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EDITORIALE

Albert Hera,
Artista, ricercatore vocale,
insegnante di canto
e consulente musicale

L’onomatopea “sssh!”definisce il fare silenzio: un semplice suono, questo, effettuato


con la voce ma che contiene in sé un mondo e che ci permette, quindi, di riporre
l’attenzione su quella che è la distrazione costante e caotica della vita dettata dai
rumori.

L’uomo, per esprimersi, oramai vive in un rapporto logorroico con il proprio suono, dove
tutto è riempito da un caos di eventi, a tal punto che scompare la dicotomia tra canto e
silenzio e di conseguenza tra canto e il valore di una pausa, non solo musicale.

Il canto ha bisogno di questo: recuperare il valore del silenzio affinché si possa ricercare in
esso l’ascolto primordiale, che non è nient’altro che l’ascolto vero, più puro. Ascoltarsi per
esprimersi, viversi l’esperienza del vuoto per assaporare il movimento di ogni suono in uno
spazio più dilatato, in cui la vera organizzazione non è più L’IO ma la bellezza di un NOI
spazio-tempo.

Guardiamoci dentro e cerchiamo l’onestà di un suono che ama essere libero; non cerchiamo
di renderci schiavi del controllo, - dove sicuramente possiamo sentire ciò che vogliamo -,
perché il rischio è di non vivere mai un canto in ascolto, un canto dove i termini “libertà” e
“rispetto” sono sono alla base della nostra espressione sonora.

Da quando ho fatto spazio a questo concetto, il suono del canto che vive in me ha cominciato
a pulsare, a muoversi con forza e dedizione, rilasciandomi, ogni qualvolta lo sento, un
piacere immenso fatto di grande “energia fluttuante”.

Soffermiamoci quindi ad assaporare l’ascolto del silenzio. In questo spazio sublime


possiamo fare risuonare un canto leggero, libero e che porta con sé la bellezza delle nostre
emozioni: essenza profumata della vita di ogni essere.

Albert Hera

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NEWS
SOMMARIO

In questo numero...
003 - Editoriale
006 - Almanacco

009 - IN PRIMO PIANO


010 - Você chegou pra alegrar o dia

017 - SCIENZA
018 - La voce che doppia
023 - Il cantante che invecchia
027 - Cantare insieme: il benessere dell’essere parte
032 - Body piercing: quali i reali rischi clinici di questa
pratica?
036 - Voce e tinnitus

041 - PROFILI
042 - Influenze reciproche tra tradizione e innovazione
047 - Intervista a Lucilla Galeazzi
051 - Trần Quang Hǎi [1944 - 2021]
054 - Cosa vuol dire, oggi, essere Vocal Coach di XFactor?

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SOMMARIO
NEWS

059 - SOCIETÀ
060 - Il critico vocale e la recensione
065 - Voci femminili dall’Indonesia: luoghi, contesti e pratiche del
canto Sindhen
076 - Gli intrecci tra il canto polifonico e la scena polifonica
085 - Un’armonia perenne

089 - DIDATTICA
090 - Il respiro ha a che fare con la credibilità
095 - La voce percussiva
101 - Diamanda Galas versus Meredith Monk
104 - La Castrazione, tutta colpa di San Paolo
111 - Allenarsi al bello
114 - Samaritano e le sue "Convergenze" musicali
116 - "Ricordati" il nuovo video di CAMIN
118 - Voce e Poesia
119 - Voce e Immagine

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NEWS

Almanacco
Ricorrenze, segnalazioni
e curiosità

LUGLIO

03 Luglio 1971

Jim Morrison, leader dei Doors, muore in


un appartamento parigino.
Ancora oggi, dopo 51 anni, la sua morte
rimane ancora un giallo. Troppi intrecci
e reticenze, specialmente da parte
della fidanzata Pamela Courson, hanno
offuscato la verità.
Oggi Jim Morrison riposa al cimitero
monumentale di Père Lachaise, meta
oramai di pellegrini fan che ogni giorno
visitano la tomba.

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NEWS

AGOSTO

09 agosto 1963

In questo giorno nasceva a Newark, nel


New Jersey, Whitney Houston.
Whitney Iniziò a cantare in un coro gospel
New Hope Baptist Church diventando
ben presto la solista più talentuosa.
Passarono pochi anni e nel 1981 arrivò il
primo contratto discografico, che segnò
la scintilla di un purtroppo breve viaggio
stellare.

SETTEMBRE

16 settembre 1968

Esce “Electric Ladyland” considerato l’album


più importante della produzione musicale
del grande Jimi Hendrix.

Psichedelico ed innovativo, in quest’opera


rock Hendrix sfoggia la sua grande capacità
di guardare oltre la parola rock, riuscendo
a delineare ed incidere un nuovo corso
sonoro, che per quel tempo era praticamente
fantascienza.

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IN PRIMO PIANO

Stefano Baroni,
Musicista,
Circular Music Facilitator

Você chegou pra alegrar o dia


Fernando Barba, la sua vita, la ricerca e i Barbatuques,
raccontati da Lu Horta and Charles Raszl

Ph. Marcello Vitorino


IN PRIMO PIANO

M
ia figlia Zoe è nata nel 2015, lo
stesso anno dell’uscita dell’album
Ayú dei Barbatuques e proprio
quest’ultimo è stato l’album che
probabilmente ha ascoltato di più nei suoi
primi anni di vita.
Un giorno mi sono stupito nel sentirla
cantare il ritornello del brano Você chegou,
l’aveva sentito talmente tante volte che
oramai l’aveva imparata tutta: “Você
chegou pra alegrar o dia, Você chegou
pra nos trazer alegria, Nós somos como
tu Somos da mesma família, Nós somos
como tu Somos da mesma família”, tu
sei venuto per rallegrare il giorno, tu sei
venuto per portarci allegria, noi siamo
come te, siamo della stessa famiglia…
sembra che queste parole siano state
scritte per Fernando Barba, fondatore
dei Barbatuques, scomparso nel 2021,
meraviglioso essere umano, musicista
illuminato e moltiplicatore di bellezza ed
energia.
Fernando Barba è una delle persone Ph. Tati Wexler
che più hanno cambiato il volto della
bodymusic negli ultimi 30 anni creando Charles Raszl per mia figlia è lo “zio”
una dimensione nuova di equilibrio tra la Charles, si è trasferito in Italia da qualche
voce e la percussione corporale. anno e abbiamo collaborato molte volte
Ho pensato che per parlare di lui le persone in tante situazioni, seminari, festival, fino
più indicate fossero i suoi compagni di alla co-composizione del brano Clariò
avventura di una vita nei Barbatuques e performato dai Barbatuques ed uscito il 3
così ho deciso di intervistare Charles Raszl Giugno 2022.
e Lu Horta, storici membri del gruppo.
CHI SONO LU HORTA E CHARLES
RASZL
Lu Horta, cantante, cantautrice,
cantoterapista, insegnante di canto, body
percussion e vocal coach.
La sua formazione è variegata e si è svolta
tra il Brasile e l’Europa; è un membro
fondatore del gruppo di percussioni vocali
e corporali Barbatuques ed è presente
in ogni album, dirige spettacoli artistici e
musicali e compone colonne sonore per
film e compagnie di danza.

Charles Raszl è chitarrista, direttore


di coro, didatta, danzatore; ha ideato e
diretto vari spettacoli musicali, teatrali e di
danza, ha composto inoltre numerosi brani
originali per diverse produzioni artistiche
e di animazione. Dal 2010 è membro
del gruppo Barbatuques con il quale ha
partecipato a numerosi festival musicali
internazionali. Dal 2013 promuove seminari
sul tema “La Body Music  nei gesti delle
danze brasiliane” in vari paesi del mondo
Ph. Tati Wexler diffondendo la ricerca tra la musica del
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IN PRIMO PIANO

Foto di Rogerio Vieira

corpo e le danze tradizionali brasiliane. nostro insegnante di ritmica all’UNICAMP.


Nel 2019 ha creato in Italia il collettivo Fu principalmente dagli stimoli degli
Rosario, un progetto performativo. esercizi di indipendenza tra gli arti e dalla
sovrapposizione di battute che Barba
Parlateci dei Barbatuques, come sono ricreava modi per distribuire le voci tra le
nati e come/quando siete entrati nel parti del corpo. E contemporaneamente
gruppo. ha avuto l’intuizione della triade petto
Lu Horta: Nell’autobiografia di Fernando - schiocco - clap come riproduzione
Barba, direttore musicale e creatore rispettivamente del kick drum - charleston
del gruppo Barbatuques, è molto - snare drum. Ci siamo riuniti con passione
commovente come descrive come tutto attorno a questa “logica” musicale e
è iniziato in modo molto spontaneo e corporea. E tutto ciò che si è svolto da quel
creativo. Nel 1996 Barba (soprannome di momento divertente e carismatico fino
Fernando Barba) e André Hosoi (un altro ad oggi, costituisce la ricerca e il lavoro
membro dei Barbatuques) erano due dei di Barbatuques. All’inizio siamo rimasti
tre proprietari di una scuola di musica a lì, nella sala d’attesa della scuola Auê,
San Paolo chiamata Auê. Conoscevo già suonando in questo modo, esplorando il
Barba e Hosoi dell’UNICAMP (Università corpo come se fosse una batteria, e poi
Statale di Campinas) perché eravamo naturalmente abbiamo sentito il bisogno di
compagni di classe al corso di laurea in trovarci tutte le settimane per approfondire
musica popolare. E ci siamo diplomati la nostra indagine. Scherzando proposi
praticamente tutti nello stesso momento e a Barba di aprire un corso a scuola
siamo andati a insegnare in questa scuola chiamato “Barbatuques” senza mai
a San Paolo. In questo periodo quello che immaginare che questo sarebbe stato un
era un gioco ritmico che Barba aveva nome che avrebbe battezzato il gruppo e
l’abitudine di fare con il proprio corpo iniziò che avremmo portato avanti nella nostra
ad assumere proporzioni più sofisticate. storia. All’inizio eravamo più concentrati sul
Dalla prima trasposizione che fece di coordinamento corporeo ma poi abbiamo
un groove “samba” e “baião” al corpo, conosciuto Stênio Mendes (avevamo
abbiamo cominciato a capire che nasceva già sentito parlare della sua ricerca con
una diversa strutturazione di tutto ciò che la voce) e la tavolozza dei timbri vocali
fino ad allora conoscevamo come lavoro e dei giochi di improvvisazione si è
nel campo del ritmo per l’educazione notevolmente ampliata.
musicale. Il progetto Barbatuques è Posso dire che dal 1996 ad oggi il lunedì
partito da un pensiero pedagogico del pomeriggio è dedicata a Barbatuques e
linguaggio musicale, come uno sviluppo alla nostra ricerca.
molto elaborato della ricerca del musicista
José Eduardo Gramani, che è stato il Charles Raszl: Ho incontrato Fernando
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IN PRIMO PIANO
Barba “per caso” all’USP (Università di
San Paolo) nel 1999. Stavo per provare
con un gruppo vocale di cui facevo parte
e lui stava tenendo un corso di percussioni
in una stanza accanto. Ho sentito un certo
ritmo e ho aperto la porta per vedere cosa
stava succedendo. Con uno sguardo
molto amichevole, Barba mi ha chiesto se
volessi partecipare.
Ho iniziato a prendere lezioni e presto mi
ha invitato ad avvicinarmi a Barbatuques
per possibili sostituzioni del cast originale.
Dopo 10 anni un membro se ne andò e lo
invitò ufficialmente a unirsi al gruppo.

Fernando Barba, chi è, quali sono


state le sue ricerche e quelle di Stenio
Mendes, qual è il ruolo della voce in
queste ricerche?
Lu Horta: Mi riferirò a un brano scritto
da Stênio Mendes nella prefazione
all’autobiografia di Barba, “La vita iniziò
lì - Una storia di ripercussioni fisiche”
(Fernando Barba e Renata Ferraz).
“Oggi vedo Barba come un grande
alchimista nella storia della body music.
Con le sue composizioni riqualifica questo Ph. Marcello Vitorino
ricchissimo materiale sonoro prodotto dal
corpo umano oltre alla voce cantata (...)
Oltre a innumerevoli concerti in giro per corso tenuto da Stênio e ho invitato Barba
il mondo, questo libro racconta Barba ad accompagnarmi. Erano due personalità
anche come educatore di musica artistica completamente diverse ma provenivano
e, quindi, descrive i sei moduli da lui dallo stesso pianeta. All’epoca del loro
sviluppati, con molti dei suoi giochi già incontro, già all’interno di un ambiente di
adottati in scuole di altri paesi o addirittura dinamica del corpo musicale, Barba aveva
utilizzati in ambito terapeutico per la loro un linguaggio del corpo ben strutturato e
potenza induttiva e contagiosa. Vale la controllato e Stênio più aperto, fluido che
pena ricordare che Barba porta il raro permetteva di condurre le improvvisazioni
carisma di aggregatore incorporato nel in luoghi caotici e insoliti. Barbatuques,
suo talento musicale. Coltiva delicatezza, io e tutti coloro che hanno frequentato il
sensibilità e dedizione nell’arte di farsi gruppo di studio di Barbatuques siamo
amici a lungo termine (...)” diventati studenti di Stênio. Ed è molto
Fernando Barba è stato un polistrumentista, interessante capire come si sia sviluppato
compositore, educatore, direttore musicale l’accento del gruppo da questo incontro
e creatore del gruppo Barbatuques. Oltre dei due.
ad avere un talento straordinario, era un Nella ricerca di Stênio, la voce gioca un
carissimo amico con cui ho avuto l’onore ruolo fondamentale. Allo stesso modo
e il privilegio di vivere. La musica nella sua in cui Barbatuques, sotto la guida di
più ampia espressione era la sua ricerca, Barba hanno approfondito la capacità
respirava e traboccava di musicalità, di riprodurre ritmi complessi utilizzando
aveva un’incredibile conoscenza e claps e petto e snap, Stênio ha sempre
memoria musicale, un pensiero libero avuto una collezione di timbri prodotti da
e fantasioso, oltre che una capacità di percussioni vocali e canti straordinari oltre
trasmettere e condividere i suoi pensieri... agli innumerevoli giochi di improvvisazione
un pollo potrebbe essere più musicale da lui magistralmente condotti e che ci
vicino a Barba!!! hanno permesso di sviluppare la nostra
Ho assistito al suo primo incontro con voce e la nostra musica del corpo in
Stênio Mendes perché ho saputo di un modo giocoso e libero. Per me che fino

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IN PRIMO PIANO
al momento di questo incontro avevo questo strumento.
fatto solo esperienze di lezioni di canto È uno strumento etereo, dove il gesto viene
più tradizionali, è stato molto liberatorio interiorizzato e manifestato attraverso toni
imbattersi nel lavoro di Stênio. Da lì ho e parole e attraverso il quale vita emotiva e
capito che l’improvvisazione vocale poteva pensiero si incontrano e danzano nell’aria.
acquisire contorni diversi e inserirsi in Cantare mi ha sempre fatto bene, ma
innumerevoli contesti ben oltre la canzone mi ha anche sfidato profondamente. Ho
o l’improvvisazione più legata al jazz. Ho iniziato a nove anni cantando in un coro
potuto capire che la voce è altamente e ho continuato la carriera corale fino
modellabile e che tutti gli aspetti più formali a quando non sono entrato al college.
del linguaggio musicale possono anche Nello stesso periodo a 18 anni ho anche
essere elaborati e integrati attraverso iniziato a cantare nei bar ed è stato
questo approccio più libero e meno rigido. contemporaneamente che ho iniziato
a comporre. Ho sempre composto
Charles Raszl: Il ruolo della voce nella cantando supportato da qualche
ricerca di Barbatuques e Stenio ha una strumento armonico, chitarra o pianoforte,
portata che va oltre quella melodico/ ma principalmente la chitarra che ho
discorsiva. In una canzone o in un’aria imparato a suonare fin da quando ero
abbiamo la voce come portatrice di un molto giovane (7 anni). Quindi ho sempre
contenuto melodico come se fosse uno vissuto come un collezionista di canzoni,
strumento a fiato mentre si recita una mie o di altri compositori, e ho sempre
poesia o si racconta una storia. sentito il bisogno di avvalermi di questo
Nei Barbatuques e nelle lezioni di Stenio, la strumento espressivo che è il canto. Ho
voce può essere anche una chitarra, una anche dedicato molto tempo alla ricerca
specie di tamburo o anche un linguaggio vocale, allo studio e all’insegnamento.
inventato (“blablação” come dice Stenio), All’inizio di Barbatuques, la voce non
oltre che un paesaggio, un vento, un aveva molto spazio, questo spazio è stato
sasso che cade nell’acqua. La voce può gradualmente conquistato dal nostro
essere uno strumento molto interessante
e ricco in un gioco simbolico attraverso il
suono dei fonemi e le varie possibilità di
alterazione timbrica.

In che modo, dalle ricerche di Barba


sono nati i Barbatuques?
Lu Horta: Sia la ricerca di Barba che
quella di Stênio si svolgono in ambienti
collettivi. Sono opere in cui tutti i soggetti
coinvolti si collocano come co-creatori,
come elementi creativi all’interno del
processo. Sento che questo aspetto è la
parte più importante del linguaggio sia
degli artisti che degli educatori musicali.
Hanno sempre affrontato queste indagini
con una leadership orizzontale, con un
approccio fermo e sensibile al gruppo e
a ciascun individuo del gruppo. Questo
aspetto ha influenzato profondamente
il modo di comporre dei Barbatuques
e il modo in cui ci organizziamo come
collettivo.

Quale è il ruolo della voce nella


prassi compositiva ed esecutiva dei
Barbatuques, quale è il ruolo della
voce nella vostra vita?
Lu Horta: Molto prima di Barbatuques ho
sempre avuto un legame molto forte con Ph. Marcello Vitorino

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IN PRIMO PIANO
apprendimento con Stênio e anche suono specifico. Abbiamo attraversato
perché io e altri membri che erano anche un processo di intensificazione dell’uso
cantanti, stavamo conquistando questo della voce nel corso del nostro lavoro e
posto nella ricerca del gruppo. Il periodo della nostra discografia. È molto speciale
in cui ho assunto la preparazione vocale vedere come abbiamo ottenuto un suono
dei Barbatuques è stato molto particolare molto particolare e autentico e oggigiorno
per la mia formazione. Era arduo perché sono molto orgogliosa quando veniamo
era difficile imporre una disciplina vocale elogiati per la nostra performance vocale.
minima. I Barbatuques sono sempre stati È importante sottolineare che anche Carlos
un gruppo con musicisti molto potenti e Bauzys ha giocato un ruolo fondamentale
creativi e, in generale, sono contrari a una nella nostra maturazione vocale quando
routine lavorativa molto rigida. Questo ha ha curato la direzione musicale e anche
sempre avuto un lato buono e uno cattivo la preparazione vocale in occasione
perché gli esercizi vocali più formali della registrazione del nostro album
e tradizionali apportano innumerevoli Ayú. La voce è ormai da molti anni una
benefici alla voce e completano il lavoro delle principali protagoniste della pratica
più aperto di improvvisazione e il repertorio compositiva ed esecutiva di Barbatuques.
stesso, soprattutto per quanto riguarda la
protezione della voce da eventuale usura. Charles Raszl: Parto da una premessa
Ma è stato un grande esercizio per capire in cui ritengo che l’estetica abbia
i limiti del gruppo e anche per godere una funzione fondamentale per la
del suono più libero e individualizzato sopravvivenza e la qualità della vita di
di ciascuno. Così, siamo stati in grado qualsiasi specie vivente, non solo umana.
di costruire insieme e gradualmente un E in questo senso i linguaggi artistici sono
repertorio di esercizi che integrassero un territorio molto potente e io, essendo
voce e corpo nel nostro riscaldamento. musicista, ho la possibilità di essere vicino
E sento anche che non abbiamo mai a questa ricca risorsa che è la voce per
inquadrato la voce nella direzione di un potermi esprimere.
La voce per me è uno strumento di
comunicazione assolutamente presente
(a volte anche troppo, ride) nella vita
umana, sia attraverso la parola, il canto o
l’interpretazione teatrale.
Scrivo poesie per canzoni e come
compositore, nel mio caso, la voce
è ciò che porta il contenuto poetico
all’ascoltatore.

Grazie a Lu e Charles per aver condiviso


i loro racconti di vita insieme a Fernando
Barba e alle persone che hanno contribuito
a creare il progetto pedagogico e
performativo Barbatuques.

Grazie Barba, dai racconti dei tuoi amici si


riconferma ancora una volta il tuo ruolo di
moltiplicatore di bellezza e di musicalità, il
mondo è più bello grazie a te!

Ph. Tati Wexler

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Prof. Marina Tripodi,
Logopedista esperta
LOGOPEDIA in vocologia artistica
Docente e Direttrice
del Centro della Voce

La voce che doppia


Esperienza e riflessioni di una cantante,
doppiatrice, speaker e logopedista vocologa
SCIENZE

C
hi è Daria Esposito? Collega Popolare di Testaccio, al Conservatorio di
strepitosa, direi un’appassionata e Musica (di Frosinone, di Roma), al diploma
valente studiosa del mondo della di canto Lirico sofferto per una febbre e una
voce, che ho avuto la fortuna di incontrare laringite fulminanti in corso di esame, agli
nel percorso di Alta Formazione in Vocologia anni passati a inseguire il sogno di vedermi
artistica diretto dal Prof. Franco Fussi. riconoscere delle qualità o un ruolo, alle
Come ci racconterà nella sua intervista la scelte sbagliate di repertorio e usura della
sua formazione è a 360°, partendo dalla sua mia voce in tanti anni di serate di Cover
necessità vocale artistica ha approfondito Band nel mondo del Pop, ai casting andanti
le studio del canto diplomandosi in canto benissimo ma poi nessuno ti conferma la
lirico, e frequentando le sale di doppiaggio parte.., a cercare quel Maestro che davvero
ha indossato le vite degli altri diventando ti cambierà la carriera…
il punto di riferimento di molti attori e Gli errori servono. Senza errori non hai
doppiatori. voglia di cambiare. Insomma, il mio
La sua esperienza è illuminante ed è per percorso è stato come una strada di Roma,
questo che ho voluta condividerla con voi pieno di buche, ma ogni tanto al lato della
lettori di SIING. strada ho incontrato persone che mi hanno
dato nel momento giusto, il consiglio giusto,
Quale é il tuo percorso artistico/ mi hanno parlato con le parole giuste.
professionale? Delle persone sagge, perché il dono più
Come qualunque prezioso che si
percorso nasce Per l’arte del canto occorrono può ricevere in un
da una curiosità due strumenti, la voce e percorso didattico è
che poi studiando, l’espressione: come due grandi l’esperienza da parte
c o n o s c e n d o di un buon maestro
persone, guardando fiumi che scaturiscano da due che sa parlare. Nelle
e ascoltando, si è sorgenti diverse, ma confluiscano buche ho continuato
rivelata una vera in un solo magico momento. a caderci ma sempre
passione. Perché l’arte del canto consiste meno, adesso grazie
Non ho mai avuto a quelle indicazioni,
il “sacro” fuoco
proprio nel colorire la parola con le buche a volte le
dell’arte. Ma ho espressione, dominando il proprio anticipo!
sempre percepito strumento naturale, la voce Per me sono state
un grande senso di illuminanti due
libertà e piacere che (Giuseppe Di Stefano) momenti che seppur
il cantare e il leggere brevi, sono stati
mi concedevano. Ho scoperto il canto come folgorazioni che mi hanno letteralmente
prima forma di espressione da adolescente, aperto la mente e tutti i sensi, due semplici
come succede a tanti e ho faticato tanti lezioni distanti nel tempo e in ambiti diversi,
anni ad arrivare alla consapevolezza della e per cui sarò sempre riconoscente a: Silvia
mia voce, del mio corpo risuonante come Testoni cantante, insegnante di Canto e
meri strumenti per un piacere ancora più artista eclettica, e Antonella Giannini, attrice
profondo: esprimere emozioni. La lettura, e doppiatrice, meravigliosa interprete in
la narrazione sono “strumenti” di lavoro a tanti film di spessore.
cui sono arrivata in età adulta e grazie a Nel percorso didattico è fondamentale
questo con una consapevolezza che per l’Insegnante, per cui consiglio sempre di
me era giusta per quella età. E leggere è scegliersi il proprio maestro dopo averlo
diventato un vero esercizio terapeutico. Ad ascoltato come artista e poi bisogna
oggi quindi cantare, narrare sono per me sempre mettersi in un processo di auto-
immersioni in un flusso di suoni e ambienti, ascolto, perché le indicazioni del Maestro
paesaggi, che per prima immagino (e vanno ascoltate e “indossate” nel proprio
questa è una grande libertà!) e poi con la mondo percettivo.
tecnica e gli stili mi diverto a dargli “una Io nella mia vita, sono arrivata a questo
forma”, una suggestione. Guadandomi alle processo di auto-ascolto molto profondo in
spalle sono felice di aver fatto tanti errori età adulta, ma vedo con piacere come tanti
nel mio percorso didattico: dalla scuola artisti che seguo invece come Logopedista

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SCIENZE
Non è la voce che comanda la
storia: sono le orecchie
(Italo Calvino)

e Vocologa, già ci siano arrivati in tenera la laringe, e “pilotare” un persona al


età. Questo io lo chiamo talento e di fronte recupero della sua voce è spesso, per
a questo non nutro mai invidia. me, un’esperienza con forti implicazioni
Ognuno di noi è diverso. Io ad oggi sono psicologiche, pur non mettendomi mai al
molto soddisfatta di esserci arrivata in posto degli Psicologi.
tempo per cogliere almeno delle belle I pazienti riflettono da soli, sulla base degli
opportunità, di portare avanti la mia stimoli e delle esperienze che facciamo
sensibilità e il mio modo di emozionare. insieme. In conclusione diventa un lavoro...
bellissimo.
Come nasce la tua passione per la voce?
La voce è un fenomeno fisico meccanico Quanto la tua formazione logopedica
innanzitutto. Non riesco a controllare le in qualità di esperta vocologa ha
sensazioni fisiche che si innescano in facilitato l’acquisizione della tecnica del
tutto il mio corpo e che mi focalizzano doppiaggio ?
l’attenzione, quando ascolto. Non credo Gli studi Universitari di Logopedia non
sia un talento, è più semplicemente un sono stati in alcun modo significativi anzi
effetto che subisco. Non ci sono voci brutte sarebbero stati una perdita di tempo se non
o belle, ma voci che “chimicamente” mi avessi intrapreso personalmente percorsi
attirano e altre che passano come in banda didattici artistici e anche realizzato una
di frequenza di rumore. carriera artista.
Il mondo dei suoni è stato fin da piccola Il Doppiaggio è un ambito professionale
un modo economico e veloce per fuggire altamente specialistico. Una forma di
da un contesto famigliare che non è stato lavoro artistico per cui occorrono doti di
positivo per me. Se è facile e veloce, predisposizione individuale e conoscenza
diventa abitudine, diventa approdo sicuro. del mondo del lavoro professionale. Non
La Voce, poi, in particolare è diventata un basta amare l’ascolto dei film doppiati o
aspetto del mondo del suono su cui mi illudersi che un titolo Universitario in ambito
sono divertita a studiare a indagare. È il Vocologico conferisca una patente anche
primissimo strumento umano per segnalare solo di conoscitore del Doppiaggio.
in modo trasparente come siamo, come Le tecniche in realtà sono poche ma
stiamo con noi stessi e con gli altri. molto difficili da usare in modo veloce e
Dopo anni di studio e lavoro come performativo come richiede il mondo del
Logopedista ma anche come Artista, lavoro professionale del Doppiaggio.
per me ascoltare una persona è un atto Ho frequentato un Corso di Doppiaggio, ho
molto intimo nei suoi confronti, perché seguito per alcuni anni turni di Doppiaggio
posso ascoltare e percepire molte cose che ero ancora studentessa di canto e di
sottintese, non esplicite ma sono tutte lì. La Logopedia a tempo “perso”, perché mi
voce, come la respirazione, la postura, lo piaceva ed era ancora possibile bussare
sguardo e altri segnali fisici neurovegetativi, alle porte degli studi e mettersi in un angolo
è la nostra carta d’identità. e stare seduta ad ascoltare interi pomeriggi.
Per me lavorare per riabilitare o abilitare una Ho capito che per usare le tecniche
persona non è solo un lavoro meccanico, che vedevo nei professionisti serviva
ma sono lavori di allenamento vocale un Insegnante solo per me, per le mie
nel rispetto del rapporto che la persona difficoltà e le mie doti. Ho fatto un percorso
ha con la sua sfera intima di accesso individuale.
alla sua voce. Questo tipo di lavoro non Il più grande ostacolo è in generale
è assolutamente sovrapponibile ad altri usare in modo fluido Recitazione, Sync e
tipi di riabilitazione fisica, perché la Voce Dizione. Tranne i casi dei talenti, tutti gli altri
è prodotta da un organo multifunzione, devono acquisire con lo studio maggiore

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SCIENZE

consapevolezza in uno di questi tre ambiti. perché faccio quello che mi piace. È un
Nel doppiaggio le mie esperienze sono con lusso. Infatti pur cambiando, non ho mai
i Cartoon e questo è, rispetto al Doppiaggio abbandonato un lavoro per un altro ma è
personaggi, un lavoro più sull’espressività un percorso ad accumulo di conoscenze
della voce e in una recitazione meno e quindi di lavori. Ad oggi io sono una
verosimile, in cui sicuramente serve una Cantante che ha studiato come aiutare in
preparazione più attoriale. Con i Cartoon terapia logopedica chi ha problemi e che
mi diverto tantissimo.. recita come Voce narrante, e per alcune
persone cerco di essere una Trainer per la
Ti senti più logopedista, insegnante di loro voce.
canto, speaker o doppiatrice? A quale di
questi lavori non potresti più rinunciare In cosa differisce il doppiaggio della
? voce parlata da quello cantato, quali
Per mia natura mi ritrovo ciclicamente a competenze devi avere ?
rimettere in discussione le mie scelte di Innanzitutto un aspetto in comune nel
vita e a cercare il cambiamento. A livello doppiaggio recitato e cantato: l’attore/
personale, faccio spesso cambiamenti, cantante deve avere una consapevolezza
rischio perché dopo un po’ cambio e devo grandissima della sua voce al microfono
modificare le cose che mi circondano, e della tecnica timbrica e articolatoria al
quindi inevitabilmente scegliendo, alcune microfono. In entrambi i casi, la voce deve
cose le abbandono. “narrare” e creare suggestioni. Non è un
Il lavoro invece mi ha sempre accompagnato fenomeno puramente energetico come

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SCIENZE

spesso si riduce nel canto live o in studio Che routine di riscaldamento e


di registrazione. raffreddamento esegui durante una
D’altra parte non tutti i Doppiatori possono giornata intensa di turni?
o vogliono cantare e altrettanto non tutti i Questo è un argomento molto caro. La
Cantanti possono recitare. Nel recitato preparazione della voce cambia negli anni.
bisogna sapere recitare, nel canto bisogna Invecchiando è diventata una parte
conoscere e controllare l’intonazione, consistente l’igiene vocale e l’uso regolare
il vibrato. Ci sono esperienze di corsi di integratori e di idratanti. Lavorando
didattici in questi due ambiti che ritengo molto in voce, ovvero lettura in media 4
possano essere utili almeno per darsi ore tutti i giorni, canto 2 volte a settimana,
modo di comprendere, ognuno per sé, del e sovrapponendosi gli acciacchi di salute,
proprio confine di conoscenza tra mondo gestisco di periodo in periodo in base a
recitazione e tecnica del canto. quello che mi chiede il corpo.
In generale un training di riscaldamento
Quali voci è più facile doppiare ? quali della lingua, dei muscoli orali di 10 minuti
più difficili ? prima di un turno, lo faccio sempre.
Una voce difficile da doppiare è quella che Diventa fondamentale il cool down ovvero
ha un difetto o una caratteristica che deve stretching e autopalpazione per rilassare i
essere realizzata sempre senza distrarsi. muscoli del collo dopo una lunga sessione
Recitare un personaggio simile alla propria (due o tre turni consecutivi), lavorando
età o alla propria emotività, quindi anche molto di ancoraggio testa collo e appoggio
un cartoon, mi mette sicuramente in un diaframmatico.
comfort emotivo per cui mi sento libera di Per fortuna sono la “vecchia” Logopedista
“recitare” senza lo stress di dover tenere di me stessa, e alle prime avvisaglie di
sotto controllo tanti aspetti. affaticamento, mi aiuto in anticipo.

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Prof. Franco Fussi,
Medico Chirurgo
FONIATRIA Specialista in Foniatria
e Otorinolaringoiatria

Il cantante che invecchia

Anche la voce invecchia, ma è dimostrato


che il canto “protegge” dal declino fisiologico
legato al trascorrere del tempo
SCIENZE

N
on è solo l’orologio biologico che ci modifiche compromettono le normali funzioni
invecchia, ma un corredo multifattoriale biologiche.
che comprende fattori genetici, Uno dei sintomi più evidenti che stiamo
culturali, educativi, psicologici, sociali e fisiologicamente invecchiando è l’ipotrofia
ambientali. e l’atrofia dei tessuti dei quali è costituito
il nostro corpo, cioè la perdita della loro
Anche la voce invecchia in risposta nutrizione attraverso l’impulso nervoso,
all’influenza di questi fattori e alla capacità l’ossigeno e l’apporto ematico. Questo
gestionale e di risposta della mente e del processo di degenerazione tessutale
corpo. Ad accelerarne il decadimento sono provoca cambiamenti sostanziali sulla cellula
certamente le patologie ma anche quegli (riducendone il numero o modificandola,
aspetti involutivi che degradano le funzioni come nella cheratinizzazione) e sui
con il progredire dell’età. tessuti (cambiando la relazione tra i suoi
Ma nell’utilizzatore professionale della voce e componenti cellulari e riducendo in loro la
nell’artista, il graduale declino della funzione presenza di sostanze quali, ad esempio, i
performativa vocale non è necessariamente sali minerali). La degenerazione tessutale
una parte inevitabile dell’invecchiamento. è ovviamente influenzata dallo stile di vita e
I meccanismi di funzione legati agli organi dalla concomitanza di patologie sistemiche.
implicati nella fonazione, dall’apparato A livello del sistema nervoso, rispetto
respiratorio, alla laringe e agli organi che all’adulto, la massa cerebrale si riduce
delimitano il vocal tract, possono resistere nell’anziano del 10-15%, particolarmente
molto bene all’invecchiamento, permettendo nella porzione superiore dei lobi temporali e
di conservare ottime rese vocali fino ad età nel giro paracentrale; a questo si aggiungono
molto avanzata. fenomeni aterosclerotici a carico della
Ecco allora che risultano determinanti i tratti microcircolazione cerebrale che riducono
psicologici, il mantenimento di un training, le capacità di utilizzare adeguatamente le
gli aspetti motivazionali. Esistono così artisti informazioni afferenti provenienti dalla rete
la cui voce invecchia precocemente e altri che recettoriale esterocettiva, propriocettiva e
vedono poco modificato il loro rendimento chinestesica presente nella laringe, nelle
tecnico-vocale a fronte, in molti casi, di un cavità di risonanza e nella cassa toracica, con
guadagno in espressività; pensiamo a Gino difficoltà nella programmazione e controllo
Paoli, Ornella Vanoni, Edoardo Vianello, dei fini movimenti della coordinazione
Adriano Celentano, Nilla Pizzi, Mina, Mick pneumofonica. A ciò dobbiamo aggiungere
Jagger, Barbara Streisand, Liza Minnelli, o, la riduzione della acuità uditiva, con
nel canto classico a Magda Olivero, Mirella cambiamenti percettivi nell’autoascolto e
Freni, Mariella Devia, ecc. rimaneggiamenti tecnici compensatori.
L’involuzione fisiologica del nostro organismo I cambiamenti specifici che avvengono a
è ovviamente un processo di limitazione
biologica delle normali funzioni che avviene
con gradualità e ha un impatto diretto sulla
funzionalità degli organi e dei sistemi biologici
di tutto il corpo.
Lo sviluppo di questo processo è condizionato
sia da fattori genetici che ambientali e non
si manifesta uniformemente nei vari organi.
Esso è in relazione sia con l’età cronologica,
misurata in anni, che con l’età psicologica,
espressa dal nostro stato mentale ed emotivo.
In particolare, anche l’età della laringe e della
nostra voce dipendono dalle età cronologiche
e psicologiche, secondo cinque criteri di
invecchiamento: un criterio cumulativo,
per cui gli effetti dell’età aumentano nel
tempo; un criterio universale, che fa sì che
tutti i membri di una specie mostrino i segni
dell’età; un criterio progressivo, poiché
l’invecchiamento consiste in una serie di
cambiamenti graduali; un criterio intrinseco,
nel senso che i cambiamenti si verificano
anche in un ambiente sano; e infine un
criterio di deterioramento, dato che tali Mirella Freni (1970)
24 www.solosmedia.net
SCIENZE
carico delle corde vocali coinvolgono la
sua larghezza, per l’ipotrofia, la riduzione
della sua elasticità, le modificazioni di
ampiezza di escursione dell’onda mucosa,
la durata di chiusura glottica durante il ciclo
vibratorio. Con l’età si assiste alla comparsa
di insufficienza glottica fusiforme, cioè
la chiusura glottica non è completa, con
arcuatura delle corde vocali per atrofia della
mucosa o presenza di solchi, prominenza
del processo vocale durante l’abduzione,
tremore o instabilità nelle strutture laringee e,
negli individui vocalmente ancora attivi, con
interferenza delle strutture sopraglottiche
durante la fonazione.
Tra i due sessi vi sono differenti modalità
di involuzione fisiologica a livello del piano
glottico che sono alla base delle diversità
nella sintomatologia percettiva vocale che
caratterizza l’invecchiamento.
Nell’uomo prevalgono processi di Placido Domingo
impoverimento tessutale e aspetti
degenerativi. L’epitelio si assottiglia, si fa più utilizzabili. Per la corda vocale femminile,
rigido, le ghiandole mucose si atrofizzano,  il sopportare una massa che sta via via
legamento vocale perde elasticità e lo stesso aumentando, determina una ingravescente
muscolo tiroaritenoideo va incontro a forme ipotonia del sistema adduttorio. Senza
di involuzione che possono giungere sino considerare poi i danni che, in caso di ricorso
all’instaurarsi di un sulcus involutivo da atrofia alla fonochirurgia, si vanno a determinare
legamentare e muscolare. Mediamente, tra i sulla resa vocale togliendo l’edema superfluo:
60 e i 70 anni, la voce maschile subisce un possibile rigidità del cover da un lato (quindi
decremento della frequenza fondamentale minor duttilità o pienezza in II ottava) e
a causa di apposizione tessutale con scompenso dell’ipotonia per riduzione di
iscurimento timbrico, cosa che può essere massa  (quindi impoverimento dell’attuale
uno dei fattori ad indurre a modificare i portanza vocale in prima ottava).
ruoli e i brani di repertorio verso tessiture Oltre a quelle nella sorgente laringea si
più centrali a volte con cambiamento di assiste a modifiche anche nel vocal tract,
categoria vocale, come ad esempio il tenore per l’aumento dei diametri, l’abbassamento
Placido Domingo che passa al repertorio da laringeo e la perdita del tono elastico di
baritono. Oltre i 75 anni si assiste invece ad parete, elementi che tendono ad abbassare
un cambiamento per il prevalere di fenomeni le formanti acustiche e conseguentemente a
di atrofia e ulteriore aumento di rigidità, con scurire il timbro.
schiarimento timbrico ed elevazione della Inoltre, la muscolatura che controlla
frequenza fondamentale, la classica vocetta l’elevazione del palato molle va incontro a
del vecchietto del far west. In generale, la fenomeni di atrofia e di indebolimento, e la
perdita di tonicità degli elementi sospensori caduta dei denti, la atrofia delle strutture
della laringe, comune anche alla voce ossee e la diminuzione di spessore della
femminile, causa una più ampia oscillazione lingua determinano variazioni di forma e di
della scatola laringea che si estrinseca diametro del cavo orale.
percettivamente in una riduzione della Si riducono altresì le capacità orosensoriali
frequenza di oscillazione del vibrato, sotto e il funzionamento dei recettori di tatto-
i 5 cicli al secondo, e un suo aumento di pressione, con maggiori difficoltà nel
ampiezza, generando il noto fenomeno del controllo dei fini movimenti articolatori
ballamento di voce. con conseguenti imprecisioni fonetiche e
Nella donna sono invece prevalenti, dopo sbilanciamenti risonanziali.
la menopausa, fenomeni di imbibizione dei Le caratteristiche percettive della produzione
tessuti con la comparsa di edema cronico fonatoria nell’anziano non si limitano solo alle
della sottomucosa e aumento della massa variazioni di frequenza fondamentale media
e delle resistenze, con decremento della e di riduzione dell’intensità complessiva, ma
frequenza fondamentale media, aumento di riguardano anche la regolarità dell’onda
portanza in ambito tonale medio-grave, con mucosa con presenza di raucedine o
agibilità in toni gravi precedentemente poco parametri di perturbazione (jitter e shimmer)

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SCIENZE
più accentuati rispetto all’età adulta. tendono a mostrare stabilità della frequenza
Sia il cantante lirico che quello moderno fondamentale, delle dinamiche di intensità e
si trovano di fronte ad un nuovo che arriva della qualità vocale fino almeno alla settima
e che può minare il loro successo o il loro decade di vita, e anche oltre. Dunque,
primato sulle scene. Nel canto teatrale una in qualche misura, il canto protegge
nuova voce, più giovane e prestante, che dal declino associato al fisiologico
timbricamente e interpretativamente porti a invecchiamento. È come se l’abilità del
nuovi interessi il pubblico, può generare ansia cantante a controllare finemente la forma
e sentimenti di decadimento; nel canto non del proprio vocal tract per ottenere specifici
teatrale il contemporaneo che avanza, può far suoni potesse servire come meccanismo
virare l’interesse e il gusto del pubblico su vie compensatorio in età senile e, attraverso
nuove e nuovi stili, con perdita di attenzione il regolare esercizio canoro, ottenesse
verso l’artista, impegnato nel mantenere stabilità nella vibrazione cordale senza
l’unicità della sua emissione vocale che lo ha sforzo. Quello "sforzo della gola" che il tenore
identificato per tanti anni. Tutto questo può Angelo Loforese, che ultranovantenne era
alimentare l’ansia da prestazione in termini in grado di sfoderare un sicuro e brillante
patologici, accelerando l’invecchiamento do acuto nella Pira, ha sempre cercato di
e promuovendo un’autopercezione di sé tenere lontano attribuendo a ciò la sua
molto negativa, a volte con incapacità di longevità, come raccontava in una intervista
raggiungere una buona performance, in che mi concesse alcuni anni fa a casa Verdi.
relazione a fattori personali quali il carattere Se il canto, che rappresenta una forma di
dell’individuo, il reale grado di preparazione e training muscolare, aiuta a mantenere forza
competenza performativa, la consapevolezza e controllo sulla stabilità vocale, anche in
delle proprie risorse personali, e a come si presenza di cambiamenti fisiologici legati
sono vissuti e affrontati e cosiderati i successi all’invecchiamento, il suo esercizio può
e gli insuccessi nel corso della vita. dunque essere considerato un complemento
Alcuni studi hanno messo in evidenza o una alternativa a basso costo alla terapia
che l’effetto funzionale del processo di vocale logopedica. E nel grande artista,
invecchiamento può essere ridotto al minimo sebbene con l’avanzare delle decadi la
con il training canoro e con la riabilitazione voce possa perdere in freschezza e duttilità,
vocale. Variare i volumi della nostra il fattore interpretativo spesso ne guadagna,
fonazione parlata, variare ampiamente la per via dell’unico elemento che invece col
nostra prosodia, fare glissandi e cantare, tempo accresce la sua prestazionalità:
per allungare le corde vocali e mantenere l’intelligenza emotiva, quella serie di abilità,
elastico il cover, possono invertire la interpretativamente significative nel canto,
tendenza di involuzione. In effetti, il fatto che rivelano come ti mostri, come stabilisci
che l’ambito tonale medio-grave sia quello collegamenti positivi, come usi le tue
su cui normalmente si esplica il nostro emozioni e come tolleri lo stress.
speech, perchè ideale per l’intelligibilità
del linguaggio, finisce però per limitare
la funzione laringe e il suo potenziale di
capacità.
È stato evidenziato come nelle cantanti
in attività non vi sembra essere
decremento della stabilità vocale con
l’età e la frequenza fondamentale media
di cantanti professioniste anziane, tra i 65
e gli 85 anni, rispetto alle non-cantanti, è
significativamente più alta. Le loro voci
vengono percepite come anagraficamente
più giovani, suggerendo così che il canto,
in qualche misura, può preservare la voce
dai cambiamenti involutivi, conservandone
le caratteristiche.
Se in generale molti dei fenomeni di
deterioramento della qualità vocale nei
cantanti possono essere conseguenza
di cattive condizioni laringee, respiratorie
e della muscolatura addominale  che
minano la sorgente vocale, risulta però
che, in presenza di buona salute, i cantanti Angelo Loforese

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Dott.ssa Raffaella Pellegrini,
Psicologa, Musicoterapeuta,
PSICOLOGIA PhD specializzata in psicologia
della musica e della voce

Cantare insieme:
il benessere dell’essere parte

Cosa si intende per “benessere” in relazione al


canto corale?
SCIENZE

C
hi canta in coro già lo sa: “Canta e e multidimensionale, basato cioè sia su
passa la malinconia / se si canta in aspetti fisici che psicologici e sociali. Ecco
due / passa meglio!” (Zucchero). tre delle dimensioni del benessere sulle quali
il canto corale influisce profondamente:
Il cantare insieme genera una profonda l’embodiment, le emozioni positive e
sensazione di benessere e fortifica il senso di l’eudaimonia.
appartenenza. Sempre più frequentemente
si avviano progetti di inclusione sociale EMBODIMENT
incentrati sulla fondazione di cori rivolti Per embodiment intendiamo il radicamento
a soggetti emarginati o isolati (anziani, nel corpo. L’essere presenti qui, ora, agli
senza tetto, persone marginalizzate o stimoli che provengono dai nostri 5 sensi,
con disabilità fisica e mentale). Numerosi e non perduti nel mondo dei pensieri e dei
studi attestano infatti oggi ciò che già si significati (che spesso ci porta all’”allora”
riscontrava tramite l’esperienza sul campo: del passato e del futuro). Ricordiamoci che
cantare in coro migliora lo stato d’animo è proprio la nostra esperienza corporea la
e offre l’opportunità di creare legami di base per lo sviluppo dei processi cognitivi
amicizia e di supporto reciproco. I coristi più complessi: le funzioni del pensiero si
prendono coscienza di essere parte di generano a partire dall’immersione nella
una comunità, di una rete di individui realtà concreta, tanto che oggi non si sente
reciprocamente interdipendenti. Questo più semplicemente parlare di cognition ma
non solo riduce i livelli di stress aumentando di embodied cognition.
la sensazione di poter far fronte alle difficoltà
ma si rivela anche un fattore protettivo E il canto? Il canto è un’attività non solamente
rispetto all’insorgenza di disturbi fisici e con il corpo, ma NEL corpo: il cantante
mentali. Per questo si investe sempre di più riceve un’ampia varietà di “feedback”
su progetti corali finalizzati alla promozione corporei che influenza significativamente
del benessere sociale. il funzionamento dell’organismo. Cantare
agisce infatti:
BENESSERE • a livello muscolare, migliorando il tono
Ma quando diciamo che cantare insieme muscolare e rilassando tensioni corporee;
genera “benessere”, cosa intendiamo? • a livello cardiovascolare e respiratorio,
Un tempo questo concetto veniva fatto incrementando la funzionalità cardiaca,
coincidere con “l’assenza di malessere” e l’ossigenazione sanguigna la capacità
misurato sulla base di indicatori oggettivi polmonare;
quali la salute, il reddito, lo status sociale, • a livello ormonale, aumentando il
etc. Non si può tuttavia poteva ridurre il rilascio di ossitocina ed endorfine
benessere all’assenza del suo contrario… che accrescono il senso di euforia
inoltre gli “indicatori oggettivi” di cui diminuendo invece quella di cortisolo,
sopra non ne esauriscono assolutamente ormone dello stress.
la complessità: persone che hanno
“tutto” possono ciononostante essere I cantanti riportano inoltre una
profondamente infelici e insoddisfatte della sensazione di maggiore energia psico-
propria vita. Avere, non è essere! fisica, miglioramenti in capacità come
Per queste ragioni, soprattutto a partire l’attenzione, la concentrazione, la memoria
dagli anni 2000, numerosi approcci hanno e l’apprendimento con un conseguente
iniziato a considerare piuttosto il benessere aumento, nel corso del tempo, della propria
un costrutto soggettivo, dipendente cioè autostima ed autoefficacia.
dall’interpretazione personale dell’individuo, Questo effetto è rinforzato dall’influenza della

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SCIENZE

pura musica sulle variabili psicofisiologiche per il trattamento di disturbi emozionali. La


e sul funzionamento cerebrale. Essa ricerca scientifica ha inoltre curiosamente
influenza infatti praticamente ogni funzione rilevato che la musica suscita un gruppo
cognitiva: motoria, visuo spaziale, particolare di emozioni, appartenenti alle
linguistica, numerica, emozionale così dette emozioni estetiche (indotte
promuovendo lo sviluppo e l’integrazione dall’esperienza artistica) che hanno
di abilità complesse. caratteristiche differenti da quelle che
proviamo quotidianamente: anzitutto non
EMOZIONI POSITIVE manifestano un’attivazione fisiologica
Uno dei risultati più frequenti delle ricerche pronunciata e tanto meno elicitano
su effetti di canto e canto corale è un aumento risposte comportamentali finalizzate a uno
delle emozioni positive e una riduzione scopo preciso (come l’attacco, la fuga
delle negative: indipendentemente dalla o il congelamento). Inoltre, non hanno
connotazione emotiva della canzone che conseguenze materiali sul benessere
sto cantando, il fatto stesso di cantare dell’individuo, cioè non ricoprono un valore
produce benessere. È stato dimostrato adattivo. Alcune di queste emozioni sono
che provare emozioni positive abbia effetti il vissuto di trascendenza, la meraviglia,
benefici sia a breve e a lungo termine. Da la pace… non salvano magari la vita da
un lato hanno un impatto sul nostro modo un pericolo imminente ma ci rendono
di comportarci e di pensare: le persone profondamente e peculiarmente umani.
che sperimentano emozioni positive
tendono infatti ad essere più dinamiche Il cantante, oltre a vivere gli effetti della
e a dedicarsi a un ventaglio più ampio di musica sul proprio vissuto affettivo,
attività, nonché ad adottare uno stile di comunica emozioni attraverso la sua
pensiero più flessibile e creativo. Inoltre voce e il suo corpo. Questo rinforza
hanno la capacità di generare un serbatoio l’esperienza emotiva stessa: cantando
di risorse a lungo termine che assume una non solo emoziona ma si emoziona! E la
funzione di “cuscinetto” rispetto all’impatto capacità di poter esprimere le proprie
di esperienze negative successive: ne emozioni è un fattore riconosciuto nel
riducono l’intensità, rendendo la persona promuovere il benessere personale.
più capace di reagire allo stress. Non solo: cantare, come abbiamo visto,
favorisce il rilassamento, induce uno stato
Tutti conosciamo gli effetti della musica di piacevole assorbimento nell’azione e
sulle nostre emozioni: viene usata da richiede attenzione focalizzata che riduce
millenni come mezzo di regolazione ed e distoglie dai pensieri negativi.
induzione emotiva nonché come strumento

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SCIENZE
senso di appartenenza al gruppo ma il
canto corale ha qualcosa in più.
Anzitutto cantare insieme implica
la  sincronizzazione del respiro  tra i
partecipanti, allineandone la fisiologia.
Questo vissuto di “sintonia fisiologica”
aumenterebbe il senso di  coesione e
sintonia psicologica ed emotiva più che
in altre attività di gruppo. Inoltre è stato
rilevato un maggior rilascio di endorfine
e di ossitocina, che rende più intenso il
sentimento di essere “uno” con l’altro.

Ancora, cantare in coro permette di


assumersi una responsabilità in un contesto
EUDAIMONIA sicuro: da un lato non cantare da solo mi
L’eudaimonia è una concezione di fa sentire protetto, meno esposto, dall’altro
benessere, già sostenuta da Aristotele e cantare insieme ad altri mi investe di una
oggi ripresa a gran voce dalla psicologia responsabilità rispetto al risultato comune,
positiva, secondo cui la felicità personale si vissuto che conferisce un senso di profonda
realizza nell’integrazione sociale: quando utilità. Si partecipa insieme alla creazione di
sono consapevole che il mio contributo è qualcosa di unico, di bello, che fa stare bene
essenziale per la realizzazione di qualcosa sia individualmente sia come gruppo: è
che va oltre il mio “io”, quando realizzo di un’esperienza eudaimonica per eccellenza.
essere parte di un insieme interdipendente,
è lì che provo un senso di benessere È stato infine dimostrato che cantare insieme
eudaimonico. permette di creare un effetto appartenenza
più forte e in tempi significativamente più
In generale la partecipazione ad azioni brevi che altre attività: “mi sento parte”
congiunte altamente sincronizzate (come già dopo in pochi incontri, bypassando
marciare, danzare e cantare), aumenta il bisogno di conoscenza reciproca che
la percezione di reciproca somiglianza si ottiene in genere tramite interazioni
rinforzando il senso di affiliazione e prolungate. Non solo: comparato con altre
di coesione di gruppo che, come esperienze condivise, questo senso di
conseguenza, promuove comportamenti connessione investe un numero maggiore
prosociali e cooperativi. Sono di fatto rituali di individui appartenenti al medesimo
culturali che creano e rinforzano i legami gruppo. Infine la quantità di emozioni
sociale tra gli individui. positive superiore.
Che differenza c’è però tra il cantare Il canto corale fa risuonare, in conclusione,
insieme e il partecipare ad attività sportive le corde della gioia, della presenza
o artistico-creative di altro genere? Messe corporea e dell’essere parte… è la pienezza
a confronto su un periodo prolungato del sentimento di interdipendenza che
è risultato che tutte hanno effetti sul spalanca le porte a quello di trascendenza.
benessere e portano alla creazione di un

Cantate e danzate insieme e siate


felici, ma fate in modo che ognuno
di voi sia anche solo, come sono
sole le corde di un liuto, sebbene
vibrino alla stessa musica
(Kahlil Gibran)

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Dott.ssa Valentina Carlile DO,
OSTEOPATIA Osteopata specializzata in
osteopatia foniatrica

Body piercing:
quali i reali rischi clinici
di questa pratica?

Il body piercing decorativo può avere effetti


nocivi per la salute, ma bastano semplici
accorgimenti per stare al sicuro
SCIENZE

S
ei un cantante e stai pensando di fare delicati.
un piercing all’orecchio o al corpo? Detto questo, ci sono alcuni aspetti da
Sicuramente avrai sentito dire che considerare dal punto di vista della MTC
i piercing sono nocivi alla salute perché quando si sceglie di avere un body piercing.
tolgono energia, perché bloccano i movimenti
fasciali e diverse altre cose a riguardo. Cosa può realmente accadere?
Un accumulo di tessuto cicatriziale, ad
Andiamo per gradi ed esaminiamo esempio, compromette il flusso sanguigno
esattamente cosa possa comportare fare e questo, insieme al foro, può essere
un piercing, e quali siano i reali rischi clinici assolutamente drenante. L’indicazione in MTC
dell’atto. sull’utilizzo di materiali in oro o argento preserva
La pratica del piercing decorativo e mantiene il bilanciamento energetico
esiste da secoli ed appartiene a diverse (1). Per chi soffre di disturbi sistemici più
tradizioni popolari e regionali, anche invalidanti come le patologie autoimmuni
Buddha viene rappresentato con un lobo questa pratica potrebbe comunque risultare
allungato. In Medicina Tradizionale Cinese in un indebolimento energetico. In questi casi
(MTC) alcune delle pratiche associate sarà sufficiente rimuovere il piercing e vedere
o in alternativa all’agopuntura somatica come ci si sente.
sono l’auricolopuntura, la faciopuntura,
la manopuntura, la craniopuntura e altre Al di là dell’aspetto energetico ci sono però
agopunture dei sistemi. Ovviamente la alcuni aspetti clinici correlati all’apposizione ed
domanda che viene subito in mente è: se alla giusta e corretta manutenzione del body
pungere un distretto corporeo dà risultati così piercing che non bisogna trascurare. Il suo
potenti sulla salute, cosa potrà comportare il posizionamento e la manutenzione possono
nostro body piercing decorativo? entrambi influire su un potenziale rischio di
Ebbene, i piercing possono sicuramente infezione e su una corretta guarigione (2).
avere un impatto sulla nostra salute, sono
sicuramente dei drenanti dal punto di vista Le norme di igiene e sicurezza della pratica di
energetico, ma ci sono modi semplici per applicazione richiedono che il piercer indossi
stare al sicuro. guanti monouso e pistole monouso (quelle
riutilizzabili si è visto in letteratura che non
Che si tratti di piercing, di dieta o di una sempre riescono ad essere adeguatamente
pratica sportiva, è sempre bene considerare sterilizzate esponendo l’utente ad infezioni
le proprie caratteristiche personali: alcuni e danni ai tessuti, nei casi più semplici). I
soggetti sono più fragili di altri, o possono gioielli di prima introduzione devono essere
gestire un’extra stimolazione meglio di altri ipoallergenici come acciaio inossidabile
che necessitano magari di approcci più chirurgico, titanio, niobio o oro 14K-18K (3,4).

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SCIENZE
regolarmente soprattutto vicino al luogo
di innesto due volte al giorno con acqua e
sapone (5).

Subito dopo l’applicazione del gioiello,


quando il piercing è ancora in fase di
guarigione è buona norma evitare di nuotare
e non utilizzare vasche idromassaggio ed
evitare sfregamenti ed attriti che potrebbero
tardare la guarigione.

La maggior parte dei piercing guarisce in


circa 6 settimane ma i tempi possono variare
da persona a persona.

Voce e piercing alla lingua


Alcuni studi scientifici, tra cui quello che
vi descrivo ora, effettuati sull’effetto del
piercing alla lingua sul parlato (6), hanno
analizzato il parlato spontaneo e la lettura
Le complicanze più comuni sono (3,4): in soggetti osservati mettendo a confronto
• Reazioni allergiche: alcuni gioielli, ad la qualità del parlato degli stessi con e
esempio fatti in nichel, possono causare senza piercing. Non è stata riscontrata una
reazioni allergiche. differenza significativa tra i gruppi nelle
• Complicazioni orali: alcuni gioielli situazioni esaminate. Oltretutto nemmeno
applicati sulla lingua possono scheggiarsi la dimensione né la posizione del piercing
danneggiando denti e gengive. Va hanno impattato significativamente la qualità
considerato che la flogosi post puntura per del parlato.
applicazione del gioiello può interferire con
la masticazione e la deglutizione - e a volte, I soggetti esaminati hanno dimostrato di
nei casi di soggetti respiratori orali, con essere perfettamente in grado di adattare
l’articolazione fonatoria e la respirazione, in l’articolazione alla presenza del piercing.
quanto fattore ostruente. Come vedete, quindi, non è una pratica
• Infezioni cutanee: arrossamenti, dolore, lesiva se affrontata con i giusti criteri, come
gonfiore o secrezione simile a pus dopo del resto tutte le pratiche che intraprendiamo
l’applicazione. quotidianamente nella nostra vita. Il giudizio
• Problemi cutanei: il piercing può e la valutazione iniziale sono sempre alla
comportare cicatrici e aree in rilievo base di ogni scelta e anche cantare non sarà
causate da una crescita eccessiva di un problema, se gestito con testa.
tessuto cicatriziale (cheloidi).
• Malattie trasmesse per via ematica: Se
l'attrezzatura utilizzata per fare il piercing è
contaminata da sangue infetto, è possibile
contrarre diverse malattie a trasmissione BIBLIOGRAFIA
ematica come HIV, epatite B e C, tetano.
1. Oleson T, Auriculotherapy Manual, Chinese
Consigli di manutenzione and Western Systems of Ear Acupuncture,
È buona regola pulire regolarmente i piercing 4th Edition
orali con collutorio analcolico e antisettico 2. Desai N. Body piercing in adolescents and
(soprattutto nei primi giorni dall’applicazione) young adults, Accesso Maggio, 2022
dopo ogni pasto e prima di andare a dormire. 3. Picking your piercer. Association of
Dopo la gestione del piercing è buona regola Professional Piercers. Accesso Giugno, 2022
utilizzare spazzolini a setole morbide per 4. McBride DL. Clinical guidance to tattooing
evitare l’introduzione di batteri. Una volta and piercing among youth. Journal of
passato il primo periodo e dopo che l’area Pediatric Nursing, 2018
5. Safe piercing. Association of Professional
di applicazione è guarita sarebbe opportuno
Piercers. Accesso Aprile, 2022
rimuovere il piercing di notte spazzolandolo
6. Heinen E, Birkholz P, Willmes K, Neuschaefer-
accuratamente per rimuovere la placca. Rube C. Do long-term tongue piercings
I piercing corporei vanno ugualmente affect speech quality?. Logoped Phoniatr
manutenuti con cura. È importante pulirli Vocol. 2017 Oct;42(3):126-132.

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Massimiliano Di Carlo,
VOCE E RICERCA Musician and researcher

Voce e tinnitus

I risultati di una ricerca sul campo sulla


gestione dell’acufene
SCIENZE

I
l percorso di ricerca "Voce e tinnitus" patologia a diversi livelli. La mia ipotesi è
nasce da una serie di esperienze pratiche stata quella di lavorare con ognuno di loro
avvenute durante i miei workshop sulla per sei mesi, vedendoci individualmente
voce tra il 2012 e il 2019. Più di una volta alla per un'ora a settimana. In questo incontro
fine dei laboratori ho ricevuto dei feedback settimanale ho trasmesso una serie di
da alcuni partecipanti che soffrono di esercizi posturali e di respirazione, al
acufeni, dicendomi: "incredibile, dopo fine di guidare la persona ad ascoltare,
aver lavorato in questi giorni sugli armonici a incontrare percettivamente il suono
della voce, la respirazione, la postura, il dell'acufene. Questa pratica di ascolto
mio acufene è molto più silenzioso, mi ha permesso in poco tempo di creare
sento molto meglio..."  un distacco tra colui che percepisce
e l'oggetto percepito, in questo caso i
Sulla base di questa esperienza nel suoni dell'acufene. La creazione di questo
2019 ho iniziato a studiare la patologia, distacco è stata una fase fondamentale per
traendo informazioni inaspettate. È una arrivare di nuovo a riunire il soggetto che
delle malattie di cui la scienza non riesce percepisce con l'oggetto del fenomeno
ad inquadrare una possibile, oggettiva sonoro, ma in uno stato nuovo, più sereno,
soluzione. Chi soffre di acufene percepisce con il corpo attivo e totalmente in ascolto,
uno o più suoni nella zona interna e i suoni dell'ambiente esterno come a
dell'orecchio, a volte a tal punto da non creare una sin-fonia (dal greco suonare
riuscire a dormire di notte, e nei casi più insieme) con i suoni di disturbo.
estremi può condurre la persona alla follia.
Nel 2020 contatto degli specialisti in campo Nella seconda parte del lavoro abbiamo
osteopatico e audiometrico, il dottor Eddy portato questa qualità di ascolto
Deforest e il dottor Lorenzo Parrinello per sulla capacità di individuare l'altezza
inquadrare insieme un possibile percorso dell'acufene, la nota musicale o le note
di ricerca. La mia intuizione si è basata su musicali che esso produce. Sulla base di
ciò che avevo spontaneamente osservato questo ho individuato dei bordoni (suoni
e ad oggi i risultati del primo gruppo di fissi) su cui poi lavorare con la voce. Quando
lavoro sono stati ottimi. il bordone è a livello frequenziale in simbiosi
Il gruppo formatosi nel 2021 è stato molto con il suono dell'acufene, già ascoltandolo
eterogeneo, ognuno di loro soffre della va a creare un solletichio a livello del

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SCIENZE

timpano, o addirittura una modificazione stato molto affascinante osservare come


istantanea dei suoni percepiti di disturbo. un gruppo di non musicisti abbia imparato
In seconda fase abbiamo lavorato sulla con facilità ad emettere una diplofonia e
voce naturale, intesa come prolungamento abbiamo constatato che alcuni armonici
del suono parlato, verso il cantato. In questa entravano in simpatia con i suoni di disturbo
fase siamo andati a sviluppare frequenze dell'acufene.
fondamentali della voce, le armoniche I suoni armonici arrivano vibrare intorno
basse che il più delle volte erano assenti ai 3000 - 6000 Hz, ovvero le altezze in
nelle persone affette da acufene. Questa cui in genere vibrano gli acufeni di natura
mancanza di frequenze basse nel suono elettrica (dovuti a stress, ansia). Dunque
parlato/cantato denota uno stato di tensione il lavoro in sintesi si compone di ascolto
dell'emissione vocale che va a costringere corporeo, lavoro vocale sulle frequenze
la laringe in una posizione limitata. basse, lavoro vocale sulle frequenze acute.
Al terzo mese di lavoro molti hanno Ad oggi i risultati ottenuti sono:
dichiarato nei test di controllo di aver • comparsa di frequenze di
scoperto un nuovo colore della voce, mascheramento che hanno portato ad
più appoggiato, più caldo, che dona più una notevole riduzione del suono acuto
piacere già al solo ascolto della propria dell'acufene,
voce. Alternato al lavoro sulle frequenze • maggiore confidenza con il disturbo fino
fondamentali, ho proposto l'esplorazione ad arrivare ad avete una sensazione di
del canto a gola stretta e degli armonici incontro con esso,
acuti in diplofonia. • maggiore piacere e rilassatezza nell'uso
Ho appreso questa tecnica dal maestro della propria voce sia cantata che
Tran Quang Hai e ricordo bene gli effetti parlata.
immediati che riconoscevo in me, una sorta
di pulizia dell'orecchio interno che questi Alcuni dei soggetti coinvolti nello studio
suoni mi generavano istantaneamente. stanno andando avanti oltre i sei mesi
Con i partecipanti al percorso si è ripetuta previsti, incrementando i risultati e fornendo
la stessa esperienza. Recuperare questo informazioni preziose per l'evoluzione di
gesto vocale vuol dire riemettere con la tale ricerca, delle cui nuove direzioni spero
voce il primo suono che ognuno di noi ha di potervi informare al più presto.
emesso al primo istante di vita, il vagito. È

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NON CI ASPETTA NESSUNO
(se non miliardi di foto)

UN

Artwork: Leo Camante

RICCARDORUGGERI

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RICCARDO RUGGERI - PERFORMER, COMPOSER, VOCAL COACH


FO www.riccardoruggeri.com
IN
Riccardo Ruggeri,
MUSICA Insegnante di canto,
INDIPENDENTE ricercatore vocale e artista

Influenze reciproche tra


tradizione e innovazione

Voci indipendenti e interessanti


dagli angoli del mondo
PROFILI

A
bbiamo sentito dire mille volte quanto la musica tradizionale, folk, abbia influenzato
gli artisti più innovativi e creativi. Ma sarà vero? Ed inoltre, come hanno fatto alcune
musiche specifiche di un piccolo angolo di pianeta a diffondersi in giro per il mondo?
E le innovazioni tecnologiche occidentali hanno a loro volta influenzato le musiche folk?

In questo articolo proviamo a fare qualche tappa in una parte di mondo, un giro relativo al
canto e alla musica, per iniziare a rispondere a queste domande.
In questi anni grazie alla musica ho viaggiato e imparato molto, ma ancor prima, la mia
raccolta di vinili di etnomusicologia mi aveva fatto sentire e sognare i suoni di antiche culture
da tutto il globo. Una fonte di ricchezza e ispirazione, crescita e distruzione delle certezze.
E così è stato anche per Aleksandra Denda, artista vocale d’eccezione di cui parlerò tra
poco. Quindi oggi ci occupiamo di voce ma anche di dare voce a fenomeni misconosciuti.
Leggendo un libro di un DJ, “DJ Rupture”, ho rafforzato queste idee e il mondo nel suo
essere un insieme di frammenti di musiche uniche e lontane si è confermato un tesoro di
suoni, timbri, melodie ormai a portata di mano. Dietro ai voli che alcuni artisti di estrazione
folk hanno fatto, che tanto hanno regalato alla cultura occidentale, ci sono storie incredibili.
Una band che dal Congo irrompe nella musica occidentale aprendo nuove strade per il
punk, il rock, l’elettronica e per i musicisti africani? I Konono N1! Facciamo un altro piccolo
passo indietro, al 1986. Paul Simon pubblica “Graceland”, le voci degli Zulù irrompono
nel mercato occidentale commerciale e nasce l’esigenza di creare un nuovo scaffale con
etichetta world music. In realtà la ricerca etnomusicologica già da più di un secolo prima
aveva iniziato a catalogare, registrare e diffondere, anche i Beatles e il sitar di Ravi Shankar
erano precedenti, ma la fruibilità “popular” si ha principalmente da quel disco in poi.
I Konono N.1, attivi dagli anni ‘70 in Congo in feste, e piccoli eventi, dovettero aspettare
che un imprenditore belga li portasse nel 2003 per dei concerti in Europa, e solo in quel
momento conobbero la visibilità mondiale. Il loro intreccio sperimentale e caotico di voci
e strumenti etnicamente connotati ha cambiato il DNA di molti musicisti. La rete, il vecchio
Napster, ha permesso che quelle musiche valicassero tutti i confini in poche ore dalla
pubblicazione del primo disco “Congotronics”. A loro volta, se si vuole risalire il fiume, i
Konono derivavano dall’esperienza di uno dei più importanti musicisti Congolesi di sempre,

Konono N. 1

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43
PROFILI
Franco Luambo Makiadi.

Continuando in questi salti


schizofrenici e riscontrando
variazioni di Dna musicale possiamo
volgere lo sguardo al Magreb e
al canto berbero. Le donne qui
cantano a pieni polmoni, con una
fierezza disarmante, orgogliose delle
loro origini preislamiche. Belting?
Beltmix? Chissà se mai qualcuno ha
indagato... Di sicuro impressiona la
Fatima Tihihit
forza nelle note acute, e avendole
sentite dal vivo posso garantire che è roba da pelle d’oca. Comunque anche qui è arrivata la
tecnologia. L’auto-tune come sublimazione del timbro e dell’agilità voci. La storia possiamo
farla iniziare da Fatima Tihihit, esempio di cantante di musica Berbera commerciale negli
anni ‘80, per arrivare a Jamila Tamntaght, Saadia Tihihit e Hafida (con la sua band tutta la
femminile!). In questo caso l’influenza che volevo far notare è da una parte il mantenimento
della cultura Amazigh attraverso la lingua, lo stile di canto, l’abbigliamento, dall’altra il
prendere dall’occidente la tecnologia, l’auto-tune e piegarlo alla propria musicalità. Queste
cantanti non ne avrebbero bisogno, ma quel diabolico plug-in restituisce al loro canto
un plusvalore cyborg che torna a sposarsi con i principi della donna berbera, creando
la donna ideale, fiduciosa in sé, sfrontata, determinata e spavalda. Questa è la donna
berbera a differenza di quella islamica ideale.

Ecco quindi alcuni primi esempi per stressare gli algoritmi della rete, se vi metterete a
cercare online questi fenomeni. Parola d’ordine, quindi, vagare. Viaggiare fisicamente e
nella rete, andare a conoscere la sorgente di ciò che ci fa vibrare nel profondo.
Da dove vieni e dove vai, due estremi di un elastico apparentemente definiti, ma ad
osservarli da vicino i loro confini sfumano e aprono nuovi orizzonti. Gli algoritmi appunto si
surriscaldano in tutto questo, assistendo i tuoi movimenti all’interno del web, proponendoti
nuove mete, gettando nuovi punti di vista e dubbi sulla provenienza delle tue certezze.
Individuare le proprie origini musicali, dove è nata la nostra passione e il nostro gusto,
dove mira l’evoluzione della nostra estetica e della nostra sensibilità. Navigando nella
discografia che ci portiamo in casa e in quella che frequentiamo sui portali di distribuzione
di musica in digitale possiamo andare sempre più a specificare quelli che sono le origini e
le destinazioni delle nostre tensioni.

Ma veniamo ora ad un artista che incarna l’esempio di una musicista che con la sua
ricerca e tenacia ha lavorato intensamente sulla sua preparazione; sa guardare avanti,
molto avanti, e porta con sé il tesoro della tradizione. Era il 2006 e il mio vagare musicale
mi portò a Umbria jazz, a studiare. Lì ho conosciuto musicisti da tutta Europa, adorabili
allora come oggi, con cui sono rimasto in contatto sempre. Parliamo quindi di Aleksandra
Denda. Lei dopo quell’estate partì per Boston, per studiare e diplomarsi al Berklee College
of Music. Seguendola in questi anni ho sempre stimato la sua integrità e coerenza artistica,
la sua passione, la sua continua formazione e l’audacia dei suoi progetti. É un esempio di
tensione verso il nuovo e consapevolezza della tradizione, un esempio per le tematiche
di cui abbiamo discusso sopra. Riporto qui di seguito una piccola intervista per farvela
conoscere nella sua identità di musicista e artista indipendente.

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PROFILI
Può essere corretto definirti un’artista
indipendente?
Questa è un’ottima domanda. Sento che oggi
abbiamo due livelli di artisti indipendenti:
uno che ha un contratto con un’etichetta
indipendente, o non ha un’etichetta ma ha
un manager/booking, e un altro che è più fai-
da-te, completamente indipendente, che è
la categoria a cui appartengo attualmente.

Qual è il significato di essere indipendenti


in questo mondo musicale?
Nel mio caso, mi dà davvero la libertà
artistica di creare la mia musica e la mia
identità nel modo più autentico che rifletta
davvero la mia arte, i miei valori e la mia
etica.

La tua storia musicale... cosa stai


cercando? Qual è il tuo metodo, la tua
strategia, e quali obiettivi hai?
Tornando alla storia dell’autenticità, sento
che è per questo che amiamo gli artisti, per
Aleksandra Denda il loro coraggio di essere se stessi senza
scusarsi.
Ma, prima di arrivare a farlo, penso che tu abbia davvero bisogno di scavare un po’ e vedere
chi sei, tutto ciò che sei, trovare quel seme della tua essenza e nutrirlo e osservarlo cambiare
forma e svilupparsi, rimanendo sempre fedele a quell’essenza. Leggere libri di saggistica
mi ispira, andare nei musei mi ispira, leggere della psiche solletica la mia curiosità, così
come leggere libri sul buddismo e sulla consapevolezza. Nel mio caso ci sono anche
folclore e tradizioni ancestrali. Nel mio stile di canto riporto la mia cultura, le modalità del
canto Balkanico. Poi ho avuto una tale incredibile fortuna ad essere circondata da musicisti
di così tante culture diverse e ho avuto modo di scambiare con loro tali tesori sonori, che di
sicuro hanno avuto un impatto su di me come persona e musicista. Circondarsi di persone,
esperienze, concetti e suoni che non sono familiari apre davvero la tua mente ed espande il
tuo spirito. E in un momento, tutto si connette. Vedo un cambiamento interessante in quello
che stavo cercando nella musica. Dopo essermi diplomato a Berklee ho avuto questa
pressione come la maggior parte della gente di Berklee, sforzandomi di essere questo
grande musicista, che altri musicisti avrebbero ammirato. Poi ho puntato sull’originalità,
provando cose nuove e non inserendosi in nessuno stampo. Ora voglio solo scoprire chi
sono veramente nella musica e trasmetterlo in piena onestà. Gli artisti hanno quel potere
di essere davvero bravi a raccontare la verità. Aspiro ad essere quel tipo di artista ora.
Questo ti fa sentire qualcosa e anche su cui riflettere.

Quali sono i tuoi esempi nella musica e nelle arti?


Di solito mi innamoro di quelli con storie di vita turbolente. Amo Frida Kahlo, Picasso,
Van Gogh, Klimt. “Loving Vincent” è un’assoluta delizia di un film, completamente avvolto
nell’arte. Mi piace leggere Coelho e Hesse. Stavo leggendo “Siddharta” quando mi sono
appena trasferita a New York e sentivo di avere un caro amico tra quelle pagine.
Ammiro per sempre l’incredibile abilità di Stevie Wonder nel creare canzoni che siano
allo stesso tempo intricate e accessibili, il senso della melodia e del fraseggio di Becca
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PROFILI
Steven, l’abilità artistica in continua evoluzione e in continua trasformazione di Esperanza
Spalding, la capacità di Joni Mitchel di condensare l’intera saggezza della vita in una
canzone, Lianne La, il tono caldo e l’emotività di Havas, gli arrangiamenti e il percorso
professionale di Snarky Puppy.

Sei sempre molto produttiva. Raccontami un po’ della tua ultima uscita.
La mia ultima uscita è un duetto con Shilpa Ananth, cantante e cantautrice indiana, e
una delle mie più care amiche. Abbiamo iniziato a scrivere la canzone durante il primo
lockdown, facendo sessioni settimanali di scrittura di canzoni, come un modo per radicarci
e ottenere una struttura in un giorno. Io ero a New York in quel momento, lei a Dubai, abbiamo
finito per collaborare con un amico di Berklee, un fantastico compositore e produttore
cinematografico Giosue Greco, che era a Los Angeles. Il tutto è stato fatto virtualmente e
rimbalzando materiale tra tre coste, decisamente nello spirito della pandemia :)
La canzone parla di un forte legame di amicizia, che a volte può essere una rarità tra i
musicisti. Abbiamo anche un video musicale nel caveau, che è stato realizzato da una
troupe interamente femminile, e a proposito di questo, lo pubblicheremo durante la Giornata
internazionale della donna per evidenziare e celebrare l’energia e i talenti femminili.

Per finire, ecco alcuni ascolti consigliati da Aleksandra, di artisti indipendenti che l’hanno
colpita negli ultimi tempi:
We are king, Adioasis (US), Shilpa Anath, Aman Mahajan (India), Arooj Aftab (Pakistan),
Meritxell Neddermann (Spain), Iris Lune(US), ANDR(Serbia), Dafney (Italy/US)

LINK:
Aleksandra Denda
https://www.instagram.com/sandeesoulsista https://www.aleksandradenda.com
I Dwell
https://lnk.to/f3FLyG
https://open.spotify.com/
artist/0Oji1P9hrRkmzM3FjAHKLX?si=OSkTQCMpReCdikmpyzGF2A

Parola d’ordine: vagare. Viaggiare


fisicamente e nella rete, andare a
conoscere la sorgente di ciò che ci fa
vibrare nel profondo.
Da dove vieni e dove vai, due estremi
di un elastico apparentemente definiti,
ma ad osservarli da vicino i loro confini
sfumano e aprono nuovi orizzonti

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Marcella Inga,
VOCE Docente di Educazione
DI DONNA Musicale

Intervista a
Lucilla Galeazzi

A tu per tu con una delle voci più intense della musica


popolare italiana
PROFILI

L
ucilla Galeazzi, cantante e compositrice,
è anche una delle più grandi ricercatrici e
interpreti del canto popolare italiano.
Nasce a Terni il 24/12/1950 da una famiglia di
operai, ma anche di musicisti e cantori.
Sentiamo il suo racconto per Siing Magazine.

Che importanza hanno avuto il canto e la


musica nella storia tua e della tua famiglia?
In casa mia si cantava e si suonava in
continuazione, i miei genitori avevano una
bellissima voce, i fratelli di mia madre suonavano
violino, chitarra, contrabbasso, mandolino. Ho un
nipote cantante lirico.
Da bambina e da adolescente cantavo sempre
a scuola, mi dicevano che avevo una bella voce
intonata.
A 16 anni un cugino mi invitò a formare un gruppo
rock e così andammo a suonare per la prima volta
in pubblico per guadagnare qualche soldo.
Il canto mi cambiò il carattere, ero una ragazza
silenziosa e un po’ solitaria, ma poco a poco
divenni più espansiva e ciarliera... insomma, una
specie di “rivoluzione del carattere”.

Quali sono stati gli incontri significativi che


ti hanno indirizzato verso la professione di
cantante?
L’incontro con Valentino Paparelli, umbro,
antropologo, docente di etnomusicologia e
ricercatore di canti tradizionali, mi cambiò la vita. Grazie a lui scoprii la musica popolare, non quella
urbana che già conoscevo, ma quella della campagna, canti contadini, serenate, canti di lavoro.
Voci completamente diverse, emissione tra il canto e il grido, fischi per guidare gli animali, canti
legati ai riti della campagna, agli spazi grandi.
Queste voci mi fecero conoscere un mondo totalmente nuovo e per me sconosciuto, rimasi stupefatta
dalla musica, dal volume delle voci, dalle narrazioni e dalle storie che intercalavano i canti.
Poi ci fu l’incontro con Giovanna Marini negli anni ‘70. La collaborazione con lei nacque quando
Giovanna, che già aveva avuto occasione di sentirmi cantare, mi chiese di sostituire una delle
cantanti che facevano parte del suo gruppo. Le piacque la mia voce, la mia presenza scenica, il
mio modo di fare e dal quel momento il nostro sodalizio divenne costante.
Collaborai anche con Roberto De Simone, musicologo napoletano, con grandi musicisti jazz, con
l’ensemble barocco l’Arpeggiata...insomma, furono esperienze per me davvero significative.

Il canto popolare è molto interessante per le funzioni che ha e per il tipo di emissione vocale.
Ce ne vuoi parlare?
La postura deve essere eretta in modo da non pesare sul diaframma. I cantori popolari avevano
voci potenti perché cantavano all’aria aperta, con canti a domanda e risposta, improvvisati, da un
capo all’altro di spazi enormi.
Non si trattava di tecnica, chi aveva voce e un’impostazione naturale, cantava, chi non l’aveva no. Il
canto popolare prevede una voce dritta, non girata e chi ha doti naturali può’ arrivare a note altissime.
I cantori seguivano il ritmo del lavoro, il canto aveva la funzione anche di rallegrare e far stare bene, rendere
meno pesante le attività che si svolgevano, creare socialità e senso di appartenenza alla comunità.
I canti popolari in genere erano cantati da persone che non sapevano leggere. Ad esempio le
mondine, piegate in due con i piedi e le mani nell’acqua, cantavano la versione di Bella Ciao con
altro testo, perché non sapevano né leggere né scrivere ma sapevano cantare e spesso nei canti
dicevano quello che volevano far sapere al loro padrone.

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PROFILI
Tu sei una ricercatrice e hai fatto
anche esperienze con donne di
altre culture...
Negli anni '90 feci una tournée con
un gruppo di donne marocchine,
le B’ net Houariyad. Sono cinque
straordinarie donne della regione di
Marrakech che cantano e ballano al
ritmo dei tamburi.
I temi delle loro canzoni riguardano
la condizione della donna, l’amore,
la bellezza.
Nei loro canti raccontano di giovani
donne che rifiutano il matrimonio
combinato con un vecchio ricco,
di uomini derisi perché hanno Valentino Paparelli
tante mogli e devono lavorare per
mantenerle, raccontano la seduzione, eseguono canti e danze rituali di donne possedute dagli
spiriti.
Cantano all’unisono, non sono professioniste ma hanno voci bellissime e un modo di cantare molto
particolare. La loro vocalità è inimitabile. All’inizio non fu facile perché queste donne non erano
abituate a stare su un palco e avevano i loro tempi e le loro abitudini. Ma poi fu un successo.

Nel tuo repertorio c’è un canto popolare che si intitola Semo de Cinturini. È il canto delle
operaie dello jutificio di Terni. Ci puoi raccontare qualcosa?
Nell’800 a Terni c’era uno jutificio,che era stato fondato dal genovese Alessandro Centurini.
Prima ci sono andate le mie nonne, nonna Mariuccia e nonna Amedea, poi mia madre e le mie zie.
Le balle di juta venivano confezionate soprattutto per contenere legumi, perché il tessuto permetteva
loro di “respirare”, ma quando negli anni ‘60 la plastica sostituì la juta la fabbrica venne chiusa.
Alessandro Centurini aveva l’idea di assumere donne perché pensava che fossero tutte timorate di Dio
e quindi non avrebbero opposto resistenza alle richieste dei capi e avrebbero lavorato sodo.
Ma anche alle timorate di Dio che entravano in fabbrica alle sei di mattina e ne uscivano dopo 12
ore di lavoro, a volte lavorando anche la notte, il timore di Dio passa in fretta e nel 1908 ci fu uno
sciopero memorabile, guidato da una ragazza di 16 anni, Carlotta Orientale, per rivendicare i diritti
e chiedere un trattamento più umano. Basta pensare ad esempio che per circa 2000 lavoratrici
c’erano solo tre bagni, le donne non avevano nemmeno i permessi per il parto, partorivano
direttamente in fabbrica, insomma erano trattate come schiave.
Semo de Cinturini è nata da autori sconosciuti, su una musica già esistente, probabilmente
composta da cantori popolari. Le parole sono state poi aggiunte dalle donne.

Quali sono i tuoi progetti futuri?


Riprendere finalmente a cantare!

Intervista rilasciata il 23/ 03/22. Grazie a Lucilla Galeazzi, Albert Hera, Maria Cristina Brivio

LINK
Lucilla Galeazzi – Quante stelle nel cielo con la luna
Lucilla Galeazzi e Arpeggiata – Voglio una casa

La tradizione non è il culto delle ceneri,


ma la custodia del fuoco
(Gustav Mahler)
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Lucilla Galeazzi - Semo de Cinturini
B’ net Houariyad – Sidi Musa
Alessio Surian,
VOCI Docente in Dinamiche
Comunicative,
DAL MONDO
Università di Padova

Trần Quang Hải


[1944 - 2021]

Un ritratto del musicista ed


etnomusicologo vietnamita
PROFILI


Ho avuto la fortuna di nascere in una famiglia di musicisti tradizionali. Rappresento la
quinta generazione della mia famiglia. Dal mio trisnonno c’è stato un cambiamento. Era
un musicista di corte. Il mio bisnonno e mio nonno erano musicisti dilettanti nel sud del
Vietnam. Mio padre, Trần vǎn Khê, viaggiò in tutto il Vietnam, andò all’estero e divenne il
più grande specialista di musica vietnamita e asiatica del suo tempo. Io, come musicista
di quinta generazione, sono stato più fortunato di lui, perché ho lasciato il Vietnam con
una formazione in musica classica occidentale, essendomi diplomato al Conservatorio di
Saigon”.

Con queste parole Trần Quang Håi si è presentato nell’intervista di 22 pagine che Johanni
Curtet ha pubblicato nell’ottobre 2019 nei Cahiers d’ethnomusicologie. Va oltre lo scopo
di questo articolo riassumere in poche parole la sua attività di musicista e studioso, che
comprende oltre 200 composizioni, migliaia di concerti e riconoscimenti come la Medaglia
Cristal del Centre National de la Recherche Scientifique (CNRS) francese (1995), il Premio
speciale Khoomii di Kyzyl (Tuva) (1995), il Premio Molln (Austria) per il miglior suonatore di
scacciapensieri (1998) e la Medaglia Chevalier de la Légion d’Honneur francese (2002).

Era nato il 13 maggio 1944 a Linh Đông Xã, nel Vietnam meridionale, in una famiglia
dedita alla musica, figlio di Thi Suong Nguyễn, insegnante, e di Trân Vǎn Khê, musicista,
etnomusicologo del CNRS e professore alla Sorbona. Dal 1979 Trần Quang Håi era sposato
con la cantante Bạch Yến Quác; la loro figlia è Thi Minh Tâm. Si è spento all’età di 77 anni
a Limeil-Brévannes (Francia) il 29 dicembre 2021.
Trasferitosi a Parigi nel 1961, ha studiato e collaborato con il padre al Centre d’Etudes de
Musique Orientale (CEMO), oltre a lavorare con Gilbert Rouget al Musée de l’Homme dal
1968. Ha lavorato al CNRS dal 1968 al 2009, anno del suo pensionamento. Parallelamente,
è stato docente all’Università di Parigi X-Nanterre dal 1987 al 1991. Oltre a studiare gli
strumenti e le tradizioni musicali iraniane e asiatiche, si è presto interessato ai cucchiai, allo
scacciapensieri (1965) e al canto difonico (armonico) (1969) in tutto il mondo, sviluppando
tecniche e risultati artistici di enorme rilievo su ciascuno di essi. La sua prima pubblicazione
sul canto difonico risale al 1975 e pone l’attenzione sulle tradizioni mongole Khoomii. Tra
i suoi allievi di canto armonico vi sono Meredith Monk, Demetrio Stratos, David Hykes,
Roberto Laneri.

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PROFILI
Il suo lavoro in questo campo è stato pionieristico
ed è sfociato in eccezionali tecniche di analisi e
formazione e in cinque documentari, cominciati
con “Le Chant des Harmoniques” (insieme
a Hugo Zemp nel 1989, con riprese sonore
sincronizzate ad analisi a raggi X e spettrali) per
arrivare a “Mystères des voix du monde” (2012),
in collaborazione con Patrick Kersal.
Ha collaborato con Zemp e con il Laboratoire
d’ethnomusicologie del Musée de l’Homme-CNRS
anche al progetto discografico sulla voce nel
mondo, un’antologia in tre CD “Voices of the World,
an Anthology of Vocal Expression” pubblicata nel
1996, che comprende tre ore e mezza di musica.
I primi due CD presentano diversi tipi di voci
e tecniche, mentre il terzo affronta le polifonie.
Il libretto di 190 pagine che lo accompagna
è un’ottima introduzione alla selezione di 103
espressioni vocali provenienti da un’ampia gamma
di culture musicali di tradizione orale del mondo.
Trần Quang Hǎi ha realizzato le analisi spettrali
delle voci che sono ancora disponibili nel sito online del Centre de Recherche en
Ethnomusicologie (CREM) (https://archives.crem-cnrs.fr/archives/collections/
CNRSMH_E_1996_013_001/). La selezione di canti difonici del secondo CD comprende
eccitatori sonori sia esterni che interni. Come esempi di dispositivi vibranti esterni, sono
presenti una giga irlandese sullo scacciapensieri, l’arco musicale umrhubhe degli Xhosa
(Sudafrica) e un grande scarabeo di Yafar (Papua Nuova Guinea) il cui battito d’ali produce
una vibrazione periodica. Gli eccitatori interni sono le corde vocali stesse e queste tecniche
si trovano di solito nelle stesse regioni in cui si fa un uso sapiente del canto difonico, come
a Tuva (canto kargira) e in Mongolia (canto koomij).
Aveva un proprio approccio pedagogico che rispondeva alla domanda: “Come posso far
capire quello che faccio alle persone in modo semplice?”. Le sue attività di ricerca gli
permettevano di offrire esperienze musicali piacevoli ai suoi studenti. Contattò le Jeunesses
Musicales de France e per dodici anni ha collaborato con loro, realizzando circa 600
concerti scolastici.
Ogni anno svolgeva attività simili in Norvegia per due o tre settimane.
Nei nostri incontri a Venezia e a Padova ha lasciato un segno profondo nella mia formazione
umana, musicale e scientifica. La sua capacità di ascolto e la sua generosità hanno sempre
avuto un grande impatto sui partecipanti.
Lucy Duran ha avuto il privilegio di viaggiare con Trần Quang Hǎi e sua moglie Bach Yen in
Vietnam nel 2002 per realizzare due programmi per il programma World Routes della BBC
Radio 3. È stata la prima volta che Tran Quang Hai ha potuto mettere piede ad Hanoi e a
Saigon dopo 41 anni. I programmi sono ancora disponibili online qui:
• https://www.bbc.co.uk/programmes/p005xjph (Hanoi)
• https://www.bbc.co.uk/programmes/p005xjpn (Saigon).

Sei anni fa, a Parigi, sono stato suo ospite a pranzo (che pranzo!) e poi ha voluto farmi
uno dei regali più preziosi che abbia mai ricevuto: condividere una visita a Gilbert Rouget.
Mentre salivo con lui le ripide scale che portavano all’appartamento, sentivo quale sforzo
titanico fosse per lui quella salita e di quale forza di volontà e amore fosse capace nelle sue
visite regolari al Prof. Rouget.

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53
Silvia Girotto,
Docente di arti vocali,
DIDATTICA
specializzata in tecniche
dello spettacolo

Cosa vuol dire, oggi,


essere Vocal Coach di
XFactor?
Intervista a Elisabetta Rosa: artista, logopedista
e vocal coach
PROFILI

P
arliamo dell’ultima edizione del
programma televisivo musicale
che nel tempo ha subito una
metamorfosi interessante dando
sempre più spazio al talento non
solo dell’interpretazione ma anche, e
soprattutto, della creatività musicale.
Dico la verità, appena mi è stato
proposto il lavoro non sono impazzita
dalla gioia: non guardo e non possiedo
una Tv da oltre vent’anni. Mi sono presa
una pausa proprio a seguito di anni di
lavoro intenso in ambito televisivo come
corista. Ho fatto tantissima televisione
con molte persone, incontrato molti
artisti e, conoscendo il principio di
base di questo tipo di programmi di
intrattenimento, il mio primo istinto è
stato quello di non accettare.
Ero scettica, davanti a me si
prospettava un possibile scenario di
spettacolarizzazione dei ragazzi a
tutti i costi, proprio quello che a me
non piace; ma alla fine ho accettato
sotto consiglio benevolo di un amico e a posteriori posso dire che ne sono contenta.
Sono rimasta piacevolmente stupita dall’ambiente, e anche dal numero di persone e di
professionisti coinvolti nella realizzazione del programma (non posso dire con certezza
in quanti lavorassero per XF 2021; ma potrei dire senza esagerare di aver incrociato non
meno di un migliaio di sguardi. Una forza!) e poi dalla gentilezza e umanità con cui tutti
si rivolgevano ai colleghi e ai ragazzi in gara. La qualità e organizzazione del lavoro era
incredibile, soprattutto per quanto riguarda la realizzazione di scenografie, coreografie,
luci e montaggio-smontaggio del palco, davvero da rimanere a bocca aperta.
Piccola nota per i curiosi: personalmente, non ho mai incontrato i giudici. Solo Mika una
volta è entrato nella stanza in cui stavo lavorando con un concorrente.

E nel pratico? Se dovessimo spiegare ad altri insegnanti di canto o vocal coach che
non hanno mai lavorato in Tv cosa comporta accettare questo tipo di lavoro, cosa
potremmo raccontare? E rivolgendoci, invece, agli aspiranti concorrenti?
Da un punto di vista di organizzazione del lavoro, è stata richiesta la mia presenza per
tre ore due volte alla settimana, il Mercoledì e il Giovedì (giorno in cui andava in onda la
diretta); per i concorrenti non era obbligatorio lavorare con me, era una scelta loro o del
loro producer o giudice; comunque, l’anno scorso ho lavorato con i gli artisti di quasi tutte
le squadre.
Il tempo (poco) trascorso insieme viene dedicato a “mettere in forma” la voce e focalizzare
la mente prima del live (il Giovedì, appunto); la parte complicata è proprio riuscire ad
incastrarsi a livello temporale tra le varie prove e momenti di preparazione scenica: trucco,
parrucco, prove di palco, staging, coreografie, costumi e posizionamento luci sono la parte
che probabilmente assorbe di più i concorrenti sia il giorno del live che il precedente.
Chi ha fatto televisione sa quanta precisione richieda la parte registica dello spettacolo: a
volte ci sono pause infinite durante le quali non ci si rilassa mai davvero, perché potrebbe
essere il proprio turno da un momento all’altro.
Da un punto di vista vocale, probabilmente i concorrenti non vengono scelti a caso:

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PROFILI
c’è troppo poco tempo da dedicare alla
voce prima della performance per potersi
permettere persone che non abbiano già
una forte consapevolezza pratica (e non
per forza parlo di studio tecnico, anzi, ci
sono anche artisti in gara che non hanno
mai preso una lezione di canto). L’anno
scorso tra i concorrenti c’era anche chi
aveva già pubblicato diversi brani o interi
dischi non solo come interprete, ma anche
come autore o produttore/arrangiatore.

Insomma, c’è una ragione per cui la


produzione cerca specificamente chi
possa ricoprire il ruolo di vocal coach e
non di insegnante di canto, no?
Ti dirò di più, si tratta di un lavoro ancora
diverso.
La produzione mi ha dato carta bianca
durante i miei interventi, MA, e c’è un MA
grande come una casa: l’unica richiesta
specifica è stata esattamente la stessa che
mi era stata fatta nel 2018 da quella che
ai tempi era la manager dei Maneskin per
seguire Damiano durante i live, che suona
più o meno: “Siamo felici che tu sia anche
Logopedista perché abbiamo bisogno che
i ragazzi non perdano la voce ma, al tempo
stesso, il lavoro che fanno con te non deve
interferire con il loro modo di cantare”. Una
magia praticamente! È una richiesta che sembra folle ma che, e ci pensiamo riflettendoci
attentamente, ha tutte le ragioni di essere; se pensiamo ai Maneskin, ad esempio, ci
viene subito in mente quel tipo di vocalità spontanea che contraddistingue Damiano. Il
lavoro non è quindi incentrato sulla tecnica, ma
principalmente su importanti accorgimenti di igiene
vocale e di riscaldamento prima e defaticamento
dopo la performance.
A XF 2021 non era mio compito lavorare sulle canzoni
con i ragazzi, né sul testo, né sulle intenzioni o
sull’interpretazione vocale; di quello si occupavano
i giudici e i producer. Quindi, di fatto, il ruolo che
mi è stato affidato non era esattamente quello di
vocal coach, tanto è vero che io stessa ho coniato
l’appellativo “Voice Tutor”.
In questo ruolo, quello che io faccio è dunque
adoperarmi al meglio per preservare la salute
vocale dell’artista, potenziando per quanto possibile
la sua prestazione, ma in modo che rimanga sempre
aderente alla (sua) vocalità propria, grazie alla
quale egli è riuscito ad arrivare dov’è e ad avere
il successo che ha, senza sfociare in qualcosa di
diverso, magari più “tecnico” in senso stretto del
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PROFILI
termine, ma contemporaneamente meno “originale”.

Hai un metodo tuo? Hai un tuo esercizio preferito? Pensi che per studiare canto si
debba prima di tutto avere le basi di tecnica classica?
Mi sembra onesto dire che conosco molti metodi (un po’ per l’età e un po’ perché sono una
persona molto curiosa) e, -come tutti facciamo- ho preso un po’ da uno e un po’ dall’altro
ma, alla fine, il “mio” metodo è l’orecchio: ascolto l’allievo per capire di cosa ha bisogno e
poi ci lavoriamo.
La cosa che mi sento di dire riguardo ai vari metodi è che a volte ci sono insegnanti che
“applicano il metodo” in maniera troppo rigorosa e poco personalizzata, ottenendo come
risultato allievi che cantano in modo assai simile tra loro.
Il mio esercizio caratterizzante è certamente il vocal fry inspiratorio (ne parleremo
approfonditamente nei prossimi numeri) e no, per cantare pop e CCM (contemporary
commercial music) non credo che serva studiare canto lirico perché, anzi, si potrebbe
rischiare di non comprendere appieno alcune modalità di emissione tipiche del genere
popolare contemporaneo, con l’esito o di cantare fuori stile, o (peggio) di favorire l’insorgere
di danni alla voce.

Per concludere, quella di XF è un’esperienza che consiglieresti a chi studia canto?


Fino a poco tempo fa ti avrei detto di no, ma dopo ciò che ho visto forse oggi direi di
sì, aggiungendo però che è importante avere già un’identità artistico-musicale e,
possibilmente, una discreta conoscenza della propria vocalità, in modo da permettersi di
sfruttare appieno ciò che queste trasmissioni offrono, cioè un’eccezionale opportunità di
visibilità e un trampolino di lancio per la propria (si spera) futura carriera artistica.

Quello che io faccio è adoperarmi


al meglio per preservare la salute
vocale dell’artista, potenziando
per quanto possibile la sua
prestazione, ma in modo che
rimanga sempre aderente alla
(sua) vocalità propria

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Il mio approccio didattico prevede lezioni
individuali di canto moderno con programma
personalizzato che rispecchia le esigenze, i
desideri e gli obiettivi di ciascun allievo.
Gli argomenti trattati durante le lezioni sono:
tecnica vocale, interpretazione e corporeità,
studio del repertorio moderno/contemporaneo e
nozioni di teoria musicale

GIULIA CECCHETTO
Insegnante di Canto

INFO E CONTATTI

Mail: giuliacecchetto1@gmail.com
Instagram: @giulicecch
Facebook: @giuliac4
Giulia Cecchetto,
cantante, insegnante
CRITICA MUSICALE di canto e blogger in
didattica della voce

Il critico vocale
e la recensione

Chi è veramente il critico musicale e quali sono le


caratteristiche che rendono efficace e autorevole
una recensione?
SOCIETÀ

I
l critico vocale può essere concepito tecnico, pratico, storico, della musica.
come un intermediario fra il “fatto Questo tipo di competenza è importante
musicale” e l’artista. non solo per il critico che si occupa di
musica classica, ma anche di musica pop:
Questi, però, quando si accosta alla critica, in quest’ultimo settore accade spesso
non lo fa in versione di ascoltatore bensì che il critico provenga dal vivaio degli
di lettore, dato che la critica si esprime in appassionati, e quindi possa avere una
forma verbale e quasi sempre scritta. Il suo grande sensibilità musicale e un’ottima
status è quindi fin dall’inizio misto e fluido. capacità di scrittura, ma gli manchi la
Il profilo del critico sta in mezzo a quello parte della preparazione tecnica. La
del giornalista e del musicologo. Del primo seconda competenza indispensabile è la
deve avere la capacità comunicativa, del sensibilità musicale, una dote innata che
secondo il sapere tecnico. Il critico è un si può coltivare.
interprete che con le parole restituisce ciò
che ha visto con gli occhi e ascoltato con Il critico musicale, storico della musica
le orecchie. e docente universitario di storia della
Fare il critico richiede diverse competenze, musica Vincenzo Martorella ha pubblicato
e per questo non tutti possono essere critici un volume sulla critica musicale ricco di
vocali, anche se, soprattutto per quanto considerazioni sul mestiere del critico.
riguarda la musica pop, molto spesso dei La critica vocale, risultato del connubio
semplici appassionati assumono il ruolo di fra musicologia e giornalismo, è il frutto
critici, e non di rado con ottimi risultati. Se la di un’interazione tra un suono e un
critica ha una funzione che va oltre la mera ascoltatore, pertanto il critico dev’essere
descrizione o spiegazione tecnica di un fatto in grado di calibrare una lingua che sia
musicale, ma si pone come educazione capace di arricchire l’esperienza del
all’ascolto, va da sé che il critico debba lettore/ascoltatore affinché l’ascolto diventi
disporre di alcune competenze unite a una più consapevole. Si richiedono perciò da
certa autorevolezza e credibilità. un lato competenze musicali, nell’ottica di
una critica che funga da strumento per un
ascolto più ricco e gratificante, dall’altro
competenze linguistiche e stilistiche.
Il critico è considerato da Martorella come
un ascoltatore dotato di competenza
musicale, capace di offrire ad altri una
valutazione analitica e storicamente
contestualizzata di un’opera, basata su
argomenti, e non su una fila di aggettivi
come spesso succede. In particolare, un
compito del critico è quello di fornire al lettore
spiegazioni su elementi formali di un pezzo
Oggi tuttavia, grazie a internet la critica musicale, difficili da cogliere per i profani.
vocale si propaga, quasi incontrollata, Martorella insiste sulla capacità di ascolto
offrendo un pluralismo di opinioni analitica che il critico dovrebbe possedere
mai visto prima e mettendo però in e trasmettere: ciò implica la necessità di
continua discussione l’autorevolezza una base culturale musicologica, al fine di
del critico e la sua effettiva utilità. E si offrire una valutazione interpretativa seria,
polverizza, generando un paradosso, non in cui si rendano evidenti le relazioni tra
necessariamente negativo: da disciplina “suoni, forme, testi, contesti, infratesti.
specialistica, porzione particolare e Distinguere e riconoscere sono le
aristocratica della divulgazione musicale, armi fondamentali del critico. Recensire
finisce per coincidere ora, in un’epoca in significa dunque interpretare, restituendo al
cui la specializzazione è “vietata”, con la lettore informazioni, valutazioni e strumenti
comunicazione musicale lato sensu. per potere a sua volta ascoltare in modo
approfondito e interpretativo; una chiave di
Principalmente ci sono due caratteristiche lettura, quella di Martorella, che si potrebbe
che il critico vocale dovrebbe possedere: definire ermeneutica vista l’importanza
la prima riguarda la padronanza di tipo che dà all’aspetto dell’interpretazione.

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SOCIETÀ
contempla un giudizio su un’esecuzione
dal vivo di un brano musicale, un’incisione,
un concerto, un nuovo inedito.
Rossano Lo Mele cerca di fornire una
definizione precisa e completa della
recensione come prodotto culturale,
tenendo conto sia degli aspetti oggettivi
che di quelli soggettivi. Egli osserva
perciò che una recensione corrisponde, o
dovrebbe corrispondere, a un articolo, di
solito di lunghezza limitata, che analizza
criticamente un’opera. In essa il recensore,
oltre a fornire un riepilogo essenziale del
percorso artistico dell’autore, compie
un’operazione di contestualizzazione
dell’oggetto recensito (nel caso della
critica vocale il disco, l’inedito o il
concerto), in cui evidenzia i riferimenti, le
affinità, le vicinanze che l’autore o l’opera
hanno con altri autori od opere nel passato
e/o nel presente. Il recensore individua
dunque i collegamenti e li situa all’interno
di un percorso artistico e di un canone di
riferimento, oppure ne indica l’originalità
e la mancanza di influenze riconoscibili,
Molto importante è anche l’aspetto sia nella musica in qualche modo affine,
della contestualizzazione dell’evento segnalando eventualmente il carattere di
da recensire. Se si tratta di parlare di eccezionalità dell’oggetto recensito nella
un concerto, il critico deve agire come produzione di un singolo autore.
“un magnetofono, un sensore che deve La recensione è sempre situata, nel senso
raccogliere e registrare anche tutto quello che un disco o un concerto si relazionano
che c’è dietro e oltre la musica: la sala, con il momento in cui appaiono: questo
l’acustica, il pubblico e le sue reazioni, se si riflette ovviamente anche col discorso
si tratta di un festival, il critico deve valutare sull’oggetto musicale in questione.
anche l’ideazione, la progettazione, quanto Per questo è bene tenere presente nella
lo svolgimento del festival ha rispecchiato recensione il contesto dell’evento musicale,
le intenzioni della direzione artistica. anche per quanto riguarda la narrazione
mediatica che lo circonda, che a sua volta
Ma cos’è la recensione vocale? è in grado di “spingere” un artista, o, al
La critica vocale si esprime principalmente, contrario, di penalizzarlo.
se non esclusivamente, per mezzo delle Un esempio celebre, nell’ambito della
recensioni. Sembra significativo il fatto che musica leggera italiana, è la vicenda
il Vocabolario Treccani, nella definizione di di Mia Martini che in vita fu duramente
“recensione”, non citi l’ambito musicale penalizzata dalla fama di “menagramo”,
e vocale; alla voce “recensione” si legge ed è stata riscoperta e riproposta solo
infatti: “Esame critico, in forma di articolo in anni recenti: secondo la visione di Lo
più o meno esteso, di un’opera di recente Mele, una recensione sulle riedizioni dei
pubblicazione: omaggio per recensione, suoi album, o sulle trasmissioni televisive
con preghiera di recensione; fare, scrivere dedicate a questa grande interprete in
una recensione; recensione breve, occasione del venticinquennale della sua
succinta, lunga, benigna, severa; il libro ha tragica scomparsa, avvenuta nel 1995, non
avuto recensioni favorevoli. Per estensione, può non tenere conto di queste vicende
il termine è usato anche a proposito di contestuali. Oltre alla presentazione delle
spettacoli teatrali, cinematografici, mostre coordinate, la recensione deve però offrire
d’arte e simili: ho letto una recensione un commento, descrivendo, oltre che, per
molto positiva su quel film”. esempio, lo svolgimento di un concerto
La recensione vocale è quasi una riflessione e i dettagli della performance, il senso
ponderata, a tratti imparziale, che
62 www.solosmedia.net
SOCIETÀ
della musica eseguita, confrontando le Tra i più quotati autori di questo stile di
eventuali differenze tra un concerto e recensioni, Rossi cita Quirino Principe,
l’altro, esprimendo in modo motivato e Paolo Isotta, Marco Grondona, Cesare
fondato un giudizio di valore, e traendo Questa, Guido Paduano, Renato Raffaelli.
delle conclusioni. Successivamente troviamo le recensioni-
pettegolezzo, molto diffuse, non si
Sempre nell’ottica della funzione della incentrano sulla musica ma solleticano
critica esposta in precedenza, vediamo che la curiosità dei lettori soprattutto riguardo
ogni recensione, affinché non serva solo alla persona degli artisti, fornendo
all’artista per valutarsi, dovrebbe spingere dettagli sulla loro vita privata, sul loro
a una riflessione su quanto ascoltato. look, ecc., e indulgono in descrizioni “di
Nella propria lettura di un fatto musicale, colore” sull’ambiente del concerto, sulle
pur piccolo, si dovrebbe scorgere una reazioni del pubblico, e così via. “È un
visione del mondo più grande o almeno tipo molto diffuso, almeno già dalle riviste
una considerazione musicale generale che di costume dell’ultimo Settecento, e oggi
possa essere utile al lettore. direi maggioritario nei rari articoli di musica
presenti nei quotidiani, ma spesso anche
Il giornalista Fabio Rossi individua in riviste specializzate. Nei casi migliori,
quattro tipi di recensioni. Le recensioni potremmo definire questi oggetti come
pedagogiche sono le meno numerose; casi di cronaca vocale, piuttosto che di
il loro intento è quello di analizzare critica o di saggistica. Ricordiamo che
l’oggetto in esame, ma anche di fornire al proprio sulla base di prodotti siffatti debutta
lettore degli strumenti e delle chiavi per il genere della recensione vocale in Italia,
comprendere le questioni principali legate nella seconda metà del XVIII secolo”. Infine
all’autore e all’opera contestualizzandoli abbiamo le recensioni-fuga. Le recensioni
storicamente e teoricamente, senza però che deviano in modo corposo verso altri
perdere in chiarezza espositiva. Poi ci campi, come la filosofia, l’antropologia,
sono le recensioni-saggio. A partire ecc., ricorrendo molto spesso ad argomenti
dall’oggetto recensito, si ampliano sul di ambito non musicale, divagando in
versante culturale, toccando spesso modo non pertinente, laddove invece nelle
questioni di filosofia della musica e usando recensioni-saggio il ricorso alla filosofia,
un linguaggio specialistico e ricercato, alla letteratura, alle scienze dure ecc. è
poco comprensibile ai lettori comuni. Sono del tutto funzionale all’argomentazione e
pertanto rivolte a musicologi e musicisti. all’esplicazione della musica e della voce.

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Elisa Pezzuto,
ETNMUSICOLOGIA Etnomusicologa e artista

Voci femminili
dall’Indonesia: luoghi,
contesti e pratiche
del canto Sindhen

Una ricerca etnomusicologica sul canto


femminile in Indonesia in chiave transculturale
dalla tradizione ai giorni nostri
SOCIETÀ

I
n questo articolo avremo la con l'Ambasciata indonesiana a Roma. Ero
preziosa occasione di intrattenerci curiosa, quindi sono andata. Quando sono
in una interessante intervista con entrata in quella stanza, piena di carillon di
l’etnomusicologa Ilaria Meloni; negli ultimi gong, tamburi e metallofoni, è stato amore
anni, la Dott.ssa Meloni ha condotto delle a prima vista, e “a primo udito” direi. Ho
importanti ricerche sul campo in Indonesia, completamente cambiato i miei piani nel
nello specifico ha approfonditamente mondo accademico e nella vita. Mi sono
studiato il canto femminile in questa area iscritta alla laurea magistrale passando da
geografica. (Qui il link al sito ed alle sue Musicologia a Etnomusicologia e ho fatto
ultime pubblicazioni su questo argomento: domanda per una borsa di ricerca per
www.gongnroll.it) andare in Indonesia.
Quando ho vinto la borsa di studio non
Ciao Ilaria, innanzitutto grazie per il tuo potevo crederci, non ero mai andata
tempo, vorrei parlare della preziosa fuori dall'Europa, ho iniziato a studiare il
ricerca che hai condotto sul canto Bahasa Indonesia (la lingua nazionale)
femminile in Indonesia. su alcune vecchie fotocopie. Sarei dovuta
A dire il vero, la storia della mia ricerca in rimanere in Indonesia per la durata della
Indonesia coincide in larga misura con la mia ricerca sul campo, che era limitata
storia della mia vita artistica e personale. a quattro mesi, e tornare a scrivere la
Perciò è sempre un po' complicato parlarne mia tesi, che avrebbe dovuto vertere
in poche parole, anche se è davvero un sull'accompagnamento musicale nel teatro
piacere per me e vi ringrazio per questa delle ombre di Giava centrale. Le cose
opportunità. sono andate diversamente: ho finito per
vivere lì per quasi sette anni e per cantare
Da dove viene il tuo interesse in questo sui palcoscenici del teatro delle ombre.
campo specifico?
Tutto è iniziato durante la mia laurea in Per favore, raccontaci qualcosa della
Letteratura, Musica e Spettacolo presso tua prima volta in Indonesia.
l'Università La Sapienza di Roma. Stavo Sono arrivata a Giava nel settembre 2013,
per laurearmi e avevo bisogno di un ultimo dopo più di 20 ore di volo intercontinentale,
esame in discipline musicali per accedere tre transiti, con un bagaglio pieno di
alla Laurea Magistrale in Storia e Analisi libri e apparecchiature elettroniche. Ho
delle Culture Musicali. All'epoca stavo passato le prime settimane ospitata da
scrivendo una tesi su un dramma musicale una ex allieva del professor Giuriati in un
intitolato “Eumelio” di Agostino Agazzari. A kampung (“villaggio”) nella periferia della
quel punto sapevo molto poco delle altre città di Yogyakarta e poi ho trovato una
culture musicali, al di fuori dell'influenza casa in centro, vicino al palazzo reale, con
della musica d’arte europea. Il mio relatore altri studenti e artisti indonesiani. Andavo
era il professor Antonio Rostagno, lui tutti i giorni all'ISI Yogya (Istituto delle Arti
mi ha suggerito di scegliere il corso di Indonesiane di Yogyakarta), con una moto
“etnomusicologia”, di cui non sapevo nulla. a noleggio (che non avevo mai guidato
Mi sono iscritta al corso del professor prima), per espletare tutte le pratiche per il
Giovanni Giuriati e sono stata subito coinvolta mio programma di scambio culturale e per
dall'argomento. L'etnomusicologia è una frequentare le prime classi.
bellissima disciplina, nata dall'incontro C'era solo un corso di musica tradizionale
di Musica e Antropologia. Indaga tutti i per studenti stranieri ed era per principianti,
processi umani e culturali legati alla musica ma io avevo già suonato all'ambasciata,
in tutte le sue forme, ad ogni latitudine. quindi avevo già le basi. Dunque, mi hanno
Puoi studiare il jazz americano così come inserito nel corso standard con la gente del
il canto di gola mongolo, l'importante è posto. Era così difficile da seguire perché
concentrarsi sul contesto e sugli individui loro erano già molto abili e per via della
più che sulla mera analisi musicale in sé lingua. Il mio indonesiano era molto povero,
per sé. loro parlavano inglese e, inoltre, usavano
Un giorno, il professor Giuriati ha invitato i il dialetto giavanese per la maggior parte
suoi studenti a partecipare a un workshop su del tempo. Ma è stata una fortuna perché
musica e danze giavanesi in collaborazione ho potuto iniziare a esercitarmi dal vivo e

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SOCIETÀ

ad accompagnare studenti, insegnanti e nessuna. Ero anche l'unica straniera in


musicisti nelle loro prove quotidiane e nella quella classe perché il teatro di figura è
vita fuori dal mondo accademico. considerato la disciplina più difficile nel
Di solito, nei conservatori giavanesi, hai contesto delle arti performative giavanesi.
due tipi di materie: ensemble e strumenti È perché devi padroneggiare diverse
solisti. Quando suoni in ensemble devi abilità: devi essere in grado di suonare ogni
essere in grado di suonare ogni strumento strumento, cantare, conoscere i movimenti
del gamelan. Gli studenti cambiano diversi della danza classica, manipolare i pupazzi
strumenti per poter suonare ogni strumento per otto ore, guidare l'orchestra e recitare
a turno, durante la lezione. Questo è utile lunghe narrazioni in più livelli di lingua
perché negli spettacoli fai lo stesso. Si giavanese (dal colloquiale a quello antico,
consideri che le esibizioni durano anche derivato dal sanscrito), e, ovviamente,
otto ore continuative, quindi spesso i conoscere tutte le epiche tradizionali
musicisti si scambiano gli strumenti mentre e saper improvvisare storie e sketch
sono sul palco. Per alcuni strumenti invece umoristici. I marionettisti sono gli artisti più
(come il violino, il tamburo, il flauto, la voce apprezzati nella società giavanese e, se
e pochi altri) servono lezioni specifiche diventano abbastanza famosi, guadagnano
che spesso sfociano in lezioni private. un sacco di soldi. Anche per la forza fisica
I primi due soggetti che ho scelto sono che questo ruolo richiede i marionettisti
stati pedalangan (marionettistica) e rebab sono spesso maschi.
(violino giavanese). Presto ho scoperto Ebbene, durante una lezione di teatro
che non avrei potuto scegliere niente di delle ombre, uno degli insegnanti, Petrus
più inappropriato. A Giava, le questioni Suparto, mi ha incoraggiata a provare a
legate dell'identità di genere sono ancora cantare un mantra, uno di quelli usati nella
molto rilevanti, soprattutto nel campo delle prima scena della narrazione. Non avevo
arti performative. Ciò significa che ci sono mai cantato un tale tipo di repertorio prima.
alcune regole da seguire nella scelta del Ho studiato canto in Italia con l’Estill Vocal
proprio ruolo performativo e musicale, Training ma mi sono formata principalmente
nelle orchestre così come nella società: canzoni pop, rock e folk europee. All'inizio è
è più probabile che gli uomini diventino stato così difficile perché i giavanesi hanno
burattinai e musicisti, le donne per lo più un sistema scalare diverso. Non usano la
diventano cantanti e ballerine. Quindi, sono scala diatonica a cui siamo abituati, ma
stata caldamente invitata a cambiare le mie scale pentatoniche, che hanno intervalli
materie. diversi. Devi dimenticare tutto quello che hai
Ricordo quel giorno in cui ero nella classe imparato e ricominciare da zero, rieducare
di teatro delle ombre, eravamo solo tre il tuo orecchio e il tuo tratto vocale, come fai
ragazze e tutti gli altri erano maschi. L'anno con un'altra lingua. Questo è ciò che Mantle
prima c'era stata solo una ragazza, prima Hood (uno dei padri dell'etnomusicologia a

www.solosmedia.net 67
SOCIETÀ
Giava) chiamava “bi-musicalità”, è come caratteristiche principali di questo stile
diventare “bilingue”. In pratica impari a vocale e avvicinarmi a molte delle cantanti
pensare musicalmente come faresti se più famose della città di Yogyakarta e dei
appartenessi a un'altra cultura musicale. distretti circostanti. Spesso andavo con il
Questo è molto utile come metodologia di mio insegnante ad assistere ad ogni sorta
ricerca, ma in effetti ci sono pro e contro. di performance, a volte mi chiedevano di
Uno dei rischi di cui avverto sempre i nuovi cantare una o due canzoni, anche se stavo
studenti di etnomusicologia è quello di non ancora imparando e ho commesso molti
potersi fermare una volta iniziato, e inserirsi errori.
pienamente nel nuovo contesto fino a non Dopo alcuni mesi di dura pratica, il
essere più in grado di separare ricerca, mio insegnante nel dipartimento di
formazione artistica e vita personale. marionettistica, che è un anziano e rispettato
Metti in discussione la tua stessa identità, burattinaio, mi ha chiesto di partecipare a
dopo tanto tempo non riesci nemmeno a uno dei suoi spettacoli, uno completo, che
discernere se ti stai comportando come significa otto ore dalle 20:00 alle 4:00 o
un italiano, un giavanese o un misto dei 5:00 del mattino. Dovevo vestirmi come le
due. Cambiare la tua mentalità musicale altre cantanti, comportarmi come le altre e
influenza profondamente la tua personalità cantare come le altre. A quel punto avevo
e il tuo modo di pensare, specialmente imparato solo pochi brani, quindi mi sentivo
quando ha a che fare con l' “incarnazione” piuttosto titubante, ma ho deciso di fare un
del personaggio musicale. Questo è quello tentativo, almeno per la cosiddetta practice-
che è successo a me. E tutto è iniziato led-research (“ricerca basata sulla prassi”)
in quella classe. Il professor Suparto ha che in etnomusicologia consiste consiste
ascoltato la mia interpretazione del mantra in una pratica immersiva come mezzo di
e ha detto: "La sesta nota è imperfetta, vieni indagine (una sorta di evoluzione della “bi-
a casa mia sabato prossimo". Lì era chiaro musicalità” di Hood). Quello è stato il mio
a tutti i miei compagni di classe che sarei debutto sui palcoscenici giavanesi. Dopo
diventata una cantante. Ed è quello che è di che ho preso parte ad altre centinaia di
successo. spettacoli. Ha intrapreso un nuovo percorso
Ad essere onesti, quando sono andata artistico. Diventare sindhen, oltre a scoprire
a Giava per la prima volta sapevo molto il più possibile su di loro, è diventata la mia
poco sulla tradizione di canto sindhen. La missione e la mia quotidianità. Dato che mi
maggior parte della letteratura esistente consideravo ancora una ricercatrice, ho
sulla musica giavanese si concentra cercato spesso di negoziare la mia identità
sulla pratica strumentale, mentre non è con gli artisti locali, sia sul palco che nella
possibile trovare una monografia sul canto vita reale, e quella è stata la parte più
femminile classico. Penso che il mio lavoro difficile.
sia il primo ad essere pubblicato. C'era
una tesi di dottorato di Susan Walton, E cosa sai dirci sul tuo lavoro di ricerca
un'etnomusicologa americana che ha nato da questa esperienza? Puoi dirci
condotto ricerche a Giava negli anni '80, qualcosa in più sulla tua esperienza di
e due o tre articoli su quell'argomento. performance e sulla tua vita quotidiana
Quindi, quando ho visto per la prima volta a Giava?
un'esibizione dal vivo del teatro delle Dopo i primi quattro mesi la borsa di studio è
marionette, sono rimasta sorpresa nel scaduta e io sentivo di aver appena iniziato.
vedere una fila di donne in abiti tradizionali Per questo ho chiesto una proroga di sei
inginocchiate alla destra del marionettista mesi. Successivamente ho vinto un'altra
che cantavano con un timbro vocale che borsa di studio chiamata Darmasiswa,
riuscivo a malapena a distinguere dal una borsa di studio governativa rilasciata
suono del violino. Rimasero in ginocchio dal governo indonesiano per promuovere
nella stessa posizione per otto ore, senza la loro cultura all'estero. Tra il 2015 e il
mai scendere dal palco. Ero incuriosita, 2016 sono tornata alcuni mesi in Italia per
quindi ho deciso di cambiare argomento completare la mia laurea magistrale e ho
di tesi e ho portato avanti la ricerca su fatto domanda per un dottorato di ricerca.
queste cantanti. Grazie al professor Quando ho vinto la borsa di dottorato nella
Suparto è stato facile per me capire le mia testa avevo un solo scopo: tornare a

68 www.solosmedia.net
SOCIETÀ

Giava per continuare la mia ricerca e la mia sgabello basso avvolto in un panno su
crescita artistica. cui le cantanti si siedono. Durante la mia
Gli anni successivi a Giava sono stati prima esibizione non lo avevo portato e
davvero intensi e costituiscono forse la sono dovuta rimanere inginocchiata a
parte più consistente della mia ricerca. terra, sono tornata piangendo per i crampi.
Questa volta sono tornata padroneggiando Poi raggiungevo il punto di incontro con
la lingua indonesiana e un po' di giavanese, la troupe e partivamo verso un luogo che
conoscevo già i miei obiettivi di ricerca e poteva essere vicino alla città o molto
avevo le basi della tradizione canora di lontano (a volte fino a quattro ore) con
Giava centrale, che è la più classica, così l'autobus istituzionale o con veicoli privati.
ho potuto spostarmi in altre aree. Avevo già Mi è capitato spesso di dover raggiungere
tanti contatti, amici, colleghi… tornare lì è la location in moto, guidando tra montagne
stato come tornare a casa. Lo è ancora. e risaie, perdendomi spesso. E poi
In realtà avevo già la mia casa lì, con i ovviamente dovevo tornare allo stesso
miei strumenti gamelan per provare notte modo, alle 5 del mattino, dopo otto ore di
e giorno, un guardaroba pieno di kebaya spettacolo, avendo perso la sensibilità alle
(le tradizionali bluse usate dalle cantanti), gambe (puoi immaginare com'è rimanere in
la mia moto e i miei gatti. Stavano solo ginocchio per così tanto tempo). Poi avevo
aspettando che tornassi. Ci è voluto solo un poche ore di sonno, a volte una o due, prima
po' per tornare alla mia routine. Marionettisti di rientrare in classe la mattina stessa.
di molte zone hanno ricominciato a Raramente avevamo il tempo di riposarci,
ingaggiarmi nei loro spettacoli. se ci penso ora sembra pazzesco, ma in
Le mie giornate erano diventate qualcosa realtà l'ho fatto, e ogni musicista a Giava
del genere: la mattina facevo lezione all'ISI, lo fa. È la routine dell'artista. Mi esibivo
dopo pranzo tornavo a casa per studiare 2-3 volte a settimana per avere il tempo
qualcosa (musica, lingua, fonti che mi di riprendermi, ma molte cantanti no. Ci
servivano per la mia ricerca) o per annotare guadagnano da vivere. Puoi guadagnare
qualche nota di campo e organizzare il da 500.000 idr (rupie indonesiane) a 5
materiale registrato. La sera raccoglievo milioni di rupie a notte, a seconda della
tutto il necessario per la performance, tua esperienza e della popolarità del
come trucco, abiti, accessori per capelli e marionettista.
qualche libretto con le notazioni musicali. Gli anni dal 2016 (anno in cui ho iniziato il
La cosa più importante era il dingklik, uno dottorato e la seconda tranche di ricerca)

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al 2019 (anno della mia laurea) sono stati oggi molti lavorino nelle aree urbane. Il
davvero ricchi di esperienze anche per il marito di mamma Narsih si recava nel
nuovo taglio che ho dato alla mia ricerca. centro amministrativa di Purwokerto per
Durante gli anni della mia laurea magistrale insegnare in una scuola secondaria.
mi ero concentrata principalmente sulla Aiutavo le donne del villaggio a cucinare
tradizione sindhen legata al teatro delle per matrimoni e altre cerimonie, poi facevo
ombre di Giava centrale. La tesi di laurea, le lezioni mattutine con Narsih.
infatti, era intitolata: Sindhen: voci femminili Il metodo di insegnamento era molto
nel teatro delle ombre giavanese. Ruolo diverso da quello sperimentato a
e repertori delle cantanti nel wayang Yogyakarta. Lì, all'Istituto d'Arte, usavamo
kulit contemporaneo a Yogyakarta. Per la notazione scritta e c'era un certo ordine
il mio dottorato, invece, ho presentato da seguire per imparare brani dal più
un progetto che includeva diverse semplice al più complesso. Con Narsih
tradizioni sindhen a Giava, dai centri tutto era più spontaneo o alami ("naturale")
di corte alle aree rurali. Quella delle come direbbero i giavanesi. Ho imparato
sindhen è una tradizione canora che ha “a orecchio” o imitando, semplicemente
avuto origine all'interno dei centri cortesi ascoltandola e cercando di ripetere fino a
centro-giavanesi (le città di Surakarta e memorizzare buona parte del repertorio.
Yogyakarta) e poi si è diffusa in altri territori La parte più difficile è stata quella di
da Banyumas (Giava centro-occidentale) padroneggiare quello stile di canto fino
a Giava orientale. Ogni territorio ha il suo al punto di essere in grado di creare la
stile, che gli indonesiani chiamano musik mia versione della melodia vocale. Nella
daerah ("musica territoriale") e Sutton (un musica giavanese l'improvvisazione è
altro eminente studioso che si occupa di determinante, non c'è un'esecuzione di
musica giavanese) definisce "stili regionali". un brano musicale identica a un’altra.
Partendo da Giava centrale, ho trascorso Anche se chiedi alla stessa cantante
alcuni mesi in ogni territorio (Banyumas, di ripetere ciò che ha appena cantato,
Sunda, Surabaya, Semarang) per studiare sentirai una variazione diversa. È la
le differenze tra i diversi stili di canto. Ho ricchezza della musica giavanese. Quindi,
avuto molti insegnanti, anche se il professor per me la permanenza in Banyumas
Suparto è rimasto il mio principale punto di è stata determinante per raggiungere
riferimento. quella spontaneità che chiamano rasa
Una delle esperienze più intense è stata (il “sentimento” o “intuizione” musicale).
quella che ho avuto a Banyumas, ospitata da È qualcosa che non impari nel mondo
Narsihati (chiamata affettuosamente Mama accademico. Narsihati mi portava spesso
Narsih), una delle leggendarie cantanti del con lei a prove e spettacoli. A differenza
territorio. Banyumas è ancora una zona delle sindhen di Giava centrale, che
molto rurale, al confine tra Giava centrale rimangono inginocchiate e ferme, le
e occidentale. Ci vogliono tre o quattro sindhen a Banyumas sono principalmente
ore di treno da Yogyakarta. È divertente cantanti-danzatrici, provenienti da
come ho affrontato questi sondaggi in un'arte antica chiamata lénggér. Era
altre aree: non mi sentivo più come la una pratica itinerante, ma oggigiorno è
ricercatrice straniera ma come la sindhen stata istituzionalizzata. Ricordo quando
di Yogyakarta. Ed è così che le persone trasportavamo tutti gli strumenti su un
mi hanno accolto. Sono riuscita in qualche camioncino aperto e ci saltavamo dentro,
modo ad abbattere le barriere e la gente lo con tutti i musicisti e le cantanti, per
ha riconosciuto. Per diversi mesi ho vissuto raggiungere dei luoghi nascosti tra foreste
nella casa di Mama Narsih, adattandomi e fiumi. A volte Narsih faceva cantare anche
alla vita del villaggio. Ci svegliavamo molto me, recentemente ho trovato un video su
presto la mattina, verso le cinque o le sei. YouTube (trovo spesso video delle mie
Questo per due motivi: in primo luogo, la performance caricati da gente del posto).
maggioranza della popolazione a Giava Come già accennato, la cosa più difficile
è musulmana, quindi devono recitare la in questi anni è stata conciliare studio,
preghiera del mattino. In secondo luogo, formazione, performance e ricerca. Devo
nelle zone rurali conservano ancora alcune ammettere che a un certo punto ho perso
delle antiche abitudini contadine, sebbene traccia dei miei obiettivi accademici e ho

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pensato di rimanere a Giava per sempre, ancora quando tornerò. Ed è un altro motivo
di richiedere un permesso di soggiorno per cui è sempre così difficile parlarne.
stabile o addirittura fare domanda per la Puoi condividere con noi alcuni punti
nazionalità indonesiana, e di proseguire la salienti del canto femminile giavanese?
mia carriera artistica. Ma qualcosa mi ha Chi sono le sindhen? Cosa cantano e come
trattenuto e alla fine sono tornata a casa cantano?
nel 2019 per completare con successo il Queste sono le domande dalle quali
mio dottorato di ricerca. Ma non ho resistito sono partita per costruire la mia ricerca
molto: una settimana dopo la laurea che alla fine si è trasformata in un libro.
ho deciso che mi sarei presa un anno L'ho articolato attraverso un percorso
sabbatico per tornare a Giava e dedicarmi che parte dalle radici storiche e va avanti
totalmente alla performance. Forse è stato ad elencare gli attributi o requisiti delle
uno degli anni più belli della mia vita. Sono cantanti, le occasioni performative e le
passata dal teatro delle ombre alla musica metodologie di apprendimento. La parte
popolare, al pop. Ho cantato davvero in ogni centrale si occupa inoltre di repertori,
tipo di contesto. Ad un certo punto sono tecniche di improvvisazione vocale, stili
anche apparsa in TV. Fui accettata anche individuali delle cantanti e timbro vocale.
per svolgere uno stage presso il Palazzo Infine, il capitolo conclusivo indaga
Reale di Yogyakarta, quindi dovevo entrare le trasformazioni avvenute negli ultimi
nel palazzo tutti i giorni con l'uniforme da decenni, dai contesti tradizionali a quelli
cortigiana e cantare con l'orchestra reale. pop e mediatici. Cercherò di esporti alcuni
L'esperienza nel palazzo è stata qualcosa brevi punti salienti.
fuori da ogni immaginazione. È stato come Storia.
viaggiare indietro nel tempo. Lì, le sindhen Prima del XVIII secolo non c'erano cantanti
mantengono la prassi più conservativa, donne all'interno delle orchestre gamelan
quindi si comportano, vestono, parlano come oggi. Si suppone che questa pratica
e cantano davvero come le dame si sia sviluppata nelle corti di Giava centrale
aristocratiche del XIX secolo. Devi lavorare tra i secoli XVIII e XIX durante un periodo
molto sull'"incarnazione" (embodyment) di riforma ed epurazione dell'etica e dei
o interpretazione del ruolo. Inoltre, il costumi cortigiani. Infatti, prima del fiorire
repertorio vocale è forse il più complesso della tradizione sindhen, le artiste femminili
mai incontrato. a Giava erano per lo più cantanti-danzatrici
È stato divertente vestire gli abiti della dalla bassa reputazione, perché solevano
cantante folk delle aree urbane per partecipare a spettacoli itineranti ed erano
esibirsi in locali e bar (una volta mi sono spesso coinvolte in prostituzione e pratiche
anche esibita all'ufficio immigrazione licenziose. Queste donne venivano
per chiedere la proroga del visto, ha solitamente assunte anche nei palazzi reali
funzionato) per poi cambiarmi con i per intrattenere nobili e funzionari olandesi
raffinati abiti da aristocratica giavanese durante gli anni coloniali. Il coinvolgimento
e raggiungere il palazzo in motocicletta nella vita di corte ha portato ad un
con tutti gli occhi puntati su di me (una graduale mutamento delle abitudini, dei
straniera con l'uniforme del palazzo sulla comportamenti, del linguaggio e dello
circonvallazione Yogyanese deve essere stile vocale, tanto che queste artiste
qualcosa di abbastanza strano da vedere). sono passate da una caratterizzazione
Nel 2020, con lo scoppio della pandemia, rurale, urbana e “popolare” a uno status
tutto si è fermato. Ho passato i primi quattro più raffinato, alto e nobile. Nonostante
mesi completamente isolata nella mia casa le numerose trasformazioni che hanno
giavanese tra le risaie, lavorando ad alcuni interessato i repertori e la prassi esecutiva
articoli, esercitandomi con la musica ogni fino ai giorni nostri, soprattutto negli ultimi
giorno da sola (non avevo internet, né TV decenni, le caratteristiche chiave per
né elettrodomestici, era una casa molto diventare sindhen, nella cultura giavanese,
tradizionale). Ma poi ho deciso di tornare sono ancora quelle legate al canone di
in Italia, per paura o stanchezza non saprei corte del XIX secolo.
dire. Da allora, ho continuato a scrivere, Requisiti.
cantare e lavorare a tutto ciò che riguarda La sindhen è una cantante giavanese che
la musica e il canto giavanese, ma non so canta nell’orchestra gamelan e all’interno di

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arti performative accompagnate da essa. base.


Essa ha un repertorio e un timbro vocale Apprendimento e prassi performativa.
specifici. Inoltre, la sindhen dovrebbe Come si acquisiscono le suddette
incarnare un ideale di femminilità, di competenze? Sulla base della mia
“raffinatezza” (halus) e buone maniere in esperienza personale e di una serie di
linea con i principi dell’estetica cortigiana. interviste e colloqui con le cantanti, ho
Nella mia ricerca mi sono concentrata individuato due principali metodologie
principalmente su tre qualità o attributi di apprendimento: alami ("naturale") e
chiave che ancora distinguono la sindhen akademi ("accademico"). Il primo metodo
da altri tipi di cantanti giavanesi (come le appartiene a cantanti prevalentemente
pop star e le cantanti in ensemble di musiche cresciute all'interno di famiglie d'arte
popolari). Quelli che definisco “requisiti o comunità musicali di villaggio. Sono
primari” di un sindhen sono espressi da quelle che hanno appreso a cantare
tre termini chiave della lingua sanscrita “naturalmente”, a orecchio o a memoria,
che sono rupa (letteralmente “volto”, più in senza l'ausilio di spartiti o nozioni teoriche.
generale “aspetto” o “sembianza”); guna Il secondo metodo si basa su programmi di
(conoscenza) e swara (voce): istruzione superiore, principalmente dalle
• Rupa: incarnazione dell'ideale iper- accademie di Giava centrale. Le cantanti
femminile giavanese (connesso a provenienti dal mondo accademico sanno
diverse norme relative al linguaggio, leggere la notazione e imparano la teoria
ai costumi e alla gestualità, come ad musicale del karawitan. Esse condividono
esempio i modi in cui le donne si siedono spesso una formazione musicale simile,
sul palco e interagiscono con i musicisti mentre le cantanti "naturali" hanno retroterra
e il pubblico). e formazione più disparati, non conoscono
• Guna: la capacità di eseguire gli stessi brani e possono imparare stili
improvvisazioni vocali in brani classici molto diversi a seconda l'area geografica.
secondo la teoria giavanese del Ad essere sincera, che provengano dal
karawitan (musica tradizionale), quindi mondo accademico, dai villaggi o dal
una competenza musicale, letteraria e palazzo reale (o abbiano passato tutti
artistica. questi stadi, il che costituisce uno scenario
• Swara: la qualità vocale, acuta, acuta verosimile), non ho mai incontrato cantanti
e metallica, che risuona su frequenze con la stessa identica preparazione
medio-alte. musicale. Quindi, le competenze possono
Ogni donna che aspiri a diventare un essere varie, l'importante è essere in
sindhen deve soddisfare questi requisiti di grado di assomigliare/comportarsi/

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immedesimarsi e cantare come una voce è allo stesso livello degli strumenti
cantante di corte dei tempi antichi nelle arti (quindi la cantante è allo stesso livello
performative tradizionali. dei musicisti maschi), nei brani moderni
A tal riguardo, i principali contesti la voce diventa protagonista, la cantante
performativi in ​​cui si trova la sindhen sono: diventa la “primadonna”. L'amplificazione
musica cerimoniale del palazzo reale e del suono, negli anni ’60, ha contribuito
arti correlate; sessioni di musica gamelan drammaticamente ad accelerare questo
amatoriali e ufficiali in città e villaggi; generi processo.
di danza e teatro popolare, in particolare Improvvisazione e stili individuali.
il teatro delle ombre (wayang kulit). Il Mentre nei repertori moderni la cantante
teatro delle ombre costituisce il trampolino non ha molta libertà, nei brani tradizionali
di lancio per le cantanti che aspirino a i concetti di improvvisazione e variazione
diventare popolari e famose, è un ponte tra sono essenziali. Il grado di variazione delle
il contesto tradizionale e il mondo mediatico formule melodiche (denominate cengkok)
(TV, internet). Naturalmente, a seconda del è ciò che distingue gli stili individuali delle
contesto performativo, trovi un repertorio cantanti. Le cantanti più famose del passato
specifico. e del presente sono diventate esempi illustri
Repertorio. di ciò che puoi creare con la tua voce.
Parlare di repertorio vocale nella musica L'ornamento della melodia è qualcosa di
gamelan giavanese potrebbe richiedere molto difficile da realizzare, perché deve
anni (mi ci sono voluti due capitoli interi, venire dal tuo rasa ("sentimento musicale"
alla fine ridotti a un capitolo di quasi 50 o "intuizione musicale") e dovrebbe essere
pagine). Posso dire, senza entrare in troppi diverso dalle altre cantanti o dai tuoi
dettagli tecnici, che puoi trovare un'ampia insegnanti ma comunque in linea con
varietà di brani vocali, a partire da quelli più l’estetica musicale giavanese e i principi
antichi e classici fino al contemporaneo che del karawitan. Quindi, devi trovare il
fonde gamelan e musica pop. I brani più perfetto equilibrio tra ispirazione/creatività
tradizionali scaturiscono da una melodia personale e conoscenza dei fondamenti di
fissa (o “melodia scheletro”) che le cantanti un'antica tradizione musicale.
devono elaborare improvvisando variazioni. Un tipo specifico di ornamento su cui mi
Queste variazioni sono simultanee ma non sono concentrata è il vibrato giavanese,
identiche alle variazioni di altri strumenti chiamato gregel. Ha standard diversi dal
(come il flauto, il violino, ecc.). Questo dà vibrato nella musica d'arte occidentale e
vita a quella che viene chiamata eterofonia, un uso diverso. Ne parlo nell'articolo che
ovvero un tipo specifico di polifonia tipica abbiamo pubblicato con la foniatra Silvia
degli ensemble del sud-est asiatico. Spinelli, il suo contributo in questo studio è
Consiste in strati di variazioni simultanee stato fondamentale.
(sia vocali che strumentali) che iniziano Qualità vocale.
dallo stesso modello melodico e terminano La ricerca che abbiamo condotto con Silvia
sulle stesse note cadenzali. Nessuna Spinelli nell'agosto 2019 ha riguardato
esecuzione è identica all'altra perché nello specifico l'analisi della qualità vocale
musicisti e cantanti possono improvvisare e dei meccanismi di emissione vocale delle
centinaia di diverse micro-varianti degli cantanti tradizionali. Si tratta di un progetto
stessi modelli melodici. promosso dall'Università La Sapienza
Tuttavia, con il tempo anche il repertorio di Roma dal titolo “Suoni, Identità, Spazi
musicale si è trasformato in base alla Urbani”, coordinato dal professor Giovanni
domanda del pubblico e con l'influenza Giuriati. Le cantanti sono state sottoposte
di nuovi generi musicali provenienti ad analisi endoscopica durante l'attività
dall'interno e dall'esterno dell'Indonesia. canora, documentata da registrazioni
Così, l'eterofonia si è sempre più audiovisive del tratto vocale.
semplificata, fino a che i brani tradizionali È stato necessario ricorrere alla foniatria
sono diventati sempre più simili a una perché, nonostante la qualità vocale sia
“canzone”, intesa come una forma uno dei requisiti principali per diventare
musicale specifica avente una melodia cantante, non ci sono studi analitici in
vocale fissa con accompagnamento merito, né i docenti ti spiegano come
strumentale. Mentre nei brani classici la produrla. Si aspettano che tu lo acquisisca

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"naturalmente" o per imitazione. Quando ho teatro delle ombre, come ho già detto. Non
iniziato a studiare il canto sindhen, all'inizio, solo la posizione del sindhen si è trasferita
ho usato molti trucchi appresi durante il mio dall'interno dell'orchestra al palcoscenico,
training con il metodo Estill. Poi ho chiesto fronte pubblico, ma è stato creato per loro
a Silvia di accompagnarmi in questa un nuovo intermezzo comico che funge
avventura e di aiutarmi a confermare alcune come una sorta di “show-time”. Durante
ipotesi con una metodologia scientifica. questo interludio le cantanti sono tenute a
In realtà abbiamo scoperto che ciò che eseguire canzoni moderne, cimentandosi
le sindhen fanno con il loro tratto vocale anche duetti e sketch comici con comici
è molto vicino a ciò che Estill e Sundberg ospiti, musicisti, membri del pubblico
definiscono "twang". Esso consiste in una e lo stesso marionettista. Qui le donne
costrizione della faringe, operata tramite escono temporaneamente dal modello
la chiusura dell'epiglottide, con la laringe della raffinata dama giavanese dei
in posizione medio-alta. L'epiglottide è un vecchi tempi e diventano l'intrattenitrice
muscolo posizionato ai margini del tratto contemporanea multi-talentuosa. Oggi
vocale, la cui apertura o chiusura determina nuovi requisiti aggiuntivi si sommano ai
la restrizione o l'espansione del tratto tre fondamentali, come l'umorismo, nuovi
stesso. Questa costrizione riduce il flusso repertori (provenienti da altre aree, fuori
di aria nel tratto vocale, creando il suono Giava o dall'estero, folk, pop e così via),
“squillante”, metallico, risonante. Oltre e la capacità di ballare e di interagire con
alla costrizione della faringe, la “ricetta” di artisti e il pubblico. Nel secolo in corso, le
qualità “twang” comprende: laringe e lingua sindhen stanno diventando un fenomeno
in posizione medio-alta, uso delle false mediatico e popolare. Ci sono molte
corde vocali, velo chiuso. La voce risuona pagine social, chiamate #sinden_modern,
sulle frequenze medio-alte e si percepisce e hashtag simili, in cui puoi trovare foto e
nel tratto vocale superiore, dietro il naso, video delle esibizioni, e puoi commentare
con un suono penetrante, metallico, acuto. e mettere mi piace alle tue sindhen
Questo tipo di voce ha circa l'ideale di preferite, fare richieste, alcune hanno i
femminilità secondo l'estetica di corte loro brands e le loro fan page. Guarda
giavanese. Da un punto di vista pragmatico, quanti follower hanno! Fanno dirette e
questa “sonorità” è ciò che permette alle così via come vere influencer. In effetti,
sindhen di cantare all'interno di orchestre l’agency delle cantanti è enormemente
gamelan, risuonando su frequenze medio- aumentata rispetto ai primi periodi in cui la
alte e facendo apparentemente “fluttuare” cantante era anonima, nascosta all'interno
le loro voci sull'eterofonia stratificata, anche dell'orchestra maschile. Uno degli hashtag
senza microfoni. più utilizzati è #jamannow (letteralmente
Trasformazioni. “il tempo dell’ora”), un'espressione per
Tra gli anni '60 e '80, nuovi sviluppi hanno descrivere la rapidità dei cambiamenti
contribuito a influenzare fortemente la che avvengono nel presente, causati
pratica sindhen e a portarla verso nuove da fenomeni come l'accelerazione della
direzioni. È accaduto con l’avvento della tecnologia, l'abbondanza di disparati mezzi
cosiddetta hiburan culture (“cultura di comunicazione e la globalizzazione.
dell’intrattenimento”), ovvero un periodo Come molte sindhen mi hanno confessato,
in cui nuovi generi popolari sono nati è importante “mengikuti jaman”, che
sotto l'input dell'occidentalizzazione e significa “seguire i tempi”, per non essere
dell'ibridazione, determinando interessanti lasciati indietro. Quella delle sindhen è
cambiamenti nelle arti performative e una tradizione vivente a Giava, quindi non
nelle carriere delle cantanti. Il boom deve solo sopravvivere ma essere viva.
economico, unito ai nuovi media (come C'è una leggera ma rilevante differenza. È
radio e musicassette) ha favorito la qualcosa che fa parte della vita quotidiana
divulgazione di nuovi generi musicali e una della gente. La musica cambia in linea con
nuova immagine della cantante più vicina gli usi e le abitudini delle persone, i loro
all'orientamento delle popstar occidentali. gusti si evolvono e le arti devono saper
Una delle arti tradizionali che ha dato stare al passo con questo o diventano
maggiore impulso alla valorizzazione del un pezzo da museo. Questo è molto
ruolo sindhen come “primadonna” è stato il tipico delle arti giavanesi, trasformarsi

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continuamente, essere in linea con la durata ed esposto a una rete globale.
politica attuale, i movimenti culturali e con Il risultato è un orientamento sempre
la società contemporanea, nonostante le più esclusivo verso l'intrattenimento e
antiche radici, gli ideali e il significato ad un significato meno rituale/cerimoniale.
esse collegati. È uno dei tanti esempi della Cambiano le modalità di interazione tra
connessione arte-vita e di come la musica sindhen, artisti e pubblico, così come il
sia determinante nella comprensione dei sistema di sponsorizzazione, le strategie di
cambiamenti in atto. marketing e i repertori musicali. L'aspetto
Sindhen e pandemia. più interessante è il sawer online ("mance
Questo fa parte della mia attuale digitali"), ovvero le generose donazioni fatte
ricerca. Ha a che fare con l'impatto della dai fan, direttamente accreditate sul conto
pandemia e le misure restrittive che hanno corrente della cantante. In cambio possono
drammaticamente contribuito ad accelerare chiedere una canzone o un'esibizione
i processi di trasformazione già radicate in speciale alla loro cantante preferita
questa pratica. Sto pubblicando un articolo semplicemente digitando la richiesta nella
sul Journal of World Popular Music su casella della live-chat sotto al video.
questo argomento, in collaborazione con
Elisha Orcarus Allasso, una delle sindhen Questo è più o meno un riassunto di quello
più popolari dei giorni nostri, e anche che ho scritto in un libro di 300 pagine e
una mia cara amica. Stiamo conducendo in diversi articoli. Nei miei scritti c'è molto
questa ricerca utilizzando la metodologia sulla mia esperienza personale, oltre a
dell'Etnografia Digitale, ovvero facendo trascrizioni musicali, analisi ecc. Penso
ricerche utilizzando prevalentemente ancora che l'esperienza personale come
i social media (YouTube, Facebook, artista e come individuo non possa essere
Instagram e così via) e utilizzando l’internet separata dalla ricerca accademica. Se
come “campo di ricerca”, dato che non partiamo dal presupposto che la musica
abbiamo la possibilità di fare indagine è fatta dagli individui, credo che le
in presenza, stando concretamente sul esperienze individuali nel fare, eseguire
territorio, come prima della pandemia. e comprendere la musica dovrebbero
Abbiamo scoperto che la necessità di essere incluse nel dibattito, le voci di tutti
continuare ad esibirsi anche durante la dovrebbero essere ascoltate, soprattutto
lunga serie di lockdown ha spinto gli artisti quando le questioni riguardo la vocalità
locali a ricorrere a performance in live e dell'identità personale diventano così
streaming che li hanno portati a dare vita interconnesse.
a nuovi prodotti artistici. Ciò significa che
le lunghe performance tradizionali sono Grazie per questo meraviglioso momento
state gradualmente ridotte per adattarsi insieme e per aver condiviso con noi la tua
a un formato YouTube, abbreviato nella importante ricerca!

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Ernani Maletta,
VOCI Direttore musicale, regista e
DAL MONDO professore

Gli intrecci tra il canto


polifonico e la scena
polifonica
L’esperienza dimostra come la polifonia
migliora la consapevolezza e la
performance scenica
SOCIETÀ

S
ono stato introdotto all’arte attraverso
la Musica. E il mio apprendimento
musicale, fin dall’inizio, è stato
principalmente guidato dal canto
polifonico, attraverso il canto corale. A sua
volta, questa performance musicale mi ha
portato al Teatro, e mi ha fatto capire che
le Arti dello Spettacolo, come intreccio di
significati creato sia dalle immagini che dai
movimenti, dai suoni e dalle parole, sono
la manifestazione di un’altra dimensione
della polifonia. Prendendo quindi come
riferimento due diversi momenti della mia
carriera professionale di artista dedicata
alle interazioni tra Musica e Teatro, vorrei
condividere con voi un contrappunto tra
queste due dimensioni della polifonia, che
si relazionano in una forma di reciproca
collaborazione: da un lato, l’esperienza del
canto polifonico – solitamente attraverso il
canto corale – come strategia facilitatrice
dell’esecuzione scenica; dall’altro intensa alla scena come attori, sia in gruppo
l’esperienza acquisita nella pratica della che individualmente. Inevitabilmente è
polifonia scenica come facilitatore per sorta la domanda: la nostra pratica con il
lo sviluppo della capacità di cantare canto polifonico avrebbe potuto essere
polifonicamente. un facilitatore per la nostra performance
scenica, dal momento che la scena teatrale
Il primo di questi momenti si riferisce al coinvolge anche una molteplicità di voci?
mio ingresso, nel luglio 1989, nel Grupo In questo caso, la pratica per tanti anni del
Vocal Nós&Voz, creato nel 1982 nella canto polifonico, che aveva sviluppato in
città brasiliana di Belo Horizonte, stato del noi la capacità di gestire più voci cantate,
Minas Gerais, con la proposta di rileggere aveva stimolato anche la nostra sensibilità
la musica popolare, soprattutto brasiliana, e disposizione ad eseguire una partitura
attraverso arrangiamenti vocali originali. Sei scenica complessa, che comprendeva
mesi dopo il mio ingresso, questo gruppo è anche più voci in forma di azioni simultanee.
stato invitato a partecipare alla creazione di Chissà, forse risulterebbe rilevante anche
una grande produzione teatrale musicale: il percorso inverso: si potrebbe risvegliare
lo spettacolo Manoel, o Audaz (Manoel, la capacità musicale degli attori di cantare
l’Audace), basato sull’omonima canzone in scena a più voci, utilizzando come
di Fernando Brant e Toninho Horta, due riferimento la complicità di questi attori con
importanti compositori e poeti brasiliani. la molteplicità delle azioni sceniche che essi
Per il cast sono stati raccolti 16 artisti la sono normalmente condotti all’esperienza,
cui pratica professionale era, fino ad allora, in base alla natura polifonica che è propria
più dedita alla Musica, ma che avrebbero del teatro?
dovuto anche recitare come attori.
Quanto alla prima di queste domande,
La performance di Nós&Voz in questo l’ho potuto verificare durante il mio lavoro
spettacolo ha attirato la mia attenzione, di direttore del Grupo Voz&Companhia,
per la prima volta, sull’importanza del nato come coro nel 1988, sempre a Belo
canto polifonico come facilitatore per Horizonte, e che, dalla fine degli anni
la performance scenica. I sei cantanti 1990 in poi, ha iniziato a dedicarsi alla
del gruppo hanno mostrato una notevole creazione di spettacoli scenico-musicali,
maggiore disinvoltura e intraprendenza in cui la polifonia corale integra una
rispetto alla molteplicità degli elementi maggiore polifonia scenica, per quanto
scenici presenti nello spettacolo, che ne riguarda l’intreccio degli arrangiamenti
ha determinato la partecipazione molto vocali con diversi altri discorsi scenici.
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SOCIETÀ

Voz&Companhia inizia così a identificarsi della poliritmia e la combinazione di azioni


non più come coro, ma come gruppo simultanee, ancor più stimolata in quanto,
scenico-musicale. durante lo spettacolo, era frequente che
Tra le varie esperienze vissute da questo tutti eseguissero, con delle scatole di
gruppo, sottolineo qui quella che ritengo fiammiferi, frasi ritmiche simultanea al
più audace: la produzione dell’opera canto e ai disegni coreografici.
teatrale O Malandro (Il Mascalzone),
il cui primo riferimento è The Beggar’s La proposta scelta per guidare la messa
Opera (Opera dei Mendicanti), composta in scena era naturalmente basata sull’idea
dall’inglese John Gay nel 1728, poi adattato della polifonia. In primo luogo, è stato
dai tedeschi Bertolt Brecht e Kurt Weill proposto a ciascun membro del gruppo di
con il titolo Die Dreigroschenoper (Opera agire consapevolmente incorporando, oltre
da Tre Soldi), infine riscritto nel 1978 dal alla propria voce di attore che commenta la
brasiliano Chico Buarque de Hollanda scena, altre due. Una seconda voce, tipica
nella sua Ópera do Malandro (Opera del di un personaggio collettivo caratterizzato
Mascalzone), in cui ricrea la narrazione di da un costume di base: donne con abiti per
Gay e Brecht ambientandola in Brasile, in tutti dalla forma identica, che variano solo nel
particolare a Rio de Janeiro negli anni ‘40. colore del tessuto; uomini con un completo
di pantaloni e maglietta, identici per tutti
In primo luogo è stata subito evidente la – e un trucco standardizzato, che era già
familiarità dei membri del gruppo con il inserito nel contesto dello spettacolo, ma
linguaggio teatrale, anche se la maggior non dovrebbe essere nessuno dei caratteri
parte di loro non aveva una formazione in specifici del testo. Cioè, un personaggio
questo ambito, il che ha determinato, da neutrale, pronto ad assumere qualsiasi
parte loro, un coinvolgimento più sicuro, ruolo in qualsiasi momento. Infine, una
intenso e creativo con il lavoro. In questo terza voce, appartenente, in ogni momento,
modo è stato possibile per loro partecipare a uno dei personaggi della commedia,
alle diverse fasi della costruzione dello creata in quanto al costume di base si
spettacolo, dall’adattamento del testo sovrapponeva un nuovo costume o un
originale alla realizzazione di scene e oggetto di scena specifico, appositamente
coreografie. In particolare, la capacità ritmica traforato o trasparente, realizzato in modo
dei componenti in termini di espressione tale da non nascondere il costume di base
musicale facilitava notevolmente la pratica e far percepire simultaneamente l’attore,

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il personaggio collettivo e il personaggio un programma per oggi?”; senza aspettare
specifico. risposta, consegnano il programma
cartaceo dello spettacolo. Nei primi quindici
Questa è stata la strategia principale minuti, dal momento in cui il pubblico inizia
utilizzata per la messa in scena per a prendere posto in platea, c’è un prologo
raggiungere un obiettivo principale: in cui gli attori rivelano la loro preparazione
il gruppo nel suo insieme dovrebbe per la scena, finendo i costumi e il trucco,
essere il protagonista principale, e non oltre a fare gli aggiustamenti scenografici.
i singoli membri. Questa era, infatti, la Allo stesso tempo, mostrano alcune cellule
grande sfida, in quanto la presenza dei del processo di creazione, provando
personaggi doveva essere preservata alcune scene.
individualmente e, allo stesso tempo, il
gruppo non doveva perdere la sua identità Vale la pena ricordare che, sebbene la
collettiva. Si è quindi deciso di individuare produzione di O Malandro potesse contare
il personaggio attraverso un attore e, su un gruppo significativamente più
contemporaneamente, di rappresentarlo preparato per un’esibizione polifonica, fu
da parte dell’intero gruppo o parte di necessario praticare diversi esercizi che
esso. Ad esempio, in una scena in cui tre contribuissero all’esecuzione simultanea
personaggi della commedia dialogano, di azioni che, nella maggior parte dei
mentre tre attori assumono individualmente casi, avevano ritmi, andamenti e intensità
questi ruoli, gli altri membri fanno lo stesso, differenti. Ad esempio, il canto, eseguito
divisi in tre gruppi. Il testo attraversa tutti, a attraverso arrangiamenti vocali che
volte pronunciato dall’attore solista, a volte comprendono già diversi ritmi e melodie
dal coro – come il dialogo che avviene nei differenti, è quasi sempre associato a
concerti musicali tra uno strumento solista e spostamenti coreografici e rapidi cambi di
l’orchestra. In O Malandro, la distribuzione costumi e oggetti di scena. Ci sono anche
del testo tra coro e solista si basava proprio dinamiche di variazione dell’intensità, che
su questo tipo di lavoro musicale. cercano di evitare la tendenza ad associare
movimenti veloci al forte volume nel canto,
Il pubblico, ad ogni spettacolo, è ricevuto che non è sempre il risultato ideale.
dalle attrici-personaggi, cioè da un gruppo Pertanto, la pratica continua degli esercizi
di attrici che, caratterizzate come puttane, ha cercato di preservare l’autonomia
agiscono in una dimensione alternativa, tra delle voci, combinando azioni con qualità
finzione e realtà. Approfittando di un gioco diverse, coinvolgendo dinamiche contrarie,
di parole, chiedono agli spettatori: “Avete sovrapposizione di tempi diversi per canto

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SOCIETÀ
e movimento e poliritmia. Alcuni di questi (Romeo e Giulietta), creato dal gruppo in
esercizi di questo tipo sono descritti collaborazione con il regista brasiliano
nell’Appendice del libro Atuação polifônica: Gabriel Villela, per la prima volta nell’anno
princípios e práticas (Attuazione polifonica: 2000, su invito del coordinatori di quel teatro
principi e pratiche), che ho pubblicato in in occasione della sua riapertura, essendo
Brasile nel 2016. il primo gruppo brasiliano ad esibirsi
su questo palcoscenico, dove vengono
Quanto alla seconda domanda che ho presentate solo opere di Shakespeare.
sollevato all’inizio di questo testo, riferendosi Il mio primo contatto con il gruppo è
alla pratica della polifonia scenica come avvenuto nel 1994, durante la produzione di
stimolatore del canto polifonico, ho A Rua da Amargura (La Via dell’Amarezza)
verificato nel corso del mio lavoro con il ed è stato dovuto all’interesse del regista
Grupo Galpão. Creato nel 1982, a Belo Gabriel Villela nell’aggiungere al repertorio
Horizonte/MG, con la filosofia di portare di questo spettacolo musiche sacre ed
il proprio lavoro in strada e rompere con erudite, tradizionalmente cantati a più
l’isolamento delle sale da concerto, Galpão voci, dal momento che, fino ad allora,
è particolarmente riconosciuto per la la ricerca e il lavoro musicale di Galpão
produzione di un teatro popolare con una riguardavano canzoni raccolte dalla
forte comunicazione con il pubblico. Alla tradizione popolare, feste e altri eventi
continua ricerca di nuovi linguaggi, sempre religiosi all’interno del Minas Gerais. I primi
attraverso una performance polifonica tentativi hanno mostrato che questo non
in cui dialogano significativamente sarebbe stato un compito molto semplice,
discorsi musicali, plastici e di movimento a causa dell’inesperienza del gruppo con
corporeo, il gruppo è riconosciuto per la la polifonia vocale. Così, l’intuizione e
sua versatilità e capacità comunicative, alcune esperienze precedenti mi hanno
essendosi affermato come uno dei portato a credere che la capacità del canto
principali gruppi del paese: applaudito da il polifonico potesse essere risvegliata in
grande pubblico, acclamato dalla critica e loro attraverso altre risorse corporee oltre
consacrato per aver vinto i principali premi all’orecchio e alla voce.
del teatro brasiliano. Con una carriera
quarantennale, il gruppo è un riferimento Allora, in quel momento, ho proposto alcune
in Brasile e all’estero. Da segnalare la dinamiche che, partendo dallo stimolo alla
presentazione al Globe Theatre, a Londra, disinibizione e alla liberazione corporea,
di un suo spettacolo, Romeu e Julieta proponevano l’associazione del canto –

https://commons.wikimedia.org/wiki/File:Grupo_Galp%C3%A3o_2019_b.jpg

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filastrocche e canoni – con azioni a loro A sua volta, Gabriel Villela si riferisce agli
familiari, come disegni coreografici, danze esercizi come capaci di
circolari, ritmiche frasi eseguite attraverso
battimani o passi, movimenti coordinati “far vedere all’attore attraverso
delle braccia, tra gli altri. In particolare, l’orecchio, cantare con l’ombelico e
sottolineo la piena disponibilità al lavoro camminare attraverso la lingua. Cioè,
degli attori, che ha dato piene possibilità per decompartimentalizzare l’opera
di apprendimento e ci ha permesso di d’arte, togli gli scaffali”.
raggiungere pienamente l’obiettivo. Così,
mi sono reso conto che queste dinamiche, I risultati ottenuti con gli esercizi hanno
in quanto comprendono un’opera che è portato anche al canto corale a guadagnare
allo stesso tempo scenica, corporea e più spazio in A Rua da Amargura: altri tre
vocale, avrebbero offerto ai partecipanti brani musicali sono stati arrangiati a quattro
l’esperienza dell’incorporazione simultanea voci ed sono entrati a far parte del repertorio
di diversi discorsi artistici. Inoltre, questa dello spettacolo. È interessante osservare
esperienza polifonica, una volta praticata, come questa esperienza suggerisse ciò
ha facilitato l’apprendimento di altre abilità, che in particolare Nós&Voz aveva già
come il canto a più voci. In questo modo, annunciato: la polifonia vocale, alimentata
sono stato incoraggiato a creare nuovi dapprima da altre esperienze polifoniche
esercizi che facilitassero l’esecuzione vissute dagli attori, poteva consentire la
del canto polifonico attraverso un’altra comprensione del teatro come polifonia,
dimensione della polifonia che, oltre facilitando la performance polifonica.
all’universo musicale, coinvolgeva
simultaneamente più discorsi di diverse Il fatto che Galpão sia un gruppo teatrale –
istanze sceniche. Inoltre, è stato proposto e non un cast riunito per un tempo limitato
al gruppo di vivere, durante l’esecuzione – ha permesso al gruppo di diventare
del brano, situazioni di complessità, fatica per me un laboratorio privilegiato per la
ed esaurimento fisico molto maggiori di creazione e la pratica continua di esercizi
quelle che sicuramente si troverebbero ad polifonici, cioè esercizi che comprendono
affrontare sul palco. più e simultanei discorsi artistici. Così è
stato possibile verificare, fin da A Rua da
Analizzando l’esperienza di questa pratica, Amargura, i risultati della pratica di alcuni
uno degli attori di Galpão, Eduardo Moreira, esercizi sviluppati.
registra la seguente affermazione nel suo
Diário de Montagem (Appunti delle Prove) Ad ogni nuovo spettacolo, tali risultati
di A Rua da Amargura: diventavano più evidenti. Durante le prove
di Um Molière Imaginário (Un Molière
“Gli esercizi in cui Ernani propone Immaginario) – creato di seguito all’A Rua
di cantare le canzoni compiendo da Amargura, presentato per la prima volta
un’azione fisica che richiede nel 1997, con la regia di Eduardo Moreira,
concentrazione mentale e fisica uno dei fondatori del gruppo – c’è stato
sono estremamente efficaci. Cantare un rapido e significativo progresso nella
eseguendo una coreografia di passi e performance musicale degli attori, entrambi
battimani, per esempio. Anche cantare nell’aspetto vocale come strumentale, e
per stanchezza fisica è molto efficace nella sua capacità di mettere in dialogo la
e ci aiuta a lavorare sulla respirazione musica con la messa in scena. Così, anche
e sul controllo del diaframma. L’idea è per Galpão, la polifonia vocale, attraverso
piuttosto quella di rendere qualcosa il canto corale, è diventata effettivamente
di sempre più difficile, in modo che un modo per stimolare la performance
quello che devi fare in seguito diventi polifonica. Questo perché l’esecuzione dei
sempre più semplice. Non lavorare vari arrangiamenti vocali, creati e lavorati
con la legge del minimo sforzo e del nel gruppo, è un esercizio consueto per la
più semplice può spesso essere una continuità della loro formazione artistica,
buona regola pratica per l’attore”. non solo perché alimenta la sensibilità degli
(Moreira, 2003, p. 41) attori nei confronti dell’orecchio musicale e
del canto, ma anche, per permettere loro di

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SOCIETÀ

abituarsi a convivere con le varie voci che la pratica del canto corale come risorsa
la messa in scena richiede, ampliando le efficiente per la formazione dell’attore:
proprie capacità di ascolto scenico.
“Penso che la formazione vocale,
A questo proposito, è abbastanza in un coro di voci diverse, apra
significativa la seguente affermazione, nuovi spunti, principalmente legati
dell’attore Eduardo Moreira: al lavoro di dissociazione. Recitare
spesso richiede una dissociazione
“Lavorare con Canto Coral mi ha aperto tra diversi elementi che funzionano
un campo straordinario per espandere contemporaneamente. La voce, il
le mie risorse di recitazione. Il fatto testo, il corpo nello spazio, la musica,
di cantare ascoltando altre melodie l’interrelazione, la caratterizzazione
è un tipo di esercizio fondamentale fisica del personaggio sono alcune
per l’attore. Forse perché esercita delle diverse componenti che agiscono
direttamente uno degli elementi contemporaneamente e che l’attore
più basilari della recitazione: saper deve saper manipolare con coscienza
ascoltare. L’attore ha bisogno affinché il gioco teatrale venga
soprattutto di imparare ad ascoltare. stabilito. Questo richiede pratica ed il
Più che agire, è necessario essere canto corale è una grande risorsa”.
ricettivi per ricevere”.
A sua volta, l’attrice Inês Peixoto sottolinea
Cita anche la capacità dell’attore di il fatto che le voci si aiutano a vicenda:
convivere con i vari elementi scenici
come una capacità di dissociazione, “Quando ho iniziato a lavorare su Canto
riferendosi alla conservazione della qualità Coral, ero davvero terrorizzata quando
e dell’autonomia di ciascun elemento, entravano le altre voci. Nel corso del
cioè una certa azione non deve avere la tempo è successo l’esatto contrario.
sua qualità compromessa dall’esecuzione Il grande piacere sta nell’ascoltarle
simultanea dall’altro, ma da realizzare tutte e sentire il disegno che la propria
esattamente come in un contrappunto “voce-melodia” fa nello spazio. È
musicale. Vale a dire, dobbiamo imparare più sicuro cantare con tutte le voci.
a dissociarci, per poter associare. Ancora Una aiuta l’altra. Quindi credo che la
una volta, Eduardo mette in evidenzia polifonia apra i nostri sensi”.

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SOCIETÀ
direzione del regista, doveva svolgersi
L’attrice afferma inoltre che la completamente a cappella e attraverso
consapevolezza della polifonia facilita lo arrangiamenti vocali – cosa che non era
spettacolo teatrale: ancora avvenuta nella storia del gruppo –,
con un repertorio incentrato sul lavoro di
“Quando abbiamo la possibilità di Gurdjieff e Thomas De Hartmann, unendo
vedere e sentire tutto ciò che accade canzoni e ritmi orientali – che di per sé era
nella scena, adempiendo in essa la una sfida.
sua funzione, tutto accade con più
armonia. Se ti isoli e non hai la capacità Fin dall’inizio della produzione di questo
di ascoltare, il tuo lavoro è solitario e spettacolo, non c’era dubbio che il gruppo di
senza gioco”. attori avrebbe dovuto lavorare sulla musica,
che era già essenzialmente polifonica, in
Vorrei sottolineare: affinché questo un processo altrettanto polifonico. Tutti gli
esercizio di polifonia vocale sia efficace, arrangiamenti sono stati appresi attraverso
è fondamentale che l’arrangiamento l’associazione con immagini, movimenti
vocale dialoghi a stretto contatto con la e disegni coreografici molto elaborati e
scena in cui è inserito e che, almeno in acrobatici, che prevedevano spostamenti
linea di principio, rispetti le caratteristiche di corsa, salto, geometricamente marcati,
e i limiti di ciascun attore-personaggio. oltre all’uso di diversi piani alti, medi e
Pertanto, non deve, a meno che questo bassi. Sono stati quindi proposti al gruppo
non sia l’unico scopo, esigere il virtuosismo molti esercizi di combinazione di diverse
musicale dagli attori. Quanto alla messa atmosfere sceniche (energie).
in scena, l’arrangiamento deve essere
costruito sia per evidenziare la musicalità In conclusione, la mia pratica professionale
e le intenzioni del testo, sia per mettere mi incoraggia ad affermare che, in
in relazione polifonica le voci cantate con una strada a doppio senso, da un lato,
gli spostamenti, i disegni luminosi, con l’esperienza polifonica attraverso il canto è
la manipolazione dello scenario e le altre una strategia che stimola non solo l’orecchio,
istanze discorsive della scena. ma anche tutto il corpo ad incorporare più
voci, appropriandosi dei vari altri discorsi
Così, intuitivamente come ciò era già scenici e recitare polifonicamente. D’altra
stato fatto nella produzione di A Rua da parte, la recitazione polifonica risveglia e
Amargura, è in O Molière Imaginário che insegna il canto polifonico. La polifonia
gli arrangiamenti iniziarono a essere creati genera la polifonia.
consapevolmente per il gruppo attraverso
una strategia che potrebbe essere
metaforicamente definita “artigianale” e
che, a volte, viola le regole standardizzate
dell’armonia o della composizione
musicale, a seconda delle specificità della
scena e del gruppo. Gli allestimenti, infatti,
sono realizzati in modo personalizzato,
soprattutto per gli attori del Galpão, nel
rispetto delle loro caratteristiche, capacità RIFERIMENTI BIBLIOGRAFICI
e limiti.

L’analisi della mia traiettoria con il gruppo MALETTA, Ernani de Castro. Atuação
polifônica: princípios e práticas. Belo
permette anche di dire che il culmine
Horizonte: Editora UFMG, 2016.
dell’esperienza polifonica è avvenuto nel
1999, nella produzione dello spettacolo MOREIRA, Eduardo da Luz. Gruppo
Partido (Dimezzato), ispirato al libro Il Galpão: Diário de montagem. Livro 2: A
Visconte Dimezzato, di Italo Calvino, con Rua da Amargura. Belo Horizonte: Editora
la regia del brasiliano Cacá Carvalho. UFMG, 2003.
Tutta la musica per lo spettacolo, che era
di mia esclusiva responsabilità, sotto la

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LA VOCE Tullio Visioli,
NELLA STORIA compositore e didatta

Un’armonia perenne

Boezio e la ‘scienza musicale’.


Parte II
SOCIETÀ

B
oezio, prese un bicchiere, si versò perché senza un nutrimento adeguato non
dell’acqua da una brocca, bevve a si può fare dono di sé. E ognuno di noi sa
piccoli sorsi e iniziò questa seconda quanto la scienza musicale sia la scienza
parte della sua lezione col dire: della temperanza, in senso stretto e in senso
«Ciascuno di voi cerchi uno spazio idoneo figurato. Quindi c’è una A che si espande
dove poter cantare e diffondere la propria per abbracciare e una A che si espande per
voce. Non importa se si troverà al chiuso trarre a sé. Per un ascoltatore superficiale
o all’aperto, piuttosto sarà fondamentale sono identiche, ma nella seconda c’è un
provare uno stato di serenità e sentirsi a qualcosa di trattenuto, di lievemente contratto
proprio agio. In piedi o seduti, come meglio che un orecchio attento e competente può
crederete, cominciate a vocalizzare e a bene intendere. A questa contemplazione
improvvisare melismi sulla parola A l l e l u i a, della A, segue la vocale E, freccia scoccata
con le nozioni che tra poco vi illustrerò. a individuare bersagli, elemento vivo che
L’Alleluia ha un significato profondissimo, richiede sapiente e competente dosaggio.
è un qualcosa che parte dall’anima e, L’energia può essere impetuosa e devastante
opportunamente riscaldato dal cuore, o… leggera, diffusa e benefica. E anche
diviene come un fascio di raggi luminosi che in questo caso è soggetta alla necessità,
si irradia tutto intorno alla persona che lo perché a volte può essere utile nella sua
pronuncia. Quando studiavo presso la Scuola manifestazione impetuosa. Anche nei
di Atene, ho incontrato saggi filosofi ebrei e confronti di se stessi, quando, ad esempio,
persiani, che mi illuminarono sul significato si deve ricorrere alle nostre forze interiori per
profondo di questa sacra parola e uno di loro scacciare le pretese di una A [simbolicamente
mi disse che se il cantore Orfeo ne avesse parlando] che vorrebbe ingoiare tutto per sé.
posseduto la chiave, sarebbe stato in grado Quanti e innumerevoli sono i benefici di chi
di trasformare i demoni infernali in creature indaghi con la dovuta attenzione le proprietà
angeliche. di questa vocale. Con la dolce semplicità di
Tornando a noi, una volta trovato lo spazio cui accennavo prima, tramite la consonante
a ciascuno di voi adeguato, iniziate a L, ci affacciamo sulla vocale U. La vocale U
vocalizzare sulla parola Alleluia, soffermando è semplicità, stupore ingenuo, pura estasi e
l’attenzione sul suono e sul prodursi di ogni conoscenza, o meglio contatto immediato.
singola vocale, facendo anche attenzione a Come ogni stato di estasi non deve diventare
quelle tre L [lambda in greco] che ci fanno un fine da ricercare di per sé, perché ci
dolcemente posare la lingua dietro i nostri perderemmo in un labirinto teso a voler
denti incisivi superiori. rivivere continuamente questa sensazione.
Nella L non c’è azione violenta e l’attacco del Rischieremmo di smarrirci come i compagni
suono, nel precedere la E e la U, è delicato di Ulisse sedotti dai mangiatori di loto.
e al tempo stesso definito e preciso. Davanti L’estasi è uno spiraglio aperto sull’ineffabile
alla E, la L si presenta raddoppiata: quasi un e sull’assoluto, la cui verità solo il paziente
piano inclinato sul quale la E, dopo essere e costante lavoro sulla nostra natura e sulla
stata come trattenuta, si prepara a scorrere conoscenza di sé ci può realmente portare
per diffondersi nell’aria. In seguito la L si a comprendere e, in certo qual modo, a
presenta singolarmente a precedere la U, toccare.
con un moto di semplice e quasi distratta E alla vocale U, segue la I, la ‘tagliente’,
immediatezza. simbolo vivo della ragione di quel dono
La prima A di Alleluia pensatela come un supremo che, attraverso lo studio e la
abbraccio che partendo da voi, si estenda pratica della filosofia, può condurre l’uomo a
tutto intorno, pensatela come un allargarsi indagare e comprendere i misteri della natura,
di braccia accoglienti. La A è ambivalente, degli astri e del cosmo intero. È la regione
ha due volti come Giano. Uno è quello della che, dividendo l’oggetto della sua indagine
voracità di una bocca spalancata, divoratrice, in parti, ci consente poi di comprendere il
che vuole tutto per sé e si comporta come tutto. Allo stupore della U deve far seguito
una belva insaziabile, l’altro è espansione l’indagine ragionata. La I taglia, separa,
di sé, dedizione verso l’umano. Entrambi analizza, valuta… ma non ci si deve perdere
gli aspetti sono importanti, perché un A in in essa, non deve frantumarsi in mille pezzi
perfetto equilibrio è insieme nutrimento di sé come il mitico specchio di Dioniso.
e abbraccio nei confronti del mondo, anche Ascoltate come risuona in voi ogni vocale

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SOCIETÀ

di questa sacra parola, è molto più che esclamammo tutti in coro, con una scelta di
un’impressione, perché, dovete sapere tempi incredibile e spontanea.
che ogni suono, colore, numero o forma E in quel momento intervenne Demetra, una
geometrica è la chiave di un mistero. Alla I, delle tre donne che Boezio aveva accolto di
segue conclusiva un’altra A, l’abbraccio del buon grado nel cerchio dei suoi allievi [Boezio,
tutto che ci viene in aiuto per comprendere e da sempre, non faceva distinzione tra le
armonizzare la ragione tagliente e farci così capacità e le qualità dell’uomo e della donna]:
comprendere, come già vi ho detto, che ogni «Maestro, mi perdoni, ma non ci ha parlato
parte, anche la più piccola, è armoniosamente della vocale O!».
connessa col tutto e si riflette nel tutto. Come «O, il cerchio perfetto, la vocale generatrice
affermava il grande Eraclito: «Una sola è la del ritmo, in perenne accordo con i movimenti
sapienza, comprendere la Mente che per il dei pianeti e un potente simbolo dell’anelito
mare del tutto ha segnato la rotta del tutto”. dell’uomo verso la perfezione. Ne farò
Ogni volta che giubilate con la parola sicuramente menzione nei prossimi incontri.
Alleluia, si riparte in una via a spirale, dove E quando cantate o utilizzate la voce, abbiate
salire è discendere e discendere è salire, sempre cura di portare con voi dell’acqua
proprio come vi spiegavo prima, parlando o di essere presso una fonte facilmente
della conoscenza di sé e dello studio proprio raggiungibile, come vi raccomando da
all’astronomia. sempre!».
E ora, iniziate a svolgere questo compito, Questo incontro promesso, purtroppo, non
poi mi riferirete e ne parleremo ancora e in avvenne mai, in seguito alle dolorose vicende
maniera più approfondita nelle prossime che condussero il mio amatissimo maestro al
occasioni d’incontro.» martirio. Resta comunque vivo in tutti noi il
«Grazie Maestro, che lezione meravigliosa!», ricordo di questa lezione unica e memorabile.

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Corso di Formazione
Atem-Tonus-Ton
Il corso si svolgerà a Roma
a partire dal mese di dicembre 2022

n t i ?
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Si
PER INFO E ISCRIZIONI:
+39 328 694 68 69
silbif@gmail.com
Silvia Biferale,
DIDATTICA Terapeuta del respiro e della voce,
autrice, docente e responsabile
Atem-Tonus-Ton per l’Italia

Il respiro ha a che fare


con la credibilità
Alla base della credibilità dell’artista vi è la
capacità di accogliere l’aria e trasformarla in
veicolo di espressione della propria creatività
DIDATTICA

“I disastri ci lasciano senza fiato. Quando siamo


sconvolti per la meraviglia o per l’orrore portiamo
le mani alla bocca come per impedire al respiro di
uscire [...] Il respiro ha a che fare con la credibilità.
Più la cosa è incredibile più ci portiamo le mani
alla bocca” voce artistica è una delle espressioni
umane in cui il fare corporeo si sublima, celebra la
vita e diventa arte

(Senza fiato di Tishani Doshi in Sotto il vulcano vol 1)

U
na riflessione poetica della scrittrice indiana, di grande ispirazione. Portiamo le mani
alla bocca per trattenere ciò che uscirebbe insieme al nostro respiro? Le portiamo
perché abbiamo bisogno di credere davvero a ciò che sta accadendo, come di
fronte alle immagini tristemente note del corteo di mezzi militari che portavano lontano i
corpi di chi la pandemia aveva lasciato senza fiato? Abbiamo bisogno di rimanere con il
nostro inspiro per non perderci, per conservare il contatto con noi stessi di fronte ad una
grande emozione bella o brutta che sia?

Il respiro ha a che fare con la credibilità.


La credibilità di un artista è argomento di discussione: “quell’interprete è molto credibile”,
oppure “Cio-Cio-San era davvero poco credibile...!” lo abbiamo detto o ascoltato in tanti
diversi contesti. Come prenderci cura della credibilità di una espressione artistica è cosa
complessa e in questa ricerca ancora una volta troviamo conferma nel fatto che la cura
del respiro per un artista non è “soltanto” la cura di uno strumento, ma è soprattutto la cura
della sua propria creatività, del legame tra ciò che vive interiormente e ciò che si manifesta
all’esterno attraverso la voce cantata, o attoriale, oppure un gesto allo strumento che si fa
suono, o un movimento nello spazio che si fa immagine.
Tutto questo perché l’artista sia credibile, perché la sua interpretazione ci parli, perché
qualcosa di nuovo accada tra lui e noi. Anna Halprin, danzatrice e coreografa americana
venuta a mancare da poco, insegnava che il movimento doveva rendere visibile il respiro,
se ciò non accadeva non era interessante: Breath made visible. La visibilità del respiro,
naturalmente, non significava per lei la visibilità degli atti respiratori, ma la visibilità degli
infiniti legami che il movimento del danzatore è capace di tessere col respiro, il proprio e
quello dei suoi compagni. Legami, tutti, che ci stanno tanto a cuore.
Il respiro stesso è un movimento e quindi possiede direzioni, tonicità, intenzioni, durata.
Il danzatore è capace di trasformarlo e di farne poesia, il cantante di renderlo voce
armonicamente regolata, l’attore colore e ritmo delle parole.

Abbiamo così un’altra ragione per parlare della qualità del respiro e di come possiamo
costruirla lentamente in un processo di cura e di consapevolezza.
Possiamo imparare, attraverso l’esperienza guidata, a costruire un corpo capace di disporsi
ad accogliere l’aria invece che a tirarla dentro, a essere prima di tutto recettivo e a porsi
in una relazione di ascolto. Perché ciò avvenga c’è bisogno di lavorare sulla distensione,
consapevole, attiva. È necessario che il torace sia disposto a espandersi, perché altrimenti
il movimento del diaframma sarà ostacolato. E non soltanto nelle ultime costole ma anche
nelle prime, quelle che hanno bisogno di un tempo più lungo per essere coinvolte, quelle
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DIDATTICA

che muovono lo sterno e ci avvicinano al cuore. È importante, ancora, liberare il pavimento


pelvico dalle tensioni perché tutto possa appoggiarsi con sicurezza e fiducia. E poi, o
prima, sarà interessante conoscere le direzioni del movimento del respiro e gli spazi nei
quali si muove, che attraverso la tonicità diventeranno poi spazi di risonanza. Fatto questo,
e non è poco, impareremo a lasciare entrare l’aria conservando tutte le qualità conquistate
in un tempo brevissimo, quello imposto dalla musica o dalla metrica o dalla mia intenzione
artistica. E nella velocità nulla andrà perduto, e ad ogni nuovo inspiro verrà ripristinato il
contatto con ciò che è vivo ma non è ancora manifesto.

Una volta ho letto un post su Facebook di Albert Hera che diceva più o meno così: “prima
di scaldare la mia voce, scaldo la mia mente”. Mi permetto di interpretarlo come un invito
per tutti noi a cominciare da questo contatto e di tornarci continuamente, di non esaurirlo
mai. La mia mente nel senso della mia arte, le mie idee, ciò che non è ancora udibile o, per
dirlo con la Halprin, non ancora visibile.

Per avere cura del lasciare entrare l’aria nel senso fin qui descritto devo assumermi anche
un rischio, quello di lasciare, per un momento, che nuovi legami possano prendere vita
dando luogo a quanto non ancora conosciuto. Durante l’inspirazione, in silenzio, il suono
vive già nel corpo in attesa del suo destino ancora non definito. Si sospende la scelta, si
interrompe la continuità. La cura di questo momento diventa una delle ragioni principali
dell’insegnamento o della terapia. È importante che l’allievo ne faccia esperienza, accresca
la propria consapevolezza, per scoprirne l’affidabilità, lasci che essa arrivi, che lo tocchi
e lo penetri. La fase dell’espirazione e dell’esecuzione successiva sarà a questo punto
certamente coordinata, musicalmente corretta, dotata di senso e di musicalità, densa
dell’originalità della corporeità in movimento.

È per questa ragione che l’espirazione e quindi la voce, il suono, il gesto, non hanno a che
fare soltanto con ciò che è fuori di me, non seguono l’unica direzione che va da dentro a
fuori, non sono udibili o visibili soltanto nel momento della loro esecuzione, ma conservano
un legame forte con la mia interiorità, nascono prima dell’espirazione, nascono nell’inspiro.
La credibilità dell’artista è costruita proprio nel movimento tra dentro e fuori, la sua materia
è il corpo stesso dell’artista e la cura che ne dobbiamo avere è di non farla mai cadere fuori
di noi.

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DIDATTICA
Accogliere, ascoltare, pensare, agire diventano un’unica cosa: è il corpo che pensa e
agisce. E allora, dove nasce l’azione? Da dove nasce il suono o, meglio, il gesto del
suono? Jerzy Grotowsky ne era certo: “Prima di una piccola azione fisica c’è un impulso.
Qui è il segreto di qualcosa di molto difficile da captare perché l’impulso è una reazione
che comincia sotto la pelle e che è visibile solo quando è diventato una piccola azione.
L’impulso è così complesso che non si può dire che appartenga alla sfera solo corporea.
[...] Gli impulsi precedono le azioni, sempre, [...] è come se l’azione fisica, ancora invisibile
all’esterno, fosse già nata nel corpo. È questo l’impulso”.1

L’impulso precede ogni nuova inspirazione, la Middendorf lo chiamava riflesso. Nasce
dalla pausa, da quel momento cioè in cui tutto sembra stare magicamente in un equilibrio
dinamico. Alla fine dell’espiro, prima che un nuovo inspiro nasca, c’è un momento di
silenzio del corpo e della mente, un momento apparentemente vuoto ma che contiene già
tutto quello che accadrà. L’impulso si muove davvero sotto la pelle e saperlo riconoscere,
ascoltare, attendere aiuta a costruire il legame di cui parlavamo, il legame che rende
credibile ogni atto creativo.

La pausa non è sempre presente: se si canta o si corre, o si parla, il ritmo del respiro
diventa una alternanza tra inspiro ed espiro. Eppure, nonostante questo, l’esperienza
fatta precedentemente in altri contesti, di insegnamento o terapeutici, di riconoscimento
dell’impulso che segue la pausa contribuisce a costruire una memoria nel corpo: la memoria
dell’eterno ritorno all’impulso dell’inspiro che rappresenta affidabilità e fiducia, verità e
credibilità. Non dipende dalla mia volontà “muscolare” di fare qualcosa, ma nasce dalla
sensorialità e si fa materia di questo sentire. Una circolarità e una ripetizione dall’inspiro
all’espiro che nella pausa e nell’impulso si rinnova continuamente. E così l’ascolto del
respiro ci permette di fare esperienza della continuità e delle separazioni, della familiarità
e della varietà, dell’interiorità e dell’esteriorità, tutto sempre allo stesso tempo. Affidarsi a
questa percezione di sé o meglio a questo movimento fatto di infinite relazioni tra dentro e
fuori, tra dentro e dentro, tra fuori e fuori, è il modo per costruire una rete su cui poggiare
la credibilità della propria espressione artistica. Ancora una volta è il corpo il custode e
l’artefice di queste infinite e meravigliose trasformazioni.


1 J. Grotowski, Per un teatro povero, Bulzoni Roma 2007

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Marco Forgione,
RITMO & VOCE Cantante
e Human Beatboxer

La voce percussiva
Primi esercizi pratici
DIDATTICA

D
opo aver affrontato, nell’articolo precedente, il forte legame didattico fra voce
cantata e human beatbox/percussioni vocali, vorrei proporre alcuni esercizi
pratici per potersi addentrare in modo più concreto all’interno del mondo della
“Voce Percussiva”.

Gli esercizi che presenterò sono quelli con cui solitamente inizio i miei workshop e i
miei corsi dedicati a coloro che vogliono avvicinarsi e intraprendere lo studio delle
percussioni vocali e dello human beatbox.
Il mio intento, che esplicito e rimarco sempre con chiarezza, non è quello di trasferire
semplicemente suoni e modelli preconfezionati ma un percorso attraverso il quale
poter sperimentare i vari elementi utili a sviluppare, con maggiore consapevolezza,
i propri suoni partendo da quello che già sappiamo fare, canto compreso.

Il primo esercizio che di solito propongo è legato all’ascolto.


Allenare l’ascolto, imparando a rappresentare e a raffigurare un suono, ci consente
di riconoscere e utilizzare con maggiore facilità gli elementi utili a riprodurre, con il
nostro apparato fonatorio, un determinato suono.
Dopo aver ascoltato più volte un suono del kit di batteria, partendo da quelli
principali che sono kick drum (cassa), snare (rullante) e hi-hat (charleston), chiedo
di raffigurare liberamente su un foglio il suono appena ascoltato; non c’è nessun
limite e cerco in un primo momento di condizionare il meno possibile per poi dare
qualche piccolo aiuto (si può disegnare, descrivere, rappresentare il suono con un
fonema o qualsiasi altra cosa ci venga in mente).
Fatto in gruppo, questo esercizio ci permette di avere spunti molto interessanti su cui
potersi confrontare che torneranno utili nel proseguo del workshop e nel momento in
cui si proverà a riprodurre vocalmente questi stessi suoni.
I tre suoni vengono sviscerati su più fronti facendo emergere caratteristiche ben
definite per ognuno di loro (materiale, forme geometriche di riferimento, suoni simili
riscontrabili in natura, sensazioni fisiche, ecc.). Queste caratteristiche e immagini
saranno di aiuto nel momento in cui dovremo scegliere il giusto atteggiamento
fisico, la giusta mimica facciale, la dose di energia e così via. Per qualcuno tutto ciò
rappresenta una vera e propria chiave di svolta per una migliore comprensione ed
esecuzione.
Ovviamente questo esercizio può essere svolto ascoltando anche suoni non legati
a percussioni e drum set come, per esempio, altri strumenti musicali o suoni che
fanno parte della nostra quotidianità.

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DIDATTICA

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DIDATTICA
Il secondo esercizio che propongo è dedicato all’aspetto esecutivo e consiste
nell’esplorazione dei vari suoni che formano il percorso fra una consonante e l’altra.
Si inizia da una coppia di consonanti che possiamo definire “vicine” perché molto
simili come per esempio la B e la P, la G e la K, la D e la T. Partiamo dalla consonante
sonora e, con la maggiore fluidità possibile, raggiungiamo la consonante sorda
cercando di esplorare, ad ogni nuova esecuzione, quanti più suoni possibili. Per
i cantanti è molto utile iniziare l’esercizio cantando la consonante di partenza, in
questo modo è possibile trovare una posizione comoda con la quale procedere
nella nostra esplorazione sonora.
Oltre ad essere un ottimo esercizio per allenare il controllo e la gestione dei suoni,
uno dei maggiori obiettivi e quello di trovare il punto in cui il suono raggiunge la
maggiore resa con il minimo sforzo, in altre parole dove risuona più completo:
questo è il punto da cui molto probabilmente, per ogni suono esplorato, potrà partire
la ricerca dei nostri suoni percussivi più efficaci.

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DIDATTICA

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DIDATTICA

Inizio con questi esercizi per evitare, come dicevo all’inizio dell’articolo, di trasferire
solamente suoni da imitare cercando invece di fornire strumenti utili a proseguire
un’esplorazione autonoma e a ricercare una propria identità sonora e creativa.
Posso arrivare a una scelta consapevole dei suoni che voglio utilizzare dopo aver
esplorato più possibilità, trovando i suoni a me più congeniali.

Solo dopo aver fatto questo percorso è possibile, a mio avviso, proporre anche
degli esercizi più di tipo imitativo. I suoni proposti non saranno vissuti come gli unici
possibili ma come alcuni dei tanti da poter modificare, a proprio piacimento, con
maggiore cognizione di causa e con più strumenti a disposizione.

Si tratta insomma di costruire un vocabolario e un’esperienza comune con cui poter


dialogare e proseguire, insieme, un percorso di apprendimento e scoperta.

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VOCE Francesca Della Monica,
SPERIMENTALE Antropologa della voce,
vocal performer, pedagoga

Diamanda Galas
versus Meredith Monk

Un confronto tra due artiste che hanno


saputo esplorare il limite della vocalità
per esprimere il loro mondo interiore
DIDATTICA

N
el Maggio del 2016, in un articolo comparso sul New York Times, il critico musicale Zachary Woolfe
scriveva:- “Pochi giorni orsono, dopo una serie di ormai rari concerti di Diamanda Galás a New
York, minacciosa e demoniaca sirena e profetica Cassandra dell’ AIDS - è apparsa, al National
Sawdust, Meredith Monk per spazzare via le nuvole offrendo al pubblico un incontro insolitamente
intimo con il suo lavoro.
Mentre la signora Galas canta come in un incubo ribollente, la signora Monk è sognante. Nei rispettivi
concerti ,la signora Galas ha gridato; la signora Monk ha tubato come una tortora. Se entrambe le artiste
hanno esplorato lungo la propria carriera i confini della vocalità e spinto le proprie voci a manifestarsi in
guaiti, grugniti, sibili e lamenti, l'effetto che producono è molto diverso: la voce di Diamanda Galas è sempre
più immersa in un abisso senza luce, quella di Meredith Monk, a 73 anni, ha ancora voglia di divertirsi.”

Partiamo da queste interessanti osservazioni per cercare di analizzare le due personalità vocali.
In un linguaggio shakespeariano potremmo dire che Diamanda Galas è il Caliban di “The Tempest”.
Ferito dagli uomini e ritiratosi ormai nelle viscere della terra, Calibano soffre e grida la sua condizione
di schiavitù delle passioni, degli istinti che lo imprigionano e contro cui grida. Il suo canto di ribellione
nasce dalle viscere della terra, dagli inferi, poiché l’aria e l’acqua sono gli elementi del suo paradiso
perduto. La sua è una condizione di totale e pesante solitudine, come il suo grido di dolore.
Meredith Monk è invece Ariel, il suo elemento è l’aria e la sua dimensione, la volatile leggerezza. Si
muove tra il mondo degli umani e il mondo dei celesti. Conosce i dolori degli uomini ed è chiamato a
scioglierli.
La voce di Diamanda Galas è una voce solitaria, e lei stessa è una eroina chiamata a compiere la sua
tragedia in solitudine. La sua voce si muove esclusivamente negli estremi, nell’estensione del mito, ed
è il riflesso della sua turbolenza interiore che soffre e si fa carico del male del mondo.
La voce di Meredith Monk ama la compagnia, ama duettare, ama trovare contrappunti, ora giocosi, ora
malinconici, ondeggia come fa il suo corpo.
Il corpo di Diamanda è statico, si muove esclusivamente attraverso gli spasmi vocali mentre quello di
Meredith danza con il gesto vocale.

Direi che la vocalità della Galas nasce dal crogiuolo interno della propria sofferente anima per deflagrare
come un vulcano che vomita la sua lava.
Quella della Monk è in perenne dialogo tra mondo interiore e esterno, un dialogo benevolo e ironico di
chi ama condividere le gioie e i dolori, ridere con gli altri e non degli altri, direbbe Pirandello.
Entrambe hanno cantato la tragedia dell’AIDS, e l’hanno fatto con una coerenza assoluta alla propria
estetica; come tragedia personale, Diamanda e come compianto universale, Meredith.
Tutte e due queste artiste grandissime hanno superato la tecnica e proprio per questo le loro voci non
possono essere descritte con il linguaggio della tecnica vocale o con le categorie estetiche binarie di
bellezza e bruttezza (il bello è brutto e il brutto è bello, ci dice ancora una volta Shakespeare) ma con
il linguaggio assoluto dell’archetipo, della metafora, del destino e del teatro.

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Angelo Fernando Galeano,
Controtenore, Blogger, Vocal
TEATRO E VOCE Trainer, Storico della Tecnica
Vocale, Direttore di Gruppi Vocali

La Castrazione,
tutta colpa di San Paolo

La Castrazione è nata per sopperire alla


carenza di voci sopranili nella musica sacra
DIDATTICA

E
h sì, proprio lui, Paolo di Tarso, noto al grande pubblico come San Paolo, Apostolo
dei gentili, divulgatore e codificatore della dottrina, ufficio stampa della nascente
religione Cristiana, padre della Chiesa e grande grafomane.
Nella sua Prima Lettera alla comunità cristiana di Corinto scrive: αἱ γυναῖκες ἐν ταῖς
ἐκκλησίαις σιγάτωσαν, tradotto poi in latino con mulieres in ecclesiis taceant: le donne nelle
assemblee tacciano, non essendo loro concesso di parlare.
Il cristianesimo è una religione di
stampo fortemente ebraico, e dalla
cultura ebraica trae anche il fortissimo
patriarcato e il disprezzo per le
donne e il corpo femminile. Il senso
della frase di Paolo è molto chiaro: le
donne nelle assemblee si astengano
dal prendere parola per dare la
loro opinione, a qualsiasi riguardo,
essendo già bastante quella degli
uomini.
In latino ecclesiastico più tardo, però,
il termine ecclesia perde il significato
originale greco di “assemblea” per
assumere quello più materiale di
“chiesa, edificio sacro”. Accade così
che, secoli più tardi, gli alti prelati della ormai consolidata Chiesa Cattolica Romana si
autoarroghino il diritto di imporre a tutte le persone di sesso femminile di tacere non appena
varcata la soglia di un edificio consacrato. Nasce così, un po’ per ignoranza e un po’ per
disprezzo, la più grande disuguaglianza sociale che l’essere umano abbia attuato negli
ultimi duemila anni.

Non potendo le donne aprire bocca in chiesa, il canto sacro cristiano, per secoli, viene
in tutta Europa relegato al canto gregoriano, uno stile musicale e vocale esclusivamente
maschile. Con l’avvento della polifonia, nel tardo Medioevo e poi nel Rinascimento, al fine
di ampliare le possibilità cromatiche delle voci, le cappelle musicali si armano anche di
pueri cantores, bambini appositamente allevati per cantare le parti sopranili nella polifonia
sacra.
I pueri cantores non sono perfetti: l’irrimediabile abitudine di crescere e cambiare voce li
rende utilissimi fino alla muta vocale, a seguito della quale sono inevitabilmente costretti a
cambiare sezione e passare alla voce di contralto, basso o tenore, a seconda del tipo di
strumento che la muta e la natura dona loro.

Da dove viene quindi l’idea di Papa Sisto V, nella bolla Cum pro nostri temporali
munere (1589) di consentire l’ingresso nella Cappella Pontificia a evirati cantori nel
ruolo di soprani?
Dobbiamo fare un piccolo salto indietro al 1492, celeberrimo anno della riscoperta delle
Americhe, e di un altro fatto di cronaca egualmente importante ma molto meno noto.
Cristoforo Colombo è alla corte di Castiglia/Aragona ad implorare per delle navi, le famose
caravelle, con cui compiere la traversata oceanica e giungere nelle Indie, e ben sappiamo
che invece serendipicamente approderà in quello che verrà ribattezzato Nuovo Mondo.
Ma perché Isabella di Castiglia e Ferdinando d’Aragona lasciano per mesi in attesa il
nostro italico eroe? Perché, nell’intento di cacciare gli ultimi arabi dalla Spagna, stanno
combattendo la più sanguinosa guerra del loro regno, la Guerra di Granada.
Nel gennaio del 1492 si intonano i Te Deum, Alessandro VI Borgia conferisce alla coppia il
titolo di Re Cattolici, il sultano nasride Maometto XIII è sconfitto.

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DIDATTICA

Con il sultano lascia l’Andalucia anche buona parte del suo apparato statale e parastatale,
ma alcuni eunuchi dell’harem di Sua Altezza restano in Spagna, disoccupati e raminghi.
Organizzano così tournée di concerti in giro per l'Europa per mostrare a tutti le loro abilità
canore e contemporaneamente sbarcare il lunario in modo dignitoso. Le voci sull’abilità di
questi artisti arrivano anche all’orecchio del Pontefice e della corte papalina che, sprezzante
di qualsiasi dignità umana, ritiene di aver trovato la soluzione alla breve carriera dei pueri
cantores.

La Castrazione è illegale, ma, fatta la legge, trovato l’inganno.


Ovviamente la Chiesa Cattolica non può macchiarsi di simili orrori contro la sacralità della
persona, per cui la castrazione sulla carta resta illegale, ma non l’uso dei cantori già evirati
per altre cause di “forza maggiore”: una caduta da cavallo, un brutto incidente, qualsiasi
sotterfugio e menzogna sono considerati utili per rivolgersi al norcino.

Sì, il norcino, l’unica categoria professionale abituata a castrare mammiferi, da quel


momento praticante l’orrenda mutilazione nei sordidi retrobottega, o addirittura a domicilio,
su richiesta della famiglia. Perché sono le famiglie a richiedere questo trattamento, attirate
dal miraggio di facile fama e guadagni del nuovo evirato cantore, guadagni che sperano
ricadano a pioggia anche su tutta la comunità familiare.

I Castrati a teatro interpretavano ruoli femminili?


La Castrazione nasce per sopperire alla carenza di voci sopranili nella musica sacra, ma
questo dato non deve assolutamente sviarci e lasciarci ritenere che i castrati, a teatro,
interpretassero ruoli femminili. Molti castrati abbandonavano le cantorie sacre per dedicarsi
alla carriera teatrale, ma interpretando parti maschili eroiche. A parte una breve parentesi
romana di qualche decennio, infatti, in Italia le donne potevano recitare a teatro sin dal
‘500, seppur risentendone gravemente per il fortissimo stigma sociale.
La credenza quindi che gli evirati cantori eseguissero parti en travesti è più una leggenda
metropolitana e una diceria da loggione, sebbene qualche caso ci sia sicuramente
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DIDATTICA
stato, specie a Napoli, o in situazioni di
divertissement private. Era decisamente
più frequente, a cavallo fra il Seicento e il
Settecento, trovare in scena una donna en
travesti in un ruolo maschile, quando non si
disponeva di un castrato, che non l’opposto.

Come si svolgeva la vita di un evirato


cantore?
Ce lo racconta Giovanni Andrea Angelini-
Bontempi nella sua Historia Musica del
1695. La giornata di un evirato cantore
era pressoché interamente dedicata alla
musica, alla tecnica vocale e a coltivare
una personalità e una cultura di livello
decisamente superiore per l’epoca.

Al mattino:
un’ora di canto di pezzi difficili;
un’ora di pratica del trillo;
un’ora di studio ed esecuzione di passaggi;
un’ora di esercizi di canto alla presenza
de’ maestri e di fronte a uno specchio
per imparare a cantare mantenendo un
atteggiamento composto della figura;
un’ora di studio delle lettere.

Al pomeriggio:
mezz’ora di teoria musicale;
mezz’ora di composizione contrappuntistica;
un’ora di copiatura su un’apposita tavoletta chiamata “cartella”;
un’altra ora di studio delle lettere.
Gli allievi dovevano inoltre esercitarsi al clavicembalo e comporre musica.

In realtà erano ben pochi i bambini che, ricevuto il trattamento, si affacciavano al mondo
del professionismo; molti restavano ad ammuffire a vita nelle cantorie più sperdute, altri
si dedicavano alla prostituzione per signora, erano molto richiesti dalle donne sposate,
in quanto sterili; in ogni caso il destino comune a tutti, famosi o meno, era di morire in
solitudine, essendo loro precluso il sacramento del matrimonio, per la Chiesa Cattolica
finalizzato alla procreazione, e quindi vietato ai castrati, ad essa impossibilitati.

Quale grande eredità ci hanno lasciato questi artisti impareggiabili?


Il grandissimo valore di questi cantori è da ricercare, oltre che nelle opere magnifiche
per loro composte, anche nell’incredibile perizia tecnica che riuscirono a raggiungere,
diventando così punti di riferimento imprescindibili nella storia della metodologia vocale
del Belcanto, il canto di bravura, dei cui segreti furono depositari per secoli, tramandando
il mestiere da maestro ad allievo, fondando così delle solidissime tradizioni scolastiche
che naufragarono miseramente con la scomparsa del fenomeno. Rossini attribuisce alla
scomparsa dei castrati il declino del Canto in Italia, che già nel 1860 attraversava una crisi
metodologica senza paragoni.

A due celebri evirati cantori dobbiamo anche i primi due trattati sul Canto di cui si serbi
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DIDATTICA
memoria: Opinioni de' cantori antichi e
moderni, o sieno osservazioni sopra il canto
figurato (1723) di Pier Francesco Tosi e
Pensieri e riflessioni pratiche sopra il canto
figurato (1774) di Giovan Battista Mancini.
Prima del celebre Metodo del Conservatorio
di Parigi rappresentano l’unica testimonianza
didattica scritta del Canto Figurato.

I grandi castrati italiani, Farinelli, Senesino,


gli stessi Tosi e Mancini, abbattendo ogni
frontiera si sono resi testimoni e promotori
della Tecnica Italiana del Belcanto in
tutta Europa, dall’Inghilterra alla Russia,
dalla Spagna alla Prussia. La moderna
concezione della Tecnica Vocale deve loro
moltissimo, senza probabilmente neanche
esserne cosciente.

Abbiamo testimonianze della voce di un


castrato?
Della loro consumata maestria ci restano testimonianze indirette, come cronache e
racconti, dipinti, caricature, ma soprattutto tonnellate di musica vocale, sacra e profana, di
un virtuosismo senza pari.

L’unica testimonianza diretta è una registrazione dell’Angelo di Roma, Alessandro


Moreschi (1858-1922), uno degli ultimi castrati della Cappella Sistina, effettuata nel 1904.
Purtroppo la resa di questa registrazione non è attendibile, sia per la scarsa qualità della
registrazione stessa, sia, mi si consenta, per la scarsa abilità vocale dell’artista, diguno
di stile e metodologia di allenamento di stampo belcantistico, e più avvezzo ad uno stile
declamatorio tipico della vocalità teatrale a cavallo fra ‘800 e ‘900.

Affido alle parole di Gioacchino Rossini un’ultima riflessione sull’importanza di questi


artisti nel panorama vocale italiano ed europeo:
“Non si può immaginare come siano affascinanti la voce e il consumato virtuosismo di
cui sono dotati, in mancanza di altro e per generosa compensazione, questi bravi fra i
bravi. Erano anche maestri incomparabili. In genere veniva affidato loro l’insegnamento
del canto nelle cappelle musicali collegate alle chiese e da esse mantenute. Alcune di
queste cappelle erano celebri. Erano vere accademie di canto. Gli allievi vi accorrevano
numerosi e molti di essi abbandonavano spesso la cantoria per intraprendere la carriera
teatrale. In seguito al nuovo regime politico instaurato in Italia dai miei irrequieti compatrioti,
le cappelle musicali furono sostituite da qualche conservatorio dove, in materia di buone
tradizioni del bel canto non si conserva un bel niente.”
(Gioacchino Rossini a Richard Wagner, 1860)

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LIBRI

VOCI Francesca Iaccarino,


DA LEGGERE Insegnante di canto
e performer

Allenarsi al bello
“Liberare la voce: fondamenti pedagogici,
artistici e scientifici del metodo La voix Libérée”
a cura di Yva Barthélémy.

N
ella vita di un cantante, artista,
pedagogista del canto, sono
molteplici le valutazioni e gli studi
necessari da affrontare per avere delineata
davanti a se una parvenza di retta via.
Quante volte nella didattica ci si ritrova a
scoprire che la causa di qualche “male”,
se così vogliamo chiamarlo, non dipende
strettamente dalla voce in sé e per sé.

L’arte del canto risiede in così tanti ambienti


diversi da riuscire a mettere allo stesso
tavolo un medico, un attore, un musicista,
un fisioterapista, uno psicologo e perfino
un sessuologo e generare continui spunti
di cooperazione creando preziose strade
di illuminanti ricerche e risoluzioni.
Infinite sono le metodologie alle quali poter
affidarsi: che si tratti di canto moderno o
antico o lirico, insegnanti e professionisti
del settore sono in continua crescita.
Io credo che la vera ricerca del cantante
sia molto più effimera di quel che può
considerarsi un suono intonato, un
meccanismo laringeo piazzato al momento
giusto o una respirazione equilibrata: molto
più semplicemente si ricerca il “bello”.
www.solosmedia.net 111
LIBRI

Cercare il bello è soggettivo per ogni che coinvolge lo studio della fisiologia
individuo, per qualcuno può forse dell’apparato pneumofonoarticolatorio
significare in maniera semplicistica una finalizzato alla tonificazione della
delle accezioni precedenti, ma ciò che può muscolatura laringea; la parte seconda
fare la differenza è comprendere il motore che amplia l’aspetto corporeo della
che spinge alla ricerca: sentire il bello della voce approfondendo le muscolature
voce, sentirsi belli con la voce, avere quella dell’articolazione, fonazione e respirazione
panacea di benessere che solo la bellezza ed infine la parte terza con gli aspetti
sa generare. della tecnica, atteggiamenti posturali e
Ricerchiamo talmente tanto di appagare descrizione degli esercizi di base con le
i nostri sensi e il nostro animo da a volte relative indicazioni musicali.
perdere davvero il senso della ricerca. Il libro è completo di immagini che aiutano
Si naufraga tra definizioni, innumerevoli a comprendere sia l’aspetto fisiologico
muscoli impronunciabili da dover muovere, che l’esecuzione di alcuni degli esercizi
esercizi ripetitivi di melodie che diventano proposti.
cantilene da “dover” fare dimenticandosene Una lettura ben schematizzata che
il perché. mette in risalto già dalle prime pagine
Occorre ascoltare e ascoltarsi, sentire e l’importanza secondo il metodo
sentirsi parte integrante di quella ricercata Barthélémy dell’allenamento muscolare
bellezza, ancor prima di averla raggiunta e dell’attenzione alle relative catene
affinché l’incanto della voce possa muscolari che coinvolgono la voce.
solo che essere una delle infinite vie di Nella lettura del libro si contrappone ad
comunicazione del “bello”. un certo senso ligio, ossequente della
tecnica, un sapore di passione e umanità
“Liberare la voce: fondamenti pedagogici, della autrice, come quando ad esempio a
artistici e scientifici del metodo La voix seguito di specifiche informazioni tecniche
Libérée” della autrice Yva Barthélémy e a sul lavoro muscolare da svolgere esprime
cura di Giuseppina Cortesi, Vittoria Licari considerazioni nel sentirsi belli mentre si
e Alfonso Gianluca Gucciardo, edizione svolge l’esercizio, di lasciarsi appagare
Volontè & Co, si propone come nuovo dalla bellezza del gesto vocale ben
saggio che racchiude le ricerche di studio eseguito.
del metodo dell’autrice. Sfumatura di fondo che ingolosisce
Un metodo didattico volto a “liberare la l’approfondimento del metodo, che
voce” attraverso un’attenta preparazione ovviamente ci viene sottolineato impossibile
muscolare per il canto Lirico. da racchiudere interamente in uno scritto
Il libro si suddivide in tre parti: la prima ed insostituibile ad una lezione di canto.

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DISCHI

Andrea Direnzo,
Giornalista, critico musicale,
esperto di canzone italiana

Samaritano e le sue
"Convergenze" musicali
Primo album ufficiale del cantautore e musicista
palermitano, omaggio alla canzone d’autore italiana in
cui rilegge alla sua maniera dodici brani impreziositi dalla
presenza di ospiti speciali.

D
opo oltre trent’anni di musica
scritta, cantata e suonata, è
arrivato il momento per Salvatore
Samaritano, in arte solo Samaritano,
di pubblicare il suo primo album
ufficiale.

Lo scorso novembre è uscito


Convergenze, progetto discografico
che ha visto il cantautore e musicista
palermitano trasformarsi in puro
interprete di dodici motivi attinti dal
repertorio di esimi colleghi che hanno
lasciato il segno nella storia della
canzone d’autore italiana. "L’intento
di questo lavoro – dichiara l’artista –
è stato quello di rendere un autentico
omaggio agli autori di brani storici e (produzione artistica e arrangiamenti),
di rigenerarne la bellezza intrinseca, Fulvio Buccafusco (basso e
conservandone l’essenza". In bilico contrabbasso) e Antonio Anastasi
tra pop e jazz, insieme ai compagni (batteria) a cui si sono aggiunti altri
di viaggio Roberto Mezzatesta musicisti di valore, Samaritano ha

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DISCHI
riletto alla propria maniera pagine
indimenticabili del patrimonio
musicale di casa nostra, portando a
galla anche episodi poco conosciuti
e degni di essere valorizzati. Per un
debutto in grande stile, bisognava
impreziosire il tutto con la presenza di
ospiti speciali, alcuni dei quali sono gli
stessi autori e/o interpreti originali.

Scorrendo la tracklist, l’ascolto prende


il via da Caffè nero bollente in duetto
con Mimmo Cavallo, canzone portata
al successo da Fiorella Mannoia
nel 1981 in occasione della sua
prima partecipazione al Festival di
Sanremo. Si ritrovano piacevolmente
tre autentici gioielli: Rosanna con
Nino Buonocore (Sanremo 1987), è attinta Felicità con Pierdavide
Guardastelle con Bungaro (Sanremo Carone, mentre la Sicilia capeggia
2004) e Il gioco delle parti con con Mario Venuti in Adesso con chi
Mariella Nava, quest’ultima affidata stai?, Rosario Di Bella in La casa del
dalla cantautrice tarantina alla bella pazzo, Lello Analfino dei Tinturia in A
voce di Mietta che la inserì nell’LP chi mi sa dare musica e infine Mirko
Volano le pagine del 1991. In tema Cirrone in Solo un gigolò.
di classici, fanno capolino Guarda
che luna di Fred Buscaglione con la Nato nel periodo di piena pandemia,
fisarmonica di Ruggiero Mascellino, Convergenze è la manifestazione
Lontano lontano di Luigi Tenco piena e riuscita della voglia di
con Vittorio De Scalzi dei New Trolls collaborazione tra artisti nella
e 29 settembre di Lucio Battisti condivisione di musica ed emozioni.
con Gianni Donzelli degli Audio 2. La passione di Samaritano si è
Dal vasto canzoniere di Lucio Dalla ravvivata ancor di più trasformando
un momento storico buio
e difficile in un tempo
ideale per creare ponti
di relazioni. È il potere
dell’arte.

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VIDEO

“Ricordati" il nuovo
singolo di CAMIN
È uscito su tutte le piattaforme digitali il nuovo singolo di CAMIN,
“Ricordati”, la ballata dream-pop del cantautore trentino. Nelle note
di “Ricordati” scorre l’energia che evoca il fuoco di ogni essere umano

È
uscito il 3 giugno su tutte le piattaforme anche di introspezione e ricerca di sè.
e i negozi digitali il nuovo singolo Non è una novità infatti che CAMIN dedichi
del cantautore trentino CAMIN, una buona parte della sua attività artistica
ballata energica e romantica intitolata e lavorativa all'esplorazione dell’animo
“Ricordati”. umano, studiando e praticando in prima
persona un assiduo lavoro su di sé.
CAMIN, cantautore classe 1988, vincitore "Dimentichiamo perché è nella nostra
del Premio Lunezia 2013 e del Premio natura. Dimentichiamo chi siamo, da
Lucio Dalla 2021, ci racconta come è dove siamo arrivati, e soprattutto perché.
nato questo suo ultimo lavoro, a cosa si è Dimentichiamo qual è il posto che abbiamo
ispirato nella scrittura e nella composizione
e qual è il messaggio racchiuso nelle note
e nelle parole di questa canzone.
”Ricordati è una canzone che mi porto dietro
addirittura dal 2015. Sembra incredibile, a
volte le canzoni arrivano in 20 minuti, altre
volte impiegano anni!” racconta CAMIN “Il
brano ha indossato diversi arrangiamenti
e diverse versioni del testo, l’abbiamo
costruita e demolita decine di volte, ma non
ero mai convinto del risultato. Stavo quasi
per abbandonarla quando d’un tratto, ad
aprile 2021, è arrivata la notizia che sarei
diventato papà, e con lei una grande e
nuova ispirazione che mi ha permesso di
scrivere un testo nuovo e una musica che
lo vestisse perfettamente.”
Un lavoro molto ben confezionato, prodotto
assieme al sound engineer e produttore
artistico Marco Sirio Pivetti, nello studio di
registrazione Metrò Rec di Riva del Garda
(TN).
Ascoltando il testo della canzone, e la sua
ambientazione sonora, si percepiscono
energie e visioni di speranza, di gioia, ma

116 www.solosmedia.net
DISCHI
Camilla che devo tutto per questo progetto.
Comunque, tutta questa fretta per girare il
video, per poi scoprire che… ero troppo
vecchio per presentarmi a Sanremo Nuove
Proposte. Nell’ultima edizione infatti, il limite
di età dei partecipanti era stato abbassato
a 29 anni! Breve storia triste.”
La musica di CAMIN è qualcosa che
va di sicuro controcorrente rispetto al
mainstream e che può spingerci a riflettere
su temi che spesso dimentichiamo essere
le radici del nostro essere umani.
Una società che si allontana sempre più
da tutto ciò che è sacro, che fonda le
sue certezze sul tangibile dimenticandosi
della parte più sottile e al tempo stesso
più importante che sottende ogni cosa,
una società che giudica superfluo ogni
interesse allo spirito convogliando ogni sua
energia nell’alimentare solo la materia, ha
scelto di prendere in questa vita e su questo bisogno sempre più di artisti che mettano
pianeta. Ma in un mondo così veloce e la propria musica a servizio dell’anima e di
passeggero, ognuno di noi ha l’opportunità uno sguardo verso l’alto.
di ricordare chi è davvero, ricordarsi della Ricordati di CAMIN è un viaggio, una corsa
propria luce interiore, ricordarsi della a perdifiato alla ricerca di quel fuoco che
propria unicità e bellezza, anche attraverso arde dentro ognuno di noi e che possiamo
l’amore per un’altra persona e l’opportunità riscoprire ogni giorno trovando il coraggio
di offrirsi all’altro senza maschere.” di andare oltre quello che viviamo in
Il brano, come la maggiorate dei lavori superficie, anche se dovessimo essere le
di CAMIN, ha l'intento di portarci in una uniche persone in tutto il mondo a farlo.
dimensione nuova, di accompagnarci in un
mondo oltre quei sensi che troppo spesso
ci ingannano e soffocano la parte più viva
e lucente di noi.
Ad accompagnare le note e le parole di
Ricordati un videoclip girato da Camilla
Spagni (artista e compagna di CAMIN)
e ambientato nelle magiche terre della
Sardegna, tra coste, spiagge e strutture
nuragiche dell’entroterra.
Un video realizzato quando Camilla era al
quinto mese di gravidanza ma che non ha
fermato gli intenti dei due giovani creativi
che si sono lanciati in corse estenuanti
nella macchia mediterranea.
Un lavoro fatto in tutta fretta nel mese di
agosto 2021 poiché come ci racconta
CAMIN: "Ricordati doveva essere
presentato per il Festival di Sanremo nella
sezione Nuove Proposte entro settembre.
Serviva un videoclip nel più breve
tempo possibile, non avevamo tempo di
organizzare una produzione più strutturata.
È andata bene, oltre le aspettative, sono
davvero soddisfatto del risultato, ma è a

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Cardiopoetica,
VOCE E POESIA Collettivo di poeti, con Fabio
Appetito, Marco De Cave,
Mariano Macale

Le lacrime sono scese perpendicolari

Le lacrime sono scese perpendicolari

al muro; hai passato così tanto tempo

poggiata

su croste di cemento

che non avevo mai sospettato


quanto cielo ci fosse

nel guardare a terra.

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VOCE Roberto Manzi,


E IMMAGINE Fotografo

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jazz italiani
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