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Concerto finale di
Antonio Boselli
Satellite of sounds
“Per l'uomo antico i miti ed i rituali sono esperienze concrete che lo comprendono anche nel
suo esistere corporale e quotidiano;
per lui la realtà è un unità talmente perfetta
che l'emozione che egli prova, mettiamo, di fronte al silenzio di un cielo d’estate
equivale in tutto alla più interiore esperienza personale
di un uomo moderno”
Green light dive uno swing romantico ispirato dallo sguardo degli occhi di una donna, sguardo dolceamaro
carico di significato. Un incontro con la realtà e con la sua travolgente aspra dolcezza.
Un doloroso addio su una panchina di in un giardino d’infanzia in un pomeriggio di primavera in cui
indossavo i baffi sbagliati e grosse scarpe pesanti inadatte per correre dietro alla sua bici.
L’esperienza di comporre questo brano mi ha svelato il segreto che quegli occhi verdi celavano.
Un tema e un armonia che traggono ispirazione dalle opere di Bill Evans e Kenny Wheeler, alcuni tra i primi
musicisti di jazz che ho ascoltato e che continuano a nutrire la mia anima musicale.
Moon Landing una ballad astratta e sognante, con una melodia dilatata e pensosa, che si dipana in
un’atmosfera tra il sonno e la veglia. Una sorta di stato febbrile dal quale non si riesce a guarire.
E la luna gelida e impassibile che illumina con raggi ipnotici, assorbendo le energie.
L’evocazione di una magia che ci liberi dall’incanto.
Alien in your house, una melodia ispirata da mitologie moderne, i film polizieschi francesi degli anni ’70 e il
jazz etnico nordeuropeo dello stesso periodo.
Il tema cerca di raccontare una redenzione che cerchiamo di trovare nella natura che ci vive segretamente
accanto.Un ciuffo d’erba verdissima nel mondo arcigno e implacabile della metropoli contemporanea.
Un libro che lessi alle elementari e che mi influenzò molto era “Marcovaldo,ovvero le stagioni in città” di Italo
Calvino.
Il feel ritmico è un vamp swing di derivazione coltraniana e al jazz rock modale dei Quest di Dave Liebman
due mie grandi fonti di ispirazione giovanile.
Io sono l’alieno che viaggia nel tempo e nello spazio e assorbe ritmi e melodie dai luoghi dove passa, l’alieno
è un fiore sull asfalto che cresce anche senza che nessuno lo curi.
Blue sky boot un omaggio al blues come canto liberatorio, come la preghiera cantata durante una funzione
religiosa gospel, dove il fervore gioioso e insieme disperato scatena una festa in onore della nostra anima.
Un incoraggiamento ad andare avanti per vivere le esperienze della vita con curiosità e spirito libero.
Un pensiero musicale che si arrotola come un gatto intorno alla musica di Charles Mingus, Duke Ellington e
Ornette Coleman.
Rigraziamenti
I preziosi insegnamenti che ho avuto la fortuna di apprendere in età matura durante questi bellissimi cinque anni di
conservatorio mi hanno dato le competenze necessarie per affrontare la produzione della mia musica e credere in
me come musicista ed essere umano con più consapevolezza.
Per questo sono profondamente grato a tutto il dipartimento jazz e in modo particolare al
M° Francesco D’auria per l’amorosa pazienza che ha dimostrato nel capirmi e per la sua ostinata capacità di
guidarmi verso le mie montagne più ripide aiutandomi a scalarle
e al M° Riccardo Luppi per i suoi generosi incoraggiamenti, le necessarie tirate d’orecchi, i preziosi consigli e per
aver partecipato da musicista di grande esperienza a questo mio lavoro.
Ringrazio di cuore i musicisti Daniele Cavallanti, Alessandro Castelli, Simone Quatrana e Andrea Grossi che sono
con me sul palco per questo concerto.
Grazie a Gianni Grossi per le fotografie e per essere il papà di Andrea.
Molti maestri, amici e compagni che ho incontrato in questo percorso mi hanno incoraggiato e consigliato, alcuni a
volte hanno anche tentato di scoraggiarmi, forse perchè mi conoscono molto bene e sanno che quello è il modo
migliore per spingermi a superare le mie difficoltà,
li ringrazio tutti nel cuore: i Maestri Umberto Petrin, Antonio Zambrini, Oscar Del barba, Attilio Zanchi,
Tito Mangialajo, Lucio Terzano, Cristiano Calcagnile, Tino Tracanna, Alberto Mandarini, Luca Garlaschelli, Massimo
Greco, Luca Bragalini, Nicola Hawthorne, Pino Jodice; i compagni Alessandra Zuccaro,Toni Atrigna, Nicola
Occhipinti, Roberto Gelli, Tiziano Codoro, Filippo Loi, Rocco Traettino, Luca Algisi, Pietro Aloi, Samuele Falcone,
Davide Chioggia, Andrea Lopalo, Fabio Danusso, Andrea Brutti, Lorenzo Palermo, Emanuele Cossu, Riccardo
Sindona, Alessandro Lunedì, Nicola Dauria, Stefano Grasso, Alessandro Luppi, Chiara Bianchi, Mirko
Puglisi,Giacomo Cazzaro, Matteo Nicolin, Cecilia Barracaracciolo, Soleil Vaccarella, Alessia Mercandalli.
E i miei vecchi amici Alberto Tacchini, Stefano Risso, Luca Segala, Enrico Decarli e Gianluca Alberti.
Rigrazio infine i miei genitori per essere quì con me, mio fratello per l’ispirazione che mi dà
e mio figlio per la leggerezza saggia e la determinazione feroce con cui vive la sua vita.
Dedico questo lavoro alla memoria di un mio amico di vecchia data che è recentemente scomparso, il sassofonista
Silvio Binello, compagno di molte fantastiche avventure giovanili e splendido musicista.
Toboband
Daniele Cavallanti:
tenor sax,
Alessandro
Castelli:trombone
Simone Quatrana:
piano elettrico
Andrea
Grossi:contrabbasso