietari vi verranno a prendere. È una struttura
particolarmente adatta alle famiglie o a chi vuole fuggire dalle orde di turisti.
Le tre camere sono semplici ma confortevoli, si mangia divinamente e il proprietario
è loquace e affabile.
Punta Civita
B&B €€
( 089 872 326, 329 3136190; www.puntacivita.it; Via Civita 4; doppie €110; Situato
marzo-ott; )
sulla strada per Ravello e accessibile con una camminata di 15 minuti da Atrani,
questo grazioso piccolo B&B ha un dehors tappezzato di bougainvillee con vista
magnifica sul mare e sugli agrumeti circostanti. Anche le camere con piastrelle dai
colori vivaci sono rivolte verso il mare. I proprietari simpatici e accoglienti servono
un’eccellente prima colazione continentale – ovviamente – sul dehors.
Albergo Ristorante Garden
HOTEL €€
(cartina; 089 85 72 26; www.gardenravello.com; Via Giovanni Boccaccio 4; singole/doppie €140/160; metà
marzo-fine ott; Date un’occhiata alle fotografie e dietro la reception e vedrete che
)
alcune ritraggono gli attuali proprietari, Anna e Marco, molti anni fa, mentre
giocano con i figli di Jackie Kennedy. Anche se non è più una calamita per le
celebrità, questo tre stelle a gestione familiare resta una buona scelta. Le camere, per
quanto pulite, sono un po’ anguste e anonime, ma la vista è magnifica e il frigo è
sicuramente un optional gradito. Sembra che Gore Vidal fosse un habitué del
ristorante con dehors (pasti a partire da €30 circa).
Hotel Toro
BOUTIQUE HOTEL €€
(cartina; 089 85 72 11; www.hoteltoro.it; Via Roma 16; singole/doppie €85/125; Pasqua-nov; )
Fondato alla fine dell’Ottocento, questo albergo ha ospitato anche l’artista olandese
M.C. Escher, che dormì nella camera n. 6 e forse trasse ispirazione per le sue opere
dai bizzarri motivi decorativi delle piastrelle. Le camere sono arredate nel
tradizionale stile della Costiera Amalfitana, con piastrelle di cotto o di marmo
chiaro, mobili in rilassanti sfumature crema e raffinati dipinti che raffigurano
paesaggi; alcune dispongono di frigorifero. Si trova nei pressi di Piazza del Duomo,
perciò sentirete il suono delle campane, ma il giardino cinto da mura è un posto
incantevole in cui sorseggiare l’aperitivo prima di cena.
Hotel Villa Amore
PENSIONE €€
(cartina; Questa
089 85 71 35; www.villaamore.it; Via dei Fusco 5; singole/doppie €75/130; mag-ott; )
accogliente pensione a gestione familiare è la scelta migliore di Ravello da un punto
di vista del prezzo. Nascosta in un vicoletto tranquillo, offre camere modeste e
confortevoli, con bagni impeccabili. Tutte sono dotate di balcone e alcune hanno
anche la vasca da bagno. Il ristorante è un ulteriore punto a favore, con una terrazza
dalla vista favolosa, dell’ottimo cibo e prezzi ragionevoli (circa €30 per un pasto).
Hotel Caruso
HOTEL €€€
(cartina; 089 85 88 01; www.hotelcaruso.com; Piazza San Giovanni del Toro 2; singole €575-720, doppie
€757-976; apr-nov; Non c’è luogo migliore in cui nuotare della sensazionale
)
infinity pool del Caruso. Situata in posizione scenografica, sembra costruita sull’orlo
di un precipizio: la sua acqua azzurra si fonde con i colori del mare e del cielo
creando un effetto ottico magico. L’albergo, ricavato in un palazzo dell’XI secolo
splendidamente restaurato, non è da meno, con finestre incorniciate da archi a sesto
acuto, soffitti a volta quattrocenteschi e raffinate ceramiche. Le camere sono dotate
di ogni comfort, come l’impianto TV/DVD racchiuso in un elegante armadietto in
legno ai piedi del letto.
Palazzo Avino
HOTEL €€€
(cartina; Palazzo Sasso; 089 81 81 81; www.palazzosasso.com; Via San Giovanni del Toro 28; doppie a partire
da €320, con vista mare €530; fine marzo-ott;Inaugurato nel 1880 con il nome di
)
Palazzo Sasso, è uno dei tre hotel più lussuosi di Ravello e nel secolo scorso ha
ospitato personaggi illustri come il generale Eisenhower (che qui pianificò il
bombardamento di Montecassino) e il regista Roberto Rossellini con Ingrid
Bergman (che si godettero romantiche cene nel ristorante). Il magnifico edificio, di
color rosa chiaro, risale al XII secolo, e gli arredi combinano raffinati pezzi di
antiquariato con colori moreschi e sculture moderne. La piscina di 20 m offre una
vista mozzafiato e il ristorante Rossellinis, stellato Michelin, ha una fama eccellente.
C’è anche una piccola spa.
SALERNO E IL CILENTO
Salerno
Le poche sistemazioni che offre Salerno sono piuttosto anonime, ma in centro
troverete alcuni alberghi discreti. I prezzi tendono a essere molto più bassi di quelli
degli hotel della Costiera Amalfitana.
Ostello Ave Gratia Plena
OSTELLO €
(cartina; 089 23 47 76; www.ostellodisalerno.it; Via dei Canali; letti in camerata/singole/doppie €16/45/65;
tutto l’anno; Ricavato in un ex convento cinquecentesco, l’ostello di Salerno
)
affiliato HI sorge nel cuore del centro storico. Racchiude un incantevole cortile
centrale e offre una vasta scelta di sistemazioni, tutte molto allegre, dalle camerate
alle doppie con bagno privato. Per le camerate è previsto il coprifuoco alle 2.
Hotel Montestella
OSTELLO €€
(cartina; 089 22 51 22; www.hotelmontestella.it; Corso Vittorio Emanuele II 156; singole/doppie/triple
€70/122/148; tutto l’anno; Il Montestella si trova lungo la principale arteria
)
pedonale di Salerno, a metà strada fra il centro storico e la stazione ferroviaria,
quindi vicino a quasi tutti i siti turistici. Le camere sono spaziose e confortevoli, con
moquette blu e carta da parati in stile Regency, mentre le aree comuni hanno un
aspetto fresco e moderno. Si tratta senza dubbio della migliore sistemazione di
categoria media della città. A 300 m sorge un comodo parcheggio (€16-20 per 24 h).
Paestum
Sebbene la maggior parte dei turisti visiti Paestum in giornata, questa località offre
un sorprendente numero di alberghi. Oltre agli inevitabili tre stelle moderni, rivolti
alle comitive dei viaggi organizzati, troverete alcune sistemazioni eccellenti.
Casale Giancesare
B&B €
( 0828 72 80 61, 333 1897737; www.casalegiancesare.it; Via Vecchia Cilentana 8; singole €65-120, doppie
€65-120, appartamenti €600-1300 a settimana; tutto l’anno; Questo incantevole B&B
)
si trova in un’ex casa colonica ottocentesca in pietra. È gestito dall’adorabile
famiglia Voza, che sarà lieta di farvi assaggiare il suo vino, il suo limoncello e i suoi
piatti della cucina tradizionale fatti in casa. Situato a 2,5 km da Paestum e circondato
da ulivi e gelsi, offre una vista straordinaria, in particolare dalla piscina.
Villaggio dei Pini
CAMPEGGIO €
( 0828 81 10 30; www.campingvillaggiodeipini.com; piazzole per 2 persone, automobile e tenda €45,
bungalow per 2 persone €450-800; Paestum dispone di numerosi campeggi,
tutto l’anno; )
ma questo è il migliore. Immerso in un’area boscosa di alti pini, comprende un
ristorante, una pizzeria, un minimarket, un campo da calcio, una spiaggia privata e
un parco giochi per bambini. I bungalow sono arredati con semplicità, ma hanno
tutto ciò che occorre.
Hotel Calypso
HOTEL €€
( 0828 81 10 31; www.calypsohotel.com; Via Mantegna 63; singole €50-75, doppie €100-150; apr-ott;
Il Calypso è la sistemazione ideale per i tipi alternativi o amanti dell’arte. Ha
)
camere ampie e raffinate, con balconi privati e pregevoli oggetti d’arte realizzati a
mano. Il proprietario Roberto (cui si devono alcune delle lampade) ha viaggiato in
tutto il mondo e potrà fornirvi consigli sulla zona. In estate l’albergo ospita
regolarmente concerti, che spaziano dalla musica folk alla classica; a breve distanza
a piedi, inoltre, si estende una spiaggia sabbiosa (attrezzata con ombrelloni e lettini).
L’albergo dispone anche di una piccola ma fornita biblioteca di testi sul paesaggio e
l’architettura locali. Il ristorante serve piatti della cucina tradizionale e della cucina
vegetariana, vegana e macrobiotica. Sono disponibili perfino camere prive di TV per
gli ospiti spaventati dai campi elettromagnetici.
Agropoli e la Costiera Cilentana
Mete molto frequentate nei mesi estivi, Agropoli e le località della costa del Cilento
offrono una buona scelta di sistemazioni, concentrate soprattutto sul lungomare.
Marulivo Hotel
BOUTIQUE HOTEL €
( 0974 973 792; www.marulivohotel.it; Via Castello, Pisciotta; doppie standard €70-130; Pasqua-ott; )
Che cerchiate un’atmosfera romantica o vogliate semplicemente fuggire dallo stress
in un paesaggio idilliaco, qui sarete nel posto giusto. Situato nel dedalo di stretti
vicoli che si estende dietro la piazza medievale della cittadina, questo hotel dispone
di camere arredate con colori caldi, mobili antichi, fresche lenzuola bianche e muri
in pietra a vista. La terrazza sul tetto, che si affaccia sul mare e ha un piccolo bar, è
ideale per sorseggiare con calma un drink rinfrescante, ma potrete rilassarvi anche
nel giardino terrazzato con la vista sempre sul mare. Potrete lasciare l’auto nel
parcheggio privato (€12 al giorno).
Anna
B&B, APPARTAMENTI €
( 0974 82 37 63, 338 1423458; www.bbanna.it; Via San Marco 28-30, Agropoli; doppie €75-90; tutto
l’anno; )Situato in splendida posizione sul lato opposto dell’ampia spiaggia
sabbiosa della cittadina, questo grazioso B&B di categoria economica è noto
soprattutto per il ristorante al piano terra: di sicuro apprezzerete i cornetti fatti in
casa che vi serviranno a colazione. Le camere sono semplici e spaziose, con piccoli
balconi; chiedetene una con vista mare per godervi il tramonto su Sorrento. In alta
stagione potrete anche affittare lettini da sole e biciclette a prezzi contenuti
La Lanterna
AGRITURISMO €
( 089 79 02 51; 0974 838364; Via della Lanterna 8, Agropoli; letti in camerata €16, doppie €34-45, triple €51-
55, quadruple €68-72; Ivo e Tiziana sono gli adorabili proprietari di questa
Pasqua-ott; )
accogliente struttura situata a circa 1 km dal centro. I confortevoli bungalow
immersi nel giardino hanno grandi dehors, vista sul mare e spazio a volontà. Le
camerate sono semplici e pulite, con lucchetti per gli armadietti, mentre la prima
colazione, a base di panini con formaggio spalmabile, marmellate e torte fatte in
casa, è molto superiore alla media. La connessione a internet costa €3 l’ora.
Raggio di Sole
AGRITURISMO €
( 0974 96 73 56; www.agriturismoraggiodisole.it; Via Terrate, Castellabate; doppie €70; Pasqua-nov; )
Situato in periferia per chi arriva da Santa Maria di Castellabate, questo accogliente
agriturismo si trova in alto su una collinetta separata dalla città, quindi offre una
vista magnifica sul mare e sull’isola di Capri. L’edificio principale è circondato dagli
alberi, tra cui alti eucalipti, agrumi e ulivi, mentre nella zona più in basso c’è una
piccola aia con capre, oche, anatre e un asino. Le camere, ricavate in una casa
colonica restaurata di 200 anni fa, sono semplici, moderne e provviste di balcone.
La Corallina
HOTEL €
( 0974 96 68 61; www.hotellacorallina.it; Via Porto, San Marco di Castellabate; doppie €75-130; Pasqua-ott;
)Questo piccolo albergo ha una bellissima facciata color ocra scuro, con
tradizionali imposte verdi e cassette piene di fiori. Le camere si affacciano sulle
barche dei pescatori ormeggiate nel porto e mescolano piastrelle bianche con
piastrelle colorate tipiche di Vietri, il tutto in contrasto con tessuti blu scuro.
Albergo Il Castello
HOTEL €
( 0974 96 71 69; www.hotelcastello.co.uk; Via Amendola, Agropoli; doppie €90-100; Pasqua-ott; )
Questo albergo vecchio stile con i muri ricoperti d’edera si trova in un edificio di
inizio Ottocento e offre camere spaziose, con pavimenti piastrellati, muri con pietra
a vista e spaziose terrazze private. Il cortile è un’autentica meraviglia, con alberi di
limone e piante in abbondanza: il posto perfetto per godersi un aperitivo o
l’abbondante prima colazione.
Antico Maniero Palinuro
B&B €€
( 0974 93 30 38; www.anticomanieropalinuro.it; Colle San Sergio, Centola; doppie €110; Pasqua-ott)
Ospitato in una masseria fortificata (conosciuta come ‘il castello’) ha un magnifico
dehors e un’ampia vista sul mare. L’Antico Maniero Palinuro offre camere
sfacciatamente romantiche, con tende, copriletto di pizzo e mobili in legno scuro,
quasi tendenti al kitsch. Situato a Centola, a 4 km da Palinuro, è una buona opzione
per chi visita in auto il Cilento o la costa.
Albergo Santa Caterina
HOTEL €€
( 0974 93 10 19; www.albergosantacaterina.com; Via Indipendenza 53, Palinuro; doppie €100-155; Pasqua-
ott; Un favoloso hotel sulla strada principale, le cui camere sono arredate in
)
tonalità che spaziano dal giallo canarino al blu scuro mediterraneo. Tutte dispongono
di bagni spaziosi con vasca e doccia e di terrazza privata. Tenete presente che le
camere con vista mare costano €20 in più. C’è la TV satellitare, una vera rarità da
queste parti.
Villa Sirio
HOTEL €€
( 0974 96 10 99; www.villasirio.it; Via Lungomare de Simone 15, Santa Maria di Castellabate; doppie €130-
220; apr-nov; Risalente al 1912, questo albergo a conduzione familiare ha una
)
facciata classica ed elegante, tinteggiata di giallo ocra e con le tradizionali imposte
verdi. Le allegre camere sono decorate a sfumature gialle, blu e turchesi, e
racchiudono sfavillanti bagni rivestiti di marmo e dotati di vasca con idromassaggio.
I piccoli balconi hanno raffinati tavoli in marmo (invece della solita plastica) e
consentono di ammirare Capri in lontananza.
Parco Nazionale del Cilento
Come è facile immaginare, il paesaggio suggestivo e lussureggiante del parco lo
rende un luogo ideale per alloggiare negli agriturismi.
Agriturismo I Moresani
AGRITURISMO €
( 0974 90 20 86; www.imoresani.com; Località Moresani; doppie €90-110; Se state
marzo-ott; )
cercando la tranquillità assoluta, dirigetevi in questo agriturismo situato 1,5 km a
ovest di Casal Velino. Il paesaggio è bucolico, con distese di dolci colline
punteggiate di vigneti, pascoli e ulivi. Questa azienda agricola a gestione familiare,
che occupa una superficie di 18 ettari, produce caprini, vino, olio extravergine
d’oliva e marmellate. Le camere sono arredate nei toni del crema e della terra e sono
disposte intorno a un grazioso giardino privato.
Il ristorante utilizza principalmente prodotti biologici coltivati nella tenuta e ha un
dehors esterno che si affaccia sui vigneti. Si tengono regolarmente corsi di
equitazione, cucina e pittura: consultate il sito web e contattate i simpatici proprietari
per sapere che cosa c’è in programma.
Villa Vea
AGRITURISMO €
( 0828 196 22 37; www.agriturismovillavea.it; Statale 166, km 40, Contrada Spinaddeo 10, Bellosguardo;
doppie €74; tutto l’anno; Circondato da ulivi e viti con montagne coperte di pini in
)
lontananza, questo magnifico agriturismo è gestito da una famiglia italo-americana.
Godetevi la splendida vista su Capri mentre gustate le deliziose specialità
tradizionali preparate da Angela, che tiene anche corsi di cucina. Troverete olio
d’oliva, vino e marmellate della casa e le prime colazioni sono nettamente superiori
alla media; su richiesta vengono anche servite prime colazioni all’inglese (una vera
rarità da queste parti). Le camere sono arredate in stile rustico, con massicci mobili
in legno e pareti dai colori vivaci. Aperto circa 15 anni fa, è stato fra i primi
agriturismi della zona.
Agriturismo La Loggia degli Alburni
AGRITURISMO €
( 334 3204398; www.laloggiadeglialburni.it; Sicignano degli Alburni; doppie €50; Più
tutto l’anno; )
albergo di campagna che agriturismo vero e proprio, questo complesso molto amato
dagli escursionisti si trova in posizione incantevole su un’altura ricoperta di castagni
davanti a un magnifico castello. Seguite le indicazioni dal villaggio percorrendo una
strada sterrata fiancheggiata da ripidi pendii boscosi. Le camere sono ampie,
moderne e confortevoli, e nella sala da pranzo, decorata con scene di caccia alle
pareti, potrete gustare ottime specialità tradizionali come tagliolini al ragù fatti in
casa (pasti €20).
Antichi Feudi
BOUTIQUE HOTEL €
( 0975 58 73 29; www.antichifeudi.com; Via San Francesco 2, Teggiano; singole €50-55, doppie €75-90;
tutto l’anno; Situato nei pressi della pittoresca Piazza San Cono, questo antico
)
palazzo si distingue per il suo fastoso esterno color terra di Siena bruciata. Si tratta
di una sistemazione ricca di atmosfera e con prezzi ragionevoli. Le camere sono tutte
diverse, ma condividono una scrupolosa attenzione per i dettagli, come armadi
dipinti, letti a baldacchino e qualche lampadario a bracci. Le aree comuni
comprendono un piccolo cortile con un antico pozzo e un ottimo ristorante.
Casale San Martino
B&B €
( 0974 83 22 13; 338 6224292; www.casalesanmartino.eu; Contrada Vignali 5; doppie €85; marzo-ott;
) Questo incantevole B&B offre splendidi panorami su Agropoli e la costa a ovest e
sulle dolci colline della campagna a est. Potrete dormire in raffinate camere (ce ne
sono 3) con travi a vista, muri di pietra, arredamento in tonalità calde e splendidi
bagni rivestiti di piastrelle a mosaico. Tra gli animali che popolano il complesso vi
sono capre e anatre e, se verrete nella stagione giusta, a colazione potrete gustare
fichi freschi colti direttamente in giardino, dove c’è anche un pergolato ricoperto di
fiori di glicine. Per arrivare fin qui, prendete la strada provinciale 172 in direzione
est, nei pressi della strada costiera a sud di Agropoli.
La Congiura dei Baroni
HOTEL €
( 0975 7 90 44; www.lacongiuradeibaroni.it; Via Costanza da Montefeltro, Teggiano; singole €35-38, doppie
€60-65, matrimoniali €60-65; tutto l’anno;Questo piccolo e invitante albergo
)
accessibile ai disabili è affacciato su un castello con tanto di fossato, in posizione
spettacolare. Le camere, graziose e confortevoli, hanno terrazze private e una
rassicurante atmosfera da stanza degli ospiti. La proprietaria Anna Maria assicura un
caloroso benvenuto.
Zio Cristoforo
AGRITURISMO €€
( 0974 90 75 52, 339 4531307; www.agriturismoziocristoforo.com; Via Chiuse 40, Casal Velino; doppie in
B&B €45-120; mezza pensione €80-160; aperto tutto l’anno; Se gli agriturismi fossero
)
classificati in base al sistema delle stelle, questo ne avrebbe cinque. Detto ciò,
assomiglia più a un boutique hotel che a un agriturismo vero e proprio. Sembra che
qui nessuno giri con gli stivali sporchi di fango, anche se gli alloggi si trovano
all’interno di un’azienda agricola e gli animali che vi vengono allevati figurano sul
menu del rinomato ristorante. Le camere sono rustiche ma eleganti, con testiere dei
letti in ferro battuto, piastrelle in cotto e arredi nei rilassanti toni del verde e del
bianco. Vengono organizzati corsi di cucina (€100 per 3 giorni) e frequenti corsi di
degustazione dei vini.
Park Hotel Cilento
HOTEL €€
( 0974 93 21 54; www.parkhotelcilento.it; Via Sirene 26, Marina di Camerota; doppie €74-180; tutto l’anno;
)Un’eccellente e confortevole base adatta alle famiglie per esplorare a piedi il
parco e visitare in giornata le località costiere situate intorno al Golfo a sud di
Palinuro. Le camere sono semplici e un po’ prive di carattere, ma sono pulitissime e
funzionali. Ci sono una piscina e anche un ristorante, dove potrete gustare
abbondanti prime colazioni a buffet. Il personale della reception può organizzare
uscite in barca.
Conoscere Napoli, Pompei e la Costiera
Amalfitana
NAPOLI, POMPEI E LA COSTIERA AMALFITANA
OGGI
Bike sharing, tour alla scoperta della street art e nuove imprese: venti di
cambiamento stanno scuotendo le vie di Napoli.
STORIA
Conquistatori stranieri, rivoluzioni, peste, colera... Napoli e i napoletani convivono
da sempre con drammi e tragedie.
ARTI
Con i tanti potenti contributi dati alla pittura, alla musica e al cinema, Napoli è
un’importante fucina di cultura.
LO STILE DI VITA NAPOLETANO
Il sapore dolceamaro della vita a Napoli, tra profondo orgoglio e lotte quotidiane.
RELIGIONE E SUPERSTIZIONE
Santi venerati come eroi e malocchio: in questa parte d’Italia, sacro e profano danno
vita a un interessante connubio.
LA CUCINA CAMPANA
Se una regione può vantare tante specialità divenute sinonimo di Italia, non ci sono
dubbi sulla sua eccellenza gastronomica.
ARCHITETTURA E SCULTURA
Dai templi greci e romani alle maestose scalinate dei palazzi, l’architettura della
Campania è altamente scenografica.
LA CITTÀ SOTTERRANEA
La passione di Napoli per i segreti trova la sua più efficace incarnazione nel vasto e
antico labirinto sotterraneo della città.
Napoli, Pompei e la Costiera
Amalfitana oggi

Potrebbe apparire alquanto insolito vedere Napoli accostata a


metropoli d’avanguardia come Berlino o Melbourne. La
terza città più popolosa d’Italia dovrebbe essere nota
soprattutto per i tesori antichi e il gusto classico. Eppure, il
capoluogo campano sta finalmente scoprendo il suo lato più
contemporaneo. Una fresca ventata d’energia sta investendo
le sue antiche vie, grazie a una generazione di giovani che ha
viaggiato per il mondo e sta reinterpretando in chiave locale
lo stile, le novità e la mentalità delle città trendy.

POPOLAZIONE: 5,87 MILIONI


SUPERFICIE: 13.590 KMQ
DISOCCUPAZIONE: 21,7% (2015)
RESIDENTI STRANIERI (SUL
TOTALE DELLA POPOLAZIONE):
3%
NUMERO DI SITI PROTETTI
DALL’UNESCO: 5
I migliori film
L’oro di Napoli (Vittorio De Sica, 1954) Un’antologia di storie ambientate
a Napoli, con Totò, Eduardo e Sophia Loren.
Passione (John Turturro, 2010) Il tributo di Turturro alla musica e alle
tradizioni napoletane.
Gomorra (Matteo Garrone, 2008) Film dal ritmo serrato che racconta il
violento mondo della criminalità organizzata.
E poi c’è Napoli (Gianluca Migliarotti, 2014) La moda, lo stile e la
tradizione sartoriale di Napoli sono i temi centrali di questo documentario.
I migliori libri
Capri non più Capri (Raffaele La Capria, 1991) Una visione un po’
malinconica della Capri moderna.
Quello che manca. Un viaggio intorno a Napoli (Salvatore Esposito e
Angelo Petrella, 2013) I due autori, entrambi napoletani, si addentrano in
vari quartieri descrivendo Napoli con immagini e parole.
Il mare non bagna Napoli (Anna Maria Ortese, 1953) Raccolta di racconti
sulla Napoli del secondo dopoguerra.
Napoli insolita e segreta (Valerio Ceva Grimaldi e Maria Franchini, 2014)
Descrive con immagini e testi 150 luoghi sconosciuti ai più, anche agli
stessi napoletani.
Venti di cambiamento
Nel centro storico una nuova generazione di caffè e bar sta abbracciando un’estetica
minimalista, liberandosi di vistosi interni kitsch a favore di sobrie pareti in tufo e
originali complementi d’arredo degni di figurare sulle più prestigiose riviste di
design. Anche i tradizionali bar della catena Mexico sono interessati da questo
processo di rinnovamento, come dimostra l’ultimo locale aperto: una sintesi di
passato e presente che mescola vecchi cappelli da barista, rivestimenti in legno di
recupero, acciaio e tavoli gremiti di clienti che digitano sul computer portatile.
Espressioni chiave come ‘sostenibile’, ‘biologico’ e ‘di provenienza locale’ stanno
infarcendo un numero crescente di menu, inclusi quelli di ristoranti e wine bar di
nuova generazione come Eccellenze Campane, Salumeria e Jamón, dove avrete
buone probabilità di trovare prosciutto crudo fatto con le pregiate carni del maialino
nero casertano (una razza autoctona), mortadella al profumo di cannella di suino
biologico e birra di tipo artigianale.
Questo interesse dilagante per tutto ciò che è artigianale, locale e creativo non è
circoscritto alla sola cucina. La ricca e variegata street art partenopea – che annovera
l’unica opera di Banksy in Italia – sta finalmente ottenendo i riconoscimenti che
merita anche grazie a Federica Belmonte e ai suoi amici. È stata questa trentenne
appassionata di arte di strada a lanciare l’idea di Napoli Paint Stories, un tour a piedi
che porta napoletani e turisti alla scoperta di murales, graffiti e altre forme di street
art nei luoghi più disparati della città.
A Santa Caterina a Formiello, ai margini orientali del centro storico, il progetto
Made in Cloister sta trasformando un antico chiostro e opificio in un vitale centro
culturale per artisti, artigiani e musicisti. Uno degli spazi utilizzati è il Lanificio 25,
sede di eventi musicali che sta già richiamando folle di napoletani cosmopoliti con
lo sguardo rivolto al futuro.
Dopo un periodo di stagnazione, sembra insomma che la città più grande del Sud
Italia si appresti a scrivere un nuovo, vibrante capitolo della sua storia.
Città verde
Quando Luigi de Magistris prese le redini della città nel 2011, la sua idea era quella
di fare di Napoli una metropoli più vivibile e pulita. Una sfida titanica, considerata la
grossa emergenza legata alla raccolta dei rifiuti che aveva visto le strade cittadine
riempirsi di cumuli di immondizia. Le immagini di napoletani esasperati che davano
fuoco a montagne di spazzatura fecero il giro del mondo, arrecando un danno
d’immagine enorme a una città fin troppo conscia della sua etichetta di capoluogo
sporco e pericoloso.
Nel settembre 2011 nel centro storico di Napoli è stata introdotta una ZTL per
ridurre le emissioni di anidride carbonica, il traffico e l’uso illecito delle corsie
preferenziali. Successivamente è stato pedonalizzato un tratto del celebre lungomare,
in tempo per la World Series dell’America’s Cup tenutasi nella primavera del 2012.
Là dove prima auto e motorini esalavano gas di scarico, napoletani e turisti ora
passeggiano, fanno jogging, vanno in bicicletta e si godono un panorama che
abbraccia anche Capri. È quello che de Magistris ha chiamato con orgoglio ‘il
lungomare liberato’.
Il crescente numero di persone che si sposta in bicicletta è già di per sé
rivoluzionario in una città dove, fino a non molto tempo fa, pedalare in mezzo al
traffico sarebbe stato visto come un vezzo da ambientalisti. Ebbene, nel giugno
2015, Napoli ha ospitato la quarta edizione del Napoli Bike Festival. L’anno
precedente era stato introdotto in via sperimentale un progetto di bike sharing, il
Bike Sharing Napoli. Lanciato da CleaNap, associazione già nota per il suo impegno
nel rimuovere i rifiuti dalle strade e piazze cittadine, il progetto ha superato i 4000
utenti già all’inizio del 2015, un dato considerato da molti indicativo del fatto che la
città è pronta per un sistema di bike sharing permanente.
Ma la bicicletta a Napoli non è l’unico mezzo di trasporto sostenibile. Nel 2015 è
stata inaugurata la stazione Municipio della linea 1 della metropolitana, progettata
dalle archistar Alvaro Siza e Souto de Moura, punta di diamante di un ampio (e
quanto mai urgente) piano di riqualificazione di Piazza Municipio, ovvero il biglietto
da visita presentato dalla città ai passeggeri delle navi da crociera e dei traghetti. A
lavori ultimati, la zona dovrebbe diventare una delle aree urbane pedonalizzate più
estese d’Europa, per non dire un altro motivo d’orgoglio civico in una città fin
troppo spesso vittima di pubblicità negativa.
Storia

Con quasi 3000 candeline sulla torta di compleanno, Napoli e


la sua magnifica costa hanno visto via via susseguirsi sirene
ammaliatrici, coloni greci, antichi romani in villeggiatura,
barbari, conquistatori bizantini, normanni, svevi, francesi,
spagnoli, Garibaldi e i suoi Mille e, per finire, le truppe
d’occupazione naziste. Chi sostiene che la storia è noiosa, di
sicuro non ha mai letto quella di Napoli.
Le origini
I primi protagonisti della storia della regione furono gli antichi greci, che nell’VIII
secolo a.C. fondarono una base commerciale a Ischia e un insediamento a Cuma.
Cuma (allora chiamata Cumae) era il principale avamposto greco in Italia e nei
successivi 200 anni si trasformò in un ricco centro mercantile e una città importante,
la cui leggendaria Sibilla dispensava profezie suggeritele dal dio Apollo.
Napoli risalirebbe invece al 680 a.C. circa, quando alcuni mercanti cumani
fondarono un insediamento sull’isolotto di Megaride, dove oggi sorge Castel
dell’Ovo, e sul colle alle sue spalle, chiamato Parthenope dal nome della sirena che
secondo il mito si sarebbe lasciata morire non essendo riuscita ad ammaliare Ulisse
con il suo canto; sempre secondo la leggenda, il suo corpo da Sorrento sarebbe stato
spinto fin qui dal mare.
Dopo due tentativi di invasione da parte degli etruschi (respinti definitivamente per
mare nella battaglia di Cuma), nel 474 a.C. i cumani fondarono un nuovo
insediamento nel punto dove oggi si trova il centro storico di Napoli, e lo
chiamarono Neapolis (‘città nuova’).
Le guerre con gli etruschi, tuttavia, avevano indebolito i cumani, che nel 421 a.C.
non riuscirono a resistere all’avanzata dei sanniti. I sanniti, a loro volta, nulla
poterono contro i romani, che conquistarono Neapolis nel 326 a.C. Poco più tardi,
nel 273 a.C., cadde nelle loro mani anche Paestum, città greca risalente al VII secolo
a.C.
Top - Siti archeologici
Paestum

Pompei

Ercolano

Museo Archeologico Nazionale, Napoli

Anfiteatro Flavio, Pozzuoli


L’EPOCA D’ORO DI AMALFI
In un’ode ad Amalfi, lo scrittore e poeta ottocentesco Renato Fucini scrisse
che il Giorno del Giudizio, per gli amalfitani che sarebbero andati in
Paradiso, sarebbe stato un giorno come tutti gli altri. Un’opinione che
probabilmente si erano già fatti i patrizi romani naufragati sulla Costiera
Amalfitana nel 337 d.C., i quali, sedotti dalla bellezza dei luoghi, decisero
di rinunciare al lungo viaggio verso Costantinopoli e di stabilirsi lì.
Nonostante il successo riscosso fin dalle origini, l’epoca d’oro di Amalfi
giunse soltanto nel IX secolo, quando terminò il dominio bizantino e la città
divenne una repubblica marinara. Tra quest’epoca e le rovinose scorrerie
dei pisani nel 1135 e nel 1137, la sua flotta in continua espansione portò un
po’ di Amalfi sulle coste più remote del Mediterraneo, come dimostrano le
numerose chiese dedicate a sant’Andrea (patrono di Amalfi) e il quartiere
chiamato ‘Piccola Amalfi’ che sorse a Costantinopoli nel X secolo, con
tanto di botteghe e scuole frequentate dalla comunità amalfitana.
L’epoca romana
Sotto il dominio romano, Neapolis e la zona circostante conobbero un periodo di
grande prosperità: tutta la zona intorno al golfo si trasformò in un luogo di
villeggiatura, dove sorsero complessi termali e ville sontuose. Le pendici inferiori
del Vesuvio erano ricoperte di foreste e campi coltivati, mentre la costa offriva
rifugio a personaggi illustri e facoltosi in cerca di riposo. I notabili trascorrevano le
vacanze a Stabiae (Castellammare di Stabia), la seconda moglie di Nerone, Poppea
Sabina, soggiornava nell’esclusiva Oplontis e il suocero di Giulio Cesare aveva una
residenza a Ercolano. A ovest di Napoli, Puteoli (Pozzuoli) divenne un porto
importante, dove attraccavano le navi cariche di grano provenienti da Alessandria
d’Egitto e in cui si dice sbarcò l’apostolo Paolo nel 61 d.C. Ancora più a ovest,
Misenum (Miseno) ospitava la flotta navale più grande del mondo antico.
I cittadini di Neapolis, tuttavia, non si arresero mai completamente agli occupanti
romani, rifiutandosi, per esempio, di rinunciare alla propria lingua, tracce della quale
permangono nel moderno dialetto napoletano. Durante la guerra civile romana
dell’88-82 a.C., i napoletani si schierarono dalla parte di Mario, provocando la
feroce rappresaglia di Lucio Cornelio Silla, le cui armate occuparono la città
uccidendo migliaia di persone. Disastrosa fu poi l’inaspettata eruzione del Vesuvio
nel 79 d.C., che seppellì Pompei ed Ercolano sotto un mare di fango, ceneri e lapilli.
Questa catastrofe, preannunciata 17 anni prima da un violentissimo terremoto, fu
devastante per l’economia delle campagne intorno a Neapolis.
Ma all’interno delle mura la città fioriva: il generale Lucullo si fece costruire
un’imponente villa sulla collina di Pizzofalcone alle spalle di Castel dell’Ovo e
anche Virgilio soggiornò in città per qualche tempo. Capri, dal canto suo, divenne il
luogo privilegiato degli ozi degli imperatori, prima di Augusto e poi di Tiberio, che
vi dimorò per 10 anni.
Le fortune economiche di Neapolis rimanevano comunque legate a quelle di Roma,
per cui quando l’ultimo imperatore, Romolo Augustolo, fu deposto nel 476 d.C., la
città cadde nelle mani dei goti.

Collegandovi al sito del Comune di Napoli (www.comune.napoli.it) e seguendo il percorso Turismo e


Cultura > Cultura > Il Castel dell’Ovo, potrete saperne di più sulla fondazione di Parthenope,
sull’antica leggenda dell’uovo nascosto da Virgilio e su molto altro.
LIBRI
Amalfi e Napoli tra alto medioevo ed età angioina di Mario Gaglione (Centro di Cultura e Storia
Amalfitana, 2012) racconta gli antichi e strettissimi rapporti tra Amalfi e Napoli, dalle alleanze
politiche e militari contro longobardi e saraceni ai legami di interesse economico, commerciale e
politico.
Normanni, Svevi e Angioini
Nel 536 il generale bizantino Belisario sconfisse goti e napoletani alleati e occupò la
città. Dopo averla devastata, i bizantini procedettero alla sua ricostruzione, tanto che,
dopo sei secoli di dominazione bizantina, agli inizi dell’XI secolo Napoli si era
ormai affrancata diventando un ducato autonomo, con un’economia florida, una
ricca cultura e grandi istituzioni ecclesiastiche a sovvenzionare scuole e biblioteche.
Al di fuori delle mura cittadine, la situazione non era altrettanto felice, anche a causa
delle mire espansionistiche dei normanni.
I normanni erano giunti nell’Italia meridionale nell’XI secolo, attirati dalle ricchezze
che si potevano conquistare combattendo al soldo dei principati rivali e contro gli
arabi che occupavano la Sicilia. Fu proprio a uno di questi mercenari, Rainulfo
Drengot, che il duca di Napoli, Sergio IV, affidò il compito di scacciare i longobardi
da Capua per poi donargli il feudo di Aversa. Capua capitolò nel 1062, seguita da
Amalfi nel 1073 e da Salerno quattro anni più tardi. Nel 1130 quasi tutta l’Italia
meridionale, compresa la Sicilia, era caduta in mano normanna. Napoli fu l’ultima,
ma nel 1139 anch’essa entrò a far parte del Regno di Sicilia.
I normanni mantennero la capitale del regno a Palermo, la cui importanza crebbe
fino a competere con quella di Napoli, anche se il porto di quest’ultima era tra i più
fiorenti del Mediterraneo. Nel 1194 Enrico VI di Svevia, della casata degli
Hohenstaufen, successe all’ultimo re normanno Tancredi e procedette a
riorganizzare l’amministrazione di Napoli. Il figlio Federico II, coltissimo e di
mentalità moderna, proseguì nell’intento del padre di dotare la città di
un’amministrazione efficiente fondando la prima università pubblica d’Italia (oltre a
promuovere la celebre Scuola Medica Salernitana), chiudendo numerose scuole
ecclesiastiche e abolendo molti privilegi dell’aristocrazia locale, che abusava del
proprio potere soprattutto nelle campagne. Tutto ciò consentì all’intera regione di
prosperare ulteriormente, ma suscitò lo scontento della classe nobiliare e della
Chiesa. Alla morte di Federico, la città si ribellò al suo successore Corrado IV
ponendosi sotto la protezione del papa, ma dopo alcuni mesi di resistenza dovette
cedere. Corrado IV fu poi sconfitto da Carlo I d’Angiò (fratello del re di Francia
Luigi IX) nella battaglia di Benevento del febbraio 1265.
Gli Angioini portarono avanti lo sviluppo culturale promosso dai re svevi, facendo
di Napoli un centro delle arti e delle lettere. Nel 1279 Carlo I d’Angiò fece inoltre
costruire Castel Nuovo e ampliare il porto. Dopo la caduta della Sicilia in mano agli
Aragonesi (in seguito ai Vespri Siciliani del 1282), quello che ormai era diventato il
Regno di Napoli godette per 40 anni di grande prestigio, soprattutto durante il regno
di Roberto d’Angiò (1309-43), che fece edificare Castel Sant’Elmo. L’ultimo secolo
di regno della casata angioina fu tuttavia segnato da lotte intestine intricate e spesso
sanguinose tra i vari rami dinastici della famiglia. Basti ricordare la vicenda della
regina Giovanna I, che dovette abbandonare Napoli tra il 1348 e il 1352 lasciando la
città in mano al re ungherese Luigi, che la incolpava della morte del fratello Andrea,
suo primo marito. Circa 70 anni dopo un’altra regina, Giovanna II, riuscì a impedire
al marito di impadronirsi della corona grazie all’appoggio popolare.
Giovanna II non garantì comunque una discendenza legittima agli Angiò e in un
primo tempo assecondò le pretese al trono di Alfonso V d’Aragona. In seguitò mutò
le proprie intenzioni e alla sua morte, nel 1435, lasciò il Regno di Napoli a Renato
d’Angiò, scatenando la reazione degli Aragonesi.
GIOVANNA II, REGINA DI PIACERI
Se nel Medioevo fossero esistiti i giornali scandalistici, la regina Giovanna
II (1373-1435) sarebbe stata una presenza fissa. Sei secoli dopo il suo
regno, i napoletani ancora ricordano i luoghi legati alle sue relazioni con i
vari amanti. Si tramanda che a Castel Nuovo ne avesse gettato uno in pasto
a un coccodrillo e che a Palazzo Donn’Anna ne avesse buttati altri
direttamente giù dagli scogli, forse perché insoddisfatta dei loro servigi.
Come sempre, il confine tra verità e leggenda è molto labile, ma è risaputo
che la figlia di Carlo III di Napoli (che aveva cacciato la regina Giovanna I)
e di Margherita di Durazzo ebbe molte relazioni sentimentali, alcune delle
quali con ‘favoriti’ che arrivarono ad assumere un potere enorme in seno
alla corte. Quando succedette al fratello Ladislao I nel 1414 era già vedova
del duca Guglielmo d’Austria, che l’aveva sposata nel 1401 ma era morto
cinque anni dopo. La regina elesse subito a suo favorito il giovane
Pandolfello Piscopo, detto Alopo, e lo nominò siniscalco di corte. Temendo
l’influenza del giovane sulla corte, i baroni del regno obbligarono la regina
a contrarre nuove nozze.
La scelta cadde su Giacomo II di Borbone, conte di La Marche, che la
regina sposò nel 1415, ma a cui non volle attribuire il titolo di re. La luna di
miele durò assai poco: Giacomo rifiutò il titolo di principe di Taranto, fece
uccidere Pandolfello e obbligò Giovanna a riconoscerlo come re, mettendo
in posti chiave della corte dignitari francesi a lui fedeli e relegando
Giovanna a un ruolo subordinato. L’atteggiamento autoritario del re
francese, però, non piacque ai baroni napoletani, che nel 1416 scatenarono
contro di lui una sommossa popolare obbligandolo a deporre la corona.
Giovanna, incoronata unica regina di Napoli nel 1419, trovò consolazione
nelle braccia di un altro favorito, il nobile Giovanni Caracciolo, le cui
ambizioni crebbero negli anni: neanche la nomina a primo ministro lo
dissuase dal tramare, finché nel 1432 la regina lo fece assassinare. È
sepolto nella Chiesa di San Giovanni a Carbonara, non lontano dalla
Basilica della Santissima Annunziata dove riposano le spoglie di Giovanna.

In La Napoli aragonese del XV secolo di Marcello Erardi (youcanprint, 2013) l’autore effettua un
percorso turistico-culturale di ricerca della storia e dell’architettura di Napoli nel periodo compreso tra
il 1442 e il 1501.
Gli Aragonesi
Dopo aver assunto il controllo della città nel 1442, anche Alfonso V d’Aragona – re
di Napoli come Alfonso I e soprannominato ‘il Magnanimo’ – fece molto per
Napoli, promuovendo l’arte e le scienze nonché importanti riforme istituzionali. Ma
nonostante tutti i suoi sforzi, Alfonso non riuscì a conquistare il cuore dei
napoletani.
Nel 1485 i grandi feudatari presero le armi contro il suo successore, Ferdinando I
d’Aragona, nella cosiddetta Congiura dei Baroni. Nel giro di un anno, tuttavia, la
rivolta venne domata, i capi furono giustiziati (nella Sala dei Baroni a Castel Nuovo)
e la pace fu ripristinata. Questa non fu duratura, poiché nel 1495 Carlo VIII re di
Francia, angioino per via materna, scese in Italia e a febbraio entrò a Napoli;
incalzato però dalla strenua resistenza dei napoletani, fu costretto dopo quattro mesi
a ritirarsi lasciando il trono a Ferdinando, proclamato re di Napoli con il nome di
Ferdinando II.
Alla sua morte nel 1496, i baroni cercarono nuovamente di imporre la loro volontà,
questa volta incoronando re lo zio di Ferdinando, Federico. La mossa risultò sgradita
a tutti – napoletani, francesi e spagnoli – i quali volevano tutti che il trono passasse
alla vedova del defunto re. Il risultato fu un’invasione franco-spagnola nel 1501.
Federico cercò di conservare la corona, ma privo di qualsiasi appoggio abbandonò
Napoli. Dopo un paio d’anni di governo francese, Ferdinando II d’Aragona, che con
la moglie Isabella governava Aragona e Castiglia, salì quindi al trono di Napoli con
il nome di Ferdinando III re di Napoli.

Nel 1656, tra gennaio e agosto, la peste bubbonica spazzò via metà della popolazione di Napoli. Ci
vollero quasi due secoli perché la città raggiungesse lo stesso numero di abitanti del periodo
precedente.
Don Pedro e i viceré
Per circa due secoli Napoli fu di fatto governata dai viceré spagnoli. Dopo aver
prosperato per tutto il Cinquecento, nel 1600 la città partenopea era ormai diventata
la più popolosa d’Europa, con ben 300.000 abitanti. Fu allora che si presentò per la
prima volta il problema del sovraffollamento, per risolvere il quale il viceré
dell’epoca, Don Pedro de Toledo, ampliò il perimetro delle mura cittadine verso
ovest e per alloggiare i soldati fece costruire i cosiddetti Quartieri Spagnoli. Sorsero
inoltre centinaia di chiese e monasteri che diedero ad artisti come Caravaggio,
Jusepe de Ribera (detto Spagnoletto) e Luca Giordano la possibilità di mostrare il
proprio talento. Il più prolifico di tutti gli architetti di Napoli fu Cosimo Fanzago
(1591-1678), la cui opera nella Certosa di San Martino è una delle massime
espressioni del barocco napoletano.
Più sgradite erano le tasse sempre più alte imposte per finanziare le costose guerre
imperiali, proprio mentre lo spostamento delle rotte commerciali dal Mediterraneo
all’Atlantico provocava una contrazione dei traffici marittimi nel porto napoletano.
Quando gli spagnoli introdussero una gabella sulla frutta fresca nel gennaio 1647, il
popolo si sollevò e il 7 luglio scoppiò una rivolta in Piazza del Mercato. Nove giorni
dopo, il capo della rivolta, un pescatore di Amalfi di nome Tommaso Aniello (detto
Masaniello), fu ucciso nella Chiesa di Santa Maria del Carmine; i responsabili erano
estremisti appartenenti alla sua stessa fazione, che volevano liberare Napoli dagli
spagnoli mentre Masaniello chiedeva soltanto l’abolizione della tassa sulla frutta.
Secondo la tradizione locale, Masaniello sarebbe sepolto in una tomba anonima
all’interno della chiesa.
A quel punto i francesi cercarono di approfittare della situazione inviando il duca di
Guisa a conquistare la città; l’impresa fallì e il 6 aprile 1648 il duca fu catturato dal
nuovo viceré spagnolo, il conte di Oñate. Ben presto venne ristabilito l’ordine, i capi
della rivolta furono giustiziati e la vita a Napoli tornò a un’apparente normalità.
A guastare tutto ci pensò la terribile epidemia di peste scoppiata nel 1656, che
spazzò via metà della popolazione e distrusse l’economia della città. L’orrore che
s’impadronì delle desolate vie di Napoli è illustrato in modo vivido dai dipinti
conservati nella Sala 37 della Certosa di San Martino.

Masianello. Il re dei lazzari. Storia di una rivoluzione tradita di Michele D’Arcangelo (Tullio Pironti,
2010) è una biografia del giovane eroe partenopeo Tommaso Aniello d’ Amalfi e, assieme a lui, di
tutte le persone che lo circondarono: familiari, parenti, amici, compagni di strada e di lotta.
Gli Asburgo e i Borboni
Nel 1700 il re di Spagna Carlo II (re di Napoli come Carlo V) morì senza lasciare
eredi, designando come successore il nipote di Luigi di Francia, che divenne il primo
re borbone di Spagna con il nome di Filippo V. La successione fu però contestata
dalle altre potenze straniere finché, al termine della guerra di successione spagnola,
la pace di Utrecht (1713) destinò Napoli alla corona austriaca. L’imperatore
asburgico divenne quindi re di Napoli con il nome di Carlo VI. In attesa dietro le
quinte c’era tuttavia il figlio di Filippo V, un altro Carlo, che seguì il consiglio
dell’ambiziosa madre Elisabetta Farnese e prese la città diventando il primo re
borbonico di Napoli con il nome di Carlo VII. Tra la sua ascesa al trono napoletano
nel 1734 e l’unità italiana nel 1860, Napoli si trasformò in una vera metropoli
europea. Fu costruito il Palazzo Reale di Capodimonte, il Palazzo Reale in centro fu
ingrandito e il Teatro San Carlo divenne il teatro d’opera più maestoso d’Europa.
Nel 1759 Carlo tornò in Spagna per succedere al padre come re Carlo III di Spagna.
Napoli fu quindi lasciata al figlio Ferdinando, di otto anni, ma di fatto il potere passò
nelle mani del coscienzioso primo ministro Bernardo Tanucci.
Quando nel 1768 l’austriaca Maria Carolina arrivò in città per andare in sposa a
Ferdinando IV re di Napoli, Tanucci vide i propri giorni contati. Maria Carolina,
infatti, era una dei 16 figli dell’imperatrice Maria Teresa d’Austria (contro la quale
Tanucci si era schierato nella crisi per la successione austriaca del 1741). Era bella,
intelligente e spietata: una degna avversaria del primo ministro, ma improbabile
compagna di Ferdinando, notoriamente zotico e ignorante.
In base al suo contratto matrimoniale, Maria Carolina avrebbe potuto sedere al
Consiglio di Stato del regno non appena fosse nato un erede al trono. Il momento
giunse nel 1777, quando Maria Carolina non perse tempo a estromettere Tanucci e a
sostituirlo con un aristocratico inglese naturalizzato francese di nome John Acton.
Acton si era ingraziato precedentemente la regina in virtù della sua politica
antiborbonica e del suo desiderio di instaurare legami più stretti tra Austria e Gran
Bretagna. Ma a questo punto in Francia scoppiò la rivoluzione.
GOETHE
Di Napoli, Goethe scrisse: “Quello che non si può raccontare né descrivere è la magnificenza di una
notte di plenilunio, quale l’abbiamo goduta vagando per vie e per piazze, sull’interminabile
passeggiata di Chiaia e poi su e giù lungo la riviera. Qui si ha veramente la sensazione dell’infinità
dello spazio”.
La Repubblica partenopea
La corte napoletana non gioì certo alla notizia dello scoppio della rivoluzione
francese nel 1789, ma si unì alla coalizione antifrancese soltanto dopo che Maria
Antonietta, sorella di Maria Carolina, fu ghigliottinata.
Nel 1798 le truppe provenienti da Napoli e quelle della Francia rivoluzionaria si
scontrarono a Roma, occupata dai francesi. I napoletani rivendicarono la città, ma 11
giorni dopo dovettero ripiegare, inseguiti dai francesi. Per evitare di finire nelle mani
di questi ultimi, Ferdinando e Maria Carolina si rifugiarono a Palermo,
abbandonando Napoli al suo destino.
Profondamente avversati dalla maggior parte della popolazione partenopea, i
francesi furono invece accolti con grande entusiasmo da molti nobili e borghesi, che
avevano adottato le nuove idee repubblicane. Fu così che con il pieno appoggio dei
francesi il 23 gennaio 1799 fu proclamata la Repubblica partenopea.
Questa, tuttavia, ebbe vita breve, anche perché gli esponenti del nuovo governo non
riuscirono a intercettare i bisogni della popolazione. Anzi, imposero tasse più elevate
per sostenere i costi di un esercito costantemente in armi, non riuscirono comunque a
far fronte alle difficoltà finanziarie dell’amministrazione e fallirono ogni sforzo di
riforma in senso democratico.
Nel frattempo, esuli a Palermo, Ferdinando e Maria Carolina avevano incaricato il
cardinale Fabrizio Ruffo di organizzare in Calabria una forza di volontari in grado di
rovesciare la repubblica, il cosiddetto ‘esercito della santa fede’. Con quella che fu
poi chiamata rivoluzione sanfedista, il 13 giugno 1799 l’esercito di Ruffo entrò a
Napoli, conquistandola nel giro di due giorni. L’8 luglio Ferdinando e Maria
Carolina tornarono dalla Sicilia e procedettero alla sistematica eliminazione di tutti i
simpatizzanti repubblicani. Più di 200 furono le persone giustiziate in modo
sommario.

Le lucide osservazioni di Alexandre Dumas su Napoli e il malessere profondo del Mezzogiorno


d’Italia si possono ora leggere in italiano nel testo a cura di Claude Scopp La Camorra e altre storie di
briganti (Donzelli, 2012)
Il tramonto dei Borboni e il nuovo Regno d’Italia
Nonostante il fallimento della Repubblica partenopea nel 1806, le truppe francesi
entrarono nuovamente in città costringendo la famiglia reale a una nuova fuga in
Sicilia. Dopo un breve interregno di Giuseppe Bonaparte, nel 1808 Gioacchino
Murat, cognato di Napoleone, fu incoronato re di Napoli. Murat abolì il feudalesimo
e diede impulso all’industria locale, ma ciò nonostante rimase sempre inviso al
popolo.
Quando l’avventura napoleonica finì e il Congresso di Vienna del 1815 sancì la
restaurazione dei regimi precedenti, Ferdinando tornò sul trono. Nel 1816 proclamò
l’unione di Napoli con il resto dell’Italia meridionale e si fece proclamare
Ferdinando I re delle Due Sicilie. Ma ormai la rivoluzione francese e l’esperienza
del governo napoleonico avevano instillato troppe idee libertarie perché si potesse
tornare a un dominio di tipo assolutista e nel 1820 l’incessante azione della
Carboneria costrinse Ferdinando a concedere alla città una Costituzione. Un anno
dopo, tuttavia, questa fu revocata e Ferdinando chiamò in soccorso le truppe
austriache.
Durante il regno del nipote Ferdinando II re delle Due Sicilie (1830-59), Napoli
visse un periodo di prosperità e progresso, ma l’azione di governo fu sempre
reazionaria e conservatrice: nel 1848, mentre in tutta Europa imperversavano i moti
rivoluzionari, il sovrano reintrodusse la Costituzione, salvo poi sciogliere del tutto il
Parlamento. La sua colpa maggiore fu forse quella di non aver riconosciuto i segni
dei tempi, proprio come accadde al figlio Francesco II, che gli succedette nel 1859.
Le cose precipitarono quando l’11 maggio 1860 a Marsala sbarcarono i Mille di
Giuseppe Garibaldi. Ad attenderli c’era un esercito di 25.000 uomini che tuttavia,
nonostante la schiacciante superiorità numerica, era scarsamente motivato. Fu così
che, con un esercito salito nel frattempo a 5000 uomini, Garibaldi riuscì a
sconfiggere le forze borboniche assumendo il controllo della Sicilia in nome di
Vittorio Emanuele II di Savoia.
Francesco II cercò di correre ai ripari concedendo una Costituzione nel giugno 1860,
ma ormai Garibaldi aveva attraversato lo stretto e marciava risoluto su Napoli. Il re
abbandonò la città, rifugiandosi con 4000 fedeli a Gaeta. Il 7 settembre Garibaldi
entrò a Napoli accolto trionfalmente dalla popolazione.
I lealisti borbonici tentarono un’ultima strenua resistenza schierandosi sulla linea del
Volturno, ma furono definitivamente sconfitti e il 21 ottobre la città votò a
schiacciante maggioranza l’unione al resto d’Italia sotto la monarchia sabauda.
In virtù della sua lunga tradizione monarchica, Napoli avrebbe potuto candidarsi a
diventare capitale d’Italia, ma dopo Torino fu scelta Firenze per la sua posizione
centrale, visto che Roma era già capitale dello Stato Pontificio. Quando poi le truppe
italiane entrarono a Roma nel 1870, il Parlamento da poco formato si trasferì nella
città eterna e, da capitale di un grandioso regno borbonico, Napoli si ritrovò di colpo
a rivestire il ruolo secondario di capoluogo regionale, un fatto che la città trovò
difficile da assimilare.

Tra il 1876 e il 1913, più di 11 milioni di italiani lasciarono il paese per andare a cercare fortuna nel
Nuovo Mondo. Di questi si stima che almeno quattro milioni provenissero dalla zona di Napoli e
dintorni. Nel 1927 il numero degli emigrati fino a quel momento interessava il 20% dell’intera
popolazione italiana.
Guerra e pace
La storia di Napoli dopo l’Unità d’Italia non è stata più così gloriosa. La città patì
soprattutto due mali: la miseria, che costrinse centinaia di migliaia di persone a
emigrare, e, nel 1884, un’epidemia di colera che si abbatté soprattutto sui quartieri
poveri della città. Per fronteggiare l’emergenza, le autorità avviarono un piano di
risanamento: le zone più umili dell’area portuale furono demolite, venne costruita
una nuova arteria attraverso il centro cittadino, Corso Umberto I, radendo al suolo
interi quartieri e fu creato ex novo un quartiere residenziale sul Vomero.
Gli interventi urbanistici continuarono anche negli anni del fascismo. Nel 1936 fu
costruito l’aeroporto, si realizzarono la linea ferroviaria e quella della metropolitana
e venne completata la funicolare del Vomero. Purtroppo, data l’importanza di Napoli
come porto, durante la seconda guerra mondiale la città fu presa di mira: le bombe
causarono la morte di 20.000 persone e distrussero buona parte del centro.
Nel 1943 gli eventi precipitarono. Mentre i bombardamenti preparavano il terreno
allo sbarco alleato, una sommossa popolare scoppiata tra il 26 e il 30 settembre,
capeggiata da ‘scugnizzi’ ed ex soldati, costrinse le truppe dell’occupazione tedesca
ad andarsene. Nota come le Quattro Giornate di Napoli, l’insurrezione spianò la
strada alle truppe anglo-americane, che entrarono in città il 1° ottobre.
Accolti come liberatori, gli Alleati instaurarono un governo provvisorio in una città
ridotta ormai all’anarchia, con truppe alleate, prigionieri tedeschi e bande di fascisti
che contendevano alla popolazione il poco cibo rimasto. Poi, nel 1944, quando
sembrava che le cose non potessero andare peggio, il Vesuvio eruttò.
Nel 1950 il governo italiano istituì la cosiddetta Cassa del Mezzogiorno con lo scopo
di promuovere il progresso economico e sociale dell’Italia meridionale, da attuarsi
nel giro di 12 anni. I risultati ci furono, in termini di collegamenti stradali,
acquedotti, reti elettriche, scuole e ospedali. Ma poi la politicizzazione degli apparati
portò a un degrado e a una bassa qualità della spesa, oltre che a fenomeni diffusi di
illegalità. Spesso giganteschi appalti finivano per creare enormi infrastrutture che
non avrebbero trovato un’applicazione pratica, perché estranee alle realtà
economiche del Sud o perché rimaste incompiute.
LE ORIGINI DELLA CAMORRA
Si discute molto dell’origine del nome e della struttura della camorra, ma si
è concordi nell’affermare che, anche se forse era già presente nella Napoli
spagnola, ‘fu a partire dal 1820-30 che si ramificò come associazione sorta
tra il popolo napoletano con lo scopo di sostituirsi alle leggi, inefficienti o
vessatorie, nella difesa degli interessi di alcuni gruppi o persone’. Quella
che si autodefinì la Bella Società Riformata ‘degenerò presto in una vera e
propria associazione a delinquere, organizzata secondo rigorose leggi e
gerarchie, potentissima perché diffusa in tutti gli ambienti della città’ (le
due citazioni sono tratte dal Grande dizionario della lingua italiana di
Salvatore Battaglia, UTET). Così, nell’autoritaria Napoli borbonica, gli
interessi politici di chi voleva rovesciare il regime e quelli criminali di chi
voleva controllare il gioco d’azzardo e le attività più lucrose si
intrecciarono più volte.
Anche l’alone romantico che in molte occasioni avvolse il fenomeno del
brigantaggio nelle regioni meridionali nella seconda metà dell’Ottocento
non ci mise molto a disperdersi nel caso delle azioni camorristiche se già
Alexandre Dumas, a Napoli dal 1860 al 1863, definì la camorra ‘una
società in accomandita per godere del lavoro altrui a vantaggio della
pigrizia’. Molto lucidamente, il grande scrittore francese sembra aver
percepito che l’organizzazione non era un Robin Hood che difendeva i
poveri contro i ricchi e i potenti, ma un controllo criminale del territorio. I
camorristi, scrisse ancora Dumas, ‘sono percettori di tasse imposte con la
forza, con la minaccia, con la paura’.

Tutti gli uomini del vicerè di Mariano Maugeri (BUR Rizzoli, 2009) indaga le gesta di una classe
dirigente impegnata a considerare Napoli come una torta da spartire, in cui il miraggio di un nuovo
Rinascimento si è trasformato nell’incubo dei rifiuti, del commissariamento della sanità, di
un’emergenza sociale fatta di disoccupazione, abbandono scolastico e criminalità organizzata.
Travolta dal terremoto e dagli scandali
La camorra non si fece scrupoli ad approfittare del devastante terremoto del 23
novembre 1980 – che colpì soprattutto l’Irpinia, in provincia di Avellino, ma
interessò anche la zona di Napoli – appropriandosi di gran parte dei miliardi di lire
stanziati per la ricostruzione. Il sisma raggiunse il decimo grado della scala Mercalli
(6,83 gradi della scala Richter), causando la morte di oltre 2700 persone e
lasciandone migliaia senza tetto.
Nei 10 anni che seguirono fiorì il cosiddetto abusivismo, mentre i boss della camorra
festeggiavano pubblicamente i successi del calciatore argentino Diego Armando
Maradona. Contemporaneamente si assistette a una profonda crisi dei servizi
pubblici, che non riguardò soltanto Napoli: la corruzione e il clientelismo si stavano
diffondendo in tutta Italia.
Lo scenario iniziò a cambiare nel 1992, gli anni di Mani pulite, quando imprenditori
e politici furono travolti dalla grande operazione giudiziaria anti-corruzione che
avrebbe portato alla fine della prima repubblica, facendo sperare l’opinione pubblica
in una nuova stagione.
Napoli mostrò di approvare questo nuovo corso eleggendo a sindaco l’ex comunista
Antonio Bassolino, le cui promesse di far rinascere la città e combattere la
corruzione convinsero i cittadini, provati da decenni di ingiustizie. Nei sette anni che
seguirono, un’ondata di rinnovamento diede a Napoli un confortante senso di
speranza e orgoglio. Artisti di alto livello furono incaricati di abbellire le nuove
stazioni della metropolitana e leader internazionali giunsero in città nel 1994 per il
summit del G7.
Pur essendo stato riconfermato nel 1997, Bassolino non riuscì a rinnovare lo
straordinario slancio che aveva saputo imprimere a Napoli cinque anni prima e nel
2000 fu eletto presidente della regione Campania: a detta di molti, si trattò di una
manovra politica per allontanarlo dall’ammistrazione della città. Al suo posto
subentrò Rosa Russo Iervolino, ex ministro degli Interni e primo sindaco donna di
Napoli. Eletta nel 2001 come candidata del centro-sinistra e per un secondo mandato
nel maggio 2006, non ebbe vita facile. Nell’aprile 2002, 10 agenti di polizia furono
arrestati con l’accusa di abusi e violenze su alcuni dimostranti in occasione del
Global Forum dell’anno precedente. La reputazione della città fu ulteriormente
compromessa dalle gravi crisi dei rifiuti del 2003, 2006 e 2008, che ridussero molte
vie e piazze a cumuli di immondizia. L’emergenza del 2008, in particolare, indusse
l’Unione Europea ad avviare una procedura d’infrazione per l’inadeguata gestione
del problema.
Dopo anni di umilianti titoli di giornali sulla crisi dei rifiuti e la guerra tra clan
camorristici, nel 2011 i cittadini hanno eletto sindaco Luigi de Magistris. Per molti
napoletani disillusi, questo giovane ex pubblico ministero rappresentava un barlume
di speranza in una città profondamente infangata e bistrattata. Accusato per abuso di
ufficio e poi assolto, nei cinque anni del suo mandato ha ottenuto alcuni risultati,
come la fine dell’emergenza rifiuti, la pedonalizzazione del lungomare e una politica
di grandi eventi volta ad incrementare la presenza turistica in città. Resta da vedere
come cambieranno le sorti della città dopo le nuove elezioni del sindaco, previste nel
giugno 2016.

Maradona e il Napoli. Un mito all’ombra del Vesuvio di John Ludden (Edizioni Scientifiche Italiane,
2011) descrive tutta la parabola di Diego Armando Maradona a Napoli, dal suo arrivo, accolto come un
eroe, fino all’ingloriosa conclusione.
CRONOLOGIA
VIII secolo a.C.
I greci fondano una colonia a Cuma, nei Campi Flegrei, che diventa uno
dei più importanti insediamenti ellenici in Italia e una zona strategica
della Magna Grecia.
680 a.C.
Sul Monte Echia e sull’isolotto di Megaride i cumani fondano
Parthenope, dal nome della sirena che si era uccisa perché non era
riuscita ad ammaliare Ulisse con il suo canto.
474 a.C.
I cumani fondano Neapolis (‘città nuova’) nel punto in cui si trova
l’odierno centro storico di Napoli. L’impianto greco originario è tuttora
visibile.
326 a.C.
I romani conquistano Neapolis e l’annettono al loro impero, ma
garantiscono alla città ampia autonomia, consentendole di mantenere la
propria cultura e lingua.
79 d.C.
Alle 10 del mattino del 24 agosto ha inizio una violenta eruzione del
Vesuvio dopo secoli di inattività. Pompei, Ercolano e altre località
situate sulle sue pendici vengono sepolte dalle ceneri.
536
Il generale bizantino Belisario e il suo esercito entrano in città passando
per l’antico acquedotto e la pongono sotto assedio. Napoli viene
conquistata e diventa un ducato bizantino.
1139
Napoli entra a far parte del Regno di Sicilia in mano ai normanni dopo
la conquista di Capua, Amalfi e Salerno. Parlermo diventa la capitale
del regno, oscurando parzialmente l’importanza della città partenopea.
1265
Carlo I d’Angiò sconfigge gli Svevi facendo di Napoli la capitale
angioina del Regno di Napoli. Il porto viene ampliato e nel 1279 viene
costruito Castel Nuovo.
1343
Il 25 novembre un violento terremoto con epicentro nel Tirreno scatena
un maremoto che colpisce i porti lungo la Costiera Amalfitana
(compresa Amalfi) provocando ingenti danni e numerose vittime.
1414
Giovanna II sale al trono di Napoli. Nel 1432, per contrastare le
crescenti ambizioni politiche del suo favorito, Giovanni Caracciolo, ne
ordina l’uccisione; il 19 agosto questo viene pugnalato a morte a Castel
Capuano.
1442
Alfonso V d’Aragona scaccia Renato d’Angiò e diventa il nuovo re di
Napoli con il nome di Alfonso I. Inizia un lungo periodo di
dominazione spagnola.
1503
Due anni dopo l’invasione franco-spagnola di Napoli, il generale
spagnolo Consalvo di Cordoba entra in città e il re Ferdinando II
d’Aragona diventa re di Napoli come Ferdinando III.
1532-53
Il viceré spagnolo Don Pedro de Toledo fa ampliare il perimetro delle
mura cittadine verso ovest e fa costruire i Quartieri Spagnoli.
1600
Napoli è la città più grande d’Europa, con una popolazione di oltre
300.000 abitanti. Tra i residenti c’è anche Caravaggio, che vi giunge nel
1606.
1656
Una tremenda epidemia di peste colpisce Napoli, che nel giro di sei
mesi perde metà della sua popolazione, sepolta in fosse comuni.
1713
I viceré austriaci governano Napoli per 27 anni. Vengono introdotte
tasse e riforme dell’università e si costruiscono strade costiere per
collegare le cittadine alle pendici del Vesuvio.
1734
Spinto dall’ambiziosa madre, Carlo III di Borbone, figlio di Filippo V
di Spagna, sottrae il controllo di Napoli agli austriaci e diventa il primo
re di Napoli della dinastia borbonica con il nome di Carlo VII.
1737
In soli otto mesi viene costruito il Teatro San Carlo. Progettato da
Giovanni Medrano, sarà ricostruito nel 1816 dopo un devastante
incendio.
1768
Maria Carolina, sorella di Maria Antonietta d’Austria, sposa il rozzo
Ferdinando IV. Nove anni dopo entra nel Consiglio di Stato ed
estromette il primo ministro a lei ostile, Bernardo Tanucci.
1799
Il 23 gennaio viene proclamata la Repubblica partenopea, che tuttavia
ha vita breve. La monarchia viene restaurata e più di 200 simpatizzanti
repubblicani sono giustiziati.
1806
Giuseppe Bonaparte occupa la città e si proclama re di Napoli. Due
anni dopo diventa re di Spagna e al suo posto subentra Gioacchino
Murat.
1848
Incalzato dai moti rivoluzionari scoppiati in tutta Europa, a gennaio
Ferdinando II re delle Due Sicilie reintroduce la Costituzione, ma nel
marzo 1849 scioglie del tutto il Parlamento in seguito ad alcuni
contrasti.
1860
Garibaldi entra in città acclamato come un eroe e Napoli vota a
schiacciante maggioranza l’unione al resto d’Italia sotto la monarchia
sabauda.
1884
Un’epidemia di colera colpisce la città. L’antico acquedotto viene
chiuso e viene avviato un vasto piano di riqualificazione urbanistica.
1889
Raffaele Esposito inventa la pizza margherita in onore della regina
Margherita, che assaggia la specialità napoletana durante una visita
ufficiale a Napoli.
1906
Il 7 aprile il Vesuvio erutta, facendo più di 100 vittime. Il governo
dirotta su Napoli i fondi destinati alle Olimpiadi di Roma del 1908, che
poi si terranno a Londra.
1943
I bombardamenti alleati distruggono la città, compresa la trecentesca
Basilica di Santa Chiara. L’anno successivo il Vesuvio erutta di nuovo.
1980
Alle 19.34 del 23 novembre, un violento terremoto scuote l’Irpinia,
provocando la morte di quasi 3000 persone e ingenti danni anche a
Napoli.
2003
La regione Campania vara il Progetto Vesuvia per incentivare il
trasferimento della popolazione dall’area a rischio del Vesuvio.
L’indennità di €30.000 offerta per spostarsi è rifiutata dalla maggior
parte degli abitanti.
2004-5
Scoppia la guerra tra clan camorristici nelle vie dei quartieri periferici
di Scampia e Secondigliano. Nel giro di quattro mesi vengono uccise
quasi 50 persone.
2013
Napoli ospita il quarto Forum Universale delle Culture, evento della
durata di 101 giorni che vede l’ulteriore riqualificazione della zona
industriale di Coroglio, tra Napoli e Pozzuoli.
2015
Dopo lunghi ritardi viene inaugurata la stazione della metropolitana di
Municipio, che si distingue per i ritrovamenti archeologici e il video
affresco dell’artista israeliana Michal Rovner.
Arti

Spettacolare, sorprendente e contraddittoria, Napoli è sempre


stata un terreno fertile per la creatività. Caravaggio, Jusepe
de Ribera (detto Spagnoletto), Scarlatti, Totò, De Sica,
Eduardo De Filippo, Sophia Loren: qui sono vissuti e hanno
lavorato alcuni dei più grandi pittori, compositori,
commediografi, registi e attori della storia, alcuni originari
del capoluogo campano e altri napoletani d’adozione. A ciò si
aggiunga che da qui vengono alcuni dei simboli italiani più
noti nel mondo, come la maschera di Pulcinella, la pizza, ‘O
sole mio’ ...l’elenco è lungo.
Pittura
Napoli ha prodotto pregevoli opere d’arte in ogni epoca, ma ha raggiunto l’apice tra
il XVII e il XVIII secolo. Ai tempi la città era ricca, potente e in piena espansione, e
attirava artisti ambiziosi e di talento, ansiosi di lasciare traccia di sé nelle nuove e
fastose chiese e nelle residenze nobiliari.
Colui che influenzò maggiormente l’arte napoletana del Seicento fu il milanese
Michelangelo Merisi da Caravaggio (1571-1610), che nel 1606, dopo aver ucciso un
uomo a Roma, si rifugiò a Napoli e vi rimase una prima volta per un anno.
Nonostante il breve soggiorno, il suo stile naturalistico e la sua rappresentazione
drammatica degli effetti di luce e ombra in dipinti come le Sette Opere di
Misericordia (esposta al Pio Monte della Misericordia) e La flagellazione di Cristo
(nel Palazzo Reale di Capodimonte) influenzarono profondamente i giovani artisti
locali. Tra questi vi era Jusepe de Ribera (1591-1652) detto Spagnoletto, uno
spagnolo dal carattere aggressivo e irruento arrivato a Napoli nel 1616 dopo aver
vissuto sette anni a Roma. La sua sapiente combinazione di ombre e colori e il suo
cupo naturalismo trovarono la loro massima espressione nella Pietà custodita nella
Certosa di San Martino e lo resero estremamente famoso.

Grazie agli emigranti che lasciarono la regione, O sole mio divenne la melodia italiana più conosciuta
all’estero, tanto che fu eseguita anche in occasione delle Olimpiadi di Anversa del 1920 dopo che lo
spartito dell’inno nazionale italiano era andato perduto... era l’unica canzone italiana che sicuramente
tutti avrebbero riconosciuto.

Originario di Napoli e apprendista di Ribera, Luca Giordano (1634-1705) trovò


un’importante fonte d’ispirazione anche nelle luminose pennellate di Mattia Preti
(1613-99), oltre che nello stile sontuoso del veneziano Paolo Veronese e nello sfarzo
dell’architetto e pittore romano Pietro da Cortona. Intorno alla seconda metà del
Seicento, Giordano fu l’artista barocco più prolifico di Napoli; tra le numerose
commesse affidategli, gli affreschi della navata del Duomo e l’affresco del soffitto
dell’adiacente Basilica di Santa Restituta. Anche nella Chiesa del Gesù Nuovo ci
sono diversi capolavori di Giordano, tra cui gli affreschi che decorano la volta, le
pareti della Cappella della Visitazione e le tele custodite nella Cappella di San
Francesco Saverio. L’opera più straordinaria del pittore è però Trionfo di Giuditta,
un affresco che orna la volta della cappella del Tesoro nella chiesa della Certosa di
San Martino.
Anche Francesco Solimena (1657-1747), contemporaneo di Giordano, fu influenzato
da Ribera, ma il suo trattamento delle ombre e delle forme solide rivela un legame
più stretto con Caravaggio. Solimena divenne a sua volta uno dei protagonisti del
barocco napoletano: le sue fastose composizioni, tra le quali spicca il teatrale
affresco Cacciata di Eliodoro dal Tempio nella Chiesa del Gesù Nuovo,
rappresentarono il culmine di oltre mezzo secolo di sperimentazioni e nuove
tendenze, alle quali Preti e Giordano avevano dato un contributo fondamentale.
RIBERA: LO SPAGNOLO SENZA SCRUPOLI
Benché Jusepe de Ribera fosse il protagonista del panorama artistico
napoletano di metà Seicento, il successo non riuscì a rischiarare il suo lato
oscuro. Insieme al greco Belisario Corenzio e al napoletano Giambattista
Caracciolo, lo Spagnoletto (il soprannome con cui de Ribera era
conosciuto) formò un gruppo di artisti il cui scopo era annientare ogni
potenziale concorrente. Incredibilmente spietati, i tre erano disposti a
qualsiasi cosa pur di farsi strada. Ribera, a quanto si dice, per assicurarsi
una commessa per la Cappella di San Gennaro nel Duomo, avvelenò il
rivale Domenichino (1581-1641) e ferì l’assistente di un altro rivale, Guido
Reni (1575-1642). Con grande sollievo degli altri artisti, il gruppo si sciolse
nel 1642 a seguito della morte di Caracciolo.

Fra i pittori dell’epoca merita una menzione anche Salvator Rosa (1615-73), artista
eclettico e innovatore che abbandona progressivamente il barocco per dedicarsi a
tematiche disparate (dalle battaglie alle scene mitologiche) con una inclinazione
verso la pittura paesaggistica, trattata con un gusto quasi romantico che ispirerà in
parte anche i pittori della Scuola di Posillipo. Si usa collocare quest’ultima nel
periodo che va dal 1820 al 1850, quando la pittura napoletana abbandona
definitivamente il barocco e grazie all’influenza delle tecniche pittoriche en plen air
di artisti stranieri presenti a Napoli (in particolare William Turner e Camille Corot,
esponente quest’ultimo della Scuola di Barbizon dove si affermò la corrente
paesaggista) si dedica alla luce dei paesaggi partenopei: i soggetti sono il Vesuvio, le
vedute di Sorrento e Amalfi e gli scorci di Napoli, mentre fra i pittori più importanti
figurano Giacomo Di Chirico e Giacinto Gigante. La Scuola di Posillipo influenzerà
a lungo la pittura napoletana, che nel Novecento sarà comunque toccata dai
movimenti d’avanguardia d’inizio secolo, come la cosiddetta Secessione dei
Ventisette, che polemizzava con la pittura accademica prediligendo la recente eredità
postimpressionista d’Oltralpe, o il Quartiere Latino, gruppo di pittori che si
riunivano nel periodo fra le due guerre in un attico di Porta Capuana. Un nuovo
respiro internazionale lo diede però a partire dagli anni ’70 la Transavanguardia
campana, che ebbe come mentore e teorico il critico Achille Bonito Oliva: dopo gli
anni delle avanguardie era ora di recuperare il genius loci e la tradizione pittorica.
Mimmo Paladino, Nicola de Maria e Francesco Clemente sono i tre esponenti
napoletani di questa corrente.
Il meglio della pittura napoletana del Novecento è rappresentato nella collezione del
Museo del Novecento nella bella cornice di Castel Sant’Elmo a Napoli.
Luoghi ed eventi musicali
Teatro San Carlo, Napoli

Ravello Festival, Ravello

Napoli Teatro Festival, Napoli Centro di Musica Antica Pietà de’ Turchini, Napoli La Mortella, Ischia

Il rap a Napoli si affermò negli anni ’90 per esprimere la profonda amarezza dei giovani nei confronti
della corruzione, della camorra e delle ingiustizie sociali. Tra gli esponenti più prolifici vanno ricordati
i gruppi hip hop/reggae come i 99 Posse e gli Almamegretta, la band hip hop hardcore Co’Sang e il
gruppo rock crossover A67; lo scrittore Roberto Saviano ha collaborato al loro album Suburb (2008).
Playlist napoletana
James Senese Sassofonista icona del jazz

Enzo Avitabile (www.enzoavitabile.it) Sassofonista e cantautore

Marcello Colasurdo (www.marcellocolasurdo.it) Leggenda della canzone tradizionale vesuviana

99 Posse (www.novenove.it) Importante gruppo ragamuffin italiano


Musica
Nel Settecento Napoli era considerata la capitale mondiale dell’opera lirica:
compositori locali come Francesco Durante (1684-1755), Leonardo Vinci (1690-
1730) e Tommaso Traetta (1727-79) diffusero lo stile napoletano. Il più grande
compositore nella storia di Napoli, Alessandro Scarlatti (1660-1725), studiò nel
prestigioso conservatorio della Chiesa della Pietà de’ Turchini in Via Medina. Con
un centinaio di opere liriche al suo attivo, Scarlatti contribuì a fissare i canoni
dell’opera seria. Parallelamente all’opera seria si sviluppava l’opera buffa come il
celebre intermezzo La serva padrona di Giovanni Battista Pergolesi, rappresentata a
Napoli per la prima volta nel 1733. Al centro della vita musicale napoletana ci sono
il Teatro San Carlo e il Conservatorio San Pietro a Majella. Il Teatro San Carlo,
voluto da Carlo di Borbone, venne inaugurato il 4 novembre 1737 con l’Achille in
Sciro di Domenico Sarro su libretto di Metastasio. La notte del 12 febbraio 1816 un
incendio distrusse il teatro che, anche grazie all’impegno dell’impresario Domenico
Barbaja, venne ricostruito in meno di un anno e riaprì il 12 gennaio 1817 (“Tutta
Napoli è ebbra di felicità”, scrisse Stendhal). In quella sala venero applaudite prime
di Rossini, di Donizetti, e qui debuttò Bellini. Dal 1981 al 1987 il compositore
napoletano Roberto De Simone (animatore della Nuova Compagnia di Canto
Popolare e autore dell’applauditissima ‘Gatta Cenerentola’) è stato direttore artistico
del San Carlo. Al Conservatorio San Pietro a Majella (nato nel 1808 dalla fusione di
quattro istituti musicali) studiarono, tra gli altri, Gaetano Donizetti e Umberto
Giordano, Vincenzo Vitale (che come docente nello stesso istituto ha dato vita alla
prestigiosa scuola pianistica napoletana) e Riccardo Muti.
La canzone napoletana affonda le proprie radici nella tradizionale Festa di
Piedigrotta. Alcune canzoni inneggiano alla città, come la famosissima ‘Funiculì,
funiculà’, composta nel 1880, che è un’ode alla funicolare che saliva sul Vesuvio;
altre lamentano la lontananza da Napoli. In ogni caso, queste melodie divennero
popolarissime sul posto, ma soprattutto tra i milioni di emigranti che si imbarcavano
per cercare una vita migliore all’estero.
L’arrivo degli alleati americani nel 1943 contribuì a diffondere altri due generi
musicali molto amati dai napoletani: il jazz e il rhythm and blues.
Questa fusione venne definitivamente alla ribalta alla fine degli anni ’70, che
segnarono un momento decisivo per il panorama musicale della città: artisti come
Eugenio Bennato, Enzo Avitabile e Pino Daniele riportarono in auge la canzone
popolare napoletana contaminandola con il rock, il roots reggae e i ritmi ipnotici
della tradizione africana. I testi agrodolci dedicati da Pino Daniele alla sua amata
città (in particolare ‘Napule è’) hanno saputo toccare le corde profonde del pubblico,
non soltanto partenopeo. La sua improvvisa scomparsa nel gennaio del 2015, è stata
vissuta come un lutto collettivo e ha visto folle di persone radunate a cantare le sue
canzoni persino sulla metropolitana. Anche se Pino Daniele non c’è più, la sua
musica continua a vivere e costituisce una parte del ricco patrimonio musicale di
Napoli, al quale il regista americano John Turturro aveva peraltro dedicato il film
Passione (2010), da lui stesso definito ‘una lettera d’amore cinematografica’ alla
città e alle sue melodie.
NAPOLI SECONDO GLI SCRITTORI
NAPOLETANI
Sono innumerevoli le opere che gli scrittori napoletani hanno ambientato
nella loro città. Ne indichiamo alcune qui di seguito.
La buona legge di Mariasole di L.R. Carrino (edizioni e/o, 2015) Il marito
di Mariasole Simonetti viene trovato morto sugli scogli di Mergellina, il
padre è in carcere e il suocero – il boss Antonio Farnesini – è latitante.
Mariasole si ritrova a dover prendere le redini del clan anche se non era
questa la vita che avrebbe scelto per sé e per suo figlio.
Il giorno prima della felicità di Erri De Luca (Feltrinelli, 2013) ‘Lo
Smilzo’ è un giovane orfano che cresce alla scuola di Don Gaetano, uomo
tuttofare in un grande caseggiato della Napoli popolosa e selvaggia degli
anni ’50, nonché testimone dei giorni della rivolta della città alla fine
dell’occupazione tedesca.
Non avevo capito niente di Diego De Silva (Einaudi, 2014) Vincenzo
Malinconico è un avvocato napoletano, appena lasciato dalla moglie con
due figli adolescenti; viene nominato difensore d’ufficio di un becchino di
camorra detto ‘Mimmo ‘o burzone’ e la sua vita cambia in modo
inaspettato. Il romanzo, che ha vinto il Premio Napoli ed è stato finalista
allo Strega, è entrato a far parte della trilogia Arrangiati Malinconico
(Einaudi, 2013), che riunisce, intorno alla figura di Vincenzo, anche i
romanzi Mia suocera beve e Sono contrario alle emozioni.
Questa scuola non è un albergo di Pino Imperatore (Giunti, 2015) Il
protagonista, Angelo D’Amore, frequenta l’ultimo anno di un istituto
alberghiero nella periferia di Napoli. Romanzo di formazione incentrato sul
delicato passaggio dall’adolescenza all’età adulta, attraverso il racconto di
un anno scolastico affronta tematiche di grande attualità, tra le quali il
bullismo, l’amicizia, l’elaborazione del lutto e la perdita del lavoro.
Di questa vita menzognera di Giuseppe Montesano (Feltrinelli, 2005) Una
famiglia di imprenditori partenopei senza scrupoli vuole realizzare il
progetto di vendere Napoli, con il Golfo e il Vesuvio, per costruire
Eternapoli, un enorme parco a tema.
Per grazia ricevuta di Valeria Parrella (Minimum Fax, 2011). Quattro
spaccati della Napoli contemporanea, fra corrieri della droga ed eleganti
gallerie d’arte, tipografie clandestine e giovani laureate che vogliono
strapparsi alla dimensione soffocante della periferia e affrontano il mondo
con ironia e coraggio. Finalista al Premio Strega (2005), Premio Renato
Fucini (2005) e Premio Zerilli-Marimò (2006).
Voglio solo ammazzarti di Stefano Piedimonte (Guanda, 2013) Romanzo
grottesco, in cui un boss della camorra con la passione per la trasmissione
TV Il Grande Fratello cerca vendetta contro chi l’ha denunciato
mandandolo in carcere a Poggioreale. Della stessa serie, ma uscito l’anno
precedente, Nel nome dello zio.
Napoli–Pozzuoli uscita 14 di Patrizia Rinaldi (Flaccovio, 2007) Un
poliziesco che ha per protagonisti il commissario Antonio Martusciello e
l’ispettore Arcangelo Liguori, mentre indagano sull’omicidio di una
giovane donna uccisa da un colpo di pistola, forse di un poliziotto.
Gomorra. Viaggio nell’impero economico e nel sogno di dominio della
camorra di Roberto Saviano (Mondadori, 2014) Bestseller del 2006, ha
provocato in breve tempo un terremoto culturale, sociale e civile.
Bosseide. La fascinazione del male di Nando Vitali (Gaffi, 2015) Per
vendicarsi dell’assassinio del figlio, fa rapire quello del capo clan rivale e si
ritrova a dover scegliere tra il bene e il male.
La tradizione teatrale
Le glorie musicali di Napoli sono eguagliate soltanto dalla sua tradizione teatrale,
considerata una delle più antiche d’Italia. Il primo importante contributo della città
al teatro mondiale si ritrova nell’ambito della commedia dell’arte, risalente al
Cinquecento e derivata dall’antico genere comico latino noto come fabula atellana.
Al pari del suo modello, la commedia dell’arte prevedeva compagnie di attori in
maschera che mettevano in scena una serie di situazioni comiche stereotipate. Gli
spettacoli venivano spesso usati per ironizzare sulle contingenze locali ed erano
imperniati su temi come l’adulterio, la gelosia, la vecchiaia e l’amore.
Oltre a dare vita a personaggi come Pulcinella (la famosissima maschera
napoletana), la commedia dell’arte offrì un terreno fertile allo sviluppo del teatro
popolare a Napoli e rappresentò una fonte d’ispirazione per il grande
commediografo Raffaele Viviani (1888-1950). L’utilizzo del dialetto locale e la
rappresentazione della vita del proletariato di Napoli gli assicurarono un enorme
successo, ma anche l’ostilità del regime fascista.
La figura più importante del teatro napoletano moderno resta Eduardo De Filippo
(1900-84). Figlio del celebre attore napoletano Eduardo Scarpetta (1853-1925), De
Filippo debuttò sul palco a soli quattro anni e nei successivi 80 fu attore, impresario
e commediografo di successo. Le sue opere, spesso pervase da un’atmosfera
dolceamara, comprendono classici come Il sindaco del rione Sanità e Sabato,
domenica e lunedì, e mettono in scena problemi ben noti ai napoletani,
dall’ingiustizia di essere costretti a vivere ai limiti della legalità alla lotta per
mantenere la dignità di fronte alle disgrazie.
La furbizia per la quale sono a volte noti i napoletani è celebrata nell’opera di
Eduardo De Filippo Filumena Marturano, in cui una scaltra ex prostituta riesce a
farsi sposare dal suo convivente dicendogli che è il padre di uno dei suoi tre figli. La
versione cinematografica, Matrimonio all’italiana (1964), diretta da Vittorio De
Sica, fu interpretata da Sophia Loren e dal grande Marcello Mastroianni (1924-96).
Un altro illustre commediografo, attivo anche come compositore e musicologo, è
Roberto De Simone (nato nel 1933). Sebbene meno noto di De Filippo all’estero, il
suo capolavoro teatrale La gatta cenerentola è stato rappresentato a Londra nel 1999
con enorme successo. Negli anni ’80 De Simone è stato direttore artistico del Teatro
San Carlo e successivamente direttore del Conservatorio di Napoli; grazie alle
ricerche compiute sui racconti e sulle melodie popolari della città, ha riportato in vita
rare opere comiche e composto una cantata dedicata a Masaniello, oltre all’oratorio
Eleonora in onore di un’eroina della rivoluzione napoletana del 1799.
TEATRO
Il panorama del teatro napoletano contemporaneo è molto sfaccettato, ma uno dei suoi massimi
esponenti è Enzo Moscato (nato nel 1948), che nei suoi spettacoli combina una vivace fisicità con un
sapiente uso del dialetto e della musica. La sua opera teatrale più famosa è Rasoi (1991), con la quale
ha conquistato numerosi riconoscimenti.
IL SEGRETO DI PULCINELLA
I suoi pseudonimi sono numerosi, da Punchinello o Mister Punch in Gran
Bretagna a Petruska in Russia, ma a Napoli, la sua città natale, è
semplicemente Pulcinella, e con Arlecchino (maschera veneziana) è il più
noto personaggio della commedia dell’arte italiana.
Con il suo costume bianco, la maschera nera dal naso adunco e la voce
stridula, questo buffone è al contempo esuberante e pigro, ottimista e
cinico, malinconico e arguto. In quanto filosofo di strada, è antiautoritario e
lo si vede spesso picchiare il poliziotto locale con un bastone. A casa,
tuttavia, è la moglie quella che picchia e lui è la vittima.
Mentre alcuni fanno risalire la nascita di Pulcinella a un attore di Capua
vissuto nel Cinquecento, altri sostengono che la sua figura esiste fin
dall’epoca romana, se non prima. In effetti l’effigie di un personaggio
mascherato con il naso adunco, che può ricordare vagamente la maschera
partenopea, compare sugli affreschi delle tombe etrusche di Tarquinia, a
nord di Roma; il personaggio è noto con il nome di Phersu, un malvagio
demone servitore della regina dell’oltretomba.
Il grande schermo
Quest’angolo d’Italia ha fatto da location a numerose produzioni cinematografiche:
Sophia Loren si è mostrata in tutto il suo splendore nel rione Sanità in Ieri, oggi,
domani (1963), Julia Roberts è andata alla ricerca di se stessa nel centro storico del
capoluogo in Mangia prega ama (2010) e Jude Law e Gwyneth Paltrow hanno
brindato e preso il sole a Ischia e Procida ne Il talento di Mr Ripley (1999).
I contributi dei registi napoletani alla cinematografia sono stati spesso intensi e
caratterizzati da una vena tragicomica, specchio della dura realtà della città.
Celebrato per il capolavoro neorealista del 1948 Ladri di biciclette, Vittorio de Sica
(1901-74) fu un maestro nel riprodurre il lato agrodolce dell’umorismo napoletano. I
suoi due classici ambientati nel capoluogo campano, L’oro di Napoli (1954) e Ieri,
oggi, domani, hanno conquistato il pubblico di tutto il mondo.
Ne L’oro di Napoli e nella farsa Miseria e nobiltà (1954) recitò, insieme a Sophia
Loren, l’altra icona del cinema partenopeo: Antonio de Curtis (1898-1967), meglio
noto come Totò, che seppe rappresentare la furbizia napoletana come nessun altro.
Nato nel rione operaio di Sanità, recitò in oltre un centinaio di film, intepretando in
genere la parte dello scroccone che sopravvive soltanto grazie al suo ingegno, ruolo
che lo rese un personaggio di culto in una città in cui l’arte dell’arrangiarsi è spesso
uno stile di vita.
A raccogliere l’eredità di Totò fu l’indimenticabile Massimo Troisi (1953-94), attore
e regista diventato noto a livello internazionale per il film Il postino (Michael
Radford; 1994). Troisi debuttò nel 1981 con Ricomincio da tre, un film che racconta
con ironia i problemi dei napoletani costretti a emigrare al Nord in cerca di lavoro. Il
suo cameo nel giallo comico No grazie, il caffè mi rende nervoso (1982) – una delle
sue interpretazioni più divertenti – lo vede stralunato, in pigiama, mentre tenta
inutilmente di convincere Funiculì, Funiculà (uno psicopatico intenzionato a
sabotare il nuovo festival jazz di Napoli) che lui è fedele soltanto alla tradizione
culturale partenopea. Il film era un divertente commento all’impegno della città nel
conciliare le sue tradizioni con le aspirazioni della società moderna. Il protagonista
maschile, Lello Arena (nato nel 1953), faceva parte del trio La Smorfia insieme allo
stesso Troisi ed Enzo De Caro (nato nel 1958).
Una nuova generazione di registi napoletani, tra i quali Antonio Capuano (nato nel
1940), Mario Martone (nato nel 1959), Pappi Corsicato (nato nel 1960) e Antonietta
de Lillo (nata nel 1960), ha raccontato a sua volta la realtà di Napoli in film come
l’acclamato Luna rossa di Capuano (2001). Mentre le opere di Corsicato Libera
(1993) e I buchi neri (1995), che affrontano tematiche omosessuali, evocano
l’onnipresente legame tra la Napoli antica e moderna, il miglior film di Antonietta
De Lillo, Il resto di niente (2003), si concentra sulla complessità psicologica di
Eleonora de Fonseca Pimentel (la rivoluzionaria che ispirò anche il summenzionato
oratorio di De Simone). Di Martone, regista teatrale e attualmente direttore del
Teatro Stabile di Torino, ricordiamo alcune delle pellicole più note: Morte di un
matematico napoletano (1992), la storia di Renato Caccioppoli che gli valse il Gran
premio della giuria alla Mostra di Venezia, Amore molesto (1995), in concorso al
Festival del Cinema di Cannes e vincitore del David di Donatello, e Il giovane
favoloso (2014), sulla vita di Giacomo Leopardi.
Tra le pellicole più recenti ambientate nel capoluogo partenopeo segnaliamo E poi
c’è Napoli (2014), un film documentario diretto da Gianluca Migliarotti (nato nel
1974). Tributo allo stile classico e alla famosa tradizione sartoriale di Napoli,
racconta una metropoli elegante ed erudita di persone raffinate e dandy moderni, un
confortante contraltare alla Napoli spietata e sanguinaria ritratta nel pluripremiato
Gomorra (2008): diretto dal romano Matteo Garrone (nato nel 1968) e basato
sull’omonimo libro di Roberto Saviano, il film intreccia cinque storie che hanno
come protagonisti personaggi coinvolti con la camorra, da una coppia di giovani che
vogliono far carriera nella malavita a un sarto che cerca di cambiare vita. Il film ha
riscosso un grande successo vincendo il Grand Prix nell’edizione del 2008 del
Festival del Cinema di Cannes, oltre all’ARRI-Zeiss Award al Festival del Cinema
di Monaco; di grande successo anche la serie televisiva tratta dal film, arrivata alla
seconda stagione.
Lo stile di vita napoletano

Non esiste luogo più teatrale di Napoli, una città in cui gli
eventi di ogni giorno diventano piccole sceneggiate e gli
ingorghi stradali danno vita a concerti di clacson
improvvisati. I napoletani in genere amano esternare le loro
emozioni, per cui le vie e le piazze diventano il palcoscenico in
cui vengono rappresentati i drammi quotidiani. Di fatto, in
nessun’altra città italiana la gente è tanto consapevole del
proprio ruolo nel teatro dell’esistenza né tanto sua
appassionata interprete.
Lingua e identità
I napoletani hanno un fortissimo senso della propria identità, fatto che si traduce
anche sul piano linguistico nell’uso del dialetto. Seppur non riconosciuto dal
governo italiano come lingua minoritaria, il napoletano è considerato dall’UNESCO
uno degli idiomi del mondo in pericolo. Influenzato da secoli di dominazione
straniera (soltanto dallo spagnolo si contano 400 parole prese a prestito), si distingue
per un vocabolario, una grammatica, un’ortografia e una pronuncia propri. Lingua
ufficiale del Regno di Napoli tra il 1442 e il 1458, il napoletano è la parlata comune
nelle strade della città e ha avuto innumerevoli trasposizioni scritte, sia in letteratura
sia in musica, dalla trecentesca Epistola napoletana di Giovanni Boccaccio fino ai
testi contaminati dal rock del compianto Pino Daniele. Anche Sophia Loren si lascia
scappare qualche battuta in napoletano in classici come L’oro di Napoli (1954) e
Matrimonio all’italiana (1964). Come ha dichiarato scherzosamente una volta
l’attrice: “Non sono italiana, sono napoletana! È un’altra cosa”.
I napoletani sono consapevoli del fatto che molti degli stereotipi che gli stranieri
usano per identificare gli italiani – definendoli chiassosi, teatrali, amanti del cibo,
passionali e orgogliosi – si riferiscono soprattutto a loro, e spesso se ne
compiacciono. Tutti hanno un’opinione da esprimere, una battuta da dire o un
sospiro da fare. Uno dei passatempi preferiti è farsi gli affari degli altri. I napoletani
ci scherzano sopra: se qualcuno svenisse per strada, dicono, un napoletano vorrebbe
in primo luogo conoscere tutti i dettagli succosi e soltanto dopo penserebbe a
chiamare un’ambulanza. In una città con una densità di 8566 abitanti per kmq (45
volte superiore alla media nazionale), tanta curiosità è comprensibile.

Downsizing Napoli a cura di Bruno Discepolo (Graffiti, 2012) descrive come l’invecchiamento della
popolazione, la deindustrializzazione, la crisi identitaria e di ruolo della città generino quel processo di
ridimensionamento noto come ‘calo di taglia’.

L’orgoglio e la famosa individualità dei napoletani risalgono all’antichità. Nonostante la conquista


romana, Neapolis conservò la lingua e la cultura greche.

I napoletani sono molto più complessi dei cliché che li vogliono persone spigliate e
scaltre, maestre nell’arte dell’arrangiarsi. La loro, in fondo, è una città di palazzi
aristocratici e collezioni d’arte, con un teatro dell’opera di fama internazionale e una
delle università più antiche d’Europa. Napoli, certo, ha dato i natali alla pizza e a
Pulcinella, ma anche al compositore Alessandro Scarlatti, al commediografo e
musicista Roberto De Simone e all’artista contemporaneo Francesco Clemente. Per
l’élite mondiale della moda, tradizione napoletana significa meticolosa sartorialità e
inimitabile eleganza maschile. Il capoluogo campano è la patria degli abiti cuciti a
mano, delle esclusive cravatte di Eugenio Marinella e degli ombrelli artigianali di
Mario Talarico. Questo aspetto spesso dimenticato della città è stato reso
magistralmente da Gianluca Migliarotti nel film E poi c’è Napoli (2014), ritratto di
una metropoli erudita ed elegante. Come tengono sempre a sottolineare gli abitanti
del posto, Napoli è molto più di pizza e mandolino.
PROVERBI TRADIZIONALI
I proverbi possono riflettere vecchi stereotipi, ma anche rispecchiare una
cultura. Ecco cinque fra i più famosi detti napoletani:
A léngua nun tène òsso ma ròmpe ll’òssa (La lingua non ha ossa ma
rompe le ossa).
A mughièra ‘e ll’àte é sèmpe cchiù bbòna (Le mogli degli altri sono
sempre più belle).
Ògne scarrafóne è bèllo ‘a màmma sóia (Ogni scarafaggio è bello agli
occhi di sua madre).
E pariénte so còmme ‘e scàrpe: cchiù so strìtte e cchiù te fànno màle (I
parenti sono come le scarpe: più sono stretti più fanno male).
L’amico è comm’ a’ ombrello: quanno chiove nun t’’o truove maie
(L’amico è come l’ombrello: quando piove non lo trovi mai).

Oltre il 60% dei napoletani dai 18 ai 34 anni vive in casa. dei genitori. Molti giovani non riescono a
rendersi indipendenti a causa degli affitti elevati e della mancanza di lavoro.
In cerca di lavoro
Per quanto i napoletani siano profondamente innamorati della loro città, la mancanza
di lavoro costringe molti ad abbandonarla. Secondo i dati forniti dall’Istituto
Nazionale di Statistica, all’inizio del 2015 il tasso di disoccupazione in Campania
era pari al 21,7%, contro una media nazionale attestata intorno al 13%; nella sola
Napoli, questa percentuale saliva addirittura al 24,6%. Ancora più allarmante è il
tasso di disoccupazione giovanile, che ha raggiunto il 42,7% tra i giovani in età
compresa tra i 15 e i 24 anni.
Queste terrificanti statistiche vanno ad aggiungersi a quelle sulla fuga dei cervelli
dall’Italia: in un’indagine condotta nel 2012 dall’Istituto Toniolo di Milano tra i
giovani sotto i 30 anni, il 48,9% degli intervistati dichiarava di essere pronto e
disposto a lasciare il paese per migliorare le proprie prospettive di lavoro. Tra coloro
che potevano vantare sia una laurea sia un lavoro, soltanto il 33% aveva trovato
impiego in un settore affine agli studi effettuati.
Per molti giovani campani istruiti che nutrono ambizioni di carriera ci sono dunque
pochi incentivi a rimanere in Italia. I magri fondi stanziati dal governo nei settori
della ricerca e dello sviluppo (circa l’1,3% del PIL, contro il 3% di Francia e
Germania) hanno frenato l’innovazione economica e circoscritto le opportunità di
impiego. Inoltre, la radicata cultura del nepotismo impedisce a molti dei talenti più
brillanti e promettenti di ottenere le posizioni che invece meriterebbero.
Il gradino più basso della gerarchia del lavoro in Campania è occupato dalle
comunità di emigrati. Anche se un crescente numero di cinesi, cingalesi e cittadini
dell’Europa orientale sta aprendo piccole imprese (per lo più ristoranti, negozi di
generi vari e rivendite di abiti a buon mercato), la maggior parte degli immigrati che
vive nella regione lavora nei cantieri edili e nelle case private. A Napoli circa il 70%
di essi si occupa delle pulizie, svolge il mestiere di baby sitter o quello di badante.
Negli anni ’70 e ’80 lavorare come domestica o domestico era il lavoro dei sogni per
i nuovi arrivati. E poiché avere una cameriera o un cameriere era lo status symbol
più ambito dai napoletani ricchi, numerosi immigrati si assicurarono lavori a lungo
termine e agganci altolocati. A partire dagli anni ’90, anche la classe media, sempre
più a corto di tempo, ha iniziato a sentire la necessità di un aiuto in casa. Ma a
differenza di quanto accade nei ceti più alti, molti di questi datori di lavoro non sono
in grado di offrire agli immigrati le stesse condizioni economiche e legali. Così,
quello che un tempo era un lavoro sicuro oggi è pieno di incertezze.
Ancora più precaria è la vita dei venditori ambulanti, molti dei quali sono clandestini
originari del Senegal che vendono merci contraffatte esponendole su lenzuoli stesi
lungo i marciapiedi. Quando passa la polizia, i venditori riavvolgono tutti i loro
prodotti nel lenzuolo e fuggono temendo l’arresto e un’eventuale espulsione.
Fuori città la situazione è ancora peggiore per i clandestini, la maggior parte dei
quali trova impieghi stagionali, faticosi e mal retribuiti, nel settore agricolo. Alcuni
datori di lavoro approfittano spudoratamente della posizione vulnerabile dei loro
dipendenti. Molti immigrati africani, infatti, vengono fatti arrivare clandestinamente
in Italia da cooperative gestite dalla malavita organizzata. Una volta giunti in
territorio italiano, sono ingaggiati come braccianti agricoli e si trovano costretti a
versare ai loro sfruttatori una percentuale del loro risicato salario, già di per sé
inferiore al minimo stabilito per legge. La rabbia generata da questo sfruttamento è
esplosa con particolare forza nel gennaio 2010, quando la cittadina calabrese di
Rosarno è diventata teatro di violente rivolte.
LA DIVISIONE TRA NORD E SUD
Nel Sud Italia sono stati in molti a lasciare le loro regioni d’origine per
cercare condizioni di lavoro migliori. Tanti si sono diretti all’estero, ma
altrettanti hanno deciso di stabilirsi nel ricco Nord Italia – una situazione
descritta spesso in toni comici, per esempio nel film Ricomincio da tre
(1980) di Massimo Troisi che, battute a parte, descrive efficacemente il
divario tra Nord e Sud.
Dal dopoguerra fino agli anni ’60, milioni di persone si sono trasferite nelle
città industrializzate del Settentrione per lavorare in fabbrica. Non a caso
un detto recita che ‘ogni vero milanese ha un nonno pugliese’. La
convivenza non è sempre stata facile e, sebbene le forme di razzismo più
smaccate siano scomparse, alcuni pregiudizi sono rimasti.
Al Nord in parecchi sostengono che le loro tasse sono usate per
‘sovvenzionare’ il Sud ‘pigro’ e ‘corrotto’ (un sentimento che la Lega Nord
ha saputo efficacemente sfruttare), mentre dal Sud partono frecciate dirette
ai settentrionali: una barzelletta meridionale racconta che Dio creò il Nord
Italia, capì di aver sbagliato e così creò la sua famigerata nebbia per
nasconderlo.

Sebbene i napoletani siano soliti lamentarsi delle manchevolezze della propria città, non apprezzano le
frecciatine lanciate a tal proposito dai forestieri.
Vita familiare
I napoletani vanno fieri della loro spontaneità e flessibilità, ma sono irremovibili
quando si tratta del pranzo della domenica, considerato un evento irrinunciabile.
Qualsiasi cosa accada, questo momento della settimana è sacro per le famiglie
napoletane, perché offre la possibilità di aggiornarsi sulle rispettive vite, spettegolare
su politici, calciatori e VIP e mangiare tanto.
La sacralità del pranzo domenicale dimostra come la famiglia resti tuttora il pilastro
della vita napoletana. La fedeltà ai parenti e agli amici è profondamente radicata
nella mentalità locale. Come scrisse nel 1964 Luigi Barzini (1908-84), autore di Gli
italiani. Vizi e virtù di un popolo (BUR Rizzoli, 2008), ‘una vita privata felice rende
sopportabile una vita pubblica orrenda’. Questo divario tra sfera privata e sfera
pubblica è tipico della mentalità del Sud Italia, conseguenza di anni di invadenti
dominazioni straniere. Alcuni napoletani non si fanno magari scrupoli ad
abbandonare i rifiuti per strada, ma tengono la propria casa pulita come uno
specchio.
Le famiglie campane restano tuttora tra le più numerose d’Italia: la media è di 2,73
componenti, una percentuale alta se paragonata ai 2,23 del Lazio, ai 2,27 della
Lombardia e ai 2,20 del Piemonte. Forse anche per questo, e per l’assenza di
politiche efficaci a riguardo, la Campania ha un tasso di occupazione femminile
intorno al 20%, tra i più bassi d’Italia.
IL CULTO DEL CALCIO
Il capoluogo campano ospita la squadra di calcio più forte dell’Italia
meridionale, il Napoli, e il terzo stadio del paese per dimensioni, lo Stadio
San Paolo; per non parlare del piccolo santuario dedicato al più grande eroe
del calcio partenopeo, Diego Armando Maradona.
Sottratta al Barcellona per la cifra record di 13 miliardi e mezzo di lire
(circa 7 milioni di euro) nel 1984, la stella del calcio argentino, nella
stagione 1986-7, condusse il Napoli al suo più grande successo di sempre,
la vittoria dello scudetto e della Coppa Italia. Questo duplice trionfo, mai
riuscito a nessuna squadra dell’Italia meridionale, trasformò Maradona in
un semidio per i napoletani.
Così, in occasione dei Mondiali di calcio del 1990, quando era capitano
dell’Argentina, Maradona invitò gli abitanti della città a tifare per la sua
squadra durante la semifinale contro l’Italia, giocata proprio a Napoli.
Facendo leva sulle tensioni tra Nord e Sud, Maradona rilasciò una
dichiarazione polemica: “Non mi piace che adesso tutti chiedano ai
napoletani di essere italiani e di sostenere la loro nazionale. Napoli è
sempre stata emarginata dal resto d’Italia. È una città che subisce il
razzismo più ingiusto”.
Per i Mondiali del 2006, fortunatamente, i contrasti tra Nord e Sud furono
messi da parte e il capitano della nazionale che portò la squadra alla vittoria
fu il napoletano Fabio Cannavaro.
Religione e superstizione

Napoli è anche città di miracoli, numeri giocati al lotto e


ciondoli a forma di corno per tenere lontano il temuto
malocchio. Sebbene il chiasso del traffico e gli squilli dei
cellulari diano una sensazione di modernità, le strade
risuonano ancora di antichi miti e leggende, dalla sedia
miracolosa di Santa Maria Francesca nei Quartieri Spagnoli
ai curiosi modelli anatomici del principe alchimista
Raimondo Di Sangro nel centro storico.
Amicizie altolocate
La sfera soprannaturale della città è guidata dai santi, autentiche celebrità. In loro
onore si organizzano spettacoli pirotecnici, i fedeli si accalcano per baciare i piedi
delle statue marmoree che li ritraggono e i bambini vengono battezzati con i loro
nomi. Il fatto che Gennaro sia il nome maschile più diffuso in città non stupisce, dal
momento che san Gennaro è il patrono di Napoli. Come in gran parte dell’Italia
meridionale, qui si festeggia l’onomastico con lo stesso entusiasmo del compleanno.
È anzi considerato più grave dimenticarsi dell’onomastico che del compleanno,
perché tutti conoscono (o dovrebbero conoscere) i giorni dedicati ai santi principali.
Per i napoletani credenti, i santi svolgono il ruolo fondamentale di intercessori
presso Dio e di confidenti, tanto che un cartello all’interno della Santissima
Annunziata ricorda ai fedeli di rendere omaggio a Cristo presso l’altare prima di
recarsi nelle cappelle laterali dedicate ai santi. Sono in molti, tuttavia, a ignorare
questa indicazione.

Un tempo, il culto delle ‘anime pezzentelle’ era così popolare che ogni lunedì un apposito tram,
gremito di devoti carichi di fiori, raggiungeva il Cimitero delle Fontanelle. Il culto, che prevedeva
l’adozione e la venerazione di un teschio (simbolo di un’anima intrappolata nel Purgatorio), fu proibito
dalla Chiesa nel 1969.

In cima alla lista degli intercessori figura la Madonna, il cui status di protettrice
materna tocca una corda particolarmente sensibile in una società nella quale le madri
hanno sempre difeso a spada tratta i diritti dei figli. Le feste in onore della Vergine
sono caratterizzate da una grande partecipazione numerica ed emotiva e raggiungono
l’apice il Lunedì dell’Angelo con la Festa della Madonna dell’Arco. Per l’occasione,
migliaia di pellegrini chiamati fujenti (fuggenti) raggiungono a piedi nudi il
santuario nei pressi del paese di Sant’Anastasia ai piedi del Vesuvio. La loro
devozione è rivolta a un’insolita immagine della Vergine con una guancia ferita.
Secondo la leggenda, le origini dell’offesa risalgono al Lunedì dell’Angelo del 1500,
quando un giocatore di pallamaglio, adirato per la sconfitta subita, colpì l’immagine
sacra con una palla di legno. L’immagine iniziò miracolosamente a sanguinare,
l’uomo venne punito con l’impiccagione e sul luogo fu costruito un santuario.
Durante la processione, nell’avvicinarsi a Sant’Anastasia, i fujenti iniziano a correre
verso la meta. Alcuni cadono in trance e molti gridano, piangono e raggiungono in
ginocchio l’immagine sacra in quella che può essere descritta come una
purificazione collettiva dalla colpa e dal dolore. A Napoli i preparativi per questa
festa costituiscono di per sé un evento. Dalla settimana successiva all’Epifania fino
al Lunedì dell’Angelo, centinaia di congreghe (gruppi di suonatori) di quartiere
sfilano per le vie trasportando una statua della Madonna, raccogliendo offerte per il
gran giorno e suonando un’incongrua miscela di melodie (dall’Ave Maria ai successi
anni ’70 di Raffaella Carrà!).
Ogni santo ha un proprio ambito di specializzazione. Le coppie senza figli, per
esempio, si recano nell’ex casa di Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe, dove
siedono sulla sedia miracolosa che un tempo appartenne alla santa per ricevere la
grazia di un figlio. Sull’altro lato di Via Toledo, nella Chiesa del Gesù Nuovo, c’è
una cappella dalle pareti ricoperte di ex voto dove viene venerato il dottor Giuseppe
Moscati (1880-1927), un medico molto amato dai napoletani che fu canonizzato nel
1987.

In occasione dei funerali, a Napoli è ancora possibile vedere elaborati carri funebri trainati da una
pariglia di cavalli che può arrivare a comprenderne fino a otto.

Il vero santo di Napoli, però, è san Gennaro. Nonostante la popolarità della


Madonna, ogni anno in maggio, settembre e dicembre, migliaia di napoletani
affollano il Duomo per assistere a un miracolo: la liquefazione del suo sangue,
contenuto in due ampolle. Secondo la tradizione, quando questo si verifica, Napoli è
al riparo da qualunque potenziale catastrofe.
Gli scienziati ritengono da sempre che il ‘miracolo’ abbia una spiegazione logica e
per molto tempo si è pensato che lo scioglimento fosse dovuto alla tissotropia,
ovvero la proprietà che hanno alcune sostanze di passare allo stato liquido se agitate
e di ritornare a coagularsi al termine di questa sollecitazione. Non si spiegava però
perché ciò accadesse soltanto a volte e la teoria presupponeva comunque che quello
nelle ampolle non fosse sangue umano. Nel febbraio 2010, il dipartimento di
Biologia Molecolare dell’Università Federico II di Napoli, guidato dal professor
Geraci, ha dimostrato con metodi scientifici che nell’ampolla di san Gennaro è
contenuto sangue umano e che esso può mutare stadio per eventi meccanici, fisici o
chimici, per il momento ancora ignoti. Quanto alla posizione ufficiale della Chiesa,
non parla di miracolo in senso stretto, ma di un fatto prodigioso non ancora svelato.
Anche se molti abitanti della città concordano, resta il fatto che quando il sangue si
liquefa la città tira un sospiro di sollievo: nel 1944 e nel 1980, quando ciò non
accadde, Napoli fu colpita rispettivamente da un’eruzione del Vesuvio e da un
terremoto devastante.

Di fronte al Cratere della Solfatara – il luogo dove, secondo la tradizione, san Gennaro fu decapitato
nel 305 – sorge il Santuario di San Gennaro alla Solfatara, che racchiude la lastra di marmo usata per
giustiziarlo. Secondo una leggenda, quando il sangue del santo si liquefa, sulla lastra ricompaiono
macchie scure di sangue.

Si narra che un cavaliere che si sdraiò sulla tomba di santa Patrizia fu inspiegabilmente guarito da tutti
i suoi malanni. In preda al fervore religioso, l’uomo aprì la tomba e strappò un dente allo scheletro. A
quel punto iniziò a scorrere del sangue, che il cavaliere raccolse in due fiale, ora custodite nella Chiesa
di San Gregorio Armeno.
NAPOLI E LA MORTE
La frequenza di terremoti ed eruzioni vulcaniche spiega, in parte, il
fatalismo dei napoletani. Il loro profondo attaccamento alla vita, tuttavia, è
pari alla loro curiosa passione per la morte. A Napoli le aspirazioni
all’immortalità tipiche della società moderna sono continuamente minate
dagli annunci funebri che tappezzano i muri, dalle cappelle dedicate ai cari
estinti e persino da cibi che recano nomi macabri, come il ‘torrone dei
morti’ tipico di Ognissanti. Teschi scolpiti, poi, decorano chiese e chiostri,
tra cui il Chiostro Grande della Certosa di San Martino, come a ricordarci
continuamente la nostra condizione di mortali.
SOGNI E LOTTERIA
In apparenza la lotteria napoletana è simile a qualsiasi altra: si acquistano i
biglietti, si segnano i numeri e quelli vincenti vengono estratti sotto stretta
sorveglianza. La differenza sta nel modo in cui i napoletani scelgono i
numeri da giocare: di solito li sognano, o meglio interpretano i loro sogni
consultando La Smorfia, una sorta di dizionario sul tema.
Secondo questo libro, se si sogna Dio o l’Italia bisogna scegliere il numero
1. Altri sogni dal significato simbolico sono il ballo (37), il pianto (21), la
paura (90) e i capelli di una donna (55).
Alcuni affidano l’interpretazione all’esperto della ricevitoria, sussurandogli
il sogno all’orecchio (nessuno vuole condividere una possibile
combinazione vincente) e lasciando che sia lui a scegliere i numeri.
Secondo i napoletani, la ricevitoria più fortunata della città è quella di Porta
Capuana, gestita dalla stessa famiglia da oltre 200 anni. La nonna
dell’attuale proprietario era considerata una vera e propria autorità in
materia. Ancora oggi c’è gente che viene qui a raccontare i propri sogni da
paesi stranieri come Stati Uniti, Spagna e Svizzera.
La Smorfia ha origini ignote, ma spesso viene collegata alla cabala ebraica.
Il termine però deriva molto probabilmente da Morfeo, il dio greco dei
sogni, da cui si deduce che questa tradizione risale forse alle origini greche
della città e all’ onirologia ellenica.
Figure scandalose
Un personaggio storico che avrebbe avuto bisogno di protezione divina fu Maria
d’Avalos, che nell’ottobre 1590 andò incontro a un’orribile morte in un
appartamento del Palazzo Di Sangro in Piazza San Domenico Maggiore. Il suo
assassino fu il marito Carlo Gesualdo, principe di Venosa (1566-1613), uno dei
compositori più illustri del tardo Rinascimento. Sospettando la moglie di infedeltà,
Gesualdo finse di partire per una battuta di caccia e si mise in agguato per coglierla
sul fatto con l’amante, Fabrizio Pignatelli Carafa, duca d’Andria. Secondo i
testimoni oculari, Gesualdo entrò negli appartamenti con tre uomini, gridando:
“Uccidete quel farabutto insieme a questa prostituta!”. I funzionari che
ispezionarono la scena del crimine dichiararono poi di aver trovato Carafa ferito a
morte e disteso sul pavimento, ricoperto di sangue e con indosso una camicia da
notte bordata di seta nera. Sul letto giaceva Maria d’Avalos, con la camicia da notte
intrisa di sangue e la gola tagliata. La violenta gelosia di Gesualdo era stata senza
dubbio esacerbata dal fascino del nobile Pignatelli: a quanto pare il giovane era così
bello da meritare il soprannome di ‘angelo’.
Le circostanze adulterine assolvevano il principe dal punto di vista del costume e
della legge del tempo, e il processo fu archiviato prima di essere aperto; ciò
nonostante il timore di una ritorsione da parte delle famiglie degli uccisi convinse
Gesualdo a riparare nel suo castello natale in Basilicata. Malgrado un secondo
matrimonio con Eleonora d’Este, il principe rimase afflitto da un temperamento
malinconico che gli fece abbandonare anche Ferrara per tornare a rinchiudersi
definitivamente nei suoi possedimenti. Qui, isolato e tormentato, continuò a
comporre i suoi celebri madrigali fino alla morte. Nei decenni successivi, il principe
divenne una figura quasi mitica e il suo nome fu associato ai racconti di altre
sanguinose vendette. Secondo alcuni, infatti, la morte dei traditori non era bastata ad
appagarlo, e si diceva che avesse ucciso anche il proprio figlio, temendo che fosse
del rivale, e addirittura il suocero, venuto a cercare soddisfazione. Sempre secondo
le leggende, il fantasma seminudo della bella Maria d’Avalos si aggirerebbe ancora
nelle notti di luna piena in Piazza San Domenico Maggiore, alla disperata ricerca
dell’amante assassinato.
Luoghi ed eventi misteriosi
Festa di San Gennaro Casa e Chiesa di Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe Cimitero delle
Fontanelle Madonna del Carmine Complesso Museale di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad
Arco

Il Palazzo Di Sangro dove Gesualdo aveva vissuto con la moglie era stato costruito
per l’omonima famiglia di nobili il cui membro più illustre, Raimondo Di Sangro
(1710-71), resta tuttora uno dei personaggi più controversi della storia di Napoli.
Inventore, scienziato, soldato e alchimista, il principe di Sansevero escogitò
invenzioni ingegnose, tra cui un mantello impermeabile per Carlo III di Borbone (re
di Napoli come Carlo VII) e una carrozza meccanica anfibia, ‘trainata’ da cavalli di
sughero a grandezza naturale. Aderì inoltre alla massoneria, tentando di convincere
il re a iscriversi, e per questo fu temporaneamente scomunicato dalla Chiesa.
Neanche il ripensamento del papa, tuttavia, poté mettere a tacere le storie macabre
che circolavano sul conto del principe. Secondo alcuni, infatti, si era reso colpevole
di aver evirato alcuni bambini per conservarne le voci bianche e di aver ucciso sette
cardinali per fabbricare sedie con la loro pelle e le loro ossa. Il conte Alessandro
Cagliostro, anch’egli massone, chiamato a giudizio a Roma davanti all’Inquisizione
nel 1790, confessò di aver imparato tutto ciò che sapeva sull’alchimia e le arti oscure
proprio da Di Sangro. Secondo il filosofo Benedetto Croce (1866-1952), che citò Di
Sangro nel suo libro Storie e leggende napoletane, l’alchimista era per gli abitanti
del centro storico una sorta di carismatico Faust: ai loro occhi, il suo talento per la
magia lo trasformava in un essere superiore capace di tutto, dal ripetere il miracolo
del sangue di san Gennaro al ridurre il marmo in polvere con un semplice tocco.
Da secoli circolano numerose dicerie sui due perfetti modelli anatomici custoditi
nella cripta della cappella funeraria dei Di Sangro, la Cappella Sansevero (o Chiesa
di Santa Maria della Pietà). Secondo alcuni, si tratta dei corpi di due domestici del
principe. C’è chi sostiene addirittura che i due uomini siano stati imbalsamati vivi.
Si tratta senz’altro di una crudele invenzione, ma il dettagliato realismo dei due
modelli stupisce ancora oggi.
Letture
Misteri, segreti e storie insolite di Napoli di Agnese Palumbo e Maurizio Ponticello (Newton
Compton, 2015)

Napoli: Eventi e Luoghi Sovrannaturali di Luca Montemagno (CreateSpace Independent Publishing


Platform, 2015)
LA VITTORIA DELLE EDICOLE VOTIVE
Basta una breve passeggiata nel centro storico, nei Quartieri Spagnoli o nel
rione Sanità, per rendersi conto di quanto siano diffuse a Napoli le edicole
votive. Combinazione piuttosto kitsch di candele elettriche, iconografia
cattolica e fiori freschi o di plastica, le edicole decorano strutture di ogni
genere, dalle facciate dei palazzi ai cortili, passando per le scalinate. Quasi
tutte recano iscrizioni ‘per grazia ricevuta’ o ‘ex voto’.
La popolarità di queste cappelle può essere fatta risalire ai tempi del frate
domenicano Gregorio Maria Rocco (1700-82). Deciso a rendere più sicuri i
vicoli della città, bui e infestati dal crimine, egli convinse il sovrano
dell’epoca a illuminarli con lampade a olio. Queste, tuttavia, sparirono nel
giro di pochi giorni, rubate dai ladruncoli che confidavano sull’oscurità per
far inciampare le loro vittime con una corda. Per fortuna, l’ingegnoso frate
ebbe un’idea migliore. Contando sul rispetto della città per i suoi santi,
invitò gli abitanti a erigere edicole illuminate. L’idea funzionò e le strade
divennero più sicure, perché anche il più spietato dei criminali non avrebbe
mai osato disturbare un santo.

Per secoli i napoletani hanno creduto che sotto Castel Nuovo si nascondesse un coccodrillo, al quale,
secondo due versioni distinte, pare fossero stati dati in pasto gli ex amanti della regina Giovanna II o i
prigionieri politici. In Storie e leggende napoletane (1919; Adelphi 1999) Benedetto Croce racconta
che il rettile fu infine catturato usando come esca una coscia di cavallo.
La cucina campana

La cucina campana è un trionfo di sapori intensi, in cui tutto


sembra avere un gusto migliore: i pomodori sono più dolci, la
mozzarella più morbida e il caffè più ricco e forte. Alcuni
attribuiscono il merito di tutto ciò al fertile suolo vulcanico,
altri al sole e all’acqua della regione. Non si deve dimenticare,
poi, l’esistenza di tradizioni collaudate, tramandate di
generazione in generazione e tuttora scrupolosamente
seguite. In Campania gastronomia, identità regionale e
orgoglio formano un trinomio inscindibile.
Un crogiolo di tradizioni
La proposta gastronomica campana è un mix di influssi stranieri e creatività locale.
Nei suoi 3000 anni di storia, Napoli ha interpretato innumerevoli ruoli, da località di
villeggiatura in epoca romana a centro culturale nel Medioevo, fino a diventare la
sfavillante capitale europea che fu nel Settecento. Le dominazioni straniere che si
sono succedute hanno lasciato il segno nell’arte, l’architettura, il dialetto locale e la
cucina. Gli antichi greci introdussero la coltivazione dell’ulivo, della vite e del
frumento. Secoli dopo, i bizantini e i mercanti arabi provenienti dalla Sicilia
portarono con sé pinoli, mandorle, uvetta e miele, che usavano per farcire le verdure.
Portarono anche, pare, ciò che doveva diventare il pilastro della dieta napoletana e,
con il tempo, la specialità più famosa d’Italia: la pasta.
Sebbene avesse fatto la sua comparsa già nel XII secolo, la pasta in realtà si affermò
solo nel Seicento, quando divenne il cibo d’elezione della povera gente. Con pochi e
semplici ingredienti (farina e acqua nella ricetta base) si dimostrò infatti in grado di
sfamare una popolazione cresciuta a dismisura. I nobili invece continuarono a
ignorarla, finché Gennaro Spadaccini, all’inizio del XVIII secolo, inventò la
forchetta con quattro rebbi per inforcare gli spaghetti.
Durante il periodo borbonico (1734-1860), a Napoli si svilupparono comunque due
culture gastronomiche parallele: quella dell’opulenta monarchia spagnola e quella
del popolo, la cosiddetta cucina povera. Tanto la prima era elaborata e ricca, quanto
la seconda era semplice e sana.

Il merito di aver raccolto e tramandato le vere ricette della tradizione culinaria partenopea (attigendo ai
grandi classici del genere, il volume settecentesco di Vincenzo Corrado e il manuale di Ippolito
Cavalcanti del 1837) è indubbiamente di Jeanne Caròla Francesconi; La vera cucina napoletana, che
pubblicò nel 1965, è ancora oggi insostituibile.

Il cibo dei poveri, all’epoca soprannominati ‘mangiafoglie’, era costituito


fondamentalmente dalla pasta e dalle verdure coltivate nelle fertili pianure
vulcaniche dei dintorni di Napoli. Gli ortaggi più diffusi erano le melanzane, i
carciofi, le zucchine, i pomodori e i peperoni. Si mangiavano anche formaggi
preparati con latte di pecora, di mucca o di capra. Altrettanto diffuso era il tipico
pane di forma piatta importato dalla Grecia e dai paesi arabi, precursore della pizza.
Carne e pesce erano costosi e quindi riservati alle occasioni speciali.
Nel frattempo, nelle cucine di corte, i migliori cuochi francesi dell’epoca erano
indaffarati a soddisfare l’appetito insaziabile dei sovrani borbonici. La caparbia
regina Maria Carolina, moglie di Ferdinando IV, era rimasta così impressionata dalla
corte della sorella Maria Antonietta a Versailles da chiederle di poter utilizzare a
Napoli alcuni dei suoi cuochi. Naturalmente gli chef francesi entrarono subito in
sintonia con il nuovo ambiente e crearono prelibatezze come gli elaborati timballi di
pasta, il gattò (gateau) di patate e il famosissimo babà.

L’eccellente sito web www.gamberorosso.it offre innumerevoli informazioni su cibo, vini, eventi e
corsi.

Più controversa è l’origine del più celebre dolce di Napoli: la friabile sfogliatella a
forma di conchiglia. Ripiena di ricotta profumata alla cannella e canditi, secondo
alcuni fu creata nel XVIII secolo dagli chef francesi per il re di Polonia. Altri
sostengono invece che fu inventata, sempre nel Settecento, dalle monache di Conca
dei Marini, un paesino della Costiera Amalfitana. Oggi le due versioni più diffuse
sono quella di sfoglia più morbida e soffice, detta ‘frolla’, e quella più croccante e
friabile, detta ‘riccia’.
LETTURE APPETITOSE
Stuzzicate il vostro appetito con queste interessanti letture più o meno
dedicate alla gastronomia campana:
Il cuoco galante di Vincenzo Corrado (Grimaldi & C., 2013) Scritto nel
1773 da uno dei più grandi cuochi della corte di Napoli, questo libro era
molto richiesto dall’élite e dai nobili stranieri dell’epoca essendo il primo a
raccogliere le ricette della cucina mediterranea con qualche tocco francese.
L’antica cucina napoletana di Rosaria Iannò (2M, 2015) Partendo dai
sapori e memorie dell’infanzia, l’autrice illustra sia le ricette più
tradizionali della cucina napoletana sia quelle più moderne.
Dolci del sole. Ricette, passione e tradizione della Costiera Amalfitana
di Salvatore De Riso (BUR Rizzoli, 2012) Oltre 60 ricette, dolci e salate,
alcune adatte anche per celiaci, spiegate passo dopo passo per preparare le
prelibatezze più tipiche della tradizione mediterranea di terra e di mare.
Per mano mia. Il Natale del commissario Ricciardi e Vipera. Nessuna
resurrezione per il commissario Ricciardi di Maurizio De Giovanni
(Einaudi 2013 e 2014) Le inchieste di un commissario di polizia nella
Napoli degli anni ’30 sono accompagnate dai profumi e dalle ricette dei
piatti che celebrano il Natale e la Pasqua a Napoli.

Sulla pizza marinara come tutti sanno non c’è pesce, ma soltanto pomodoro, aglio, origano e olio
extravergine. Il nome deriva dalla sua popolarità tra i pescatori locali, che se la portavano in mare per
mangiarla a pranzo.
Il meglio della cucina campana
Timballi e sartù
La complessità della cucina di corte napoletana trova espressione in due piatti tipici
che ancora oggi fanno bella mostra di sé nelle occasioni festive: il timballo (a Napoli
detto timpàno) e il sartù. Cotto in origine in uno stampo leggermente conico alto
quanto largo, il timballo alla napoletana è una ricetta ricchissima: dopo aver foderato
lo stampo di pasta frolla si procedeva a riempirlo a strati con maccheroni conditi con
ragù napoletano a cui erano aggiunti funghi in umido e fegatini di pollo, polpettine
di carne, uova sode e mozzarella fiordilatte, terminando con un altro disco di pasta
frolla. Il sartù, versione napoletana del termine francese surtout (soprattutto), è un
timballo che, pur complesso nella preparazione, è forse l’unico piatto della
tradizione aristocratica partenopea che ancora si ripropone nei ristoranti campani: il
riso (cotto con il pomodoro) è messo a foderare uno stampo e riempito di ragù
napoletano e polpettine di carne e cervella, mozzarella, uovo e prosciutto a strati, poi
passato al forno. Una bomba!
Pizza
Nonostante la sontuosa eredità borbonica, l’atteggiamento pragmatico della regione
verso il cibo, ovvero la preferenza per i piatti semplici, abbondanti e locali, rimane
profondamente radicato nelle tradizioni gastronomiche della popolazione.
Emblematica in tal senso è la pizza. Derivata dal pane di forma piatta tipico
dell’antica Grecia e dell’Egitto, la pizza era un popolare spuntino da consumare per
strada già prima del XVI secolo, epoca in cui gli spagnoli introdussero il pomodoro
in Italia. Fu proprio questo ingrediente proveniente dal Nuovo Mondo a consolidare
la fama della pizza. Nel 1738 la prima pizzeria di Napoli, la pizzeria Port’Alba, aprì
nel centro storico; è tuttora in attività. In breve tempo i pizzaioli cittadini divennero
piccole celebrità.
Il pizzaiolo più famoso della storia è ancora oggi Raffaele Esposito, inventore della
classica pizza margherita. Poiché era considerato il migliore della città nel suo
campo, nel 1889 Esposito fu incaricato di preparare una pizza speciale per il re
Umberto I e la regina Margherita, che erano in visita a Napoli. Deciso a
impressionare favorevolmente i reali, Esposito utilizzò pomodoro, mozzarella e
basilico ispirandosi ai colori della bandiera dell’Italia, da poco unificata. La pizza fu
molto apprezzata dalla regina, tanto che le venne dato il suo nome.
Oggi, a distanza di più di un secolo, i puristi della pizza sostengono che la migliore
margherita resti quella preparata dai pizzaioli napoletani. Non tutti sono d’accordo, e
spesso nascono discussioni tra chi preferisce la pizza a pasta sottile e croccante
(quella ‘romana’, per intenderci) e chi invece predilige quella napoletana, più soffice
e spessa.
Secondo l’Associazione Verace Pizza Napoletana, la pasta dell’autentica pizza
napoletana si deve preparare con una farina tipo 00 molto raffinata (è consentita
soltanto una piccola quantità di farina tipo 0), lievito compresso (di birra) o naturale,
sale e acqua con un pH compreso tra 6 e 7. È autorizzato l’uso di un mixer a bassa
velocità per impastare, ma per modellare il disco di pasta, che non deve superare i 3
mm di spessore, si possono utilizzare soltanto le mani. La pizza, poi, va cotta a
485°C in un forno a doppia bocca alimentato con legno di quercia, frassino, faggio o
acero.

Anche se alcuni produttori li trovano eccessivamente costrittivi, i marchi DOCG (Denominazione di


Origine Controllata e Garantita) e DOC (Denominazione di Origine Controllata) sono assegnati ai cibi
e ai vini che soddisfano gli standard regionali di controllo della qualità.
Pasta
L’altro pilastro della cucina locale, la pasta, arrivò a Napoli dalla Sicilia, dove era
stata introdotta dai mercanti arabi. Il clima secco e ventoso della Campania si rivelò
ideale per la sua produzione, che decollò soprattutto a partire dal 1840, anno in cui
venne aperto il primo pastificio industriale a Torre Annunziata.
Una delle più gustose varietà locali di pasta fresca è costituita dagli scialatielli di
Amalfi, una sorta di versione più lunga e spessa delle tagliatelle che spesso viene
‘pizzicata’ al centro. Il loro nome deriva dal verbo napoletano sciglià (arruffare) e
sono perfetti per sughi delicati a base di pomodoro e pesce.
Napoli, tuttavia, è più famosa per la pasta secca, di cui due tipi particolari sono gli
ziti (lunghi maccheroni cavi) e i paccheri (rigatoni di grandi dimensioni), ideali per i
sughi di pesce e carne. Preparata con farina di grano duro e acqua, la pasta secca a
Napoli viene servita rigorosamente al dente con sughi fantasiosi.
La miglior pasta artigianale è quella di Gragnano, una cittadina situata circa 30 km a
sud-est di Napoli votata a questa produzione fin dal XVII secolo, quando la sua
strada principale venne costruita lungo l’asse del sole in modo da ricevere molta luce
e favorire il processo di essiccazione della pasta collocata all’esterno dei pastifici.
La pasta a Napoli sostituisce qualsiasi pasto con numerosissime ricette, come quelle
che la impiegano per eccellenti frittate, da portare a un picnic o al lavoro. Di grande
impatto sono le tradizionali ricette ‘ricche’, i pasticci e timballi al forno, dove si
combinano maccheroni, salsa di pomodoro, mozzarella e, a seconda della ricetta,
uovo sodo, polpette e salsicce. Vero e proprio ‘evento’ gastronomico, si cucinano per
il pranzo della domenica e altre occasioni speciali.
SI FA PRESTO A DIRE RAGÙ
Oggi in Italia quando si parla di ragù si tende a pensare a quello alla
bolognese, ovvero di carne trita (mista suino e bovino) cotta con soffritto e
pomodoro, che condisce, tipicamente, tagliatelle o lasagne. Di tutt’altro
genere (e di ben altra complessità) è ‘o rraù napoletano, quello che m’ ‘o
ffaceva sulo mammà, come dice nell’omonima poesia Eduardo De Filippo.
La mamma in questione per prima cosa ci metteva il tempo: ci volevano
circa sei ore perché cuocesse. E andava sempre sorvegliato, perché doveva
pippiare (sobbollire), ma non bruciare: in genere si lasciava cuocere in un
tegame di coccio sulla stufa, rimestandolo e controllandolo di quando in
quando. In effetti si diceva che i migliori ragù fossero quelli ‘dei portieri’,
cioè dei portinai che, stando tutto il giorno in guardiola, sorvegliavano e la
casa e il ragù. Ma la particolarità del ragù napoletano stava nel fatto che si
cuoceva un pezzo intero di carne, un primo taglio di manzo o suino, di
almeno 1 kg di peso: avvolto da lardo e prosciutto, veniva cotto lentamente
con cipolla, poi con concentrato di pomodoro (che doveva diventare quasi
nero) e infine con qualche mestolo d’acqua. La salsa che ne derivava era
scura, densa, lucida e serviva per condire gli ziti o i paccheri, mentre la
carne veniva servita a parte, con contorno di friarielli. Questo era (ed è, per
i napoletani veraci) ‘o rraù, diversamente è solo carne c’ ‘a pummarola!
UN PRANZO FRITTO
Un fast food alla napoletana? In friggitoria. Fa parte della tradizione,
infatti, la cottura in olio bollente di pasta, verdure e pesci. Questi alcuni dei
tipici prodotti fritti.
Paste crisciute Frittelle sferiche di farina bianca Scagliozzi
Triangolini di polenta gialla Sciurilli Fiori di zucchina in pastella
Crocchè Palline di patate lesse schiacciate con la forchetta e impastate
con uova e pangrattato Arancini Anche a Napoli si mangia questa
specialità siciliana, una palla di riso con un ripieno di ragù; sono però di
dimensioni inferiori
Verdura e frutta
La povertà della popolazione e il clima soleggiato spiegano l’ampio utilizzo delle
verdure nella cucina campana. Piatti come le zucchine fritte, la parmigiana di
melanzane e i peperoni sottaceto vengono serviti regolarmente come antipasti nei
ristoranti e nelle case.
Alcuni dei migliori prodotti ortofrutticoli sono coltivati nel suolo vulcanico ricco di
minerali delle pendici del Vesuvio e della pianura circostante; tra questi spiccano i
teneri carciofi e i cachi, oltre ai friarielli, un tipo di broccoletti o cime di rapa, ottimi
saltati in padella e insaporiti con peperoncino; spesso li si accompagna con dadini di
salsiccia di maiale.
In giugno i seguaci di Slow Food non dovrebbero lasciarsi sfuggire le albicocche
vesuviane, chiamate localmente crisommole, che si fregiano del marchio IGP
(Indicazione Geografica Protetta).
Il marchio DOP (Denominazione di Origine Protetta) è invece attribuito a un’altra
delizia locale, il pomodoro di San Marzano. Coltivato nei pressi dell’omonima
cittadina sulle pendici del Vesuvio, il San Marzano è forse il pomodoro più famoso e
diffuso in Italia, apprezzato per la sua bassa acidità e il suo gusto intenso e dolce.
Con questa varietà si prepara la conserva di pomodori secchi, utilizzando frutti ben
maturi che vengono tagliati e lasciati essiccare al sole per almeno due giorni in modo
da esaltarne il sapore. La conserva di pomodori freschi invece viene usata per
condire molte delle salse tipiche della cucina napoletana, come la puttanesca (con
aggiunta di olive, aglio, capperi e acciughe).

La parola melanzana deriva da ‘mela insana’, ovvero ‘mela pazza’. In latino questo ortaggio era
chiamato solanum insanum, perché si riteneva provocasse accessi di follia.
Pesce e frutti di mare
Anche nella cucina del pesce e dei frutti di mare la tradizione napoletana possiede
ricette ricche di sapori. Oltre agli innumerevoli sughi di mare per condire la pasta
(tra cui gli spaghetti alle vongole e i paccheri al sugo di pesce), un tipico piatto
partenopeo è la calamarata, in cui i calamari e i pomodorini vanno a condire una
pasta larga ad anelli simili a quelli dei calamari. Da provare assolutamente è anche
l’impepata di cozze, dove i molluschi si fanno aprire in poca acqua, si pepano e si
mangiano con una goccia di limone. Si deve invece ai pescatori dell’isola di Procida
il pesce ‘all’acqua pazza’: i pesci, in origine merluzzetti o cuocci (lampuga, o
capone), sono cotti in tegame con acqua, aglio, pelati, prezzemolo e un pizzico di
peperoncino. Dal Borgo di Santa Lucia viene invece la ricetta del ‘polpo alla
luciana’, ovvero cotto con pomodori da sugo ben maturi e strizzati.
Molte delle preparazioni della cucina di mare partenopea, come si è visto, prevedono
la cottura in acqua: tra le classi basse e nei tempi duri spesso si usava soltanto questo
brodo di pesce per insaporire, per esempio, le freselle (un pane secco a forma di
ciambella). Come ricorda la scrittrice Matilde Serao ne Il ventre di Napoli (1890), si
comprava per due soldi un pezzetto di polpo e lo si faceva bollire nell’acqua di mare
in una pignatta su un piccolo focolare direttamente in strada. Così, chi non aveva
neanche i due soldi riceveva un po’ di ‘acqua di purpo’ e un pezzetto di pane.
Mozzarella di bufala
Se la mozzarella fiordilatte (di latte vaccino) con cui si prepara l’insalata caprese
(insieme a pomodoro, basilico e olio extravergine d’oliva) è deliziosa, la mozzarella
di bufala campana è davvero sublime. Originaria delle pianure che circondano
Caserta e Paestum, è ideale da mangiare appena fatta, al mattino, per apprezzarne al
meglio il sapore intenso e dolce e la consistenza vellutata. Potrete acquistarla fresca
nelle latterie oppure assaporarla nelle trattorie e nei ristoranti di tutta la regione. A
Napoli e Sorrento hanno addirittura aperto due locali dedicati esclusivamente alla
mozzarella, il Muu Muuzzarella Lounge e l’Inn Bufalito rispettivamente. Sono
l’alto contenuto di grassi e le proteine del latte di bufala a conferire a questo
prelibato formaggio il suo gusto intenso e irresistibile.
Il più ricco piatto campano con questo ingrediente è la mozzarella in carrozza,
preparato con mozzarella tagliata e disposta tra due fette di pane in cassetta, a
formare una specie di toast che va poi infarinato, passato nell’uovo sbattuto e fritto
fino ad assumere un colore dorato. Anche se oggi molte pizzerie preparano questo
sfizioso stuzzichino usando mozzarella fiordilatte (più economica), la ricetta
campana tradizionale impone l’uso di quella di bufala, anche se più acquosa; il
consiglio infatti è di usare quella del giorno prima, perché meno ricca di liquidi. La
ricetta classica specifica anche l’uso di pane in cassetta acquistato in panificio.
COM’È DOLCE LA VITA!
Addolcitevi la vita assaggiando le seguenti specialità:
Babà Dolce di pan di Spagna a forma di fungo imbevuto di rum e
zucchero.
Cassatina Versione napoletana della cassata siciliana, è una piccola torta
a base di pan di Spagna, ricotta e canditi, ricoperta di glassa.
Pastiera Tipica delle festività pasquali (ma reperibile tutto l’anno) e
decorata con un motivo a griglia, è a base di pasta frolla ripiena di ricotta,
crema, canditi e grano bollito profumati con acqua di fiori d’arancio.
Torta caprese Una torta leggera di mandorle e cioccolato. La pasticceria
Scaturchio a Napoli ne offre una versione al limone.
Sfogliatella Pasta sfoglia a forma di conchiglia ripiena di ricotta e
canditi.
Delizia al limone Un dolce leggero e aromatico a base di limoncello.
Paste reali Di origine siciliana, sono graziose miniature di frutta e
ortaggi a base di marzapane (pasta di mandorle e zucchero), preparate in
occasione del Natale.
Raffioli, roccocò e mostaccioli Tradizionali biscotti natalizi: i primi
sono preparati con pan di Spagna e marzapane e spolverizzati di zucchero a
velo, i secondi sono ciambelline dure a base di mandorle, mentre i
mostaccioli vengono preparati con pasta di mandorle e miele.
IL CAFFÈ ‘SOSPESO’
Se un napoletano vi invita a prendere un caffè, non vi sta solo proponendo
di consumare insieme una bevanda. L’invito può, a seconda del contesto,
essere suggello a un patto, dichiarazione di ostilità come pure chiarimento
di un equivoco, inizio di un gioco d’amore, proposta d’amicizia o frettolosa
liquidazione di un incontro casuale non proprio gradito.
Il caffè dunque ha un valore di sigillo, di bevanda rituale, ed è talmente
importante che il rito si compia che, se una delle due parti non è disponibile
al momento dell’invito, potrà consumare il suo caffè in un altro momento a
sua scelta. Sarà cura di chi ha rivolto l’invito pagare la consumazione del
caffè ‘sospeso’.
Questo rito può essere inoltre un gesto di gentilezza: qualsiasi cliente può
pagare un caffè in più in modo che la persona successiva, anche se
sconosciuta, riceva questo regalo. È un’usanza nata nei tempi difficili e di
povertà durante la seconda guerra mondiale: chi se lo poteva permettere,
beveva un caffè e ne pagava due, per chi sarebbe venuto dopo e non poteva
pagarselo. Esiste anche una rete culturale del caffè sospeso:
www.retedelcaffesospeso.com.
Specialità regionali
Oltre alla pizza napoletana, alle fritture e alle fragranti paste dolci, tutte protette dal
marchio STG (Specialità Tradizionale Garantita), le prelibatezze regionali
comprendono la pizza di scarola (con l’indivia), il salame ‘Napoli’, le salsicce con
finocchietto selvatico e il sanguinaccio (una crema di cioccolato con frutta candita
che si prepara a Carnevale).
A ovest di Napoli, nei Campi Flegrei, il vivace mercato del pesce di Pozzuoli attesta
l’importanza della cucina di mare in questa città. Un’altra specialità dei Campi
Flegrei è la mela annurca, che ha conquistato il marchio IGP; per ottenere il suo
caratteristico colore rosso uniforme viene fatta maturare su graticci di paglia,
esponendo alla luce la parte meno arrossata.
Il pesce regna sovrano sull’isola di Procida, dove si possono gustare la trippa di
volamarina (pesce luna) con pomodoro e peperoncino e il calamaro ripieno di
acciughe. La vicina Ischia è altrettanto ricca di piatti di pesce, ma grazie alla sua
solida tradizione agricola vanta anche specialità di terra come il coniglio
all’ischitana (cotto nel vino con erbe aromatiche) allevato in loco.
A sud-est di Napoli, la Penisola Sorrentina offre a sua volta numerose specialità,
dagli onnipresenti gnocchi alla sorrentina (con sugo di pomodoro, basilico e
pecorino) al rinfrescante sorbetto al limoncello. Da non perdere poi il burrino
incamiciato (mozzarella fiordilatte con un goloso ripieno di burro), la pizza al metro
di Vico Equense e i cannelloni ripieni di ricotta di Sorrento; le famosi noci di questa
località sono usate per preparare il nocino, un ottimo liquore. Mandorle e cioccolato
sono gli ingredienti base della torta caprese, spolverizzata di zucchero a velo e
originaria di Capri, così come le linguine al sugo di scorfano e la fresca insalata
caprese.
Come si può facilmente immaginare, il pesce non manca neppure sui menu della
Costiera Amalfitana, che propongono merluzzo, rana pescatrice, coccio (scorfano) e
cefalo. In questa zona potrete gustare altre due famose specialità, la colatura di alici
di Cetara (un condimento a base di alici dal sapore intenso) e l’olio extravergine
d’oliva DOP delle Colline Salernitane.
La vicina regione del Cilento esprime la propria vocazione agricola in piatti rustici e
sostanziosi come la cuccìa (una zuppa a base di ceci, lenticchie, fagioli, cicerchie,
granturco e grano) e le pastorelle (fagottini di pasta sfoglia fritta ripieni di crema di
castagne).

In primavera, estate e inizio autunno, le città dell’Italia meridionale organizzano sagre dedicate a cibi
locali di stagione. Per un appetitoso elenco visitate il sito www.prodottitipici.com/sagre oppure
www.incampania.com, seguendo il percorso Turismo > Sagre e feste.
Al contrario di quanto credono in molti, una tazzina di caffè espresso contiene meno caffeina di una
tazza di caffè lungo o americano, e rende anche meno nervosi.
A CIASCUNO IL PROPRIO VINO
Perché possiate orientarvi al meglio nel panorama enologico campano, vi
segnaliamo alcuni dei vini più buoni della regione:
Taurasi DOCG dal 1991, è un rosso secco e intenso che si sposa bene
con la carne in umido e alla griglia.
Fiano di Avellino Un bianco DOCG fresco e secco, tra i vini più antichi
della Campania. Ideale con il pesce.
Greco di Tufo Bianco DOCG di fama consolidata, disponibile sia fermo
sia frizzante.
Aglianico del Taburno Rosso DOCG corposo, che si accompagna alla
perfezione con le carni.
Falerno del Massico Disponibile sia rosso sia bianco, viene ricavato da
viti che crescono sulle pendici vulcaniche del Monte Massico, nel nord
della regione.
Asprinio d’Aversa Vino bianco molto secco, fermo o frizzante, con
profumo intenso di limone e cedro e un carattere aspro come s’intuisce dal
nome.
Il revival dei vini campani
Venerati dagli antichi e trascurati dagli enologi moderni, i vini campani stanno
tornando prepotentemente alla ribalta grazie a una nuova generazione di viticoltori
che propone etichette eccellenti. Produttori apprezzati come Feudi di San Gregorio,
Mastroberardino, Villa Matilde, Pietracupa e Terredora sono ritornati alle origini,
coltivando antiche varietà come il rosso Aglianico (che ha fama di essere il vitigno
più antico d’Italia) e i bianchi Falanghina, Fiano e Greco di Tufo (tutte varietà che
crescevano già molto tempo prima dell’eruzione del Vesuvio nel 79 d.C.). A tener
loro compagnia oggi c’è un numero crescente di apprezzate aziende vinicole che
coltivano le uve secondo il metodo biodinamico e vinificano naturalmente, tra cui
Terre Stregate, I Cacciagalli, Colli di Lapio e Cautiero. Insomma, siamo lontani anni
luce dal 1990, anno in cui il critico Burton Anderson scrisse che i viticoltori campani
degni di nota si potevano ‘contare sulle dita di una mano’.
Le tre principali zone vinicole della Campania hanno come fulcro rispettivamente
Avellino, Benevento e Caserta. È proprio tra le alte colline a est di Avellino che si
produce il miglior rosso della regione, il Taurasi, un corposo Aglianico che alcuni
definiscono ‘il Barolo del sud’. Si tratta di uno dei vini più pregiati del Sud Italia,
con sentori che spaziano dai frutti di bosco a note di cuoio, dal caffè tostato alle erbe
mediterranee. Questo è anche uno degli unici quattro vini della regione a potersi
fregiare del marchio DOCG (Denominazione di Origine Controllata e Garantita). Gli
altri tre sono l’Aglianico del Taburno, un rosso corposo del beneventano, il Fiano di
Avellino e il Greco di Tufo, entrambi bianchi della provincia di Avellino. In campo
enologico, la provincia di Caserta è nota per il Falerno del Massico, un bianco DOC
che si produce nella stessa zona del Falernum, il vino più apprezzato in epoca
romana.
Altre zone vinicole sono i Campi Flegrei (dove vengono prodotti i vini DOC
Piedirosso e Falanghina), Ischia (i cui vini sono stati i primi a ricevere il marchio
DOC) e il Cilento, dove si producono il Cilento bianco DOC e l’Aglianico Paestum.
Il vino più famoso della zona del Vesuvio è il Lacryma Christi, ottenuto da uve
Falanghina e Coda di Volpe per il bianco e Piedirosso per il rosso.
Nell’aversano viene prodotto un bianco secco fermo o frizzante molto particolare:
l’Asprinio d’Aversa cresce infatti su una ‘vite maritata’, ovvero su tralci di vite che
vengono fatti salire anche a 15 m di altezza attaccati ai pioppi.
Attualmente i vini della Costa d’Amalfi sono tra i più conosciuti e richiesti della
regione (le Cantine Marisa Cuomo sono emblematiche di questa zona). Ma la vera
specialità locale sono i liquori a base di erbe e frutta, con gusti che comprendono
mandarino, mirto e finocchio selvatico, senza dimenticare, ovviamente,
l’immancabile limoncello, da servire in bicchieri ghiacciati, in genere dopo cena.
Quello fatto con limoni di Sorrento (verdi), tende a essere, appunto, più verde di
quello con limoni di Capri.
UN SORSO DI LIMONCELLO?
Il dolce liquore nato dal connubio tra alcol etilico e scorze di limone,
divenuto così universalmente noto da esser prodotto un po’ da tutti, sembra
abbia visto la luce nella sua versione originale agli inizi del Novecento, ma
la paternità è disputata tra Sorrento, Amalfi e Capri, tanto che ogni località
vanta la propria leggenda circa la nascita dell’amato liquore giallo.
Campanilismi a parte, ciò che si sa per certo è che il limoncello originale
dev’essere realizzato con prodotti IGP, come il limone di Sorrento (o
limone di Massa, o anche ovale di Sorrento) e il Costa di Amalfi (o sfusato
amalfitano), entrambi grandi, succosi e dalla buccia spessa e aromatica.
In ogni caso il limoncello campano è molto facile da preparare in casa:
troverete una buona ricetta sul sito www.limoncellodiprocida.it (che
peraltro effettua anche spedizioni...). Assicuratevi soltanto di usare limoni
non trattati di buona qualità, anche se non esattamente delle varietà IGP qui
citate.
Architettura e scultura

La Campania vanta un patrimonio architettonico di assoluto


prestigio, ma del resto, con una storia così ricca e antica alle
spalle, non poteva essere altrimenti. Millenni di conquiste e
lotte politiche, di ingegno, creatività e ambizione hanno
lasciato nella regione edifici e monumenti che pochi altri
luoghi in Europa possono vantare. Vi troverete possenti
templi greci e sontuose ville romane, antichi castelli angioini,
chiostri moreschi medievali e maestosi palazzi borbonici.
Considerata la vasta scelta di siti da visitare, perché non
iniziare dai capolavori indiscussi?
L’eredità grecoromana
I lasciti dell’architettura antica in Campania sono a dir poco eccezionali, in termini
sia quantitativi sia qualitativi. Templi, città e opere d’ingegneria vi consentiranno di
immergervi nell’estetica e nell’inventiva del mondo classico.
I greci inventarono l’ordine architettonico dorico e lo utilizzarono con risultati
spettacolari nei templi di Paestum, che furono costruiti nel VI secolo a.C. e
dimostrano non soltanto il potere di questa antica civiltà, ma anche la sua
predilezione per le proporzioni armoniose. A Napoli, in Piazza Bellini, si possono
ammirare i resti delle mura cittadine erette nel IV secolo a.C., mentre nell’acropoli
di Cuma sono visibili tracce delle fortificazioni.
I romani, imparata la preziosa lezione dai greci, condussero l’architettura a un grado
di raffinatezza senza eguali, tanto che le loro tecniche costruttive, i loro schemi e la
loro padronanza delle proporzioni sono ancora alla base di gran parte
dell’architettura e dei progetti urbani di oggi. I greci crearono il primo acquedotto a
Napoli, ma furono i romani ad ampliarlo e perfezionarlo. Esso conduceva alla
magnifica Piscina Mirabilis, una cisterna simile a una cattedrale caratterizzata da un
sofisticato sistema idraulico.
Antiche meraviglie
Villa di Oplontis, Torre Annunziata Villa dei Misteri, Pompei,

Paestum

Piscina Mirabilis, Bacoli

Anfiteatro Flavio, Pozzuoli

Anche lo spazio che si estende al di sotto dell’Anfiteatro Flavio a Pozzuoli


testimonia l’ingegno romano. Qui, un corridoio ellittico è fiancheggiato da una serie
di basse cellae disposte su due livelli e sormontate da botole che si aprono
direttamente sull’arena sovrastante. Le cellae poste al livello superiore ospitavano le
gabbie dove venivano tenuti gli animali feroci usati per i giochi. Dalle botole, gli
animali potevano saltare all’improvviso dal buio alla luce dell’anfiteatro, con un
effetto spettacolare.
Sul lato opposto del Golfo di Napoli sorgono gli straordinari scavi di Pompei, dove
si trovano edifici in muratura di epoca classica tra i meglio conservati d’Italia. Qui
strutture come la Villa dei Misteri, la Casa del Fauno e la Casa del Menandro
esemplificano al meglio l’architettura delle dimore di età classica, caratterizzate da
stanze affacciate verso l’interno (per il massimo della riservatezza), da un luminoso
atrio (il punto focale della vita domestica) e da un peristilio (cortile colonnato con
giardino) ornamentale. Le ville più belle erano decorate con estrosi affreschi a
soggetto mitologico, che raggiungono il culmine della raffinatezza nella Villa dei
Misteri e nella Villa di Poppea a Oplontis, situata nella vicina città di Torre
Annunziata.

Mentre le colonne doriche sono relativamente basse, massicce e prive di base, con capitelli semplici,
quelle ioniche sono slanciate e scanalate, con una larga base e due volute contrapposte sotto il
capitello. Le colonne corinzie poi sono ancora più elaborate, con capitelli impreziositi da foglie
d’acanto.
PICCOLO DIZIONARIO DI ARCHITETTURA
Conoscete la differenza tra un transetto e un triclinium? Scoprite il
significato di alcuni termini architettonici con l’aiuto del nostro breve
glossario: Abside Grande rientranza o nicchia a pianta semicircolare o
poligonale e copertura a semicupola. In una chiesa o un tempio può ospitare
un altare.
Balaustra Parapetto di pietra formato da una fila di colonne (chiamate
balaustri) sormontate da una cimasa (cornice sporgente) continua; in genere
su scalinate, balconi e terrazze.
Baldacchino Copertura permanente in legno o pietra, spesso con elaborate
decorazioni, posta sopra un altare, un trono, un pulpito o una statua.
Impluvium Piccola vasca quadrangolare posta di norma al centro degli atri
delle antiche case romane.
Nartece Portico o atrio situato nella parte anteriore delle chiese e basiliche
paleocristiane.
Necropoli Cimitero posto all’esterno delle mura cittadine nell’antichità e in
epoca paleocristiana.
Oratorio Piccola sala o cappella di una chiesa riservata alla preghiera
privata.
Transetto Sezione che interseca perpendicolarmente le navate di una
chiesa.
Triclinium Sala da pranzo delle antiche case romane.
Il Medioevo
Lo stile bizantino, con le sue chiese impreziosite da mosaici, fu seguito da quello
romanico, che in Italia venne declinato in quattro forme regionali: lombardo, pisano,
fiorentino e siciliano. Anziché cercare la verticalità, tutte e quattro privilegiavano la
larghezza e le linee orizzontali, inoltre prevedevano campanili e battisteri separati
dalla chiesa vera e propria. Emerso nell’XI secolo, lo stile siciliano mescolava
influssi normanni, saraceni e bizantini, dalle colonne di marmo agli archi a sesto
acuto d’ispirazione islamica, fino ai dettagli realizzati con tessere di vetro. Questo
stile è chiaramente riconoscibile nella Cattedrale di Sant’Andrea di Amalfi, che
presenta un corpo principale in muratura bicroma e un campanile duecentesco. Lo
stile siciliano ritorna anche nel campanile, risalente al XII secolo, della Cattedrale di
Salerno, a sua volta contraddistinta da portali di bronzo in stile bizantino e da un
porticato arabeggiante.
Successivamente, il periodo più significativo per l’architettura a Napoli giunse nel
XIII secolo, con la dinastia francese degli Angiò. In quanto nuova capitale del regno
angioino, la città fu sottoposta a un ambizioso rinnovamento architettonico. Furono
bonificati numerosi terreni e costruiti monasteri e chiese dalle forme innovative: era
iniziata l’età del gotico, un trionfo di archi rampanti e doccioni grotteschi. Ma
mentre francesi, tedeschi e spagnoli adottarono senza riserve il nuovo stile, gli
italiani preferirono darne un’interpretazione più sobria e cupa, caratterizzata da
ampie mura, una sola navata, soffitto a capriate e bande orizzontali. Una delle
espressioni più pregevoli di questo stile è il Complesso Monumentale di San
Lorenzo Maggiore a Napoli, la cui eleganza essenziale si ritrova nella Chiesa di San
Pietro a Majella e nella Basilica di Santa Chiara, anch’esse nel capoluogo campano.

Dopo aver compiuto ricerche approfondite, in Medieval Naples: An Architectural & Urban History
400-1400, Caroline Bruzelius, William Tronzo e Ronald G. Musto ripercorrono l’evoluzione
dell’architettura e lo sviluppo urbano di Napoli dalla tarda antichità al basso Medioevo. Tra gli
argomenti trattati, l’ambiziosa riconfigurazione della città in epoca angioina.

La facciata della Basilica di San Lorenzo Maggiore e il soffitto a cassettoni della


Chiesa di San Pietro a Majella sono tuttavia delle aggiunte barocche: gran parte
degli edifici medievali, infatti, fu rimaneggiata nei secoli successivi. Emblematica in
tal senso è la Chiesa di San Domenico Maggiore, il cui vistoso interno dorato è
frutto di un rifacimento neogotico. Anche l’ingresso principale della chiesa, in un
cortile nei pressi di Vico San Domenico, subì una serie di modifiche: il raffinato
portale trecentesco è preceduto da un pronao (lo spazio antistante il corpo principale
di un edifico sacro) del Settecento sopra il quale si osserva una finestra ottocentesca;
di fianco sorgono due cappelle rinascimentali e un campanile barocco. Neppure
Castel Nuovo, di epoca angioina, fu risparmiato, tant’è vero che della struttura
originale sopravvivono soltanto alcune parti, tra cui la Cappella Palatina. Lo
splendido arco di trionfo bianco situato all’interno del castello e risalente al
Quattrocento è considerato una delle più belle strutture rinascimentali della città.

Il libro Le ville di Napoli, di Yvonne Carbonaro e Luigi Cosenza (Newton Compton, 2008), descrive il
tratto di costa compreso tra Capo Miseno e Sorrento, dalle ville antiche, passando per il barocco, il
rococò e il neoclassicismo, l’eclettismo e il liberty, fino al razionalismo e al postrazionalismo.

Architettura barocca e rococò a Napoli di Anthony Blunt (Mondadori Electa, 2006) descrive e illustra
i principali caratteri dell’architettura barocca e rococò a Napoli anche attraverso disegni tecnici e
fotografie d’autore di opere sacre e civili.
Rinascimento e barocco
Il Rinascimento trasformò radicalmente l’Italia settentrionale e centrale, ma ebbe un
impatto meno significativo nel sud del paese. Tuttavia non mancano a Napoli
pregevoli testimonianze dello stile architettonico nato a Firenze, caratterizzato da
forme solenni e dall’uso generoso di marmi bianchi: ne è esempio il già citato arco
trionfale di Castel Nuovo (Maschio Angioino). Della prima metà del XV secolo
sono il sontuoso monumento funebre di Rainaldo Brancaccio, opera di Donatello,
Michelozzo e Lapo di Pagno Portigiani, e la Cappella Caracciolo del Sole nella
Chiesa di San Giovanni a Carbonara, entrambi con forti influenze toscane. A fine
secolo lo stile rinascimentale fu adottato su più larga scala in città, complice
l’alleanza con Lorenzo Il Magnifico e l’ingresso di opere e maestranze fiorentine:
sono di quest’epoca la Cappella Piccolomini nella Chiesa di Sant’Anna dei
Lombardi, e Palazzo Cuomo, oggi sede del Museo Filangieri. Questa residenza,
costruita con mura a bugnato tipicamente toscane, fu eretta per il ricco mercante
fiorentino Angelo Como (‘Cuomo’ in napoletano) e trasformata in monastero nel
1587. Il bugnato in molte sue varianti è visibile ancora oggi in altri palazzi eretti tra
fine Quattrocento e inizio Cinquecento, come la facciata di Palazzo San Severino
(oggi Chiesa del Gesù Nuovo) e il nobiliare Palazzo Gravina, oggi sede della Facoltà
di Architettura dell’Università di Napoli.
Fu però in epoca barocca, tra il XVII e il XVIII secolo, che la città trovò uno stile
adatto alla sua vena esuberante, capace di celebrare l’audacia, l’oro e l’eccesso. Il
barocco napoletano riflette un’epoca entusiasmante per la città, che nel Seicento,
sotto il dominio spagnolo, era diventata una delle più fiorenti città europee. La
crescita demografica e il fervore controriformistico alimentarono un vero e proprio
boom edilizio che vide sorgere palazzi altissimi e chiese spettacolari. Un gruppo di
architetti e artisti spavaldi e impetuosi, che ignorarono la tradizione e riscrissero le
regole della pratica artistica, era pronto ad abbellire i nuovi monumenti cittadini.
LA VITA TURBOLENTA DI COSIMO FANZAGO
Come molti protagonisti del barocco napoletano, Cosimo Fanzago (1591-
1678) non nacque a Napoli. Originario della località lombarda di Clusone,
Fanzago giunse nella città partenopea a 17 anni: qui il giovane scultore,
decoratore e architetto si fece ben presto conoscere per il suo modo
originale di lavorare il marmo. Purtroppo però divenne famoso anche per
altri motivi. Secondo alcuni documenti, Fanzago era incline a improvvisi
attacchi d’ira e scoppi di violenza: nel 1628 aggredì il muratore Nicola
Botti e due anni dopo, a quanto sembra, lo percosse fino a ucciderlo. Poi, il
suo apparente coinvolgimento nella rivolta di Masaniello del 1647 lo
costrinse a fuggire a Roma per una decina d’anni, così da evitare la
condanna a morte.
Il definitivo declino di Fanzago avvenne tuttavia a causa delle sue
famigerate abitudini sul lavoro: non rispettava le scadenze, ignorava le
richieste dei clienti e utilizzava le opere create per un determinato
committente per completare progetti destinati ad altri. I certosini di San
Martino si affidarono a lui per ristrutturare il loro monastero, situato su
un’altura, ma presto se ne pentirono e lo coinvolsero in una lunga e difficile
battaglia legale che ebbe serie conseguenze sulla sua salute e sulla sua
reputazione di artista. Quando morì, nel 1678, il più grande maestro del
barocco napoletano non lasciava un bel ricordo di sé.
Il tocco napoletano
Proprio come i napoletani, l’architettura barocca della città è eccessiva e
assolutamente originale. Spesso, infatti, gli architetti attivi a Napoli preferirono
ignorare le tendenze imperanti a Roma e nel Nord Italia. I pilastri, per esempio,
erano assai di moda nelle chiese romane di fine Seicento, ma a Napoli architetti
come Dionisio Lazzari (1617-89) e Giovanni Battista Nauclerio (1666-1739)
andarono controcorrente, riaffermando il valore delle colonne, più piccole ed
eleganti, e aprendo così la strada allo stile di Luigi Vanvitelli e al neoclassicismo che
conquistò l’Europa a metà del Settecento.
Nelle dimore napoletane, poi, in contrasto con la tradizione, il piano nobile
corrispondeva spesso al secondo piano invece che al primo; questa particolarità
favorì la creazione delle celebri porte-cochères (ingressi porticati per il transito delle
carrozze) tipiche di molti edifici cittadini.
Altrettanto grandiose erano le scalinate, che raggiunsero la perfezione con
l’architetto partenopeo Ferdinando Sanfelice (1678-1745), le cui creazioni a doppia
rampa per il Palazzo dello Spagnolo e Palazzo Sanfelice dimostrano la capacità di
trasformare scaloni di uso domestico in scenografiche opere d’arte.
Un altro protagonista del panorama architettonico napoletano fu Domenico Antonio
Vaccaro (1678-1745). Dopo un periodo di apprendistato come pittore presso
Francesco Solimena, si dedicò all’architettura progettando il rifacimento dei chiostri
della Basilica di Santa Chiara, la decorazione di tre cappelle della chiesa della
Certosa di San Martino e la costruzione dell’imponente Guglia di San Domenico in
Piazza San Domenico Maggiore. Con l’aiuto del padre Lorenzo (famoso scultore),
Vaccaro realizzò anche un monumento bronzeo dedicato a Filippo V di Spagna, che
sormontava la Guglia dell’Immacolata in Piazza del Gesù Nuovo. Purtroppo, l’opera
venne in seguito fatta rimuovere da Carlo III (re di Napoli come Carlo VII) e
sostituita con una Madonna molto meno controversa e tuttora in piedi.
Gioielli barocchi
Chiesa, Certosa e Museo di San Martino, Napoli

Farmacia Storica, Ospedale degli Incurabili, Napoli

Sacrestia, Basilica di San Paolo Maggiore, Napoli

Palazzo dello Spagnolo, Napoli


Il trionfo del marmo
Data la carenza di piazze monumentali in città (Piazza del Gesù Nuovo è una delle
poche), molti architetti barocchi preferirono trascurare gli esterni per investire più
tempo nella decorazione degli ambienti che la gente avrebbe effettivamente visto: gli
interni. La Chiesa di San Gregorio Armeno, per esempio, da fuori non lascia
nemmeno lontanamente sospettare l’opulenza interna.
Lo splendore degli interni caratterizza anche la chiesa della Certosa di San Martino, i
cui sontuosi intarsi marmorei costituiscono uno dei tratti distintivi del barocco
napoletano. A realizzarli fu Cosimo Fanzago (1591-1678), indiscusso maestro di
quest’arte. Illustre scultore, decoratore e architetto, lavorava la pietra nelle forme più
bizzarre, dando vita a opere fastose caratterizzate da cromatismi spettacolari, tra le
più interessanti espresse dal barocco in Italia. La chiesa della Certosa di San Martino
non fu il suo unico contributo; in precedenza l’artista aveva completato il Chiostro
Grande, aggiungendo al progetto iniziale di Giovanni Antonio Dosio le statue sopra
il portico, gli elaborati portali d’angolo e la balaustra bianca intorno al cimitero dei
monaci.
Fanzago portò l’arte dell’intarsio marmoreo a un nuovo livello di complessità e
raffinatezza, come dimostrano anche la Cappella di Sant’Antonio di Padova e la
Cappella Cacace, entrambe nel Complesso Monumentale di San Lorenzo Maggiore.
La seconda, in particolare, è considerata la massima espressione della sua abilità
scultorea. Anche i suoi altari influenzarono profondamente gli artisti dell’epoca.
Particolarmente significativo è l’altare maggiore della Chiesa di San Domenico
Maggiore, che ispirò le opere di altri scultori, come l’altare creato da Bartolomeo e
Pietro Ghetti nella Chiesa di San Pietro a Majella, l’altare di Bartolomeo Ghetti e dei
fratelli Giuseppe e Bartolomeo Gallo nella Chiesa del Gesù Nuovo e lo squisito coro
di Giuseppe Mozzetti nella Chiesa di Santa Maria del Carmine.
Un altro grande marmista fu Giuseppe Sanmartino (1720-93). La sua capacità di
trasformare la fredda pietra in toccanti figure apparentemente fatte di carne e ossa è
comprovata nella barocca Chiesa dei Girolamini, dove i due famosi angeli in marmo
bianco di Carrara colpiscono per la straordinaria morbidezza e fluidità dei riccioli e
delle vesti. Questa abilità d’infondere vita alle sue creazioni procurò a Sanmartino
stuoli di ammiratori, tra cui i monarchi borbonici e il principe alchimista Raimondo
Di Sangro. È proprio nella cappella di famiglia dei Di Sangro, la Cappella
Sansevero, che si può ammirare il magnifico Cristo velato, completato da
Sanmartino nel 1753. Considerato il culmine della sua maestria tecnica, è
probabilmente la più bella scultura del Settecento europeo. Persino il grande scultore
neoclassico Antonio Canova (1757-1822) arrivò ad affermare che avrebbe voluto
essere stato lui a realizzarla.
La fine di un’epoca
Canova avrebbe forse potuto esprimere lo stesso desiderio per la Reggia di Caserta.
Nota ufficialmente con il nome di Palazzo Reale di Caserta, questa grandiosa
residenza fu uno dei tanti complessi architettonici su vasta scala realizzati durante
l’epoca borbonica. Progettata dall’architetto tardo-barocco Luigi Vanvitelli (1700-
73), figlio del paesaggista olandese Gaspar van Wittel (1653-1736), era più grande
di Versailles e sarebbe passata alla storia come il canto del cigno del barocco
italiano.
In effetti, pur presentando molti elementi teatrali tipici di questo stile, come la
profusione di intarsi marmorei e le statue allegoriche collocate nelle nicchie murali,
questa struttura tardo-barocca riecheggiava uno stile classicheggiante più ispirato ai
modelli francesi e spagnoli del tempo che all’esuberanza e all’estro della vena
autoctona. I Borboni del resto consideravano la tendenza all’eccesso del barocco
napoletano plutôt vulgaire. E mentre iniziava a calare il sipario su questo stile, un
neoclassicismo più sobrio si profilava all’orizzonte.
La Napoli neoclassica
L’âge d’or dell’epoca neoclassica napoletana fu la seconda metà del XVIII secolo,
quando artisti e architetti di tutta Europa si riappropriarono di forme e temi
dell’antichità per fondare un ‘classicismo moderno’ e Napoli, sotto l’egida dei
Borboni, fu oggetto di un rinnovamento edilizio secondo i nuovi principi dell’epoca.
Nel 1751 l’architetto Ferdinando Fuga fu chiamato a Napoli da Carlo di Borbone,
che gli commissionò la realizzazione dell’imponente Real Albergo dei Poveri nel
quartiere di Sanità, vicino all’Orto Botanico: tipica opera illuminista nella
concezione, con l’intento utopico di poter ospitare tutti i poveri della città, ha una
severa facciata di ben 300 metri di lunghezza e uno stile sobrio che sembra avere
ormai archiviato i pur recenti fasti barocchi.
Risale invece all’epoca napoleonica, i primi anni del XIX secolo, il progetto del
grandioso ampliamento di Piazza del Plebiscito con la costruzione del colonnato che
vediamo ancora oggi; con la restaurazione borbonica l’opera fu portata a termine e al
centro del colonnato fu eretta la Chiesa di San Francesco da Paola, voluta da re
Ferdinando e ispirata al Pantheon di Roma.
Nel 1839 fu istituito un consiglio edilizio che doveva promuovere la ulteriore
diffusione dello stile neoclassico nella città di Napoli: a questi anni risalgono la
costruzione di Villa Floridiana (oggi sede museale) al Vomero e la risistemazione del
Teatro San Carlo, entrambi opera di un toscano, Antonio Niccolini: il Real Teatro fu
impreziosito con una nuova facciata neoclassica, decorata da colonne ioniche e
semi-timpano con un gruppo scultoreo in cima, secondo il gusto dell’epoca.

Il geografo, filosofo e storico greco Strabone (63 a.C.-24 d.C.) scrisse che il tratto di litorale da Capo
Miseno (nei Campi Flegrei) a Sorrento assomigliava a una sola città, tanto era pieno di ville eleganti e
di sobborghi che si estendevano fin dal centro di Napoli.
L’Unità d’Italia e il Novecento
Nella seconda metà del XIX secolo, dopo l’Unità d’Italia e soprattutto dopo la
grande epidemia di colera di Napoli del 1884, il governo cittadino promosse l’idea di
risanare i quartieri storici della città ormai degradati, abbattendo molti edifici per far
posto a nuove strade e nuovi palazzi e a una nuova visione urbanistica. Ampi viali e
nuovi palazzi presero il posto di vecchi edifici e reticoli di vicoli in precarie
condizioni igieniche. Risalgono a quest’epoca l’apertura di Corso Umberto I e la
costruzione dell’elegante Galleria Umberto I, con la sua cupola in vetro e ferro,
inaugurata nel 1890.
A cavallo tra Ottocento e Novecento anche Napoli conobbe l’influenza dell’art
nouveau che furoreggiava in quegli anni in tutta Europa, e la esplicitò soprattutto
nell’architettura: il Grand Hotel de Londres in Piazza Municipio, costruito tra il
1895 e il 1899 dall’architetto Giovan Battista Comencini, ne è il primo esempio,
anche se la facciata risente ancora di un più sobrio stile neorinascimentale. Elementi
più tipici di questo stile, come l’uso di stucchi e decorazioni floreali, vetro e ferro
battuto, torrette e pilastri, si ritrovano per esempio nei graziosi villini costruiti sulla
collina del Vomero, in buona parte progettati dal napoletano Adolfo Avena. Edifici
liberty si vedono oggi anche passeggiando nelle vie dello shopping di lusso del
centro storico, per esempio tra le vetrine eleganti di Via Filangeri e Via dei Mille:
qui spicca Palazzo Mannajuolo (progettato da Giulio Ulisse Arata), d’impostazione
quasi neobarocca. Altro testimone della grandeur liberty di inizio Novecento è
l’attuale Villa Maria (nel quartiere Chiaia), originariamente Grand Eden Hotel, nata
per ospitare le grandi personalità straniere in visita in città e caratterizzata da uno
stile eclettico. Tracce di gusto liberty si vedono ancora oggi nei negozi di cioccolato
GayOdin, oltre che negli arredi dello storico Caffè Gambrinus.
La città sotterranea

Cappelle misteriose, passaggi segreti, cripte dimenticate:


potrebbe essere il set di un film della saga di Indiana Jones,
ma in realtà tutto questo si nasconde sotto le strade rumorose
di Napoli. La Napoli sotterranea è una delle più affascinanti
realtà urbane sepolte: una distesa silenziosa e per lo più
inesplorata di imponenti cisterne, cunicoli, catacombe e
antiche rovine. Gli speleologi calcolano che circa il 60% dei
napoletani viva e lavori sopra questo labirinto che si dipana
nel sottosuolo.
Una storia tumultuosa
Dalla fine della seconda guerra mondiale sono state scoperte più o meno 700 cavità,
tra cui grotte risalenti al periodo greco, camere funerarie di epoca paleocristiana e
vie di fuga borboniche. Secondo gli esperti, tuttavia, questa è solo la punta
dell’iceberg: sottoterra resterebbero altri due milioni di metri quadrati da esplorare.
Gli appassionati di speleologia urbana molto probabilmente si affretteranno a
informarvi che il mondo sotterraneo di Napoli è uno dei più vasti e antichi del
pianeta. Certo, anche Parigi può vantare un certo numero di catacombe, ma nulla di
paragonabile ai 2500 anni di storia della città partenopea.
E che storia! Martiri e invasori stranieri sepolti, spiritelli che rubano le mogli e
trafficanti di droga. Il santo più famoso di Napoli, san Gennaro, fu interrato nel V
secolo nelle catacombe che poi hanno preso il suo nome. Circa 100 anni più tardi,
nel 536, il generale bizantino Belisario e le sue truppe colsero Napoli di sorpresa
passando attraverso le antiche gallerie dell’acquedotto. Secondo la leggenda,
Alfonso V d’Aragona (re di Napoli come Alfonso I) utilizzò il medesimo
stratagemma nel 1442, aggirando l’ostacolo delle mura tramite un passaggio
sotterraneo che sbucava nella bottega di un sarto, nel cuore della città.
Nel Settecento, invece, i Borboni fecero scavare una via di fuga sotto il Palazzo
Reale di Capodimonte. Un secolo dopo commissionarono un tunnel che collegasse il
Palazzo Reale, situato in centro, alle caserme di Chiaia, così da far giungere
rapidamente le truppe in caso di necessità e di assicurare una via di fuga alla
famiglia reale.
Persino la malavita ha trovato il modo di sfruttare il sottosuolo di Napoli: nel 1992 la
polizia fece irruzione in un laboratorio di stupefacenti del temuto clan di Raffaele
Stolder, provvisto di vie di fuga collegate direttamente alla casa del boss.
I migliori siti e tour sotto terra
Catacombe di San Gennaro

Napoli sotterranea

Catacombe di San Gaudioso

Complesso Monumentale di San Lorenzo Maggiore

Tunnel Borbonico
Da antico acquedotto a discarica sotterranea
I tunnel strategici e le catacombe sono elementi certamente importanti nel buio
sottosuolo di Napoli, ma la sua spina dorsale è costituita dall’antico acquedotto. Il
primo sistema di approvvigionamento idrico della città fu costruito dai coloni greci, i
quali fecero confluire l’acqua proveniente dalle pendici del Vesuvio in cisterne
scavate nello strato di tufo su cui sorge Napoli. A livello della strada furono poi
realizzati i pozzi che permettevano ai cittadini di approvvigionarsi.
I romani, per non essere da meno, costruirono un nuovo, sofisticato acquedotto,
lungo 70 km, che trasportava l’acqua dal fiume Serino, nei pressi di Avellino, fino a
Napoli, Pozzuoli e Bacoli, dove riempiva l’enorme Piscina Mirabilis.
Gli interventi successivi furono effettuati nel 1629, anno dell’apertura
dell’acquedotto del Carmignano, commissionato dagli spagnoli. Ampliato nel 1770,
questo smise di essere utilizzato intorno al 1880, quando le epidemie di colera
indussero le autorità a costruirne una versione pressurizzata, più moderna.
Ormai prosciugate, le antiche cisterne si trasformarono da mirabili opere
d’ingegneria in comode discariche per la spazzatura. Ma via via che i rifiuti
intasavano i pozzi, l’accesso al sottosuolo si fece sempre più difficile e nel giro di
poche generazioni la rete sotterranea che aveva rifornito la città fu dimenticata.
LA LEGGENDA DEL MUNACIELLO
Non sorprende che un sottosuolo antico, buio e misterioso come quello di
Napoli abbia alimentato alcune leggende metropolitane. La più nota e
amata è quella del munaciello (piccolo monaco), una sorta di gnomo
descritto a volte come dispettoso e altre come benefico. Si dice che questo
spiritello incappucciato vivesse nelle cantine, e nel XVIII e XIX secolo più
testimoni dichiararono di averlo visto. Alcuni ne parlavano come di una
creatura gentile, che recava doni e fortuna, altri come di un portatore di
guai, che s’intrufolava nelle case per spostare oggetti, rubare gioielli o
sedurre donne di casa solitarie.
Alcuni napoletani maledicono tuttora il famigerato gnomo ogni volta che
non trovano le chiavi della macchina, ma ormai è opinione comune che
questo personaggio insolente fosse in realtà un pozzaro, cioè un addetto alla
pulizia dell’acquedotto. Dovendo scendere ogni giorno nei pozzi, questi
operai erano piccoli di statura e si proteggevano dall’umidità e dal freddo
con un pesante mantello provvisto di cappuccio. Naturalmente, di tanto in
tanto risalivano in superficie per prendere una boccata d’aria fresca,
sbucando talvolta nelle case della gente. Per alcuni di essi, la tentazione di
frugare nei cassetti in cerca di preziosi era troppo forte. Per altri si trattava
di un modo per fare nuove conoscenze o tenere compagnia a qualche
casalinga trascurata. Quali che fossero le intenzioni dei pozzari, è chiaro
come è nata la leggenda del ‘piccolo monaco’.
La riscoperta nel periodo bellico
Furono gli ululati delle sirene antiaeree a riconciliare i due volti della città, quello
illuminato dal sole e quello avvolto dalle tenebre. La prospettiva di imminenti
attacchi alleati, infatti, indusse l’UMPA (l’Unione Militare Protezione Antiaerea del
regime fascista) a trasformare le antiche cisterne e i passaggi in rifugi sotterranei per
la popolazione civile. I cumuli di spazzatura furono compattati e coperti e gli antichi
cunicoli ampliati; inoltre si costruirono servizi igienici e scale. Mentre le bombe
devastavano la città in superficie, decine di migliaia di persone trovavano rifugio nel
buio e umido sottosuolo.
La paura, la frustrazione e la rabbia di coloro che si ripararono in quei rifugi
sopravvive nei graffiti che ancora ne ricoprono le pareti, dalle caricature di Hitler e
Mussolini a strazianti messaggi come ‘Mamma non piangere’. Per molti sfollati,
questi nascondigli sotterranei divennero abitazioni semipermanenti, dove intere
famiglie coabitavano dividendosi gli spazi con lenzuola appese e arredandoli con
qualche letto malandato. Ancora oggi restano tracce di questa precaria vita
domestica, che vanno da tratti di pareti piastrellate per la ‘cucina’ o la doccia ai
segni degli alimentatori elettrici.
Purtroppo, quando iniziò la ricostruzione, gli acquedotti furono nuovamente relegati
a discariche in cui si riprese a gettare di tutto, dalle macerie degli edifici distrutti
durante la guerra ai motorini e le automobili. Ancora una volta, lo storico labirinto e
i suoi segreti millenari sparirono dalla memoria collettiva della città.
FULVIO SALVI E LUCA CUTTITTA, SPELEOLOGI
Chiamato con vari soprannomi, tra cui ‘la città parallela’ e ‘la città al
negativo’, il mondo sotterraneo di Napoli viene definito dai due speleologi
locali Fulvio e Luca ‘la macchina del tempo’. Come spiega Fulvio, “basta
scendere di 30 o 40 metri per essere trasportati dal XXI secolo al 2000 a.C.
Alcuni segni lasciati dalle accette sul tufo, infatti, sono antecedenti alla
nascita di Cristo”.
Per Fulvio e Luca, la possibilità di fare continuamente nuove scoperte è
come una droga: “Possiamo scendere 30 volte nella stessa cisterna e trovare
ogni volta nuovi oggetti, come le lampade a olio usate dagli scavatori greci
e romani”.
Una delle loro scoperte più memorabili è avvenuta dopo che si sono
imbattuti casualmente in una scala dall’aspetto insolito, situata dietro a un
vecchio pollaio in un antico palazzo del quartiere di Arinella.
“Scesi la scala e passai attraverso un varco nel muro”, racconta Fulvio.
“Giunto in fondo, accesi la torcia e rimasi a bocca aperta alla vista di
colonne istoriate e pareti ricoperte di affreschi che rappresentavano le
antiche divinità egizie Iside, Osiride e Seth. Crediamo di aver scoperto una
parte della Secretorum Naturae Accademia, il laboratorio usato dallo
studioso, alchimista e drammaturgo Giambattista della Porta (1535-1615)
dopo che l’Inquisizione gli aveva ordinato di porre fine ai suoi
esperimenti”.
Le associazioni speleologiche come NUg (Napoli Underground Group)
rivestono un ruolo fondamentale nella salvaguardia del patrimonio
collettivo cittadino: “NUg conta tra i 10 e i 15 membri, ciascuno dei quali
svolge un compito ben preciso durante le nostre spedizioni, per esempio è
fotografo, regista o assistente medico. Siamo come una macchina ben oliata
che ha il compito di ricucire i piccoli strappi della storia cittadina. È un po’
come fare un puzzle: ogni nuovo tunnel o cisterna che troviamo è una
tessera. Il puzzle è troppo grande perché possiamo terminarlo da soli, ma
almeno avremo dato un contributo a importanti scoperte scientifiche,
storiche e archeologiche”.
L’intervento degli speleologi e i segreti riscoperti
Fortunatamente non tutto è perduto: appassionati speleologi professionisti e
volontari continuano a riscoprire e a rendere accessibili siti e segreti da tempo
dimenticati. Il loro impegno ha destato l’interesse della rivista National Geographic
e della BBC, che ne hanno documentato il lavoro con appositi servizi. Oggi lo
speleologo Luca Cuttitta gestisce l’affascinante Museo del Sottosuolo (cartina;
081 863 1581; info@tappetovolante.org, www.tappetovolante.org; Piazza Cavour
140; visita guidata con un attore, interi €10; nei weekend, oltre alle visite guidate, è
possibile assistere alla rappresentazione dell’Inferno di Dante Alighieri, interi/ridotti
€25/15; è consigliabile portarsi una torcia per scendere la scale; Piazza Cavour,
Museo), dedicato agli speleologi e ai tesori da loro scoperti. Nascosto in Piazza
Cavour, tra il centro storico e il rione Sanità, è costituito da una serie di cisterne
sotterranee restaurate che riportano in vita siti inaccessibili al pubblico, da un
santuario in onore di Priapo, dio greco-romano della fertilità, a un ipogeo (camera
sotterranea) di epoca ellenica decorato con tonalità rossastre. I preziosi detriti che un
tempo intasavano i pozzi ora sono esposti in mostra e spaziano da rare piastrelle di
maiolica a utensili domestici risalenti alla seconda guerra mondiale. Il museo è stato
fondato da Clemente Esposito, un veterano della speleologia affettuosamente
soprannominato ‘il papa del sottosuolo’ nei circoli speleologici locali.
Ancora più entusiasmanti sono i tour (www.ilmuseodelsottosuolo.it; visite guidate
interi/ridotti €35/25) speleologici organizzati dallo speleologo Luca Cuttitta, che
toccano angoli inesplorati e ignoti anche ai napoletani. Durante queste visite non è
raro fare scoperte sorprendenti, si tratti dell’ennesimo rifugio bellico sotterraneo, di
un’incisione paleocristiana o di un’urna greca ancora più antica. Per i tour, che si
svolgono durante i weekend e durano tre ore, è richiesto un numero minimo di sei
partecipanti.
Raggiungere il numero minimo non è un problema per le associazioni che
propongono tour sotterranei più turistici, come Napoli Sotterranea e Borbonica
Sotterranea. Mentre il tour Tunnel Borbonico organizzato da Borbonica Sotterranea
permette di visitare il tunnel borbonico che corre sotto il Monte Echia (sede del più
antico insediamento della città), Napoli Sotterranea conduce un flusso costante di
visitatori sotto il centro storico per ammirare i resti di un teatro romano frequentato
dall’imperatore Nerone e una cisterna riportata all’antico splendore e riempita di
acqua.
Per conoscere meglio il mondo sotterraneo di Napoli, visitate il sito
www.napoliunderground.org, ricco di informazioni.

Nel VI secolo i resti della Napoli greco-romana furono coperti da una vasta colata di fango. I lavori di
scavo per riportare alla luce il mercato romano situato sotto il Complesso Monumentale di San
Lorenzo Maggiore durarono 25 anni.
Tra delusioni e speranze
Eppure, nemmeno l’entusiasmo contagioso degli speleologi napoletani è sufficiente
a salvaguardare il sottosuolo della città. L’epoca d’oro degli anni ’90, che vide le
autorità comunali finanziare generosamente la ricerca speleologica, è ormai
tramontata, sommersa da intoppi burocratici e beghe politiche. Di conseguenza molti
siti preziosi scoperti dagli speleologi napoletani sono stati abbandonati a tempo
indeterminato, in mancanza di fondi adeguati a garantirne la tutela e il restauro.
Come lamenta Fulvio Salvi del NUg (Napoli Underground Group): “Il problema è
che Napoli è troppo ricca di tesori storici. Regna l’indifferenza perché sembra quasi
di essere ai grandi magazzini”.
Più positiva è stata la scoperta, da parte del NUg, di un lungo corridoio ad anello
sotto i Quartieri Spagnoli. L’associazione si era rivolta al Comune affinché
trasformasse questa costruzione, facente parte dell’antico quartiere di Largo
Baracche, in un centro civico, di cui si sentiva la necessità urgente, ma gli
amministratori hanno ignorato la richiesta. Destinato a essere occupato
abusivamente, il luogo è stato salvato da un gruppo di giovani e appassionati attivisti
chiamato SABU che, dopo averlo ripulito, nel 2005 ha aperto un laboratorio artistico
no profit con annessa galleria. I responsabili dello spazio sono Giuseppe Ruffo e
Pietro Tatafiore, entrambi con studi di archeologia alle spalle. Come spiega
Giuseppe, “la galleria è uno spazio aperto dove artisti emergenti possono esporre le
loro opere, e tra di essi vi sono anche giovani diplomati dell’Accademia di Belle Arti
di Napoli; purtroppo a Napoli mancano spazi simili”. Il luogo è conosciuto anche per
ospitare un murales permanente, realizzato dai due più famosi street artist cittadini,
cyop&kaf (www.cyopekaf.org). Per vederlo, dovrete farvi spegnere la luce: è l’unico
modo per ammirare la vernice fosforescente del graffito.
Guida pratica
INFORMAZIONI
Accessi a internet
Ambasciate e consolati
Assistenza sanitaria
Bancomat e carte di credito
Cartine
Cucina
Informazioni turistiche
Orari di apertura
Servizi igienici
Tessere sconto
Viaggiare in sicurezza
Viaggiatori con disabilità
Viaggiatori omosessuali
TRASPORTI
IL VIAGGIO
Aereo
Via mare
Via terra
TRASPORTI REGIONALI
Autobus
Automobile e motocicletta
Imbarcazioni
Treno
TRASPORTI URBANI
Autobus
Automobile e motocicletta
Bicicletta
Funicolare
Metropolitana
Taxi
Tram
Informazioni
Accessi a internet
Il wi-fi è disponibile in quasi tutte le sistemazioni, dagli ostelli ai B&B passando
per gli alberghi di lusso. Spesso l’accesso è gratuito, ma alcuni alberghi applicano
una piccola maggiorazione.
A seguito della diffusione del wi-fi, vi sono sempre meno internet bar rispetto al
passato. Tuttavia nei centri principali se ne possono trovare ancora alcuni, mentre
nelle cittadine più piccole e nei paesini sono del tutto assenti. L’accesso in genere
arriva a costare fino a un massimo di €5/6 l’ora.
Sappiate inoltre che ogni volta che si usa un internet bar si è obbligati per legge a
mostrare un documento di identità.
Alcuni hotel mettono a disposizione un computer.
In questa guida, soltanto gli alberghi che mettono a disposizione della clientela un
terminale per l’accesso a internet sono indicati dall’icona ( ); l’icona ( ) indica
qualsiasi esercizio dove sia disponibile la connessione wi-fi.
Ambasciate e consolati
Ambasciate e consolati svizzeri in Italia
Svizzera Ambasciata ( 06 809 571; fax 06 808 8510;
rom.vertretung@eda.admin.ch; www.ambasciatasvizzera.it; Via Barnaba Oriani 61,
00197 Roma);
Consolato onorario ( 335 831 5257; fax 081 578 5594; napoli@honrep.ch;
www.eda.admin.ch/roma; Via Consalvo Carelli 7, 80128 Napoli)
Assistenza sanitaria
In caso di emergenza chiamate il 118 per richiedere l’intervento di personale
specializzato in ambulanza o andate direttamente al pronto soccorso del più vicino
ospedale pubblico.
Il servizio di continuità assistenziale (ex guardia medica) garantisce l’assistenza
sanitaria di base (emergenze escluse, dunque) durante la notte (dalle 20 alle 8), nei
weekend e nei giorni festivi ed effettua visite a domicilio in caso di reale necessità.
Generalmente questo servizio è potenziato nei mesi estivi (guardia medica turistica,
che può prevedere il pagamento di un ticket).
Sul sito del Ministero della Salute (www.salute.gov.it), cliccando ‘la nostra salute’,
poi ‘Tu e il Servizio Sanitario Nazionale’, quindi ‘Servizi al cittadino e al paziente’,
si arriverà alla scheda relativa al servizio di continuità assistenziale, con relativa
descrizione e istruzioni per l’uso. Per la città di Napoli, le informazioni relative
all’assistenza sanitaria sono indicate sul sito www.inaples.it/ita/numeri.htm.
Bancomat e carte di credito
Generalmente le carte di credito e di debito sono accettate ovunque, ma è meglio
informarsi prima di trovarsi alla cassa (e prima di ordinare al ristorante), perché
questa opzione potrebbe non essere prevista in alcune pensioni, trattorie, pizzerie e
paninoteche (oltre che nei bar, dove si paga in contanti), oppure essere consentita
soltanto oltre un certo limite di spesa. Visa e MasterCard sono le carte più diffuse,
mentre American Express è accettata soltanto dalle catene alberghiere internazionali,
dalle boutique di lusso e dalla grande distribuzione (principali supermercati e
ipermercati). Alcuni accettano anche Diners Club e JCB.
I bancomat sono diffusi in modo capillare. Consigliamo ai viaggiatori che
provengono dall’estero, specialmente se al di fuori dell’Eurozona, di informarsi
presso il proprio istituto di credito in merito alle modalità di prelievo allo sportello
automatico con la carta di credito o di debito e di valutare l’utilizzo di travellers’
cheques (da incassare in banca, in posta o negli uffici di cambio) o carte prepagate.
Queste ultime possono essere utili anche per i viaggiatori italiani: in caso di furto,
infatti, l’unica somma perduta è quella caricata sulla carta, che non è collegata in
alcun modo al conto corrente. Se doveste perdere la vostra carta di credito, vi
venisse rubata o trattenuta da uno sportello bancomat, contattate uno dei seguenti
recapiti in Italia: AmEx ( 06 72 282, e poi tasto ‘0’), Diners Club ( 800 39 39
39), MasterCard ( 800 870 866) e Visa ( 800 819 014).
Cartine
Le cartine che troverete in questa guida, e quelle distribuite dagli uffici turistici, in
genere sono sufficienti per visitare le località principali. In ogni caso, troverete in
libreria mappe dettagliate per esigenze più specifiche.
Dedicate al capoluogo sono le carte dal titolo Napoli edite rispettivamente da
Multigraphic (in scala 1:16.000), Belletti e Globalmap Lac (entrambe 1:12.000), e
TCI (1:10.000) e De Agostini (1:9.000). Le altre località comprese in questa guida
sono comprese nelle mappe Golfo di Napoli pubblicata da Freytag & Berndt
(1:50.000), Penisola Sorrentina e Costiera Amalfitana edita da Belletti (stessa scala)
e Penisola Sorrentina disponibile nei cataloghi di Kompass (1:50.000) e Globalmap
(1:35.000).
Presso gli uffici turistici sono in distribuzione cartine con i percorsi escursionistici e
le passeggiate, ma se avete intenzione di dedicarvi seriamente all’escursionismo è
meglio che vi procuriate una cartina dettagliata della zona. Una delle migliori è la
carta dei sentieri Penisola Sorrentina (scala 1:25.000) edita dalla sezione di Napoli
del Club Alpino Italiano (CAI).
Per ulteriori informazioni su tutte le carte citate potete rivolgervi a: VEL – La
Libreria del Viaggiatore ( /fax 0342 21 89 52; vel@vel.it; www.vel.it; Via
Vittorio Veneto 9, 23100 Sondrio), oppure potete visitare una delle numerose librerie
italiane specializzate in cartine, guide e narrativa di viaggio. Ne segnaliamo alcune
situate nelle principali città italiane: Gulliver ( 045 800 7234;
info@gullivertravelbooks.it; www.gullivertravelbooks.it; Via Stella 16/b, 37121
Verona) Il Giramondo ( 011 473 2815; ilgiramondo@teletu.it;
www.ilgiramondo.it; Via G. Carena 3, 10144 Torino)
Libreria Editrice Odòs ( 0432 20 43 07; info@libreria-odos.it; www.libreria-
odos.it; Vicolo della Banca 6, 33100 Udine) Libreria Stella Alpina ( 055 41 16
88; info@stellaalpina.com; www.stellaalpina.com; libreria online con sede a
Firenze) Libreria Transalpina ( 040 66 22 97; libreria@transalpina.it;
www.transalpina.it; Via di Torre Bianca 27/a, 34122 Trieste) Luoghi&libri ( 02
5831 0713; info@luoghielibri.it; www.luoghielibri.it; Via Vettabbia 3, 20122
Milano) Pangea ( 049 876 4022; libreria@libreriapangea.com;
www.libreriapangea.com; Via S. Martino e Solferino 106, 35122 Padova)
NOTIZIE UTILI
Quotidiani I due principali quotidiani sono Il Mattino
(www.ilmattino.it) e il Corriere del Mezzogiorno
(www.corrieredelmezzogiorno.it), l’edizione locale del Corriere della Sera
che focalizza l’attenzione su notizie relative a Campania, Puglia e Sicilia;
entrambi hanno sede a Napoli. Anche il quotidiano nazionale La
Repubblica ha una sezione locale (napoli.repubblica.it).
Radio Radio Kiss Kiss è un’emittente radiofonica nazionale italiana con
sede centrale a Napoli (www.kisskiss.it).
Cucina
Nelle recensioni dei ristoranti di questa guida, il termine ‘pasti’ si riferisce al costo
medio di due portate e un bicchiere di vino. Le recensioni sono elencate in base alle
tre categorie di prezzi indicate di seguito: € meno di €20
€€ medio €25-45
€€€ più di €45
Per maggiori informazioni sulla cucina di Napoli e della Campania.
Informazioni turistiche
Il tipo di approccio del personale degli uffici turistici alle esigenze dei viaggiatori
varia enormemente. In alcuni casi gli impiegati sono entusiasti e disponibili, in altri
del tutto indifferenti. Nella maggior parte degli uffici, comunque, si trova in
distribuzione una vasta gamma di opuscoli, cartine e dépliant.
Uffici turistici provinciali e locali
I seguenti uffici turistici sono tutti aperti al pubblico e di solito sono contattabili
anche telefonicamente e via mail. In genere è possibile ottenere cartine delle città,
elenchi degli alberghi e informazioni sui principali siti di interesse. Gli uffici
principali solitamente sono aperti da lunedì a venerdì e alcuni sono aperti anche nei
fine settimana, soprattutto nelle aree urbane o nella stagione estiva. I chioschi di
informazioni (per esempio quelli che si trovano presso le stazioni ferroviarie e negli
aeroporti) talvolta osservano orari leggermente diversi.
L’Ente Provinciale per il Turismo (EPT; 081 410 72 11;
informazionituristiche@eptnapoli.info; www.eptnapoli.info; Piazza dei Martiri 58;
9-15.30 lun-ven) si trova nel quartiere napoletano di Chiaia. Il suo sito web è però
molto utile per reperire informazioni su eventi, itinerari, trasporti, uffici turistici
locali e molto altro.
L’EPT gestisce i seguenti uffici in città:
Ufficio Informazioni aeroporto ( 081 789 6734, 9-19, festivi inclusi) Nell’area
arrivi dello scalo di Capodichino.
Ufficio Informazioni stazione ferroviaria (cartina; 081 26 87 79; 9-19, festivi
inclusi; Garibaldi) All’interno della Stazione Centrale.
L’Azienda Autonoma di Cura, Soggiorno e Turismo di Napoli (AACST;
www.inaples.it), il cui sito fornisce in diverse lingue informazioni di carattere
culturale e pratico sul capoluogo campano, ha invece seguenti punti informativi in
città:
Ufficio Informazioni centro storico (cartina; 081 551 2701; Piazza del Gesù
Nuovo 7; 9-17 lun-sab, fino alle 13 dom; Dante)
Ufficio Informazioni Galleria Umberto I (cartina; 081 40 23 94; Via San Carlo
9; 9-17 lun-sab, fino alle 13 dom; R2 fino a Via San Carlo, Municipio o
Toledo) Proprio di fronte al Teatro San Carlo.
Orari di apertura
Gli orari di apertura delle singole attività commerciali in questa guida sono
specificati soltanto quando differiscono in modo significativo dagli orari standard
indicati di seguito:
Banche 8.30-13.30 e 14.45-15.45 o 16.15 lun-ven
Caffè e bar 7.30-20 o più tardi
Locali notturni 23-5
Negozi 9-13 e 15.30-19.30 (o 16-20) lun-sab; talvolta chiusi lun mattina e aperti
dom
Ristoranti 12-15 e 19.30-23 o 24
Uffici postali 8-18 lun-ven, 8.30-13 sab; le succursali minori chiudono alle 13.30
nei giorni feriali
Gli orari di apertura di musei, gallerie e siti archeologici variano notevolmente.
Molti musei sono chiusi il lunedì o più raramente il martedì o il mercoledì. Le
biglietterie chiudono generalmente un’ora prima rispetto all’orario indicato.
Le cucine dei ristoranti spesso chiudono un’ora prima dell’orario di chiusura del
locale. Per la maggior parte c’è almeno un giorno di chiusura a settimana e molti
ristoranti chiudono per ferie in agosto, mentre quelli delle località di villeggiatura
costiere di solito restano chiusi in bassa stagione, tra novembre e Pasqua.
Nei centri più grandi, i supermercati sono spesso aperti all’ora di pranzo e di
domenica.
Servizi igienici
I bagni pubblici sono rari a Napoli.
I bar e i caffè di solito hanno una toilette, anche se forse dovrete consumare
qualcosa per poterli utilizzare. Troverete bagni pubblici anche nei musei e nelle
stazioni ferroviarie e degli autobus.
In alcuni casi gli inservienti si aspettano una piccola mancia; di solito €0,50 vanno
più che bene.
A Pompei ed Ercolano vi sono toilette pubbliche.

Al momento in cui stavamo per andare in stampa in Campania era in


atto la riorganizzazione del sistema di promozione turistica, che prevedeva
la progressiva sostituzione delle Aziende Autonome di Cura, Soggiorno e
Turismo con Agenzie Regionali per la Promozione del Turismo. Di
conseguenza orari e indirizzi delle sedi riportate in questa guida potrebbero
subire variazioni.
Tessere sconto
L’ingresso a musei, monumenti, gallerie e aree archeologiche dello Stato
(www.beniculturali.it, al link ‘Luoghi della Cultura’) è gratuito per tutti i cittadini
appartenenti all’Unione Europea di età inferiore a 18 anni e per alcune categorie (per
esempio, gli insegnanti). Inoltre, l’ingresso è gratuito in archivi e biblioteche statali
per tutti i cittadini (senza distinzione di età). Il biglietto è ridotto del 50% ai cittadini
dell’Unione Europea di età compresa tra i 18 e i 25 anni e ai docenti delle scuole
statali con incarico a tempo indeterminato. Le medesime agevolazioni si applicano ai
cittadini di paesi non comunitari ‘a condizione di reciprocità’. L’ingresso è gratuito
per tutti ogni prima domenica del mese. Due volte all’anno i musei effettuano
un’apertura notturna con biglietto d’ingresso unico a €1. Per sapere quali sono i
luoghi a gestione statale (e distinguerli dai musei civici o dalle gallerie private)
collegatevi al sito www.beniculturali.it, cliccate su ‘Luoghi della Cultura’ nel menu
a sinistra e infine su ‘Ricerca’.
Campania artecard ( 800 60 06 01; www.campaniartecard.it; interi/ridotti €21/12
per area di Napoli; €34 per tutta la regione) Consente di viaggiare gratuitamente sui
mezzi pubblici dell’area urbana di Napoli e di entrare gratis o a tariffa ridotta in
numerosi musei e siti archeologici. Per maggiori dettagli, v. la sezione Religione e
superstizione.
Camping Card International (CCI; www.campingcard international.com)
Utilizzata nei campeggi al posto del normale documento d’identità, offre una
copertura assicurativa per eventuali danni causati a terzi. Molti campeggi offrono un
piccolo sconto ai titolari di tale tessera, che viene rilasciata dalle associazioni
automobilistiche, dalle federazioni di campeggi e talvolta dai campeggi stessi. In
Italia, potete rivolgervi per informazioni alla Confederazione Italiana
Campeggiatori ( 055 88 23 91; fax 055 882 5918; segreteria@federcampeggio.it;
www.federcampeggio.it; Via Vittorio Emanuele 11, 50041 Calenzano). L’iscrizione
alla confederazione costa €40 e dà diritto al rilascio della CCI, che copre l’intero
nucleo familiare. La tessera ha la validità di un anno solare, cioè scade il 31
dicembre dell’anno di emissione. I cittadini svizzeri troveranno tutte le informazioni
relative alle organizzazioni che rilasciano le tessere dei campeggi collegandosi al
sito www.campingcardinternational.com/kontakt/.
Hostelling International (www.hihostels.com) Potrete procurarvi la tessera degli
ostelli (AIG, che equivale alla HI), che ha un costo di €2 (tessera individuale valida
solo in Italia) o di €10 (tessera valida anche all’estero) e una validità di un anno dalla
data di emissione. È rilasciata dagli ostelli dell’associazione e da numerose
organizzazioni e agenzie specializzate in turismo giovanile. Per informazioni potete
rivolgervi all’AIG – Associazione Italiana Alberghi per la Gioventù ( 06 487
1152; fax 06 488 0492; tesseramento@aighostels.it, sedenazionale@aighostels.it;
www.aighostels.it; Via Nicotera 1, entrata Via Settembrini 4, 00195 Roma). In
Svizzera la tessera viene rilasciata dalla Swiss Youth Hostels
(www.youthhostel.ch).al costo di Sfr33/22 (adulti/ragazzi).
International Student Identity Card (ISIC; www.isic.it) Documento
identificativo con la foto del titolare, che dà diritto a sconti su molti mezzi di
trasporto e a riduzioni sui biglietti d’ingresso a musei e siti turistici. Potete
procurarvi la carta ISIC presso le sedi del CTS (Centro Turistico Studentesco e
Giovanile; call center 06 4411 1120, attivo 9-13 e 14-18 lun-ven;
http://associazione.cts.it; www.cts.it); costa €10 e vale fino al 31 dicembre dell’anno
di emissione. L’iscrizione al centro costa €25 e consente di fruire di vari servizi (tra
cui l’organizzazione di viaggi con sconti particolari). Per i cittadini svizzeri la
tessera ISIC ha un costo di Sfr22. Maggiori informazioni sono presenti sul sito
www.isic.ch.
Carta Giovani (www.cartagiovani.it) Può essere richiesta da coloro che hanno tra
i 14 e i 30 anni non compiuti, dà diritto agli stessi vantaggi garantiti dalla ISIC ed è
l’equivalente italiana della European Youth Card (www.eyca.org). Valida in Italia
e in altri 40 paesi in Europa, costa €10 ed è valida per un anno solare. Permette di
usufruire di sconti e agevolazioni nella fruizione di servizi nei settori della cultura,
dello sport e del tempo libero. In Italia è acquistabile online
(www.cartagiovani.it/iscriviti-online) o presso le sedi CTS (v. contatti per
l’International Student Identity Card nel paragrafo precedente), che la rilasciano
gratuitamente in caso di iscrizione al Centro. I cittadini svizzeri potranno procurarsi
la Schweizer Jugendkarte al costo di Sfr25 rivolgendosi alla Young Swiss
(www.youngswiss.ch).
Carta IoStudio – La Carta dello Studente (http://iostudio.pubblica.istruzione.it)
Distribuita gratuitamente dalle segreterie scolastiche a tutti gli studenti delle scuole
superiori e valida fino al completamento dell’iter scolastico, consente di usufruire di
una serie di agevolazioni che riguardano, fra gli altri, anche i settori dei trasporti
(treno, aereo, nave, autobus turistici), del pernottamento (ostelli e alberghi) e del
patrimonio culturale (musei, monumenti, siti UNESCO e FAI) e ambientale (oasi
ecologiche e parchi acquatici). Per scoprire la gamma completa delle offerte,
collegatevi al sito.
Viaggiare in sicurezza
Napoli ha la fama (spesso esagerata) di città poco sicura. Come in tutte le grandi
città, il buon senso di solito mette al riparo dai guai. Ecco alcuni suggerimenti:
I borseggiatori agiscono prevalentemente sui mezzi pubblici stipati e in mezzo
alla folla. Evitate di tenere denaro, carte di credito e oggetti preziosi in tasche facili
da raggiungere.
Non lasciate mai borse e valigie incustodite, neanche in treno: alcuni ladri salgono
sui treni prossimi alla partenza in cerca di bagagli da rubare. Quando siete seduti al
bar, fate passare una gamba attraverso la tracolla della borsa.
Diffidate degli estranei che cercano di attirare la vostra attenzione, soprattutto
nelle stazioni ferroviarie e nei porti.
Portate borse e macchine fotografiche a tracolla, sul lato opposto alla strada, per
evitare gli scippatori che si spostano in scooter.
Tenete gli occhi bene aperti soprattutto di notte.
Nei siti archeologici, guardatevi dai truffatori che fingono di essere guide ufficiali.
Raggiri
Evitate di acquistare telefoni cellulari o altri prodotti elettronici dai venditori
ambulanti di Piazza Garibaldi e da quelli dei mercati rionali: potrebbe capitarvi di
scoprire che avete comprato una scatola con dentro un mattone! Alla Stazione
Centrale di Napoli, ignorate i conducenti di taxi abusivi e usate solo i taxi ufficiali,
di colore bianco e con tassametro funzionante.
Sulla strada
Il furto d’auto rappresenta un problema grave a Napoli, perciò è consigliabile
lasciarla in un parcheggio custodito. Posteggiando la macchina lungo la strada,
capita spesso di essere avvicinati da qualche parcheggiatore abusivo che chiede
soldi. Ovviamente non sarete obbligati a darglieli, ma se vi rifiuterete, al ritorno
potreste ritrovarvi l’auto danneggiata in qualche modo. In caso di furto o
smarrimento, denunciate sempre l’accaduto alla polizia entro 24 ore e richiedete
copia del verbale, perché la vostra compagnia assicurativa non vi riconoscerà alcun
risarcimento senza un documento scritto che attesti l’avvenuta denuncia. I numeri
telefonici di emergenza sono elencati nella sezione Numeri utili.
Traffico
Ci vuole tempo per abituarsi al traffico napoletano. Gli automobilisti non amano
fermarsi per lasciar passare i pedoni, nemmeno sulle strisce pedonali, anzi: sarà più
probabile che facciano una sterzata per evitarvi. I napoletani scendono
semplicemente dal marciapiede e attraversano la strada con determinazione,
schivando le automobili. Questo metodo sembra funzionare, ma se vi sentiste incerti
aspettate che qualche napoletano attraversi e fatelo anche voi. In molte città, strade
che sembrano a senso unico hanno corsie riservate agli autobus che viaggiano nella
direzione opposta: guardate sempre da entrambi i lati prima di attraversare.
Viaggiatori con disabilità
La Campania non è una destinazione facile per i viaggiatori disabili. Le strade
acciottolate, il traffico caotico, i marciapiedi occupati dalle auto e gli ascensori
minuscoli complicano la vita a chi è costretto su una sedia a rotelle e a chi ha ridotte
capacità visive o uditive. La pavimentazione irregolare dei siti archeologici come
Pompei, inoltre, mette praticamente fuori uso le sedie a rotelle, e i ripidi saliscendi di
molte cittadine della Costiera Amalfitana costituiscono un serio ostacolo. Tuttavia,
alcuni autobus urbani, tra cui l’R2 e l’R3 di Napoli, sono provvisti di rampe
d’accesso e di spazio per ospitare una sedia a rotelle.
Parcheggi In molti posti ci sono parcheggi riservati ai disabili, ma spesso sono
occupati da chi non ne ha diritto. Il contrassegno disabili emesso in Italia o in un
altro stato membro dell’Unione Europea concede al titolare in visita gli stessi
privilegi riservati ai residenti in tutti i paesi dell’Unione. Per maggiori informazioni
in Italia visitate il sito dell’ACI (www.aci.it/i-servizi/per-la-mobilita/aci-per-il-
sociale/contrassegno-disabili.html). Scorrete la pagina e cercate il link ‘Il
contrassegno europeo per disabili’ e a seguire ‘Contrassegno europeo di parcheggio
per disabili: come, quando e dove usarlo in 29 paesi’. Si tratta di un pratico PDF che
vi fornirà informazioni utili per i vostri viaggi in diversi paesi, fra i quali l’Italia. Per
gli svizzeri il sito di riferimento è www4.ti.ch/di/sc/conducenti/disabili/utilizzo-del-
contrassegno-di-parcheggio/.
Viaggi aerei Per la legge europea, gli aeroporti sono obbligati a fornire assistenza
ai passeggeri disabili, per cui, se ne avrete bisogno durante il viaggio o al vostro
arrivo a Napoli, fatelo presente alla compagnia aerea al momento della prenotazione,
di modo che l’aeroporto ne venga informato.
Viaggi in treno Se necessitate di assistenza per viaggi in treno, le ferrovie italiane
offrono servizi e facilitazioni per i viaggiatori disabili da molte delle principali città
italiane. Per prenotazioni e informazioni rivolgetevi al Call Center Trenitalia (
199 89 20 21 – opzione 7: Assistenza Persone a Mobilità Ridotta; attivo tutti i giorni
7-21) oppure al Numero Unico Nazionale Assistenza Persone a Mobilità
Ridotta ( 199 30 30 60; attivo tutti i giorni 7-21), che provvederà a contattare il
distretto di competenza. Per altre informazioni, v. il sito www.trenitalia.com,
seguendo il percorso ‘Informazioni’/’Assistenza e contatti’/‘Per le persone a
mobilità ridotta’. Chi viaggia con i convogli Italo (www.italotreno.it) troverà le
indicazioni al link ‘Assistenza’, scaricando ‘Guida al viaggiatore’. I cittadini svizzeri
troveranno informazioni utili all’organizzazione del viaggio in treno collegandosi a
www.ffs.ch/stazione-servizi/viaggiatori-disabili.html.
Di seguito forniamo un elenco di associazioni e siti utili per organizzare al meglio
una vacanza a Napoli e sulla Costiera Amalfitana. Anche se le seguenti associazioni
non avessero in programma viaggi verso questa zona, disporranno forse di materiali
dedicati specificamente ai viaggi (come testi utili quali le guide agli accessi) o
potranno mettervi in contatto con le agenzie specializzate in viaggi per disabili:
Centro Documentazione Handicap (www.accaparlante.it) Gestisce un centro di
documentazione sui temi dell’handicap Disabili.com (www.disabili.com) La prima
testata italiana online interamente dedicata alla disabilità Easy Hotel Planet
(www.easyhotelplanet.com) Servizi turistici accessibili Mondo possibile
(www.accessibleurope.com) Turismo accessibile per disabili NoLimit
(www.nolimit.it) Informazioni turistiche e altro
Turismo accessibile (www.turismoaccessibile.it) Fornisce l’elenco di musei,
ristoranti, alberghi, lidi balneari e trasporti pubblici della Campania accessibili alle
persone con disabilità Procap (www.procap.ch) Dove i viaggiatori svizzeri
troveranno moltissime informazioni utili
Viaggiatori omosessuali
Per informazioni utili e notizie su eventi e manifestazioni contattate le associazioni
Arcigay Napoli ‘Antinoo’ (www.arcigaynapoli.org; Vico San Geronimo, 17,
Napoli) e ArciGay Salerno ‘Marcella di Folco’ (www.arcigaysalerno.it; Piazza
Vittorio Veneto 2, Salerno). L’elenco delle sedi sul territorio nazionale si trova sui
siti delle associazioni ArciGay (www.arcigay.it) e Arcilesbica (www.arcilesbica.it).
Prima di partire, potete consultare il sito del tour operator specializzato Quiiky
(www.quiiky.com) e il portale Gay.ch (www.gay.ch), oltre al già menzionato Gay.it
(www.gay.it).
Segnaliamo di seguito altri siti utili: Criminal Candy (www.criminalcandy.com)
Organizza feste gay in discoteca a Napoli.
Freelovers (www.freelovers.it) Un’organizzazione con sede a Napoli, che propone
serate GLBT nei club della città.
Pride (www.prideonline.it) Un mensile di arte, musica, politica e cultura gay a
tiratura nazionale.
Trasporti
IL VIAGGIO
La maggior parte dei viaggiatori si serve del proprio veicolo ( automobile,
motocicletta o camper) per raggiungere e visitare Napoli, Pompei e la Costiera
Amalfitana, ma chi preferisce altri mezzi di trasporto può scegliere tra diverse
opzioni, illustrate più nel dettaglio nel corso di questo capitolo. L’Aeroporto
Internazionale di Napoli Capodichino è collegato a numerose destinazioni nazionali
e internazionali, vi sono compagnie di autobus a lunga percorrenza che effettuano
corse per/da altre regioni, la rete ferroviaria consente di arrivare a destinazione con
collegamenti frequenti e la città ha un importante porto, utilizzato da navi da
crociera internazionali e traghetti per il trasporto di automobili e passeggeri diretti
verso località di tutto il Mediterraneo.
CAMBIAMENTI CLIMATICI E VIAGGI AEREI
Qualsiasi mezzo di trasporto che funzioni con carburanti tradizionali
produce anidride carbonica, la causa principale dei cambiamenti climatici
indotti dall’uomo. Oggi i viaggi richiedono normalmente trasferimenti in
aereo, un mezzo che usa sì, per chilometro percorso per persona, meno
carburante rispetto alla maggior parte delle auto, ma percorre distanze più
lunghe e rilascia i gas responsabili dell’effetto serra nelle parti alte
dell’atmosfera.
Molti siti web mettono a disposizione i ‘carbon calculators’ (misuratori di
anidride carbonica), che consentono ai viaggiatori di calcolare le emissioni
di anidride carbonica di cui sono responsabili viaggiando e, per chi lo
desideri, la somma di denaro necessaria per compensare l’impatto di tali
emissioni attraverso un contributo a iniziative in favore dell’ambiente in
tutto il mondo. Lonely Planet provvede alla compensazione di tutti i viaggi
effettuati dal suo staff e dagli autori.
Aereo
Aeroporti
L’Aeroporto di Napoli Capodichino (codice IATA aeroportuale NAP; assistenza
passeggeri 848 888 777 da telefono fisso, 081 789 6767 da telefono cellulare o
dall’estero, centralino 081 789 6111, 8-16, lun-ven; www.aeroportodinapoli.it) è
situato a circa 7 km dal centro di Napoli ed è il principale scalo dell’Italia
meridionale. Collega Napoli con la maggior parte delle città italiane e con importanti
città estere.
Voli diretti di linea e low cost L’Aeroporto di Napoli Capodichino è facilmente
raggiungibile da diversi aeroporti italiani. Attualmente su Napoli operano
collegamenti diretti Meridiana (www.meridiana.it) da Cagliari, Catania, Milano,
Olbia, Torino e Verona; Alitalia (www.alitalia.it) da Catania, Milano Linate,
Palermo, Roma Fiumicino, Torino e Trieste; easyjet (www.easyjet.com) da Catania,
Milano Malpensa, Olbia e Venezia; e Volotea (www.volotea.com) da Cagliari,
Genova, Olbia, Palermo, Trieste e Verona. Napoli è raggiungibile anche da Zurigo
grazie ai collegamenti diretti Swiss (www.swiss.com). Poiché, in funzione di diversi
fattori (per esempio la stagionalità), i voli diretti vengono spesso attivati con breve
anticipo, vi consigliamo vivamente di consultare le compagnie aeree o le agenzie di
viaggi per informazioni aggiornate.
Tariffe Le tariffe possono variare a seconda della compagnia scelta e sono
generalmente legate a determinati criteri di prenotazione. In generale, i biglietti più
scontati prevedono tempi di prenotazione piuttosto anticipati e non permettono alcun
tipo di rimborso in caso di non utilizzo del biglietto. Inoltre, con tutte le compagnie è
possibile acquistare a prezzi scontati anche il solo viaggio di andata o di ritorno. Per
fare un esempio, attualmente la tariffa Alitalia da Milano a Napoli parte da €17 per
un biglietto di andata e ritorno con validità minima della notte tra sabato e domenica
(la cosidetta ‘Sunday rule’)/massima di un anno per arrivare, all’estremo opposto, a
€416 per un biglietto di sola andata a tariffa piena modificabile o rimborsabile in
caso di non utilizzo. Per partenze dall’altro capo della penisola, la tariffa Volotea
parte da €6 per un biglietto di andata e ritorno da Palermo non
modificabile/rimborsabile, mentre il costo della tariffa piena è di €375 a tratta. La
disparità tra la tariffa più economica e quella più alta è evidente: visto che in ogni
caso il posto occupato sull’aereo è esattamente lo stesso, è chiaro che conviene
prenotare il prima possibile per poter usufruire di tariffe vantaggiose, tenendo
comunque presente il rischio di un eventuale cambio data o cancellazione. Di
recente, Alitalia ha introdotto la tariffa ‘light’ (o ‘mini’) che consente di viaggiare a
prezzi molto vantaggiosi rispetto alla tariffa base, ad alcune condizioni: si viaggia
con il solo bagaglio a mano (quello in stiva è a pagamento), il check-in si fa
esclusivamente online sul sito, attraverso le app o nelle postazioni fast check degli
aeroporti, l’assegnazione del posto avviene automaticamente e il biglietto non è
modificabile né rimborsabile.
Informazioni Per cercare la disponibilità di tariffe aeree convenienti consultate i
siti delle compagnie aeree sia tradizionali sia low cost, oppure la vostra agenzia di
viaggi di fiducia, o ancora uno dei numerosi motori di ricerca, fra i quali:
www.edreams.it, www.expedia.it, www.kayak.it, www.opodo.it, www.skyscanner.it,
www.it.lastminute.com, www.whichbudget.com/it/.
Compagnie aeree
Alitalia (codice IATA AZ; numero unico per prenotazioni e informazioni in Italia
89 20 10, dall’estero 06 65649; www.alitalia.it) È la principale compagnia aerea
italiana.
easyJet (codice IATA U2; 199 20 18 40; www.easyjet.com)
Meridiana (codice IATA IG; 89 29 28; www.meridiana.it)

Altre compagnie che effettuano voli su Napoli sono:


Air Berlin ( 199 40 07 37; www.airberlin.com)
Air France ( 02 3859 1272; www.airfrance.it)
Blue Air ( 06 4877 1355, 8958 95 11 44; www.blueairweb.com)
Lufthansa ( 199 40 00 44; www.lufthansa.com)
Swiss (call center in Svizzera 848 700 700; www.swiss.com)
Transavia ( 899 00 99 01; www.transavia.com)
Tunisair Express ( 06 42 11 31, 091 768 2050, 091 611 1845; www.tunisair.com)
Turkish Airlines ( +90 85 03 33 08 49, +90 212 444 0849;
www.turkishairlines.com)
Volotea ( 895 895 4404; www.volotea.com)
Vueling ( 8958 953 333; 199 206 621; www.vueling.com)
WizzAir ( 895 895 4416; www.wizzair.com)

PER /DALL’AEROPORTO
La navetta Alibus ( 800 639 525, 081 763 1111; www.anm.it) per/dall’aeroporto
(biglietto a terra/a bordo €3/4, 45 min, ogni 20-35 min) collega Capodichino con
Piazza Garibaldi (Stazione Centrale) e Piazza Municipio (Molo Beverello, il
principale terminal di aliscafi e traghetti) dalle 6.30 alle 23.40.
Le tariffe predeterminate dei taxi per l’aeroporto (da richiedere prima della
partenza in alternativa alla tariffa a tassametro) sono le seguenti: €24 dagli alberghi
sul Lungomare, €23 dal terminal degli aliscafi di Mergellina, €19 da Piazza
Municipio (Molo Beverello) e €16 dalla Stazione Centrale.
Curreri ( 081 801 54 20, 081 801 6376; www.curreriviaggi.it) effettua diverse
corse al giorno tra l’aeroporto e Sorrento; il viaggio dura 75 min e i biglietti
(acquistabili a bordo) costano €10.
LE COSE CAMBIANO...
Tariffe, orari e offerte speciali cambiano con una certa frequenza; le
informazioni fornite in questo capitolo vanno quindi prese come indicazioni
di massima da verificare con un’accurata ricerca personale presso gli uffici
delle compagnie di trasporto o affidandosi a un’agenzia di viaggi di fiducia.
Via mare
In inverno i collegamenti sono molto ridotti e le avverse condizioni del mare
possono far cancellare le partenze. Di seguito elenchiamo le compagnie che
gestiscono i collegamenti indicati nella tabella ‘Traghetti per/da Sicilia e Sardegna’,
le cui tariffe, salvo diversa indicazione, si intendono per biglietti singoli di sola
andata, in alta stagione e sul ponte.
GNV - Grandi Navi Veloci ( 010 209 4591; www.gnv.it)
Siremar (cartina; 081 497 29 99; www.siremar.it) SNAV (cartina; 081 428 55
55; www.snav.it) Tirrenia (cartina; 892 123; www.tirrenia.it)
TRAGHETTI PER/DA SICILIA E SARDEGNA
Via terra
Autobus Gli autobus sono i mezzi più economici per muoversi, ma le corse sono
meno frequenti, meno confortevoli e notevolmente più lente del treno. Le autolinee
indicate di seguito collegano Napoli con altre regioni della penisola. Rimandiamo ai
siti web delle compagnie per informazioni dettagliate sulle località comprese tra i
capolinea delle tratte, su orari e acquisto dei biglietti.
CLP ( 081-3177111; www.clpbus.it) Collega Napoli con Campobasso e Foggia.
Eurolines Italia ( 0861 55 48 89, 0861 55 40 14, 0861 199 1900; info@baltour.it;
www.eurolines.it) Collega Napoli con l’Abruzzo e con le principali città del Nord e
Centro Italia.
Marino ( 080 311 23 35; www.marinobus.it) Gestisce collegamenti capillari tra
Napoli e numerose città del del Centro e del Nord Italia.
Miccolis ( 081 563 03 20; www.miccolis-spa.it) Collega più volte al giorno Napoli
con Matera, Taranto, Brindisi e Lecce.
SAIS ( 091 617 1141 Palermo, 090 601 2136 Messina; www.saistrasporti.it)
Gestisce servizi a lunga percorrenza da Napoli con diverse città della Sicilia.

Automobile e motocicletta La fitta rete di autostrade, strade statali,


regionali, provinciali e comunali vi permetterà di giungere a destinazione facilmente.
Napoli dista da Milano circa 780 km, approssimativamente 7 h di viaggio, e da
Reggio Calabria sono circa 500 km, più o meno 5 h.
Autostrade A1 Milano–Napoli (Autostrada del Sole), A3 Napoli–Salerno / Salerno–
Reggio Calabria, A16 Napoli–Canosa, A30 Caserta–Salerno.
Strade statali La SS145 Sorrentina collega l’A3 Napoli–Reggio Calabria con la
Penisola Sorrentina. La SS163 Amalfitana collega le località della Costiera
Amalfitana; piuttosto stretta e tortuosa, ha una sola corsia per senso di marcia ed è
costantemente trafficata da veicoli, ciclisti, pedoni e podisti; calcolate lunghi tempi
di spostamento e armatevi di santa pazienza, soprattutto nei periodi di grande
affluenza turistica. Indichiamo di seguito utili strumenti per l’organizzazione del
viaggio e fonti di informazioni sulla viabilità.
ACI – Automobile Club d’Italia (numero verde soccorso stradale 803 116,
centralino 06 499 81; www. aci.it; Via Marsala 8, 00185 Roma) Fornisce
assistenza stradale sul posto o trasportando automobile e passeggeri al più vicino
meccanico affiliato. I soci hanno diritto all’assistenza stradale gratuita in caso di
emergenza e a molti altri servizi, in base al tipo di tessera scelta al momento
dell’iscrizione. Quella denominata ACI Sistema (€75), ad esempio, consente di
ricevere assistenza su qualunque veicolo ci si trovi a viaggiare (anche non di
proprietà) e assistenza medico-sanitaria per il socio e i suoi familiari. Il numero
verde 803 116 per il soccorso stradale in Italia è attivo per soci e non soci tutti i
giorni 24 h.
Autostrade per l’Italia (www.autostrade.it) Traffico in tempo reale e calcolo del
pedaggio in Italia.
CCISS Viaggiare Informati ( 1518 gratuito anche da cellulare, 24 h;
www.cciss.rai.it) Aggiornamenti sul traffico e diffusione di segnalazioni da parte
degli automobilisti.
Isoradio (FM 103.3; www.isoradio.rai.it) Canale di pubblica utilità dedicato alle
informazioni sulla mobilità.
ViaMichelin (www.viamichelin.it/web/Itinerari) Per programmare il percorso.

Bicicletta La Federazione Italiana Amici della Bicicletta ( 02 6073 7994;


info@fiab-onlus.it; www.fiab-onlus.it; Via Borsieri 4/E, 20159 Milano) può fornire
preziosi consigli su come organizzare un viaggio che preveda l’utilizzo di questo
mezzo. Per pianificare le tappe che vi porteranno alla meta, visitate il sito
www.bicitalia.org, su cui troverete le schede di percorsi EuroVelo, rete ciclabile
italiana, reti regionali, ciclovie di qualità e numerose informazioni utili.
Se desiderate viaggiare con la formula ‘treno+bici’, ricordate che la bici può essere
trasportata nell’apposita sacca portabici o in speciali carrozze attrezzate: informatevi
al momento dell’acquisto del biglietto su quale modalità dovrete utilizzare. Utili
informazioni sono disponibili sul sito di Trenitalia (www.trenitalia.com) – dal menu
‘Offerte e servizi’, sotto la voce ‘Servizi a bordo’, cliccate su ‘Bici al seguito’ – e su
quello di Italo (www.italotreno.it). Vi saranno d’aiuto anche i siti delle Ferrovie
Tedesche (www.bahn.com/it; cliccate su ‘Ulteriori opzioni di ricerca’ e selezionate
‘Bicicletta al seguito’) e delle Ferrovie Federali Svizzere (www.ffs.ch/stazione-
servizi/auto-bici/in-viaggio-con-la-bici.html).
Albergabici (www.albergabici.it) è un motore di ricerca – consultabile anche da
smartphone – creato e gestito da Fiab per il mondo del cicloturismo. Offre la
possibilità di individuare tra oltre 2000 hotel, pensioni, B&B, campeggi, ostelli,
agriturismi, rifugi, alberghi diffusi e residence gli alloggi più adatti disponibili sul
percorso, filtrando i risultati in base al tipo di struttura ricettiva, al servizio offerto e
alla tipologia di ciclista (viaggiatore turista, sportivo con bici da corsa o mountain
biker).
La guida Lonely Planet Italia in bicicletta (2010) è ricca di suggerimenti,
informazioni pratiche e itinerari per andare alla scoperta degli itinerari più belli della
Costiera Amalfitana, ma anche per pianificare l’itinerario per raggiungerla.

Treno I treni Frecciarossa collegano Napoli direttamente con Roma (1 h 10 min),


Firenze (2 h 50 min), Bologna (3 h 15 min) e Milano (4 h 20 min) con partenze ogni
ora tra le 6 e le 19 circa; molto frequenti sono i collegamenti da Torino per Napoli (5
h 25 min) e in alcune fasce orarie è possibile proseguire per Salerno (31 min da
Napoli). I treni Frecciarossa e Frecciargento collegano direttamente Napoli con
Venezia in poco più di 5 h e Frecciabianca e Frecciargento con Reggio Calabria in
circa 4 h. Attraverso la rete di treni Intercity e regionali è possibile giungere
comodamente a destinazione da tutte le principali città italiane.
I tempi di percorrenza e il numero di cambi di treno dipendono dalle località di
partenza, di arrivo e dall’orario in cui scegliete di viaggiare. Per conoscere la
panoramica completa dei collegamenti, dei servizi e delle offerte, oltre che le
agenzie di viaggio, potete contattare: Trenitalia ( 89 20 21; www.trenitalia.com),
Italo ( 06 07 08; www.italotreno.it), Ferrovie Tedesche (www.bahn.com/it),
Voyagessncf.com (www.voyagessncf.com).e Ferrovie Federali Svizzere
(www.ffs.ch).
Le ferrovie italiane offrono un servizio di assistenza per i viaggiatori con disabilità o
a mobilità ridotta, per le persone anziane e le donne in gravidanza in molte città
italiane.
Per informazioni e prenotazioni del servizio telefonate ai numeri 800 90 60 60,
199 89 20 21 – opzione 5 oppure 199 30 30 60 o anche 06 3000. Ulteriori
dettagli si trovano sul sito www.trenitalia.com, seguendo il percorso
‘Trenitalia’/‘Informazioni e assistenza’/‘Assistenza clienti / Per le persone a mobilità
ridotta’.
A Napoli i treni partono e arrivano presso la Stazione Centrale ( 081 554 31 88;
Piazza Garibaldi) o la Stazione Garibaldi (al livello inferiore).
BIGLIETTI, PREGO!
I biglietti per i mezzi pubblici di Napoli e della Campania sono gestiti dal
Consorzio Unico Campania (www.unicocampania.it).
Esistono due tipologie di biglietti: aziendale e TIC (Ticket Integrato
Campania). Con il primo, per spostarvi dovrete utilizzare unicamente la
compagnia che ha emesso il biglietto, se invece acquistate un Ticket
Integrato Campania potrete viaggiare con più compagnie. Per la linea 1
della metro (gestita da ANM) basterà il biglietto aziendale, per la linea 2
della metropolitana (gestita da Trenitalia) occorrerà invece il TIC.
Corsa semplice aziendale urbana (€1) Una sola corsa su bus, filobus,
tram urbani e le linee metropolitane e funicolari ANM.
Corsa semplice aziendale suburbana (€1,20) Una sola corsa su bus e
filobus suburbani o extraurbani che effettuano anche servizio urbano ANM.
Biglietto orario integrato (90 min €1,50) Nell’ambito urbano consente
un numero illimitato di spostamenti sui mezzi di una o più aziende di
trasporto nell’arco di 90 minuti, ma un’unica corsa su ogni mezzo su ferro.
Biglietto giornaliero (€3,50/4,50 aziendale/integrato) Valido fino alle 24
del giorno di convalida, consente un numero illimitato di spostamenti.
EAV Isole (100 min €1,50, 24 h €3,60) La corsa singola costa €1,20.
Potrete utilizzare lo stesso biglietto a Ischia e Procida.
Unico Alibus (90 min €3) Valido per una sola corsa sulla navetta che
dall’aeroporto arriva in città, con fermate alla Stazione Centrale e Piazza
Municipio (porto) e viceversa. Per l’acquisto a bordo è previsto un
supplemento di €1.
TRAGHETTI PER/DALLE ISOLE DEL GOLFO
TRASPORTI REGIONALI
Autobus
EAV (www.eavsrl.it, 800 211 388) Oltre al servizio ferroviario e funiviario
regionale, si occupa del trasporto pubblico su gomma regionale, provinciale e
comunale, sul territorio delle province di Napoli, Benevento ed Avellino. Tra le altre
tratte, segnaliamo Napoli–Monte Procida, Napoli–Vesuvio, Benevento–Napoli.
SITA ( 344 103 1070; www.sitasudtrasporti.it) Collegamenti frequenti per le
località della Costiera Amalfitana.
Automobile e motocicletta
Disporre di un veicolo proprio consente di muoversi in piena autonomia: sulle isole
del Golfo di Napoli (Capri, Ischia e Procida), ad esempio, noleggiare uno scooter è
un modo eccellente per spostarsi. Tenete presente che guidare lungo la stretta e
tortuosa SS163 della Costiera Amalfitana, invece, può essere un’esperienza
snervante, per diversi motivi: l’unica corsia per senso di marcia è quasi sempre
ingombra di auto, biciclette, pedoni, persone che portano a spasso il cane, mamme
con passeggini o bambini per mano; sovente gli autisti degli autobus affrontano con
eccessiva baldanza i tornanti; spesso i residenti spazientiti superano con manovre
azzardate i viaggiatori rapiti dal paesaggio; trovare un posto per parcheggiare, poi, è
un’impresa ardua.

Noleggio
Tra le principali agenzie nazionali e internazionali di autonoleggio segnaliamo:
Avis ( 199 10 01 33, 06 452 10 83 91; www.avisautonoleggio.it) Budget ( 199 30
73 73; www.budgetautonoleggio.it) Europcar ( 199 30 70 30; www.europcar.it)
Hertz ( 199 11 22 11; www.hertz.it).
Maggiore ( 199 151 120; www.maggiore.it) NapolinVespa tour ( 340 267 09 92;
www.napolinvespa.it) Organizza tour in Vespa e Fiat 500 d’epoca (guidate da una
guida turistica) a Napoli, la Costiera Amalfitana, Pompei e il Vesuvio, Campi
Flegrei. Organizza inoltre tour enogastronomici.
Rent Sprint Vespa Sprint ( 081 764 3452; www.rentsprint.it; Via Santa Lucia
36G, Napoli) Noleggia esclusivamente scooter.
Imbarcazioni
Napoli, le isole e la Costiera Amalfitana sono serviti da un’ampia rete di traghetti. I
traghetti veloci e gli aliscafi per Capri, Sorrento, Ischia (Ischia Porto e Forìo) e
Procida partono dal Molo Beverello davanti a Castel Nuovo; gli aliscafi per Capri,
Ischia e Procida partono anche da Mergellina. I traghetti standard per Ischia e
Procida partono dalla Calata Porta di Massa. I traghetti per la Sicilia, le Isole Eolie e
la Sardegna salpano dal Molo Angioino (a destra accanto al Molo Beverello) e dalla
vicina Calata Porta di Massa.
Raccomandiamo tuttavia di verificare queste informazioni presso le compagnie di
navigazione o gli uffici turistici in quanto soggette a modifiche. In inverno i
collegamenti sono molto ridotti e le avverse condizioni del mare possono far
cancellare le partenze.
V. le tabelle ‘Traghetti per/dalle Isole del Golfo e Sorrento’ e ‘Aliscafi e traghetti
veloci per/dalle Isole del Golfo’ che elencano le destinazioni degli aliscafi e dei
traghetti in partenza da Napoli. Le tariffe, salvo diversa indicazione, si intendono per
biglietti singoli di sola andata, in alta stagione e sul ponte. I biglietti si possono
acquistare ai chioschi situati presso il Molo Beverello e a Mergellina. Per viaggi più
lunghi, rivolgetevi agli uffici delle compagnie navali o a un’agenzia di viaggi. Di
seguito forniamo un elenco delle compagnie che gestiscono aliscafi e traghetti:
Alilauro ( 081 497 2238; www.alilauro.it) Caremar ( 081 18 96 66 90;
www.caremar.it) Medmar ( 081 333 44 11; www.medmargroup.it) Navigazione
Libera del Golfo (NLG; 081 552 0763; www.navlib.it) SNAV ( 081 428 55 55;
www.snav.it)
Treno
Ferrovia Circumvesuviana ( 081 772 2254, 800 211 388; www.eavsrl.it; Corso
Giuseppe Garibaldi 387) Collega Napoli e Sorrento (€3,60, 65 min, circa 30 treni al
giorno), fermando lungo il percorso, tra l’altro, a Ercolano (€2,00, 15 min) e Pompei
(€2,60, 35 min). Da Napoli, i treni partono dalla Stazione Circumvesuviana, attigua
alla Stazione Centrale.
Ferrovia Cumana e Circumflegrea (www.sepsa.it; Piazza Montesanto) Dalla
Stazione di Montesanto ogni 20 min partono i treni che collegano Napoli con
Torregaveta nel Comune di Bacoli, attraverso diverse località tra cui Pozzuoli e
l’entroterra flegreo.
ALISCAFI E TRAGHETTI VELOCI PER/DALLE
ISOLE DEL GOLFO E SORRENTO
* da Napoli Mergellina
**senza obbligo di servizio pubblico
I prezzi possono essere soggetti a maggiorazioni quali ticket sbarco (Capri
e Procida), diritti di prevendita e acquisto online.
TRASPORTI URBANI
Autobus
ANMAzienda Napoletana
Mobilità ( 800 63 95 25; www.anm.it) Gestisce gli autobus urbani di Napoli. Non
c’è una stazione centrale degli autobus, ma quasi tutti passano da Piazza Garibaldi.
Forniamo di seguito un elenco degli itinerari più utili:
139 Dall’Ospedale Cardarelli a Piazza Medaglie d’Oro, Via Enrico Pessina, Piazza
Dante, Via Toledo per poi ritornare su Piazza Dante, Piazza Museo Nazionale,
Ospedale Cardarelli.
140 Da Santa Lucia a Posillipo via Mergellina.
154 Da Via Volta a Via Vespucci, Via Marina, Via Depretis, Via Acton, Via Morelli,
Piazza Vittoria e Via Santa Lucia.
C24 Da Via Mergellina a Corso Vittorio Emanuele, Via Crispi, Via Colonna, Via
Carducci, Riviera di Chiaia, Piazza Vittoria, Via Morelli, Piazza dei Martiri, Via
Filangieri, Via dei Mille, Via Colonna, Via Crispi, Corso Vittorio Emanuele, Via
Piedigrotta, per poi tornare in Via Mergellina.
E1 Effettua un tragitto circolare nel centro storico, partendo da Piazza del Gesù
Nuovo verso Via Monte Oliveto, Piazza Bovio, Corso Umberto I, Via Duomo,
Piazza Cavour, Via Enrico Pessina, Piazza Dante, Via Toledo e Piazza Battisti.
R2 Dalla Stazione Centrale, lungo Corso Umberto I, a Piazza Bovio e Piazza del
Municipio.
R4 Dall’Ospedale Cardarelli, via Capodimonte, via San Felice e Piazza Dante.
City Sightseeing Napoli ( 081 551 72 79, 335 780 3812;
www.napoli.citysightseeing.it; interi/ridotti €22/11) Gestisce autobus che effettuano
tre percorsi: linea A - I luoghi dell’arte (61 min), linea B - Le vedute del Golfo (72
min) e linea C - San Martino (solo sab e dom su prenotazione, 90 min). I biglietti
sono validi 24 h.
Automobile e motocicletta
Guidare a Napoli è sconsigliabile. L’accesso al centro storico è consentito ai soli
residenti e l’anarchia del traffico crea situazioni molto stressanti. Anche trovare
parcheggio è un incubo. Lo scooter è più rapido e facile da parcheggiare, ma ancora
più impegnativo da guidare; il furto di automobili e motociclette, inoltre, costituisce
un serio problema.
Se tuttavia siete proprio decisi a guidare, ecco alcuni semplici consigli: abituatevi al
fatto che i conducenti spesso non rispettano la distanza di sicurezza; preoccupatevi
di quello che c’è davanti a voi, non di quello che c’è dietro; fate attenzione agli
scooter; date la precedenza ai pedoni, indipendentemente da dove sbuchino;
avvicinatevi a tutti gli incroci e semafori con grande attenzione; mantenete la calma.
Per le agenzie di autonoleggio v. la sezione Noleggio. Se volete visitare la città a
bordo di una Vespa o di una Fiat 500 d’epoca guidata da un accompagnatore
turistico, contattate NapolinVespa Tour ( 340 267 09 92; www.napolinvespa.it).

Parcheggio
Parcheggiare a Napoli non è divertente. Le linee blu demarcano i parcheggi a
pagamento, i cui biglietti si acquistano presso i parchimetri o nelle tabaccherie; le
tariffe oscillano intorno a €2 l’ora. Altrove, i parcheggi sono spesso gestiti da
parcheggiatori abusivi che si aspettano una cifra compresa tra €2 e €3 per
sorvegliare le macchine. Il parcheggio Brin ( 081 763 2855; 24 h), all’incrocio
tra Via Brin e Via Volta, nei pressi dell’uscita di Via Marina dell’autostrada e della
tangenziale, è gestito dall’Azienda Napoletana Mobilità (ANM) e ospita fino a 800
auto e 37 moto (€2 per le prime 4 h, €0,50 per ogni ora o frazione successiva). Si
tratta dell’opzione più sicura e comoda.
In altre parti della regione il parcheggio è ugualmente problematico, specialmente in
molte località lungo la Costiera Amalfitana e in particolar modo ad agosto.
Bicicletta
Muoversi in bicicletta a Napoli – una città dove le regole del codice stradale
vengono ignorate e gran parte dei conducenti di auto parla al cellulare mentre guida
e ignora i semafori – è una scelta rischiosa. Inoltre i furti di biciclette e motocicli
sono all’ordine del giorno.
Il noleggio di biciclette è costoso a Napoli (a partire da €15 al giorno), perciò se
intendete trattenervi a lungo e pensate di usare la bici per muovervi, potrebbe essere
più conveniente acquistarla. Usare la bici sulla Costiera Amalfitana è anche questa
una scelta molto pericolosa, con tutte quelle curve a gomito e le scarpate ripide.
Funicolare
Delle quattro funicolari in servizio a Napoli, tre (Centrale, Chiaia e Montesanto)
collegano il centro con il quartiere del Vomero. La quarta, la Funicolare di
Mergellina ( 7-22), collega il lungomare in Via Mergellina con Via Manzoni. Se si
utilizzano solo le funicolari basterà il biglietto aziendiale (ANM).
Funicolare Centrale ( 6.30-22 lun e mar, fino alle 0.30 mer-dom e festivi) Sale da
Piazzetta Augusteo a Piazza Fuga.
Funicolare di Chiaia ( 6.30-22 mer e gio, fino alle 0.30 ven-dom, lun-mar e
festivi) Fa servizio da Via del Parco Margherita a Via Domenico Cimarosa.
Funicolare di Montesanto ( 7-22) Collega Piazza Montesanto a Via Raffaele
Morghen.
CARTE FERROVIARIE
Trenitalia ( 89 20 21; www.trenitalia.com) mette a disposizione dei suoi
clienti tariffe agevolate, promozioni e offerte di varia natura. Per usufruirne
in maniera ottimale può essere utile procurarsi – a seconda delle proprie
esigenze – una delle carte rilasciate da Trenitalia. Tra queste citiamo la
Carta Verde (per chi ha tra i 12 e i 26 anni non compiuti) e la Carta
Argento (per chi ha più di 60 anni), che permettono di godere di sconti su
biglietti nazionali e internazionali, e la CartaFRECCIA, che permette di
accumulare punti e usufruire di servizi e agevolazioni sul territorio
nazionale.
Per conoscere l’offerta completa di Trenitalia collegatevi al sito
www.trenitalia.com, cliccate su ‘CartaFRECCIA’ e, in ‘Offerte e servizi’,
su ‘Carta Verde e Carta Argento’, nella sezione ‘I prezzi Speciali’. I
viaggiatori svizzeri troveranno informazioni collegandosi al sito
www.ffs.ch/abbonamenti-e-biglietti/abbonamenti.html.
Metropolitana
La metropolitana (800 639 525, 081 763 1111; www.anm.it) di Napoli, in realtà,
corre prevalentemente in superficie. Per la linea 1 della metropolitana (gestita da
ANM) basterà il biglietto aziendale, se si utilizza anche la linea 2 (gestita da
Trenitalia) occorrerà invece il Ticket Integrato Campania (TIC).
Linea 1 ( 6-23.15) Collega la Stazione Garibaldi con il capolinea nord di Piscinola-
Scampia, passando per la zona collinare del Vomero e il centro antico della città. Da
Garibaldi effettua le seguenti fermate: Università, Municipio, Toledo, Dante, Museo,
Materdei, Salvator Rosa, Quattro Giornate, Vanvitelli, Medaglie d’Oro,
Montedonzelli, Rione Alto, Policlinico, Colli Aminei, Frullone, Chiaiano, Piscinola.
Linea 2 ( 5.20-23.20) Gestita da Trenitalia, da San Giovanni Barra ferma a
Gianturco, Garibaldi, Cavour, Montesanto, Amedeo, Mergellina, Leopardi, Campi
Flegrei, Cavalleggeri, Bagnoli e Pozzuoli.
GUIDARE A NAPOLI E LUNGO LA COSTIERA
AMALFITANA
Il centro storico di Napoli è in gran parte chiuso al traffico (fatta eccezione
per i residenti) e il resto della città è spesso in preda all’anarchia e ai
parcheggiatori abusivi che chiedono mance. Per buona parte dell’anno
Capri è accessibile in automobile soltanto ai residenti, e anche a Ischia e a
Procida la circolazione è assai limitata. La SS163 che percorre la Costiera
Amalfitana è costantemente trafficata: in alta stagione mettete in conto
lunghe code e tempi di percorrenza dilatati che possono risultare molto
stressanti soprattutto per chi è alla guida, anche se un mezzo proprio o a
noleggio consentono di spostarsi in piena autonomia. Nella zona del
Cilento l’automobile è ideale per andare alla scoperta di cittadine e spiagge
fuori mano che non sono comodamente raggiungibili con i mezzi pubblici.
Taxi
I taxi ufficiali sono bianchi e dotati di tassametro. Il tariffario, che deve essere
esposto in modo ben visibile sullo schienale del sedile anteriore dell’autovettura,
prevede che il cliente possa scegliere tra una tariffa ordinaria a tassametro oppure
tariffe prederminate di percorsi prestabiliti nel territorio comunale ed
extracomiunale. La tariffa predeterminata è applicata a tassametro spento, è
comprensiva di ogni supplemento extra (da/per aeroporto, notturno, festivo, bagagli,
animali e chiamata radio) e viene applicata per il totale del numero dei passeggeri.
L’applicazione della tariffa predeterminata va richiesta a inizio corsa: il tassista non
può opporre rifiuto e deve, prima della partenza, rilasciare una ricevuta debitamente
compilata con l’indicazione del percorso prescelto dall’utente e dell’importo
stabilito dal tariffario.
La tariffa ordinaria, invece, prevede un importo base di partenza per i giorni
feriali/festivi di €3,50/6. La corsa minima prevista per i giorni feriali tra le 7 e le 22
è di €4,50. All’importo visualizzato dal tassametro vengono aggiunti gli eventuali
supplementi, ad esempio:
supplemento per ogni bagaglio €0,50
supplemento per chiamata radiotaxi €1
supplemento corsa da/per l’aeroporto €4/€3
supplemento per ogni animale domestico di piccola taglia €2
Per un elenco completo dei supplementi, consultate il sito
www.consorziotaxinapoli.it/chi siamo/tariffe.
I cani-guida di persone non vedenti e le sedie a rotelle sono trasportati gratuitamente.
Collegatevi al sito http://www.comune.napoli.it/servizinondilinea e cliccate sul link
‘taxi’ per conoscere la normativa e visualizzare le tariffe. Per eventuali reclami e
segnalazioni potrete contattare il settore Trasporto Pubblico del Comune di Napoli (
081 795 2923), indicando le quattro cifre che compongono il numero di
riferimento della vettura che trovate nell’abitacolo o sulla portiera.
Troverete posteggi dei taxi in quasi tutte le principali piazze cittadine. In alternativa,
telefonate a una delle seguenti cooperative:
Consortaxi ( 081 22 22; www.consortaxi.it)
Consorzio Taxi Napoli ( 081 88 88; www.consorziotaxinapoli.it)
Radio Taxi La Partenope ( 081 01 01; www.radiotaxilapartenope.it)
Tram
Tram 1 Parte dalla periferia nord-est di Napoli, raggiungendo il Molo Beverello e la
Stazione Centrale.
Dietro le quinte
SCRIVETECI!
Le notizie che ci inviate sono per noi molto importanti e ci aiutano a rendere
migliori le nostre guide. Ogni segnalazione (positiva o negativa) viene letta, valutata
dalla Redazione e comunicata agli autori.
Mandate i vostri suggerimenti a lettere@edt.it e visitate periodicamente
lonelyplanetitalia.it per leggere i consigli degli altri viaggiatori. Sul sito troverete
anche spunti di viaggio degli autori e tutte le novità del catalogo.

N.B.: Se desiderate che le vostre informazioni restino esclusivamente in Redazione e


non vengano utilizzate nei nostri prodotti – cartacei, digitali o web – ricordatevi di
comunicarcelo. Per leggere la nostra politica sulla privacy, visitate il sito
www.edt.it/privacy/.
I LETTORI
Ringraziamo i viaggiatori che hanno utilizzato la precedente edizione di questa
guida e ci hanno scritto fornendo consigli utili, suggerimenti e aneddoti
interessanti:
Daniele Aporta, Francesca Bompieri, Serena Bongiovanni, Donald Brooks, Roger
Butler, Louise Coad, Jacqueline DiGiovanni, Norbert Happé, Bernie Kingsley,
Rossana Mignosi, Richard Monk, Nick Parkes, Fabrizio Pianella, Sabine Gerull,
Marco Solimè, Silvia Todeschini
NOTA DEGLI AUTORI
Cristian Bonetto
Come sempre, grazie di cuore ai miei ‘re e regina di Napoli’, Alfonso Sperandeo,
Andrea Maglio, Susy Galeone e La Paranza, Bonnie Alberts, Luca Coda e Harriet
Driver, Alfredo Cefalo e Malgorzata Gajo, Giancarlo Di Maio, Gigi Crispino e
Valentina Vellusi. Per quanto riguarda lo staff Lonely Planet, un grazie sincero a
Anna Tyler per avermi affidato questo incarico e alla mia diligentissima co-autrice
Helena Smith.
Helena Smith
Tante grazie a tutti coloro che mi hanno aiutato in questa magnifica esperienza con
consigli e indicazioni, in particolare Matteo, Daniele, Angela e Francesco.
RICONOSCIMENTI
Ringraziamo Susanna Franchi che ha rielaborato il paragrafo Musica del capitolo
Arti e Anita Franzon che ha rivisto il capitolo Cucina campana.
I dati della cartina climatica sono stati adattati da Peel MC, Finlayson BL &
McMahon TA (2007) ‘Updated World Map of the Köppen-Geiger Climate
Classification’, Hydrology and Earth System Sciences, 11, 163344.
Le Illustrazioni della sezione La tragedia di Pompei sono di Javier Zarracina.
QUESTA GUIDA
La quinta edizione inglese della guida Naples, Pompeii & the Amalfi Coast,
qui proposta in edizione italiana, è stata scritta da Cristian Bonetto e Helena
Smith, che si sono occupati anche delle ricerche. L’edizione precedente era
stata scritta da Cristian Bonetto e Josephine Quintero.

Traduzione Angelica Agneletti, Emanuela Alverà, Maria Sole Croce, Sofia


Luda di Cortemiglia coordinamento Paola Masi Edizione italiana a cura di
Cesare Dapino Responsabile redazione guide Silvia Castelli
Coordinamento Cristina Enrico Aggiornamenti e adattamenti Eloisa
Bianco coordinamento Luciana Defedele
Editing Maria Lorenza Chiesara Impaginazione Claudia Mastrogiacomo
Rielaborazione copertina e pagine a colori Sara Gasparini, Alessandro
Pedarra, Tiziana Vigna supervisione Sara Viola Cabras
Rielaborazione grafica cartine Claudia Mastrogiacomo Produzione
Alberto Capano

Ringraziamo per la consulenza Natura Luca Borghesio


Salute Dr. Guido Calleri
Viaggio aereo da/per l’Italia Alberto Fornelli Cartine disponibili in Italia
Ennio Vanzo Le verifiche telefoniche risalgono al mese di marzo 2016.
Indice
A
Acciaroli 1
aereo 1, 2
Agerola 1
agriturismo lettura
Agropoli 1, lettura
pernottamento 1, 2
aliscafi v. traghetti e aliscafi
alloggio 1, 2
Amalfi 1, cartina
pernottamento 1, 2
ambasciate e consolati 1
ambiente 1, lettura, 2
archeologici siti 1, 2
Anfiteatro Flavio (Pozzuoli) 1
Area Archeologica di Santa Restituta (Lacco Ameno) 1
Boscoreale lettura
Complesso Monumentale di San Lorenzo Maggiore (Napoli) 1
Lago d’Averno 1
Napoli sotterranea 1
Oplontis lettura
Paestum lettura, 1
Parco Archeologico di Baia 1
Parco Vergiliano (Napoli) 1
Piscina Mirabilis (Bacoli) 1
Rione Terra (Pozzuoli) 1
Scavi Archeologici di Cuma 1
Scavi di Ercolano 1, cartina
Scavi di Pompei 1, 2, cartina
Stabiae lettura
Tempio di Serapide (Pozzuoli) 1
Velia 1
Villa Jovis (Capri) 1
Villa Romana (Minori) 1
architettura e scultura 1, 2
barocca 1, 2, 3
del Novecento 1
dizionario di lettura
grecoromana 1
medievale 1
neoclassica 1
neorinascimentale 1
rinascimentale 1
arti 1, 2; v. anche singole discipline arte contemporanea lettura, lettura, lettura, 1
arte sartoriale lettura
arti dello spettacolo 1
arti tradizionali lettura, lettura, lettura
street art lettura
Ascea 1
assistenza sanitaria 1
attività all’aperto 1; v. anche singole attività attualità 1, 2
autobus 1, 2, 3, 4
automobile 1, 2
B
Bacoli 1
Baia 1
Baia di Ieranto lettura
bambini 1
banche 1
bancomat 1
Banksy lettura
barca 1
Capri 1, lettura
Forìo 1
Marina Corricella 1
Marina di Chiaiolella 1
Marina Grande (Procida) 1
Massa Lubrense 1
Palinuro lettura, 1
Positano 1, 2
Sorrento 1
bicicletta 1
Marina Grande (Procida) 1
Bomerano lettura
Boscoreale lettura
budget 1, lettura
C
calcio lettura
Stadio San Paolo (Napoli) 1
Campi Flegrei 1, cartina
canoa 1
Capri 1, cartina
Anacapri 1, cartina
Arco Naturale lettura
Bagni Lo Scoglio delle Sirene 1
Banana Sport 1
Belvedere di Migliera lettura
Belvedere di Tragara lettura
Capri centro 1, cartina
Capri Whales 1
Casa Rossa 1
Certosa di San Giacomo 1
Chiesa di San Costanzo 1
Chiesa di San Michele 1
Chiesa di Santo Stefano 1
Faro 1
Giardini di Augusto 1
Grotta Azzurra lettura
Grotta di Matermania lettura
informazioni 1
itinerari a piedi lettura, lettura
La Crocetta lettura
locali e vita notturna 1
Marina Grande 1
Marina Piccola 1
Monte Tuoro lettura
pasti 1
pernottamento 1
personaggi illustri e mondanità lettura
Piazza Umberto I (Piazzetta) 1
Punta Carena lettura
Punta dell’Arcera lettura
Santa Maria a Cetrella lettura
Seggiovia del Monte Solaro 1
Sentiero dei Fortini lettura
Sercomar 1
shopping 1
Torre di Materita lettura
trasporti 1
Villa Jovis 1
Villa Malaparte lettura
Villa San Michele di Axel Munthe 1
Caravaggio, Michelangelo Merisi da 1
carte di credito 1
cartine 1
Caserta, Reggia di lettura
castelli e fortezze
Castel dell’Ovo (Napoli) 1
Castel Nuovo (Napoli) 1
Castel Sant’Elmo (Napoli) 1
Castello (Agropoli) 1
Castello Aragonese (Ischia) lettura
Castello di Arechi (Salerno) 1
Castello di Baia 1
Maschio Angioino (Napoli); v. Castel Nuovo (Napoli)
Torre a Mare (Amalfi) 1
Torre di Materita (Capri) lettura
catacombe; v. tombe e cimiteri
Cetara 1
chiese e monasteri
Abbazia di San Michele Arcangelo (Procida) 1
Basilica di San Giorgio Maggiore (Napoli) 1
Basilica di San Paolo Maggiore (Napoli) 1, lettura
Basilica di Sant’Antonino (Sorrento) 1
Basilica di Santa Chiara (Napoli) 1
Basilica di Santa Maria della Sanità (Napoli) 1
Cappella del Monte di Pietà (Napoli) 1
Cappella di San Nicola di Bari (Ischia) lettura
Cappella Sansevero (Napoli) 1
Cattedrale (Salerno) 1
Cattedrale (Sorrento) 1
Cattedrale di Sant’Andrea (Amalfi) 1
Certosa di San Giacomo (Capri) 1
Certosa di San Lorenzo (Parco Nazionale del Cilento) 1
Certosa di San Martino (Napoli) 1
Chiesa del Gesù Nuovo (Napoli) 1
Chiesa dell’Annunziata (Vico Equense) 1
Chiesa di San Costanzo (Capri) 1
Chiesa di San Domenico Maggiore (Napoli) 1
Chiesa di San Francesco (Sorrento) 1
Chiesa di San Giovanni a Carbonara (Napoli) 1
Chiesa di San Michele (Capri) 1
Chiesa di San Pietro a Majella (Napoli) 1
Chiesa di Sant’Agata (Sant’Agata sui Due Golfi) 1
Chiesa di Sant’Angelo a Nilo (Napoli) 1
Chiesa di Sant’Anna dei Lombardi (Napoli) 1
Chiesa di Santa Maria Assunta (Positano) 1
Chiesa di Santa Maria del Carmine (Napoli) 1
Chiesa di Santa Maria del Soccorso (Forìo) 1
Chiesa di Santa Maria delle Grazie (Massa Lubrense) 1
Chiesa di Santa Maria delle Grazie in San Pietro (Ischia Porto) 1
Chiesa di Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe (Napoli) 1
Chiesa di Santo Stefano (Capri) 1
Chiesa e Chiostro di San Gregorio Armeno (Napoli) 1
Chiostro del Paradiso (Amalfi) 1
Complesso Monumentale dei Girolamini (Napoli) 1
Complesso Monumentale di Santa Chiara (Napoli) 1
Convento del Deserto (Sant’Agata sui Due Golfi) 1
Duomo (Napoli) 1
Duomo (Ravello) 1
Monastero di Santa Chiara (Napoli); v. Complesso Monumentale di Santa Chiara
(Napoli)
Pio Monte della Misericordia (Napoli) 1
Santa Maria a Cetrella (Capri) lettura
Santa Maria Assunta (Ischia Ponte) 1
Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco (Napoli) 1
Santissima Annunziata (Napoli) 1
cibo e bevande 1, 2
alici, colatura di 1
caffè 1
Capri lettura
Cetara 1, lettura
Costiera Amalfitana lettura
dieta mediterranea lettura
fritture lettura
gelato lettura
Ischia lettura
limoncello lettura
liquore all’anice lettura
Massa Lubrense lettura
mozzarella di bufala lettura, 1
Napoli lettura
pasta 1
pasticceria lettura
pesce e frutti di mare 1
Pioppi lettura
pizza 1
Positano lettura
ragù napoletano lettura
Salerno lettura
sartù 1
Slow Food lettura
Sorrento lettura
specialità regionali 1
timballi 1
torta caprese lettura
torta di ricotta e pere lettura
verdura e frutta 1
vini campani lettura
vini e aziende vinicole 1
Cilento 1, cartina
cinema 1
clima 1, lettura
Colombaia, La (Forìo) 1
commedia dell’arte lettura
corallo lettura
corsi di cucina 1
Costiera Amalfitana 1, cartina
antichi borghi lettura
escursioni a piedi lettura
feste ed eventi lettura
pernottamento 1
spiagge lettura
Strada del Nastro Azzurro lettura
trasporti lettura
Costiera Cilentana 1
pernottamento 1
cucina 1, 2, 3; v. anche cibo e bevande culto dei morti lettura
cultura 1
Cuma 1
D
Dalisi, Riccardo lettura
Di Sangro, Raimondo 1
dialetto napoletano 1
disabili 1
E
edicole votive lettura
Elea; v. Velia
emergenze 1
Ercolano 1, cartina
escursioni a piedi 1
Capri lettura
Costiera Amalfitana lettura
Fornillo lettura
geologiche (Ischia) 1
Parco Nazionale del Cilento lettura
Penisola Sorrentina lettura
Ravello lettura
Sentiero dei Fortini (Capri) lettura
escursionismo 1
Parco Nazionale del Cilento 1
Sentiero degli Dèi lettura
F
famiglia 1
Fanzago, Cosimo lettura
Faro (Capri) 1
feste ed eventi 1
Capri Tango Festival lettura
Festa di San Gennaro (Napoli) 1
Festa di Sant’Anna (Ischia) lettura
Festival di Sorrento (Sorrento) 1
Gusta Minori (Minori) 1
Ischia Film Festival lettura
Ischia Jazz Festival lettura
Madonna del Carmine (Napoli) 1
Maggio dei Monumenti (Napoli) 1
Napoli Film Festival 1
Napoli Teatro Festival 1
Processione dei Misteri e del Cristo Morto lettura
Ravello Festival 1
Sagra del tonno (Cetara) 1
Sagra della salsiccia e ceppone (Sorrento) 1
Sant’Antonino (Sorrento) 1
Settembrata Anacaprese (Capri) lettura
Settimana Santa (Sorrento) 1
Wine&Thecity (Napoli) 1
Filippo, Eduardo de 1
Fontanella lettura
Forìo 1
pernottamento 1
Fornillo lettura
funicolare 1
Furore 1
G
Gesualdo da Venosa, Carlo 1
Golfo di Napoli 1
grotte
Grotta Azzurra (Capri) lettura
Grotta Azzurra (Palinuro) 1
Grotta dello Smeraldo (Amalfi) 1
Grotta di Matermania (Capri) lettura
Grotte di Castelcivita 1
Grotte di Pertosa 1
I
Ieranto, Baia di lettura
immersioni e snorkelling 1
Agropoli 1, lettura
Capri 1
Ischia Porto 1
Marina del Cantone 1
Marina di Chiaiolella 1
informazioni 1, 2
internet 1, lettura, 2
Ischia 1, cartina; v. anche Forìo; Ischia costa meridionale; Ischia costa occidentale;
Ischia Ponte; Ischia Porto; Lacco Ameno; Sant’Angelo Cappella di San Nicola di
Bari lettura
Casa Museo lettura
Castello Aragonese lettura
cucina tipica lettura
informazioni 1
locali e vita notturna 1
pasti 1
pernottamento 1
shopping 1
spiagge lettura
trasporti 1
Ischia costa meridionale 1
pernottamento 1
Ischia costa occidentale 1
pernottamento 1
Ischia Ponte 1
pernottamento 1
Ischia Porto 1, cartina
pernottamento 1
isole 1, cartina
itinerari 1
Costiera Amalfitana lettura, cartina, lettura
Parco Nazionale del Cilento cartina
Salerno e dintorni lettura
itinerari in città
Capri lettura
Napoli lettura, cartina
Pompei lettura
K
kayak 1
L
Lacco Ameno 1
pernottamento 1
Lago d’Averno 1
lavoro 1
letteratura lettura
lotteria napoletana lettura
Lucrino 1
M
Maradona, Diego Armando lettura
Marina Corricella 1
pernottamento 1
Marina del Cantone 1
pernottamento 1
Marina di Casal Velino 1
Marina di Chiaiolella 1
pernottamento 1
Marina di Equa lettura
Marina Grande (Procida) 1
pernottamento 1
Massa Lubrense 1
pernottamento 1
Massaquano lettura
media lettura
mercati
Fiera Antiquaria Napoletana (Napoli) lettura
La Pignasecca (Napoli) 1
Mercatino dell’Umberto (Napoli) lettura
Mercatino di Antignano (Napoli) lettura
Mercatino di Posillipo (Napoli) lettura
Mercato Caramanico a Poggioreale (Napoli) lettura
Mercato del pesce di Pozzuoli 1
Mercato di Porta Nolana (Napoli) 1
Mercato di Pugliano (Ercolano) 1
metropolitana 1, 2
Minori lettura, 1
Moiano lettura
Montepertuso lettura
monti
Monte Epomeo (Ischia) lettura
Monte Solaro (Capri) 1
Monte Tuoro (Capri) lettura
Monti Lattari lettura
monumenti e statue
Guglia dell’Immacolata (Napoli) 1
Guglia di San Gennaro (Napoli) 1
motocicletta 1
munaciello, leggenda del lettura
musei e gallerie d’arte
Abbazia di San Michele Arcangelo (Procida) 1
Antiquarium (Minori) 1
Camo (Ravello) lettura
Casa Museo (Ischia) lettura
Casa Rossa (Capri) 1
Castel Nuovo (Napoli) 1
Castel Sant’Elmo (Napoli) 1
Città della Scienza di Bagnoli (Pozzuoli) 1
Complesso Monumentale dei Girolamini (Napoli) 1
Complesso Museale di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco (Napoli)
1
Galleria di Palazzo Zevallos Stigliano (Napoli) 1
Laboratorio Oste (Napoli) 1
Liquid Art System (Positano) 1
MADRE (Napoli) 1
Maschio Angioino (Napoli); v. Castel Nuovo (Napoli)
MAV (Ercolano) 1
Memus (Napoli) 1
Museo Angelo Rizzoli (Lacco Ameno) 1
Museo Archeologico dei Campi Flegrei 1
Museo Archeologico di Pithecusae (Lacco Ameno) 1
Museo Archeologico Nazionale (Napoli) 1
Museo Archeologico Provinciale (Salerno) 1
Museo Bottega della Tarsia Lignea (Sorrento) 1
Museo Correale (Sorrento) 1
Museo del Mare (Ischia Ponte) 1
Museo del Sottosuolo (Napoli) 1
Museo del Tesoro di San Gennaro (Napoli) 1
Museo del Tessile e dell’Abbigliamento Elena Aldobrandini (Napoli) 1
Museo della Carta (Amalfi) 1
Museo della Ceramica (Vietri sul Mare) 1
Museo di Paestum lettura
Museo di San Martino (Napoli) 1
Museo Diocesano di Napoli 1
Museo Filangieri (Napoli) 1
Museo Nazionale della Ceramica Duca di Martina (Napoli) 1
Museo Nitsch (Napoli) 1
Museo Pignatelli (Napoli) 1
Museo Virtuale della Scuola Medica Salernitana (Salerno) 1
Palazzo Reale (Napoli) 1
Palazzo Reale di Capodimonte (Napoli) 1
Pinacoteca Provinciale (Salerno) 1
Pio Monte della Misericordia (Napoli) 1
T293 (Napoli) 2
Villa San Michele di Axel Munthe (Capri) 1
musica 1
musica classica opera e balletto; v. anche feste ed eventi
Associazione Scarlatti (Napoli) 1
Centro di Musica Antica Pietà de’ Turchini (Napoli) 1
Teatro San Carlo (Napoli) 1
musica live
Lanificio (Napoli) 1, 2
Teatro Palapartenope (Napoli) 1
N
Napoli 1, cartina, cartina
arte contemporanea lettura, lettura
arte sartoriale lettura
arti tradizionali lettura
Banksy lettura
Basilica di San Giorgio Maggiore 1
Basilica di San Paolo Maggiore 1
Basilica di Santa Chiara 1
Basilica di Santa Maria della Sanità 1
Capodimonte 1, lettura
Cappella del Monte di Pietà 1
Cappella Sansevero 1
Casa di Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe 1
Castel dell’Ovo 1
Castel Nuovo 1
Castel Sant’Elmo 1
Catacombe di San Gaudioso 1
Catacombe di San Gennaro 1
Centro storico 1, cartina
Certosa di San Martino 1
Chiaia 1, cartina
Chiesa del Gesù Nuovo 1
Chiesa di San Domenico Maggiore 1
Chiesa di San Giovanni a Carbonara 1
Chiesa di San Pietro a Majella 1
Chiesa di Sant’Angelo a Nilo 1
Chiesa di Sant’Anna dei Lombardi 1
Chiesa di Santa Maria del Carmine 1
Chiesa di Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe 1
Chiesa e Chiostro di San Gregorio Armeno 1
Cimitero delle Fontanelle 1, lettura
Complesso Monumentale dei Girolamini 1
Complesso Monumentale di San Lorenzo Maggiore 1
Complesso Monumentale di Santa Chiara 1
Complesso Museale di Santa Maria delle Anime del Purgatorio ad Arco 1
cucina lettura
divertimenti 1
Duomo 1
feste ed eventi 1
Fiera Antiquaria Napoletana lettura
Galleria di Palazzo Zevallos Stigliano 1
Galleria Umberto I 1
Guglia dell’Immacolata 1
Guglia di San Gennaro 1
informazioni 1
itinerari a piedi lettura, cartina
Kayak Napoli 1
La Pignasecca 1
Laboratorio Oste 1
Libreria Dante & Descartes 1
locali e vita notturna 1
Lungomare 1
MADRE 1
Maschio Angioino; v. Castel Nuovo
Memus 1
Mercatino dell’Umberto lettura
Mercatino di Antignano lettura
Mercatino di Posillipo lettura
Mercato (quartiere) 1, cartina
Mercato Caramanico a Poggioreale lettura
Mercato di Porta Nolana 1
Mergellina cartina, 1
Monastero di Santa Chiara; v. Complesso Monumentale di Santa Chiara
Museo Archeologico Nazionale 1
Museo del Sottosuolo 1
Museo del Tesoro di San Gennaro 1
Museo del Tessile e dell’Abbigliamento Elena Aldobrandini 1
Museo di San Martino 1
Museo Diocesano di Napoli 1
Museo Filangieri 1
Museo Nazionale della Ceramica Duca di Martina 1
Museo Nitsch 1
Museo Pignatelli 1
Napoli sotterranea 1, 2
Ospedale degli Incurabili 1
Palazzo Carafa della Spina 1
Palazzo dello Spagnolo 1
Palazzo Di Sangro 1
Palazzo Donn’Anna lettura
Palazzo Pandola 1
Palazzo Reale 1
Palazzo Reale di Capodimonte 1
Palazzo Zevallos Stigliano 1
Parco Vergiliano 1
Parco Virgiliano 1
pasti 1
pernottamento 1
Piazza Bellini 1
Piazza Dante 1
Piazza dei Martiri 1
Piazza del Gesù Nuovo 1
Piazza del Plebiscito 1
Piazza San Domenico Maggiore 1
Piazzetta Nilo 1
Pio Monte della Misericordia 1
Port’Alba 1
Porta Nolana 1
Porticciolo 1
Posillipo 1
presepe napoletano lettura
Quartieri Spagnoli 1, cartina
Reggia di Capodimonte; v. Palazzo Reale di Capodimonte
Sanità 1, cartina
Santa Lucia 1, cartina
Santissima Annunziata 1
shopping 1
storia 1
street art 1234
T293 1
Teatro San Carlo 1
Toledo 1, cartina
trasporti 1
Tunnel Borbonico 1
Via Chiaia 1
Via San Gregorio Armeno 1
Vomero 1, cartina
Nocelle lettura, lettura
O
omosessuali 1
onirologia lettura
Oplontis lettura
orari di apertura 1, 2
Ospedale degli Incurabili (Napoli) 1
P
Padula 1
Paestum lettura, 1
pernottamento 1
palazzi e residenze
Palazzo Carafa della Spina (Napoli) 1
Palazzo dello Spagnolo (Napoli) 1
Palazzo Di Sangro (Napoli) 1
Palazzo Donn’Anna (Napoli) lettura
Palazzo Murat (Positano) 1
Palazzo Pandola (Napoli) 1
Palazzo Reale (Napoli) 1
Palazzo Reale di Caserta; v. Reggia di Caserta
Palazzo Zevallos Stigliano (Napoli) 1
Reggia di Capodimonte (Napoli); v. Palazzo Reale di Capodimonte (Napoli)
Reggia di Caserta lettura
Villa Cimbrone (Ravello) 1
Villa Malaparte (Capri) lettura
Villa Rufolo (Ravello) 1
Villa San Michele di Axel Munthe (Capri) 1
Palinuro lettura, 1
panoramici, punti
Arco Naturale (Capri) lettura
Belvedere di Migliera (Capri) lettura
Belvedere di Tragara (Capri) lettura
Convento del Deserto (Sant’Agata sui Due Golfi) 1
La Crocetta (Capri) lettura
Monte Solaro (Capri) lettura
parchi urbani e giardini 1
Giardini di Augusto (Capri) 1
Giardini Ravino (Forìo) 1
La Mortella (Forìo) 1, lettura
Lungomare (Napoli) 1
Monte Nuovo (Pozzuoli) 1
Museo Nazionale della Ceramica Duca di Martina (Napoli) 1
Parco Vergiliano (Napoli) 1
Parco Virgiliano (Napoli) 1
Villa Cimbrone (Ravello) 1
Villa Rufolo (Ravello) 1
Villa San Michele di Axel Munthe (Capri) 1
Parco Nazionale del Cilento 1, cartina, lettura
pernottamento 1
Penisola Sorrentina lettura
Petina 1
piazze e strade
Centro storico (Sorrento) 1
Lungomare (Napoli) 1
Piazza Bellini (Napoli) 1
Piazza Dante (Napoli) 1
Piazza dei Martiri (Napoli) 1
Piazza del Gesù Nuovo (Napoli) 1
Piazza del Plebiscito (Napoli) 1
Piazza San Domenico Maggiore (Napoli) 1
Piazza Umberto I (Piazzetta Capri) 1
Piazzetta Nilo (Napoli) 1
Via Chiaia (Napoli) 1
Via San Gregorio Armeno (Napoli) 1
Pimonte 1
Pioppi 1
Pisciotta 1
pittura 1
Polla 1
Pompei 1, 2, cartina
porte
Port’Alba (Napoli) 1
Porta Nolana (Napoli) 1
porti
Marina della Lobra (Massa Lubrense) 1
Marina di Praia (Praiano) 1
Marina Grande (Sorrento) 1
Porticciolo (Napoli) 1
Positano 1, cartina, lettura
pernottamento 1, 2
Postiglione 1
Pozzuoli e dintorni 1
Praiano 1, lettura
presepe napoletano lettura, lettura
Procida 1, cartina; v. anche Marina Corricella; Marina di Chiaiolella; Marina
Grande (Procida); informazioni 1
pasti 1, 2
pernottamento 1
shopping 1
trasporti 1
proverbi napoletani lettura
Pulcinella lettura
Punta Campanella lettura
Punta Penna lettura
R
Ravello 1, cartina
pernottamento 1
Reggia di Caserta lettura
religione 1
Ribera, Jusepe de lettura
Roscigno 1
S
Salerno 1, cartina
pernottamento 1
san Gennaro 1, 2, 3, 4
San Marco di Castellabate 1
Sant’Agata sui Due Golfi 1
pernottamento 1
Sant’Angelo 1
pernottamento 1
Sant’Angelo a Fasanella 1
Santa Maria del Castello lettura
Santa Maria di Castellabate 1
Sapri 1
Scala lettura
scultura; v. architettura e scultura
Sedile Dominova (Sorrento) 1
servizi igienici 1
Sicignano degli Alburni 1
sicurezza 1, lettura
Solfatara, Cratere della (Pozzuoli) 1
Solimena, Francesco 1
Sorrento 1, cartina
attività 1
Basilica di Sant’Antonino 1
Cattedrale 1
Centro storico 1
Chiesa di San Francesco 1
divertimenti 1
feste ed eventi 1
gelato lettura
informazioni 1
itinerari lettura, cartina
locali e vita notturna 1
Marina Grande 1
Museo Bottega della Tarsia Lignea 1
Museo Correale 1
pasti 1
pernottamento 1
Sedile Dominova 1
shopping 1
Torquato, Tasso lettura
trasporti 1234
Vallone dei Mulini 1
speleologia lettura
spiagge 1
Agropoli lettura
Ascea lettura
Bagni Regina Giovanna (Sorrento) lettura, 1
Baia di Ieranto (Costiera Amalfitana) lettura
Baia di Sorgeto (Sant’Angelo) 1, lettura
Marina di Praia (Costiera Amalfitana) lettura
Palinuro lettura
Punta Caruso (Ischia) lettura
Santa Maria di Castellabate lettura
Spiaggia dei Pescatori (Ischia) lettura
Spiaggia di Fornillo (Costiera Amalfitana) lettura
Spiaggia di Maronti (Ischia) lettura
sport acquatici 1; v. anche singoli sport Stabiae lettura
storia 1
Amalfi lettura
ammutinamento di Salerno lettura
camorra lettura
Carafa, Anna lettura
personaggi illustri a Capri lettura
regina Giovanna lettura
storici siti
Casa di Santa Maria Francesca delle Cinque Piaghe (Napoli) 1
Tunnel Borbonico (Napoli) 1
Vallone dei Mulini (Sorrento) 1
strade; v. piazze e strade
superstizione 1, lettura
T
Tasso, Torquato lettura
taxi 1
teatro; v. arti
teatri storici
Auditorium Oscar Niemeyer (Ravello) 1
Galleria Toledo (Napoli) 1
Teatro San Carlo (Napoli) 1
Teatro Tasso (Sorrento) 1
Teggiano 1
terme 1
Giardini Poseidon (Forìo) 1
Negombo (Lacco Ameno) 1
Parco Termale Aphrodite Apollon (Sant’Angelo) 1
Terme di Cavascura (Forìo) 1
Terme Stufe di Nerone (Lucrino) 1
tessere sconto 1
tombe e cimiteri
Catacombe di San Gaudioso (Napoli) 1
Catacombe di San Gennaro (Napoli) 1
Cimitero delle Fontanelle (Napoli) 1, lettura
torri; v. castelli e fortezze
traghetti e aliscafi 1, 2
tram 1
trasporti 1, 3
treno 1, 2, lettura
tuffi lettura
U
urbanistica 1
V
Vallo di Diano 1, cartina
Velia 1
Vesuvio 1
Vico Equense 1
Vietri sul Mare 1
ville romane; v. archeologici siti
W
Walton William e Susana lettura
Legenda delle cartine
LA NOSTRA STORIA

Un’auto vecchia e sgangherata, pochi dollari in tasca e tanta voglia di


avventura. Questo è tutto ciò di cui Tony e Maureen Wheeler hanno avuto
bisogno per il viaggio della loro vita – Europa e Asia via terra, destinazione
Australia. Hanno viaggiato parecchi mesi, ma alla fine si sono seduti al
tavolo della loro cucina e hanno scritto e confezionato la loro prima guida
di viaggio, Across Asia on the cheap. In una settimana ne avevano vendute
1500 copie! Era il 1972, era nata Lonely Planet.
Oggi Lonely Planet ha uffici a Melbourne, Londra e Oakland, con più di
seicento persone tra staff e autori, e ha partner in diverse nazioni, tra cui, in
Europa, Italia, Francia, Germania e Spagna. Alla base del lavoro di tutti c’è
ancora la convinzione di Tony che ‘una grande guida deve fare tre cose:
informare, educare e divertire’.
I NOSTRI AUTORI
Cristian Bonetto

Napoli, Pompei e dintorni, Pianificare il viaggio e Conoscere Napoli, Pompei e la


Costiera Amalfitana Cristian ha da sempre un debole per Napoli e la Campania, che
ha visitato per la prima volta da ragazzo con lo zaino in spalla. Nato in Australia da
genitori italiani, lo scrittore da circa 10 anni si occupa della cucina, della cultura e
dello stile di vita della regione. Secondo Cristian, poche città sono sfaccettate quanto
Napoli, e scrivere della sua complessità, delle sue contraddizioni, del suo fascino e
della sua continua capacità di sorprendere è sempre un’emozione. Le riflessioni di
Cristian sulla peculiarità della metropoli campana sono state pubblicate su riviste
internazionali, mentre la sua pièce Il Cortile, ambientata a Napoli, nel 2003 è stata
rappresentata in tutta Italia con il sostegno del prestigioso Australia Council.
Cristian, inoltre, ha collaborato a decine di guide Lonely Planet, tra cui Venice & The
Veneto, New York City, Denmark e Singapore. Potete seguire le su avventure su
Twitter (@CristianBonetto) e Instagram (rexcat75). Cristian ha inoltre contribuito
alla stesura del capitolo Pernottamento.
Helena Smith

Le isole, la Costiera Amalfitana, Salerno e il Cilento, Attività all’aperto, Guida


pratica Helena Smith viene in visita in Italia fin da quando aveva cinque anni.
All’epoca la cioccolata spalmata sul pane tostato era l’attrattiva principale, mentre
oggi torna per il cibo, l’accoglienza calorosa, l’arte e l’atmosfera. Durante le
ricerche per questa edizione ha seguito sentieri in montagna con vista sul mare fino
ad arrivare ai magnifici templi greci di Paestum. Ha inoltre contribuito alla stesura
del capitolo Pernottamento.
Napoli, Pompei e la Costiera Amalfitana 5a edizione italiana - Maggio 2016
Tradotto dall’edizione originale inglese:

Naples, Pompeii & the Amalfi Coast (5th edition, January 2016) ISBN 978-88-5923-243-8
© Testo e cartine: Lonely Planet 2016
© Fotografie: fotografi indicati 2016

Pubblicato da EDT srl su autorizzazione di Lonely Planet Publications Pty Ltd ABN 36 005 607 983

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