Documenti di Didattica
Documenti di Professioni
Documenti di Cultura
1 Cfr. l’edizione di Sir Henry SAVILE, curata agli inizi del Seicento: Του` εjν αJγ ιvοις πατρο;ς
ηJµω`ν ∆Ιωαvννου... του` Χρυσοστοvµου τω`ν ευJρισκοµεvνων Τοvµος (1-8). ∆ι∆ εjπιµελειvας και; αjνα−
λωµαvτων ∆Ερριvκου του` Σαβιλιvου εjκ παλαιω`ν αjντιγραvφων εjκδοθειvς, Etonae 1612; l’edizione prodotta
in quegli stessi anni a Parigi da FRONTON DU DUC: Sancti Patris nostri Ioannis Chrysostomi... Opera
omnia nunc primum Graece et Latine coniunctim edita... Fronto Ducaeus... variantes lectiones ex
mnss. codd. erutas selegit..., tt. 1-5, Lutetiae Parisiorum 1609-1616; l’edizione curata nella prima
metà del Settecento, ancora a Parigi, da BERNARD DE M ONTFAUCON : Sancti Patris nostri Ioannis
Chrysostomi... Opera omnia quae exstant... Opera et studio D. Bernardi de Montfaucon... tom. 1-13,
Parisiis 1718-1738; l’edizione di J. P. MIGNE, all’interno della Patrologia Graeca (Patrologiae Cur-
sus Completus. Series Graeca, voll. 47-64, ed. J.-P. Migne, Parisiis 1857-1866). Sull’edizione di Sa-
vile, cfr. il mio studio Sir Henry Savile editore delle omelie De Davide et Saule di Giovanni Criso-
stomo: i suoi esemplari, il suo testo, in «Sacris Erudiri» 46 (2007).
2 Per un resoconto sui contenuti delle omelie, sui problemi di cronologia e sulla storia della
tradizione si veda il mio Per un’edizione critica delle omelie De Davide et Saule di Giovanni Criso-
stomo, in «Augustinianum» 45 (2005), pp. 231-258.
effetto della potenza divina – ma soprattuto perché, pur potendo procedere alla
vendetta, lo risparmiò (690, 14-18);
– Riferimento ai soldati (passo qui in esame): «In che modo sarebbe poi stato
naturale che i soldati gli obbedissero? Che fossero disposti nei suoi confronti con
una tale benevolenza? Se infatti avessero avuto innumerevoli vite, non le avrebbero
date prontamente tutte per il capo, avendo appreso dai fatti, nella sollecitudine ver-
so il nemico, la benevolenza nei confronti degli amici? Colui che infatti è mite e
mansueto nei confronti di coloro che gli hanno arrecato sofferenza, molto di più
doveva essere disposto in questo modo nei confronti di coloro che erano benevoli
con lui; e questa era per lui la più grande garanzia di salvezza. E non solo erano
molto benevoli, ma anche molto arditi contro i nemici, sapendo che avevano Dio
che combatteva per loro, il Quale era sempre vicino al capo, e agevolava sempre
tutte le imprese. E a Davide prestavano attenzione, non dunque come ad un uomo,
ma come ad un angelo» (690, 18-31);
– Prima ancora di godere della ricompensa di Dio, Davide ebbe molti van-
taggi sulla terra, avendo risparmiato il nemico (690, 31-36);
– Parenesi conclusiva: imitiamo Davide, perché risparmiare il nemico è più
vantaggioso del farsi vendetta da sé (690, 36-49);
– Nuova pericope biblica e relativo commento (690, 49 sqq.).
Gli argomenti di sopra indicati sono tutti fra loro coerenti, eccezion fatta per
la digressione sui soldati. Che potrebbe essere un’interpolazione penetrata nel testo
già in età antica (lo stile è crisostomico, in perfetta coerenza con il dettato delle tre
omelie), o, meglio, potrebbe appartenere ad un altro luogo di questa, o di un’altra
omelia.
A mio avviso, la sezione potrebbe appartenere al paragrafo α (687, 9-688,
40) di questa omelia, laddove il Crisostomo, come già visto, parla dei soldati. Per le
seguenti ragioni:
αjναπνευ'σαι εjπιθυµου'ντας, και; ειjδοvτας ο{τι τω'ν κακω'ν ηJ λυvσις πα'σα εjν τη'/
του' πολεµιvου σφαγη'/ τοvτε ε[κειτο («grande cosa, infatti, che qualcuno abbia vinto
le proprie passioni; molto più grande, però, riuscire a convincere anche altri ad ave-
re la propria stessa opinione; e altri, che non erano uomini benigni e misurati, ma
soldati abituati a combattere, e disperati per le molte fatiche, e desiderosi di un po’
di sollievo, e ben consapevoli che ogni possibile fine dei mali risiedeva allora
nell’uccisione del nemico»). Nessun riferimento, dunque, alla buona disposizione
dei soldati nei confronti di Davide, né alla loro sicurezza in guerra fondata sulla
consapevolezza della protezione divina. L’unico luogo delle omelie De Davide et
Saule in cui il Crisostomo parla dei soldati in termini positivi, è la seconda parte
del paragrafo α della seconda omelia. Soltanto in questo passaggio, infatti, egli fa
riferimento alla loro buona disposizione: δια; του'το εjν τω'/ καιρω'/ τω'ν αjγ ωvνων
παρεσκευασµεvνους ευ|ρε και; ει[κοντας (688, 23-25).
3. Proprio dopo le parole παρεσκευασµεvνους ευ|ρε και; ει[κοντας , e dunque a
De Davide et Saule II, 688, 25, mi pare che la sezione 690, 18-31 potrebbe avere
una sua giustificazione logica. Il testo che ne risulterebbe è il seguente: (688, 15-
25) Και; γα;ρ κατηγοvρουν µε;ν εjκει'νοι, κατηγορει'το δε; οJ καθευvδων, αjπελογει'το
δε; οJ πολεvµιος, εjδιvκαζε δε; οJ Θεοvς, και; τη;ν του' ∆αυι÷δ ψη'φον εjκυvρωσεν. Ουj γα;ρ
α[νευ τη'ς του' Θεου' ρJοπη'ς ι[σχυσεν α]ν τω'ν µαινοµεvνων εjκειvνων περιγενεvσθαι:
αjλλ∆ ηJ του' Θεου' χαvρις η\ν ηJ τοι'ς χειvλεσιν εjγ καθηµεvνη του' προφηvτου, και;
πειθωv τινα διδου'σα τοι'ς ρJηvµασιν εjκειvνοις. Ουj µικρο;ν δε; και; οJ ∆αυι÷δ συνε−
βαvλετο: εjπειδη; γα;ρ αυjτου;ς το;ν ε[µπροσθεν χροvνον ου{τως εjπαιvδευε, δια; του'το
εjν τω'/ καιρω'/ τω'ν αjγ ωvνων παρεσκευασµεvνους ευ|ρε και; ει[κοντας. (690, 18-31)
Πω'ς η\ν ειjκο;ς λοιπο;ν του;ς στρατιωvτας εjκειvνω/ προσεvχειν… µεθ∆ ο{σης ευjνοιvας
διακει'σθαι προ;ς αυjτοvν… Ειj γα;ρ µυριvας ει\χον ψυχαvς, ουjκ α]ν εJτοιvµως αJπαvσας
εjπεvδωκαν υJπε;ρ του' στρατηγου', ε[ργω/ µαθοvντες εjν τη'/ του' πολεµιvου κηδεµονιvα/
τη;ν περι; του;ς οιjκειvους ευ[νοιαν… ÔΟ γα;ρ περι; του;ς λελυπηκοvτας πρα'ος και;
η{µερος ω[ν, πολλω'/ µα'λλον περι; του;ς ευjνοι>κω'ς διακειµεvνους ου{τως ε[µελλε δια−
κει'σθαι: ο} δη; µεvγ ιστον εjνεvχυρον αjσφαλειvας η\ν αυjτω'/. Ουjκ ευjνουvστεροι δε;
µοvνον, αjλλα; και; προθυµοvτεροι περι; του;ς πολεµιvους η\σαν, ειjδοvτες ο{τι το;ν
Θεο;ν ε[χουσιν υJπε;ρ αυjτω'ν πολεµου'ντα, το;ν αjει; παροvντα τω'/ στρατηγω'/, και; τα;
πραvγ µατα α{παντα εjξευµαριvζοντα. Και; τω'/ ∆αυι÷δ δεv, ουjχ ωJς αjνθρωvπω/ λοιποvν,
αjλλ∆ ωJς αjγ γεvλω/ προσει'χον. (688, 25-27) Ουj γα;ρ ωJς στρατηγο;ς στρατιωτω'ν,
αjλλ∆ ωJς ιJερευvς, ου{τως αυjτω'ν προειστηvκει, και; η\ν εjκκλησιvα το; σπηvλαιον εj−
κει'νο λοιποvν. In questo luogo, acquista senso la domanda retorica con cui la sezio-
ne si apre: «Come sarebbe stato naturale che...?», in ragione del riferimento ad una
precedente educazione di Davide che aveva reso possibile la buona disposizione
dei soldati. Il Crisostomo, insomma, che ha sempre parlato male dei soldati per
sottolineare, nel contrasto, il coraggio e la bontà di Davide, adesso muta il suo at-
teggiamento e ne parla in termini positivi, per celebrare in questo modo la sua ca-
pacità nell’educarli.
Una nota a Giovanni Crisostomo, De Davide et Saule II (PG 54, 690, 18-31) 219
—————————————————————————————————————————————————————————————
primo da un’omelia pseudocrisostomica Contra theatra (CPG 4563), pubblicata in PG 56, che ripro-
duce la sezione proemiale della De Davide et Saule III; il secondo da alcune Eclogae pseudo-
crisostomiche che contengono excerpta da tutte e tre le omelie; il terzo da una versione copta della
terza omelia, trádita da un papiro conservato presso il Museo Egizio di Torino. Sulla tradizione indi-
retta delle omelie De Davide et Saule, cfr. il mio Per un’edizione…, cit., pp. 250-253. Sulle ecloghe in
senso specifico rimando al mio studio Le omelie De Davide et Saule di Giovanni Crisostomo nelle
Eclogae di Teodoro Daphnopate, in «Orpheus» 28 n.s. (2007).
220 Francesca Prometea Barone
—————————————————————————————————————————————————————————————
690 di Migne, e non dalla 688 come i passi contigui. A partire dall’excerptum suc-
cessivo, il testo ricomincia a fluire nell’ordine “crisostomico”. Il primo dei due ca-
si, come si vede, è di fatto la combinazione di frammenti di frasi più che un ex-
cerptum vero e proprio. Il secondo caso, invece, è il passo che ho sin qui preso in
esame, o, meglio, una sua parte, PG 54, 690, 18-25 πω'ς η\ν ειjκο;ς λοιποvν … ου{τως
ε[µελλε διακει'σθαι . Il luogo in cui proporrei di inserire questa sezione, è, come si è
visto, PG 688, 25, dopo le parole ευ|ρε και; ει[κοντας . Accettando questa colloca-
zione del passo, verrebbe meno l’eccezione all’ordine progressivo che gli excerpta
dell’omelia conservano nell’ecloga: l’estratto precedente è infatti 54, 687, 61-688,
21, mentre il successivo è 54, 688, 41-56.
σει`χον, al προσεvχειν di inizio sequenza, per cui a buon diritto conclude la sezione.
A ciò si aggiunga che l’intera tradizione manoscritta concorda nel leggere la frase a
fine sequenza. La frase Ουj γα;ρ ωJς στρατηγο;ς στρατιωτω'ν, αjλλ∆ ωJς ιJερευvς,
ου{τως αυjτω'ν προειστηvκει, και; η\ν εjκκλησιvα το; σπηvλαιον εjκει'νο λοιποvν , a sua
volta, non può che occupare il luogo in cui si trova, giacché punto di collegamento
con l’immagine che nell’omelia segue, in cui il Crisostomo traduce l’accaduto in
termini liturgici: Davide, qui sacerdote nella sua chiesa, diventa vescovo nello svi-
luppo della metafora, i soldati sono i fedeli, e il suo discorso è ormai un’omelia,
conclusa la quale egli celebra un sacrificio, in cui la vittima è l’ira (688, 28 sqq.).
Va osservato, del resto, che se la sezione è stata davvero inserita in un conte-
sto diverso da quello di appartenenza, ciò può aver provocato una stratificazione di
interpolazioni oggi non più ricostruibili. Per le ragioni sin qui esaminate, non ho
ritenuto prudente, nel mio testo critico, modificare il dettato del testo trádito per via
diretta in maniera concorde da tutti i testimoni. Nonostante le perplessità esposte.