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RIASSUNTO MIO ''DE LIBERO ARBITRIO''

il testo è uno scritto disant'agostino. Esso venne scritto tra la primavera e l'inverno del 388 a roma
ovvero quando, dopo il battesimo a milano nel 387, agostino si trovava nella città eterna prima di
tornare in africa. È uno dei suoi primi scritti dopo la conversione e il tema centrale è il male e il
paccato originale legati al libero arbitrio. Egli però tratta questi temi , contemporaneamente
filosofici e teologici, ma con un andamento platonico ovvero il dialogo. I primi due libri, in
particolare, seguono questo andamento e infattisi ha un dialogo tra agostino ed evodio, un suo
amico. Nel terzo libro però questo andamento è abbandonato da agostino per prendere invece quello
argomentativo.
PRIMO LIBRO
nel primo libro tutto il dialogo parte dal male . Se ne cerca il principio e se ne distinguono di due
tipi: il male fisico e quello morale, distinzione che porta agostino ad abbandonare la credenza della
malattia come punizione di dio. Il male viene presentato ontologicamente come mancanza di essere.
Tutto comincia con Evodio che chiede ad A il principio del male e se dio lo fosse. A risponde subito
che dio non è il principio del male e distingue tra malum fisico e morale. Il primo è frutto della
punizione di dio che, come da dei premi, da anche dei castighi,mentre il secondo è il peccato stesso
frutto della libido che domina sulla ragione e che porta l'uomo a tendere verso i beni terreni ,
insicuri, mentre la buona volontà porta l'uomo a tendere verso i beni eterni. Posto che dio non è il
principio del male perche è buono e agisce bene E chiede si vi sia un principio. A risponde che si vi
sarà un principio perche il male non si crea da solo ma non si può conoscere perche non è un essere
determinato ma ogni malvagio è autore del proprio male. Dopo aver posto la distinzione e negato
che dio è il principio del male, E chiede se il male si apprende. Agostino qui riporta uno dei suoipiù
importanti sillogismi. Parte dalla costatazione che si impara con l'intelligenza. L'intelligenza è un
bene e quindi imparare è un bene perche da una azione buona proviene il bene. Se imparare è un
bene anche il suo correlato lo è ovvero insegnare. Partendo da ciò agostino afferma che il male non
si impara ne si insegna e ciò perche imparare è frutto dell'intelligenza e quindi è in se un bene
perche proviene da un bene e perche insegnare è correlato di imparare per cui se vi è un insegnante
questo non è cattivo e se è cattivo non è insegnante. Il male quindi non si apprende o se lo si fa , lo
si fa solo per evitarlo per cuisipuò dire che il male è una devianza dell'imparare. Nonostante ciò E
continua a pensare che esistano due apprendimenti, uno per il bene e uno per l'azione del male ma
agostino lo esorta a smettere di indagare su ciò e su un possibile educatore perche se una persona è
tale , può essere solo bene. Egli cioè gli chiede di fare un atto di fede, di credere e qui riprende il
profeta isaia quando dice di credere come presupposto per comprendere. Agostino quindi esorta
Evodio a credere e ad avere fede anche se le spiegazioni sono lontane dalla ragione umana e
dall'esperienza. Da questo ragionamento peròsorge un problema ovvero l'origine del male. Per
spiegarlo innanzitutto A dimostra l'esistenza di dio e la sua caratteristica di essere sommamente
bene tuttavia, A ritiene che prima di discutere dell'origine del male, bisogna capire cosa significa
agire male. A tal proposito riporta degli esempi terreni come gli omicidi, gli adulteri o i sacrilegi. In
particolare viene analizzato l'adulterio considerandolo male sotto tre spiegazioni che però vengono
confutate da A. 1= adulterio come male perche vietato dalla legge, 2= adulterio come male perche
trasgressione del principio di non fare agli altriciò che non si vuole subire → agostino lo confuta
affermando che vi sono adulteri consensuali e reciproci per cui questo principio non bast a rendere
l'adulterio un male 3= adulterio come male perche colpa che viene puntia → agostino confuta anche
questa motivazione affermando che esistono anche persone che sono state punite nonostante non
avessero nessuna colpa come i martiri. L'adulterio, agli occhi di A è un male perche spinto dalla
passione. È la passione a dettarlo e a renderlo un peccato. La passione è la causa del male sia
quando la si intende come desideri positivo che quando la si intende come desiderio negativo
ovvero timore. Tra i due c' è molta differenza ma i entrambi i casi siamo di fronte a desiderio
immoderato solo che il desiderio positivo è brava, tendenza mentre ildesiderio negativo è fuga,
timore. Per spiegare quest'ultimo, A riporta l'esempio dello schiavo che uccide il padrone per paura
e timore di una vita oppressa. Lo schiavo uccise per avere un bene, una vita libera quindi inse
questa azione non è un peccato e infatti, A afferma che vi sono azioni che anche se in alcuni casi
vengono condannate, in altre no. Siamo sotto la giurisdizione della legge civile che infatti permette
alcuni reati e non li punisce. È il caso degli omicidi dei soldati contro i nemici. La legge civile non
punisce queste azioni perche considerate in vista di un bene maggiore, quello comune e per evitare
misfatti maggiori. Queste azioni però, pur non essendo punite dalla legge civile, sono comunque dei
peccati e sono giudicati dalla legge divina. C'è differenza tra la legge civile e quella divina e infatti
mentre quella civile è mutabile e non eterna, quella divina è eterna e immutabile ed essa punisce
azioni che la legge civile permette. La legge divina si colloca più in alto e può anche togliere il
potere ad un popolo che perde la rettitudine. Essa è unica ed è strettamente legata al concetto di
giustizia e ordine. Da essa provengono tutte le leggi civili. Con ordine agostino intende la
sistemazione degli esseri in relazione tra loro nel creato. Il tema dell'ordine è poi sviluppato in
relazione al singolo, all'uomo e alle sue capacità e facoltà. Agostino cioè analizza la posizione
dell'uomo nel creato e lo fa analizzando i suoi rapporti con gli altri esseri. Afferma che l'uomo è in
una posizione di dominio degli altri esseri e a garantirgli questo dominio è la ragione. L'uomo è
superiore e domina soprattutto gli animali grazie alla sua ragione e alla sua coscienza di vivere. Vi è
differenza quindi tra vivere, che è degli animali, ed essere coscienti di vivere che è degli uomini e si
è tali solo in virtù della ragione. La superiorità dell'uomo è quindi dettato dalla'vere la ragione , il
pensiero e quindi non da una caratteristica fisica ma razionale. Se l'uomo nel creato ha un posto di
dominio è solo per essa per cui una vita retta è quella posta al servizio della ragione. Secondo
agostino infatti vi è una facoltà nell'uomo che lo rende dominante ovvero la mente, la ragione. La
mente è ciò che domina anche tutte le altre facoltà dell'uomo(volitiva, vegetativa e sensitiva =in
comune con gli animali) per cui si può dire che l'uom è pienamente razionale. Non in tutti gli
uomini però domina la ragione. Si può però dire l'uomo in cui domina la ragione è sapiente mentre
l'uomo in cui non domina la ragione è lo stolto. La sapienza è quindi il regnare della ragione. Uno
spirito in cui domina la ragione è superiore ad uno spirito in cui domina il desiderio, quello dello
stolto per cui lo spirito e la ragione sono più forti del desiderio. Al di sopra della ragione vi è dio.
L'essenza di dio è buona e superiore alla mente dotata di virtù per cui dio non può costringere
l'uomo al vizio. Dio ha creato tutti gli uomini come dotati di virtù e volontà buona ma l'uomo ha poi
potuto scegliere liberamente. Non è quindi il corpo, perche sostanza inferiore all'anima, ne dio a far
peccare l'uomo ma una facoltà che è nell'anima ovvero il libero arbitrio della volontà . È stato
l'uomo a scegliere di cadere nelle sofferenze. L'uomo che quindi inizialmente è stato creato come
volto alla sapienza ha poi scelto loberamente e per propria volontà cadendo nel peccato. Ora, coloro
in cui domina la ragione e in cui vi è la volontà buona sono felici e vivono nell'onesta morale
mentre gli altri no. Agostino però afferma anche che tutti gli uomini sono stati creati da dio come
aventi per fine la felicità e quindi con la volontà buona. La differenza tra coloro che sono felici e
coloro che non sono felici non è quindi all'origine ma nella volontà che hanno scelto : i sapienti
hanno scelto la volonta buona che li rende felici mentre gli stolti il peccato che li rende infelici. A
tutti quindi è posta la felitcità ma non tutti la raggiungono. tuttavia la volontà buona è figlia stessa
della volontà per cui basta volerla per averla; lo stolto, che non è mai stato sapiente, basta che vuole
la volontà buona per averla e divenire sapiente. Agostino sottolinea più volte l'autogeneratività della
volontà e il fatto che avere la volontà buona significa agire nell'onestà morale. Poi afferma che chi è
sapiente e ha la volontà buona è anche temperante, forte, giusto e prudente ma soprattutto beato
perche agire moralmente e avere la volontà buona è degno di lode per cui chi è tale viene reso
beato. Vi è una netta differenza tra lo stolto e il beato. Questa riguarda due elementi:
1. il vivere secondo due diverse leggi: chi è stolto e vive secondo il desiderio, vive nella legge
terrena e amandola ama gli oggetti terreni che si possono sempre perdere mentre il beato,
avendo la volontà buona vive nella legge eterna e amandola ama un oggetto eterno e
immutabile
2. la visione degli oggetti: lo stolto ama e brama gli oggetti terreni perche considerati bene egli
quindi usa male mentre il sapiente ama solo le cose eterne e sa che le cose terrene non sono
il bene ma è lui a renderli tali.
A questo punto il dialogo del primo libro si chiude. I due hanno distinto il male, hanno definito che
il male non si apprende ma soprattutto sono riusciti a definire gli ambiti della elgge eterna e terrena
distinguendo due tipi di cose: eterne e terrene. Evodio si trova d'accordo con agostino quando si
dice che i peccati dipendono dall'uomo che distoglie l'attenzione dalle cose eterne verso quelle
mutabili e si trova d'accordo anche quando viene definito l'origine dell'agire male e quindi del
peccato ovveroil libero arbitrio dell'uomo. Prima di concludere però i due pongono un nuovo
quesito ovvero '' se noi pecchiamo a causa del libero arbitrio e se il libero arbitrio è un dono di dio
all'uomo, significa che infondo è dio il responsabile del peccato dell'uomo?''
SECONDO LIBRO
il secondo libro mantiene ancora l'andamento dialogico tra agostino e evodio. Il tema centrale ora è
la domanda per cui se il libero arbitrio è il mezzo attraverso cui l'uomo pecca, perche dio l'ha
concesso all'uomo ? Ne sarebbe quindi responsabile dei suoi peccati? Il dialogo qui si fa molto più
complesso e intrecciato. Agostino per rispondere parte da una argomentazione razionale e cerca
innanzitutto di dimostrare l'esistenza di dio e di come tale esistenza sia quella di un essere
sommamente buono giungendo poi a vedere il libero arbitrio, che proviene da un bene, come esso
stesso un bene ma intermedio tra quelli terreni e la virtù. Agostino afferma che l'uomo dipende da
dio. Egli ha dato all'uomo molti beni ma da ad esso anche dei castighi. È il caso del libero arbitrio
che è un bene e dei castghi nel momento in cui l'uomo pecca. L'uomo quindi dipende da dio non
solo perche egli è buono con lui ma anche perche è giusto e da lui proviene la perfetta giustizia.
Ogni bene proviene da dio e anche l'uomo è un bene perche proviene da dio e perche quando vuole
può agire con rettitudine. Se l'uomo è un bene in quanto può agire con rettitudine e agire con
rettitudine deriva dalla sua volontà, allora la volontà è stata data da dio all'uomo per portarlo ad
agire giusto. Quando ciò non accade egli cade nel peccato e viene punito da dio. Il problema che si
pone è del perche l'uomo non agisce male e usa male la sua volontà applicandola ad un fine diverso
da quello che ha portato dio a dargliela? Anche in questo caso agostino riprende il sillogismo
''credere per comprendere'' e afferma che bisogna innanzitutto partire dalla fede per poi trovare
ragione di ciò che si crede e questo, dice agostino, lo ha detto dio stesso ai primi sapienti che , dopo
la fede hanno avuto modo di dimostrare razionalmente ciò in cui credevano. Bisogna quindi prima
credere e dopo ciò è lecito poter cercare dimostrazione di ciò in cui si crede. Per cercare ciò bisogna
innanzitutto dimostrare l'esistenza di dio poi dimostrare che ogni bene proviene da dio e infine che
il libero arbitrio è un bene dato all'uomo da dio. Per dimostrare dio agostino parte dall'uomo e dalla
sua esistenza. Afferma che ogni uomo è cosciente di esistere e ciò lo porta ad essere cosciente di
vivere. Queste due, io esisto e io vivo, portano ad una 3 consapevolezza ovvero io penso. Esistere,
vivere e pensare sono quindi legate da un rapporto di reciproca implicazione dove però il pensare è
la più alta facoltà. Nell'esistere l'uomo vive. L'uomo vive tramite anche i 5 sensi che gli permettono
di avere percezione del mondo e degl oggetti. Di questi egli coglie sia i tratti particolari sia quelli
comuni , ovvero percepibili da più sensi, ma i 5 sensi non sono capaci di discernere i tratti
particolari da quelli comunu e qui agostino introduce il senso interiore che è la ragione. Questo è
capace non solo di distinguere ma anche di percepire i 5 sensi stessi che da soli non sono capaci di
farlo. L'uomo è consapevole di avere il senso interiore , la ragione. Agostino chiede ad evodio
perche egli considera il senso interiore come superiore ed egli risponde che è tale perche esso è
giudice e regolatore dell'altro. Successivamente si chiedono 1. se esistono sensi esterni uguali o
diversi 2. se esistono sensi interiori diversi o unici. La risponsta è la medesima per entrambi ovvero
i sensi, esterno e interno, sono uguali per forma ma distinti tra loro e negli individui. Questo spiega
il perche a volte si percepiscono le stesse cose e questo vale per tutti i 5 sensi anche se cambia
l''intensità e infatti, ciò che gustiamo e odoriamo può cambiare di intensità da un soggetto all'altro
ma ciò non accade con la vista e l'udito che è percepibile in egual modo per tutti i soggetti. Si dice
''proprio'' quell'oggetto la cui percezione cambia da soggetto in soggetto e ''comune '' quell'oggetto
che è percepibile in egual modo da tutti i soggetti. Un esempio sono i numeri. Dei numero l'uomo
non ne fa esperienza sensibile ma ne ha una nozione. Essi sono una verità intellegibile , immutabile
e universale , uguale per tutti e per questo sono stati associati alla sapienza già nelle scritture. Qui
agostino si chiede se quindi la sapienza sia raggiungibile in eguale modo da tutti e la paragon a alla
verità affermando che essa è lo strumento per il raggiungimento del sommo bene. Ora, dato che il
sommo bene è uguale per tutti, uguale sarà la via di accesso ad esso e quindi la sapienza. La
sapienza è quindi una e universale. Essa va ricercata e contemplata e facendo ciò si consegue una
vita beata che significa vivere giustamente subordinando il peggio al meglio. Numero e sapienza
sono la stessa cosa anche se molti considerano il numero di valore minore ma in realtà non è così e
per spiegarlo agostino riporta l'esempio del fuoco. Nel fuoco, calore e luce non sono distinguibili
tuttavia il calore lo percepisce chi è più vicino mentre la luce anche chi è lontano. Nello stesso
modo sapienza e numero non sono separabili i corpi più vicini ad essi riescono a diventare sapienti
con l'intelligenza mentre quelli piu lontani ne vedono solo la luce tramite i numeri.
I numeri e la sapienza sono delle veirtà intellegibili. Non si può dire che esse non esistono in quanto
in realtà esse non solo esistono ma sono necessarie e comprendono tutti gli oggetti immutabili e
veri. Le veirtà immutabili sono superiori alla nostra mente. Essi ci permettono di dare dei giudizi
sulla realtà; sono dei criteri massimi di giudizio ma non sono sottoposti a nostro giudizio e non sono
a nostra disposizione come proprietà oerche siamo noi a loro disposizione. La verità intellegibile è
una realtà superiore allo spirito che bisogna ricercare e contemplare per farne base del giudizio della
nostra quitidianità. Essa illumina gli oggetti ma una volta visti questi oggetti illuminati, l'uomo
ambisce a vedere la fonte della luce e raggiungere la fonte della luce significa godere della verità e
di tutti i beni veri, andare al principio di tutto ciò che è vero. Solo abbracciando la verità si può
essere felici perche la verità è come la sapienza ed è la via che ci porta al sommo bene e quindi ad
una vita felice. Solo chi gode del sommo bene può essere felice perche gl è dato dalla verità e ha
quindi tutti i beni. La verità è un bene di cui non si ha timore di perderlo perche perderla è qualcosa
che avviene solo per nostra volontà. Non si perde la verità se non solo se la vogliamo perdere. Ci
sono beni infatti che possono essere persi involontariamente ma questo non vale per la verità che
invece si perde solo per nostra volontà. Questa si chiama separazione dalla verità e condanna
l'uomo al male e al peccato. La verità è superiore alla ragione e se c'è qualcosa di superiore alla
verità questo è dio che è sommamente intellegibile. Come per la verità noi siamo ignoranti verso di
lui perche sappiamo che esiste ma ne ignoriamo i contenuti. Pur ignoranti però quando vogliamo
essere sapienti , la verità, ci colleghiamo al sommo bene e questa è la felicità. Il processo per
collegarci al sommo bene proviene dal mondo esteriore, dai beni. In essi si trova il segno di dio e
tramite i loro stimoli l'uomo si innalza dal sensibile verso la propria interiorità e da qui si unisce al
sommo bene ma unirsi al sommo bene significa godere e contemplare la bellezza e l'armonia del
creato, partire da esso. Contemplare il creato però significa contemplare tutto ciò che ha una forma.
Ciò che non ha una forma è il nulla. Questa forma non può essere data dall'oggetto a se stesso ma
proviene da qualcosa che è forma immutabile e perenne ovvero dio. Tutto quindi esiste perche dia
ha dato forma e sussiste per dio. Tutto questo ragionamento quindi dimostra l'esistenza di dio
ma anche che i beni del creato provengono da lui. Importante ora è capire se anche la libera volontà\
libero arbitrio è un bene che proviene da dio. Il problema si pone nel momeno in cui esso viene
usato non rettamente portando a dubitare quindi della sua origine divina. In realtà le prove
dell'esistenza di dio e del fatto che tutti i beni provengono da dio porta anche il libero arbitrio ad
essere considerato tale. Agostino distingue tre tipi di bene:
grandi → si può solo usarli bene e vivere rettamente
intermedi → si può usarli bene ma anche male e quindi non bastano da soli a vivere rettamente
piccoli → si puo usarli bene e male ma si può vivere rettamente anche senza.
Tutti i beni provegono da dio. Quelli piccoli sono i beni che mutano, quelli del corpo e sensibili
mentre quelli grandi sono le virtù per cui si può vivere solo rettamente. Al centro troviamo quelli
dello spirito come la volontà che è quindi un bene intermedio. Essa condivide delle cose con i beni
del corpo ovvero il fatto che entrambi , pur essendo beni, possono essere usati male (es.mani e piedi
che sono bene ma possono uccidere). Con ciò agostino sta avviando un parallelo per sottolineare
come tutti sono beni ed entrambi, corporei e volontà , possono essere usati male anche se la malizia
della volontà è peggiore e più distruttiva ma è anche superiore ai beni del corpo perche senza i beni
del corpo si può vivere rettamente ma ciò non senza la volontà. Volgendosi alle virtù la volontà si
eleva verso la sapienza e la verità ovverosi diventa sapienti e si vive rettamente mentre volgendosi
verso i beni inferiori la volontà si corrompe e cade nel peccato. La felicità quindi sta nella volontà
che si unisce ai beni superiori fino al sommo bene. Il mase conssiste nel volgersi da ciò che non è
diveniente a ciò che lo è e ci porta a distoglierci dalle verità e beni immutabili a quelli contingenti
del corpo. Bisogna capire da cosa dipende questo movimento verso l'inferiore. Esso non può essere
imputato a dio perche sommo bene ne ada altre creature perche lo spirito è superiore al corpo per cu
il corpo non può trascinare lo spirito. Questo movimento è frutto della volontà stessa, è una
devianza di essa,una sua mancanza. Questo movimento è un movimento difettivo della volontàe
appartenendo a d essa non può accadere e non si vuole. Ogni bene superiore quindi può essere perso
solo in virtù della propria volontà. Tutto quindi non sta nel dubitare dell'origine divina dell'a
volontà, che è assodata e certa in quanto bene di dio, tutto sta invece nel provare che da essa
dipende il peccato dovuto quindi ad un male utilizzo della stessa. È per volontà che si perde la retta
via. La vita beata quindi consiste nell'impossibilità di vivere rettamente perche la volontà non è
altro che volta al bene superiore e desiderosa solo di esso.
TERZO LIBRO
nel terzo libri agostino abbandona l'andamento dialogico per prendere invece un andamento più
argomentativo. Tema centrale è sempre la libera volontà ma soprattutto l'origine del movimento
difettivo di questa. Agostino infatti si chiede da dove abbia origine questo moto e se questo sia
naturale. Se è tale allora ne l'anima ne la volontà avrebbero colpe. In realtà però il movimento
difettivo della volontà non può essere e non è naturale ma è frutto e scelta della volontàstessa.
Agostino chiarisce la non naturalità di tale movimento mettendolo a paragone con il movimento
verso il basso di una pietra. Quello della pietra è naturale perche dettato dal suo peso mentre quello
della volontà è frutto di una libera scelta. La prietra, cadendo verso il basso quindi non pecca
mentre la volontà si. Il movimento difettivo quindi non è naturale ma perfettamente volontario,
frutto della volontà stessa che si autogenera e definisce. Esso proviene dalla volontà . A questo
punto agostino affronta un tema importante ovvero la prescienza di dio applicandola alla volonta in
quanto se dio aveva prescienza della volontà e del suo movimento difettivo , viene naturale
chiedersi del perche dio abbia dato all'uomo qualcosa per compiere peccato. A sfferma che vi sono
uomini che non credono nella provvidenza divina ma affidano tutto al fato e alla fortuna e bendati
come questa si abbandonano alle cose divenienti e futili mentre vi sono uomini che sono certi di un
disegno divino e pregano invocando che dio li accolga nella sapienza. Questi uomini credono nella
prescienza di dio ovvero nella consapevolezza che dio sa ciò che accade. Se ciò è vero allora anche
la nostra volontà, il peccato e il movimento difettivo divengono necessari perche ciò che dio sa è
necessario che accada. Non si pecca per volontà ma per necessità. Ciò è vero e non è in
contraddizione con l'estrema bontà di dio. Agostino chiarisce ciò affermando che si, dio ha
prescienza anche del movimento difettivo . Egli da all'uomo la volontà consapevole dell'uso che ne
verràfatto ma comunque la volontà rimane completamente libera. Essa è completamente potere
dell'uomo quindi, dio da la volontà all'uomo ma è poi l'uomo ad esserne padrone e a scegliere.
Questo fa riferimento anche al peccato. Dio è presciente del peccato ma lascia l'uomo libero di
peccare. Il movimento difettivo e il peccato, pur necessari e conosciuti da dio quindi, non sono
imputabili a lui ma frutto della volontà stessa che è in nostro potere. A evodio sembra quindi che
prescienza e libero arbitrio siano due cose distinte ma in realtà non è così perche entrambi sono in
dio ma la volontà è libera nell'uomo, dio non ci costringe a scegliere il male ne a peccare pur
sapendo già l'esito. Si può dire che dio ha prescienza di tutto ciò che crea ma non è autore di tutto
ciò di cui a prescienza come ad esempio il peccato. È autore e ha prescienza del mondo creato.
Questo ha in se un rigoroso e armonico ordine in cui risplende la bellezza e sapienza divina. Questo
ordine può essere visto dagli uomini e ve ne sono alcuni che si lamentano affermando che si poteva
fare tutto perfetto compreso la volontà in modo che non peccasse e uomini che invece vedono più
affondo comprendendo che tale ordine è quello necessario e giusto perche voluto da dio e che in
tale ordine la posizione dell'uomo è perfetta. La gerarchia è: demoni → peccano e rimangono nella
volontà di peccare, uomini con libera volontà che peccano ma possono uscire dalla volontà di
peccare e redimersi volendolo, angeli che sono le sostanze intellegibili più vicine a dio che non
peccano e non escono dalla volontà di peccare e per tale motivo poste in un mondo superiore
nell'alto dei cieli. Questo ordine è perfetto e saputo da dio. Ogni cosa nel creato è perfettamente
ordinata anche il peccato e i demoni che fanno il male ma dio ha voluto comunque crearli dando
prova della sua estrema bontà. Il creato di caratterizza per la diversità e infatti , soprattutto tra gli
uomini, vi sono corpi diversi ma anche e soprattutto anime diverse. È grazie a questa diversità che
l'universo è perfetto . in particolare ci sono anime felici e anime infelici. Queste ultime sono
inferiori alle anime felici perche peccatrici e sono anche lontane dal sommo essere e bene ma sono
superiori alle anime che non hanno nemmeno il desiderio di essere felici. Queste anime infelici
spesso affermano di preferire morire piuttosto che vivere nella miseria ma in realtà secondo
agostino mentono perche nessuno crede nel completo annichilimento e anche coloro che si vedono
peccatori e miseri, in realtà , quando si tolgono la vita, sperano di sussistere in un altro mondo e in
un altra vita. Essi quindi non riescono a rinunciare all'esistenza in quanto dio ha donato loro un bene
così grande che non riescono a non volerlo. Ogni esistenza è quindi lodevole. Ognuno deve amare il
proprio essere , coltivarlo e amplificarlo. Solo così si può raggiungere la beatitudine in quanto
l'amore per il proprio essere conduce alla felicità perche incrementa il proprio essere con beni
eterni. Vi sono quindi anime felici e infelici ma non possiamo dire che non doveva crearle in queste
condizioni in quando deve essere lodato anche per questo . Anche l'infelicità completa la perfezione
del creato ma soprattutto, se l'anima diventa infelice in quanto incontra il peccato, allora anche esso,
essendo l'anima infelice parte della perfezione, è parte di essa. Anche i peccati sono quindi
indispensabili alla perfezione anche se poi frutto della volontà umana. Per agostino sono due le
cause del peccato: quando si pecca autonomamente e spontaneamente e quando si pecca per
istigazione. In entrambi i casi siamo di fronte ad un peccato comunque frutto della volontà perche
anche quando si è istigati, si cade nel peccato perche si vuole tuttavia, è più grave peccare
sponetamente e ancor più grave istigare al peccato. Coloro che peccano sono in balia del diavolo
tuttavia dio ha concesso al diavolo solo la corruzione della carne e ha reso questa mortale in modo
tale che nonostante il corpo rimanesse legato al peccato, l'anima si sarebbe potuta purificare e
infatti, una volta morto il corpo l'anima, che è pensante ma era incatenata al peccato, può risalire,
col pentimento e la fede, alle grazie di dio. Dio ha soggiogato il diavolo con la giustizia divina e
mandato suo figlio che con la morte ha riscattato l'uomo rendendolo libero. Dio ha creato tutte le
creature sia quelle che peccano che quelle che non peccano e ognuna di esse concorre alla
perfezione dell'universo. Ogni creatura, proprio perche creata da dio è buona tuttavia può
corrompersi o meno. Corrompendosi diventa meno buona non corrompendosi rimane buona ma
indipendentemente da questa possibilità , le creature sono buone perche vengono da dio e dio per
questo deve essere lodato creatore e benefattore pur biasimando chi pecca. Non si biasima la natura
della cosa in quanto essa è buona. Ad essere biasimata è l'imperfezione di quella cosa ovvero ciò
che va contro natura, quella buona data da dio. Bisogna quindi biasimare ragionevolmente e quindi
non la natura ma la sua imperfezione tuttavia, biasimando l'imperfezione se ne loda ciò che si vuole
con interezza ovvero ciò che è perfetto e cioè dio, la natura perfetta che è degna di lode.
L'imperfezione è male perche si oppone alla natura di quella cosa e nell'uomo tale imperfezione è il
vizio in quanto corrompe la natura buona. Noi biasimiamo il vizio perche è contro la natura. Il vizio
o imperfezione non può essere chiamato sostanza o essere. Esso è un parassita della sostanza, una
mancanza della natura, un venir meno di essa. Come l'imperfezione in generale anche il vizio
dell'uomo però non è sempre considerato una corruzione e infatti è imperfezione o vizio solo ciò
che si corrompe per volontà ma quando tale imperfezione o vizio è dettato dalla natura gerarchica
stessa del creato, questo non può essere considerato una corruzione o imperfezione in quanto
concorre alla perfezione del creato. Fra tutte le corruzioni, solo quella dovuta ad imperfezione è
considerata tale e fra tutti i vizi solo quelli volontari sono considerati tali. Non si biasima quindi ad
esempio ciò che è come dovrebbe essere ne ciò che cessa di essere ne tanto meno l'allontanamento
dell'essere da dio è la sua corruzione in quanto questi non provengono dalla volontà dell'esere ma
dal peccato originale. Una corruzione della natura può avvenire anche grazie ad un essere che è più
perfetto; ora se tale essere trova qualcosa di corruttibile allora l'altro essere verra corrotto ma se
quell'essere non trova nulla di corruttibile allora non ci sarà corruzione ne peccato. Ogni peccatp
crea un danno nell'ordine voluto e creato da dio ma questo danno viene subito riequilibrato con una
punizione o supplizio . Chi pecca cioè riceve ciò che deve subire e questa punizione fa in modo che
l'ordine del creato non si allontani mai dalla bellezza con il quale è stato voluto. Naturalmente è
impensabile che queste punizioni sinao ingiuste perche dio è ottimo e giusto. Egli non deve niente
ma l'uomo deve tutto a lui perche senza di lui l'uomo non sarebbe nulla . È grazie a dio che l'uomo
ha ricevuto la sua natura ed è a lui che deve tutto. Fa questo usando la sua natura nel migliore dei
modi ovvero agendo bene. Se non fa questo pecca e se pecca viene punito ma il peccato è sempre
dettato dalla volontà per cui non si può accusare per nulla dio che invece deve essere lodato perche
nella sua creazione egli ha fatto tutto buono. La causa del peccato è quindi la volontà incontrollata,
l'improba voluntas. Evodio cerca di risalire ad una causa di questa volontà ma agostino si oppone
affermando che una ricerca di tale tipo è una ricerca infinita. Si potrebbe dire che la causa
dell'improba voluntas sia l'avarizia dell'uomo che lo spinge a volere sempre di più e in maniera
immoderata ma in realtà tutto riporta alla volontà. È sempre e solo la volontà a essere causa di essa
e del peccato. Non esiste causa anteriore alla volontà che non sia essa stessa. Evodio allora si chiede
se la volontà costringa a volere anche chi non vuole e qui agostino differenzia il vero peccato voluto
da quello non voluto affermando che si pecca solo quando si può evitare di volere ma non quando si
è obbligati. Quando si pecca l'uomo viene punito . Ci sono due condizioni di pena: l'ignoranza che
porta all'errore ed è l'incapacità di vedere ciò che è giusto la debolezza che porta al dolore ed è
l'incapacità di attuare ciò che è giusto pur intuendolo. Queste due condizioni sono anche figlie del
peccato originale e infatti non solo si possono chiamare peccato quelle azioni che si compiono per
ignoranza di ciò che è giusto o per debolezza ma anche quelle azioni che sono conseguenza della
pena del primo peccato della volontà ovvero il peccato originale. Non è peccato quindi solo ciò che
è fatto coscientemente ma anche ciò che consegue dalla condanna. Mangiando la mela adamo ed
eva hanno violato un precetto che ha corrotto l'essere e lo ha allontanato da dio gettandolo
nell'ignoranza, nella debolezza e nella mortalità. C'è stata una degenerazione ontologica dell'essere
che ha portato l'uom ad essere incapace di vedere ciò che è bene e di fare ciò che comprende essere
bene. Tuttavia dio, in quanto buono e giusto, ha anche dato la possibilità alla progenie di adamo ed
eva di espiare il peccato con cui nasce ogni uomo volgendosi a dio.
Agostino cerca di comprendere la propagazione del peccato e la lega alle anime riportando 4 ipotesi
che però per lui non sono esaustive o comunque per A non è tanto importante chirire come avviene
la propagazione del peccato ma piuttosto come salvarci da esso. (una sola anima= tutte da essa e
quindi tutte peccatrici-anime singolarmente= tutte peccatrci perche se il primo sbaglia si ha effetto
domino). Nonostante l'anima cade nel peccato dio è misericordioso e infatti essa può sempre
riscattarsi con l'aiuto di dio, perfezionarsi e raggiungere la virtù liberandosi dall'ignoranza e dalla
debolezza. In ogni caso non è a dio che è da imputarsi la caduta nel peccato ma alla volontà
dell'uomo. È con dio e la fede che l'anima si rialza e lo fa partendo dal creato e cercando in esso i
segni di dio che portano l'uomo a non abbandonare mai la fede in un futuro felice. L'anima quindi
avvierà un percorso che attraverso la conoscenza la porterà alla verità. Se ignorerà questo percorso
essa cadra nel peccato e verrà punita da dio con l'ignoranza. Non si imputa infatti all'anima la sua
natura incapace di sapere e potere ma il suo mancato impegno a raggiungere queste capacità. In
ogni caso però dio va lodato perche lui ha creato l'anima buona e non malvagia ma soprattutto
capace di raggiungere le virtù . È colpa della volontà se essa poi si allontana da ciò ma sarà sempre
grazie a dio che essa potrà risalire e perfezionarsi anche con le pene.
Il libero arbitrio si chiude con una analisi dello stato del primo uomo creato. Agostino obietto contro
coloro che cercano di definire adamo o come sapiente o come insipiente e afferma che questi si
ostinano perche non comprendono che la natura dell'uomo , inizialmente, può anche essere in uno
stato intermedio tra sapienza e insipenza e ciò è testimoniato dai bambini che alla nascita non
possono essere considerati ne sapienti se insipienti. Ne consegue che la natura ha uno staot
intermedio. L'uomo quando è stato creato è stato posto in una condizione intermedia tuttavia ,
sebbene non era ne sapiente ne insipiente aveva comunque il libero arbitrio e la libera volontà. Egli
infatti poteva scegliere tra il comando divino e l'istigazione del serpente. Non possedere la sapienza
non è imperfezione in quanto comunque l'uomo aveva la possibilità di eleversi e ottenerla
scegliendo il comando divino o degenerare verso il peccato cedendo all'istigazione del serpente.
L'uomo ha ceduto e si è allontanato da dio. Sorge un dubbio, è stato l'allontanamento da dio a
rendere l'uomo insipiente o l'uomo è perche era insipiente ch si è allontanato da dio? Una risposta
certa non c'è secondo agostino perche se l'uomo si è allontanato da dio perche insipiente allora
nasce tale ma in realtà l'uomo viene posto, per sua natura,in un intermezzo dove il passaggio verso
uno stato o l'altro avviene per completa volontà. L'uomo quindi viene creato per natura come a metà
fra sapienza e insipienza ma capace di scegliere. La scelta avviene tramite la consocenza. Ciò di cui
l'uomo ha conoscenza sono gli oggetti e può scegliere tra quelli benevoli che lo innalzano a dio e
quelli che lo portano al peccato. Nel paradiso terrestre gli oggetti erano due: il comando divino e
l'istigazione del diavolo. Colui che avrebbe scelto bene pur se insipiente, avrebbe avuto la felicità
ma l'uomo non ha scelto bene. L'uomo ha quindi potuto scegliere e dalla sua scelta è dipesa la sua
infelicità o felicità. Come per luomo, anche il diavolo è diventato cattivo per la conoscenza di un
oggetto ovisione di una realtà. In particolare è l'invidia e la superbia che lo ha allontanato da dio
come qeuste allontanano gli uomini dal sommo bene che è dio. L'uomo può avvicinarsi però a dio e
lo può fare riconoscendo la sua miseria e umità di fronte a dio. La superia e l'invidia quindi
condannano l'uomo ma dio è grande e misericordioso e infatti oggre all'uomo una seconda
possibilità per redimersi dal peccato. Anzicchè condannarlo alla felicità si pone come esempio e
l'uomo non deve far altro che unirsi con umiltà a dio attraverso un percorso. Nonostante l'uomo
cade nel peccato cedendo all'istigazione del diavolo, la clemenza di dio è grande

agostino nel testo risponde anche ad alcune obiezioni sui bambini:


1.se gli uomini si liberano dal peccato volendolo, come fanno i bambini che muoiono prima di
volerlo a liberarsi? → dio ha creato tutto in perfetto ordine per cui egli sarà giustiziere anche di
questi bambini dando loro una sentenza a metà tra pena e premio
2.cosa ha giovato il battesimo ai bambini che l'annoo ricevuto prima di averne coscienza? → giova
alla fede dei genitori
3.perche i bambin ia volte sono soggetti a tante sofferenze pur non avendo ancora peccato?
Agostino non trova risposta a questa obiezione e anche lui afferma di aver spezzato l'orgoglio di
fronte al dolore di innocenti. L'uomo non sa dio cosa ha in serbo per loro ma sicuramente è perche
non hanno ancora fatto del male ma hanno comunque sofferto molto che essi vengono considerati
martiri dalla chiesa.

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