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CLARETIANUM – Istituto di Teologia della Vita Consacrata

PONTIFICIA UNIVERSITÀ LATERANENSE


Corso di Teologia della Vita Consacrata
per corrispondenza

Antropologia della vita consacrata – orientamenti base


Parlare di „antropologia consacrata“ significa mettersi di fronte al mistero che l´uomo è
interrogandosi „chi è l´uomo in quanto persona consacrata“, o in altre parole, „in che rapporto è la
consacrazione alla sua umanità; e la sua umanità con la consacrazione“. È chiaro che la domanda in
certo senso tocca la radice della antropologia cristiana la quale, nel suo spiegare del mistero dell
´uomo, tutta si orienta verso il Mistero grande che svelato lungo la storia sotto la luce della
rivelazione divina trova il suo culmine nella rivelazione in Cristo – vero uomo e vero Dio. 1

In realtà, solamente nel mistero del Verbo incarnato trova vera luce il mistero dell´uomo… Cristo,
nuovo Adamo, manifesta pienamente l´uomo all´uomo e gli svela la sua altissima vocazione.2

Sono queste le parole conciliari che ormai codificano ed intracciano la prospettiva della riflessione
contemporanea dell´antropologia teologica. In tale visione l´uomo è svelato a se stesso proprio dall
´incontro personale con Gesù Cristo. Infatti, è nell´incontro con lui che l´umano può finalmente
avere accesso a se stesso e trovare compimento. 3 La stessa parola vocazione, cioè la realtà
dialogica che intende la relazione tra l´umano e la sequela del Figlio di Dio configurata nei termini
della „promessa“ e del „compimento“, appare qui nella sua capacità di identificare la vita come tale
in quanto voluta, pensata e realizzata in Cristo, la vita pienamente umana secondo Dio.

In questo senso si afferma il primato della relazione, la quale trova appunto nella vocazione
l´ambiente vitale per il suo operare creativo, formante la persona come l´essere caratterizzato a
partire della sua capacità comunicativa nei termini della propria esistenza. L´antropologia, così,
non è più la disciplina che indaga sull'uomo soltanto, ma sulla crescita del rapporto uomo-Dio, sulla
storia di questo rapporto, sulle modalità di tale rapporto, sulle sue difficoltà ecc. L'antropologia è
sempre "dottrina della divinizzazione" perché esplicita la via dell'uomo verso la sua piena misura
"divino-umana", verso la trasfigurazione nell'amore4.

Troviamo quindi due le parole chiavi attorno alle quali ruota tutto il discorso antropologico-
cristiano“:
 la persona (dimensione della relazione)
 la vocazione (dimensione della comunicazione)

1
„Con l´Incarnazione del Figlio di Dio avviene una nuova creazione, che dona la risposta completa alla domanda
„Chi è l´uomo?“. Solo in Gesù si manifesta compiutamente il progetto di Dio su´essere umano: Egli è l´uomo
definitivo secondo Dio.“ BENEDETTO XVI, Udienza generale, 9 gennaio 2013, Aula Paolo VI,
2
Gaudium et spes 22
3
„Dall´altra parte, però, si afferma che Dio ha un volto, cioè è un „Tu“ che può entarare in relazione, che non è
chiuso nel suoi Cielo a guardare dall´alto umanità. Dio è certamente sopra ogni cosa, ma si rivolge a noi, ci ascolta,
ci vede, parla, stringe alleanza, è capace di amare. La storia della salvezza è la storia di Dio con l´umanità, è la
storia di questo rapporto di Dio che si rivela progressivamente all´uomo, che fa conoscere se stesso, il suo volto (...)
La fede cristiana, operosa nella carità e forte nella speranza, non limita, ma umanizza la vita, anzi la rende
pienamente umana.“ BENEDETTO XVI, Udienza Generale, 16 gennaio 2013, Aula Paolo VI
4
M. TENACE, L´uomo fortificato dall´amore si trasforma per Dio in Dio in
http://dimensionesperanza.it/aree/ecumene/chiese-cristiane/item/845-l-uomo-fortificato-dall-amore-si-
trasforma-per-dio-in-dio.html
La persona
La prima parola inserisce l´uomo nel contesto biblico che lo presenta creato secondo l´immagine e
alla somiglianza di Dio. Essere „persona“ implica qui la capacità relazionante che dice l´uomo in
relazione con il suo Creatore e di conseguenza con se stesso e con il creato. In altre parole si tratta
dell´uomo „logico“, l´uomo icona di Cristo – l´immagine dell´Immagine.5
Corrisponde a tale tipo della relazione il termine biblico di „conoscere“. Essere persona secondo l
´immagine vuol dire essere partecipe della conoscenza primariamente non a modo valutativo (tra
bene e male), ma in qualità della relazione in forma propria dell´Immagine, cioè in forma del dono
reciproco nell´amore.6
La persona è per l´eccellenza l´essere della parola e dell´amore. Si potrebbe parlare di una struttura
dialogale o responsoriale dell´uomo: orientamento ontologico che non soltanto rende possibile la
parola e l´amore, ma richiede anche necessariamente l´espressione di sé nell´amore e nella parola. 7
Si delinea quindi la persona nella sua qualità di scoprirsi donata e data a se stessa, capace di
sviluppare se stessa nei suoi doni e formulare così una risposta d´amore. Si apre così quello
spazio della formulazione (articolazione) trasformativa del cammino di crescita "dall'immagine alla
somiglianza“, secondo un movimento trinitario di comunione.8
L´uomo „logico“ (formato secondo la logica dell´amore, cioè in forma del Logos incarnato) si scopre
l´essere „dialogico“, l´essere capace della comunicazione, partecipe – a modo coattivo - alla
formazione della comunione dell´amore in quanto l´espressione suprema del suo essere persona. 9

La vocazione
È chiaro che è la vocazione che costituisce la dinamica propria di questo dialogo esistenziale dove l
´uomo viene caratterizzato a partire della sua facoltà di ascolto (facoltà di intelligenza) e di
accoglienza (facoltà di volontà) della Parola che in forma paradigmatica, modellante gli si rivolge a
renderlo la espressione perfetta nelle dimensioni dell´amore divino. Secondo la testimonianza
della Scrittura la creazione, e in essa l´uomo, sono formati dalla parola, nella parola e per mezzo
della parola. Nell´uomo la parola è divenuta creatura, carne, che dalla creazione può dare risposta
al Creatore.10
La vocazione quindi non vuol dire di subire una chiamata in modo passivo. Essa si presenta come
evento dell´incontro con la forma perfetta dell´essere persona (la Parola fatta carne), proponendo
5
„L'essere creato secondo l'immagine non significa somigliare a Dio, o riprodurre la forma di Dio: l'essere
immagine dell'Immagine significa un qualche modo di partecipazione all'Immagine. Non si tratta ancora delle
virtù, bensì della qualità supremamente teologica della relazione di partecipazione fra immagine e immagine.“ M.
TENACE, Il legame tra incarnazione e creazione in http://dimensionesperanza.it/aree/ecumene/chiese-
cristiane/item/1341-il-legame-tra-incarnazione-e-creazione.html
6
„Gesù che di sé ha detto di essere venuto perché noi abbiamo la vita e l´abbiamo in pienezza, ci ha anche spiegato
che cosa significhi „vita“: Questa è la vita eterna – che conoscano te, l´unico vero Dio, e colui che hai mandato,
Gesù Cristo (Gv 17,3). La vita nel senso vero non la si ha in sé da soli e neppure solo da sé: essa è una relazione. E la
vita nella sua totalità è relazione con Colui che è la sorgente della vita.“ BENEDETTO XVI, La gioia della fede, San
Paolo, 2012, p.29
7
J. GEVAERT, Il problema dell´uomo, Introduzione all´antropologia filosofica, Elledici, 1992, p. 45
8
„Creato secondo l´immagine di Dio, il Verbo, e a sua somiglianza, la Trinità, l´uomo come creatura razionale è
animato dallo spirito ed è persona. E proprio in quanto è stato creato a immagine e somiglianza di Dio può essere
caratterizzato come persona. Di conseguenza al suo essere persona – in accordo con la dinamica intratrinitaria
della comunione di amore e di compenetrazione vicendevole – appartiene la capacità di relazione come dinamica
vitale che lo fa tendere in atteggiamento di amore all´unione con Dio nella conoscenza della sapienza.“
9
„Il contesto dell´amore intratrinitario che si diffonde diviene, per così dire, lo spazio vitale dell´uomo nella
creazione, nel quale egli può sviluppare se stesso e le sue caratteristiche essenziali rapportandosi a Dio. Questo
spazio di amore appartiene in modo assoluto all´essere uomo (...) L´amore dell´uomo come reazione all´amore
creazionale di Dio verso l´uomo e verso creatura diviene qui amore compartecipante e quindi effettuazione
compartecipata dello stesso atto della creazione, che si sviluppa in un processo creativo dell´amore verso Dio ed
esprime l´amore trinitario.“ J.B. FREYER, Homo viator, L´uomo alla luce della storia della salvezza, EDB, 2008, p. 84
10
Cfr J.B. FREYER, Homo viator, L´uomo alla luce della storia della salvezza, EDB, 2008, p. 412
la struttura formale per una formulazione espressiva e del tutto personale, toccando l´uomo nell
´intimo del suo essere a modo di svegliare il suo essere mistero (la sequela). La vocazione è sempre
una illuminazione.
Formulare qui significa allora produrre qualcosa che parla da sé, qualcosa di disteso, qualcosa che
respira vastità e apertura o anche addirittura libertà. 11 La degna risposta può allora venire solo da
libera donazione, da un´amorosa inclinazione, da espressione piena di sentimento, da meraviglia e
ammirazione piena di gratitudine. Come la Parola che crea possiede qualcosa di poetico ed
artistico, così lo deve possedere la risposta quale arte di vita. 12

Con mirabile chiarezza esprimono questa progressiva sinergia tra la chiamata e la formulazione
della risposta le vite dei santi che nella loro struttura seguono unico paradigma composto di
quattro passi:
 vita (inserisce la vita di un santo nel contesto della storia comunemente umana
descrivendo l´origine, la famiglia, la sua formazione culturale, il suo carattere umano etc…
per affermare la reale umanità del futuro santo.)
 con-versio (il momento incisivo dell´incontro personale con la chiamata che configura
decisamente la vita del santo, causando la rottura con il passato e inaugurando la
prospettiva nuova caratterizzata a partire della sequela. Si tratta del momento di passaggio
definitivo dall´antico al nuovo, segnato dal cambiamento dello „stato di vita“. È il momento
della scelta in uscita nella luce della promessa verso il compimento. )
 con-versatio (il processo della formulazione esistenziale in modo della conversazione
quotidiana attraverso i singoli passi della sequela in crescente somiglianza espressiva con la
Parola)
 miracula (la fecondità dell´esistenza pienamente formulata in forma della Parola,
cooperante con la potenza creatrice/ricreatrice della Parola, formulando la forma artistica
della vita; la vita in forma eucaristica trasfigurata nella lode trasmettente la forza
trasformativa, santificante)

La persona consacrata
Ritornando ora al contesto della vita consacrata si incontra dunque persona umana che vive il
mistero del suo essere nell´ascolto e nell´accoglienza della chiamata di conformazione con il
Mistero in misura incondizionata, articolandosi in forma più possibilmente consonante con la
forma del Figlio prediletto in ogni aspetto della sua umanità.

Per divina ispirazione, sono le parole che rivolge Francesco d´Assisi a Chiara e alle sue consorelle
per definire la loro identità, vi siete fatte figlie e ancelle dell´altissimo sommo Re, il Padre celeste, e
vi siete sposate allo Spirito Santo, scegliendo di vivere secondo la perfezione del santo Vangelo. 13
In primo punto mi piace di sottolineare l´aspetto attivo: sono appunto le sorelle che prendono
l´iniziativa nel formare la propria identità in risposta alla ispirazione ricevuta. In accoglienza della
vocazione (definita da Chiara il più grande beneficio del Padre delle misericordie 14) si fanno le
sorelle figlie e ancelle del Padre. E si sposano allo Spirito Santo per la scelta di seguire la forma
11
„La dignità dell'essere "ad immagine" è il dono di Dio all'uomo, la dignità dell'essere "a somiglianza" è il dono
dell'uomo come risposta al dono di Dio. Fra l'immagine e la somiglianza c'è la distanza della libertà, della storia,
della vocazione di ognuno. Nella chiamata ad essere "come Lui", da parte di Dio c´è quindi questa condizione che
riflette la stessa verità dell'essere immagine: all'amore si risponde solo con amore, alla libertà che ama viene
incontro una libertà che ama.“ M. TENACE, La Madre di Dio, „Terra promessa“ in
http://dimensionesperanza.it/aree/ecumene/chiese-cristiane/item/2883-la-madre-di-dio-terra-promessa-inno-
acatisto-xi.html
12
J.B. FREYER, Homo viator, L´uomo alla luce della storia della salvezza, EDB, 2008, p. 413
13
CHIARA D´ASSISI, Regola VI in Fonti francescane, Editrici francescane, 2011, p. 1768
14
CHIARA D´ASSISI, Testamento in Fonti francescane, Editrici francescane, 2011, p. 1787
perfetta ( il Signore che si è fatto via per noi15). Non sorprende poi se la fisionomia di tale esistenza
riproduce i lineamenti mariani. Ancella, figlia e sposa sono gli stessi titoli i quali Francesco d´Assisi
rivolge nelle sue preghiere alla Madonna. In Maria, infatti, contempla la umanità consacrata il suo
modello più luminoso, l´articolazione perfetta del mistero realizzato nel Mistero.

Paradigmatica rimane allora la conversazione che formula Maria nell´incontro con la sua altissima
vocazione.16 È interessante vedere nella Scrittura un parallelismo significativo che mette Maria ed
Eva a confronto (Gen 3,1-7 e Lc 1,26-39) come due possibili interventi della creatura sullo sfondo
della stessa chiamata alla partecipazione alla vita divina. Nelle due scene la dinamica in cui è
coinvolta la creatura è simile, ma l'esito è opposto.17

Eva/serpente Maria/angelo
Saluto esaltante la persona "Salve tu che sei chiamata ad "Salve piena di grazia, il Signore è
essere come Dio" con te"
L´uomo di fronte alla proposta Eva ragiona come se la Maria rimane turbata perché il
di divinizzazione divinizzazione fosse un ideale sul legame tra la creatura e il
quale riflettere e non una Creatore è un grande mistero
relazione da vivere. Eva esercita dell'amore di Dio sul quale non si
il dubbio, si difende, perché la può ragionare, ma - e questo è
discussione si deve concludere ben diverso - si deve, nella
con uno che ha ragione e uno meraviglia di una tale ispirazione,
che ha torto. cercare "che senso ha un tale
saluto".
L´oggetto della conversazione le cose: il giardino, gli alberi, al centro è la Persona, e le
come? quanti? perché? persone: l'Altissimo, Dio, Gesù, il
Figlio, Davide, Giacobbe...
L´esito della conversazione Eva prende il frutto. Ad Eva il Maria ascolta la parola
frutto è dovuto. Dio rimane il dell'angelo che le dice: Dio ti
donatore, il padre ricco ma non ama, si trova bene con te, si
amato. Eva riduce tutto il sente a casa sua, vede in te il
progetto divino a ciò che a lei proprio Figlio ad immagine del
sembra bello, buono, gustoso. quale sei stata creata, anzi lo
vuole far nascere da te per il
bene di tutta l'umanità...
Le conseguenze della Eva diventa povera di tutto e Maria diventa la "serva del
formulazione personale nei schiava del nemico della natura Signore", ricca di Dio stesso, la
confronti di Dio umana. Si sente estranea davanti pienezza dello Spirito, la pienezza
a Dio, perde la familiarità con del Figlio. Diventa serva ad
Dio. immagine del Servo, Amico dell
´umanità. Diventa Madre di Dio.
15
Ibidem
16
„Nel suo "sì" c'è il mistero dell'essere immagine (la creatura è chiamata a colloquio con il Creatore per
corrispondenza di natura) e il mistero della somiglianza (la creatura che aderisce liberamente alla chiamata
realizza veramente la sua somiglianza).“ M. TENACE, La Madre di Dio, „Terra promessa“ in
http://dimensionesperanza.it/aree/ecumene/chiese-cristiane/item/2883-la-madre-di-dio-terra-promessa-inno-
acatisto-xi.html
17
Cfr Ibidem
Le conseguenze della Eva si nasconde e si vergogna, ed Maria si espone, si mette in
formulazione personale nei insieme con lei si lamenta viaggio per servire e trova con chi
confronti degli altri uomini Adamo. rallegrarsi.

Sulla base di queste due modalità di formulazione esistenziale traspare l´immagine della umanità
ricca e riuscita nella grazia dell´essere persona autodefinitasi secondo la Parola che avviene in essa.
E seguendo la conversazione, è possibile cogliere alcune tracce costitutive dell´esistenza articolata
in esclusiva appartenenza al Mistero, cioè l´esistenza consacrata:

 il primato della grazia (la chiamata che precede e dice l´uomo nella sua autotrascendenza,
nella possibilità secondo Dio; gli si offre come dono affascinante, dono più grande di quello
che si potesse mai immaginare e viene comunicato come promessa in vista del suo
compimento raggiunto a modo della collaborazione.)
 l´ascolto e l´accoglienza nella forma del dialogo esistenziale (nella riconoscenza della
propria creaturalità l´uomo si riferisce al suo Creatore nella ricerca costante del senso,
strutturando la sua risposta dialogando, cioè riconoscendosi in relazione di conoscenza
reciproca. L´atteggiamento che la tradizione monastica definisce “quaerere Deum” o “la
preghiera continua”)
 interiorità relazionata (al centro della persona è la Parola per cui, con cui ed in cui essa
esprime la sua identità così che la esistenza consacrata può essere definita come
prolungamento nella storia di quella forma di vita che il Figlio di Dio ha scelto per sé in
comunicazione perfetta del Mistero )
 realizzazione nella missione (l´articolazione della persona inserita nella dinamica della
relazione circolante tra il Figlio e il Padre – il carattere carismatico dell´esistenza trasformata
nel dono)
 l´aspetto profetico (l´esistenza consacrata configurata con la pro-esistenza dell´Immagine a
„riprodurre“ nel mondo la bellezza della vita resa feconda nelle possibilità di Dio – l
´esistenza provocante (Gv 17,19))

Eccomi, sono serva del Signore, mi avvenga secondo la tua parola.

In queste parole sembra di essere il punto conclusivo della riflessione sul “perché” dell
´antropologia consacrata.
Sono le parole semplici, che in modo affascinate, perché totalmente libero e coinvolgente ogni
aspetto della persona, l´articolano in risposta alla chiamata di essere (eccomi) relazionata in misura
incondizionata (sono serva del Signore) nell´apertura totale per l´arte creativa per Verbum in
riflesso della paternità divina, così che il mondo conosca la bellezza, la bellezza comunicante la vita
e la vita in abbondanza (mi avvenga secondo la tua parola).
La esistenza con-sacrata, formata tutta a partire del Mistero, appare così come la proclamazione
vivente della misteriosità dell´uomo, rispecchiando la ricchezza della umanità dialogata nella Parola
creatrice e redentrice che sotto la forma del fratello/della sorella si esprime personalmente
responsabile per la umanità e per tutta la creazione, divenendo „madre“ nell´ordine della grazia.
Ecco, la persona consacrata.

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