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M A L I
F A N
T A S T I
C I
L’ I M P O S S I B I L E
di Emanuele Farneti
Nella prima copertina di questo numero speciale, Jim Naughten che stiamo perdendo. Non è una coincidenza che le tre immagini
inscena un diorama psichedelico, immortalando un gorilla a passeg- abbiano in comune una dominante cromatica, il rosa. È un modo per
gio in una foresta rosa shocking. sottolineare, con evidente contrasto, che la vita reale a cui stiamo
condannando il pianeta è tutto fuorché un’arcadia, e le nostre pro-
Nella seconda, Simen Johan usa la tecnologia per mettere alla spettive di futuro certo non rosee.
prova la nostra percezione della realtà: quei fenicotteri esistono dav-
vero o li ha generati un computer? Abbiamo dedicato questo numero agli animali (fantastici, lo sono
tutti), ai loro diritti, alle loro aspettative di vita, ai loro sogni. Rac-
Per ritrarre i cavalli nel progetto da cui è tratta la terza immagine, contiamo di cani protagonisti nella storia dell’arte o che fanno car-
Gareth McConnell ha usato le stesse sfumature, lo stesso approccio riera nella moda, di celeberrimi roditori e di nuove stelle da social
psicologico che di solito vengono dedicati agli esseri umani. media. Diamo la voce, con il magnifico racconto scritto per i lettori di
d dal Premio Campiello Bernardo Zannoni, a un acaro costretto a fare
I loro sono tre diversi modi di rappresentare la catastrofe ambien- i conti con il suo ruolo nel tempo e con l’immensità del mondo.
tale del nostro tempo, non in via diretta ma per antitesi. Ci sono
infatti i fotoreporter che testimoniano con il loro obiettivo le soffe- Spiega l’etologa Jane Goodall, nel raccontarci la favolosa storia
renze che stiamo riservando a migliaia di specie animali. E poi c’è di Pigcasso, il maiale salvato dal macello perché sapeva dipingere e
chi, come i tre artisti di questa settimana, ha scelto invece di foto- pure bene: per sensibilizzare sulla questione ambientale servono di
grafare l’impossibile – di rappresentare cioè quello che potrebbe sicuro le inchieste, gli studi, le tabelle e i numeri – ma sono le storie
essere e non è, per farci sentire ancora più forte la nostalgia per ciò ad arrivare ai cuori. Q
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SOMMARIO
primo piano
I piccoli niente
Il racconto per d
di Bernardo Zannoni 015
Di sana e robusta Costituzione
di Paola Mastrocola 018
Dei (loro) diritti e dei (nostri) doveri
di Gabriele Rosana 020
L’aragosta e il metaverso
di Antonella Matranga 056
Million Dollar Pets
di Deborah Ameri 060
Il ritorno del T-Rex
di Stefania Medetti 064
Questione di topi (e paperi)
Intervista ad Alex Bertani
di Carlotta Magnanini 068
moda
finale
Homer & I
di Paul Smith 074 Inseguendo la diva
di Magda Mutti 088
A touch of pink
di Beatrice Pretto 076 Le ospiti volanti
di Laura Taccari 092
beauty
Oroscopo
Nel loro nome di Marco Pesatori 096
di Deborah Ameri 082
Risponde
A spotted butterfly di Umberto Galimberti 098
di Alessandro Arena 092
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Supplemento al numero odierno da vendersi esclusivamente con il quotidiano la Repubblica. Registrazione Tribunale di Roma n.122 del 18/3/96.
Certificato n. 8854.
del 05-05-2021
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DICHIARAZIONE DI BELLEZZA
I P I CCO L I N I E N T E
di Bernardo Zannoni
Nel suo romanzo d’esordio, I miei stupidi intenti (Sellerio), Bernardo Zannoni
ha dato voce alla faina Archy conquistando l’ultimo Premio Campiello. Ora lo scrittore
torna con un racconto scritto per d. In cui il protagonista è un acaro in cerca di risposte
bitiamo un luogo davvero molto vasto. E vuole che lo dica, che mamma ci viene a Fredericksen di non lagnarsi, a darmi la sacro-
tutto abbronzato. Anche lui è nostro fratello; alle stesse fibre vermiglie, il via vai per un gra- «Lasciami, idiota!», le avevo detto.
loro si stanno simpatici. nello, un pezzo di forfora, toccarsi per guada- «Lasciami tu!», urlava lei. «Mamma, aiuto!».
«Jean!», frigna di solito Fredericksen. «Faglie- gnare spazio. Mamma era una femmina impe- Incastrato sulla schiena di mia sorella, avevo
lo dire!». gnata, eppure riusciva a gestirci tutti, a dire a potuto voltarmi indietro.
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PRIMO PIANO
Vidi il cielo scurirsi ancora, poi le fibre impen- Lui non è nostro fratello, e vive nel Giallo Quando torno mia sorella sta ancora sisteman-
narsi, l’aria vorticare impetuosa. Vidi i miei fra- da prima di noi, tutto solo. A dire la verità, do uova.
telli volare via, nel vuoto, assieme alla polve- Tamburo è completamente suonato: non fa «Tu sei Andrea, e tu pure. Andrea e Andrea».
re, scomparire nella bocca di un buco nero. altro che ridere, e se non ride, è perché sta «Che bei nomi, tesoro»
Le loro voci, le nostre, furono annientate dal prendendo respiro. Si spinge molto più in Ne ha già chiamati così una ventina. Forse
rumore: le succhiava a sé, assieme a tutto il là di me, e spesso trovarlo mi riesce proprio vuole ovviare al fatto che non si sappia se na-
resto. Vidi mamma aggrappata alla punta di difficile, mi fa sgambare parecchio. Ha il vi- sceranno maschi o femmine, ma per me, è
un pelo, cercare di resistere fino all’ultimo. zio di arrampicarsi fino in cima alle fibre, perché non ha fantasia.
«Mamma!», la chiamai, e per assurdo mi sentì. così devo tenere il muso sempre in alto: non «Come sarà contenta mamma», canticchia.
«Stai con tua sorella!», gridò. Mi volse uno so cosa ci trovi esattamente lassù, ma se lo «Quando torna li portiamo tutti nel Rosso».
sguardo impaurito, poi ebbe un accenno di chiamo scende. Mia sorella la odio, eppure non riesco a non
gioia, poi di tristezza. Sapeva che non ero uno «Hey, ciao», dice. Si mette a ridere. volerle un poco di bene. Fredericksen non ri-
sciocco, me lo disse senza parole. Perse la pre- Io e Tamburo mangiamo, poi ci facciamo due esce a vedere le cose, non è capace di farsene
sa, e ci lasciò da soli. passi assieme. Non mi spinge e condivide vo- una ragione, è come fosse cieca. Come si può
Fredericksen corse finché non sentimmo più lentieri il cibo. Gli racconto di mia sorella e odiare qualcuno che nemmeno ha gli occhi
suoni spaventosi. Era tornata la luce, e intor- mio fratello, di mia madre, del Rosso e del per vivere? Mi dispiace più per lei che per la
no a noi le fibre si erano fatte di un colore Risucchio, e lui trova le mie storie molto di- mamma. Ogni volta mi chiedo cosa ci faccio
chiaro. In giro non c’era nessuno. vertenti. Forse nemmeno mi ascolta. Mi pia- ancora qui, perché non partire, esplorare con
«Dove siamo?», aveva detto mia sorella. ce l’idea di sembrare simpatico, è una bella Tamburo, trovare una femmina che mi ami.
«Non lo so». sensazione. Ogni tanto Tamburo s’incupisce: È che ho promesso. Resto vicino a mia sorel-
«Voglio sapere dove siamo. Qui è tutto giallo». se sta mangiando smette, e se cammina si fer- la ancora un poco, la sopporto, perché mi è
Ci aveva raggiunti anche Jean. Era sbucato ma di colpo. Lo vedo venire inghiottito da vio- stato chiesto. È una prova durissima.
dalle fibre ancora in corsa, tozzo e abbron- lentissime visioni, coscienze così pesanti da «Smettila di masticare, mi svegli le uova!».
zato, le zampe a sventola. Ancora non lo co- schiacciargli l’addome. Con il suo sedere enorme, Fredericksen mi
noscevo, ma già dallo sguardo non promet- «Tamburo?», lo chiamo. È assente, in un al- fissa da distante, poi mi raggiunge. Il suo
teva grandi soddisfazioni. tro mondo. sguardo vacuo, irritato, di chi non capisce
«Dove siamo?», disse. «Siamo piccoli niente, lo sai?». niente, si somma a quello di Jean, fermo sul-
«Non lo so», risposi io. Se ne esce spesso con queste frasi. Le dice in la sua schiena.
Jean si incantò per un momento. Si riprese, un sussurro, trattenendo la voce dallo scon- «Mi svegli le uova», sibila.
mi diede una spinta. volgersi in pianto. Mi mette un po’ a disagio. Io lascio il mio pezzetto di fibra.
«Dimmi immediatamente dove siamo, mi- «Siamo niente». «Le uova non si svegliano», rispondo.
crobo». «Cosa?». «E invece sì».
Non ci siamo più spostati. Fra i miei fratelli è Tamburo riprende a sorridere, poi a ridere. «E invece no. Non sono nemmeno vive».
scoccato subito l’amore, e siccome da man- «Niente, niente. Dai, camminiamo». «Jean!».
giare c’è sempre, alla fine il Giallo è diventa- Non mi racconta mai nulla di sé; da una par- Dondolo sul mio dorso. Nel mentre che pro-
to un colore amico. La nostra vita non è cam- te credo perché non sia in grado, dall’altra ho vo a rialzarmi, decido: aspetto la schiusa e
biata di una virgola: si mangia, si sonnecchia, come l’impressione che gli piaccia farsi i fat- me ne vado.
ci si riempie di nuovo la pancia. C’è polve- ti suoi. Non so da quanto tempo si aggiri per Un giorno Tamburo mi passa un pezzo di
re, forfora, pelle morta, ogni tanto un pezzo il Giallo, né che storia abbia. Tamburo non è qualcosa: è una specie di granella, di colore
d’unghia, fibra gialla. La dieta è la stessa e ce della nostra specie. Ha il dorso più grande e marrone, dall’odore zuccheroso. La assaggio
la facciamo andare bene, è roba sana. L’uni- di un particolare colore arancione, le zampe ed è buonissima.
ca variante, è che ho preso a muovermi più più spesse e molleggiate, la testa triangola- «Che cos’è?», dico estasiato.
spesso. Da quando Fredericksen è rimasta in- re. Una volta gli ho chiesto se venisse da lon- «È biscotto», ride. «È buono buono, ma buo-
cinta, ho tutti i motivi per passeggiare. Li ave- tano, mi ha risposto di sì. no davvero».
vo anche prima. «Da dove?». Ed aveva ragione. Era qualcosa che con il pul-
«Mamma sarà così contenta», ripete. «Quan- «Da lontano». viscolo non aveva niente a che vedere, né con
do torna li portiamo tutti nel Rosso». Tamburo conosce tante zone, e si spinge an- la forfora, né con la pelle morta. Era dolce, lo
Le è cresciuto il sedere e non fa altro che la- che molto distante. Quando stiamo per esa- divoro in un attimo.
sciare uova in giro, a dargli i nomi una per una. gerare, io mi fermo. «Cos’è un biscotto?», gli chiedo.
«Verranno tutti intelligenti», chioccia. «Mi fermo qui, Tamburo». Lui se la ride e comincia a camminare. Mi por-
«Tutti quanti», le fa eco Jean. Ha un sorriset- «Va bene, allora ciao». ta ai piedi di un monolito, ruvido e irregolare,
to quadrato, aggrappato al suo dorso, men- Si allontana ridendo. Il nostro è un rapporto ab- così pesante da piegare le fibre gialle sotto di
tre finisce di fecondarla. bastanza semplice, ma genuino come un pez- lui. La sua ombra ci copriva già da distante, il
«Intelligenti come me», continua lei. zo di forfora. Mi dispiace vederlo scomparire, suo odore ammaliava da ancora più lontano.
«Come te, tesoro». ho sempre paura di non riuscire più a trovar- «Da dove viene?», balbetto.
Quando passeggio vado a cercare Tamburo. lo. Mi piacerebbe andare via con lui. «Dall’alto», risponde Tamburo, poi ha un altro
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PRIMO PIANO
dei suoi momenti tristi. «Tu lo sai che siamo di pelo, di forma rotonda, ai piedi di uno spa- di fecondarla e le sta accanto, fa esercizio sot-
nulla, vero?», dice. zio d’aria infinito?». tovoce. Mi fissa non appena mi sente arrivare.
Io non lo ascolto, sono perso nel contempla- Quelle parole mi confondono, faccio una «Vedi di masticare piano, microbo», ordina.
re la montagna. Era un gigantesco ammasso smorfia. Tamburo ha un’espressione alluci- «Anzi, non mangiare affatto».
di quella sostanza zuccherina, un’estasi gran- nata, continua a parlare senza aspettarmi. «Va bene», rispondo. Non ho testa per le sue
de quanto venti eternità. «Se ti dicessi che questo spazio è la casa di provocazioni: lo zucchero mi abbandona e mi
«Quando è arrivato?», chiedo. mostri inimmaginabili, di grandezze inimma- lascia desolato, sgomento, pieno di tristezza.
«Da un po’». ginabili, e noi ci nutriamo delle loro bricio- Mi posiziono lontano dalle uova. Penso davve-
Ci arrampichiamo, saliamo per un poco. le? Se ti dicessi che non siamo più importan- ro che il mio non è un significato, che nessuno
«È pazzesco! È bellissimo!», dico io con il fia- ti della polvere, che non siamo niente, che di noi lo ha. Penso a cosa possa farmi andare
tone. Ammiro la granella declinarsi in forme tutto quello che pensi, che vuoi, che deside- avanti, al senso che la mia vita può assumere,
ruvide, spingersi al cielo con una morbida sa- ri, è niente?». se è tangibile, o perlomeno appena percetti-
lita. Tamburo mi è davanti e intuisce che sto La voce gli si era strozzata, stava iniziando a bile. Povero Tamburo, sì è bevuto il cervello.
faticando, si ferma e mi aspetta. Ha la risata piangere. «Tamburo», gli dico, ma lui mi parla Cosa può fare un acaro, a cosa può aspirare,
un po’ rarefatta. sopra. Lo vedo al limite, tremava tutto. se non essere un piccolo niente? Quale è il
«Stanco?», mi chiede. «Io vengo da tanto lontano, che tu non puoi suo qui, se non il posto dove poggia le zam-
«Sì». averne un’idea», confessa. «E vengo da questo pe? Ci penso su parecchio, mi chiedo se que-
Ci mettiamo a mangiare. Avevo l’addome che biscotto, sul quale sono rimasto attaccato». sto possa giustificare la mia presenza a que-
scoppiava, le zampe mi reggevano a malape- Eccolo, ora piangeva. Tamburo piega le zampe sto mondo. Vale davvero la pena essere, ma
na; ero contento ed euforico, assonnato ed ec- a terra, si stende, ne mette un paio sugli occhi. essere invisibili? Davvero un desiderio ha una
citato allo stesso tempo. «Mi hanno portato via», biascica. «Mi hanno scala di misura?
«Tamburo lo sai, lo sai che sei mio amico?», strappato ai fratelli, a mia mamma, mi hanno «Cosa trami?».
bofonchio. Dico la verità; e dalla verità pas- fatto perdere per sempre. Sono caduto qui, Mi giro di soprassalto. Fredericksen mi è alle
so subito a tutto il resto. ma cosa è realmente qui, per noi? Niente. Sia- spalle, con il sedere enorme, che mi studia.
«Io voglio andarmene, Tamburo. Ho capito mo insignificanti». «Niente», le dico. Lo faccio con dolcezza: per-
che spostarmi mi piace. Voglio venire via con Mi sono avvicinato a lui, ho vinto l’imbarazzo, ché anche mia sorella, alla fine, è un piccolo
te, il più lontano possibile». ora gli appoggio una zampa sul dorso. niente. E così pure Jean. E gli Andrea.
Tamburo era pensieroso. «Ma no, Tamburo, no», dico. «Partiamo insie- «Sei sospetto», continua lei.
«Noi non ci spostiamo mica», dice. me», ma non ne sono più tanto convinto. Mi scruta con il suo muso idiota, inconsape-
«Ma lo faremo», rispondo. «Ci mettiamo in «Salgo sulle fibre per cercarli», si disperava. vole ed insensibile. Alla fine le voglio bene,
viaggio, lasciamo il Giallo, guardiamo nuo- «Ritorno qui in cima per provare a scorgere da decido che le posso fare un regalo.
ve cose». dove ho smesso di esistere. Ha senso urlare? «Penso a quando tornerà la mamma», sorri-
Tamburo guardava, sì, ma in alto. Che non ri- Mi possono sentire? C’è una vaga speranza?». do. «A quando torna e ci riporta nel Rosso».
desse da così tanto tempo, mi faceva una cer- Sono confuso e spaventato, incerto se dar- Fredericksen si scuote, si rilassa. Le scorgo
ta impressione. mela a gambe, oppure colpirlo, e poi darme- un barlume di affetto tra gli occhi, tutti e tre.
«Ti va di salire ancora più su?», domanda. la a gambe. Lo preferivo quando rideva, quan- «Allora hai capito», dice.
Lo zucchero mi aveva intorpidito, sentivo le do apriva la bocca solo per quello. Come mi «Sì».
zampe pesanti, prossime al collasso, eppure avesse letto nel pensiero, Tamburo inizia un «Che ho ragione».
ero pieno di energie. lieve gorgoglio. «Sì».
«E perché?», chiedo. «C’è la stessa cosa anche «Pensare mi uccide, amico», dice. «E che mi hai rubato il pulviscolo, appena
qui, sotto di noi, intorno a noi». Si alza d’improvviso e io mi scanso immedia- usciti dall’uovo».
Picchietto il biscotto con la zampa. tamente. Tamburo ride di nuovo, ma non na- «Sì».
«Ne facciamo scorta, poi partiamo. Appena le sconde l’amaro in volto. Fredericksen si ferma, decide d’improvviso
uova si schiudono tagliamo la corda». «Vuoi farmi un favore? Sali fino in cima, ren- di non infierire. Arriva Jean in corsa, chiede
Tamburo non mi ascoltava. Manteneva la sua ditene conto. Così capirai che viaggiare non cosa stia succedendo.
domanda con gli occhi, riproponendola ai serve». «Niente», dice lei. «Tutto bene»≠.
mei. A questo punto glielo chiedo. Mi supera, si mette a scendere. Lo zucchero E senza spintoni, senza ribaltarmi sul dorso,
«Perché vuoi salire?». mi aveva reso ancora più agitato, e stavo tre- mi danno la schiena entrambi, e mi lasciano
Il mio amico aspetta un attimo prima di ri- mando tutto. Tamburo d’improvviso si fer- in pace. Bastava davvero poco per ammansir-
spondere. Lo scorgo soppesare le parole, va- ma e si volta. la, meno di un granello di polvere. Sulle mie
lutarne la gravità, sia per me che per lui, come «Tu non puoi andare da nessuna parte!», gri- zampe, ben stabile, me lo ripeto: aspetto la
non volesse farle uscire troppo in fretta, come da. Riprende a scendere. schiusa e me ne vado. Q
non volesse morirne. Quando torno mia sorella sta sistemando le
«Se ti dicessi che il Giallo non è che un ghiri- uova. Ne chiama un’altra Andrea proprio sot- In apertura, acari al microscopio. L’autore del racconto
goro, fra infiniti ghirigori gialli e rossi?», mi to il mio naso, così da ricordarmi che di An- è il 27enne di Sarzana che, con I miei stupidi intenti
dice. «Se ti dicessi che viviamo in un manto drea ha formato un esercito. Jean ha smesso (Sellerio, 16 euro) ha vinto il Premio Campiello 2022.
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PRIMO PIANO
D I SA NA E RO B U STA CO ST I T UZ I O N E
di Paola Mastrocola foto di Nikita Teryoshin
Ci piace dire che amiamo gli animali. Ma è poi vero? Li riconosciamo come esseri senzienti,
ai quali vanno garantite salute e vita? Ora finalmente lo prevede un nuovo comma all’articolo 9
della Carta. E allora iniziamo osservandoli sul serio. Per cogliere la meraviglia del loro mondo
G
li animali vivono con noi. Anche gli ani- la nostra Costituzione. Nel 2022 appena pas- gua, che però noi non capiamo. Sono portatori
mali che non vediamo perché troppo sato è stato aggiunto un comma all’articolo 9, di un segreto misterioso. Abbiamo imparato a
piccoli o perché abitano lontano, leo- in cui si li si riconosce come “esseri senzienti” conoscere i loro gesti e i loro versi; sappiamo
ni, gazzelle, elefanti, coccodrilli, di cui abbia- ai quali va garantita “la vita, la salute e un’e- che provano paura e rabbia, che hanno fame,
mo un’idea solo libresca, fotografica, filmica: sistenza compatibile con le proprie caratteri- che accudiscono i cuccioli, che forse s’inna-
tutti vivono insieme a noi nello stesso mon- stiche etologiche”. Spero che questa aggiunta morano… Ma restano un universo incognito.
do. E vivono nella nostra mente. ci aiuterà a cambiare il nostro atteggiamento Non sappiamo se pensano, se hanno no-
Sono gli animali immaginari dei fumetti e mentale. La bioetica, come ci insegnano gli in- stalgia, rimpianti, se temono la morte come
delle favole, che hanno nutrito la nostra in- teressanti libri di Luisella Battaglia, è l’etica noi. Hanno di sicuro la memoria, l’imma-
fanzia e spero nutrano ancora la nostra men- che riguarda tutto ciò che è bios, l’intero mon- ginazione e anche la capacità di program-
te adulta: il lupo, l’orso Baloo, il Gatto con gli do vivente, a cui dovremmo applicare, allar- mare azioni. E sentimenti. Arrivano addirit-
stivali, la volpe del Piccolo Principe, l’ippo- gandolo, l’imperativo kantiano: “Tratta nella tura a suicidarsi: Aristotele racconta, nella
grifo… Fino alla faina di Bernardo Zannoni, misura del possibile ogni essere vivente sem- sua Historia animalium, che il re degli Sci-
che ha vinto l’ultimo Campiello (a pag. 21 un pre anche come fine e mai solo come mezzo”. ti fece accoppiare una sua splendida caval-
suo racconto inedito per d ). Nella misura del possibile… Cosa ci è pos- la purosangue col migliore dei suoi cuccio-
Amiamo molto gli animali. Amiamo so- sibile fare? Io penso che, per cominciare, po- li, coprendola con un velo; ma il velo a un
prattutto dire che amiamo gli animali. Ma tremmo guardare molto gli animali intorno certo punto cadde e il giovane cavallo, ri-
non so se sia vero. Forse il nostro è un amo- a noi. Guardarli e basta, perdendoci a osser- conoscendo la sua mamma, fuggì e andò
re astratto, che non costa nulla. Li amiamo vare la loro vita, anche senza coglierne fino a gettarsi in un burrone. Gli animali han-
in forma di peluche e nelle pagine dei libri, il fondo il segreto. La parola rispetto, non a no un’anima. Come le piante. Così ci dice
o amiamo quelli che abitano con noi, che caso, ha in sé il verbo spectare, guardare. Gli un grande fisico e filosofo tedesco dell’ot-
compriamo al negozio o prendiamo al ca- animali ci incantano. Proprio nel senso di in- tocento, Gustav Theodor Fechner, in un
nile. Gli animali da compagnia. Ecco, è quel canto, qualcosa che si scosta dalla normalità piccolo delizioso libro pubblicato anni fa
“da” che mi insospettisce: animali da passeg- delle nostre vite: un ragno che s’inerpica sul da Adelphi, Nanna o l’anima delle piante.
gio, da allevamento, da laboratorio, da pel- suo filo invisibile, un cane che aspetta fuori Partiamo dalla meraviglia. Gli animali, come
liccia. Noi usiamo gli animali. Li adoperia- dal negozio il padrone, le cimici che ci entra- tutti gli esseri viventi di cui percepiamo accan-
mo come mezzo per i nostri fini, che siano no in casa per trovare un po’ di caldo, lo sco- to a noi il mistero, rinnovano la nostra meravi-
affettivi, scientifici o commerciali. Ma non iattolo che corre a fare incetta di nocciole. E glia del mondo. Abbiamone cura, e rispetto. Q
so se li amiamo in sé, come esseri dotati di le anatre, la mia passione. Le guardo naviga-
una loro vita indipendente e misteriosa. Ve- re sul Po come barchette tirate dal vento: il
niamo da una lunga storia di sopraffazione e massimo di fatica per dar l’idea del massimo Paola Mastrocola, Torino 1956, è una scrittrice italiana.
asservimento, a partire da quando li sacrifi- di leggerezza, le loro zampette che mulinella- Autrice, tra gli altri, di La gallina volante, Che animale sei?
Storia di una pennuta, Diario di una talpa, La saggezza
cavamo sugli altari degli Dei fino ad arrivare no sott’acqua e che noi non vediamo.
del lupo, Storia dell’orso che scappa (tutti editi da Guanda).
ai nostri mattatoi e allevamenti industriali. Forse gli animali ci incantano proprio per- Nella foto a destra: uno scatto del progetto fotografico di Nikita
Ora finalmente gli animali sono entrati nel- ché non hanno la parola. Parlano una loro lin- Teryoshin: Backyard Diaries – Hidden Worlds of Urban Cats.
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PRIMO PIANO
D E I ( L O RO) D I R I TT I E D E I ( N O ST R I ) D OV E R I
di Gabriele Rosana da Bruxelles foto di Nikita Teryoshin
L’Unione europea punta a un protocollo sul welfare degli animali, vietando allevamenti in gabbia,
sperimentazioni crudeli, pratiche inutili su etichettature e trasporti. Per dare l’esempio su scala globale
ruxelles dice finalmente basta agli alle- oltre un milione e mezzo di cittadini di tutta dimostrazione dell’attenzione per il tema nel-
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PRIMO PIANO
L A NAT U R A È R E S I L I E N T E
di Mara Accettura
Jane Goodall, la grande etologa e attivista, sfodera un po’ di ottimismo sul futuro del pianeta.
E su certe azioni-shock degli ambientalisti dice: «Attenti, solo le storie arrivano al cuore della gente»
iamo all’inizio di un tunnel buio e lun- lezza dell’impronta ambientale che lasciamo ingegnosi nella crudeltà. E però possiamo sce-
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PRIMO PIANO
U NA P O ET I CA F E RO C I A
di Cristina Kiran Piotti
A
Delhi l’aria che ti avvolge d’inverno è do le loro conoscenze sulla muscolatura uma-
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PRIMO PIANO
È quella dei nibbi bruni nel cielo di Delhi, in pericolo a causa dell’inquinamento. Ma anche quella di un film,
che racconta la vicenda di due fratelli dediti a salvare questi rapaci. E a lanciare un monito al mondo
tarughe, pecore, maiali, rane, gufi. nea temporale di qualsiasi megalopoli come rocia e ho cercato di catturarla, nelle immagi-
«Mi interessava il modo in cui questa città è di- New York, Tokyo o Parigi. Forse è questo uno ni, per evocare l’appassionato incanto prova-
venta una sorta di tela per la vita, volevo pro- dei motivi per cui il mio film ha colpito mol- to dai fratelli, fin da quando erano bambini».
vare a mostrare la simultaneità di queste pre- te persone in varie città del mondo: guardan- Febbraio 2020. Nel corso della narrazio-
senze. Di solito pensiamo alla natura come a dolo hanno percepito il pericolo imminente. ne, un’ondata di violenza settaria devasta la
qualcosa di lontano, nella giungla, nella fore- Quando abbiamo proiettato il film a Los Ange- capitale. “La vita è fratellanza. Facciamo tut-
sta, nelle spiagge. Persino all’interno dei nostri les, a causa di tutti gli incendi, le persone han- ti parte di una comunità d’aria”, dicono i fra-
corpi. Ma non a qualcosa che pervade l’interno no compreso bene la sensazione di quest’aria telli. All That Breathes una metafora?
della città. Oggi invece molte ricerche ci dico- palpabile, viscerale, tattile, pesante». «Sebbene il film sia dedicato all’ambiente,
no che la città è spesso la sola responsabile di In una scena da pelle d’oca, un nibbio bru- non potevo evitare del tutto la società. Anche
molti cambiamenti rivoluzionari». no fissa la camera in un condensato di misti- perché i fratelli sono profondamente umani
Delhi è una delle più inquinate al mondo, ca energia tipico di certi grandi felini. Qual nel loro lavoro e nella loro visione del mon-
di quelle in grado di mostrarci verso cosa sia- è stata la sua relazione con questi uccelli? do, contraria a qualsiasi divisione su basi set-
mo diretti. I fratelli protagonisti del docu- «Non sono simpatici uccelli canterini, sono ra- tarie. Sono per una profonda comunanza uma-
mentario sono testimoni di notevoli cambia- paci feroci, con artigli e unghie affilati. Devi na, tra tutto ciò che respira». Q
menti ecologici, voleva lanciare un monito? guadagnarti il loro rispetto. Non davo per scon-
«In un ecosistema estremo come quello di tata la mia presenza in mezzo a loro. I rapaci Sopra, nibbi bruni nel cielo di Delhi. A sinistra, una scena
Delhi si assiste a una versione futura della li- sono portatori di una innegabile, maestosa fe- del doc All That Breathes del regista indiano Shaunak Sen.
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PRIMO PIANO
U N S E N S O D I I N F I N I TA G R AT I T U D I N E
di Simone Cosimi
Sara Turetta ha ribaltato la sua esistenza per aiutare i randagi nel sud Italia, in Romania e ai confini
dell’Ucraina in guerra. Qui parla della sua lotta quotidiana, con un vocabolario nuovo: quello dei diritti
ollare tutto all’inizio dei Duemila – i cani, con il loro senso di infinita gratitudine si dovrebbe concentrare sul controllo delle
nale, a quella che è la tua vocazione: una mis- ci sono almeno 130mila cani rinchiusi e molti povertà. Solo tenendo tutti insieme possiamo
sione che è come una calamita che ti chiama». di loro sono destinati a morire in quelle gab- costruire una società migliore». Q
Ha mai pensato di mollare tutto? O peg- bie. Significa che qualcosa non funziona e la
gio che questa battaglia non avesse senso? legge non dà indicazioni sufficienti alle au- Sara Turetta, 49 anni, attivista, fondatrice di Save the Dogs &
«Sarò molto onesta: mi hanno trattenuto solo torità locali sulla prevenzione. Quest’ultima other Animals. A destra, tra i suoi randagi salvati in Romania.
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PRIMO PIANO
FA N N O B E I S O G N I
di Simone Cosimi foto di Gareth McConnell
Le ricerche dimostrano che oltre ai mammiferi anche ragni o fringuelli hanno una (più o meno intensa)
attività onirica. E dire che 20 anni fa si pensava che i pesci nemmeno dormissero
ltre mezzo secolo fa il maestro della ne ha evidenziato che i ratti possono riper- ci, ma sfoggia un’attività cerebrale simile a
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PRIMO PIANO
U N A M I CO P E R S E M P R E
di Deborah Ameri foto di Mathias de Lattre
Scienziata e startupper, Celine Halioua ha fondato un’impresa biotech dedicata allo studio di farmaci
in grado di far vivere più a lungo i nostri animali domestici. E, chissà, un domani anche noi
ul braccio ha tatuato un verme, un topo- Il secondo è un farmaco che viene rilascia- La speranza dell’imprenditrice è di arriva-
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THE BIG PICTURE
A N I M A L C RO S S I N G
foto di Simen Johan testo di Laura Piccinini
Il fotografo norvegese, autore di una delle tre copertine di questo numero di d, ritrae gli abitanti
di giungle, tundre e foreste e poi li rielabora in digitale. Tra visioni psichedeliche e pop
osa cerchiamo quando guardiamo le di foche con fondale alla Géricault, fenicotteri sua monografia per powerHouse è sugli ulti-
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UN DRINK CON D
L’A RCA D I FA M I G L I A
di Giovanni Audiffredi illustrazioni di Karin Kellner
Mucche, galline, fagiani, cinghiali. Cavalli, che alleva, e cani, per i quali sta studiando osteopatia. Vittoria
Ferragamo è, tra i sei figli di Ferruccio, quella che ha scelto la vita di campagna: questione di imprinting
repitio di caminetti e un mondo bri- nel 2013, con la responsabilità delle attività di Lucca, fare ricotta e pecorino. Ma soprat-
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«La mia è un “prigionia” felice.
Sono fortunata e grata di essere
circondata da una tale varietà di bello,
che mi insegna di continuo»
UN DRINK CON D
coccolata e la più spronata a darsi una mossa. gli ex cavalli da corsa. E delle passeggiate in belga, Joris De Bravander. Marco importa il
I più grandi Salvatore e James sono gemelli Arizona tra i cactus, indimenticabili». seme di alcuni stalloni importanti in esclusi-
e hanno 51 anni, Vivia, 49 è stilista, Olivia, 41, Ci vuole la mano per questi animali. Si va per l’Italia e a Il Borro c’è una stazione di
poi ci sono io e Francesco 21. Insieme abbia- impara o è un dono? monta, un centro di inseminazione e fecon-
mo una chat sportiva qui a Il Borro, per co- «Bisogna avere voglia di costruire un lega- dazione. Le fattrici vengono mandate qui sia
municarci gite, passeggiate, giochi vari. Se me. Solo così ci si trasmette a vicenda sen- per essere fecondate, sia per essere segui-
ci mettiamo anche i cugini siamo una fami- sazioni speciali. Quando monti un cavallo te fino al parto. Cresciamo i puledri, li do-
glia immensa. Siamo tutti l’uno per l’altro. Io con il quale hai trovato sintonia senti un miamo… Ora sono un centinaio di animali».
sono cresciuta a Fiesole, accanto a Villa Il Pa- brivido particolare, perché diventi parte di C’è stata anche un’asta di embrioni di
lagio, casa di nonna Wanda, e mi rimangono qualcosa, di un movimento, un istinto. Io cavallo da voi. Come funziona?
care cose semplici, come il ricordo di quando sono molto attratta da questi animali, dai «Abbiamo usato l’anfiteatro creato nella
con lei andavo a messa a piedi la domenica». loro occhi profondi, dalla loro dimensione cantina nuova durante il lockdown. Di so-
Invece la passione per i cavalli come in rapporto con la straordinaria sensibilità lito le aste si fanno in contemporanea alle
si è accesa? che hanno nel comunicare tra loro e con le gare sportive. In questo caso abbiamo dato
«Merito di mia madre, Amanda Peat (prima persone. Hanno comportamenti complessi alle persone un’esperienza di vacanza a Il
moglie di Ferruccio Ferragamo, ndr). Quan- e affascinanti. Vale la pena di dedicarsi per- Borro. Un catalogo di puledri in vendita con
do avevo quattro anni ho iniziato a montare ché trovare la chiave giusta in un mazzo di il massimo della qualità. Nel cavallo la fe-
Pony, quando andavo a Londra o nella casa possibilità ti consente di aprire un mondo condazione è molto evoluta. L’ovocita e il
dei nonni nella campagna inglese. Lei era che commuove». seme vengono assemblati per fare embrio-
abituata da bambina a trasportare il suo con Per lei è stato anche uno sport agoni- ni che vengono impiantati nella portatrice,
il treno. Quello è un paese con una cultura stico. Cosa cambia? che fa da mamma. In questo caso si acqui-
equestre diversa. Avevo idee precise su come «Ci sono molti cavali che autenticamente si stava lei e il futuro puledro».
sarebbe stato il mio primo cavallo: baio, coda divertono a gareggiare. Per loro, come per Ma quale è il vantaggio?
e criniera nera, femmina. Così a 12 anni arri- me, quando suona la campana si dà tutto. «La riproduzione con monta naturale è piut-
va Valentine, cavalla francese, figlia di Nar- Devi essere brava a farli rilassare. Io venivo tosto violenta e gli animali di un certo valo-
cos, uno stallone piuttosto famoso. A Il Bor- ad allenarmi al Il Borro in treno tre volte la re rischiano di farsi male. In più, spesso la
ro c’è ancora una sua figlia. Ormai va per i 20 settimana da Firenze. Poi, acquisito un buon migliore fertilità corrisponde con la stagio-
anni, si chiama Beverly, ha un carattere piut- livello, sono passata al Centro Ippico Tosca- ne della vita sportiva più competitiva. Sen-
tosto ombroso e si fa toccare solo da me». no, con un cavallo morello bellissimo che si za tenere conto che la gravidanza è sem-
Ha mai viaggiato a cavallo? chiamava Gold Bay Moschino. Con lui ho fat- pre un rischio».
«Mi manca. Ma ho dei bellissimi ricordi di to tante gare, fino all’europeo junior a Gijon Sul lato del business invece?
galoppate nel deserto vicino Dubai con de- in Spagna a 16 anni. Dopo i 18 ho smesso con «Onestamente si possono generare cinque
i salti, era ora di pensare all’istruzione. E poi puledri al posto che uno ogni anno. E si può
sono diventata mamma abbastanza presto». scegliere se congelare il tutto».
I suoi figli come se la cavano in sella? Quale è l’evoluzione del suo lavoro?
«Pietro ha 13 anni e gareggia con buoni ri- «Ora mi sto occupando di osteopatia anima-
sultati e anche Beatrice, 11, è molto appas- le. Lavoriamo sui cani. Qui ne abbiamo una
sionata. Ho un ricordo bellissimo di lei a 4 decina. Impariamo a sviluppare la sensibi-
anni che monta il pony Trilly. Doveva far lità, a toccare lo scheletro, le fasce musco-
prendere al cavallo una pallina nel secchio lari, il sistema nervoso e cercare di capire
e in quel bidoncino ci è finita lei scivolan- dove ci sono rigidità e tensioni. Quello che
do dal collo del cavallo. Li allena Marco (De- mi piacerebbe fare è connettere una parte
molini, ndr), il loro papà. Ci siamo sposati di lavoro sul corpo con la componente emo-
nel 2009 e ora ci stiamo separando, ma per tiva. Nei cavalli viene spesso trascurata. In-
il momento quello che abbiamo creato in- vece è fondamentale conoscere le loro pau-
sieme funziona. Non vorrei essere troppo re per aiutarli a liberarsene».
sognatrice…». C’è un tocco Ferragamo nel fare le cose?
È con il suo ex marito che avete inizia- «Credo il desiderio di fare meglio con one-
to l’allevamento a Il Borro? stà e pulizia. C’è un orgoglio di famiglia che
«Marco è molto bravo nel suo lavoro. Ha tan- traspare con moderazione».
tissima esperienza e ho imparato molto da Ma una donna che ha viaggiato e stu-
lui. Con la sua famiglia, nel senese, ha alleva- diato nel mondo, non si sente mai sola in
to per tanti anni. Così alle passeggiate e alle queste campagne?
lezioni che offriamo agli ospiti del relais, tre «La mia è una “prigionia” felice. Sono fortu-
anni fa abbiamo iniziato ad affiancare que- nata e grata di essere circondata da una va-
sta attività collaborando con lo stalloniere rietà di bello, che mi insegna di continuo». Q
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parole
Il castigo della “gente meccanica”. Se in auto ogni metro è un rodeo. L’immensa collezione d’arte
privata dell’umanità. L’innovazione agricola di ieri è la tradizione di oggi. Aspettando il 7 febbraio
illustrazioni di Rebecca Clarke
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PA R O L E
È CHIARO CHE SIAMO NOI riposo che fendono le strade a piedi superan- le, un ponte o un tramonto. Gli irrequieti in-
do le carovane di macchine incolonnate e il vece, soprattutto nel traffico, non rinunciano
I PEGGIORI festival dei clacson suonati senza apparente
ragione, attraversano l’inferno con sorpren-
quasi mai alla rappresentazione della minac-
cia. Accade infatti che ci si dicano cose terribi-
ISTINTI dente leggerezza. Confusi tra i genitori con
prole alla ricerca di un’attività che acceleri
li dai finestrini e che a volte si trascenda, ma
è più prosa che poesia, più teatro che realtà.
di Malcom Pagani gli orologi e incanali verso la tregua serale e i «Siamo tutti uguali», notava Moravia «tra
coriandoli di umanità che competono con la le mille maniere di fare un’azione scegliamo
udito selettivo è uno dei tanti talenti dea Kali e riportano a riva, dal mare tempe- sempre istintivamente la peggiore». Così è
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PA R O L E
AVRÒ CURA DI TE
I L CO N F I N E
TRA NOI E NOI
di Elena Stancanelli
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PA R O L E
BIO - S CIENZA
N
ei mesi scorsi ha fatto discutere la scel-
ta del nuovo governo di modificare la
denominazione del ministero dedi-
cato alle politiche agricole, oggi Ministero
dell’Agricoltura, della sovranità alimentare
e delle foreste. Il concetto di sovranità – da
intendersi, ha chiarito il ministro Francesco
Lollobrigida, in senso contrario a quello di
“autarchia” – rimanda a un modello di gestio-
ne delle risorse agroalimentari che difenda e
valorizzi i prodotti nazionali e la nostra cultu-
ra alimentare, anche nell’ottica dell’indipen-
denza dall’estero.
Ma quali sono questi “prodotti nazionali
italiani” da difendere? Qual è la loro storia?
Studiando, si capisce come pomodoro, mela,
ciliegia, melanzana, patata, mais, riso e agru-
mi, che percepiamo come “nostri” prodotti,
e che negli anni hanno guadagnato certifica-
zioni di provenienza e qualità, hanno un fat-
tore in comune: non sono originari dell’Italia
e nemmeno dell’Europa. Gli odierni frutti del-
la terra sono peraltro anche il risultato di de-
cenni di adattamento e miglioramento geneti-
co, tramite incroci, innesti, impianti di colture
“aliene” in terreni dove non si erano mai viste
prima. Rappresentano perciò un’innovazione stra storia per diventare uno spauracchio da dei ministeri dell’Agricoltura e dell’Ambien-
rispetto a quello che naturalmente crescereb- combattere a tutti i costi, al di là di ogni evi- te. Mai sottoscritto. Stessa sorte toccata a tan-
be sul territorio italiano. Prendiamo le mele, denza scientifica. te altre varietà italiane oggi a rischio a causa
oggi orgoglio e tipicità di tante nostre regio- Fin dal 1908, la produzione di limoni nel di malattie, parassiti, cambiamenti climatici.
ni. Non sono nate vicino a noi, ma a 7.000 me- nostro Paese è minacciata dal malsecco, che Per inerzia e miopia, le istituzioni italia-
tri, sulle montagne del Kazakhstan e “migra- colpisce soprattutto le varietà italiane più ne da due decenni assecondano narrazioni
te” verso Ovest lungo migliaia di anni, grazie pregiate. Nel 2021, Alessandra Gentile – do- passatiste e talvolta terroristiche, sbarrando
anche a orsi e cervi che di esse si nutrivano e cente di arboricoltura all’Università di Cata- la strada a possibili innovazioni in agricol-
i cui escrementi contribuivano a spargerne i nia – con il suo gruppo di ricerca, in collabo- tura, quelle sì 100% made in Italy, realizzate
semi sempre più lontano dall’ambiente origi- razione con la Fondazione Mach di Trento, dai ricercatori pubblici, che consentirebbero
nario. O il riso, pianta originaria dei climi tro- ha sequenziato, prima al mondo, il genoma di salvaguardare e valorizzare le coltivazioni
picali del Sudest asiatico, oggi coltivata, grazie del limone. Nel suo laboratorio in Sicilia si del territorio – e quindi, in ultima analisi, la
alla selezione operata dall’uomo, anche nei studiano da anni tecniche di miglioramento nostra “sovranità alimentare”. Proprio quella
climi freddi delle zone umide del Nord Italia. genetico per rendere resistenti al malsecco che, ogni giorno, i nostri studiosi e imprendi-
In altre parole, la tradizione “sovrana” da questi tipici limoni italiani preservandone le tori agricoli vorrebbero essere liberi di assi- Si ringrazia Mariangela Modafferi
difendere oggi non è che l’innovazione di ieri. caratteristiche di qualità. L’obiettivo sembra- curare al Paese con scienza, intelligenza, in-
Un processo che va avanti da quando la spe- va vicino: i ricercatori avevano sperimentato vestimenti e lavoro. Q
cie umana ha iniziato a praticare l’agricoltu- in serra, con successo, un limone transgeni-
ra. Viene da chiedersi, quindi, sulla base di co con queste caratteristiche. La verifica sul
Farmacologa e biologa, è senatrice a vita dal 2013.
quali criteri questa innovazione, che nel tem- campo, però, non è mai stata possibile: trat-
Insegna all’Università di Milano e dirige il laboratorio
po ha aiutato a sfamarci sempre di più e me- tandosi di un Ogm, serviva infatti uno speci- di biologia delle cellule staminali. Ha scritto
glio, abbia smesso di essere parte della no- fico protocollo di sperimentazione da parte Armati di scienza (Raffaello Cortina Editore).
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PA R O L E
PERFORMER per discografici, artisti e impresari. E ora – insieme alla banda della 42 del corposo Emi-
dopo gli ultimi botti di audience da tele dei liano Colasanti. Poi ci sono gli editori+agenti,
NELLA GIUNGLA vecchi tempi, magnificati dall’occhio da mo- sinuosamente furbacchioni e che forniscono
sca impazzita dei sette social imperanti – con- il petrolio di melodie e parole, oggi terreno
D I SA N R E M O ta ancora di più e per tutti, GenZ compresa. di precisione quasi scientifica: tipo Pietro Ca-
Per cui, come in un Libro della Giungla, quel- monchia, che ha in scuderia soprattutto Da-
di Carlo Antonelli li che vedrete performare di fronte a voi sa- rio “Dardust” Faini (lui sì ne ha scritte di su-
ranno più o meno gazzelle o agnellini o fin- percanzoni) e ha il pezzo di Giorgia siglato
l 7 Febbraio inizia a Sanremo l’ennesimo fe- te pantere o vecchi cagnoni, ma il bestiario Bianco-Fish e poi porta sul palcoscenico pure
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Foto Shutterstock OCCHIELLO
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do al fu OCCHIELLO
Lo sguardo al futuro
Intervista a Rob Dunn
di Michele Neri foto di Jim Naughten
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STORIE
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STORIE
Lei prevede che gran parte delle specie dovrà trovare una nuo- sull’intelligenza inventiva. Gli animali dotati di un cervello più gran-
va casa. Cosa accadrà? de e di un’intelligenza inventiva si adattano meglio a condizioni di
«Si chiama homing: il meccanismo per cui, se il clima muta, le spe- variabilità. E sappiamo che in futuro le condizioni lo saranno molto,
cie devono fare casa dove è più adatto. Possiamo prevedere già dove tra ondate di calore e gelo estremo. Uccelli e mammiferi con cervel-
si dirigeranno. In Italia molte specie si sposteranno a nord e a quo- lo abbastanza grande sapranno immagazzinare il cibo, cambiare pre-
te superiori. E così Torino sarà la nuova Roma Specie che proven- ferenze alimentari, usare strumenti per aggirare ostacoli: se la cave-
gono da zone più calde ancora, raggiungeranno l’Italia meridio- ranno. Tra questi, ci sono corvi, gufi e pappagalli. Roma ne è invasa.
nale: farfalle, uccelli, fiori. Le nostre colture dovranno traslocare Le specie capaci di fare bene una cosa sola faticheranno».
e noi dovremo aiutarle, così come dovremo fare con gli animali». Scrive che uno dei nostri obiettivi è trasmettere alla discenden-
C’è chi propone di dividere il pianeta in due per lasciarne metà za le specie di cui abbiamo bisogno e amiamo.
agli animali. È un’utopia? «Quando Elon Musk o Jeff Bezos flirtano con il cosmo, enfatizzano
«In quanto biologo dell’evoluzione mi permetto di pensare al futuro tra il potere di essere liberi dalla Terra. Se mai Musk riuscisse ad arriva-
milioni di anni. Così è facile credere di salvare mezzo pianeta. Ma basta re su Marte, sarebbe grazie ai microbi alla base del suo sistema im-
andare avanti un secolo. È però più importante sottolineare come la munitario: quelli intestinali trasmessi da sua madre e i cutanei rice-
conservazione sarebbe più efficace abbandonando l’approccio europeo vuti dall’ambiente. Più comprendiamo la vita umana, più è evidente
e Usa che si limita a mettere una barriera attorno alla natura, per adot- quanto dipenda da migliaia di specie, anche quelle non conosciute».
tare la gestione degli ecosistemi delle popolazioni indigene. Pensan- Come potrebbero diventare gli animali in un futuro lontano?
do all’Italia, ci si potrebbe domandare qual è l’obiettivo più ambizioso «Quelli affermati saranno nelle condizioni in cui lasceremo il mondo.
per reinserire i processi ecologici originari nella campagna o in città». Se sarà più caldo e inquinato, la maggior parte dei carnivori si sarà
Le specie vincenti nel prossimo futuro? estinta, mentre si imporranno i roditori, i mammiferi marini, lasciando
«Noi abbiamo introdotto nel clima una forte variabilità. Alcune spe- il campo ai batteri, felici di prosperare e di riprendersi il Pianeta». Q
cie potrebbero prosperare solo perché prolifiche. Se un topo fa tan-
ti figli, uno nascerà al momento giusto o con i geni adattati. È il suc- In queste pagine, le immagini di Eremozoic: il progetto del fotografo Jim Naughten denuncia
cesso basato sulla fecondità. Più interessante è l’adattamento basato la drammatica alterazione dell’uomo sugli equilibri naturali. La sua intervista è a pagina 51.
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OCCHIELLO
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STORIE
occhio del fotografo non basta più? A prima vista, su clima e Per raccontare l’isolamento che potrebbe seguire alla distruzio-
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Immaginandoci cane
di Maurizio Fiorino
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OCCHIELLO
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STORIE
ssere”, ha scritto una volta Paul Gilbert, “implica il tempo, ma il tichità, Argo, eccezion fatta per l’unica decorazione rimasta intatta di
tale. Dalla preistoria appare a fianco di noi rono delle ossa e lui ci orinò sopra. Tra i dipin-
umani mentre fa la guardia, la caccia, custo- ti più suggestivi c’è quello di Edward Henry
disce il bestiame, ci tiene compagnia. «Ana- Landseer, alla Tate di Londra, che reinterpre-
lizzando le opere della pittura europea mi ta la celeberrima risposta di Diogene ad Ales-
sono reso conto di un senso più profondo, sandro Magno, quando gli chiese cosa deside-
che associa la rappresentazione del cane alla rasse di più al mondo: il sole, perciò spostati.
nozione del tempo», spiega Tagliapietra. Se Siamo, insomma, più simili agli animali di
i Due cani legati a un ceppo di Jacopo Bassa- quanto crediamo. «Se pensiamo all’uso dei
no del 1548 - magnifichi bracchi muscolosi, nomi degli animali come insulto viene da ri-
fieri e attenti, esposti nella stessa sala della dere», dice Tagliapietra. Il termine “cagna”,
Gioconda al Louvre – sono probabilmente il per esempio, era dispregiativo già nell’Ilia-
primo ritratto di cani della storia dell’arte, de, da Elena verso se stessa, e nell’Odissea, da
intesi come protagonisti assoluti senza altre Ulisse verso le ancelle infedeli di Penelope. «Il
presenze umane, cosa dire degli otto ritratti paradosso è la parola “asino” se si pensa che
dei suoi quattrozampe che Luigi XV commis- simboleggiavano il sapere. E poi chi ha detto
sionò nel 1729 al pittore di corte Jean-Bapti- che l’asino è così asino?». Si dice che quando
ste Oudry? Di questo ciclo fa parte Misse et Luttine, oggi alla National il cane di Schopenhauer facesse qualche birichinata, il filosofo tede-
Gallery of Art di Washington. Un cane è anche l’oggetto di uno dei sco lo insultasse dandogli del mensh, umano. «Il nostro rapporto con
prim dipinti di Picasso, Clipper, del 1895. Benché il pittore non aves- gli animali», conclude Tagliapietra, «è il tentativo di sintonizzarci con
se nemmeno 15 anni, il cane, di cui è raffigurata solo la testa, è colto una dimensione che ci riconduce a qualcosa che ci appartiene. Con
mentre guarda obliquamente fuori dal quadro, verso lo spettatore, con gli animali immaginiamo, e la differenza sta qui. Se guardiamo una
la stessa inclinazione degli occhi della già citata Gioconda. E ancora stella, siamo quella stella. Il computer non può farlo». Q
Goya, Piero della Francesca, Carpaccio, Lautrec: tutti hanno dipinto
animali, a volte rendendoli protagonisti, altre presenze periferiche. Sopra: Giovanni Battista Moroni, Gian Federico Madruzzo (1560). Pagina accanto: Tiziano,
Non sono tante, invece, le raffigurazioni del cane più celebre dell’an- L’arcangelo Raffaele e Tobiolo (1512-1514). In apertura: Guercino, Cane Aldrovandi (1625).
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L’ARAG
L’aragosta e il metaverso
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GOSTA
di Antonella Matranga
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STORIE
ioniere del metaverso, pittore, scultore, designer e attivista per dall’élite inglese: come e quando è entrata la creatività nella sua vita?
struito LOBSTEROPOLIS: una città al cui interno c’è un museo d’arte, artificiale e sto lanciando un nuovo progetto, THE LOBSTARBOT’S,
un laboratorio di robotica, l’istituto di scienze dell’aragosta, un negozio una collezione di Nft che consente ai titolari di utilizzare un vero ro-
di abbigliamento per avatar, eccetera. Il progetto Lobstars NFT è stato bot per la telepresenza. È la prima volta che un’opera d’arte viene cre-
poi rilasciato per popolare ulteriormente la città con 7.777 cittadini. Con ata con tale mix di elementi. Ho sviluppato un cervello con l’intelli-
ogni opera d’arte di Lobstar NFT abbiamo sostenuto finanziariamente genza artificiale robotica ispirato agli studi che abbiamo condotto
fondazioni inglesi per la ricerca e salvaguardia dell’ecosistema marino». su aragoste reali. Gli utenti realizzeranno opere d’arte performative
Prima dell’aragosta, lei amava come simbolo l’uovo fritto. assistite dal cervello AI. L’arte è una risposta alla nostra situazione e
«Come un Mondrian traballante. Amo l’estetica del cibo, lo trovo la credo che, come esseri umani, dobbiamo sempre sforzarci di sfidare
forma più potente e significativa, per noi umani. Pensate al simbolo la nostra condizione umana, superare la tragedia. Ecco, questa per
della carne per Chaïm Soutine o Francis Bacon. Il guscio d’uovo è la me è l’essenza ultima dell’arte». Q
perfezione imperfetta, la forma surreale... Ancora una volta appar-
tiene molto a Dalí nella sua energia surreale». Chiude domani The Lobster Empire, la mostra di Philippe Colbert al Complesso
Ha studiato filosofia alla Saint Andrews di Londra, ora fa parte di San Salvatore in Lauro, Roma. In apertura, Dark Hunt Triptych, 2018.
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M
L
MILLION DO
Million Dollar Pets
LAR PETS MI
di Deborah Ameri
STORIE
zzy ha uno stilista personale, ex designer di Dior, che cura tutti i suoi se, mentre Hamlet il maialino è un animale da terapia: la sua padrona,
I outfit. È una delle icone virali dei social, ha “scritto” un libro (Wear
The Damn Mask), è apparsa su Vogue Usa e il suo fidanzamento è sta-
to annunciato sul sito di gossip Tmz. Ambassador dell’Hotel Plaza di
Melanie Gomez, soffre di epilessia e Hamlet riesce ad avvertirla a modo
suo quando le sta per venire una crisi. Ognuno ha le sue particolarità
e un’identità ben precisa. È questo che rende un semplice animale do-
New York, vive agli Hamptons (follower: 1,1 milioni, @izzythe.frenchie). mestico una celebrità. Il mezzo chihuahua e mezzo bassotto Tuna Mel-
Jiff ama lo skateboard, i suoi gadget sono in vendita nei grandi ma- ts My Heart, abbandonato a San Diego e poi adottato a Los Angeles, ha
gazzini Walmart, è stato guest star in un video di Katy Perry e ha una la personalità del nonno con i denti sporgenti, Izzy è la fashionista, Po-
sua linea di cibo gourmet (follower: 9,5 milioni, @jiffpomcutelife). peye the Foodie è il cagnolino buongustaio che frequenta ristoranti.
Star social, anzi pet influencer: Izzy è un bulldog francese, Jiff un Spiegano che per accumulare follower non bastano foto “cute”. «Die-
pomerania. Tra gli animali più seguiti e adorati del web, con contratti, tro c’è molto lavoro. È importante trovare qualcosa che interessi al pa-
collaborazioni e sponsorship da migliaia di dollari, una vita glamour drone e partire da lì. Bisogna creare contenuti regolarmente, foto e vi-
e padroni che per seguirli hanno mollato i loro vecchi lavori. «C’è una deo, avere idee creative per coinvolgere la community, dare alla gente
connessione naturale tra umani e animali. Sono un concentrato di buo- qualcosa di valore», dice Edwards, che adesso è proprietaria di Emma,
numore, creano endorfine, ci fanno felici, hanno qualcosa che gli al- bulldog francese di 4 anni. Un account da 100mila affezionati può gua-
tri influencer non possiedono. Non combinano guai, non provocano dagnare 1.000-2mila dollari a post, che diventano 5mila e oltre se si rag-
scandali, non insultano, non possono nuocere al brand. Sono uno stru- giunge il mezzo milione di follower e 10-20mila per oltre un milione.
mento di marketing perfetto». A dirlo è una pioniera del settore: Loni L’angolo fashion è particolarmente apprezzato: Bodhi (@men-
Edwards, ex avvocato, che nel 2015 ha aperto la prima (e a oggi la più sweardog) è il cane più stiloso del mondo. Le sue immagini surrea-
popolare) agenzia di social marketing per clienti non umani, The Dog li, abbigliato di tutto punto, hanno conquistato 400mila fan. Stel-
Agency. «Avevo un bulldog, Chloe, che ora non c’è più. L’avevo mes- le nascenti sono i modelli canini della Iggy Family, quattro levrieri
sa su Instagram per farla vedere ad amici e parenti. Era il 2013 ed è di- italiani a Londra con un debole per cappellini e pom-pon. «Ho ini-
ventata una delle prime pet influencer», racconta a d Edwards da New ziato quando è arrivato Winston, 6 anni fa», racconta Tess Scotland,
York. «La gente di quel mondo ha cominciato a chiedermi consigli le- australiana di 28 anni trapiantata a Londra per studiare all’accade-
gali sulle collaborazioni con i marchi, il mercato cresceva. Io lavoravo mia di moda. «Poi si sono aggiunti Twiggy, Cindy e Claudia. Ho vi-
nella moda, ho mollato tutto e ho aperto la mia agenzia. Da allora sia- sto la razza su Pinterest e me ne sono innamorata. Durante il lock-
mo cresciuti in modo esponenziale. Prima avevamo solo gattini. Adesso down l’interesse è esploso e ho iniziato le prime collaborazioni. È
c’è di tutto, ranocchi, maiali, scoiattoli. Centosettanta clienti che rap- divertente andare a caccia di outfit. In inverno loro ne hanno biso-
presentiamo in esclusiva. Da poco ci siamo allargati anche in Europa». gno per non sentire freddo ed esiste una piccola industria di nicchia
La pandemia ha fatto da detonatore. I cuccioli sono diventati una sor- che li produce per questa razza. I cappellini invece li scovo su Etsy.
ta di terapia psicologica antistress. Ma non solo. In tanti si sono accor- Mi piacerebbe se questo diventasse un lavoro full time».
ti che potevano pure essere un business. E qui inziano i primi dubbi: se E in Italia? I tempi sono ancora acerbi: «Nel 2021 sono stati 300mila
postare la foto del proprio gatto è un gesto innocente, renderlo protago- i contenuti social sugli animali domestici, ma solo lo 0,4% era spon-
nista di una “vita in diretta social” è maltrattamento? Il tema è emerso sorizzato», spiega a d Gianluca Perrelli, amministratore delegato di
anche a proposito delle attività di zoo clandestini che in molti paesi for- Buzzoole, azienda che sviluppa campagne di influencer marketing.
niscono ai turisti animali esotici da esibire nei propri selfie. E le associa- «Il mondo dei pets suscita molto interesse ma sono ancora poche le
zioni per la protezione degli animali hanno iniziato a vigilare. aziende che li sfruttano. E quindi vediamo una grande potenziali-
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IL RITORNO
New York, nel dicembre 1915, avvenne un fatto straordinario: nana». Nel conto, secondo Francesco Invernizzi, produttore e regi-
In queste pag. Contrasto - Getty. Nelle pag. prec. courtesy Edwynn Houk Gallery
spalancare le sue fauci nelle sale dell’Ame- ficare le emozioni per lui ancora incompren-
rican Museum of Natural History. I dinosauri incarnano sibili, come paura e aggressività», osserva
«Un po’ come per la corsa allo spazio dei
miliardari contemporanei, così i dinosauri
i mostri per definizione, Erica Neri, professoressa associata di psico-
logia dinamica all’Università di Bologna. «Im-
sono stati nel Novecento il trofeo più esclu-
sivo», spiega Randall dalla sua casa nel New
l’archetipo della lotta mergersi in un mondo immaginario tenen-
do in mano il dinosauro giocattolo, simbolo
Jersey. «I musei li desideravano perché sa- tra bene e male, fin dell’aggressività, può rappresentare così un
pevano che avrebbero attratto visitatori, ma primo atto di controllo. Una pecorella, per
anche dato lustro al loro nome e a quello dei dalla nostra infanzia capirci, non susciterebbe gli stessi echi».
filantropi che li sostenevano». E dietro alla Anche il nome – “re delle lucertole tiran-
corsa al reperto, di miliardari ce ne erano ne” – coniato per indicare la dominanza di
parecchi, come Andrew Carnegie, il com- questa creatura del Cretaceo è un passepar-
merciante Marshall Field e J.P. Morgan. Tutti avevano travasato par- tout per la pop culture. «Tecnicamente è perfetto: T-Rex, appena
te delle loro fortune nei musei di storia naturale, rimasti per lungo quattro lettere, semplici da ricordare, richiamano il nome scientifi-
tempo pieni di ambizioni ma vuoti di fossili. co, con il plus di essere pronunciate facilmente in qualsiasi lingua»,
Ma come si spiega il fascino del Tyrannosaurus Rex? «In parte, di- sintetizza Armelle Sabba, direttrice linguistica di Nomen, agenzia
pende dal fatto che è uno dei più grandi carnivori terrestri mai esi- di brand naming. Una qualità che nessun altra specie animale può
stiti», continua Randall. «Tutto nella sua figura è superlativo, dalla vantare. Addirittura, per Randall, «quel nome fa apparire il T-Rex
mandibola lunga oltre un metro ai denti delle dimensioni di una ba- come una star nel mondo dei dinosauri». E, infatti, Hollywood gli
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STORIE
ha spalancato le proprie porte già nel 1918 con The Ghost of Slumber familiare. Tutto merito o colpa di Chip Kidd, il designer della copertina
Mountain, preludio al celebre The Lost World, fantasy muto ispirato di Jurassic Park. Che ha riprodotto lo scheletro del T-Rex esposto a New
al libro di Arthur Conan Doyle, il “padre” di Sherlock Holmes. Op- York. Spielberg, poi, ha scelto lo stesso “logosauro” per il film, cementan-
tando per la versione a tre dita, successivamente smentita dai pa- do definitivamente l’inquietante silhouette nell’immaginario collettivo.
leontologi, Disney inserisce il T. Rex fra i protagonisti di Fantasia e Il disegno originale, in realtà, porta la firma di Henry Fairfield
più recentemente anche Google strizza l’occhio al ritorno alla prei- Osborn, figlio di un magnate delle ferrovie e presidente dell’American
storia con il suo Chrome Dino, videogioco che si attiva in assenza di Museum of Natural History che, per una di quelle alchimie del destino,
connessione. Non stupisce così che quan- incrociò la strada di Barnum Brown. Sopran-
do la casa d’arte Christie’s, qualche anno nominato “Mr. Bones”, Brown aveva fiuto da
fa, batté un esemplare accanto a una col- vendere e fu lui a rintracciare nella landa
lezione di Picasso, Monet e Pollock, incas- desolata di Hell Creek Formation, Montana,
sò la cifra record di 32 milioni di dollari, La fine di queste creature quel dinosauro sconosciuto: lo stesso T-Rex
tre volte in più della stima iniziale. Mesi fa
il National Geographic svelò la destinazio-
preistoriche ci dice molto che dall’alto della sua imponenza accoglierà i
visitatori in una mattina di dicembre del 1915.
ne del misterioso acquisto e il Natural Hi-
story Museum di Abu Dhabi ha conferma-
anche sul destino della Un secolo più tardi i paleontologi hanno
finalmente sanato l’errore e il T-Rex oggi, si
to: rivedremo “Stan” (questo il suo nome) nostra specie riguardo presenta nella posizione corretta, con la co-
nel 2025, quando il museo aprirà i battenti. lonna vertebrale quasi parallela al terreno e
Da qui a diventare un’icona, però, ce ne al climate change la coda che fa da contrappeso al cranio. An-
passa. «Per entrare nell’immaginario delle che la nostra visione è cambiata. Conclude
persone, devi aprire la porta della loro imma- Randall: «La storia del T-Rex è la storia del-
ginazione», suggerisce Michela Sartorio, di- la nostra interpretazione del mondo. Con
rettrice creativa dell’agenzia di pubblicità Armando Testa di Milano. «La le temperature che continuano a crescere, guardandolo possiamo
chiave per farlo è sempre una connessione emotiva. Nel caso del T-Rex, vedere le conseguenze per il futuro della nostra specie. Nella lotta
è l’irresistibile fascino del dettaglio sbagliato, la cosa che sfugge alle re- per la vita sulla Terra, il clima vince sempre». Q
gole e, dunque, intriga, come i suoi arti anteriori». Ma in questo caso c’è
un grossolano errore. Il primo esemplare esposto, infatti, era stato com-
Dall’alto, da sinistra: locandine dedicate al T-Rex e ai dinosauri da The Lost Continent, Planet
posto in posizione eretta, con le fauci spalancate e le piccole mani ra- Of Dinosaurs, Unknown Island, One Million Years B.C , Dinosaurus!, El Mundo De Los Animales.
paci all’altezza dello sterno, nell’immagine antropomorfizzata che ci è Nella pagina precedente, un’immagine del T-Rex al Natural History Museum di New York.
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questio OCCHIELLO
editopi
di Carlotta Magnanini
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one OCCHIELLO
i
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OCCHIELLO
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STORIE
roppo umani per essere animali, troppo animali per essere straordinaria gamma di sfumature». Se questi animali di carta han-
che leggeva in spiaggia Zio Paperone e il ventino fatale o Paperino e e ragazzini dediti al cosplay? «È sparita la semplificazione del duali-
la scavatrice. Ma è evidente che la scavatrice ora è lui. smo», riflette Bertani. «Oggi la realtà è più variegata, non c’è più solo
Un panzer dei comics, un manager ostinato (con la “testa quadra”, la lotta tra il bene e il male, i buoni e i cattivi». E aggiunge: «Ma è que-
si dice di chi è nato a Reggio Emilia come lui) nel portare avanti quel- sto il bello: il fatto che Topolino, Cuordipietra, Paperino, Doretta Do-
la che è una missione: il rinnovamento del settimanale. Ad animare remi, Tip e Tap... vivano tutti in una sorta di zona grigia». Come noi,
le storie e il successo di Topolino, fin dagli inizi, non sono stati certo i che sull’altalena di emozioni, stati d’animo e oscillazioni, siamo tutti
mini-depositi di Paperone in regalo, gadget da assemblare a puntate, un po’ pendolari di quella Terra di Mezzo descritta da J.R.R. Tolkien. Q
o le pagine riempite con selfie e stelle teen, ma sentimenti «che han-
no sempre incarnato valori universali», dice Bertani. «Paperi e topi In apertura, illustrazione per Topolino Extra “Foglie Rosse” di Claudio Sciarrone. Accanto, Giorgio
sono come noi, con il nostro carattere, le nostre emozioni e la loro Cavazzano riprende il Manuale delle Giovani Marmotte del ’69 per Topolino (Panini Comics).
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MODA
Cuccia di tessuto, Gucci Pet Collection.
foto Federico Miletto
styling Roberto Ciminaghi
MODA
al momento che verso la fine degli anni I levrieri afgani non erano molto facili da trova- scappasse e spesso a ritrovarlo era la polizia
ta dell’Iliade e dell’Odissea. quale Homer poteva fare movimento. a Londra gli parlavo, proprio come si fa a un
La cosa interessante di Homer è che era Quando andavamo in macchina fino a Lon- amico, e c’era nei suoi modi di fare, nel seguire
nell’aspetto esattamente come me: alto e sot- dra, nel periodo in cui mi arrabattavo tra vari ogni mio cenno, pur senza voler replicare, qual-
tile, con un lungo naso e capelli fluenti; a chi ci lavoretti da stilista e compravo abbigliamento cosa che faceva pensare a un’intima compren-
vedeva passeggiare l’uno accanto all’altro do- per un negozio in città, Homer viaggiava sul se- sione dei miei pensieri e dei miei sentimenti.
veva sembrare ci fosse una certa “gemellanza”. dile del passeggero. Doveva essere divertente Quando se n’è andato mi è rimasta una bel-
per chi guidava l’auto dietro la mia, scoprire a lissima foto di Homer. L’aveva scattata mio pa-
un certo punto che con me non c’era una bella dre, che non era un fotografo professionista
bionda ma un levriero afgano! Di certo era un ma fotografava con grande passione e aveva
cane ad alto mantenimento perché quel pelo anche una camera oscura in casa, nel sotto-
setoso aveva costantemente bisogno di cure. tetto. Quell’immagine alla fine l’ho stampa-
Ecco, proprio a Nottingham nell’ottobre del ta sulle T-shirt, sui portafogli, è diventata l’i-
1970 ho aperto il mio primo negozio. Era vera- cona della campagna per il 50° anniversario
mente minuscolo, un quadrato di tre metri per del marchio nel 2020, essendo stato Homer il
tre, che funzionava solamente il venerdì e il sa- primo vero manager del primo negozio Paul
bato. Homer veniva al lavoro con me, mentre Smith. La mascotte vivente del mio marchio.
avevo un altro levriero afgano dal manto nero, Ma soprattutto, senza credere che sarebbe
chiamato Lancelot, che stava a casa di una mia stato possibile, ero molto affezionato a lui.
amica durante il giorno. Così divenne il mana- (testo raccolto da Marta Galli) Q
ger del negozio; chiunque entrasse rivolgeva
per prima cosa la parola a lui: «Ciao Homer!
In alto: frame tratti da The story of Homer – Meet Paul’s
Come stai?!». E poi toccava a me: «Ciao Paul. first shop manager, delizioso corto dedicato al levriero,
Come stai?». Ero invidioso della sua popolari- si trova su YouTube. Nella pagina accanto: Paul Smith
tà. Se la porta rimaneva aperta succedeva che con Homer nella casa di Nottingham, primi anni 70.
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Medaglietta
di metallo smaltata,
MyFamily.
Ciotole di resina
e acciaio inossidabile,
Alessi.
Telecamera
con visione notturna,
Imou.
A TOUCH OF PINK
La grinta di nero, argento, borchie.
E un morbido abbraccio rosa
a cura di Beatrice Pretto
foto Federico Miletto
ACCESSORI
Guinzaglio di pelle
con borchie,
Valentino Garavani.
Porta-sacchetti
di pelle, Celine
by Hedi Slimane.
Pettorina di tecnotessuto
matelassé, Miu Miu.
Ciotola di marmo
personalizzabile,
Poldo Dog Couture.
Cuccia di velluto
sfoderabile,
Kentucky Dogwear. Trasportino di pelle
con tracolla removibile,
Fendi.
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ACCESSORI
Gioco di gomma
aromatizzato,
Hundog.
Guinzaglio
di nylon multicolore,
Gallo.
Doppia cuccia
per gatto con zona gioco,
Qeeboo.
MORE IS MORE
Un’esplosione gioiosa
di righe, disegni e colori
Trasportino
di cotone stampato
e alcantara, Etro.
Spazzola di legno
con setole naturali,
Animal One.
Tappetino
di gomma per ciotole,
Primark.
Crema lenitiva
ed idratante, Jampy.
Pettorina di denim
e jersey, Poldo Dog
Couture x Dsquared2.
Collection.
Frisbee di plastica
riciclata, Hermès.
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Profumo Panthère di Cartier.
foto Mattia Iotti
servizio Alessandro Arena BEAUTY
BEAUTY
oniglietti e topolini erano le cavie più cisi, ma si stima che ogni anno in Cina ven- standard in tutto il mondo, in Italia gestito
le, India, Corea del Sud, parte della Russia, esempio chimica o farmaceutica – come al- ta ad hoc, secondo l’interesse dei ricercatori.
Stati Uniti, come conseguenza, hanno cam- cuni filtri solari –, questi non seguono la nor- Aziende leader come Episkin (del gruppo
biato le proprie leggi in difesa degli animali. ma del marzo 2013 e quindi possono essere L’Oréal, con sede a Lione) ed EpiDerm han-
Tra i grandi Paesi solo uno rimane a favore testati sugli animali», segnala la rappresen- no sviluppato protocolli (riconosciuti e vali-
delle cavie: la Cina. «Non abbiamo dati pre- tante di Lav. dati dall’agenzia regolatoria europea Ecvam)
«Per le aziende può essere complicato», che utilizzano le case cosmetiche e farma-
spiega Clara Sasso, responsabile regulatory ceutiche di tutto il mondo. Esistono anche
affairs di L’Erbolario. «Ma quelle certificate tecniche basate su modelli computerizza-
cruelty free come noi, dal momento in cui sot- ti in grado di predire, una volta conosciuti
toscrivono lo standard internazionale “Stop gli ingredienti, che cosa potrebbe succedere
ai test su animali”, non possono utilizzare alla pelle se trattata con un prodotto speci-
ingredienti testati su cavie anche per sco- fico. Infine, superati i test di sicurezza in vi-
pi differenti da quello cosmetico (per esem- tro, si passa a quelli sugli uomini. E solo per
pio componenti di origine chimica)». L’unica valutare l’efficacia. Q
certificazione cruelty free riconosciuta glo-
balmente è quella dell’associazione Leaping L’Ue proibisce i test sugli animali per i cosmetici, per i loro
Bunny (il famoso coniglietto che salta), gold ingredienti e il commercio di prodotti testati in altri Paesi.
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BEAUTY
A spotted butterfly
foto di Mattia Iotti
servizio di Alessandro Arena
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BEAUTY
SU E G I Ù
DA L PA LCO
e c’è una cosa che Milano rispetta e ama
7 GIORNI
E 7 N OT T I
ra le molecole più note per l’azione idra-
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Un dettaglio di un’arnia nella comunità
di api sul tetto dell’hotel The Mercer,
Soho, New York. Servizio a pagina 92.
FINALE
INSEGUENDO
L A D I VA
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FINALE
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FINALE
Baghvan è il termine indiano per la razza Royal Bengal, il maschio Alt. I rangers ricordano di non scendere mai dalle jeep, nessun mo-
fa tre metri da capo a inizio coda e da adulto somma 200 chili di mu- vimento brusco, tutti zitti, gesti e suoni inquietano la tigre.
scoli. Eppure nulla rappresenta per lui una minaccia quanto l’uo- Il safari dà un senso pieno alla parola natura che neppure un do-
mo. Incontrare una tigre nelle immense foreste asiatiche è possibi- cumentario di David Attenborough può trasmettere. L’ultima tappa
le ma non probabile. Questo animale percorre anche 100 chilometri è a Kahna, tra le riserve più estese dell’India, peraltro proprio quel-
al giorno e ha bisogno di spazi immensi, nelle riserve sono stati trac- la che ha fatto da sfondo ai racconti di Kipling. I soggetti non man-
ciati corridoi per la sua mobilità in tutta sicurezza, per evitare i brac- cano ma c’è di più, l’esperienza nella prima riserva ha ammaestrato
conieri e per l’incolumità degli stessi indigeni. È un animale territo- l’olfatto, si distinguono gli odori del mattino da quelli del tramonto,
riale a cui la natura detta regole rigide: per ogni maschio due o tre e l’orecchio traduce il chiasso degli uccelli e le grida delle scimmie
femmine, nessun branco, ragion per cui gli animali adulti si sparti- che urlano diversamente se avvistano la tigre o il leopardo, e il bra-
scono il territorio, con sfide feroci oppure scegliendo di migrare. La mito del sambar, il grande cervo, il suono più forte di tutta la fauna.
femmina è cacciatrice formidabile ma elusiva, è lei a scegliere a chi Poi è silenzio. Baghvan esce dalla vegetazione come una diva, con i
mostrarsi, si muove solitaria. suoi occhi truccati. Emana un’energia ancestrale, comunica con lo
Baghvan dorme di giorno e va a caccia al fresco, dunque all’alba sguardo e i muscoli. Pochi secondi. Si fotografa immobili e a cellula-
e nel tardo pomeriggio. Sorge la luna, è il nostro terzo safari: versi re silenzioso. Lei con un balzo ci traguarda, gira il muso per accertar-
animaleschi, scimmie urlanti e lo sbatter d’ali degli uccelli in capo si di non avere alle spalle il nemico e scompare. Q
alla foresta 30 metri sopra di noi segnalano il pericolo: la tigre. Ri-
conosciamo gli alberi scortecciati e le impronte sul terreno, alla lun- Alcuni lodge dove dormire durante il safari nella foresta indiana. Sopra, il Banjaar Tola,
ga la giungla sta diventando più leggibile. Pronti all’inquadratura. nella pagina accanto, il Pashan Garh. In apertura, il Taj Safari Lodge e la tigre Baghvan.
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FINALE
VOLA NTI Sopra e a destra, due immagini scattate sul tetto dell’hotel The Mercer che ospita
una comunità di api, la cui presenza, a New York, è diminuta del 95% negli ultimi anni.
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FINALE
ACC ES S O R I P E R
L A ZO NA CO CO O N
D
urante l’inverno anche gli animali di casa soffrono l’abbas-
samento delle temperature. Arcaplanet propone tante so-
luzioni anti-freddo: materassi XXS e cucce autoriscaldan-
ti, copertine per i cani, amache da calorifero e cucce accoglienti
come un’alcova per i gatti (nella foto, il modello Luna e Teo Cuc-
cia Royal Blu). E per le uscite caldi cappottini. arcaplanet.it Q
S E A N C H E I GAT T I
H A N N O L’ H A N G OV E R
A
rchiviati i giorni di festa, è il momento per tutti di tornare a
una sana routine. Anche per i gatti, come ci ricorda il team
di esperti Schesir: «Per una corretta alimentazione, meglio
alimenti umidi, naturali e ad alta inclusione di proteine animali»,
A L P I T T I D E B U T TA spiega il veterinario nutrizionista Vittorio Saettone. Importante
è anche allestire una comfort zone casalinga, dove il micio possa
L A M O DA P E R LO RO ritrovare tutto ciò di cui ha bisogno per il suo relax. schesir.com Q
D
al 10 al 13 gennaio a Firenze, all’interno di Pitti Uomo 103,
debutta PittiPets: uno spazio appositamente dedicato ad ab-
bigliamento, accessori, oggetti e arredi per gli animali. Per
questa prima edizione, tra i quindici brand presenti, selezionati
per il loro approccio innovativo, anche Genuina Pet Food. Fonda-
ta nel 2019 e specializzata nell’alimentazione sostenibile per cani,
l’azienda valorizza la relazione sempre più stretta tra animali e
umani nella vita domestica e sociale. Oltre ai prodotti da tenere
in bella vista in casa, per i loro packaging ipercurati e customiz-
zabili, il brand incentiva la condivisione di esperienze social, tipo
uscire a cena. Nei locali della catena Crazy Pizza, i clienti quat-
trozampe accompagnati ricevono un pasto Genuina in omaggio,
da gustare accanto all’umano. genuinapetfood.it Q
Foto di Getty - D. Nhan
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FINALE
L’A N I M A L I E R
V E RS I O N E. . . A N I M A L
e fantasie “animalier”, must-have per l’autunno inverno,
CO N I SU P E R F O O D
L A D I ETA È A L T O P
e amate l’alimentazione sana e bilanciata, conoscete i cosi-
NUTRIMENTI
S detti “superfood”, quei cibi ricchi di nutrienti dalle molte pro-
prietà benefiche che da qualche anno sono protagonisti sul-
le nostre tavole. Ora entrano anche nella dieta dei gatti: la nuova
linea Monge Supreme propone 25 ricette preparate con materie
S O L I DA L I prime dall’elevato valore nutrizionale, studiate per gatti di tutte
le età. Tanti i superfood utilizzati, tra cui bacche di goji, mirtilli
on sempre l’uomo è il migliore amico del cane o del gatto: in rossi, gingko biloba, alghe uniti a verdure e legumi, baby-carrots,
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FINALE
A R I ET E TO RO GEMELLI
21 MAR ZO –20 APRILE 21 APRILE–20 MAGGIO 21 MAGGIO –21 GIUGNO
Buon Anno! È tua caratteristica la velocità di Buon Anno! Per tutto il mese, Mercurio è in Buon Anno! Come Bob Dylan, come Allen Gin-
pensiero, sintetico ed essenziale, e la rapidità trigono e il transito è un ottimo segnale per il sberg, come Walt Whitman, come Margue-
di una pratica che non si perde a vaneggiare quoziente intellettivo, per la concatenazione rite Yourcenar (tutti del segno, come Dante
guardando a bocca aperta l’infinito. Con Mar- logica, per la rapidità e la precisione della de- Alighieri), sei una nomade vivace e irrequie-
te, Giove e Saturno a favore, il nuovo anno finizione, per la capacità di sintesi e di brillan- ta che, appena arriva in un luogo, non vede
parte in sintonia con la tua natura. È sprint, tezza comunicativa. Se il buon giorno si vede l’ora di ripartire per seguire una visione, un
volo, volata, un fluire privo di gorghi e spi- dal mattino, il lucidissimo Mercurio inaugura lampo, una idea folle. E flutti nell’aria anche
rali ingannevoli. Diretta al punto, eliminan- un anno in cui la profondità e la solidità di Sa- nell’amore che vivi intensamente, e quest’an-
do il marginale. Sono anche pianeti d’amo- turno cominceranno a rafforzarti, a riportarti no ti potrà forse fare dolcemente barcollare.
re, questi, per chi ha sete d’affetto autentico a quella visione realistica e concreta che an- “Quali colombe dal desio chiamate / con l’a-
e passione vera. Chi ti sta vicino, non si ad- che tra le onde calde della passione mai ti la- li alzate e ferme al dolce nido / vegnon per
dormenta sbadigliando tra le tue braccia. n scia senza orientamento. n l’aere dal voler portate” (Inferno, V, 82). n
CA N C RO LEONE V E RG I N E
22 GIUGNO –22 LUGLIO 23 LUGLIO –23 AGOSTO 24 AGOSTO –22 SET TEMBRE
Buon Anno! Mercurio in opposizione confer- Buon Anno! Nella tua foresta, nel regno ani- Buon Anno! Anche se a volte sei ipercinetica
ma la tua abitudine di iniziare ogni caso con male dove da sempre sei re, tutti hanno sfila- e non sei capace di stare ferma, nei primi due
calma, piano piano, senza lanciarrti in uno to portandoti auguri devoti, con occhi brillan- mesi dell’anno sarebbe il caso che ti sedessi
spritn, in una scatto, in un rush assatanato. Te ti di ammirazione. I nati in luglio e quelli che sulla panchina circondata dai rami intricati
la prendi comoda e l’anno decolla in progres- compiono gli anni tra 1 e 6 si sono lasciati alle e meravigliosi dei banyan, che si affiancano
sione, dandoti via via la sensazione della stabi- spalle definitivamente Urano e Saturno. Tut- ai bouganville e agli ibiscus, o in un bosco di
lità, della conquista di sapienza, della postura to è più leggero. Nella prima parte i restan- alloro vicino alle orchidee per placare la fre-
non più incerta, dell’emozione incontrollata. ti di seconda e terza decade potranno avere nesia nervosa. Marte in quadratura. Nel giar-
Sarà equilibrio saldo di valutazioni e proget- isolati momenti di fatica e irritazione, ma le dino della tua mente c’è ampio spazio per col-
to. Saturno in trigono per tutto l’anno (prima giraffe tenere, gli elefanti saggi, le scimmie tivare la bellezza. Puoi anche metterci una fila
decade) e Urano (seconda e terza), ti consen- divertenti, le gazzelle leggiadre non smette- di ginkgo biloba, dove far passeggiare i pen-
tiranno anche sorprendenti rivoluzioni. n ranno un attimo di amarti. n sieri quando si appesantiscono. n
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FINALE
Buon Anno! Stima e prestigio sono il risulta- Buon Anno! La tua natura plutonica, che ama Buon Anno! Vigore, impulso, pathos sono
to di impegno, esperienza e competenza. An- arrotolarsi su di sé scivolando nell’ombra sempre su livelli qualitativi e quantitativi ben
che se verso te stessa non abbassi mai il livello come un’anaconda, sonnecchia con un oc- sopra la media. Generosità inesauribile, mal-
della critica e non ti dai tregua nel corregger- chio chiuso e l’altro aperto. Nell’inquietante grado Marte in opposizione costringa parec-
ti, sai che la perfezione si raggiunge quando movimento spiraloide, penetra negli strati chi del tuo segno, specie di seconda decade, a
non c’è più separazione tra chi si muove e chi più profondi dell’inconscio, laddove nem- modulare la grande carica, con la consapevo-
giudica e osserva. Il giudice interiore a un cer- meno lo psicanalista ha coraggio di inoltrar- lezza che lo spreco di energie non può essere
to punto deve lasciare spazio e fare silenzio. si. Tu sai che da quegli abissi di sofferenza, eterno. Nati in novembre avvantaggiati in que-
Con Marte e Saturno in perfetto trigono an- ma anche di intensissimo piacere, alla fine sta prima parte dell’anno, grazie a Giove che
cora per settimane, puoi mandare in ferie chi emergi con il diamante di qualche scoperta o bilancia e sistema gli stati d’animo su onde
soppesa, analizza e valuta, perché ha il timo- conoscenza, che per anni ti darà vera carica che tengono svegli, ma nello stesso tempo sal-
re di mettersi davvero in gioco. n per affrontare qualunque tipo di battaglia. n vaguardano equilibrio e serenità interiore. n
CA P R I CO R N O ACQ UA R I O PESCI
22 DICEMBRE–20 GENNAIO 21 GENNAIO –19 FEBBRAIO 20 FEBBRAIO –20 MAR ZO
Buon Anno! Togliersi regolarmente e quoti- Buon Anno! Giove ti regala la scioltezza, in Buon Anno! Attorno alla tua figura si sente un
dianamente la corazza del guerriero non solo questi primi mesi, per esporti e fronteggiare profumo marino che inebria e affascina. Si ge-
è salutare, ma protegge il guerriero da se stes- ogni situazione professionale, esistenziale o nera un sentimental mood delicato e sensua-
so, consentendo all’essere che ci vive di libe- sentimentale senza ansia e agitazione. Dina- le con effetti psichedelici da innamoramento
rare l’innocenza, la dolcezza, la natura infan- mismo e creatività, freschezza di idee e slan- folle. Questa potenza magica sa anche tra-
tile, a volte anche le piccole paure e i timori. cio privo di pesantezze, confermano lo stile sformarsi in gesto e parola secchi e perentori,
L’orgoglio e l’inflessibilità li spingevano con fluido, aperto alla comunicazione, ma nello con colpo di tacco che dà il via al zapateado
forza tutto il giorno in un angolo dell’incon- stesso tempo indipendente e pienamente au- della bailaora flamenca implacabile e auste-
scio. Il candore non è affatto essere ingenui o tonomo. Puoi partire forte, anche Marte in por- ra. Da una parte il cuore, che ascolta, assiste
sprovveduti. È la mente che si libera dei mil- tentoso trigono aiuta a dare un senso inten- e innesca l’empatia. Dall’altra lo scatto ine-
le pensieri e torna a splendere in una dimen- so alle cose con sfumature vive e desideranti sorabile, che con gesto improvviso, di colpo
sione rigenerante di poesia. n e ritmi sostenuti. Anche in tempo dispari. n è in grado di rivoluzionare ogni scenario. n
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RISPONDE
P E R U N ’ ET I CA CO S M O P O L I TA
di Umberto Galimberti
È quella che può essere realizzata solo se si supera e si lascia alle spalle il concetto di Stato
Con il varo del governo Meloni si è imposto il tema dei respingimenti e degli abbandoni dei scriminazione, mentre l’etica dello Stato ne
migranti in mare. Noi tutti diciamo di condividere l’unità dell’umano, ma tolleriamo quelle ver- limita la disponibilità al rispetto della pro-
gognose distinzioni tra i disperati nostri e non nostri, bianchi e/o con sfumature di colore, puliti prietà delimitata dai confini Stato. L’etica co-
e/o sporchi, in salute e/o in malattia. Ma cosa ci è successo? In chi e in che cosa abbiamo creduto e smopolita impone di rispettare la vita in tutte
crediamo? Le nostre verità, dove sono andate a finire? Eppure apparteniamo a un’Italia/Europa le sue forme, ivi comprese quelle che la ren-
cattolica che, con i suoi comportamenti, palesemente nega le sue radici cristiane e gli stessi ide- dono possibile, come l’aria, l’acqua, la flora,
ali illuministi condensati in uguaglianza, giustizia e fraternità. Ogni popolazione è sempre por- la fauna, l’atmosfera, di cui l’etica degli Stati
tatrice di una sua verità in cammino. Non dimentichiamolo. non si e mai occupata, perché ha limitato il
Angelo Botturi angelobotturi@hotmail.it suo raggio d’azione alla riduzione della con-
flittualità tra gli abitanti garantiti e tutelati
P
er realizzare una sincera accoglienza classe che, pur rivendicando la transnaziona- dai confini dello Stato, dove la pace promos-
c’è una sola strada da percorrere che lità, limitava la fratellanza a quanti apparte- sa all’interno è subito contradetta dalla guer-
prende avvio innanzitutto dalla rinun- nevano alla stessa classe. ra dichiarata al nemico esterno.
cia da parte dell’Occidente di pensare che la Forse è giunto il momento di rinunciare Affinché questa meta da raggiungere non
propria cultura sia la forma più alta di civiltà una volta per tutte all’idea di Stato. Un’enti- sia solo una speranza, un auspicio o una uto-
finora raggiunta dall’uomo, e quindi in diritto tà costruita sulla cultura del nemico, che ha pia è necessario scendere sul piano pratico e,
di essere esportata e imposta alle altre cultu- assegnato allo Stato il monopolio della vio- se è impossibile, risolvere il conflitto dei valo-
re, come si è cominciato a fare su grande sca- lenza: al suo interno con la repressione delle ri sui quali ogni etnia fonda la sua identità e
la con la scoperta del Nuovo Mondo, e da al- differenze etniche, e all’esterno con la guer- la sua appartenenza. Forse è possibile trova-
lora in poi si è continuato a fare senza alcun ra agli altri Stati. Il diritto dello Stato, infatti, re un accordo sul conflitto di interessi che, a
risparmio di massacri e genocidi. confligge con il diritto delle genti che per ra- differenza dei valori, non escludono, ma spes-
Il carattere etnocentrico dell’orizzon- gioni di sopravvivenza si spostano da un luo- so addirittura auspicano, una mediazione.
te occidentale ha fatto perdere il messag- go all’altro della terra. Dove è evidente che Paradossalmente possono essere d’aiuto
gio cristiano dell’amore per il prossimo da l’obbligo giuridico di rispettare le leggi del- il mercato e la tecnica che, anche se la loro
estendere fino al nemico, e i valori di liber- lo Stato confligge con l’obbligo di trasgredir- espansione, senza limitazione e senza misu-
tà, uguaglianza e fraternità rivendicati in età le in nome di un’etica superiore che si ispira ra, li ha resi responsabili del progressivo de-
moderna dall’Illuminismo. Di questi tre va- a una solidarietà cosmopolita. grado – per molti aspetti irreversibile – del- illustrazione di Rebecca Clarke
lori l’Occidente si è concentrato sui poli del- L’etica cosmopolita infatti proibisce di uc- la vita sulla terra, operano nel segno della
la libertà e dell’uguaglianza che con la libe- cidere, mentre l’etica dello Stato limita que- de-territorializzazione, e misconoscendo i
ral-democrazia e la social-democrazia si sono sta proibizione solo all’interno dei propri con- confini dei territori, possono depotenziare
divisi l’orizzonte politico. La fratellanza si è fini, sospendendola quando gli abitanti oltre la forza degli Stati, se non in nome dei valori
persa per strada, la prima col nazionalismo confine sono percepiti come nemici. L’etica almeno in nome degli interessi. Q
che non le ha consentito di estendersi fuori cosmopolita ritiene che i beni della terra sono
dalla Nazione, la seconda con la logica della a disposizione dell’intera umanità senza di- Scrivi una mail a: umbertogalimberti@repubblica.it
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